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Scioglilingua italiani
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Raccolta di '''scioglilingua italiani'''.
*''Apelle, figlio di Apollo | fece una palla di pelle di pollo, | tutti i pesci vennero a galla | per vedere | quella bella palla di pelle di pollo | fatta da Apelle, figlio di Apollo.''<ref>Questo scioglilingua è attestato già da [[Americo Scarlatti]] nella raccolta ''Amenità letterarie'' del 1915, quindi anteriore come origine a tale data.</ref><ref>Citato in [[Giampaolo Dossena]], ''Il dado e l'alfabeto'', Zanichelli, 2004.</ref>
*C'è il questore a quest'ora in questura? Il questore a quest'ora in questura non c'è.<ref>Citato in ''I diritti della scuola'', Tipografia G. Martinelli, 1939, [https://books.google.it/books?hl=it&id=oJjbRjjbnEwC&dq=A+quest%E2%80%99ora+il+questore+in+questura+non+c%E2%80%99%C3%A8.&focus=searchwithinvolume&q=+questore p. 438].</ref>
*Chi seme di senapa secca semina, sempre seme di senapa secca raccoglie.<ref name=glide>Citato in Paolo Bellezza, ''La scuola elementare poliglotta?'', in ''La Rassegna nazionale'', anno 35, vol. CXCIII, settembre-ottobre 1913, presso l'Ufficio dl periodico, Firenze, 2013, [https://books.google.it/books?id=k24mAQAAIAAJ&dq=&pg=PA328#v=onepage&q&f=false p. 328].</ref>
*Ci avevo una botte: la portai al battifondator di botti: il battifondator di botti non c'era; la battifondai meglio di un battifondator di botti.<ref name=glide />
*''La [[marmotta]], quando annotta, | nella grotta già borbotta, | che la pappa non è cotta! | Quando è cotta | riborbotta, perché scotta!''<ref>Citato in Miguel D'Addario, ''Manuale di oratoria'', traduzione di Catia Polverini, Babelcube Inc., 2017, [https://books.google.it/books?id=rKlDDgAAQBAJ&pg=PT46 p. 46].</ref>
*Nel castello di Mister Pazzin dei Pazzi, c'era una pazza che lavava una pezza di pizzo nel pozzo. Mister Pazzin dei Pazzi diede una pizza alla pazza che lavava la pezza di pizzo nel pozzo. La pazza rifiutò la pizza, così Mister Pazzin dei Pazzi buttò la pazza, la pizza e la pezza nel pozzo del castello di Mister Pazzin dei Pazzi.<ref>Citato in Antonello Goi, ''Lavorare al call center. {{small|Manuale di formazione e autoformazione}}'', FrancoAngeli, Milano, 2005, [https://books.google.it/books?id=-W7YKdcluPgC&lpg=PA96&dq=&pg=PA96#v=onepage&q&f=false p. 96].</ref>
*''Pisa pesa e pesta il pepe al papa, | il papa pesa e pesta il pepe a Pisa.''<ref>Citato in Miguel D'Addario, ''Manuale di oratoria'', traduzione di Catia Polverini, Babelcube Inc., 2017, [https://books.google.it/books?id=rKlDDgAAQBAJ&pg=PT44 p. 44].</ref>
*''Sa che sa, se sa, chi sa; | che se sa, non sa, se sa: | chi sol sa che nulla sa | ne sa più di chi ne sa.''<ref>Citato in ''Lezioni di letteratura italiana. {{small|Dettate in Napoli da [[Luigi Settembrini]]}}'', vol. III, presso Antonio Morano Librajo-Editore, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=71zJV4-AlLkC&dq=&pg=PA150#v=onepage&q&f=false pp. 150-151].</ref>
*''Se l'arcivescovo di Costantinopoli | si disarcivescostantinopolizzasse, | vi disarcivescostantinopolizzereste | per disarcivescostantinopolizzare lui?''<ref name=galga>Citato in Vittorio Galgano, ''Come diventare un asso della vendita'', FrancoAngeli, [https://books.google.it/books?id=-tH-CQAAQBAJ&pg=PA45 pp. 45-46]. ISBN 8891702420</ref>
*Sereno è, sereno sarà; se non è sereno, si rasserenerà.<ref name=glide />
*''Sopra la panca la [[capra]] campa, | sotto la panca la capra crepa.''<ref name=galga/>
*''Trentatré soldati stanchi | van trottando verso Trento | su trentatré cavalli bianchi.''<ref name=galga/>
*Una rana nera e rara sulla rena errò una sera.<ref>Citato in ''I diritti della scuola'', Tipografia G. Martinelli, 1940, [https://books.google.it/books?hl=it&id=LFdEvWnEe5kC&dq=Una+rana+nera+e+rara+sulla+rena+err%C3%B2+una+sera+.&focus=searchwithinvolume&q=scioglilingua p. 77].</ref>
==Note==
Ilaria
==Altri progetti==
{{Interprogetto|wikt=scioglilingua|wikt_etichetta=scioglilingua}}
[[Categoria:Scioglilingua per lingua|Italiani]]
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Raccolta di '''scioglilingua italiani'''.
*''Apelle, figlio di Apollo | fece una palla di pelle di pollo, | tutti i pesci vennero a galla | per vedere | quella bella palla di pelle di pollo | fatta da Apelle, figlio di Apollo.''<ref>Questo scioglilingua è attestato già da [[Americo Scarlatti]] nella raccolta ''Amenità letterarie'' del 1915, quindi anteriore come origine a tale data.</ref><ref>Citato in [[Giampaolo Dossena]], ''Il dado e l'alfabeto'', Zanichelli, 2004.</ref>
*C'è il questore a quest'ora in questura? Il questore a quest'ora in questura non c'è.<ref>Citato in ''I diritti della scuola'', Tipografia G. Martinelli, 1939, [https://books.google.it/books?hl=it&id=oJjbRjjbnEwC&dq=A+quest%E2%80%99ora+il+questore+in+questura+non+c%E2%80%99%C3%A8.&focus=searchwithinvolume&q=+questore p. 438].</ref>
*Chi seme di senapa secca semina, sempre seme di senapa secca raccoglie.<ref name=glide>Citato in Paolo Bellezza, ''La scuola elementare poliglotta?'', in ''La Rassegna nazionale'', anno 35, vol. CXCIII, settembre-ottobre 1913, presso l'Ufficio dl periodico, Firenze, 2013, [https://books.google.it/books?id=k24mAQAAIAAJ&dq=&pg=PA328#v=onepage&q&f=false p. 328].</ref>
*Ci avevo una botte: la portai al battifondator di botti: il battifondator di botti non c'era; la battifondai meglio di un battifondator di botti.<ref name=glide />
*''La [[marmotta]], quando annotta, | nella grotta già borbotta, | che la pappa non è cotta! | Quando è cotta | riborbotta, perché scotta!''<ref>Citato in Miguel D'Addario, ''Manuale di oratoria'', traduzione di Catia Polverini, Babelcube Inc., 2017, [https://books.google.it/books?id=rKlDDgAAQBAJ&pg=PT46 p. 46].</ref>
*Nel castello di Mister Pazzin dei Pazzi, c'era una pazza che lavava una pezza di pizzo nel pozzo. Mister Pazzin dei Pazzi diede una pizza alla pazza che lavava la pezza di pizzo nel pozzo. La pazza rifiutò la pizza, così Mister Pazzin dei Pazzi buttò la pazza, la pizza e la pezza nel pozzo del castello di Mister Pazzin dei Pazzi.<ref>Citato in Antonello Goi, ''Lavorare al call center. {{small|Manuale di formazione e autoformazione}}'', FrancoAngeli, Milano, 2005, [https://books.google.it/books?id=-W7YKdcluPgC&lpg=PA96&dq=&pg=PA96#v=onepage&q&f=false p. 96].</ref>
*''Pisa pesa e pesta il pepe al papa, | il papa pesa e pesta il pepe a Pisa.''<ref>Citato in Miguel D'Addario, ''Manuale di oratoria'', traduzione di Catia Polverini, Babelcube Inc., 2017, [https://books.google.it/books?id=rKlDDgAAQBAJ&pg=PT44 p. 44].</ref>
*''Sa che sa, se sa, chi sa; | che se sa, non sa, se sa: | chi sol sa che nulla sa | ne sa più di chi ne sa.''<ref>Citato in ''Lezioni di letteratura italiana. {{small|Dettate in Napoli da [[Luigi Settembrini]]}}'', vol. III, presso Antonio Morano Librajo-Editore, Napoli, 1872, [https://books.google.it/books?id=71zJV4-AlLkC&dq=&pg=PA150#v=onepage&q&f=false pp. 150-151].</ref>
*''Se l'arcivescovo di Costantinopoli | si disarcivescostantinopolizzasse, | vi disarcivescostantinopolizzereste | per disarcivescostantinopolizzare lui?''<ref name=galga>Citato in Vittorio Galgano, ''Come diventare un asso della vendita'', FrancoAngeli, [https://books.google.it/books?id=-tH-CQAAQBAJ&pg=PA45 pp. 45-46]. ISBN 8891702420</ref>
*Sereno è, sereno sarà; se non è sereno, si rasserenerà.<ref name=glide />
*''Sopra la panca la [[capra]] campa, | sotto la panca la capra crepa.''<ref name=galga/>
*''Trentatré soldati stanchi | van trottando verso Trento | su trentatré cavalli bianchi.''<ref name=galga/>
*Una rana nera e rara sulla rena errò una sera.<ref>Citato in ''I diritti della scuola'', Tipografia G. Martinelli, 1940, [https://books.google.it/books?hl=it&id=LFdEvWnEe5kC&dq=Una+rana+nera+e+rara+sulla+rena+err%C3%B2+una+sera+.&focus=searchwithinvolume&q=scioglilingua p. 77].</ref>
==Note==
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==Altri progetti==
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[[Categoria:Scioglilingua per lingua|Italiani]]
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Albert Camus
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[[Immagine:Albert Camus, gagnant de prix Nobel, portrait en buste, posé au bureau, faisant face à gauche, cigarette de tabagisme.jpg|thumb|right|Albert Camus]]
{{Premio|Nobel|la letteratura '''(1957)'''}}
'''Albert Camus''' (1913 – 1960), scrittore e filosofo francese.
==Citazioni di Albert Camus==
*A ben guardare [[Plotino]] si propone di fare, con le sole risorse della filosofia greca, ciò che a stento sono riusciti a fare dieci secoli di cristianesimo.[...] A metà strada tra le due dottrine, Plotino è designato a fare da intercessore.<ref name=metafisica>Da ''Metafisica cristiana e neoplatonismo''</ref>
*Chi crede di saper tutto pensa di poter tutto. Idoli temporali, che esigono una fede assoluta, pronunciano instancabilmente castighi assoluti. E religioni senza trascendenza uccidono in massa condannati senza speranza. <ref name=riflessioni-morte/>
*{{NDR|In risposta alla domanda su quali scrittori viventi fossero più importanti per lui}} E anche [[Simone Weil]] – a volte i [[morti]] sono più vicini a noi dei vivi.
:''And also Simone Weil – sometimes the dead are closer to us than the living.''<ref>Da una conferenza a Stoccolma in occasione del ricevimento del Nobel; citato in postfazione a Simone Weil, ''[http://books.google.it/books?id=-CXdJmswenYC&pg=PA0 On the Abolition of All Political Parties]'', Black Inc., Melbourne, 2013. ISBN 9781921870903</ref>
*Il rumore del treno, il cicaleccio puerile che lo circondava nello scompartimento stipato, tutto ciò che rideva e cantava intorno a lui ritmava e accompagnava una specie di danza interiore che lo portò per ore, immobile, ai confini del mondo e finalmente lo scaricò, giubilante e interdetto in una [[Genova]] assordante, che scoppiava di salute davanti al suo golfo e al suo cielo in cui fino a sera lottavano il desiderio e la pigrizia. [...] Si smarrì poi nelle strade strette e piene di odori della città vecchia, lasciò che i colori urlassero per lui, che il cielo si consumasse sopra alle case sotto il suo peso di sole e che i gatti si riposassero per lui nell'immondizia e nell'afa. Andò sulla strada che domina Genova e lasciò salire verso di lui, in una lunga lievitazione, tutto il mare carico di profumi e di luci. Chiudendo gli occhi stringeva la pietra calda su cui stava seduto e poi li riapriva su questa città in cui l'eccesso di vita urlava in un esaltante cattivo gusto.<ref>Da ''La morte felice'', traduzione di Jean Sarocchi, Rizzoli, Milano, 1971, p. 77</ref>
*Il senso d'impotenza e di solitudine del condannato incatenato, di fronte alla coalizione pubblica che vuole la sua morte, è già di per sé una punizione inconcepibile. [...] Generalmente l'uomo è distrutto dall'attesa della [[pena di morte|pena capitale]] molto tempo prima di morire. Gli si infliggono così due morti, e la prima è peggiore dell'altra, mentre egli ha ucciso una volta sola. Paragonata a questo supplizio, la legge del taglione appare ancora come una legge di civiltà. Non ha mai preteso che si dovessero cavare entrambi gli occhi a chi aveva reso cieco di un occhio il proprio fratello.<ref name=riflessioni-morte>Da ''Riflessioni sulla pena di morte''</ref>
*Imparavo finalmente, nel cuore dell'inverno, che c'era in me un'invincibile [[estate]].<ref>Da ''L'estate e altri saggi solari'', p. 99.</ref>
*In verità, è un [[paradossi dai libri|paradosso]] tipico dello spirito umano cogliere gli elementi senza poterne abbracciare la sintesi: paradosso epistemologico d'una scienza certa nei fatti, ma comunque insufficiente: sufficiente nelle sue teorie, ma comunque incerta, ovvero paradosso psicologico di un io percettibile nelle sue parti, ma inaccessibile nella sua profonda unità.<ref name=metafisica/>
*Invece di uccidere e morire per diventare quello che non siamo, dovremo vivere e lasciare vivere per creare quello che realmente siamo.<ref>Da ''Riflessioni sulla pena capitale'', 1957</ref>
*La battuta di [[Alphonse Karr]]: «Che i signori assassini comincino» non ha più alcun senso. Quelli che fanno versare la maggiore quantità di sangue sono gli stessi che credono di avere dalla loro parte il diritto, la logica, e la storia. Non è dall'individuo ma dallo Stato che oggi la società deve difendersi.<ref name=riflessioni-morte/>
*La legge, per definizione, non può obbedire alle stesse regole della natura. Se l'assassinio è nella natura umana, la legge non è fatta per imitare o riprodurre questa natura. È fatta per correggerla. <ref name=riflessioni-morte/>
*La [[libertà]] non è altro che una possibilità di essere migliori, mentre la schiavitù è certezza di essere peggiori.<ref>Da ''Resistenza, ribellione e morte''; citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref>
*La nostra sola giustificazione, se ne abbiamo una, è di parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo.<ref>Da ''L'artista e il suo tempo''</ref>
*La pena di morte, così come la si applica, è una disgustosa macelleria, un oltraggio inflitto alla persona e al corpo.<ref name=riflessioni-morte/>
*Le grandi [[Idea|idee]] arrivano nel mondo con la dolcezza delle [[colomba|colombe]]. Forse, se ascoltiamo bene, udiremo, tra il frastuono degli imperi e delle nazioni, un debole frullìo d'ali, il dolce fremito della vita e della speranza.<ref>Citato in ''Selezione dal Reader's Digest'', giugno 1963.</ref>
*Non c'è vergogna nell'essere felici. Ma oggi l'[[imbecillità|imbecille]] è re, e io chiamo imbecille chi ha paura di gioire.
:''Il n' y a pas de honte à être heureux. Mais aujourd'hui l'imbécile est roi, et j'appelle imbécile celui qui a peur de jouir.''<ref>{{fr}} Da ''Noces è Tipasa'', {{fr}} citato in Jeanyves Guérin, ''Dictionnaire Albert Camus'', Robert Laffont, Parigi, 2013, [https://books.google.it/books?id=aXVJAQAAQBAJ&newbks=1&newbks_redir=0&lpg=PT156&dq=&pg=PT156#v=onepage&q&f=false p. 156]. ISBN 9782221140178</ref>
*Non essere amati è una semplice sfortuna; la vera disgrazia è non amare.<ref name=estate/>
*Nulla è dato agli uomini e quel poco che possono conquistare è pagato con morti ingiuste. Ma la grandezza dell'uomo è altrove, è nella decisione di elevarsi al di sopra della propria condizione.<ref>Da ''La nuit de la vérité'', ''Combat'', 25 agosto 1944; citato in Michael McDonald, ''Scrittori di fronte al male. Riflessioni su letteratura e politica'', traduzione di Claudia Lionetti, Libri Scheiwiller, Milano, 2009, pp. 81-82. ISBN 9788876445996</ref>
*Per [[suicidio|suicidarsi]] bisogna amarsi molto.<ref>Da ''I giusti'', in ''Teatro''</ref>
*Quando si è avuto una volta la fortuna di amare intensamente, si spende la vita a cercare di nuovo quell'ardore e quella luce.<ref>Citato in [[Gianfranco Ravasi]], ''Le parole e i giorni. {{small|Nuovo breviario laico}}'', Mondadori, Milano, [https://books.google.it/books?id=pMxocmopAB8C&lpg=PA98&dq=&pg=PA98#v=onepage&q&f=false p. 98].</ref>
*Senza cultura e la relativa [[libertà]] che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro.
:''Sans la culture, et la liberté relative qu'elle suppose, la société, même parfaite, n'est qu'une jungle. C'est pourquoi toute création authentique est un don à l'avenir.''<ref>Dall'articolo ''[https://inventin.lautre.net/livres/Camus-Creation-et-liberte.pdf Création et liberté]'', 1952.</ref>
*Un [[romanzo]] non è mai altro che una filosofia messa in immagini.<ref>Da La Nausée ''par Jean-Paul Sartre'', ''Alger républicain'', 20 ottobre 1938, in ''Œuvres complètes'', Gallimard, Parigi, 2008, p. 794; citato in [[Paolo Flores d’Arcais]], ''Albert Camus, giornalista e resistente'', introduzione ad Albert Camus, ''Questa lotta vi riguarda'', Bompiani, Milano, 2018. ISBN 978-88-587-8102-9</ref>
*Una [[letteratura]] disperata è una contraddizione in termini.<ref name=estate>Da ''L'estate''</ref>
==''Caligola''==
*'''Caligola''': Ma non sono pazzo e posso dire perfino di non essere mai stato così ragionevole come ora. Semplicemente mi sono sentito all'improvviso un bisogno di impossibile. Le cose così come sono non mi sembrano soddisfacenti. [...] È vero, ma non lo sapevo prima. Adesso lo so. Questo mondo così com'è fatto non è sopportabile. Ho bisogno della luna, o della felicità o dell'immortalità, di qualcosa che sia demente forse, ma che non sia di questo mondo.<br />'''Elicone''': È un ragionamento che sta in piedi. Ma, in generale, non lo si può sostenere fino in fondo, non lo sai? <br />'''Caligola''': È perché non lo si sostiene mai fino in fondo che non lo si sostiene fino in fondo. E non si ottiene nulla. Ma basta forse restare logici fino alla fine. (atto I, scena IV)<ref>L'opinione espressa da Caligola in questo passo è stata poi sintetizzata col motto sessantottino «Siate realisti, chiedete l'impossibile», attribuito anche a [[Che Guevara]]. Cfr. il commento dell'associazione "Il folle volo"; citato in ''[http://la-luna.splinder.com/post/2602658#2602658 Siate realisti, chiedete l'impossibile]'', 21 luglio 2004.</ref>
*Mostro, Caligola, mostro. [...] Come si può continuare a vivere con le mani vuote quando prima stringevano l'intera speranza del mondo? Come venirne fuori? (''Scoppia in una risata falsa, artificiosa.'') Fare un contratto con la propria solitudine, no? Mettersi d'accordo con la vita. Darsi delle ragioni, scegliersi un'esistenza tranquilla, consolarsi. Non è per Caligola. (''Batte il palmo della mano sullo specchio.'') Non è per te. Non è vero?
*Ho deciso di essere logico. Vedrete quanto vi costerà la logica.
*Gli uomini muoiono e non sono felici.
*Arricchirò le tue nozioni insegnandoti che non esiste che una sola libertà, quella del condannato a morte. [...] Ecco perché non siete liberi. Ecco perché in tutto l'impero romano l'unico uomo libero è Caligola, circondato da una nazione di schiavi.
*Ho male al cuore, Cesonia. [...] Sono tutto scosso da conati di vomito. Mi fanno male le gambe, le braccia. Mi fa male la pelle. Ho la testa svuotata, ma la cosa più rivoltante è questo sapore che ho in bocca. Non sa di sangue né di morte né di febbre, ma di tutto questo messo insieme. Mi basta muovere la lingua perché tutto si faccia nero e l'umanità mi ripugni.
*Ho capito una sera con lei che tutta la mia ricchezza era di questo mondo.
*Non lasciarmi, Drusilla. Ho paura. Ho paura dell'immensa solitudine dei mostri. Non andartene.
*Ah, comincio a vivere finalmente! Vivere, Cesonia, è il contrario di amare. Te lo dico io. Che bello spettacolo, Cesonia. Mi occorre il mondo, e spettatori, vittime e colpevoli.
*Basta con Drusilla. Vedi, Drusilla non c'è più. E cosa rimane? Avvicinati ancora. Guarda. Avvicinatevi. Guardate. ''Si mette davanti allo specchio con un'espressioni delirante. [...] Caligola cambia tono, punta il dito sullo specchio e, con lo sguardo sempre fisso, ripete trionfante:'' CALIGOLA.
*(''Al vecchio senatore'') Ciao, bella.
*Sono un uomo semplice, io. Dev'essere per questo che sono un incompreso.
*Insomma, sono io che faccio le veci della peste.
*Non c'è nessun cielo, Cesonia.
*Ah, che abiezione, che schifo, che senso di vomito sentirci crescere dentro quella stessa [[viltà]] e quell'impotenza che abbiamo disprezzato negli altri. La viltà! Ma che importa? [...] Sto per ritrovare quel grande vuoto in cui l'anima si placa.
*''Rumore d'armi e mormorio in quinta. Caligola si alza, prende un seggio e si accosta ansimando allo specchio. Si guarda, fa la mossa di balzare in avanti e, vedendo la propria immagine muoversi di riflesso nello specchio, lancia violentemente il seggio urlando.'' Alla storia, Caligola, alla storia! ''Lo specchio va in frantumi e, contemporaneamente, entrano da tutti i lati i congiurati armati. Caligola li fronteggia esplodendo in una risata selvaggia. Cherea, per primo, gli è addosso con un balzo e lo trafigge col pugnale, tre volte in pieno viso. Il riso di Caligola si trasforma in singhiozzi. Tutti lo colpiscono convulsamente. In un ultimo singhiozzo, ridendo e rantolando, Caligola grida.'' Sono ancora vivo!
==''Conferenze e discorsi''==
*C'è un'[[Europa]] borghese, individualista, quella che pensa al proprio frigorifero, ai propri ristoranti di lusso, che dice "io non voto", è l'Europa borghese, è vero. È quella che non vuole vivere. Forse lo dice, di voler vivere, ma ha collocato la vita a un livello così basso che questa ha ben poche probabilità di perpetuarsi nella storia, e perciò vegeta, e nessuna società ha mai potuto vegetare a lungo. Qui però non vedo nulla che sia espressione della misura classica. Vedo solo un [[nichilismo]] individualista, quello che consiste nel dire "non vogliamo né romanticismo né eccesso, non vogliamo vivere sul confine, né conoscere la lacerazione". Se non volete vivere sul confine né conoscere la lacerazione, non vivrete e soprattutto non vivrà la vostra società.<ref>Dalla conferenza ''Il futuro della civiltà europea'', Atene, 1955; 2020. pp. 195-196.</ref>
*C'è un mare [[Mediterraneo]], un bacino che unisce una decina di paesi. Gli uomini che strepitano nei caffè concerto in Spagna, quelli che gironzolano nel porto di Genova, sui moli di Marsiglia, la razza curiosa e forte che vive sulle nostre coste, provengono tutti dalla stessa famiglia. Quando si viaggia in Europa, scendendo verso l'Italia o la Provenza si ritrovano con un sospiro di sollievo uomini sbracati e quella vita intensa e colorata che ben conosciamo. Ho passato due mesi in Europa centrale, dall'Austria alla Germania, a chiedermi da dove venisse la strana angustia che mi pesava addosso, l'inquietudine sorda che mi abitava. Di recente l'ho capito. Tutti erano sempre abbottonati fino al collo. Non sapevano lasciarsi andare. Non conoscevano la gioia, così diversa dal riso.<ref>Dalla conferenza ''La cultura indigena. La nuova cultura mediterranea'', Algeri, 1937; 2020, p. 11.</ref>
*Che cosa significa quindi tutto ciò? Significa che occorre essere semplici nei propri pensieri e nella propria azione, essere all'altezza del proprio ruolo, e fare bene il proprio lavoro. Significa che dobbiamo tutti creare, al di fuori dei partiti e dei governi, comunità di riflessione che avvieranno il dialogo fra le nazioni e affermeranno con la vita e le parole di ciascuno che questo mondo deve cessare di essere quello dei poliziotti, dei soldati e del denaro per diventare quello dell'uomo e della donna, del lavoro fecondo e del tempo libero meditato.<ref>Dalla conferenza ''La crisi dell'uomo'', New York, 1946; 2020, p. 47.</ref>
*L'[[arte]] non è, a mio modo di vedere, un intrattenimento solitario. È un mezzo per commuovere il maggior numero di persone offrendo loro un'immagine privilegiata delle sofferenze e delle gioie comuni. Obbliga quindi l'artista a non isolarsi; lo sottomette alla verità più umile e più universale.<ref>Dal discorso in occasione del premio Nobel, Stoccolma, 1957; 2020, p. 296.</ref>
*È vero che quando è fatta in primo luogo di privilegi la [[libertà]] è un insulto al lavoro e lo separa dalla cultura. Ma la libertà non è fatta in primo luogo di privilegi, è fatta soprattutto di doveri. E dall'istante in cui ciascuno di noi cerca di far prevalere i doveri della libertà rispetto ai propri privilegi, da questo istante la libertà salda il [[lavoro]] e la [[cultura]] e mette in moto una forza che è l'unica a poter favorire efficacemente la [[giustizia]]. La regola della nostra azione, il segreto della nostra resistenza, può allora essere espresso in modo molto semplice: tutto ciò che umilia il lavoro umilia l'intelligenza, e viceversa. E la lotta rivoluzionaria, lo sforzo secolare di liberazione si definisce allora come un duplice e incessante rifiuto dell'umiliazione. […] la libertà non è un regalo che si riceve da uno stato o da un capo, ma un bene che si conquista ogni giorno, con l'impegno di ciascuno e l'unione di tutti.<ref>Dal discorso ''Il pane e la libertà'', Saint-Étienne, 1953; 2020, pp. 179-180.</ref>
*Non è un caso se il filosofo ispiratore di tutto il pensiero odierno è quello che ha scritto che solo la città moderna permette allo spirito di prendere coscienza di sé stesso e che è arrivato a dire che la natura è astratta e solo la ragione è concreta. Questo è infatti il punto di vista di [[Hegel]], ed è il punto di partenza di un'immensa avventura dell'intelligenza, quella che finisce per uccidere tutto. Nel grande spettacolo della natura, questi spiriti ebbri non vedono altro che sé stessi. È la cecità estrema.<ref>Dall'intervento ''Il testimone della libertà'', Parigi, 1948; 2020, p. 106.</ref>
*Poiché se nulla è vero né falso, se nulla è giusto né sbagliato, e se l'unico valore è l'[[efficienza]], allora la regola deve essere quella di risultare il più efficiente, cioè il più forte. Il [[mondo]] non è più diviso fra uomini giusti e uomini ingiusti, ma fra padroni e schiavi. La ragione sta dalla parte di chi sottomette.<ref>Dalla conferenza ''La crisi dell'uomo'', New York, 1946; 2020, p. 39.</ref>
*Quel libro, ''[[Herman Melville|Moby Dick]]'', viene dato come premio di fine anno ai bambini delle scuole americane, e tuttavia rappresenta una delle riflessioni più profonde e più toccanti che un artista abbia potuto fare sul problema del male.<ref>Dalla conferenza ''Il futuro della civiltà europea'', Atene, 1955; 2020. p. 210.</ref>
==''Il mito di Sisifo''==
===[[Incipit]]===
Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del [[suicidio]]. Giudicare se la vita valga o non vaga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della [[filosofia]]. Il resto – se il mondo abbia tre dimensioni o se lo spirito abbia nove o dodici categorie – viene dopo. Questi sono giouchi: prima bisogna rispondere.
<br />{{NDR|Albert Camus, ''Il mito di Sisifo'', traduzione di Attilio Borrelli, Bompiani, 2020}}
===Citazioni===
*Il senso dell'assurdo, alla svolta di una qualunque via, può imbattersi faccia a faccia con un uomo qualsiasi. (2020, p. 12)
*L'abisso che c'è fra la certezza che io ho della mia esistenza e il contenuto che tento di dare a questa sicurezza, non sarà mai colmato. (2020, pp. 19-20)
*Il [[mondo]], in sé, non è ragionevole: è tutto ciò che si può dire. Ma ciò che è assurdo, è il confronto di questo irrazionale con il desiderio violento di chiarezza [...] L'assurdo dipende tanto dall'uomo quanto dal mondo, ed è, per il momento, il loro solo legame. (2020, p. 21)
*Dal momento in cui viene riconosciuto, l'assurdo diventa la più straziante di tutte le passioni. (2020, p. 22)
*Voglio che mi sia spiegato tutto o nulla. E la ragione è impotente di fronte a questo grido del cuore. Lo spirito, risvegliato da questa esigenza, cerca e non trova che contraddizioni e sragionamenti. Ciò che io non comprendo è senza ragione. Il mondo è popolato da questi irrazionali, ed esso stesso, di cui non capisco il significato unico, non è che un immenso irrazionale. (2020, p. 26)
*A questo punto del proprio sforzo, l'uomo si trova davanti all'[[razionale e irrazionale|irrazionale]] e sente in sé un desiderio di felicità e di [[razionale e irrazionale|ragione]]. L'assurdo nasce dal confronto fra il richiamo umano e il silenzio irragionevole del mondo. È questo che non bisogna dimenticare; è a questo che bisogna aggrapparsi, poiché possono nascerne le conseguenze di tutta una vita. L'irrazionale, la nostalgia umana e l'assurdo, che sorge dalla loro intima conversazione: ecco i tre personaggi del dramma, che deve necessariamente finire con tutta la logica di cui un'esistenza è capace. (2020, p. 27)
*L'[[assurdo]] è essenzialmente un divorzio, che non consiste nell'uno o nell'altro degli elementi comparati, ma nasce dal loro confronto.<br>Nella fattispecie e sul piano dell'intelligenza, posso dunque dire che l'Assurdo non è nell'uomo (se una simile metafora potesse avere un senso), e neppure nel mondo, ma nella loro comune presenza. (2020, pp. 29-30)
*[…] un uomo è sempre preda delle proprie verità. Quando le abbia riconosciute, egli non è capace di staccarsene. (2020, p. 31)
*L'importante, diceva l'abate [[Ferdinando Galiani|Galiani]] a madama [[Louise d'Épinay|d'Epinay]], non è guarire, ma vivere con i propri mali. [[Kierkegaard]] vuol guarire. (2020, p. 37)
*L'assurdo, che è lo stato metafisico dell'uomo cosciente, non conduce a Dio. Forse questa nozione si farà più chiara se arrischierò la seguente enormità: l'assurdo è il peccato senza Dio.<br>Si tratta di vivere entro lo stato d'assurdo. (2020, p. 38)
*L'assurdo è la ragione lucida, che accetta i propri limiti. (2020, p. 46)
*Così traggo dall'assurdo tre conseguenze, che sono la mia rivolta, la mia libertà e la mia passione. Per mezzo del solo giuoco della [[coscienza]], trasformo in regola di vita ciò che era un invito alla morte e rifiuto il suicidio. (2020, p. 59)
*La certezza di un [[Dio]], che darebbe il proprio senso alla vita, supera di gran lunga in attrattiva il potere impunito di mal fare. La scelta non sarebbe difficile; ma non vi è scelta e comincia allora l'amarezza. L'assurdo non libera: vincola. E non autorizza ogni atto. Tutto è permesso<ref>Con riferimento a ''[[I fratelli Karamazov]]'' di [[Fëdor Dostoevskij]], che l'autore cita poco prima.</ref> non significa che nulla sia proibito. (2020, p. 64)
*Il tempo farà vivere il tempo e la vita servirà alla vita. (2020, p. 64)
*Un impiegato delle Poste è pari a un conquistatore, qualora l'uno e l'altro abbiano una coscienza comune. (2020, p. 65)
*Tutto ciò che fa lavorare e agitarsi l'uomo trae partito dalla [[speranza]]. Dunque, il pensiero sterile è il solo che non sia falso. Nel mondo assurdo, il valore di una nozione o di una vita viene misurato in base alla sua infecondità. (2020, p. 65)
*Non è affatto per mancanza di amore che [[Don Giovanni]] va da una donna all'altra. È ridicolo rappresentarlo come un visionario in cerca dell'amore totale. Ma è proprio perché egli ama le donne con eguale trasporto e ogni volta con tutto se stesso, che deve sempre rinnovare questo dono e questo approfondimento. (2020, p. 66)
*Perché si dovrebbe amare raramente per amare molto? (2020, p. 66)
*Il conquistatore dice: "No! Non crediate che per amare l'azione abbia dovuto disimparare a pensare. Al contrario; posso definire perfettamente ciò che credo, in quanto lo credo fortemente e lo vedo con una vista chiara e sicura. Diffidate di coloro che dicono: 'Questa cosa la so troppo bene per poterla esprimere'; poiché, se non possono farlo, è perché non la sanno o perché si sono fermati alle apparenze." (2020, p. 80)
*Viene sempre il momento in cui bisogna scegliere fra la contemplazione e l'azione. Ciò si chiama diventare un uomo. (2020, p. 81)
*Bisogna vivere con il [[tempo]] e con lui morire o sottrarsi a esso per una vita più grande. So che si può venire a transazioni e vivere nel secolo, credendo nell'eterno. Questo compromesso si chiama accettazione. Ma a me ripugna tale termine e voglio essere tutto o nulla. Se scelgo l'azione, non crediate per questo che la contemplazione sia per me come una terra sconosciuta. Soltanto essa non può tutto darmi, e, privato dell'eterno, voglio allearmi al tempo. (2020, p. 82)
*Essere privi di [[speranza]] non significa disperare. (2020, p. 86)
*Creare è vivere due volte. (2020, p. 92)
*Per l'uomo assurdo non si tratta più di spiegare e risolvere, ma di provare e descrivere: tutto comincia dall'indifferenza perspicace. (2020, p. 92)
*L'[[opera d'arte]] nasce dalla rinuncia dell'intelligenza a ragionare il concreto. (2020, p. 95)
*Se il [[mondo]] fosse chiaramente comprensibile, l'[[arte]] non esisterebbe. (2020, p. 96)
*Anche il [[creare]] è un dar forma al proprio destino. (2020, p. 112)
*Quanto rimane, è un destino di cui solo la conclusione è fatale. All'infuori di questa unica fatalità della morte, tutto – gioia o fortuna – è libertà, e rimane un mondo, di cui l'uomo è il solo padrone. (2020, p. 113)
*Se questo mito è tragico, è perché il suo eroe è cosciente. In che consisterebbe, infatti, la pena, se, a ogni passo, fosse sostenuto dalla speranza di riuscire? L'operaio d'oggi si affatica, ogni giorno della vita, dietro lo stesso lavoro, e il suo destino non è tragico che nei rari momenti in cui egli diviene cosciente, Sisifo, proletario degli dei, impotente e ribelle, conosce tutta l'estensione della sua miserevole condizione: è a questa che pensa durante la discesa. La perspicacia, che doveva costituire il suo tormento, consuma, nello stesso istante, la sua vittoria. Non esiste destino che non possa essere superato dal disprezzo. (2020, p. 119)
===[[Explicit]]===
Lascio [[Sisifo]] ai piedi della montagna! Si ritrova sempre il proprio fardello. Ma Sisifo insegna la fedeltà superiore, che nega gli dei e solleva i macigni. Anch'egli giudica che tutto sia bene. Questo universo, ormai senza padrone, non gli appare sterile né futile. Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la [[lotta]] verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice.
<br />{{NDR|Albert Camus, ''Il mito di Sisifo'', traduzione di Attilio Borrelli, Bompiani, 2020}}
==''L'uomo in rivolta''==
===[[Incipit]]===
Cos'è un uomo in [[rivolta]]? Un uomo che dice no. Ma se rifiuta, non rinuncia tuttavia: è anche un uomo che dice di sì, fin dal suo primo muoversi. Uno schiavo che in tutta la sua vita ha ricevuto ordini, giudica ad un tratto inaccettabile un nuovo comando. Qual è il contenuto di questo "no"?
===Citazioni===
*I [[martiri]] non fanno le Chiese: ne sono il cemento o l'alibi. Poi vengono i preti e i bigotti.
*Il [[fascismo]], effettivamente, è disprezzo. Inversamente, ogni forma di disprezzo, ove intervenga nella politica, prepara o instaura il fascismo.
*Il [[marxismo]] non è scientifico; è, al massimo, scientista.
*Il [[scopo|fine]] giustifica i [[mezzo|mezzi]]? È possibile. Ma chi giustificherà il fine? A questo interrogativo, che il pensiero storico lascia in sospeso, la rivolta risponde: i mezzi.
*L'[[arte]] contesta il reale, ma ad esso non si sottrae.
*L'arte e la rivolta non moriranno se non con l'ultimo uomo.
*L'avvenire è il solo tipo di proprietà che i padroni concedono volentieri agli schiavi.
*L'[[uomo]] è la sola creatura che [[rifiutare|rifiuti]] di essere ciò che è.
*L'uomo infine non è interamente colpevole, non ha dato inizio alla [[storia]]; né è del tutto innocente poiché la continua.
*La [[bellezza]], senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene il giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno di lei.
*La [[rivoluzione]] consiste nell'amare un uomo che ancora non esiste.
*La vera generosità verso l'avvenire consiste nel dare tutto al presente.
*La vera passione del ventesimo secolo è la [[servitù]].
*La [[virtù]] non può scindersi dal reale senza divenire principio di male.
*Lo [[schiavitù|schiavo]] comincia col reclamare giustizia e finisce per volere la sovranità. Ha bisogno di dominare a sua volta.
*Nel mondo d'oggi, solo una filosofia dell'eternità può giustificare la non-violenza.
*Non tutti i valori trascinano con sé la rivolta, ma ogni moto di rivolta fa tacitamente appello a un valore.
*Ogni rivolta è nostalgia d'innocenza e anelito all'essere.
*Un solo capo, un solo popolo, significa un solo signore e milioni di schiavi.
==''La caduta''==
===[[Incipit]]===
Potrei, egregio signore, senza rischiare d'importunarla, offrirle i miei servizi? Temo che lei non sappia farsi intendere dall'esimio gorilla che presiede ai destini di questo locale. In effetti, egli parla soltanto olandese. Se non mi autorizza a patrocinare la sua causa, non indovinerà che lei desidera del ginepro. Ecco, oso sperare che m'abbia capito; quella scrollata di capo deve significare che si arrende alle mie ragioni. Infatti si muove, si affretta con saggia lentezza. Lei è fortunato, non brontola. Quando si rifiuta di servire, gli basta un brontolio: nessuno insiste.
===Citazioni===
*{{NDR|Riferendosi agli speleologi}} Sforzarsi di raggiungere quota meno ottocento, a rischio di trovarsi con la testa stretta nella gola di una roccia (un sifone, come dicono quegli incoscienti), mi sembrava una impresa da pervertiti o da traumatizzati.
*Si, pochi sono stati più naturali di me. Il mio accordo con la vita era totale, aderivo a quello che essa era, dall'alto al basso, senza rifiutare nessuna delle sue ironie, delle sue grandezze e delle sue servitù.
*Devo dirlo, a furia d'essere uomo con tanta pienezza e semplicità, mi trovavo un po' [[oltreuomo|superuomo]].
*[...] mi trovavo a mio agio in tutto, ma nello stesso tempo non ero soddisfatto di niente.
*Correvo così, sempre appagato e mai sazio, senza sapere dove fermarmi, fino al giorno, o meglio la sera, in cui la musica cessò, e le luci si spensero.
*L'uomo è fatto così, caro signore, ha due facce: non può amare senza amarsi.
*Ho conosciuto un uomo che ha dato vent'anni della propria vita ad una sventata, le ha sacrificato tutto, amicizie, lavoro, il decoro della propria vita, e una sera ammise di non averla mai amata. Si annoiava, ecco tutto, si annoiava come la maggior parte della gente.
*La [[vita]] diventava meno facile: quando il corpo è triste, il cuore langue.
*Caro compatriota, devo umilmente confessarlo. Sono sempre stato pieno di [[vanità]] da scoppiare. Io, io, io, ecco il ritornello della mia cara vita, riecheggiante in tutto quel che dicevo.
*Gradualmente ho visto più chiaro, ho imparato un po' di quello che sapevo. Fino allora ero sempre stato aiutato da uno stupefacente potere di dimenticare. Dimenticavo tutto, e in primo luogo le mie risoluzioni. In fondo, non v'era niente che contasse.
*Bisogna che accada qualcosa, è questa la spiegazione della maggior parte degli impegni che gli uomini assumono.
*Mi rispose, secondo le regole della cortesia parigina, che andassi in malora.
*La verità è che ogni uomo intelligente, lei m'insegna, sogna di essere un [[gangster]] e di regnare sulla società con la sola violenza.
*In seguito a un concorso di circostanze, è vero, ma le circostanze ci sono sempre.
*Lei sa che cos'è il [[fascino]]: un modo di sentirsi rispondere di sì senza aver fatto chiaramente nessuna domanda.
*Le amavo, secondo l'espressione consacrata, il che significa che non ne ho mai amata nessuna.
*[...] e quasi tutte le donne che ho conosciute, le ho stimate migliori di me. Tuttavia, collocandole così in alto, le ho utilizzate più spesso di quanto le abbia servite.
*Le donne infatti hanno una cosa in comune con Bonaparte: pensano sempre di riuscire dove gli altri sono falliti.
*Ahimè, dopo una certa età ognuno è responsabile della sua faccia.
*C'è sempre qualche ragione per l'uccisione d'un uomo. È invece impossibile giustificare che viva.
*Ha notato che soltanto la morte ci ridesta i sentimenti? Ma lo sa perché siamo sempre più giusti e generosi con i morti? È semplice. Verso di loro non ci sono obblighi. [...] Se un obbligo ci fosse, sarebbe quello della memoria, e noi abbiamo la memoria corta. No, nei nostri amici amiamo il morto fresco, il morto doloroso, la nostra emozione, noi stessi insomma.
*Il vero amore è eccezionale, due o tre volte in un secolo all'incirca. Per il resto, vanità o noia.
*Insomma, per diventare [[fama|famosi]], basta ammazzare la portinaia.
*Io ho imparato ad accontentarmi della simpatia. La simpatia... un sentimento da presidente del consiglio: si ottiene a buon mercato dopo le catastrofi. L'amicizia è una cosa meno semplice.
*Mi creda per certe persone almeno, non prendere quello che non si desidera è la cosa più difficile del mondo.
*Per essere felici non ci si deve occupare troppo del prossimo. (1983, p. 51)
*Quando saremo tutti colpevoli, ci sarà la democrazia. (2001)
*Quando non si ha carattere bisogna pur darsi un metodo.
*Quanti delitti commessi semplicemente perché il loro autore non poteva sopportare di essere in colpa!
*Tra me e me dicevo che anche la morte del corpo a giudicare da quello che avevo visto, era in sé una punizione sufficiente, assolveva tutto.
*Una persona che conoscevo divideva gli esseri umani in tre categorie: quelli che preferiscono non avere niente da nascondere piuttosto che essere obbligati a mentire, quelli che preferiscono mentire che non aver niente da nascondere e gli ultimi quelli che amano sia mentire sia nascondere. (Bompiani, 1980, p. 75)
*Una sola frase basterà a descrivere l'uomo [[Modernità|moderno]]: egli fornicava e leggeva i [[giornale|giornali]].
*La [[verità e bugia|verità]] come la luce acceca. La [[verità e bugia|menzogna]], invece, è un bel crepuscolo, che mette in valore tutti gli oggetti.
==''La peste''==
===[[Incipit]]===
I singolari avvenimenti che dànno materia a questa cronaca si sono verificati nel 194... a Orano; per opinione generale, non vi erano al loro posto, uscendo un po' dall'ordinario: a prima vista, infatti, Orano è una città delle solite, null'altro che una prefettura francese della costa algerina.<br>
La città in se stessa, bisogna riconoscerlo, è brutta. Di aspetto tranquillo, occorre qualche tempo per accorgersi di quello che la fa diversa da tante altre città mercantili, sotto tutte le latitudini.
===Citazioni===
*L'importante non è che sia un bel modo di ragionare, ma che faccia riflettere. (Castel; p. 39)
*Al principio dei flagelli e quando sono terminati, si fa sempre un po' di retorica. Nel primo caso l'abitudine non è ancora perduta, e nel secondo è ormai tornata. Soltanto nel momento della sventura ci si abitua alla verità, ossia al silenzio. (Tarrou<!--credo sia lui l'autore del commento, ma non sono sicuro-->; p. 89)
*[...] dando troppa importanza alle [[bontà e cattiveria|buone]] azioni si finisce col rendere un omaggio indiretto e potente al male: allora, infatti, si lascia supporre che le [[buona azione|buone azioni]] non hanno pregio che in quanto sono rare e che la [[bontà e cattiveria|malvagità]] e l'indifferenza determinano assai più frequentemente le azioni degli uomini. E questa è un'idea che il narratore non condivide. Il male che è nel mondo viene quasi sempre dall'ignoranza, e la buona volontà può fare guai quanto la malvagità, se non è illuminata. Gli uomini sono buoni piuttosto che malvagi, e davvero non si tratta di questo; ma essi più o meno ignorano, ed è quello che si chiama virtù o vizio, il vizio più disperato essendo quello dell'ignoranza che crede di saper tutto e che allora si autorizza a uccidere. L'anima dell'assassino è cieca, e non esiste vera bontà né perfetto amore senza tutta la [[chiaroveggenza]] possibile. (p. 101)
*Fratelli miei, l'amore di Dio è un amore difficile: suppone un totale abbandono di se stessi e il disprezzo per la propria persona. (Paneloux; p. 176)
*Il gran desiderio d'un cuore inquieto è di possedere interminabilmente la creatura che ama o di poterla immergere, quando sia venuto il tempo dell'assenza, in un sonno senza sogni che non possa aver termine che col giorno del ricongiungimento.
*Quando scoppia una guerra, la gente dice: "Non durerà, è cosa troppo stupida". E non vi è dubbio che una guerra sia davvero troppo stupida, ma questo non le impedisce di durare.
*Il sonno degli uomini è più sacro della vita per gli appestati; non si deve impedire alla brava gente di dormire. Ci vorrebbe del cattivo gusto, e il buon gusto consiste nel non insistere, è cosa che tutti sanno."
*Ho capito allora che io, almeno, non avevo finito di essere un appestato durante i lunghi anni in cui, tuttavia, con tutta la mia anima, credevo appunto di lottare contro la peste. Ho saputo di aver indirettamente firmato la morte di migliaia di uomini, che avevo persino provocato tale morte, trovando buoni i principi e le azioni che l'avevano determinata. [...] Mi sembra che la storia mi abbia dato ragione, oggi si fa a chi uccide di più. Sono tutti nel furore del delitto, e non possono fare altrimenti. [...] La faccenda mia, in ogni caso, non era il ragionamento; era quella sudicia avventura in cui sudice bocche appestate annunciavano a un uomo in catene che doveva morire e regolavano le cose per farlo morire dopo notti e notti di agonia. La faccenda mia era il buco nel petto. E mi dicevo che mi sarei rifiutato di dar mai una sola ragione, una sola, lei capisce, a quella disgustosa macelleria.[...] Col tempo, mi sono accorto che anche i migliori d'altri non potevano fare a meno di uccidere o di lasciar uccidere: era nella logica in cui vivevano, e noi non possiamo fare un gesto in questo mondo senza rischiare di far morire. Sì, ho continuato ad avere vergogna e ho capito questo, che tutti eravamo nella peste; e ho perduto la pace. Ancora oggi la cerco, tentando di capirli tutti e di non essere il nemico mortale di nessuno.
*"So soltanto che bisogna fare quello che occorre per non essere più un appestato, e che questo soltanto ci può far sperare nella pace, o, al suo posto, in una buona morte. Questo può dar sollievo agli uomini e, se non salvarli, almeno fargli il minor male possibile e persino, talvolta, un po' di bene. E per questo ho deciso di rifiutare tutto ciò che, da vicino o da lontano, per buone o cattive ragioni, faccia morire o giustifichi che si faccia morire. [...] Di qui, so che io non valgo più nulla per questo mondo, e che dal momento in cui ho rinunciato ad uccidere mi sono condannato ad un definitivo esilio. Saranno gli altri a fare la storia. So, inoltre, che non posso giudicare questi altri. [...] Di conseguenza, ho detto che ci sono flagelli e vittime, e nient'altro. Se, dicendo questo, divento flagello io stesso, almeno non lo è col mio consenso. Cerco di essere un assassino innocente; lei vede che non è una grande ambizione. Bisognerebbe certo che ci fosse una terza categoria, quella dei veri medici, ma è un fatto che non si trova sovente, è difficile. Per questo ho deciso di mettermi dalla parte delle vittime. In mezzo a loro, posso almeno cercare come si giunga alla pace. [...]" Dopo un silenzio il dottore domandò se Tarrou avesse un'idea della strada da prendere per arrivare alla pace. "Sì, la simpatia". [...] "Se si può essere un [[santo]] senza Dio, è il solo problema concreto che io oggi conosca".
*Ci sono negli uomini più cose da ammirare che non da disprezzare. (1988)
==''La speranza e l'assurdo nell'opera di Franz Kafka''==
*Tutta l'arte di [[Kafka]] sta nell'obbligare il lettore a rileggere. I suoi scioglimenti o la mancanza di scioglimento suggeriscono spiegazioni, che non vengono, però, chiaramente manifestate e che richiedono, per apparir fondate, che la storia sia riletta sotto un nuovo punto di vista. A volte, vi è una possibilità di doppia interpretazione, da cui risulta la necessità di una seconda lettura. È quello che l'autore cercava. (2020, p. 125)
*Un [[simbolo]] va sempre al di là di colui che se ne serve e gli fa dire, in realtà più di quanto abbia coscienza di esprimere. (2020, p. 125)
*{{NDR|Su ''Il Castello''}} Ogni capitolo è un fallimento e anche un ricominciamento. Non si tratta di logica, ma di spirito di connessione. La vastità dell'ostinatezza costituisce la parte tragica dell'opera. (2020, p. 131)
*Kafka nega al suo dio la grandezza morale, la bontà, la coerenza, ma solo per gettarsi più facilmente nelle sue braccia. L'Assurdo è riconosciuto, accettato, l'uomo vi si rassegna e, da quel momento, sappiamo che non è più l'assurdo. (2020, p. 134)
==''Lo straniero''==
===[[Incipit]]===
Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so. Ho ricevuto un telegramma dall'ospizio: "Madre deceduta. Funerali domani. Distinti saluti." Questo non dice nulla: è stato forse ieri.<br>
L'ospizio dei vecchi è a Marengo, a ottanta chilometri da Algeri. Prenderò l'autobus delle due e arriverò ancora nel pomeriggio. Così potrò vegliarla e essere di ritorno domani sera. Ho chiesto due giorni di libertà al principale e con una scusa simile non poteva dirmi di no. Ma non aveva l'aria contenta. Gli ho persino detto: "Non è colpa mia." Lui non mi ha risposto. Allora ho pensato che non avrei dovuto dirglielo.
===Citazioni===
*Anch'io come tutti, avevo letto dei racconti sui giornali. Ma certo esistevano libri speciali che non ho mai avuto la curiosità di consultare; in essi forse avrei trovato dei racconti di evasione. Avrei saputo che almeno in un caso la ruota si era fermata, che in quel precipitare irresistibile, una sola volta, il caso e la fortuna avevano cambiato qualcosa. Una volta! In fondo credo questo mi sarebbe bastato: il mio cuore avrebbe fatto il resto.
*In fondo non c'è [[idea]] cui non si finisca per fare l'[[abitudine]].
*Persino da un banco di imputato è sempre interessante sentire parlare di sé.
*Tutte le persone normali, [...], hanno una volta o l'altra desiderato la morte di coloro che amano.
*Una [[disgrazia]] tutti sanno cos'è. È una cosa che lascia senza difesa.
*A parer suo siamo tutti condannati a morte. Ma l'ho interrotto dicendogli che non era la stessa cosa e che comunque questa non poteva essere in nessun modo una consolazione.
*"Non hai dunque nessuna speranza e vivi pensando che morirai tutt'intero?". "Sì", gli ho risposto. <br/>Allora ha abbassato la testa e si è rimesso a sedere. Mi ha detto che aveva pietà di me. Non credeva che un uomo potesse sopportare una simile cosa. Quanto a me, ho sentito soltanto che cominciavo ad annoiarmi.
*Secondo lui la giustizia degli uomini non era nulla e la giustizia di Dio era tutto. Gli ho fatto notare che era la prima che mi aveva condannato.
*Gli ho detto che non sapevo che cosa fosse un peccato: mi era stato detto soltanto che ero un colpevole. Ero colpevole, pagavo, non si poteva chiedermi nulla di più.
*"Tu ti inganni, figlio mio", mi ha detto. "Ti si potrebbe domandare di più. Te lo domanderanno, forse". "E che cosa mai?". "Ti potrebbe esser chiesto di vedere". "Vedere cosa?" [...] "Tutte queste pietre sudano il dolore, lo so. Non l'ho mai guardate senza angoscia. Ma dal fondo del mio cuore so che i più miserabili di voi hanno visto sorgere dalla loro oscurità un volto divino. è questo volto che vi si chiede di vedere".<br/>Mi sono animato un po'. Ho detto che erano mesi che guardavo quei muri. Non c'era nulla né alcuna persona al mondo che conoscessi meglio. Forse, già molto tempo prima vi avevo cercato un volto. Ma quel volto aveva il colore del sole e la fiamma del desiderio: era quello di Maria.
*"No, non posso crederti. Sono sicuro che ti è avvenuto di desiderare un'altra vita". Gli ho risposto che naturalmente mi era avvenuto, ma ciò non aveva maggiore importanza che il desiderare di essere ricco, di nuotare molto veloce o di avere una bocca meglio fatta. Erano desideri dello stesso ordine. Ma lui mi ha interrotto e voleva sapere come vedevo quest'altra vita. Allora gli ho urlato:"Una vita in cui possa ricordarmi di questa"
*Io, pareva che avessi le mani vuote. Ma ero sicuro di me, sicuro di tutto, più sicuro di lui, sicuro della mia vita e di questa morte che stava per venire. Sì, non avevo che questo. Ma perlomeno avevo in mano questa verità così come essa aveva in mano me.
*Tutti sono privilegiati. Non ci sono che privilegiati. Anche gli altri saranno condannati un giorno. Anche lui sarà condannato.
*Dal fondo del mio avvenire, durante tutta questa vita assurda che avevo vissuta, un soffio oscuro risaliva verso di me attraverso annate che non erano ancora venute e quel soffio uguagliava, al suo passaggio, ogni cosa che mi fosse stata proposta allora nelle annate non meno irreali che stavo vivendo.
*Così vicina alla morte, la mamma doveva sentirsi liberata e pronta a rivivere tutto. Nessuno, nessuno aveva il diritto di piangere su di lei. E anch'io mi sentivo pronto a rivivere tutto. Come se quella grande ira mi avesse purgato dal male, liberato dalla speranza, davanti a quella notte carica di segni e di stelle, mi aprivo per la prima volta alla dolce indifferenza del mondo. Nel trovarlo così simile a me, finalmente così fraterno, ho sentito che ero stato felice, e che lo ero ancora. Perché tutto sia consumato, perché io sia meno solo, mi resta da augurarmi che ci siano molti spettatori il giorno della mia esecuzione e che mi accolgano con grida d'odio."
==''Nozze''==
*Chiamo imbecille colui che ha [[paura]] di gioire. (''Nozze a Tipasa''; 1960, p. 65)
*È noto che la patria si riconosce sempre al momento di perderla. (''L'estate a Algeri''; 1960, p. 84)
*Il contrario di un popolo civile è un popolo creatore. (''L'estate a Algeri''; 1960, p. 83)
*La [[speranza]], al contrario di quel che si crede, equivale alla [[rassegnazione]]. E vivere non è rassegnarsi. (''L'estate a Algeri''; 1960, p. 85)
*Tutto ciò che esalta la [[vita]], ne accresce al tempo stesso l'assurdità. (''L'estate a Algeri''; 1960, p. 84)
*Una certa continuità nella disperazione può generare la gioia. (''Il deserto''; 1960, p. 93)
==''Saggi letterari''==
*C'è la [[bellezza]] e ci sono gli umiliati. Per difficile che sia l'impresa, vorrei non essere mai infedele né all'una né agli altri.
*Non c'è amore del vivere senza disperazione di [[vivere]].
*Segno della [[giovinezza]] è forse una magnifica vocazione alle facili [[felicità]].
*Sono avaro di quella libertà che sparisce non appena comincia l'eccesso dei beni.
==''Taccuini''==
*[[Cultura]]: grido degli uomini davanti al loro destino. (I, quaderno n. 1)
*[[Intellettuale]]? Sì. E non rinnegare mai. Intellettuale = colui che si sdoppia. (I, quaderno n. 1)
*Il bisogno di avere ragione: segno di uno spirito volgare. (I, quaderno n. 1)
*La politica e il destino degli uomini sono foggiati da individui senza ideali e senza grandezza. Chi ha una grandezza in sé non fa politica. (I, quaderno n. 2)
*Non abbiamo il tempo di essere noi stessi. Abbiamo solo il tempo di essere felici. (I, quaderno n. 2)
*Trovare il modo d'andar fuori misura nella misura. (I, quaderno n. 2)
*La grande [[città]] come rimedio alla vita mondana: è ormai il solo deserto accessibile. (I, quaderno n. 2)
*Segreto del mio universo: immaginare Dio senza l'immortalità umana. (I, quaderno n. 4)
*Perché un pensiero cambi il mondo, bisogna che cambi prima la vita di colui che lo esprime. Che si cambi in [[esempio]]. (II, quaderno n. 5)
*Gli [[Errore|errori]] sono allegri, la verità è infernale. (II, quaderno n. 6)
*Quelli che scrivono in modo oscuro hanno una bella fortuna: avranno dei commentatori. Gli altri avranno soltanto dei lettori, il che, sembra, è spregevole. (II, quaderno n. 6)
*Se diminuisce l'amore per il dovere, è perché sono sempre meno i diritti. Solo chi è intransigente sui propri diritti ha la forza del dovere. (III, quaderno n. 7)
*Ci sono momenti in cui abbandonarsi alla sincerità equivale a un cedimento imperdonabile. (III, quaderno n. 8)
*Leggo spesso che sono ateo, sento parlare del mio ateismo. Ma queste parole non mi dicono niente, non hanno senso per me. Io non credo in Dio ''e'' non sono ateo. (III, quaderno n. 8)
*Mi accuso a volte di essere incapace d'amare. Forse è vero, ma sono stato capace di ''eleggere'' alcune persone e di serbar loro, fedelmente, il meglio di me, qualsiasi cosa facessero. (Appendice al quaderno n. 8)
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''L'esilio e il regno''===
Una mosca magra volava da qualche istante in quella corriera dai vetri ermeticamente chiusi. Inconsueta, andava e veniva senza far rumore, con un volo estenuato. Janine la perse di vista, poi la vide atterrare sulla mano immobile di suo marito. Faceva freddo. Ad ogni raffica del vento sabbioso che strideva sui vetri, la mosca aveva un fremito. Nella luce rara di quel mattino d'inverno, il veicolo avanzava a stento, si agitava in bilico, con gran fragore di lamiere e d'assali. Janine guardava suo marito. Spighe di capelli grigi piantati bassi sulla fronte angusta, naso largo, bocca irregolare. Marcel sembrava un fauno imbronciato.
===''L'estate e altri saggi solari''===
In [[primavera]], [[Tipasa]] è abitata dagli [[dèi|dei]] e gli dei parlano nel sole e nell'odore degli assenzi, nel mare corazzato d'argento, nel cielo d'un blu crudo, fra le rovine coperte di fiori e nelle grosse bolle di luce, fra i mucchi di pietre. In certe ore la campagna è nera di sole. Gli occhi tentano invano di cogliere qualcosa che non sian le gocce di luce e di colore che tremano sulle ciglia. Il voluminoso odore delle piante aromatiche raschia in gola e soffoca nella calura enorme. All'estremità del paesaggio, posso vedere a stento la massa scura dello Chenoua che ha la base fra le colline intorno al villaggio, e si muove con ritmo deciso e pesante per andare ad accosciarsi nel mare.
===''La morte felice''===
Erano le dieci del mattino e Patrice Mersault camminava con passo regolare verso la villa di Zagreus.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
==Citazioni su Albert Camus==
*Albert Camus è uno degli scrittori dell'Algeria francese che può giustamente essere definito di fama mondiale. Eppure, come era già accaduto nel caso di [[Jane Austen]] un secolo prima, anche con Camus i critici hanno ignorato la realtà dell'impero, così evidente nelle sue opere. [...] Camus è una figura di particolare rilievo nella terribile e caotica situazione delle colonie francesi durante il faticoso processo di decolonizzazione del Novecento. Egli appartiene al periodo finale dell'imperialismo al quale è sopravvissuto, sino ai giorni nostri, come scrittore «universalista» le cui radici affondano in un colonialismo ormai dimenticato. ([[Edward Said]])
*Camus diceva che [[Cristo]] è venuto a questo mondo per affrontare due problemi che la filosofia non risolverà mai. Primo: perché soffro? E secondo: perché nasco con appeso al collo il cartello "condannato a morte"?... Gesù li ha presi su di sé, quindi li ha sacralizzati. ([[Giovanni Reale]])
*{{NDR|L'opera di Camus}} Ci offre la promessa di una letteratura classica, senza illusioni, ma piena di fiducia nella grandezza dell'umanità; dura, ma senza inutile violenza appassionata ma riservata... una letteratura che si sforza di descrivere la condizione metafisica dell'uomo pur partecipando pienamente ai movimenti della società. ([[Jean-Paul Sartre]])
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Albert Camus, ''Caligola'', traduzione di Franco Cuomo, Bompiani, Milano, 2000.
*Albert Camus, ''Conferenze e discorsi, 1937–1958'', traduzione di Yasmina Melaouah, Bompiani, 2020.
*Albert Camus, ''Il mito di Sisifo'', prefazione di Corrado Rosso, traduzione di Attilio Borrelli, Bompiani, 2020 (1947). ISBN 9788845246425
*Albert Camus, ''Il primo uomo'', traduzione di Ettore Capriolo, Bompiani, Milano, 2001.
*Albert Camus, ''L'esilio e il regno'', traduzione di Sergio Morando, Garzanti.
*Albert Camus, ''L'estate e altri saggi solari'', a cura di Caterina Pastura e Silvio Perrella, Bompiani, Milano, 2003. ISBN 88-452-5459-3
*Albert Camus, ''L'uomo in rivolta'', traduzione di Liliana Magrini, Bompiani, Milano, 2018. ISBN 9788858703861
*Albert Camus, ''La caduta'', traduzione di Sergio Morando, Bompiani, Milano, 1958.
*Albert Camus, ''La caduta'', traduzione di Sergio Morando, Bompiani, Milano, 1983<sup>2</sup>.
*Albert Camus, ''La caduta'', traduzione di Sergio Morando, Bompiani, Milano, 2011<sup>11</sup>.
*Albert Camus, ''La devozione alla croce'', a cura di L. Chiuchiù, Diabasis, Reggio Emilia, 2005.
*Albert Camus, ''La peste'', traduzione di Beniamino Dal Fabbro, in ''Opere'', ''op. cit.'', 1988.
*Albert Camus, ''La peste'', traduzione di Beniamino Dal Fabbro, Bompiani, Milano, 1996. ISBN 8845205665
*Albert Camus, ''La speranza e l'assurdo nell'opera di Franz Kafka'', ''L'Arbalète'', 1943; in ''Il mito di Sisifo'', prefazione di Corrado Rosso, traduzione di Attilio Borrelli, Bompiani, 2020. ISBN 9788845246425.
*Albert Camus, ''Lo straniero'', traduzione di Alberto Zevi, Bompiani, Milano, 2001.
*Albert Camus, ''Metafisica cristiana e neoplatonismo'', a cura di L. Chiuchiù, Diabasis, Reggio Emilia, 2003.
*Albert Camus, ''Riflessioni sulla pena di morte'', traduzione di Giulio Coppi, SE, Milano, 1993.
*Albert Camus, ''Saggi letterari. {{small|Il rovescio e il Diritto. Nozze. L'estate}}'', traduzione di Sergio Morando, Bompiani, 1960<sup>2</sup>.
*Albert Camus, ''Taccuini'', traduzione di Ettore Capriolo, Bompiani, 2018.
*Albert Camus, ''Teatro'', traduzione di Vito Pandolfi, Cesare Vico Lodovici e François Ousset, Bompiani, Milano, 1964.
*Albert Camus, ''Tutto il teatro'': ''Il malinteso''; ''Caligola''; ''I giusti''; ''Stato d'assedio'', Bompiani, Milano, 2003.
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
===Opere===
{{Pedia|Il mito di Sisifo|''Il mito di Sisifo''|(1942)}}
{{Pedia|Lo straniero (romanzo)|''Lo straniero''|(1942)}}
{{Pedia|Caligola (Camus)|''Caligola''|(1944)}}
{{Pedia|La peste|''La peste''|(1947)}}
{{Pedia|Lo stato d'assedio|''Lo stato d'assedio''|(1948)}}
{{vetrina|5|novembre|2005|scrittori|filosofi}}
{{DEFAULTSORT:Camus, Albert}}
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[[Categoria:Scrittori francesi]]
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Isaac Asimov
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[[Immagine:Isaac.Asimov01.jpg|thumb|Isaac Asimov]]
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'''Isaac Asimov''' (1920 – 1992), biochimico e scrittore russo naturalizzato statunitense.
{{vedi anche|Ciclo dei Robot|Ciclo dell'Impero|Ciclo della Fondazione}}
==Citazioni di Isaac Asimov==
*Anche da giovane non riuscivo a condividere l'opinione che, se la [[conoscenza]] è pericolosa, la soluzione ideale risiede nell'ignoranza. Mi è sempre parso, invece, che la risposta autentica a questo problema stia nella saggezza. Non è saggio rifiutarsi di affrontare il pericolo, anche se bisogna farlo con la dovuta cautela. Dopotutto, è questo il senso della sfida posta all'uomo fin da quando un gruppo di primati si evolse nella nostra specie. Qualsiasi innovazione tecnologica può essere pericolosa: il fuoco lo è stato fin dal principio, e il linguaggio ancor di più; si può dire che entrambi siano ancora pericolosi al giorno d'oggi, ma nessun uomo potrebbe dirsi tale senza il fuoco e senza la parola.<ref>Citato in Giuseppe Lippi, ''I robot dell'alba'', Oscar Mondadori.</ref>
*Ardo dal desiderio di spiegare, e la mia massima soddisfazione è prendere qualcosa di ragionevolmente intricato e renderlo chiaro passo dopo passo. È il modo più facile per chiarire le cose a me stesso.<ref>Da ''Civiltà extraterrestri''.</ref>
*Il numero di [[Realtà]] è [[infinito]]. Il numero di ogni sottoclasse di Realtà è infinito. Ad esempio, il numero di Realtà che contengono l'Eternità è infinito, il numero di Realtà che non la contengono è infinito, il numero di Realtà in cui l'Eternità esiste ma viene abolita è infinito.<ref>Da ''La fine dell'Eternità'', Traduzione di Giuseppe Lippi, Arnaldo Mondadori Editore; cap. 18.</ref>
*In ogni secolo gli esseri umani hanno pensato di aver capito definitivamente l'Universo e, in ogni secolo, si è capito che avevano sbagliato. Da ciò segue che l'unica cosa certa che possiamo dire oggi sulle nostre attuali conoscenze è che sono sbagliate.<ref>Da ''Grande come l'universo, Saggi sulla scienza''.</ref>
*In tutta la storia della Galassia non risulta che alcuna civiltà sia mai stata così sciocca da usare le esplosioni nucleari come armi belliche.<ref>Da ''L'orlo della fondazione''.</ref>
*Inoltre affermava che, per diritto di nascita, si eredita solo l'idiozia congenita.<ref>Da ''Il crollo della galassia centrale'', Oscar Fantascienza, Milano, 1989<sup>12</sup>, p. 115.</ref>
*Io, della Luna conosco praticamente tutto; se dovessi andarci sarebbe inutile. E poi, dovrei salire sull'astronave. Ma lo sa che io non prendo neppure l'aereo.<ref>Citato in Roberto Gervaso, ''Ve li racconto io'', Mondadori.</ref>
*L'aspetto più triste della vita in questo momento è che la [[scienza]] raccoglie conoscenza più velocemente di quanto la società raccolga saggezza.<ref>Citato in Isaac Asimov e Jason Shulman, ''[https://books.google.it/books?id=dHFbHQAACAAJ Isaac Asimov's Book of Science and Nature Quotations]'', Weidenfeld & Nicolson, 1988, p.281, ISBN 1555844448</ref>
*La stranezza è nella mente di chi la percepisce.<ref>Da ''Preludio alla fondazione''.</ref>
*La [[violenza]] è l'ultimo rifugio degli incapaci.<ref>Da ''Cronache della galassia'', Mondadori.</ref>
*La [[vita]] è piacevole. La [[morte]] è pacifica. È la transizione che crea dei problemi.<ref>Da ''Destinazione Cervello''.</ref>
*'''Legge zero''':<br />Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l'umanità riceva danno<ref>Formulata da R. Daneel Olivaw e da R. Giskard Reventlov e applicata per la prima volta da quest'ultimo – primo robot mentalico – al termine del romanzo "I robot e l'Impero". Ne deriva una coerente modifica della Prima legge: "Un robot non può recare danno agli esseri Umani, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, gli esseri Umani ricevano danno, a meno che ciò non contrasti con la legge zero".</ref>
*Non c'è bisogno di [[viaggio nel tempo|viaggiare nel tempo]] per essere degli [[storico|storici]].<ref>Da ''La campana canora'', racconto, traduzione di Roberta Rambelli, Fanucci.</ref>
*Qualcuno disse che Hari Seldon lasciò questa vita proprio come l'aveva vissuta, perché morì con il futuro che aveva creato completamente schiuso di fronte a sé...<ref>Da ''Fondazione anno zero'', traduzione di Gianni Montanari, Arnoldo Mondadori Editore.</ref>
*Se la conoscenza può creare dei problemi, non è certo attraverso l'ignoranza che li possiamo risolvere.<ref>Da ''Il libro della scienza'', traduzione di Carla Sborgi, Alessandra Fois e Tullio Cannillo, Mondadori, Milano, 2021. ISBN 9788835711506</ref>
*Se la corrente ti sta portando dove vuoi andare, non discutere.<ref>Da ''Destinazione Cervello'',</ref>
* «Vedete quel pentagono quasi regolare formato da cinque stelle di luminosità pressoché uguali? Noi le chiamiamo le Cinque Sorelle. [...] Secondo la tradizione simboleggiano il successo in amore. Su Sayshell non c'è lettera d'amore che non termini con un pentagono formato da puntini: significa desiderio di fare l'amore. A ciascuna stella corrisponde un preciso stadio del gioco amoroso e ci sono poesie che fanno a gara nel rendere più erotico possibile ogni stadio. Quando ero giovane mi cimentai io stesso in questo genere di poesie: allora non avrei mai pensato che sarebbe venuto il momento in cui le Cinque Stelle mi sarebbero state del tutto indifferenti, anche se penso che sia il destino di tutti. Vedete quella stella meno lucente, circa al centro del pentagono? Quella rappresenterebbe l'amore non corrisposto. La leggenda dice che un tempo era brillante come tutte le altre, ma che la sua luce si affievolì a causa del dolore.» <ref>Da ''L'orlo della Fondazione'', cap. 53.</ref>
{{Int|Da ''[https://www.linkedin.com/pulse/un-culto-dellignoranza-francesco-vissani?trk=v-feed&lipi=urn%3Ali%3Apage%3Ad_flagship3_profile_view_base_recent_activity_details_all%3B54J3I0GkXsBhMLdCTkHfIA%3D%3D Un culto dell'ignoranza]''|''A cult of ignorance'', ''Newsweek'', 21 gennaio 1980.}}
*C'è un culto dell'[[ignoranza]] negli Stati Uniti, e c'è sempre stato. Una vena di anti-intellettualismo si è insinuata nei gangli vitali della nostra politica e cultura, alimentata dalla falsa nozione che democrazia significhi "la mia ignoranza vale quanto la tua conoscenza".
*Ora abbiamo un nuovo slogan da parte degli oscurantisti: "Non fidarti degli esperti"! Dieci anni fa, era "Non fidarti di chiunque abbia più di 30 anni". Ma i paladini di questo slogan hanno alfine scoperto che l'inevitabile alchimia del tempo li ha sfiduciati senza appello, e così, a quanto pare, hanno deciso di non ripetere mai più quell'errore. "Non fidarti degli esperti!" è uno slogan assolutamente sicuro. Niente, né il passare del tempo né l'esposizione all'informazione, potrà mai tramutare questi paladini in esperti di qualche argomento che possa essere pur lontanamente utile.
*Ci sono 200 milioni di americani che hanno abitato nelle scuole in qualche momento nella loro vita e che ammetteranno di saper leggere (a patto che si prometta di non usare i loro nomi, svergognandoli presso i loro vicini), ma i giornali più decenti credono di fare straordinariamente bene quando riescono a vendere mezzo milione di copie. Sembra che solo l'1 per cento - o meno - degli americani provi davvero ad esercitare il suo diritto di sapere.
*Io sostengo che lo slogan "il diritto dell'America di sapere" è senza senso quando abbiamo una popolazione ignorante, e che la funzione di una stampa libera è praticamente nulla quando quasi nessuno sa leggere.
*Credo che ogni essere umano con un cervello fisicamente normale possa imparare molto e possa essere sorprendentemente intellettuale. Credo che ciò di cui abbiamo tremendamente bisogno sia l'approvazione sociale verso i processi di apprendimento ed un giusto riconoscimento del valore dell'istruzione. Possiamo tutti esser membri dell'élite intellettuale e poi, e solo allora, una frase come "il diritto dell'America di sapere" e, in effetti, qualsiasi vero concetto di democrazia, potrà avere un qualche significato.
{{Int|Da ''[https://www.linkedin.com/pulse/unintervista-di-bill-moyers-ad-isaac-asimov-francesco-vissani/ Intervista con Bill Moyers]''|Un'intervista per il programma ''A world of ideas'' del 17 ottobre 1988.}}
* Alla fine, potrebbe anche essere che nessuno si preoccuperà di leggere ciò che scrivo, ma solo di sapere il numero di libri che ho scritto. Forse riuscirò a sconfiggermi da solo proprio in quel modo.
* Man mano che i computer subentreranno a posto nostro per quel tipo di lavoro che gli esseri umani non dovrebbero fare - perché non utilizza il loro cervello, li stordisce e li annoia a morte - non ci sarà più niente per gli esseri umani da fare, tranne che i lavori più creativi. L'unico modo in cui possiamo eccellere nei lavori più creativi è quello di prepararci, di formare delle teste che mirano a quello fin dall'inizio. Non puoi prendere un essere umano e metterlo a fare un lavoro che sottovaluta il suo cervello, impedendogli di lavorarci per decenni e decenni, e poi alla fine dire: "Beh, il lavoro non è quello che fai, comincia a fare qualcosa di più creativo": hai ucciso la sua creatività.
* In linea di principio, ogni dettaglio che ti facesse percepire la macchina per l'insegnamento come più umana dovrebbe risultarti gradevole; eppure, non si può mai dire. Una volta mi venne mostrato un dispositivo che ripeteva un certo numero di affermazioni del tipo "Sì, signore", "Immediatamente" - cose del genere. Dopo averlo ascoltato per la decima volta, ti irritava. Quindi suppongo che non sia saggio cercare di capire troppo in anticipo quali o come saranno le cose, ma lasciare piuttosto che la domanda pubblica guidi ciò che si produce.
* Questo è un altro problema con l'educazione, per come l'abbiamo adesso. Le persone pensano all'educazione come qualcosa che devono terminare. E per di più, quando la terminano, diventa un rito di passaggio. Hai finito con la scuola. Non sei più un bambino, e quindi tutte le cose che ti ricordano la scuola - leggere libri, avere idee, fare domande - è roba da bambini. Ora sei un adulto, non devi fare più quel genere di cose.
* Le persone non smettono di fare le cose che amano fare solo perché hanno raggiunto una certa età. Non smettono di giocare a tennis solo perché hanno compiuto quarant'anni. Non si fermano con il sesso solo perché hanno compiuto quarant'anni. Continuano a farlo il più a lungo possibile se gli piace e sarà la stessa cosa con l'apprendimento. Il problema con l'apprendimento è che molte persone non si divertono a causa delle circostanze. Consentiamo loro di divertirsi imparando e continueranno così.
* Posso ben immaginare che una persona che crede davvero nell'astrologia avrà una sensazione di sicurezza dal credere che questa è una brutta giornata, quindi resterà a casa, proprio come un tipo che si è comprato un mucchio di gioielli falsi, lo guarda e si sente ricco. Il fatto è che sono comunque falsi, e la persona che compra il misticismo non ha altro che conoscenza fasulla.
* E' proprio questa la gloria della scienza - che sia incerta, sempre incerta, sempre soggetta a cambiamenti. Ciò che è veramente un peccato è avere una serie di credenze che tu creda assolutamente vere, e che sono state tali sin dall'inizio e che non potranno cambiare, per le quali semplicemente non ci si debba curare di esaminare le prove. Dirai: "Se le prove sono d'accordo con me, non è necessario esaminarle, e se non sono d'accordo con me, sono false."
* Ci sono state centinaia di persone che hanno fatto un grande buon lavoro scientifico e che allo stesso tempo erano religiosi. Ma non mischiarono religione e scienza. In altre parole, se pure avveniva qualcosa che non capivano nella scienza, non lo liquidarono mai dicendo: "Bene, questo è ciò che Dio vuole", oppure "A questo punto un miracolo ha avuto luogo".
* Mi piace usare quella che io chiamo la metafora del bagno: se due persone vivono in un appartamento, e ci sono due bagni, allora entrambi hanno la libertà del bagno. Puoi andare al bagno ogni volta che vuoi e rimanere tutto il tempo che vuoi, per fare tutto ciò che hai bisogno di fare. E tutti credono nel principio della libertà del bagno; dovrebbe essere scritto proprio lì, nella Costituzione. Ma se hai venti persone nell'appartamento e solo due bagni, non importa quanto ogni persona creda nel principio della libertà del bagno, non esiste una cosa del genere. Devi impostare i tempi per ogni persona, devi bussare alla porta: "Non hai ancora finito?" e così via. Allo stesso modo, la democrazia non può sopravvivere alla sovrappopolazione. La dignità umana non può sopravvivere. Convenienza e decenza non possono sopravvivere. Man mano che metti sempre più persone sul mondo, il valore della vita non solo diminuisce, scompare. Non importa se qualcuno muore. Più persone ci sono, meno un individuo importa.
* Ci sono persone che arrivano a sostenere che tutto nell'universo dipende dall'osservazione umana. Poi ce ne sono altre che dicono "Supponi che non ci siano esseri umani, solo rane. Basterebbe l'osservazione della rane a far funzionare la baracca?"
==''Il libro di fisica''==
*La [[scienza]] non è mai ferma: essa è come un panorama che si dissolve impercettibilmente e si trasforma sotto i nostri occhi. Non è possibile in un momento qualsiasi coglierla in tutti i suoi particolari senza trovarsi immediatamente superati. (prefazione; p. 3)
*Il [[cervello]] umano è il pezzo di materia organizzato nel modo più meraviglioso di tutto l'universo conosciuto [...]. (I; p. 6)
*Nel racconto biblico della tentazione di [[Eva]] appare evidente (per lo meno a me) che il compito del serpente era il più facile del mondo, e che avrebbe potuto risparmiarsi la fatica di parlare: la curiosità avrebbe comunque spinto Eva ad assaggiare il frutto proibito, anche senza che qualcuno la tentasse dall'esterno. (I; p. 7)
==''Tutti i miei robot''==
===Le Tre Leggi della Robotica===
*'''Prima Legge''':<br /> Un [[robot]] non può recare danno agli esseri Umani, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, gli esseri Umani ricevano danno.
*'''Seconda Legge''':<br /> Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri Umani, a meno che ciò non contrasti con la Prima Legge.
*'''Terza Legge''':<br /> Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che ciò non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''La fine dell'eternità''===
Andrew Harlan entrò nel cronoscafo. Era una struttura perfettamente sferica inserita in una gabbia di aste regolarmente distanziate che parevano vibrare come aria sottoposta a evaporazioni di caldo. Harlan manovrò i comandi e mise in posizione la leva di partenza.<br />
Il cronoscafo non si mosse. Harlan, comunque, non si era aspettato che lo facesse. Non s'aspettava movimenti di sorta, né verso l'alto o il basso, né a destra o a sinistra, né in avanti o all'indietro. Tuttavia, gli intervalli fra le aste si erano fusi in un grigiore uniforme, solido al tatto ancorché immateriale. E poi c'era quel senso di leggerissima nausea e quel debole accenno di vertigini (d'origine psicosomatica?) che rivelavano che il cronoscafo, con tutto quel che conteneva, Harlan compreso, stava sfrecciando in avanti, attraverso l'Eternità.
===''Nemesis''===
Sedeva solo, racchiuso.<br />
Fuori c'erano le stelle, e una stella particolare col suo piccolo sistema di mondi. Poteva vederla con l'occhio della mente; nemmeno se avesse deopacizzato la finestra l'avrebbe vista con tanta chiarezza. <br />
Una piccola stella, rosso-rosa, il colore del sangue e della distruzione, e con un nome appropriato!<br />
Nemesis! <br />
Nemesis, la Dea della Punizione Divina.
===Ciclo di Lucky Starr===
====''Lucky Starr e gli oceani di Venere''====
Lucky Starr e John Bigman Jones fluttuarono fuori dalla Stazione Spaziale n. 2 priva di gravità, dirigendosi verso la navicella planetaria che li aspettava con il portello aperto. I loro movimenti avevano la grazia di chi si è esercitato a lungo in condizioni di assenza di gravità, nonostante che i loro corpi apparissero tozzi e grotteschi nelle tute spaziali che indossavano.
====''Lucky Starr e i pirati degli asteroidi''====
''Quindici minuti all'ora zero!'' L'astronave ''Atlas'' era pronta a decollare e la sua linea snella e brunita scintillava alla luce della Terra che rischiarava l'orizzonte lunare. La prua appuntita era rivolta verso lo spazio e la base poggiava sulla pomice morta della Luna: tutto intorno era il vuoto. L'astronave non aveva equipaggio, non un sol essere vivente.
====''Lucky Starr, il vagabondo dello spazio''====
David Starr guardava proprio da quella parte e lo vide. Vide l'uomo morire.<br>
David stava aspettando il dottor Henree e nel frattempo si godeva l'atmosfera del più moderno ristorante di International City: il modo ideale di festeggiare la laurea e la sua qualifica a membro effettivo del Consiglio della Scienza.
===Altri romanzi e racconti===
====''Girotondo''====
Uno dei modi di dire più triti e ritriti di Gregory Powell era quello secondo cui agitarsi non serve a niente. Fu per questo che Powell si accigliò quando Mike Donovan balzò giù dalla scaletta e gli corse incontro con i capelli rossi intrisi di sudore.<br>
– Cosa c'è? – gli domandò Powell. – Ti sei rotto un'unghia?<br>
– Come no! – ringhiò Donovan, febbrile. – Ma cosa te ne sei stato a fare per tutto il giorno nei sottolivelli? – Riprese fiato e boccheggiò: – Speedy non è tornato.<br>
Powell stava inerpicandosi per la scaletta: per un attimo i suoi occhi si dilatarono, poi si riprese e ricominciò a salire.
====''Halloween''====
Quando Haley arrivò sul posto, il giorno di Ognissanti, nelle buie ore del primo mattino, la faccenda era tutt'altro che finita. Il plutonio era sparito e il ladro giaceva raggomitolato come un mucchietto di stracci in fondo alle scale del venticinquesimo piano dell'albergo. Il medico legale stava chino su di lui, ma era chiaro che non avrebbe più parlato. Secondo il rapporto ricevuto da Haley, aveva detto soltanto una parola: «Halloween», ed era morto.
==Citazioni su Isaac Asimov==
*Non c'è ramo dello scibile che Asimov non abbia scosso, pascolo scientifico dove non abbia brucato. Sa tutto di tutti, di tutto scrive, da tutti si fa leggere e, quel che più conta, capire. ([[Roberto Gervaso]])
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Isaac Asimov, ''Girotondo'', traduzione di Stefano Negrini, in ''Hallucination Orbit. {{small|La psicologia nella fantascienza}}'', Editori Riuniti, Roma, 1985.
*Isaac Asimov, ''Halloween'', in ''La notte di Halloween'', traduzione di Paola Campioli, Editori Riuniti, Roma, 1984.
*Isaac Asimov, ''Il libro di fisica'' (''Asimov's New Guide to Science'', 1984), traduzione di Carla Sborgi, Mondadori, Milano, 2005. ISBN 88-04-41445-6
*Isaac Asimov, ''La fine dell'eternità'', traduzione di Beata della Frattina, Mondadori, Milano.
*Isaac Asimov, ''Lucky Starr e gli oceani di Venere'', traduzione di Lidia Lax e Diana Georgiacodis, Mondadori, Milano, 1989.
*Isaac Asimov, ''Lucky Starr e i pirati degli asteroidi'', a cura di Giuseppe Lippi, Mondadori, Milano, 1994.
*Isaac Asimov, ''Lucky Starr, il vagabondo dello spazio'', a cura di Giuseppe Lippi, Mondadori, Milano, 1994.
*Isaac Asimov, ''Nemesis'', traduzione di Piero Anselmi, Mondadori, Milano.
==Voci correlate==
*''[[L'uomo bicentenario]]'' – film 1999
*''[[Io, robot (film)|Io, robot]]'' – film 2004
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Batman (film 1989)
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2.43.192.16
/* Dialoghi */
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titoloitaliano=Batman
|dimensioneimmagine= 200
|immagine= Bat balloon.png
|didascalia=
|genere=supereroi, azione
|regista=[[Tim Burton]]
|soggetto=[[Sam Hamm]], basato sul personaggio dei fumetti creato da [[Bob Kane]]
|sceneggiatore=[[Sam Hamm]], [[Warren Skaaren]]
|attori=
*[[Michael Keaton]]: Bruce Wayne / Batman
*[[Jack Nicholson]]: Jack Napier / Joker
*[[Kim Basinger]]: Vicki Vale
*[[Robert Wuhl]]: Alexander Knox
*[[Pat Hingle]]: Commissario James Gordon
*[[Michael Gough]]: Alfred Pennyworth
*[[Jack Palance]]: Carl Grissom
*[[Billy Dee Williams]]: Harvey Dent
*[[Lee Wallace]]: Sindaco William Borg
*[[Jerry Hall]]: Alicia Hunt
*[[Bruce McGuire]]: Anchorman
*[[George Roth]]: Eddie il rapinatore
*[[Christopher Fairbank]]: Nic il rapinatore
*[[Garrick Hagon]]: Turista
|doppiatoriitaliani=
*[[Luca Biagini]]: Bruce Wayne / Batman
*[[Giancarlo Giannini]]: Jack Napier / Joker
*[[Paila Pavese]]: Vicki Vale
*[[Stefano De Sando]]: Alexander Knox
*[[Silvio Spaccesi]]: Commissario James Gordon
*[[Luigi Pistilli]]: Alfred Pennyworth
*[[Gianni Musy]]: Carl Grissom
*[[Paolo Buglioni]]: Harvey Dent
*[[Sandro Pellegrini]]: Sindaco William Borg
*[[Lisa Genovese]]: Alicia Hunt
*[[Fabrizio Pucci]]: Anchorman
*[[Loris Loddi]]: Eddie il rapinatore
*[[Pasquale Anselmo]]: Nic il rapinatore
*[[Carlo Valli]]: Turista
|note=
*'''Musiche''': [[Danny Elfman]], [[Prince]] (canzoni)
*'''Dialoghi italiani''': [[Sergio Jacquier]]
*'''[[:Categoria:Premi Oscar|Premio Oscar]] (1990)''' per le migliori scenografie
}}
'''''Batman''''', film statunitense del 1989 con [[Michael Keaton]], [[Jack Nicholson]] e [[Kim Basinger]], regia di [[Tim Burton]].
==[[Incipit]]==
{{Incipit film}}
'''Harold''': Grazie. Senta, vorrei andare al centro Adelfi, che è in... {{NDR|due persone entrano nel taxi prima di lui}} No, scusi, questo è mio. <br> '''Uomo''': Mi dispiace. <br> '''Harold''': No no. No, senta. C'ero prima io, scusi! Dio... Ah, taxi! Ehi, taxi! Taxi, aspetti!
==Frasi==
{{cronologico}}
*Signor Knox, abbiamo già abbastanza problemi in questa città per preoccuparci di spettri e demoni. ('''Harvey Dent''')
*I ricchi... sai perché sono strambi? Perché possono permetterselo. ('''Alexander Knox''')
*Siamo stati incastrati, ragazzi. Occhio. ('''Jack Napier''')
*{{NDR|Rivolto a Batman, puntando la pistola in testa a Gordon per lasciare andare il suo capo Jack}} Lascialo andare, o ammazzo Gordon!! ('''Bob''')
*{{NDR|Rivolto a Batman}} Che bel completo! ('''Jack Napier''')
*{{NDR|Prima di uccidere Eckhardt}} Eckhardt! Devi pensare al tuo futuro! ('''Jack Napier''')
*Alfred è grande: non troverei i calzini senza di lui. ('''Bruce Wayne''')
*Ohh... [[Gotham City]]... Ha portato il sorriso sul mio volto. {{NDR|leggendo il titolo del ''Gotham Globe'': «Mostro alato terrorizza le gang di Gotham»}} "Mostro alato... {{NDR|cerca di pulire il giornale dal sangue}} terrorizza"... Allora che scriveranno di me?<ref>La battuta originale «''Wait 'til they get a load of me''» verrà ripresa dal personaggio Red Mist in [[Kick-Ass (film)|Kick Ass]].</ref> ('''Joker''')
*Tesoro? {{NDR|Alicia lo guarda orripilata}} Non crederai mai a quello che mi è successo oggi! {{NDR|Alicia sviene a terra, e lui si mette a ridacchiare}} ('''Joker''')
*Batman... Batman... C'è qualcuno che sa dirmi in che razza di mondo stiamo vivendo? Dove un uomo si traveste da pipistrello? E si frega tutta la mia stampa? Questa città ha bisogno di un clistere! ('''Joker''')
*{{NDR|Nella sua pubblicità pirata di "prodotti", Joker canticchia tirando un carrello della spesa}} Nuovi migliorati prodotti Joker! Con un nuovo ingrediente segreto: "Smilex"! [...] E passiamo al nostro test di gusto al buio... [...] {{NDR|indicando un uomo legato e imbavagliato}} Oh, non ha l'aria felice, è perché ha usato la marca "X"... Però con la nuova marca Joker... {{NDR|mostra un cadavere con un ghigno spasmodico}} gli torna il ghigno, il ghigno e il ri-ghigno! {{NDR|ride}} Oh, deliziosa abbronzatura! Le labbra rosso rubino, e il colore dei suoi capelli, così naturale! Solo il vostro becchino capirà qual era il vero! {{NDR|ride}} So che state dicendo: "dove posso trovare questi grandi nuovi prodotti?" E qui è la trovata: c'è il caso che... li abbiate già comprati! {{NDR|ride}} Perciò ricordate: mettetevi una faccia felice! {{NDR|continuando a ridere}} ('''Joker''')
*{{NDR|Prima di mettere a soqquadro il museo dove si trova Vicki Vale}} Signori miei, acculturiamoci un po'! ('''Joker''')
*{{NDR|Vedendo un ritratto di Lincoll}} Fategli la barba! ('''Joker''')
*{{NDR|Vedendo un ritratto di [[George Washington]]}} Il biglietto da un dollaro! ('''Joker''')
*{{NDR|Rivolto a Bob, che sta per distruggere con un pugnale davanti un ritratto della Figura con la carne}} Alt! Questo è il mio genere, Bob. Lascia stare. ('''Joker''')
*{{NDR|Riferendosi alle armi di Batman}} Ma dove li pesca quei magnifici giocattoli? ('''Joker''')
*Evitate le seguenti combinazioni... Deodoranti con borotalco, lacca spray con rossetto. I prodotti sicuri sono in volo mentre Gotham City vive un'astinenza forzata. E tutta Gotham si domanda che cosa pensare di Batman: amico o nemico? ('''Conduttore''')
*Io ho dato un nome al mio dolore. E il nome è "Batman"! {{NDR|spara al televisore}} Dobbiamo avere la forza di infliggere il dolore, Bob. Abbiamo un topo volante da uccidere... E col suo sangue mi lucido gli artigli! ('''Joker''')
*{{NDR|In un flashback si vede il giovane Jack Napier, dopo aver ucciso Thomas e Martha Wayne, punta una pistola verso un piccolo Bruce}} Dimmi bambino, tu danzi mai col diavolo nel pallido plenilunio? {{NDR|uno scagnozzo gli urla di andarsene}} Arrivederci. ('''Giovane Jack Napier''')
*{{NDR|Con un megafono, scappando con un elicottero}} Vola vola vola, topo-uccello! Ahah! Mi hai beccato! Sì. Guardami! Ahahahah! ('''Joker''')
*{{NDR|Parlando alla folla}} E ora gente... è il momento del "di chi vi fidate"? Strippa strippa strippa, mani mani mani. Di chi vi fidate? Di me? Io sto dando via soldi gratis. E dove... Dov'è il Batman? È a casa l'amore, che si lava la calzamaglia! {{NDR|ride, poi vede sopra che c'è Batman con il suo Batwing in volo}} ''Alta battaglia vola nella notte e chi trova?'' Me, pronto. Bob, maschera. {{NDR|gli scagnozzi del Joker si mettono subito una maschera antigas}} Ed ora... {{NDR|tira fuori il telecomando dei palloni}} viene la parte... in cui sollevo voi, piccola gente, dal fardello delle vostre fallite... ed inutili vite. Ma, come diceva il mio chirurgo plastico: {{NDR|finge l'accento tedesco}} "ze te ne defi andare, va con un zorrizo!!!" {{NDR|ride}} ('''Joker''')
*{{NDR|Dopo che Batman con il suo Batwing gli ha trascinato via i palloni da parata che emanano gas Smilex}}: I miei palloni... Sono i miei palloni... M'ha rubato tutti i miei palloni!!! Perché nessuno mi ha detto che aveva uno di quei... ''cosi''?! Bob, pistola. {{NDR|Bob gli passa la pistola, e Joker gli spara e si rivolge ai suoi scagnozzi}} Avrò bisogno un istante di voi due soli... ('''Joker''')
*{{NDR|Rivolto a Batman}} Coraggio, orribile figlio di puttana! Vieni da me! Eheheh, coraggio! ('''Joker''')
*{{NDR|Mentre rapisce Vicki Vale}} Cara? Condurti io devo per tempo al tempio... ('''Joker''')
*{{NDR|Rivolto a Vicki Vale, riferendosi ironicamente a Batman}} È proprio un destino. Stavolta nel nido mi è volato... un pipistrello. {{NDR|ridacchia}} Vogliamo danzare? ('''Joker''')
*{{NDR|Rivolto a Vicki Vale}} Sai... senza di te... io non ho voglia di continuare... {{NDR|si spara in testa con una pistola finta, mentre Vicki si spaventa sempre}} Ahahahah! {{NDR|butta via la pistola finta, e i due continuano a danzare}} ('''Joker''')
*{{NDR|Rivolto a Vicki Vale}} Noi siamo fatti l'uno per l'altra. La bella e la bestia... Certo se qualcun altro ti chiamasse bestia, io gli strapperei i polmoni. ('''Joker''')
==Dialoghi==
{{cronologico}}
*'''Nick''' {{NDR|cercando roba di valore in una borsetta che hanno appena rubato}}: Ehi, hai visto? La carta ''American Express''! "Non uscite di casa senza!" {{NDR|Eddie fa per prenderla ma lui la getta via}} Ti ci pulisci il culo! <br> '''Eddie''' {{NDR|sentendo le sirene della polizia}}: ...Ehi, andiamocene... Non mi piace quassù! <br> '''Nick''': Che, soffri di vertigini? <br> '''Eddie''': N-Non lo so... Ma dopo il fatto di Johnny Gobs, io... <br> '''Nick''': Ehi, senti me, Johnny Gobs era fatto ed è volato dal tetto, va bene? Capirai che perdita... <br> '''Eddie''': No, no... Non è quello che ho sentito io... È stato... il pipistrello! <br> '''Nick''' {{NDR|deridendolo}}: ...Il "pi" che?! Ma va via, fammi il piacere! <br> '''Eddie''': Cinque piani, spiaccicato... Non aveva più una goccia di sangue nel corpo! <br> '''Nick''': Per forza: il sangue era tutto sull'asfalto! {{NDR|dietro di loro, senza accorgersi, appare Batman}} <br> '''Eddie''': Senti, io da qui me ne vado... <br> '''Nick''': Ehi, piantala un po'! Ascolta me: non c'è nessun pipistrello! <br> '''Eddie''': Sì, ma non dovevi puntare la pistola sul ragazzino, non dovevi... <br> '''Nick''': Ehi! La vuoi la tua parte di questi o no?! Allora sta zitto! Sta. Zitto. {{NDR|solo quando è troppo tardi lui ed Eddie si rendono conto che Batman è proprio dietro di loro e li attacca, stendendoli entrambi a terra}}
*'''Nick''' {{NDR|Batman lo solleva da terra e lo sporge sul vuoto}}: No! Non uccidermi! Ti prego, non uccidermi! No! No! No, non uccidermi! <br> '''Batman''': No, non ti ucciderò. Voglio che tu mi faccia un favore: devi parlare di me a tutti i tuoi amici. <br> '''Nick''': Ma chi sei?! <br> '''Batman''': Sono Batman. {{NDR|lo lascia andare e lui se ne va via nello stesso vuoto}}
*'''Sindaco Borg''': In tutta la nazione, il nome Gotham City è sinonimo di crimine. Le nostre strade sovraffollate, le nostre autorità sono impotenti. Come sindaco, io vi prometto di annientare la fonte di questa corruzione: il boss Carl Grissom. E il nostro procuratore distrettuale Harvey Dent, renderà valida questa promessa. Harvey. <br> '''Harvey Dent''': Grazie. Grazie sindaco Borg. Grazie. Gente di Gotham City, io sono un uomo di poche parole. Ma poche parole che contano, come se già fossero fatti. Il commissario di polizia Gordon mi ha informato che ha nel mirino quelle attività che fanno da paravento ai criminali di questa città. Tempo una settimana, noi abbatteremo le loro porte e getteremo la luce della legge su quei nidi di vipere. Uniti, renderemo questa città sicura per la gente perbene.
*'''Jack Napier''' {{NDR|guardando l'intervento di Harvey Dent in televisione}}: La gente perbene non dovrebbe star qui. Sarebbe più felice in qualche altra città. <br> '''Alicia Hunt''': Parole assai dure, per Grissom... <br> '''Jack Napier''': Non preoccuparti... Se quel clown poteva toccare Grissom, l'avrei già strozzato con le sue budella. <br> '''Alicia Hunt''': Se Grissom sapesse di noi, ti potrebbe strozzare con le tue... <br> '''Jack Napier''': Non saprà valutarti, angelo... quell'uomo è vecchio e stanco. Non può dominare questa città senza di me. E a parte questo... non sa di noi. <br> '''Alicia Hunt''': Tu non ti preoccupi di niente, vero Jack? Sei in gran forma... <br> '''Jack Napier''': Non te l'ho chiesto...
*'''Max Eckhardt''': No, no, no, fammi indovinare: "gigantesco e minaccioso essere soprannaturale"... una specie di pipistrello... <br> '''Uomo''': Si, esatto. Cosa è successo lassù? <br> '''Max Eckhardt''': Ah... bevono lo sturanex... <br> '''Uomo''': Certo che è strano tenente... <br> '''Max Eckhardt''' {{NDR|infastidito}}: Oh, Cristo... Knox!<br/> '''Alexander Knox''': Salve Tenente Eckhardt! Allora qui abbiamo un altro attacco del pipistrello! Con questo fanno otto avvistamenti in neanche un mese! Sento che il Commissario ha aperto un' inchiesta, è vero? <br/> '''Max Eckhardt''': Scusa Knox, questi due hanno preso ''spinelli'' per ''pipistrelli''. <br/> '''Nick (il rapinatore)''' {{NDR|passa vicino scortato a fatica da due agenti}}: Enorme, un pipistrello enorme! Un pipistrello gigante! <br/> '''Max Eckhardt''': Non scriverai mica questa roba sul tuo giornale, guasterebbe i vostri pochi resti di reputazione! <br/> '''Alexander Knox''': Tenente, tutta la delinquenza della città è spaventata a morte. Sa cosa dicono? Dicono che è invulnerabile. Che si nutre soltanto di sangue. E dicono che... <br/> '''Max Eckhardt''': Io dico che dici delle stronzate, Knox! Ah... Puoi scrivere che te l'ho detto io. <br/> '''Alexander Knox''': Tenente, esiste un pipistrello di 1 metro e 80 a Gotham City? E se c'è, è nel libro paga della polizia? E mi dica, di quant'è il suo stipendio? Al netto delle trattenute... Eheheheh...
*'''Jack Napier''' {{NDR|dandogli una bustarella}}: Ti ho portato uno spuntino, Eckhardt. <br> '''Max Eckhardt''': Ehy, perché non lo gridi con un megafono? <br> '''Jack Napier''': Sta zitto. Ascolta. Harvey Dent sta fiutando intorno a una delle nostre società di copertura. <br> '''Max Eckhardt''': Quello è territorio mio. Se c'è un problema, lo risolverò io. <br> '''Jack Napier''': I tuoi problemi sono i nostri problemi. <br> '''Max Eckhardt''': Io ne rispondo a Grissom, non ai pazzi da legare. <br> '''Jack Napier''': Via Eckhardt, sarebbe saggio che pensassi al futuro. <br> '''Max Eckhardt''': Cioè quando prenderai il timone? Tu non hai nessun futuro Jack. Tu sei da camicia di forza e questo Grissom lo sa. {{NDR|Jack, infastidito, lo prende in faccia spingendolo via, lui minaccia con la pistola, ma Bob difende Jack, con la pistola}} <br> '''Jack Napier''': Pensaci bene. Vedi, riesci a prendere decisioni giuste quando ci provi. {{NDR|si allontana ridacchiando}} <br> '''Max Eckhardt''': Con chi hai passato le tue notti?
*'''Sindaco Borg''': Non mi importa di quanto sia in passivo il festival. Io voglio una parata, voglio hot-dogs, palloni, baracca e burattini. Noi celebreremo questo duecentesimo anniversario con orgoglio e clamore. <br> '''Harvey Dent''': Si, in un tribunale fallimentare! Siamo già in rosso di duecento mila dollari e non si è ancora visto un solo pallone. <br> '''Sindaco Borg''': Riempite questa piazza di gente e anche gli affari avranno una ripresa. <br> '''Commissario Gordon''': Credo che molti staranno alla larga, sindaco, hanno paura. <br> '''Sindaco Borg''': Ma non l'avranno quando porterete Grissom in un tribunale. Glielo ho promesso, vi ricordate?
*'''Uomo #1''': Ehy, Knox! Benvenuto conte Dracula. Altri avvistamenti dello Yeti? Ah ah ah! <br> '''Uomo #2''': Ehy, Knox, il tuo articolo su Batman: cestinato. <br> '''Uomo #3''': È la sorte della spazzatura. <br> '''Knox''': Questo è roba da premio Pulizer, ragazzi!
*'''Alexander Knox''': Salve, gambe! <br> '''Vicki Vale''': Sto leggendo la tua roba. <br> '''Alexander Knox''': Beh, io leggo la tua. <br> '''Vicki Vale''': Salve, sono Vicki Vale. <br> '''Alexander Knox''': Vicki Vale, si, certo, la fotografa, Vogue, Cosmo, sì sì. Senti, se vuoi che posi nudo, ti ci vorrà il teleobbiettivo. <br> '''Vicki Vale''': Io veramente ero nel Corto Maltese. <br> '''Alexander Knox''': È una roba rischiosa per una ragazza. Dunque, cosa ti porta qui, eh? <br> '''Vicki Vale''': Sono venuta per vedere un po' di fauna di Gotham City. <br> '''Alexander Knox''': Un po' di fauna? Fauna di che genere? <br> '''Vicki Vale''': Del genere... pipistrelli.
*'''Alexander Knox''': Senti, Vale, vuoi sposarmi? <br> '''Vicki Vale''': No. <br> '''Alexander Knox''': Mi offri il pranzo? <br> '''Vicki Vale''': Può darsi. <br> '''Alexander Knox''': Mangio poco. {{NDR|[[Proposte di matrimonio dai film|proposta di matrimonio]]}}
*'''Carl Grissom''' {{NDR|riferendosi a Harvey Dent}}: Se questo figlio di puttana scopre il collegamento fra noi e la chimica AXIS che entità di danni dobbiamo aspettarci? <br> '''Boss mafioso''': Se Harvey Dent ci accomuna con la chimica AXIS siamo morti e sepolti. Bisogna muoversi immediatamente. <br> '''Jack Napier''' {{NDR|mescolando le sue carte da gioco}}: Io dico: facciamo irruzione nella fabbrica, devastiamo gli uffici, facciamo sparire i documenti e gabelliamo il tutto come spionaggio industriale. <br> '''Carl Grissom''': Jack... Idea intelligente, questo va fatto anzi... Io vorrei che tu conducessi questa operazione personalmente! <br> '''Jack Napier''': ...Io? {{NDR|mostra una carta del Joker forata da una pallottola}} <br> '''Carl Grissom''' {{NDR|Alicia entra nella sala}}: Ciao tesoro, spero che non dispiaccia aspettarmi là un momento... {{NDR|nota uno sguardo focoso tra Alicia e Jack}} ...È tutto signori, grazie, grazie signori è tutto. {{NDR|i mafiosi escono dalla sala}} <br> '''Jack Napier''': Carl... non possiamo farlo fare a qualcun altro? Insomma in fabbrica, con quelle esalazioni... <br> '''Carl Grissom''': Jack... è un compito importante, ho bisogno di chi mi possa fidare. Tu... tu sei il mio numero uno, caro. E ora... non scordare... {{NDR|versa nel cappello di Napier delle carte di Jolly}} il tuo mazzo vincente! {{NDR|Jack Napier esce dalla sala}} Amico mio, la tua fortuna sta proprio per cambiare! {{NDR|telefona alla polizia}} <br> '''Poliziotto''': Dipartimento di Polizia. <br> '''Carl Grissom''': Mi passi il tenente Eckhardt.
*'''Alexander Knox''': Commissario Gordon? Vicki, forse è nascosto qui dentro. Commissario Gordon? Aspetta, aspetta... il soggiorno, la sala da pranzo. l'arsenale... Ehi, guarda che roba... Ma chi è questo Wayne? <br> '''Vicki Vale''': Se finanzia tutte queste feste e balli benefici, e poi colleziona tutte queste cose... <br> '''Alexander Knox''': Lo farà per attirare le ragazze... Niente di più bello della carità quand'è ballabile. <br> '''Vicki Vale''': Si, non trascurando il fatto che ha miliardi da buttare... <br> '''Alexander Knox''': Ma ricordati che più ne hanno e meno valgono. <br> '''Vicki Vale''': Allora questo è senz'altro il campione americano dei campioni senza valore... <br> '''Alexander Knox''': Guarda questo... deve essere stato il re degli spaventapasseri... Oh, e questo da dove è venuto? <br> '''Vicki Vale''': Uh, non ne ho la minima idea... <br> '''Bruce Wayne''': È giapponese... <br> '''Alexander Knox''': Come lo sa? <br> '''Bruce Wayne''': L'ho comprato in Giappone...
*'''Comissario Gordon''': Che diavolo succede? <br> '''Max Eckhardt''' {{NDR|[[Ultime parole da Batman|ultime parole]]}}: Cristo, ma che vuoi fare, fottere la copertura? <br> '''Comissario Gordon''': Qui comando io, non Carl Grissom! {{NDR|al megafono}} Sono il commissario Gordon. Esigo che sia preso vivo! Ripeto: chiunque di voi aprirà il fuoco su Jack Napier, ne risponderà a me!
*'''Vicki Vale''' {{NDR|cenando con Bruce in una grandissima sala da pranzo del suo castello}}: Le piace mangiare qua? <br> '''Bruce Wayne''': Oh sì... {{NDR|si guarda intorno}} Per la verità forse non ero mai stato in questa stanza. {{NDR|Vicki ride}}
*'''Vicki Vale''': Mi dica della sua famiglia. <br> '''Bruce Wayne''': Beh... veramente, è Alfred la mia famiglia.
*'''Chirurgo''' {{NDR|dopo aver operato al volto il redivivo Jack Napier, dopo l'incidente}}: Vediamo come ho lavorato... {{NDR|inizia a togliere con cura il bendaggio di Napier, ma questo, impaziente se lo strappa da solo e il chirurgo lo guarda orripilato}} Mio Dio. <br> '''Jack Napier/Joker''': Specchio... Specchio! {{NDR|il chirurgo passa uno specchietto, Jack si guarda a lungo e inizia a ridacchiare lentamente}} <br> '''Chirurgo''': Lei capisce che i nervi erano completamente recisi, signor Napier. {{NDR|Jack scoppia a ridere e rompe lo specchio}} Vede con che cosa devo lavorare qui? {{NDR|Jack se ne va ridendo in maniera maniacale}}
*'''Vicki Vale''': Oh Dio... Mi sento un po' sbronza, e tu non hai toccato niente... <br> '''Bruce Wayne''': Un drink e io volo! <br> '''Vicki Vale''' {{NDR|sensualmente}}: Perché, hai paura di volare? {{NDR|si baciano}}
*'''Carl Grissom''' {{NDR|sentendo qualcuno arrivare che crede forse la sua amata figlia Alicia}} Sei tu "Tette di zucchero"? {{NDR|vede, invece, una sagoma oscura nel buio corridoio}} E chi diavolo è? <br> '''Joker''': Sono io, "Tette di zucchero"... <br> '''Carl Grissom''': Jack?! Oh...Oh... Grazie a Dio sei vivo! Io ti-ti sapevo... <br> '''Joker''': Disciolto. Così mi sapevi? Mi hai tradito per una donna... Una donna!!! Devi essere pazzo... {{NDR|ridacchia}} Non disturbarti. {{NDR|puntandogli la pistola, dopo che Carl ha tentato di prendere la sua}} <br> '''Carl Grissom''': La tua vita non varrà più uno sputo!! <br> '''Joker''': Sono già stato morto una volta. È molto liberatorio. C'è da pensarci come... a una terapia! {{NDR|ridacchia}} <br> '''Carl Grissom''' {{NDR|[[Ultime parole da Batman|ultime parole]]}}: Jack, sta' a sentire... Forse ci possiamo mettere d'accordo! <br> '''Joker''': "Jack"? Jack è morto, amico caro, puoi chiamarmi... {{NDR|mostrando il volto dall'oscurità}} Joker. {{NDR|Carl lo osserva orripilato}} E come vedi, sono più euforico. Ehehehahahah! {{NDR|inizia a sparare a Carl, uccidendolo, per poi però continuare a sparargli in una sorta di balletto}} Ahahahahahahah! Ah... Che giornata! Ahahahah!
*'''Joker''': Perciò, signori, questa è la situazione: finché Grissom non... non riemerge, fungo io da presidente. E io dico che, cominciamo da questo festival per l'anniversario, faremo a Gotham opera di demolizione. <br> '''Vinnie Ricorso''': E perché questo non ce lo dice Grissom? <br> '''Antoine Rotelli''': Già... E cosa significa quel ghigno idiota? <br> '''Joker''': Che la vita è stata buona con me. Eheheheh! <br> '''Antoine Rotelli''': E se noi dicessimo di no? <br> '''Joker''': Be', Antoine... Nessuno vuole la guerra, eheheh! Se non ci mettiamo d'accordo, una stretta di mano e finisce lì. <br> '''Antoine Rotelli''' {{NDR|[[Ultime parole da Batman|ultime parole]]}}: Sì? <br> '''Joker''': Sì. {{NDR|Antoine comincia a stringere la mano e si sente un ronzio e un pennacchio di fumo alzarsi dalla stretta}} Oh! Oh, ma che stretta calorosa...! Ahahahahahaahah! {{NDR|Antoine sta bruciando}} Oh, che notte di fuoco vicino a te, Antoine! Che notte infuocata! Ahahahahahah! {{NDR|Joker lascia la presa e lo scheletro carbonizzato di Antoine cade sulla sedia. Gli uomini del Joker irrompono nella sala armati}} Ehehahahahah! Antoine prende subito fuoco per un nonnulla! Ahahahahah! <br> '''Boss mafioso''': Tu sei pazzo. <br> '''Joker''': Hai mai sentito dire che la risata ha un potere terapeutico? Hihahaha! Fuori di qui ora! Pensateci sopra! {{NDR|ride}} Bob! Voglio che tu vada al Globe e ti allunghi quel cronista Knox con macchina fotografica. Vedi che cosa sa lui di questo "Batman"... E Bob? {{NDR|imitando Carl Grissom}} Ricorda... tu... sei il mio numero uno... uno! <br> '''Bob''': Si, signore! {{NDR|se ne va}} <br> '''Joker''': "Si, signore"... tutto contento l'idiota... {{NDR|parlando con il corpo bruciato di Antoine}} I tuoi compari non sono poi cattivucci. Forse noi... dovremmo dargli un paio di giorni per pensarci sopra. Antoine, tu n'est pas d'accord... {{NDR|sospira e fa delle smorfie sorprese, come se a parlare fosse stato Antoine}} Ammazzarli ora? Beh, ok... Prima eri una tigre di carta Antoine, e adesso sei... {{NDR|sistemandogli la cravatta}} ''carta carbone''! {{NDR|ride}} Ma dove le trovo... {{NDR|continua a ridere e se ne va}}
*'''Alexander Knox''' {{NDR|davanti al tribunale, Knox aspetta con altri giornalisti l'uscita di Vinnie Ricorso e del suo avvocato}}: Dovrebbero essere qui a momenti. Voglio proprio sentire le spiegazioni che sapranno darci! {{NDR|ricorso e la sua equipe escono dal tribunale}} Ecco, eccolo! <br/>'''Giornalista''': Signor Ricorso, una domanda per favore. <br/>'''Avvocato di Ricorso''': Calma, calma, risponderemo a tutto. <br/>'''Giornalista''': Cos'è questa delega che ha registrato? Grissom le ha ceduto ogni sua attività? <br/>'''Vinnie Ricorso''': Il signor Grissom mi ha chiesto, come favore personale, di occuparmi della gestione dei suo affari fino al suo ritorno. <br/>'''Alexander Knox''': Oh, è veramente un favore bello grosso! Voi due dovete essere molto uniti, vero? <br/>'''Vinnie Ricorso''' {{NDR|[[Ultime parole da Batman|ultime parole]]}}: Molto uniti. <br/>'''Alexander Knox''' {{NDR|ironico}}: Siete stati dentro insieme da bambini? {{NDR|lui e gli altri giornalisti ridono; nel frattempo Bruce, tra la folla, scorge alcuni mimi criminali avvicinarsi al tribunale}} <br/>'''Avvocato di Ricorso''': Se ne stanno occupando i nostri contabili. La delega che il signor Grissom ha lasciato ieri al signor Vinnie Ricorso è regolare e assolutamente valida a tutti gli effetti di legge. {{NDR|non visto, Bob fa fotografie a Knox, Vale e agli altri giornalisti}} <br/>'''Alexander Knox''' {{NDR|ridendo con gli altri giornalisti}}: Sento puzza di inchiostro fresco! Allora, questo lei può provarlo? Ma che domande, certo che può! <br/>'''Avvocato di Ricorso''': Abbiamo testimoni. La firma del signor Grissom è autentica. <br/>'''Joker''' {{NDR|spuntando tra la folla, si avvicina a Vinnie Ricorso}}: Sì che è autentica. L'ho visto io. Ero lì. Ho visto tutto: ha allungato la sua mano rattrappita di defunto, ed ha firmato col suo sangue. E lo ha fatto... con la sua penna. Ciao Vinnie, sono io, il tuo zio Grock. È l'ora di saldare il conto! {{NDR|infilza il collo di Vinnie con la penna d'oca}} La penna è davvero più potente della spada! {{NDR|gli uomini del Joker, travestiti da Mimi, crivellano di colpi gli uomini di Vinnie}}
*'''Bruce Wayne''': Alfred, mi dai un bicchiere... d'acqua! <br> '''Alfred''': Mi solleva che sia a casa, signore. La signorina Vale ha telefonato, era decisamente allarmata. Io sento come se si alleggerisse l'atmosfera quando la signorina è qui. <br> '''Bruce Wayne''': Alfred... Perché non te la sposi? <br> '''Alfred''': Non è precisamente questo quello che avevo in mente, signore. <br> '''Bruce Wayne''': Lo so... Ora non è da contemplarsi. <br> '''Alfred''': Se non ora... quando? <br> '''Bruce Wayne''': Non lo so... Ho appena scoperto che Jack Napier è ancora vivo. Comanda la gente di Grissom. Voglio tutte le notizie che la polizia ha di lui. <br> '''Alfred''': Sì, signore. <br> '''Bruce Wayne''': Grazie. Alfred... {{NDR|riferendosi a Vicki}} È fantastica, vero? <br> '''Alfred''': Sì, signore.
*'''Joker''': Infinite cose da fare e così poco tempo... <br> '''Bob''': Le foto che ho fatto. <br> '''Joker''': Chi è questo niente? <br> '''Bob''': È Knox. <br> '''Joker''': Cravatta orribile, stile zero. {{NDR|guardando affascinato una foto di Vicki}} Fermi tutti. Chi è questa? <br> '''Bob''': Quella è Vicki Vale. È la fotografa che lavora con Knox. <br> '''Joker''': Ah, questa sì che ha stile. Ah, Gesù marimba, una bella bestiola così basta vederla che mette vapore nel pistone di un uomo. <br> '''Bob''': Sta uscendo con uno che si chiama Wayne. <br> '''Joker''': È in via di cambiamenti. {{NDR|ritagliando la foto}} È difficile stare dentro i margini. {{NDR|ride}} Sono sul punto di... di farmi una ragazza nuova Bob. Sì, mi punge vaghezza di fare un po' di fotting. {{NDR|ride}} Elenco? <br> '''Bob''': Si signore. <br> '''Joker''': Infinite cose da fare e così poco tempo...
*'''Joker''': Ne avete spedito un milione di quelli? <br> '''Uomo''': Si signore. <br> '''Joker''' {{NDR|ironico}}: Spedisci tuttoooo! Stiamo per dare al prodottoooo... un altro sboccoooo ahahahahahahahah!
*'''Alfred''': Le informazioni che aveva chiesto signore. <br> '''Bruce Wayne''': Grazie. Ah, Jack Napier, condannato per aggressione a mano armata a 15 anni. Conclusione del profilo psicologico: violenti cambiamenti di umore, intelligente, emotivamente instabile. Molto portato per le scienze, la chimica in particolare, e l'arte. La chimica... Usciamo a fare shopping? <br> '''Alfred''': Si signore.
*'''Conduttrice''': Altri 6 morti, senza indizi, se non quello dell'arma mortale del Joker. <br> '''Conduttore''': E quale sarà il bersaglio? Cibi? Alcol o prodotti di igiene e di bellezza? Acqua di colonia, collutori, deodoranti ascellari? <br> '''Conduttrice''': O peggio ancora. Probabilmente non c'è bersaglio. L'inchiesta continua per l'incubo degli acquisti a Gotham.
*'''Alfred''': Signore, un messaggio dalla signorina Vale: tarderà di 10 minuti all'appuntamento al museo. <br> '''Bruce Wayne''': Ok, bene, grazie. Un momento Alfred... non avevo appuntamento...
*'''Alicia Hunt''' {{NDR|col volto mascherato}}: Jack, ma dove vai? <br> '''Joker''': Il tuo tesoro farà un po' di arte, cara. {{NDR|ridacchia}}
*'''Joker''': Puoi togliertela ora {{NDR|la maschera antigas}}, non credi? Oh, sei molto bella. Per quanto ad un livello demodé. Ma sono certo che possiamo renderti più odierna. È tua quella cartellina? <br> '''Vicky Vale''': Sto aspettando una persona per fargli vedere il mio lavoro. <br> '''Joker''': Cacca. Cacca. Cacca. Cacca. Cacca. Ahhh. Questa è una cosa bella. Ai crani, al resto dai a tutto una tale vita. Non so se sia arte, però lo sento. Lasciami dire che cosa sto pensando, dolce... Ero nel mio bagno un giorno, quando mi resi conto che io ero destinato alla grandezza... Sai come la gente si preoccupa delle apparenze? "Questo è bello, quello no..." Cosa completamente superata per me. Ora io faccio quello che per gli altri è solo un sogno: io faccio arte, finché qualcuno muore. Capito? {{NDR|ride}} Io sono il primo artista dell'omicidio a ciclo completo, cara! <br> '''Vicki Vale''': Che cosa vuole? <br> '''Joker''': La mia faccia sopra ai biglietti da un dollaro! <br> '''Vicki Vale''': Lei sta scherzando... <br> '''Joker''' {{NDR|in realtà con lo sguardo malvagio}}: Ho l'aria di uno che scherza? <br> '''Vicki Vale''': No... <br> '''Joker''': Ascolta, non dobbiamo paragonarci alle persone normali, siamo artisti. Per esempio, lascia che io ti sfidi con una cosetta che ho fatto. Bob! Alicia. Tu farai foto e temerai la mia opera e ti unirai a me nell'avanguarde della nuova estetica. <br> '''Alicia Hunt''' {{NDR|[[Ultime parole da Batman|ultime parole]]}}: Jack, avevi detto che potevo guardarti a migliorare i quadri? <br> '''Joker''': Oh, adesso sono nei guai. Eheheheh! <br> '''Vicki Vale''': Ma perché porta una maschera? <br> '''Joker''': Be', veramente era solo un abbozzo. Alicia, siediti. Mostra alla signora perché porti la maschera. Vedi miss Vale, Alicia è stata fatta in linea con la mia nuova filosofia. Così adesso, come me... è un'opera d'arte vivente. {{NDR|Alicia si toglie la maschera mostrando il suo volto sfigurato da lui stesso, e Vicki si alza impaurita}} Be', non sarà un Picasso, ma... ti piace, sì! <br> '''Vicki Vale''': Stupendo. Allora... Che posso fare per lei? <br>'''Joker''': Oh, una canzoncina, un balletto, la testa di Batman dentro un sacchetto. Dimmi, tu che ne sai di...? {{NDR|scuote le mani come le ali di un pipistrello}} <br> '''Vicki Vale''': Io non so proprio niente di Batman! <br> '''Joker''': Oh... Ma davvero? <br> '''Vicki Vale''': Sì! <br> '''Joker''': Bene, ora facciamo un po' di te e me! <br> '''Vicki Vale''': Lei è un folle! <br> '''Joker''': Ah, e io credevo di essere un Ariete. Avanti, facciamo la pace... dai una piccola annusata alla mia orchidea... {{NDR|spruzza l'acido muriatico verso Viki, che però si sposta e bagna la faccia di Joker con dell'acqua, e lui copre la faccia e finge di essersi fatto male}} Ohhhh! Aaaargh! Aiutatemi! Aargh! Mi strucco! Mi strucco, aiuto, mi strucco! Aargh! Aiutatemi, mi strucco!... Ooohrr... {{NDR|si gira di scatto mostrando il trucco colato della pelle finta, e Vicki urla}} Buh! Ahahahahahahahah! {{NDR|Batman irrompe nel museo spaccando una vetrata sul soffitto per salvare Vicki}}
*'''Vicki Vale''': Pipistrelli... <br> '''Batman''': Grandi superstiti...
*'''Vicki Vale''': Un sacco di gente la giudica pericoloso quanto il Joker. <br> '''Batman''': Lui è paranoico... <br> '''Vicki Vale''': C'è gente che sta dicendo la stessa cosa di lei. <br> '''Batman''': Quale gente? <br> '''Vicki Vale''': Be'... insomma, lo ammetta. Lei non è precisamente... "normale", vero? <br> '''Batman''': E questo non è un mondo precisamente "normale", vero?
*'''Bruce Wayne''': Senti, sei una gran bella ragazza, e mi piaci moltissimo. Però adesso, sta' zitta! Io ho qualcosa che ti devo dire. Sai di come la gente... ha lati diversi nella sua personalità... Qualche volta... una persona deve addirittura vivere due vite diverse. <br> '''Vicky Vale''': O mio dio, sei sposato... <br> '''Bruce Wayne''': No, non sono sposato... Vedi... la vita è veramente... complessa... Va bene, ascolta... tu sai che una persona normale si alza e... scende nel tinello... fa colazione... poi da un bacetto ai suoi e va al suo... lavoro, poi... capisci? <br> '''Vicky Vale''': No. <br> '''Bruce Wayne''': No, no... Va bene, senti... Vicky, quello che cerco di dirti...
*'''Joker''': Ti manco? Una gran bella casetta, quanto spazio. Vicky, Vicky, dobbiamo proprio spiegarci, io sono sconvolto. Noi stavamo cenando, io ero un uomo che corteggiava con grazia una bella donna, e senza neanche fare un minimo di scuse... sei scappata. Con quel fesso truccato da fenomeno vivente. Sai Vicky, sono fresco di una tragedia nella mia vita. {{NDR|mostra la maschera che indossava Alicia, sfigurata da lui, visibilmente morta}} Alicia... Si è buttata giù da una finestra... <br> '''Vicky Vale''': Oh, mio dio... <br> '''Joker''': Ma... non si può fare un'omelette senza rompere qualche uovo! {{NDR|frantuma la maschera con un pugno e poi ride, quando Vicki ha urlato dal terrore}} Beh, miss Vale, abbiamo un altro gallo nel pollaio. {{NDR|ridacchia}} Togli il tuo becco da questo mio cuore. <br> '''Vicky Vale''': Bruce... <br> '''Joker''': Bruce... Wayne... <i>n'est-ce pas?</i> <br> '''Bruce Wayne''': Perlopiù... {{NDR|Bob gli punta la pistola addosso, ma Joker lo ferma}}. Io so chi sei. Lascia che ti racconti di uno che conosco, Jack. Bambino cattivo, malerba. Fa del male. <br> '''Joker''': Sento già che mi piace! {{NDR|ride insieme a Bob}} <br> '''Bruce Wayne''': Ora sai quale fu il suo problema? Si lasciò andare... in modo "folle". Cominciò a perdere la testa. Forse aveva nel cervello un impianto diffettoso. Stava facendo il fuoristrada quassù. Era il tipo d'uomo che non si toglieva dal binario finché non aveva il treno a 50 cm di distanza. {{NDR|con calma e scaltrezza prende il bastone per le braci dal caminetto}} E sai cosa gli successe, Jack? <br> '''Joker''': No. <br> '''Bruce Wayne''': Be'... Fece degli errori. E finì... {{NDR|spacca all'improvviso furioso un vaso sopra il caminetto con il bastone}} per deragliare! E ora vuoi fare il pazzo? Coraggio, facciamo i pazzi! <br> '''Joker''' {{NDR|punta la pistola addosso a Bruce}}: Dimmi una cosa amico mio... danzi mai col [[diavolo]] nel pallido plenilunio? <br> '''Bruce Wayne''' {{NDR|confuso}}: Cosa? <br> '''Joker''': Io lo chiedo sempre a tutte le mie vittime... Sarà perché me ne piace il suono! Ah! {{NDR|spara a Bruce mentre Vicki si mette a urlare ma Bob la zittisce. Poi Joker si avvicina all'apparentemente morto Bruce (nascosto un vassoio nel petto dentro in camicie, fingendosi morto)}} "Mai rubare rabarbaro in barba a un barbaro!" Ahahaha! "Là dove sei in veste di rabarbaro..." {{NDR|afferrando Vicki}} Dimmi perché ogni volta che io vengo per te, mi trovo sempre qualcuno tra i piedi... Un momentino solo ragazzi... Io rido soltanto... esteriormente. Il mio sorriso... è solo a fior di pelle. {{NDR|con falso dispiacere}} Se tu potessi vedermi dentro, io sto piangendo... Puoi unirti a me per un singhiozzo? Ahahahahah!
*'''Bruce Wayne''': Che stai pensando, Alfred? <br> '''Alfred''': Che non desidero affatto riempire i miei pochi anni restanti piangendo per la perdita di vecchi amici. {{NDR|riferendosi ai genitori di Bruce}} O dei loro figli. {{NDR|riferendosi a lui}}.
*'''Sindaco Borg''' {{NDR|in televisione}}: Il Gran Galà di compleanno del 200esimo anniversario è stato definitivamente rimandato. Semplicemente non possiamo garantire la sicurezza... <br> '''Joker''' {{NDR|comparendo a mezzo schermo}}: Qui è Joker. [...] Andiamo ragazzi, avete detto alcune cose assai cattive. Alcune erano anche vere, circa quell'avido boss che era Grissom. Era si un ladrone e un terrorista, riconosco però che aveva una favolosa voce baritonale... Ora è morto e ha lasciato a me il timone. Ora io potrò essere anche teatrale, forse persino un po' ruvidino, ma una cosa io non sono: un killer! Io sono un artista. Adoro le feste. Perciò tregua: ''Ca va comancer le festival''! E ho una bella sorpresa per Gotham City: a mezzanotte io lancerò 20 milioni in contanti alla folla. [...] Non preoccupatevi per me, me ne restano. <br> '''Sindaco Borg''': Non siamo disposti a scendere a patti... <br> '''Joker''' {{NDR|comparendo su tutto lo schermo}}: Sentito, gente? 20 milioni! E ci sarà anche spettacolo; il match del secolo, con me in un angolo e nell'altro angolo... l'individuo che ha portato vero terrore a Gotham City: Batman. Mi senti, Batman? Tu ed io soli, in singolar tenzone. Io mi sono strappato la maschera. Vediamo se tu puoi strapparti la tua. {{NDR|Bruce mette in pausa lo schermo, sconvolto}}
*'''Vicki Vale''' {{NDR|ha scoperto che Bruce è Batman}}: Ti ho amato dal primo momento... Ma non so che pensare di tutto questo. Davvero, non lo so. <br> '''Bruce Wayne/Batman''': Senti, a volte anch'io non so cosa pensare di questo... Però è qualcosa che devo fare. <br> '''Vicki Vale''': Perché? <br> '''Bruce Wayne/Batman''': Perché altri non possono. Senti... ho cercato di evitarlo, sai? Non c'è verso. Così va il mondo... non è un mondo perfetto. <br> '''Vicki Vale''': Non deve essere per forza un mondo perfetto... Io lo devo sapere: cercheremo di amarci noi due? <br> '''Bruce Wayne/Batman''': ...Vorrei tanto... Ma ora [[Joker|lui]] è là fuori, e devo andare al lavoro.
*'''Batman''': Scusami, hai mai danzato col Diavolo nel pallido plenilunio?! {{NDR|molla un potente pugno al Joker facendolo sbattere contro una campana poi lo afferra per il colletto}} Ora io ti ucciderò! <br> '''Joker''': Razza di idiota!!! Tu mi hai fatto, ricordi? Tu mi gettasti in quel maledetto vascone! E superarla non è mica facile! E non credere che non ci abbia provato!! <br> '''Batman''': Sì, lo so! {{NDR|colpisce Joker allo stomaco e lo fa sbattere diverse volte contro il muro, Joker sputa una dentiera meccanica e cerca di colpirlo ma si fa male}} Tu uccidesti i miei... <br> '''Joker''': Cosa? Oh... eheheheh.. Ma di che cosa stai parlando? <br> '''Batman''': Io ho fatto te. Tu facesti me, prima. <br> '''Joker''' {{NDR|intuendo che Batman sia Bruce Wayne}}: Ehi Batman, ero ancora un ragazzino quando uccisi i tuoi. Tu dici che io ho fatto te e io dico che tu hai fatto me. Ma non si cade un po' nell'infantile eh? {{NDR|si infila gli occhiali}} Non picchierai uno con gli [[occhiali]]. Vero? Eh?! {{NDR|Batman gli dà un poderoso pugno facendolo apparentemente cadere dalla balconata ma lui afferra le loro mani facendoli rimanere a malapena appesi con le braccia al bordo dell'apertura della balconata stessa, e comincia a ridere}} Ma di che stai ridendo?! Qua... qua che ti dò una mano... Ahahah! Ci è cascata! Non li fanno mica più come un tempo... Ehi, bat-mancato... <br> '''Vicki Vale''': Aiuto...! <br> '''Joker''': Beh, è ora di ritirarsi. Vi saluto, cascamorti! {{NDR|[[Ultime parole da Batman|ultime parole]]}} Oh! Qualche volta va a finire che mi ammazzo {{NDR|di risate}}! Ehi, aspetta!
*'''Harvey Dent''': Abbiamo ricevuto una lettera di Batman stamane: "Vi prego informate i cittadini di Gotham che Gotham si è guadagnata il riposo dal crimine. Ma se le forze del male dovessero rialzarsi per gettare un'ombra sul cuore della città, chiamatemi". <br> '''Alexander Knox''': Domanda: Come lo chiamiamo? <br> '''Commissario Gordon''': Ci ha dato un segnale! {{NDR|il commissario Gordon accende il Bat-Segnale}}
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
'''Alfred''': Ho pensato che lo champagne fosse indicato, signora. <br> '''Vicki Vale''': Ciao Alfred. <br> '''Alfred''': Il signor Wayne mi ha detto di dirle che potrebbe tardare un po'. <br> '''Vicki Vale''' {{NDR|sorridendo}}: Non mi sorprende affatto.
==Citazioni su ''Batman''==
*''Batman'' non è che mi sia piaciuto molto. Quel tipo di film mi fa sempre l'impressione di essere rumore fine a se stesso, come il rock'n'roll. ([[Paul Morrissey]])
*Dopo gli incassi di ''[[Gremlins]]'' Warner Bros. ha deciso che il mio film successivo sarebbe stato ''Batman''. Avevano una sceneggiatura molto diversa da quella poi realizzata, scritta da uno degli autori di James Bond. Era buona, ma a me in realtà interessava il punto di vista del Joker. Mi sono svegliato una notte pensando "Non posso fare questo film perché non credo in Batman e nella sua idea di giustizia, a me importa solo del joker, non sono la persona giusta". Quando ho rifiutato pensavano che fossi pazzo, ma con il tempo ho capito che era la cosa giusta da fare. ([[Joe Dante]])
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{Batman}}
[[Categoria:Film di Batman]]
[[Categoria:Film d'azione]]
[[Categoria:Film premi Oscar]]
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Franklin Delano Roosevelt
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[[Immagine:FDR in 1933.jpg|thumb|right|Franklin Delano Roosevelt nel 1933]]
'''Franklin Delano Roosevelt''' (1882 – 1945), 32° presidente degli Stati Uniti.
==Citazioni di Franklin Delano Roosevelt==
*Abbiamo sempre saputo che l'incurante tornaconto personale non è etico; ora sappiamo che nuoce all'economia.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro del business'', traduzione di Martina Dominici e Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 223. ISBN 9788858016589</ref>
*Avevano cominciato a considerare il governo degli Usa come una mera appendice dei loro affari. Ora sappiamo che il governo esercitato dalla finanza organizzata è altrettanto pericoloso del governo della malavita organizzata.<ref>Al Madison Square Garden, 1936; citato in Marcello De Cecco, Roberta Carlini, ''Alla radice della crisi'', ''il manifesto'', 5 dicembre 2008.</ref>
*{{NDR|[[Ultime parole famose]]}} È altamente improbabile che un [[aeroplano]], o una flotta di essi, possa mai affondare una flotta della Marina [Militare] in assetto da battaglia.
:''It is highly unlikely that an airplane, or a fleet of them, could ever sink a fleet of Navy vessels under battle conditions.''<ref>New York, 1922;{{en}} Citato in Christopher Cerf e Victor Navasky, ''The Experts Speak'', New York, Villard, 1998, p. 267. ISBN 0-679-77806-3</ref>
*Fai quello che puoi con quello che hai nel posto in cui sei.<ref>Citato nel programma televisivo ''Che tempo che fa'', RaiTre, 8 gennaio 2011 e in Luciana Littizzetto, ''I dolori del giovane Walter'', Mondadori, 2010.</ref>
*[...] guardiamo a un mondo fondato sulle quattro libertà essenziali.<ref>Dal ''Discorso sullo stato dell'Unione'', 1941. Citato in ''Come funziona la filosofia'', a cura di Marcus Weeks, traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2020, p. 16. ISBN 9788858025598</ref>
*In questo 10 giugno, la mano che teneva il pugnale l'ha affondato nella schiena del suo vicino.<ref>Commentando la dichiarazione di guerra dell'Italia contro Gran Bretagna e Francia, Washington 10 giugno 1940; citato in [http://www.storiaxxisecolo.it/secondaguerra/sgmcampagnafrancia.htm storiaxxisecolo.it]</ref>
*L'aspirazione democratica non è una mera fase recente della storia umana. È scritta nella Magna Carta.<ref>Dal terzo discorso inaugurale (20 gennaio 1941). Citato in AA.VV., <i>Il libro della legge</i>, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2021, p. 71. ISBN 9788858029596</ref>
*La Conferenza di Crimea è stata un momento di svolta nella nostra storia e perciò nella storia del mondo. Presto al Senato degli Stati Uniti e al popolo americano sarà presentata una grande decisione che determinerà il destino degli Stati Uniti, e del mondo, per generazioni a venire [...]. Venticinque anni fa i combattenti americani attesero che gli statisti del mondo completassero il lavoro per quella pace per cui essi avevano combattuto sofferto. Fallirono, mancammo entrambi gli obiettivi. Non possiamo sbagliare ancora e sperare che il mondo possa ancora sopravvivere. La Conferenza di Crimea [...] dovrebbe segnare la fine del sistema delle iniziative unilaterali, delle alleanze esclusive, delle sfere di influenza, della ''balance of power'', e di tutti gli altri espedienti che per secoli sono stati provati e sempre hanno fatto fallimento. A tutti questi sistemi ci proponiamo di sostituire un'organizzazione universale alla quale possono aderire tutte le nazioni amanti della pace nel mondo.<ref>Citato in Ennio Di Nolfo, ''Storia delle relazioni internazionali. {{small|Dal 1918 ai giorni nostri}}'', Editori Laterza, Roma, 2008, pag. 545. ISBN 978-88-420-8734-2</ref>
*La prova del nostro progresso non è quella di accrescere la ricchezza di chi ha tanto, ma di dare abbastanza a chi ha troppo poco.
:''The test of our progress is not whether we add more to the abundance of those who have much; it is whether we provide enough for those who have too little.''<ref>{{en}} Dal discorso inaugurale del proprio secondo mandato, 20 gennaio 1937; riportato in ''[http://www.presidency.ucsb.edu/ws/index.php?pid=15349 Presidency.ucsb.edu]''.</ref>
*La sconfitta della [[Germania]] significa la sconfitta del [[Giappone]], probabilmente senza sparare un colpo o perdere una vita.
:''Defeat of Germany means defeat of Japan, probably without firing a shot or losing a life.''<ref>{{en}} Citato in [[Winston Churchill]], ''The Hinge of Fate'', New York, Bantam Books, 1962, p. 386</ref>
*La [[verità]] si scopre quando gli uomini sono liberi di cercarla.<ref>1936; citato in Guerrino Oliva, ''Saggezza antica e moderna'', Ponte nuovo, Bologna, 1983, p. 68.</ref>
*Nessuna impresa che dipenda, per il suo successo, dal pagare i suoi lavoratori meno di quanto serva loro per vivere ha diritto di sopravvivere in questo Paese.
:''No business which depends for existence on paying less than living wages to its workers has any right to continue in this country''.<ref>Dal discorso sul National Industrial Recovery Act, 16 giugno 1933; citato in ''[http://web.archive.org/web/20030628074512/http://www.fdrlibrary.marist.edu/odnirast.html FdrLibrary.edu]''.</ref>
*Non esiste uomo indispensabile.<ref>Da un discorso, 3 novembre 1992; citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref>
*Più che una fine della [[guerra]], vogliamo una fine dei principi di tutte le guerre.<ref>Messaggio radiofonico alla nazione per il Jefferson Day, 13 aprile 1945.</ref>
*Posso dire di essermi inteso bene col maresciallo [[Stalin]]. È un uomo che unisce una determinazione impressionante e senza deviazioni a un gagliardo buon umore. Credo sia l'autentico rappresentante del cuore e dell'anima russa e che potremo andare molto d'accordo sia con lui sia con il popolo russo.<ref>Citato in [[Henry Kissinger]], ''L'arte della diplomazia'', Sperling & Kupfer, 2012, [https://books.google.it/books?id=K-_61Z0DNPQC&pg=PA316&lpg=PA316&dq=Posso+dire+di+essermi+inteso+bene+con+il+maresciallo+Stalin&source=bl&ots=fumCBM7kpQ&sig=ACfU3U0hywQWN15Gv6fERee2LTtpO1BEVQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjOn8qrjujpAhUIHHcKHS1_BbMQ6AEwAHoECAsQAQ#v=onepage&q=Posso%20dire%20di%20essermi%20inteso%20bene%20con%20il%20maresciallo%20Stalin&f=false p. 316]. ISBN 8873395309</ref>
*Quindi, prima di tutto, lasciatemi esprimere la mia ferma convinzione che l'unica cosa di cui dobbiamo avere [[paura]] è la paura stessa.
:''So, first of all, let me assert my firm belief that the only thing we have to fear is fear itself''.<ref>Dal ''[http://historymatters.gmu.edu/d/5057/ First Inaugural Address]'' per il ''New Deal''<!--discorso inaugurale del proprio mandato-->, 4 marzo 1933.</ref>
*Quanti sono gli esperti, tante sono le opinioni.<ref>Citato in Mario Grasso, ''Punti di vista'', FrancoAngeli, Milano, 2001, p. 20. ISBN 88-464-3200-2</ref>
*Se [[Joseph P. Kennedy|Joe Kennedy]] fosse al potere, ci darebbe una forma di governo [[fascismo|fascista]]. Organizzerebbe un piccolo ma potente comitato presieduto da sé stesso con cui guidare il paese senza far troppo caso al Congresso.<ref>Citato in Edward Klein, ''La maledizione dei Kennedy'', Milano, Mondadori, 2007, p. 132. ISBN 978-88-04-53311-5</ref>
*{{NDR|A un giornalista che gli chiedeva quale fosse la sua filosofia politica}} Sono un cristiano e un democratico – ecco tutto.<ref>Citato in Frances Perkins, ''The Roosevelt I Knew'', Harper Colophon Books.</ref>
*Un radicale è un uomo con i piedi fermamente piantati in aria.<ref>Dal discorso radiofonico del 26 ottobre 1939.</ref><ref name=e>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013. ISBN 9788858654644</ref>
*Vedo un terzo della nostra nazione male alloggiato, mal vestito e mal nutrito.<ref>Dal Secondo Indirizzo inaugurale, 20 gennaio 1937.</ref><ref name=e />
==Citazioni su Franklin Delano Roosevelt==
*A mio parere, nessuno, dal tempo di Franklin ha mai avuto lo stesso genere di rapporto simbiotico con le folle. Franklin talvolta incominciava una campagna elettorale stanco e apatico. Ma nel corso della campagna traeva forza e vitalità dall'uditorio e finiva meglio di quanto non avesse incominciato. Penso che per il senatore [[John F. Kennedy|Kennedy]] sia lo stesso: la sua intelligenza e il suo coraggio suscitano nelle folle sentimenti che a loro volta lo sostengono e lo rendono più forte. ([[Eleanor Roosevelt]])
*In qualsiasi momento quest'uomo ci avesse lasciato, avremmo provato un senso di perdita irreparabile [...]. Possa egli avere un'influenza duratura sul cuore e sulla mente degli uomini! ([[Albert Einstein]])
*Nella storia non si è mai visto un popolo retto da un paralitico. Si sono avuti Re calvi, Re grossi, Re belli e magari stupidi, ma mai Re che per andare al gabinetto, al bagno o a tavola avessero bisogno d'essere retti da altri uomini. ([[Benito Mussolini]])
*Possedeva il carattere, l'energia e l'abilità dei dittatori, ma era dalla nostra parte. ([[Isaiah Berlin]])
*Quella sinistra figura. ([[Benito Mussolini]])
*Roosevelt {{NDR|Franklin Delano}} dimostrò che la Presidenza {{NDR|degli Stati Uniti d'America}} può essere un mestiere da esercitarsi vita natural durante. [[Harry Truman|Truman]] ha dimostrato che chiunque può fare il Presidente. [[Dwight D. Eisenhower|Eisenhower]], che non v'è in realtà bisogno di un Presidente. [[John Fitzgerald Kennedy|Kennedy]], che può essere pericoloso avere un Presidente...<ref>Dall'apologo dei magnati americani dell'acciaio durante la controversia con il Presidente John Fitzgerald Kennedy; citato in [[Piero Buscaroli]], ''Una nazione in coma'', Argelato (BO), Minerva Edizioni, 2013, p. 162. ISBN 978-88-7381-494-8</ref>
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Eleanor Roosevelt]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{PresidentiUSA}}
{{DEFAULTSORT:Roosevelt, Franklin Delano}}
[[Categoria:Personalità della seconda guerra mondiale]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
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Citazioni sullo '''sport''' e sugli '''sportivi'''.
==Citazioni==
*Al lavoro si contrappone un altro tipo di sforzo che non nasce da un'imposizione, ma da un impulso veramente libero e generoso della potenza vitale: lo sport [...] Si tratta di uno sforzo lussuoso, che si dà a mani piene senza speranza di ricompensa, come il traboccare di un'intima energia. Perciò la qualità dello sforzo sportivo è sempre egregia, squisita. ([[José Ortega y Gasset]])
*C'è un circolo virtuoso nello sport: più ti diverti più ti alleni; più ti alleni più migliori; più migliori più ti diverti. ([[Pancho Gonzales]])
*Ci sono sempre aspetti che si possono migliorare: questa è la vera bellezza dello sport per me. ([[Sami Khedira]])
*Ciò che disgusta nella moderna attività sportiva è l'eccessiva importanza che si dà alle esteriorità e alle tensioni della pura emulazione fisica, assolutamente sproporzionata agli scopi di questa emulazione: non ci si vergogna di dedicare a cose spesso del tutto insulse, la stessa grande serietà che in altri tempi si rivolgeva soltanto a scopi veramente eroici. ([[Friedrich Wilhelm Foerster]])
*Come il potere deve essere delle masse, anche lo sport deve essere delle masse. Come la ricchezza deve essere di tutte le masse e le armi del popolo, anche lo sport, per la sua qualità di attività sociale, deve essere delle masse. ([[Mu'ammar Gheddafi]])
*Con lo sport non puoi sognare come puoi fare se scrivi, se reciti, se dipingi o se fai carriera come dirigente: l'ho capito a undici anni che non avrei mai giocato per l'[[Arsenal Football Club|Arsenal]]. Undici anni sono davvero pochi per scoprire una così amara verità. ([[Nick Hornby]])
*Credo che ad avermi fregato sia stato [[Muhammad Ali]]. L'idea che, oltre al grande sportivo, potesse esistere al contempo un grande uomo. Non sempre condivisibile, ma coraggioso e pienamente inserito nel suo presente. Purtroppo lo sport non è più quello degli Ali e dei Gigi Meroni. Lo dimostra la letteratura sportiva: un libro su [[Gilles Villeneuve]] o [[Ayrton Senna]] puoi scriverlo, uno su [[Michael Schumacher]] o [[Roger Federer]] (sinonimi) no. Perché, a parte i numeri, aridi numeri, non c'è nulla. ([[Andrea Scanzi]])
*Credo che lo sport dia lezioni di vita a qualunque livello lo si pratichi. Ti insegna a non rinunciare, a dare il massimo, a mantenere gli impegni presi, a raggiungere degli obiettivi. ([[Valentina Greggio]])
*Di solito riesco a convincermi che lo sport in televisione possa offrire tutto ciò che offre la letteratura e anche di più, ma, dopo l'esperimento di verifica, la mia fede in questa tesi ha cominciato a vacillare. ([[Nick Hornby]])
*Dico sempre che lo sport è uno straordinario simulatore di lusso della vita, perché ti dà la fortuna di vivere un'esperienza che in un certo senso è anche fuori dalla realtà, in un ambito che spesso è considerato lontano dalla quotidianità. In un certo senso io e le mie compagne di squadra siamo state privilegiate, abbiamo vissuto esperienze non nella norma, viaggiato tanto, conosciuto tante persone. ([[Maurizia Cacciatori]])
*Dunque, gli appassionati di uno sport sostengono che quello sport è intrinsecamente migliore di un altro. Per me, tutti gli sport sono occasioni in cui altri esseri umani ci spingono ad eccellere. (''[[L'attimo fuggente]]'')
*È a questo che serve lo sport: a farti arrabbiare nel posto giusto, a prenderti rivincite, a capovolgere quel misto di sentimenti neri che hai dentro quando sei adolescente e non hai ancora mezzi per farti valere. Orgoglio e ribellione. ([[Nadia Comăneci]])
*È uno specchio formidabile. Ma solo se non ti travesti. E mostri la tua vulnerabilità. ([[Andre Agassi]])
*Fare sport ad alto livello è gratificante, ma per l'atleta è anche complicato: negli anni della gioventù la cosa più importante sono gli allenamenti e le gare. È molto difficile conseguire un titolo di studio o coltivare degli interessi; per me era faticosissimo anche mantenere i rapporti con le persone, dato che avevamo la giornata tutta programmata. Si vive fuori dal mondo per molto tempo, in un ambiente bellissimo che ti fa continuare a giocare anche da adulti, ma che è lontano dalla realtà. ([[Annamaria Marasi]])
*Gli sport sono un'estesa conversazione, un monologo del corpo sociale con se stesso; non un'immagine o un semplice riflesso, ma un discorso autoreferenziale. ([[André Scala]])
*Ho una gran voglia di dirle che lo sport è dannoso. L'ho affermato molte volte parlando a gente che era venuta alle mie conferenze per sentir dire il contrario. L'esempio infinitamente più agevole mi veniva offerto delle ore di ginnastica godute o sofferte alla scuola media. ([[Gianni Brera]])
*I campioni sono quelli che vogliono lasciare il loro sport in condizioni migliori rispetto a quando hanno iniziato a praticarlo. ([[Arthur Ashe]])
*I valori dello sport – di quello [[sport paralimpici|paralimpico]], particolarmente – sono valori universali, che riguardano tutti: il coraggio, la determinazione, l'ispirazione. Sono valori che riguardano ogni persona umana. ([[Sergio Mattarella]])
*Il problema dello sport è che nessuno ti prepara al dopo. Non sai che è tutto molto breve, non sai che non ne avrai tante di giornate più belle della tua vita da goderti. ([[Domenico Fioravanti]])
*In situazioni difficili o di emergenza uno sportivo reagisce in modo diverso, certamente migliore. È tre passi avanti! ([[Beatrice Vio]])
*Io penso che lo sport sia una possibilità, un'esperienza importante per la crescita personale, per lo sviluppo sociale, i benefici che apporta nel suo complesso (dall’educazione motoria, all'avviamento allo sport, allo stile di vita) sono tali per cui andrebbe considerato come un diritto costituzionale. ([[Antonella Bellutti]])
*La continuazione di quel realismo di guerra che eternamente reca l'impronta di Roma. ([[Henry de Montherlant]])
*La cultura non è figlia del lavoro ma dello sport. Si sa bene che attualmente mi trovo solo tra i miei contemporanei nell'affermare che la forma superiore dell'esistenza umana è proprio lo sport. ([[José Ortega y Gasset]])
*Lo spettacolo sportivo si dimostra ancora una sede particolarmente adatta per inscenare i drammi formali che assillano i sogni di una comunità, perché ogni singola gara rappresenta un paradigma, più o meno riuscito, che serve a regolare e conciliare le molte contraddizioni che attraversano la società in cui viviamo. Succede però che ora, specie con la Tv, lo sport rimanga sovente vittima della sua stessa messa in scena, del suo simulacro. ([[Aldo Grasso]])
*Lo sport ai suoi grandi livelli è labilità, ma senza apostrofo. Immaterialità! Eccedenza pura! ([[Carmelo Bene]])
*Lo sport coincide coi costumi. ([[Henry de Montherlant]])
*Lo sport crea un corpo sano in una mente sana. Naturalmente, le persone dotate di corpi e menti sani sono certi di diventare buoni cittadini. Un buon spirito sportivo crea un cameratismo che, a suo turno, crea un'atmosfera in cui i mali sociali come il tribalismo e il regionalismo non possono fiorire. ([[Mohammed Siad Barre]])
*Lo sport è come il pregare, il mangiare, il riscaldare ed il ventilare. Sarebbe sciocco che le masse entrassero in un ristorante per stare a guardare una persona o un gruppo che mangia! Oppure che la gente lasciasse che una persona o un gruppo godessero fisicamente del riscaldamento e dell'aria in sua vece! Allo stesso modo è irrazionale che si permetta ad un individuo o ad una squadra di monopolizzare lo sport escludendo la società, mentre essa sopporta gli oneri di tale monopolizzazione a vantaggio di detto individuo o detta squadra. ([[Mu'ammar Gheddafi]])
*Lo sport è onesto: vinci o perdi, senza compromessi. E io ho sempre avuto problemi ad accettare i compromessi. ([[Boris Becker]])
*Lo sport è un ambiente in cui tutto è più facile, sia per le donne che per la gente di colore. Nella vita normale è piuttosto difficile. ([[Fiona May]])
*Lo sport è una delle cose che mi fa piangere, mi fa gioire. Cioè, io quando guardo le [[Olimpiadi]] e riprendono la medaglia con gli atleti sul podio... Io piango. Perché penso alla vita che fanno, una vita dedicata completamente a questo. Gli sta passando davanti tutto il film. Non c'è cosa più epica di una medaglia o di una coppa. ([[Francesco Mandelli]])
*Lo sport è una delle poche cose che azzera le differenze sociali. ([[Alessandra De Stefano]])
*Lo sport è vita, ma è ancor più appagante se fatto lealmente, senza scorciatoie, senza inganni. Che senso ha vincere sapendo che hai barato? ([[Ivan Basso]])
*Lo sport fa bene alla salute ma a livello agonistico ti logora, ti consuma. Gli atleti hanno tante rughe [...]. Quando mi alleno ho una faccia contratta e contrita in un'espressione di [[fatica]]. Che, però, porto con molta gioia. [...] [[Platone]] diceva: "Per le cose belle bisogna soffrire". ([[Sofia Goggia]])
*Lo sport ha occupato sempre un posto importante nella mia vita. Tiene unite le persone e così diventa anche più facile parlare di argomenti come l'HIV. Lo sport infatti ti spinge ad andare avanti nella vita ed è importante parlare insieme se si sta giocando uno sport di squadra. ([[Roger Federer]])
*Lo sport impartisce delle lezioni. Lo spettacolo sportivo è educativo, diverte a mala pena, non è fatto per cambiare le nostre idee ma per appagarci di quelle che offre. ([[André Scala]])
*Lo sport non ammette scorciatoie. Più tempo dedichi a quello che fai, più riuscirai a migliorarti. ([[Attilio Caja]])
*Lo sport non dovrebbe essere considerato una battaglia fra due forze ostili, ma come un gioco che mette alla prova la resistenza della squadra senza rancore. ([[Mohammed Siad Barre]])
*Lo sport non è nuovo al popolo [[Etiopia|etiope]]; corse di cavalli, nuoto, "gougs", lancio del giavellotto, "gittee", "meket", "genna", corse, salto in alto e in lungo, caccia, sono sempre stati considerati contributi allo sviluppo fisico e morale della Nostra gente. "Senterej", "gebetta" e "akandoura", sono alcuni tra i giochi etiopici che hanno attirato l'interesse degli Etiopi. ([[Haile Selassie]])
*Lo sport [...] si potrebbe definire il sedimento di un odio universale finissimamente diffuso, che precipita nelle competizioni sportive. ([[Robert Musil]])
*Ma che lo sport agonistico sia pericoloso e quindi portatore di possibili danni è innegabile. Quando sento qualche attempato ex vantarsi pubblicamente della propria vigoria, dovuta secondo lui all'esercizio sportivo, io quasi sempre avrei voglia di dimostrargli giusto il contrario: che lui non è vigoroso agile e aitante perché fa sport, bensì fa sport in quanto è vigoroso agile e aitante. Quando è morto d'infarto sul suo pretenzioso lavoro l'inventore del Jogging, io non ho riso da jena perché non appartengo a quella specie animale, però mi sono affrettato a ritagliare la notizia ripromettendomi di sottoporla al mio amico [[Ottavio Missoni]]: che imparasse a fare il bullo come so che gli piaceva e gli piace. ([[Gianni Brera]])
*Mi piace lo sport come gioco. I bambini che fanno agonismo mi mettono tristezza. ([[Massimiliano Alajmo]])
*Nello sport il gioco deve essere una costante. Quando questa componente viene a mancare è ora di smettere. ([[Josefa Idem]])
*Nello sport puoi scegliere tra il piacere della vittoria e il piacere della sconfitta. ([[George Gordon Byron]])
*Nello sport chiunque punta a vincere. (''[[Death Note]]'')
*Niente come lo sport sa dare gioie pazzesche che durano un attimo, e bisogna farlo durare nel cuore. ([[Dino Zoff]])
*Partecipare a uno sport nel suo significato più autentico richiede la volontaria partecipazione da parte di tutti i concorrenti. Ecco perché il baseball, il calcio e il golf sono sport, mentre non lo era il massacro dei cristiani nel Colosseo. ([[Tom Regan]])
*Per anni ho sottovalutato il potenziale culturale dello sport. Sperando di comprenderlo meglio oggi, credo che vada prima fissato nei suoi princípi costitutivi e poi declinato nella società. Lo sport oggi è intrattenimento, coinvolgimento emotivo e fitness, tutti ottimi concetti. Manca però paurosamente la parte relativa al suo immenso potenziale valoriale, quella che farebbe di questa attività il miglior veicolo di educazione alla legalità, crescita della personalità, accettazione consapevole dell'altro e molto di più. Di questi valori, nella fase educativo-formativa, non può che farsi garante lo Stato (cioè noi in una dimensione di comunità), in analogia con quello che avviene per la Scuola, che è peraltro il luogo in cui fisicamente dovrebbe dispiegarsi questa modalità di Sport-Cultura. ([[Flavio Tranquillo]])
*Per sfondare nel mondo professionistico devi dimostrare di poterlo fare. Lo sport è una prova continua, fino a quando smetti sei sotto esame, sempre valutato. ([[Paolo Rossi (calciatore)|Paolo Rossi]])
*Sapete perché la gente ama lo sport? Perché nello sport c'è giustizia. Perché nello sport, prima o poi, trionfa la giustizia. Perché nello sport, prima o poi, i conti tornano, arrivano i nostri, vincono i buoni. ([[Marco Pastonesi]])
*Scopo degli sport agonistici non è la [[bellezza]], anche se gli sport ad alto livello sono luogo deputato per l'espressione della bellezza umana. Il rapporto è pressappoco quello che intercorre fra il [[coraggio]] e la [[guerra]]. La bellezza umana in questione è una bellezza di tipo particolare; si potrebbe definire bellezza cinetica. La sua forza e la sua attrattiva sono universali. Sesso o modelli culturali non c'entrano. C'entra, piuttosto, la riconciliazione degli [[Uomo|esseri umani]] e il fatto di avere un [[corpo]]. Negli sport maschili non si parla mai di bellezza, di [[grazia]] o del corpo. I maschi possono professare il loro «amore» per gli sport ma è un amore che deve sempre improntato e applicato alla simbologia della guerra: eliminazione contro promozione, gerarchia di rango e livello, statistiche ossessive, analisi tecniche, fervore tribale e/o nazionalista, uniformi, rumore di massa, striscioni, pugni battuti sul petto, facce dipinte, eccetera. Per motivi non del tutto chiari, molti di noi trovano i codici della guerra più sicuri di quelli dell'amore. ([[David Foster Wallace]])
*Se frequenti da vicino alcuni sport minori vedi ancora l'abnegazione, il sacrificio, la voglia di mettercela tutta... per esempio l'atletica, la [[ginnastica]], la [[scherma]]. Ai grandi livelli tutto diventa show e business, mentre solo nello sport di base ci sono ancora valori di riferimento. Lì il premio è semplicemente divertirsi, mettersi in gioco con passione in una competizione leale. Il senso vero dello sport sta nel piacere di poterlo fare, una cosa bellissima che mi emoziona ancora. ([[Massimo De Luca]])
*Se lo sport, sotto forma delle discipline collettive e soprattutto del [[Calcio (sport)|calcio]], ha potuto assurgere al primo posto, non è tanto, senza dubbio, per il suo valore atletico, quanto perché si è rifatto carico, anche se in modo impoverito, della funzione che Aristotele attribuiva alla tragedia greca: la [[Catarsi|purificazione]] delle passioni, che negli spettatori, durante la rappresentazione, erano portate al parossismo. Da ciò deriva lo scatenarsi delle violenze partigiane che riproducono quelle delle lotte tra fazioni nella vita pubblica: è impossibile assistere a un incontro per la pura bellezza del fatto sportivo, da spettatori neutrali. Da ciò deriva anche la celebrazione della vittoria, ricalcata sul modello del trionfo: tutta la città si identifica allora, del resto per un tempo molto breve, con la sua squadra. ([[Maurice Aymard]])
*Si dice che la [[poesia]] sia cominciata con lo sport. ([[André Scala]])
*Si vede che lo sport rende gli uomini cattivi, facendoli parteggiare per il più forte e odiare il più debole. ([[Alberto Moravia]])
*So che rimpiangerò lo sport, ma sono a pezzi. Stanca di soffrire. Smetto per questo, perché è un fuoco che riscalda, ma che consuma anche. Non solo te, ma anche quelli che ti stanno attorno. ([[Tania Cagnotto]])
*Tutti vanno al limite in qualsiasi sport quando si lotta per la vittoria, altrimenti non si riuscirà mai a ottenere il successo. ([[Giacomo Agostini]])
*Una componente importante dello sport è lo spirito di emulazione. ([[Sandro Ciotti]])
===[[C. S. Lewis]]===
*E ricordate che [...] una giornata di scuola non lascia quasi tempo libero a un ragazzo che non ama gli sport. Per lui, passare dalla classe al campo di gioco significa semplicemente passare da un lavoro di un certo interesse ad un altro di nessun interesse, in cui se si fallisce si viene puniti più severamente, e (ciò che è peggio) per il quale si deve fingere interesse.
*La mia innata goffaggine, aggiunta alla mancanza di allenamento di cui {{NDR|la scuola di}} Belsen era responsabile, mi aveva tolto per sempre ogni possibilità di giocare abbastanza bene da divertire me stesso, per non parlare degli altri giocatori. Accettavo gli sport (come molti ragazzi) come uno dei mali inevitabili della vita, paragonabile alla tassa sul reddito e al dentista.
*La verità è che, ai miei tempi {{NDR|nell'Inghilterra del primo Novecento}}, gli sport organizzati e obbligatori avevano quasi completamente bandito dalla vita scolastica l'elemento giocoso. Non c'era tempo per giocare (nel senso vero e proprio della parola). La rivalità era troppo accesa, il premio troppo allettante, l'«inferno dell'insuccesso» troppo duro.
*Non vorrei mi si accusasse di credere (o incoraggiare il lettore a credere) che questa invincibile ripugnanza a toccare una mazza o una palla non fosse una sfortuna. Non che, in realtà, io attribuissi agli sport quelle virtù morali e quasi mistiche che gli insegnanti rivendicano loro; ho l'impressione che spingano tra l'altro all'ambizione, all'invidia, e ad amare i sentimenti di parte. Eppure non amarli è una sfortuna, perché vi escludono dalla compagnia di molte persone eccellenti che non è possibile avvicinare in altro modo. Una sfortuna, non un vizio; perché non dipende dalla nostra volontà. Avevo cercato di amare gli sport senza riuscirci. Quell'istinto non faceva parte della mia natura; tra me e gli sport correva, come dice il proverbio, la stessa inimicizia che tra cani e gatti.
===[[Pietro Mennea]]===
*Lo sport è bello perché non è sufficiente l'abito. Chiunque può provarci.
*Lo sport insegna che per la vittoria non basta il talento, ci vuole il lavoro e il sacrificio quotidiano. Nello sport come nella vita.
*Nello sport gli obiettivi importanti non possono essere tanti e in fila l'uno con l'altro. Bisogna scegliere e io avevo scelto il Messico.
===[[Alessandro Zanardi]]===
*Ci si può drogare di cose buone... E una di queste è certamente lo sport.
*Questa è la chiave. Lo dico ai giovani che vogliono avventurarsi nello sport: se vuoi diventare numero uno per i soldi o le veline non ce la farai mai, forse ce la farai se lo fai per divertirti.
*Spero che questi successi convincano qualche ragazzo disabile ad uscire di casa a riprendere a vivere con lo sport. La [[vita]] è sempre degna di essere vissuta e lo sport dà possibilità incredibili per migliorare il proprio quotidiano e ritrovare motivazioni.
==Voci correlate==
*[[Atleta]]
*[[Campione]]
*[[Sport in Italia]]
*[[Squadra (sport)|Squadra]]
*[[Vittoria e sconfitta]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Hobby]]
[[Categoria:Sport| ]]
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Televisione
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Danyele
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[[File:FamilyWatchingTV1958crop.jpg|thumb|Una famiglia guarda la televisione, 1958]]
Citazioni sulla '''televisione'''.
==Citazioni==
*A che ti serve leggere quando c'è la televisione piazzata lì davanti a te? Quello che può insegnarti un libro puoi impararlo meglio e più in fretta dalla televisione. (''[[Matilda 6 mitica]]'')
*Avevamo una vita prima di avere un televisore! ([[Kirby (anime)|''Kirby'']])
*''Butta via la tua televisione | è tempo di prendere questa sana decisione.'' ([[Red Hot Chili Peppers]])
*Con ''"Ballarò"'' ho imparato che ci sarà sempre una voce che descrive quello che fai in modo cattivo. Si dice che il video monta la testa. Per me è stato un bagno di umiltà. ([[Giovanni Floris]])
*Con la tv lo spettatore è lo schermo. Esso viene bombardato da impulsi leggeri che [[James Joyce]] definiva la «Carica della brigata leggera» e che imbevono la «pelle della sua anima di sospetti ''sobconscious''» [gioco di parole tra ''subconscious'', «subconscio» e ''sob'', «singhiozzo»]. ([[Marshall McLuhan]])
*Cristo, sto veramente là dentro? Mi sembravo così familiare. ([[Kurt Cobain]])
*E poi si vede che sei televisiva: in televisione si contano le battute, Arianna. Nel cinema conta altro: gli sguardi, i miei primi piani... ([[Stanis La Rochelle]], ''[[Boris - Il film]]'')
*Era evidente che i nuovi schermi dal «colore sempre vivo», combinati ai nuovi standard audio, rapivano i sensi delle persone in maniera ben diversa rispetto ai televisori degli anni Settanta: vista e udito dello spettatore erano saturati, il tatto inibito dalla posizione immobile. Dei cinque sensi restavano liberi solo l'olfatto e il gusto, problema tecnico al quale si ovviava mangiando davanti allo schermo acceso: così l'idea di casa e protezione divennero un tutt'uno con la tivù e i suoi programmi, versione fredda e moderna del focolare domestico. ([[Enrico Brizzi]])
*– Fry, questa non è la televisione, è la vita vera. La capisci la differenza?<br />– Sì, la TV è più divertente. (''[[Futurama (prima stagione)|Futurama]]'')
*Guardo molto la televisione e credo purtroppo che sia cambiata in peggio. Non voglio giudicare e criticare però sono una nostalgica dei varietà, quelli grandi con tanto di orchestra e corpo di ballo. (Moira Orfei)
*Hai mai notato che la razza umana è divisa in due gruppi distinti e inconciliabili? Quelli che entrano in una stanza e automaticamente accendono la televisione e quelli che entrano in una stanza e automaticamente la spengono. Sai, il problema è che in genere si sposano tra loro. (''[[Va' e uccidi]]'')
*I genitori che si servono abitualmente ed a lungo della televisione come una specie di bambinaia elettronica, abdicano al ruolo di primari educatori dei propri figli. ([[Papa Giovanni Paolo II]])
*Il contenuto di programmi e di pubblicità della televisione influenza profondamente atteggiamenti, credenze e azioni dei bambini. ([[John Condry]])
*Il fatto è che la vita di una persona è come uno show televisivo. Io ero la stella del ''Will Show'' e il ''Will Show'' non era un dramma di gruppo. C'erano degli ospiti che andavano e venivano, ma ero io il protagonista, tutto si riduceva a me, a me soltanto. Se la madre di Marcus non riusciva a mandare avanti il suo show, se i suoi indici d'ascolto crollavano, era una cosa triste, ma era un problema suo. (''[[About a Boy - Un ragazzo]]'')
*Il funerale di Kennedy rivelò il potere della tv di coinvolgere un'intera popolazione in un processo rituale. In confronto i giornali, i cinema e persino la radio sono soltanto congegni per produrre beni di consumo. ([[Marshall McLuhan]])
*Il maggiore pericolo della TV non sta tanto in ciò che induce a fare, ma in ciò che impedisce di fare: la conversazione, i giochi e le discussioni, tutte cose che contribuiscono moltissimo all'educazione del bambino e alla formazione del suo carattere. ([[Urie Bronfenbrenner]])
*Il modello della televisione centralizzata, con una grande antenna che trasmette a milioni di spettatori, si è polverizzato col passare del [[tempo]]. Ormai la tv ha più di mezzo secolo. Sono arrivate le parabole e e la tv via cavo. Poi i vhs e i dvd, sempre più economici: la gente compra i video e se li guarda quando vuole. Certo ci sono ancora tante persone che seguono la tv, ma sono sempre di meno, e più distribuite tra i tanti canali. ([[Bruce Sterling]])
*Il [[potere]], oggi, è di chi controlla la televisione: che crea le mitologie del momento, fortunatamente solo istantanee, non perenni. Le immagini trasmesse sono selezioni preventive, regie a effetto speciale: "realtà" che fanno dell'inganno il loro linguaggio. Come avverte [[George Orwell|Orwell]], il [[linguaggio]] politico è un artificio per far sembrare vere le menzogne. È l'idea che affiora nei miei film, fin da ''Papà è in viaggio d'affari''. ([[Emir Kusturica]])
*Il televisore è "reale", è immediato, ha dimensioni. Vi dice lui quello che dovete pensare, e ve lo dice con voce di tuono. Deve avere ragione, vi dite: sembra talmente che l'abbia! ([[Ray Bradbury]])
*In televisione [...] tutto deve essere comprensibile e chiarissimo. Un ospite di un talk show deve sapere alla perfezione chi è, deve potersi riassumere in poche battute e risultare ''comprensibile'' al grande pubblico: io sono ''così'' e ''così'' e ''così''. E lo spettatore a casa pensa: "Ma certo". ([[Mattia Torre]])
*In tv ormai la lingua italiana è un optional, la sintassi un mistero oscuro. ([[Aldo Grasso]])
*In Tv si vede un altro sport, mica il [[Calcio (sport)|calcio]]. La Tv è un preservativo: annulla e mistifica. ([[Renzo Ulivieri]])
*Io odio guardarla, ma farla offre ottime opportunità. (''[[Che pasticcio, Bridget Jones!]]'')
*La censura in TV non esiste. Esiste bensì l'autocensura che ogni autore deve esercitare su se stesso nell'atto di stendere un testo per un così grande mezzo di diffusione. Se, per caso lo dimentica, il funzionario gentilmente si presta ad applicare lui questa autocensura ma sempre per conto dell'autore. ([[Marcello Marchesi]])
*La colpa massima della tv è di aver introdotto [[Palmiro Togliatti|Togliatti]] e le ballerine nel cuore delle famiglie italiane. ([[Guido Gonella]])
*La conquista del successo può costarti la vita: molti personaggi famosi, per «arrivare» hanno consumato tutte le energie vitali lungo il percorso, cosicché al traguardo giunge soltanto il loro cadavere. Questo spiega la presenza di mummie in TV. ([[Gianni Monduzzi]])
*La cosa terrificante della tv è che la guardi da solo. E più la guardi più la solitudine aumenta. E la solitudine è il grande problema della contemporaneità. ([[Sidney Lumet]])
*La dimensione fredda della tv è anche il viso freddo, senza espressione, dei teenager. ([[Marshall McLuhan]])
*''La gente accende la TV, sembra proprio una finestra, yeah.'' ([[St. Vincent (musicista)|St. Vincent]])
*La maggior parte degli adulti, per loro stessa ammissione, guarda la televisione «per divertimento». La maggior parte dei bambini, pur trovandola divertente, guarda la televisione perché cerca di capire il mondo. ([[John Condry]])
*La nostra casa è la televisione: è come la mafia, nun se ne esce se non da morti. ([[René Ferretti]], ''[[Boris - Il film]]'')
*La prima e più grande colpa o forma illusoria della televisione è che semplifica, diminuisce. Idee importanti e complesse, porzioni di tempo, intere carriere, vengono ridotte a un solo fotogramma. (''[[Frost/Nixon - Il duello]]'')
*La televisione cambia radicalmente l'ambiente e dall'ambiente così brutalmente modificato i bambini traggono i modelli da imitare. Risultato: stiamo facendo crescere tanti piccoli criminali. ([[Giancarlo Bosetti]])
*La televisione ci porta cose che inducono a pensare, ma non ci lascia il tempo per farlo. ([[Gilbert Cesbron]])
*– La televisione del vostro mondo-- è strana...<br>– Non la guardo troppo spesso, io. Quel che è peggio, è che mi sembra una scappatoia-- per gente che non vuole dare un significato alla propria vita. (''[[Wolverine]]'')
*La televisione distrae dalla massacrante necessità di fare progetti a partire dal nulla delle nostre frivole esistenze e, ingannando gli occhi, solleva la mente dalla grande opera del senso. ([[Muriel Barbery]])
*La televisione è brutta perché è brutta l'anima di chi la fa. ([[Tommaso Labranca]])
*La televisione è come l'Aids; se la conosci non ti uccide. ([[Antonio Ricci]])
*La televisione è come la storia: c'è chi la fa e chi la subisce. ([[Fabrizio De André]])
*La televisione è come una spugna: raccoglie tutto ciò che c'è sul pavimento e quando vai a spremerla esce fuori il succo della società. ([[Pippo Baudo]])
*La televisione è la più grande meraviglia della scienza al servizio dell'imbecillità umana. ([[Barão de Itararé]])
*La televisione è più interessante delle persone. Non fosse così, dovremmo avere persone agli angoli delle nostre stanze. ([[Alan Coren]])
*La televisione è un mezzo ben diverso dal [[teatro]]; assomiglia più al [[cinema]]. Ma l'ambiente è lo stesso, quelle di un gruppo di persone tese verso la stessa direzione; il successo di uno spettacolo. ([[Isa Barzizza]])
*La televisione è un mezzo veramente assurdo, capace di massacrare qualunque tipo di artista. ([[Mango (cantante)|Mango]])
*La televisione è un passatempo familiare. Qualcosa come i concerti della Scuola Domenicale, con regolari iniezioni di cultura. ([[Allan Prior]])
*La televisione è una ladra di tempo. Quando i bambini la guardano ininterrottamente per ore, non fanno molte cose che sul lungo periodo possono essere assai più importanti dal punto di vista del loro sviluppo. ([[John Condry]])
*La televisione ha chiarito che il mio prossimo non ha confini. Anche nel [[Vangelo]] il prossimo della parabola del Samaritano supera i confini, però la televisione ce l'ha reso presente... ([[Carlo Maria Martini]])
*La televisione ha fatto danni enormi, ha distrutto la sanità mentale di un popolo e la stessa società educante. I genitori sono tali per caso, tutto è regolato dalla provvisorietà e in questa organizzazione subentrano i media [...]. Penso all'infanzia, una volta tutelata e ora sottoposta non alla cultura del '900, ma ad una cultura primitiva, esposta di continuo alla violenza e alla stimolazione sessuale. ([[Susanna Tamaro]])
*La televisione ha una sua grammatica che è lungi dall'essere stata capita [...]. La televisione consente di guadagnare molto denaro. ([[Vittorio Sgarbi]])
*La televisione in sé è un elettrodomestico intrigante e tecnologicamente avanzato. Oggi, ha anche più programmi della lavatrice. ([[Alberto Patrucco]])
*La televisione non si sceglie, si subisce. Il cinema si sceglie, la radio si sceglie. La televisione è una grossa fatica. Io credo che la televisione vada guardata ma non accesa. ([[Alessandro Bergonzoni]])
*La televisione oltre che essere un grande momento di comunione familiare, è lo strumento grazie al quale la qualità della vita è andata via via migliorando: in qualunque parte d'Italia c'è un'offerta di spettacolo, di evasione che consente di passare le ore libere della giornata (e basti pensare alla gente sola in casa, a chi giace in un letto di ospedale) in maniera piacevole. ([[Silvio Berlusconi]])
*La televisione riempie molte solitudini. ([[Enzo Biagi]])
*La televisione segue i mutamenti del mondo e del paese, e soprattutto delle persone. Quindi cambia con i gusti, con gli interessi e con il senso dell'umorismo. È in continua evoluzione. Chi è bravo riesce ad adattarsi e ad ascoltare gli spettatori. Perché sono loro, alla fine, a decidere. Se fai un programma e va male, c'è un motivo. ([[Filippa Lagerbäck]])
*La tv, che invecchia veloce, è nei guai. Anche la parola stessa suona antica, la gente oggi parla sempre più spesso di video. Andate in [[internet|Rete]], su Google Video, YouTube, Revver, VideoSift. Guardate i videoblog amatoriali, o vlog: nessuno dice di avere un "blog televisivo". Tutti questi siti sono felici di distribuire clip e video, nessuno aspira a imitare la televisione, nessuno sogna di diventare un noioso, antico, canale tv. ([[Bruce Sterling]])
*La TV è la nuova cattedrale. Le nicchie da affrescare sono le serate tra uno spot e l’altro, in una società che non è più in mano alla Chiesa… Un prodotto che non fa ascolti è fatto male. Si può fare ascolto catturando viscere, stomaco, genitali. Ma anche chiedersi se la vita ha un senso tira. ([[Gianmario Pagano]])
*La tv è solo un mezzo. E c’è il rischio che crei false illusioni. ([[Massimiliano Alajmo]])
*La tv è un'arma a doppio taglio. Lo è perché ti può portare a grandi successi e ti può far conoscere alla gente, ma può condurti anche ad autodistruggerti come artista, a farti percepire come falso, ripetitivo, contraddittorio. Devi stare attento con la tv, non esagerare, muoverti con attenzione. Anche perché è rischioso vivere di sola tv pure a livello personale: diventa una routine, ti trasporta fuori dalla vita reale. Esci dallo studio, vai al bar, e chi incontri? Un divo della televisione. Finisci con l'esistere soltanto in funzione del piccolo schermo. ([[Giorgio Panariello]])
*La TV non è così innocua come sembra. Ci sono casi di soffocamento da sbadigli e di paralisi dei centri nervosi. Lussazioni del pollice per abuso del telecomando. Piaghe da decubito, per eccesso di parcheggio in poltrona. Perdita della vista e allucinazioni visive. Crepacuore da telenovela. Stupore catodico, paranoia e noia mortale. ([[Gianni Monduzzi]])
*La tv premia, indifferentemente, chi la venera come chi la irride. Basta saperla servire. ([[Aldo Grasso]])
*La Tv: qui la donna è considerata a tutti gli effetti un essere inferiore: viene delegata a incarichi d'importanza minima, come per esempio informare dei programmi della giornata; ed è costretta a farlo in un modo mostruoso, cioè con femminilità. Ne risulta una specie di puttana che lancia al pubblico sorrisi di imbarazzante complicità e fa laidi occhietti. Oppure viene adoperata ancillarmente come «valletta» (al «maschio» Mike Bongiorno e affini). ([[Pier Paolo Pasolini]])
*La tv tiene insieme più coppie disastrate dei figli o della Chiesa. ([[Charles Bukowski]])
*La tv vive di cinema, ma il cinema muore di tv. ([[Dino Risi]])
*Lo schermo televisivo, ormai, è il vero unico occhio dell'uomo. Ne consegue che lo schermo televisivo fa ormai parte della struttura fisica del cervello umano. Ne consegue che quello che appare sul nostro schermo televisivo emerge come una cruda esperienza per noi che guardiamo. Ne consegue che la televisione è la realtà e che la realtà è meno della televisione. (''[[Videodrome]]'')
*''Ma la televisione che ti culla dolcemente | presa a piccole dosi direi che è come un tranquillante | la si dovrebbe trattare in tutte le famiglie | con lo stesso rispetto che è giusto avere | per una lavastoviglie.'' ([[Giorgio Gaber]])
*Mi manca la televisione, quel chiacchiericcio di sottofondo che ti fa pensare che tutto continua anche se ti addormenti o muori. ([[Mario Tozzi]])
*Molte trasmissioni lo hanno capito e pubblicano in diretta i tweet: un'indagine ha rivelato che mandare in onda i tweet aumenta l'ascolto, ossia l'auto-ascolto. Si noti che in tv ormai nessuno commenta mai i tweet inviati, passano in sovraimpressione e basta perché tanto basta. ([[Massimiliano Parente]])
*Nella stampa ci sono centinaia di modi per manipolare le notizie. E altre centinaia ve ne sono nella radio e nella televisione. E senza dire bugie. Il problema della radio e della televisione è che non c'è bisogno di mentire: ci si può limitare a non riflettere la verità. Il sistema è molto semplice: omettere l'argomento. La maggior parte degli spettatori della televisione ricevono in modo molto passivo ciò che essa offre loro. I padroni dei network televisivi decidono per loro cosa debbono pensare. Determinano la lista delle cose a cui pensare e cosa pensarne. Non possiamo aspettarci che il telespettatore medio possa svolgere studi indipendenti sulla situazione del mondo, sarebbe impossibile persino per gli specialisti. L'uomo medio, che lavora, torna a casa stanco e vuole semplicemente starsene un po' con la sua famiglia, recepisce giusto quello che gli arriva in quei cinque minuti di telegiornale. Gli argomenti principali che danno vita alle "notizie del giorno" decidono che cosa pensiamo del mondo e come lo pensiamo.([[Ryszard Kapuściński]])
*Noi facciamo quello che il pubblico vuole. È un grande errore pensare che la tv sia scadente e brutta, perché vuol dire che la gente è scadente e brutta. ([[Enrico Papi]])
*Non capisco perché la gente continui a pensare che se una non appare in Tv, vuol dire che è morta. ([[Eva Robin's]])
*Non è quello che vuole il pubblico televisivo! Le finezze lo fanno sentire stupido e le cose inaspettate lo spaventano! [...] il telespettatore non vuole niente di originale. Vuole vedere la stessa cosa che ha visto centinaia di volte. (''[[Futurama (prima stagione)|Futurama]]'')
*Non c'è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e [[repressione|repressiva]] come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogan [[mussolini]]ani fanno ridere: come (con dolore) l'aratro rispetto a un trattore. Il [[fascismo]], voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l'anima del [[Italiani|popolo italiano]]; il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione) non solo l'ha scalfita, ma l'ha lacerata, violata, bruttata per sempre. ([[Pier Paolo Pasolini]])
*Non accesi la tv, ho scoperto che quando ti senti male quella figlia di puttana ti fa solo sentire peggio. Una sfilza senza fine di visi insulsi. Una processione infinita di idioti, alcuni dei quali famosi. ([[Charles Bukowski]])
*Non è la tv a essere pericolosa, ma il ruolo che le affidiamo. ([[Vincenzo Varagona]])
*Non ha molta importanza che s'introduca il televisore in ogni aula: la rivoluzione è già avvenuta nelle case. La tv ha mutato la nostra vita sensoriale e i nostri processi mentali. ([[Marshall McLuhan]])
*Non lava, non frulla, non lucida, non stira, non aspira, non refrigera, non riscalda, non depura, non umidifica, e pure è l'elettrodomestico più diffuso. I palazzi hanno i capelli dritti. Sono le [[antenna|antenne]] del più inutile degli elettrodomestici: il televisore. ([[Marcello Marchesi]])
*Non saranno né la televisione né Internet a creare disagio ai bambini e agli adolescenti, quanto una certa indisponibilità degli adulti a esserci. ([[Paolo Crepet]])
*Non si può essere mai sicuri di quello che un bambino impara guardando la televisione. E non si deve mai sottovalutare la sua capacità di reagire creativamente al visibile. ([[Gianni Rodari]])
*Non so, questa cosa della tv non mi convince: gente che recita tutto il tempo, ti rendi conto? Girano un bottone, e tac, c'è qualcuno che recita per loro. Mah. Farà bene, alla gente, tutto questo recitare? ([[James Stewart]])
*Non so se la televisione oggi sia meglio del cinema. I brutti film ci sono sempre stati e ci sono ancora e c'è anche un sacco di brutta televisione. Ma certo quella distinzione non ha più significato. ([[Steve Buscemi]])
*Oggi tutto è miracolo. Premete un bottone, è il nevoso «Carbon bianco», la cascata delle montagne che vi illumina. Allacciate il capo di un filo a quel cofanetto, opera d'ebanisteria, e la voce di uomini lontani, la commovente voce della [[Radio]], vi parla attraverso gli oceani. Abbassate quella leva: lo schermo scintilla, la Televisione entra in casa vostra. ([[Pierre Devaux]])
*Ora si va solo in tv. Per far pettegolezzi. [...]. Oggi nelle discussioni private prevalgono l'imbecillità, la vanità e il pettegolezzo, e poi c'è la tv. Il salotto si è spostato da [[Maurizio Costanzo|Costanzo]]. ([[Rosellina Archinto]])
*Ormai la parola pubblica è morta, sostituita da un potentissimo elettrodomestico. Chi lo possiede – per dirla con De Gasperi – «vince le elezioni». ([[Luciano Canfora]])
*Per sopravvivere in televisione senza diventare l'imitazione di sé stessi occorre un solido senso della misura, il coraggio di sparire ogni tanto. ([[Neri Marcorè]])
*{{NDR|Interpretando un televisore}} ''Pensa, anzi lascia fare a me che me la cavo meglio: | i cervelli li maneggio come voglio, | è il mio ramo! | Io li squaglio coi miei pollici | e loro alzano gli indici | e poi ricominciamo.'' ([[Frankie hi-nrg mc]])
*Pensare e mandare in onda un programma significa contribuire alla costruzione della cultura e dei linguaggi delle giovani generazioni, dunque la televisione non può esimersi dall'assolvere un ruolo primario nell'educare. ([[Paolo Crepet]])
*Poi accende la televisione e si mette a guardare una [[soap opera]], avete presente, no? Gente vera che interpreta gente finta e con problemi inventati, a uso e consumo di gente vera che le guarda per dimenticare problemi veri. ([[Chuck Palahniuk]], ''[[Soffocare (romanzo)|Soffocare]]'')
*Purtroppo, noi imitiamo la tv e non viceversa. Non dobbiamo assomigliare alla tv ma considerarla una finestra sul mondo. ([[Michele Mirabella]])
*Quanti erano quelli che prima della televisione coltivavano sogni di grandezza? Sì, qualcuno c'è sempre stato; ma si tratta di un'esiguissima minoranza... il cinema ecco, col cinema l'idea di mettersi in mostra, di essere additati dalle folle, inizia a diffondersi, ma è con la televisione che nasce l'idea del divismo di massa. Come di massa diviene la frustrazione che deriva dal non riuscire a realizzare questo ideale. ([[Gaetano Cappelli]])
*"Rimettiamo in discussione il ruolo di Sua Maestà la televisione". Lei, l'imperatrice delle nostre case sempre più vuote di pensieri e parole e sempre più inzuppate di rumori. Lei, appollaiata sul trono delle nostre serate, lei divoratrice dei nostri attimi più privati, così ingorda di scandali, di pochezze e di immagini virtuali, con i suoi flash abbaglianti e le sue sequenze accelerate che inghiottono lo spazio e soffocano il tempo. Lei che non lascia via di scampo. Dalle sue frattaglie non si può sfuggire. Lei, che vomita pattume in quantità industriale, non accetta più di essere un vago sottofondo: ti penetra nell'iride sotto forma di stupefacenti videoclip, di pianti in diretta e altre amenità. Sua Maestà la tv ha decretato che il nostro cervello debba essere soltanto una discarica. E a noi, bravi e diligenti utenti, ha riservato una sola libertà: quella dello zapping da un cassonetto per la plastica ad un contenitore per rifiuti organici. Il saltapicchio da un canale all'altro non è più motivato dalla ricerca di ciò che potrebbe sollecitare maggiormente la nostra intelligenza, il nostro interesse. Quando brandiamo un telecomando, ci trasformiamo in un animalone tecnologico, un tutt'uno con l'apparecchio televisivo. Una schifezza massmediale rassegnata e inconsapevole. E quanto più ciò che vediamo è inquietante, tanto più le nostre facoltà inferiori si sentono gratificate. ([[Mina (cantante)|Mina]])
*[[Roma]] dovrebbe occuparsi di arte e lasciare perdere gli abiti. Troppa volgarità. Delle donne eleganti di un tempo non c'è più traccia. Colpa della tv e dei suoi modelli-velina. ([[Roberto Capucci]])
*{{NDR|Interpretando un televisore}} ''Sangue? La mia specialità, | te ne faccio veder fiumi: facevo il Colosseo un paio di millenni fa. | Intere o a pezzi incluse le frattaglie spaccio storie d'ogni sorta, | complete di dettagli e figli morti, | contorti psicodrammi esistenziali e passioni turbolente, | torbide ossessioni con amanti, parenti, Isso, Essa e o' Malamente, | tutti insieme a vendicarsi, ma appassionatamente.'' ([[Frankie hi-nrg mc]])
*Se guardi la televisione di giorno, ecco il bacino di consumatori in cui rientri. O sei un alcolizzato. O un invalido. O un idiota. Nel giro di un paio di settimane, uno si rompe di vivere da tapiro. ([[Chuck Palahniuk]])
*Se la scuola fosse più efficace, la televisione non sarebbe tanto potente. ([[John Condry]])
*Se la televisione è lo specchio della realtà, perché non la si tiene in bagno? ([[Corrado Guzzanti]])
*''Televisión, quanti dé, quanti nòcc sö quei pultrón. | Televisión, quanti nòcc quanti dé cun quèl butón.''<ref>«''Televisione, quanti giorni quante notti su quelle poltrone. | Televisione, quante notti quanti giorni con quel bottone.''»</ref> ([[Davide Van De Sfroos]])
*''Ti costringo a pensare che sono delizioso | Con le cose che dico | Sono il meglio che puoi avere | Hai già indovinato chi sono? | Sono la melma che gronda | Dal tuo televisore | Mi obbedirai mentre ti guido | E mangerai la spazzatura che ti passo.'' ([[Frank Zappa]])
*Ti regoli sulle reazioni di quel pubblico? Questo... questo è il pubblico cresciuto con la televisione, il suo gusto è stato sistematicamente guastato attraverso gli anni. Stanno seduti davanti al televisore e i raggi gamma gli mangiano le cellule del cervello. (''[[Manhattan (film)|Manhattan]]'')
*Trovo che la televisione sia molto educativa. Ogni volta che qualcuno l'accende, vado in un'altra stanza a leggere un libro. ([[Groucho Marx]])
*Tutta la televisione oggi è adulazione. ([[Claudio Amendola]])
*''Tutti guardan la televisione | e aspettano di piangere per farsi compassione, | ma dentro quella scatola risposte non ce n'è, | solo donne in maschera e buffoni come me.'' ([[Cesare Cremonini]])
*Un ragazzino di 15 anni si guarda la televisione adesso? È solo un oggetto che si trova in salone. ([[Emanuela Fanelli]])
*Una [[democrazia]] non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto. Dico così perché anche i nemici della democrazia non sono ancora del tutto consapevoli del potere della televisione. Ma quando si saranno resi conto fino in fondo di quello che possono fare la useranno in tutti i modi, anche nelle situazioni più pericolose. Ma allora sarà troppo tardi. ([[Karl Popper]])
===[[Giovanni Benincasa]]===
*Certa tv va verso il nulla composto e graficato. Un po' come quei collegamenti avvilenti dei post partita. Se pensi alla tristezza di un eventuale colpo di Stato, oggi. Ma ci pensi, che tristezza: i militari manco si avvicinerebbero a via Teulada o a Saxa Rubra. Resterebbero a casa. Oggi forse il tenente colonnello Antonio Tejero {{NDR|uno dei capi del tentato colpo di Stato in Spagna del 23 febbraio 1981}} urlerebbe al cellulare su Facetime, e in molti riderebbero tantissimo.
*I format sono importanti, non vanno certo ignorati, ma come sempre manca la misura e il coraggio. Soprattutto, troppo spesso mancano gli editori. In tv i Longanesi non passano.
*{{NDR|«Fare televisione oggi, fare televisione ieri, quanto è importante il soggetto, il protagonista?»}} Il conduttore è fondamentale, da sempre. Ma un problema c'è: la nostra editoria televisiva ha favorito e preferito sempre le facce alle teste, quando spesso sono le teste a inventare quei soggetti e a disegnare il parco giochi dove quel soggetto riceverà gli applausi.
*La sperimentazione è di chi guarda, è lo spettatore a sperimentare nuovi stili, nuove sensazioni. Noi portiamo un prodotto finito che ha l'obbligo di creare palati nuovi. Al pubblico non possiamo dare solo e sempre amatriciana e carbonara.
*La tv, secondo me, oggi funziona quando rappresenta un evento: che sia politico, sportivo, di attualità o di spettacolo. Sulla quotidianità, ho la sensazione che la tv faccia come il border collie con il gregge di pecore, correndo a destra e a sinistra per non farle uscire dal recinto. Il problema è un altro, credo: noi conserviamo e facciamo la guardia a quelle pecore ma un giorno moriranno e nessuno avrà pensato di allevare e crescere un nuovo gregge, creando e allargando nuovi recinti per il pubblico. Con le dovute attenzioni penso questo: la frenesia per l'ascolto di oggi può rappresentare il mancato ascolto di domani.
*{{NDR|«La televisione ha i giorni contati?»}} Non credo, ma senza il traino dei [[social network]] avrebbe vita molto breve.
*Quando anni fa viaggiavo e arrivavo in albergo, controllavo immediatamente la televisione. Oggi nemmeno guardo se c'è. La tv non è più centrale: mi sembra laterale, periferica.
*Sembrerà strano, e forse è un paradosso, ma la tv non ha bisogno di idee. Ha bisogno di Programmi.
===[[Ettore Bernabei]]===
*La televisione non è come il cinema. La televisione è sempre accesa, viene vista in pantofole, a casa. La gente non la percepisce come qualcosa di finto, di inventato. È come se si continuasse il discorso fatto nell'altra stanza con la moglie, la suocera, il figlio, il padre.
*Le istituzioni, la famiglia, la scuola, la Chiesa sempre meno sono in grado di fornire alle persone modelli di comportamento. Un genitore, un nonno oggi riescono a malapena a comunicare qualche norma igienica, dietetica, di sicurezza, lavati i denti, non correre col motorino, non mangiare troppo. La televisione, con tutta la suggestione del colore, la suasività della parola ben tornita, la dolcezza delle musiche di sottofondo, dà modelli di comportamento.
*Le persone, più sono "giuste", più sono ispirate da principi morali, meno vedono la televisione. Le persone colte non vogliono "rincretinirsi con quelle baggianate". Le persone che hanno una vita equilibrata non vedono la televisione e non se ne curano. Contemporaneamente in Italia la metà dei ragazzi dai 6 ai 18 anni vede in media tre ore di tv. E riceve, in queste tre ore, mille inviti a bere alcolici ad alta gradazione.
*Nella società i violenti sono una minoranza. La televisione invece enfatizza il fenomeno. È un moltiplicatore atomico.
===[[Caparezza]]===
*''Abituati ad una TV accesa che ci pare spenta, | ci pesa la gente che si accontenta da casa | e non si addormenta, ma si gasa, commenta, | e segue attenta 'sto scempio mentre lo share aumenta!''
*''In TV c'è più calcio che in una cura per osteoporosi.''
*''Nei salotti TV figuranti stolti fanno più ascolti di molti programmi colti, tant'è che tanti li han tolti dando potere a spalti di giudicanti.''
*''Scaldati in casa | davanti al tuo televisore, | la verità | della tua mentalità | è che la fiction sia meglio | della vita reale.''
===[[Don DeLillo]]===
*- Bisogna imparare a guardare. Bisogna aprirsi ai dati. La T.V. offre un'incredibile quantità di dati sovrannaturali. Porta allo scoperto ricordi della nascita del mondo, ci accoglie nella grata, nel reticolo di macchioline ronzanti che formano la struttura dell'immagine. C'è la luce, c'è il suono. [...] Guardate la ricchezza di dati celata in quella grata, in quel bell'involucro, le canzoncine, i quadretti di vita famigliare pubblicitari, i prodotti che balzano in primo piano emergendo dalle tenebre, i messaggi codificati e le ripetizioni interminabili, simili a tanti mantra. "[[Coca-Cola|Coke]] is it". "Coke is it". "Coke is it". Il mezzo televisivo trabocca praticamente di formule sacre, se riusciamo a ricordarci come rispondere con innocenza e a superare l'irritazione, la stanchezza e il disgusto.
*Da più di due mesi sto seduto in questa stanza a guardare la T.V. fino alle ore piccole, ascoltando con attenzione, prendendo appunti. Grande esperienza, che rende umili, consentitemi di dirlo. Prossima al mistico.
*- Onde e radiazioni, - disse poi. - Sono giunto a capire che il mezzo televisivo è una forza di fondamentale importanza nella casa tipica americana. Conchiusa in sé, senza tempo, autolimitata, autoriferente. È come un mito nato qui nel nostro soggiorno, come una cosa che conosciamo in modo preconscio, quasi in sogno.
*La T.V. costituisce un problema soltanto se si è dimenticato come guardare e ascoltare, - replicò Murray. - Ne discuto continuamente con i miei studenti. Cominciano a pensare di doversi ribellare al mezzo televisivo, esattamente come una generazione precedente si è rivoltata contro i genitori e il paese. Io invece dico loro che devono imparare di nuovo a guardare da bambini. A scavare il contenuto. A decifrare i codici e messaggi [...]
*- Peggio della pubblicità per posta, dicono: da buttare via. Secondo loro la televisione rappresenterebbe gli spasimi agonici della coscienza umana. Si vergognano del proprio passato televisivo. Vogliono parlare di cinema.
*Se le nostre lagnanze hanno un punto focale, esso deve risiedere nell'apparecchio T.V., dove si annida il tormento proveniente dall'esterno, provocando timori e desideri segreti.
===[[Francesco Guccini]]===
*''Le TV sono un rombo di tuono per l'indifferenza scostante dei [[gatto|gatti]].''
*''Per capire la nostra storia bisogna farsi ad un tempo remoto: | c'era un vecchio con la barba bianca, lui, la sua barba, ed il resto era vuoto. | Voi capirete che in tale frangente quel vecchio solo lassù si annoiava, | si aggiunga a questo che, inspiegabilmente, nessuno aveva la T.V. inventata... || Be', poco male, pensò il vecchio un giorno, a questo affare ci penserò io: | sembra impossibil, ma in roba del genere, modestia a parte, ci so far da Dio! | "Dixit", ma poi toccò un filo scoperto, prese la scossa, ci fu un gran boato: | come T.V. non valeva un bel niente, ma l'Universo era stato creato...''
*Un presente fatto di trasmissioni televisive ignobili e di ignoranza, di persone pronte a prostituirsi per meno di trenta denari e di dignità strappate. Di volgarità di immagini e di un linguaggio sempre più decaduto. Di persone che hanno smesso di sognare in modo normale e pensano che l'aspirazione massima sia apparire in uno schermo, piccolo o grande, anche senza sapere niente e senza saper fare niente. La televisione è un continuo rilancio verso il basso e, invece di sforzarci per invertire la tendenza, noi ci uniformiamo e facciamo di tutto per abbassarci sempre più.
===[[Beniamino Placido]]===
*Dicono che la televisione fa male alla Cultura. Ma quante sono le persone – uomini e donne indifferentemente — che vanno in giro orgogliose di sé; che si propongono come persone culturalmente esigenti solo perché "non guardano la televisione" (almeno ufficialmente)? Non parliamo di quelle altre persone — ancora più audaci — che la televisione addirittura non ce l'hanno. Ne sono così intimamente soddisfatte che tendono a portar la testa come se fosse il Santissimo Sacramento. Magari non conoscono nessun canto di Dante a memoria. Di Giacomo Leopardi ricordano solo la gobba. Alle Mostre, che attivamente frequentano, si distraggono. Ai concerti (hanno l'abbonamento) si addormentano. Pensieri particolarmente originali non ne formulano.
*La nuova invenzione ci modifica sì, ma in peggio. In peggio: e perché mai? Come si fa a dimostrarlo? Ho un ricordo piuttosto vivo di com'era il mondo prima della televisione. Nessuno è riuscito a convincermi che fosse meglio, solo perché la televisione non c'era. Quei paradisi agresti di delicata conversazione di cui si favoleggia non me li ricordo. Mi ricordo la noia, che si tagliava con il coltello. So io quel che ho sofferto a non poter vedere le partite di calcio, gli incontri di boxe o di tennis che si svolgevano lontano. Non auguro le stesse sofferenze a nessuno.
*La televisione presenta un mondo fatto di facce e di facciate, di immagini. Ti fa credere che è tutto lì. Ti fa dimenticare che dietro quelle facce, quelle facciate c'è un altro universo. Che lei, la televisione, non ha modo di esplorare.
*Ognuno si sente in dovere di esprimere – almeno una volta alla settimana – un' opinione fermamente sdegnosa sulla televisione. [...] Mai però che venga in mente [...] di chiedersi il perché di questo "pregiudizio sfavorevole" tenace e vischioso che nel loro cuore così affettuosamente albergano. Non sarà per caso – e per l'appunto – un pregiudizio?
===[[Patrizio Roversi]]===
*La tv aggressiva non mi piace, ma non è un problema di gusto, non è questione se mi piace o non mi piace. Ci sono delle cose che mi mettono a disagio ed altre che mi mettono a mio agio. Come nevrotico della tv mi fa star male.
*La tv è costretta ad essere sempre e comunque estremamente seduttiva, a commettere continuamente adescamento.
*Saranno un ottimo metadone le pay tv. È un gesto volontario, di cui esiste una reciprocità tra il telespettatore che sceglie e la televisione che mi da il prodotto che mi serve.
*Si diventa critici nei confronti della tv continuando a guardarla. Il senso non è assolutamente spegnerla.
===''[[Quinto potere]]''===
*Da noi non potrete ottenere mai la verità: vi diremo tutto quello che volete sentire mentendo senza vergogna, noi vi diremo che, che [[Nero Wolfe]] trova sempre l'assassino e che nessuno muore di cancro in casa del [[dottor Kildare]] e che per quanto si trovi nei guai il nostro eroe, non temete – guardate l'orologio – alla fine dell'ora l'eroe vince, vi diremo qualsiasi cazzata vogliate sentire. Noi commerciamo illusioni, niente di tutto questo è vero, ma voi tutti ve ne state seduti là, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di ogni età, razza, fede... conoscete soltanto noi! Già cominciate a credere alle illusioni che fabbrichiamo qui, cominciate a credere che la TV è la realtà e che le vostre vite sono irreali. Voi fate tutto quello che la TV vi dice: vi vestite come in TV, mangiate come in TV, tirate su bambini come in TV, persino pensate come in TV. Questa è pazzia di massa, siete tutti matti! In nome di Dio, siete voialtri la realtà: noi siamo le illusioni! Quindi spegnete i vostri televisori, spegneteli ora, spegneteli immediatamente, spegneteli e lasciateli spenti, spegnete i televisori proprio a metà della frase che vi sto dicendo adesso, spegneteli subito!
*L'unica verità che conoscete è quella che ricevete alla TV! Attualmente, c'è da noi un'intera generazione che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso alla TV. La TV è la loro Bibbia, la suprema rivelazione. La TV può creare o distruggere presidenti, papi, primi ministri. La TV è la più spaventosa, maledettissima forza di questo mondo senza Dio.
*Non sono sicuro che sia capace di qualsiasi vero sentimento. È della generazione della TV, la vita l'ha imparata dalla pubblicità. L'unica realtà che conosce le viene direttamente dal televisore. Ha attentamente architettato un numero di ruoli che ognuno di noi deve interpretare, come il film della settimana.
*Tu sei la televisione incarnata, Diana: indifferente alla sofferenza, insensibile alla gioia, tutta la vita si riduce a un cumulo informe di banalità. Guerre, morti, delitti, sono uguali per voi come bottiglie di birra, e il quotidiano svolgimento della vita è solo un'orribile commedia. Tu frantumi anche le sensazioni di tempo e spazio in frazioni di secondo e lunghezza di segmenti.
*Una fra le più grandi corporazioni del mondo controlla la più efficiente macchina per una propaganda fasulla e vuota, in questo mondo senza Dio, io non so quali altre cazzate verranno spacciate per verità, qui. Quindi ascoltatemi. Ascoltatemi! La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni e giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere.
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Audience]]
*[[Industria dello spettacolo]]
*[[Zapping]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Dispositivi elettronici]]
[[Categoria:Televisione]]
[[Categoria:Spettacolo]]
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Antoine Rivaroli
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wikitext
text/x-wiki
[[Immagine:Rivarol Antoine1.jpg|thumb|Antoine Rivaroli]]
'''Antoine Rivaroli''', conte di Rivarol (1753 – 1801), scrittore e giornalista francese.
==Citazioni di Antoine Rivarol==
*Ci sono due verità che non bisogna mai separare, in questo mondo: 1° che la [[sovranità]] risiede nel popolo; 2° che il popolo non deve mai esercitarla.<ref>Da ''Journal politique national''.</ref>
*Ciò che non è chiaro non è [[Francia|Francese]].<ref>Da ''Sur l'universalité de la langue française'', 1783.</ref>
*È più facile all'immaginazione comporsi un inferno con il dolore che un paradiso con il piacere.<ref>Da ''Discorso sull'uomo intellettuale e morale''; citato in Elena Spagnol, ''Enciclopedia delle citazioni'', Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894</ref>
*Il mio epitaffio: LA PIGRIZIA CE LO AVEVA RAPITO PRIMA DELLA MORTE.<ref name=diz>Da ''Rivaroliana''. Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref>
*Il non aver fatto niente è certo un tremendo vantaggio, ma non bisogna abusarne.
:''C'est sans doute un terrible avantage que de n'avoir rien fait, mais il ne faut pas en abuser''.<ref>Da ''Le petit Almanach de nos grands hommes''.</ref>
*La devota crede ai devoti, la non devota ai filosofi; ma sono entrambe ugualmente credulone.<ref name=diz/>
*Quando si ha ragione ventiquattro ore prima degli altri, si passa durante quelle ventiquattro ore per una persona sprovvista di senso comune.<ref>Citato in ''Leggendo e annotando'', ''Minerva'', anno XLVIII, n. 15, 15 agosto 1938, p. 480.</ref>
*Si è più spesso ingannati dalla diffidenza che dalla fiducia.<ref>Citato in [[Umberto Eco]], ''Sulla letteratura'', Bompiani, 2003.</ref>
===Citato in ''Charles Augustin de Sainte-Beuve, Talleyrand ed altri saggi''===
*Nella [[lingua francese]] non vi sono i diminutivi e i vezzeggiativi della [[lingua italiana]], ma essa ha un'andatura più maschia. Libera da tutto il cerimoniale inventato dai vili per la vanità e dai deboli per il potere, questa lingua è fatta soprattutto per la conversazione, vincolo che lega gli uomini e affascina in ogni età; essa infatti è, dobbiamo riconoscerlo, quella che fra tutte le lingue ''ha una certa probità insita nella sua natura''. Sicura, socievole, ragionatrice, non è più lingua francese, ma lingua umana.<ref>Dal discorso presentato all'Accademia di Berlino per il concorso a premi, indetto nel 1783, sui quesiti: ''Che cosa ha reso universale la lingua francese? Perché merita questo privilegio? C'è da presumere che lo manterrà?''</ref> (p. 7)
*Sarà mai [[Parigi]] una città fatta per la guerra? o non è invece una città di lusso e di piaceri? Parigi, ritrovo della [[Francia]] e dell' [[Europa]], non è la patria di nessuno e dobbiamo ridere di colui che si proclama cittadino di Parigi. Questa capitale è quasi un grande teatro che deve essere sempre aperto; essa non ha bisogno della libertà poiché questo alimento proprio dei repubblicani è troppo indigesto per delicati Sibariti; essa esige la sicurezza, e, se è minacciata da un esercito, deve essere sgombrata in due giorni. Solo un governo mite e rispettato può dare a Parigi la calma necessaria alla sua opulenza e alla sua prosperità. (p. 19)
*La storia vi mostri che ovunque vi è mescolanza di religione e di barbarie, la religione trionfa sempre, ma che dovunque vi è mescolanza di barbarie e di filosofia è la barbarie che ha il sopravvento [...] in una parola, la filosofia divide gli uomini secondo le varie opinioni, la religione li unisce negli stessi principi. C'è dunque un vincolo eterno tra la politica e la religione. ''Oserei dire che ogni stato è una nave misteriosa ancorata nel cielo.'' (p. 26)
==''Maximes et pensées''==
*Bisogna aver l'appetito del [[Ricchezza e povertà|povero]] per ben godere la [[Ricchezza e povertà|ricchezza]] del ricco.<ref name=savi>Citato in Fernando Palazzi, [[Silvio Spaventa Filippi]], ''Il libro dei mille savi'', Hoepli.</ref>
*Lo [[stomaco]] è il suolo da cui germina il pensiero.<ref name=savi />
*Su dieci persone che parlano di noi, nove ne dicono male, e spesso la sola persona che ne dice bene, lo dice male.<ref name=savi />
==Citazioni su Antoine Rivarol==
*Un'esistenza simile viene nobilitata dall'opera, che, come la perla alla conchiglia, le conferisce senso e rango. Tra i vecchi e i nuovi autori egli resterà esemplare per l'intrepido e tuttavia ponderato atteggiamento con cui il singolo si contrappone alla corrente del tempo, che minaccia di divorare tutto e di cui solo pochi cuori e poche menti sono all'altezza. «Egli ha adornato e attrezzato la ragione con le armi dello spirito», dice uno dei suoi biografi, e questa potrebbe figurare come una massima sulla sua opera. ([[Ernst Jünger]])
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*[[Charles Augustin de Sainte-Beuve]], Talleyrand ed altri saggi, tradotti e presentati da Pietro Paolo Trompeo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1947.
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Rivaroli, Antoine}}
[[Categoria:Giornalisti francesi]]
[[Categoria:Scrittori francesi]]
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Vittoria
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[[Immagine:Nike of Samothrake Louvre Ma2369 n4.jpg|thumb|La Nike di Samotracia]]
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Citazioni sulla '''vittoria''' e sui '''vincitori'''.
*Chi [[osare|osa]] vince. ([[Motti|motto]] dello [[Special Air Service]])
*Coloro che vincono, in qualunque modo vincono, mai non ne riportono [[vergogna]]. ([[Niccolò Machiavelli]])
*E voi chiedete: "Qual è il nostro obiettivo?" Vi posso rispondere con una sola parola. Vittoria! Vittoria ad ogni costo. Vittoria, a dispetto di tutto l'orrore. Vittoria per quanto lungo e arduo potrà essere il percorso. Perchè senza vittoria non ci può essere sopravvivenza. (''[[L'ora più buia]]'')
*''Fu il vincer sempre mai laudabil cosa | Vincasi o per fortuna o per ingegno''. ([[Ludovico Ariosto]])
*Ho l'ossessione per la vittoria e non penso che sia qualcosa di brutto, penso che sia una cosa buona. Mi motiva. Se non sei motivato, è meglio fermarsi. ([[Cristiano Ronaldo]])
*I vincitori non sanno quello che perdono. ([[Gesualdo Bufalino]])
*Il momento della vittoria è troppo breve per vivere solo di quello e niente altro. ([[Martina Navrátilová]])
*Il profumo della vittoria acceca molti uomini. Il gioco non finisce finché la baionetta non viene affondata e rigirata nelle viscere. ([[Francis Urquhart]], [[Michael Dobbs]])
*Il vero vincente non è colui che vince tutti i giorni ma è quello che trova il giusto equilibrio tra un'esaltante vittoria e un momento difficile o una grande sconfitta. ([[Maurizia Cacciatori]])
*Io non mi permetterei mai di giocare, si figuri se mi permetterei di vincere, sire. (''[[Il secondo tragico Fantozzi]]'')
*L'animo preferisce la vittoria alla pace. ([[Tito Livio]], attribuita ad [[Annibale]])
*La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere! ([[Benito Mussolini]])
*La vittoria alimenta inimicizia, perché chi è vinto giace dolente. Chi ha abbandonato vittoria e sconfitta, costui ristà tranquillo e felice. ([[Gautama Buddha]])
*La vittoria è del forte che ha fede. ([[Corrado Corradini]])
*La vittoria è il sorriso di Dio. ([[John Greenleaf Whittier]])
*La vittoria è sempre nel pugno di pochi. Provare a preparare questa pattuglia di eroi è il segreto di ogni vittoria. ([[Carlo Gnocchi]])
*La vittoria non ha valore se l'oscurità si impadronisce di te. (''[[Kingdom Hearts Birth by Sleep]]'')
*Le vittorie consumano le forze al pari o poco meno delle disfatte, e le forze si perdono inutilmente se non prive di consiglio, o lo scopo è tale che non possa ottenersi. ([[Vincenzo Cuoco]])
*Le vittorie sono tutte incredibilmente belle, e non è vero che ci si annoia. È brutto da dire, ma diventa una specie di [[droga]]. Una cosa di cui hai bisogno, perché se uno prova una volta quelle emozioni, poi fa di tutto per tornare a provarle. Almeno, credo succeda questo a quelli che vincono molte volte. ([[Giorgio Chiellini]])
*Le vittorie ti dicono sempre la verità. Certificano se sei bravo o no. Sono orgoglioso di essere stato il migliore al mondo in qualche cosa, in un mestiere. La gente mi ammira, tutti ascoltano quello che ho da dire, osservano e giudicano ciò che faccio. Con gli anni ho capito che se hai preso tanto qualcosa devi restituire. ([[Roger Federer]])
*– Ma io non corro per essere battuto, io corro per vincere! Se non posso vincere non corro.<br>– E se non corri non puoi vincere. (''[[Momenti di gloria]]'')
*Non è la vittoria che conta ma quello che devi soffrire per ottenerla. (''[[Jeeg robot d'acciaio]]'')
*Non è vittoria quella che non mette fine alla guerra. ([[Michel de Montaigne]])
*Se in battaglia un uomo ne vincesse mille, e un altro vincesse se stesso, il vero vincitore sarebbe il secondo. ([[Gautama Buddha]])
*Se vincere non è importante, allora perché si segnano i punti? ([[Worf]], ''[[Star Trek: The Next Generation]]'')
*Sono drogato. Drogato di vittoria. In questo momento sono totalmente dipendente dal successo: corro, vinco e dunque vivo. ([[Ayrton Senna]])
*Spesso la vittoria può dipendere soltanto da un cavallo molto veloce. (''[[L'attacco dei giganti (prima stagione)|L'attacco dei giganti]]'')
*Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso. ([[Nelson Mandela]])
*Una vittoria senza merito non è una vittoria. ([[Arrigo Sacchi]])
*Vincere non è importante: è la sola cosa che conti. ([[Giampiero Boniperti]])
*Vincere non è saper proclamare un'idea eclatante, ma saper farla propria e tradurla in atto. ([[Eduard Shevardnadze]])
*Vincere non è solo tagliare il traguardo per primi. ([[Lance Armstrong]])
*Vincere non è tutto, è l'unica cosa! (''[[Un'ottima annata]]'')
==''[[Star Trek: Deep Space Nine]]''==
*Desideriamo gloria e onore più di ogni altra cosa, ma com'è amaro il sapore della vittoria se non si divide con qualcuno. ([[Martok]])
*Distruggere un impero solo per vincere una guerra non è una vittoria.
*La vera vittoria è dimostrare ai tuoi nemici che hanno sbagliato ad opporsi alla tua grande potenza e costringerli a riconoscere la tua grandezza. ([[Gul Dukat]])
*Ricordatevi, la vittoria è vita. (Detto [[Jem'Hadar]])
==[[Proverbi italiani]]==
*Chi combatte con la spada d'oro, ha in mano la vittoria.
*Gli uomini fanno la [[guerra]], e Dio dà la vittoria.
*Grande vittoria è quella che si ottiene senza sangue.
*Il senno più dell'[[ira]] ha la vittoria.
*La maggior gloria del vincere è perdonare al vinto. ([[proverbi toscani|proverbio toscano]])
*La più gloriosa vittoria è vincere sé stesso.
*La vittoria più splendida non è che il riflesso di un incendio.
*Nella guerra non si cerca la causa della guerra, ma la vittoria.
*Non convien cantare il trionfo prima della vittoria.
*Non è vittoria, se il vinto non la confessa.
==Bibliografia==
*Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903
==Voci correlate==
*[[Fallimento]]
*[[Sconfitta]]
*[[Successo]]
*[[Vittoria e sconfitta]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Casi]]
[[Categoria:Terminologia sportiva]]
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Thomas Woodrow Wilson
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[[Immagine:Wwilson.jpg|thumb|right|Thomas Woodrow Wilson]]
{{Premio|Nobel|la pace ('''1919''')}}
'''Thomas Woodrow Wilson''' (1856 – 1924), ventottesimo presidente degli Stati Uniti.
==Citazioni di Woodrow Wilson==
*L'America apparirà in piena luce quando tutti sapranno che essa pone i diritti umani sopra ogni altro diritto e che la sua bandiera non è solo dell'America ma dell'umanità.<ref>Da un discorso del 1914; citato in Ennio di Nolfo, ''Dagli imperi militari agli imperi tecnologici. La politica internazionale nel XX secolo'', Editori Laterza, Bari, ottava edizione, febbraio 2007. ISBN 978-88-420-6607-1</ref>
*L'America non può essere come uno struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia.<ref>Dal discorso a Des Moines, Iowa, 1 febbraio 1916.</ref>
:''America cannot be an ostrich with its head in the sand''.
*La sistemazione delle frontiere dell'Italia sarà fatta secondo le linee di nazionalità chiaramente riconoscibili.<ref>Nono dei "Quattordici punti" del programma di pace; citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/729#c1906|p. 697]].</ref>
:''A readjustment of the frontiers of Italy should be effected along clearly recognizable lines of nationality''.
*Quando la guerra sarà finita, li costringeremo a pensare come noi, anche perché, fra l'altro, in quel momento saranno finanziariamente nelle nostre mani.<ref>Rivolto agli alleati ostici nei suoi confronti, nel 1917; citato in Ennio di Nolfo, ''Dagli imperi militari agli imperi tecnologici. La politica internazionale nel XX secolo'', Editori Laterza, Bari, ottava edizione, febbraio 2007. ISBN 978-88-420-6607-1</ref>
*Tutti i popoli del mondo hanno il nostro stesso interesse, e per conto nostro vediamo molto chiaramente che, a meno che non sia fatta giustizia agli altri, non sarà fatta a noi. Perciò il programma della pace del mondo è il nostro stesso programma; e questo stesso programma, il solo possibile, secondo noi, è il seguente.<ref>Dal preambolo dell'enunciazione davanti al Senato dei quattordici punti degli obiettivi di guerra americani, 8 gennaio 1918, in risposta al "Decreto per la pace" dei Soviet. {{c|fonte secondaria?}}</ref>
:''All the peoples of the world are in effect partners in this interest, and for our own part we see very clearly that unless justice be done to others it will not be done to us. The program of the world's peace, therefore, is our program; and that program, the only possible program, all we see it, is this:'' [...]<ref>Da [[s:en:Fourteen Points Speech|The Fourteen Points Speech]] (8 gennaio 1918).</ref>
*{{NDR|Sul [[Ku Klux Klan]]}} [...] un "Impero Invisibile del Sud", un'organizzazione informale con lo scopo di proteggere gli stati del Sud da alcuni dei più minacciosi pericoli del tempo della rivoluzione.
:[...] ''an "Invisible Empire of the South," bound together in loose organisaton to protect the southern country from some of the ugliest hazards of a time of revolution.''<ref>{{en}} Da ''A History of the American People: Reunion and Nationalization'', Cosimo, Inc., 2008, p. 60. ISBN 9781605204697</ref>
==Citazioni su Woodrow Wilson==
*Mi dà ai nervi coi suoi 14 punti, quando lo stesso buon Dio si è contentato di dieci! ([[Georges Clemenceau]])
*Nella storia americana nessun uomo che si sia ritirato dalla vita politica è mai stato screditato, criticato, disapprovato e ripudiato come Woodrow Wilson. ([[Eugene Victor Debs]])
*Shakespeare non ha immaginato nulla di più tragico della fine di Woodrow Wilson. Per più di un anno lo spettro di un Presidente governò l'America. Di tanto in tanto emergevano dal ritiro impenetrabile ch'era diventata la Casa Bianca un progetto di legge o un veto, firmati con mano tremante. Quando si cominciò a dire che Wilson era pazzo, egli si mostrò a un Consiglio di Gabinetto e vi apparve sano di spirito, ma diminuito, spossato, con una gran difficoltà a concentrare l'attenzione su qualsiasi argomento. ([[André Maurois]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Personalità della prima guerra mondiale]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
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Uma Thurman
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Bradipo Lento
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/* Filmografia */ +[[Paycheck]]
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text/x-wiki
[[Immagine:Uma Thurman photographed by Jiyang Chen.jpg|thumb|Uma Thurman nel 2011]]
'''Uma Karuna Thurman''' (1970 – vivente), attrice e produttrice cinematografica statunitense.
==Citazioni di Uma Thurman==
*{{NDR|Su [[Kill Bill vol. 1]]}} I temi del film sono la [[giustizia]] e il [[riscatto]].<ref name>Dall'intervista in ''Making of "Kill Bill Vol. 1"'', ''Contenuti speciali del DVD di [[Kill Bill vol. 1]].''</ref>
*Oggi non mi preoccupo, però posso capire che questo dell'eterna giovinezza stia diventando un incubo per tutte le donne. Così esige la cultura occidentale basata sull'efficienza e sul rifiuto della morte. Tanto più per le attrici, il cui valore commerciale è stabilito dalla pelle liscia.<ref name=Manin />
*L’amore cambia, i sentimenti cambiano, anche noi cambiamo, siamo in continuo movimento. Io credo sia importante non sognare troppo e non cercare di ricatturare vecchi ricordi. Dobbiamo vivere ogni istante e ogni esperienza nel loro divenire.<ref>Citato in Alessandra Venezia, ''[http://www.iodonna.it/personaggi/interviste/2012/uma-thurman-quello-che-so-sull-amore-intervista-401099690562.shtml Uma Thurman: "Fare solo la moglie non mi basta"]'', ''iodonna.it'', 28 novembre 2012.</ref>
*[[Violenza]], sesso, umorismo, tragedia sono tutte componenti di un film. L'importante è non esagerare. E non farsi imprigionare in stereotipi. Per esempio, io credo di avere doti comiche, ma i registi vedono in me più l'aspetto drammatico.<ref name=Manin>Citato in Manin Giuseppina, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1994/settembre/07/Uma_Richard_spiace_averti_messo_co_0_9409079780.shtml Uma: Richard, mi spiace di averti messo nei guai]'', ''Corriere della Sera'', 7 settembre 1994, p. 29.</ref>
==Citazioni su Uma Thurman==
*Uma Thurman è stata pioniera di una nuova pattuglia di donne indomite. ([[Anne Hathaway]])
==Filmografia==
*''[[Le relazioni pericolose]]'' (1988)
*''[[Le avventure del barone di Münchausen]]'' (1988)
*''[[Gli occhi del delitto]]'' (1992)
*''[[Pulp Fiction]]'' (1994)
*''[[Batman & Robin]]'' (1997)
*''[[Gattaca - La porta dell'universo]]'' (1997)
*''[[Accordi e disaccordi]]'' (1999)
*''[[Kill Bill vol. 1]]'' (2003)
*''[[Paycheck]]'' (2003)
*''[[Kill Bill vol. 2]]'' (2004)
*''[[Motherhood - Il bello di essere mamma]]'' (2009)
*''[[Bel Ami - Storia di un seduttore]]'' (2012)
*''[[Nymphomaniac]]'' (2013)
*''[[Il sapore del successo]]'' (2015)
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Thurman, Uma}}
[[Categoria:Attori statunitensi]]
[[Categoria:Produttori cinematografici statunitensi]]
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Talmud
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Gaux
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Umberto Cassuto: citazioni sul
wikitext
text/x-wiki
{{w|Molte citazioni sono praticamente senza fonte; suddivisione delle citazioni rivedibile}}
{{indicedx}}
'''Talmud''', testo sacro dell'Ebraismo.
==Citazioni dal Talmud==
*Basta che esista un solo [[giustizia|giusto]] perché il mondo meriti di essere stato creato.<ref>Citato in ''[https://www.ilmessaggero.it/spettacoli/eventi/talmud_traduzione_italiana_mattarella-1650248.html Il Talmud riprende vita: il primo volume in italiano consegnato a Mattarella]'', ''ilmessaggero.it'', 5 aprile 2016.</ref>
*Chi è pietoso contro i crudeli finisce con l'essere crudele contro i pietosi.
*Chi salva una vita, salva il mondo intero.<ref>Dal Trattato Sanhedrin, f. 37a; citato in [[Martin Gilbert]], ''I giusti: gli eroi sconosciuti dell'Olocausto'', Città Nuova, 2007, [http://books.google.it/books?id=MlVcoqxGlGsC&pg=PA12 p. 12]. ISBN 978-88-311-7492-3</ref> {{c|Da controllare: vedi discussione}}
*Chiunque desidera ricevere su di sé il giogo del regno del Cielo in perfezione, deve prima evacuare, poi lavarsi le mani, mettersi i filatteri ed offrire le sue preghiere. (Cohen, p. 288)
*È [[leone]] chi è figlio di leone.
*Gli atti di [[gentilezza]] pesano quanto tutti i comandamenti.
*Il [[mondo]] non si mantiene che per il fiato dei bambini. (Schiabbata', 119)<ref>Citato in Barbara Fabbroni, ''Un dono per Te, {{small|Il mondo psicopatologico del bambino}}'', prefazione di Matteo Villanova, presentazione di Maria Giulia Pagni, Edizioni Universitarie Romane, Roma, 2008, [https://books.google.it/books?id=z5QLfOxMpwwC&lpg=PA11&dq=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11].</ref>
*Il mondo purtroppo è in mano agli stolti.
*Il povero fa più bene al ricco accettando la sua [[carità]], di quello che faccia il ricco al povero offrendogliela.
*La [[Gola (ingordigia)|gola]] ha ucciso più uomini che la fame.
*La [[pace]] è per il mondo quello che il lievito è per la pasta.
*La proprietà del tuo prossimo ti sia cara quanto la tua. (Aboth, II, 17)<ref name=sordi/>
*La reputazione del tuo prossimo ti sia cara quanto la tua. (Aboth, II, 15)<ref name=sordi/>
*Le [[parole]] che escono dal [[cuore]], giungono al cuore.<ref>Citato in [[Mario Canciani]], ''Vita da prete'', Mondadori 1991, p. 8.</ref>
*Non condannare nessuno e non ritenere nulla impossibile.
*Sii il maledetto e non colui che maledice.
*Una [[parola]] vale una ''sela'' (moneta), il [[silenzio]] due. (Cohen, p. 135)
*Un discepolo dei saggi non deve abitare in una città sprovvista di latrine. (Cohen, p. 288)
===Citazioni sull'alimentazione===
*Chi prende l'abitudine di mangiare [[lenticchie]] una volta ogni trenta giorni tiene lontano il [[asfissia|soffocamento]] dalla sua casa. (Cohen, p. 299)
*Chi prende l'abitudine di mangiare [[pesce]] piccolo non soffrirà di indigestione: non solo, il pesce piccolo rende l'intero corpo dell'uomo fecondo e vigoroso. (Cohen, p. 300)
*Cinque cose si dicono dell'[[aglio]]: soddisfa, riscalda il corpo, fa splendere la faccia, aumenta il liquido seminale e uccide il verme solitario. (Cohen, p. 299)
*Come nutrimento l'[[uovo]] è superiore a tutti gli altri cibi, presi in quantità non superiore al volume dell'uovo. (Cohen, p. 300)
*Il [[cavolo]] è buono come nutrimento e la bietola come rimedio. (Cohen, p. 299)
*L'aceto è figlio del [[vino]].
*Non c'è gioia senza vino. (Pesakhim, 109)<ref name=sordi>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref>
*Non è permesso a un discepolo dei Saggi di abitare in una città in cui non si possono trovare verdure. (Cohen, p. 298)
*Per annullare gli effetti nocivi di ogni vegetale, bevi acqua calda. (Cohen, p. 300)
*Tre cose fanno diminuire le feci, aumentano la statura e portano luce agli occhi: il pane fatto di farina setacciata, la carne grassa e il vino vecchio. (Cohen, p. 299)
*Tutte le [[verdure]] rendono di aspetto pallido. (Cohen, p. 299)
===Citazioni sulle donne===
*Alle (donne) seguenti viene disciolto il matrimonio senza che ricevano ciò che loro spetterebbe per ''[[Kethubah]]'': alla [[donna]] che trasgredisce la legge ebraica, per esempio, andando in pubblico a capo scoperto, filando per la strada, o conversando con qualsiasi uomo; alla donna che maledice i figli di suo marito in presenza di lui; alla donna che ha la voce troppo forte, tale, cioè, che quando parla in casa propria i vicini possono udire ciò che dice. (Cohen, p. 209)
*Chiunque fa molte chiacchiere con le donne porta male a sé stesso. (Cohen, p. 133)
*Dieci misure di parole sono scese su questo mondo; le donne ne presero nove e gli uomini una. (Kiddushim, 49)<ref name=sordi/>
*La nascita di una bambina è un evento infelice (Baba Bathra, 16b)
*Per tre trasgressioni le donne (israelite) muoiono di parto: perché hanno trascurato di osservare i loro periodi di separazione, la prelevazione della pasta e l'accensione della lampada sabbatica. (Cohen, p. 150)
*Se un uomo sposa una donna e sta con lei dieci anni senza che essa gli dia un figlio, non gli è permesso di rimanere esentato (dal dovere di procreazione). (Cohen, p. 209)
*Se una donna impazzisce, il marito non può ripudiarla. (Cohen, p. 209)
*Un [[maschio e femmina|uomo]] non deve mai camminare dietro una [[maschio e femmina|donna]] per la strada, fosse pure sua moglie. (Cohen, p. 133)
===Citazioni su magia e divinazioni===
*Chi nasce di [[domenica]] sarà interamente buono o interamente cattivo, perché in quel giorno furono create la luce e l'oscurità. (Cohen, p. 335)
*I pianeti non hanno influenza su Israel. (Cohen, p. 330)
*L'[[eclissi solare|eclissi di sole]] è cattivo presagio per i popoli (pagani) del mondo. L'[[eclissi lunare]] è cattivo presagio per i nemici d'Israel. (Cohen, p. 337)
===Citazioni sulle malattie===
*Sei cose sono un sintomo favorevole del malato: lo sternuto, la traspirazione, il beneficio del ventre, l'emissione seminale, il sonno e il sogno. Sei cose guariscono il malato dalla sua malattia: il cavallo, la bietola, il decotto di semi secchi di peucedano, il caglio, l'utero, e il lobo maggiore del fegato. (Cohen, p. 302)
*Per il mal di denti prenda una pianta d'aglio provvista di una sola testa, lo strofini in olio e sale e lo metta nell'unghia del pollice dalla parte in cui dolgono i denti, lo circondi con un cerchio di pasta, facendo attenzione, che l'aglio non tocchi la carne per timore che produca la lebbra. (Cohen, p. 306)
*Per la [[diarrea]] prenda farina d'orzo fresco nell'acqua; e per la costipazione farina d'orzo secco nell'acqua. (Cohen, p. 308)
===Citazioni sul malocchio===
*Il [[malocchio]] (cioè l'invidia), la mala inclinazione, e l'odio verso le creature mettono l'uomo fuori del mondo. (Cohen, p. 325)
*Novantanove persone muoiono pel mal'occhio contro una che muore per morte naturale. (Cohen, p. 326)
*La benedizione non si trova altro che in cosa su cui non domina l'occhio (del vicino). (Cohen, p. 327)
===Citazioni sul peccato===
*Chiunque ruba al suo compagno anche il valore di un centesimo, è come se gli avesse tolto la vita. (Cohen, p. 137)
*Il complice di un [[ladro]] è come il ladro. (Cohen, p. 137)
*Far peccare un altro, è peggio che ucciderlo; perché uccidere una persona è solo allontanarla da questo mondo, ma farla peccare è escluderla anche dal Mondo Avvenire. (Cohen, p. 137)
*Rifletti su tre cose e non verrai mai in potere del [[peccato]]. Sappi ciò che è sopra di te, un occhio che vede, un orecchio che sente, e tutte le tue azioni sono scritte in un libro. (Cohen, p. 137)
===Citazioni sui sogni===
*Un [[sogno]] non interpretato è come una lettera non letta. (Cohen, p. 342)
*Tre tipi di sogno si avverano: il sogno mattutino, il sogno di un amico che ti riguarda, ed il sogno interpretato in mezzo a un sogno. (Cohen, p. 343)
*Chi sogna un [[becco]], l'anno per lui sarà benedetto; un [[Mirto (botanica)|mirto]], i suoi affari intrapresi prospereranno, e, se non ha affari intrapresi, riceverà un'eredità da qualche altra parte. (Cohen, p. 346)
===Citazioni sugli spiriti maligni===
*Chi desidera vedere le loro orme, prenda della cenere stacciata e la sparga intorno al proprio letto. Al mattino si vedrà qualcosa simile a le orme di un gallo. Chi desidera vederli, deve prendere la placenta di una gatta nera figlia di una gatta nera, primogenita di una primogenita, la arrostisca sul fuoco, la polverizzi, se ne riempia gli occhi e li vedrà. (Cohen, p. 314)
*Per esorcizzare un [[diavolo|demone]] di': Crepa, sii maledetto, spezzato e bandito, figlio del fango, figlio di un impuro, figlio dell'argilla come Shamgaz, Merigaz, e Istemaah. (Cohen, p. 320)
*Per evitare il chiarore della luce solare, gli spiriti si ritirano nei luoghi ombrosi: per tale ragione il pericolo è in agguato nell'ombra. (Cohen, p. 318)
*Per quanto si possano incontrare dovunque, frequentano particolarmente certi luoghi, specialmente i luoghi oscuri, sporchi e pericolosi e l'acqua. (Cohen, p. 315)
*Uno spirito maligno scende sugli alimenti e sulle bevande che vengono tenuti sotto il letto, anche se si trovano entro un recipiente di ferro coperto. (Cohen, p. 317)
==Citazioni sul Talmud==
*Lo studio della Mishnah<ref>Mishnah, o Mishnà, uno dei testi fondamentali dell'ebraismo.</ref> che venne facendosi nelle scuole amoraiche, in Palestina e in Babilonia, fu indicato col vocabolo ''talmud'', che in base al suo senso etimologico di «studio» aveva poi assunto, fra l'altro, quello di esplicazione ed esposizione di testi halakhici (in Babilonia si ha anche il vocabolo equivalente aramaico ''gemarà''). E dal designare l'attività delle scuole amoraiche il vocabolo passò a designare le opere letterarie nelle quali questa attività venne a rispecchiarsi, cioè il ''Talmud palestinese'' e il ''Talmud babilonese'': quello redatto, come il suo nome ci indica, nelle accademie di Palestina, questo, come pure ci fa sentire il suo nome, nelle accademie di Babilonia. ([[Umberto Cassuto]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Abraham Cohen, ''il Talmud'', traduzione di Alfredo Toaff, Laterza, Bari, 1999.
==Voci correlate==
*[[Pirkei Avot]]
*[[Talmud di Gerusalemme]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sul}}
[[Categoria:Testi sacri]]
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Gaux
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{{w|Molte citazioni sono praticamente senza fonte; suddivisione delle citazioni rivedibile}}
[[File:Adolf Behrman - Talmudysci.jpg|thumb|upright=1.2|''Lettori del Talmud'' di Adolf Behrman]]
{{indicedx}}
'''Talmud''', testo sacro dell'Ebraismo.
==Citazioni dal Talmud==
*Basta che esista un solo [[giustizia|giusto]] perché il mondo meriti di essere stato creato.<ref>Citato in ''[https://www.ilmessaggero.it/spettacoli/eventi/talmud_traduzione_italiana_mattarella-1650248.html Il Talmud riprende vita: il primo volume in italiano consegnato a Mattarella]'', ''ilmessaggero.it'', 5 aprile 2016.</ref>
*Chi è pietoso contro i crudeli finisce con l'essere crudele contro i pietosi.
*Chi salva una vita, salva il mondo intero.<ref>Dal Trattato Sanhedrin, f. 37a; citato in [[Martin Gilbert]], ''I giusti: gli eroi sconosciuti dell'Olocausto'', Città Nuova, 2007, [http://books.google.it/books?id=MlVcoqxGlGsC&pg=PA12 p. 12]. ISBN 978-88-311-7492-3</ref> {{c|Da controllare: vedi discussione}}
*Chiunque desidera ricevere su di sé il giogo del regno del Cielo in perfezione, deve prima evacuare, poi lavarsi le mani, mettersi i filatteri ed offrire le sue preghiere. (Cohen, p. 288)
*È [[leone]] chi è figlio di leone.
*Gli atti di [[gentilezza]] pesano quanto tutti i comandamenti.
*Il [[mondo]] non si mantiene che per il fiato dei bambini. (Schiabbata', 119)<ref>Citato in Barbara Fabbroni, ''Un dono per Te, {{small|Il mondo psicopatologico del bambino}}'', prefazione di Matteo Villanova, presentazione di Maria Giulia Pagni, Edizioni Universitarie Romane, Roma, 2008, [https://books.google.it/books?id=z5QLfOxMpwwC&lpg=PA11&dq=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11].</ref>
*Il mondo purtroppo è in mano agli stolti.
*Il povero fa più bene al ricco accettando la sua [[carità]], di quello che faccia il ricco al povero offrendogliela.
*La [[Gola (ingordigia)|gola]] ha ucciso più uomini che la fame.
*La [[pace]] è per il mondo quello che il lievito è per la pasta.
*La proprietà del tuo prossimo ti sia cara quanto la tua. (Aboth, II, 17)<ref name=sordi/>
*La reputazione del tuo prossimo ti sia cara quanto la tua. (Aboth, II, 15)<ref name=sordi/>
*Le [[parole]] che escono dal [[cuore]], giungono al cuore.<ref>Citato in [[Mario Canciani]], ''Vita da prete'', Mondadori 1991, p. 8.</ref>
*Non condannare nessuno e non ritenere nulla impossibile.
*Sii il maledetto e non colui che maledice.
*Una [[parola]] vale una ''sela'' (moneta), il [[silenzio]] due. (Cohen, p. 135)
*Un discepolo dei saggi non deve abitare in una città sprovvista di latrine. (Cohen, p. 288)
===Citazioni sull'alimentazione===
*Chi prende l'abitudine di mangiare [[lenticchie]] una volta ogni trenta giorni tiene lontano il [[asfissia|soffocamento]] dalla sua casa. (Cohen, p. 299)
*Chi prende l'abitudine di mangiare [[pesce]] piccolo non soffrirà di indigestione: non solo, il pesce piccolo rende l'intero corpo dell'uomo fecondo e vigoroso. (Cohen, p. 300)
*Cinque cose si dicono dell'[[aglio]]: soddisfa, riscalda il corpo, fa splendere la faccia, aumenta il liquido seminale e uccide il verme solitario. (Cohen, p. 299)
*Come nutrimento l'[[uovo]] è superiore a tutti gli altri cibi, presi in quantità non superiore al volume dell'uovo. (Cohen, p. 300)
*Il [[cavolo]] è buono come nutrimento e la bietola come rimedio. (Cohen, p. 299)
*L'aceto è figlio del [[vino]].
*Non c'è gioia senza vino. (Pesakhim, 109)<ref name=sordi>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref>
*Non è permesso a un discepolo dei Saggi di abitare in una città in cui non si possono trovare verdure. (Cohen, p. 298)
*Per annullare gli effetti nocivi di ogni vegetale, bevi acqua calda. (Cohen, p. 300)
*Tre cose fanno diminuire le feci, aumentano la statura e portano luce agli occhi: il pane fatto di farina setacciata, la carne grassa e il vino vecchio. (Cohen, p. 299)
*Tutte le [[verdure]] rendono di aspetto pallido. (Cohen, p. 299)
===Citazioni sulle donne===
*Alle (donne) seguenti viene disciolto il matrimonio senza che ricevano ciò che loro spetterebbe per ''[[Kethubah]]'': alla [[donna]] che trasgredisce la legge ebraica, per esempio, andando in pubblico a capo scoperto, filando per la strada, o conversando con qualsiasi uomo; alla donna che maledice i figli di suo marito in presenza di lui; alla donna che ha la voce troppo forte, tale, cioè, che quando parla in casa propria i vicini possono udire ciò che dice. (Cohen, p. 209)
*Chiunque fa molte chiacchiere con le donne porta male a sé stesso. (Cohen, p. 133)
*Dieci misure di parole sono scese su questo mondo; le donne ne presero nove e gli uomini una. (Kiddushim, 49)<ref name=sordi/>
*La nascita di una bambina è un evento infelice (Baba Bathra, 16b)
*Per tre trasgressioni le donne (israelite) muoiono di parto: perché hanno trascurato di osservare i loro periodi di separazione, la prelevazione della pasta e l'accensione della lampada sabbatica. (Cohen, p. 150)
*Se un uomo sposa una donna e sta con lei dieci anni senza che essa gli dia un figlio, non gli è permesso di rimanere esentato (dal dovere di procreazione). (Cohen, p. 209)
*Se una donna impazzisce, il marito non può ripudiarla. (Cohen, p. 209)
*Un [[maschio e femmina|uomo]] non deve mai camminare dietro una [[maschio e femmina|donna]] per la strada, fosse pure sua moglie. (Cohen, p. 133)
===Citazioni su magia e divinazioni===
*Chi nasce di [[domenica]] sarà interamente buono o interamente cattivo, perché in quel giorno furono create la luce e l'oscurità. (Cohen, p. 335)
*I pianeti non hanno influenza su Israel. (Cohen, p. 330)
*L'[[eclissi solare|eclissi di sole]] è cattivo presagio per i popoli (pagani) del mondo. L'[[eclissi lunare]] è cattivo presagio per i nemici d'Israel. (Cohen, p. 337)
===Citazioni sulle malattie===
*Sei cose sono un sintomo favorevole del malato: lo sternuto, la traspirazione, il beneficio del ventre, l'emissione seminale, il sonno e il sogno. Sei cose guariscono il malato dalla sua malattia: il cavallo, la bietola, il decotto di semi secchi di peucedano, il caglio, l'utero, e il lobo maggiore del fegato. (Cohen, p. 302)
*Per il mal di denti prenda una pianta d'aglio provvista di una sola testa, lo strofini in olio e sale e lo metta nell'unghia del pollice dalla parte in cui dolgono i denti, lo circondi con un cerchio di pasta, facendo attenzione, che l'aglio non tocchi la carne per timore che produca la lebbra. (Cohen, p. 306)
*Per la [[diarrea]] prenda farina d'orzo fresco nell'acqua; e per la costipazione farina d'orzo secco nell'acqua. (Cohen, p. 308)
===Citazioni sul malocchio===
*Il [[malocchio]] (cioè l'invidia), la mala inclinazione, e l'odio verso le creature mettono l'uomo fuori del mondo. (Cohen, p. 325)
*Novantanove persone muoiono pel mal'occhio contro una che muore per morte naturale. (Cohen, p. 326)
*La benedizione non si trova altro che in cosa su cui non domina l'occhio (del vicino). (Cohen, p. 327)
===Citazioni sul peccato===
*Chiunque ruba al suo compagno anche il valore di un centesimo, è come se gli avesse tolto la vita. (Cohen, p. 137)
*Il complice di un [[ladro]] è come il ladro. (Cohen, p. 137)
*Far peccare un altro, è peggio che ucciderlo; perché uccidere una persona è solo allontanarla da questo mondo, ma farla peccare è escluderla anche dal Mondo Avvenire. (Cohen, p. 137)
*Rifletti su tre cose e non verrai mai in potere del [[peccato]]. Sappi ciò che è sopra di te, un occhio che vede, un orecchio che sente, e tutte le tue azioni sono scritte in un libro. (Cohen, p. 137)
===Citazioni sui sogni===
*Un [[sogno]] non interpretato è come una lettera non letta. (Cohen, p. 342)
*Tre tipi di sogno si avverano: il sogno mattutino, il sogno di un amico che ti riguarda, ed il sogno interpretato in mezzo a un sogno. (Cohen, p. 343)
*Chi sogna un [[becco]], l'anno per lui sarà benedetto; un [[Mirto (botanica)|mirto]], i suoi affari intrapresi prospereranno, e, se non ha affari intrapresi, riceverà un'eredità da qualche altra parte. (Cohen, p. 346)
===Citazioni sugli spiriti maligni===
*Chi desidera vedere le loro orme, prenda della cenere stacciata e la sparga intorno al proprio letto. Al mattino si vedrà qualcosa simile a le orme di un gallo. Chi desidera vederli, deve prendere la placenta di una gatta nera figlia di una gatta nera, primogenita di una primogenita, la arrostisca sul fuoco, la polverizzi, se ne riempia gli occhi e li vedrà. (Cohen, p. 314)
*Per esorcizzare un [[diavolo|demone]] di': Crepa, sii maledetto, spezzato e bandito, figlio del fango, figlio di un impuro, figlio dell'argilla come Shamgaz, Merigaz, e Istemaah. (Cohen, p. 320)
*Per evitare il chiarore della luce solare, gli spiriti si ritirano nei luoghi ombrosi: per tale ragione il pericolo è in agguato nell'ombra. (Cohen, p. 318)
*Per quanto si possano incontrare dovunque, frequentano particolarmente certi luoghi, specialmente i luoghi oscuri, sporchi e pericolosi e l'acqua. (Cohen, p. 315)
*Uno spirito maligno scende sugli alimenti e sulle bevande che vengono tenuti sotto il letto, anche se si trovano entro un recipiente di ferro coperto. (Cohen, p. 317)
==Citazioni sul Talmud==
*Lo studio della Mishnah<ref>Mishnah, o Mishnà, uno dei testi fondamentali dell'ebraismo.</ref> che venne facendosi nelle scuole amoraiche, in Palestina e in Babilonia, fu indicato col vocabolo ''talmud'', che in base al suo senso etimologico di «studio» aveva poi assunto, fra l'altro, quello di esplicazione ed esposizione di testi halakhici (in Babilonia si ha anche il vocabolo equivalente aramaico ''gemarà''). E dal designare l'attività delle scuole amoraiche il vocabolo passò a designare le opere letterarie nelle quali questa attività venne a rispecchiarsi, cioè il ''Talmud palestinese'' e il ''Talmud babilonese'': quello redatto, come il suo nome ci indica, nelle accademie di Palestina, questo, come pure ci fa sentire il suo nome, nelle accademie di Babilonia. ([[Umberto Cassuto]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Abraham Cohen, ''il Talmud'', traduzione di Alfredo Toaff, Laterza, Bari, 1999.
==Voci correlate==
*[[Pirkei Avot]]
*[[Talmud di Gerusalemme]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sul}}
[[Categoria:Testi sacri]]
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/* Citazioni sul Talmud */ David Castelli
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{{w|Molte citazioni sono praticamente senza fonte; suddivisione delle citazioni rivedibile}}
[[File:Adolf Behrman - Talmudysci.jpg|thumb|upright=1.2|''Lettori del Talmud'' di Adolf Behrman]]
{{indicedx}}
'''Talmud''', testo sacro dell'Ebraismo.
==Citazioni dal Talmud==
*Basta che esista un solo [[giustizia|giusto]] perché il mondo meriti di essere stato creato.<ref>Citato in ''[https://www.ilmessaggero.it/spettacoli/eventi/talmud_traduzione_italiana_mattarella-1650248.html Il Talmud riprende vita: il primo volume in italiano consegnato a Mattarella]'', ''ilmessaggero.it'', 5 aprile 2016.</ref>
*Chi è pietoso contro i crudeli finisce con l'essere crudele contro i pietosi.
*Chi salva una vita, salva il mondo intero.<ref>Dal Trattato Sanhedrin, f. 37a; citato in [[Martin Gilbert]], ''I giusti: gli eroi sconosciuti dell'Olocausto'', Città Nuova, 2007, [http://books.google.it/books?id=MlVcoqxGlGsC&pg=PA12 p. 12]. ISBN 978-88-311-7492-3</ref> {{c|Da controllare: vedi discussione}}
*Chiunque desidera ricevere su di sé il giogo del regno del Cielo in perfezione, deve prima evacuare, poi lavarsi le mani, mettersi i filatteri ed offrire le sue preghiere. (Cohen, p. 288)
*È [[leone]] chi è figlio di leone.
*Gli atti di [[gentilezza]] pesano quanto tutti i comandamenti.
*Il [[mondo]] non si mantiene che per il fiato dei bambini. (Schiabbata', 119)<ref>Citato in Barbara Fabbroni, ''Un dono per Te, {{small|Il mondo psicopatologico del bambino}}'', prefazione di Matteo Villanova, presentazione di Maria Giulia Pagni, Edizioni Universitarie Romane, Roma, 2008, [https://books.google.it/books?id=z5QLfOxMpwwC&lpg=PA11&dq=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11].</ref>
*Il mondo purtroppo è in mano agli stolti.
*Il povero fa più bene al ricco accettando la sua [[carità]], di quello che faccia il ricco al povero offrendogliela.
*La [[Gola (ingordigia)|gola]] ha ucciso più uomini che la fame.
*La [[pace]] è per il mondo quello che il lievito è per la pasta.
*La proprietà del tuo prossimo ti sia cara quanto la tua. (Aboth, II, 17)<ref name=sordi/>
*La reputazione del tuo prossimo ti sia cara quanto la tua. (Aboth, II, 15)<ref name=sordi/>
*Le [[parole]] che escono dal [[cuore]], giungono al cuore.<ref>Citato in [[Mario Canciani]], ''Vita da prete'', Mondadori 1991, p. 8.</ref>
*Non condannare nessuno e non ritenere nulla impossibile.
*Sii il maledetto e non colui che maledice.
*Una [[parola]] vale una ''sela'' (moneta), il [[silenzio]] due. (Cohen, p. 135)
*Un discepolo dei saggi non deve abitare in una città sprovvista di latrine. (Cohen, p. 288)
===Citazioni sull'alimentazione===
*Chi prende l'abitudine di mangiare [[lenticchie]] una volta ogni trenta giorni tiene lontano il [[asfissia|soffocamento]] dalla sua casa. (Cohen, p. 299)
*Chi prende l'abitudine di mangiare [[pesce]] piccolo non soffrirà di indigestione: non solo, il pesce piccolo rende l'intero corpo dell'uomo fecondo e vigoroso. (Cohen, p. 300)
*Cinque cose si dicono dell'[[aglio]]: soddisfa, riscalda il corpo, fa splendere la faccia, aumenta il liquido seminale e uccide il verme solitario. (Cohen, p. 299)
*Come nutrimento l'[[uovo]] è superiore a tutti gli altri cibi, presi in quantità non superiore al volume dell'uovo. (Cohen, p. 300)
*Il [[cavolo]] è buono come nutrimento e la bietola come rimedio. (Cohen, p. 299)
*L'aceto è figlio del [[vino]].
*Non c'è gioia senza vino. (Pesakhim, 109)<ref name=sordi>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref>
*Non è permesso a un discepolo dei Saggi di abitare in una città in cui non si possono trovare verdure. (Cohen, p. 298)
*Per annullare gli effetti nocivi di ogni vegetale, bevi acqua calda. (Cohen, p. 300)
*Tre cose fanno diminuire le feci, aumentano la statura e portano luce agli occhi: il pane fatto di farina setacciata, la carne grassa e il vino vecchio. (Cohen, p. 299)
*Tutte le [[verdure]] rendono di aspetto pallido. (Cohen, p. 299)
===Citazioni sulle donne===
*Alle (donne) seguenti viene disciolto il matrimonio senza che ricevano ciò che loro spetterebbe per ''[[Kethubah]]'': alla [[donna]] che trasgredisce la legge ebraica, per esempio, andando in pubblico a capo scoperto, filando per la strada, o conversando con qualsiasi uomo; alla donna che maledice i figli di suo marito in presenza di lui; alla donna che ha la voce troppo forte, tale, cioè, che quando parla in casa propria i vicini possono udire ciò che dice. (Cohen, p. 209)
*Chiunque fa molte chiacchiere con le donne porta male a sé stesso. (Cohen, p. 133)
*Dieci misure di parole sono scese su questo mondo; le donne ne presero nove e gli uomini una. (Kiddushim, 49)<ref name=sordi/>
*La nascita di una bambina è un evento infelice (Baba Bathra, 16b)
*Per tre trasgressioni le donne (israelite) muoiono di parto: perché hanno trascurato di osservare i loro periodi di separazione, la prelevazione della pasta e l'accensione della lampada sabbatica. (Cohen, p. 150)
*Se un uomo sposa una donna e sta con lei dieci anni senza che essa gli dia un figlio, non gli è permesso di rimanere esentato (dal dovere di procreazione). (Cohen, p. 209)
*Se una donna impazzisce, il marito non può ripudiarla. (Cohen, p. 209)
*Un [[maschio e femmina|uomo]] non deve mai camminare dietro una [[maschio e femmina|donna]] per la strada, fosse pure sua moglie. (Cohen, p. 133)
===Citazioni su magia e divinazioni===
*Chi nasce di [[domenica]] sarà interamente buono o interamente cattivo, perché in quel giorno furono create la luce e l'oscurità. (Cohen, p. 335)
*I pianeti non hanno influenza su Israel. (Cohen, p. 330)
*L'[[eclissi solare|eclissi di sole]] è cattivo presagio per i popoli (pagani) del mondo. L'[[eclissi lunare]] è cattivo presagio per i nemici d'Israel. (Cohen, p. 337)
===Citazioni sulle malattie===
*Sei cose sono un sintomo favorevole del malato: lo sternuto, la traspirazione, il beneficio del ventre, l'emissione seminale, il sonno e il sogno. Sei cose guariscono il malato dalla sua malattia: il cavallo, la bietola, il decotto di semi secchi di peucedano, il caglio, l'utero, e il lobo maggiore del fegato. (Cohen, p. 302)
*Per il mal di denti prenda una pianta d'aglio provvista di una sola testa, lo strofini in olio e sale e lo metta nell'unghia del pollice dalla parte in cui dolgono i denti, lo circondi con un cerchio di pasta, facendo attenzione, che l'aglio non tocchi la carne per timore che produca la lebbra. (Cohen, p. 306)
*Per la [[diarrea]] prenda farina d'orzo fresco nell'acqua; e per la costipazione farina d'orzo secco nell'acqua. (Cohen, p. 308)
===Citazioni sul malocchio===
*Il [[malocchio]] (cioè l'invidia), la mala inclinazione, e l'odio verso le creature mettono l'uomo fuori del mondo. (Cohen, p. 325)
*Novantanove persone muoiono pel mal'occhio contro una che muore per morte naturale. (Cohen, p. 326)
*La benedizione non si trova altro che in cosa su cui non domina l'occhio (del vicino). (Cohen, p. 327)
===Citazioni sul peccato===
*Chiunque ruba al suo compagno anche il valore di un centesimo, è come se gli avesse tolto la vita. (Cohen, p. 137)
*Il complice di un [[ladro]] è come il ladro. (Cohen, p. 137)
*Far peccare un altro, è peggio che ucciderlo; perché uccidere una persona è solo allontanarla da questo mondo, ma farla peccare è escluderla anche dal Mondo Avvenire. (Cohen, p. 137)
*Rifletti su tre cose e non verrai mai in potere del [[peccato]]. Sappi ciò che è sopra di te, un occhio che vede, un orecchio che sente, e tutte le tue azioni sono scritte in un libro. (Cohen, p. 137)
===Citazioni sui sogni===
*Un [[sogno]] non interpretato è come una lettera non letta. (Cohen, p. 342)
*Tre tipi di sogno si avverano: il sogno mattutino, il sogno di un amico che ti riguarda, ed il sogno interpretato in mezzo a un sogno. (Cohen, p. 343)
*Chi sogna un [[becco]], l'anno per lui sarà benedetto; un [[Mirto (botanica)|mirto]], i suoi affari intrapresi prospereranno, e, se non ha affari intrapresi, riceverà un'eredità da qualche altra parte. (Cohen, p. 346)
===Citazioni sugli spiriti maligni===
*Chi desidera vedere le loro orme, prenda della cenere stacciata e la sparga intorno al proprio letto. Al mattino si vedrà qualcosa simile a le orme di un gallo. Chi desidera vederli, deve prendere la placenta di una gatta nera figlia di una gatta nera, primogenita di una primogenita, la arrostisca sul fuoco, la polverizzi, se ne riempia gli occhi e li vedrà. (Cohen, p. 314)
*Per esorcizzare un [[diavolo|demone]] di': Crepa, sii maledetto, spezzato e bandito, figlio del fango, figlio di un impuro, figlio dell'argilla come Shamgaz, Merigaz, e Istemaah. (Cohen, p. 320)
*Per evitare il chiarore della luce solare, gli spiriti si ritirano nei luoghi ombrosi: per tale ragione il pericolo è in agguato nell'ombra. (Cohen, p. 318)
*Per quanto si possano incontrare dovunque, frequentano particolarmente certi luoghi, specialmente i luoghi oscuri, sporchi e pericolosi e l'acqua. (Cohen, p. 315)
*Uno spirito maligno scende sugli alimenti e sulle bevande che vengono tenuti sotto il letto, anche se si trovano entro un recipiente di ferro coperto. (Cohen, p. 317)
==Citazioni sul Talmud==
*In quanto [...] al Talmud, farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete. ([[David Castelli]])
*Lo studio della Mishnah<ref>Mishnah, o Mishnà, uno dei testi fondamentali dell'ebraismo.</ref> che venne facendosi nelle scuole amoraiche, in Palestina e in Babilonia, fu indicato col vocabolo ''talmud'', che in base al suo senso etimologico di «studio» aveva poi assunto, fra l'altro, quello di esplicazione ed esposizione di testi halakhici (in Babilonia si ha anche il vocabolo equivalente aramaico ''gemarà''). E dal designare l'attività delle scuole amoraiche il vocabolo passò a designare le opere letterarie nelle quali questa attività venne a rispecchiarsi, cioè il ''Talmud palestinese'' e il ''Talmud babilonese'': quello redatto, come il suo nome ci indica, nelle accademie di Palestina, questo, come pure ci fa sentire il suo nome, nelle accademie di Babilonia. ([[Umberto Cassuto]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Abraham Cohen, ''il Talmud'', traduzione di Alfredo Toaff, Laterza, Bari, 1999.
==Voci correlate==
*[[Pirkei Avot]]
*[[Talmud di Gerusalemme]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Testi sacri]]
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2022-08-08T16:24:51Z
Gaux
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/* Citazioni sul Talmud */ David Castelli
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{{w|Molte citazioni sono praticamente senza fonte; suddivisione delle citazioni rivedibile}}
[[File:Adolf Behrman - Talmudysci.jpg|thumb|upright=1.2|''Lettori del Talmud'' di Adolf Behrman]]
{{indicedx}}
'''Talmud''', testo sacro dell'Ebraismo.
==Citazioni dal Talmud==
*Basta che esista un solo [[giustizia|giusto]] perché il mondo meriti di essere stato creato.<ref>Citato in ''[https://www.ilmessaggero.it/spettacoli/eventi/talmud_traduzione_italiana_mattarella-1650248.html Il Talmud riprende vita: il primo volume in italiano consegnato a Mattarella]'', ''ilmessaggero.it'', 5 aprile 2016.</ref>
*Chi è pietoso contro i crudeli finisce con l'essere crudele contro i pietosi.
*Chi salva una vita, salva il mondo intero.<ref>Dal Trattato Sanhedrin, f. 37a; citato in [[Martin Gilbert]], ''I giusti: gli eroi sconosciuti dell'Olocausto'', Città Nuova, 2007, [http://books.google.it/books?id=MlVcoqxGlGsC&pg=PA12 p. 12]. ISBN 978-88-311-7492-3</ref> {{c|Da controllare: vedi discussione}}
*Chiunque desidera ricevere su di sé il giogo del regno del Cielo in perfezione, deve prima evacuare, poi lavarsi le mani, mettersi i filatteri ed offrire le sue preghiere. (Cohen, p. 288)
*È [[leone]] chi è figlio di leone.
*Gli atti di [[gentilezza]] pesano quanto tutti i comandamenti.
*Il [[mondo]] non si mantiene che per il fiato dei bambini. (Schiabbata', 119)<ref>Citato in Barbara Fabbroni, ''Un dono per Te, {{small|Il mondo psicopatologico del bambino}}'', prefazione di Matteo Villanova, presentazione di Maria Giulia Pagni, Edizioni Universitarie Romane, Roma, 2008, [https://books.google.it/books?id=z5QLfOxMpwwC&lpg=PA11&dq=it&pg=PA11#v=onepage&q&f=false p. 11].</ref>
*Il mondo purtroppo è in mano agli stolti.
*Il povero fa più bene al ricco accettando la sua [[carità]], di quello che faccia il ricco al povero offrendogliela.
*La [[Gola (ingordigia)|gola]] ha ucciso più uomini che la fame.
*La [[pace]] è per il mondo quello che il lievito è per la pasta.
*La proprietà del tuo prossimo ti sia cara quanto la tua. (Aboth, II, 17)<ref name=sordi/>
*La reputazione del tuo prossimo ti sia cara quanto la tua. (Aboth, II, 15)<ref name=sordi/>
*Le [[parole]] che escono dal [[cuore]], giungono al cuore.<ref>Citato in [[Mario Canciani]], ''Vita da prete'', Mondadori 1991, p. 8.</ref>
*Non condannare nessuno e non ritenere nulla impossibile.
*Sii il maledetto e non colui che maledice.
*Una [[parola]] vale una ''sela'' (moneta), il [[silenzio]] due. (Cohen, p. 135)
*Un discepolo dei saggi non deve abitare in una città sprovvista di latrine. (Cohen, p. 288)
===Citazioni sull'alimentazione===
*Chi prende l'abitudine di mangiare [[lenticchie]] una volta ogni trenta giorni tiene lontano il [[asfissia|soffocamento]] dalla sua casa. (Cohen, p. 299)
*Chi prende l'abitudine di mangiare [[pesce]] piccolo non soffrirà di indigestione: non solo, il pesce piccolo rende l'intero corpo dell'uomo fecondo e vigoroso. (Cohen, p. 300)
*Cinque cose si dicono dell'[[aglio]]: soddisfa, riscalda il corpo, fa splendere la faccia, aumenta il liquido seminale e uccide il verme solitario. (Cohen, p. 299)
*Come nutrimento l'[[uovo]] è superiore a tutti gli altri cibi, presi in quantità non superiore al volume dell'uovo. (Cohen, p. 300)
*Il [[cavolo]] è buono come nutrimento e la bietola come rimedio. (Cohen, p. 299)
*L'aceto è figlio del [[vino]].
*Non c'è gioia senza vino. (Pesakhim, 109)<ref name=sordi>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref>
*Non è permesso a un discepolo dei Saggi di abitare in una città in cui non si possono trovare verdure. (Cohen, p. 298)
*Per annullare gli effetti nocivi di ogni vegetale, bevi acqua calda. (Cohen, p. 300)
*Tre cose fanno diminuire le feci, aumentano la statura e portano luce agli occhi: il pane fatto di farina setacciata, la carne grassa e il vino vecchio. (Cohen, p. 299)
*Tutte le [[verdure]] rendono di aspetto pallido. (Cohen, p. 299)
===Citazioni sulle donne===
*Alle (donne) seguenti viene disciolto il matrimonio senza che ricevano ciò che loro spetterebbe per ''[[Kethubah]]'': alla [[donna]] che trasgredisce la legge ebraica, per esempio, andando in pubblico a capo scoperto, filando per la strada, o conversando con qualsiasi uomo; alla donna che maledice i figli di suo marito in presenza di lui; alla donna che ha la voce troppo forte, tale, cioè, che quando parla in casa propria i vicini possono udire ciò che dice. (Cohen, p. 209)
*Chiunque fa molte chiacchiere con le donne porta male a sé stesso. (Cohen, p. 133)
*Dieci misure di parole sono scese su questo mondo; le donne ne presero nove e gli uomini una. (Kiddushim, 49)<ref name=sordi/>
*La nascita di una bambina è un evento infelice (Baba Bathra, 16b)
*Per tre trasgressioni le donne (israelite) muoiono di parto: perché hanno trascurato di osservare i loro periodi di separazione, la prelevazione della pasta e l'accensione della lampada sabbatica. (Cohen, p. 150)
*Se un uomo sposa una donna e sta con lei dieci anni senza che essa gli dia un figlio, non gli è permesso di rimanere esentato (dal dovere di procreazione). (Cohen, p. 209)
*Se una donna impazzisce, il marito non può ripudiarla. (Cohen, p. 209)
*Un [[maschio e femmina|uomo]] non deve mai camminare dietro una [[maschio e femmina|donna]] per la strada, fosse pure sua moglie. (Cohen, p. 133)
===Citazioni su magia e divinazioni===
*Chi nasce di [[domenica]] sarà interamente buono o interamente cattivo, perché in quel giorno furono create la luce e l'oscurità. (Cohen, p. 335)
*I pianeti non hanno influenza su Israel. (Cohen, p. 330)
*L'[[eclissi solare|eclissi di sole]] è cattivo presagio per i popoli (pagani) del mondo. L'[[eclissi lunare]] è cattivo presagio per i nemici d'Israel. (Cohen, p. 337)
===Citazioni sulle malattie===
*Sei cose sono un sintomo favorevole del malato: lo sternuto, la traspirazione, il beneficio del ventre, l'emissione seminale, il sonno e il sogno. Sei cose guariscono il malato dalla sua malattia: il cavallo, la bietola, il decotto di semi secchi di peucedano, il caglio, l'utero, e il lobo maggiore del fegato. (Cohen, p. 302)
*Per il mal di denti prenda una pianta d'aglio provvista di una sola testa, lo strofini in olio e sale e lo metta nell'unghia del pollice dalla parte in cui dolgono i denti, lo circondi con un cerchio di pasta, facendo attenzione, che l'aglio non tocchi la carne per timore che produca la lebbra. (Cohen, p. 306)
*Per la [[diarrea]] prenda farina d'orzo fresco nell'acqua; e per la costipazione farina d'orzo secco nell'acqua. (Cohen, p. 308)
===Citazioni sul malocchio===
*Il [[malocchio]] (cioè l'invidia), la mala inclinazione, e l'odio verso le creature mettono l'uomo fuori del mondo. (Cohen, p. 325)
*Novantanove persone muoiono pel mal'occhio contro una che muore per morte naturale. (Cohen, p. 326)
*La benedizione non si trova altro che in cosa su cui non domina l'occhio (del vicino). (Cohen, p. 327)
===Citazioni sul peccato===
*Chiunque ruba al suo compagno anche il valore di un centesimo, è come se gli avesse tolto la vita. (Cohen, p. 137)
*Il complice di un [[ladro]] è come il ladro. (Cohen, p. 137)
*Far peccare un altro, è peggio che ucciderlo; perché uccidere una persona è solo allontanarla da questo mondo, ma farla peccare è escluderla anche dal Mondo Avvenire. (Cohen, p. 137)
*Rifletti su tre cose e non verrai mai in potere del [[peccato]]. Sappi ciò che è sopra di te, un occhio che vede, un orecchio che sente, e tutte le tue azioni sono scritte in un libro. (Cohen, p. 137)
===Citazioni sui sogni===
*Un [[sogno]] non interpretato è come una lettera non letta. (Cohen, p. 342)
*Tre tipi di sogno si avverano: il sogno mattutino, il sogno di un amico che ti riguarda, ed il sogno interpretato in mezzo a un sogno. (Cohen, p. 343)
*Chi sogna un [[becco]], l'anno per lui sarà benedetto; un [[Mirto (botanica)|mirto]], i suoi affari intrapresi prospereranno, e, se non ha affari intrapresi, riceverà un'eredità da qualche altra parte. (Cohen, p. 346)
===Citazioni sugli spiriti maligni===
*Chi desidera vedere le loro orme, prenda della cenere stacciata e la sparga intorno al proprio letto. Al mattino si vedrà qualcosa simile a le orme di un gallo. Chi desidera vederli, deve prendere la placenta di una gatta nera figlia di una gatta nera, primogenita di una primogenita, la arrostisca sul fuoco, la polverizzi, se ne riempia gli occhi e li vedrà. (Cohen, p. 314)
*Per esorcizzare un [[diavolo|demone]] di': Crepa, sii maledetto, spezzato e bandito, figlio del fango, figlio di un impuro, figlio dell'argilla come Shamgaz, Merigaz, e Istemaah. (Cohen, p. 320)
*Per evitare il chiarore della luce solare, gli spiriti si ritirano nei luoghi ombrosi: per tale ragione il pericolo è in agguato nell'ombra. (Cohen, p. 318)
*Per quanto si possano incontrare dovunque, frequentano particolarmente certi luoghi, specialmente i luoghi oscuri, sporchi e pericolosi e l'acqua. (Cohen, p. 315)
*Uno spirito maligno scende sugli alimenti e sulle bevande che vengono tenuti sotto il letto, anche se si trovano entro un recipiente di ferro coperto. (Cohen, p. 317)
==Citazioni sul Talmud==
*Il Talmud contiene (e chi non lo sa, dopo che tante volte è stato ripetuto?) i principii e gli insegnamenti più gretti e più meschini, che il pregiudizio e l'intolleranza religiosa uniti all'odio accanito di un popolo schiavo e oppresso abbiano saputo inventare. Ma non si sa egualmente che il Talmud contiene ancora i principii più liberi e generosi della più alta idealità, di cui si fan belle e filosofia e religione. Disgraziatamente per l'ebraismo, questa parte è stata lasciata all'oscuro da quelli appunto che hanno creduto di maggiormente difenderlo: eppure erano uomini di grandissimo ingegno e nobilissimo cuore. ([[David Castelli]])
*In quanto [...] al Talmud, farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete. ([[David Castelli]])
*Lo studio della Mishnah<ref>Mishnah, o Mishnà, uno dei testi fondamentali dell'ebraismo.</ref> che venne facendosi nelle scuole amoraiche, in Palestina e in Babilonia, fu indicato col vocabolo ''talmud'', che in base al suo senso etimologico di «studio» aveva poi assunto, fra l'altro, quello di esplicazione ed esposizione di testi halakhici (in Babilonia si ha anche il vocabolo equivalente aramaico ''gemarà''). E dal designare l'attività delle scuole amoraiche il vocabolo passò a designare le opere letterarie nelle quali questa attività venne a rispecchiarsi, cioè il ''Talmud palestinese'' e il ''Talmud babilonese'': quello redatto, come il suo nome ci indica, nelle accademie di Palestina, questo, come pure ci fa sentire il suo nome, nelle accademie di Babilonia. ([[Umberto Cassuto]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Abraham Cohen, ''il Talmud'', traduzione di Alfredo Toaff, Laterza, Bari, 1999.
==Voci correlate==
*[[Pirkei Avot]]
*[[Talmud di Gerusalemme]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sul}}
[[Categoria:Testi sacri]]
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Wilbur Smith
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Sistemo e aggiorno
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[[Immagine:Wilbur Smith.jpg|thumb|Wilbur Smith autografa una copia di ''The Quest'' (''Alle fonti del Nilo'')]]
'''Wilbur Addison Smith''' (1933 – 2021), scrittore zambiano.
{{indicedx}}
==Citazioni di Wilbur Smith==
*Alcune [[vigneto|viti]] crescono nel terreno sbagliato, altre si ammalano prima della vendemmia e altre ancora sono rovinate da un cattivo viticoltore. Non tutta l'uva fa il vino buono. (da ''La voce del tuono'')
*Ci sono gli eroi e ci sono anche i mostri, ma siamo quasi tutti comuni mortali, coinvolti in avvenimenti troppo feroci per noi. Forse alla fine di tutte queste lotte non erediteremo che le ceneri di una terra già bella (Shasa Courteney in ''I Fuochi Dell'Ira'')
*Essendo un esperto, Shasa sapeva che il denaro non era né buono né cattivo, ma semplicemente amorale. Sapeva che il denaro non ha coscienza, ma contiene il massimo esponenziale di bene e di male che ci sia. Era l'uomo che lo possedeva ad operare la scelta, e quella scelta si chiamava potere. (da ''I fuochi dell'ira'')
*Il [[tempo]] scappa di mano, ancor più della [[ricchezza]]. Non c'è banca che possa tenere al sicuro questa cosa così preziosa, che spendiamo così prodigalmente in banalità. (da ''L'ombra del sole'')
*In queste cose non mi sbaglio mai, amore mio. Farebbe di tutto per non disprezzarmi, così come ora fa di tutto per non odiarmi, ma non potrebbe farne a meno. Lui è Sean Courteney, intrappolato tra le ganasce d'acciaio del proprio onore. (in ''Gli Eredi dell'Eden'')
*In queste cose non mi sbaglio mai, amore mio. Farebbe di tutto per non disprezzarmi, così come ora fa di tutto per non odiarmi, ma non potrebbe farne a meno. Lui è Sean Courteney, intrappolato tra le ganasce d'acciaio del proprio onore. (in ''Gli Eredi dell'Eden'')
*L'[[amore]] è la moneta più preziosa che hai a disposizione, usala nel mercato in cui sei sicuro di non essere ingannato. (da ''Uccelli da preda'')
*L'[[impazienza]] è sempre stata uno dei miei difetti. Quasi tutti gli errori che ho commesso sono stati provocati da quella, Ma con gli anni sono un po' migliorato... A venti, volevo vivere la vita intera in una settimana. Adesso mi accontenterei di un anno. (Bruce Curry in ''L'ombra del sole'')
*La [[passione]] di un uomo è come un incendio che scoppia nell'erba alta e arida: divampa ardente e furioso, ma viene domato ben presto. Una donna è come il calderone di un mago, che deve sobbollire a lungo sui carboni prima di poter sprigionare il suo incantesimo. Sii rapido in tutto, tranne che nell'amore. (da ''Uccelli da preda'')
*Non scrivere mai per piacere al [[pubblico]], ma per piacere a te. (da ''Il dio del fiume'')
*Per Dio, adesso capisco perché non vai a puttane. Sei una di loro. (Ralph Ballantyne in ''Gli Angeli Piangono'')
*Quando entrano in concorrenza per lo spazio vitale, gli [[animali]] perdono sempre. (da ''L'ultima preda'')
*Se le lacrime potessero pagare i nostri debiti, se con le mie lacrime potessi comperarti un'indulgenza nei confronti di ogni dolore, se piangendo adesso potessi fare in modo che tu non debba mai piangere... allora piangerei fino a consumarmi gli occhi. (Sean Courtney in ''Il destino del leone'')
* Questi sono i frusti sentimenti di una donnetta debole e vile. Sei stanca e non stai bene. Ora dormi. E domani sarai di nuovo coraggiosa. Domani. (Centaine De Thiry in ''La spiaggia infuocata'')
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''I Courtney Atto I''===
====''Uccelli da preda''====
La brusca inclinazione dell'albero costrinse il ragazzo ad aggrapparsi al bordo della coffa dov'era accovacciato, sessanta piedi sopra il ponte, mentre la nave virava di bordo e prendeva l'abbrivio col vento in poppa. Era una caravella e si chiamava ''Lady Edwina'', dal nome della madre del ragazzo: una donna che lui ricordava a stento.
====''Monsone''====
I tre ragazzi, risalendo la forra, sbucarono alle spalle della cappella, così da non farsi scorgere né dalla casa padronale né dalle scuderie. Come sempre li guidava Tom, il maggiore d'età, ma il fratello più piccolo gli stava alle costole e, non appena Tom fu giunto alla prima svolta del ruscello, in un punto che dominava il villaggio, il bambino riprese a protestare.
====''Orizzonte''====
Fermi sulla battigia, i tre guardavano la luna, che stendeva sulle acque scure un sentiero di riflessi baluginanti e iridescenti.<br>
«Mancano appena due giorni al plenilunio...» disse Jim Courteney in tono sicuro. «E gli steenbras rossi saranno famelici come leoni», aggiunse, riferendosi ai grandi pesci di profondità che appartenevano alla famiglia dei dentici. Spumeggiando, un'onda risalì la spiaggia fino a lambire le sue caviglie.
====''Il leone d'oro''====
Non erano più uomini, erano i detriti della guerra sospinti dall'oceano Indiano sulle sabbie rosse dell'Africa. Molti dei corpi erano stati dilaniati dai colpi d'arma da fuoco o mutilati dalle armi affilate dei nemici. Altri erano annegati e, con la decomposizione, il gas che gonfiava il loro ventre li aveva fatti riaffiorare in superficie come tappi di sughero; gli uccelli marini saprofagi e gli squali se ne erano cibati con gusto. I pochi rimasti erano stati portati dalla risacca fin sulla spiaggia, dove i predatori umani aspettavano di spolparli.<br>
Due bambini precedettero di corsa la madre e la nonna lungo la riva, strillando eccitati ogni qual volta scoprivano qualcosa depositato dal mare, non importava quanto trascurabile e insignificante fosse.<br>
«Ce n'è un altro!» gridò il più grande dei due, in somalo. Indicò il punto in cui il pennone di una nave spiccata sulla spiaggia, unito a un lungo lembo di vela strappata. Vi era attaccato il corpo di un uomo bianco, che nel tentativo di salvarsi si era legato al pennone con una volta di cima di canapa. I due ragazzi si fermarono accanto alla carcassa, ridendo.
===''I Courtney Atto II''===
====''Il destino del leone''====
Un fagiano selvatico solitario volava lungo l'erta della collina, quasi rasente i lunghi steli dell'erba. Quando raggiunse la cresta, reclinò le ali e allungò le zampe, poi scomparve al coperto. Dalla valle lo seguivano due ragazzi e un cane. Davanti veniva il cane, con la lingua rosea che penzolava all'angolo della bocca, e i gemelli lo seguivano correndo spalla a spalla. Avevano entrambi scure chiazze di sudore sulla camicia color kaki, poiché il sole africano era ancora caldo, anche se ormai mezzo nascosto dalla linea dell'orizzonte.
====''La voce del tuono''====
Quattro anni di viaggio nella foresta, lontano da ogni strada, avevano ridotto i carri a malpartito. Molti raggi e timoni erano stati rifatti con legno dei bushveld; i teloni di copertura avevano tante toppe che la stoffa originale era appena visibile; decimati dai predatori e dalle malattie, i tiri erano ridotti da diciotto a dieci buoi per carro. Tuttavia quella piccola ed esausta carovana trasportava le zanne di cinquecento elefanti: dieci tonnellate d'avorio, il frutto della carabina di Sean Courteney; avorio che, appena arrivato a Pretoria, egli avrebbe convertito in circa quindicimila sterline d'oro.
====''Gli eredi dell'Eden''====
Sul fronte francese incombeva un cielo livido e ingombro di nuvole basse, che rotolavano con lenta dignità verso le linee tedesche.<br>
Il generale di brigata Sean Courteney aveva già passato quattro inverni in Francia e ormai, grazie anche alla sua esperienza di agricoltore, era in grado di giudicarne il clima con la stessa precisione con cui valutava quello della sua Africa natale.
===''I Courtney Atto III''===
====''La spiaggia infuocata''====
Michael si svegliò al tuono rabbioso dei cannoni. Era l'osceno rito antelucano di sempre. Dai due lati delle alture le poderose artiglierie avversarie sacrificavano selvaggiamente agli dèi della guerra.<br>
Michael rimase sdraiato nel buio sotto il peso delle sei coperte di lana, guardando i lampi delle cannonate attraverso il telo. Sembrava una spaventosa aurora boreale. Le coperte erano fredde e viscide come la pelle di un morto, mentre pioggia e vento schiaffeggiavano la tenda sopra la sua testa. Il freddo cane, che lo mordeva fin sotto le coltri, gli infondeva anche un barlume di speranza: con quel tempo non si poteva volare.
====''Il potere della spada''====
La nebbia gravava sull'oceano, smorzando suoni e colori, ma i primi refoli della brezza mattutina già ne increspavano il grigiore in un lieve turbinio ondeggiante: ben presto sarebbe sparita verso l'entroterra. Il peschereccio era a tre miglia dalla costa e si manteneva ai bordi della corrente, in quella zona di confine in cui le acque luminose dei bassi fondali si mescolano a quelle più scure e ricche di plancton vitale che sorgono dagli abissi, disegnando una linea netta di verde intenso.
====''I fuochi dell'ira''====
Tara Courteney non vestiva di bianco dal giorno delle nozze. Il suo colore preferito era il verde, che meglio si adattava ai folti capelli castani.<br>
Tuttavia l'abito bianco tornava a farla sentire una sposa, oggi, tremula e un po' impaurita, ma con un senso di gioia e dedizione profondo. Colletto alto e polsini erano impreziositi da pizzi, i capelli erano stati spazzolati fino a emettere bagliori rosso rubino nella chiarità solare del Capo. Le guance erano accese dall'eccitazione: benché avesse partorito quattro figli, aveva la vita sottile di una vergine.
====''L'ultima preda''====
Era rimasta seduta senza muoversi per oltre due ore, e il bisogno di farlo era diventato quasi insostenibile. Ogni muscolo del uso corpo anelava alla liberazione. Aveva le natiche intorpidite e nonostante avesse ricevuto il consiglio di svuotare la vescica prima di entrare nel capanno da appostamento lei non lo aveva fatto, imbarazzata dalla compagnia maschile e ancora troppo intimidita dalla savana per allontanarsi da sola fino a un luogo isolato. Ora si rimproverava per quell'eccesso di pudore e di insicurezza.<br>
Guardava dalla feritoia della rozza struttura ricoperta d'erba, situata all'estremità di una stretta galleria scoperta che i portatori avevano scrupolosamente liberato dalla fitta vegetazione della savana, perché anche un solo stelo avrebbe potuto deviare un proiettile lanciato a tremila piedi al secondo. La galleria era lunga una sessantina di iarde, sufficienti per consentire un perfetto allineamento del mirino telescopico del fucile.<br>
Senza muovere la testa Claudia girò gli occhi verso il padre, seduto accanto a lei nel capanno. Aveva appoggiato la canna del fucile davanti a sé, nell'incavo di un ramo, e teneva la mano destra sul calcio: gli sarebbe bastato avvicinarlo alla guancia di pochi pollici per essere pronto a mirare e fare fuoco.
====''La volpe dorata''====
Un nugolo di farfalle s'innalzò nel sole, la brezza le sparpagliò nel cielo estivo e centomila volti giovani e splendenti si volsero per seguirne il volo.<br>
In prima fila tra quella folla immensa c'era una ragazza, la ragazza che lui stava osservando ormai da dieci giorni. Come un cacciatore che studia la preda, aveva finito per conoscere con una bizzarra intimità ogni suo gesto e movimento, il modo di voltare la testa quando qualcosa attirava la sua attenzione, il modo di inclinarla per ascoltare e di scuoterla in segno d'irritazione o d'impazienza. Ora, in un atteggiamento nuovo, la ragazza levava il volto verso la splendida nube d'insetti alati e, persino a quella distanza, l'uomo riusciva a scorgere il brillio dei denti mentre le labbra si atteggiavano in un morbido cerchio rosa di meraviglia.
===''Ciclo dei Ballantyne''===
====''Quando vola il falco''====
L'Africa stava accucciata sull'orizzonte, quasi un leone pronto all'agguato, color fulvo e oro nel primo sole, gelata dal freddo della Corrente del Benguela.<br>
Robyn Ballantyne stava in piedi accanto al parapetto della nave e la guardava. Era lì da un'ora prima dell'alba, molto prima che si cominciasse a vedere la terra. Sapeva che era là, ne sentiva nel buio la vasta presenza enigmatica, ne avvertiva il respiro, caldo e secco di aromi, sopra le fredde esalazioni vischiose della corrente su cui correva la grande nave.
====''Stirpe di uomini''====
Non era mai stato esposto alla luce del giorno, non una sola volta nei duecento milioni di anni da quando aveva assunto la sua attuale forma, eppure sembrava esso stesso una goccia di distillata luce solare.<br>
Era stato concepito in un calore immenso quanto la superficie del sole, nelle impossibili profondità sotto la crosta terrestre, nel magma fuso che sgorgava dal cuore stesso della terra. A quelle terribili temperature ogni impurità era stata bruciata ed eliminata lasciando, soli e puri, gli atomi di carbonio che, sotto pressioni che avrebbero frantumato montagne, erano stati ridotti di volume e compressi a una densità non posseduta in natura da nessun'altra sostanza.
====''Gli angeli piangono''====
Tre uomini uscirono a cavallo dalla foresta con un'impazienza trattenuta che neppure le settimane faticose di continua ricerca avevano potuto smussare.<br>
Si fermarono a fianco a fianco e guardarono giù, in un'altra valle poco profonda. Tutti gli steli dell'erba inaridita dall'inverno portavano un seme lanuginoso d'un rosa tenero, e la brezza leggera li agitava e li faceva danzare, così che sul fondovalle le antilopi nere del branco sembravano immerse fino al ventre in una turbinante nebbia rosata.
====''La notte del leopardo''====
Era un venticello che aveva già percorso più di mille miglia, perché veniva dal Kalahari, il vasto e desolato deserto che i piccoli boscimani gialli chiamano "Il Gran Secco."<br>
Adesso che aveva raggiunto la valle dello Zambesi si rompeva in vortici e mulinelli tra le colline e le scarpate accidentate.
====''Il richiamo del corvo''====
Il sole era gremito. Numerosi giovanotti in abito da sera erano stipati sui banchi, altri assiepati in piedi lungo il perimetro della stanza. L'aria illuminata dalle lampade era greve di sudore e alcol ed eccitazione, come durante un'incontro di pugilato a una fiera di contea.<br>
Ma quella sera non sarebbe stato versato del sangue. Ci si trovava nella Cambridge Union Society, la più antica società di dibattiti del paese e terreno di prova per i futuri governanti della nazione, e l'unico socntro sarebbe stato verbale, le uniche ferite quelle arrecate all'orgoglio. O almeno così stabilivano le regole.<br>
La sezione anteriore della sala era allestita come un parlamento in miniatura. Le due fazioni si fronteggiavano da banchi opposti e separati da una distanza pari alla lunghezza di due spade. Un giovane di nome Fairchild, con capelli di un biondo rossiccio e lineamenti eleganti, si stava rivolgendo al pubblico dall'apposito podio.
===''I Courtney incontrano i Ballantyne''===
====''Il trionfo del sole''====
Rebecca appoggiò i gomiti al davanzale dell'ampia finestra senza vetri, mentre il calore del deserto le soffiava in faccia come le esalazioni di un altoforno. Anche dal fiume sottostante sembrava salire del vapore, quasi fosse un calderone. In quel punto il grande corso d'acqua era largo quasi un miglio, poiché era la stagione della piena del Nilo, e la corrente era così forte da creare vortici e gorghi luccicanti su tutta la sua ampia distesa. Il Nilo Bianco era verde, adesso, e fetido del marciume degli acquitrini dove era appena passato, una zona di paludi che occupava una regione vasta quanto il Belgio. Gli arabi chiamavano quel grande pantano Bahr el Ghazal. Per gli inglesi, era il Sudd.
====''Il destino del cacciatore''====
Il 9 agosto 1906 ricorreva il quarto anniversario dell'incoronazione di Edoardo VII, sovrano del Regno Unito e dei Dominion britannici, e imperatore d'India. Per pura coincidenza era anche il diciannovesimo compleanno di uno dei fedeli sudditi di Sua Maestà, il sottotenente Leon Couteney della compagnia C, terzo battaglione, primo reggimento dei King's African Rifles, più comunemente noti come KAR. Leon stava trascorrendo il compleanno a caccia di ribelli nandi lungo la scarpata della Rift Valley, nel cuore di quel gioiello dell'impero che era l'Africa orientale britannica.
===Ciclo Hector Cross===
====''La legge del deserto''====
Il khamsin soffiava ormai da cinque giorni. Le nuvole di polvere correvano loro incontro attraverso la cupa vastità del deserto. Hector Cross portava una kefiah al collo e gli occhiali da deserto. La corta barba scura gli proteggeva gran parte del volto, ma le zone esposte della pelle sembravano scorticate dai granelli pungenti della sabbia. Al di sopra del frastuono del vento riusciva a sentire il vibrare cadenzato dell'elicottero che si avvicinava. Anche senza guardarli, era sicuro che nessuno degli uomini attorno a lui se ne fosse ancora accorto.
===Romanzi egizi===
====''Il dio del fiume''====
Il fiume si snodava lento nel deserto, luminoso come una colata di metallo fuso appena sgorgato dalla fonderia. Il cielo era velato dalla foschia e il sole batteva con la violenza del maglio d'un ramaio. Nel miraggio, le colline spoglie che fiancheggiavano il [[Nilo]] parevano tremare sotto i colpi.
====''Il settimo papiro''====
L'imbrunire avanzava dal deserto e ombrava di violaceo le dune. Attutiva tutti i suoni come un fitto manto di velluto, e la sera era tranquilla e silenziosa.<br>
Dal punto in cui si trovavano, sulla cresta della duna, potevano scorgere l'oasi e il complesso di piccoli villaggi che la circondavano. Le costruzioni erano bianche, con i tetti piatti, e le palme da dattero svettavano sugli edifici, a eccezione della moschea islamica e della chiesa copta. I due bastioni della fede si fronteggiavano sulle sponde opposte del lago.
====''Figli del Nilo''====
Come un serpente che distende sinuoso le sue spire, una fila di carri da combattimento correva lungo la pista tortuosa, scendendo verso il fondovalle. Il ragazzo, aggrappato alla sponda anteriore del carro di testa, alzò gli occhi sulle pareti di roccia che sembravano serrarsi su di loro in una morsa. La pietra scabra era crivellata di fori d'accesso alle tombe antiche, fitte come le celle di un'arnia. Quei pozzi di tenebre lo fissavano come gli occhi implacabili di una legione di ''jinn''. Il principe Nefer Memnone rabbrividì e, con un furtivo segno di scongiuro della mano sinistra, distolse lo sguardo.
====''Alle fonti del Nilo''====
Due figure solitarie scendevano dalle alte montagne. Indossavano pellicce logore per il viaggio ed elmi di cuoio con i paraorecchi legati sotto il mento per proteggersi dal freddo. Avevano la barba incolta, e il volto segnato dalla fatica. Trasportavano sulle spalle tutti i loro sparuti averi. C'era voluto un viaggio difficile e scoraggiante per raggiungere quel luogo. Anche se stava davanti, Meren non aveva idea di dove si trovassero, e neppure era certo del perché si fossero spinti così lontano. Solo il vecchio che lo seguiva a poca distanza lo sapeva, e non aveva ancora deciso di spiegarglielo.
====''Il dio del deserto''====
Il sole stava tramontando quando finalmente Zaras e io riuscimmo a tornare, un po' a nuoto e un po' a guado, dove avevamo lasciato le nostre tre piccole imbarcazioni. Gli uomini furono felicissimi di rivederci. Probabilmente si erano convinti che fossimo stati scoperti ad appellarsi alle loro limitate risorse. Obbedirono di corsa ai miei ordini.<br>
La prima delle numerose e ardue imprese che mi aspettavo era portare tutti i miei uomini massicciamente armati e con indosso l'armatura, quasi nessuno dei quali in grado di nuotare, al di là dei profondi canali del fiume, sino al forte.<br>
A tale scopo scelsi la più piccola e leggera delle nostre tre imbarcazioni, poi dissi agli uomini di prelevare le cime e altri oggetti utili dalle altre due navi. Pensai di bruciare queste ultime ma i cretesi avrebbero sicuramente visto il fumo e mandato soldati a indagare. Diedi invece ordine di frantumare il fondo e affondarle nel punto della laguna in cui l'acqua era più alta.
====''L'ultimo faraone''====
Anche se avrei preferito inghiottire la spada piuttosto di ammetterlo apertamente, in cuor mio sapevo che ormai era finita.<br>
Molti decenni prima le orde di hyksos erano apparse all'improvviso entri i confini del nostro Egitto, giungendo dalle desolate lande orientali. Il loro era un popolo selvaggio e crudele, privo di qualsivoglia dote, e disponeva di un unico elemento che lo rendeva invincibile in battaglia: il carro trainato dai cavalli, che prima di allora noi egizi non avevamo mai visto né sentito nominare e che consideravamo una cosa orribile.<br>
Avevamo tentato di fronteggiare a piedi l'assalto degli hyksos ma ci avevano respinto con violenza, circondandoci agevolmente con i loro carri e riversandoci addosso una pioggia di frecce. Non ci era rimasto che tornare alle nostre imbarcazioni e fuggire verso sud lungo il possente Nilo, trascinandoci attraverso le cateratte e fino al deserto, dove eravamo rimasti per più di dieci anni, bramando la nostra terra natale.
====''Il nuovo regno''====
Sotto lo sguardo attento degli dei, i due ragazzi si inerpicarono fino alla cima dell'altura, dove il passaggio brullo era reso argenteo dal chiarore lunare e intagliato dall'ombra. La brezza fresca proveniente da est trasportava gli aromi terrosi della lussureggiante vegetazione intorno al Nilo.<br>
Erano amici sin dall'infanzia. Hui, il più coraggioso dei due, portava solo un aderente gonnellino di lino annodato all'altezza della vita, che lasciava visibili membra forti e robuste. A Lahun, la città natale da cui si erano allontanati furtivamente al tramonto, molti lo consideravano ancora un bambino, forse per via dei lineamenti adolescenziali e dell'aria innocente: guance un pizzico troppo paffute, nessuna ruga scavata dalle preoccupazioni ai lati della bocca o sulla fronte. Un bambino! Aveva diciassette anni! Arricciò il naso. Ben presto avrebbe dimostrato a quei detrattori che si sbagliavano.<br>
Lo vedi? chiese con voce tremula Kyky, che si era guadagnato il soprannome di ''Scimmietta'' grazie alla braccia magre che sembravano arrivargli quasi alle ginocchia e al viso minuto dai grandi occhi scuri.<br>
Hui si premette un dito sulle labbra e, accovacciandosi, allungò il collo per fissare le stelle che riempivano il cielo. Sì, gli dei osservavano sempre tutto, qualsiasi sciocco lo sapeva. Tremò sotto il peso di quegli occhi scintillanti. Lo aspettava un destino grandioso, se le potenze superiori erano d'accordo, e quella notte avrebbe fatto il primo passo sulla strada verso la gloria.
===''L'ombra del sole''===
«Che idea balorda!» berciò Wally Hendry. Poi ruttò e, prima di continuare il discorso, raccolse il saporino con la lingua. «Non mi va. Sento puzza di cadavere.» Era sdraiato su uno dei letti, col bicchiere in equilibrio sul petto nudo che sudava abbondantemente nell'afa del Congo.<br>
«Il guaio è che ci tocca andarci lo stesso», disse Bruce Curry senza alzare lo sguardo dal necessario per radersi che stava tirando fuori dallo zaino.
===''Ci rivedremo all'inferno''===
Flynn Patrick O'Flynn cacciava elefanti di frodo. Lo faceva di professione e ammetteva modestamente di essere il migliore sulla costa orientale dell'Africa.<br>
Rachid El Keb esportava pietre preziose, donne per gli harem e per i magnati arabi e indiani, e avorio di contrabbando. Ma lo ammetteva solo con i clienti fidati; per tutti gli altri era un armatore ricco e rispettabile.
===''Cacciatori di diamanti''===
A Nairobi arrivarono con tre ore di ritardo e quando alla fine il Boeing del volo intercontinentale toccò terra a Londra, nonostante quattro doppi whisky Johnny Lance aveva dormito a spizzichi e male.<br>
Si sentiva come se gli avessero gettato una manciata di terra negli occhi.<br>
Alla fine, dopo il debilitante controllo dei passaporti, emerse nella sala arrivi dell'aeroporto internazionale di Heathrow di pessimo umore.
===''Una vena d'odio''===
Tutto cominciò quando il mondo si stava formando, prima della comparsa dell'uomo, prima ancora che la vita stessa si fosse evoluta su questo pianeta.<br>
La crosta terrestre era ancora molle e sottile, deformata e lacerata dalle enormi pressioni interne.<br>
Lo scudo compatto che oggi forma il continente africano, stabile e definitivamente assestato, era una serie di alte montagne, un susseguirsi di catene montuose portate in superficie e poi demolite dai movimenti del magma alle grandi profondità. L'uomo non ha mai visto montagne simili; erano così imponenti da ridicolizzare l'Himalaya, montagne di roccia fumante dai crepacci e dalle ferite aperte da cui colava il magma allo stato fuso.
===''L'uccello del sole''===
L'immagine attraversò come una lama il buio della sala di proiezione e si delineò silenziosa sullo schermo... e io non la riconobbi. Attendevo da quindici anni una fotografia del genere e, ora che l'avevo sotto gli occhi, non sapevo trarne alcun significato. Mi aspettavo qualche piccolo oggetto, un teschio, forse... non certo quello schema grigio e surreale.
===''Un'aquila nel cielo''===
Le montagne dell'Hottentots Holland erano coperte di neve e ne veniva un vento simile al lamento di un animale sperduto. L'istruttore era in piedi sulla soglia del suo minuscolo ufficio, ingobbito nel giaccone chiuso con la lampo, le mani profondamente conficcate nelle tasche bordate di lana.<br>
Osservando la Cadillac nera con autista che avanzava tra i cavernosi hangar rivestiti di lamiera, atteggiò il volto a una smorfia acida. Per gli orpelli della ricchezza, Barney Venter provava un'invidia da torcere le budella.
===''Sulla rotta degli squali''===
Era una di quelle stagioni in cui il pesce arriva tardi. Tenevo barca ed equipaggio sotto pressione, spingendomi ogni giorno sempre più a nord e rientrando in porto ogni volta a tarda sera, ma era già il sei novembre quando catturammo il primo di quei grossi bestioni che discendono le acque rossastre della corrente del Mozambico.<br>
A quel punto ero ridotto alla disperazione. Avevo a bordo un agente pubblicitario di New York di nome Chuck McGeorge, uno dei clienti fissi che compivano il pellegrinaggio annuale di novemilasettecento chilometri fino all'isola di Saint Mary per la pesca del marlin. Era un ometto basso e segaligno, calvo come un uovo di struzzo, con le tempie brizzolate e un muso da scimmia scuro e avvizzito, ma aveva le gambe robuste, necessarie per issare i grossi pesci.
===''Dove finisce l'arcobaleno''===
Per Jake Barton le macchine erano femmine, con tutto il fascino, le astuzie e la puttaneria femminili. Così appena le vide, allineate dietro lo scuro fogliame delle piante di mango, esse divennero subito per lui le signore di ferro. Ce n'erano cinque, e spiccavano un po' discosto dalle pile di altro materiale che il Governo di Sua Maestà metteva in vendita.
===''Come il mare''===
Nicholas Berg scese dal tassì sul molo illuminato dai riflettori e sostò a guardare il Warlock. Sollevato dalla marea, galleggiava alto presso la banchina, cosicché le gru che gli torreggiavano accanto non riuscivano a farlo apparire piccolo.<br>
Sebbene fosse stanco, confuso e indolenzito, Nicholas sentì rinascere un senso d'orgoglio e di soddisfazione. Il Warlock sembrava una nave da guerra, agile e spavalda, con l'alta prua svasata e la linea snella che le permettevano di affrontare qualsiasi mare.
===''L'orma del Califfo''===
C'erano solo quindici passeggeri aggiunti per il volo della British Airways all'aeroporto di Victoria dell'isola di Mahé, nella repubblica oceanica delle Seychelles.<br>
Due coppie formavano un gruppo compatto mentre aspettavano il loro turno per sbrigare le formalità d'imbarco. Erano tutti giovani, tutti molto abbronzati, e sembravano tuttora spensierati e rilassati dalla loro vacanza in quell'isola di paradiso. Tra loro, però, una ragazza era talmente splendida da far sembrare insignificanti gli altri giovani con la sua sola presenza.
===''Il canto dell'elefante''===
Era una costruzione di blocchi d'arenaria, priva di finestre e con il tetto di paglia, che Daniel Armstrong aveva costruito con le sue mani quasi dieci anni prima, quando era un ranger di grado inferiore nell'amministrazione dei parchi nazionali. In seguito l'edificio era stato trasformato in un autentico deposito di tesori.<br>
Johnny Nzou infilò la chiave nel grosso lucchetto e spalancò i due battenti di tek tagliati a mano. Johnny era il capo ranger del parco nazionale di Chiwewe. In passato era stato cercatore di tracce e portatore di fucili alle dipendenze di Daniel: a quel tempo era un giovane, intelligente matabele al quale Daniel aveva insegnato a leggere, a scrivere e a parlare correntemente l'inglese alla luce di mille fuochi da bivacco.
==Citazioni su Wilbur Smith==
*Uno [[scrittori|scrittore]] che si chiama Smith non diventerà mai famoso. (Un editore; citato in [[Enzo Biagi]], ''Giro del mondo'', Rizzoli)
==Bibliografia==
*Wilbur Smith, ''Una vena d'odio'', traduzione di Piero Anselmi, Mondadori, 1982.
*Wilbur Smith, ''Dove finisce l'arcobaleno'', traduzione di Carlo Brera, Longanesi, 1984.
*Wilbur Smith, ''La spiaggia infuocata'', traduzione di Carlo Brera, Longanesi, 1986. ISBN 8878193852
*Wilbur Smith, ''Il potere della spada'', traduzione di Carlo Brera, TEA-Longanesi, 1987. ISBN 8878196010
*Wilbur Smith, ''I fuochi dell'ira'', traduzione di Carlo Brera, TEA, 1988. ISBN 8878191396
*Wilbur Smith, ''La notte del leopardo'', traduzione di Carlo Brera, Longanesi, 1988. ISBN 8878190313
*Wilbur Smith, ''L'ultima preda'', traduzione di Carlo Brera, TEA, 1989. ISBN 978-88-7819-295-3
*Wilbur Smith, ''La volpe dorata'', traduzione di Roberta Rambelli, Longanesi, 1990. ISBN 8878194352
*Wilbur Smith, ''L'orma del Califfo'', traduzione di Marisa Castino, Longanesi, 1990. ISBN 8878191701
*Wilbur Smith, ''La voce del tuono'', traduzione di Paola Campioli, TEA, 1990.
*Wilbur Smith, ''L'ombra del sole'', traduzione di Carlo Brera, Longanesi, 1991. ISBN 8878192538
*Wilbur Smith, ''Il canto dell'elefante'', traduzione di Roberta Rambelli, Longanesi, 1991. ISBN 8878195235
*Wilbur Smith, ''Il destino del leone'', traduzione di Marco Biondi, TEA-Longanesi, 1992. ISBN 8878192422
*Wilbur Smith, ''Un'aquila nel cielo'', traduzione di Giacomo Erba, Longanesi, 1993. ISBN 8878193712
*Wilbur Smith, ''Gli angeli piangono'', traduzione di Roberta Rambelli, Longanesi, 1994. ISBN 8878196649
*Wilbur Smith, ''Cacciatori di diamanti'', traduzione di Attilio Veraldi, Longanesi, 1995. ISBN 88-7819-753-X
*Wilbur Smith, ''Come il mare'', traduzione di Jimmy Boraschi, Longanesi, 1995. ISBN 8878193836
*Wilbur Smith, ''Il settimo papiro'', traduzione di Roberta Rambelli, TEA, 1995. ISBN 8878186775
*Wilbur Smith, ''Quando vola il falco'', traduzione di Marco Biondi, Longanesi, 1995. ISBN 8878197521
*Wilbur Smith, ''Gli eredi dell'Eden'', traduzione di Maria Giulia Castagnone, Longanesi, 1997. ISBN 8878193844
*Wilbur Smith, ''Sulla rotta degli squali'', traduzione di Lidia Perria, Longanesi, 1997. ISBN 8878182753
*Wilbur Smith, ''Uccelli da preda'', traduzione di L Perria, Longanesi, 1997. ISBN 8878185817
*Wilbur Smith, ''Ci rivedremo all'inferno'', traduzione di Tullia Roghi, TEA, 2000. ISBN 8878183660
*Wilbur Smith, ''Figli del Nilo'', traduzione di Lidia Perria, Longanesi, 2001. ISBN 8830416614
*Wilbur Smith, ''Monsone'', traduzione di Lidia Perria, TEA, 2001. ISBN 8878188905
*Wilbur Smith, ''Orizzonte'', traduzione di Lidia Perria, TEA, 2003. ISBN 8830419508
*Wilbur Smith, ''Il trionfo del sole'', traduzione di Studio Oltremare, Longanesi, 2006. ISBN 8850212437
*Wilbur Smith, ''Alle fonti del Nilo'', traduzione di Giampiero Hirzer, TEA, 2007. ISBN 9788830420960
*Wilbur Smith, ''Il dio del fiume'', traduzione di Roberta Rambelli, TEA, 2008. ISBN 9788878188754
*Wilbur Smith, ''Il destino del cacciatore'', traduzione di Giampiero Hirzer, Longanesi, 2009. ISBN 97888304250
*Wilbur Smith, ''Stirpe di uomini'', traduzione di Attilio Veraldi, TEA, 2009. ISBN 9788850218769
*Wilbur Smith, ''La legge del deserto'', traduzione di Giampiero Hirzer, TEA, 2013.
*Wilbur Smith, Giles Kristian, ''Il leone d'oro'', traduzione di Sara Caraffini, Longanesi, 2015, ISBN 9788830438750
*Wilbur Smith, ''L'ultimo faraone'', traduzione di Sara Caraffini, Longanesi, 2017. ISBN 978-88-304-4823-0
*Wilbur Smith, ''Il richiamo del corvo'', traduzione di Sara Caraffini, Harper&Collins, 2020. ISBN 978-8869058127
*Wilbur Smith, ''Il nuovo regno'', traduzione di Sara Caraffini, Harper&Collins, 2021. ISBN 978-8869059629
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Viktor de Kowa
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[[Immagine:Bundesarchiv B 145 Bild-F034157-0022, Bonn, Bundeskanzler Brandt empfängt Schauspieler.jpg|thumb|[[Willy Brandt]] con de Kowa (1971)]]
'''Victor de Kowa''' (1904 – 1973), attore, regista e cantante tedesco.
==Senza fonte==
{{Senza fonte}}
*Conversare è l'[[arte]] di parlare senza pensare.
*Gli avari sono dei contemporanei antipatici, ma dei graditissimi antenati.
*Il pessimista è un [[uomo]] che, dovendo scegliere tra mali diversi, vorrebbe che non gliene mancasse nessuno.
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Emma Andijevs'ka
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{{W|motivo=Mancano i riferimenti bibliografici.}}
[[Immagine:Emma Andijewska.JPG|thumb|right|Emma Andievska]]
'''Emma Andievska''' (1931 – vivente), poetessa ucraina.
*La bontà illimitata è un fenomeno raro.
:''Безмежна доброта — рідкісне явище''.<ref>Da ''Роману про добру людину'' (A Novel about a Good Person).</ref>
*La [[giustizia]] è la [[bontà]] misurata in millimetri.<ref>Da ''Djalapita''.</ref>
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==Note==
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[[Immagine:Emma Andijewska.JPG|thumb|right|Emma Andievska]]
'''Emma Ivanivna Andijevs'ka''' (1931 – vivente), poetessa ucraina.
*La bontà illimitata è un fenomeno raro.
:''Безмежна доброта — рідкісне явище''.<ref>Da ''Роману про добру людину'' (A Novel about a Good Person).</ref>
*La [[giustizia]] è la [[bontà]] misurata in millimetri.<ref>Da ''Djalapita''.</ref>
:''Справедливість це доброта, міряна на міліметри''.
==Note==
<references />
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[[Categoria:Poeti ucraini]]
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Giuseppe Marotta (scrittore)
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[[File:Giuseppe Marotta 1947.jpg|thumb|Giuseppe Marotta, 1947]]
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'''Giuseppe Marotta''' (1902 – 1963), scrittore e sceneggiatore italiano.
==Citazioni di Giuseppe Marotta==
*Dunque non userò, per [[La dolce vita]], espressioni come "ritratto di una società e di un periodo", o come "potente affresco", delle quali tanti avidi collezionisti di frasi fatte, individui che non hanno addosso un pelo che gli appartenga, hanno immediatamente abusato. No. Dico semplicemente che La dolce vita è un poema cinematografico, suddiviso in canti e strofe.<ref>Da ''Un fraterno evviva all'amara via Veneto di Fellini''; in ''Al cinema non fa freddo'', a cura di G. Amelio, postfazione di G. Fofi, Cava de' Tirreni, Avagliano, 1992, pp. 79-80.</ref>
*Ma io recensisco film o colleziono nemici?<ref name=anedd>Citato in Fernando Palazzi, ''Dizionario degli aneddoti'', Baldini Castoldi Dalai, 2000.</ref>
*Ne ho visti morire tanti, e se nessuno torna vuol dire che non ci si trovano male.<ref name=anedd/>
*Oggi pure i ciechi vedono che la [[dittatura]] è l'esito di una cattiva [[democrazia]], mentre la democrazia è l'esito di una cattiva dittatura.<ref>Da ''Visti e perduti'', Bompiani.</ref>
*Ogni padrone, piccolo o grosso, ha sempre l'aria di pensare che lui non ha fatto il sole perché i salariati ne usufruiscano senza pagarlo.<ref>Da ''A Milano non fa freddo'', Bompiani, 1949.</ref>
==''Dieci racconti''==
*Gli scettici osservino, prego, l'Arco di Sant'Eligio in qualsiasi fotografia o nel vecchio dipinto di Vincenzo Migliaro: quelle pietre assorte, rozze e magiche insieme come il bastimento nella bottiglia; i negozietti di panni e di ferraglia, di sugheri e di cordami, di crusca e di carrube intorno all'erma su cui ride e piange la deturpatissima testa greca, l'enigmatica e remota scultura detta dalla plebe "donna Marianna, capa di Napoli"; un pianino automatico scantona e un gobbo s'inoltra gesticolando come se incarnasse l'ultima vibrazione di quella storta musica; insomma dove, se non a Sant'Eligio, nulla succede ma succede tutto, specialmente l'impossibile? (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 216)
*[...] Figurella per esempio era [[sensale]] {{sic|e come}}. In che diavolo non si immischiava, cioè, questo giovane rosso di pelo, altissimo, lentigginoso, puntuto e vagamente arcaico, forse derivato da qualche lontanissimo armigero svevo? Egli impartiva la sua mediazione ad ogni cosa, valendosi del primordiale sistema di trovarsi comunque, fin dall'inizio o all'ultimo istante, gradito o tollerato, negletto o riconosciuto, fra l'origine e il destino delle cose. Il suo lavoro indubitabile era nell'aria, pulviscolo di mansioni rivelato dal raggio di qualche idea felice, subitanea. Un ragazzo corre verso il portoncino dell'ostetrica? Don Arturo lo trattiene, s'informa, bussa e parla per lui: domani, femmina o maschio, l'otto per cento a don Arturo non glielo toglierà nessuno. Passano botti piene e carri funebri vuoti, mansueti o stizziti discorsi, fiori, frutti, sorrisi, lacrime, conoscenti, forestieri, teste rotte, {{sic|calcina}}, travi, guardie, pompieri, asini, galline o finanche i Sacramenti sotto la stola del compunto sacerdote, i cui piedi non toccano terra e le cui occhiate sono basse e fremono come l'erba? Don Arturo li segue, domanda o intuisce, si trasforma lentamente, insensibilmente, in un'equa e opportuna mediazione. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', pp. 216-217)
*{{NDR|Il}} mesto orologio di Sant'Eligio – il quale è gotico, ha dunque una serietà indiscutibile, una mutria di secolare galantuomo tedesco [...]. (da ''Nell'orologio di Sant'eligio'', p. 220)
*La [[Riviera di Chiaia]] bruciava. [[Festa di Piedigrotta|Piedigrotta]] è anche questo, una furia di luci. "Bancarelle", trespoli, carretti, finestre, chioschi, negozi, palchi delle orchestrine vi fissano con gli occhi roventi e spalancati dei matti. Non esagero, la notte del sette è un interrogatorio di terzo grado, coi riflettori puntati in faccia e una stridula voce che ripete: «Sei contento, ammettilo, ti diverti!»; è una deliziosa tortura per farci confessare che non avremo, domani, cielo da vedere e terra da camminare. Pazienza! Salute a noi! (da ''La notte del sette'', p. 227)
*La mia città fu, ed è, e sarà in ogni epoca, un libro di tutte le favole. Che cosa non vi producono amore e odio, saggezza e follia, candore e astuzia, verità e menzogna, "guapparia" e soldi? (da ''Il califfo Esposito'', p. 236)
==''Gli alunni del sole''==
*[...] piazza Carlo III, te li ricordi i lunghi pomeriggi che trascorremmo in un'aiuola sotto la montagna dell'[[Albergo dei Poveri]]?, non lungi dalla cesta, dal tavolino e dai coltelli del venditore delle prime angurie? Ti scegliemmo spesso perché, immensa com'eri, deridevi l'orologio dell'Ospizio e non sembravi più abitata del cielo sul nostro capo; i reggimenti che tornavano dal vicino Campo di Marte, anzi, ti rendevano maggiormente solitaria. Il gigantesco edificio traboccante di sventurati, all'ombra del quale ce ne stavamo, io lo considero un errore del buon re [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]]. Era preferibile, invece, ridurne alquanto le dimensioni e collocarvi gli abbienti; così nell'intera Napoli si sarebbe adagiato e sgranchito il solo popolino: una tettoia che la ricoprisse tutta, una adeguata insegna, e il vero Albergo dei poveri, Maestà, sarebbe stato quello. (da ''Venere punita'', pp. 55-56)
*{{NDR|Don Federico Sòrice a Don Salvatore Cadamartori}} «Gli esattissimi risultati di [[Venere (divinità)|Venere]], per chi la guardava e per chi la otteneva, erano infallibilmente questi... un'estrema delizia ma pure un dolore, una tristezza, come quando per la troppa gioia si scostano i numeri della quaterna che avete vinto, e compare una bella paralisi cardiaca. Egregio don Salvatore, la massima dolcezza è simultaneamente amara come il fiele... chiunque odorava, non so perché, nell'irresistibile profumo di Venere, il tanfo della propria morte... E così, dato che nessuno si decideva, la proposta di matrimonio alla Dèa gliela fece Vulcano».<br>«Chi, il [[Vesuvio]]?»{{sic|.}}<br>«Una specie, don Salvatore.» (da ''Venere punita'', p. 59)
*«Io non mi spiego perché si debbano piantare, cogliere, tenere in acqua e sale ma principalmente vendere questi [[Lupino bianco|lupini]]» esclamò don Antonio Pagliarulo. «Che sostanza, che gusto hanno?»{{sic|.}}<br>Il fruttivendolo Cadamartori:<br>«Appunto perciò ne mangiamo quintali. Vi mettete in bocca un lupino e masticandolo aspettate... non sentendo niente lo inghiottite e ne pigliate un altro, continuamente un altro finché ne rimangono. Siete all'eterna ricerca del sapore, ho parlato chiaro?... È una fissazione, un puntiglio».<br>Il ciabattino {{sic|Debbiase}}:<br>«Come l'esistenza nostra, Don Antonio, tale e quale. Finisce una giornata insulsa, un lupino di ventiquattro ore, e voi già vi precipitate col pensiero sull'indomani, già vi illudete che i successivi lupini saranno diversi, fragole travestite, caramelle e gianduia, chi lo sa!»{{sic|.}}<br>Don Federico {{sic|Sòrice}}:<br>«Il paragone regge, mi associo: e per ammorbidire e condire ogni quotidiano lupino, abbiamo fin dalla nascita l'occorrente Serino di lacrime». (da ''Venere liberata'', pp. 63-64)
*Man mano si addormentarono tutti, rammento; io e Vincenzino Aurispa mangiammo, fantasticando sui palpiti dell'inquieto lumino, i residui [[Fico|fichi]]. Erano piccoli e appassiti, dolcissimi: i soli frutti capaci di memoria, i soli frutti che non abbiano dimenticato né Adamo né il muro di cinta del remoto [[Giardino dell'Eden|Giardino]]. (da ''Venere liberata'', p. 69)
*[...] don Salvatore Cadamartori taglia corto facendo arrivare, con un cenno, quattro piattini di "[[Cannolicchio|cannolicchi]]" dalla banchina. Si tratta di un mollusco e insieme della cannuccia per gustarlo raffinatamente: squisiti umori in un delicato e venato astuccio color nuvola, in una sigaretta di mare; succhiamo l'orizzonte che freme tra il [[Vesuvio]] e le isole, dai "cannolicchi" [...]. (da ''Scogli, vele, apparizioni'', p. 75)
*[...] la quiete della controra ingentiliva il vicolo, dorato qua e là come se una processione vi avesse deposto baldacchini stendardi flabelli candelieri e se ne fosse andata frettolosamente a dormire. In certe stagioni e in certe ore Napoli si trasfigura; perde consistenza e profondità, o meglio assume la profondità remota e immaginaria dei quadri... se vi occorrono balconcini che sembrano disegnati su un fazzoletto di seta, o embrici sfioccanti nel roseo vapore che li avvolge, eccoli [...]. (da ''Non era ancora nato e già rubava'', pp. 79-80)
*[...] don Febo? Che era il dio del sole e delle zingare, di ogni strega sibillina, ve ne informai quando parlammo di Mercurio, di Vulcano, eccetera. Come divinità fu di prim'ordine... e a [[Napoli]] che abbiamo un continuo mezzogiorno pure nei cassetti del comò, don [[Apollo]] nostro dovremmo venerarlo eternamente! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Febo, anice e bengala'', p. 105)
*Un dio simile, fratello carnale di Giove, chi lo frena se si arrabbia? Pescicani, balene... ma erano cuccioli, erano trastulli, "pazzielle" di [[Nettuno (divinità)|Nettuno]]! Volendo, lui poteva gettarvi addosso un Atlantico o una Spagna... frantumare qualche razza intera... ma essendo buono se ne asteneva. Desiderava la tranquillità perché gli piacevano molto le femmine... avete notato, a proposito, che raramente i {{sic|donnaiuoli}} sono cattivi? {{sic|l}}'amore acquieta, stanca, e quando uno è debole dà ragione a tutti. Basta, conoscete i [[Faraglioni di Capri]]? Sono le corna di Anfitrite, la povera moglie di Nettuno! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Fantasmi nel braciere'', p. 113)
*Quella non fu esclusivamente un'arca di scienza, fu pure la Dèa della guerra intelligente. Prima di lei, greci e romani combattevano, sì, ma come bruti, come facchini: da Minerva impararono le astuzie, gli agguati, gli accerchiamenti... donna [[Atena]] fu peggio di [[Paul von Hindenburg|Hindenburg]]... si può dire che solo quando arrivò lei gli eserciti cominciarono veramente a morire per la Patria! ('''Don Federico Sòrice''', da ''Nascita di Minerva ai «Pellegrini»'', p. 132)
*[...] Napoli è una bara di madreperla con quattro corde e una tastiera; affermo sul mio onore, toccandomi il petto come la statua di Gioacchino Murat nella nicchia di piazza San Ferdinando, che Napoli è un mandolino dal quale si affaccia continuamente uno scheletro. Ebbene, salute a noi; strizziamo l'occhio a questo buffo sosia di ognuno, a queste anonime ossa trasformatesi in radici di canzonette [...]. (da ''Oggi succede tutto'', p. 154)
*Qui è [[Castel sant'Elmo|Sant'Elmo]], diafano, aereo: un castello, non nego, ma dipinto su un aquilone. (da ''Oggi succede tutto'', p. 157)
*Puntiamo sul Capo, radendo sabbia e tufo. Gli incontri, gli amori, gli alterchi dell'azzurro e del verde ci attirano, quasi ne udiamo il tramestio, le voci. Ecco lo Scoglio di Frisio, ed ecco San Pietro a due Frati; ecco Villa d'Abro, Villa Gallotti, Villa Rosebery, [[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]], il Palazzo degli Spiriti, la Grotta dei Tuoni alla Gaiola; giriamo la punta e qui ci sovrastano i ruderi della Scuola di Virgilio; da Trentaremi ci affacciamo sul Golfo di Pozzuoli, dove fra non molto il sole ci abbandonerà per correre a spegnersi nel Fusaro o in un antro di [[Cuma]], ne sapete niente voi? A prora non ci manca una "lampara", se è per questo; riapproderemo a [[Borgo Santa Lucia|Santa Lucia]] di notte, o all'alba, ma vogliamo accertare se le Esperidi sono bionde o brune, che sostanza e che colore hanno i loro volti enigmatici e i loro capelli.<br>Don Federico Sòrice, con la gialla fronte in mano, abbagliato e rapito:<br>{{sic|«Fermiamoci}}... Ah, Napoli bella, tozzo di pane mio, estrema unzione mia!»{{sic|.}}<br>Perché no? Un definitivo boccone di "{{sic|tòrtano}}" e, per inalterabile vestito, quattro sassi di Coroglio. (da ''Le figlie del tramonto a Marechiaro'', pp. 164-165)
==''Gli alunni del tempo''==
===[[Incipit]]===
Nella via del [[Pallonetto di Santa Lucia]] trovate qualunque cosa, tranne che un giornalaio. Perché? Non fateci ridere con queste domande. In primo luogo onorateci, favorite, allungateci un'occhiata gentile, come se foste un barone di passaggio, o addirittura il sindaco [[Achille Lauro|Lauro]]. Ecco qua: la nostra via del Pallonetto è a "gradoni", sale con l'affanno da Santa Lucia a Monte di Dio, sale con tre quarti di lingua in gola da un "basso" a un palazzetto e da un palazzetto a un "basso", fino all'odore (sempre sia lodato) di lire e di signori della città alta. Mi spiego? Alla conformazione del suolo, aggiungete l'affollamento. Chi non è nato senza gomiti, al Pallonetto, li ha nei fianchi del prossimo; e, d'inverno specialmente, ce li lascia. È chiaro?
===Citazioni===
*Giurateci: se la Vergine potesse arricchirci, lo farebbe; ma si vede che il Padre e il Figlio la tengono a stecchetto. (da ''È civile, è cristiano, il denaro?'', p. 20)
*A noi toglieteci dallo stomaco il tam tam selvaggio dell'appetito, e subito ci fabbrichiamo una garitta di paradiso in qualunque inferno. (da ''Come lavoratore si presenta'', p. 23)
*Dunque la professione attuale di mio figlio è che nelle strade nobili s'avvicina piangendo ai signori e dice: "Ho rotto le tazze... il padrone mi licenzia se non le pago... Aiutatemi". ('''Don Fulvio Cardillo''', da ''Come lavoratore si presenta'', pp. 25-26)
*Abbiamo voglia di esclamare: "Bentornato, Pallonetto di Santa Lucia... dove eri fuggito, all'estero?" E infatti le prime giornate limpide ci restituiscono il genuino Pallonetto: vecchio, sì, mangiato dai secoli, rotto nelle giunture dalle mazzate di ogni specie di vento, corroso dalle tarme della salsedine, ma abitato da un sole marino, trionfale, che benda con garze di pulviscolo intinte nell'argento e nell'oro di Mida, le sue ferite. Ah gente, che sollievo; in ognuno di noi s'è acceso un forno di allegria. (da ''Popolo, come stai, ti serve niente?'', p. 87)
*Vieni Giugno, vieni Giugno, e Giugno è venuto. Come s'allargano: diventano saloni, ecco qua, i nostri avari "[[Basso (Napoli)|bassi]]", ora che abitiamo nella strada. È una famiglia sola, in giugno, il Pallonetto di Santa Lucia. Dove ripara, don Attilio Sgueglia, reti di letti? Nella via. Dove espone tegami, bacinelle e orinalucci, don Cosimo Pellecchia? Nella via. Dove spolvera macchine da cucire e grammofoni, biciclette e quadri ("pegni" insomma) il titolare dell'Agenzia di Pegni Fulgenzi? Nella via. Dove ha messo, il carbonaio Quintieri, le sue bombole di gas liquido? Nella via. Giugno sviscera il Pallonetto, è una radiografia di questi vecchi muri e di questa vecchia gente. Approfittatene. Diagnosticate. Abbiamo qualche numero, secondo voi, per la buffa lotteria della vita? O ci conviene scendere a Castel dell'Ovo e affogarci tenendoci per mano e cantando: "Giro giro tondo, cavallo imperotondo"? Giudicate voi. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 103)
*Don Vito Cacace appunto zucchine ha mangiato, alla "scapece". Ne avete un'idea? Le fette sottili e rotonde (simili a grosse monete) di zucchine, vengono prima offerte al sole, che in un paio di ore le asciuga e le irradia; poi friggono in teglia; poi con aglio tritato e foglioline di menta, riposano, fortificandosi, in un bagnetto d'aceto. Vergine dell'Aiuto! Assaporiamo, nelle [[Zucchine alla scapece|zucchine alla "scapece"]], gli umori faziosi degli orti di Secondigliano, i raggi ultravioletti dei quali ogni fetta (voltata e rivoltata) s'imbevve, l'olio di Bitonto, il ferro della teglia, l'arguzia dell'aglio, il profumo di canzonetta della menta, l'aceto che è vino gobbo e pazzo e sfottente come i giullari... uh mamma mia bella [...]. (da ''Avremo infine l'abbondanza e l'ozio'', p. 104)
*Ḕ sceso da Pizzofalcone don Saverio Scippo, il [[Cibo di strada|friggitore ambulante]] di riso, di patate, di [[baccalà]], di fiori di zucchine infarinati. Piazza in un angolo fornello, teglia, canestro, e agisce. Non decanta la sua merce: il fumo grasso e nero dell'olio furibondo porta notizie impellenti di don Saverio in tutte le case del Pallonetto. Risorge di colpo, in ognuno, l'appetito dell'infanzia; vecchi e bambini, a causa della frittura dello Scippo, che li fruga con i suoi odori equivalenti ad un mazzo di grimaldelli, diventano coetanei. (da ''In origine l'uomo stava sugli alberi e si grattava'', p. 148)
*[[Pioggia|Piove]] fino fino, è la prima acqua d'autunno sulla città; è una ragnatela di freschezza, è un liquido ricamo al tombolo fra casa e casa. Il Pallonetto, che bellezza, sembra una lucida e umida bottega di venditore di baccalà. Sapete? Quei marmi, quelle vaschette, quegli spruzzi lievi come aghi (un lungo pettegolezzo di gocce) e il roseo baccalà di Norvegia che si gonfia, si dilata, rivive. (da ''Avremo la famosa Apocalisse'', p. 151)
*Eh, caro don Fulvio, potrei non essere nipote di mio nonno? Io Brigida la scelsi qua, nel mio quartiere nativo, una ragazza della condizione mia, che aveva scritto in fronte, come Vito Cacace: "Sono del Pallonetto e mangio, bevo e rido quando capita." ('''Don Vito Cacace''', da ''Eccoti le nozze cattoliche, ma un po' fredde'', p. 163)
*Oggi sul Pallonetto abbiamo [[Nuvola|nuvole]] di prim'ordine, eccezionali, spettacolari. Ma guardatele. Che tinte, che misure, che potenza. Vanno dal {{sic|bianco-panna}} al viola di contusione, giù fino al nero sfrangiato di uno scialle da vedova. Sono aguzzi faraglioni e lunghe scogliere di fumo pieni di rabbia: vanno, vengono, si urtano, si avvinghiano e si respingono; è un amore ed è un odio, non vogliono (come le persone, d'altronde) né separarsi né fondersi. [[Ottobre]] {{sic|spàssati}}. Farai un cenno e zac, saranno tonnellate d'acqua; o invece spazzerai con un soffio la tovaglia dalle miche, e riavremo il sole. Chi nasce quadro non muore tondo: sei la fedele copia di {{sic|Marzo}} e tanto basta. (da ''Il subcosciente non ha freni, è scostumato'', p. 167)
*Ehi ehi. Dovessero piovere mazzate? I due contraggono le mascelle e s'irrigidiscono. Mannaggia. Stanno agli antipodi: il Cardillo vende luna, e cioè trasforma in lavoro qualunque cosa, l'Inzerra muta in ozio tutto, tutto. Napoli ha questi due volti, come Giano era sé ed il contrario di sé nell'identica figura; perciò chi dice: "Napoli è fervida, operosa, alacre" non è meno fesso di chi dice: "Napoli è svogliata, indolente, pigra{{sic|.}}" Ma allora? Gesù Gesù. Napoli è femmina, ossia volubile, contraddittoria, spesso incoerente. Sgobba quanto [[Milano]] e poltrisce quanto Honolulu: per ogni napoletano che, immoto in una barca a [[Mergellina]], o riverso in un prato ai Camaldoli, si lascia beatamente crocifiggere dal sole, abbiamo nelle vicinanze un altro napoletano che vacilla e affanna trasportando un quintale. (da ''No, no, Sua Santità non mi doveva lasciare'', pp. 176-177)
*{{NDR|Un memorabile [[pernacchia|{{sic|pernacchio}}]]}} Ha una forza e una classe wagneriane; è favoloso, nibelungico, trasfigurante [...]. (da ''Non siamo del parere, egregio amico'', p. 189)
*Il mondo è mondo, signori miei, la gente è gente. In buona fede o in mala fede, noi sosteniamo questo o quel regime. Senonché, ogni regime nuovo è un abito nuovo: ma dentro c'è l'antico individuo, come Domineddio lo fece e come il demonio lo prese in consegna... amen. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196)
*Il popolo, in ogni luogo, ha soltanto verità e libertà a gocce, come i veleni curativi. ('''Don Vito Cacace''', da ''I Fagioli sono, dovunque, nemici dell'uomo'', p. 196)
*Qualcuno fondò Napoli, situando magnificamente il [[Vesuvio]], le isole, Capodimonte e il [[Vomero]]; disse ai napoletani: "Ecco... Tenete, ricreatevi{{sic|,}}" e mentre quelli si distraevano a guardare l'ombelico del [[Golfo di Napoli|golfo]], agguantò la cassa e fuggì. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 201)
*Laggiù, intorno al Castel dell'Ovo, l'acqua è riccia, spumosa, come lo sciampagna. Abbiamo voglia di [[vino]], appunto; dicembre senza vino è un carcere a sbarre doppie, rinforzato di secondini, insopportabile. (da ''Pazzo chi gioca e pazzo chi non gioca'', p. 204)
*Ne avete un'idea, se è lecito, dei "[[friarielli]]"? Non vanno bolliti, ma cotti al vivo nei propri umori e nell'olio, come i polipi di scoglio. Sono di zucchero e d'aloe, sono di una tale amarezza e dolcezza congiunte (nel velluto, nel conforto dell'olio di Bitonto) che la pagnotta nella quale, abbreviata la mollica, vanno situati a regola d'arte, se ne commuove fino all'ultima crosticina. (da ''E là c'è una dattilografa più scollata della fortuna'', p. 231)
==''L'oro di Napoli''==
===[[Incipit]]===
Nel maggio del 1943, in una sua lettera da Napoli, mia sorella Ada fra l'altro mi scriveva: "Ti ricordi Don Ignazio? S'era ridotto a vivere in un basso a Mergellina. L'ultimo bombardamento gli ha spazzato via tutto. Figurati che nella fretta di scappare lasciò sul comodino perfino i denti finti.
===Citazioni===
*Napoli, io, certe pietre e certa gente: ecco quanto, forse, si troverà in questo libro. (dalla prefazione, 2020, p. 15)
*La possibilità di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza. Arrotoliamo i secoli, i millenni, e forse ne troveremo l'origine nelle convulsioni del suolo, negli sbuffi di mortifero vapore che erompevano improvvisi, nelle onde che scavalcavano le colline, in tutti i pericoli che qui insidiavano la vita umana; è l'oro di Napoli questa pazienza. (da ''L'oro di Napoli'', 2020, p. 27)
*Il [[matrimonio]] è come la morte, viene una volta sola. ('''don Salvatore''', da ''I parenti ricchi'', 2020, p. 38)
*[...] eppure esistiamo per accorgerci, in un continuo trasalire, che la realtà è sempre l'effimero pretesto con cui veniamo allontanati dalla nostra favola, e che proprio l'inconoscibile mito di se {{sic|stesso}} è la sola cosa nella quale ciascuno di noi sia certamente, lungamente vivo. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 71)
*Il bisogno d'amore è per l'adolescente, al mio paese, un martirio; Napoli s'apre al sole di giugno come l'anguria spaccata: e i semi neri sprizzano, i desideri sprizzano dovunque. (da ''Il primo amore'', 2020, p. 74)
*{{NDR|Su una cartolina:}} ''Napoli, panorama'' – È un panorama per modo di dire, incompleto, la striscia che va da Mergellina a Castel dell'Ovo con una curva in cui il mare si rifugia e dorme. Riconosco il viale Elena e via Caracciolo, mezza collina di Pizzofalcone, la [[Villa comunale di Napoli|Villa Comunale]], il cielo bianco e adulto del primo pomeriggio. Qui, in agosto, l'aria odora di alberi e di carne giovane, non so, come se le foglie crescessero sul capo di un bambino; dall'altro lato le acque blu vi sgridano se cedete al piacere della terra, non esiste un colore più salato e ironico del loro. (pp. 79-80; 1955) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 85)
*Il suo consiglio era: non fate mai niente per opporvi a niente. Diceva: «Avete malattie? Debiti, corna, pene di qualsiasi genere? Per carità, teneteveli». Don Saverio credeva fermamente che delle disgrazie non ci si possa disfare: chi le ha riesce soltanto a barattarle, ma in pura perdita, ma sempre e inevitabilmente rimettendoci. (p. 81) (da ''Le cartoline'', 2020, p. 87)
*Frattanto la notte è venuta e Napoli piglia fuoco. Da Via Partenope a [[Posillipo]] il mare divampa di luci riflesse, dolgono gli occhi ai pesci, un turista che percorre la litoranea in carrozza non vede i cenci che respirano sul marciapiedi ma scorge distintamente gli scheletri delle sirene che si rivoltano nelle loro tombe di sabbia. Voi dite a Napoli: «Quanto sei bella!», e Napoli è perduta. (da ''Scoglio a Mergellina'', 2020, p. 124)
*Voglio bene, perché ci son nato, al mondo dei vicoli e della povera gente del mio paese. Di tutti i suoi mali sono depositario e amico, ne parlo perché li conosco, ne parlo con la speranza di giustificarli, di dimostrare che prima di risolversi in colpe i mali di Napoli sono soltanto dolore. Qui il castissimo cielo non è fratello di nessuno. (da ''L'amore a Napoli'', 2020, p. 146)
*I "[[Quartieri di Napoli|Quartieri]]", a Napoli, sono tutti i vicoli che da [[via Toledo|Toledo]] si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i "Quartieri" per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile [...]. (1955, p. 157) (da ''I "Quartieri"'', 2020, p. 153)
*{{NDR|Il [[brodo di polipo]]}} Le dimensioni di questo polipo erano tali che sempre mi ricordavano la piovra descritta da [[Victor Hugo|Hugo]] in uno dei suoi fragorosi romanzi; don Gennarino non si illudeva di cuocerlo effettivamente, né in tutto né in parte: egli vi dava per due soldi una tazzina di bollente brodo del mostro (un cui solo tentacolo era bastato per riempire la pentola), ravvivata da un pizzico di pepe rosso e da un dado di polipo che equivaleva a circa un quarto della più piccola ventosa. Dopo aver sorseggiato l'infernale liquido, ed averlo sentito esplodere nello stomaco, ci si avviava verso casa masticando il frammento di polipo. Per ore esso sopravviveva intatto a ogni sforzo mascellare, limitandosi ad emettere remoti e arguti odori marini che evocavano le miti acque di Santa Lucia, i repentini fremiti delle sabbie sommerse, le vele in deliquio sulla linea dell'orizzonte; andando a letto era opportuno sputare il pezzetto di polipo e non pensarci più, qualora non si volesse masticarlo l'indomani e per sempre. Desidero si sappia che il [[chewing-gum]] ha avuto un antenato al mio paese [...]. (da ''I "Quartieri"'', 2020, p. 155-156)
*{{NDR|[[Porta Capuana]]}} È verde e accigliata nel cuore della città; intorno a lei "pazziarielli" o comuni passanti non sono mai di oggi, subito li copre la polvere del tempo, sembrano trasferirsi in un'antica stampa. (da ''Porta Capuana'', 2020, p. 186)
*Il [[Santuario di Montevergine]] sorge sul monte Partenio nella feracissima Irpinia, sta come un'arca sul mare dei castagneti e delle selve che gli ribolle intorno. Forse l'antica Madonna a cui è dedicato scosta ogni tanto da sé come un'indocile onda di capelli, quella vegetazione irrompente: poi composta e soave ricomincia a specchiarsi nel suo Bambino, mentre i domenicani del convento vanno e vengono sulle bianche terrazze per escogitare la formula di una nuova<ref>Nuovi, refuso, nella fonte.</ref> preghiera o di un nuovo liquore. (da ''A Montevergine'', 2020, p. 217)
*[...] fulminei e prudenti, spicci e al tempo stesso riflessivi, una improvvisazione e una massima: sono il cibo ideale per chi ha sfacchinato dalla mattina alla sera e non ne può più; sono gli [[Spaghetti aglio e olio|spaghetti all'aglio e all'olio]]. Chiunque, col cappello in testa e col soprabito sul braccio, miope o duro d'orecchio, contento o disperato, è in grado di prepararli. Mentre l'acqua bolle l'olio frigge intorno all'aglio, un riso crudele su cui dovete spargere misericordiose foglioline di prezzemolo; acconsentite a qualche impercettibile bruciatura di questa subitanea salsa, ne vale la pena perché il perentorio sapore che essa conferirà agli spaghetti assorbe ed elimina ben altre amarezze; chiodo scaccia chiodo, ricordatevene [...]. (da ''Gli spaghetti'', 2020, pp. 248-249)
==''Mal di Galleria''==
===[[Incipit]]===
Stavo immobile nel centro della Galleria, puntato là come la gamba ferma di un compasso, quando rividi la bionda. Attizzo il nodo della cravatta, mi abbottono la giacca sportiva (non vesto male), e con due balzi affianco la mia bella sconosciuta.<br>«Permette una parola?»<br>«No, se ne vada».<br>«La prego... Sia gentile... Dopo tutto quello che giovedì feci per lei, mi tratta così»<br>«Giovedì! Lei? Dunque fu lei?».<br>Usciamo dai rigagnoli di gente, io la guido in un angolo morto, ci fissiamo. Che ragazza, o meglio che donna. Quanto a me, potrei essere (trentanove anni, alto un metro e ottanta, bruno, asciutto e nervoso) il colonnello Townsend di qualunque Altezza Reale; e con la massima finezza e disinvoltura, bruciai le tappe.
===Citazioni===
*La [[Galleria Vittorio Emanuele II|Galleria]]? Scherziamo? Le appartengo e mi appartiene. È casa, è ufficio, è strada, è ombrello, è tutto per me. Ristoranti, caffè, bigliardi, farmacie, bagni, parrucchieri, lustrascarpe, donne formose ed eleganti, uomini vivaci, ombra d'estate e raggi infrarossi d'inverno. Io ci campo da re.<ref>Citato in [[Roberto Napoletano]], ''[https://st.ilsole24ore.com/art/cultura/2016-01-17/la-libreria-bocca-marotta-e-sua-casa-galleria-105410.shtml?uuid=ACTictBC&refresh_ce=1 La libreria Bocca, Marotta e la «sua casa» in Galleria]'', ''ilsole24ore.com'', 17 gennaio 2016.</ref>
*Un esimio [[Borseggio|ladro di portafogli]] ha contemporaneamente le due mani che ha e le due mani che finge di avere. (p. 14)
*Il [[teatro]] è la chiesa delle bugie. (p. 24)
*Mi rendo conto, oggi, solo oggi, che il destino, o chi è, permette i [[Ricchezza|ricchi]] ma li adopera come ingenui strumenti, li obbliga a non turbare l'ingiustizia e l'inimicizia universali. (p. 87)
*La [[vedova]] sa tutto, dell'uomo, perché non l'ha visto unicamente vivere ma lo ha visto anche morire. Lo ha conseguito, lo ha detenuto e lo ha congedato. Ne ha un ritratto completo, esattissimo. (p. 174)
*Una vedova, come un'attrice, è due volte donna; voi la circuite, ma ne rimane sempre una libera, disoccupata, agevole preda, secondo me, dei cattivi pensieri. (p. 179)
==''Racconti''==
*Al ''monito di cristiana pietà ai posteri'', i fondatori delle [[Cimitero delle Fontanelle|catacombe delle Fontanelle]] impartirono caratteri vezzosi, allettanti, architettonici. Nelle vaste grotte, nei tortuosi cunicoli, essi edificarono altari, navate, colonne di ossa. Ma le unghie dei secoli produssero innumerevoli frane e guasti nella cattedrale sotterranea. È probabile che nel giorno del Giudizio, quando ognuno si accalcherà al guardaroba, ci sarà un po' di confusione, laggiù. Dio, fate che non prevalga, nel singolo, il concetto di arraffare alla cieca il meglio che c'è. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 299)
*Forse non è vero che l'[[amore]] sia una vetta al sole; occorre forse scendere nell'amore, il supremo coraggio di {{sic|scendere scendere}} nell'oscurità più densa, come in fondo a un pozzo. (da ''Le {{sic|Fontanelle}}'', p. 300)
*Non date retta agli odierni lamentatori della città, i quali tetramente affermano che è morta e seppellita; ma neanche badate ai tam-tam di quanti la proclamano fortunata e contenta; [[Napoli]] è terra di favole puerili e angosciose, tutta miele e cicuta, grembo di mamma e schiaffo di {{sic|padrigno}}, favola sono pure chi la denigra e chi la decanta, vorreste che le mancassero proprio gli orchi e le fate? (da ''Le apparizioni'', p. 303)
*È una ''penna'', una piuma dichiaravano fremendo i nostri coetanei, mentre nelle sudicie manine loro, a titolo di saggio, concedevamo che frusciasse brevemente lo ''{{sic|[[strummolo|strùmmolo]]}}'' incantato degli zingari. Quel prodigio ci estraeva puliti puliti, fra la smorfia della bocca di ghisa della fontanina pubblica, e l'immondizia accatastata negli angoli, dei nostri cenci. L'impercettibile ronzio della trottola napoletana ha proprio la dolcezza con cui si srotolano veloci e quiete le reminiscenze in un cuore. (da ''Le apparizioni'', pp 305-306)
==''San Gennaro non dice mai no''==
===[[Incipit]]===
Sono contento, pensai, che mi capiti di andare a [[Napoli]] proprio in questi giorni, prima che finisca il mese di marzo.<br>In marzo a Napoli è una città bambina, con le violette in mano, che va a fare la sua prima comunione. Chiede indulgenza per i suoi peccatucci invernali – una incipriatura di neve il 29 dicembre, pioggia e vento nell'ultima settimana di gennaio, uno scivolone il 15 febbraio all'Arco Mirelli con frattura del femore eccetera –, mea culpa dice sfavillando in ogni vetro di finestra, riceve l'assoluzione, riceve come sacramento un sole purissimo, un sole particolare; e infine si alza, strizza l'occhio a una nuvoletta che è apparsa dietro il [[Vesuvio]], conta fino a sessanta.
===Citazioni===
*Toledo era invasa dai mendicanti, ne era pavimentata. Costoro inventavano Napoli con una forza vittorughiana. (p. 26)
*Allora come allora, nel marzo del 1947, Napoli, eccettuandone via dei Mille, via Tasso, il viale Elena e poche altre arterie di Chiaia di San Ferdinando del Vomero, era tutta un rione popolare. Napoli era allora un vicolo solo, un "basso" solo, una botteguccia sola. (p. 29)
*Non importava vendere molto o vendere poco o non vendere affatto: bastava che si tentasse di vendere. (p. 29-30)
*Il vero mare di Napoli è quello esiguo e domestico di Santa Lucia, di Coroglio e di Posillipo. Consuma Castel dell'Ovo e il Palazzo Donn'Anna, bruca il muschio delle vecchie pietre, sente d'alga e di sale come nessun altro mare. (p. 42-43)
*[[Salvatore Di Giacomo]] morirà solo quando Marechiaro (che ora ha una via intitolata al suo nome) e l'intera Napoli avranno cessato di esistere... (p. 61)
*Che cosa c'è tutto sommato, a Napoli? C'è un vulcano {{NDR|[[Vesuvio]]}} che ha tante possibilità di sterminio quanti sono gli acini d'uva e le ginestre cui si agghinda per dissimulare le sue intenzioni. (p. 99)
*Lasciatemi dire che a Napoli i Santi, dal supremo e volubile San Gennaro al distratto San Giuseppe, da Sant'Antonio che protegge Posillipo a San Pasquale che sorveglia attentamente Chiaia, non sono che autorevoli congiunti del popolo. Il napoletano ha San Luigi, Sant'Espedito e ogni altro Santo come a certi poveracci dei vicoli capita di essere imparentati con un insigne professore residente a via dei Mille. Questi poveracci descrivono orgogliosamente l'attività e i successi dell'eccezionale consanguineo, dicono: «E quello il commendatore ci è stretto cugino», solo per qualche consiglio o raccomandazione si permettono di disturbarlo, la verità è che si leverebbero il pane di bocca per accrescere il suo benessere. Così, o quasi, stanno le cose a Napoli tra il popolino e i Santi; ma sempre fede è, sempre amore. (p. 135)
==[[Incipit]] de ''Le milanesi''==
Il dottor Ghislaghi dice: «Gliela faccio, non tema, l'iniezione. Ma cerchi di resistere un poco, signora Galò... bisogna ricorrere alla morfina quando proprio... quando proprio... eh signora, mi capisce, vero?»<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
==Citazioni su Giuseppe Marotta==
*La pagina di Giuseppe Marotta ha sempre il sapore di una cosa non definita e non compiuta. Si muove ai limiti del bozzetto e del surreale. Possiede, infatti, del bozzetto il vigore concentrato sulla parola e l'illimitata possibilità di fare presagire vicende ancora da costruirsi come prende dal surreale certe evasioni e certe nostalgie che rasentano i regni della favola e del sogno. ([[Francesco Grisi]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Giuseppe Marotta, ''Dieci racconti'', in ''Gli alunni del sole'', Bompiani, Milano, 1966.
*Giuseppe Marotta, ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967.
*Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Bompiani, 1955.
*Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', Rizzoli, BUR, 1987.
*Giuseppe Marotta, ''L'oro di Napoli'', introduzione di [[Raffaele Nigro]], Rizzoli, BUR grandi classici, Milano, stampa 2020. ISBN 978-88-17-01091-7
*Giuseppe Marotta, ''Mal di Galleria'', Bompiani, Milano, 1958.
*Giuseppe Marotta, ''Racconti'', in ''Gli alunni del tempo'', Bompiani, Milano, 1967.
*Giuseppe Marotta, ''San Gennaro non dice mai no'', prefazione di [[Michele Prisco]], Avagliano Editore, 1995.
==Filmografia==
*''[[Un ladro in paradiso]]'' (1952)
*''[[Tempi nostri - Zibaldone n. 2]]'' (1954)
==Voci correlate==
*[[Giuseppe Marotta jr.]]
==Altri progetti==
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===Opere===
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[[Categoria:Sceneggiatori italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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Matilde Serao
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[[File:Matilde Serao.jpg|thumb|Matilde Serao]]
'''Matilde Serao''' (1856 – 1927), scrittrice e giornalista italiana.
==Citazioni di Matilde Serao==
*Attraverso tutta la {{sic|rettorica}} delle sue idee e delle sue narrazioni, attraverso quel concetto ristretto del bene e del male, fiorisce una certa verità popolare, che sarà poi il punto di partenza onde i sociologi e gli artisti trarranno il grande materiale del romanzo napoletano. Piccola verità popolare, invero, e che consisteva soltanto nel chiamare coi loro veri nomi i tetri frequentatori delle bettole, col loro nome esatto e colla loro topografia i vicoli sordidi e lugubri, dove si annida in Napoli l'onta, la corruzione, la morte: piccola verità affogata nella frondosità fastidiosa del romanziere, che ha cominciato a vedere, ma che non ha forza, coraggio, tempo di veder molto, di veder tutto: piccola verità, dirò così esteriore, che la falsità bonaria del resto annega, ma che è verità, ma che è uno spiraglio di luce attraverso la tenebra, ma che è la fioca lampada nella notte profonda, che altri vedrà e che li condurrà alla loro strada, a tutta quanta la verità com'è, nuda, schietta, tutta piena di strazio, ma non senza conforto. (da un articolo necrologico del 1891.<ref>Citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, p. 316.</</ref>)
*Dal primo giorno che ho scritto, io non ho mai voluto e saputo essere altro che una fedele e umile cronista della mia memoria. Mi sono affidata all'istinto e non credo che mi abbia ingannato.<ref>Citato in [[Giovanni Artieri]], ''Napoli, punto e basta?, {{small|Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non}}'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980, p. 124.</ref>
*Fresca profonda verde foresta. La luce vi è mite, delicatissima, il cielo pare infinitamente lontano; è deliziosa la freschezza dell'aria; in fondo al burrone canta il torrente; sotto le felci canta il ruscello ... Si ascende sempre, fra il silenzio, fra la boscaglia fitta, per un'ampia via ... Tacciono le voci umane ... Non v'è che questa foresta, immensa, sconfinata: solo quest'alta vegetazione esiste. Siamo lontani per centinaia di miglia dall'abitato: forse il mondo è morto dietro di noi. Ma ad un tratto, tra la taciturnà serena di questa boscaglia, un che di bianco traspare tra le altezze dei faggi. Questa è Ferdinandea. (dal ''Corriere di Roma'' del 19 settembre 1886)
*Giammai principe sopportò le avversità della fortuna con la fermezza silenziosa e la dignità di [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco secondo]]. Colui che era stato o era parso debole sul trono, travolto dal destino, dalla ineluttabile fatalità , colui che era stato schernito come un incosciente, mentre egli subiva una catastrofe creata da mille cause incoscienti, questo povero re, questo povero giovane che non era stato felice un anno, ha lasciato che tutti i dolori umani penetrassero in lui, senza respingerli, senza lamentarsi; ed ha preso la via dell'esilio e vi è restato trentaquattro anni, senza che mai nulla si potesse dire contro di lui. Detronizzato, impoverito, restato senza patria, egli ha piegato la sua testa sotto la bufera e la sua rassegnazione ha assunto un carattere di muto eroismo. Galantuomo come uomo e gentiluomo come principe, ecco il ritratto di Don Francesco di Borbone.<ref>Da ''Il re di Napoli'', in ''Il Mattino'' del 29 dicembre 1894; citato in Gigi di Fiore, ''L'ultimo re di Napoli. {{small|L’esilio di Francesco II di Borbone nell’Italia dei Savoia}}'', UTET, 2018, [https://books.google.it/books?id=GkttDwAAQBAJ&lpg=PT287&dq=it&pg=PT287#v=onepage&q&f=false p. 287]. ISBN 978-88-511-6521-5</ref>
*I gusti sono differenti. Vi è chi, leggendo il giornale, si diletta nei brillanti paradossi dell'articolo di fondo, seguendone mentalmente le evoluzioni: molti frequentano l'appendice, pianterreno lugubre e sanguinoso, dove si commettono, sera per sera, i più atroci delitti: alcuni scelgono la cronaca ''interna'' dove leggono importantissimi fatti avvenuti nell'Uraguay, a [[Capracotta]] o a Roccacannuccia; altri prediligono i telegrammi particolari, tanto particolari che talvolta i fili del telegrafo non ne hanno saputo nulla: non mancano, infine, gli amatori della quarta pagina. (da ''Estratto dello stato civile'', in ''Dal vero'')
*{{NDR|Scrivendo a un amico poco dopo il suo arrivo a Roma}} Io sto bene come salute fisica, come salute morale sono in un periodo di produzione febbrile da far paura: scrivo dappertutto e di tutto con audacia unica, conquisto il mio posto a forza di urti, di gomitate, col fitto e ardente desiderio di arrivare, senza avere nessuno che mi aiuti o quasi nessuno. Ma tu sai che io non do ascolto alle debolezze del mio sesso e tiro avanti per la vita come se fossi un giovanotto».<ref>Citata in [[Elisabetta Rasy]], ''Matilde Serao'', in AA.VV., ''Italiane. {{small|Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale}}'', vol. I, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, pp. 169-170.</ref>
*Ma il ponente, si sa, serve a cullare col suo rombo il paesaggio napoletano che dorme, è la canzone che concilia il sonno delle persone, delle case e degli alberi.<ref>Da ''All'erta, sentinella!'', Galli, Milano, 1896, p. 2.</ref>
*{{NDR|Rispondendo ai colleghi del ''Corriere di Napoli'' che, stupiti dalla sua decisione, le chiedevano i motivi del suo trasferimento a Roma}} Nient'altro che scrivere. Questo è il mio mestiere. Questo è il mio destino. Scrivere fino alla morte.<ref>Citata in [[Elisabetta Rasy]], ''Matilde Serao'', in AA.VV., ''Italiane. {{small|Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale}}'', vol. I, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, p. 170.</ref>
*Poche province meridionali e sopra tutto poche città hanno monumenti così importanti e così degni di studio come [[Benevento]]. Capitale di un forte ducato, sede di principi valorosi, conserva ancora oggi nei suoi monumenti le tracce dell'antica grandezza.<ref name="Napoli, N 1889, p. 492">da ''Corriere di Napoli'', N.° 226, anno XVIII; citato in Almerico Meomartini, ''I monumenti e le opere d'arte di Benevento'', 1889, p. 492.</ref>
*Qui e la spunta la roccia, nuda, nera, ciclopica. Non è dunque questo Ferdinandea? No, questo è [[Pazzano]]: paese di pietra e paese di ferro. Sta nell'aria e si respira il ferro: sgorga e si rovescia dalla bocca delle miniere, rossastro, sottilissimo, dilagante in flutti di polvere. (agosto 1883) {{da controllare|citazione necessaria|Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.}}
*Romba, romba il [[Vesuvio]], proprio su noi, proprio su tutti noi: alto è l'incendio del cratere, oramai, nella sera che discende; si erge, spaventosa, innanzi a noi, la duplice massa bruna e mostruosa delle due lave immote: ardono, esse, profondamente, le lave; e, intanto, una pazzia è nelle persone, popolani, contadini, signori, indigeni, napoletani, stranieri, come una tragica gazzarra è intorno a quel paesaggio di tragedia, fra il pericolo appena scongiurato di questa notte, e il pericolo imminente di domani! (da ''Il giorno'', 1906; ora in ''Sterminator Vesevo. Diario dell'eruzione aprile 1906'', 1910)
*Sotto il vivo raggio del sole, il glauco [[mare]] freme di gioia; è fresco, è profumato. Le sue voci seduttrici sono irresistibili, e bisogna evitare di guardare per non gettarvisi dentro, anelanti del suo abbraccio. Le serate sono splendide, la [[Villa comunale di Napoli|Villa]] è gaia, le fanciulle sotto gli alberi somigliano molto alla Galatea di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], sono più... o forse meno vestite, ecco tutte, ecco tutto. Ci è da divertirsi, ci è da respirare a pieni polmoni l'aria leggiera, ci è da sorridere, financo, financo... ci è da innamorarsi. Non per te, lo so, e già mi pento di questa insinuazione contro la fedeltà di un uomo che emulerà Filemone e Bauci. (da una lettera a Gaetano Bonavenia da Napoli del 23 giugno 1878<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', pp. 135-136.</ref>)
*{{NDR|Su [[Benevento]]}} Una delle più antiche e delle più gloriose città del Mezzogiorno<ref name="Napoli, N 1889, p. 492"/>.
==''Il ventre di Napoli''==
===[[Incipit]]===
Efficace la frase, Voi non lo conoscevate, onorevole [[Agostino Depretis|Depretis]], il ventre di [[Napoli]]. Avevate torto, perché voi siete il Governo e il Governo deve saper tutto. Non sono fatte pel Governo, certamente, le descrizioncelle colorite di cronisti con intenzioni letterarie, che parlano della via Caracciolo, del mare glauco, del cielo di cobalto, delle signore incantevoli e dei vapori violetti del tramonto: tutta questa rettorichetta a base di golfo e di colline fiorite, di cui noi abbiamo già fatto e oggi continuiamo a fare ammenda onorevole, inginocchiati umilmente innanzi alla patria che soffre; tutta questa minuta e facile letteratura frammentaria, serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata per racconti di miserie. Ma il governo doveva sapere l'''altra parte''; il governo a cui arriva la statistica della mortalità e quella dei delitti; il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti, dei questori, degli ispettori di polizia, dei delegati; il governo a cui arrivano i rapporti dei direttori delle carceri; il governo che sa tutto: quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un anno, in un paese; quante femmine disgraziate, diciamo così, vi esistano, e quanti ammoniti siano i loro amanti di cuore, quanti mendichi non possano entrare nelle opere pie e quanti vagabondi dormano in istrada, la notte; quanti nullatenenti e quanti commercianti vi sieno; quanto renda il dazio consumo, quanto la fondiaria, per quanto s'impegni al Monte di Pietà e ''quanto renda il lotto''. Quest'altra parte, questo ventre di Napoli, se non lo conosce il Governo, chi lo deve conoscere? E se non servono a dirvi tutto, a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, a che questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto? E, se voi non siete la intelligenza suprema del paese che tutto conosce e a tutto provvede, perché siete ministro?
===Citazioni===
*Napoli è il paese dove meno costa l'opera tipografica; tutti lo sanno: gli operai tipografi sono pagati un terzo meno degli altri paesi. Quelli che guadagnano cinque lire a Milano, quattro a Roma, ne guadagnano due a Napoli, tanto che è in questo benedetto e infelice paese, dove più facilmente nascono e vivono certi giornaletti poverissimi, che altrove non potrebbero pubblicare neppure tre numeri. I sarti, i calzolai, i muratori, i falegnami sono pagati nella medesima misura; una lira, venticinque soldi, al più, trenta soldi al giorno per dodici ore di lavoro, talvolta penosissimo. I tagliatori di guanti guadagnano novanta centesimi al giorno. E notate che la gioventù elegante di Napoli, è la meglio vestita d'Italia: che a Napoli si fanno le più belle scarpe e i più bei mobili economici; notate che Napoli produce i migliori guanti. (pp. 20-21)
*Ascoltate un poco, quando una operaia napoletana nomina i suoi figli. Dice: ''le creature'', e lo dice con tanta dolcezza malinconica, con tanta materna pietà, con un [[amor materno|amore]] così doloroso, che vi par di conoscere tutta, acutamente, la intensità della miseria napoletana. (p. 24)
*La massima golosità è il ''[[Zuppa di soffritto|soffritto]]'': dei ritagli di carne di maiale cotti con olio, pomidoro, peperone rosso, condensati, che formano una catasta rossa, bellissima all'occhio, da cui si tagliano delle fette: costano cinque soldi. In bocca, sembra dinamite. (p. 29)
*Credete che al napoletano basti la [[Madonna]] del Carmine? Io ho contati duecentocinquanta appellativi alla Vergine, e non sono tutti. Quattro o cinque tengono il primato. Quando una napoletana è ammalata o corre un grave pericolo, uno dei suoi, si vota a una di queste Madonne. Dopo scioglie il voto, portandone il vestito, un abito nuovo, benedetto in chiesa, che non si deve smettere, se non quando è logoro. Per l'Addolorata il vestito è nero, coi nastri bianchi; per la Madonna del Carmine, è color pulce coi nastri bianchi; per l'Immacolata Concezione, bianco coi nastri azzurri; per la Madonna della Saletta, bianco coi nastri rosa. Quando non hanno i danari per farsi il vestito, si fanno il grembiule; quando mancano di sciogliere il voto, aspettano delle sventure in casa.<br />E il sacro si mescola al profano. Per aver marito, bisogna fare la novena a san Giovanni, nove sere, a mezzanotte, fuori un balcone, e pregare con certe antifone speciali. (p. 34)
*Il popolo napoletano, che è sobrio, non si corrompe per l'acquavite, non muore di ''delirium tremens''; esso si corrompe e muore pel lotto. Il [[lotto]] è l'acquavite di Napoli. (p. 45)
*E, in ultimo, sapete che è accaduto? Che il popolo, non potendo abitare il [[Corso Umberto I|Rettifilo]], di cui le pigioni sono molto care, non avendo le traverse a sua disposizione, non avendo delle ''vere case del popolo'', è stato respinto, respinto, dietro il paravento! Così si è accalcato molto più di prima; così il Censimento potrebbe dirvi che tutta la facciata del Rettifilo, è poco abitata, e tutto ciò che è dietro, disgraziatamente, è abitato più di prima; che dove erano otto persone, ora sono dodici; che lo spazio è diminuito e le persone sono cresciute; che il Rettifilo, infine, ha fatto al popolo napoletano più male che bene! (p. 96)
*Quel che si è fatto a Nizza e a Montecarlo, ha formato la fortuna di tutta la Cornice da Mentone a Hyères quel che si è fatto al Cairo, ha formato la fortuna di tutto l'Egitto: sia, sia, questa opera buona, questa opera santa, e in questo paese così bello e così povero, così affascinante e così pieno di miseria, in questo paese così delizioso e dove si muore di fame, in questo paese dall'incanto indicibile, si dia alla industria del forestiero la forma larga, felice, fortunata, che porti, a Napoli, il solo modo di far vivere centinaia di migliaia di persone! (p. 110)
*Un cattivo odore di stantio, di cose antiche e consunte, tenute troppo tempo chiuse e tirate fuori, si è diffuso nell'aria che respiriamo, da qualche giorno. Nei primi comizî, nei primi proclami, con una certa finzione di serietà, anche, son venuti fuori dagli armadi sgangherati della rettorica amministrativa: il partito ''clerico-borbonico'', il partito ''clerico-moderato'', il partito ''socialistoide'', il partito ''anarcoide'' e, persino, guarda, guarda, quella consumatissima cosa che è il partito ''liberale''. (1906, p. 138)
*Troppo ho sofferto nell'onore e nella prosperità: troppo ho lagrimato di vergogna e di indignazione. Io debbo cominciare per salvarmi, se voglio esser salvata da tutto, da tutti. Nelle mie mani è la mia prima risurrezione: cioè quella della mia esistenza, morale, cioè quella del mio decoro sociale. Farò, io, veder al mondo, all'Europa, all'Italia che di tutti i doni della sorte, io sono degna, che di tutti gli aiuti fraterni, io sono degna, io, Napoli, paese di gente onesta, mandando al Comune solo gli onesti, chiedendo ad essi, che da essi si prosegua e si esalti la mia riabilitazione! (p. 143)
==''La ballerina''==
===[[Incipit]]===
Carmela Minino, in piedi presso il cassettone, macchinalmente, contò ancora una volta il denaro che teneva chiuso nello sdrucito piccolo portafogli: e vi trovò sempre le medesime diciotto lire, tre biglietti da cinque e tre biglietti da una lira che vi erano il giorno prima e la settimana prima. Si cavò di tasca il portamonete che portava addosso, quando usciva e dove riponeva i pochi spiccioli per pagare l'omnibus, per pagare la sedia, alla messa, per bere un bicchier d'acqua: vi pescò sette soldi. E con un atto puerile e triste guardò desolata e ansiosa intorno, quasi che dalle nude pareti della sua stanza, dai poveri mobili strettamente necessarii potesse uscire, fantasticamente, qualche immaginaria somma di denaro che venisse ad aumentare il suo così insufficiente capitaletto.
===Citazioni===
*Sotto il cielo basso e bigio, in quel tetro giorno di novembre, il camposanto di Napoli che occupa una delle sue più belle e più amene colline, quella di Poggioreale, conservava il suo aspetto d'immenso e florido giardino signorile: e i suoi cespuglietti di fìori vivaci che circondano le tombe e le sue siepi di bosso e di mortella che dividono gii ombrosi viali dai campi pieni di lapidi e i boschetti di alberi dove da mattina a sera cinguettano gii uccellini, gli alberi alti che ombreggiano le sue cappellette, le sue chiesette, i suoi più grandi monumenti, gli conservano, in ogni stagione questo grandioso aspetto di parco aristocratico, qua e là interrotto da piccoli editici ora vezzosi, ora pomposi. Non solo nel giorno della commemorazione dei morti, ma sempre vi lavorano giardinieri, sotto la direzione di qualcuno che ama quel camposanto teneramente, e le più belle rose di Napoli vi crescono e i meravigliosi crisantemi, di ogni tinta, ne smaltano persino le aiuole dei poveri e in tutte le stagioni pare che vi sorrida dolcemente la primavera dei morti. Tutto l'anno il [[Cimitero di Poggioreale|camposanto di Poggioreale]] ha un aspetto, nella sua florida solitudine, raccolto, non triste; mentre in quel giorno, coi suoi viali neri di gente, con tutte le porte delle sue cappelle, delle sue chiese, dei suoi grandi monumenti da cui escivan chiarore di {{sic|cerei}}, canti liturgici e odore d'incensi, misto a quello dei fiori freschi, il suo aspetto, sempre, non era triste, ma singolare, ma bizzarro, come di una strana fiera mortuaria, come di una mai vista pompa funebre, in un parco vastissimo, percorso da una folla immensa e svariata. (vol. I, pp. 43-44)
*Ella sorrideva dagli occhi e dalle labbra, danzando, mentre il suo corpo pieghevole si arrotondava allo slancio lievissimo: ella danzava, senza che mai quel sorriso, quel lampeggio degli occhi venissero meno, per la fatica: ella danzava, così, come se null'altro ella fosse venuta a fare, sulla terra. E veramente, la sua irresistibile perizia, veramente la delizia di quella danza facevano delirare le platee: e dal loggione dove il popolo si ammassava nelle serate classiche alle poltrone d'orchestra dove si raccoglieva la nobiltà napoletana, il nome di [[Amina Boschetti]] era acclamato come quello di una trionfatrice. La coprivano di fiori, di doni, di gioielli: le offrivano i loro cuori e le loro fortune: ed ella tutto accoglieva, sorvolando su tutto, sapendo che i fiori, i gioielli, i cuori, le fortune, erano fatti per lei, perché i suoi piedini calzati dalle fini scarpette di raso rosa vi facessero in mezzo una gaia danza. (vol. I, pp. 55-57)
==''Leggende napoletane''==
*Mancano a noi le nere foreste del Nord, le nere foreste degli abeti, cui l'uragano fa torcere i rami come braccia di colossi disperati; mancano a noi le bianchezze immacolate della neve che dànno la vertigine del candore; mancano le rocce aspre, brulle, dai profili duri ed energici; manca il mare livido e tempestoso. Sui nostri prati molli di rugiada non vengono gli ''elfi'' a danzare la ridda magica; non discendono dalle colline le peccatrici ''walkirie'', innamorate degli uomini; non compaiono al limitare dei boschi le ''roussalke'' bellissime; qui non battono i panni umidi le maledette lavandaie, perfide allettatrici del viandante; il folletto ''kelpis'' non salta in groppa al cavaliere smarrito. (da ''La città dell'amore'', p. 3)
*Napoli, la città della giovinezza, attendeva Parthenope e Cimone; ricca, ma solitaria, ricca, ma mortale, ricca, ma senza fremiti. Parthenope e Cimone hanno creata Napoli immortale. (da ''La città dell'amore'', p. 4)
*Se interrogate uno storico, o buoni ed amabili lettori, vi risponderà che la tomba della bella Parthenope è sull’altura di San Giovanni Maggiore, dove allora il mare lambiva il piede della montagnola. Un altro vi dirà che la tomba di Parthenope è sull’altura di Sant’Aniello, verso la campagna, sotto Capodimonte. Ebbene, io vi dico che non è vero. Parthenope non ha tomba, Parthenope non è morta. Ella vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni. Ella corre ancora sui poggi, ella erra sulla spiaggia, ella si affaccia al vulcano, ella si smarrisce nelle vallate. È lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori: è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene; è lei che rende irresistibile il profumo dell’arancio; è lei che fa fosforeggiare il mare. Quando nelle giornate d’aprile un’aura calda c’inonda di benessere è il suo alito soave: quando nelle lontananze verdine del bosco di Capodimonte vediamo comparire un’ombra bianca allacciata ad un’altra ombra, è lei col suo amante; quando sentiamo nell’aria un suono di parole innamorate; è la sua voce che le pronunzia; quando un rumore di baci, indistinto, sommesso, ci fa trasalire, sono i suoi baci; quando un fruscìo di abiti ci fa fremere al memore ricordo, è il suo peplo che striscia sull’arena, è il suo piede leggiero che sorvola; quando di lontano, noi stessi ci sentiamo abbruciare alla fiamma di una eruzione spaventosa, è il suo fuoco che ci abbrucia. È lei che fa impazzire la città: è lei che la fa languire ed impallidire di amore: è lei la fa contorcere di passione nelle giornate violente dell’agosto. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non ha tomba, è immortale, è l’amore. Napoli è la città dell’amore.
*Ognuno sa che Iddio, generoso, misericordioso e magnifico Signore, ha guardato sempre con occhio di predilezione la città di Napoli. Per lei ha avuto tutte le carezze di un padre, di un innamorato, le ha prodigato i doni più ricchi, più splendidi che si possano immaginare. (da ''Virgilio'', p. 9)
*Il bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le muraglie, poiché l’onda del mare non è perfida come quella dei laghi e dei fiumi, assalta ma non corrode. Le finestre alte, larghe, senza vetri, rassomigliano ad occhi senza pensiero; nei portoni dove sono scomparsi gli scalini della soglia, entra scherzando e ridendo il flutto azzurro, incrosta sulla pietra le sue conchiglie, mette l’arena nei cortili, lasciandovi la verde e lucida piantagione delle sue alghe. Di notte il palazzo diventa nero, intensamente nero; si serena il cielo sul suo capo, rifulgono le alte e bellissime stelle, fosforeggia il mare di Posillipo, dalle ville perdute nei boschetti escono canti malinconici d'amore e le monotone note del mandolino: il palazzo rimane cupo e sotto le sue {{sic|vôlte}} fragoreggia l’onda marina. Ogni tanto par di vedere un lumicino passare lentamente nelle sale e fantastiche ombre disegnarsi nel vano delle finestre: ma non fanno paura. (da ''Il palazzo [[Palazzo Donn'Anna|dogn'Anna]]'', in ''Leggende napoletane'', Perino, Roma, 1895, [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Serao_-_Leggende_napoletane,_Roma,_Perino,_1895.djvu/73 pp. 69-70])
*Là, dove il mare del Chiatamone è più tempestoso, spumando contro le nere {{sic|roccie}} che sono le inattaccabili fondamenta del [[Castel dell'Ovo|Castello dell'Ovo]], dove lo sguardo malinconico del pensatore {{sic|scuopre}} un paesaggio triste che gli fa gelare il cuore, era altre volte, nel tempo dei tempi, cento anni almeno prima la nascita del Cristo Redentore, una isola larga e fiorita che veniva chiamata [[Isolotto di Megaride|Megaride]] o Megara che significa grande nell'idioma di Grecia. Quel pezzo di terra s'era staccato dalla riva di Platamonia, ma non s'era allontanato di molto: e quasi che il fermento primaverile passasse dalla collina all'isola, per le onde del mare, come la bella stagione coronava di rose e di fiorranci il colle, così l'isola fioriva tutta in mezzo al mare come un gigantesco gruppo di fiori che la natura vi facesse sorgere, come un altare elevato a Flora, la olezzante dea. Nelle notti estive dall'isola partivano lievi concenti e sotto il raggio della luna pareva che le ninfe marine, ombre leggiere, vi danzassero una danza sacra ed {{sic|inebbriante}}; onde il viatore della riva, colpito dal rispetto alla divinità, torceva gli occhi allontanandosi, e le coppie di amanti cui era bello errare abbracciati sulla spiaggia davano un saluto all'isola e chinavano lo sguardo per non turbare la sacra danza. Certo l'isola doveva essere abitata, ne' suoi cespugli verdi, nei suoi alberi, nei suoi prati, nei suoi canneti, dalle Nereidi e dalle Driadi: altrimenti non sarebbe stata così gaia sotto il sole, così celestiale sotto il raggio lunare, sempre colorita, sempre serena, sempre profumata. Era divina, poiché gli dei l'abitavano. (da ''Megaride'', 1895, [https://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Serao_-_Leggende_napoletane,_Roma,_Perino,_1895.djvu/167 pp. 163-164])
*Pensa, o poetica amica, al felice connubio dell'arte con la natura, pensa alla celeste armonia fra l'uomo che crea ed il mondo da lui creato, pensa alla città che sarà bella e buona, tutta bianca e colorita dal sole, senza macchie, senza cenci: oh, allora, allora! O lontano avvenire, o giorno splendido che come quello di Faust meriteresti di essere fermato... (da ''La leggenda dell'avvenire'', p. 46)
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Addio, Amore!''===
Lunga distesa, immobile sotto la bianca coltre del letto, con le braccia prosciolte e le mani aperte, con la bruna testa inclinata sopra una spalla, con un soffio impercettibile di respiro, ''Anna'' pareva dormisse da due ore, immersa nel profondo abbandono del sonno giovanile. Sua sorella Laura, che dormiva in un secondo candido lettino da fanciulla, all'altro capo della vasta stanza, aveva quella sera molto prolungata la sua solita lettura notturna, con cui sfuggiva alla conversazione ultima della giornata, fra sorelle. Ma appena l'ombra della lunga e fredda notte d'inverno aveva avvolto le cose e le persone della camera delle due fanciulle, Anna aveva schiuso gli occhi e li teneva fissi, sbarrati sul letto di laura, il cui biancore appariva confusamente, anche nell'oscurità.
===''All'erta, sentinella''===
Nella luminosa e calda ora pomeridiana, il paesaggio napoletano aveva dormito assai, deserto, silenzioso, immobile sotto il leonino sole di agosto. Nella lunga siesta, da mezzogiorno alle quattro, nessuna ombra d'uomo si era veduta, apparendo e sparendo, sulla gran pianura verde dei Bagnoli; sulla larga via bianca, a sinistra, che viene da Posillipo, rasentando l'ultimo spalto di quella collina che è anche un capo, larga via che è la delizia di quanti amano Napoli, stranieri e indigeni, non una carrozza, non un carretto; non una carrozza, non un carretto sulla dritta via, chiamata di Fuorigrotta, e che ai Bagnoli trova il suo primo angolo, voltando per andare a Pozzuoli, a Cuma, a Baia; non una nave sul mare, che sorpassasse il bellissimo capo di Posillipo, per andarsene lontano, linea nera filante, sormontata da un vago piumetto di fumo; non una vela bianca nel canale di Procida; non una barchetta intorno alla verde isola di Nisida, che prospetta, in tutta la sua lunghezza, la spiaggia dolce dei Bagnoli.
===''Castigo''===
Un alto e tetro silenzio era nella stanza di Cesare Dias. Egli stava seduto nel seggiolone di cuoio bruno, teneva appoggiati i gomiti sulla grande scrivania di legno scolpito e le due mani gli nascondevano gli occhi e la fronte: si vedean solo i capelli un po' scomposti e le labbra pallidissime sotto i mustacchi disfatti. Fuori, la triste giornata invernale declinava e tetre si facevano le ombre nell'austera stanza, tetre intorno a quella immobile figura di uomo di cui, nell'alto silenzio, parea non si udisse neanche il respiro.
===''Cuore infermo''===
Finiva la giornata violenta e tormentosa. Dal mattino la terra bruciava sotto lo splendido sole di agosto, bruciava lentamente, consumando le sue sorgenti di vita e di freschezza, diventando gialla, smorta, arida; l'aria rimaneva senza moto, greve, infiammata, carica di profumi acri; i fiori dei giardini morivano, estenuati da quel lusso di calore, simili a coppe d'incenso dove fumano intensamente gli ultimi granelli votivi; le vigne vesuviane, basse, contorte, arse dal nero terreno vulcanico, arse dal sole esalavano un forte sentore di zolfo che saliva al cervello; dai terrazzi saliva un penetrante odore di asfalto liquefatto.
===''Dal vero''===
Di certo il fanciullo era bellissimo. Aveva gli occhi grandi ed azzurri, ma di quell'azzurro vero, leale che non diventa mai nero di sera; il bianco della cornea era anche irradiato da una tinta bluastra, cosa che faceva sembrare anche più grande la pupilla: i lumi della sala, riflettendosi in quegli occhi azzurri, vi accendevano una stella luccicante, una sola. Poi era biondo; non tendente al giallo, come la Gioconda di Leonardo da Vinci, né al fulvo, come la Maddalena del Tiziano, e nemmeno come dovette essere biondo il danese Amleto: quei capelli erano fini, lucidi, biondi e dolci alla vista, riposavano lo sguardo stanco da tante teste sfrontatamente brune. Quella testina originale, dal profilo abbozzato, dai lineamenti puri, dalla fronte serena, attirava il mio sguardo.
===''Ella non rispose''===
<div align=right>''«Roma, notte di maggio...''</div>
«Non vi conosco: non mi conoscete. Non vi ho vista, mai. E vi vedrò, io, forse, mai? Voi, forse, non mi vedrete mai. Eppure la mia anima, inattesamente, si è legata, salda, alla vostra, in un vincolo tanto più tenace e stretto, in quanto che oscuro, fantastico e misterioso: e io sento di amarvi, con tutte le mie forze, come se il vostro volto di donna — siete voi giovane? bella? Non lo so: non vi conosco — come se questo volto chiuso nell'ombra, mi fosse seducentemente noto da mesi e da anni, come se il fascino della vostr'anima, da mesi e da anni si esercitasse su me e mi tenesse e mi avvincesse.
===''Fantasia''===
— Il fioretto di domani è questo — disse il predicatore, leggendo un cartellino: — Voi offrirete a Maria Vergine i sentimenti di rancore che avete nel cuore e abbraccerete la compagna di scuola, la maestra, la serva che credete di odiare.<br>
Nella penombra della cappella vi fu un movimento tra le educande grandi e tra le maestre: le piccine non si mossero. Delle piccine qualcuna sonnecchiava, qualcuna sbadigliava dietro la manina: sui rotondi visetti si dilatava la contrazione della noia.
===''Fior di passione''===
Fulvio s'inchinò, prese dalla mano di Paola il gelato che ella, sorridendo dolcissimamente, gli porgeva, e le disse, guardandola negli occhi:<br>
- Vi amo.<br>
- Non dovete amarmi – mormorò lei, senza scomporsi, seguitando a sorridere.<br>
- E perché?<br>
- Perché ho marito – ribatté ella, ma placidamente.<br>
- Non importa!
===''Gli amanti: pastelli''===
Donna Grazia scrive così, di questo suo amante:<br>
La prima volta in cui Nino Stresa mi mancò di rispetto, fu in un ballo. Ero vestita di broccato bianco, quella sera: e il busto del vestito era sostenuto, sulle spalle, da due fascie di brillanti che formavano manica. Egli, Nino Stresa, mi cominciò a guardare, di lontano, poco dopo la mia apparizione nel ballo: e non potei più fare un movimento per passeggiare o per ballare, senza sentire il suo sguardo fermo sovra me.
===''I capelli di Sansone''===
Paolo Joanna andava e veniva per la stanza, vestendosi, straccamente, ancora tutto pieno di sonno. Sul suo letto disfatto stavano una quantità di giornali aperti e spiegazzati, cascavano dalla sponda, giacevano sul tappetino miserabile, erano quelli della sera innanzi, su cui si era addormentato, su cui si era arrotolato, dormendo: quelli della mattina, ancora chiusi dalle fascette multicolori erano deposti sul vecchio tavolino da notte, accanto a una tazza da caffè — e attratte dal fondiccio melmoso del caffè, dove lo zucchero si liquefaceva, le mosche vi ronzavano attorno — e un sottile odore d'inchiostro di stamperia fluttuava nell'aria.
===''Il paese di cuccagna''===
Dopo mezzogiorno il sole penetrò nella piazzetta dei Banchi Nuovi, allargandosi dalla litografia Cardone alla farmacia Cappa e di là si venne allungando, risalendo tutta la strada di Santa Chiara, dando una insolita gaiezza di luce a quella via che conserva sempre, anche nelle ore di maggior movimento, un gelido aspetto fra claustrale e scolastico. Ma il gran movimento mattinale di via Santa Chiara, delle persone che scendono dai quartieri settentrionali della città, Avvocata, Stella, San Carlo all'Arena, San Lorenzo e se ne vanno ai quartieri bassi di Porto, Pendino e Mercato, o viceversa, dopo il mezzogiorno andava lentamente decrescendo; l'andirivieni delle carrozze, dei carri, dei venditori ambulanti, cessava: era un continuo scantonare per il Chiostro di Santa Chiara, per il vicolo Foglia, verso la viuzza di Mezzocannone, verso il Gesù Nuovo, verso San Giovanni Maggiore. Presto, la gaiezza del sole illuminò una via oramai solitaria.
===''Il romanzo della fanciulla''===
Come Maria Vitale schiuse il portoncino di casa, fu colpita dalla gelida brezza mattutina. Le rosee guancie pienotte impallidirono pel freddo; il corpo giovenilmente grassotto rabbrividì nell'abituccio gramo di lanetta nera: ella si ammucchiò al collo e sul petto lo sciallino di lana azzurra, che fingeva di essere un paltoncino. Nella piazzetta dei Bianchi non passava un'anima: la bottega del fabbro era ancora chiusa, la tipografia del ''Pungolo'' era sbarrata: per i vicoli di Montesanto, di Latilla, dei Pellegrini, dello Spirito Santo che sbucavano nella piazzetta, non compariva nessuno. Una nitida luce bigia si diffondeva sulle vecchie case, sui vetri bagnati di brina, sui chiassuoli sudici: e il cielo aveva la chiarezza fredda, la tinta metallica e finissima delle albe invernali. Allora Maria Vitale, mentre si avviava, sorpresa dal silenzio e dalla solitudine, fu côlta da una vaga inquietudine.
===''L'infedele''===
Tre sono i personaggi di questa istoria d'amore: Paolo Herz, Luisa Cima e Chérie. Malgrado il suo cognome tedesco, Paolo Herz è italiano, di madre e di padre italiani, delle provincie meridionali. Veramente, non è inutile aggiungere che l'avo paterno di Paolo era tedesco. Questo nonno aveva lasciato la Germania in piccolissima età, emigrando in Italia: qui era cresciuto, aveva lavorato ad accrescere la sostanza famigliare e il decoro del nome Herz: qui si era ammogliato con una italiana, e aveva procreato dei figli. Così i legami con la patria di origine, almeno quelli esteriori, si eran venuti col tempo, con la lontananza, rallentando e poi, più tardi, sciogliendosi: tanto che gli Herz sembrava non conservassero più nessuna traccia nordica nel temperamento e nel carattere.
===''La mano tagliata''===
Tutto chiuso nella preziosa pelliccia di lontra, fumando una fine e odorosa sigaretta russa, Roberto Alimena guardava distrattamente il facchino dalla blusa azzurra che, ritto nel compartimento di prima classe, collocava pazientemente sulla reticella i bagagli eleganti e ricchi del giovane viaggiatore, le valigie, i sacchi da viaggio, i portamantelli, le borsette di cuoio dalle cifre di argento: ''R. A''.
===''La moglie di un grand'uomo''===
Vi era una volta una fanciulla — ohimè quante ve ne furono e quante ve ne sono! — una fanciulla che doveva pacificamente sposare un giovanotto. Costui era un bravo ragazzo, negoziante all'ingrosso di spirito e di zucchero; i suoi buoni amici dicevano che del primo non gliene rimaneva mai in deposito e del secondo troppo, volendo significare, con una ignobile freddura, che era buono e stupido.
===''La virtù di Checchina''===
Venne ad aprire Susanna, la serva. Portava un vestito di lanetta bigia, stinto, rimboccato sui fianchi, lasciando vedere una sottana frusta di cotonina scura; il grembiule di tela grossa era cosparso di macchie untuose; teneva in mano uno strofinaccio puzzolente. Entrando, Isolina fece una smorfia di disgusto.<br />
– C'è Checchina? – chiese.<br />
– C'è – rispose Susanna, stringendo le sue labbra sottili di beghina.<br />
– E che fa?<br />
– Stiamo ripulendo i mobili, col petrolio.<br />
– Volevo dire che si sentiva questo puzzo! E non ci pigliate una malattia, voi?<br />
– Il puzzo del petrolio non fa male.
===''Le amanti''===
====''La grande fiamma''====
Nell'ora tarda della sera, partita l'ultima persona amica o indifferente, per la quale essa provava l'orgogliosa e invincibile necessità di mentire, chiuse tutte le porte ermeticamente, piombata la casa nel profondo silenzio notturno, interrogate con lo sguardo sospettoso fin le fantastiche penombre della sua stanza solitaria, dove sola vivente era una pia lampada consumantesi innanzi a una sacra immagine, prosciolto il suo spirito dall'obbligo della bugia e le sue labbra dall'obbligo del sorriso, ella si lasciava abbruciare dalla grande fiamma.
====''Tramontando il sole''====
- Chiarina, ti presento un amico, Giovanni Serra – disse la padrona di casa, mentre Serra faceva un grande inchino.<br>
- Oh Anna, ma io lo conosco! – esclamò Clara Lieti, vivacemente, stendendogli la mano con un atto famigliare.<br>
- Veramente? E come? – soggiunse Anna, con quel falso interesse mondano, che copre di amabilità la perfetta indifferenza.<br>
- Da vari anni.... da moltissimi anni.... da un numero infinito di anni, lo conosco – e Clara finì con una risatina squillante.
====''L'amante sciocca''====
Paolo Spada aspettava la sua nuova innamorata, con una vivace curiosità mescolata a una certa tenerezza piena d'indulgenza e a movimenti improvvisi e insoliti di buon umore. Egli aveva realizzato, finalmente, dopo alcuni anni vissuti fra i tormentosi piaceri di amori inconsciamente complicati, dopo aver adorato delle bizzarre e inquietanti creature che eran tali, naturalmente, o che si affrettavano a diventare bizzarre e inquietanti al suo contatto, dopo essere stato adorato nelle forme più turbolenti, più folli e più tetre dalle medesime creature, finalmente, egli aveva realizzato un suo antico desiderio: desiderio fluttuante sempre in quell'anima, ora sommersa in fondo al naufragio di qualche stravagante passione, ora galleggiante sul mare cheto che segue le tempeste, il desiderio, cioè, di amare una donna semplice e di esserne amato.
====''Sogno di una notte d'estate''====
Massimo era solo. L'amico d'infanzia, non veduto da anni e poi incontrato improvvisamente per la via, dopo il lieto riconoscimento era venuto, alle sette, a pranzare in casa di Massimo. E costui che trascinava pesantemente il fardello di un'estate cittadina, mentre tutti gli altri anni era partito nel mese di giugno, si riprometteva una buona serata di ricordi, in compagnia dell'amico ritrovato.
===''Nel paese di Gesù''===
<div align=right>''In mare''.</div>
Un giorno, un'ora, un minuto prima della partenza, tutto il febbrile entusiasmo di chi parte si dilegua. L'egoistico ardore con cui si son fatti i preparativi del viaggio, la gaia fretta che par quasi quella del prigioniero cui sorrida, ineffabile, la libertà imminente, quel vivo sogno interiore che rende un po' folli gli occhi di colui che deve andar via, tutto svanisce, lasciando al suo posto un dubbio freddo e sterile, una sottile e opprimente angoscia.
===''O Giovannino, o la morte''===
Alle dieci e mezzo di quella domenica, il sagrestano della parrocchia dei Ss. Apostoli uscì sulla porta dell'antica chiesa napoletana e cominciò ad agitare vivamente un grosso e stridulo campanello di argento. Il sagrestano, appoggiato allo stipite della pesante vecchia porta di quercia, scrollava il campanello a trilli, a distesa, continuamente: serviva per avvertire i fedeli di via Gerolomini, del vico Grotta della Marra in Vertecoeli, della piazza Ss. Apostoli, delle Gradelle, che fra poco sarebbe cominciata nella chiesa dei Ss. Apostoli la messa cantata, la funzione grande di Pentecoste.
===''Pagina azzurra''===
Infine, quando tu sei partita per Castellamare, la tua, diciam così, attrezzeria, era completa. Non hai dimenticato nulla qui, tranne due o tre disgraziati condannati alla città forzata e che sospirano dietro le tue {{sic|treccie}} bionde, scomparse per la linea di Napoli—Castellamare. Rassicurati dunque. Tutto parte con te. Abbiamo fatto insieme uno dei nostri allegri inventari: nulla mancava.
===''Piccole anime''===
====''Una fioraia''====
<div align=right>''Date lilia......''</div>
La bimba camminava lentamente, rasentando il muro, per la via stretta e tortuosa dei Mercanti. Ella non guardava nelle botteghe, non alzava gli occhi a quella lunga striscia di cielo che appariva fra le alte case, non guardava neppure dinnanzi a sé. Guardava le pietre, come se le contasse. Camminava, senza curarsi del fango del selciato, degli urtoni che le davano, di qualche rara carrozza che passava.
====''Giuochi''====
Era una grande casa di provincia, con un portone sempre chiuso, quello nobile, pei signori, che vi davano un forte picchio col battente — e un portone sempre spalancato, quello dove passavano i carri di grano, di vino, di carbone, di pasta. Sopra, gli stanzoni vasti, alti di soffitto, con le travi foderate di carta fiorata, coi muri dipinti di giallo chiaro o di lilla pallido.
====''Canituccia''====
Nella penombra, seduta sulla panca di legno, sotto la cappa nera ed ampia dei focolare, Pasqualina, con le mani sotto il grembiule, recitava il rosario. Non si udiva che il pissi pissi delle labbra sibilanti le preghiere. La cucina tutta affumicata, con la larga tavola di legno verde-bruno, con la madia oscura, con le sedie a spalliera dipinta, senza un punto luminoso, s'immergeva nella notte. Il fuoco, semispento, covava sotto la cenere.
====''Profili''====
Ella porta quel poetico e soave nome che Leopardi ha amato: Nerina. E in tutta la persona di questa fanciulletta alta e sottile è diffuso un mite riflesso di poesia. La mollezza dei capelli castagni, abbandonata in lunghe anella sulle spalle, lascia libera una fronte larga, bianca e spirituale: fronte pensierosa, come i grandi occhi bruni, egiziani; occhi limpidi e profondi, pieni di calma, a cui un principio di miopìa dà, talvolta, una incertezza come di sogno, o una finezza elegante di sguardo.
====''Alla scuola''====
Aspettavamo i giorni di tirocinio con una ansietà segreta. I giorni di lezione erano monotoni, spesso tristi. Noi studiavamo senza voglia, malamente, con programmi incerti, con professori troppo severi o assolutamente inetti. Eravamo già maestre e l'essere trattate da scolarette ci umiliava, ci stizziva. A casa, qualcuna di noi aveva la povertà, quasi tutte una miseria decente — e chi un fratello ebete, chi un padre paralizzato, chi una matrigna tormentatrice, qualche piaga celata con cura, qualche vergogna nascosta con una nobile pietà, qualche infelicità, qualche ingiustizia del destino, a cui la rassegnazione era completa.
====''Nebulose''====
Sulla via che si allunga, diritta, quasi interminabile, sotto i pioppi, camminavano lentamente i due amanti che non si amavano. Lasciavano alle spalle un tramonto di viola: andavano verso un tramonto di un grigio tenue delicatissimo. Ella si trascinava stanca e svogliata, facendo strisciare nella polvere la punta del suo ombrellino, trattenuto mollemente dalle dita: lo sguardo aveva la sola espressione di una grande lassezza.
====''La moda''====
È utile qui dire, che nessun bimbo può essere assolutamente brutto; che nessun bimbo ispira una completa ripugnanza. Se sono malaticci, hanno la dolcezza di una malattia; se sono rachitici, hanno la malinconia attraente di un corpo condannato; se sono precoci, hanno quel sapore strano e acre delle piccole anime, già troppo grandi. Infine potranno avere il naso camuso o gli occhi piccoli o la bocca grande — ma avranno sempre qualche cosa bella: o la guancia rotonda o la delicatezza della pelle o la morbidezza dei capelli, o avranno, nello insieme, tanta grazia soave, tanta freschezza, tanta gioventù che vale come bellezza.
====''Perdizione''====
Mentre la bionda mammina placidamente ricamava un orlo di camiciuola e Mario, seduto sul tappeto, intagliava certi soldatini dipinti di rosso e di azzurro sulla carta, entrò improvvisamente il giovane padre, tutto allegro:<br>
— Su, Mario, su fantoccetto mio, fatti vestire da mammina ed usciamo: ti conduco a spasso.
====''Gli spostati''====
Suo padre è un giornalista, sua madre una maestra di lingue straniere. Il bimbo ha otto anni, ma pare che ne abbia dodici per le strane cose che sa, per le singolari risposte che dà. Egli è già stato a [[Venezia]], a [[Firenze]], a [[Napoli]], non gli resta più nessuna impressione di paesaggio per la sua gioventù: egli si stringe nelle spalle quando gli nominano il Vesuvio o la gondola.
====''Salvazione''====
Dopo il forte momento della passione — nelle placide ore di conversazione, quando le confidenze sgorgano, in una espansione spontanea, quando l'intimità sa essere amichevole e amorosa, Flavia parlava volentieri dell'infanzia propria, di quel giocondo tempo, tutto sole, tutto baci, tutto confetti. Questi ricordi la esaltavano, e come se sognasse, guardando lontano, con la voce tremante di emozione, narrava ancora di quante dolcezze l'aveva circondata l'amore materno.
===''Storia di due anime''===
La bottega dei santi era la penultima della piccola via bassa e oscura, che sinuosamente lega la piazza grande di santa Maria la Nova alla piazzetta di santa Maria dell'Aiuto: e godeva un po' d'aria, un po' di luce, sol perché, dirimpetto ad essa, le antiche e brune case del vecchio quartiere popolare cessavano e poco indietro si ergeva la chiesa della Madonna dell'Aiuto, avente, accanto, il portoncino della sua Congregazione di Spirito.
==Citazioni su Matilde Serao==
*Che Matilde fosse una donna eccezionale – nel senso letterale di un'eccezione alle regole: la regola dell'ambiente italiano e quella del suo genere sessuale – se ne accorse perfino una signora snob come la scrittrice americana, ma europea per scelta e per gusto, [[Edith Wharton]], la pupilla di Henry James. Quando negli ultimi anni della Vecchia Europa, alla vigilia della Grande Guerra, la incontrò nell'elegante e selettivo salotto parigino di Madame Fitz-James, la Wharton non esitò a definirla nel suo diario «una donna tozza e grossa, rossa in faccia e sul collo», riconoscendo, però, che quando prendeva la parola era capace di raggiungere punte che l'americana cosmopolita e chic non aveva mai rilevato nei discorsi delle altre donne. ([[Elisabetta Rasy]])
*Di Roma non la interessavano i monumenti e le opere d'arte, ma la politica, la circolazione di idee e di denaro, la promessa di modernità. Anche se, rispetto alle altre emancipate dell'epoca, non solo le italiane, Matilde fu al tempo stesso più audace e più conservatrice. Non amava le suffragette, ma voleva essere indipendente; apprezzava gli uomini e i piaceri – e i tormenti – dell'amore, ma aveva il gusto degli affari e del denaro; non saltava un giorno di lavoro ma accettava con serenità le sue numerose maternità – come se in lei convivessero un uomo moderno e una donna all'antica. ([[Elisabetta Rasy]])
*La cultura e l'esperienza si fondevano in lei nello splendore della sua vigorosa intelligenza. ([[Edith Wharton]])
*La giovane Matilde non avrebbe ripetuto il genio ch'ebbe e quella sua, davvero scespiriana, ampiezza di visione se fosse vissuta altrove o altrove fosse nata all'arte. Il fenomeno più interessante, nell'arte di donna Matilde, è appunto questa sua facoltà di assorbire e di serbare, trasformandolo, il mondo esterno. In un'epoca nella quale non si conosceva ancora [[Marcel Proust]], ella poteva dire di sé: «Dal primo giorno che ho scritto, io non ho mai voluto e saputo essere altro che una fedele e umile cronista della mia memoria. Mi sono affidata all'istinto e non credo che mi abbia ingannato.»<br>Non sapremmo immaginare, perciò, fuori di Napoli e di quella Napoli, la più verace e sincera Matilde Serao. Non è possibile staccarla dalle strade e dai vicoli della sua prima giovinezza. ([[Giovanni Artieri]])
*La Serao, nonostante le ambizioni proprie e la moda letteraria del suo tempo è, e resta, un grande poeta di Napoli. Nasce alla vita dell'arte come una creatura di Napoli, un suggerimento o una espansione della città. ([[Giovanni Artieri]])
*Matilde Serao fu il simbolo napoletano della rivoluzione femminile, lei che di certo [[femminismo|femminista]] non era, ma ugualmente esempio straordinario di scrittrice, imprenditrice, organizzatrice e madre insieme: potentissima fondatrice di giornali, ricercatrice di fondi, scrittrice inesauribile di romanzi e racconti, candidata al Nobel, scippatole da un'altra considerevole narratrice e figura di donna, [[Grazia Deledda]]. ([[Antonella Cilento]])
*Solo nel 1900 Matilde Serao, autrice di un galateo destinato alle donne in cui vi è una appendice per le care fanciulle, «Piccolo codice per le signorine» –, è molto assertiva nel precisare quando finisce l'infanzia: «Da dodici anni in poi si finisce di essere bimbe», a tredici si è «giovanette», a sedici «signorine» e a diciotto anni si è «presentate in società». ([[Simonetta Ulivieri]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Addio, Amore!]'', A. Barion Edit. Tip., Milano-Sesto S. Giovanni, 1927.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm All'erta, sentinella]'', Milano, Baldini e Castoldi, 1914.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Castigo]'', Milano, Armando Curcio Editore, 1977.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Cuore infermo]'', Roma, Lucarini, 1988. ISBN 8870332446
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Dal vero]'', Perussia & Quadrio, Milano, 1879.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Ella non rispose]'', Milano, F.lli Treves, 1919.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Fantasia]'', Firenze, A. Salani, stampa 1932.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Fior di passione]'', Giuseppe Galli Editore, Milano, 1888.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Gli amanti: pastelli]'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1894.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm I capelli di Sansone]'', casa editrice Madella, Sesto S. Giovanni [Milano], 1914.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Il romanzo della fanciulla]'', Milano, Treves, 1893.
*Matilde Serao, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/serao/il_ventre_di_napoli/pdf/serao_il_ventre_di_napoli.pdf Il ventre di Napoli]'', Perrella, Napoli, 1906.
*Matilde Serao, ''[https://archive.org/details/laballerina01serauoft/page/n2/mode/1up La ballerina]'', 2 voll, Cav. Niccolò Giannotta editore, Catania, 1899.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm La mano tagliata]'', Firenze, A. Salani, 1912.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm La moglie di un grand'uomo]'', Milano, Dott. R. Quintieri, 1919.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Le amanti: La grande fiamma, Tramontando il sole, L'amante sciocca, Sogno di una notte d'estate]'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1894.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm L'infedele]'', Ditta Edit. Brigola di E. Brigola e G. Marco, Milano, 1897.
*Matilde Serao, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/serao/leggende_napoletane/pdf/leggen_p.pdf Leggende napoletane]'', Edizioni Bideri spa, Napoli, 1970.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Nel paese di Gesù. Ricordi di un viaggio in Palestina]'', Milano, Treves, 1923.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm O Giovannino, o la morte]'', Edizioni e/o, Roma, 1995. ISBN 8876412476
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Pagina azzurra (Commedie borghesi)]'', Firenze, Casa editrice italiana, 1910.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Piccole anime]'', Milano, Libreria ed. Galli di C. Chiesa e F. Guindani, 1890.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Storia di due anime]'', in "[Opere di Matilde] Serao", a cura di Pietro Pancrazi, Milano, A. Garzanti, 1944.
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'''Matilde Serao''' (1856 – 1927), scrittrice e giornalista italiana.
==Citazioni di Matilde Serao==
*Attraverso tutta la {{sic|rettorica}} delle sue idee e delle sue narrazioni, attraverso quel concetto ristretto del bene e del male, fiorisce una certa verità popolare, che sarà poi il punto di partenza onde i sociologi e gli artisti trarranno il grande materiale del romanzo napoletano. Piccola verità popolare, invero, e che consisteva soltanto nel chiamare coi loro veri nomi i tetri frequentatori delle bettole, col loro nome esatto e colla loro topografia i vicoli sordidi e lugubri, dove si annida in Napoli l'onta, la corruzione, la morte: piccola verità affogata nella frondosità fastidiosa del romanziere, che ha cominciato a vedere, ma che non ha forza, coraggio, tempo di veder molto, di veder tutto: piccola verità, dirò così esteriore, che la falsità bonaria del resto annega, ma che è verità, ma che è uno spiraglio di luce attraverso la tenebra, ma che è la fioca lampada nella notte profonda, che altri vedrà e che li condurrà alla loro strada, a tutta quanta la verità com'è, nuda, schietta, tutta piena di strazio, ma non senza conforto. (da un articolo necrologico del 1891.<ref>Citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, p. 316.</</ref>)
*Dal primo giorno che ho scritto, io non ho mai voluto e saputo essere altro che una fedele e umile cronista della mia memoria. Mi sono affidata all'istinto e non credo che mi abbia ingannato.<ref>Citato in [[Giovanni Artieri]], ''Napoli, punto e basta?, {{small|Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non}}'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980, p. 124.</ref>
*Fresca profonda verde foresta. La luce vi è mite, delicatissima, il cielo pare infinitamente lontano; è deliziosa la freschezza dell'aria; in fondo al burrone canta il torrente; sotto le felci canta il ruscello ... Si ascende sempre, fra il silenzio, fra la boscaglia fitta, per un'ampia via ... Tacciono le voci umane ... Non v'è che questa foresta, immensa, sconfinata: solo quest'alta vegetazione esiste. Siamo lontani per centinaia di miglia dall'abitato: forse il mondo è morto dietro di noi. Ma ad un tratto, tra la taciturnà serena di questa boscaglia, un che di bianco traspare tra le altezze dei faggi. Questa è Ferdinandea. (dal ''Corriere di Roma'' del 19 settembre 1886)
*Giammai principe sopportò le avversità della fortuna con la fermezza silenziosa e la dignità di [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco secondo]]. Colui che era stato o era parso debole sul trono, travolto dal destino, dalla ineluttabile fatalità , colui che era stato schernito come un incosciente, mentre egli subiva una catastrofe creata da mille cause incoscienti, questo povero re, questo povero giovane che non era stato felice un anno, ha lasciato che tutti i dolori umani penetrassero in lui, senza respingerli, senza lamentarsi; ed ha preso la via dell'esilio e vi è restato trentaquattro anni, senza che mai nulla si potesse dire contro di lui. Detronizzato, impoverito, restato senza patria, egli ha piegato la sua testa sotto la bufera e la sua rassegnazione ha assunto un carattere di muto eroismo. Galantuomo come uomo e gentiluomo come principe, ecco il ritratto di Don Francesco di Borbone.<ref>Da ''Il re di Napoli'', in ''Il Mattino'' del 29 dicembre 1894; citato in Gigi di Fiore, ''L'ultimo re di Napoli. {{small|L’esilio di Francesco II di Borbone nell’Italia dei Savoia}}'', UTET, 2018, [https://books.google.it/books?id=GkttDwAAQBAJ&lpg=PT287&dq=it&pg=PT287#v=onepage&q&f=false p. 287]. ISBN 978-88-511-6521-5</ref>
*I gusti sono differenti. Vi è chi, leggendo il giornale, si diletta nei brillanti paradossi dell'articolo di fondo, seguendone mentalmente le evoluzioni: molti frequentano l'appendice, pianterreno lugubre e sanguinoso, dove si commettono, sera per sera, i più atroci delitti: alcuni scelgono la cronaca ''interna'' dove leggono importantissimi fatti avvenuti nell'Uraguay, a [[Capracotta]] o a Roccacannuccia; altri prediligono i telegrammi particolari, tanto particolari che talvolta i fili del telegrafo non ne hanno saputo nulla: non mancano, infine, gli amatori della quarta pagina. (da ''Estratto dello stato civile'', in ''Dal vero'')
*{{NDR|Scrivendo a un amico poco dopo il suo arrivo a Roma}} Io sto bene come salute fisica, come salute morale sono in un periodo di produzione febbrile da far paura: scrivo dappertutto e di tutto con audacia unica, conquisto il mio posto a forza di urti, di gomitate, col fitto e ardente desiderio di arrivare, senza avere nessuno che mi aiuti o quasi nessuno. Ma tu sai che io non do ascolto alle debolezze del mio sesso e tiro avanti per la vita come se fossi un giovanotto».<ref>Citata in [[Elisabetta Rasy]], ''Matilde Serao'', in AA.VV., ''Italiane. {{small|Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale}}'', vol. I, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, pp. 169-170.</ref>
*Ma il ponente, si sa, serve a cullare col suo rombo il paesaggio napoletano che dorme, è la canzone che concilia il sonno delle persone, delle case e degli alberi.<ref>Da ''All'erta, sentinella!'', Galli, Milano, 1896, p. 2.</ref>
*{{NDR|Rispondendo ai colleghi del ''Corriere di Napoli'' che, stupiti dalla sua decisione, le chiedevano i motivi del suo trasferimento a Roma}} Nient'altro che scrivere. Questo è il mio mestiere. Questo è il mio destino. Scrivere fino alla morte.<ref>Citata in [[Elisabetta Rasy]], ''Matilde Serao'', in AA.VV., ''Italiane. {{small|Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale}}'', vol. I, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, p. 170.</ref>
*Poche province meridionali e sopra tutto poche città hanno monumenti così importanti e così degni di studio come [[Benevento]]. Capitale di un forte ducato, sede di principi valorosi, conserva ancora oggi nei suoi monumenti le tracce dell'antica grandezza.<ref name="Napoli, N 1889, p. 492">da ''Corriere di Napoli'', N.° 226, anno XVIII; citato in Almerico Meomartini, ''I monumenti e le opere d'arte di Benevento'', 1889, p. 492.</ref>
*Qui e la spunta la roccia, nuda, nera, ciclopica. Non è dunque questo Ferdinandea? No, questo è [[Pazzano]]: paese di pietra e paese di ferro. Sta nell'aria e si respira il ferro: sgorga e si rovescia dalla bocca delle miniere, rossastro, sottilissimo, dilagante in flutti di polvere. (agosto 1883) {{da controllare|citazione necessaria|Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.}}
*Romba, romba il [[Vesuvio]], proprio su noi, proprio su tutti noi: alto è l'incendio del cratere, oramai, nella sera che discende; si erge, spaventosa, innanzi a noi, la duplice massa bruna e mostruosa delle due lave immote: ardono, esse, profondamente, le lave; e, intanto, una pazzia è nelle persone, popolani, contadini, signori, indigeni, napoletani, stranieri, come una tragica gazzarra è intorno a quel paesaggio di tragedia, fra il pericolo appena scongiurato di questa notte, e il pericolo imminente di domani! (da ''Il giorno'', 1906; ora in ''Sterminator Vesevo. Diario dell'eruzione aprile 1906'', 1910)
*Sotto il vivo raggio del sole, il glauco [[mare]] freme di gioia; è fresco, è profumato. Le sue voci seduttrici sono irresistibili, e bisogna evitare di guardare per non gettarvisi dentro, anelanti del suo abbraccio. Le serate sono splendide, la [[Villa comunale di Napoli|Villa]] è gaia, le fanciulle sotto gli alberi somigliano molto alla Galatea di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], sono più... o forse meno vestite, ecco tutte, ecco tutto. Ci è da divertirsi, ci è da respirare a pieni polmoni l'aria leggiera, ci è da sorridere, financo, financo... ci è da innamorarsi. Non per te, lo so, e già mi pento di questa insinuazione contro la fedeltà di un uomo che emulerà Filemone e Bauci. (da una lettera a Gaetano Bonavenia da Napoli del 23 giugno 1878<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', pp. 135-136.</ref>)
*{{NDR|Su [[Benevento]]}} Una delle più antiche e delle più gloriose città del Mezzogiorno<ref name="Napoli, N 1889, p. 492"/>.
==''Il ventre di Napoli''==
===[[Incipit]]===
Efficace la frase, Voi non lo conoscevate, onorevole [[Agostino Depretis|Depretis]], il ventre di [[Napoli]]. Avevate torto, perché voi siete il Governo e il Governo deve saper tutto. Non sono fatte pel Governo, certamente, le descrizioncelle colorite di cronisti con intenzioni letterarie, che parlano della via Caracciolo, del mare glauco, del cielo di cobalto, delle signore incantevoli e dei vapori violetti del tramonto: tutta questa rettorichetta a base di golfo e di colline fiorite, di cui noi abbiamo già fatto e oggi continuiamo a fare ammenda onorevole, inginocchiati umilmente innanzi alla patria che soffre; tutta questa minuta e facile letteratura frammentaria, serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata per racconti di miserie. Ma il governo doveva sapere l'''altra parte''; il governo a cui arriva la statistica della mortalità e quella dei delitti; il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti, dei questori, degli ispettori di polizia, dei delegati; il governo a cui arrivano i rapporti dei direttori delle carceri; il governo che sa tutto: quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un anno, in un paese; quante femmine disgraziate, diciamo così, vi esistano, e quanti ammoniti siano i loro amanti di cuore, quanti mendichi non possano entrare nelle opere pie e quanti vagabondi dormano in istrada, la notte; quanti nullatenenti e quanti commercianti vi sieno; quanto renda il dazio consumo, quanto la fondiaria, per quanto s'impegni al Monte di Pietà e ''quanto renda il lotto''. Quest'altra parte, questo ventre di Napoli, se non lo conosce il Governo, chi lo deve conoscere? E se non servono a dirvi tutto, a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, a che questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto? E, se voi non siete la intelligenza suprema del paese che tutto conosce e a tutto provvede, perché siete ministro?
===Citazioni===
*Napoli è il paese dove meno costa l'opera tipografica; tutti lo sanno: gli operai tipografi sono pagati un terzo meno degli altri paesi. Quelli che guadagnano cinque lire a Milano, quattro a Roma, ne guadagnano due a Napoli, tanto che è in questo benedetto e infelice paese, dove più facilmente nascono e vivono certi giornaletti poverissimi, che altrove non potrebbero pubblicare neppure tre numeri. I sarti, i calzolai, i muratori, i falegnami sono pagati nella medesima misura; una lira, venticinque soldi, al più, trenta soldi al giorno per dodici ore di lavoro, talvolta penosissimo. I tagliatori di guanti guadagnano novanta centesimi al giorno. E notate che la gioventù elegante di Napoli, è la meglio vestita d'Italia: che a Napoli si fanno le più belle scarpe e i più bei mobili economici; notate che Napoli produce i migliori guanti. (pp. 20-21)
*Ascoltate un poco, quando una operaia napoletana nomina i suoi figli. Dice: ''le creature'', e lo dice con tanta dolcezza malinconica, con tanta materna pietà, con un [[amor materno|amore]] così doloroso, che vi par di conoscere tutta, acutamente, la intensità della miseria napoletana. (p. 24)
*La massima golosità è il ''[[Zuppa di soffritto|soffritto]]'': dei ritagli di carne di maiale cotti con olio, pomidoro, peperone rosso, condensati, che formano una catasta rossa, bellissima all'occhio, da cui si tagliano delle fette: costano cinque soldi. In bocca, sembra dinamite. (p. 29)
*Credete che al napoletano basti la [[Madonna]] del Carmine? Io ho contati duecentocinquanta appellativi alla Vergine, e non sono tutti. Quattro o cinque tengono il primato. Quando una napoletana è ammalata o corre un grave pericolo, uno dei suoi, si vota a una di queste Madonne. Dopo scioglie il voto, portandone il vestito, un abito nuovo, benedetto in chiesa, che non si deve smettere, se non quando è logoro. Per l'Addolorata il vestito è nero, coi nastri bianchi; per la Madonna del Carmine, è color pulce coi nastri bianchi; per l'Immacolata Concezione, bianco coi nastri azzurri; per la Madonna della Saletta, bianco coi nastri rosa. Quando non hanno i danari per farsi il vestito, si fanno il grembiule; quando mancano di sciogliere il voto, aspettano delle sventure in casa.<br />E il sacro si mescola al profano. Per aver marito, bisogna fare la novena a san Giovanni, nove sere, a mezzanotte, fuori un balcone, e pregare con certe antifone speciali. (p. 34)
*Il popolo napoletano, che è sobrio, non si corrompe per l'acquavite, non muore di ''delirium tremens''; esso si corrompe e muore pel lotto. Il [[lotto]] è l'acquavite di Napoli. (p. 45)
*E, in ultimo, sapete che è accaduto? Che il popolo, non potendo abitare il [[Corso Umberto I|Rettifilo]], di cui le pigioni sono molto care, non avendo le traverse a sua disposizione, non avendo delle ''vere case del popolo'', è stato respinto, respinto, dietro il paravento! Così si è accalcato molto più di prima; così il Censimento potrebbe dirvi che tutta la facciata del Rettifilo, è poco abitata, e tutto ciò che è dietro, disgraziatamente, è abitato più di prima; che dove erano otto persone, ora sono dodici; che lo spazio è diminuito e le persone sono cresciute; che il Rettifilo, infine, ha fatto al popolo napoletano più male che bene! (p. 96)
*Quel che si è fatto a Nizza e a Montecarlo, ha formato la fortuna di tutta la Cornice da Mentone a Hyères quel che si è fatto al Cairo, ha formato la fortuna di tutto l'Egitto: sia, sia, questa opera buona, questa opera santa, e in questo paese così bello e così povero, così affascinante e così pieno di miseria, in questo paese così delizioso e dove si muore di fame, in questo paese dall'incanto indicibile, si dia alla industria del forestiero la forma larga, felice, fortunata, che porti, a Napoli, il solo modo di far vivere centinaia di migliaia di persone! (p. 110)
*Un cattivo odore di stantio, di cose antiche e consunte, tenute troppo tempo chiuse e tirate fuori, si è diffuso nell'aria che respiriamo, da qualche giorno. Nei primi comizî, nei primi proclami, con una certa finzione di serietà, anche, son venuti fuori dagli armadi sgangherati della rettorica amministrativa: il partito ''clerico-borbonico'', il partito ''clerico-moderato'', il partito ''socialistoide'', il partito ''anarcoide'' e, persino, guarda, guarda, quella consumatissima cosa che è il partito ''liberale''. (1906, p. 138)
*Troppo ho sofferto nell'onore e nella prosperità: troppo ho lagrimato di vergogna e di indignazione. Io debbo cominciare per salvarmi, se voglio esser salvata da tutto, da tutti. Nelle mie mani è la mia prima risurrezione: cioè quella della mia esistenza, morale, cioè quella del mio decoro sociale. Farò, io, veder al mondo, all'Europa, all'Italia che di tutti i doni della sorte, io sono degna, che di tutti gli aiuti fraterni, io sono degna, io, Napoli, paese di gente onesta, mandando al Comune solo gli onesti, chiedendo ad essi, che da essi si prosegua e si esalti la mia riabilitazione! (p. 143)
==''La ballerina''==
===[[Incipit]]===
Carmela Minino, in piedi presso il cassettone, macchinalmente, contò ancora una volta il denaro che teneva chiuso nello sdrucito piccolo portafogli: e vi trovò sempre le medesime diciotto lire, tre biglietti da cinque e tre biglietti da una lira che vi erano il giorno prima e la settimana prima. Si cavò di tasca il portamonete che portava addosso, quando usciva e dove riponeva i pochi spiccioli per pagare l'omnibus, per pagare la sedia, alla messa, per bere un bicchier d'acqua: vi pescò sette soldi. E con un atto puerile e triste guardò desolata e ansiosa intorno, quasi che dalle nude pareti della sua stanza, dai poveri mobili strettamente necessarii potesse uscire, fantasticamente, qualche immaginaria somma di denaro che venisse ad aumentare il suo così insufficiente capitaletto.
===Citazioni===
*Sotto il cielo basso e bigio, in quel tetro giorno di novembre, il camposanto di Napoli che occupa una delle sue più belle e più amene colline, quella di Poggioreale, conservava il suo aspetto d'immenso e florido giardino signorile: e i suoi cespuglietti di fìori vivaci che circondano le tombe e le sue siepi di bosso e di mortella che dividono gii ombrosi viali dai campi pieni di lapidi e i boschetti di alberi dove da mattina a sera cinguettano gii uccellini, gli alberi alti che ombreggiano le sue cappellette, le sue chiesette, i suoi più grandi monumenti, gli conservano, in ogni stagione questo grandioso aspetto di parco aristocratico, qua e là interrotto da piccoli editici ora vezzosi, ora pomposi. Non solo nel giorno della commemorazione dei morti, ma sempre vi lavorano giardinieri, sotto la direzione di qualcuno che ama quel camposanto teneramente, e le più belle rose di Napoli vi crescono e i meravigliosi crisantemi, di ogni tinta, ne smaltano persino le aiuole dei poveri e in tutte le stagioni pare che vi sorrida dolcemente la primavera dei morti. Tutto l'anno il [[Cimitero di Poggioreale|camposanto di Poggioreale]] ha un aspetto, nella sua florida solitudine, raccolto, non triste; mentre in quel giorno, coi suoi viali neri di gente, con tutte le porte delle sue cappelle, delle sue chiese, dei suoi grandi monumenti da cui escivan chiarore di {{sic|cerei}}, canti liturgici e odore d'incensi, misto a quello dei fiori freschi, il suo aspetto, sempre, non era triste, ma singolare, ma bizzarro, come di una strana fiera mortuaria, come di una mai vista pompa funebre, in un parco vastissimo, percorso da una folla immensa e svariata. (vol. I, pp. 43-44)
*Ella sorrideva dagli occhi e dalle labbra, danzando, mentre il suo corpo pieghevole si arrotondava allo slancio lievissimo: ella danzava, senza che mai quel sorriso, quel lampeggio degli occhi venissero meno, per la fatica: ella danzava, così, come se null'altro ella fosse venuta a fare, sulla terra. E veramente, la sua irresistibile perizia, veramente la delizia di quella danza facevano delirare le platee: e dal loggione dove il popolo si ammassava nelle serate classiche alle poltrone d'orchestra dove si raccoglieva la nobiltà napoletana, il nome di [[Amina Boschetti]] era acclamato come quello di una trionfatrice. La coprivano di fiori, di doni, di gioielli: le offrivano i loro cuori e le loro fortune: ed ella tutto accoglieva, sorvolando su tutto, sapendo che i fiori, i gioielli, i cuori, le fortune, erano fatti per lei, perché i suoi piedini calzati dalle fini scarpette di raso rosa vi facessero in mezzo una gaia danza. (vol. I, pp. 55-57)
==''Leggende napoletane''==
*Mancano a noi le nere foreste del Nord, le nere foreste degli abeti, cui l'uragano fa torcere i rami come braccia di colossi disperati; mancano a noi le bianchezze immacolate della neve che dànno la vertigine del candore; mancano le rocce aspre, brulle, dai profili duri ed energici; manca il mare livido e tempestoso. Sui nostri prati molli di rugiada non vengono gli ''elfi'' a danzare la ridda magica; non discendono dalle colline le peccatrici ''walkirie'', innamorate degli uomini; non compaiono al limitare dei boschi le ''roussalke'' bellissime; qui non battono i panni umidi le maledette lavandaie, perfide allettatrici del viandante; il folletto ''kelpis'' non salta in groppa al cavaliere smarrito. (da ''La città dell'amore'', p. 3)
*Napoli, la città della giovinezza, attendeva Parthenope e Cimone; ricca, ma solitaria, ricca, ma mortale, ricca, ma senza fremiti. Parthenope e Cimone hanno creata Napoli immortale. (da ''La città dell'amore'', p. 4)
*Se interrogate uno storico, o buoni ed amabili lettori, vi risponderà che la tomba della bella Parthenope è sull’altura di San Giovanni Maggiore, dove allora il mare lambiva il piede della montagnola. Un altro vi dirà che la tomba di Parthenope è sull’altura di Sant’Aniello, verso la campagna, sotto Capodimonte. Ebbene, io vi dico che non è vero. Parthenope non ha tomba, Parthenope non è morta. Ella vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni. Ella corre ancora sui poggi, ella erra sulla spiaggia, ella si affaccia al vulcano, ella si smarrisce nelle vallate. È lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori: è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene; è lei che rende irresistibile il profumo dell’arancio; è lei che fa fosforeggiare il mare. Quando nelle giornate d’aprile un’aura calda c’inonda di benessere è il suo alito soave: quando nelle lontananze verdine del bosco di Capodimonte vediamo comparire un’ombra bianca allacciata ad un’altra ombra, è lei col suo amante; quando sentiamo nell’aria un suono di parole innamorate; è la sua voce che le pronunzia; quando un rumore di baci, indistinto, sommesso, ci fa trasalire, sono i suoi baci; quando un fruscìo di abiti ci fa fremere al memore ricordo, è il suo peplo che striscia sull’arena, è il suo piede leggiero che sorvola; quando di lontano, noi stessi ci sentiamo abbruciare alla fiamma di una eruzione spaventosa, è il suo fuoco che ci abbrucia. È lei che fa impazzire la città: è lei che la fa languire ed impallidire di amore: è lei la fa contorcere di passione nelle giornate violente dell’agosto. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non ha tomba, è immortale, è l’amore. Napoli è la città dell’amore.
*Ognuno sa che Iddio, generoso, misericordioso e magnifico Signore, ha guardato sempre con occhio di predilezione la città di Napoli. Per lei ha avuto tutte le carezze di un padre, di un innamorato, le ha prodigato i doni più ricchi, più splendidi che si possano immaginare. (da ''Virgilio'', p. 9)
*Il bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le muraglie, poiché l’onda del mare non è perfida come quella dei laghi e dei fiumi, assalta ma non corrode. Le finestre alte, larghe, senza vetri, rassomigliano ad occhi senza pensiero; nei portoni dove sono scomparsi gli scalini della soglia, entra scherzando e ridendo il flutto azzurro, incrosta sulla pietra le sue conchiglie, mette l’arena nei cortili, lasciandovi la verde e lucida piantagione delle sue alghe. Di notte il palazzo diventa nero, intensamente nero; si serena il cielo sul suo capo, rifulgono le alte e bellissime stelle, fosforeggia il mare di Posillipo, dalle ville perdute nei boschetti escono canti malinconici d'amore e le monotone note del mandolino: il palazzo rimane cupo e sotto le sue {{sic|vôlte}} fragoreggia l’onda marina. Ogni tanto par di vedere un lumicino passare lentamente nelle sale e fantastiche ombre disegnarsi nel vano delle finestre: ma non fanno paura. (da ''[[Palazzo Donn'Anna|Il palazzo dogn'Anna]]'', in Leggende napoletane, Perino, Roma, 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/73|pp. 69-70]])
*Là, dove il mare del Chiatamone è più tempestoso, spumando contro le nere {{sic|roccie}} che sono le inattaccabili fondamenta del [[Castel dell'Ovo|Castello dell'Ovo]], dove lo sguardo malinconico del pensatore {{sic|scuopre}} un paesaggio triste che gli fa gelare il cuore, era altre volte, nel tempo dei tempi, cento anni almeno prima la nascita del Cristo Redentore, una isola larga e fiorita che veniva chiamata [[Isolotto di Megaride|Megaride]] o Megara che significa grande nell'idioma di Grecia. Quel pezzo di terra s'era staccato dalla riva di Platamonia, ma non s'era allontanato di molto: e quasi che il fermento primaverile passasse dalla collina all'isola, per le onde del mare, come la bella stagione coronava di rose e di fiorranci il colle, così l'isola fioriva tutta in mezzo al mare come un gigantesco gruppo di fiori che la natura vi facesse sorgere, come un altare elevato a Flora, la olezzante dea. Nelle notti estive dall'isola partivano lievi concenti e sotto il raggio della luna pareva che le ninfe marine, ombre leggiere, vi danzassero una danza sacra ed {{sic|inebbriante}}; onde il viatore della riva, colpito dal rispetto alla divinità, torceva gli occhi allontanandosi, e le coppie di amanti cui era bello errare abbracciati sulla spiaggia davano un saluto all'isola e chinavano lo sguardo per non turbare la sacra danza. Certo l'isola doveva essere abitata, ne' suoi cespugli verdi, nei suoi alberi, nei suoi prati, nei suoi canneti, dalle Nereidi e dalle Driadi: altrimenti non sarebbe stata così gaia sotto il sole, così celestiale sotto il raggio lunare, sempre colorita, sempre serena, sempre profumata. Era divina, poiché gli dei l'abitavano. (da ''Megaride'', 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/167|pp. 163-164]])
*Pensa, o poetica amica, al felice connubio dell'arte con la natura, pensa alla celeste armonia fra l'uomo che crea ed il mondo da lui creato, pensa alla città che sarà bella e buona, tutta bianca e colorita dal sole, senza macchie, senza cenci: oh, allora, allora! O lontano avvenire, o giorno splendido che come quello di Faust meriteresti di essere fermato... (da ''La leggenda dell'avvenire'', p. 46)
*Lassù, sul colle, vive il bosco verdeggiante dalle fresche {{sic|ombrie}}. I sentieri si allungano a perdita d'occhio sotto i grandi alberi; sulla terra scricchiolano lievemente le foglie morte. La vegetazione sbuca possente dal suolo, s'ingrossa nei tronchi nodosi, si espande nei rami che s'intrecciano, nelle innumerevoli foglie lucide e brune; ai piedi degli alberi cresce l'erba morbida e minuta, dalle foglioline piccine. Nelle siepi fiorisce l'anemone, e sfoglia al suolo i suoi petali la rosa selvaggia. Schizzano, sfilano le lucertoline grigio-verde, dalla testolina mobile ed intelligente, dalla coda nervosa. Sotto gli archi dei grandi alberi penetra temperata la luce; tra foglia e foglia il sole getta sulla terra dei cerchielli ridenti e luminosi; raggi sottili e biondi passano fra i rami. Il silenzio è profondo; è lontana, lontana la rumorosa città. Un profumo vivificante si espande; ogni tanto il garrito allegro di un uccello fa ondeggiare le conche rosee dell'aria. Non è, non è la piccioletta e magra natura dei giardini tagliati ad angoli retti, squadrati, polverosi e malinconici; non sono le aiuole di fiorellini variopinti che non dànno freschezza, non dànno ombra, tirati su con cure infinite; non è la natura corretta e riveduta, sfacciata e pomposa che si stende al sole senza vergogna, riarsa, secca. È la forte e possente natura che irrompe dalla terra vera, e allaga, e {{sic|innonda}} la campagna come oceano di verdura; è la natura pudica e grande del bosco, che si ammanta di foglie, che vela il volto divino, che molce la passione delle sue nozze nell'ombre discrete, nei placidi silenzi, nei recessi ignoti. È nell'immenso bosco che si sogna; nei quadrivi lontani trapassa rapidissimo un lieve fantasma; nei bruni tronchi apparisce qualche leggiadro volto di donna; la foglia che cade sembra il rumore di un bacio scoccato. È nel discreto e amabile bosco che sìama... (da ''La leggenda di [[Parco di Capodimonte|Capodimonte]]'', 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/205|pp. 201-203]])
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Addio, Amore!''===
Lunga distesa, immobile sotto la bianca coltre del letto, con le braccia prosciolte e le mani aperte, con la bruna testa inclinata sopra una spalla, con un soffio impercettibile di respiro, ''Anna'' pareva dormisse da due ore, immersa nel profondo abbandono del sonno giovanile. Sua sorella Laura, che dormiva in un secondo candido lettino da fanciulla, all'altro capo della vasta stanza, aveva quella sera molto prolungata la sua solita lettura notturna, con cui sfuggiva alla conversazione ultima della giornata, fra sorelle. Ma appena l'ombra della lunga e fredda notte d'inverno aveva avvolto le cose e le persone della camera delle due fanciulle, Anna aveva schiuso gli occhi e li teneva fissi, sbarrati sul letto di laura, il cui biancore appariva confusamente, anche nell'oscurità.
===''All'erta, sentinella''===
Nella luminosa e calda ora pomeridiana, il paesaggio napoletano aveva dormito assai, deserto, silenzioso, immobile sotto il leonino sole di agosto. Nella lunga siesta, da mezzogiorno alle quattro, nessuna ombra d'uomo si era veduta, apparendo e sparendo, sulla gran pianura verde dei Bagnoli; sulla larga via bianca, a sinistra, che viene da Posillipo, rasentando l'ultimo spalto di quella collina che è anche un capo, larga via che è la delizia di quanti amano Napoli, stranieri e indigeni, non una carrozza, non un carretto; non una carrozza, non un carretto sulla dritta via, chiamata di Fuorigrotta, e che ai Bagnoli trova il suo primo angolo, voltando per andare a Pozzuoli, a Cuma, a Baia; non una nave sul mare, che sorpassasse il bellissimo capo di Posillipo, per andarsene lontano, linea nera filante, sormontata da un vago piumetto di fumo; non una vela bianca nel canale di Procida; non una barchetta intorno alla verde isola di Nisida, che prospetta, in tutta la sua lunghezza, la spiaggia dolce dei Bagnoli.
===''Castigo''===
Un alto e tetro silenzio era nella stanza di Cesare Dias. Egli stava seduto nel seggiolone di cuoio bruno, teneva appoggiati i gomiti sulla grande scrivania di legno scolpito e le due mani gli nascondevano gli occhi e la fronte: si vedean solo i capelli un po' scomposti e le labbra pallidissime sotto i mustacchi disfatti. Fuori, la triste giornata invernale declinava e tetre si facevano le ombre nell'austera stanza, tetre intorno a quella immobile figura di uomo di cui, nell'alto silenzio, parea non si udisse neanche il respiro.
===''Cuore infermo''===
Finiva la giornata violenta e tormentosa. Dal mattino la terra bruciava sotto lo splendido sole di agosto, bruciava lentamente, consumando le sue sorgenti di vita e di freschezza, diventando gialla, smorta, arida; l'aria rimaneva senza moto, greve, infiammata, carica di profumi acri; i fiori dei giardini morivano, estenuati da quel lusso di calore, simili a coppe d'incenso dove fumano intensamente gli ultimi granelli votivi; le vigne vesuviane, basse, contorte, arse dal nero terreno vulcanico, arse dal sole esalavano un forte sentore di zolfo che saliva al cervello; dai terrazzi saliva un penetrante odore di asfalto liquefatto.
===''Dal vero''===
Di certo il fanciullo era bellissimo. Aveva gli occhi grandi ed azzurri, ma di quell'azzurro vero, leale che non diventa mai nero di sera; il bianco della cornea era anche irradiato da una tinta bluastra, cosa che faceva sembrare anche più grande la pupilla: i lumi della sala, riflettendosi in quegli occhi azzurri, vi accendevano una stella luccicante, una sola. Poi era biondo; non tendente al giallo, come la Gioconda di Leonardo da Vinci, né al fulvo, come la Maddalena del Tiziano, e nemmeno come dovette essere biondo il danese Amleto: quei capelli erano fini, lucidi, biondi e dolci alla vista, riposavano lo sguardo stanco da tante teste sfrontatamente brune. Quella testina originale, dal profilo abbozzato, dai lineamenti puri, dalla fronte serena, attirava il mio sguardo.
===''Ella non rispose''===
<div align=right>''«Roma, notte di maggio...''</div>
«Non vi conosco: non mi conoscete. Non vi ho vista, mai. E vi vedrò, io, forse, mai? Voi, forse, non mi vedrete mai. Eppure la mia anima, inattesamente, si è legata, salda, alla vostra, in un vincolo tanto più tenace e stretto, in quanto che oscuro, fantastico e misterioso: e io sento di amarvi, con tutte le mie forze, come se il vostro volto di donna — siete voi giovane? bella? Non lo so: non vi conosco — come se questo volto chiuso nell'ombra, mi fosse seducentemente noto da mesi e da anni, come se il fascino della vostr'anima, da mesi e da anni si esercitasse su me e mi tenesse e mi avvincesse.
===''Fantasia''===
— Il fioretto di domani è questo — disse il predicatore, leggendo un cartellino: — Voi offrirete a Maria Vergine i sentimenti di rancore che avete nel cuore e abbraccerete la compagna di scuola, la maestra, la serva che credete di odiare.<br>
Nella penombra della cappella vi fu un movimento tra le educande grandi e tra le maestre: le piccine non si mossero. Delle piccine qualcuna sonnecchiava, qualcuna sbadigliava dietro la manina: sui rotondi visetti si dilatava la contrazione della noia.
===''Fior di passione''===
Fulvio s'inchinò, prese dalla mano di Paola il gelato che ella, sorridendo dolcissimamente, gli porgeva, e le disse, guardandola negli occhi:<br>
- Vi amo.<br>
- Non dovete amarmi – mormorò lei, senza scomporsi, seguitando a sorridere.<br>
- E perché?<br>
- Perché ho marito – ribatté ella, ma placidamente.<br>
- Non importa!
===''Gli amanti: pastelli''===
Donna Grazia scrive così, di questo suo amante:<br>
La prima volta in cui Nino Stresa mi mancò di rispetto, fu in un ballo. Ero vestita di broccato bianco, quella sera: e il busto del vestito era sostenuto, sulle spalle, da due fascie di brillanti che formavano manica. Egli, Nino Stresa, mi cominciò a guardare, di lontano, poco dopo la mia apparizione nel ballo: e non potei più fare un movimento per passeggiare o per ballare, senza sentire il suo sguardo fermo sovra me.
===''I capelli di Sansone''===
Paolo Joanna andava e veniva per la stanza, vestendosi, straccamente, ancora tutto pieno di sonno. Sul suo letto disfatto stavano una quantità di giornali aperti e spiegazzati, cascavano dalla sponda, giacevano sul tappetino miserabile, erano quelli della sera innanzi, su cui si era addormentato, su cui si era arrotolato, dormendo: quelli della mattina, ancora chiusi dalle fascette multicolori erano deposti sul vecchio tavolino da notte, accanto a una tazza da caffè — e attratte dal fondiccio melmoso del caffè, dove lo zucchero si liquefaceva, le mosche vi ronzavano attorno — e un sottile odore d'inchiostro di stamperia fluttuava nell'aria.
===''Il paese di cuccagna''===
Dopo mezzogiorno il sole penetrò nella piazzetta dei Banchi Nuovi, allargandosi dalla litografia Cardone alla farmacia Cappa e di là si venne allungando, risalendo tutta la strada di Santa Chiara, dando una insolita gaiezza di luce a quella via che conserva sempre, anche nelle ore di maggior movimento, un gelido aspetto fra claustrale e scolastico. Ma il gran movimento mattinale di via Santa Chiara, delle persone che scendono dai quartieri settentrionali della città, Avvocata, Stella, San Carlo all'Arena, San Lorenzo e se ne vanno ai quartieri bassi di Porto, Pendino e Mercato, o viceversa, dopo il mezzogiorno andava lentamente decrescendo; l'andirivieni delle carrozze, dei carri, dei venditori ambulanti, cessava: era un continuo scantonare per il Chiostro di Santa Chiara, per il vicolo Foglia, verso la viuzza di Mezzocannone, verso il Gesù Nuovo, verso San Giovanni Maggiore. Presto, la gaiezza del sole illuminò una via oramai solitaria.
===''Il romanzo della fanciulla''===
Come Maria Vitale schiuse il portoncino di casa, fu colpita dalla gelida brezza mattutina. Le rosee guancie pienotte impallidirono pel freddo; il corpo giovenilmente grassotto rabbrividì nell'abituccio gramo di lanetta nera: ella si ammucchiò al collo e sul petto lo sciallino di lana azzurra, che fingeva di essere un paltoncino. Nella piazzetta dei Bianchi non passava un'anima: la bottega del fabbro era ancora chiusa, la tipografia del ''Pungolo'' era sbarrata: per i vicoli di Montesanto, di Latilla, dei Pellegrini, dello Spirito Santo che sbucavano nella piazzetta, non compariva nessuno. Una nitida luce bigia si diffondeva sulle vecchie case, sui vetri bagnati di brina, sui chiassuoli sudici: e il cielo aveva la chiarezza fredda, la tinta metallica e finissima delle albe invernali. Allora Maria Vitale, mentre si avviava, sorpresa dal silenzio e dalla solitudine, fu côlta da una vaga inquietudine.
===''L'infedele''===
Tre sono i personaggi di questa istoria d'amore: Paolo Herz, Luisa Cima e Chérie. Malgrado il suo cognome tedesco, Paolo Herz è italiano, di madre e di padre italiani, delle provincie meridionali. Veramente, non è inutile aggiungere che l'avo paterno di Paolo era tedesco. Questo nonno aveva lasciato la Germania in piccolissima età, emigrando in Italia: qui era cresciuto, aveva lavorato ad accrescere la sostanza famigliare e il decoro del nome Herz: qui si era ammogliato con una italiana, e aveva procreato dei figli. Così i legami con la patria di origine, almeno quelli esteriori, si eran venuti col tempo, con la lontananza, rallentando e poi, più tardi, sciogliendosi: tanto che gli Herz sembrava non conservassero più nessuna traccia nordica nel temperamento e nel carattere.
===''La mano tagliata''===
Tutto chiuso nella preziosa pelliccia di lontra, fumando una fine e odorosa sigaretta russa, Roberto Alimena guardava distrattamente il facchino dalla blusa azzurra che, ritto nel compartimento di prima classe, collocava pazientemente sulla reticella i bagagli eleganti e ricchi del giovane viaggiatore, le valigie, i sacchi da viaggio, i portamantelli, le borsette di cuoio dalle cifre di argento: ''R. A''.
===''La moglie di un grand'uomo''===
Vi era una volta una fanciulla — ohimè quante ve ne furono e quante ve ne sono! — una fanciulla che doveva pacificamente sposare un giovanotto. Costui era un bravo ragazzo, negoziante all'ingrosso di spirito e di zucchero; i suoi buoni amici dicevano che del primo non gliene rimaneva mai in deposito e del secondo troppo, volendo significare, con una ignobile freddura, che era buono e stupido.
===''La virtù di Checchina''===
Venne ad aprire Susanna, la serva. Portava un vestito di lanetta bigia, stinto, rimboccato sui fianchi, lasciando vedere una sottana frusta di cotonina scura; il grembiule di tela grossa era cosparso di macchie untuose; teneva in mano uno strofinaccio puzzolente. Entrando, Isolina fece una smorfia di disgusto.<br />
– C'è Checchina? – chiese.<br />
– C'è – rispose Susanna, stringendo le sue labbra sottili di beghina.<br />
– E che fa?<br />
– Stiamo ripulendo i mobili, col petrolio.<br />
– Volevo dire che si sentiva questo puzzo! E non ci pigliate una malattia, voi?<br />
– Il puzzo del petrolio non fa male.
===''Le amanti''===
====''La grande fiamma''====
Nell'ora tarda della sera, partita l'ultima persona amica o indifferente, per la quale essa provava l'orgogliosa e invincibile necessità di mentire, chiuse tutte le porte ermeticamente, piombata la casa nel profondo silenzio notturno, interrogate con lo sguardo sospettoso fin le fantastiche penombre della sua stanza solitaria, dove sola vivente era una pia lampada consumantesi innanzi a una sacra immagine, prosciolto il suo spirito dall'obbligo della bugia e le sue labbra dall'obbligo del sorriso, ella si lasciava abbruciare dalla grande fiamma.
====''Tramontando il sole''====
- Chiarina, ti presento un amico, Giovanni Serra – disse la padrona di casa, mentre Serra faceva un grande inchino.<br>
- Oh Anna, ma io lo conosco! – esclamò Clara Lieti, vivacemente, stendendogli la mano con un atto famigliare.<br>
- Veramente? E come? – soggiunse Anna, con quel falso interesse mondano, che copre di amabilità la perfetta indifferenza.<br>
- Da vari anni.... da moltissimi anni.... da un numero infinito di anni, lo conosco – e Clara finì con una risatina squillante.
====''L'amante sciocca''====
Paolo Spada aspettava la sua nuova innamorata, con una vivace curiosità mescolata a una certa tenerezza piena d'indulgenza e a movimenti improvvisi e insoliti di buon umore. Egli aveva realizzato, finalmente, dopo alcuni anni vissuti fra i tormentosi piaceri di amori inconsciamente complicati, dopo aver adorato delle bizzarre e inquietanti creature che eran tali, naturalmente, o che si affrettavano a diventare bizzarre e inquietanti al suo contatto, dopo essere stato adorato nelle forme più turbolenti, più folli e più tetre dalle medesime creature, finalmente, egli aveva realizzato un suo antico desiderio: desiderio fluttuante sempre in quell'anima, ora sommersa in fondo al naufragio di qualche stravagante passione, ora galleggiante sul mare cheto che segue le tempeste, il desiderio, cioè, di amare una donna semplice e di esserne amato.
====''Sogno di una notte d'estate''====
Massimo era solo. L'amico d'infanzia, non veduto da anni e poi incontrato improvvisamente per la via, dopo il lieto riconoscimento era venuto, alle sette, a pranzare in casa di Massimo. E costui che trascinava pesantemente il fardello di un'estate cittadina, mentre tutti gli altri anni era partito nel mese di giugno, si riprometteva una buona serata di ricordi, in compagnia dell'amico ritrovato.
===''Nel paese di Gesù''===
<div align=right>''In mare''.</div>
Un giorno, un'ora, un minuto prima della partenza, tutto il febbrile entusiasmo di chi parte si dilegua. L'egoistico ardore con cui si son fatti i preparativi del viaggio, la gaia fretta che par quasi quella del prigioniero cui sorrida, ineffabile, la libertà imminente, quel vivo sogno interiore che rende un po' folli gli occhi di colui che deve andar via, tutto svanisce, lasciando al suo posto un dubbio freddo e sterile, una sottile e opprimente angoscia.
===''O Giovannino, o la morte''===
Alle dieci e mezzo di quella domenica, il sagrestano della parrocchia dei Ss. Apostoli uscì sulla porta dell'antica chiesa napoletana e cominciò ad agitare vivamente un grosso e stridulo campanello di argento. Il sagrestano, appoggiato allo stipite della pesante vecchia porta di quercia, scrollava il campanello a trilli, a distesa, continuamente: serviva per avvertire i fedeli di via Gerolomini, del vico Grotta della Marra in Vertecoeli, della piazza Ss. Apostoli, delle Gradelle, che fra poco sarebbe cominciata nella chiesa dei Ss. Apostoli la messa cantata, la funzione grande di Pentecoste.
===''Pagina azzurra''===
Infine, quando tu sei partita per Castellamare, la tua, diciam così, attrezzeria, era completa. Non hai dimenticato nulla qui, tranne due o tre disgraziati condannati alla città forzata e che sospirano dietro le tue {{sic|treccie}} bionde, scomparse per la linea di Napoli—Castellamare. Rassicurati dunque. Tutto parte con te. Abbiamo fatto insieme uno dei nostri allegri inventari: nulla mancava.
===''Piccole anime''===
====''Una fioraia''====
<div align=right>''Date lilia......''</div>
La bimba camminava lentamente, rasentando il muro, per la via stretta e tortuosa dei Mercanti. Ella non guardava nelle botteghe, non alzava gli occhi a quella lunga striscia di cielo che appariva fra le alte case, non guardava neppure dinnanzi a sé. Guardava le pietre, come se le contasse. Camminava, senza curarsi del fango del selciato, degli urtoni che le davano, di qualche rara carrozza che passava.
====''Giuochi''====
Era una grande casa di provincia, con un portone sempre chiuso, quello nobile, pei signori, che vi davano un forte picchio col battente — e un portone sempre spalancato, quello dove passavano i carri di grano, di vino, di carbone, di pasta. Sopra, gli stanzoni vasti, alti di soffitto, con le travi foderate di carta fiorata, coi muri dipinti di giallo chiaro o di lilla pallido.
====''Canituccia''====
Nella penombra, seduta sulla panca di legno, sotto la cappa nera ed ampia dei focolare, Pasqualina, con le mani sotto il grembiule, recitava il rosario. Non si udiva che il pissi pissi delle labbra sibilanti le preghiere. La cucina tutta affumicata, con la larga tavola di legno verde-bruno, con la madia oscura, con le sedie a spalliera dipinta, senza un punto luminoso, s'immergeva nella notte. Il fuoco, semispento, covava sotto la cenere.
====''Profili''====
Ella porta quel poetico e soave nome che Leopardi ha amato: Nerina. E in tutta la persona di questa fanciulletta alta e sottile è diffuso un mite riflesso di poesia. La mollezza dei capelli castagni, abbandonata in lunghe anella sulle spalle, lascia libera una fronte larga, bianca e spirituale: fronte pensierosa, come i grandi occhi bruni, egiziani; occhi limpidi e profondi, pieni di calma, a cui un principio di miopìa dà, talvolta, una incertezza come di sogno, o una finezza elegante di sguardo.
====''Alla scuola''====
Aspettavamo i giorni di tirocinio con una ansietà segreta. I giorni di lezione erano monotoni, spesso tristi. Noi studiavamo senza voglia, malamente, con programmi incerti, con professori troppo severi o assolutamente inetti. Eravamo già maestre e l'essere trattate da scolarette ci umiliava, ci stizziva. A casa, qualcuna di noi aveva la povertà, quasi tutte una miseria decente — e chi un fratello ebete, chi un padre paralizzato, chi una matrigna tormentatrice, qualche piaga celata con cura, qualche vergogna nascosta con una nobile pietà, qualche infelicità, qualche ingiustizia del destino, a cui la rassegnazione era completa.
====''Nebulose''====
Sulla via che si allunga, diritta, quasi interminabile, sotto i pioppi, camminavano lentamente i due amanti che non si amavano. Lasciavano alle spalle un tramonto di viola: andavano verso un tramonto di un grigio tenue delicatissimo. Ella si trascinava stanca e svogliata, facendo strisciare nella polvere la punta del suo ombrellino, trattenuto mollemente dalle dita: lo sguardo aveva la sola espressione di una grande lassezza.
====''La moda''====
È utile qui dire, che nessun bimbo può essere assolutamente brutto; che nessun bimbo ispira una completa ripugnanza. Se sono malaticci, hanno la dolcezza di una malattia; se sono rachitici, hanno la malinconia attraente di un corpo condannato; se sono precoci, hanno quel sapore strano e acre delle piccole anime, già troppo grandi. Infine potranno avere il naso camuso o gli occhi piccoli o la bocca grande — ma avranno sempre qualche cosa bella: o la guancia rotonda o la delicatezza della pelle o la morbidezza dei capelli, o avranno, nello insieme, tanta grazia soave, tanta freschezza, tanta gioventù che vale come bellezza.
====''Perdizione''====
Mentre la bionda mammina placidamente ricamava un orlo di camiciuola e Mario, seduto sul tappeto, intagliava certi soldatini dipinti di rosso e di azzurro sulla carta, entrò improvvisamente il giovane padre, tutto allegro:<br>
— Su, Mario, su fantoccetto mio, fatti vestire da mammina ed usciamo: ti conduco a spasso.
====''Gli spostati''====
Suo padre è un giornalista, sua madre una maestra di lingue straniere. Il bimbo ha otto anni, ma pare che ne abbia dodici per le strane cose che sa, per le singolari risposte che dà. Egli è già stato a [[Venezia]], a [[Firenze]], a [[Napoli]], non gli resta più nessuna impressione di paesaggio per la sua gioventù: egli si stringe nelle spalle quando gli nominano il Vesuvio o la gondola.
====''Salvazione''====
Dopo il forte momento della passione — nelle placide ore di conversazione, quando le confidenze sgorgano, in una espansione spontanea, quando l'intimità sa essere amichevole e amorosa, Flavia parlava volentieri dell'infanzia propria, di quel giocondo tempo, tutto sole, tutto baci, tutto confetti. Questi ricordi la esaltavano, e come se sognasse, guardando lontano, con la voce tremante di emozione, narrava ancora di quante dolcezze l'aveva circondata l'amore materno.
===''Storia di due anime''===
La bottega dei santi era la penultima della piccola via bassa e oscura, che sinuosamente lega la piazza grande di santa Maria la Nova alla piazzetta di santa Maria dell'Aiuto: e godeva un po' d'aria, un po' di luce, sol perché, dirimpetto ad essa, le antiche e brune case del vecchio quartiere popolare cessavano e poco indietro si ergeva la chiesa della Madonna dell'Aiuto, avente, accanto, il portoncino della sua Congregazione di Spirito.
==Citazioni su Matilde Serao==
*Che Matilde fosse una donna eccezionale – nel senso letterale di un'eccezione alle regole: la regola dell'ambiente italiano e quella del suo genere sessuale – se ne accorse perfino una signora snob come la scrittrice americana, ma europea per scelta e per gusto, [[Edith Wharton]], la pupilla di Henry James. Quando negli ultimi anni della Vecchia Europa, alla vigilia della Grande Guerra, la incontrò nell'elegante e selettivo salotto parigino di Madame Fitz-James, la Wharton non esitò a definirla nel suo diario «una donna tozza e grossa, rossa in faccia e sul collo», riconoscendo, però, che quando prendeva la parola era capace di raggiungere punte che l'americana cosmopolita e chic non aveva mai rilevato nei discorsi delle altre donne. ([[Elisabetta Rasy]])
*Di Roma non la interessavano i monumenti e le opere d'arte, ma la politica, la circolazione di idee e di denaro, la promessa di modernità. Anche se, rispetto alle altre emancipate dell'epoca, non solo le italiane, Matilde fu al tempo stesso più audace e più conservatrice. Non amava le suffragette, ma voleva essere indipendente; apprezzava gli uomini e i piaceri – e i tormenti – dell'amore, ma aveva il gusto degli affari e del denaro; non saltava un giorno di lavoro ma accettava con serenità le sue numerose maternità – come se in lei convivessero un uomo moderno e una donna all'antica. ([[Elisabetta Rasy]])
*La cultura e l'esperienza si fondevano in lei nello splendore della sua vigorosa intelligenza. ([[Edith Wharton]])
*La giovane Matilde non avrebbe ripetuto il genio ch'ebbe e quella sua, davvero scespiriana, ampiezza di visione se fosse vissuta altrove o altrove fosse nata all'arte. Il fenomeno più interessante, nell'arte di donna Matilde, è appunto questa sua facoltà di assorbire e di serbare, trasformandolo, il mondo esterno. In un'epoca nella quale non si conosceva ancora [[Marcel Proust]], ella poteva dire di sé: «Dal primo giorno che ho scritto, io non ho mai voluto e saputo essere altro che una fedele e umile cronista della mia memoria. Mi sono affidata all'istinto e non credo che mi abbia ingannato.»<br>Non sapremmo immaginare, perciò, fuori di Napoli e di quella Napoli, la più verace e sincera Matilde Serao. Non è possibile staccarla dalle strade e dai vicoli della sua prima giovinezza. ([[Giovanni Artieri]])
*La Serao, nonostante le ambizioni proprie e la moda letteraria del suo tempo è, e resta, un grande poeta di Napoli. Nasce alla vita dell'arte come una creatura di Napoli, un suggerimento o una espansione della città. ([[Giovanni Artieri]])
*Matilde Serao fu il simbolo napoletano della rivoluzione femminile, lei che di certo [[femminismo|femminista]] non era, ma ugualmente esempio straordinario di scrittrice, imprenditrice, organizzatrice e madre insieme: potentissima fondatrice di giornali, ricercatrice di fondi, scrittrice inesauribile di romanzi e racconti, candidata al Nobel, scippatole da un'altra considerevole narratrice e figura di donna, [[Grazia Deledda]]. ([[Antonella Cilento]])
*Solo nel 1900 Matilde Serao, autrice di un galateo destinato alle donne in cui vi è una appendice per le care fanciulle, «Piccolo codice per le signorine» –, è molto assertiva nel precisare quando finisce l'infanzia: «Da dodici anni in poi si finisce di essere bimbe», a tredici si è «giovanette», a sedici «signorine» e a diciotto anni si è «presentate in società». ([[Simonetta Ulivieri]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Addio, Amore!]'', A. Barion Edit. Tip., Milano-Sesto S. Giovanni, 1927.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm All'erta, sentinella]'', Milano, Baldini e Castoldi, 1914.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Castigo]'', Milano, Armando Curcio Editore, 1977.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Cuore infermo]'', Roma, Lucarini, 1988. ISBN 8870332446
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Dal vero]'', Perussia & Quadrio, Milano, 1879.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Ella non rispose]'', Milano, F.lli Treves, 1919.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Fantasia]'', Firenze, A. Salani, stampa 1932.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Fior di passione]'', Giuseppe Galli Editore, Milano, 1888.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Gli amanti: pastelli]'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1894.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm I capelli di Sansone]'', casa editrice Madella, Sesto S. Giovanni [Milano], 1914.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Il romanzo della fanciulla]'', Milano, Treves, 1893.
*Matilde Serao, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/serao/il_ventre_di_napoli/pdf/serao_il_ventre_di_napoli.pdf Il ventre di Napoli]'', Perrella, Napoli, 1906.
*Matilde Serao, ''[https://archive.org/details/laballerina01serauoft/page/n2/mode/1up La ballerina]'', 2 voll, Cav. Niccolò Giannotta editore, Catania, 1899.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm La mano tagliata]'', Firenze, A. Salani, 1912.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm La moglie di un grand'uomo]'', Milano, Dott. R. Quintieri, 1919.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Le amanti: La grande fiamma, Tramontando il sole, L'amante sciocca, Sogno di una notte d'estate]'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1894.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm L'infedele]'', Ditta Edit. Brigola di E. Brigola e G. Marco, Milano, 1897.
*Matilde Serao, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/serao/leggende_napoletane/pdf/leggen_p.pdf Leggende napoletane]'', Edizioni Bideri spa, Napoli, 1970.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Nel paese di Gesù. Ricordi di un viaggio in Palestina]'', Milano, Treves, 1923.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm O Giovannino, o la morte]'', Edizioni e/o, Roma, 1995. ISBN 8876412476
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Pagina azzurra (Commedie borghesi)]'', Firenze, Casa editrice italiana, 1910.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Piccole anime]'', Milano, Libreria ed. Galli di C. Chiesa e F. Guindani, 1890.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Storia di due anime]'', in "[Opere di Matilde] Serao", a cura di Pietro Pancrazi, Milano, A. Garzanti, 1944.
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'''Matilde Serao''' (1856 – 1927), scrittrice e giornalista italiana.
==Citazioni di Matilde Serao==
*Attraverso tutta la {{sic|rettorica}} delle sue idee e delle sue narrazioni, attraverso quel concetto ristretto del bene e del male, fiorisce una certa verità popolare, che sarà poi il punto di partenza onde i sociologi e gli artisti trarranno il grande materiale del romanzo napoletano. Piccola verità popolare, invero, e che consisteva soltanto nel chiamare coi loro veri nomi i tetri frequentatori delle bettole, col loro nome esatto e colla loro topografia i vicoli sordidi e lugubri, dove si annida in Napoli l'onta, la corruzione, la morte: piccola verità affogata nella frondosità fastidiosa del romanziere, che ha cominciato a vedere, ma che non ha forza, coraggio, tempo di veder molto, di veder tutto: piccola verità, dirò così esteriore, che la falsità bonaria del resto annega, ma che è verità, ma che è uno spiraglio di luce attraverso la tenebra, ma che è la fioca lampada nella notte profonda, che altri vedrà e che li condurrà alla loro strada, a tutta quanta la verità com'è, nuda, schietta, tutta piena di strazio, ma non senza conforto. (da un articolo necrologico del 1891.<ref>Citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, p. 316.</</ref>)
*Dal primo giorno che ho scritto, io non ho mai voluto e saputo essere altro che una fedele e umile cronista della mia memoria. Mi sono affidata all'istinto e non credo che mi abbia ingannato.<ref>Citato in [[Giovanni Artieri]], ''Napoli, punto e basta?, {{small|Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non}}'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980, p. 124.</ref>
*Fresca profonda verde foresta. La luce vi è mite, delicatissima, il cielo pare infinitamente lontano; è deliziosa la freschezza dell'aria; in fondo al burrone canta il torrente; sotto le felci canta il ruscello ... Si ascende sempre, fra il silenzio, fra la boscaglia fitta, per un'ampia via ... Tacciono le voci umane ... Non v'è che questa foresta, immensa, sconfinata: solo quest'alta vegetazione esiste. Siamo lontani per centinaia di miglia dall'abitato: forse il mondo è morto dietro di noi. Ma ad un tratto, tra la taciturnà serena di questa boscaglia, un che di bianco traspare tra le altezze dei faggi. Questa è Ferdinandea. (dal ''Corriere di Roma'' del 19 settembre 1886)
*Giammai principe sopportò le avversità della fortuna con la fermezza silenziosa e la dignità di [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco secondo]]. Colui che era stato o era parso debole sul trono, travolto dal destino, dalla ineluttabile fatalità , colui che era stato schernito come un incosciente, mentre egli subiva una catastrofe creata da mille cause incoscienti, questo povero re, questo povero giovane che non era stato felice un anno, ha lasciato che tutti i dolori umani penetrassero in lui, senza respingerli, senza lamentarsi; ed ha preso la via dell'esilio e vi è restato trentaquattro anni, senza che mai nulla si potesse dire contro di lui. Detronizzato, impoverito, restato senza patria, egli ha piegato la sua testa sotto la bufera e la sua rassegnazione ha assunto un carattere di muto eroismo. Galantuomo come uomo e gentiluomo come principe, ecco il ritratto di Don Francesco di Borbone.<ref>Da ''Il re di Napoli'', in ''Il Mattino'' del 29 dicembre 1894; citato in Gigi di Fiore, ''L'ultimo re di Napoli. {{small|L’esilio di Francesco II di Borbone nell’Italia dei Savoia}}'', UTET, 2018, [https://books.google.it/books?id=GkttDwAAQBAJ&lpg=PT287&dq=it&pg=PT287#v=onepage&q&f=false p. 287]. ISBN 978-88-511-6521-5</ref>
*I gusti sono differenti. Vi è chi, leggendo il giornale, si diletta nei brillanti paradossi dell'articolo di fondo, seguendone mentalmente le evoluzioni: molti frequentano l'appendice, pianterreno lugubre e sanguinoso, dove si commettono, sera per sera, i più atroci delitti: alcuni scelgono la cronaca ''interna'' dove leggono importantissimi fatti avvenuti nell'Uraguay, a [[Capracotta]] o a Roccacannuccia; altri prediligono i telegrammi particolari, tanto particolari che talvolta i fili del telegrafo non ne hanno saputo nulla: non mancano, infine, gli amatori della quarta pagina. (da ''Estratto dello stato civile'', in ''Dal vero'')
*{{NDR|Scrivendo a un amico poco dopo il suo arrivo a Roma}} Io sto bene come salute fisica, come salute morale sono in un periodo di produzione febbrile da far paura: scrivo dappertutto e di tutto con audacia unica, conquisto il mio posto a forza di urti, di gomitate, col fitto e ardente desiderio di arrivare, senza avere nessuno che mi aiuti o quasi nessuno. Ma tu sai che io non do ascolto alle debolezze del mio sesso e tiro avanti per la vita come se fossi un giovanotto».<ref>Citata in [[Elisabetta Rasy]], ''Matilde Serao'', in AA.VV., ''Italiane. {{small|Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale}}'', vol. I, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, pp. 169-170.</ref>
*Ma il ponente, si sa, serve a cullare col suo rombo il paesaggio napoletano che dorme, è la canzone che concilia il sonno delle persone, delle case e degli alberi.<ref>Da ''All'erta, sentinella!'', Galli, Milano, 1896, p. 2.</ref>
*{{NDR|Rispondendo ai colleghi del ''Corriere di Napoli'' che, stupiti dalla sua decisione, le chiedevano i motivi del suo trasferimento a Roma}} Nient'altro che scrivere. Questo è il mio mestiere. Questo è il mio destino. Scrivere fino alla morte.<ref>Citata in [[Elisabetta Rasy]], ''Matilde Serao'', in AA.VV., ''Italiane. {{small|Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale}}'', vol. I, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, p. 170.</ref>
*Poche province meridionali e sopra tutto poche città hanno monumenti così importanti e così degni di studio come [[Benevento]]. Capitale di un forte ducato, sede di principi valorosi, conserva ancora oggi nei suoi monumenti le tracce dell'antica grandezza.<ref name="Napoli, N 1889, p. 492">da ''Corriere di Napoli'', N.° 226, anno XVIII; citato in Almerico Meomartini, ''I monumenti e le opere d'arte di Benevento'', 1889, p. 492.</ref>
*Qui e la spunta la roccia, nuda, nera, ciclopica. Non è dunque questo Ferdinandea? No, questo è [[Pazzano]]: paese di pietra e paese di ferro. Sta nell'aria e si respira il ferro: sgorga e si rovescia dalla bocca delle miniere, rossastro, sottilissimo, dilagante in flutti di polvere. (agosto 1883) {{da controllare|citazione necessaria|Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.}}
*Romba, romba il [[Vesuvio]], proprio su noi, proprio su tutti noi: alto è l'incendio del cratere, oramai, nella sera che discende; si erge, spaventosa, innanzi a noi, la duplice massa bruna e mostruosa delle due lave immote: ardono, esse, profondamente, le lave; e, intanto, una pazzia è nelle persone, popolani, contadini, signori, indigeni, napoletani, stranieri, come una tragica gazzarra è intorno a quel paesaggio di tragedia, fra il pericolo appena scongiurato di questa notte, e il pericolo imminente di domani! (da ''Il giorno'', 1906; ora in ''Sterminator Vesevo. Diario dell'eruzione aprile 1906'', 1910)
*Sotto il vivo raggio del sole, il glauco [[mare]] freme di gioia; è fresco, è profumato. Le sue voci seduttrici sono irresistibili, e bisogna evitare di guardare per non gettarvisi dentro, anelanti del suo abbraccio. Le serate sono splendide, la [[Villa comunale di Napoli|Villa]] è gaia, le fanciulle sotto gli alberi somigliano molto alla Galatea di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], sono più... o forse meno vestite, ecco tutte, ecco tutto. Ci è da divertirsi, ci è da respirare a pieni polmoni l'aria leggiera, ci è da sorridere, financo, financo... ci è da innamorarsi. Non per te, lo so, e già mi pento di questa insinuazione contro la fedeltà di un uomo che emulerà Filemone e Bauci. (da una lettera a Gaetano Bonavenia da Napoli del 23 giugno 1878<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', pp. 135-136.</ref>)
*{{NDR|Su [[Benevento]]}} Una delle più antiche e delle più gloriose città del Mezzogiorno<ref name="Napoli, N 1889, p. 492"/>.
==''Il ventre di Napoli''==
===[[Incipit]]===
Efficace la frase, Voi non lo conoscevate, onorevole [[Agostino Depretis|Depretis]], il ventre di [[Napoli]]. Avevate torto, perché voi siete il Governo e il Governo deve saper tutto. Non sono fatte pel Governo, certamente, le descrizioncelle colorite di cronisti con intenzioni letterarie, che parlano della via Caracciolo, del mare glauco, del cielo di cobalto, delle signore incantevoli e dei vapori violetti del tramonto: tutta questa rettorichetta a base di golfo e di colline fiorite, di cui noi abbiamo già fatto e oggi continuiamo a fare ammenda onorevole, inginocchiati umilmente innanzi alla patria che soffre; tutta questa minuta e facile letteratura frammentaria, serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata per racconti di miserie. Ma il governo doveva sapere l'''altra parte''; il governo a cui arriva la statistica della mortalità e quella dei delitti; il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti, dei questori, degli ispettori di polizia, dei delegati; il governo a cui arrivano i rapporti dei direttori delle carceri; il governo che sa tutto: quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un anno, in un paese; quante femmine disgraziate, diciamo così, vi esistano, e quanti ammoniti siano i loro amanti di cuore, quanti mendichi non possano entrare nelle opere pie e quanti vagabondi dormano in istrada, la notte; quanti nullatenenti e quanti commercianti vi sieno; quanto renda il dazio consumo, quanto la fondiaria, per quanto s'impegni al Monte di Pietà e ''quanto renda il lotto''. Quest'altra parte, questo ventre di Napoli, se non lo conosce il Governo, chi lo deve conoscere? E se non servono a dirvi tutto, a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, a che questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto? E, se voi non siete la intelligenza suprema del paese che tutto conosce e a tutto provvede, perché siete ministro?
===Citazioni===
*Napoli è il paese dove meno costa l'opera tipografica; tutti lo sanno: gli operai tipografi sono pagati un terzo meno degli altri paesi. Quelli che guadagnano cinque lire a Milano, quattro a Roma, ne guadagnano due a Napoli, tanto che è in questo benedetto e infelice paese, dove più facilmente nascono e vivono certi giornaletti poverissimi, che altrove non potrebbero pubblicare neppure tre numeri. I sarti, i calzolai, i muratori, i falegnami sono pagati nella medesima misura; una lira, venticinque soldi, al più, trenta soldi al giorno per dodici ore di lavoro, talvolta penosissimo. I tagliatori di guanti guadagnano novanta centesimi al giorno. E notate che la gioventù elegante di Napoli, è la meglio vestita d'Italia: che a Napoli si fanno le più belle scarpe e i più bei mobili economici; notate che Napoli produce i migliori guanti. (pp. 20-21)
*Ascoltate un poco, quando una operaia napoletana nomina i suoi figli. Dice: ''le creature'', e lo dice con tanta dolcezza malinconica, con tanta materna pietà, con un [[amor materno|amore]] così doloroso, che vi par di conoscere tutta, acutamente, la intensità della miseria napoletana. (p. 24)
*La massima golosità è il ''[[Zuppa di soffritto|soffritto]]'': dei ritagli di carne di maiale cotti con olio, pomidoro, peperone rosso, condensati, che formano una catasta rossa, bellissima all'occhio, da cui si tagliano delle fette: costano cinque soldi. In bocca, sembra dinamite. (p. 29)
*Credete che al napoletano basti la [[Madonna]] del Carmine? Io ho contati duecentocinquanta appellativi alla Vergine, e non sono tutti. Quattro o cinque tengono il primato. Quando una napoletana è ammalata o corre un grave pericolo, uno dei suoi, si vota a una di queste Madonne. Dopo scioglie il voto, portandone il vestito, un abito nuovo, benedetto in chiesa, che non si deve smettere, se non quando è logoro. Per l'Addolorata il vestito è nero, coi nastri bianchi; per la Madonna del Carmine, è color pulce coi nastri bianchi; per l'Immacolata Concezione, bianco coi nastri azzurri; per la Madonna della Saletta, bianco coi nastri rosa. Quando non hanno i danari per farsi il vestito, si fanno il grembiule; quando mancano di sciogliere il voto, aspettano delle sventure in casa.<br />E il sacro si mescola al profano. Per aver marito, bisogna fare la novena a san Giovanni, nove sere, a mezzanotte, fuori un balcone, e pregare con certe antifone speciali. (p. 34)
*Il popolo napoletano, che è sobrio, non si corrompe per l'acquavite, non muore di ''delirium tremens''; esso si corrompe e muore pel lotto. Il [[lotto]] è l'acquavite di Napoli. (p. 45)
*E, in ultimo, sapete che è accaduto? Che il popolo, non potendo abitare il [[Corso Umberto I|Rettifilo]], di cui le pigioni sono molto care, non avendo le traverse a sua disposizione, non avendo delle ''vere case del popolo'', è stato respinto, respinto, dietro il paravento! Così si è accalcato molto più di prima; così il Censimento potrebbe dirvi che tutta la facciata del Rettifilo, è poco abitata, e tutto ciò che è dietro, disgraziatamente, è abitato più di prima; che dove erano otto persone, ora sono dodici; che lo spazio è diminuito e le persone sono cresciute; che il Rettifilo, infine, ha fatto al popolo napoletano più male che bene! (p. 96)
*Quel che si è fatto a Nizza e a Montecarlo, ha formato la fortuna di tutta la Cornice da Mentone a Hyères quel che si è fatto al Cairo, ha formato la fortuna di tutto l'Egitto: sia, sia, questa opera buona, questa opera santa, e in questo paese così bello e così povero, così affascinante e così pieno di miseria, in questo paese così delizioso e dove si muore di fame, in questo paese dall'incanto indicibile, si dia alla industria del forestiero la forma larga, felice, fortunata, che porti, a Napoli, il solo modo di far vivere centinaia di migliaia di persone! (p. 110)
*Un cattivo odore di stantio, di cose antiche e consunte, tenute troppo tempo chiuse e tirate fuori, si è diffuso nell'aria che respiriamo, da qualche giorno. Nei primi comizî, nei primi proclami, con una certa finzione di serietà, anche, son venuti fuori dagli armadi sgangherati della rettorica amministrativa: il partito ''clerico-borbonico'', il partito ''clerico-moderato'', il partito ''socialistoide'', il partito ''anarcoide'' e, persino, guarda, guarda, quella consumatissima cosa che è il partito ''liberale''. (1906, p. 138)
*Troppo ho sofferto nell'onore e nella prosperità: troppo ho lagrimato di vergogna e di indignazione. Io debbo cominciare per salvarmi, se voglio esser salvata da tutto, da tutti. Nelle mie mani è la mia prima risurrezione: cioè quella della mia esistenza, morale, cioè quella del mio decoro sociale. Farò, io, veder al mondo, all'Europa, all'Italia che di tutti i doni della sorte, io sono degna, che di tutti gli aiuti fraterni, io sono degna, io, Napoli, paese di gente onesta, mandando al Comune solo gli onesti, chiedendo ad essi, che da essi si prosegua e si esalti la mia riabilitazione! (p. 143)
==''La ballerina''==
===[[Incipit]]===
Carmela Minino, in piedi presso il cassettone, macchinalmente, contò ancora una volta il denaro che teneva chiuso nello sdrucito piccolo portafogli: e vi trovò sempre le medesime diciotto lire, tre biglietti da cinque e tre biglietti da una lira che vi erano il giorno prima e la settimana prima. Si cavò di tasca il portamonete che portava addosso, quando usciva e dove riponeva i pochi spiccioli per pagare l'omnibus, per pagare la sedia, alla messa, per bere un bicchier d'acqua: vi pescò sette soldi. E con un atto puerile e triste guardò desolata e ansiosa intorno, quasi che dalle nude pareti della sua stanza, dai poveri mobili strettamente necessarii potesse uscire, fantasticamente, qualche immaginaria somma di denaro che venisse ad aumentare il suo così insufficiente capitaletto.
===Citazioni===
*Sotto il cielo basso e bigio, in quel tetro giorno di novembre, il camposanto di Napoli che occupa una delle sue più belle e più amene colline, quella di Poggioreale, conservava il suo aspetto d'immenso e florido giardino signorile: e i suoi cespuglietti di fìori vivaci che circondano le tombe e le sue siepi di bosso e di mortella che dividono gii ombrosi viali dai campi pieni di lapidi e i boschetti di alberi dove da mattina a sera cinguettano gii uccellini, gli alberi alti che ombreggiano le sue cappellette, le sue chiesette, i suoi più grandi monumenti, gli conservano, in ogni stagione questo grandioso aspetto di parco aristocratico, qua e là interrotto da piccoli editici ora vezzosi, ora pomposi. Non solo nel giorno della commemorazione dei morti, ma sempre vi lavorano giardinieri, sotto la direzione di qualcuno che ama quel camposanto teneramente, e le più belle rose di Napoli vi crescono e i meravigliosi crisantemi, di ogni tinta, ne smaltano persino le aiuole dei poveri e in tutte le stagioni pare che vi sorrida dolcemente la primavera dei morti. Tutto l'anno il [[Cimitero di Poggioreale|camposanto di Poggioreale]] ha un aspetto, nella sua florida solitudine, raccolto, non triste; mentre in quel giorno, coi suoi viali neri di gente, con tutte le porte delle sue cappelle, delle sue chiese, dei suoi grandi monumenti da cui escivan chiarore di {{sic|cerei}}, canti liturgici e odore d'incensi, misto a quello dei fiori freschi, il suo aspetto, sempre, non era triste, ma singolare, ma bizzarro, come di una strana fiera mortuaria, come di una mai vista pompa funebre, in un parco vastissimo, percorso da una folla immensa e svariata. (vol. I, pp. 43-44)
*Ella sorrideva dagli occhi e dalle labbra, danzando, mentre il suo corpo pieghevole si arrotondava allo slancio lievissimo: ella danzava, senza che mai quel sorriso, quel lampeggio degli occhi venissero meno, per la fatica: ella danzava, così, come se null'altro ella fosse venuta a fare, sulla terra. E veramente, la sua irresistibile perizia, veramente la delizia di quella danza facevano delirare le platee: e dal loggione dove il popolo si ammassava nelle serate classiche alle poltrone d'orchestra dove si raccoglieva la nobiltà napoletana, il nome di [[Amina Boschetti]] era acclamato come quello di una trionfatrice. La coprivano di fiori, di doni, di gioielli: le offrivano i loro cuori e le loro fortune: ed ella tutto accoglieva, sorvolando su tutto, sapendo che i fiori, i gioielli, i cuori, le fortune, erano fatti per lei, perché i suoi piedini calzati dalle fini scarpette di raso rosa vi facessero in mezzo una gaia danza. (vol. I, pp. 55-57)
==''Leggende napoletane''==
*Mancano a noi le nere foreste del Nord, le nere foreste degli abeti, cui l'uragano fa torcere i rami come braccia di colossi disperati; mancano a noi le bianchezze immacolate della neve che dànno la vertigine del candore; mancano le rocce aspre, brulle, dai profili duri ed energici; manca il mare livido e tempestoso. Sui nostri prati molli di rugiada non vengono gli ''elfi'' a danzare la ridda magica; non discendono dalle colline le peccatrici ''walkirie'', innamorate degli uomini; non compaiono al limitare dei boschi le ''roussalke'' bellissime; qui non battono i panni umidi le maledette lavandaie, perfide allettatrici del viandante; il folletto ''kelpis'' non salta in groppa al cavaliere smarrito. (da ''La città dell'amore'', p. 3)
*Napoli, la città della giovinezza, attendeva Parthenope e Cimone; ricca, ma solitaria, ricca, ma mortale, ricca, ma senza fremiti. Parthenope e Cimone hanno creata Napoli immortale. (da ''La città dell'amore'', p. 4)
*Se interrogate uno storico, o buoni ed amabili lettori, vi risponderà che la tomba della bella Parthenope è sull’altura di San Giovanni Maggiore, dove allora il mare lambiva il piede della montagnola. Un altro vi dirà che la tomba di Parthenope è sull’altura di Sant’Aniello, verso la campagna, sotto Capodimonte. Ebbene, io vi dico che non è vero. Parthenope non ha tomba, Parthenope non è morta. Ella vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni. Ella corre ancora sui poggi, ella erra sulla spiaggia, ella si affaccia al vulcano, ella si smarrisce nelle vallate. È lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori: è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene; è lei che rende irresistibile il profumo dell’arancio; è lei che fa fosforeggiare il mare. Quando nelle giornate d’aprile un’aura calda c’inonda di benessere è il suo alito soave: quando nelle lontananze verdine del bosco di Capodimonte vediamo comparire un’ombra bianca allacciata ad un’altra ombra, è lei col suo amante; quando sentiamo nell’aria un suono di parole innamorate; è la sua voce che le pronunzia; quando un rumore di baci, indistinto, sommesso, ci fa trasalire, sono i suoi baci; quando un fruscìo di abiti ci fa fremere al memore ricordo, è il suo peplo che striscia sull’arena, è il suo piede leggiero che sorvola; quando di lontano, noi stessi ci sentiamo abbruciare alla fiamma di una eruzione spaventosa, è il suo fuoco che ci abbrucia. È lei che fa impazzire la città: è lei che la fa languire ed impallidire di amore: è lei la fa contorcere di passione nelle giornate violente dell’agosto. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non ha tomba, è immortale, è l’amore. Napoli è la città dell’amore.
*Ognuno sa che Iddio, generoso, misericordioso e magnifico Signore, ha guardato sempre con occhio di predilezione la città di Napoli. Per lei ha avuto tutte le carezze di un padre, di un innamorato, le ha prodigato i doni più ricchi, più splendidi che si possano immaginare. (da ''Virgilio'', p. 9)
*Pensa, o poetica amica, al felice connubio dell'arte con la natura, pensa alla celeste armonia fra l'uomo che crea ed il mondo da lui creato, pensa alla città che sarà bella e buona, tutta bianca e colorita dal sole, senza macchie, senza cenci: oh, allora, allora! O lontano avvenire, o giorno splendido che come quello di Faust meriteresti di essere fermato... (da ''La leggenda dell'avvenire'', p. 46)
*Il bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le muraglie, poiché l’onda del mare non è perfida come quella dei laghi e dei fiumi, assalta ma non corrode. Le finestre alte, larghe, senza vetri, rassomigliano ad occhi senza pensiero; nei portoni dove sono scomparsi gli scalini della soglia, entra scherzando e ridendo il flutto azzurro, incrosta sulla pietra le sue conchiglie, mette l’arena nei cortili, lasciandovi la verde e lucida piantagione delle sue alghe. Di notte il palazzo diventa nero, intensamente nero; si serena il cielo sul suo capo, rifulgono le alte e bellissime stelle, fosforeggia il mare di Posillipo, dalle ville perdute nei boschetti escono canti malinconici d'amore e le monotone note del mandolino: il palazzo rimane cupo e sotto le sue {{sic|vôlte}} fragoreggia l’onda marina. Ogni tanto par di vedere un lumicino passare lentamente nelle sale e fantastiche ombre disegnarsi nel vano delle finestre: ma non fanno paura. (da ''[[Palazzo Donn'Anna|Il palazzo dogn'Anna]]'', 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/73|pp. 69-70]])
*Là, dove il mare del Chiatamone è più tempestoso, spumando contro le nere {{sic|roccie}} che sono le inattaccabili fondamenta del [[Castel dell'Ovo|Castello dell'Ovo]], dove lo sguardo malinconico del pensatore {{sic|scuopre}} un paesaggio triste che gli fa gelare il cuore, era altre volte, nel tempo dei tempi, cento anni almeno prima la nascita del Cristo Redentore, una isola larga e fiorita che veniva chiamata [[Isolotto di Megaride|Megaride]] o Megara che significa grande nell'idioma di Grecia. Quel pezzo di terra s'era staccato dalla riva di Platamonia, ma non s'era allontanato di molto: e quasi che il fermento primaverile passasse dalla collina all'isola, per le onde del mare, come la bella stagione coronava di rose e di fiorranci il colle, così l'isola fioriva tutta in mezzo al mare come un gigantesco gruppo di fiori che la natura vi facesse sorgere, come un altare elevato a Flora, la olezzante dea. Nelle notti estive dall'isola partivano lievi concenti e sotto il raggio della luna pareva che le ninfe marine, ombre leggiere, vi danzassero una danza sacra ed {{sic|inebbriante}}; onde il viatore della riva, colpito dal rispetto alla divinità, torceva gli occhi allontanandosi, e le coppie di amanti cui era bello errare abbracciati sulla spiaggia davano un saluto all'isola e chinavano lo sguardo per non turbare la sacra danza. Certo l'isola doveva essere abitata, ne' suoi cespugli verdi, nei suoi alberi, nei suoi prati, nei suoi canneti, dalle Nereidi e dalle Driadi: altrimenti non sarebbe stata così gaia sotto il sole, così celestiale sotto il raggio lunare, sempre colorita, sempre serena, sempre profumata. Era divina, poiché gli dei l'abitavano. (da ''Megaride'', 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/167|pp. 163-164]])
*Lassù, sul colle, vive il bosco verdeggiante dalle fresche {{sic|ombrie}}. I sentieri si allungano a perdita d'occhio sotto i grandi alberi; sulla terra scricchiolano lievemente le foglie morte. La vegetazione sbuca possente dal suolo, s'ingrossa nei tronchi nodosi, si espande nei rami che s'intrecciano, nelle innumerevoli foglie lucide e brune; ai piedi degli alberi cresce l'erba morbida e minuta, dalle foglioline piccine. Nelle siepi fiorisce l'anemone, e sfoglia al suolo i suoi petali la rosa selvaggia. Schizzano, sfilano le lucertoline grigio-verde, dalla testolina mobile ed intelligente, dalla coda nervosa. Sotto gli archi dei grandi alberi penetra temperata la luce; tra foglia e foglia il sole getta sulla terra dei cerchielli ridenti e luminosi; raggi sottili e biondi passano fra i rami. Il silenzio è profondo; è lontana, lontana la rumorosa città. Un profumo vivificante si espande; ogni tanto il garrito allegro di un uccello fa ondeggiare le conche rosee dell'aria. Non è, non è la piccioletta e magra natura dei giardini tagliati ad angoli retti, squadrati, polverosi e malinconici; non sono le aiuole di fiorellini variopinti che non dànno freschezza, non dànno ombra, tirati su con cure infinite; non è la natura corretta e riveduta, sfacciata e pomposa che si stende al sole senza vergogna, riarsa, secca. È la forte e possente natura che irrompe dalla terra vera, e allaga, e {{sic|innonda}} la campagna come oceano di verdura; è la natura pudica e grande del bosco, che si ammanta di foglie, che vela il volto divino, che molce la passione delle sue nozze nell'ombre discrete, nei placidi silenzi, nei recessi ignoti. È nell'immenso bosco che si sogna; nei quadrivi lontani trapassa rapidissimo un lieve fantasma; nei bruni tronchi apparisce qualche leggiadro volto di donna; la foglia che cade sembra il rumore di un bacio scoccato. È nel discreto e amabile bosco che sìama... (da ''La leggenda di [[Parco di Capodimonte|Capodimonte]]'', 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/205|pp. 201-203]])
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Addio, Amore!''===
Lunga distesa, immobile sotto la bianca coltre del letto, con le braccia prosciolte e le mani aperte, con la bruna testa inclinata sopra una spalla, con un soffio impercettibile di respiro, ''Anna'' pareva dormisse da due ore, immersa nel profondo abbandono del sonno giovanile. Sua sorella Laura, che dormiva in un secondo candido lettino da fanciulla, all'altro capo della vasta stanza, aveva quella sera molto prolungata la sua solita lettura notturna, con cui sfuggiva alla conversazione ultima della giornata, fra sorelle. Ma appena l'ombra della lunga e fredda notte d'inverno aveva avvolto le cose e le persone della camera delle due fanciulle, Anna aveva schiuso gli occhi e li teneva fissi, sbarrati sul letto di laura, il cui biancore appariva confusamente, anche nell'oscurità.
===''All'erta, sentinella''===
Nella luminosa e calda ora pomeridiana, il paesaggio napoletano aveva dormito assai, deserto, silenzioso, immobile sotto il leonino sole di agosto. Nella lunga siesta, da mezzogiorno alle quattro, nessuna ombra d'uomo si era veduta, apparendo e sparendo, sulla gran pianura verde dei Bagnoli; sulla larga via bianca, a sinistra, che viene da Posillipo, rasentando l'ultimo spalto di quella collina che è anche un capo, larga via che è la delizia di quanti amano Napoli, stranieri e indigeni, non una carrozza, non un carretto; non una carrozza, non un carretto sulla dritta via, chiamata di Fuorigrotta, e che ai Bagnoli trova il suo primo angolo, voltando per andare a Pozzuoli, a Cuma, a Baia; non una nave sul mare, che sorpassasse il bellissimo capo di Posillipo, per andarsene lontano, linea nera filante, sormontata da un vago piumetto di fumo; non una vela bianca nel canale di Procida; non una barchetta intorno alla verde isola di Nisida, che prospetta, in tutta la sua lunghezza, la spiaggia dolce dei Bagnoli.
===''Castigo''===
Un alto e tetro silenzio era nella stanza di Cesare Dias. Egli stava seduto nel seggiolone di cuoio bruno, teneva appoggiati i gomiti sulla grande scrivania di legno scolpito e le due mani gli nascondevano gli occhi e la fronte: si vedean solo i capelli un po' scomposti e le labbra pallidissime sotto i mustacchi disfatti. Fuori, la triste giornata invernale declinava e tetre si facevano le ombre nell'austera stanza, tetre intorno a quella immobile figura di uomo di cui, nell'alto silenzio, parea non si udisse neanche il respiro.
===''Cuore infermo''===
Finiva la giornata violenta e tormentosa. Dal mattino la terra bruciava sotto lo splendido sole di agosto, bruciava lentamente, consumando le sue sorgenti di vita e di freschezza, diventando gialla, smorta, arida; l'aria rimaneva senza moto, greve, infiammata, carica di profumi acri; i fiori dei giardini morivano, estenuati da quel lusso di calore, simili a coppe d'incenso dove fumano intensamente gli ultimi granelli votivi; le vigne vesuviane, basse, contorte, arse dal nero terreno vulcanico, arse dal sole esalavano un forte sentore di zolfo che saliva al cervello; dai terrazzi saliva un penetrante odore di asfalto liquefatto.
===''Dal vero''===
Di certo il fanciullo era bellissimo. Aveva gli occhi grandi ed azzurri, ma di quell'azzurro vero, leale che non diventa mai nero di sera; il bianco della cornea era anche irradiato da una tinta bluastra, cosa che faceva sembrare anche più grande la pupilla: i lumi della sala, riflettendosi in quegli occhi azzurri, vi accendevano una stella luccicante, una sola. Poi era biondo; non tendente al giallo, come la Gioconda di Leonardo da Vinci, né al fulvo, come la Maddalena del Tiziano, e nemmeno come dovette essere biondo il danese Amleto: quei capelli erano fini, lucidi, biondi e dolci alla vista, riposavano lo sguardo stanco da tante teste sfrontatamente brune. Quella testina originale, dal profilo abbozzato, dai lineamenti puri, dalla fronte serena, attirava il mio sguardo.
===''Ella non rispose''===
<div align=right>''«Roma, notte di maggio...''</div>
«Non vi conosco: non mi conoscete. Non vi ho vista, mai. E vi vedrò, io, forse, mai? Voi, forse, non mi vedrete mai. Eppure la mia anima, inattesamente, si è legata, salda, alla vostra, in un vincolo tanto più tenace e stretto, in quanto che oscuro, fantastico e misterioso: e io sento di amarvi, con tutte le mie forze, come se il vostro volto di donna — siete voi giovane? bella? Non lo so: non vi conosco — come se questo volto chiuso nell'ombra, mi fosse seducentemente noto da mesi e da anni, come se il fascino della vostr'anima, da mesi e da anni si esercitasse su me e mi tenesse e mi avvincesse.
===''Fantasia''===
— Il fioretto di domani è questo — disse il predicatore, leggendo un cartellino: — Voi offrirete a Maria Vergine i sentimenti di rancore che avete nel cuore e abbraccerete la compagna di scuola, la maestra, la serva che credete di odiare.<br>
Nella penombra della cappella vi fu un movimento tra le educande grandi e tra le maestre: le piccine non si mossero. Delle piccine qualcuna sonnecchiava, qualcuna sbadigliava dietro la manina: sui rotondi visetti si dilatava la contrazione della noia.
===''Fior di passione''===
Fulvio s'inchinò, prese dalla mano di Paola il gelato che ella, sorridendo dolcissimamente, gli porgeva, e le disse, guardandola negli occhi:<br>
- Vi amo.<br>
- Non dovete amarmi – mormorò lei, senza scomporsi, seguitando a sorridere.<br>
- E perché?<br>
- Perché ho marito – ribatté ella, ma placidamente.<br>
- Non importa!
===''Gli amanti: pastelli''===
Donna Grazia scrive così, di questo suo amante:<br>
La prima volta in cui Nino Stresa mi mancò di rispetto, fu in un ballo. Ero vestita di broccato bianco, quella sera: e il busto del vestito era sostenuto, sulle spalle, da due fascie di brillanti che formavano manica. Egli, Nino Stresa, mi cominciò a guardare, di lontano, poco dopo la mia apparizione nel ballo: e non potei più fare un movimento per passeggiare o per ballare, senza sentire il suo sguardo fermo sovra me.
===''I capelli di Sansone''===
Paolo Joanna andava e veniva per la stanza, vestendosi, straccamente, ancora tutto pieno di sonno. Sul suo letto disfatto stavano una quantità di giornali aperti e spiegazzati, cascavano dalla sponda, giacevano sul tappetino miserabile, erano quelli della sera innanzi, su cui si era addormentato, su cui si era arrotolato, dormendo: quelli della mattina, ancora chiusi dalle fascette multicolori erano deposti sul vecchio tavolino da notte, accanto a una tazza da caffè — e attratte dal fondiccio melmoso del caffè, dove lo zucchero si liquefaceva, le mosche vi ronzavano attorno — e un sottile odore d'inchiostro di stamperia fluttuava nell'aria.
===''Il paese di cuccagna''===
Dopo mezzogiorno il sole penetrò nella piazzetta dei Banchi Nuovi, allargandosi dalla litografia Cardone alla farmacia Cappa e di là si venne allungando, risalendo tutta la strada di Santa Chiara, dando una insolita gaiezza di luce a quella via che conserva sempre, anche nelle ore di maggior movimento, un gelido aspetto fra claustrale e scolastico. Ma il gran movimento mattinale di via Santa Chiara, delle persone che scendono dai quartieri settentrionali della città, Avvocata, Stella, San Carlo all'Arena, San Lorenzo e se ne vanno ai quartieri bassi di Porto, Pendino e Mercato, o viceversa, dopo il mezzogiorno andava lentamente decrescendo; l'andirivieni delle carrozze, dei carri, dei venditori ambulanti, cessava: era un continuo scantonare per il Chiostro di Santa Chiara, per il vicolo Foglia, verso la viuzza di Mezzocannone, verso il Gesù Nuovo, verso San Giovanni Maggiore. Presto, la gaiezza del sole illuminò una via oramai solitaria.
===''Il romanzo della fanciulla''===
Come Maria Vitale schiuse il portoncino di casa, fu colpita dalla gelida brezza mattutina. Le rosee guancie pienotte impallidirono pel freddo; il corpo giovenilmente grassotto rabbrividì nell'abituccio gramo di lanetta nera: ella si ammucchiò al collo e sul petto lo sciallino di lana azzurra, che fingeva di essere un paltoncino. Nella piazzetta dei Bianchi non passava un'anima: la bottega del fabbro era ancora chiusa, la tipografia del ''Pungolo'' era sbarrata: per i vicoli di Montesanto, di Latilla, dei Pellegrini, dello Spirito Santo che sbucavano nella piazzetta, non compariva nessuno. Una nitida luce bigia si diffondeva sulle vecchie case, sui vetri bagnati di brina, sui chiassuoli sudici: e il cielo aveva la chiarezza fredda, la tinta metallica e finissima delle albe invernali. Allora Maria Vitale, mentre si avviava, sorpresa dal silenzio e dalla solitudine, fu côlta da una vaga inquietudine.
===''L'infedele''===
Tre sono i personaggi di questa istoria d'amore: Paolo Herz, Luisa Cima e Chérie. Malgrado il suo cognome tedesco, Paolo Herz è italiano, di madre e di padre italiani, delle provincie meridionali. Veramente, non è inutile aggiungere che l'avo paterno di Paolo era tedesco. Questo nonno aveva lasciato la Germania in piccolissima età, emigrando in Italia: qui era cresciuto, aveva lavorato ad accrescere la sostanza famigliare e il decoro del nome Herz: qui si era ammogliato con una italiana, e aveva procreato dei figli. Così i legami con la patria di origine, almeno quelli esteriori, si eran venuti col tempo, con la lontananza, rallentando e poi, più tardi, sciogliendosi: tanto che gli Herz sembrava non conservassero più nessuna traccia nordica nel temperamento e nel carattere.
===''La mano tagliata''===
Tutto chiuso nella preziosa pelliccia di lontra, fumando una fine e odorosa sigaretta russa, Roberto Alimena guardava distrattamente il facchino dalla blusa azzurra che, ritto nel compartimento di prima classe, collocava pazientemente sulla reticella i bagagli eleganti e ricchi del giovane viaggiatore, le valigie, i sacchi da viaggio, i portamantelli, le borsette di cuoio dalle cifre di argento: ''R. A''.
===''La moglie di un grand'uomo''===
Vi era una volta una fanciulla — ohimè quante ve ne furono e quante ve ne sono! — una fanciulla che doveva pacificamente sposare un giovanotto. Costui era un bravo ragazzo, negoziante all'ingrosso di spirito e di zucchero; i suoi buoni amici dicevano che del primo non gliene rimaneva mai in deposito e del secondo troppo, volendo significare, con una ignobile freddura, che era buono e stupido.
===''La virtù di Checchina''===
Venne ad aprire Susanna, la serva. Portava un vestito di lanetta bigia, stinto, rimboccato sui fianchi, lasciando vedere una sottana frusta di cotonina scura; il grembiule di tela grossa era cosparso di macchie untuose; teneva in mano uno strofinaccio puzzolente. Entrando, Isolina fece una smorfia di disgusto.<br />
– C'è Checchina? – chiese.<br />
– C'è – rispose Susanna, stringendo le sue labbra sottili di beghina.<br />
– E che fa?<br />
– Stiamo ripulendo i mobili, col petrolio.<br />
– Volevo dire che si sentiva questo puzzo! E non ci pigliate una malattia, voi?<br />
– Il puzzo del petrolio non fa male.
===''Le amanti''===
====''La grande fiamma''====
Nell'ora tarda della sera, partita l'ultima persona amica o indifferente, per la quale essa provava l'orgogliosa e invincibile necessità di mentire, chiuse tutte le porte ermeticamente, piombata la casa nel profondo silenzio notturno, interrogate con lo sguardo sospettoso fin le fantastiche penombre della sua stanza solitaria, dove sola vivente era una pia lampada consumantesi innanzi a una sacra immagine, prosciolto il suo spirito dall'obbligo della bugia e le sue labbra dall'obbligo del sorriso, ella si lasciava abbruciare dalla grande fiamma.
====''Tramontando il sole''====
- Chiarina, ti presento un amico, Giovanni Serra – disse la padrona di casa, mentre Serra faceva un grande inchino.<br>
- Oh Anna, ma io lo conosco! – esclamò Clara Lieti, vivacemente, stendendogli la mano con un atto famigliare.<br>
- Veramente? E come? – soggiunse Anna, con quel falso interesse mondano, che copre di amabilità la perfetta indifferenza.<br>
- Da vari anni.... da moltissimi anni.... da un numero infinito di anni, lo conosco – e Clara finì con una risatina squillante.
====''L'amante sciocca''====
Paolo Spada aspettava la sua nuova innamorata, con una vivace curiosità mescolata a una certa tenerezza piena d'indulgenza e a movimenti improvvisi e insoliti di buon umore. Egli aveva realizzato, finalmente, dopo alcuni anni vissuti fra i tormentosi piaceri di amori inconsciamente complicati, dopo aver adorato delle bizzarre e inquietanti creature che eran tali, naturalmente, o che si affrettavano a diventare bizzarre e inquietanti al suo contatto, dopo essere stato adorato nelle forme più turbolenti, più folli e più tetre dalle medesime creature, finalmente, egli aveva realizzato un suo antico desiderio: desiderio fluttuante sempre in quell'anima, ora sommersa in fondo al naufragio di qualche stravagante passione, ora galleggiante sul mare cheto che segue le tempeste, il desiderio, cioè, di amare una donna semplice e di esserne amato.
====''Sogno di una notte d'estate''====
Massimo era solo. L'amico d'infanzia, non veduto da anni e poi incontrato improvvisamente per la via, dopo il lieto riconoscimento era venuto, alle sette, a pranzare in casa di Massimo. E costui che trascinava pesantemente il fardello di un'estate cittadina, mentre tutti gli altri anni era partito nel mese di giugno, si riprometteva una buona serata di ricordi, in compagnia dell'amico ritrovato.
===''Nel paese di Gesù''===
<div align=right>''In mare''.</div>
Un giorno, un'ora, un minuto prima della partenza, tutto il febbrile entusiasmo di chi parte si dilegua. L'egoistico ardore con cui si son fatti i preparativi del viaggio, la gaia fretta che par quasi quella del prigioniero cui sorrida, ineffabile, la libertà imminente, quel vivo sogno interiore che rende un po' folli gli occhi di colui che deve andar via, tutto svanisce, lasciando al suo posto un dubbio freddo e sterile, una sottile e opprimente angoscia.
===''O Giovannino, o la morte''===
Alle dieci e mezzo di quella domenica, il sagrestano della parrocchia dei Ss. Apostoli uscì sulla porta dell'antica chiesa napoletana e cominciò ad agitare vivamente un grosso e stridulo campanello di argento. Il sagrestano, appoggiato allo stipite della pesante vecchia porta di quercia, scrollava il campanello a trilli, a distesa, continuamente: serviva per avvertire i fedeli di via Gerolomini, del vico Grotta della Marra in Vertecoeli, della piazza Ss. Apostoli, delle Gradelle, che fra poco sarebbe cominciata nella chiesa dei Ss. Apostoli la messa cantata, la funzione grande di Pentecoste.
===''Pagina azzurra''===
Infine, quando tu sei partita per Castellamare, la tua, diciam così, attrezzeria, era completa. Non hai dimenticato nulla qui, tranne due o tre disgraziati condannati alla città forzata e che sospirano dietro le tue {{sic|treccie}} bionde, scomparse per la linea di Napoli—Castellamare. Rassicurati dunque. Tutto parte con te. Abbiamo fatto insieme uno dei nostri allegri inventari: nulla mancava.
===''Piccole anime''===
====''Una fioraia''====
<div align=right>''Date lilia......''</div>
La bimba camminava lentamente, rasentando il muro, per la via stretta e tortuosa dei Mercanti. Ella non guardava nelle botteghe, non alzava gli occhi a quella lunga striscia di cielo che appariva fra le alte case, non guardava neppure dinnanzi a sé. Guardava le pietre, come se le contasse. Camminava, senza curarsi del fango del selciato, degli urtoni che le davano, di qualche rara carrozza che passava.
====''Giuochi''====
Era una grande casa di provincia, con un portone sempre chiuso, quello nobile, pei signori, che vi davano un forte picchio col battente — e un portone sempre spalancato, quello dove passavano i carri di grano, di vino, di carbone, di pasta. Sopra, gli stanzoni vasti, alti di soffitto, con le travi foderate di carta fiorata, coi muri dipinti di giallo chiaro o di lilla pallido.
====''Canituccia''====
Nella penombra, seduta sulla panca di legno, sotto la cappa nera ed ampia dei focolare, Pasqualina, con le mani sotto il grembiule, recitava il rosario. Non si udiva che il pissi pissi delle labbra sibilanti le preghiere. La cucina tutta affumicata, con la larga tavola di legno verde-bruno, con la madia oscura, con le sedie a spalliera dipinta, senza un punto luminoso, s'immergeva nella notte. Il fuoco, semispento, covava sotto la cenere.
====''Profili''====
Ella porta quel poetico e soave nome che Leopardi ha amato: Nerina. E in tutta la persona di questa fanciulletta alta e sottile è diffuso un mite riflesso di poesia. La mollezza dei capelli castagni, abbandonata in lunghe anella sulle spalle, lascia libera una fronte larga, bianca e spirituale: fronte pensierosa, come i grandi occhi bruni, egiziani; occhi limpidi e profondi, pieni di calma, a cui un principio di miopìa dà, talvolta, una incertezza come di sogno, o una finezza elegante di sguardo.
====''Alla scuola''====
Aspettavamo i giorni di tirocinio con una ansietà segreta. I giorni di lezione erano monotoni, spesso tristi. Noi studiavamo senza voglia, malamente, con programmi incerti, con professori troppo severi o assolutamente inetti. Eravamo già maestre e l'essere trattate da scolarette ci umiliava, ci stizziva. A casa, qualcuna di noi aveva la povertà, quasi tutte una miseria decente — e chi un fratello ebete, chi un padre paralizzato, chi una matrigna tormentatrice, qualche piaga celata con cura, qualche vergogna nascosta con una nobile pietà, qualche infelicità, qualche ingiustizia del destino, a cui la rassegnazione era completa.
====''Nebulose''====
Sulla via che si allunga, diritta, quasi interminabile, sotto i pioppi, camminavano lentamente i due amanti che non si amavano. Lasciavano alle spalle un tramonto di viola: andavano verso un tramonto di un grigio tenue delicatissimo. Ella si trascinava stanca e svogliata, facendo strisciare nella polvere la punta del suo ombrellino, trattenuto mollemente dalle dita: lo sguardo aveva la sola espressione di una grande lassezza.
====''La moda''====
È utile qui dire, che nessun bimbo può essere assolutamente brutto; che nessun bimbo ispira una completa ripugnanza. Se sono malaticci, hanno la dolcezza di una malattia; se sono rachitici, hanno la malinconia attraente di un corpo condannato; se sono precoci, hanno quel sapore strano e acre delle piccole anime, già troppo grandi. Infine potranno avere il naso camuso o gli occhi piccoli o la bocca grande — ma avranno sempre qualche cosa bella: o la guancia rotonda o la delicatezza della pelle o la morbidezza dei capelli, o avranno, nello insieme, tanta grazia soave, tanta freschezza, tanta gioventù che vale come bellezza.
====''Perdizione''====
Mentre la bionda mammina placidamente ricamava un orlo di camiciuola e Mario, seduto sul tappeto, intagliava certi soldatini dipinti di rosso e di azzurro sulla carta, entrò improvvisamente il giovane padre, tutto allegro:<br>
— Su, Mario, su fantoccetto mio, fatti vestire da mammina ed usciamo: ti conduco a spasso.
====''Gli spostati''====
Suo padre è un giornalista, sua madre una maestra di lingue straniere. Il bimbo ha otto anni, ma pare che ne abbia dodici per le strane cose che sa, per le singolari risposte che dà. Egli è già stato a [[Venezia]], a [[Firenze]], a [[Napoli]], non gli resta più nessuna impressione di paesaggio per la sua gioventù: egli si stringe nelle spalle quando gli nominano il Vesuvio o la gondola.
====''Salvazione''====
Dopo il forte momento della passione — nelle placide ore di conversazione, quando le confidenze sgorgano, in una espansione spontanea, quando l'intimità sa essere amichevole e amorosa, Flavia parlava volentieri dell'infanzia propria, di quel giocondo tempo, tutto sole, tutto baci, tutto confetti. Questi ricordi la esaltavano, e come se sognasse, guardando lontano, con la voce tremante di emozione, narrava ancora di quante dolcezze l'aveva circondata l'amore materno.
===''Storia di due anime''===
La bottega dei santi era la penultima della piccola via bassa e oscura, che sinuosamente lega la piazza grande di santa Maria la Nova alla piazzetta di santa Maria dell'Aiuto: e godeva un po' d'aria, un po' di luce, sol perché, dirimpetto ad essa, le antiche e brune case del vecchio quartiere popolare cessavano e poco indietro si ergeva la chiesa della Madonna dell'Aiuto, avente, accanto, il portoncino della sua Congregazione di Spirito.
==Citazioni su Matilde Serao==
*Che Matilde fosse una donna eccezionale – nel senso letterale di un'eccezione alle regole: la regola dell'ambiente italiano e quella del suo genere sessuale – se ne accorse perfino una signora snob come la scrittrice americana, ma europea per scelta e per gusto, [[Edith Wharton]], la pupilla di Henry James. Quando negli ultimi anni della Vecchia Europa, alla vigilia della Grande Guerra, la incontrò nell'elegante e selettivo salotto parigino di Madame Fitz-James, la Wharton non esitò a definirla nel suo diario «una donna tozza e grossa, rossa in faccia e sul collo», riconoscendo, però, che quando prendeva la parola era capace di raggiungere punte che l'americana cosmopolita e chic non aveva mai rilevato nei discorsi delle altre donne. ([[Elisabetta Rasy]])
*Di Roma non la interessavano i monumenti e le opere d'arte, ma la politica, la circolazione di idee e di denaro, la promessa di modernità. Anche se, rispetto alle altre emancipate dell'epoca, non solo le italiane, Matilde fu al tempo stesso più audace e più conservatrice. Non amava le suffragette, ma voleva essere indipendente; apprezzava gli uomini e i piaceri – e i tormenti – dell'amore, ma aveva il gusto degli affari e del denaro; non saltava un giorno di lavoro ma accettava con serenità le sue numerose maternità – come se in lei convivessero un uomo moderno e una donna all'antica. ([[Elisabetta Rasy]])
*La cultura e l'esperienza si fondevano in lei nello splendore della sua vigorosa intelligenza. ([[Edith Wharton]])
*La giovane Matilde non avrebbe ripetuto il genio ch'ebbe e quella sua, davvero scespiriana, ampiezza di visione se fosse vissuta altrove o altrove fosse nata all'arte. Il fenomeno più interessante, nell'arte di donna Matilde, è appunto questa sua facoltà di assorbire e di serbare, trasformandolo, il mondo esterno. In un'epoca nella quale non si conosceva ancora [[Marcel Proust]], ella poteva dire di sé: «Dal primo giorno che ho scritto, io non ho mai voluto e saputo essere altro che una fedele e umile cronista della mia memoria. Mi sono affidata all'istinto e non credo che mi abbia ingannato.»<br>Non sapremmo immaginare, perciò, fuori di Napoli e di quella Napoli, la più verace e sincera Matilde Serao. Non è possibile staccarla dalle strade e dai vicoli della sua prima giovinezza. ([[Giovanni Artieri]])
*La Serao, nonostante le ambizioni proprie e la moda letteraria del suo tempo è, e resta, un grande poeta di Napoli. Nasce alla vita dell'arte come una creatura di Napoli, un suggerimento o una espansione della città. ([[Giovanni Artieri]])
*Matilde Serao fu il simbolo napoletano della rivoluzione femminile, lei che di certo [[femminismo|femminista]] non era, ma ugualmente esempio straordinario di scrittrice, imprenditrice, organizzatrice e madre insieme: potentissima fondatrice di giornali, ricercatrice di fondi, scrittrice inesauribile di romanzi e racconti, candidata al Nobel, scippatole da un'altra considerevole narratrice e figura di donna, [[Grazia Deledda]]. ([[Antonella Cilento]])
*Solo nel 1900 Matilde Serao, autrice di un galateo destinato alle donne in cui vi è una appendice per le care fanciulle, «Piccolo codice per le signorine» –, è molto assertiva nel precisare quando finisce l'infanzia: «Da dodici anni in poi si finisce di essere bimbe», a tredici si è «giovanette», a sedici «signorine» e a diciotto anni si è «presentate in società». ([[Simonetta Ulivieri]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Addio, Amore!]'', A. Barion Edit. Tip., Milano-Sesto S. Giovanni, 1927.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm All'erta, sentinella]'', Milano, Baldini e Castoldi, 1914.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Castigo]'', Milano, Armando Curcio Editore, 1977.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Cuore infermo]'', Roma, Lucarini, 1988. ISBN 8870332446
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Dal vero]'', Perussia & Quadrio, Milano, 1879.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Ella non rispose]'', Milano, F.lli Treves, 1919.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Fantasia]'', Firenze, A. Salani, stampa 1932.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Fior di passione]'', Giuseppe Galli Editore, Milano, 1888.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Gli amanti: pastelli]'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1894.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm I capelli di Sansone]'', casa editrice Madella, Sesto S. Giovanni [Milano], 1914.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Il romanzo della fanciulla]'', Milano, Treves, 1893.
*Matilde Serao, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/serao/il_ventre_di_napoli/pdf/serao_il_ventre_di_napoli.pdf Il ventre di Napoli]'', Perrella, Napoli, 1906.
*Matilde Serao, ''[https://archive.org/details/laballerina01serauoft/page/n2/mode/1up La ballerina]'', 2 voll, Cav. Niccolò Giannotta editore, Catania, 1899.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm La mano tagliata]'', Firenze, A. Salani, 1912.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm La moglie di un grand'uomo]'', Milano, Dott. R. Quintieri, 1919.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Le amanti: La grande fiamma, Tramontando il sole, L'amante sciocca, Sogno di una notte d'estate]'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1894.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm L'infedele]'', Ditta Edit. Brigola di E. Brigola e G. Marco, Milano, 1897.
*Matilde Serao, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/serao/leggende_napoletane/pdf/leggen_p.pdf Leggende napoletane]'', Edizioni Bideri spa, Napoli, 1970.
*Matilde Serao, ''[[s:Indice:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu|Leggende napoletane]]'', Edoardo Perino Editore-Tipografo, Roma, 1895.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Nel paese di Gesù. Ricordi di un viaggio in Palestina]'', Milano, Treves, 1923.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm O Giovannino, o la morte]'', Edizioni e/o, Roma, 1995. ISBN 8876412476
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Pagina azzurra (Commedie borghesi)]'', Firenze, Casa editrice italiana, 1910.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Piccole anime]'', Milano, Libreria ed. Galli di C. Chiesa e F. Guindani, 1890.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Storia di due anime]'', in "[Opere di Matilde] Serao", a cura di Pietro Pancrazi, Milano, A. Garzanti, 1944.
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'''Matilde Serao''' (1856 – 1927), scrittrice e giornalista italiana.
==Citazioni di Matilde Serao==
*Attraverso tutta la {{sic|rettorica}} delle sue idee e delle sue narrazioni, attraverso quel concetto ristretto del bene e del male, fiorisce una certa verità popolare, che sarà poi il punto di partenza onde i sociologi e gli artisti trarranno il grande materiale del romanzo napoletano. Piccola verità popolare, invero, e che consisteva soltanto nel chiamare coi loro veri nomi i tetri frequentatori delle bettole, col loro nome esatto e colla loro topografia i vicoli sordidi e lugubri, dove si annida in Napoli l'onta, la corruzione, la morte: piccola verità affogata nella frondosità fastidiosa del romanziere, che ha cominciato a vedere, ma che non ha forza, coraggio, tempo di veder molto, di veder tutto: piccola verità, dirò così esteriore, che la falsità bonaria del resto annega, ma che è verità, ma che è uno spiraglio di luce attraverso la tenebra, ma che è la fioca lampada nella notte profonda, che altri vedrà e che li condurrà alla loro strada, a tutta quanta la verità com'è, nuda, schietta, tutta piena di strazio, ma non senza conforto. (da un articolo necrologico del 1891.<ref>Citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, p. 316.</</ref>)
*Dal primo giorno che ho scritto, io non ho mai voluto e saputo essere altro che una fedele e umile cronista della mia memoria. Mi sono affidata all'istinto e non credo che mi abbia ingannato.<ref>Citato in [[Giovanni Artieri]], ''Napoli, punto e basta?, {{small|Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non}}'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980, p. 124.</ref>
*Fresca profonda verde foresta. La luce vi è mite, delicatissima, il cielo pare infinitamente lontano; è deliziosa la freschezza dell'aria; in fondo al burrone canta il torrente; sotto le felci canta il ruscello ... Si ascende sempre, fra il silenzio, fra la boscaglia fitta, per un'ampia via ... Tacciono le voci umane ... Non v'è che questa foresta, immensa, sconfinata: solo quest'alta vegetazione esiste. Siamo lontani per centinaia di miglia dall'abitato: forse il mondo è morto dietro di noi. Ma ad un tratto, tra la taciturnà serena di questa boscaglia, un che di bianco traspare tra le altezze dei faggi. Questa è Ferdinandea. (dal ''Corriere di Roma'' del 19 settembre 1886)
*Giammai principe sopportò le avversità della fortuna con la fermezza silenziosa e la dignità di [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco secondo]]. Colui che era stato o era parso debole sul trono, travolto dal destino, dalla ineluttabile fatalità , colui che era stato schernito come un incosciente, mentre egli subiva una catastrofe creata da mille cause incoscienti, questo povero re, questo povero giovane che non era stato felice un anno, ha lasciato che tutti i dolori umani penetrassero in lui, senza respingerli, senza lamentarsi; ed ha preso la via dell'esilio e vi è restato trentaquattro anni, senza che mai nulla si potesse dire contro di lui. Detronizzato, impoverito, restato senza patria, egli ha piegato la sua testa sotto la bufera e la sua rassegnazione ha assunto un carattere di muto eroismo. Galantuomo come uomo e gentiluomo come principe, ecco il ritratto di Don Francesco di Borbone.<ref>Da ''Il re di Napoli'', in ''Il Mattino'' del 29 dicembre 1894; citato in Gigi di Fiore, ''L'ultimo re di Napoli. {{small|L’esilio di Francesco II di Borbone nell’Italia dei Savoia}}'', UTET, 2018, [https://books.google.it/books?id=GkttDwAAQBAJ&lpg=PT287&dq=it&pg=PT287#v=onepage&q&f=false p. 287]. ISBN 978-88-511-6521-5</ref>
*I gusti sono differenti. Vi è chi, leggendo il giornale, si diletta nei brillanti paradossi dell'articolo di fondo, seguendone mentalmente le evoluzioni: molti frequentano l'appendice, pianterreno lugubre e sanguinoso, dove si commettono, sera per sera, i più atroci delitti: alcuni scelgono la cronaca ''interna'' dove leggono importantissimi fatti avvenuti nell'Uraguay, a [[Capracotta]] o a Roccacannuccia; altri prediligono i telegrammi particolari, tanto particolari che talvolta i fili del telegrafo non ne hanno saputo nulla: non mancano, infine, gli amatori della quarta pagina. (da ''Estratto dello stato civile'', in ''Dal vero'')
*{{NDR|Scrivendo a un amico poco dopo il suo arrivo a Roma}} Io sto bene come salute fisica, come salute morale sono in un periodo di produzione febbrile da far paura: scrivo dappertutto e di tutto con audacia unica, conquisto il mio posto a forza di urti, di gomitate, col fitto e ardente desiderio di arrivare, senza avere nessuno che mi aiuti o quasi nessuno. Ma tu sai che io non do ascolto alle debolezze del mio sesso e tiro avanti per la vita come se fossi un giovanotto».<ref>Citata in [[Elisabetta Rasy]], ''Matilde Serao'', in AA.VV., ''Italiane. {{small|Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale}}'', vol. I, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, pp. 169-170.</ref>
*Ma il ponente, si sa, serve a cullare col suo rombo il paesaggio napoletano che dorme, è la canzone che concilia il sonno delle persone, delle case e degli alberi.<ref>Da ''All'erta, sentinella!'', Galli, Milano, 1896, p. 2.</ref>
*{{NDR|Rispondendo ai colleghi del ''Corriere di Napoli'' che, stupiti dalla sua decisione, le chiedevano i motivi del suo trasferimento a Roma}} Nient'altro che scrivere. Questo è il mio mestiere. Questo è il mio destino. Scrivere fino alla morte.<ref>Citata in [[Elisabetta Rasy]], ''Matilde Serao'', in AA.VV., ''Italiane. {{small|Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale}}'', vol. I, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, p. 170.</ref>
*Poche province meridionali e sopra tutto poche città hanno monumenti così importanti e così degni di studio come [[Benevento]]. Capitale di un forte ducato, sede di principi valorosi, conserva ancora oggi nei suoi monumenti le tracce dell'antica grandezza.<ref name="Napoli, N 1889, p. 492">da ''Corriere di Napoli'', N.° 226, anno XVIII; citato in Almerico Meomartini, ''I monumenti e le opere d'arte di Benevento'', 1889, p. 492.</ref>
*Qui e la spunta la roccia, nuda, nera, ciclopica. Non è dunque questo Ferdinandea? No, questo è [[Pazzano]]: paese di pietra e paese di ferro. Sta nell'aria e si respira il ferro: sgorga e si rovescia dalla bocca delle miniere, rossastro, sottilissimo, dilagante in flutti di polvere. (agosto 1883) {{da controllare|citazione necessaria|Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.}}
*Romba, romba il [[Vesuvio]], proprio su noi, proprio su tutti noi: alto è l'incendio del cratere, oramai, nella sera che discende; si erge, spaventosa, innanzi a noi, la duplice massa bruna e mostruosa delle due lave immote: ardono, esse, profondamente, le lave; e, intanto, una pazzia è nelle persone, popolani, contadini, signori, indigeni, napoletani, stranieri, come una tragica gazzarra è intorno a quel paesaggio di tragedia, fra il pericolo appena scongiurato di questa notte, e il pericolo imminente di domani! (da ''Il giorno'', 1906; ora in ''Sterminator Vesevo. Diario dell'eruzione aprile 1906'', 1910)
*Sotto il vivo raggio del sole, il glauco [[mare]] freme di gioia; è fresco, è profumato. Le sue voci seduttrici sono irresistibili, e bisogna evitare di guardare per non gettarvisi dentro, anelanti del suo abbraccio. Le serate sono splendide, la [[Villa comunale di Napoli|Villa]] è gaia, le fanciulle sotto gli alberi somigliano molto alla Galatea di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], sono più... o forse meno vestite, ecco tutte, ecco tutto. Ci è da divertirsi, ci è da respirare a pieni polmoni l'aria leggiera, ci è da sorridere, financo, financo... ci è da innamorarsi. Non per te, lo so, e già mi pento di questa insinuazione contro la fedeltà di un uomo che emulerà Filemone e Bauci. (da una lettera a Gaetano Bonavenia da Napoli del 23 giugno 1878<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', pp. 135-136.</ref>)
*{{NDR|Su [[Benevento]]}} Una delle più antiche e delle più gloriose città del Mezzogiorno<ref name="Napoli, N 1889, p. 492"/>.
==''Il ventre di Napoli''==
===[[Incipit]]===
Efficace la frase, Voi non lo conoscevate, onorevole [[Agostino Depretis|Depretis]], il ventre di [[Napoli]]. Avevate torto, perché voi siete il Governo e il Governo deve saper tutto. Non sono fatte pel Governo, certamente, le descrizioncelle colorite di cronisti con intenzioni letterarie, che parlano della via Caracciolo, del mare glauco, del cielo di cobalto, delle signore incantevoli e dei vapori violetti del tramonto: tutta questa rettorichetta a base di golfo e di colline fiorite, di cui noi abbiamo già fatto e oggi continuiamo a fare ammenda onorevole, inginocchiati umilmente innanzi alla patria che soffre; tutta questa minuta e facile letteratura frammentaria, serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata per racconti di miserie. Ma il governo doveva sapere l'''altra parte''; il governo a cui arriva la statistica della mortalità e quella dei delitti; il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti, dei questori, degli ispettori di polizia, dei delegati; il governo a cui arrivano i rapporti dei direttori delle carceri; il governo che sa tutto: quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un anno, in un paese; quante femmine disgraziate, diciamo così, vi esistano, e quanti ammoniti siano i loro amanti di cuore, quanti mendichi non possano entrare nelle opere pie e quanti vagabondi dormano in istrada, la notte; quanti nullatenenti e quanti commercianti vi sieno; quanto renda il dazio consumo, quanto la fondiaria, per quanto s'impegni al Monte di Pietà e ''quanto renda il lotto''. Quest'altra parte, questo ventre di Napoli, se non lo conosce il Governo, chi lo deve conoscere? E se non servono a dirvi tutto, a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, a che questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto? E, se voi non siete la intelligenza suprema del paese che tutto conosce e a tutto provvede, perché siete ministro?
===Citazioni===
*Napoli è il paese dove meno costa l'opera tipografica; tutti lo sanno: gli operai tipografi sono pagati un terzo meno degli altri paesi. Quelli che guadagnano cinque lire a Milano, quattro a Roma, ne guadagnano due a Napoli, tanto che è in questo benedetto e infelice paese, dove più facilmente nascono e vivono certi giornaletti poverissimi, che altrove non potrebbero pubblicare neppure tre numeri. I sarti, i calzolai, i muratori, i falegnami sono pagati nella medesima misura; una lira, venticinque soldi, al più, trenta soldi al giorno per dodici ore di lavoro, talvolta penosissimo. I tagliatori di guanti guadagnano novanta centesimi al giorno. E notate che la gioventù elegante di Napoli, è la meglio vestita d'Italia: che a Napoli si fanno le più belle scarpe e i più bei mobili economici; notate che Napoli produce i migliori guanti. (pp. 20-21)
*Ascoltate un poco, quando una operaia napoletana nomina i suoi figli. Dice: ''le creature'', e lo dice con tanta dolcezza malinconica, con tanta materna pietà, con un [[amor materno|amore]] così doloroso, che vi par di conoscere tutta, acutamente, la intensità della miseria napoletana. (p. 24)
*La massima golosità è il ''[[Zuppa di soffritto|soffritto]]'': dei ritagli di carne di maiale cotti con olio, pomidoro, peperone rosso, condensati, che formano una catasta rossa, bellissima all'occhio, da cui si tagliano delle fette: costano cinque soldi. In bocca, sembra dinamite. (p. 29)
*Credete che al napoletano basti la [[Madonna]] del Carmine? Io ho contati duecentocinquanta appellativi alla Vergine, e non sono tutti. Quattro o cinque tengono il primato. Quando una napoletana è ammalata o corre un grave pericolo, uno dei suoi, si vota a una di queste Madonne. Dopo scioglie il voto, portandone il vestito, un abito nuovo, benedetto in chiesa, che non si deve smettere, se non quando è logoro. Per l'Addolorata il vestito è nero, coi nastri bianchi; per la Madonna del Carmine, è color pulce coi nastri bianchi; per l'Immacolata Concezione, bianco coi nastri azzurri; per la Madonna della Saletta, bianco coi nastri rosa. Quando non hanno i danari per farsi il vestito, si fanno il grembiule; quando mancano di sciogliere il voto, aspettano delle sventure in casa.<br />E il sacro si mescola al profano. Per aver marito, bisogna fare la novena a san Giovanni, nove sere, a mezzanotte, fuori un balcone, e pregare con certe antifone speciali. (p. 34)
*Il popolo napoletano, che è sobrio, non si corrompe per l'acquavite, non muore di ''delirium tremens''; esso si corrompe e muore pel lotto. Il [[lotto]] è l'acquavite di Napoli. (p. 45)
*E, in ultimo, sapete che è accaduto? Che il popolo, non potendo abitare il [[Corso Umberto I|Rettifilo]], di cui le pigioni sono molto care, non avendo le traverse a sua disposizione, non avendo delle ''vere case del popolo'', è stato respinto, respinto, dietro il paravento! Così si è accalcato molto più di prima; così il Censimento potrebbe dirvi che tutta la facciata del Rettifilo, è poco abitata, e tutto ciò che è dietro, disgraziatamente, è abitato più di prima; che dove erano otto persone, ora sono dodici; che lo spazio è diminuito e le persone sono cresciute; che il Rettifilo, infine, ha fatto al popolo napoletano più male che bene! (p. 96)
*Quel che si è fatto a Nizza e a Montecarlo, ha formato la fortuna di tutta la Cornice da Mentone a Hyères quel che si è fatto al Cairo, ha formato la fortuna di tutto l'Egitto: sia, sia, questa opera buona, questa opera santa, e in questo paese così bello e così povero, così affascinante e così pieno di miseria, in questo paese così delizioso e dove si muore di fame, in questo paese dall'incanto indicibile, si dia alla industria del forestiero la forma larga, felice, fortunata, che porti, a Napoli, il solo modo di far vivere centinaia di migliaia di persone! (p. 110)
*Un cattivo odore di stantio, di cose antiche e consunte, tenute troppo tempo chiuse e tirate fuori, si è diffuso nell'aria che respiriamo, da qualche giorno. Nei primi comizî, nei primi proclami, con una certa finzione di serietà, anche, son venuti fuori dagli armadi sgangherati della rettorica amministrativa: il partito ''clerico-borbonico'', il partito ''clerico-moderato'', il partito ''socialistoide'', il partito ''anarcoide'' e, persino, guarda, guarda, quella consumatissima cosa che è il partito ''liberale''. (1906, p. 138)
*Troppo ho sofferto nell'onore e nella prosperità: troppo ho lagrimato di vergogna e di indignazione. Io debbo cominciare per salvarmi, se voglio esser salvata da tutto, da tutti. Nelle mie mani è la mia prima risurrezione: cioè quella della mia esistenza, morale, cioè quella del mio decoro sociale. Farò, io, veder al mondo, all'Europa, all'Italia che di tutti i doni della sorte, io sono degna, che di tutti gli aiuti fraterni, io sono degna, io, Napoli, paese di gente onesta, mandando al Comune solo gli onesti, chiedendo ad essi, che da essi si prosegua e si esalti la mia riabilitazione! (p. 143)
==''La ballerina''==
===[[Incipit]]===
Carmela Minino, in piedi presso il cassettone, macchinalmente, contò ancora una volta il denaro che teneva chiuso nello sdrucito piccolo portafogli: e vi trovò sempre le medesime diciotto lire, tre biglietti da cinque e tre biglietti da una lira che vi erano il giorno prima e la settimana prima. Si cavò di tasca il portamonete che portava addosso, quando usciva e dove riponeva i pochi spiccioli per pagare l'omnibus, per pagare la sedia, alla messa, per bere un bicchier d'acqua: vi pescò sette soldi. E con un atto puerile e triste guardò desolata e ansiosa intorno, quasi che dalle nude pareti della sua stanza, dai poveri mobili strettamente necessarii potesse uscire, fantasticamente, qualche immaginaria somma di denaro che venisse ad aumentare il suo così insufficiente capitaletto.
===Citazioni===
*Sotto il cielo basso e bigio, in quel tetro giorno di novembre, il camposanto di Napoli che occupa una delle sue più belle e più amene colline, quella di Poggioreale, conservava il suo aspetto d'immenso e florido giardino signorile: e i suoi cespuglietti di fìori vivaci che circondano le tombe e le sue siepi di bosso e di mortella che dividono gii ombrosi viali dai campi pieni di lapidi e i boschetti di alberi dove da mattina a sera cinguettano gii uccellini, gli alberi alti che ombreggiano le sue cappellette, le sue chiesette, i suoi più grandi monumenti, gli conservano, in ogni stagione questo grandioso aspetto di parco aristocratico, qua e là interrotto da piccoli editici ora vezzosi, ora pomposi. Non solo nel giorno della commemorazione dei morti, ma sempre vi lavorano giardinieri, sotto la direzione di qualcuno che ama quel camposanto teneramente, e le più belle rose di Napoli vi crescono e i meravigliosi crisantemi, di ogni tinta, ne smaltano persino le aiuole dei poveri e in tutte le stagioni pare che vi sorrida dolcemente la primavera dei morti. Tutto l'anno il [[Cimitero di Poggioreale|camposanto di Poggioreale]] ha un aspetto, nella sua florida solitudine, raccolto, non triste; mentre in quel giorno, coi suoi viali neri di gente, con tutte le porte delle sue cappelle, delle sue chiese, dei suoi grandi monumenti da cui escivan chiarore di {{sic|cerei}}, canti liturgici e odore d'incensi, misto a quello dei fiori freschi, il suo aspetto, sempre, non era triste, ma singolare, ma bizzarro, come di una strana fiera mortuaria, come di una mai vista pompa funebre, in un parco vastissimo, percorso da una folla immensa e svariata. (vol. I, pp. 43-44)
*Ella sorrideva dagli occhi e dalle labbra, danzando, mentre il suo corpo pieghevole si arrotondava allo slancio lievissimo: ella danzava, senza che mai quel sorriso, quel lampeggio degli occhi venissero meno, per la fatica: ella danzava, così, come se null'altro ella fosse venuta a fare, sulla terra. E veramente, la sua irresistibile perizia, veramente la delizia di quella danza facevano delirare le platee: e dal loggione dove il popolo si ammassava nelle serate classiche alle poltrone d'orchestra dove si raccoglieva la nobiltà napoletana, il nome di [[Amina Boschetti]] era acclamato come quello di una trionfatrice. La coprivano di fiori, di doni, di gioielli: le offrivano i loro cuori e le loro fortune: ed ella tutto accoglieva, sorvolando su tutto, sapendo che i fiori, i gioielli, i cuori, le fortune, erano fatti per lei, perché i suoi piedini calzati dalle fini scarpette di raso rosa vi facessero in mezzo una gaia danza. (vol. I, pp. 55-57)
==''Leggende napoletane''==
*Mancano a noi le nere foreste del Nord, le nere foreste degli abeti, cui l'uragano fa torcere i rami come braccia di colossi disperati; mancano a noi le bianchezze immacolate della neve che dànno la vertigine del candore; mancano le rocce aspre, brulle, dai profili duri ed energici; manca il mare livido e tempestoso. Sui nostri prati molli di rugiada non vengono gli ''elfi'' a danzare la ridda magica; non discendono dalle colline le peccatrici ''walkirie'', innamorate degli uomini; non compaiono al limitare dei boschi le ''roussalke'' bellissime; qui non battono i panni umidi le maledette lavandaie, perfide allettatrici del viandante; il folletto ''kelpis'' non salta in groppa al cavaliere smarrito. (da ''La città dell'amore'', p. 3)
*Napoli, la città della giovinezza, attendeva Parthenope e Cimone; ricca, ma solitaria, ricca, ma mortale, ricca, ma senza fremiti. Parthenope e Cimone hanno creata Napoli immortale. (da ''La città dell'amore'', p. 4)
*Se interrogate uno storico, o buoni ed amabili lettori, vi risponderà che la tomba della bella Parthenope è sull’altura di San Giovanni Maggiore, dove allora il mare lambiva il piede della montagnola. Un altro vi dirà che la tomba di Parthenope è sull’altura di Sant’Aniello, verso la campagna, sotto Capodimonte. Ebbene, io vi dico che non è vero. Parthenope non ha tomba, Parthenope non è morta. Ella vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni. Ella corre ancora sui poggi, ella erra sulla spiaggia, ella si affaccia al vulcano, ella si smarrisce nelle vallate. È lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori: è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene; è lei che rende irresistibile il profumo dell’arancio; è lei che fa fosforeggiare il mare. Quando nelle giornate d’aprile un’aura calda c’inonda di benessere è il suo alito soave: quando nelle lontananze verdine del bosco di Capodimonte vediamo comparire un’ombra bianca allacciata ad un’altra ombra, è lei col suo amante; quando sentiamo nell’aria un suono di parole innamorate; è la sua voce che le pronunzia; quando un rumore di baci, indistinto, sommesso, ci fa trasalire, sono i suoi baci; quando un fruscìo di abiti ci fa fremere al memore ricordo, è il suo peplo che striscia sull’arena, è il suo piede leggiero che sorvola; quando di lontano, noi stessi ci sentiamo abbruciare alla fiamma di una eruzione spaventosa, è il suo fuoco che ci abbrucia. È lei che fa impazzire la città: è lei che la fa languire ed impallidire di amore: è lei la fa contorcere di passione nelle giornate violente dell’agosto. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non ha tomba, è immortale, è l’amore. Napoli è la città dell’amore.
*Ognuno sa che Iddio, generoso, misericordioso e magnifico Signore, ha guardato sempre con occhio di predilezione la città di Napoli. Per lei ha avuto tutte le carezze di un padre, di un innamorato, le ha prodigato i doni più ricchi, più splendidi che si possano immaginare. (da ''Virgilio'', p. 9)
*Il bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le muraglie, poiché l’onda del mare non è perfida come quella dei laghi e dei fiumi, assalta ma non corrode. Le finestre alte, larghe, senza vetri, rassomigliano ad occhi senza pensiero; nei portoni dove sono scomparsi gli scalini della soglia, entra scherzando e ridendo il flutto azzurro, incrosta sulla pietra le sue conchiglie, mette l’arena nei cortili, lasciandovi la verde e lucida piantagione delle sue alghe. Di notte il palazzo diventa nero, intensamente nero; si serena il cielo sul suo capo, rifulgono le alte e bellissime stelle, fosforeggia il mare di Posillipo, dalle ville perdute nei boschetti escono canti malinconici d'amore e le monotone note del mandolino: il palazzo rimane cupo e sotto le sue {{sic|vôlte}} fragoreggia l’onda marina. Ogni tanto par di vedere un lumicino passare lentamente nelle sale e fantastiche ombre disegnarsi nel vano delle finestre: ma non fanno paura. (da ''[[Palazzo Donn'Anna|Il palazzo dogn'Anna]]'', 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/73|pp. 69-70]])
*Là, dove il mare del Chiatamone è più tempestoso, spumando contro le nere {{sic|roccie}} che sono le inattaccabili fondamenta del [[Castel dell'Ovo|Castello dell'Ovo]], dove lo sguardo malinconico del pensatore {{sic|scuopre}} un paesaggio triste che gli fa gelare il cuore, era altre volte, nel tempo dei tempi, cento anni almeno prima la nascita del Cristo Redentore, una isola larga e fiorita che veniva chiamata [[Isolotto di Megaride|Megaride]] o Megara che significa grande nell'idioma di Grecia. Quel pezzo di terra s'era staccato dalla riva di Platamonia, ma non s'era allontanato di molto: e quasi che il fermento primaverile passasse dalla collina all'isola, per le onde del mare, come la bella stagione coronava di rose e di fiorranci il colle, così l'isola fioriva tutta in mezzo al mare come un gigantesco gruppo di fiori che la natura vi facesse sorgere, come un altare elevato a Flora, la olezzante dea. Nelle notti estive dall'isola partivano lievi concenti e sotto il raggio della luna pareva che le ninfe marine, ombre leggiere, vi danzassero una danza sacra ed {{sic|inebbriante}}; onde il viatore della riva, colpito dal rispetto alla divinità, torceva gli occhi allontanandosi, e le coppie di amanti cui era bello errare abbracciati sulla spiaggia davano un saluto all'isola e chinavano lo sguardo per non turbare la sacra danza. Certo l'isola doveva essere abitata, ne' suoi cespugli verdi, nei suoi alberi, nei suoi prati, nei suoi canneti, dalle Nereidi e dalle Driadi: altrimenti non sarebbe stata così gaia sotto il sole, così celestiale sotto il raggio lunare, sempre colorita, sempre serena, sempre profumata. Era divina, poiché gli dei l'abitavano. (da ''Megaride'', 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/167|pp. 163-164]])
*Lassù, sul colle, vive il bosco verdeggiante dalle fresche {{sic|ombrie}}. I sentieri si allungano a perdita d'occhio sotto i grandi alberi; sulla terra scricchiolano lievemente le foglie morte. La vegetazione sbuca possente dal suolo, s'ingrossa nei tronchi nodosi, si espande nei rami che s'intrecciano, nelle innumerevoli foglie lucide e brune; ai piedi degli alberi cresce l'erba morbida e minuta, dalle foglioline piccine. Nelle siepi fiorisce l'anemone, e sfoglia al suolo i suoi petali la rosa selvaggia. Schizzano, sfilano le lucertoline grigio-verde, dalla testolina mobile ed intelligente, dalla coda nervosa. Sotto gli archi dei grandi alberi penetra temperata la luce; tra foglia e foglia il sole getta sulla terra dei cerchielli ridenti e luminosi; raggi sottili e biondi passano fra i rami. Il silenzio è profondo; è lontana, lontana la rumorosa città. Un profumo vivificante si espande; ogni tanto il garrito allegro di un uccello fa ondeggiare le conche rosee dell'aria. Non è, non è la piccioletta e magra natura dei giardini tagliati ad angoli retti, squadrati, polverosi e malinconici; non sono le aiuole di fiorellini variopinti che non dànno freschezza, non dànno ombra, tirati su con cure infinite; non è la natura corretta e riveduta, sfacciata e pomposa che si stende al sole senza vergogna, riarsa, secca. È la forte e possente natura che irrompe dalla terra vera, e allaga, e {{sic|innonda}} la campagna come oceano di verdura; è la natura pudica e grande del bosco, che si ammanta di foglie, che vela il volto divino, che molce la passione delle sue nozze nell'ombre discrete, nei placidi silenzi, nei recessi ignoti. È nell'immenso bosco che si sogna; nei quadrivi lontani trapassa rapidissimo un lieve fantasma; nei bruni tronchi apparisce qualche leggiadro volto di donna; la foglia che cade sembra il rumore di un bacio scoccato. È nel discreto e amabile bosco che sìama... (da ''La leggenda di [[Parco di Capodimonte|Capodimonte]]'', 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/205|pp. 201-203]])
*Pensa, o poetica amica, al felice connubio dell'arte con la natura, pensa alla celeste armonia fra l'uomo che crea ed il mondo da lui creato, pensa alla città che sarà bella e buona, tutta bianca e colorita dal sole, senza macchie, senza cenci: oh, allora, allora! O lontano avvenire, o giorno splendido che come quello di Faust meriteresti di essere fermato... (da ''La leggenda dell'avvenire'', 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/224|pp. 224-225]])
===[[Explicit]]===
*Ma i napoletani non temono: il Vesuvio è loro vecchio amico, vuole scherzare, è un brontolone, ma presto tacerà. Poi vi è S. Gennaro che con le dita sollevate in atto d'imperio, comanda alla lava di non avanzarsi; le donne pregano il parroco della cattedrale a portare in piazza San Gennaro di argento o il prezioso suo sangue che è conservato nelle ampolline. In qualche chiesetta si prega. Una mattina il sole non viene fuori, una fitta nube grigia nasconde il cielo, piove cenere; i napoletani sorridono ancora e vanno ai loro affari sotto quella strana pioggia. Ma il giorno seguente il rombo diviene tumultuoso, le scosse di terremoto si succedono l'una all'altra, orribili convulsioni squassano il monte, sui cui fianchi s'aprono dappertutto bocche di fuoco, le lave si uniscono, si fondono, sono una lava sola, è una montagna di lava che cammina verso la città coi suoi ruscelli di fuoco; soffocanti fetori di zolfo ammorbano l’aria, piove cenere calda e pesante, acqua bollente, piovono lapilli infuocati sulla città: riuniti al grande vulcano corrispondono con pauroso miracolo ridestati, le eruzioni dei monte Echia, dell’Epomeo e di Pozzuoli. Piove la morte. Nel clamore disperato dei morenti, nel fragore delle case che crollano, nel tuono del terremoto, nella spaventosa tempesta del mare che si rizza incollerito o ribelle, nel bagliore sanguigno che appena rischiara le cupe tenebre, in uno sconquasso che capovolge la natura e le cose, la lava vittoriosa entra in Napoli e Napoli finisce di morire in un incendio colossale.<br><br>E che? Tu sorridi ancora, orgogliosa creatura? Ti comprendo: leggo nel tuo pensiero come in un libro dalle pagine aperte. Tu pensi quello che io penso; tu sorridi a quella morte; questa Napoli che fu creata dall’amore, che visse nella passione della luce, dei colori smaglianti, dei profumi violenti, delle notti innamorate, visse nel lusso grandioso della natura e nella espansione superba del sentimento, questa città appassionata morirà bene, morirà degnamente nell’altissima e fiammeggiante apoteosi di un oceano di fuoco.
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Addio, Amore!''===
Lunga distesa, immobile sotto la bianca coltre del letto, con le braccia prosciolte e le mani aperte, con la bruna testa inclinata sopra una spalla, con un soffio impercettibile di respiro, ''Anna'' pareva dormisse da due ore, immersa nel profondo abbandono del sonno giovanile. Sua sorella Laura, che dormiva in un secondo candido lettino da fanciulla, all'altro capo della vasta stanza, aveva quella sera molto prolungata la sua solita lettura notturna, con cui sfuggiva alla conversazione ultima della giornata, fra sorelle. Ma appena l'ombra della lunga e fredda notte d'inverno aveva avvolto le cose e le persone della camera delle due fanciulle, Anna aveva schiuso gli occhi e li teneva fissi, sbarrati sul letto di laura, il cui biancore appariva confusamente, anche nell'oscurità.
===''All'erta, sentinella''===
Nella luminosa e calda ora pomeridiana, il paesaggio napoletano aveva dormito assai, deserto, silenzioso, immobile sotto il leonino sole di agosto. Nella lunga siesta, da mezzogiorno alle quattro, nessuna ombra d'uomo si era veduta, apparendo e sparendo, sulla gran pianura verde dei Bagnoli; sulla larga via bianca, a sinistra, che viene da Posillipo, rasentando l'ultimo spalto di quella collina che è anche un capo, larga via che è la delizia di quanti amano Napoli, stranieri e indigeni, non una carrozza, non un carretto; non una carrozza, non un carretto sulla dritta via, chiamata di Fuorigrotta, e che ai Bagnoli trova il suo primo angolo, voltando per andare a Pozzuoli, a Cuma, a Baia; non una nave sul mare, che sorpassasse il bellissimo capo di Posillipo, per andarsene lontano, linea nera filante, sormontata da un vago piumetto di fumo; non una vela bianca nel canale di Procida; non una barchetta intorno alla verde isola di Nisida, che prospetta, in tutta la sua lunghezza, la spiaggia dolce dei Bagnoli.
===''Castigo''===
Un alto e tetro silenzio era nella stanza di Cesare Dias. Egli stava seduto nel seggiolone di cuoio bruno, teneva appoggiati i gomiti sulla grande scrivania di legno scolpito e le due mani gli nascondevano gli occhi e la fronte: si vedean solo i capelli un po' scomposti e le labbra pallidissime sotto i mustacchi disfatti. Fuori, la triste giornata invernale declinava e tetre si facevano le ombre nell'austera stanza, tetre intorno a quella immobile figura di uomo di cui, nell'alto silenzio, parea non si udisse neanche il respiro.
===''Cuore infermo''===
Finiva la giornata violenta e tormentosa. Dal mattino la terra bruciava sotto lo splendido sole di agosto, bruciava lentamente, consumando le sue sorgenti di vita e di freschezza, diventando gialla, smorta, arida; l'aria rimaneva senza moto, greve, infiammata, carica di profumi acri; i fiori dei giardini morivano, estenuati da quel lusso di calore, simili a coppe d'incenso dove fumano intensamente gli ultimi granelli votivi; le vigne vesuviane, basse, contorte, arse dal nero terreno vulcanico, arse dal sole esalavano un forte sentore di zolfo che saliva al cervello; dai terrazzi saliva un penetrante odore di asfalto liquefatto.
===''Dal vero''===
Di certo il fanciullo era bellissimo. Aveva gli occhi grandi ed azzurri, ma di quell'azzurro vero, leale che non diventa mai nero di sera; il bianco della cornea era anche irradiato da una tinta bluastra, cosa che faceva sembrare anche più grande la pupilla: i lumi della sala, riflettendosi in quegli occhi azzurri, vi accendevano una stella luccicante, una sola. Poi era biondo; non tendente al giallo, come la Gioconda di Leonardo da Vinci, né al fulvo, come la Maddalena del Tiziano, e nemmeno come dovette essere biondo il danese Amleto: quei capelli erano fini, lucidi, biondi e dolci alla vista, riposavano lo sguardo stanco da tante teste sfrontatamente brune. Quella testina originale, dal profilo abbozzato, dai lineamenti puri, dalla fronte serena, attirava il mio sguardo.
===''Ella non rispose''===
<div align=right>''«Roma, notte di maggio...''</div>
«Non vi conosco: non mi conoscete. Non vi ho vista, mai. E vi vedrò, io, forse, mai? Voi, forse, non mi vedrete mai. Eppure la mia anima, inattesamente, si è legata, salda, alla vostra, in un vincolo tanto più tenace e stretto, in quanto che oscuro, fantastico e misterioso: e io sento di amarvi, con tutte le mie forze, come se il vostro volto di donna — siete voi giovane? bella? Non lo so: non vi conosco — come se questo volto chiuso nell'ombra, mi fosse seducentemente noto da mesi e da anni, come se il fascino della vostr'anima, da mesi e da anni si esercitasse su me e mi tenesse e mi avvincesse.
===''Fantasia''===
— Il fioretto di domani è questo — disse il predicatore, leggendo un cartellino: — Voi offrirete a Maria Vergine i sentimenti di rancore che avete nel cuore e abbraccerete la compagna di scuola, la maestra, la serva che credete di odiare.<br>
Nella penombra della cappella vi fu un movimento tra le educande grandi e tra le maestre: le piccine non si mossero. Delle piccine qualcuna sonnecchiava, qualcuna sbadigliava dietro la manina: sui rotondi visetti si dilatava la contrazione della noia.
===''Fior di passione''===
Fulvio s'inchinò, prese dalla mano di Paola il gelato che ella, sorridendo dolcissimamente, gli porgeva, e le disse, guardandola negli occhi:<br>
- Vi amo.<br>
- Non dovete amarmi – mormorò lei, senza scomporsi, seguitando a sorridere.<br>
- E perché?<br>
- Perché ho marito – ribatté ella, ma placidamente.<br>
- Non importa!
===''Gli amanti: pastelli''===
Donna Grazia scrive così, di questo suo amante:<br>
La prima volta in cui Nino Stresa mi mancò di rispetto, fu in un ballo. Ero vestita di broccato bianco, quella sera: e il busto del vestito era sostenuto, sulle spalle, da due fascie di brillanti che formavano manica. Egli, Nino Stresa, mi cominciò a guardare, di lontano, poco dopo la mia apparizione nel ballo: e non potei più fare un movimento per passeggiare o per ballare, senza sentire il suo sguardo fermo sovra me.
===''I capelli di Sansone''===
Paolo Joanna andava e veniva per la stanza, vestendosi, straccamente, ancora tutto pieno di sonno. Sul suo letto disfatto stavano una quantità di giornali aperti e spiegazzati, cascavano dalla sponda, giacevano sul tappetino miserabile, erano quelli della sera innanzi, su cui si era addormentato, su cui si era arrotolato, dormendo: quelli della mattina, ancora chiusi dalle fascette multicolori erano deposti sul vecchio tavolino da notte, accanto a una tazza da caffè — e attratte dal fondiccio melmoso del caffè, dove lo zucchero si liquefaceva, le mosche vi ronzavano attorno — e un sottile odore d'inchiostro di stamperia fluttuava nell'aria.
===''Il paese di cuccagna''===
Dopo mezzogiorno il sole penetrò nella piazzetta dei Banchi Nuovi, allargandosi dalla litografia Cardone alla farmacia Cappa e di là si venne allungando, risalendo tutta la strada di Santa Chiara, dando una insolita gaiezza di luce a quella via che conserva sempre, anche nelle ore di maggior movimento, un gelido aspetto fra claustrale e scolastico. Ma il gran movimento mattinale di via Santa Chiara, delle persone che scendono dai quartieri settentrionali della città, Avvocata, Stella, San Carlo all'Arena, San Lorenzo e se ne vanno ai quartieri bassi di Porto, Pendino e Mercato, o viceversa, dopo il mezzogiorno andava lentamente decrescendo; l'andirivieni delle carrozze, dei carri, dei venditori ambulanti, cessava: era un continuo scantonare per il Chiostro di Santa Chiara, per il vicolo Foglia, verso la viuzza di Mezzocannone, verso il Gesù Nuovo, verso San Giovanni Maggiore. Presto, la gaiezza del sole illuminò una via oramai solitaria.
===''Il romanzo della fanciulla''===
Come Maria Vitale schiuse il portoncino di casa, fu colpita dalla gelida brezza mattutina. Le rosee guancie pienotte impallidirono pel freddo; il corpo giovenilmente grassotto rabbrividì nell'abituccio gramo di lanetta nera: ella si ammucchiò al collo e sul petto lo sciallino di lana azzurra, che fingeva di essere un paltoncino. Nella piazzetta dei Bianchi non passava un'anima: la bottega del fabbro era ancora chiusa, la tipografia del ''Pungolo'' era sbarrata: per i vicoli di Montesanto, di Latilla, dei Pellegrini, dello Spirito Santo che sbucavano nella piazzetta, non compariva nessuno. Una nitida luce bigia si diffondeva sulle vecchie case, sui vetri bagnati di brina, sui chiassuoli sudici: e il cielo aveva la chiarezza fredda, la tinta metallica e finissima delle albe invernali. Allora Maria Vitale, mentre si avviava, sorpresa dal silenzio e dalla solitudine, fu côlta da una vaga inquietudine.
===''L'infedele''===
Tre sono i personaggi di questa istoria d'amore: Paolo Herz, Luisa Cima e Chérie. Malgrado il suo cognome tedesco, Paolo Herz è italiano, di madre e di padre italiani, delle provincie meridionali. Veramente, non è inutile aggiungere che l'avo paterno di Paolo era tedesco. Questo nonno aveva lasciato la Germania in piccolissima età, emigrando in Italia: qui era cresciuto, aveva lavorato ad accrescere la sostanza famigliare e il decoro del nome Herz: qui si era ammogliato con una italiana, e aveva procreato dei figli. Così i legami con la patria di origine, almeno quelli esteriori, si eran venuti col tempo, con la lontananza, rallentando e poi, più tardi, sciogliendosi: tanto che gli Herz sembrava non conservassero più nessuna traccia nordica nel temperamento e nel carattere.
===''La mano tagliata''===
Tutto chiuso nella preziosa pelliccia di lontra, fumando una fine e odorosa sigaretta russa, Roberto Alimena guardava distrattamente il facchino dalla blusa azzurra che, ritto nel compartimento di prima classe, collocava pazientemente sulla reticella i bagagli eleganti e ricchi del giovane viaggiatore, le valigie, i sacchi da viaggio, i portamantelli, le borsette di cuoio dalle cifre di argento: ''R. A''.
===''La moglie di un grand'uomo''===
Vi era una volta una fanciulla — ohimè quante ve ne furono e quante ve ne sono! — una fanciulla che doveva pacificamente sposare un giovanotto. Costui era un bravo ragazzo, negoziante all'ingrosso di spirito e di zucchero; i suoi buoni amici dicevano che del primo non gliene rimaneva mai in deposito e del secondo troppo, volendo significare, con una ignobile freddura, che era buono e stupido.
===''La virtù di Checchina''===
Venne ad aprire Susanna, la serva. Portava un vestito di lanetta bigia, stinto, rimboccato sui fianchi, lasciando vedere una sottana frusta di cotonina scura; il grembiule di tela grossa era cosparso di macchie untuose; teneva in mano uno strofinaccio puzzolente. Entrando, Isolina fece una smorfia di disgusto.<br />
– C'è Checchina? – chiese.<br />
– C'è – rispose Susanna, stringendo le sue labbra sottili di beghina.<br />
– E che fa?<br />
– Stiamo ripulendo i mobili, col petrolio.<br />
– Volevo dire che si sentiva questo puzzo! E non ci pigliate una malattia, voi?<br />
– Il puzzo del petrolio non fa male.
===''Le amanti''===
====''La grande fiamma''====
Nell'ora tarda della sera, partita l'ultima persona amica o indifferente, per la quale essa provava l'orgogliosa e invincibile necessità di mentire, chiuse tutte le porte ermeticamente, piombata la casa nel profondo silenzio notturno, interrogate con lo sguardo sospettoso fin le fantastiche penombre della sua stanza solitaria, dove sola vivente era una pia lampada consumantesi innanzi a una sacra immagine, prosciolto il suo spirito dall'obbligo della bugia e le sue labbra dall'obbligo del sorriso, ella si lasciava abbruciare dalla grande fiamma.
====''Tramontando il sole''====
- Chiarina, ti presento un amico, Giovanni Serra – disse la padrona di casa, mentre Serra faceva un grande inchino.<br>
- Oh Anna, ma io lo conosco! – esclamò Clara Lieti, vivacemente, stendendogli la mano con un atto famigliare.<br>
- Veramente? E come? – soggiunse Anna, con quel falso interesse mondano, che copre di amabilità la perfetta indifferenza.<br>
- Da vari anni.... da moltissimi anni.... da un numero infinito di anni, lo conosco – e Clara finì con una risatina squillante.
====''L'amante sciocca''====
Paolo Spada aspettava la sua nuova innamorata, con una vivace curiosità mescolata a una certa tenerezza piena d'indulgenza e a movimenti improvvisi e insoliti di buon umore. Egli aveva realizzato, finalmente, dopo alcuni anni vissuti fra i tormentosi piaceri di amori inconsciamente complicati, dopo aver adorato delle bizzarre e inquietanti creature che eran tali, naturalmente, o che si affrettavano a diventare bizzarre e inquietanti al suo contatto, dopo essere stato adorato nelle forme più turbolenti, più folli e più tetre dalle medesime creature, finalmente, egli aveva realizzato un suo antico desiderio: desiderio fluttuante sempre in quell'anima, ora sommersa in fondo al naufragio di qualche stravagante passione, ora galleggiante sul mare cheto che segue le tempeste, il desiderio, cioè, di amare una donna semplice e di esserne amato.
====''Sogno di una notte d'estate''====
Massimo era solo. L'amico d'infanzia, non veduto da anni e poi incontrato improvvisamente per la via, dopo il lieto riconoscimento era venuto, alle sette, a pranzare in casa di Massimo. E costui che trascinava pesantemente il fardello di un'estate cittadina, mentre tutti gli altri anni era partito nel mese di giugno, si riprometteva una buona serata di ricordi, in compagnia dell'amico ritrovato.
===''Nel paese di Gesù''===
<div align=right>''In mare''.</div>
Un giorno, un'ora, un minuto prima della partenza, tutto il febbrile entusiasmo di chi parte si dilegua. L'egoistico ardore con cui si son fatti i preparativi del viaggio, la gaia fretta che par quasi quella del prigioniero cui sorrida, ineffabile, la libertà imminente, quel vivo sogno interiore che rende un po' folli gli occhi di colui che deve andar via, tutto svanisce, lasciando al suo posto un dubbio freddo e sterile, una sottile e opprimente angoscia.
===''O Giovannino, o la morte''===
Alle dieci e mezzo di quella domenica, il sagrestano della parrocchia dei Ss. Apostoli uscì sulla porta dell'antica chiesa napoletana e cominciò ad agitare vivamente un grosso e stridulo campanello di argento. Il sagrestano, appoggiato allo stipite della pesante vecchia porta di quercia, scrollava il campanello a trilli, a distesa, continuamente: serviva per avvertire i fedeli di via Gerolomini, del vico Grotta della Marra in Vertecoeli, della piazza Ss. Apostoli, delle Gradelle, che fra poco sarebbe cominciata nella chiesa dei Ss. Apostoli la messa cantata, la funzione grande di Pentecoste.
===''Pagina azzurra''===
Infine, quando tu sei partita per Castellamare, la tua, diciam così, attrezzeria, era completa. Non hai dimenticato nulla qui, tranne due o tre disgraziati condannati alla città forzata e che sospirano dietro le tue {{sic|treccie}} bionde, scomparse per la linea di Napoli—Castellamare. Rassicurati dunque. Tutto parte con te. Abbiamo fatto insieme uno dei nostri allegri inventari: nulla mancava.
===''Piccole anime''===
====''Una fioraia''====
<div align=right>''Date lilia......''</div>
La bimba camminava lentamente, rasentando il muro, per la via stretta e tortuosa dei Mercanti. Ella non guardava nelle botteghe, non alzava gli occhi a quella lunga striscia di cielo che appariva fra le alte case, non guardava neppure dinnanzi a sé. Guardava le pietre, come se le contasse. Camminava, senza curarsi del fango del selciato, degli urtoni che le davano, di qualche rara carrozza che passava.
====''Giuochi''====
Era una grande casa di provincia, con un portone sempre chiuso, quello nobile, pei signori, che vi davano un forte picchio col battente — e un portone sempre spalancato, quello dove passavano i carri di grano, di vino, di carbone, di pasta. Sopra, gli stanzoni vasti, alti di soffitto, con le travi foderate di carta fiorata, coi muri dipinti di giallo chiaro o di lilla pallido.
====''Canituccia''====
Nella penombra, seduta sulla panca di legno, sotto la cappa nera ed ampia dei focolare, Pasqualina, con le mani sotto il grembiule, recitava il rosario. Non si udiva che il pissi pissi delle labbra sibilanti le preghiere. La cucina tutta affumicata, con la larga tavola di legno verde-bruno, con la madia oscura, con le sedie a spalliera dipinta, senza un punto luminoso, s'immergeva nella notte. Il fuoco, semispento, covava sotto la cenere.
====''Profili''====
Ella porta quel poetico e soave nome che Leopardi ha amato: Nerina. E in tutta la persona di questa fanciulletta alta e sottile è diffuso un mite riflesso di poesia. La mollezza dei capelli castagni, abbandonata in lunghe anella sulle spalle, lascia libera una fronte larga, bianca e spirituale: fronte pensierosa, come i grandi occhi bruni, egiziani; occhi limpidi e profondi, pieni di calma, a cui un principio di miopìa dà, talvolta, una incertezza come di sogno, o una finezza elegante di sguardo.
====''Alla scuola''====
Aspettavamo i giorni di tirocinio con una ansietà segreta. I giorni di lezione erano monotoni, spesso tristi. Noi studiavamo senza voglia, malamente, con programmi incerti, con professori troppo severi o assolutamente inetti. Eravamo già maestre e l'essere trattate da scolarette ci umiliava, ci stizziva. A casa, qualcuna di noi aveva la povertà, quasi tutte una miseria decente — e chi un fratello ebete, chi un padre paralizzato, chi una matrigna tormentatrice, qualche piaga celata con cura, qualche vergogna nascosta con una nobile pietà, qualche infelicità, qualche ingiustizia del destino, a cui la rassegnazione era completa.
====''Nebulose''====
Sulla via che si allunga, diritta, quasi interminabile, sotto i pioppi, camminavano lentamente i due amanti che non si amavano. Lasciavano alle spalle un tramonto di viola: andavano verso un tramonto di un grigio tenue delicatissimo. Ella si trascinava stanca e svogliata, facendo strisciare nella polvere la punta del suo ombrellino, trattenuto mollemente dalle dita: lo sguardo aveva la sola espressione di una grande lassezza.
====''La moda''====
È utile qui dire, che nessun bimbo può essere assolutamente brutto; che nessun bimbo ispira una completa ripugnanza. Se sono malaticci, hanno la dolcezza di una malattia; se sono rachitici, hanno la malinconia attraente di un corpo condannato; se sono precoci, hanno quel sapore strano e acre delle piccole anime, già troppo grandi. Infine potranno avere il naso camuso o gli occhi piccoli o la bocca grande — ma avranno sempre qualche cosa bella: o la guancia rotonda o la delicatezza della pelle o la morbidezza dei capelli, o avranno, nello insieme, tanta grazia soave, tanta freschezza, tanta gioventù che vale come bellezza.
====''Perdizione''====
Mentre la bionda mammina placidamente ricamava un orlo di camiciuola e Mario, seduto sul tappeto, intagliava certi soldatini dipinti di rosso e di azzurro sulla carta, entrò improvvisamente il giovane padre, tutto allegro:<br>
— Su, Mario, su fantoccetto mio, fatti vestire da mammina ed usciamo: ti conduco a spasso.
====''Gli spostati''====
Suo padre è un giornalista, sua madre una maestra di lingue straniere. Il bimbo ha otto anni, ma pare che ne abbia dodici per le strane cose che sa, per le singolari risposte che dà. Egli è già stato a [[Venezia]], a [[Firenze]], a [[Napoli]], non gli resta più nessuna impressione di paesaggio per la sua gioventù: egli si stringe nelle spalle quando gli nominano il Vesuvio o la gondola.
====''Salvazione''====
Dopo il forte momento della passione — nelle placide ore di conversazione, quando le confidenze sgorgano, in una espansione spontanea, quando l'intimità sa essere amichevole e amorosa, Flavia parlava volentieri dell'infanzia propria, di quel giocondo tempo, tutto sole, tutto baci, tutto confetti. Questi ricordi la esaltavano, e come se sognasse, guardando lontano, con la voce tremante di emozione, narrava ancora di quante dolcezze l'aveva circondata l'amore materno.
===''Storia di due anime''===
La bottega dei santi era la penultima della piccola via bassa e oscura, che sinuosamente lega la piazza grande di santa Maria la Nova alla piazzetta di santa Maria dell'Aiuto: e godeva un po' d'aria, un po' di luce, sol perché, dirimpetto ad essa, le antiche e brune case del vecchio quartiere popolare cessavano e poco indietro si ergeva la chiesa della Madonna dell'Aiuto, avente, accanto, il portoncino della sua Congregazione di Spirito.
==Citazioni su Matilde Serao==
*Che Matilde fosse una donna eccezionale – nel senso letterale di un'eccezione alle regole: la regola dell'ambiente italiano e quella del suo genere sessuale – se ne accorse perfino una signora snob come la scrittrice americana, ma europea per scelta e per gusto, [[Edith Wharton]], la pupilla di Henry James. Quando negli ultimi anni della Vecchia Europa, alla vigilia della Grande Guerra, la incontrò nell'elegante e selettivo salotto parigino di Madame Fitz-James, la Wharton non esitò a definirla nel suo diario «una donna tozza e grossa, rossa in faccia e sul collo», riconoscendo, però, che quando prendeva la parola era capace di raggiungere punte che l'americana cosmopolita e chic non aveva mai rilevato nei discorsi delle altre donne. ([[Elisabetta Rasy]])
*Di Roma non la interessavano i monumenti e le opere d'arte, ma la politica, la circolazione di idee e di denaro, la promessa di modernità. Anche se, rispetto alle altre emancipate dell'epoca, non solo le italiane, Matilde fu al tempo stesso più audace e più conservatrice. Non amava le suffragette, ma voleva essere indipendente; apprezzava gli uomini e i piaceri – e i tormenti – dell'amore, ma aveva il gusto degli affari e del denaro; non saltava un giorno di lavoro ma accettava con serenità le sue numerose maternità – come se in lei convivessero un uomo moderno e una donna all'antica. ([[Elisabetta Rasy]])
*La cultura e l'esperienza si fondevano in lei nello splendore della sua vigorosa intelligenza. ([[Edith Wharton]])
*La giovane Matilde non avrebbe ripetuto il genio ch'ebbe e quella sua, davvero scespiriana, ampiezza di visione se fosse vissuta altrove o altrove fosse nata all'arte. Il fenomeno più interessante, nell'arte di donna Matilde, è appunto questa sua facoltà di assorbire e di serbare, trasformandolo, il mondo esterno. In un'epoca nella quale non si conosceva ancora [[Marcel Proust]], ella poteva dire di sé: «Dal primo giorno che ho scritto, io non ho mai voluto e saputo essere altro che una fedele e umile cronista della mia memoria. Mi sono affidata all'istinto e non credo che mi abbia ingannato.»<br>Non sapremmo immaginare, perciò, fuori di Napoli e di quella Napoli, la più verace e sincera Matilde Serao. Non è possibile staccarla dalle strade e dai vicoli della sua prima giovinezza. ([[Giovanni Artieri]])
*La Serao, nonostante le ambizioni proprie e la moda letteraria del suo tempo è, e resta, un grande poeta di Napoli. Nasce alla vita dell'arte come una creatura di Napoli, un suggerimento o una espansione della città. ([[Giovanni Artieri]])
*Matilde Serao fu il simbolo napoletano della rivoluzione femminile, lei che di certo [[femminismo|femminista]] non era, ma ugualmente esempio straordinario di scrittrice, imprenditrice, organizzatrice e madre insieme: potentissima fondatrice di giornali, ricercatrice di fondi, scrittrice inesauribile di romanzi e racconti, candidata al Nobel, scippatole da un'altra considerevole narratrice e figura di donna, [[Grazia Deledda]]. ([[Antonella Cilento]])
*Solo nel 1900 Matilde Serao, autrice di un galateo destinato alle donne in cui vi è una appendice per le care fanciulle, «Piccolo codice per le signorine» –, è molto assertiva nel precisare quando finisce l'infanzia: «Da dodici anni in poi si finisce di essere bimbe», a tredici si è «giovanette», a sedici «signorine» e a diciotto anni si è «presentate in società». ([[Simonetta Ulivieri]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Addio, Amore!]'', A. Barion Edit. Tip., Milano-Sesto S. Giovanni, 1927.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm All'erta, sentinella]'', Milano, Baldini e Castoldi, 1914.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Castigo]'', Milano, Armando Curcio Editore, 1977.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Cuore infermo]'', Roma, Lucarini, 1988. ISBN 8870332446
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Dal vero]'', Perussia & Quadrio, Milano, 1879.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Ella non rispose]'', Milano, F.lli Treves, 1919.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Fantasia]'', Firenze, A. Salani, stampa 1932.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Fior di passione]'', Giuseppe Galli Editore, Milano, 1888.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Gli amanti: pastelli]'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1894.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm I capelli di Sansone]'', casa editrice Madella, Sesto S. Giovanni [Milano], 1914.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Il romanzo della fanciulla]'', Milano, Treves, 1893.
*Matilde Serao, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/serao/il_ventre_di_napoli/pdf/serao_il_ventre_di_napoli.pdf Il ventre di Napoli]'', Perrella, Napoli, 1906.
*Matilde Serao, ''[https://archive.org/details/laballerina01serauoft/page/n2/mode/1up La ballerina]'', 2 voll, Cav. Niccolò Giannotta editore, Catania, 1899.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm La mano tagliata]'', Firenze, A. Salani, 1912.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm La moglie di un grand'uomo]'', Milano, Dott. R. Quintieri, 1919.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Le amanti: La grande fiamma, Tramontando il sole, L'amante sciocca, Sogno di una notte d'estate]'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1894.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm L'infedele]'', Ditta Edit. Brigola di E. Brigola e G. Marco, Milano, 1897.
*Matilde Serao, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/serao/leggende_napoletane/pdf/leggen_p.pdf Leggende napoletane]'', Edizioni Bideri spa, Napoli, 1970.
*Matilde Serao, ''[[s:Indice:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu|Leggende napoletane]]'', Edoardo Perino Editore-Tipografo, Roma, 1895.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Nel paese di Gesù. Ricordi di un viaggio in Palestina]'', Milano, Treves, 1923.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm O Giovannino, o la morte]'', Edizioni e/o, Roma, 1995. ISBN 8876412476
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Pagina azzurra (Commedie borghesi)]'', Firenze, Casa editrice italiana, 1910.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Piccole anime]'', Milano, Libreria ed. Galli di C. Chiesa e F. Guindani, 1890.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Storia di due anime]'', in "[Opere di Matilde] Serao", a cura di Pietro Pancrazi, Milano, A. Garzanti, 1944.
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'''Matilde Serao''' (1856 – 1927), scrittrice e giornalista italiana.
==Citazioni di Matilde Serao==
*Attraverso tutta la {{sic|rettorica}} delle sue idee e delle sue narrazioni, attraverso quel concetto ristretto del bene e del male, fiorisce una certa verità popolare, che sarà poi il punto di partenza onde i sociologi e gli artisti trarranno il grande materiale del romanzo napoletano. Piccola verità popolare, invero, e che consisteva soltanto nel chiamare coi loro veri nomi i tetri frequentatori delle bettole, col loro nome esatto e colla loro topografia i vicoli sordidi e lugubri, dove si annida in Napoli l'onta, la corruzione, la morte: piccola verità affogata nella frondosità fastidiosa del romanziere, che ha cominciato a vedere, ma che non ha forza, coraggio, tempo di veder molto, di veder tutto: piccola verità, dirò così esteriore, che la falsità bonaria del resto annega, ma che è verità, ma che è uno spiraglio di luce attraverso la tenebra, ma che è la fioca lampada nella notte profonda, che altri vedrà e che li condurrà alla loro strada, a tutta quanta la verità com'è, nuda, schietta, tutta piena di strazio, ma non senza conforto. (da un articolo necrologico del 1891.<ref>Citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, p. 316.</</ref>)
*Dal primo giorno che ho scritto, io non ho mai voluto e saputo essere altro che una fedele e umile cronista della mia memoria. Mi sono affidata all'istinto e non credo che mi abbia ingannato.<ref>Citato in [[Giovanni Artieri]], ''Napoli, punto e basta?, {{small|Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non}}'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980, p. 124.</ref>
*Fresca profonda verde foresta. La luce vi è mite, delicatissima, il cielo pare infinitamente lontano; è deliziosa la freschezza dell'aria; in fondo al burrone canta il torrente; sotto le felci canta il ruscello ... Si ascende sempre, fra il silenzio, fra la boscaglia fitta, per un'ampia via ... Tacciono le voci umane ... Non v'è che questa foresta, immensa, sconfinata: solo quest'alta vegetazione esiste. Siamo lontani per centinaia di miglia dall'abitato: forse il mondo è morto dietro di noi. Ma ad un tratto, tra la taciturnà serena di questa boscaglia, un che di bianco traspare tra le altezze dei faggi. Questa è Ferdinandea. (dal ''Corriere di Roma'' del 19 settembre 1886)
*Giammai principe sopportò le avversità della fortuna con la fermezza silenziosa e la dignità di [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco secondo]]. Colui che era stato o era parso debole sul trono, travolto dal destino, dalla ineluttabile fatalità , colui che era stato schernito come un incosciente, mentre egli subiva una catastrofe creata da mille cause incoscienti, questo povero re, questo povero giovane che non era stato felice un anno, ha lasciato che tutti i dolori umani penetrassero in lui, senza respingerli, senza lamentarsi; ed ha preso la via dell'esilio e vi è restato trentaquattro anni, senza che mai nulla si potesse dire contro di lui. Detronizzato, impoverito, restato senza patria, egli ha piegato la sua testa sotto la bufera e la sua rassegnazione ha assunto un carattere di muto eroismo. Galantuomo come uomo e gentiluomo come principe, ecco il ritratto di Don Francesco di Borbone.<ref>Da ''Il re di Napoli'', in ''Il Mattino'' del 29 dicembre 1894; citato in Gigi di Fiore, ''L'ultimo re di Napoli. {{small|L’esilio di Francesco II di Borbone nell’Italia dei Savoia}}'', UTET, 2018, [https://books.google.it/books?id=GkttDwAAQBAJ&lpg=PT287&dq=it&pg=PT287#v=onepage&q&f=false p. 287]. ISBN 978-88-511-6521-5</ref>
*I gusti sono differenti. Vi è chi, leggendo il giornale, si diletta nei brillanti paradossi dell'articolo di fondo, seguendone mentalmente le evoluzioni: molti frequentano l'appendice, pianterreno lugubre e sanguinoso, dove si commettono, sera per sera, i più atroci delitti: alcuni scelgono la cronaca ''interna'' dove leggono importantissimi fatti avvenuti nell'Uraguay, a [[Capracotta]] o a Roccacannuccia; altri prediligono i telegrammi particolari, tanto particolari che talvolta i fili del telegrafo non ne hanno saputo nulla: non mancano, infine, gli amatori della quarta pagina. (da ''Estratto dello stato civile'', in ''Dal vero'')
*{{NDR|Scrivendo a un amico poco dopo il suo arrivo a Roma}} Io sto bene come salute fisica, come salute morale sono in un periodo di produzione febbrile da far paura: scrivo dappertutto e di tutto con audacia unica, conquisto il mio posto a forza di urti, di gomitate, col fitto e ardente desiderio di arrivare, senza avere nessuno che mi aiuti o quasi nessuno. Ma tu sai che io non do ascolto alle debolezze del mio sesso e tiro avanti per la vita come se fossi un giovanotto».<ref>Citata in [[Elisabetta Rasy]], ''Matilde Serao'', in AA.VV., ''Italiane. {{small|Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale}}'', vol. I, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, pp. 169-170.</ref>
*Ma il ponente, si sa, serve a cullare col suo rombo il paesaggio napoletano che dorme, è la canzone che concilia il sonno delle persone, delle case e degli alberi.<ref>Da ''All'erta, sentinella!'', Galli, Milano, 1896, p. 2.</ref>
*{{NDR|Rispondendo ai colleghi del ''Corriere di Napoli'' che, stupiti dalla sua decisione, le chiedevano i motivi del suo trasferimento a Roma}} Nient'altro che scrivere. Questo è il mio mestiere. Questo è il mio destino. Scrivere fino alla morte.<ref>Citata in [[Elisabetta Rasy]], ''Matilde Serao'', in AA.VV., ''Italiane. {{small|Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale}}'', vol. I, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, p. 170.</ref>
*Poche province meridionali e sopra tutto poche città hanno monumenti così importanti e così degni di studio come [[Benevento]]. Capitale di un forte ducato, sede di principi valorosi, conserva ancora oggi nei suoi monumenti le tracce dell'antica grandezza.<ref name="Napoli, N 1889, p. 492">da ''Corriere di Napoli'', N.° 226, anno XVIII; citato in Almerico Meomartini, ''I monumenti e le opere d'arte di Benevento'', 1889, p. 492.</ref>
*Qui e la spunta la roccia, nuda, nera, ciclopica. Non è dunque questo Ferdinandea? No, questo è [[Pazzano]]: paese di pietra e paese di ferro. Sta nell'aria e si respira il ferro: sgorga e si rovescia dalla bocca delle miniere, rossastro, sottilissimo, dilagante in flutti di polvere. (agosto 1883) {{da controllare|citazione necessaria|Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.}}
*Romba, romba il [[Vesuvio]], proprio su noi, proprio su tutti noi: alto è l'incendio del cratere, oramai, nella sera che discende; si erge, spaventosa, innanzi a noi, la duplice massa bruna e mostruosa delle due lave immote: ardono, esse, profondamente, le lave; e, intanto, una pazzia è nelle persone, popolani, contadini, signori, indigeni, napoletani, stranieri, come una tragica gazzarra è intorno a quel paesaggio di tragedia, fra il pericolo appena scongiurato di questa notte, e il pericolo imminente di domani! (da ''Il giorno'', 1906; ora in ''Sterminator Vesevo. Diario dell'eruzione aprile 1906'', 1910)
*Sotto il vivo raggio del sole, il glauco [[mare]] freme di gioia; è fresco, è profumato. Le sue voci seduttrici sono irresistibili, e bisogna evitare di guardare per non gettarvisi dentro, anelanti del suo abbraccio. Le serate sono splendide, la [[Villa comunale di Napoli|Villa]] è gaia, le fanciulle sotto gli alberi somigliano molto alla Galatea di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], sono più... o forse meno vestite, ecco tutte, ecco tutto. Ci è da divertirsi, ci è da respirare a pieni polmoni l'aria leggiera, ci è da sorridere, financo, financo... ci è da innamorarsi. Non per te, lo so, e già mi pento di questa insinuazione contro la fedeltà di un uomo che emulerà Filemone e Bauci. (da una lettera a Gaetano Bonavenia da Napoli del 23 giugno 1878<ref>Citato in ''Napoli, punto e basta?'', pp. 135-136.</ref>)
*{{NDR|Su [[Benevento]]}} Una delle più antiche e delle più gloriose città del Mezzogiorno<ref name="Napoli, N 1889, p. 492"/>.
==''Il ventre di Napoli''==
===[[Incipit]]===
Efficace la frase, Voi non lo conoscevate, onorevole [[Agostino Depretis|Depretis]], il ventre di [[Napoli]]. Avevate torto, perché voi siete il Governo e il Governo deve saper tutto. Non sono fatte pel Governo, certamente, le descrizioncelle colorite di cronisti con intenzioni letterarie, che parlano della via Caracciolo, del mare glauco, del cielo di cobalto, delle signore incantevoli e dei vapori violetti del tramonto: tutta questa rettorichetta a base di golfo e di colline fiorite, di cui noi abbiamo già fatto e oggi continuiamo a fare ammenda onorevole, inginocchiati umilmente innanzi alla patria che soffre; tutta questa minuta e facile letteratura frammentaria, serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata per racconti di miserie. Ma il governo doveva sapere l'''altra parte''; il governo a cui arriva la statistica della mortalità e quella dei delitti; il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti, dei questori, degli ispettori di polizia, dei delegati; il governo a cui arrivano i rapporti dei direttori delle carceri; il governo che sa tutto: quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un anno, in un paese; quante femmine disgraziate, diciamo così, vi esistano, e quanti ammoniti siano i loro amanti di cuore, quanti mendichi non possano entrare nelle opere pie e quanti vagabondi dormano in istrada, la notte; quanti nullatenenti e quanti commercianti vi sieno; quanto renda il dazio consumo, quanto la fondiaria, per quanto s'impegni al Monte di Pietà e ''quanto renda il lotto''. Quest'altra parte, questo ventre di Napoli, se non lo conosce il Governo, chi lo deve conoscere? E se non servono a dirvi tutto, a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, a che questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto? E, se voi non siete la intelligenza suprema del paese che tutto conosce e a tutto provvede, perché siete ministro?
===Citazioni===
*Napoli è il paese dove meno costa l'opera tipografica; tutti lo sanno: gli operai tipografi sono pagati un terzo meno degli altri paesi. Quelli che guadagnano cinque lire a Milano, quattro a Roma, ne guadagnano due a Napoli, tanto che è in questo benedetto e infelice paese, dove più facilmente nascono e vivono certi giornaletti poverissimi, che altrove non potrebbero pubblicare neppure tre numeri. I sarti, i calzolai, i muratori, i falegnami sono pagati nella medesima misura; una lira, venticinque soldi, al più, trenta soldi al giorno per dodici ore di lavoro, talvolta penosissimo. I tagliatori di guanti guadagnano novanta centesimi al giorno. E notate che la gioventù elegante di Napoli, è la meglio vestita d'Italia: che a Napoli si fanno le più belle scarpe e i più bei mobili economici; notate che Napoli produce i migliori guanti. (pp. 20-21)
*Ascoltate un poco, quando una operaia napoletana nomina i suoi figli. Dice: ''le creature'', e lo dice con tanta dolcezza malinconica, con tanta materna pietà, con un [[amor materno|amore]] così doloroso, che vi par di conoscere tutta, acutamente, la intensità della miseria napoletana. (p. 24)
*La massima golosità è il ''[[Zuppa di soffritto|soffritto]]'': dei ritagli di carne di maiale cotti con olio, pomidoro, peperone rosso, condensati, che formano una catasta rossa, bellissima all'occhio, da cui si tagliano delle fette: costano cinque soldi. In bocca, sembra dinamite. (p. 29)
*Credete che al napoletano basti la [[Madonna]] del Carmine? Io ho contati duecentocinquanta appellativi alla Vergine, e non sono tutti. Quattro o cinque tengono il primato. Quando una napoletana è ammalata o corre un grave pericolo, uno dei suoi, si vota a una di queste Madonne. Dopo scioglie il voto, portandone il vestito, un abito nuovo, benedetto in chiesa, che non si deve smettere, se non quando è logoro. Per l'Addolorata il vestito è nero, coi nastri bianchi; per la Madonna del Carmine, è color pulce coi nastri bianchi; per l'Immacolata Concezione, bianco coi nastri azzurri; per la Madonna della Saletta, bianco coi nastri rosa. Quando non hanno i danari per farsi il vestito, si fanno il grembiule; quando mancano di sciogliere il voto, aspettano delle sventure in casa.<br />E il sacro si mescola al profano. Per aver marito, bisogna fare la novena a san Giovanni, nove sere, a mezzanotte, fuori un balcone, e pregare con certe antifone speciali. (p. 34)
*Il popolo napoletano, che è sobrio, non si corrompe per l'acquavite, non muore di ''delirium tremens''; esso si corrompe e muore pel lotto. Il [[lotto]] è l'acquavite di Napoli. (p. 45)
*E, in ultimo, sapete che è accaduto? Che il popolo, non potendo abitare il [[Corso Umberto I|Rettifilo]], di cui le pigioni sono molto care, non avendo le traverse a sua disposizione, non avendo delle ''vere case del popolo'', è stato respinto, respinto, dietro il paravento! Così si è accalcato molto più di prima; così il Censimento potrebbe dirvi che tutta la facciata del Rettifilo, è poco abitata, e tutto ciò che è dietro, disgraziatamente, è abitato più di prima; che dove erano otto persone, ora sono dodici; che lo spazio è diminuito e le persone sono cresciute; che il Rettifilo, infine, ha fatto al popolo napoletano più male che bene! (p. 96)
*Quel che si è fatto a Nizza e a Montecarlo, ha formato la fortuna di tutta la Cornice da Mentone a Hyères quel che si è fatto al Cairo, ha formato la fortuna di tutto l'Egitto: sia, sia, questa opera buona, questa opera santa, e in questo paese così bello e così povero, così affascinante e così pieno di miseria, in questo paese così delizioso e dove si muore di fame, in questo paese dall'incanto indicibile, si dia alla industria del forestiero la forma larga, felice, fortunata, che porti, a Napoli, il solo modo di far vivere centinaia di migliaia di persone! (p. 110)
*Un cattivo odore di stantio, di cose antiche e consunte, tenute troppo tempo chiuse e tirate fuori, si è diffuso nell'aria che respiriamo, da qualche giorno. Nei primi comizî, nei primi proclami, con una certa finzione di serietà, anche, son venuti fuori dagli armadi sgangherati della rettorica amministrativa: il partito ''clerico-borbonico'', il partito ''clerico-moderato'', il partito ''socialistoide'', il partito ''anarcoide'' e, persino, guarda, guarda, quella consumatissima cosa che è il partito ''liberale''. (1906, p. 138)
*Troppo ho sofferto nell'onore e nella prosperità: troppo ho lagrimato di vergogna e di indignazione. Io debbo cominciare per salvarmi, se voglio esser salvata da tutto, da tutti. Nelle mie mani è la mia prima risurrezione: cioè quella della mia esistenza, morale, cioè quella del mio decoro sociale. Farò, io, veder al mondo, all'Europa, all'Italia che di tutti i doni della sorte, io sono degna, che di tutti gli aiuti fraterni, io sono degna, io, Napoli, paese di gente onesta, mandando al Comune solo gli onesti, chiedendo ad essi, che da essi si prosegua e si esalti la mia riabilitazione! (p. 143)
==''La ballerina''==
===[[Incipit]]===
Carmela Minino, in piedi presso il cassettone, macchinalmente, contò ancora una volta il denaro che teneva chiuso nello sdrucito piccolo portafogli: e vi trovò sempre le medesime diciotto lire, tre biglietti da cinque e tre biglietti da una lira che vi erano il giorno prima e la settimana prima. Si cavò di tasca il portamonete che portava addosso, quando usciva e dove riponeva i pochi spiccioli per pagare l'omnibus, per pagare la sedia, alla messa, per bere un bicchier d'acqua: vi pescò sette soldi. E con un atto puerile e triste guardò desolata e ansiosa intorno, quasi che dalle nude pareti della sua stanza, dai poveri mobili strettamente necessarii potesse uscire, fantasticamente, qualche immaginaria somma di denaro che venisse ad aumentare il suo così insufficiente capitaletto.
===Citazioni===
*Sotto il cielo basso e bigio, in quel tetro giorno di novembre, il camposanto di Napoli che occupa una delle sue più belle e più amene colline, quella di Poggioreale, conservava il suo aspetto d'immenso e florido giardino signorile: e i suoi cespuglietti di fìori vivaci che circondano le tombe e le sue siepi di bosso e di mortella che dividono gii ombrosi viali dai campi pieni di lapidi e i boschetti di alberi dove da mattina a sera cinguettano gii uccellini, gli alberi alti che ombreggiano le sue cappellette, le sue chiesette, i suoi più grandi monumenti, gli conservano, in ogni stagione questo grandioso aspetto di parco aristocratico, qua e là interrotto da piccoli editici ora vezzosi, ora pomposi. Non solo nel giorno della commemorazione dei morti, ma sempre vi lavorano giardinieri, sotto la direzione di qualcuno che ama quel camposanto teneramente, e le più belle rose di Napoli vi crescono e i meravigliosi crisantemi, di ogni tinta, ne smaltano persino le aiuole dei poveri e in tutte le stagioni pare che vi sorrida dolcemente la primavera dei morti. Tutto l'anno il [[Cimitero di Poggioreale|camposanto di Poggioreale]] ha un aspetto, nella sua florida solitudine, raccolto, non triste; mentre in quel giorno, coi suoi viali neri di gente, con tutte le porte delle sue cappelle, delle sue chiese, dei suoi grandi monumenti da cui escivan chiarore di {{sic|cerei}}, canti liturgici e odore d'incensi, misto a quello dei fiori freschi, il suo aspetto, sempre, non era triste, ma singolare, ma bizzarro, come di una strana fiera mortuaria, come di una mai vista pompa funebre, in un parco vastissimo, percorso da una folla immensa e svariata. (vol. I, pp. 43-44)
*Ella sorrideva dagli occhi e dalle labbra, danzando, mentre il suo corpo pieghevole si arrotondava allo slancio lievissimo: ella danzava, senza che mai quel sorriso, quel lampeggio degli occhi venissero meno, per la fatica: ella danzava, così, come se null'altro ella fosse venuta a fare, sulla terra. E veramente, la sua irresistibile perizia, veramente la delizia di quella danza facevano delirare le platee: e dal loggione dove il popolo si ammassava nelle serate classiche alle poltrone d'orchestra dove si raccoglieva la nobiltà napoletana, il nome di [[Amina Boschetti]] era acclamato come quello di una trionfatrice. La coprivano di fiori, di doni, di gioielli: le offrivano i loro cuori e le loro fortune: ed ella tutto accoglieva, sorvolando su tutto, sapendo che i fiori, i gioielli, i cuori, le fortune, erano fatti per lei, perché i suoi piedini calzati dalle fini scarpette di raso rosa vi facessero in mezzo una gaia danza. (vol. I, pp. 55-57)
==''Leggende napoletane''==
*Mancano a noi le nere foreste del Nord, le nere foreste degli abeti, cui l'uragano fa torcere i rami come braccia di colossi disperati; mancano a noi le bianchezze immacolate della neve che dànno la vertigine del candore; mancano le rocce aspre, brulle, dai profili duri ed energici; manca il mare livido e tempestoso. Sui nostri prati molli di rugiada non vengono gli ''elfi'' a danzare la ridda magica; non discendono dalle colline le peccatrici ''walkirie'', innamorate degli uomini; non compaiono al limitare dei boschi le ''roussalke'' bellissime; qui non battono i panni umidi le maledette lavandaie, perfide allettatrici del viandante; il folletto ''kelpis'' non salta in groppa al cavaliere smarrito. (da ''La città dell'amore'', p. 3)
*Napoli, la città della giovinezza, attendeva Parthenope e Cimone; ricca, ma solitaria, ricca, ma mortale, ricca, ma senza fremiti. Parthenope e Cimone hanno creata Napoli immortale. (da ''La città dell'amore'', p. 4)
*Se interrogate uno storico, o buoni ed amabili lettori, vi risponderà che la tomba della bella Parthenope è sull’altura di San Giovanni Maggiore, dove allora il mare lambiva il piede della montagnola. Un altro vi dirà che la tomba di Parthenope è sull’altura di Sant’Aniello, verso la campagna, sotto Capodimonte. Ebbene, io vi dico che non è vero. Parthenope non ha tomba, Parthenope non è morta. Ella vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni. Ella corre ancora sui poggi, ella erra sulla spiaggia, ella si affaccia al vulcano, ella si smarrisce nelle vallate. È lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori: è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene; è lei che rende irresistibile il profumo dell’arancio; è lei che fa fosforeggiare il mare. Quando nelle giornate d’aprile un’aura calda c’inonda di benessere è il suo alito soave: quando nelle lontananze verdine del bosco di Capodimonte vediamo comparire un’ombra bianca allacciata ad un’altra ombra, è lei col suo amante; quando sentiamo nell’aria un suono di parole innamorate; è la sua voce che le pronunzia; quando un rumore di baci, indistinto, sommesso, ci fa trasalire, sono i suoi baci; quando un fruscìo di abiti ci fa fremere al memore ricordo, è il suo peplo che striscia sull’arena, è il suo piede leggiero che sorvola; quando di lontano, noi stessi ci sentiamo abbruciare alla fiamma di una eruzione spaventosa, è il suo fuoco che ci abbrucia. È lei che fa impazzire la città: è lei che la fa languire ed impallidire di amore: è lei la fa contorcere di passione nelle giornate violente dell’agosto. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non ha tomba, è immortale, è l’amore. Napoli è la città dell’amore. (da ''La città dell'amore'', p. 5)
*Ognuno sa che Iddio, generoso, misericordioso e magnifico Signore, ha guardato sempre con occhio di predilezione la città di Napoli. Per lei ha avuto tutte le carezze di un padre, di un innamorato, le ha prodigato i doni più ricchi, più splendidi che si possano immaginare. (da ''Virgilio'', p. 9)
*Il bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le muraglie, poiché l’onda del mare non è perfida come quella dei laghi e dei fiumi, assalta ma non corrode. Le finestre alte, larghe, senza vetri, rassomigliano ad occhi senza pensiero; nei portoni dove sono scomparsi gli scalini della soglia, entra scherzando e ridendo il flutto azzurro, incrosta sulla pietra le sue conchiglie, mette l’arena nei cortili, lasciandovi la verde e lucida piantagione delle sue alghe. Di notte il palazzo diventa nero, intensamente nero; si serena il cielo sul suo capo, rifulgono le alte e bellissime stelle, fosforeggia il mare di Posillipo, dalle ville perdute nei boschetti escono canti malinconici d'amore e le monotone note del mandolino: il palazzo rimane cupo e sotto le sue {{sic|vôlte}} fragoreggia l’onda marina. Ogni tanto par di vedere un lumicino passare lentamente nelle sale e fantastiche ombre disegnarsi nel vano delle finestre: ma non fanno paura. (da ''[[Palazzo Donn'Anna|Il palazzo dogn'Anna]]'', 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/73|pp. 69-70]])
*Là, dove il mare del Chiatamone è più tempestoso, spumando contro le nere {{sic|roccie}} che sono le inattaccabili fondamenta del [[Castel dell'Ovo|Castello dell'Ovo]], dove lo sguardo malinconico del pensatore {{sic|scuopre}} un paesaggio triste che gli fa gelare il cuore, era altre volte, nel tempo dei tempi, cento anni almeno prima la nascita del Cristo Redentore, una isola larga e fiorita che veniva chiamata [[Isolotto di Megaride|Megaride]] o Megara che significa grande nell'idioma di Grecia. Quel pezzo di terra s'era staccato dalla riva di Platamonia, ma non s'era allontanato di molto: e quasi che il fermento primaverile passasse dalla collina all'isola, per le onde del mare, come la bella stagione coronava di rose e di fiorranci il colle, così l'isola fioriva tutta in mezzo al mare come un gigantesco gruppo di fiori che la natura vi facesse sorgere, come un altare elevato a Flora, la olezzante dea. Nelle notti estive dall'isola partivano lievi concenti e sotto il raggio della luna pareva che le ninfe marine, ombre leggiere, vi danzassero una danza sacra ed {{sic|inebbriante}}; onde il viatore della riva, colpito dal rispetto alla divinità, torceva gli occhi allontanandosi, e le coppie di amanti cui era bello errare abbracciati sulla spiaggia davano un saluto all'isola e chinavano lo sguardo per non turbare la sacra danza. Certo l'isola doveva essere abitata, ne' suoi cespugli verdi, nei suoi alberi, nei suoi prati, nei suoi canneti, dalle Nereidi e dalle Driadi: altrimenti non sarebbe stata così gaia sotto il sole, così celestiale sotto il raggio lunare, sempre colorita, sempre serena, sempre profumata. Era divina, poiché gli dei l'abitavano. (da ''Megaride'', 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/167|pp. 163-164]])
*Lassù, sul colle, vive il bosco verdeggiante dalle fresche {{sic|ombrie}}. I sentieri si allungano a perdita d'occhio sotto i grandi alberi; sulla terra scricchiolano lievemente le foglie morte. La vegetazione sbuca possente dal suolo, s'ingrossa nei tronchi nodosi, si espande nei rami che s'intrecciano, nelle innumerevoli foglie lucide e brune; ai piedi degli alberi cresce l'erba morbida e minuta, dalle foglioline piccine. Nelle siepi fiorisce l'anemone, e sfoglia al suolo i suoi petali la rosa selvaggia. Schizzano, sfilano le lucertoline grigio-verde, dalla testolina mobile ed intelligente, dalla coda nervosa. Sotto gli archi dei grandi alberi penetra temperata la luce; tra foglia e foglia il sole getta sulla terra dei cerchielli ridenti e luminosi; raggi sottili e biondi passano fra i rami. Il silenzio è profondo; è lontana, lontana la rumorosa città. Un profumo vivificante si espande; ogni tanto il garrito allegro di un uccello fa ondeggiare le conche rosee dell'aria. Non è, non è la piccioletta e magra natura dei giardini tagliati ad angoli retti, squadrati, polverosi e malinconici; non sono le aiuole di fiorellini variopinti che non dànno freschezza, non dànno ombra, tirati su con cure infinite; non è la natura corretta e riveduta, sfacciata e pomposa che si stende al sole senza vergogna, riarsa, secca. È la forte e possente natura che irrompe dalla terra vera, e allaga, e {{sic|innonda}} la campagna come oceano di verdura; è la natura pudica e grande del bosco, che si ammanta di foglie, che vela il volto divino, che molce la passione delle sue nozze nell'ombre discrete, nei placidi silenzi, nei recessi ignoti. È nell'immenso bosco che si sogna; nei quadrivi lontani trapassa rapidissimo un lieve fantasma; nei bruni tronchi apparisce qualche leggiadro volto di donna; la foglia che cade sembra il rumore di un bacio scoccato. È nel discreto e amabile bosco che sìama... (da ''La leggenda di [[Parco di Capodimonte|Capodimonte]]'', 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/205|pp. 201-203]])
*Pensa, o poetica amica, al felice connubio dell'arte con la natura, pensa alla celeste armonia fra l'uomo che crea ed il mondo da lui creato, pensa alla città che sarà bella e buona, tutta bianca e colorita dal sole, senza macchie, senza cenci: oh, allora, allora! O lontano avvenire, o giorno splendido che come quello di Faust meriteresti di essere fermato... (da ''La leggenda dell'avvenire'', 1895, [[s:Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/224|pp. 224-225]])
===[[Explicit]]===
*Ma i napoletani non temono: il Vesuvio è loro vecchio amico, vuole scherzare, è un brontolone, ma presto tacerà. Poi vi è S. Gennaro che con le dita sollevate in atto d'imperio, comanda alla lava di non avanzarsi; le donne pregano il parroco della cattedrale a portare in piazza San Gennaro di argento o il prezioso suo sangue che è conservato nelle ampolline. In qualche chiesetta si prega. Una mattina il sole non viene fuori, una fitta nube grigia nasconde il cielo, piove cenere; i napoletani sorridono ancora e vanno ai loro affari sotto quella strana pioggia. Ma il giorno seguente il rombo diviene tumultuoso, le scosse di terremoto si succedono l'una all'altra, orribili convulsioni squassano il monte, sui cui fianchi s'aprono dappertutto bocche di fuoco, le lave si uniscono, si fondono, sono una lava sola, è una montagna di lava che cammina verso la città coi suoi ruscelli di fuoco; soffocanti fetori di zolfo ammorbano l’aria, piove cenere calda e pesante, acqua bollente, piovono lapilli infuocati sulla città: riuniti al grande vulcano corrispondono con pauroso miracolo ridestati, le eruzioni dei monte Echia, dell’Epomeo e di Pozzuoli. Piove la morte. Nel clamore disperato dei morenti, nel fragore delle case che crollano, nel tuono del terremoto, nella spaventosa tempesta del mare che si rizza incollerito o ribelle, nel bagliore sanguigno che appena rischiara le cupe tenebre, in uno sconquasso che capovolge la natura e le cose, la lava vittoriosa entra in Napoli e Napoli finisce di morire in un incendio colossale.<br><br>E che? Tu sorridi ancora, orgogliosa creatura? Ti comprendo: leggo nel tuo pensiero come in un libro dalle pagine aperte. Tu pensi quello che io penso; tu sorridi a quella morte; questa Napoli che fu creata dall’amore, che visse nella passione della luce, dei colori smaglianti, dei profumi violenti, delle notti innamorate, visse nel lusso grandioso della natura e nella espansione superba del sentimento, questa città appassionata morirà bene, morirà degnamente nell’altissima e fiammeggiante apoteosi di un oceano di fuoco.
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Addio, Amore!''===
Lunga distesa, immobile sotto la bianca coltre del letto, con le braccia prosciolte e le mani aperte, con la bruna testa inclinata sopra una spalla, con un soffio impercettibile di respiro, ''Anna'' pareva dormisse da due ore, immersa nel profondo abbandono del sonno giovanile. Sua sorella Laura, che dormiva in un secondo candido lettino da fanciulla, all'altro capo della vasta stanza, aveva quella sera molto prolungata la sua solita lettura notturna, con cui sfuggiva alla conversazione ultima della giornata, fra sorelle. Ma appena l'ombra della lunga e fredda notte d'inverno aveva avvolto le cose e le persone della camera delle due fanciulle, Anna aveva schiuso gli occhi e li teneva fissi, sbarrati sul letto di laura, il cui biancore appariva confusamente, anche nell'oscurità.
===''All'erta, sentinella''===
Nella luminosa e calda ora pomeridiana, il paesaggio napoletano aveva dormito assai, deserto, silenzioso, immobile sotto il leonino sole di agosto. Nella lunga siesta, da mezzogiorno alle quattro, nessuna ombra d'uomo si era veduta, apparendo e sparendo, sulla gran pianura verde dei Bagnoli; sulla larga via bianca, a sinistra, che viene da Posillipo, rasentando l'ultimo spalto di quella collina che è anche un capo, larga via che è la delizia di quanti amano Napoli, stranieri e indigeni, non una carrozza, non un carretto; non una carrozza, non un carretto sulla dritta via, chiamata di Fuorigrotta, e che ai Bagnoli trova il suo primo angolo, voltando per andare a Pozzuoli, a Cuma, a Baia; non una nave sul mare, che sorpassasse il bellissimo capo di Posillipo, per andarsene lontano, linea nera filante, sormontata da un vago piumetto di fumo; non una vela bianca nel canale di Procida; non una barchetta intorno alla verde isola di Nisida, che prospetta, in tutta la sua lunghezza, la spiaggia dolce dei Bagnoli.
===''Castigo''===
Un alto e tetro silenzio era nella stanza di Cesare Dias. Egli stava seduto nel seggiolone di cuoio bruno, teneva appoggiati i gomiti sulla grande scrivania di legno scolpito e le due mani gli nascondevano gli occhi e la fronte: si vedean solo i capelli un po' scomposti e le labbra pallidissime sotto i mustacchi disfatti. Fuori, la triste giornata invernale declinava e tetre si facevano le ombre nell'austera stanza, tetre intorno a quella immobile figura di uomo di cui, nell'alto silenzio, parea non si udisse neanche il respiro.
===''Cuore infermo''===
Finiva la giornata violenta e tormentosa. Dal mattino la terra bruciava sotto lo splendido sole di agosto, bruciava lentamente, consumando le sue sorgenti di vita e di freschezza, diventando gialla, smorta, arida; l'aria rimaneva senza moto, greve, infiammata, carica di profumi acri; i fiori dei giardini morivano, estenuati da quel lusso di calore, simili a coppe d'incenso dove fumano intensamente gli ultimi granelli votivi; le vigne vesuviane, basse, contorte, arse dal nero terreno vulcanico, arse dal sole esalavano un forte sentore di zolfo che saliva al cervello; dai terrazzi saliva un penetrante odore di asfalto liquefatto.
===''Dal vero''===
Di certo il fanciullo era bellissimo. Aveva gli occhi grandi ed azzurri, ma di quell'azzurro vero, leale che non diventa mai nero di sera; il bianco della cornea era anche irradiato da una tinta bluastra, cosa che faceva sembrare anche più grande la pupilla: i lumi della sala, riflettendosi in quegli occhi azzurri, vi accendevano una stella luccicante, una sola. Poi era biondo; non tendente al giallo, come la Gioconda di Leonardo da Vinci, né al fulvo, come la Maddalena del Tiziano, e nemmeno come dovette essere biondo il danese Amleto: quei capelli erano fini, lucidi, biondi e dolci alla vista, riposavano lo sguardo stanco da tante teste sfrontatamente brune. Quella testina originale, dal profilo abbozzato, dai lineamenti puri, dalla fronte serena, attirava il mio sguardo.
===''Ella non rispose''===
<div align=right>''«Roma, notte di maggio...''</div>
«Non vi conosco: non mi conoscete. Non vi ho vista, mai. E vi vedrò, io, forse, mai? Voi, forse, non mi vedrete mai. Eppure la mia anima, inattesamente, si è legata, salda, alla vostra, in un vincolo tanto più tenace e stretto, in quanto che oscuro, fantastico e misterioso: e io sento di amarvi, con tutte le mie forze, come se il vostro volto di donna — siete voi giovane? bella? Non lo so: non vi conosco — come se questo volto chiuso nell'ombra, mi fosse seducentemente noto da mesi e da anni, come se il fascino della vostr'anima, da mesi e da anni si esercitasse su me e mi tenesse e mi avvincesse.
===''Fantasia''===
— Il fioretto di domani è questo — disse il predicatore, leggendo un cartellino: — Voi offrirete a Maria Vergine i sentimenti di rancore che avete nel cuore e abbraccerete la compagna di scuola, la maestra, la serva che credete di odiare.<br>
Nella penombra della cappella vi fu un movimento tra le educande grandi e tra le maestre: le piccine non si mossero. Delle piccine qualcuna sonnecchiava, qualcuna sbadigliava dietro la manina: sui rotondi visetti si dilatava la contrazione della noia.
===''Fior di passione''===
Fulvio s'inchinò, prese dalla mano di Paola il gelato che ella, sorridendo dolcissimamente, gli porgeva, e le disse, guardandola negli occhi:<br>
- Vi amo.<br>
- Non dovete amarmi – mormorò lei, senza scomporsi, seguitando a sorridere.<br>
- E perché?<br>
- Perché ho marito – ribatté ella, ma placidamente.<br>
- Non importa!
===''Gli amanti: pastelli''===
Donna Grazia scrive così, di questo suo amante:<br>
La prima volta in cui Nino Stresa mi mancò di rispetto, fu in un ballo. Ero vestita di broccato bianco, quella sera: e il busto del vestito era sostenuto, sulle spalle, da due fascie di brillanti che formavano manica. Egli, Nino Stresa, mi cominciò a guardare, di lontano, poco dopo la mia apparizione nel ballo: e non potei più fare un movimento per passeggiare o per ballare, senza sentire il suo sguardo fermo sovra me.
===''I capelli di Sansone''===
Paolo Joanna andava e veniva per la stanza, vestendosi, straccamente, ancora tutto pieno di sonno. Sul suo letto disfatto stavano una quantità di giornali aperti e spiegazzati, cascavano dalla sponda, giacevano sul tappetino miserabile, erano quelli della sera innanzi, su cui si era addormentato, su cui si era arrotolato, dormendo: quelli della mattina, ancora chiusi dalle fascette multicolori erano deposti sul vecchio tavolino da notte, accanto a una tazza da caffè — e attratte dal fondiccio melmoso del caffè, dove lo zucchero si liquefaceva, le mosche vi ronzavano attorno — e un sottile odore d'inchiostro di stamperia fluttuava nell'aria.
===''Il paese di cuccagna''===
Dopo mezzogiorno il sole penetrò nella piazzetta dei Banchi Nuovi, allargandosi dalla litografia Cardone alla farmacia Cappa e di là si venne allungando, risalendo tutta la strada di Santa Chiara, dando una insolita gaiezza di luce a quella via che conserva sempre, anche nelle ore di maggior movimento, un gelido aspetto fra claustrale e scolastico. Ma il gran movimento mattinale di via Santa Chiara, delle persone che scendono dai quartieri settentrionali della città, Avvocata, Stella, San Carlo all'Arena, San Lorenzo e se ne vanno ai quartieri bassi di Porto, Pendino e Mercato, o viceversa, dopo il mezzogiorno andava lentamente decrescendo; l'andirivieni delle carrozze, dei carri, dei venditori ambulanti, cessava: era un continuo scantonare per il Chiostro di Santa Chiara, per il vicolo Foglia, verso la viuzza di Mezzocannone, verso il Gesù Nuovo, verso San Giovanni Maggiore. Presto, la gaiezza del sole illuminò una via oramai solitaria.
===''Il romanzo della fanciulla''===
Come Maria Vitale schiuse il portoncino di casa, fu colpita dalla gelida brezza mattutina. Le rosee guancie pienotte impallidirono pel freddo; il corpo giovenilmente grassotto rabbrividì nell'abituccio gramo di lanetta nera: ella si ammucchiò al collo e sul petto lo sciallino di lana azzurra, che fingeva di essere un paltoncino. Nella piazzetta dei Bianchi non passava un'anima: la bottega del fabbro era ancora chiusa, la tipografia del ''Pungolo'' era sbarrata: per i vicoli di Montesanto, di Latilla, dei Pellegrini, dello Spirito Santo che sbucavano nella piazzetta, non compariva nessuno. Una nitida luce bigia si diffondeva sulle vecchie case, sui vetri bagnati di brina, sui chiassuoli sudici: e il cielo aveva la chiarezza fredda, la tinta metallica e finissima delle albe invernali. Allora Maria Vitale, mentre si avviava, sorpresa dal silenzio e dalla solitudine, fu côlta da una vaga inquietudine.
===''L'infedele''===
Tre sono i personaggi di questa istoria d'amore: Paolo Herz, Luisa Cima e Chérie. Malgrado il suo cognome tedesco, Paolo Herz è italiano, di madre e di padre italiani, delle provincie meridionali. Veramente, non è inutile aggiungere che l'avo paterno di Paolo era tedesco. Questo nonno aveva lasciato la Germania in piccolissima età, emigrando in Italia: qui era cresciuto, aveva lavorato ad accrescere la sostanza famigliare e il decoro del nome Herz: qui si era ammogliato con una italiana, e aveva procreato dei figli. Così i legami con la patria di origine, almeno quelli esteriori, si eran venuti col tempo, con la lontananza, rallentando e poi, più tardi, sciogliendosi: tanto che gli Herz sembrava non conservassero più nessuna traccia nordica nel temperamento e nel carattere.
===''La mano tagliata''===
Tutto chiuso nella preziosa pelliccia di lontra, fumando una fine e odorosa sigaretta russa, Roberto Alimena guardava distrattamente il facchino dalla blusa azzurra che, ritto nel compartimento di prima classe, collocava pazientemente sulla reticella i bagagli eleganti e ricchi del giovane viaggiatore, le valigie, i sacchi da viaggio, i portamantelli, le borsette di cuoio dalle cifre di argento: ''R. A''.
===''La moglie di un grand'uomo''===
Vi era una volta una fanciulla — ohimè quante ve ne furono e quante ve ne sono! — una fanciulla che doveva pacificamente sposare un giovanotto. Costui era un bravo ragazzo, negoziante all'ingrosso di spirito e di zucchero; i suoi buoni amici dicevano che del primo non gliene rimaneva mai in deposito e del secondo troppo, volendo significare, con una ignobile freddura, che era buono e stupido.
===''La virtù di Checchina''===
Venne ad aprire Susanna, la serva. Portava un vestito di lanetta bigia, stinto, rimboccato sui fianchi, lasciando vedere una sottana frusta di cotonina scura; il grembiule di tela grossa era cosparso di macchie untuose; teneva in mano uno strofinaccio puzzolente. Entrando, Isolina fece una smorfia di disgusto.<br />
– C'è Checchina? – chiese.<br />
– C'è – rispose Susanna, stringendo le sue labbra sottili di beghina.<br />
– E che fa?<br />
– Stiamo ripulendo i mobili, col petrolio.<br />
– Volevo dire che si sentiva questo puzzo! E non ci pigliate una malattia, voi?<br />
– Il puzzo del petrolio non fa male.
===''Le amanti''===
====''La grande fiamma''====
Nell'ora tarda della sera, partita l'ultima persona amica o indifferente, per la quale essa provava l'orgogliosa e invincibile necessità di mentire, chiuse tutte le porte ermeticamente, piombata la casa nel profondo silenzio notturno, interrogate con lo sguardo sospettoso fin le fantastiche penombre della sua stanza solitaria, dove sola vivente era una pia lampada consumantesi innanzi a una sacra immagine, prosciolto il suo spirito dall'obbligo della bugia e le sue labbra dall'obbligo del sorriso, ella si lasciava abbruciare dalla grande fiamma.
====''Tramontando il sole''====
- Chiarina, ti presento un amico, Giovanni Serra – disse la padrona di casa, mentre Serra faceva un grande inchino.<br>
- Oh Anna, ma io lo conosco! – esclamò Clara Lieti, vivacemente, stendendogli la mano con un atto famigliare.<br>
- Veramente? E come? – soggiunse Anna, con quel falso interesse mondano, che copre di amabilità la perfetta indifferenza.<br>
- Da vari anni.... da moltissimi anni.... da un numero infinito di anni, lo conosco – e Clara finì con una risatina squillante.
====''L'amante sciocca''====
Paolo Spada aspettava la sua nuova innamorata, con una vivace curiosità mescolata a una certa tenerezza piena d'indulgenza e a movimenti improvvisi e insoliti di buon umore. Egli aveva realizzato, finalmente, dopo alcuni anni vissuti fra i tormentosi piaceri di amori inconsciamente complicati, dopo aver adorato delle bizzarre e inquietanti creature che eran tali, naturalmente, o che si affrettavano a diventare bizzarre e inquietanti al suo contatto, dopo essere stato adorato nelle forme più turbolenti, più folli e più tetre dalle medesime creature, finalmente, egli aveva realizzato un suo antico desiderio: desiderio fluttuante sempre in quell'anima, ora sommersa in fondo al naufragio di qualche stravagante passione, ora galleggiante sul mare cheto che segue le tempeste, il desiderio, cioè, di amare una donna semplice e di esserne amato.
====''Sogno di una notte d'estate''====
Massimo era solo. L'amico d'infanzia, non veduto da anni e poi incontrato improvvisamente per la via, dopo il lieto riconoscimento era venuto, alle sette, a pranzare in casa di Massimo. E costui che trascinava pesantemente il fardello di un'estate cittadina, mentre tutti gli altri anni era partito nel mese di giugno, si riprometteva una buona serata di ricordi, in compagnia dell'amico ritrovato.
===''Nel paese di Gesù''===
<div align=right>''In mare''.</div>
Un giorno, un'ora, un minuto prima della partenza, tutto il febbrile entusiasmo di chi parte si dilegua. L'egoistico ardore con cui si son fatti i preparativi del viaggio, la gaia fretta che par quasi quella del prigioniero cui sorrida, ineffabile, la libertà imminente, quel vivo sogno interiore che rende un po' folli gli occhi di colui che deve andar via, tutto svanisce, lasciando al suo posto un dubbio freddo e sterile, una sottile e opprimente angoscia.
===''O Giovannino, o la morte''===
Alle dieci e mezzo di quella domenica, il sagrestano della parrocchia dei Ss. Apostoli uscì sulla porta dell'antica chiesa napoletana e cominciò ad agitare vivamente un grosso e stridulo campanello di argento. Il sagrestano, appoggiato allo stipite della pesante vecchia porta di quercia, scrollava il campanello a trilli, a distesa, continuamente: serviva per avvertire i fedeli di via Gerolomini, del vico Grotta della Marra in Vertecoeli, della piazza Ss. Apostoli, delle Gradelle, che fra poco sarebbe cominciata nella chiesa dei Ss. Apostoli la messa cantata, la funzione grande di Pentecoste.
===''Pagina azzurra''===
Infine, quando tu sei partita per Castellamare, la tua, diciam così, attrezzeria, era completa. Non hai dimenticato nulla qui, tranne due o tre disgraziati condannati alla città forzata e che sospirano dietro le tue {{sic|treccie}} bionde, scomparse per la linea di Napoli—Castellamare. Rassicurati dunque. Tutto parte con te. Abbiamo fatto insieme uno dei nostri allegri inventari: nulla mancava.
===''Piccole anime''===
====''Una fioraia''====
<div align=right>''Date lilia......''</div>
La bimba camminava lentamente, rasentando il muro, per la via stretta e tortuosa dei Mercanti. Ella non guardava nelle botteghe, non alzava gli occhi a quella lunga striscia di cielo che appariva fra le alte case, non guardava neppure dinnanzi a sé. Guardava le pietre, come se le contasse. Camminava, senza curarsi del fango del selciato, degli urtoni che le davano, di qualche rara carrozza che passava.
====''Giuochi''====
Era una grande casa di provincia, con un portone sempre chiuso, quello nobile, pei signori, che vi davano un forte picchio col battente — e un portone sempre spalancato, quello dove passavano i carri di grano, di vino, di carbone, di pasta. Sopra, gli stanzoni vasti, alti di soffitto, con le travi foderate di carta fiorata, coi muri dipinti di giallo chiaro o di lilla pallido.
====''Canituccia''====
Nella penombra, seduta sulla panca di legno, sotto la cappa nera ed ampia dei focolare, Pasqualina, con le mani sotto il grembiule, recitava il rosario. Non si udiva che il pissi pissi delle labbra sibilanti le preghiere. La cucina tutta affumicata, con la larga tavola di legno verde-bruno, con la madia oscura, con le sedie a spalliera dipinta, senza un punto luminoso, s'immergeva nella notte. Il fuoco, semispento, covava sotto la cenere.
====''Profili''====
Ella porta quel poetico e soave nome che Leopardi ha amato: Nerina. E in tutta la persona di questa fanciulletta alta e sottile è diffuso un mite riflesso di poesia. La mollezza dei capelli castagni, abbandonata in lunghe anella sulle spalle, lascia libera una fronte larga, bianca e spirituale: fronte pensierosa, come i grandi occhi bruni, egiziani; occhi limpidi e profondi, pieni di calma, a cui un principio di miopìa dà, talvolta, una incertezza come di sogno, o una finezza elegante di sguardo.
====''Alla scuola''====
Aspettavamo i giorni di tirocinio con una ansietà segreta. I giorni di lezione erano monotoni, spesso tristi. Noi studiavamo senza voglia, malamente, con programmi incerti, con professori troppo severi o assolutamente inetti. Eravamo già maestre e l'essere trattate da scolarette ci umiliava, ci stizziva. A casa, qualcuna di noi aveva la povertà, quasi tutte una miseria decente — e chi un fratello ebete, chi un padre paralizzato, chi una matrigna tormentatrice, qualche piaga celata con cura, qualche vergogna nascosta con una nobile pietà, qualche infelicità, qualche ingiustizia del destino, a cui la rassegnazione era completa.
====''Nebulose''====
Sulla via che si allunga, diritta, quasi interminabile, sotto i pioppi, camminavano lentamente i due amanti che non si amavano. Lasciavano alle spalle un tramonto di viola: andavano verso un tramonto di un grigio tenue delicatissimo. Ella si trascinava stanca e svogliata, facendo strisciare nella polvere la punta del suo ombrellino, trattenuto mollemente dalle dita: lo sguardo aveva la sola espressione di una grande lassezza.
====''La moda''====
È utile qui dire, che nessun bimbo può essere assolutamente brutto; che nessun bimbo ispira una completa ripugnanza. Se sono malaticci, hanno la dolcezza di una malattia; se sono rachitici, hanno la malinconia attraente di un corpo condannato; se sono precoci, hanno quel sapore strano e acre delle piccole anime, già troppo grandi. Infine potranno avere il naso camuso o gli occhi piccoli o la bocca grande — ma avranno sempre qualche cosa bella: o la guancia rotonda o la delicatezza della pelle o la morbidezza dei capelli, o avranno, nello insieme, tanta grazia soave, tanta freschezza, tanta gioventù che vale come bellezza.
====''Perdizione''====
Mentre la bionda mammina placidamente ricamava un orlo di camiciuola e Mario, seduto sul tappeto, intagliava certi soldatini dipinti di rosso e di azzurro sulla carta, entrò improvvisamente il giovane padre, tutto allegro:<br>
— Su, Mario, su fantoccetto mio, fatti vestire da mammina ed usciamo: ti conduco a spasso.
====''Gli spostati''====
Suo padre è un giornalista, sua madre una maestra di lingue straniere. Il bimbo ha otto anni, ma pare che ne abbia dodici per le strane cose che sa, per le singolari risposte che dà. Egli è già stato a [[Venezia]], a [[Firenze]], a [[Napoli]], non gli resta più nessuna impressione di paesaggio per la sua gioventù: egli si stringe nelle spalle quando gli nominano il Vesuvio o la gondola.
====''Salvazione''====
Dopo il forte momento della passione — nelle placide ore di conversazione, quando le confidenze sgorgano, in una espansione spontanea, quando l'intimità sa essere amichevole e amorosa, Flavia parlava volentieri dell'infanzia propria, di quel giocondo tempo, tutto sole, tutto baci, tutto confetti. Questi ricordi la esaltavano, e come se sognasse, guardando lontano, con la voce tremante di emozione, narrava ancora di quante dolcezze l'aveva circondata l'amore materno.
===''Storia di due anime''===
La bottega dei santi era la penultima della piccola via bassa e oscura, che sinuosamente lega la piazza grande di santa Maria la Nova alla piazzetta di santa Maria dell'Aiuto: e godeva un po' d'aria, un po' di luce, sol perché, dirimpetto ad essa, le antiche e brune case del vecchio quartiere popolare cessavano e poco indietro si ergeva la chiesa della Madonna dell'Aiuto, avente, accanto, il portoncino della sua Congregazione di Spirito.
==Citazioni su Matilde Serao==
*Che Matilde fosse una donna eccezionale – nel senso letterale di un'eccezione alle regole: la regola dell'ambiente italiano e quella del suo genere sessuale – se ne accorse perfino una signora snob come la scrittrice americana, ma europea per scelta e per gusto, [[Edith Wharton]], la pupilla di Henry James. Quando negli ultimi anni della Vecchia Europa, alla vigilia della Grande Guerra, la incontrò nell'elegante e selettivo salotto parigino di Madame Fitz-James, la Wharton non esitò a definirla nel suo diario «una donna tozza e grossa, rossa in faccia e sul collo», riconoscendo, però, che quando prendeva la parola era capace di raggiungere punte che l'americana cosmopolita e chic non aveva mai rilevato nei discorsi delle altre donne. ([[Elisabetta Rasy]])
*Di Roma non la interessavano i monumenti e le opere d'arte, ma la politica, la circolazione di idee e di denaro, la promessa di modernità. Anche se, rispetto alle altre emancipate dell'epoca, non solo le italiane, Matilde fu al tempo stesso più audace e più conservatrice. Non amava le suffragette, ma voleva essere indipendente; apprezzava gli uomini e i piaceri – e i tormenti – dell'amore, ma aveva il gusto degli affari e del denaro; non saltava un giorno di lavoro ma accettava con serenità le sue numerose maternità – come se in lei convivessero un uomo moderno e una donna all'antica. ([[Elisabetta Rasy]])
*La cultura e l'esperienza si fondevano in lei nello splendore della sua vigorosa intelligenza. ([[Edith Wharton]])
*La giovane Matilde non avrebbe ripetuto il genio ch'ebbe e quella sua, davvero scespiriana, ampiezza di visione se fosse vissuta altrove o altrove fosse nata all'arte. Il fenomeno più interessante, nell'arte di donna Matilde, è appunto questa sua facoltà di assorbire e di serbare, trasformandolo, il mondo esterno. In un'epoca nella quale non si conosceva ancora [[Marcel Proust]], ella poteva dire di sé: «Dal primo giorno che ho scritto, io non ho mai voluto e saputo essere altro che una fedele e umile cronista della mia memoria. Mi sono affidata all'istinto e non credo che mi abbia ingannato.»<br>Non sapremmo immaginare, perciò, fuori di Napoli e di quella Napoli, la più verace e sincera Matilde Serao. Non è possibile staccarla dalle strade e dai vicoli della sua prima giovinezza. ([[Giovanni Artieri]])
*La Serao, nonostante le ambizioni proprie e la moda letteraria del suo tempo è, e resta, un grande poeta di Napoli. Nasce alla vita dell'arte come una creatura di Napoli, un suggerimento o una espansione della città. ([[Giovanni Artieri]])
*Matilde Serao fu il simbolo napoletano della rivoluzione femminile, lei che di certo [[femminismo|femminista]] non era, ma ugualmente esempio straordinario di scrittrice, imprenditrice, organizzatrice e madre insieme: potentissima fondatrice di giornali, ricercatrice di fondi, scrittrice inesauribile di romanzi e racconti, candidata al Nobel, scippatole da un'altra considerevole narratrice e figura di donna, [[Grazia Deledda]]. ([[Antonella Cilento]])
*Solo nel 1900 Matilde Serao, autrice di un galateo destinato alle donne in cui vi è una appendice per le care fanciulle, «Piccolo codice per le signorine» –, è molto assertiva nel precisare quando finisce l'infanzia: «Da dodici anni in poi si finisce di essere bimbe», a tredici si è «giovanette», a sedici «signorine» e a diciotto anni si è «presentate in società». ([[Simonetta Ulivieri]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Addio, Amore!]'', A. Barion Edit. Tip., Milano-Sesto S. Giovanni, 1927.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm All'erta, sentinella]'', Milano, Baldini e Castoldi, 1914.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Castigo]'', Milano, Armando Curcio Editore, 1977.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Cuore infermo]'', Roma, Lucarini, 1988. ISBN 8870332446
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Dal vero]'', Perussia & Quadrio, Milano, 1879.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Ella non rispose]'', Milano, F.lli Treves, 1919.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Fantasia]'', Firenze, A. Salani, stampa 1932.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Fior di passione]'', Giuseppe Galli Editore, Milano, 1888.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Gli amanti: pastelli]'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1894.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm I capelli di Sansone]'', casa editrice Madella, Sesto S. Giovanni [Milano], 1914.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Il romanzo della fanciulla]'', Milano, Treves, 1893.
*Matilde Serao, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/serao/il_ventre_di_napoli/pdf/serao_il_ventre_di_napoli.pdf Il ventre di Napoli]'', Perrella, Napoli, 1906.
*Matilde Serao, ''[https://archive.org/details/laballerina01serauoft/page/n2/mode/1up La ballerina]'', 2 voll, Cav. Niccolò Giannotta editore, Catania, 1899.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm La mano tagliata]'', Firenze, A. Salani, 1912.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm La moglie di un grand'uomo]'', Milano, Dott. R. Quintieri, 1919.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Le amanti: La grande fiamma, Tramontando il sole, L'amante sciocca, Sogno di una notte d'estate]'', Fratelli Treves Editori, Milano, 1894.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm L'infedele]'', Ditta Edit. Brigola di E. Brigola e G. Marco, Milano, 1897.
*Matilde Serao, ''[https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/s/serao/leggende_napoletane/pdf/leggen_p.pdf Leggende napoletane]'', Edizioni Bideri spa, Napoli, 1970.
*Matilde Serao, ''[[s:Indice:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu|Leggende napoletane]]'', Edoardo Perino Editore-Tipografo, Roma, 1895.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Nel paese di Gesù. Ricordi di un viaggio in Palestina]'', Milano, Treves, 1923.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm O Giovannino, o la morte]'', Edizioni e/o, Roma, 1995. ISBN 8876412476
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Pagina azzurra (Commedie borghesi)]'', Firenze, Casa editrice italiana, 1910.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Piccole anime]'', Milano, Libreria ed. Galli di C. Chiesa e F. Guindani, 1890.
*Matilde Serao, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/serao/index.htm Storia di due anime]'', in "[Opere di Matilde] Serao", a cura di Pietro Pancrazi, Milano, A. Garzanti, 1944.
== Altri progetti==
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{{Portale|donne}}
{{DEFAULTSORT:Serao, Matilde}}
[[Categoria:Giornalisti italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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Ben Affleck
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Bradipo Lento
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/* Attore */ +[[Paycheck]]
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[[Immagine:Ben Affleck by Gage Skidmore 3.jpg|thumb|Ben Affleck nel 2017]]
{{Premio|Oscar|
'''[[Will Hunting - Genio ribelle]]'''
*Migliore sceneggiatura originale (1998)
'''[[Argo (film)|Argo]]'''
*Miglior film (2013)
}}
'''Benjamin Geza Affleck''' (1972 – vivente), attore, sceneggiatore, regista e produttore cinematografico statunitense.
==Citazioni di Ben Affleck==
*[[Al Pacino]] è un uomo che sprigiona così tanta forza che dopo ogni ripresa con lui avevo un nodo allo stomaco. È così bravo che in una scena ho avuto persino paura che stesse per uccidermi davvero. È stato assurdo.<ref>Citato in [http://www.primissima.it/pages/film.php?id_film=1066 ''Amore estremo''], ''primissima.it''.{{collegamento interrotto}}</ref>
*[[Clint Eastwood]] è un regista e un filmmaker straordinario, un'icona del cinema americano da decenni. Dai film della serie dell'[[Harry Callaghan|Ispettore Callaghan]] è passato a una fase diversa, decisamente più seria. E ha mostrato di essere un formidabile narratore di storie.<ref>Citato in Alessandra Venezia, ''[http://www.iodonna.it/personaggi/interviste/2012/ben-affleck-intervista-film-argo-40999238156.shtml Ben Affleck: "Aiuto, ho 40 anni!"]'', ''iodonna.it'', 9 ottobre 2012.</ref>
*{{NDR|Nel 2013, sull'allora moglie [[Jennifer Garner]]}} Conoscerla e innamorarmi di lei sono due cose che mi hanno dato la forza di rimettermi in carreggiata e dire "Okay, adesso farò ''Hollywoodland''. E dirigerò ''[[Gone Baby Gone]]''". Erano i passi di cui avevo bisogno per tornare a fare cose positive. Lei è senza dubbio la persona più importante per me in questo senso. Negli ultimi 10 anni mi ha permesso di avere una vita famigliare stabile riuscendo a realizzare i miei sogni professionali.<ref>Citato in ''[http://www.thegossipers.com/gossip/ben-affleck-ringrazia-jennifer-garner-per-il-suo-successo.asp L'attore ringrazia la moglie Jennifer Garner per i suoi recenti successi]'', ''The gossipers.com'', dicembre 2013.</ref>
*Questa è una seconda opportunità per me, e siete stati voi a concedermela. Vi voglio ringraziare per questo. Ne sono veramente grato e orgoglioso. Vorrei quindi dedicare questo premio a chiunque altro lì fuori che sta cercando di riscattarsi, perché possono riuscirci.
:''This is a second act for me, and you give me that. I wanna thank you for this. I'm so grateful and proud. I just wanna to dedicated this to anyone else out there who is trying to get a second act, because you can do.''<ref>Dal video ''Ben Affleck wins Best Director at BAFTAs 2013'', cerimonia di premiazione BAFTA, canale "Sony Pix", 9 febbraio 2013, visibile su [http://www.youtube.com/watch?v=KW7VQozjIWg YouTube], minuto 3:53.</ref>
{{Intestazione|''l'Unità'', a cura di Francesca Gentile, 18 ottobre 2004}}
*{{NDR|Riferendosi alle vicende sentimentali con [[Jennifer Lopez]]}} Credo di aver romanticamente idealizzato quel periodo della mia vita, quando avevo il cuore spezzato ed ero disperato. Guardando ora a quei tempi posso affermare che è stato divertente. Sentivo che avevo un sacco di possibilità. Succede quando non hai niente da perdere e il futuro è una pagina bianca.
*Se sei un personaggio pubblico devi saper accettare la [[satira]]. Così ho accettato anche il rischio che ci sia qualche buontempone deciso a prendersi gioco di me.
*Le persone più inusuali con cui ho passato il [[Natale]] sono state le truppe impegnate in Iraq, lo scorso anno. Ero in Medio Oriente, è stato senza dubbio uno strano Natale, difficile. Vedere quei ragazzi lavorare duro, con la paura di saltare in aria ad ogni momento, è stata una difficile esperienza.
==Citazioni su Ben Affleck==
*{{NDR|In ''[[Gone Baby Gone]]''}} Ben Affleck, al suo debutto dietro la macchina da presa, riesce a distinguersi, mostrando buona attitudine nelle parti d'azione e una certa capacità di leggere i sentimenti. (''[[il Farinotti]]'')
*È una persona estremamente intelligente e preparata. Sapeva esattamente ciò che voleva. Sa come raccontare una storia. ([[John Goodman]])
==Note==
<references />
==Filmografia==
===Attore===
{{div col|strette}}
*''[[Will Hunting - Genio ribelle]]'' (1997)
*''[[Armageddon - Giudizio finale]]'' (1998)
*''[[Shakespeare in Love]]'' (1998)
*''[[Dogma (film)|Dogma]]'' (1999)
*''[[Bounce (film)|Bounce]]'' (2000)
*''[[Giuseppe il re dei sogni]]'' (2000)
*''[[Pearl Harbor (film)|Pearl Harbor]]'' (2001)
*''[[Jay & Silent Bob... Fermate Hollywood!]]'' (2001)
*''[[Al vertice della tensione]]'' (2002)
*''[[Duetto a tre]]'' (2002)
*''[[Amore estremo - Tough Love]]'' (2003)
*''[[Daredevil]]'' (2003)
*''[[Paycheck]]'' 2003)
*''[[Clerks II]]'' (2006)
*''[[Smokin' Aces]]'' (2006)
*''[[La verità è che non gli piaci abbastanza]]'' (2009)
*''[[State of Play]]'' (2009)
*''[[The Company Men]]'' (2010)
*''[[The Town]]'' (2010)
*''[[Argo (film)|Argo]]'' (2012)
*''[[L'amore bugiardo - Gone Girl]]'' (2014)
*''[[Batman v Superman: Dawn of Justice]]'' (2016)
*''[[Justice League (film)|Justice League]]'' (2017)
*''[[Il suo ultimo desiderio]]'' (2020)
*''[[Il bar delle grandi speranze]]'' (2021)
{{div col end}}
===Regia===
*''[[Gone Baby Gone]]'' (2007)
*''[[The Town]]'' (2010)
*''[[Argo (film)|Argo]]'' (2012)
===Produttore===
*''[[Gone Baby Gone]]'' (2007)
*''[[Argo (film)|Argo]]'' (2012)
===Sceneggiatore===
*''[[Will Hunting - Genio ribelle]]'' (1997)
*''[[Gone Baby Gone]]'' (2007)
*''[[The Town]]'' (2010)
==Voci correlate==
*[[Casey Affleck]], fratello
*[[Jennifer Garner]], ex moglie
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Affleck, Ben}}
[[Categoria:Attori statunitensi]]
[[Categoria:Produttori cinematografici statunitensi]]
[[Categoria:Registi statunitensi]]
[[Categoria:Sceneggiatori statunitensi]]
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Discussione:Emma Andijevs'ka
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Dread83
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Dread83 ha spostato la pagina [[Discussione:Emma Andijewska]] a [[Discussione:Emma Andijevs'ka]]
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Le citazioni sono state tradotte da fr.wikiquote. [[Utente:Aspasia|Aspasia]] 12:51, 4 lug 2006 (UTC)
==Senza fonte==
*Persino delle creature malvagie, infami e vigliacche non potrebbero esistere un solo istante se tutto l'essere non fosse giustificato dall'esistenza di un individuo infinitamente buono.
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Debito
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Udiki
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Citazioni sul '''debito'''.
*Abolire il dovere di pagare i debiti mina alla base le regole della convivenza umana. ([[Tito Livio]], attribuita ad [[Appio Claudio Crasso Inregillense|Appio Claudio]])
*C'è sempre un monoteismo all'orizzonte del [[dispotismo]]: il debito diventa ''debito d'esistenza'', debito dell'esistenza dei soggetti stessi. Viene il momento in cui il creditore non ha ancora prestato mentre il debitore non cessa di rendere, poiché rendere è un dovere, mentre prestare è una facoltà, come nella canzone di [[Lewis Carroll]], la lunga canzone del debito infinito:<br/><small>Un uomo può certo richiedere il dovuto,<br/>ma quando si tratta di un prestito,<br/>può allora scegliere<br/>il tempo che più gli aggrada</small>. (''[[L'Anti-Edipo]]'')
*''Di penoso nei debiti | non v'ha che il pagamento.'' ([[Antonio Ghislanzoni]])
*Gli uomini ci debbono quel che noi immaginiamo ci daranno. Rimetter loro questo debito. ([[Simone Weil]])
*I poveri soffrono perché i prestiti devono essere ripagati e sono ingenti, quindi ripagarli significa che essi non ricevono istruzione, servizi sanitari o sociali, e il paese viene lasciato intenzionalmente alle prese con un grande debito. ([[John Perkins (economista)|John Perkins]])
*Il debitore che si dimentica non estingue il debito. Il creditore forse sì. Però se lo ricordano gli eredi. ([[Marcello Marchesi]])
*Il miglior modo per giungere a una transazione è sempre quello di lasciar che i debiti si accumulino. ([[Guy de Maupassant]])
*Noi sicari dell'economia torniamo in questo paese e diciamo: "Guardate, ci dovete molti soldi, non potete ripagare i debiti, allora dateci le vostre risorse vitali". ([[John Perkins (economista)|John Perkins]])
*Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole. (''[[Lettera ai Romani]]'')
*Per intenderci senza spreco di parole, innanzi tutto convien adottare un vocabolo pel quale si rappresenti con esattezza matematica quel personaggio singolarmente favorito dalla natura e completato dalla scienza e dalla pratica sociale, che si propone di passare lietamente la vita a spese del credito pubblico e privato.<br/>Il mio cognome può servire a tal uopo. L'uomo che intende vivere per il debito, che si sente chiamato a questa sublime missione di rigenerare l'umanità col sistema delle imposte involontarie, si chiami dunque ''puffista''. Accordando il nome di ''puffisti'' a questa grande e nobile specialità della razza umana che fra poco avrà cessato di essere una specialità per divenire una imponente maggioranza, io sono certo di raccomandare me stesso ad una fama imperitura! ([[Antonio Ghislanzoni]])
*Quando siamo debitori ma di poco, paghiamo. Quando siamo debitori di così tanto da sfidare il Denaro, siamo blandamente insolventi. ([[Emily Dickinson]])
*Se devi alla banca 100 dollari è un tuo problema. Se invece devi 100 milioni di dollari, è un problema della banca. (attribuita a [[Jean Paul Getty]])
*Sono un problema del mio socio di maggioranza, [[Dio]]. ([[Luigi Maria Verzé]])
*Spingersi continuamente sulla linea argomentativa del dover ripagare il debito significa suggerire: "Guarda che io sono un debitore poco affidabile". ([[Michele Boldrin]])
==[[Proverbi italiani]]==
*A chi paga ciò che deve, tutto ciò che gli resta è suo.
*A pagare e a morire c'è sempre tempo.
*Chi deve dare, sa comandare.
*Chi è debitore, non riposa come vuole.
*Chi fa debiti o piatisce, sulla paglia i dì finisce.
*Chi non ha debiti è ricco.
*Debiti e cancri, mali insanabili.
*Debitore, mentitore.
*È meglio pagare e poco avere, che molto avere e sempre dovere.
*Finché si è debitori, si è nei dolori.
*I calzoni degli altri fanno male al sedere.
*I [[credito]]ri hanno miglior memoria dei debitori.
*I debiti dei poveri fanno un gran fracasso.
*I debiti e i peccati crescono sempre.
*I debiti e i peccati sono sempre più di quelli che si crede.
*Il debito ammazza l'[[uomo]].
*Il debito mangia [[giorno]] e [[notte]].
*Il debito porta in groppa la [[menzogna]].
*Il far cambiale riduce l'uomo all'ospedale.
*Il giorno in cui si paga un debito, si apre un credito.
*Il [[lavoro]] paga i debiti, mentre la disperazione li aumenta.
*Il mentire è il secondo [[vizio]], il primo è l'indebitarsi.
*La Quaresima è corta per chi deve pagare a Pasqua.
*L'arrabbiarsi non paga i debiti.
*Per i debiti di cuore i soldi non bastano.
*Quando c'è debito, la fodera mangia il diritto.
*Sette anni di bel tempo non pagano un soldo di debito.
*Un carro di fastidi non paga un soldo di debiti.
*Un piccolo debito forma un debitore, uno grosso un nemico.
*Uomo indebitato, ogni anno lapidato.
==Bibliografia==
*Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903
==Voci correlate==
*[[Cambiale]]
*[[Credito]]
*[[Debito pubblico]]
*[[Prestito]]
*[[Usura]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Diritto civile]]
[[Categoria:Economia politica]]
[[Categoria:Finanza]]
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Ebraismo
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Gaux
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/* Citazioni */ David Castelli
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[[Immagine:Star of David.svg|right|200px|Stella di David]]
Citazioni sull''''ebraismo'''.
==Citazioni==
*Ah, voi Gentili! Non romanzate troppo sull'ebraismo! Avete preso questo ebreo che andava oltre i confini con l'intelletto, ne avete fatto un simbolo! Ma noi abbiamo pagato un prezzo altissimo a questo. E allora dateci la soddisfazione di vivere dentro questi confini territoriali! ([[Abraham Yehoshua]])
*Di fronte al politeismo dell'impero romano, frantumato e polverizzato, il monoteismo giudaico era una imponente forza religiosa; soltanto le moleste assurde barriere imposte dalla legge mosaica vigilante anche sulle minime attività impedirono {{sic|ch'esso}} si espandesse conquistando il mondo. Non appena Paolo demolì quelle barriere, il monoteismo giudaico, arricchito delle promesse cristiane e dei mezzi di redenzione, cominciò la sua marcia conquistatrice verso i paesi del Mediterraneo. ([[Karl Robert Eduard von Hartmann]])
*Forse il senso estremo dell'ebraismo sta appunto nel rivolgere di continuo con la sua enigmaticamente imperitura esistenza l'eterna domanda di [[Giobbe]] a Dio, affinché essa non vada del tutto dimenticata in terra. ([[Stefan Zweig]])
*Gli ebrei non potevano ammettere la divinità di Gesù come Dio fattosi uomo senza ripudiare il nucleo centrale del loro credo. I cristiani non potevano ammettere che Gesù fosse alcunché meno di Dio senza ripudiare l'essenza e lo scopo del loro movimento. Se Cristo non era Dio, il Cristianesimo non era nulla. Se Cristo era Dio, allora il giudaismo era falso. Non poteva assolutamente esserci un compromesso su questo punto. Ogni fede era così una minaccia per l'altra. ([[Paul Johnson]])
*Il pensiero ebraico era orientato verso l'avvenire. Nella storia del passato ricercava l'immagine di ciò che non esisteva ancora. ([[Jean Guitton]])
*Il punto di partenza iniziale del Giudaismo non è cosmico e metafisico come quello del [[Brahmanesimo]], ma è schiettamente etico e storico. In altre parole, mentre pel Brahmano il problema è avvistato, in primo piano, nei suoi termini teoretici e metafisici, come definizione dei rapporti tra l'Uno e i molti, tra l'Essere assoluto e le esistenze relative, e solo in secondo piano e consecutivamente nei termini delle resultanze pratiche e redentrici, pel Giudeo, invece, il problema è posto, di primo acchito, nei suoi termini pratici e soteriologici. Il predicato essenziale di Giavè è quello teleologico di provvidenza storica. Iddio e le fortune del popolo d'Israele sono una stessa cosa. ([[Panfilo Gentile]])
*In effetti, l'ebraismo come stile di vita cerca di inculcare in noi una consapevolezza della presenza divina nel mondo e di conseguenza il rispetto per la vita. Quanto più ci sta a cuore la vita, tanto più siamo difatti vicini a Dio. Di conseguenza, un [[vegetarianismo]] etico come stile di vita esprime i valori e le aspirazioni più nobili e sublimi dell'ebraismo stesso, portandoci più vicini alla sua visione della società come un tutt'uno. ([[David Rosen]])
*La [[Chiesa cattolica|Chiesa]], che condivide con l'Ebraismo una parte importante delle Sacre Scritture, considera il popolo dell'Alleanza e la sua fede come una radice sacra della propria identità cristiana (cfr ''[[Lettera ai Romani|Rm]]'' 11,16-18). Come cristiani non possiamo considerare l'Ebraismo come una religione estranea, né includiamo gli ebrei tra quanti sono chiamati ad abbandonare gli idoli per convertirsi al vero Dio (cfr 1 ''[[Lettera ai Tessalonicesi|Ts]]'' 1,9). Crediamo insieme con loro nell'unico Dio che agisce nella storia, e accogliamo con loro la comune Parola rivelata. ([[Papa Francesco]])
*L'ebraismo – come è stato detto, seppure in modo un po' semplificato – è la [[religione]] della ''speranza''; il [[cristianesimo]] della ''carità''; l'[[islam|islamismo]] della ''fede''. ([[Vittorio Messori]])
*L'ebraismo non può disperare della fedeltà di Dio, è prigioniero della speranza. Ma anche noi siamo legati a questa speranza. ([[Carlo Maria Martini]])
*L'Ebraismo si differenziava dalle altre religioni anche perché prendeva sul serio l'etica, esattamente come i filosofi. ([[Rainer Riesner]])
*L'ebraismo si poteva riassumere in una parola sola: isolamento. Quando non li rinchiudevano in un ghetto, gli ebrei se ne creavano uno di loro volontà; quando non li costringevano a portare il segno giallo, si vestivano in un modo che ai loro vicini sembrava stravagante. ([[Isaac Bashevis Singer]])
*La cultura ebraica non è una sorta di erba selvatica che cresce per conto suo. È un giardino che si deve curare di continuo. Quando il giardiniere se ne scorda, o decide di scordarsene, le piante avvizziscono. ([[Isaac Bashevis Singer]])
*La dogmatica ebraica non poteva nemmeno dopo la compilazione del Talmud costituirsi, e quindi non è stata costituita; in modo che ogni Ebreo sappia chiaramente ciò che gli è proposto come credenza.<br>E questa non è piccola cagione della decadenza dell'ebraismo. Imperocché mentre la religione deve nobilitare sempre più lo spirito umano, elevarlo ai grandi principii della morale o della civiltà, e farlo aspirare a quell'ideale che trascende i limiti del senso; l'ebraismo invece, intendo dire quello officiale, ha legato all'uomo piedi e mani col rituale più minuzioso e più gretto che mai potesse cadere in mente umana, e non ha trovato poi una parola per insegnargli che cosa credere. ([[David Castelli]])
*Le guerre di religione sono una prerogativa del giudaismo e delle sue diramazioni, cristianesimo e islamismo, che hanno ereditato quel modo di conversione. ([[Jorge Luis Borges]])
*Per noi l'ebraismo ha un valore inestimabile e una preziosità incomparabile non perché siamo ebrei, ma perché Gesù è un ebreo e noi lo possiamo capire e accogliere pienamente solo se facciamo nostro anche il suo essere ebreo. ([[Mariano Crociata]])
===[[Hans Urs von Balthasar]]===
*Nella preghiera e nella contemplazione l'anima cristiana sente quel che ha provato l'anima ebraica.
*Non può esserci un cristianesimo che non stia a priori ed intimamente in un essenziale contatto con il tronco sacro <ref>Il tronco sacro è l'ebraismo, secondo l'immagine dell'olivo e dell'oleastro proposta da San Paolo.</ref>, come il ramo con la radice.
*Quel che il cristiano ha da dire all'ebreo, la cosa ultima e più preziosa, e che è il nocciolo della stessa vita cristiana: forse è ciò che l'ebreo non sta a sentire, perché lo percepisce solo come un che di estraneo, di inutile.
===[[Albert Einstein]]===
*A parte ogni considerazione pratica, la mia consapevolezza della natura essenziale del giudaismo respinge l'idea di uno stato ebraico con propri confini, un proprio esercito e una qualche forma di potere temporale, non importa quanto modesta. Ho paura del danno interno che il giudaismo ne deriverebbe, specialmente se tra le nostre file cominciasse ad allignare un angusto nazionalismo, contro il quale abbiamo già dovuto combattere con forza anche senza che esistesse uno stato ebraico. Non siamo più gli ebrei del periodo dei Maccabei. Un ritorno a una nazione nel senso politico del termine equivarrebbe all'allontanamento della nostra comunità dalla spiritualizzazione di cui siamo debitori al genio dei nostri profeti.
*Il giudaismo non è una dottrina: il Dio ebraico è semplicemente la negazione della superstizione, un esito immaginario della sua negazione. È altresì un tentativo di basare la legge morale sulla paura, un tentativo deplorevole e disdicevole. Eppure mi sembra che la forte tradizione morale della nazione ebraica si sia in larga parte liberata da questa paura. È chiaro anche che "servire Dio" era equiparato a "servire il vivente". I migliori del popolo ebraico, specialmente i profeti e Gesù, hanno lottato instancabilmente per questo.
*La ricerca del sapere fine a se stesso, un amore quasi fanatico per la giustizia e il desiderio di indipendenza personale: sono questi i tratti della tradizione ebraica che mi fanno rendere grazie alle stelle perché ne faccio parte.
*Per me la [[religione]] ebraica, così come tutte le altre religioni, è una incarnazione delle più infantili superstizioni.
===[[George Steiner]]===
*Il giudaismo e le sue due principali note a piè di pagina, il cristianesimo e il socialismo utopico, discendono direttamente dal Sinai, e anche gli ebrei erano solo un piccolo gruppo disprezzato e perseguitato.
*La presenza ebraica, spesso impressionante, nella matematica moderna, in fisica, nella teoria economica e sociale, nasce direttamente da quella astinenza dall'approssimazione e dall'effimero che caratterizza l'ethos del chierico.
*Visto in modo rigoroso, il destino del giudaismo è un poscritto alle penali del contratto con Dio (anche qui, i passi in corpo piccolo).
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Antisemitismo]]
*[[Ebrei]]
*[[Israele]]
*[[Olocausto]]
*[[Yahweh]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Ebraismo| ]]
[[Categoria:Fedi, tradizioni e movimenti religiosi]]
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Napoli
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Sun-crops
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+1, fix; 2 delle citazioni di Toni Servillo sono, imho, pertinenti ad altre voci
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{{voce tematica}}
Citazioni sulla città di '''Napoli''' e sui '''napoletani'''.
[[Immagine:Napoli.jpg|thumb|530px|Napoli vista dal quartiere di Posillipo; sullo sfondo, il [[Vesuvio]]]]
===Citazioni in prosa===
{{indicedx}}
*A dir la verità, la bellezza di Napoli è un po' un inganno. Napoli non è bella, finché non la guardate da lontano. Da lontano si stende dorata nel sole, il mare è azzurro, quanto ne avete appena un'idea, qui davanti un bel pino, lì quell'azzurro è [[Capri]], il [[Vesuvio]] soffia un batuffolo di ovatta biancastra, [[Sorrento]] splende lontana e netta – Dio, è bello. E poi scende il crepuscolo, tutto si inazzurra e spuntano le luci, adesso è tutto un semicerchio di piccole scintille, sul mare si muove una nave e splende di luci verdi, azzurre, dorate: Dio, è bello! Ma entra in città, amico mio; cammina per le strade, posa su tutto i tuoi occhi boemi e goditi quanto puoi il pittoresco di questa vita; tra un po' ne sarai nauseato. Forse queste strade sono pittoresche, ma sono decisamente bruttissime. Girovaghi sotto ghirlande di biancheria sporca, ti fai largo tra una minutaglia di ogni risma, asini, mascalzoni, capre, bambini, automobili, ceste di ortaggi, e di altre equivoche porcherie, officine che fuoriescono sul marciapiede e arrivano al centro della strada, immondizie, marinai, pesci, carrozzelle, cespi di cavolo, strilloni, ragazze con i capelli acconciati, sudici monelli stesi a terra; è tutto uno spintonarsi, uno schiamazzare, un bastonare con malagrazia gli animali, un chiamare a gran voce, offrire, urlare, schioccare la frusta, derubare. ([[Karel Čapek]])
*'A disoccupazione pure è un grave problema a Napoli, che pure stanno cercando di risolvere... di venirci incontro... stanno cercando di risolverlo con gli investimenti... no, soltanto ca poi, la volontà ce l'hanno misa... però hanno visto ca nu camion, eh... quante disoccupate ponno investi'? [...] cioè, effettivamente, se in questo campo ci vogliono aiutare, vogliono venirci incontro... na politica seria, e ccose... hann' 'a fa' 'e camiòn cchiù gruosse. ([[Massimo Troisi]])
*A guardare nella nazione napolitana solamente l'uomo, a contemplare l'enorme sciupio delle leggi morali e religiose, ogni anima onesta sarebbe tentata a gridare: Dio non è, o l'uomo non è l'opera della sua mano! Ma quando lo sguardo ricade su quelle soavi creature, in cui non sai che più ammirare, se lo splendore della bellezza o la nobilità dello spirito, quando vagheggi quell'opàla eterna i cui fuochi non muoiono mai; allora ti riconcilii con Dio e dici: quest'uomo è caduto, e la sua tristizia è un'espiazione. Un'espiazione forse della sapienza etrusca, della signoria romana, della libertà proficua del medio evo; un'espiazione della codardia moderna e dello scoraggiamento di oggidì. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]])
*A [[Milano]] od a [[Torino]] come nella maggior parte delle grandi città moderne, è appunto il moderno sviluppo industriale e commerciale che ha determinato progressivamente, con l'incremento demografico, l'ossatura fondamentale della vita cittadina, mentre il grande agglomerato umano di Napoli e la sua struttura sociale hanno origini assai più lontane, sono il prodotto di altre condizioni economiche, di altre forme di vita. Assai prima della costituzione del [[Regno d'Italia]], Napoli era stata, per lunghi secoli, la capitale del maggiore tra gli Stati in cui l'Italia era divisa, ed una delle più grandi città d'Europa. Già nello scorcio del Medio Evo, Napoli oltrepassava i 200 mila abitanti, quando Milano non sorpassava che di poco i 50 mila e Torino ne contava 16 mila soltanto; quando [[Amburgo]] ne aveva meno di Torino e [[Londra]] meno di Milano. ([[Emilio Sereni]])
*A mio parere, Napoli è l'unica città d'Italia che rappresenta veramente la sua capitale. ([[Charles de Brosses]])
*A Napoli, diversamente da [[Firenze]] o [[Venezia]], che sono città museo, prive di una vera vita cittadina, e dove tutto è organizzato in funzione di un turismo di massa che ha completamente cambiato la qualità della vita rendendo queste città dei musei ingessati, Napoli ha la possibilità, non potendo contenere un turismo di massa come le suddette città, di conservare il suo straordinario fascino e le qualità dove il museo è un museo vivente, dove il patrimonio artistico convive con le realtà sociali, economiche, commerciali. Dove cioè il patrimonio artistico non è visto come un museo ma come parte di una vita in continua trasformazione, con le sue ombre, le sue luci, la miseria e la nobiltà. Napoli, cioè, come ultimo luogo di una mediterraneità vissuta non come museo ma come vita e realtà in continua evoluzione. ([[Nicola Spinosa]])
*A Napoli è cambiato tutto. O quasi. Per i rifiuti è cambiato molto poco. La [[camorra]], è vero, è diventata meno aggressiva. E da qualche avamposto si è dovuta ritirare. Però la raccolta dei sacchi «da 'a munnezza» è rimasta nelle mani delle stesse imprese che l'avevano ottenuta in appalto agli inizi degli anni Novanta, gli anni d'oro di Cirino Pomicino, De Lorenzo, Di Donato: i tre avidi «viceré» del Caf. Imprese che nel settembre del '96 hanno riottenuto dalla giunta Bassolino l'appalto per la raccolta delle 1300 tonnellate/giorno di pattume tal quale generate dalla città di Napoli. ([[Ivan Berni]])
*A Napoli è stata affibbiata una mutazione di funzione e destino di cui non si è mai compresa la connotazione: da ex capitale, che cosa è diventata? Non si sa. E quel che è peggio: non se ne discute. ([[Philippe Daverio]])
*A Napoli, il 15 maggio, una sollevazione popolare aveva colto tutti di sorpresa. I soldati spararono e ci furono molti morti. Il Parlamento, che aveva tentato una mediazione, venne invece accusato di aver sostenuto la sedizione. ([[Nico Perrone]])
*A Napoli puoi anche mandare un prefetto di frontiera come Mori o un baluardo della cultura come il sottoscritto. Ma non ci fai nulla. Un po' come a [[Palermo]]. Al Sud c'è una travolgente forza del male. ([[Vittorio Sgarbi]])
*A Napoli va debitrice l'[[Italia]] della restaurazione della moderna [[filosofia]] razionale, che da quel regno si propagò per tutta la penisola. Il [[Bernardino Telesio|Telesio]], il [[Giordano Bruno|Bruno]] ed il [[Tommaso Campanella|Campanella]] aveano cominciato a scuotere il gioco aristotelico; il [[Giambattista Vico|Vico]] ed il [[Antonio Genovesi|Genovesi]] lo levarono dal collo degli Italiani e lo infransero. ([[Giuseppe Maffei]])
*Amo Napoli perché mi ricorda [[New York]], specialmente per i tanti travestiti e per i rifiuti per strada. Come New York è una città che cade a pezzi, e nonostante tutto la gente è felice come quella di New York. ([[Andy Warhol]])
*Avevo visto Valencia e Barcellona, avevo visto Genova, Milano, Venezia, Firenze e anche Roma; tuttavia non sapevo cosa fosse una grande Città fino a quando non sono giunto a Napoli. Altre la superano per la bellezza degli edifici e il gusto degli ornamenti, ma quella folla immensa, quello strepito di persone; quello splendore e frastuono di carrozze, quell'abbondanza di cose, quell'allegro tumulto e quella pacifica confusione destano scompiglio nell'animo di chi la vede per la prima volta. [...] Una splendida corte, una milizia brillante, un'innumerevole e ricca nobiltà, un altrettanto numeroso e ricco foro, un popolo chiassoso, una folla infinita fanno di Napoli una grande città come solo se ne possono vedere in Inghilterra e in Francia, ma non certo in altre nazioni europee. ([[Juan Andrés]])
*Cara Napoli, è difficile, tanto difficile dopo quattro anni... e allora ho pensato che forse è meglio salutarti così: chiedendo in prestito prima a zio Pino e poi a te, quello che la gente, la meravigliosa tua gente, ti canta ogni volta come una promessa di amore eterno. [...] ''Napule è tutto nu' suonno e a' sape tutto o' munno ma nun sann' a verità.''<ref>Nella lettera vengono citati i versi di ''Napule è'' di [[Pino Daniele]].</ref> Io la so. L'ho scoperta, l'ho amata, l'ho chiusa a chiave nel cuore: ed è per questo che oggi i miei occhi sono bagnati da questo mare e sporcati da questa terra. Terra mia. Ciao guagliù, forza Napoli sempre. ([[Gökhan Inler]])
*''[[Francesco Caracciolo (ammiraglio)|Caracciolo]]'' era uno di quei pochi che al più gran genio riuniva la più pura virtù. Chi più di lui amava la patria? Che non avrebbe fatto per lei? Diceva che la Nazione Napolitana era fatta dalla natura per avere una gran marina, e che questa si avrebbe potuto far sorgere in pochissimo tempo: avea in grandissima stima i nostri marinari. ([[Vincenzo Cuoco]])
*Che cosa significasse per il [[Michelangelo Merisi da Caravaggio|Caravaggio]] l’incontro con la immensa capitale mediterranea, più classicamente antica di Roma stessa, e insieme spagnolesca e orientale, non è difficile intendere a chi abbia letto almeno qualche passo del Porta o del Basile; un’immersione entro una realtà quotidiana violenta e mimica, disperatamente popolare. ([[Roberto Longhi]])
*{{NDR|Sembrerebbe}} che un riflesso del sorriso di questo cielo privilegiato si diffonda su di essi<ref>I napoletani.</ref>, che anche sul dolore sanno innalzare a Dio canti festosi. ([[Fanny Salazar Zampini]])
*Chi ha ragione? Chi ha visto meglio il tratto saliente della città che, come ogni realtà complessa, può essere considerata da molti e differenti punti di vista? Lo scrittore napoletano [[Raffaele La Capria]] definisce Napoli una città bifronte, come Giano, il dio con due facce: «Secondo come la si guarda può essere "disperatissima" o "felicissima"».<br>Il dilemma rappresentato da Napoli è forse nel fatto che qualunque giudizio si esprima può essere considerato giusto. La magnificenza e l'abiezione, la bellezza e l'orrore, una gentilezza e una crudeltà che sembrano venire entrambe da tempi remoti. Perché se Napoli fosse solo orrore e ferocia come talvolta la cronaca induce a pensare, non varrebbe nemmeno la pena di arrovellarsi, di chiedersi come mai possa accadere tutto ciò che vi accade. ([[Corrado Augias]])
*Ci sono città più forti dei secoli: il tempo non le muta. Si succedono le dominazioni, le civiltà vi si depositano come sedimenti geologici; ma esse conservano attraverso i tempi il loro carattere, il loro profumo, il loro ritmo e il loro rumore, diversi da tutte le altre città della terra. Da sempre Napoli è una di queste e, come appare oggi al viaggiatore, così era nel Medioevo e così indubbiamente mille anni prima, mezzo africana e mezzo latina, con i suoi vicoletti affollati, il suo chiassoso brulichio di gente, il suo odore di olio, di zafferano e di pesce fritto, la sua polvere color del sole e il rumore di sonagli che dondolano al collo dei muli. ([[Maurice Druon]])
*Città cosmopolita per eccellenza e tollerante quante altre mai, Napoli, più che limitarsi ad offrire ospitalità e rifugio agli esuli greci nelle diverse, tristi o meno tristi, vicende della loro storia, ha costituito quasi sempre una seconda patria, come a suggellare nel tempo il significato dell'antico nome ellenico. Per chi è greco e ha stabilito la propria dimora in questa città, non diversamente dai tanti altri che l'hanno preceduto nei tempi andati, non è solo un conforto o un compiacimento, è un motivo di esaltazione, e anche una lusinga cui non è facile sottrarsi. ([[Costantino Nicas]])
*Colpito dalla prima apparizione di Napoli. Grandi folle, strade belle, edifici alti. ([[Herman Melville]])
*Comm si bell... I miss you assai assai.<ref>Come sei bella {{NDR|Napoli}}... Mi manchi assai assai.</ref> ([[David Rocco]])
*Con superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto ed alle rovine, la forza per cacciare dal suolo partenopeo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce disumana rappresaglia. Impegnata un'impari lotta col secolare nemico offriva alla Patria, nelle "Quattro Giornate" di fine settembre 1943, numerosi eletti figli. Col suo glorioso esempio additava a tutti gli Italiani, la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria. Napoli, 27 – 30 settembre 1943. (<small>Motivazione data dalla Presidenza della Repubblica italiana con decreto del 10 settembre 1944, che così assegnava alla città di Napoli la Medaglia d'oro al valor militare.</small><ref>''[http://archive.today/2013.07.02-161334/http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=18392 Medaglia d'oro al valor militare, città di Napoli.]'', ''quirinale.it''.</ref>)
*Con una ovvietà potremmo ricordare che le tre grandi lingue del teatro sono il [[veneto]], il napoletano e il [[Sicilia|siciliano]]. Lingue che consentono di rappresentare comportamenti, allusioni, doppi fondi capaci di alimentarsi nel gesto, come accade nell’inglese di Shakespeare. ([[Toni Servillo]])
*Credimi, per chi ha un po' d'onore e di sangue nelle vene, è una gran calamità nascere napoletano. ([[Carlo Filangieri]])
*Cuffià: Dileggiare, beffare, deridere, burlare, prendere in giro, ma in una cadenza autenticamente napoletana, cioè ironica, sorridente e canzonatoria, tutt'altro che beffarda, sarcastica e maligna. [...] per l<nowiki>'</nowiki>''homo neapolitanus'' il ''cuffià'' si configura spesso quale itinerante supporto esistenziale: per lui, che sotto le disincantate specie del ''Tatonno 'e Quagliarella'' di [[Giovanni Capurro]] (musicato da [[Francesco Buongiovanni]] nel 1919), può dire «cuffeio pure 'a morte e 'a piglio 'a risa»... Ed è proprio in questa sovrana irrisione che si condensa e si sublima tutta la millenaria saggezza del nostro popolo, tutta la perenne essenzialità del suo sussistere, tutta la esplicita garanzia della sua rinnovantesi sopravvivenza... ([[Renato De Falco]])
*{{NDR|Napoli, vista dal Museo di San Martino}} Da questo cumulo di tetti si levava un frastuono, un urlo continuo, come esplosioni di voci ininterrotte, di cui non ci si fa l'idea nella città stessa. Questo vi incute davvero una sorta di spavento, e questo rumore che si alza con la nebbia azzurra fa stranamente sentire a quale altezza ci si trova e dà le vertigini.<br />Queste cappelle di marmo mi hanno incantato. Il paese che possiede quel che possiede l'Italia è il paese più ricco del mondo. Io paragono l'[[Italia]] con il resto dell'universo, come un magnifico quadro con un muro imbiancato a calce.<br />Come ho osato giudicare Napoli l'anno scorso! se solo avessi visto! Tutta la strada di San Martino e la discesa lungo Posillipo offrono bellezze da lasciare stupefatti. E queste ville sparpagliate e questo mare, e il Vesuvio e il cielo, e la grotta di Pozzuoli, che si scorge come una bocca di cannone! – Si perde la testa! ([[Marija Konstantinovna Baškirceva]])
*Da Parigi, seguendo i confini di Francia, abbiamo visto il Meno gettarsi nel Reno tra sponde fitte di bei vigneti, e la fertile Campania fino a Napoli, coi suoi palazzi stupendi e le strade dritte, ben lastricate, che dividono la città in quattro parti. E la tomba d'oro del saggio [[Publio Virgilio Marone|Marone]], e la strada lunga un miglio che tagliò nella roccia in una sola notte. ([[Christopher Marlowe]])
*Dei magnati napoletani mi ricorda di avere una volta parlato con poco favore a cagione di certo barbaro spettacolo non so se tuttavia costì praticato, che allora mi mosse a sdegno e a ribrezzo. Ma per ben costumata che sia, non v' è città che alcuna cosa in se stessa non offra degna di biasimo: ed or m'avveggo come degnissimi essi si porgano di bella lode per animo liberale, per indole generosa, e per singolare fedeltà nell' amicizia. E questo vanto {{sic|meritamente}} a loro consente la storia di Roma, che ridotta nella seconda guerra Punica allo stremo delle sue forze, abbandonata e combattuta da quasi tutta l' Italia, e tradita dai Capuani vostri vicini, che i benefizi ed i soccorsi da lei ricevuti rimeritarono con odio mortale e con gravissime ingiurie, dalla esimia fedeltà, e dalla liberale munificenza dei Napolitani ebbe nell'ora del suo più grave pericolo aiuto e sostegno. Perché gli antichi non meno che i recenti tempi mi porgono sicuri argomenti ad affermare che, chi veduta Napoli non se ne innamora, o non conosce che sia virtù, o non è capace di amarla. ([[Francesco Petrarca]])
*Disumanizzare Napoli non deve essere stato facile, ma sembrano esserci riusciti. Un popolo che ha molto patito superando con la sua vitalità e la sua impressionante saggezza prova dopo prova è facilmente preso alla sprovvista da un'aggressione disumanizzante, che ha lo scopo di ucciderne l'anima fingendo di liberarlo; così mi spiego questo popolo stravolto, paralizzato, che non può più fare nient'altro che gonfiarsi di rumore e produrne, ingoiare caos e trombettarlo fuori. ([[Guido Ceronetti]])
*{{NDR|A Napoli}} Dopo il 1830 nacque una nidiata di giornali, che sebbene parlassero di sole cose letterarie, e dicessero quello che potevan dire, pure ei si facevano intendere, erano pieni di vita e di brio, e toccavano quella corda che in tutti rispondeva. Era moda parlare d'Italia in ogni scritturella, si intende già l'Italia dei letterati: e sebbene molti avessero la sacra parola pure al sommo della bocca, nondimeno molti altri l'avevano in cuore. ([[Luigi Settembrini]])
*È così! I più grandi uomini, le figure nostre più luminose, non trovarono mai chi si agitasse in loro favore: [[Francesco de Sanctis]] e [[Luigi Settembrini]] hanno appena due povere teste marmoree in quel giardino pubblico che chiamiamo ''la [[Villa comunale di Napoli|Villa]]''; [[Salvator Rosa]], [[Luca Giordano]], [[Pietro Giannone]], [[Carlo III di Spagna|Carlo III]], nulla; e i monumenti di Napoli sorti da cinquant'anni a questa parte, – salvo qualche rarissima eccezione – rappresentano, nella sciagurata decadenza della Scultura, la Partigianeria, la Politica e l'Intrigo...<br>Nemmeno le [[Accademia|Accademie]], delle quali pure il [[Bartolommeo Capasso|Capasso]] fu tanta parte, si mossero per onorarlo. Ma si muovono, forse, le Accademie? O non sono, forse, ora più che mai, acque stagnanti, necropoli anticipate, in cui si adagiano e nicchiano, nel ''severo raccoglimento'' che è torpore letale, le Mummie dell'Arte, della Letteratura e della Scienza?<br>Conto fra gli Accademici amici illustri e carissimi, viva minoranza d'intelletti fervidi in quelle Case dei Morti; e mi domando da anni perché non si riuniscono, in una iniziativa che qualcuno già tentò di sviluppare! Or vedremo invece altri marmi, non meno brutti di quelli già esistenti, ingombrare le piazze. ([[Ferdinando Russo]])
*È l'unica vera capitale d'Italia, avendo conservato splendori e miserie dell'impero spagnolo. Questo è l'unico posto al mondo dove gli aristocratici possono ancora fare i funerali col tiro a 8 di cavalli infiocchettati. Dove convivono la miseria disperata di [[Spaccanapoli]] e la sofisticazione disperata delle case degli aristocratici, capaci di affrontare così bene il ridicolo di quei fiocchetti sui cavalli ai funerali. ([[Fernanda Pivano]])
*{{NDR|[[Totò]]}} È la mia passione perché, oltre che grande interprete, è il simbolo di una Italia furba ma un po' ingenua, in cui non esisteva solitudine. Un'epoca che avete vissuto voi in Italia, soprattutto a Napoli e anche noi in Spagna. Ma che ora non esiste più. Quando cammino per le vie della città, nei [[Quartieri Spagnoli]] o nelle strade del centro storico provo una profonda malinconia, perché sono il segno del tempo che è passato e non ritornerà. ([[Arturo Pérez-Reverte]])
*È proprio di Napoli che si può ripetere con un famoso personaggio: qual è quel gentiluomo che non ha scritto una tragedia? Con questa variante, per altro, che la moda delle tragedie essendo passata, quei giovanetti egregi si erano dati al dramma e alla commedia; ingannando gli ozî signorili nel culto delle Muse, "cui giovano le quinte e la ribalta". La nobiltà napoletana segue in {{sic|cotesto}} le tradizioni del suo duca di Ventignano e del suo barone (sic)<ref>Nel testo citato.</ref> Genoino. Parte coltiva ancora gli studî classici, sotto gli auspici di Gargallo e di [[Basilio Puoti]]; parte si è data con ardore alla scuola moderna, e va sull'orme di [[Eugenio Scribe]] e di [[Alfred de Musset|Alfredo de Musset]]. Ma gli uni e gli altri, col loro culto per la scena, ci fanno fede che l'amore delle lettere è sempre vivo nel seno dell'aristocrazia del Sebeto, diversa in ciò da quella di tante altre città italiane. Epperò va lodata, e tutti debbono augurarsi che i baci delle Muse, una volta dati, non vadano perduti. ([[Anton Giulio Barrili]])
*È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta napoletano tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione. ([[Giosuè Carducci]])
*È una città dove concorrono elementi che ritroviamo separatamente altrove, ma che a Napoli sono tutti riuniti. Perché Napoli è l'unica città del [[Mediterraneo]] in cui elementi di cultura greca, orientale, nordafricana, slava, francese, catalana, aragonese, perfino tedesca, si riuniscono in modo tale che non esiste un esempio simile nel Mediterraneo. Napoli è soprattutto Napoli ed è in questo aspetto la sua vera napoletanità, la capacità naturale di coordinare e conciliare fatti sociali, culturali ed antropologici in un luogo che è l'emblema di tutta la mediterraneità. ([[Nicola Spinosa]])
*È una trappola in cui noi napoletani cadiamo spesso, pensiamo sempre di essere simpatici. ([[Silvio Orlando]])
*Eccoci finalmente qui. Un proverbio italiano dice: – Vedi Napoli e poi muori!, ma io dico: – Vedi Napoli e vivi – perché c'è molto qui degno di essere vissuto. ([[Arthur John Strutt]])
*Ed è questa l'altra differenza con Berlino: mentre la seconda torna a vivere con la riunificazione germanica un momento di grande rilancio, all'opposto Napoli con l'unità d'Italia non ha fatto che perdere colpi. Eppure, le due città hanno in comune «tutte le caratteristiche che le rendono amabili agli occhi dei giovani, solo che a Napoli questa risorsa non viene percepita come una ricchezza bensì come un problema. Bisogna cambiare il paradigma, così come fu fatto per Berlino negli anni '80, e comprendere che i centri storici sono risorse su cui investire». ([[Hans Stimmann]])
*Era allora Napoli in un periodo di grande splendore. La sua vecchia aristocrazia, nella quale s'intrecciavano con la boriosità spagnola e l'argutezza francese l'innato senso estetico della [[Magna Grecia]], era fra le prime d'[[Europa]]. Briosa, svagata, scapigliata, elegante, vi si alternavano splendide feste a chiassose mattane, spettacoli di eccezione a banchetti pantagruelici, gite a [[Capri]], ad [[Ischia]], sul [[Vesuvio]]. ([[Salvatore Gaetani]])
*Era sera quando arrivai in città. Una sagra era stata allestita lungo tutta via Caracciolo e [[Posillipo]], con tamburi, pifferi e tarantelle. Più tardi i fuochi d'artificio illuminarono l'intero [[Golfo di Napoli|golfo]]. Non avevo più visto niente di così spettacolare dai bombardamenti notturni dei primi anni quaranta. Ho capito, allora, come luci e saette non siano sempre messaggeri di morte, ma possano invece rappresentare un rituale incantatorio grazie al quale cacciare i demoni ed esorcizzare la malasorte. Mi sentivo a mio agio, completamente solo, anonimo e libero tra migliaia di anonimi e liberi stranieri. ([[Hans Werner Henze]])
*Farei fatica a vivere nel caos delle grandi città. Ma io adoro Napoli e la sua umanità, adoro lo spirito sociale che c'è lì, il fatto che se succede una cosa al tuo vicino è come se fosse successa a te. Napoli ti dà un amore unico che ogni allenatore dovrebbe provare nella vita. ([[Maurizio Sarri]])
*Già non vi sono più tutte le immagini religiose che c'erano in altri tempi. L'immagine di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] ha sostituito quella del Signore. Adorare è una necessità di Napoli, adorare con fervore, qualunque sia l'oggetto dell'adorazione; adorare con urla, gesti, in mezzo allo strepito e alla gazzarra, con l'esaltazione propria dei temperamenti nervosi e col fanatismo che accompagna le passioni meridionali accese dal caldo molto intenso del clima. C'è qualcosa del Vesuvio, qualcosa dei suoi ardori e delle sue eruzioni, e anche qualcosa delle sue velleità nella mobile e ardente natura dei napoletani, di questi greci degenerati che vivono col sorriso sulle labbra sempre sull'orlo della morte, minacciati da un vulcano delle stesse catastrofi che seppellirono Ercolano e Pompei. ([[Emilio Castelar]])
*Gloria d'Italia e ancor del mondo lustro, madre di nobiltade e di abbondanza, benigna nella pace e dura in guerra. ([[Miguel de Cervantes]])
*Grande civiltà di Napoli: la città più civile del mondo. La vera regina delle città, la più signorile, la più nobile. La sola vera metropoli italiana. ([[Elsa Morante]])
*Guardo in questo momento con rinnovata fiducia a Napoli e ai napoletani, alla loro capacità di cogliere i frutti del riconoscimento rappresentato dalla competizione che oggi si inaugura {{NDR|l'America's cup}}, e di esprimere, in generale, lo slancio necessario per la valorizzazione delle preziose risorse e potenzialità di cui è ricca la nostra grande, storica città. ([[Giorgio Napolitano]])
*Ho maltrattato Napoli: nondimeno, non la lasciammo, senz'avervi veduto il bel tempo. Bisogna confessare ch'ell'è bella e brillante allor che splende il solo, quanto nojosa e sgarbata sotto un cielo di pioggia. Immaginatevi, inquest'ultimo caso, di vedere una povera fanciulla che corre le strade, durante il {{sic|carnovale}}, in orpelli da teatro. Quanto più porta e nastri e merletti, quanto più fiori ha nelle chiome, quanto più la di lei acconciatura {{sic|strigne}} splendidi e freschi colori e tanto più parimenti vi si mostra il fango, e tanto più il vento e la pioggia la scompongono e la scolorano, e tutto ciò di cui ornossi per piacere la rende esosa a vedersi. Ma se dolce l'aria e limpida e sonora mai siasi all'indomani, se riede il sole, ed ella ritorni col sole: ell'è attillata, ell'è leggiera; que' suoi nastri cangiano di colore all'occhio, lusinghiero è il suo riso, ed il suo canto ci allegra. Ecco veramente Napoli. Essa è fatta per vivere al sole. ([[Louis Veuillot]])
*Ho vissuto in questa città, per la prima volta, non da turista, ma da napoletano. Per conoscerla a fondo dovevo anche viverla a fondo. Per me è stata l’esperienza lavorativa più bella in assoluto. Oggi mi sento come un vero e proprio ambasciatore di Napoli. Parlo sempre di questa città stupenda quando vengo intervistato dai giornali americani. Molti mi chiedono perché ho scelto di raccontare proprio Napoli. Io rispondo che volevo raccontare una città diversa. All'estero l'Italia viene associata alla pizza, al caffè, al sole, ma in realtà tutti questi cliché provengono da Napoli: questo fa capire che è Napoli il vero cuore dell’Italia. Molti che vanno in vacanza in Italia scelgono altre regioni come la [[Toscana]] per prendere il vino, ma questa come altre mete simili fanno parte del turismo chic; per conoscere veramente l'Italia bisogna andare a Napoli. ([[David Rocco]])
*I miei primi giorni a Napoli li ho trascorsi a guardare le processioni, sempre molto sontuose durante la settimana santa. ([[Joseph Addison]])
*I napoletani amano la loro città come un padre brutale si sente in diritto di maltrattare la propria figlia e non è consapevole di maltrattare innanzitutto se stesso, la nobiltà che è propria di un essere umano, senza la quale la brutalità dilaga verso la più bieca bestialità. ([[Gea Martire]])
*I napoletani guardano sempre indietro e mai al presente e al futuro, e dicono con nostalgia "prima si stava così bene". ([[Carlo Buccirosso]])
*I napoletani sono ipocriti, sembrano allegri, invece sono tristi. La gente li osserva, e loro fanno finta di essere spensierati. Non s'impegnano, perché da quando avevano in casa i mori sanno come va a finire. ([[Peppino De Filippo]])
*I Napolitani mi paiono incomparabilmente migliori.<ref>Rispetto ai romani.</ref> Sono rozzi, ma cordiali, franchi, aperti: sono generalmente incolti, ma non presumono: sono superstiziosi, ma non persecutori come i Romani. la natura ha fatto qui tutto, ma gli uomini non hanno fatto nulla{{sic|,..,.}} Contuttociò Napoli mi piace più di tutte le città d'Italia. Se la natura avesse dato ai Napolitani la maniera, la lingua e la polizia dei Fiorentini, io credo che gli angeli e i santi del paradiso abbandonerebbero il Padre eterno per venire a stare a Napoli. ([[Carlantonio Pilati]])
*I nostri sono de' vili, degli infami, degli esseri esecrati. Il fratello d' Acton è giunto e racconta orrori. Mack è alla disperazione. Sono fra duolo e fra sbalordimento.<br>Addio, i miei complimenti all'eroe Nelson ed alla sua buona nazione: arrossisco dell'infame viltà della nostra. ([[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]])
*Il 1848 era alle porte, ma pareva che nessuno lo sospettasse; Napoli ha sempre di queste placide esteriorità: l'interno lavorio non offusca il suo aspetto e neppur le più grandi disgrazie valgono a mutarne la fisionomia. Con un grano, in quegli anni, il lazzarone era quasi ricco, e una piastra ballonzolante nella saccoccia del panciotto a un borghese gli conferiva l'aria della più grande superiorità. L'allegra povertà, in pieno possesso della strada, vi si sciorinava al sole; il facchino appisolato, a un angolo, in una cesta, schiudeva, di volta in volta, gli occhi e tranquillamente, abituato a posare, contemplava il forestiero, inglese o francese, che, impiedi, davanti a lui, pigliava note in un taccuino. Le solite baldorie per le feste de' soliti suoi santi occupavano la gente de' quartieri inferiori – come anche adesso la occupano – ma pareva che un senso di caricatura fosse pur penetrato dal giornale fin nella plebe. ([[Salvatore Di Giacomo]])
*Il Comitato ha deciso l'iscrizione sulla base di criteri (ii) e (iv), considerando che il sito è di eccezionale valore. Si tratta di una fra le più antiche città d'Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia lunga e densa di eventi. La sua posizione sulla baia di Napoli gli conferisce un valore universale eccezionale che ha avuto una profonda influenza in molte parti d'Europa e oltre. (<small>Motivazione data dal Comitato di valutazione dell'UNESCO che nel 1995 decise di annoverare il centro storico di Napoli fra i siti patrimonio dell'umanità.</small><ref>«''The Committee decided to inscribe the property on the basis of criteria (ii) and (iv), considering that the site is of exceptional value. It is one of the most ancient cities in Europe, whose contemporary urban fabric preserves the elements of its long and eventful history. Its setting on the Bay of Naples gives it an outstanding universal value which has had a profound influence in many parts of Europe and beyond.''» Vedi ''[http://whc.unesco.org/en/decisions/3088 Decision - 19COM VIII.C.1 - Inscription: The Historic Centre of Naples (Italy)]'', ''unesco.org''.</ref>)
*Il giorno appresso abbandonai con dispiacere quelle incantevoli spiagge di Napoli che pur m'erano state fatali due volte: non le potei salutare cogli occhi, ma il cuore armonizzò co' suoi palpiti l'inno mestissimo della partenza. Sapeva di non doverle piú rivedere, e se io non moriva per loro, esse restavano come morte per me. ([[Ippolito Nievo]])
*Il [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] aveva ragione nel demolire la leggenda del «lazzaronismo » organico dei napoletani e nel rilevare invece che essi sono molto attivi e industriosi. Ma la {{sic|quistione}} consiste nel vedere quale sia il risultato effettivo di questa industriosità: essa non è produttiva e non è rivolta a soddisfare i bisogni e le esigenze di classi produttive. Napoli è la città dove la maggior parte dei proprietari terrieri del Mezzogiorno (nobili e no) spendono la rendita agraria. Intorno a qualche decina di migliaia di queste famiglie di proprietari, di maggiore o minore importanza economica, con le loro corti di servi e di lacchè immediati, si organizza la vita pratica di una parte imponente della città, con le sue industrie artigianesche, coi suoi mestieri ambulanti, con lo sminuzzamento inaudito dell'offerta immediata di merci e servizi agli sfaccendati che circolano nelle strade. Un'altra parte importante della città si organizza intorno al transito e al commercio all'ingrosso. L'industria «produttiva», nel senso che crea e accumula nuovi beni, è relativamente piccola, nonostante che nelle statistiche ufficiali Napoli sia annoverata come la quarta città industriale dell'Italia, dopo [[Milano]], [[Torino]] e [[Genova]]. Questa struttura economico-sociale di Napoli spiega molta parte della storia di Napoli, città cosi piena di apparenti contraddizioni e di spinosi problemi politici. Il fatto di Napoli si ripete in grande per Palermo e Roma e per tutta una serie numerosa (le famose «cento città») di città non solo dell'Italia meridionale e delle isole, ma dell'Italia centrale e anche di quella settentrionale (Bologna, in buona parte, Parma, Ferrara, ecc). Si può ripetere per molta popolazione di tal genere di città il proverbio popolare: quando un cavallo caca cento passeri fanno il loro desinare. ([[Antonio Gramsci]])
*Il napoletano è per ordinario sobrio, ma intemperante fino alla ghiottornia nelle grandi gioie eccezionali. Dissi fino alla ghiottornia, mai però fino all'ebrezza: dopo questi formidabili pasti e queste omeriche libagioni i convitati se ne tornavano in città insieme, camminando dritti e sicuri, come una pattuglia di granatieri digiuni. ([[Marc Monnier]])
*Il napoletano è quello che era. Parlo in generale. Se pensa, non pensa che a Napoli. Gli stessi imbroglioni, gli stessi ciarlatani, gli stessi vigliacchi: non senso comune, non vera conoscenza delle cose del mondo, la stessa spensieratezza. Il brigantaggio è sempre lì. Già cominciano a borbottar contro le nuove imposte. ([[Bertrando Spaventa]])
*Il napoletano non chiede l'elemosina, ve la suggerisce. ([[Leo Longanesi]])
*Il Papa è a Roma, [[Dio]] è a Napoli. ([[Jean Cocteau]])
*Il papa non è venuto mai a Napoli per paura che gli chiedono i soldi. [...] Io una volta ci sono andato a Napoli. Era pulita. Però forse non ho visto bene. A Napoli ci sono tutti i ladri, mariuoli, assassini e drogati. Il mare è una latrina. Vendono le cozze usate. (''[[Io speriamo che me la cavo]]'')
*Il popolo non era né greco, né romano, né bizantino; era il popolo napoletano di sempre, un popolo che non assomiglia a nessun altro: di un'allegria che è uno schermo a coprire la tragedia della miseria; di un'enfasi che è un modo per dare un valore allo scorrere monotono dei giorni; di una pigrizia che è saggezza e che consiste nel non fingere di essere attivi quando non si ha nulla da fare. Un popolo che ama la vita, che gioca d'astuzia con i rovesci del destino, che ha il gusto della parola e il disprezzo per l'agitazione militare, perché la pace, che ha conosciuto solo raramente, non lo annoia mai. ([[Maurice Druon]])
*Il segreto del [[blu]] è ben custodito. Il blu arriva da laggiù. Man mano che avanza s'indurisce e si muta in montagna. La cicala vi lavora. Gli uccelli vi lavorano. In realtà, non si sa niente. Si parla del blu di Prussia. A Napoli la [[Maria|Santa Vergine]] resta nei buchi dei muri quando il cielo si ritira.<br>Ma qui tutto è mistero. Mistero lo zaffiro, mistero la Santa Vergine, mistero il sifone, mistero il collo del marinaio, mistero i raggi blu che accecano ed il tuo occhio blu che attraversa il mio cuore. ([[Jean Cocteau]])
*Il tumulto e l'andirivieni quotidiano rendono Napoli una città popolata e piena di vita come Parigi. ([[Donatien Alphonse François de Sade]])
*Imperciocché ad un tratto si fa un gran rivolgimento di cose letterarie in Napoli, che, quando si credevano dovervisi per lunga età ristabilire tutte le lettere migliori del Cinquecento, con la dipartenza del duca viceré vi surse un altro ordine di cose da mandarle tutte in brievissimo tempo in rovina contro ogni aspettazione. ([[Giambattista Vico]])
*In [[Campania]] è finita l'era [[Antonio Bassolino|Bassolino]], nonostante «Un posto al sole». Negli anni, la soap di Raitre ha disegnato una Napoli che non c'è, una Napoli molto bassoliniana, una Napoli da portineria dove però non è mai esistito il problema spazzatura (tanto che si è dovuto provvedere altrimenti). ([[Aldo Grasso]])
*In tutta la sua vicenda millenaria, Napoli non è mai stata solo dei napoletani, dalle origini si è caratterizzata come un ''melting pot'', un punto d'incontro di popoli, di culture e di lingue diverse le cui tracce si percepiscono ancora oggi, dando vita alla sua fisionomia inconfondibile di "metropoli della memoria".<br>[[Sigmund Freud]], grande viaggiatore e appassionato dilettante di archeologia, ha paragonato la psiche umana a una città antica come [[Roma]], sotto la cui forma moderna apparentemente visibile si celano i residui di una storia secolare che continua a influenzare la sua vita attuale. La metafora può essere valida in maniera particolare per Napoli, luogo in cui la «contemporaneità del non contemporaneo» ([[Ernst Bloch]]) salta subito agli occhi di chiunque percorra i suoi vicoli, strade e piazze, e la cui «porosità» si esprime anche come intreccio indissolubile di spazi e di tempi: città delle metamorfosi eterne in cui niente sembra scomparire per sempre. ([[Dieter Richter]])
*In tutte le chiese si vedono lapidi sepolcrali di spagnoli, e molte in castigliano, e qualcuna in catalano. La grande strada di Toledo, e quasi tutti gli edifici e monumenti pubblici, portano il nome di qualche spagnolo, e tutto è pieno di memorie di spagnoli, ma soprattutto ad ogni passo si avverte la presenza del nostro augusto monarca [[Carlo III di Spagna|Carlo III]]. La Strada Nuova, l'Albergo dei Poveri, Capo di Monte, Portici, Caserta, tutta Napoli e i suoi dintorni testimoniano l'animo generoso di Carlo III, e il Re ''Cattolico'' è un nome che si sente ripetere ad ogni occasione dai napoletani, e con un particolare sentimento di tenerezza e gratitudine. ([[Juan Andrés]])
*In tutti i modi la fusione ''coi Napoletani'' mi fa paura; è come mettersi a letto con un vaiuoloso! ([[Massimo d'Azeglio]])
*In uno dei quartieri popolari dove arrivai bighellonando vidi la seguente scena: da una stanza all' ultimo piano di un palazzo, si aprì una finestra e una vecchia signora calò una lunga fune con un cesto dal quale alcuni bambini che giocavano presero dei pupazzi ritagliati dalla carta colorata, con una gioia che mi commosse fino alle lacrime. Imparai che la povertà non esclude la gioia. ([[Hans-Georg Gadamer]])
*Innamoratevi a Napoli. Sposatevi a Battipaglia. Divorzierete a Potenza. Napoli città degli innamorati.<br>Per la gioia di [[Francesco Alberoni|Alberoni]] e sua moglie. Macchine incolonnate aspettano di entrare in città. Gente smaniosa, single, depressi, abbattuti, ipocondriaci, gente insomma spenta che fa la fila perché ha saputo che a Napoli ci s'innamora. ([[Peppe Lanzetta]])
*Intanto a Napoli con l'editto del 1802 (RD 30.06.1802) il Re proibiva l'accattonaggio per le Chiese, per le strade e nei luoghi pubblici (art. 1); ordinava il ricovero nel Real Albergo de' poveri, se storpi ed inabili al lavoro (artt. 2 e 4); comminava pene ai trasgressori (art. 3), e ai parenti, che non ne prendessero cura (artt. 5 e 9); prescriveva norme per l'amministrazione dell'Istituto e all'art. 12 dichiarava espressamente: «Oltre ai mendici saranno raccolti e rinchiusi per ora nel Real Albergo de' Poveri tutti i fanciulli e le fanciulle che vagano per la città abbandonati dai loro genitori, o da coloro che avendoli presi dalla Santa Casa dell'Annunziata, gli lascino esposti di nuovo, senza più curarne il mantenimento e l'istruzione». ([[Gabriele Amendola]])
*{{NDR|Alla recettività linguistica del [[dialetto napoletano]] si unisce quella}} intensamente e concretamente solidale sul piano umano. Si pensi all'accoglienza riservata agli Ebrei, non ghettizzati ma inseriti in due zone che ancora ne ricordano la presenza: Giudecca vecchia, nei pressi di Forcella e Giudecca nuova, verso Portanova, nonché alle varie Logge (cioè alloggiamenti) dei Pisani, dei Francesi, dei Genovesi... Etnie cui nel materno grembo partenopeo era possibile integrarsi e comunicare al di fuori di ogni discriminazione, nella stessa misura in cui il nostro aperto e multimediale idioma ha saputo dare spazio alle tante componenti in esso armonicamente trasfuse... ([[Renato De Falco]])
*Io ammiro in cotesta città principalmente due cose: la religione verso Dio, e la pietà verso il prossimo; che sono la perfettione di tutti quelli, ch'aspirano alla vita immortale, e gloriosa. ([[Gabriele Fiamma]])
*Io aveva creduto insino allora, che la terra e il genere umano fossero Napoli e i Napoletani; che gli ordini più sublimi di questo genere umano fossero quei feroci della fonte Capuana e dell'orto Botanico, e quei gendarmi del convento; e che la meta finale a cui questo genere umano intendesse, fossero certi saporitissimi desinari, e certe appetitivissime cenette, che, con eloquenza senza pari al mondo, que' miei eruditissimi studenti ragionavano sempre fra loro solersi dalla gente scelta fare qui alle lune estive, ponendo le tavole o in una bella contrada marina detta Santa Lucia, o in un'altra spiaggia deliziosissima detta Posilipo. ([[Antonio Ranieri]])
*Io, che ho camminato qualche parte d'Italia, ed ho notizia delle genti e de' costumi delle altre città, ardisco dire che non vi sia città al mondo dove sia più premiato il valore, e dove l'uomo senza avere altra qualità che il proprio merito possa ascender a cariche grandi e ricchezze immense, a dignità supreme ed a governar la repubblica, senza aver bisogno né di nascita, né di danari per arrivarci, anzi senza che nemmeno abbia l'onore della cittadinanza: stando così aperta la porta degli onori alli regnicoli come ai cittadini, e così a' poveri come a' ricchi, e così a' nobili come ad ignobili, ancorché siano d'infima plebe, e della più umile terra del regno: ciò che in nessun'altra città del mondo, non che dell'Italia, è lecito di desiderare, non che di sperare. ([[Francesco D'Andrea]])
*Io pur venni a Napoli gentile e da bene, il cui sito a me pare meraviglioso e il più bello ch'io vedessi mai, perché io non ho veduto città ch'abbia dall'un de' lati il monte e dall'altro la batti il mare, come fa questa; ed anche per altre sue particolarità, che tutte insieme e ciascuna per sé la fanno parere mirabile. Ma perché dovete sapere che la natura non vuole, né si conviene (come disse quella pecora del [[Francesco Petrarca|Petrarca]]) "per far ricco un, por gli altri in povertate", quando l'ebbe molte delle sue doti più care concedute, le parve di ristringer la mano, affine che l'altre città non le mandassero loro ambasciatori a dolersi con esso lei di tanta parzialità, e propose fra se stessa di dare questo paradiso ad habitare a diavoli; e così come aveva proposto, mandò ad effetto. ([[Bernardino Daniello]])
*Io ritengo Napoli una città estremamente civile; ebbene, nel vocabolario dei napoletani non esiste la parola lavoro, dicono la «fatica». Anche io sono così, non amo la fatica. ([[Roberto Rossellini]])
*L'eruzione dell'anno 79 ed i terremoti che si ad essa si accompagnarono non rattristarono che per pochi anni il sempre sorridente golfo. Dopo Costantino e Giuliano, anche dopo Teodosio, Napoli e i suoi dintorni non hanno perso il fascino che aveva sedotto i contemporanei di Augusto. Nelle lettere di Simmaco come nei versi di Orazio non si parla d'altro che delle delizie di Baia e del suo golfo in miniatura. [[Cecina Decio Albino|Decio]] aveva fama di rinnovare nella sua villa le magnifiche follie di Lucullo. ([[Émile Bertaux (storico)|Émile Bertaux]])
*L'espansione delle idee se era stata più sollecita a Napoli, non era men feconda nelle altre terre d'Italia. Napoli aveva risposta la prima al solenne appello del secolo; ma il Piemonte, la Toscana, Roma, e la grande voce di Lombardia e di Venezia non tardarono a farsi udire. La costituzione di Napoli era stata la lieve scintilla che aveva destato il grande incendio. Tutta la penisola da un capo all'altro subiva da lungo tempo l'azione di una disorganizzazione vitale. Il vecchio abito dell'assolutismo cadeva a brani, ed il bisogno della ricostruzione era universalmente sentito. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]])
*L'indimenticabile ed eterna Napoli, che a volte prende sembianze mortali e va in rovina solo per esaltare ancora di più la sua sopravvivenza, l'incanto imperituro, la voluttuosità inesauribile che strugge il cuore con un piacere malinconico e ardente, con un supremo "qualcosa" che non è il golfo azzurrino, né le sue grotte trasparenti, né il suo vulcano dongiovannesco, né la sua Pompei, che ride e vive in idillio perpetuo nelle sue rovine, ma qualcosa di così particolare e così suo, che fa vivere nella nascosta trattoria l'averno e il cielo, l'angelico e l'umano, ciò che è stato e ciò che sarà poi, ed ancor più, il più struggente non voler morire che ho mai conosciuto. ([[Ramón Gómez de la Serna]])
*L'unico luogo che forse potrei scambiare con Napoli è Milano, l'altra grande metropoli italiana. ([[Toni Servillo]])
*La Capitale! Ma è egli possibile Napoli per capitale dell'Italia? Poi qual meschina idea?! Ma questo per Dio, non è amor patrio. ([[Giuseppe Verdi]])
*La Circe ingrata, che pur glorifica tante bestie, lo vide morire molto vecchio e quasi cieco pel troppo attento indugio degli stremati occhi {{sic|su le}} carte: e quasi non s'accorse della dipartita di Lui!<ref>Bartolomeo Capasso.</ref>. ([[Ferdinando Russo]])
*La città di Napoli non è solamente conosciuta per molto nobile, e principale da gl'italiani, che con piccola fatica, e con grandissimo gusto possono godere le comodità, e le delizie sue ma etiandio da tutte le straniere Nationi è stimata, e tenuta in pregio, come quella, da cui si conosce che in gran parte dipende la quiete, e la salute di questa provincia nobilissima d'Italia. ([[Gabriele Fiamma]])
*La città si sveglia di nuovo coi [[Pulcinella]], i borsaioli, i comici e i mendicanti; con gli stracci, le marionette, i fiori, la vivacità, la sporcizia e la universale degradazione; si risveglia sciorinando al sole il suo abito d'[[Arlecchino]], l'indomani e tutti gli altri giorni, cantando e digiunando, danzando e giocando sulla riva del mare. ([[Charles Dickens]])
*La contraddizione fra il genio inventivo e l'insuccesso pratico, tra la fecondità intellettuale e la sfortuna, il sottosviluppo, il marasma cronico, è l'aspetto più suggestivo di Napoli. Per la mancanza di una classe dirigente adulta, questa città che aveva tutto per riuscire ha fatto costantemente fiasco. Ma ha anche prodotto spiriti bizzarri e seducenti, invece di quegli scarafaggi sicuri del fatto loro che pullulano nelle capitali borghesi. ([[Dominique Fernandez]])
*La cosa che più mi colpisce è il continuo confronto forte che in altri posti faccio fatica a trovare, tra l'antico, la tradizione, ed il nuovo che si esprime anche a livello tecnologico. Per dirla con un'immagine sola, la vicinanza tra i computer e le reti dei pescatori. Ciò che trovo stimolante a Napoli è che mentre altre città hanno sacrificato completamente le proprie radici all'innovazione tecnologica, qui ancora si trova un incontro tra le radici profonde della cultura ed una visibile voglia di innovazione. Tanto che sarebbe uno scenario adatto ad un film di fantascienza. ([[Gabriele Salvatores]])
*La [[cucina napoletana|cucina di Napoli]]. E dopo aver mangiato un piatto di spaghetti con le vongole (e aver bevuto alquanto vino di [[Isola di Capri|Capri]] e d'[[Isola d'Ischia|Ischia]]) che [[Tristan Corbière]], il più simpatico dei maudits di [[Francia]], scrisse il "Sonetto a Napoli | {{sic|all'sole, all'luna}}, | {{sic|all'sabato, all'canonico}} | e tutti quanti con Pulcinella".<br/> ''Il n'est pas de samedi | qui n'ait soleil à midi; | femme ou fille soleillant, | qui n'ait midi sans amant!... || Lune, Bouc, Curé cafard | qui n'ait tricorne cornard; | – corne au front et {{sic|corde}} au seuil | préserve au mauvais oeil. || ...L'ombilic du jour filant | son macaroni brulant, | avec la tarantela: || {{sic|Lucia, Maz'Aniello}}, {{sic|Santo}} Pia, Diavolo, | – CON PULCINELLA –''<ref>''Non c'è sabato | che non ci sia il sole a mezzogiorno; | donna o ragazza soleggiante, | che non ha fatto mezzogiorno senza amante!... || Luna, Caprone, Curato scarafaggio | che {{sic|un}} {{NDR|(non)}} abbia tricorno cornuto! | – Corna in fronte e corna all'uscio | preservano dal malocchio. - || ''L'Ombelico del giorno'' filante | i suoi maccheroni brucianti | con la tarantella: || Lucia, Masaniello, | Santa-Pia, Diavolo, | – CON PULCINELLA – ''| Mergellina-Venerdì 15 aprile. (''SONETTO A [[Napoli|NAPOLI]] | AL SOLE ALL'UNA | AL SABATO AL CANONICO | E TUTTI QUANTI | CON PULCINELLA''), in Tristan Corbière, Gli Amori Gialli, poesie, vol. 2, cura e traduzione di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo, Acquaviva, 2006, [https://books.google.it/books?id=2SzGWQFWU2AC&lpg=PP1&dq=tristan%20corbi%C3%A8re%20pulcinella%20napoli%20poesie&hl=it&pg=PA232#v=onepage&q=tricorno&f=false pp. 232-233] </ref><br /> Mangia, lunghi filanti, serpeggianti, gli spaghetti, marezzati dai molluschi gonfi e teneri, ancora saporosi di mare, delle vongole veraci; bevi quei vini; te lo trovi addosso lo spirito maudit. Maledetto? Benedetto, mille volte benedetto da che ti riempie di sole, di desiderio di cantare anche tu con Pulcinella. ([[Luigi Veronelli]])
*La domenica pomeriggio i quartieri di Napoli sono silenziosi e oppressivamente immoti. Nei vicoli deserti una miscela di ritmi musicali, voci, un sommesso acciottolio di piatti e posate esce dalle finestre aperte e dai balconi. Percepire i suoni e i segni della vita da lontano, la quiete e la solitudine delle strade, le saracinesche chiuse dei negozi e dei chioschi, l'immagine di un mondo che si è sottratto allo sguardo esterno, per immergersi nella sua dimensione privata: tutto obbliga a concludere che l'unità elementare di vita sociale a Napoli è la famiglia. ([[Thomas Belmonte]])
*La jettatura napoletana è una particolare ideologia, nata a Napoli in ambiente colto verso la fine del XVIII secolo. Questa tesi può sembrar contraddetta dal fatto che il fascino, il malocchio, e – più generalmente – la credenza nel potere malefico di una persona si ritrovano in tutti i Paesi e in tutte le epoche, come stanno a dimostrare il mauvais œil francese, l'evil eye inglese e il bose blick tedesco, per tacere di tutti i possibili riferimenti extraeuropei. In realtà se si considera la jettatura napoletana in rapporto al resto della vita culturale dell'epoca, e quando si legge in prospettiva la letteratura che sull'argomento fiorì a Napoli dalla seconda metà del Settecento, il fenomeno si presenta con una sua specifica coloritura locale che lo rende inconfondibile. ([[Ernesto de Martino]])
*La litigiosità rientra nell'umore della nostra gente. C'è nell'aria una provocazione continua. Sono in troppi a essere creativi, in quella cinta daziaria. Napoli è sterminata. Ma lo spazio per convivervi tutti in pace risulta sempre troppo stretto. ([[Francesco Rosi]])
*La mia prima impressione del mio approdo a Napoli fu quello di una città caotica. I napoletani sono insolenti e maleducati [...]. In ogni momento ti assalivano gridando in dialetto "Uè Gargà vien accà" magari per fare una foto. Il "per favore" a Napoli non esiste ma è una cosa unica vivere li. La città cambia dal giorno alla notte. Se le cose vanno bene non puoi uscire di casa, se vanno male lo stesso. ([[Walter Gargano]])
*La napoletanità è una parola che si trova nel vocabolario ideale e che individua radici tipiche oltre gli schemi.<br />Storia e leggenda sono lavoro cosmico dove magia, esoterismo, nobiltà e sacro si fondono con il quotidiano, il peccato e la famiglia. ([[Francesco Grisi]])
*La nazione napolitana è divisa in due classi: il proletario e la borghesia. L'aristocrazia è un essere incompleto ed impotente, la quale non ha che un nome infecondo financo di memorie. ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]])
*La nostra città, oltre a tutte l'altre italiche di lietissime feste abondevole, non solamente rallegra li suoi cittadini o con nozze o con bagni o con li marini liti, ma, copiosa di molti giuochi, sovente ora con uno ora con un altro letifca la sua gente. Ma tra l'altre cose nelle quali essa appare splendidissima, è nel sovente armeggiare. ([[Giovanni Boccaccio]])
*La plebe napoletana è come quella dell'antica Roma, formata di liberti che non avevano nulla. Perciò è credulona, superstiziosa, avida di notizie. La plebe di Napoli, dove tanta gente non ha nulla, è ancora più plebe delle altre. ([[Montesquieu]])
*La prima volta che giunsi qui, fu per una conferenza accademica. Ero solo e non svolgevo alcun ruolo nell'Università. La povertà e la gioia di vivere, queste erano le cose che più mi hanno impressionato, e poi… {{sic|Il}} rispetto per la cultura. ([[Hans Georg Gadamer]])
*La vita quotidiana a Roma è ormai inquinata. Chiesa, televisione e politica l'hanno occupata nelle sfere più intime e hanno finito per trasformarla in un paesone dove questi mondi la fanno da padrone. Invece Milano e Napoli hanno ancora uno spleen, una solitudine malinconica, sono città con forti valori simbolici. Viverci è nutriente sul piano degli atteggiamenti e dei comportamenti, per questo voglio assolvere Napoli nonostante tutto. Nonostante una realtà dove l'inferno e il paradiso si toccano; dove l'ironia altro non è che la passione quando sa prendere le distanze; dove si lotta continuamente contro la cultura della morte, mentre le altre città hanno la morte in casa e, nella loro quiete apparente, fanno finta di non accorgersene. Tutto questo è sempre foriero di una condizione felice artisticamente parlando. E vale per musica, cinema, arte, letteratura. Napoli è una città che crea continuamente anche nella difficoltà del suo quotidiano. ([[Toni Servillo]])
*Lasciai Napoli nel mese di agosto, e con gran dispiacere. Conosciuto che uno abbia quella città, è impossibile che si risolva a lasciarla; e se avviene che si separi da essa, non accetta l'idea di non più ritornarvi. ([[Charles-Victor Prévost d'Arlincourt]])
*Le donne di Napoli sono dei maiali. Sono maiali grassi con dei vestiti sciatti, di solito neri, macchiati di salsa di pomodoro, urina, grasso, o dalla cacca di un bebè. [...] Ma devo anche spiegare che sono meravigliose, ognuna ha il volto della madre di Dio e le mani contorte, incallite e tenere delle donne che hanno passato la vita a badare ai propri figli e ai propri uomini. ([[John Fante]])
*Le mie radici sono ben ancorate al patrimonio di questa città che è stata ed è tuttora una capitale delle arti dello spettacolo in Europa e nel mondo.<br>Napoli è tra le poche metropoli che pur presentando un esperimento sociale tra il centro e la periferia degno delle grandi città del mondo, resta un luogo dove la modernità nei suoi aspetti deteriori non è arrivata del tutto, dove, quando si passeggia, si incontra l'uomo. E questo per chi fa teatro è fondamentale. ([[Toni Servillo]])
[[Immagine:Oswald Achenbach 001.jpg|thumb|Fuochi d'artificio sul litorale napoletano; olio su tela di Oswald Achenbach, 1875]]
*Libera dalle improvvise ceneri il tuo volto semidistrutto, o Partenope, e le tue chiome, sepolte sotto il [[Vesuvio|monte]] scosso dall'aria che soffia al suo interno, poni sul tumulo e sulle reliquie del tuo grande figlio. ([[Publio Papinio Stazio]])
*Ma non lascierò per questo di avertirvi che dovete pensare di essere nella regalissima città di Napoli, vicino al seggio di Nilo. Questa casa che vedete qua formata, per questa notte servirrà per certi barri, furbi e marioli, – guardatevi, pur voi, che non vi faccian vedovi di qualche cosa che portate adosso: – qua costoro stenderranno le sue rete, e zara a chi tocca. ([[Giordano Bruno]])
*{{NDR|Il}} malanno immedicabile, oscuro, osceno, inveterato di questa città, sotto mille altri rispetti preclarissima, per cui il girare di nottetempo qui non si fa con minor paura e pericolo che in mezzo ai folti boschi: conciossiaché le strade sien piene di nobili giovani armati tutti, le immoderatezze de' quali nè la paterna educazione, nè l'autorità de' magistrati, nè la maestà e l'impero dei re valsero mai a raffrenare. Ma come meravigliare che fra le ombre della notte e senza alcun testimonio taluno ardisca commetter delitti, se a pieno giorno, alla vista del popolo, al cospetto dei re, in questa città d'Italia con ferocia da disgradarne i barbari si esercita l'infame giuoco de gladiatori: e come sangue di pecore l'umano sangue si sparge, e, plaudente l'insano volgo affollato, sotto gli occhi de miseri genitori si scannano i figli, e tiensi a disonore l'offerire con ripugnanza la gola al pugnale, quasi che per la patria o per la gloria della vita celeste si combattesse? Di tutto questo inconsapevole io fui condotto un giorno a certo luogo vicino della città chiamato Carbonaria: nome veramente acconcio alla cosa: imperocché quella scelerata officina deturpa e denigra gli spietati fabbri che ivi si affaticano sull'incudine della morte. Era presente la Regina, presente Andrea re fanciullo, che di sè promette riuscir magnanimo, se pur riesca a porsi in capo la contrastata corona: v'eran le milizie di Napoli, delle quali invan cercheresti le più attillate e più eleganti: popolo v'era venuto in folla da tutte parti. A tanto concorso di gente, e a tanta attenzione d'illustri personaggi sospeso, fiso io guardava aspettando di vedere qualche gran cosa, quand'ecco come per lietissimo evento un indicibile universale applauso s'alza alle stelle. Mi guardo intorno e veggo un bellissimo garzone trapassato da freddo pugnale cadermi ai piedi. Rimasi attonito, inorridito; e dato di sproni al cavallo, rampognando l'inganno de'miei compagni, la crudeltà degli spettatori, la stoltezza de'combattenti, all'infernale spettacolo ebbi volte le spalle. Questa doppia peste, o padre mio, quasi eredità de maggiori venne e s'accrebbe ne'posteri, e giunse a tale che la licenza del commetter delitti in conto di dignità e di libertà vien reputata. ([[Francesco Petrarca]])
*Materialmente questa città contribuì alla ricchezza dell'Italia Unita più di qualunque altro Stato; dati e cifre sono stati pubblicati da [[Francesco Saverio Nitti|Francesco Nitti]] in ''Nord e Sud'' (1900) come pure in altri scritti che nessuno ha mai confutato. Nella Scienza delle Finanze, Nitti dà il seguente computo della ricchezza dei diversi Stati al momento dell'unificazione: Regno delle Due Sicilie: milioni di lire oro 443,2; Lombardia: 8,1; Ducato di Modena: 0,4; Romagna, Marche e Umbria: 55,3; Parma e Piacenza: 1,2; Roma: 35,3; Piemonte, Liguria e Sardegna: 27; Toscana: 84,2; Veneto: 12,7; Veneto: 12,7. Così, dunque, contro i 443 milioni in oro corrisposti all'atto delle nozze dal Regno delle Due Sicilie, il resto d'Italia – oltre due terzi della Penisola – non portò in dote neppure metà di quella somma. A dispetto di ogni contrastante asserzione, le finanze di Napoli, nel complesso, non erano male amministrate. ([[Harold Acton]])
*Me ne sono andato da Napoli per stanchezza, ma anche perché sono una persona paurosa ed è una città che riesci a vivere bene solo se la affronti di petto, se la esplori senza il timore che ti possa succedere qualcosa... {{Sic|dipende}} probabilmente anche da dove sei nato. ([[Paolo Sorrentino]])
*Mi contava un sojatore che a Napoli, in certi alberghi, usava il servitore entrare nella camera del forastiero, la bella mattina del suo arrivo, con una guantiera sparsa di piccoli e grossi stronzi, ciascuno dei quali avea appeso un cartellino e scritto su un prezzo. I grossi costavano molto più dei piccini, ed alcuni tenevano in capo un cappellino di prete. Erano questi i prodotti degli abatini. E il forastiero sceglieva. E detto fatto si apriva la porta, e compariva ai comodi del forastiero la parte corrispondente – autrice dell'esemplare. ([[Carlo Dossi]])
*Mi trovo in un paese freddo e nebbioso, fra un popolo in cenci. Quando metto il naso alla finestra, vedo girar nella strada una popolazione che se ne sta sotto grandi e rozzi ombrelli verdi ed azzurri. La nebbia si condensa sulle foglie nascenti e scola {{sic|tristamente}} lungo i rami, anneriti da un inverno che mai finisce: anche i miei orecchi, al par degli occhi, sono spiacevolmente scossi. I rauchi gridi de' mercantelli ambulanti che si vanno agitando nella via, giungono fino a me più lugubri che non quelli dello spazzacamino sul finir dell'autunno; il tabacco è ben caro e molto cattivo. Se voglio azzardarmi alquanto fuori, bisogna affrontare il fango, e le {{sic|grondaie}}; e tutto, nella contrada principale del paese, mi rammenta lo stesso chiasso della Grande-Trouanderie. Lo stesso chiasso, lo stesso tumulto, lo stesso impaccio di carrozze, la stessa luce, lo stesso odor di cattivo formaggio e di vecchie drogherie. ebbene questa contrada chiamasi la ''[[Via Toledo|Strada Toledo]]''; questa città {{sic|sucida}}, stridula, cenciosa, che regala i reumi, comprime i polmoni, e {{sic|strigne}} il cuore, è Napoli. Sì, Napoli, Napoli, Partenope, la città dei poeti, la città dei lazzaroni, la città del sole; quella Napoli di cui si è detto: ''Vedi Napoli e poi muori!'' – Morire! ah! no! no! Bisogna vivere, invece, per cavarsela ben presto, per riedere ad ammirare le rive dell'isola Louviers, per correre a Montmartre, per augurarsi l'orizzonte della strada Mouffetard. ([[Louis Veuillot]])
*Mille volte si ripete che in Napoli eran repubblicani tutti coloro che avevano beni e fortuna, che niuna nazione conta tanti che bramassero una riforma per solo amor della patria; che in Napoli la repubblica é caduta quasi per soverchia virtù de' repubblicani. ([[Vincenzo Cuoco]])
*Mobilità del territorio e sviluppo dei trasporti di massa [...] appaiono oggi condizioni imprescindibili per dare concretezza all'idea del futuro possibile. È un futuro che assumerà una fisionomia sempre più precisa nella misura in cui potrà disporre di un valore e di una risorsa tipici della società moderna: la velocità e la certezza degli spostamenti. Guardare a questo futuro significa anche porre riparo a errori e distorsioni del passato. In termini economici e di qualità della vita, Napoli ha già pagato prezzi molto alti. Un sistema efficiente di trasporti pubblici avrebbe potuto evitare uno sviluppo caotico della città che ha preso forma secondo direzioni non programmate e non razionali. Napoli è andata dove bisogni o pressioni particolari, molte volte speculativi, la spingevano. La stessa rete dei servizi primari si è dovuta realizzare, quando si è potuto, a posteriori, cioè a cose fatte. La «Napoli sbagliata» ha così divorato se stessa. ([[Ermanno Corsi]])
*Moltissimi a Napoli vogliono l'autonomia, ma sono sforzati a votare per l'annessione; e infatti la formula del voto e il modo di raccoglierlo sono sì disposti, che assicurano la più gran maggioranza possibile per l'annessione, ma non a constatare i desideri del paese. [...] I risultati delle votazioni a Napoli e in Sicilia rappresentano appena i diciannove tra cento votanti e designati. ([[Henry Elliot]])
*Napoletani, siamo fieri di questo nome che abbiamo fatto risonare dovunque alto e rispettato. Vogliamo l'unità, ma non l'unità arida e meccanica che esclude le differenze ed è immobile uniformità. Diventando italiani non abbiamo cessato d'essere napoletani. ([[Francesco De Sanctis]])
*Napoli, cità eccellente, como che meritamente sia capo del nostro siculo regno, cossì è e serà sempre florentissima in arme e in littere per li suoi generosi citadini illustrata; ne la quale, non son già multi anni passati, fu un dottor legista de onorevole fameglia, ricchissimo e multo costumato. ([[Masuccio Salernitano]])
*Napoli, città più popolata di tutte relativamente alla sua grandezza, li cui voluttuosi abitanti sembrano collocati sui confini del paradiso e dell'inferno. ([[Edward Gibbon]])
*Napoli è color ferro rugginoso. ([[Guido Ceronetti]])
*Napoli è il cristallo nel quale il viaggiatore si è lasciato catturare per, come l'insetto, eternizzare la vertigine di un volo che l'ambra fossile trasforma in frammento infinito. ([[Gabriel Albiac]])
*Napoli è l'unica città dove le persone ti salutano ancora con il "buongiorno" e non con un laconico "notte" o "giorno". ([[Christian De Sica]])
*Napoli è la capitale musicale d'Europa, che vale a dire, del mondo intero. ([[Charles de Brosses]])
*Napoli è rimasto per me un certo paese magico e misterioso dove le vicende del mondo non camminano ma galoppano, non s'ingranano ma s'accavallano, e dove il sole sfrutta in un giorno quello che nelle altre regioni tarda un mese a fiorire. ([[Ippolito Nievo]])
*Napoli è tante cose, e molti sono i motivi per cui la si può amare o meno, ma soprattutto Napoli è una grande capitale, ed ha una stupefacente capacità di resistere alla paccottiglia kitsch da cui è oberata, una straordinaria possibilità di essere continuamente altro rispetto agli insopportabili stereotipi che la affliggono. ([[Elsa Morante]])
*Napoli è un sorriso della Grecia [...] i suoi orizzonti affogati nella porpora e nell'azzurro, il cielo che si riflette nei flutti di zaffiro azzurri, tutto, perfino il suo antico nome di Partenope trascina a quella civiltà brillante. ([[Charles Gounod]])
*Napoli è una città altamente morale dove si possono cercare mille ruffiani prima di trovare una prostituta. ([[Karl Kraus]])
*Napoli è una città che ha la struttura di un romanzo. Le strade sono piene di storie che chiedono di essere trascritte. Ma quello di Napoli può essere solo un romanzo barocco e surrealista, ma incompiuto, irrisolto, contraddittorio, dove convivono l'apoteosi della religione cattolica e della bestemmia. ([[Tahar Ben Jelloun]])
*Napoli è una città che trovo vibrante, creativa, dove si lotta per vivere, ma splendida. ([[Peter Brook]])
*Napoli è una città dove facilmente si sprofonda. Il nuovo è fragile, il passato ha strati robusti. ([[Domenico Starnone]])
*Napoli è una città viva e rovinata. Tutto è bello, orrendo e in disordine, niente funziona bene tranne il passato. Ma tutto è possibile.<br>Gli esperimenti marini più importanti del Mediterraneo, le speculazioni più colossali e fasulle, le storie più incredibili e piacevoli, le persone più nobili e declassate, le cose più inutili e intelligenti si trovano qui. Con sfondo di sole e di mare.<br>Anche le cose più ingenue e contorte che scendono negli abissi dell'anima prosperano qui meglio che altrove.<br>Se ci fosse una capitale dell'anima, a metà tra oriente e occidente, tra sensi e filosofia, tra onore e imbroglio, avrebbe sede qui.<br>Nel mezzo della città si apre via [[Spaccanapoli]], un rettilineo di più di un chilometro, stretto e vociante, che divide in due l'enorme agglomerato. È il cuore di questa babele della storia. Qui visse e morì [[Benedetto Croce]]. ([[Stanislao Nievo]])
*Napoli è una grande capitale del mondo ed è un pezzo pregiato del Mezzogiorno d'Italia e del Paese intero. ([[Nichi Vendola]])
*Napoli è una tappa fondamentale, la racconto nelle sue contraddizioni e nella sua estrema vitalità, anche lì [...], Napoli e i napoletani rappresentano nel bene e nel male un'Italia al quadrato. ([[Corrado Augias]])
*Napoli è uno dei peggiori luoghi d'Italia; ma tutta intera questa nazione non è più che uno sbubbonare di tante Napoli, che se anche non sanguinano come Napoli, ne riproducono sintomi, crolli, abbrutimento. ([[Guido Ceronetti]])
*Napoli è uno strano paese!<br />Disteso come un Re orientale sul tappeto del più bel verde che si possa vedere, coi piedi sull'azzurro e limpido Tirreno col capo sul fianco dell'ardente Vesuvio, non v'ha città al mondo che possa rivaleggiare colla capitale della Italia del mezzodì.<br />Non v'ha mare più ridente, non v' ha cielo più sereno, non v'ha terra più feconda di frutti e di fiori.<br />Tutto è bello e tutto è grande qui. Questo popolo che sonnecchia, che si lascia calpestare con una pazienza che ha del dromedario del deserto il quale soccombe sotto al peso senza muover lamento, quando l'ora della rivoluzione lo ha scosso diventa d'un tratto tigre e pantera.<br />Non v'ha gente al mondo che sia stata oppressa di più.<br />La tirannide dei Viceré Spagnuoli avea appena lasciato a quel popolo gli occhi per piangere. ([[Franco Mistrali]])
*Napoli è vero e proprio crocevia della cultura italiana dell'ultimo secolo, luogo reale e simbolico, tempio della lacerazione e della speranza, delle ipotesi che balenano senza poter davvero trasformarsi in realtà e delle derive più inarrestabili, dove è possibile l'abbandono melodico e lo strappo più cupo, dove si esercitano il soccorso più solidale e la beffa più impietosa, l'intelligenza più problematica e la più becera volgarità, dove convivono violenza e dolcezza. ([[Giulio Ferroni]])
*Napoli fu per Metello il Rettifilo, via Toledo, piazza Plebiscito, e via Sergente Maggiore, via de' Fiorentini, quando gli sembrava di non aver altro da fare e si voleva prendere una distrazione. Non soltanto la mancanza di denaro, ma la divisa un poco lo umiliava; e dové adattarsi a quelle domestiche della Villa comunale, seppure non erano, per lui che aveva avuto Viola, proprio il suo tipo. Col tempo ''fece ghega'' insieme a un livornese, uno di Cascina, un fiorentino di Porta Romana: Mascherini, che negli anni dipoi non seppe mai dove fosse finito. Leoni, quello di Cascina, riceveva denaro, suo padre era mobiliere, ed egli era tirato ma finiva per offrire. Fu un sodalizio che durò a lungo: si frequentarono le bettole di Forcella, del Vasto e del Pendino, rioni che chiamano sezioni, come chi dicesse Sezione San Niccolò o Madonnone. Ebbero a che fare con la gente, per quei vicoli traversi o tutti in salita, dove la [[miseria]] e la sporcizia erano pari all'animazione che vi si trovava. Entrarono, piuttosto che in via Sergente Maggiore, in alcuni ''bassi'', dietro una sottana: ragazze tutte more di capelli, dai volti appassiti e i grossi seni. I bambini giocavano al di là della tenda. Non ci si toglieva nemmeno le mollettiere. Poi magari si restava a cena con tutta la famiglia, si diventava amici, ci tenevano in conto di figlioli: era gente come noi, come il livornese che non viveva meglio dietro la Darsena, come Mascherini che aveva il babbo fiaccherajo. E un po' ci si vergognava. Si vuotavano le tasche dell'ultimo soldino, come per farci perdonare. Cose trapassate nella [[memoria]], viste e vissute da dentro la campana. ([[Vasco Pratolini]])
*Napoli ha bisogno non pure di essere descritta, ma di essere spiegata, come città quasi eccezionale in Italia. ([[Antonio Morano]])
*Napoli ha una bellissima posizione. Le strade sono larghe e ben pavimentate con grossi e larghi massi di pietra squadrata. Le case, tutte grandi e pressappoco della stessa altezza. Molte piazze grandi e belle; e cinque castelli o fortezze, che non si finisce di ammirare. [...]<br />Da quando hanno pensato di costruire le fortezze dentro le città, non si ha più bisogno di avere popoli fedelissimi: li hanno resi obbedienti. Perciò prima scoppiava una rivoluzione al giorno, come in Italia. È quasi impossibile che i Napoletani si ribellino, con le cinque cittadelle che hanno. ([[Montesquieu]])
*Napoli, illustrissima e magnifica città, esposta al mezzo giorno, su le falde, anzi in mezzo alle radici del monte di Sant'Ermo [...] e d'alcuni altri piacevolissimi colli si riposa; l'onde mirando dell'imperioso Tirreno. ([[Bernardo Tasso]])
*Napoli in agosto è un po' come Parigi a maggio: ricorda Pescara in aprile. ([[Alessandro Bergonzoni]])
*{{NDR|Tischbein lascia Napoli occupata dai Francesi il 20 marzo 1799}} Napoli, la splendida Napoli mi parve nera e triste come una tomba. Altra volta, nei giorni di festa, i chiostri sulle colline erano illuminati con migliaia di lumi: si sparavano cannoni, s'accendevano fuochi d'artifizio. Ora, tutto scuro e deserto: i palazzi, sinistri e silenziosi: appena qua e là accennava un lume solitario. Il mio sangue era in fermento, i miei nervi in vibrazione, il mio cuore in malinconia. Questa città, in cui avevo goduto tanto: tante gioie, tante amicizie, tanti onori!... – Le ancore furono levate, le vele disciolte e spiegate al vento; il bastimento cominciò a muoversi. E noi passammo dinnanzi alla casa, dov'io avevo abitato tanti anni...<br>La mia commozione crebbe, quando vidi da lungi la roccia, su cui [[William Hamilton|Hamilton]] aveva un giardino pensile. La fantasia mi riprodusse tutte le belle ore, ch'io avevo trascorse in quel luogo. ([[Johann Heinrich Wilhelm Tischbein]])
*Napoli, metropoli di tutte le grandezze, meraviglia di meraviglie, i cui monti sono dolce oblio degli uomini, i cui campi sono splendidi prodigi della natura, il cui celebrato [[Sebeto]] è emulo dello Xanto e rivale del Pattolo, il suo molo, meraviglia del colosso piramidale, i suoi templi resti di quello di Efeso, i suoi principi e signori il simbolo della lealtà, la congregazione del valore, il centro della nobiltà, il sole di tutta l'Europa, e il fiore di tutta l'Italia. (''[[Estebanillo González]]'')
*Napoli? Mi dispiace chiamarla solo città del sud, per me è l'unica capitale che abbiamo... In Italia c'è pochissima cultura diffusa e Napoli è un punto fondamentale per questo. ([[Cristina Comencini]])
*Napoli mi manca, sono fiero di essere napoletano. Ma [[Udine]] è come una seconda casa per me, sto benissimo qui, sento il calore della gente. ([[Antonio Di Natale]])
*Napoli nera e nuda. Napoli, che il baccano e la miseria fanno sembrare barbara al viaggiatore venuto da Roma, mentre non esiste, nella penisola, una città altrettanto fine, ingegnosa e colta, una città che abbia come lei l'aria di capitale, soprattutto se la si confronta con Roma; ma, dei successi che il talento dei suoi nativi avrebbe procurarle, è stata misteriosamente spogliata, da sempre. Città enigmatica, la cui popolazione è dotata delle più meravigliose risorse spirituali, senza riuscire a farle fruttare, perennemente vinta, nella lotta contro le offese; mendicante e umiliata da una continua calamità.<br>Così, giungendo da Roma per la strada litoranea, tanto bella da Terracina in poi, dove inizia il Sud, abbiamo proseguito rallentando l'andatura, amando Napoli e in pari tempo temendola. ([[Dominique Fernandez]])
*Napoli non è una città, è un mondo. Napoli non è solo a Napoli ma la trovi ovunque, anche in Germania. La "napoletanità" è una cosa unica. È chiaro che ogni città ha un suo calore, Napoli ce l'ha ma in maniera diversa, questa città vive le cose in maniera passionale, con un amore diverso da tutti gli altri. Non posso dire se rispetto alle altre tappe sia meglio o peggio, Napoli è sicuramente diversa. ([[Marco Masini]])
*Napoli non mi sentirà mai più! Tornerò a Napoli solamente per rivedere la mia cara mamma e per mangiare i vermicelli alle vongole! ([[Enrico Caruso]])
*Napoli per me è tutto, è mia madre, sono i miei ricordi; Napoli è la mia adolescenza. Se non fossi stato napoletano, non avrei potuto essere quello che sono a teatro. È grazie alla mia città, con la sua cultura, che mi sono realizzato come attore e artista. Non riuscirei a vivere lontano da Napoli. Credo di essere l'unico attore che non è scappato da una città vittima di molti pregiudizi. Alcuni veri, altri falsi. Mi piace ricordare sempre ciò che diceva [[Eduardo De Filippo|Eduardo]], "‘o presepio è buono, ‘e pasture so malamente". E aveva ragione. Napoli è quella descritta da [[Pino Daniele]], piena di contraddizioni ma ricca di fascino. ([[Peppe Barra]])
*Napoli per me è una città straordinaria, che soddisfa in pieno le mie esigenze. Io sono un uomo di calcio, e Napoli è forse la città al mondo in cui il calcio si vive in maniera più intensa. Vengo da Liverpool, anche lì c'è un rapporto viscerale con la squadra che pensavo non fosse possibile trovare altrove. Ma a Napoli è forse superiore. Poi sono amante dell'arte. E Napoli da questo punto di vista è una miniera, ci sono cose straordinarie da vedere, forse neanche i napoletani sanno quanto è bella e quanto è ricca la loro città. Mi piacerebbe dare il mio piccolo contributo per far conoscere al mondo la vera immagine di Napoli. ([[Rafael Benitez]])
*Napoli senza sole, senza mare azzurro, senza Vesuvio. Pioggerella monotona, mimose in fiore, in lotta con la tristezza del tempo; ma emanano luce propria e profumi più forti di quelli dei gas delle auto che attraversano la città come interminabili cortei funebri, accompagnati dall'immenso fantasma della benzina bruciata. Un ''auto da {{sic|fe}}'' urbano, uguale in tutte le città del mondo, conquistate dalla tecnica, questa vittoria planetaria della metafisica occidentale, come dice [[Martin Heidegger|Heidegger]]. ([[Vintilă Horia]])
*Napoli, sì come ciascuno di voi molte volte può avere udito, è ne la più fruttifera e dilettevole parte di Italia, al lito del mare posta, famosa e nobilissima città, e di arme e di lettere felice forse quanto alcuna altra che al mondo ne sia. La quale da popoli di Calcidia venuti sovra le vetuste ceneri de la Sirena Partenope edificata, prese et ancora ritiene il venerando nome de la sepolta giovene. ([[Jacopo Sannazaro]])
*Napoli, si fa presto a dire, sembra una città, non lo è, è una nazione, è una repubblica. [...] L'ammirazione che io ho per il popolo napoletano nasce proprio da questo amore per [[Totò]]. [...] Napoli è il mistero della vita, bene e male si confondono, comunque pulsano. ([[Lucio Dalla]])
*Napoli sono due città, una è esterna alla luce del sole, l'altra, sotterranea. Insomma il suolo su cui si costruisce è come la forma di una groviera piena di buchi. (''[[Le mani sulla città]]'')
*Napoli – una città dove il «piacere» è attivamente coltivato. ([[Henry James]])
*Napoli! Zi' Teresa! Il Vesuvio! La Bersagliera! «A Marechiaro ce sta 'na fenesta»! Ah, come tornerei volentieri a Napoli! (''[[Totò le Mokò]]'')
*Nei primi decenni del XVIII secolo, la città di Napoli è uno smisurato aggregato di persone, un contenitore umano che fa storia a sé nelle vicende demografiche del resto del Regno. ([[Giuseppe Moricola]])
*Nei primi giorni della mia dimora a Napoli visitavo con un nobile napoletano le rovine dei templi e dei palazzi romani a [[Pozzuoli]]. "Siete ancora fieri dei tempi antichi, voi napoletani?" gli chiesi. "Signore" mi rispose il grasso marchese "i napoletani sono tutti poveri ruffiani." Udendo che io mi servivo di un operaio mi disse: "Lo paghi un tanto e non un grano di più e se fa rimostranze, non gli dia niente di più". E proseguì: "Signore, stia in guardia, tutti i napoletani sono mariuoli". "Anche lei sarebbe nel numero?" io risposi, per metà scherzando e per metà sdegnato. "Sì, sì, mezzo birbante" rispose, {{sic|scotendosi}} dalle risa. Egli aveva ordinato al servitore che stava dietro alla carrozza di portare per noi una bottiglia di vino di [[Siracusa]]. Quando la cercammo, non la trovammo. Il marchese montò in gran collera e lo chiamò asino, ladro e bestia, infine lo minacciò di detrargli qualche cosa dalla paga per il mese seguente. Questo ebbe effetto. "Eccellenza" gridò il servitore a mani giunte "mi spezzi una gamba in due, ma non mi punisca sul denaro, il denaro fa male." [...] Il denaro è la grande leva che muove tutti i napoletani. Per il minimo servizio, per una semplice stesa di mano, chiedono denaro. Per denaro ridono, saltano, ballano, cantano. ([[Karl August Mayer]])
*Nel Conservatorio di Napoli vive ancora quel mondo del Settecento confluito dai quattro collegi della città quando, nel secolo passato, se ne è raccolta la sede. ([[Riccardo Muti]])
*Nell'ultimo bollettino del Bureau of Psychological Warfare si dice che a Napoli quarantaduemila donne esercitano, occasionalmente o con regolarità, la prostituzione. Questo su una popolazione femminile nubile che si aggira intorno a centoquarantamila. Pare incredibile. ([[Norman Lewis]])
*Nella convinzione del popolo napoletano due classi d'individui guadagnano con certezza alla lotteria. La prima categoria è composta da coloro che sono in possesso di una formula di calcolo matematico che indica i numeri di un'estrazione prossima in base allo studio delle estrazioni anteriori. La seconda comprende gl'individui che agiscono sotto l'influenza di una suggestione extraumana, divina o diabolica. ([[Marcellin Pellet]])
*Non c'è palazzo di giustizia in cui il chiasso dei litiganti e loro accoliti superi quello dei tribunali di Napoli. Lì si vede la lite calzata e vestita. ([[Montesquieu]])
*{{NDR|Il 13 settembre 1789, presenti [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando]] IV e [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena|Maria Carolina d'Austria]], il pallone aerostatico di Lunardi si alza nel cielo di Napoli.}} Non ero levato appena mille piedi quando restai incantato a osservare la scena che si presentava sotto di me del tutto nuova da quanto<ref>''Quando'', nel testo.</ref>avevo veduto in altre capitali dalla [[Gran Bretagna]] alla [[Scozia]]. Sembrava<ref name=seems>''Sembravami'', in Gleijeses, ''Napoli nostra e nuove storie'', 1977.</ref>Napoli {{sic|composto}} da tante piccole piazzette, tutte ricoperte di anime viventi. Erano questi i lastrici, o siano terrazzi, su de' quali erano saliti gli abitanti delle rispettive case. Nell'innalzarmi maggiormente, principiando a perder la vista gli individui, queste piazzette sembravano<ref name=seems/>tanti giardinetti sparsi di fiori verdi e rossi, ch'erano i diversi ombrelli con i quali si riparavano dal sole. ([[Vincenzo Lunardi]])
*Non passa anno senza che le collezioni scientifiche di qualunque altra città d'[[Italia]] si arricchiscano per la munificenza di qualche privato. E così mano mano si colmano le lacune, si completano le serie e si ottiene più assai di quello che non sia il potere dello stato e de' municipii di fare. Ma il napoletano ''largo di bocca e stretto di mano''; mentre non sa vivere fuori della sua città, non vuol poi far niente per renderla più bella e simpatica; non è superbo delle sue istituzioni, non è zelante di migliorarle; il suo municipalismo non sa mai incarnarsi in un'opera bella e generosa. ([[Vittorio Imbriani]])
*Non potreste credere che bei giardini ho in questa città perché, ne sono io testimone, sembra che manchi solo Adamo ed Eva per farne un paradiso terrestre. ([[Carlo VIII di Francia]])
*Non sembrava di stampo [[Venezia|veneziano]], piuttosto della razza dei comici napoletani, mezzo ruffiani, mezzo commedianti, brutali e protervi, pericolosi e spassosi. ([[Thomas Mann]])
*{{NDR|Sul proverbio: Napoli è un paradiso abitato da diavoli}} Non so se è falso in tutto, ma son certo che quella parte appunto, in cui il credo anch'io vero, sia quella che mostra sino ai ciechi la bontà dei suoi abitanti, avvegnaché non faccia troppo onore alla loro sapienza. ([[Antonio Genovesi]])
*Non sono abbastanza forte per il nord: là imperversano gli spiriti pedanti ed artefatti, che non sanno fare altro che lavorare alle norme della convenienza, come il castoro alla sua costruzione. Ho vissuto tutta la mia gioventù fra gente simile! Mi è venuto in mente all'improvviso, mentre per la prima volta vedevo il cielo grigio e rosso della sera scendere su Napoli – un brivido di compassione per me stesso, l'idea di cominciare a vivere da vecchio, e lacrime, e, all'ultimo istante, la sensazione di essere ancora in tempo per salvarmi. ([[Friedrich Wilhelm Nietzsche]])
*Non vi mettete scuorno, napoletani e affini, ma l'Espresso e Santoro hanno ragione: Napoli è veramente una città impossibile, insopportabile, malata. Mancavano i duemila delinquenti liberati solo a Napoli e dintorni dall'indultaccio per darle la mazzata finale. Ora la delinquenza galoppa con il plauso della gente e don Clemente Mastella con il suo vice Manconi hanno voglia a dire che l'indulto non c'entra: mentre lo ripetevano, venivano acchiappati a Napoli quattro delinquenti che avevano ucciso per rapina e tre di loro erano usciti freschi freschi dal carcere, grazie all'indulto. Ma non è solo questione di indulto, ne convengo. Il problema è Napoli. Che è davvero una brutta chiavica, per dirla in linguaggio indigeno. [...] Andate per le strade dove trabocca l'immondizia, per i quartieri dove regna il casino e il rumore, per le piazze e i vicoli dove comanda la guapparia e dilaga la furbizia truffaldina. No, Napoli non si sopporta. ([[Marcello Veneziani]])
*Non voglio farla grossa, ma la scoperta del Dna è iniziata all'ombra del Golfo e l'ho raccontato nel libro La doppia elica. Napoli, quindi, è stato un luogo fondamentale per me. ([[James Dewey Watson]])
*{{NDR|A Napoli}} novantanove volte su 100 finisci scugnizzo. Vengo dai quartieri popolari, cresciuto dalla nonna. Quando entravo in casa, battevo forte i piedi per far scappare i topi. E niente doccia. Scendevi per strada e ti fottevano la cartella. Poi la bicicletta. Poi il motorino. Alla quarta diventavi scugnizzo. ([[Gigi D'Alessio]])
*Oggi fui a vedere trattare le cause. Sono rimasto edificato del metodo: vengono trattate come si deve, con decenza, con maestà, con onoratezza. Ma la quantità dei curiali è sorprendente! {{sic|figuratevi}} tutti gli abitanti di [[Trento]], e de' suoi contorni riuniti nel castello del mal consiglio. ([[Carlantonio Pilati]])
*Pensiamo a cosa è avvenuto a Napoli durante la Liberazione. Gli americani venivano a salvare i napoletani e loro pensavano al modo per derubarli, per riempirli di prostitute, insomma quasi per avvilirli. Sempre per quel senso di superiorità. ([[Giuseppe De Rita]])
*Penso che abbia nella sua natura una tale magnifica tradizione di ibridazione, che questo discorso<ref>Sull'incontro e lo scambio di apporti culturali fra le civiltà del Mediterraneo.</ref>mi pare particolarmente proficuo, e anche perché Napoli è sempre stata vivissima dal punto di vista culturale: penso al circolo culturale aragonese. [[Roma]] difficilmente è stata capitale culturale, Napoli sì. E poi ha un legame molto forte con l'Oriente, e c'è una tradizione di riflessione filosofica sulla libertà. È una capitale del pensiero, non a caso uno spirito libero come [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] ha poi scelto questa città. Ha tradizioni che resistono insieme ad avanguardie estreme. ([[Silvia Ronchey]])
*Penso che Napoli sia l'unica capitale d'Italia perché è una città che raccoglie le qualità tipiche di una capitale: estrema miseria ed estremo fasto. A parte le bellezze naturali, che non sono suo merito, le è rimasta la ''grandeur'' spagnola ed è l'unica città a sommare a questa ''grandeur'' l<nowiki>'</nowiki>''allure'' della grande capitale''.'' ([[Fernanda Pivano]])
*Per disonore dell'umana ragione non v'è cosa in Napoli tanto notoria, quanto la libera e pubblica vendita che vi si fa dei falsi attestati. La tariffa loro ordinaria è di tre ducati, o di quattro, secondo la fame di chi vende, e il bisogno di chi compra. Se tu vuoi dunque soppiantare un processo, alterare una particola di testamento, falsificare qualunque carattere, tu non hai ch'a gittar via i rimorsi, e dar mano alla borsa. Le botteghe de' falsari son sempre aperte. Tiriamo un velo sopra queste incredibili e non mai più udite abbominazioni. Il pensiero non può fissarle senza raccapriccio. ([[Vincenzo Monti]])
*Per me Napoli ha un posto particolare. Stendhal diceva: "Ci sono due capitali in Europa. Parigi e Napoli". Ho letto quello che Schifano ha scritto della città. Napoli è per me una città veramente particolare, l'ho visitata più volte e mi è molto cara. ([[Emmanuel Macron]])
*{{NDR|Napoli}}, per molti rispetti eccellente, ha questo oscuro e vergognoso e inveterato malanno, che il girar di notte vi è non meno pauroso e pericoloso che tra folti boschi, essendo le vie percorse da nobili giovani armati, la cui sfrenatezza né la paterna educazione né l'autorità dei magistrati né la maestà e gli ordini del re seppero mai contenere. ([[Francesco Petrarca]])
*Per nessuno tranne che per i meridionali è così. Se scrivi se canti se giochi, e vieni da Napoli sarai sempre il giornalista napoletano, scrittore napoletano pittore napoletano. Quel napoletano non te lo toglierai mai. ([[Roberto Saviano]])
*Per riassumermi, mi limiterò a trasmettervi l'impressione che reco da Napoli, da me prima non vagheggiata se non ne' sogni o ammirata se non ne' libri suoi. Ho visto una città colossale, ricca, potente: innumerevoli sono i suoi palazzi, costrutti con titanica negligenza sulle colline, sulle alture, nei vichi, nelle piazze, quasi che indifferente fosse la scelta del luogo in una terra da per tutto incantevole. Ho visto strade meglio selciate che a [[Parigi]], monumenti più splendidi che nelle prime capitali d'[[Europa]], abitanti fratellevoli, intelligenti, rapidi nel concepire, nel rispondere, nel sociare, nel agire. Napoli è la più grande capitale italiana, e quando domina i fuochi del Vesuvio e le ruine di [[Pompei]] sembra l'eterna regina della natura e delle nazioni. ([[Giuseppe Ferrari]])
*Per tutta la città {{NDR|si fanno}} accademie in diverse facoltà, {{NDR|alcune sono}} sospette essendo certo che la gioventù legge libri francesi ed oltramontani, e le massime di quelli contro la Chiesa ed ecclesiastici si spacciano con pompa pubblica, avendo preso gusto nella critica delle materie ecclesiastiche ed alle nuove opinioni cartesiane: {{NDR|di conseguenza a Napoli si è introdotta}} una specie d'ateismo. {{NDR|Particolarmente}} negli avvocati [...] e ministri si sentono pubblicamente proposizioni e massime contarie alla disciplina ecclesiastica, autorità di vescovi e bene spesso ancora contro la suprema autorità della Santa Sede. [...] Il moderno cappellano maggiore ha intrapreso di fondare una nuova accademia di molte facoltà e singolarmente di filosofia e di matematica, e pretende di introdurre la filosofia del [[John Locke|Loch]] e di altri autori simili, avendo già nominati i soggetti per ciascheduna facoltà. ([[Raniero Felice Simonetti]])
*Più ci penso e più mi convinco della forza delle immagini [[Walter Benjamin|benjaminiane]]. Si tratta di immaginare questa città come una colossale spugna stesa sul mare che non affronta i suoi problemi attraverso macroprogetti, sulla base di una ratio logocentrica, che non riduce il complesso delle tensioni, dei conflitti, che non tende ad annullarli, bensì assimilarli e, quasi, nutrirsene. ([[Massimo Cacciari]])
*Provo un estremo fastidio quando si parla di napoletanità. Essa esiste quando non la si individua, non la si isola in provetta e non la si esalta. È la storia impareggiabile di questa città. È la storia anche dei misteri, della morbosità, delle contraddizioni, della violenza, delle irrisioni. Quando la napoletanità diventa tronfia ed arrogante, un surrogato della retorica di regime, sia di sinistra, di destra che di centro, mi appare in tutta la sua miseria ed indeterminatezza culturale. Non mi piace quando viene sistematizzata, ma quando viene inseguita, quando ti contraddice, ti prende alle spalle per una sensazione, una verità carnale, di clima o di paesaggio. Oggi, con l'avvenuta trasmigrazione delle menti e dei corpi, è difficile vagheggiarla come si faceva una volta. Tanto vale trovarla nel rischio di vivere, di pensare e di cercare a Napoli questa grande emozione. ([[Valerio Caprara]])
*Quando diciamo che Napoli è una città violenta, una città criminale, una città sporca, una città in cui la qualità della vita è bassa, possiamo dire verità o esprimere esclusivamente luoghi comuni o stereotipi. È sbagliato rigettare queste definizioni esclusivamente perché mettono in mostra qualcosa che non va nella nostra città. La nostra città è questo ma è anche altro evidentemente: però è anche questo e allora bisogna cercare di capire qual è il fondamento di verità che c'è in questi stereotipi. ([[Aurelio Musi]])
*Quando mi chiedono che cosa resta, in questo nostro mondo cibernetico, di quel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] quasi arcadico del ricordo, "Napoli? Il raffinato cadavere di Napoli?", rispondo: "Per restare resta molto. Resta l'immenso paradiso infranto della memoria. Resta la magnifica nostalgia dei perduti splendori. Restano la coscienza profonda di una storia condivisa, le spoglie delle civiltà da cui proveniamo, un presente postatomico con scorie industriali e una vegetazione radioattiva. Il Mediterraneo è anche questo. Una bellissima cloaca, come il [[Golfo di Napoli|golfo di napoli]]. Un rifugio di turisti nordici in pensione, come a [[Ischia]]. Un frammento di sogno di pietra, come [[Capri]]. Una [[Costiera amalfitana|costa]] geniale dove si trova [[Ravello]], sognata da [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], sognata da [[Richard Wagner|Wagner]]. Isole trasformate in prigioni; vulcani in fiamme; vigne d'oro; vino verde, di uve prodotte e raccolte in proprio; un mondo rurale minacciato, fra il drammatico e il gaudente. Rovine di mille anni fa e persino di ieri. Eterni corpi di marmo e altri ancora effimeri, parimenti magnifici. Tutto il cumulo di passato e presente che ora è vita. Resta il bellissimo cadavere barocco che è Napoli". ([[Josep Piera]])
*Quando nell'Ottocento è stata scelta l'idea di unità nazionale, non si è rispettata l'identità della penisola, che è stata sempre policentrica. Napoli non ha mai fatto riferimento all'Italia, ma al Mediterraneo e all'Europa. I napoletani si son detti ''regnicoli'', mai italiani, e non lo erano. ([[Franco Cardini]])
*Quando sarò morto tornerò a Napoli a fare il fantasma, perché qui la notte è indicibilmente bella. ([[Hans Christian Andersen]])
*Quanto dunque é Napoli per questo Re {{NDR|[[Carlo III di Spagna|Carlo III]]}} malissima sede, tanto buona sarebbe una città mediterranea, quale io ho sempre stimato [[Melfi]], ove spesso sono stati gli antichi Re. Lontana ella è egualmente dai confini del Regno e dai due mari; buonissima vi è l'aria; le spalle ha guardate da una serie di montagne, il lido del mare dell'altra parte è di mal accesso e fortificabile. ([[Bernardo Tanucci]])
*{{NDR|Il misto di autentica generosità ed astuzia senza doppiezza dei napoletani}} Quest'oggi la padrona del basso che mi ospita ha voluto per forza offrirmi un piatto della loro minestra di riso e fagioli. Ero commosso dalla prodigalità di questa povera gente che si toglie un piatto della loro minestra così faticosamente guadagnata. Avevo appena finito di dire "Ma è sorprendente la generosità e l'ospitalità del popolo napoletano, che mi commuove nel profondo del mio animo" quando si è avvicinata la padrona e a un orecchio mi ha sussurrato: "{{sic|Vedite}} un po' voi {{sic|si putite}} ottenere dall'amministrazione un compenso per il disturbo che ci prendiamo." ([[Vittorio De Sica]])
*Questa città dei miracoli, [...] questo centro di sentimentalismo e di abile sforzo quotidiano tra il bene ed il male. ([[Vintilă Horia]])
*Questa era la città del tempo controtempo [...] noi siamo figli di un grande sonno pomeridiano, un immenso sonno storico mentre tutto l'universo attorno a noi si muoveva e vegliava. [...] Era la città dove il pigliamoci un caffè durava mezza giornata. [...] Era la città del presente eterno: un napoletano non diceva 'domani andrò al mare', diceva invece 'domani vado al mare'. E Napoli, come la sedia rotta e molto rotta e poi smembrata, non esiste più. Il nome è vuoto, come quello di una persona cara che è morta, adagiata sul letto, pronta per essere chiusa in una bara e sepolta. ([[Ruggero Cappuccio]])
*{{NDR|[[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] e [[Giacomo Leopardi|Leopardi]]}} [...] questi due solitari e pur diversi poeti della malinconia, questi due perpetui esuli della loro città natale, ambedue innamorati della natura e portati per temperamento ai toni dell’idillio, ma che ambedue scavarono dentro le misure dell’idillio per cantare la fatale tristezza dell’uomo; e pensate anche a ciò che ha significato per l’uno e l’altro l’incontro con Napoli, se l'[[Eneide]] intera, nella sua stessa dimensione religiosa, e in quel di più che essa ha rispetto alle opere precedenti, non la si potrebbe concepire senza la presenza di questo mare e di questi dintorni, e se l’ultima e più alta impennata di Leopardi e la stessa disperata religione de La ginestra presuppongano come scenario, "''e di [[Capri]] la marina | e di Napoli il porto e [[Mergellina]]''". ([[Mario Pomilio]])
*Restituiamo Napoli ai Borbone! ([[Mario Borghezio]])
*[[Roma]] e [[Venezia]] si riuniranno all'Italia ma chissà se Napoli non sfuggirà all'Italia. Facile prender Napoli, difficile il conservarla. ([[Alexandre Dumas (padre)|Alessandro Dumas padre]])
*[[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] è, sotto il profilo strettamente storico, il luogo da cui nacque la città di Napoli. ([[Vittorio Paliotti]])
*«Santa Lucia vi conservi la vista», ripete da secoli, il mendicante napoletano che tende la mano sugli angoli delle strade, e dà con quella frase la misura esatta del significato in cui è tenuta a Napoli la «facoltà di vedere», un bene primario che costituisce la ricchezza estrema dei poveri e la sanità ultima degli ammalati. ([[Vittorio Paliotti]])
*Sarebbe una città di incanto se non vi si incontrasse una folla di plebei che hanno aria di ribaldi e di malandrini, senza essere sovente né l'uno né l'altro. ([[Papa Clemente XIV]])
*Sbarco sempre con angoscia a Napoli. Mi sembra di salire su un insidioso palcoscenico, dove la recita è corale e tu sei osservato e trattato come l'ultimo arrivato. Temi i tranelli della scena e la complicità della platea. Saranno pregiudizi e perfino ancestrali eredità del paesano sbarcato nella capitale storica del suo Regno, come una maschera del mio paese, don Pancrazio Cucuzziello, che veniva raggirato a Napoli per la sua ingenua rozzezza contadina. Ma quando arrivo a Napoli sento un'insidia che non avverto nemmeno nelle città arabe o sudamericane più insicure. Sopporto l'inferno napoletano solo come transito obbligato per accedere al paradiso delle sue isole e penisole o per godere di qualche amico. Non scriverò un ennesimo saggio su Napoli, camorra e sentimenti, semmai scriverei su una grande capitale fallita. Che affascina per la voluttà del suo declino, quasi la civetteria di disfarsi in pubblico. ([[Marcello Veneziani]])
*Se dall'unità il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata: ha perduto la capitale, ha finito di essere il mercato del Mezzogiorno, è caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone. ([[Gaetano Salvemini]])
*Se la banca Euromediterranea si farà, la sua sede naturale dovrà essere Napoli che per storia, centralità e condizioni geopolitiche non può avere rivali. ([[Giulio Tremonti]])
*Se quand'era tempo avessi potuto compiacere ad un mio desiderio, io sarei andato a vivere alcuni anni a Napoli, alcuni a [[Milano]]. Queste due città, una per la sua grande popolazione, l'altra per molte particolari condizioni, sono da qualche tempo la stanza del pensare filosofico in Italia. Esse furono abitate da quasi tutti i nostri scrittori che s'innalzarono ad una certa elevatezza d'idee, ed abbracciarono una certa estensione di principii. ([[Giuseppe Bianchetti]])
*Se [[Piazza del Mercato (Napoli)|qui]] dunque, pullulano i bassi e se ogni casa diventa bottega − come al Lavinaio − è proprio perché da questa economia il napoletano può trarre i mezzi di vita: e non sarà troppo prossimo il giorno, che tuttavia si auspica, di una Napoli pronta a offrire a tutto il milione dei suoi abitanti condizioni perfette di esistenza e di attività. Intanto, qui più che altrove si mostra come la conclamata inerzia napoletana sia invece una geniale attitudine a far diventare ricchezza il talento d'ognuno e come una rete minutissima leghi la grande alla minima industria, il grosso al minutissimo commercio.<br>Se un viaggiatore viene qui, tra la lunghissima [[Via nuova Marina|via Marina]] e il [[Corso Umberto I|Rettifilo]] e va curiosando − con sguardo acuto e cordiale, non distratto e acido − per questa contrada, s'avvederà subito come si tratti proprio di un pullulante fermento economico, come tutto qui risponda a un gioco essenziale della vita. Magari il ricordo di tante tragiche vicende darà un più oscuro colore ai gesti e alle parole di questa parte di Napoli, ma resterà vivo nell'animo di chiunque vi passerà questo «colore locale» che nasconde un significato sociale ben definito, forse anch'esso amabile perché anch'esso necessario alla vita di una grandissima città. ([[Mario Stefanile]])
*Se volete fare qualcosa di buono, fuitevenne 'a Napoli<ref>Fuggitevene da Napoli.</ref>. ([[Eduardo De Filippo]])
*Sebbene il lotto, introdotto a Napoli nel 1682 dai viceré spagnuoli, non esistesse ai suoi tempi, si è convinti che [[Ignazio di Loyola]] abbia manipolato e manipoli ancora, per mezzo dei suoi discendenti, la forza magica dei numeri. Ogni gesuita conosce la ''regola segreta'' e potrebbe arricchire a suo piacimento la gente povera, ma egli tace e tiene per sé la sua scienza. Perciò il gesuita, tacciato di cattiveria e d'egoismo, è abbastanza odiato nel Basso Porto e a Santa Lucia. ([[Marcellin Pellet]])
*Secondo una tesi prevalente, si fronteggiarono allora<ref>Dagli anni 50 ai primi anni 60.</ref>due città: una della rozza speculazione, l'altra della migliore cultura. Due Napoli impermeabili l'una all'altra. «Ma le cose – afferma {{NDR|Pasquale}} Belfiore – non andarono esattamente in questi termini. Vi fu un groviglio di intrecci fra l'una e l'altra città, tra la migliore cultura e la più proterva speculazione; si generarono perverse implicazioni pur partendo da limpidi presupposti. Il ruolo delle facoltà universitarie, degli ordini professionali, delle associazioni di categoria fu ora di totale estraneità, ora della più flagrante connivenza, ora della più intransigente opposizione in alcune delle loro componenti». Il ventaglio delle complicità, che via via hanno preso corpo, appare molto vasto. E non è ancora finita. La speculazione edilizia si avvia verso la terza fase. Dalle singole licenze rilasciate dalle amministrazioni [[Achille Lauro|Lauro]] si passa alle lottizzazioni; dai cantieri di improvvisati appaltatori e costruttori a quelli delle Immobiliari. In molti quartieri, però, la pioggia di cemento costituisce un attentato alla incolumità fisica. Si apre la stagione dei crolli. Napoli appare come «la città di cartone che scivola a mare e uccide», secondo una frase di [[Rosellina Balbi]]. Una "carta geologica", redatta dal Comune alla fine del '67, censisce {{sic|21mila}} metri quadri di vuoti sotterranei molto profondi, {{sic|119mila}} metri di vuoti ex cava e 366 caverne. Napoli è una città costruita sul vuoto. ([[Ermanno Corsi]])
*Sedevano un dì fra' boschetti d'aranci, sulla pendice a' cui piedi è [[Sorrento]]; e la brezza moveva da' rami e dalle foglie una musica di suoni e di fragranze; mentre di sotto alle verdi ombrelle rideva il golfo di Napoli, e dal cielo azzurro traluceva il Paradiso. ([[Augusto Conti]])
*Siamo tutti futuri napoletani. ([[Susanna Tamaro]])
*Si sa che i napoletani mettono tre o quattro parole dove non ne bisogna che una. ([[Giuseppe Pignata]])
*{{NDR|[[Napoli]] appare}} simile a certe leggendarie città orientali, vagheggiate dai poeti arabi: tetti e torrette che sembrano minareti, cupole ricoperte da tegole multicolori, chiese simili a moschee, guglie scintillanti, più adatte alla mezzaluna che alla croce, una popolazione brulicante simile nell'aspetto al popolo dell<nowiki>'</nowiki>''Arabia felix'', abbigliata secondo la foggia orientale. ([[Lady Morgan]])
*Solo noi abbiamo potuto permettere che la nostra Parigi {{NDR|Napoli}} venisse fagocitata da un centro minore {{NDR|[[Torino]]}}. ([[Pietrangelo Buttafuoco]])
[[File:Sfogliatelle.JPG|thumb|Sfogliatelle ricce, tipico dolce molto in uso a Napoli]]
*Sono così afflitta, che preferisco l'entrata dei Francesi e che tolgano a quei miserabili fino all' ultima camicia, piuttosto che di vedere i nostri proprii sudditi bestie vili, poltroni, ma furfanti, condursi in tal guisa. ([[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena]])
*Sono due città simili, Napoli come [[Istanbul]] si è lasciata il suo antico splendore alle spalle... ma mentre a Napoli c'è ancora traccia del passato, nei musei, nei palazzi, nelle strade, a Istanbul tutto è andato bruciato, distrutto... Eravamo troppo occupati a sopravvivere. ([[Orhan Pamuk]])
*Su dalla piazza aperta la massa del Maschio Angioino inquadra il panorama del porto e del [[Vesuvio]] lontano. Sullo sfondo celestino del monte s'alza lo stelo rosa del faro e fittiscono gli alberi dei velieri e dei piroscafi. Le pietre del selciato dure e ondulate ricordano quelle delle strade di [[Pompei]]. Ci si inoltra nei quartieri popolari dove le vie sono profonde tra caseggiati enormi e corrosi. Sembra di avanzare in una densa boscaglia, dove tra i rami cantino gli uccelli: sono i richiami dei venditori ambulanti. ([[Giovanni Comisso]])
*Sulla filosofia dell'umanità, sull'economia dei popoli noi abbiamo avuto opere eccellenti da quel paese, giacché la libertà del pensiero illumina e predilige il golfo di Napoli più che ogni altra parte d'Italia. ([[Johann Gottfried Herder]])
*Tra tutti gli amori terreni niuno certamente è più lodevole, più onesto, quanto quel della Patria. E quantunque a ciascuno sembri la propria esserne la più degna, e sola senza divisione d'affetti, senza comparazioni, senza rivalità l'onori, e l'abbia in pregio e l'ami; pure se fosse permesso tra questi doverosi amori far parallelo, niuna Patria a noi ne pare tanto meritevole quanto Napoli per chiunque ebbe in sorte il nascervi cittadino. ([[Ferdinando Galiani]])
*Tu sguazzerai con quei caci cavallucci freschi, arrostiti non con lento fuoco, ma prestissimo, con sopravveste di zucchero e cinamono. Io mi struggo solo a pensarvi. Vedrai in Napoli la Loggia detta per sopranome de' Genovesi, piena di tutte quelle buone cose che per ungere la gola desiderar si possano. Mangerai in Napoli di susameli, mostacciuoli, raffioli, pesci, funghi, castagni di zucchero, schiacciate di màndole, pasta reale, conserve rosate, bianco mangiare. Sarannoti appresentati de' buoni caponi. ([[Ortensio Lando]])
*Tutto quello che esiste passa di qui. Qui dal porto di Napoli. Non v'è manufatto, stoffa, pezzo di plastica, giocattolo, martello, scarpa, cacciavite, bullone, videogioco, giacca, pantalone, trapano, orologio che non passi per il porto. Il porto di Napoli è una ferita. Larga. Punto finale dei viaggi interminabili delle merci. Le navi arrivano, si immettono nel golfo avvicinandosi alla darsena come cuccioli a mammelle, solo che loro non devono succhiare, ma al contrario essere munte. Il porto di Napoli è il buco nel mappamondo da dove esce quello che si produce in Cina, Estremo Oriente come ancora i cronisti si divertono a definirlo. Estremo. Lontanissimo. Quasi inimmaginabile. Chiudendo gli occhi appaiono kimono, la barba di Marco Polo e un calcio a mezz'aria di Bruce Lee. In realtà quest'Oriente è allacciato al porto di Napoli come nessun altro luogo. ([[Roberto Saviano]])
*Un'assoluta estinzione di sentimento morale è lo spettacolo disgustoso di Napoli e della sua gente. Non si vedono uomini ma selvaggi... Al gusto depravato, al senso perverso di questo popolo piace il laido, il ripugnante... È il paese del piacere, niente più. Da [[Tiberio]] ai nostri giorni qui non si è fatto che godere. ([[Ernest Renan]])
*Un popolo che ha più immaginazione che fantasia, più acume ed arguzia che sentimento e passione, il quale rimane con la testa fredda in mezzo agli impeti più selvaggi ed arzigogola e sofistica anche quando sragiona. ([[Vittorio Imbriani]])
*Un turista tedesco dell'Ottocento sosteneva che «nella città del sole, per vendere un pomodoro bisognava cantare una cavatina». C'è di più: il venditore deve essere un attore nato, come dimostra questo crescendo [[Gioacchino Rossini|rossiniano]] impiegato per vendere cocomeri.<br>– Comme so' russe sti mellune!<br>(Un rosso così intenso da sembrare nero).<br>– So' nire, nire, nire sti mellune!<br>(Sono addirittura di fiamma).<br>– Tenenno 'o ffuoco d' 'o Vesuvio 'a dinta, sti mellune!<br>(Macché Vesuvio, questo è addirittura l'inferno!)<br>'Nce sta 'o diavolo 'a dinta: vih, che ffuoco 'e ll'inferno!<br>(Ed infine, è roba da chiamare i pompieri).<br>– S'è appiccicato 'o ciuccio cu tutta 'a carretta oh, anema d' 'o ffuoco!! ([[Riccardo Morbelli]])
*Una cultura cittadina ancora troppo prigioniera di un ottocento napoletano, oltre tutto spesso di seconda e terza mano, una città che in quest'ultimo secolo ha avuto rarissime occasioni di monumenti urbani o di collocazioni artistiche sul territorio. Queste circostanze hanno certamente determinato una scarsa sensibilità e un'{{sic|altrettanta}} scarsa conoscenza collettiva dell'arte contemporanea. Ma se una città che vuole rinnovarsi e rilanciare se stessa, è giusto che sia sempre gelosa custode del suo passato e della sua storia, dalle cui radici deve trarre le sue azioni future, deve anche vivere il suo presente, deve produrre cultura attuale, deve, in altri termini, essere testimone e protagonista della sua contemporaneità.<br>Ci è sembrata, quindi, un'occasione straordinaria poter adoperare luoghi di grande afflusso, come sono le stazioni della metropolitana, come luoghi in cui la città potesse confrontarsi con l'arte e dove il rapporto con l'arte potesse divenire un rapporto quotidiano, ordinario, normale.<br>In altri termini, ci sembra fondamentale che la città nel suo complesso e i suoi cittadini non siano più fermi all'arte del passato, non siano più culturalmente frenati dalla cultura di Napoli come grande capitale borbonica, ma esprimano finalmente la cultura di Napoli come grande capitale del [[Mediterraneo]] e, quindi, vivano e abbiano confidenza con l'arte di oggi. ([[Riccardo Marone]])
*Una romantica rovina da ripensare continuamente. Una splendida festa di sole, di mare e di morte. Immagine, quella della mia città, che fugge via, si avviluppa, si trasforma, si strazia, s'imbelletta, provoca ed eccita incarnandosi in figurazioni anarchiche, aggressive, imprevedibili, irridenti. ([[Valerio Caprara]])
*Una sola città, in Italia, poté resistere, fino al tempo di Diocleziano, all'unità romana. Reggio e Taranto avevano già dimenticato il greco, quando Napoli lo parlava ancora. Mentre le città del litorale ionio erano entrate nell'oscurità in cui dovevano restare sommerse fino all'VIII° secolo dell'era cristiana, mentre Capua, ancora ricca e popolosa, declinava lentamente dal giorno in cui, rivale di Roma, era stata abbattuta per sempre, Napoli non aveva cessato di crescere sotto il dominio romano senza acquistare la sua prosperità a prezzo di una rinuncia a tutte le sue tradizioni elleniche. La città erede dell'antico splendore di Cuma conservò sotto l'Impero forme di gorverno che la stessa Grecia aveva perdute: i cittadini continuarono a ripartirsi entro ''fratrie'' ad imitazione di Atene; imperatori, come Tito e Adriano, si onorarono di portare il titolo di ''demarca'' di Napoli. Le stesse magistrature romane rivestirono nomi ellenici; il duumviro fu un ''arconte'', e l'edile un ''agoranomo''. Giochi di origine antica furono magnificamente restaurati in onore di Augusto e salutati dai poeti e dai retori delle scuole greche, che attirarono in Campania fino alla fine del IV° secolo, come gli ultimi giochi olimpici. È a Napoli che Nerone andò per ricevere al teatro la corona poetica perché contava di trovarvi una società affrancata dai pregiudizi romani e, per dirla tutta, con l'espressione stessa di Tacito, una città greca. ([[Émile Bertaux (storico)|Émile Bertaux]])
*Una volta che arrivi a Napoli e impari a conoscerla, la accetti e la apprezzi per quello che è: fantastica, caotica, a volte anche folle. Può capitare che quella follia un giorno non vada bene per te e per la tua famiglia, ma non succede quasi mai perché è quella stessa follia che te la fa amare e ti rende felice. ([[José Manuel Reina]])
*{{NDR|La Festa di Pedigrotta dell'8 settembre 1608}} Vi accorre tutta Napoli. Vi vanno diecimila donne con gran fasto in infinite carrozze, e duemila cavalieri a cavallo e in carrozza, che solo a vedere tante gale, tanti volti divini, è una gloria; tanta nobiltà di principi e titolati che superano i trecento, e con tanti diversi colori di ricche livree e così numerose, che tutto il passeggio sembra un prato di gradevoli fiori. Vi va un'infinità di gente del popolo, e vi sono tra le donne mille volti stupendi, e sono adorne di mille gioie, ché non v'ha mai donna di ciabattino che non porti il giorno della festa e catene e collane d'oro e vesti molto ricche di seta. Si vedono poi mille belle cortigiane spagnuole e italiane, la cui grazia e il cui brio svegliano i sensi più assorti e mortificati. ([[Miguel de Castro]])
*Vi sono a Napoli dei luoghi sotterranei che funzionano come una sorta di camera di decompressione simbolica, dove le presenze che abitano il fondo del tempo e dell'immaginario abbiano, nel corso della loro risalita, l'opportunità di sostare per farsi riconoscere e nominare, per riaffiorare infine nel presente senza sconvolgerlo [...] Queste "anime antiche" appaiono allo stesso tempo come simboli, custodi e testimoni del tempo: un archivio. A quest'archivio, i luoghi da una parte, il rituale e il mito dall'altra, forniscono la scena, la scrittura drammatica e l'ordine del discorso. Un discorso capace di arditezze metafisiche incredibili, soprattutto quando riflette obliquamente sul continuo e sul discontinuo, sull'oblio e sulla memoria, affidando ai morti il ruolo che nella logica spetta alle astrazioni. ([[Marino Niola]])
*– Vi sono forse città più piacevoli sul continente e capitali più allegre, disse Violetta, ma in una simile notte ed a quest'ora incantata, qual città può paragonarsi a [[Venezia]]?<br>– La Provvidenza è stata meno parziale nella distribuzione de' suoi favori terrestri, che non credono quelli che mancano d'esperienza, disse il Carmelitano. Se noi abbiamo i nostri piaceri particolari e i nostri momenti di contemplazione divina, altre città hanno i lor vantaggi: [[Genova]], [[Firenze]], per esempio, [[Roma]], [[Palermo]] e soprattutto Napoli...<br>– Napoli, padre mio!<br>– Sì, figlia!; di tutte le città della bellissima Italia, è la più bella e la più favorita dalla natura. Di tutti i paesi che ho visitati nella mia vita errante e consacrata alla penitenza, Napoli, è quello verso il quale la mano del Creatore è stata più generosa. ([[James Fenimore Cooper]])
*Via Toledo, presso al tramonto, è una zona di sogno, un canale di felicità trascinante gli ori del crepuscolo, il carminio del cielo caldamente appoggiato sulle bionde verdure del Vomero. L'eleganze, gli amori passano e s'incrociano fra uno scintillamento infiammato di cristallerie e di sorrisi, lungo i marciapiedi. Correre mollemente assisi in questo gurgito allegro di vita meridionale è una gioia di cui porterò con me l'amoroso ricordo. ([[Ardengo Soffici]])
*Voi appartenete a un popolo dalla lunga storia, attraversata da vicende complesse e drammatiche. La vita a Napoli non è mai stata facile, però non è mai stata triste! E questa la vostra grande risorsa: la gioia, l'allegria. ([[Papa Francesco]])
====[[Nicola Abbagnano]]====
*A «istruirmi» sull'umanità fu anche l'antica astuzia partenopea, quella che viene detta «arte d'arrangiarsi», ovvero di sopravvivere a una miseria forse invincibile. C'erano per esempio i venditori d'oro falso, che si accostavano con sfacciata impudenza ai turisti appena sbarcati, o in procinto d'entrare da Zi' Teresa, per vendere qualche «patacca», c'erano i vecchi di San Gennaro dei Poveri che, a pagamento, da Piazza Carlo III andavano nelle case a piangere i morti, e potevano spingersi per la bisogna (a tripla paga o almeno doppia: 150 lire) fino a [[Vietri sul Mare|Vietri]] e a [[Sorrento]]; a ogni angolo c'erano gli acquaioli, che t'offrivano boccali d'acqua ghiacciata, assieme ai venditori improvvisati di pasta, vermicelli fumanti e appena scodellati, con su uno spruzzo di pomodori e pepe; e c'erano le prostitute, giovani e vecchie, che vendevano se stesse col medesimo sguardo, ora sfrontato ora implorante. Nei libri, e nei piccoli fatti d'ogni giorno, trovavo una continua, reciproca conferma.
*Napoli, del resto, rimase sostanzialmente impermeabile al [[fascismo]]. Lo furono gli stessi notabili che pure nel '22, alla vigilia della marcia su Roma, s'erano spellate le mani ad applaudire Mussolini al [[Teatro di San Carlo|teatro san Carlo]]. Altrettanto estraneo agli slogan mussoliniani fu il popolo, per atavico irridente scetticismo (un difetto, a volte, può trasformarsi in virtù).
*Quando sessant'anni fa m'aggiravo per Napoli, e fiutavo l'aria salmastra tra le grida dei venditori di pesce, non m'imbattevo di certo nello Spirito Assoluto, che avanza nella Storia attraverso la sua dialettica fatta di tesi, antitesi, sintesi. M'aggrediva, dolorosa e dolcissima, soltanto la molteplice realtà. Vedevo i volti dei partenopei, le loro espressioni irridenti, con una saggezza antica e popolaresca, tutt'una con la miseria insieme aulica e familiare della «Napoli nobilissima», tra la barocca solennità dei monumenti e lo squallore dei bassi. Mi dicevo che la ''Ratio'' hegeliana era ben remota da tutto questo, dalla bellezza delle donne, dagli sguardi abbaglianti degli occhi morati dietro le lunghe ciglia delle ragazze giù a [[Via Toledo|Toledo]] e a Chiaia, nell'allegria chiassosa che ti veniva incontro ovunque, anche nella povertà, anche nei laceri panni multicolori fatti asciugare nei vicoli alla brezza notturna, sotto la luna. Era forse l'Assoluto a essere il soggetto del mondo reale, della storia, o non piuttosto la molteplicità degli individui, con i loro autentici bisogni?
====[[Percy Allum]]====
*L'elemento fondamentale è l'estraneità di vasti strati della popolazione dalle istituzioni della republica italiana, con tutte le conseguenze che ne derivano: la sopravvivenza del sistema paternalistico clientelare, l'ambigua accettazione dei valori sociali dominanti, la rottura causata dall'emigrazione e dalle trasformazioni economico-sociali.
*Il napoletano è convinto di vivere in un mondo ostile, sul quale non è in grado di esercitare alcun controllo... I rapporti tra gli uomini sono regolati da una concezione fatalistica, nella quale l'Autorità svolge lo stesso ruolo che ha il «destino» nel mondo naturale.
*In passato, se chi comandava faceva il suo dovere, il popolo lo sosteneva; quando non lo faceva più, il popolo scatenava una piccola rivolta... Il gran numero di dimostrazioni di piazza e di jacqueries che costellano le pagine della storia del napoletano è la prova di quanto sia radicata negli abitanti la fiducia in questo tradizionale meccanismo.
====[[Alberto Arbasino]]====
*Avvicinandoci alla città il cielo s'oscura e l'aria si fa soffocante. Le fiammate delle raffinerie tingono di rosso e di giallo il polverone dei cementifici, a nuvoloni foschi: ma lo si è sempre saputo fin da Virgilio che questi paraggi sono le porte dell'inferno, la sede dell'orrore.
*E poi, insomma, una città fra le più vecchie d'Europa, e dalla [[Magna Grecia]] in poi sono i suoi stessi governi a ripeterle che non è ancora matura per... E lei, lì, ad aspettare che vengano Elargite Provvidenze, senza muovere un dito... Tanto vero che mentre gli altri ricostruiscono [[Amburgo]] o [[Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki|Hiroshima]] qui non hanno ancora incominciato a portar via le immondizie del Dugento dalle strade... [...] Solita colpa dei [[Borbone delle Due Sicilie|Borboni]] che avrebbero borbonizzato la città? Mah, dev'essere lei che ha napoletanizzato loro.
*Io poi a Napoli vorrei starci sempre il meno possibile. Mai combinato niente e sempre litigato con tutti. Una depressione, sempre. Veramente è una città che non mi dice niente, perciò trovo inutile venirci. Non so cosa farmene del sole mediterraneo e dell'eredità classica e dell'architettura normanna e delle semplici gioie della vita contadina e della pizza alla pescatora. Commedia dell'arte, per me no, grazie.
====[[Giovanni Artieri]]====
*Altri e più terribili dolori sarebbero intervenuti nella vita della città, diventata uno dei centri strategici della seconda guerra mondiale, nel Mediterraneo. Prove eroiche misero a nudo lo spirito stoico della popolazione, la sua illimitata capacità di sopravvivere, la sua quasi magica facoltà di «ridurre» stranieri e invasori al proprio modulo umano, e dominarne così eccessi e barbarie.
*Chi ha detto Napoli città «savia», non la conosce: non sa quanto, a Napoli, il filisteo professorale, l'uomo di pomposa serietà che non sbaglia mai, che non sappia ridere o sorridere, rischi di passar da scemo, da «fesso», da persona non pertinente alla città.<br>A Napoli sta di casa una certa illustre e armoniosa follia di origini bacchiche e filosofiche, proveniente dal remoto passato, qualche cosa come i misteriosi raggi cosmici usciti dalle insondabili profondità del caotico universo. La follia trema con la sua luce di diamante, in fondo all'animo {{sic|queto}} e ragionevole dei napoletani.
*È la sola città del mondo ove sia possibile scorgere qualche probabilità di sfuggire al destino comune dell'[[Europa]] d'oggi. Che ci appare assai simile a quello del decadente Seicento, alla ricerca d'un'anima che ne sorregga l'affastellata apparenza barocca.<br>In questa ricerca, l'[[Italia]] e l'Europa si affacciano al davanzale di eri. Cercano uno stile, una poesia. Tentano di rifarsi al neorealismo, ch'è poi il semplice e nudo realismo del secolo scorso.<br>Dove si pensa a quest'angoscia, è a Napoli. Napoli è ricca d'una incredibile ricchezza. Essa non ha bisogno di «darsi» uno stile. Non deve cercare una cifra, una chiave, un modulo per essere «se stessa». Non ha perduto, insomma, il contatto con il passato. Essa è sempre affacciata alla finestra che guarda sul giardino (un poco appassito) delle memorie e su quello fragrante e fresco dell'attualità. Perciò tutti invidiano Napoli.
*{{NDR|L'ultimo incontro con Gino Doria, alla [[Certosa di San Martino]]}} E noi, «ncielo<ref>In cielo.</ref>» stavamo, chini sulla ringhiera barocca del celebre balcone su Napoli, lì sull'angolo dominato dalla cupa mole del Forte. Si guardava la città ai nostri piedi; compatta e ammonticchiata come sempre appare Napoli a chi la vede da una prospettiva aerea. Un grattacielo tagliava l'aria, dominando il mare confuso delle case, solcato dai neri decumani dei quartieri greco-romani.<br>Freddo e remoto il [[Vesuvio]] spento, albuginoso e come spento anch'esso, il mare; la collina di [[Posillipo]] ricoperta di eczemi. Dal caos brulicante veniva un vago rombo, un respiro di lontanissima risacca. Stavamo zitti, Doria ed io, a guardare come superstiti di una conflagrazione di mondi, reduci spaesati di evi caotici e rotolanti. Di tanto in tanto, don Gino puliva e s'aggiustava il monocolo, per vedere qualcosa nello spessore dell'aria. Qualcosa che nemmeno a me riusciva di scorgere.
*[[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]] non vende più i suoi pesci e le sue quaglie a questa plebe, ma, in cambio di voti, i partiti politici le vendono feste televisive e adulazioni sociali.
*Il concetto di nobiltà, a Napoli, è profondamente unitario e totale: pochi, anche tra i più forti napoletanisti, conoscono, per esempio, un'espressione del dialetto per indicare «tutti, nessuno escluso», questa espressione rara è ''nòbbele e snòbbele''<ref>''Sdòbbele'', refuso, nel testo.</ref>(cioè nobili e non nobili), quanto dire l'intero popolo. Per questo diverso e più sottile coincidere degli intendimenti sociali e unitari della paroletta «nobilissima», Napoli lo è. [...] La loro prima nobiltà è diplomata dall'intelligenza, dall'acume, dallo spirito e dalla cultura. Un principe fesso non vale uno scugnizzo intelligente.
*Il napoletano adopera la sua superstizione come un elemento aggiuntivo e razionale del suo giudizio. Come, cioè, una variabile indipendente il cui comportamento gli sfugge, ma la cui influenza gli è nota. Ciò è dimostrato dalla natura stessa della cabala e delle pratiche magico-aritmetiche in uso per la previsione dei numeri del lotto. ''La [[Smorfia]]'', libro dei sogni, introduce l'elemento fantastico nel rigore matematico delle ''scadenze'', delle ''figure'', degli ''estratti'' su cui si intrecciano i movimenti e l'intera meccanica delle giocate.
*In ogni napoletano si può scorgere il riflesso dell'ironia, del sarcasmo, del gusto, dolorosamente umano, della deformazione bruegheliana<ref>Nel testo il refuso: breugheliana.</ref>, comica e tragica di [[Eduardo De Filippo|Eduardo de Filippo]]: la facoltà di tradurre in paradosso e poesia, la contingenza storica: nel prodigio di un detto, di una forzatura comica, d'una constatazione centrata nell'ironica e contraddetta natura delle cose.<br>Durante la sfilata a Napoli delle squadre di camicie nere, nell'ottobre del 1922, uno [[scugnizzo]] chiese ad alta voce, dinanzi a tante braccia protese nel saluto romano: «''Ma ched'e', chiove?''» (Ma cos'è, vedono se piove?). Quello scugnizzo non sapeva di fissare un tratto di storia. (Eccetera, eccetera.)
*In questo discorrere, il lento e grigio giorno di [[Tokio]] declinava; fedelmente accompagnato dalla pioggia sottile. Ero un poco scontento. Perché a me, allora, [[Harukichi Shimoi|Shimoi]] interessava assai più come «giapponese» che come «napoletano» mentre a lui, quel fatto di possedere ogni segreto dell'anima e della misteriosa essenza d'arte del suo paese, non diceva quasi niente. Un fatto spiegabilissimo, del resto, che dice quanto Napoli avesse mutato o, come gli dissi scherzosamente, «corrotto» un nipponico così puro.<br>Allora Shimoi mi raccontò quest'aneddoto. Nel 1949 ricevette un invito a recarsi al [[Palazzo imperiale di Tokyo|palazzo imperiale]]. [[Douglas MacArthur|Mc Arthur]] aveva stabilito che l'Imperatore diventasse un monarca borghese e [[Hirohito]], prima di obbedire al generale americano ordinò di celebrare, per l'ultima volta, la «cerimonia del [[tè]]», convocando tutti i familiari, cioè tutti i principi del [[Giappone]]. A Shimoi fece dire dal suo maestro di cerimonie: «Venga ad allietarci con le sue storie di Napoli, in quest'ora triste». Nessun napoletano avrebbe immaginato il nome della sua città capace di consolare, anche per poco, la tragedia di un imperatore vinto.
*La natura filosofica dei napoletani non è discriminabile nelle manifestazioni della vita comune; anzi è tutt'una con essa; in questo si rintraccia il segno più vero della nostra sostanza ellenica.<br>È un tratto del nostro pudore, della nostra ironia di fronte alle certezze troppo solenni e auguste della scienza, della storia, della morale: un'eleganza dello spirito che rifiuta a se stesso l'orgoglio di ritenersi capace di costruzioni eterne e perfette, di raggiungimenti immuni da incoerenze e contraddizioni. È, a pensarci bene, un senso di squisita umiltà.
*Napoli pesa poco nel bagaglio di chi viaggia per il mondo, poiché appartiene al mondo delle idee. Si può incontrare, come una categoria universale, in ogni angolo, il più strano della terra.
*{{NDR|Il}} nostro popolo, che è filosofo più d'ogni altro. Libero e sboccato sovente – e questo attrasse molti di coloro che scrissero prima che io giungessi – profondo ironico saggio, sempre, e questo attrae me, per tendenza ed anche per elezione del mio spirito. ([[Rocco Galdieri]])
*Per chissà quali remoti legamenti con il pensiero eleatico ([[Elea-Velia|Elea]], del resto, si trova a due passi da Napoli) i napoletani posseggono un naturale, istintivo senso della relatività. Il velo di ironia che si scopre, come la polvere del caffè in fondo alla tazza, alla fine di ogni conversazione, per quanto seria voglia essere, con un napoletano, viene da questa natura relativistica.
*Un pomeriggio del settembre '54 con [[Amedeo Majuri]] e [[Augusto Cesareo]] andammo a rivedere [[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza del Mercato]] e quel che la guerra ne ha lasciato. Spettacolo triste. Il guasto e la polvere avvolgevano ugualmente l'arco di Sant'Eligio e la facciata gotica di San Giovanni a mare. E, di fronte, il piedistallo di «Marianna 'a capa 'e Napule» era vuoto. Vi appoggiava le spalle una bellissima venditrice di pannocchie bollite, una «spicaiola». «''Signò''», ci disse, «''l'hanno luvata stammatina. Dice {{sic|ch'a}} mettono dinto 'o Municipio. Mo ce stongh'io...''<ref>Signore, l'hanno tolta stamattina. Corre voce che la collocano nel Municipio. Adesso ci sono io...</ref>» La [[Cibele]] era stata tolta, per trovar posto nel Cortile del palazzo del Municipio e lei, la bellissima, diceva: «La sostituisco io». Tanto è stretta la parentela tra i napoletani e gli dèi.
*{{NDR|A [[Shiraz]], in un tempio zoroastriano}} Vi fummo introdotti e un tale, ch'era l'officiante ''parsi'', accese un fiammifero. Subito dal suolo, traverso una bocchetta di ferro, sprizzò una fiamma chiara e fumosa. Era petrolio nativo, come, in quel paese, se ne incontra dappertutto. «Ecco», ci disse l'uomo, «ecco: guarda la luce dello Spirito.» «Ma», obiettammo, «l'hai accesa tu, adesso, con un fiammifero...» «Non importa. La fiamma era lì, anche quando non appariva. Era lì. Ma tu non la vedevi.» Forse quell'imbroglione di prete ''parsi'' aveva ragione. Anche a Napoli, la «fiamma» è lì: spesso non la vediamo. Spesso la cogliamo per strada, camminando. La troviamo nella bocca di una popolana o nella rassegnata ironia di un tranviere.
====[[Simone de Beauvoir]]====
*In Via dei Tribunali, attorno a [[Porta Capuana]], guardavamo le piramidi di cocomeri e di melloni, i mucchi di pomidori, di melanzane, di limoni, di fichi, di uva, i pesci lucenti, e quelle specie di altarini rococò, così graziosi, che i venditori di frutti di mare fabbricano con muscoli e alghe: ignoravamo che il cibo si espone con tanta violenza solo quando la gente crepa di fame.
*La vita degli uomini si esibisce nella sua nudità organica, nel suo calore viscerale: sotto questo aspetto, Napoli ci stordì, ci nauseò, ci stregò.
*Misconoscendo la profondità di quella miseria, poterono piacerci certi suoi effetti; ci piaceva ch'essa sopprimesse tutte le barriere che isolano gli uomini e li diminuiscono: tutto quel popolo abitava il calore di un solo ventre; le parole «dentro», «fuori», avevano perduto il loro significato. Gli antri oscuri in cui rilucevano debolmente delle icone appartenevano alla strada, nel gran letto matrimoniale dormivano dei malati; dei morti riposavano allo scoperto. E l'intimità delle case si espandeva sulla strada. Sarti, calzolai, fabbri, fabbricanti di fiori artificiali; gli artigiani lavoravano sulla soglia della loro bottega; le donne si sedevano davanti alla porta di casa per spidocchiare i loro bambini, rammendare la biancheria, pulire il pesce, sorvegliando i bacili pieni di pomodori schiacciati che esponevano all'azzurro lontano del cielo. Da un capo all'altro della via correvano sorrisi, sguardi, voci, amicizia. Questa gentilezza ci conquistò.
*Ogni tanto andavamo a prendere un caffè sotto la [[Galleria Umberto I|Galleria]], mangiavamo i lucidi pasticcini della grande pasticceria Caflish oppure un gelato in [[Piazza del Municipio (Napoli)|Piazza del Municipio]], sulla terrazza del [[Caffè Gambrinus]]. Sfuggendo le asprezze della vita napoletana ne scoprivamo le dolcezze. Peraltro, dappertutto, in qualsiasi momento, il vento ci portava la polvere desolata dei docks, odori umidi e ambigui. Quando salivamo a [[Posillipo]], il candore menzognero di Napoli, in lontananza, non ci ingannava.
====[[Walter Benjamin e Asja Lācis]]====
*Il linguaggio mimico è più spiccato che in qualsiasi altra parte d'Italia. Una conversazione tra napoletani risulta impenetrabile per qualsiasi forestiero. Le orecchie, il naso, gli occhi, il petto e le ascelle sono posti di segnalazione azionati attraverso le dita. Tale suddivisione ritorna nel loro erotismo schizzinosamente specializzato. Gesti servizievoli e tocchi impazienti appaiono allo straniero in una regolarità che esclude il caso. Sì, qui egli sarebbe perduto, e invece, bonario, il napoletano lo manda via. Lo manda qualche chilometro in là a Mori. «Vedere Napoli e poi Mori», dice secondo un vecchio motto. «Vedere Napoli e poi muori», ripete il tedesco.
*L'architettura è porosa quanto questa pietra. Costruzione e azione si compenetrano in cortili, arcate e scale. Ovunque viene mantenuto dello spazio idoneo a diventare teatro di nuove impreviste circostanze. Si evita ciò che è definitivo, formato. Nessuna situazione appare come essa è, pensata per sempre, nessuna forma dichiara il suo «così e non diversamente». È così che qui si sviluppa l'architettura come sintesi della ritmica comunitaria: civilizzata, privata, ordinata solo nei grandi alberghi e nei magazzini delle banchine – anarchica, intrecciata, rustica nel centro.
*Le descrizioni fantastiche di numerosi viaggiatori hanno colorato la città. In realtà essa è grigia: di un rosso grigio o ocra, di un bianco grigio. E assolutamente grigia in confronto al cielo e al mare. Il che contribuisce non poco a togliere piacere al visitatore. Poiché per chi non coglie le forme, qui c'è poco da vedere. La città ha un aspetto roccioso. Vista dall'alto, da Castel San Martino, dove non giungono le grida, al crepuscolo essa giace morta, tutt'uno con la pietra.
====[[Camillo Benso, conte di Cavour]]====
*Il tempo stringendo non le parlerò di [[Sicilia]] ove le cose procedono bene e mi restringerò al doloroso argomento di Napoli.<br>Divido pienamente il suo modo di vedere. Il nostro buon [[Luigi Carlo Farini|Farini]] ha preso una via falsa, ma può riparare l'errore, se alla caduta di Gaeta adotta un altro sistema. Bisogna parlargli schietto, è uomo generoso che non ha altro pensiero che il trionfo della causa cui ha dedicato la sua vita. Farini deve proclamare l'idea unificatrice ed attuarla, qualunque {{sic|sieno}} gli ostacoli che gli si parano innanzi. La menoma esitazione in proposito sarebbe fatale: glielo ripeta su tutti i {{sic|tuoni}} e con tutte le forme. Dato poi che Farini non reggesse o per difetto di forze fisiche o per qualunque altro motivo, che cosa fare?<br>Ci ho studiato bene , e non ho trovato che due soluzioni. Mandare [[Urbano Rattazzi|Rattazzi]] e [[Alfonso La Marmora|La Marmora]] a governare Napoli oppure andarci io.<br>La prima sarebbe preferibile sotto ogni rispetto. Ma Rattazzi e La Marmora accetteranno? Solo il Re potrebbe decidere il primo, ed il primo trarre seco il secondo.<br>So che Rattazzi riuscendo a Napoli, gli spetterà il primo posto nel ministero: ma ciò poco monta. Trionfi pure Rattazzi purché si salvi il paese. Se egli evita una crisi a Napoli, gli daremo l'intiero nostro appoggio come cittadini e come deputati.<br>La seconda ipotesi può avere conseguenze fatali pel paese e per me. Egli è evidente che ho tutto a perdere e nulla a guadagnare.<br>Corro pericolo di vedere distrutta la riputazione che 13 anni di lotte continue mi valsero, senza possibilità di accrescerla. Ma ciò poco monta. L'uomo di Stato che non è disposto a sacrificare il suo nome al suo paese, non è degno di governare i suoi simili.
*Io riassumo in due parole il concetto politico e militare che bisogna attuare.<br>Ristabilire l'ordine a Napoli prima, domare il [[Francesco II delle Due Sicilie|Re]] (Borbone) dopo. Guai se si invertisse il modo di procedere. Quindi occupazione immediata di Napoli... Occupate senza indugio gli Abruzzi. Fate entrare il Re in una città qualunque, e là chiami [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] a sé. Lo magnetizzi... La spedizione di Cialdini a Napoli compie l'opera: Cialdini fa da dittatore militare sino all'arrivo del Re nella capitale...<br>...Ecco il solo programma d'esito sicuro.<br>Bisogna evitare che l'assedio di Gaeta preceda l'entrata di Vittorio Emanuele in Napoli.
*L'Italia del Settentrione è fatta, non vi sono più né Lombardi, né Piemontesi, né Toscani, né Romagnoli, noi siamo tutti italiani; ma vi sono ancora i Napoletani. Oh! vi è molta corruzione nel loro paese. Non è colpa loro, povera gente: sono stati così mal governati! E quel briccone di Ferdinando! No, no, un governo così corruttore non può essere più restaurato: la Provvidenza non lo permetterà. Bisogna moralizzare il paese, educar l'infanzia e la gioventù, crear sale d'asilo, collegi militari: ma non si pensi di cambiare i Napoletani ingiuriandoli. Essi mi domandano impieghi, croci, promozioni. Bisogna che lavorino, che siano onesti, ed io darò loro croci, promozioni, decorazioni; ma soprattutto non lasciar passargliene una: l'impiegato non deve nemmeno esser sospettato. Niente stato d'assedio, nessun mezzo da governo assoluto. Tutti son capaci di governare con lo stato d'assedio. Io li governerò con la libertà, e mostrerò ciò che possono fare di quel bel paese dieci anni di libertà. In venti anni saranno le provincie più ricche d'Italia. No, niente stato d'assedio: ve lo raccomando.
*Se la costituzione dell'Italia è posta a repentaglio perché non ho voluto ammettere ora, in via eccezionale, nella marina un giovane che dava la sua dimissione, e se ne stava a casa quando i suoi compagni si battevano, bisogna dire ch'essa è talmente {{sic|dilicata}} da non potere durare tre mesi.<br>Sapete perché Napoli è caduta sì basso? Si è perché le leggi, i regolamenti non si eseguivano quando si trattava di un gran signore o di un protetto del Re, dei Principi, dei loro confessori od aderenti. Sapete come Napoli risorgerà? coll'applicare le leggi severamente, duramente, ma giustamente. Così ho fatto nella marina; così farò nell'avvenire, e vi fo sicura che fra un anno gli equipaggi napoletani saranno disciplinati come gli antichi equipaggi genovesi. Ma per ottenere questo scopo, credete alla mia vecchia esperienza, bisogna essere inesorabile.
====[[Giorgio Bocca]]====
*E a Napoli non si sa mai se sia una recita o se si faccia sul serio.
*È possibile a Napoli pranzare in un educato silenzio, magari prendendo appunti di quel che ti dice un tuo commensale? No, non è possibile, perché "pur isso adda campa'". ''Isso'' è uno con la chitarra che si avvicina al tuo tavolo, sorridendo fra i sorrisi affettuosi dei camerieri suoi amici.
*Napoli adagiata sul golfo è stupenda, ci si chiede se anche questa bellezza non faccia parte della maledizione della città, non faccia parte del prezzo spaventoso che paga per esistere.
*Per secoli Napoli, capitale del regno, è stata una metropoli che lo stato borbonico riusciva a governare solo grazie alla camorra.
====[[Camillo Boito]]====
*{{NDR|I napoletani}} Cavano l'arte dal sole.
*{{NDR|Il popolo napoletano}} Rapido, immaginoso, facile ad infiammarsi e pur sottilissimo e studiatore.
*Que' napoletani hanno la benedizione di unire in sé l'impeto e la pazienza: sono pieghevoli e tenaci. Piglieranno tutta in mano la politica e l'arte d'Italia, se gli altri italiani non s'affannano a emularli.
====[[Libero Bovio]]====
*A Napoli il successo dura un'ora, l'insuccesso un anno – quando non ti accompagna tutta la vita.
*Napoli tutto tollera e perdona fuor che l'ingegno.
*Conosco ed amo tutti i vicoli della vecchia Napoli. È giusto che il piccone li squarci, ma è anche umano che il mio cuore senta i rumori del piccone.
*Tutto è azzurro a Napoli. Anche la malinconia è azzurra.
====[[Cesare Brandi]]====
*L'Italia deve salvare Napoli, riportarla al suo rango di capitale della cultura quale ottava meraviglia, non lasciarla abbruttire dalla spazzatura nel traffico immondo. Napoli deve vivere: non ha bisogno di tornare una stella, è una stella, non un buco nero, come si è fatta diventare. La responsabilità è di tutti gli italiani: Napoli appartiene all'Italia.
*Napoli, nel '700 non fu provincia ma grande capitale europea in competizione con Madrid, Vienna ed anche Parigi; possedette una fioritura artistica di prim'ordine, pari a quella di Venezia e assai superiore a Firenze e a Roma.
*Napoli, questa meravigliosa città, che ora fa arricciare il naso a raffinati e a villani, e nessuno ci va più, se non per vedere Pompei, come se questo palinsesto di culture non valesse che per le sue ossa.
*Vi sono dei panorami che rappresentano assai più che una bellezza naturale o lo spettacolo di una grande città, addirittura le fattezze della Patria.<br>In Italia, per quanto ricca si creda, sono in numero limitatissimo. Ad esempio la vista dal Viale dei Colli sulla città e le colline di [[Firenze]]; quella dal Gianicolo su [[Roma]]; la Riva degli Schiavoni a [[Venezia]]: ma su tutte, inutile negarlo, troneggia il panorama del [[Golfo di Napoli]], sia dall'alto del [[Vomero]] o di [[Certosa di San Martino|San Martino]] sia all'arrivo dal mare. È questa la porta celeste dell'[[Italia]], la porta che non è {{sic|rettorico}} chiamare augusta, e provoca nostalgia e rimpianto non solo ai napoletani emigrati.
====[[Fernand Braudel]]====
*E Napoli ha continuato a dare molto all'Italia, all'Europa e al mondo: essa esporta a centinaia i suoi scienziati, i suoi intellettuali, i suoi ricercatori, i suoi artisti, i suoi cineasti.... Con generosità, certo. Ma anche per necessità. Mentre non riceve nulla, o pochissimo, da fuori. L'Italia, secondo me, ha perso molto a non saper utilizzare, per indifferenza, ma anche per paura, le formidabili potenzialità di questa città decisamente troppo diversa: europea prima che italiana, essa ha sempre preferito il dialogo diretto con Madrid o Parigi, Londra o Vienna, sue omologhe, snobbando Firenze o Milano o Roma....<br>Non attendiamoci da essa né compiacimenti, né concessioni. Questo capitale oggi sottoutilizzato, sperperato fino ai limiti dell'esaurimento – poiché non si può dare indefinitamente senza ricevere – quale fortuna per tutti noi, se ora, domani, potesse essere sistematicamente mobilitato, sfruttato, valorizzato. Quale fortuna per l'Europa, ma anche e soprattutto per l'Italia. Questa fortuna, Napoli merita, più che mai, che le sia data.
*Impossibile, nondimeno, per me non vagheggiare per Napoli una sorte diversa da quella che le conosco oggi e non invitare i miei amici italiani, per assaporarne reazioni, tanto più inorridite in quanto siano originari di Milano, di Bologna o di Firenze, a immaginare quale avrebbe potuto essere il destino dell'Italia ed il volto attuale di questa città se essa fosse stata preferita a Roma come capitale del nuovo Stato. Roma, che nulla qualificava a svolgere questo ruolo, salvo la sua leggenda e il suo passato, quando Napoli era – e di gran lunga –, malgrado i rapidi progressi di Torino, la sola città ad essere, verso il 1860-70, all'altezza del compito.
*Nessuno è mai riuscito a governare Napoli.
*Non dimentichiamolo, essa sarà l'unica città dell'Occidente, dopo il riflusso dell'Islam, a dare il proprio nome ad un regno; qualcosa di più di una capitale, e l'asserzione di un diritto di proprietà eminente.
====[[Giulio Cesare Capaccio]]====
*Buoni maestri furono i Greci nell'edificar città, eligendo i megliori lochi del mondo. Così vediamo Napoli in sito di tanta vaghezza e posto sotto così clemente cielo, che si fa per questo a qualsivoglia altra città superiore. Et ancor che alcuni han voluto dire che di sito la sopravvanzi Costantinopoli, e Lisboa, l'una per il trafico dei due mari, Propontide, et Marnero in quella felicissima regione della Tracia, l'altra per essere ella emporio di tutti i trafichi settentrionali, et occidentali in quella bellissima parte della Spagna, tutta volta l'una continuamente soggetta ai morbi contagiosi, o sia per il concorso dei barbari, o per il fiato di venti non così felici, l'altra non havendo altra perspettiva che l'horribilità dell'Oceano, all'uscir che si farà dalla foce del Tago, necessaria cosa è che cedano a Napoli, ove i venti meridionali d'austro, zefiri di ponente, e piacevolissima borea senza rigidezza de nevi dal settentrione discacciano ogni aura, che potesse portar simili mali, fronteggiata dal mare, che quasi in una leggiadrissima tazza si va terminando con tanta fertilità di pesci e di frutti marittimi, che se ne raccolgono in più copia ch'in tutti i seni di Europa; circonscritta da piacevolissime colline terminatrici della vista, e nelle quali in ogni tempo vi è la stagione di primavera; ornata di vaghissimi giardini; copiosa di frutti e d'acque le più pretiose che si possano imaginare, sempre ridente nell'amenità di tante riviere, che non la fanno invidiare alle delitiose Tempe di Tessaglia, che perciò gli antichi la chiamarono abitazione di Sirene, delle quali favolosamente una finsero Partenope.
*È vero mo che gli edificij della Città di Napoli non han quella magnificenza, che richiederebbe l'architettura, perché toltone il palaggio del Principe di Salerno, hoggi con nova maniera fatta chiesa di [[Giesuiti]], e il principio della casa del Duca di Gravina, el' Palaggio reale, procurato dalla signora contessa di Lemos, non vi si vedrà maniera illustre, ma in quel modo che la copia della gente richiede. Non è però che ciò che par difettoso nell'architettura, non sia ragguardevole negli ornamenti con che sono elle vestite, dilettandosi tutti di varij apparati, aggiungendovisi una grandezza, ch'è manchevole nell'altre città, poiché le case di Napoli han li giardini di agrumi, onde di estate e d'inverno, {{sic|ancorche}} poste in luoghi occupati, sono per la verdura allegrissime accompagnate da bellissime fontane.
*Havendo noi la pietra leggierissima, l'arena, detta pozzulana a somiglianza di quella di [[Pozzuoli|Pozzuolo]], che fa le fabbriche forti come ferro, et la calce delle pietre vive di [[Castellammare di Stabia|Castel a mare]], di [[Vico Equense|Vico]], et del contorno, possiamo fabricare in modo verso l'aria, che si alzano gli edificij insino al quinto et sesto solaro, cosa ch'in nissuna parte del mondo si vede, che perciò anco Napoli, se non supera di circuito l'altre città, ch'hanno a pena gli primi tavolati, come Costantinopoli e Parigi, le supera però di popolo, per il ristretto e folto modo di habitare. Et è pur bella cosa il vedere, che con due puntelli sostenendosi un palaggio in aria vi si fabrica di sotto senza far nocumento alcuno agli habitanti. È pur bella cosa anco {{sic|à}} vedere il dono della natura fatto a questo terreno, ove prima si ritrova l'arena, appresso il rapillo o lapillo per la struttuta degli astrachi, poi la pietra, e sotto l'acqua, in modo che, come disse quel buon huomo, di sotto ritroverai il maestro pronto a fabricare. Et essendo tutti gli edificij posti in suolo anco benigno e piacevole, si vede che potendovisi aggiatissimamente cavar le cloache, la Città non si mantiene sporca, come molte Città di Europa, che fundate su la pietra viva, non han questi favori.
*I popolari come nati in città libera, et osservando a punto quella libertà greca mentionata da [[Publio Papinio Stazio|Stazio]], poeta Napolitano, han tanto del nobile, che vogliono imitar la nobiltà; nel vestire niente cedendogli, nell'uso di cocchi aguagliandoli, et in ogn'altra civiltà non volendo loro essere inferiori, dalla quale animosità sogliono nelle famiglie nascere mille disordini. Anzi è tanta la libertà, che vi si gode, che han dato animo agli altri forastieri di volerla godere, poiché non tantosto da diversi lochi giungono qua, che liberamente favellano del Principe che governa, dei magistrati che ministrano giustitia, et vogliono il pan bianco grosso a vil mercato, procurano di prevalersi quanto si prevagliono i cittadini, e s'ingeriscono negli officij pubblici, e pretendono tutto ciò che potesse pretendere un antico cittadino.<br> E dall'altra parte fan bene, perché ritrovano il popolo così cortese, che li accettano, et li chiamano ad haver parte in molte amministrationi.
*Vivono questi nobili con molta splendidezza, et si fan chiamare Cavalieri, perché essendo per honore detti prima militi nei servigi presso alte persone regali, e militando a cavallo, quasi quelli antichi ch'erano detti ''Equo publico'' nei marmi nostri napolitani, dai quali argomento l'antichissimo nome di Cavaliero, han cambiato il nome dell'armi di soldati in maneggio del cavallo, e veramente ai nobili Napolitani così bel nome conviene, i quali fan tanta professione di cavalcare, che tutte le nationi d'Europa qua vengono, per aver cavalli di prezzo, et per imparar di esercitarli nelli studij cavallereschi di maneggiar l'armi, di far giostre e tornei, guerreggiando con tutte le più famose nationi, che perciò sono nella militia sempre riusciti illustrissimi guerrieri, dei quali infiniti si fa mentione nell'historie. sono universalmente belli di corpo, ma tanto dediti alle delitie, che hanno cortissima vita, affabili, cortesi, ancorché a primo incontro altieri, inimici capitali della viltà interessata della mercatura, onde mentisce Cassaneo<ref>Il riferimento è al libro di Bartolomeo Cassaneo ''Catalogus gloriae mundi''.</ref>, che sotto una generalità, se pur ve ne fusse stato alcuno, tratta da mercanti tutti i nobili Napolitani, pronti a duelli, et massime i giovanetti, amatori della musica, et in quella et in vestire affettatamente imitano gli Spagnoli. È vero che niente attendono alle lettere, ma, quando avverrà che l'abbracciano, per la perspicacia del grande ingegno rinvestito dalla morbidezza della carne, sotto così felice temperamento di cielo, divengono in ogni professione meravigliosi. Tra le matrone ritrovasi esquisita bellezza di corpo, et prudenza tanto grande, ch'in ogni affare dimostrano, saviezza dell'Hortensie e del Cornelie, ma sopratutto dedite al culto della religione. Vestono gli uni e l'altre pomposamente, in maniera che non giovano le leggi suntuarie del vestire, né possono restringere la soverchia spesa degli ori, delle sete, e d'altre morbidezze somiglianti. Vivono tanto agiatamente, che non osano camminar cento passi senza le comodità dei cavalli, dei cocchi, delle sagette, quasi quei pallanchini che nell'Indie usano i Portughesi. E dirò che le matrone in particulare han difficoltà di esercitarsi a piedi, facendo a gara ad haver più alte le pianella che la persona, tutto ciò che coverte poi con le vesti, ove d'avantaggio si spende, mostrano con la lunghezza dell'habito gentilissimo portamento. Dignissima cosa è di considerare la grandezza di questa nobiltà Napolitana, che coi favori che ricevono dalla liberalissima mano di Sua M.<sup>tà</sup>, rilucono in tanto {{sic|spledore}} di 27 principi, 48 duchi, 76 marchesi, 62 conti, in modo che con 213 titolati par'a me e parerà ai giuditiosi, sia una delle più nobili città del mondo.
====[[Cesare Caravaglios]]====
*C'è qualche cosa di comune tra il grido ed il suo creatore; c'è qualche cosa che non si può scindere, e noi non sapremmo immaginare il grido del pizzaiuolo dato da un venditore di cocomeri, o il grido del venditore di acqua solfurea dato da un venditore di fichi d'India. In questa unità inscindibile appare, quindi, nella sua figura caratteristica il venditore ambulante napoletano il cui tipo etnico ed il cui carattere psicologico lo rendono dissimile dai venditori degli altri paesi.
*Da Napoli, fortunatamente, è scomparso quello che era dato dal malgoverno e dall'abbandono, mentre restano vivi i suoi costumi e le sue tradizioni, il che vuol dire la sua anima bella e vivace.<br />Che importa se non si incontrerà più il lazzarone coi calzoni rimboccati sino alle ginocchia, lo scugnizzo mangiatore di maccheroni, il ''guappo'' coi calzoni a quadriglié?<br />La bellezza, la varietà, la poesia, i colori del folklore napoletano non sono rappresentati da codesti avanzi borbonici o dai quadretti in cui sono raffigurati i mangiatori di maccheroni con le mani, divenuti mondiali per la leggerezza di taluni napoletani, né dai tarlati ricordi della vita dei vecchi quartieri sepolti sotto la Napoli nuova e trionfante.<br />Chi osserva il popolo napoletano nell'ora del lavoro e della gioia, nelle feste cerimoniali; chi s'addentra nella sua vita, tanto più bella quanto più intima, nella casa e nella famiglia, dalla culla al talamo, dalla tomba all'altare, potrà cogliere i tratti significativi dell'anima popolare napoletana, dei suoi costumi e delle sue consuetudini che costituiscono il suo sacro retaggio morale, in una parola, il vero folklore.
*Il dialetto napoletano è gaio e faceto. È ricco di frasi spiritose che si prestano talvolta ad arguti doppi sensi. La sua armonia imitativa è incomparabile; così in nessun dialetto del mondo si dirà ''schizzichèa'', per esprimere la prima pioggia; ''spaparanza'' per esprimere l'aprirsi di una porta; ''sciuliare'' per indicare chi scivola; ''sfrocoliare'' per stuzzicare; ''arripicchiato'' per aggrinzito; ''ha chiuoppete'', per ha piovuto; ''arteteca'' per argento vivo; ''ammarrare'' per chiudere, ecc.<br />Permette quasi sempre una satira pungente e penetrante mentre agevola in maniera meravigliosa le immagini fresche e naturali che sgorgano dalla fantasia dei napoletani.<br />I napoletani, dotati di una gaiezza e di un sentimentalismo introvabili altrove, sono i degni possessori di un linguaggio così faceto e così diffuso. Noi diremmo quasi che l'uno e gli altri si armonizzano e si completano. Il dialetto ed il carattere di questo immaginoso popolo meridionale contribuiscono a rendere più belli i suoi gridi che debbono essere considerati come la migliore espressione della sua natura.
*Il grido del venditore napoletano rinasce ad ogni primavera a Napoli e nella sua espressione suggestiva parla della bellezza di questo cielo incantevole e di questo popolo originale.
*Per quanto la moderna civiltà abbia travolto tante cose, non compatibili coi nuovi tempi, tuttavia ha lasciato intatte le più belle costumanze napoletane, così varie e così caratteristiche.<br >Napoli s'eleva sempre più nella vita morale, ma non è mutata nelle sue caratteristiche, nei suoi tipi, nelle sue vecchie e secolari istituzioni, nell'incanto dei suoi colori al sole di primavera.<br />Basta guardare con occhio esperto per ritrovare non soltanto la Napoli di eri ma anche quella di molti secoli fa, sempre viva, leggiadra e festevole nel suo spirito.
*Sono pochi quelli che si sono portati, verso il tramonto, sulla balconata del belvedere della Certosa di S. Martino per udire la più suggestiva delle sinfonie, la ''vera'' voce di Napoli, quella che nasce nel cuore della città dalla folla che s'intreccia in mille sensi, da strilli di bimbi, da voci di venditori ambulanti, da trilli di organino, da bestemmie di facchini, da rotolii di trams, da suoni di chitarra, dalle voci affievolite di cantatori che si lamentano nelle malinconiche canzonette, e scende sulla spiaggia di S. Lucia, di Mergellina, ove il grido delle donne che vendono l<nowiki>'</nowiki>''acqua zurfegna'', lo ''spassatiempo'', i polipi cotti nell'acqua marina si confonde e si unifica col canto degli uomini che lavorano le reti per la pesca.... e si perde nella profondità suggestiva del mare, nelle {{sic|morbidi}} notti di estate.<br />Nessuna città al mondo ha una così grande varietà di modulazioni: esse sono eterne, come eterno è il sorriso di questa Napoli incomparabile.
====[[Pietro Colletta]]====
*Aveva Napoli antichi trattati di commercio con la Inghilterra, la Francia, ed antiche pratiche colla Spagna; queste non avevano data; quelli colla Gran Bretagna erano due di Madrid del 1667 e 1715, e tre di Utrecht del 1712 e 13; e colla Francia, uno di Madrid del 1669, altro de' Pirenei del 1688. Napoli concedeva innumerabili benefizi alle tre bandiere, senza premi o mercede, come servitù a signoria. Per trattati novelli, del 25 settembre 1816 colla Inghilterra, del 26 febbraio 1817 colla Francia, e del 15 agosto dello stesso anno colla Spagna furono abolti gli antichi, e si diede al commercio delle tre nazioni il ribasso del decimo de' dazi che si pagano dagli altri legni, stranieri o napoletani; perciò, le mercanzie di qualunque luogo venendo a noi colle favorite bandiere, gran parte del commercio di trasporto e quanto di utilità e di forza ne deriva, ci fu rapito.
*I difetti che ho toccato, e che in più opportuno luogo descriverò, cagionarono che i delitti, nel regno di Carlo, fossero molti ed atroci: nella sola città di Napoli numerava il censo giudiziario trentamila ladri; gli omicidii, le scorrerie, i furti violenti abbandonavano nelle province, gli avvelenamenti nella città, tanto che il re creò un magistrato, la «Giunta de' Veleni», per discoprirli e punirli. Prevalevano in quel delitto le donne, bastandovi la malvagità de' deboli, come piace alla nequizia de' forti l'atrocità scoperta.
*In dieci anni, dal 1720 al 30, non avvennero in Napoli cose memorabili, fuorché tremuoti, eruzioni volcaniche, diluvi ed altre meteore distruggitrici. Ma nella vicina Sicilia, l'anno 1724, fatto atroce apportò tanto spavento al Regno, che io credo mio debito il narrarlo a fine che resti saldo nella memoria di chi leggerà; e i Napoletani si confermino nell'odio giusto alla inquisizione; oggidì che per l'alleanza dell'imperio assoluto al sacerdozio, la superstizione, l'ipocrisia, la falsa venerazione dell'antichità spingono verso tempi e costumi abborriti, e vedesi quel tremendo Uffizio, chiamato Santo, risorgere in non pochi luoghi d'Italia, tacito ancora e discreto, ma per tornare, se fortuna lo aiuta, sanguinario e crudele quanto né tristi secoli di universale ignoranza.
*Perciò in sei lustri centomila napoletani perirono di varia morte, tutti per causa di pubblica libertà o di amore d'Italia; e le altre italiche genti, oziose ed intere, serve a straniero impero, tacite o plaudenti, oltraggiano la miseria dei vinti; nel quale dispregio, ingiusto e codardo, sta scolpita la durevole loro servitù, insino a tanto che braccio altrui, quasi a malgrado, le sollevi da quella bassezza. Infausto presagio, che vorremmo fallace, ma discende dalle narrate istorie, e si farà manifesto agli avvenire; i quali ho fede che, imparando da' vizi nostri le contrarie virtù, concederanno al popolo napoletano (misero ed operoso, irrequieto, ma di meglio) qualche sospiro di pietà e qualche lode: sterile mercede che i presenti gli negano.
====[[Francesco Compagna]]====
*{{NDR|Il ruolo di Napoli nel futuro: metropoli regionale}} capace di assolvere a funzioni di equilibrio a livello nazionale e a funzioni di organizzazione e di animazione a livello regionale. Città fornitrice di alti e qualificati servizi a un territorio provinciale e regionale da ristrutturarsi attraverso ulteriori insediamenti industriali che debbono essere favoriti con coordinate iniziative di infrastrutture e di incentivazione. L'obiettivo è una Napoli non più ripiegata su sé stessa, ma aperta verso la Campania e tutto il Mezzogiorno.
*Il potenziamento della funzione metropolitana di Napoli è il problema stesso dello sviluppo economico e civile della [[Campania]]; e in questo senso l'efficacia della terapia dell'industrializzazione risulta in [[Campania]] condizionata da quel particolare aspetto della [[questione meridionale]] che [[Gaetano Salvemini]] chiamava la "questione napoletana" e che oggi si pone in termini di promozione e di esaltazione dei valori metropolitani della vecchia capitale parassitaria.
*La vera malattia endemica a Napoli è la disoccupazione.
====[[Benedetto Croce]]====
*Accade, d'altra parte, che, pur nella poco alacre vita civile e politica, l'umana virtù si affermi nei particolari, contrastando al generale, e talora negli episodi, e perfino essa sorga dal mezzo stesso dei vizi, come loro correlativo. Onde un popolo che non ha bastevole affetto per la cosa pubblica potrà avere assai vivo quello per la famiglia, per la quale sarà disposto a ogni sacrificio; un popolo indifferente avere la chiaroveggenza dell'indifferenza; un popolo poco operoso nei commerci e negli affari valer molto nella contemplazione dell'arte e nelle indagini dell'intelletto; un popolo privo di spirito di gloria saper ben cogliere il gonfio e il falso delle umane ambizioni e operare nel riso un lavacro di verità. E via discorrendo.<br/>Sulla logica di queste considerazioni, il popolo napoletano è stato perfino più volte difeso, e il suo atteggiamento verso la vita ha suscitato simpatie [...] Napoli è apparsa come un'oasi nella quale sia possibile ritrarsi per obliare, riposare e respirare in mezzo a un popolo che di politica non cura o, tutt'al più, la prende a mera materia di chiacchiera, e, chiacchierandone senza riscaldarsi, spesso la giudica con spregiudicato acume.
*I teatri di Napoli (mi suggerisce qui il nostro maestro [[Giuseppe De Blasiis]]) hanno a capo della loro storia perfino una grande memoria classica, le recite che vi venne a fare di persona l'imperatore [[Nerone]]. E, sebbene un'introduzione "archeologica" sembri ora di tanto cattivo gusto quanto una volta di ottimo, sia ricordato dunque che Nerone, avido di popolari applausi, e non osando presentarsi dapprima sulle scene di Roma, preferì pel suo esordio la nostra città, ''quasi graecam urbem''. Napoli, che possedeva, allora un ampio teatro scoperto, ricco di marmi e di statue, del quale ancora restano i ruderi, e la cui scena sorgeva di sbieco alle spalle della presente chiesa di San Paolo e la ''cavea'' volgeva verso la presente strada dell'Anticaglia; e un teatro coperto, un Odeo, posto probabilmente tra l'Anticaglia e gl'Incurabili, nelle vicinanze del luogo dove è adesso l'ex monastero di Santa Patrizia.
*Le vecchie leggende rapidamente tramontano nella odierna trasformazione edilizia e sociale di Napoli, e le nuove non nascono, o piuttosto noi non ce ne avvediamo, e se ne avvedranno i nostri posteri, quando raccoglieranno qualche frammento del nostro presente sentire e immaginare, reso vieppiù fantastico dalle esagerazioni tradizionali, circondato dal fascino dell'antico o del vecchio, e fissato sopra taluna delle nostre ora tanto vilipese architetture e sculture. E coloro, «che questo tempo chiameranno antico», lo chiameranno forse anche «il buon vecchio tempo», come noi ora diciamo della Napoli del Settecento, e già, quasi quasi, di quella anteriore al Sessanta.
*Napoli è un paese in cui è impossibile promuovere un pubblico interesse senza rimetterci il cervello e la salute.
*Se ancor oggi noi accettiamo senza proteste o per nostro conto rinnoviamo in diversa forma l'antico biasimo<ref>Il riferimento è al proverbio: Napoli è un paradiso abitato da diavoli.</ref>, e se, anzi, non lasciamo che ce lo diano gli stranieri o gli altri italiani ma ce lo diamo volentieri noi a noi stessi, è perché stimiamo che esso valga da sferza e da pungolo, e concorra a mantener viva in noi la coscienza di quello che è il dover nostro. E, sotto questo aspetto, c'importa poco ricercare fino a qual punto il detto proverbiale sia vero, giovandoci tenerlo verissimo per far che sia sempre men vero.
====[[Elena Croce]]====
*A Napoli l'orgoglio, appannaggio del dominatore, non è mai considerato legittimo, ma sempre soltanto ridicolo.
*Chi ha lasciato Napoli nella prima giovinezza ricorda la sua partenza come un momento di grande esaltazione. A quella età si desidera vivere nel «mondo». o almeno lo si desiderava prima di accorgersi che la guerra ci aveva sprofondati in un «cosmo» tanto incolore. Per chi vi era nato e cresciuto, a meno che non avesse subito precocemente il richiamo dello scetticismo, che è rimasto l'unico stemma della citta, Napoli non era «mondo». Era uno dei più pittoreschi scenari che avessero attirato l'evasione dell'antico viaggiatore in Italia. O altrimenti era un monumento storico grandioso. Nel perdere il paradiso di bellezze naturali che la circondava, la città è stata sempre messa a nudo come un monumento tra i più stratificati e fantasiosi, abbandonati e malinconici.
*La coscienza dell'origine napoletana è restia a manifestarsi all'esterno, ed ha una lenta e difficile decantazione interiore.
====[[Lucio Dalla]]====
*Da sempre nutro una grande passione per Napoli, per la sua cultura, dalla scrittura alla filosofia alle canzoni: è una città che mi ha sempre catturato.
*La bellezza di [[Totò]] è la bellezza di Napoli. Napoli, si fa presto a dire, sembra una città, non lo è, è una nazione, è una repubblica. [...] L'ammirazione che io ho per il popolo napoletano nasce proprio da questo amore per Totò. [...] Napoli è il mistero della vita, bene e male si confondono, comunque pulsano.
*Quando mi parlano di bellezza mi viene in mente, come prima immagine, Napoli.
====[[Pino Daniele]]====
*La napoletanità autentica deve essere coltivata con discrezione, con cura, sforzandosi di eliminarne le parti superflue o ridondanti, frutto di un eccesso di gusto barocco, per arrivare, se possibile, alla essenzialità di sentimenti e pensieri che, una volta colti nel modo giusto, si mostrano fragili e delicati.
*Poche centinaia di metri più avanti<ref>Di Piazza del Gesù.</ref>c'è via Atri, dove frequentai il Diaz, istituto di ragioneria. Tutto a pochi passi da casa, andata e ritorno a piedi, sempre immerso nelle voci, negli odori, nell'aria di una Napoli popolare insediata in quello che fu il centro aristocratico della città. Una Napoli che giorno dopo giorno aderiva ai panni che portavo, entrava nei miei pori, circolava nelle vene e mi rendeva per sempre simile a lei, al suo carattere incazzoso e amabile, nervoso e paziente, dolce e amaro.
*La napoletanità è bella, ma guai a cadere nel sottobosco delle vedute meschine. Ho un sogno, per Napoli: ogni piazza, un gruppo musicale che sappia unire tradizione e innovazione. Spazi per i giovani che vogliano fare musica in tranquillità. Teatri aperti, possibilità di mettersi alla prova, ritrovi culturali per confrontarsi, parlare, anche polemizzare. Il patrimonio delle esperienze artistiche è tanto grande, in questa città contraddittoria: è l'unico vero patrimonio morale di Napoli, va salvato. Mi piacerebbe una Napoli pienamente europea e tenacemente mediterranea.
*Napoli è il [[Big Bang|big-bang]]. Non solo ciò da cui tutto ha avuto inizio, ma anche quell'energia inesauribile che a tutto ha dato e dà movimento. Vite, pensieri, passioni; fatica, sofferenza, dolore. Amore. Senza Napoli non sarei. Né quello che sono, né quello che suono. Sono partito da qui, da questo urlo che sale dal pozzo senza fondo della storia.
====[[Luciano De Crescenzo]]====
*«E chi Io sa! Chi Io sa come è Napoli veramente. Comunque io certe volte penso che anche se Napoli, quella che dico io, non esiste come città, esiste sicuramente come concetto, come aggettivo. E allora penso che Napoli è la città più Napoli che conosco e che dovunque sono andato nel mondo ho visto che c'era bisogno di un poco di Napoli.»
*I napoletani sono un popolo pieno di devozione cristiana, ma non hanno mai veramente abbandonato le tradizioni pagane. Sono sempre rimasti un po' politeisti. È proprio l'idea di Dio, del Dio che è uno, che noi napoletani facciamo fatica a digerire.
*Napoli per me non è la città di Napoli ma solo una componente dell'animo umano che so di poter trovare in tutte le persone, siano esse napoletane o no. A volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora l'ultima speranza che resta alla razza umana.
*«Piano, piano con questa parola: industrializzazione» dice il professore. «Napoli è stata rovinata da Lauro, da Gava e dalla chimera dell'industrializzazione. Lauro l'ha gestita come l'ultimo dei Borboni, Gava ha addirittura fatto rimpiangere Lauro, ma nessuno dei due ha fatto tanto male a Napoli come chi ha creduto di risolvere il problema napoletano con l'industrializzazione. Voi invece immaginatevi una Napoli senza ciminiere, una Napoli che nella piana di Bagnoli al posto dell'Italsider avesse avuto tutta una serie di alberghi, di cottages, di villini e di casinò. Positano, Amalfi, Ischia, Capri, Procida, Baia, il lago d'Averno, Pompei. Ercolano, Vietri, Cuma, il Faito, il Vesuvio, isole, scogli, montagne, vulcani, laghi. il punto d'incontro del turismo mondiale! La Las Vegas d'Europa! Il paradiso in terra! Ma pensate, ad esempio, al Castello dell'Ovo, a questo bellissimo maniero medioevale, ricco di enormi sale, di piccole viuzze interne e di suggestive botteghe».
*«Ritornando a Napoli lei ritiene che i napoletani siano nella stragrande maggioranza uomini d'amore?»<br />«Senza dubbio: in particolar modo il popolino.»
====[[Aurelio De Laurentiis]]====
*Napoli non è una città violenta, semmai la capitale del crimine ora è [[Roma]]. Certo, in momenti come questi chi gira con auto e orologi di lusso dimostra di non essere diventato abbastanza napoletano.
*Sono tornato in Italia, a Napoli, perché per me l'Italia è Napoli, Napoli è la cosa che più mi convince dell'Italia.
*Questa città è stata l'unica a liberarsi da sola dai nazisti, prima ancora dell'arrivo degli americani, che trovarono la città già liberata quando vi entrarono. Questo popolo lo si può tradire se non si ha vergogna, ma non prendere per il culo.
====[[Erri De Luca]]====
*A Napoli mancò uno straccio di re che capisse che nell'Europa delle nazioni l'Italia era destino inevitabile. Mancò un re che stipulasse coi modesti Savoia, signori di una provincia subalpina, un contratto Italia almeno alla pari, non tra occupanti e occupati. Napoli da allora è una capitale europea abrogata, non decaduta ma soppressa, come se Londra fosse stata soppiantata da Edimburgo. Così è andata e questa è la materia della sua ragionevole strafottenza verso la condizione di capoluogo di regione. Se non si vede l'evidenza dell'enorme orgoglio assopito nei suoi cittadini, non si sta parlando di lei.
*Com'è importante stare a due, maschio e femmina, per questa città. Chi sta solo è meno di uno.
*Napoli è una città che brulica di vita e di storia, ha avuto un passato grandioso e ha energie non solo per partecipare a un futuro, ma anche per precederlo.
*Napoli si era consumata di lacrime di guerra, si sfogava con gli americani, faceva carnevale tutti i giorni. L'ho capita allora la città: monarchica e anarchica. Voleva un re però nessun governo. Era una città spagnola. In Spagna c'è sempre stata la monarchia ma pure il più forte movimento anarchico. Napoli è spagnola, sta in Italia per sbaglio.
*Nella mia città e nel mio tempo di nascita, Napoli in dopoguerra, i bambini venivano sfoltiti dalla più alta mortalità d'Europa. La loro vita era un permesso rilasciato giorno per giorno, la loro morte non una tragedia. Le campane suonavano a festa perché un altro angioletto si era aggiunto alla volatile schiera degli sprotetti in terra, promossi d'ufficio a protettori in cielo. Di colpi ne incassavano tanti quanti atterrerebbero un pugile, assestati senza misura di proporzione, così come i vestiti, i panni: non avevano taglia, l'ultima stesura dell'usato. [...]<br>I bambini di Napoli a quel tempo saltavano la scuola, andavano al lavoro appena in grado, per giustificare la vita con un guadagno, per minimo che era. Rimborsavano il cibo delle madri. E perciò non era così atroce a quel tempo ascoltare la storia di Erode, la sua sbrigativa spada che si sostituiva a una delle periodiche epidemie e stragi di bambini. Erode era niente di più che uno dei tanti adulti da evitare, uno dei cento agguati apparecchiati.
*Per consiglio, nelle prossime statistiche eliminate Napoli, è troppo fuori scala, esagerata, per poterla misurare.
*Se fu città violata da un numero esorbitante di vincitori, se fu militarmente indifendibile quel golfo spalancato, per reazione rese inespugnabili i suoi cittadini: ognuno di essi è città intera, sapendo di esserlo e di rappresentarla.
====[[Luigi de Magistris]]====
*Napoli è una città particolare, lo è stata anche storicamente. Quando l'intero continente viveva fasi di stallo Napoli ha segnato importanti accelerazioni nel mondo della cultura. L'Università, tra le più antiche d'Europa, è stata punto di riferimento quando tutta l'Europa era dilaniata da guerre interne. È una città che non ha mai consentito alla Santa Inquisizione di agire liberamente e incontrastata. È una città che sotto l'occupazione straniera e militare si è liberata da sola concedendosi autonomamente a chi nella seconda guerra mondiale determinava la ritirata dei nazisti.
*Napoli può dimostrare che lo sport ed il calcio possono tranquillamente farsi con le mani pulite senza bisogno di truccare le partite come faceva Moggi con la Juventus e come, purtroppo, sembra stia accadendo nuovamente {{NDR|riferendosi allo scandalo del calcio scommesse relativo al 2011}}. Si potrebbe stringere tra Napoli e De Laurentiis, un patto di lealtà anche nello sport. Nel rilancio della città un punto fondamentale lo ha il calcio.
*Duecentomila spettatori per le regate {{NDR|dell'America's Cup 2012}} nonostante le avverse condizioni meteo, senza dimenticare il mezzo milione di persone a Pasquetta: questi sono numeri che mi rendono orgoglioso. La città ha dato una bella immagine al mondo e ha rappresentato l'Italia in maniera entusiasmante.
====[[Madame de Staël]]====
*Ciò che manca il più a questa nazione in generale, è il sentimento della dignità. Eglino fanno azioni generose e benefiche per buon cuore, piuttosto che per principii: poiché la loro teoria in ogni genere nulla vale, e l'opinione in questo paese non ha punto di forza.<br>Ma allorché uomini e donne scansano cotal morale anarchia, la loro condotta è più notabile in sé stessa e più degna di ammirazione che in qualsivoglia altra parte, poiché niuna cosa nelle circostanze esteriori favorisce la virtù.<br>Si adotta tutta intiera nella sua anima. Né leggi, né i costumi ricompensano o puniscono. Quegli ch'è virtuoso è tanto più eroico, in quantoché non è per questo né più tenuto in istima, né più ricercato.
*Fatte alcune onorevoli eccezioni, le prime classi di persone hanno molta somiglianza colle ultime; lo spirito delle une non è quasi più coltivato delle altre, e l'uso del mondo costituisce la sola differenza nell'esteriore. Ma in mezzo a questa ignoranza vi è un fondo di spirito naturale e di attitudine a tutto, talché non si può prevedere ciò che diventerebbe una somigliante nazione, se tutta la forza del governo fosse diretta nel senso dei lumi e della morale. Siccome vi è poca istruzione in Napoli, così vi si trova fino al presente più originalità che carattere nello spirito. Ma gli uomini ragguardevoli di questo paese, come l'abate [[Ferdinando Galiani|Galiani]], Caracciolo, ecc. possedevano, si dice, nel più alto grado la lepidezza e la riflessione, rare facoltà del pensiero, e unione, senza di cui la pedanteria o la frivolezza v'impedisce di conoscere il vero valore delle cose.
*Giunsero a Napoli di giorno, in mezzo a quella immensa popolazione ch'è cotanto animata e nello stesso tempo cotanto oziosa. Attraversarono di primo lancio la [[Via Toledo|via ''Toledo'']] e videro i [[Lazzari|Lazzaroni]] a dormire sul lastricato o in una cesta di vetrice<ref>Ramo flessibile del salice, vimine.</ref> che serve loro di abitazione notte e giorno. Questo stato selvaggio, che si vede colà mescolato con la ''civilizzazione'', ha qualche cosa di estremamente originale. Tra quegli uomini ve ne sono alcuni che non sanno neppure il loro nome, e vanno a confessarsi di peccati anonimi, non potendo dire come si chiami colui che gli ha commessi. Esiste in Napoli una grotta sotterranea nella quale migliaia di Lazzaroni passano la loro vita, uscendo solamente sul mezzodì per vedere il sole, e dormendo il restante del giorno, mentreché le loro mogli filano. Nei climi in cui il vitto e il vestito sono sì facili, vi abbisognerebbe il più indipendente ed attivo governo per dare alla nazione sufficiente emulazione. Imperroché egli è sì agevole pel popolo il sussistere materialmente in Napoli, che può fare a meno di quella specie d'industria ch'è necessaria altrove per guadagnarsi il pane. L'infingardaggine e l'ignoranza, combinate coll'aria vulcanica che si respira in quel soggiorno, debbono produrre la ferocia, quando le passioni sono eccitate; ma questo popolo non è più cattivo di un altro. Esso ha dell'immaginazione, il che potrebbe essere il principio di azioni disinteressate, e con questa immaginazione si condurrebbe al bene, se le sue istituzioni politiche e religiose fossero buone.
*Il popolo di Napoli non ha altra idea della felicità che quella del piacere: ma l'amore del piacere vale più di arido egoismo.<br>È vero che questo è il popolo del mondo che ami più il danaro. Se voi domandate a uomo del popolo il vostro cammino per la via, egli stende subito la mano dopo avervi fatto un cenno, poiché eglino sono più infingardi rapporto alle parole che ai gesti. Ma il loro gusto pel denaro non è né metodico, né ponderato; lo spendono subitoché l'hanno ricevuto. Se s'introducesse il danaro tra i selvaggi, i selvaggi lo domanderebbero come i Napoletani.
*Il popolo napoletano, in alcuni rapporti, non è niente affatto dirozzato, ma non somiglia altronde al volgo degli altri popoli. La sua materialità stessa colpisce l'immaginazione. La spiaggia africana che circonda il mare dall'altra banda, vi si fa già quasi sentire e vi è un non so che di numidico nei gridi selvaggi che si odono da tutte le parti. Quei visi bruni, quei vestiti formati di alcuni brani di panno rosso o violetto, il cui colore pieno attrae gli altrui sguardi; quei pezzi d'abito, nel panneggiamento de' quali traspira ancora il gusto delle arti, danno qualche cosa di pittoresco al popolaccio, mentre che in altri paesi non vi si può scorgere che le miserie della ''civilizzazione''.
*Si trova sovente in Napoli certo gusto {{sic|pegli}} acconciamenti e per le decorazioni accanto alla penuria assoluta delle cose necessarie o degli agi. Le botteghe sono ornate graziosamente con fiori e con frutta. Alcune hanno un'aria festiva che non dipende dall'abbondanza, né dalla felicità pubblica, ma solamente dalla vivacità dell'immaginazione: prima di ogni altra cosa si vuole rallegrare gli occhi. La dolcezza del clima permette agli artigiani di ogni specie di lavorare nella strada. I sarti vi fanno i vestiti, i vivandieri la loro cucina, e le occupazioni domestiche, succedendo in tal guisa esternamente, moltiplicano i movimenti del popolo in utili maniere; i canti, i balli, i giuochi rumorosi accompagnano assai bene tutto questo spettacolo; e non vi è altro paese, in cui si senta più chiaramente la differenza tra il divertimento e la felicità: finalmente si esce dall'interno della città per andare alla spiaggia d'onde si vede il mare e il [[Vesuvio]], e si dimentica ciò che si sa degli uomini.
====[[Francisco Elías de Tejada]]====
*Forse ora è tardi per risuscitare la Tradizione di Napoli. Ma, per coloro che ancora cercano di denigrarla o vogliono ignorarla, lì stanno le sue vestigia; nei libri che non si leggono, nel popolo che viene disprezzato, nel cuore di molti che inconsciamente le sentono come io le sento. Perciò passeggiando tanti pomeriggi nella rumorosa via Toledo ho sofferto la tristezza profonda della solitudine, consolata solo dalla voce serena dell'ultimo tradizionalista napoletano, Silvio Vitale, quando il richiamo che sentivo nel più profondo del mio essere mi diceva che era impossibile finisse così il popolo dei miei antenati, ricco di lealtà generosa, creatore di grandi libertà concrete, paladino di imprese universali. Morirò, ma voglio morire con la speranza che, anche se sepolta e derisa, la tradizione della mia Napoli non può restare inerte archeologia. La giustizia di Dio non può permettere che muoia tra lubridi un popolo che è stato strumento di Lui nelle battaglie decisive della storia. Neanche se, come sembra accadere, i Napoletani si sono lasciati andare nella pazzia di un suicidio collettivo.
*I re delle Spagne sapevano che le Spagne non erano uniformi, ma varie; che Napoli era uno dei popoli spagnoli, ma con personalità culturale e politica peculiarissima; che coltivare questa personalità era uno dei doveri dei suoi re; che Napoli non era popolo da assimilare, ma da proteggere nel culto delle sue proprie caratteristiche. I re delle Spagne furono re della Tradizione, non imposero a Napoli né leggi né lingua castigliana, non furono castigliani dominatori di Napoli, ma re strettamente napoletani.
*Quando, nel 1860, si realizzerà l'unità risorgimentale sotto il simbolo barbuto, piemontese, europeo e anticlericale di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], il corpo morto del Regno di Napoli si dissolverà come cadavere da cui centocinquanta anni addietro era volata via l'anima.<br>Ma l'Europa vincitrice non perdonò a Napoli l'aver combattuto per la causa della Cristianità. I vinti pagano e Napoli paga ricevendo il disprezzo dei vincitori, né più né meno degli altri popoli spagnoli. Il prezzo fu qui ancor più doloroso perché veniva dai "fratelli" del nord della Penisola, anche dai fiorentini e dai veneziani che in altri tempi avrebbero voluto dare il Regno di Napoli in mano ai turchi. La famosa questione meridionale non era né è altro che l'inadattabilità di Napoli, a causa dei suoi residui di ispanismo, alle concezioni europee che, sulla punta delle baionette, avevano innalzato gli invasori garibaldini.
====[[Salvatore Di Giacomo]]====
*Chi bada in Napoli al suo decoro? Certo, chi dovrebbe no. Lascia fare e lascia correre – ecco la frase filosofica, sacramentale d'ogni indifferente partenopeo, sia egli in alto nella cosa pubblica o le passi accanto tranquillo.
*In verità, quanta somiglianza di costume tra {{sic|que'}} napoletani del tempo di [[Nerone]] e i napoletani del tempo nostro! Ecco [[Petronio Arbitro|Petronio]] che ci descrive un mercato di panni vecchi, così come oggi lo vediamo al ''Carmine'' e a ''Porta Nolana''; ecco il cantastorie, tolto di mira dagli ''[[scugnizzo|scugnizze]]'' del tempo; ecco una erbivendola che si [[Voci e gridi di venditori napoletani|sgola]] a un canto di strada; ecco Gitone e il barbiere d'Encolpio che, a braccetto, nella notte serena, se ne vanno a [[Crotone]] e cantano a distesa, o, come si direbbe adesso, a ''ffigliole''. Un cuoco, al famoso convito di Trimalcione, mette in tavola le lumache ''cum tremula taeterrimaque voce'' accompagnando la leccornia: e così ricordiamo il nostro ''maruzzaro''<ref>Venditore di lumache di terra o di mare o di frutti di mare.</ref>e la maniera e il tono di quel suo canto che s'indugia a vantare <nowiki>'</nowiki>''e maruzze<ref>Lumache di terra o di mare.</ref>d' 'a festa ca so' meglie d' 'e cunfiette''. E quante forme, quasi uguali, di locuzioni e d'apostrofi! Quelli antichi partenopei dicono ''urceatim plovebat'' e noi diciamo ''chiuveva a langelle'': dicono ''bonatus'', e noi diciamo ''abbunato''<ref>Bonaccione, semplicione. La definizione è in Sergio Zazzera, ''Dizionario napoletano'', Newton Compton Editori, Roma, 2016, p. 18. ISBN 978-88-541-8882-2</ref>. Per dir ''tu non sei del bottone''<nowiki>Non appartieni alla nostra combriccola.</nowiki>quelli dicevano ''non es nostrae fasciae''; e la frase ''nescio cui terrae filius''<ref>Non so a chi tu sia figlio. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 2, p. 192</ref> tenea luogo di ''nun saccio a chi figlio 'e p...''; e ''nun aiza 'a capa 'a copp' 'o libro'' si diceva ''caput de tabula non tollit''. Le lievi ferite, all'uso nostro, erano medicate con la ragnatela... ''at Giton... primum aranei oleo madentibus vulnus... coartivit...'' Qualcuno diceva ''Dies nihil est, dum versas te nox fit''<ref>La giornata è breve, il tempo di girarti e rigirarti ed è notte. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 3, p. 192.</ref>: – e voleva dire: – <nowiki>'</nowiki>''a jurnata è corta: mentre ca te vuote e te ggire s'è fatto notte''. Ma che! Se non mi sbaglio anche il ''[[Pernacchia| vernacchio]]'' è greco. Parla non so qual tronfio oratore alla mensa trimalcionica ed ecco qualcuno che, all'ultime enfatiche parole del conferenziere, ''oppositaque ad os manu nescio quid tetrum exibilavit, quod postea graecum esse adfirmabat!''<ref>E portata la mano alla bocca, non so che cosa abbia sibilato di tetro che dopo abbia detto lingua greca. {{cfr}} ''Napoli: figure e paesi e Luci e ombre napoletane'', nota 4, p. 192.</ref>
*La mia fissazione è questa, che Napoli è una città disgraziata, in mano di gente senza ingegno e senza cuore e senza iniziativa.
*Napoli è una città bella e singolare – singolare principalmente. Le sue cose rare sono mescolate alle comuni – le nobili alle volgari – a pochi passi dal silenzio è il rumore – prossimi a' luoghi più luminosi ed aperti sono le ombre e il mistero – accanto a un monumento medievale è un lurido fondaco o un vicolo e, forse, alle spalle d'un tempio un lupanare. Ciò che è qui {{sic|da per tutto}}, è la vita: la sanguigna vita popolana, pulsante e ininterrotta, che passa e si rincorre e scivola lungo i muri del monumento e del tempio, che s'addensa e si sparpaglia, e s'agita ed urla o impreca, sotto un fulgido sole che par quasi la fecondi, e investa a un tempo col suo lume diffuso questa folla dell'ultima ora e i ruderi d'un teatro greco, e quel che fu il tempio insigne dei Dioscuri, e una chiesa angioina, e il pallido chiostro d'un antico convento di monache armene...
*Napoli, [...] questo strano cuore d'Italia che patisce, se lo si considera bene, di tutti i mali cardiaci, dell'aritmia, dell'{{sic|iperestasia}}, dei ribollimenti subitanei e delle lunghe paci silenziose, da' battiti lenti, quasi malati.
*{{NDR|L'uccisione di [[Masaniello]] e lo scempio del suo corpo}} Triste storia, che, peculiarmente, dimostra come il popolo napoletano, la plebe per meglio dire, non abbia mai avuto una coscienza propria: abituata a servire, s'è macchiata, in servitù, fin del sangue suo stesso. Essa ha avuto sempre lo sciagurato destino degl'ignoranti e le sue lacrime postume non hanno cancellato mai più certe crudeltà e certi delitti i quali, tuttavia, la fanno più degna di pietà che d'odio.
====[[Charles Dickens]]====
*Il posto è bello, ma molto meno di quanto la gente non dica. Il famoso golfo, secondo me, come veduta, è incomparabilmente inferiore a quello di Genova, che è quanto di più bello abbia mai visto. Nemmeno la città, dal canto suo, è paragonabile a Genova, con cui in Italia nessuna regge il confronto, salvo Venezia.
*Napoli in sé, invece, almeno un po' mi ha deluso. Il golfo non mi pare bello come quello di Genova, non è facile scorgerne o coglierne la linea, e l'effetto delle montagne è sciupato dalle sue dimensioni. La vita per le strade non è pittoresca e insolita neanche la metà di quanto i nostri sapientoni giramondo amino farci credere.
*Napoli mi ha ampiamente deluso. È pur vero che il tempo è stato brutto per gran parte della mia permanenza là, ma se non vi fosse stato il fango, vi sarebbe stata la polvere. E se anche avessi avuto il Sole, avrei comunque avuto anche i Lazzaroni, che sono così cenciosi, così luridi, abietti, degradati, immersi e imbevuti nella più totale impossibilità di riscatto, che renderebbero scomodo anche il Paradiso, semmai dovessero arrivarci. Non mi aspettavo di vedere una bella Città, ma qualcosa di più piacevole della lunga monotona {{Sic|filza}} di squallide case che si stendono da Chiaia al Quartiere di Porta Capuana, sì; e mentre ero piuttosto preparato all'idea di una popolazione miserabile, mi aspettavo comunque di vedere qualche straccio pulito ogni tanto, qualche gamba che ballasse, qualche viso sorridente, abbronzato dal sole. La realtà, invece, è che, se penso a Napoli in sé per sé, non mi resta un solo ricordo ''piacevole''.
*Noi che pur siamo amanti e ricercatori del pittoresco, non dobbiamo fingere di ignorare la depravazione, la degradazione e la miseria a cui è irrimediabilmente legata l'allegra vita di Napoli!
====[[Gino Doria]]====
*Camminiamo, camminiamo insieme su queste nostre belle strade inondate di sole, e combiniamo insieme mille grandiosi affari. E quando ne avremo concluso uno grandissimo – la vendita della Villa Nazionale per suoli edificatorî io ti offrirò un caffè e tu mi offrirai una sigaretta. E ci prenderemo a braccetto e passeggeremo. E poi così domani, e poi sempre, fino alla morte. Non avremo concluso nulla, ma avremo avuto sempre – e quanti ce li avranno invidiati! – un canto nell'anima e un sogno nel cuore.
*Dalla terra impastata, vivificata dal fuoco esso trascorre, e non solo per vecchia metafora, nelle vene e nel sentimento degli esseri umani che felicemente popolano Napoli. E come il fuoco non è sempre visibile ed esplosivo, ma talvolta inerte e sonnolento – non mai morto – sotto strati di cenere o in remoti {{sic|cuniculi}}, così anche nella storia degli uomini di queste terre e nelle loro singole esistenze, la virtù ignea trapassa dalla morte apparente a uno slancio vitale così impetuoso da portare a distruzione implacabile, mentre il più delle volte, e più pacificamente, genera pensieri profondi, opere d'arte, inimitabili modi di vita.
*Il popolo napoletano, dunque, ignora la via della saggezza, la quale, al pari della virtù, sta nel mezzo.<br>Egli è sanfedista, ma se non è sanfedista è [[giacobinismo|giacobino]]. Al '60 non fu mai cavouriano: o era legittimista sfegatato, o era garibaldino, perché [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] aveva la capelliera bionda, la camicia rossa e la voce dolce.<br>Non fu sempre così, il napoletano. La maledetta [[rivoluzione francese]] con le sue maledette idee di libertà e d'uguaglianza venne a guastare irrimediabilmente il sangue di un popolo mirabilmente apolitico, iniettandogli il bacillo giacobino.
*{{NDR|C'è un colore locale, superficiale ed appariscente che può attrarre ed appagare gli stranieri}} Ma c'è l'altro colore locale, quello che riguarda noi, i nativi, ed è meno appariscente ed è assai più caro al nostro sentimento. E che cos'è? E perché ci si tiene tanto, al punto che ogni colpo di piccone, ogni colpo di scopa, ogni colpo di pennello è come una stretta al cuore? È assai difficile spiegarlo: è un indefinibile, è un inafferrabile, è un complesso di mille cose impalpabili. Sono migliaia di ricordi ammucchiati in un punto, sono abitudini millenarie localizzate in un altro, sono tutte le gioie e i dolori di un popolo che hanno lasciato la loro traccia in quella piazza, in quel vicolo, su quella casa. È l'amore disperato per tutto ciò che fu dei nostri padri e dei nostri nostri nonni e degli avoli ancora più lontani, è il fatto fisico del nostro occhio stesso, conformato, attraverso più generazioni, a vedere le cose disposte in quel modo, in quell'ordine, con quelle tinte.<br>Di colore locale, in questo senso inteso, è fatta tutta la poesia napoletana, quella vera, tutta la pittura napoletana, quella vera. E quando si distrugge questo colore locale è un pezzo di poesia in potenza che se ne va, è una pittura in potenza che se ne va.
*Noi napoletani abbiamo tutti, nel nostro foro interiore, un [[Pulcinella]] che ci ammonisce.
*Persino il verbo camminare, che in lingua vale a designare la normalità dell'animale in moto, nel [[dialetto napoletano]] assume un significato fantastico. Che cosa è un cavallo che corra molto? È appena un cavallo ''cammenatore''. Ma avete sentito mai parlare di un uomo ''cammenatore''?<br>Eppure il napoletano qualche volta corre. Allorquando Mariantonia fu avvertita del terremoto, stirandosi dal letto e sbadigliando, rispose pacifica: ''Mo... mo...'' Ma se a Mariantonia avessero detto: «Dal terrazzo si vedono le granate del Carmine», Mariantonia si sarebbe precipitata dal letto e, magari nuda, sarebbe corsa sul terrazzo.<br>Il napoletano corre quando può ''vedere'' qualcosa.
*Ricordate il lamento di Barcinio, nella duodecima egloga dell<nowiki>'</nowiki>''Arcadia''? ''Dunque, miser''<ref>Il riferimento è al Sebeto, antico fiume di Napoli.</ref>'', perché non rompi, o scapoli | tutte l'onde in un punto, ed inabissiti: | poi che Napoli tua non è più Napoli''? Già Napoli non era più Napoli all'aprirsi del secolo XVI! E che cosa direbbe oggi, se tornasse al mondo, quel bravissimo uomo del [[Iacopo Sannazzaro|Sannazzaro]]?<br>Direbbe che è scomparsa persino quella tradizionale cortesia, che a una giovinetta, cui si fosse detto che era bella, faceva rispondere, coperte le guance di pudico rossore: «sono belli gli occhi vostri». Direbbe che è scomparso persino l'amore, e Napoli era l'ultima rocca dell'amore romantico e sentimentale, cioè dell'amore.
*Veramente c'è da discutere sul verbo ''camminare'' applicato al napoletano. Anzi, io voglio appunto dire che il napoletano ignora che cosa sia ''camminare'', mentre sa assai bene cosa significa ''passeggiare''. Il napoletano non cammina mai, ma passeggia sempre: anche se sia il napoletano più attivo, più energico, più preso dagli affari, più difettoso di tempo.
====[[Elena Ferrante]]====
*Ah, che città, diceva a mia figlia zia Lina, che città splendida e significativa: qua si sono parlate tutte le lingue, Imma, qua s’è costruito di tutto e s’è scassato di tutto, qua la gente non si fida di nessuna chiacchiera ed è assai chiacchierona, qua c’è il Vesuvio che ti ricorda ogni giorno che la più grande impresa degli uomini potenti, l’opera più splendida, il fuoco, e il terremoto, e la cenere e il mare in pochi secondi te la riducono a niente.
*È una metropoli che ha anticipato e anticipa i mali italiani, forse europei. Perciò non andrebbe mai persa di vista. [...] Ciò che potremmo essere, su questo pianeta, e ciò che invece disgraziatamente siamo, a Napoli si vede meglio che altrove.
*Ora cercava testimonianze di viaggiatori stranieri dentro cui le pareva di rintracciare incanto e repulsione mescolati insieme. Tutti, diceva, tutti, di secolo in secolo, hanno lodato il grande porto, il mare, le navi, i castelli, il Vesuvio alto e nero con le sue fiamme sdegnate, la città ad anfiteatro, i giardini, gli orti e i palazzi. Ma poi, sempre di secolo in secolo, sono passati a lagnarsi dell’inefficienza, della corruzione, della miseria fisica e morale. Nessuna istituzione che dietro la facciata, dietro il nome pomposo e i numerosi stipendiati, funzionasse davvero. Nessun ordine decifrabile, solo una folla sregolata e incontenibile per le strade ingombre di venditori d’ogni possibile mercanzia, gente che parla a voce altissima, scugnizzi, pitocchi. Ah, non c’è città che diffonda tanto rumore e tanto strepito come Napoli.
====[[Abel Ferrara]]====
*È una delle più grandi città del mondo, come [[New York]], [[New Orleans]], [[San Francisco]], tutte vicino all'acqua e aperte ai flussi migratori.
*Napoli è un punto di riferimento culturale per l'intero Mediterraneo, è stata una tra le culle della civiltà occidentale, ha saputo esportare tutto il suo bene e anche tutto il suo male in giro per il mondo, come solo le grandi città sanno fare. E penso a New York, San Francisco, New Orleans, Londra, Liverpool: tutte città caratterizzate da grandi povertà e altrettanto grandi splendori. Rispetto a tutti questi luoghi, però, Napoli può vantare un elemento in più, al pari della sola New York. E si tratta della caratteristica che ho provato a catturare col mio documentario «Napoli Napoli Napoli».
*Napoli mi ricorda la New York anni '90: c'è la stessa violenza, la stessa energia.
*Penso che Napoli riuscirà a sopravvivere a tutto, è una città molto dinamica che non è mai cambiata. La mia famiglia proviene da quel luogo ed è come se avessi dei legami di sangue con questa città. La città è stata un centro culturale del mondo dal suo primo giorno.
====[[Maurizio Ferraris]]====
*A ben vedere, la friabilità del tufo, la sua eterna disponibilità a ritornare alla natura, proprio come accade nei templi Maya affondati nelle foreste dello Yucatan, costituisce l'insegnamento più profondo che si può trarre da quella città fatta di tufo che è Napoli. Una simile riflessione getterebbe un ponte ideale verso la lenta ginestra di Leopardi, verso la natura indifferente alla storia.
*I [[libertinismo|libertini]], spiega {{NDR|il [[Marchese de Sade]]}}, hanno nel sangue le forze telluriche del [[Vesuvio]], mentre le persone ordinarie sono piatte come le pianure del vercellese.<br>È con questo mantra per la testa che giro per le vie di Napoli infastidito come un leghista di una volta e insieme sottomesso a una realtà più profonda infinitamente più antica di quelle che posso trovarmi tra le vie squadrate che portano i nomi di arciduchesse sabaude: proprio la vita dell'antichità, commentava [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] e ripeteva [[Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff|Wilamowitz]]. Nelle insensate processioni della Madonna dell'Arco riemergono le usanze delle fratrie greche che nessun cristianesimo è riuscito ad addomesticare. Nelle donne grassissime e panterate che girano in moto come se le ruote facessero parte del loro corpo riappare il Pantheon pittoresco che, non dimentichiamocelo, era bianco e composto solo per i gentiluomini della Virginia del diciottesimo secolo. Il tratto dominante nascosto sotto la dolcezza dei paesaggi e la mitezza delle persone è in effetti l'orrore.
*{{NDR|Napoli}} è rimasta città di corte. Come [[Torino]]. Solo che Torino è una città piccola, poco più di un villaggio, ma i pochi plebei che l'hanno da sempre abitata sono stati messi in riga, facendogli fare prima i soldati e poi gli operai. A Napoli, invece, non c'è mai stato un vero esercito; ma un milione di persone che non osserva nessun tipo di regole e dei borghesi subordinati ad essi, subalterni, che ne hanno paura.
*Napoli non ha mai creduto alla modernità ed è per questo che è naturalmente postmoderna e decostruzionista.
====[[Renato Fucini]]====
*Addio, Napoli mia, e, se l'ira del tuo vulcano non ti tocchi in eterno, vogli compatire il piccolo figlio d'una delle tue cento fortunate sorelle, che limpida e sconfinata, come la serenità del tuo cielo, vorrebbe la purezza della tua grande anima di fuoco.
*Di patria, d'Italia, di nazionalità non occorre parlarne. Essi sono napoletani e basta, ed il resto degl'Italiani, dal lato Nord son Piemontesi, dal lato Sud cafoni e niente altro.
*Dio si deve esser pentito d'essersi lasciato cadere questo pezzo di paradiso su la terra. Per correggere lo sbaglio, ha aperto quaggiù gole d'inferno che vomitan fiamme e minacciano distruzione da ogni parte, ma, per il suo scopo, ha fatto peggio che a lasciar correre.
*Il fascino di questo abbrustolito Prometeo {{NDR|Vesuvio}}, che avviva con la sua anima di fuoco tutte le membra della bellissima sfinge posata voluttuosamente ai sui piedi, è qualche cosa di strano, qualche cosa di irresistibile.<br/ >Scendete alla riva di Santa Lucia, o a [[Mergellina]]; salite alla rocca di Sant'Elmo, al Vomero, a Posillipo, a Capodimonte, od in qualunque altro luogo donde si scorga la sua mole fantastica, e contemplate.
*Nessun paese al mondo, io credo, conserva al pari di Napoli così scarsa e non pregevole quantità dì tracce monumentali delle dinastie che vi si sono succedute nel dominio. La ragione di questo fatto credo non possa ripetersi altro che dalla breve durata delle singole occupazioni, e, più che da questo, dalle lotte continue che gl'invasori hanno dovuto sostenere fra loro per contrastarsi accanitamente questa agognata regione, tantoché le arti della guerra mai non hanno dato una tregua abbastanza lunga, da permettere l'incremento di quelle della pace, che ogni invasore avrebbe potuto, o buone o cattive, trapiantarvi dal proprio paese.
*Quante volte dal folto di questo pandemonio, allorché udivo appena il cannone di Sant'Elmo scaricato a mezzogiorno negli orecchi di Napoli, ho mandato un pensiero e un sospiro alla languida signora dell'Adriatico, ai suoi vuoti palazzi ed al silenzio de' suoi canali che lascia intendere il fiotto dei remi d'una gondola lontana e il tubare de' colombi su le cuspidi delle sue torri affilate! − Bellissime ambedue queste regine del mare, ma quanto diversamente belle! − Su la laguna posa languidamente la bellissima e pallida matrona, stanca sotto il peso degli anni, povera in mezzo alle sue gemme, ma ricca d'orgoglio per antica nobiltà. Ai piedi del Vesuvio, la voluttuosa e procace Almea, balla in ciabatte la tarantella, e canta e suda povera di tutto, ma ricca di speranze, di giovinezza e di sangue. Quella si nutrisce di mestizia e di gloria; questa, di maccheroni e di luce. Quella coperta di laceri broccati, ma lindi; questa seminuda e lercia, dalle ciabatte sfondate alla folta chioma nerissima ed arruffata.
*S'io ti dovessi dipingere i colori del camaleonte o disegnarti le forme di Proteo, in verità mi sentirei meno imbrogliato che a darti una netta definizione di quello che mi è sembrato essere il carattere di questo popolo.<br/>È così instabile, così pieno di {{sic|contradizioni}}; si presenta sotto tanti e così disparati aspetti dagli infiniti punti di vista da cui può essere osservato, che su le prime è impossibile raccapezzarsi. Ad un tratto ti sembreranno ingenue creature e ti sentirai portato ad amarle; non avrai anche finito di concepire questo sentimento che ti appariranno furfanti matricolati. Ora laboriosissimi per parerti dopo accidiosi; talvolta sobrii come Arabi del deserto, tal'altra intemperanti come {{sic|parasiti}}; audaci e generosi in un'azione, egoisti e vigliacchi in un'altra. Passano dal riso al pianto, dalla gioja più schietta all'ira più forsennata, con la massima rapidità, per modo che in un momento li crederesti deboli donne o fanciulli, in un altro, uomini in tutto il vigore della parola; insomma, la loro indole non saprei in massima definirla altro che con la parola: ''anguilliforme'', poiché ti guizza, ti scivola così rapidamente da ogni parte che quando credi d'averla afferrata, allora proprio è quando ti scapola e ti lascia con tanto di naso e con le mani in mano.
*Strano paese è questo! Quale impasto bizzarro di bellissimo e di orrendo, di eccellente e di pessimo, di gradevole e di nauseante. L'effetto che l'animo riceve da un tale insieme è come se si chiudessero e si riaprissero continuamente gli occhi: tenebre e luce, luce e tenebre.
*Son troppi quelli che abbisognano di lavoro, di fronte al movimento industriale e commerciale del paese, onde molti, lo ripeto, rimangono involontariamente inoperosi; ma quando offriamo loro da lavorare, è un'atroce calunnia, almeno ora, il dire che lo ricusino, perché hanno mangiato. Sono stato troppe volte e sul molo e nei quartieri poveri, dove abbondano gli sdraiati e gli addormentati e troppe volte ho fatto la prova, destandoli e incaricandoli di qualche piccola commissione e qualche volta anche grossa e faticosa, e mai mi son sentito rispondere il famoso ''aggio magnato''. Sorgono in piedi come se scattassero per una molla, si stropicciano gli occhi e per pochi centesimi si mettono alle fatiche più improbe, fanno due chilometri di strada correndo, e ritornano ringraziandovi, domandandovi se comandate altro, e scaricandovi addosso un diluvio di ''eccellenze'' e di ''don'', come se avessero da voi ricevuto il più grosso favore del mondo.<br/>Gli ho osservati nelle loro botteghe, passando per le vie, ed ho visto che lavorano; sono stato a visitare opificj e ne sono uscito con le mie convinzioni più radicate che mai. Non contento de' miei occhi, ne ho domandato ad alcuni direttori di stabilimenti manifatturieri, non napoletani e perciò non pregiudicati, e tutti mi hanno confermato nella mia scismatica opinione. Chi ha gambe venga e chi ha occhi veda, e dopo, se è onesto, dovrà convenire con me che lo sbadiglio lungo, sonoro, spasmodico, che quell'aspetto di prostrazione fisica, che quelle fisonomie assonnate e quasi sofferenti per la noia che s'incontrano specialmente nelle città di secondo ordine delle altre provincie, fra le quali non ultima la nostra leggiadra [[Toscana|Toscanina]], a Napoli non le troverà certamente; e giri, e cerchi, e osservi pure a suo piacere, assolutamente non le troverà.
*Ti dirò soltanto che da quel tempo in poi la [[camorra]] non ha mai cessato di esistere e che non cesserà mai, nonostante le sfuriate di persecuzione che si è preteso farle, finché non sarà affatto scomparsa l'ultima delle cause che le danno vita.
*Togliete a Napoli il Vesuvio, e la voce incantata della sirena avrà perduto per voi le più dolci armonie.
====[[Giuseppe Maria Galanti]]====
*I napoletani sono vivi, ciarlieri e gesticolosi all'eccesso, e non è meraviglia che non abbiano potuto soffrire l'Inquisizione. Sono avidi di feste e di spettacoli, e si sviluppa questo carattere in tutti i modi.
*Ma più della situazione è bello il clima. Il cielo vi è quasi sempre puro e sereno: l'aria vi è salubre e libera, e non vi si sentono mai gli estremi del caldo e del freddo. Il suolo è di una fertilità meravigliosa. Tutto dunque invita a vivere e godere in questo angolo del mondo.
*Napoli è situata rivolta a mezzogiorno e ad oriente sul pendio di una catena di colline oltremodo deliziose. Questa capitale col suo cratere, colle sue isole e montagne forma un colpo d'occhio ed una bellezza di situazione la più singolare. Tutti i luoghi presentano vedute così vaghe, così varie, così dilettevoli, che l'anima vi è rapita ed incantata. La principale è di osservare Napoli in alto mare.
[[Immagine:Napoli - piazza San Domenico Maggiore e guglia 1030736.JPG|thumb|Piazza San Domenico Maggiore, 2007]]
====[[Giuseppe Galasso]]====
*Era solo nelle grandi ricchezze naturali del luogo – la luce, il sole, l'azzurro incomparabile del cielo e del mare, la linea insieme aspra e dolce del paesaggio tirrenico, la non comune mitezza del clima – che le insufficienze enormi dell'abitato cittadino si scioglievano e davano luogo a un paesaggio urbano della vitalità e del colore di Napoli, per cui si poteva anche dimenticare, come spesso avveniva, che quella vitalità e quel colore erano il corrispettivo di una struttura sociale tragicamente caratterizzata dalla presenza dell'enorme massa sottoproletaria. [...] Per cogliere appieno quella che doveva essere allora<ref>Nel 1700.</ref>la bellezza della città, quale ce l'ha trasmessa anche la pittura del tempo, bisogna riferirsi in generale all'equilibrio complessivo dell'insieme dell'abitato col territorio e col paesaggio. Allora lo spettacolo è di una seduzione sottile e inebriante. Le cose sembrano respirare nello stesso tempo un'atmosfera vitalissima, carica di profondi e pesanti effluvi, e una vaga aura di morte. Io capisco molto bene [[Leonardo Sciascia|Sciascia]], quando dice qualcosa del genere per la sua [[Sicilia]], e [[Raffaele La Capria|La Capria]], quando parla del «ferito a morte», ferito da questa dolorosa dialettica tra una natura stupenda e una società senza sufficienti equilibri e cariche interne.
*Il napoletanismo deteriore e il mito della napoletanità hanno un po' stravolto, anzi hanno stravolto parecchio, il significato di questo momento aureo<ref>Il riferimento è all'alto livello e alla grande influenza che Napoli conseguì nella cultura e nell'arte durante il cinquantennio liberale.</ref>, l'ultimo grande momento – finora! – della Napoli artistica e letteraria. Ne è venuta fuori la smania del bozzetto napoletano, del colore locale; la coltivazione dell'«umanità» napoletana, che sarebbe un'umanità più umana di ogni altra; lo ''spleen'' di una tavolozza di sentimenti lacrimevolmente patetici; il mito di una vitalità primigenia irreprimibile: insomma, un misto di scugnizzo, di anima bella, di piccolo mondo antico e di provincialismo estetico che a me pare un falso storico, una dannosa evasione dalla realtà e un autentico contributo alla diffamazione napoletana de se stessi.
*Il sottoproletariato napoletano non è, del resto, un cane che si faccia portare a passeggio meccanicamente. All'irrazionalità della sua formazione storica corrisponde puntualmente l'imprevedibilità del suo comportamento socio-politico.
*L'importante è che di Napoli non si faccia un feticcio, né come caso disperato, né come fatto di napoletanità. La napoletanità è tutta nella storia. Il caso disperato è un comodo luogo comune di evasione della responsabilità. Direi che mai come nel caso di Napoli va bene riconoscere alla questione molte radici, molte tendenze di sviluppo, molte possibilità di orientamento, molta disponibilità di forze attuali, molte potenzialità. E che, quindi, le risposte e le scelte semplicistiche, a una dimensione, sono proprio le meno responsabili, le meno coraggiose.
*Napoli fu la base operativa della flotta cristiana che nel 1571 riportò sui turchi la decisiva vittoria di Lepanto, con la quale si pose un alt definitivo alla minaccia ottomana sui paesi cristiani del Mediterraneo. Per quanto non lo si ricordi, ancora più importante fu, tuttavia, la funzione strategica di Napoli nei confronti del teatro politico e militare italiano ed Europeo. Napoli, col Regno, fu infatti la retrovia, la seconda linea dell'azione spagnola nella Valle Padana, dove [[Milano]] apparteneva egualmente, dal 1535, alla Corona madrilena. Retrovia di Milano, fortezza e cittadella, per così dire, di Milano, fu perciò per due secoli Napoli.
*Nel corso dei secoli, e specialmente con il consolidarsi dell'appartenenza al dominio romano, la città aveva acquistato pure una fisionomia di centro culturale magari un po' provinciale, ma tranquillo, dignitoso, informato: qualcosa come una piccola città universitaria dell'Inghilterra vittoriana. Nello stesso tempo, però, qualcosa anche come le città turistiche della Riviera ligure in cui dall'Inghilterra vittoriana si veniva a villeggiare o a svernare, in quanto fra [[Isola di Capri|Capri]], [[Baia (Bacoli)|Baia]], Napoli a altri centri campani si andò sviluppando, fra il I secolo avanti Cristo e il I secolo dopo Cristo, la zona di soggiorno invernale, riposo, villeggiatura, svago più elegante dell'alta società romana. Fu in questa Napoli che [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] trascorse molti anni e scrisse le ''Georgiche'', trasmettendone pure l'immagine serena, benché dolcemente malinconica nella sua malia. Negli ultimi anni dell'Impero romano in Occidente la città sembra presentare una fisionomia più composita, e anche – se così posso dire – meno composta. Sembra come se la dolcezza malinconica, virgiliana, si fosse stemperata nell'edonismo lascivo e vitalisticamente agitato, tumultuoso della città ideata da [[Petronio Arbitro|Petronio]] come scena del ''Satyricon''.
*Nel periodo fascista, in un'Italia e in un mondo mutati, col primo avvio della società consumistica, con l'incipiente trionfo della meccanizzazione di massa e dei mezzi di comunicazione di massa, la continuità voleva dire ristagno, degradazione, salto di qualità all'ingiù. E, infatti, è in questo periodo che, dopo le grandi fiammate del '700 e della ''belle époque'', Napoli tende ancora più a provincializzarsi, si trova sempre più spinta ai margini delle correnti principali della vita sociale e intellettuale.
*{{NDR|La [[Mostra d'Oltremare]]}} non esprimeva solo il coronamento dell'intervento a Fuorigrotta, ma una più generale visione della città, la visione che in ultimo se ne fece il [[fascismo]]: una Napoli volta verso il [[Mediterraneo]] e l'[[Africa]], grande porto coloniale e militare, sostegno industriale e retrovia commerciale della potenza italiana oltremare e, perfino, base culturale dell'Italia africana, come si diceva allora, tramite l'Istituto Orientale e altre istituzioni universitarie ed extrauniversitarie. [...] Era, però, anche una visione pateticamente provinciale e ritardataria nel 1938-39.
*Tutta «speciale» la politica per Napoli da un secolo a questa parte: regi commissari, commissari speciali, leggi speciali. L'eccezionale come norma, e come alibi della classe politica, soprattutto di quella impegnata a livello nazionale, nei riguardi dei problemi cittadini. Ed espressione anche dell'incapacità o difficoltà manifestate nel portare avanti uno sforzo o un disegno più ordinario, ma anche più costante e costruttivo.
====[[Giuseppe Garibaldi]]====
*A Napoli, come in tutti i paesi percorsi dallo [[Stretto Di Messina]], le popolazioni furono sublimi d'entusiasmo e d'amor patrio, ed il loro imponente contegno contribuì certo moltissimo a sì brillanti risultati.<br>Altra circostanza ben favorevole alla causa nazionale fu il tacito consenso della marina militare borbonica, che avrebbe potuto, se intieramente ostile, ritardare molto il nostro progresso verso la capitale. E veramente i nostri piroscafi trasportavano liberamente i corpi dell'esercito meridionale lungo tutto il {{sic|littorale}} napoletano, senza ostacoli; ciò che non avrebbero potuto eseguire con una marina assolutamente contraria.
*I pochi giorni passati in Napoli, dopo l'accoglienza gentile fattami da quel popolo generoso, furono piuttosto di nausea, appunto per le mene e sollecitudini di quei tali cagnotti delle monarchie, che altro non sono in sostanza che sacerdoti del ventre. Aspiranti immorali e ridicoli, che usarono i più ignobili espedienti per rovesciare quel povero diavolo di Franceschiello, colpevole solo d'esser nato sui gradini d'un trono, e per sostituirlo del modo che tutti sanno.<br>Tutti sanno le trame d'una tentata insurrezione, che doveva aver luogo prima dell'arrivo dei Mille per toglier loro il merito di cacciar il Borbone, e farsene poi belli costoro presso l'Italia, con poca fatica e merito. Ciò poteva benissimo eseguirsi se coi grossi stipendi la monarchia sapesse infondere ne' suoi agenti un po' più di coraggio, e meno amor della pelle.<br>Non ebbero il coraggio d'una rivoluzione i fautori sabaudi, ed era allora tanto facile di edificare sulle fondamenta altrui, maestri come sono in tali appropriazioni; ma ne ebbero molto per intrigare, tramare, sovvertire l'ordine pubblico, e mentre nulla avean contribuito alla gloriosa spedizione, quando poco rimaneva da fare ed era divenuto il compimento facile, la smargiassavano da protettori ed alleati nostri, sbarcando truppe dell'esercito sardo in Napoli (per assicurare la gran preda, s'intende).
*In Napoli più che a Palermo aveva il cavourismo lavorato indefessamente, e vi trovai non pochi ostacoli. Corroborato poi dalla notizia che l'esercito sardo invadeva lo Stato pontificio, esso diventava insolente. Quel partito, basato sulla corruzione, nulla avea lasciato d'intentato. Esso s'era prima lusingato di fermarci al di là dello stretto, e circoscrivere l'azione nostra alla sola [[Sicilia]]. Perciò avea chiamato in sussidio il magnanimo padrone, e già un vascello della marina militare francese era comparso nel Faro; ma ci valse immensamente il veto di lord [[John Russell, I conte di Russell|{{sic|John Russel}}]] che in nome d'[[Gran Bretagna|Albione]] imponeva al sire di [[Francia]] di non immischiarsi nelle cose nostre.<br>Quello che più mi urtava nei maneggi di cotesto partito era di trovare le {{sic|traccie}} in certi individui che mi erano cari, e di cui mai avrei dubitato. Gli uomini incorruttibili erano dominati con l'ipocrita ma terribile pretesto della necessità! La necessità d'esser codardi! La necessità di ravvolgersi nel fango davanti ad un simulacro d'effimera potenza, e non sentire, e non capire la robusta, imponente, maschia volontà d'un popolo che, volendo ''essere'' ad ogni costo, si dispone a frangere cotesti simulacri e disperderli nel letamaio donde scaturirono.
*L'ingresso nella grande capitale ha più del portentoso che della realtà. Accompagnato da pochi aiutanti, io passai framezzo alle truppe borboniche ancora padrone, le quali mi presentavano l'armi con più ossequio certamente, che non lo facevano in quei tempi ai loro generali.<br>Il 7 settembre 1860! E chi dei figli di Partenope non ricorderà il gloriosissimo giorno? Il 7 settembre cadeva l'{{sic|abborrita}} [[Borbone delle Due Sicilie|dinastia]] che un grande statista inglese avea chiamato «Maledizione di Dio!» e sorgeva sulle sue ruine la sovranità del popolo, che una sventurata fatalità fa sempre poco duratura.<br>Il 7 settembre un figlio del popolo, accompagnato da pochi suoi amici che si chiamavano aiutanti, entrava nella superba capitale dal focoso destriero<ref>Simbolo di Napoli.</ref>acclamato e sorretto dai cinquecentomila abitatori, la cui fervida ed irresistibile volontà, paralizzando un esercito intiero, li spingeva alla demolizione d'una tirannide, all'emancipazione dei loro sacri diritti; quella scossa avrebbe potuto movere l'intiera Italia, e portarla sulla via del dovere, quel ruggito basterebbe a far mansueti i reggitori insolenti ed insaziabili, ed a rovesciarli nella polve!<br>Eppure il plauso ed il contegno imponente del grande popolo valsero nel 7 settembre 1860 a mantenere innocuo l'esercito borbonico, padrone ancora dei forti e dei punti principali della città, da dove avrebbe potuto distruggerla.
*Trattavasi di rovesciare una monarchia per sostituirla, senza volontà o capacità di far meglio per quei poveri popoli, ed era bello veder quei magnati di tutti i dispotismi usar ogni specie di malefica influenza, corrompendo l'esercito, la marina, la corte, i ministri, servendosi di tutti i mezzi più subdoli per ottenere l'intento indecoroso.<br>Sì, era bello il barcamenare di tutti cotesti satelliti, che si atteggiavano ad alleati del re di Napoli, consigliandolo, cercando di condurlo a trattative ''fraterne'' ed attorniandolo d'insidie e di tradimenti. E se non avessero tanto temuto per la loro brutta pelle, essi potevano presentarsi all'Italia come liberatori.<br>Che bel risultato se potevano far restare con tanto di naso i Mille e tutta la democrazia italiana. Ma sì! Sono i bocconi fatti che piacciono a cotesti liberatori dell'Italia a grandi livree.
====[[Alfonso Gatto]]====
*{{NDR|Il napoletano}} Paziente, trasmoda dalla sua pazienza, non la perde. Rinuncia all'attacco per attecchire nel luogo e nel tempo che gli è dato vivere. Non ha radici, ma il fusto interrato come una croce. Potremmo scalzarlo, ma l'arma della sua punta – l'unica ch'egli possiede – sempre lo porterebbe a cercare in ogni sistema, in ogni rapporto, l'eterna provvisorietà del suo appiglio. Chiameremo «reazionario» l'inane opportunista che difende la sua superficialità, la sua parte di spillo a furia di penetrazione, a furia di cadere e d'essere vibrato dall'alto?<br>Io non so rispondere, ma vedo la morte ch'egli ha sulle spalle, quel suo bisogno di penetrare nelle sue ristrettezze come la zeppa di legno in uno spacco, il soliloquio delle parole tenere che nessuno mai gli dirà.
*Se parliamo di Napoli, una città interrotta, sappiamo che «qualcosa» deve finire. Che sia l'inganno della distanza – quanto è più vicina – il fascino della sua verità?<br>Il luogo comune nasconde il suo genio o tardi lo rivela, a nostre spese. Napoli è un idolo sconsacrato e ignoto, un avanzo di storia, al quale diamo un nome, una leggenda. La prendiamo in giro e per secondare il gioco, per divertirci, lei ci tiene a distanza. Non ha nulla da riconoscersi, prestigio o fama, ma fa sue le lodi di chi la cerca. Napoli è la nostra provocazione che le fa gioco. Questo deve finire.
*Tra l'essere e il non essere, Napoli appare. Siamo davanti alle rovine di un paese felice da cui giungono i primi segni di vita.<br>Gli scampati chini a raccogliere la propria ombra stendono il sole, luminoso prima che caldo. Si lasciano accogliere nelle strette di quel paesaggio ormai illeso e silenzioso al quale è stata tolta la parola. Di colpo, come da una pietra smossa, brulicano i bambini e al loro salto – di casa in casa, sembra –, al loro risalire, la platea di sasso scoscende nell'Ade o s'alza nella sua scena. La luce pesca tutti a uno a uno. Assenti le voci, e pure udite per quell'assiduo fervore, i vivi provano le braccia, le gambe, gli occhi di cui ancora non sanno che fare.<br>Crediamo di vedere, remoto nel suo avvenimento, un passato giunto a noi da secoli di luce.
====[[Andrea Geremicca]]====
*{{NDR|Napoli}} città sospesa che nel suo presente vive ancora il passato e costruisce il futuro, in un intreccio esaltante, doloroso e drammatico al tempo stesso.
*Come la storia di un fiume non può essere letta senza scrutare i segni lasciati dalle acque in piena nel loro secolare corso verso il mare aperto, così la storia di questa città non potrà in avvenire essere compresa senza studiare le radici e le ragioni della eccezionale stagione vissuta in questi ultimi anni dal popolo napoletano, come inalienabile tappa del suo travagliato e doloroso cammino verso la propria emancipazione.
*{{NDR|Connota Napoli}} l'ambiguità o, meglio, l'ambivalenza [...] della sua storia e delle sue vicende che possono essere lette in chiave di inarrestabile decadenza o in chiave di irrefrenabile vitalità. La mia – e non solo la mia – chiave di lettura è la seconda [...].<br>E non perché sia estranea alla mia – alla nostra – coscienza l'immagine tragicamente presente a [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], di quella parte della città che per non trasformarsi preferisce estinguersi. Al contrario: proprio perché ci è presente, siamo impegnati nella battaglia – politica, civile e culturale − per l'affermazione piena di quell'altra parte di Napoli, sino ad oggi largamente maggioritaria, che per non estinguersi vuole trasformarsi.
*La crisi di Napoli non può essere letta con occhi antichi. Non si può decifrare chiudendosi nel ventre della città e girando nel dedalo dei vicoli, tra i fondaci fitti di voci e di bassi senza luce, nel tentativo di far rivivere le stupende «cronache» di [[Matilde Serao]]. Chi ci prova si perde, ricavandone un senso di mistero e di sgomento. Perché oggi nei vicoli descritti dalla Serao, assieme ai secolari malanni, spunta una nuova malattia sociale: il [[w:saturnismo|saturnismo]], che esce dalle tipografie per aggredire i bambini attraverso il gas di combustione delle auto dilaganti ovunque; e sui bassi incombe l'ombra lunare di mostruosi grattacieli; e nei fondaci le donne cuciono guanti e scarpe che non rimangono nel circuito chiuso di una astorica «economia del vicolo» ma vengono venduti in Asia e nelle Americhe.
*Puntando tutte le carte ''sul ruolo produttivo'' di Napoli e della regione, e indicando (orgogliosamente, certo, ma legittimamente) la funzione di Napoli come ''cerniera democratica'' nel processo di unificazione politica del Paese, il movimento operaio e democratico ha contribuito grandemente alla liberazione di una massa nuova e potente di energie, promuovendo il suo impegno su una prospettiva di rinnovamento economico e di sviluppo democratico del Paese e dello Stato. Per la prima volta nella sua storia: Napoli non ''contro'' ma ''per'' uno stato democratico e realmente nazionale. Per la prima volta: da Napoli un apporto decisivo alla unificazione politica del Paese. Per la prima volta: Napoli non palla di piombo ai piedi del Paese ma leva decisiva per un assetto nuovo e diverso dell'economia, della società e dello Stato italiano nel suo insieme.
====[[George Gissing]]====
*È scoraggiante sotto qualunque cielo osservare i cambiamenti di Napoli. Lo sventramento prosegue e intere zone sono trasformate. Penso che sia un bene che l'ampio Corso Umberto I tagli il vecchio Pendino; ma quale contrasto tra il pittoresco di prima e la volgarità cosmopolita che ne ha preso il posto! «''Napoli se ne va!''»
*Non ci sarebbe da stupirsi se il rimodernamento della città, insieme alla situazione generale italiana, avesse un effetto calmante sui modi napoletani. Sotto un aspetto le strade sono indubbiamente meno gaie. Quando venni a Napoli per la prima volta non si stava mai, letteralmente mai, senza sentire un organetto; e questi organetti che in generale avevano un timbro particolarmente armonioso suonavano le arie più brillanti; banali, anche volgari, se volete, ma sempre melodiose e care a Napoli. Ora la musica per le strade è rara, e sento che un regolamento di polizia ostacola già da tempo quei teneri strumenti. Ne sento la mancanza [...] (pp. 23-24)
*Passo da Santa Lucia con gli occhi bassi, mentre i ricordi di dieci anni fa si fanno strada contro l'opaco presente. Il porto dal quale si partiva per Capri è colmato; il mare è stato scacciato a una disperata distanza, dietro squallidi mucchi di rifiuti. Vogliono fare un argine lungo e diritto da Castel dell'Uovo al Porto Grande, e tra non molto Santa Lucia sarà una strada qualunque, chiusa fra alti caseggiati, senza nessuna veduta. Ah, le notti che si passavano qui, osservando i rossi bagliori del [[Vesuvio]], seguendo la linea scura del promontorio di [[Sorrento]] o aspettando che il chiaro di luna spandesse la sua magìa su [[Capri]], a fiore delle acque! [...] Santa Lucia era unica. È diventata squallida.
====[[Vittorio Gleijeses]]====
*A [[Roma]], ad esempio, della antica città, della magnificenza della ''caput mundi'' oggi possiamo ammirare quanto è stato riportato alla luce per il suo valore archeologico, quasi in un cimitero debitamente recintato. Si possono ammirare o visitare i monumenti, i fori, gli scheletri vuoti dei templi, l'ossatura degli edifici, ruderi che pur testimoniandoci indubbiamente la grandezza di un'epoca che fu, restano avulsi dalla città vera e propria e circoscritti da barriere e confini.<br>A Napoli, ben poco o quasi nulla è rimasto di monumentale o di artistico, in quanto il centro urbano ha subito attraverso i secoli una lenta graduale insensibile trasformazione ma, in compenso, negli stessi luoghi in cui gli abitanti della {{sic|πολίς}} greca si recavano per concludere affari, divertirsi o pregare, ferve la vita, che a distanza di oltre venti secoli offre una continuità di costumi e di abitudini che dà la sensazione di essere fuori dal tempo. Questo vivere in un ambiente così fondamentalmente immutato ed immutabile spiega forse perché fra la nostra gente sia così vivo il senso della ineluttabilità del fato, del fluire incessante delle cose, dell'impotenza del genere umano di fronte all'eternità. Proprio il fatalismo imposto da questa consapevolezza è in parte responsabile della mancanza di riguardo dei napoletani verso il rudere o il monumento antico, ridotto diremmo, alla stregua di un oggetto di uso abituale.
*Anche dopo le feste voi pensate che a Napoli le «regalie» siano finite? Vi sbagliate di grosso! Vi sentirete ancora dire: Signurì, buone fatte feste! Le mance hanno validità fino all'[[Epifania]], e se non si aderisce si diventa oggetto di... mormorii poco benevoli e... si perde il saluto. «Eh! La miseria!» mi diceva un giorno Augusto Cesareo, «ma ti pare che dopo tutti quei soldi che abbiamo speso, ci dobbiamo ancora sentire... buone fatte feste?» E così il portalettere, il portiere, lo spazzino che a Napoli sta diventando... la primula rossa, perché non viene mai, non si vede mai, e se c'è... nessuno se ne accorge, nei giorni precedenti le feste si danno da fare, diventano persino premurosi.
*Certo che se nell'entusiasmo del momento si intravede la scorza ruvida del [[lazzari|lazzarone]] che in fondo in fondo ancora sopravvive, e se il divertimento degenera talvolta in rissa o in baccanale, bisogna cercare di comprendere questo popolo di lavoratori tenaci e silenziosi, ben lontano dal «cliché» del napoletano pigro e svogliato, anche se in qualche occasione è portato dal suo forte temperamento meridionale ad eccedere sotto alcuni aspetti.<br >Le feste religiose, in realtà, sono per i napoletani un pretesto per fare una scampagnata e mangiare in trattoria o all'aria aperta con ceste portate da casa. È del carattere napoletano cercare di dimenticare gli affanni giornalieri, il solito monotono «tran tran» di tutti i giorni, tuffandosi nella diversità di un giorno solo con tutta l'intensità dei propri sensi fino a sentirsi pervasi da un'allegria totale che ha qualcosa di insano.
*Dall'anima cattolicissima di Napoli non è mai scomparso un fondo di paganesimo che tinge di una qualità particolare i costumi religiosi del nostro popolo. Nelle superstizioni e nel fanatismo che due millenni di cristianesimo non sono riusciti a cancellare, vive forse ancora il ricordo degli antichi riti dei culti degli dei pagani.
*È stato detto che [[San Gennaro]] è l'anima di Napoli. Si potrebbe dire qualcosa di più. San Gennaro è il sentimento di un popolo che, nonostante le sconfitte, le delusioni, le amarezze patite nella sua lunga e dolorosa storia, trova ancora la forza di sperare, di lottare, di vivere.
*L'alta civiltà del popolo napoletano è racchiusa proprio in questa sua immensa generosità, in questa possibilità di dare e di prendere tanto dal nulla, dalle piccole cose, da una infinitesimale soddisfazione morale, o da un minimo sollievo materiale; e si concretizza nel suo saldo amore per la famiglia, che per le feste si riunisce ed attraverso di esse si {{sic|cimenta}} e resta ancora unita, oggi, come credo, in ben pochi paesi al mondo.
*La [[malocchio|jettatura]] – con la j (lunga) – è una influenza malefica alla quale, anche se non ci si crede del tutto, non ci si può sottrarre. In [[Campania]] è un fenomeno storico, poiché il timore dei suoi nefasti risultati noi napoletani l'abbiamo nel sangue, forse ereditato dai nostri progenitori greci e romani. [...] L'abate [[Ferdinando Galiani|Galiani]] sosteneva che persino [[Paolo di Tarso|San Paolo]] credesse alla jettatura in quanto scrivendo una epistola ai Galati, dai quali non riusciva ad ottenere quanto voleva, tra l'altro aveva scritto: «''quis vos fascinavit non oboedire veritati!''». Accertato quindi che questa malefica credenza esiste a Napoli sin dall'antichità, bisogna convenire con [[Alexandre Dumas (padre)|Alessandro Dumas]] che essa è una malattia incurabile: si nasce jettatori, si muore jettatori e si può diventarlo, ma quando lo si è diventati, non si cessa più di esserlo. I forestieri che vengono a Napoli, all'inizio ridono di queste sciocchezze, ma poi cominciano a parlarne, diventano titubanti e dopo qualche mese di permanenza finiscono col coprirsi di corni e aggeggi del genere o, come un simpatico funzionario straniero mio buon amico, quando incontrano determinati personaggi, prendono la fuga!
*La natura del napoletano, sempre in bilico tra il sacro ed il profano, è tale che egli addenta una [[pizza]] con la stessa voluttà con la quale stringe una bella ragazza e mette nel cantare una canzone tutta l'anima come la mette nelle sue preghiere: è sempre lo stesso entusiasmo che l'accompagna.
*La Neapolis dei primi tempi dell'impero, decaduta ormai a luogo di villeggiatura dei romani più ricchi e potenti che vi venivano per essere abbastanza − anche se non troppo − lontani dalla vita pubblica, doveva necessariamente offrire ai suoi ospiti, come una novella Circe, una corruzione sottile e molli blandizie per trattenerli nel suo grembo. La più sottile cultura ellenistica faceva {{sic|si}} che gli usi della città – sia nei lati buoni sia in quelli cattivi – fossero più scanzonati, meno inibiti, con quel senso di superiorità che spesso dipende dal non avere più niente di solido, dentro.
*La sensibilità acuta del popolo napoletano lo rende vulnerabile al dolore così come pronto al sorriso, ma questa gente semplice ha ancora la capacità di cercare gioia e felicità nello sguardo di un bimbo, nella bellezza di un tramonto, nel volo di uno stormo di uccelli, dando forse una impressione di superficialità che invece non è che vero, profondo, radicato sentimento poetico.
*Le feste, i balli, le canzoni, le taverne, il [[Voci e gridi di venditori napoletani|grido]] dei tipici venditori ambulanti, rendono unico questo popolo, questa gente che sembra sempre allegra, gaia, sorridente e spensierata e molto spesso è invece solo molto coraggiosa nella miseria e nella sventura. Sembrerebbe quasi, come diceva [[Fanny Salazar Zampini|Zampini Salazaro]]: «Che un riflesso del sorriso di questo cielo privilegiato si diffonda su di essi, che anche sul dolore sanno innalzare a Dio canti festosi».
*Nella vecchia Napoli non è raro scoprire, fra vecchi palazzetti cadenti dall'intonaco scrostato e stinto, le vestigia di un passato, quasi mimetizzate dall'incuria e dall'abbandono in cui versano. I vasetti di gerani e le «''buatte''<ref>Lattine o scatole di metallo per alimenti.</ref>» con le piante di garofani nascondono talvolta una bordura di pietra viva finemente intagliata; le brutte, policrome insegne di una scuola-guida o di un sarto si addossano a un elegante portale, che, pur se sporco e fuligginoso, resta come isolato dal contesto generale in una sorta di distaccata nobiltà. Napoli antica riserva di queste sorprese a chi sappia guardarla con occhi che vedono, sorprese che, se talvolta mortificano e addolorano, tuttavia inteneriscono.
*Oggi i costumi popolari sono spariti o modificati, ma il loro ricordo vive ancora tra noi, lasciando rimpianto ed ammirazione per quegli usi ancora coloriti dalla fantasia, pieni di brio e di giovanile freschezza. [...] il popolo napoletano è come un adulto che ricorda con rimpianto la sua infanzia, primitiva, semplice e bonaria.
*Se una città dovesse ricevere un premio per aver coscienziosamente distrutto tutti i ricordi del passato, questo sicuramente spetterebbe a Napoli.<br>Un po' per le bizze dello «''sterminator [[Vesuvio|Vesevo]]''», eruzioni e terremoti, un po' per le guerre che attraverso i secoli hanno ciclicamente devastato questa nostra terra, eternamente appetita da eserciti e dominazioni straniere, un po' per l'entusiasmo degli abitanti nel voler seguire ogni nuova moda, che li ha spinti a modificare i monumenti per mantenerli ''à la page'' con i gusti dei tempi, un po' per il menefreghismo e il lasciar correre altrettanto congeniti nel carattere di noi napoletani, gran parte del nostro patrimonio storico-artistico si è come disintegrato attraverso i secoli.
*Un popolo semplice, parco, generoso e civile nell'animo, anche se spesso non del tutto nell'esteriorità.
====[[Johann Wolfgang von Goethe]], ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]''====
*Anche a me qui sembra di essere un altro. Dunque le cose sono due: o ero pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso.
*Avvicinandoci a Napoli, l'atmosfera si era fatta completamente sgombra di nubi e noi ci trovammo veramente in un altro mondo. Le abitazioni coi tetti a terrazza facevan comprendere che eravamo in un clima diverso; ma non credo che nell'interno esse siano molto ospitali. Tutti sono sulla strada, tutti seggono al sole finché finisce di brillare. Il napoletano crede veramente d'essere in possesso del paradiso, e dei paesi settentrionali ha un concetto molto triste: «Sempre neve, case di legno, grande ignoranza, ma danari assai». Questa è l'idea che essi hanno delle cose nostre. A edificazione di tutte le popolazioni tedesche, questa caratteristica, tradotta, significa: «''Immer Schnee, hölzerne Häuser, grosse Unwissenheit, aber Geld genug''».<br>Napoli per sé si annunzia giocondamente, piena di movimento e di vita; una folla innumerevole s'incrocia per le vie; il re è a caccia, la regina incinta, e non si potrebbe desiderare nulla di meglio.
*Come si suol dire che colui, al quale è apparso uno spettro, non può più esser lieto, così si potrebbe dire al contrario che non sarà mai del tutto infelice chi può ritornare, col pensiero, a Napoli.
*Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate... Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi!
*È interessante e fa così bene, aggirarsi tra una folla innumerevole e irrequieta come questa. Tutti si rimescolano come le onde d'un torrente, eppure ognuno trova la sua via e arriva alla sua meta. Solo in mezzo a tanta folla e fra tanta irrequietezza io mi sento veramente tranquillo e solo; e più le vie rumoreggiano più mi sento calmo.
*Il più splendido tramonto, una serata di paradiso, mi hanno estasiato al ritorno<ref>Dal Vesuvio.</ref>Ho potuto tuttavia sentire come un contrasto così enorme basti a turbare i nostri sensi. L'orribile accostato al bello, il bello all'orribile, si annullano a vicenda e finiscono per produrre una sensazione d'indifferenza. Non v'ha dubbio che il napoletano sarebbe un altr'uomo, se non si sentisse prigioniero fra Dio e Satana.
*Napoli è un paradiso; tutti vivono in una specie di ebbrezza e di oblio di se stessi. A me accade lo stesso; non mi riconosco quasi più, mi sembra d'essere un altr'uomo. Ieri mi dicevo: o sei stato folle fin qui, o lo sei adesso.
*{{NDR|Kniep}} mi condusse sulla terrazza di una casa, dalla quale si poteva abbracciar con lo sguardo specialmente la parte bassa di Napoli, verso il molo, col golfo e la spiaggia di Sorrento; tutta la parte a destra si presentava in uno sfondo singolarissimo, come forse sarebbe difficile vedere da tutt'altro punto. Napoli e bella e stupenda da per tutto.
*Oggi ci siamo dati alla pazza gioia e abbiamo dedicato il nostro tempo a contemplare meravigliose bellezze. Si dica o racconti o dipinga quel che si vuole, ma qui ogni attesa è superata. Queste rive, golfi, insenature, il Vesuvio, la città, coi suoi dintorni, i castelli, le ville! Al tramonto andammo a visitare la Grotta di Posillipo, nel momento in cui dall'altro lato entravano i raggi del sole declinante. Siano perdonati tutti coloro che a Napoli escono di senno! Ricordai pure con commozione mio padre, cui proprio le cose da me vedute oggi per la prima volta avevano lasciato un'impressione incancellabile.
*Per ritornare al popolino di Napoli, è interessante osservare che, come fanno i ragazzi più vispi quando si comanda loro qualche cosa, anche i napoletani finiscono con l'assolvere il loro compito, ma ne traggono sempre argomento per scherzarvi sopra. Tutta la classe popolana è di spirito vivacissimo ed è dotata di un intuito rapido ed esatto: il suo linguaggio deve essere figurato, le sue trovate acute e mordaci. Non per nulla l'antica Atella sorgeva nei dintorni di Napoli; e come il suo prediletto Pulcinella continua ancora i giuochi atellani, così il basso popolo s'appassiona anche adesso ai suoi lazzi.
*Poco dopo arrivammo ad un'altura, dove un quadro grandioso si presentò ai nostro occhi. Napoli in tutta la sua magnificenza, con le sue case schierate lungo la spiaggia del golfo per parecchie miglia, i promontori, le lingue di terra, le pareti delle rocce, e poi le isole, e, nello sfondo, il mare: spettacolo davvero incantevole.<br>Un canto selvaggio, o piuttosto un grido, un urlo di gioia mi spaventò e mi turbò: era il ragazzo, che stava nel biroccio dietro a noi. Io lo rimproverai vivacemente, mentre fino allora egli non aveva inteso una sola parola aspra da noi, essendo in fondo un buon figliuolo. Per un poco, non si mosse; poi mi batté lievemente sulla spalla, tese fra noi due il braccio destro con l'indice alzato e: – Signor, perdonate – disse – questa è la mia patria! Ciò che mi sorprese non men di prima e mi fece luccicare negli occhi, povero figlio del nord, qualche cosa come una lacrima.
*Qui la gente non si dà alcun pensiero dei fatti altrui; è molto se si accorgono di correre qua e là, l'uno accanto all'altro; vanno e vengono tutto il giorno in un paradiso, senza guardarsi troppo intorno, e quando la bocca dell'inferno loro vicino minaccia di montar sulle furie, ricorrono a [[San Gennaro|S.Gennaro]] e al suo sangue, come del resto tutto il mondo ricorre al sangue, contro la morte e contro il demonio.
*Riscontro in questo popolo un'industriosità sommamente viva e accorta, al fine non già ad arricchirsi ma di vivere senza affanni.
*Se i napoletani non vogliono saperne di lasciar la loro città, se i loro poeti decantano con iperboli esagerate la felicità della sua posizione, bisognerebbe scusarli, anche se nei dintorni sorgessero due o tre [[Vesuvio|Vesuvi]] di più. In questo paese non è assolutamente possibile ripensare a [[Roma]]; di fronte alla posizione tutta aperta di Napoli, la capitale del mondo, nella valle del Tevere, fa l'impressione di un monastero mal situato.
*«Vedi Napoli e poi muori». Dicono qui.
====[[Ferdinand Gregorovius]]====
*I mercati settimanali hanno pure luogo su quella [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza]], per un Tedesco di triste memoria, perché colà fu decapitato l'[[Corradino di Svevia|ultimo degli Hohenstaufen]]; è del pari caratteristica per essere stato il teatro di uno storico episodio, quello di [[Masaniello]], su quella piazza dai lazzari eletto loro re, e ivi trucidato.<br>Questo luogo è storico per il popolo napoletano; è come la sua [[Presa della Bastiglia|piazza della Bastiglia]], sanguinosa per le scene terribili di giustizia popolare; il popolo vi troncò il capo a nobili cittadini e li espose all'oltraggio. È rimasta terribile anche per i ricordi della peste.
*I Napoletani sono irritati, ma ridono. Non vi è in tutto il mondo un paese in cui il dispotismo sia usato con tanta facilità, poiché è impossibile distruggere i tesori di questa splendida natura, ridurre sterile questo fertile suolo. Sotto questo cielo ognuno può sempre liberamente muoversi, tutti quanti i sensi provano la loro soddisfazione. La natura eguaglia tutto: non vi è luogo più democratico di Napoli. Chi potrebbe mai annullare questa ''magna charta'' della libertà?
*Io dimorai a S. Lucia quaranta giorni, e dalla mia finestra vedevasi tutto il golfo raggiante di luce: le due cime del Vesuvio dominanti la bianca città, le pittoresche {{sic|spiaggie}} di Castellammare, di Sorrento, fino a Capo Minerva, e l'isola di Capri. Ogni mattino, quando la rosea luce del golfo veniva a svegliarmi nella mia camera, mi abbandonavo alla contemplazione di quel fantastico spettacolo che è colà il levare del sole, e guardavo le tinte di fuoco dei monti e del mare, che parevano avvolgere in un incendio colossale la grandiosa città. Ma più magico ancora era lo spettacolo che mi si parava dinanzi allorché la luna nel suo pieno, sorgeva sul [[Vesuvio]], e spandeva la sua luce argentea sui monti, sul mare, sulla città, illuminando l'intero golfo. La cupa foresta degli alberi delle navi nel porto si distaccava allora sopra un fondo di brillante bianchezza; la luce dei fanali impallidiva; infinite barche scivolavano sulle onde, e sparivano, e tosto ricomparivano all'orizzonte; lo scoglio gigantesco di Capri appariva, e Somma, il Vesuvio, i monti di Castellammare e di Sorrento, quasi forme fantastiche, s'illuminavano. Chi avrebbe potuto dormire in quelle notti? Io prendevo una barca a S. Lucia e navigavo su quelle onde fosforescenti, oppure rimanevo seduto sulla spiaggia, insieme con popolani a mangiare frutti di mare.
*Io ho trovato sempre straordinariamente caratteristico questo spettacolo. Nelle ore calde del pomeriggio, sotto il porticato di una delle principali chiese, quella di S. Francesco di Paola, si vedono centinaia di lazzaroni sdraiati che dormono, sudici e cenciosi, decorazione poco armoniosa e decorosa con quell'opera architettonica. Ho ripensato a quegli altri lazzaroni dell'antica Roma, i quali facevano essi pure la siesta sotto il portico di Augusto e di Pompeo, se non che quelli tenevano in tasca le tessere per la distribuzione del grano, e questi non l'hanno. In qualunque altra capitale d'Europa la polizia caccerebbe via tutti quei dormienti dal portico di una chiesa dinanzi al palazzo reale. Qui, invece, dormono a loro bell'agio, e le sentinelle che passeggiano distratte in su e in giù presso le statue equestri di Carlo III e di Ferdinando I, li guardano come la cosa più naturale del mondo.
*L'armonia regna in questo paese: non un volto grave, melanconico: tutto qui sorride; a migliaia scivolano nel porto le barche, a migliaia passano per Chiaia e S. Lucia le carrozze; ad ogni passo s'incontrano persone intente a mangiare maccheroni, o frutti di mare; in terra si canta e si suona; tutti i teatri sono aperti; oggi, come prima, il sangue di S. Gennaro bolle e si discioglie; nessuna bomba ha ucciso {{sic|pulcinella}}; la Villa Reale è piena di forestieri che lasciano cospicue {{sic|mancie}}. Questo popolo vive alla giornata: non ha passioni politiche, non ama le cose gravi, le passioni virili, senza le quali un paese non ha una storia propria. Dalle sue origini Napoli ha sempre avuto per padroni gli stranieri: i Bizantini prima, poi i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Spagnuoli, i Borboni e Gioacchino Murat. Un popolo, che è privo di carattere, che non ha sentimento nazionale, si piega a qualunque signoria. Fa senso vedere ancora oggi in corso le monete coll'effigie di Murat, accanto a quelle di re Ferdinando. Gli uomini assennati, che scusano il carattere di questo popolo e non se ne adontano, mancano di perspicacia e di prudenza.
*La folla e il movimento che regnano sul porto, sono un nulla in confronto a quanto si vede nei due maggiori mercati, vicini a Marinella: il Porto Nuovo e il Mercato. Il Porto Nuovo è sempre ingombro da una folla immensa; si direbbe che l'intera Campania abbia mandato le sue frutta e il golfo tutti i suoi pesci su questa piazza. Il popolo vi si reca per comprare, per mangiare; lo si potrebbe dunque definire come il ventricolo di Napoli. È veramente interessante osservare tutta quella folla, tutto quel frastuono, ed uno lo può fare a suo bell'agio, rifugiandosi in una di quelle cucine all'aperto, costituite da quattro tavole, dove si preparano e vengono mangiate le ''pizze'', specie di torte schiacciate, rotonde, condite con formaggio, o con prosciutto. Si ordinano e in cinque minuti sono pronte; per digerirle, però, è necessario avere i succhi gastrici di un lazzarone.
*Le bellezze della natura e i sentimenti cristiani, alla presenza delle più grandi meraviglie della creazione, risvegliano sempre idee tristi. Ero giunto su di una altura dove alcuni soldati svizzeri stavano bevendo fuori di una piccola bettola, una capanna di paglia. Di lassù si dominavano il mare, le isole di Nisida, di Procida e d'Ischia, tutte avvolte nel manto meraviglioso del sole al tramonto. Uno di quei soldati mi si avvicinò e, gettando uno sguardo su quello spettacolo meraviglioso, con tono di mestizia mi disse: «Come è bello! troppo bello!... rende melanconici...»
*Mentre io stavo seduto sulle rovine della villa di Giove, contemplando lo splendido golfo irradiato dal sole, il [[Vesuvio]] che fumava mi parve quasi il [[Tiberio]] della natura, e pensai che spesso da questo punto Tiberio lo contemplasse cupo e pensoso, ravvisando la sua stessa immagine personificata nel demonio della distruzione. Nel contemplare il vulcano e ai suoi piedi la fertile Campania e il mare avvolto di luce, il monte solitario che terribile signoreggia quella felice regione mi sembrò quasi un simbolo della storia dell'umanità ed il vasto anfiteatro di Napoli la più profonda poesia della natura. ([[Ferdinand Gregorovius]])
*Nel quartiere di S. Lucia è concentrato specialmente il commercio dei frutti marini, disposti in buon ordine, con le ostriche, nelle piccole botteghe, ciascuna delle quali porta un numero e il nome del proprietario. Sono incessanti le grida per invitare la gente ad entrare; le botteghe sono illuminate, e tutti quei prodotti del mare rilucono dei colori più svariati: sono ricci, stelle di mare, coralli, araguste, dalle forme più bizzarre, dalle tinte più dissimili. Il mistero delle profondità marine è ivi svelato e quel piccolo mercato presenta ogni sera il lieto aspetto quasi di una notte di Natale marittima.
*Non potrei descrivere quali brutte immagini di santi io abbia visto portare in processione a Napoli; prodotti di un'arte senza principî, senza gusto e di una fantasia bizzarra che, in quanto a stranezza, ha poco da invidiare all'arte indiana. Per formarsi un'idea di quanto sia disposto questo popolo ad essere tollerante in materia d'arte, basta osservare bene quelle barocche statue di santi per le strade e quei Cristi in legno di orribile fattura, sorgenti qua e là nelle piazze. [...] Pur troppo, l'uomo qui non corrisponde, alla natura che lo circonda; diversamente, in vista di questo mare, di questi monti, di questo cielo, non potrebbe pregare davanti a quegli orribili fantocci.
*Povere cose, invero, l'erudizione e l'archeologia! In questo angolo di paradiso le cose si sentono e si comprendono oggi come le sentivano e le comprendevano gli antichi. Qui regna ancora l'idea del culto di Bacco e l'immaginazione si solleva in alto come una baccante col tirso; qui ci sembra di staccarci dal suolo e, sciolti da ogni vincolo terreno, di spaziare nell'atmosfera.
*Questa Piazza Reale, vicinissima al mare, di cui però non si gode la vista, mirabilmente selciata, tanto che potrebbe servire benissimo da sala da ballo, circondata di eleganti edifici, è uno dei punti più eleganti della città. Vi risiedono il Re, la Corte e le principali amministrazioni; si potrebbe chiamare questa piazza, non il cuore di Napoli, ché questo titolo spetta al porto, ma il cervello.
*Rimasi a lungo sulla terrazza di S. Martino appoggiato al parapetto ad ascoltare le voci che salivano da Napoli. Se questo popolo, pensavo, fa tanto chiasso nella sua vita comune, quanto ne farà quando è agitato da passioni, durante le lotte, quando vuole il saccheggio, come fecero il 15 maggio 1848 i lazzaroni a migliaia dietro la carrozza di re Ferdinando!<br>Il frastuono napoletano ha però di solito un carattere pacifico: è allegro ed in fondo è ordinato nel suo apparente disordine. Tutta quella gente, che brulica come formiche, si muove in certe direzioni fisse, con uno scopo determinato. In questo popolo la vita circola come il sangue nel corpo umano, e quelle sue pulsazioni febbrili in apparenza, sono in realtà regolari e normali.
*[[Roma]], da dopo la rivoluzione del 1848, appare ancor più silenziosa che nel passato; tutta la vivacità del popolo è scomparsa e le classi agiate si tengono paurosamente nascoste, guardandosi bene di far parlare di sè; e le classi infime sono ancora più misere e più oppresse di prima. Le feste popolari sono scomparse, o quasi; il carnevale è in piena decadenza; e persino le feste di ottobre, un tempo sì allegre fuori delle porte, fra i bicchieri di vino dei Castelli e il saltarello, sono presso che dimenticate. [...] Ben diverso è l'aspetto di Napoli, dove il vivace, febbrile e continuo chiassoso movimento di tutto quel popolo, ha del fantastico. Si direbbe una città in rivoluzione, perché tutti si muovono, tutti si agitano, tutti gridano e schiamazzano. Nel porto, sulle rive del mare, nei mercati, in [[via Toledo]], persino a Capodimonte, al Vomero, a Posillipo, lo stesso movimento, lo stesso chiasso. A Napoli non si riesce a far nulla, e il nostro occhio nulla può fissare: ovunque bisogna guardarsi senza posa contro gli urti e gli spintoni. La stessa viva luce del mare e delle rive mantiene in continua agitazione, eccita la vista e la fantasia; e il frastuono delle voci umane e delle carrozze non cessa nemmeno nel cuore della notte.
*S. Lucia, il luogo di carattere più svariato e dove sono le locande di secondo ordine, è la linea di confine fra la parte aristocratica di Napoli e quella popolare. Il porto è il punto del maggior movimento popolare e del commercio; ivi si lavora, si traffica senza posa, e ivi è tutto quello che è necessario alla vita del popolo. V'è un movimento continuo; le calate sono sempre ingombre di carbone e di altri materiali; vi si affollano continuamente pescatori, barcaiuoli, lazzaroni, piccoli mercanti. Gli abitanti delle campagne, i popolani vengono qui ad acquistare gli abiti e le scarpe, che empiono case da cima a fondo. Qui si vendono tutte le masserizie casalinghe, qui sono caffè, liquorerie, spacci di tabacco, unicamente frequentati dal popolo, fruttaioli i quali tengono gli aranci e le angurie già tagliate a fette che essi vendono per un tornese e che vengono mangiate dai compratori in piedi. Qui si vedono vere montagne di fichi d'India, di cui la gente più misera si nutre; questo è il luogo di riunione, si potrebbe dire la sala di conversazione del popolo.
*Tanto nella festa della Madonna del Mercato, quanto in altre occasioni, il popolo non pensa che a divertirsi e a stare allegro. I Napoletani non vanno ad una festa per assistere alle funzioni religiose, per ammirare le fonti del culto, ma per stare all'aria aperta, per godere le bellezze naturali, cui la folla variopinta dà un nuovo risalto. Ho visto migliaia e migliaia di Napoletani alla festa per il centenario della Madonna di Posillipo. Non avevo mai assistito ad uno spettacolo così teatrale: la folla variopinta ingombrava la splendida riviera di Chiaia, la Villa Reale, tutta la strada sino a Posillipo: ovunque bandiere, festoni, fiori; il golfo splendeva di luce; sei navi da guerra, ancorate fra Chiaia e il porto, facevano senza posa fuoco dalle loro artiglierie; il rumore ed il chiasso erano indescrivibili; la processione non aveva niente di dignitoso, di solenne, d'imponente, per chi arrivava da Roma. A Roma, anche le processioni più meschine presentano un carattere artistico, il che mostra avere le arti esercitato la loro benefica influenza persino sulle minime cose del culto, quali sono gli emblemi, le allegorie, le immagini dei santi. Il senso del bello ivi regna dovunque, in ogni cosa; si direbbe che gli Dei della Grecia, i quali stanno al Vaticano e al Campidoglio, non tollerino il brutto e il barocco neanche nei santi. Il Museo Borbonico non ha esercitata affatto quest'influenza sul popolo di Napoli.
====[[Pierre-Jean Grosley]]====
*È senza dubbio sorprendente che un tale popolo, tenuto quasi sempre in nessuna considerazione nelle rivoluzioni che gli hanno fatto cambiare dominatore così spesso, abbia preso parte attivamente solo a quella di [[Masaniello]]. La sua indifferenza verso i movimenti politici poté esser messa più fortemente a prova di quando, nel cuore della capitale degli Stati dei suoi padri, lo sfortunato [[Corradino di Svevia|Corradino]], all'età di diciassette anni, versò quel che restava di un sangue riprovato e proscritto dai capi della Chiesa? Non potei vedere, senza fremere, il luogo in cui si mostrano ancora le vestigia di questa spaventosa scena.<br>Questa indifferenza, apparentemente stupida, è l'opera di un istinto illuminato dall'esperienza: ''Cosa m'importa'' – dicono con l'asino della favola – ''purché non mi si faccia portare più del mio carico ordinario''. Per completare il ritratto di questo popolo, è sufficiente aggiungere che Napoli non ha l'ombra di polizia, e tuttavia di rado avvengono quei disordini e quegli eccessi che a Parigi tutta la vigilanza del magistrato riesce a prevenire solo con un'attenzione costante.
*Non ho soggiornato abbastanza a Napoli, per essere istruito a fondo sulla vita, sia privata sia di società che vi si conduce. So solo che vi si dorme più che in qualsiasi altro paese dell'Italia; che vi si consuma una quantità prodigiosa di cioccolato che ogni privato fa preparare a casa sua nella dose che più preferisce; che le conversazioni o riunioni generali sono nel tono di quelle delle altre città d'Italia; che nelle cerchie private il parlare è alla greca, cioè, molto allegro ed estremamente libero; che la galanteria è tanto comune e poco discreta nei primi ranghi, quanto rara e misteriosa nella borghesia; che, a seguirla nel popolo, gli estremi si toccano; che la continenza, in generale, a Napoli è la virtù meno comune; che l'amore, che altrove spesso non è che apparenza, fatuità, fantasia, è uno dei più urgenti bisogni; infine che il Vesuvio, che comanda questa città, è l'emblema più esatto sotto cui da questo punto di vista la si possa rappresentare.<br>Altri bisogni, che la polizia ed un certo pudore altrove, soprattutto nelle grandi città, reprimono, a Napoli sono al di sopra di tutte le leggi. Lo zolfo, mescolato a tutti i vegetali e a tutti gli alimenti, l'uso continuo del cioccolato, dei liquori più forti, delle spezie che più riscaldano provocano esplosioni ed eruzioni che non sopportano né rinvio né cerimonie. I cortili dei palazzi e degli alberghi, i porticati delle case private, le loro scale e i loro pianerottoli sono altrettanti ricettacoli per le necessità di tutti i passanti. Anche chi va in carrozza scende per mescolarsi alla folla che cammina; chiunque si prende in casa d'altri la libertà che permette a casa sua.
*Sotto un'apparenza di allegria, di distrazione e di leggerezza, il popolo e la borghesia di Napoli, divisi fra il lavoro ed il piacere, nascondono vedute profonde e ben seguite, se non in ciascuna testa, perlomeno nell'insieme. Considerati in questo insieme, formano una democrazia indipendente dal re e dalla nobiltà alla quale si uniscono quando il loro interesse lo esige. Nel loro partito hanno sempre in basso clero e la maggior parte dei monaci di cui Napoli brulica.
====[[Felix Hartlaub]]====
*A nemmeno cento metri di distanza dal mio attuale domicilio ha insegnato [[Tommaso d'Aquino]], è cresciuto [[Giordano Bruno]], sono sepolti il [[Fernando Francesco d'Avalos|Pescara]] e [[Vittoria Colonna]]<br>Dall'altra parte della strada ha passeggiato [[Francesco Petrarca]], e [[Federico II di Svevia|Federico II di Hohenstaufen]] ha amministrato la giustizia − incredibile, incommensurabile. Ma la vita del presente in questa città si muove e gira così rumorosa e disinvolta intorno a questi monumenti che non si ha nemmeno il tempo di rendersi ragione del loro significato. Per tanta ricchezza di tempo – assenza di tempo – Napoli eterna è semplicemente uno degli ingredienti eterni del tempo. Dio creò il cielo, l'acqua e la terra e creò anche l'elemento "napoletano", una piccola nuvola di olio grasso e odore di putrido, con alcune melodie e frammenti di chiasso, un Tutto e un Nulla, un elemento di tutto il mondo e insieme anche qualcosa semplicemente di inferiore. Ci saranno ancora molti bravi napoletani e gente che a Napoli imparerà e farà qualcosa di buono, si pensa, e si compra una pizza in una strada su cui, forse, ha camminato verso Roma l'apostolo [[Paolo di Tarso|Paolo]].
*A volte trovo tutto inverosimilmente grandioso, un'altra volta confuso e perturbante, in ogni caso è sempre molto interessante e prende tutta la persona come un sortilegio. Non esiste un'altra città che così, ad ogni passo, trasmette a chi cammina il suo respiro, con cui bisogna entrare in rapporto interiore. Qui non si possono cogliere, con tranquillo stato d'animo epicureo, i tesori d'arte, perfezionare la propria cultura, no, ogni giorno bisogna ricominciare di nuovo in qualche modo da capo, cercare sempre di nuovo il proprio cammino spirituale attraverso le pesanti grossolane realtà che oppone, ad ogni passo, la vita della strada.
*Il grande sole africano dona al cervello una grandiosa asciuttezza, vengono prosciugate tutte le pozzanghere dell'osservazione che psicologizza e individualizza. L'uomo accetta se stesso come è venuto al mondo e si mette subito in marcia verso un fine che gli è naturale. Il carattere matura presto al grande calore e non richiede tanto spazio per sé come da noi, consiste quasi sempre per metà in gentilezza, premura e disponibilità e tante altre piacevoli virtù con cui gli uomini reciprocamente rendono i loro rapporti più facili.<br/>E se da un canto con questa mancanza dell'idea dell'Io e della personalità ci si ritrova già quasi in Oriente, d'altro canto l'Occidente, con il mondo antico, il cristianesimo e con la scienza moderna è presente ovunque nella sua forma più evidente.<br/>Naturalmente bisogna accettare anche altre cose, la mancanza, per esempio, di una qualsiasi generosità eroica. In fondo questa spiritualità del tutto particolare la si può spegare con il fatto che Napoli in realtà è un paese, una nazione a sé, con un passato del tutto diverso da quello del resto dell'Italia.
====[[Raffaele La Capria]]====
*A Napoli, – e in questo mondo di kamikaze dove pietà l'è morta – siamo andati «molto oltre tutto quello che si poteva immaginare». Se eliminassimo tutti gli assassini che vanno in giro nelle nostre città si dovrebbe aprire una succursale dell'Inferno.
*La Napoli dimenticata, l'altra faccia di una città che ha dato all'Italia [[Benedetto Croce]], [[Salvatore Di Giacomo]], anche se tutto questo viene trascurato perché nella rappresentazione della città prevale sempre l'osservazione sulla plebe. Io credo che la borghesia napoletana non si è saputa raccontare; non ci sono romanzi e personaggi che la rappresentano, così come invece hanno saputo fare in Sicilia con [[Federico De Roberto|De Roberto]], [[Giovanni Verga|Verga]], [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa|Tomasi di Lampedusa]]; Napoli ha eccelso soltanto nel pensiero, è stata più avanti, non solo della Sicilia ma anche di altre regioni italiane, nella speculazione filosofica.
*La nostra non è la città di quel "chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato" che spesso le attribuiscono. Chi ha dato e chi ha avuto restano sulle rispettive posizioni. Intransigenti nel valutarle. Appassionandosi ancora nel discuterne, dopo quarant'anni. Finché una città trova parole per parlare di sé, fa emergere contrasti all'interno di questo discorso e riesce a interessare anche gli altri, vuol dire che non è morta.
*Ma è l'Italia il vero problema di Napoli.
*Napoli è stata uccisa dalla speculazione edilizia. Si combatteva contro questa speculazione... Cambiare la struttura [[urbanistica]] di una [[città]] significa cambiarne la morale. E Napoli è cambiata moltissimo dopo la speculazione edilizia: è stato allora che sono arrivate le periferie inabitabili, è stato allora che è nata la «corona di spine», così viene chiamata a Napoli la periferia, «corona di spine». Ed è allora che, come scrivevo in ''L'occhio di Napoli'', se ti capita di sbagliare strada, vai a finire in periferia e puoi arrivare all'inferno.
====[[Jérôme Lalande]]====
*Il carattere tranquillo di questo popolo è ben apparso durante la terribile carestia che provò questa città {{NDR|di [[Napoli]]}} nel 1764: non si vide la minima sommossa; tuttavia le strade erano piene di infelici che morivano o di fame o per le malattie che la malnutrizione porta con sé, e i Magistrati avevano tanto più torto, in quanto avevano lasciato esportare i grani in abbondanza qualche mese prima.
*Niente si può immaginare di più bello, di più grande, di più singolare sotto tutti i punti di vista del colpo d'occhio di Napoli da quel lato in cui la si vede: questa città è posta al fondo di un bacino, chiamato in italiano cratere, che ha due leghe e mezzo di larghezza e altrettante di profondità; esso sembra quasi chiuso dall'isola di [[Capri]], che si presenta dal lato di mezzogiorno, e sebbene a sette leghe di distanza la vista termini piacevolmente, si crede di vedere ai lati di quest'isola due aperture chiamate in effetti Bocche di Capri, ma l'una ha più di otto leghe di larghezza, e l'altra ha solamente una lega, sebbene esse appaiono pressoché uguali.
*Non si incontrano affatto la sera, nelle strade di Napoli, quelle donne che sono la vergogna del loro sesso con le molestie; è vero che vi sono delle guide che si piazzano nei luoghi conosciuti, come vicino al teatro, ma è ancora con una specie di riservatezza, o di timidezza, che fa onore ai costumi e alla città di Napoli.
====[[Giacomo Leopardi]]====
*L'aria di Napoli mi è di qualche utilità; ma nelle altre cose questo soggiorno non mi conviene molto... Spero che partiremo di qua in breve, il mio amico e io.
*Lazzaroni pulcinelli nobili e plebei, tutti ladri e b. f. degnissimi di Spagnuoli e di forche.
*Paese semibarbaro e {{sic|semiaffricano}}, nel quale io vivo in un perfettissimo isolamento da tutti.
====[[Nanni Loy]]====
*Durante la lavorazione de ''Le quattro giornate di Napoli'', se prendevo il megafono e dicevo alle 500 comparse di correre da una direzione all'altra ad un mio fischio, non si muoveva nessuno. Inizialmente non riuscivo a capire il perché. La realtà è che non mi riconoscevano il diritto di imporre loro qualcosa con un fischio. Bisognava loro spiegare il motivo. Così mi riunii a loro e spiegai il perché di quella scena. [...] Il rendimento si capovolse e tutte le comparse dettero un loro contributo creativo. Non erano stati parcellizzati con un dovere. Si sentirono talmente investiti del problema del film e delle riprese, da comportarsi come dei registi. Durante le prove gridavano stop nel megafono per fermare gli errori, assimilando ciò che facevo io, interrompendo le riprese anche quando andavano bene. Ma perché volevano diventare tutti registi? Perché nei napoletani è insopprimibile il desiderio di essere considerate persone, con una dignità personale, una intelligenza ed una personalità riconoscibili. [...] A Napoli, no. Con i soldi e gli ordini non si compra nulla.
*Provo una sorta di amore e odio, una grande ammirazione, affetto e tenerezza per il singolo napoletano. Provo al tempo stesso molto risentimento per quella che ricordo essere l'organizzazione sociale della città. L'odio nasce per questo patrimonio, energie, ed intelligenza che venivano, non so oggi, continuamente deviate, sprecate. È un'amarezza che mi prende qualche volta, nel vedere queste persone che singolarmente valgono tanto, sprecarsi in complicazioni inutili, confusioni evitabili, violenze ingiustificate.
*Vi è una cultura di fondo individualista, ed in questo senso è da considerare negativa, per quanto sia al tempo stesso molto ricca di un grande potenziale, che si manifesta in esaltazione della persona e dell'uomo contro tutte le culture di appiattimento del nostro tempo. L'individualismo dei napoletani produce certamente delle difficoltà di gestione degli affari sociali, il che la fa apparire agli occhi di un non napoletano come me una città incivile, una civis incivile; è pur vero, però, che in questo modo si preserva la ricchezza dell'individuo, la sua fantasia, quel potenziale che le permette di essere fuori dalle regole della produzione e del consumo.
====[[Curzio Malaparte]]====
*Napoli è la più misteriosa città d'Europa, è la sola città del mondo antico che non sia perita come Ilio, come Ninive, come Babilonia. È la sola città del mondo che non è affondata nell'immane naufragio della civiltà antica. Napoli è una Pompei che non è stata mai sepolta. Non è una città: è un mondo. Il mondo antico, precristiano, rimasto intatto alla superficie del mondo moderno. Napoli è l'altra Europa. Che, ripeto, la ragione cartesiana non può penetrare.
*Nessun popolo sulla terra ha mai tanto sofferto quanto il popolo napoletano. Soffre la fame e la schiavitù da venti secoli, e non si lamenta. Non maledice nessuno, non odia nessuno: neppure la miseria. Cristo era napoletano.
*Non potete capire Napoli, non capirete mai Napoli.
*Quando Napoli era una delle più illustri capitali d'[[Europa]], una delle più grandi città del mondo, v'era di tutto, a Napoli: v'era Londra, Parigi, Madrid, Vienna, v'era tutta l'Europa. Ora che è decaduta, a Napoli non c'è rimasta che Napoli. Che cosa sperate di trovare a Londra, a Parigi, a Vienna? Vi troverete Napoli. E' il destino dell'Europa di diventar Napoli. Se rimarrete un po' di tempo in Europa, diverrete anche voi napoletani.
*Tutti piangevano, poiché un lutto, a Napoli, è un lutto comune, non di uno solo, né di pochi o di molti, ma di tutti, e il dolore di ciascuno è il dolore di tutta la città, la fame di uno solo è la fame di tutti. Non v'è dolore privato, a Napoli, né miseria privata: tutti soffrono e piangono l'uno per l'altro, e non c'è angoscia, non c'è fame, né colera, né strage, che questo popolo buono, infelice, e generoso, non consideri un tesoro comune, un comune patrimonio di lacrime.
====[[Giorgio Manganelli]]====
*La storia di Napoli nasce lentamente. Soprattutto, è una storia esotica, una invenzione che sa di [[Omero]], di poemi ciclici, di innumeri indecifrabili frammenti di leggende, favole, conti di mercanti, liti di taverne, imbrogli, risse, coltelli lucidi e rapidi, adulteri e nostalgie.
*Napoli voleva essere accerchiata, catturata, la grande metropoli inesistente, invisibile, intoccabile, stava nel centro delle grandi manovre delle flotte tra piratesche e adolescenti che cercavano casa oltre le coste patrie. Napoli non c'era; non c'era il rumore, il clangore, non il precipitoso coagulo di colori, non gli dèi, le donne, l'aroma del cibo, il sonno. Eppure l'ipotesi colossale di Napoli agiva, e i minuscoli uomini sfioravano lo spazio che doveva per sempre essere Napoli. Poi sbarcarono a Cuma.
*[[Partenope (sirena)|Partenope]] è una sirena, è una città, è greca, è morta per amore, è una dea, è un luogo, è una strada, è una taverna, è miracolosa, venerarla bisogna, qui è Partenope<ref>Nel testo: [[Partenone]].</ref>, Partenope è in ogni luogo, di soppiatto scaturisce dal mare, qui dove è nome di ninfa sarà sacra la ninfa nei secoli; non morirà mai; la città non morrà, la ninfa città non morrà. Gioco, allucinazione, miracolo, liturgia, la città-ninfa sta nascendo. È inevitabile chiedersi; ma come, ma quando, ma dove nasce Napoli?<br>Giacché il nascere di Napoli non può essere il nascere di altre, anche nobili, eroiche città.<br>Dopo Partenope nascerà una «città nuova», insomma una Neapolis. Siamo arrivati? Forse siamo arrivati da sempre; forse è impossibile arrivare. Ma questo sospettiamo: che vi fu un momento in cui tra i marittimi dalle brache salse e crude, tra i duri campani che non capivano greco, cominciarono ad arrivare gli dèi.
*Si ha l'impressione che arrivassero dappertutto, e certamente era così, ma che a Napoli-Partenope fosse impossibile distinguerli dalla folla di {{sic|graeculi}} e campani; erano dèi forastici, meteci, un po' contado un po' mare, ma fitti e inframettenti come i folletti. (Certo che c'erano i culti misterici. A Napoli? Ma dove volete che fossero? E [[Mitra]] si sa. E la bella [[Cerere (divinità)|Cerere]], materna e chiassona, e un'Iside così pervasiva che nemmeno si sa dove si fosse il suo santuario, si è diffusa per tutta la città, non v'è città isiaca come Napoli-Partenope. Ecco, Partenope; no, non è né storia, né folklore, è ancora una presenza sacra, e ancora qualcuno, che non veda Cerere, sussurra nella gran folla una preghiera greca a una ninfa ondosa, una ninfa greca morta dopo aver conosciuto [[Ulisse|Odisseo]].
'''[[Sándor Márai|Sandor Marai]]'''
* Già verso Napoli sul treno mi è venuto in mente, e mi animava anche durante i giorni trascorsi a Roma: scrivere un altro romanzo, un’ultimo con il titolo: ''Il sangue di San Gennaro''. Un uomo arriva a Napoli, e decide di salvare il mondo – questo sarebbe il romanzo.
* L’addio a Napoli, a [[Posillipo]] fu più doloroso di qualsiasi addio ad una persona, o a qualcosa nella mia vita. [...] Questi tre anni e mezzo in Italia, a Posillipo, erano il dono più grande nella mia vita. Ho amato tutto qui, e sapevo che a modo loro anche loro, gli italiani meridionali, mi hanno accettato. Molti hanno pianto, nella cittadina e nel palazzo i venditori di vino, di carbone come anche il pescivendolo mi stringevano la mano.
* Napoli è un posto curioso: una città dove il miracolo regolarmente, due volte all’anno fa parte della vita della città, come un avvenimento turistico. I napoletani sono gli specialisti del miracolo.
* Per i vicoli di Napoli, ogni pomeriggio. Nei dintorni di San Biagio dei Librai. Abitano tutti qui: [[Benedetto Croce]], il vescovo, i principi, in mezzo al lerciume, in palazzi pericolanti. Ed è qui che abita il popolo napoletano. Uomini di ogni classe, di ogni condizione mangiano e bevono le stesse cose, la pensano alla stessa maniera, sognano allo stesso modo. Sono tutti uomini mediterranei. Non tanto italiani, quanto piuttosto mediterranei. È questo il loro stato sociale.
* [[Posillipo]] è come se fosse la Collina delle Rose a Budapest, ma anche come il villaggio di Leányfalu sul Danubio. Tutto qui è «come se fosse»... Anche Napoli è come Budapest: non c’è l'Isola Margherita ma c'è [[Capri]], non ci sono i Bagni Lukács ma c'è il Mar Tirreno, non c'è il Danubio, ma qui davanti alle mie finestre si spalanca il Golfo di Napoli, non ci sono le Colline di Buda, ma c'è il [[Vesuvio]], non c'è la Váci utca, ma c'è via Chiaia con i suoi negozi eleganti, dove sciama e s'affretta la folla variopinta e orientaleggiante di Napoli, che assomiglia misteriosamente a quella di [[Budapest]].
====[[Giuseppe Marotta (scrittore)|Giuseppe Marotta]]====
*Ah, Napoli bella, tozzo di pane mio, estrema unzione mia!
*Allora come allora, nel marzo del 1947, Napoli, eccettuandone via dei Mille, via Tasso, il viale Elena e poche altre arterie di Chiaia di San Ferdinando del Vomero, era tutta un rione popolare. Napoli era allora un vicolo solo, un "basso" solo, una botteguccia sola.
*Che cosa c'è tutto sommato, a Napoli? C'è un vulcano {{NDR|il Vesuvio}} che ha tante possibilità di sterminio quanti sono gli acini d'uva e le ginestre cui si agghinda per dissimulare le sue intenzioni.
*Ehi ehi. Dovessero piovere mazzate? I due contraggono le mascelle e s'irrigidiscono. Mannaggia. Stanno agli antipodi: il Cardillo vende luna, e cioè trasforma in lavoro qualunque cosa, l'Inzerra muta in ozio tutto, tutto. Napoli ha questi due volti, come Giano era sé ed il contrario di sé nell'identica figura; perciò chi dice: "Napoli è fervida, operosa, alacre" non è meno fesso di chi dice: "Napoli è svogliata, indolente, pigra{{sic|.}}" Ma allora? Gesù Gesù. Napoli è femmina, ossia volubile, contraddittoria, spesso incoerente. Sgobba quanto [[Milano]] e poltrisce quanto Honolulu: per ogni napoletano che, immoto in una barca a [[Mergellina]], o riverso in un prato ai Camaldoli, si lascia beatamente crocifiggere dal sole, abbiamo nelle vicinanze un altro napoletano che vacilla e affanna trasportando un quintale.
*I "Quartieri", a Napoli, sono tutti i vicoli che da Toledo si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i "Quartieri" per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile.
*Il vero mare di Napoli è quello esiguo e domestico di Santa Lucia, di Coroglio e di Posillipo. Consuma Castel dell'Ovo e il Palazzo Donn'Anna, bruca il muschio delle vecchie pietre, sente d'alga e di sale come nessun altro mare.
*La mia città fu, ed è, e sarà in ogni epoca, un libro di tutte le favole. Che cosa non vi producono amore e odio, saggezza e follia, candore e astuzia, verità e menzogna, "guapparia" e soldi?
*La notte è venuta e Napoli piglia fuoco. Da Via Partenope a Posillipo il mare divampa di luci riflesse, dolgono gli occhi ai pesci, un turista che percorre la litoranea in carrozza non vede i cenci che respirano sul marciapiedi ma scorge distintamente gli scheletri delle sirene che si rivoltano nelle loro tombe di sabbia. Voi dite a Napoli: «Quanto sei bella!», e Napoli è perduta.
*La possibilità di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza. Arrotoliamo i secoli, i millenni, e forse ne troveremo l'origine nelle convulsioni del suolo, negli sbuffi di mortifero vapore che erompevano improvvisi, nelle onde che scavalcavano le colline, in tutti i pericoli che qui insidiavano la vita umana; è l'oro di Napoli questa pazienza.
*La quiete della controra ingentiliva il vicolo, dorato qua e là come se una processione vi avesse deposto baldacchini stendardi flabelli candelieri e se ne fosse andata frettolosamente a dormire. In certe stagioni e in certe ore Napoli si trasfigura; perde consistenza e profondità, o meglio assume la profondità remota e immaginaria dei quadri... se vi occorrono balconcini che sembrano disegnati su un fazzoletto di seta, o embrici sfioccanti nel roseo vapore che li avvolge, eccoli.
*Lasciatemi dire che a Napoli i Santi, dal supremo e volubile San Gennaro al distratto San Giuseppe, da Sant'Antonio che protegge Posillipo a San Pasquale che sorveglia attentamente Chiaia, non sono che autorevoli congiunti del popolo. Il napoletano ha San Luigi, Sant'Espedito e ogni altro Santo come a certi poveracci dei vicoli capita di essere imparentati con un insigne professore residente a via dei Mille.
*Napoli è una bara di madreperla con quattro corde e una tastiera; affermo sul mio onore, toccandomi il petto come la statua di Gioacchino Murat nella nicchia di piazza San Ferdinando, che Napoli è un mandolino dal quale si affaccia continuamente uno scheletro. Ebbene, salute a noi; strizziamo l'occhio a questo buffo sosia di ognuno, a queste anonime ossa trasformatesi in radici di canzonette.
*Non date retta agli odierni lamentatori della città, i quali tetramente affermano che è morta e seppellita; ma neanche badate ai tam-tam di quanti la proclamano fortunata e contenta; Napoli è terra di favole puerili e angosciose, tutta miele e cicuta, grembo di mamma e schiaffo di {{sic|padrigno}}, favola sono pure chi la denigra e chi la decanta, vorreste che le mancassero proprio gli orchi e le fate?
*Qualcuno fondò Napoli, situando magnificamente il Vesuvio, le isole, Capodimonte e il [[Vomero]]; disse ai napoletani: "Ecco... Tenete, ricreatevi{{sic|,}}" e mentre quelli si distraevano a guardare l'ombelico del [[Golfo di Napoli|golfo]], agguantò la cassa e fuggì.
====[[Mario Martone]]====
*Attraverso il teatro Napoli esprime spudoratamente il suo stato di capitale del Sud del mondo.
*Napoli è una città difficile che insegna ad essere aperti, liberi, disponibili alle novità. Napoli ha una forza dolorosa ed è per questo che io l'amo.
*Questo popolo, fratello di tanti popoli sofferenti, vivo più che mai intorno a noi, ci insegna a aprire gli occhi, guardare in faccia il dolore e trasformare il dolore in energia.
====[[Francesco Mastriani]]====
*Gli è indubitato che ci è ancora della feccia nel nostro popolo, e ce ne sarà ancora per qualche tempo. Ma è forse possibile una compiuta improvvisa riforma de' suoi costumi?<br>Noi accogliamo la speranza, per non dire la certezza, che tra dieci anni il nostro popolo non sarà secondo ad altri in Europa. Voglia Dio benedire all'opera della nostra rigenerazione, iniziata dal più Grande Italiano vivente [[Giuseppe Garibaldi|GIUSEPPE GARIBALDI]]! Voglia Dio benedire gli sforzi degli uomini che han rette intenzioni e buon volere! Possano le aure incantate del nostro cielo non essere più contaminate da straniere favelle! Possano i nostri ubertosi campi non essere più calpestati da orde inimiche del sangue italiano! Possa presto Napoli festeggiare il dì in cui per tutta [[Italia]] risuoni il grido della compiuta nostra unificazione, proclamata in ROMA CAPITALE. Allora, dopo il ''Pater noster'', noi insegneremo a' nostri figliuoli questa altra prece che eglino dovranno recitare ad ogni alba e ad ogni sera:<br><br>''Da' Tedeschi ed Imperiali,<br>Da' Francesi e Cardinali<br>Libera nos, Domine!''
*L'invenzione dei bassi, cioè delle case a terreno, delle case-botteghe, è proprio un'invenzione tutta napolitana a pro del guaglione, il quale si procura quel divertimento di scegliere quel domicilio che vuole su la soglia di qualcuni di questi bassolini.
*Ma è proprio per il guaglione che Napoli è stata creata. Il guaglione è il Re di Napoli è il padrone assoluto del suolo [[Fiume|sebezio]] ed esercita talvolta il suo impero con una [[Bullismo|tirannia]] che è tanto più inesorabilmente quanto è più graziosa.
*Napoli, per la sua posizione geografica, per la sua gran popolazione, per la natura feracissima del suo suolo, per le sue gloriose tradizioni in ogni ramo dello scibile, per la prodigiosa attitudine de suoi abitanti alle arti belle e dalle arti meccaniche, per grandiosi e storici monumenti di che è ricca e pei suoi vasti commerci, sarà sempre la Filadelfia d'Italia. Incorporata oggi alla grande [[Italia|Famiglia Italiana]], essa comincia ad appropriarsi dalle città sorelle l'affrancamento da quegli aviti pregiudizi che formarono per sì lungo volger di tempo sì possente ostacolo al progresso della sua civiltà siccome le città sorelle e specialmente le settentrionali cominciano a smettere, per la fusione coi nostri vispi meridionali, le forme pedantesche, le arie pesanti e le rigidezze cancelleresche.
*Né climi meridionali sotto un cielo come questo di Napoli che invita così potentemente alla [[Ozio|pigrizia]] ed a quel dolce far niente di che ci han fatto una colpa gli [[Straniero|stranieri]], il [[Mendicante|vagabondaggio]] è così esteso che noi disperiamo che possa il governo giungere ad estirparlo del tutto in un paese come il nostro dove si vive così a buon mercato. Dove con dieci centesimi di maccheroni, dove con cinque centesimi di pane ed altrettanti di frutte un uomo ha messo a poco a poco il suo pranzo, non sappiamo come si possa sentire la suprema necessità e l'obbligo del lavoro.
====[[Raffaele Mastriani]]====
*L'antichità di Napoli si è del tutto smarrita nella oscurità de' secoli trascorsi.
*La principal veduta è di mirar Napoli in alto mare, donde l'intiera città si presenta come un immenso anfiteatro. La seconda e di guardarla da S. Martino, dove si vede sotto gli occhi minutamente quasi tutta la città ed il delizioso contorno del golfo. La terza è di veder Napoli dalla Specola Reale o dal palazzo della Riccia: questo luogo per la estensione della sua veduta è detta con nome Spagnuolo Miradolos. La quarta è di contemplarla da' reali giardini di [[Portici]], e più dalla villa del Duca di Gravina e lì è ad essa superiore. La quinta è di osservarla dalla Madonna del Pianto.
*La veduta della Capitale è sorprendente dalla cima del Vesuvio in un bel mattino di primavera: e bellissima dal terrazzo di Belvedere e dal palazzo Patrizj al Vomero, è vaga dai punti più elevali dell'Arenella, è incantevole quella parte che se ne scorge dalla strada nuova di Posillipo, al tramonto del sole.
*Napoli col suo cratere, colle sue isole, col suo Vesuvio, colle sue montagne offre vedute cosi vaghe, così amene, così varie che l'anima ne resta rapita ed incantata.
====[[Marcello Mastroianni]]====
*{{NDR|A Roma}} [...] in Via del Corso [...], sentii dietro di me uno che fece "ammazza le rughe! Hai visto come si è invecchiato?" Detto forte, perché io potessi sentire. Non so se lo dicesse a una ragazza o a chi: "ammazza le rughe!" La stessa cosa mi è accaduta a Napoli. "Marcelli', c simm fatt vecchiariell eh? 'O vulit nu cafè?" La vedete la differenza?
*La città meno americanizzata d'[[Italia]], anzi d'[[Europa]]. Eppure le truppe americane l'hanno avuta per tanto tempo. Ma una volta ripartiti questi soldati (a parte qualche moretto lasciato lì), tutto quanto era americano è stato cancellato.<br />La forza dei napoletani sta in questo: nel loro carattere, nella loro tradizione, nelle loro radici.
*Io amerei vivere su un pianeta tutto napoletano perché so che ci starei bene.
*Napoli va presa come una città unica, molto intelligente. Napoli è troppo speciale quindi non la possono capire tutti.
====[[Klemens von Metternich]]====
*Questo [[Vesuvio]], mia buona amica, è uno spettacolo imponente ed augusto. Sfortunatamente non posso vederlo dalla mia finestra; lo si vede però da qualsiasi posto, anche solo a cento passi dalla mia casa, come un immenso fanale nella notte. Una forte eruzione come quella del 1814, per esempio, deve essere uno spettacolo incredibile. La montagna è così vicina alla [[Napoli|città]], ed il pendio vi porta in modo così diretto che la formazione di un nuovo cratere, e ogni eruzione ne forma uno nuovo, la metterà in gran pericolo. I napoletani, del resto, non ci pensano; sono come i marinai, che dimenticano che solo una tavola li separa dall'abisso, e si è tentati di dimenticare, al cospetto di una natura tanto bella e ridente, come il pericolo possa essere anche ravvicinato dal godimento.
*Qui sareste la creatura più felice del mondo. Tutto ciò che la natura ha fatto di più bello, di più maestoso e di più incantevole è versato qui a torrenti, su tutto ciò che si vede, si sente e si tocca.
*Un popolo per metà barbaro, di un'ignoranza assoluta, di una superstizione senza limiti, ardente e passionale come sono gli africani, un popolo che non sa leggere né scrivere e di cui l'ultima parola è il pugnale, offre bel soggetto per l'applicazione dei principi costituzionali.
====[[Paolo Monelli]]====
*Ha detto [[Cicerone]] che Napoli è la città dove i sospettosi diventano confidenti, e gli infelici trovano consolazione. Perciò, quando sono seccato della politica vengo a Napoli a dimenticare tutto.
*I napoletani discendono dagli dèi, questa è la verità, non sono né greci né oschi né romani, sono dèi. Che per vivere sulla terra si sono fatti come siamo; un misto di spirito attico grazie agli ateniesi, di tenacia al lavoro osca, di intelligenza indulgente ed acuta quale si conviene ad esseri divini.
*Il napoletano non è ozioso; è filosofo. Sa che la vita è labile, l'avvenire è fallace, il lavoro è pena; accetta ogni fatica perché deve dar da mangiare ai piccirilli e alla donna; ma non lo esalta, non ne fa una missione nella vita come avrebbe voluto quello scocciatore di Catone. È povero e non è avido di denaro, è sobrio e non s'ingozza se la fortuna gli mette davanti una tavola imbandita.
*Ora Napoli ha un nome greco, e se vuoi fare un complimento a qualche mio compatriota che m'intendo io puoi chiamarla l'Atene dell'occidente; ma prima di essere Neapolis era Paleopolis, città antichissima come dice il nome, e prima era Partenope, la città delle sirene, chiamata così dalla sirena Parthenope che ci ebbe la tomba.
====[[Francesco Saverio Nitti]]====
*Come vivea Napoli prima del 1860? Essa era, come abbiam detto, la capitale del più grande regno della penisola. Messa in clima temperato, tra la collina e il mare (come nell'ideale platonico) dato lo scarso sviluppo della igiene pubblica in tutta Europa, non ostante condizioni cattive della sua edilizia, rimaneva città di dolce soggiorno, in cui i forestieri si recavano spesso a svernare, più spesso ancora erano attratti, oltre che dalla bellezza del clima, dalla facilità della vita.
*Napoli ha cessato di essere, per necessità delle cose, ''città di consumo'' e non è diventata città industriale, né di commercio: quindi le risorse dei cittadini sono diminuite.
*Napoli, la grande città che era ancora qualche secolo fa la seconda in Europa per popolazione, che nel 1860 soverchiava per importanza tutte le città italiane; Napoli, la città che Sella chiamava ''cospicua'' e che avea almeno fino a qualche tempo fa alcune apparenze di ricchezza, Napoli muore lentamente sulle sponde del Tirreno.
====[[Anna Maria Ortese]]====
*Come tutte le mostruosità, Napoli non aveva alcun effetto su persone scarsamente umane, e i suoi smisurati incanti non potevano lasciare traccia su un cuore freddo.
*Di solito, giunti a Napoli, la terra perde per voi buona parte della sua forza di gravità, non avete più peso né direzione. Si cammina senza scopo, si parla senza ragione, si tace senza motivo, ecc. Si viene, si va. Si è qui o lì, non importa dove. È come se tutti avessero perduto la possibilità di una logica, e navigassero nell'astratto profondo, completo, della pura immaginazione.
*Era strano, ma questo che vedevo, per tanti aspetti non mi sembrava un popolo. Vedevo della gente camminare adagio, parlare lentamente, salutarsi dieci volte prima di lasciasi, e poi ricominciare a parlare ancora. Qualcosa vi appariva spezzato, o mai stato, un motore segreto, che sostituisce al parlare l'agire, al fantasticare il pensare, al sorridere l'interrogarsi; e, in una parola, dà freno al colore, perché appaia la linea. Non vedevo linea, qui, ma un colore così turbinoso, da farsi a un punto bianco assoluto, o nero.
*Erano molto veri il dolore e il male di Napoli, usciti in pezzi dalla guerra. Ma Napoli era città sterminata, godeva anche di infinite risorse nella sua grazia naturale, nel suo vivere pieno di radici.
*Ho abitato a lungo in una città veramente eccezionale. Qui [...] tutte le cose, il bene e il male, la salute e lo spasimo, la felicità più cantante e il dolore più lacerato, [...] tutte queste voci erano così saldamente strette, confuse, amalgamate tra loro, che il forestiero che giungeva in questa città ne aveva, a tutta prima, una impressione stranissima, come di un'orchestra i cui strumenti, composti di anime umane, non obbedissero più alla bacchetta intelligente del Maestro, ma si esprimessero ciascuno per proprio conto suscitando effetti di una meravigliosa confusione.
*L'eterna folla di Napoli, semovente come un serpe folgorato dal sole, ma non ancora ucciso.
*La città si copriva di rumori, a un tratto, per non riflettere più, come un infelice si ubriaca. Ma non era lieto, non era limpido, non era buono quel rumore fatto di chiacchierii, di richiami, di risate, o solo di suoni meccanici; latente e orribile vi si avvertiva il silenzio, l'irrigidirsi della memoria, l'andirivieni impazzito della speranza.
*Napoli è un pezzo di deserto azzurro.
*Tornai al mio albergo, e pensando tanti casi e persone passò la notte, e riapparve l'alba del giorno in cui dovevo ripartire. Mi accostai alla finestra di quella casa ch'era alta come una torre, e guardai tutta Napoli: nella immensa luce, delicata come quella di una conchiglia, dalle verdi colline del [[Vomero]] e di Capodimonte fino alla punta scura di [[Posillipo]], era un solo sonno, una meraviglia senza coscienza.
====[[Johan Turesson Oxenstierna]]====
*Il più delizioso paese dell'Europa è Napoli, e di quanto fa {{sic|duopo}} per una vita deliziosa è provveduto, {{sic|benche}} da perverso popolo sia abitato. Albergo è quasi sempre della più trista nazione 'l paese migliore. Si trovano quivi galantuomini quanti altrove fuor d'ogni dubbio, ma così mi spiego al riguardo del popolo minuto, che dello stato la terza parte compone.
*Nazione di più inquietissima è questa, e contro cui devesi ad ogni momento ben avvertire; chiara testimonianza ne fanno quaranta due generali rivoluzioni seguite {{sic|doppo}} la separazione sua dal Romano impero, di cui per lo passato era parte, e nello spazio di due anni ha cinque Re tutti di nazioni differenti avuto, questa Corona i Re di Spagna possedendo, dicevasi; ''che 'l Re cattolico in [[Sicilia]] per la dolcezza regnava, per l'autorità in [[Milano]], ed in Napoli con la sottigliezza.''
*Napoli è nel rimanente 'l paese de' Monaci e delle Civette, due spezie d'animali ugualmente pericolosi, e per una quotidiana, ed ordinaria {{sic|Conversazione}}: Forastieri molti perciò non si vedono doppo un breve soggiorno in altra maniera ritornarsene, che colla borsa vuota, caricata la coscienza, e contaminato 'l corpo. Questa è di Napoli la mia sentenza, che per verità d'esser {{sic|veduto}} merita, ma non già d'esser con troppa curiosità {{sic|esaminato}}.
====[[Pier Paolo Pasolini]]====
*Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. Non saranno dei napoletani trasformati. I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all'ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili, incorruttibili.
*Ho scelto Napoli<ref>Per le riprese del ''Decamerone''.</ref>perché è una sacca storica: i napoletani hanno deciso di restare quello che erano e così di lasciarsi morire: come certe tribù dell'Africa.
*Io con un napoletano posso semplicemente dire quel che so, perché ho, per il suo sapere, un'idea piena di rispetto quasi mitico, e comunque pieno di allegria e di naturale affetto. Considero anche l'imbroglio uno scambio di sapere. Un giorno mi sono accorto che un napoletano, durante un'effusione di affetto, mi stava sfilando il portafoglio: gliel'ho fatto notare, e il nostro affetto è cresciuto.
*Io so questo: che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. La stessa cosa fanno nel deserto i Tuareg o nella savana i Beja (o lo fanno anche da secoli, gli zingari): è un rifiuto sorto dal cuore della collettività [...]; una negazione fatale contro cui non c'è niente da fare. Essa dà una profonda malinconia come tutte le tragedie che si compiono lentamente; ma anche una profonda consolazione, perché questo rifiuto, questa negazione alla storia, è giusto, è sacrosanto.
*Io sto scrivendo nei primi mesi del 1975: e, in questo periodo, benché sia ormai un po' di tempo che non vengo a Napoli, i napoletani rappresentano per me una categoria di persone che mi sono appunto, in concreto, e, per di più, ideologicamente, simpatici. Essi infatti in questi anni – e, per la precisione, in questo decennio – non sono molto cambiati. Sono rimasti gli stessi napoletani di tutta la storia. E questo per me è molto importante, anche se so che posso essere sospettato, per questo, delle cose più terribili, fino ad apparire un traditore, un reietto, un poco di buono. Ma cosa vuoi farci, preferisco la povertà dei napoletani al benessere della repubblica italiana, preferisco l'ignoranza dei napoletani alle scuole della repubblica italiana, preferisco le scenette, sia pure un po' naturalistiche, cui si può ancora assistere nei bassi napoletani alle scenette della televisione della repubblica italiana. Coi napoletani mi sento in estrema confidenza, perché siamo costretti a capirci a vicenda. Coi napoletani non ho ritegno fisico, perché essi, innocentemente, non ce l'hanno con me. Coi napoletani posso presumere di poter insegnare qualcosa perché essi sanno che la loro attenzione è un favore che essi mi fanno. Lo scambio di sapere è dunque assolutamente naturale.
*Napoli è ancora l'ultima metropoli plebea, l'ultimo grande villaggio (e per di più con tradizioni culturali non strettamente italiane): questo fatto generale e storico livella fisicamente e intellettualmente le classi sociali. La vitalità è sempre fonte di affetto e ingenuità. A Napoli sono pieni di vitalità sia il ragazzo povero che il ragazzo borghese.
[[Immagine:Palazzo dello Spagnolo - Naples.jpg|thumb|Palazzo dello Spagnolo]]
====[[Jean Paul]]====
*Ancor prima che avessimo compiuto il periplo del promontorio di [[Posillipo]], il cratere del [[Vesuvio]] eruttò lentamente nel cielo un figlio ardente, il sole, e mare e terra si infiammarono. L'anfiteatro di Napoli coi palazzi color dell'aurora, la sua [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza del mercato]] fatta di vele pallide, il brulichio delle sue fattorie sulle pendici dei monti e sulla riva e il suo trono verdeggiante di Sant'Elmo, si drizzò fieramente tra due montagne, davanti al mare.
*Io passeggiavo solitario; per me non c'era notte, né casa. Il mare dormiva, la terra pareva desta. Nel fuggevole chiarore (la luna calava già verso Posillipo) contemplavo quella divina città di frontiera del mondo delle acque, quella montagna di palazzi che s'inerpicava, fin dove l'alto [[Castel sant'Elmo|castello di Sant'Elmo]] occhieggiava bianco tra il verde del fogliame. La terra cingeva il bel mare; sul braccio destro, il Posillipo, portava fiorenti vigneti fin dentro le onde, mentre col sinistro reggeva città e racchiudeva le onde e le navi del mare e se le stringeva al petto. Sull'orizzonte la puntuta [[Capri]] giaceva nell'acqua come una sfinge e sorvegliava la porta del [[Golfo di Napoli|golfo]]. Dietro la città il vulcano fumava nell'etere, sprizzando a tratti scintille tra le stelle.
*La luna era alta nel cielo, luminosa come un sole, e l'orizzonte era indorato dalle stelle – e in tutto il cielo senza nubi si ergeva sola, a oriente la cupa colonna del Vesuvio. Nel cuore della notte, dopo le due, attraversammo da un capo all'altro la città meravigliosa, in cui continuava a fiorire la vita del giorno. Gente allegra popolava le strade – i balconi si scambiavano canzoni – sui tetti spuntavano fiori, alberi tra i lampioni, e le campanelle delle ore prolungavano il giorno, e la luna sembrava riscaldare. Solo di tanto in tanto ci imbattevamo lungo i colonnati, in qualcuno intento alla sua siesta.
====[[Roger Peyrefitte]]====
*Costumi tranquilli del popolo napoletano, che ci si immagina inquietante: la sorveglianza notturna di questa città è affidata a dodici carabinieri.
*La vera Napoli, meravigliosa, pittoresca, commovente: quella della strada.
*«Posillipo»: «che calma il dolore». Questo luogo d'incanto deve il nome a una villa di Pollione, il Romano che gettava gli schiavi alle murene. Un nome così di buon augurio non era che un'antifrasi.
*Risa e sorrisi – la sola Corte d'Europa dove [[Giacomo Casanova|Casanova]] abbia sentito ridere fragorosamente fu quella di Napoli.
*Un incidente qualunque fornisce immediatamente dei numeri per giocare al lotto. Un vaso da fiori è caduto in testa ad una passante: i testimoni, dopo averla soccorsa, vanno a giocare 17 (disgrazia), 21 (ad una donna), 34 (sulla testa).
====[[Guido Piovene]]====
*A Napoli, come a Parigi, è difficile udire, almeno in conversazione, quei giudizi assoluti, radicalmente negativi che si odono altrove; come a Parigi, la tendenza è piuttosto verso l'assoluzione, naturalmente con un sottinteso un po' scettico, e senza approfondire troppo; vi è sempre, nei giudizi, un umorismo e un garbo di capitale anche mondana.
*È un accento che spesso ho udito risuonare a Napoli in diversa forma. Un incanto nel vivere, unito però al sottinteso che il vivere ha per se stesso qualche cosa di doloroso. Si ha una specie di pendolo tra quell'incanto e quel sottinteso riposto: non si sa mai quale prevalga.
*I bambini, le «creature» brulicano. Anche nei ristoranti medi, pochi sono gli avventori senza i bambini intorno. Napoli è una città allattante e poppante, perpetuamente gravida. Un semidio napoletano è l'amore; nella coscienza popolare, l'amore si redime con la creazione.
*L'orario a Napoli può essere una necessità pratica, mai una necessità intima. Lo si abbandona quando non occorre più.
*La bellezza di Napoli cresce di giorno in giorno, di settimana in settimana, via via che scopre i suoi segreti, finché si giunge a intendere che veramente è questo il più bel golfo della terra.
*Napoli non è una città per puristi. Vedo una chiesetta barocca, che porta a metà altezza la statua di un angelo, e si prolunga sul medesimo piano con la finestra e il balconcino di una casa senza pretese. Al balconcino sta una donna, gomito a gomito con la statua dell'angelo; questa è veramente Napoli; si abbatta la casa e il balcone, e anche la chiesa sarà divenuta scipita. In tutte le città, ma a Napoli specialmente, risulta evidente che l'arte non è fatta soltanto di quelle che chiamiamo opere d'arte.
*Come ha trovato modo di convivere con i santi, con i miracoli, con la scienza e la tecnica, questo popolo vive in confidenza con le forze occulte e le potenze cosmiche. Dovunque si destreggia con la sua malizia, come la piccola barca sulle onde del mare. Anche per questo credo che il [[Vesuvio|vulcano di Napoli]], come gli scavi archeologici del Napoletano, non abbiano equivalenti in nessuna parte del mondo: tutto a Napoli, è umanizzato due volte.
====[[Antoine-Claude Pasquin Valéry]]====
*Il popolo di Napoli, malgrado ciò che si pretende ultimamente, deve essere considerato come il primo popolo della terra per inclinazione alla sommossa: esiste un libro italiano, intitolato: ''Relazione della ventisettesima rivolta della FEDELISSIMA città di Napoli''. Ma questi uomini indisciplinati, facili all'ira, non sono né crudeli, né furiosi, e malgrado la loro vivacità e l'ardore del clima che li brucia, la loro storia non offre nessuno di quei grandi massacri popolari di cui la storia di nazioni più civilizzate offre anche troppi esempi; gli orrori della rivoluzione del 1799 scaturirono da [[Horatio Nelson|Nelson]] e dalla [[Borbone delle Due Sicilie|corte]]; degli autentici napoletani non avrebbero mai destituito [[San Gennaro]], come [[Giacobinismo|giacobino]] e protettore dei Giacobini, per sostituirlo, come si fece, con [[Antonio da Padova|S. Antonio]].
*Le diverse dominazioni straniere che hanno occupato questo paese, successivamente greco, arabo, normanno, spagnolo, austriaco, francese, produssero senza dubbio negli abitanti la loro perpetua assuefazione, la loro facilità d'imitazione: fin nei costumi odierni si ritrovano molte tracce dei costumi spagnoli, quali l'esagerazione, la iattanza, il gusto delle cerimonie, e da vent'anni l'esercito ha scimmiottato di volta in volta i Francesi, gli Inglesi, e gli Austriaci, prendendo sempre, come capita a quelle specie di copisti, ciò che c'è di peggio nei loro modelli.
*Se la natura del Napoletano è poco elevata, il suo istinto è buono, compassionevole, e benché ignorante, svogliato, ha immaginazione ed un'intelligenza viva, molto suscettibile di essere coltivata; il suo linguaggio è pittoresco, figurato, talvolta eloquente. Quando Sua Maestà l'arciduchessa [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena|Maria Luisa]] venne a Napoli, nel 1824, la si mostrò da lontano ad un uomo del popolo, dicendogli che era ''la vedova di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]'' – ''Che la vedova?'' ribatté il [[lazzari|Lazzarone]], ''è il suo sepolcro''.
====[[Michele Prisco]]====
*La consonanza assoluta della gente napoletana con la città che la tiene stretta è il fatto capitale, che non somiglia a nessun altro fenomeno sociologico di altrove, perché [[New York]] o [[Londra]] potrebbero mutare a loro piacimento la loro disposizione urbanistica e la gente {{sic|neviorchese}} o londinese non muterebbe di un soffio il suo modo di vivere. [...] Ed è proprio dunque da questo costante abbraccio fra la città e la sua gente, da questo rapporto che all'apparenza è anche irrazionale ma che poi si rivela come un preciso equilibrio di forze concomitanti, che nascono tanti aspetti della socialità napoletana. {{NDR|([[Mario Stefanile]])}}<br>Parole che vorremmo fossero meditate dai vari inviati speciali quando vengono quaggiù a diagnosticare le piaghe di Napoli: che sono le stesse piaghe della nazione, ingrandite, se si vuole, o esasperate, solo da questa situazione di fondo registrata da Stefanile. Del resto, aggiungiamo a nostra consolazione, se questi inviati non l'hanno capita, la nostra Napoli, non l'hanno capita neppure tanti ospiti illustri, e ben più validi sul piano letterario: non l'hanno capita, vogliamo dire, né Dumas né Anatole France né Lamartine né Mommsen, i quali l'interpretarono, com'è naturale, ciascuno secondo le reazioni del proprio temperamento. E poi non dimentichiamo le eredità impostate nel nostro sangue: fenicia, greca, moresca, e forse anche slava se la filosofia del «lassamme fa {{sic|a'}} Ddio» si apparenta al «nitchevò» russo: per non parlare dell'eredità del [[Vesuvio]], questa specie di Moby Dick nostrano.<br>Anche per tutto questo in nessun altro luogo del mondo si ritrova con la stessa evidenza che acquista a Napoli la testimonianza di un rapporto immediato viscerale e continuo fra i cittadini e la città, senza la mediazione e anzi a dispregio della legge, della norma e dell'autorità. Pensate per un momento a [[Spaccanapoli]], dove una folla pittoresca, geniale, fertile d'inventiva, sembra quotidianamente accreditare – con parole, gesti e atteggiamenti – la sua duplice singolarità alla [[Giordano Bruno]]: scoprire la gioia di vivere nella sua deprimente miseria, e trovare nelle sue scarse felicità un invito alla malinconia e alla rassegnazione. Ecco perché prima che una città, Napoli è a suo modo una categoria umana, e il suo connotato più rilevante resta l'imprevedibilità e il suo destino quello di favorire e continuare a favorire, con la sua permanente contrapposizione e contraddizione – di paesaggio, di storia, di costume, di vita – un'abbondante fioritura di luoghi comuni che ne perpetuano un'immagine di falso folclore e ininterrotto colore locale.
*Si stendeva sul [[Golfo di Napoli|golfo]] una caligine colorata, un cumulo di vapori che andavano dal rosa all'azzurro al viola, conferendo al paesaggio, come il riverbero d'uno specchio rotto, quella vaghezza di riflessi, di ombre, di tinte e di lumi ch'è la tristezza di Napoli. [...] In nessuna casa di Napoli la luce era stata ancora accesa. Ma quante case, Gesù! Da far venire il capogiro a fissarle un poco a lungo: era così grande, Napoli? Non s'era mai affacciata<ref>Aurora, protagonista del romanzo.</ref>da San Martino su Napoli: è uno spettacolo meraviglioso. Era grande, la città, a starci dentro non sembrava: ora osservava le facciate stinte delle case, predominavano l'intonaco rosa e il colore grigio, il rosa pareva un riverbero di fuoco e il grigio un tappeto di cenere vulcanica: riconosceva le cupole argentate delle chiese, i terrazzi asfaltati pieni di rattoppi come la biancheria dei poveretti, le buche dei palazzi distrutti: e le strade dove si trovano? Un groviglio, a guardarle da quassù, un crudo e umido intrico di pietre.
*{{NDR|Napoli, vista da San Martino}} [...] a poco a poco emersero in quella velata malinconia, nella foschia dei vapori rosei azzurrastri e violacei, fra un brusio di voci perpetue e lontane, i profili delle case, le squadrature dei terrazzi, le rampe tortuose, le scale a precipizio. Cercava un taglio diritto da riconoscere una strada, e non lo trovava: restava questo aspetto informe e caotico di concrezione uscita dal mare, rimasta a secco, scavata con lenti e individuali accorgimenti per trovarvi riparo.
====[[Hermann von Pückler-Muskau]]====
*Il mio amico ed io ci avventurammo da soli in Via Toledo e, spinti dalla folla, giungemmo alla [[Piazza del Plebiscito|piazza del Palazzo]] dove vedemmo per la prima volta in tutta la loro maestà il [[Golfo di Napoli|golfo]] ed il [[Vesuvio]] fumante. Quale che fosse l'impressione destata in noi da questa immagine, il rumore ed il movimento che ci circondava erano così grandi, che l'intera prospettiva ci sembrava girare con la folla. Ero continuamente sul punto di gridare al popolo: insomma, tenetevi un po' tranquilli, perché possa godere di questa bella veduta che ha altrettanto bisogno di silenzio che di un canto melodioso; ma questo popolo che le baionette austriache sole potevano far tacere, di sicuro non si sarebbe lasciato calmare da belle parole; dovetti così rinunciare per il momento a godere di questa tranquillità a cui aspiravo.
*Molto spesso [[Posillipo]] mi era stato vantato come il più bel luogo che si trovi negli immediati dintorni di Napoli, e ci dirigemmo quindi da quella parte. Più di una volta lungo il nostro cammino fummo fermati prima di giungere alla meta cui tendevamo; perché, nonostante già conoscessimo discretamente l'[[Italia]] e ci fossimo abbastanza familiarizzati con gli usi degli Italiani, fummo nondimeno talmente sorpresi da tutto quel che vedevamo e sentivamo a Napoli, che ci sembrava di essere in mezzo ad un popolo del tutto estraneo a ciò che avevamo visto a [[Milano]], a [[Genova]] o a [[Roma]]: erano altri giochi, altri canti, altri costumi; gli stessi cavalli erano diversamente bardati. Tutto, in una parola, era nuovo per noi. Ma ciò che più di ogni altra cosa ci colpì, furono senza dubbio le grida eccessive del popolo.
*Napoli non ha né porte né mura di cinta, così che ci trovammo, senza aspettarcelo, in mezzo a questa città popolosa in cui all'improvviso fummo storditi dal rumore della folla che ci circondava come se, durante un viaggio per mare, fossimo stati sorpresi da una tempesta in mezzo alla calma più profonda. Quando entrammo in [[Via Toledo]] immaginai che da poco fosse avvenuta una sommossa e che il popolo si accingesse a prendere d'assalto il palazzo del re o il castel Sant'Elmo; ma, osservando più da vicino, vedemmo che tutte queste persone così chiassose, erano, in fondo, individui assolutamente pacifici che gridavano solo per vendere le loro merci, che consistevano in qualche cipolla, in fette di anguria o in piccoli pesci. Accanto a questi venditori ambulanti si trovavano i mercanti fissi di maccheroni, di frittelle, di limonate e di arance. Oltre a questo, poiché era domenica, e la serata era bella, le strade erano ancora gremite d'un gran numero di allegri oziosi a cui è permesso di gridare e cantare a squarciagola, senza minimamente darsene pensiero. In mezzo a questa folla, i ''calessari'' correvano al gran galoppo come se si trattasse di guadagnare il premio della corsa, ciò che non migliorava la tranquillità ed il buon ordine. Man mano che avanzavamo la folla si faceva sempre più serrata, di modo che alla fine ci trovammo completamente bloccati, sia per la quantità di persone che per le riparazioni che si facevano al lastricato.
*Qui imparo anche a conoscere questa trasparenza dell'atmosfera di cui avevo tanto sentito parlare; perché dal mio balcone distinguo perfettamente nella città di [[Sorrento]] da cui sono lontano quindici miglia, ogni casa con la sua forma ed anche il suo colore. Quel che c'è di più straordinario è che, quando il cielo è coperto, gli oggetti si avvicinano e sembrano divenire ancora più distinti; mentre quando fa molto caldo, e soprattutto quando soffia lo scirocco, sono come avvolti in un vapore incerto e gialligno. Dall'altro lato del mio balcone, ho innanzitutto la parte della città che si estende verso la [[Villa comunale di Napoli|Villa Reale]] e [[Posillipo]], poi fiancheggio i giardini e le residenze di villeggiatura, mi elevo verso il Capo Miseno e volo da un'isola all'altra. L'Epomeo, nell'isola d'Ischia, serve da limite da questa parte, ma le isole sono disposte nel mare come una collana di corallo, e le onde, fatte lucenti dal sole, che brillano in un orizzonte lontano, somigliano ad una catena d'argento che lega insieme i due promontori collocati l'uno di fronte all'altro. Quando si hanno davanti agli occhi tante mirabili bellezze, che non si ha bisogno di andare a cercare, non si sente il minimo desiderio di uscire di casa, a meno che non si veda passare sotto le proprie finestre una gondola o una barca a vapore; allora, a dire il vero, si sentono nascere desideri cui si fa fatica a resistere.
====[[Fabrizia Ramondino]]====
*Chi non è vissuto in una città balia, ma solo in una città madre, difficilmente potrà comprendere come le ordinate costellazioni celesti, a immagine dell’ordine terrestre – spirituale, sociale, politico, – siano indifferenti al napoletano, mentre nella Via Lattea egli ritrova quell'indistinto luminoso brulichio, privo di forme e di nomi, quel caos chiaro e nutriente, specchio celeste della sua città.
*E fuggendo Napoli, per inseguire un Nord mitico, che quasi sempre non oltrepassava Roma, [i giovani intellettuali napoletani] venivano a loro volta inseguiti da Napoli, come da una segreta ossessione. Ché Napoli usa seguire i suoi concittadini dovunque, come un'ombra, se si trasferiscono altrove.... Così Napoli, dove è così difficile vivere e che invoglia tanto a partire, che è così difficile abbandonare e che costringe sempre a tornare, diventa, più di molti altri, il luogo emblematico di una generale condizione umana nel nostro tempo: trovarsi su un inabitabile pianeta, ma sapere che è l'unico dove per ora possiamo star di casa.
*La porta dell'Oriente verso l'Occidente e dell'Occidente verso l'Oriente, come definì Napoli [[Fernand Braudel|Braudel]], è sempre spalancata, pronta ad accogliere tutti. Ma chi la oltrepassa avverte di entrare in un luogo dove sono radunati i membri di una grande setta segreta alla quale è arduo essere iniziati.
====[[Domenico Rea]]====
*A Napoli [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]] si preparò non solo a diventare uomo, ma {{sic|intanto}} divenne sommo scrittore in quanto subì una profonda napoletanizzazione. A Napoli acquistò il vastissimo sentimento tragico della vita, di una vita in movimento, senza scrupoli, consumata dalla e nell'azione, senza mezze misure, intensa nel bene e nel male, nell'amore celeste e nel profano.
*Boccaccio lontano da Napoli vive come un emigrante. Non sa porre radici profonde in nessun altro luogo. Si rassegnerà a rimanere in Certaldo. E il paese che sempre l'attirerà, anche dopo l'amara delusione del 1362, sarà Napoli, ed è a Napoli, come gli emigranti, che penserà sempre di ritornare. A Napoli, non a [[Firenze]], che non gli ricorda le donne ingrate ma appassionate di Napoli, le scampagnate a [[Baia]], i bagni e e le cacce, quel mare, quel cielo, quella città piena di gente, amante di una vita gridata, che tira a campare senza preoccuparsi se domani sarà domenica o lunedì, giacché sarà un bel giorno se la fortuna avrà dato un segno della sua benevolenza.
*Come un popolo tanto disposto al farsesco sia poi giunto a certi suoi grandi giorni, a [[Masaniello]], al netto rifiuto dell'Inquisizione (anche se a Napoli in fatto d'impiccagioni, arrotamenti, squartamenti, supplizi in pubblico se ne contarono a migliaia fino al Settecento), alla [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica del '99]] e ai moti del 1820, non ce lo {{sic|sapremo}} spiegare se dovessimo prendere sul serio la sua letteratura che si è lasciata attrarre quasi sempre dagli effetti e non dalle cause, che ha sottomesso la miseria al colore, non il colore ad essa. Chi ha parlato delle 4 giornate? E donde sono uscite? Dalla pulcinelleria?
*{{NDR|Il panorama dal balcone di una casa di Napoli}} Da Punta della Campanella a Capo Miseno<ref>Le due estremità che delimitano il Golfo di Napoli. {{cfr}} ''Letteratura delle regioni d'Italia, Campania'', p. 341, nota 12.</ref>era un cerchio perfetto nella metafisica luce della luna. Ogni punto era un riferimento archeo-storico-sociologico, un «a capo del mito»: il [[Vesuvio]], [[Pompei]], la costa di Stabia, il promontorio di Sorrento, [[Capri]] e il [[Salto di Tiberio]], lo sperone di [[Ischia]], la prua della virgiliana [[Posillipo]] e il vasto mare a cerchi concentrici come l'eco, frastagliato dalle luci delle lampare... Ora mi spiego perché [[Giacomo Leopardi]] dettò gli ultimi sei versi del divino (e mai aggettivo fu più effettuale) ''Tramonto della luna'' da un giardino del [[Golfo di Napoli|golfo]], dopo avere amato e odiato Napoli.
*Dovunque si parli di Napoli, c'è una disposizione a comprendere Napoli, che è in sostanza un'accusa alla sua pulcinelleria, alla sua corruzione in politica e in morale. Popolo sporco, dedito all'ozio, alla prostituzione, impoeticissimo! E la nostra meraviglia si leva in dubbio; per come sia stato possibile che un popolo corrotto, da quando se ne ha una memoria, sia ancora tanto vivo, anzi nella piena capacità d'insegnare qualche cosa agli uomini, di dare a loro, se non altro, uno spettacolo che gli stranieri chiamano vita piena.
*Il mare a Napoli è un maestro. Il mare è una lenta fatica.
*Il napoletano è fuori dalla storia; o meglio vi è stato così addentro e così maltrattato, deriso e beffato che ha finito per uscire dal tempo, creandosi un suo ambiente eterno dominato, è ovvio, da [[San Gennaro]] e dalla [[cabala]].<br>Che cosa poteva fare di diverso con i suoi problemi in sospeso e procrastinati all'infinito?
*Il ''rilievo'' del mendicante, che sarebbe violento in un'altra città, a Napoli, rientra nel quadro generale della grande miseria. Si distinguono solo quei mendicanti coperti di piaghe o di altre brutture fisiche, esposte con arte provetta. Ma se piaghe, infermità e mutilazioni, stracci e insetti muovono a ribrezzo la maggioranza degli uomini, ai napoletani suggeriscono una profonda emozione. Il napoletano vecchio tipo nutriva una cieca sfiducia nel Progresso, ma confidava nella Provvidenza. In cuor suo non approvava che un mendicante, ossia un uomo colpevole di non essersi maturato nel grembo di una regina, doveva essere gettato nel fetore e nella promiscuità di un ospizio, togliendogli, in pratica, la libertà. Era considerato un colmo d'ingiustizia.
*{{NDR|Napoli}} La porta misteriosa di tutta l'Italia meridionale.
*«Ma Napoli, Napoli bella della mia gioventù, com'è diventata?»<br />«È orribile. Altro che odore di mare, che mi dicevi. Odore di merda come qua. Ma qua è la nostra merda».
*Napoli, una commedia perpetua recitata in pubblico, gridata e urlata.
*Ora l'anno è pieno. Siamo agli sgoccioli. I giorni non passano mai, ma gli anni passano come i lampi. Ma a Napoli se ne fregano. Tutto in questo mese concorre verso il [[presepe]], ossia verso un mondo immaginario pieno di pace e di bendidio. Il presepe è questo: la metafora di come dovrebbe essere la terra governata più che dagli uomini dall'ingenuo Bambino [[Gesù]]. Il presepe è il regno dell'armonia e della fine dell'ingiustizia.
*Per noi resta il fatto che ovunque troviamo quattro righe su Napoli, prostituzione, furto, arrangiamento e compromesso sono i punti di forza. Ma il sentimento tragico della vita, spogliato e nudo, che qui regna su tutto, come la violenza di vivere almeno una volta, perché una volta si vive, rimangono forze oscure.
*Re, governanti, turisti e poeti passano e se ne vanno. Anche il napoletano se ne andrebbe a vivere in riva al mare, dove l'aria sveltisce il cuore, o sulla collina del [[Vomero]] o ai Camaldoli, dove c'è odore di campagna e di cielo fresco. Egli invece è costretto a restare nel pozzo. Questa certezza ha trasformato il vicolo in una casa in comune, ha sviluppato l'istinto del mutuo soccorso – si prestano tutto: pentole, cibi, panni, scarpe, abiti – ma ha anche sollecitato un'indifferenza politica fatalistica, che ne ha fatto un popolo politicamente rachitico.
*Scartati i re, i loro delfini, parenti, congiunti e amici, ai napoletani rimase il patrono, proprio nel significato di padre da cui solo sperare non miracoli, ma il pane allo stato brado. Da questo legittimo desiderio a «un culto di sangue di stampo barbarico<ref>La citazione è tratta dalla voce ''San Gennaro'' nell<nowiki>'</nowiki>''Enciclopedia delle religioni'', edita da Vallecchi. {{cfr}} ''San Gennaro'', ''Opere'', Mondadori, 2005, p. 1520.</ref>» ce ne passa. San Gennaro largamente manovrato dai chierici per tener buoni gli sprovveduti si trasformò in un'arma di ricatto nelle mani di questi ultimi nell'immarcescibile speranza di addomesticare chi aveva e poteva.
*Si resta a Napoli perché i napoletani nella collettivizzazione universale, conservano un loro preciso comportamento; perché non provano il rigetto del loro prossimo. Lo accettano, ne sopportano e comprendono i difetti. È per questo motivo che la notte napoletana è ancora tra le più fulgide notti del mondo. Alle tre del mattino si può invitare un amico a gustare un piatto di spaghetti con pomodori, triglie in cartoccio e babà flambé. In molti luoghi d'Europa si vocifera di libertà sessuale: ma soltanto a Napoli, da illo tempore, una creatura di qualsiasi sesso può coltivare i propri sfizi. Il vizio della libertà sessuale a una certa ora della notte si respira nell'aria. Certo, rimane una città difficile. È per palati dal gusto forte. Possono capitare tante cose, tante avventure, tanti guai, tante invenzioni del vivere e tanti delitti. La ragione è semplice. Non c'è mai stata una borghesia a dettare le leggi dell'ipocrisia. La città è rimasta sostanzialmente plebea, incline al «dialettale», al versante greco, quello liberatorio degli istinti, più che mai socratica e legata al superiore ordine divino (umile, semplice) che a quello storico e politico: potere e violenza. Una città con ancora le carni e le piaghe esposte, dolenti e alla ricerca di una giustizia più vicina al diavolo che a Dio.
*Troppa folla, troppo disordine, troppo rumore. Non pioveva, ma le strade erano bagnate e umide peggio che in campagna, e dappertutto bucce e cartacce, semi di zucca, scheletrini di pesci, valve di cozze, banchi di pizzaiuoli di paste cresciute esposte alla polvere in un acre fetor d'olio fritto.
*Truppe d'occupazione furono quelle americane, ma apportatrici di un vastissimo concetto di democrazia nel significato più comune e umano del termine. Il fatto che un capitano alleato potesse amare fino a sposarla una popolana fu una rivelazione (e una rivoluzione) sociale d'inaudita importanza. Una conquista memorabile, che restò nel fondo del cuore dei napoletani. Per questa ragione la società fittizia e illegale che si instaurò a Napoli per due o tre anni lasciò dei beni morali e spirituali che sono ancora motori di progresso più di mille teorie.
*{{NDR|Napoli}} Un infernale miscuglio di casi umani piccoli e piccolissimi, ma ugualmente fatali e terribili, potenti nella gioia e nella tristezza, che riceve, raccoglie e nasconde gente di ogni risma e razza.
*Una città in cui l'ingiustizia è diventata edilizia, plastica, rilevo.
====[[Ermanno Rea]]====
*Affidare a un pool di intelligenze il progetto di un nuovo sviluppo, la mappatura dei problemi aperti, la speranza di mobilitazione delle coscienze, il compito di elaborare una prospettiva di futuro. Napoli è una città che non conosce se stessa.
*[[Antonio Bassolino]] è il nuovo sindaco di Napoli. La città ha detto no alla nipote del duce, [[Alessandra Mussolini]], che comunque esce dalla piazza non proprio polverizzata, con il 44,4 per cento dei voti che poca cosa non è.<br />Ma che importa? Il dettaglio appartiene alla cronaca; l'evento alla storia. Un ciclo si chiude anche per questa città (si è chiuso per la verità già da tempo con il crollo di tutto un ceto dirigente e di un'impalcatura di potere) e noi, figli della guerra fredda, diventiamo archeologia.
*Chi semina vento raccoglie tempesta, sostiene il proverbio. A Napoli il vento fu seminato ancora prima dell'ultimo conflitto mondiale, quando la città fu chiamata a garantire col sacrificio del proprio mare e del proprio porto, insomma con la rinuncia a ogni forma di sviluppo possibile, i perversi equilibri della guerra fredda nell'area sud-europea.
====[[Marchese de Sade]]====
*Fra il popolo, non si vedono che marchi spaventosi del veleno di questa peste<ref>La [[sifilide]].</ref>che sfigura ogni cosa in quasi tutte le parti del corpo. Se il veleno è tenuto più nascosto dai ricchi e dai nobili, non è per questo meno pericoloso, e io credo che ciò che uno straniero può fare di meglio è di evitare ogni contatto con questo popolo corrotto.<br>Come fare tuttavia, in un paese in cui il clima, gli alimenti e la corruzione generale invitano così eternamente alla depravazione? È fisicamente impossibile immaginarsi sino a qual punto essa è spinta a Napoli.<br>Le strade, di sera, sono piene di sventurate vittime offerte alla brutalità del primo venuto, e che vi provocano, per il prezzo più vile, a tutti i tipi di libertinaggio che l'immaginazione può concepire, e persino a quelli per i quali sembra che il loro sesso dovrebbe avere orrore. [...]<br>Con il danaro si può avere a Napoli la prima duchessa della città. E io mi domando cosa diventeranno la virtù, la popolazione, la salute in uno Stato in cui la degradazione dei costumi è arrivata<ref>Arivata, refuso, nel testo.</ref>sino a questo punto, e in cui la più lieve lusinga per il guadagno conduce al delitto, capovolgendo ogni sentimento di probità, di onore e di virtù!<br>L'onesta e piacevole galanteria, il sano commercio dei due sessi, che riscalda tutte le passioni nobili e che serve spesso da focolare a tutte le virtù, è poco conosciuto in una città in cui la brutalità dei costumi non vuole che il godimento.
*Il popolo indubbiamente è rozzo, grossolano, superstizioso e brutale, ma ha una certa franchezza, e non è privo, talvolta, persino di amenità. La miglior prova è che questa plebe sterminata si mantiene nell'ordine senza polizia. La borghesia è civile, sollecita. La preferirei alla nobiltà, che l'alterigia e l'orgoglio sminuiscono proporzionalmente al suo desiderio di elevarsi. In generale è una nazione da formarsi; ma non è un'opera di un giorno, né di un regno.
*In generale non è a Napoli che bisogna venire a cercare le arti. Si lasciano a [[Roma]]. Qui non bisogna ricercare che la natura e oso credere che essa sia superiore a ciò che le arti stesse sono a Roma. [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] è il viaggiatore da tener presente percorrendo questa felice campagna dove egli fa peregrinare il suo eroe, e si trova che, malgrado le rivoluzioni che hanno desolato questo bel paese, esso non è tuttavia ancora abbastanza mutato per non riconoscerlo dalle descrizioni che egli ci fa.
*Risalendo all'origine della mescolanza dei diversi popoli che hanno sostituito i Greci in questa bella contrada, e che non vi hanno apportato che quella crudeltà che li ha condotti a distruggere i più bei monumenti, si troverebbe forse una causa<ref>Della rozzezza del popolo, che l'abate [[w:Jérôme Richard|Jérôme Richard]] attribuiva alle vicende tumultuose che hanno caratterizzato la storia di Napoli. {{cfr}} De Sade, ''Viaggio in Italia'', p. 262.</ref>più giusta: lo scarso progresso che le arti e le scienze vi hanno fatto in seguito, da cui è venuta questa imperdonabile negligenza nell'educazione, ha continuato a nutrire l'ignoranza e conseguentemente l'abbrutimento. La mollezza, vizio ordinario dei popoli che abitano in un bel clima, si è venuta ad aggiungere. La depravazione, che ne è una conseguenza, ha finito di corrompere, e io credo che ci vorrebbe oggi una rivoluzione completa per riportare questo popolo a quella amabilità che regna nella massima parte del resto dell'[[Europa]].
====[[Jean-Paul Sartre]]====
*A Napoli ho scoperto l'immonda parentela tra l'amore e il Cibo. Non è avvenuto all'improvviso, Napoli non si rivela immediatamente: è una città che si vergogna di se stessa; tenta di far credere agli stranieri che è popolata di casinò, ville e palazzi. Sono arrivato via mare, un mattino di settembre, ed essa mi ha accolto da lontano con dei bagliori scialbi; ho passeggiato tutto il giorno lungo le sue strade diritte e larghe, la Via Umberto, la Via Garibaldi e non ho saputo scorgere, dietro i belletti, le piaghe sospette che esse si portano ai fianchi.<br>Verso sera ero capitato alla terrazza del caffè Gambrinus, davanti a una granita che guardavo malinconicamente mentre si scioglieva nella sua coppa di smalto. Ero piuttosto scoraggiato, non avevo afferrato a volo che piccoli fatti multicolori, dei coriandoli. Mi domandavo: «Ma sono a Napoli? Napoli esiste?»
*La nostra corriera fa spostare un carro funebre, che caracolla davanti a noi, più adorno di un carretto siciliano, il cavallo ha l'aria di una bella di notte; la carrozza sobbalza dietro di lui, quattro colonne tortili sostengono una sorta di baldacchino dove volano gli angeli. Dai quattro vetri si vede la bara ricoperta di fiori. Ai quattro lati traballano lanterne d'argento. Sulla predella posteriore, un beccamorto fa acrobazie. È bello essere ricevuti a Napoli dalla morte. Da una morte caracollante, agghindata come una puttana, fantastica, assurda e veloce. Tutto si copre d'ombra, ci si immerge nella città.
*Napoli si avvicina. Come ogni volta, prima di arrivarci, ho una stretta al cuore. Attraversiamo un frutteto deserto. So molto bene, troppo bene, ciò che troverò a Napoli. È una città in putrefazione. L'amo e ne ho orrore.
*Seguì per un po' [[Via Toledo|Via Roma]], poi si infilò in un vicolo. «Un vicolo di Napoli, non è come un tempio. Ti si appiccica, è come la pece.» [...] Dei bassi impudichi e segreti: ti buttano in faccia il loro calore organico ma non si svelano mai. «Forse perché non si vede mai qualcuno dentro.» Di notte, si chiudevano ermeticamente; di giorno, quando si aprivano, si svuotavano dei loro occupanti, li spingevano fuori, nella strada, e questi restavano là tutto il giorno, madidi, stagnanti, legati ai bassi da un invisibile cordone ombelicale, legati tra di loro da un qualcosa {{sic|più profondo}} del linguaggio, da una comunanza carnale. [...] Il cielo sembrava altissimo, lontanissimo sopra la sua testa; Audry stava proprio in fondo – in fondo a una vita densa e nera come sangue che si coagula, era stordito; a poco a poco era invaso da un desiderio di sonno, di cibo e d'amore.
====[[Giovanni Scafoglio]]====
*La Napoli di oggi è una città stanca, ma di quella stanchezza che non precede rabbia e voglia di cambiare le cose. Che è stanca piuttosto di attendere che passi la nottata.
*Napoli che strana città, per viverla serenamente bisognerebbe eliminare tutte quelle sorprese che ti riserva giorno dopo giorno, ma poi non sarebbe più la stessa. Un po' come quegli uomini che le donne amano per il gusto di poterli poi educare una volta sposati.
*Napoli, la città che mi ha cresciuto è un mondo di ombre proiettate su pareti degradate dove anche la pioggia si vergogna di cadere.
====[[Jean Noel Schifano]]====
*Con l'unificazione, i reali Savoia vollero trasformare Napoli in una città provinciale, senza successo, saccheggiandone gli immensi tesori. Non riuscirono a governare perché refrattaria, persino usando la collaborazione della Camorra e dei capi di quartieri. Napoli si vide privata, negli anni, di spazio e creatività. Il genio partenopeo si rifugiò nell'illegalità.
*E dico che tutti i mali di Napoli nascono a [[Roma]]. In un secolo e mezzo hanno fatto di tutto per trasformare la grande capitale che nei secoli è stata Napoli in una città-bonsai, privandola di banche, ferrovie, cantieri navali e opere d'arte. L'hanno trasformata in una città assistita da tenere al guinzaglio. E ora gli lasciano la monnezza, dopo che gli hanno portato per decenni i rifiuti tossici delle fabbriche del Nord.
*Fra 50 anni Salerno e Caserta saranno uniti da un solo territorio urbano, sarà cosa favolosa. Volevano ridurla a una città bonsai, invece ne hanno fatto una pantagruelica, che ha difficoltà a muoversi ancora con le catene del colonizzatore al piede.
*In tutti i sensi, credo che la civiltà napoletana sia indispensabile all'uomo moderno. Non si può essere moderni senza avere in gran parte una sensibilità napoletana.
*Napoli ha la particolarità di essere tollerante ed accogliente. Napoli fa delle altre culture del mondo la propria cultura. Fagocita, digerisce e ricrea a partire dalle altre culture. Più si dà a Napoli, più Napoli dà al mondo.
*Per sensibilità e cultura sono di tutto cuore napoletano. Ho imparato a vivere a Napoli, ho imparato a scrivere a Napoli.
*Più Napoli sarà Napoli, più sarà universale.
*Un altro simbolo che riconosco in Napoli è l'uovo. L'uovo primordiale si vive a Napoli. Una forma indistinta in cui l'uomo non si distingue dal ventre materno. Lo stesso sangue di [[San Gennaro|S. Gennaro]] che si scioglie ogni sei mesi, fa pensare al sangue femminile: sono ciò che ho chiamato i semestrui di San Gennaro. La civiltà napoletana è un uovo da cui tutti si possono nutrire.
*Vogliono neronizzare Napoli e tutta la Campania con la monnezza. Odiano Napoli per la sua trimillenaria intelligenza, per la sua civiltà. Così la sfruttano, come l'hanno sfruttata in questi 150 anni di Unità.
====[[Ingo Schulze]]====
*Ci sono naturalmente città più rumorose, più profumate, più puzzolenti, più anguste, più veloci, più grandi, più imprevedibili – [[Calcutta]], San'a, [[Il Cairo]], [[Tokyo]]. Posso amarle oppure odiarle, ma sono città straniere. Napoli invece è come il tipo strambo in famiglia che turba molto più di un pazzo incontrato alla stazione, Napoli è la bella zia o la bella nipote che confonde i pensieri più di qualunque ragazza pinup.
*Napoli è per me un insieme di densità e ampiezza dello sguardo. Il contatto è subito fisico, lo spazio è limitato e denso: rumori, profumi, cattivi odori, tutto è immanente, la storia qui non è lingua morta. E poi la vista del mare e del golfo, che si apre improvvisa e sembra racchiudere l'intera cultura di cui siamo fatti, da Ulisse e Virgilio fino ai giorni nostri. Mi sembra che Napoli possieda una sua intensità in tutte le sue espressioni, nel bene come nel male.
*Napoli è una città che sperpera la propria bellezza, non solo a causa della criminalità e del degrado. Qui le chiese più sontuose ti si parano davanti all'improvviso, tanto che quasi non riesci a vederne la facciata, per non dire a ricavarne una visuale d'insieme. Il vero sfarzo si rivela spesso solo nei cortili interni. In nessun altro luogo l'aria è tanto satura di odori, che passo dopo passo si trasformano. Si viene squadrati, toccati, spintonati, non vi è mai tregua. Lo scoppiettio dei motorini costringe a guardarsi continuamente le spalle. Ma questa densità nulla sarebbe senza la corrispettiva vastità. A volte basta salire qualche gradino o cambiare lato della strada o anche solo voltarsi, e già ti coglie la vertigine alla ''vista del mare''.
====[[Matilde Serao]]====
*Il popolo napoletano, che è sobrio, non si corrompe per l'acquavite, non muore di ''delirium tremens''; esso si corrompe e muore pel lotto. Il lotto è l'acquavite di Napoli.
*Napoli, la città della giovinezza, attendeva Parthenope e Cimone; ricca, ma solitaria, ricca, ma mortale, ricca, ma senza fremiti. Parthenope e Cimone hanno creata Napoli immortale.
*Ognuno sa che Iddio, generoso, misericordioso e magnifico Signore, ha guardato sempre con occhio di predilezione la città di Napoli. Per lei ha avuto tutte le carezze di un padre, di un innamorato, le ha prodigato i doni più ricchi, più splendidi che si possano immaginare.
*Se interrogate uno storico, o buoni ed amabili lettori, vi risponderà che la tomba della bella Parthenope è sull’altura di San Giovanni Maggiore, dove allora il mare lambiva il piede della montagnola. Un altro vi dirà che la tomba di Parthenope è sull’altura di Sant’Aniello, verso la campagna, sotto Capodimonte. Ebbene, io vi dico che non è vero. Parthenope non ha tomba, Parthenope non è morta. Ella vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni. Ella corre ancora sui poggi, ella erra sulla spiaggia, ella si affaccia al vulcano, ella si smarrisce nelle vallate. È lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori: è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene; è lei che rende irresistibile il profumo dell’arancio; è lei che fa fosforeggiare il mare. Quando nelle giornate d’aprile un’aura calda c’inonda di benessere è il suo alito soave: quando nelle lontananze verdine del bosco di Capodimonte vediamo comparire un’ombra bianca allacciata ad un’altra ombra, è lei col suo amante; quando sentiamo nell’aria un suono di parole innamorate; è la sua voce che le pronunzia; quando un rumore di baci, indistinto, sommesso, ci fa trasalire, sono i suoi baci; quando un fruscìo di abiti ci fa fremere al memore ricordo, è il suo peplo che striscia sull’arena, è il suo piede leggiero che sorvola; quando di lontano, noi stessi ci sentiamo abbruciare alla fiamma di una eruzione spaventosa, è il suo fuoco che ci abbrucia. È lei che fa impazzire la città: è lei che la fa languire ed impallidire di amore: è lei la fa contorcere di passione nelle giornate violente dell’agosto. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non ha tomba, è immortale, è l’amore. Napoli è la città dell’amore.
*Sotto il vivo raggio del sole, il glauco [[mare]] freme di gioia; è fresco, è profumato. Le sue voci seduttrici sono irresistibili, e bisogna evitare di guardare per non gettarvisi dentro, anelanti del suo abbraccio. Le serate sono splendide, la [[Villa comunale di Napoli|Villa]] è gaia, le fanciulle sotto gli alberi somigliano molto alla Galatea di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], sono più... o forse meno vestite, ecco tutte, ecco tutto. Ci è da divertirsi, ci è da respirare a pieni polmoni l'aria leggiera, ci è da sorridere, financo, financo... ci è da innamorarsi.
*Troppo ho sofferto nell'onore e nella prosperità: troppo ho lagrimato di vergogna e di indignazione. Io debbo cominciare per salvarmi, se voglio esser salvata da tutto, da tutti. Nelle mie mani è la mia prima risurrezione: cioè quella della mia esistenza, morale, cioè quella del mio decoro sociale. Farò, io, veder al mondo, all'Europa, all'Italia che di tutti i doni della sorte, io sono degna, che di tutti gli aiuti fraterni, io sono degna, io, Napoli, paese di gente onesta, mandando al Comune solo gli onesti, chiedendo ad essi, che da essi si prosegua e si esalti la mia riabilitazione!
====[[Samuel Sharp (chirurgo)|Samuel Sharp]]====
*A Napoli è una piazza chiamata ''[[Piazza del Municipio (Napoli)|Largo del Castello]]''. Somiglia molto al nostro ''Fower Hill'', ed è il ritrovo del popolo ozioso. Qui, in ogni pomeriggio, i frati e i pagliacci, i borsaiuoli e i ciarlatani compiono la lor bisogna. Un frate (del genere dei nostri predicatori ambulanti) predica a un uditorio di popolani che riesce man mano ad attirare; un pagliaccio tenta di stornar dal frate quella gente, mettendo in mostra ''[[Pulcinella]];'' e gli altri parecchi commedianti s'ingegnano a fare altrettanto. Or accadde un giorno che ''Pulcinella'' ottenne molto successo. Il povero frate predicava addirittura alle panche: nessuno se gli accostava. Seccato, mortificato, imbestialito all'idea che un teatrino di marionette, a venti metri di distanza da lui, potesse in quel modo sviare l'attenzione del pubblico dall'Evangelo e fargli preferire un sì triviale divertimento, egli levò alto a un tratto il Crocifisso e con voce tra {{sic|inspirata}} e rabbiosa si mise a urlare: «Ecco il vero Pulcinella! Ecco il vero Pulcinella! Venite, signori! Venite da me!»<br>Ed è così noto in Napoli questo fatto ch'io non mi sarei permesso di narrarvelo, se non lo narrassero, a tutti, anche le persone più pie.
*{{NDR|La ''cuccagna'', offerta al popolo nel periodo di Carnevale per quattro domeniche consecutive}} Ai lati della costruzione sono inchiodati un numero prodigioso di pani in ordine architettonico ed anche una grande quantità di arrosti. Tra i cespugli sono trenta o quaranta montoni vivi, qualche maiale, dei piccoli bovi ed una quantità di polli. Ora la bisogna da compiere è di sacrificare questi poveri animali alla fame del popolo e, per ciò lasciar fare con ordine, ben tremila soldati circondano la costruzione per allontanare la gente finché il Re appaia a un balcone e dia il segnale per principiare la cerimonia sventolando il suo fazzoletto. Allora i soldati aprono i ranghi ed il popolaccio vi si precipita, ognun pigliando la sua preda e portando via le vivande e gli animali. Tutto è finito in un batter d'occhio. In questa confusione ci sono state gravi disgrazie, ma quest'anno non constato che vi siano morti o feriti. Le quattro società dei macellai, dei fornai, dei pescivendoli e dei pollaiuoli fanno le spese dei quattro giorni. Non posso trovare un napoletano qualunque che conosca l'origine di questa abitudine né che mi possa dire se derivi dai mori quando possedevano una parte della Sicilia o se sia d'origine pagana, o, in ultimo, se sia, come pare probabile, un ricordo delle esposizioni di belve che avevano gli antichi romani, giacché corrisponde molto al ''Venatio Direptionis''<ref>"La caccia, a cui per consenso dell'editore, e del principe dava termine la irruzione nell'arena del popolo, autorizzato, in tale occasione, ad impadronirsi di checché gli cadea sottomano, fu detta caccia di saccheggio, ''venatio direptionis''. La magnificenza dello addobbo, e la quantità delle vittime uccise, consentiva largo campo allo spoglio tumultuoso, che, pei seduti nelle gradinate formava pur esso parte animatissima dello spettacolo.<br>I Cesari costumavano far gettare dall'alto nell'affollato anfiteatro pallottole di legno contenenti numeri; ad ogni numero corrispondeva un dono, perfino navigli, isole, poderi." Da ''Storia del Pensiero nei Tempi Moderni del Conte Tullio Dandolo'', vol. II, Stabilimento Tipografico Sensi, Assisi, [https://books.google.it/books?id=dXFUAAAAcAAJ&lpg=PA349&ots=awuYBhSavP&dq=&pg=PA349#v=onepage&q&f=false p. 349]</ref>.<br>Un inglese vede con meraviglia tante migliaia di persone così pacificamente radunate. A Londra in un'occasione di tanta allegria la metà della gente sarebbe {{sic|ubbriaca}}, la si vedrebbe bisticciarsi, azzuffarsi, magari buttar nella folla qualche gatto morto, per accrescere la confusione. Però mi pare che il popolaccio napoletano, per diabolico che sia quando è inquieto, si dimostri più contenuto, quando è di buon umore, del nostro popolaccio.
*Certi luoghi delle [[Alpi]] offrono un bellissimo e pur tremendo aspetto: essi mi dettero il primo grande spettacolo, davvero ''meraviglioso''. Credo che la città di [[Venezia]], emergente dalle acque con le incantevoli sue isole adiacenti, potrebbe essere considerata come la seconda delle meraviglie ch'ho visto: e mi permetterei di nominare la [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Chiesa di San Pietro]], in [[Roma]], come la terza di quelle, malgrado che le sue bellezze non derivino dalla natura ma soltanto dall'opera dell'arte. Sopratutto ammiro il cielo, la terra e il mare di Napoli! Le isole, le colline, il [[Golfo di Napoli|golfo]], le costruzioni che scendono, come in anfiteatro, fino al mare rendono l'aspetto di questa città cosa di una infinita bellezza.
*Io suppongo che Napoli sia l'unica città d'Europa che basti a' suoi abitanti; tutte le altre sono rinforzate dalla gente di provincia: quel che costa la vita, quel che occorre al lusso costituiscono in altre grandi città tali ostacoli ai {{sic|matrimonii}} ch'esse, in pochi anni, certo resterebbero spopolate se non se ne rimettessero a' provinciali. Invece a Napoli il caso è diverso: si ha la curiosa abitudine di prender gente di servizio coniugata: a [[Parigi]] o a [[Londra]] poche persone di servizio sposate trovano posto, anzi la gran parte di questa classe rimane tutta la vita senza sposarsi; se lo facessero, difficilmente potrebbero in quelle città i domestici e le cameriere trovar posto anche in diverso modo. A Napoli è l'uso quasi generale di dare un tanto al giorno agli uomini di servizio per nutrirsi, essi non dormono in casa del loro padrone, e quindi son costretti a pigliar moglie: ne accade che un gran numero di ragazze è sempre pronto ad accettare la prima domanda di matrimonio, giacché in Italia le donne vanno difficilmente a servizio come in Inghilterra. [...] La difficoltà d'impiegarsi come serve, quella ancora di guadagnarsi il pane in altro modo, son, giusto, le ragioni che inducono certe povere donne ad affrontare la miseria sicura, la quale le aspetta subito dopo il matrimonio. Sciami di bambini si vedono in tutte le strade abitate da' poveri, e son natural conseguenza di quelle unioni: un marito e una moglie che abitualmente hanno sei o sette figliuoli e una sola stanza per casa contribuiscono specialmente ad affollare le vie della città.
*Se non ricordo male è il Signor [[Joseph Addison|Addison]] il quale afferma che appena un napoletano non sa che farsene si caccia in saccoccia tutte le sue carte e pianta allegramente un processo; è perfettamente vero, e dico anzi che se il [[Regno di Napoli]] fosse grande come la Repubblica di Roma nel momento del suo splendore, e se ogni causa dovesse essere giudicata nella capitale, le migliaia di avvocati che qui si vedono sarebbero appena sufficienti.<br>La prima volta che mi recai alla [[Castel Capuano|Vicaria]] credetti di essere uscito tardi di casa; le strade erano zeppe di avvocati che andavano a pranzo. Una folla enorme usciva dalla ''Vicaria'' e io credetti che il Tribunale si svuotasse. Invece, riuscito a penetrarvi, vi trovai lo stesso numero di gente che s'incontrerebbe ne' teatri di Londra la sera prima di una nuova rappresentazione!<br>Benedetto paese, ove chi non è principe o pezzente è ''[[w:paglietta|paglietta]]'' o prete.
*Si dice che fosse costume dei pagani di non soltanto biasimare ma pur di castigare le loro deità quando non ascoltassero le preghiere di quelli antichi: ebbene lo stesso segue nel popolo napoletano. Se la [[Maria|Madonna]] stessa, oppur un qualunque lor santo in cui ripongono fiducia, non soddisfano le loro preghiere Madonna e santi son davvero trattati male. Per conto mio non posso dire di aver assistito a un caso di una somigliante mancanza di rispetto, ma certo, se mai merita un esemplare castigo una santa, io credo che questa deve essere proprio Santa Lucia. V'era oggi a chiederle aiuto un tal numero di ciechi che al solito arrivano [[Basilica di Santa Lucia a Mare|qui]] ogni anno da queste vicinanze, ch'io non dubito che voi stesso vi sareste indignato al punto di proprio picchiar la santa, per indurla a manifestar senza indugio la sua rara potenza. Ciò naturalmente, se foste stato un cattolico del genere di que' disgraziati.
====[[Amalia Signorelli]]====
*Anche per i non-napoletani, diciamo pure per gli italiani, ad alimentare la produzione dello stereotipo non è solo un bisogno di ordine cognitivo (semplificare la complessità, pre-costituirsi una mappa); credo (ed è ovviamente una mia ipotesi), che gli stereotipi su Napoli servano anche a esorcizzare, a tenere sotto controllo paura e senso di colpa. Paura di ciò che non si sa o non si può gestire, governare, mettere in ordine, far fruttare; senso di colpa per le occasioni sprecate, le ricchezze, anche immateriali dilapidate, le vigliaccherie e le rinunce. Incapace di assegnare un ruolo nuovo e innovativo alla ex-capitale più capitale che ci fosse nella Penisola, è come se l'Italia avesse scelto di farne contemporaneamente il proprio giullare e la propria anima nera: insomma, un vero e proprio capro espiatorio.
*Estremamente moderna e urbana è la modalità di interazione con il potere. Rapporto estremamente laico e strumentale, che non riconosce ai potenti nessuna sacralità e ben raramente il carisma, ma è costruito sulla propiziazione strumentale, sul calcolo razionale delle convenienze reciproche (sempre utilizzabili anche se asimmetriche) e sull'ironia come strumento di autotutela della propria dignità. L'ironia è resa possibile dal disincanto, ma anche da un'altra risorsa molto urbana, che è la ricca competenza linguistica. I napoletani delle classi popolari hanno almeno tre competenze linguistiche: il dialetto della loro vita quotidiana; il dialetto «aulico» in parte appreso dalla frequentazione dei ceti borghesi, dalla canzone, dal teatro e così via, in parte inventato da loro stessi come parodia del vero dialetto "alto"; infine l'italiano. Il gioco delle decontestualizzazioni e ricontestualizzazioni surreali, delle cortocircuitazioni, delle iperboli e degli understatement con il quale si prendono le distanze da e si ridimensionano quei potenti con i quali pure è ritenuto inevitabile venire a patti, trova nella ricca competenza linguistica un eccellente strumento.
*Napoli è senza dubbio la città d'Italia sulla quale più numerosi si sono prodotti e si producono stereotipi. Spesso in contraddizione fra loro e con quelli già consolidati, che non scompaiono sostituiti dai nuovi, ma persistono. Tutti insieme, e ad onta delle contraddizioni, confluiscono nell'idea di quella "qualità" (immaginata) che ontologicamente dovrebbe permeare di sé tutti i partenopei: la napoletanità. Tanto è forte e diffusa questa idea della napoletanità, che nell'immaginario collettivo nazionale e anche internazionale essa riassume e annulla in sé tutta la Regione, sicché salernitani, casertani, avellinesi finiscono riassorbiti e scoloriti nella categoria dei "napoletani", magari di serie B.
*Tuttavia non sono solo gli "altri", gli estranei a produrre e utilizzare gli stereotipi su Napoli. Come si è accennato, sono stati e sono i napoletani stessi a utilizzarli e a farli circolare. Lo stereotipo può rivelarsi non solo irritante ma anche utile per coloro a cui si riferisce. Anche per i napoletani esso funziona, o può funzionare, con un riduttore di complessità, della propria complessità, difficile da gestire nel rapporto con sé stessi e con gli altri. Lo stereotipo si offre come una sorta di staffa cui agganciare il primo nodo dell'ordito e della trama dell'identità: lo stereotipo semplifica, fissa, rende comprensibile per tutti ciò che si è («io so' napoletano e si nun canto moro»), definisce ciò che gli altri si aspettano e dunque anche ciò che ci si può aspettare dagli altri. E ancora, affidato agli imprenditori giusti, lo stereotipo può rivelarsi una merce eccellente, che si vende bene e dà ottimi profitti. Quanta napoletanità i napoletani hanno esportato ed esportano? E quanta riescono ad esportarne in loco, ai visitatori e ai turisti ansiosi di acquistarla?<br>Bisogna sottolineare con forza, però, che le funzioni strumentali non esauriscono l'utilità dello stereotipo. Per i napoletani, esso può assumere un'importante funzione espressiva: deresponsabilizza mentre identifica, perché aggrega il singolo a un "noi", e dunque dà o può dare un senso di legittimazione, persino di forza e di orgoglio. Funzione questa tanto più rilevante per la popolazione di una città che dall'Unità in poi ha vissuto una storia difficile, pesante di regressioni e di delusioni.
====[[Alfred Sohn-Rethel]]====
*A Napoli i congegni tecnici sono quasi sempre rotti: soltanto in via eccezionale, e per puro caso, si trova qualcosa di intatto. Se ne ricava a poco a poco l'impressione che tutto venga prodotto già rotto in partenza [...] per il napoletano le cose cominciano a funzionare soltanto quando sono rotte.
*La città viveva sotto il [[Vesuvio]] ed era quindi costantemente minacciata nella propria esistenza. Di conseguenza, aveva preso parte al diffuso sviluppo tecnico ed economico dell'Europa soltanto a sbalzi, poiché non si poteva mai sapere se l'anno sarebbe trascorso senza catastrofi.
*Se qualcuno gli dicesse che non è così in realtà che ci si serve di un motore o di un'apparecchiatura tecnica in generale, {{NDR|un napoletano}} lo guarderebbe sbalordito e si opporrebbe addirittura in modo energico: perché l'essenza della tecnica consiste per lui proprio nel far funzionare quel che è rotto. E nel maneggiare macchinari difettosi è senza dubbio un maestro, ben al di là di ogni tecnica. Nell'abilità e nella prontezza di spirito con cui, di fronte a un pericolo, ricava con irrisoria facilità la soluzione vincente proprio da ciò che non funziona, ha per certi versi qualcosa in comune con l'americano. Ma dalla sua ha la suprema ricchezza inventiva dei bambini, e come i bambini è sempre fortunato, e come accade ai bambini, la fortuna gli arride volentieri. Di ciò che è intatto, invece, di quel che per così dire funziona da sé, egli in fondo sospetta e diffida: infatti proprio perché va da solo, alla fine non si può mai sapere come e dove andrà.
====[[Stendhal]]====
*In Europa ci sono due capitali: Parigi e Napoli. (attribuita)
*Ingresso solenne: si discende per un'ora verso il mare seguendo una strada larga scavata nella roccia tenera, sulla quale è costruita la città. – Solidità delle mura – 'Albergo dei poveri', primo edificio. Fa un'impressione molto più forte di quella bomboniera tanto celebrata, che a Roma si chiama la Porta del Popolo. Eccoci al palazzo ''degli Studj'', si volta a destra, è la via Toledo. Ecco una delle grandi mete del mio viaggio, la strada più popolosa e allegra del mondo.
*Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell'universo.
====[[Hippolyte Taine]]====
*È gente brillante, volubile, pronta all'entusiasmo, senza equilibrio, che si lascia trasportare dalla propria natura. In condizioni normali, sono amabili e persino dolci; ma nei pericoli e nei momenti di collera, in tempi di rivoluzioni o di fanatismo, essi arrivano fino all'estremo limite del furore e della follia.
*È un altro clima, un altro cielo, quasi un altro mondo. Questa mattina, avvicinandomi al porto, quando lo spazio s'è slargato e l'orizzonte s'è scoperto, io non ho più visto, tutto a un tratto, che un vivo sfolgorio di luce bianca. In lontananza, sotto la foschia che copriva il mare, si profilavano e si stendevano le montagne, luminose e morbide come nubi. Il mare s'avanzava a grandi ondate biancheggianti, e il sole versava un fiume di fuoco, simile a metallo fuso, che arrivava sino alla spiaggia.
*In tutte le cose, la prima impressione è in essi troppo forte; appena toccati, essi scattano di colpo con una esagerazione qualche volta terribile, il più sovente grottesca. I mercanti che gridano la loro mercanzia paiono degli ossessi. Due cocchieri che litigano tra loro, sembrano vogliano uscire dalla pelle; un minuto dopo, essi non ci pensano più.
*La gente del popolo è molto sobria, pranza con pane e cipolle. Conosco un vecchio operaio che ha fatto di suo figlio un mezzo signore, e che non mangia che pochi soldi di pane al giorno. Essi lavorano da mattina a sera, qualche volta sino a mezzanotte, ad eccezione della siesta da mezzogiorno alle tre. Si vedono ciabattini all'aria aperta tirare la lesina dal mattino alla sera. Calderai che, in prossimità del porto, occupano intere strade, non cessano di battere.
*Quali strade si attraversano! Alte, strette, sudice; a tutti i piani balconi che strapiombano, un formicaio di piccoli fondachi, di botteghe all'aria aperta, di uomini e di donne che comprano, vendono, ciarlano, gesticolano, si urtano; la maggior parte macilenti e brutti, le donne in particolar modo, piccole e camuse, dalla faccia gialla e dagli occhi penetranti, poco pulite e cenciose, con degli scialli disegnati a fogliami e fazzoletti da collo color viola, rossi, arancioni, sempre a colori vivaci, ornate di ninnoli di rame. Nei dintorni della [[Piazza del Mercato (Napoli)|piazza del Mercato]] si intreccia un labirinto di straducole lastricate e tortuose, piene di polvere, sparse di bucce d'aranci e d'angurie, di resti di legumi. La folla si pigia, nera e brulicante, nell'ombra spessa, sotto il cielo sereno.
*Verso le otto, non soffiava più un alito di vento. Il cielo sembrava di lapislazzuli, la luna, come una regina immacolata, risplendeva sola in mezzo all'azzurro e i suoi fasci di luce tremolavano sulla distesa dell'acqua, simili a torrenti di latte. Non ci sono parole adeguate per esprimere la grazia e la dolcezza delle montagne avvolte nella loro ultima tinta, nel viola vaporoso del loro manto notturno. Il molo, la foresta di barche, colle loro masse nere e cupe, le rendevano ancora più suggestive; e Chiaia a destra, girando intorno al [[Golfo di Napoli|golfo]] con la sua cintura di case illuminate, gli faceva una corona di fiamme.<br>Da tutte le parti, brillano i fanali; la gente all'aria aperta chiacchiera ad alta voce, ride e mangia. Questo cielo è una festa per se stesso.
====[[John Turturro]]====
*Napoli è un luogo misterioso sia per chi non ci abita sia per i suoi stessi abitanti: c'è qualcosa di veramente vibrante e vivo che si percepisce ovunque ed è come qualcosa d'infinito che percepisci anche quando la lasci. Mi ha colpito molto e credo di aver riportato nel film queste sensazioni.
*Napoli è un luogo sopravvissuto ad invasioni straniere, eruzioni vulcaniche, terremoti, rivolte popolari e che allo stesso tempo ha prodotto nella sua storia una valanga di musica.
*Una città splendida conquistata da popoli diversi, massacrata e ricostruita, con ferite aperte, ma che sa ancora cantare e raccontarsi attraverso la sua musica ed i suoi artisti.
====[[Federigo Verdinois]]====
*Napoli ha otto Biblioteche con circa due milioni di volumi; i quali volumi, pare impossibile, son letti, poiché coteste Biblioteche danno un movimento quotidiano di 3000 lettori: un milione di lettori all'anno.
*Nello stesso anno 1899, sopra 3504 matrimoni celebrati, solo 623 atti non furono sottoscritti: il che vuol dire che l'analfabetismo coniugale è in una proporzione decrescente; né si starà molto a vederlo affatto sparire.<br>Il fenomeno è notevolissimo, chi consideri che fra tutte le città italiane Napoli è la più folta di plebe. Via via, dal '60 in qua, cotesta plebe s'è andata sollevando a dignità di popolo, vincendo pregiudizi, abitudini, miseria, ostacoli d'ogni sorta: il che non è poco merito. Il classico paese del ''dolce far niente'' ha dunque fatto qualche cosa più che starsene al sole. I piccoli popolani della generazione che vien su san leggere quasi tutti, e non solo le insegne delle botteghe ma i giornali; sanno scrivere, e non solo il proprio nome; spesso sanno disegnare e non senza gusto. A ciò han contribuito in varia misura l'istruzione obbligatoria, i Ricreatori festivi, i teatri popolari, le officine, l'esercito, la partecipazione alla vita politica e amministrativa, la stampa, e soprattutto un sentimento sempre più dirozzato di individualità e di esistenza intellettuale e morale.
*Se la fotografia avesse potuto far commercio dell<nowiki>'</nowiki>''ignoranza'' napoletana, da un pezzo l'ignoranza nostra farebbe artistica mostra di sé nelle vetrine dei cartolai e girerebbe mezzo mondo in compagnia del ''[[lazzari|lazzarone]]'', del ''ladruncolo di fazzoletti'' e dei ''mangiatori di maccheroni''.<br>Più tempo passa, meno codesta fotografia è possibile. L'ignoranza perde, giorno per giorno, contorni e colore e si va sciogliendo anch'essa in nebbia di leggenda.
*Pronti a riconoscere ed ammirare i meriti dei nostri fratelli di oltre Tronto, e anche a rallegrarcene, noi siamo parchi di lode pel valore indigeno e modesto. Epperò, siamo i primi a stupire, e in perfetta buona fede, quando ci accade di udir decantare all'estero un ingegno di casa nostra. Ed è così, lo si può affermare senza esagerazione, che ci si è accorti, dopo le consacrazioni francesi, tedesche, russe, perfino americane, che Napoli ha dato al romanzo Matilde Serao, alla lirica [[Gabriele d'Annunzio]], agli studi sociali e giuridici [[Raffaele Garofalo]], al nostro teatro [[Achille Torelli]], [[Roberto Bracco]], [[Salvatore Di Giacomo|Salvatore di Giacomo]], alla poesia popolare lo stesso di Giacomo e [[Ferdinando Russo]], al giornalismo [[Giuseppe Turco|Peppino Turco]], e alla storia, all'archeologia, alla linguistica, alle scienze esatte, agli studi politici tutta una falange di cultori insigni, la cui azione civilizzatrice è più efficace che non si creda e il cui valore tanto meno si può disconoscere quanto più volentieri lasciamo agli stranieri la cura di esaltarlo.
*Uno dei pregiudizi più stolti è che il nostro così detto ''gran mondo'' viva soltanto di futilità e non sia informato di niente. È vero che [Napoli non ha l<nowiki>'</nowiki>''Hôtel Rambouillet'', ma non l'ha oggi nemmeno Parigi, la ''ville lumière''. a Napoli, invece, un'accademia di dotti come la [[Accademia Pontaniana|Pontaniana]], si onora di contar fra' suoi membri effettivi due duchesse, la [[Teresa Filangieri Fieschi Ravaschieri|Ravaschieri]] e la [[Enrichetta Carafa Capecelatro|Carafa D'Andria]], che tengono il loro stallo accanto a [[Matilde Serao]]. Il duca [[Giuseppe Avarna|Gualtieri]] ha scritto della costituzione inglese; il principe [[Francesco Pignatelli, principe di Strongoli.|Pignatelli-Strongoli]] ha volgarizzato l<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]''; il [[Pasquale Del Pezzo|duca Caianiello]] è professore di Università; il principe [[Gaetano Filangieri, principe di Satriano|Filangieri]] ha fondato il [[Museo artistico industriale Filippo Palizzi|Museo artistico industriale]]; e non serve dire di altri. Sono ritrovo di artisti e di scienziati i saloni della duchessa D'Andria, della principessa di Tricase. Con ciò non si nega che vi siano dei nobili ignoranti, allo stesso modo che ve ne sono di borghesi e popolani; ma, su per giù, la cosa si riscontra {{sic|dapertutto}} e in proporzioni non diverse.
====[[Lina Wertmuller]]====
*Come si fa a dire che la [[camorra]] è un dato costitutivo di Napoli? Significa non conoscere la storia di questa città, vittima di continue dominazioni nei secoli. Il popolo minuto doveva difendersi da dominatori ogni volta diversi e nei suoi strati diciamo più distanti dalla Storia ha assunto atteggiamenti di un certo tipo, poi precipitati con la modernità. Ci sono, pertanto, anche tanti mascalzoni. Ma assumerlo a fatto costitutivo non si può.
*Napoli è la dea della bellezza. La voglia di cantare dei napoletani deriva dalla loro natura di artisti. Perché disprezzare i mandolini che venivano suonati anche da [[Domenico Cimarosa|Cimarosa]] e [[Antonio Vivaldi|Vivaldi]]. Il [[Conservatorio di San Pietro a Majella|Conservatorio S. Pietro a Maiella]] contiene un enorme patrimonio musicale, è un forziere inesauribile dove l'incuria e l'ignoranza hanno fatto marcire cose inestimabili. Qualsiasi paese al mondo avrebbe attinto a questo patrimonio per creare una stagione speciale d'arte. Napoli dovrebbe diventare, almeno per quattro/cinque mesi all'anno, Turistlandia, un posto cioè dove tutti potrebbero arrivare guidati dalla grande vela della musica, dell'arte e della bellezza.
*Per me non è un luogo fisico ma un posto dell’anima.
*Sì la amo davvero. È molto più che una città. È speciale. Una perla antica.
===Citazioni in versi===
[[Immagine:Piazza del Plebiscito - Augusto De Luca.jpg|thumb|Piazza del Plebiscito]]
*''(A Napoli dove l'amore è Sovrano | Quando i ragazzi incontrano le ragazze | Ecco cosa dicono) | Quando la luna ti fa spalancare gli occhi | Come un grande fetta di pizza | Questo è l'amore.'' ([[Dean Martin]])
*''Basta ca ce sta 'o Sole, | ca c'è rimasto 'o mare, | na nénna''<ref>Ragazza.</ref>'' a core a core, | na canzone pe' cantà. || Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, | chi ha dato, ha dato, ha dato, | scurdàmmoce 'o ppassato, | simmo''<ref>Siamo.</ref>'' 'e Napule paisà.'' ([[Giuseppe Fiorelli]])<ref>Versi musicati da Nicola Valente.</ref>
*''Bella Napoli, o quanto, i primi dì! | [[Chiaia]], e il [[Vesuvio]], e [[Portici]], e [[Via Toledo|Toledo]], | coi calessetti che saettan lì; | e il gran chiasso e il gran moto ch'io ci vedo, | d'altra vasta città finor digiuno, | fan sì che fuggon l'ore e non m'avvedo. | Ignoranti miei pari, assai più d'uno | la neghittosa Napoli men presta, | con cui l'ozio mio stupido accomuno. | Ma, sia pur bella, ha da finir la festa. | Al picchiar di Quaresima, mi trovo | tra un fascio di ganasce senza testa.'' ([[Vittorio Alfieri]])
*''Che fòra il veder Napoli coi fonti, | così nel sommo suo come nel basso! | Altro saria, ch'aver | marchesi e conti!'' ([[Luigi Tansillo]])
*''Chi puoi proteggere, madonna adorata, | dalla cieca miseria? | Il tacchino che si spidocchia sotto le sacre immagini | o la donna gravida nell'armadio a specchiera? | Ci vorrebbe il mare! | O che discendesse da Posillipo un'onda azzurra di cielo! | Essa dovrebbe salire le scalinate rischiarandosi, | carica di torce azzurre e di dolcezza; | e illuminare i poveri, penetrare nelle nostre contrade, | al fine di renderci diversi e di affermarci! || Ahimè! chi potrebbe esaudirci! | Potenti divinità si sono nascoste laggiù | sotto le colonne spezzate vicino al mare. || Il santo barocco s'è contorto impotente. | Le parole del poeta sono inutili.'' | Napoli-Parigi, settembre-ottobre 1959. ([[André Frénaud]])
*''Chiave di volta di un arco di azzurro, Napoli s'adagia sul mare, | Incoronata da compiacenti nazioni regina d'allegria senza pari: | Ride dell'ira dell'oceano, schernisce la furia del Vesuvio, | Disprezza malattia, e miseria, e fame, quelle che affollano le sue strade assolate.'' ([[Martin Farquhar Tupper]])
*''– Chisto è Napule d' 'o sole, | 'o paese d' 'o calore? | Gela l'acqua inte' 'e cannole''<ref>Tubazioni.</ref>'', | s'è schiattato''<ref>Scoppiato.</ref>'' 'o cuntatore!'' ([[Raffaele Viviani]])
*''Comme a stu suonno de marenare | tu duorme, Napule, viat' a tte! | Duorme, ma nzuonno<ref>In sonno.</ref> lacreme amare | tu chiagne, Napule!... Scétete<ref>Svegliati.</ref>, scé'!...'' ([[Salvatore Di Giacomo]])
*''Da secoli vive la miseria | nel sud dell'Italia. Guardate il suo trono: | pendono come tappezzerie | le tremule ragnatele nere | e i topi grigi rodono | i legni antichi. | Bucherellato trono che attraverso | le finestre rotte | della notte di Napoli respira | con rantolo terribile, | e tra i buchi | i neri riccioli cadono sulle tempie | dei bimbi belli | come piccoli dèi straccioni. | Oh, Italia, nella tua dimora | di marmo e splendore, chi abita? | Così tratti, antica lupa rossa, | la tua progenie d'oro?'' ([[Pablo Neruda]])
*''È mezzogiorno, | balena il mare; | sui colli e al piano | un uniforme | tedio. Alla vampa | canicolare | Napoli dorme || È mezzanotte, | sovra il sereno | golfo, alle rive | tra pianta e pianta | l'argento piove. | La luna è in pieno; | Napoli canta.'' ([[Vittoria Aganoor]])
*''Era fermo Imeneo tra l'erto monte | E 'l mare, in cui sovente austro risuona, | La 've cinge e 'ncorona Napoli bella l'onorata fronte : Napoli che di gloria e d'or corona | Impose a tanti duci, | Ouante serene luci | Ha notte ombrosa, allorché 'l vel dispiega; | E con amor, che avvolge i cori, e lega | L'anime pellegrine, | Facean ghirlanda al crine, | Ed allori tesseano e sacre palme, | E tessean preziosi i nodi all'alme.'' ([[Torquato Tasso]])
*''Fuggo i paterni tetti, e i patrii lidi, | Ma con tremante pié, mi lascio a tergo | Passo, e con questi, che di pianto aspergo, | Per voi rimiro amati colli, e fidi. || I tuoi, si vuole il Ciel, vezzi omicidi | Sirena disleal, dal cor dispergo; | E caro men, ma più securo albergo | Pellegrino ricerco, ov'io m'annidi.'' ([[Giovan Battista Marino]])
*''La gente del [[Vomero]] ha sempre campato | vendendo pane in Via Tribunali. | Accarezzati dalla brezza del Vomero, | quei signori guardano dall'alto in basso | il sudore di Via Tribunali, | le lacrime di [[Mergellina]], | il sangue di [[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza Mercato]] – | ma se vogliono pregare i santi, | devono scendere nel buio della povertà. | Perché su al Vomero non ci sono chiese con santi | e nemmeno gli dei abitarono mai.'' ([[Alfred Andersch]])
*{{NDR|Venere}} ''Lascia Gaeta, e su per l'onda corre | tanto ch'arriva a [[Procida]] e la rade, | indi giugne a [[Pozzuoli|Puzzòlo]], e via trascorre, | Puzzòlo che di solfo ha le contrade | quindi s'andava in Nisida a raccorre, | e a Napoli scopría l'alta beltade: | onde dal porto suo parea inchinare | la Regina del mar, la Dea del mare.'' ([[Alessandro Tassoni]])
*''Le grandezze, i stupor, le meraviglie, | le delizie, i piacer, mare, aria e sito, | le cose illustri e celebri famiglie | della mia bella Patria, altiero vanto | de l'altre antiche e de le più moderne | degne di glorie eterne, | da cui per gusto altrui son già partito, | e fiori e frutti, e l'acque fresche e chiare, sotto il ciel più che rare, | oggi a Voi, Donne, io canto | se per cantare o dir ne saprò tanto.'' ([[Giovanni Battista del Tufo]])
*''Ma non posso più accettare l'etichetta provinciale | e una Napoli che ruba in ogni telegiornale, | una Napoli che puzza di ragù di malavita, | di spaghetti, cocaina e di pizza margherita, | di una Napoli abusiva paradiso artificiale | con il sogno ricorrente di fuggire e di emigrare.'' ([[Federico Salvatore]])
*''Ma 'sta città mme pare sempe 'a stessa | che canta pe' cantà, ma sta chiagnenno''<ref>Piangendo.</ref>''. | Napule, chesta si', si 'na canzone | cantata cu dulore, alleramente.'' ([[Raffaele De Novellis]])<ref>Versi musicati da Cafazo.</ref>
*''Mamma Napoli | Io stonghe ccà || E nun abbastano cient'anne | A ll'acqua e mare pe putè cagnà sta razza | 'o viento e terra le tocca pe crianza | e nun le passa maie sta vrenzola e speranza || e nun abbastano cient'anne | pe ce putè assettà a sta tavulata e gente | gente che già ha magnato, gente che già ha bevuto | che 'o mmeglio e chisto munno già se ll'ha futtuto | Mamma Napoli.'' ([[Teresa De Sio]])
*''Napolì | 'e benpensante votano Dc | Napolì | 'e camurriste votano Psi | Napolì | 'e sicchie 'e lota''<ref>Secchi di melma.</ref>'' votano Msi | Napolì | ma 'mmiez' 'a via continuano a murì | Napolì | ma tenimmo 'o sole 'a pizza e 'o mandulino | tarantelle canzone sole e mandulino | a Napoli se more a tarallucce e vino.'' ([[99 Posse]])
*''Napoli fu non è. La pompa altera | de le glorie già sue si volse in duolo. | Busto e tomba di sé, sul nudo suolo | pianger si può, ma non veder qual era. || Con aereo velen la Morte arciera | omicide sbalzò le Parche a volo; | e di Grandi e Plebei recisi a stuolo, | l'insepolto carname i Cieli annera. || Son macelli i Palagi, urne le sponde | del bel Sebeto; e sospirando stassi, | d'orride {{sic|straggi}} insanguinato l'onde. || Passeggier, bagna i lumi, affretta i passi, | fuggi, ché di spavento ombre feconde | spira la Morte ancor viva ne' sassi.'' ([[Giacomo Lubrano]])
*''Napoli ride int'a 'na luce 'e sole | chiena 'e feneste aperte e d'uocchie nire.'' ([[Ferdinando Russo]])
*''Napoli! Tu cuore di uomini che sempre ansima | nudo, sotto l'occhio senza palpebre del Cielo! | Città elisia, che calmi con incantesimo | l'aria ammutinata e il mare! Essi attorno a te sono attratti, | come sonno attorno all'amore! | Metropoli di un Paradiso in rovine | da tempo perduto, di recente vinto, ma pure ancora solo a metà riconquistato.'' ([[Percy Bysshe Shelley]])
*''Napule bella, desiata tanto | dal core e da la mia penosa vita, | Napuli bella, ch'io lassai da canto, | Napuli bella, e come t'ho fuggita? | Napuli bella, gli occhi miei di pianto | son pieni per la misera partita!'' ([[Francesco Galeota]])
*''Napule è comm' 'a femmena, | te fa venì 'o gulìo''<ref>Voglia.</ref>''. | Apprimma''<ref>Prima.</ref>'', core mio | e doppo, frusta llà. | E nfrìnghete, nfrìnghete, nfrà, | nfrùnghete, nfrùnghete, nfrù. || Napule, bello mio, | si' sempe tu, | si' sempe tu.'' ([[Pasquale Cinquegrana]])<ref>Versi musicati da Giuseppe De Gregorio.</ref>
*''Napule è 'nu paese curioso: | è 'nu teatro antico, sempre apierto. | Ce nasce gente ca senza cuncierto''<ref>Senza preparazione.</ref>'' | scenne p' 'e strate e sape recita'.'' ([[Eduardo De Filippo]])
*''Napule è tutta rampe, scalinate, | scale, gradune, grade, gradiatelle, | sagliute, scese, cupe, calate, | vicule ’e coppa, ’e sotto, viculille, | vicule stuorte, | vicule cecate.'' ([[Carlo Bernari]])
*''Napule Napule Napule Na' | 'na notte e luna chiena | 'o sole ca me vase''<ref>Bacia.</ref>'' | 'n'addore e panne spase | me fa' senti' nu rre.'' ([[Enzo Bonagura]])<ref>Versi musicati da Sergio Bruni.</ref>
*''Non c'è sabato | che non ci sia il sole a mezzogiorno; | donna o ragazza soleggiante, | che non ha fatto mezzogiorno senza amante!... || Luna, Caprone, Curato scarafaggio | che {{sic|un}}''<ref>Refuso. In realtà: non.</ref>'' abbia tricorno cornuto! | – Corna in fronte e corna all'uscio | preservano dal malocchio. - || ''L'Ombelico del giorno'' filante | i suoi maccheroni brucianti | con la tarantella: || Lucia, Masaniello, | Santa-Pia, Diavolo, | – CON PULCINELLA – ''| Mergellina-Venerdì 15 aprile. ([[Tristan Corbière]])
*''Non ti ricordi la fresca sera, | molle di nubi, plenilunar, mentre di Napoli per la Riviera | a i parapetti scrosciava il mar? || Era un settembre più che autunnale, | e Piedigrotta passata già; | dentro la Villa, pel gran viale, | avean le raffiche spersa l'està. || Moriva lungi su i mandolini | una canzone, sotto un hôtel. | Ma che profumo di gelsomini! | Parea dal mondo caduto un vel. || Non ti ricordi? Scendea la notte | sempre più opaca, su te, su me; | ci sorpassavano le ultime frotte | de le discepole, da gli ateliers. || Ci soffermammo. Nubi più grosse | spegnean de i cieli, nere, il chiaror; | tossisti, e della piccola tosse | su la tua bocca bevvi il sapor: || e stemmo avvinti, contro a le spume | che ci spruzzavano, salse, ognor più, | mentre [[Posillipo]] con cento e un lume | insanguinava l'onde laggiù...'' ([[Francesco Gaeta]])
*''O bella come una favola d'oro, | città solare, contrada incantata, | ove una dolce invisibile fata | fa sue magie tra una palma e un alloro. || La dolce fata nasconde al mortale, | chiuso in mistero, il divino suo viso; | ma bene effonde nell'aria un sorriso | di mite e ardente fulgor celestiale. || Tutta ne esulta la verde pendice | lungo il grand'arco del golfo beato; | tutto ne splende, commosso, incendiato, | l'azzurro specchio del mare felice. || Solo, laggiù, c'è un cattivo gigante''<ref>Il Vesuvio.</ref>'' | che freme e sbuffa in rabbioso tormento; | ma il suo fumacchio, portato dal vento, | si perde in ciel come un cirro vagante.'' ([[Diego Valeri]])
*''O gente senza alcuna cortesia, | la cu' 'nvidia punge | l'altrui valor, ed ogni ben s'oblia; | o vil malizia, a te, perché t'allunge | di bella leggiadria, | la penna e l'orinal teco s'aggiunge.'' ([[Cino da Pistoia]])
*''Oje né', | si te vuó' sciogliere''<ref>Scioglierti, nel senso di lasciarmi.</ref>'', | 'a strada è libera, | puó' cammenà. | Napule è chino 'e femmene | tutte pe' me, | ca vònno''<ref>Vogliono.</ref>'' a me, | pazze pe'mmé.'' ([[Salvatore Baratta]])<ref>Versi musicati da Gaetano Lama.</ref>
*''Pare che a tre generazioni di russi | fosse proibito andare a spasso | senza meta per le vie | di questa città meridionale, | lasciando libero lo sguardo di vagare, | curiosare disinvolti | qua e là, scattanti come bovi, | non com'aquile o leoni in cerca di preda, | che aguzzano la vista crudele''. ([[Maksim Amelin]])
*''Pe' [[Via Toledo|Tuleto]], p' 'a strada cchiù bella | d' 'a cchiù bella città ca se trova, | n'ata vita llà 'n miezo vulesse campà!...''
:'' 'N Paraviso 'stu sciore 'e bellezza | llà sultanto 'o putite truvà!'' ([[Salvatore Baratta]])
*''Per questo, straniero, la gente | a Napoli ha il culto dei santi: | da sempre ha conosciuto non un solo Dio, | ma molti dei, | perciò scambia San Paolo e San Pietro con i Dioscuri, | San Giovanni con Hermes | e Santa Restituta con Cibele. | Vecchie usanze dei tempi di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]].'' ([[Alfred Andersch]])
*''Più volte haver porai tu fors'udito | la nobiltade et la celebre fama | de 'st'inclyta città posta nel lito | de le syrene. Et Napoli hor si chiama. | A questo lieto et fortunato sito | la giovenetta, ch'anchor via più s'ama, | sepolta giace et come antica autrice | la sirena Parthenope si dice.'' ([[Ioan Bernardino Fuscano]])
*''Pure la nostra sirena vedrai, Partenope, alla quale, condotta di qua dal mare, lo stesso Apollo indicò con la colomba Dionea il fertile suolo. A questa mia sede natale io ti invito. Qui è mite l'inverno e fresca l'estate: qui con le onde sue lente batte il mare tranquillo, ed è la pace sicura e il dolce far niente e una quiete senza fine; e si dorme qui, tanto!'' ([[Publio Papinio Stazio]])
*''Qui sicura è la pace, e qui si gode | d'una comoda vita il bel piacere, | né v'è chi l'ozio altrui conturbi, o i sonni. | Non ha litigi il foro, e niun contrasto | conobbero giammai le leggi armate; | del diritto s'appaga ogni uom d'onore | senza aspettar che un tribunal l'astringa. | Or dirò delle superbe cose, | ch'alle colte città crescono il vanto? | Vedrai li sacri templi, e gli atrii suoi | da cento trammezzati alte colonne: | le due moli vedrai, teatro e circo, | e i quinquennali giuochi, il cui splendore | non cede a quei, che [[Roma]] sacra a Giove. | Né di [[Menandro]] a te lodar pretendo | le commedie di riso, e il dir faceto | di greco misto, e di parlar latino. | Né manca qui ciò, ch'è diletto al senso.'' ([[Publio Papinio Stazio]])
*''Quivi Napoli bella i regi alberga, | Città vittoriosa e trionfale: | Veggio altri tempi ancor, e in altri monti | Quel ch'ora innalza tre sublimi fronti.'' ([[Torquato Tasso]])
*''Settimana di sette feste, | questa è Napoli, punto e basta! | Passa il guappo con le maestre, | s'alza il grido dell'acquaiuol.'' ([[Enzo Bonagura]])<ref>Versi musicati da Lino Benedetto.</ref>
*''Stace Napole mia, bella, e gentile, | sciore de 'Talia<ref>''Fiore di Italia.''</ref>e schiecco<ref>''Specchio.''</ref>de lo Munno, | mamma che face nascere l'Abrile | Tutto a no ventre | sempre co l'Autunno, | sott'a n'airo né gruosso né sottile, | 'nzino a mare commo uovo chino e tunno, | accanto a sciumme''<ref>Fiumi.</ref>'', e munte, e fontanelle, | Che 'nnanze foro giuvene e zitelle.'' ([[Giulio Cesare Cortese]])
*''T'accumpagno vico vico | sulo a tte ca si' 'n amico | e te porto pe' 'e quartiere | addò 'o sole nun se vede | ma se vede tutto 'o riesto | e s'arapeno 'e ffenèste | e capisce comm'è bella | 'a città 'e Pulecenella. | Comm'è bella comm'è bella | 'a città 'e Pulecenella.'' ([[Claudio Mattone]])
*''T'adoro, sì, domenica | napoletana verso giugno: oh tu | di fragole odorosa! | oh coltri gialle e rosa | a i terrazzi! oh, profumo del ragù! || Ecco, a la chiesa prossima | chiama a distesa il campanello ancor; | nel sole, hanno per «essa», | tornata da la messa, | mobili e letto una scintilla d'or: || spunta con lumi e musica | per la salita la procession; | incede il Santo, e trema; | sul baldacchino crema | foglie di rose piove ogni balcon. || Adoro il tuo crepuscolo: | la gelsa bianca ne i panieri appar: | e l'uom de le campagne | suoi serti di castagne | su la pertica lunga ama cantar: || siede al balcone e dondola | «essa», con il ventaglio in grembo, il pié: | assorta un po', sospira | al dì che si ritira, | e ride a pena, tra le amiche, a me.'' ([[Francesco Gaeta]])
*''Una croce nera sul petto dell'italiano, | senza intaglio, rabesco, splendore, | conservata da una famiglia povera | e portata dall'unico figlio...| Giovane nativo di Napoli! | Cos'hai lasciato sui campi di Russia? | Perché non hai potuto esser felice, | circondato dal celebre golfo? | Io che ti ho ucciso vicino a Mozdòk | sognavo tanto il vulcano lontano! | O, come sognavo nelle distese del Volga | almeno una volta di andare in gondola! | Ma io non son venuto con la pistola | a portarti via l'estate italiana | e le mie pallottole non hanno fischiato | sulla santa terra di [[Raffaello Sanzio|Raffaello]]! | Qui ho sparato! Qui dove sono nato, | dov'ero orgoglioso di me e degli amici, | dove gli epici canti dei nostri popoli | non risuonano mai in traduzioni. | Forse che l'ansa del medio Don | è studiata da uno scienziato straniero? | La nostra terra, la Russia, la Rus, | l'ha seminata una camicia nera? | T'hanno portato qui in una tradotta | per conquistare lontane colonie, | perché la croce del cofanetto familiare | crescesse alle dimensioni d'una croce di tomba... | Non permetterò che la mia patria sia portata | oltre le distese di mari stranieri! | Io sparo. E non c'è giustizia | più giusta della mia pallottola! | Non sei mai stato né vissuto qui!... | Ma è sparso sui campi nevosi | l'azzurro cielo italiano, | sotto il vetro degli occhi morti.'' ([[Mikhail Svetlov]])
*''Vi quant'è bella Napule | pare nu franfellicco: | ognuno vene e allicca | arronza e se ne va.'' ([[canti popolari|canto popolare napoletano]])
*''Vieni o straniero nella grande Napoli, vedila, e muori! | Ama e inebriati, godi mentre l'attimo fugge | Il più splendido sogno, scorda i desideri delusi, | e i tormenti che un demone ha tessuto nella tua vita: | impara qui a godere, ad essere felice, e poi muori!'' ([[August von Platen-Hallermünde]])
*''Voglia 'e turnà | dint'e vicoli e sta città, | guarda e ride e te vò tuccà | nun se ferma mai, | voglia 'e verè | notte e juorno te fa cantà | chest'è Napule do cafè | nun te può sbaglià.'' ([[Teresa De Sio]])
====[[Edoardo Bennato]]====
*''Chille ca nun vonno fa' 'a fila, | chille che stanno arreto 'e spurtielle, | chille ca passano c' 'o rrusso, | chille ca se fermano c' 'o giallo, | chille ca stanno chiene 'e miliarde, | chille ca vanno pezziente, 'e viecche, 'e criature, 'e buone, 'e malamente, | nisciuno! | Nun se salva nisciuno, | nisciuno nisciuno, | int' 'a 'sta città nun se salva nisciuno!''
*''E la nottata non passa mai | Bella, appariscente, invidiata, invadente | Volgare, indecente, violenta, incandescente | Ma è la mia città''.
*''Non è piana non è verticale | è una linea che sale in collina | è una strada che parte dal mare | il percorso della città obliqua. || Scale mobili sotto la luna | diagonali e passaggi segreti | un cammino che esiste da sempre | il tesoro della città antica.''
====[[Libero Bovio]]====
*''E cheste è Napule: | Canzone ca nun more, | Profumo 'e ll'aria, | Ciardino sempe 'n fiore. | Speranze, ammore, lacreme: | Napule chesto vo'.''
*''Chist'è 'o paese d' 'o sole, | chist'è 'o paese d' 'o mare, | chist'è 'o paese addó tutt' 'e pparole,| so' doce o so' amare, so' sempe parole d'ammore!''
*''È tutta d'oro, | d'oro e celeste è Napule. | Se canta e more? | Ma i' voglio murì ccà. | Pe' Napule e Maria | trèmmano 'e ccorde d' 'a [[chitarra]] mia, | Marì.''<ref>Versi musicati da Gaetano Lama.</ref>
====[[Chariteo]]====
*''La gentil sacra, cittade, | Napol, di Muse et divi antiquo hospitio; | di [[w:|trabea]] degna et non d'aspro cilitio.''
*''Seconda patria mia, dolce Sirena, | Parthenope gentil, casta cittade, | nido di leggiadria e nobiltade, | d'ogni vertute e di delicie piena; || con tal dolor ti lascio e con tal pena, | qual, lasso!, io mai soffersi in nulla etade. | A dio, amici!, a dio, dolci contrade: | Hor qui ragion le lagrime non frena.''
*''– Parthenope son io, piena di duolo: | Non men beäta pria, c'hor infelice, | squarciata in mille parti, equata al suolo. || Misera me!, fruïr più non mi lice | Primavera, che sempre in me fioriva; | ché Venere è conversa in diva ultrice! || Libera fui gran tempo, hor son captiva, | in man di fieri monstri, horrendi et diri''<ref>I francesi di Luigi XII che occuparono Napoli dal 4 agosto 1501 al 16 maggio 1503.</ref>'', | quai Protheo doma in la Carpathia riva. || Qual re più fida in regno, in me si miri | come in lucido specchio! O re possenti, | imparate frenar vostri desiri! || Non vi inganne il piacer di ben presenti, | ché sempre a voi minaccia il Re {{sic|magiore}} | ciò che temon di voi le minor genti.''
====[[Nino D'Angelo]]====
*''Ma quanto bene te voglio, mia cara città, | quann'era vierno''<ref>Inverno.</ref>'' cu 'o sole m'ê''<ref>Mi hai.</ref>'' fatto scarfa<nowiki>'</nowiki> ''<ref>Riscaldare.</ref>'', | mmiezzo a 'sti strade cchiù vecchie 'e l'età | tu m'ê 'mparato a parla', | e quanta vote m'ê fatto capi' | ca se po' sempe muri<nowiki>'</nowiki>''.
*''<nowiki>'</nowiki>Nu napulitano nunn'è sempe allero, | nun le basta 'o sole, tene troppi pensiere, | dint' 'a chesta gara parte sempe arrete''<ref>Indietro</ref>'', | corre tutt' 'a vita e 'o traguardo è 'na barriera.''
*''Sott' a 'stu cielo blu, | 'o ssaje ca nun se vola | e nun se po' campa' sempe aspetta' | speranza e sole. | T'ha tradito 'sta città, | ca vo' sulo ave' e nun dà. | Stella napulitana | che triemme 'ncopp' 'a 'stu mare | ca nun t'ha dato maje niente.''
====[[Pino Daniele]]====
*''Città che non mantiene mai le sue promesse, | città fatta di inciuci e di fotografia, | di [[Diego Armando Maradona|Maradona]] e di [[Sofia Loren|Sofia]] | ma è la mia città | tra l'inferno e il cielo.''
*''Napule è mille culure | Napule è mille paure | Napule è a voce d' 'e criature''<ref>Creature, bambini.</ref>'' | che saglie chiano chianu | e tu saje ca nun si sulo''.
*''Napule è 'na carta sporca | e nisciuno se ne 'mporta | e ognuno aspetta 'a ciorta.''
*''Napule è tutta 'no suonno | e 'a sape tutto 'o munno | ma nun sanno a verità.''
*''Simmo lazzari felici | gente ca nun trova cchiù pace | quanno canta se dispiace | è sempe pronta a se vutta' | pe' nun perdere l'addore.''
*''Terra mia, terra mia | comm'è bello a la penza'. | Terra mia, terra mia | comm'è bello a la guarda'. | Nunn è 'o vero nun è sempre 'o stesso | tutt' 'e journe po' cagna' | ogge è dritto, dimane è stuorto | e chesta vita se ne va.''
====[[Ernesto Murolo]]====
*''E 'a Luna guarda e dice: | "Si fosse ancora overo. | Chisto è 'o popolo 'e na vota''<ref>Di una volta.</ref>'', | gente semplice e felice. | Chist'è Napule sincero, | ca pur'isso se ne va".''<ref>Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.</ref>
*''Napule, | a qua' parte d' 'o munno se fa '[[amore|ammore]] | comm'a Napule, 'e sera, 'int'a ll'està''<ref>Estate.</ref>''? | Vócche vasate''<ref>Bocche baciate.</ref>'', cantano, | core tradute, chiagnono. | Ma è tantu bella Napule | ca pure ll'odio te fa scurdà''<ref>Dimenticare.</ref>''.''<ref>Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.</ref>
*''Napule bella mia, | terra d'ammore, lacreme e canzone... | che suonno d'oro ca nce faje sunná''<ref>Sognare.</ref>''! | 'Ncòre nce miette na malincunía, | na freva tu nce miette dint'<nowiki>'</nowiki>e vvéne | pecché nce vuó' fa' chiagnere e cantá.''<ref>Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.</ref>
====[[Totò]]====
*''A Napule nun se po' sta cuieto''<ref>Quieto.</ref>''. | Aiere un brutto cane mascalzone | se ferma, addora, aiza 'a coscia 'e reto, | e po' mme fa pipi 'nfaccia 'o sciassì.''
*''Io voglio bene a Napule | pecché 'o paese mio | è cchiù bello 'e 'na femmena, | carnale e simpatia. || E voglio bene a te | ca si napulitana | pecché si comm'a me | cu tanto 'e core 'mmano.''
*'''Sta Napule, riggina d' 'e ssirene, | ca cchiù 'a guardammo e cchiù 'a vulimmo bbene. | 'A tengo sana sana dinto''<ref>Dentro.</ref>'' 'e vvene, | 'a porto dinto 'o core, ch'aggia''<ref>Che devo.</ref>'' fa'? | Napule, si' comme 'o zzucchero, | terra d'ammore – che rarità!''
==Proverbi==
*Napl<sub>''ǝ''</sub> tand'avandát<sub>''ǝ''</sub> s'è r<sub>''ǝ''</sub>ddótt<sub>''ǝ''</sub> a car<sub>''ǝ''</sub>scià prèt<sub>''ǝ''</sub>. ([[Proverbi lucani|lucano]])
*Napulitane: larghe 'e vocca e stritte 'e mane. ([[Proverbi napoletani|napoletano]])
*'O napulitano è cavaliere. ([[Proverbi napoletani|napoletano]])
*[[Roma]] santa, [[L'Aquila|Aquila]] bella, Napoli galante. ([[Proverbi italiani|italiano]])
*Tre sono le meraviglie, Napoli, [[Roma]] e la faccia tua. ([[Proverbi italiani|italiano]])
==Note==
<references />
==Voci correlate==
{{div col|strette}}
*[[Archivio di Stato di Napoli]]
*[[Arcipelago Campano]]
*[[Biblioteca dei Girolamini]]
*[[Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III]]
*[[Borbone delle Due Sicilie]]
*[[Borgo Santa Lucia]]
*[[Brodo di polipo]]
*[[Camorra]]
*[[Campania]]
*[[Canzone classica napoletana]]
*[[Casatiello]]
*[[Castel Capuano]]
*[[Castel sant'Elmo]]
*[[Centro direzionale di Napoli]]
*[[Certosa di San Martino]]
*[[Chiostri di San Martino]]
*[[Cimitero delle Fontanelle]]
*[[Cimitero di Poggioreale]]
*[[Crypta Neapolitana]]
*[[Cucina napoletana]]
*[[Ducato di Napoli]]
*[[Festa di Piedigrotta]]
*[[Filastrocche napoletane]]
*[[Fontana della Spinacorona]]
*[[Forcella (Napoli)|Forcella]]
*[[Galleria Umberto I]]
*[[Golfo di Napoli]]
*[[Guappo]]
*[[Il Vasto]]
*[[Indovinelli napoletani]]
*[[Istituto italiano per gli studi filosofici]]
*[[Lago d'Averno]]
*[[Lazzari]]
*[[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]]
*[[Maschio Angioino]]
*[[Mergellina]]
*[[Modi di dire napoletani]]
*[[Mostra d'Oltremare]]
*[[Museo archeologico nazionale di Napoli]]
*[[Museo artistico industriale Filippo Palizzi]]
*[[Museo nazionale di Capodimonte]]
*[[Museo nazionale di San Martino]]
*[[Palazzo Cellammare]]
*[[Palazzo Donn'Anna]]
*[[Pallonetto di Santa Lucia]]
*[[Pastiera napoletana]]
*[[Piazza Carlo III (Napoli)|Piazza Carlo III]]
*[[Piazza Dante (Napoli)|Piazza Dante]]
*[[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza Dante]]
*[[Piazza del Municipio (Napoli)|Piazza del Municipio]]
*[[Pignasecca]]
*[[Pizza]]
*[[Ponticelli (Napoli)|Ponticelli]]
*[[Porta Capuana]]
*[[Posillipo]]
*[[Preghiere napoletane]]
*[[Presepe napoletano]]
*[[Proverbi napoletani]]
*[[Pulcinella]]
*[[Quartieri di Napoli]]
*[[Quartieri Spagnoli]]
*[[Real Albergo dei Poveri]]
*[[Regno di Napoli]]
*[[Repubblica Napoletana (1799)]]
*[[Risanamento di Napoli]]
*[[Riviera di Chiaia]]
*[[San Gennaro]]
*[[Scioglilingua napoletani]]
*[[Scugnizzo]]
*[[Scuola di Posillipo]]
*[[Scuola militare "Nunziatella"]]
*[[Sebeto]]
*[[Sedili di Napoli]]
*[[Spaccanapoli]]
*[[Stazione zoologica Anton Dohrn]]
*[[Stazioni dell'arte]]
*[[Strummolo]]
*[[Teatro di San Carlo]]
*[[Teatro napoletano]]
*[[Teatro San Carlino]]
*[[Università degli Studi di Napoli Federico II]]
*[[Vesuvio]]
*[[Via Foria]]
*[[Villa comunale di Napoli]]
*[[Voci e gridi di venditori napoletani]]
*[[Vomero]]
*[[Zucchine alla scapece]]
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==Altri progetti==
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[[Categoria:Comuni della Campania]]
[[Categoria:Napoli| ]]
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Jacob Böhme
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[[Immagine:Jacob-Böhme.jpg|thumb|Jakob Böhme]]
'''Jakob Böhme''' (1575 – 1624), filosofo, teologo e mistico tedesco.
==Citazioni di Jakob Böhme==
*Il vero [[cristiano (religione)|cristiano]] non appartiene a nessuna sètta particolare. Può partecipare alle cerimonie di qualsiasi sètta e non appartenere a nessuna. Egli possiede una sola scienza, che è Cristo entro di lui; ha un solo desiderio, fare il bene.<ref name="p20">Citato in Hartmann, p. 20.</ref>
*Le [[anima|anime]] degli uomini, prese insieme, sono come una sola anima, poiché sono state generate da una sola anima.<ref>Citato in Hartmann, p. 191.</ref>
*Mediante la caduta, l'[[uomo]], per quanto riguarda il suo corpo esterno, divenne l'animale di tutti gli animali, cioè l'immagine animale di Dio, in cui la parola di Dio si manifestò in modo terreno.<ref>Da ''Grazia'', VII, 6; citato in Hartmann, pp. 185-186.</ref>
*Negli esseri di questo mondo troviamo ovunque due esseri in uno: il primo, eterno, divino e spirituale, e il secondo dotato di un inizio, naturale, temporale e corruttibile.<ref>Da ''Contemplazioni'', I, 30; citato in Hartmann, p. 176.</ref>
*O uomini, io grido a voi e invoco le genti <br /> per quanto ancora volete rimanere stolti voi stolti <br /> per quanto tempo ancora i dileggiatori vorranno dileggiare?<ref>Da ''Aurora nascente o il rosseggiare del mattino in ascesa''.</ref>
*Un [[animale]] che entra in chiesa ne uscirà ancora animale, quale che sia la cerimonia a cui è stato presente.<ref name="p20" />
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
*Franz Hartmann, ''Il mondo magico di Jacob Böhme'', traduzione di Mario Monti, Edizioni Mediterranee, Roma, 2005 (1982). ISBN 88-272-0682-5 ([http://books.google.it/books?id=cM-6D0cE51AC&pg=PA0 Anteprima su Google Libri])
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Bohme, Jakob}}
[[Categoria:Filosofi tedeschi]]
[[Categoria:Mistici tedeschi]]
[[Categoria:Teologi tedeschi]]
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Aldo, Giovanni e Giacomo
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text/x-wiki
[[File:Aldo Giovanni e Giacomo 2000 (cropped).jpg|miniatura|upright=1.2|I componenti del trio; da sinistra: [[Aldo Baglio]], [[Giovanni Storti]] e [[Giacomo Poretti]] nel 2000]]
'''Aldo, Giovanni e Giacomo''', trio comico composto da [[Aldo Baglio]], [[Giovanni Storti]] e [[Giacomo Poretti]].
{{indicedx}}
==Citazioni su Aldo, Giovanni e Giacomo==
*Abbiamo ognuno le nostre sfuriate ma subito dopo chiediamo scusa. D’altra parte non è facile lavorare in un ambito creativo dove spesso si crede che la propria idea sia migliore delle altre... Comunque, ruggini e spigoli si eliminano sempre quando si sta sul palco e sul set. È lì che ogni volta scatta la scintilla. Ci si conosce bene, ormai, e basta un battito di ciglia per capirsi. E alla fine c’è sempre gratitudine l’uno verso l’altro. ([[Giacomo Poretti]])
*La gente pensa che nei film mettiamo i nostri veri scontri, battute e differenze, però esagerandole per avere un effetto comico. È il contrario. Nei film le smussiamo! ([[Aldo Baglio]])
*Noi ci siamo approcciati al cinema quasi per caso. Dovevamo fare teatro e, se funzionava, tv. Ci hanno proposto di fare un film {{NDR|''[[Tre uomini e una gamba]]''}}, ma è venuto veramente per caso. Non so se eravamo preparati. Avevamo un bagaglio teatrale e avevamo fatto poca tv. Ci siamo proprio improvvisati in questo campo. Siamo stati fortunati. ([[Giovanni Storti]])
==Filmografia==
{{avviso|La filmografia comprende solo i titoli che vedono protagonisti i tre componenti del trio insieme.}}
===Attori===
{{div col|strette}}
*''[[Tre uomini e una gamba]]'' (1997)
*''[[Così è la vita]]'' (1998)
*''[[Tutti gli uomini del deficiente]]'' (1999)
*''[[Chiedimi se sono felice]]'' (2000)
*''[[La leggenda di Al, John e Jack]]'' (2002)
*''[[Tu la conosci Claudia?]]'' (2004)
*''[[Anplagghed al cinema]]'' (2006)
*''[[Il cosmo sul comò]]'' (2008)
*''[[La banda dei Babbi Natale]]'' (2010)
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===Registi===
{{div col|strette}}
*''[[Tre uomini e una gamba]]'' (1997)
*''[[Così è la vita]]'' (1998)
*''[[Chiedimi se sono felice]]'' (2000)
*''[[La leggenda di Al, John e Jack]]'' (2002)
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===Sceneggiatori===
{{div col|strette}}
*''[[Tre uomini e una gamba]]'' (1997)
*''[[Così è la vita]]'' (1998)
*''[[Chiedimi se sono felice]]'' (2000)
*''[[La leggenda di Al, John e Jack]]'' (2002)
*''[[Tu la conosci Claudia?]]'' (2004)
*''[[Anplagghed al cinema]]'' (2006)
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==Opere teatrali==
*''[[I corti di Aldo, Giovanni & Giacomo]]'' (1996)
*''[[Tel chi el telùn]]'' (1999)
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Comici italiani]]
[[Categoria:Registi teatrali italiani]]
[[Categoria:Registi italiani]]
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[[File:Aldo Giovanni e Giacomo 2000 (cropped).jpg|miniatura|upright=1.2|I componenti del trio; da destra: [[Aldo Baglio]], [[Giovanni Storti]] e [[Giacomo Poretti]] nel 2000]]
'''Aldo, Giovanni e Giacomo''', trio comico composto da [[Aldo Baglio]], [[Giovanni Storti]] e [[Giacomo Poretti]].
{{indicedx}}
==Citazioni su Aldo, Giovanni e Giacomo==
*Abbiamo ognuno le nostre sfuriate ma subito dopo chiediamo scusa. D’altra parte non è facile lavorare in un ambito creativo dove spesso si crede che la propria idea sia migliore delle altre... Comunque, ruggini e spigoli si eliminano sempre quando si sta sul palco e sul set. È lì che ogni volta scatta la scintilla. Ci si conosce bene, ormai, e basta un battito di ciglia per capirsi. E alla fine c’è sempre gratitudine l’uno verso l’altro. ([[Giacomo Poretti]])
*La gente pensa che nei film mettiamo i nostri veri scontri, battute e differenze, però esagerandole per avere un effetto comico. È il contrario. Nei film le smussiamo! ([[Aldo Baglio]])
*Noi ci siamo approcciati al cinema quasi per caso. Dovevamo fare teatro e, se funzionava, tv. Ci hanno proposto di fare un film {{NDR|''[[Tre uomini e una gamba]]''}}, ma è venuto veramente per caso. Non so se eravamo preparati. Avevamo un bagaglio teatrale e avevamo fatto poca tv. Ci siamo proprio improvvisati in questo campo. Siamo stati fortunati. ([[Giovanni Storti]])
==Filmografia==
{{avviso|La filmografia comprende solo i titoli che vedono protagonisti i tre componenti del trio insieme.}}
===Attori===
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*''[[Tre uomini e una gamba]]'' (1997)
*''[[Così è la vita]]'' (1998)
*''[[Tutti gli uomini del deficiente]]'' (1999)
*''[[Chiedimi se sono felice]]'' (2000)
*''[[La leggenda di Al, John e Jack]]'' (2002)
*''[[Tu la conosci Claudia?]]'' (2004)
*''[[Anplagghed al cinema]]'' (2006)
*''[[Il cosmo sul comò]]'' (2008)
*''[[La banda dei Babbi Natale]]'' (2010)
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===Registi===
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*''[[Tre uomini e una gamba]]'' (1997)
*''[[Così è la vita]]'' (1998)
*''[[Chiedimi se sono felice]]'' (2000)
*''[[La leggenda di Al, John e Jack]]'' (2002)
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===Sceneggiatori===
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*''[[Tre uomini e una gamba]]'' (1997)
*''[[Così è la vita]]'' (1998)
*''[[Chiedimi se sono felice]]'' (2000)
*''[[La leggenda di Al, John e Jack]]'' (2002)
*''[[Tu la conosci Claudia?]]'' (2004)
*''[[Anplagghed al cinema]]'' (2006)
{{div col end}}
==Opere teatrali==
*''[[I corti di Aldo, Giovanni & Giacomo]]'' (1996)
*''[[Tel chi el telùn]]'' (1999)
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Comici italiani]]
[[Categoria:Registi teatrali italiani]]
[[Categoria:Registi italiani]]
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Valentino Rossi
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Danyele
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/* Citazioni su Valentino Rossi */ +1
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[[File:Vale Rossi Laguna Seca 2009.jpg|thumb|Valentino Rossi nel 2009]]
'''Valentino Rossi''' (1979 – vivente), pilota motociclistico italiano.
==Citazioni di Valentino Rossi==
*Come regalo di Natale vorrei indietro il [[Marco Simoncelli|Sic]].<ref>Citato in ''[http://www.lapresse.it/sport/motori/valentino-come-regalo-di-natale-vorrei-indietro-il-sic-1.104221 Valentino: Come regalo di Natale vorrei indietro il Sic]'', ''Lapresse.it'', 26 dicembre 2011.</ref>
*I miei tweet nel corso di [[Football Club Internazionale Milano|Inter]]-Novara? È successo un gran casino. Lo hanno detto ai giocatori e mi sono vergognato da matti. Io sono un grande tifoso dell'Inter e vedere perdere la mia squadra in casa contro una sulla carta più debole fa male, ma erano critiche costruttive.<ref>Citato in ''[http://sport.virgilio.it/calcio/valentino-rossi-festeggia-33-anni.html Valentino Rossi festeggia 33 anni e pensa all'Inter: 'Ci manca Mourinho']'', ''Virgilio.it'', 16 febbraio 2012. </ref>
*Io sono Valentino Rossi, non mi sembra giusto che io debba correre con la moto più lenta e che per giunta si rompe sempre. L'unica cosa che mi manca è mettermi la divisa da meccanico che usano in Giappone e vedere cosa fare per far andare più forte la moto... Il guaio di oggi proprio non ci voleva, meritavo di fare due o tre punti e quindi arrivare al secondo posto.<ref> Citato in ''[http://www.repubblica.it/2007/03/motori/motogp/stagione-2007/motori-rossi-2007-parla/motori-rossi-2007-parla.html Rossi: "Ho sofferto per nulla Non è giusto correre così"]'', ''Repubblica.it'', 4 novembre 2007.</ref>
*La [[motocicletta|moto]] non è solo un pezzo di ferro, anzi, penso che abbia un'anima perché è una cosa troppo bella per non avere un'anima. La moto è come una bella donna, delle volte è arrabbiata, delle volte ti dà grandi soddisfazioni, ma devi sempre stare attento a non farla arrabbiare.<ref>Citato in ''[http://sport.repubblica.it/news/sport/motomondiale-rossi-la-moto-e-come-una-bella-donna/3711430 Motomondiale, Rossi: La moto è come una bella donna]'', ''Repubblica.it'', 2 settembre 2009.</ref>
*Perché sono stato così forte? Questa è una buona domanda. Io sono mancino, ma un mancino molto particolare. Sono più un ambidestro, riesco a fare le cose anche con la destra. Tanti piloti sono molto bravi a sinistra, avendo più problemi nelle pieghe a destra. A destra diventa più difficile, perché hai l'acceleratore. Il mio punto forte è che sono più forte a destra che a sinistra, ho quel poco di feeling in più che mi permette di entrare più veloce in curva. Penso che il mio segreto sia questo.<ref>Dall'intervista di Suzi Perry a BT Sports; citato in Stefano Ollanu, ''[https://www.formulapassion.it/motorsport/moto/motogp-rossi-il-segreto-del-successo-essere-ambidestro-mancino-destro-curve-feeling-yamaha-582349.html Rossi, il segreto del successo: "Essere ambidestro"]'', ''Formulapassion.it'', 31 agosto 2021.</ref>
*Se avete problemi a prendere sonno vi consiglio la conferenza stampa di [[Zdeněk Zeman|Zeman]] in versione integrale.<ref>Citato in ''[http://www.gazzetta.it/Motomondiale/MotoGP/25-09-2012/rossi-aragon-controprova-zeman-fa-addormentare-912717080515.shtml Rossi: "Aragon controprova Zeman? Fa addormentare"]'', ''Gazzetta.it'', 25 settembre 2012.</ref>
*[[Ayrton Senna|Senna]] è stato un'ispirazione e, anche se sono passati 20 anni, il suo spirito sopravvive in tutti i piloti da corsa.<ref>Citato in ''[http://www.tuttosport.com/motori/news/2014/05/01-293215/Rossi%3A+%C2%ABSenna,+il+suo+spirito+%C3%A8+vivo+in+tutti+i+piloti%C2%BB Rossi: «Senna, il suo spirito è vivo in tutti i piloti»]'' ''Tuttosport.com'', 1º maggio 2014.</ref>
*Sono stato crocifisso e condannato prima delle necessarie verifiche. Sono stato sui giornali più in questi ultimi giorni che non quando ho vinto i miei sette mondiali. Ho la coscienza pulita, questa storia si chiarirà al più presto. I professionisti che mi fanno la denuncia dei redditi mi hanno assicurato, come ho sempre chiesto di rispettare le regole, che questo hanno fatto. Da sette anni ho la mia residenza a Londra, in questa bella casa. Londra, non Paperopoli o un paradiso fiscale su qualche isoletta. L'ho scelta perché mi piace e per le esigenze del mio mestiere. Sono stato strumentalizzato, probabilmente perché il fisco italiano non è d'accordo con quello di altri paesi, come l'Inghilterra. Però la soluzione devono trovarla fra loro, senza prendersela con me. Mi hanno sbattuto come un mostro in prima pagina, prima con la storia completamente inventata con la Canalis, una persona che conosco appena. Poi, con un fascicolone pieno di numeri e numerini che è stato consegnato quasi prima alla stampa che a me.<ref>Citato in ''[http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/sport/valentino-evasione/valentino-tg5/valentino-tg5.html Valentino Rossi si difende "Sono stato crocifisso"]'', ''Repubblica.it'', 14 agosto 2007.</ref>
*Sulle tasse ho sbagliato. Se ho rivisto la cassetta del mio monologo estivo? Sì, certo che l'ho rivista quella cassetta; era davvero un brutto momento e di sicuro oggi una cosa così non la rifarei. Non in quel modo. Era la trovata di uno che aveva molta pressione addosso. Avrei voluto farmi intervistare ma in quel momento non trovavo le persone di cui mi fidavo e, comunque, dovevo reagire perché i media mi stavano massacrando. Ho la coscienza a posto. E se ho commesso qualche piccolo errore è solo per superficialità o perché ho trascurato alcuni aspetti della mia vita. Quello che è accaduto è stata una vera e propria lezione di vita. E tra le lezioni metterei anche un bel pensiero: tra un mito indistruttibile e un mostro sbattuto in prima pagina c'è un ragazzo che ama correre in moto. Ecco, quello sono io.<ref>Citato in ''[http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/sport/valentino-evasione/rossi-intervista/rossi-intervista.html Il Secondo Valentino "Sulle tasse ho sbagliato"]'', ''Repubblica.it'', 3 novembre 2007.</ref>
{{Int2|''[http://www.gazzetta.it/Motomondiale/MotoGP/23-10-2012/vale-punta-dito-motogp-troppo-noiosa-deve-cambiare-912992242428.shtml Vale punta il dito sulla MotoGP: "Troppo noiosa, deve cambiare"]''|Da un'intervista alla BBC; citato in ''Gazzetta.it'', 23 ottobre 2012.}}
*La mia sensazione è che si debba cambiare molto per il futuro, perché questo è il peggior momento da quando ci sono io.
*È il momento peggiore perché le gare sono abbastanza brutte, anche se il livello è fantastico e le moto e i piloti velocissimi. Ma tutto è troppo perfetto.
*A 20 anni si ha un'idea diversa dei [[trentenne|trentenni]]: si tende a pensare che siano già vecchi, ma per fortuna non è così, soprattutto se di mezzo c'è una moto. Questo non è uno sport estremo a livello di sforzo fisico, quindi si può rimanere al top per tanto tempo.
*Quando arriva il weekend di gara sono felicissimo e non vedo l'ora di salire in moto: finché provo queste sensazioni, è giusto andare avanti. Quando cambierò atteggiamento, sarà il momento di dire basta.
==[[Incipit]] di ''Pensa se non ci avessi provato''==
Quando abbiamo scollinato verso sinistra, piegatissimi, in terza piena, a 170 all'ora, dalla mia Honda vedevo solo le marmitte superiori della sua Yamaha. Perché lui era ancora davanti a me, all'ingresso della curva che scavalca la collina. Nel punto in cui non hai più un orizzonte. Ero incollato a lui. Eravamo alla fase finale di un duello iniziato da otto piloti e finito con due. Noi due. Io e Biaggi. Alla resa dei conti del campionato 2001. Ultimo giro. Ultimo punto difficile. Ultimo attacco. Ultima possibilità, per me.
==Citazioni su Valentino Rossi==
*C'è stato molto di più, nella leggenda del ragazzo di Tavullia. Non possiamo comprendere il fenomeno Valentino se ci limitiamo alla contabilità della statistica. {{NDR|«Tradotto?»}} Rossi è stato per un quarto di secolo ciò che [[Fausto Coppi|Coppi]], [[Gino Bartali|Bartali]] e il [[Grande Torino]] furono per i nostri antenati. Cioè un punto di riferimento oltre lo sport. La domenica pomeriggio anche le nonne si fermavano per ascoltare le telecronache di [[Guido Meda]] e non è un modo di dire. Valentino è stato un idolo trasversale, una cosa che in tempi più recenti era riuscita solo a [[Pietro Mennea]] nell'atletica e ad [[Alberto Tomba]] sulla neve. ([[Leo Turrini]])
*C'è un dispiacere speciale nell'apprendere che Valentino Rossi è accusato di avere sottratto al fisco italiano (cioè alla comunità dei suoi tifosi, tra i quali noi) sessanta milioni di euro. È il dispiacere di scoprire che anche un ragazzo giovane, fortunato, geniale nel suo campo, il più fresco e irrituale tra i personaggi emersi negli ultimi anni, è invischiato nella solita, vecchia, insopportabile melma che rende invivibile questo Paese. Come se niente di davvero "nuovo" potesse mai capitare, dalle nostre parti. ([[Michele Serra]])
*Credo che nessuno sia in grado di ripetere quello che ha fatto Valentino perché è cambiato il mondo del motorsport e lo scenario. Valentino è stato clamorosamente geniale in qualsiasi tipo di azione, cose che sono state ancora più apprezzate in quell'epoca. Lui è stato genuino e spontaneo in ogni sua manifestazione, poi abbiamo visto anche tanti tentativi di scimmiottarlo. Valentino non è replicabile [...]. ([[Massimo Rivola]])
*Fa uno sport che adoro, compie gesti estremi, è fuori dagli schemi, quasi mi mette un po' soggezione. ([[Igor Cassina]])
*Gli attriti passano e si va avanti, ognuno guarda le proprie cose, ma Valentino è stato per me, per anni, comunque, il mio [[Fausto Coppi|Coppi]] o il mio [[Gino Bartali|Bartali]]. ([[Max Biaggi]])
*{{NDR|Dopo la vittoria a Misano nel 2014}} Mi fa ridere che c'è qualcuno che, qualche mese fa, qualche anno fa, pensava che questo ragazzo avesse completato una carriera più unica che rara. In nome dello sport italiano dico grazie a Valentino, perché è veramente unico. ([[Giovanni Malagò]])
*{{NDR|Dopo il ritiro}} La legge dello sport vale anche per i più grandi, calano le prestazioni e il tempo esce vittorioso, anche se lui è stato bravissimo ad allungare la propria carriera. Per giudicare chi sia stato Valentino, bisognerebbe fare una gara immaginaria con tutti i rivali che ha incontrato in questi 25 anni. E allora capiremmo bene che pilota sia stato. ([[Jorge Lorenzo]])
*Nessuno potrà sostituirlo, Rossi non è clonabile, non è replicabile. Non dico per il suo talento in sella, che è enorme. Dico per il carisma, per la capacità di essere personaggio oltre la bandiera a scacchi. Rossi è stato un comunicatore straordinario e ha usato la notorietà per fare del bene all'intero motomondiale. ([[Luca Cadalora]])
*Rossi è stato una benedizione per tutti, italiani, spagnoli, è impossibile dire il contrario. Ha dato a questo sport {{NDR|il motociclismo}} una visibilità e una [[popolarità]] mai raggiunta prima [...] il problema è che è impossibile risultare protagonisti se c'è anche lui in pista. Prima viene lui, poi tutti gli altri. ([[Andrea Dovizioso]])
*Siamo personaggi pubblici, non dovremmo avere idoli da venerare. Io ne ho uno che sta sopra a tutti gli altri: Valentino Rossi. Darei tutto per essere come lui. Quel ragazzo è un vero mago. Sarebbe capace di ipnotizzarmi. Non credi sia possibile perché sembra pesi appena trenta chili, eppure ha dentro di sè velocità ed equilibrio. È capace di sdraiarsi sull'asfalto a fianco della moto, senza però cadere. È un balletto, è arte pura. Rossi ha vinto l'ottavo titolo senza riempire la bocca di paroloni. Rimane calmo pervaso da un senso di equilibrio interiore che non sembra neppure umano, sfugge alla mortalità. Per me guardarlo in azione è come leggere una poesia. ([[Brad Pitt]])
*Specialmente in questi ultimi anni, con mezzo paese che sgobba per pagare fino all'ultimo euro quelle tasse che un altro mezzo paese rifiuta di pagare, non c'è pretesto o scusa o arzigogolo che tenga: se davvero il giovane Rossi di Tavullia, o perché mal consigliato o perché furbo in proprio, ha ingannato il fisco italiano, la sua immagine (almeno agli occhi di mezza Italia) ne esce offuscata in modo irreparabile. L'altra mezza, magari, aggiungerà all'ammirazione per il campione spavaldo anche la complice simpatia per il businessman disinvolto, perché niente eccita gli umori più bassi di questo paese quanto uno che "sa fare bene gli affari propri". Ma Valentino Rossi, se le pesantissime accuse del fisco saranno confermate, gli affari propri li ha fatti malissimo. ([[Michele Serra]])
*{{NDR|Sugli ultimi anni di carriera}} Tutti sappiamo che Valentino è stato un grande grande pilota. Lui non vince non perché non ha le forze o le competenze, lui non vince perché è più "anziano" e comprende di più il pericolo, inconsciamente, senza neanche accorgersene. I giovani piloti non vedono il pericolo, loro vedono solo la bandiera a scacchi. ([[Steve Parrish]])
*Un personaggio come lui tende a schiacciarti, ma senza Vale la MotoGP non sarebbe diventata ciò che è. ([[Andrea Dovizioso]])
*Uno dei miei idoli è Valentino Rossi, perché trova sempre il modo di ridere e scherzare quando esce dal circuito. ([[Oscar Pistorius]])
*Valentino Rossi? Sì, ci intendiamo. Una volta la polizia ci ha beccato fuori da un locale, a Milano, che ballavamo sul tetto di una macchina mentre ci frustavano con delle rose appena comprate per strada. ([[Gianmarco Pozzecco]])
*Valentino Rossi è il trascinatore di folle. Quando divenne l'assoluto riferimento della MotoGP, attorno al 2005, se non eri simile a lui, così estroverso, non venivi visto bene. O forse la gente non era interessata. ([[Daniel Pedrosa]])
*Vero, sono un tifoso di Valentino. Lui è esattamente ciò di cui questo sport ha bisogno. Porta entusiasmo e possiede una grandissima carica di energia. Ogni volta che ci troviamo nello stesso circuito è un piacere incontrarlo e passare del tempo con lui. È un vero campione, ce l'ha nel sangue. ([[Michael Jordan]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Valentino Rossi con Enrico Borghi, ''Pensa se non ci avessi provato. L'autobiografia'', Mondadori, 2005. ISBN 8804547383
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Rossi, Valentino}}
[[Categoria:Piloti motociclistici italiani]]
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Rocky Balboa (film)
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|titoloalfabetico= Rocky 6
|titoloitaliano=Rocky Balboa
|genere=azione, drammatico, sportivo
|regista=[[Sylvester Stallone]]
|soggetto=Sylvester Stallone
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|attori=
*[[Sylvester Stallone]]: Rocky Balboa
*[[Antonio Tarver]]: Mason "The Line" Dixon
*[[Burt Young]]: Paulie Pennino
*[[Milo Ventimiglia]]: Robert "Rocky" Balboa Jr.
*[[Geraldine Hughes]]: Marie
*[[James Francis Kelly III]]: Steps
*[[Tony Burton]]: Tony "Duke" Evers
*[[A.J. Benza]]: L.C. Luco
*[[Henry G. Sanders]]: Martin
*[[Pedro Lovell]]: Spider Rico
*[[Lou DiBella]]: se stesso
*[[Mike Tyson]]: se stesso
*[[Michael Buffer]]: se stesso
*[[Tim Carr]]: Amico di Rocky Jr.
*[[Ana Gerena]]: Isabel
*[[Angela Boyd]]: Angie
*[[Don Sherman]]: Andy
|doppiatori italiani =
*[[Massimo Corvo]]: Rocky Balboa
*[[Francesco Prando]]: Mason "The Line" Dixon
*[[Sergio Fiorentini]]: Paulie Penino
*[[Francesco Pezzulli]]: Robert "Rocky" Balboa Jr.
*[[Emanuela Muni]]: Marie
*[[Alessandro Tiberi]]: Steps
*[[Bruno Alessandro]]: Tony "Duke" Evers
*[[Claudio Sorrentino]]: L. C. Luco
}}
'''''Rocky Balboa''''', film statunitense del 2006 diretto e interpretato da [[Sylvester Stallone]].
{{tagline|Solo un mito può mettere la parola fine ad una leggenda.}}
==Frasi==
*È la tua opinione quella che conta, sei un combattente. Combatti. ('''Marie''') {{NDR|rivolgendosi a Rocky}}
*E allora combatteremo. ('''Rocky''') {{NDR|parlando tra sé e sé dopo le parole di Marie}}
*Finché non avrai fiducia in te stesso la tua non sarà vita! ('''Rocky''') {{NDR|al figlio}}
*Hai permesso al primo fesso che arrivava di farti dire che non eri bravo. Sono cresciute le difficoltà, ti sei messo alla ricerca del colpevole e l'hai trovato in un'ombra... Ora ti dirò una cosa scontata: guarda che il mondo non è tutto rose e fiori, è davvero un postaccio misero e sporco e per quanto forte tu possa essere, se glielo permetti ti mette in ginocchio e ti lascia senza niente per sempre. Né io, né tu, nessuno può colpire duro come fa la vita, perciò andando avanti non è importante come colpisci, l'importante è come sai [[resistere]] ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti... così sei un vincente! E se credi di essere forte lo devi dimostrare che sei forte! Perché un uomo vince solo se sa resistere! Non se ne va in giro a puntare il dito contro chi non c'entra, accusando prima questo è poi quell'altro di quanto sbaglia! I vigliacchi fanno così e tu non lo sei! Non lo sei affatto! ('''Rocky''')
*Io non immaginavo che la mia vita sarebbe stata così difficile, non doveva essere così, Paulie, no. ('''Rocky''')
*Lo hai detto a tuo figlio, non è importante come colpisci, l'importante è come sai resistere ai colpi, e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti... in piedi! In piedi! In piedi! ('''Rocky''') {{NDR|pensando tra sé e sé}}
*Sbarazzati della bestia che hai dentro e falla finita una volta per tutte. ('''Paulie''') {{NDR|rivolgendosi a Rocky}}
==Dialoghi==
*'''Rocky''': Io credo che quando tu hai vissuto tanto tempo in un [[luogo|posto]], tu sei quel posto.<br/>'''Paulie''': Io non mi sento un palazzo...
*'''Paulie''': Ci vuole coraggio a salire sul [[Pugilato|ring]] con la certezza di essere sconfitti... ma tu ce la farai Rocky.<br />'''Rocky''': Cosa te lo fa pensare? <br />'''Paulie''': La carica delle tue cartucce.
*'''Mason Dixon''': Ma se porti colpi che non devi portare, se provi a colpirmi, per te è finita.<br />'''Rocky''': «È finita» si dice alla fine.<br />'''Mason Dixon''': Bella questa, cos'è, degli [[Anni 1980|anni Ottanta]]?<br />'''Rocky''': Forse anche [[Anni 1970|Settanta]].
*'''Mason Dixon''': Perché lo fai, vecchio?<br />'''Rocky''': Un giorno lo capirai.
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
{{NDR|Davanti alla tomba di Adriana}} Hai visto che incontro? Non ce l'avrei mai fatta senza di te. Sei stata tu a darmi la forza. {{NDR|dà un bacio alla lapide}} Grazie, Adriana. ('''Rocky''')
==Altri progetti==
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{{Rocky}}
[[Categoria:Film d'azione drammatici]]
[[Categoria:Film sul pugilato]]
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*[[Sylvester Stallone]]: Rocky Balboa
*[[Antonio Tarver]]: Mason "The Line" Dixon
*[[Burt Young]]: Paulie Pennino
*[[Milo Ventimiglia]]: Robert "Rocky" Balboa Jr.
*[[Geraldine Hughes]]: Marie
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}}
'''''Rocky Balboa''''', film statunitense del 2006 diretto e interpretato da [[Sylvester Stallone]].
{{tagline|Solo un mito può mettere la parola fine ad una leggenda.}}
==Frasi==
*È la tua opinione quella che conta, sei un combattente. Combatti. ('''Marie''') {{NDR|rivolgendosi a Rocky}}
*E allora combatteremo. ('''Rocky''') {{NDR|parlando tra sé e sé dopo le parole di Marie}}
*Finché non avrai fiducia in te stesso la tua non sarà vita! ('''Rocky''') {{NDR|al figlio}}
*Hai permesso al primo fesso che arrivava di farti dire che non eri bravo. Sono cresciute le difficoltà, ti sei messo alla ricerca del colpevole e l'hai trovato in un'ombra... Ora ti dirò una cosa scontata: guarda che il mondo non è tutto rose e fiori, è davvero un postaccio misero e sporco e per quanto forte tu possa essere, se glielo permetti ti mette in ginocchio e ti lascia senza niente per sempre. Né io, né tu, nessuno può colpire duro come fa la vita, perciò andando avanti non è importante come colpisci, l'importante è come sai [[resistere]] ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti... così sei un vincente! E se credi di essere forte lo devi dimostrare che sei forte! Perché un uomo vince solo se sa resistere! Non se ne va in giro a puntare il dito contro chi non c'entra, accusando prima questo è poi quell'altro di quanto sbaglia! I vigliacchi fanno così e tu non lo sei! Non lo sei affatto! ('''Rocky''')
*Io non immaginavo che la mia vita sarebbe stata così difficile, non doveva essere così, Paulie, no. ('''Rocky''')
*Lo hai detto a tuo figlio, non è importante come colpisci, l'importante è come sai resistere ai colpi, e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti... in piedi! In piedi! In piedi! ('''Rocky''') {{NDR|pensando tra sé e sé}}
*Sbarazzati della bestia che hai dentro e falla finita una volta per tutte. ('''Paulie''') {{NDR|rivolgendosi a Rocky}}
*La chiave giusta per batterlo sta nel non assecondare il suo modo di combattere: la sua più grande qualità è la velocità... E tu non ce l'hai più. Le ginocchia non ti tengono e quindi niente gioco di gambe, hai la cervicale e le giunture che sono un deposito di calcio quindi devi evitare più che puoi i scambi veloci. La nostra speranza è puntare tutto sulla tua forza, imporla sempre, per tutto il combattimento! Con colpi pesanti, carri armati, bazookate, cannonate, dovrai bombardarlo scuoterlo dalle fondamenta, ogni volta che lo colpirai lui dovrà credere d'essere stato travolto da un treno in corsa!! Yeah!! ...E chi sarà ad innescare tutte queste bombe? ('''Tony "Duke" Evers''')
==Dialoghi==
*'''Rocky''': Io credo che quando tu hai vissuto tanto tempo in un [[luogo|posto]], tu sei quel posto.<br/>'''Paulie''': Io non mi sento un palazzo...
*'''Paulie''': Ci vuole coraggio a salire sul [[Pugilato|ring]] con la certezza di essere sconfitti... ma tu ce la farai Rocky.<br />'''Rocky''': Cosa te lo fa pensare? <br />'''Paulie''': La carica delle tue cartucce.
*'''Mason Dixon''': Ma se porti colpi che non devi portare, se provi a colpirmi, per te è finita.<br />'''Rocky''': «È finita» si dice alla fine.<br />'''Mason Dixon''': Bella questa, cos'è, degli [[Anni 1980|anni Ottanta]]?<br />'''Rocky''': Forse anche [[Anni 1970|Settanta]].
*'''Mason Dixon''': Perché lo fai, vecchio?<br />'''Rocky''': Un giorno lo capirai.
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
{{NDR|Davanti alla tomba di Adriana}} Hai visto che incontro? Non ce l'avrei mai fatta senza di te. Sei stata tu a darmi la forza. {{NDR|dà un bacio alla lapide}} Grazie, Adriana. ('''Rocky''')
==Altri progetti==
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{{Rocky}}
[[Categoria:Film d'azione drammatici]]
[[Categoria:Film sul pugilato]]
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*[[Sylvester Stallone]]: Rocky Balboa
*[[Antonio Tarver]]: Mason "The Line" Dixon
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*[[Pedro Lovell]]: Spider Rico
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*[[Massimo Corvo]]: Rocky Balboa
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*[[Sergio Fiorentini]]: Paulie Penino
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*[[Claudio Sorrentino]]: L. C. Luco
}}
'''''Rocky Balboa''''', film statunitense del 2006 diretto e interpretato da [[Sylvester Stallone]].
{{tagline|Solo un mito può mettere la parola fine ad una leggenda.}}
==Frasi==
*È la tua opinione quella che conta, sei un combattente. Combatti. ('''Marie''') {{NDR|rivolgendosi a Rocky}}
*E allora combatteremo. ('''Rocky''') {{NDR|parlando tra sé e sé dopo le parole di Marie}}
*Finché non avrai fiducia in te stesso la tua non sarà vita! ('''Rocky''') {{NDR|al figlio}}
*Hai permesso al primo fesso che arrivava di farti dire che non eri bravo. Sono cresciute le difficoltà, ti sei messo alla ricerca del colpevole e l'hai trovato in un'ombra... Ora ti dirò una cosa scontata: guarda che il mondo non è tutto rose e fiori, è davvero un postaccio misero e sporco e per quanto forte tu possa essere, se glielo permetti ti mette in ginocchio e ti lascia senza niente per sempre. Né io, né tu, nessuno può colpire duro come fa la vita, perciò andando avanti non è importante come colpisci, l'importante è come sai [[resistere]] ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti... così sei un vincente! E se credi di essere forte lo devi dimostrare che sei forte! Perché un uomo vince solo se sa resistere! Non se ne va in giro a puntare il dito contro chi non c'entra, accusando prima questo è poi quell'altro di quanto sbaglia! I vigliacchi fanno così e tu non lo sei! Non lo sei affatto! ('''Rocky''')
*Io non immaginavo che la mia vita sarebbe stata così difficile, non doveva essere così, Paulie, no. ('''Rocky''')
*Lo hai detto a tuo figlio, non è importante come colpisci, l'importante è come sai resistere ai colpi, e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti... in piedi! In piedi! In piedi! ('''Rocky''') {{NDR|pensando tra sé e sé}}
*Sbarazzati della bestia che hai dentro e falla finita una volta per tutte. ('''Paulie''') {{NDR|rivolgendosi a Rocky}}
*La chiave giusta per batterlo sta nel non assecondare il suo modo di combattere: la sua più grande qualità è la velocità... E tu non ce l'hai più. Le ginocchia non ti tengono e quindi niente gioco di gambe, hai la cervicale e le giunture che sono un deposito di calcio quindi devi evitare più che puoi i scambi veloci. La nostra speranza è puntare tutto sulla tua forza, imporla sempre, per tutto il combattimento! Con colpi pesanti, carri armati, bazookate, cannonate, dovrai bombardarlo scuoterlo dalle fondamenta, ogni volta che lo colpirai lui dovrà credere d'essere stato travolto da un treno in corsa!! Yeah!! ...E chi sarà ad innescare tutte queste bombe? ('''Tony "Duke" Evers''')
==Dialoghi==
*'''Rocky''': Io credo che quando tu hai vissuto tanto tempo in un [[luogo|posto]], tu sei quel posto.<br/>'''Paulie''': Io non mi sento un palazzo...
*'''Paulie''': Ci vuole coraggio a salire sul [[Pugilato|ring]] con la certezza di essere sconfitti... ma tu ce la farai Rocky.<br />'''Rocky''': Cosa te lo fa pensare? <br />'''Paulie''': La carica delle tue cartucce.
*'''Tony "Duke" Evers''': La chiave giusta per batterlo sta nel non assecondare il suo modo di combattere: la sua più grande qualità è la velocità... E tu non ce l'hai più. Le ginocchia non ti tengono e quindi niente gioco di gambe, hai la cervicale e le giunture che sono un deposito di calcio quindi devi evitare più che puoi i scambi veloci.<br />'''Paulie''': ...Gli stessi problemi miei...! {{NDR|Rocky annuisce}}<br />'''Tony "Duke" Evers''' La nostra speranza è puntare tutto sulla tua forza, imporla sempre, per tutto il combattimento! Con colpi pesanti, carri armati, bazookate, cannonate, dovrai bombardarlo scuoterlo dalle fondamenta, ogni volta che lo colpirai lui dovrà credere d'essere stato travolto da un treno in corsa!! Yeah!! ...E chi sarà ad innescare tutte queste bombe?
*'''Mason Dixon''': Ma se porti colpi che non devi portare, se provi a colpirmi, per te è finita.<br />'''Rocky''': «È finita» si dice alla fine.<br />'''Mason Dixon''': Bella questa, cos'è, degli [[Anni 1980|anni Ottanta]]?<br />'''Rocky''': Forse anche [[Anni 1970|Settanta]].
*'''Mason Dixon''': Perché lo fai, vecchio?<br />'''Rocky''': Un giorno lo capirai.
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
{{NDR|Davanti alla tomba di Adriana}} Hai visto che incontro? Non ce l'avrei mai fatta senza di te. Sei stata tu a darmi la forza. {{NDR|dà un bacio alla lapide}} Grazie, Adriana. ('''Rocky''')
==Altri progetti==
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[[Categoria:Film d'azione drammatici]]
[[Categoria:Film sul pugilato]]
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Spinoziano
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-1 già presente nei dialoghi; semplifico forma
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*[[Sylvester Stallone]]: Rocky Balboa
*[[Antonio Tarver]]: Mason "The Line" Dixon
*[[Burt Young]]: Paulie Pennino
*[[Milo Ventimiglia]]: Robert "Rocky" Balboa Jr.
*[[Geraldine Hughes]]: Marie
*[[James Francis Kelly III]]: Steps
*[[Tony Burton]]: Tony "Duke" Evers
*[[A.J. Benza]]: L.C. Luco
*[[Henry G. Sanders]]: Martin
*[[Pedro Lovell]]: Spider Rico
*[[Lou DiBella]]: se stesso
*[[Mike Tyson]]: se stesso
*[[Michael Buffer]]: se stesso
*[[Tim Carr]]: Amico di Rocky Jr.
*[[Ana Gerena]]: Isabel
*[[Angela Boyd]]: Angie
*[[Don Sherman]]: Andy
|doppiatori italiani =
*[[Massimo Corvo]]: Rocky Balboa
*[[Francesco Prando]]: Mason "The Line" Dixon
*[[Sergio Fiorentini]]: Paulie Penino
*[[Francesco Pezzulli]]: Robert "Rocky" Balboa Jr.
*[[Emanuela Muni]]: Marie
*[[Alessandro Tiberi]]: Steps
*[[Bruno Alessandro]]: Tony "Duke" Evers
*[[Claudio Sorrentino]]: L. C. Luco
}}
'''''Rocky Balboa''''', film statunitense del 2006 diretto e interpretato da [[Sylvester Stallone]].
{{tagline|Solo un mito può mettere la parola fine ad una leggenda.}}
==Frasi==
*È la tua opinione quella che conta, sei un combattente. Combatti. ('''Marie''') {{NDR|a Rocky}}
*E allora combatteremo. ('''Rocky''') {{NDR|parlando tra sé e sé dopo le parole di Marie}}
*Finché non avrai fiducia in te stesso la tua non sarà vita! ('''Rocky''') {{NDR|al figlio}}
*Hai permesso al primo fesso che arrivava di farti dire che non eri bravo. Sono cresciute le difficoltà, ti sei messo alla ricerca del colpevole e l'hai trovato in un'ombra... Ora ti dirò una cosa scontata: guarda che il mondo non è tutto rose e fiori, è davvero un postaccio misero e sporco e per quanto forte tu possa essere, se glielo permetti ti mette in ginocchio e ti lascia senza niente per sempre. Né io, né tu, nessuno può colpire duro come fa la vita, perciò andando avanti non è importante come colpisci, l'importante è come sai [[resistere]] ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti... così sei un vincente! E se credi di essere forte lo devi dimostrare che sei forte! Perché un uomo vince solo se sa resistere! Non se ne va in giro a puntare il dito contro chi non c'entra, accusando prima questo è poi quell'altro di quanto sbaglia! I vigliacchi fanno così e tu non lo sei! Non lo sei affatto! ('''Rocky''')
*Io non immaginavo che la mia vita sarebbe stata così difficile, non doveva essere così, Paulie, no. ('''Rocky''')
*Lo hai detto a tuo figlio, non è importante come colpisci, l'importante è come sai resistere ai colpi, e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti... in piedi! In piedi! In piedi! ('''Rocky''') {{NDR|pensando tra sé e sé}}
*Sbarazzati della bestia che hai dentro e falla finita una volta per tutte. ('''Paulie''') {{NDR|a Rocky}}
==Dialoghi==
*'''Rocky''': Io credo che quando tu hai vissuto tanto tempo in un [[luogo|posto]], tu sei quel posto.<br/>'''Paulie''': Io non mi sento un palazzo...
*'''Paulie''': Ci vuole coraggio a salire sul [[Pugilato|ring]] con la certezza di essere sconfitti... ma tu ce la farai Rocky.<br />'''Rocky''': Cosa te lo fa pensare? <br />'''Paulie''': La carica delle tue cartucce.
*'''Duke''': La chiave giusta per batterlo sta nel non assecondare il suo modo di combattere: la sua più grande qualità è la velocità... E tu non ce l'hai più. Le ginocchia non ti tengono e quindi niente gioco di gambe, hai la cervicale e le giunture che sono un deposito di calcio quindi devi evitare più che puoi i scambi veloci.<br />'''Paulie''': ...Gli stessi problemi miei...! {{NDR|Rocky annuisce}}<br />'''Duke''': La nostra speranza è puntare tutto sulla tua forza, imporla sempre, per tutto il combattimento! Con colpi pesanti, carri armati, bazookate, cannonate, dovrai bombardarlo scuoterlo dalle fondamenta, ogni volta che lo colpirai lui dovrà credere d'essere stato travolto da un treno in corsa!! Yeah!! ...E chi sarà ad innescare tutte queste bombe?
*'''Dixon''': Ma se porti colpi che non devi portare, se provi a colpirmi, per te è finita.<br />'''Rocky''': «È finita» si dice alla fine.<br />'''Dixon''': Bella questa, cos'è, degli [[Anni 1980|anni Ottanta]]?<br />'''Rocky''': Forse anche [[Anni 1970|Settanta]].
*'''Dixon''': Perché lo fai, vecchio?<br />'''Rocky''': Un giorno lo capirai.
==[[Explicit]]==
{{Explicit film}}
{{NDR|Davanti alla tomba di Adriana}} Hai visto che incontro? Non ce l'avrei mai fatta senza di te. Sei stata tu a darmi la forza. {{NDR|dà un bacio alla lapide}} Grazie, Adriana. ('''Rocky''')
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{Rocky}}
[[Categoria:Film d'azione drammatici]]
[[Categoria:Film sul pugilato]]
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Discussione:Antoine Rivaroli
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Dread83
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-1, fonte
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text/x-wiki
{{sfid}}
Scusate, lo spostamento è un mio errore, la voce su it.wiki ancora non c'è. Decidete voi se invertire i redirect, mi sono confuso con le altre wiki cercando distrattamente con Google--[[Utente:Gacio|Gacio]] [[Discussioni utente:Gacio|<small>dimmi</small>]] 19:06, 1 mag 2007 (UTC)
==Senza fonte==
*La [[confidenza]] è il fondamento delle amicizie più care come degli odi più intensi.
*La maggior parte degli [[ateismo|atei]] sono soltanto dei bigotti ribelli.
*Per denaro sarei disposto a fare qualunque cosa, persino una buona azione.
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Pierre Samuel Dupont de Nemours
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Dread83
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Dread83 ha spostato la pagina [[Pierre Samuel du Pont de Nemours]] a [[Pierre Samuel Dupont de Nemours]]: all. a Wikipedia
wikitext
text/x-wiki
[[Immagine:Pierre Samuel du Pont de Nemours (1739-1817).jpg|thumb|Pierre Samuel du Pont de Nemours]]
'''Pierre Samuel du Pont de Nemours''' (1739 – 1817), noto semplicemente come '''Dupont''', economista e scrittore francese.
*Periscano le colonie piuttosto che un principio. (dal discorso all'Assemblea Nazionale del 15 maggio 1791; citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 182)
:''Périssent les colonies plutot qu'un principe''.
*Senza la parte che l'autorità tutelare deve naturalmente ricevere dal prodotto netto del territorio non vi sarebbe né [[governo]], né [[società]], né [[sicurezza]] dei possessi per qualsivoglia individuo. (da ''De l'origine et des progrès d'une science nouvelle'' (1768), in ''Oeuvres politiques et économiques'', vol. I, p. 565; citato in Miglio 2001, p. XXV)
==Bibliografia==
*Bruno Miglio (a cura di), ''I fisiocratici'', Laterza, 2001.
*P.-S. Dupont de Nemours, ''Oeuvres politiques et économiques'', 10 voll., KTO Press, Nendeln (Liechtenstein), 1979.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Economisti francesi|Dupont]]
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Garri Kasparov
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Dread83
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Dread83 ha spostato la pagina [[Garri Kimovič Kasparov]] a [[Garri Kasparov]] tramite redirect: all. a Wikipedia
wikitext
text/x-wiki
[[Immagine:Kasparow_garri_20100521_berlin.jpg|thumb|right|Garri Kasparov nel 2010]]
'''Garri Kimovič Kasparov''', nato '''Vajnštejn''' (1963 – vivente), scacchista e attivista politico russo, dal 2014 anche di cittadinanza croata.
==Citazioni di Garri Kimovič Kasparov==
*Dal mio punto di vista, [[Anatolij Evgen'evič Karpov|Karpov]] ha un'idea abbastanza vaga della forza del gioco di [[Magnus Carlsen|Magnus]]. Certo, sarebbe interessante confrontarci, ma l'idea è abbastanza assurda. Il Carlsen del 2019 semplicemente sa molto di più sugli scacchi di quanto sapevamo io e Karpov. E per quanto riguarda la comprensione del gioco – non voglio entrare in una disputa a distanza con Karpov, ma ho trascorso abbastanza tempo con Magnus e, in generale, posso dire che capisce gli scacchi non meno di noi.<ref>Citato in ''[https://unoscacchista.com/2019/09/07/karpov-io-e-kasparov-eravamo-piu-forti-di-carlsen/ Karpov: “Io e Kasparov eravamo più forti di Carlsen”]'', ''unoscacchista.com'', 7 settembre 2019.</ref>
*Gli [[scacchi]] richiedono una strategia trasparente: io so quello che hai tu e tu sai quello che ho io; non so quello che stai pensando, ma almeno so quali sono le tue risorse. Putin, come tutti i dittatori, odia la trasparenza. Preferisce giocare a carte coperte perché solo così, come nel poker, è possibile bluffare. I dittatori possono essere grandi giocatori di carte, ma non saranno mai abili scacchisti perché per vincere devono mentire e intimorire l'avversario. Cosa che negli scacchi non è concessa.<ref name=sav>Citato in [[Roberto Saviano]], ''[http://www.repubblica.it/esteri/2016/03/13/news/saviano_io_e_kasparov_scacco_ai_dittatori_-135355736/ Saviano: "Io e Kasparov, scacco ai dittatori"]'', ''Repubblica.it'', 13 marzo 2016.</ref>
*{{NDR|Sull'assassinio di [[Boris Nemcov]]}} La tragica ironia è che lui non voleva vedere un'altra rivoluzione. Tra i due ero io il radicale e continuavo a dirgli: "È tutto inutile, le elezioni, le piccole cose: non cambieranno questo regime con il voto. Ci sarà bisogno del sangue".<ref>Citato in Davide Maria De Luca, ''[http://www.ilpost.it/2015/02/28/boris-nemtsov/ Chi era Boris Nemtsov]'', ''Il Post.it'', 28 febbraio 2015.</ref>
*Nel mondo del business si dice: «Pianificare senza agire è inutile, agire senza pianificare è fatale», il che richiama quanto scrisse [[Sun Tzu]] alcuni secoli fa: «Una strategia senza tattiche è il cammino più lento verso la vittoria. Le tattiche senza una strategia sono il clamore prima della sconfitta».<ref>Da ''Gli scacchi, la vita'', traduzione di Maria Cristina Bitti, Mondadori, 2007, p. 45. ISBN 9788804573166</ref>
*[[Vladimir Vladimirovič Putin|Putin]] costituisce per l'Europa un pericolo maggiore dell'Is, minaccia l'esistenza stessa dell'Europa. Putin ha fisiologicamente bisogno del crollo delle sue istituzioni.<ref name=sav/>
{{Int|Da ''Garry Kasparov, l'ultima mossa del re degli scacchi''|Intervista di Enrico Franceschini, ''la Repubblica'', ''il Venerdì'', n. 1714, 22 gennaio 2021, pp. 16-21.}}
* Per fare un esempio legato alla realtà, il famoso campione americano [[Bobby Fischer]] non impazzì a causa degli [[scacchi]], bensì furono gli scacchi a mantenerlo sano di mente il più a lungo possibile.
* Non si eccelle, negli [[scacchi]] come in qualunque altra disciplina, senza il talento naturale. Un talento che viene sparso misteriosamente in ogni angolo del mondo. Per farlo crescere, tuttavia, serve l'opportunità di dedicarsi con sacrificio e determinazione a quella disciplina. Talento e opportunità: un elemento senza l'altro non basta.
* {{NDR|Sugli [[scacchi]]}} Sono un gioco su come prendere la decisione giusta al momento giusto, in che modo usare il proprio bagaglio di esperienze, a quale obiettivo dare priorità.
* {{NDR|A proposito del gioco d'attacco}} È sempre stato il mio stile e penso che sia anche il più vantaggioso. Ma attaccare non funziona in tutte le circostanze, negli scacchi come in altri sport o nella vita. Talvolta un gioco difensivo può essere più appropriato: basti pensare a quante partite di calcio ha vinto l'Italia con il suo celebre [[catenaccio]] e il [[contropiede]].
* Mi sarebbe piaciuto sfidare [[Bobby Fischer|Fischer]]. Ma questi confronti non hanno molto senso. Ho scritto biografie di tutti i campioni del passato, rigiocando le loro partite, mettendomi nei loro panni. Ce ne sono stati di formidabili, ma il gioco si evolve così come si evolvono gli strumenti per giocarlo al meglio, con un approccio sempre più scientifico.
* Oggi la [[Russia]] è un Paese in crisi profonda, controllato da una cupola di potere attorno a [[Vladimir Putin|Putin]], praticamente in mano all'erede del Kgb sovietico. Quando Putin se ne andrà, e non succederà attraverso regolari elezioni, ci saranno enormi problemi.
{{Int|Da ''[https://www.corriere.it/politica/22_febbraio_26/guerra-ucraina-russia-kasparov-putin-andato-oltre-questa-puo-essere-sua-fine-ma-voi-dovete-agire-5e41f30a-966f-11ec-ae45-371c99bdba95.shtml?refresh_ce Kasparov: «Putin è andato oltre, questa può essere la sua fine. Ma voi dovete agire»]''|Intervista di Federico Fubini sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]], ''Corriere.it'', 25 febbraio 2022.}}
*Tutti i dittatori, quando hanno soggiogato il loro popolo e distrutto l’opposizione, guardano fuori. E Putin per vent’anni non ha visto conseguenze per i suoi crimini.
*A differenza di Hitler negli anni ’30, ha fatto tutto alla luce del sole. Nel 1939 non avevamo tecnologie per controllare come Hitler si preparasse all’attacco sulla Polonia. Stavolta abbiamo visto tutto, Putin non si è mai nascosto. Ha anche costruito la più influente rete di lobbisti e agenti in giro per il mondo. Chamberlain, Daladier e quelli che rifiutarono azioni forti contro Hitler a metà degli anni ‘30 si sbagliarono. Ma Chamberlain non ha mai fatto affari con Hitler. Puoi pensare che sia stato ingenuo. Ma i politici di oggi hanno preferito continuare a fare affari con Putin e molti di loro essere anche nel suo libro paga.
*Putin non ha mai nascosto le sue intenzioni, è stato sincero come Hitler in Mein Kampf. Sono anni che dice che l’Ucraina non è uno Stato sovrano. Se ne sono lavati tutti le mani. Ha detto che il collasso dell’Urss la più grande catastrofe geopolitica. Ha messo sul tavolo la sua visione strategica molto apertamente almeno da 15 anni. È stato sempre molto coerente nel portare avanti il suo programma. E poiché non ha visto nessuna vera risposta dal mondo libero, si è detto: perché no? Posso fare qualsiasi cosa.
*Tagliate fuori la Russia dai mercati finanziari globali. Assicuratevi che il sistema finanziario del Paese non sia più sostenibile e non possa generare risorse per la macchina da guerra di Putin. Anche se lui sta seduto su riserve liquide da oltre 600 miliardi di dollari.
*L’Ucraina è disposta a combattere, ma dall’annessione della Crimea nel 2014 il mondo libero si è rifiutato di armarla. Se oggi avesse un decimo delle armi che gli americani hanno abbandonato in Afghanistan, diventerebbe la tomba dell’esercito russo.
*Tutte le persone del mondo libero devono dimettersi dalle aziende del sistema putiniano. Se non lo fanno, vanno trattate come complici di crimini di guerra.
*Se vince, è un segnale a tutti i dittatori del mondo che le sole cose che contano sono la forza dell’esercito e come usi il denaro sporco per corrompere i politici.
==Citazioni su Garri Kimovič Kasparov==
*Kasparov è un giocatore geometrico, ma allo stesso tempo, e a differenza di molti altri, non inizia una partita con una tattica prefissata. [...] Kasparov è un giocatore duttile, sa essere solido nello schieramento del suo esercito riuscendo a ottenere attacchi fulminei e letali. Giocare con lui significa provare a perdere gustandosi il proprio macello scacchistico o – ma solo se lui vorrà – lasciarsi guidare nel gioco come una novizia viene iniziata al tango da un ballerino professionista. Non danzerà bene ma almeno si divertirà. ([[Roberto Saviano]])
===[[Boris Vasil'evič Spasskij]]===
*Aveva un modo di giocare politico. Un grande campione, con colossali conoscenze. Uno scacchista aggressivo, d'attacco. Ha sempre giocato prendendo l'iniziativa e non può giocare senza farlo. Una mentalità certamente politica ma che per lui, sulla scacchiera, ha anche significato una certa unilateralità.
*La politica, secondo me, non è affare per lui. E poi la politica vuol dire divisione, non unione. Un uomo politico è uomo di gruppo, di partito. Ed è questa la contraddizione perché Kasparov avrebbe potuto essere un ottimo re ma non lo è mai stato, pur essendo uno scacchista meraviglioso.
*Una volta che si è diventati re degli scacchi ci si deve comportare in maniera adeguata e Kasparov non è mai diventato veramente un re. Per il monarca scacchistico diventare un politico è un fatto talmente meschino e umiliante.
==''How Life Imitates Chess''==
===Citazioni===
*Negli scacchi la bigamia è accettabile ma la monarchia è assoluta.
:''In chess, bigamy is acceptable but monarchy is absolute.''
*Pensiamo al tempo come qualcosa da non perdere, non come qualcosa da investire.
:''We think about time as something not to waste, not as something to invest.''
*Perdere può convincerti a cambiare ciò che non ha bisogno di essere cambiato, e vincere può convincerti che tutto va bene anche se sei sull'orlo del precipizio.
:''Losing can persuade you to change what doesn't need to be changed, and winning can convince you everything is fine even if you are on the brink of disaster.''
*Se desideri avere successo, devi affrontare il rischio del fallimento.
:''If you wish to succeed, you must brave the risk of failure.''
*Se stai già combattendo, vuoi che il primo colpo sia l'ultimo e faresti meglio a farlo tu.
:''If you're already in a fight, you want the first blow to be the last and you had better be the one to throw it.''
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Garry Kasparov, ''How Life Imitates Chess'' (''Come la vita imita gli scacchi''), Broadway, 2005, ISBN 978-0767915687
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Kasparov, Garri}}
[[Categoria:Armeni]]
[[Categoria:Politici russi]]
[[Categoria:Scacchisti russi]]
[[Categoria:Scacchisti sovietici]]
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Franz Lehár
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[[File:25 Schilling 1970 Franz Lehar.png|thumb|Una moneta dedicata a Ferenc Lehár]]
'''Ferenc Lehár''' (1870 – 1948), compositore austriaco di origine ungherese.
==Citazioni dalle opere==
*È scabroso le [[donna|donne]] studiar [...].<ref>Da ''La vedova allegra''.</ref>
*Tutto il mio [[cuore]] è tuo, | io non posso vivere dove tu non sei! | Così, come il fiore appassisce, | quando lo splendere del sole non lo bacia.<ref>Da ''Il paese del sorriso'', libretto di Viktor Léon, Ludwig Herzl e Fritz Beda-Löhner.</ref>
:''Dein ist mein ganzes Herz, | Wo du nicht bist, kann ich nicht sein! | So, wie die Blume welkt, | wenn sie nicht küsst der Sonnenschein''.<ref>''Das Land des Lächelns''.</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Lehár, Ferenc}}
[[Categoria:Compositori austriaci]]
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Marito
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Udiki
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aggiunta una di Antonio Ghislanzoni
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text/x-wiki
{{voce tematica}}
[[File:Barack Obama makes a telephone call.jpg|thumb|Un uomo sposato]]
{{indicedx}}
Citazioni sul '''marito'''
*Alla [[donna]] {{NDR|Dio}} disse: "[...] Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà". (''[[Genesi]]'')
*Conoscono le donne solo i mariti. Solo il marito le vede dietro le quinte. Per questo [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]] affermava che tutti i mariti dicono: c'è solo una donna cattiva, e l'ho sposata io. Di fronte agli altri esse fingono così bene, che nessuno le vede come sono in realtà, in particolare finché sono giovani. ([[Lev Tolstoj]])
*''Mariti? Eh, Dio! Si le cose, commare, | Se potessi quaggiù falle du' vorte, | Prima de dì cquer ''«padre sì» ''a l'artare | Me vorrebbe da mé ddamme la morte''. ([[Giuseppe Gioacchino Belli]])
*Marito. Uno che avendo pranzato, deve preoccuparsi di rigovernare. ([[Ambrose Bierce]])
*Oh, mio marito l'apprezzava, la mia bellezza. E come! Il guaio è che apprezzava anche quella di tutte le altre. ([[Allan Prior]])
*Quand'ero piccolo mi chiedevano cosa volessi fare da grande e io rispondevo sempre al stessa cosa: volevo fare il marito. Lo so che sembra strano, la maggior parte dei bambini vuole diventare pompiere o personal trainer, ma per me era fare il marito la professione più bella. E grazie a Stacy quel sogno sta per avverarsi. Purtroppo nessuno ti paga per fare il marito. (''[[Come ammazzare il capo... e vivere felici]]'')
*Quel che tiene legato il marito nella buona e nella cattiva sorte è la donna con la quale egli si diverte a stare insieme. ([[Jean Kerr]])
*Quelli giusti sono tutti sposati. (''[[NCIS - Unità anticrimine (prima stagione)|NCIS - Unità anticrimine]]'')
*''Un uom che prende moglie | l'imagine mi dà | d'un inter che diventa una metà''. ([[Antonio Ghislanzoni]])
==[[Proverbi]]==
*È meglio nu cantaro mmiez' â casa ca nu marito annanz' ê piede. ([[proverbi napoletani|napoletano]])
*Meglio è marito purciello c'ammico 'mperatore. ([[proverbi napoletani|napoletano]])
*Tristu linu e tristu maritu amara chija casa chi no 'nd'avi. ([[Proverbi calabresi|calabrese]])
===[[Proverbi italiani]]===
*Buon marito è difficil che sia quello, che fu cattivo [[figlio]], o mal [[fratello]].
*Cattivo amico, pessimo marito.
*Chi ha buon marito lo porta in viso.
*Chi ha male al dito sempre lo mira, chi ha mal marito sempre sospira.
*Chi ha marito, ha padrone.
*I mariti [[gelosia|gelosi]] sono spesso quelli che hanno la camicia sudicia.
*Il marito di una donna savia di rado è infelice.
*Il marito non deve avere in bocca denti da [[lupo]], ma nemmeno esser senza denti.
*Marito disamorato, matrimonio rammaricato.
*Marito e figli come Dio te li dà, così te li piglia.
*Uomo ammogliato, [[uccello]] in gabbia.
==Bibliografia==
*Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903
==Voci correlate==
*[[Marito e moglie]]
*[[Matrimonio]]
*[[Moglie]]
*[[Fidanzato]]
==Altri progetti==
{{Interprogetto|wikt|preposizione=sul}}
[[Categoria:Matrimonio]]
[[cs:Muž]]
[[sk:Muž]]
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Dario Argento
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Mariomassone
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/* Citazioni di Dario Argento */
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text/x-wiki
[[File:Dario Argento 2014.jpg|thumb|Dario Argento, 2014]]
'''Dario Argento''' (1940 – vivente), sceneggiatore, regista, attore e produttore cinematografico italiano.
==Citazioni di Dario Argento==
{{cronologico}}
*{{NDR|Su ''[[Opera (film)|Opera]]''}} Più di otto mesi abbiamo lavorato per preparare le simulazioni dei voli dei corvi telecomandati. A Parma, dove sono state girate le scene più spettacolari, avevamo affittato un casale per ospitare i corvi veri e la gente lo ribattezzò scherzosamente l'albergo dei corvi: al mattino li prelevavamo per portarli al Regio, e alla sera li riportavamo in "albergo".<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,23/articleid,0986_01_1987_0287_0023_23897590/ ''Macbeth con corvi firmato Argento''], ''La Stampa'', 8 dicembre 1987.<ref/>
*Di fare un ''Profondo rosso 2'' non se ne parla, ma per un motivo semplice: chi ama o chi cerca il mio film ha bisogno di trovare la fisicità, i volti e le emozioni stesse che solo la versione originale è in grado di restituire completamente. Escludo perciò di mettermi a lavorare su una continuazione o sul rifacimento integrale della pellicola.<ref>Citato in [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/03/dario-argento-vi-faro-paura-con-mia.html ''Dario Argento: Vi farò paura con mia figlia Asia''], ''Repubblica.it'', 3 luglio 2009</ref>
*È il mondo del [[cinema]] che mi interessa. Nel mezzo di una scena inventata da me c'è una citazione, un parallelo con una scena che ho già visto, può provenire indifferentemente dall'espressionismo tedesco o dal cinema sperimentale.<ref>Dall'intervista di Gabrielle Lucantonio, ''Dario Argento, la televisione si tinge di nero'', ''Il Manifesto'', 20 luglio 2005.</ref>
*Ho seguito il mio istinto anche per il titolo che, per molto tempo, prima delle riprese e a sceneggiatura già finita con attori pronti a girare, non c'era. Prima ho sviato la stampa dicendo che si sarebbe dovuto intitolare ''La tigre con i denti a sciabola'', poi mentre ero in macchina mi è venuto in mente ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''. Ai produttori della CineRiz non piacque, dissero che era sbagliato, suggerivano al massimo Rosso Profondo. Per fortuna che m'impuntai.<ref name=Profondo>Citato in ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/07/profondo-rosso-40-anni-dopo-dario-argento-storia-bellissima-scritta-in-pochi-giorni/1483119/ Profondo Rosso, Dario Argento: "Una storia bellissima scritta in pochi giorni tutta d'un fiato"]'', Davide Turrini ''Ilfattoquotidiano.it'', 7 marzo 2015.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''}} Mentre giravo quel film sapevo esattamente ciò che volevo. Ero molto rilassato, non sentivo lo stress. E poi la storia è bellissima. L'ho scritta in pochi giorni tutta d'un fiato. Fu miracoloso. Basta guardare un film per capire come sta il regista nel momento in cui l'ha girato.<ref name=Profondo/>
*Nella vita ho sempre scritto, prima recensioni sui giornali, sceneggiature per altri, e poi i miei film, e ora questi racconti {{NDR|''Horror. Storie di sangue, spiriti e segreti''}} che sono incursioni nel mistero, dilatazioni sensoriali e psichiche, incubi e risvegli.<ref>Citato in Marco Lodoli, ''Dario Argento: non abbiate paura della paura'', ''il Venerdì di Repubblica'', 2 marzo 2018.</ref>
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,22/articleid,0999_01_1985_0008_0038_13827774/ Dario Argento, thriller con insetti]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 10 gennaio 1985.}}
*Ho speso più di sei miliardi. La colpa è degli insetti: ho dovuto importare ragni, scorpioni, e vedove nere dall'Africa mentre mosche, cavallette e vespe le abbiamo allevate in più parti di Roma.
*È stato difficile far recitare gli insetti, ma anche la scimmia mi ha fatto impazzire, poiché volevo che la sua interpretazione non fosse buffonesca. Gli insetti sono comunque degli animali simpaticissimi, che ho rappresentato affettuosamente e loro mi hanno ripagato evitandomi pizzichi e punture.
*Perché utilizzare le mani di qualche altro, quando le mie sono così esperte che riescono a fare tutto da sole?
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,21/articleid,0999_01_1985_0025_0021_13836061/ Sono un samurai, sfido l'America con un film]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 31 gennaio 1985.}}
*Mi ero fissato in una sfida paranoica: volevo realizzare in un film la più alta tecnica che il cinema italiano in questo momento potesse esprimere. Una specie di super-sfida con il cinema americano dei grandi effetti, rispondendo colpo su colpo: i migliori mezzi, la tecnologia più sofisticata, i collaboratori più bravi.
*Pensavo che ci volessero spalle grandi come quelle di Schwarzenegger per reggere tutto il peso del film. E non sospettavo che Jennifer avesse spalle così robuste. E una volontà così forte.
*Mi dimenticai tutto. Paure. Amori. Amicizie. La mia vita privata. Mi sentivo come un samurai. Completamente catturato dalla disciplina di fare questo film, di vincere questa sfida, la sfida di fare un film compatto e sicuro, potente, impressionante, dei momenti favola e dei momenti pazzia.
*Che ho voluto raccontare? Ancora non lo so. Lo so sempre quattro, cinque mesi dopo l'uscita. Così, a sensazione, a pelle, in ''Phenomena'' ci trovo tante cose mie. Tanto mio cinema. Ma anche tante storie private. Tanti personaggi che ho conosciuto, che ho amato, che mi hanno amato, cui ho fatto del bene, che mi hanno fatto del male, che ho aiutato, che mi hanno tradito, che conosco, che non conoscerò mai. [...] E mi viene in mente un'idea che certo non era cosciente, ma che dà una strana chiave di lettura per il film. Paul Cordino, il personaggio che si nomina tanto nel film ma che non si vede mai, e se fossi io? Quest'idea mi turba, la stessa storia del film ora mi sembra diversa.
{{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/06/22/libero-dario-argento-qualcuno-ha-voluto-farmi.html Libero Dario Argento. "Qualcuno ha voluto farmi una cattiveria"]''|''La Repubblica'', 22 giugno 1985.}}
*Gli ho dato l'hashish e gli ho chiesto: è una cosa grave? E gli agenti hanno risposto: crediamo proprio che lei dovrà essere arrestato... Mi hanno portato in caserma, ed erano tutti molto gentili. L'hashish l'ho dovuto lasciare lì. Andandomene ho detto: mo' nun famo che appena giro le spalle qualcuno se fuma la robba mia...
*Mi hanno messo in una cella minuscola, in isolamento con altre tre persone. Enrico Nicoletti, l'imprenditore coinvolto nello scandalo di Tor Vergata, e altri due che non ho capito chi fossero. In carcere sono stati tutti gentilissimi, sarà forse perchè il mio è un cinema molto trasgressivo e allora dietro le sbarre va forte... Insomma, ho avuto una grande accoglienza. I travestiti, in fondo al corridoio, mi cantavano le serenate sulle note di "Yellow Submarine", ripetendo: "Quanto sei carino".
*La notte in prigione è mostruosa. Di giorno sembra di potere sopravvivere, ma la notte è atroce, straziante, con quelle grida terribili dei tossicomani che vanno a rota.
*Guardi: io non sono mai stato in Perù, non ho mai messo piede in Sud America. E se anche mi fossi voluto spedire della cocaina non l'avrei certo mandata al mio vecchio indirizzo, dove non vivo più da quasi due anni.
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,24/articleid,1346_02_1987_0344_0024_19649579/ Argento: Natale di sangue]''|Intervista di Lamberto Antonelli su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''La Stampa'', 21 dicembre 1987.}}
*{{NDR|Sulla scelta di [[Ronnie Taylor]] come direttore della fotografia}} L'ho scelto perché soltanto lui poteva creare quell'atmosfera con un colore senza particolari dominanti, facendo una fotografia tagliente nella luce, dura, cattiva, allucinante. In fondo «''Opera''» è un thriller più tecnologico che psicologico.
*Ho cominciato a pensarci proprio dopo quell'esperienza mancata per il ''«Rigoletto»''. Ho cominciato a costruirlo isolandomi in un'asettica stanza d'albergo, radunando le confidenze che mi aveva fatto [[Cecilia Gasdia]] parlando di uno dei film che io ho più amato, ''«[[Il fantasma dell'Opera (film 1925)|Il fantasma dell'Opera]]»'' e tuffandomi nei ricordi di un altro grande gilm, ''«[[Gli uccelli]]»'' di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]], non dimenticando l'insegnamento di ''«[[Psycho]]»''.
*Certo l'aspetto più difficile è rappresentato dalle sequenze con i corvi, uccelli che non si riesce ad ammaestrare. Ne abbiamo presi una conquantina e portati in un casale nei pressi di Parma per cercare di addestrarli alla meno peggio. Poi nelle riprese in teatro siamo dovuti ricorrere al rinforzo di corvi finti, telecomandati, ma che non sfigurano affatto nei riguardi di quelli veri. Sembrano più veri dei veri, proprio come quella battuta sui fiori finti... Quasi tutta la scena è come ripresa dai loro occhi, mentre svolazzano minacciosi sulla platea terrorizzando gli spettatori presenti. Sì, questa è stata una delle sequenze più difficili e più costose.
{{Int|Da ''[https://intervistemadyur.blogspot.com/2011/09/intervista-dario-argento-ho-una.html Intervista a Dario Argento]''|''Intervistemadyur.blogspot.com'', 16 settembre 2011.}}
*L'opera di Stroker è un classico della letteratura, che pone molte domande: che cos'è l'amore, che cos'è la solitudine, chi è il vero mostro. Io cerco di dare delle risposte a questi interrogativi.
*{{NDR|Sul [[Conte Dracula]]}} È un essere camaleontico. Secondo il mito, si trasforma solo in lupo o pipistrello. Io ho pensato che poteva assumere le sembianze di altri animali e insetti giganteschi: un topo, una cavalletta, uno scarafaggio…Inoltre, ha rapporti carnali con uomini e donne, ma questa non è una novità: nelle leggende, che li riguardano, i vampiri sono per natura bisessuali, non hanno pregiudizi
*Dracula ha una ferocia inaudita, tuttavia nasconde un lato molto romantico. Il suo amore per Mina è folle e puro. Animalesco, direi. E lo porterà alla rovina. Oltre che all'aglio, lui è vulnerabile al fascino delle famiglie.
*{{NDR|I vampiri}} non sono i soliti serial killer, ma figure piene di sentimenti e di conflitti interiori.
*I vampiri sono una metafora. M'interesso molto all'esoterismo, ma lo considero un fatto culturale, non una realtà soprannaturale. Streghe e magia svelano qualcosa di noi: l'aspirazione dell'uomo a voler cambiare il proprio destino, il desiderio di raggiungere una felicità facile e impossibile.
{{Int|Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/2011/12/08/page_040.pdf Il mio Dracula bello e spietato, mica Twilight]''|Intervista di Paolo Calcagno su ''[[Dracula 3D]]'', ''L'Unità'', 8 dicembre 2011.}}
*C'è molto eros in questo film, l'ho messo in parallelo col Thanatos che segna i destini dei vari personaggi della storia. Il film viaggia proprio sul doppio binario di amore-morte e per farlo correre senza che "deragliasse" questa volta ho voluto curare molto la recitazione che, di solito, nei miei film affido liberamente agli interpreti per non sovraccaricare di progettualità il racconto.
*Il mio "[[conte Dracula]]" non è tetro e spaventoso come quello di [[Christopher Lee]] e nemmeno il personaggio raccontato svogliatamente da Coppola. Anzi, ho incominciato a pensare a Dracula proprio dopo aver visto il [[Dracula di Bram Stoker|film di Coppola]] che mi aveva molto deluso. Il mio è un Dracula storico, affascinante per la sua bellezza e il suo messaggio di morte: è molto europeo ed è persino romantico nel suo inseguimento, per ben 400 anni, della perduta anima gemella.
*Il 3D oltre che a sorprendere il pubblico, mi è stato utile per rappresentare visivamente il senso di profondità, l’interno e l’esterno dietro di noi.
{{Int|Da ''[https://www.bestmovie.it/news/courmayeur-noir-dario-argento-%C2%ABper-dracula-3d-ho-rischiato-di-essere-sbranato-dai-lupi%C2%BB/129727/ Courmayeur Noir – Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Valentina Torlaschi, ''Bestmovie.it'', 8 dicembre 2011.}}
*Col 3D siamo ormai entrati nell’epoca della profondità al cinema e questo ci fa scoprire nuove bellezze. Dopo il colore, il 3D è la nuova rivoluzione del cinema.
*Del romanzo di [[Bram Stoker]] mi ha affascinato molto la storia di amore e morte che aleggia sul personaggio. Poi mi interessavano molto le sue trasformazioni, quando prende le sembianze di animali e altre creature. Un aspetto che in pochi hanno esplorato.
*Thomas Kretschmann, è un Dracula che ha una grande bellezza e fascino, non è certo il tetro [[Christopher Lee]], lui è romantico in un certo senso e mi piaceva questo contrasto con la vera identità del personaggio. Per quel che riguarda [[Rutger Hauer]], nel romanzo di Bram Stoker Van Helsing è olandese e Rutger Hauer è olandese, quindi è stata una scelta giusta anche per l’accento, la sua potenza fisica, la sua forza: è il Van Helsing più giusto di quelli che sono stati fatti.
*In [[Transilvania]] abbiamo trovato solo castelli diroccati oppure trasformati in musei o bed and breakfast: erano talmente finti che a volte sembrava di essere a Disneyland! Delle pagliacciate...
*Degli animali nessuno mi fa paura. In generale, non ho paura di nulla. C’è chi dice di aver terrore dei fantasmi... Magari! A me piacciano i fantasmi. E anche i vampiri, gli zombi. La cosa che più mi inquieta di tutte sono i fantasmi della mia coscienza, qualcosa di profondo, di inconoscibile che parte dal mio subconscio.
{{Int|Da ''[https://www.film.it/film/festival/dettaglio/art/dario-argento-lintervista-esclusiva-5411/ Dario Argento, l'intervista esclusiva]''|Intervista di Pierpaolo Festa, ''Film.it'', 22 maggio 2012.}}
*Volevo rinfrescare il suo look. Il mio [[Conte Dracula|Dracula]] è diverso, selvaggio e romantico. Intelligente e forte. Spesso, nelle altre versioni, si tratta solo di azione. Io ho cercato di puntare alla psicologia. E poi lui è un mito. Mi interessava anche esplorare la sua sessualità, dato che lui ama sia le donne che gli uomini.
*{{NDR|Sul suo Dracula preferito}} Dai, [[Bela Lugosi]] decisamente no. Lui era troppo grasso! Mi piacevano i film della [[Hammer Film Productions|Hammer]] con [[Christopher Lee]]. Lui sì che era selvaggio e spaventoso. Ricordo che ero molto giovane e che il suo Dracula mi spaventò parecchio. Io volevo cambiare la visione di Dracula e non mi interessava fare come Coppola. Forse volevo un Dracula più espressionista.
*{{NDR|Sul remake di ''Suspiria''}} È un'idea che non mi piace e di cui non conosco nulla. Nessuno me ne ha parlato. Non conosco il regista. Non ne so davvero nulla.
*{{NDR|Sui [[Morto vivente|morti viventi]]}} Sono figure estremamente interessanti. Pensateci, guardate là fuori e vi accorgerete che è pieno di morti viventi! Nelle strade come nei film. Sono ovunque!
{{Int|Da ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]''|Intervista di Daniela Catelli, ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.}}
*{{NDR|Su ''[[Dracula il vampiro]]''}} La prima volta che lo vidi {{NDR|il [[Conte Dracula]]}} era nel film [[Hammer Film Productions|Hammer]] di [[Terence Fisher]] e mi sconvolse. Quando l'ho rifatto, però, non mi sono ispirato affatto a quella pellicola, ma a film che ho visto in seguito, agli espressionisti tedeschi come ''Nosferatu'' di Murnau e ''Vampyr'' di Dreyer.<ref>Citato in ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]'', ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.</ref>
*Ho lavorato di nuovo con [[Luciano Tovoli|Tovoli]] perché volevo riprendere i colori potenti e saturi, che sono quelli di ''Suspiria'' e per me sono quelli della favola: dei colori forti, potenti, molto netti. Avere lui come direttore della fotografia è stata quindi una scelta obbligata. Per quanto riguarda [[Claudio Simonetti|Simonetti]], credo che per questo film abbia fatto la musica più bella degli ultimi 10 anni. Trovo che sia la sua musica più affascinante, anche se è stata molto elaborata e abbiamo avuto molte discussioni in merito: ma alla fine è venuta la musica più bella di tutte.
*C'è quell'immagine, è vero, quando appare [[Christopher Lee]] {{NDR|in ''[[Dracula il vampiro]]''}} con tutta la bocca sporca di sangue. Quella in effetti sì, devo dire di averla presa dalla Hammer.
{{Int|Da ''[https://quinlan.it/2014/12/01/intervista-dario-argento/ Dario Argento, nel cuore di Profondo rosso]''|Intervista di Alessandro Aniballi, Giampiero Raganelli e Raffaele Meale, ''Quinlan.it'', 1 dicembre 2014.}}
*Non mi ha mai interessato il realismo nel raccontare un luogo, una città; ciò che mi interessa è solo raccontare una storia. In ''Profondo rosso'' c'è una città che io ho immaginato, tutto qui.
*''Nighthawks'' di [[Edward Hopper]] è un quadro iperrealista, e mi piaceva che questo tipo di pittura indicasse una strada anche per l'interpretazione estetica del film, che volevo a mia volta che rientrasse nei canoni dell’iperrealismo. Il quadro di Hopper mi permetteva di donare una possibile chiave di lettura allo spettatore senza risultare pedissequo o senza affidarmi a una spiegazione troppo retorica.
*In precedenza [...] avevo lavorato con [[Ennio Morricone]], che ha composto per L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio delle musiche splendide; ma per Profondo rosso mi interessava esplorare universi diversi, approfondendo dei temi legati al rock progressive, che dessero al film le tonalità musicali che mi sembravano più consone al tipo di racconto. Ho avuto la fortuna di imbattermi in un gruppo di giovani, praticamente debuttanti, e per istinto ho capito che sarebbero stati perfetti per il film.
*Volevo raccontare come la memoria potesse a volte metterti anche su delle false piste, suggerendoti soluzioni sbagliate.
{{Int|Da ''[https://www.stefanocorradino.com/profondo-rosso-compie-40-anni-intervista-a-dario-argento-anche-io-ho-le-mie-paure-tra-cui-i-corridoi-pink-floyd-goblin/ "Profondo rosso" compie 40 anni.]''|Intervista di Stefano Corradino, ''Stefanocorradino.com'', 28 luglio 2015.}}
*{{NDR|Su [[Carlo Rambaldi]]}} Era un genio. Quando scrivevo le sceneggiature andavo da lui e parlavamo di alcuni effetti possibili da inserire. Solo lui riusciva a metterli in pratica. E allora gli effetti non erano elettronici, tutto era fatto "a mano"...
*{{NDR|Su ''Profondo rosso''}} È nato dai miei pensieri più profondi. Come in un sogno. Può darsi che sia per questo che varie generazioni ci si ritrovano, perché non è legato a un periodo storico particolare, e per questo non invecchia. È un film senza tempo.
*Li cercai {{NDR|i [[Pink Floyd]]}} ed erano interessati. Purtroppo però in quel momento stavano lavorando al disco "The Wall" e all'omonimo film. Fu un peccato ma quando poi entrai in contatto con i Goblin un gruppo romano allora sconosciuto fui molto intrigato dalla loro musica. Il risultato lo conoscete...
{{Int|Da ''Profondo Nero - Dario Argento racconta il suo Dylan Dog''|articolo di Gianmaria Tammaro, da ''Best Movie'', rubrica ''Dentro le nuvole'', n. 8, anno XVII, agosto 2018, pp. 112 e 113.}}
*Non sono un grande lettore di fumetti, ma ''[[Dylan Dog]]'' è un po' un'eccezione. L'ho scoperto da adulto, e mi ha molto affascinato fin da subito, per le passioni in comune che avevo con il suo [[Tiziano Sclavi|autore]] e per quei suoi continui rimandi a un mondo che era il mio: quello del cinema horror. E poi c'erano gli omaggi che Sclavi faceva ai miei film. Mi hanno sempre divertito e reso molto orgoglioso.
*Negli uffici della Sergio Bonelli Editore mi aveva detto che voleva conoscermi{{NDR|Tiziano Sclavi}} e io sono andato. Abbiamo parlato a lungo: è stato un incontro molto interessante. Ho scoperto una persona con una grande umanità e una dolcezza che uno non si aspetta leggendo le sue cose.
*Un film è una macchina estremamente complessa e faticosa. Il [[fumetto]], invece, è libero. Sereno. Si è solo in due, lo sceneggiatore e il disegnatore. E se vuoi mostrare qualcosa di spettacolare, che al cinema sarebbe costosissimo, in un albo a fumetti non devi nemmeno preoccuparti del budget.
*Me lo hanno chiesto molte volte, e non so mai cosa rispondere. Sono molte le cose che mi fanno paura e che mi creano angoscia. Se così non fosse, del resto, non avrei scelto di diventare un regista di film horror.
{{Int|Da ''[https://movieplayer.it/articoli/dario-argento-intervista-serie-tv-videogioco-nuovo-film_20810/ Dario Argento: "Tra serie tv e videogiochi, sto pensando a un film. Ci rivediamo tra un anno"]''|Intervista di Valentina D'Amico, ''Movieplayer.it'', 8 maggio 2019.}}
*Certi aspetti del mio cinema non li capisco neanche io. Sono istintivo, aspetto che l'ispirazione mi arrivi chissà da dove. Sto alla finestra e aspetto che i pensieri della gente arrivino a me per metterli nei film. Il pensiero è una cosa solida, rimane e continua a vagare nella città.
*Il cinema di paura racconta storie che nascono dall'inconscio, paure intime. Oggi a interpretare al meglio il genere è l'Estremo Oriente. Sono stato più volte in Corea del Sud, molti registi hanno ammesso di essere stati influenzati dal mio cinema. Anche il cinema giapponese e quello messicano sono molto interessanti.
*{{NDR|Su [[Tony Musante]]}} I litigi con lui erano continui, sul set non ci parlavamo più, ma Tony non è stato l'unico con cui ho avuto problemi. Anche con la protagonista di ''[[Opera (film)|Opera]]'', [[Cristina Marsillach]], ho avuto un rapporto spaventoso. Siamo arrivati al punto che ci parlavamo solo tramite biglietti, oppure usavamo il mio aiuto regista come tramite anche quando ci trovavamo nella stessa stanza. Cristina era una persona molto capricciosa, bizzarra, era impossibile starle vicino.
*Amo le innovazioni e apprezzo internet. È utile, interessante. Ma non ho un rapporto buono con i social. Non li uso, non mi va di raccontare il privato. Le mie esperienze e i miei pensieri li tengo dentro di me, in attesa che mi suggeriscano nuove storie.
{{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/spettacoli/2019/07/24/news/rutger_hauer_dario_argento_-301002615/ Rutger Hauer, Dario Argento: "Amava la vita. La cosa di cui era più orgoglioso? Il monologo di 'Blade Runner'"]''|Intervista di Arianna Finos su [[Rutger Hauer]], ''Repubblica.it'', 24 luglio 2019.}}
*Era molto creativo, intelligente, inventava battute, scene, situazioni. Aveva chiarissima la visione generale del film. Avrebbe potuto fare lo sceneggiatore, il regista. Quando arrivava sul set tutti erano emozionati. Diceva: "Che pensi di questa idea? Ci ho lavorato stanotte, ti piace?" Aveva voluto un Van Helsing scienziato, più che avventuriero.
*{{NDR|Su ''[[Dracula 3D]]''}} Lo aspettavamo sul set, la sera. Non arrivava e chiamammo l’albergo: "È uscito stamattina". Ci allarmammo e dopo molte ore, mentre tutti lo cercavamo dappertutto, chiamammo i carabinieri. Finalmente accese il telefono "non so dove mi trovo". Lo localizzarono ed era in una specie di foresta dove aveva avuto un misterioso appuntamento con una signora e poi si era perso.
*Amava mangiare e bere, in Piemonte mi portava sempre a mangiare in un ristorante giapponese. Soprattutto amava ridere ed era capace di battute folgoranti. I suoi racconti erano avvincenti, aveva avuto una vita avventurosissima, girato il mondo, lavorato con i registi più diversi, dai più intellettuali ai commerciali.
{{Int|Da ''[https://www.mangialibri.com/interviste/intervista-dario-argento Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Costanza Ciminelli, ''Mangialibri.com'', novembre 2019.}}
*Ho amato molto il cinema muto, in particolare ''[[La corazzata Potëmkin]]''. [...] Considero il film di Ejzenštejn meraviglioso, sublime, un capolavoro ineguagliato della storia del cinema che, non a caso, ha ispirato tantissimi cineasti.
*In Italia non ci sono più capitali per il cinema, si produrranno 60 film l’anno, di cui soltanto 6 o 7 decenti. I capitali si impiegano in fiction – che è una cosa incredibile e inverosimile, questa sì da far rizzare i capelli in testa – e non nel cinema. È, dunque, sempre più il modello televisivo a prendere piede e a condizionare il modo di concepire la regia, la sceneggiatura, i soggetti, la recitazione, per non parlare dei casting, oramai ci sono anche degli standard in fatto di fisiognomica filmica (facce tutte piuttosto simili, carucce, ma banali, senz’anima). Tutto all’insegna di un indegno livellamento, che si rivela la negazione della idea stessa di cinema. L’unica soluzione è girare in digitale, e solo in un secondo tempo pensare alla pellicola. Un’altra cosa importante è unirsi e dare vita a esperimenti di cooperativismo.
*{{NDR|Le critiche}} a Suspiria sono state un massacro, qualcosa di talmente violento da indurre a cambiare lavoro: ricordo di aver ricevuto insulti personali molto pesanti ma anche di aver dovuto subire volgarità sulla mia famiglia. [...] Relativamente a Inferno le cose andarono ancora peggio: tanto che per qualche momento fui tentato di trasferirmi in un’altra nazione, cambiare professione o comunque cambiare genere. Non riuscivo a capacitarmi: era stato un lavoro molto pensato, ci avevo speso tempo, impegno, avevo studiato ogni cosa nei minimi particolari, documentandomi molto sull’alchimia su cui poggia il film.
*Emblematica del mio rapporto con la censura, però, è stata l’uscita di ''[[Opera (film)|Opera]]''. In Italia ebbi una lite spaventosa con la Commissione censura. Tra liti e urla, il capo della commissione, un alto magistrato, non sapendo più come e cosa rispondere alle mie obiezioni, finì col chiamare i carabinieri. Venni allontanato dalle forze dell’ordine, come fossi un malfattore. Aver fatto ''Opera'' mi aveva tolto molta energia, ma il dopo mi ridusse a pezzi, caddi in depressione. La censura tagliò moltissimo il film, che, in Italia, venne ulteriormente accorciato di 20 minuti dalla compagnia di distribuzione che lo aveva acquistato (riuscii a carpire, con l’inganno, un’unica copia della versione originale al produttore Cecchi Gori dicendogli che l’avrei spedita per la distribuzione in Inghilterra, invece, me la sono tenuta). Per me la visione di ciò che restava risultò intollerabile, ero talmente abbattuto che partii da solo per un lunghissimo viaggio, pensando anche di non tornare più in Italia.
{{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/cinema/interviste-cinema/dario-argento-i-politici-una-massa-di-ignoranti-i-critici-sono-cambiati-loro-non-io/651530/#Part1 Dario Argento: «I politici? Una massa di ignoranti. I critici? Sono cambiati loro, non io»]''|Intervista di Gianmarco Aimi, ''Rollingstone.it'', 15 luglio 2022.}}
*Veramente sta per finire il governo Draghi? [...] Ma come è possibile? È una delle poche persone di valore che abbiamo in Italia. Ha delle idee, è un grande economista, proprio quello che serviva per il nostro Paese. E pensa un po’, ora lo mandano via? E chi si prendono? Chi c’è come lui? Lo sostituiranno delle mezze cartucce...
*L’arte ha sempre fatto il suo dovere. Se nelle grandi scelte non partecipa, è perché il gruppo dirigente che c’è in Italia oggi è molto più scarso del passato. Molti sono ignoranti, non conoscono l’arte, non sanno niente di niente. Conoscono solo quello che interessa alla loro combriccola.
*È cambiata la critica, non sono cambiato io. C’è una nuova generazione al potere. Prima non si sarebbero mai immaginati di far vincere un festival a un film porno come ''[[La forma dell'acqua - The Shape of Water|La forma dell'acqua]]'' di [[Guillermo del Toro]]. O a ''[[Parasite]]'' del regista sudcoreano [[Bong Joon-ho]]. Certi film che un tempo venivano considerati di serie B ora sono sulla cresta dell’onda.
*Se dieci persone vedono la stessa cosa, non è detto che tutte e dieci la ricordino nello stesso modo. Ognuno potrebbe dare la propria interpretazione. La memoria si confonde con quello che noi immaginiamo. Proprio come dice Carlo, interpretato da Gabriele Lavia, in ''Profondo rosso''.
==Citazioni su Dario Argento==
*Come giapponese magari potrà sembrare strano, ma ho visto tonnellate di film italiani, da [[Federico Fellini|Fellini]] a [[Vittorio De Sica|De Sica]] fino agli Spaghetti Western, così come ho letto molti libri italiani che mi hanno influenzato. Ma Dario Argento è quello che più mi ha segnato, sono un suo grande fan. I miei genitori non volevano che guardassi i suoi film perché troppo spaventosi ma a me non importava, li guardavo lo stesso. ([[Hideo Kojima]])
*Da ragazzina ero ossessionata dall'idea di non essere normale, ma quando ho visto le immagini dei film di Dario Argento ho sentito che mi veniva concessa la possibilità di stare al mondo. Sono numerosi i suoi sostenitori che, come me, dopo aver visto i suoi film hanno addirittura rinunciato all'idea di suicidarsi. ([[Banana Yoshimoto]])
*È assurdo che dopo tanti film di [[Mario Bava]], Antonio Margariti, [[Lucio Fulci]] e Dario Argento solo quest'ultimo sia rimasto a fare questo tipo di cinema. Dove è andato il vostro cinema dell'orrore dopo quella generazione? ([[Joe Dante]])
*Io devo tutto a Dario. Nasco con lui proprio grazie a ''[[Phenomena]]'', dove mi è stata data la prima opportunità davvero importante. Ero ancora un ragazzo che stava iniziando, ma per quanto mi riguarda credo d’aver raccolto la sfida mettendocela veramente tutta. Da allora, la fiducia che mi ha accordato Dario non si è mai più interrotta. ([[Sergio Stivaletti]])
===[[Fabio Giovannini]]===
*La "scuola" di Argento è la scuola del cinema popolare italiano, in particolare del western. La bellezza dell'omicidio ha esordito al cinema nelle finte praterie calcate dai cowboy nostrani. Senza quel retroterra Dario Argento non avrebbe potuto costruire le perfette architetture dei delitti di ''[[4 mosche di velluto grigio|Quattro mosche di velluto grigio]]'' o di ''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]''. La cinepresa di Leone diventava una colt che sparava proiettili micidiali sui toraci e sulle facce dei banditi del west, la cinepresa di Argento diventa un coltello, che sfreccia con crudeltà sui ventri, sulle braccia, sui corpi delle vittime. In Leone e in Argento c'è la stessa "concretezza" della morte.
*Mentre i folli assassini dei suoi film fanno luccicare coltelli e rasoi prima di abbatterli sulle vittime più impaurite, Argento spia con la sua macchina da presa. Rende l'occhio dell'assassino il suo occhio (e quindi, nei cinematografi, l'occhio dello spettatore), immedesima se stesso e il pubblico nello squartatore, non più nella vittima come faceva il cinema americano dell'orrore. Più che "soggettive" dalla parte delle vittime, Argento predilige soggettive dalla parte del boia: il masochismo tipico del film dell'orrore (sentirsi martoriare e uccidere) si trasforma in sadismo (ammazzare, colpire in prima persona).
*Purtroppo anch’io considero privi di innovazione gli ultimi lavori del regista. Rimane una pietra miliare del passato, ma non del presente. Ho una mia opinione, con tutto l’affetto che porto a Dario Argento, con me sempre cortese e amichevole: al contrario di altri registi anche italiani, Argento subisce le conseguenze di un eccessivo individualismo, non è stato in grado, o meglio non ha voluto creare una “factory” intorno a sé. Si è circondato sempre più di laudatores che gridavano al capolavoro di fronte a ogni sua regia, rendendogli difficile percepire la realtà. Si è rinchiuso nel suo personaggio creato nel corso degli anni e nei successi di un tempo, sempre meno permeabile alle novità esterne (al punto di circoscrivere in famiglia, con Asia, la scelta dei protagonisti principali delle sue pellicole). Eppure i suoi capolavori erano proprio caratterizzati dall’innovazione, dalla trasgressione.
*Se c'è una peculiarità di Argento rispetto a tanti registi del terrore d'oltre oceano, questa risiede proprio nella passione estetica per l'assassinio. Quando si uccide, nei film di Argento, la macchina da presa si scatena, si muove selvaggiamente, segue tutte le fasi del delitto con compiacimento e quasi con gioia. Gli schizzi di sangue sono nettare per le raffinate cineprese che Argento utilizza per i suoi film.
===[[George A. Romero]]===
*A Dario riconosco il merito di avere rilanciato la mia carriera con ''Zombi''. Dopo ''La notte dei morti viventi'' mi ero opposto in modo irremovibile all'idea di girare un altro film di Zombi.
*Io dico sempre che anche i miei zombi sono un po' commedia. L'ho detto anche a Dario, ma lui finisce col togliere sempre l'elemento di humour!
*Penso che sia uno dei giganti del cinema e che alcune delle cose che ha fatto siano dei capolavori: Suspiria, ma anche i film precedenti sono fantastici. Abbiamo perfino girato un film insieme ma purtroppo non ci siamo mai trovati sullo stesso set. Decisamente è uno dei grandi maestri.
==Note==
<references />
== Filmografia ==
===Regista===
{{div col|strette}}
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Sceneggiatura===
{{div col|strette}}
*''[[Metti, una sera a cena]]'' (1969)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Soggetto===
*''[[C'era una volta il West]]'' (1968)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
===Produttore===
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
===Attore===
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
==Voci correlate==
*[[Asia Argento]] – figlia
*[[Daria Nicolodi]] – moglie
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Argento, Dario}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Produttori cinematografici italiani]]
[[Categoria:Registi italiani]]
[[Categoria:Sceneggiatori italiani]]
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Mariomassone
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/* Citazioni di Dario Argento */
wikitext
text/x-wiki
[[File:Dario Argento 2014.jpg|thumb|Dario Argento, 2014]]
'''Dario Argento''' (1940 – vivente), sceneggiatore, regista, attore e produttore cinematografico italiano.
==Citazioni di Dario Argento==
{{cronologico}}
*{{NDR|Su ''[[Opera (film)|Opera]]''}} Più di otto mesi abbiamo lavorato per preparare le simulazioni dei voli dei corvi telecomandati. A Parma, dove sono state girate le scene più spettacolari, avevamo affittato un casale per ospitare i corvi veri e la gente lo ribattezzò scherzosamente l'albergo dei corvi: al mattino li prelevavamo per portarli al Regio, e alla sera li riportavamo in "albergo".<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,23/articleid,0986_01_1987_0287_0023_23897590/ ''Macbeth con corvi firmato Argento''], ''La Stampa'', 8 dicembre 1987.</ref>
*Di fare un ''Profondo rosso 2'' non se ne parla, ma per un motivo semplice: chi ama o chi cerca il mio film ha bisogno di trovare la fisicità, i volti e le emozioni stesse che solo la versione originale è in grado di restituire completamente. Escludo perciò di mettermi a lavorare su una continuazione o sul rifacimento integrale della pellicola.<ref>Citato in [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/03/dario-argento-vi-faro-paura-con-mia.html ''Dario Argento: Vi farò paura con mia figlia Asia''], ''Repubblica.it'', 3 luglio 2009</ref>
*È il mondo del [[cinema]] che mi interessa. Nel mezzo di una scena inventata da me c'è una citazione, un parallelo con una scena che ho già visto, può provenire indifferentemente dall'espressionismo tedesco o dal cinema sperimentale.<ref>Dall'intervista di Gabrielle Lucantonio, ''Dario Argento, la televisione si tinge di nero'', ''Il Manifesto'', 20 luglio 2005.</ref>
*Ho seguito il mio istinto anche per il titolo che, per molto tempo, prima delle riprese e a sceneggiatura già finita con attori pronti a girare, non c'era. Prima ho sviato la stampa dicendo che si sarebbe dovuto intitolare ''La tigre con i denti a sciabola'', poi mentre ero in macchina mi è venuto in mente ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''. Ai produttori della CineRiz non piacque, dissero che era sbagliato, suggerivano al massimo Rosso Profondo. Per fortuna che m'impuntai.<ref name=Profondo>Citato in ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/07/profondo-rosso-40-anni-dopo-dario-argento-storia-bellissima-scritta-in-pochi-giorni/1483119/ Profondo Rosso, Dario Argento: "Una storia bellissima scritta in pochi giorni tutta d'un fiato"]'', Davide Turrini ''Ilfattoquotidiano.it'', 7 marzo 2015.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''}} Mentre giravo quel film sapevo esattamente ciò che volevo. Ero molto rilassato, non sentivo lo stress. E poi la storia è bellissima. L'ho scritta in pochi giorni tutta d'un fiato. Fu miracoloso. Basta guardare un film per capire come sta il regista nel momento in cui l'ha girato.<ref name=Profondo/>
*Nella vita ho sempre scritto, prima recensioni sui giornali, sceneggiature per altri, e poi i miei film, e ora questi racconti {{NDR|''Horror. Storie di sangue, spiriti e segreti''}} che sono incursioni nel mistero, dilatazioni sensoriali e psichiche, incubi e risvegli.<ref>Citato in Marco Lodoli, ''Dario Argento: non abbiate paura della paura'', ''il Venerdì di Repubblica'', 2 marzo 2018.</ref>
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,22/articleid,0999_01_1985_0008_0038_13827774/ Dario Argento, thriller con insetti]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 10 gennaio 1985.}}
*Ho speso più di sei miliardi. La colpa è degli insetti: ho dovuto importare ragni, scorpioni, e vedove nere dall'Africa mentre mosche, cavallette e vespe le abbiamo allevate in più parti di Roma.
*È stato difficile far recitare gli insetti, ma anche la scimmia mi ha fatto impazzire, poiché volevo che la sua interpretazione non fosse buffonesca. Gli insetti sono comunque degli animali simpaticissimi, che ho rappresentato affettuosamente e loro mi hanno ripagato evitandomi pizzichi e punture.
*Perché utilizzare le mani di qualche altro, quando le mie sono così esperte che riescono a fare tutto da sole?
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,21/articleid,0999_01_1985_0025_0021_13836061/ Sono un samurai, sfido l'America con un film]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 31 gennaio 1985.}}
*Mi ero fissato in una sfida paranoica: volevo realizzare in un film la più alta tecnica che il cinema italiano in questo momento potesse esprimere. Una specie di super-sfida con il cinema americano dei grandi effetti, rispondendo colpo su colpo: i migliori mezzi, la tecnologia più sofisticata, i collaboratori più bravi.
*Pensavo che ci volessero spalle grandi come quelle di Schwarzenegger per reggere tutto il peso del film. E non sospettavo che Jennifer avesse spalle così robuste. E una volontà così forte.
*Mi dimenticai tutto. Paure. Amori. Amicizie. La mia vita privata. Mi sentivo come un samurai. Completamente catturato dalla disciplina di fare questo film, di vincere questa sfida, la sfida di fare un film compatto e sicuro, potente, impressionante, dei momenti favola e dei momenti pazzia.
*Che ho voluto raccontare? Ancora non lo so. Lo so sempre quattro, cinque mesi dopo l'uscita. Così, a sensazione, a pelle, in ''Phenomena'' ci trovo tante cose mie. Tanto mio cinema. Ma anche tante storie private. Tanti personaggi che ho conosciuto, che ho amato, che mi hanno amato, cui ho fatto del bene, che mi hanno fatto del male, che ho aiutato, che mi hanno tradito, che conosco, che non conoscerò mai. [...] E mi viene in mente un'idea che certo non era cosciente, ma che dà una strana chiave di lettura per il film. Paul Cordino, il personaggio che si nomina tanto nel film ma che non si vede mai, e se fossi io? Quest'idea mi turba, la stessa storia del film ora mi sembra diversa.
{{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/06/22/libero-dario-argento-qualcuno-ha-voluto-farmi.html Libero Dario Argento. "Qualcuno ha voluto farmi una cattiveria"]''|''La Repubblica'', 22 giugno 1985.}}
*Gli ho dato l'hashish e gli ho chiesto: è una cosa grave? E gli agenti hanno risposto: crediamo proprio che lei dovrà essere arrestato... Mi hanno portato in caserma, ed erano tutti molto gentili. L'hashish l'ho dovuto lasciare lì. Andandomene ho detto: mo' nun famo che appena giro le spalle qualcuno se fuma la robba mia...
*Mi hanno messo in una cella minuscola, in isolamento con altre tre persone. Enrico Nicoletti, l'imprenditore coinvolto nello scandalo di Tor Vergata, e altri due che non ho capito chi fossero. In carcere sono stati tutti gentilissimi, sarà forse perchè il mio è un cinema molto trasgressivo e allora dietro le sbarre va forte... Insomma, ho avuto una grande accoglienza. I travestiti, in fondo al corridoio, mi cantavano le serenate sulle note di "Yellow Submarine", ripetendo: "Quanto sei carino".
*La notte in prigione è mostruosa. Di giorno sembra di potere sopravvivere, ma la notte è atroce, straziante, con quelle grida terribili dei tossicomani che vanno a rota.
*Guardi: io non sono mai stato in Perù, non ho mai messo piede in Sud America. E se anche mi fossi voluto spedire della cocaina non l'avrei certo mandata al mio vecchio indirizzo, dove non vivo più da quasi due anni.
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,24/articleid,1346_02_1987_0344_0024_19649579/ Argento: Natale di sangue]''|Intervista di Lamberto Antonelli su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''La Stampa'', 21 dicembre 1987.}}
*{{NDR|Sulla scelta di [[Ronnie Taylor]] come direttore della fotografia}} L'ho scelto perché soltanto lui poteva creare quell'atmosfera con un colore senza particolari dominanti, facendo una fotografia tagliente nella luce, dura, cattiva, allucinante. In fondo «''Opera''» è un thriller più tecnologico che psicologico.
*Ho cominciato a pensarci proprio dopo quell'esperienza mancata per il ''«Rigoletto»''. Ho cominciato a costruirlo isolandomi in un'asettica stanza d'albergo, radunando le confidenze che mi aveva fatto [[Cecilia Gasdia]] parlando di uno dei film che io ho più amato, ''«[[Il fantasma dell'Opera (film 1925)|Il fantasma dell'Opera]]»'' e tuffandomi nei ricordi di un altro grande gilm, ''«[[Gli uccelli]]»'' di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]], non dimenticando l'insegnamento di ''«[[Psycho]]»''.
*Certo l'aspetto più difficile è rappresentato dalle sequenze con i corvi, uccelli che non si riesce ad ammaestrare. Ne abbiamo presi una conquantina e portati in un casale nei pressi di Parma per cercare di addestrarli alla meno peggio. Poi nelle riprese in teatro siamo dovuti ricorrere al rinforzo di corvi finti, telecomandati, ma che non sfigurano affatto nei riguardi di quelli veri. Sembrano più veri dei veri, proprio come quella battuta sui fiori finti... Quasi tutta la scena è come ripresa dai loro occhi, mentre svolazzano minacciosi sulla platea terrorizzando gli spettatori presenti. Sì, questa è stata una delle sequenze più difficili e più costose.
{{Int|Da ''[https://intervistemadyur.blogspot.com/2011/09/intervista-dario-argento-ho-una.html Intervista a Dario Argento]''|''Intervistemadyur.blogspot.com'', 16 settembre 2011.}}
*L'opera di Stroker è un classico della letteratura, che pone molte domande: che cos'è l'amore, che cos'è la solitudine, chi è il vero mostro. Io cerco di dare delle risposte a questi interrogativi.
*{{NDR|Sul [[Conte Dracula]]}} È un essere camaleontico. Secondo il mito, si trasforma solo in lupo o pipistrello. Io ho pensato che poteva assumere le sembianze di altri animali e insetti giganteschi: un topo, una cavalletta, uno scarafaggio…Inoltre, ha rapporti carnali con uomini e donne, ma questa non è una novità: nelle leggende, che li riguardano, i vampiri sono per natura bisessuali, non hanno pregiudizi
*Dracula ha una ferocia inaudita, tuttavia nasconde un lato molto romantico. Il suo amore per Mina è folle e puro. Animalesco, direi. E lo porterà alla rovina. Oltre che all'aglio, lui è vulnerabile al fascino delle famiglie.
*{{NDR|I vampiri}} non sono i soliti serial killer, ma figure piene di sentimenti e di conflitti interiori.
*I vampiri sono una metafora. M'interesso molto all'esoterismo, ma lo considero un fatto culturale, non una realtà soprannaturale. Streghe e magia svelano qualcosa di noi: l'aspirazione dell'uomo a voler cambiare il proprio destino, il desiderio di raggiungere una felicità facile e impossibile.
{{Int|Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/2011/12/08/page_040.pdf Il mio Dracula bello e spietato, mica Twilight]''|Intervista di Paolo Calcagno su ''[[Dracula 3D]]'', ''L'Unità'', 8 dicembre 2011.}}
*C'è molto eros in questo film, l'ho messo in parallelo col Thanatos che segna i destini dei vari personaggi della storia. Il film viaggia proprio sul doppio binario di amore-morte e per farlo correre senza che "deragliasse" questa volta ho voluto curare molto la recitazione che, di solito, nei miei film affido liberamente agli interpreti per non sovraccaricare di progettualità il racconto.
*Il mio "[[conte Dracula]]" non è tetro e spaventoso come quello di [[Christopher Lee]] e nemmeno il personaggio raccontato svogliatamente da Coppola. Anzi, ho incominciato a pensare a Dracula proprio dopo aver visto il [[Dracula di Bram Stoker|film di Coppola]] che mi aveva molto deluso. Il mio è un Dracula storico, affascinante per la sua bellezza e il suo messaggio di morte: è molto europeo ed è persino romantico nel suo inseguimento, per ben 400 anni, della perduta anima gemella.
*Il 3D oltre che a sorprendere il pubblico, mi è stato utile per rappresentare visivamente il senso di profondità, l’interno e l’esterno dietro di noi.
{{Int|Da ''[https://www.bestmovie.it/news/courmayeur-noir-dario-argento-%C2%ABper-dracula-3d-ho-rischiato-di-essere-sbranato-dai-lupi%C2%BB/129727/ Courmayeur Noir – Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Valentina Torlaschi, ''Bestmovie.it'', 8 dicembre 2011.}}
*Col 3D siamo ormai entrati nell’epoca della profondità al cinema e questo ci fa scoprire nuove bellezze. Dopo il colore, il 3D è la nuova rivoluzione del cinema.
*Del romanzo di [[Bram Stoker]] mi ha affascinato molto la storia di amore e morte che aleggia sul personaggio. Poi mi interessavano molto le sue trasformazioni, quando prende le sembianze di animali e altre creature. Un aspetto che in pochi hanno esplorato.
*Thomas Kretschmann, è un Dracula che ha una grande bellezza e fascino, non è certo il tetro [[Christopher Lee]], lui è romantico in un certo senso e mi piaceva questo contrasto con la vera identità del personaggio. Per quel che riguarda [[Rutger Hauer]], nel romanzo di Bram Stoker Van Helsing è olandese e Rutger Hauer è olandese, quindi è stata una scelta giusta anche per l’accento, la sua potenza fisica, la sua forza: è il Van Helsing più giusto di quelli che sono stati fatti.
*In [[Transilvania]] abbiamo trovato solo castelli diroccati oppure trasformati in musei o bed and breakfast: erano talmente finti che a volte sembrava di essere a Disneyland! Delle pagliacciate...
*Degli animali nessuno mi fa paura. In generale, non ho paura di nulla. C’è chi dice di aver terrore dei fantasmi... Magari! A me piacciano i fantasmi. E anche i vampiri, gli zombi. La cosa che più mi inquieta di tutte sono i fantasmi della mia coscienza, qualcosa di profondo, di inconoscibile che parte dal mio subconscio.
{{Int|Da ''[https://www.film.it/film/festival/dettaglio/art/dario-argento-lintervista-esclusiva-5411/ Dario Argento, l'intervista esclusiva]''|Intervista di Pierpaolo Festa, ''Film.it'', 22 maggio 2012.}}
*Volevo rinfrescare il suo look. Il mio [[Conte Dracula|Dracula]] è diverso, selvaggio e romantico. Intelligente e forte. Spesso, nelle altre versioni, si tratta solo di azione. Io ho cercato di puntare alla psicologia. E poi lui è un mito. Mi interessava anche esplorare la sua sessualità, dato che lui ama sia le donne che gli uomini.
*{{NDR|Sul suo Dracula preferito}} Dai, [[Bela Lugosi]] decisamente no. Lui era troppo grasso! Mi piacevano i film della [[Hammer Film Productions|Hammer]] con [[Christopher Lee]]. Lui sì che era selvaggio e spaventoso. Ricordo che ero molto giovane e che il suo Dracula mi spaventò parecchio. Io volevo cambiare la visione di Dracula e non mi interessava fare come Coppola. Forse volevo un Dracula più espressionista.
*{{NDR|Sul remake di ''Suspiria''}} È un'idea che non mi piace e di cui non conosco nulla. Nessuno me ne ha parlato. Non conosco il regista. Non ne so davvero nulla.
*{{NDR|Sui [[Morto vivente|morti viventi]]}} Sono figure estremamente interessanti. Pensateci, guardate là fuori e vi accorgerete che è pieno di morti viventi! Nelle strade come nei film. Sono ovunque!
{{Int|Da ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]''|Intervista di Daniela Catelli, ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.}}
*{{NDR|Su ''[[Dracula il vampiro]]''}} La prima volta che lo vidi {{NDR|il [[Conte Dracula]]}} era nel film [[Hammer Film Productions|Hammer]] di [[Terence Fisher]] e mi sconvolse. Quando l'ho rifatto, però, non mi sono ispirato affatto a quella pellicola, ma a film che ho visto in seguito, agli espressionisti tedeschi come ''Nosferatu'' di Murnau e ''Vampyr'' di Dreyer.<ref>Citato in ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]'', ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.</ref>
*Ho lavorato di nuovo con [[Luciano Tovoli|Tovoli]] perché volevo riprendere i colori potenti e saturi, che sono quelli di ''Suspiria'' e per me sono quelli della favola: dei colori forti, potenti, molto netti. Avere lui come direttore della fotografia è stata quindi una scelta obbligata. Per quanto riguarda [[Claudio Simonetti|Simonetti]], credo che per questo film abbia fatto la musica più bella degli ultimi 10 anni. Trovo che sia la sua musica più affascinante, anche se è stata molto elaborata e abbiamo avuto molte discussioni in merito: ma alla fine è venuta la musica più bella di tutte.
*C'è quell'immagine, è vero, quando appare [[Christopher Lee]] {{NDR|in ''[[Dracula il vampiro]]''}} con tutta la bocca sporca di sangue. Quella in effetti sì, devo dire di averla presa dalla Hammer.
{{Int|Da ''[https://quinlan.it/2014/12/01/intervista-dario-argento/ Dario Argento, nel cuore di Profondo rosso]''|Intervista di Alessandro Aniballi, Giampiero Raganelli e Raffaele Meale, ''Quinlan.it'', 1 dicembre 2014.}}
*Non mi ha mai interessato il realismo nel raccontare un luogo, una città; ciò che mi interessa è solo raccontare una storia. In ''Profondo rosso'' c'è una città che io ho immaginato, tutto qui.
*''Nighthawks'' di [[Edward Hopper]] è un quadro iperrealista, e mi piaceva che questo tipo di pittura indicasse una strada anche per l'interpretazione estetica del film, che volevo a mia volta che rientrasse nei canoni dell’iperrealismo. Il quadro di Hopper mi permetteva di donare una possibile chiave di lettura allo spettatore senza risultare pedissequo o senza affidarmi a una spiegazione troppo retorica.
*In precedenza [...] avevo lavorato con [[Ennio Morricone]], che ha composto per L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio delle musiche splendide; ma per Profondo rosso mi interessava esplorare universi diversi, approfondendo dei temi legati al rock progressive, che dessero al film le tonalità musicali che mi sembravano più consone al tipo di racconto. Ho avuto la fortuna di imbattermi in un gruppo di giovani, praticamente debuttanti, e per istinto ho capito che sarebbero stati perfetti per il film.
*Volevo raccontare come la memoria potesse a volte metterti anche su delle false piste, suggerendoti soluzioni sbagliate.
{{Int|Da ''[https://www.stefanocorradino.com/profondo-rosso-compie-40-anni-intervista-a-dario-argento-anche-io-ho-le-mie-paure-tra-cui-i-corridoi-pink-floyd-goblin/ "Profondo rosso" compie 40 anni.]''|Intervista di Stefano Corradino, ''Stefanocorradino.com'', 28 luglio 2015.}}
*{{NDR|Su [[Carlo Rambaldi]]}} Era un genio. Quando scrivevo le sceneggiature andavo da lui e parlavamo di alcuni effetti possibili da inserire. Solo lui riusciva a metterli in pratica. E allora gli effetti non erano elettronici, tutto era fatto "a mano"...
*{{NDR|Su ''Profondo rosso''}} È nato dai miei pensieri più profondi. Come in un sogno. Può darsi che sia per questo che varie generazioni ci si ritrovano, perché non è legato a un periodo storico particolare, e per questo non invecchia. È un film senza tempo.
*Li cercai {{NDR|i [[Pink Floyd]]}} ed erano interessati. Purtroppo però in quel momento stavano lavorando al disco "The Wall" e all'omonimo film. Fu un peccato ma quando poi entrai in contatto con i Goblin un gruppo romano allora sconosciuto fui molto intrigato dalla loro musica. Il risultato lo conoscete...
{{Int|Da ''Profondo Nero - Dario Argento racconta il suo Dylan Dog''|articolo di Gianmaria Tammaro, da ''Best Movie'', rubrica ''Dentro le nuvole'', n. 8, anno XVII, agosto 2018, pp. 112 e 113.}}
*Non sono un grande lettore di fumetti, ma ''[[Dylan Dog]]'' è un po' un'eccezione. L'ho scoperto da adulto, e mi ha molto affascinato fin da subito, per le passioni in comune che avevo con il suo [[Tiziano Sclavi|autore]] e per quei suoi continui rimandi a un mondo che era il mio: quello del cinema horror. E poi c'erano gli omaggi che Sclavi faceva ai miei film. Mi hanno sempre divertito e reso molto orgoglioso.
*Negli uffici della Sergio Bonelli Editore mi aveva detto che voleva conoscermi{{NDR|Tiziano Sclavi}} e io sono andato. Abbiamo parlato a lungo: è stato un incontro molto interessante. Ho scoperto una persona con una grande umanità e una dolcezza che uno non si aspetta leggendo le sue cose.
*Un film è una macchina estremamente complessa e faticosa. Il [[fumetto]], invece, è libero. Sereno. Si è solo in due, lo sceneggiatore e il disegnatore. E se vuoi mostrare qualcosa di spettacolare, che al cinema sarebbe costosissimo, in un albo a fumetti non devi nemmeno preoccuparti del budget.
*Me lo hanno chiesto molte volte, e non so mai cosa rispondere. Sono molte le cose che mi fanno paura e che mi creano angoscia. Se così non fosse, del resto, non avrei scelto di diventare un regista di film horror.
{{Int|Da ''[https://movieplayer.it/articoli/dario-argento-intervista-serie-tv-videogioco-nuovo-film_20810/ Dario Argento: "Tra serie tv e videogiochi, sto pensando a un film. Ci rivediamo tra un anno"]''|Intervista di Valentina D'Amico, ''Movieplayer.it'', 8 maggio 2019.}}
*Certi aspetti del mio cinema non li capisco neanche io. Sono istintivo, aspetto che l'ispirazione mi arrivi chissà da dove. Sto alla finestra e aspetto che i pensieri della gente arrivino a me per metterli nei film. Il pensiero è una cosa solida, rimane e continua a vagare nella città.
*Il cinema di paura racconta storie che nascono dall'inconscio, paure intime. Oggi a interpretare al meglio il genere è l'Estremo Oriente. Sono stato più volte in Corea del Sud, molti registi hanno ammesso di essere stati influenzati dal mio cinema. Anche il cinema giapponese e quello messicano sono molto interessanti.
*{{NDR|Su [[Tony Musante]]}} I litigi con lui erano continui, sul set non ci parlavamo più, ma Tony non è stato l'unico con cui ho avuto problemi. Anche con la protagonista di ''[[Opera (film)|Opera]]'', [[Cristina Marsillach]], ho avuto un rapporto spaventoso. Siamo arrivati al punto che ci parlavamo solo tramite biglietti, oppure usavamo il mio aiuto regista come tramite anche quando ci trovavamo nella stessa stanza. Cristina era una persona molto capricciosa, bizzarra, era impossibile starle vicino.
*Amo le innovazioni e apprezzo internet. È utile, interessante. Ma non ho un rapporto buono con i social. Non li uso, non mi va di raccontare il privato. Le mie esperienze e i miei pensieri li tengo dentro di me, in attesa che mi suggeriscano nuove storie.
{{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/spettacoli/2019/07/24/news/rutger_hauer_dario_argento_-301002615/ Rutger Hauer, Dario Argento: "Amava la vita. La cosa di cui era più orgoglioso? Il monologo di 'Blade Runner'"]''|Intervista di Arianna Finos su [[Rutger Hauer]], ''Repubblica.it'', 24 luglio 2019.}}
*Era molto creativo, intelligente, inventava battute, scene, situazioni. Aveva chiarissima la visione generale del film. Avrebbe potuto fare lo sceneggiatore, il regista. Quando arrivava sul set tutti erano emozionati. Diceva: "Che pensi di questa idea? Ci ho lavorato stanotte, ti piace?" Aveva voluto un Van Helsing scienziato, più che avventuriero.
*{{NDR|Su ''[[Dracula 3D]]''}} Lo aspettavamo sul set, la sera. Non arrivava e chiamammo l’albergo: "È uscito stamattina". Ci allarmammo e dopo molte ore, mentre tutti lo cercavamo dappertutto, chiamammo i carabinieri. Finalmente accese il telefono "non so dove mi trovo". Lo localizzarono ed era in una specie di foresta dove aveva avuto un misterioso appuntamento con una signora e poi si era perso.
*Amava mangiare e bere, in Piemonte mi portava sempre a mangiare in un ristorante giapponese. Soprattutto amava ridere ed era capace di battute folgoranti. I suoi racconti erano avvincenti, aveva avuto una vita avventurosissima, girato il mondo, lavorato con i registi più diversi, dai più intellettuali ai commerciali.
{{Int|Da ''[https://www.mangialibri.com/interviste/intervista-dario-argento Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Costanza Ciminelli, ''Mangialibri.com'', novembre 2019.}}
*Ho amato molto il cinema muto, in particolare ''[[La corazzata Potëmkin]]''. [...] Considero il film di Ejzenštejn meraviglioso, sublime, un capolavoro ineguagliato della storia del cinema che, non a caso, ha ispirato tantissimi cineasti.
*In Italia non ci sono più capitali per il cinema, si produrranno 60 film l’anno, di cui soltanto 6 o 7 decenti. I capitali si impiegano in fiction – che è una cosa incredibile e inverosimile, questa sì da far rizzare i capelli in testa – e non nel cinema. È, dunque, sempre più il modello televisivo a prendere piede e a condizionare il modo di concepire la regia, la sceneggiatura, i soggetti, la recitazione, per non parlare dei casting, oramai ci sono anche degli standard in fatto di fisiognomica filmica (facce tutte piuttosto simili, carucce, ma banali, senz’anima). Tutto all’insegna di un indegno livellamento, che si rivela la negazione della idea stessa di cinema. L’unica soluzione è girare in digitale, e solo in un secondo tempo pensare alla pellicola. Un’altra cosa importante è unirsi e dare vita a esperimenti di cooperativismo.
*{{NDR|Le critiche}} a ''Suspiria'' sono state un massacro, qualcosa di talmente violento da indurre a cambiare lavoro: ricordo di aver ricevuto insulti personali molto pesanti ma anche di aver dovuto subire volgarità sulla mia famiglia. [...] Relativamente a ''Inferno'' le cose andarono ancora peggio: tanto che per qualche momento fui tentato di trasferirmi in un’altra nazione, cambiare professione o comunque cambiare genere. Non riuscivo a capacitarmi: era stato un lavoro molto pensato, ci avevo speso tempo, impegno, avevo studiato ogni cosa nei minimi particolari, documentandomi molto sull’alchimia su cui poggia il film.
*Emblematica del mio rapporto con la censura, però, è stata l’uscita di ''[[Opera (film)|Opera]]''. In Italia ebbi una lite spaventosa con la Commissione censura. Tra liti e urla, il capo della commissione, un alto magistrato, non sapendo più come e cosa rispondere alle mie obiezioni, finì col chiamare i carabinieri. Venni allontanato dalle forze dell’ordine, come fossi un malfattore. Aver fatto ''Opera'' mi aveva tolto molta energia, ma il dopo mi ridusse a pezzi, caddi in depressione. La censura tagliò moltissimo il film, che, in Italia, venne ulteriormente accorciato di 20 minuti dalla compagnia di distribuzione che lo aveva acquistato (riuscii a carpire, con l’inganno, un’unica copia della versione originale al produttore Cecchi Gori dicendogli che l’avrei spedita per la distribuzione in Inghilterra, invece, me la sono tenuta). Per me la visione di ciò che restava risultò intollerabile, ero talmente abbattuto che partii da solo per un lunghissimo viaggio, pensando anche di non tornare più in Italia.
{{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/cinema/interviste-cinema/dario-argento-i-politici-una-massa-di-ignoranti-i-critici-sono-cambiati-loro-non-io/651530/#Part1 Dario Argento: «I politici? Una massa di ignoranti. I critici? Sono cambiati loro, non io»]''|Intervista di Gianmarco Aimi, ''Rollingstone.it'', 15 luglio 2022.}}
*Veramente sta per finire il governo Draghi? [...] Ma come è possibile? È una delle poche persone di valore che abbiamo in Italia. Ha delle idee, è un grande economista, proprio quello che serviva per il nostro Paese. E pensa un po’, ora lo mandano via? E chi si prendono? Chi c’è come lui? Lo sostituiranno delle mezze cartucce...
*L’arte ha sempre fatto il suo dovere. Se nelle grandi scelte non partecipa, è perché il gruppo dirigente che c’è in Italia oggi è molto più scarso del passato. Molti sono ignoranti, non conoscono l’arte, non sanno niente di niente. Conoscono solo quello che interessa alla loro combriccola.
*È cambiata la critica, non sono cambiato io. C’è una nuova generazione al potere. Prima non si sarebbero mai immaginati di far vincere un festival a un film porno come ''[[La forma dell'acqua - The Shape of Water|La forma dell'acqua]]'' di [[Guillermo del Toro]]. O a ''[[Parasite]]'' del regista sudcoreano [[Bong Joon-ho]]. Certi film che un tempo venivano considerati di serie B ora sono sulla cresta dell’onda.
*Se dieci persone vedono la stessa cosa, non è detto che tutte e dieci la ricordino nello stesso modo. Ognuno potrebbe dare la propria interpretazione. La memoria si confonde con quello che noi immaginiamo. Proprio come dice Carlo, interpretato da Gabriele Lavia, in ''Profondo rosso''.
==Citazioni su Dario Argento==
*Come giapponese magari potrà sembrare strano, ma ho visto tonnellate di film italiani, da [[Federico Fellini|Fellini]] a [[Vittorio De Sica|De Sica]] fino agli Spaghetti Western, così come ho letto molti libri italiani che mi hanno influenzato. Ma Dario Argento è quello che più mi ha segnato, sono un suo grande fan. I miei genitori non volevano che guardassi i suoi film perché troppo spaventosi ma a me non importava, li guardavo lo stesso. ([[Hideo Kojima]])
*Da ragazzina ero ossessionata dall'idea di non essere normale, ma quando ho visto le immagini dei film di Dario Argento ho sentito che mi veniva concessa la possibilità di stare al mondo. Sono numerosi i suoi sostenitori che, come me, dopo aver visto i suoi film hanno addirittura rinunciato all'idea di suicidarsi. ([[Banana Yoshimoto]])
*È assurdo che dopo tanti film di [[Mario Bava]], Antonio Margariti, [[Lucio Fulci]] e Dario Argento solo quest'ultimo sia rimasto a fare questo tipo di cinema. Dove è andato il vostro cinema dell'orrore dopo quella generazione? ([[Joe Dante]])
*Io devo tutto a Dario. Nasco con lui proprio grazie a ''[[Phenomena]]'', dove mi è stata data la prima opportunità davvero importante. Ero ancora un ragazzo che stava iniziando, ma per quanto mi riguarda credo d’aver raccolto la sfida mettendocela veramente tutta. Da allora, la fiducia che mi ha accordato Dario non si è mai più interrotta. ([[Sergio Stivaletti]])
===[[Fabio Giovannini]]===
*La "scuola" di Argento è la scuola del cinema popolare italiano, in particolare del western. La bellezza dell'omicidio ha esordito al cinema nelle finte praterie calcate dai cowboy nostrani. Senza quel retroterra Dario Argento non avrebbe potuto costruire le perfette architetture dei delitti di ''[[4 mosche di velluto grigio|Quattro mosche di velluto grigio]]'' o di ''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]''. La cinepresa di Leone diventava una colt che sparava proiettili micidiali sui toraci e sulle facce dei banditi del west, la cinepresa di Argento diventa un coltello, che sfreccia con crudeltà sui ventri, sulle braccia, sui corpi delle vittime. In Leone e in Argento c'è la stessa "concretezza" della morte.
*Mentre i folli assassini dei suoi film fanno luccicare coltelli e rasoi prima di abbatterli sulle vittime più impaurite, Argento spia con la sua macchina da presa. Rende l'occhio dell'assassino il suo occhio (e quindi, nei cinematografi, l'occhio dello spettatore), immedesima se stesso e il pubblico nello squartatore, non più nella vittima come faceva il cinema americano dell'orrore. Più che "soggettive" dalla parte delle vittime, Argento predilige soggettive dalla parte del boia: il masochismo tipico del film dell'orrore (sentirsi martoriare e uccidere) si trasforma in sadismo (ammazzare, colpire in prima persona).
*Purtroppo anch’io considero privi di innovazione gli ultimi lavori del regista. Rimane una pietra miliare del passato, ma non del presente. Ho una mia opinione, con tutto l’affetto che porto a Dario Argento, con me sempre cortese e amichevole: al contrario di altri registi anche italiani, Argento subisce le conseguenze di un eccessivo individualismo, non è stato in grado, o meglio non ha voluto creare una “factory” intorno a sé. Si è circondato sempre più di laudatores che gridavano al capolavoro di fronte a ogni sua regia, rendendogli difficile percepire la realtà. Si è rinchiuso nel suo personaggio creato nel corso degli anni e nei successi di un tempo, sempre meno permeabile alle novità esterne (al punto di circoscrivere in famiglia, con Asia, la scelta dei protagonisti principali delle sue pellicole). Eppure i suoi capolavori erano proprio caratterizzati dall’innovazione, dalla trasgressione.
*Se c'è una peculiarità di Argento rispetto a tanti registi del terrore d'oltre oceano, questa risiede proprio nella passione estetica per l'assassinio. Quando si uccide, nei film di Argento, la macchina da presa si scatena, si muove selvaggiamente, segue tutte le fasi del delitto con compiacimento e quasi con gioia. Gli schizzi di sangue sono nettare per le raffinate cineprese che Argento utilizza per i suoi film.
===[[George A. Romero]]===
*A Dario riconosco il merito di avere rilanciato la mia carriera con ''Zombi''. Dopo ''La notte dei morti viventi'' mi ero opposto in modo irremovibile all'idea di girare un altro film di Zombi.
*Io dico sempre che anche i miei zombi sono un po' commedia. L'ho detto anche a Dario, ma lui finisce col togliere sempre l'elemento di humour!
*Penso che sia uno dei giganti del cinema e che alcune delle cose che ha fatto siano dei capolavori: Suspiria, ma anche i film precedenti sono fantastici. Abbiamo perfino girato un film insieme ma purtroppo non ci siamo mai trovati sullo stesso set. Decisamente è uno dei grandi maestri.
==Note==
<references />
== Filmografia ==
===Regista===
{{div col|strette}}
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Sceneggiatura===
{{div col|strette}}
*''[[Metti, una sera a cena]]'' (1969)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Soggetto===
*''[[C'era una volta il West]]'' (1968)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
===Produttore===
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
===Attore===
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
==Voci correlate==
*[[Asia Argento]] – figlia
*[[Daria Nicolodi]] – moglie
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Argento, Dario}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Produttori cinematografici italiani]]
[[Categoria:Registi italiani]]
[[Categoria:Sceneggiatori italiani]]
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Mariomassone
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/* Citazioni di Dario Argento */
wikitext
text/x-wiki
[[File:Dario Argento 2014.jpg|thumb|Dario Argento, 2014]]
'''Dario Argento''' (1940 – vivente), sceneggiatore, regista, attore e produttore cinematografico italiano.
==Citazioni di Dario Argento==
{{cronologico}}
*''[[Opera (film)|Opera]]'' nasce come una sfida. Dovevo curare la regia di una vera opera lirica, ''Rigoletto'', ma le mie idee non andavano giù ai dirigenti del Teatro. Dicevano che era una interpretazione troppo ardita dell'opera verdiana. Insomma, non se ne fece niente. Per vendicarmi ho deciso di farci sopra un film, e di guadagnarci pure.<ref>Citato in ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1987/12/08/page_021.pdf Un'opera rosso sangue]'', intervista di [[Michele Anselmi]] su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''L'Unità'', 8 dicembre 1987.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Opera (film)|Opera]]''}} Più di otto mesi abbiamo lavorato per preparare le simulazioni dei voli dei corvi telecomandati. A Parma, dove sono state girate le scene più spettacolari, avevamo affittato un casale per ospitare i corvi veri e la gente lo ribattezzò scherzosamente l'albergo dei corvi: al mattino li prelevavamo per portarli al Regio, e alla sera li riportavamo in "albergo".<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,23/articleid,0986_01_1987_0287_0023_23897590/ ''Macbeth con corvi firmato Argento''], ''La Stampa'', 8 dicembre 1987.</ref>
*Di fare un ''Profondo rosso 2'' non se ne parla, ma per un motivo semplice: chi ama o chi cerca il mio film ha bisogno di trovare la fisicità, i volti e le emozioni stesse che solo la versione originale è in grado di restituire completamente. Escludo perciò di mettermi a lavorare su una continuazione o sul rifacimento integrale della pellicola.<ref>Citato in [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/03/dario-argento-vi-faro-paura-con-mia.html ''Dario Argento: Vi farò paura con mia figlia Asia''], ''Repubblica.it'', 3 luglio 2009</ref>
*È il mondo del [[cinema]] che mi interessa. Nel mezzo di una scena inventata da me c'è una citazione, un parallelo con una scena che ho già visto, può provenire indifferentemente dall'espressionismo tedesco o dal cinema sperimentale.<ref>Dall'intervista di Gabrielle Lucantonio, ''Dario Argento, la televisione si tinge di nero'', ''Il Manifesto'', 20 luglio 2005.</ref>
*Ho seguito il mio istinto anche per il titolo che, per molto tempo, prima delle riprese e a sceneggiatura già finita con attori pronti a girare, non c'era. Prima ho sviato la stampa dicendo che si sarebbe dovuto intitolare ''La tigre con i denti a sciabola'', poi mentre ero in macchina mi è venuto in mente ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''. Ai produttori della CineRiz non piacque, dissero che era sbagliato, suggerivano al massimo Rosso Profondo. Per fortuna che m'impuntai.<ref name=Profondo>Citato in ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/07/profondo-rosso-40-anni-dopo-dario-argento-storia-bellissima-scritta-in-pochi-giorni/1483119/ Profondo Rosso, Dario Argento: "Una storia bellissima scritta in pochi giorni tutta d'un fiato"]'', Davide Turrini ''Ilfattoquotidiano.it'', 7 marzo 2015.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''}} Mentre giravo quel film sapevo esattamente ciò che volevo. Ero molto rilassato, non sentivo lo stress. E poi la storia è bellissima. L'ho scritta in pochi giorni tutta d'un fiato. Fu miracoloso. Basta guardare un film per capire come sta il regista nel momento in cui l'ha girato.<ref name=Profondo/>
*Nella vita ho sempre scritto, prima recensioni sui giornali, sceneggiature per altri, e poi i miei film, e ora questi racconti {{NDR|''Horror. Storie di sangue, spiriti e segreti''}} che sono incursioni nel mistero, dilatazioni sensoriali e psichiche, incubi e risvegli.<ref>Citato in Marco Lodoli, ''Dario Argento: non abbiate paura della paura'', ''il Venerdì di Repubblica'', 2 marzo 2018.</ref>
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,22/articleid,0999_01_1985_0008_0038_13827774/ Dario Argento, thriller con insetti]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 10 gennaio 1985.}}
*Ho speso più di sei miliardi. La colpa è degli insetti: ho dovuto importare ragni, scorpioni, e vedove nere dall'Africa mentre mosche, cavallette e vespe le abbiamo allevate in più parti di Roma.
*È stato difficile far recitare gli insetti, ma anche la scimmia mi ha fatto impazzire, poiché volevo che la sua interpretazione non fosse buffonesca. Gli insetti sono comunque degli animali simpaticissimi, che ho rappresentato affettuosamente e loro mi hanno ripagato evitandomi pizzichi e punture.
*Perché utilizzare le mani di qualche altro, quando le mie sono così esperte che riescono a fare tutto da sole?
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,21/articleid,0999_01_1985_0025_0021_13836061/ Sono un samurai, sfido l'America con un film]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 31 gennaio 1985.}}
*Mi ero fissato in una sfida paranoica: volevo realizzare in un film la più alta tecnica che il cinema italiano in questo momento potesse esprimere. Una specie di super-sfida con il cinema americano dei grandi effetti, rispondendo colpo su colpo: i migliori mezzi, la tecnologia più sofisticata, i collaboratori più bravi.
*Pensavo che ci volessero spalle grandi come quelle di Schwarzenegger per reggere tutto il peso del film. E non sospettavo che Jennifer avesse spalle così robuste. E una volontà così forte.
*Mi dimenticai tutto. Paure. Amori. Amicizie. La mia vita privata. Mi sentivo come un samurai. Completamente catturato dalla disciplina di fare questo film, di vincere questa sfida, la sfida di fare un film compatto e sicuro, potente, impressionante, dei momenti favola e dei momenti pazzia.
*Che ho voluto raccontare? Ancora non lo so. Lo so sempre quattro, cinque mesi dopo l'uscita. Così, a sensazione, a pelle, in ''Phenomena'' ci trovo tante cose mie. Tanto mio cinema. Ma anche tante storie private. Tanti personaggi che ho conosciuto, che ho amato, che mi hanno amato, cui ho fatto del bene, che mi hanno fatto del male, che ho aiutato, che mi hanno tradito, che conosco, che non conoscerò mai. [...] E mi viene in mente un'idea che certo non era cosciente, ma che dà una strana chiave di lettura per il film. Paul Cordino, il personaggio che si nomina tanto nel film ma che non si vede mai, e se fossi io? Quest'idea mi turba, la stessa storia del film ora mi sembra diversa.
{{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/06/22/libero-dario-argento-qualcuno-ha-voluto-farmi.html Libero Dario Argento. "Qualcuno ha voluto farmi una cattiveria"]''|''La Repubblica'', 22 giugno 1985.}}
*Gli ho dato l'hashish e gli ho chiesto: è una cosa grave? E gli agenti hanno risposto: crediamo proprio che lei dovrà essere arrestato... Mi hanno portato in caserma, ed erano tutti molto gentili. L'hashish l'ho dovuto lasciare lì. Andandomene ho detto: mo' nun famo che appena giro le spalle qualcuno se fuma la robba mia...
*Mi hanno messo in una cella minuscola, in isolamento con altre tre persone. Enrico Nicoletti, l'imprenditore coinvolto nello scandalo di Tor Vergata, e altri due che non ho capito chi fossero. In carcere sono stati tutti gentilissimi, sarà forse perchè il mio è un cinema molto trasgressivo e allora dietro le sbarre va forte... Insomma, ho avuto una grande accoglienza. I travestiti, in fondo al corridoio, mi cantavano le serenate sulle note di "Yellow Submarine", ripetendo: "Quanto sei carino".
*La notte in prigione è mostruosa. Di giorno sembra di potere sopravvivere, ma la notte è atroce, straziante, con quelle grida terribili dei tossicomani che vanno a rota.
*Guardi: io non sono mai stato in Perù, non ho mai messo piede in Sud America. E se anche mi fossi voluto spedire della cocaina non l'avrei certo mandata al mio vecchio indirizzo, dove non vivo più da quasi due anni.
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,24/articleid,1346_02_1987_0344_0024_19649579/ Argento: Natale di sangue]''|Intervista di Lamberto Antonelli su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''La Stampa'', 21 dicembre 1987.}}
*{{NDR|Sulla scelta di [[Ronnie Taylor]] come direttore della fotografia}} L'ho scelto perché soltanto lui poteva creare quell'atmosfera con un colore senza particolari dominanti, facendo una fotografia tagliente nella luce, dura, cattiva, allucinante. In fondo «''Opera''» è un thriller più tecnologico che psicologico.
*Ho cominciato a pensarci proprio dopo quell'esperienza mancata per il ''«Rigoletto»''. Ho cominciato a costruirlo isolandomi in un'asettica stanza d'albergo, radunando le confidenze che mi aveva fatto [[Cecilia Gasdia]] parlando di uno dei film che io ho più amato, ''«[[Il fantasma dell'Opera (film 1925)|Il fantasma dell'Opera]]»'' e tuffandomi nei ricordi di un altro grande gilm, ''«[[Gli uccelli]]»'' di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]], non dimenticando l'insegnamento di ''«[[Psycho]]»''.
*Certo l'aspetto più difficile è rappresentato dalle sequenze con i corvi, uccelli che non si riesce ad ammaestrare. Ne abbiamo presi una conquantina e portati in un casale nei pressi di Parma per cercare di addestrarli alla meno peggio. Poi nelle riprese in teatro siamo dovuti ricorrere al rinforzo di corvi finti, telecomandati, ma che non sfigurano affatto nei riguardi di quelli veri. Sembrano più veri dei veri, proprio come quella battuta sui fiori finti... Quasi tutta la scena è come ripresa dai loro occhi, mentre svolazzano minacciosi sulla platea terrorizzando gli spettatori presenti. Sì, questa è stata una delle sequenze più difficili e più costose.
{{Int|Da ''[https://intervistemadyur.blogspot.com/2011/09/intervista-dario-argento-ho-una.html Intervista a Dario Argento]''|''Intervistemadyur.blogspot.com'', 16 settembre 2011.}}
*L'opera di Stroker è un classico della letteratura, che pone molte domande: che cos'è l'amore, che cos'è la solitudine, chi è il vero mostro. Io cerco di dare delle risposte a questi interrogativi.
*{{NDR|Sul [[Conte Dracula]]}} È un essere camaleontico. Secondo il mito, si trasforma solo in lupo o pipistrello. Io ho pensato che poteva assumere le sembianze di altri animali e insetti giganteschi: un topo, una cavalletta, uno scarafaggio…Inoltre, ha rapporti carnali con uomini e donne, ma questa non è una novità: nelle leggende, che li riguardano, i vampiri sono per natura bisessuali, non hanno pregiudizi
*Dracula ha una ferocia inaudita, tuttavia nasconde un lato molto romantico. Il suo amore per Mina è folle e puro. Animalesco, direi. E lo porterà alla rovina. Oltre che all'aglio, lui è vulnerabile al fascino delle famiglie.
*{{NDR|I vampiri}} non sono i soliti serial killer, ma figure piene di sentimenti e di conflitti interiori.
*I vampiri sono una metafora. M'interesso molto all'esoterismo, ma lo considero un fatto culturale, non una realtà soprannaturale. Streghe e magia svelano qualcosa di noi: l'aspirazione dell'uomo a voler cambiare il proprio destino, il desiderio di raggiungere una felicità facile e impossibile.
{{Int|Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/2011/12/08/page_040.pdf Il mio Dracula bello e spietato, mica Twilight]''|Intervista di Paolo Calcagno su ''[[Dracula 3D]]'', ''L'Unità'', 8 dicembre 2011.}}
*C'è molto eros in questo film, l'ho messo in parallelo col Thanatos che segna i destini dei vari personaggi della storia. Il film viaggia proprio sul doppio binario di amore-morte e per farlo correre senza che "deragliasse" questa volta ho voluto curare molto la recitazione che, di solito, nei miei film affido liberamente agli interpreti per non sovraccaricare di progettualità il racconto.
*Il mio "[[conte Dracula]]" non è tetro e spaventoso come quello di [[Christopher Lee]] e nemmeno il personaggio raccontato svogliatamente da Coppola. Anzi, ho incominciato a pensare a Dracula proprio dopo aver visto il [[Dracula di Bram Stoker|film di Coppola]] che mi aveva molto deluso. Il mio è un Dracula storico, affascinante per la sua bellezza e il suo messaggio di morte: è molto europeo ed è persino romantico nel suo inseguimento, per ben 400 anni, della perduta anima gemella.
*Il 3D oltre che a sorprendere il pubblico, mi è stato utile per rappresentare visivamente il senso di profondità, l’interno e l’esterno dietro di noi.
{{Int|Da ''[https://www.bestmovie.it/news/courmayeur-noir-dario-argento-%C2%ABper-dracula-3d-ho-rischiato-di-essere-sbranato-dai-lupi%C2%BB/129727/ Courmayeur Noir – Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Valentina Torlaschi, ''Bestmovie.it'', 8 dicembre 2011.}}
*Col 3D siamo ormai entrati nell’epoca della profondità al cinema e questo ci fa scoprire nuove bellezze. Dopo il colore, il 3D è la nuova rivoluzione del cinema.
*Del romanzo di [[Bram Stoker]] mi ha affascinato molto la storia di amore e morte che aleggia sul personaggio. Poi mi interessavano molto le sue trasformazioni, quando prende le sembianze di animali e altre creature. Un aspetto che in pochi hanno esplorato.
*Thomas Kretschmann, è un Dracula che ha una grande bellezza e fascino, non è certo il tetro [[Christopher Lee]], lui è romantico in un certo senso e mi piaceva questo contrasto con la vera identità del personaggio. Per quel che riguarda [[Rutger Hauer]], nel romanzo di Bram Stoker Van Helsing è olandese e Rutger Hauer è olandese, quindi è stata una scelta giusta anche per l’accento, la sua potenza fisica, la sua forza: è il Van Helsing più giusto di quelli che sono stati fatti.
*In [[Transilvania]] abbiamo trovato solo castelli diroccati oppure trasformati in musei o bed and breakfast: erano talmente finti che a volte sembrava di essere a Disneyland! Delle pagliacciate...
*Degli animali nessuno mi fa paura. In generale, non ho paura di nulla. C’è chi dice di aver terrore dei fantasmi... Magari! A me piacciano i fantasmi. E anche i vampiri, gli zombi. La cosa che più mi inquieta di tutte sono i fantasmi della mia coscienza, qualcosa di profondo, di inconoscibile che parte dal mio subconscio.
{{Int|Da ''[https://www.film.it/film/festival/dettaglio/art/dario-argento-lintervista-esclusiva-5411/ Dario Argento, l'intervista esclusiva]''|Intervista di Pierpaolo Festa, ''Film.it'', 22 maggio 2012.}}
*Volevo rinfrescare il suo look. Il mio [[Conte Dracula|Dracula]] è diverso, selvaggio e romantico. Intelligente e forte. Spesso, nelle altre versioni, si tratta solo di azione. Io ho cercato di puntare alla psicologia. E poi lui è un mito. Mi interessava anche esplorare la sua sessualità, dato che lui ama sia le donne che gli uomini.
*{{NDR|Sul suo Dracula preferito}} Dai, [[Bela Lugosi]] decisamente no. Lui era troppo grasso! Mi piacevano i film della [[Hammer Film Productions|Hammer]] con [[Christopher Lee]]. Lui sì che era selvaggio e spaventoso. Ricordo che ero molto giovane e che il suo Dracula mi spaventò parecchio. Io volevo cambiare la visione di Dracula e non mi interessava fare come Coppola. Forse volevo un Dracula più espressionista.
*{{NDR|Sul remake di ''Suspiria''}} È un'idea che non mi piace e di cui non conosco nulla. Nessuno me ne ha parlato. Non conosco il regista. Non ne so davvero nulla.
*{{NDR|Sui [[Morto vivente|morti viventi]]}} Sono figure estremamente interessanti. Pensateci, guardate là fuori e vi accorgerete che è pieno di morti viventi! Nelle strade come nei film. Sono ovunque!
{{Int|Da ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]''|Intervista di Daniela Catelli, ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.}}
*{{NDR|Su ''[[Dracula il vampiro]]''}} La prima volta che lo vidi {{NDR|il [[Conte Dracula]]}} era nel film [[Hammer Film Productions|Hammer]] di [[Terence Fisher]] e mi sconvolse. Quando l'ho rifatto, però, non mi sono ispirato affatto a quella pellicola, ma a film che ho visto in seguito, agli espressionisti tedeschi come ''Nosferatu'' di Murnau e ''Vampyr'' di Dreyer.<ref>Citato in ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]'', ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.</ref>
*Ho lavorato di nuovo con [[Luciano Tovoli|Tovoli]] perché volevo riprendere i colori potenti e saturi, che sono quelli di ''Suspiria'' e per me sono quelli della favola: dei colori forti, potenti, molto netti. Avere lui come direttore della fotografia è stata quindi una scelta obbligata. Per quanto riguarda [[Claudio Simonetti|Simonetti]], credo che per questo film abbia fatto la musica più bella degli ultimi 10 anni. Trovo che sia la sua musica più affascinante, anche se è stata molto elaborata e abbiamo avuto molte discussioni in merito: ma alla fine è venuta la musica più bella di tutte.
*C'è quell'immagine, è vero, quando appare [[Christopher Lee]] {{NDR|in ''[[Dracula il vampiro]]''}} con tutta la bocca sporca di sangue. Quella in effetti sì, devo dire di averla presa dalla Hammer.
{{Int|Da ''[https://quinlan.it/2014/12/01/intervista-dario-argento/ Dario Argento, nel cuore di Profondo rosso]''|Intervista di Alessandro Aniballi, Giampiero Raganelli e Raffaele Meale, ''Quinlan.it'', 1 dicembre 2014.}}
*Non mi ha mai interessato il realismo nel raccontare un luogo, una città; ciò che mi interessa è solo raccontare una storia. In ''Profondo rosso'' c'è una città che io ho immaginato, tutto qui.
*''Nighthawks'' di [[Edward Hopper]] è un quadro iperrealista, e mi piaceva che questo tipo di pittura indicasse una strada anche per l'interpretazione estetica del film, che volevo a mia volta che rientrasse nei canoni dell’iperrealismo. Il quadro di Hopper mi permetteva di donare una possibile chiave di lettura allo spettatore senza risultare pedissequo o senza affidarmi a una spiegazione troppo retorica.
*In precedenza [...] avevo lavorato con [[Ennio Morricone]], che ha composto per L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio delle musiche splendide; ma per Profondo rosso mi interessava esplorare universi diversi, approfondendo dei temi legati al rock progressive, che dessero al film le tonalità musicali che mi sembravano più consone al tipo di racconto. Ho avuto la fortuna di imbattermi in un gruppo di giovani, praticamente debuttanti, e per istinto ho capito che sarebbero stati perfetti per il film.
*Volevo raccontare come la memoria potesse a volte metterti anche su delle false piste, suggerendoti soluzioni sbagliate.
{{Int|Da ''[https://www.stefanocorradino.com/profondo-rosso-compie-40-anni-intervista-a-dario-argento-anche-io-ho-le-mie-paure-tra-cui-i-corridoi-pink-floyd-goblin/ "Profondo rosso" compie 40 anni.]''|Intervista di Stefano Corradino, ''Stefanocorradino.com'', 28 luglio 2015.}}
*{{NDR|Su [[Carlo Rambaldi]]}} Era un genio. Quando scrivevo le sceneggiature andavo da lui e parlavamo di alcuni effetti possibili da inserire. Solo lui riusciva a metterli in pratica. E allora gli effetti non erano elettronici, tutto era fatto "a mano"...
*{{NDR|Su ''Profondo rosso''}} È nato dai miei pensieri più profondi. Come in un sogno. Può darsi che sia per questo che varie generazioni ci si ritrovano, perché non è legato a un periodo storico particolare, e per questo non invecchia. È un film senza tempo.
*Li cercai {{NDR|i [[Pink Floyd]]}} ed erano interessati. Purtroppo però in quel momento stavano lavorando al disco "The Wall" e all'omonimo film. Fu un peccato ma quando poi entrai in contatto con i Goblin un gruppo romano allora sconosciuto fui molto intrigato dalla loro musica. Il risultato lo conoscete...
{{Int|Da ''Profondo Nero - Dario Argento racconta il suo Dylan Dog''|articolo di Gianmaria Tammaro, da ''Best Movie'', rubrica ''Dentro le nuvole'', n. 8, anno XVII, agosto 2018, pp. 112 e 113.}}
*Non sono un grande lettore di fumetti, ma ''[[Dylan Dog]]'' è un po' un'eccezione. L'ho scoperto da adulto, e mi ha molto affascinato fin da subito, per le passioni in comune che avevo con il suo [[Tiziano Sclavi|autore]] e per quei suoi continui rimandi a un mondo che era il mio: quello del cinema horror. E poi c'erano gli omaggi che Sclavi faceva ai miei film. Mi hanno sempre divertito e reso molto orgoglioso.
*Negli uffici della Sergio Bonelli Editore mi aveva detto che voleva conoscermi{{NDR|Tiziano Sclavi}} e io sono andato. Abbiamo parlato a lungo: è stato un incontro molto interessante. Ho scoperto una persona con una grande umanità e una dolcezza che uno non si aspetta leggendo le sue cose.
*Un film è una macchina estremamente complessa e faticosa. Il [[fumetto]], invece, è libero. Sereno. Si è solo in due, lo sceneggiatore e il disegnatore. E se vuoi mostrare qualcosa di spettacolare, che al cinema sarebbe costosissimo, in un albo a fumetti non devi nemmeno preoccuparti del budget.
*Me lo hanno chiesto molte volte, e non so mai cosa rispondere. Sono molte le cose che mi fanno paura e che mi creano angoscia. Se così non fosse, del resto, non avrei scelto di diventare un regista di film horror.
{{Int|Da ''[https://movieplayer.it/articoli/dario-argento-intervista-serie-tv-videogioco-nuovo-film_20810/ Dario Argento: "Tra serie tv e videogiochi, sto pensando a un film. Ci rivediamo tra un anno"]''|Intervista di Valentina D'Amico, ''Movieplayer.it'', 8 maggio 2019.}}
*Certi aspetti del mio cinema non li capisco neanche io. Sono istintivo, aspetto che l'ispirazione mi arrivi chissà da dove. Sto alla finestra e aspetto che i pensieri della gente arrivino a me per metterli nei film. Il pensiero è una cosa solida, rimane e continua a vagare nella città.
*Il cinema di paura racconta storie che nascono dall'inconscio, paure intime. Oggi a interpretare al meglio il genere è l'Estremo Oriente. Sono stato più volte in Corea del Sud, molti registi hanno ammesso di essere stati influenzati dal mio cinema. Anche il cinema giapponese e quello messicano sono molto interessanti.
*{{NDR|Su [[Tony Musante]]}} I litigi con lui erano continui, sul set non ci parlavamo più, ma Tony non è stato l'unico con cui ho avuto problemi. Anche con la protagonista di ''[[Opera (film)|Opera]]'', [[Cristina Marsillach]], ho avuto un rapporto spaventoso. Siamo arrivati al punto che ci parlavamo solo tramite biglietti, oppure usavamo il mio aiuto regista come tramite anche quando ci trovavamo nella stessa stanza. Cristina era una persona molto capricciosa, bizzarra, era impossibile starle vicino.
*Amo le innovazioni e apprezzo internet. È utile, interessante. Ma non ho un rapporto buono con i social. Non li uso, non mi va di raccontare il privato. Le mie esperienze e i miei pensieri li tengo dentro di me, in attesa che mi suggeriscano nuove storie.
{{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/spettacoli/2019/07/24/news/rutger_hauer_dario_argento_-301002615/ Rutger Hauer, Dario Argento: "Amava la vita. La cosa di cui era più orgoglioso? Il monologo di 'Blade Runner'"]''|Intervista di Arianna Finos su [[Rutger Hauer]], ''Repubblica.it'', 24 luglio 2019.}}
*Era molto creativo, intelligente, inventava battute, scene, situazioni. Aveva chiarissima la visione generale del film. Avrebbe potuto fare lo sceneggiatore, il regista. Quando arrivava sul set tutti erano emozionati. Diceva: "Che pensi di questa idea? Ci ho lavorato stanotte, ti piace?" Aveva voluto un Van Helsing scienziato, più che avventuriero.
*{{NDR|Su ''[[Dracula 3D]]''}} Lo aspettavamo sul set, la sera. Non arrivava e chiamammo l’albergo: "È uscito stamattina". Ci allarmammo e dopo molte ore, mentre tutti lo cercavamo dappertutto, chiamammo i carabinieri. Finalmente accese il telefono "non so dove mi trovo". Lo localizzarono ed era in una specie di foresta dove aveva avuto un misterioso appuntamento con una signora e poi si era perso.
*Amava mangiare e bere, in Piemonte mi portava sempre a mangiare in un ristorante giapponese. Soprattutto amava ridere ed era capace di battute folgoranti. I suoi racconti erano avvincenti, aveva avuto una vita avventurosissima, girato il mondo, lavorato con i registi più diversi, dai più intellettuali ai commerciali.
{{Int|Da ''[https://www.mangialibri.com/interviste/intervista-dario-argento Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Costanza Ciminelli, ''Mangialibri.com'', novembre 2019.}}
*Ho amato molto il cinema muto, in particolare ''[[La corazzata Potëmkin]]''. [...] Considero il film di Ejzenštejn meraviglioso, sublime, un capolavoro ineguagliato della storia del cinema che, non a caso, ha ispirato tantissimi cineasti.
*In Italia non ci sono più capitali per il cinema, si produrranno 60 film l’anno, di cui soltanto 6 o 7 decenti. I capitali si impiegano in fiction – che è una cosa incredibile e inverosimile, questa sì da far rizzare i capelli in testa – e non nel cinema. È, dunque, sempre più il modello televisivo a prendere piede e a condizionare il modo di concepire la regia, la sceneggiatura, i soggetti, la recitazione, per non parlare dei casting, oramai ci sono anche degli standard in fatto di fisiognomica filmica (facce tutte piuttosto simili, carucce, ma banali, senz’anima). Tutto all’insegna di un indegno livellamento, che si rivela la negazione della idea stessa di cinema. L’unica soluzione è girare in digitale, e solo in un secondo tempo pensare alla pellicola. Un’altra cosa importante è unirsi e dare vita a esperimenti di cooperativismo.
*{{NDR|Le critiche}} a ''Suspiria'' sono state un massacro, qualcosa di talmente violento da indurre a cambiare lavoro: ricordo di aver ricevuto insulti personali molto pesanti ma anche di aver dovuto subire volgarità sulla mia famiglia. [...] Relativamente a ''Inferno'' le cose andarono ancora peggio: tanto che per qualche momento fui tentato di trasferirmi in un’altra nazione, cambiare professione o comunque cambiare genere. Non riuscivo a capacitarmi: era stato un lavoro molto pensato, ci avevo speso tempo, impegno, avevo studiato ogni cosa nei minimi particolari, documentandomi molto sull’alchimia su cui poggia il film.
*Emblematica del mio rapporto con la censura, però, è stata l’uscita di ''[[Opera (film)|Opera]]''. In Italia ebbi una lite spaventosa con la Commissione censura. Tra liti e urla, il capo della commissione, un alto magistrato, non sapendo più come e cosa rispondere alle mie obiezioni, finì col chiamare i carabinieri. Venni allontanato dalle forze dell’ordine, come fossi un malfattore. Aver fatto ''Opera'' mi aveva tolto molta energia, ma il dopo mi ridusse a pezzi, caddi in depressione. La censura tagliò moltissimo il film, che, in Italia, venne ulteriormente accorciato di 20 minuti dalla compagnia di distribuzione che lo aveva acquistato (riuscii a carpire, con l’inganno, un’unica copia della versione originale al produttore Cecchi Gori dicendogli che l’avrei spedita per la distribuzione in Inghilterra, invece, me la sono tenuta). Per me la visione di ciò che restava risultò intollerabile, ero talmente abbattuto che partii da solo per un lunghissimo viaggio, pensando anche di non tornare più in Italia.
{{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/cinema/interviste-cinema/dario-argento-i-politici-una-massa-di-ignoranti-i-critici-sono-cambiati-loro-non-io/651530/#Part1 Dario Argento: «I politici? Una massa di ignoranti. I critici? Sono cambiati loro, non io»]''|Intervista di Gianmarco Aimi, ''Rollingstone.it'', 15 luglio 2022.}}
*Veramente sta per finire il governo Draghi? [...] Ma come è possibile? È una delle poche persone di valore che abbiamo in Italia. Ha delle idee, è un grande economista, proprio quello che serviva per il nostro Paese. E pensa un po’, ora lo mandano via? E chi si prendono? Chi c’è come lui? Lo sostituiranno delle mezze cartucce...
*L’arte ha sempre fatto il suo dovere. Se nelle grandi scelte non partecipa, è perché il gruppo dirigente che c’è in Italia oggi è molto più scarso del passato. Molti sono ignoranti, non conoscono l’arte, non sanno niente di niente. Conoscono solo quello che interessa alla loro combriccola.
*È cambiata la critica, non sono cambiato io. C’è una nuova generazione al potere. Prima non si sarebbero mai immaginati di far vincere un festival a un film porno come ''[[La forma dell'acqua - The Shape of Water|La forma dell'acqua]]'' di [[Guillermo del Toro]]. O a ''[[Parasite]]'' del regista sudcoreano [[Bong Joon-ho]]. Certi film che un tempo venivano considerati di serie B ora sono sulla cresta dell’onda.
*Se dieci persone vedono la stessa cosa, non è detto che tutte e dieci la ricordino nello stesso modo. Ognuno potrebbe dare la propria interpretazione. La memoria si confonde con quello che noi immaginiamo. Proprio come dice Carlo, interpretato da Gabriele Lavia, in ''Profondo rosso''.
==Citazioni su Dario Argento==
*Come giapponese magari potrà sembrare strano, ma ho visto tonnellate di film italiani, da [[Federico Fellini|Fellini]] a [[Vittorio De Sica|De Sica]] fino agli Spaghetti Western, così come ho letto molti libri italiani che mi hanno influenzato. Ma Dario Argento è quello che più mi ha segnato, sono un suo grande fan. I miei genitori non volevano che guardassi i suoi film perché troppo spaventosi ma a me non importava, li guardavo lo stesso. ([[Hideo Kojima]])
*Da ragazzina ero ossessionata dall'idea di non essere normale, ma quando ho visto le immagini dei film di Dario Argento ho sentito che mi veniva concessa la possibilità di stare al mondo. Sono numerosi i suoi sostenitori che, come me, dopo aver visto i suoi film hanno addirittura rinunciato all'idea di suicidarsi. ([[Banana Yoshimoto]])
*È assurdo che dopo tanti film di [[Mario Bava]], Antonio Margariti, [[Lucio Fulci]] e Dario Argento solo quest'ultimo sia rimasto a fare questo tipo di cinema. Dove è andato il vostro cinema dell'orrore dopo quella generazione? ([[Joe Dante]])
*Io devo tutto a Dario. Nasco con lui proprio grazie a ''[[Phenomena]]'', dove mi è stata data la prima opportunità davvero importante. Ero ancora un ragazzo che stava iniziando, ma per quanto mi riguarda credo d’aver raccolto la sfida mettendocela veramente tutta. Da allora, la fiducia che mi ha accordato Dario non si è mai più interrotta. ([[Sergio Stivaletti]])
===[[Fabio Giovannini]]===
*La "scuola" di Argento è la scuola del cinema popolare italiano, in particolare del western. La bellezza dell'omicidio ha esordito al cinema nelle finte praterie calcate dai cowboy nostrani. Senza quel retroterra Dario Argento non avrebbe potuto costruire le perfette architetture dei delitti di ''[[4 mosche di velluto grigio|Quattro mosche di velluto grigio]]'' o di ''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]''. La cinepresa di Leone diventava una colt che sparava proiettili micidiali sui toraci e sulle facce dei banditi del west, la cinepresa di Argento diventa un coltello, che sfreccia con crudeltà sui ventri, sulle braccia, sui corpi delle vittime. In Leone e in Argento c'è la stessa "concretezza" della morte.
*Mentre i folli assassini dei suoi film fanno luccicare coltelli e rasoi prima di abbatterli sulle vittime più impaurite, Argento spia con la sua macchina da presa. Rende l'occhio dell'assassino il suo occhio (e quindi, nei cinematografi, l'occhio dello spettatore), immedesima se stesso e il pubblico nello squartatore, non più nella vittima come faceva il cinema americano dell'orrore. Più che "soggettive" dalla parte delle vittime, Argento predilige soggettive dalla parte del boia: il masochismo tipico del film dell'orrore (sentirsi martoriare e uccidere) si trasforma in sadismo (ammazzare, colpire in prima persona).
*Purtroppo anch’io considero privi di innovazione gli ultimi lavori del regista. Rimane una pietra miliare del passato, ma non del presente. Ho una mia opinione, con tutto l’affetto che porto a Dario Argento, con me sempre cortese e amichevole: al contrario di altri registi anche italiani, Argento subisce le conseguenze di un eccessivo individualismo, non è stato in grado, o meglio non ha voluto creare una “factory” intorno a sé. Si è circondato sempre più di laudatores che gridavano al capolavoro di fronte a ogni sua regia, rendendogli difficile percepire la realtà. Si è rinchiuso nel suo personaggio creato nel corso degli anni e nei successi di un tempo, sempre meno permeabile alle novità esterne (al punto di circoscrivere in famiglia, con Asia, la scelta dei protagonisti principali delle sue pellicole). Eppure i suoi capolavori erano proprio caratterizzati dall’innovazione, dalla trasgressione.
*Se c'è una peculiarità di Argento rispetto a tanti registi del terrore d'oltre oceano, questa risiede proprio nella passione estetica per l'assassinio. Quando si uccide, nei film di Argento, la macchina da presa si scatena, si muove selvaggiamente, segue tutte le fasi del delitto con compiacimento e quasi con gioia. Gli schizzi di sangue sono nettare per le raffinate cineprese che Argento utilizza per i suoi film.
===[[George A. Romero]]===
*A Dario riconosco il merito di avere rilanciato la mia carriera con ''Zombi''. Dopo ''La notte dei morti viventi'' mi ero opposto in modo irremovibile all'idea di girare un altro film di Zombi.
*Io dico sempre che anche i miei zombi sono un po' commedia. L'ho detto anche a Dario, ma lui finisce col togliere sempre l'elemento di humour!
*Penso che sia uno dei giganti del cinema e che alcune delle cose che ha fatto siano dei capolavori: Suspiria, ma anche i film precedenti sono fantastici. Abbiamo perfino girato un film insieme ma purtroppo non ci siamo mai trovati sullo stesso set. Decisamente è uno dei grandi maestri.
==Note==
<references />
== Filmografia ==
===Regista===
{{div col|strette}}
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Sceneggiatura===
{{div col|strette}}
*''[[Metti, una sera a cena]]'' (1969)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Soggetto===
*''[[C'era una volta il West]]'' (1968)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
===Produttore===
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
===Attore===
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
==Voci correlate==
*[[Asia Argento]] – figlia
*[[Daria Nicolodi]] – moglie
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Argento, Dario}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Produttori cinematografici italiani]]
[[Categoria:Registi italiani]]
[[Categoria:Sceneggiatori italiani]]
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Mariomassone
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/* Citazioni su Dario Argento */
wikitext
text/x-wiki
[[File:Dario Argento 2014.jpg|thumb|Dario Argento, 2014]]
'''Dario Argento''' (1940 – vivente), sceneggiatore, regista, attore e produttore cinematografico italiano.
==Citazioni di Dario Argento==
{{cronologico}}
*''[[Opera (film)|Opera]]'' nasce come una sfida. Dovevo curare la regia di una vera opera lirica, ''Rigoletto'', ma le mie idee non andavano giù ai dirigenti del Teatro. Dicevano che era una interpretazione troppo ardita dell'opera verdiana. Insomma, non se ne fece niente. Per vendicarmi ho deciso di farci sopra un film, e di guadagnarci pure.<ref>Citato in ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1987/12/08/page_021.pdf Un'opera rosso sangue]'', intervista di [[Michele Anselmi]] su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''L'Unità'', 8 dicembre 1987.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Opera (film)|Opera]]''}} Più di otto mesi abbiamo lavorato per preparare le simulazioni dei voli dei corvi telecomandati. A Parma, dove sono state girate le scene più spettacolari, avevamo affittato un casale per ospitare i corvi veri e la gente lo ribattezzò scherzosamente l'albergo dei corvi: al mattino li prelevavamo per portarli al Regio, e alla sera li riportavamo in "albergo".<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,23/articleid,0986_01_1987_0287_0023_23897590/ ''Macbeth con corvi firmato Argento''], ''La Stampa'', 8 dicembre 1987.</ref>
*Di fare un ''Profondo rosso 2'' non se ne parla, ma per un motivo semplice: chi ama o chi cerca il mio film ha bisogno di trovare la fisicità, i volti e le emozioni stesse che solo la versione originale è in grado di restituire completamente. Escludo perciò di mettermi a lavorare su una continuazione o sul rifacimento integrale della pellicola.<ref>Citato in [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/03/dario-argento-vi-faro-paura-con-mia.html ''Dario Argento: Vi farò paura con mia figlia Asia''], ''Repubblica.it'', 3 luglio 2009</ref>
*È il mondo del [[cinema]] che mi interessa. Nel mezzo di una scena inventata da me c'è una citazione, un parallelo con una scena che ho già visto, può provenire indifferentemente dall'espressionismo tedesco o dal cinema sperimentale.<ref>Dall'intervista di Gabrielle Lucantonio, ''Dario Argento, la televisione si tinge di nero'', ''Il Manifesto'', 20 luglio 2005.</ref>
*Ho seguito il mio istinto anche per il titolo che, per molto tempo, prima delle riprese e a sceneggiatura già finita con attori pronti a girare, non c'era. Prima ho sviato la stampa dicendo che si sarebbe dovuto intitolare ''La tigre con i denti a sciabola'', poi mentre ero in macchina mi è venuto in mente ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''. Ai produttori della CineRiz non piacque, dissero che era sbagliato, suggerivano al massimo Rosso Profondo. Per fortuna che m'impuntai.<ref name=Profondo>Citato in ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/07/profondo-rosso-40-anni-dopo-dario-argento-storia-bellissima-scritta-in-pochi-giorni/1483119/ Profondo Rosso, Dario Argento: "Una storia bellissima scritta in pochi giorni tutta d'un fiato"]'', Davide Turrini ''Ilfattoquotidiano.it'', 7 marzo 2015.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''}} Mentre giravo quel film sapevo esattamente ciò che volevo. Ero molto rilassato, non sentivo lo stress. E poi la storia è bellissima. L'ho scritta in pochi giorni tutta d'un fiato. Fu miracoloso. Basta guardare un film per capire come sta il regista nel momento in cui l'ha girato.<ref name=Profondo/>
*Nella vita ho sempre scritto, prima recensioni sui giornali, sceneggiature per altri, e poi i miei film, e ora questi racconti {{NDR|''Horror. Storie di sangue, spiriti e segreti''}} che sono incursioni nel mistero, dilatazioni sensoriali e psichiche, incubi e risvegli.<ref>Citato in Marco Lodoli, ''Dario Argento: non abbiate paura della paura'', ''il Venerdì di Repubblica'', 2 marzo 2018.</ref>
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,22/articleid,0999_01_1985_0008_0038_13827774/ Dario Argento, thriller con insetti]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 10 gennaio 1985.}}
*Ho speso più di sei miliardi. La colpa è degli insetti: ho dovuto importare ragni, scorpioni, e vedove nere dall'Africa mentre mosche, cavallette e vespe le abbiamo allevate in più parti di Roma.
*È stato difficile far recitare gli insetti, ma anche la scimmia mi ha fatto impazzire, poiché volevo che la sua interpretazione non fosse buffonesca. Gli insetti sono comunque degli animali simpaticissimi, che ho rappresentato affettuosamente e loro mi hanno ripagato evitandomi pizzichi e punture.
*Perché utilizzare le mani di qualche altro, quando le mie sono così esperte che riescono a fare tutto da sole?
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,21/articleid,0999_01_1985_0025_0021_13836061/ Sono un samurai, sfido l'America con un film]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 31 gennaio 1985.}}
*Mi ero fissato in una sfida paranoica: volevo realizzare in un film la più alta tecnica che il cinema italiano in questo momento potesse esprimere. Una specie di super-sfida con il cinema americano dei grandi effetti, rispondendo colpo su colpo: i migliori mezzi, la tecnologia più sofisticata, i collaboratori più bravi.
*Pensavo che ci volessero spalle grandi come quelle di Schwarzenegger per reggere tutto il peso del film. E non sospettavo che Jennifer avesse spalle così robuste. E una volontà così forte.
*Mi dimenticai tutto. Paure. Amori. Amicizie. La mia vita privata. Mi sentivo come un samurai. Completamente catturato dalla disciplina di fare questo film, di vincere questa sfida, la sfida di fare un film compatto e sicuro, potente, impressionante, dei momenti favola e dei momenti pazzia.
*Che ho voluto raccontare? Ancora non lo so. Lo so sempre quattro, cinque mesi dopo l'uscita. Così, a sensazione, a pelle, in ''Phenomena'' ci trovo tante cose mie. Tanto mio cinema. Ma anche tante storie private. Tanti personaggi che ho conosciuto, che ho amato, che mi hanno amato, cui ho fatto del bene, che mi hanno fatto del male, che ho aiutato, che mi hanno tradito, che conosco, che non conoscerò mai. [...] E mi viene in mente un'idea che certo non era cosciente, ma che dà una strana chiave di lettura per il film. Paul Cordino, il personaggio che si nomina tanto nel film ma che non si vede mai, e se fossi io? Quest'idea mi turba, la stessa storia del film ora mi sembra diversa.
{{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/06/22/libero-dario-argento-qualcuno-ha-voluto-farmi.html Libero Dario Argento. "Qualcuno ha voluto farmi una cattiveria"]''|''La Repubblica'', 22 giugno 1985.}}
*Gli ho dato l'hashish e gli ho chiesto: è una cosa grave? E gli agenti hanno risposto: crediamo proprio che lei dovrà essere arrestato... Mi hanno portato in caserma, ed erano tutti molto gentili. L'hashish l'ho dovuto lasciare lì. Andandomene ho detto: mo' nun famo che appena giro le spalle qualcuno se fuma la robba mia...
*Mi hanno messo in una cella minuscola, in isolamento con altre tre persone. Enrico Nicoletti, l'imprenditore coinvolto nello scandalo di Tor Vergata, e altri due che non ho capito chi fossero. In carcere sono stati tutti gentilissimi, sarà forse perchè il mio è un cinema molto trasgressivo e allora dietro le sbarre va forte... Insomma, ho avuto una grande accoglienza. I travestiti, in fondo al corridoio, mi cantavano le serenate sulle note di "Yellow Submarine", ripetendo: "Quanto sei carino".
*La notte in prigione è mostruosa. Di giorno sembra di potere sopravvivere, ma la notte è atroce, straziante, con quelle grida terribili dei tossicomani che vanno a rota.
*Guardi: io non sono mai stato in Perù, non ho mai messo piede in Sud America. E se anche mi fossi voluto spedire della cocaina non l'avrei certo mandata al mio vecchio indirizzo, dove non vivo più da quasi due anni.
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,24/articleid,1346_02_1987_0344_0024_19649579/ Argento: Natale di sangue]''|Intervista di Lamberto Antonelli su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''La Stampa'', 21 dicembre 1987.}}
*{{NDR|Sulla scelta di [[Ronnie Taylor]] come direttore della fotografia}} L'ho scelto perché soltanto lui poteva creare quell'atmosfera con un colore senza particolari dominanti, facendo una fotografia tagliente nella luce, dura, cattiva, allucinante. In fondo «''Opera''» è un thriller più tecnologico che psicologico.
*Ho cominciato a pensarci proprio dopo quell'esperienza mancata per il ''«Rigoletto»''. Ho cominciato a costruirlo isolandomi in un'asettica stanza d'albergo, radunando le confidenze che mi aveva fatto [[Cecilia Gasdia]] parlando di uno dei film che io ho più amato, ''«[[Il fantasma dell'Opera (film 1925)|Il fantasma dell'Opera]]»'' e tuffandomi nei ricordi di un altro grande gilm, ''«[[Gli uccelli]]»'' di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]], non dimenticando l'insegnamento di ''«[[Psycho]]»''.
*Certo l'aspetto più difficile è rappresentato dalle sequenze con i corvi, uccelli che non si riesce ad ammaestrare. Ne abbiamo presi una conquantina e portati in un casale nei pressi di Parma per cercare di addestrarli alla meno peggio. Poi nelle riprese in teatro siamo dovuti ricorrere al rinforzo di corvi finti, telecomandati, ma che non sfigurano affatto nei riguardi di quelli veri. Sembrano più veri dei veri, proprio come quella battuta sui fiori finti... Quasi tutta la scena è come ripresa dai loro occhi, mentre svolazzano minacciosi sulla platea terrorizzando gli spettatori presenti. Sì, questa è stata una delle sequenze più difficili e più costose.
{{Int|Da ''[https://intervistemadyur.blogspot.com/2011/09/intervista-dario-argento-ho-una.html Intervista a Dario Argento]''|''Intervistemadyur.blogspot.com'', 16 settembre 2011.}}
*L'opera di Stroker è un classico della letteratura, che pone molte domande: che cos'è l'amore, che cos'è la solitudine, chi è il vero mostro. Io cerco di dare delle risposte a questi interrogativi.
*{{NDR|Sul [[Conte Dracula]]}} È un essere camaleontico. Secondo il mito, si trasforma solo in lupo o pipistrello. Io ho pensato che poteva assumere le sembianze di altri animali e insetti giganteschi: un topo, una cavalletta, uno scarafaggio…Inoltre, ha rapporti carnali con uomini e donne, ma questa non è una novità: nelle leggende, che li riguardano, i vampiri sono per natura bisessuali, non hanno pregiudizi
*Dracula ha una ferocia inaudita, tuttavia nasconde un lato molto romantico. Il suo amore per Mina è folle e puro. Animalesco, direi. E lo porterà alla rovina. Oltre che all'aglio, lui è vulnerabile al fascino delle famiglie.
*{{NDR|I vampiri}} non sono i soliti serial killer, ma figure piene di sentimenti e di conflitti interiori.
*I vampiri sono una metafora. M'interesso molto all'esoterismo, ma lo considero un fatto culturale, non una realtà soprannaturale. Streghe e magia svelano qualcosa di noi: l'aspirazione dell'uomo a voler cambiare il proprio destino, il desiderio di raggiungere una felicità facile e impossibile.
{{Int|Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/2011/12/08/page_040.pdf Il mio Dracula bello e spietato, mica Twilight]''|Intervista di Paolo Calcagno su ''[[Dracula 3D]]'', ''L'Unità'', 8 dicembre 2011.}}
*C'è molto eros in questo film, l'ho messo in parallelo col Thanatos che segna i destini dei vari personaggi della storia. Il film viaggia proprio sul doppio binario di amore-morte e per farlo correre senza che "deragliasse" questa volta ho voluto curare molto la recitazione che, di solito, nei miei film affido liberamente agli interpreti per non sovraccaricare di progettualità il racconto.
*Il mio "[[conte Dracula]]" non è tetro e spaventoso come quello di [[Christopher Lee]] e nemmeno il personaggio raccontato svogliatamente da Coppola. Anzi, ho incominciato a pensare a Dracula proprio dopo aver visto il [[Dracula di Bram Stoker|film di Coppola]] che mi aveva molto deluso. Il mio è un Dracula storico, affascinante per la sua bellezza e il suo messaggio di morte: è molto europeo ed è persino romantico nel suo inseguimento, per ben 400 anni, della perduta anima gemella.
*Il 3D oltre che a sorprendere il pubblico, mi è stato utile per rappresentare visivamente il senso di profondità, l’interno e l’esterno dietro di noi.
{{Int|Da ''[https://www.bestmovie.it/news/courmayeur-noir-dario-argento-%C2%ABper-dracula-3d-ho-rischiato-di-essere-sbranato-dai-lupi%C2%BB/129727/ Courmayeur Noir – Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Valentina Torlaschi, ''Bestmovie.it'', 8 dicembre 2011.}}
*Col 3D siamo ormai entrati nell’epoca della profondità al cinema e questo ci fa scoprire nuove bellezze. Dopo il colore, il 3D è la nuova rivoluzione del cinema.
*Del romanzo di [[Bram Stoker]] mi ha affascinato molto la storia di amore e morte che aleggia sul personaggio. Poi mi interessavano molto le sue trasformazioni, quando prende le sembianze di animali e altre creature. Un aspetto che in pochi hanno esplorato.
*Thomas Kretschmann, è un Dracula che ha una grande bellezza e fascino, non è certo il tetro [[Christopher Lee]], lui è romantico in un certo senso e mi piaceva questo contrasto con la vera identità del personaggio. Per quel che riguarda [[Rutger Hauer]], nel romanzo di Bram Stoker Van Helsing è olandese e Rutger Hauer è olandese, quindi è stata una scelta giusta anche per l’accento, la sua potenza fisica, la sua forza: è il Van Helsing più giusto di quelli che sono stati fatti.
*In [[Transilvania]] abbiamo trovato solo castelli diroccati oppure trasformati in musei o bed and breakfast: erano talmente finti che a volte sembrava di essere a Disneyland! Delle pagliacciate...
*Degli animali nessuno mi fa paura. In generale, non ho paura di nulla. C’è chi dice di aver terrore dei fantasmi... Magari! A me piacciano i fantasmi. E anche i vampiri, gli zombi. La cosa che più mi inquieta di tutte sono i fantasmi della mia coscienza, qualcosa di profondo, di inconoscibile che parte dal mio subconscio.
{{Int|Da ''[https://www.film.it/film/festival/dettaglio/art/dario-argento-lintervista-esclusiva-5411/ Dario Argento, l'intervista esclusiva]''|Intervista di Pierpaolo Festa, ''Film.it'', 22 maggio 2012.}}
*Volevo rinfrescare il suo look. Il mio [[Conte Dracula|Dracula]] è diverso, selvaggio e romantico. Intelligente e forte. Spesso, nelle altre versioni, si tratta solo di azione. Io ho cercato di puntare alla psicologia. E poi lui è un mito. Mi interessava anche esplorare la sua sessualità, dato che lui ama sia le donne che gli uomini.
*{{NDR|Sul suo Dracula preferito}} Dai, [[Bela Lugosi]] decisamente no. Lui era troppo grasso! Mi piacevano i film della [[Hammer Film Productions|Hammer]] con [[Christopher Lee]]. Lui sì che era selvaggio e spaventoso. Ricordo che ero molto giovane e che il suo Dracula mi spaventò parecchio. Io volevo cambiare la visione di Dracula e non mi interessava fare come Coppola. Forse volevo un Dracula più espressionista.
*{{NDR|Sul remake di ''Suspiria''}} È un'idea che non mi piace e di cui non conosco nulla. Nessuno me ne ha parlato. Non conosco il regista. Non ne so davvero nulla.
*{{NDR|Sui [[Morto vivente|morti viventi]]}} Sono figure estremamente interessanti. Pensateci, guardate là fuori e vi accorgerete che è pieno di morti viventi! Nelle strade come nei film. Sono ovunque!
{{Int|Da ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]''|Intervista di Daniela Catelli, ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.}}
*{{NDR|Su ''[[Dracula il vampiro]]''}} La prima volta che lo vidi {{NDR|il [[Conte Dracula]]}} era nel film [[Hammer Film Productions|Hammer]] di [[Terence Fisher]] e mi sconvolse. Quando l'ho rifatto, però, non mi sono ispirato affatto a quella pellicola, ma a film che ho visto in seguito, agli espressionisti tedeschi come ''Nosferatu'' di Murnau e ''Vampyr'' di Dreyer.<ref>Citato in ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]'', ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.</ref>
*Ho lavorato di nuovo con [[Luciano Tovoli|Tovoli]] perché volevo riprendere i colori potenti e saturi, che sono quelli di ''Suspiria'' e per me sono quelli della favola: dei colori forti, potenti, molto netti. Avere lui come direttore della fotografia è stata quindi una scelta obbligata. Per quanto riguarda [[Claudio Simonetti|Simonetti]], credo che per questo film abbia fatto la musica più bella degli ultimi 10 anni. Trovo che sia la sua musica più affascinante, anche se è stata molto elaborata e abbiamo avuto molte discussioni in merito: ma alla fine è venuta la musica più bella di tutte.
*C'è quell'immagine, è vero, quando appare [[Christopher Lee]] {{NDR|in ''[[Dracula il vampiro]]''}} con tutta la bocca sporca di sangue. Quella in effetti sì, devo dire di averla presa dalla Hammer.
{{Int|Da ''[https://quinlan.it/2014/12/01/intervista-dario-argento/ Dario Argento, nel cuore di Profondo rosso]''|Intervista di Alessandro Aniballi, Giampiero Raganelli e Raffaele Meale, ''Quinlan.it'', 1 dicembre 2014.}}
*Non mi ha mai interessato il realismo nel raccontare un luogo, una città; ciò che mi interessa è solo raccontare una storia. In ''Profondo rosso'' c'è una città che io ho immaginato, tutto qui.
*''Nighthawks'' di [[Edward Hopper]] è un quadro iperrealista, e mi piaceva che questo tipo di pittura indicasse una strada anche per l'interpretazione estetica del film, che volevo a mia volta che rientrasse nei canoni dell’iperrealismo. Il quadro di Hopper mi permetteva di donare una possibile chiave di lettura allo spettatore senza risultare pedissequo o senza affidarmi a una spiegazione troppo retorica.
*In precedenza [...] avevo lavorato con [[Ennio Morricone]], che ha composto per L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio delle musiche splendide; ma per Profondo rosso mi interessava esplorare universi diversi, approfondendo dei temi legati al rock progressive, che dessero al film le tonalità musicali che mi sembravano più consone al tipo di racconto. Ho avuto la fortuna di imbattermi in un gruppo di giovani, praticamente debuttanti, e per istinto ho capito che sarebbero stati perfetti per il film.
*Volevo raccontare come la memoria potesse a volte metterti anche su delle false piste, suggerendoti soluzioni sbagliate.
{{Int|Da ''[https://www.stefanocorradino.com/profondo-rosso-compie-40-anni-intervista-a-dario-argento-anche-io-ho-le-mie-paure-tra-cui-i-corridoi-pink-floyd-goblin/ "Profondo rosso" compie 40 anni.]''|Intervista di Stefano Corradino, ''Stefanocorradino.com'', 28 luglio 2015.}}
*{{NDR|Su [[Carlo Rambaldi]]}} Era un genio. Quando scrivevo le sceneggiature andavo da lui e parlavamo di alcuni effetti possibili da inserire. Solo lui riusciva a metterli in pratica. E allora gli effetti non erano elettronici, tutto era fatto "a mano"...
*{{NDR|Su ''Profondo rosso''}} È nato dai miei pensieri più profondi. Come in un sogno. Può darsi che sia per questo che varie generazioni ci si ritrovano, perché non è legato a un periodo storico particolare, e per questo non invecchia. È un film senza tempo.
*Li cercai {{NDR|i [[Pink Floyd]]}} ed erano interessati. Purtroppo però in quel momento stavano lavorando al disco "The Wall" e all'omonimo film. Fu un peccato ma quando poi entrai in contatto con i Goblin un gruppo romano allora sconosciuto fui molto intrigato dalla loro musica. Il risultato lo conoscete...
{{Int|Da ''Profondo Nero - Dario Argento racconta il suo Dylan Dog''|articolo di Gianmaria Tammaro, da ''Best Movie'', rubrica ''Dentro le nuvole'', n. 8, anno XVII, agosto 2018, pp. 112 e 113.}}
*Non sono un grande lettore di fumetti, ma ''[[Dylan Dog]]'' è un po' un'eccezione. L'ho scoperto da adulto, e mi ha molto affascinato fin da subito, per le passioni in comune che avevo con il suo [[Tiziano Sclavi|autore]] e per quei suoi continui rimandi a un mondo che era il mio: quello del cinema horror. E poi c'erano gli omaggi che Sclavi faceva ai miei film. Mi hanno sempre divertito e reso molto orgoglioso.
*Negli uffici della Sergio Bonelli Editore mi aveva detto che voleva conoscermi{{NDR|Tiziano Sclavi}} e io sono andato. Abbiamo parlato a lungo: è stato un incontro molto interessante. Ho scoperto una persona con una grande umanità e una dolcezza che uno non si aspetta leggendo le sue cose.
*Un film è una macchina estremamente complessa e faticosa. Il [[fumetto]], invece, è libero. Sereno. Si è solo in due, lo sceneggiatore e il disegnatore. E se vuoi mostrare qualcosa di spettacolare, che al cinema sarebbe costosissimo, in un albo a fumetti non devi nemmeno preoccuparti del budget.
*Me lo hanno chiesto molte volte, e non so mai cosa rispondere. Sono molte le cose che mi fanno paura e che mi creano angoscia. Se così non fosse, del resto, non avrei scelto di diventare un regista di film horror.
{{Int|Da ''[https://movieplayer.it/articoli/dario-argento-intervista-serie-tv-videogioco-nuovo-film_20810/ Dario Argento: "Tra serie tv e videogiochi, sto pensando a un film. Ci rivediamo tra un anno"]''|Intervista di Valentina D'Amico, ''Movieplayer.it'', 8 maggio 2019.}}
*Certi aspetti del mio cinema non li capisco neanche io. Sono istintivo, aspetto che l'ispirazione mi arrivi chissà da dove. Sto alla finestra e aspetto che i pensieri della gente arrivino a me per metterli nei film. Il pensiero è una cosa solida, rimane e continua a vagare nella città.
*Il cinema di paura racconta storie che nascono dall'inconscio, paure intime. Oggi a interpretare al meglio il genere è l'Estremo Oriente. Sono stato più volte in Corea del Sud, molti registi hanno ammesso di essere stati influenzati dal mio cinema. Anche il cinema giapponese e quello messicano sono molto interessanti.
*{{NDR|Su [[Tony Musante]]}} I litigi con lui erano continui, sul set non ci parlavamo più, ma Tony non è stato l'unico con cui ho avuto problemi. Anche con la protagonista di ''[[Opera (film)|Opera]]'', [[Cristina Marsillach]], ho avuto un rapporto spaventoso. Siamo arrivati al punto che ci parlavamo solo tramite biglietti, oppure usavamo il mio aiuto regista come tramite anche quando ci trovavamo nella stessa stanza. Cristina era una persona molto capricciosa, bizzarra, era impossibile starle vicino.
*Amo le innovazioni e apprezzo internet. È utile, interessante. Ma non ho un rapporto buono con i social. Non li uso, non mi va di raccontare il privato. Le mie esperienze e i miei pensieri li tengo dentro di me, in attesa che mi suggeriscano nuove storie.
{{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/spettacoli/2019/07/24/news/rutger_hauer_dario_argento_-301002615/ Rutger Hauer, Dario Argento: "Amava la vita. La cosa di cui era più orgoglioso? Il monologo di 'Blade Runner'"]''|Intervista di Arianna Finos su [[Rutger Hauer]], ''Repubblica.it'', 24 luglio 2019.}}
*Era molto creativo, intelligente, inventava battute, scene, situazioni. Aveva chiarissima la visione generale del film. Avrebbe potuto fare lo sceneggiatore, il regista. Quando arrivava sul set tutti erano emozionati. Diceva: "Che pensi di questa idea? Ci ho lavorato stanotte, ti piace?" Aveva voluto un Van Helsing scienziato, più che avventuriero.
*{{NDR|Su ''[[Dracula 3D]]''}} Lo aspettavamo sul set, la sera. Non arrivava e chiamammo l’albergo: "È uscito stamattina". Ci allarmammo e dopo molte ore, mentre tutti lo cercavamo dappertutto, chiamammo i carabinieri. Finalmente accese il telefono "non so dove mi trovo". Lo localizzarono ed era in una specie di foresta dove aveva avuto un misterioso appuntamento con una signora e poi si era perso.
*Amava mangiare e bere, in Piemonte mi portava sempre a mangiare in un ristorante giapponese. Soprattutto amava ridere ed era capace di battute folgoranti. I suoi racconti erano avvincenti, aveva avuto una vita avventurosissima, girato il mondo, lavorato con i registi più diversi, dai più intellettuali ai commerciali.
{{Int|Da ''[https://www.mangialibri.com/interviste/intervista-dario-argento Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Costanza Ciminelli, ''Mangialibri.com'', novembre 2019.}}
*Ho amato molto il cinema muto, in particolare ''[[La corazzata Potëmkin]]''. [...] Considero il film di Ejzenštejn meraviglioso, sublime, un capolavoro ineguagliato della storia del cinema che, non a caso, ha ispirato tantissimi cineasti.
*In Italia non ci sono più capitali per il cinema, si produrranno 60 film l’anno, di cui soltanto 6 o 7 decenti. I capitali si impiegano in fiction – che è una cosa incredibile e inverosimile, questa sì da far rizzare i capelli in testa – e non nel cinema. È, dunque, sempre più il modello televisivo a prendere piede e a condizionare il modo di concepire la regia, la sceneggiatura, i soggetti, la recitazione, per non parlare dei casting, oramai ci sono anche degli standard in fatto di fisiognomica filmica (facce tutte piuttosto simili, carucce, ma banali, senz’anima). Tutto all’insegna di un indegno livellamento, che si rivela la negazione della idea stessa di cinema. L’unica soluzione è girare in digitale, e solo in un secondo tempo pensare alla pellicola. Un’altra cosa importante è unirsi e dare vita a esperimenti di cooperativismo.
*{{NDR|Le critiche}} a ''Suspiria'' sono state un massacro, qualcosa di talmente violento da indurre a cambiare lavoro: ricordo di aver ricevuto insulti personali molto pesanti ma anche di aver dovuto subire volgarità sulla mia famiglia. [...] Relativamente a ''Inferno'' le cose andarono ancora peggio: tanto che per qualche momento fui tentato di trasferirmi in un’altra nazione, cambiare professione o comunque cambiare genere. Non riuscivo a capacitarmi: era stato un lavoro molto pensato, ci avevo speso tempo, impegno, avevo studiato ogni cosa nei minimi particolari, documentandomi molto sull’alchimia su cui poggia il film.
*Emblematica del mio rapporto con la censura, però, è stata l’uscita di ''[[Opera (film)|Opera]]''. In Italia ebbi una lite spaventosa con la Commissione censura. Tra liti e urla, il capo della commissione, un alto magistrato, non sapendo più come e cosa rispondere alle mie obiezioni, finì col chiamare i carabinieri. Venni allontanato dalle forze dell’ordine, come fossi un malfattore. Aver fatto ''Opera'' mi aveva tolto molta energia, ma il dopo mi ridusse a pezzi, caddi in depressione. La censura tagliò moltissimo il film, che, in Italia, venne ulteriormente accorciato di 20 minuti dalla compagnia di distribuzione che lo aveva acquistato (riuscii a carpire, con l’inganno, un’unica copia della versione originale al produttore Cecchi Gori dicendogli che l’avrei spedita per la distribuzione in Inghilterra, invece, me la sono tenuta). Per me la visione di ciò che restava risultò intollerabile, ero talmente abbattuto che partii da solo per un lunghissimo viaggio, pensando anche di non tornare più in Italia.
{{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/cinema/interviste-cinema/dario-argento-i-politici-una-massa-di-ignoranti-i-critici-sono-cambiati-loro-non-io/651530/#Part1 Dario Argento: «I politici? Una massa di ignoranti. I critici? Sono cambiati loro, non io»]''|Intervista di Gianmarco Aimi, ''Rollingstone.it'', 15 luglio 2022.}}
*Veramente sta per finire il governo Draghi? [...] Ma come è possibile? È una delle poche persone di valore che abbiamo in Italia. Ha delle idee, è un grande economista, proprio quello che serviva per il nostro Paese. E pensa un po’, ora lo mandano via? E chi si prendono? Chi c’è come lui? Lo sostituiranno delle mezze cartucce...
*L’arte ha sempre fatto il suo dovere. Se nelle grandi scelte non partecipa, è perché il gruppo dirigente che c’è in Italia oggi è molto più scarso del passato. Molti sono ignoranti, non conoscono l’arte, non sanno niente di niente. Conoscono solo quello che interessa alla loro combriccola.
*È cambiata la critica, non sono cambiato io. C’è una nuova generazione al potere. Prima non si sarebbero mai immaginati di far vincere un festival a un film porno come ''[[La forma dell'acqua - The Shape of Water|La forma dell'acqua]]'' di [[Guillermo del Toro]]. O a ''[[Parasite]]'' del regista sudcoreano [[Bong Joon-ho]]. Certi film che un tempo venivano considerati di serie B ora sono sulla cresta dell’onda.
*Se dieci persone vedono la stessa cosa, non è detto che tutte e dieci la ricordino nello stesso modo. Ognuno potrebbe dare la propria interpretazione. La memoria si confonde con quello che noi immaginiamo. Proprio come dice Carlo, interpretato da Gabriele Lavia, in ''Profondo rosso''.
==Citazioni su Dario Argento==
*A ogni nuovo film questo Argento mi entusiasma e mi irrita. Gira come un americano bravo, ma con la malizia europea che laggiù non possiedono. ([[Tullio Kezich]])
*Come giapponese magari potrà sembrare strano, ma ho visto tonnellate di film italiani, da [[Federico Fellini|Fellini]] a [[Vittorio De Sica|De Sica]] fino agli Spaghetti Western, così come ho letto molti libri italiani che mi hanno influenzato. Ma Dario Argento è quello che più mi ha segnato, sono un suo grande fan. I miei genitori non volevano che guardassi i suoi film perché troppo spaventosi ma a me non importava, li guardavo lo stesso. ([[Hideo Kojima]])
*Da ragazzina ero ossessionata dall'idea di non essere normale, ma quando ho visto le immagini dei film di Dario Argento ho sentito che mi veniva concessa la possibilità di stare al mondo. Sono numerosi i suoi sostenitori che, come me, dopo aver visto i suoi film hanno addirittura rinunciato all'idea di suicidarsi. ([[Banana Yoshimoto]])
*È assurdo che dopo tanti film di [[Mario Bava]], Antonio Margariti, [[Lucio Fulci]] e Dario Argento solo quest'ultimo sia rimasto a fare questo tipo di cinema. Dove è andato il vostro cinema dell'orrore dopo quella generazione? ([[Joe Dante]])
*Io devo tutto a Dario. Nasco con lui proprio grazie a ''[[Phenomena]]'', dove mi è stata data la prima opportunità davvero importante. Ero ancora un ragazzo che stava iniziando, ma per quanto mi riguarda credo d’aver raccolto la sfida mettendocela veramente tutta. Da allora, la fiducia che mi ha accordato Dario non si è mai più interrotta. ([[Sergio Stivaletti]])
*Ma perchè non si fa scrivere, una volta tanto, un bel copione? Anche Verdi, che era un genio, aveva bisogno del librettista. ([[Tullio Kezich]])
===[[Fabio Giovannini]]===
*La "scuola" di Argento è la scuola del cinema popolare italiano, in particolare del western. La bellezza dell'omicidio ha esordito al cinema nelle finte praterie calcate dai cowboy nostrani. Senza quel retroterra Dario Argento non avrebbe potuto costruire le perfette architetture dei delitti di ''[[4 mosche di velluto grigio|Quattro mosche di velluto grigio]]'' o di ''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]''. La cinepresa di Leone diventava una colt che sparava proiettili micidiali sui toraci e sulle facce dei banditi del west, la cinepresa di Argento diventa un coltello, che sfreccia con crudeltà sui ventri, sulle braccia, sui corpi delle vittime. In Leone e in Argento c'è la stessa "concretezza" della morte.
*Mentre i folli assassini dei suoi film fanno luccicare coltelli e rasoi prima di abbatterli sulle vittime più impaurite, Argento spia con la sua macchina da presa. Rende l'occhio dell'assassino il suo occhio (e quindi, nei cinematografi, l'occhio dello spettatore), immedesima se stesso e il pubblico nello squartatore, non più nella vittima come faceva il cinema americano dell'orrore. Più che "soggettive" dalla parte delle vittime, Argento predilige soggettive dalla parte del boia: il masochismo tipico del film dell'orrore (sentirsi martoriare e uccidere) si trasforma in sadismo (ammazzare, colpire in prima persona).
*Purtroppo anch’io considero privi di innovazione gli ultimi lavori del regista. Rimane una pietra miliare del passato, ma non del presente. Ho una mia opinione, con tutto l’affetto che porto a Dario Argento, con me sempre cortese e amichevole: al contrario di altri registi anche italiani, Argento subisce le conseguenze di un eccessivo individualismo, non è stato in grado, o meglio non ha voluto creare una “factory” intorno a sé. Si è circondato sempre più di laudatores che gridavano al capolavoro di fronte a ogni sua regia, rendendogli difficile percepire la realtà. Si è rinchiuso nel suo personaggio creato nel corso degli anni e nei successi di un tempo, sempre meno permeabile alle novità esterne (al punto di circoscrivere in famiglia, con Asia, la scelta dei protagonisti principali delle sue pellicole). Eppure i suoi capolavori erano proprio caratterizzati dall’innovazione, dalla trasgressione.
*Se c'è una peculiarità di Argento rispetto a tanti registi del terrore d'oltre oceano, questa risiede proprio nella passione estetica per l'assassinio. Quando si uccide, nei film di Argento, la macchina da presa si scatena, si muove selvaggiamente, segue tutte le fasi del delitto con compiacimento e quasi con gioia. Gli schizzi di sangue sono nettare per le raffinate cineprese che Argento utilizza per i suoi film.
===[[George A. Romero]]===
*A Dario riconosco il merito di avere rilanciato la mia carriera con ''Zombi''. Dopo ''La notte dei morti viventi'' mi ero opposto in modo irremovibile all'idea di girare un altro film di Zombi.
*Io dico sempre che anche i miei zombi sono un po' commedia. L'ho detto anche a Dario, ma lui finisce col togliere sempre l'elemento di humour!
*Penso che sia uno dei giganti del cinema e che alcune delle cose che ha fatto siano dei capolavori: Suspiria, ma anche i film precedenti sono fantastici. Abbiamo perfino girato un film insieme ma purtroppo non ci siamo mai trovati sullo stesso set. Decisamente è uno dei grandi maestri.
==Note==
<references />
== Filmografia ==
===Regista===
{{div col|strette}}
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Sceneggiatura===
{{div col|strette}}
*''[[Metti, una sera a cena]]'' (1969)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Soggetto===
*''[[C'era una volta il West]]'' (1968)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
===Produttore===
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
===Attore===
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
==Voci correlate==
*[[Asia Argento]] – figlia
*[[Daria Nicolodi]] – moglie
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Argento, Dario}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Produttori cinematografici italiani]]
[[Categoria:Registi italiani]]
[[Categoria:Sceneggiatori italiani]]
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Mariomassone
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/* Citazioni di Dario Argento */
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[[File:Dario Argento 2014.jpg|thumb|Dario Argento, 2014]]
'''Dario Argento''' (1940 – vivente), sceneggiatore, regista, attore e produttore cinematografico italiano.
==Citazioni di Dario Argento==
{{cronologico}}
*''[[Opera (film)|Opera]]'' nasce come una sfida. Dovevo curare la regia di una vera opera lirica, ''Rigoletto'', ma le mie idee non andavano giù ai dirigenti del Teatro. Dicevano che era una interpretazione troppo ardita dell'opera verdiana. Insomma, non se ne fece niente. Per vendicarmi ho deciso di farci sopra un film, e di guadagnarci pure.<ref>Citato in ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1987/12/08/page_021.pdf Un'opera rosso sangue]'', intervista di [[Michele Anselmi]] su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''L'Unità'', 8 dicembre 1987.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Opera (film)|Opera]]''}} Più di otto mesi abbiamo lavorato per preparare le simulazioni dei voli dei corvi telecomandati. A Parma, dove sono state girate le scene più spettacolari, avevamo affittato un casale per ospitare i corvi veri e la gente lo ribattezzò scherzosamente l'albergo dei corvi: al mattino li prelevavamo per portarli al Regio, e alla sera li riportavamo in "albergo".<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,23/articleid,0986_01_1987_0287_0023_23897590/ ''Macbeth con corvi firmato Argento''], ''La Stampa'', 8 dicembre 1987.</ref>
*Di fare un ''Profondo rosso 2'' non se ne parla, ma per un motivo semplice: chi ama o chi cerca il mio film ha bisogno di trovare la fisicità, i volti e le emozioni stesse che solo la versione originale è in grado di restituire completamente. Escludo perciò di mettermi a lavorare su una continuazione o sul rifacimento integrale della pellicola.<ref>Citato in [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/03/dario-argento-vi-faro-paura-con-mia.html ''Dario Argento: Vi farò paura con mia figlia Asia''], ''Repubblica.it'', 3 luglio 2009</ref>
*È il mondo del [[cinema]] che mi interessa. Nel mezzo di una scena inventata da me c'è una citazione, un parallelo con una scena che ho già visto, può provenire indifferentemente dall'espressionismo tedesco o dal cinema sperimentale.<ref>Dall'intervista di Gabrielle Lucantonio, ''Dario Argento, la televisione si tinge di nero'', ''Il Manifesto'', 20 luglio 2005.</ref>
*Ho seguito il mio istinto anche per il titolo che, per molto tempo, prima delle riprese e a sceneggiatura già finita con attori pronti a girare, non c'era. Prima ho sviato la stampa dicendo che si sarebbe dovuto intitolare ''La tigre con i denti a sciabola'', poi mentre ero in macchina mi è venuto in mente ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''. Ai produttori della CineRiz non piacque, dissero che era sbagliato, suggerivano al massimo Rosso Profondo. Per fortuna che m'impuntai.<ref name=Profondo>Citato in ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/07/profondo-rosso-40-anni-dopo-dario-argento-storia-bellissima-scritta-in-pochi-giorni/1483119/ Profondo Rosso, Dario Argento: "Una storia bellissima scritta in pochi giorni tutta d'un fiato"]'', Davide Turrini ''Ilfattoquotidiano.it'', 7 marzo 2015.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''}} Mentre giravo quel film sapevo esattamente ciò che volevo. Ero molto rilassato, non sentivo lo stress. E poi la storia è bellissima. L'ho scritta in pochi giorni tutta d'un fiato. Fu miracoloso. Basta guardare un film per capire come sta il regista nel momento in cui l'ha girato.<ref name=Profondo/>
*Nella vita ho sempre scritto, prima recensioni sui giornali, sceneggiature per altri, e poi i miei film, e ora questi racconti {{NDR|''Horror. Storie di sangue, spiriti e segreti''}} che sono incursioni nel mistero, dilatazioni sensoriali e psichiche, incubi e risvegli.<ref>Citato in Marco Lodoli, ''Dario Argento: non abbiate paura della paura'', ''il Venerdì di Repubblica'', 2 marzo 2018.</ref>
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,22/articleid,0999_01_1985_0008_0038_13827774/ Dario Argento, thriller con insetti]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 10 gennaio 1985.}}
*Ho speso più di sei miliardi. La colpa è degli insetti: ho dovuto importare ragni, scorpioni, e vedove nere dall'Africa mentre mosche, cavallette e vespe le abbiamo allevate in più parti di Roma.
*È stato difficile far recitare gli insetti, ma anche la scimmia mi ha fatto impazzire, poiché volevo che la sua interpretazione non fosse buffonesca. Gli insetti sono comunque degli animali simpaticissimi, che ho rappresentato affettuosamente e loro mi hanno ripagato evitandomi pizzichi e punture.
*Perché utilizzare le mani di qualche altro, quando le mie sono così esperte che riescono a fare tutto da sole?
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,21/articleid,0999_01_1985_0025_0021_13836061/ Sono un samurai, sfido l'America con un film]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 31 gennaio 1985.}}
*Mi ero fissato in una sfida paranoica: volevo realizzare in un film la più alta tecnica che il cinema italiano in questo momento potesse esprimere. Una specie di super-sfida con il cinema americano dei grandi effetti, rispondendo colpo su colpo: i migliori mezzi, la tecnologia più sofisticata, i collaboratori più bravi.
*Pensavo che ci volessero spalle grandi come quelle di Schwarzenegger per reggere tutto il peso del film. E non sospettavo che Jennifer avesse spalle così robuste. E una volontà così forte.
*Mi dimenticai tutto. Paure. Amori. Amicizie. La mia vita privata. Mi sentivo come un samurai. Completamente catturato dalla disciplina di fare questo film, di vincere questa sfida, la sfida di fare un film compatto e sicuro, potente, impressionante, dei momenti favola e dei momenti pazzia.
*Che ho voluto raccontare? Ancora non lo so. Lo so sempre quattro, cinque mesi dopo l'uscita. Così, a sensazione, a pelle, in ''Phenomena'' ci trovo tante cose mie. Tanto mio cinema. Ma anche tante storie private. Tanti personaggi che ho conosciuto, che ho amato, che mi hanno amato, cui ho fatto del bene, che mi hanno fatto del male, che ho aiutato, che mi hanno tradito, che conosco, che non conoscerò mai. [...] E mi viene in mente un'idea che certo non era cosciente, ma che dà una strana chiave di lettura per il film. Paul Cordino, il personaggio che si nomina tanto nel film ma che non si vede mai, e se fossi io? Quest'idea mi turba, la stessa storia del film ora mi sembra diversa.
{{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/06/22/libero-dario-argento-qualcuno-ha-voluto-farmi.html Libero Dario Argento. "Qualcuno ha voluto farmi una cattiveria"]''|''La Repubblica'', 22 giugno 1985.}}
*Gli ho dato l'hashish e gli ho chiesto: è una cosa grave? E gli agenti hanno risposto: crediamo proprio che lei dovrà essere arrestato... Mi hanno portato in caserma, ed erano tutti molto gentili. L'hashish l'ho dovuto lasciare lì. Andandomene ho detto: mo' nun famo che appena giro le spalle qualcuno se fuma la robba mia...
*Mi hanno messo in una cella minuscola, in isolamento con altre tre persone. Enrico Nicoletti, l'imprenditore coinvolto nello scandalo di Tor Vergata, e altri due che non ho capito chi fossero. In carcere sono stati tutti gentilissimi, sarà forse perchè il mio è un cinema molto trasgressivo e allora dietro le sbarre va forte... Insomma, ho avuto una grande accoglienza. I travestiti, in fondo al corridoio, mi cantavano le serenate sulle note di "Yellow Submarine", ripetendo: "Quanto sei carino".
*La notte in prigione è mostruosa. Di giorno sembra di potere sopravvivere, ma la notte è atroce, straziante, con quelle grida terribili dei tossicomani che vanno a rota.
*Guardi: io non sono mai stato in Perù, non ho mai messo piede in Sud America. E se anche mi fossi voluto spedire della cocaina non l'avrei certo mandata al mio vecchio indirizzo, dove non vivo più da quasi due anni.
{{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/08/02/argento-evviva-la-paura.html?ref=search Argento: Evviva la paura]''|Intervista di Maria Pia Fusco su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''La Repubblica'', 2 agosto 1987.}}
*Sì, ''Opera'' è il mio film più costoso, 9 miliardi, quasi il doppio di ''Phenomena''.
*Ai ragazzi piacciono le emozioni forti, le cercano attraverso la musica, il linguaggio, i comportamenti. Per loro, lo dico da sempre, lo spavento al cinema serve da catarsi e, più degli adulti, lo vivono con la consapevolezza della finzione. E nel mio cinema la finzione è autentica. Nessuno viene mai ferito o ucciso veramente, mentre in un film d'amore gli attori si baciano sul serio, c'è più ambiguità.
*Forse sono crudele perchè mio padre è siciliano e mia madre sudamericana e in entrambe le culture la crudeltà è riconosciuta. Forse voglio esorcizzare la mia paura del buio.
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,24/articleid,1346_02_1987_0344_0024_19649579/ Argento: Natale di sangue]''|Intervista di Lamberto Antonelli su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''La Stampa'', 21 dicembre 1987.}}
*{{NDR|Sulla scelta di [[Ronnie Taylor]] come direttore della fotografia}} L'ho scelto perché soltanto lui poteva creare quell'atmosfera con un colore senza particolari dominanti, facendo una fotografia tagliente nella luce, dura, cattiva, allucinante. In fondo «''Opera''» è un thriller più tecnologico che psicologico.
*Ho cominciato a pensarci proprio dopo quell'esperienza mancata per il ''«Rigoletto»''. Ho cominciato a costruirlo isolandomi in un'asettica stanza d'albergo, radunando le confidenze che mi aveva fatto [[Cecilia Gasdia]] parlando di uno dei film che io ho più amato, ''«[[Il fantasma dell'Opera (film 1925)|Il fantasma dell'Opera]]»'' e tuffandomi nei ricordi di un altro grande gilm, ''«[[Gli uccelli]]»'' di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]], non dimenticando l'insegnamento di ''«[[Psycho]]»''.
*Certo l'aspetto più difficile è rappresentato dalle sequenze con i corvi, uccelli che non si riesce ad ammaestrare. Ne abbiamo presi una conquantina e portati in un casale nei pressi di Parma per cercare di addestrarli alla meno peggio. Poi nelle riprese in teatro siamo dovuti ricorrere al rinforzo di corvi finti, telecomandati, ma che non sfigurano affatto nei riguardi di quelli veri. Sembrano più veri dei veri, proprio come quella battuta sui fiori finti... Quasi tutta la scena è come ripresa dai loro occhi, mentre svolazzano minacciosi sulla platea terrorizzando gli spettatori presenti. Sì, questa è stata una delle sequenze più difficili e più costose.
{{Int|Da ''[https://intervistemadyur.blogspot.com/2011/09/intervista-dario-argento-ho-una.html Intervista a Dario Argento]''|''Intervistemadyur.blogspot.com'', 16 settembre 2011.}}
*L'opera di Stroker è un classico della letteratura, che pone molte domande: che cos'è l'amore, che cos'è la solitudine, chi è il vero mostro. Io cerco di dare delle risposte a questi interrogativi.
*{{NDR|Sul [[Conte Dracula]]}} È un essere camaleontico. Secondo il mito, si trasforma solo in lupo o pipistrello. Io ho pensato che poteva assumere le sembianze di altri animali e insetti giganteschi: un topo, una cavalletta, uno scarafaggio…Inoltre, ha rapporti carnali con uomini e donne, ma questa non è una novità: nelle leggende, che li riguardano, i vampiri sono per natura bisessuali, non hanno pregiudizi
*Dracula ha una ferocia inaudita, tuttavia nasconde un lato molto romantico. Il suo amore per Mina è folle e puro. Animalesco, direi. E lo porterà alla rovina. Oltre che all'aglio, lui è vulnerabile al fascino delle famiglie.
*{{NDR|I vampiri}} non sono i soliti serial killer, ma figure piene di sentimenti e di conflitti interiori.
*I vampiri sono una metafora. M'interesso molto all'esoterismo, ma lo considero un fatto culturale, non una realtà soprannaturale. Streghe e magia svelano qualcosa di noi: l'aspirazione dell'uomo a voler cambiare il proprio destino, il desiderio di raggiungere una felicità facile e impossibile.
{{Int|Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/2011/12/08/page_040.pdf Il mio Dracula bello e spietato, mica Twilight]''|Intervista di Paolo Calcagno su ''[[Dracula 3D]]'', ''L'Unità'', 8 dicembre 2011.}}
*C'è molto eros in questo film, l'ho messo in parallelo col Thanatos che segna i destini dei vari personaggi della storia. Il film viaggia proprio sul doppio binario di amore-morte e per farlo correre senza che "deragliasse" questa volta ho voluto curare molto la recitazione che, di solito, nei miei film affido liberamente agli interpreti per non sovraccaricare di progettualità il racconto.
*Il mio "[[conte Dracula]]" non è tetro e spaventoso come quello di [[Christopher Lee]] e nemmeno il personaggio raccontato svogliatamente da Coppola. Anzi, ho incominciato a pensare a Dracula proprio dopo aver visto il [[Dracula di Bram Stoker|film di Coppola]] che mi aveva molto deluso. Il mio è un Dracula storico, affascinante per la sua bellezza e il suo messaggio di morte: è molto europeo ed è persino romantico nel suo inseguimento, per ben 400 anni, della perduta anima gemella.
*Il 3D oltre che a sorprendere il pubblico, mi è stato utile per rappresentare visivamente il senso di profondità, l’interno e l’esterno dietro di noi.
{{Int|Da ''[https://www.bestmovie.it/news/courmayeur-noir-dario-argento-%C2%ABper-dracula-3d-ho-rischiato-di-essere-sbranato-dai-lupi%C2%BB/129727/ Courmayeur Noir – Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Valentina Torlaschi, ''Bestmovie.it'', 8 dicembre 2011.}}
*Col 3D siamo ormai entrati nell’epoca della profondità al cinema e questo ci fa scoprire nuove bellezze. Dopo il colore, il 3D è la nuova rivoluzione del cinema.
*Del romanzo di [[Bram Stoker]] mi ha affascinato molto la storia di amore e morte che aleggia sul personaggio. Poi mi interessavano molto le sue trasformazioni, quando prende le sembianze di animali e altre creature. Un aspetto che in pochi hanno esplorato.
*Thomas Kretschmann, è un Dracula che ha una grande bellezza e fascino, non è certo il tetro [[Christopher Lee]], lui è romantico in un certo senso e mi piaceva questo contrasto con la vera identità del personaggio. Per quel che riguarda [[Rutger Hauer]], nel romanzo di Bram Stoker Van Helsing è olandese e Rutger Hauer è olandese, quindi è stata una scelta giusta anche per l’accento, la sua potenza fisica, la sua forza: è il Van Helsing più giusto di quelli che sono stati fatti.
*In [[Transilvania]] abbiamo trovato solo castelli diroccati oppure trasformati in musei o bed and breakfast: erano talmente finti che a volte sembrava di essere a Disneyland! Delle pagliacciate...
*Degli animali nessuno mi fa paura. In generale, non ho paura di nulla. C’è chi dice di aver terrore dei fantasmi... Magari! A me piacciano i fantasmi. E anche i vampiri, gli zombi. La cosa che più mi inquieta di tutte sono i fantasmi della mia coscienza, qualcosa di profondo, di inconoscibile che parte dal mio subconscio.
{{Int|Da ''[https://www.film.it/film/festival/dettaglio/art/dario-argento-lintervista-esclusiva-5411/ Dario Argento, l'intervista esclusiva]''|Intervista di Pierpaolo Festa, ''Film.it'', 22 maggio 2012.}}
*Volevo rinfrescare il suo look. Il mio [[Conte Dracula|Dracula]] è diverso, selvaggio e romantico. Intelligente e forte. Spesso, nelle altre versioni, si tratta solo di azione. Io ho cercato di puntare alla psicologia. E poi lui è un mito. Mi interessava anche esplorare la sua sessualità, dato che lui ama sia le donne che gli uomini.
*{{NDR|Sul suo Dracula preferito}} Dai, [[Bela Lugosi]] decisamente no. Lui era troppo grasso! Mi piacevano i film della [[Hammer Film Productions|Hammer]] con [[Christopher Lee]]. Lui sì che era selvaggio e spaventoso. Ricordo che ero molto giovane e che il suo Dracula mi spaventò parecchio. Io volevo cambiare la visione di Dracula e non mi interessava fare come Coppola. Forse volevo un Dracula più espressionista.
*{{NDR|Sul remake di ''Suspiria''}} È un'idea che non mi piace e di cui non conosco nulla. Nessuno me ne ha parlato. Non conosco il regista. Non ne so davvero nulla.
*{{NDR|Sui [[Morto vivente|morti viventi]]}} Sono figure estremamente interessanti. Pensateci, guardate là fuori e vi accorgerete che è pieno di morti viventi! Nelle strade come nei film. Sono ovunque!
{{Int|Da ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]''|Intervista di Daniela Catelli, ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.}}
*{{NDR|Su ''[[Dracula il vampiro]]''}} La prima volta che lo vidi {{NDR|il [[Conte Dracula]]}} era nel film [[Hammer Film Productions|Hammer]] di [[Terence Fisher]] e mi sconvolse. Quando l'ho rifatto, però, non mi sono ispirato affatto a quella pellicola, ma a film che ho visto in seguito, agli espressionisti tedeschi come ''Nosferatu'' di Murnau e ''Vampyr'' di Dreyer.<ref>Citato in ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]'', ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.</ref>
*Ho lavorato di nuovo con [[Luciano Tovoli|Tovoli]] perché volevo riprendere i colori potenti e saturi, che sono quelli di ''Suspiria'' e per me sono quelli della favola: dei colori forti, potenti, molto netti. Avere lui come direttore della fotografia è stata quindi una scelta obbligata. Per quanto riguarda [[Claudio Simonetti|Simonetti]], credo che per questo film abbia fatto la musica più bella degli ultimi 10 anni. Trovo che sia la sua musica più affascinante, anche se è stata molto elaborata e abbiamo avuto molte discussioni in merito: ma alla fine è venuta la musica più bella di tutte.
*C'è quell'immagine, è vero, quando appare [[Christopher Lee]] {{NDR|in ''[[Dracula il vampiro]]''}} con tutta la bocca sporca di sangue. Quella in effetti sì, devo dire di averla presa dalla Hammer.
{{Int|Da ''[https://quinlan.it/2014/12/01/intervista-dario-argento/ Dario Argento, nel cuore di Profondo rosso]''|Intervista di Alessandro Aniballi, Giampiero Raganelli e Raffaele Meale, ''Quinlan.it'', 1 dicembre 2014.}}
*Non mi ha mai interessato il realismo nel raccontare un luogo, una città; ciò che mi interessa è solo raccontare una storia. In ''Profondo rosso'' c'è una città che io ho immaginato, tutto qui.
*''Nighthawks'' di [[Edward Hopper]] è un quadro iperrealista, e mi piaceva che questo tipo di pittura indicasse una strada anche per l'interpretazione estetica del film, che volevo a mia volta che rientrasse nei canoni dell’iperrealismo. Il quadro di Hopper mi permetteva di donare una possibile chiave di lettura allo spettatore senza risultare pedissequo o senza affidarmi a una spiegazione troppo retorica.
*In precedenza [...] avevo lavorato con [[Ennio Morricone]], che ha composto per L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio delle musiche splendide; ma per Profondo rosso mi interessava esplorare universi diversi, approfondendo dei temi legati al rock progressive, che dessero al film le tonalità musicali che mi sembravano più consone al tipo di racconto. Ho avuto la fortuna di imbattermi in un gruppo di giovani, praticamente debuttanti, e per istinto ho capito che sarebbero stati perfetti per il film.
*Volevo raccontare come la memoria potesse a volte metterti anche su delle false piste, suggerendoti soluzioni sbagliate.
{{Int|Da ''[https://www.stefanocorradino.com/profondo-rosso-compie-40-anni-intervista-a-dario-argento-anche-io-ho-le-mie-paure-tra-cui-i-corridoi-pink-floyd-goblin/ "Profondo rosso" compie 40 anni.]''|Intervista di Stefano Corradino, ''Stefanocorradino.com'', 28 luglio 2015.}}
*{{NDR|Su [[Carlo Rambaldi]]}} Era un genio. Quando scrivevo le sceneggiature andavo da lui e parlavamo di alcuni effetti possibili da inserire. Solo lui riusciva a metterli in pratica. E allora gli effetti non erano elettronici, tutto era fatto "a mano"...
*{{NDR|Su ''Profondo rosso''}} È nato dai miei pensieri più profondi. Come in un sogno. Può darsi che sia per questo che varie generazioni ci si ritrovano, perché non è legato a un periodo storico particolare, e per questo non invecchia. È un film senza tempo.
*Li cercai {{NDR|i [[Pink Floyd]]}} ed erano interessati. Purtroppo però in quel momento stavano lavorando al disco "The Wall" e all'omonimo film. Fu un peccato ma quando poi entrai in contatto con i Goblin un gruppo romano allora sconosciuto fui molto intrigato dalla loro musica. Il risultato lo conoscete...
{{Int|Da ''Profondo Nero - Dario Argento racconta il suo Dylan Dog''|articolo di Gianmaria Tammaro, da ''Best Movie'', rubrica ''Dentro le nuvole'', n. 8, anno XVII, agosto 2018, pp. 112 e 113.}}
*Non sono un grande lettore di fumetti, ma ''[[Dylan Dog]]'' è un po' un'eccezione. L'ho scoperto da adulto, e mi ha molto affascinato fin da subito, per le passioni in comune che avevo con il suo [[Tiziano Sclavi|autore]] e per quei suoi continui rimandi a un mondo che era il mio: quello del cinema horror. E poi c'erano gli omaggi che Sclavi faceva ai miei film. Mi hanno sempre divertito e reso molto orgoglioso.
*Negli uffici della Sergio Bonelli Editore mi aveva detto che voleva conoscermi{{NDR|Tiziano Sclavi}} e io sono andato. Abbiamo parlato a lungo: è stato un incontro molto interessante. Ho scoperto una persona con una grande umanità e una dolcezza che uno non si aspetta leggendo le sue cose.
*Un film è una macchina estremamente complessa e faticosa. Il [[fumetto]], invece, è libero. Sereno. Si è solo in due, lo sceneggiatore e il disegnatore. E se vuoi mostrare qualcosa di spettacolare, che al cinema sarebbe costosissimo, in un albo a fumetti non devi nemmeno preoccuparti del budget.
*Me lo hanno chiesto molte volte, e non so mai cosa rispondere. Sono molte le cose che mi fanno paura e che mi creano angoscia. Se così non fosse, del resto, non avrei scelto di diventare un regista di film horror.
{{Int|Da ''[https://movieplayer.it/articoli/dario-argento-intervista-serie-tv-videogioco-nuovo-film_20810/ Dario Argento: "Tra serie tv e videogiochi, sto pensando a un film. Ci rivediamo tra un anno"]''|Intervista di Valentina D'Amico, ''Movieplayer.it'', 8 maggio 2019.}}
*Certi aspetti del mio cinema non li capisco neanche io. Sono istintivo, aspetto che l'ispirazione mi arrivi chissà da dove. Sto alla finestra e aspetto che i pensieri della gente arrivino a me per metterli nei film. Il pensiero è una cosa solida, rimane e continua a vagare nella città.
*Il cinema di paura racconta storie che nascono dall'inconscio, paure intime. Oggi a interpretare al meglio il genere è l'Estremo Oriente. Sono stato più volte in Corea del Sud, molti registi hanno ammesso di essere stati influenzati dal mio cinema. Anche il cinema giapponese e quello messicano sono molto interessanti.
*{{NDR|Su [[Tony Musante]]}} I litigi con lui erano continui, sul set non ci parlavamo più, ma Tony non è stato l'unico con cui ho avuto problemi. Anche con la protagonista di ''[[Opera (film)|Opera]]'', [[Cristina Marsillach]], ho avuto un rapporto spaventoso. Siamo arrivati al punto che ci parlavamo solo tramite biglietti, oppure usavamo il mio aiuto regista come tramite anche quando ci trovavamo nella stessa stanza. Cristina era una persona molto capricciosa, bizzarra, era impossibile starle vicino.
*Amo le innovazioni e apprezzo internet. È utile, interessante. Ma non ho un rapporto buono con i social. Non li uso, non mi va di raccontare il privato. Le mie esperienze e i miei pensieri li tengo dentro di me, in attesa che mi suggeriscano nuove storie.
{{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/spettacoli/2019/07/24/news/rutger_hauer_dario_argento_-301002615/ Rutger Hauer, Dario Argento: "Amava la vita. La cosa di cui era più orgoglioso? Il monologo di 'Blade Runner'"]''|Intervista di Arianna Finos su [[Rutger Hauer]], ''Repubblica.it'', 24 luglio 2019.}}
*Era molto creativo, intelligente, inventava battute, scene, situazioni. Aveva chiarissima la visione generale del film. Avrebbe potuto fare lo sceneggiatore, il regista. Quando arrivava sul set tutti erano emozionati. Diceva: "Che pensi di questa idea? Ci ho lavorato stanotte, ti piace?" Aveva voluto un Van Helsing scienziato, più che avventuriero.
*{{NDR|Su ''[[Dracula 3D]]''}} Lo aspettavamo sul set, la sera. Non arrivava e chiamammo l’albergo: "È uscito stamattina". Ci allarmammo e dopo molte ore, mentre tutti lo cercavamo dappertutto, chiamammo i carabinieri. Finalmente accese il telefono "non so dove mi trovo". Lo localizzarono ed era in una specie di foresta dove aveva avuto un misterioso appuntamento con una signora e poi si era perso.
*Amava mangiare e bere, in Piemonte mi portava sempre a mangiare in un ristorante giapponese. Soprattutto amava ridere ed era capace di battute folgoranti. I suoi racconti erano avvincenti, aveva avuto una vita avventurosissima, girato il mondo, lavorato con i registi più diversi, dai più intellettuali ai commerciali.
{{Int|Da ''[https://www.mangialibri.com/interviste/intervista-dario-argento Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Costanza Ciminelli, ''Mangialibri.com'', novembre 2019.}}
*Ho amato molto il cinema muto, in particolare ''[[La corazzata Potëmkin]]''. [...] Considero il film di Ejzenštejn meraviglioso, sublime, un capolavoro ineguagliato della storia del cinema che, non a caso, ha ispirato tantissimi cineasti.
*In Italia non ci sono più capitali per il cinema, si produrranno 60 film l’anno, di cui soltanto 6 o 7 decenti. I capitali si impiegano in fiction – che è una cosa incredibile e inverosimile, questa sì da far rizzare i capelli in testa – e non nel cinema. È, dunque, sempre più il modello televisivo a prendere piede e a condizionare il modo di concepire la regia, la sceneggiatura, i soggetti, la recitazione, per non parlare dei casting, oramai ci sono anche degli standard in fatto di fisiognomica filmica (facce tutte piuttosto simili, carucce, ma banali, senz’anima). Tutto all’insegna di un indegno livellamento, che si rivela la negazione della idea stessa di cinema. L’unica soluzione è girare in digitale, e solo in un secondo tempo pensare alla pellicola. Un’altra cosa importante è unirsi e dare vita a esperimenti di cooperativismo.
*{{NDR|Le critiche}} a ''Suspiria'' sono state un massacro, qualcosa di talmente violento da indurre a cambiare lavoro: ricordo di aver ricevuto insulti personali molto pesanti ma anche di aver dovuto subire volgarità sulla mia famiglia. [...] Relativamente a ''Inferno'' le cose andarono ancora peggio: tanto che per qualche momento fui tentato di trasferirmi in un’altra nazione, cambiare professione o comunque cambiare genere. Non riuscivo a capacitarmi: era stato un lavoro molto pensato, ci avevo speso tempo, impegno, avevo studiato ogni cosa nei minimi particolari, documentandomi molto sull’alchimia su cui poggia il film.
*Emblematica del mio rapporto con la censura, però, è stata l’uscita di ''[[Opera (film)|Opera]]''. In Italia ebbi una lite spaventosa con la Commissione censura. Tra liti e urla, il capo della commissione, un alto magistrato, non sapendo più come e cosa rispondere alle mie obiezioni, finì col chiamare i carabinieri. Venni allontanato dalle forze dell’ordine, come fossi un malfattore. Aver fatto ''Opera'' mi aveva tolto molta energia, ma il dopo mi ridusse a pezzi, caddi in depressione. La censura tagliò moltissimo il film, che, in Italia, venne ulteriormente accorciato di 20 minuti dalla compagnia di distribuzione che lo aveva acquistato (riuscii a carpire, con l’inganno, un’unica copia della versione originale al produttore Cecchi Gori dicendogli che l’avrei spedita per la distribuzione in Inghilterra, invece, me la sono tenuta). Per me la visione di ciò che restava risultò intollerabile, ero talmente abbattuto che partii da solo per un lunghissimo viaggio, pensando anche di non tornare più in Italia.
{{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/cinema/interviste-cinema/dario-argento-i-politici-una-massa-di-ignoranti-i-critici-sono-cambiati-loro-non-io/651530/#Part1 Dario Argento: «I politici? Una massa di ignoranti. I critici? Sono cambiati loro, non io»]''|Intervista di Gianmarco Aimi, ''Rollingstone.it'', 15 luglio 2022.}}
*Veramente sta per finire il governo Draghi? [...] Ma come è possibile? È una delle poche persone di valore che abbiamo in Italia. Ha delle idee, è un grande economista, proprio quello che serviva per il nostro Paese. E pensa un po’, ora lo mandano via? E chi si prendono? Chi c’è come lui? Lo sostituiranno delle mezze cartucce...
*L’arte ha sempre fatto il suo dovere. Se nelle grandi scelte non partecipa, è perché il gruppo dirigente che c’è in Italia oggi è molto più scarso del passato. Molti sono ignoranti, non conoscono l’arte, non sanno niente di niente. Conoscono solo quello che interessa alla loro combriccola.
*È cambiata la critica, non sono cambiato io. C’è una nuova generazione al potere. Prima non si sarebbero mai immaginati di far vincere un festival a un film porno come ''[[La forma dell'acqua - The Shape of Water|La forma dell'acqua]]'' di [[Guillermo del Toro]]. O a ''[[Parasite]]'' del regista sudcoreano [[Bong Joon-ho]]. Certi film che un tempo venivano considerati di serie B ora sono sulla cresta dell’onda.
*Se dieci persone vedono la stessa cosa, non è detto che tutte e dieci la ricordino nello stesso modo. Ognuno potrebbe dare la propria interpretazione. La memoria si confonde con quello che noi immaginiamo. Proprio come dice Carlo, interpretato da Gabriele Lavia, in ''Profondo rosso''.
==Citazioni su Dario Argento==
*A ogni nuovo film questo Argento mi entusiasma e mi irrita. Gira come un americano bravo, ma con la malizia europea che laggiù non possiedono. ([[Tullio Kezich]])
*Come giapponese magari potrà sembrare strano, ma ho visto tonnellate di film italiani, da [[Federico Fellini|Fellini]] a [[Vittorio De Sica|De Sica]] fino agli Spaghetti Western, così come ho letto molti libri italiani che mi hanno influenzato. Ma Dario Argento è quello che più mi ha segnato, sono un suo grande fan. I miei genitori non volevano che guardassi i suoi film perché troppo spaventosi ma a me non importava, li guardavo lo stesso. ([[Hideo Kojima]])
*Da ragazzina ero ossessionata dall'idea di non essere normale, ma quando ho visto le immagini dei film di Dario Argento ho sentito che mi veniva concessa la possibilità di stare al mondo. Sono numerosi i suoi sostenitori che, come me, dopo aver visto i suoi film hanno addirittura rinunciato all'idea di suicidarsi. ([[Banana Yoshimoto]])
*È assurdo che dopo tanti film di [[Mario Bava]], Antonio Margariti, [[Lucio Fulci]] e Dario Argento solo quest'ultimo sia rimasto a fare questo tipo di cinema. Dove è andato il vostro cinema dell'orrore dopo quella generazione? ([[Joe Dante]])
*Io devo tutto a Dario. Nasco con lui proprio grazie a ''[[Phenomena]]'', dove mi è stata data la prima opportunità davvero importante. Ero ancora un ragazzo che stava iniziando, ma per quanto mi riguarda credo d’aver raccolto la sfida mettendocela veramente tutta. Da allora, la fiducia che mi ha accordato Dario non si è mai più interrotta. ([[Sergio Stivaletti]])
*Ma perchè non si fa scrivere, una volta tanto, un bel copione? Anche Verdi, che era un genio, aveva bisogno del librettista. ([[Tullio Kezich]])
===[[Fabio Giovannini]]===
*La "scuola" di Argento è la scuola del cinema popolare italiano, in particolare del western. La bellezza dell'omicidio ha esordito al cinema nelle finte praterie calcate dai cowboy nostrani. Senza quel retroterra Dario Argento non avrebbe potuto costruire le perfette architetture dei delitti di ''[[4 mosche di velluto grigio|Quattro mosche di velluto grigio]]'' o di ''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]''. La cinepresa di Leone diventava una colt che sparava proiettili micidiali sui toraci e sulle facce dei banditi del west, la cinepresa di Argento diventa un coltello, che sfreccia con crudeltà sui ventri, sulle braccia, sui corpi delle vittime. In Leone e in Argento c'è la stessa "concretezza" della morte.
*Mentre i folli assassini dei suoi film fanno luccicare coltelli e rasoi prima di abbatterli sulle vittime più impaurite, Argento spia con la sua macchina da presa. Rende l'occhio dell'assassino il suo occhio (e quindi, nei cinematografi, l'occhio dello spettatore), immedesima se stesso e il pubblico nello squartatore, non più nella vittima come faceva il cinema americano dell'orrore. Più che "soggettive" dalla parte delle vittime, Argento predilige soggettive dalla parte del boia: il masochismo tipico del film dell'orrore (sentirsi martoriare e uccidere) si trasforma in sadismo (ammazzare, colpire in prima persona).
*Purtroppo anch’io considero privi di innovazione gli ultimi lavori del regista. Rimane una pietra miliare del passato, ma non del presente. Ho una mia opinione, con tutto l’affetto che porto a Dario Argento, con me sempre cortese e amichevole: al contrario di altri registi anche italiani, Argento subisce le conseguenze di un eccessivo individualismo, non è stato in grado, o meglio non ha voluto creare una “factory” intorno a sé. Si è circondato sempre più di laudatores che gridavano al capolavoro di fronte a ogni sua regia, rendendogli difficile percepire la realtà. Si è rinchiuso nel suo personaggio creato nel corso degli anni e nei successi di un tempo, sempre meno permeabile alle novità esterne (al punto di circoscrivere in famiglia, con Asia, la scelta dei protagonisti principali delle sue pellicole). Eppure i suoi capolavori erano proprio caratterizzati dall’innovazione, dalla trasgressione.
*Se c'è una peculiarità di Argento rispetto a tanti registi del terrore d'oltre oceano, questa risiede proprio nella passione estetica per l'assassinio. Quando si uccide, nei film di Argento, la macchina da presa si scatena, si muove selvaggiamente, segue tutte le fasi del delitto con compiacimento e quasi con gioia. Gli schizzi di sangue sono nettare per le raffinate cineprese che Argento utilizza per i suoi film.
===[[George A. Romero]]===
*A Dario riconosco il merito di avere rilanciato la mia carriera con ''Zombi''. Dopo ''La notte dei morti viventi'' mi ero opposto in modo irremovibile all'idea di girare un altro film di Zombi.
*Io dico sempre che anche i miei zombi sono un po' commedia. L'ho detto anche a Dario, ma lui finisce col togliere sempre l'elemento di humour!
*Penso che sia uno dei giganti del cinema e che alcune delle cose che ha fatto siano dei capolavori: Suspiria, ma anche i film precedenti sono fantastici. Abbiamo perfino girato un film insieme ma purtroppo non ci siamo mai trovati sullo stesso set. Decisamente è uno dei grandi maestri.
==Note==
<references />
== Filmografia ==
===Regista===
{{div col|strette}}
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Sceneggiatura===
{{div col|strette}}
*''[[Metti, una sera a cena]]'' (1969)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Soggetto===
*''[[C'era una volta il West]]'' (1968)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
===Produttore===
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
===Attore===
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
==Voci correlate==
*[[Asia Argento]] – figlia
*[[Daria Nicolodi]] – moglie
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Argento, Dario}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Produttori cinematografici italiani]]
[[Categoria:Registi italiani]]
[[Categoria:Sceneggiatori italiani]]
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Mariomassone
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/* Citazioni di Dario Argento */
wikitext
text/x-wiki
[[File:Dario Argento 2014.jpg|thumb|Dario Argento, 2014]]
'''Dario Argento''' (1940 – vivente), sceneggiatore, regista, attore e produttore cinematografico italiano.
==Citazioni di Dario Argento==
{{cronologico}}
*''[[Opera (film)|Opera]]'' nasce come una sfida. Dovevo curare la regia di una vera opera lirica, ''Rigoletto'', ma le mie idee non andavano giù ai dirigenti del Teatro. Dicevano che era una interpretazione troppo ardita dell'opera verdiana. Insomma, non se ne fece niente. Per vendicarmi ho deciso di farci sopra un film, e di guadagnarci pure.<ref>Citato in ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1987/12/08/page_021.pdf Un'opera rosso sangue]'', intervista di [[Michele Anselmi]] su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''L'Unità'', 8 dicembre 1987.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Opera (film)|Opera]]''}} Più di otto mesi abbiamo lavorato per preparare le simulazioni dei voli dei corvi telecomandati. A Parma, dove sono state girate le scene più spettacolari, avevamo affittato un casale per ospitare i corvi veri e la gente lo ribattezzò scherzosamente l'albergo dei corvi: al mattino li prelevavamo per portarli al Regio, e alla sera li riportavamo in "albergo".<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,23/articleid,0986_01_1987_0287_0023_23897590/ ''Macbeth con corvi firmato Argento''], ''La Stampa'', 8 dicembre 1987.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Opera (film)|Opera]]''}} Peccato, probabilmente il film sarà vietato ai minori di 14 anni, ma il mondo sta cambiando, oggi c'è [[Michail Gorbačëv|Gorbaciov]], la censura è destinata a sparire.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/10/anche-orrore-sotto.html C'è anche l'orrore sotto l'albero. Esce a Natale "Opera" di Argento]'', ''La Repubblica'', 10 dicembre 1987.</ref>
*Di fare un ''Profondo rosso 2'' non se ne parla, ma per un motivo semplice: chi ama o chi cerca il mio film ha bisogno di trovare la fisicità, i volti e le emozioni stesse che solo la versione originale è in grado di restituire completamente. Escludo perciò di mettermi a lavorare su una continuazione o sul rifacimento integrale della pellicola.<ref>Citato in [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/03/dario-argento-vi-faro-paura-con-mia.html ''Dario Argento: Vi farò paura con mia figlia Asia''], ''Repubblica.it'', 3 luglio 2009</ref>
*È il mondo del [[cinema]] che mi interessa. Nel mezzo di una scena inventata da me c'è una citazione, un parallelo con una scena che ho già visto, può provenire indifferentemente dall'espressionismo tedesco o dal cinema sperimentale.<ref>Dall'intervista di Gabrielle Lucantonio, ''Dario Argento, la televisione si tinge di nero'', ''Il Manifesto'', 20 luglio 2005.</ref>
*Ho seguito il mio istinto anche per il titolo che, per molto tempo, prima delle riprese e a sceneggiatura già finita con attori pronti a girare, non c'era. Prima ho sviato la stampa dicendo che si sarebbe dovuto intitolare ''La tigre con i denti a sciabola'', poi mentre ero in macchina mi è venuto in mente ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''. Ai produttori della CineRiz non piacque, dissero che era sbagliato, suggerivano al massimo Rosso Profondo. Per fortuna che m'impuntai.<ref name=Profondo>Citato in ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/07/profondo-rosso-40-anni-dopo-dario-argento-storia-bellissima-scritta-in-pochi-giorni/1483119/ Profondo Rosso, Dario Argento: "Una storia bellissima scritta in pochi giorni tutta d'un fiato"]'', Davide Turrini ''Ilfattoquotidiano.it'', 7 marzo 2015.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''}} Mentre giravo quel film sapevo esattamente ciò che volevo. Ero molto rilassato, non sentivo lo stress. E poi la storia è bellissima. L'ho scritta in pochi giorni tutta d'un fiato. Fu miracoloso. Basta guardare un film per capire come sta il regista nel momento in cui l'ha girato.<ref name=Profondo/>
*Nella vita ho sempre scritto, prima recensioni sui giornali, sceneggiature per altri, e poi i miei film, e ora questi racconti {{NDR|''Horror. Storie di sangue, spiriti e segreti''}} che sono incursioni nel mistero, dilatazioni sensoriali e psichiche, incubi e risvegli.<ref>Citato in Marco Lodoli, ''Dario Argento: non abbiate paura della paura'', ''il Venerdì di Repubblica'', 2 marzo 2018.</ref>
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,22/articleid,0999_01_1985_0008_0038_13827774/ Dario Argento, thriller con insetti]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 10 gennaio 1985.}}
*Ho speso più di sei miliardi. La colpa è degli insetti: ho dovuto importare ragni, scorpioni, e vedove nere dall'Africa mentre mosche, cavallette e vespe le abbiamo allevate in più parti di Roma.
*È stato difficile far recitare gli insetti, ma anche la scimmia mi ha fatto impazzire, poiché volevo che la sua interpretazione non fosse buffonesca. Gli insetti sono comunque degli animali simpaticissimi, che ho rappresentato affettuosamente e loro mi hanno ripagato evitandomi pizzichi e punture.
*Perché utilizzare le mani di qualche altro, quando le mie sono così esperte che riescono a fare tutto da sole?
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,21/articleid,0999_01_1985_0025_0021_13836061/ Sono un samurai, sfido l'America con un film]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 31 gennaio 1985.}}
*Mi ero fissato in una sfida paranoica: volevo realizzare in un film la più alta tecnica che il cinema italiano in questo momento potesse esprimere. Una specie di super-sfida con il cinema americano dei grandi effetti, rispondendo colpo su colpo: i migliori mezzi, la tecnologia più sofisticata, i collaboratori più bravi.
*Pensavo che ci volessero spalle grandi come quelle di Schwarzenegger per reggere tutto il peso del film. E non sospettavo che Jennifer avesse spalle così robuste. E una volontà così forte.
*Mi dimenticai tutto. Paure. Amori. Amicizie. La mia vita privata. Mi sentivo come un samurai. Completamente catturato dalla disciplina di fare questo film, di vincere questa sfida, la sfida di fare un film compatto e sicuro, potente, impressionante, dei momenti favola e dei momenti pazzia.
*Che ho voluto raccontare? Ancora non lo so. Lo so sempre quattro, cinque mesi dopo l'uscita. Così, a sensazione, a pelle, in ''Phenomena'' ci trovo tante cose mie. Tanto mio cinema. Ma anche tante storie private. Tanti personaggi che ho conosciuto, che ho amato, che mi hanno amato, cui ho fatto del bene, che mi hanno fatto del male, che ho aiutato, che mi hanno tradito, che conosco, che non conoscerò mai. [...] E mi viene in mente un'idea che certo non era cosciente, ma che dà una strana chiave di lettura per il film. Paul Cordino, il personaggio che si nomina tanto nel film ma che non si vede mai, e se fossi io? Quest'idea mi turba, la stessa storia del film ora mi sembra diversa.
{{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/06/22/libero-dario-argento-qualcuno-ha-voluto-farmi.html Libero Dario Argento. "Qualcuno ha voluto farmi una cattiveria"]''|''La Repubblica'', 22 giugno 1985.}}
*Gli ho dato l'hashish e gli ho chiesto: è una cosa grave? E gli agenti hanno risposto: crediamo proprio che lei dovrà essere arrestato... Mi hanno portato in caserma, ed erano tutti molto gentili. L'hashish l'ho dovuto lasciare lì. Andandomene ho detto: mo' nun famo che appena giro le spalle qualcuno se fuma la robba mia...
*Mi hanno messo in una cella minuscola, in isolamento con altre tre persone. Enrico Nicoletti, l'imprenditore coinvolto nello scandalo di Tor Vergata, e altri due che non ho capito chi fossero. In carcere sono stati tutti gentilissimi, sarà forse perchè il mio è un cinema molto trasgressivo e allora dietro le sbarre va forte... Insomma, ho avuto una grande accoglienza. I travestiti, in fondo al corridoio, mi cantavano le serenate sulle note di "Yellow Submarine", ripetendo: "Quanto sei carino".
*La notte in prigione è mostruosa. Di giorno sembra di potere sopravvivere, ma la notte è atroce, straziante, con quelle grida terribili dei tossicomani che vanno a rota.
*Guardi: io non sono mai stato in Perù, non ho mai messo piede in Sud America. E se anche mi fossi voluto spedire della cocaina non l'avrei certo mandata al mio vecchio indirizzo, dove non vivo più da quasi due anni.
{{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/08/02/argento-evviva-la-paura.html?ref=search Argento: Evviva la paura]''|Intervista di Maria Pia Fusco su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''La Repubblica'', 2 agosto 1987.}}
*Sì, ''Opera'' è il mio film più costoso, 9 miliardi, quasi il doppio di ''Phenomena''.
*Ai ragazzi piacciono le emozioni forti, le cercano attraverso la musica, il linguaggio, i comportamenti. Per loro, lo dico da sempre, lo spavento al cinema serve da catarsi e, più degli adulti, lo vivono con la consapevolezza della finzione. E nel mio cinema la finzione è autentica. Nessuno viene mai ferito o ucciso veramente, mentre in un film d'amore gli attori si baciano sul serio, c'è più ambiguità.
*Forse sono crudele perchè mio padre è siciliano e mia madre sudamericana e in entrambe le culture la crudeltà è riconosciuta. Forse voglio esorcizzare la mia paura del buio.
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,24/articleid,1346_02_1987_0344_0024_19649579/ Argento: Natale di sangue]''|Intervista di Lamberto Antonelli su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''La Stampa'', 21 dicembre 1987.}}
*{{NDR|Sulla scelta di [[Ronnie Taylor]] come direttore della fotografia}} L'ho scelto perché soltanto lui poteva creare quell'atmosfera con un colore senza particolari dominanti, facendo una fotografia tagliente nella luce, dura, cattiva, allucinante. In fondo «''Opera''» è un thriller più tecnologico che psicologico.
*Ho cominciato a pensarci proprio dopo quell'esperienza mancata per il ''«Rigoletto»''. Ho cominciato a costruirlo isolandomi in un'asettica stanza d'albergo, radunando le confidenze che mi aveva fatto [[Cecilia Gasdia]] parlando di uno dei film che io ho più amato, ''«[[Il fantasma dell'Opera (film 1925)|Il fantasma dell'Opera]]»'' e tuffandomi nei ricordi di un altro grande gilm, ''«[[Gli uccelli]]»'' di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]], non dimenticando l'insegnamento di ''«[[Psycho]]»''.
*Certo l'aspetto più difficile è rappresentato dalle sequenze con i corvi, uccelli che non si riesce ad ammaestrare. Ne abbiamo presi una conquantina e portati in un casale nei pressi di Parma per cercare di addestrarli alla meno peggio. Poi nelle riprese in teatro siamo dovuti ricorrere al rinforzo di corvi finti, telecomandati, ma che non sfigurano affatto nei riguardi di quelli veri. Sembrano più veri dei veri, proprio come quella battuta sui fiori finti... Quasi tutta la scena è come ripresa dai loro occhi, mentre svolazzano minacciosi sulla platea terrorizzando gli spettatori presenti. Sì, questa è stata una delle sequenze più difficili e più costose.
{{Int|Da ''[https://intervistemadyur.blogspot.com/2011/09/intervista-dario-argento-ho-una.html Intervista a Dario Argento]''|''Intervistemadyur.blogspot.com'', 16 settembre 2011.}}
*L'opera di Stroker è un classico della letteratura, che pone molte domande: che cos'è l'amore, che cos'è la solitudine, chi è il vero mostro. Io cerco di dare delle risposte a questi interrogativi.
*{{NDR|Sul [[Conte Dracula]]}} È un essere camaleontico. Secondo il mito, si trasforma solo in lupo o pipistrello. Io ho pensato che poteva assumere le sembianze di altri animali e insetti giganteschi: un topo, una cavalletta, uno scarafaggio…Inoltre, ha rapporti carnali con uomini e donne, ma questa non è una novità: nelle leggende, che li riguardano, i vampiri sono per natura bisessuali, non hanno pregiudizi
*Dracula ha una ferocia inaudita, tuttavia nasconde un lato molto romantico. Il suo amore per Mina è folle e puro. Animalesco, direi. E lo porterà alla rovina. Oltre che all'aglio, lui è vulnerabile al fascino delle famiglie.
*{{NDR|I vampiri}} non sono i soliti serial killer, ma figure piene di sentimenti e di conflitti interiori.
*I vampiri sono una metafora. M'interesso molto all'esoterismo, ma lo considero un fatto culturale, non una realtà soprannaturale. Streghe e magia svelano qualcosa di noi: l'aspirazione dell'uomo a voler cambiare il proprio destino, il desiderio di raggiungere una felicità facile e impossibile.
{{Int|Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/2011/12/08/page_040.pdf Il mio Dracula bello e spietato, mica Twilight]''|Intervista di Paolo Calcagno su ''[[Dracula 3D]]'', ''L'Unità'', 8 dicembre 2011.}}
*C'è molto eros in questo film, l'ho messo in parallelo col Thanatos che segna i destini dei vari personaggi della storia. Il film viaggia proprio sul doppio binario di amore-morte e per farlo correre senza che "deragliasse" questa volta ho voluto curare molto la recitazione che, di solito, nei miei film affido liberamente agli interpreti per non sovraccaricare di progettualità il racconto.
*Il mio "[[conte Dracula]]" non è tetro e spaventoso come quello di [[Christopher Lee]] e nemmeno il personaggio raccontato svogliatamente da Coppola. Anzi, ho incominciato a pensare a Dracula proprio dopo aver visto il [[Dracula di Bram Stoker|film di Coppola]] che mi aveva molto deluso. Il mio è un Dracula storico, affascinante per la sua bellezza e il suo messaggio di morte: è molto europeo ed è persino romantico nel suo inseguimento, per ben 400 anni, della perduta anima gemella.
*Il 3D oltre che a sorprendere il pubblico, mi è stato utile per rappresentare visivamente il senso di profondità, l’interno e l’esterno dietro di noi.
{{Int|Da ''[https://www.bestmovie.it/news/courmayeur-noir-dario-argento-%C2%ABper-dracula-3d-ho-rischiato-di-essere-sbranato-dai-lupi%C2%BB/129727/ Courmayeur Noir – Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Valentina Torlaschi, ''Bestmovie.it'', 8 dicembre 2011.}}
*Col 3D siamo ormai entrati nell’epoca della profondità al cinema e questo ci fa scoprire nuove bellezze. Dopo il colore, il 3D è la nuova rivoluzione del cinema.
*Del romanzo di [[Bram Stoker]] mi ha affascinato molto la storia di amore e morte che aleggia sul personaggio. Poi mi interessavano molto le sue trasformazioni, quando prende le sembianze di animali e altre creature. Un aspetto che in pochi hanno esplorato.
*Thomas Kretschmann, è un Dracula che ha una grande bellezza e fascino, non è certo il tetro [[Christopher Lee]], lui è romantico in un certo senso e mi piaceva questo contrasto con la vera identità del personaggio. Per quel che riguarda [[Rutger Hauer]], nel romanzo di Bram Stoker Van Helsing è olandese e Rutger Hauer è olandese, quindi è stata una scelta giusta anche per l’accento, la sua potenza fisica, la sua forza: è il Van Helsing più giusto di quelli che sono stati fatti.
*In [[Transilvania]] abbiamo trovato solo castelli diroccati oppure trasformati in musei o bed and breakfast: erano talmente finti che a volte sembrava di essere a Disneyland! Delle pagliacciate...
*Degli animali nessuno mi fa paura. In generale, non ho paura di nulla. C’è chi dice di aver terrore dei fantasmi... Magari! A me piacciano i fantasmi. E anche i vampiri, gli zombi. La cosa che più mi inquieta di tutte sono i fantasmi della mia coscienza, qualcosa di profondo, di inconoscibile che parte dal mio subconscio.
{{Int|Da ''[https://www.film.it/film/festival/dettaglio/art/dario-argento-lintervista-esclusiva-5411/ Dario Argento, l'intervista esclusiva]''|Intervista di Pierpaolo Festa, ''Film.it'', 22 maggio 2012.}}
*Volevo rinfrescare il suo look. Il mio [[Conte Dracula|Dracula]] è diverso, selvaggio e romantico. Intelligente e forte. Spesso, nelle altre versioni, si tratta solo di azione. Io ho cercato di puntare alla psicologia. E poi lui è un mito. Mi interessava anche esplorare la sua sessualità, dato che lui ama sia le donne che gli uomini.
*{{NDR|Sul suo Dracula preferito}} Dai, [[Bela Lugosi]] decisamente no. Lui era troppo grasso! Mi piacevano i film della [[Hammer Film Productions|Hammer]] con [[Christopher Lee]]. Lui sì che era selvaggio e spaventoso. Ricordo che ero molto giovane e che il suo Dracula mi spaventò parecchio. Io volevo cambiare la visione di Dracula e non mi interessava fare come Coppola. Forse volevo un Dracula più espressionista.
*{{NDR|Sul remake di ''Suspiria''}} È un'idea che non mi piace e di cui non conosco nulla. Nessuno me ne ha parlato. Non conosco il regista. Non ne so davvero nulla.
*{{NDR|Sui [[Morto vivente|morti viventi]]}} Sono figure estremamente interessanti. Pensateci, guardate là fuori e vi accorgerete che è pieno di morti viventi! Nelle strade come nei film. Sono ovunque!
{{Int|Da ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]''|Intervista di Daniela Catelli, ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.}}
*{{NDR|Su ''[[Dracula il vampiro]]''}} La prima volta che lo vidi {{NDR|il [[Conte Dracula]]}} era nel film [[Hammer Film Productions|Hammer]] di [[Terence Fisher]] e mi sconvolse. Quando l'ho rifatto, però, non mi sono ispirato affatto a quella pellicola, ma a film che ho visto in seguito, agli espressionisti tedeschi come ''Nosferatu'' di Murnau e ''Vampyr'' di Dreyer.<ref>Citato in ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]'', ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.</ref>
*Ho lavorato di nuovo con [[Luciano Tovoli|Tovoli]] perché volevo riprendere i colori potenti e saturi, che sono quelli di ''Suspiria'' e per me sono quelli della favola: dei colori forti, potenti, molto netti. Avere lui come direttore della fotografia è stata quindi una scelta obbligata. Per quanto riguarda [[Claudio Simonetti|Simonetti]], credo che per questo film abbia fatto la musica più bella degli ultimi 10 anni. Trovo che sia la sua musica più affascinante, anche se è stata molto elaborata e abbiamo avuto molte discussioni in merito: ma alla fine è venuta la musica più bella di tutte.
*C'è quell'immagine, è vero, quando appare [[Christopher Lee]] {{NDR|in ''[[Dracula il vampiro]]''}} con tutta la bocca sporca di sangue. Quella in effetti sì, devo dire di averla presa dalla Hammer.
{{Int|Da ''[https://quinlan.it/2014/12/01/intervista-dario-argento/ Dario Argento, nel cuore di Profondo rosso]''|Intervista di Alessandro Aniballi, Giampiero Raganelli e Raffaele Meale, ''Quinlan.it'', 1 dicembre 2014.}}
*Non mi ha mai interessato il realismo nel raccontare un luogo, una città; ciò che mi interessa è solo raccontare una storia. In ''Profondo rosso'' c'è una città che io ho immaginato, tutto qui.
*''Nighthawks'' di [[Edward Hopper]] è un quadro iperrealista, e mi piaceva che questo tipo di pittura indicasse una strada anche per l'interpretazione estetica del film, che volevo a mia volta che rientrasse nei canoni dell’iperrealismo. Il quadro di Hopper mi permetteva di donare una possibile chiave di lettura allo spettatore senza risultare pedissequo o senza affidarmi a una spiegazione troppo retorica.
*In precedenza [...] avevo lavorato con [[Ennio Morricone]], che ha composto per L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio delle musiche splendide; ma per Profondo rosso mi interessava esplorare universi diversi, approfondendo dei temi legati al rock progressive, che dessero al film le tonalità musicali che mi sembravano più consone al tipo di racconto. Ho avuto la fortuna di imbattermi in un gruppo di giovani, praticamente debuttanti, e per istinto ho capito che sarebbero stati perfetti per il film.
*Volevo raccontare come la memoria potesse a volte metterti anche su delle false piste, suggerendoti soluzioni sbagliate.
{{Int|Da ''[https://www.stefanocorradino.com/profondo-rosso-compie-40-anni-intervista-a-dario-argento-anche-io-ho-le-mie-paure-tra-cui-i-corridoi-pink-floyd-goblin/ "Profondo rosso" compie 40 anni.]''|Intervista di Stefano Corradino, ''Stefanocorradino.com'', 28 luglio 2015.}}
*{{NDR|Su [[Carlo Rambaldi]]}} Era un genio. Quando scrivevo le sceneggiature andavo da lui e parlavamo di alcuni effetti possibili da inserire. Solo lui riusciva a metterli in pratica. E allora gli effetti non erano elettronici, tutto era fatto "a mano"...
*{{NDR|Su ''Profondo rosso''}} È nato dai miei pensieri più profondi. Come in un sogno. Può darsi che sia per questo che varie generazioni ci si ritrovano, perché non è legato a un periodo storico particolare, e per questo non invecchia. È un film senza tempo.
*Li cercai {{NDR|i [[Pink Floyd]]}} ed erano interessati. Purtroppo però in quel momento stavano lavorando al disco "The Wall" e all'omonimo film. Fu un peccato ma quando poi entrai in contatto con i Goblin un gruppo romano allora sconosciuto fui molto intrigato dalla loro musica. Il risultato lo conoscete...
{{Int|Da ''Profondo Nero - Dario Argento racconta il suo Dylan Dog''|articolo di Gianmaria Tammaro, da ''Best Movie'', rubrica ''Dentro le nuvole'', n. 8, anno XVII, agosto 2018, pp. 112 e 113.}}
*Non sono un grande lettore di fumetti, ma ''[[Dylan Dog]]'' è un po' un'eccezione. L'ho scoperto da adulto, e mi ha molto affascinato fin da subito, per le passioni in comune che avevo con il suo [[Tiziano Sclavi|autore]] e per quei suoi continui rimandi a un mondo che era il mio: quello del cinema horror. E poi c'erano gli omaggi che Sclavi faceva ai miei film. Mi hanno sempre divertito e reso molto orgoglioso.
*Negli uffici della Sergio Bonelli Editore mi aveva detto che voleva conoscermi{{NDR|Tiziano Sclavi}} e io sono andato. Abbiamo parlato a lungo: è stato un incontro molto interessante. Ho scoperto una persona con una grande umanità e una dolcezza che uno non si aspetta leggendo le sue cose.
*Un film è una macchina estremamente complessa e faticosa. Il [[fumetto]], invece, è libero. Sereno. Si è solo in due, lo sceneggiatore e il disegnatore. E se vuoi mostrare qualcosa di spettacolare, che al cinema sarebbe costosissimo, in un albo a fumetti non devi nemmeno preoccuparti del budget.
*Me lo hanno chiesto molte volte, e non so mai cosa rispondere. Sono molte le cose che mi fanno paura e che mi creano angoscia. Se così non fosse, del resto, non avrei scelto di diventare un regista di film horror.
{{Int|Da ''[https://movieplayer.it/articoli/dario-argento-intervista-serie-tv-videogioco-nuovo-film_20810/ Dario Argento: "Tra serie tv e videogiochi, sto pensando a un film. Ci rivediamo tra un anno"]''|Intervista di Valentina D'Amico, ''Movieplayer.it'', 8 maggio 2019.}}
*Certi aspetti del mio cinema non li capisco neanche io. Sono istintivo, aspetto che l'ispirazione mi arrivi chissà da dove. Sto alla finestra e aspetto che i pensieri della gente arrivino a me per metterli nei film. Il pensiero è una cosa solida, rimane e continua a vagare nella città.
*Il cinema di paura racconta storie che nascono dall'inconscio, paure intime. Oggi a interpretare al meglio il genere è l'Estremo Oriente. Sono stato più volte in Corea del Sud, molti registi hanno ammesso di essere stati influenzati dal mio cinema. Anche il cinema giapponese e quello messicano sono molto interessanti.
*{{NDR|Su [[Tony Musante]]}} I litigi con lui erano continui, sul set non ci parlavamo più, ma Tony non è stato l'unico con cui ho avuto problemi. Anche con la protagonista di ''[[Opera (film)|Opera]]'', [[Cristina Marsillach]], ho avuto un rapporto spaventoso. Siamo arrivati al punto che ci parlavamo solo tramite biglietti, oppure usavamo il mio aiuto regista come tramite anche quando ci trovavamo nella stessa stanza. Cristina era una persona molto capricciosa, bizzarra, era impossibile starle vicino.
*Amo le innovazioni e apprezzo internet. È utile, interessante. Ma non ho un rapporto buono con i social. Non li uso, non mi va di raccontare il privato. Le mie esperienze e i miei pensieri li tengo dentro di me, in attesa che mi suggeriscano nuove storie.
{{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/spettacoli/2019/07/24/news/rutger_hauer_dario_argento_-301002615/ Rutger Hauer, Dario Argento: "Amava la vita. La cosa di cui era più orgoglioso? Il monologo di 'Blade Runner'"]''|Intervista di Arianna Finos su [[Rutger Hauer]], ''Repubblica.it'', 24 luglio 2019.}}
*Era molto creativo, intelligente, inventava battute, scene, situazioni. Aveva chiarissima la visione generale del film. Avrebbe potuto fare lo sceneggiatore, il regista. Quando arrivava sul set tutti erano emozionati. Diceva: "Che pensi di questa idea? Ci ho lavorato stanotte, ti piace?" Aveva voluto un Van Helsing scienziato, più che avventuriero.
*{{NDR|Su ''[[Dracula 3D]]''}} Lo aspettavamo sul set, la sera. Non arrivava e chiamammo l’albergo: "È uscito stamattina". Ci allarmammo e dopo molte ore, mentre tutti lo cercavamo dappertutto, chiamammo i carabinieri. Finalmente accese il telefono "non so dove mi trovo". Lo localizzarono ed era in una specie di foresta dove aveva avuto un misterioso appuntamento con una signora e poi si era perso.
*Amava mangiare e bere, in Piemonte mi portava sempre a mangiare in un ristorante giapponese. Soprattutto amava ridere ed era capace di battute folgoranti. I suoi racconti erano avvincenti, aveva avuto una vita avventurosissima, girato il mondo, lavorato con i registi più diversi, dai più intellettuali ai commerciali.
{{Int|Da ''[https://www.mangialibri.com/interviste/intervista-dario-argento Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Costanza Ciminelli, ''Mangialibri.com'', novembre 2019.}}
*Ho amato molto il cinema muto, in particolare ''[[La corazzata Potëmkin]]''. [...] Considero il film di Ejzenštejn meraviglioso, sublime, un capolavoro ineguagliato della storia del cinema che, non a caso, ha ispirato tantissimi cineasti.
*In Italia non ci sono più capitali per il cinema, si produrranno 60 film l’anno, di cui soltanto 6 o 7 decenti. I capitali si impiegano in fiction – che è una cosa incredibile e inverosimile, questa sì da far rizzare i capelli in testa – e non nel cinema. È, dunque, sempre più il modello televisivo a prendere piede e a condizionare il modo di concepire la regia, la sceneggiatura, i soggetti, la recitazione, per non parlare dei casting, oramai ci sono anche degli standard in fatto di fisiognomica filmica (facce tutte piuttosto simili, carucce, ma banali, senz’anima). Tutto all’insegna di un indegno livellamento, che si rivela la negazione della idea stessa di cinema. L’unica soluzione è girare in digitale, e solo in un secondo tempo pensare alla pellicola. Un’altra cosa importante è unirsi e dare vita a esperimenti di cooperativismo.
*{{NDR|Le critiche}} a ''Suspiria'' sono state un massacro, qualcosa di talmente violento da indurre a cambiare lavoro: ricordo di aver ricevuto insulti personali molto pesanti ma anche di aver dovuto subire volgarità sulla mia famiglia. [...] Relativamente a ''Inferno'' le cose andarono ancora peggio: tanto che per qualche momento fui tentato di trasferirmi in un’altra nazione, cambiare professione o comunque cambiare genere. Non riuscivo a capacitarmi: era stato un lavoro molto pensato, ci avevo speso tempo, impegno, avevo studiato ogni cosa nei minimi particolari, documentandomi molto sull’alchimia su cui poggia il film.
*Emblematica del mio rapporto con la censura, però, è stata l’uscita di ''[[Opera (film)|Opera]]''. In Italia ebbi una lite spaventosa con la Commissione censura. Tra liti e urla, il capo della commissione, un alto magistrato, non sapendo più come e cosa rispondere alle mie obiezioni, finì col chiamare i carabinieri. Venni allontanato dalle forze dell’ordine, come fossi un malfattore. Aver fatto ''Opera'' mi aveva tolto molta energia, ma il dopo mi ridusse a pezzi, caddi in depressione. La censura tagliò moltissimo il film, che, in Italia, venne ulteriormente accorciato di 20 minuti dalla compagnia di distribuzione che lo aveva acquistato (riuscii a carpire, con l’inganno, un’unica copia della versione originale al produttore Cecchi Gori dicendogli che l’avrei spedita per la distribuzione in Inghilterra, invece, me la sono tenuta). Per me la visione di ciò che restava risultò intollerabile, ero talmente abbattuto che partii da solo per un lunghissimo viaggio, pensando anche di non tornare più in Italia.
{{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/cinema/interviste-cinema/dario-argento-i-politici-una-massa-di-ignoranti-i-critici-sono-cambiati-loro-non-io/651530/#Part1 Dario Argento: «I politici? Una massa di ignoranti. I critici? Sono cambiati loro, non io»]''|Intervista di Gianmarco Aimi, ''Rollingstone.it'', 15 luglio 2022.}}
*Veramente sta per finire il governo Draghi? [...] Ma come è possibile? È una delle poche persone di valore che abbiamo in Italia. Ha delle idee, è un grande economista, proprio quello che serviva per il nostro Paese. E pensa un po’, ora lo mandano via? E chi si prendono? Chi c’è come lui? Lo sostituiranno delle mezze cartucce...
*L’arte ha sempre fatto il suo dovere. Se nelle grandi scelte non partecipa, è perché il gruppo dirigente che c’è in Italia oggi è molto più scarso del passato. Molti sono ignoranti, non conoscono l’arte, non sanno niente di niente. Conoscono solo quello che interessa alla loro combriccola.
*È cambiata la critica, non sono cambiato io. C’è una nuova generazione al potere. Prima non si sarebbero mai immaginati di far vincere un festival a un film porno come ''[[La forma dell'acqua - The Shape of Water|La forma dell'acqua]]'' di [[Guillermo del Toro]]. O a ''[[Parasite]]'' del regista sudcoreano [[Bong Joon-ho]]. Certi film che un tempo venivano considerati di serie B ora sono sulla cresta dell’onda.
*Se dieci persone vedono la stessa cosa, non è detto che tutte e dieci la ricordino nello stesso modo. Ognuno potrebbe dare la propria interpretazione. La memoria si confonde con quello che noi immaginiamo. Proprio come dice Carlo, interpretato da Gabriele Lavia, in ''Profondo rosso''.
==Citazioni su Dario Argento==
*A ogni nuovo film questo Argento mi entusiasma e mi irrita. Gira come un americano bravo, ma con la malizia europea che laggiù non possiedono. ([[Tullio Kezich]])
*Come giapponese magari potrà sembrare strano, ma ho visto tonnellate di film italiani, da [[Federico Fellini|Fellini]] a [[Vittorio De Sica|De Sica]] fino agli Spaghetti Western, così come ho letto molti libri italiani che mi hanno influenzato. Ma Dario Argento è quello che più mi ha segnato, sono un suo grande fan. I miei genitori non volevano che guardassi i suoi film perché troppo spaventosi ma a me non importava, li guardavo lo stesso. ([[Hideo Kojima]])
*Da ragazzina ero ossessionata dall'idea di non essere normale, ma quando ho visto le immagini dei film di Dario Argento ho sentito che mi veniva concessa la possibilità di stare al mondo. Sono numerosi i suoi sostenitori che, come me, dopo aver visto i suoi film hanno addirittura rinunciato all'idea di suicidarsi. ([[Banana Yoshimoto]])
*È assurdo che dopo tanti film di [[Mario Bava]], Antonio Margariti, [[Lucio Fulci]] e Dario Argento solo quest'ultimo sia rimasto a fare questo tipo di cinema. Dove è andato il vostro cinema dell'orrore dopo quella generazione? ([[Joe Dante]])
*Io devo tutto a Dario. Nasco con lui proprio grazie a ''[[Phenomena]]'', dove mi è stata data la prima opportunità davvero importante. Ero ancora un ragazzo che stava iniziando, ma per quanto mi riguarda credo d’aver raccolto la sfida mettendocela veramente tutta. Da allora, la fiducia che mi ha accordato Dario non si è mai più interrotta. ([[Sergio Stivaletti]])
*Ma perchè non si fa scrivere, una volta tanto, un bel copione? Anche Verdi, che era un genio, aveva bisogno del librettista. ([[Tullio Kezich]])
===[[Fabio Giovannini]]===
*La "scuola" di Argento è la scuola del cinema popolare italiano, in particolare del western. La bellezza dell'omicidio ha esordito al cinema nelle finte praterie calcate dai cowboy nostrani. Senza quel retroterra Dario Argento non avrebbe potuto costruire le perfette architetture dei delitti di ''[[4 mosche di velluto grigio|Quattro mosche di velluto grigio]]'' o di ''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]''. La cinepresa di Leone diventava una colt che sparava proiettili micidiali sui toraci e sulle facce dei banditi del west, la cinepresa di Argento diventa un coltello, che sfreccia con crudeltà sui ventri, sulle braccia, sui corpi delle vittime. In Leone e in Argento c'è la stessa "concretezza" della morte.
*Mentre i folli assassini dei suoi film fanno luccicare coltelli e rasoi prima di abbatterli sulle vittime più impaurite, Argento spia con la sua macchina da presa. Rende l'occhio dell'assassino il suo occhio (e quindi, nei cinematografi, l'occhio dello spettatore), immedesima se stesso e il pubblico nello squartatore, non più nella vittima come faceva il cinema americano dell'orrore. Più che "soggettive" dalla parte delle vittime, Argento predilige soggettive dalla parte del boia: il masochismo tipico del film dell'orrore (sentirsi martoriare e uccidere) si trasforma in sadismo (ammazzare, colpire in prima persona).
*Purtroppo anch’io considero privi di innovazione gli ultimi lavori del regista. Rimane una pietra miliare del passato, ma non del presente. Ho una mia opinione, con tutto l’affetto che porto a Dario Argento, con me sempre cortese e amichevole: al contrario di altri registi anche italiani, Argento subisce le conseguenze di un eccessivo individualismo, non è stato in grado, o meglio non ha voluto creare una “factory” intorno a sé. Si è circondato sempre più di laudatores che gridavano al capolavoro di fronte a ogni sua regia, rendendogli difficile percepire la realtà. Si è rinchiuso nel suo personaggio creato nel corso degli anni e nei successi di un tempo, sempre meno permeabile alle novità esterne (al punto di circoscrivere in famiglia, con Asia, la scelta dei protagonisti principali delle sue pellicole). Eppure i suoi capolavori erano proprio caratterizzati dall’innovazione, dalla trasgressione.
*Se c'è una peculiarità di Argento rispetto a tanti registi del terrore d'oltre oceano, questa risiede proprio nella passione estetica per l'assassinio. Quando si uccide, nei film di Argento, la macchina da presa si scatena, si muove selvaggiamente, segue tutte le fasi del delitto con compiacimento e quasi con gioia. Gli schizzi di sangue sono nettare per le raffinate cineprese che Argento utilizza per i suoi film.
===[[George A. Romero]]===
*A Dario riconosco il merito di avere rilanciato la mia carriera con ''Zombi''. Dopo ''La notte dei morti viventi'' mi ero opposto in modo irremovibile all'idea di girare un altro film di Zombi.
*Io dico sempre che anche i miei zombi sono un po' commedia. L'ho detto anche a Dario, ma lui finisce col togliere sempre l'elemento di humour!
*Penso che sia uno dei giganti del cinema e che alcune delle cose che ha fatto siano dei capolavori: Suspiria, ma anche i film precedenti sono fantastici. Abbiamo perfino girato un film insieme ma purtroppo non ci siamo mai trovati sullo stesso set. Decisamente è uno dei grandi maestri.
==Note==
<references />
== Filmografia ==
===Regista===
{{div col|strette}}
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Sceneggiatura===
{{div col|strette}}
*''[[Metti, una sera a cena]]'' (1969)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Soggetto===
*''[[C'era una volta il West]]'' (1968)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
===Produttore===
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
===Attore===
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
==Voci correlate==
*[[Asia Argento]] – figlia
*[[Daria Nicolodi]] – moglie
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Argento, Dario}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Produttori cinematografici italiani]]
[[Categoria:Registi italiani]]
[[Categoria:Sceneggiatori italiani]]
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Mariomassone
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/* Citazioni di Dario Argento */
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[[File:Dario Argento 2014.jpg|thumb|Dario Argento, 2014]]
'''Dario Argento''' (1940 – vivente), sceneggiatore, regista, attore e produttore cinematografico italiano.
==Citazioni di Dario Argento==
{{cronologico}}
*''[[Opera (film)|Opera]]'' nasce come una sfida. Dovevo curare la regia di una vera opera lirica, ''Rigoletto'', ma le mie idee non andavano giù ai dirigenti del Teatro. Dicevano che era una interpretazione troppo ardita dell'opera verdiana. Insomma, non se ne fece niente. Per vendicarmi ho deciso di farci sopra un film, e di guadagnarci pure.<ref>Citato in ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1987/12/08/page_021.pdf Un'opera rosso sangue]'', intervista di [[Michele Anselmi]] su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''L'Unità'', 8 dicembre 1987.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Opera (film)|Opera]]''}} Più di otto mesi abbiamo lavorato per preparare le simulazioni dei voli dei corvi telecomandati. A Parma, dove sono state girate le scene più spettacolari, avevamo affittato un casale per ospitare i corvi veri e la gente lo ribattezzò scherzosamente l'albergo dei corvi: al mattino li prelevavamo per portarli al Regio, e alla sera li riportavamo in "albergo".<ref>Citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,23/articleid,0986_01_1987_0287_0023_23897590/ ''Macbeth con corvi firmato Argento''], ''La Stampa'', 8 dicembre 1987.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Opera (film)|Opera]]''}} Peccato, probabilmente il film sarà vietato ai minori di 14 anni, ma il mondo sta cambiando, oggi c'è [[Michail Gorbačëv|Gorbaciov]], la censura è destinata a sparire.<ref>Citato in ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/10/anche-orrore-sotto.html C'è anche l'orrore sotto l'albero. Esce a Natale "Opera" di Argento]'', ''La Repubblica'', 10 dicembre 1987.</ref>
*Di fare un ''Profondo rosso 2'' non se ne parla, ma per un motivo semplice: chi ama o chi cerca il mio film ha bisogno di trovare la fisicità, i volti e le emozioni stesse che solo la versione originale è in grado di restituire completamente. Escludo perciò di mettermi a lavorare su una continuazione o sul rifacimento integrale della pellicola.<ref>Citato in [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/03/dario-argento-vi-faro-paura-con-mia.html ''Dario Argento: Vi farò paura con mia figlia Asia''], ''Repubblica.it'', 3 luglio 2009</ref>
*È il mondo del [[cinema]] che mi interessa. Nel mezzo di una scena inventata da me c'è una citazione, un parallelo con una scena che ho già visto, può provenire indifferentemente dall'espressionismo tedesco o dal cinema sperimentale.<ref>Dall'intervista di Gabrielle Lucantonio, ''Dario Argento, la televisione si tinge di nero'', ''Il Manifesto'', 20 luglio 2005.</ref>
*Ho seguito il mio istinto anche per il titolo che, per molto tempo, prima delle riprese e a sceneggiatura già finita con attori pronti a girare, non c'era. Prima ho sviato la stampa dicendo che si sarebbe dovuto intitolare ''La tigre con i denti a sciabola'', poi mentre ero in macchina mi è venuto in mente ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''. Ai produttori della CineRiz non piacque, dissero che era sbagliato, suggerivano al massimo Rosso Profondo. Per fortuna che m'impuntai.<ref name=Profondo>Citato in ''[https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/07/profondo-rosso-40-anni-dopo-dario-argento-storia-bellissima-scritta-in-pochi-giorni/1483119/ Profondo Rosso, Dario Argento: "Una storia bellissima scritta in pochi giorni tutta d'un fiato"]'', Davide Turrini ''Ilfattoquotidiano.it'', 7 marzo 2015.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]''}} Mentre giravo quel film sapevo esattamente ciò che volevo. Ero molto rilassato, non sentivo lo stress. E poi la storia è bellissima. L'ho scritta in pochi giorni tutta d'un fiato. Fu miracoloso. Basta guardare un film per capire come sta il regista nel momento in cui l'ha girato.<ref name=Profondo/>
*Nella vita ho sempre scritto, prima recensioni sui giornali, sceneggiature per altri, e poi i miei film, e ora questi racconti {{NDR|''Horror. Storie di sangue, spiriti e segreti''}} che sono incursioni nel mistero, dilatazioni sensoriali e psichiche, incubi e risvegli.<ref>Citato in Marco Lodoli, ''Dario Argento: non abbiate paura della paura'', ''il Venerdì di Repubblica'', 2 marzo 2018.</ref>
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,22/articleid,0999_01_1985_0008_0038_13827774/ Dario Argento, thriller con insetti]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 10 gennaio 1985.}}
*Ho speso più di sei miliardi. La colpa è degli insetti: ho dovuto importare ragni, scorpioni, e vedove nere dall'Africa mentre mosche, cavallette e vespe le abbiamo allevate in più parti di Roma.
*È stato difficile far recitare gli insetti, ma anche la scimmia mi ha fatto impazzire, poiché volevo che la sua interpretazione non fosse buffonesca. Gli insetti sono comunque degli animali simpaticissimi, che ho rappresentato affettuosamente e loro mi hanno ripagato evitandomi pizzichi e punture.
*Perché utilizzare le mani di qualche altro, quando le mie sono così esperte che riescono a fare tutto da sole?
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,21/articleid,0999_01_1985_0025_0021_13836061/ Sono un samurai, sfido l'America con un film]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''La Stampa'', 31 gennaio 1985.}}
*Mi ero fissato in una sfida paranoica: volevo realizzare in un film la più alta tecnica che il cinema italiano in questo momento potesse esprimere. Una specie di super-sfida con il cinema americano dei grandi effetti, rispondendo colpo su colpo: i migliori mezzi, la tecnologia più sofisticata, i collaboratori più bravi.
*Pensavo che ci volessero spalle grandi come quelle di Schwarzenegger per reggere tutto il peso del film. E non sospettavo che Jennifer avesse spalle così robuste. E una volontà così forte.
*Mi dimenticai tutto. Paure. Amori. Amicizie. La mia vita privata. Mi sentivo come un samurai. Completamente catturato dalla disciplina di fare questo film, di vincere questa sfida, la sfida di fare un film compatto e sicuro, potente, impressionante, dei momenti favola e dei momenti pazzia.
*Che ho voluto raccontare? Ancora non lo so. Lo so sempre quattro, cinque mesi dopo l'uscita. Così, a sensazione, a pelle, in ''Phenomena'' ci trovo tante cose mie. Tanto mio cinema. Ma anche tante storie private. Tanti personaggi che ho conosciuto, che ho amato, che mi hanno amato, cui ho fatto del bene, che mi hanno fatto del male, che ho aiutato, che mi hanno tradito, che conosco, che non conoscerò mai. [...] E mi viene in mente un'idea che certo non era cosciente, ma che dà una strana chiave di lettura per il film. Paul Cordino, il personaggio che si nomina tanto nel film ma che non si vede mai, e se fossi io? Quest'idea mi turba, la stessa storia del film ora mi sembra diversa.
{{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/06/22/libero-dario-argento-qualcuno-ha-voluto-farmi.html Libero Dario Argento. "Qualcuno ha voluto farmi una cattiveria"]''|''La Repubblica'', 22 giugno 1985.}}
*Gli ho dato l'hashish e gli ho chiesto: è una cosa grave? E gli agenti hanno risposto: crediamo proprio che lei dovrà essere arrestato... Mi hanno portato in caserma, ed erano tutti molto gentili. L'hashish l'ho dovuto lasciare lì. Andandomene ho detto: mo' nun famo che appena giro le spalle qualcuno se fuma la robba mia...
*Mi hanno messo in una cella minuscola, in isolamento con altre tre persone. Enrico Nicoletti, l'imprenditore coinvolto nello scandalo di Tor Vergata, e altri due che non ho capito chi fossero. In carcere sono stati tutti gentilissimi, sarà forse perchè il mio è un cinema molto trasgressivo e allora dietro le sbarre va forte... Insomma, ho avuto una grande accoglienza. I travestiti, in fondo al corridoio, mi cantavano le serenate sulle note di "Yellow Submarine", ripetendo: "Quanto sei carino".
*La notte in prigione è mostruosa. Di giorno sembra di potere sopravvivere, ma la notte è atroce, straziante, con quelle grida terribili dei tossicomani che vanno a rota.
*Guardi: io non sono mai stato in Perù, non ho mai messo piede in Sud America. E se anche mi fossi voluto spedire della cocaina non l'avrei certo mandata al mio vecchio indirizzo, dove non vivo più da quasi due anni.
{{Int|Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/08/02/argento-evviva-la-paura.html Argento: Evviva la paura]''|Intervista di Maria Pia Fusco su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''La Repubblica'', 2 agosto 1987.}}
*Sì, ''Opera'' è il mio film più costoso, 9 miliardi, quasi il doppio di ''Phenomena''.
*Ai ragazzi piacciono le emozioni forti, le cercano attraverso la musica, il linguaggio, i comportamenti. Per loro, lo dico da sempre, lo spavento al cinema serve da catarsi e, più degli adulti, lo vivono con la consapevolezza della finzione. E nel mio cinema la finzione è autentica. Nessuno viene mai ferito o ucciso veramente, mentre in un film d'amore gli attori si baciano sul serio, c'è più ambiguità.
*Forse sono crudele perchè mio padre è siciliano e mia madre sudamericana e in entrambe le culture la crudeltà è riconosciuta. Forse voglio esorcizzare la mia paura del buio.
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,24/articleid,1346_02_1987_0344_0024_19649579/ Argento: Natale di sangue]''|Intervista di Lamberto Antonelli su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''La Stampa'', 21 dicembre 1987.}}
*{{NDR|Sulla scelta di [[Ronnie Taylor]] come direttore della fotografia}} L'ho scelto perché soltanto lui poteva creare quell'atmosfera con un colore senza particolari dominanti, facendo una fotografia tagliente nella luce, dura, cattiva, allucinante. In fondo «''Opera''» è un thriller più tecnologico che psicologico.
*Ho cominciato a pensarci proprio dopo quell'esperienza mancata per il ''«Rigoletto»''. Ho cominciato a costruirlo isolandomi in un'asettica stanza d'albergo, radunando le confidenze che mi aveva fatto [[Cecilia Gasdia]] parlando di uno dei film che io ho più amato, ''«[[Il fantasma dell'Opera (film 1925)|Il fantasma dell'Opera]]»'' e tuffandomi nei ricordi di un altro grande gilm, ''«[[Gli uccelli]]»'' di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]], non dimenticando l'insegnamento di ''«[[Psycho]]»''.
*Certo l'aspetto più difficile è rappresentato dalle sequenze con i corvi, uccelli che non si riesce ad ammaestrare. Ne abbiamo presi una conquantina e portati in un casale nei pressi di Parma per cercare di addestrarli alla meno peggio. Poi nelle riprese in teatro siamo dovuti ricorrere al rinforzo di corvi finti, telecomandati, ma che non sfigurano affatto nei riguardi di quelli veri. Sembrano più veri dei veri, proprio come quella battuta sui fiori finti... Quasi tutta la scena è come ripresa dai loro occhi, mentre svolazzano minacciosi sulla platea terrorizzando gli spettatori presenti. Sì, questa è stata una delle sequenze più difficili e più costose.
{{Int|Da ''[https://intervistemadyur.blogspot.com/2011/09/intervista-dario-argento-ho-una.html Intervista a Dario Argento]''|''Intervistemadyur.blogspot.com'', 16 settembre 2011.}}
*L'opera di Stroker è un classico della letteratura, che pone molte domande: che cos'è l'amore, che cos'è la solitudine, chi è il vero mostro. Io cerco di dare delle risposte a questi interrogativi.
*{{NDR|Sul [[Conte Dracula]]}} È un essere camaleontico. Secondo il mito, si trasforma solo in lupo o pipistrello. Io ho pensato che poteva assumere le sembianze di altri animali e insetti giganteschi: un topo, una cavalletta, uno scarafaggio…Inoltre, ha rapporti carnali con uomini e donne, ma questa non è una novità: nelle leggende, che li riguardano, i vampiri sono per natura bisessuali, non hanno pregiudizi
*Dracula ha una ferocia inaudita, tuttavia nasconde un lato molto romantico. Il suo amore per Mina è folle e puro. Animalesco, direi. E lo porterà alla rovina. Oltre che all'aglio, lui è vulnerabile al fascino delle famiglie.
*{{NDR|I vampiri}} non sono i soliti serial killer, ma figure piene di sentimenti e di conflitti interiori.
*I vampiri sono una metafora. M'interesso molto all'esoterismo, ma lo considero un fatto culturale, non una realtà soprannaturale. Streghe e magia svelano qualcosa di noi: l'aspirazione dell'uomo a voler cambiare il proprio destino, il desiderio di raggiungere una felicità facile e impossibile.
{{Int|Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/2011/12/08/page_040.pdf Il mio Dracula bello e spietato, mica Twilight]''|Intervista di Paolo Calcagno su ''[[Dracula 3D]]'', ''L'Unità'', 8 dicembre 2011.}}
*C'è molto eros in questo film, l'ho messo in parallelo col Thanatos che segna i destini dei vari personaggi della storia. Il film viaggia proprio sul doppio binario di amore-morte e per farlo correre senza che "deragliasse" questa volta ho voluto curare molto la recitazione che, di solito, nei miei film affido liberamente agli interpreti per non sovraccaricare di progettualità il racconto.
*Il mio "[[conte Dracula]]" non è tetro e spaventoso come quello di [[Christopher Lee]] e nemmeno il personaggio raccontato svogliatamente da Coppola. Anzi, ho incominciato a pensare a Dracula proprio dopo aver visto il [[Dracula di Bram Stoker|film di Coppola]] che mi aveva molto deluso. Il mio è un Dracula storico, affascinante per la sua bellezza e il suo messaggio di morte: è molto europeo ed è persino romantico nel suo inseguimento, per ben 400 anni, della perduta anima gemella.
*Il 3D oltre che a sorprendere il pubblico, mi è stato utile per rappresentare visivamente il senso di profondità, l’interno e l’esterno dietro di noi.
{{Int|Da ''[https://www.bestmovie.it/news/courmayeur-noir-dario-argento-%C2%ABper-dracula-3d-ho-rischiato-di-essere-sbranato-dai-lupi%C2%BB/129727/ Courmayeur Noir – Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Valentina Torlaschi, ''Bestmovie.it'', 8 dicembre 2011.}}
*Col 3D siamo ormai entrati nell’epoca della profondità al cinema e questo ci fa scoprire nuove bellezze. Dopo il colore, il 3D è la nuova rivoluzione del cinema.
*Del romanzo di [[Bram Stoker]] mi ha affascinato molto la storia di amore e morte che aleggia sul personaggio. Poi mi interessavano molto le sue trasformazioni, quando prende le sembianze di animali e altre creature. Un aspetto che in pochi hanno esplorato.
*Thomas Kretschmann, è un Dracula che ha una grande bellezza e fascino, non è certo il tetro [[Christopher Lee]], lui è romantico in un certo senso e mi piaceva questo contrasto con la vera identità del personaggio. Per quel che riguarda [[Rutger Hauer]], nel romanzo di Bram Stoker Van Helsing è olandese e Rutger Hauer è olandese, quindi è stata una scelta giusta anche per l’accento, la sua potenza fisica, la sua forza: è il Van Helsing più giusto di quelli che sono stati fatti.
*In [[Transilvania]] abbiamo trovato solo castelli diroccati oppure trasformati in musei o bed and breakfast: erano talmente finti che a volte sembrava di essere a Disneyland! Delle pagliacciate...
*Degli animali nessuno mi fa paura. In generale, non ho paura di nulla. C’è chi dice di aver terrore dei fantasmi... Magari! A me piacciano i fantasmi. E anche i vampiri, gli zombi. La cosa che più mi inquieta di tutte sono i fantasmi della mia coscienza, qualcosa di profondo, di inconoscibile che parte dal mio subconscio.
{{Int|Da ''[https://www.film.it/film/festival/dettaglio/art/dario-argento-lintervista-esclusiva-5411/ Dario Argento, l'intervista esclusiva]''|Intervista di Pierpaolo Festa, ''Film.it'', 22 maggio 2012.}}
*Volevo rinfrescare il suo look. Il mio [[Conte Dracula|Dracula]] è diverso, selvaggio e romantico. Intelligente e forte. Spesso, nelle altre versioni, si tratta solo di azione. Io ho cercato di puntare alla psicologia. E poi lui è un mito. Mi interessava anche esplorare la sua sessualità, dato che lui ama sia le donne che gli uomini.
*{{NDR|Sul suo Dracula preferito}} Dai, [[Bela Lugosi]] decisamente no. Lui era troppo grasso! Mi piacevano i film della [[Hammer Film Productions|Hammer]] con [[Christopher Lee]]. Lui sì che era selvaggio e spaventoso. Ricordo che ero molto giovane e che il suo Dracula mi spaventò parecchio. Io volevo cambiare la visione di Dracula e non mi interessava fare come Coppola. Forse volevo un Dracula più espressionista.
*{{NDR|Sul remake di ''Suspiria''}} È un'idea che non mi piace e di cui non conosco nulla. Nessuno me ne ha parlato. Non conosco il regista. Non ne so davvero nulla.
*{{NDR|Sui [[Morto vivente|morti viventi]]}} Sono figure estremamente interessanti. Pensateci, guardate là fuori e vi accorgerete che è pieno di morti viventi! Nelle strade come nei film. Sono ovunque!
{{Int|Da ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]''|Intervista di Daniela Catelli, ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.}}
*{{NDR|Su ''[[Dracula il vampiro]]''}} La prima volta che lo vidi {{NDR|il [[Conte Dracula]]}} era nel film [[Hammer Film Productions|Hammer]] di [[Terence Fisher]] e mi sconvolse. Quando l'ho rifatto, però, non mi sono ispirato affatto a quella pellicola, ma a film che ho visto in seguito, agli espressionisti tedeschi come ''Nosferatu'' di Murnau e ''Vampyr'' di Dreyer.<ref>Citato in ''[https://www.comingsoon.it/cinema/interviste/dracula-3d-incontro-con-dario-argento-asia-argento-e-marta-gastini/n18419/ Dracula 3D: Incontro con Dario Argento, Asia Argento e Marta Gastini]'', ''Comingsoon.it'', 21 novembre 2012.</ref>
*Ho lavorato di nuovo con [[Luciano Tovoli|Tovoli]] perché volevo riprendere i colori potenti e saturi, che sono quelli di ''Suspiria'' e per me sono quelli della favola: dei colori forti, potenti, molto netti. Avere lui come direttore della fotografia è stata quindi una scelta obbligata. Per quanto riguarda [[Claudio Simonetti|Simonetti]], credo che per questo film abbia fatto la musica più bella degli ultimi 10 anni. Trovo che sia la sua musica più affascinante, anche se è stata molto elaborata e abbiamo avuto molte discussioni in merito: ma alla fine è venuta la musica più bella di tutte.
*C'è quell'immagine, è vero, quando appare [[Christopher Lee]] {{NDR|in ''[[Dracula il vampiro]]''}} con tutta la bocca sporca di sangue. Quella in effetti sì, devo dire di averla presa dalla Hammer.
{{Int|Da ''[https://quinlan.it/2014/12/01/intervista-dario-argento/ Dario Argento, nel cuore di Profondo rosso]''|Intervista di Alessandro Aniballi, Giampiero Raganelli e Raffaele Meale, ''Quinlan.it'', 1 dicembre 2014.}}
*Non mi ha mai interessato il realismo nel raccontare un luogo, una città; ciò che mi interessa è solo raccontare una storia. In ''Profondo rosso'' c'è una città che io ho immaginato, tutto qui.
*''Nighthawks'' di [[Edward Hopper]] è un quadro iperrealista, e mi piaceva che questo tipo di pittura indicasse una strada anche per l'interpretazione estetica del film, che volevo a mia volta che rientrasse nei canoni dell’iperrealismo. Il quadro di Hopper mi permetteva di donare una possibile chiave di lettura allo spettatore senza risultare pedissequo o senza affidarmi a una spiegazione troppo retorica.
*In precedenza [...] avevo lavorato con [[Ennio Morricone]], che ha composto per L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio delle musiche splendide; ma per Profondo rosso mi interessava esplorare universi diversi, approfondendo dei temi legati al rock progressive, che dessero al film le tonalità musicali che mi sembravano più consone al tipo di racconto. Ho avuto la fortuna di imbattermi in un gruppo di giovani, praticamente debuttanti, e per istinto ho capito che sarebbero stati perfetti per il film.
*Volevo raccontare come la memoria potesse a volte metterti anche su delle false piste, suggerendoti soluzioni sbagliate.
{{Int|Da ''[https://www.stefanocorradino.com/profondo-rosso-compie-40-anni-intervista-a-dario-argento-anche-io-ho-le-mie-paure-tra-cui-i-corridoi-pink-floyd-goblin/ "Profondo rosso" compie 40 anni.]''|Intervista di Stefano Corradino, ''Stefanocorradino.com'', 28 luglio 2015.}}
*{{NDR|Su [[Carlo Rambaldi]]}} Era un genio. Quando scrivevo le sceneggiature andavo da lui e parlavamo di alcuni effetti possibili da inserire. Solo lui riusciva a metterli in pratica. E allora gli effetti non erano elettronici, tutto era fatto "a mano"...
*{{NDR|Su ''Profondo rosso''}} È nato dai miei pensieri più profondi. Come in un sogno. Può darsi che sia per questo che varie generazioni ci si ritrovano, perché non è legato a un periodo storico particolare, e per questo non invecchia. È un film senza tempo.
*Li cercai {{NDR|i [[Pink Floyd]]}} ed erano interessati. Purtroppo però in quel momento stavano lavorando al disco "The Wall" e all'omonimo film. Fu un peccato ma quando poi entrai in contatto con i Goblin un gruppo romano allora sconosciuto fui molto intrigato dalla loro musica. Il risultato lo conoscete...
{{Int|Da ''Profondo Nero - Dario Argento racconta il suo Dylan Dog''|articolo di Gianmaria Tammaro, da ''Best Movie'', rubrica ''Dentro le nuvole'', n. 8, anno XVII, agosto 2018, pp. 112 e 113.}}
*Non sono un grande lettore di fumetti, ma ''[[Dylan Dog]]'' è un po' un'eccezione. L'ho scoperto da adulto, e mi ha molto affascinato fin da subito, per le passioni in comune che avevo con il suo [[Tiziano Sclavi|autore]] e per quei suoi continui rimandi a un mondo che era il mio: quello del cinema horror. E poi c'erano gli omaggi che Sclavi faceva ai miei film. Mi hanno sempre divertito e reso molto orgoglioso.
*Negli uffici della Sergio Bonelli Editore mi aveva detto che voleva conoscermi{{NDR|Tiziano Sclavi}} e io sono andato. Abbiamo parlato a lungo: è stato un incontro molto interessante. Ho scoperto una persona con una grande umanità e una dolcezza che uno non si aspetta leggendo le sue cose.
*Un film è una macchina estremamente complessa e faticosa. Il [[fumetto]], invece, è libero. Sereno. Si è solo in due, lo sceneggiatore e il disegnatore. E se vuoi mostrare qualcosa di spettacolare, che al cinema sarebbe costosissimo, in un albo a fumetti non devi nemmeno preoccuparti del budget.
*Me lo hanno chiesto molte volte, e non so mai cosa rispondere. Sono molte le cose che mi fanno paura e che mi creano angoscia. Se così non fosse, del resto, non avrei scelto di diventare un regista di film horror.
{{Int|Da ''[https://movieplayer.it/articoli/dario-argento-intervista-serie-tv-videogioco-nuovo-film_20810/ Dario Argento: "Tra serie tv e videogiochi, sto pensando a un film. Ci rivediamo tra un anno"]''|Intervista di Valentina D'Amico, ''Movieplayer.it'', 8 maggio 2019.}}
*Certi aspetti del mio cinema non li capisco neanche io. Sono istintivo, aspetto che l'ispirazione mi arrivi chissà da dove. Sto alla finestra e aspetto che i pensieri della gente arrivino a me per metterli nei film. Il pensiero è una cosa solida, rimane e continua a vagare nella città.
*Il cinema di paura racconta storie che nascono dall'inconscio, paure intime. Oggi a interpretare al meglio il genere è l'Estremo Oriente. Sono stato più volte in Corea del Sud, molti registi hanno ammesso di essere stati influenzati dal mio cinema. Anche il cinema giapponese e quello messicano sono molto interessanti.
*{{NDR|Su [[Tony Musante]]}} I litigi con lui erano continui, sul set non ci parlavamo più, ma Tony non è stato l'unico con cui ho avuto problemi. Anche con la protagonista di ''[[Opera (film)|Opera]]'', [[Cristina Marsillach]], ho avuto un rapporto spaventoso. Siamo arrivati al punto che ci parlavamo solo tramite biglietti, oppure usavamo il mio aiuto regista come tramite anche quando ci trovavamo nella stessa stanza. Cristina era una persona molto capricciosa, bizzarra, era impossibile starle vicino.
*Amo le innovazioni e apprezzo internet. È utile, interessante. Ma non ho un rapporto buono con i social. Non li uso, non mi va di raccontare il privato. Le mie esperienze e i miei pensieri li tengo dentro di me, in attesa che mi suggeriscano nuove storie.
{{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/spettacoli/2019/07/24/news/rutger_hauer_dario_argento_-301002615/ Rutger Hauer, Dario Argento: "Amava la vita. La cosa di cui era più orgoglioso? Il monologo di 'Blade Runner'"]''|Intervista di Arianna Finos su [[Rutger Hauer]], ''Repubblica.it'', 24 luglio 2019.}}
*Era molto creativo, intelligente, inventava battute, scene, situazioni. Aveva chiarissima la visione generale del film. Avrebbe potuto fare lo sceneggiatore, il regista. Quando arrivava sul set tutti erano emozionati. Diceva: "Che pensi di questa idea? Ci ho lavorato stanotte, ti piace?" Aveva voluto un Van Helsing scienziato, più che avventuriero.
*{{NDR|Su ''[[Dracula 3D]]''}} Lo aspettavamo sul set, la sera. Non arrivava e chiamammo l’albergo: "È uscito stamattina". Ci allarmammo e dopo molte ore, mentre tutti lo cercavamo dappertutto, chiamammo i carabinieri. Finalmente accese il telefono "non so dove mi trovo". Lo localizzarono ed era in una specie di foresta dove aveva avuto un misterioso appuntamento con una signora e poi si era perso.
*Amava mangiare e bere, in Piemonte mi portava sempre a mangiare in un ristorante giapponese. Soprattutto amava ridere ed era capace di battute folgoranti. I suoi racconti erano avvincenti, aveva avuto una vita avventurosissima, girato il mondo, lavorato con i registi più diversi, dai più intellettuali ai commerciali.
{{Int|Da ''[https://www.mangialibri.com/interviste/intervista-dario-argento Intervista a Dario Argento]''|Intervista di Costanza Ciminelli, ''Mangialibri.com'', novembre 2019.}}
*Ho amato molto il cinema muto, in particolare ''[[La corazzata Potëmkin]]''. [...] Considero il film di Ejzenštejn meraviglioso, sublime, un capolavoro ineguagliato della storia del cinema che, non a caso, ha ispirato tantissimi cineasti.
*In Italia non ci sono più capitali per il cinema, si produrranno 60 film l’anno, di cui soltanto 6 o 7 decenti. I capitali si impiegano in fiction – che è una cosa incredibile e inverosimile, questa sì da far rizzare i capelli in testa – e non nel cinema. È, dunque, sempre più il modello televisivo a prendere piede e a condizionare il modo di concepire la regia, la sceneggiatura, i soggetti, la recitazione, per non parlare dei casting, oramai ci sono anche degli standard in fatto di fisiognomica filmica (facce tutte piuttosto simili, carucce, ma banali, senz’anima). Tutto all’insegna di un indegno livellamento, che si rivela la negazione della idea stessa di cinema. L’unica soluzione è girare in digitale, e solo in un secondo tempo pensare alla pellicola. Un’altra cosa importante è unirsi e dare vita a esperimenti di cooperativismo.
*{{NDR|Le critiche}} a ''Suspiria'' sono state un massacro, qualcosa di talmente violento da indurre a cambiare lavoro: ricordo di aver ricevuto insulti personali molto pesanti ma anche di aver dovuto subire volgarità sulla mia famiglia. [...] Relativamente a ''Inferno'' le cose andarono ancora peggio: tanto che per qualche momento fui tentato di trasferirmi in un’altra nazione, cambiare professione o comunque cambiare genere. Non riuscivo a capacitarmi: era stato un lavoro molto pensato, ci avevo speso tempo, impegno, avevo studiato ogni cosa nei minimi particolari, documentandomi molto sull’alchimia su cui poggia il film.
*Emblematica del mio rapporto con la censura, però, è stata l’uscita di ''[[Opera (film)|Opera]]''. In Italia ebbi una lite spaventosa con la Commissione censura. Tra liti e urla, il capo della commissione, un alto magistrato, non sapendo più come e cosa rispondere alle mie obiezioni, finì col chiamare i carabinieri. Venni allontanato dalle forze dell’ordine, come fossi un malfattore. Aver fatto ''Opera'' mi aveva tolto molta energia, ma il dopo mi ridusse a pezzi, caddi in depressione. La censura tagliò moltissimo il film, che, in Italia, venne ulteriormente accorciato di 20 minuti dalla compagnia di distribuzione che lo aveva acquistato (riuscii a carpire, con l’inganno, un’unica copia della versione originale al produttore Cecchi Gori dicendogli che l’avrei spedita per la distribuzione in Inghilterra, invece, me la sono tenuta). Per me la visione di ciò che restava risultò intollerabile, ero talmente abbattuto che partii da solo per un lunghissimo viaggio, pensando anche di non tornare più in Italia.
{{Int|Da ''[https://www.rollingstone.it/cinema/interviste-cinema/dario-argento-i-politici-una-massa-di-ignoranti-i-critici-sono-cambiati-loro-non-io/651530/#Part1 Dario Argento: «I politici? Una massa di ignoranti. I critici? Sono cambiati loro, non io»]''|Intervista di Gianmarco Aimi, ''Rollingstone.it'', 15 luglio 2022.}}
*Veramente sta per finire il governo Draghi? [...] Ma come è possibile? È una delle poche persone di valore che abbiamo in Italia. Ha delle idee, è un grande economista, proprio quello che serviva per il nostro Paese. E pensa un po’, ora lo mandano via? E chi si prendono? Chi c’è come lui? Lo sostituiranno delle mezze cartucce...
*L’arte ha sempre fatto il suo dovere. Se nelle grandi scelte non partecipa, è perché il gruppo dirigente che c’è in Italia oggi è molto più scarso del passato. Molti sono ignoranti, non conoscono l’arte, non sanno niente di niente. Conoscono solo quello che interessa alla loro combriccola.
*È cambiata la critica, non sono cambiato io. C’è una nuova generazione al potere. Prima non si sarebbero mai immaginati di far vincere un festival a un film porno come ''[[La forma dell'acqua - The Shape of Water|La forma dell'acqua]]'' di [[Guillermo del Toro]]. O a ''[[Parasite]]'' del regista sudcoreano [[Bong Joon-ho]]. Certi film che un tempo venivano considerati di serie B ora sono sulla cresta dell’onda.
*Se dieci persone vedono la stessa cosa, non è detto che tutte e dieci la ricordino nello stesso modo. Ognuno potrebbe dare la propria interpretazione. La memoria si confonde con quello che noi immaginiamo. Proprio come dice Carlo, interpretato da Gabriele Lavia, in ''Profondo rosso''.
==Citazioni su Dario Argento==
*A ogni nuovo film questo Argento mi entusiasma e mi irrita. Gira come un americano bravo, ma con la malizia europea che laggiù non possiedono. ([[Tullio Kezich]])
*Come giapponese magari potrà sembrare strano, ma ho visto tonnellate di film italiani, da [[Federico Fellini|Fellini]] a [[Vittorio De Sica|De Sica]] fino agli Spaghetti Western, così come ho letto molti libri italiani che mi hanno influenzato. Ma Dario Argento è quello che più mi ha segnato, sono un suo grande fan. I miei genitori non volevano che guardassi i suoi film perché troppo spaventosi ma a me non importava, li guardavo lo stesso. ([[Hideo Kojima]])
*Da ragazzina ero ossessionata dall'idea di non essere normale, ma quando ho visto le immagini dei film di Dario Argento ho sentito che mi veniva concessa la possibilità di stare al mondo. Sono numerosi i suoi sostenitori che, come me, dopo aver visto i suoi film hanno addirittura rinunciato all'idea di suicidarsi. ([[Banana Yoshimoto]])
*È assurdo che dopo tanti film di [[Mario Bava]], Antonio Margariti, [[Lucio Fulci]] e Dario Argento solo quest'ultimo sia rimasto a fare questo tipo di cinema. Dove è andato il vostro cinema dell'orrore dopo quella generazione? ([[Joe Dante]])
*Io devo tutto a Dario. Nasco con lui proprio grazie a ''[[Phenomena]]'', dove mi è stata data la prima opportunità davvero importante. Ero ancora un ragazzo che stava iniziando, ma per quanto mi riguarda credo d’aver raccolto la sfida mettendocela veramente tutta. Da allora, la fiducia che mi ha accordato Dario non si è mai più interrotta. ([[Sergio Stivaletti]])
*Ma perchè non si fa scrivere, una volta tanto, un bel copione? Anche Verdi, che era un genio, aveva bisogno del librettista. ([[Tullio Kezich]])
===[[Fabio Giovannini]]===
*La "scuola" di Argento è la scuola del cinema popolare italiano, in particolare del western. La bellezza dell'omicidio ha esordito al cinema nelle finte praterie calcate dai cowboy nostrani. Senza quel retroterra Dario Argento non avrebbe potuto costruire le perfette architetture dei delitti di ''[[4 mosche di velluto grigio|Quattro mosche di velluto grigio]]'' o di ''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]''. La cinepresa di Leone diventava una colt che sparava proiettili micidiali sui toraci e sulle facce dei banditi del west, la cinepresa di Argento diventa un coltello, che sfreccia con crudeltà sui ventri, sulle braccia, sui corpi delle vittime. In Leone e in Argento c'è la stessa "concretezza" della morte.
*Mentre i folli assassini dei suoi film fanno luccicare coltelli e rasoi prima di abbatterli sulle vittime più impaurite, Argento spia con la sua macchina da presa. Rende l'occhio dell'assassino il suo occhio (e quindi, nei cinematografi, l'occhio dello spettatore), immedesima se stesso e il pubblico nello squartatore, non più nella vittima come faceva il cinema americano dell'orrore. Più che "soggettive" dalla parte delle vittime, Argento predilige soggettive dalla parte del boia: il masochismo tipico del film dell'orrore (sentirsi martoriare e uccidere) si trasforma in sadismo (ammazzare, colpire in prima persona).
*Purtroppo anch’io considero privi di innovazione gli ultimi lavori del regista. Rimane una pietra miliare del passato, ma non del presente. Ho una mia opinione, con tutto l’affetto che porto a Dario Argento, con me sempre cortese e amichevole: al contrario di altri registi anche italiani, Argento subisce le conseguenze di un eccessivo individualismo, non è stato in grado, o meglio non ha voluto creare una “factory” intorno a sé. Si è circondato sempre più di laudatores che gridavano al capolavoro di fronte a ogni sua regia, rendendogli difficile percepire la realtà. Si è rinchiuso nel suo personaggio creato nel corso degli anni e nei successi di un tempo, sempre meno permeabile alle novità esterne (al punto di circoscrivere in famiglia, con Asia, la scelta dei protagonisti principali delle sue pellicole). Eppure i suoi capolavori erano proprio caratterizzati dall’innovazione, dalla trasgressione.
*Se c'è una peculiarità di Argento rispetto a tanti registi del terrore d'oltre oceano, questa risiede proprio nella passione estetica per l'assassinio. Quando si uccide, nei film di Argento, la macchina da presa si scatena, si muove selvaggiamente, segue tutte le fasi del delitto con compiacimento e quasi con gioia. Gli schizzi di sangue sono nettare per le raffinate cineprese che Argento utilizza per i suoi film.
===[[George A. Romero]]===
*A Dario riconosco il merito di avere rilanciato la mia carriera con ''Zombi''. Dopo ''La notte dei morti viventi'' mi ero opposto in modo irremovibile all'idea di girare un altro film di Zombi.
*Io dico sempre che anche i miei zombi sono un po' commedia. L'ho detto anche a Dario, ma lui finisce col togliere sempre l'elemento di humour!
*Penso che sia uno dei giganti del cinema e che alcune delle cose che ha fatto siano dei capolavori: Suspiria, ma anche i film precedenti sono fantastici. Abbiamo perfino girato un film insieme ma purtroppo non ci siamo mai trovati sullo stesso set. Decisamente è uno dei grandi maestri.
==Note==
<references />
== Filmografia ==
===Regista===
{{div col|strette}}
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Sceneggiatura===
{{div col|strette}}
*''[[Metti, una sera a cena]]'' (1969)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Le cinque giornate]]'' (1973)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Suspiria]]'' (1977)
*''[[Inferno (film)|Inferno]]'' (1980)
*''[[Tenebre (film 1982)|Tenebre]]'' (1982)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
*''[[Dracula 3D]]'' (2012)
{{div col end}}
===Soggetto===
*''[[C'era una volta il West]]'' (1968)
*''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'' (1970)
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
*''[[Profondo rosso (film 1975)|Profondo rosso]]'' (1975)
*''[[Phenomena]]'' (1985)
===Produttore===
*''[[Phenomena]]'' (1985)
*''[[Non ho sonno]]'' (2001)
*''[[Il cartaio]]'' (2004)
*''[[La terza madre]]'' (2007)
*''[[Giallo (film 2009)|Giallo]]'' (2009)
===Attore===
*''[[Il gatto a nove code]]'' (1971)
==Voci correlate==
*[[Asia Argento]] – figlia
*[[Daria Nicolodi]] – moglie
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Argento, Dario}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Produttori cinematografici italiani]]
[[Categoria:Registi italiani]]
[[Categoria:Sceneggiatori italiani]]
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Incipit/F
0
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2022-08-09T08:43:28Z
Gaux
18878
/* F */ Ludwig Friedländer: Studii intorno agli usi ed ai costumi dei romani
wikitext
text/x-wiki
<noinclude>{{incipit|lettera=F}}</noinclude>
==F==
<span id="Fa"></span>
*'''[[Antonino Faà di Bruno]]'''
**Dal giorno in cui pervenne
**Già, quasi a comune nostra ricordanza
*'''[[Luigi Fabbri]]'''
**Anarchia e comunismo "scientifico"
**Carlo Pisacane
**Dittatura e rivoluzione
**L'ideale anarchico
*'''[[Michel Faber]]'''
**Il petalo cremisi e il bianco
*'''[[Claudio Fabretti]]'''
**Francesco De Gregori, fra le pagine chiare e le pagine scure
*'''[[Lanfranco Fabriani]]'''
**Nelle nebbie del tempo
*'''[[Giovan Battista Fagiuoli]]'''
**Prose
*'''[[Alessandra Faiella]]'''
**Il lato B
*'''[[Barbara Faith]]'''
**L'uomo del deserto
*'''[[Giorgio Faletti]]'''
**Appunti di un venditore di donne
**Fuori da un evidente destino
**Io sono Dio
**Io uccido
**Niente di vero tranne gli occhi
**Pochi inutili nascondigli
*'''[[Giorgio Falco]]'''
**Ipotesi di una sconfitta
**L'ubicazione del bene
**La gemella H
*'''[[Ildefonso Falcones]]'''
**La cattedrale del mare
**La mano di Fatima
*'''[[Fabrizio Falconi]]'''
**Dieci luoghi dell'anima
**I fantasmi di Roma
*'''[[Francesco Falconi]]'''
**Estasia. Danny Martine e la Corona Incantata
**L'Aurora delle Streghe – Underdust
**Mad for Madonna. La Regina del pop
**Nemesis – L'Ordine dell'Apocalisse
**Nemesis. La chiave di Salomone
*'''[[Giovanni Faldella]]'''
**Donna Folgore
**Le figurine
**Un viaggio a Roma senza vedere il Papa
**Una serenata ai morti
*'''[[Oriana Fallaci]]'''
**I sette peccati di Hollywood
**Insciallah
**Intervista con il Potere
**Intervista con la storia
**La forza della ragione
**La rabbia e l'orgoglio
**Lettera a un bambino mai nato
**Niente e così sia
**Oriana Fallaci intervista sé stessa – L'Apocalisse
**Penelope alla guerra
**Quel giorno sulla luna
**Se il sole muore
**Un cappello pieno di ciliege
**Un uomo
*'''[[Hans Fallada]]'''
**E adesso, pover'uomo?
**Senza amore
**Tutto da rifare, pover'uomo...
*'''[[René Fallet]]'''
**Sobborghi
*'''[[Susan Faludi]]'''
**Contrattacco
*'''[[Giuseppe Fanciulli]]'''
**Creature
*'''[[Pietro Fanfani]]'''
**Cecco d'Ascoli
**Novelle e ghiribizzi
***Don Ficchíno
***La consolazione della vedova
***I tordi-merli
***Le píllole bachícche
***La discrezione de' Frati
***Una scommessa
***Il Genio d'Italia col capo di cavallo
***Sero sapiunt Phryges
***Il mio ciuco è andato sempre di qui
***Di un francese che voleva digiunare
***Il sarto raddirizzagobbi
***Del frate cambiato in asino
***Sette di vino
***Una gita degli alpinisti sul medio evo
***Il diavolo scolaro de' Gesuiti
***L'ipòcrita còlto al laccio
***La pasta frolla
***La visita di un Ispettore scolastico; commedia fatta per celia
***L'Arlecchino, il Brighella e il Còla del Vocabolario novello della Crusca; scherzo drammatico
***Il Codino
***Il Collare della SS. Annunziata; tragedia di un verista, in tre atti
*'''[[Dan Fante]]'''
**Angeli a pezzi
*'''[[John Fante]]'''
**A ovest di Roma
**Aspetta primavera Bandini
**Chiedi alla polvere
**Full of life
**La strada per Los Angeles
**Sogni di Bunker Hill
*'''[[Omar Fantini]]'''
**Non si esce vivi dagli anni '80
*'''[[Tito Faraci]]'''
**Oltre la soglia
*'''[[Michael Faraday]]'''
**Storia chimica di una candela
*'''[[Maria Luisa Fargion]]'''
**Lungo le acque tranquille
*'''[[Salvatore Farina]]'''
**Amore bendato: racconto
**Carta bollata: racconto
**Due amori
**Fante di picche. Una separazione di letto e di mensa. Un uomo felice
***Fante di picche
***Una separazione di letto e di mensa
***Un uomo felice
*'''[[Franco Farinelli]]'''
**L'invenzione della Terra
*'''[[Luigi Carlo Farini]]'''
**Storia d'Italia
*'''[[Nancy Farmer]]'''
**Una ragazza chiamata disastro
*'''[[Philip José Farmer]]'''
**Gli amanti di Siddo
**Gli dèi del fiume
**Il fabbricante di universi
**Il fiume della vita
**Il grande disegno
**Il labirinto magico
**La matricola
**Mordi il prossimo tuo
**Venere sulla conchiglia
*'''[[James Thomas Farrell]]'''
**Tutto, ma non un cuore
*'''[[Howard Fast]]'''
**Dall'asfalto di New York
**Il cerchio
*'''[[William Faulkner]]'''
**L'urlo e il furore
**La città
**Luce d'agosto
**Non si fruga nella polvere
**Requiem per una monaca
**Santuario
*'''[[Antonio Favaro]]'''
**Archimede
**Galileo Galilei
**Per la edizione nazionale delle opere di Galileo Galilei. Esposizione e disegno
*'''[[Adam Fawer]]'''
**Improbable
*'''[[Pierre Fayard]]'''
**Vincere senza combattere
*'''[[Elido Fazi]]'''
**Bright Star. La vita autentica di John Keats
*'''[[Gaetano Fazzari]]'''
**Breve storia della matematica dai tempi antichi al medio-evo
*'''[[Giulia Fazzi]]'''
**Ferita di guerra
*'''[[Gianni Fazzini]]'''
**Il Gentiluomo dei Tre Mondi
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<span id="Fe"></span>
*'''[[Paolo Febbraro]]'''
**La tradizione di Palazzeschi
*'''[[Nora Federici]]'''
**Lezioni di demografia
*'''[[Christine Feehan]]'''
**Il principe vampiro – Attrazione fatale
*'''[[José Pablo Feinmann]]'''
**Amaro, non troppo
*'''[[Raymond E. Feist]]'''
**Il ragazzo della legna
**Il signore della magia
*'''[[Giuseppe Felissano]]'''
**Siccome nella Visita Pastorale
*'''[[François Fénelon]]'''
**L'educazione delle fanciulle
*'''[[Salvatore Fenicia]]'''
**Canto a tutte le donne virtuose dell'universo
**Componimenti scritti per chiarire taluni punti oscuri della fisica arcana
*'''[[Luigi Fenizi]]'''
**Icaro è caduto
*'''[[Beppe Fenoglio]]'''
**I ventitré giorni della città di Alba
**Il libro di Johnny
**Il partigiano Johnny
**La malora
**Primavera di bellezza
*'''[[Ferdinando I de' Medici]]'''
**Prohibitione di fonder o' diminuire monete ducali d'argento
*'''[[Ferdinando I di Napoli]]'''
**Esortazione di insorgere contro i baroni ribelli
*'''[[Kitty Ferguson]]'''
**La musica di Pitagora
*'''[[Lawrence Ferlinghetti]]'''
**L'amore nei giorni della rabbia
*'''[[Macedonio Fernández]]'''
**Museo del romanzo della Eterna
*'''[[Aron Fernando]]'''
**Progetto filosofico di una completa riforma del culto e dell'educazione
*'''[[Giuseppe Ferrandino]]'''
**Pericle il nero
**Spada
*'''[[Elena Ferrante]]'''
**I giorni dell'abbandono
**L'amica geniale
**L'amore molesto
**Storia del nuovo cognome
*'''[[Gianluca Ferrara]]'''
**Nonostante il Vaticano
*'''[[Carlotta Ferrari]]'''
**Lotario
*'''[[Giuseppe Ferrari]]'''
**Filosofia della Rivoluzione
**La mente di Pietro Giannone
*'''[[Paolo Ferrari (commediografo)|Paolo Ferrari]]'''
**Baltromèo Calzolaro
**Goldoni e le sue sedici commedie nuove
**La medicina d'una ragazza malata
**La satira e Parini
**Nessuno va al campo
*'''[[Pio Vittorio Ferrari]]'''
**Villa Glori - Ricordi ed aneddoti dell'autunno 1867
*'''[[Davide Ferrario]]'''
**Sangue mio
*'''[[Zoë Ferraris]]'''
**Gli occhi del deserto
*'''[[Franco Ferrarotti]]'''
**La strage degli innocenti. Note sul genocidio di una generazione
*'''[[Elizabeth Ferrars]]'''
**Atroce dubbio
**Cento ore di paura
**Esperimento con la morte
**Il testamento incredibile
**L'eredità della vecchia signora
**L'incubo di Camilla
**Nell'occhio del delitto
*'''[[Ernesto Ferrero]]'''
**I migliori anni della nostra vita
**L'anno dell'indiano
**Lezioni napoleoniche
**N.
*'''[[Guglielmo Ferrero]]'''
**Grandezza e decadenza di Roma
**L'Europa giovane. Studi e viaggi nei paesi del Nord
*'''[[Emilia Ferretti Viola]]'''
**Una fra tante
*'''[[Giovanni Lindo Ferretti]]'''
**Bella gente d'Appennino
*'''[[Enrico Ferri]]'''
**La scuola criminale positiva
*'''[[Franco Ferrucci]]'''
**Fuochi
*'''[[Michele Ferrucci]]'''
**De' singolari meriti di Cicerone nella lingua ed eloquenza latina
*'''[[Joachim Fest]]'''
**Hitler. Una biografia
**Il volto del Terzo Reich
*'''[[Pasquale Festa Campanile]]'''
**Conviene far bene l'amore
**La ragazza di Trieste
**Per amore, solo per amore
*'''[[Lion Feuchtwanger]]'''
**Ballata spagnola
**Jefte e sua figlia
**Süss l'ebreo
*'''[[Octave Feuillet]]'''
**Il romanzo di un giovane povero
<span id="Ff"></span>
*'''[[Jasper Fforde]]'''
**Il pozzo delle trame perdute
*'''[[Katie Fforde]]'''
**Un sentimento inopportuno
<span id="Fg"></span>
<span id="Fh"></span>
<span id="Fi"></span>
*'''[[Gabriele Fiamma]]'''
**Sei prediche
*'''[[Cesare Fiaschi]]'''
**Trattato dell'imbrigliare, atteggiare & ferrare cavalli
*'''[[Johann Gottlieb Fichte]]'''
**La missione del dotto
*'''[[Heinrich Fichtenau]]'''
**L'Impero carolingio
*'''[[Marsilio Ficino]]'''
**Sopra lo amore
*'''[[Helen Fielding]]'''
**Il diario di Bridget Jones
*'''[[Henry Fielding]]'''
**Tom Jones
*'''[[Vera Nikolaevna Figner]]'''
**Le carceri russe
*'''[[Vincenzo da Filicaja]]'''
**Lettere inedite a Lorenzo Magalotti
*'''[[Filippo da Messina]]'''
**Oi Siri Deo, con forte fu lo punto
*'''[[Lucio Flavio Filostrato]]'''
**Vita di Apollonio di Tiana
*'''[[Francesco Filelfo]]'''
**Exercitatiunculae
*'''[[Anne Fine]]'''
**Come scrivere da cani
*'''[[Reuben Fine]]'''
**La psicologia del giocatore di scacchi
*'''[[Massimo Fini]]'''
**Senz'anima
*'''[[Charles Coleman Finlay]]'''
**Prigioniero politico
*'''[[Jack Finney]]'''
**Gli invasati
**Indietro nel tempo
**Un mondo di ombre
*'''[[Angelo Fiore]]'''
**Un caso di coscienza
**Il supplente
**Il lavoratore
**L'incarico
**Domanda di prestito
**L'erede del Beato
*'''[[Francesco Fiorentino]]'''
**Il Risorgimento filosofico nel Quattrocento
*'''[[Giovanni Fiorentino]]'''
**Il Pecorone
*'''[[Vittorio Fiorini]]'''
**I Francesi in Italia (1796-1815)
*'''[[Barbara Fiorio]]'''
**Buona fortuna
**Chanel non fa scarpette di cristallo
**Qualcosa di vero
*'''[[Angelo Luigi Fiorita]]'''
**Andrea Doria
**Matematica allegra
*'''[[Tibor Fischer]]'''
**La gang del pensiero
**Sotto il culo della rana
**Viaggio al termine di una stanza
*'''[[Janet Fitch]]'''
**Oleandro bianco
*'''[[Sebastian Fitzek]]'''
**Il gioco degli occhi
**La terapia
**Schegge
*'''[[Conor Fitzgerald]]'''
**I cani di Roma
*'''[[Penelope Fitzgerald]]'''
**Il fiore azzurro
*'''[[Becca Fitzpatrick]]'''
**Angeli nell'ombra
**Il bacio dell'angelo caduto
**L'ultimo angelo
**Sulle ali di un angelo
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*'''[[Fannie Flagg]]'''
**In piedi sull'arcobaleno
**Mr. Zuppa Campbell il pettirosso e la bambina
**Pomodori verdi fritti alla fermata del treno
**Torta al caramello in Paradiso
*'''[[Ennio Flaiano]]'''
**Diario notturno
**La solitudine del satiro
**Tempo di uccidere
*'''[[Carlo Flamigni]]'''
**Diario di un laico
*'''[[Camille Flammarion]]'''
**L'astronomia popolare
**Per la scienza dell'anima
*'''[[Gustave Flaubert]]'''
**Bouvard e Pécuchet
**L'educazione sentimentale
**La signora Bovary
**Memorie di un pazzo
**Salambò
*'''[[Flegomene]]'''
**Sopra gli effetti del moto nella fabbrica del mondo
*'''[[Lydia Flem]]'''
**Casanova
*'''[[Ian Fleming]]'''
**Agente 007 al servizio segreto di Sua Maestà
**Agente 007 Thunderball Operazione Tuono
**Casinò Royale
**Dalla Russia con amore
**Di proprietà di una signora
**Il Lume dell'intelletto
**Moonraker
**Octopussy
**Si vive solo due volte
**Una cascata di diamanti
**Vivi e lascia morire
*'''[[Alex Flinn]]'''
**Beastly
*'''[[Gillian Flynn]]'''
**L'amore bugiardo
*'''[[Gavin Flood]]'''
**L'induismo
*'''[[Francesco Florimo]]'''
**Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli
*'''[[John Florio]]'''
**Giardino di ricreatione
*'''[[Giovanni Floris]]'''
**La fabbrica degli ignoranti
*'''[[Joanne Fluke]]'''
**Video kill
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*'''[[Dario Fo]]'''
**La signora è da buttare
**Marino libero! Marino è innocente!
**Mistero buffo
**Morte accidentale di un anarchico
*'''[[Marcello Foa]]'''
**Il ragazzo del lago
*'''[[Jonathan Safran Foer]]'''
**Eccomi
**Molto forte, incredibilmente vicino
**Ogni cosa è illuminata
**Se niente importa
*'''[[Antonio Fogazzaro]]'''
**Daniele Cortis
** Fedele ed altri racconti
***Fedele
***Un'idea di Ermes Torranza
***Il fiasco del maestro Chieco
***Eden Anto
***Una goccia di rhum
***Pereat Rochus
***Liquidazione
**Il dolore nell'arte
**Il fiasco del maestro Chieco. Racconti musicali
**Il mistero del poeta
**Il santo
**Leila: romanzo
**Malombra
**Miranda
**Piccolo mondo antico
**Piccolo mondo moderno
**Sonatine bizzarre
***Il parere di Ulisse
***Suonatina per orsi
***La dottoressa Pascal
***Il nostro secolo
***"La Nitália l'è brodéga"
***Solamente le armi?
***Bismarck
*'''[[Marcello Fois]]'''
**Piccole storie nere
**Stirpe
**Tamburini
*'''[[Folcacchiero da Siena]]'''
**Tutto lo mondo vive sanza guerra
*'''[[Folco di Calavra]]'''
**D'Amor distretto vivo doloroso
*'''[[Teofilo Folengo]]'''
**Baldus
**Caos del Triperuno
**La umanità del Figliuolo di Dio
**Le maccheronee
**Orlandino
*'''[[Rae Foley]]'''
**Assassini in famiglia
**Di odio si muore
**Fatal lady
**Il lastrico dell'inferno
**La casa della violenza
**Ricca da morire
**Un uomo per tutte le passioni
*'''[[Folgóre da San Gimignano]]'''
**Sonetti
***Sonetti per l'armamento di un cavaliere
***Sonetti della «Semana»
***Sonetti dei «Mesi»
***Sonetti politici e moraleggianti
***Sonetti di dubbia attribuzione
*'''[[Ken Follett]]'''
**Alta Finanza
**Codice a zero
**I pilastri della terra
**Il Codice Rebecca
**Il martello dell'Eden
**Il pianeta dei bruchi
**Il terzo gemello
**Il volo del calabrone
**L'uomo di Pietroburgo
**La cruna dell'ago
**Le gazze ladre
**Lo scandalo Modigliani
**Mondo senza fine
**Nel bianco
**Notte sull'acqua
**Sulle ali delle aquile
**Triplo
**Un letto di leoni
**Un luogo chiamato libertà
**Una fortuna pericolosa
*'''[[Allan Folsom]]'''
**Il giorno dopo domani
**L'esule
**La regola di Machiavelli
*'''[[Ferdinando Fontana]]'''
**Fra cantanti: racconti
**Nabuco
**Parigi, nuove poesie e Ellenia moderna
**Poesie e novelle in versi
*'''[[Giorgio Fontana]]'''
**Morte di uomo felice
*'''[[Theodor Fontane]]'''
**Effi Briest
*'''[[Moderata Fonte]]'''
**Il merito delle donne
**Tredici canti del Floridoro
*'''[[Rubem Fonseca]]'''
**Vaste emozioni e pensieri imperfetti
*'''[[Ford Madox Ford]]'''
**Il buon soldato
*'''[[Jamie Ford]]'''
**Il gusto proibito dello zenzero
*'''[[Richard Ford]]'''
**Independence day
*'''[[Cecil Scott Forester]]'''
**La Regina d'Africa
*'''[[Dino Formaggio]]'''
**Il Barocco in Italia
*'''[[Raffaello Fornaciari]]'''
**Grammatica storica della lingua italiana
*'''[[William R. Forstchen]]'''
**È una follia
*'''[[Edward Morgan Forster]]'''
**Camera con vista
**Casa Howard
**Il viaggio più lungo
**Passaggio in India
*'''[[Frederick Forsyth]]'''
**Dossier Odessa
**Il Cobra
**Il giorno dello sciacallo
**Il negoziatore
**Il pugno di Dio
**Il Quarto Protocollo
**Il simulatore
**L'alternativa del diavolo
*'''[[Franco Forte]]'''
**Acciaio
**L'oscura anima del progresso
**Quinta dimensione
*'''[[Niccolò Forteguerri]]'''
**Il Ricciardetto
*'''[[Maria Fortuna]]'''
**Anacreontica ad Erminia Tindaride
**Il vaso di Pandora
**In morte di bella donna
*'''[[Rocco Fortunato]]'''
**I reni di Mick Jagger
*'''[[Ugo Foscolo]]'''
**Ajace
**Dell'origine e dell'ufficio della letteratura. Orazione
**Dei sepolcri
**Edippo
**Frammenti di un romanzo autobiografico
**Le Grazie
**Le odi
**Le ultime lettere di Jacopo Ortis
**Notizia intorno a Didimo Chierico
**Ricciarda
**Saggi sopra il Petrarca
**Sulla lingua italiana
*'''[[Karin Fossum]]'''
**Il bambino nel bosco
*'''[[Alan Dean Foster]]'''
**Alien
**Alien<sup>3</sup>
**Aliens scontro finale
**Il mistero del Krang
**Lui
**Terra di mezzo
*'''[[Matthew Fox]]'''
**In principio era la gioia
**La guerra del Papa
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<span id="Fq"></span>
<span id="Fr"></span>
*'''[[Girolamo Fracastoro]]'''
**La sifilide; ossia del morbo gallico
*'''[[Umberto Fracchia]]'''
**Il perduto amore
*'''[[Janet Frame]]'''
**Un angelo alla mia tavola
**Vivere nel Maniototo
*'''[[Anatole France]]'''
**Gli dei hanno sete
**Il delitto dell'accademico Sylvestre Bonnard
**Il giglio rosso
**Il procuratore della Giudea
**La rivolta degli angeli
**Taide
*'''[[Francesco d'Assisi]]'''
**Cantico di Frate Sole, o Cantico delle creature
*'''[[Leopoldo Franchetti]]'''
**Condizioni politiche e amministrative della Sicilia
*'''[[Anna Franchi]]'''
**Arte e artisti toscani dal 1850 ad oggi
*'''[[Massimo Franco]]'''
**Andreotti
*'''[[Veronica Franco]]'''
**Rime
*'''[[Anna Frank]]'''
**Diario
*'''[[Bruno Frank]]'''
**La figlia
*'''[[Leonhard Frank]]'''
**I masnadieri
*'''[[Pat Frank]]'''
**Mister Adam
*'''[[Jonathan Franzen]]'''
**Le correzioni
**Libertà
*'''[[Carlo Maria Franzero]]'''
**Il fanciullo meraviglioso
*'''[[Christian Frascella]]'''
**Mia sorella è una foca monaca
**Sette piccoli sospetti
*'''[[Eric Frattini]]'''
**Il labirinto d'acqua
**L'Entità
**Le spie del Papa
*'''[[James Frazer]]'''
**Il ramo d'oro
*'''[[Andrea Frediani]]'''
**Dictator. Il nemico di Cesare
**Dictator. Il trionfo di Cesare
**La dinastia. Il romanzo dei cinque imperatori
**Marathon
**Un eroe per l'impero romano
*'''[[Marianne Fredriksson]]'''
**Le figlie di Hanna
*'''[[Brian Freeman]]'''
**La danza delle falene
**Polvere e sangue
*'''[[Mary Eleanor Wilkins Freeman]]'''
**La camera a sud-ovest
**Ombre sul muro
*'''[[Battista Fregoso (1450-1505)]]'''
**Anteros
*'''[[Dawn French]]'''
**La meraviglia delle piccole cose
*'''[[Maria Freschi]]'''
**12 donne e 2 cani
**I canti dell'alba e della sera
**La contessa Lara
**Quelli che vennero prima
*'''[[Marino Freschi]]'''
**Goethe: l'insidia della modernità
**L'utopia nel Settecento tedesco
*'''[[Dino Frescobaldi]]'''
**Rime
***Un sol penser che mi ven ne la mente
***Poscia che dir conviemmi ciò ch'io sento
***Voi che piangete nello stato amaro
***Per gir verso la spera, la finice
***Morte avversara, poi ch'io son contento
***Donna, dagli occhi tuoi par che si mova
***Amor, se tu se' vago di costei
***Tanta è l'angoscia ch'i' nel cor mi trovo
***Un'alta stella di nova bellezza
***Quest'è la giovanetta ch'Amor guida
***Poscia ch'io veggio l'anima partita
***Al vostro dir, che d'amor mi favella
***Giovane, che così leggiadramente
***Questa altissima stella, che si vede
***Per tanto pianger quanto li occhi fanno
***No spero di trovar giammai pietate
***In quella parte ove luce la stella
***La foga di quell'arco, che s'aperse
***Deh, giovanetta! de' begli occhi tuoi
***Quant'e' nel meo lamentar sento doglia
***L'alma mia trist'è seguitando 'l core
*'''[[Leonardo Frescobaldi]]'''
**Viaggio in Terrasanta
*'''[[Loredana Frescura]]'''
**Elogio alla bruttezza
*'''[[Sigmund Freud]]'''
**Al di là del principio del piacere
**«Il caso del piccolo Hans»
**«Il caso di Dora»
**Il "Mosè" di Michelangelo
**Il motivo della scelta degli scrigni
**Il motto di spirito
**Il perturbante
**Il poeta e la fantasia
**Introduzione al narcisismo
**Ipnosi
**Isteria
**L'interpretazione dei sogni
**Psicopatologia della vita quotidiana
**Totem e tabù
**Tre saggi sulla sessualità
***Le aberrazioni sessuali
***Sessualità infantile
***Le trasformazioni della pubertà
**Un ricordo d'infanzia di Goethe da "Poesia e Verità" di Goethe
**Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci
*'''[[James Frey]]'''
**In un milione di piccoli pezzi
*'''[[Federico Frezzi]]'''
**Il Quadriregio
*'''[[Jiří Fried]]'''
**Hobby
*'''[[Ludwig Friedländer]]'''
**Studii intorno agli usi ed ai costumi dei romani
*'''[[Max Frisch]]'''
**Barbablù
*'''[[Roman Frister]]'''
**Il prezzo della vita
*'''[[Friedrich Fröbel]]'''
**L'educazione dell'uomo
*'''[[Nikolaj Frobenius]]'''
**Il valletto di De Sade
*'''[[Erich Fromm]]'''
**Avere o essere?
**Il coraggio di essere
**L'arte di amare
**L'arte di vivere
*'''[[Jeaniene Frost]]'''
**Crepuscolo cremisi
**Il bacio eterno dell'oscurità
**La regina della notte
*'''[[Enrico Fruch]]'''
**Aquilee
*'''[[Carlo Innocenzo Frugoni]]'''
**Alla B. V. di S. Luca di Bologna
**Chè non vieni, Aglauro, bella
**D'Adria il mar, d'Adria le belle
**Per la festa dell'Immacolata Concezione
*'''[[Francesco Fulvio Frugoni]]'''
**I fasti del miracoloso S. Francesco di Paula descritti dal padre lettore Francesco Fulvio Frugoni
*'''[[Carlo Fruttero]]'''
**Donne informate sui fatti
**Visibilità zero
*'''[[Fruttero & Lucentini]]'''
**A che punto è la notte
**Enigma in luogo di mare
**Il colore del destino
**Il libro dei nomi di battesimo
**Il Palio delle contrade morte
**Il significato dell'esistenza
**Íncipit
**L'amante senza fissa dimora
**L'idraulico non verrà
**L'Italia sotto il tallone di F & L
**La donna della domenica
**Ti trovo un po' pallida
*'''[[Stephen Fry]]'''
**L'ippopotamo
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<span id="Fu"></span>
*'''[[Renato Fucini]]'''
**Il ciuco di Melesecche
***Il ciuco di Melesecche
***La Regina di cuori
***I due amici e l'orso
***La canzone da un soldino
***La novella del cane e del gatto
***Fatto orribile
***La chioccia e i pulcini
***I tre allegri cacciatori
***Il falco e la gallina
***La casa di Bastiano
***Prepotenza umiliata
***Il garzone del contadino
***La civetta
***I bambini nel bosco
***Il rublo fatato
***Gian Carlo
**Le veglie di Neri
*Napoli a occhio nudo. Lettere a un amico
*'''[[Carlos Fuentes]]'''
**L'ombelico della luna
**La morte di Artemio Cruz
**Terra nostra
*'''[[Eduard Fueter]]'''
**Storia universale degli ultimi cento anni
*'''[[Joel Fuhrman]]'''
**La dieta nutritariana
*'''[[Luigi Fulci]]'''
**Il divorzio nella prima epoca del diritto romano
*'''[[René Fülöp-Miller]]'''
**Capitani, fanatici e ribelli
*'''[[Alan Furst]]'''
**Il corrispondente dall'estero
**Il regno delle ombre
**L'ombra delle stelle
*'''[[Cornelia Funke]]'''
**Cuore d'inchiostro
**Igraine Senzapaura
**Il cavaliere dei draghi
**Il Re dei Ladri
*'''[[Diego Fusaro]]'''
**Essere senza tempo
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Nagib Mahfuz
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[[Immagine:Necip Mahfuz.jpg|thumb|Naguib Mahfouz]]
{{Premio|Nobel|la letteratura ('''1988''')}}
{{indicedx}}
'''Naguib Mahfouz''' (1911 – 2006), scrittore egiziano.
*[[Alessandria d'Egitto|Alessandria]] finalmente! Alessandria goccia di rugiada. Esplosione di nubi bianche. Sei come un fiore in boccio bagnato da raggi irrorati dall'acqua del cielo. Cuore di ricordi impregnati di miele e di lacrime.<ref>Da ''Mīrāmār''.</ref>
*[[Dio|Iddio]] cela il Suo mistero nelle più piccole creature!<ref>Da ''Il ladro e i cani'', p. 23.</ref>
*Non disprezzare mai la [[politica]], perché la politica è la metà della vita, o la vita intera se si considera che la [[saggezza]] e la [[bellezza]] sono al di sopra della vita stessa.<ref>Da ''Il Palazzo del Desiderio''.</ref>
*Potete giudicare quanto [[intelligenza|intelligente]] è un uomo dalle sue [[domanda e risposta|risposte]]. Potete giudicare quanto è [[saggezza|saggio]] dalle sue [[domanda e risposta|domande]].<ref>Citato in ''Focus'', n. 105, p. 168.</ref>
==''Vicolo del mortaio''==
===[[Incipit]]===
Il tramonto si annunciava e il Vicolo del Mortaio andava coprendosi di un velo bruno, reso ancora più cupo dalle ombre dei muri che lo cingevano da tre lati. Si apriva sulla Sanadiqiyya e poi saliva, in modo irregolare: una bottega, un caffè, un forno. Di fronte ancora una bottega, un bazar e subito la sua breve gloria terminava contro due case a ridosso, entrambe di tre piani.
===Citazioni===
*Niente è più brutto di una parola d'[[amore]] pronunciata freddamente da una bocca annoiata.
===[[Explicit]]===
Il buon Kamil si accigliò, impallidì e gli occhi si riempirono di pianto ma lo Shaykh alzò le spalle indifferente e continuando a fissare il soffitto proseguì:<br />''Chi muore d'amore, di pena se ne muore''<br />''senza di questo non c'è alcun bene nell'amore.''<br />Infine si stropicciò le mani soffiandovi sopra e concluse:<br />"Signore e giudice di ogni cosa, concedici la misericordia dei santi. Signore, che io possa essere paziente, non ha forse ogni cosa la sua fine? Sì, ogni cosa ha la sua fine, che in inglese si dice end e si scrive e.n.d.".
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Autunno egiziano''===
Quando il treno si fermò, vide che non c'era nessuno ad attenderlo. Dov'era il suo segretario? Dov'era il personale d'ufficio e i fattorini? Cercò con lo sguardo fra la gente in piedi sul marciapiede, ma non riconobbe nessuno. Cosa era accaduto? L'attacco nei pressi del Canale era stato violento, ma anche Il Cairo era in subbuglio?<br />Lasciò il suo posto nella parte anteriore della carrozza e s'incamminò verso l'uscita, valigetta in mano, sentendosi teso e irritato, poi preoccupato, finché, spinto da un impulso naturale, cominciò a osservare con attenzione i volti della gente.
===''Il giorno in cui fu ucciso il Presidente''===
Dormito poco. Poi un momento di calorosa aspettativa, sotto la coperta pesante. Dalla finestra entra un pallido raggio di luce che penetra con forza la fitta oscurità della stanza. O Signore, io m'addormento per Tua volontà, e per Tua volontà mi risveglio! Tu sei il Signore di tutte le cose. Ed ecco la chiamata alla preghiera dell'alba, che per me segna la nascita di un nuovo giorno. Eccola invocare il Tuo nome dal profondo del silenzio.
===''Il viaggio di Ibn Fattouma''===
Vita e morte, sogno e veglia: stati dell'anima perplessa. Li attraversa passo dopo passo, prendendo spunti e suggerimenti dalle cose, brancolando nel mare dell'incertezza, aggrappandosi ostinatamente a una speranza che si rinnova con una misteriosa serenità. Viaggiatore, cosa stai cercando? Quali emozioni si agitano nel tuo cuore? Come controllerai i tuoi impulsi naturali e i tuoi pensieri incostanti? Perché ridi in modo così fragoroso come un cavaliere? Perché piangi come un bambino?
===''La via dello zucchero''===
Le donne se ne stavano intorno al braciere, le teste vicine una all'altra e le mani distese verso la brace ardente: quelle di Amina scarne e colle vene sporgenti; quelle asciutte, quasi pietrificate, di Aisha, quelle di Umm Hanafī coriacee come scudi di tartaruga e infine quelle di Naīma belle, di un candido bianco.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Nagib Mahfuz, ''Autunno egiziano'', traduzione di Daniela di Falco, Newton Compton, 2009. ISBN 9788854114685
*Nagib Mahfuz, ''Il giorno in cui fu ucciso il Presidente'', traduzione di Letizia Giuliani, Newton Compton, 2011. ISBN 9788854130555
*Nagib Mahfuz, ''Il ladro e i cani'', traduzione di Valentina Colombo, Universale Economica Feltrinelli, 2002. ISBN 8807811960
*Naguib Mahfouz, ''Il Palazzo del Desiderio'', traduzione di B. Pirone, Pironti, 2002. ISBN 8879371800
*Naguib Mahfuz, ''Il viaggio di Ibn Fattouma'', traduzione di Daniela Di Falco, Newton Compton, 2011. ISBN 9788854129726
*Naguib Mahfouz, ''Vicolo del mortaio'', traduzione di Paolo Branca, Universale Economica Feltrinelli, 1996. ISBN 8807811197
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{interprogetto/notizia|È morto lo scrittore egiziano premio Nobel Naguib Mahfouz|data=30 agosto 2006}}
===Opere===
{{Pedia|Vicolo del mortaio||(1947)}}
{{Pedia|Il ladro e i cani||(1961)}}
{{DEFAULTSORT:Mahfouz, Naguib}}
[[Categoria:Scrittori egiziani]]
0b2mu7f0kvzejamrw5h9zaajqa1r5tf
Giovanni Tritemio
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19544
1221730
1106042
2022-08-09T11:12:07Z
Dread83
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[[Immagine:Trithemius.jpg|thumb|right|Incisione tratta dal ''Livre des Vrais Pourtraits'' di André Thevet, 1584]]
'''Johannes Trithemius''' ('''Tritemio''') pseudonimo di '''Johann Heidenberg''' (1462 – 1516), storico, scrittore, religioso ed esoterista tedesco.
{{indicedx}}
==Citazioni di Johannes Tritemius==
*È pertanto l'[[alchimia]] una casta meretrice, che ha molti amanti, ma tutti delude e a nessuno concede il suo amplesso. Trasforma gli stolti in mentecatti, i ricchi in miserabili, i filosofi in allocchi, e gli ingannati in loquacissimi ingannatori... (da ''Annalium Hirsaugensium Tomus II'', S. Gallo, 1690, 225; citato in [[Umberto Eco]], ''Il pendolo di Foucault'', Bompiani, Milano, 2007, cap. 58. ISBN 9788845247491)
==''Elogio degli amanuensi''==
===Citazioni===
*La [[Scrittura]] purifica lo spirito dell'uomo, illumina l'intelletto di chi la ama, e ne inebria dolcemente i sensi accendendone il desiderio. L'ho amata e la scelsi in gioventù, la elessi a mia sposa e ora sono schiavo della sua bellezza. (p. 38)
*Esistono [[libro|libri]] che suscitano in noi il desiderio di una felicità futura, che alleviano le miserie del presente stato di esilio, che allontanano dal vizio instillando la virtù, che danno forza nelle sventure e che rendono fruttuoso il trascorrere del tempo. (p. 46)
*Il discorso appena udito svanisce, lo scritto, anche se letto mille volte, non si esaurisce mai. (p. 60)
*Per l'estrema cura riposta nell'apporre annotazioni i copisti venivano chiamati notai. (p. 69)
*Nessuno pensi di poter sfuggire alla pena riservata agli oziosi, se avrà osato sottrarsi al lavoro della scrittura. (p. 74)
*È meglio avere un testo corretto piuttosto che bene ornato, o averne uno modesto piuttosto che non averne affatto. (p. 74)
*È meglio che ci dedichiamo alla scrittura invece che perdere tempo, come spesso accade, in inutili discorsi. (p. 81)
*Se non sai, impara. Oppure, se non vorrai proprio imparare almeno sappi che, chi non lavora, non mangia. (p. 87)
*La pratica diretta della scrittura è molto importante per migliorare la propria tecnica, poiché si tratta di un'arte che se non viene praticata per molto tempo la si dimentica velocemente. Nessuna arte, per quanto possa essere ben conosciuta, può essere conservata a lungo senza un continuo esercizio. La forza di un'arte è nella pratica. (p. 89)
*Non esiste alcuna norma che proibisca di possedere molti libri. (p. 96)
*Se venissi a casa tua, non sarebbe necessario che ti chiedessi cosa stai studiando in quel momento, i tuoi libri parlerebbero per te. I tuoi codici ti rendono onore nella stessa misura in cui tu lo rendi a loro. Se tu li ignori, loro ti ignoreranno, se tu li disprezzi, loro ti disprezzeranno. (p. 99)
*Se i tuoi volumi cadono a pezzi e sono ricoperti dalla polvere, se sono macchiati all'interno e poco curati all'esterno, renderanno manifesto il fatto che tu sei una persona ignorante e falsa, anche se dovessi possedere il titolo di dottore. (p. 100)
*Colui che tratti i libri, sia quelli contenenti argomenti profani che divini, senza alcun rispetto ed attenzione, darà prova di non amare neppure il sapere in essi contenuto. (p. 100)
*Sarà la scrittura a rendervi immortali e a permettervi di sopravvivere anche dopo la morte. Qualunque cosa un uomo abbia fatto, e qualunque gloria abbia potuto ottenere nella propria attività, sarà solo attraverso la scrittura che potrà essere ricordata anche dopo la morte. (p. 104)
*Coloro che non hanno voluto scrivere, vengono presto dimenticati da tutti, come se non fossero mai esistiti. (p. 104)
*Non intendo dire che dobbiate attendervi dalla scrittura un premio così sciocco e inutile come può essere il desiderio della fama. (p. 105)
*Nessun genere di fatica dovrà impedirvi di scrivere, nessun piacere dovrà distrarvi. (p. 107)
==Bibliografia==
*Giovanni Tritemio, ''Elogio degli amanuensi'' (''De laude scriptorum'', 1492), traduzione di Andrea Bernardelli, Sellerio editore, Palermo, 1997. ISBN 978-88-389-1383-9
==Altri progetti==
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[[Categoria:Religiosi tedeschi|Trithemius, Johannes]]
[[Categoria:Scrittori tedeschi]]
[[Categoria:Storici tedeschi]]
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Edward Carr
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[[File:Carrite-shelf.jpg|thumb|Dorsi di libri di Edward H. Carr e Robert W. Davies]]
'''Edward Hallet Carr''' (1892 – 1982), scrittore, diplomatico e storico britannico.
==Citazioni di Edward H. Carr==
*{{NDR|Parlando della popolazione russa dopo la [[Rivoluzione di Febbraio]]}} Un movimento di massa animato da un entusiasmo enorme e da visioni utopistiche di emancipazione dell'umanità dei ceppi di un potere remoto e dispotico [...]. L'idea di un'autorità centrale era tacitamente respinta. Soviet locali di operai e contadini spuntarono in tutta la Russia, comitati operai di fabbrica rivendicavano una autorità esclusiva sulla loro sfera, I contadini si impadronivano della terra e se la dividevano. E su tutto incombeva il desiderio di pace, il desiderio che avessero fine gli orrori di una guerra sanguinosa insensata.<ref>Citato in Giovanni Sabbatucci e Vittorio Vidotto, ''Il mondo contemporaneo. Dal 1848 a oggi'', Editori Laterza, Roma, 2008, p. 279. ISBN 978-88-420-8741-0</ref>
==''Bakunin''==
*Quando per la prima volta [[Michail Bakunin|Bakunin]] aveva vagliato la possibilità di acquisire la cittadinanza elvetica, qualcuno gli aveva fatto osservare che le probabilità di successo sarebbero state maggiori se fosse divenuto un proprietario di casa. Il suggerimento può ben essere sembrato ironico a chi respingeva in teoria l'istituto della proprietà privata e, in pratica, spesso non aveva nemmeno di che preoccuparsi i puri e semplici mezzi di sussistenza. Bakunin tuttavia lo prese sorprendentemente sul serio.
*Fra i discepoli entusiastici che gli fecero visita a Locarno nel 1872 v'era [[Carlo Cafiero]], il giovane italiano che si era schierato con l'opposizione bakuniana a ''[[Giuseppe Mazzini|Mazzini]]'' durante il Congresso di [[Roma]]. Egli subiva già completamente il fascino di Bakunin quando la morte di suo padre, un commerciante di [[Barletta]], lasciò da dividere tra i due figli un'eredità sostanziosa.
*La sua mente, indebolita e sconvolta dalle torture morali dell'ultimo mese, aveva quasi cessato di lavorare con coerenza. L'unico punto fisso al quale egli si aggrappava era il desiderio di vedere Cafiero. Il suo cervello non riusciva ancora a capacitarsi dal mutamento radicale avvenuto sia nelle fortune che nei sentimenti dell'ex amico; e la sua massima speranza era di ottenere da lui i mezzi di questo o quello dei suoi progetti.
*A Michail, repugnava accettare doni dal nemico. Ma il suo orgoglio, per quanto ferito, non rifiutava «prestiti».
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Edward Hallet Carr, ''Bakunin'', Arnoldo Mondadori Editore, 1977, in ''La Lettura'', diretta da Mario Spagnol, Rizzoli Editore, maggio 1977.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Politici britannici]]
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[[Categoria:Storici britannici]]
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Kōstas Rīgas
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'''Costas Rigas''' (1944 – vivente), ex cestista e arbitro di pallacanestro greco.
*Hai a che fare solo con te stesso. Né i presidenti dei club, né i giocatori, i tifosi o i media possono licenziarti così come succede ad un allenatore.
:''You are dealing only with yourself. Not with the presidents of the clubs, not with players, fans, media could fire you as it happens with coach job.'' (citato in [http://www.referee.pl/index.php?id=135 Referee.pl])
==Altri progetti==
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[[Categoria:Sportivi greci]]
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Gianmarco Pozzecco
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[[File:Gianmarco Pozzecco - Orlandina Basket 2013 - 01.JPG|thumb|Gianmarco Pozzecco (2013)]]
'''Gianmarco Pozzecco''' (1972 – vivente), allenatore di pallacanestro ed ex cestista italiano.
==Citazioni di Gianmarco Pozzecco==
{{cronologico}}
*[[Maurizia Cacciatori|Maurizia]] non capiva perché a me non andasse di fare l'amore il giorno prima delle partite. Lei lo avrebbe fatto sempre.<ref name="Repubblica">Dall'intervista ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/04/02/io-maurizia-la-fortitudo-un-sogno-chiamato.html Io, Maurizia, la Fortitudo e un sogno chiamato Nba]'', ''la Repubblica'', 27 maggio 2008.</ref>
*[[Valentino Rossi]]? Sì, ci intendiamo. Una volta la polizia ci ha beccato fuori da un locale, a Milano, che ballavamo sul tetto di una macchina mentre ci frustavano con delle rose appena comprate per strada.<ref name="Repubblica"/>
*Il [[Pallacanestro|basket]] è uno sport razzista, perché chi è piccolo parte svantaggiato.<ref>Dall'intervista di Luca Chiabotti, ''[http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/maggio/27/Pozzecco_Ora_televisione_solo_per_ga_10_080527013.shtml Pozzecco «Ora televisione ma solo per sport»]'', ''La Gazzetta dello Sport'', 27 maggio 2008.</ref>
*Ringrazio tutti quelli che mi hanno insultato in carriera, mi hanno dato la forza di continuare e quest'anno invece mi hanno applaudito, e questo è stato ancora più bello.<ref>In occasione del suo ritiro dal basket; citato in ''[http://www.sportmediaset.mediaset.it/news/5021734.shtml Pozzecco: "Ho smesso di fare lo sport che amo"]'', ''Sportmediaset.mediaset.it'', 15 maggio 2008.</ref>
*Un consiglio a un giovane giocatore di basket? Fai tutto quello che non ho fatto io e vedrai che andrà tutto bene.<ref>Citato in Roberto Sposini, ''[http://press.legabasket.it/frontend/downloadtxt.php?id=2327843&data=2010-05-31 L'ESP mi ha salvato la vita]'', ''Gente Motori'', 31 maggio 2010, p. 103.</ref>
*{{NDR|Sul rientro di [[Antonio Bulgheroni]] alla dirigenza della [[Pallacanestro Varese]]}} Sono contento da tifoso, da innamorato di Varese. Sono contento da figlio, un figlio che vede suo padre tornare dove gli compete.<ref name=Bulgheroni>Citato in ''[http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Sport/se-solo-ci-fosse-stato-toto-in-societa-tra-me-e-cecco-non-sarebbe-finita-cosi_1183803_11/ "Se solo ci fosse stato Toto in società tra me e Cecco non sarebbe finita così"]'', ''Laprovinciadivarese.it'', 21 maggio 2016.</ref>
*[[Antonio Bulgheroni|Toto]] unisce due virtù che non possono che fare il bene della società: ha un'intelligenza al di sopra della media e possiede una conoscenza del basket senza eguali. Il tutto unito a un'esperienza enorme.<ref name=Bulgheroni/>
*{{NDR|Sulla cittadinanza onoraria della città di [[Varese]]}} Non sarei più solo quello che ha fatto vincere il titolo della Stella ai [[Pallacanestro Varese|Roosters]], sarei uno dei vostri, sarei un varesino vero. Ad [[Andrea Meneghin]] ho sempre invidiato il fatto di essere un figlio della città: lui poteva dire di essere varesino, il sottoscritto no, anche se le persone che mi fermano per strada a volte sono convinte che sia nato proprio a Varese. Io, quando succede, quasi non rispondo. Ora, invece, potrò farlo, potrò dire finalmente: sì, io sono un cittadino di Varese.<ref>Dall'intervista di Fabio Gandini, ''[http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Sport/sarebbe-piu-bello-dello-scudetto-e-come-se-fosse-un-matrimonio_1254721_11/ "Sarebbe più bello dello scudetto. È come se fosse un matrimonio."]'', ''Laprovinciadivarese.it'', 16 settembre 2017.</ref>
{{Int2|''Sono cambiatissimo (l'Italia invece no)''|Intervista di Fabrizio Salvio, ''SportWeek'' nº 27 (996), 4 luglio 2020, pp. 56-63.}}
*Io sono minimalista, sono contro il [[consumismo]] e il [[capitalismo]]. [...] Ti racconto una storia. Sono nato in una famiglia normale, che viaggiava a bordo di una Renault 4. [...] Se uno ha presente com'era fatta una Renault 4 sarà d'accordo con me che in giro c'era di meglio. Mio padre era alto due metri e pesava centocinquanta chili. Quando si sedeva al posto di guida, l'auto s'inclinava da un lato. Da ragazzino ho cominciato ad andare in trasferta giocando a [[Calcio (sport)|calcio]]. Da [[Trieste]], dove vivevo, eravamo costretti a prendere la "camionale", una specie di lunga rampa che portava fuori città: non una vera salita, solo una rampa. Eppure papà era costretto a farla in terza perchè, già allora, la nostra era forse l'unica macchina rimasta col cambio a quattro marce. Insomma, arrivavo al campo sempre per ultimo. Beh, devo dire la verità: non me n'è mai fregato un cazzo. La mia [[infanzia]] non è mai stata condizionata dall'auto di mio padre. Oggi un bambino si sentirebbe a disagio, perché c'è la rincorsa al benessere che omologa tutti. Mi fa impazzire che tutti abbiamo il Samsung o l'[[iPhone]]. Sono, siamo tutti uguali. Io apprezzo le pari opportunità, anche economiche, ma ho letto ''[[I vizi capitali e i nuovi vizi]]'' di [[Umberto Galimberti]] e ha ragione lui: siamo dipendenti dalla merce.
*L'unica cosa che davvero non ho mai sopportato era giocare a basket coi canestri senza retina: serve a sentire il ''ciuff'' quando la palla entra e a non fartela cadere in testa come un sasso quando stai sotto al ferro.
*Noi {{NDR|italiani}} dobbiamo sempre schierarci. Stare contro, all'opposizione. Anche quando il nostro bersaglio, tutto sommato, ci sta facendo del bene. [...] Siamo sempre più "anti" che "pro". Siamo tifosi, non appassionati. Guardiamo le partite delle squadre avversarie nella speranza di vederle perdere.
*Un [[allenatore]] non può non essere il [[Leadership|leader]] della squadra, ma io non ne sento la necessità. Il mio sogno è diventare un punto di riferimento per i miei ragazzi. L'allenatore dovrebbe essere la persona più [[Altruismo|altruista]] del mondo, invece spesso è il più [[Egoismo|egoista]]. Voglio allenare per come avrei voluto essere allenato quando giocavo, cioè da uno che capisse com'ero fatto e mi mettesse nelle condizioni di giocare bene per la squadra. Invece l'allenatore è condizionato solo dal pensiero [[Vittoria e sconfitta|della vittoria o della sconfitta]]. L'individuo conta poco, a meno che non sia essenziale per [[Vittoria|vincere]]. I miei giocatori non devono essere [[Individualismo|individualisti]], perché sarò io a prendermi cura di ciascuno di loro, dell'individuo. L'allenatore serve ad assemblare i giocatori e chiamare i cambi, perché nessun giocatore sarà mai abbastanza [[Lucidità|lucido]] da dire: esco, sto giocando male. E voglio che i miei vivano senza stress, felici. [...] Io enfatizzo i momenti positivi, a differenza dei colleghi che usano il bastone proprio allora, "così la squadra non si esalta troppo, perdendo concentrazione". Ma cazzo, se non godi quando vinci, allora quando?
==Citazioni su Gianmarco Pozzecco==
*{{NDR|Sulla cittadinanza onoraria della città di [[Varese]] a Dino Meneghin e Gianmarco Pozzecco}} [[Dino Meneghin|Dino]] e Gianmarco hanno dato tantissimo per uno sport che sta nel cuore e nell'anima di tutti i cittadini. Un bellissimo riconoscimento per Meneghin, che è cresciuto qui a livello cestistico e umano, così come per Pozzecco che qui ha lasciato un bel pezzo di cuore. ([[Antonio Bulgheroni]])
*[[Dino Meneghin|Dino]] era il principale artefice dei nostri successi, e Pozzecco l'artefice dell'ultima squadra che mi ha fatto divertire. Erano simboli in epoche diverse di squadre che vivevano insieme alla [[Varese|città]] perché c'erano tanti varesini con i quali si creava identità. ([[Aldo Ossola]])
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Pozzecco, Gianmarco}}
[[Categoria:Cestisti italiani]]
[[Categoria:Allenatori di pallacanestro italiani]]
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[[File:Gianmarco Pozzecco - Orlandina Basket 2013 - 01.JPG|thumb|Gianmarco Pozzecco (2013)]]
'''Gianmarco Pozzecco''' (1972 – vivente), allenatore di pallacanestro ed ex cestista italiano.
==Citazioni di Gianmarco Pozzecco==
{{cronologico}}
*[[Maurizia Cacciatori|Maurizia]] non capiva perché a me non andasse di fare l'amore il giorno prima delle partite. Lei lo avrebbe fatto sempre.<ref name="Repubblica">Dall'intervista ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/04/02/io-maurizia-la-fortitudo-un-sogno-chiamato.html Io, Maurizia, la Fortitudo e un sogno chiamato Nba]'', ''la Repubblica'', 2 aprile 2005.</ref>
*[[Valentino Rossi]]? Sì, ci intendiamo. Una volta la polizia ci ha beccato fuori da un locale, a Milano, che ballavamo sul tetto di una macchina mentre ci frustavano con delle rose appena comprate per strada.<ref name="Repubblica"/>
*Il [[Pallacanestro|basket]] è uno sport razzista, perché chi è piccolo parte svantaggiato.<ref>Dall'intervista di Luca Chiabotti, ''[http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/maggio/27/Pozzecco_Ora_televisione_solo_per_ga_10_080527013.shtml Pozzecco «Ora televisione ma solo per sport»]'', ''La Gazzetta dello Sport'', 27 maggio 2008.</ref>
*Ringrazio tutti quelli che mi hanno insultato in carriera, mi hanno dato la forza di continuare e quest'anno invece mi hanno applaudito, e questo è stato ancora più bello.<ref>In occasione del suo ritiro dal basket; citato in ''[http://www.sportmediaset.mediaset.it/news/5021734.shtml Pozzecco: "Ho smesso di fare lo sport che amo"]'', ''Sportmediaset.mediaset.it'', 15 maggio 2008.</ref>
*Un consiglio a un giovane giocatore di basket? Fai tutto quello che non ho fatto io e vedrai che andrà tutto bene.<ref>Citato in Roberto Sposini, ''[http://press.legabasket.it/frontend/downloadtxt.php?id=2327843&data=2010-05-31 L'ESP mi ha salvato la vita]'', ''Gente Motori'', 31 maggio 2010, p. 103.</ref>
*{{NDR|Sul rientro di [[Antonio Bulgheroni]] alla dirigenza della [[Pallacanestro Varese]]}} Sono contento da tifoso, da innamorato di Varese. Sono contento da figlio, un figlio che vede suo padre tornare dove gli compete.<ref name=Bulgheroni>Citato in ''[http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Sport/se-solo-ci-fosse-stato-toto-in-societa-tra-me-e-cecco-non-sarebbe-finita-cosi_1183803_11/ "Se solo ci fosse stato Toto in società tra me e Cecco non sarebbe finita così"]'', ''Laprovinciadivarese.it'', 21 maggio 2016.</ref>
*[[Antonio Bulgheroni|Toto]] unisce due virtù che non possono che fare il bene della società: ha un'intelligenza al di sopra della media e possiede una conoscenza del basket senza eguali. Il tutto unito a un'esperienza enorme.<ref name=Bulgheroni/>
*{{NDR|Sulla cittadinanza onoraria della città di [[Varese]]}} Non sarei più solo quello che ha fatto vincere il titolo della Stella ai [[Pallacanestro Varese|Roosters]], sarei uno dei vostri, sarei un varesino vero. Ad [[Andrea Meneghin]] ho sempre invidiato il fatto di essere un figlio della città: lui poteva dire di essere varesino, il sottoscritto no, anche se le persone che mi fermano per strada a volte sono convinte che sia nato proprio a Varese. Io, quando succede, quasi non rispondo. Ora, invece, potrò farlo, potrò dire finalmente: sì, io sono un cittadino di Varese.<ref>Dall'intervista di Fabio Gandini, ''[http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Sport/sarebbe-piu-bello-dello-scudetto-e-come-se-fosse-un-matrimonio_1254721_11/ "Sarebbe più bello dello scudetto. È come se fosse un matrimonio."]'', ''Laprovinciadivarese.it'', 16 settembre 2017.</ref>
{{Int2|''Sono cambiatissimo (l'Italia invece no)''|Intervista di Fabrizio Salvio, ''SportWeek'' nº 27 (996), 4 luglio 2020, pp. 56-63.}}
*Io sono minimalista, sono contro il [[consumismo]] e il [[capitalismo]]. [...] Ti racconto una storia. Sono nato in una famiglia normale, che viaggiava a bordo di una Renault 4. [...] Se uno ha presente com'era fatta una Renault 4 sarà d'accordo con me che in giro c'era di meglio. Mio padre era alto due metri e pesava centocinquanta chili. Quando si sedeva al posto di guida, l'auto s'inclinava da un lato. Da ragazzino ho cominciato ad andare in trasferta giocando a [[Calcio (sport)|calcio]]. Da [[Trieste]], dove vivevo, eravamo costretti a prendere la "camionale", una specie di lunga rampa che portava fuori città: non una vera salita, solo una rampa. Eppure papà era costretto a farla in terza perchè, già allora, la nostra era forse l'unica macchina rimasta col cambio a quattro marce. Insomma, arrivavo al campo sempre per ultimo. Beh, devo dire la verità: non me n'è mai fregato un cazzo. La mia [[infanzia]] non è mai stata condizionata dall'auto di mio padre. Oggi un bambino si sentirebbe a disagio, perché c'è la rincorsa al benessere che omologa tutti. Mi fa impazzire che tutti abbiamo il Samsung o l'[[iPhone]]. Sono, siamo tutti uguali. Io apprezzo le pari opportunità, anche economiche, ma ho letto ''[[I vizi capitali e i nuovi vizi]]'' di [[Umberto Galimberti]] e ha ragione lui: siamo dipendenti dalla merce.
*L'unica cosa che davvero non ho mai sopportato era giocare a basket coi canestri senza retina: serve a sentire il ''ciuff'' quando la palla entra e a non fartela cadere in testa come un sasso quando stai sotto al ferro.
*Noi {{NDR|italiani}} dobbiamo sempre schierarci. Stare contro, all'opposizione. Anche quando il nostro bersaglio, tutto sommato, ci sta facendo del bene. [...] Siamo sempre più "anti" che "pro". Siamo tifosi, non appassionati. Guardiamo le partite delle squadre avversarie nella speranza di vederle perdere.
*Un [[allenatore]] non può non essere il [[Leadership|leader]] della squadra, ma io non ne sento la necessità. Il mio sogno è diventare un punto di riferimento per i miei ragazzi. L'allenatore dovrebbe essere la persona più [[Altruismo|altruista]] del mondo, invece spesso è il più [[Egoismo|egoista]]. Voglio allenare per come avrei voluto essere allenato quando giocavo, cioè da uno che capisse com'ero fatto e mi mettesse nelle condizioni di giocare bene per la squadra. Invece l'allenatore è condizionato solo dal pensiero [[Vittoria e sconfitta|della vittoria o della sconfitta]]. L'individuo conta poco, a meno che non sia essenziale per [[Vittoria|vincere]]. I miei giocatori non devono essere [[Individualismo|individualisti]], perché sarò io a prendermi cura di ciascuno di loro, dell'individuo. L'allenatore serve ad assemblare i giocatori e chiamare i cambi, perché nessun giocatore sarà mai abbastanza [[Lucidità|lucido]] da dire: esco, sto giocando male. E voglio che i miei vivano senza stress, felici. [...] Io enfatizzo i momenti positivi, a differenza dei colleghi che usano il bastone proprio allora, "così la squadra non si esalta troppo, perdendo concentrazione". Ma cazzo, se non godi quando vinci, allora quando?
==Citazioni su Gianmarco Pozzecco==
*{{NDR|Sulla cittadinanza onoraria della città di [[Varese]] a Dino Meneghin e Gianmarco Pozzecco}} [[Dino Meneghin|Dino]] e Gianmarco hanno dato tantissimo per uno sport che sta nel cuore e nell'anima di tutti i cittadini. Un bellissimo riconoscimento per Meneghin, che è cresciuto qui a livello cestistico e umano, così come per Pozzecco che qui ha lasciato un bel pezzo di cuore. ([[Antonio Bulgheroni]])
*[[Dino Meneghin|Dino]] era il principale artefice dei nostri successi, e Pozzecco l'artefice dell'ultima squadra che mi ha fatto divertire. Erano simboli in epoche diverse di squadre che vivevano insieme alla [[Varese|città]] perché c'erano tanti varesini con i quali si creava identità. ([[Aldo Ossola]])
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
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[[Categoria:Cestisti italiani]]
[[Categoria:Allenatori di pallacanestro italiani]]
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Carlo II d'Inghilterra
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[[File:Charles II (Hawker).jpg|thumb|Carlo II d'Inghilterra]]
Ivan Voiello (Roma , 27 luglio 1728 - Roma , 1 settembre 1764) è stato il XI' rivoluzionario di Roma dal 1743 al 1745 , il IV' rivoluzionario di Prussia dal 1745 al 1747 , il XXIII' rivoluzionario di Russia dal 1747 al 1758 e il IX' rivoluzionario di Spagna dal 1758 al 1764.
==Citazioni di Carlo II d'Inghilterra==
*E poiché la passione e la mancanza al carità dei tempi hanno prodotto diverse opinioni in materia di [[religione]], a causa delle quali gli uomini si sono divisi in fazioni e animosità l'uno contro l'altro; e poiché, quando queste saranno d'ora in poi unite nel libero scambio delle opinioni, saranno pacificate e meglio comprese, noi dichiariamo [[Libertà di pensiero|libertà]] per le coscienze oneste, dichiariamo che nessuno sarà arrestato o inquisito per differenze di opinione in materia di religione che non turbi la pace del regno; e che saremo pronti a dare il nostro consenso a una legge del parlamento che dopo matura deliberazione ci venga sottoposta per dare piena validità a questo permesso.<ref>Dalla dichiarazione di Breda, 1660; citato in Giampiero Carocci, ''La rivoluzione inglese. 1640-1660'', Editori Riuniti, Roma, 1998, p. 117.</ref>
*{{NDR|[[Ultime parole]], riferito all'amante [[Nell Gwyn]]}} Non lasciate che la povera Nelly muoia di fame.
:''Let not poor Nelly starve.''<ref>Citato in Bishop Gilbert Burnet, ''History of my time'', 1724, vol.1; citato in Elizabeth M. Knowles, ''The Oxford Dictionary of Quotations'', Oxford University Press, 1999, [http://books.google.it/books?id=o6rFno1ffQoC&pg=PA456 p. 456]. ISBN 0198601735</ref>
==Citazioni su Carlo II d'Inghilterra==
*Carlo II dichiarò che un uomo poteva vivere all'aperto più giorni nel clima dell'[[Inghilterra]] che in qualunque altro paese. Discorso da re che viveva in un palazzo dove poteva cambiarsi d'abito... ([[Robert Louis Stevenson]])
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
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[[Categoria:Re d'Inghilterra]]
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Spinoziano
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text/x-wiki
[[File:Charles II (Hawker).jpg|thumb|Carlo II d'Inghilterra]]
'''Carlo II Stuart''' (1630 – 1685), re d'Inghilterra, Scozia, Irlanda e Francia.
==Citazioni di Carlo II d'Inghilterra==
*E poiché la passione e la mancanza al carità dei tempi hanno prodotto diverse opinioni in materia di [[religione]], a causa delle quali gli uomini si sono divisi in fazioni e animosità l'uno contro l'altro; e poiché, quando queste saranno d'ora in poi unite nel libero scambio delle opinioni, saranno pacificate e meglio comprese, noi dichiariamo [[Libertà di pensiero|libertà]] per le coscienze oneste, dichiariamo che nessuno sarà arrestato o inquisito per differenze di opinione in materia di religione che non turbi la pace del regno; e che saremo pronti a dare il nostro consenso a una legge del parlamento che dopo matura deliberazione ci venga sottoposta per dare piena validità a questo permesso.<ref>Dalla dichiarazione di Breda, 1660; citato in Giampiero Carocci, ''La rivoluzione inglese. 1640-1660'', Editori Riuniti, Roma, 1998, p. 117.</ref>
*{{NDR|[[Ultime parole]], riferito all'amante [[Nell Gwyn]]}} Non lasciate che la povera Nelly muoia di fame.
:''Let not poor Nelly starve.''<ref>Citato in Bishop Gilbert Burnet, ''History of my time'', 1724, vol.1; citato in Elizabeth M. Knowles, ''The Oxford Dictionary of Quotations'', Oxford University Press, 1999, [http://books.google.it/books?id=o6rFno1ffQoC&pg=PA456 p. 456]. ISBN 0198601735</ref>
==Citazioni su Carlo II d'Inghilterra==
*Carlo II dichiarò che un uomo poteva vivere all'aperto più giorni nel clima dell'[[Inghilterra]] che in qualunque altro paese. Discorso da re che viveva in un palazzo dove poteva cambiarsi d'abito... ([[Robert Louis Stevenson]])
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
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[[Categoria:Re d'Inghilterra]]
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Aleksandr Vinokurov
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[[File:Winokurow 2006.jpg|thumb|Alexandre Vinokourov, 2006]]
'''Alexandre Vinokourov''' (1974 – vivente), ex ciclista kazako.
{{intestazione|''[http://www.gazzetta.it/Ciclismo/Primo_Piano/2007/12_Dicembre/07/vinol.shtml Vinokourov si ritira]'', ''Gazzetta.it'', 12 dicembre 2007}}
*Voglio difendere il mio onore. Non sono colpevole e smentirò tutti quei test. {{NDR|Annunciando il ritiro, dopo esser stato squalificato}}
*Quando è stata costituita l'equipe Astana, certa gente ha cominciato a lavorare alle nostre spalle, chiedendosi da dove arrivavano questi kazaki. Ci dicevano che non ci volevano in Europa
*Ho l'impressione che il [[ciclismo]] sia un'orchestra con degli ottimi elementi, ma con un pessimo direttore. Ecco perché‚ questo sport è diventato un casino. E degli altri perché non si parla mai? Noi siamo 150 persone in tutto. Dov'è il tennis, dov'è il calcio?
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Vinokourov, Alexandre}}
[[Categoria:Ciclisti]]
[[Categoria:Kazaki]]
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Daniel-Ange
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[[File:Père Daniel-Ange - 7.JPG|thumb|Daniel Ange]]
'''Daniel Ange''' (1932 – vivente), presbitero e teologo belga.
==''Il perdono medicina di Dio''==
*Andate a Dachau e ad Auschwitz, a Sighet e alla Kolyma, presso le fosse comuni del Ruanda, di Sebreniça, di Phom Penh o del Sudan. Andate a dire ai supersiti: "L'[[inferno]] non esiste!". Ne dubiti ancora?
*Il cento per cento del male, e dunque della sofferenza nel mondo, proviene dal peccato originale e nient'altro.
*Il nemico {{NDR|il [[Diavolo]]}} non sopporta l'amore, né la luce, né la verità.
*La [[Misericordia]] è la forza dell'amore che è sconvolta dalla miseria, dalla sofferenza, dal male che rode quelli che si amano più di tutto il mondo.
*Nessuno può vedere Dio senza morire. Allora Dio morirà perché tutti possano vederlo.
*Quando non ci sarà più alcuna miseria, la misericordia ne morirà, ma di felicità.
*Se neghi di essere peccatore rinneghi il Salvatore.
==''Il tuo corpo creato per l'amore: sessualità e fede cristiana''==
*E ci sono coloro che peccano contro la Luce per principio. Si giustificano da sé, si costruiscono una filosofia, se non una «teologia», sostengono ogni tipo di teoria per giustificare deviazioni ed erranze. Per questi casi sembra non esserci via d'uscita, poiché non c'è nemmeno più ricorso al perdono, dato che essi non si sentono nemmeno più peccatori.
*Affermare che la sessualità è compulsiva, come la fame e la sete, è fandonia. Sembra essere molto interessante la testimonianza di Françoise di 19 anni: «L'atto sessuale è un desiderio, non un bisogno. È vero che l'astinenza è assai ardua da sopportare, ma è possibile. La prova: non ho rapporti da un anno. Potrei astenermi ugualmente dal bere o dal mangiare per lo stesso periodo?».
*Dunque ama la castità. Ma non per se stessa. Del resto sarebbe insostenibile. Essa non si riduce ad un bel dominio di sé. Sarebbe eroismo sterile. Amala per amore di qualcuno. Prima di tutto del Signore, al quale appartiene il tuo corpo. Ma anche per amore del tuo futuro sposo e dei tuoi futuri figli. Il «no» all'immoralità non è che un «sì» all'amore.
==''La piccola via per ritrovare il sorriso''==
*Il «rinnovamento» in atto oggi ha bisogno di maestri spirituali.
*La Chiesa che noi vediamo non è che la porzione di un immenso giardino.
*La sua immensa debolezza è esattamente la terra povera dove l'amore {{NDR|di Dio}} può finalmente fiorire in misericordia.
*Noi abbiamo bisogno di una cura disintossicante, abbiamo bisogno di essere riossigenati, di respirare a pieni polmoni un po' di aria di cielo.
*Perché essa produca i suoi frutti, una dottrina deve essere data da qualcuno che la vive.
*[[Teresa di Lisieux|Teresa]] ha vissuto l'esperienza del «rinnovamento» e l'ha aperto a tutti i piccoli perché anch'essi, a loro volta, si aprano al Regno, a quel Regno che è offerto ai poveri.
==Bibliografia==
*Daniel Ange, ''Il perdono medicina di Dio'', traduzione di Marisa Patarino, Elledici, Torino, 2006.
*Daniel Ange, ''Il tuo corpo creato per l'amore: sessualità e fede cristiana'', Città Nuova, 1996.
*Daniel Ange, ''La piccola via per ritrovare il sorriso. Meditiamo con Teresa di Lisieux'', Paoline, 1997.
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Ange, Daniel}}
[[Categoria:Presbiteri belgi]]
[[Categoria:Teologi belgi]]
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Tullio Kezich
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Mariomassone
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/* Citazioni di Tullio Kezich */
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text/x-wiki
'''Tullio Kezich''' (1928 – 2009), critico cinematografico, sceneggiatore e attore italiano.
==Citazioni di Tullio Kezich==
*''[[8½]]'' offre due letture: la prima è quella riservata a un clan di amici e conoscitori, in grado di cogliere ai vari livelli i riferimenti multibiografici, di decifrare divertendosi le chiavi del racconto. [...] La seconda lettura di ''8½'' è quella che interessa il comune spettatore e bisogna dire che il film regge bene. L'ambiente e la sua fauna, evocati con rapidi tratti da grande umorista, hanno un'importanza secondaria di fronte al cuore del problema, cioè la domanda fondamentale: la ragione della nostra presenza nel mondo.<ref>Da ''Federico: Fellini, la vita e i film'', Feltrinelli Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=x0wvyjtjAPMC&pg=PA235 pp. 235-236]. ISBN 88-07-49020-X</ref>
*Ciò che affascina in "[[Entrapment]]" è la delicatezza con cui si descrive la senilità di un eroe, capace di accettare con la femmina un continuo scambio di ruoli restando fedele ai propri codici di comportamento: "L'esperienza prima della confidenza".<ref name=entrapment>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/maggio/15/Entrapment_Bond_vecchio_eroe_alla_co_0_9905157017.shtml "Entrapment" fa di Bond un vecchio eroe alla Svevo]'', ''Corriere della Sera'', 15 maggio 1999, p. 37.</ref>
*{{NDR|Su ''[[La messa è finita]]''}} Critico implacabile degli aspetti cannibaleschi e fessacchiotti del '68, [[Nanni Moretti|Moretti]] ne è uno dei pochi eredi nella voglia nevrotica, candida e assoluta di cambiare il mondo. Un moralista neoromantico. Nel suo nuovo film Moretti ha ancora meno voglia di ridere che in ''[[Bianca (film)|Bianca]]'': le situazioni che si sgranano sullo schermo, sempre brevi e talvolta fulminanti, solo raramente meno incisive del necessario, sono connotate da una blanda ironia.<ref>Da ''la Repubblica'', 16 novembre 1985; citato in ''[https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/la-messa-finita/25273/ La messa è finita]'', ''cinematografo.it''.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Sette anime]]''}} Dopo l'anteprima, una voce amica molto autorevole mi aveva avvertito da Hollywood: «Mai visto un film più sbagliato...». Ma non tutti la pensano così. Certo siamo di fronte a un dramma che divide gli spettatori, come ha scritto Todd McCarthy su ''Variety'': o ci stai, o no. Infatti le critiche sono nettamente spartite, con prevalenza di consenzienti; e i pareri del pubblico su Internet sono entusiastici. Da che parte schierarsi? [...] [[Will Smith]] è un attore formidabile e lo conferma anche qui finché non ti stanchi, dopo quasi due ore, di scrutare sul suo volto l'interno affanno. La regia di [[Gabriele Muccino|Muccino]] è scattante, brillante, attenta ai particolari; e il testo di Grant Nieporte parte in modo davvero originale. Ma è ben noto che i paradossi a pensarci su finiscono per convincere sempre meno. Qualcuno ha scritto che dopo ''[[La ricerca della felicità]]'' Smith & Muccino hanno voluto fare ''La ricerca dell'infelicità''. Se è vero, come sosteneva [[Giorgio Strehler|Strehler]], che bisogna essere maestri di se stessi, interprete e regista si sono rivelati cattivi maestri. Dal loro successo in comune non hanno imparato granché. L'ambizione si è intorbidata, la freschezza si è dissolta nell'intellettualismo, il messaggio si è fatto confuso.<ref>Dal ''Corriere della Sera'', 9 gennaio 2009; citato in ''[https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/sette-anime/49815/ Sette anime]'', ''cinematografo.it''.</ref>
*E poi, doveva succedere, il film ormai pronto diventò una cosa di tutti. Deflagrò come una bomba nel febbraio '60 e il giorno dopo qualcuno si accorse che l'Italia non era più la stessa. Certo non l'aveva cambiata ''[[La dolce vita]]'', ma ne era stato l'annuncio vistoso: il segnale di un decennio di mutazioni che si sarebbero succedute a rotta di collo. Sbarcati dalla gran nave felliniana, a noi girava un po' la testa; e così, nel rimpianto di quelle notti luminose e illuminanti, ci preparammo ad annoiare i nipotini raccontando: io c'ero...<ref>Da ''Un film destinato a non finire mai''; in ''Noi che abbiamo fatto La dolce vita'', Sellerio, Palermo, 2009, pp. 13-14. ISBN 88-389-2355-8</ref>
*"[[Entrapment]]" fa di Bond un vecchio eroe alla Svevo. Ma che "hommage à Sean Connery", ho sentito mugugnare sulla "Croisette": questa presentazione in pompa magna di "Entrapment" fuori concorso è piuttosto un omaggio del Festival al cinema commerciale.<ref name=entrapment />
*La mondina in calzoncini, interpretata da [[Silvana Mangano]], divenne un'icona del cinema italiano e anticipò il fenomeno delle maggiorate degli anni Cinquanta.<ref name=seraottobre>Citato in ''Corriere della Sera'', 20 ottobre 2005.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Operazione Valchiria (film)|Operazione Valchiria]]''}} Fu così che [[Claus Schenk von Stauffenberg|Stauffenberg]] si trasformò in un aspirante chirurgo della storia: come [[Bruto]], [[Gaetano Bresci|Bresci]] e gli altri che nei secoli hanno tentato di modificare a mano armata i destini della patria. Sotto tale profilo, fallita la vasta congiura che riuscendo avrebbe risparmiato al mondo ulteriori milioni di vittime, Claus fu atrocemente denigrato. Perfino il New York Times, nel dare la notizia, lo chiamò «the assassin»: bella gratitudine da parte americana, non c' è che dire.<ref>Dal ''Corriere della Sera'', 30 gennaio 2009.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Scoprendo Forrester]]''}} La vicenda procede su tempi stiracchiati: si capisce subito che lo scrittore imboscato è l'ennesima reincarnazione del burbero benefico e ci sarebbe perfino da sospettare una sottintesa implicazione omosessuale se il divo britannico non fosse l'epitome della virilità. In ogni modo, anche in un film convincente sino a metà, [[Sean Connery|Connery]] è sempre Connery. Ovvero un attore che ogni volta riesce a illuderti di avere incontrato un essere umano.<ref>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/marzo/24/James_Bond_diventa_scrittore_co_0_01032412174.shtml Se James Bond diventa scrittore]'', ''Corriere della Sera'', 24 marzo 2001, p. 36.</ref>
*Nel film {{NDR|''[[Café Express]]''}} convergono, con risultati quasi sempre efficaci, la vena neorealistica di un regista memore di De Sica-Zavattini (il modo di vedere i ricchi è ancora quello di ''Miracolo a Milano'', il finale su padre e figlio ricorda ''Ladri di biciclette'') e la grande tradizione del teatro dialettale napoletano. Abbiamo fatto il nome di Eduardo perché in questo film Nino Manfredi si conferma come l'attore italiano che ne ha meglio assimilato la lezione: qui, per esempio, assomiglia all'Eduardo di trent'anni fa più dello stesso Eduardo ascetico ed essenziale di oggi. Del suo modello Manfredi riproduce genialmente le coloriture, i tempi, le ironie, gli scandagli emotivi da racconto russo; e alla vena pirandelliana di Eduardo rimanda anche il discorso su verità e finzione che nasce intorno al braccio di legno. Staccandosi dalla matrice di un film inventato sulla realtà, Manfredi scivola in leggerezze verso un gran teatro: infatti recita come se avesse lo spettatore davanti e potesse sfruttarne le reazioni, adattandosi al suo respiro e strapparne l'immediato consenso...<ref>Da una recensione del film ''[[Café Express]]'' su ''la Repubblica'', 16 febbraio 1980.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Scent of a Woman - Profumo di donna]]''}} Nel rifacimento americano [[Al Pacino]] è accompagnato da un giovane studente, [[Chris O'Donnell]], che sembra uscito da "[[L'attimo fuggente]]", e le peripezie della coppia sono molto più spettacolari e incredibili, inclusa una scorribanda in una Ferrari pilotata dal cieco.<ref>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/04/Bisogna_dire_grazie_Gassman_co_0_9601043157.shtml Bisogna dire grazie a Gassman]'', ''Corriere della Sera'', 4 gennaio 1996, p. 24.</ref>
*«Salvatore Giuliano» è il capolavoro di un grande regista {{NDR|[[Francesco Rosi]]}} che anziché limitarsi a rappresentarla è riuscito a trasferire sullo schermo una verità non solo cronachistica o giudiziaria. Il momento alto fu la ricostruzione della strage di Portella, nei luoghi veri e con gli autentici abitanti dei paesi coinvolti come in uno psicodramma. Solo il cinema permette di fare esperienze di questo genere.<ref name=seraottobre/>
*{{NDR|Sul regista [[Salvatore Samperi]], in riferimento a ''Grazie zia'', il film del suo debutto}} Samperi rivela un estro notevole, una sensualità non volgare e una partecipazione che ci sembra non provvisoria.<ref >Citato in Bepi Vigna,
''[http://teoremacinema.com/salvatore-samperi-da-grazie-zia-a-malizia/ Salvatore Samperi: da "Grazie zia" a "Malizia"]'', ''leoremacinema.com'', 13 novembre 2016.</ref>
*Se è vero che la lavorazione di ogni film felliniano è caratterizzata da un'atmosfera particolare, da un umore predominante del regista che lo accompagna dall'inizio alla fine, ''[[8½]]'' è insieme il film del dubbio e dell'ostinazione, della tentazione di piantare tutto e del perfezionismo esasperato. Nebuloso nella progettazione, accuratissimo nell'esecuzione.<ref>Da ''Federico: Fellini, la vita e i film'', Feltrinelli Editore, 2002, [https://books.google.it/books?id=x0wvyjtjAPMC&pg=PA238 p. 238]. ISBN 88-07-49020-X</ref>
*{{NDR|Su ''[[Fargo]]''}} Straordinaria tragicommedia dove le più svariate e raffinate componenti intellettuali si innestano su una trama di genere, ''[[Fargo]]'' gioca a opporre la normalità del [[bene]] alla normalità del [[male]]: l'una e l'altra sono rappresentate con ineffabile ironia in situazioni e dialoghi essenziali. I personaggi appaiono immersi nel torpore della vita provinciale, sia quelli che hanno trascurato di mettere l'orologio all'ora attuale, sia quelli che si illudono di incrementare il proprio destino con spunti di cinismo o atti di violenza. Tutti guardano la Tv: ladri, guardie e gente comune. E Marge, in particolare, è una donna comune di tipo non comune: la prova vivente che nella confusione odierna l'attaccamento tranquillo ai propri compiti (il marito, la famiglia che cresce, il dovere del servizio) rappresenta l'unica alternativa. [...] Vorrei concludere, profetizzando: è un film che resterà.<ref>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/15/America_dei_fratelli_Coen_centro_co_0_9605155466.shtml L'America dei fratelli Coen fa centro a Cannes]'', ''Corriere della Sera'', 15 maggio 1996, p. 31.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Le mele di Adamo]]''}} Va apprezzato come una metafora dura e limpida, che in un precario recupero di ottimismo approda a un messaggio tutt'altro che ovvio. Quando ci si imbatte in una realtà inaccettabile [...] si intuisce (e ''Le mele di Adamo'' lo conferma) che per ricondurre certi forsennati alla ragione poco servirebbero le lezioni di storia, i ragionamenti politici o le norme comportamentali; ed è inutile illudersi di risolvere qualcosa attraverso trattamenti di gruppo. La cura può solo essere individuale e ogni volta il terapeuta dovrà mostrarsi disposto, come padre Ivan, a giocare tutto se stesso e a confidare nell'imponderabile che i credenti chiamano miracolo.<ref>Dal ''Corriere della Sera'', 28 aprile 2006; citato in ''[https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/le-mele-di-adamo/46658/ Le mele di Adamo]'', ''cinematografo.it''.</ref>
{{Int|''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/12/22/il-corvo-giuseppe-verdi-grandi-complici-di.html Il corvo e Giuseppe Verdi, grandi complici di Argento]''|Su ''[[Opera (film)|Opera]]'', La Repubblica'', 22 dicembre 1987.}}
*Il gran tema di ''Opera'' è la visionarietà, la trasformazione dell'universo reale in una successione di incubi concatenati. Se una logica c'è, è quella dei brutti sogni; e i personaggi sono a una dimensione, vere e proprie larve intercambiabili e fluttuanti in un magma angoscioso.
*A ogni nuovo film questo Argento mi entusiasma e mi irrita. Gira come un americano bravo, ma con la malizia europea che laggiù non possiedono.
*Ma perchè non si fa scrivere, una volta tanto, un bel copione? Anche Verdi, che era un genio, aveva bisogno del librettista.
*Il film riproduce con spasmodica vivacità l' ambiente del retroscena, scopre la complessa tecnologia che sta dietro le attuali regìe liriche, stringe in un efficace nodo narrativo un insieme di tensioni assortite.
{{Int|''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/03/29/renato-salvatori-divo-di-un-cinema-che.html Renato Salvatori divo di un cinema che non c'è più]''|''La Repubblica'', 29 marzo 2008.}}
*{{NDR|Su [[Renato Salvatori]]}} [[Luchino Visconti]], che lo amava moltissimo, protesse la sua unione con [[Annie Girardot]] come un vecchio zio. Lo trattava in maniera burbera, provocandolo, sgridandolo, bruscamente lodandolo quand' era il caso. E Salvatori visse qualche anno di intensa vita artistica, con titoli che formerebbero (e senza dubbio alla prima occasione formeranno) una "personale" di tutto rispetto. Da ''I soliti ignoti'' di [[Mario Monicelli|Monicelli]] a ''Un giorno da leoni'' di [[Nanni Loy|Loy]], da ''La banda Casaroli'' di [[Florestano Vancini|Vancini]] ai misconosciuti ''Omicron'' di [[Ugo Gregoretti|Gregoretti]] e ''Una bella grinta'' di [[Giuliano Montaldo|Montaldo]], da ''I compagni'' di Monicelli ad altri che sarebbe troppo lungo elencare.
*Perché il cinema chiuse le porte a [[Renato Salvatori|Renato]], o perché Renato voltò le spalle al cinema? Negli ultimi anni, si era dedicato ad altre attività, parlava del passato con rabbia e nostalgia. Era invecchiato, ma le rughe lo rendevano più interessante. Lo consideravano troppo legato a un momento irripetibile della nostra storia, troppo legato a un costume per non imporre stucchevoli confronti con il passato? Fatto sta che si ritrovò addosso, da un momento all'altro, quell'etichetta di "has been" (è stato) fatale a tanti campioni dello spettacolo. Non aveva un retroterra professionale di dizione e voce impostata, persa l'occasione al momento giusto non poteva fare teatro. Si contentò di vivere ai margini dell' ambiente che amava e non era più il suo. Mi par di capire che si distrasse in vari modi: con le carte, con il bicchiere.
*[[Renato Salvatori|Renato]] era attratto dalla gente di penna e di pensiero. Gli piaceva fare le ore piccole, in via Veneto, da Rosati o da Doney, ascoltando discorsi che non capiva fino in fondo, ma che (dato importantissimo, fu il segreto della sua simpatia) non fingeva mai di capire. In quegli anni la sua naturalezza conquistò tutti; e la sua carriera cinematografica prese senza sforzo le vie del film impegnato fino al trionfo di ''Rocco e i suoi fratelli''.
==Citazioni su Tullio Kezich==
*È stato un grande intellettuale. Non sapevo che fosse stato decisivo per l' esordio di [[Lina Wertmüller]], quello che ha fatto per [[Franco Giraldi]] e per i [[Paolo e Vittorio Taviani|Taviani]] o l' esperienza sul set di [[Francesco Rosi|Rosi]] per ''Salvatore Giuliano'' che si trasformò in un libro. ([[Carlo Lizzani]])
*{{NDR|In omaggio a Tullio Kezich}} Fu Tullio a chiedermi scherzando, quando fosse arrivato il momento, di organizzare qualcosa in sua memoria, in qualche modo l'omaggio l'ha fissato lui. ([[Felice Laudadio]])
*Lo stimavo moltissimo, da sempre. I suoi libri e le sue recensioni mi avevano aiutato ad amare il cinema e a saperne di più, pertanto provavo estremo dolore quando i miei film non lo convincevano. È accaduto diverse volte, sfortunatamente. Tuttavia il nostro rapporto di cordiale amicizia non si è mai incrinato, e la mia considerazione per la sua alta statura intellettuale non è mai venuta meno. Cresceva, semmai, il mio senso di inadeguatezza nei confronti delle sue aspettative. Del resto quale regista non ha tremato nel leggere la recensione di Kezich? Ma nessuno ha mai temuto che la sua analisi, per quanto spietata, potesse contemplare l'uso del disprezzo o dell'irrisione. La ragione, semplice, è che Tullio Kezich nutriva il più assoluto rispetto per il mestiere del cinema, e li conosceva bene i tormenti e i drammi che si consumano all'ombra della macchina da presa, essendo stato molte volte dall'altra parte della barricata, come produttore, sceneggiatore e ispiratore di talenti. Per questo motivo giudicava a fondo, con cognizione di causa, costringendoti alla riflessione, e anatomizzava i film insegnandoti. Una figura di critico cinematografico davvero singolare. ([[Giuseppe Tornatore]])
==Filmografia==
*''[[Il posto]]'' (1961)
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Kezich, Tullio}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Critici cinematografici italiani]]
[[Categoria:Sceneggiatori italiani]]
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Hubert Lyautey
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[[File:Maréchal Lyautey 1929.jpg|thumb|Ritratto del maresciallo Lyautey, 1929]]
'''Louis Hubert Gonzalve Lyautey''' (1854 – 1934), militare e politico francese.
*Il [[Marocco]] è un paese freddo con un sole caldo.<ref name=Gun>citato in [[John Gunther]], ''Africa'' (''Inside Africa''), traduzione di Enrico Massa, Garzanti, 1961.
</ref>
==Citazioni su Louis Hubert Gonzalve Lyautey==
*Il maresciallo Lyautey, col suo fare sbrigativo, divideva il Marocco in due parti: quello utile, e il resto. ([[John Gunther]])
*Lyautey è naturalmente sepolto a Rabat. Egli morì in [[Francia]] nel 1934, ma lasciò istruzioni perché la sua salma fosse trasportata in [[Marocco]]. ([[John Gunther]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto|w|commons=Category:Hubert Lyautey}}
[[Categoria:Militari francesi|Lyautey, Louis Hubert Gonzalve]]
[[Categoria:Politici francesi|Lyautey, Louis Hubert Gonzalve]]
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Caravaggio
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[[Immagine:Bild-Ottavio Leoni, Caravaggio.jpg|thumb|''Ritratto di Caravaggio'', ''Ottavio Leoni'', 1621]]
'''Michelangelo Merisi''', o '''Merigi''' o '''Amerighi''', detto '''il Caravaggio''' (1571 – 1610), pittore italiano.
==Citazioni su Michelangelo Merisi da Caravaggio==
<!--IN ORDINE DI PUBBLICAZIONE-->
*C'è un tale Michelangelo da Caravaggio che a Roma fa cose notevoli [...] costui s'è conquistato con le sue opere fama, onore e rinomanza. [...] egli è uno che non tiene in gran conto le opere di alcun maestro, senza d'altronde lodare apertamente le proprie. [...] Ora egli è un misto di grano e di pula; infatti non si consacra di continuo allo studio, ma quando ha lavorato un paio di settimane, se ne va a spasso per un mese o due con lo spadone al fianco e un servo di dietro, e gira da un gioco di palla all'altro, molto incline a duellare e a far baruffe, cosicché è raro che lo si possa frequentare. ([[Karel van Mander]])
*...non esegue un solo tratto senza farlo direttamente dal modello vivo. E questa non è una cattiva via per giungere a buon fine, perché dipingere servendosi di disegni (anche se tratti dal vero) non è così sicuro come tenersi il vero davanti e seguire la natura in tutta la varietà dei suoi colori; ma bisogna anzitutto che il pittore adotti il criterio di scegliere dal bello le cose più belle. ([[Karel van Mander]])
*Michelagnolo Amerigi fu uomo satirico e altiero; e usciva tal'ora a dir male di tutti li pittori passati e presenti per insigni che si fussero, poiché a lui pareva d'aver solo con le sue opere avanzati tutti gli altri della sua professione [...] molti giovani ad essempio di lui si danno a imitare una testa del naturale, e non studiando né fondamenti del disegno e della profondità dell'arte, solamente del colorito appagansi, onde non sanno mettere due figure insieme, né tessere istoria veruna, per non comprendere la bontà di sì nobil'arte. <br> Fu Michelagnolo, per soverchio ardimento di spiriti, un poco discolo, e tal'ora cercava occasione di fiaccarsi il collo o di mettere a sbaraglio l'altrui vita. Pratticavano spesso in sua compagnia uomini per natura anch'essi brigosi; e ultimamente affrontatosi con Ranuccio Tomassoni giovane di molto garbo, per certa differenza di giuoco di palla a corda, sfidaronsi, e venuti all'armi, caduto a terra Ranuccio, Michelagnolo gli tirò una punta, e nel pesce della coscia feritolo, il diede a morte. Fuggirono tutti da Roma, e Michelagnolo andossene a Pellestrina, ove dipinse una S. Maria Maddalena. E d'indi giunse a Napoli, e quivi operò molte cose. <br> [...] Se Michelagnolo Amerigi non fusse morto sì presto, averia fatto gran profitto nell'arte per la buona maniera che presa avea nel colorire del naturale; benché egli nel rappresentar le cose non avesse molto giudicio di scegliere il buono e lasciare il cattivo. Nondimeno lasciò gran credito e più si pagavano le sue teste che l'altrui istorie, tanto importa l'aurea popolare, che non giudica con gli occhi ma guarda con l'orecchie. E nell'Accademia il suo ritratto è posto. ([[Giovanni Baglione]])
*Si esercitò da giovine nell'arte di murare e portò lo schifo della calce nelle fabbriche [...] s'incontrò a far le colle ad alcuni pittori che dipingevano a fresco, e tirato dalla voglia di usare i colori accompagnossi con loro, applicandosi tutto alla pittura. [...] Dopo, essendo egli d'ingegno torbido e contenzioso, per alcune discordie fuggitosene da Milano giunse in Venezia, ove si compiacque tanto del colorito di Giorgione che se lo propose per iscorta nell'imitazione. [...] Condottosi a Roma vi dimorò senza ricapito e senza provvedimento [...] sichè dalla necessità costretto, andò a servire il cavaliere Giuseppe d'Arpino, da cui fu applicato a dipinger fiori e frutti sì bene contrafatti che da lui vennero a frequentarsi a quella maggior vaghezza che tanto oggi diletta. [...] Ma esercitandosi egli di mala voglia in queste cose, e sentendo gran rammarico di vedersi tolto alle figure, incontrò l'occasione di Prospero, pittore di grottesche, e uscì di casa di Giuseppe per contrastargli la gloria del pennello. [...] ...era solito usare drappi e velluti nobili per adornarsi; ma quando poi si era messo un abito, mai lo tralasciava finché non gli cadeva in cenci [...] ...era negligentissimo nel pulirsi; mangiò molti anni sopra la tela di un ritratto, servendosene per tovaglio mattina e sera. ([[Giovanni Pietro Bellori]])
*...invaghiti [molti] dalla sua maniera l'abbracciavano volentieri, poiché senz'altro studio e fatica si facilitavano la via al copiare il naturale, seguitando li corpi vulgari e senza bellezza. Così sottoposta dal Caravaggio la maestà dell'arte, ciascuno si prese licenza, e ne seguì il dispregio delle cose belle, tolta ogni autorità all'antico e a Rafaelle, dove per la commodità de' modelli e di condurre una testa dal naturale, lasciando costoro l'uso dell'istorie, che sono proprie de' pittori, si diedero alle mezze figure, che avanti erano poco in uso. Allora cominciò l'imitazione delle cose vili, ricercandosi le sozzure e le deformità, come sogliono fare alcuni ansiosamente: se essi hanno a dipingere un'armatura, eleggono la più rugginosa, se un vaso, non lo fanno intiero, ma sboccato e rotto. Sono gli abiti loro calze, brache e berrettoni, e così nell'imitare li corpi, si fermano con tutto lo studio sopra le rughe e i difetti della pelle e dintorni, formano le dita nodose, le membra alterate da morbi. ([[Giovanni Pietro Bellori]])
*Giuditta appare lo strumento di una salvezza voluta da [[Dio]] cui non può sottrarsi, ma la violenza del suo delitto atterrisce anche lei a giudicare dall'espressione di disprezzo che Caravaggio le dipinge sul volto. ([[Federico Zeri]])
*...il Caravaggio, eccellentissimo nel colorire, si dee comparare a Demetrio, perché ha lasciato indietro l'Idea della bellezza, disposto di seguire del tutto la similitudine. ([[Giovanni Battista Agucchi]])
*...il gran Protopittore,|Meraviglia dell'Arte,|Stupor de la natura|Se ben versaglio poi di rea fortuna. ([[Giulio Cesare Gigli]])
*...è stato così diligente, ed ingegnoso imitatore della natura, che dove gli altri pittori sogliono promettere esso ha fatto. ([[Girolamo Borsieri]])
*Proprio di questa schola [di Caravaggio] è di lumeggiar con lume unito che venghi d'altro senza reflessi, come sarebbe in una stanza da una fenestra con le pariete colorite di negro, che così, havendo i chiari e l'ombre molto chiare e molto oscure, vengono a dar rilievo alla pittura [...] Questa schola in questo modo d'operare è molto osservante del vero, che sempre lo tien davanti mentre ch'opera; fa bene una figura sola, ma nella compositione dell'historia et esplicar affetto, pendendo questo dall'immaginatione e non dall'osservanza della cosa, per ritrar il vero che tengon sempre avanti, non mi par che vi vagliano, essendo impossibil di mettere in una stanza una moltitudine d'huomini che rappresentin l'historia con quel lume d'una fenestra sola, et haver un che rida o pianga o faccia atto di camminare e stia fermo per lasciarsi copiare, e così poi le lor figure, ancorché habbin forza, mancano di moto e d'affetti, di gratia, che sta in quell'atto d'operare come si dirà. ([[Giulio Mancini]])
*...unico mostro di naturalezza, portato dal proprio istinto di natura all'imitatione del vero, e così ascendendo dalla copia de' fiori, e frutti, e da' corpi meno perfetti a' più sublimi, e dopo gl'irrazionali a gli umani ritratti, e finalmente operando intiere figure, e anco talvolta componimenti d'istorie con tal verità, forza, e rilievo, che bene spesso la natura, se non di fatto eguagliata, e vinta, apportando però confusione al riguardante con istupendo inganno, allettava e rapiva l'umana vita, e però fu creduto da varii anco sopra d'ogni altro eccellentissimo. [...] provvisto di particolar genio [...] privo però della necessaria base del buon disegno, si palesò poscia d'invenzione mancante, e come del tutto ignudo di bella idea, grazia, decoro, architettura, prospettiva, ed altri simili convenevoli fondamenti, i quali rendono unitamente sufficienti e degni i veri principali e maggiori maestri... ([[Francesco Scannelli]])
*Per finirla è stato quest'Huomo un gran Soggetto, mà non Ideale, che vuol dire non saper fare cosa alcuna senza il naturale avanti. ([[Luigi Pellegrini Scaramuccia]])
*Non poté mai tolerare [l'Albani], che si seguitasse il Caravaggio, scorgendo essere quel modo il precipitio, e la totale ruina della nobilissima, e compitissima virtù della Pittura, poiché, se bene era da laudare in parte la semplice imitatione, era nondimeno per partorire tutto quello, che ne è seguito in progresso di 40 anni. [...] Non possono essere i Pittori egualmente eccellenti in tutte le parti. Se il Caravaggio havesse havuto questi requisiti saria stato Pittore dirò Divino, questo, non haveva cognitione nelle cose sopranaturali, mà stava troppo attaccato al naturale. ([[Carlo Cesare Malvasia]])
*Michel'Angelo da Caravaggio fece qualche giovamento al gusto di quella nuova Scuola, perché, essendo uscito fuora con tanto empito, e con quella sua maniera gagliarda, fece prender fiato al gusto buono, et al naturale, il quale allora era bandito per la vita e reso contumace dal comercio umano, e precipitato nell'abisso d'una maniera ideale, e fantastica ad uso delle Grottesche dell'India. Ben'à vero, che egli non rese adorno il gusto con quelle vaghezze, con le quali la Scuola Caracciesca l'ha portato, pieno di piacevolezze, e di delizie, ricco nelli componimenti, adorno d'accompagnature, e discreto in tutto il portamento; tutta via aperse una fenestra per la quale fece rivedere la Verità, che si era già smarrita. ([[Giovanni Battista Passeri]])
*A Poussin, nulla piaceva del Caravaggio, secondo lui venuto al mondo per distruggere la pittura. Né ci si deve meravigliare di una tale insofferenza, perché se Poussin cercava il decoro nelle proprie composizioni, il Caravaggio si lasciava trascinare dal vero naturale così come gli appariva: erano ai poli opposti. Tuttavia, a considerare l'essenza reale della pittura, che consiste nell'imitare ciò che si vede, bisogna ammettere che il Caravaggio la possedeva a fondo [...] ha imitato così perfettamente il soggetto che null'altro può desiderarsi. ([[André Félibien]])
*...tanto avea sopraffatto gli animi degl'intendenti, e de' Professori medesimi quella nuova maniera cacciata di scuri con pochi lumi, e che terminava nell'ombre, ove per lo più si perdevano que' contorni, che devono essere un chiaro esempio, per istruire, e dar norma a gli studiosi dell'arte del disegno. ([[Bernardo de Dominici]])
*...il Caravaggio: il Rembrante dell'Italia. Abusò costui del detto di quel Greco quando domandatogli che fosse il suo maestro, mostrò la moltitudine che passava per via; e tale fu la magia del suo chiaroscuro, che, quantunque egli copiasse la natura in ciò ch'ella ha di difettoso e d'ignobile ebbe quasi la forza di sedurre anche un Domenichino, ed un Guido. ([[Francesco Algarotti]])
*Il Caravaggio non aveva né varietà né correzione; e perciò era tutto cattivo nel disegno. ([[Anton Raphael Mengs]])
*...è memorabile in quest'epoca, in quanto richiamò la pittura dalla maniera alla verità, così nelle forme che ritraeva sempre dal naturale, come nel colorito che dato quasi bando a' cinabri e agli azzurri compose di poche, ma vere tinte alla giorgionesca. Quindi Annibale [Carracci] diceva, in sua lode, che costui macinava carne; e il Guercino e Guido assai l'ammirarono, e profittarono de' suoi esempi. ([[Luigi Lanzi]])
*Per l'orrore ch'egli sentiva dell'ideale sciocco, il Caravaggio non correggeva nessuno dei difetti dei modelli ch'egli fermava nella strada per farli posare. Ho veduto a Berlino alcuni suoi quadri che furono rifiutati dalle persone che li avevano ordinati perché troppo brutti. Il regno del brutto non era ancora arrivato. ([[Stendhal]])
* Non è l'assenza di ogni difetto, ma la presenza d'eminenti qualità, che costituisce un temperamento e perfino un genio. Certi uomini, capaci di una foga indomabile, non possono rassegnarsi all'impeccabile saggezza della mediocrità. Tra questi, Caravaggio... ([[Victor Schoelcher]])
*...Senza maestri, senza precetti, tanto egli fece ed ardì; che dir non si saprebbe dove potea giungere, se fosse vissuto un secolo innanzi, o se imitando con sì gran verità la natura, dai pittor di quel secol beato preso avesse le norme per abbellirla. Ma queste norme, con tanto magistero seguite dai discepoli di Ludovico [Carracci], furono da lui dispregiate: ed ecco la posterità collocarlo a lato del Guercino e dell'Albani, non che di Annibale [Carracci], del Domenichino, di Guido [Reni]... ([[Giovanni Rosini]])
*...ha dipinto con uguale elevatezza ritratti, scene sacre e di genere, fiori e frutti. Naturalista sempre, le sue pitture hanno uno straordinario plasticismo e spesso una suggestiva grandezza che fa perdonare al loro autore ogni mancanza di distinzione nella scelta delle forme, l'esagerazione dei gesti e le tinte scure senza trasparenza. ([[Frédéric Villot]])
*Il naturalismo moderno strido sensu comincia nel modo più crudo con Michelangelo Amerighi da Caravaggio ... Il suo pensiero è di mostrare allo spettatore che i fatti sacri del principio dei tempi si erano svolti propriamente allo stesso modo che nei vicoli delle città del sud verso la fine del XVI secolo. Egli non tiene in onore che la passione, per la cui interpretazione veramente vulcanica egli possedette un grande talento. E questa passione, espressa in caratteri energici, schiettamente popolari e qualche volta altamente impressionanti, rappresenta poi il tono fondamentale della sua scuola. ([[Jacob Burckhardt]])
*Il Caravaggio fu in Italia uno dei più illustri propagatori del sistema che prevalse poi nella scuola olandese, sistema che consiste nel trasformare in bellezza d'arte, ciò che è schifoso nella natura. L'elevatezza del pensiero non è il suo fine; sì invece l'imitazione d'ogni naturale qual ch'esso sia. ([[Pietro Selvatico]])
*...un pittore non molto simpatico, ma di molto ingegno... ([[Giovanni Morelli (storico dell'arte)]])
*Il pittore che diede inizio al movimento doveva quasi per necessità naturale essere un uomo incolto, privo d'interessi per un passato culturale che non conosceva. Ma, ciononostante, un genio che seppe portare con sé anche la cultura attraverso i modi con cui attuò le proprie personalissime intenzioni. Questi sono appunto i tratti dell'iniziatore: Michelangelo da Caravaggio. Un uomo incolto ma un genio. ([[Alois Riegl]])
*Quello veramente da tener di mira è la sua nuova concezione stilistica. La nota che la caratterizza è una ricerca così tenace di concisione, da ricordare la sobrietà dei grandi periodi arcaici. A tal fine il Caravaggio si serve principalmente di due mezzi: della luce e della composizione. Egli, come è noto, immerge le sue scene nell'oscurità, investendole di un getto violento di luce radente, in modo che alcune parti soltanto affiorino dalle tenebre nella luce. Questa, creduta fino ad oggi, e forse dagli stessi suoi seguaci, una trovata realistica fu, caso mai, una concessione alla fantasia – come pare la interpretasse lo stesso Rembrandt –, ma soprattutto una ricerca di unità e di stile: un mezzo a mettere in valore certe parti e linee essenziali delle cose, facendole affiorare nella luce e ad eliminarne nelle tenebre altre secondarie, inutili o dannose ad una concisa rappresentazione. L'altro mezzo che il Caravaggio impiega per raggiungere l'unità stilistica riguarda, dunque, la composizione del quadro. Per il primo Michelangiolo aveva decisamente spezzato la secolare uniformità degli schemi compositivi a linee e piani paralleli "al quadro", e aveva mostrato quante maggiori risorse di movimento e di energia offrisse l'impostatura, diciamo, in tralice di certe sue figure; risorsa che il Tintoretto aveva spinto al colmo, limitandola però anche lui troppo a singole figure isolate. Era riserbato al Caravaggio di coronare la geniale iniziativa dei suoi precursori estendendo questo stesso sistema costruttivo a tutta quanta la compagine della composizione, in modo da ottenere in un sol tratto, con sintesi insuperata, il massimo risultato di senso plastico e dinamico. ([[Matteo Marangoni]])
*...cancella il valore disegnativo dato alla forma dai fiorentini, rifugge dai partiti decorativi, semplifica la visione degli oggetti per mezzo di un taglio, nitido, notturno, tra luce e ombra; approfondisce e semplifica la composizione. Dalle opere giovanili, composte ad armonia di chiari colori, sotto luci bionde e velari leggieri di ombre trasparenti, alle ultime, cupe e notturne, schiarate da luci crude e costrette, l'arte del Caravaggio sempre più afferma i suoi principi fondamentali plastico-luminosi, che fanno di lui il precursore dei massimi geni del Seicento europeo: da Franz Hals e Rembrandt, al primitivo Velàzquez. ([[Adolfo Venturi (storico dell'arte)]])
*Dalle esperienze luministiche dei suoi precursori, fra cui erano anche quel Lotto che il Lomazzo [...] chiama "maestro del dare il lume" e quel Savoldo in cui il Pino esalta "le ingegnose descrittioni dell'oscurità", il Caravaggio scopre "la forma delle ombre": uno stile dove il lume, non più asservito, finalmente, alla definizione plastica dei corpi su cui incide, è anzi arbitro coll'ombra seguace della loro esistenza stessa. Il principio era per la prima volta immateriale; non di corpo ma di sostanza; esterno ed ambiente all'uomo, non schiavo dell'uomo [...] Che cosa importasse questo nuovo stile nei confronti col Rinascimento ch'era invece partito dall'uomo, e vi aveva sopra edificato una superba mole antropocentrica, cui anche la luce era anodina servente, è facile intendere. All'artificio, al simbolo drammatico dello stile attendeva ora il lume medesimo, non l'idea che l'uomo poteva aver formato di se stesso. Ma quando in un battito del lume una cosa assommasse, e poiché non era più luogo a preordinarla nella forma, nel disegno, nel costume, e neppure nella rarità del colore, essa non poteva sortire che terribilmente naturale. Il dirompersi delle tenebre rilevava l'accaduto e nient'altro che l'accaduto; donde la sua inesorabile naturalezza e la sua inevitabile varietà, la sua incapacità di "scelta". Uomini, oggetti, paesi, ogni cosa sullo stesso piano di costume, non in una scala gerarchica di degnità... ([[Roberto Longhi]])
*La sua ostinata deferenza al vero poté anzi confermarlo nella ingenua credenza che fosse "l'occhio della camera" a guardar lui e a suggerirgli tutto. Molte volte dovette incantarsi di fronte a quella "magia naturale"; e ciò che più lo sorprese fu di accorgersi che allo specchio non è punto necessaria la figura umana, se, uscita questa dal suo campo, esso seguita a specchiare il pavimento inclinato, l'ombra sul muro, il nastro caduto a terra. Che altro potesse conseguire a questa risoluzione di procedere dipingendo per specchiatura diretta della realtà, non è troppo difficile intendere. Ne conseguiva la tabula rasa del costume pittorico del tempo che, preparandosi gli argomenti in carta e matita per via di erudizione storica e di astrazione stilizzante, aveva elaborato una complessa classificazione del rappresentabile, dove, per meglio servire alla società di allora, non poteva che preferirsi l'aspetto della classe dominante. Ma il Caravaggio pensa invece alla vita comune, ai sentimenti semplici, all'aspetto feriale delle cose che valgono, nello specchio, come gli uomini. [...] Anche il Caravaggio avvertiva il pericolo di ricadere nell'apologetica del corpo umano, sublimata da Raffaello o Michelangelo, o magari nel chiaroscuro melodrammatico del Tintoretto. Ma ciò che gli andava confusamente balenando era ormai non tanto il rilievo dei corpi quanto la forma delle tenebre che li interrompono. Lì era il dramma della realtà più portante ch'egli intravedeva dopo le calme specchiature dell'adolescenza. E la storia della religione, di cui ora si impadroniva, gli tornava come un seguito di drammi brevi e risolutivi la cui punta non può indugiarsi nella durata sentimentale delle trasparenze, anzi inevitabilmente s'investe del lampo abrupto della luce rivelante, fra gli strappi inconoscibili dell'ombra. Uomini e santi si sarebbero impigliati in quel tragico scherzo. Giacché, per restar fedeli alla natura del mondo, occorreva far sì che il calcolo dell'ombra apparisse come casuale, e non causato dai corpi; ove volesse esimersi dal riattribuire all'uomo la sua funzione umanistica dirimente, di eterno protagonista e signore del creato. Perciò il Caravaggio seguitò, e fu fatica di anni, ad osservare la natura della luce e dell'ombra incidentali. [...] Chi non sa che il Tintoretto studiava al lume di lucerna, non già il vero, ma i modellini della Cappella Medicea? E che i modellini del Greco erano cere dove si stiravano in una poetica follia le ultime spire laocoontiche del disegno 'serpentinato'? Ma ora è la realtà stessa a venir sopraggiunta dal lume per 'incidenza': il caso, l'incidente luminoso, diventano causa efficiente della nuova pittura (o poesia). Non v'è Vocazione di Matteo senza che il raggio, assieme col Cristo, entri dalla porta socchiusa e ferisca quel turpe spettacolo dei giocatori d'azzardo. In effetto Caravaggio stagliò questa sua "descrizione di luce", questo poetico "fotogramma", quando l'attimo di cronaca gli parve emergere, non dico con un rilievo, ma con uno spicco, con un'evidenza così memorabile, invariabile, monumentale, come dopo Masaccio non s'era più visto. ([[Roberto Longhi]])
*Nessuna forma tipica del barocchismo si ritrova in Caravaggio. Egli ha uno svolgimento in profondità e in chiarezza che lo riporta piuttosto presso agli artisti del Quattrocento che ai contemporanei. C'è in lui una profondità epica, una umanità, una volontà apostolica, lontanissime dall'atteggiamento barocco: la sua formazione raccolta, approfondita tutta in un senso, costituisce la sua solitudine storica nel barocchismo ed oltre. ([[Carlo Ludovico Ragghianti]])
*Quando guardiamo la Vocazione di san Matteo ci accorgiamo che qualcosa di nuovo è avvenuto, qualcosa che ha mutato l'arte di Michelangelo da Caravaggio. Un nuovo modo di subordinare ogni immagine all'effetto generale di luce e ombra appare evidente, e poiché questo modo è essenziale a tutte le opere posteriori, si può dedurne che il periodo delle ricerche è finito e che lo stile dell'artista è perfettamente realizzato. Ci sono stati in tutti i tempi dei pittori realisti, che sono stati grandi artisti. Non perché abbiano riprodotto la realtà empirica in modo illusorio, ma perché l'hanno interpretata, e cioè veduta e sentita, a seconda della loro fantasia. E la loro differenza dai pittori della 'idea' è che questi evadono fantasticamente dalla realtà, mentre i 'naturalisti' interpretano la realtà e ne danno ciò che a loro sembra l'essenza. Giotto e Masaccio sono realisti come il Caravaggio, con questa differenza, ch'essi sono realisti senza un preciso programma, e il Caravaggio dovette farsi un programma per liberare polemicamente la propria fantasia da un groviglio di regole e di pregiudizi che il manierismo voleva imporgli. ([[Lionello Venturi]])
*Complessa è la natura di questo "stil nuovo", di questa forma unica e non riducibile ad altra, che Caravaggio inventa. Essa è insita nell'armonia dei suoi colori e nella particolare natura del suo dipingere: armonia rara e sottile, composta da una specifica scelta di toni e da una particolare maniera d'impiegarli; pittura raffinata la cui materia possiede la purità cristallina che ritroveremo più tardi, analoga se non simile, in Vermeer; con la novità e qualità della sua tavolozza egli colpì i contemporanei a tal punto che perfino i nemici ne riconobbero i meriti: in lui la tecnica stessa è poesia. L'originalità del suo genio sta nel saper porre i personaggi in uno spazio che non ha di per sé esistenza plastica, che non è né definito né limitato, ma soltanto il luogo delle possibilità plastiche, il nulla da cui nascono esseri e cose, l'informe da cui le forme emergono; dal contrasto che ne deriva tra figure aventi la rigorosa pienezza della statua e uno spazio confidato alle incertezze del chiaroscuro e a magici misteri pittorici, nasce più sorprendente e anche perciò più ricca di contenuti poetici la monumentalità della composizione caravaggesca. ([[René Jullian]])
*Nelle pitture di Caravaggio ci sono effetti di luce. L'interruttore non so dov'è. ([[Bruno Munari]])
*La scena di ''[[Apocalypse Now]]'', quando Brando-Kurtz emerge dalle tenebre, l’ho girata pensando a Caravaggio, rimandando il più possibile lo svelamento del volto. ([[Vittorio Storaro]])
*{{NDR|Sull'uccisione di Ranuccio Tomassoni in una lite}} Caravaggio era un figlio del suo tempo. Roma era una città di grandissima conflittualità. In quella circostanza, Caravaggio agì secondo una frequentatissima logica di comportamento e, esaminando il caso, c'è anche da propendere per la legittima difesa. Essendo il più grande dei pittori, sembra che anche quell'episodio lo sia, ma non è così. ([[Claudio Strinati]])
==Voci correlate==
*[[Seppellimento di santa Lucia]]
==Altri progetti==
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Giovanni Andrea Vavassore
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'''Giovanni Andrea Vavassori''' o '''Valvassori''' detto il '''Guadagnino''' (1530 – 1573), editore, tipografo e incisore italiano.
*Il capo e metropoli del [[Friuli]] e Vdene [...] La ditta e nobilissima e grande & populosa.<br /> Et in meggio di essa siede vno belissimo Castello fabricato sopra vn Monte fatto manualmente... (da ''La vera descritione del Friuli'', 1553)
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[[Categoria:Editori italiani]]
[[Categoria:Incisori italiani]]
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Leonida Repaci
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'''Leonida Rèpaci''' (1898 – 1985) scrittore italiano.
==''Calabria grande e amara''==
===[[Incipit]]===
<div align=right>''Quando fu il giorno della Calabria<br/>(a Ernesto Treccani)''<br/></div>Quando fu il giorno della [[Calabria]] [[Dio]] si trovò in pugno 15000 kl.² di argilla verde con riflessi viola. Pensò che con quella creta si potesse modellare un paese di due milioni di abitanti al massimo. Era teso in un maschio vigore creativo il Signore, e promise a se stesso di fare un capolavoro. Si mise all'opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più bella della [[California]] e delle [[Hawaii]], più bella della [[Costa Azzurra]] e degli arcipelaghi giapponesi.
===Citazioni===
* Operate tutte queste cose nel presente e nel futuro il Signore fu preso da una dolce sonnolenza, in cui entrava il compiacimento del creatore verso il capolavoro raggiunto. Del breve sonno divino approfittò il [[diavolo]] per assegnare alla Calabria le calamità: le dominazioni, il terremoto, la malaria, il latifondo, le fiumare, le alluvioni, la peronospera, la siccità, la mosca olearia, l'analfabetismo, il punto d'onore, la gelosia, l'Onorata Società, la [[vendetta]], l'omertà, la violenza, la falsa testimonianza, la miseria, l'emigrazione. (p. 13)
* Quando aperti gli occhi, poté abbracciare in tutta la sua vastità la rovina recata alla sua creatura prediletta, Dio scaraventò con un gesto di colera il Maligno nei profondi abissi del cielo. Poi lentamente rasserenandosi disse: — Questi mali e questi bisogni sono ormai scatenati e debbono seguire la loro parabola. Ma essi non impediranno alla Calabria di essere come io l'ho voluta. La sua felicità sarà raggiunta con più sudore, ecco tutto. Utta a fa juornu c'a notti è fatta —.<br/>Una notte che contiene già l'albore del giorno. (pp. 13-14)
* Per me Calabria significa categoria morale, prima che espressione geografica. Calabrese, nella sua miglior accezione metaforica, vuol dire Rupe, cioè carattere. È la torre che non crolla giammai la cima pel soffiar dei venti. (p. 14)
* <div align=right>''La banda di Melissa''</div><br/>Fame, ossessione. Eppure, quando agli amministratori di Melissa, dopo i fatti di Fragalà, fu chiesto di che cosa avessero più urgente bisogno, risposero che avrebbero gradito gli strumenti musicali per ricostituire la banda comunale<br/>Da allora, e son passati quattordici anni, trombe e tamburi a Melissa suonano da soli, e i loro inni li ascoltano solo i morti della gran giornata contadina, per i quali è stato ucciso il sonno della vita e il sonno della bara. (p. 26)
* È facile vedere, alle spalle di quella bambina, catene di generazioni negate a qualunque conforto, a qualunque misericordia. — Il contadino non è [[prossimo]] — ho spesso sentito dire da qualche benpensante in Calabria. Non fa parte, cioè il contadino, di quel prossimo che bisognerebbe amare come noi stessi, secondo il precetto [[Vangelo|evangelico]]. Per lui anche il rintocco funebre è sprecato, giacché il terrazzano è nessuno, ''nuddhu''. (p. 25)
* Il più alto di questi poeti è [[Lorenzo Calogero|Calogero]], una recente scoperta di Sinisgalli e di Tedeschi, sulla quale sta convergendo l'attenzione di chi tiene in mano la bilancia letteraria. La poesia di Calogero è fan-poesia aggrovigliata, spremuta, intellettualizzata, terribile soliloquio da muro a muro, dal muro della vita al muro della tomba. (pp. 110-111)
* «È questo il momento in cui la stessa collera della natura scatenata sul Mezzogiorno dà un tono perentorio alla protesta delle popolazioni meridionali. Le quali, ed è qui la novità, non vogliono elemosine, provvidenze paternalistiche che ripugnano alla loro coscienza civile e politica. Conoscendo i limiti del proprio diritto, e misurando su quei limiti, senza alcuno zelo servile, il loro dovere, le popolazioni meridionali vogliono soltanto quel che loro spetta come facenti parte della famiglia italiana, nella quale, con l'[[Unità d'Italia|Unità]], si sono illuse di entrare a parità di diritti, non avendone che lo sfruttamento e la degradazione. Tutto questo è stato reso possibile dal tradimento della classe politica che aveva in mano le sorti del Mezzogiorno. La borghesia terriera del Sud accettò lo sfruttamento perpetrato dal protezionismo industriale del Nord per avere, in cambio, qualche posticino nel branco delle maggioranze governative, il possesso indisturbato della terra e la continuità dell'oscurantismo.<br/>«In omaggio alla verità, nostra sola padrona, aggiungeremo che, al banchetto protezionista, se pur prendendo solo le briciole, parteciparono alcune aristocrazie operaie del Nord portate dalla dinamica di classe a realizzare migliori salari, anche se ottenuti con una maggiorata soffocazione economica delle popolazioni rurali del Sud. […] La [[Questione Meridionale]] è tutta la questione italiana. Se la piaga della degradazione non si chiude, la cancrena che potrebbe seguirne non minaccerebbe solo la distruzione della parte malata ma l'intero organismo nazionale. […]» (pp. 162-163)
* Scilla Villa Catona, ed eccomi a [[Reggio Calabria|Reggio]]. Scendo quasi sempre all'inizio del Lungomare, una delle più belle passeggiate del mondo, che sarebbe la più bella se si riuscisse a scavare un tunnel tra le due stazioni di Reggio per nascondervi il traffico ferroviario. Davanti a me è [[Messina]]. Ogni volta che la guardo non posso impedirmi di pensare a quel terribile terremoto che la ingoiò nel 1908. Ora la città è nuovamente tutta in piedi e brilla al sole. Il dialogo con Reggio non è fatto di case, di gettate, di scogli, di navi, di bagliori che si confrontano. C'è qualche cosa che va oltre questi aspetti della realtà sensibile. Il dialogo tra le due città supera la cronaca e supera anche la [[storia]]. Sono due divinità che si parlano dalle opposte rive, sdraiate al sole, avendo le montagne per cuscino, e, al suono delle loro antiche parole, il tempo brucia la sua vecchiezza e i suoi lutti, ritorna giovane e senza memoria, risale alla sorgente da cui scaturì la prima alba dell'uomo. (p. 168)
* Non sono difficile in fatto di gastronomia e, dovessi fare una scelta, assegnerei a mia sorella Orsa la palma della più saporita cucina del mondo: quella calabrese. Ancora oggi datemi una buona minestra di ceci, quelli che si ammammano, cioè fan da mamma, coi maccheroni, in una saporosa liquescenza; datemi una fetta di pescespada col «sarmuglio», che ci stupiamo di non trovare descritto nei banchetti omerici; datemi, per stimolare l'appetito fino in fondo, un pugnellino di «'mbiscatini», cioè di quei sottaceti che alternano il peperone col cappero, la melanzana con lo zenzero; datemi una [[ricotta]] di quelle che il pastorello dell'[[Aspromonte]] vi porta fino a casa, facendola colare tiepida dalla fiscella nel piatto; datemi, per consolidare il tutto, un bicchiere di Cirò, un vino che ha il colore rosso cupo delle pupille delle donne malate d'amore e il profumo del vigneto squassato dal vento sulle balze marine: datemi tutto questo e io alzo bandiera ammiraglia sulla mia tavola di calabrese radicato. (p. 218)
* […] E qui soccorre un'espressione tipica del calabrese: «Non mi fido» per significare «non ce la faccio», «non posso». A questo punto l'impotenza a fare una certa cosa ci aggancia oscuramente alla coscienza di una servitù da portare. Egli non si fida perché questa è la sua natura. E la sua natura è questa perché tutta la natura umana è cosí: una forza contro l'altra in una guerra non dichiarata ma egualmente implacabile, anche se condotta col sorriso, con la «commedia», con la finzione dell'assoluto rispetto. (p. 232)
*Caduto in potere del clero di [[Cosenza]], avendo cessato di essere una forza qualificata della nostra società culturale, il {{NDR|premio}} Sila vivacchia in una voluta semioscurità che serve a smorzare gli scandali di certi riconoscimenti, come quello, per esempio, a Idilio Dell'Era, un tipo resosi famoso a suo tempo, per aver scritto della più grande scrittrice calabrese degli ultimi cento anni, [[Giovanna Gulli]], che il Signore aveva fatto bene a chiamarsela (a vent'anni), tanto empio era il suo romanzo ''Caterina Marasca'', da lei lasciato alla sua morte. (p. 233)
*<div align=right>''Crotone 1956''</div><br/>Prima che il ''Crotone'' mi venga consegnato, arrivato sulla mezzanotte con una macchina da [[Catanzaro]] Lido, fa il suo ingresso all'Ariston, [[Giuseppe Ungaretti|Ungaretti]]. Messinetti è il primo ad avvistare il poeta mentre entra in teatro, e dice con voce a stormo:<br/>— Abbiamo in sala il poeta Giuseppe Ungaretti!<br/>A questo annunzio platea e galleria rizzatesi in piedi prorompono in un galoppo di cavalleria inciso con le mani, mentre Ungaretti, pallido, rollante, si fa strada tra la gente, guadagnando il palcoscenico come una bàttima scandita dai marosi. Saluta tutti con un sorriso sbalordito, siede sempre un po' pallido, ringrazia la sala agitando a più riprese la mano, poi dice a se stesso più che agli altri:<br/>— Mai mi era successa una cosa cosí… Dei contadini… Degli operai… (p. 236)
*<div align=right>''Reggio 1959''</div><br/>La Calabria è all'ordine del giorno della Nazione per due ragioni. Per le alluvioni e per il banditismo. Ogni anno leggiamo di abitati che le alluvioni travolgono a valle, di ponti che crollano, di montagne che si spaccano per effetto di erosioni secolari, di fiumare che allagano i còlti, di creature umane e di bestie che galleggiano sulla cresta dei torrenti. È una specie di catastrofe ecologica quella che si prospetta sulla Calabria, alla cui minaccia si deve porre riparo senza indugio se non si vuole che il suolo minato dalla vecchiezza, non protegga contro le frane e contro le piogge, non tenga più la trama come un vestito troppo liso. […] L'altra ragione è il banditismo. […] Ora la verità è che ci sono banditi in Calabria come dappertutto. Se il fenomeno in Calabria appare più preoccupante è perché, messo in rapporto con la situazione politica e sociale che ne determina l'esistenza, non si vede come si possa risanare l'albero malato senza bonificargli la terra intorno. (pp. 254-255)
* Se la strada che porta l'aroma dell'Aspromonte allo Jonio è raccomandabile, essa non regge al confronto con quella che da Gioia Tauro sul Tirreno raggiunge [[Cittanova]] e Gerace per toccare il mare a Locri. […] e sempre il viaggio mi ha stregato per l'originale bellezza del paesaggio, un paesaggio inventato da un artista di genio nemico dei luoghi comuni e della scenografia oggettiva, allusivo, fantastico, surreale nella presentazione di queste montagne modellate o tagliate in profili che si compongono e scompongono allo sguardo secondo la variazione della luce, il veleggiare della nebbia anche d'[[estate]], i vapori atmosferici. Solennità di silenzi, profumo di selve, mormorio di acque nei botri, sguardi accoglienti nei piccoli casali che costeggiano il cammino (pp. 297-298)
* Per conoscere [[Catanzaro]], l'antica ''Catàsaron'', bisogna andarla a cercare nel suo castello arroccato sul piano come un maniero feudale, in faccia al Golfo di Squillace, ed è un castello che abbassa i ponti levatoi dell'ospitalità piena solo se chi sbarca ai suoi piedi sia debitamente informato della grande storia della città, che i bizantini fondarono, [[Carlo V del Sacro Romano Impero|Carlo V]] dichiarò «magnifica e fedelissima», i tessitori di damasco e broccato resero famosa in tutto il mondo, i sanfedisti pugnalarono, e i garibaldini di [[Nino Bixio|Bixio]] liberarono dalla peste borbonica (p. 303)
==Citazioni su Leonida Repaci==
*Che tipo straordinario! Ha scritto decine di libri di cui conosci l'importanza e ha conservata un candore infantile. Io mi domando da dove gli venga tanto ottimismo, tanta fede. Mi fa piacere che venga qui e lo guardo sempre con stupore. A volte mi chiedo persino se non l'invidio. (Steiner, ''[[La dolce vita]]'')
==Bibliografia==
* Leonida Rèpaci, ''[http://openlibrary.org/books/OL24629596M/Calabria_grande_e_amara Calabria grande e amara]'', Milano, Nuova Accademia Editrice, 1964
==Film==
*''[[La dolce vita]]'' (1960)
==Altri progetti==
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[[Categoria:Scrittori italiani|Repaci, Leonida]]
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John Woo
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Bradipo Lento
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/* Film */ +[[Paycheck]]
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[[Immagine:John Woo Cannes 2005.jpg|thumb|John Woo, 2005]]
'''John Woo''' (1946 – vivente), regista cinese.
*Dopo aver cancellato per decenni la propria cultura storica, oggi la [[Cina]] ritrova un legame con il proprio passato, anche rispetto al periodo imperiale. L'idea, però, è di raccontarlo attraverso canoni hollywoodiani, uscendo dalla tradizione.
*Il mio idolo preferito è [[Sergio Leone]], lo cito in ogni mio film. E poi, io odio i dialoghi e lui ne usava pochi.
*Il pubblico occidentale non sa che il [[Calcio (sport)|calcio]] è stato inventato in Cina. Già nel 200 dopo Cristo veniva usato per allenare i soldati alla [[velocità]], alla prontezza. Questo sport è dilagato molto più tardi in [[Europa]], nelle vostre società oggi calciocentriche. Mi sembrava giusto ricordarvi da dove arriva.
*Non ho mai cercato l'efferatezza fine a se stessa, ho sempre privilegiato la poesia, l'eleganza dell'azione.
{{NDR|John Woo, intervistato da Arianna Finos, ''John Woo'', ''il Venerdì di Repubblica'', 23 ottobre 2009}}
==Film==
*''[[A Better Tomorrow (film 1986)|A Better Tomorrow]]'' (1986)
*''[[The Killer (film 1989)|The Killer]]'' (1989)
*''[[Nome in codice: Broken Arrow]]'' (1996)
*''[[Face/Off - Due facce di un assassino]]'' (1997)
*''[[Mission: Impossible II]]'' (2000)
*''[[Paycheck]]'' (2003)
==Altri progetti==
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[[Categoria:Registi cinesi|Woo John]]
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Čyngyz Ajtmatov
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[[Immagine:Tschingis Ajtmatow.jpg|thumb|Čingiz Ajtmatov]]
'''Čingiz Ajtmatov''' (kirghizo: Чыңгыз Айтматов = Çıñgız Aytmatov; russo: Чингиз Торекулович Айтматов = Čingiz Torekulovič Ajtmatov) (1928 – 2008), scrittore kirghiso.
==[[Incipit]] di ''Il battello bianco''==
Aveva due favole. Una sua, di cui nessuno era a conoscenza. E l'altra, quella che raccontava il nonno. Poi, non ne rimase niente. È questa la storia.<br>
Quell'anno aveva compiuto sette anni, era entrato nell'ottavo. Prima di tutto venne comperata la cartella. Una cartella nera di fibra, dalla luccicante chiusura metallica a scatto. E una bella tasca laterale per le cose più piccole. Insomma, la più straordinaria delle più ordinarie cartelle da scuola. A pensarci, tutto cominciò da lì.
==Bibliografia==
*Cinghiz Aitmatov, ''Il battello bianco'', traduzione di Gigliola Venturi, Mondadori, 1979.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Scrittori|Aitmatov, Chinghiz]]
[[Categoria:Kirghisi]]
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Leoš Janáček
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[[Immagine:Leos Janacek relief.jpg|thumb|Rilievo di Leóš Janáček ad Olomouc (Repubblica Ceca)]]
'''Leóš Janáček''' (1854 – 1928), compositore ceco.
*{{NDR|Riferito all'opera ''Da una casa di morti''}} In ognuno di questi criminali c'è una scintilla divina. (citato in ''Corriere della sera'', 2 marzo 2010)
*La mia ''Sinfonietta militare'' con le fanfare sarà suonata al raduno di Sokol. Ricordi le fanfare di Pisek? (citato in AA.VV., ''Il libro della musica classica'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 263. ISBN 9788858022894)
*Tutti i misteri melodici e ritmici della musica trovano spiegazione nella melodia e nel ritmo dei motivi musicali del linguaggio parlato. (citato in ''Corriere della sera'', 6 marzo 2006)
==Citazioni su Leóš Janáček==
*Il compositore moravo Leos Janacek fuse nella sua musica il linguaggio tardo-romantico con il canto popolare. ([[Paolo Isotta]])
*Per conferire unità formale alle sue opere, Janáček non ricorse né al ''Leitmotiv'' [[Richard Wagner|wagneriano]] né tanto meno alle forme chiuse, bensì alla variazione di alcuni motivi che ritornano come affioramenti di memoria. ([[Gianfranco Vinay]])
*Se la passione amorosa, vissuta violentemente ancora in età senile, e le ossessioni connesse alle immagini muliebri furono per Janáček una potente fonte di ispirazione, in modo ugualmente violento ed intransigente visse la passione patriottica. ([[Gianfranco Vinay]])
==Altri progetti==
{{interprogetto|w|commons=Category:Leoš Janáček}}
[[Categoria:Compositori cechi|Janacek, Leos]]
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Antonio Ghislanzoni
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{{PDA}}
[[Immagine:Antonio Ghislanzoni.jpg|thumb|Antonio Ghislanzoni]]
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'''Antonio Ghislanzoni''' (1824 – 1893), librettista, poeta e scrittore italiano.
==Citazioni di Antonio Ghislanzoni==
*[[Angelo Mariani]] è oggigiorno considerato, oltrecché un distintissimo suonatore di violino e un compositore elegantissimo di pezzi di da camera, il più eccellente direttore di orchestra che possegga l'[[Italia]].<ref name=Gaz>dalla ''Gazzetta di Milano'', 1867; citato in ''Studi verdiani'', Parma 2002 </ref>
*[[Angelo Mariani]] fu per avventura il primo in [[Italia]] che accoppiando l'ufficio di maestro concertatore a quello di direttore d'orchestra, insegnasse coll'esempio il miglior mezzo per ottenere, nelle grandi esecuzioni musicali, una vera unità di concerto.<ref name=Gaz></ref>
*Se è lecito dire, con termine gallico, che una cantante o un attore, chiamati ad interpretare sulla scena una nuova produzione, si fanno in certo modo ''creatori'' di quella, a nessuno meglio che ai concertatori e direttori d'orchestra di uno spartito musicale, spetta questo titolo insigne. [...] Sotto questo aspetto, il maestro concertatore e direttore d'orchestra cav. [[Angelo Mariani]], merita, primissimo in [[Italia]], il titolo di creatore.<ref name=Gaz></ref>
==''Abrakadabra: storia dell'avvenire''==
===[[Incipit]]===
Nell'aprile dell'anno 1860, un eccentrico personaggio venne ad abitare l'alpestre paesello di C....<br>
Era un uomo sui cinquant'anni, magro, sparuto, dagli occhi incavati ed immobili, dal sorriso amorevole, tratto tratto mefistofelico.<br>
La foggia del suo soprabito nero, ampio, abbottonato fino al mento e lungo fino al tallone; la callotta di tela ch'egli portava, a guisa di turbante, involta a più riprese da una fascia azzurra; tutto il suo abbigliamento formava una strana figura di prete e di pascià, che lungi dal riuscire ridicola, ispirava simpatia e rispetto.
===Citazioni===
*''Abrakadabra! ibis! redibis!'' Ciò che ieri era il [[bene e male|bene]], oggi rappresenta il [[bene e male|male]]; ciò che pei nostri predecessori era la meta, per noi diviene il punto di partenza. Sarebbero dunque, anche il bene e il male, una illusione del convenzionalismo? Il principio della nazionalità, che rappresenta il ''non plus ultra'' del liberalismo contemporaneo, come dovrà apparire meschino e puerile fra un secolo, quando nel pensiero della comunanza e della fratellanza naturale, l'uomo si dirà cosmopolita; quando le frontiere delle Alpi, dei fiumi e dei mari, scompariranno, insieme ai pregiudizi di razza; e l'umanità, che oggi pone il suo vanto nel suddividersi in cento fazioni nemiche, si riunirà tutta per formare una sola famiglia!
*Il [[Concorso di bellezza]] è una istituzione del ventesimo secolo, la quale ha per iscopo il miglioramento della specie umana. Tutte le giovani donne appartenenti alla Unione Europea, dai diciotto ai venticinque anni possono presentarsi ai Concorsi annuali, che hanno luogo nelle città più importanti dei singoli Dipartimenti. Una commissione composta di cento matrone scelte dalle più illustri e rispettabili famiglie del Dipartimento, esamina e giudica le prerogative delle singole concorrenti, decretando premi per maggioranza di voti. Le ragazze premiate al Concorso sono le più ricercate da chi aspira alla vita [[Matrimonio|coniugale]]. Questa istituzione ha raddoppiata nelle giovani donne del ventesimo secolo la cura della propria bellezza, assai osservata nei secoli addietro pel sotterfugio troppo comodo delle lunghe gonnelle e del crinolino.
*I moderati per essere al centro dei due [[Partito|partiti]] estremi, non hanno altro vantaggio che di essere più prossimi alla ghigliottina di questi e alla forca di quelli.
*Il più simpatico degli esercizii viene a noja quando sia imposto rigidamente dalla [[legge]].
*In un [[governo]] ben ordinato, libero, popolare... tutti siamo in dovere di fare la spia...!
*L'''Abrakadabra'' è la storia perenne del movimento umano riflessa in un'epoca sconosciuta all'universale, in un'epoca a venire. [...] L'[[Storia|istoria]] del passato e del presente sono una conseguenza logica dell'istinto umano, che non può mutarsi. Studiate in voi stessi le leggi di questo istinto, e avrete la istoria dell'avvenire
*La [[libertà di stampa]] fu utile e buona ai tempi in cui l'istruzione era privilegio di pochi. A quell'epoca, l'audacia dello scrivere quasi sempre andava accompagnata alla coscienza del sapere. La falange degli scrittori pessimi non era tanto compatta da chiudere il varco agli intelligenti ed agli onesti, e la voce solitaria del genio poteva ancora soverchiare il raglio collettivo delle plebi. Ma oggi? Tutti leggono, tutti scrivono.
*Tutte le opinioni [[Politica|politiche]] sono rispettabili quando si ispirino ai grandi interessi della [[patria]].
*Uomini di [[genio]], appiccatevi! Il mondo non ha più orecchio per voi, dacché la [[stampa]] è in balia dell'ebete maggioranza.
==''Gli artisti da teatro''==
*[[Marietta Alboni]], esordì sulle scene della Scala in Milano, nell'''Assedio di Corinto'' poi nella ''Borgia'' e nella ''Linda'' di Donizetti. Dapprima ebbe voce di contralto, voce di timbro oltremodo aggradevole; poi si diede a cantare anche parti di mezzo soprano, e perdendo alquanto la sonorità delle note basse, acquistò maggior estensione nelle acute. Lasciò l'Italia ancor giovanissima, e recatasi in Spagna, quindi a Parigi e a Londra, in poco tempo eclissò le antiche celebrità e guadagnò tesori. (vol. VI, Cantanti, p. 53)
*L'Alboni ottenne, al teatro dell'Opera in Parigi, paghe favolose, circa tremila franchi per rappresentazione. Nessun'altra cantante può rivaleggiare con lei per facilità di vocalizzo, nelle ''fioriture'' dell'antica scuola. La sua voce conserva tuttora una freschezza, una soavità invidiabile, sebbene abbia molto perduto dell'antica potenza. Non è attrice da sbracciate; ella cerca esprimere colla fisionomia più che col gesto, e spesso colla sola dolcezza del canto riesce a commuovere. (vol. VI, Cantanti, pp. 53-54)
*L'Alboni ha accumulato tesori, e possiede a Parigi, ai Champs Elisées, un palazzo principesco. (vol. VI, Cantanti, p. 54)
*[[Erminia Frezzolini]] dotata d'una bellezza veramente italiana, di una voce oltremodo simpatica, estesa, facile {{sic|sopratutto}} nelle note acute, di un sentire eminentemente drammatico, di un gusto e metodo di canto squisito, parecchie stagioni cantò alla Scala di Milano con favoloso successo. (vol. VI, Cantanti, p. 54)
*Vi hanno degli artisti, anche fra i più cospicui e i più illustri, che non isdegnarono ricorrere alla ''claque'' ed alla ''reclame'' piuttosto per mire di lucro, anziché per istinto di ambizione. A tal classe appartenne anche il celebre [[Niccolò Paganini|Paganini]], il quale, per mezzo della stampa, aveva accreditate certe fiabe miracolose, dov'egli figurava come un essere soprannaturale. Prima ch'egli si presentasse a Parigi per dare il suo primo concerto all'Opera, correvano sul di lui conto le più strane novelle, e parecchi giornali aveano perfino avvalorata la credenza popolare ch'egli avesse segnato un patto con satanasso; che il ministro delle tenebre gli avesse regalate le corde pel suo violino, che il di lui ''archetto'' fosse magnetizzato da una strega. Paganini godeva di tali dicerie, ed egli stesse ne andava spargendo, come quelle che gli davano maggior voga, e stuzzicavano oltremodo la pubblica curiosità. (vol. VI, cap. VII, pp. 139-140)
==''Libro proibito''==
===[[Incipit]]===
<poem>Pagnottisti,
Metodisti,
Wagneristi,
Preti tristi,
Affaristi,
Camorristi,
Giornalisti,
Son d'Italia gli Antecristi.</poem>
===Citazioni===
*''[[Marito|Un uom che prende moglie]] | l'imagine mi dà | d'un inter che diventa una metà.'' (da ''[[s:Libro proibito/Il matrimonio|Il matrimonio]]'')
*''Di penoso nei [[debiti]] | non v'ha che il pagamento.'' (da ''[[s:Libro proibito/Risposta ingenua|Risposta ingenua]]'', vv. 5-6)
*''Ei con tua moglie giacque, | lo sorprendesti in letto, | da ciò una sfida nacque, | fosti ferito al petto. || Del [[Duello|düello]] la fama | volò pel mondo; ed ecco, | ei gentiluom si chiama, | tutti te chiaman becco.'' (da ''[[s:Libro proibito/Vantaggi del duello|Vantaggi del duello]]'')
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''In chiave di baritono''===
- Vergogna! – pensava io – se qualcuno mi incontrasse!... se qualcuno sapesse!... E non c'è da illudersi che il fatto debba rimanere celato... I giornali parleranno, e quali commenti da parte degli amici!<br>
Essi combattono in Roma, gli amici... Essi difendono l'ultimo baluardo della libertà italiana... essi spendono il sangue e muojono per la patria... Mentre io – italiano – attraverso gli Appennini tirato da due magre rozze, imbaccucato il capo e la gola in una gran ciarpa color scarlatto, i piedi raccolti in una pelliccia, per andarmene a Chieti – in terreno nemico – a terrorizzare con un elmo ed una spada di cartone un esercito di coristi.
===''L'arte di fare debiti''===
Per intenderci senza spreco di parole, innanzi tutto convien adottare un vocabolo pel quale si rappresenti con esattezza matematica quel personaggio singolarmente favorito dalla natura e completato dalla scienza e dalla pratica sociale, che si propone di passare lietamente la vita a spese del credito pubblico e privato.<br>
Il mio cognome può servire a tal uopo. L'uomo che intende vivere per il [[debito]], che si sente chiamato a questa sublime missione di rigenerare l'umanità col sistema delle imposte involontarie, si chiami dunque ''puffista''. Accordando il nome di ''puffisti'' a questa grande e nobile specialità della razza umana che fra poco avrà cessato di essere una specialità per divenire una imponente maggioranza, io sono certo di raccomandare me stesso ad una fama imperitura!
===''La contessa di Karolystria : storia tragicomica''===
Caracollando leggiadramente sulla groppa di una puledra maltese, in sul cadere di una splendida giornata di ottobre, la contessa Anna Maria di Karolystria traversava la foresta di Bathelmatt. La contessa, contando di arrivare a Borgoflores poco dopo il tramonto, era partita dal suo castello alle due del pomeriggio.<br>
La città non era discosta, e la brava puledra, dopo quattro ore di marcia forzata, trottava ancora di lena colla foga baldanzosa dei suoi quattro anni.<br>
Quand'ecco, al cominciare di un'erta, tre figuraccie da metter la terzana al vederle, sbucano all'improvviso dai grossi tronchi degli alberi.
===''Libro allegro''===
<poem>Eran vissuti insieme fino della più
tenera infanzia – qual meraviglia
che all'età delle forti passioni, Sperongiallo
e Nasella si amassero?
Nessuno si adombri – si tratta
di amore platonico; e il mio racconto vuol
esser così pudico, che ogni onesta fanciulla
di sedici anni potrà permetterne la lettura
a sua madre.</poem>
===''Libro bizzarro''===
L'isola di Micomar è poco nota agli Europei. I superbi navigli che tre volte all'anno compiono il giro dei due mari di Azimorra e di Gengiva, è ben raro che si accostino al porto di Carina, per sbarcarvi qualche viaggiatore. Carina, come ognun può vedere nel primo Dizionario che gli capiti tra le mani, è la capitale dell'isola. Le sue belle e candide mura di alabastro si innalzano maestose ai piedi del Monte Récor, laddove il Penémore, quel superbo fiume che all'ora del tramonto sembra ancora rosseggiare del sangue dei Polluteri trucidati dal barbaro Nabicondo, si getta fragorosamente nel mare. L'isola di Micomar, perciò appunto che pochissimi viaggiatori Europei si degnano visitarla, conserva l'impronta originale e caratteristica che aveva, due secoli or fanno, ai tempi del buon Re Vidocarta.
===''Libro segreto''===
''Sala nella reggia di Didone. – A sinistra una porta, a destra una apertura che mette ad un balcone.<br>All'alzarsi della tela, una schiera di donne vestite a bruno e inginocchiate occuperanno il lato destro della scena. Si ode nella via il suono di una marcia funebre.''
'''Voci''' (''di fuori''). È morto, è morto... il misero Sichéo..<br>
'''Donne'''. Orato pro eo!<br>
'''Una donna''' (''sotto voce alle sue vicine''). Questa marcia mi sembra averla udita altre volte...<br>
'''Altra donna'''. È la marcia della ''Jone''... L'abbiamo udita in teatro per quattro stagioni di seguito.<br>
'''Voci'''. È morto... è morto il misero Sichéo!...<br>
'''Donne'''. Orate... (come stonano!) pro eo!
===''Libro serio''===
====''Angelo Mariani''====
Nel giugno dell'anno 1873, una nobile, simpaticissima figura di artista scomparve dal mondo colla morte di Angelo Mariani. Oltreché distintissimo suonatore di violino e compositore elettissimo di pezzi da camera, Angelo Mariani fu a' suoi tempi il più eccellente direttore d'orchestra, il più sapiente e vigoroso interprete delle opere italiane e straniere.
====''Giovanni Pacini''====
Un fecondo e immaginoso operista, che fu, nei primordî della sua carriera, il competitore di Rossini, poi, l'emulo di Bellini, di Donizetti, di Mercadante e di Verdi; che seppe investirsi delle progressive trasformazioni dell'arte, conservando pur sempre nelle sue musiche una limpida impronta di originalità, moriva in Pescia il giorno 6 dicembre dell'anno 1867, in età di anni settantaquattro.
====''Gustavo Modena''====
Due sole volte, nella mia prima giovinezza, mi avvenne di trovarmi a contatto di questo insuperato attore, di questo indomabile patriota, di questo fiero repubblicano, che col fascino della declamazione, co' suoi scritti spigliati e sarcastici, colla parola vibrata e potente tradusse sul palcoscenico e in ogni atto della sua vita i grandi concetti del Mazzini.
====''Giuseppe Rota''====
Tutti conobbero il Rota coreografo, ma fu dato a pochissimi apprezzare la prodigiosa versatilità del suo ingegno e la sublime ingenuità del suo carattere. Era un'individualità potentemente organizzata – era il figlio delle lagune, il birrichino del Lido, che a sette anni scherzava colle onde, saltava sui burchielli, sfidava i barcaiuoli nella destrezza del remo e nella vivacità delle arguzie.
====''La Casa di Verdi a Sant'Agata''====
Le case degli uomini illustri dovrebbero rimanere chiuse inesorabilmente a quegli ospiti indiscreti che si chiamano giornalisti; ma dacché il maestro Verdi, obliando questo savio consiglio si piacque ospitarmi e trattenermi parecchi giorni nella sua villa a Sant'Agata presso Busseto, io non gli farò il torto di supporre che, accordandomi tanto onore, egli contasse sulla mia discretezza.
===''Racconti e Novelle''===
====''Dietro una Valanga''====
La neve cadeva a larghi fiocchi.<br>
Franz e Joseph salivano il tortuoso sentiero della valle, conversando lietamente come due villeggianti che muovano ad una escursione di piacere in una giornata di bel tempo.
====''Una partita in quattro''====
Ho passato otto giorni a Tartavalle. (Nessuno dei miei duemila lettori ignora, che a Tartavalle v'è una fonte di acque ferruginose, intorno alla quale si adunano nel luglio e nell'agosto i sedicenti malati e gli ipocondriaci delle nostre provincie).
====''Autobiografia di un ex-cantante''====
Or fanno trentadue anni, io era il più bel ragazzo della Valassina.<br>
Al paese mi chiamavano il ''Pirletta'', perché nei balli non v'era alcuno che mi vincesse. Mio padre era fattore del conte Bavoso, e poteva, nella sua condizione, chiamarsi un uomo agiato.
====''Daniel Nabaäm De-Schudmoëken''====
A quei tempi, che sotto molti aspetti somigliavano ai presenti, io sedeva una mattina con altri pochi visitatori nel salotto di una amabile contessa, assai celebre in Milano pel suo talento di pianista non meno che per la sua bellezza e le sue prodigalità di ogni genere.
====''La Corte dei Nasi''====
Piperio III, re dei Panami, era un principe saggio e di indole assai mite. I suoi sudditi lo adoravano. Assunto al trono in età giovanissima, egli aveva proclamato ai suoi popoli uno statuto dei più liberali. Gli avventurosi abitatori della Panamia avevano veduto in pochi anni, mercé l'iniziativa del loro principe ben amato, realizzarsi tutte le riforme sociali e umanitarie reclamate dai tempi.... e dai ladri.
====''Giuda Iscariota''====
Mentre il signor Rénan sta elaborando le sue ''Vite degli Apostoli'', vale a dire un secondo ''grand succès'' di gloria e di marenghi, già preconizzato e strombettato da tutti gli organi della fama mondiale, io mi permetto di pubblicare un modesto compendio della vita di Giuda Iscariota, altro degli apostoli di Cristo, non il più esemplare in quanto a condotta morale e politica, ma forse il più interessante per la singolarità del suo carattere e per la bizzarra varietà delle sue avventure.
====''Il Renitente''====
Serafino Longhi, sensale di Borsa e sottotenente della Guardia Nazionale, amava con tutto il trasporto dei suoi venticinque anni la moglie di un onesto droghiere di Porta Nuova.
====''Se il marito sapesse''====
Era venuta a Trescorre nella stagione delle acque – venuta, come tante altre, per obbedire alla moda, per emanciparsi dalla soggezione maritale. – Ella avrebbe preferito i bagni di Genova o della Spezia, sendo le donne istintivamente portate all'acqua salsa – forse in memoria di Venere nata dalle spume oceaniche, fors'anco per quegli istinti di seduzione e di perfidia che esse – certe donne – hanno comuni colle Sirene.
====''Un uomo colla coda''====
Il contino crollò leggermente la testa, e proseguì di tal guisa:<br>
- Non c'è che dire: Lodovico Albani è un perfetto gentiluomo. Avvenente della persona, giovane, ricco, elegante... Peccato ch'egli abbia quel difettuccio! Un difetto da nulla... – tanto è vero che infino ad ora qui nella borgata nessuno si è accorto?...
====''Cugino e Cugina''====
In una bella sera di settembre (non so bene se splendesse la luna) partiva da Monza una carrozza diretta verso Milano.<br>
Sedevano nell'interno quattro persone, tre maschi ed una femmina; e siccome la femmina era più vecchia e più brutta dei maschi, così per evitare la noia del corteggiarla, questi pensarono bene di addormentarsi.
====''I primi passi alla scienza''====
Lo stradale che da Milano conduce a Pavia, al cominciare del novembre 1839, presentava l'aspetto di un corso. Era l'epoca nella quale gli studenti si recano all'Università per corroborare l'intelletto colla ''scienza'', e lo stomaco col vino di Stradella e di Voghera.
====''Ciò che si vuole''====
Chi ha moglie, non legga. Le scene che qui trascrivo non possono interessare che gli innamorati e i fidanzati, quei felici che sono ancora in tempo a sfuggire il fatal laccio. I mariti non hanno che a rassegnarsi e a pregar Dio che ammollisca o sdruscisca le loro catene. Che potrebbero essi apprendere di nuovo, qual frutto ricavare dal riflesso di questi bozzetti?
====''Il Reddivivo''====
Enrico Lanfranchi dormiva già da sei mesi nel cataletto, quando, una bella sera d'estate si riscosse, all'improvviso, rimosse il coperchio della cassa, si levò in piedi, e gittato dalle spalle il logoro lenzuolo onde era involto, uscì passo passo dal Campo santo.
====''Il violino a corde umane''====
Correva l'anno 1831.<br>
Paganini, il diabolico Paganini, si era prodotto al teatro dell'''Opera'' in sei concerti, suscitando entusiasmi anche maggiori di quelli lo aveano accompagnato nelle sue trionfali escursioni in Italia e in Germania. – In presenza dell'artista fenomenale, alcuni professori d'orchestra del grande teatro aveano spezzato i loro strumenti.
====''La Tromba di Rubly''====
Ogni giorno la cronaca dei giornali registra un suicidio per amore.<br>
Eppure: sentiteli un po', questi imberbi filosofi dello scettismo! Interrogatele, queste larve nuotanti nella seta e nei pizzi, queste mummie intonacate di cosmetico che si chiamano le donne del gran mondo!
====''Le vergini di Nyon''====
- Una lettera da Nyon – disse il cameriere, bussando sommessamente all'uscio della mia camera.<br>
- Chi scrive?... Quel matto di Francesco. Leggiamo:
:''«Amico carissimo,''
»Se mai nel corso della vita ebbi ragione di maledire la precoce canizie e le rughe che mi hanno difformato il volto, fu appunto nel giungere in questo romantico paesello della Svizzera.
====''Il flauto di mio marito''====
La marchesa non parve adontarsi del mio epigramma – crollò leggermente la testa, e volgendomi un sorriso di compassione:<br>
»Ragazzo! – mi disse – tu non comprendi per nulla il cuore della donna!... Iddio ti guardi dal prender moglie! diverresti troppo infelice o troppo ridicolo!»
====''Le sedici battute dell'Africana''====
- Come si amano quei due sposi! – mi diceva un giorno l'amico Maccabruni, additandomi una giovane coppia che transitava il ponte di congiunzione fra i bastioni e il giardino pubblico.<br>
- Pare impossibile! – esclamai sbadatamente.<br>
- Il marito è un bel giovane...<br>
- Non lo nego – ma è tanto imbecille...
===''Racconti politici''===
====''I volontari Italiani''====
C'è un paesetto in Val di Intelvi che si compone di cinque o sei case rustiche. Gli abitanti son tutti contadini, ad eccezione di un prete, il quale non è parroco, non è cappellano, non porta verun titolo che definisca il suo grado nella gerarchia ecclesiastica — è il ''prete'' del paese.
====''Un capriccio della Rivoluzione''====
Correva l'autunno dell'anno 1847, e sulle provincie Lombardo-venete pesava più grave che mai il giogo della dominazione straniera.<br>
Il molto reverendo don Dionigi Quaglia cappellano di Capizzone, una sera chiamò a sè il nipote Teodoro e, fiutata una enorme presa di tabacco, gli tenne il seguente discorso:<br>
— Questa mattina per mezzo dell'imperiale regio commissario di Almenno ho ricevuto il dispaccio ufficiale che ti nomina a maestro elementare del paese.
====''Il diplomatico di Gorgonzola''====
«È il 15 settembre del 1859... Eccomi di bel nuovo a Milano! quale cangiamento! qual vita novella! quale agitazione! Tutti i volti son lieti, le fisonomie animate... Nelle strade si cammina più speditamente; si ciarla a voce alta, si grida, si canta, è una vera baldoria.
====''Il dottor Ceralacca''====
«L'epoca delle elezioni si approssima — diceva Clementina al marito — e sarebbe omai tempo di risolvere!... Vuoi, o non vuoi essere deputato?»<br>
— Volere! è presto detto!... Sicuro... che... se la nazione... se la patria...
====''Due Spie''====
In sul finire del luglio 1860, pranzavano tranquillamente all'albergo del Leon d'Oro in Lecco il signor Domenico Zannadio geologo e il naturalista professor di botanica signor Candido Frigerio.
====''Un Apostolo in missione''====
— ..... Abbiamo avuto torto di trascurare la campagna — dicea Teobaldo all'amico — I campagnuoli hanno mente svegliata e istinti liberali; sono facili alle impressioni, pronti ad agire — energici, robusti. Oh! abbiamo avuto un gran torto, te lo ripeto! Volgemmo le spalle al buon terreno, per gettare le sementi alle ghiaje infeconde — però non abbiamo raccolto che triboli e spine.
====''Storia di Milano, dal 1836 al 1848''====
Sotto l'oppressura di una indigestione solennemente cattolica, io mi accingo ad un lavoro altrettanto grave che proficuo: a scrivere la Storia di Milano dall'anno 1836 al 1848. Voi tosto comprenderete che io scrivo dietro incarico di un editore, al quale preme, se non mi inganno, di aggiungere due nuovi volumi alle opere del Verri e del De-Magri, omai screditate completamente. Conviene adunque che io raccolga i pensieri a capitolo — l'impresa è molto arrischiata, ma io solo conosco l'alta mercede che mi attende.
====''Due Preti''====
Nell'anno 1839 io compieva, per volere dei parenti, il mio corso di ''umanità'' nel Seminario della Diocesi Ambrosiana.<br>
Una sera, nell'ultima ora destinata alla ricreazione, io passeggiava sotto i portici in compagnia di un amico dilettissimo.<br>
Sì all'uno che all'altro la disciplina di san Carlo era grave. Ci legava simpatia di carattere e comunanza di dolori. Perseguitati dai superiori, reietti dai colleghi, l'amicizia era per noi una necessità, più che un bisogno del cuore.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Antonio Ghislanzoni, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/ghislanzoni/index.htm Abrakadabra : storia dell'avvenire. Con cenni sull'autore per il centenario della sua nascita di Ulisse Cermenati]'', Casa Ed. Sonzogno, Milano, 1925.
*Antonio Ghislanzoni, ''[https://archive.org/details/gliartistidatea05ghisgoog/page/n6/mode/1up Gli artisti da teatro]'', vol. VI, G. Daelli e C. editori, Milano, 1865.
*Antonio Ghislanzoni, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/ghislanzoni/index.htm In chiave di baritono]'', Alfredo Brigola & C. Editori, Milano, 1882.
*Antonio Ghislanzoni, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/ghislanzoni/index.htm L'arte di fare debiti di Roboamo Puffista, cogli ultimi commenti di Zefferino Bindolo]'', Emilio Quadrio Editore, Milano, 1881.
*Antonio Ghislanzoni, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/ghislanzoni/index.htm La contessa di Karolystria: storia tragicomica]'', Alfredo Brigola & C. Editori, Milano, 1883.
*Antonio Ghislanzoni, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/ghislanzoni/index.htm Libro allegro]'', Tipografia editrice lombarda, Milano, 1878.
*Antonio Ghislanzoni, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/ghislanzoni/index.htm Libro bizzarro]'', A. Brigola e C. Editori, Milano, 1882.
*Antonio Ghislanzoni, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/ghislanzoni/index.htm Libro proibito]'', Tipografia editrice lombarda, Milano, 1878.
*Antonio Ghislanzoni, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/ghislanzoni/index.htm Libro segreto]'', A. Brigola e C. Editori, Milano, 1882.
*Antonio Ghislanzoni, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/ghislanzoni/index.htm Libro serio]'', Tipografia editrice lombarda, Milano, 1879.
*Antonio Ghislanzoni, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/ghislanzoni/index.htm Racconti e Novelle]'', Milano, Edoardo Sonzogno, 1874.
*Antonio Ghislanzoni, ''[https://www.gutenberg.org/files/48576/48576-h/48576-h.htm Racconti politici]'', Sonzogno, 1876.
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José Barroso
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[[File:Jose Manuel Barroso-1.jpg|thumb|José Manuel Durão Barroso]]
'''José Manuel Durão Barroso''' (1956 – vivente), politico portoghese.
==Citazioni di José Manuel Durão Barroso==
*Oggi abbiamo preso decisioni storiche a favore del nostro pianeta. (citato in ''[http://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Articolo&Id=36 Cambiamento clima, Europa adotta pacchetto antinquinamento]'', ''La Recherche, rivista letteraria'')
*Non ha senso essere rigorosi in [[Europa]] se questo significa trasferire la produzione verso paesi che consentono di fare ciò che si vuole con le emissioni. (''ibidem'')
==Altri progetti==
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Emilio Villa
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/* Bibliografia */
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[[File:Istituto d'arte per il mosaico di ravenna, su dis. di emilio villa, tutto è cominciato qui ma finisce altrove..., 1986.jpg|thumb|Istituto d'Arte per il Mosaico di Ravenna su disegno di Emilio Villa, ''Tutto è cominciato qui ma finisce altrove...'', 1986, Collezione Mosaici Moderni, Ravenna]]
'''Emilio Villa''' (1914 – 2003), artista, poeta e biblista italiano.
*''La guerra è là sull'orlo di finire, | e fui soldato, pigro di patria, | maschio, mite di sentimenti, | mi sono comportato poco, anzi niente, | una minuta recluta da niente, una frasca, || minuta recluta esclusa da pietà, se tu consideri | pietà, odio, e patria non essere in natura: ||però nel luglio liquido seguivo | col corpo a rondinella tesa | che rada fosco laminato di smeraldo | e arancio, || un lunghissimo esercito di folli leghe | marcianti su un settore di chilometri scarsi; || ero impiegato straripante di solitudine | nel giuoco indiavolato delle furerie, | parapiglia di alluminio a ogni rancio.'' (da ''Oramai'')
{{intestazione|''Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa''}}
*L'antagonista imperterrito, verace Andrògine, il mio CB, detto [[Carmelo Bene]], il più grande e tempestoso Atto, o Attore, di ogni tempo. (p. 186)
*Quarant'anni fa, alle scuole di via Felice Casati, il mio maestro, un barbetta bigotto che si chiamava Padoan [...] mi disse: «Tu non sarai mai buono di far stare in piedi una frase»; solo perché avevo detto che mia mamma mi aveva detto che ogni figliolo ci ha il suo cavagnolo. Bene, quella profezia ha sempre pesato sulla mia crappa come una condanna, e da tutta la vita che cerco di metter in piedi delle frasi, con scarso successo, a dirla giusta, ma non importa; io tento, e credo sempre, comunque, che ogni figliolo ha il suo cavagnolo, o, per dirla secondo la legge, ''ogni fioeu el so cavagnoeu''. Questo è il mio modello di frase, penetrante, araldico. (p. 186)
*Ogni lingua che non rifletta le condizioni reali di un ambiente, di una cultura, e si congeli in qualsiasi modo, per pregiudizio e retorica, perde le proprie funzioni, trasformandosi in convenzione priva di senso, perde ogni autorità e in poco tempo sparisce. (p. 53<ref>Articolo scritto sulla rivista "Habitat", n. 7, 1951.</ref>)
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Emilio Villa, ''Letania per Carmelo Bene'', a cura di Aldo Tagliaferri, All'Insegna del Pesce d'Oro ed., 1996.
*Emilio Villa, ''Oramai. Pezzi, composizioni, antifone. 1936-1935'', Istituto Grafico Tiberino, Roma, 1947.
*Aldo Tagliaferri, ''Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa'', DeriveApprodi, Roma, 2004.
*[https://www.depianteditore.it/prodotto/emilio-villa-la-danza-dei-cadaveri/ ''La danza dei cadaveri. La fiera dei venduti']', Milano, De Piante Editore, 2017, ISBN 978-88-942-2863-2
==Altri progetti==
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[[File:Istituto d'arte per il mosaico di ravenna, su dis. di emilio villa, tutto è cominciato qui ma finisce altrove..., 1986.jpg|thumb|Istituto d'Arte per il Mosaico di Ravenna su disegno di Emilio Villa, ''Tutto è cominciato qui ma finisce altrove...'', 1986, Collezione Mosaici Moderni, Ravenna]]
'''Emilio Villa''' (1914 – 2003), artista, poeta e biblista italiano.
*''La guerra è là sull'orlo di finire, | e fui soldato, pigro di patria, | maschio, mite di sentimenti, | mi sono comportato poco, anzi niente, | una minuta recluta da niente, una frasca, || minuta recluta esclusa da pietà, se tu consideri | pietà, odio, e patria non essere in natura: ||però nel luglio liquido seguivo | col corpo a rondinella tesa | che rada fosco laminato di smeraldo | e arancio, || un lunghissimo esercito di folli leghe | marcianti su un settore di chilometri scarsi; || ero impiegato straripante di solitudine | nel giuoco indiavolato delle furerie, | parapiglia di alluminio a ogni rancio.'' (da ''Oramai'')
{{intestazione|''Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa''}}
*L'antagonista imperterrito, verace Andrògine, il mio CB, detto [[Carmelo Bene]], il più grande e tempestoso Atto, o Attore, di ogni tempo. (p. 186)
*Quarant'anni fa, alle scuole di via Felice Casati, il mio maestro, un barbetta bigotto che si chiamava Padoan [...] mi disse: «Tu non sarai mai buono di far stare in piedi una frase»; solo perché avevo detto che mia mamma mi aveva detto che ogni figliolo ci ha il suo cavagnolo. Bene, quella profezia ha sempre pesato sulla mia crappa come una condanna, e da tutta la vita che cerco di metter in piedi delle frasi, con scarso successo, a dirla giusta, ma non importa; io tento, e credo sempre, comunque, che ogni figliolo ha il suo cavagnolo, o, per dirla secondo la legge, ''ogni fioeu el so cavagnoeu''. Questo è il mio modello di frase, penetrante, araldico. (p. 186)
*Ogni lingua che non rifletta le condizioni reali di un ambiente, di una cultura, e si congeli in qualsiasi modo, per pregiudizio e retorica, perde le proprie funzioni, trasformandosi in convenzione priva di senso, perde ogni autorità e in poco tempo sparisce. (p. 53<ref>Articolo scritto sulla rivista "Habitat", n. 7, 1951.</ref>)
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Emilio Villa, ''Letania per Carmelo Bene'', a cura di Aldo Tagliaferri, All'Insegna del Pesce d'Oro ed., 1996.
*Emilio Villa, ''Oramai. Pezzi, composizioni, antifone. 1936-1935'', Istituto Grafico Tiberino, Roma, 1947.
*Aldo Tagliaferri, ''Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa'', DeriveApprodi, Roma, 2004.
==Altri progetti==
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Lionardo Salviati
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'''Leonardo Salviati''' (1540 – 1589), umanista, filologo e scrittore italiano.
==Citazioni di Leonardo Salviati==
*''Così chi d'oltraggiar diletto prende, | Spesso con l'armi sue se stesso offende.''<ref>Da ''[[s:Canto degli Ermafroditi|Canto degli Ermafroditi]]'', vv. 7-8.</ref>
*Gli ornamenti nella favella non istanno bene ad ogni ora; e talvolta il mostrar negligenza su alcuna leggiera cosa, e il non dir sempre nel miglior modo tutto ciò che nel miglior modo forse sempre dir si potrebbe, per rendere il parlar vario, o per altro cotal riguardo, spesse fiate merita commendazione.<ref>Da ''Avvertimenti della lingua sopra il Decamerone'', Lib. lI, Cap. 9; citato in prefazione a [[Vincenzo Monti]], ''Iliade'', II edizione, 1812.</ref>
==''Orazioni''==
*Nella [[fama]] in due diversi modi si può esser offeso; o disonoratamente morendo, o quando da troppo acerba morte n'è il corso impedito della futura gloria. (da ''Orazione II'', p. 33, in ''Opere'', Vol. V)
*Il fine adunque di tutti gli uomini è la [[felicità]]. A questa per'altra via non si può mai pervenire, che per la sola delle virtù, perciocché in nulla altro consiste, secondo i più savj è migliori, che nel continovare dell' opere virtuose, e del mettere in atto ciascheduna virtù. (da ''Orazione III'', ''In lode della fiorentina lingua'', p. 59, aprile 1564)
==Citazioni su Leonardo Salviati==
*Al contrario, quando fu avviata la grande impresa del ''[[Vocabolario della Crusca|Vocabolario degli Accademici della Crusca]]'', gli accademici avevano per loro fortuna, come saldo punto di riferimento, le posizioni teoriche e le opere di un filologo come Leonardo Salviati. [...] Con l'ingresso del Salviati nel gruppo, la brigata dei Crusconi fu trasformata in [[Accademia della Crusca]], e i soci si impegnarono nella nuova impresa di dare a Firenze un vocabolario, che non si chiamò Vocabolario della lingua fiorentina o della città di Firenze (perché il titolo sarebbe stato troppo municipale e sarebbe stato subito oggetto di polemiche), ma ''Vocabolario degli Accademici della Crusca'', un'opera collettiva i cui membri si assumevano fin dal titolo la responsabilità comune delle scelte linguistiche. ([[Valeria Della Valle]])
*Leonardo Salviati morì nel 1589, ma aveva fatto in tempo a dare istruzioni agli [[Accademia della Crusca|accademici]]: aveva preparato per loro un abbozzo di vocabolario, prezioso come traccia da seguire, contenente le citazioni tratte dai testi del Trecento. Così, dopo la morte del loro maestro i cruscanti si misero al lavoro e nel 1591 cominciarono a dividersi i compiti e a stabilire le regole per lo spoglio dei testi (i verbali e i diari delle loro riunioni sono stati fortunatamente conservati, e consentono di seguirne i lavori quasi giorno per giorno, anche attraverso la compilazione delle schede preparate per le voci). ([[Valeria Della Valle]])
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Leonardo Salviati, ''Opere'', Vol. V, Società Tipografica dei Classici Italiani, Milano 1810.
==Voci correlate==
*[[Accademia della Crusca]]
*[[Vocabolario della Crusca]]
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Salviati, Leonardo}}
[[Categoria:Filologi italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
[[Categoria:Umanisti italiani]]
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Toni Servillo
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text/x-wiki
[[Immagine:Toni Servillo (2008).jpg|thumb|right|Toni Servillo]]
'''Toni Servillo''', all'anagrafe '''Marco Antonio Servillo''' (1959 – vivente), attore e regista teatrale italiano.
==Citazioni di Toni Servillo==
{{cronologico}}
*Sono contrario a trasformare i prigionieri del Fidelio nei relitti di Auschwitz o nei desaparecidos argentini, non bisogna confondere i simulacri della modernità con i segni dell'arte. All'arte si risponde con l'arte, non con la cronaca.<ref>Citato in Valerio Cappelli, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/03/Servillo_dramma_nero_che_alla_co_9_051203001.shtml Servillo: un dramma in nero che va alla ricerca della luce]'', ''Corriere della Sera'', 3 dicembre 2005, p. 61.</ref>
*Non sono un creativo, mi ritengo un interprete: uno che cerca di trasmettere al pubblico quello che c'è di creativo in un testo, come una pila che si carica e si scarica.<ref>Citato in Severino Colombo, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/ottobre/17/Toni_Servillo_Sono_come_una_co_7_081017016.shtml Toni Servillo: «Sono come una pila che carica e scarica energia»]'', ''Corriere della Sera'', 17 ottobre 2008, p. 15.</ref>
*Una storia vecchia, la relazione tra potere e cinema. Il potere sguazza nei film che creano consenso, chi va in una direzione contraria, ''[[Ladri di biciclette]]'', ''[[Il caso Mattei]]'', ''[[Le mani sulla città]]'', dà fastidio. [...] I manovratori delle coscienze sanno che il cinema può orientare il consenso.<ref>Citato in Valerio Cappelli, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/febbraio/07/Servillo_mai_dimenticarsi_della_camorra_co_9_100207080.shtml Servillo: mai dimenticarsi della camorra]'', ''Corriere della Sera'', 7 febbraio 2010, p. 41.</ref>
*La vita quotidiana a [[Roma]] è ormai inquinata. Chiesa, televisione e politica l'hanno occupata nelle sfere più intime e hanno finito per trasformarla in un paesone dove questi mondi la fanno da padrone. Invece [[Milano]] e [[Napoli]] hanno ancora uno spleen, una solitudine malinconica, sono città con forti valori simbolici. Viverci è nutriente sul piano degli atteggiamenti e dei comportamenti, per questo voglio assolvere Napoli nonostante tutto. Nonostante una realtà dove l'inferno e il paradiso si toccano; dove l'ironia altro non è che la passione quando sa prendere le distanze; dove si lotta continuamente contro la cultura della morte, mentre le altre città hanno la morte in casa e, nella loro quiete apparente, fanno finta di non accorgersene. Tutto questo è sempre foriero di una condizione felice artisticamente parlando. E vale per musica, cinema, arte, letteratura. Napoli è una città che crea continuamente anche nella difficoltà del suo quotidiano.<ref name=mamm>Dall'intervista di Alessandro Mammì, ''[http://espresso.repubblica.it/dettaglio/napoli-e-meglio-di-hollywood/2133993 Napoli è meglio di Hollywood]'', ''Espresso.it'', 9 settembre 2010.</ref>
*L'unico luogo che forse potrei scambiare con Napoli è Milano, l'altra grande metropoli italiana.<ref name=mamm/>
*Questa società il [[dubbio]] vuol metterlo da parte, perché preferisce la certezza e il fare; mentre il dubbio è riflessione, ricerca di autenticità.<ref>Citato in Sandra Cesarale, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/settembre/13/Servillo_Frac_bacchetta_co_10_100913029.shtml Servillo: «Frac e bacchetta»]'', ''Corriere della Sera'', 13 settembre 2010, p. 11.</ref>
*Fellini con ''[[La dolce vita]]'' che doveva intitolarsi ''La grande confusione'', guardò Roma dolcemente appoggiato a una balaustra e vide un'Italia che viveva sulla spinta del rilancio dopo la guerra.<ref>Citato in ''[http://cinema-tv.corriere.it/cinema/speciali/2013/cannes/notizie/21-maggio-sorrentino-bellezza_0888f924-c246-11e2-a4cd-35489c3421dc.shtml Sorrentino: «non è la Dolce Vita, il mio film è un romanzo vivente»]'', ''Corriere.it'', 21 maggio 2013.</ref>
*La cultura resta il nostro miglior biglietto da visita all'estero. Un credito illimitato pari solo all'incredulità degli stranieri per la nostra incapacità di valorizzare tale patrimonio.<ref>Dall'intervista di Giuseppina Manin, ''[http://cinema-tv.corriere.it/cinema/14_marzo_16/servillo-l-italia-popolo-fratricidi-non-perdo-testa-l-oscar-5b7ec6fe-ace2-11e3-a415-108350ae7b5e.shtml Servillo: «L'Italia, popolo di fratricidi. Non perdo la testa per l'Oscar»]'', ''Corriere.it'', 16 marzo 2014.</ref>
*{{NDR|Sul [[Teatro greco di Siracusa]]}} È un palcoscenico che ha onorato la storia del teatro ed onora chi ha la possibilità di calcarlo.<ref>Dall'intervista di Mario Di Caro, ''[http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/05/03/news/toni_servillo_io_siciliano_per_finta_ho_imparato_la_vostra_lingua_musicale-85198880/ Toni Servillo: "Io, siciliano per finta ho imparato la vostra lingua musicale"]'', ''Repubblica.it'', 3 maggio 2014.</ref>
*{{NDR|[[Bagheera]]}} è proprio quel genere di maestro che ognuno di noi avrebbe voluto avere nella sua vita. La pantera fiancheggia la crescita di Mowgli, gli indica la strada, gli fa da faro con la sua esperienza, insegnandogli a stare in piedi con forza sulle sue stesse gambe.<ref name=mondotv>Citato in [http://www.mondofilm.it/2016/04/12/il-libro-della-giungla-parlano-i-doppiatori-italiani/ Il Libro della Giungla: parlano i doppiatori italiani], ''Mondofilm.it'', 12 aprile 2016</ref>
*Le mie radici sono ben ancorate al patrimonio di questa città che è stata ed è tuttora una capitale delle arti dello spettacolo in Europa e nel mondo.<br>Napoli è tra le poche metropoli che pur presentando un esperimento sociale tra il centro e la periferia degno delle grandi città del mondo, resta un luogo dove la modernità nei suoi aspetti deteriori non è arrivata del tutto, dove, quando si passeggia, si incontra l’uomo. E questo per chi fa teatro è fondamentale.<ref>Dall'intervista a Matteo Cavezzali, ''[https://www.minimaetmoralia.it/wp/interviste/napoli-riletta-intervista-a-toni-servillo/ Napoli riletta: intervista a Toni Servillo]'', ''minimaetmoralia.it'', 16 aprile 2016.</ref>
*Ho potuto notare che Kingsley dava al personaggio quella nobiltà che traspariva nel suo accento marcatamente inglese. Con l’italiano non è possibile ottenere questo effetto, quindi ho iniziato a pensare a come rendere elegante Bagheera. Per questo ho deciso di andare verso una direzione che mirasse a creare intorno a Mowgli, quel senso di attenzione e di responsabilità che caratterizza la pantera.<ref name=mondotv/>
*[[Bagheera|Baghera]] è la guida severa del protagonista, più ligio alle regole, cerca di dargli una strada da seguire.<ref>Citato in [http://spettacoli.leonardo.it/il-libro-della-giungla-intervista-ai-doppiatori-italiani/ Il libro della Giungla: intervista ai doppiatori italiani], ''Spettacoli.leonardo.it'', 19 aprile 2016</ref>
*Con una ovvietà potremmo ricordare che le tre grandi lingue del teatro sono il [[veneto]], il [[napoletano]] e il [[Sicilia|siciliano]]. Lingue che consentono di rappresentare comportamenti, allusioni, doppi fondi capaci di alimentarsi nel gesto, come accade nell’inglese di Shakespeare.<ref name=Ling> Dall'intervista di Felice Cavallaro, ''[http://www.malgradotuttoweb.it/toni-servillo-la-grande-bellezza-della-sicilia/ Toni Servillo. La grande bellezza della Sicilia]'', ''Malgradotuttoweb.it'', 23 luglio 2017.</ref>
*{{NDR|«Fra cinema e teatro ha una preferenza?»}} Impossibile una graduatoria. È un alternare fra due modi, due tecniche, due arti che consentono di ricavare vantaggi, di crescere, maturare, gioire. Diciamo che cerco di portare dal cinema al teatro i miei spettatori con lo stesso rigore, con la stessa coerenza. Comunque, al di là dei successi provenienti dal grande schermo, non ho mai abbandonato il teatro. Anche perché la mia formazione si è rafforzata sul palcoscenico. E adesso, semmai, metto a disposizione del cinema una formazione che viene dalla pratica teatrale.<ref name=Ling/>
*La mia origine è schiettamente campana. Ma mia moglie ha radici paterne in una Sicilia rurale, poco raccontata, quella di Roccella Valdemone, quattro case, meno di 700 abitanti, fra paesaggi poco conosciuti. Si vede l'[[Etna]] dalla piana di Randazzo. E sembra il Fuji soprattutto quando i pendii sono innevati, ma attraversati da sciare infuocate. Una piana fertilissima, verso Randazzo. La vegetazione, i noccioleti, le gole dell’Alcantara, un incanto.<ref name=Ling/>
*[[Luigi Pirandello|Pirandello]] è lo scrittore che ha traghettato la letteratura italiana nella modernità. E che da un paese sperduto della Sicilia, piazzato di fronte all'Africa, ha anticipato in Europa temi, tecniche di scrittura e di rappresentazione capaci di essere fondamentali per gli scrittori, gli autori, i registi di oggi. Perché irrompe Pirandello e cambia il modo di fare teatro. Stiamo parlando dell’uomo di teatro che ha anticipato le linee guida della regia moderna, più in Europa che in Italia. E nel corpus delle novelle troviamo un universo così complesso da provare la sensazione quasi di perdersi.<ref name=Ling/>
*Per me il [[teatro]] è una chiave per offrire speranza, mettendo al centro l’impetuosa importanza della trasmissione del pensiero. Come accade nelle lezioni di Louis Jouvet, uno dei più grandi attori e registi francesi del Novecento, nel rapporto fra maestro e allieva.<ref name=Ling/>
*Quella siciliana sta al centro della amata letteratura speculativa meridionale. Nella mia formazione incidono [[Federico De Roberto|De Roberto]], [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa|Tomasi di Lampedusa]], [[Leonardo Sciascia|Sciascia]], [[Vincenzo Consolo|Consolo]], [[Vitaliano Brancati|Brancati]]. E Brancati sta sopra tutti. Il più grande. Anche per la lingua di assoluta bellezza. Cosa che non si può dire di altri. {{NDR|«Non si può dire di Sciascia?»}} Non mi permetterei mai di azzardare confronti affettati, ma in Brancati ho sempre colto la cifra del grande narratore, più chiaro. Sciascia ha attraversato le forme del romanzo proponendo nella struttura l’aspetto pamphlettistico o saggistico. Ma lo stesso Sciascia diceva che a Brancati non veniva riconosciuto spazio adeguato. Come conviene anche Roberto Andò, un amico di Sciascia, un ponte fra me e Sciascia, lo scrittore di Racalmuto capace di nutrire il romanzesco di inchieste sul sociale.<ref name=Ling/>
*Se le [[Donna|donne]] smettessero di comprare biglietti per cinema e teatro o di acquistare libri ci sarebbe il default di case editrici e cinematografiche. Per dire che la presenza della donna nel mondo culturale, tanto per indicare un segmento, sostanzia la cultura nel Paese.<ref name=Ling/>
==Citazioni su Toni Servillo==
*La forza dell'ultimo Sorrentino, è anche di avere un attore come Toni Servillo che dà una grandezza al suo personaggio. ([[Enrico Vanzina]])
==Note==
<references />
==Filmografia==
{{div col|strette}}
*''[[Morte di un matematico napoletano]]'' (1992)
*''[[L'uomo in più]]'' (2001)
*''[[Le conseguenze dell'amore]]'' (2004)
*''[[Gomorra (film)|Gomorra]]'' (2008)
*''[[Il divo]]'' (2008)
*''[[Noi credevamo (film)|Noi credevamo]]'' (2010)
*''[[Una vita tranquilla]]'' (2010)
*''[[Il gioiellino]]'' (2011)
*''[[La grande bellezza]]'' (2013)
*''[[Viva la libertà]]'' (2013)
*''[[Il piccolo principe (film 2015)|Il piccolo principe]]'' (2015) – voce
*''[[Il libro della giungla (film 2016)|Il libro della giungla]]'' (2016) – voce
*''[[Le confessioni (film)|Le confessioni]]'' (2016)
*''[[La ragazza nella nebbia (film)|La ragazza nella nebbia]]'' (2017)
*''[[Lasciati andare]]'' (2017)
*''[[Loro (film)|Loro]]'' (2018)
*''[[5 è il numero perfetto]]'' (2019)
*''[[L'uomo del labirinto (film)|L'uomo del labirinto]]'' (2019)
*''[[È stata la mano di Dio]]'' (2021)
{{div col end}}
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Servillo, Toni}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Registi teatrali italiani]]
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text/x-wiki
[[Immagine:Toni Servillo (2008).jpg|thumb|right|Toni Servillo]]
'''Toni Servillo''', all'anagrafe '''Marco Antonio Servillo''' (1959 – vivente), attore e regista teatrale italiano.
==Citazioni di Toni Servillo==
{{cronologico}}
*Sono contrario a trasformare i prigionieri del Fidelio nei relitti di Auschwitz o nei desaparecidos argentini, non bisogna confondere i simulacri della modernità con i segni dell'arte. All'arte si risponde con l'arte, non con la cronaca.<ref>Citato in Valerio Cappelli, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/03/Servillo_dramma_nero_che_alla_co_9_051203001.shtml Servillo: un dramma in nero che va alla ricerca della luce]'', ''Corriere della Sera'', 3 dicembre 2005, p. 61.</ref>
*Non sono un creativo, mi ritengo un interprete: uno che cerca di trasmettere al pubblico quello che c'è di creativo in un testo, come una pila che si carica e si scarica.<ref>Citato in Severino Colombo, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/ottobre/17/Toni_Servillo_Sono_come_una_co_7_081017016.shtml Toni Servillo: «Sono come una pila che carica e scarica energia»]'', ''Corriere della Sera'', 17 ottobre 2008, p. 15.</ref>
*Una storia vecchia, la relazione tra potere e cinema. Il potere sguazza nei film che creano consenso, chi va in una direzione contraria, ''[[Ladri di biciclette]]'', ''[[Il caso Mattei]]'', ''[[Le mani sulla città]]'', dà fastidio. [...] I manovratori delle coscienze sanno che il cinema può orientare il consenso.<ref>Citato in Valerio Cappelli, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/febbraio/07/Servillo_mai_dimenticarsi_della_camorra_co_9_100207080.shtml Servillo: mai dimenticarsi della camorra]'', ''Corriere della Sera'', 7 febbraio 2010, p. 41.</ref>
*La vita quotidiana a [[Roma]] è ormai inquinata. Chiesa, televisione e politica l'hanno occupata nelle sfere più intime e hanno finito per trasformarla in un paesone dove questi mondi la fanno da padrone. Invece [[Milano]] e [[Napoli]] hanno ancora uno spleen, una solitudine malinconica, sono città con forti valori simbolici. Viverci è nutriente sul piano degli atteggiamenti e dei comportamenti, per questo voglio assolvere Napoli nonostante tutto. Nonostante una realtà dove l'inferno e il paradiso si toccano; dove l'ironia altro non è che la passione quando sa prendere le distanze; dove si lotta continuamente contro la cultura della morte, mentre le altre città hanno la morte in casa e, nella loro quiete apparente, fanno finta di non accorgersene. Tutto questo è sempre foriero di una condizione felice artisticamente parlando. E vale per musica, cinema, arte, letteratura. Napoli è una città che crea continuamente anche nella difficoltà del suo quotidiano.<ref name=mamm>Dall'intervista di Alessandro Mammì, ''[http://espresso.repubblica.it/dettaglio/napoli-e-meglio-di-hollywood/2133993 Napoli è meglio di Hollywood]'', ''Espresso.it'', 9 settembre 2010.</ref>
*L'unico luogo che forse potrei scambiare con Napoli è Milano, l'altra grande metropoli italiana.<ref name=mamm/>
*Questa società il [[dubbio]] vuol metterlo da parte, perché preferisce la certezza e il fare; mentre il dubbio è riflessione, ricerca di autenticità.<ref>Citato in Sandra Cesarale, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/settembre/13/Servillo_Frac_bacchetta_co_10_100913029.shtml Servillo: «Frac e bacchetta»]'', ''Corriere della Sera'', 13 settembre 2010, p. 11.</ref>
*Fellini con ''[[La dolce vita]]'' che doveva intitolarsi ''La grande confusione'', guardò Roma dolcemente appoggiato a una balaustra e vide un'Italia che viveva sulla spinta del rilancio dopo la guerra.<ref>Citato in ''[http://cinema-tv.corriere.it/cinema/speciali/2013/cannes/notizie/21-maggio-sorrentino-bellezza_0888f924-c246-11e2-a4cd-35489c3421dc.shtml Sorrentino: «non è la Dolce Vita, il mio film è un romanzo vivente»]'', ''Corriere.it'', 21 maggio 2013.</ref>
*La cultura resta il nostro miglior biglietto da visita all'estero. Un credito illimitato pari solo all'incredulità degli stranieri per la nostra incapacità di valorizzare tale patrimonio.<ref>Dall'intervista di Giuseppina Manin, ''[http://cinema-tv.corriere.it/cinema/14_marzo_16/servillo-l-italia-popolo-fratricidi-non-perdo-testa-l-oscar-5b7ec6fe-ace2-11e3-a415-108350ae7b5e.shtml Servillo: «L'Italia, popolo di fratricidi. Non perdo la testa per l'Oscar»]'', ''Corriere.it'', 16 marzo 2014.</ref>
*{{NDR|Sul [[Teatro greco di Siracusa]]}} È un palcoscenico che ha onorato la storia del teatro ed onora chi ha la possibilità di calcarlo.<ref>Dall'intervista di Mario Di Caro, ''[http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/05/03/news/toni_servillo_io_siciliano_per_finta_ho_imparato_la_vostra_lingua_musicale-85198880/ Toni Servillo: "Io, siciliano per finta ho imparato la vostra lingua musicale"]'', ''Repubblica.it'', 3 maggio 2014.</ref>
*{{NDR|[[Bagheera]]}} è proprio quel genere di maestro che ognuno di noi avrebbe voluto avere nella sua vita. La pantera fiancheggia la crescita di Mowgli, gli indica la strada, gli fa da faro con la sua esperienza, insegnandogli a stare in piedi con forza sulle sue stesse gambe.<ref name=mondotv>Citato in [http://www.mondofilm.it/2016/04/12/il-libro-della-giungla-parlano-i-doppiatori-italiani/ Il Libro della Giungla: parlano i doppiatori italiani], ''Mondofilm.it'', 12 aprile 2016</ref>
*Le mie radici sono ben ancorate al patrimonio di questa città che è stata ed è tuttora una capitale delle arti dello spettacolo in Europa e nel mondo.<br>Napoli è tra le poche metropoli che pur presentando un esperimento sociale tra il centro e la periferia degno delle grandi città del mondo, resta un luogo dove la modernità nei suoi aspetti deteriori non è arrivata del tutto, dove, quando si passeggia, si incontra l'uomo. E questo per chi fa teatro è fondamentale.<ref>Dall'intervista a Matteo Cavezzali, ''[https://www.minimaetmoralia.it/wp/interviste/napoli-riletta-intervista-a-toni-servillo/ Napoli riletta: intervista a Toni Servillo]'', ''minimaetmoralia.it'', 16 aprile 2016.</ref>
*Ho potuto notare che Kingsley dava al personaggio quella nobiltà che traspariva nel suo accento marcatamente inglese. Con l’italiano non è possibile ottenere questo effetto, quindi ho iniziato a pensare a come rendere elegante Bagheera. Per questo ho deciso di andare verso una direzione che mirasse a creare intorno a Mowgli, quel senso di attenzione e di responsabilità che caratterizza la pantera.<ref name=mondotv/>
*[[Bagheera|Baghera]] è la guida severa del protagonista, più ligio alle regole, cerca di dargli una strada da seguire.<ref>Citato in [http://spettacoli.leonardo.it/il-libro-della-giungla-intervista-ai-doppiatori-italiani/ Il libro della Giungla: intervista ai doppiatori italiani], ''Spettacoli.leonardo.it'', 19 aprile 2016</ref>
*Con una ovvietà potremmo ricordare che le tre grandi lingue del teatro sono il [[veneto]], il [[napoletano]] e il [[Sicilia|siciliano]]. Lingue che consentono di rappresentare comportamenti, allusioni, doppi fondi capaci di alimentarsi nel gesto, come accade nell’inglese di Shakespeare.<ref name=Ling> Dall'intervista di Felice Cavallaro, ''[http://www.malgradotuttoweb.it/toni-servillo-la-grande-bellezza-della-sicilia/ Toni Servillo. La grande bellezza della Sicilia]'', ''Malgradotuttoweb.it'', 23 luglio 2017.</ref>
*{{NDR|«Fra cinema e teatro ha una preferenza?»}} Impossibile una graduatoria. È un alternare fra due modi, due tecniche, due arti che consentono di ricavare vantaggi, di crescere, maturare, gioire. Diciamo che cerco di portare dal cinema al teatro i miei spettatori con lo stesso rigore, con la stessa coerenza. Comunque, al di là dei successi provenienti dal grande schermo, non ho mai abbandonato il teatro. Anche perché la mia formazione si è rafforzata sul palcoscenico. E adesso, semmai, metto a disposizione del cinema una formazione che viene dalla pratica teatrale.<ref name=Ling/>
*La mia origine è schiettamente campana. Ma mia moglie ha radici paterne in una Sicilia rurale, poco raccontata, quella di Roccella Valdemone, quattro case, meno di 700 abitanti, fra paesaggi poco conosciuti. Si vede l'[[Etna]] dalla piana di Randazzo. E sembra il Fuji soprattutto quando i pendii sono innevati, ma attraversati da sciare infuocate. Una piana fertilissima, verso Randazzo. La vegetazione, i noccioleti, le gole dell’Alcantara, un incanto.<ref name=Ling/>
*[[Luigi Pirandello|Pirandello]] è lo scrittore che ha traghettato la letteratura italiana nella modernità. E che da un paese sperduto della Sicilia, piazzato di fronte all'Africa, ha anticipato in Europa temi, tecniche di scrittura e di rappresentazione capaci di essere fondamentali per gli scrittori, gli autori, i registi di oggi. Perché irrompe Pirandello e cambia il modo di fare teatro. Stiamo parlando dell’uomo di teatro che ha anticipato le linee guida della regia moderna, più in Europa che in Italia. E nel corpus delle novelle troviamo un universo così complesso da provare la sensazione quasi di perdersi.<ref name=Ling/>
*Per me il [[teatro]] è una chiave per offrire speranza, mettendo al centro l’impetuosa importanza della trasmissione del pensiero. Come accade nelle lezioni di Louis Jouvet, uno dei più grandi attori e registi francesi del Novecento, nel rapporto fra maestro e allieva.<ref name=Ling/>
*Quella siciliana sta al centro della amata letteratura speculativa meridionale. Nella mia formazione incidono [[Federico De Roberto|De Roberto]], [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa|Tomasi di Lampedusa]], [[Leonardo Sciascia|Sciascia]], [[Vincenzo Consolo|Consolo]], [[Vitaliano Brancati|Brancati]]. E Brancati sta sopra tutti. Il più grande. Anche per la lingua di assoluta bellezza. Cosa che non si può dire di altri. {{NDR|«Non si può dire di Sciascia?»}} Non mi permetterei mai di azzardare confronti affettati, ma in Brancati ho sempre colto la cifra del grande narratore, più chiaro. Sciascia ha attraversato le forme del romanzo proponendo nella struttura l’aspetto pamphlettistico o saggistico. Ma lo stesso Sciascia diceva che a Brancati non veniva riconosciuto spazio adeguato. Come conviene anche Roberto Andò, un amico di Sciascia, un ponte fra me e Sciascia, lo scrittore di Racalmuto capace di nutrire il romanzesco di inchieste sul sociale.<ref name=Ling/>
*Se le [[Donna|donne]] smettessero di comprare biglietti per cinema e teatro o di acquistare libri ci sarebbe il default di case editrici e cinematografiche. Per dire che la presenza della donna nel mondo culturale, tanto per indicare un segmento, sostanzia la cultura nel Paese.<ref name=Ling/>
==Citazioni su Toni Servillo==
*La forza dell'ultimo Sorrentino, è anche di avere un attore come Toni Servillo che dà una grandezza al suo personaggio. ([[Enrico Vanzina]])
==Note==
<references />
==Filmografia==
{{div col|strette}}
*''[[Morte di un matematico napoletano]]'' (1992)
*''[[L'uomo in più]]'' (2001)
*''[[Le conseguenze dell'amore]]'' (2004)
*''[[Gomorra (film)|Gomorra]]'' (2008)
*''[[Il divo]]'' (2008)
*''[[Noi credevamo (film)|Noi credevamo]]'' (2010)
*''[[Una vita tranquilla]]'' (2010)
*''[[Il gioiellino]]'' (2011)
*''[[La grande bellezza]]'' (2013)
*''[[Viva la libertà]]'' (2013)
*''[[Il piccolo principe (film 2015)|Il piccolo principe]]'' (2015) – voce
*''[[Il libro della giungla (film 2016)|Il libro della giungla]]'' (2016) – voce
*''[[Le confessioni (film)|Le confessioni]]'' (2016)
*''[[La ragazza nella nebbia (film)|La ragazza nella nebbia]]'' (2017)
*''[[Lasciati andare]]'' (2017)
*''[[Loro (film)|Loro]]'' (2018)
*''[[5 è il numero perfetto]]'' (2019)
*''[[L'uomo del labirinto (film)|L'uomo del labirinto]]'' (2019)
*''[[È stata la mano di Dio]]'' (2021)
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==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Servillo, Toni}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Registi teatrali italiani]]
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Aljaksandr Lukašėnka
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[[File:Президент Республики Беларусь Александр Лукашенко.jpg|thumb|Aleksandr Lukašenko, nel 2019]]
'''Aljaksandar Ryhoravič Lukašėnka''' (1954 – vivente), politico bielorusso.
==Citazioni di Aleksandr Lukašenko==
*Ogni Bielorusso dovrebbe venire a visitare questa città, per conoscere le origini della storia del paese, sentirsi orgoglioso delle persone operose e di talento della Bielorussia. Ogni Europeo dovrebbe visitare questi posti, perché questo è anche il centro geografico dell'Europa. Se si passeggia lungo queste strade, dove per più di mille anni le tradizioni dell'Oriente e dell'Occidente, fedi e culture diverse si sono intrecciate, sarà più facile capire che il nostro passato comune è un primo passo verso un futuro comune. (discorso tenuto al concerto per le celebrazioni del 1150esimo anniversario di Polotsk<ref>Citato in ''[http://www.statopotenza.eu/3817/lukashenko-bielorussia-non-e-periferia-europa-ma-porta-deurasia StatoPotenzaEu]''.</ref>)
*La [[lingua russa]] per noi non è straniera. È anche un nostro patrimonio nazionale. I bielorussi, durante la sua plurisecolare storia, hanno apportato un non piccolo contributo al suo sviluppo, l'hanno arricchita. (da un discorso durante l'inaugurazione della XIX sessione plenaria del congresso mondiale della stampa russa, luglio 2017)<ref name="linguarussa">Citato in ''[http://russiaintranslation.com/2019/05/27/perdere-la-ragione-lukasenko-ha-chiuso-la-questione-della-lingua-russa/ «Perdere la ragione»: Lukašenko ha chiuso la questione della lingua russa]'', ''Russiatranslation.com'', 27 maggio 2019</ref>
*Il russo è la nostra madrelingua. E sia! Avremo due madrelingue: il russo e il bielorusso. (da un discorso alla sessione del consiglio pedagogico della Repubblica, agosto 2017)<ref name="linguarussa"/>
*Per me il bielorusso è la mia madrelingua, così come lo è il russo. In questo modo, forse, è capitato che sappiamo meglio il russo rispetto al bielorusso. Inoltre, lo utilizziamo di più. (dichiarazione nel marzo 2019)<ref name="linguarussa"/>
*Noto che, di nuovo, è tornata quest’ondata linguistica. Io vi ho già chiesto: non sollevate mai più questa questione! È chiusa in Bielorussia. Abbiamo due lingue di Stato. Due: il russo e il bielorusso. Non l’ucraino né un russo qualsiasi. Il vero russo, capite? (da un discorso al parlamento, 19 aprile 2019)<ref name="linguarussa"/>
*Insieme ai russi abbiamo combattuto: questo è il nostro patrimonio comune. Se qualcuno vuole perdere la ragione, perderà la lingua russa. Se vuole perdere il suo cuore, allora perderà la lingua bielorussa. Che cosa volete perdere: la ragione o il cuore? (da un discorso al parlamento, 19 aprile 2019)<ref name="linguarussa"/>
*Cari giocatori, fate molta sauna, bevete tanta vodka e lavorate tanto per uccidere il virus {{NDR|[[SARS-CoV-2]]}} nei vostri organismi.<ref>Citato in Enrico Sisti, ''[https://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2020/03/22/news/bielorussia_alcio_prosegue-252004263/ Sauna, allenamento e tanta vodka: in Bielorussia il calcio sfida il coronavirus]'', ''Repubblica.it'', 22 marzo 2020.</ref>
*La nostra costituzione non è fatta per una donna, e la società non è abbastanza matura perché una donna diventi presidente, perché la costituzione dà poteri forti al presidente.<ref>Citato in ''[https://www.ilpost.it/2020/08/03/bielorussia-elezioni-tikhanovskaya/ Le tre donne che vogliono mettere fine al regime in Bielorussia]'', ''Il Post.it'', 3 agosto 2020.</ref>
*Forse sono rimasto al potere un po' troppo.<ref name="rimasto">Citato in [https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/09/09/bielorussia-lukashenko-ammette-forse-sono-rimasto-al-potere-un-po-troppo-oppositore-portato-via-da-uomini-mascherati/5925662/ ''Bielorussia, Lukashenko ammette: "Forse sono rimasto al potere un po' troppo". Oppositore portato via da "uomini mascherati"''], ''Ilfattoquotidiano.it'', 9 settembre 2020.</ref>
*Se la Bielorussia cade, poi tocca a Mosca. Se pensate che la ricca Russia possa far fronte {{NDR|alle proteste}} vi sbagliate; ho parlato con il mio amico più anziano Vladimir Putin – io lo chiamo fratello maggiore – e l'ho avvertito: non si può resistere a tutto questo.<ref name="rimasto"/>
*{{NDR|Parlando dell'arresto di Roman Protasevič}} Lasciamo che i difensori occidentali rispondano: per quali servizi speciali hanno lavorato i due detenuti? Chi ha pagato il bastardo che ha ucciso persone nell'Ucraina fraterna?
:''Пусть западные защитники ответят: на какие спецслужбы работали двое задержанных? Кто платил подонку, который убивал людей в братской Украине?''<ref name="strana">{{Cita web|url=https://strana.ua/news/335260-roman-protasevich-v-azove-voeval-li-belorusskij-nekhta-na-donbasse.html|titolo=Черное солнце Романа Протасевича. Воевал ли экс-главред "Нехты" в "Азове"|sito=strana.ua|data=2021-05-26}}</ref>
*Massacreremo tutta quella feccia che voi {{ndr|occidentali}} avete finanziato. Oh, vi dispiace che abbiamo distrutto le vostre strutture! Le vostre ONG, o quello che sono veramente, pagate da voi.<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/esteri/2021/11/20/news/lukashenko_alla_bbc_si_potremmo_aver_aiutato_i_migranti_vero_l_europa_-327067576/|titolo=Sì, potremmo aver aiutato i migranti verso l'Europa. Siamo slavi, abbiamo cuore|sito=repubblica.it|data=2021-11-20}}</ref>
*{{NDR|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} Si parla tanto di settore bancario, gas, petrolio, Swift. È peggio della guerra. La Russia viene spinta verso una terza guerra mondiale. Dovremmo essere molto riservati e stare alla larga da essa. Perché la [[guerra nucleare]] è la fine di tutto.<ref>Citato in [https://www.repubblica.it/esteri/2022/02/27/news/ucraina_russia_news_oggi_guerra-339462420/?ref=RHTP-BL-I338475600-P1-S1-T1 Ucraina - Russia, le news di oggi. Le truppe russe entrano a Kharkiv. Minsk: "Sanzioni spingono verso guerra nucleare". Ultimatum di Putin sul negoziato. La Ue chiude lo spazio aereo], ''Repubblica.it'', 27 febbraio 2022.</ref>
*Usare armi nucleari in Ucraina sarebbe inaccettabile. Non solo perché è proprio accanto a noi, non è oltreoceano come gli Stati Uniti, ma anche perché potrebbe scagliare la nostra palla terrestre fuori dall’orbita, a fluttuare chissà dove. Ma se la Russia ne sia capace o meno questo non lo so, dovete chiederlo a Putin.<ref name="morsa">Citato in [https://www.open.online/2022/05/05/intervista-ap-lukashenko-guerra-ucraina/ ''Ucraina, Lukashenko ammette: «Questa guerra si sta trascinando troppo a lungo»''], ''Open.online'', 5 maggio 2022.</ref>
*Oggi non è Zelensky a guidare l’Ucraina. Tutto finirebbe in una settimana, se Joe Biden lo volesse. Ma gli Usa vogliono cogliere l’attimo, legare a sé i propri alleati e affondare la Russia con la guerra in Ucraina. Il loro obiettivo è sistemare la Russia e poi la Cina.<ref name="morsa"/>
{{Int|Da ''[https://www.eurasia-rivista.com/aleksandr-lukashenko-discorso-allonu-15092005/ Aleksandr Lukashenko, Discorso all'ONU]''|15 settembre 2005, riportato in ''Eurasia-rivista.com'', 28 settembre 2005}}
*L'[[Unione Sovietica]], nonostante tutti gli errori dei suoi dirigenti, rappresentava allora fonte di speranza e di sostegno per molti stati e popoli. L'Unione Sovietica assicurava l'equilibrio del sistema globale.
*Nel mio paese non ci sono conflitti. Differenti nazionalità e etnie coesistono pacificamente in Belarus, praticando ognuna la propria religione e il proprio stile di vita. Non creiamo alcun problema ai nostri vicini, non avanziamo alcuna rivendicazione territoriale, non cerchiamo di influenzare la loro scelta della via di sviluppo. Abbiamo consegnato le nostre armi nucleari e volontariamente abbiamo rinunciato al diritto di successore nucleare dell'URSS.
*Noi costruiamo il nostro paese con le nostre intelligenze, basandoci sulle nostre tradizioni. Ma dobbiamo constatare che proprio questa scelta del nostro popolo non piace a tutti. Non piace a coloro che aspirano a governare un mondo unipolare. E come lo governeranno? Se non ci sono conflitti, li creeranno. Se non ci sono pretesti per l'ingerenza, ne creeranno di immaginari. Per ottenere ciò, è stata trovata una bandiera molto conveniente: democrazia e diritti dell'uomo. E non nel loro significato originale di potere popolare e dignità personale, ma solamente ed esclusivamente nell'interpretazione dell'amministrazione USA.
*{{NDR|Sulla [[guerra in Afghanistan]]}} Truppe straniere hanno occupato l'Afghanistan indipendente, ma la produzione di droghe è cresciuta di dieci volte. Non era questo lo scopo dell'ingresso nel paese delle truppe?
*I capi degli stati sovrani di Jugoslavia e Iraq sono stati imprigionati con accuse non provate, assurde e artificiose. È stato il modo più conveniente per nascondere la verità sull'annientamento dei loro paesi. Il processo a [[Slobodan Milošević|Milosevic]] si è trasformato da tempo in una farsa. [[Saddam Hussein]] è stato abbandonato alla mercé del vincitore, come in epoca barbarica. Non c'è nessuno in grado di difendere i loro diritti, eccetto l'ONU, poiché i loro stati non esistono più, sono stati annientati. Dovrebbero essere liberati e liberamente difendere i loro diritti, il loro onore e la loro dignità umana.
*L'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] siamo noi. Insieme dobbiamo prendere nelle nostre mani il destino del pianeta. Insieme dobbiamo capire che il mondo unipolare è un mondo unidirezionale, un mondo a una sola dimensione.
{{Int|Da ''[https://it.euronews.com/2014/10/03/il-presidente-lukashenko-la-gente-e-disillusa-dalla-democrazia Il Presidente Lukashenko: la gente è disillusa dalla democrazia]''|Intervista di Sergio Cantone, ''Euronews.it'', 3 ottobre 2014}}
*{{NDR|Sulla [[guerra russo-ucraina]]}} Sono preoccupato perchè gli scontri sono in corso in un paese vicino al nostro, vicino ai nostri fratelli, alla nostra gente.
*Se dovesse persistere la diffidenza tra Occidente e Russia e tra Russia e Stati Uniti, sarei pronto a usare il mio esercito per separare le due parti in conflitto e ad inviare un contingente bielorusso in Ucraina.
*L'Ucraina è diventata teatro di azioni militari e di dispute tra le grandi forze geopolitiche; come ho già affermato questo non rigurada solo l'Occidente. Russia e Occidente hanno commesso molti errori, ma inizialmente la responsabilità maggiore non è stata della Russia ma dell’Occidente. Non è stata Mosca a fomentare le proteste a [[Maidan]]; sono stati alcuni funzionari degli stati occidentali che di proposito hanno voluto istigare i manifestanti di piazza Maidan.
*Nei paesi post-sovietici le persone sono disilluse dalla democrazia. Le persone sostengono e vogliono uno stato forte, che riesca a contrastare il caos e la guerra civile interna.
==Citazioni su Aleksandr Lukašenko==
*{{NDR|Nel 2005; la [[Bielorussia]] governata da Lukašenko}} È l'ultima vera dittatura rimasta nel cuore dell'Europa. ([[Condoleezza Rice]])
*{{NDR|Rivolgendosi a Lukašenko, a Minsk, durante una visita ufficiale in Bielorussia nel 2009}} Grazie anche alla sua gente, che so che la ama: e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti. ([[Silvio Berlusconi]])
*Il regime di Alexandr Lukashenko è chiaramente una dittatura, un'anomalia nel cuore dell'Europa. ([[Mikheil Saak'ashvili]])
*In essenza, Lukašenko è diventato una sorta di vassallo di Putin, una sorta di marionetta, qualcuno che è costretto a fare tutto quello che Putin dice. ([[Alexander Stubb]])
*{{NDR|Nel 2016}} L'Occidente cerca il dialogo con Lukashenko, ma lui è inaffidabile. Civetta con l'Europa solo quando vuole intimorire e ricattare [[Vladimir Putin|Putin]] per estorcergli denaro. Ed è assolutamente incapace di guardare all'Occidente. Se qualcuno lo farà, sarà un leader più giovane, ma temo che in Bielorussia non ci sarà un cambio di guardia senza spargimento di sangue. ([[Svjatlana Aleksievič]])
*"Smettetela di chiamarmi scarafaggio baffuto, sono ancora il presidente di questo paese", ha tuonato Aleksandr Lukašenko. Ma le sue parole non suonano particolarmente presidenziali. [...] I baffi del presidente sono un chiaro rimando al modello del dittatore dell'Europa dell'est degli anni trenta, e proprio come gli scarafaggi, anche Lukašenko non è facile da eliminare. ([[Gwynne Dyer]])
*Il presidente non può fare affidamento sul nazionalismo che sorregge Viktor Orbán in Ungheria. Prima del 1991, infatti, la Bielorussia non è mai stata indipendente. Per due secoli il paese ha fatto parte della confederazione polacco-lituana, prima di trascorrerne altrettanti all'interno dell'impero russo e poi sovietico. I bielorussi non odiano né temono i loro vicini.<br>Lukašenko non può nemmeno sfruttare il fervore religioso che regala stabilmente la metà dei voti ai partiti ultracattolici in Polonia e a quelli islamici in Turchia. I bielororussi non sono particolarmente devoti. Il quaranta per cento della popolazione dichiara di non seguire alcuna religione.<br>Inoltre il presidente non ha molti successi da vantare sul fronte economico: il prodotto interno lordo pro capite della Bielorussia è appena la metà di quello della Russia (con cui confina a est) e un terzo di quello della Polonia (con cui confina a ovest). Lukašenko ha definito una "psicosi" la pandemia di covid-19, ma oggi il paese registra il doppio dei casi rispetto alla Polonia, nonostante abbia un quarto degli abitanti. ([[Gwynne Dyer]])
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Lukašenko, Aleksandr}}
[[Categoria:Politici bielorussi]]
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Manusmṛti
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'''Manusmṛti''', o '''Mānava-Dharmaśāstra''', testo di diritto, sacro presso l'induismo, conosciuto anche come le '''Le Leggi di Manu'''.
*Là dove per natura vaga l'[[antilope nera]] è il paese adatto ai sacrifici; al di fuori di quello si trova il paese dei barbari. (II, 23<ref>Citato in [[Roberto Calasso]], ''L'ardore'', Adelphi, Milano, 2010. ISBN 978-88-459-2521-4</ref>)
*Egli<ref>L'officiante.</ref> deve sempre pronunciare "''[[Oṃ]]''!" alla fine e all'inizio della recitazione dei [[Veda]], perché se non c'è prima, [la recitazione dei Veda] si perde, se non c'è dopo, questa si dissolve. (II, 74)
*Per procurarsi della [[carne]] è sempre necessario ferire delle creature viventi e questo è un ostacolo per il raggiungimento della beatitudine celeste; si eviti dunque di mangiare carne.<ref name=Salani>Citato in Massimo Salani, ''A tavola con le religioni: induismo, buddhismo, jainismo'', EDB, Bologna, 2014, p. 40. ISBN 978-88-10-60469-4</ref>
*Considerata la disgustosa origine della carne, la crudeltà di incatenare e di uccidere delle creature, è necessario [[vegetarianismo|astenersi dal mangiare carne]].<ref name=Salani/>
*Ora vi dirò, in breve e per ordine quali [[trasmigrazione|trasmigrazioni]] si ottengono in tutto questo (universo) con ciascuna di queste qualità: le persone lucide divengono dèi, le persone energiche divengono esseri umani, le persone tenebrose divengono sempre animali... ma bisogna sapere che questo triplice livello di esistenza, che dipende dalle qualità, è esso stesso triplice: infimo, medio e sommo, a seconda delle azioni e del sapere specifico (di chi agisce).<br>Gli esseri statici, i vermi, gli insetti, i pesci, i serpenti, le tartarughe, il bestiame e gli animali selvatici sono l'ultimo livello di esistenza, cui conduce la tenebra. Gli elefanti, i cavalli, i servi, i vili barbari, i leoni, le tigri, i cinghiali sono il livello medio di esistenza cui conduce la tenebra.<br>Gli attori itineranti, gli uccelli, gli imbroglioni, gli orchi e gli spettri sono il sommo livello di esistenza cui conduce la tenebra.<br>I pugili, i lottatori, i danzatori, i trafficanti d'armi, i giocatori di azzardo e gli ubriaconi sono l'infimo livello di esistenza cui conduce l'energia. I re, i sovrani, i sacerdoti personali dei re e coloro che amano le battaglie verbali sono il livello medio di esistenza cui conduce l'energia. I centauri, gli gnomi, i geni, servi degli dèi e le ninfe celesti sono il sommo livello di esistenza cui conduce l'energia. Gli asceti, i rinuncianti, i sacerdoti, le schiere degli dèi che volano sui carri celesti, le costellazioni e gli anti-dèi sono il primo livello di esistenza cui conduce la lucidità. I sacrificanti, i sapienti, gli dèi, i Veda, i luminari celesti, gli anni, gli antenati, i Docili sono il secondo livello di esistenza cui conduce la lucidità. I saggi dicono che Brahma, i creatori dell'universo, la religione, il grande e l'immanifesto sono il sommo livello cui conduce la lucidità (XII, 39-50) <ref>Citato da [[Domenico De Masi]] in ''Mappa Mundi'', p. 35 Rizzoli BUR, ISBN 978-88-17-07949-5</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Testi sacri]]
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'''Manusmṛti''', o '''Mānava-Dharmaśāstra''', testo di diritto, sacro presso l'induismo, conosciuto anche come le '''Le Leggi di Manu'''.
*Là dove per natura vaga l'[[antilope nera]] è il paese adatto ai sacrifici; al di fuori di quello si trova il paese dei barbari. (II, 23<ref>Citato in [[Roberto Calasso]], ''L'ardore'', Adelphi, Milano, 2010. ISBN 978-88-459-2521-4</ref>)
*Egli<ref>L'officiante.</ref> deve sempre pronunciare "''[[Oṃ]]''!" alla fine e all'inizio della recitazione dei [[Veda]], perché se non c'è prima, [la recitazione dei Veda] si perde, se non c'è dopo, questa si dissolve. (II, 74)
*Per procurarsi della [[carne]] è sempre necessario ferire delle creature viventi e questo è un ostacolo per il raggiungimento della beatitudine celeste; si eviti dunque di mangiare carne.<ref name=Salani>Citato in Massimo Salani, ''A tavola con le religioni: induismo, buddhismo, jainismo'', EDB, Bologna, 2014, p. 40. ISBN 978-88-10-60469-4</ref>
*Considerata la disgustosa origine della carne, la crudeltà di incatenare e di uccidere delle creature, è necessario [[vegetarianismo|astenersi dal mangiare carne]].<ref name=Salani/>
*Ora vi dirò, in breve e per ordine quali [[trasmigrazione|trasmigrazioni]] si ottengono in tutto questo (universo) con ciascuna di queste qualità: le persone lucide divengono dèi, le persone energiche divengono esseri umani, le persone tenebrose divengono sempre animali... ma bisogna sapere che questo triplice livello di esistenza, che dipende dalle qualità, è esso stesso triplice: infimo, medio e sommo, a seconda delle azioni e del sapere specifico (di chi agisce).<br>Gli esseri statici, i vermi, gli insetti, i pesci, i serpenti, le tartarughe, il bestiame e gli animali selvatici sono l'ultimo livello di esistenza, cui conduce la tenebra. Gli elefanti, i cavalli, i servi, i vili barbari, i leoni, le tigri, i cinghiali sono il livello medio di esistenza cui conduce la tenebra.<br>Gli attori itineranti, gli uccelli, gli imbroglioni, gli orchi e gli spettri sono il sommo livello di esistenza cui conduce la tenebra.<br>I pugili, i lottatori, i danzatori, i trafficanti d'armi, i giocatori di azzardo e gli ubriaconi sono l'infimo livello di esistenza cui conduce l'energia. I re, i sovrani, i sacerdoti personali dei re e coloro che amano le battaglie verbali sono il livello medio di esistenza cui conduce l'energia. I centauri, gli gnomi, i geni, servi degli dèi e le ninfe celesti sono il sommo livello di esistenza cui conduce l'energia. Gli asceti, i rinuncianti, i sacerdoti, le schiere degli dèi che volano sui carri celesti, le costellazioni e gli anti-dèi sono il primo livello di esistenza cui conduce la lucidità. I sacrificanti, i sapienti, gli dèi, i Veda, i luminari celesti, gli anni, gli antenati, i Docili sono il secondo livello di esistenza cui conduce la lucidità. I saggi dicono che Brahma, i creatori dell'universo, la religione, il grande e l'immanifesto sono il sommo livello cui conduce la lucidità (XII, 39-50) <ref>Citato in [[Domenico De Masi]], ''Mappa Mundi'', p. 35 Rizzoli BUR, ISBN 978-88-17-07949-5</ref>
==Note==
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==Altri progetti==
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[[Categoria:Testi sacri]]
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Discussioni utente:Danyele
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{{Benvenuto|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 10:31, 23 giu 2011 (CEST)}}
== [[Pietro Anastasi]] ==
Salve, grazie per il suo contributo, le modifiche che ha apportato alla voce non rispettano diverse convenzioni, la pregherei di sistemare, grazie.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 02:15, 19 nov 2015 (CET)
:Molto meglio. Le intestazioni in genere le utilizziamo quando ci sono almeno tre citazioni tratte da quell'articolo/intervista. Avrei una perplessità, l'intervista di Nicola Calzaretta per il ''Guerin Sportivo'' è davvero troppo grande: è stata riportata integralmente?--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 12:48, 20 nov 2015 (CET)
::Se è possibile e se lo ritiene opportuno, sarebbe meglio sforbiciarla, altrimenti può andare bene anche così.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 17:53, 20 nov 2015 (CET)
== Re: Campionato mondiale di calcio ==
Ciao, be', si può discutere su quella di Petit... Quella di Tardelli è sicuramente fuori luogo nella pagina dei mondiali dal momento che parla dell'edizione del 1978 in maniera specifica, facendo riferimento anche alla dittatura e alla situazione argentina di quegli anni. Quella di Petit, al contrario, pur riferendosi ovviamente alla vittoria del 1998, può essere intesa come una considerazione generale sul valore di una vittoria di un mondiale: dal particolare al generale, se vogliamo, e quindi pertinente. Lo stesso ragionamento non può valere per la citazione di Tardelli che non può essere vista come una riflessione generale sulla competizione mondiale in alcun modo. Concordi?--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 00:46, 14 giu 2016 (CEST)
== [[Associazione Calcistica Perugia Calcio]] ==
Ciao, la voce ora come ora è accettabile ma è molto molto diversa dalle altre simili che abbiamo su Wikiquote... Ti espongo quindi le mie perplessità:
*Le citazioni sulle società calcistiche dovrebbero essere riflessioni generali e non riferirsi a un particolare lasso di tempo della società (in quei casi si crea, quando possibile, una voce apposita, vedi [[Quinquennio d'oro]] e [[Grande Torino]]). Esistono ovviamente delle eccezioni, citazioni sui periodi storicamente più significativi di una società possono essere inserite nella voce della società, qualora non sia possibile uno scorporo (per esempio le citazioni sul [[Leeds United Association Football Club]] si riferiscono soprattutto all'epoca di Don Revie). Per questo motivo direi che le citazioni sul ''Perugia dei miracoli'' possano starci, ma si tratta già di un'eccezione...
*Per il motivo che prima ho illustrato (tendenza a inserire soprattutto considerazioni di stampo generale sulle società e non riferite a particolari lassi temporali), l'ordine cronologico ha ben poco senso. Tra l'altro se dai un'occhiata a tutte le altre tematiche di Wikiquote, praticamente non troverai mai l'ordine cronologico. Io propenderei per l'ordine alfabetico, ma lascio a te la decisione.
*Chi è tale Valerio Piccioni? È enciclopedico? In caso positivo, va creata la voce. In caso negativo, la citazione potrebbe essere accettata solo se eccezionalmente significativa e pertinente. Ora già si tratta di un'eccezione perché è riferita a un lasso di tempo preciso... fare una doppia eccezione per un'unica citazione mi sembra un po' eccessivo...
Aspetto comunque i tuoi pareri.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 01:20, 14 giu 2016 (CEST)
:Va bene, ma andrebbe aggiunta quanto meno una nota per indicare brevemente chi sia tale Valerio Piccioni (es.: "Giornalista sportivo italiano").--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 09:53, 16 giu 2016 (CEST)
==Wikidata==
Ciao :-) quando crei nuove voci, se riesci ricordati di aggiungere il collegamento anche su Wikidata. Grazie! ;-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:01, 20 ago 2016 (CEST)
==Citazioni su...==
Ciao, non so se te ne sei accorto, ma ho eliminato buona parte dei tuoi contributi. Il motivo è semplice: hai inserito troppe voci nella sezione ''citazioni su'' che non erano pertinenti, in quanto la persona, la squadra o l'evento erano solo nominati. In quella sezione vanno inserite solo frasi e concetti che esprimano chiaramente il pensiero dell'autore sulla persona o sulla tematica in questione e non citazioni dove il soggetto in questione è solamente nominato, altrimenti si rischia di cadere nel banale (ti faccio gli esempi di Pillon o Maagath, dove le persone erano solo nominate e dove ho dovuto aggiungere delle loro citazioni, per evitare che le voci venissero cancellate). Un'ultima annotazione: ho proposto la cancellazione per la voce [[Zona Cesarini]], in quanto la citazione da te inserita è riferita solo al giocatore, mentre la Zona viene solo nominata (e qui si pone il problema precedente), quindi, se sei in possesso di una citazione pertinente su questa tematica, ti invito ad inserirla. Spero di essere stato il più esaustivo possibile nella spiegazione, se hai bisogno, chiedi pure.--[[Utente:Prugna|Prugna]] ([[Discussioni utente:Prugna|scrivimi]]) 19:17, 18 dic 2016 (CET)
::Non c'è nulla contro di te, ci mancherebbe altro, qui non è questione di mettersi d'accordo tra utenti: il mio è solo un avviso per sollecitarti ad inserire citazioni che abbiano rilevanza sulla voce in questione, non dove i personaggi sono solo nominati, affinché in futuro tu possa essere più sicuro su quali citazioni inserire. Apprezzo i tuoi contributi, alcuni sono davvero importanti e significativi, ti invito solo a fare più attenzione ad inserire citazioni pertinenti.--[[Utente:Prugna|Prugna]] ([[Discussioni utente:Prugna|scrivimi]]) 19:40, 18 dic 2016 (CET)
== [[Andrea Barzagli]] ==
Ciao, per le "citazioni su" vale come per le [[WQ:MVT|voci tematiche]]: la fonte va solo nella voce dell'autore citante, e la citazione dev'essere presente anche nella voce dell'autore citante. -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:17, 22 gen 2017 (CET)
== [[Paolo Sollier]] ==
Buonasera, come ti è stato già fatto notare, le fonti per le voci e sezioni tematiche vanno nelle voci degli autori e non in quelle dell'"oggetto" della citazione. Quindi nella voce di Gianni Mura e non in quella di Sollier, grazie.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 20:57, 11 mar 2017 (CET)
== [[Lorenzo Insigne]] ==
Buonasera, come mai quel commento sotto la seconda citazione? Inoltre riportare così tante citazioni da una singola intervista è davvero eccessivo, dovresti cercare di essere più selettivo e scegliere solo citazioni davvero significative. Grazie, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 00:34, 22 mar 2017 (CET)
:Quel genere di commenti sono per le citazioni attribuite o per meglio dire dubbie (qualcosa di simile avviene anche per citazioni erroneamente attribuite o errate) e servono a chiarire le circostanze dell'errata o dubbia attribuzione. Queste citazioni però vanno in un'apposita sezione della voce e quindi hanno un po' una "storia a sé".--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 01:32, 22 mar 2017 (CET)
== Spazio tra immagine e incipit ==
Buonasera, è davvero una minuzia, ma davvero non capisco il bisogno di inserire uno spazio tra la prima immagine della voce e l'incipit della stessa, non è mai stata una nostra prassi. Grazie, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 19:33, 23 apr 2017 (CEST)
:Sinceramente qui non ci siamo mai fatti il problema, nessuno ha mai inserito questi spazi e quando presenti li abbiamo rimossi. Tra l'altro ho usato qualche volta IE e non ho mai avuto problemi. Forse sarà per il fatto che qui l'incipit della voce è ridotto e il testo è espresso in citazioni (precedute da asterisco) ed eventualmente le immagini sono inserite tra una citazione e l'altra, non saprei. Forse è il caso di discuterne nel bar...--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:25, 23 apr 2017 (CEST)
== Reti televisive e programmi televisivi ==
Buona domenica, le reti televisive (o radiofoniche) non vanno in corsivo, solo i programmi televisivi (o radiofonici) vanno in corsivo, come puoi vedere anche [[Aiuto:Fonti#Programmi_televisivi|qui]]. Grazie, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 17:21, 30 apr 2017 (CEST)
:Le testate giornalistiche e online invece vanno in corsivo, come puoi vedere [[Aiuto:Fonti#Quotidiani|qui]]. Grazie, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:44, 30 apr 2017 (CEST)
== [[Bartłomiej Drągowski]] ==
Buonasera, il rischio non è forse quello di diventare troppo recentisti e sempre meno significativi?--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 18:15, 7 feb 2020 (CET)
== Prost ==
Ciao, grazie per i tuoi contributi e le tue correzioni. Due cose volevo dirti. La prima è una domanda di curiosità: avevo fatto una rapida ricerca per trovare l'intervista originale di [https://www.formulapassion.it/motorsport/formula-1/prost-sottovalutato-pago-mia-normalita-alain-professore-lauda-hamilton-schumacher-fangio-senna-558566.html questo articolo], ma Google Notizie non mi aveva restituito niente di pertinente; quindi, per essere più efficiente in futuro, ti chiedo: quali sono i tuoi trucchi magici? La seconda cosa invece è un'annotazione riguardo all'iniziale maiuscola dei siti internet, che ho visto che hai corretto un paio di volte per FormulaPassion: oggi Sun-crops mi ha rimandato a [[Wikiquote:Bar/Archivio 2017-06--12#Siti web e trascrizione fonte|questa discussione]] da cui a quanto pare sarebbe meglio scrivere tutto l'URL in minuscolo, quindi io lascerei semplicemente ''formulapassion.it''.--[[Utente:Matafione|Matafione]] ([[Discussioni utente:Matafione|scrivimi]]) 23:05, 5 apr 2021 (CEST)
== [[Festival di Sanremo 1999]] ==
Ciao, Danyele. Grazie per la tua assidua attività in questo progetto, per i contributi sempre validi, sempre interessanti. Ti scrivo perché abbiamo un problema piuttosto consistente per la citazione di [[Enrico Brizzi]] e la relativa voce tematica: la citazione inserita supera di molto la corta citazione nel cui range possiamo operare; così com'è crea un problema piuttosto serio. Parlo ad un utente molto esperto e credo converrai sul fatto che sia davvero necessario, e nell'interesse di tutti, ridimensionarla. Grazie, ti saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:17, 14 giu 2021 (CEST)
:Ciao, Danyele, ancora una volta grazie; ora va tutto bene. Quanto alla questione del "range", non credo vi siano, almeno per quanto riguarda wikiquote in lingua italiana, specifiche indicazioni. Il buon senso dell'utente, un criterio di prudenza, di misura è una buona regola. Su questo però vediamo se {{ping|Superchilum}}, che ringrazio in anticipo, può dire qualcosa in più. Ti auguro una buona giornata. Grazie. Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 07:49, 15 giu 2021 (CEST)
::{{ping|Sun-crops}} Al momento non abbiamo indicazioni numeriche. So che [[:en:Wikiquote:Quotability#Length|su en.wikiquote]] hanno come limite minimo 5 parole e come massimo 250 parole, in entrambi i casi solo per eventi eccezionali (ad esempio, il limite minimo può essere superato per citazioni iconiche come "Cogito ergo sum", "Veni, vidi, vici" ecc., mentre quelle lunghe dovrebbero comunque essere il più corte possibile proprio per il concetto di "citazione", che non è "brano"). Direi che le modifiche apportate sono ok :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 08:53, 16 giu 2021 (CEST)
:::{{ping|Superchilum}} OK, grazie infinite per le informazioni chiare, dettagliate, esaurienti e istruttive. Ti saluto, buona giornata. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 12:50, 16 giu 2021 (CEST)
== [[Wikiquote:SheSaid 2021]] ==
Ciao, Danyele. Ho fatto qualche correzione alla correzione in [[Irma Testa]], spiegando in dettaglio le motivazioni nell'oggetto di modifica. C'era in particolare un'omissione che, come tutte le omissioni, va sempre segnalata. Ti vorrei piuttosto parlare di [[Wikiquote:SheSaid 2021]], iniziativa molto importante con cui si vuole colmare lo squilibrio esistente fra voci maschili e femminili. Penso che nei campi di tuo interesse non ti sarebbe difficile – se lo desideri, chiaramente – rilasciare uno o più contributi (creazione di voci o miglioramento di quelle già esistenti) che, come vedrai nella pagina, tu stesso registreresti ogni volta con il tuo nome utente; contributo/i e nome utente resteranno per sempre in questa pagina come avvenuto nella [[Wikiquote:SheSaid 2020|precedente edizione]]; in più [[:m:WikiDonne|WikiDonne User Group]] assegnerà dei gadget ai partecipanti. L'iniziativa si concluderà il 20 dicembre. Ogni contributo, anche piccolo, è importantissimo. Ti saluto. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 22:46, 26 ott 2021 (CEST)
:Sulla base di questa discussione [https://it.wikiquote.org/wiki/Wikiquote:Bar/Archivio_2017-06--12#Siti_web_e_trascrizione_fonte] ho uniformato le indicazioni di fonte nella voce. Il maiuscolo lo riserviamo alle testate, il migliore standard per <s>il sito web</s> i siti web è il minuscolo. Sono a tua disposizione per eventuali chiarimenti. Anche se tardi, ti auguro una buona serata e una buona giornata per domani. Ciao, --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:02, 26 ott 2021 (CEST)
::Per un'ulteriore sicurezza su 1 agosto o 1° agosto (e se Spinoziano vuole, su tutto il resto) chiedo cortesemente un parere a {{ping|Spinoziano}}. Se dovessi aver commesso qualche errore, mi scuso: errare neapolitanum est. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:23, 26 ott 2021 (CEST)
:::{{ping|Sun-crops}}, bene il sito in minuscolo (è anche lo standard di Wikipedia), meglio se in maniera uniforme; meglio anche il numerale, come usato su Wikipedia ([[w:1º agosto]]). Un caro saluto a entrambi :-) -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:17, 27 ott 2021 (CEST)
::::{{ping|Spinoziano}} Grazie, Spin. Buona giornata a te e Danyele. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 08:22, 27 ott 2021 (CEST)
== Animale ==
Ciao, [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Animale&curid=1940&diff=1175182&oldid=1166726 questa] può andar bene nella voce della sciatrice, perché è un suo punto di vista, ma non la metterei nella tematica, perché ripete luoghi comuni espressi da tanti, non è un suo pensiero originale.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:21, 29 ott 2021 (CEST)
==Frase Agnelli==
Buon pomeriggio. Quella frase inserita in precedenza era la trascrizione di quanto detto dal presidente della Juventus nel video dell'Assemblea degli Azionisti (juventusnews24.com è una testata registrata nel Tribunale di Torino, per la precisione). Nonostante il senso generale è rimasto pressoché uguale ("amare, lottare, soffrire e vincere"), il sito ufficiale l'ha leggeramente cambiata, sopratutto perché Agnelli disse letteralmente "<u>sappiamo che</u> dobbiamo soffrire [...] ma, sopratutto, <u>sappiamo che</u> dobbiamo vincere"; quello sottolineato fa un pò diversa la frase in quanto aggiunge al concetto generale un'ammissione, sopratutto nel caso di "soffrire e vincere". Per fedeltà alla fonte, in questo caso la fonte posta in precedenza era più appropiata al di là dell'autorevolezza del sito ufficiale.--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:8447:29E3:D3B:D5B1|2800:200:E840:20B3:8447:29E3:D3B:D5B1]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:8447:29E3:D3B:D5B1|msg]]) 18:24, 31 ott 2021 (CET)
:Segnalo anche che il sito ufficiale è l'unico ad avere inserito nella citazione incriminata la parola "ristorvano". Nel video, come segnalato anche dal ''Corriere di Torino'', Agnelli disse chiaramente "rispecchiano".--[[Speciale:Contributi/2800:200:E840:20B3:8447:29E3:D3B:D5B1|2800:200:E840:20B3:8447:29E3:D3B:D5B1]] ([[User talk:2800:200:E840:20B3:8447:29E3:D3B:D5B1|msg]]) 18:42, 31 ott 2021 (CET)
== Wikilink ==
Ciao Danyele, i tuoi contributi sono eccellenti, permettimi solo un piccolo appunto sui wikilink. [[Aiuto:Wikilink]] dice "Devono essere trasformati in wikilink solo ed esclusivamente i termini più significativi di una citazione, verso voci inerenti all'argomento della citazione stessa, cioè (in generale) voci dove la citazione stessa potrebbe essere opportunamente inserita come citazione "tematica" o "citazione su" ... oppure voci utili per approfondire (quindi su un argomento correlato)." Nelle ultime voci come [[Lana Clelland]] mi pare che ne hai messi un po' troppi, ti suggerirei di dosarli meglio nelle prossime che crei.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:26, 11 nov 2021 (CET)
== [[Sopracciglia]] ==
Buongiorno, mi permetto di fare una piccola osservazione. Contributi come [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Sopracciglio&curid=108488&diff=1180638&oldid=1163793 questo] sono un po' borderline: già la significatività della citazione non è granché, poi in effetti parla delle sue sopracciglia e non delle sopracciglia in generale. Ora siccome "sopracciglia" è una tematica molto specifica e di conseguenza scarna, può ammettere un'eccezione del genere, però non è proprio il top ecco. Grazie dei tuoi contributi, [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 09:05, 30 nov 2021 (CET)
== Portale Donne ==
Caro Danyele, dato lo splendidido lavoro che stai facendo con voci su sportive, attrici ecc. ti segnalo che se vuoi puoi aggiungere le più rilevanti in [[Portale:Donne]], aggiungere il portale nelle relative voci, o comunque revisionare quelle liste. Ciao,-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:45, 13 dic 2021 (CET)
== [[Andrea Agnelli]] [[Strage dell'Heysel]] ==
Ciao Danyele. Buon anno nuovo. Ti ringrazio per lo splendido contributo all'iniziativa Wikiquote:SheSaid 2021. Ti scrivo per chiederti, per favore, se hai un po' di tempo, di dare un'occhiata alle modifiche nelle voci in oggetto. Di questi argomenti sei senz'altro molto più esperto. Grazie. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 15:41, 3 gen 2022 (CET)
== 500 ==
Ciao :-) abbiamo [[Fiat Cinquecento]] e [[Fiat 500]]. Forse c'è da aggiustare qualcosa? Disambiguazioni, link entranti ecc. L'ultima creata si riferisce al modello del 2007? --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 10:30, 25 feb 2022 (CET)
:Sì, però il lettore si può sicuramente confondere. Meglio IMHO creare la disambigua come su Wikipedia ([[:w:Fiat 500]]) :-) ci sono già due significati. --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 16:58, 25 feb 2022 (CET)
::Sì, direi di sì :-) --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 17:18, 25 feb 2022 (CET)
== Re: Dischi ==
Ciao, non c'è ancora una soluzione univoca, però quando la voce è grande o comunque i singoli\EP sono tanti adotterei una [[Rino_Gaetano#Pubblicate_solo_come_singoli|soluzione simile a Rino Gaetano]], ma non è un obbligo ovviamente.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 05:34, 6 mar 2022 (CET)
== Siti web in minuscolo ==
Buongiorno, potrei sapere il perché di [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Giorgio_Chiellini&type=revision&diff=1200278&oldid=1181468 edit come questo] se le [[Aiuto:Fonti#Fonti_giornalistiche_e_periodici|linee guida]] dicono palesemente il contrario: il sito web andrebbe con la prima lettera in maiuscolo. Grazie...--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 11:34, 28 mar 2022 (CEST)
:Ciao [[Utente:AssassinsCreed|Creed]], scusate se intervengo; credo che dopo l'[[Wikiquote:Bar/Archivio 2017-06--12#Siti web e trascrizione fonte|ultima discussione]] la consuetudine sia diventata più quella di scrivere l'iniziale del sito (o meglio del dominio) in minuscolo; mi sembra che la tendenza negli ultimi anni sia diventata questa, magari dovremmo chiarire in Aiuto:Fonti? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 13:41, 28 mar 2022 (CEST)
::{{ping|Spinoziano}} Ma non mi pare ci fosse un consenso in tale direzione... Aiuto:Fonti dice questo e anche le voci in vetrina riportano il sito in maiuscolo... Poi certamente è un aspetto minore e trascurabile, ma addirittura fare un edit per portare tutto da maiuscolo a minuscolo mi sembra come minimo controintuitivo... Ripeto, è un aspetto secondario e secondo me l'importante è la coerenza all'interno della voce. Se dovessi sbilanciarmi sulla questione propenderei per il maiuscolo visto che le case editrici e le testate giornalistiche le indichiamo con l'iniziale maiuscola salvo particolarità come ''la Repubblica'' e ''l'Unità''... Inoltre molti siti nel loro logo hanno le iniziali in maiuscolo, per esempio ''YouTube''.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 18:39, 28 mar 2022 (CEST)
:::[[Utente:AssassinsCreed|Creed]], sono d'accordo ovviamente che è un aspetto minore, che conta l'uniformità in ciascuna voce e che non è il caso di fare un edit apposta per quello; sul caso specifico vedo dalla cronologia che il nostro amico Danyele ha aggiunto via via la maggior parte delle citazioni attualmente presenti nella voce quindi forse si è "guadagnato" il diritto a quel punto di cambiare l'uniformità dello stile.-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:52, 29 mar 2022 (CEST)
== [[Giancarlo Dotto]] ==
Ciao Danyele. Ti scrivo per proporti, se ti fa piacere, la creazione della voce tematica [[giornalismo sportivo]]. Il wlink è già predisposto [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Giancarlo_Dotto&type=revision&diff=1198160&oldid=1140402], la citazione è perfetta. Ciao. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 12 apr 2022 (CEST)
:Alla grande Danyele, alla grande, superata ogni aspettativa; grazie grazie. Se non dovessimo sentirci, ti auguro fin d'ora Buona Pasqua. Ciao {{smile}} --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:11, 12 apr 2022 (CEST)
== Avviso ==
{{Avviso Wikidata}} --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 12:03, 26 apr 2022 (CEST)
== Wikilink ==
Salve, [https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Marcello_Marchesi&type=revision&diff=1204921&oldid=1200552 wikilink] di questo tipo sono quanto meno pleonastici nell'ottica di Wikiquote. Per chiarimenti basta leggere [[Aiuto:Wikilink|qui]]. Grazie, buon lavoro.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 05:23, 27 apr 2022 (CEST)
== Spazio nei tag ==
Buongiorno, Danyele. Perdonami, ma è corretto '''<nowiki><references /></nowiki>''', e non <nowiki><references/></nowiki>, con uno spazio prima dello ''slash''. Sappi che non è quetione di stile, ma è sintassi. Ti ringrazio. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 09:55, 5 giu 2022 (CEST)
:Perché, per esempio, nella "vita reale", so quanto è difficile far rispettare le regole sintattiche di XML. Prendi come riferimento en.wiki (o [[:mediawikiwiki:Extension:Cite|la pagina dell'estensione]]): riportano correttamente <nowiki><references /></nowiki>. Alla fine, è una questione di pochissimo conto. È solo per non farti perdere tempo. Grazie. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 16:36, 5 giu 2022 (CEST)
== Re: Agostino Di Bartolomei ==
Ciao, ti ringrazio per la brutalità se questo porta quanto meno a una risposta, visto che di solito ignori bellamente i miei messaggi. Come ad esempio quello [[#Siti web in minuscolo|qui sopra]] in cui avevo già portato alla tua attenzione la cosa. Non c'è alcun consenso sui siti web in minuscolo come testimonia sia la discussione che tu stesso linki (che come spesso avviene su Wikiquote si è conclusa con un nulla di fatto), sia la pagina di Aiuto che ho già linkato sia le voci in vetrina... Sono d'accordo in ogni caso a discutere una volta per tutte la cosa nel Bar, sebbene ci siano probabilmente temi più importanti rispetto a questo (nonché conseguentemente modifiche più utili e sensate da fare alle voci).
Proprio in virtù del tuo continuo ignorare i miei messaggi non puoi millantare di "esserti attenuto ad ogni rilievo altrui", se poi hai riferimenti precisi a qualche questione ti inviterei a elencarli, grazie. Quanto al "farsi sempre il mazzo" non vorrei dover scomodare i rispettivi numeri (e non solo) su questa piattaforma, sarebbe alquanto spiacevole.
La discussione di cui sopra con Spinoziano si era conclusa con un "non c'è di fatto un consenso in un senso o nell'altro e non ha senso modificare le voci con quest'unico fine"... Il fatto che tu non sia intervenuto in una discussione sulla '''tua''' pagina lascerebbe presupporre un certo "silenzio assenso", ma ho visto un'infinità di tue modifiche in cui hai praticamente cambiato solo quello o tutt'al più usato contestualmente qualche template intestazione (ampiamente facoltativo con tutti i problemi sull'ordine cronologico che ne derivano) con descrizioni nel campo oggetto quanto meno opinabili...
Quanto all'immagine, la descrizione nel campo oggetto era "minuzie estetiche", ora in virtù di cosa io dovrei presupporre che la sostituzione sia dovuta a un copyviol o non a una mera e opinabile preferenza estetica? Compreso ora il motivo della sostituzione (che andava indicato in campo oggetto) non ho ovviamente nulla in contrario alla sostituzione dell'immagine (che peraltro non avevo inserito nemmeno io), ma proprio in virtù della tanto citata estetica tenderei a preferire eventualmente [[commons:File:1974–75 AS Roma - Agostino Di Bartolomei.jpg|questa]] al limite. Lascio ovviamente a te la scelta. [[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 18:03, 19 giu 2022 (CEST)
:Ok rispondiamo punto per punto.
:''Dove e quando mi sarei macchiato di simili comportamenti? Dove e quando avrei ignorato un tuo messaggio e/o ti avrei negato una risposta...?''
::Be' uno te l'ho già linkato (abbiamo discusso solo io e Spinoziano...), un altro ad esempio è [[#Wikilink_2|questo]].
:''Da allora, in caso di simili modifiche di stile, io mi sono sempre-e-strettamente attenuto ai rilievi posti all'epoca da un tuo collega admim quale''
::I miei complimenti per aver partecipato alla campagna SheSaid e per tutte le modifiche... Io capisco impostare una nuova voce o una voce a cui si mette mano in maniera importante in quel modo... ma che senso ha modificare una voce solo per un aspetto così minoritario? Anche alla luce della mia discussione con Spinoziano nella '''tua''' pagina di discussione, era emerso proprio questo. Se proprio avevi delle perplessità in merito perché non rispondere già che era sulla tua pagina di discussione?
:''non essendo tu stesso intervenuto a replicare ulteriormente all'ultimo intervento di [Spinoziano], la questione era chiusa.''
::Ma infatti era chiusa, cito l'ultimo messaggio di Spinoziano: «sono d'accordo ovviamente che è un aspetto minore, che conta l'uniformità in ciascuna voce e che non è il caso di fare un edit apposta per quello», peccato tu abbia fatto ripetutamente l'esatto contrario facendo edit a diverse pagine praticamente solo per quello.
:''Se ti sei davvero imbattuto in un' "infinità" di mie modifiche di tale tenore, bé bastava conttarmi in talk oppure aprire una discussione pubblica sul da farsi''.
::Be' le volte ho provato a contattarti ho ottenuto solo silenzi e spero di non doverti nuovamente linkare gli esempi... Diciamo che questo mi ha scoraggiato, ecco.
:''E questo è l'unico rilievo su cui hai pienamente ragione, ero stato troppo superficiale nell'oggetto della modifica.''
::Almeno questo... Ripeto comunque che non avevo inserito io l'immagine.
:''evidentemente preferisci porti nei miei confonti come se io fossi un "folle" che passa il tempo a bighellonare qui dentro, e le cui modifiche debbono quindi essere annullate con la mannaia oltreché con sprezzanti commenti nel campo oggetto... Ne prendo atto -.- e d'ora in avanti mi regolerò di conseguenza nei tuoi confronti.''
::Ho sicuramente esagerato con quel commento ed era evidentemente fuori luogo. Il rispetto te l'ho dimostrato scrivendoti più e più volte e rispondendo sempre quando mi hai contattato. Rispetto che non ho ricevuto da te che hai più volte ignorato i miei messaggi... Comunque non ha senso perdurare in questa discussione. Ti pregherei di non modificare voci solo per portare siti dal maiuscolo al minuscolo fino a quando non si deciderà univocamente, ma lascio la scelta a te. In ogni caso non interverrò più, rimuoverò piuttosto qualche pagina dagli osservati speciali per evitare di essere subissato da notifiche di quel tipo.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 22:01, 19 giu 2022 (CEST)
:::Buongiorno, sinceramente questa del punto interrogativo è davvero stiracchiata come tesi, ai limiti del provocatorio. Sintetizzando:
::::1. Io scrivo "potrei sapere il perché di edit come questo se le linee guida dicono palesemente il contrario" nel [[#Siti web in minuscolo|primo messaggio]], che fino a prova contraria è una domanda, seppur indiretta... ''cos'è ora sto "razzismo" per le domande indirette?'' (quest'ultima ha il punto interrogativo, ma è solo una domanda retorica per esempio eh)
::::2. Risponde Spinoziano e la discussione continua nella tua pagina di discussione, concludendosi col suo messaggio "sono d'accordo ovviamente che è un aspetto minore, che conta l'uniformità in ciascuna voce e che non è il caso di fare un edit apposta per quello".
::::3. Dopo questa discussione avevi evidentemente intenzione di continuare a editare voci col solo fine di cambiare questo minoritario aspetto eppure non ti è sembrato ancora il caso di intervenire.
:::Se rimani ancora del tuo avviso che il mio messaggio non contenesse domande e che la discussione sulla '''tua''' pagina non meritasse risposte da parte tua, permettimi almeno di restare basito, ma eviterei di impelagarmi in ulteriori sterili discussioni. Inoltre:
::::Mai parlato di write-only, inutile difendersi da accuse che nessuno ha mosso, le mie osservazioni erano molto specifiche e hanno ottenuto per contro risposte vaghe.
::::Ho cercato di distendere il clima col messaggio qui sopra, ammettendo candidamente di aver esagerato con quel campo oggetto. Certo che la frase "non credo m'importerà più molto della tua personale opinione su di me" non dimostra certo una volontà bilaterale in tal senso, anche perché non mi sono permesso di esprimere opinioni su di te (e non venirmi a dire che ti ho dato del folle per favore...), se non complimenti per il lavoro svolto qui.
::::Quanto all'ultima parte, è stata aperta una discussione nel bar per cui verremo cosa accadrà lì.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 05:34, 20 giu 2022 (CEST)
:::::Concordo sul non proseguire la discussione, definirla inutile è un eufemismo. Buon lavoro.--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 21:27, 20 giu 2022 (CEST)
== Re: Maiuscole/minuscole ==
Ciao Danyele, sono certissimo che nessuno ha mai avuto rancori verso di te; non c'è nessun motivo di pensare questo. Tempo fa anche io ho avuto un forte contrasto con un collaboratore, presto superato. Quell'esperienza mi ha dato modo di comprendere due cose: che un fraintendimento, purtroppo, è sempre possibile, anche fra persone che si conoscono da molto tempo; b) perché si comunica, a volte non solo con le pagine di discussione o con gli oggetti di modifica, attraverso strumenti sofisticatissimi dal punto di vista tecnico, primitivissimi sotto altri punti di vista. Quando la comunicazione passa attraverso azioni tecniche e mezzi tecnici, molto di una reale comunicazione va perduto: voce, gesti, espressioni del volto, del corpo, tempestività e scioltezza di dialogo. E quindi qualsiasi movimento, qualsiasi "mossa" <s>sembri</s> ''sembri'' che si faccia o che si ometta di fare, può non essere colta nel suo esatto significato, a prescindere dall'esperienza che hanno le persone coinvolte. E questo può innescare una spirale di malintesi. Tempo fa suggerii ad un utente di non andare a capo dopo <s>il</s> il <nowiki><br></nowiki>, cosa che avevo corretto in una sua modifica, perché è una pura e semplice perdita di tempo. A me sembrava di aver fatto cosa utile; ho dovuto constatare che, nonostante le mie spiegazioni in discussione, la cosa è stata compresa <s>un</s> in tutt'altro modo. Pazienza, mi sono detto, glissons. Come vedi anche bazzecole di questo tipo, anche interventi utili all'utente, possono produrre effetti paradossali. Ora, Creed è un utente troppo intelligente e in gamba per avere meschini rancori; sono stato per anni testimone diretto della sua generosità, gentilezza, disponibilità, pazienza con tutti, in un caso anche con un utente molto molto problematico che un trattamento simile non lo meritava. Perché dovrebbe avere sentimenti negativi verso Danyele, che è sotto ogni punto di vista un utente di valore? Si tratta con ogni evidenza di una somma di malintesi che fra persone in gamba con il tempo si chiariranno completamente. Per il problema delle maiscole/minuscole, anche per me è la stessa cosa: qualsiasi soluzione va bene; potrei accettare anche un vel vel anziché un aut aut, farne qualcosa di facoltativo, ma forse questo creerebbe problemi. Spero che tu mi creda se dico che rancori verso di te non ce ne sono da parte di nessuno. Un po' alla volta tutto rientrerà nelle giuste proporzioni. Ti ringrazio di cuore per tutti i contributi validi e sempre interessanti che rilasci con assiduità e ti auguro una felice serata. Con ammirazione e simpatia, ti saluta --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:29, 21 giu 2022 (CEST)
== Nuove voci ==
Ciao Danyele, buona domenica. Ti scrivo per proporti una cosa semplicissima, se ti va di farla. Come tu sai nella [https://it.wikiquote.org/wiki/Pagina_principale home page] c'è un box che aggiorniamo inserendo le nuove voci create; alcuni utenti lo aggiornano inserendo le loro voci, altri preferiscono di no. In questi anni ho contribuito con Gaux all'aggiornamento delle voci anche per chi preferisce non farlo. Nessun problema per me, è un lavoro semplice e rapido. Ora però c'è un piccolo problema: per un po' sarò forse ancora presente ogni giorno, ma a partire da una certa data, non molto lontana, questo non mi sarà possibile, potrei assentarmi per periodi anche lunghi e gli aggiornamenti non potrei farli. La proposta: se puoi, se ti fa piacere, dopo aver creato una voce che non sia uno stub, potresti aggiungerla – in ordine cronologico rispetto alle altre voci create – al box Nuove voci? Se magari crei ad un'ora tarda e vuoi riposare, puoi fare l'aggiornamento il giorno dopo. Se dai un'occhiata nella cronologia del [[Template:SelezioneNuove]] vedrai che è una pagina molto richiesta e forse potrebbe farti piacere dare visibilità e accesso immediati al tuo lavoro. Per ogni voce inserita, una va sottratta una dal fondo dell'elenco per un totale fisso di 25 voci. Gli stub sono esclusi, ma se fai un destub di una voce creata il giorno prima (io penso anche due) è possibile inserirla nell'elenco, sempre in ordine cronologico di creazione (su tutta questa problematica c'è una [[Discussioni template:SelezioneNuove|discussione]]). All'elenco delle pagine più recenti [https://it.wikiquote.org/wiki/Speciale:PaginePi%C3%B9Recenti Nuove pagine], per consultare la successione cronologica, si accede da [https://it.wikiquote.org/wiki/Speciale:UltimeModifiche?hidebots=1&hidecategorization=1&hideWikibase=1&limit=500&days=14&urlversion=2 Ultime modifiche] tramite il link posto a destra in Elenco di abbreviazioni. Tutto questo, beninteso, se e solo se ti va di farlo. Non c'è assolutamente nulla di obbligatorio. Ti ringrazio, buon pomeriggio. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 18:20, 10 lug 2022 (CEST)
== [[Spaghetti aglio e olio]] ==
Ciao Danyele. Grazie per avere aggiustato un po' i "miei" spaghetti (metto le virgolette perché quei favolosi spaghetti possono essere solo di Marotta), li ho cucinati un po' tardi..., ma per fortuna eri presente e ci hai messo il tocco del grande chef. Ciao {{smile}}. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 03:59, 9 ago 2022 (CEST)
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Antonio Cornazzano
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Dread83
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Dread83 ha spostato la pagina [[Antonio Cornazano]] a [[Antonio Cornazzano]]: all. a Wikipedia
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{{PDA}}
'''Antonio Cornazzano''' (1430 circa – tra il 1483 e il 1484), scrittore e poeta italiano.
*Vegnirò mo' a quelli [[danza|balli]] et bassedançe che son fora dal vulgo fabricati per sale signorile, e da esser sol dançati per degnissime Madonne et non plebeie. (da ''Libro sull'arte del danzare''; citato in Luigi Calendoli, ''Storia universale della danza'', Mondadori, 1985)
==Altri progetti==
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[[Categoria:Poeti italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
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Talmud di Gerusalemme
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talmud palestinese
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'''Talmud di Gerusalemme''', conosciuto anche come '''Talmud palestinese''' (IV – V sec.), raccolta di commenti rabbinici e note sulla [[Mishnah]].
*Ognuno dovrà rendere conto a Dio di tutte le cose buone viste nella vita e non godute.<ref>''Qiddushin'' IV, 12; citato in Agnese Cini Tassinario, ''Appendice storico-critica: Qohèlet e la Bibbia'', in ''Qohèlet'', Einaudi, Torino, 2000, p. 50. ISBN 88-06-15180-0</ref>
*[...] state molto attenti a far piangere una [[donna]], che poi Dio Conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell'uomo, non dai suoi piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale [...] un po' più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata [...].<ref>Citato in Carlo Bach e Moreno Gentili (a cura di), ''Stand-by memory: {{small|riflessioni sulla Shoah: Carlo Bach, Gianluigi Colin, Francesco Dondina, Franco Fanelli, Aimara Garlaschelli, Moreno Gentili, William Guerrieri, Orio, Muriel Prandato, Roberto Coda Zabetta}}'', Charta, Milano, 2004, [https://books.google.it/books?id=jFwVAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=State+molto+attenti+a+far+piangere+una+donna,+che+poi+Dio+conta+le+sue+lacrime&q=State+molto+attenti+a+far+piangere+una+donna,+che+poi+Dio+conta+le+sue+lacrime&hl=it&redir_esc=y p. 36]. ISBN 88-8158-475-1</ref>
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Talmud]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Testi sacri]]
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Umberto Cassuto: citazioni sul
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'''Talmud di Gerusalemme''', conosciuto anche come '''Talmud palestinese''' (IV – V sec.), raccolta di commenti rabbinici e note sulla [[Mishnah]].
*Ognuno dovrà rendere conto a Dio di tutte le cose buone viste nella vita e non godute.<ref>''Qiddushin'' IV, 12; citato in Agnese Cini Tassinario, ''Appendice storico-critica: Qohèlet e la Bibbia'', in ''Qohèlet'', Einaudi, Torino, 2000, p. 50. ISBN 88-06-15180-0</ref>
*[...] state molto attenti a far piangere una [[donna]], che poi Dio Conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell'uomo, non dai suoi piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale [...] un po' più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata [...].<ref>Citato in Carlo Bach e Moreno Gentili (a cura di), ''Stand-by memory: {{small|riflessioni sulla Shoah: Carlo Bach, Gianluigi Colin, Francesco Dondina, Franco Fanelli, Aimara Garlaschelli, Moreno Gentili, William Guerrieri, Orio, Muriel Prandato, Roberto Coda Zabetta}}'', Charta, Milano, 2004, [https://books.google.it/books?id=jFwVAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=State+molto+attenti+a+far+piangere+una+donna,+che+poi+Dio+conta+le+sue+lacrime&q=State+molto+attenti+a+far+piangere+una+donna,+che+poi+Dio+conta+le+sue+lacrime&hl=it&redir_esc=y p. 36]. ISBN 88-8158-475-1</ref>
==Citazioni sul Talmud di Gerusalemme==
*Il Talmud palestinese (''Talmud Eres Isra'el'', o, più comunemente se anche meno propriamente, ''Talmud jerushalmì'', Talmud gerosolimitano) giunse più presto alla forma attuale, perché, estintosi il patriarcato verso il 425, le accademie palestinesi cessarono o ridussero di molto la loro attività. Possiamo quindi ritenere che entro il primo quarto del secolo V il Talmud palestinese avesse raggiunto press'a poco la forma in cui noi lo abbiamo. E forse fin d'allora, o poco dopo nel corso dello stesso secolo V, fu posto per iscritto. Un'opera di definitiva e particolareggiata revisione non poté però esser fatta. ([[Umberto Cassuto]])
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Talmud]]
==Altri progetti==
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'''Talmud di Gerusalemme''', conosciuto anche come '''Talmud palestinese''' (IV – V sec.), raccolta di commenti rabbinici e note sulla [[Mishnah]].
==Citazioni dal Talmud di Gerusalemme==
*Ognuno dovrà rendere conto a Dio di tutte le cose buone viste nella vita e non godute.<ref>''Qiddushin'' IV, 12; citato in Agnese Cini Tassinario, ''Appendice storico-critica: Qohèlet e la Bibbia'', in ''Qohèlet'', Einaudi, Torino, 2000, p. 50. ISBN 88-06-15180-0</ref>
*[...] state molto attenti a far piangere una [[donna]], che poi Dio Conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell'uomo, non dai suoi piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale [...] un po' più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata [...].<ref>Citato in Carlo Bach e Moreno Gentili (a cura di), ''Stand-by memory: {{small|riflessioni sulla Shoah: Carlo Bach, Gianluigi Colin, Francesco Dondina, Franco Fanelli, Aimara Garlaschelli, Moreno Gentili, William Guerrieri, Orio, Muriel Prandato, Roberto Coda Zabetta}}'', Charta, Milano, 2004, [https://books.google.it/books?id=jFwVAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=State+molto+attenti+a+far+piangere+una+donna,+che+poi+Dio+conta+le+sue+lacrime&q=State+molto+attenti+a+far+piangere+una+donna,+che+poi+Dio+conta+le+sue+lacrime&hl=it&redir_esc=y p. 36]. ISBN 88-8158-475-1</ref>
==Citazioni sul Talmud di Gerusalemme==
*Il Talmud palestinese (''Talmud Eres Isra'el'', o, più comunemente se anche meno propriamente, ''Talmud jerushalmì'', Talmud gerosolimitano) giunse più presto alla forma attuale, perché, estintosi il patriarcato verso il 425, le accademie palestinesi cessarono o ridussero di molto la loro attività. Possiamo quindi ritenere che entro il primo quarto del secolo V il Talmud palestinese avesse raggiunto press'a poco la forma in cui noi lo abbiamo. E forse fin d'allora, o poco dopo nel corso dello stesso secolo V, fu posto per iscritto. Un'opera di definitiva e particolareggiata revisione non poté però esser fatta. ([[Umberto Cassuto]])
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Talmud]]
==Altri progetti==
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'''Talmud di Gerusalemme''', conosciuto anche come '''Talmud palestinese''' (IV – V sec.), raccolta di commenti rabbinici e note sulla [[Mishnah]].
==Citazioni dal Talmud di Gerusalemme==
*Ognuno dovrà rendere conto a Dio di tutte le cose buone viste nella vita e non godute.<ref>''Qiddushin'' IV, 12; citato in Agnese Cini Tassinario, ''Appendice storico-critica: Qohèlet e la Bibbia'', in ''Qohèlet'', Einaudi, Torino, 2000, p. 50. ISBN 88-06-15180-0</ref>
*[...] state molto attenti a far piangere una [[donna]], che poi Dio Conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell'uomo, non dai suoi piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale [...] un po' più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata [...].<ref>Citato in Carlo Bach e Moreno Gentili (a cura di), ''Stand-by memory: {{small|riflessioni sulla Shoah: Carlo Bach, Gianluigi Colin, Francesco Dondina, Franco Fanelli, Aimara Garlaschelli, Moreno Gentili, William Guerrieri, Orio, Muriel Prandato, Roberto Coda Zabetta}}'', Charta, Milano, 2004, [https://books.google.it/books?id=jFwVAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=State+molto+attenti+a+far+piangere+una+donna,+che+poi+Dio+conta+le+sue+lacrime&q=State+molto+attenti+a+far+piangere+una+donna,+che+poi+Dio+conta+le+sue+lacrime&hl=it&redir_esc=y p. 36]. ISBN 88-8158-475-1</ref>
==Citazioni sul Talmud di Gerusalemme==
*Il Talmud palestinese (''Talmud Eres Isra'el'', o, più comunemente se anche meno propriamente, ''Talmud jerushalmì'', Talmud gerosolimitano) giunse più presto alla forma attuale, perché, estintosi il patriarcato verso il 425, le accademie palestinesi cessarono o ridussero di molto la loro attività. Possiamo quindi ritenere che entro il primo quarto del secolo V il Talmud palestinese avesse raggiunto press'a poco la forma in cui noi lo abbiamo. E forse fin d'allora, o poco dopo nel corso dello stesso secolo V, fu posto per iscritto. Un'opera di definitiva e particolareggiata revisione non poté però esser fatta. ([[Umberto Cassuto]])
==Note==
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==Voci correlate==
*[[Talmud]]
==Altri progetti==
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[[File:Talmud yerushalmi-front page.jpg|thumb|Frontespizio del ''sedder zra'im'' del Talmud di Gerusalemme]]
'''Talmud di Gerusalemme''', conosciuto anche come '''Talmud palestinese''' (IV – V sec.), raccolta di commenti rabbinici e note sulla [[Mishnah]].
==Citazioni dal Talmud di Gerusalemme==
*Ognuno dovrà rendere conto a Dio di tutte le cose buone viste nella vita e non godute.<ref>''Qiddushin'' IV, 12; citato in Agnese Cini Tassinario, ''Appendice storico-critica: Qohèlet e la Bibbia'', in ''Qohèlet'', Einaudi, Torino, 2000, p. 50. ISBN 88-06-15180-0</ref>
*[...] state molto attenti a far piangere una [[donna]], che poi Dio Conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell'uomo, non dai suoi piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale [...] un po' più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata [...].<ref>Citato in Carlo Bach e Moreno Gentili (a cura di), ''Stand-by memory: {{small|riflessioni sulla Shoah: Carlo Bach, Gianluigi Colin, Francesco Dondina, Franco Fanelli, Aimara Garlaschelli, Moreno Gentili, William Guerrieri, Orio, Muriel Prandato, Roberto Coda Zabetta}}'', Charta, Milano, 2004, [https://books.google.it/books?id=jFwVAQAAIAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&dq=State+molto+attenti+a+far+piangere+una+donna,+che+poi+Dio+conta+le+sue+lacrime&q=State+molto+attenti+a+far+piangere+una+donna,+che+poi+Dio+conta+le+sue+lacrime&hl=it&redir_esc=y p. 36]. ISBN 88-8158-475-1</ref>
==Citazioni sul Talmud di Gerusalemme==
*Il Talmud palestinese (''Talmud Eres Isra'el'', o, più comunemente se anche meno propriamente, ''Talmud jerushalmì'', Talmud gerosolimitano) giunse più presto alla forma attuale, perché, estintosi il patriarcato verso il 425, le accademie palestinesi cessarono o ridussero di molto la loro attività. Possiamo quindi ritenere che entro il primo quarto del secolo V il Talmud palestinese avesse raggiunto press'a poco la forma in cui noi lo abbiamo. E forse fin d'allora, o poco dopo nel corso dello stesso secolo V, fu posto per iscritto. Un'opera di definitiva e particolareggiata revisione non poté però esser fatta. ([[Umberto Cassuto]])
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Talmud]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Testi sacri]]
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Danyele
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[[File:Abdullah Mubarak 2011 1.jpg|thumb|upright=1.4|Un allenatore]]
Citazioni sugli '''allenatori'''.
==Citazioni==
*Allenare più di sedici giocatori mi fa venire il mal di testa. ([[Franco Scoglio]])
*Anni fa la figura del mister era maggiormente rispettata. Anche a livello mediatico molte cose sono cambiate. Tutto è più veloce. Tutto è social. Per quel che mi riguarda cerco sempre di tenermi aggiornato perché, a livello di idee e di concetti, mi sento giovane. Stimo molto quegli allenatori che hanno fatto la gavetta [...]. Le qualità fondamentali che deve avere un allenatore? Competenza e credibilità. ([[Giuseppe Pillon]])
*Ascolti, le voglio dare un consiglio Brian Clough, non importa quanto pensi di essere bravo, intelligente o quanti nuovi amici si fa in televisione, la realtà della vita nel calcio è questa: il presidente è il capo, poi ci sono i consiglieri, poi il segretario, poi i tifosi, poi i giocatori e poi alla fine di tutto in fondo al mucchio l'ultimo degli ultimi, la persona di cui alla fine possiamo tutti fare a meno, il fottuto allenatore! (''[[Il maledetto United]]'')
*Come allenatore ho la responsabilità per quello che si fa in campo ma anche fuori, per questo cerco di conquistarmi il ruolo di leader, per farmi seguire. Si dice che io incuta timore, ma per imporsi non ci sono spartiti precisi, bisogna cercare di farsi seguire, col buon esempio, attraverso il comportamento personale. ([[Zdeněk Zeman]])
*Da allenatore devi scegliere i progetti, perché non sei solo: alleni e guidi un gruppo di uomini che dipendono da te, ma anche tu dipendi da loro. Hai il dovere di farli rendere al massimo. Insegnando, fissando regole, caricandoli, facendogli sentire l'onore di appartenere al club, ma restando sempre lucido e razionale. Altrimenti non sei un buon tecnico. ([[Siniša Mihajlović]])
*Fare l'allenatore è un'altra cosa {{NDR|rispetto al calciatore}}. Devi rapportarti a tante persone, pensare al gruppo, a come rivolgerti ai giocatori che fai andare in campo e a quelli che lasci in panchina. Hai più [[responsabilità]] e per diversi giorni devi pensare a come preparare la partita tatticamente. Poi quando comincia la tua parte è fatta. ([[Andrij Ševčenko]])
*Gli allenatori occupano una posizione molto difficile. Spesso siamo oggetto di gelosie e invidia. ([[Diego Simeone]])
*E pensare che quando ho iniziato a giocare seriamente mai più avrei pensato un giorno di poter allenare. Col passare degli anni, invece, ho cominciato ad apprezzare il piacere di trasmettere agli altri le mie conoscenze. ([[Rita Guarino]])
*I giocatori non dovrebbero andarsene prima degli allenatori. ([[Giovanni Trapattoni]])
*Il bravo allenatore deve rendere protagoniste le sue giocatrici in campo, rendendole leader di loro stesse. Deve essere autorevole e deve dare fiducia. Elogiare in pubblico e rimproverare in privato. E deve essere un grande leader. Un buon allenatore secondo me si vede dai time out, perché quando una squadra è viva nei time out si vede che le giocatrici comunicano molto fra di loro, senza pendere dalle labbra del loro coach. In quei casi si vede che l'allenatore ha raggiunto l'equilibrio fra la sua posizione di leader e quella delle proprie giocatrici. ([[Maurizia Cacciatori]])
*Il [[Calcio (sport)|calcio]] è già difficile per chi ne capisce, figuriamoci per gli allenatori. ([[Franco Rossi]])
*Il mio allenatore preferito? Quello che mi fa giocare. ([[Salvatore Schillaci]])
*Il perdono fa parte del compito dell'allenatore, altrimenti su 25 calciatori ne salveresti 10. ([[Antonio Conte]])
*Io, gli allenatori che si presentano a bordocampo con la tuta, li multerei: stai rappresentando la società, non puoi metterti la tuta. ([[Massimiliano Allegri]])
*Io sono il signore tecnico tuo, non avrai altri tecnici all'infuori di me. ([[Gianni Brera]])
*L'allenatore rivelazione? Quello che vince. ([[Franco Scoglio]])
*La prima qualità che deve avere un allenatore è il saper gestire mille cose. Prima c'erano meno media, meno pressioni, adesso devi essere attento a mille sfaccettature. Dipende poi da ogni situazione, perché se sei in una grande squadra devi trovare il giocatore giusto, perché poi te lo fanno pagare, per cui hai ancora più responsabilità e non sempre trovi il giocatore giusto che si ambienta subito. Se sei in una piccola società, dove devi fare bene, allora devi andare alla ricerca di quel giocatore che abbia lo spirito giusto. ([[Claudio Ranieri]])
*{{NDR|«Ha mai pensato di poter allenare»}} No, troppo stressante: tra i miei ex compagni vedo troppa gente esaurita. ([[Luca Toni]])
*Non è un mestiere. Non mi piace definirlo così. È una passione legata un po' a quello che ho sempre fatto, e quindi è soltanto la continuazione. Vuol dire rimanere sempre nello stesso ambiente, sentire gli stessi odori, le stesse sensazioni. ([[Roberto Donadoni]])
*Non sono un difensore di vecchi o nuovi allenatori di calcio. Credo che ci siano quelli bravi e quelli no, quelli che raggiungono il successo e quelli che non lo raggiungono. ([[José Mourinho]])
*Offese, polemiche, deferimenti a raffica mi colpiscono: mi sembra di essere un allenatore irakeno. ([[Aldo Agroppi]])
*Penso che un allenatore deve essere pronto all'esonero. Ma se l'allenatore ha paura di questo, non lavora bene e ha grandi problemi. ([[José Mourinho]])
*Per diventare un buon allenatore non bisogna essere stati, per forza, dei campioni; un fantino non ha mai fatto il... cavallo. ([[Arrigo Sacchi]])
*Però quando ho iniziato a fare l'allenatore, ho capito che gli [[scacchi]] mi sarebbero potuti essere utili. [...] Perché hai bisogno di una strategia, devi sempre cercare di essere una mossa avanti all'avversario. Ti serve ragionare sul gioco delle mosse e contromosse, tentare di portare l'avversario fuori strada. Preparare un attacco e un po' come preparare una partita. L'unica differenza è che in mano hai dei pezzi, e non delle persone. Da questo punto di vista, il mestiere di allenatore è ancora più difficile. ([[Gianluca Vialli]])
*Quanto incide un allenatore? Un tecnico deve intraprendere una strada, tracciare un percorso portando gioco, organizzazione e cercando di portare competenze adeguate. Detto questo l'allenatore è nulla se non trova la disponibilità dei calciatori. ([[Antonio Conte]])
*Se il presidente non è contento della squadra o chiede all'allenatore di cambiare qualcosa o cambia l'allenatore. ([[Diego Lopez (personaggio)|Diego Lopez]], ''[[Boris (seconda stagione)|Boris]]'')
*Se l'autorevolezza di un allenatore deriva dall'urlare, io non ne ho. A me chi urla non trasmette niente, mentre ci sono persone che parlano piano e infondono sicurezza, anche timore. Ma il mondo della leadership è ancora tutto da scoprire, per noi allenatori. Una parola detta in un certo modo può cambiare le cose. Forse è in questo campo che si può sorprendere. ([[Massimiliano Allegri]])
*Sono un allenatore democratico. Fisso le regole e i giocatori le rispettano. ([[Renzo Ulivieri]])
*Un allenatore cambia molto o perché è scemo o perché è insoddisfatto. ([[Arrigo Sacchi]])
*Un allenatore non deve dormire. Lui fa "ronf, ronf" e la partita finisce 0 a 0. Sbagliato. Un coach deve sempre essere sveglio e indovinare il cambio decisivo. ([[Giovanni Trapattoni]])
*Un allenatore si diverte quando vince. ([[Helenio Herrera]])
*Un grande allenatore deve essere lui stesso leader, ma deve creare altri leader che in campo riproducono idee, valori, carattere. ([[Gianluca Vialli]])
*Un personaggio esalta e abbatte questo spirito d'impresa: il coach. Egli esalta e abbatte le individualità, ha il concetto di squadra, è l'esperto, e quando il suo interesse concerne più l'individuo che la tecnica si differenzia dall'allenatore. ([[André Scala]])
*Un tecnico non fa solo la formazione: deve motivare un gruppo e uno staff, relazionarsi con i dirigenti, rappresentare il club sui social e nelle tv, che sono quelle che mantengono l'ambaradan. È un ruolo straordinariamente complesso. ([[Hernán Crespo]])
*Visto che gli allenatori considerano le partite come una successione di minacce, la paura ha cominciato a contaminare le loro idee, e ogni pericolo immaginario che vogliono annullare provoca una decisione repressiva che corrode il gioco nel suo aspetto felice, libero, creativo. ([[Jorge Valdano]])
===[[Carlo Ancelotti]]===
*L'esonero fa parte del nostro mestiere, non è una iattura. Quando le cose non funzionano bene tra un allenatore e una società è giusto chiudere. Se le cose funzionano bene si riescono a gestire le situazioni più difficili ma non deve essere un matrimonio forzato. L’esonero non si capisce, l’allenatore è sempre l’ultimo a saperlo. Ci sono delle sensazioni ma fino a che non c’è la notizia ufficiale non lo sai [...]. Un allenatore perde solo tempo a pensare al suo esonero: deve pensare solo a fare il suo lavoro.
*La valigia per un allenatore è sempre pronta.
*Tante volte quando diventi allenatore capisci che problemi hai causato quando eri dall'altra parte. Molte volte si dice ai propri figli "lo capirai il giorno che diventerai papà". Ai giocatori si dice, invece, "lo capirai il giorno che diventerai allenatore".
===[[Claudio Bellucci]]===
*{{NDR|«Fare l'allenatore...»}} È maledettamente complicato. Devi pensare a trenta teste e puoi incidere sulla squadra, ma mai fino in fondo. Nel momento in cui non riesci a dare una mano ai tuoi ragazzi in difficoltà, per esempio, soffri molto di più che da calciatore, quando ti concentri molto su di te e i tuoi compiti, e poi sei nel vivo dell'azione e hai maggiori possibilità di sfogo.
*In panchina, in allenamento e negli spogliatoi sono schietto e leale con i giocatori. Me lo ha insegnato [[Carlo Mazzone|Mazzone]]: avere rispetto soprattutto di chi non parte dall'inizio è una cosa che mi porto dentro essendo stato calciatore. Se un giocatore non gioca so che è arrabbiato, deve esserlo con me, non con i suoi compagni.
*Se fai l'allenatore a certi livelli, esser stato giocatore può aiutare a capire certe dinamiche. Faccio un esempio, io so cosa prova un attaccante in campo se sbaglia un gol, un portiere se ne subisce uno per colpa sua. So come agevolare un mio giocatore se devo fare una scelta, nei momenti di gioia e di difficoltà riesco ad avere empatia con chi è in campo. Chi ha giocato nelle categorie minori non ha provato certe situazioni.
===[[Vujadin Boškov]]===
*Ci sono allenatori che pretendono di far mangiare ai loro giocatori prosciutto di San Daniele e formaggio Bel Paese. Poveri noi e poveri loro.
*Gli allenatori sono come i cantanti lirici. Sono molti e anche bravi, ma soltanto due o tre possono cantare alla scala di Milano.
*Gli allenatori sono come le gonne: un anno vanno di moda le mini, l'anno dopo le metti nell'armadio.
*L'allenatore deve essere al tempo stesso maestro, amico e poliziotto.
*Nel [[Calcio (sport)|calcio]] c'è una legge contro gli allenatori: giocatori vincono, allenatori perdono.
===[[Michel Platini]]===
*È sempre stata la mia definizione: che cos'è un buon allenateur? Un buon allenateur è un allenateur con buoni giocateur.
*Gli allenatori e la critica: troppo legati ai risultati. Ci sono tecnici che si ostinano ad adeguare i giocatori alle loro tabelle. Sbagliato.
*Gli allenatori si credono depositari del verbo, ma ormai giocano tutti con una punta.
===[[Maurizio Sarri]]===
*L'allenatore è come il pesce, dopo un po' puzza...
*Questa frenesia, per la quale un allenatore è un cretino se perde due partite o un genio se ne vince due e un attaccante una schiappa se sbaglia un rigore e un genio se fa un gol qualsiasi, rende molto difficile far vivere progetti e quindi far evolvere il calcio.
*Un allenatore che indovina la piazza ideale ha un gran fiuto o un gran culo.
==Voci correlate==
*[[Allenamento]]
*[[Sport di squadra]]
==Altri progetti==
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{{Calcio}}
[[Categoria:Professioni dello sport]]
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Pallavolo
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Danyele
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[[Immagine:Gritlehmann.jpg|thumb|Una schiacciata]]
Citazioni sulla '''pallavolo'''.
*È uno sport che trasmette tanti valori, tipo la fedeltà: fai parte di una squadra, che diventa una seconda [[famiglia]]. Ti insegna a relazionarti con gli altri, anche con chi non ti è simpatico, a non perdere mai la [[speranza]], a contare sulle tue forze e, non ultimo, a divertirti. ([[Paola Egonu]])
*La pallavolo è uno sport semplice ma anche complessissimo da giocare. Ci sono dei meccanismi esatti, come quelli di un orologio. ([[Carmelo Pittera]])
*Nella pallavolo, anche se potrebbe sembrare ripetitivo allenarsi tutti i giorni, trovo sempre nuovi stimoli che mi spingono ad una continua ricerca di miglioramento. A parte le soddisfazioni puramente sportive, questo sport mi ha insegnato a non considerare mai raggiunto un traguardo, a non cullarmi nei ricordi per quanto soddisfacenti essi possano risultare, a pensare sempre a quello che verrà dopo. ([[Francesco Dall'Olio]])
*Rompersi una gamba a pallavolo è come avere un [[infarto]] a [[Disneyland]]. ([[Beppe Viola]])
*{{NDR|«La [[pallavolo]] in tre parole?»}} Squadra. Solidarietà. Carattere. ([[Paola Egonu]])
*Tra il pubblico o i praticanti della pallavolo non si arriverà mai ad avere qualcuno che minaccia l'arbitro. [...] Chi pratica volley sa che anche arrivando ai massimi livelli non potrà vivere di quello per tutta la vita e quindi spesso dietro a chi gioca c'è un titolo di studio. La pallavolo ha un ambiente con una cultura un po' più alta. ([[Manuela Benelli]])
*{{NDR|«Il volley è potenza, astuzia o allegria?»}} Tutte e tre le cose. Se non hai potenza, non vai lontano. Ma ci vuole anche la testa e se non usi l'astuzia, sei prevedibile. L'allegria, infine, ti dà una marcia in più. ([[Wilfredo León]])
*{{NDR|«Il volley cosa ti ha insegnato?»}} Un sacco di lezioni. Su tutte, riporre fiducia nel prossimo. Non potrebbe essere altrimenti: il mio è lo sport del passaggio. Esclusa la battuta, un giocatore ha bisogno del gruppo per portare a termine l'azione. Ciascuno accantona l'ambizione di essere protagonista del match, si mette a disposizione degli altri cinque. ([[Cristina Chirichella]])
===[[Maurizia Cacciatori]]===
*{{NDR|«Cosa le ha tolto la pallavolo?»}} Io mi ritengo molto fortunata. Però uscendo di casa così giovane ho lasciato la mia famiglia e i miei genitori molto presto. Per anni ho avuto con loro un rapporto telefonico. E quando torno a casa noto come il tempo è passato. Certe esperienze di vita della mia famiglia le ho perse. Non le ho godute, tra viaggi, gare e tutto il resto.
*La pallavolo mi ha insegnato a sapermi rialzare.
*{{NDR|«Secondo te, qual è la cosa più importante che un ragazzo o una ragazza possono imparare dalla pallavolo?»}} Sicuramente il mettersi in gioco. E poi anche la capacità di fare gioco di squadra. La pallavolo ti spinge ad adattarti, a cambiare te stessa per favorire gli obiettivi del gruppo, quindi accetti di fare panchina, ti impegni per essere un esempio per le nuove arrivate, supporti il gruppo quando ne ha bisogno... Tutte queste dinamiche io le ho imparate con la pallavolo: erano quotidiane lezioni di ''team management'' all'ennesima potenza perché ogni giorno c'era una novità, un avversario nuovo, un obiettivo nuovo, una strategia nuova da imparare. Secondo me questo è davvero uno sport straordinario.
==Altri progetti==
{{interprogetto|commons=Category:Volleyball|wikt=pallavolo|w|preposizione=sulla|etichetta=pallavolo}}
[[Categoria:Discipline sportive]]
[[Categoria:Pallavolo]]
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Gian Carlo Passeroni
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Dread83
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[[File:Giancarlo Passeroni.JPG|miniatura|Giancarlo Passeroni]]
'''Giancarlo Passeroni''' (1713 – 1803), poeta italiano.
==Citazioni di Giancarlo Passeroni==
== ''Rime'' ==
===Citazioni===
*''Se è Romano, sarà qualch'uom servile | qualche schiavo cioè, qualche facchino | della feccia del popolo più vile, | per lo meno sarà [[Trastevere|Transteverino]].''<ref>Citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', XXI, Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 2002, p. 243. ISBN 88-02-05983-7</ref>
* ''Non conoscendo Dio, come mai puoi | Vantarti di dottrina? essendo cieco, | De' colori esser giudice tu vuoi.''<ref group="fonte">Citato in ''Harbottle'', p. 372.</ref> (Cap. III)
* ''Il più tristo mestier che mai sia stato, | Che sia, che mai sarà nel mondo tutto, | A mio parere, è quel del [[scrittore|letterato]].''<ref group="fonte">Citato in ''Harbottle'', p. 319.</ref> (Cap. IV)
* ''[[Stampa|Stampano]] i dotti e stampan gli ignoranti | Libri diversi; e peggiorando invecchia | Il mondo, in mezzo di tanti libri e tanti.''<ref group="fonte">Citato in ''Harbottle'', p. 424.</ref> (Cap. VI)
* ''Chi [[stampa]] un libro, par che sia obbligato | A saper, quasi fosse Angiol celeste, | Quanto è mai stato scritto, oppur sognato.''<ref group="fonte">Citato in ''Harbottle'', p. 272.</ref> (Cap. VII)
==Note==
<references />
===Fonti===
<references group="fonte"/>
==Bibliografia==
*Thomas Benfield Harbottle & Philip Hugh Dalbiac, ''Harbottle – Dictionary of quotations French and Italian'', S. Sonnenschein Editore, Londra, 1904. ([[:fr:s:Livre:Harbottle_-_Dictionary_of_quotations_French_and_Italian,_1904.djvu|Disponibile su Wikisource]]) (<span class="plainlinks">[http://fr.wikisource.org/w/index.php?title=Sp%C3%A9cial%3ARecherche&profile=advanced&search={{PAGENAMEE}}&fulltext=Search&ns104=1&profile=advanced L'autore nell'indice del libro]</span>)
*Giancarlo Passeroni, ''Rime'', Antonio Agnelli Regio Stampatore, Milano, 1775. ([//archive.org/details/rime00passgoog Disponibile su Archive])
==Altri progetti==
{{interprogetto|w|commons=Category:Giancarlo Passeroni}}
{{DEFAULTSORT:Passeroni, Giancarlo}}
[[Categoria:Poeti italiani]]
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Manfredo Incisa del Vasto
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Dread83
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'''Manfredi Incisa del Vasto''' (? – 1079) marchese di Savona.
==Citazioni su Manfredi del Vasto==
*Altra nazione di uomini ebbevi nel tempo istesso in [[Sicilia]], e diceansi essi volgarmente [[Lombardi di Sicilia|Lombardi]]. O sieno stati popoli di varii paesi d'Italia, che in quella stagione gli Italiani altrove stabiliti erano anche' chiamati Lombardi; o uomini della Longobardia inferiore di qua dal Tevere, che unironsi ai vincitori [[normanni]]; o della superiore, che avesser seguito [[Arduino di Melfi|Arduino]] il lombardo, capo e condottiero dei Normanni quando passarono la prima volta con [[Giorgio Maniace|Maniace]] in Sicilia; o che seco ne abbia ancor condotti Enrico, il figliuolo del marchese Manfredi, fratello di [[Adelaide del Vasto|Adelaide]], moglie del conte [[Ruggero I di Sicilia|Ruggieri]], e che fu da questi investito del contado di [[Butera]]; egli è pure indubitato, che il [[Ugo Falcando|Falcando]] presso al 1161 descrive le popolazioni dei Lombardi, ondeché fosser venuti, come da assai tempi innanzi in Sicilia stabilite. Erano esse poste ad abitare nei luoghi mediterranei, e come tali son nominate [[Piazza Armerina|Piazza]], Butera, [[Randazzo]], [[Nicosia (Italia)|Nicosia]], [[Capizzi]], [[Maniace|Maniaci]], e l'anzidetto scrittore fa comprendere di esservi stati altri villaggi lombardi; anzi molte di quelle popolazioni ritengon tuttora una certa maniera assai simigliante alla lombardia nei modi e nel suono del favellare. ([[Rosario Gregorio]])
*E de' villaggi [[Lombardi di Sicilia|lombardi]] il G. Conte Ruggiero nominò primo conte Enrico figlio a Manfredi marchese di Lombardia e suo cognato, perché fratello alla moglie Adelaide, e anch'egli lombardo. Ad essi fu imposto il debito di fornire all'armata navale del regno uomini e danari, come il Gregorio ricorda. ([[Lionardo Vigo Calanna]])
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:del Vasto, Manfredi}}
[[Categoria:Militari]]
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Marius Jacob
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Dread83
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[[File:Marius Jacob.jpg|thumb|Marius Jacob]]
'''Alexandre Marius Jacob''' (1879 – 954), anarchico francese.
== Citazioni di Alexandre Marius Jacob ==
*Avete chiamato un uomo: ladro e bandito, applicate contro di lui i rigori della legge e vi domandate se poteva essere differentemente. Avete mai visto un ricco farsi rapinatore? Non ne ho mai conosciuti. Io, che non sono né ricco né proprietario, non avevo che queste braccia e un cervello per assicurare la mia conservazione, per cui ho dovuto comportarmi diversamente. La società non mi accordava che tre mezzi di esistenza: il lavoro, mendicità e il furto. Il lavoro, al contrario di ripugnarmi, mi piace. L'uomo non può fare a meno di lavorare: i suoi muscoli, il suo cervello, possiede un insieme di energie che deve smaltire. Ciò che mi ripugnava era di sudare sangue e acqua per un salario, cioè di creare ricchezze dalle quali sarei stato sfruttato. In una parola mi ripugnava di consegnarmi alla prostituzione del lavoro. La mendicità è l'avvilimento, la negazione di ogni dignità. Ogni uomo ha il diritto di godere della vita. "Il diritto a vivere non si mendica, si prende". (Dichiarazione davanti ai giudici, 8 marzo 1905){{da controllare|quale la fonte secondaria?}}
*Il furto è la restituzione, la ripresa di possesso. Piuttosto di essere chiuso in un'officina come in una prigione, piuttosto di mendicare ciò a cui avevo diritto, ho preferito insorgere e combattere faccia a faccia i miei nemici, facendo la guerra ai ricchi e attaccando i loro beni. Comprendo che avreste preferito che fossi sottomesso alle vostre leggi, che operaio docile avessi creato ricchezze in cambio di un salario miserabile. E che, il corpo sfruttato e il cervello abbrutito, mi fossi lasciato crepare all'angolo di una strada. In quel caso non mi avreste chiamato "bandito cinico" ma "onesto operaio". Adulandomi mi avreste dato la medaglia al lavoro. I preti promettono un paradiso ai loro fedeli, voi siete meno astratti, promettete loro un pezzo di carta. (Dichiarazione di Alexandre Marius Jacob davanti ai giudici – 8 marzo 1905.)
*Il popolo ha paura, voi dite. Noi lo governiamo con il terrore della repressione; se grida, lo gettiamo in prigione; se brontola, lo deportiamo, se si agita lo ghigliottiniamo. Cattivo calcolo, Signori credetemi. Le pene che infliggete non sono un rimedio contro gli atti della rivolta. La repressione invece di essere un rimedio, un palliativo, non fa altro che aggravare il male. Le misure coercitive non possono che seminare l'odio e la vendetta. È un ciclo fatale. Del resto, fin da quando avete cominciato a tagliare teste, a popolare le prigioni e i penitenziari, avete forse impedito all'odio di manifestarsi? Rispondete! I fatti dimostrano la vostra impotenza. Per quanto mi riguarda sapevo esattamente che la mia condotta non poteva avere altra conclusione che il penitenziario o la ghigliottina, eppure, come vedete, non è questo che mi ha impedito di agire. Se mi sono dato al furto non è per guadagno o per amore del denaro, ma per una questione di principio, di diritto. Preferisco conservare la mia libertà, la mia indipendenza, la mia dignità di uomo, invece di farmi l'artefice della fortuna del mio padrone. In termini più crudi, senza eufemismi, preferisco essere ladro che essere derubato. (Dichiarazione di Alexandre Marius Jacob davanti ai giudici – 8 marzo 1905.)
*Anarchico rivoluzionario, ho fatto la mia rivoluzione, L'anarchia verrà! (Dichiarazione di Alexandre Marius Jacob davanti ai giudici – 8 marzo 1905.)
*Ho vissuto un'esperienza piena di avventure e sventure, mi considero soddisfatto del mio destino. Dunque, voglio andarmene senza disperazione, il sorriso sulle labbra e la pace nel cuore. Voi siete troppo giovani per apprezzare il piacere di andarsene in buona salute, facendo un ultimo sberleffo a tutti gli acciacchi e le malattie che arrivano con la vecchiaia. Ho vissuto. Adesso posso morire.<br />p.s Vi lascio qui due litri di vino rosato. Brindate alla vostra salute. (Lettera){{da controllare|quale lettera? e quale la fonte secondaria?}}
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Jacob, Alexandre Marius}}
[[Categoria:Anarchici francesi]]
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Discussione:Garri Kasparov
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==Senza fonte==
*Gli [[scacchi]] sono una tortura mentale.
*Il gioco degli scacchi è lo sport più violento che esista.
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Discussione:Franklin Delano Roosevelt
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Dread83
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-1, fonte
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===Senza fonte===
*[[Benito Mussolini|Mussolini]] deve passare alla storia come il costruttore di una migliore forma di convivenza fra i popoli.
*Coloro che hanno a lungo goduto dei privilegi di cui noi godiamo, col tempo dimenticano che per conquistarli sono morti degli uomini. (citato in ''[[Call of Duty 2]]'')
*La [[nazione]] che distrugge il suo suolo distrugge se stessa.
*La scelta è il clima morale dell'[[America]].
*Mai prima abbiamo avuto così poco tempo per fare così tanto.
*Nel campo della [[politica]] internazionale vorrei consacrare questa nazione alla politica del buon vicino.
*Questa generazione di americani ha un appuntamento con il destino.
*Se arrivi alla fine della corda, fai un nodo e non mollare.
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Totò Savio
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Dread83
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'''Gaetano Savio''', meglio noto come '''Totò Savio''', o anche con l'alias di '''Antonio Rosario''' (1937 – 2004), arrangiatore, compositore, paroliere, cantante, musicista e produttore discografico italiano.
==Citazioni su Totò Savio==
*A scrivere canzoni si fa presto, ma a scrivere quelle di successo è più difficile. Totò iniziò con ''Cuore matto'', quell'indiavolato motivo che [[Little Tony]] portò al successo mondiale. ([[Aldo Valleroni]])
*Purtroppo non molti sanno che zio Totò è stato tra i più importanti autori musicali che siano nati in Italia: ''Una rosa blu'' per [[Michele Zarrillo]], ''Maledetta primavera'' per [[Loretta Goggi]], piazzatasi seconda al Sanremo del 1981, ''Erba di casa mia'' per [[Massimo Ranieri]]. E tantissime altre. Perciò quando la fama lo annoiava si chiudeva in sala, convocava gli altri e nascevano le opere degli [[Squallor]].<ref>Citato in Gianni Valentino, ''La tribù degli Squallor rende omaggio a Savio'', ''la Repubblica'', 31 dicembre 2004.</ref> (Alfonso Savio)
===[[Jacqueline Schweitzer]]===
*Ci siamo conosciuti e non ci siamo più lasciati. [...] Totò aveva uno humor incredibile. Ho avuto il privilegio di vivere con un uomo davvero straordinario.
*Noi avevamo tre passioni, la prima è la nostra, la seconda la musica e il terzo il mare. E quando gli chiedevo quanto mi vuoi bene, lui mi diceva, più del mare.
*Totò era proprio napoletano nell'anima, e aveva tutte le qualità del napoletano.
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Squallor]]
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Savio, Gaetano}}
[[Categoria:Cantanti italiani]]
[[Categoria:Compositori italiani]]
[[Categoria:Musicisti italiani]]
[[Categoria:Parolieri italiani]]
[[Categoria:Produttori discografici italiani]]
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Anne-Thérèse de Marguenat de Courcelles
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2022-08-09T10:27:22Z
Dread83
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[[File:Anne-Thérèse de Marguenat de Courcelles.jpg|thumb|Madame de Lambert]]
'''Anne-Thérèse de Marguenat de Courcelles, marchesa di Lambert''', conosciuta anche come '''Madame de Lambert''', (1647 – 1733) scrittrice francese.
==''Avis d'une mère à sa fille''==
*In tutti i tempi è stata trascurata l'educazione delle donne, non c'è attenzione che per gli uomini, e le donne, come fossero una specie a parte sono state abbandonate a se stesse prive di aiuto, senza pensare che compongono la metà del mondo.
==''Réflexions nouvelles sur les femmes''==
*Tanta è la tirannia degli uomini! Loro vogliono che noi non facciamo uso della nostra intelligenza né dei nostri sentimenti, hanno solo un grande interesse a richiamarci ai nostri primordiali compiti. Le donne possono dire agli uomini: «Che diritto avete voi di privarci dello studio delle scienze e delle belle arti? Le donne che si sono dedicate a tali studi, non hanno forse raggiunto risultati più che buoni?»
==Altri progetti==
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[[Categoria:Scrittori francesi|Lambert, Madame de]]
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Gianluigi Bonelli
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Dread83
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[[File:Gianluigi Bonelli.jpg|thumb|Gianluigi Bonelli]]
'''Giovanni Luigi Bonelli''', spesso detto '''Gianluigi''' (1908 – 2001), fumettista, scrittore ed editore italiano.
==Citazioni di Gianluigi Bonelli==
*Il motivo del successo? La mia identificazione nel personaggio: le avventure di [[Tex Willer|Tex]] le vivo io. E se non le 'sento' resto fermo davanti alla macchina da scrivere anche due o tre giorni. Quando l'idea arriva, mi calo nel personaggio e mi metto furiosamente a scrivere.<ref>Citato in ''[http://www.italica.rai.it/scheda.php?scheda=tex C'era una volta il west]'', ''Italica''.</ref>
{{Int2|1=''«È il lettore che deve "scoprire" il personaggio [[Tex Willer|Tex]]»''|2=Intervista di [[Lillo Gullo]], ''La Città Futura'', 2 novembre 1977.}}
*{{NDR|Tex è portatore di qualche segno ideologico?}} Nei limiti imposti dal mio mestiere, io mi sforzo di ambientare il personaggio in un mondo reale, nel senso di rendere con il maggior grado di approssimazione possibile quella che poteva essere la Frontiera americana nella seconda metà dell'Ottocento. Logicamente, da questo impegno storicistico escono personaggi con un loro carattere e con la loro posizione in quella società, in quell'ambiente. Si arriva, in altre parole, ad una collocazione «oggettiva» dei protagonisti nel mondo avventuroso del fumetto. E non è l'autore, ma devono essere i lettori ad individuare i contorno ideologici dei personaggi. È un'operazione antistorica e sostanzialmente reazionaria giudicare i personaggi del passato con gli occhi di oggi. Chi era [[Giulio Cesare]]? Un uomo politico e un grande stratega romano, oppure un killer sadomasochista che si divertiva ad impalare i [[Gallia|Galli]]? Dunque, anche Tex, nella sua modestia, deve essere visto come un personaggio che agisce in un ambiente dove i valori ideologici si basano su parametri diversi da quelli attuali.
*{{NDR|Tex si è mostrato da sempre rispettoso delle tradizioni e convinzioni culturali indiane, anche se con un pizzico di paternalismo, anticipando in Italia libri antropologici come ''Alce Nero parla'' e film come ''Un uomo chiamato cavallo''. Eppure lo stesso non si può dire per le altre minoranze etniche – specialmente i cinesi – che talvolta vengono trattate con una visione etnocentrica o addirittura razzista.}} Il rapporto di Tex con i pellerossa è basato sulla razionalità, sia pure con uno spruzzo di paternalismo, il che rende il personaggio più «storico». Gli indiani sono protagonisti dell'universo Texiano, anzi costituiscono il contraltare di Tex e dei bianchi. Il loro interminabile e inevitabile genocidio è sempre presente nella saga di Tex, a volte in forma diretta, a volte come sottofondo. Tuttavia nei ''comics'' d'avventura occorrono anche presenze senza volto come «porgitori» di stimoli avventurosi. A questa funzione adempiono, in Tex, i Cinesi della California.
*{{NDR|E perché proprio loro?}} Perché sono fra le rarissime presenze esogene nel mondo del West, e quindi destinati ad essere frantumati in un meccanismo che deve proprio a una certa rigidità tematica il successo del pubblico. Ma questo pubblico popolare «sa» che i cinesi «cattivi» sono soltanto una ''gag''.
*{{NDR|Signor Bonelli, ai personaggi femminili dei suoi fumetti non viene offerta una gamma articolata di personalità: o angelo o strega, cioè i due modelli per niente probabili. Poca cosa rispetto alla ricchezza di ruoli e alla varietà comportamentistica che viene fuori dai personaggi maschili.}} È il pubblico al quale mira che fa di Tex un personaggio maschilista, anche se questo termine è atemporale se riferito al West. La donna appare non come presenza femminile ma come personaggio qualsiasi; la diversità del sesso è un particolare puramente accidentale.
*{{NDR|Tex è un fumetto molto castigato. Perché non si accenna mai alla sfera sessuale?}} Tex è un fumetto popolare e per questo «castigato», come lo vuole il pubblico. Castigato vuol dire modesto, sobrio, non licenzioso, rispettoso della morale comune. La licenziosità resta un fatto elitario e quando diventa fenomeno di massa sconfina nella trivialità e nella pacchianeria. O in un intellettualismo fine a se stesso.
==Citazioni su Gianluigi Bonelli==
*Gianluigi Bonelli non ha mai amato concedere interviste. Ma, per fortuna, ci sono state delle eccezioni. Una di queste l'ho trovata in un giornale molto particolare. Si tratta de "La Città Futura", settimanale della Federazione Giovanile Comunista Italiana. Il numero è il 23 del 2 novembre 1977. L'intervista è a cura di [[Lillo Gullo]], giornalista, regista televisivo, poeta e scrittore, nato nel 1952 ad [[Aliminusa]], in provincia di Palermo. Nel 1977, Gullo ha 25 anni, Bonelli 68. Ma cerchiamo di capire la situazione di allora. A quel tempo, sui giornali è molto difficile trovare un'intervista a un autore di fumetti oppure un articolo serio, di approfondimento, sulla materia. Il fumetto è ancora un marziano per la cultura italiana, anche se, negli anni Sessanta, sono stati compiuti passi fondamentali per la sua "emancipazione": a cominciare dai saggi di [[Carlo Della Corte|Carlo della Corte]], [[Umberto Eco]], Roberto Giammanco, cui seguirono le prime manifestazioni (nel 1965 a Bordighera, in seguito a [[Lucca]]) e le prime riviste a fumetti (nel 1965 [[Linus (periodico)| "Linus"]], quindi "Sgt. Kirk" ed "Eureka"). ([[Luca Raffaelli]])
==Note==
<references />
==Filmografia==
*''[[Tex e il signore degli abissi]]'' (1985) - Attore, soggetto
==Altri progetti==
{{ip}}
{{DEFAULTSORT:Bonelli, Gianluigi}}
[[Categoria:Fumettisti italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
[[Categoria:Editori italiani]]
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Discussione:Thomas Woodrow Wilson
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Dread83
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Dread83 ha spostato la pagina [[Discussione:Woodrow Wilson]] a [[Discussione:Thomas Woodrow Wilson]]: all. a Wikipedia
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{{Sfid}}
===Senza fonte===
*Ci dovrebbe essere una pace senza [[vittoria]]... solo una pace fra uguali alla fine può durare.
*Ditemi cosa sia il giusto e io combatterò in suo nome.
*Il diritto è molto più prezioso della [[pace]].
*Il mondo dovrebbe essere reso sicuro per la democrazia.
*La prudenza è l'agente confidenziale dell'egoismo.
*Nessuna nazione ha il diritto di giudicarne un'altra.
*Non si dovrebbe mai uccidere un [[uomo]] che sta per commettere suicidio.
*Sono l'uomo più infelice. Ho inconsapevolmente rovinato il mio paese. Una grande nazione industriale è ora controllata dal suo sistema di credito. Non siamo più un governo [derivato] dalla libera opinione, non più dalla convinzione e dal voto della maggioranza, ma dall'opinione e coercizione di un piccolo gruppo di uomini dominanti. (parlando della costituzione della [[Federal Reserve]] e della transizione a un'economia basata sul debito)
*Un uomo incapace di avere visioni non realizzerà mai una grande speranza né comincerà mai alcuna grande impresa.
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Aaron Eckhart
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Bradipo Lento
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/* Film */ +[[Paycheck]]
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text/x-wiki
[[Immagine:AaronEckhart10TIFF.jpg|thumb|Aaron Eckhart nel 2010]]
'''Aaron Eckhart''' (1968 – vivente), attore statunitense.
==Citazioni di Aaron Eckhart==
*Il [[cinema]] ha anche responsabilità educative: se da adolescente non hai un modello da seguire, un film può aiutare.<ref name=Speroni>Citato in Anna Maria Speroni, ''[http://www.iodonna.it/personaggi/interviste/2011/aaron-eckhart-rabbit-hole-intervista-attore-cinema-30630640438.shtml CINEMA "Adesso vorrei diventare il marito di Angelina Jolie"]'', ''iodonna.it'', 15 gennaio 2011.</ref>
*[...] non mi piace [[Hollywood]], né girare per locali di notte, bere, andare a letto con ogni donna mi capiti. Penso a recitare, meglio se con gente che non si è montata la testa.<ref name=Speroni />
==Film==
*''[[Thursday - Giovedì]]'' (1998)
*''[[Ogni maledetta domenica]]'' (1999)
*''[[Erin Brockovich - Forte come la verità]]'' (2000)
*''[[Paycheck]]'' (2003)
*''[[The Core]]'' (2003)
*''[[Thank You for Smoking]]'' (2005)
*''[[Il cavaliere oscuro]]'' (2008)
*''[[The Rum Diary - Cronache di una passione]]'' (2011)
*''[[The Expatriate - In fuga dal nemico]]'' (2012)
*''[[Attacco al potere - Olympus Has Fallen]]'' (2013)
*''[[Sully (film)|Sully]]'' (2016)
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto|w|commons=Category:Aaron Eckhart}}
{{stub}}
{{DEFAULTSORT:Eckhart, Aaron}}
[[Categoria:Attori statunitensi]]
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K. A. Applegate
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Dread83
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Dread83 ha spostato la pagina [[Katherine Alice Applegate]] a [[K. A. Applegate]]: all. a Wikipedia
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text/x-wiki
{{wikificare|Manca la bibliografia (e forse per questo sarebbe da cancellare). La sezione Dialoghi non è a norma, trattandosi di un libro e probabilmente tali citazioni non sono state riportate fedelmente ma deformate dall'utente in un testo teatrale}}
[[File:D03 9519 Katherine Applegate.jpg|thumb|Katherine Applegate]]
'''Katherine Alice Applegate''' (1956 – vivente), scrittrice statunitense.
==''Everworld''==
*Il riassunto di tutta la mia infanzia: "Sta' seduto, David!"
*Il riassunto di tutta la mia preadolescenza: "Ehi, ragazzino, via di qui!".
* Non so cosa pensai in quel momento. Che era pazza. Che non me ne importava niente se era pazza.
* "Raccontami la tua storia, David. Mostrami i tuoi segreti."
* «State zitti finché potete. Fra poco parlerete. Direte tutte le parole che conoscete e pregherete di averne altre da offrire, quando sarete al cospetto del Grande Loki.»
* [Loki] sedeva sul trono, le mani strette intorno ai braccioli, stravaccato, il mento sul petto. Era vestito più o meno come un Vichingo, ma con quello che sembrava un modello d'alta moda. Gli stivali erano al ginocchio, di pelle morbida e lucida, bordata di pelliccia nera. I calzoni erano verde scuro. La lunga tunica fermata da una cintura era una cotta di maglia d'oro. Fissata sulle spalle da una catena d'oro, aveva una pelliccia bianca, di un animale enorme. Aveva i capelli biondi, lunghi, ben pettinati. Il volto era magro, crudele ma non stupido. A suo modo, era bello. Bello come può essere bello un serpente velenoso. Ma pareva piuttosto agitato. Tamburellava le dita sulla pietra. Si dondolava appena in avanti e indietro. Sì, era nervoso. Spaventato, malgrado tutto il suo potere.
* Succede una cosa strana con gli aerei da guerra. Potresti vivere tutta la vita in una grotta senza mai vedere nemmeno un Piper, ma quando vedi un aereo da guerra per la prima volta, sai che è micidiale. La senti subito, tutta la sua potenza, la sua pericolosità. Ebbi la stessa impressione davanti a Loki.
* Tutti e quattro ci inginocchiammo lentamente, come al rallentatore, cozzando contro le lastre di pietra.
* «Quindi, come vedi, c'è una morale in questa storia. Una morale che dovresti riportare a quell'intruso alieno che è il tuo Ka Anor: non è facile uccidere Loki. Il bastardo di Asgard ora intrattiene l'ex signore di Asgard nelle sue prigioni.» [disse Loki]
*"David, quando succederà... quando succederà, David, mi salverai?"
:Mi presi la testa fra le mani e mi strinsi le tempie.
:No, non ti salverò, Senna, tremerò e sbarrerò gli occhi come un coniglio impaurito. Ecco quello che farò, Senna."
* «Bene, se scopriamo che le chiavi qui sono valuta corrente, siamo a posto» disse Christopher.
* Un grande vantaggio che avevamo sui Vichinghi e sui troll: le [[scarpa da ginnastica|scarpe da ginnastica]] contro i loro pesanti stivali. È dura per un uomo bardato di stivali correre più forte di un ragazzo con le scarpe da ginnastica. Più dura ancora riuscire a sentire il rumore delle scarpe da ginnastica quando si è tutti intenti a far baccano con i propri stivali.
* Non avremmo dovuto combattere per uscirne vivi.
:Avremmo dovuto cantare.
* «Io, Olaf Piedi-ferro, ho annunciato che guiderò questa spedizione e ho giurato che pagherò il riscatto preteso da Loki. Andate da Loki, il vostro padrone, e ditegli questo: lui vuole che noi distruggiamo gli adoratori del Sole, alleati con gli Hetwan. E noi lo faremo. Ma io non sono il vassallo di Loki. E non accetto intrusioni da parte delle sue schifose creature.» [disse Olaf]
* "Forse i sogni non sono nella tua testa. Forse i sogni sono ricordi di un altro universo". [Senna]
* «Quand'è che vedremo le fate, gli gnomi d'Irlanda e gli elfi?» chiese Christopher. «Da un minuto all'altro sbucherà un orco cannibale che annu-serà l'aria e dirà: "Ucci, ucci, sento odor di cristianucci!". Voglio andare a casa. Voglio la mia mamma. Datemi almeno la sua torta al formaggio.»
* «Aztechi? Saltiamo su un pugno di navi da guerra vichinghe e andiamo a riempire di calci nel didietro un mucchio di Aztechi?» [chiese Christopher]
* «Quale gabbia di matti potrebbe dirsi al completo, senza nani e senza elfi?» [disse Christopher]
=== Dialoghi. ===
*Senna: «Sta per succedere qualcosa».
:David:«Che cosa vuoi dire? Che cosa sta per succedere?»
:Senna: «Non lo so. So solo che deve succedere qualcosa. E presto. Qualcosa... di terribile.»
*Senna: «A volte so le cose prima ancora che succedano. A volte vedo delle scene nella mia testa. È come guardare un film. E poi queste scene succedono veramente. E io penso: le ho fatte succedere io? O le ho semplicemente "viste"?»
:David: «Non so. Forse un po' di tutte e due.»
*Senna:«David, quando succederà... quando succederà, David, mi salverai?»
:David: «Sì, Senna. Ti salverò.»
*April: «Magari non proprio scemo, solo ingenuo. Voglio dire, noi veniamo da un'era cinica. Sospettiamo di tutto e di tutti. Forse questo tornerà a nostro vantaggio.»
:Christopher: «Già, il nostro atteggiamento ipercritico contro spade, asce e lupi giganti».
*Loki: «Trovateli!».
:Jormungdr: «Li ho io, padre!»
:Christopher: «Padre!? Padre? Credevo che fosse la mia famiglia quella più strana!»
*David: «C'è una barca».
:April: «Leonardo».
:David: «Cosa?».
:April: «Leo DiCaprio. Titanic. Annegato nelle acque gelide dell'Atlantico settentrionale. Gelide come queste.»
:David: «Non l'ho visto. Forza, nuotiamo verso la barca.»
:April: «Non hai visto Titanic?»
*David: «E va bene. Lei... lei mi ha chiesto se l'avrei salvata. "Mi salverai, David?" È così che mi ha detto.»
:April: «Quell'arpia. L'ha fatto di nuovo.»
:David: «Di nuovo? Che cosa ha fatto di nuovo?» chiesi.
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Applegate, Katherine Alice}}
[[Categoria:Scrittori statunitensi]]
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Julio Velasco
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Danyele
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[[File:Julio Velasco 2016.jpg|thumb|Julio Velasco (2016)]]
'''Julio Velasco''' (1952 – vivente), dirigente sportivo e allenatore di pallavolo argentino naturalizzato italiano.
==Citazioni di Julio Velasco==
*Chi [[vittoria e sconfitta|vince]] festeggia, chi [[vittoria e sconfitta|perde]] spiega.<ref>Citato in [[Leo Turrini]], ''Pazza Inter: cento anni di una squadra da amare'', Mondadori, 2007, [https://books.google.it/books?id=jNdYJDB8EG4C&pg=PA154 p. 154]. ISBN 8804567015</ref>
*In partita non si molla mai, questa è una regola. Secondo, no alibi: non spiegatemi perché non potete fare le cose. Terza, l'errore è parte dell'apprendimento. Perché se non metto anche questa, siamo i [[Marines]]. E a me i Marines non mi piacciono. Come modo didattico, parlo.<ref name=vid/>
*La prima regola che io metto è "Non si molla". Mai. Possiamo giocare male, possiamo avere una brutta giornata, però non si molla. Se si molla sono dolori. Una volta con la Nazionale siamo andati negli [[Stati Uniti]]: giocavamo con gli Stati Uniti due partite di World League, vincendo la prima eravamo già qualificati per le finali. Siccome io combattevo questa cosa ho detto: «Abbiamo vinto la prima, la seconda la giochiamo» che in gergo vuol dire "la giochiamo", non "stiamo in campo": la giochiamo, come le altre. {{NDR|mima la risposta dei giocatori}} «Sì, sì, sì, sì.» Siamo entrati in campo e tic, tic, tic {{NDR|mima l'atteggiamento svogliato dei giocatori}} perdiamo 3-0 la domenica. Martedì avevamo il volo, eravamo in [[California]] a [[Los Angeles]], lunedì era programmata visita a Disneyland, che io non conoscevo. Abbiamo fatto pesi in albergo, lunedì. E Disneyland non l'abbiamo vista. Perché io metto poche regole, ma quelle lì sono sacrosante. Non si molla mai. Che vuol dire? Mai. Mai si molla. In partita, mai.<ref name=vid>[https://www.youtube.com/watch?v=BKMEvIgamvA Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref>
{{Int2|''[https://dal15al25.gazzetta.it/2022/08/04/velasco-dare-fiducia-ai-giovani Dare fiducia ai giovani]''|Intervista di Gian Luca Pasini, ''Dal15al25.gazzetta.it'', 4 agosto 2022.}}
*[...] si può vincere o perdere: dato che anche gli avversari fanno le cose per bene.
*Il volley femminile [...] rappresenta per le ragazze quello che per i maschi è il calcio. Ed è così a livello mondiale. Oggi sembra scontato, ma non lo era.
*Lo dico da anni: se tratti i [[giovani]] da deboli, saranno deboli. Dobbiamo trattare i giovani avendo fiducia in loro: tutti. Figli, nipoti e giocatori. Dobbiamo avere fiducia che siano forti, anche a livello mentale. Poi gli va detta la verità: qui si fa sport di competizione, prevarranno i migliori. Il nostro compito è prepararli. Quello che noto e non è cambiato dagli anni 80, nei giovani italiani si notano molto più i difetti di quanto non si esaltino i pregi. Cosa che in altri Paesi [...] non accade. E questo fa parte della cultura generale italiana, non solo dello sport. Ma quello che non può accadere è che i giovani di casa nostra non credano in loro stessi per primi. Questo è un tema centrale nei discorsi che faccio con loro.
*Bisogna sviluppare l'orgoglio, la fiducia, la competitività, senza superbia. Ne parlo spesso con gli allenatori. È come si trattano gli atleti, come li correggi. Questo non vuole dire vinceremo sempre, ma che saremo sempre competitivi sì.
==Citazioni su Julio Velasco==
*Il cambiamento nasce dalla volontà di capire chi siamo in quel momento e dalla capacità di capire come possiamo diventare grandi. Quando arrivò Velasco noi eravamo una nazionale che non aveva nulla da invidiare alle cosiddette grandi del momento, Cuba, gli Stati Uniti, la Cina, la Russia. Quello che Julio fece fu un cambio soprattutto mentale. Con lui ci allenavamo moltissimo e facevamo molti sacrifici che ci consentirono di diventare un gruppo. Prima eravamo un po' come quei turisti che vedi spesso a Venezia, tutti in fila diligentemente a seguire il capo gruppo con l'ombrello, e che sembrano un gruppo ma che in realtà sono solo tante persone che eseguono tutte la stessa cosa. Senza contare che mancava comunicazione, intesa come comunicazione assertiva, efficace. Velasco lavorò molto più sulla nostra testa che sui nostri bagher, voleva che noi giocatrici trovassimo proprio quella comunicazione assertiva che ci mancava. All'inizio noi eravamo un po' resilienti a questo nuovo approccio, dire pubblicamente alle compagne cose come "Francesca ([[Francesca Piccinini|Piccinini]]), hai schiacciato male" mi sembrava quasi offensivo. Invece col tempo mi resi conto che quelli erano i primi fondamentali passi per migliorarci come gruppo, perché fino ad allora i silenzi non ci avevano portato da nessuna parte. Il nostro è stato un percorso lungo ma che ci ha portato nel giro di un anno a competere con le nazionali al top a livello mondiale. E quando dico competere intendo anche perdendo, ma era una maniera differente di perdere, molto più matura. ([[Maurizia Cacciatori]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Velasco, Julio}}
[[Categoria:Allenatori di pallavolo argentini]]
[[Categoria:Allenatori di pallavolo italiani]]
[[Categoria:Dirigenti sportivi argentini]]
[[Categoria:Dirigenti sportivi italiani]]
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Fascino
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Danyele
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{{voce tematica}}
Citazioni sul '''fascino'''.
*– Be', lascia almeno che ti presenti. Brad è un uomo così affascinante, grande esperto di arte moderna e illustre chirurgo colon rettale.<br>– Wow! Non ho mai sentito usare i termini affascinante e rettale congiuntamente! (''[[Rizzoli & Isles]]'')
*Ci ho messo un ora e mezza a dire paragonarli, perché uno è chiaro che è a-ffa-sci-n-n-n-nante tutto attaccato... affascinante perché appunto mmmh... è a cazzo duro insomma (applausi); uno è affascina oh, uno affascina perché appunto perché è incisivo perché ti tira fuori quella... quell'energia da... voglio tutto subito, invece Ensi è...fa il giro, va dall'altra parte quindi affascina, perché appunto perché si può permettere davvero dei giochi più raffinati. ([[Filippo Timi]])
*Da certi suoni della voce e del riso, da certi gesti, da certe attitudini, da certi sguardi ella esalava, forse involontariamente, un fascino troppo afrodisiaco. ([[Gabriele D'Annunzio]])
*È assurdo dividere la gente in buona o cattiva. La gente è affascinante o noiosa. Io mi schiero dalla parte affascinante. ([[Oscar Wilde]])
*È assurdo dividere le persone in buoni e cattivi, le persone sono o affascinanti o noiose. Io sono stato noioso. (''[[Le seduttrici]]'')
*Gran parte degli uomini che sono ritenuti privi di carattere ne hanno uno più affascinante degli altri. ([[Dino Basili]])
*– Ho già fascino, non mi serve un'auto sportiva.<br>– Be', però, se lo fai notare hai già perso punti.<br>– Hai... hai ragione! (''[[Rookie Blue]]'')
*Ho sempre creduto che ad affascinare fosse l'artista che è in me. ([[Anaïs Nin]])
*Il fascino è una cosa, la bellezza è un'altra. Esempio: io adesso non è che lo voglia dire, ma mi hanno detto che sulla carta sono uno degli uomini più affascinanti d'Europa. Non parlo di bellezza, parlo di fascino, che son cose diverse: [[Cristiano Ronaldo|Ronaldo]], sicuramente, è più bello di me ma io, in quanto a fascino, non guardo in faccia a nessuno. ([[Enzo Gambaro]])
*Il fascino viene da sempre da qualcosa che, talvolta inconsciamente, ci fa paura. Dietro il fascino c’è sempre quel qualcosa di oscuro. ([[Eva Robin's]])
*Il piacere che si prova attraverso le orecchie si chiama «incantesimo», quello che si prova con gli occhi «fascino». ([[Porfirio]])
*In che cosa consiste il fascino di un essere? Difficile dirlo, perché è indefinibile, il fascino. È una certa presenza della persona al di là dei suoi limiti, come l'irraggiamento di certi volti puri. ([[Jean Guitton]])
*La [[bellezza]] si vede; il fascino si sente. ([[Roberto Gervaso]])
*La [[donna]] impara a odiare nella misura in cui disimpara ad affascinare. ([[Friedrich Nietzsche]])
*La [[gelosia]] non perdona, però non mi dispiace esserne l'oggetto: perché si è gelosi di qualcuno solo quando se ne invidia il fascino. (''[[Le situazioni di Lui & Lei]]'')
*La sicurezza è fascino e il fascino è dominio. Dominio è uguale a soldi. ([[Giorgio Faletti]])
*Le stranezze delle persone affascinanti esasperano, ma non ci sono proprio persone affascinanti che non siano, del resto, strane. ([[Marcel Proust]])
*Lei sa che cos'è il fascino: un modo di sentirsi rispondere di sì senza aver fatto chiaramente nessuna domanda. ([[Albert Camus]])
*Ma un fascino non si travasa. ([[Marcel Proust]])
*Non è forse vero che il volto più affascinante delle cose è proprio nel riflesso del sogno che le stesse cose sanno nutrire? Sono stati sempre quei grandi silenzi a sedurre la mia immaginazione. ([[Walter Bonatti]])
*Non è una bellezza, ma è bella, due cose molto diverse. Una bellezza ha un viso impeccabile, mentre il viso di una bella donna può avere difetti che servono soltanto a intensificare il suo fascino. ([[Henry James]])
*Nulla è così vecchio come un fascino dilapidato. ([[Emily Dickinson]])
*Perché zero tattica più zero fascino uguale zero donne. (''[[Hitch - Lui sì che capisce le donne]]'')
*Preferisco la Rita affascinante a quella preoccupata. (''[[Dexter]]'')
*Quel non so che d'inesprimibile di certe nature privilegiate che si chiama ''il fascino'', è semplicemente il sorriso del cuore. ([[Albert Samain]])
*Sapete quello che costiruisce il fascino inesprimibile che possedete ai miei occhi? È che mi comprendete. ([[Klemens von Metternich]])
*Se diventate vivi, se attraversate il mondo a passo di danza, facendo cose pazze, diventate affascinanti e restate affascinanti. ([[Leo Buscaglia]])
*So di mentire spesso. Dopotutto il fascino femminile è per metà illusione. (''[[Un tram che si chiama Desiderio]]'')
*– Sono tutti [[libro|libri]] antichi? – chiese Rina. <br /> – Sì, tutti i libri del mio negozio sono antichi. Più sono vecchi e più hanno fascino. <br /> – ...fascino? <br /> – Esatto! I libri hanno il potere di attirare le persone e influenzare le loro scelte. Sta in questo il loro fascino. ([[Sachiko Kashiwaba]])
*Tutte le persone affascinanti sono viziate. Ecco il segreto del loro fascino. ([[Oscar Wilde]])
==Voci correlate==
*[[Charme]]
*[[Seduzione]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|wikt|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}}
[[Categoria:Qualità individuali]]
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Gli uccelli
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Mariomassone
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wikitext
text/x-wiki
{{Nota disambigua}}
{{Film
|titoloitaliano= Gli uccelli
|titoloalfabetico= Uccelli, Gli
|immagine= The Birds (1963) Trailer - Tippi Hedren attacked.png
|didascalia= [[Tippi Hedren]] in una scena del film
|genere= thriller
|regista= [[Alfred Hitchcock]]
|soggetto= [[Daphne Du Maurier]]
|sceneggiatore= [[Evan Hunter]]
|produttore= Alfred Hitchcock
|attori=
*[[Tippi Hedren]]: Melania Daniels
*[[Rod Taylor]]: Mitchell "Mitch" Brenner
*[[Jessica Tandy]]: Lydia Brenner
*[[Suzanne Pleshette]]: Annie Hayworth
*[[Veronica Cartwright]]: Cathy Brenner
*[[Ethel Griffies]]: Sig.ra Bundy, ornitologa
*[[Malcolm Atterbury]]: Al Malone
*[[Charles McGraw]]: Sebastian Sholes
*[[Ruth McDevitt]]: Sig.ra MacGruder
*[[Lonny Chapman]]: Deke Carter, cuoco
*[[Darlene Conley]]: cameriera
*[[Joe Mantell]]: commesso viaggiatore
|doppiatoriitaliani=
*[[Maria Pia Di Meo]]: Melania Daniels
*[[Giuseppe Rinaldi]]: Mitchell "Mitch" Brenner
*[[Rina Morelli]]: Lydia Brenner
*[[Rita Savagnone]]: Annie Hayworth
*[[Serena Verdirosi]]: Cathy Brenner
*[[Franca Dominici]]: Sig.ra MacGruder
*[[Renato Turi]]: Deke Carter, cuoco
*[[Manlio Busoni]]: commesso viaggiatore
}}
'''''Gli uccelli''''', film statunitense del 1963 con [[Tippi Hedren]], regia di [[Alfred Hitchcock]].
==Frasi==
{{cronologico}}
*Anzi, io sono un libro aperto, direi. O meglio, un libro chiuso. ('''Annie''')
*Non finiscono mai queste migrazioni... ('''Annie''') {{NDR|guardando uno stormo di gabbiani in volo}}
*Il martedì frequento un corso di teoria [[semantica]] alla Berkeley per scovare nuove [[parolaccia|parolacce]]. ('''Melania''')
*Mitch, è strano, non crede? Il gabbiano quand'ero in barca ieri sera, poi quello da Annie stanotte... [...] Mitch, che sta succedendo? ('''Melania''')
*Vorrei avere un carattere più forte. Ho perduto mio marito quattro anni fa. È tremendo come si abbia bisogno di qualcun altro per sentirsi forti. E ad un tratto tutta la forza se ne va e si rimane soli. ('''Lydia''')
*E quanto mi manca... Alle volte mi sveglio al amttino e penso: "Devo preparare la colazione a Frank". Allora mi alzo perché so di avere qualcosa da fare e poi a un tratto... mi ricordo... ('''Lydia''')
*Gli uccelli ci vogliono ammazzare, mamma? ('''un bambino''')
*"Guardate gli uccelli dell'aria! Loro non seminano, né reccolgono, ma il vostro Padre Celeste li {{sic|nutrica}}!"<ref>{{Cfr}} [[Vangelo secondo Matteo|Matteo]] 6,26</ref> ('''ubriacone''')
*Perché fanno questo? Perché fanno questo?! Dicono che è cominciato tutto quando tu sei arrivata qui! Chi sei? Cosa sei? Da dove sei venuta? Tu sei la causa di tutto questo! Tu sei cattiva! Sei una strega! ('''donna isterica''') {{NDR|a Melanie}}
==Dialoghi==
{{cronologico}}
*'''Melania''': Ma ha visto quanti gabbiani? Come mai sulla città?<br>'''Signora MacGruder''': Mah. Ci sarà una tempesta al largo, è questo che li spinge verso terra, credo.
*{{NDR|Nel negozio di animali, parlando dei volatili}}<br>'''Mitch''': Ma non le fa venire la nausea?<br>'''Melania''': Ma che cosa dovrebbe farmi venire...?<br>'''Mitch''': Tenere queste povere innocenti creature chiuse in gabbia.<br>'''Melania''': Ma non possiamo mica lasciarli volare per il negozio, no?<br>'''Mitch''': Be', no, penso di no. C'è qualche ragione scientifica per tenerli in gabbie separate?<br>'''Melania''': Oh, ma certo. È per proteggere la specie.<br>'''Mitch''': Già, è importante, specialmente nella stagione degli amori.<br>'''Melania''': È un periodo critico quello...<br>'''Mitch''': Sono in amore adesso?<br>'''Melania''': Sì, qualcuno.<br>'''Mitch''': Da che si vede?<br>'''Melania''': Be', dalla... dalla loro aria un po' depressa.
*{{NDR|Nel negozio di animali, parlando dei volatili}}<br>'''Mitch''' {{NDR|rimettendo il canarino nella gabbia}}: Torna nella tua gabbia dorata, Melania Daniels.<br>'''Melania''': Che cos'ha detto?<br>'''Mitch''': La stavo paragonando ad un canarino, Miss Daniels.<br>'''Melania''': Come mai conosce il mio nome?<br>'''Mitch''': Me lo ha detto un uccellino! [...]<br>'''Melania''': Io non la conosco.<br>'''Mitch''': Ma io conosco lei.<br>'''Melania''': Come mai?<br>'''Mitch''': L'ho conosciuta in tribunale.<br>'''Melania''': Né in tribunale, né altrove...<br>'''Mitch''': Ha ragione. Mi correggo: l'ho veduta in tribunale.<br>'''Melania''': Quando?<br>'''Mitch''': A lei piace molto scherzare. Ricorda quella volta che spaccò i cristalli di una vetrina?<br>'''Melania''': Non la ruppi io quella vetrina.<br>'''Mitch''': Ma la sua automobile sì. Dovevano metterla dietro le sbarre.<br>'''Melania''': Ma chi è lei, un poliziotto?<br>'''Mitch''': Soltanto un uomo che ama la legge e non ama chi fa un certo tipo di scherzi.<br>'''Melania''': Allora la storia dei suoi inseparabili è uno scherzo!<br>'''Mitch''': No, quelli li volevo sul serio.<br>'''Melania''': Però sapeva che non lavoro qui e ha deliberatamente...<br>'''Mitch''': È vero, l'ho riconosciuta appena entrato ed ho voluto farle provare come ci si sente presi in giro. Che cosa ne dice?<br>'''Melania''': Che lei è un mascalzone!<br>'''Mitch''': Infatti. Buongiorno, Miss Daniels. Signora.<br>'''Melania''': Sono contenta che non abbia trovato i pappagallini!<br>'''Mitch''': Oh, troverò qualcos'altro. Ci vediamo in tribunale.
*{{NDR|Dopo il primo attacco degli uccelli, da parte di un gabbiano}}<br>'''Melania''': Perché mai mi sarà venuto addosso?<br>'''Mitch''': Mai vista cosa più strana, sembrava che ce l'avesse proprio con lei!
*'''Melania''' {{NDR|chiedendo che tipo di avvocato è}}: Civile o [[Diritto penale|penale]]?<br>'''Mitch''': Penale.<br>'''Melania''': Ecco perché vorrebbe veder tutti dietro le sbarre!
*'''Mitch''': Sicché io le piaccio.<br>'''Melania''': Io la detesto. È un maleducato, un arrogante, un egocentrico e... le avevo anche scritto una lettera, ma l'ho strappata.<br>'''Mitch''': Che c'era scritto?<br>'''Melania''': Non sono affari suoi! E le dirò anche che non mi piacciono nemmeno i suoi gabbiani se vuol saperlo!
*'''Cathy''': Mitch conosce un sacco di gente a San Francisco e perlopiù sono dei [[criminale|delinquenti]].<br>'''Lydia''': Cathy!<br>'''Cathy''': Be', mamma, è lui che lo dice per primo. Lui passa le giornate nelle prigioni del palazzo di giustizia.<br>'''Lydia''': In [[democrazia]], Cathy, tutti hanno diritto a un giusto processo. Tuo fratello fa l'avvocato e...<br>'''Cathy''': Oh, mamma, ti prego, saranno delinquenti democratici, ma sempre delinquenti sono! {{NDR|a Melania}} Mitch ha un cliente che ha sparato sei rivolverate in testa alla moglie. Sei colpi! Ma lei ci pensa? Insomma, voglio dire che anche due sarebbero stati troppi, non crede?<br>'''Melania''': Perché le ha sparato?<br>'''Mitch''': Lui guardava la partita alla televisione.<br>'''Melania''': E allora?<br>'''Mitch''': E la moglie gli ha cambiato canale!
*'''Cathy''': Allora non le piace Bodega Bay.<br>'''Melania''': Ancora non lo so.<br>'''Cathy''': Invece a Mitch piace molto. Viene tutte le settimane – lo sa? – anche se ha un appartamento in città. Lui dice che San Francisco gli fa l'effetto di un formicaio.<br>'''Melania''': I paradossi sono il forte di tuo fratello.
*'''Lydia''' {{NDR|parlando di Melania}}: È naturale che una ragazza come quella mi incuriosisca. È molto ricca, vero?<br>'''Mitch''': Sì, penso di sì. Suo padre ha uno dei più grandi giornali di San Francisco.<br>'''Lydia''': Eppure la figlia non gode di buona stampa. Gli altri giornali ne parlano spesso.<br>'''Mitch''': Sì, lo so.<br>'''Lydia''': È lei che ha fatto il bagno in una fontana a Roma l'altra estate, non è vero?<br>'''Mitch''': Sì.<br>'''Lydia''': Io forse sono un po' all'antica. So che a Roma faceva piuttosto caldo ma... be'... i giornali hanno detto che era nuda...<br>'''Mitch''': Sì, lo so.<br>'''Lydia''': Non sono affari miei, ma quando uno porta a casa una ragazza...<br>'''Mitch''': Mamma.<br>'''Lydia''': Sì.<br>'''Mitch''': Credo di sapermela cavare da solo con Melania Daniels.<br>'''Lydia''': Bene. Se sai quello che vuoi, Mitch.<br>'''Mitch''': So perfettamente quel che voglio.
*'''Mitch''': Io sto a San Francisco cinque giorni alla settimana e ho molto tempo libero. Potremmo andare a fare il bagno insieme. Mamma dice che le piace nuotare.<br>'''Melania''': Come fa a sapere quello che mi piace?<br>'''Mitch''': Deve aver letto qualcosa sui giornali.<br>'''Melania''': Ah, ecco! Roma.<br>'''Mitch''': Sa, anche a me piace nuotare. Credo che si andrebbe d'accordo.<br>'''Melania''': In caso le interessi, sono stata spinta in quella fontana.<br>'''Mitch''': Senza i vestiti?<br>'''Melania''': Con tutti i vestiti addosso. Il giornale che ha pubblicato quella storia è in concorrenza con quello di mio padre.<br>'''Mitch''': E lei è solo una povera innocente vittima delle circostanze.<br>'''Melania''': Be', io non sono né povera, né innocente, ma la verità è...<br>'''Mitch''': Che si dava alla pazza gioia con un branco di {{sic|playboys}}.<br>'''Melania''': Sì, questo è vero. Ma sono stata spinta in quella fontana. Anche questo è vero.<br>'''Mitch''': Ah-ah. È davvero amica di Annie Hayworth?<br>'''Melania''': No. Non la conoscevo prima di venire qui.<br>'''Mitch''': Non siete state a scuola insieme?<br>'''Melania''': No.<br>'''Mitch''': E lei non è venuta qui a trovarla?<br>'''Melania''': No!<br>'''Mitch''': Ha mentito.<br>'''Melania''': Sì, ho mentito!<br>'''Mitch''': E la lettera che mi ha scritto è una bugia anche quella?<br>'''Melania''': No, quella l'ho scritta.<br>'''Mitch''': E che cosa diceva?<br>'''Melania''': Diceva: "Caro signor Brenner, credo che le servano questi pappagalletti. Gioveranno alla sua personalità." Diceva questo.<br>'''Mitch''': E l'ha strappata?<br>'''Melania''': Sì.<br>'''Mitch''': Perché?<br>'''Melania''': Perché era una stupidaggine, una pazzia.<br>'''Mitch''': Come fare il bagno in una fontana?<br>'''Melania''': Le ho detto che sono stata spinta!<br>'''Mitch''': Non si aspetterà che io ci creda?<br>'''Melania''': Oh, non mi importa se non ci crede!<br>'''Mitch''': Però vorrei rivederla.<br>'''Melania''': Perché?<br>'''Mitch''': Mh. Può essere divertente.<br>'''Melania''': Potrebbe andare bene a Roma, ma qui non mi sembra proprio il caso.<br>'''Mitch''': Per me sì.<br>'''Melania''': Be', non per me!<br>'''Mitch''': Ma che cosa vuole?<br>'''Melania''': Credevo l'avesse capito. Voglio vivere la mia vita e voglio fare il bagno nuda nelle fontane! Buonanotte! {{NDR|corre via in auto}}
*{{NDR|Parlando di [[Bodega Bay]]}}<br>'''Annie''': Come lo trovi il nostro paesino?<br>'''Melanie''': Semplicemente orrendo.<br>'''Annie''': Immagino che non offra molto a un turista di passaggio, a meno che non sia un amatore di catapecchie.
*'''Annie''' {{NDR|parlando di Lydia}}: Non ti è sembrata un po' scostante?<br>'''Melania''': Sì, un po'.<br>'''Annie''': Be', allora le cose non sono cambiate. Quella donna aveva il dono di farmi impazzire. Quando tornai a San Francisco passai giornate a cercare di capire in che cosa l'avessi dispiaciuta.<br>'''Melania''': E che cosa le avevi fatto?<br>'''Annie''': Niente. Esistevo e basta. E quindi qual è il segreto? Una donna gelosa, forse? Una madre gelosa ed egoista? Nossignore. Con tutto il rispetto per [[complesso di Edipo|Edipo]], non credo che sia questo.<br>'''Melania''': Allora che cos'è?<br>'''Annie''': A Lydia piacevo, questa è la cosa strana. Ora che non sono più una minaccia siamo buone amiche.<br>'''Melania''': Allora perché ce l'aveva con te?<br>'''Annie''': Perché aveva paura.<br>'''Melania''': Che le prendessi Mitch?<br>'''Annie''': Che dessi qualcosa a Mitch.<br>'''Melania''': Oh, non ti capisco.<br>'''Annie''': Ha paura che una donna possa dare a Mitch l'unica cosa che lei non gli sa dare: l'amore.<br>'''Melania''': E quindi in fondo è una madre gelosa, no?<br>'''Annie''': No... No, non credo. Vedi, lei non ha paura di perdere Mitch. Ha solo paura di essere abbandonata.<br>'''Melania''': E invece così ci guadagnerebbe una figlia.<br>'''Annie''': No, lei ha già una figlia.
*'''Melania''': [...] dal lunedì al giovedì mi tengo occupata.<br>'''Mitch''': E il [[venerdì]]?<br>'''Melania''': Il venerdì sono libera. Alle volte vado in quella uccelleria il venerdì.<br>'''Mitch''': È molto consolante. È un giorno innocente.
*'''Al Malone''': Ma i ragazzi hanno dato fastidio agli uccelli? Perché se uno dà fastidio a un uccello quello si ribella a volte.<br>'''Lydia''': I bambini giocavano fra di loro. I gabbiani li hanno assaliti!<br>'''Al Malone''': Ma signora, "assalire" è una parola un po' grossa, non crede? Gli uccelli non hanno mica l'abitudine di assalire la gente senza motivo, no?
*'''Signora Bundy''': Credo che nessuna delle due specie abbia abbastanza intelligenza per condurre un assalto in massa. Non hanno emisferi cerebrali sviluppati.<br>'''Melanie''': Io vengo adesso dalla scuola, sinora. Non so niente degli emisferi cerebrali, ma le assicuro che...<br>'''Signora Bundy''': Be', io sì. Io so tutto. L'ornitologia modestamente è la mia specialità. Gli [[uccello|uccelli]] non sono aggressivi, signorina. Sono il simbolo della gentilezza. [...] È la razza umana piuttosto che cerca di distruggere o di rendere difficile la vita sul nostro pianeta.
*'''Ubriacone''': È la fine del mondo! «Ed il Signore disse allora alle montagne e alle colline e ai fiumi e alle valli: "Tremate, perché io rivolgerò la spada contro di voi e devasterò i vostri alti luoghi"»! [[Libro di Ezechiele|Ezechiele]], capitolo 6.<br>'''Cameriera''': «Guai a coloro che si alzano presto la mattina per cominciare a bere di buon'ora».<br>'''Ubriacone''': [[Libro di Isaia|Isaia]], capitolo 5. {{NDR|[[profezie dai film|profezia]]}}
*'''Signora Bundy''': Lei che cosa crede che volessero, Miss...<br>'''Melania''': ...Daniels. Che volessero assalire i ragazzi.<br>'''Signora Bundy''': E a che scopo?<br>'''Melania''': Per ucciderli.<br>'''Signora Bundy''': Perché?<br>'''Melania''': Non lo so il perché.<br>'''Signora Bundy''': Io non credo. Gli uccelli abitano questo pianeta sin dal periodo archeopterico, da oltre centoquaranta milioni di anni. Non le sembra strano che abbiano aspettato tanto per cominciare una... una guerra contro l'umanità?
*'''Melania''': Ma insomma, le ripeto che non erano "alcuni uccelli"! Erano gabbiani, corvi, rondini...<br>'''Signora Bundy''': Non ho mai sentito di stormi di uccelli di specie diversa. La sola idea è inammissibile. Perché, se ciò accadesse, non ci sarebbe più scampo! Non riusciremmo mai a difenderci da loro!
*'''Cathy''': Mitch, posso portare i pappagalli qui dentro?<br>'''Lydia''': No!<br>'''Cathy''': Ma mamma, sono nella gabbia.<br>'''Lydia''': Sono uccelli anche loro!
==[[Explicit]]==
{{explicit film}}
{{NDR|I Brennan e Melanie escono dall'abitazione per salire in auto}}<br>'''Cathy''': Mitch.<br>'''Mitch''': Shh! Sta ferma.<br>'''Cathy''': Posso portare i pappagalli? Non hanno fatto del male a nessuno.<br>'''Mitch''': Va bene, portali.<br>{{NDR|Si allontanano dallo stormo di uccelli}}
==Citazioni su ''Gli uccelli''==
[[File:The Birds original poster.jpg|miniatura|Locandina del film]]
*Sono dell'idea che gli uccelli siano matti e lo desumo dallo sguardo. Hitchcock, nel portare sugli schermi il film ''Gli uccelli'', aveva assolutamente ragione nel ritrarli come simbolo di paura folle. ([[Maurizio Costanzo]])
*Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un'allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. (''[[il Morandini]]'')
===Frasi promozionali===
*Questo potrebbe essere il film più impressionante che io abbia mai fatto! – Alfred Hitchcock<ref>Dalla locandina in italiano. {{Cfr}} [http://www.filmtv.it/film/7417/gli-uccelli/foto/64759/ ''Foto Locandina Gli uccelli (1963)''], ''FilmTV.it''</ref>
*Il film più terrificante che io abbia mai fatto! – Alfred Hitchcock<ref>Dalla locandina in italiano. {{Cfr}} [http://www.filmtv.it/film/7417/gli-uccelli/foto/64755/ ''Foto Locandina Gli uccelli (1963)''], ''FilmTV.it''</ref>
*"...e ricorda, il prossimo urlo che senti potrebbe essere il tuo!"
:''"...and remember, the next scream you hear may be your own!"''<ref>Dalla locandina in inglese. {{Cfr}} [http://wearemoviegeeks.com/2012/09/the-academy-celebrates-universals-legacy-of-horror/the-birds-1963/ ''The Birds, 1963''], ''WeAreMovieGeeks.com''</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{Interprogetto}}
{{Film di Alfred Hitchcock}}
[[Categoria:Film thriller]]
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1221622
1221621
2022-08-09T08:33:40Z
Mariomassone
17056
/* Frasi */
wikitext
text/x-wiki
{{Nota disambigua}}
{{Film
|titoloitaliano= Gli uccelli
|titoloalfabetico= Uccelli, Gli
|immagine= The Birds (1963) Trailer - Tippi Hedren attacked.png
|didascalia= [[Tippi Hedren]] in una scena del film
|genere= thriller
|regista= [[Alfred Hitchcock]]
|soggetto= [[Daphne Du Maurier]]
|sceneggiatore= [[Evan Hunter]]
|produttore= Alfred Hitchcock
|attori=
*[[Tippi Hedren]]: Melania Daniels
*[[Rod Taylor]]: Mitchell "Mitch" Brenner
*[[Jessica Tandy]]: Lydia Brenner
*[[Suzanne Pleshette]]: Annie Hayworth
*[[Veronica Cartwright]]: Cathy Brenner
*[[Ethel Griffies]]: Sig.ra Bundy, ornitologa
*[[Malcolm Atterbury]]: Al Malone
*[[Charles McGraw]]: Sebastian Sholes
*[[Ruth McDevitt]]: Sig.ra MacGruder
*[[Lonny Chapman]]: Deke Carter, cuoco
*[[Darlene Conley]]: cameriera
*[[Joe Mantell]]: commesso viaggiatore
|doppiatoriitaliani=
*[[Maria Pia Di Meo]]: Melania Daniels
*[[Giuseppe Rinaldi]]: Mitchell "Mitch" Brenner
*[[Rina Morelli]]: Lydia Brenner
*[[Rita Savagnone]]: Annie Hayworth
*[[Serena Verdirosi]]: Cathy Brenner
*[[Franca Dominici]]: Sig.ra MacGruder
*[[Renato Turi]]: Deke Carter, cuoco
*[[Manlio Busoni]]: commesso viaggiatore
}}
'''''Gli uccelli''''', film statunitense del 1963 con [[Tippi Hedren]], regia di [[Alfred Hitchcock]].
==Frasi==
{{cronologico}}
*Anzi, io sono un libro aperto, direi. O meglio, un libro chiuso. ('''Annie''')
*{{NDR|Guardando uno stormo di gabbiani in volo}} Non finiscono mai queste migrazioni... ('''Annie''')
*Il martedì frequento un corso di teoria [[semantica]] alla Berkeley per scovare nuove [[parolaccia|parolacce]]. ('''Melania''')
*Mitch, è strano, non crede? Il gabbiano quand'ero in barca ieri sera, poi quello da Annie stanotte... [...] Mitch, che sta succedendo? ('''Melania''')
*Vorrei avere un carattere più forte. Ho perduto mio marito quattro anni fa. È tremendo come si abbia bisogno di qualcun altro per sentirsi forti. E ad un tratto tutta la forza se ne va e si rimane soli. ('''Lydia''')
*E quanto mi manca. Alle volte mi sveglio al amttino e penso: "Devo preparare la colazione a Frank". Allora mi alzo perché so di avere qualcosa da fare e poi a un tratto... mi ricordo. ('''Lydia''')
*Gli uccelli ci vogliono ammazzare, mamma? ('''un bambino''')
*"Guardate gli uccelli dell'aria! Loro non seminano, né raccolgono, ma il vostro Padre Celeste li {{sic|nutrica}}!"<ref>{{Cfr}} [[Vangelo secondo Matteo|Matteo]] 6,26</ref> ('''ubriacone''')
*{{NDR|A Melanie}} Perché fanno questo? Perché fanno questo?! Dicono che è cominciato tutto quando tu sei arrivata qui! Chi sei? Cosa sei? Da dove sei venuta? Tu sei la causa di tutto questo! Tu sei cattiva! Sei una strega! ('''donna isterica''')
==Dialoghi==
{{cronologico}}
*'''Melania''': Ma ha visto quanti gabbiani? Come mai sulla città?<br>'''Signora MacGruder''': Mah. Ci sarà una tempesta al largo, è questo che li spinge verso terra, credo.
*{{NDR|Nel negozio di animali, parlando dei volatili}}<br>'''Mitch''': Ma non le fa venire la nausea?<br>'''Melania''': Ma che cosa dovrebbe farmi venire...?<br>'''Mitch''': Tenere queste povere innocenti creature chiuse in gabbia.<br>'''Melania''': Ma non possiamo mica lasciarli volare per il negozio, no?<br>'''Mitch''': Be', no, penso di no. C'è qualche ragione scientifica per tenerli in gabbie separate?<br>'''Melania''': Oh, ma certo. È per proteggere la specie.<br>'''Mitch''': Già, è importante, specialmente nella stagione degli amori.<br>'''Melania''': È un periodo critico quello...<br>'''Mitch''': Sono in amore adesso?<br>'''Melania''': Sì, qualcuno.<br>'''Mitch''': Da che si vede?<br>'''Melania''': Be', dalla... dalla loro aria un po' depressa.
*{{NDR|Nel negozio di animali, parlando dei volatili}}<br>'''Mitch''' {{NDR|rimettendo il canarino nella gabbia}}: Torna nella tua gabbia dorata, Melania Daniels.<br>'''Melania''': Che cos'ha detto?<br>'''Mitch''': La stavo paragonando ad un canarino, Miss Daniels.<br>'''Melania''': Come mai conosce il mio nome?<br>'''Mitch''': Me lo ha detto un uccellino! [...]<br>'''Melania''': Io non la conosco.<br>'''Mitch''': Ma io conosco lei.<br>'''Melania''': Come mai?<br>'''Mitch''': L'ho conosciuta in tribunale.<br>'''Melania''': Né in tribunale, né altrove...<br>'''Mitch''': Ha ragione. Mi correggo: l'ho veduta in tribunale.<br>'''Melania''': Quando?<br>'''Mitch''': A lei piace molto scherzare. Ricorda quella volta che spaccò i cristalli di una vetrina?<br>'''Melania''': Non la ruppi io quella vetrina.<br>'''Mitch''': Ma la sua automobile sì. Dovevano metterla dietro le sbarre.<br>'''Melania''': Ma chi è lei, un poliziotto?<br>'''Mitch''': Soltanto un uomo che ama la legge e non ama chi fa un certo tipo di scherzi.<br>'''Melania''': Allora la storia dei suoi inseparabili è uno scherzo!<br>'''Mitch''': No, quelli li volevo sul serio.<br>'''Melania''': Però sapeva che non lavoro qui e ha deliberatamente...<br>'''Mitch''': È vero, l'ho riconosciuta appena entrato ed ho voluto farle provare come ci si sente presi in giro. Che cosa ne dice?<br>'''Melania''': Che lei è un mascalzone!<br>'''Mitch''': Infatti. Buongiorno, Miss Daniels. Signora.<br>'''Melania''': Sono contenta che non abbia trovato i pappagallini!<br>'''Mitch''': Oh, troverò qualcos'altro. Ci vediamo in tribunale.
*{{NDR|Dopo il primo attacco degli uccelli, da parte di un gabbiano}}<br>'''Melania''': Perché mai mi sarà venuto addosso?<br>'''Mitch''': Mai vista cosa più strana, sembrava che ce l'avesse proprio con lei!
*'''Melania''' {{NDR|chiedendo che tipo di avvocato è}}: Civile o [[Diritto penale|penale]]?<br>'''Mitch''': Penale.<br>'''Melania''': Ecco perché vorrebbe veder tutti dietro le sbarre!
*'''Mitch''': Sicché io le piaccio.<br>'''Melania''': Io la detesto. È un maleducato, un arrogante, un egocentrico e... le avevo anche scritto una lettera, ma l'ho strappata.<br>'''Mitch''': Che c'era scritto?<br>'''Melania''': Non sono affari suoi! E le dirò anche che non mi piacciono nemmeno i suoi gabbiani se vuol saperlo!
*'''Cathy''': Mitch conosce un sacco di gente a San Francisco e perlopiù sono dei [[criminale|delinquenti]].<br>'''Lydia''': Cathy!<br>'''Cathy''': Be', mamma, è lui che lo dice per primo. Lui passa le giornate nelle prigioni del palazzo di giustizia.<br>'''Lydia''': In [[democrazia]], Cathy, tutti hanno diritto a un giusto processo. Tuo fratello fa l'avvocato e...<br>'''Cathy''': Oh, mamma, ti prego, saranno delinquenti democratici, ma sempre delinquenti sono! {{NDR|a Melania}} Mitch ha un cliente che ha sparato sei rivolverate in testa alla moglie. Sei colpi! Ma lei ci pensa? Insomma, voglio dire che anche due sarebbero stati troppi, non crede?<br>'''Melania''': Perché le ha sparato?<br>'''Mitch''': Lui guardava la partita alla televisione.<br>'''Melania''': E allora?<br>'''Mitch''': E la moglie gli ha cambiato canale!
*'''Cathy''': Allora non le piace Bodega Bay.<br>'''Melania''': Ancora non lo so.<br>'''Cathy''': Invece a Mitch piace molto. Viene tutte le settimane – lo sa? – anche se ha un appartamento in città. Lui dice che San Francisco gli fa l'effetto di un formicaio.<br>'''Melania''': I paradossi sono il forte di tuo fratello.
*'''Lydia''' {{NDR|parlando di Melania}}: È naturale che una ragazza come quella mi incuriosisca. È molto ricca, vero?<br>'''Mitch''': Sì, penso di sì. Suo padre ha uno dei più grandi giornali di San Francisco.<br>'''Lydia''': Eppure la figlia non gode di buona stampa. Gli altri giornali ne parlano spesso.<br>'''Mitch''': Sì, lo so.<br>'''Lydia''': È lei che ha fatto il bagno in una fontana a Roma l'altra estate, non è vero?<br>'''Mitch''': Sì.<br>'''Lydia''': Io forse sono un po' all'antica. So che a Roma faceva piuttosto caldo ma... be'... i giornali hanno detto che era nuda...<br>'''Mitch''': Sì, lo so.<br>'''Lydia''': Non sono affari miei, ma quando uno porta a casa una ragazza...<br>'''Mitch''': Mamma.<br>'''Lydia''': Sì.<br>'''Mitch''': Credo di sapermela cavare da solo con Melania Daniels.<br>'''Lydia''': Bene. Se sai quello che vuoi, Mitch.<br>'''Mitch''': So perfettamente quel che voglio.
*'''Mitch''': Io sto a San Francisco cinque giorni alla settimana e ho molto tempo libero. Potremmo andare a fare il bagno insieme. Mamma dice che le piace nuotare.<br>'''Melania''': Come fa a sapere quello che mi piace?<br>'''Mitch''': Deve aver letto qualcosa sui giornali.<br>'''Melania''': Ah, ecco! Roma.<br>'''Mitch''': Sa, anche a me piace nuotare. Credo che si andrebbe d'accordo.<br>'''Melania''': In caso le interessi, sono stata spinta in quella fontana.<br>'''Mitch''': Senza i vestiti?<br>'''Melania''': Con tutti i vestiti addosso. Il giornale che ha pubblicato quella storia è in concorrenza con quello di mio padre.<br>'''Mitch''': E lei è solo una povera innocente vittima delle circostanze.<br>'''Melania''': Be', io non sono né povera, né innocente, ma la verità è...<br>'''Mitch''': Che si dava alla pazza gioia con un branco di {{sic|playboys}}.<br>'''Melania''': Sì, questo è vero. Ma sono stata spinta in quella fontana. Anche questo è vero.<br>'''Mitch''': Ah-ah. È davvero amica di Annie Hayworth?<br>'''Melania''': No. Non la conoscevo prima di venire qui.<br>'''Mitch''': Non siete state a scuola insieme?<br>'''Melania''': No.<br>'''Mitch''': E lei non è venuta qui a trovarla?<br>'''Melania''': No!<br>'''Mitch''': Ha mentito.<br>'''Melania''': Sì, ho mentito!<br>'''Mitch''': E la lettera che mi ha scritto è una bugia anche quella?<br>'''Melania''': No, quella l'ho scritta.<br>'''Mitch''': E che cosa diceva?<br>'''Melania''': Diceva: "Caro signor Brenner, credo che le servano questi pappagalletti. Gioveranno alla sua personalità." Diceva questo.<br>'''Mitch''': E l'ha strappata?<br>'''Melania''': Sì.<br>'''Mitch''': Perché?<br>'''Melania''': Perché era una stupidaggine, una pazzia.<br>'''Mitch''': Come fare il bagno in una fontana?<br>'''Melania''': Le ho detto che sono stata spinta!<br>'''Mitch''': Non si aspetterà che io ci creda?<br>'''Melania''': Oh, non mi importa se non ci crede!<br>'''Mitch''': Però vorrei rivederla.<br>'''Melania''': Perché?<br>'''Mitch''': Mh. Può essere divertente.<br>'''Melania''': Potrebbe andare bene a Roma, ma qui non mi sembra proprio il caso.<br>'''Mitch''': Per me sì.<br>'''Melania''': Be', non per me!<br>'''Mitch''': Ma che cosa vuole?<br>'''Melania''': Credevo l'avesse capito. Voglio vivere la mia vita e voglio fare il bagno nuda nelle fontane! Buonanotte! {{NDR|corre via in auto}}
*{{NDR|Parlando di [[Bodega Bay]]}}<br>'''Annie''': Come lo trovi il nostro paesino?<br>'''Melanie''': Semplicemente orrendo.<br>'''Annie''': Immagino che non offra molto a un turista di passaggio, a meno che non sia un amatore di catapecchie.
*'''Annie''' {{NDR|parlando di Lydia}}: Non ti è sembrata un po' scostante?<br>'''Melania''': Sì, un po'.<br>'''Annie''': Be', allora le cose non sono cambiate. Quella donna aveva il dono di farmi impazzire. Quando tornai a San Francisco passai giornate a cercare di capire in che cosa l'avessi dispiaciuta.<br>'''Melania''': E che cosa le avevi fatto?<br>'''Annie''': Niente. Esistevo e basta. E quindi qual è il segreto? Una donna gelosa, forse? Una madre gelosa ed egoista? Nossignore. Con tutto il rispetto per [[complesso di Edipo|Edipo]], non credo che sia questo.<br>'''Melania''': Allora che cos'è?<br>'''Annie''': A Lydia piacevo, questa è la cosa strana. Ora che non sono più una minaccia siamo buone amiche.<br>'''Melania''': Allora perché ce l'aveva con te?<br>'''Annie''': Perché aveva paura.<br>'''Melania''': Che le prendessi Mitch?<br>'''Annie''': Che dessi qualcosa a Mitch.<br>'''Melania''': Oh, non ti capisco.<br>'''Annie''': Ha paura che una donna possa dare a Mitch l'unica cosa che lei non gli sa dare: l'amore.<br>'''Melania''': E quindi in fondo è una madre gelosa, no?<br>'''Annie''': No... No, non credo. Vedi, lei non ha paura di perdere Mitch. Ha solo paura di essere abbandonata.<br>'''Melania''': E invece così ci guadagnerebbe una figlia.<br>'''Annie''': No, lei ha già una figlia.
*'''Melania''': [...] dal lunedì al giovedì mi tengo occupata.<br>'''Mitch''': E il [[venerdì]]?<br>'''Melania''': Il venerdì sono libera. Alle volte vado in quella uccelleria il venerdì.<br>'''Mitch''': È molto consolante. È un giorno innocente.
*'''Al Malone''': Ma i ragazzi hanno dato fastidio agli uccelli? Perché se uno dà fastidio a un uccello quello si ribella a volte.<br>'''Lydia''': I bambini giocavano fra di loro. I gabbiani li hanno assaliti!<br>'''Al Malone''': Ma signora, "assalire" è una parola un po' grossa, non crede? Gli uccelli non hanno mica l'abitudine di assalire la gente senza motivo, no?
*'''Signora Bundy''': Credo che nessuna delle due specie abbia abbastanza intelligenza per condurre un assalto in massa. Non hanno emisferi cerebrali sviluppati.<br>'''Melanie''': Io vengo adesso dalla scuola, sinora. Non so niente degli emisferi cerebrali, ma le assicuro che...<br>'''Signora Bundy''': Be', io sì. Io so tutto. L'ornitologia modestamente è la mia specialità. Gli [[uccello|uccelli]] non sono aggressivi, signorina. Sono il simbolo della gentilezza. [...] È la razza umana piuttosto che cerca di distruggere o di rendere difficile la vita sul nostro pianeta.
*'''Ubriacone''': È la fine del mondo! «Ed il Signore disse allora alle montagne e alle colline e ai fiumi e alle valli: "Tremate, perché io rivolgerò la spada contro di voi e devasterò i vostri alti luoghi"»! [[Libro di Ezechiele|Ezechiele]], capitolo 6.<br>'''Cameriera''': «Guai a coloro che si alzano presto la mattina per cominciare a bere di buon'ora».<br>'''Ubriacone''': [[Libro di Isaia|Isaia]], capitolo 5. {{NDR|[[profezie dai film|profezia]]}}
*'''Signora Bundy''': Lei che cosa crede che volessero, Miss...<br>'''Melania''': ...Daniels. Che volessero assalire i ragazzi.<br>'''Signora Bundy''': E a che scopo?<br>'''Melania''': Per ucciderli.<br>'''Signora Bundy''': Perché?<br>'''Melania''': Non lo so il perché.<br>'''Signora Bundy''': Io non credo. Gli uccelli abitano questo pianeta sin dal periodo archeopterico, da oltre centoquaranta milioni di anni. Non le sembra strano che abbiano aspettato tanto per cominciare una... una guerra contro l'umanità?
*'''Melania''': Ma insomma, le ripeto che non erano "alcuni uccelli"! Erano gabbiani, corvi, rondini...<br>'''Signora Bundy''': Non ho mai sentito di stormi di uccelli di specie diversa. La sola idea è inammissibile. Perché, se ciò accadesse, non ci sarebbe più scampo! Non riusciremmo mai a difenderci da loro!
*'''Cathy''': Mitch, posso portare i pappagalli qui dentro?<br>'''Lydia''': No!<br>'''Cathy''': Ma mamma, sono nella gabbia.<br>'''Lydia''': Sono uccelli anche loro!
==[[Explicit]]==
{{explicit film}}
{{NDR|I Brennan e Melanie escono dall'abitazione per salire in auto}}<br>'''Cathy''': Mitch.<br>'''Mitch''': Shh! Sta ferma.<br>'''Cathy''': Posso portare i pappagalli? Non hanno fatto del male a nessuno.<br>'''Mitch''': Va bene, portali.<br>{{NDR|Si allontanano dallo stormo di uccelli}}
==Citazioni su ''Gli uccelli''==
[[File:The Birds original poster.jpg|miniatura|Locandina del film]]
*Sono dell'idea che gli uccelli siano matti e lo desumo dallo sguardo. Hitchcock, nel portare sugli schermi il film ''Gli uccelli'', aveva assolutamente ragione nel ritrarli come simbolo di paura folle. ([[Maurizio Costanzo]])
*Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un'allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. (''[[il Morandini]]'')
===Frasi promozionali===
*Questo potrebbe essere il film più impressionante che io abbia mai fatto! – Alfred Hitchcock<ref>Dalla locandina in italiano. {{Cfr}} [http://www.filmtv.it/film/7417/gli-uccelli/foto/64759/ ''Foto Locandina Gli uccelli (1963)''], ''FilmTV.it''</ref>
*Il film più terrificante che io abbia mai fatto! – Alfred Hitchcock<ref>Dalla locandina in italiano. {{Cfr}} [http://www.filmtv.it/film/7417/gli-uccelli/foto/64755/ ''Foto Locandina Gli uccelli (1963)''], ''FilmTV.it''</ref>
*"...e ricorda, il prossimo urlo che senti potrebbe essere il tuo!"
:''"...and remember, the next scream you hear may be your own!"''<ref>Dalla locandina in inglese. {{Cfr}} [http://wearemoviegeeks.com/2012/09/the-academy-celebrates-universals-legacy-of-horror/the-birds-1963/ ''The Birds, 1963''], ''WeAreMovieGeeks.com''</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{Interprogetto}}
{{Film di Alfred Hitchcock}}
[[Categoria:Film thriller]]
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2022-08-09T08:41:33Z
Mariomassone
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/* Dialoghi */
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{{Nota disambigua}}
{{Film
|titoloitaliano= Gli uccelli
|titoloalfabetico= Uccelli, Gli
|immagine= The Birds (1963) Trailer - Tippi Hedren attacked.png
|didascalia= [[Tippi Hedren]] in una scena del film
|genere= thriller
|regista= [[Alfred Hitchcock]]
|soggetto= [[Daphne Du Maurier]]
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|produttore= Alfred Hitchcock
|attori=
*[[Tippi Hedren]]: Melania Daniels
*[[Rod Taylor]]: Mitchell "Mitch" Brenner
*[[Jessica Tandy]]: Lydia Brenner
*[[Suzanne Pleshette]]: Annie Hayworth
*[[Veronica Cartwright]]: Cathy Brenner
*[[Ethel Griffies]]: Sig.ra Bundy, ornitologa
*[[Malcolm Atterbury]]: Al Malone
*[[Charles McGraw]]: Sebastian Sholes
*[[Ruth McDevitt]]: Sig.ra MacGruder
*[[Lonny Chapman]]: Deke Carter, cuoco
*[[Darlene Conley]]: cameriera
*[[Joe Mantell]]: commesso viaggiatore
|doppiatoriitaliani=
*[[Maria Pia Di Meo]]: Melania Daniels
*[[Giuseppe Rinaldi]]: Mitchell "Mitch" Brenner
*[[Rina Morelli]]: Lydia Brenner
*[[Rita Savagnone]]: Annie Hayworth
*[[Serena Verdirosi]]: Cathy Brenner
*[[Franca Dominici]]: Sig.ra MacGruder
*[[Renato Turi]]: Deke Carter, cuoco
*[[Manlio Busoni]]: commesso viaggiatore
}}
'''''Gli uccelli''''', film statunitense del 1963 con [[Tippi Hedren]], regia di [[Alfred Hitchcock]].
==Frasi==
{{cronologico}}
*Anzi, io sono un libro aperto, direi. O meglio, un libro chiuso. ('''Annie''')
*{{NDR|Guardando uno stormo di gabbiani in volo}} Non finiscono mai queste migrazioni... ('''Annie''')
*Il martedì frequento un corso di teoria [[semantica]] alla Berkeley per scovare nuove [[parolaccia|parolacce]]. ('''Melania''')
*Mitch, è strano, non crede? Il gabbiano quand'ero in barca ieri sera, poi quello da Annie stanotte... [...] Mitch, che sta succedendo? ('''Melania''')
*Vorrei avere un carattere più forte. Ho perduto mio marito quattro anni fa. È tremendo come si abbia bisogno di qualcun altro per sentirsi forti. E ad un tratto tutta la forza se ne va e si rimane soli. ('''Lydia''')
*E quanto mi manca. Alle volte mi sveglio al amttino e penso: "Devo preparare la colazione a Frank". Allora mi alzo perché so di avere qualcosa da fare e poi a un tratto... mi ricordo. ('''Lydia''')
*Gli uccelli ci vogliono ammazzare, mamma? ('''un bambino''')
*"Guardate gli uccelli dell'aria! Loro non seminano, né raccolgono, ma il vostro Padre Celeste li {{sic|nutrica}}!"<ref>{{Cfr}} [[Vangelo secondo Matteo|Matteo]] 6,26</ref> ('''ubriacone''')
*{{NDR|A Melanie}} Perché fanno questo? Perché fanno questo?! Dicono che è cominciato tutto quando tu sei arrivata qui! Chi sei? Cosa sei? Da dove sei venuta? Tu sei la causa di tutto questo! Tu sei cattiva! Sei una strega! ('''donna isterica''')
==Dialoghi==
{{cronologico}}
*'''Melania''': Ma ha visto quanti gabbiani? Come mai sulla città?<br>'''Signora MacGruder''': Mah. Ci sarà una tempesta al largo, è questo che li spinge verso terra, credo.
*{{NDR|Nel negozio di animali, parlando dei volatili}}<br>'''Mitch''': Ma non le fa venire la nausea?<br>'''Melania''': Ma che cosa dovrebbe farmi venire—?<br>'''Mitch''': Tenere queste povere innocenti creature chiuse in gabbia.<br>'''Melania''': Ma non possiamo mica lasciarli volare per il negozio, no?<br>'''Mitch''': Be', no, penso di no. C'è qualche ragione scientifica per tenerli in gabbie separate?<br>'''Melania''': Oh, ma certo. È per proteggere la specie.<br>'''Mitch''': Già, è importante, specialmente nella stagione degli amori.<br>'''Melania''': È un periodo critico quello...<br>'''Mitch''': Sono in amore adesso?<br>'''Melania''': Sì, qualcuno.<br>'''Mitch''': Da che si vede?<br>'''Melania''': Be', dalla... dalla loro aria un po' depressa.
*{{NDR|Nel negozio di animali, parlando dei volatili}}<br>'''Mitch''' {{NDR|rimettendo il canarino nella gabbia}}: Torna nella tua gabbia dorata, Melania Daniels.<br>'''Melania''': Che cos'ha detto?<br>'''Mitch''': La stavo paragonando ad un canarino, Miss Daniels.<br>'''Melania''': Come mai conosce il mio nome?<br>'''Mitch''': Me lo ha detto un uccellino! [...]<br>'''Melania''': Io non la conosco.<br>'''Mitch''': Ma io conosco lei.<br>'''Melania''': Come mai?<br>'''Mitch''': L'ho conosciuta in tribunale.<br>'''Melania''': Né in tribunale, né altrove—<br>'''Mitch''': Ha ragione. Mi correggo: l'ho veduta in tribunale.<br>'''Melania''': Quando?<br>'''Mitch''': A lei piace molto scherzare. Ricorda quella volta che spaccò i cristalli di una vetrina?<br>'''Melania''': Non la ruppi io quella vetrina.<br>'''Mitch''': Ma la sua automobile sì. Dovevano metterla dietro le sbarre.<br>'''Melania''': Ma chi è lei, un poliziotto?<br>'''Mitch''': Soltanto un uomo che ama la legge e non ama chi fa un certo tipo di scherzi.<br>'''Melania''': Allora la storia dei suoi inseparabili è uno scherzo!<br>'''Mitch''': No, quelli li volevo sul serio.<br>'''Melania''': Però sapeva che non lavoro qui e ha deliberatamente—<br>'''Mitch''': È vero, l'ho riconosciuta appena entrato ed ho voluto farle provare come ci si sente presi in giro. Che cosa ne dice?<br>'''Melania''': Che lei è un mascalzone!<br>'''Mitch''': Infatti. Buongiorno, Miss Daniels. Signora.<br>'''Melania''': Sono contenta che non abbia trovato i pappagallini!<br>'''Mitch''': Oh, troverò qualcos'altro. Ci vediamo in tribunale.
*{{NDR|Dopo il primo attacco degli uccelli, da parte di un gabbiano}}<br>'''Melania''': Perché mai mi sarà venuto addosso?<br>'''Mitch''': Mai vista cosa più strana, sembrava che ce l'avesse proprio con lei!
*'''Melania''' {{NDR|chiedendo che tipo di avvocato è}}: Civile o [[Diritto penale|penale]]?<br>'''Mitch''': Penale.<br>'''Melania''': Ecco perché vorrebbe veder tutti dietro le sbarre!
*'''Mitch''': Sicché io le piaccio.<br>'''Melania''': Io la detesto. È un maleducato, un arrogante, un egocentrico e... le avevo anche scritto una lettera, ma l'ho strappata.<br>'''Mitch''': Che c'era scritto?<br>'''Melania''': Non sono affari suoi! E le dirò anche che non mi piacciono nemmeno i suoi gabbiani se vuol saperlo!
*'''Cathy''': Mitch conosce un sacco di gente a San Francisco e perlopiù sono dei [[criminale|delinquenti]].<br>'''Lydia''': Cathy!<br>'''Cathy''': Be', mamma, è lui che lo dice per primo. Lui passa le giornate nelle prigioni del palazzo di giustizia.<br>'''Lydia''': In [[democrazia]], Cathy, tutti hanno diritto a un giusto processo. Tuo fratello fa l'avvocato e—<br>'''Cathy''': Oh, mamma, ti prego, saranno delinquenti democratici, ma sempre delinquenti sono! {{NDR|a Melania}} Mitch ha un cliente che ha sparato sei rivolverate in testa alla moglie. Sei colpi! Ma lei ci pensa? Insomma, voglio dire che anche due sarebbero stati troppi, non crede?<br>'''Melania''': Perché le ha sparato?<br>'''Mitch''': Lui guardava la partita alla televisione.<br>'''Melania''': E allora?<br>'''Mitch''': E la moglie gli ha cambiato canale!
*'''Cathy''': Allora non le piace Bodega Bay.<br>'''Melania''': Ancora non lo so.<br>'''Cathy''': Invece a Mitch piace molto. Viene tutte le settimane – lo sa? – anche se ha un appartamento in città. Lui dice che San Francisco gli fa l'effetto di un formicaio.<br>'''Melania''': I paradossi sono il forte di tuo fratello.
*'''Lydia''' {{NDR|parlando di Melania}}: È naturale che una ragazza come quella mi incuriosisca. È molto ricca, vero?<br>'''Mitch''': Sì, penso di sì. Suo padre ha uno dei più grandi giornali di San Francisco.<br>'''Lydia''': Eppure la figlia non gode di buona stampa. Gli altri giornali ne parlano spesso.<br>'''Mitch''': Sì, lo so.<br>'''Lydia''': È lei che ha fatto il bagno in una fontana a Roma l'altra estate, non è vero?<br>'''Mitch''': Sì.<br>'''Lydia''': Io forse sono un po' all'antica. So che a Roma faceva piuttosto caldo ma... be'... i giornali hanno detto che era nuda...<br>'''Mitch''': Sì, lo so.<br>'''Lydia''': Non sono affari miei, ma quando uno porta a casa una ragazza—<br>'''Mitch''': Mamma.<br>'''Lydia''': Sì.<br>'''Mitch''': Credo di sapermela cavare da solo con Melania Daniels.<br>'''Lydia''': Bene. Se sai quello che vuoi, Mitch.<br>'''Mitch''': So perfettamente quel che voglio.
*'''Mitch''': Io sto a San Francisco cinque giorni alla settimana e ho molto tempo libero. Potremmo andare a fare il bagno insieme. Mamma dice che le piace nuotare.<br>'''Melania''': Come fa a sapere quello che mi piace?<br>'''Mitch''': Deve aver letto qualcosa sui giornali.<br>'''Melania''': Ah, ecco! Roma.<br>'''Mitch''': Sa, anche a me piace nuotare. Credo che si andrebbe d'accordo.<br>'''Melania''': In caso le interessi, sono stata spinta in quella fontana.<br>'''Mitch''': Senza i vestiti?<br>'''Melania''': Con tutti i vestiti addosso. Il giornale che ha pubblicato quella storia è in concorrenza con quello di mio padre.<br>'''Mitch''': E lei è solo una povera innocente vittima delle circostanze.<br>'''Melania''': Be', io non sono né povera, né innocente, ma la verità è—<br>'''Mitch''': Che si dava alla pazza gioia con un branco di {{sic|playboys}}.<br>'''Melania''': Sì, questo è vero. Ma sono stata spinta in quella fontana. Anche questo è vero.<br>'''Mitch''': Ah-ah. È davvero amica di Annie Hayworth?<br>'''Melania''': No. Non la conoscevo prima di venire qui.<br>'''Mitch''': Non siete state a scuola insieme?<br>'''Melania''': No.<br>'''Mitch''': E lei non è venuta qui a trovarla?<br>'''Melania''': No!<br>'''Mitch''': Ha mentito.<br>'''Melania''': Sì, ho mentito!<br>'''Mitch''': E la lettera che mi ha scritto è una bugia anche quella?<br>'''Melania''': No, quella l'ho scritta.<br>'''Mitch''': E che cosa diceva?<br>'''Melania''': Diceva: "Caro signor Brenner, credo che le servano questi pappagalletti. Gioveranno alla sua personalità." Diceva questo.<br>'''Mitch''': E l'ha strappata?<br>'''Melania''': Sì.<br>'''Mitch''': Perché?<br>'''Melania''': Perché era una stupidaggine, una pazzia.<br>'''Mitch''': Come fare il bagno in una fontana?<br>'''Melania''': Le ho detto che sono stata spinta!<br>'''Mitch''': Non si aspetterà che io ci creda?<br>'''Melania''': Oh, non mi importa se non ci crede!<br>'''Mitch''': Però vorrei rivederla.<br>'''Melania''': Perché?<br>'''Mitch''': Mh. Può essere divertente.<br>'''Melania''': Potrebbe andare bene a Roma, ma qui non mi sembra proprio il caso.<br>'''Mitch''': Per me sì.<br>'''Melania''': Be', non per me!<br>'''Mitch''': Ma che cosa vuole?<br>'''Melania''': Credevo l'avesse capito. Voglio vivere la mia vita e voglio fare il bagno nuda nelle fontane! Buonanotte! {{NDR|corre via in auto}}
*{{NDR|Parlando di [[Bodega Bay]]}}<br>'''Annie''': Come lo trovi il nostro paesino?<br>'''Melanie''': Semplicemente orrendo.<br>'''Annie''': Immagino che non offra molto a un turista di passaggio, a meno che non sia un amatore di catapecchie.
*'''Annie''' {{NDR|parlando di Lydia}}: Non ti è sembrata un po' scostante?<br>'''Melania''': Sì, un po'.<br>'''Annie''': Be', allora le cose non sono cambiate. Quella donna aveva il dono di farmi impazzire. Quando tornai a San Francisco passai giornate a cercare di capire in che cosa l'avessi dispiaciuta.<br>'''Melania''': E che cosa le avevi fatto?<br>'''Annie''': Niente. Esistevo e basta. E quindi qual è il segreto? Una donna gelosa, forse? Una madre gelosa ed egoista? Nossignore. Con tutto il rispetto per [[complesso di Edipo|Edipo]], non credo che sia questo.<br>'''Melania''': Allora che cos'è?<br>'''Annie''': A Lydia piacevo, questa è la cosa strana. Ora che non sono più una minaccia siamo buone amiche.<br>'''Melania''': Allora perché ce l'aveva con te?<br>'''Annie''': Perché aveva paura.<br>'''Melania''': Che le prendessi Mitch?<br>'''Annie''': Che dessi qualcosa a Mitch.<br>'''Melania''': Oh, non ti capisco.<br>'''Annie''': Ha paura che una donna possa dare a Mitch l'unica cosa che lei non gli sa dare: l'amore.<br>'''Melania''': E quindi in fondo è una madre gelosa, no?<br>'''Annie''': No... No, non credo. Vedi, lei non ha paura di perdere Mitch. Ha solo paura di essere abbandonata.<br>'''Melania''': E invece così ci guadagnerebbe una figlia.<br>'''Annie''': No, lei ha già una figlia.
*'''Melania''': [...] dal lunedì al giovedì mi tengo occupata.<br>'''Mitch''': E il [[venerdì]]?<br>'''Melania''': Il venerdì sono libera. Alle volte vado in quella uccelleria il venerdì.<br>'''Mitch''': È molto consolante. È un giorno innocente.
*'''Al Malone''': Ma i ragazzi hanno dato fastidio agli uccelli? Perché se uno dà fastidio a un uccello quello si ribella a volte.<br>'''Lydia''': I bambini giocavano fra di loro. I gabbiani li hanno assaliti!<br>'''Al Malone''': Ma signora, "assalire" è una parola un po' grossa, non crede? Gli uccelli non hanno mica l'abitudine di assalire la gente senza motivo, no?
*'''Signora Bundy''': Credo che nessuna delle due specie abbia abbastanza intelligenza per condurre un assalto in massa. Non hanno emisferi cerebrali sviluppati.<br>'''Melanie''': Io vengo adesso dalla scuola, sinora. Non so niente degli emisferi cerebrali, ma le assicuro che—<br>'''Signora Bundy''': Be', io sì. Io so tutto. L'ornitologia modestamente è la mia specialità. Gli [[uccello|uccelli]] non sono aggressivi, signorina. Sono il simbolo della gentilezza. [...] È la razza umana piuttosto che cerca di distruggere o di rendere difficile la vita sul nostro pianeta.
*'''Ubriacone''': È la fine del mondo! «Ed il Signore disse allora alle montagne e alle colline e ai fiumi e alle valli: "Tremate, perché io rivolgerò la spada contro di voi e devasterò i vostri alti luoghi"»! [[Libro di Ezechiele|Ezechiele]], capitolo 6.<br>'''Cameriera''': «Guai a coloro che si alzano presto la mattina per cominciare a bere di buon'ora».<br>'''Ubriacone''': [[Libro di Isaia|Isaia]], capitolo 5. {{NDR|[[profezie dai film|profezia]]}}
*'''Signora Bundy''': Lei che cosa crede che volessero, Miss...?<br>'''Melania''': Daniels. Che volessero assalire i ragazzi.<br>'''Signora Bundy''': E a che scopo?<br>'''Melania''': Per ucciderli.<br>'''Signora Bundy''': Perché?<br>'''Melania''': Non lo so il perché.<br>'''Signora Bundy''': Io non credo. Gli uccelli abitano questo pianeta sin dal periodo archeopterico, da oltre centoquaranta milioni di anni. Non le sembra strano che abbiano aspettato tanto per cominciare una... una guerra contro l'umanità?
*'''Melania''': Ma insomma, le ripeto che non erano "alcuni uccelli"! Erano gabbiani, corvi, rondini...<br>'''Signora Bundy''': Non ho mai sentito di stormi di uccelli di specie diversa. La sola idea è inammissibile. Perché, se ciò accadesse, non ci sarebbe più scampo! Non riusciremmo mai a difenderci da loro!
*'''Cathy''': Mitch, posso portare i pappagalli qui dentro?<br>'''Lydia''': No!<br>'''Cathy''': Ma mamma, sono nella gabbia.<br>'''Lydia''': Sono uccelli anche loro!
==[[Explicit]]==
{{explicit film}}
{{NDR|I Brennan e Melanie escono dall'abitazione per salire in auto}}<br>'''Cathy''': Mitch.<br>'''Mitch''': Shh! Sta ferma.<br>'''Cathy''': Posso portare i pappagalli? Non hanno fatto del male a nessuno.<br>'''Mitch''': Va bene, portali.<br>{{NDR|Si allontanano dallo stormo di uccelli}}
==Citazioni su ''Gli uccelli''==
[[File:The Birds original poster.jpg|miniatura|Locandina del film]]
*Sono dell'idea che gli uccelli siano matti e lo desumo dallo sguardo. Hitchcock, nel portare sugli schermi il film ''Gli uccelli'', aveva assolutamente ragione nel ritrarli come simbolo di paura folle. ([[Maurizio Costanzo]])
*Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un'allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. (''[[il Morandini]]'')
===Frasi promozionali===
*Questo potrebbe essere il film più impressionante che io abbia mai fatto! – Alfred Hitchcock<ref>Dalla locandina in italiano. {{Cfr}} [http://www.filmtv.it/film/7417/gli-uccelli/foto/64759/ ''Foto Locandina Gli uccelli (1963)''], ''FilmTV.it''</ref>
*Il film più terrificante che io abbia mai fatto! – Alfred Hitchcock<ref>Dalla locandina in italiano. {{Cfr}} [http://www.filmtv.it/film/7417/gli-uccelli/foto/64755/ ''Foto Locandina Gli uccelli (1963)''], ''FilmTV.it''</ref>
*"...e ricorda, il prossimo urlo che senti potrebbe essere il tuo!"
:''"...and remember, the next scream you hear may be your own!"''<ref>Dalla locandina in inglese. {{Cfr}} [http://wearemoviegeeks.com/2012/09/the-academy-celebrates-universals-legacy-of-horror/the-birds-1963/ ''The Birds, 1963''], ''WeAreMovieGeeks.com''</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{Interprogetto}}
{{Film di Alfred Hitchcock}}
[[Categoria:Film thriller]]
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Carlo Afan de Rivera
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'''Carlo Afàn de Rivera''' (1779 – 1852), militare e ingegnere italiano.
==Citazioni di Carlo Afàn de Rivera==
*I nostri [[Appennini]] surti per effetto de' sollevamenti del globo distendono due grandi diramazioni che terminano nel mare col promontorio di [[Gaeta]] e con l'altro più sporgente della penisola sorrentina. Gli abbassamenti che tennero dietro immediatamente a' sollevamenti, formarono un piano inclinato verso il mare racchiuso tra la catena principale de' monti e le due anzidette grandi diramazioni. Quel vasto piano inclinato tiene il suo perimetro inferiore con la configurazione di un grande arco, la cui corda di 52 miglia di lunghezza si prolunga nel mare tra il promontorio di Gaeta e la punta della Campanella detta un tempo Capo di Minerva: ed in esso pur veggiamo elevarsi alcune diramazioni minori tra le quali si distingue quella, che termina col monte Massico presso il lido.<ref>Da ''[https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=6293028 Del bonificamento del Lago Salpi {{small|coordinato a quello della pianura della Capitanata}}]'', Stamperia del Fibreno, Napoli, 1845, pp. 315-316.</ref>
*L'altra diramazione di monti similmente si prolunga col capo Zafferana. Tra questo e l'altri di Gallo il lido si incurva in un seno verso il quale le falde de' monti discendono più dolcemente, e nel fondo del seno formano un ampio bacino contornato da alte montagne nel quale siede come una regina la nobilissima città di Palermo [...].<ref>Da ''Considerazioni su i mezzi da restituire il valore proprio a' doni che ha la natura largamente conceduto al Regno delle Due Sicilie'', Napoli: Stamperia del Fibreno, 1832-1842; citato in mostra ''Di là del Faro'' – Paesaggi e pittori siciliani dell'Ottocento, Villa Zito, Palermo, 9 ottobre 2014 – 9 gennaio 2015.</ref>
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Afan de Rivera, Carlo}}
[[Categoria:Ingegneri italiani]]
[[Categoria:Militari italiani]]
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J. Edgar Hoover
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[[File:FBIHoover.jpg|thumb|J. Edgar Hoover]]
'''John Edgar Hoover''' (1895 – 1972), funzionario e politico statunitense.
==Citazioni su J. Edgar Hoover==
*Il direttore dell'FBI a quei tempi, cioè Edgar Hoover, era notoriamente un razzista. [...] Ebbene, nell'FBI di allora non si poteva trovare un singolo investigatore di origini asiatiche. (''[[Metal Gear Solid]]'')
*Un uomo di cui perfino il capo di stato ha paura. ([[Anthony Summers]])
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Hoover, John Edgar}}
[[Categoria:Funzionari statunitensi]]
[[Categoria:Politici statunitensi]]
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Mariomassone
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==Per [[Cristina Marsillach]]==
{{Int|Da ''[http://www.money-into-light.com/2021/06/an-interview-with-cristina-marsillach.html An interview with Cristina Marsillach]''|Intervista di Paul Rowlands, ''money-into-light.com'', giugno 2021.}}
*Girare i film dell'orrore è stressante, perché la paura deve sempra stare su un piano psicologico. Devi continuare a lavorare con quella paura costantemente. Devi sentirla nelle tue emozioni.
:''Making horror films is stressful, because the fear always has to be on a psychological plane. You have to keep working with that fear continuously. You have to feel it in your emotions.''
*Dario era un grande ammiratore di Edgar Allan Poe, e per lui i corvi erano un elemento molto importante del film. Quando stavamo girando un scena particolare del film, mi gettava dei corvi vivi. I gridavo "Basta! Basta!" e lui diceva "Devo farlo perché devi provare questa paura e questa sensazione". Bisticciammo, ma era un periodo divertente per me. Stressante ma divertente.
:''Dario was a big fan of Edgar Allan Poe, and ravens were a very important element of the film for him. When we were shooting a particular scene in the film, he threw actual live ravens at me. I shouted "Stop! Stop!" and he said "I have to do this because you need to experience this fear and sensation." We would fight with each other, but it was a fun time for me. Stressful, but fun.''
*Litigavamo tanto, ma c'era rispetto reciproco tra di noi. Lui mi rispettava come attrice ed io lui come regista. Era molto concentrato su elementi tecnici, mentre io volevo chiedergli tante domande sugli aspetti psicologici del mio personaggio e della storia. Ma lui non diceva altro che "No, no, no, va tutto bene" e poi parlavao di costa stava per fare tecnicamente.
:''We fought a lot, but there was mutual respect between us. He respected me as an actress and I respected him as a director. He was very focused on technical things, whereas I wanted to ask him a lot of questions about the psychological aspects of my character and the story. But he would just say "No, no, no that's all fine" and then just talk about what he was going to do technically.''
==Per [[Jennifer Connelly]]==
*{{NDR|Su ''[[Phenomena]]''}} Ero devastata lavorando con lo scimpanzé. [...] Ero una grande amante delle scimmie da bambina. [...] Mi si spezzò il cuore. Mi ha morso. [...] Quello fu solo l'inizio. [...] S'imbestialiva con me dopo questo, e ogni volta che mi vedeva perdeva completamente la testa.<ref>Da un'intervista in ''Late Night with Conan O'Brien'', 10 dicembre 2008.</ref>
:''I was devastated working with the chimpanzee. [...] I was a huge primate lover as a child. [...] It was heartbreaking. She bit me. [...] That was just the beginning. [...] She got completely vicious with me after that, and any time she saw me she would get into a real tizzy.''
==Per [[Dario Argento]]==
{{Int|Da ''[https://www.vulture.com/2022/06/dario-argento-on-acting-witchcraft-and-directing-a-chimp.html Dario Argento on Acting for Gaspar Noé, Witchcraft, and Directing Chimpanzees]''|Intervista di Simon Abrams, ''Vulture.com'', 23 giugno 2022.}}
*{{NDR|Su ''[[Vortex (film 2021)|Vortex]]''}} Quando Gaspar mi ha fatto visita a Roma per chiedermi se avrei voluto essere nel film, la mia risposta immediata era "No". Non me la sentivo di fare l'attore. Ma ha trascorso tutta la giornata in casa mia. Non se n'è andato. E poi ha detto le parole magiche, che l'intero film sarebbe stato improvvisato. Quella parola in particolare, ''improvvisato'', mi fece sobbalzare. Dopotutto, sono un figlio del neorealismo italiano, quindi sono in un certo senso abituato alla pratica dell'improvvisazione.
:''When Gaspar came to my house in Rome to ask me if I would be in the movie, my immediate answer was "No." I didn't feel like being an actor. But he spent the entire day at my house. He wouldn't leave. And then he said the magic words, that the entire film would be improvised. That word in particular,'' improvised, ''rang a bell. After all, I am a child of Italian neorealism, so I am sort of accustomed to the practice of improvisation.''
*Per quanto riguarda l'umorismo, m'ispiro ad Alfred Hitchcock, che ha molto umorismo nei suoi film. Mi piace quel tipo di umorismo britannico; è un genere di umorismo molto raffinato. Vorrei che l'umorismo nei miei film siano così, un po' elegante. Non il genere di umorismo che si basa su una linea di dialogo buffa o una battuta qua e là.
:''In terms of humor, I'm inspired by Alfred Hitchcock, who has a lot of humor in his films. I like that kind of British humor; it's a very refined sort of humor. I want the humor in my movies to be like that, kind of classy. Not the kind of humor that is about a funny line or quip here and there.''
*''Suspiria'', a quanto pare, s'ispira da storie vere di streghe e altri libri e scritture. ''Inferno'' è molto più enigmatico; lascia tanto all'interpretazione.
:Suspiria'' is inspired by supposedly true stories of witches, as well as other books and writing.'' Inferno ''is much more enigmatic; it leaves a lot up to interpretation.''
*Il terzo film, ''[[La terza madre]]'', è un film molto violento perché le streghe in quel film sono più feroci e più numerose che nei film precedenti.
:''The third film,'' Mother of Tears, ''is a very violent film because the witches in that movie are more ferocious and more numerous than they were in the previous movies.''
*{{NDR|Sulla scena finale di ''[[Phenomena]]''}} Fu l'ultima scena che girammo e, ripensandoci, fu piuttosto rischioso. Non so se lo sapete, ma gli scimpanzé sono incredibilmente forti. Ho perfino dovuto usare una controfigura per Jennifer in quella scena, perché lei e lo scimpanzé spesso non andavano daccordo. Lo scimpanzé le afferrava il braccio e Jennifer urlava e si agitava. Anche lo scimpanzé si agitava un po', ma io ero fortunato. Parlavo con lo scimpanzé in italiano mentre stavo preparando la scena in cui lo scimpanzé doveva guardare attraverso le tende veneziane. Ho anche portato lo scimpanzé alla finestra con le tende veneziane e l'ho mostrato con le mani ciò che volevo facesse, e come doveva fare a pezzi le tende per poi semplicemente romperle. Lo scimpanzé mi guardò con aria molto seria. Quando abbiamo cominciato le riprese, lo posizionai e ha fatto esattamente ciò che gli avevo mostrato. Compensò per il suo buon comportamento il giorno successivo. Stavamo girando una scena presso una foresta e lo scimpanzé è fuggito. Mancava all'appello per tre giorni. Abbiamo dovuto chiamare la guardia forestale per rintracciarlo. Sapevano che lo scimpanzé avrebbe eventualmente avuto fame e lo presero quando è venuto a mangiare.
:''That was the last scene we shot, which, in hindsight, was kind of risky. I don’t know if you know this, but chimpanzees are incredibly strong. I had to use a body double for that scene as well, for Jennifer, because she and the chimpanzee fought a lot. The chimp would grab her arm and Jennifer would scream and become very agitated. The chimp also became a little agitated, but I was lucky. I spoke to the chimpanzee in Italian when I was preparing for a scene where the chimp has to peer through Venetian blinds. I also brought the chimp to the window with the Venetian blinds and showed her, with my hands, what I wanted her to do, and how she was supposed to tear apart the Venetian blinds, and then just break them. The chimp looked at me very seriously. When we began the shoot, I put her in place and she did exactly what I had shown her. She made up for her good behavior the next day. We were shooting a scene near a forest and the chimp escaped. She was missing in action for three days. We had to call in the forest rangers to find her. They knew that the chimp would eventually get hungry, so they placed food around the forest and caught her when she came out to feed.''
________________
[[File:Kyrylo Budanov, head of the HUR MOU (cropped).jpg|thumb|Budanov nel 2020]]
'''Kirilo Oleksijovič Budanov''' (1986 – vivente), militare ucraino.
==Citazioni di Kirilo Budanov==
*Ci sono ragioni per credere che {{NDR|la Russia}} possa tentare di imporre una linea di separazione tra le regioni occupate e non occupate del nostro Paese, [...] un tentativo di creare la Corea del Sud e del Nord in Ucraina.<ref>Citato in [https://www.rainews.it/articoli/2022/03/putin-vuole-dividere-lucraina-come-la-corea-del-nord-e-la-corea-del-sud-caa6f361-cab3-4a6d-98a2-967f3cd3ff2f.html ''Putin vuole dividere l'Ucraina in due Stati come la Corea''], ''Rainews.it'', 28 marzo 2022.</ref>
*{{NDR|Sulle [[Forze terrestri russe]]}} Questa potenza russa così pubblicizzata è un mito. Non è così potente, è un’orda di persone con le armi. (da un'intervista di Dominic Waghorn, 14 maggio 2022)<ref>Citato in [https://www.open.online/2022/05/13/capo-intelligence-ucraina-fine-guerra-entro-anno/ ''Il capo dell’intelligence militare di Kiev: «La guerra finirà entro la fine dell’anno: conosciamo tutti i piani russi»''], ''open.online'', 13 maggio 2022.</ref>
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Budanov, Kirilo}}
[[Categoria:Militari ucraini]]
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'''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico.
==''Running with the fox''==
*I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo.
:''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10)
*Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente.
:''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15)
*Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi.
:''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16)
*Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno.
:''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32)
*Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce.
:''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45)
*Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli.
:''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45)
*Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà.
:''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56)
*I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro.
:''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58)
*Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane.
:''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61)
*L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole.
:''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173)
*Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico.
:''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181)
*Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli.
:''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210)
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[[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]]
'''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope.
==Citazioni su Mangascià Giovanni==
*Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]])
*Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]])
8m3gi2hyd2z69qn5e2kjltkwhapk7fp
1221546
1221537
2022-08-08T18:05:57Z
Mariomassone
17056
/* Per Cristina Marsillach */
wikitext
text/x-wiki
==Per [[Cristina Marsillach]]==
{{Int|Da ''[http://www.money-into-light.com/2021/06/an-interview-with-cristina-marsillach.html An interview with Cristina Marsillach]''|Intervista di Paul Rowlands, ''money-into-light.com'', giugno 2021.}}
*Girare i film dell'orrore è stressante, perché la paura deve sempre stare su un piano psicologico. Devi continuare a lavorare con quella paura costantemente. Devi sentirla nelle tue emozioni.
:''Making horror films is stressful, because the fear always has to be on a psychological plane. You have to keep working with that fear continuously. You have to feel it in your emotions.''
*Dario era un grande ammiratore di Edgar Allan Poe, e per lui i corvi erano un elemento molto importante del film. Quando stavamo girando un scena particolare del film, mi gettava dei corvi vivi. I gridavo "Basta! Basta!" e lui diceva "Devo farlo perché devi provare questa paura e questa sensazione". Bisticciammo, ma era un periodo divertente per me. Stressante ma divertente.
:''Dario was a big fan of Edgar Allan Poe, and ravens were a very important element of the film for him. When we were shooting a particular scene in the film, he threw actual live ravens at me. I shouted "Stop! Stop!" and he said "I have to do this because you need to experience this fear and sensation." We would fight with each other, but it was a fun time for me. Stressful, but fun.''
*Litigavamo tanto, ma c'era rispetto reciproco tra di noi. Lui mi rispettava come attrice ed io lui come regista. Era molto concentrato su elementi tecnici, mentre io volevo chiedergli tante domande sugli aspetti psicologici del mio personaggio e della storia. Ma lui non diceva altro che "No, no, no, va tutto bene" e poi parlavao di costa stava per fare tecnicamente.
:''We fought a lot, but there was mutual respect between us. He respected me as an actress and I respected him as a director. He was very focused on technical things, whereas I wanted to ask him a lot of questions about the psychological aspects of my character and the story. But he would just say "No, no, no that's all fine" and then just talk about what he was going to do technically.''
==Per [[Jennifer Connelly]]==
*{{NDR|Su ''[[Phenomena]]''}} Ero devastata lavorando con lo scimpanzé. [...] Ero una grande amante delle scimmie da bambina. [...] Mi si spezzò il cuore. Mi ha morso. [...] Quello fu solo l'inizio. [...] S'imbestialiva con me dopo questo, e ogni volta che mi vedeva perdeva completamente la testa.<ref>Da un'intervista in ''Late Night with Conan O'Brien'', 10 dicembre 2008.</ref>
:''I was devastated working with the chimpanzee. [...] I was a huge primate lover as a child. [...] It was heartbreaking. She bit me. [...] That was just the beginning. [...] She got completely vicious with me after that, and any time she saw me she would get into a real tizzy.''
==Per [[Dario Argento]]==
{{Int|Da ''[https://www.vulture.com/2022/06/dario-argento-on-acting-witchcraft-and-directing-a-chimp.html Dario Argento on Acting for Gaspar Noé, Witchcraft, and Directing Chimpanzees]''|Intervista di Simon Abrams, ''Vulture.com'', 23 giugno 2022.}}
*{{NDR|Su ''[[Vortex (film 2021)|Vortex]]''}} Quando Gaspar mi ha fatto visita a Roma per chiedermi se avrei voluto essere nel film, la mia risposta immediata era "No". Non me la sentivo di fare l'attore. Ma ha trascorso tutta la giornata in casa mia. Non se n'è andato. E poi ha detto le parole magiche, che l'intero film sarebbe stato improvvisato. Quella parola in particolare, ''improvvisato'', mi fece sobbalzare. Dopotutto, sono un figlio del neorealismo italiano, quindi sono in un certo senso abituato alla pratica dell'improvvisazione.
:''When Gaspar came to my house in Rome to ask me if I would be in the movie, my immediate answer was "No." I didn't feel like being an actor. But he spent the entire day at my house. He wouldn't leave. And then he said the magic words, that the entire film would be improvised. That word in particular,'' improvised, ''rang a bell. After all, I am a child of Italian neorealism, so I am sort of accustomed to the practice of improvisation.''
*Per quanto riguarda l'umorismo, m'ispiro ad Alfred Hitchcock, che ha molto umorismo nei suoi film. Mi piace quel tipo di umorismo britannico; è un genere di umorismo molto raffinato. Vorrei che l'umorismo nei miei film siano così, un po' elegante. Non il genere di umorismo che si basa su una linea di dialogo buffa o una battuta qua e là.
:''In terms of humor, I'm inspired by Alfred Hitchcock, who has a lot of humor in his films. I like that kind of British humor; it's a very refined sort of humor. I want the humor in my movies to be like that, kind of classy. Not the kind of humor that is about a funny line or quip here and there.''
*''Suspiria'', a quanto pare, s'ispira da storie vere di streghe e altri libri e scritture. ''Inferno'' è molto più enigmatico; lascia tanto all'interpretazione.
:Suspiria'' is inspired by supposedly true stories of witches, as well as other books and writing.'' Inferno ''is much more enigmatic; it leaves a lot up to interpretation.''
*Il terzo film, ''[[La terza madre]]'', è un film molto violento perché le streghe in quel film sono più feroci e più numerose che nei film precedenti.
:''The third film,'' Mother of Tears, ''is a very violent film because the witches in that movie are more ferocious and more numerous than they were in the previous movies.''
*{{NDR|Sulla scena finale di ''[[Phenomena]]''}} Fu l'ultima scena che girammo e, ripensandoci, fu piuttosto rischioso. Non so se lo sapete, ma gli scimpanzé sono incredibilmente forti. Ho perfino dovuto usare una controfigura per Jennifer in quella scena, perché lei e lo scimpanzé spesso non andavano daccordo. Lo scimpanzé le afferrava il braccio e Jennifer urlava e si agitava. Anche lo scimpanzé si agitava un po', ma io ero fortunato. Parlavo con lo scimpanzé in italiano mentre stavo preparando la scena in cui lo scimpanzé doveva guardare attraverso le tende veneziane. Ho anche portato lo scimpanzé alla finestra con le tende veneziane e l'ho mostrato con le mani ciò che volevo facesse, e come doveva fare a pezzi le tende per poi semplicemente romperle. Lo scimpanzé mi guardò con aria molto seria. Quando abbiamo cominciato le riprese, lo posizionai e ha fatto esattamente ciò che gli avevo mostrato. Compensò per il suo buon comportamento il giorno successivo. Stavamo girando una scena presso una foresta e lo scimpanzé è fuggito. Mancava all'appello per tre giorni. Abbiamo dovuto chiamare la guardia forestale per rintracciarlo. Sapevano che lo scimpanzé avrebbe eventualmente avuto fame e lo presero quando è venuto a mangiare.
:''That was the last scene we shot, which, in hindsight, was kind of risky. I don’t know if you know this, but chimpanzees are incredibly strong. I had to use a body double for that scene as well, for Jennifer, because she and the chimpanzee fought a lot. The chimp would grab her arm and Jennifer would scream and become very agitated. The chimp also became a little agitated, but I was lucky. I spoke to the chimpanzee in Italian when I was preparing for a scene where the chimp has to peer through Venetian blinds. I also brought the chimp to the window with the Venetian blinds and showed her, with my hands, what I wanted her to do, and how she was supposed to tear apart the Venetian blinds, and then just break them. The chimp looked at me very seriously. When we began the shoot, I put her in place and she did exactly what I had shown her. She made up for her good behavior the next day. We were shooting a scene near a forest and the chimp escaped. She was missing in action for three days. We had to call in the forest rangers to find her. They knew that the chimp would eventually get hungry, so they placed food around the forest and caught her when she came out to feed.''
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[[File:Kyrylo Budanov, head of the HUR MOU (cropped).jpg|thumb|Budanov nel 2020]]
'''Kirilo Oleksijovič Budanov''' (1986 – vivente), militare ucraino.
==Citazioni di Kirilo Budanov==
*Ci sono ragioni per credere che {{NDR|la Russia}} possa tentare di imporre una linea di separazione tra le regioni occupate e non occupate del nostro Paese, [...] un tentativo di creare la Corea del Sud e del Nord in Ucraina.<ref>Citato in [https://www.rainews.it/articoli/2022/03/putin-vuole-dividere-lucraina-come-la-corea-del-nord-e-la-corea-del-sud-caa6f361-cab3-4a6d-98a2-967f3cd3ff2f.html ''Putin vuole dividere l'Ucraina in due Stati come la Corea''], ''Rainews.it'', 28 marzo 2022.</ref>
*{{NDR|Sulle [[Forze terrestri russe]]}} Questa potenza russa così pubblicizzata è un mito. Non è così potente, è un’orda di persone con le armi. (da un'intervista di Dominic Waghorn, 14 maggio 2022)<ref>Citato in [https://www.open.online/2022/05/13/capo-intelligence-ucraina-fine-guerra-entro-anno/ ''Il capo dell’intelligence militare di Kiev: «La guerra finirà entro la fine dell’anno: conosciamo tutti i piani russi»''], ''open.online'', 13 maggio 2022.</ref>
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Budanov, Kirilo}}
[[Categoria:Militari ucraini]]
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'''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico.
==''Running with the fox''==
*I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo.
:''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10)
*Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente.
:''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15)
*Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi.
:''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16)
*Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno.
:''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32)
*Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce.
:''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45)
*Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli.
:''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45)
*Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà.
:''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56)
*I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro.
:''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58)
*Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane.
:''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61)
*L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole.
:''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173)
*Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico.
:''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181)
*Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli.
:''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210)
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[[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]]
'''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope.
==Citazioni su Mangascià Giovanni==
*Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]])
*Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]])
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Leadership
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Danyele
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[[File:Leadership-picture.jpg|thumb|Leadership]]
Citazioni sulla '''leadership''' e sui '''capi'''.
*I nostri capi terreni ci parlano soprattutto di loro, e di noi. Ma Dio onnipotente ci parla di tutto il genere umano, ci parla del creato. Su noi, che siamo i suoi figli prediletti, incombe l'obbligo di accertare qual è la verità. Perciò dobbiamo studiare, dobbiamo informarci, dobbiamo leggere, dobbiamo sempre sapere che intendono fare i capi in nostro nome. (''[[Nico (film)|Nico]]'')
*I piccoli leader che vanno di moda in occidente si somigliano come gocce d'acqua. Hanno in comune una inconsistenza che traspare dai loro volti incolpevoli. Non hanno stoffa perché non hanno storia e se l'avessero si sentirebbero spaesati. ([[Luigi Pintor]])
*Il leader si distingue per la sua maestria individuale, la sua sensibilità e il suo discernimento, la sua iniziativa e la sua energia.</br>I leader sono persone che alzano lo standard con il quale si giudicano – e in base al quale sperano di poter essere giudicati. Lo scopo scelto, l’obiettivo selezionato, i requisiti imposti, non sono solo per i loro seguaci; essi sviluppano con ardente energia e devozione le loro proprie capacità e conoscenze così da poter raggiungere lo standard che hanno stabilito essi stessi. Questa sincera accettazione delle richieste imposte dagli standard elevatissimi è la base per il progresso umano; un amore di alta qualità, dobbiamo ricordarlo, è essenziale in un leader. ([[Haile Selassie]])
*Il leader vero è quello che convince, non quello che ordina. ([[Arrigo Sacchi]])
*Il vero leader è colui che realizza, con fede, di essere uno strumento nelle mani di Dio, e si dedica ad essere una guida e un’ispirazione dei sentimenti e delle aspirazioni più nobili della gente. ([[Haile Selassie]])
*La vera grandezza di un capo sta proprio nel saper compiere delle scelte quando è l'ora. (''[[L'attacco dei giganti (prima stagione)|L'attacco dei Giganti]]'')
*– Mitico, il mio capo!<br />– Non chiamarmi così, non mi piacciono le cose che mi mettono al di sopra degli altri. Sono proprio come te. Ma certo, arrivo più tardi la mattina, guadagno di più, ho più vacanze, ma non mi piace la parola "capo". (''[[I Simpson (ottava stagione)|I Simpson]]'')
*Proprio come i soldati hanno bisogno di ufficiali abili, gli uomini necessitano di leader eccezionali, di capi che possano guidare il mondo intero. ([[Gene (Metal Gear)|Gene]], ''[[Metal Gear Solid: Portable Ops]]'')
*Penso che ogni leader abbia un suo stile e un suo modo di essere. Ho visto grandi leader comunicare pochissimo perché i loro silenzi valevano più di tante parole. Ho visto anche coach che mettevano anima e corpo nella comunicazione. Ci sono tanti modi di essere leader perché credo che in fondo il leader sia semplicemente se stesso. Il vero leader cerca soluzioni, non ha paura di agire, è consapevole di avere la propria squadra al fianco e quindi non cerca scorciatoie o modi di fare poco corretti. ([[Maurizia Cacciatori]])
*Per essere un leader di uomini bisogna voltar loro le spalle. ([[Havelock Ellis]])
*Si può essere dei leader senza dover mettere paura a chi lavora con te. ([[Beyoncé Knowles]])
*Un capo deve essere rispettato per il ruolo che ha e per l'esempio che porta, non perché deve essere temuto. ([[Andrea Adamo]])
*Un leader non può divorziare dalle masse, o almeno non completamente. Egli può essere a qualche distanza, spingendole o tirandole. Ma se divorzia da esse, be'... sarà magari un grand'uomo, ma non è un capo. ([[Jawaharlal Nehru]])
*Un vero capo fa quello che è giusto al di là di cosa pensano gli altri. ([[Albus Silente]], ''[[Harry Potter e il calice di fuoco]]'')
==Altri progetti==
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[[Categoria:Potere]]
[[Categoria:Psicologia sociale]]
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Nikos Nīsiōtīs
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Dread83
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text/x-wiki
'''Nikos Nissiotis''' (1924 – 1986), teologo e filosofo greco.
==Citazioni di Nikos Nissiotis==
*Mediante lo Spirito l'uomo diventa il ricettacolo dell'azione del Dio triunitario in Cristo. <ref name=lourdes/>
*Nessuno può comprendere l’ortodossia senza aver prima compreso il perché della sua esistenza come comunione al Dio trinitario. Questa non è di per sé una dottrina, ma è la base che soggiace a ogni tema teologico, così come alla vita ecclesiale e liturgica. <ref name=lourdes>Citato in [[Yannis Spiteris]],''Teologia trinitaria nell’Oriente cristiano'' Path,1 (2003), 71</ref>
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
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[[Categoria:Filosofi greci]]
[[Categoria:Teologi greci]]
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Vittoria e sconfitta
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Danyele
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Citazioni su '''vittoria e sconfitta'''.
*Chi ha abbandonato vittoria e sconfitta, costui ristà tranquillo e felice. ([[Gautama Buddha]])
*Chi vince festeggia, chi perde spiega. ([[Julio Velasco]])
*Chiunque abbia detto "non conta se vinci o perdi", probabilmente ha già perso! ([[Martina Navrátilová]])
*Ci sono le vittorie che non servono a niente e le sconfitte che servono a qualcosa. ([[Marcelo Bielsa]])
*Collezionando le sconfitte degli altri ho quasi messo insieme la mia vittoria. ([[Marcello Marchesi]])
*{{NDR|«È più facile raccontare una vittoria o una sconfitta?»}} È come dire sì o no a qualcuno, c'è la stessa differenza. Il no lo devi argomentare... Forse è più etico spiegare la sconfitta, devi andare a cercare quello che c'è dietro. La vittoria è immediata. ([[Alessandra De Stefano]])
*I perdenti, come gli autodidatti, hanno sempre conoscenze più vaste dei vincenti, se vuoi vincere devi sapere una cosa sola e non perdere tempo a saperle tutte, il piacere dell'erudizione è riservato ai perdenti. Più cose uno sa, più le cose non gli sono andate per il verso giusto. ([[Umberto Eco]])
*[La sconfitta] vorresti non incontrarla mai, eppure è sempre lì dietro l'angolo. Le vittorie ci esaltano, ma sono le sconfitte ad insegnare di più, a renderci più forti. La sconfitta brucia perché ci fa sentire vulnerabili, ma se si comprende con freddezza perché abbiamo perso, sarà più facile la volta dopo evitare gli stessi errori ed avvicinarsi alla vittoria. ([[Michela Cerruti]])
*La vittoria dà un senso a tutto, specie alla [[fatica]], a quello che hai fatto per preparare l'appuntamento. A quello cui hai rinunciato. Mentre la sconfitta può servire per cercare di evitarla la volta dopo. Perché dagli errori non si può fare altro che imparare. ([[Letizia Paternoster]])
*La vita è più di una partita dove si vince o si perde. (''[[Metal Gear Solid]]'')
*La vittoria è condivisione: vinci tu e vincono tutti. La sconfitta, invece, è orfana. Ho sempre ringraziato al momento della vittoria e mai cercato scuse nella sconfitta. Le uniche cause erano dentro di me. ([[Sofia Goggia]])
*La vittoria è passeggera. La sconfitta è per sempre. ([[Billie Jean King]])
*La vittoria ha moltissimi padri, la sconfitta è orfana. ([[John Fitzgerald Kennedy]])
*Lo sai cos'è un perdente? Il vero perdente è uno che ha così paura di non vincere che nemmeno ci prova. (''[[Little Miss Sunshine]]'')
*Mi è più facile capire i motivi di una sconfitta che di una vittoria. ([[Roberto Gervaso]])
*Mi sento uno sciagurato anche nel momento della vittoria, e sempre sostengo che, dopo una battaglia perduta, la più grande iattura umana è una battaglia vinta. ([[Arthur Wellesley, I duca di Wellington]])
*Nei bollettini dei supremi comandi è antica e osservata abitudine riferire di una battaglia persa come se proprio persa non fosse o al più si trattasse di posizione lasciata. Viceversa si strombazzano per vittorie di gran conto i successi di minima entità. ([[Mór Jókai]])
*Per essere un grande vincente devi essere stato un grande perdente. ([[Simone Moro]])
*Per vincere, occorre sempre qualcuno che perda. ([[Renzo Ulivieri]])
*Posso battere tutti, ma so anche di essere battibile. Non mi piace, ma a volte gli altri sono migliori di me. ([[Sebastian Vettel]])
*Può il risultato di tanti lunghi anni di vittorie risolversi in una sconfitta? (''[[Il pranzo di Babette]]'')
*''Reputavamo la vittoria grande? | Lo è, infatti – ma adesso mi sembra che anche la sconfitta, quando inevitabile, è grande, | e che la morte e lo sgomento sono grandi.'' ([[Walt Whitman]])
*Se parlo con un vincitore sembro ancora di più un perdente. (''[[Steins;Gate]]'')
*Se vinci c'è una specie di timore nei tuoi confronti; quando perdi, invece, quelli che sono stati zitti si sentono più forti. ([[Federica Pellegrini]])
*Se vinco, vivo. Se perdo muoio. ([[Lance Armstrong]])
*{{NDR|«Si vince quando si ha imparato a perdere?»}} Sì, la sconfitta aiuta a prepararti alla vittoria. ([[Maurizia Cacciatori]])
*Si 'a guerra se perde l'ha perduta 'o popolo; e si se vence, l'hanno vinciuta 'e prufessure. ([[Eduardo De Filippo]])
*Si può vincere o perdere: dato che anche gli avversari fanno le cose per bene. ([[Julio Velasco]])
*– Tre vittorie non fanno di te un conquistatore.<br />– Meglio di tre sconfitte. (''[[Il Trono di Spade (seconda stagione)|Il Trono di Spade]]'')
*Un uomo dovrebbe riconoscere le sue sconfitte garbatamente così come festeggia le sue vittorie, Max. Col tempo vedrai che un uomo non impara niente quando vince. Perdere invece può condurre a grande saggezza. Il nocciolo della quale poi è quanto sia più gradevole vincere. È inevitabile perdere di tanto in tanto... il trucco è che non diventi un'abitudine. (''[[Un'ottima annata]]'')
*''Vi hanno detto che è bene vincere le battaglie? | Io vi assicuro che è anche bene soccombere, che le battaglie sono perdute nello stesso spirito in cui vengono vinte.'' ([[Walt Whitman]])
*Vi sono sconfitte trionfali in confronto alle vittorie. ([[Michel de Montaigne]])
*Vincere turpemente non è vittoria, ma sconfitta. ([[Baltasar Gracián]])
==Voci correlate==
*[[Sconfitta]]
*[[Vittoria]]
[[Categoria:Dicotomie]]
[[Categoria:Terminologia sportiva]]
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Squadra (sport)
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{{voce tematica}}
[[File:Notts county 1894.jpg|thumb|Una squadra di calcio, 1894]]
Citazioni sulla '''squadra'''.
*La prima squadra è come il primo amore, non si scorda mai. ([[Roberto Rosato]])
*La squadra è come un buon piatto di carne. A volte basta cuocerla a fuoco lento, altre volte serve pressione o brace. ([[Aldair]])
*Negli sport di squadra se hai una giornata storta, la tua squadra può comunque vincere, puoi lasciar perdere o sostenere il tuo compagno, lui fa goal e tutto va bene, la tua squadra vince e tu mantieni la fiducia vincente. ([[Ernests Gulbis]])
*Quando vinci con la tua squadra, non c'è niente che possa superare quella sensazione, nemmeno i successi personali. ([[Larry Bird]])
*Una squadra vincente non è necessariamente una squadra di amici. La squadra vincente ha l'obiettivo chiaro e, a prescindere da chi ne fa parte, va dritta verso quell'obiettivo. Ho vinto campionati con compagne di squadra con cui non avrei mangiato neanche una pizza, però quando hai la consapevolezza di indossare la maglia dello stesso colore questo ti aiuta a condividere il valore di ciò che stai facendo. Dunque devi onorare chi ha scelto te, i tuoi principi e i tuoi obiettivi. ([[Maurizia Cacciatori]])
==Voci correlate==
*[[Atleta]]
*[[Sport]]
*[[Sport di squadra]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|wikt=squadra|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}}
[[Categoria:Gruppi]]
[[Categoria:Terminologia sportiva]]
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Fabio Boccanera
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Bradipo Lento
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'''Fabio Boccanera''' (1964 – vivente), doppiatore italiano.
==Citazioni di Fabio Boccanera==
*Citerò tre film che ho amato particolarmente seppur in modo differente e per motivi differenti ovvero ''[[Will Hunting - Genio ribelle]]'', ''[[Clerks - Commessi|Clerks]]'' [...] e ''[[La fabbrica di cioccolato]]'' [...] volendo arriverei facilmente a 30 e poi a 300 film se solo volessi... ho amato tutti i film che ho doppiato.<ref name=supereva>Da ''[http://guide.supereva.it/doppiaggio_e_doppiatori/interventi/2007/01/282918.shtml Intervista esclusiva a Fabio Boccanera]'', ''Supereva.it''.</ref>
*I provini sono l'unico metro che un direttore ha per valutare la preparazione di un attore... ma spesso vengono presi sotto gamba, a volte vedo ragazzi che passano da una sala all'altra senza attenzione, chiedendo provini con un po' di superficialità, beh non è questo il modo, qualsiasi scuola è inutile se poi non si ha la pazienza e l'umiltà per continuare giorno dopo giorno ad imparare.<ref name=supereva />
*Noi [[doppiatore|doppiatori]] lavoriamo al buio, siamo abituati a vedere i nostri nomi sui maxischermi al cinema ma difficilmente veniamo riconosciuti per strada, sembra quasi che tu non esisti... il tuo vicino al cinema si emoziona con la tua voce ma non sa che gli stai seduto accanto.<ref name=supereva />
*Non ci sono film che rifarei, rifare è sempre sbagliato... sarebbe come incollare un vaso rotto. Per quanto riguarda gli attori indubbiamente [[Johnny Depp]] è quello che sento più vicino al mio modo di essere ma in ogni attore trovo qualcosa di me.<ref name=supereva />
==Note==
<references />
==Doppiaggio==
===Film===
{{div col|strette}}
*''[[I racconti dello zio Tom]]'' (1946) <small>Doppiaggio del 1973</small>
*''[[Il ribelle]]'' (1983)
*''[[Dune]]'' (1984) <small>(edizione speciale)</small>
*''[[Per vincere domani - The Karate Kid]]'' (1984)
*''[[Nightmare - Dal profondo della notte]]'' (1984)
*''[[Breakfast Club]]'' (1985)
*''[[Karate Kid II - La storia continua]]'' (1986)
*''[[Indiana Jones e l'ultima crociata]]'' (1989)
*''[[Karate Kid III - La sfida finale]]'' (1989)
*''[[L'attimo fuggente]]'' (1989)
*''[[Edward mani di forbice]]'' (1990)
*''[[The Doors (film)|The Doors]]'' (1991)
*''[[Gli spietati]]'' (1992)
*''[[Clerks - Commessi]]'' (1994)
*''[[Mowgli - Il libro della giungla]]'' (1994)
*''[[La signora ammazzatutti]]'' (1994)
*''[[Ace Ventura - Missione Africa]]'' (1995)
*''[[Braveheart - Cuore impavido]]'' (1995)
*''[[Clockers]]'' (1995)
*''[[Hooligans (film 1995)|Hooligans]]'' (1995)
*''[[L'odio]]'' (1995)
*''[[Ritorno dal nulla]]'' (1995)
*''[[Vampiro a Brooklyn]]'' (1995)
*''[[Independence Day]]'' (1996)
*''[[Ransom - Il riscatto]]'' (1996)
*''[[Romeo + Giulietta di William Shakespeare]]'' (1996)
*''[[Schegge di paura]]'' (1996)
*''[[Swingers]]'' (1996)
*''[[The Rock]]'' (1996)
*''[[Trainspotting]]'' (1996)
*''[[Alien - La clonazione]]'' (1997)
*''[[Carne trémula]]'' (1997)
*''[[Cop Land]]'' (1997)
*''[[Face/Off - Due facce di un assassino]]'' (1997)
*''[[Full Monty - Squattrinati organizzati]]'' (1997)
*''[[Il Santo (film)|Il Santo]]'' (1997)
*''[[Jackie Brown]]'' (1997)
*''[[Titanic (film 1997)|Titanic]]'' (1997)
*''[[Will Hunting - Genio ribelle]]'' (1997)
*''[[Armageddon - Giudizio finale]]'' (1998)
*''[[Fuori di cresta]]'' (1998)
*''[[Shakespeare in Love]]'' (1998)
*''[[Analisi di un delitto]]'' (1999)
*''[[Appuntamento a tre]]'' (1999)
*''[[Ogni maledetta domenica]]'' (1999)
*''[[Bait - L'esca]]'' (2000)
*''[[Bounce (film)|Bounce]]'' (2000)
*''[[Chocolat]]'' (2000)
*''[[Hellraiser 5: Inferno]]'' (2000)
*''[[La leggenda di Bagger Vance]]'' (2000)
*''[[The Man Who Cried - L'uomo che pianse]]'' (2000)
*''[[Donnie Darko]]'' (2001)
*''[[E morì con un felafel in mano]]'' (2001)
*''[[La vera storia di Jack lo squartatore]]'' (2001)
*''[[Monster's Ball - L'ombra della vita]]'' (2001)
*''[[Serendipity - Quando l'amore è magia]]'' (2001)
*''[[Zoolander]]'' (2001)
*''[[Al vertice della tensione]]'' (2002)
*''[[Hero (film 2002)|Hero]]'' (2002)
*''[[In linea con l'assassino]]'' (2002)
*''[[I passi dell'amore - A Walk to Remember]]'' (2002)
*''[[La morte può attendere]]'' (2002)
*''[[Liberty Stands Still]]'' (2002)
*''[[John Q]]'' (2002)
*''[[Minority Report]]'' (2002)
*''[[Il regno del fuoco]]'' (2002)
*''[[Repli-Kate]]'' (2002)
*''[[Amami se hai coraggio]]'' (2003)
*''[[Daredevil]]'' (2003)
*''[[La leggenda degli uomini straordinari]]'' (2003)
*''[[La maledizione della prima luna]]'' (2003)
*''[[Love Actually - L'amore davvero]]'' (2003)
*''[[Matrix Reloaded]]'' (2003)
*''[[Matrix Revolutions]]'' (2003)
*''[[Paycheck]]'' (2003)
*''[[S.W.A.T. - Squadra speciale anticrimine]]'' (2003)
*''[[EuroTrip]]'' (2004)
*''[[King Arthur]]'' (2004)
*''[[Man on Fire - Il fuoco della vendetta]]'' (2004)
*''[[The Libertine]]'' (2004)
*''[[La fabbrica di cioccolato]]'' (2005)
*''[[Le crociate - Kingdom of Heaven]]'' (2005)
*''[[A Scanner Darkly - Un oscuro scrutare]]'' (2006)
*''[[Blood Diamond - Diamanti di sangue]]'' (2006)
*''[[Déjà vu - Corsa contro il tempo]]'' (2006)
*''[[Fearless]]'' (2006)
*''[[Flags of Our Fathers]]'' (2006)
*''[[I figli degli uomini]]'' (2006)
*''[[Inside Man]]'' (2006)
*''[[La Pantera Rosa (film 2006)|La Pantera Rosa]]'' (2006)
*''[[Pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma]]'' (2006)
*''[[Sin City (film)|Sin City]]'' (2006)
*''[[Smokin' Aces]]'' (2006)
*''[[American Gangster]]'' (2007)
*''[[Elizabeth: The Golden Age]]'' (2007)
*''[[Il caso Thomas Crawford]]'' (2007)
*''[[L'amore ai tempi del colera]]'' (2007)
*''[[Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo]]'' (2007)
*''[[Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street]]'' (2007)
*''[[Blindness - Cecità]]'' (2008)
*''[[Changeling]]'' (2008)
*''[[Death Race]]'' (2008)
*''[[Pride and Glory - Il prezzo dell'onore]]'' (2008)
*''[[RocknRolla]]'' (2008)
*''[[Step Up 2 - La strada per il successo]]'' (2008)
*''[[Teza (film)|Teza]]'' (2008)
*''[[Agora (film)|Agora]]'' (2009)
*''[[Bastardi senza gloria]]'' (2009)
*''[[Giustizia privata]]'' (2009)
*''[[Nemico pubblico - Public Enemies]]'' (2009)
*''[[Sherlock Holmes (film 2009)|Sherlock Holmes]]'' (2009)
*''[[Terminator Salvation]]'' (2009)
*''[[The Road (film)|The Road]]'' (2009)
*''[[Un alibi perfetto]]'' (2009)
*''[[Alice in Wonderland]]'' (2010)
*''[[Codice Genesi]]'' (2010)
*''[[Scontro tra titani]]'' (2010)
*''[[Shutter Island]]'' (2010)
*''[[The Tourist]]'' (2010)
*''[[Fast & Furious 5]]'' (2011)
*''[[Killer Elite (film 2011)|Killer Elite]]'' (2011)
*''[[La cosa (film 2011)|La cosa]]'' (2011)
*''[[La mia vita è uno zoo]]'' (2011)
*''[[Limitless]]'' (2011)
*''[[Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare]]'' (2011)
*''[[Dark Shadows]]'' (2012)
*''[[Zero Dark Thirty]]'' (2012)
*''[[12 anni schiavo]]'' (2013)
*''[[Lei (film 2013)|Lei]]'' (2013)
*''[[Saving Mr. Banks]]'' (2013)
*''[[Guardiani della Galassia (film)|Guardiani della Galassia]]'' (2014)
*''[[L'amore bugiardo - Gone Girl]]'' (2014)
*''[[Vizio di forma (film)|Vizio di forma]]'' (2014)
*''[[Fast & Furious 7]]'' (2015)
*''[[Mortdecai]]'' (2015)
*''[[The Divergent Series: Insurgent]]'' (2015)
*''[[Animali fantastici e dove trovarli]]'' (2016)
*''[[Alien: Covenant]]'' (2017)
*''[[Fast & Furious 8]]'' (2017)
*''[[Pirati dei Caraibi - La vendetta di Salazar]]'' (2017)
*''[[T2 Trainspotting]]'' (2017)
*''[[Soldado]]'' (2018)
*''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019)
*''[[Gemini Man (film)|Gemini Man]]'' (2019)
*''[[John Wick 3 - Parabellum]]'' (2019)
*''[[The Gentlemen]]'' (2019)
*''[[Infinite (film)|Infinite]]'' (2021)
*''[[The Batman]]'' (2022)
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===Film d'animazione===
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*''[[Bambi]]'' (1942) <small>(doppiaggio del 1968)</small>
*''[[Robin Hood (film 1973)|Robin Hood]]'' (1973)
*''[[Akira (film)|Akira]]'' (1988)
*''[[I Cavalieri dello zodiaco: L'ultima battaglia]]'' (1989)
*''[[Pom Poko]]'' (1994)
*''[[Balto]]'' (1995)
*''[[Spirit - Cavallo selvaggio]]'' (2002)
*''[[Koda, fratello orso]]'' (2003)
*''[[La sposa cadavere]]'' (2005)
*''[[Pretty Cure#Pretty Cure Max Heart 2 – Amici per sempre|Pretty Cure Max Heart 2 - Amici per sempre]]'' (2005)
*''[[Sword of the Stranger]]'' (2007)
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===Serie animate===
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*''[[Scooby-Doo]]'' (1969 - in corso)
*''[[Mobile Suit Gundam]]'' (1979-1980)
*''[[Hello Spank]]'' (1981)
*''[[Lamù]]'' (1981)
*''[[Holly e Benji]]'' (1983-1986, 1989-1990 e 1994-2001)
*''[[Ranma ½]]'' (1989)
*''[[Le situazioni di Lui & Lei]]'' (1998)
*''[[Inuyasha]]'' (2000-2004 e 2009-2010)
*''[[Ergo Proxy]]'' (2006)
*''[[Sfondamento dei cieli Gurren Lagann]]'' (2007)
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===Serie televisive===
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*''[[Law & Order - I due volti della giustizia]]'' (1990-2010)
*''[[JAG - Avvocati in divisa]]'' (1995-2005)
*''[[Star Trek: Voyager]]'' (1995-2001)
*''[[Settimo cielo]]'' (1996-2007)
*''[[Buffy l'ammazzavampiri]]'' (1997-2003)
*''[[Nikita (serie televisiva 1997)|Nikita]]'' (1997-2001)
*''[[Oz (serie televisiva)|Oz]]'' (1997-2003)
*''[[Sex and the City]]'' (1998-2004)
*''[[Angel (serie televisiva)|Angel]]'' (1999-2004)
*''[[Andromeda (serie televisiva)|Andromeda]]'' (2000-2005)
*''[[Dark Angel]]'' (2000-2002)
*''[[I mondi infiniti di H.G. Wells]]'' (2001)
*''[[Alias (serie televisiva)|Alias]]'' (2001-2006)
*''[[Smallville]]'' (2001-2011)
*''[[Taken]]'' (2002)
*''[[Una mamma per amica]]'' (2002-2007)
*''[[Battlestar Galactica (miniserie televisiva)|Battlestar Galactica]]'' (2003)
*''[[Battlestar Galactica]]'' (2003-2009)
*''[[Desperate Housewives]]'' (2004-2012)
*''[[Lost]]'' (2004-2010)
*''[[Prison Break]]'' (2005-2009)
*''[[Dexter]]'' (2006-2013)
*''[[Heroes]]'' (2006-2010)
*''[[Kebab for Breakfast]]'' (2006-2008)
*''[[Chuck]]'' (2007-2012)
*''[[In Treatment]]'' (2008-2010)
*''[[True Blood]]'' (2008-2014)
*''[[NCIS: Los Angeles]]'' (2009-in corso)
*''[[Spartacus (serie televisiva)|Spartacus]]'' (2010-2013)
*''[[Strike Back]]'' (2010-2015)
*''[[The Walking Dead (serie televisiva)|The Walking Dead]]'' (2010-in corso)
*''[[The Killing (serie televisiva 2011)|The Killing]]'' (2011-2014)
*''[[La Bibbia (miniserie televisiva)|La Bibbia]]'' (2013)
*''[[Le regole del delitto perfetto]]'' (2014-2020)
*''[[The Knick]]'' (2014-in corso)
*''[[True Detective]]'' (2014-in corso)
*''[[American Crime Story]]'' (2016-in corso)
*''[[I Medici]]'' (2016-2019)
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==Voci correlate==
*[[Laura Boccanera]], sorella
*[[Emanuela D'Amico]], moglie
*[[Emanuela Rossi]], cugina
*[[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]], cugino
*[[Riccardo Rossi (doppiatore)|Riccardo Rossi]], cugino
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Boccanera, Fabio}}
[[Categoria:Doppiatori italiani]]
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Romualdo de Sterlich
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2022-08-09T10:20:24Z
Dread83
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Dread83 ha spostato la pagina [[Romualdo De Sterlich]] a [[Romualdo de Sterlich]]: all. a Wikipedia
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'''Romualdo De Sterlich''' (1712 – 1788), filosofo italiano.
==Citazioni di Romualdo De Sterlich==
*{{NDR|Nel [[Regno di Napoli|Regno dei Borbone di Napoli]] il Preside}} che governa una provincia intera, e ch'è capo di un tribunale composto di un capo di ruota, due uditori, un fiscale, ed un avvocato de' poveri, fa qui meno figura di quel che faccia un semplice governatore di cotesto Stato. {{NDR|Infatti nello Stato pontificio}} i Monsignori [...] si credono tante deità. Non invidio perciò cotesto governo. Non dico poi nulla de' Vescovi, i quali nessuna giurisdizione hanno sopra i secolari [...]. Non abbiamo Protettori Eminentissimi, e non vi son patentati, tutta gente perniciosa alla quiete dello Stato; e se qualche barone, o qualche ministro tentasse di opprimere un poveraccio, è pronta la real protezione. Veramente una volta i baroni eran tanti tirannotti; ma ora la presenza del Re gli ha resi umanissimi.<ref>La valutazione di De Sterlich è implicitamente una lode della politica del [[Bernardo Tanucci|Tanucci]] e testimonia dei cambiamenti introdotti anche nelle province nel modo di esercitare il potere del ministero togato. {{cfr}} ''Giuristi e società al tempo di [[Pietro Giannone]]'', p. [265].</ref><ref>A [[Giovanni Bianchi]], Biblioteca Gambalunga, Rimini, fondo ''Gambetti'', 2 settembre 1762; citato in ''Giuristi e società al tempo di Pietro Giannone'', Atti del convegno di studi nel tricentenario della nascita, a cura di R. Ajello, Jovene Editore, Napoli, 1980, p. [265].</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{S}}
{{DEFAULTSORT:De Sterlich, Romualdo}}
[[Categoria:Filosofi italiani]]
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Mayer Amschel Rothschild
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2022-08-09T11:33:35Z
Dread83
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i libri autoprodotti non sono fonti valide
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text/x-wiki
[[File:Mayer_Amschel_Rothschild.jpg|thumb|''Ritratto di Mayer Amschel Rothschild'']]
'''Mayer Amschel Rothschild''' (1744 – 1812), banchiere tedesco.
==Attribuite==
*Datemi il controllo della moneta di una nazione e non mi importa di chi farà le sue leggi.
:''Give me control of a nation's money supply, and I care not who makes its laws.''<ref>{{en}} Citato in ''[http://www.economist.com/node/21563752 Monetarists Anonymous]'', ''Economist.com'', 29 settembre 2012.</ref>
::La frase viene spesso attribuita a Rothschild<ref>{{en}} Citato in Emanuel Mann Josephson, ''The Federal Reserve Conspiracy & Rockefellers'', Chedney Press, 1968, p. 5.</ref> ma la fonte primaria non è nota. Le prime attribuzioni a Rotschild sembrano risalire all'inizio del Novecento.<ref>{{en}} ''Rural credits. {{small|Joint hearings before the subcommittees of the committees on banking and currency of the Senate and of the House of Representatives, charged with the investigation of rural credits, Sixty-third Congress, second session}}'', Governement Printing Office, Washington, 1914, [https://archive.org/stream/ruralcreditsjoin01unit#page/770/mode/2up p. 770].</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{stub}}
{{DEFAULTSORT:Rothschild, Mayer}}
[[Categoria:Banchieri tedeschi]]
apui0n2czun9f24w2esg65ks1eecod7
Discussione:Giovanni Andrea Vavassore
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Dread83
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Dread83 ha spostato la pagina [[Discussione:Giovanni Andrea Vavassori]] a [[Discussione:Giovanni Andrea Vavassore]]: all. a Wikipedia
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text/x-wiki
Le informazioni le ho prese [https://thesaurus.cerl.org/record/cni00022006 qui].--[[Utente:AssassinsCreed|AssassinsCreed]] ([[Discussioni utente:AssassinsCreed|scrivimi]]) 15:37, 6 apr 2017 (CEST)
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Michele Anselmi
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2022-08-08T19:44:33Z
Mariomassone
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/* Citazioni di Michele Anselmi */
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text/x-wiki
'''Michele Anselmi''' (??? – vivente), critico cinematografico italiano.
==Citazioni di Michele Anselmi==
{{cronologico}}
*{{NDR|Su [[Christopher Lee]]}} Guai a parlargli di Dracula. Diventa subito nervoso. È come – scusate l'ovvietà – chiedere a un vampiro se gradisce l'aglio, la luce del giorno, i paletti di legno e il plasma in bottiglia. No, Christopher Lee, forse il più celebre «principe delle tenebre» dello schermo, insieme a Bela Lugosi e a Max Schreck, non è un tipo simpatico: difetta di autoironia e, a differenza del suo amico e collega Vincent Price, deve sentirsi poco in pace col proprio passato vampiresco, altrimenti riconoscerebbe serenamente che la grande fama, nel cinema, gliel'ha ragalata soltanto il conte della Transilvania.<ref name="draculainpensione">Da [https://archivio.unita.news/assets/main/1982/11/27/page_017.pdf ''Dracula in pensione''], ''L'Unità'', 27 novembre 1982.</ref>
*Guardandolo bene da vicino, qualcosa gli è rimasto dell'aristocratico vampiro scaturito dalla penna di Bram Stoker: forse sono gli occhi, quegli occhi terribili che il regista Terence Fisher voleva iniettati di sangue; o forse quella voce bassa e impostata che sembra evocare misteriose saghe; o forse ancora quella bocca larga e sensuale dalla quale aspetti invano che spuntino i classici canini.<ref name="draculainpensione"/>
*{{NDR|Su ''[[Frankenstein di Mary Shelley]]''}} Sulla falsariga del ''[[Dracula di Bram Stoker]]'', l'inglese Branagh ha portato il suo carisma di attore e regista di scuola shakespeariana in questa impresa da 35 milioni di dollari rivelatasi una mezzo fallimento al botteghino. Troppo ambizioso? No, magari solo irrisolto, non possedendo il cineasta britannico né il talento visionario di un Coppola né la fantasia cupa di un Neil Jordan.<ref name="megliokarloff">Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1995/02/10/page_035.pdf Filologia di Frankenstein (ma era meglio Karloff)]'', ''L'Unità'', 10 febbraio 1995.</ref>
*''Frankenstein di Mary Shelley'' non regge assolutamente il confronto con il ''[[Dracula di Bram Stoker]]'', nel reinventare lo spirito del racconto, umanizzando il mostro, Branagh pecca di narcisismo e di megalomania, senza riuscire a imporre una sua cifra personale. È come se urlasse al suo film «Parla!», e quello restasse muto.<ref name="megliokarloff"/>
*{{NDR|''[[Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri]]''}} Con qualche semplificazione melodrammatica che non disturba, Tamahori imbastisce una tragedia familiare dai risvolti antropologici che corre veloce verso lo ''showdown'' sanguinario.<ref name="warriors">Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1995/01/17/page_035.pdf Madre guerriera contro il machismo]'', ''L'Unità'', 17 gennaio 1995.</ref>
*Anatomia di una famiglia marginale, ma anche di un pezzo di società in bilico tra ritualità tribali e omologazioni consumistiche, ''Once Were Warriors'' si propone come un pugno nello stomaco dello spettatore.<ref name="warriors"/>
*{{NDR|Su ''[[Sidney]]''}} Spira un'aria crepuscolare, vagamente alla Saint Jack di Bogdanovich, in questo film fragile ma non brutto che ha per tema il il senso di colpa. Pur piazzando nel cast il nero Samuel L. Jackson, l'attore-feticcio di Pulp Fiction (qui fa il ricattatore parolacciaro), il ventottenne regista non "tarantineggia" e si allontana anzi dalla rappresentazione della violenza oggi alla moda. Sydney è infatti un film pieno di tempi morti, primi piani, camminate tra le slot-machines, frammenti di dialogo (che il modello sia California Poker?). Ma non manca di suggestione, laddove gioca a spiazzare lo spettatore, lasciandolo nel dubbio, con un sovrappiù di ambiguità, sulle intenzioni di Sydney.<ref>Da ''l'Unità'', 22 giugno 1997; citato in [http://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/sydney/35003/ ''Sydney''], ''cinematografo.it''.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Swingers]]''}} Scritto e interpretato da Jon Favreau, all'insegna di un tenero autobiografismo, il film può essere apprezzato anche da chi non conosce i locali prediletti della cosiddetta "cocktail generation" losangelina. Le canzoni di Sinatra e Dean Martin fanno da amabile contrappunto rétro alle disavventure sentimentali di Mike, un comico newyorkese sbarcato a Hollywood per dimenticare la ragazza che lo mollò su due piedi. Partendo da un'osservazione acuta della realtà che li circonda, Liman e Favreau colgono tic, mode e fissazioni di quella società scalcinata che gravita attorno al mondo dello spettacolo. [...] Girato a basso costo, utilizzando una cinepresa superleggera, Swingers rovista nell'ambiente degli attori squattrinati con l'aria di "rubare" dalla vita battute e sketch. Ma dietro la naturalezza esibita dagli interpreti c'è un copione rifinito fino all'ultima virgola.<ref>Da ''l'Unità'', 21 agosto 1997; citato in [http://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/swingers/35083/ ''Swingers''], ''cinematografo.it''.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Tutti pazzi per Mary]]''}} Avrete capito che ce n'è per tutti: per gli omosessuali, i disabili, gli animalisti. Magari qualcuno si offenderà e spedirà qualche querela. Ma farebbe male. Se è vero che anche a ''Paperissima'' – complice l'ex ministro Antonio Guidi – si può fare una gag su un handicappato senza per questo offendere la sfortunata categoria.<ref>Da ''l'Unità'', 16 ottobre 1998; citato in [http://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/tutti-pazzi-per-mary/35492/ ''Tutti pazzi per Mary''], ''cinematografo.it''.</ref>
*Hai voglia a sbizzarrirti sul tema della [[suocera|suocere]]. Basta fare un giretto su [[Wikiquote]], le citazioni caustiche abbondano: da «Non ho parlato con mia suocera per diciotto mesi: non volevo interromperla» (Ken Dodd) a «Sono appena tornato da un viaggio di piacere. Ho accompagnato mia suocera all'aeroporto» ([[Milton Berle]]). Evidentemente il genere tira.<ref>Da ''[http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=270418 Il regista di Moretti fa un film per Canale 5]'', ''ilgiornale.it'', 20 giugno 2008.</ref>
*{{NDR|Su ''[[L'uomo che verrà]]''}} Volendo risalire a dei modelli estetici si potrebbe citare il cinema di Ermanno Olmi o Mario Brenta. Ma in realtà Diritti persegue una sua propria poetica nel restituire, utilizzando attori professionisti e gente presa sul posto, la dura vita di quelle contrade rurali, le arcaiche dinamiche familiari, la fatica del lavorare la terra. I mezzadria, il passaggio delle stagioni. [...] Colpisce, vedendo il film severo e toccante, al quale però non giova l'eccesso di musica, una certa pietas cristiana, che probabilmente deriva dal libro ''Le querce di Monte Sole'' scritto da monsignor Luciano Gherardi e scelto come spunto. ''L'uomo che verrà'' evocato dal titolo è certo il fratellino di Martina, ma anche, si direbbe, un novello Gesù bambino da sottrarre ai nuovi Erode. Un segno di speranza sui destini dell'umanità.<ref>Da ''Il Riformista'', 22 ottobre 2009; citato in [http://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/l-uomo-che-verr-/52028/ ''L'uomo che verrà''], ''cinematografo.it''.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Dracula 3D]]''}} Vi prego, collegatevi su YouTube battendo così sulla tastiera: Dracula 3D – Clip Ita – Lucy prende fuoco – Sceglilfilm.it. Non ci si può credere. Naturalmente sui giornali si grida al grande evento di culto e straculto dopo la civettuola anteprima a Cannes, si apprezza il (probabile) gioco citazionista, da vecchio b-movie della Hammer riveduto e corretto con una punta di Mario Bava; si rende omaggio al “maestro dell’horror” per antonomasia, cioè Dario Argento, classe 1940, diciannove titoli alle spalle. Tuttavia quella scena di ''Dracula'' è davvero oltre… il ridicolo. A un passo dalla parodia involontaria, dentro il malinconico tramonto di un regista che pare vivere di ricordi, slegato dal mondo, aristocraticamente lontano da ciò che passa, più o meno dignitosamente, il cine-convento.<ref name="scult">Da ''[https://cinemonitor.it/dracula-3d-una-sequenza-gia-scult/ Dracula 3D. Una sequenza già (s)cult]'', ''Cinemonitor.it'', 26 novembre 2012.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Dracula 3D]]''}} Sembra una roba da filodrammatica, diciamo pure una scena di ''Ed Wood'', solo che lì Tim Burton ricostruiva col tenero trasporto ironico un certo cinema di serie Z fatto di niente. Invece Argento vuol fare sul serio, spaventare il pubblico, marcare una differenza rispetto alla saga di ''Twilight''. Non si prende per nulla in giro. Azzarda che «col mio ''Dracula'' in 3D ''Avatar'' vi sembrerà un film superato»; Dracula lo affascina «perché incarna alla perfezione il concetto di Eros e Thanatos», e via con surrealismo ed espressionismo. Andate a vedere il film, magari raffrontandolo col cartone animato ''[[Hotel Transylvania]]'', e riparliamone.<ref name="scult"/>
{{Int|Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1985/02/05/page_013.pdf Argento, Signore delle mosche]''|Su ''[[Phenomena]]'', ''L'Unità'', 5 febbraio 1985.}}
*Sette miliardi di ''budget'', 40 milioni di insetti, tre gigantesche ventole a turbina per ricreare il vento, 450 diversi effetti speciali, una super-gru capace di portare la macchina da presa a 30 metri d'altezza, luci a fibre ottiche, costumi firmati Armani, eccetera eccetera: non c'è che dire, stavolta Dario Argento – novello Signore delle mosche – ha fatto le cose in grande. Forse troppo.
*Da ''Phenomena'' si può uscire vagamente disgustati ma non inquieti, l'orrore che abbiamo appena gustato non si ritaglia un posticino nell'inconscio ma scivola via veloce, lasciando nello spettatore un senso di estraneità.
*''Phenomena'' è un film alquanto schizofrenico che gioca tutte le sue carte nello sfrenato finale a ripetizione: trenta minuti di orrore martellante che purtroppo gira a vuoto, probabilmente perché il disvelamento del doppio assassino giunge troppo improvviso e gratuito. Meglio la prima parte, più sfumata e figurativamente elegante, piena di fruscii premonitori (il famoso ''phön'' che gonfia le foreste) e di tenere disquisizioni sulle qualità segrete degli insetti. Era quella la strada da seguire. Più magia e meno frattaglie.
{{Int|Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1987/12/22/page_021.pdf Casta diva, perché tanto sangue su di te?]''|Su ''[[Opera (film)|Opera]]'', ''L'Unità'', 22 dicembre 1987.}}
*Già, la tecnica in ''Opera'' ce n'è da vendere, e talvolta rasenta la genialità, grazie anche all'apporto ultraprofessionale dell'operatore britannico Ronald Charles Taylor [...], ma è il film ancora una volta a non reggere, come se il regista se ne infischiasse dell'intreccio, delle facce, della progressione, persino dell'epilogo. È un vecchio vizio, anzi forse non è più nemmeno un vizio: è l'idea di cinema che Argento sta perseguendo da qualche anno a questa parte, con esiti commerciali peraltro lietissimi.
*''Opera'' è un film che infila l'una dopo l'altra le nefandezze canoniche senza sprezzo del ridicolo.
*I problemi nascono con la concertazione della suspense, insomma con la grammatica del brivido che è sempre più elementare, gratuita, quasi un canovaccio da riempire con insinuanti movimenti di macchina e virtuosismi cromatici.
{{Int|Da ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1997/12/04/page_009.pdf Un Bossi a stelle e strisce?]''|Su ''[[La seconda guerra civile americana]]'', ''L'Unità'', 4 dicembre 1997.}}
*Dai versi di Emma Lazarus che campeggiano sulla Statua della Libertà: «Venite a me, povere stanche masse, giunte qui a respirare la libertà, e che siete state respinte dai vostri Paesi». Bello e nobile: peccato che nel film di Joe Dante il famoso monumento cada in frantumi, ignominiosamente, minato da un commando di «leghisti» delusi dall'American Dream.
*L'ipotesi, allarmante anzichenò, è la seguente: che cosa succede se il paese più potente del mondo si ritrova sull'orlo di una guerra civile per lo spappolarsi progressivo del cemento - il melting pot - che lo fece grande? Ma la lezione che viene dal film, prodotto dalla tv via cavo Hbo e ora distribuito dalla Mikado, vale anche per la nostra sgangherata Italia, presa d’assalto dai curdi e dagli albanesi in fuga, corrosa dalle spinte secessioniste provenienti dalla Padania.
*Fa molto ridere ''La seconda guerra civile americana'', ma è un riso che sgomenta e fa riflettere, anche quando assume i tratti della farsa.
*Nel mettere in scena l'ingegnoso copione di Martyn Burke, il regista di Gremlins si diverte a beffeggiare i simboli-chiave della cultura americana, presidente incluso (scambia [[Theodore Roosevelt|Teddy Roosevelt]] con [[Franklin Delano Roosevelt]]), affidando il proprio punto di vista alle parole sagge del vecchio giornalista nero interpretato da James Earl Jones. È un'America isterica, stolida, pronta a sparare per aver confuso la parola «secessione» con «successione», quella descritta da Dante; e soprattutto un'America governata dagli indici d'ascolto: al punto che l'ultimatum lanciato dalla Casa Bianca scadrà dopo 67 ore e mezzo (non 72) per non privare i cittadini dell’ultima puntata della soap-opera di successo ''Figli, figli miei''.
{{Int|Da ''[https://cinemonitor.it/anche-i-vampiri-muoiono-addio-a-sir-christopher-lee-93-anni-una-vita-da-dracula-ma-non-solo/ Anche i vampiri muoiono: Addio a Sir Christopher Lee, 93 anni, una vita da Dracula ma non solo]''|''Cinemonitor.it'', 12 giugno 2015.}}
*Si può capire perché sir [[Christopher Lee]], il cui nome completo suonava Christopher Frank Carandini Lee, non ne potesse più del conte Dracula, che pure gli aveva regalato fama internazionale dal 1958 in poi, grazie ai film della mitica casa britannica Hammer. Basta dare uno sguardo su YouTube al video intitolato "Christopher Lee as Dracula: Bite Montage", in sostanza uno spiritoso montaggio dei micidiali morsi vampireschi inferti dall’attore sui colli di tante pallide e poppute fanciulle nel corso di una dozzina di film. Sempre lo stesso rituale.
*L’uomo era spiritoso, curioso, di un’eleganza naturale, fumava solo sigari Montecristo n.1, da qualche anno s’era fatto crescere una bella barba da venerabile, parlava otto lingue, incluse svedese, russo e greco, e gli piaceva molto stare sul set: pare sia comparso in 230 film, ma c’è chi azzarda 280.
*Insieme a Vincent Price, Peter Cushing, Peter Lorre, John Carradine e Boris Karloff, s’era imposto come uno dei grandi interpreti del genere horror, quando l’orrore era di cartapesta e poco sanguinario, senza tanti effetti speciali. Lui che adorava la commedia sentimentale hollywoodiana e avrebbe voluto essere un po’ Cary Grant, se non proprio Laurence Olivier...
==Note==
<references />
{{DEFAULTSORT:Anselmi, Mario}}
[[Categoria:Critici cinematografici italiani]]
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Stefano De Sando
0
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1221487
1189651
2022-08-08T13:13:51Z
Bradipo Lento
20707
/* Film */ +[[Paycheck]]
wikitext
text/x-wiki
'''Stefano De Sando''' (1954 – vivente), attore e doppiatore italiano.
==Citazioni di Stefano De Sando==
*Io detesto fare qualunque altra cosa che non sia fare l'attore. Non ritengo di dover inquinare nulla di quello che viene già fatto bene o male da altri, no, assolutamente. Non dirigo perché non mi piace e voglio fare solo l'attore al leggio, non faccio pubblicità, non faccio scuole di doppiaggio, per carità di Dio. Io sono forse l'unico che non fa pubblicità, che non dirige, che non fa adattamenti, che non ha scuole di doppiaggio e me ne vanto di questo, perché sono l'unico che si muove in questa direzione, cioè quella di essere felicemente solamente poggiato qui, su questo meraviglioso leggio e mi basta.<ref name=SDS>Da un'intervista di Andrea Razza, ''Enciclopediadeldoppiaggio.it'', 2012. [https://www.youtube.com/watch?v=jInOzCffOfI Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref>
*L'aneddoto che resta secondo me nella storia e che mi lega al doppiaggio è questo: io nasco come un fruitore del cinema in una famiglia che non mi ha portato molto al cinema, non si andava molto al cinema ma d'estate accadeva un miracolo, nelle arene estive si celebrava e si celebra ancora ora la visione ''plein air'' della cinematografia... mia madre mi portava in un mese al cinema una volta... io molte sere scappavo, mi mettevo dalla parte del posteggio, c'erano dei platani che dividevano il posteggio dall'arena di proiezione e io mi mettevo là molte sere a sentire il cinema e nel sentire il cinema con la percezione del soundtrack e la percezione di quelle voci magiche del cinema degli anni sessanta io mi sono innamorato di chi parlava dentro quella pellicola e sono diventato il più grande fan di [[Carlo Romano|Carletto Romano]], di cui nutro un profondo senso di riconoscenza perché mi ha dato una percezione sottilissima del mestiere dell'attore e del mestiere del doppiaggio.<ref>Da ''[http://guide.supereva.it/doppiaggio_e_doppiatori/interventi/2007/09/306982.shtml La voce di De Niro... non ama celebrare troppo il doppiaggio]'', a cura di Daniela Sgambelluri, ''Supereva.it'', 30 settembre 2007.</ref>
*L'importanza delle voci non è tale come è l'importanza proprio dell'edizione italiana. Il [[doppiaggio]] italiano è stato veramente una scuola di pensiero, maestri in questo sono stati i nostri predecessori. Il doppiaggio è importante per tante cose, soprattutto perché ha evoluto socialmente una classe che non avrebbe potuto godere del cinema internazionale.<ref name=SDS />
==Note==
<references />
==Filmografia==
===Attore===
*''[[D.N.A. - Decisamente non adatti]]'' (2020)
===Doppiatore===
====Film====
{{div col|strette}}
*''[[Il padrino]]'' (1972; riddoppiaggio 2007)
*''[[Cani arrabbiati]]'' (1974)
*''[[C'era una volta in America]]'' (1984)
*''[[A Better Tomorrow (film 1986)|A Better Tomorrow]]'' (1986)
*''[[Aliens - Scontro finale]]'' (1986)
*''[[Mission]]'' (1986)
*''[[Wall Street (film)|Wall Street]]'' (1987)
*''[[Arizona Junior]]'' (1987)
*''[[Nosferatu a Venezia]]'' (1988)
*''[[Trappola di cristallo]]'' (1988)
*''[[Batman (film 1989)|Batman]]'' (1989)
*''[[The Killer (film 1989)|The Killer]]'' (1989)
*''[[Fusi di testa - Wayne's World]]'' (1992)
*''[[Dave - Presidente per un giorno]]'' (1993)
*''[[Fusi di testa 2 - Waynestock]]'' (1993)
*''[[Jurassic Park (film)|Jurassic Park]]'' (1993)
*''[[Sole ingannatore]]'' (1994)
*''[[I soliti sospetti]]'' (1995)
*''[[L'impero del sole (film)|L'impero del sole]]'' (1997)
*''[[Titanic (film 1997)|Titanic]]'' (1997)
*''[[Blues Brothers - Il mito continua]]'' (1998)
*''[[La sottile linea rossa]]'' (1998)
*''[[Tutti pazzi per Mary]]'' (1998)
*''[[Fino a prova contraria]]'' (1999)
*''[[La mummia (film 1999)|La mummia]]'' (1999)
*''[[Man on the Moon]]'' (1999)
*''[[Memento]]'' (2000)
*''[[Le ragazze del Coyote Ugly]]'' (2000)
*''[[Ti presento i miei]]'' (2000)
*''[[A Beautiful Mind]]'' (2001)
*''[[Donnie Darko]]'' (2001)
*''[[Il nemico alle porte]]'' (2001)
*''[[L'altra metà dell'amore]]'' (2001)
*''[[L'uomo che non c'era]]'' (2001)
*''[[Jurassic Park III]]'' (2001)
*''[[La mummia - Il ritorno]]'' (2001)
*''[[Scary Movie 2]]'' (2001)
*''[[Il pianista (film)|Il pianista]]'' (2002)
*''[[Come farsi lasciare in 10 giorni]]'' (2003)
*''[[Daredevil]]'' (2003)
*''[[Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re]]'' (2003)
*''[[Il Signore degli Anelli - Le due torri]]'' (2003)
*''[[La giuria]]'' (2003)
*''[[Mystic River]]'' (2003)
*''[[Paycheck]]'' (2003)
*''[[The Dreamers - I sognatori]]'' (2003)
*''[[Un tocco di zenzero]]'' (2003)
*''[[Scary Movie 3]]'' (2003)
*''[[La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler]]'' (2004)
*''[[Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi]]'' (2004)
*''[[Mi presenti i tuoi?]]'' (2004)
*''[[The Bourne Supremacy]]'' (2004)
*''[[The Chronicles of Riddick]]'' (2004)
*''[[Troy]]'' (2004)
*''[[Batman Begins]]'' (2005)
*''[[Kiss Kiss Bang Bang (film 2005)|Kiss Kiss Bang Bang]]'' (2005)
*''[[La guerra dei mondi (film 2005)|La guerra dei mondi]]'' (2005)
*''[[Serenity]]'' (2005)
*''[[Sin City (film)|Sin City]]'' (2005)
*''[[The Perfect Man]]'' (2005)
*''[[V per Vendetta]]'' (2005)
*''[[Bandidas]]'' (2006)
*''[[Bobby]]'' (2006)
*''[[Bordertown]]'' (2006)
*''[[Lonely Hearts]]'' (2006)
*''[[Slevin - Patto criminale]]'' (2006)
*''[[The Departed - Il bene e il male]]'' (2006)
*''[[The Fountain - L'albero della vita]]'' (2006)
*''[[The Good Shepherd - L'ombra del potere]]'' (2006)
*''[[X-Men - Conflitto finale]]'' (2006)
*''[[12 (film)|12]]'' (2007)
*''[[Grindhouse - Planet Terror]]'' (2007)
*''[[Hitman - L'assassino]]'' (2007)
*''[[Hostel: Part II]]'' (2007)
*''[[Il caso Thomas Crawford]]'' (2007)
*''[[Nella valle di Elah]]'' (2007)
*''[[Shooter (film)|Shooter]]'' (2007)
*''[[Stardust (film)|Stardust]]'' (2007)
*''[[Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street]]'' (2007)
*''[[Transformers (film)|Transformers]]'' (2007)
*''[[Changeling]]'' (2008)
*''[[Gran Torino]]'' (2008)
*''[[Notte brava a Las Vegas]]'' (2008)
*''[[Quantum of Solace]]'' (2008)
*''[[Sfida senza regole]]'' (2008)
*''[[Tropic Thunder]]'' (2008)
*''[[Le cronache di Narnia: il principe Caspian]]'' (2008)
*''[[5 appuntamenti per farla innamorare]] '' (2009)
*''[[Agora (film)|Agora]]'' (2009)
*''[[Cella 211]]'' (2009)
*''[[In the Electric Mist - L'occhio del ciclone]]'' (2009)
*''[[Terminator Salvation]]'' (2009)
*''[[Fuori controllo]]'' (2010)
*''[[I mercenari - The Expendables]]'' (2010)
*''[[La versione di Barney (film)|La versione di Barney]]'' (2010)
*''[[Machete (film 2010)|Machete]]'' (2010)
*''[[Prince of Persia: Le sabbie del tempo]]'' (2010)
*''[[The Company Men]]'' (2010)
*''[[The Tourist]]'' (2010)
*''[[Vi presento i nostri]]'' (2010)
*''[[Drive]]'' (2011)
*''[[Fast & Furious 5]]'' (2011)
*''[[Killer Elite (film 2011)|Killer Elite]]'' (2011)
*''[[L'alba del pianeta delle scimmie]]'' (2011)
*''[[La talpa (film 2011)|La talpa]]'' (2011)
*''[[Lanterna Verde (film)|Lanterna verde]]'' (2011)
*''[[Limitless]]'' (2011)
*''[[Paradiso amaro]]'' (2011)
*''[[Professione assassino (film 2011)|Professione assassino]]'' (2011)
*''[[Sherlock Holmes - Gioco di ombre]]'' (2011)
*''[[This Must Be the Place]]'' (2011)
*''[[Argo (film)|Argo]]'' (2012)
*''[[Bel Ami - Storia di un seduttore]]'' (2012)
*''[[Candidato a sorpresa]]'' (2012)
*''[[Flight (film 2012)|Flight]]'' (2012)
*''[[Freelancers]]'' (2012)
*''[[Fury (film 2012)|Fury]] '' (2012)
*''[[Il dittatore]]'' (2012)
*''[[Il lato positivo - Silver Linings Playbook]]'' (2012)
*''[[Jack Reacher - La prova decisiva]]'' (2012)
*''[[Safe House - Nessuno è al sicuro]]'' (2012)
*''[[Zero Dark Thirty]]'' (2012)
*''[[American Hustle - L'apparenza inganna]]'' (2013)
*''[[Iron Man 3]]'' (2013)
*''[[Cose nostre - Malavita]]'' (2013)
*''[[Ender's Game]]'' (2013)
*''[[Gangster Squad]]'' (2013)
*''[[La religiosa]]'' (2013)
*''[[Parkland (film)|Parkland]]'' (2013)
*''[[Big Eyes]]'' (2014)
*''[[Exodus - Dei e re]]'' (2014)
*''[[Godzilla (film 2014)|Godzilla]]'' (2014)
*''[[Storie pazzesche]]'' (2014)
*''[[The Imitation Game]]'' (2014)
*''[[Hitman: Agent 47]]'' (2015)
*''[[Joy (film)|Joy]]'' (2015)
*''[[Lo stagista inaspettato]]'' (2015)
*''[[Spectre (film)|Spectre]]'' (2015)
*''[[Ted 2]]'' (2015)
*''[[The Vatican Tapes]]'' (2015)
*''[[Free State of Jones]]'' (2016)
*''[[Hell or High Water]]'' (2016)
*''[[Silence (film 2016)|Silence]]'' (2016)
*''[[Alien: Covenant]]'' (2017)
*''[[L'ora più buia]]'' (2017)
*''[[Mistero a Crooked House]]'' (2017)
*''[[War Machine (film)|War Machine]]'' (2017)
*''[[Operation Finale]]'' (2018)
*''[[Diamanti grezzi]]'' (2019)
*''[[Gemini Man (film)|Gemini Man]]'' (2019)
*''[[Hellboy (film 2019)|Hellboy]]'' (2019)
*''[[Io (film)|Io]]'' (2019)
*''[[Joker (film 2019)|Joker]]'' (2019)
*''[[The Irishman]]'' (2019)
*''[[Il processo ai Chicago 7]]'' (2020)
*''[[Mank]]'' (2020)
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====Film d'animazione====
{{div col|strette}}
*''[[Mowgli - Il libro della giungla]]'' (1994)
*''[[Il principe d'Egitto]]'' (1998)
*''[[Mulan]]'' (1998)
*''[[Tarzan (film 1999)|Tarzan]]'' (1999)
*''[[La città incantata]]'' (2001)
*''[[Il libro della giungla 2]]'' (2003)
*''[[Madagascar 2]]'' (2008)
*''[[Monsters University]]'' (2013)
{{div col end}}
====Serie animate====
*''[[Psycho-Pass]]'' (2012)
====Serie televisive====
{{div col|strette}}
*''[[Poirot (serie televisiva)|Poirot]]'' (1989 - 2013)
*''[[Law & Order - I due volti della giustizia]]'' (1990 - 2010)
*''[[I Soprano]]'' (1999 - 2007)
*''[[Madre Teresa (miniserie televisiva)|Madre Teresa]]'' (2003)
*''[[Rita da Cascia (miniserie televisiva)|Rita da Cascia]]'' (2004)
*''[[San Pietro (miniserie televisiva)|San Pietro]]'' (2005)
*''[[Criminal Minds]]'' (2005 - in corso)
*''[[Medium (serie televisiva)|Medium]]'' (2005 - 2011)
*''[[Roma (serie televisiva)|Roma]]'' (2005 - 2007)
*''[[Breaking Bad ]]'' (2008 - 2013)
*''[[Modern Family]]'' (2009-2020)
*''[[Nikita (serie televisiva 2010)|Nikita]]'' (2010 - 2013)
*''[[The Walking Dead (serie televisiva)|The Walking Dead]]'' (2010 - in corso)
*''[[Il Trono di Spade]]'' (2011 - 2019)
*''[[Barabba (miniserie televisiva)|Barabba]]'' (2012)
*''[[Francesco (miniserie televisiva 2014)|Francesco]]'' (2014)
*''[[Penny Dreadful]]'' (2014 - 2016)
*''[[Chicago Med]]'' (2015 - in corso)
*''[[I Medici]]'' (2016 - 2019)
{{div col end}}
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:De Sando, Stefano}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Doppiatori italiani]]
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Luca Biagini
0
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2022-08-08T13:16:10Z
Bradipo Lento
20707
/* Film */ +[[Paycheck]]
wikitext
text/x-wiki
'''Luca Biagini''' (1949 – vivente), attore e doppiatore italiano.
==Citazioni di Luca Biagini==
*{{NDR|Sul personaggio di Edoardo Della Rocca in ''[[Centovetrine]]''}} Nonostante siano passati quasi dieci anni, molte persone si ricordano ancora del mio personaggio... Si vede che ho lasciato il segno! I cattivi spesso lasciano più di un segno...<ref>Da ''[https://www.tvsoap.it/2017/05/beautiful-intervista-luca-biagini-doppiatore-eric-forrester/ Beautiful: Tv Soap intervista Luca Biagini]'', ''Tvsoap.it'', 4 maggio 2017.</ref>
{{Int|Da ''[http://guide.supereva.it/doppiaggio_e_doppiatori/interventi/2006/08/264703.shtml Intervista esclusiva a Luca Biagini]''|Intervista di Daniela Sgambelluri, ''Supereva.it'', 26 agosto 2006.}}
*Il doppiaggio che mi ha dato più soddisfazione in assoluto è quello di [[John Malkovich]] ne ''[[Le relazioni pericolose]]''. Del resto mi fanno sempre fare le parti del cattivo. Credo che dipenda dai tratti del volto.
*Questa professione {{NDR|il [[doppiaggio]]}} richiede una molteplice professionalità: bisogna essere attori, saper cogliere emozioni e sentimenti, avere conoscenze tecniche. Purtroppo ci si accorge del valore del doppiaggio solo quando è mal riuscito.
*È stato il grande [[Emilio Cigoli]] ad introdurmi in questo mondo. Erano i primi anni '80 e recitavo in una serie poliziesca in cui lui era direttore del doppiaggio. Finito di girare mi chiamò e mi propose di doppiare una parte, tra l'altro molto difficile. Io ero un po' intimorito. Lui mi disse: "Non si preoccupi. Le spiegherò tutto io". E così fu. È stato un maestro straordinario oltre ad essere un vero grande signore.
==Note==
<references />
==Filmografia==
===Attore===
*''[[Maria Goretti (film)|Maria Goretti]]'' (2003)
*''[[Chiara e Francesco]]'' (2007)
===Doppiatore===
====Film====
{{div col|strette}}
*''[[Amadeus]]'' (1984) <small>(versione ''Director's cut'' del 2002)</small>
*''[[Scuola di polizia (film)|Scuola di polizia]]'' (1984)
*''[[In compagnia dei lupi]]'' (1984)
*''[[Scuola di polizia 2 - Prima missione]]'' (1985)
*''[[Aliens - Scontro finale]]'' (1986)
*''[[La storia fantastica]]'' (1987)
*''[[Big]]'' (1988)
*''[[Le relazioni pericolose]]'' (1988)
*''[[Trappola di cristallo]]'' (1988)
*''[[Una donna in carriera]]'' (1988)
*''[[Batman (film 1989)|Batman]]'' (1989)
*''[[Gli occhi del delitto]]'' (1992)
*''[[La mano sulla culla]]'' (1992)
*''[[Le iene (film)|Le iene]]'' (1992)
*''[[Dave - Presidente per un giorno]]'' (1993)
*''[[Ed Wood (film)|Ed Wood]]'' (1994)
*''[[Priscilla - La regina del deserto]]'' (1994)
*''[[Copycat - Omicidi in serie]]'' (1995)
* ''[[Forget Paris]]'' (1995)
*''[[Il paziente inglese]]'' (1996)
*''[[Amistad]]'' (1997)
*''[[Con Air]]'' (1997)
*''[[Harry a pezzi]]'' (1997)
*''[[Il mondo perduto - Jurassic Park]]'' (1997)
*''[[Linea di sangue (film 1997)|Linea di sangue]]'' (1997)
*''[[Ombre aliene]]'' (1997)
*''[[Soldato Jane]]'' (1997)
*''[[Nemico pubblico (film 1998)|Nemico pubblico]]'' (1998)
*''[[Essere John Malkovich]]'' (1999)
*''[[Jimmy Grimble]]'' (2000)
*''[[Pitch Black]]'' (2000)
*''[[Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello]]'' (2001)
*''[[L'ultimo sogno]]'' (2001)
*''[[Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie]]'' (2001)
*''[[The Shipping News - Ombre dal profondo]]'' (2001)
*''[[24 ore (film)|24 ore]]'' (2002)
*''[[Dr. Jekyll and Mr. Hyde (film 2002 Phillips)|Dr. Jekyll and Mr. Hyde]]'' (2002)
*''[[Il club degli imperatori]]'' (2002)
*''[[Il Signore degli Anelli - Le due torri]]'' (2002)
*''[[Montecristo (film 2002)|Montecristo]]'' (2002)
*''[[Spider]]'' (2002)
*''[[The Bourne Identity]]'' (2002)
*''[[Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re]]'' (2003)
*''[[Love Actually - L'amore davvero]]'' (2003)
*''[[Paycheck]]'' (2003)
*''[[Identità violate]]'' (2004)
*''[[Ocean's Twelve]]'' (2004)
*''[[The Assassination]]'' (2004)
*''[[The Terminal]]'' (2004)
*''[[Guida galattica per autostoppisti]]'' (2005)
*''[[Jarhead]]'' (2005)
*''[[Manderlay]]'' (2005)
*''[[Eragon]]'' (2006)
*''[[Lady in the Water]]'' (2006)
*''[[Marie Antoinette]]'' (2006)
*''[[La Pantera Rosa (film 2006)|La Pantera Rosa]]'' (2006)
*''[[Slevin - Patto criminale]]'' (2006)
*''[[Smokin' Aces]]'' (2006)
*''[[L'ultimo inquisitore]]'' (2006)
*''[[12 (film)|12]]'' (2007)
*''[[Gone Baby Gone]]'' (2007)
*''[[Il petroliere]]'' (2007)
*''[[Transformers (film)|Transformers]]'' (2007)
*''[[3ciento - Chi l'ha duro... la vince]]'' (2008)
*''[[Burn After Reading - A prova di spia]]'' (2008)
*''[[Changeling]]'' (2008)
*''[[John Rambo (film)|John Rambo]]'' (2008)
*''[[Le cronache di Narnia: il principe Caspian]]'' (2008)
*''[[Avatar (film 2009)|Avatar]]'' (2009)
*''[[Basta che funzioni]]'' (2009)
*''[[La ragazza che giocava con il fuoco (film)|La ragazza che giocava con il fuoco]]'' (2019)
*''[[La regina dei castelli di carta (film)|La regina dei castelli di carta]]'' (2009)
*''[[Laureata... e adesso?]]'' (2009)
*''[[Transformers - La vendetta del caduto]]'' (2009)
*''[[Il discorso del re]]'' (2010)
*''[[Il gusto dell'amore]]'' (2010)
*''[[Red (film 2010)|Red]]'' (2010)
*''[[Tron: Legacy]]'' (2010)
*''[[Amici, amanti e...]]'' (2011)
*''[[Anonymous]]'' (2011)
*''[[Captain America - Il primo Vendicatore]]'' (2011)
*''[[Il rito (film 2011)|Il rito]]'' (2011)
*''[[Melancholia]]'' (2011)
*''[[La talpa (film 2011)|La talpa]]'' (2011)
*''[[Lanterna Verde (film)|Lanterna Verde]]'' (2011)
*''[[Margin Call]]'' (2011)
*''[[Melancholia]]'' (2011)
*''[[Mission: Impossible - Protocollo fantasma]]'' (2011)
*''[[Quasi amici - Intouchables]]'' (2011)
*''[[Solo per vendetta]]'' (2011)
*''[[The Iron Lady]]'' (2011)
*''[[Transformers 3]]'' (2011)
*''[[40 carati]]'' (2012)
*''[[Cloud Atlas]]'' (2012)
*''[[Gambit - Una truffa a regola d'arte]]'' (2012)
*''[[Ghost Rider - Spirito di vendetta]]'' (2012)
*''[[Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato]]'' (2012)
*''[[Stolen (film 2012)|Stolen]]'' (2012)
*''[[Una ragazza a Las Vegas]]'' (2012)
*''[[Now You See Me - I maghi del crimine]]'' (2013)
*''[[Red 2]]'' (2013)
*''[[Snowpiercer]]'' (2013)
*''[[Kingsman - Secret Service]]'' (2014)
*''[[Il caso Spotlight]]'' (2015)
*''[[Sicario (film 2015)|Sicario]]'' (2015)
*''[[Sotto il cielo delle Hawaii (film 2015)|Sotto il cielo delle Hawaii]]'' (2015)
*''[[Money Monster - L'altra faccia del denaro]]'' (2016)
*''[[Il libro della giungla (film 2016)|Il libro della giungla]]'' (2016)
*''[[Il sogno di Francesco]]'' (2016)
*''[[The Founder]]'' (2016)
*''[[Sully (film)|Sully]]'' (2016)
*''[[Alien: Covenant]]'' (2017)
*''[[I segreti di Wind River]]'' (2017)
*''[[La forma dell'acqua - The Shape of Water]]'' (2017)
*''[[Spider-Man: Homecoming]]'' (2017)
*''[[Bird Box]]'' (2018)
*''[[Green Book]]'' (2018)
*''[[Insidious - L'ultima chiave]]'' (2018)
*''[[La diseducazione di Cameron Post]]'' (2018)
*''[[Hellboy (film 2019)|Hellboy]]'' (2019)
*''[[Velvet Buzzsaw]]'' (2019)
*''[[365 giorni]]'' (2020)
*''[[Il processo ai Chicago 7]]'' (2020)
*''[[Mank]]'' (2020)
*''[[Being the Ricardos]]'' (2021)
{{div col end}}
====Film d'animazione====
{{div col|strette}}
<!--*''[[Bianca e Bernie nella terra dei canguri]]'' (1990) -->
*''[[Dragon Ball Z: Le origini del mito]]'' (1990)
*''[[Il principe d'Egitto]]'' (1998)
*''[[La gabbianella e il gatto]]'' (1998)
*''[[Giù per il tubo]]'' (2006)
*''[[Fantastic Mr. Fox]]'' (2009)
*''[[Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento]]'' (2010)
*''[[La collina dei papaveri]]'' (2011)
*''[[Ralph Spaccatutto]]'' (2012)
*''[[Si alza il vento]]'' (2013)
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====Serie animate====
*''[[Avatar - La leggenda di Aang]]'' (2005 - 2008)
====Serie televisive====
{{div col|strette}}
*''[[House of Cards (miniserie televisiva)|House of Cards]]'' (1990 - 1995)
*''[[Salomone (miniserie televisiva)|Salomone]]'' (1997)
*''[[Alias (serie televisiva)|Alias]]'' (2001 - 2006)
*''[[Dr. House - Medical Division]]'' (2004 - 2012)
*''[[Downton Abbey]]'' (2010 - 2015)
*''[[La Bibbia (miniserie televisiva)|La Bibbia]]'' (2013)
*''[[Miss Marple (sesta stagione)|Miss Marple]]'' (2013 - 2014)
*''[[Gotham (serie televisiva)|Gotham]]'' (2014 - in corso)
*''[[American Crime Story]]'' (2016 - in corso)
*''[[Sex Education]]'' (2019 - in corso)
*''[[Fran Lebowitz. Una vita a New York]]'' (2021)
{{div col end}}
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{Dr. House - Medical Division}}
{{DEFAULTSORT:Biagini, Luca}}
[[Categoria:Doppiatori italiani]]
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Angelo Maggi
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Bradipo Lento
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/* Film */ +[[Paycheck]]
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text/x-wiki
'''Angelo Maggi''' (1955 – vivente), attore e doppiatore italiano.
==Citazioni di Angelo Maggi==
*Ho avuto la fortuna di lavorare con grandissimi doppiatori del passato, [[Ferruccio Amendola]], [[Peppino Rinaldi]], mentre di altri so di quello che mi hanno raccontato colleghi perché per motivi anagrafici non li ho conosciuti. La prima volta che mi approcciai con Ferruccio Amendola, con la sua direzione, lui mi disse perfettamente "Ma che cosa urli? Non serve tutto questo volume vicino a un microfono, hai il microfono vicino che riprende anche il più piccolo sospiro, metti molta meno voce". Questo è l'insegnamento che mi diede Ferruccio Amendola, che bisogna usare la voce con discrezione, con parsimonia, mentre quello di Peppino Rinaldi è stato niente, l'ho solo sentito parlare vicino a me, ma è stata comunque un'emozione grandissima perché per me è stato il più grande di tutti. [[Carlo Romano]] non l'ho mai conosciuto, era tra l'altro il nonno di [[Luca Ward|Luca]] e [[Monica Ward]], ed era un grandissimo grande attore, come nei film di [[Totò]], un grande carattere, e io nel mio spettacolo cito anche [[Jerry Lewis]] e quindi Carlo Romano, insieme anche ad [[Emilio Cigoli]], la voce Italiana più affascinante di tutti i tempi, perché ha doppiato [[John Wayne]], [[Clark Gable]], [[Gary Cooper]], [[Tina Lattanzi]] che ha dato la voce a [[Greta Garbo]], [[Rosetta Calavetta]] voce di [[Marylyn Monroe]] che andava in sala sempre con i guanti, perché era una signora o una salutista.<ref>Da ''[http://www.cinefarm.it/intervista-al-doppiattore-angelo-maggi/ Intervista al "DoppiAttore" Angelo Maggi]'', ''Cinefarm.it'', 16 marzo 2016.</ref>
*Il doppiatore si deve approcciare con molta umiltà a questi attori che ha la fortuna di doppiare, perché sono talmente bravi attori, grandi attori, che bisogna seguirli in tutto e per tutto, cercando di non tradire le sfumature e le emozioni, soprattutto, perché noi parliamo di [[doppiaggio]], dobbiamo parlare di emozioni; le emozioni che loro hanno dato nella loro lingua, le dobbiamo trasformare nelle emozioni in un'altra lingua che - nel nostro caso - è l'italiano, non facendo perdere le sfumature che loro hanno dato.<ref name=AM>Da un'intervista di Andrea Razza, ''Enciclopediadeldoppiaggio.it'', 2011. [https://www.youtube.com/watch?v=51m0g_0bVYM Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref>
*Mi ricordo perfettamente che per una piccola battuta di probabilmente, forse, un semplice "sì", cioè una cosa piccolissima, si poteva rifare anche venti, trenta volte. Cioè, cercavano le sfumature. Le sfumature, oggi, ovviamente... sappiamo che il doppiaggio è completamente cambiato. È proprio... un'altra cosa, però io ho avuto la fortuna di conoscere... di entrare nel mondo del doppiaggio in quegli anni lì. <ref name=AM />
==Note==
<references />
==Filmografia==
===Attore===
*''[[Sapore di mare]]'' (1982)
*''[[Sapore di mare 2 - Un anno dopo]]'' (1983)
*''[[Francesco (miniserie televisiva 2002)|Francesco]]'' (2002)
===Doppiatore===
====Film====
{{div col|strette}}
*''[[La piccola bottega degli orrori (film 1960)|La piccola bottega degli orrori]]'' (1960)
*''[[Il padrino]]'' (1972) <small>(riddoppiaggio 2007)</small>
*''[[Il ritorno dello Jedi]]'' (1983)
*''[[Amadeus]]'' (1984) <small>(versione ''Director's cut'' del 2002)</small>
*''[[Trappola di cristallo]]'' (1988)
*''[[Hellraiser II: Prigionieri dell'inferno]]'' (1989)
*''[[Hellraiser III - Inferno sulla città]]'' (1992)
*''[[Il cattivo tenente]]'' (1992)
*''[[L'ultimo dei Mohicani (film 1992)|L'ultimo dei Mohicani]]'' (1992)
*''[[Fusi di testa 2 - Waynestock]]'' (1993)
*''[[Tartarughe Ninja III]]'' (1993)
*''[[Batman Forever]]'' (1995)
*''[[Clockers]]'' (1995)
*''[[Othello (film 1995)|Othello]]'' (1995)
*''[[Strange Days (film)|Strange Days]]'' (1995)
*''[[The Addiction - Vampiri a New York]]'' (1995)
*''[[Via da Las Vegas]]'' (1995)
*''[[Independence Day]]'' (1996)
*''[[Ransom - Il riscatto]]'' (1996)
*''[[Riccardo III - Un uomo, un re]]'' (1996)
*''[[Romeo + Giulietta di William Shakespeare]]'' (1996)
*''[[The Rock]]'' (1996)
*''[[Nemico pubblico (film 1998)|Nemico pubblico]]'' (1998)
*''[[Rush Hour - Due mine vaganti]]'' (1998)
*''[[Shakespeare in Love]]'' (1998)
*''[[Soldi sporchi]]'' (1998)
*''[[The Spiral]]'' (1998)
*''[[Analisi di un delitto]]'' (1999)
*''[[Hurricane - Il grido dell'innocenza]]'' (1999)
*''[[Il mondo non basta]]'' (1999)
*''[[Notting Hill (film)|Notting Hill]]'' (1999)
*''[[Ogni maledetta domenica]]'' (1999)
*''[[The Sixth Sense - Il sesto senso]]'' (1999)
*''[[Thirteen Days]]'' (2000)
*''[[U-571]]'' (2000)
*''[[Unbreakable - Il predestinato]]'' (2000)
*''[[Bandits]]'' (2001)
*''[[Cast Away]]'' (2001)
*''[[Codice: Swordfish]]'' (2001)
*''[[Colpo grosso al drago rosso - Rush Hour 2]]'' (2001)
*''[[Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello]]'' (2001)
*''[[S.Y.N.A.P.S.E. - Pericolo in rete]]'' (2001)
*''[[Al vertice della tensione]]'' (2002)
*''[[Il pianista (film)|Il pianista]]'' (2002)
*''[[Insomnia]]'' (2002)
*''[[La morte può attendere]]'' (2002)
*''[[Prova a prendermi]]'' (2002)
*''[[Taken]]'' (2002)
*''[[Unfaithful - L'amore infedele]]'' (2002)
*''[[In the Cut]]'' (2003)
*''[[Love Actually - L'amore davvero]]'' (2003)
*''[[Paycheck]]'' (2003)
*''[[Un tocco di zenzero]]'' (2003)
*''[[Birth - Io sono Sean]]'' (2004)
*''[[La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler]]'' (2004)
*''[[The Terminal]]'' (2004)
*''[[Factotum (film)|Factotum]]'' (2005)
*''[[Le crociate - Kingdom of Heaven]]'' (2005)
*''[[Memorie di una geisha (film)|Memorie di una geisha]]'' (2005)
*''[[Slevin - Patto criminale]]'' (2006)
*''[[Smokin' Aces]]'' (2006)
*''[[Gone Baby Gone]]'' (2007)
*''[[Hostel: Part II]]'' (2007)
*''[[Into the Wild - Nelle terre selvagge]]'' (2007)
*''[[L'età barbarica]]'' (2007)
*''[[La guerra di Charlie Wilson]]'' (2007)
*''[[Mongol]]'' (2007)
*''[[Number 23]]'' (2007)
*''[[Perfect Stranger (film)|Perfect Stranger]]'' (2007)
*''[[Rush Hour 3 - Missione Parigi]]'' (2007)
*''[[Shooter (film)|Shooter]]'' (2007)
*''[[Transformers (film)|Transformers]]'' (2007)
*''[[Un ponte per Terabithia]]'' (2007)
*''[[Babylon A.D.]]'' (2008)
*''[[Il bambino con il pigiama a righe]]'' (2008)
*''[[Il cavaliere oscuro]]'' (2008)
*''[[Il curioso caso di Benjamin Button]]'' (2008)
*''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008)
*''[[Milk]]'' (2008)
*''[[Traitor - Sospetto tradimento]]'' (2008)
*''[[Tropic Thunder]]'' (2008)
*''[[Agora (film)|Agora]]'' (2009)
*''[[I Love Shopping]]'' (2009)
*''[[La scomparsa di Alice Creed]]'' (2009)
*''[[Precious (film)|Precious]]'' (2009)
*''[[Star Trek (film 2009)|Star Trek]]'' (2009)
*''[[Transformers - La vendetta del caduto]]'' (2009)
*''[[Watchmen (film)|Watchmen]]'' (2009)
*''[[X-Men le origini - Wolverine]]'' (2009)
*''[[Adèle e l'enigma del faraone]]'' (2010)
*''[[Iron Man 2]]'' (2010)
*''[[Kick-Ass (film)|Kick-Ass]]'' (2010)
*''[[Red (film 2010)|Red]]'' (2010)
*''[[Robin Hood (film 2010)|Robin Hood]]'' (2010)
*''[[Scontro tra titani]]'' (2010)
*''[[Shutter Island]]'' (2010)
*''[[Tron: Legacy]]'' (2010)
*''[[Uomini di Dio]]'' (2010)
*''[[Wall Street - Il denaro non dorme mai]]'' (2010)
*''[[Cappuccetto rosso sangue]]'' (2011)
*''[[Catch .44]]'' (2011)
*''[[L'ultimo dei Templari (film 2011)|L'ultimo dei Templari]]'' (2011)
*''[[Lanterna Verde (film)|Lanterna verde]]'' (2011)
*''[[Molto forte, incredibilmente vicino]]'' (2011)
*''[[Quasi amici - Intouchables]]'' (2011)
*''[[Setup (film)|Setup]]'' (2011)
*''[[Super 8]]'' (2011)
*''[[The Iron Lady]]'' (2011)
*''[[Transformers 3]]'' (2011)
*''[[Bel Ami - Storia di un seduttore]]'' (2012)
*''[[Cloud Atlas]]'' (2012)
*''[[Flight (film 2012)|Flight]]'' (2012)
*''[[Il cavaliere oscuro - Il ritorno]]'' (2012)
*''[[La fredda luce del giorno]]'' (2012)
*''[[Lawless]]'' (2012)
*''[[The Avengers (film 2012)|The Avengers]]'' (2012)
*''[[Zero Dark Thirty]]'' (2012)
*''[[American Hustle - L'apparenza inganna]]'' (2013)
*''[[Corpi da reato]]'' (2013)
*''[[G.I. Joe - La vendetta]]'' (2013)
*''[[Gigolò per caso]]'' (2013)
*''[[Oltre i confini del male - Insidious 2]]'' (2013)
*''[[Into Darkness - Star Trek]]'' (2013)
*''[[Iron Man 3]]'' (2013)
*''[[Red 2]]'' (2013)
*''[[Saving Mr. Banks]]'' (2013)
*''[[Shadowhunters - Città di ossa]]'' (2013)
*''[[The Blacklist]]'' (2013 - in corso)
*''[[Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie]]'' (2014)
*''[[La teoria del tutto]]'' (2014)
*''[[Le regole del caos]]'' (2014)
*''[[RoboCop (film 2014)|Robocop]]'' (2014)
*''[[Avengers: Age of Ultron]]'' (2015)
*''[[Chiamatemi Francesco - Il Papa della gente]]'' (2015)
*''[[Il ponte delle spie]]'' (2015)
*''[[Jurassic World]]'' (2015)
*''[[Steve Jobs (film)|Steve Jobs]]'' (2015)
*''[[Captain America: Civil War]]'' (2016)
*''[[Jackie (film 2016)|Jackie]]'' (2016)
*''[[Lady Macbeth (film)|Lady Macbeth]]'' (2016)
*''[[Money Monster - L'altra faccia del denaro]]'' (2016)
*''[[Split]]'' (2016)
*''[[Sully (film)|Sully]]'' (2016)
*''[[John Wick - Capitolo 2]]'' (2017)
*''[[Spider-Man: Homecoming]]'' (2017)
*''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018)
*''[[The Plagues of Breslau|I flagelli di Breslavia]]'' (2018)
*''[[Il giustiziere della notte - Death Wish]]'' (2018)
*''[[Avengers: Endgame]]'' (2019)
*''[[Cosmic Sin]]'' (2021)
*''[[The Batman]]'' (2022)
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====Film d'animazione====
{{div col|strette}}
*''[[Akira (film)|Akira]]'' (1988)
*''[[I Simpson - Il film]]'' (2007)
*''[[Bolt - Un eroe a quattro zampe]]'' (2008)
*''[[Kung Fu Panda]]'' (2008)
*''[[Kung Fu Panda 2]]'' (2011)
*''[[Si alza il vento]]'' (2013)
*''[[Kung Fu Panda 3]]'' (2016)
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====Serie animate====
*''[[Le avventure di Superman]]'' (1996 – 2000)
====Serie televisive====
{{div col|strette}}
*''[[Le avventure di Superman]]'' (1996 - 2000)
*''[[Scrubs - Medici ai primi ferri]]'' (2001 - 2010)
*''[[Everwood]]'' (2002 - 2006)
*''[[NCIS - Unità anticrimine]]'' (2003 - in corso)
*''[[Supernatural (serie televisiva)|Supernatural]]'' (2005-in corso)
*''[[Il Trono di Spade]]'' (2011 – 2019)
*''[[House of Cards - Gli intrighi del potere]]'' (2013 - in corso)
*''[[Peaky Blinders]]'' (2013 - in corso)
*''[[Dieci piccoli indiani (miniserie televisiva)|Dieci piccoli indiani]]'' (2015)
{{div col end}}
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Maggi, Angelo}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Doppiatori italiani]]
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Lucia Bosè
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[[File:Lucia bosè-la settimana incom-9 sett 50.jpg|miniatura|Lucia Bosé]]
'''Lucia Bosé''', nome d'arte di '''Lucia Borloni''' (1931 – 2020), attrice italiana.
==Citazioni di Lucia Bosé==
{{cronologico}}
*Tutto naturalmente muterebbe che dal matrimonio mi venisse un bambino. Allora l'addio allo schermo diventerebbe necessario, forse definitivo.<ref>Dall'intervista, ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0055_01_1955_0045_0003_14202942/ Lucia Bosé ed il torero raccontano il loro amore]'', ''La Stampa'', 22 febbraio 1955.</ref>
*Il [[cinema]] non è un ripiego, qualcosa che possa sostituire la mia vita affettiva.<ref>Citato in Guido Aristarco, ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0122_01_1968_0200_0003_7156148/ Il ritorno di Lucia Bosé in un film "impegnato"]'', ''La Stampa'', 4 settembre 1968.</ref>
*Non sono vittima di crisi mistiche né corro in chiesa a battermi il petto, ma ho sempre sentito che ciascuno di noi ha un angelo che lo protegge, gli dà forza, l'invita a star bene con se stesso e con gli altri.<ref>Citato in Simonetta Robioni, ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,29/articleid,0541_01_1998_0091_0029_7177383/ Lucia Bosé: Ecco i miei angeli]'', ''La Stampa'', 3 aprile 1998.</ref>
*{{NDR|Su [[Marlon Brando]]}} Era bello in modo incredibile, portava i blue-jeans e una t-shirt bianca che gli fasciava il corpo. Noi in Italia non avevamo mai visto una cosa così.<ref>Dall'intervista di [[Alain Elkann]], ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,27/articleid,0197_01_2004_0182_0027_1389861/ Lucia Bosé: Affascinante come un animale]'', ''La Stampa'', 3 luglio 2004.</ref>
*{{NDR|Sul figlio [[Miguel Bosé|Miguel]]}} È un uomo e un artista straordinario: ha la raffinatezza e l'intelligenza machiavellica italiana e il senso dello spettacolo spagnolo.<ref>Dall'intervista di [[Candida Morvillo]], ''[http://www.iodonna.it/personaggi/2016/01/27/lucia-bose-lasciai-dominguin-quando-mi-tradi-con-una-cugina-che-viveva-con-noi/?refresh_ce-cp Lucia Bosé: lasciai Dominguin quando mi tradì con una cugina che viveva con noi]'', ''Io Donna.it'', 27 gennaio 2016.</ref>
==Note==
<references />
==Filmografia==
*''[[Questa è la vita]]'' (1954)
*''[[Fellini Satyricon]]'' (1969)
==Voci correlate==
*[[Miguel Bosé]] – figlio
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Bosé, Lucia}}
[[Categoria:Attori italiani]]
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===In ''[[Cesare Caravaglios]], Voci e gridi di venditori in Napoli''===
*Per dire che di una cosa se ne è avuta poca mettere la punta del pollice fissata sotto l'estremità dell'indice, mentre le altre dita restano chiuse quasi a pugno. Tale gesto tradotto in parole vuol significare:<br />{{centrato| — N'aggiu avuto pucurillo!}}{{centrato|(Ne ho avuto pochino!) (p. 19)}}
*Per dire ad una persona che beve molto accostare ed allontanare più volte dalla bocca la mano chiusa col solo pollice disteso. La mano così disposta vuole imitare il ''fiasco'' al quale sogliono bere i napoletani. Portando la mano alla bocca si indica l'atto del bere.<br/>Talvolta questo gesto è accompagnato da certe espressioni del viso che vogliono chiaramente dire:<br/>{{centrato| — 'Mbriacone!}}{{centrato| — ({{sic|Ubbriacone}}!) (p.19)}}
*Per dare del ladro ad una persona distendere la palma della mano, indi curvare obliquamente le dita {{sic|l'uno dopo l'altro}}, mentre lo sguardo si rivolge alla persona che si apostrofa:<br />Il significato di questo gesto è:<br />{{centrato|(— Tu si nu mariuolo!)}}{{centrato|Tu sei un ladro! (p. 21)}}
*Volendo comunicare che una persona è morta fare in aria il segno della croce. Questo gesto è assai usato dai napoletani per indicare una speranza perduta. Si traduce:<br />{{centrato| — Nu nce sta cchiù che ffà!}}{{centrato|(Tutto è finito!) (p. 21)}}
*Volendo dare dell<nowiki>'</nowiki>''asino'' ad una persona aprire la bocca mentre la lingua si distende sul labbro inferiore. Labbro e mento quasi penzoloni. Gli occhi non debbono avere né vivacità, né spirito.!<br />Eseguito il gesto con destrezza e rapidità si dirà:<br/>{{centrato| — Si ciuccio!}}{{centrato|(Sei un asino!) (p. 22)}}
*L'additare è uno dei gesti più naturali e più frequenti dei napoletani. Essi distendono l'indice e lo dirigono verso l'oggetto che vogliono indicare, allungando il braccio e la mano il più che sia possibile. Spesso, però, essi al dito sostituiscono gli occhi sempre vivi e lampeggianti accompagnando il movimento con un piccolo adeguato gesto della testa.<br/>L'additare ha il significato di:<br />{{centrato| — 'O vì lloco!}}{{centrato|(Eccolo!) (pp. 22-23)}}
==Bibliografia==
*[[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', {{small| con 33 illustrazioni e 15 trascrizioni musicali}}, introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX.
===''Spigolando...''===
*''<nowiki>'</nowiki>A vacànzia è fernuta e me garbizza | sto chiarfo<ref>Chìarfo, refuso, nel testo.</ref>ca 'ncarma | l'appecundria. È meglio stracquà, | 'e campìglie arrevèntano scaiènze | 'e l'autunno ca 'nzarda into culore | do vignale e s'aggranfeca zumpanno | 'nzì' lo core. Ca mmùmmera aggubbata | selluzzo pe sbariamiento, forse | pe cupià 'o chiarfo, po piglià pe fesso.''<ref>''Piscegràzia'', (''Strascico''), in ''Tommaso Pignatelli Quando un politico fa buona poesia'', a cura di Arnaldo Colasanti. In ''Poesia'', n. 102, anno X, gennaio 1997, Crocetti Editore, Milano, 1997, p. 62.</ref><ref>''La vacanza è finita e mi piace | questa pioggia violenta che benedice | la malinconia. È meglio desistere, | le promesse diventano bisogni | dell'autunno che preme nel colore | della vigna e s'arrampica a sussulti | fino al cuore. Col capo piegato | singhiozzo per distrazione, forse, | per imitare l'acquazzone, per prenderlo in giro.'' La traduzione è in ''Poesia'', n. 102, anno X, p. 62.</ref> ('''Tommaso Pignatelli''')
*''C'è un luogo dove dormi | e il tuo respiro | io non lo sento, | non lo sento mai. || Fra i nostri due riposi | è la città spavalda | strade, fragori, alterchi, gente e tetti | e come due leoni sul sagrato | remoti e fermi, chiusi in una forma, | noi vigiliamo la nostra distanza.''<ref>Citato in ''I leoni del sagrato di Mariagloria Sears'', ''Corriere della Sera'', 25 maggio 2018; in ''[https://www.pressreader.com/ pressreader.com]''.</ref><ref>Citato in ''[http://scaffalinvisibili.blogspot.com/2016/06/i-leoni-sul-sagrato-mariagloria-sears.html scaffalinvisibili.blogspot.com]'', 3 giugno 2016.</ref>('''Mariagloria Sears''')
*{{NDR|La bellezza, non una}} [...] categoria estetica ma l'energia di Dio, l'energia della gloria di Dio, la gloria dell'energia di Dio che trasfigura il mondo... un varco che si apre su un altro mondo, su un'altra realtà più grande, il mondo della realtà, della grazia di Dio.<ref>Citato in Giovanna Parravicini, ''[https://www.avvenire.it/agora/pagine/la-pianista-e-il-dittatore_201007230714383000000 La pianista e il dittatore]'', ''avvenire.it'', 23 luglio 2010.</ref> ('''Padre Vsevolod Spiller''', al funerale di [[Marija Veniaminovna Judina|Maria Yudina]])
*Certamente ogni opera letteraria ha un suo suolo natio nell'invito alla comunicazione, in una specie di nostalgia d'amore. Ogni testo letterario è in un certo senso epistola...<ref>Citato in ''Il mondo di carta di Hrvoje Pejaković'', a cura di Mladen Machiedo, in ''Poesia'', n. 101, anno IX, dicembre 1996, traduzione di Mladen Machiedo, Crocetti Editore, Milano, p. 73 </ref> ('''Hrvoje Pejaković''')
*Claudia Severa alla sua Lepidina, salute. Il terzo giorno prima delle Idi di settembre<ref>L'11 settembre.</ref>, per il giorno in cui si festeggia il mio compleanno, ti invito di cuore a venire da noi, sorella mia, per rendere ancora più felice la mia giornata con la tua presenza... Saluta il tuo Ceriale. Il mio Elio e il figlio lo salutano. Ti aspetto, stammi bene, sorella, anima carissima, così come mi auguro di star bene io, e addio. Da Severa a Sulpicia Lepidina (moglie) di Ceriale.<ref>Citato in AA. VV., ''La passione di Perpetua e Felicita'', prefazione di Eva Cantarella, a cura di Marco Formisano, introduzione, traduzione e note di Marco Formisano, Bur, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=gpccMSN7AssC&lpg=PR5&dq=Sulpicia&hl=it&pg=PR4#v=onepage&q&f=false p. IV]. ISBN 978-88-58-64889-6</ref> ('''[[w:Tavolette di Vindolanda|Invito di Vindolanda]]''')
*{{NDR|Sul Quartetto n. 14 di Beethoven}} Dopo questo, cosa ci è rimasto da poter scrivere? ('''Franz Schubert''')
:''After this, what is left for us to write?''<ref>{{en}} Citato in [[Mark Nepo]],''The Endless Practice. {{small|Becoming Who You Were Born to Be}}'', Simon and Schuster, New York, 2014, [https://books.google.it/books?id=LvRuAwAAQBAJ&lpg=PA237&dq=&pg=PA237#v=onepage&q&f=false p. 237].</ref>
*{{NDR|Dopo la conversione}} Fuori faceva sempre bello; avevo cinque anni, e quel mondo fatto in precedenza di pietra e di catrame era un gran giardino dove mi sarebbe stato permesso di giocare per tutto il tempo che sarebbe piaciuto al cielo [...] Dio esisteva, ed era presente, rivelato e mascherato da quella delegazione di luce che senza discorsi né figure dava tutto alla comprensione e all'amore [...]. Il miracolo durò un mese. Ogni mattino, ritrovavo affascinato quella luce che faceva impallidire il giorno, quella dolcezza che non dimenticherò mai, e che è tutta la mia sapienza teologica. (Da ''Dio esiste'', pp. 147-148.<ref name=Φως />) ('''André Frossard''')
*{{NDR|[[w:Paredro|Paredro]]}} [...] un'entità associata, sorta di "compadre" o sostituto o baby sitter dell'eccezionale.<ref>Da ''Componibile 62'', traduzione di Flaviarosa Nicoletti Rossini, Sur. Citato in Walter Catalano, ''[https://www.pulplibri.it/catalano-vampiro-surrealista/ Il vampiro surrealista. {{small|Vampirismi d'autore}}]'', ''pulplibri.it'', 5 dicembre 2019.</ref> ('''Julio Cortàzar''')
*Incontriamo, via via che proseguiamo la lettura, il piacere sensuale del libro che abbiamo in mano e la dolorosa passione per la pagina bianca, lì in attesa dell'inchiostro, dei segni, delle parole, della punteggiatura...<ref>Citato in [[Dacia Maraini]], ''Amata scrittura'', Rizzoli Bur, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=yIAIXGeOwcMC&lpg=PP1&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false p. 1].</ref> ('''Giulia Borgese''')
*[...] [[Julien Green]] è il fauno della contraddizione.<ref name=fauno>Da ''[https://www.ilgiornale.it/news/julien-green-vertigine-fulminea-scrittura-1386519.html Julien Green, la vertigine fulminea della scrittura]'', ''ilgiornale.it'', 16 aprile 2017.</ref> ('''Davide Brullo''')
*La grandezza di [[Giardini di Versailles|Versailles]] consiste nella coerente applicazione di un ordine logico, dal quale non era permessa alcuna deviazione: si trattava di un'opera d'arte che esigeva obbedienza. Una tale opera può venir concepita ed eseguita una sola volta in una cultura. Essa lascia infatti i partecipanti esausti e bisognosi di cose più frivole. Il sollievo fu trovato nelle imitazioni dell'idea del giardino inglese (il jardin anglais), nei particolari rococò e negli ornamenti finto-cinesi (chinoiserie). Nel frattempo, in tutta Europa, gli aspiranti principi tentavano la loro Versailles. Pochi di questi autocrati avevano l'esatta concezione e nessuno la ricchezza di [[Luigi XVI]]°. Ciò non di meno essi lasciarono la loro impronta e godettero di principeschi giardini fantasticamente stravaganti.<ref>Da ''Il giardino ben arredato'', traduzione di Antonella Bortolin, Di Baio Editore, Milano, 1990, [https://books.google.it/books?id=4OtXL8MPuQwC&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32]. ISBN 88-7080-239-6</ref> ('''Michael Balston''')
*[...] la musica ti parla e basta saperla ascoltare, e nel momento esatto del concerto ecco che entra in gioco l'istinto. Perché in fondo la musica è un essere vivo, è vita e bisogna trattarla come tale, permettendosi di essere intuitivi, spontanei, lasciandosi trasportare dall'impulso del momento.<ref>Citato in ''[http://met.cittametropolitana.fi.it/news.aspx?n=323122 L'ORT continua con lo streaming del venerdì. Questa settimana propone Nil Venditti sul podio e Kevin Spagnolo solista al clarinetto]'',''met.cittametropolitana.fi.it'', 18 novembre 2020.</ref> ('''Nil Venditti''')
*[...] la relazione tra ''jour'' e ''nuit'' non è soltanto d'opposizione, ma anche di inclusione. Non c'è bisogno di grandi conoscenze di psicanalisi per ravvisare nella notte un simbolo materno, simbolo di quel luogo materno, di quella notte delle viscere ove tutto inizia, e per vedere che l'amore per la notte è il ritorno alla madre, discesa verso le Madri, viluppo inestricabile d'istinto vitale ed attrazione mortale. Qui si rivela un ulteriore rovesciamento nella dialettica del giorno e della notte, giacché se il giorno dominatore è, nel pieno del suo splendore, la vita, la notte femminea è, nella sua profondità abissale, vita e morte insieme: è la notte che ci dà alla luce, è la notte che ce la riprenderà.<ref>Citato in
''Effetto notte. {{small|Percorsi d'arte e di luce nella Napoli sotterranea}}'', a cura di Ludovico Pratesi e Paola Magni, Castelvecchi, Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=cG57ZWlXZBgC&lpg=PA1942&dq=&pg=PA1958#v=onepage&q&f=false p. 1958]. ISBN 88-8210-154-1</ref> ('''Gérard Genette''')
*''Le poesie non sono dei materassini | su cui sdraiarsi a prendere il sole | a dire Mi fa pensare, bello! | che è proprio così. | Le poesie sono una distesa di cocci | cui puoi stare sopra respirando piano, | con sempre un certo dolore | e quando ti alzi, | nella migliore delle ipotesi | ti senti l'impressione | il segno sulla pelle | di una insospettata, non tua, | scomodità profonda.''<ref>''Di un'insospettata, non tua, scomoda profondità''. Citato in Francesca Genti, ''La poesia è un unicorno'', Mondadori, Milano, 2018, [https://books.google.it/books?id=ZVRLDwAAQBAJ&lpg=PT62&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]. ISBN 9788804687092</ref> ('''Valentina Diana''')
*{{NDR|Le carte geografiche}} Mi affascina la loro quiete geometrica, la chiarità che ne determina e ne scioglie anche il groviglio di linee. Non è questa dopotutto la vita? Una mappa che interseca e a volte confonde volumi e colori lasciando a noi il compito di distinguere.<ref>Dall'intervista ad [[Antonio Gnoli]], ''[https://www.repubblica.it/cultura/2016/08/07/news/margherita_pieracci_harwell_io_e_cristina_campo_amiche_per_la_vita_lei_mi_dava_la_forza_di_non_deluderla_-145554390/ Margherita Pieracci Harwell: "Io e Cristina Campo amiche per la vita. Lei mi dava la forza di non deluderla"]'', ''repubblica.it'', 7 agosto 2016.</ref> ('''Margherita Pieracci Harwell''')
*Montevideo come città manca di ciò che si è convenuto chiamare fisionomia americana. L'eleganza, il lusso stesso della quantità delle sue case ed infine la disposizione dei suoi viali, piazze e monumenti ne fanno una città di gusto europeo moderno. Il movimento della strada, i negozi, i teatri, sembrano seguire la stessa legge, perfino il clima sembra collaborare per far credere al turista del vecchio mondo che non ha cambiato patria. ('''Eugène de Robiedo''' nel 1877)
:''Montevideo como ciudad carece de lo que se ha convenido en llamar fisonomía americana. La elegancia, el lujo mismo de cantidad de sus casas y finalmente la disposición de sus paseos, plazas y monumentos hacen de ella una ciudad de gusto europeo moderno. El movimiento de la calle, los comercios, los teatros, parecen seguir la misma ley, hasta el clima parece ponerse de su parte para hacer creer al turista del viejo mundo que no ha cambiado de patria.»''<ref>Citato in Julio Sánchez Gómez, ''De bastión español a símbolo de la libertad. Montevideo en los tiempos de ciudad amurallada, 1725-1850/1870'', in Julio Sánchez Gómez y José Manuel Santos Pérez, ''De urbe indiana.{{small|Ensayos sobre ciudades y urbanismo en Brasil y en la América hispana}}''. Editor Julio Sánchez Gómez. Editorial Universidad de Salamanca, 2010, [https://books.google.it/books?id=3N-JJUEQmKcC&lpg=PA141&ots=j9hhainazu&dq=&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]. ISBN 978-84-7800-207-8.</ref>
*''Nel buio della notte s'alzò in volo, | vagò per ampio cielo la mia mente, | poi nuvole varcò fino alla proda | ove, rappreso, il tempo disfavilla. | Trascese il sole, oltrepassò le stelle | per perdersi in un vortice di fuoco. | Non si bruciò, ma rapida trascorse | alla porta del riso e della gioia. | Si sporse: fluttuavano baciandosi | cieli in onde di fiamma e pura luce, | ove amore è semente a soli e stelle. | Entrò, ma l'investì vivo bagliore: | in melodie serene l'universo | moveva incontro ad adorar l'Eterno.''<ref>''Pensiero notturno'', in ''Il fiore della poesia di Giuseppe Serembe'', traduzione italiana a cura di Vincenzo Belmonte, p. 5.</ref> ('''Giuseppe Serembe''')
*{{NDR|Julien Green}} Romanziere raffinatissimo, esegeta delle inquietudini, chiromante del dubbio [...].<ref name=fauno /> ('''Davide Brullo''')
*{{NDR|L'anello di Carvilio}} [...] pezzo assolutamente unico e originale è l'anello a fascia che è stato trovato al dito di Aebutia<ref>Madre di Carvilio.</ref>. Sotto il castone in raro cristallo di rocca, lavorato "a cabochon", è collocato un mini-busto di Carvilio, che morì prematuramente all'età di 18 anni e tre mesi. Si tratta di una microfusione a cera persa e rappresenta un giovane a torso nudo, con capelli ricci, labbra sottili e naso aquilino. L'effetto luminoso della lente di cristallo dona una misteriosa profondità all’immagine del defunto evocando la lontananza-vicinanza della sua anima agli affetti della madre. ('''Andrea Cionci''') <ref>Da ''[https://www.lastampa.it/cultura/2017/11/24/news/l-ombra-d-oro-del-giovane-carvilio-la-mummia-di-roma-1.34390857 L'ombra d'oro del giovane Carvilio, la Mummia di Roma. La dispersione degli straordinari reperti della tomba di Grottaferrata]'', ''lastampa.it'', 24 novembre 2017.</ref>
*{{NDR|Santa Maria Egiziaca dopo la conversione}} Quando [...] uscii sulla piazza, mi parve che tutto fosse nuovo, meravigliosamente mai visto. Neppure il colore del cielo sembrava più lo stesso, né il volto della gente. Mi ricordai allora di un giorno in cui, dopo una pioggia torrenziale, mi guardai intorno e vidi che tutto era pulito. (Da ''Leggende cristiane'', a cura di L. Manetti e S. Zuffì, p. 359.<ref name=Φως>Citato in Claudia Cirami, ''[https://www.breviarium.eu/2020/04/01/maria-egiziaca-la-vedente/ Come a Maria Egiziaca "si aprirono gli occhi"]'', ''breviarium.eu'', 1 aprile 2020.</ref>)
*Questa settimana ho ascoltato tre volte la Passione secondo Matteo del divino Bach, ogni volta con il sentimento di sconfinata meraviglia. Chi ha completamente dimenticato [disimparato] il Cristianesimo, la ascolta veramente come un Vangelo, è la musica della negazione della Volontà, senza memoria dell'Askesis.
:''In diese Woche habe ich dreimal die ''Matthäuspassion'' des göttlichen Bach gehört, jedesmal mit dem Gefühl der unermesslichen Verwunderung. Wer das Christentum völlig verlernt hat, der hört es hier wirklich wie ein Evangelium, es ist die Musik der Verneinung des Willens, ohne die Erinnerung an die Askesis.''<ref>Da una lettera ed Erwin Rohde da Basilea del 30 aprile 1870. {{en}} Citato in Richard Viladesau, ''[The Pathos of the Cross. {{small|The Passion of Christ in Theology and the Arts – The Baroque Era}}]'', Oxford University Press, 2014, [https://books.google.it/books?id=Gc_QAgAAQBAJ&lpg=PA320&dq=&pg=PA320#v=onepage&q&f=false p. 320, nota 75].</ref>
*Tocca al silenzio non avere dubbi sulla morte. ('''Marcella Tarozzi Goldsmith''') <ref>Da ''Il silenzio e la parola'', 2001. Citato in Gino Ruozzi, ''Giano bifronte. {{small|Teoria e forme dell'aforisma italiano contemporaneo}}''; in AA. VV, ''Teoria e storia dell'aforisma'', premessa di Vittorio Roda, introduzione e cura di Gino Ruozzi, Bruno Mondadori, Milano, 2004, [https://books.google.it/books?id=NVueAgAAQBAJ&lpg=PA137&dq=&pg=PA137#v=onepage&q&f=false p. 137].</ref>
*{{NDR|Agli agenti del KGB}} Volete mandarmi nel gulag? Benissimo, per me è un'ottima notizia.<ref>Citato in Alessandro Zaccuri, ''[https://www.avvenire.it/agora/pagine/padre-vorobev-non-sappiamo-le-vittime Padre Vorob'ev (Russia): «Ancora oggi non sappiamo quante furono le vittime»]'', ''avvenire.it'', 23 agosto 2013.</ref>('''Tavknok''', monaco dell'eremo di Riga)
[[s:Myricae/In campagna/Novembre|Novembre]]
Yet there is no sorrier sight to watch then the vacant faces of those former high school and college students when, at thirty-five or fifty, all their mental alertness having vanished, the spark gone from their eyes, they dutifully chew their gum to keep from yawning, while absorbing the chewing gum for the eyes of the movies or the chewing gum for the ears of the radio. [https://www.google.it/books/edition/Writers_and_Their_Critics/Zv0tAAAAMAAJ?hl=it&gbpv=1&bsq=Peyre+Yet+there+is+no+sorrier+sight+to+watch+then+the+vacant+faces+of+those+former+high+school+and+college+students+when,+at+thirty-five+or+fifty,+all+their+mental+alertness+having+vanished,+the+spark+gone+from+their+eyes,+they+dutifully+chew+their+gum+to+keep+from+yawning,+while+absorbing+the+chewing+gum+for+the+eyes+of+the+movies+or+the+chewing+gum+for+the+ears+of+the+radio.&dq=Peyre+Yet+there+is+no+sorrier+sight+to+watch+then+the+vacant+faces+of+those+former+high+school+and+college+students+when,+at+thirty-five+or+fifty,+all+their+mental+alertness+having+vanished,+the+spark+gone+from+their+eyes,+they+dutifully+chew+their+gum+to+keep+from+yawning,+while+absorbing+the+chewing+gum+for+the+eyes+of+the+movies+or+the+chewing+gum+for+the+ears+of+the+radio.&printsec=frontcover p. 291] [https://www.google.it/books/edition/Writers_and_Their_Critics/Zv0tAAAAMAAJ?hl=it&gbpv=1&bsq=Peyre+Yet+there+is+no+sorrier+sight+to+watch+then+the+vacant+faces+of+those+former+high+school+and+college+students+when,+at+thirty-five+or+fifty,+all+their+mental+alertness+having+vanished,+the+spark+gone+from+their+eyes,+they+dutifully+chew+their+gum+to+keep+from+yawning,+while+absorbing+the+chewing+gum+for+the+eyes+of+the+movies+or+the+chewing+gum+for+the+ears+of+the+radio.&dq=Peyre+Yet+there+is+no+sorrier+sight+to+watch+then+the+vacant+faces+of+those+former+high+school+and+college+students+when,+at+thirty-five+or+fifty,+all+their+mental+alertness+having+vanished,+the+spark+gone+from+their+eyes,+they+dutifully+chew+their+gum+to+keep+from+yawning,+while+absorbing+the+chewing+gum+for+the+eyes+of+the+movies+or+the+chewing+gum+for+the+ears+of+the+radio.&printsec=frontcover] Henri Peyre
*[https://www.google.it/books/edition/A_History_of_Neapolitan_Drama_in_the_Twe/2LIPCwAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=paliotti+salone+margherita&pg=PA30&printsec=frontcover]
*''Di Notte, il Can, quasi sia specchio, mira | il cerchio de la Luna; e, sé vedendo, | crede, ch'entro v'alberghi un altro cane. | Latra; ma, invan, vana la voce ai venti | è mandata, e dispersa; e Delia sorda | và dietro il suo camin, termina il corso.''
:''Lunarem noctu, ut speculum, canis inspicit orbem, | seque; videns, alium credit inesse canem, | et latrat: sed frustra agitur vox irrita ventis, | et peragit cursus surda Diana suos.'' https://archive.org/details/emblemidiandreaa00alci/page/244/mode/2up?ref=ol&_autoReadAloud=show&view=theater
*{{NDR|I Corifea}}''Il tempo è breve; chi insegue l'immenso perde l'attimo presente.''
''Or quando nella tènebra | notturna il pie' mio candido | agiterò nel bacchico tripudio, | la cervice crollando all'ètra rorido, | come cerbiatta che del prato allegrasi | fra le verdi delizie, | poi che la truce caccia | ha sfuggita, e l'insidia | delle ben tese reti? Col suo sibilo | il cacciatore l'impeto dei cani aizza invan sulla sua traccia: | ch'essa, pari ad un turbine, | via per i prati lanciasi | lunghesso il fiume; e nelle solitudini | ove uom non giunge, posa, | e tra i virgulti della selva ombrosa. || Che è saggezza? E qual fu mai dai Superi | dono piú insigne agli uomini largito, | che la man dei nemici | tener sulle cervici? | E quanto è bello a noi sempre è gradito.'' ( https://it.wikisource.org/wiki/Le_Baccanti/Terzo_stasimo p. 80)
Fu nel 1717 che, con l'accennata fondazione della Grande Loggia di Londra e col subentrare della cosiddetta "massoneria speculativa" continentale, si verificarono il soppiantamento e l'inversione di polarità, di cui si è detto. Come "speculazione" qui valse infatti l'ideologia illuministica, enciclopedistica e razionalistica connessa ad una corrispondente, deviata interpretazione dei simboli, e l'attività dell'organizzazione si concentrò decisamente sul piano politico-sociale, anche se usando prevalentemente la tattica dell'azione indiretta e manovrando con influenze e suggestioni, di cui era difficile individuare l'origine prima. Si vuole che questa trasformazione si sia verificata solo in alcune logge e che altre abbiano conservato il loro carattere iniziatico e operativo anche dopo il 1717. In effetti, questo carattere si può riscontrare negli ambienti massonici cui appartennero un Martinez de Pasqually, un Claude de Saint Martin e lo stesso Joseph de Maistre. Ma devesi ritenere che questa stessa massoneria sia entrata, per altro riguardo, essa stessa in una fase di degenerescenza, se essa nulla ha potuto contro l'affermarsi dell'altra e se, praticamente, da questa è stata alla fine travolta. Né si è avuta una qualsiasi azione della massoneria, che sarebbe rimasta iniziatica per diffidare e sconfessare l'altra, per condannare l'attività politico-sociale e per impedire che, dappertutto, essa valesse propriamente e ufficialmente come massoneria. (da La massoneria moderna come inversione del ghibellinismo) [https://books.google.it/books?id=_I_LCQAAQBAJ&lpg=PA216&ots=Gz4kYfw_mW&dq=&pg=PA216#v=onepage&q&f=false]
*È nella battaglia stessa che occorre risvegliare e temprare quella forza che, di là dalle bufere del sangue e degli stenti, con nuovo splendore e con pace potente propizierà una nuova creazione. Per questo, oggi si dovrebbe apprendere di nuovo sul campo di battaglia la pura azione, l’azione non solo nel significato di ascesi virile, ma anche di purificazione e via verso forme di vita superiori, valide in sé e per sé — il che, però, significa in un certo modo proprio un ritorno alla tradizione primordiale ario-occidentale. [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=EXMQAQAAIAAJ&dq=di+nuovo+sul+campo+di+battaglia+la+pura+azione%2C+l%E2%80%99azione+non+solo+nel+significato+di+ascesi+virile%2C+ma+anche+di+purificazione+e+via+verso+forme+di+vita+superiori&focus=searchwithinvolume&q=ascesi+virile]
'''Anca Damian''' (... | ...), regista e produttrice cinematografica rumena.
==Citazioni di Anca Damian==
*{{NDR|Su Marona, la cagnetta protagonista del cartone animato ''La mia fantastica vita da cane''}} Il destino di Marona è semplice ed essenziale, universale e individuale. Vivere l'istante presente; apprezzare le piccole cose; essere in connessione profonda con gli altri – ecco le "lezioni di felicità" dai cani per gli umani.<ref>Citato in ''[https://news.cinecitta.com/IT/it-it/news/53/88124/il-legame-tra-cane-e-padrone-nel-nuovo-film-di-anca-damian.aspx Il legame tra cane e padrone nel nuovo film di Anca Damian]'', ''cinecittà.com'', 2 dicembre 2021.</ref>
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Damian, Anca}}
[[Categoria:Registi rumeni]]
==Note==
<references />
==Anne Barratin==
[https://fr.wikipedia.org/wiki/Anne_Barratin] [https://books.google.it/books?id=p0tFAAAAYAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA92#v=onepage&q&f=false]
[https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]
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==Di seguito alcuni modi di dire di cui non trovo la fonte==
*'''Appennere 'e panne 'a 'nu malo chiuovo.'''
:''Appendere gli abiti ad un cattivo (malfermo) chiodo.''
::{{spiegazione|Essersi grandemente sbagliati sul conto di una persona (averla ritenuta troppo mite, accomodante, averla sottovalutata, avere affrettatamente concluso che fosse un cliente facile o averla ritenuta affidabile et similia. Es. ''Hê appiso 'e panne 'a 'nu malo chiuovo.'' ''Hai appeso gli abiti a un chiodo malfermo'', e cioè: ''Hai capito proprio male, ti sei proprio sbagliato''}}
*'''Essere buono sott' 'a 'na zuppa 'e fave.'''
:''Essere buoni sotto una zuppa di fave.''
::{{spiegazione|Non essere buoni per nulla.}}
*''''O guappo a trucco.'''
:''Il guappo "truccato"''
::{{spiegazione|Un finto guappo, una tigre di carta; un [https://it.wiktionary.org/wiki/baudruche baudruche], in sostanza.}}
*''''O male 'e mola e 'a musica dint' 'e rrecchie.'''
:''Il mal di mola e la musica nelle orecchie.''
::{{spiegazione|Una tormentosa scocciatura, una situazione insopportabile}}
*'''Tené 'a scarda dint' a ll'uocchie.'''
:''Avere la scheggia negli occhi.''
::{{spiegazione|Gli occhi sono lo specchio dell'anima, occhi nei quali balena una "scheggia", non sono occhi limpidi. Lo si dice di una persona maligna.}}
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2022-08-09T00:51:15Z
Sun-crops
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/* Di seguito alcuni modi di dire di cui non trovo la fonte */ +1
wikitext
text/x-wiki
===In ''[[Cesare Caravaglios]], Voci e gridi di venditori in Napoli''===
*Per dire che di una cosa se ne è avuta poca mettere la punta del pollice fissata sotto l'estremità dell'indice, mentre le altre dita restano chiuse quasi a pugno. Tale gesto tradotto in parole vuol significare:<br />{{centrato| — N'aggiu avuto pucurillo!}}{{centrato|(Ne ho avuto pochino!) (p. 19)}}
*Per dire ad una persona che beve molto accostare ed allontanare più volte dalla bocca la mano chiusa col solo pollice disteso. La mano così disposta vuole imitare il ''fiasco'' al quale sogliono bere i napoletani. Portando la mano alla bocca si indica l'atto del bere.<br/>Talvolta questo gesto è accompagnato da certe espressioni del viso che vogliono chiaramente dire:<br/>{{centrato| — 'Mbriacone!}}{{centrato| — ({{sic|Ubbriacone}}!) (p.19)}}
*Per dare del ladro ad una persona distendere la palma della mano, indi curvare obliquamente le dita {{sic|l'uno dopo l'altro}}, mentre lo sguardo si rivolge alla persona che si apostrofa:<br />Il significato di questo gesto è:<br />{{centrato|(— Tu si nu mariuolo!)}}{{centrato|Tu sei un ladro! (p. 21)}}
*Volendo comunicare che una persona è morta fare in aria il segno della croce. Questo gesto è assai usato dai napoletani per indicare una speranza perduta. Si traduce:<br />{{centrato| — Nu nce sta cchiù che ffà!}}{{centrato|(Tutto è finito!) (p. 21)}}
*Volendo dare dell<nowiki>'</nowiki>''asino'' ad una persona aprire la bocca mentre la lingua si distende sul labbro inferiore. Labbro e mento quasi penzoloni. Gli occhi non debbono avere né vivacità, né spirito.!<br />Eseguito il gesto con destrezza e rapidità si dirà:<br/>{{centrato| — Si ciuccio!}}{{centrato|(Sei un asino!) (p. 22)}}
*L'additare è uno dei gesti più naturali e più frequenti dei napoletani. Essi distendono l'indice e lo dirigono verso l'oggetto che vogliono indicare, allungando il braccio e la mano il più che sia possibile. Spesso, però, essi al dito sostituiscono gli occhi sempre vivi e lampeggianti accompagnando il movimento con un piccolo adeguato gesto della testa.<br/>L'additare ha il significato di:<br />{{centrato| — 'O vì lloco!}}{{centrato|(Eccolo!) (pp. 22-23)}}
==Bibliografia==
*[[Cesare Caravaglios]], ''Voci e gridi di venditori in Napoli'', {{small| con 33 illustrazioni e 15 trascrizioni musicali}}, introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX.
===''Spigolando...''===
*''<nowiki>'</nowiki>A vacànzia è fernuta e me garbizza | sto chiarfo<ref>Chìarfo, refuso, nel testo.</ref>ca 'ncarma | l'appecundria. È meglio stracquà, | 'e campìglie arrevèntano scaiènze | 'e l'autunno ca 'nzarda into culore | do vignale e s'aggranfeca zumpanno | 'nzì' lo core. Ca mmùmmera aggubbata | selluzzo pe sbariamiento, forse | pe cupià 'o chiarfo, po piglià pe fesso.''<ref>''Piscegràzia'', (''Strascico''), in ''Tommaso Pignatelli Quando un politico fa buona poesia'', a cura di Arnaldo Colasanti. In ''Poesia'', n. 102, anno X, gennaio 1997, Crocetti Editore, Milano, 1997, p. 62.</ref><ref>''La vacanza è finita e mi piace | questa pioggia violenta che benedice | la malinconia. È meglio desistere, | le promesse diventano bisogni | dell'autunno che preme nel colore | della vigna e s'arrampica a sussulti | fino al cuore. Col capo piegato | singhiozzo per distrazione, forse, | per imitare l'acquazzone, per prenderlo in giro.'' La traduzione è in ''Poesia'', n. 102, anno X, p. 62.</ref> ('''Tommaso Pignatelli''')
*''C'è un luogo dove dormi | e il tuo respiro | io non lo sento, | non lo sento mai. || Fra i nostri due riposi | è la città spavalda | strade, fragori, alterchi, gente e tetti | e come due leoni sul sagrato | remoti e fermi, chiusi in una forma, | noi vigiliamo la nostra distanza.''<ref>Citato in ''I leoni del sagrato di Mariagloria Sears'', ''Corriere della Sera'', 25 maggio 2018; in ''[https://www.pressreader.com/ pressreader.com]''.</ref><ref>Citato in ''[http://scaffalinvisibili.blogspot.com/2016/06/i-leoni-sul-sagrato-mariagloria-sears.html scaffalinvisibili.blogspot.com]'', 3 giugno 2016.</ref>('''Mariagloria Sears''')
*{{NDR|La bellezza, non una}} [...] categoria estetica ma l'energia di Dio, l'energia della gloria di Dio, la gloria dell'energia di Dio che trasfigura il mondo... un varco che si apre su un altro mondo, su un'altra realtà più grande, il mondo della realtà, della grazia di Dio.<ref>Citato in Giovanna Parravicini, ''[https://www.avvenire.it/agora/pagine/la-pianista-e-il-dittatore_201007230714383000000 La pianista e il dittatore]'', ''avvenire.it'', 23 luglio 2010.</ref> ('''Padre Vsevolod Spiller''', al funerale di [[Marija Veniaminovna Judina|Maria Yudina]])
*Certamente ogni opera letteraria ha un suo suolo natio nell'invito alla comunicazione, in una specie di nostalgia d'amore. Ogni testo letterario è in un certo senso epistola...<ref>Citato in ''Il mondo di carta di Hrvoje Pejaković'', a cura di Mladen Machiedo, in ''Poesia'', n. 101, anno IX, dicembre 1996, traduzione di Mladen Machiedo, Crocetti Editore, Milano, p. 73 </ref> ('''Hrvoje Pejaković''')
*Claudia Severa alla sua Lepidina, salute. Il terzo giorno prima delle Idi di settembre<ref>L'11 settembre.</ref>, per il giorno in cui si festeggia il mio compleanno, ti invito di cuore a venire da noi, sorella mia, per rendere ancora più felice la mia giornata con la tua presenza... Saluta il tuo Ceriale. Il mio Elio e il figlio lo salutano. Ti aspetto, stammi bene, sorella, anima carissima, così come mi auguro di star bene io, e addio. Da Severa a Sulpicia Lepidina (moglie) di Ceriale.<ref>Citato in AA. VV., ''La passione di Perpetua e Felicita'', prefazione di Eva Cantarella, a cura di Marco Formisano, introduzione, traduzione e note di Marco Formisano, Bur, Milano, 2013, [https://books.google.it/books?id=gpccMSN7AssC&lpg=PR5&dq=Sulpicia&hl=it&pg=PR4#v=onepage&q&f=false p. IV]. ISBN 978-88-58-64889-6</ref> ('''[[w:Tavolette di Vindolanda|Invito di Vindolanda]]''')
*{{NDR|Sul Quartetto n. 14 di Beethoven}} Dopo questo, cosa ci è rimasto da poter scrivere? ('''Franz Schubert''')
:''After this, what is left for us to write?''<ref>{{en}} Citato in [[Mark Nepo]],''The Endless Practice. {{small|Becoming Who You Were Born to Be}}'', Simon and Schuster, New York, 2014, [https://books.google.it/books?id=LvRuAwAAQBAJ&lpg=PA237&dq=&pg=PA237#v=onepage&q&f=false p. 237].</ref>
*{{NDR|Dopo la conversione}} Fuori faceva sempre bello; avevo cinque anni, e quel mondo fatto in precedenza di pietra e di catrame era un gran giardino dove mi sarebbe stato permesso di giocare per tutto il tempo che sarebbe piaciuto al cielo [...] Dio esisteva, ed era presente, rivelato e mascherato da quella delegazione di luce che senza discorsi né figure dava tutto alla comprensione e all'amore [...]. Il miracolo durò un mese. Ogni mattino, ritrovavo affascinato quella luce che faceva impallidire il giorno, quella dolcezza che non dimenticherò mai, e che è tutta la mia sapienza teologica. (Da ''Dio esiste'', pp. 147-148.<ref name=Φως />) ('''André Frossard''')
*{{NDR|[[w:Paredro|Paredro]]}} [...] un'entità associata, sorta di "compadre" o sostituto o baby sitter dell'eccezionale.<ref>Da ''Componibile 62'', traduzione di Flaviarosa Nicoletti Rossini, Sur. Citato in Walter Catalano, ''[https://www.pulplibri.it/catalano-vampiro-surrealista/ Il vampiro surrealista. {{small|Vampirismi d'autore}}]'', ''pulplibri.it'', 5 dicembre 2019.</ref> ('''Julio Cortàzar''')
*Incontriamo, via via che proseguiamo la lettura, il piacere sensuale del libro che abbiamo in mano e la dolorosa passione per la pagina bianca, lì in attesa dell'inchiostro, dei segni, delle parole, della punteggiatura...<ref>Citato in [[Dacia Maraini]], ''Amata scrittura'', Rizzoli Bur, Milano, 2012, [https://books.google.it/books?id=yIAIXGeOwcMC&lpg=PP1&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false p. 1].</ref> ('''Giulia Borgese''')
*[...] [[Julien Green]] è il fauno della contraddizione.<ref name=fauno>Da ''[https://www.ilgiornale.it/news/julien-green-vertigine-fulminea-scrittura-1386519.html Julien Green, la vertigine fulminea della scrittura]'', ''ilgiornale.it'', 16 aprile 2017.</ref> ('''Davide Brullo''')
*La grandezza di [[Giardini di Versailles|Versailles]] consiste nella coerente applicazione di un ordine logico, dal quale non era permessa alcuna deviazione: si trattava di un'opera d'arte che esigeva obbedienza. Una tale opera può venir concepita ed eseguita una sola volta in una cultura. Essa lascia infatti i partecipanti esausti e bisognosi di cose più frivole. Il sollievo fu trovato nelle imitazioni dell'idea del giardino inglese (il jardin anglais), nei particolari rococò e negli ornamenti finto-cinesi (chinoiserie). Nel frattempo, in tutta Europa, gli aspiranti principi tentavano la loro Versailles. Pochi di questi autocrati avevano l'esatta concezione e nessuno la ricchezza di [[Luigi XVI]]°. Ciò non di meno essi lasciarono la loro impronta e godettero di principeschi giardini fantasticamente stravaganti.<ref>Da ''Il giardino ben arredato'', traduzione di Antonella Bortolin, Di Baio Editore, Milano, 1990, [https://books.google.it/books?id=4OtXL8MPuQwC&lpg=PA32&dq=&pg=PA32#v=onepage&q&f=false p. 32]. ISBN 88-7080-239-6</ref> ('''Michael Balston''')
*[...] la musica ti parla e basta saperla ascoltare, e nel momento esatto del concerto ecco che entra in gioco l'istinto. Perché in fondo la musica è un essere vivo, è vita e bisogna trattarla come tale, permettendosi di essere intuitivi, spontanei, lasciandosi trasportare dall'impulso del momento.<ref>Citato in ''[http://met.cittametropolitana.fi.it/news.aspx?n=323122 L'ORT continua con lo streaming del venerdì. Questa settimana propone Nil Venditti sul podio e Kevin Spagnolo solista al clarinetto]'',''met.cittametropolitana.fi.it'', 18 novembre 2020.</ref> ('''Nil Venditti''')
*[...] la relazione tra ''jour'' e ''nuit'' non è soltanto d'opposizione, ma anche di inclusione. Non c'è bisogno di grandi conoscenze di psicanalisi per ravvisare nella notte un simbolo materno, simbolo di quel luogo materno, di quella notte delle viscere ove tutto inizia, e per vedere che l'amore per la notte è il ritorno alla madre, discesa verso le Madri, viluppo inestricabile d'istinto vitale ed attrazione mortale. Qui si rivela un ulteriore rovesciamento nella dialettica del giorno e della notte, giacché se il giorno dominatore è, nel pieno del suo splendore, la vita, la notte femminea è, nella sua profondità abissale, vita e morte insieme: è la notte che ci dà alla luce, è la notte che ce la riprenderà.<ref>Citato in
''Effetto notte. {{small|Percorsi d'arte e di luce nella Napoli sotterranea}}'', a cura di Ludovico Pratesi e Paola Magni, Castelvecchi, Roma, 1999, [https://books.google.it/books?id=cG57ZWlXZBgC&lpg=PA1942&dq=&pg=PA1958#v=onepage&q&f=false p. 1958]. ISBN 88-8210-154-1</ref> ('''Gérard Genette''')
*''Le poesie non sono dei materassini | su cui sdraiarsi a prendere il sole | a dire Mi fa pensare, bello! | che è proprio così. | Le poesie sono una distesa di cocci | cui puoi stare sopra respirando piano, | con sempre un certo dolore | e quando ti alzi, | nella migliore delle ipotesi | ti senti l'impressione | il segno sulla pelle | di una insospettata, non tua, | scomodità profonda.''<ref>''Di un'insospettata, non tua, scomoda profondità''. Citato in Francesca Genti, ''La poesia è un unicorno'', Mondadori, Milano, 2018, [https://books.google.it/books?id=ZVRLDwAAQBAJ&lpg=PT62&dq=&pg=PT59#v=onepage&q&f=false p. 59]. ISBN 9788804687092</ref> ('''Valentina Diana''')
*{{NDR|Le carte geografiche}} Mi affascina la loro quiete geometrica, la chiarità che ne determina e ne scioglie anche il groviglio di linee. Non è questa dopotutto la vita? Una mappa che interseca e a volte confonde volumi e colori lasciando a noi il compito di distinguere.<ref>Dall'intervista ad [[Antonio Gnoli]], ''[https://www.repubblica.it/cultura/2016/08/07/news/margherita_pieracci_harwell_io_e_cristina_campo_amiche_per_la_vita_lei_mi_dava_la_forza_di_non_deluderla_-145554390/ Margherita Pieracci Harwell: "Io e Cristina Campo amiche per la vita. Lei mi dava la forza di non deluderla"]'', ''repubblica.it'', 7 agosto 2016.</ref> ('''Margherita Pieracci Harwell''')
*Montevideo come città manca di ciò che si è convenuto chiamare fisionomia americana. L'eleganza, il lusso stesso della quantità delle sue case ed infine la disposizione dei suoi viali, piazze e monumenti ne fanno una città di gusto europeo moderno. Il movimento della strada, i negozi, i teatri, sembrano seguire la stessa legge, perfino il clima sembra collaborare per far credere al turista del vecchio mondo che non ha cambiato patria. ('''Eugène de Robiedo''' nel 1877)
:''Montevideo como ciudad carece de lo que se ha convenido en llamar fisonomía americana. La elegancia, el lujo mismo de cantidad de sus casas y finalmente la disposición de sus paseos, plazas y monumentos hacen de ella una ciudad de gusto europeo moderno. El movimiento de la calle, los comercios, los teatros, parecen seguir la misma ley, hasta el clima parece ponerse de su parte para hacer creer al turista del viejo mundo que no ha cambiado de patria.»''<ref>Citato in Julio Sánchez Gómez, ''De bastión español a símbolo de la libertad. Montevideo en los tiempos de ciudad amurallada, 1725-1850/1870'', in Julio Sánchez Gómez y José Manuel Santos Pérez, ''De urbe indiana.{{small|Ensayos sobre ciudades y urbanismo en Brasil y en la América hispana}}''. Editor Julio Sánchez Gómez. Editorial Universidad de Salamanca, 2010, [https://books.google.it/books?id=3N-JJUEQmKcC&lpg=PA141&ots=j9hhainazu&dq=&pg=PA141#v=onepage&q&f=false p. 141]. ISBN 978-84-7800-207-8.</ref>
*''Nel buio della notte s'alzò in volo, | vagò per ampio cielo la mia mente, | poi nuvole varcò fino alla proda | ove, rappreso, il tempo disfavilla. | Trascese il sole, oltrepassò le stelle | per perdersi in un vortice di fuoco. | Non si bruciò, ma rapida trascorse | alla porta del riso e della gioia. | Si sporse: fluttuavano baciandosi | cieli in onde di fiamma e pura luce, | ove amore è semente a soli e stelle. | Entrò, ma l'investì vivo bagliore: | in melodie serene l'universo | moveva incontro ad adorar l'Eterno.''<ref>''Pensiero notturno'', in ''Il fiore della poesia di Giuseppe Serembe'', traduzione italiana a cura di Vincenzo Belmonte, p. 5.</ref> ('''Giuseppe Serembe''')
*{{NDR|Julien Green}} Romanziere raffinatissimo, esegeta delle inquietudini, chiromante del dubbio [...].<ref name=fauno /> ('''Davide Brullo''')
*{{NDR|L'anello di Carvilio}} [...] pezzo assolutamente unico e originale è l'anello a fascia che è stato trovato al dito di Aebutia<ref>Madre di Carvilio.</ref>. Sotto il castone in raro cristallo di rocca, lavorato "a cabochon", è collocato un mini-busto di Carvilio, che morì prematuramente all'età di 18 anni e tre mesi. Si tratta di una microfusione a cera persa e rappresenta un giovane a torso nudo, con capelli ricci, labbra sottili e naso aquilino. L'effetto luminoso della lente di cristallo dona una misteriosa profondità all’immagine del defunto evocando la lontananza-vicinanza della sua anima agli affetti della madre. ('''Andrea Cionci''') <ref>Da ''[https://www.lastampa.it/cultura/2017/11/24/news/l-ombra-d-oro-del-giovane-carvilio-la-mummia-di-roma-1.34390857 L'ombra d'oro del giovane Carvilio, la Mummia di Roma. La dispersione degli straordinari reperti della tomba di Grottaferrata]'', ''lastampa.it'', 24 novembre 2017.</ref>
*{{NDR|Santa Maria Egiziaca dopo la conversione}} Quando [...] uscii sulla piazza, mi parve che tutto fosse nuovo, meravigliosamente mai visto. Neppure il colore del cielo sembrava più lo stesso, né il volto della gente. Mi ricordai allora di un giorno in cui, dopo una pioggia torrenziale, mi guardai intorno e vidi che tutto era pulito. (Da ''Leggende cristiane'', a cura di L. Manetti e S. Zuffì, p. 359.<ref name=Φως>Citato in Claudia Cirami, ''[https://www.breviarium.eu/2020/04/01/maria-egiziaca-la-vedente/ Come a Maria Egiziaca "si aprirono gli occhi"]'', ''breviarium.eu'', 1 aprile 2020.</ref>)
*Questa settimana ho ascoltato tre volte la Passione secondo Matteo del divino Bach, ogni volta con il sentimento di sconfinata meraviglia. Chi ha completamente dimenticato [disimparato] il Cristianesimo, la ascolta veramente come un Vangelo, è la musica della negazione della Volontà, senza memoria dell'Askesis.
:''In diese Woche habe ich dreimal die ''Matthäuspassion'' des göttlichen Bach gehört, jedesmal mit dem Gefühl der unermesslichen Verwunderung. Wer das Christentum völlig verlernt hat, der hört es hier wirklich wie ein Evangelium, es ist die Musik der Verneinung des Willens, ohne die Erinnerung an die Askesis.''<ref>Da una lettera ed Erwin Rohde da Basilea del 30 aprile 1870. {{en}} Citato in Richard Viladesau, ''[The Pathos of the Cross. {{small|The Passion of Christ in Theology and the Arts – The Baroque Era}}]'', Oxford University Press, 2014, [https://books.google.it/books?id=Gc_QAgAAQBAJ&lpg=PA320&dq=&pg=PA320#v=onepage&q&f=false p. 320, nota 75].</ref>
*Tocca al silenzio non avere dubbi sulla morte. ('''Marcella Tarozzi Goldsmith''') <ref>Da ''Il silenzio e la parola'', 2001. Citato in Gino Ruozzi, ''Giano bifronte. {{small|Teoria e forme dell'aforisma italiano contemporaneo}}''; in AA. VV, ''Teoria e storia dell'aforisma'', premessa di Vittorio Roda, introduzione e cura di Gino Ruozzi, Bruno Mondadori, Milano, 2004, [https://books.google.it/books?id=NVueAgAAQBAJ&lpg=PA137&dq=&pg=PA137#v=onepage&q&f=false p. 137].</ref>
*{{NDR|Agli agenti del KGB}} Volete mandarmi nel gulag? Benissimo, per me è un'ottima notizia.<ref>Citato in Alessandro Zaccuri, ''[https://www.avvenire.it/agora/pagine/padre-vorobev-non-sappiamo-le-vittime Padre Vorob'ev (Russia): «Ancora oggi non sappiamo quante furono le vittime»]'', ''avvenire.it'', 23 agosto 2013.</ref>('''Tavknok''', monaco dell'eremo di Riga)
[[s:Myricae/In campagna/Novembre|Novembre]]
Yet there is no sorrier sight to watch then the vacant faces of those former high school and college students when, at thirty-five or fifty, all their mental alertness having vanished, the spark gone from their eyes, they dutifully chew their gum to keep from yawning, while absorbing the chewing gum for the eyes of the movies or the chewing gum for the ears of the radio. [https://www.google.it/books/edition/Writers_and_Their_Critics/Zv0tAAAAMAAJ?hl=it&gbpv=1&bsq=Peyre+Yet+there+is+no+sorrier+sight+to+watch+then+the+vacant+faces+of+those+former+high+school+and+college+students+when,+at+thirty-five+or+fifty,+all+their+mental+alertness+having+vanished,+the+spark+gone+from+their+eyes,+they+dutifully+chew+their+gum+to+keep+from+yawning,+while+absorbing+the+chewing+gum+for+the+eyes+of+the+movies+or+the+chewing+gum+for+the+ears+of+the+radio.&dq=Peyre+Yet+there+is+no+sorrier+sight+to+watch+then+the+vacant+faces+of+those+former+high+school+and+college+students+when,+at+thirty-five+or+fifty,+all+their+mental+alertness+having+vanished,+the+spark+gone+from+their+eyes,+they+dutifully+chew+their+gum+to+keep+from+yawning,+while+absorbing+the+chewing+gum+for+the+eyes+of+the+movies+or+the+chewing+gum+for+the+ears+of+the+radio.&printsec=frontcover p. 291] [https://www.google.it/books/edition/Writers_and_Their_Critics/Zv0tAAAAMAAJ?hl=it&gbpv=1&bsq=Peyre+Yet+there+is+no+sorrier+sight+to+watch+then+the+vacant+faces+of+those+former+high+school+and+college+students+when,+at+thirty-five+or+fifty,+all+their+mental+alertness+having+vanished,+the+spark+gone+from+their+eyes,+they+dutifully+chew+their+gum+to+keep+from+yawning,+while+absorbing+the+chewing+gum+for+the+eyes+of+the+movies+or+the+chewing+gum+for+the+ears+of+the+radio.&dq=Peyre+Yet+there+is+no+sorrier+sight+to+watch+then+the+vacant+faces+of+those+former+high+school+and+college+students+when,+at+thirty-five+or+fifty,+all+their+mental+alertness+having+vanished,+the+spark+gone+from+their+eyes,+they+dutifully+chew+their+gum+to+keep+from+yawning,+while+absorbing+the+chewing+gum+for+the+eyes+of+the+movies+or+the+chewing+gum+for+the+ears+of+the+radio.&printsec=frontcover] Henri Peyre
*[https://www.google.it/books/edition/A_History_of_Neapolitan_Drama_in_the_Twe/2LIPCwAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=paliotti+salone+margherita&pg=PA30&printsec=frontcover]
*''Di Notte, il Can, quasi sia specchio, mira | il cerchio de la Luna; e, sé vedendo, | crede, ch'entro v'alberghi un altro cane. | Latra; ma, invan, vana la voce ai venti | è mandata, e dispersa; e Delia sorda | và dietro il suo camin, termina il corso.''
:''Lunarem noctu, ut speculum, canis inspicit orbem, | seque; videns, alium credit inesse canem, | et latrat: sed frustra agitur vox irrita ventis, | et peragit cursus surda Diana suos.'' https://archive.org/details/emblemidiandreaa00alci/page/244/mode/2up?ref=ol&_autoReadAloud=show&view=theater
*{{NDR|I Corifea}}''Il tempo è breve; chi insegue l'immenso perde l'attimo presente.''
''Or quando nella tènebra | notturna il pie' mio candido | agiterò nel bacchico tripudio, | la cervice crollando all'ètra rorido, | come cerbiatta che del prato allegrasi | fra le verdi delizie, | poi che la truce caccia | ha sfuggita, e l'insidia | delle ben tese reti? Col suo sibilo | il cacciatore l'impeto dei cani aizza invan sulla sua traccia: | ch'essa, pari ad un turbine, | via per i prati lanciasi | lunghesso il fiume; e nelle solitudini | ove uom non giunge, posa, | e tra i virgulti della selva ombrosa. || Che è saggezza? E qual fu mai dai Superi | dono piú insigne agli uomini largito, | che la man dei nemici | tener sulle cervici? | E quanto è bello a noi sempre è gradito.'' ( https://it.wikisource.org/wiki/Le_Baccanti/Terzo_stasimo p. 80)
Fu nel 1717 che, con l'accennata fondazione della Grande Loggia di Londra e col subentrare della cosiddetta "massoneria speculativa" continentale, si verificarono il soppiantamento e l'inversione di polarità, di cui si è detto. Come "speculazione" qui valse infatti l'ideologia illuministica, enciclopedistica e razionalistica connessa ad una corrispondente, deviata interpretazione dei simboli, e l'attività dell'organizzazione si concentrò decisamente sul piano politico-sociale, anche se usando prevalentemente la tattica dell'azione indiretta e manovrando con influenze e suggestioni, di cui era difficile individuare l'origine prima. Si vuole che questa trasformazione si sia verificata solo in alcune logge e che altre abbiano conservato il loro carattere iniziatico e operativo anche dopo il 1717. In effetti, questo carattere si può riscontrare negli ambienti massonici cui appartennero un Martinez de Pasqually, un Claude de Saint Martin e lo stesso Joseph de Maistre. Ma devesi ritenere che questa stessa massoneria sia entrata, per altro riguardo, essa stessa in una fase di degenerescenza, se essa nulla ha potuto contro l'affermarsi dell'altra e se, praticamente, da questa è stata alla fine travolta. Né si è avuta una qualsiasi azione della massoneria, che sarebbe rimasta iniziatica per diffidare e sconfessare l'altra, per condannare l'attività politico-sociale e per impedire che, dappertutto, essa valesse propriamente e ufficialmente come massoneria. (da La massoneria moderna come inversione del ghibellinismo) [https://books.google.it/books?id=_I_LCQAAQBAJ&lpg=PA216&ots=Gz4kYfw_mW&dq=&pg=PA216#v=onepage&q&f=false]
*È nella battaglia stessa che occorre risvegliare e temprare quella forza che, di là dalle bufere del sangue e degli stenti, con nuovo splendore e con pace potente propizierà una nuova creazione. Per questo, oggi si dovrebbe apprendere di nuovo sul campo di battaglia la pura azione, l’azione non solo nel significato di ascesi virile, ma anche di purificazione e via verso forme di vita superiori, valide in sé e per sé — il che, però, significa in un certo modo proprio un ritorno alla tradizione primordiale ario-occidentale. [https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=EXMQAQAAIAAJ&dq=di+nuovo+sul+campo+di+battaglia+la+pura+azione%2C+l%E2%80%99azione+non+solo+nel+significato+di+ascesi+virile%2C+ma+anche+di+purificazione+e+via+verso+forme+di+vita+superiori&focus=searchwithinvolume&q=ascesi+virile]
'''Anca Damian''' (... | ...), regista e produttrice cinematografica rumena.
==Citazioni di Anca Damian==
*{{NDR|Su Marona, la cagnetta protagonista del cartone animato ''La mia fantastica vita da cane''}} Il destino di Marona è semplice ed essenziale, universale e individuale. Vivere l'istante presente; apprezzare le piccole cose; essere in connessione profonda con gli altri – ecco le "lezioni di felicità" dai cani per gli umani.<ref>Citato in ''[https://news.cinecitta.com/IT/it-it/news/53/88124/il-legame-tra-cane-e-padrone-nel-nuovo-film-di-anca-damian.aspx Il legame tra cane e padrone nel nuovo film di Anca Damian]'', ''cinecittà.com'', 2 dicembre 2021.</ref>
==Altri progetti==
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{{s}}
{{DEFAULTSORT:Damian, Anca}}
[[Categoria:Registi rumeni]]
==Note==
<references />
==Anne Barratin==
[https://fr.wikipedia.org/wiki/Anne_Barratin] [https://books.google.it/books?id=p0tFAAAAYAAJ&newbks=1&newbks_redir=0&dq=&pg=PA92#v=onepage&q&f=false]
[https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=YyFdAAAAMAAJ&dq=O+triato+%27e+donna+Peppa&focus=searchwithinvolume&q=Peppa p. 224]
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|list2 = '''Piazze''': [[Piazza Carlo III (Napoli)|Piazza Carlo III]]{{·}}[[Piazza Dante (Napoli)|Piazza Dante]]{{·}}[[Piazza del Mercato (Napoli)|Piazza del Mercato]]{{·}}[[Piazza del Municipio (Napoli)|Piazza del Municipio]]<br>'''Strade''': [[Riviera di Chiaia]]{{·}}[[Spaccanapoli]]{{·}}[[Via Foria]]{{·}}[[Via Toledo]]
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|list3 = '''Chiese''': [[Certosa di San Martino]]<br>'''Palazzi''': [[Palazzo Cellammare]]{{·}}[[Palazzo Donn'Anna]]{{·}}[[Real Albergo dei Poveri]]<br>'''Ville''': [[Villa comunale di Napoli]]<br>'''Altro''': [[Castel Capuano]]{{·}}[[Castel sant'Elmo]]{{·}}[[Centro direzionale di Napoli]]{{·}}[[Certosa di San Martino]]{{·}}[[Chiostri di San Martino]]{{·}}[[Cimitero di Poggioreale]]{{·}}[[Cimitero delle Fontanelle]]{{·}}[[Crypta Neapolitana]]{{·}}[[Galleria Umberto I]]{{·}}[[Maschio Angioino]]{{·}}[[Porta Capuana]]{{·}}[[Real Albergo dei Poveri]]{{·}}[[Stadio San Paolo]]{{·}}[[Teatro di San Carlo]]{{·}}[[Teatro San Carlino]]{{·}}[[Tomba di Jacopo Sannazaro]]{{·}}[[Villa comunale di Napoli]]
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Sistemo provvisoriamente qui zone, rioni, luoghi: [[Forcella (Napoli)]] [[Il Vasto]] [[Marechiaro (Napoli)|Marechiaro]] [[Mergellina]] [[Pallonetto di Santa Lucia]] [[Pignasecca]] [[Quartieri Spagnoli]]
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}}<noinclude>
[[Categoria:Template di navigazione]]
</noinclude>
==Di seguito alcuni modi di dire di cui non trovo la fonte==
*'''Appennere 'e panne 'a 'nu malo chiuovo.'''
:''Appendere gli abiti ad un cattivo (malfermo) chiodo.''
::{{spiegazione|Essersi grandemente sbagliati sul conto di una persona (averla ritenuta troppo mite, accomodante, averla sottovalutata, avere affrettatamente concluso che fosse un cliente facile o averla ritenuta affidabile et similia. Es. ''Hê appiso 'e panne 'a 'nu malo chiuovo.'' ''Hai appeso gli abiti a un chiodo malfermo'', e cioè: ''Hai capito proprio male, ti sei proprio sbagliato''}}
*'''Essere buono sott' 'a 'na zuppa 'e fave.'''
:''Essere buoni sotto una zuppa di fave.''
::{{spiegazione|Non essere buoni per nulla.}}
*'''Levà 'a vocca a cocche ccosa (o coccosa).'''
:''Togliere la bocca da qualche cosa.''
::{{spiegazione|Non gradire più qualcosa.}}
*''''O guappo a trucco.'''
:''Il guappo "truccato"''
::{{spiegazione|Un finto guappo, una tigre di carta; un [https://it.wiktionary.org/wiki/baudruche baudruche], in sostanza.}}
*''''O male 'e mola e 'a musica dint' 'e rrecchie.'''
:''Il mal di mola e la musica nelle orecchie.''
::{{spiegazione|Una tormentosa scocciatura, una situazione insopportabile}}
*'''Tené 'a scarda dint' a ll'uocchie.'''
:''Avere la scheggia negli occhi.''
::{{spiegazione|Gli occhi sono lo specchio dell'anima, occhi nei quali balena una "scheggia", non sono occhi limpidi. Lo si dice di una persona maligna.}}
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Carla Federica Nespolo
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[[File:Carla Federica Nespolo.jpg|miniatura|Carla Federica Nespolo]]
'''Carla Nespolo''' (1943 – vivente), politica italiana.
==Citazioni di Carla Nespolo==
*È in atto un'operazione sfacciata di revisione. L'ultimo libro<ref>''Uccidete il comandante bianco. Un mistero nella Resistenza'', Rizzoli, Milano, 2018.</ref> di [[Giampaolo Pansa|Pansa]], il solito Pansa, è un chiaro esempio.<ref name=":0">Dall'intervista di Giovanna Casadio, ''[https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2018/02/21/news/neofascismo_anpi-189429869/ L'appello della presidente dell’Anpi: "I gruppi fascisti vanno sciolti"]'', ''Rep.repubblica.it'', 21 febbraio 2018.</ref>
*Ma una cosa deve essere chiara: il [[fascismo]] trova il suo humus culturale nel [[razzismo]]. Le due cose vanno combattute insieme: dire ai poveri che i loro nemici sono i più poveri è la cosa più antidemocratica e ingiusta che si possa fare.<ref name=":0" />
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Nespolo, Carla}}
[[Categoria:Politici italiani]]
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David (Michelangelo)
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{{voce tematica}}
[[File:Michelangelo's David - right view 2.jpg|thumb|''David'' ([[Michelangelo Buonarroti]], 1501-1504)]]
Citazioni sul '''''David''''' di [[Michelangelo Buonarroti]].
*È un capolavoro, o è uno coi pantaloni abbassati? (''[[I Simpson (seconda stagione)|I Simpson]]'')
*L'avresti chiesto a Michelangelo di smettere di scolpire il suo ''David''? No, no, chiaro che no. Gli avresti detto: "Forza, Michelangelo. Continua a fare quello che ti appassiona.". A un pittore, a un poeta... lo stesso. Signori, continuate a coltivare la bellezza. (''[[La casa di carta]]'')
*Spesso è stata proposta, sul serio, l'idea, che Damien Hirst sia un artista migliore di [[Michelangelo]] perché Hirst ha avuto l'idea di uno squalo in un acquario, mentre Michelangelo non ha avuto l'idea per il suo David. Quel che separa Michelangelo da Damien Hirst è che Michelangelo era un artista invece Damien Hirst non lo è. Le idee brillanti e profondamente commoventi di Michelangelo si manifestano in quello che ha realizzato; non erano bestemmie pretenziose schizzate fuori dalla cima della sua testa. ([[Julian Spalding]])
*Una notte, con la piazza illuminata, fui attirato dalla figura del David di Michelangelo. Ma appena vidi il [[Perseo con la testa di Medusa|Perseo]] tutto il resto passò in seconda linea. ([[Charlie Chaplin]])
==Altri progetti==
{{interprogetto|preposizione=sul|w_preposizione=riguardante il}}
[[Categoria:Opere di Michelangelo]]
[[Categoria:Sculture a soggetto religioso]]
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Joseph Wirth
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[[File:Bundesarchiv Bild 146III-105, Joseph Wirth.jpg|miniatura|Karl Joseph Wirth]]
'''Karl Joseph Wirth''' (1879 – 1956), politico tedesco.
{{Int|Da ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,1172_01_1922_0089_0002_24864456/ Col cancelliere tedesco]''|Intervista da ''Il giornale d'Italia'', citato in ''La Stampa'', 14 aprile 1922.}}
*Le difficoltà finanziarie e politiche della [[Repubblica di Weimar|Germania]] hanno la loro origine nello svalutamento del marco. Per questo svalutamento il prezzo dei viveri e delle altre cose indispensabili alla vita è cresciuto nell'ultimo trimestre in modo spaventoso.
*Il prezzo di un abito assorbe ora in Germania, da solo, il decimo del guadagno annuale del cittadino. Molte famiglie non sono più in grado di vestire nemmeno modestamente i loro bambini.
*Gli stipendi ed i salari non hanno potuto nemmeno lontanamente seguire la folle corsa ascensionale dei prezzi.
*{{NDR|[[Ultime parole famose]]}} Il principio repubblicano e democratico è ormai così saldamente radicato in Germania che ben può dirsi che le difficoltà di ordine interno non minacciano più il paese.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Politici tedeschi]]
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Mimmo Lucano
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[[File:Diálogos Globales, Migrantes y Refugiados (Domenico Lucano).jpg|thumb|Domenico Lucano nel 2017]]
'''Domenico Lucano''' (1958 – vivente), politico e attivista italiano.
== Citazioni di Domenico Lucano ==
*Grazie ai migranti il mio paese {{NDR|[[Riace]]}} è rinato. (Nel 2016 dopo essere entrato nella Lista Fortune dei 50 leader più influenti al mondo)<ref name=:1>''[https://www.repubblica.it/cronaca/2016/03/30/news/il_sindaco_calabrese_tra_i_potenti_della_terra-136548526/ Il sindaco calabrese tra i potenti della Terra]'', ''la Repubblica'', 30 marzo 2016.</ref>
*Non ci sono ricette, misure, programmi definiti. Non so nemmeno se quello che ho fatto è replicabile altrove. Forse è tutto una casualità, un'avventura umana di cui all'inizio non conoscevo i rischi e nemmeno i limiti. È stata l'occasione che mi ha guidato.<ref name=:2>''[https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-04-02/migranti-sindaco-riace-classifica-50-leader-piu-influenti-mondo-fortune--163752.shtml?uuid=ACysmwzC Migranti, il sindaco di Riace nella classifica dei 50 leader più influenti al mondo di Fortune]'', ''Il Sole 24 Ore'', 2 aprile 2016.</ref>
*La mia è una comunità felice, perché l'inclusione conviene a tutti. Ne godono i residenti, qui riaprono scuole e ristoranti. La natalità supera la mortalità. Ne gioiscono i rifugiati che trovano case e botteghe. Tessono, ricamano, lavorano il vetro, il legno, il cioccolato. Così è rinato il centro storico. E io sono felice di sentirmi utile: non voglio poltrone, ma solo fare il bene della mia gente.<ref name=:2/>
*Non so neanche chi mi abbia candidato. Forse una studentessa statunitense che ha lavorato su Riace, o una tv che si è occupata di noi. Io l'ho saputo da chi mi chiamava per farmi i complimenti, ma per me non è cambiato niente. Sono solo un sindaco che ci mette l'anima. Nonostante le difficoltà di un territorio condizionato dalle mafie, da problemi economici, dalla disoccupazione e dall'isolamento istituzionale, è un lavoro appassionante.<ref name=:1/>
*È vero che appartengo alla classe degli ultimi, praticamente zero. In tutti questi anni abbiamo unito le nostre debolezze con tanti altri disperati di ogni parte del mondo. Abbiamo condiviso un sogno di una nuova umanità libera dalle mafie, dal razzismo, dal fascismo e da tutte le ingiustizie.<ref>''[http://www.repubblica.it/cronaca/2018/06/02/news/migranti_botta_risposta_salvini_sindaco_riace-198004716/ Migranti, Salvini attacca il sindaco di Riace: "Sei uno zero". E lui risponde: "Orgoglioso di aiutare gli ultimi"]'', ''la Repubblica'', 2 giugno 2018.</ref>
*Credo nella strategia di far conoscere per non essere soli, che fa paura alle mafie perché sul piano della legittimità quando accadono queste cose loro perdono consenso e quando perdono consenso vuol dire che quella è una strategia negativa per loro.<ref>Tiziana Barillà, ''Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace'', p. 70.</ref>
*è questo che mette in crisi il sistema. Semplicemente Riace indica un'altra via, una direzione altra dice che è possibile. Certo, in una terrada dove si emigra ancora non abbiamo risolto i problemi nè di chi è nato qui nè di chi è arrivato, e se devo essere sincero anche i miei problemi mica li ho risolti... anzi li ho peggiorati!<ref>Tiziana Barillà, ''Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace'', p. 78.</ref>
*Qui a Riace non esistono linee di demarcazione , fili spinati, gabbie. C'è semplicemente una integrazione diffusa dove aborriamo ogni forma di nazionalismo che è alla base dei fallimenti dell'Europa in tema di processi migratori. Pochi credevano che un borgo semideserto si potesse davvero rianimare che le botteghe artigiane della tessitura della ginestra o della lavorazione della ceramica potessero davvero riaprire, che a Riace si potessero davvero organizzare asili e scuole multilingue per far crescere i figli dei migranti senza bandiere e barriere nazionali, etniche o religiose.<ref>Tiziana Barillà, ''Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace'', p. 94.</ref>
*Aundi mangianu milli mangianu milli e centu.<ref>Tiziana Barillà, ''Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace'', p. 95</ref>
*Con Riace vince l'Italia che resiste.<ref>''[https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2018/08/30/news/il_sindaco_lucano_con_riace_vince_l_italia_che_resiste_-205285890/ Il sindaco Domenico Lucano: “Con Riace vince l’Italia che resiste”]'', ''rep.repubblica.it'', 30 agosto 2018.</ref>
==''Il fuorilegge'' ==
*La politica non può ridursi a una selezione tra chi può e chi non può entrare, perché in questo modo rinuncia a se stessa. (p. 9)
*[...] la politica che si trasforma in un puro esercizio di potere dimentica il sogno di [[emancipazione]] collettiva al quale il nostro diritto alla [[libertà]] ci chiama. (p.9)
*Siamo [[libertà|liberi]] solo se siamo capaci di tenere assieme la [[responsabilità]] individuale e quella collettiva. (p. 11)
*Il turismo solidale, l'economia sostenibile, il recupero delle tradizioni si mescolano e si integrano con il progetto di accoglienza che vedeva le donne riacesi al fianco di donne curde, afghane, africane, ognuna con la propria arte e il proprio bagaglio di tradizioni. Il lavoro artigianale dunque diventava anche lavoro etnografico, proiettato verso l’interno e verso l’esterno, nonché risorsa e fonte di reddito. (p. 87)
*Riace era diventata un'[[utopia]] reale e affascinante, da ammirare e studiare. Addirittura, da esportare. Qualcuno lo ha chiamato "modello", ma si tratta semplicemente di un insieme di buone pratiche, basate su quanto permesso dalle leggi vigenti, con l'orizzonte ultimo di una società sostenibile. Nel nome della pace, della solidarietà, dell’antimafia, dell’antifascismo e dell’antirazzismo. (p. 93)
*Non ci può essere una differenza tra i cosiddetti "migranti economici" e quelli che fuggono da un conflitto, semplicemente perché, se c'è una guerra, c'è povertà e le problematiche economiche sono inevitabili. La differenza, così come l'odiosa espressione "migrante economico", è stata un'invenzione di qualcuno che non ha mai avuto contatti reali con gli immigrati, altrimenti si sarebbe accorto che questa differenza non esiste. (p. 106)
*Ogni volta che un uomo viene cacciato dal proprio paese, ogni volta che qualcuno rischia la vita per cercare una [[dignità]] che non ha prezzo, i suoi diritti vengono annientati insieme alla sua persona. (p. 107)
*Credo che negli ultimi periodi della nostra vita stiamo assistendo a una degenerazione delle coscienze collettive verso una deriva anitumana. È come se stessimo sprofondando oltre il baratro della barbarie, un abbrutimento interiore che fa smarrire la dimensione umana. È il delirio della paura, un disturbo del comportamento. La soluzione potrebbe essere nella "rivoluzione della normalità", la stessa ricerca di pace e convivenza che abbiamo messo in atto a Riace. (p. 108)
*È questo che significa essere di [[sinistra]]: è una sofferenza esistenziale che abita l'anima e che ti porti dentro, non è il legame con un partito politico ma con un'idea che nessuno può sopprimere. (p. 139)
*Riace ha costruito la sua storia partendo dalla materia più nobile: l'[[accoglienza]] e l'integrazione. Vanno insieme, l'accoglienza non può esaurirsi in [[ospitalità]], una comunità per crescere ha bisogno di abitare il suo territorio, di interagire con ogni aspetto di esso, di costruire dinamiche vitali, durature. (p. 163)
*La luce del [[sole]] è l'unica barriera possibile tra un mondo che spinge alla deriva e un altro che coraggiosamente resiste e risplende. (p. 164)
*Alla [[legalità]] non corrisponde per forza la [[giustizia]]. Senza [[uguaglianza]] non ci potrà mai essere giustizia. (p. 180)
*Riace era la punta più avanzata di un'idea dell'inclusione e della [[solidarietà]] che sfidava lo Stato repressivo, dell'ordine, della sicurezza, della protezione dei confini, della chiusura dei porti. L'accoglienza è stato un vento che ha oltrepassato le barriere generando un’evoluzione antropologica del concetto di [[comunità]], rendendo permeabili i confini, includendo i migranti non come rifugiati o profughi ma come autentici e preziosi [[cittadino|cittadini]]. (p. 180)
==Citazioni su Domenico Lucano==
*Il riconoscimento tributato dalla rivista "Fortune" a Mimmo Lucano è una notizia che dovrebbe inorgoglire i calabresi. Certo, quell'aggettivo potente, ai giorni nostri in genere fa riferimento a un certo tipo di potere. In Calabria, invece, può significare altro: soprattutto la capacità di accogliere chi viene da lontano povero, malnutrito e soprattutto inatteso. In tale attitudine, che eredita dalle nostre antichissime radici, Mimmo Lucano è veramente potente. ([[Agazio Loiero]])
*È raro che il sindaco di un piccolissimo paese lontano delle grandi metropoli del mondo metta in imbarazzo i dirigenti di nazioni più forti. Domenico Lucano l’ha fatto, definendo come unico criterio per l’accoglienza dei rifugiati la compassione per il prossimo. Domenico Lucano ha fatto questo, rendendo l’umanità l’unico metro nel trattare con i rifugiati. Mentre altrove vengono costruite recinzioni e si mercanteggiano quote di ammissione, Riace da 18 anni accoglie a braccia aperte le persone fuggite da guerra e povertà, salvando con sguardo reciproco i cittadini migranti e il piccolo villaggio calabrese che è stato a rischio di estinzione. Così si realizza in Calabria quello che Domenico Lucano chiama l’utopia della normalità. In un mondo dove sempre più numerose sono le persone costrette a lasciare le loro case, non abbiamo bisogno di paura del diverso, non più odio ma più coraggio, molte più Riace e molte più persone come Domenico Lucano (Premio Dresda per la pace 2017)<ref>''[http://www.reportageonline.it/il-sindaco-di-riace-domenico-lucano-ottiene-il-premio-internazionale-dresda-per-la-pace-2017/ Il sindaco di Riace Domenico Lucano ottiene il Premio internazionale Dresda per la pace 2017]'', ''reportageonline.it'', 7 febbraio 2017.</ref>
*Il lavoro incredibile, titanico, bellissimo e prezioso fatto in questi anni per accogliere chi ha bisogno e per salvare noi stessi. ([[Roberto Saviano]])
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
* Mimmo Lucano, ''Il fuorilegge: {{small|la lunga battaglia di un uomo solo}}'', Feltrinelli, Milano, 2020. ISBN 978-88-07-17381-3
* Tiziana Barillà, ''Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace'', Rubbettino Editore, 2017. ISBN 9788860445056
==Voci correlate==
*[[Riace]]
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Lucano, Domenico}}
[[Categoria:Attivisti italiani]]
[[Categoria:Politici italiani]]
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Ferdinando III di Toscana
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[[File:Ferdinando III di Asburgo-Lorena.jpg|thumb|Ferdinando III di Toscana]]
Tiziano Vecellio II (10 agosto 1515 - 13 luglio 1529) è stato il primo pittore di Prussia dal 1528 al 1529.
==Citazioni su Ferdinando III di Toscana==
*Ferdinando III di Lorena, tornato in Toscana alla fine del '14<ref>Nel settembre del 1814, dopo la caduta di Napoleone.</ref>, era uomo prudente e pacifico che volle dare al suo governo un'impronta di grande moderazione; secondo certe testimonianze, sarebbe stato addirittura favorevole alla concessione di una Costituzione e ne sarebbe stato distolto solo dall'ostilità del governo di Vienna. ([[Giorgio Candeloro]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Granduchi di Toscana]]
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Spinoziano
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Annullate le modifiche di [[Special:Contributions/79.26.6.252|79.26.6.252]] ([[User talk:79.26.6.252|discussione]]), riportata alla versione precedente di [[User:Gaux|Gaux]]
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[[File:Ferdinando III di Asburgo-Lorena.jpg|thumb|Ferdinando III di Toscana]]
'''Ferdinando III d'Asburgo-Lorena''' (1769 – 1824), Granduca di Toscana dal 1790 al 1801 e dal 1814 al 1824.
==Citazioni su Ferdinando III di Toscana==
*Ferdinando III di Lorena, tornato in Toscana alla fine del '14<ref>Nel settembre del 1814, dopo la caduta di Napoleone.</ref>, era uomo prudente e pacifico che volle dare al suo governo un'impronta di grande moderazione; secondo certe testimonianze, sarebbe stato addirittura favorevole alla concessione di una Costituzione e ne sarebbe stato distolto solo dall'ostilità del governo di Vienna. ([[Giorgio Candeloro]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Granduchi di Toscana]]
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David Castelli
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'''David Castelli''' (1836 – 1901), storico, biblista ed ebraista italiano.
==Citazioni di David Castelli==
*In quanto [...] al [[Talmud]], farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete.<ref>Da ''Il messia secondo gli ebrei'', Introduzione, pp. 11-12.</ref>
==[[Incipit]] di ''La legge del popolo Ebreo''==
Quando si tratta della legge degli Ebrei, si deve intendere non solo quella civile e criminale, ma anche quella religiosa, cioè i dogmi e i riti che riguardano alle credenze e al culto. Imperocchè sotto il nome generico di legge gli Ebrei hanno sempre compreso tutte le varie disposizioni che regolano la vita, non solo nelle relazioni degli uomini fra loro, ma anche in quelle verso Dio, sia come individui, sia come nazione.
==''Storia degl'israeliti''==
*Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano ''El-Shaddai'' o ''Elohim'' o ''[[Yahweh|Jahveh]]'', anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano Indra, o Brama o Visnu; o ai Persi, che credevano in Ahuramazda; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a Marduk o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da Zeus; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di Marte? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. (pp. x-xi)
*La religione e la morale del Vecchio Testamento presa nella sua totalità non è superiore a quella degli altri popoli civili del mondo antico; i fatti che vi si raccontano offrono come quelli di tutte le altre storie il loro lato bello e brutto, credibile e tale da non prestarvi fede; e le persone finalmente ci si presentano con i vizii e con le virtù comuni a tutti gli uomini. (p. xi)
*Se la razza nera e una parte di quella mongolica non hanno, al pari delle altre, tradizioni del diluvio, ciò può provare che in fatto il cataclismo non è stato universale, e solo ha colpito le razze ariane e semitiche prima della loro divisione. Ma altro è il fatto della esistenza della tradizione del diluvio presso certe razze, e la sua mancanza presso certe altre, ed altro il modo col quale il diluvio è stato concepito dagli scrittori biblici. (p. 48)
*La leggenda trasforma e ingigantisce quello che solo in parte e in altro modo è realmente avvenuto. Alluvioni, e terribili alluvioni, parziali, saranno avvenute nelle prime età dell'uman genere; che tanto più facilmente ne rimaneva preda, quando ancora non aveva imparato a difendersi dalla guerra continua che gli fanno troppo spesso le forze non sempre amiche della natura. In queste terribili alluvioni tanto grande sarà stato il numero dei periti da far credere che tutti gli uomini ne fossero rimasti vittime, ma alcuni pochi isolatamente fossero scampati; donde il Noah della Bibbia, l'Ogige e il Deucalione dei Greci, il Manu degli Indiani, il Yima degl'Iranici, e lo Xisutros o Hasisatra degli Assiri, che forse è di tutti questi il tipo più antico. (pp. 49-50)
*Le dimensioni dell'[[Arca di Noè|arca]], trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta d'altezza, sono matematicamente troppo lontane dal poter contenere anche una sola coppia di tutti gli animali terrestri. Come era possibile poi che Noah si procurasse le specie viventi nelle lontane regioni, o tenesse mansueti gli animali feroci? Come era possibile raccogliere provvisioni sufficienti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così diversi animali a nutrirli per lo spazio di un anno, secondo una delle narrazioni bibliche, o anche per 54 giorni, se diamo all'altra la preferenza? Fisicamente poi è stato calcolato che sarebbe stata impossibile una tale massa di acque da ricoprire tutta la terra fino a superare i 14 cubiti i monti più alti. E se anche ciò fosse stato possibile, sarebbe stato insufficiente poi il tempo di soli cinque mesi a rendere la terra di nuovo abitabile. Che dire poi della foglia d'olivo trovata dalla colomba? Dopo una rovina così generale e così terribile di tutto il creato, è possibile la persistenza di una pianta non certo delle più atte a sopportare le intemperie, e in tale stato da essere subito riconoscibile? (pp. 50-51)
==Bibliografia==
*David Castelli, ''[https://www.gutenberg.org/files/47046/47046-h/47046-h.htm La legge del popolo Ebreo nel suo svolgimento storico]'', Sansoni, 1884.
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/castellistoriaisraelitivoluno Storia degl'israeliti]'', vol. I, Ulrico Hoepli, 1887.
==Altri progetti==
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18878
sezione Note
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'''David Castelli''' (1836 – 1901), storico, biblista ed ebraista italiano.
==Citazioni di David Castelli==
*In quanto [...] al [[Talmud]], farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete.<ref>Da ''Il messia secondo gli ebrei'', Introduzione, pp. 11-12.</ref>
==[[Incipit]] di ''La legge del popolo Ebreo''==
Quando si tratta della legge degli Ebrei, si deve intendere non solo quella civile e criminale, ma anche quella religiosa, cioè i dogmi e i riti che riguardano alle credenze e al culto. Imperocchè sotto il nome generico di legge gli Ebrei hanno sempre compreso tutte le varie disposizioni che regolano la vita, non solo nelle relazioni degli uomini fra loro, ma anche in quelle verso Dio, sia come individui, sia come nazione.
==''Storia degl'israeliti''==
*Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano ''El-Shaddai'' o ''Elohim'' o ''[[Yahweh|Jahveh]]'', anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano Indra, o Brama o Visnu; o ai Persi, che credevano in Ahuramazda; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a Marduk o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da Zeus; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di Marte? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. (pp. x-xi)
*La religione e la morale del Vecchio Testamento presa nella sua totalità non è superiore a quella degli altri popoli civili del mondo antico; i fatti che vi si raccontano offrono come quelli di tutte le altre storie il loro lato bello e brutto, credibile e tale da non prestarvi fede; e le persone finalmente ci si presentano con i vizii e con le virtù comuni a tutti gli uomini. (p. xi)
*Se la razza nera e una parte di quella mongolica non hanno, al pari delle altre, tradizioni del diluvio, ciò può provare che in fatto il cataclismo non è stato universale, e solo ha colpito le razze ariane e semitiche prima della loro divisione. Ma altro è il fatto della esistenza della tradizione del diluvio presso certe razze, e la sua mancanza presso certe altre, ed altro il modo col quale il diluvio è stato concepito dagli scrittori biblici. (p. 48)
*La leggenda trasforma e ingigantisce quello che solo in parte e in altro modo è realmente avvenuto. Alluvioni, e terribili alluvioni, parziali, saranno avvenute nelle prime età dell'uman genere; che tanto più facilmente ne rimaneva preda, quando ancora non aveva imparato a difendersi dalla guerra continua che gli fanno troppo spesso le forze non sempre amiche della natura. In queste terribili alluvioni tanto grande sarà stato il numero dei periti da far credere che tutti gli uomini ne fossero rimasti vittime, ma alcuni pochi isolatamente fossero scampati; donde il Noah della Bibbia, l'Ogige e il Deucalione dei Greci, il Manu degli Indiani, il Yima degl'Iranici, e lo Xisutros o Hasisatra degli Assiri, che forse è di tutti questi il tipo più antico. (pp. 49-50)
*Le dimensioni dell'[[Arca di Noè|arca]], trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta d'altezza, sono matematicamente troppo lontane dal poter contenere anche una sola coppia di tutti gli animali terrestri. Come era possibile poi che Noah si procurasse le specie viventi nelle lontane regioni, o tenesse mansueti gli animali feroci? Come era possibile raccogliere provvisioni sufficienti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così diversi animali a nutrirli per lo spazio di un anno, secondo una delle narrazioni bibliche, o anche per 54 giorni, se diamo all'altra la preferenza? Fisicamente poi è stato calcolato che sarebbe stata impossibile una tale massa di acque da ricoprire tutta la terra fino a superare i 14 cubiti i monti più alti. E se anche ciò fosse stato possibile, sarebbe stato insufficiente poi il tempo di soli cinque mesi a rendere la terra di nuovo abitabile. Che dire poi della foglia d'olivo trovata dalla colomba? Dopo una rovina così generale e così terribile di tutto il creato, è possibile la persistenza di una pianta non certo delle più atte a sopportare le intemperie, e in tale stato da essere subito riconoscibile? (pp. 50-51)
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*David Castelli, ''[https://www.gutenberg.org/files/47046/47046-h/47046-h.htm La legge del popolo Ebreo nel suo svolgimento storico]'', Sansoni, 1884.
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/castellistoriaisraelitivoluno Storia degl'israeliti]'', vol. I, Ulrico Hoepli, 1887.
==Altri progetti==
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ordine delle sezioni
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'''David Castelli''' (1836 – 1901), storico, biblista ed ebraista italiano.
==Citazioni di David Castelli==
*In quanto [...] al [[Talmud]], farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete.<ref>Da ''Il messia secondo gli ebrei'', Introduzione, pp. 11-12.</ref>
==''Storia degl'israeliti''==
*Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano ''El-Shaddai'' o ''Elohim'' o ''[[Yahweh|Jahveh]]'', anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano Indra, o Brama o Visnu; o ai Persi, che credevano in Ahuramazda; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a Marduk o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da Zeus; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di Marte? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. (pp. x-xi)
*La religione e la morale del Vecchio Testamento presa nella sua totalità non è superiore a quella degli altri popoli civili del mondo antico; i fatti che vi si raccontano offrono come quelli di tutte le altre storie il loro lato bello e brutto, credibile e tale da non prestarvi fede; e le persone finalmente ci si presentano con i vizii e con le virtù comuni a tutti gli uomini. (p. xi)
*Se la razza nera e una parte di quella mongolica non hanno, al pari delle altre, tradizioni del diluvio, ciò può provare che in fatto il cataclismo non è stato universale, e solo ha colpito le razze ariane e semitiche prima della loro divisione. Ma altro è il fatto della esistenza della tradizione del diluvio presso certe razze, e la sua mancanza presso certe altre, ed altro il modo col quale il diluvio è stato concepito dagli scrittori biblici. (p. 48)
*La leggenda trasforma e ingigantisce quello che solo in parte e in altro modo è realmente avvenuto. Alluvioni, e terribili alluvioni, parziali, saranno avvenute nelle prime età dell'uman genere; che tanto più facilmente ne rimaneva preda, quando ancora non aveva imparato a difendersi dalla guerra continua che gli fanno troppo spesso le forze non sempre amiche della natura. In queste terribili alluvioni tanto grande sarà stato il numero dei periti da far credere che tutti gli uomini ne fossero rimasti vittime, ma alcuni pochi isolatamente fossero scampati; donde il Noah della Bibbia, l'Ogige e il Deucalione dei Greci, il Manu degli Indiani, il Yima degl'Iranici, e lo Xisutros o Hasisatra degli Assiri, che forse è di tutti questi il tipo più antico. (pp. 49-50)
*Le dimensioni dell'[[Arca di Noè|arca]], trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta d'altezza, sono matematicamente troppo lontane dal poter contenere anche una sola coppia di tutti gli animali terrestri. Come era possibile poi che Noah si procurasse le specie viventi nelle lontane regioni, o tenesse mansueti gli animali feroci? Come era possibile raccogliere provvisioni sufficienti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così diversi animali a nutrirli per lo spazio di un anno, secondo una delle narrazioni bibliche, o anche per 54 giorni, se diamo all'altra la preferenza? Fisicamente poi è stato calcolato che sarebbe stata impossibile una tale massa di acque da ricoprire tutta la terra fino a superare i 14 cubiti i monti più alti. E se anche ciò fosse stato possibile, sarebbe stato insufficiente poi il tempo di soli cinque mesi a rendere la terra di nuovo abitabile. Che dire poi della foglia d'olivo trovata dalla colomba? Dopo una rovina così generale e così terribile di tutto il creato, è possibile la persistenza di una pianta non certo delle più atte a sopportare le intemperie, e in tale stato da essere subito riconoscibile? (pp. 50-51)
==[[Incipit]] di ''La legge del popolo Ebreo''==
Quando si tratta della legge degli Ebrei, si deve intendere non solo quella civile e criminale, ma anche quella religiosa, cioè i dogmi e i riti che riguardano alle credenze e al culto. Imperocchè sotto il nome generico di legge gli Ebrei hanno sempre compreso tutte le varie disposizioni che regolano la vita, non solo nelle relazioni degli uomini fra loro, ma anche in quelle verso Dio, sia come individui, sia come nazione.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*David Castelli, ''[https://www.gutenberg.org/files/47046/47046-h/47046-h.htm La legge del popolo Ebreo nel suo svolgimento storico]'', Sansoni, 1884.
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/castellistoriaisraelitivoluno Storia degl'israeliti]'', vol. I, Ulrico Hoepli, 1887.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Storici italiani]]
[[Categoria:Biblisti italiani]]
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18878
/* Citazioni di David Castelli */ dati bibliografici
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'''David Castelli''' (1836 – 1901), storico, biblista ed ebraista italiano.
==Citazioni di David Castelli==
*In quanto [...] al [[Talmud]], farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete.<ref>Da ''[https://archive.org/details/ilmessiasecondo01castgoog/page/n8/mode/1up Il messia secondo gli ebrei]'' Successori Le Monnier, Firenze, 1874, Introduzione, pp. 11-12.</ref>
==''Storia degl'israeliti''==
*Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano ''El-Shaddai'' o ''Elohim'' o ''[[Yahweh|Jahveh]]'', anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano Indra, o Brama o Visnu; o ai Persi, che credevano in Ahuramazda; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a Marduk o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da Zeus; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di Marte? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. (pp. x-xi)
*La religione e la morale del Vecchio Testamento presa nella sua totalità non è superiore a quella degli altri popoli civili del mondo antico; i fatti che vi si raccontano offrono come quelli di tutte le altre storie il loro lato bello e brutto, credibile e tale da non prestarvi fede; e le persone finalmente ci si presentano con i vizii e con le virtù comuni a tutti gli uomini. (p. xi)
*Se la razza nera e una parte di quella mongolica non hanno, al pari delle altre, tradizioni del diluvio, ciò può provare che in fatto il cataclismo non è stato universale, e solo ha colpito le razze ariane e semitiche prima della loro divisione. Ma altro è il fatto della esistenza della tradizione del diluvio presso certe razze, e la sua mancanza presso certe altre, ed altro il modo col quale il diluvio è stato concepito dagli scrittori biblici. (p. 48)
*La leggenda trasforma e ingigantisce quello che solo in parte e in altro modo è realmente avvenuto. Alluvioni, e terribili alluvioni, parziali, saranno avvenute nelle prime età dell'uman genere; che tanto più facilmente ne rimaneva preda, quando ancora non aveva imparato a difendersi dalla guerra continua che gli fanno troppo spesso le forze non sempre amiche della natura. In queste terribili alluvioni tanto grande sarà stato il numero dei periti da far credere che tutti gli uomini ne fossero rimasti vittime, ma alcuni pochi isolatamente fossero scampati; donde il Noah della Bibbia, l'Ogige e il Deucalione dei Greci, il Manu degli Indiani, il Yima degl'Iranici, e lo Xisutros o Hasisatra degli Assiri, che forse è di tutti questi il tipo più antico. (pp. 49-50)
*Le dimensioni dell'[[Arca di Noè|arca]], trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta d'altezza, sono matematicamente troppo lontane dal poter contenere anche una sola coppia di tutti gli animali terrestri. Come era possibile poi che Noah si procurasse le specie viventi nelle lontane regioni, o tenesse mansueti gli animali feroci? Come era possibile raccogliere provvisioni sufficienti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così diversi animali a nutrirli per lo spazio di un anno, secondo una delle narrazioni bibliche, o anche per 54 giorni, se diamo all'altra la preferenza? Fisicamente poi è stato calcolato che sarebbe stata impossibile una tale massa di acque da ricoprire tutta la terra fino a superare i 14 cubiti i monti più alti. E se anche ciò fosse stato possibile, sarebbe stato insufficiente poi il tempo di soli cinque mesi a rendere la terra di nuovo abitabile. Che dire poi della foglia d'olivo trovata dalla colomba? Dopo una rovina così generale e così terribile di tutto il creato, è possibile la persistenza di una pianta non certo delle più atte a sopportare le intemperie, e in tale stato da essere subito riconoscibile? (pp. 50-51)
==[[Incipit]] di ''La legge del popolo Ebreo''==
Quando si tratta della legge degli Ebrei, si deve intendere non solo quella civile e criminale, ma anche quella religiosa, cioè i dogmi e i riti che riguardano alle credenze e al culto. Imperocchè sotto il nome generico di legge gli Ebrei hanno sempre compreso tutte le varie disposizioni che regolano la vita, non solo nelle relazioni degli uomini fra loro, ma anche in quelle verso Dio, sia come individui, sia come nazione.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*David Castelli, ''[https://www.gutenberg.org/files/47046/47046-h/47046-h.htm La legge del popolo Ebreo nel suo svolgimento storico]'', Sansoni, 1884.
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/castellistoriaisraelitivoluno Storia degl'israeliti]'', vol. I, Ulrico Hoepli, 1887.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Biblisti italiani]]
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18878
/* Citazioni di David Castelli */ altra sul talmud
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'''David Castelli''' (1836 – 1901), storico, biblista ed ebraista italiano.
==Citazioni di David Castelli==
*Il [[Talmud]] contiene (e chi non lo sa, dopo che tante volte è stato ripetuto?) i principii e gli insegnamenti più gretti e più meschini, che il pregiudizio e l'intolleranza religiosa uniti all'odio accanito di un popolo schiavo e oppresso abbiano saputo inventare. Ma non si sa egualmente che il Talmud contiene ancora i principii più liberi e generosi della più alta idealità, di cui si fan belle e filosofia e religione. Disgraziatamente per l'ebraismo, questa parte è stata lasciata all'oscuro da quelli appunto che hanno creduto di maggiormente difenderlo: eppure erano uomini di grandissimo ingegno e nobilissimo cuore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/ilmessiasecondo01castgoog/page/n8/mode/1up Il messia secondo gli ebrei]'' Successori Le Monnier, Firenze, 1874, Introduzione, pp. 19-20.</ref>
*In quanto [...] al [[Talmud]], farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete.<ref>Da ''[https://archive.org/details/ilmessiasecondo01castgoog/page/n8/mode/1up Il messia secondo gli ebrei]'' Successori Le Monnier, Firenze, 1874, Introduzione, pp. 11-12.</ref>
==''Storia degl'israeliti''==
*Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano ''El-Shaddai'' o ''Elohim'' o ''[[Yahweh|Jahveh]]'', anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano Indra, o Brama o Visnu; o ai Persi, che credevano in Ahuramazda; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a Marduk o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da Zeus; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di Marte? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. (pp. x-xi)
*La religione e la morale del Vecchio Testamento presa nella sua totalità non è superiore a quella degli altri popoli civili del mondo antico; i fatti che vi si raccontano offrono come quelli di tutte le altre storie il loro lato bello e brutto, credibile e tale da non prestarvi fede; e le persone finalmente ci si presentano con i vizii e con le virtù comuni a tutti gli uomini. (p. xi)
*Se la razza nera e una parte di quella mongolica non hanno, al pari delle altre, tradizioni del diluvio, ciò può provare che in fatto il cataclismo non è stato universale, e solo ha colpito le razze ariane e semitiche prima della loro divisione. Ma altro è il fatto della esistenza della tradizione del diluvio presso certe razze, e la sua mancanza presso certe altre, ed altro il modo col quale il diluvio è stato concepito dagli scrittori biblici. (p. 48)
*La leggenda trasforma e ingigantisce quello che solo in parte e in altro modo è realmente avvenuto. Alluvioni, e terribili alluvioni, parziali, saranno avvenute nelle prime età dell'uman genere; che tanto più facilmente ne rimaneva preda, quando ancora non aveva imparato a difendersi dalla guerra continua che gli fanno troppo spesso le forze non sempre amiche della natura. In queste terribili alluvioni tanto grande sarà stato il numero dei periti da far credere che tutti gli uomini ne fossero rimasti vittime, ma alcuni pochi isolatamente fossero scampati; donde il Noah della Bibbia, l'Ogige e il Deucalione dei Greci, il Manu degli Indiani, il Yima degl'Iranici, e lo Xisutros o Hasisatra degli Assiri, che forse è di tutti questi il tipo più antico. (pp. 49-50)
*Le dimensioni dell'[[Arca di Noè|arca]], trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta d'altezza, sono matematicamente troppo lontane dal poter contenere anche una sola coppia di tutti gli animali terrestri. Come era possibile poi che Noah si procurasse le specie viventi nelle lontane regioni, o tenesse mansueti gli animali feroci? Come era possibile raccogliere provvisioni sufficienti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così diversi animali a nutrirli per lo spazio di un anno, secondo una delle narrazioni bibliche, o anche per 54 giorni, se diamo all'altra la preferenza? Fisicamente poi è stato calcolato che sarebbe stata impossibile una tale massa di acque da ricoprire tutta la terra fino a superare i 14 cubiti i monti più alti. E se anche ciò fosse stato possibile, sarebbe stato insufficiente poi il tempo di soli cinque mesi a rendere la terra di nuovo abitabile. Che dire poi della foglia d'olivo trovata dalla colomba? Dopo una rovina così generale e così terribile di tutto il creato, è possibile la persistenza di una pianta non certo delle più atte a sopportare le intemperie, e in tale stato da essere subito riconoscibile? (pp. 50-51)
==[[Incipit]] di ''La legge del popolo Ebreo''==
Quando si tratta della legge degli Ebrei, si deve intendere non solo quella civile e criminale, ma anche quella religiosa, cioè i dogmi e i riti che riguardano alle credenze e al culto. Imperocchè sotto il nome generico di legge gli Ebrei hanno sempre compreso tutte le varie disposizioni che regolano la vita, non solo nelle relazioni degli uomini fra loro, ma anche in quelle verso Dio, sia come individui, sia come nazione.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*David Castelli, ''[https://www.gutenberg.org/files/47046/47046-h/47046-h.htm La legge del popolo Ebreo nel suo svolgimento storico]'', Sansoni, 1884.
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/castellistoriaisraelitivoluno Storia degl'israeliti]'', vol. I, Ulrico Hoepli, 1887.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Biblisti italiani]]
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'''David Castelli''' (1836 – 1901), storico, biblista ed ebraista italiano.
==Citazioni di David Castelli==
*Il [[Talmud]] contiene (e chi non lo sa, dopo che tante volte è stato ripetuto?) i principii e gli insegnamenti più gretti e più meschini, che il pregiudizio e l'intolleranza religiosa uniti all'odio accanito di un popolo schiavo e oppresso abbiano saputo inventare. Ma non si sa egualmente che il Talmud contiene ancora i principii più liberi e generosi della più alta idealità, di cui si fan belle e filosofia e religione. Disgraziatamente per l'ebraismo, questa parte è stata lasciata all'oscuro da quelli appunto che hanno creduto di maggiormente difenderlo: eppure erano uomini di grandissimo ingegno e nobilissimo cuore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/ilmessiasecondo01castgoog/page/n8/mode/1up Il messia secondo gli ebrei]'' Successori Le Monnier, Firenze, 1874, Introduzione, pp. 19-20.</ref>
*In quanto [...] al Talmud, farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete.<ref>Da ''Il messia secondo gli ebrei'' Successori Le Monnier, Firenze, 1874, Introduzione, pp. 11-12.</ref>
==''Storia degl'israeliti''==
*Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano ''El-Shaddai'' o ''Elohim'' o ''[[Yahweh|Jahveh]]'', anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano Indra, o Brama o Visnu; o ai Persi, che credevano in Ahuramazda; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a Marduk o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da Zeus; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di Marte? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. (pp. x-xi)
*La religione e la morale del Vecchio Testamento presa nella sua totalità non è superiore a quella degli altri popoli civili del mondo antico; i fatti che vi si raccontano offrono come quelli di tutte le altre storie il loro lato bello e brutto, credibile e tale da non prestarvi fede; e le persone finalmente ci si presentano con i vizii e con le virtù comuni a tutti gli uomini. (p. xi)
*Se la razza nera e una parte di quella mongolica non hanno, al pari delle altre, tradizioni del diluvio, ciò può provare che in fatto il cataclismo non è stato universale, e solo ha colpito le razze ariane e semitiche prima della loro divisione. Ma altro è il fatto della esistenza della tradizione del diluvio presso certe razze, e la sua mancanza presso certe altre, ed altro il modo col quale il diluvio è stato concepito dagli scrittori biblici. (p. 48)
*La leggenda trasforma e ingigantisce quello che solo in parte e in altro modo è realmente avvenuto. Alluvioni, e terribili alluvioni, parziali, saranno avvenute nelle prime età dell'uman genere; che tanto più facilmente ne rimaneva preda, quando ancora non aveva imparato a difendersi dalla guerra continua che gli fanno troppo spesso le forze non sempre amiche della natura. In queste terribili alluvioni tanto grande sarà stato il numero dei periti da far credere che tutti gli uomini ne fossero rimasti vittime, ma alcuni pochi isolatamente fossero scampati; donde il Noah della Bibbia, l'Ogige e il Deucalione dei Greci, il Manu degli Indiani, il Yima degl'Iranici, e lo Xisutros o Hasisatra degli Assiri, che forse è di tutti questi il tipo più antico. (pp. 49-50)
*Le dimensioni dell'[[Arca di Noè|arca]], trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta d'altezza, sono matematicamente troppo lontane dal poter contenere anche una sola coppia di tutti gli animali terrestri. Come era possibile poi che Noah si procurasse le specie viventi nelle lontane regioni, o tenesse mansueti gli animali feroci? Come era possibile raccogliere provvisioni sufficienti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così diversi animali a nutrirli per lo spazio di un anno, secondo una delle narrazioni bibliche, o anche per 54 giorni, se diamo all'altra la preferenza? Fisicamente poi è stato calcolato che sarebbe stata impossibile una tale massa di acque da ricoprire tutta la terra fino a superare i 14 cubiti i monti più alti. E se anche ciò fosse stato possibile, sarebbe stato insufficiente poi il tempo di soli cinque mesi a rendere la terra di nuovo abitabile. Che dire poi della foglia d'olivo trovata dalla colomba? Dopo una rovina così generale e così terribile di tutto il creato, è possibile la persistenza di una pianta non certo delle più atte a sopportare le intemperie, e in tale stato da essere subito riconoscibile? (pp. 50-51)
==[[Incipit]] di ''La legge del popolo Ebreo''==
Quando si tratta della legge degli Ebrei, si deve intendere non solo quella civile e criminale, ma anche quella religiosa, cioè i dogmi e i riti che riguardano alle credenze e al culto. Imperocchè sotto il nome generico di legge gli Ebrei hanno sempre compreso tutte le varie disposizioni che regolano la vita, non solo nelle relazioni degli uomini fra loro, ma anche in quelle verso Dio, sia come individui, sia come nazione.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*David Castelli, ''[https://www.gutenberg.org/files/47046/47046-h/47046-h.htm La legge del popolo Ebreo nel suo svolgimento storico]'', Sansoni, 1884.
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/castellistoriaisraelitivoluno Storia degl'israeliti]'', vol. I, Ulrico Hoepli, 1887.
==Altri progetti==
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'''David Castelli''' (1836 – 1901), storico, biblista ed ebraista italiano.
==Citazioni di David Castelli==
*Il [[Talmud]] contiene (e chi non lo sa, dopo che tante volte è stato ripetuto?) i principii e gli insegnamenti più gretti e più meschini, che il pregiudizio e l'intolleranza religiosa uniti all'odio accanito di un popolo schiavo e oppresso abbiano saputo inventare. Ma non si sa egualmente che il Talmud contiene ancora i principii più liberi e generosi della più alta idealità, di cui si fan belle e filosofia e religione. Disgraziatamente per l'ebraismo, questa parte è stata lasciata all'oscuro da quelli appunto che hanno creduto di maggiormente difenderlo: eppure erano uomini di grandissimo ingegno e nobilissimo cuore.<ref>Da ''[https://archive.org/details/ilmessiasecondo01castgoog/page/n8/mode/1up Il messia secondo gli ebrei]'' Successori Le Monnier, Firenze, 1874, Introduzione, pp. 19-20.</ref>
*In quanto [...] al Talmud, farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete.<ref>Da ''Il messia secondo gli ebrei'' Successori Le Monnier, Firenze, 1874, Introduzione, pp. 11-12.</ref>
*[...] la dogmatica ebraica non poteva nemmeno dopo la compilazione del Talmud costituirsi, e quindi non è stata costituita; in modo che ogni Ebreo sappia chiaramente ciò che gli è proposto come credenza.<br>E questa non è piccola cagione della decadenza dell'ebraismo. Imperocché mentre la religione deve nobilitare sempre più lo spirito umano, elevarlo ai grandi principii della morale o della civiltà, e farlo aspirare a quell'ideale che trascende i limiti del senso; l'ebraismo invece, intendo dire quello officiale, ha legato all'uomo piedi e mani col rituale più minuzioso e più gretto che mai potesse cadere in mente umana, e non ha trovato poi una parola per insegnargli che cosa credere.<ref>Da ''Il messia secondo gli ebrei'' Successori Le Monnier, Firenze, 1874, Introduzione, pp. 13-14.</ref>
==''Storia degl'israeliti''==
*Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano ''El-Shaddai'' o ''Elohim'' o ''[[Yahweh|Jahveh]]'', anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano Indra, o Brama o Visnu; o ai Persi, che credevano in Ahuramazda; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a Marduk o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da Zeus; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di Marte? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. (pp. x-xi)
*La religione e la morale del Vecchio Testamento presa nella sua totalità non è superiore a quella degli altri popoli civili del mondo antico; i fatti che vi si raccontano offrono come quelli di tutte le altre storie il loro lato bello e brutto, credibile e tale da non prestarvi fede; e le persone finalmente ci si presentano con i vizii e con le virtù comuni a tutti gli uomini. (p. xi)
*Se la razza nera e una parte di quella mongolica non hanno, al pari delle altre, tradizioni del diluvio, ciò può provare che in fatto il cataclismo non è stato universale, e solo ha colpito le razze ariane e semitiche prima della loro divisione. Ma altro è il fatto della esistenza della tradizione del diluvio presso certe razze, e la sua mancanza presso certe altre, ed altro il modo col quale il diluvio è stato concepito dagli scrittori biblici. (p. 48)
*La leggenda trasforma e ingigantisce quello che solo in parte e in altro modo è realmente avvenuto. Alluvioni, e terribili alluvioni, parziali, saranno avvenute nelle prime età dell'uman genere; che tanto più facilmente ne rimaneva preda, quando ancora non aveva imparato a difendersi dalla guerra continua che gli fanno troppo spesso le forze non sempre amiche della natura. In queste terribili alluvioni tanto grande sarà stato il numero dei periti da far credere che tutti gli uomini ne fossero rimasti vittime, ma alcuni pochi isolatamente fossero scampati; donde il Noah della Bibbia, l'Ogige e il Deucalione dei Greci, il Manu degli Indiani, il Yima degl'Iranici, e lo Xisutros o Hasisatra degli Assiri, che forse è di tutti questi il tipo più antico. (pp. 49-50)
*Le dimensioni dell'[[Arca di Noè|arca]], trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta d'altezza, sono matematicamente troppo lontane dal poter contenere anche una sola coppia di tutti gli animali terrestri. Come era possibile poi che Noah si procurasse le specie viventi nelle lontane regioni, o tenesse mansueti gli animali feroci? Come era possibile raccogliere provvisioni sufficienti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così diversi animali a nutrirli per lo spazio di un anno, secondo una delle narrazioni bibliche, o anche per 54 giorni, se diamo all'altra la preferenza? Fisicamente poi è stato calcolato che sarebbe stata impossibile una tale massa di acque da ricoprire tutta la terra fino a superare i 14 cubiti i monti più alti. E se anche ciò fosse stato possibile, sarebbe stato insufficiente poi il tempo di soli cinque mesi a rendere la terra di nuovo abitabile. Che dire poi della foglia d'olivo trovata dalla colomba? Dopo una rovina così generale e così terribile di tutto il creato, è possibile la persistenza di una pianta non certo delle più atte a sopportare le intemperie, e in tale stato da essere subito riconoscibile? (pp. 50-51)
==[[Incipit]] di ''La legge del popolo Ebreo''==
Quando si tratta della legge degli Ebrei, si deve intendere non solo quella civile e criminale, ma anche quella religiosa, cioè i dogmi e i riti che riguardano alle credenze e al culto. Imperocchè sotto il nome generico di legge gli Ebrei hanno sempre compreso tutte le varie disposizioni che regolano la vita, non solo nelle relazioni degli uomini fra loro, ma anche in quelle verso Dio, sia come individui, sia come nazione.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*David Castelli, ''[https://www.gutenberg.org/files/47046/47046-h/47046-h.htm La legge del popolo Ebreo nel suo svolgimento storico]'', Sansoni, 1884.
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/castellistoriaisraelitivoluno Storia degl'israeliti]'', vol. I, Ulrico Hoepli, 1887.
==Altri progetti==
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'''David Castelli''' (1836 – 1901), storico, biblista ed ebraista italiano.
==''Il messia secondo gli ebrei''==
*In quanto [...] al Talmud, farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete. (Introduzione, pp. 11-12)
*[...] la dogmatica ebraica non poteva nemmeno dopo la compilazione del Talmud costituirsi, e quindi non è stata costituita; in modo che ogni Ebreo sappia chiaramente ciò che gli è proposto come credenza.<br>E questa non è piccola cagione della decadenza dell'ebraismo. Imperocché mentre la religione deve nobilitare sempre più lo spirito umano, elevarlo ai grandi principii della morale o della civiltà, e farlo aspirare a quell'ideale che trascende i limiti del senso; l'ebraismo invece, intendo dire quello officiale, ha legato all'uomo piedi e mani col rituale più minuzioso e più gretto che mai potesse cadere in mente umana, e non ha trovato poi una parola per insegnargli che cosa credere. (Introduzione, pp. 13-14)
*Il [[Talmud]] contiene (e chi non lo sa, dopo che tante volte è stato ripetuto?) i principii e gli insegnamenti più gretti e più meschini, che il pregiudizio e l'intolleranza religiosa uniti all'odio accanito di un popolo schiavo e oppresso abbiano saputo inventare. Ma non si sa egualmente che il Talmud contiene ancora i principii più liberi e generosi della più alta idealità, di cui si fan belle e filosofia e religione. Disgraziatamente per l'ebraismo, questa parte è stata lasciata all'oscuro da quelli appunto che hanno creduto di maggiormente difenderlo: eppure erano uomini di grandissimo ingegno e nobilissimo cuore. (Introduzione, pp. 19-20)
==''Storia degl'israeliti''==
*Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano ''El-Shaddai'' o ''Elohim'' o ''[[Yahweh|Jahveh]]'', anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano Indra, o Brama o Visnu; o ai Persi, che credevano in Ahuramazda; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a Marduk o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da Zeus; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di Marte? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. (pp. x-xi)
*La religione e la morale del Vecchio Testamento presa nella sua totalità non è superiore a quella degli altri popoli civili del mondo antico; i fatti che vi si raccontano offrono come quelli di tutte le altre storie il loro lato bello e brutto, credibile e tale da non prestarvi fede; e le persone finalmente ci si presentano con i vizii e con le virtù comuni a tutti gli uomini. (p. xi)
*Se la razza nera e una parte di quella mongolica non hanno, al pari delle altre, tradizioni del diluvio, ciò può provare che in fatto il cataclismo non è stato universale, e solo ha colpito le razze ariane e semitiche prima della loro divisione. Ma altro è il fatto della esistenza della tradizione del diluvio presso certe razze, e la sua mancanza presso certe altre, ed altro il modo col quale il diluvio è stato concepito dagli scrittori biblici. (p. 48)
*La leggenda trasforma e ingigantisce quello che solo in parte e in altro modo è realmente avvenuto. Alluvioni, e terribili alluvioni, parziali, saranno avvenute nelle prime età dell'uman genere; che tanto più facilmente ne rimaneva preda, quando ancora non aveva imparato a difendersi dalla guerra continua che gli fanno troppo spesso le forze non sempre amiche della natura. In queste terribili alluvioni tanto grande sarà stato il numero dei periti da far credere che tutti gli uomini ne fossero rimasti vittime, ma alcuni pochi isolatamente fossero scampati; donde il Noah della Bibbia, l'Ogige e il Deucalione dei Greci, il Manu degli Indiani, il Yima degl'Iranici, e lo Xisutros o Hasisatra degli Assiri, che forse è di tutti questi il tipo più antico. (pp. 49-50)
*Le dimensioni dell'[[Arca di Noè|arca]], trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta d'altezza, sono matematicamente troppo lontane dal poter contenere anche una sola coppia di tutti gli animali terrestri. Come era possibile poi che Noah si procurasse le specie viventi nelle lontane regioni, o tenesse mansueti gli animali feroci? Come era possibile raccogliere provvisioni sufficienti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così diversi animali a nutrirli per lo spazio di un anno, secondo una delle narrazioni bibliche, o anche per 54 giorni, se diamo all'altra la preferenza? Fisicamente poi è stato calcolato che sarebbe stata impossibile una tale massa di acque da ricoprire tutta la terra fino a superare i 14 cubiti i monti più alti. E se anche ciò fosse stato possibile, sarebbe stato insufficiente poi il tempo di soli cinque mesi a rendere la terra di nuovo abitabile. Che dire poi della foglia d'olivo trovata dalla colomba? Dopo una rovina così generale e così terribile di tutto il creato, è possibile la persistenza di una pianta non certo delle più atte a sopportare le intemperie, e in tale stato da essere subito riconoscibile? (pp. 50-51)
==[[Incipit]] di ''La legge del popolo Ebreo''==
Quando si tratta della legge degli Ebrei, si deve intendere non solo quella civile e criminale, ma anche quella religiosa, cioè i dogmi e i riti che riguardano alle credenze e al culto. Imperocchè sotto il nome generico di legge gli Ebrei hanno sempre compreso tutte le varie disposizioni che regolano la vita, non solo nelle relazioni degli uomini fra loro, ma anche in quelle verso Dio, sia come individui, sia come nazione.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/ilmessiasecondo01castgoog/page/n8/mode/1up Il messia secondo gli ebrei]'' Successori Le Monnier, Firenze, 1874.
*David Castelli, ''[https://www.gutenberg.org/files/47046/47046-h/47046-h.htm La legge del popolo Ebreo nel suo svolgimento storico]'', Sansoni, 1884.
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/castellistoriaisraelitivoluno Storia degl'israeliti]'', vol. I, Ulrico Hoepli, 1887.
==Altri progetti==
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'''David Castelli''' (1836 – 1901), storico, biblista ed ebraista italiano.
==''Il messia secondo gli ebrei''==
*In quanto [...] al [[Talmud]], farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete. (Introduzione, pp. 11-12)
*[...] la dogmatica ebraica non poteva nemmeno dopo la compilazione del Talmud costituirsi, e quindi non è stata costituita; in modo che ogni Ebreo sappia chiaramente ciò che gli è proposto come credenza.<br>E questa non è piccola cagione della decadenza dell'[[ebraismo]]. Imperocché mentre la religione deve nobilitare sempre più lo spirito umano, elevarlo ai grandi principii della morale o della civiltà, e farlo aspirare a quell'ideale che trascende i limiti del senso; l'ebraismo invece, intendo dire quello officiale, ha legato all'uomo piedi e mani col rituale più minuzioso e più gretto che mai potesse cadere in mente umana, e non ha trovato poi una parola per insegnargli che cosa credere. (Introduzione, pp. 13-14)
*Il Talmud contiene (e chi non lo sa, dopo che tante volte è stato ripetuto?) i principii e gli insegnamenti più gretti e più meschini, che il pregiudizio e l'intolleranza religiosa uniti all'odio accanito di un popolo schiavo e oppresso abbiano saputo inventare. Ma non si sa egualmente che il Talmud contiene ancora i principii più liberi e generosi della più alta idealità, di cui si fan belle e filosofia e religione. Disgraziatamente per l'ebraismo, questa parte è stata lasciata all'oscuro da quelli appunto che hanno creduto di maggiormente difenderlo: eppure erano uomini di grandissimo ingegno e nobilissimo cuore. (Introduzione, pp. 19-20)
==''Storia degl'israeliti''==
*Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano ''El-Shaddai'' o ''Elohim'' o ''[[Yahweh|Jahveh]]'', anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano Indra, o Brama o Visnu; o ai Persi, che credevano in Ahuramazda; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a Marduk o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da Zeus; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di Marte? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. (pp. x-xi)
*La religione e la morale del Vecchio Testamento presa nella sua totalità non è superiore a quella degli altri popoli civili del mondo antico; i fatti che vi si raccontano offrono come quelli di tutte le altre storie il loro lato bello e brutto, credibile e tale da non prestarvi fede; e le persone finalmente ci si presentano con i vizii e con le virtù comuni a tutti gli uomini. (p. xi)
*Se la razza nera e una parte di quella mongolica non hanno, al pari delle altre, tradizioni del diluvio, ciò può provare che in fatto il cataclismo non è stato universale, e solo ha colpito le razze ariane e semitiche prima della loro divisione. Ma altro è il fatto della esistenza della tradizione del diluvio presso certe razze, e la sua mancanza presso certe altre, ed altro il modo col quale il diluvio è stato concepito dagli scrittori biblici. (p. 48)
*La leggenda trasforma e ingigantisce quello che solo in parte e in altro modo è realmente avvenuto. Alluvioni, e terribili alluvioni, parziali, saranno avvenute nelle prime età dell'uman genere; che tanto più facilmente ne rimaneva preda, quando ancora non aveva imparato a difendersi dalla guerra continua che gli fanno troppo spesso le forze non sempre amiche della natura. In queste terribili alluvioni tanto grande sarà stato il numero dei periti da far credere che tutti gli uomini ne fossero rimasti vittime, ma alcuni pochi isolatamente fossero scampati; donde il Noah della Bibbia, l'Ogige e il Deucalione dei Greci, il Manu degli Indiani, il Yima degl'Iranici, e lo Xisutros o Hasisatra degli Assiri, che forse è di tutti questi il tipo più antico. (pp. 49-50)
*Le dimensioni dell'[[Arca di Noè|arca]], trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta d'altezza, sono matematicamente troppo lontane dal poter contenere anche una sola coppia di tutti gli animali terrestri. Come era possibile poi che Noah si procurasse le specie viventi nelle lontane regioni, o tenesse mansueti gli animali feroci? Come era possibile raccogliere provvisioni sufficienti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così diversi animali a nutrirli per lo spazio di un anno, secondo una delle narrazioni bibliche, o anche per 54 giorni, se diamo all'altra la preferenza? Fisicamente poi è stato calcolato che sarebbe stata impossibile una tale massa di acque da ricoprire tutta la terra fino a superare i 14 cubiti i monti più alti. E se anche ciò fosse stato possibile, sarebbe stato insufficiente poi il tempo di soli cinque mesi a rendere la terra di nuovo abitabile. Che dire poi della foglia d'olivo trovata dalla colomba? Dopo una rovina così generale e così terribile di tutto il creato, è possibile la persistenza di una pianta non certo delle più atte a sopportare le intemperie, e in tale stato da essere subito riconoscibile? (pp. 50-51)
==[[Incipit]] di ''La legge del popolo Ebreo''==
Quando si tratta della legge degli Ebrei, si deve intendere non solo quella civile e criminale, ma anche quella religiosa, cioè i dogmi e i riti che riguardano alle credenze e al culto. Imperocchè sotto il nome generico di legge gli Ebrei hanno sempre compreso tutte le varie disposizioni che regolano la vita, non solo nelle relazioni degli uomini fra loro, ma anche in quelle verso Dio, sia come individui, sia come nazione.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/ilmessiasecondo01castgoog/page/n8/mode/1up Il messia secondo gli ebrei]'' Successori Le Monnier, Firenze, 1874.
*David Castelli, ''[https://www.gutenberg.org/files/47046/47046-h/47046-h.htm La legge del popolo Ebreo nel suo svolgimento storico]'', Sansoni, 1884.
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/castellistoriaisraelitivoluno Storia degl'israeliti]'', vol. I, Ulrico Hoepli, 1887.
==Altri progetti==
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'''David Castelli''' (1836 – 1901), storico, biblista ed ebraista italiano.
==''Il messia secondo gli ebrei''==
*In quanto [...] al [[Talmud]], farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete. (Introduzione, pp. 11-12)
*[...] la dogmatica ebraica non poteva nemmeno dopo la compilazione del Talmud costituirsi, e quindi non è stata costituita; in modo che ogni Ebreo sappia chiaramente ciò che gli è proposto come credenza.<br>E questa non è piccola cagione della decadenza dell'[[ebraismo]]. Imperocché mentre la religione deve nobilitare sempre più lo spirito umano, elevarlo ai grandi principii della morale o della civiltà, e farlo aspirare a quell'ideale che trascende i limiti del senso; l'ebraismo invece, intendo dire quello officiale, ha legato all'uomo piedi e mani col rituale più minuzioso e più gretto che mai potesse cadere in mente umana, e non ha trovato poi una parola per insegnargli che cosa credere. (Introduzione, pp. 13-14)
*Il Talmud contiene (e chi non lo sa, dopo che tante volte è stato ripetuto?) i principii e gli insegnamenti più gretti e più meschini, che il pregiudizio e l'intolleranza religiosa uniti all'odio accanito di un popolo schiavo e oppresso abbiano saputo inventare. Ma non si sa egualmente che il Talmud contiene ancora i principii più liberi e generosi della più alta idealità, di cui si fan belle e filosofia e religione. Disgraziatamente per l'ebraismo, questa parte è stata lasciata all'oscuro da quelli appunto che hanno creduto di maggiormente difenderlo: eppure erano uomini di grandissimo ingegno e nobilissimo cuore. (Introduzione, pp. 19-20)
*Il serpente è simbolo della tentazione, del pensiero umano che pago di sé stesso non riconosce al di fuori di sé nessuna legge, che vuole insomma tutto che gli talenti. E come personificazione di questo pensiero seduttore e ribelle é da Dio maledetto e gastigato col perpetuo avvilimento: «camminerai sul tuo petto, e mangerai la polvere.» (Parte prima, cap. I, pp. 35-36)
==''Storia degl'israeliti''==
*Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano ''El-Shaddai'' o ''Elohim'' o ''[[Yahweh|Jahveh]]'', anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano Indra, o Brama o Visnu; o ai Persi, che credevano in Ahuramazda; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a Marduk o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da Zeus; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di Marte? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. (pp. x-xi)
*La religione e la morale del Vecchio Testamento presa nella sua totalità non è superiore a quella degli altri popoli civili del mondo antico; i fatti che vi si raccontano offrono come quelli di tutte le altre storie il loro lato bello e brutto, credibile e tale da non prestarvi fede; e le persone finalmente ci si presentano con i vizii e con le virtù comuni a tutti gli uomini. (p. xi)
*Se la razza nera e una parte di quella mongolica non hanno, al pari delle altre, tradizioni del diluvio, ciò può provare che in fatto il cataclismo non è stato universale, e solo ha colpito le razze ariane e semitiche prima della loro divisione. Ma altro è il fatto della esistenza della tradizione del diluvio presso certe razze, e la sua mancanza presso certe altre, ed altro il modo col quale il diluvio è stato concepito dagli scrittori biblici. (p. 48)
*La leggenda trasforma e ingigantisce quello che solo in parte e in altro modo è realmente avvenuto. Alluvioni, e terribili alluvioni, parziali, saranno avvenute nelle prime età dell'uman genere; che tanto più facilmente ne rimaneva preda, quando ancora non aveva imparato a difendersi dalla guerra continua che gli fanno troppo spesso le forze non sempre amiche della natura. In queste terribili alluvioni tanto grande sarà stato il numero dei periti da far credere che tutti gli uomini ne fossero rimasti vittime, ma alcuni pochi isolatamente fossero scampati; donde il Noah della Bibbia, l'Ogige e il Deucalione dei Greci, il Manu degli Indiani, il Yima degl'Iranici, e lo Xisutros o Hasisatra degli Assiri, che forse è di tutti questi il tipo più antico. (pp. 49-50)
*Le dimensioni dell'[[Arca di Noè|arca]], trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta d'altezza, sono matematicamente troppo lontane dal poter contenere anche una sola coppia di tutti gli animali terrestri. Come era possibile poi che Noah si procurasse le specie viventi nelle lontane regioni, o tenesse mansueti gli animali feroci? Come era possibile raccogliere provvisioni sufficienti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così diversi animali a nutrirli per lo spazio di un anno, secondo una delle narrazioni bibliche, o anche per 54 giorni, se diamo all'altra la preferenza? Fisicamente poi è stato calcolato che sarebbe stata impossibile una tale massa di acque da ricoprire tutta la terra fino a superare i 14 cubiti i monti più alti. E se anche ciò fosse stato possibile, sarebbe stato insufficiente poi il tempo di soli cinque mesi a rendere la terra di nuovo abitabile. Che dire poi della foglia d'olivo trovata dalla colomba? Dopo una rovina così generale e così terribile di tutto il creato, è possibile la persistenza di una pianta non certo delle più atte a sopportare le intemperie, e in tale stato da essere subito riconoscibile? (pp. 50-51)
==[[Incipit]] di ''La legge del popolo Ebreo''==
Quando si tratta della legge degli Ebrei, si deve intendere non solo quella civile e criminale, ma anche quella religiosa, cioè i dogmi e i riti che riguardano alle credenze e al culto. Imperocchè sotto il nome generico di legge gli Ebrei hanno sempre compreso tutte le varie disposizioni che regolano la vita, non solo nelle relazioni degli uomini fra loro, ma anche in quelle verso Dio, sia come individui, sia come nazione.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/ilmessiasecondo01castgoog/page/n8/mode/1up Il messia secondo gli ebrei]'' Successori Le Monnier, Firenze, 1874.
*David Castelli, ''[https://www.gutenberg.org/files/47046/47046-h/47046-h.htm La legge del popolo Ebreo nel suo svolgimento storico]'', Sansoni, 1884.
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/castellistoriaisraelitivoluno Storia degl'israeliti]'', vol. I, Ulrico Hoepli, 1887.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Storici italiani]]
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18878
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'''David Castelli''' (1836 – 1901), storico, biblista ed ebraista italiano.
==''Il messia secondo gli ebrei''==
*In quanto [...] al [[Talmud]], farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete. (Introduzione, pp. 11-12)
*[...] la dogmatica ebraica non poteva nemmeno dopo la compilazione del Talmud costituirsi, e quindi non è stata costituita; in modo che ogni Ebreo sappia chiaramente ciò che gli è proposto come credenza.<br>E questa non è piccola cagione della decadenza dell'[[ebraismo]]. Imperocché mentre la religione deve nobilitare sempre più lo spirito umano, elevarlo ai grandi principii della morale o della civiltà, e farlo aspirare a quell'ideale che trascende i limiti del senso; l'ebraismo invece, intendo dire quello officiale, ha legato all'uomo piedi e mani col rituale più minuzioso e più gretto che mai potesse cadere in mente umana, e non ha trovato poi una parola per insegnargli che cosa credere. (Introduzione, pp. 13-14)
*Il Talmud contiene (e chi non lo sa, dopo che tante volte è stato ripetuto?) i principii e gli insegnamenti più gretti e più meschini, che il pregiudizio e l'intolleranza religiosa uniti all'odio accanito di un popolo schiavo e oppresso abbiano saputo inventare. Ma non si sa egualmente che il Talmud contiene ancora i principii più liberi e generosi della più alta idealità, di cui si fan belle e filosofia e religione. Disgraziatamente per l'ebraismo, questa parte è stata lasciata all'oscuro da quelli appunto che hanno creduto di maggiormente difenderlo: eppure erano uomini di grandissimo ingegno e nobilissimo cuore. (Introduzione, pp. 19-20)
*Il [[Serpenti nella Bibbia|serpente è simbolo della tentazione, del pensiero umano che pago di sé stesso non riconosce al di fuori di sé nessuna legge, che vuole insomma tutto che gli talenti. E come personificazione di questo pensiero seduttore e ribelle é da Dio maledetto e {{sic|gastigato}} col perpetuo avvilimento: «camminerai sul tuo petto, e mangerai la polvere.» (Parte prima, cap. I, pp. 35-36)
==''Storia degl'israeliti''==
*Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano ''El-Shaddai'' o ''Elohim'' o ''[[Yahweh|Jahveh]]'', anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano Indra, o Brama o Visnu; o ai Persi, che credevano in Ahuramazda; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a Marduk o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da Zeus; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di Marte? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. (pp. x-xi)
*La religione e la morale del Vecchio Testamento presa nella sua totalità non è superiore a quella degli altri popoli civili del mondo antico; i fatti che vi si raccontano offrono come quelli di tutte le altre storie il loro lato bello e brutto, credibile e tale da non prestarvi fede; e le persone finalmente ci si presentano con i vizii e con le virtù comuni a tutti gli uomini. (p. xi)
*Se la razza nera e una parte di quella mongolica non hanno, al pari delle altre, tradizioni del diluvio, ciò può provare che in fatto il cataclismo non è stato universale, e solo ha colpito le razze ariane e semitiche prima della loro divisione. Ma altro è il fatto della esistenza della tradizione del diluvio presso certe razze, e la sua mancanza presso certe altre, ed altro il modo col quale il diluvio è stato concepito dagli scrittori biblici. (p. 48)
*La leggenda trasforma e ingigantisce quello che solo in parte e in altro modo è realmente avvenuto. Alluvioni, e terribili alluvioni, parziali, saranno avvenute nelle prime età dell'uman genere; che tanto più facilmente ne rimaneva preda, quando ancora non aveva imparato a difendersi dalla guerra continua che gli fanno troppo spesso le forze non sempre amiche della natura. In queste terribili alluvioni tanto grande sarà stato il numero dei periti da far credere che tutti gli uomini ne fossero rimasti vittime, ma alcuni pochi isolatamente fossero scampati; donde il Noah della Bibbia, l'Ogige e il Deucalione dei Greci, il Manu degli Indiani, il Yima degl'Iranici, e lo Xisutros o Hasisatra degli Assiri, che forse è di tutti questi il tipo più antico. (pp. 49-50)
*Le dimensioni dell'[[Arca di Noè|arca]], trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta d'altezza, sono matematicamente troppo lontane dal poter contenere anche una sola coppia di tutti gli animali terrestri. Come era possibile poi che Noah si procurasse le specie viventi nelle lontane regioni, o tenesse mansueti gli animali feroci? Come era possibile raccogliere provvisioni sufficienti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così diversi animali a nutrirli per lo spazio di un anno, secondo una delle narrazioni bibliche, o anche per 54 giorni, se diamo all'altra la preferenza? Fisicamente poi è stato calcolato che sarebbe stata impossibile una tale massa di acque da ricoprire tutta la terra fino a superare i 14 cubiti i monti più alti. E se anche ciò fosse stato possibile, sarebbe stato insufficiente poi il tempo di soli cinque mesi a rendere la terra di nuovo abitabile. Che dire poi della foglia d'olivo trovata dalla colomba? Dopo una rovina così generale e così terribile di tutto il creato, è possibile la persistenza di una pianta non certo delle più atte a sopportare le intemperie, e in tale stato da essere subito riconoscibile? (pp. 50-51)
==[[Incipit]] di ''La legge del popolo Ebreo''==
Quando si tratta della legge degli Ebrei, si deve intendere non solo quella civile e criminale, ma anche quella religiosa, cioè i dogmi e i riti che riguardano alle credenze e al culto. Imperocchè sotto il nome generico di legge gli Ebrei hanno sempre compreso tutte le varie disposizioni che regolano la vita, non solo nelle relazioni degli uomini fra loro, ma anche in quelle verso Dio, sia come individui, sia come nazione.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/ilmessiasecondo01castgoog/page/n8/mode/1up Il messia secondo gli ebrei]'' Successori Le Monnier, Firenze, 1874.
*David Castelli, ''[https://www.gutenberg.org/files/47046/47046-h/47046-h.htm La legge del popolo Ebreo nel suo svolgimento storico]'', Sansoni, 1884.
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/castellistoriaisraelitivoluno Storia degl'israeliti]'', vol. I, Ulrico Hoepli, 1887.
==Altri progetti==
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'''David Castelli''' (1836 – 1901), storico, biblista ed ebraista italiano.
==''Il messia secondo gli ebrei''==
*In quanto [...] al [[Talmud]], farà meraviglia a chi è profano del tutto a quella vasta e strana compilazione, il sentire che in esso non è contenuta una formale dogmatica. Troppo lungi dal nostro argomento ci devierebbe il trattare qui del Talmud e del modo della sua formazione, per ispiegare un fatto in apparenza così strano; e però rimandiamo il lettore a quelle opere che esplicitamente ne trattano. Fatto sta che, se nel Talmud diretto principalmente a insegnare i riti e la legislazione si trovano, anche intorno a ciò, confusamente raccolte le più divergenti opinioni, non deve far meraviglia che nella dogmatica, trattata nel Talmud soltanto per incidenza, e non in nessuna parte apposita, si trovino le sentenze non solo più discordanti, ma anche le più vaghe e le più incomplete. (Introduzione, pp. 11-12)
*[...] la dogmatica ebraica non poteva nemmeno dopo la compilazione del Talmud costituirsi, e quindi non è stata costituita; in modo che ogni Ebreo sappia chiaramente ciò che gli è proposto come credenza.<br>E questa non è piccola cagione della decadenza dell'[[ebraismo]]. Imperocché mentre la religione deve nobilitare sempre più lo spirito umano, elevarlo ai grandi principii della morale o della civiltà, e farlo aspirare a quell'ideale che trascende i limiti del senso; l'ebraismo invece, intendo dire quello officiale, ha legato all'uomo piedi e mani col rituale più minuzioso e più gretto che mai potesse cadere in mente umana, e non ha trovato poi una parola per insegnargli che cosa credere. (Introduzione, pp. 13-14)
*Il Talmud contiene (e chi non lo sa, dopo che tante volte è stato ripetuto?) i principii e gli insegnamenti più gretti e più meschini, che il pregiudizio e l'intolleranza religiosa uniti all'odio accanito di un popolo schiavo e oppresso abbiano saputo inventare. Ma non si sa egualmente che il Talmud contiene ancora i principii più liberi e generosi della più alta idealità, di cui si fan belle e filosofia e religione. Disgraziatamente per l'ebraismo, questa parte è stata lasciata all'oscuro da quelli appunto che hanno creduto di maggiormente difenderlo: eppure erano uomini di grandissimo ingegno e nobilissimo cuore. (Introduzione, pp. 19-20)
*Il [[Serpenti nella Bibbia|serpente]] è simbolo della tentazione, del pensiero umano che pago di sé stesso non riconosce al di fuori di sé nessuna legge, che vuole insomma tutto che gli talenti. E come personificazione di questo pensiero seduttore e ribelle é da Dio maledetto e {{sic|gastigato}} col perpetuo avvilimento: «camminerai sul tuo petto, e mangerai la polvere.» (Parte prima, cap. I, pp. 35-36)
==''Storia degl'israeliti''==
*Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano ''El-Shaddai'' o ''Elohim'' o ''[[Yahweh|Jahveh]]'', anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano Indra, o Brama o Visnu; o ai Persi, che credevano in Ahuramazda; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a Marduk o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da Zeus; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di Marte? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. (pp. x-xi)
*La religione e la morale del Vecchio Testamento presa nella sua totalità non è superiore a quella degli altri popoli civili del mondo antico; i fatti che vi si raccontano offrono come quelli di tutte le altre storie il loro lato bello e brutto, credibile e tale da non prestarvi fede; e le persone finalmente ci si presentano con i vizii e con le virtù comuni a tutti gli uomini. (p. xi)
*Se la razza nera e una parte di quella mongolica non hanno, al pari delle altre, tradizioni del diluvio, ciò può provare che in fatto il cataclismo non è stato universale, e solo ha colpito le razze ariane e semitiche prima della loro divisione. Ma altro è il fatto della esistenza della tradizione del diluvio presso certe razze, e la sua mancanza presso certe altre, ed altro il modo col quale il diluvio è stato concepito dagli scrittori biblici. (p. 48)
*La leggenda trasforma e ingigantisce quello che solo in parte e in altro modo è realmente avvenuto. Alluvioni, e terribili alluvioni, parziali, saranno avvenute nelle prime età dell'uman genere; che tanto più facilmente ne rimaneva preda, quando ancora non aveva imparato a difendersi dalla guerra continua che gli fanno troppo spesso le forze non sempre amiche della natura. In queste terribili alluvioni tanto grande sarà stato il numero dei periti da far credere che tutti gli uomini ne fossero rimasti vittime, ma alcuni pochi isolatamente fossero scampati; donde il Noah della Bibbia, l'Ogige e il Deucalione dei Greci, il Manu degli Indiani, il Yima degl'Iranici, e lo Xisutros o Hasisatra degli Assiri, che forse è di tutti questi il tipo più antico. (pp. 49-50)
*Le dimensioni dell'[[Arca di Noè|arca]], trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta d'altezza, sono matematicamente troppo lontane dal poter contenere anche una sola coppia di tutti gli animali terrestri. Come era possibile poi che Noah si procurasse le specie viventi nelle lontane regioni, o tenesse mansueti gli animali feroci? Come era possibile raccogliere provvisioni sufficienti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così svariate, quante erano necessarie per tanti e così diversi animali a nutrirli per lo spazio di un anno, secondo una delle narrazioni bibliche, o anche per 54 giorni, se diamo all'altra la preferenza? Fisicamente poi è stato calcolato che sarebbe stata impossibile una tale massa di acque da ricoprire tutta la terra fino a superare i 14 cubiti i monti più alti. E se anche ciò fosse stato possibile, sarebbe stato insufficiente poi il tempo di soli cinque mesi a rendere la terra di nuovo abitabile. Che dire poi della foglia d'olivo trovata dalla colomba? Dopo una rovina così generale e così terribile di tutto il creato, è possibile la persistenza di una pianta non certo delle più atte a sopportare le intemperie, e in tale stato da essere subito riconoscibile? (pp. 50-51)
==[[Incipit]] di ''La legge del popolo Ebreo''==
Quando si tratta della legge degli Ebrei, si deve intendere non solo quella civile e criminale, ma anche quella religiosa, cioè i dogmi e i riti che riguardano alle credenze e al culto. Imperocchè sotto il nome generico di legge gli Ebrei hanno sempre compreso tutte le varie disposizioni che regolano la vita, non solo nelle relazioni degli uomini fra loro, ma anche in quelle verso Dio, sia come individui, sia come nazione.
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/ilmessiasecondo01castgoog/page/n8/mode/1up Il messia secondo gli ebrei]'' Successori Le Monnier, Firenze, 1874.
*David Castelli, ''[https://www.gutenberg.org/files/47046/47046-h/47046-h.htm La legge del popolo Ebreo nel suo svolgimento storico]'', Sansoni, 1884.
*David Castelli, ''[https://archive.org/details/castellistoriaisraelitivoluno Storia degl'israeliti]'', vol. I, Ulrico Hoepli, 1887.
==Altri progetti==
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Giotto Dainelli
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Dread83
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'''Giotto Dainelli Dolfi''' (1878 – 1968), geografo e geologo italiano.
==''In Africa: lettere dall'Eritrea''==
*Che impressione m'abbia fatto [[Massaua]] veramente non potrei dire, perché non vedemmo nulla, o quasi, a causa dell'ora tarda dell'arrivo; certo, il bel porto, - lenavi ancorate, forse per combinazione numerose, - i molti lumi della riva, - le barche pulite, e vogatori, indigeni, gentili, e non urloni od invadenti, - il sentire l'italiano parlato correntemente, e talora fin con accento non cattivo, da tutta quella gente nera dagli occhi vivi e intelligenti, - erano cose, tutte, che predisponevano bene in favore dell'antica, ed ora abbandonata capitale; non solo, ma veniva fatto di riconoscere che l'Italia ha qui compiuto opera di civiltà, alla quale ormai non può più sottrarsi, come gli indigeni stessi non possono ormai sfuggire all'opera civile dell'Italia. (p. 11)
*A voler essere sinceri, non si può dire che la posizione di [[Asmara]] e il paesaggio che la circonda sieno veramente belli, perché essa sorge sopra un altopiano largamente uniforme e regolare; ma poi nemmeno tanto brutti, perché dalla ampia distesa pianeggiante si elevano, verso oriente, dove il gran rilievo abissino declina ripido alla costa, ed anche altrove qua è là, delle colline irregolari, che valgono a rompere in parte la uniformità monotona del paesaggio. (pp. 17-18)
* [...] e, per citare un esempio un poco più profano, a quel masso presso il [[santuario di Oropa]], che, – per avere, secondo la leggenda, sulle donne sterili, col semplice contatto, influenza procreatrice – è tutto quanto incavato pel lungo attrito. (p. 132)
==Bibliografia==
*Giotto Dainelli, ''[https://archive.org/details/inafricalettere00daingoog/page/n1 In Africa: lettere dall'Eritrea]'', Bergamo, Istituto Italiano d'arti grafiche, 1908.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Geografi italiani]]
[[Categoria:Geologi italiani]]
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Roma (città antica)
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Gaux
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Ludwig Friedländer
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[[File:Fori-imperiali-big-1-.jpg|thumb|Plastico di Roma all'epoca di Costantino, realizzato da Italo Gismondi e conservato al Museo della civiltà romana]]
Citazioni su '''Roma''' antica.
*A chi mi chiedesse qual era l'aspetto di Roma antica pregandomi di presentarglielo in concreto, dirò, per intenderci, di fotografarlo, dovrei rispondere alla domanda con un'altra domanda: «Quando?». Cicerone, Seneca, Marziale, ci hanno tramandato una copiosa massa di elementi informativi su quello che era l'aspetto materiale di Roma; ma se noi raccogliamo e combiniamo quegli elementi, ne viene fuori per ciascun autore una Roma diversa. Dir Roma e basta, e pensare che possa bastare, è già di per sé un errore; ed è un errore dei più comuni, perché vi è una diffusa tendenza a non considerare quanto il volto di Roma fosse mutevole, e a supporre, in certo modo, che Cicerone passeggiasse in una città molto simile a quella in cui, da adulto, passeggiava il suo figliuolo, che Roma presentasse agli occhi di Orazio lo stesso aspetto che agli occhi di Marziale. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*Da piccola borgata sul Palatino Roma divenne la più grande metropoli dell'antichità. I suoi primi abitatori scendevano a pascolare gli armenti e a seppellire i loro morti nell'umida e angusta valle, dove poi sorse il Foro; dopo dieci secoli, quando Costantino trasferì a Bisanzio la capitale dell'Impero, l'abitato di Roma aveva un perimetro di quasi venti chilometri e una popolazione numerosissima e fitta. Le rive del Tevere da ''Porta Trigemina'' sino oltre le pendici dell'Aventino verso sud erano sistemate mediante opere portuali, in modo da assicurare i rifornimenti necessari in abbondanza e con regolarità. Undici acquedotti fornivano ogni giorno una tal quantità di acque che è calcolato un miliardo e mezzo di litri. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], Roma non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia. ([[Ludwig Friedländer]])
*''Nulla ti è pari, o Roma pur nella tua quasi completa rovina; | quel che tu fosti, intatta, i tuoi ruderi lo rivelano |'' [...] ''È caduta la città. Mentre guardo le sue rovine | e considero il suo stato vado ripetendo: Roma fu. | Tuttavia né il susseguirsi delle guerre né gli incendi | né le stragi poterono cancellare completamente | la sua bellezza. Tanto rimane ancora, quanto rovinò; | né c'è cosa che potrebbe eguagliare ciò che resta | né si potrebbe ricostruire ciò che è stato distrutto.'' ([[Ildeberto di Lavardin]])
*Roma fù molto gloriosa per l'eroiche azzjoni de suoi Cittadini, ed altrettanto si rese ammirabile al mondo tutto per l'ordine delle Leggi, e bene ordinato governo. ([[Francesco Eschinardi]])
==Voci correlate==
*[[Civiltà romana]]
*[[Roma]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Antica Roma]]
[[Categoria:Città antiche]]
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2022-08-09T09:08:53Z
Gaux
18878
altra di Friedländer
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text/x-wiki
{{voce tematica}}
[[File:Fori-imperiali-big-1-.jpg|thumb|Plastico di Roma all'epoca di Costantino, realizzato da Italo Gismondi e conservato al Museo della civiltà romana]]
Citazioni su '''Roma''' antica.
*A chi mi chiedesse qual era l'aspetto di Roma antica pregandomi di presentarglielo in concreto, dirò, per intenderci, di fotografarlo, dovrei rispondere alla domanda con un'altra domanda: «Quando?». Cicerone, Seneca, Marziale, ci hanno tramandato una copiosa massa di elementi informativi su quello che era l'aspetto materiale di Roma; ma se noi raccogliamo e combiniamo quegli elementi, ne viene fuori per ciascun autore una Roma diversa. Dir Roma e basta, e pensare che possa bastare, è già di per sé un errore; ed è un errore dei più comuni, perché vi è una diffusa tendenza a non considerare quanto il volto di Roma fosse mutevole, e a supporre, in certo modo, che Cicerone passeggiasse in una città molto simile a quella in cui, da adulto, passeggiava il suo figliuolo, che Roma presentasse agli occhi di Orazio lo stesso aspetto che agli occhi di Marziale. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*Da piccola borgata sul Palatino Roma divenne la più grande metropoli dell'antichità. I suoi primi abitatori scendevano a pascolare gli armenti e a seppellire i loro morti nell'umida e angusta valle, dove poi sorse il Foro; dopo dieci secoli, quando Costantino trasferì a Bisanzio la capitale dell'Impero, l'abitato di Roma aveva un perimetro di quasi venti chilometri e una popolazione numerosissima e fitta. Le rive del Tevere da ''Porta Trigemina'' sino oltre le pendici dell'Aventino verso sud erano sistemate mediante opere portuali, in modo da assicurare i rifornimenti necessari in abbondanza e con regolarità. Undici acquedotti fornivano ogni giorno una tal quantità di acque che è calcolato un miliardo e mezzo di litri. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], Roma non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia. ([[Ludwig Friedländer]])
*''Nulla ti è pari, o Roma pur nella tua quasi completa rovina; | quel che tu fosti, intatta, i tuoi ruderi lo rivelano |'' [...] ''È caduta la città. Mentre guardo le sue rovine | e considero il suo stato vado ripetendo: Roma fu. | Tuttavia né il susseguirsi delle guerre né gli incendi | né le stragi poterono cancellare completamente | la sua bellezza. Tanto rimane ancora, quanto rovinò; | né c'è cosa che potrebbe eguagliare ciò che resta | né si potrebbe ricostruire ciò che è stato distrutto.'' ([[Ildeberto di Lavardin]])
*Roma fù molto gloriosa per l'eroiche azzjoni de suoi Cittadini, ed altrettanto si rese ammirabile al mondo tutto per l'ordine delle Leggi, e bene ordinato governo. ([[Francesco Eschinardi]])
*Roma non ebbe mai prospetti grandiosi quali Antiochia ed Alessandria, colle loro strade lunghe, diritte ed ampie, tagliate ad angolo retto. Inoltre parecchie particolarità dell'architettura domestica romana dovevano portare {{sic|pregiudicio}} all'effetto architettonico delle strade. Tali erano le frequenti deviazioni di parecchie case dalla linea retta, la diversa altezza dei vari piani delle case, l'irregolarità delle finestre particolarmente nei piani superiori, ed in fine la frequenza di rientranze e di sporgenze delle case, le quali rendevano varia ed irregolare la sezione del suolo stradale. ([[Ludwig Friedländer]])
==Voci correlate==
*[[Civiltà romana]]
*[[Roma]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Antica Roma]]
[[Categoria:Città antiche]]
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[[File:Fori-imperiali-big-1-.jpg|thumb|Plastico di Roma all'epoca di Costantino, realizzato da Italo Gismondi e conservato al Museo della civiltà romana]]
Citazioni su '''Roma''' antica.
*A chi mi chiedesse qual era l'aspetto di Roma antica pregandomi di presentarglielo in concreto, dirò, per intenderci, di fotografarlo, dovrei rispondere alla domanda con un'altra domanda: «Quando?». Cicerone, Seneca, Marziale, ci hanno tramandato una copiosa massa di elementi informativi su quello che era l'aspetto materiale di Roma; ma se noi raccogliamo e combiniamo quegli elementi, ne viene fuori per ciascun autore una Roma diversa. Dir Roma e basta, e pensare che possa bastare, è già di per sé un errore; ed è un errore dei più comuni, perché vi è una diffusa tendenza a non considerare quanto il volto di Roma fosse mutevole, e a supporre, in certo modo, che Cicerone passeggiasse in una città molto simile a quella in cui, da adulto, passeggiava il suo figliuolo, che Roma presentasse agli occhi di Orazio lo stesso aspetto che agli occhi di Marziale. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*Ad onta però di tutti i difetti delle sue strade e della sua posizione, Roma era tal città che non aveva l'uguale, e {{sic|sovratutto}} produceva una grande impressione per la folla immensa che di continuo vi si avvicendava, proveniente da tutte le parti del mondo; per il moto, per la vita che vi si agitavano di continuo; per la quantità e per la splendidezza de' suoi stabilimenti ed {{sic|edificii}} pubblici, e finalmente per la estensione sterminata della città. Lo sguardo di chi fosse in allora salito in cima al Campidoglio, si sarebbe perduto quasi in una selva di edificii monumentali, di palazzi, di monumenti di ogni specie, i quali si stendevano sotto suoi piedi, occupando, a parecchie miglia di distanza, colli e valli. Colà dove attualmente si stende verso i monti Albani una regione deserta, popolata da rovine, funestata dalla febbre maremmana<ref>Malaria.</ref>, stava in allora una pianura per nulla malsana, tutta coltivata, solcata di strade le quali formicolavano di persone. La città si allargava di continuo nei campi, nelle località dei dintorni, ed i suoi sobborghi cedevano il posto a novelle e stupende ville, a templi, a monumenti, i cui tetti e cupole marmoree splendevano al sole, fra la verzura lussureggiante dei boschi e dei giardini. ([[Ludwig Friedländer]])
*Da piccola borgata sul Palatino Roma divenne la più grande metropoli dell'antichità. I suoi primi abitatori scendevano a pascolare gli armenti e a seppellire i loro morti nell'umida e angusta valle, dove poi sorse il Foro; dopo dieci secoli, quando Costantino trasferì a Bisanzio la capitale dell'Impero, l'abitato di Roma aveva un perimetro di quasi venti chilometri e una popolazione numerosissima e fitta. Le rive del Tevere da ''Porta Trigemina'' sino oltre le pendici dell'Aventino verso sud erano sistemate mediante opere portuali, in modo da assicurare i rifornimenti necessari in abbondanza e con regolarità. Undici acquedotti fornivano ogni giorno una tal quantità di acque che è calcolato un miliardo e mezzo di litri. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], Roma non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia. ([[Ludwig Friedländer]])
*''Nulla ti è pari, o Roma pur nella tua quasi completa rovina; | quel che tu fosti, intatta, i tuoi ruderi lo rivelano |'' [...] ''È caduta la città. Mentre guardo le sue rovine | e considero il suo stato vado ripetendo: Roma fu. | Tuttavia né il susseguirsi delle guerre né gli incendi | né le stragi poterono cancellare completamente | la sua bellezza. Tanto rimane ancora, quanto rovinò; | né c'è cosa che potrebbe eguagliare ciò che resta | né si potrebbe ricostruire ciò che è stato distrutto.'' ([[Ildeberto di Lavardin]])
*Roma fù molto gloriosa per l'eroiche azzjoni de suoi Cittadini, ed altrettanto si rese ammirabile al mondo tutto per l'ordine delle Leggi, e bene ordinato governo. ([[Francesco Eschinardi]])
*Roma non ebbe mai prospetti grandiosi quali Antiochia ed Alessandria, colle loro strade lunghe, diritte ed ampie, tagliate ad angolo retto. Inoltre parecchie particolarità dell'architettura domestica romana dovevano portare {{sic|pregiudicio}} all'effetto architettonico delle strade. Tali erano le frequenti deviazioni di parecchie case dalla linea retta, la diversa altezza dei vari piani delle case, l'irregolarità delle finestre particolarmente nei piani superiori, ed in fine la frequenza di rientranze e di sporgenze delle case, le quali rendevano varia ed irregolare la sezione del suolo stradale. ([[Ludwig Friedländer]])
==Voci correlate==
*[[Civiltà romana]]
*[[Roma]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Antica Roma]]
[[Categoria:Città antiche]]
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Citazioni su '''Roma''' antica.
*A chi mi chiedesse qual era l'aspetto di Roma antica pregandomi di presentarglielo in concreto, dirò, per intenderci, di fotografarlo, dovrei rispondere alla domanda con un'altra domanda: «Quando?». Cicerone, Seneca, Marziale, ci hanno tramandato una copiosa massa di elementi informativi su quello che era l'aspetto materiale di Roma; ma se noi raccogliamo e combiniamo quegli elementi, ne viene fuori per ciascun autore una Roma diversa. Dir Roma e basta, e pensare che possa bastare, è già di per sé un errore; ed è un errore dei più comuni, perché vi è una diffusa tendenza a non considerare quanto il volto di Roma fosse mutevole, e a supporre, in certo modo, che Cicerone passeggiasse in una città molto simile a quella in cui, da adulto, passeggiava il suo figliuolo, che Roma presentasse agli occhi di Orazio lo stesso aspetto che agli occhi di Marziale. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*Ad onta [...] di tutti i difetti delle sue strade e della sua posizione, Roma era tal città che non aveva l'uguale, e {{sic|sovratutto}} produceva una grande impressione per la folla immensa che di continuo vi si avvicendava, proveniente da tutte le parti del mondo; per il moto, per la vita che vi si agitavano di continuo; per la quantità e per la splendidezza de' suoi stabilimenti ed {{sic|edificii}} pubblici, e finalmente per la estensione sterminata della città. Lo sguardo di chi fosse in allora salito in cima al Campidoglio, si sarebbe perduto quasi in una selva di edificii monumentali, di palazzi, di monumenti di ogni specie, i quali si stendevano sotto suoi piedi, occupando, a parecchie miglia di distanza, colli e valli. Colà dove attualmente si stende verso i monti Albani una regione deserta, popolata da rovine, funestata dalla febbre maremmana<ref>Malaria.</ref>, stava in allora una pianura per nulla malsana, tutta coltivata, solcata di strade le quali formicolavano di persone. La città si allargava di continuo nei campi, nelle località dei dintorni, ed i suoi sobborghi cedevano il posto a novelle e stupende ville, a templi, a monumenti, i cui tetti e cupole marmoree splendevano al sole, fra la verzura lussureggiante dei boschi e dei giardini. ([[Ludwig Friedländer]])
*Da piccola borgata sul Palatino Roma divenne la più grande metropoli dell'antichità. I suoi primi abitatori scendevano a pascolare gli armenti e a seppellire i loro morti nell'umida e angusta valle, dove poi sorse il Foro; dopo dieci secoli, quando Costantino trasferì a Bisanzio la capitale dell'Impero, l'abitato di Roma aveva un perimetro di quasi venti chilometri e una popolazione numerosissima e fitta. Le rive del Tevere da ''Porta Trigemina'' sino oltre le pendici dell'Aventino verso sud erano sistemate mediante opere portuali, in modo da assicurare i rifornimenti necessari in abbondanza e con regolarità. Undici acquedotti fornivano ogni giorno una tal quantità di acque che è calcolato un miliardo e mezzo di litri. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], Roma non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia. ([[Ludwig Friedländer]])
*''Nulla ti è pari, o Roma pur nella tua quasi completa rovina; | quel che tu fosti, intatta, i tuoi ruderi lo rivelano |'' [...] ''È caduta la città. Mentre guardo le sue rovine | e considero il suo stato vado ripetendo: Roma fu. | Tuttavia né il susseguirsi delle guerre né gli incendi | né le stragi poterono cancellare completamente | la sua bellezza. Tanto rimane ancora, quanto rovinò; | né c'è cosa che potrebbe eguagliare ciò che resta | né si potrebbe ricostruire ciò che è stato distrutto.'' ([[Ildeberto di Lavardin]])
*Roma fù molto gloriosa per l'eroiche azzjoni de suoi Cittadini, ed altrettanto si rese ammirabile al mondo tutto per l'ordine delle Leggi, e bene ordinato governo. ([[Francesco Eschinardi]])
*Roma non ebbe mai prospetti grandiosi quali Antiochia ed Alessandria, colle loro strade lunghe, diritte ed ampie, tagliate ad angolo retto. Inoltre parecchie particolarità dell'architettura domestica romana dovevano portare {{sic|pregiudicio}} all'effetto architettonico delle strade. Tali erano le frequenti deviazioni di parecchie case dalla linea retta, la diversa altezza dei vari piani delle case, l'irregolarità delle finestre particolarmente nei piani superiori, ed in fine la frequenza di rientranze e di sporgenze delle case, le quali rendevano varia ed irregolare la sezione del suolo stradale. ([[Ludwig Friedländer]])
==Voci correlate==
*[[Civiltà romana]]
*[[Roma]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Antica Roma]]
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Citazioni su '''Roma''' antica.
*A chi mi chiedesse qual era l'aspetto di Roma antica pregandomi di presentarglielo in concreto, dirò, per intenderci, di fotografarlo, dovrei rispondere alla domanda con un'altra domanda: «Quando?». Cicerone, Seneca, Marziale, ci hanno tramandato una copiosa massa di elementi informativi su quello che era l'aspetto materiale di Roma; ma se noi raccogliamo e combiniamo quegli elementi, ne viene fuori per ciascun autore una Roma diversa. Dir Roma e basta, e pensare che possa bastare, è già di per sé un errore; ed è un errore dei più comuni, perché vi è una diffusa tendenza a non considerare quanto il volto di Roma fosse mutevole, e a supporre, in certo modo, che Cicerone passeggiasse in una città molto simile a quella in cui, da adulto, passeggiava il suo figliuolo, che Roma presentasse agli occhi di Orazio lo stesso aspetto che agli occhi di Marziale. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*Da piccola borgata sul Palatino Roma divenne la più grande metropoli dell'antichità. I suoi primi abitatori scendevano a pascolare gli armenti e a seppellire i loro morti nell'umida e angusta valle, dove poi sorse il Foro; dopo dieci secoli, quando Costantino trasferì a Bisanzio la capitale dell'Impero, l'abitato di Roma aveva un perimetro di quasi venti chilometri e una popolazione numerosissima e fitta. Le rive del Tevere da ''Porta Trigemina'' sino oltre le pendici dell'Aventino verso sud erano sistemate mediante opere portuali, in modo da assicurare i rifornimenti necessari in abbondanza e con regolarità. Undici acquedotti fornivano ogni giorno una tal quantità di acque che è calcolato un miliardo e mezzo di litri. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*''Nulla ti è pari, o Roma pur nella tua quasi completa rovina; | quel che tu fosti, intatta, i tuoi ruderi lo rivelano |'' [...] ''È caduta la città. Mentre guardo le sue rovine | e considero il suo stato vado ripetendo: Roma fu. | Tuttavia né il susseguirsi delle guerre né gli incendi | né le stragi poterono cancellare completamente | la sua bellezza. Tanto rimane ancora, quanto rovinò; | né c'è cosa che potrebbe eguagliare ciò che resta | né si potrebbe ricostruire ciò che è stato distrutto.'' ([[Ildeberto di Lavardin]])
*Roma fù molto gloriosa per l'eroiche azzjoni de suoi Cittadini, ed altrettanto si rese ammirabile al mondo tutto per l'ordine delle Leggi, e bene ordinato governo. ([[Francesco Eschinardi]])
===[[Ludwig Friedländer]]===
*Ad onta [...] di tutti i difetti delle sue strade e della sua posizione, Roma era tal città che non aveva l'uguale, e {{sic|sovratutto}} produceva una grande impressione per la folla immensa che di continuo vi si avvicendava, proveniente da tutte le parti del mondo; per il moto, per la vita che vi si agitavano di continuo; per la quantità e per la splendidezza de' suoi stabilimenti ed {{sic|edificii}} pubblici, e finalmente per la estensione sterminata della città. Lo sguardo di chi fosse in allora salito in cima al Campidoglio, si sarebbe perduto quasi in una selva di edificii monumentali, di palazzi, di monumenti di ogni specie, i quali si stendevano sotto suoi piedi, occupando, a parecchie miglia di distanza, colli e valli. Colà dove attualmente si stende verso i monti Albani una regione deserta, popolata da rovine, funestata dalla febbre maremmana<ref>Malaria.</ref>, stava in allora una pianura per nulla malsana, tutta coltivata, solcata di strade le quali formicolavano di persone. La città si allargava di continuo nei campi, nelle località dei dintorni, ed i suoi sobborghi cedevano il posto a novelle e stupende ville, a templi, a monumenti, i cui tetti e cupole marmoree splendevano al sole, fra la verzura lussureggiante dei boschi e dei giardini.
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], Roma non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
*Roma non ebbe mai prospetti grandiosi quali Antiochia ed Alessandria, colle loro strade lunghe, diritte ed ampie, tagliate ad angolo retto. Inoltre parecchie particolarità dell'architettura domestica romana dovevano portare {{sic|pregiudicio}} all'effetto architettonico delle strade. Tali erano le frequenti deviazioni di parecchie case dalla linea retta, la diversa altezza dei vari piani delle case, l'irregolarità delle finestre particolarmente nei piani superiori, ed in fine la frequenza di rientranze e di sporgenze delle case, le quali rendevano varia ed irregolare la sezione del suolo stradale.
==Voci correlate==
*[[Civiltà romana]]
*[[Roma]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Antica Roma]]
[[Categoria:Città antiche]]
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Citazioni su '''Roma''' antica.
*A chi mi chiedesse qual era l'aspetto di Roma antica pregandomi di presentarglielo in concreto, dirò, per intenderci, di fotografarlo, dovrei rispondere alla domanda con un'altra domanda: «Quando?». Cicerone, Seneca, Marziale, ci hanno tramandato una copiosa massa di elementi informativi su quello che era l'aspetto materiale di Roma; ma se noi raccogliamo e combiniamo quegli elementi, ne viene fuori per ciascun autore una Roma diversa. Dir Roma e basta, e pensare che possa bastare, è già di per sé un errore; ed è un errore dei più comuni, perché vi è una diffusa tendenza a non considerare quanto il volto di Roma fosse mutevole, e a supporre, in certo modo, che Cicerone passeggiasse in una città molto simile a quella in cui, da adulto, passeggiava il suo figliuolo, che Roma presentasse agli occhi di Orazio lo stesso aspetto che agli occhi di Marziale. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*Da piccola borgata sul Palatino Roma divenne la più grande metropoli dell'antichità. I suoi primi abitatori scendevano a pascolare gli armenti e a seppellire i loro morti nell'umida e angusta valle, dove poi sorse il Foro; dopo dieci secoli, quando Costantino trasferì a Bisanzio la capitale dell'Impero, l'abitato di Roma aveva un perimetro di quasi venti chilometri e una popolazione numerosissima e fitta. Le rive del Tevere da ''Porta Trigemina'' sino oltre le pendici dell'Aventino verso sud erano sistemate mediante opere portuali, in modo da assicurare i rifornimenti necessari in abbondanza e con regolarità. Undici acquedotti fornivano ogni giorno una tal quantità di acque che è calcolato un miliardo e mezzo di litri. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*''Nulla ti è pari, o Roma pur nella tua quasi completa rovina; | quel che tu fosti, intatta, i tuoi ruderi lo rivelano |'' [...] ''È caduta la città. Mentre guardo le sue rovine | e considero il suo stato vado ripetendo: Roma fu. | Tuttavia né il susseguirsi delle guerre né gli incendi | né le stragi poterono cancellare completamente | la sua bellezza. Tanto rimane ancora, quanto rovinò; | né c'è cosa che potrebbe eguagliare ciò che resta | né si potrebbe ricostruire ciò che è stato distrutto.'' ([[Ildeberto di Lavardin]])
*Roma fù molto gloriosa per l'eroiche azzjoni de suoi Cittadini, ed altrettanto si rese ammirabile al mondo tutto per l'ordine delle Leggi, e bene ordinato governo. ([[Francesco Eschinardi]])
===[[Ludwig Friedländer]]===
*Ad onta [...] di tutti i difetti delle sue strade e della sua posizione, Roma era tal città che non aveva l'uguale, e {{sic|sovratutto}} produceva una grande impressione per la folla immensa che di continuo vi si avvicendava, proveniente da tutte le parti del mondo; per il moto, per la vita che vi si agitavano di continuo; per la quantità e per la splendidezza de' suoi stabilimenti ed {{sic|edificii}} pubblici, e finalmente per la estensione sterminata della città. Lo sguardo di chi fosse in allora salito in cima al Campidoglio, si sarebbe perduto quasi in una selva di edificii monumentali, di palazzi, di monumenti di ogni specie, i quali si stendevano sotto suoi piedi, occupando, a parecchie miglia di distanza, colli e valli. Colà dove attualmente si stende verso i monti Albani una regione deserta, popolata da rovine, funestata dalla febbre maremmana<ref>Malaria.</ref>, stava in allora una pianura per nulla malsana, tutta coltivata, solcata di strade le quali formicolavano di persone. La città si allargava di continuo nei campi, nelle località dei dintorni, ed i suoi sobborghi cedevano il posto a novelle e stupende ville, a templi, a monumenti, i cui tetti e cupole marmoree splendevano al sole, fra la verzura lussureggiante dei boschi e dei giardini.
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], Roma non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
*Roma non ebbe mai prospetti grandiosi quali Antiochia ed Alessandria, colle loro strade lunghe, diritte ed ampie, tagliate ad angolo retto. Inoltre parecchie particolarità dell'architettura domestica romana dovevano portare {{sic|pregiudicio}} all'effetto architettonico delle strade. Tali erano le frequenti deviazioni di parecchie case dalla linea retta, la diversa altezza dei vari piani delle case, l'irregolarità delle finestre particolarmente nei piani superiori, ed in fine la frequenza di rientranze e di sporgenze delle case, le quali rendevano varia ed irregolare la sezione del suolo stradale.
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Civiltà romana]]
*[[Roma]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Antica Roma]]
[[Categoria:Città antiche]]
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[[File:Fori-imperiali-big-1-.jpg|thumb|Plastico di Roma all'epoca di Costantino, realizzato da Italo Gismondi e conservato al Museo della civiltà romana]]
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Citazioni su '''Roma''' antica.
*A chi mi chiedesse qual era l'aspetto di Roma antica pregandomi di presentarglielo in concreto, dirò, per intenderci, di fotografarlo, dovrei rispondere alla domanda con un'altra domanda: «Quando?». Cicerone, Seneca, Marziale, ci hanno tramandato una copiosa massa di elementi informativi su quello che era l'aspetto materiale di Roma; ma se noi raccogliamo e combiniamo quegli elementi, ne viene fuori per ciascun autore una Roma diversa. Dir Roma e basta, e pensare che possa bastare, è già di per sé un errore; ed è un errore dei più comuni, perché vi è una diffusa tendenza a non considerare quanto il volto di Roma fosse mutevole, e a supporre, in certo modo, che Cicerone passeggiasse in una città molto simile a quella in cui, da adulto, passeggiava il suo figliuolo, che Roma presentasse agli occhi di Orazio lo stesso aspetto che agli occhi di Marziale. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*Da piccola borgata sul Palatino Roma divenne la più grande metropoli dell'antichità. I suoi primi abitatori scendevano a pascolare gli armenti e a seppellire i loro morti nell'umida e angusta valle, dove poi sorse il Foro; dopo dieci secoli, quando Costantino trasferì a Bisanzio la capitale dell'Impero, l'abitato di Roma aveva un perimetro di quasi venti chilometri e una popolazione numerosissima e fitta. Le rive del Tevere da ''Porta Trigemina'' sino oltre le pendici dell'Aventino verso sud erano sistemate mediante opere portuali, in modo da assicurare i rifornimenti necessari in abbondanza e con regolarità. Undici acquedotti fornivano ogni giorno una tal quantità di acque che è calcolato un miliardo e mezzo di litri. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*''Nulla ti è pari, o Roma pur nella tua quasi completa rovina; | quel che tu fosti, intatta, i tuoi ruderi lo rivelano |'' [...] ''È caduta la città. Mentre guardo le sue rovine | e considero il suo stato vado ripetendo: Roma fu. | Tuttavia né il susseguirsi delle guerre né gli incendi | né le stragi poterono cancellare completamente | la sua bellezza. Tanto rimane ancora, quanto rovinò; | né c'è cosa che potrebbe eguagliare ciò che resta | né si potrebbe ricostruire ciò che è stato distrutto.'' ([[Ildeberto di Lavardin]])
*Roma fù molto gloriosa per l'eroiche azzjoni de suoi Cittadini, ed altrettanto si rese ammirabile al mondo tutto per l'ordine delle Leggi, e bene ordinato governo. ([[Francesco Eschinardi]])
===[[Ludwig Friedländer]]===
*Ad onta [...] di tutti i difetti delle sue strade e della sua posizione, Roma era tal città che non aveva l'uguale, e {{sic|sovratutto}} produceva una grande impressione per la folla immensa che di continuo vi si avvicendava, proveniente da tutte le parti del mondo; per il moto, per la vita che vi si agitavano di continuo; per la quantità e per la splendidezza de' suoi stabilimenti ed {{sic|edificii}} pubblici, e finalmente per la estensione sterminata della città. Lo sguardo di chi fosse in allora salito in cima al Campidoglio, si sarebbe perduto quasi in una selva di edificii monumentali, di palazzi, di monumenti di ogni specie, i quali si stendevano sotto suoi piedi, occupando, a parecchie miglia di distanza, colli e valli. Colà dove attualmente si stende verso i monti Albani una regione deserta, popolata da rovine, funestata dalla febbre maremmana<ref>Malaria.</ref>, stava in allora una pianura per nulla malsana, tutta coltivata, solcata di strade le quali formicolavano di persone. La città si allargava di continuo nei campi, nelle località dei dintorni, ed i suoi sobborghi cedevano il posto a novelle e stupende ville, a templi, a monumenti, i cui tetti e cupole marmoree splendevano al sole, fra la verzura lussureggiante dei boschi e dei giardini.
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], Roma non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
*Roma non ebbe mai prospetti grandiosi quali Antiochia ed Alessandria, colle loro strade lunghe, diritte ed ampie, tagliate ad angolo retto. Inoltre parecchie particolarità dell'architettura domestica romana dovevano portare {{sic|pregiudicio}} all'effetto architettonico delle strade. Tali erano le frequenti deviazioni di parecchie case dalla linea retta, la diversa altezza dei vari piani delle case, l'irregolarità delle finestre particolarmente nei piani superiori, ed in fine la frequenza di rientranze e di sporgenze delle case, le quali rendevano varia ed irregolare la sezione del suolo stradale.
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Civiltà romana]]
*[[Roma]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Antica Roma]]
[[Categoria:Città antiche]]
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Gaux
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[[File:Fori-imperiali-big-1-.jpg|thumb|Plastico di Roma all'epoca di Costantino, realizzato da Italo Gismondi e conservato al Museo della civiltà romana]]
{{indicedx}}
Citazioni su '''Roma''' antica.
*A chi mi chiedesse qual era l'aspetto di Roma antica pregandomi di presentarglielo in concreto, dirò, per intenderci, di fotografarlo, dovrei rispondere alla domanda con un'altra domanda: «Quando?». Cicerone, Seneca, Marziale, ci hanno tramandato una copiosa massa di elementi informativi su quello che era l'aspetto materiale di Roma; ma se noi raccogliamo e combiniamo quegli elementi, ne viene fuori per ciascun autore una Roma diversa. Dir Roma e basta, e pensare che possa bastare, è già di per sé un errore; ed è un errore dei più comuni, perché vi è una diffusa tendenza a non considerare quanto il volto di Roma fosse mutevole, e a supporre, in certo modo, che Cicerone passeggiasse in una città molto simile a quella in cui, da adulto, passeggiava il suo figliuolo, che Roma presentasse agli occhi di Orazio lo stesso aspetto che agli occhi di Marziale. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*Da piccola borgata sul Palatino Roma divenne la più grande metropoli dell'antichità. I suoi primi abitatori scendevano a pascolare gli armenti e a seppellire i loro morti nell'umida e angusta valle, dove poi sorse il Foro; dopo dieci secoli, quando Costantino trasferì a Bisanzio la capitale dell'Impero, l'abitato di Roma aveva un perimetro di quasi venti chilometri e una popolazione numerosissima e fitta. Le rive del Tevere da ''Porta Trigemina'' sino oltre le pendici dell'Aventino verso sud erano sistemate mediante opere portuali, in modo da assicurare i rifornimenti necessari in abbondanza e con regolarità. Undici acquedotti fornivano ogni giorno una tal quantità di acque che è calcolato un miliardo e mezzo di litri. ([[Ugo Enrico Paoli]])
*''Nulla ti è pari, o Roma pur nella tua quasi completa rovina; | quel che tu fosti, intatta, i tuoi ruderi lo rivelano |'' [...] ''È caduta la città. Mentre guardo le sue rovine | e considero il suo stato vado ripetendo: Roma fu. | Tuttavia né il susseguirsi delle guerre né gli incendi | né le stragi poterono cancellare completamente | la sua bellezza. Tanto rimane ancora, quanto rovinò; | né c'è cosa che potrebbe eguagliare ciò che resta | né si potrebbe ricostruire ciò che è stato distrutto.'' ([[Ildeberto di Lavardin]])
*Roma fù molto gloriosa per l'eroiche azzjoni de suoi Cittadini, ed altrettanto si rese ammirabile al mondo tutto per l'ordine delle Leggi, e bene ordinato governo. ([[Francesco Eschinardi]])
===[[Ludwig Friedländer]]===
*Ad onta [...] di tutti i difetti delle sue strade e della sua posizione, Roma era tal città che non aveva l'uguale, e {{sic|sovratutto}} produceva una grande impressione per la folla immensa che di continuo vi si avvicendava, proveniente da tutte le parti del mondo; per il moto, per la vita che vi si agitavano di continuo; per la quantità e per la splendidezza de' suoi stabilimenti ed {{sic|edificii}} pubblici, e finalmente per la estensione sterminata della città. Lo sguardo di chi fosse in allora salito in cima al Campidoglio, si sarebbe perduto quasi in una selva di edificii monumentali, di palazzi, di monumenti di ogni specie, i quali si stendevano sotto suoi piedi, occupando, a parecchie miglia di distanza, colli e valli. Colà dove attualmente si stende verso i monti Albani una regione deserta, popolata da rovine, funestata dalla febbre maremmana<ref>Malaria.</ref>, stava in allora una pianura per nulla malsana, tutta coltivata, solcata di strade le quali formicolavano di persone. La città si allargava di continuo nei campi, nelle località dei dintorni, ed i suoi sobborghi cedevano il posto a novelle e stupende ville, a templi, a monumenti, i cui tetti e cupole marmoree splendevano al sole, fra la verzura lussureggiante dei boschi e dei giardini.
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], Roma non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
*Roma non ebbe mai prospetti grandiosi quali Antiochia ed Alessandria, colle loro strade lunghe, diritte ed ampie, tagliate ad angolo retto. Inoltre parecchie particolarità dell'architettura domestica romana dovevano portare {{sic|pregiudicio}} all'effetto architettonico delle strade. Tali erano le frequenti deviazioni di parecchie case dalla linea retta, la diversa altezza dei vari piani delle case, l'irregolarità delle finestre particolarmente nei piani superiori, ed in fine la frequenza di rientranze e di sporgenze delle case, le quali rendevano varia ed irregolare la sezione del suolo stradale.
==Note==
<references />
==Voci correlate==
*[[Civiltà romana]]
*[[Roma]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|etichetta=Roma (città antica)}}
[[Categoria:Antica Roma]]
[[Categoria:Città antiche]]
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Vasilij Osipovič Ključevskij
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Dread83
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[[File:Kluchevsky by L. Pasternak (1909) FRAME.jpg|thumb|Vasily Klyuchevsky]]
'''Vasily Osipovich Klyuchevsky''' (1841 – 1911), storico russo.
==Citazioni di Vasily Klyuchevsky==
*Ci sono uomini che diventano bestie non appena si inizia a trattarli come uomini.<ref name=aforismi>Da ''Aforismi''.</ref><ref name=sordi>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref>
*Il valore di ogni conoscenza è nel suo legame con i nostri bisogni, le nostre aspirazioni ed azioni; diversamente la conoscenza diventa una semplice zavorra di memoria, capace soltanto – come su una nave che navighi senza un peso prezioso – di diminuire il rollio della vita di ogni giorno.<ref>Da ''Corso di storia russa''.</ref><ref name=sordi/>
*La differenza fra i coraggiosi e i vigliacchi è questa: i primi riconoscono il pericolo e non provano paura, i secondi provano paura senza riconoscere il pericolo.<ref name=aforismi/><ref name=sordi/>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Klyuchevsky, Vasily}}
[[Categoria:Storici russi]]
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Alessandra Korompay
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Bradipo Lento
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/* Film */ +[[Paycheck]]
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'''Alessandra Korompay''' (1962 – vivente), attrice, doppiatrice italiana di origini ungheresi.
==Citazioni di Alessandra Korompay==
*{{NDR|Alla domanda se ha una memoria lavorativa su ciò che ha realizzato}} Accendiamo subito... che c'hai Antonio Genna, wikipedia?<ref name= Cigliano />
*{{NDR|Alla domanda che devono fare i ragazzi per approcciarsi al doppiaggio}} Devono essere perseveranti seguire il proprio sogno, come abbiamo fatto tutti, insistere e studiare.<ref name= Cigliano>Dall'intervista di Alessio Cigliano, ''Radio Cigliano'', 28 giugno 2018. [https://www.youtube.com/watch?v=jTbKZFTmHB8 Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref>
*Io adoro fare i cartoni animati ma mi capita poco fare i cartoni animati. [...] perché puoi inventare ottomila voci, puoi caratterizzare. Amo caratterizzare, non mi piace fare "le buone".<ref name= Cigliano />
*Sono stata molto fortunata nella vita, molto, molto fortunata, perché non ho studiato, non ho fatto accademia, non ho fatto... e niente la passione è scoppiata, ho seguito in sala quando si poteva fare.<ref name= Cigliano />
==Note==
<references />
==Doppiaggio==
===Film===
{{div col|strette}}
*''[[La febbre del sabato sera]]'' (1977; ridoppiaggio 2002)
*''[[Il viaggio di Capitan Fracassa]]'' (1990)
*''[[Il cattivo tenente]]'' (1992)
*''[[La mano sulla culla]]'' (1992)
*''[[Sister Act 2 - Più svitata che mai]]'' (1993)
*''[[Una vita al massimo]]'' (1993)
*''[[Clerks - Commessi]]'' (1994)
*''[[Sole ingannatore]]'' (1994)
*''[[Braveheart - Cuore impavido]]'' (1995)
*''[[Ghost in the Shell (film 1995)|Ghost in the Shell]]'' (1995)
*''[[Il profumo del mosto selvatico]]'' (1995)
*''[[Nine Months - Imprevisti d'amore]]'' (1995)
*''[[Strange Days (film)|Strange Days]]'' (1995)
*''[[Vacanze di Natale '95]]'' (1995)
*''[[Vampiro a Brooklyn]]'' (1995)
*''[[Via da Las Vegas]]'' (1995)
*''[[Independence Day]]'' (1996)
*''[[Full Monty - Squattrinati organizzati]]'' (1997)
*''[[Titanic (film 1997)|Titanic]]'' (1997)
*''[[Wilde (film)|Wilde]]'' (1997)
*''[[Fino a prova contraria]]'' (1999)
*''[[Io, me & Irene]]'' (2000)
*''[[Intimacy - Nell'intimità]]'' (2001)
*''[[Scary Movie 2]]'' (2001)
*''[[L'amore infedele - Unfaithful]]'' (2002)
*''[[Paycheck]]'' (2003)
*''[[Scary Movie 3]]'' (2003)
*''[[Cinderella Story]]'' (2004)
*''[[Mean Girls]]'' (2004)
*''[[Una canzone per Bobby Long]]'' (2004)
*''[[Harry Potter e il calice di fuoco]]'' (2005)
*''[[The Descent - Discesa nelle tenebre]]'' (2005)
*''[[Clerks II]]'' (2006)
*''[[Vita da camper]]'' (2006)
*''[[The Grudge 2]]'' (2006)
*''[[Disturbia]]'' (2007)
*''[[Grindhouse - A prova di morte]]'' (2007)
*''[[Natale a Rio]]'' (2008)
*''[[La ragazza che giocava con il fuoco (film)|La ragazza che giocava con il fuoco]]'' (2009)
*''[[La regina dei castelli di carta (film)|La regina dei castelli di carta]]'' (2009)
*''[[Laureata... e adesso?]]'' (2009)
*''[[Precious (film)|Precious]]'' (2009)
*''[[Uomini che odiano le donne (film)|Uomini che odiano le donne]]'' (2009)
*''[[Il discorso del re]]'' (2010)
*''[[La versione di Barney (film)|La versione di Barney]]'' (2010)
*''[[Albert Nobbs]]'' (2011)
*''[[Jane Eyre (film 2011)|Jane Eyre]]'' (2011)
*''[[Professione assassino (film 2011)|Professione assassino]]'' (2011)
*''[[Provetta d'amore]]'' (2012)
*''[[Giovani ribelli - Kill Your Darlings]]'' (2013)
*''[[Difret - Il coraggio per cambiare]]'' (2014)
*''[[God's Not Dead]]'' (2014)
*''[[L'amore bugiardo - Gone Girl]]'' (2014)
*''[[Le regole del caos]]'' (2014)
*''[[Wild]]'' (2014)
*''[[La grande Gilly Hopkins]]'' (2015)
*''[[Mr. Holmes - Il mistero del caso irrisolto]]'' (2015)
*''[[Elle]]'' (2016)
*''[[Sully (film)|Sully]]'' (2016)
*''[[The Divergent Series: Allegiant]]'' (2016)
*''[[Disturbia]]'' (2017)
*''[[La diseducazione di Cameron Post]]'' (2018)
*''[[Il silenzio della città bianca]]'' (2019)
*''[[Storia di un matrimonio]]'' (2019)
*''[[The Hater]]'' (2020)
{{div col end}}
===Film d'animazione===
{{div col|strette}}
*''[[Lupin III (film)|Lupin III]]'' (1978) <small>(riddoppiaggio 1986/2007)</small>
*''[[Waking Life]]'' (2001)
*''[[Lupin III: Il castello di Cagliostro]]'' (1979) <small>(riddoppiaggio 2007)</small>
*''[[Zootropolis]]'' (2016)
{{div col end}}
===Serie animate===
*''[[Black Lagoon]]'' (2006)
===Serie televisive===
{{div col|strette}}
*''[[Nikita (serie televisiva 1997)|Nikita]]'' (1997 – 2001)
*''[[Law & Order - Unità vittime speciali]]'' (1999 - in corso)
*''[[Smallville]]'' (2001 - 2011)
*''[[Paso adelante]]'' (2002 - 2005)
*''[[Miss Marple (serie televisiva 2004)|Miss Marple]]'' (2004 - 2013)
*''[[Grey's Anatomy]]'' (2005 - in corso)
*''[[Kyle XY]]'' (2006 - 2009)
*''[[Mad Men]]'' (2007 - 2015)
*''[[Breaking Bad]]'' (2008 - 2013)
*''[[Strike Back]]'' (2010 – 2015)
*''[[Banshee (serie televisiva)|Banshee]]'' (2013 – 2015)
*''[[Supergirl (serie televisiva)|Supergirl]]'' (2015 - in corso)
*''[[Marseille (serie televisiva)|Marseille]]'' (2016 – 2018)
*''[[Westworld - Dove tutto è concesso]]'' (2016 - in corso)
*''[[Dietland]]'' (2018)
*''[[Good Girls (serie televisiva)|Good Girls]]'' (2018 - in corso)
*''[[Il metodo Kominsky]]'' (2018 - in corso)
*''[[Virgin River (serie televisiva)|Virgin River]]'' (2019 - in corso)
*''[[Snowpiercer (serie televisiva)|Snowpiercer]]'' (2020 - in corso)
*''[[Squid Game]]'' (2021 - ln corso)
{{div col end}}
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Korompay, Alessandra}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Doppiatori italiani]]
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Roberto Draghetti
0
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2022-08-08T13:14:35Z
Bradipo Lento
20707
/* Film */ +[[Paycheck]]
wikitext
text/x-wiki
'''Roberto Draghetti''' (1960 – 2020), doppiatore italiano.
==Citazioni di Roberto Draghetti==
*Il doppiatore è un attore che fa il doppiaggio.<ref name= Mongelli>Dall'intervista di Marcella Mongelli, ''CinemadaMare in Tv'', 11 febbraio 2012. [https://www.youtube.com/watch?v=gMB151XPOmU Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref>
*{{NDR|Quali caratteristiche si devono avere per fare il doppiaggio}} La prima cosa è saper recitare. Cosa che ultimamente si è un po' persa, ho paura. Adesso il fatto di venire dal teatro o dal cinema o dalle varie esperienze che uno possa aver fatto, ti può aiutare e anche no. Io posso avere una bella voce ma me l'han data, io ce l'ho di nascita, poi la saprò usare perché ho studiato. La so usare per bene perché ho studiato una tecnica. Nelle fiction, nel cinema, nel teatro tu hai la possibilità, più nel teatro ovviamente che nelle altre due categorie che ho detto, di provare certe cose. Fai le prove, hai i tuoi tempi in qualche maniera reciti, come vuoi recitare tu. Nel doppiaggio invece no. Tu nel doppiaggio devi doppiare qualcosa che è già stato fatto, quindi la tecnica è incollarsi.<ref name= Mongelli />
*Nel trailer sono tante battute spezzettate e quindi molto spesso non hanno una sequenza logica, hanno una sequenza logica per vendere il film, pubblicizzare il film. E come tecnica la devi spingere molto di più, molto più fuori. Molto più pompata, perché in un minuto devi, non so mezzo minuto, che poi dipende dal trailer, devi far capire allo spettatore che tipo di film vai a vedere, cosa stai facendo. Sul film invece è molto più tranquillo, più difficile sicuramente.<ref name= Mongelli />
==Note==
<references />
==Doppiaggio==
===Film===
{{div col|strette}}
*''[[Il cattivo tenente]]'' (1992)
*''[[Forget Paris]]'' (1995)
*''[[Alien - La clonazione]]'' (1997)
*''[[Amistad]]'' (1997)
*''[[The Truman Show]]'' (1998)
*''[[American Beauty]]'' (1999)
*''[[Notting Hill (film)|Notting Hill]]'' (1999)
*''[[Dancer in the Dark]]'' (2000)
*''[[Memento]]'' (2000)
*''[[Mission: Impossible II]]'' (2000)
*''[[U-571]]'' (2000)
*''[[Alì (film)|Alì]]'' (2001)
*''[[8 Mile]]'' (2002)
*''[[L'ultima estate - Ricordi di un'amicizia]]'' (2002)
*''[[Spider-Man (film)|Spider-Man]]'' (2002)
*''[[C'era una volta in Messico]]'' (2003)
*''[[Il genio della truffa]]'' (2003)
*''[[Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re]]'' (2003)
*''[[La giuria]]'' (2003)
*''[[La maledizione della prima luna]]'' (2003)
*''[[Oldboy]]'' (2003)
*''[[Paycheck]]'' (2003)
*''[[Collateral]]'' (2004)
*''[[Io, robot (film)|Io, robot]]'' (2004)
*''[[King Arthur]]'' (2004)
*''[[Melinda e Melinda]]'' (2004)
*''[[Spider-Man 2]]'' (2004)
*''[[The Assassination]]'' (2004)
*''[[The Terminal]]'' (2004)
*''[[Cinderella Man - Una ragione per lottare]]'' (2005)
*''[[Four Brothers - Quattro fratelli]]'' (2005)
*''[[Hostel]]'' (2005)
*''[[I Fantastici 4 (film)|I Fantastici 4]]'' (2005)
*''[[Jarhead]]'' (2005)
*''[[Sin City (film)|Sin City]]'' (2005)
*''[[Stealth - Arma suprema]]'' (2005)
*''[[Casino Royale (film)|Casino Royale]]'' (2006)
*''[[Eragon]]'' (2006)
*''[[Scary Movie 4]]'' (2006)
*''[[Stay Alive]]'' (2006)
*''[[The Grudge 2]]'' (2006)
*''[[12 (film)|12]]'' (2007)
*''[[300 (film)|300]]'' (2007)
*''[[I Fantastici 4 e Silver Surfer]]'' (2007)
*''[[La leggenda di Beowulf]]'' (2007)
*''[[Non è un paese per vecchi]]'' (2007)
*''[[Redacted]]'' (2007)
*''[[Spider-Man 3]]'' (2007)
*''[[Transformers (film)|Transformers]]'' (2007)
*''[[Un ponte per Terabithia]]'' (2007)
*''[[Death Race]]'' (2008)
*''[[Io vi troverò]]'' (2008)
*''[[Pride and Glory - Il prezzo dell'onore]]'' (2008)
*''[[Quantum of Solace]]'' (2008)
*''[[Sfida senza regole]]'' (2008)
*''[[Valérie - Diario di una ninfomane]]'' (2008)
*''[[Le cronache di Narnia: il principe Caspian]]'' (2008)
*''[[G.I. Joe - La nascita dei Cobra]]'' (2009)
*''[[Giustizia privata]]'' (2009)
*''[[State of Play]]'' (2009)
*''[[Transformers - La vendetta del caduto]]'' (2009)
*''[[Un alibi perfetto]]'' (2009)
*''[[Il Grinta (film 2010)|Il Grinta]]'' (2010)
*''[[I mercenari - The Expendables]]'' (2010)
*''[[I poliziotti di riserva]]'' (2010)
*''[[La versione di Barney (film)|La versione di Barney]]'' (2010)
*''[[Cappuccetto rosso sangue]]'' (2011)
*''[[Come ammazzare il capo... e vivere felici]]'' (2011)
*''[[Jane Eyre (film 2011)|Jane Eyre]]'' (2011)
*''[[J. Edgar]]'' (2011)
*''[[Killer Elite (film 2011)|Killer Elite]]'' (2011)
*''[[La cosa (film 2011)|La cosa]]'' (2011)
*''[[Mission: Impossible - Protocollo fantasma]]'' (2011)
*''[[Thor (film)|Thor]]'' (2011)
*''[[Transformers 3]]'' (2011)
*''[[Ghost Rider - Spirito di vendetta]]'' (2012)
*''[[Prometheus (film)|Prometheus]]'' (2012)
*''[[Ted]]'' (2012)
*''[[Underworld - Il risveglio]]'' (2012)
*''[[Blue Jasmine]]'' (2013)
*''[[Corpi da reato]]'' (2013)
*''[[Elysium (film 2013)|Elysium]]'' (2013)
*''[[G.I. Joe - La vendetta]]'' (2013)
*''[[Sola nel buio (film 2013)|Sola nel buio]]'' (2013)
*''[[Thor: The Dark World]]'' (2013)
*''[[Come ammazzare il capo 2]]'' (2014)
*''[[Kingsman - Secret Service]]'' (2014)
*''[[L'amore bugiardo - Gone Girl]]'' (2014)
*''[[Le regole del caos]]'' (2014)
*''[[Ant-Man (film)|Ant-Man]]'' (2015)
*''[[Ted 2]]'' (2015)
*''[[Criminal (film 2016)|Criminal]]'' (2016)
*''[[Star Trek Beyond]]'' (2016)
*''[[The Do-Over]]'' (2016)
*''[[I segreti di Wind River]]'' (2017)
*''[[Ant-Man and the Wasp]]'' (2018)
*''[[Aquaman (film)|Aquaman]]'' (2018)
*''[[Il giustiziere della notte - Death Wish]]'' (2018)
*''[[Domino (film 2019)|Domino]]'' (2019)
*''[[Project Power]]'' (2020)
{{div col end}}
===Film d'animazione===
{{div col|strette}}
*''[[Pocahontas (film 1995 Disney)|Pocahontas]]'' (1995)
*''[[A Bug's Life - Megaminimondo]]'' (1998)
*''[[Lilli e il vagabondo II - Il cucciolo ribelle]]'' (2001)
*''[[Bionicle - La maschera della luce]]'' (2003)
*''[[Madagascar (film)|Madagascar]]'' (2005)
*''[[Giù per il tubo]]'' (2006)
*''[[Sword of the Stranger]]'' (2007)
*''[[Madagascar 2]]'' (2008)
*''[[Fantastic Mr. Fox]]'' (2009)
*''[[La principessa e il ranocchio]]'' (2009)
*''[[Piovono polpette]]'' (2009)
*''[[Dragon Trainer]]'' (2010)
*''[[Kung Fu Panda 2]]'' (2011)
*''[[La collina dei papaveri]]'' (2011)
*''[[Madagascar 3 - Ricercati in Europa]]'' (2012)
*''[[Dragon Trainer 2]]'' (2014)
*''[[Kung Fu Panda 3]]'' (2016)
*''[[Dragon Trainer - Il mondo nascosto]]'' (2019)
*''[[Batman: Hush (film)]]'' (2019)
{{div col end}}
===Serie animate===
*''[[Ed, Edd & Eddy]]'' (1999 - 2009)
*''[[I Simpson]]'' (? - 2020)
*''[[Pretty Cure]]'' (2004 - in corso)
*''[[The Cleveland Show]]'' (2009 - 2013)
*''[[Steins;Gate]]'' (2011)
*''[[La leggenda di Korra]]'' (2012 - 2014)
===Serie televisive===
{{div col|strette}}
*''[[Desperate Housewives]]'' (2004 - 2012)
*''[[Bones]]'' (2005 – 2017)
*''[[Dexter]]'' (2006 - 2013)
*''[[Chuck]]'' (2007 - 2012)
*''[[Castle - Detective tra le righe]]'' (2009 - 2016)
*''[[Luther (serie televisiva)|Luther]]'' (2010 - in corso)
*''[[Suits]]'' (2011 – in corso)
*''[[La Bibbia (miniserie televisiva)|La Bibbia]]'' (2013)
*''[[Peaky Blinders]]'' (2013 - in corso)
*''[[The Blacklist]]'' (2013 - in corso)
*''[[Sense8]]'' (2015 - in corso)
*''[[Westworld - Dove tutto è concesso]]'' (2016 - in corso)
*''[[La casa di carta]]'' (2017 - in corso)
{{div col end}}
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Draghetti, Roberto}}
[[Categoria:Doppiatori italiani]]
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Francesca Fiorentini
0
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Bradipo Lento
20707
/* Film */ +[[Paycheck]]
wikitext
text/x-wiki
'''Francesca Fiorentini''' (1967 – vivente), doppiatrice italiana.
==Citazioni di Francesca Fiorentini==
*Ci viene data meno l'opportunità di farli questi cartoni {{NDR|animati}} negli ultimi anni. [...] Mi sembra che ultimamente li facciano fare ai talent.<ref name= Cigliano>Dall'intervista di Alessio Cigliano, ''Radio Cigliano'', 13 febbraio 2019. [https://www.youtube.com/watch?v=Y5iYHgs-eOI Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref>
*{{NDR|«Cosa ci vuole per poter fare il doppiatore?»}} Io credo che la cosa fondamentale sia imparare a recitare. Quindi devi essere attore. Perché sennò arrivi lì e comunque puoi essere un bravissimo speaker, però mancano un po' le basi, secondo me. E poi puoi cadere su alcuni personaggi, su alcuni film.<ref name= Cigliano />
*L'emotività deve essere comunque legata sempre alla tecnica nel nostro lavoro {{NDR|del doppiaggio}}, non ti puoi lasciare andare completamente. devi essere controllata.<ref name= Cigliano />
==Note==
<references />
==Doppiaggio==
===Film===
{{div col|strette}}
*''[[Amadeus]]'' (1984) <small>(versione ''Director's cut'' del 2002)</small>
*''[[C'era una volta in America]]'' (1984) <small>(riddoppiaggio 2003)</small>
*''[[Gli occhi del delitto]]'' (1992)
*''[[Buffalo '66]]'' (1998)
*''[[Omicidio in diretta]]'' (1998)
*''[[Shakespeare in Love]]'' (1998)
*''[[Sliding Doors]]'' (1998)
*''[[Giovanna d'Arco (film)|Giovanna d'Arco]]'' (1999)
*''[[Notting Hill (film)|Notting Hill]]'' (1999)
*''[[Bounce (film)|Bounce]]'' (2000)
*''[[Scary Movie]]'' (2000)
*''[[Ti presento i miei]]'' (2000)
*''[[Giuda (film 2001)|Giuda]]'' (2001)
*''[[Il diario di Bridget Jones (film)|Il diario di Bridget Jones]]'' (2001)
*''[[La 25ª ora]]'' (2002)
*''[[Resident Evil (film)|Resident Evil]]'' (2002)
*''[[The Hours]]'' (2002)
*''[[2 Fast 2 Furious]]'' (2003)
*''[[21 grammi]]'' (2003)
*''[[C'era una volta in Messico]]'' (2003)
*''[[In the Cut]]'' (2003)
*''[[Kill Bill vol. 1]]'' (2003)
*''[[Out of Time (film 2003)|Out of Time]]'' (2003)
*''[[Paycheck]]'' (2003)
*''[[Catwoman (film)|Catwoman]]'' (2004)
*''[[Che pasticcio, Bridget Jones!]]'' (2004)
*''[[...e alla fine arriva Polly]]'' (2004)
*''[[Io, robot (film)|Io, robot]]'' (2004)
*''[[Kill Bill vol. 2]]'' (2004)
*''[[Laws of Attraction - Matrimonio in appello]]'' (2004)
*''[[Le pagine della nostra vita]]'' (2004)
*''[[Mi presenti i tuoi?]]'' (2004)
*''[[Neverland - Un sogno per la vita]]'' (2004)
*''[[Memorie di una geisha (film)|Memorie di una geisha]]'' (2005)
*''[[Sin City (film)|Sin City]]'' (2005)
*''[[Basic Instinct 2]]'' (2006)
*''[[Bordertown]]'' (2006)
*''[[Clerks II]]'' (2006)
*''[[The Departed - Il bene e il male]]'' (2006)
*''[[1408]]'' (2007)
*''[[American Gangster]]'' (2007)
*''[[Cleaner]]'' (2007)
*''[[Grindhouse - A prova di morte]]'' (2007)
*''[[Il caso Thomas Crawford]]'' (2007)
*''[[L'amore ai tempi del colera]]'' (2007)
*''[[Le regole del gioco (film 2007)|Le regole del gioco]]'' (2007)
*''[[Resident Evil: Extinction]]'' (2007)
*''[[Il bambino con il pigiama a righe]]'' (2008)
*''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008)
*''[[Killshot]]'' (2008)
*''[[L'onda (film 2008)|L'onda]]'' (2008)
*''[[Operazione Valchiria (film)|Operazione Valchiria]]'' (2008)
*''[[Quantum of Solace]]'' (2008)
*''[[Sette anime]]'' (2008)
*''[[The Women]]'' (2008)
*''[[Agora (film)|Agora]]'' (2009)
*''[[G.I. Joe - La nascita dei Cobra]]'' (2009)
*''[[Laureata... e adesso?]]'' (2009)
*''[[Precious (film)|Precious]]'' (2009)
*''[[Fuori controllo]]'' (2010)
*''[[I poliziotti di riserva]]'' (2010)
*''[[Insidious (film)|Insidious]]'' (2010)
*''[[Iron Man 2]]'' (2010)
*''[[La versione di Barney (film)|La versione di Barney]]'' (2010)
*''[[Red (film 2010)|Red]]'' (2010)
*''[[Resident Evil: Afterlife]]'' (2010)
*''[[Scontro tra titani]]'' (2010)
*''[[Shutter Island]]'' (2010)
*''[[The Next Three Days]]'' (2010)
*''[[Vi presento i nostri]]'' (2010)
*''[[Unstoppable - Fuori controllo]]'' (2010)
*''[[Contagion]]'' (2011)
*''[[Johnny English - La rinascita]]'' (2011)
*''[[Limitless]]'' (2011)
*''[[The Iron Lady]]'' (2011)
*''[[Che cosa aspettarsi quando si aspetta]]'' (2012)
*''[[Cosmopolis (film)|Cosmopolis]]'' (2012)
*''[[Le belve (film 2012)|Le belve]]'' (2012)
*''[[The Expatriate - In fuga dal nemico]]'' (2012)
*''[[Una ragazza a Las Vegas]]'' (2012)
*''[[Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe]]'' (2013)
*''[[Oltre i confini del male - Insidious 2]]'' (2013)
*''[[Iron Man 3]]'' (2013)
*''[[Rush (film 2013)|Rush]]'' (2013)
*''[[L'amore bugiardo - Gone Girl]]'' (2014)
*''[[Le regole del caos]]'' (2014)
*''[[Non buttiamoci giù (film)|Non buttiamoci giù]]'' (2014)
*''[[Suite francese (film)|Suite francese]]'' (2014)
*''[[Mortdecai]]'' (2015)
*''[[The Visit (film 2015)|The Visit]]'' (2015)
*''[[Agnus Dei (film 2016)|Agnus Dei]]'' (2016)
*''[[Sully (film)|Sully]]'' (2016)
*''[[The Divergent Series: Allegiant]]'' (2016)
*''[[Disobedience]]'' (2017)
*''[[Scappa - Get Out]]'' (2017)
*''[[Avengers: Infinity War]]'' (2018)
*''[[L'uomo sul treno - The Commuter]]'' (2018)
*''[[Avengers: Endgame]]'' (2019)
*''[[Diamanti grezzi]]'' (2019)
*''[[Domino (film 2019)|Domino]]'' (2019)
*''[[Hellboy (film 2019)|Hellboy]]'' (2019)
*''[[John Wick 3 - Parabellum]]'' (2019)
*''[[The Irishman]]'' (2019)
*''[[Velvet Buzzsaw]]'' (2019)
*''[[Da 5 Bloods - Come fratelli]]'' (2020)
*''[[Il silenzio della palude]]'' (2020)
*''[[Unknown Origins|Origini segrete]]'' (2020)
*''[[Estraneo a bordo]]'' (2021)
{{div col end}}
===Film d'animazione===
{{div col|strette}}
*''[[Il gigante di ferro]]'' (1999)
*''[[Tarzan (film 1999)|Tarzan]]'' (1999)
*''[[La sposa cadavere]]'' (2005)
*''[[Kung Fu Panda]]'' (2008)
*''[[9 (film 2009)|9]]'' (2009)
*''[[Coraline e la porta magica]]'' (2009)
*''[[Kung Fu Panda 2]]'' (2011)
*''[[Le 5 leggende]]'' (2012)
*''[[Dragon Trainer 2]]'' (2014)
*''[[Kung Fu Panda 3]]'' (2016)
*''[[Insidious - L'ultima chiave]]'' (2018)
*''[[Dragon Trainer - Il mondo nascosto]]'' (2019)
{{div col end}}
===Serie televisive===
{{div col|strette}}
*''[[Buffy l'ammazzavampiri]]'' (1997 - 2003)
*''[[Dawson's Creek]]'' (1998 - 2003)
*''[[Will & Grace]]'' (1998 - 2006)
*''[[Angel (serie televisiva)|Angel]]'' (1999 - 2004)
*''[[CSI - Scena del crimine]]'' (2000 - 2015)
*''[[Paso adelante]]'' (2002 - 2005)
*''[[NCIS - Unità anticrimine]]'' (2003)
*''[[Desperate Housewives]]'' (2004 - 2012)
*''[[Grey's Anatomy]]'' (2005 - in corso)
*''[[Prison Break]]'' (2005 - 2009)
*''[[Roma (serie televisiva)|Roma]]'' (2005 - 2007)
*''[[Shades of Blue]]'' (2016 – 2018)
*''[[Ugly Betty]]'' (2006 - 2010)
*''[[Breaking Bad]]'' (2008 - 2013)
*''[[Castle - Detective tra le righe]]'' (2009 - 2016)
*''[[Luther (serie televisiva)|Luther]]'' (2010 - in corso)
*''[[Missing]]'' (2012)
*''[[Veep - Vicepresidente incompetente]]'' (2012 - 2019)
*''[[Orange Is the New Black]]'' (2013 - in corso)
*''[[Saints & Strangers]]'' (2015)
*''[[Daredevil (serie televisiva)|Daredevil]]'' (2015 - in corso)
{{div col end}}
==Voci correlate==
*[[Fabrizio Manfredi]], ex marito
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Fiorentini, Francesca}}
[[Categoria:Doppiatori italiani]]
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Enrico Di Troia
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Bradipo Lento
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/* Film */ +[[Paycheck]]
wikitext
text/x-wiki
'''Enrico Di Troia''' (1959 – vivente), attore e doppiatore italiano.
==Citazioni di Enrico Di Troia==
*Fare la radio non è come stare davanti a un microfoni fisso lì e dire le cose che devi dire, leggere quello che c'è sul copione, ma il microfono è un po' una cosa che deve essere usata... io mi avvicino e allora parlo come se fossi vicino al tuo orecchio. [...] Poi mi allontano faccio un campo. Io non sto fisso al microfono a questa distanza, altrimenti quello che tu ascolterai sarà una cosa piatta. Invece in questo modo, avvicinandosi al microfono, allontanandosi, incominciando a dire le battute in questo modo e avendo anche l'aiuto della stereofonia, la radio diventa tridimensionale. Diventa sogno, diventa racconto, diventa finalmente la radio.<ref name= Moneta>Dall'intervista di Claudio Moneta, ''Roba da Doppiatori'', 27 aprile 2017. [https://www.youtube.com/watch?v=gwoONU5ww_8 Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref>
*Io arrivo in sala e mi trovo un copione ben fatto in questo caso, per quanto riguarda i Simpson, e mi diverto a fare questo personaggio, che tra l'altro è un personaggio fatto così di un nero che parla veneto, è un'invenzione di [[Tonino Accolla]].<ref name= Moneta />
*La macchina da presa ti prende gli occhi e ti prende il cuore attraverso gli occhi. Il microfono te lo carpisce appunto attraverso la voce. Quindi sono due elementi che sono abbastanza sensibili alla sincerità e a quello che fai.<ref name= Moneta />
*Questo è un lavoro che lo sai fare o non lo sai fare. Non c'è niente di chiuso. Questo è forse uno degli ultimi lavori rimasti dove se sai fare, farai.<ref name= Moneta />
==Note==
<references />
==Filmografia==
===Attore===
*''[[Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (miniserie televisiva)|Quer pasticciaccio brutto de via Merulana]]'' (1983)
===Doppiaggio===
====Film====
{{div col|strette}}
*''[[Dracula (film 1931 Browning)|Dracula]]'' (1931) <small>doppiaggio 2003</small>
*''[[Maria e Giuseppe - Una storia d'amore]]'' (1979)
*''[[C'era una volta in America]]'' (1984) <small>ridoppiaggio 2003</small>
*''[[Il padrino - Parte III]]'' (1990)
*''[[JFK - Un caso ancora aperto]]'' (1991)
*''[[Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri]]'' (1994)
*''[[The Rock]]'' (1996)
*''[[Arma letale 4]]'' (1998)
*''[[Sliding Doors]]'' (1998)
*''[[The Spiral]]'' (1998)
*''[[Hurricane - Il grido dell'innocenza]]'' (1999)
*''[[Matrix]]'' (1999)
*''[[Once Were Warriors 2 - Cinque anni dopo]]'' (1999)
*''[[The Sixth Sense - Il sesto senso]]'' (1999)
*''[[28 giorni]]'' (2000)
*''[[La leggenda di Bagger Vance]]'' (2000)
*''[[U-571]]'' (2000)
*''[[X-Men (film)|X-Men]]'' (2000)
*''[[Fast and Furious]]'' (2001)
*''[[Matrimonio impossibile]]'' (2003)
*''[[Paycheck]]'' (2003)
*''[[Hotel Rwanda]]'' (2004)
*''[[Million Dollar Baby]]'' (2004)
*''[[Ocean's Twelve]]'' (2004)
*''[[Troy]]'' (2004)
*''[[La guerra dei mondi (film 2005)|La guerra dei mondi]]'' (2005)
*''[[The Interpreter]]'' (2005)
*''[[Superman Returns]]'' (2006)
*''[[The Fountain - L'albero della vita]]'' (2006)
*''[[Una notte al museo]]'' (2006)
*''[[Shooter (film)|Shooter]]'' (2007)
*''[[Gran Torino]]'' (2008)
*''[[L'incredibile Hulk (film)|L'incredibile Hulk]]'' (2008)
*''[[Angeli e demoni]]'' (2009)
*''[[State of Play]]'' (2009)
*''[[The Next Three Days]]'' (2010)
*''[[Attacco al potere - Olympus Has Fallen]]'' (2013)
*''[[La torre nera (film)|La torre nera]]'' (2017)
*''[[L'ultima discesa]]'' (2017)
*''[[Il processo ai Chicago 7]]'' (2020)
*''[[Unknown Origins|Origini segrete]]'' (2020)
{{div col end}}
====Film d'animazione====
*''[[I Simpson - Il film]]'' (2007)
*''[[Ralph Spaccatutto]]'' (2012)
====Serie animate====
*''[[Mawaru-Penguindrum]]'' (2011)
====Serie televisive====
*''[[The Kingdom - Il regno]]'' (1994)
*''[[Oz (serie televisiva)|Oz]]'' (1997 - 2003)
*''[[Squid Game]]'' (2021 - ln corso)
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Di Troia, Enrico}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Doppiatori italiani]]
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Marc Surer
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Danyele
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+1 / fix minori
wikitext
text/x-wiki
[[File:Marc Surer 1982.jpg|thumb|Marc Surer (1982)]]
'''Marc Surer''' (1951 – vivente), ex pilota di Formula 1 e conduttore televisivo svizzero.
==Citazioni di Marc Surer==
*{{NDR|Sull'incidente nelle qualifiche del Gran Premio del Sudafrica 1980}} Ho visto la morte in faccia. Ho visto arrivare il muro, e l'ho colpito dritto per dritto. Senza freni ho pensato che fosse finita. Ero sorpreso di essere ancora vivo. E poi ovviamente vai in ospedale, ti dispiace per te stesso e poi vuoi tornare e dimostrare che sei ancora in forma.<ref>Da un'intervista al podcast ''Beyond the Grid''; citato in Valerio Barretta, ''[https://www.formulapassion.it/motorsport/formula-1/surer-morte-faccia-f1-kyalami-626700.html Surer: "Ho visto la morte in faccia a Kyalami"]'', ''Formulapassion.it'', 8 agosto 2022.</ref>
*Sia lui che [[Carlos Sainz Jr.|Sainz]] sarebbero due ottimi numeri 2. Ricciardo sa come vincere le gare, per cui sarebbe la scelta migliore. È abbastanza maturo per valutare correttamente le situazioni, e se c’è una possibilità di vittoria, sa coglierla, come ha dimostrato più volte. Sainz non sarebbe in grado di mettere in pericolo Leclerc. Infine [[Antonio Giovinazzi]] non credo sia mentalmente abbastanza forte da essere un pilota Ferrari, soprattutto essendo italiano, il che aumenta la pressione.<ref>Da un'intervista a ''Speedweek''; citato in [https://sport.virgilio.it/formula-1-addio-ferrari-lincredibile-indiscrezione-su-vettel-635531 ''Formula 1, addio Ferrari: l'incredibile indiscrezione su Vettel''], ''Sport.Virgilio.it'', 27 aprile 2020.</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{s}}
{{DEFAULTSORT:Surer, Marc}}
[[Categoria:Conduttori televisivi]]
[[Categoria:Piloti di Formula 1 svizzeri]]
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Paul Giamatti
0
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Bradipo Lento
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/* Attore */ +[[Paycheck]]
wikitext
text/x-wiki
[[Immagine:Paul Giamatti 2010 TIFF.jpg|miniatura|Paul Giamatti nel 2010]]
'''Paul Giamatti''' (1967 - vivente), attore e doppiatore statunitense.
==Citazioni di Paul Giamatti==
*{{NDR|Come si è preparato per il ruolo Chuck Rhodes in [[Billions]]}} Al vero procuratore generale di New York, [[Pete Barrera]], ho chiesto: lei capisce tutto? E lui mi ha detto: "Non capisco molto delle cose strettamente finanziarie, ma capisco quando una legge viene trasgredita. Di questo mi occupo", proprio come fa il mio personaggio Chuck Rhodes.<ref name=Bizio>Dall'intervista di Silvia Bizio, ''[https://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2015/10/26/news/paul_giamatti_e_stata_durissima_arrivare_fin_qua_senza_essere_un_divo_-125922065/ Paul Giamatti: "È stata durissima arrivare fin qua senza essere un divo"]'', ''Repubblica.it'', 26 ottobre 2015.</ref>
* Non credo esista attore che non abbia il terrore di non trovare lavoro dopo il suo ultimo lavoro. Ho sofferto molto quando ero giovane, e confesso che fino a un certo punto è stato davvero difficile mettere la pagnotta in tavola. Poi la sorte ha fatto un giro e proprio non vorrei tornare indietro.<ref name=Bizio/>
*Per uno che come me non è "divo", nemmeno nel ''physique du rôle'', è assolutamente necessario stare sempre con gli occhi aperti, mantenere i rapporti. Recito in Billions perché conosco i produttori dai tempi dell'[[The Illusionist - L'illusionista|Illusionista]]. Un piccoletto come me, con la pancia, non certo un Adone, si fa largo non solo col talento, ma soprattutto grazie al rispetto che è stato capace di crearsi nell'industria in cui lavora.<ref name=Bizio/>
==Note==
<references />
==Filmografia==
===Attore===
{{div col|strette}}
*''[[La dea dell'amore]]'' (1995)
*''[[Il negoziatore]]'' (1998)
*''[[The Truman Show]]'' (1998)
*''[[Man on the Moon]]'' (1999)
*''[[Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie]]'' (2001)
*''[[Confidence - La truffa perfetta]]'' (2003)
*''[[Paycheck]]'' (2003)
*''[[Sideways - In viaggio con Jack]]'' (2004)
*''[[Cinderella Man - Una ragione per lottare]]'' (2005)
*''[[Lady in the Water]]'' (2006)
*''[[The Illusionist - L'illusionista]]'' (2006)
*''[[Shoot 'Em Up - Spara o muori!]]'' (2007)
*''[[The Last Station]]'' (2009)
*''[[La versione di Barney (film)|La versione di Barney]]'' (2010)
*''[[Una notte da leoni 2]]'' (2011)
*''[[Cosmopolis (film)|Cosmopolis]]'' (2012)
*''[[12 anni schiavo]]'' (2013)
*''[[Parkland (film)|Parkland]]'' (2013)
*''[[Saving Mr. Banks]]'' (2013)
*''[[The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro]]'' (2014)
{{div col end}}
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Giamatti,Paul}}
[[Categoria:Attori statunitensi]]
[[Categoria:Doppiatori statunitensi]]
p30dwvfdmhkmz2dpc6a13qun7iv5bvz
Pasquale Anselmo
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2022-08-08T13:13:18Z
Bradipo Lento
20707
/* Film */ +[[Paycheck]]
wikitext
text/x-wiki
'''Pasquale Anselmo''' (1958 - vivente), attore e doppiatore italiano.
==Citazioni di Pasquale Anselmo==
*Adesso abbiamo tutto velocizzato e quindi anche l'apprendistato dovrebbe essere velocizzato, ma non è così. L'apprendistato non può essere velocizzato, perché questo è un artigianato sulla parola e quindi comunque ci vogliono turni di esperienza per arrivare ad un certo traguardo e poi ci vuole quel salto di qualità.<ref name= Cigliano>Dall'intervista di Alessio Cigliano, ''Radio Cigliano'', 24 ottobre 2018. [https://www.youtube.com/watch?v=eL0cjhTY9Qo Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref>
*Ci vuole tempo, passione, ci vuole quello famoso scatto, quel salto di qualità, cioè nel senso se uno vuole fare questo mestiere si deve occupare 24 ore al giorno di questo mestiere. Vuol dire la recitazione. Quindi, quando c'ho un attimo di tempo vado al teatro, quando c'ho un attimo di tempo vado al cinema, quando c'ho un attimo di tempo mi vedo le serie, le vedo in originale, le vedo doppiate. Quando c'ho un attimo di tempo sento la radio. Sto su internet.<ref name= Cigliano />
*Io mi reputo un esperto della fumata. Poi quando ci sono personaggi che si drogano in particolare ''so' proprio esperto''.<ref name= Cigliano />
*Noi in generale, io in particolare, non miglioriamo nessuno. Se mi dovete fare dei complimenti, è perché noi siamo fedeli all'originale. Quindi, se fate un complimento a me, di riflesso lo fate a [[Nicolas Cage]] che ha l'80% dell'interpretazione nel mondo italiano, diciamo nel mercato italiano e il 20% è mio e basta. Quindi se sono stato bravo è perché sono riuscito a riprodurre le sue intenzioni.<ref name= Cigliano />
==Note==
<references />
==Doppiaggio==
===Film===
{{div col|strette}}
*''[[C'era una volta in America]]'' (1984; ridoppiaggio 2003)
*''[[Batman (film 1989)|Batman]]'' (1989)
*''[[King of New York]]'' (1990)
*''[[Il cattivo tenente]]'' (1992)
*''[[The Mask - Da zero a mito]]'' (1994)
*''[[Allarme rosso]]'' (1995)
*''[[Dragonheart - Cuore di drago]]'' (1996)
*''[[Fuga da Los Angeles]]'' (1996)
*''[[Sospesi nel tempo]]'' (1996)
*''[[The Rock]]'' (1996)
*''[[Trainspotting]]'' (1996)
*''[[Con Air]]'' (1997)
*''[[Face/Off - Due facce di un assassino]]'' (1997)
*''[[Panarea (film)|Panarea]]'' (1997)
*''[[Strade perdute]]'' (1997)
*''[[Armageddon - Giudizio finale]]'' (1998)
*''[[Il giocatore - Rounders]]'' (1998)
*''[[Il grande Lebowski]]'' (1998)
*''[[Omicidio in diretta]]'' (1998)
*''[[Patch Adams (film)|Patch Adams]]'' (1998)
*''[[Salvate il soldato Ryan]]'' (1998)
*''[[Appuntamento a tre]]'' (1999)
*''[[Il talento di Mr. Ripley]]'' (1999)
*''[[Fuori in 60 secondi]]'' (2000)
*''[[Il gladiatore]]'' (2000)
*''[[Le riserve]]'' (2000)
*''[[The Man Who Cried - L'uomo che pianse]]'' (2000)
*''[[U-571]]'' (2000)
*''[[Il mandolino del capitano Corelli]]'' (2001)
*''[[L'uomo che non c'era]]'' (2001)
*''[[Training Day]]'' (2001)
*''[[Il pianista (film)|Il pianista]]'' (2002)
*''[[The Bourne Identity]]'' (2002)
*''[[C'era una volta in Messico]]'' (2003)
*''[[Il genio della truffa]]'' (2003)
*''[[In the Cut]]'' (2003)
*''[[Out of Time (film 2003)|Out of Time]]'' (2003)
*''[[Paycheck]]'' (2003)
*''[[Ritorno a Cold Mountain]]'' (2003)
*''[[The Italian Job]]'' (2003)
*''[[The Life of David Gale]]'' (2003)
*''[[Thirteen - 13 anni]]'' (2003)
*''[[The Pusher]]'' (2004)
*''[[Batman Begins]]'' (2005)
*''[[Four Brothers - Quattro fratelli]]'' (2005)
*''[[I segreti di Brokeback Mountain]]'' (2005)
*''[[Le tre sepolture]]'' (2005)
*''[[The Interpreter]]'' (2005)
*''[[The Weather Man - L'uomo delle previsioni]]'' (2005)
*''[[10 cose di noi]]'' (2006)
*''[[Air Buddies - Cuccioli alla riscossa]]'' (2006)
*''[[Babel (film)|Babel]]'' (2006)
*''[[Basic Instinct 2]]'' (2006)
*''[[Scoop (film 2006)|Scoop]]'' (2006)
*''[[The Good Shepherd - L'ombra del potere]]'' (2006)
*''[[The Sentinel - Il traditore al tuo fianco]]'' (2006)
*''[[Una notte al museo]]'' (2006)
*''[[12 (film)|12]]'' (2007)
*''[[Mongol]]'' (2007)
*''[[Next]]'' (2007)
*''[[Resident Evil: Extinction]]'' (2007)
*''[[3ciento - Chi l'ha duro... la vince]]'' (2008)
*''[[Bangkok Dangerous - Il codice dell'assassino]]'' (2008)
*''[[Death Race]]'' (2008)
*''[[Il dubbio (film 2008)|Il dubbio]]'' (2008)
*''[[Iron Man (film)|Iron Man]]'' (2008)
*''[[L'onda (film 2008)|L'onda]]'' (2008)
*''[[La rapina perfetta]]'' (2008)
*''[[Pride and Glory - Il prezzo dell'onore]]'' (2008)
*''[[The Millionaire]]'' (2008)
*''[[The Hurt Locker]]'' (2008)
*''[[A Dangerous Man - Solo contro tutti]]'' (2009)
*''[[Carriers - Contagio letale]]'' (2009)
*''[[L'uomo che fissa le capre]]'' (2009)
*''[[Nemico pubblico - Public Enemies]]'' (2009)
*''[[Ballata dell'odio e dell'amore]]'' (2010)
*''[[Iron Man 2]]'' (2010)
*''[[L'apprendista stregone]]'' (2010)
*''[[L'immortale (film 2010)|L'immortale]]'' (2010)
*''[[Operazione Spy Sitter]]'' (2010)
*''[[Scontro tra titani]]'' (2010)
*''[[The Company Men]]'' (2010)
*''[[The Next Three Days]]'' (2010)
*''[[Un tuffo nel passato (film 2010)|Un tuffo nel passato]]'' (2010)
*''[[Ghost Rider - Spirito di vendetta]]'' (2011)
*''[[Killer Elite (film 2011)|Killer Elite]]'' (2011)
*''[[L'ultimo dei Templari (film 2011)|L'ultimo dei Templari]]'' (2011)
*''[[Solo per vendetta]]'' (2011)
*''[[The Rum Diary - Cronache di una passione]]'' (2011)
*''[[Thor (film)|Thor]]'' (2011)
*''[[Di nuovo in gioco]]'' (2012)
*''[[Stolen (film 2012)|Stolen]]'' (2012)
*''[[The Avengers (film 2012)|The Avengers]]'' (2012)
*''[[12 anni schiavo]]'' (2013)
*''[[Corpi da reato]]'' (2013)
*''[[Hunger Games: La ragazza di fuoco]]'' (2013)
*''[[L'uomo d'acciaio]]'' (2013)
*''[[La religiosa]]'' (2013)
*''[[Machete Kills]]'' (2013)
*''[[Pacific Rim (film)|Pacific Rim]]'' (2013)
*''[[Pain & Gain - Muscoli e denaro]]'' (2013)
*''[[300 - L'alba di un impero]]'' (2014)
*''[[Difret - Il coraggio per cambiare]]'' (2014)
*''[[Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1]]'' (2014)
*''[[Left Behind - La profezia]]'' (2014)
*''[[Notte al museo - Il segreto del faraone]]'' (2014)
*''[[Cinquanta sfumature di grigio (film)|Cinquanta sfumature di grigio]]'' (2015)
*''[[Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2]]'' (2015)
*''[[Autobiografia di un finto assassino]]'' (2016)
*''[[Codice 999]]'' (2016)
*''[[T2 Trainspotting]]'' (2017)
*''[[Operation Finale]]'' (2018)
*''[[Solo: A Star Wars Story]]'' (2018)
*''[[Captain Marvel (film)|Captain Marvel]]'' (2019)
*''[[Diamanti grezzi]]'' (2019)
*''[[Joker (film 2019)|Joker]]'' (2019)
*''[[Zombieland - Doppio colpo]]'' (2019)
{{div col end}}
===Film d'animazione===
{{div col|strette}}
*''[[Atlantis - L'impero perduto]]'' (2001)
*''[[Waking Life]]'' (2001)
*''[[Alla ricerca di Nemo]]'' (2003)
*''[[Bionicle - La leggenda di Metru Nui]]'' (2004)
*''[[Gli Incredibili - Una "normale" famiglia di supereroi]]'' (2004)
*''[[Pinguini di Madagascar in Missione Natale]]'' (2005)
*''[[Cappuccetto Rosso e gli insoliti sospetti]]'' (2006)
*''[[Buon Natale, Madagascar!]]'' (2009)
*''[[Spider-Man - Un nuovo universo]]'' (2018)
*''[[Batman: Hush (film)]]'' (2019)
{{div col end}}
===Serie animate===
*''[[Animaniacs]]'' (1993 - 1998)
*''[[Ed, Edd & Eddy]]'' (1999 - 2009)
*''[[La leggenda di Korra]]'' (2012 - 2014)
===Serie televisive===
{{div col|strette}}
*''[[The Kingdom - Il regno]]'' (1994)
*''[[Law & Order - Unità vittime speciali]]'' (1999 - in corso)
*''[[Andromeda (serie televisiva)|Andromeda]]'' (2000 - 2005)
*''[[Cold Case - Delitti irrisolti]]'' (2003 - 2010)
*''[[My Name Is Earl]]'' (2005 - 2009)
*''[[The Office]]'' (2005 - 2013)
*''[[Heroes]]'' (2006 - 2010)
*''[[Sons of Anarchy]]'' (2008 - 2014)
*''[[Disperatamente romantici]]'' (2009)
*''[[The Glades]]'' (2010 - in corso)
*''[[Il Trono di Spade]]'' (2011 - 2019)
*''[[Person of Interest]]'' (2011 - 2016)
*''[[Arrow (serie televisiva)|Arrow]]'' (2012 - in corso)
*''[[Veep - Vicepresidente incompetente]]'' (2012 - 2019)
*''[[Agents of S.H.I.E.L.D.]]'' (2013 - in corso)
*''[[Banshee (serie televisiva)|Banshee]]'' (2013 - 2016)
*''[[Better Call Saul]]'' (2015 - in corso)
*''[[Chernobyl (miniserie televisiva)|Chernobyl]]'' (2019)
{{div col end}}
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Anselmo, Pasquale}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Doppiatori italiani]]
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L'uccello dalle piume di cristallo
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2022-08-08T20:15:55Z
Mariomassone
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/* Citazioni su L'uccello dalle piume di cristallo */
wikitext
text/x-wiki
{{Film
|titoloitaliano=L'uccello dalle piume di cristallo
|immagine = Umberto Raho.png
|didascalia = Umberto Raho
|anno = 1970
|paese = Italia, Germania Ovest
|genere = thriller, giallo
|regista=[[Dario Argento]]
|soggetto=Dario Argento
|sceneggiatore =Dario Argento
|produttore=[[Salvatore Argento]]
|attori=
*[[Tony Musante]]: Sam Dalmas
*[[Suzy Kendall]]: Giulia
*[[Enrico Maria Salerno]]: commissario Morosini
*[[Eva Renzi]]: Monica Ranieri
*[[Umberto Raho]]: Alberto Ranieri
*[[Renato Romano]]<ref>Accreditato come Raf Valenti</ref>: Carlo Dover
*[[Giuseppe Castellano (Attore)|Giuseppe Castellano]]: Monti
*[[Mario Adorf]]: Berto Consalvi
*[[Pino Patti]]: Er Filagna
*[[Gildo Di Marco]]: Garullo, detto "Addio"
*[[Rosita Toros]]: quarta vittima
*[[Omar Bonaro]]: poliziotto
*[[Fulvio Mingozzi]]: poliziotto
*[[Werner Peters]]: antiquario
*[[Karen Valenti]]: Tina
*[[Carla Mancini]]: ragazza che guarda la TV
*[[Bruno Erba]]: poliziotto
|doppiatoriitaliani=
*[[Gigi Pirarba]]: Sam Dalmas
*[[Anna Teresa Eugeni]]: Giulia
*[[Cristina Grado]]: Monica Ranieri
*[[Adriano Micantoni]]: Berto Consalvi
*[[Silvano Tranquilli]]: Carlo Dover
*[[Silvio Spaccesi]]: antiquario
|note=
*'''Fotografia''': [[Vittorio Storaro]]
}}
'''''L'uccello dalle piume di cristallo''''', film del 1970 con [[Tony Musante]] e [[Enrico Maria Salerno]], regia di [[Dario Argento]].
==[[Incipit]]==
{{incipit film}}
Sandra Roversi. 18 anni. Incontro tra via dei Mirti e via Belgraio. Ore 21. Proseguire ai giardinetti. Lì. ('''Testo di una lettera''')
==Frasi==
*La prima cosa che faccio in America è di cercare un amico per ringraziarlo. Stavo passando una crisi, non scrivevo una riga da mesi. Vai in Italia, mi dice lui con voce sognante. Hai bisogno di pace, di tranquillità. È il tuo paese. Il paese della poesia. Non succede mai niente in Italia... possa arrostire all'Inferno! E io con lui che gli avevo dato retta. Mi aveva convinto. Ho girato il paese. Ho visto ogni monumento, poi spaghetti, vino, l'aria di Roma. Magnifico! Solo che la crisi non l'ho superata e per giunta sono rimasta senza un soldo. ('''Sam''')
*''A more', famme capirse. Io non so gnente. Non ho visto gnente. E non conosco nessuno. Che voi sape'?'' ('''Filagna''')
==Dialoghi==
*'''Commissario Morosini''': Bene. Andiamo a farci sputtanare davanti a qualche milione di telespettatori.<br>'''Sam''': Che dirà?<br>'''Commissario Morosini''': Ah, non lo so. Qualche bugia spettacolare e alcuni saggi avvertimenti.
*'''Filagna''': L'ascensore, ma lo volete ''mette''?<br>'''Sam''': Chi sei?<br>'''Filagna''': ''Er Filagna''.<br>'''Sam''': Vieni avanti, entra!<br>'''Filagna''': ''Non se poteva veder al bar de soto, no? Cinque piani a piedi, me so' spolmonato.''
*'''Filagna''': ''Lo voi manda' in galera?''<br>'''Sam''': Questo no, ma gli voglio parlare.<br>'''Filagna''': Niente da fare... cento.<br>'''Sam''': Cento che?<br>'''Filagna''': Mila.
*'''Sam''': Di che si tratta?<br>'''Carlo''': È il grido dell'Hornitus Nevalis. Un magnifico uccello dalle piume argentee che sembrano di cristallo.<br>'''Sam''': Che c'è di strano?<br>'''Carlo''': Be', è che l'unico posto al mondo che si trova è il Caucaso Meridionale.
==Citazioni su ''L'uccello dalle piume di cristallo''==
*{{NDR|Su [[Tony Musante]]}} I litigi con lui erano continui, sul set non ci parlavamo più. ([[Dario Argento]])
*Lo trovai un film bellissimo e pensai che era finalmente il segnale di un cinema diverso, un cinema nuovo, e volli conoscere chi lo aveva fatto. ([[Luigi Cozzi]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{Trilogia degli animali}}
[[Categoria:Film gialli]]
[[Categoria:Film thriller]]
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Serpenti nella Bibbia
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1170061
2022-08-09T06:33:56Z
Gaux
18878
/* Citazioni */ David Castelli
wikitext
text/x-wiki
{{voce tematica}}
[[File:William Blake Eve Tempted by the Serpent detail.jpg|thumb|Eva tentata dal serpente ([[William Blake]], 1799-1800)]]
Citazioni sui '''serpenti nella Bibbia'''.
==Citazioni==
*[[Adamo]] era semplicemente un essere umano e questo spiega tutto. Non voleva la mela per amore della mela. La voleva soltanto perché era proibita. Lo sbaglio fu di non proibirgli il serpente, perché allora avrebbe mangiato il serpente. ([[Mark Twain]])
*Chiunque abbia un minimo di familiarità con la dea degli antichi mondi orientali non può non riconoscere nella Bibbia personaggi ricorrenti in quelle varie culture, anche se più o meno trasfigurati. Per esempio, nella scena di Eva e dell'albero, nulla indica che il serpente tentatore fosse a sua volta una divinità che era stata venerata nel Levante per almeno settemila anni prima della composizione del Libro della Genesi. ([[Joseph Campbell]])
*E il serpente che discorre con Eva, di quale lingua diremo che fece uso? Di quella umana? In che cosa dunque differiscono queste cose dalle fantasie dei Greci? ([[Flavio Claudio Giuliano]])
*Il serpente del terzo capitolo della Genesi non è affatto una creazione propria, esclusiva del racconto biblico. Il concetto del principio del male e del dolore, rappresentato in figura di un mostruoso rettile, che sta in agguato contro la Divinità e contro il benessere di tutte le opere create del cosmo visibile, ma più ancora contro il genere umano, è ovvio e fondamentale nella religione babilonese. Rammentiamo nel già citato poema della creazione la lotta di [[Marduk]] contro [[Tiamat]] e gli altri poteri delle tenebre, in forma di draghi e simili mostruosi rettili guizzanti; indugiarci nelle multiformi espressioni plastiche e letterarie che il drago, il rettile mostruoso, il principio del male, insomma, assume nel mondo ideale babilonese, ci pare del resto superfluo. ([[Salvatore Minocchi]])
*Il serpente è simbolo della tentazione, del pensiero umano che pago di sé stesso non riconosce al di fuori di sé nessuna legge, che vuole insomma tutto che gli talenti. E come personificazione di questo pensiero seduttore e ribelle é da Dio maledetto e {{sic|gastigato}} col perpetuo avvilimento: «camminerai sul tuo petto, e mangerai la polvere.» ([[David Castelli]])
*Il serpente era allora una bestia che camminava verticalmente come tutte le altre ed esso fu condannato a strisciare sul ventre nella polvere, ad essere sprezzato ed ucciso dall'uomo. Inoltre essendo stato uno strumento nelle mani di Lucifero, esso diventò il simbolo della frode e rappresenta il Diavolo. ([[Joseph Franklin Rutherford]])
*In sostanza Iddio proibì [...] agli uomini di gustare la scienza, che è cosa della quale nessuna può trovarsi a loro più cara. Difatti, che distinguere il buono dal cattivo sia la funzione propria della scienza, questo lo capiscono anche gl'imbecilli. Quindi il serpente fu piuttosto il benefattore, che non il nemico del genere umano. E a Dio potrebbe darsi, perciò, nome di geloso. ([[Flavio Claudio Giuliano]])
===''[[Bibbia]]''===
{{cronologico}}
*Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: "È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?". Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete". Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male". (''[[Genesi]]'')
*Allora il Signore Dio disse al serpente: "''Poiché tu hai fatto questo, | sii tu maledetto più di tutto il bestiame | e più di tutte le bestie selvatiche; | sul tuo ventre camminerai | e polvere mangerai | per tutti i giorni della tua vita. | Io porrò inimicizia tra te e la donna, | tra la tua stirpe | e la sua stirpe: | questa ti schiaccerà la testa | e tu le insidierai il calcagno''".
*''Sia [[Dan (patriarca)|Dan]] un serpente sulla strada, | una [[Vipera dal corno|vipera cornuta]] sul sentiero, | che morde i garretti del cavallo | e il cavaliere cade all'indietro.'' (''[[Genesi]]'')
*Mosè rispose: "Ecco, non mi crederanno, non ascolteranno la mia voce, ma diranno: Non ti è apparso il Signore!". Il Signore gli disse: "Che hai in mano?". Rispose: "[[Bastone di Mosè|Un bastone]]". Riprese: "Gettalo a terra!". Lo gettò a terra e il bastone diventò un serpente, davanti al quale Mosè si mise a fuggire. Il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano e prendilo per la coda!". Stese la mano, lo prese e diventò di nuovo un bastone nella sua mano. "Questo perché credano che ti è apparso il Signore". (''[[Libro dell'Esodo]]'')
*Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: "Quando il faraone vi chiederà: Fate un prodigio a vostro sostegno! tu dirai ad Aronne: Prendi [[Bastone di Aronne|il bastone]] e gettalo davanti al faraone e diventerà un serpente!". Mosè e Aronne vennero dunque dal faraone ed eseguirono quanto il Signore aveva loro comandato: Aronne gettò il bastone davanti al faraone e davanti ai suoi servi ed esso divenne un serpente. Allora il faraone convocò i sapienti e gli incantatori, e anche i [[Iannes e Iambres|maghi dell'Egitto]], con le loro magie, operarono la stessa cosa. Gettarono ciascuno il suo bastone e i bastoni divennero serpenti. Ma il bastone di Aronne inghiottì i loro bastoni. (''[[Libro dell'Esodo]]'')
*Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: "Perché ci avete fatti uscire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero". Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d'Israeliti morì. Allora il popolo venne a Mosè e disse: "Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; prega il Signore che allontani da noi questi serpenti". Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: "Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita". Mosè allora fece un [[Necustan|serpente di rame]] e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita. (''[[Numeri (Bibbia)|Numeri]]'')
*''Il lupo e l'agnello pascoleranno insieme, | il leone mangerà la paglia come un bue, | ma il serpente mangerà la polvere.'' (''[[Libro di Isaia]]'')
*Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. ([[Gesù]], ''[[Vangelo secondo Matteo]]'')
*Temo però che, come il serpente nella sua malizia sedusse [[Eva]], così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo. (''[[Seconda lettera ai Corinzi]]'')
*Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e [[satana]] e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. (''[[Apocalisse di Giovanni]]'')
==Voci correlate==
*[[Leviatano]]
*[[Necustan]]
*[[Raab (mitologia)|Raab]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|w=Serpents in the Bible|w_site=en|w_preposizione=riguardante i|preposizione=sui}}
[[Categoria:Bibbia]]
[[Categoria:Serpenti]]
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Discussioni utente:Udiki
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Spinoziano
2297
/* Films */ nuova sezione
wikitext
text/x-wiki
{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non <s>sollevo</s> solleverò obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
:[[w:Aiuto:ISBN|Qui]], terzo esempio, si lascia intendere che si possa fare in entrambi i modi. Comunque in futuro lascerò senz'altro le tredici cifre. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:26, 26 lug 2022 (CEST)
::Sì, certo, ma non hai interpretato bene l'esempio e non hai colto qual è il problema. Te lo ripeto: il '''carattere di controllo''' (l'ultima cifra a destra) si calcola in modo differente. Riprendendo il "terzo esempio": 88-424-2035-'''2''' <---> 978-88-424-2035-'''4'''. Grazie. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:37, 26 lug 2022 (CEST)
:::Sì, infatti, per questo ho detto che "si lascia intendere" e poi ho aggiunto che in futuro metterò di certo le tredici cifre, peraltro cosa molto più comoda. No problem. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:48, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
::Nel messaggio da Lei linkato non c'è neppure una virgola da cui si possa dedurre che io intenda dimettermi. Non aggiungo altro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:24, 26 lug 2022 (CEST)
:::Mi avrà tradito la memoria. Comunque non importa. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:27, 26 lug 2022 (CEST)
::::No, no, non ci siamo, Gentile Utente, Lei non può, non può proprio dire questo, Lei non può dire: Mi avrà tradito la memoria, ''non importa''. Non di memoria si tratta, ma di miei scritti che Lei stesso cita, e che la smentiscono clamorosamente. Lo vede? Questo è il suo modo di interagire. Veda, Gentile Utente, a mo' d'esempio, io potrei smontare, cronologia alla mano, punto per punto, il suo operato e le sue affermazioni a proposito delle modifiche nella voce Adorno e farle notare, per esempio, che se Lei intendeva rimuovere quel riferimento bibliografico, certo assolutamente precario, spettava a Lei, non a me, segnare tutte le citazioni scoperte con l'apposito avviso. Ma Lei, quelle citazioni, quella sezione non l'ha neppure letta. Non era quello che le interessava. Altro Le premeva: rem nec novam nec inusitatam aggredimur, Gentile Utente. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:39, 26 lug 2022 (CEST)
:::::Il testo che ho citato l'ho controllato solo ''ex post'', dopo il tuo messaggio di precisazione. Il tono "testamentario" mi aveva lasciato quella impressione nella mente, tutto qui. Se vuoi intenderla diversamente fa' pure, ma non è così e non ne vale la pena. Buona notte. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:51, 26 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} Non vale decisamente la pena continuare, tempo e fatica persi. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:30, 26 lug 2022 (CEST)
== Re: XVII secolo ==
Fatto. Ciao. [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:17, 6 ago 2022 (CEST)
== Films ==
Grande Udiki, ottima idea quella di creare anche voci sui film! Una piccolezza: la tagline, se vuoi inserirla, andrebbe riportata anche in una sezione "frasi promozionali" con fonte, cioè occorre una fonte ([https://it.wikiquote.org/wiki/Scent_of_a_Woman_-_Profumo_di_donna#Frasi_promozionali esempio], cfr. [[Wikiquote:Modello di voce/Film]]) [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:48, 8 ago 2022 (CEST)
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Udiki
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/* Films */ Risposta
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non <s>sollevo</s> solleverò obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
:[[w:Aiuto:ISBN|Qui]], terzo esempio, si lascia intendere che si possa fare in entrambi i modi. Comunque in futuro lascerò senz'altro le tredici cifre. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:26, 26 lug 2022 (CEST)
::Sì, certo, ma non hai interpretato bene l'esempio e non hai colto qual è il problema. Te lo ripeto: il '''carattere di controllo''' (l'ultima cifra a destra) si calcola in modo differente. Riprendendo il "terzo esempio": 88-424-2035-'''2''' <---> 978-88-424-2035-'''4'''. Grazie. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:37, 26 lug 2022 (CEST)
:::Sì, infatti, per questo ho detto che "si lascia intendere" e poi ho aggiunto che in futuro metterò di certo le tredici cifre, peraltro cosa molto più comoda. No problem. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:48, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
::Nel messaggio da Lei linkato non c'è neppure una virgola da cui si possa dedurre che io intenda dimettermi. Non aggiungo altro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:24, 26 lug 2022 (CEST)
:::Mi avrà tradito la memoria. Comunque non importa. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:27, 26 lug 2022 (CEST)
::::No, no, non ci siamo, Gentile Utente, Lei non può, non può proprio dire questo, Lei non può dire: Mi avrà tradito la memoria, ''non importa''. Non di memoria si tratta, ma di miei scritti che Lei stesso cita, e che la smentiscono clamorosamente. Lo vede? Questo è il suo modo di interagire. Veda, Gentile Utente, a mo' d'esempio, io potrei smontare, cronologia alla mano, punto per punto, il suo operato e le sue affermazioni a proposito delle modifiche nella voce Adorno e farle notare, per esempio, che se Lei intendeva rimuovere quel riferimento bibliografico, certo assolutamente precario, spettava a Lei, non a me, segnare tutte le citazioni scoperte con l'apposito avviso. Ma Lei, quelle citazioni, quella sezione non l'ha neppure letta. Non era quello che le interessava. Altro Le premeva: rem nec novam nec inusitatam aggredimur, Gentile Utente. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:39, 26 lug 2022 (CEST)
:::::Il testo che ho citato l'ho controllato solo ''ex post'', dopo il tuo messaggio di precisazione. Il tono "testamentario" mi aveva lasciato quella impressione nella mente, tutto qui. Se vuoi intenderla diversamente fa' pure, ma non è così e non ne vale la pena. Buona notte. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:51, 26 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} Non vale decisamente la pena continuare, tempo e fatica persi. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:30, 26 lug 2022 (CEST)
== Re: XVII secolo ==
Fatto. Ciao. [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:17, 6 ago 2022 (CEST)
== Films ==
Grande Udiki, ottima idea quella di creare anche voci sui film! Una piccolezza: la tagline, se vuoi inserirla, andrebbe riportata anche in una sezione "frasi promozionali" con fonte, cioè occorre una fonte ([https://it.wikiquote.org/wiki/Scent_of_a_Woman_-_Profumo_di_donna#Frasi_promozionali esempio], cfr. [[Wikiquote:Modello di voce/Film]]) [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:48, 8 ago 2022 (CEST)
:Sarà sicuramente come dici tu e adesso provvedo, però le linee guida che hai linkato, più precisamente [[Wikiquote:Modello_di_voce/Film#Modello|qui]], dicono espressamente: "Tra la descrizione iniziale del film e l'inizio delle frasi è possibile inserire, mediante l'apposito [[Template:Tagline]]: '''<code><nowiki>{{tagline|Testo.}}</nowiki></code>''', la frase (o slogan) promozionale (detta anche ''tagline'') con cui viene presentato il film". Segue un esempio grafico che non lascia dubbi. Voglio dire che forse andrebbero aggiustate. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 15:56, 8 ago 2022 (CEST)
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/* Films */
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{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non <s>sollevo</s> solleverò obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
:[[w:Aiuto:ISBN|Qui]], terzo esempio, si lascia intendere che si possa fare in entrambi i modi. Comunque in futuro lascerò senz'altro le tredici cifre. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:26, 26 lug 2022 (CEST)
::Sì, certo, ma non hai interpretato bene l'esempio e non hai colto qual è il problema. Te lo ripeto: il '''carattere di controllo''' (l'ultima cifra a destra) si calcola in modo differente. Riprendendo il "terzo esempio": 88-424-2035-'''2''' <---> 978-88-424-2035-'''4'''. Grazie. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:37, 26 lug 2022 (CEST)
:::Sì, infatti, per questo ho detto che "si lascia intendere" e poi ho aggiunto che in futuro metterò di certo le tredici cifre, peraltro cosa molto più comoda. No problem. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:48, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
::Nel messaggio da Lei linkato non c'è neppure una virgola da cui si possa dedurre che io intenda dimettermi. Non aggiungo altro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:24, 26 lug 2022 (CEST)
:::Mi avrà tradito la memoria. Comunque non importa. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:27, 26 lug 2022 (CEST)
::::No, no, non ci siamo, Gentile Utente, Lei non può, non può proprio dire questo, Lei non può dire: Mi avrà tradito la memoria, ''non importa''. Non di memoria si tratta, ma di miei scritti che Lei stesso cita, e che la smentiscono clamorosamente. Lo vede? Questo è il suo modo di interagire. Veda, Gentile Utente, a mo' d'esempio, io potrei smontare, cronologia alla mano, punto per punto, il suo operato e le sue affermazioni a proposito delle modifiche nella voce Adorno e farle notare, per esempio, che se Lei intendeva rimuovere quel riferimento bibliografico, certo assolutamente precario, spettava a Lei, non a me, segnare tutte le citazioni scoperte con l'apposito avviso. Ma Lei, quelle citazioni, quella sezione non l'ha neppure letta. Non era quello che le interessava. Altro Le premeva: rem nec novam nec inusitatam aggredimur, Gentile Utente. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:39, 26 lug 2022 (CEST)
:::::Il testo che ho citato l'ho controllato solo ''ex post'', dopo il tuo messaggio di precisazione. Il tono "testamentario" mi aveva lasciato quella impressione nella mente, tutto qui. Se vuoi intenderla diversamente fa' pure, ma non è così e non ne vale la pena. Buona notte. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:51, 26 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} Non vale decisamente la pena continuare, tempo e fatica persi. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:30, 26 lug 2022 (CEST)
== Re: XVII secolo ==
Fatto. Ciao. [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:17, 6 ago 2022 (CEST)
== Films ==
Grande Udiki, ottima idea quella di creare anche voci sui film! Una piccolezza: la tagline, se vuoi inserirla, andrebbe riportata anche in una sezione "frasi promozionali" con fonte, cioè occorre una fonte ([https://it.wikiquote.org/wiki/Scent_of_a_Woman_-_Profumo_di_donna#Frasi_promozionali esempio], cfr. [[Wikiquote:Modello di voce/Film]]) [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:48, 8 ago 2022 (CEST)
:Sarà sicuramente come dici tu e adesso provvedo, però le linee guida che hai linkato, più precisamente [[Wikiquote:Modello_di_voce/Film#Modello|qui]], dicono espressamente: "Tra la descrizione iniziale del film e l'inizio delle frasi è possibile inserire, mediante l'apposito [[Template:Tagline]]: '''<code><nowiki>{{tagline|Testo.}}</nowiki></code>''', la frase (o slogan) promozionale (detta anche ''tagline'') con cui viene presentato il film". Segue un esempio grafico che non lascia dubbi. Voglio dire che forse andrebbero aggiustate. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 15:56, 8 ago 2022 (CEST)
::Forse ho capito: ci vogliono ''entrambe'' le cose. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 16:01, 8 ago 2022 (CEST)
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Spinoziano
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/* Films */
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text/x-wiki
{{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:42, 9 lug 2021 (CEST)}}
==[[Antinatalismo]]==
Udiki, ciao, e di nuovo benvenuto qui su Quote. Volevo solo esprimere qualche perplessità su questa voce. Mi spiego: a rigore il soggetto di una voce tematica dovrebbe essere esplicitamente presente nella voce sorgente, cioè vale a dire che non essendoci il termine "antinatalismo" in nessuna voce sorgente, nessuna delle citazioni è pertinente. In alcuni casi però, ciò può non essere una condizione necessaria, nei casi cioè in cui sussiste una evidenza sulla tematica in oggetto. A mio parere, per esempio, la prima di Cioran non mi sembra pertinente, forse anche l'ultima di Leopardi. Ma se ne può discutere. In ogni caso, per convenzione, occorrerebbe sistemare nella voce sorgente un link sulla tematica, se non esplicitamente presente, come nei casi in questione. Qualcosa come: {{NDR|Sull'[[antinatalismo]]}}.<br>--[[Utente:DonatoD|DonatoD]] ([[Discussioni utente:DonatoD|scrivimi]]) 20:54, 31 dic 2021 (CET)
== Coscienza ==
Ciao, la citazione di Dickens forse è più sulla [[coscienza morale]]? -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:51, 13 apr 2022 (CEST)
== Re: Theodor W. Adorno ==
Caro Udiki, mi fa piacere che il malinteso si sia risolto, i tuoi contributi sono sempre eccellenti. Mi pare di capire che ci sia una piccola controversia anche nella pagina di discussione di Darwin, puoi darci un occhio? Credo ti venga chiesto se puoi aggiungere i numeri di pagina. Grazie e buona domenica, [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 10:21, 3 lug 2022 (CEST)
== Re: [[Simulazione]] ==
Gentile Utente, Buonasera: mi duole molto, ma non vedo la relazione fra le categorie da me reintrodotte e l'adagio che recita: 'a gatta (o 'a jatta), pe gghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate. Comunque, la mia valutazione, sindacabilissima, è che le categorie sono pertinenti. Ella può sempre consultare un altro amministratore, non dico l'amministratore che ha inserito quelle categorie, perché è impegnatissimo e non potrebbe – credo – risponderle, ma ce ne sono altri. E se risulterà che ho sbagliato, non <s>sollevo</s> solleverò obiezioni di sorta. Ho reintrodotto anche l'incipit rimosso in Dumas, chiedendo inoltre un parere a Spinoziano nella sua pagina di discussioni. La saluto cordialmente. Buon lavoro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:00, 26 lug 2022 (CEST)
== ISBN ==
Ciao! Ho notato che in [[Alexandre Dumas (padre)]] hai riportato degli ISBN non corretti, eliminandone le prime 3 cifre. Gli ISBN-13 non funzionano così: il carattere di controllo si calcola in modo diverso rispetto al vecchio ISBN-10. Se hai fatto lo stesso in altre voci, per cortesia, sarebbe opportuno porvi rimendio. Grazie. '''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:17, 26 lug 2022 (CEST)
:[[w:Aiuto:ISBN|Qui]], terzo esempio, si lascia intendere che si possa fare in entrambi i modi. Comunque in futuro lascerò senz'altro le tredici cifre. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:26, 26 lug 2022 (CEST)
::Sì, certo, ma non hai interpretato bene l'esempio e non hai colto qual è il problema. Te lo ripeto: il '''carattere di controllo''' (l'ultima cifra a destra) si calcola in modo differente. Riprendendo il "terzo esempio": 88-424-2035-'''2''' <---> 978-88-424-2035-'''4'''. Grazie. --'''<span style="letter-spacing:2px; font-size:11px;">[[Utente:Dread83|<span style="color:black;">DOPPIA•</span>]][[Discussioni utente:Dread83|<span style="color:darkblue;">DI</span>]]</span>''' 20:37, 26 lug 2022 (CEST)
:::Sì, infatti, per questo ho detto che "si lascia intendere" e poi ho aggiunto che in futuro metterò di certo le tredici cifre, peraltro cosa molto più comoda. No problem. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:48, 26 lug 2022 (CEST)
== Notizie false ==
Buonasera. Non ho mai annunciato le mie dimissioni, come da lei sostenuto, in modo deliberatamente falso, in [[Discussione:Simulazione]]. E questo è un ulteriore indice del suo modo di interagire. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:18, 26 lug 2022 (CEST)
:Si vede che avevo interpretato male [[Discussioni_utente:Spinoziano#Mia_presenza_futura|questo]]. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:22, 26 lug 2022 (CEST)
::Nel messaggio da Lei linkato non c'è neppure una virgola da cui si possa dedurre che io intenda dimettermi. Non aggiungo altro. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:24, 26 lug 2022 (CEST)
:::Mi avrà tradito la memoria. Comunque non importa. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 20:27, 26 lug 2022 (CEST)
::::No, no, non ci siamo, Gentile Utente, Lei non può, non può proprio dire questo, Lei non può dire: Mi avrà tradito la memoria, ''non importa''. Non di memoria si tratta, ma di miei scritti che Lei stesso cita, e che la smentiscono clamorosamente. Lo vede? Questo è il suo modo di interagire. Veda, Gentile Utente, a mo' d'esempio, io potrei smontare, cronologia alla mano, punto per punto, il suo operato e le sue affermazioni a proposito delle modifiche nella voce Adorno e farle notare, per esempio, che se Lei intendeva rimuovere quel riferimento bibliografico, certo assolutamente precario, spettava a Lei, non a me, segnare tutte le citazioni scoperte con l'apposito avviso. Ma Lei, quelle citazioni, quella sezione non l'ha neppure letta. Non era quello che le interessava. Altro Le premeva: rem nec novam nec inusitatam aggredimur, Gentile Utente. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 20:39, 26 lug 2022 (CEST)
:::::Il testo che ho citato l'ho controllato solo ''ex post'', dopo il tuo messaggio di precisazione. Il tono "testamentario" mi aveva lasciato quella impressione nella mente, tutto qui. Se vuoi intenderla diversamente fa' pure, ma non è così e non ne vale la pena. Buona notte. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 21:51, 26 lug 2022 (CEST)
{{rientro}} Non vale decisamente la pena continuare, tempo e fatica persi. --[[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] ([[Discussioni utente:Sun-crops|scrivimi]]) 23:30, 26 lug 2022 (CEST)
== Re: XVII secolo ==
Fatto. Ciao. [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 08:17, 6 ago 2022 (CEST)
== Films ==
Grande Udiki, ottima idea quella di creare anche voci sui film! Una piccolezza: la tagline, se vuoi inserirla, andrebbe riportata anche in una sezione "frasi promozionali" con fonte, cioè occorre una fonte ([https://it.wikiquote.org/wiki/Scent_of_a_Woman_-_Profumo_di_donna#Frasi_promozionali esempio], cfr. [[Wikiquote:Modello di voce/Film]]) [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:48, 8 ago 2022 (CEST)
:Sarà sicuramente come dici tu e adesso provvedo, però le linee guida che hai linkato, più precisamente [[Wikiquote:Modello_di_voce/Film#Modello|qui]], dicono espressamente: "Tra la descrizione iniziale del film e l'inizio delle frasi è possibile inserire, mediante l'apposito [[Template:Tagline]]: '''<code><nowiki>{{tagline|Testo.}}</nowiki></code>''', la frase (o slogan) promozionale (detta anche ''tagline'') con cui viene presentato il film". Segue un esempio grafico che non lascia dubbi. Voglio dire che forse andrebbero aggiustate. [[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 15:56, 8 ago 2022 (CEST)
::Forse ho capito: ci vogliono ''entrambe'' le cose. --[[Utente:Udiki|Udiki]] ([[Discussioni utente:Udiki|scrivimi]]) 16:01, 8 ago 2022 (CEST)
:::Sì entrambe, come hai sistemato ora va bene! -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 16:13, 8 ago 2022 (CEST)
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Eva Robin's
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Danyele
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text/x-wiki
[[File:Intervista a Eva Robin's - 32° Lovers Film Festival.jpg|thumb|Eva Robin's (2017)]]
'''Eva Robin's''' o '''Eva RobinS''', nota come cantante anche con il nome di '''Cassandra''', pseudonimo di Roberto Maurizio Coatti (1958 – vivente), attrice, cantante e personaggio televisivo italiano.
==Citazioni di Eva Robin's==
{{cronologico}}
{{Int2|1=''[https://interviste.sabellifioretti.it/?p=747 Eva Robin's – Il Secolo XIX, 4 gennaio 1990]''|2=Intervista di [[Claudio Sabelli Fioretti]]; citato in ''Sabellifioretti.it''.}}
*I personaggi dello spettacolo hanno sempre qualche cosa che deve far sognare. Se si entra nella normalità vera del discorso privato di un personaggio si infrange un sogno che la gente ha a proposito di queste star irraggiungibili.
*Il nome me l’hanno dato gli altri. Quando ero piccolina ed ero molto più bionda di adesso, assomigliavo ad Eva Kant, la donna di ''[[Diabolik]]''. Ero una donna da fumetto. I fumetti mi sono sempre piaciuti, mi aiutano a sognare. Ma poi a seconda del caso io mi chiamo Roberta, Roberto, se voglio scandalizzare, oppure Eva o qualsiasi altro nome. I nomi sono abbinabili uno con l’altro, uno vive della natura dell’altro e viceversa.
*Io uso l’immagine della seduttrice per difendere una parte di me che è molto indifesa e fragile. La seduzione è la mia corazza. La mia vera essenza è un omino piccolo piccolo. Una specie di lillipuziano, oppure un feto, qualcosa che non è mai diventato un uomo.
*Qualsiasi personaggio del mondo dello spettacolo è un mostro. Se mi desse fastidio non avrei tolto i veli, non mi sarei mostrata, non avrei fatto di me stessa un caso. Non mi dà fastidio essere un mostro. Mi piace, ci convivo tranquillamente. È una maniera per sopravvivere in questa società.
{{Int2|''[https://www.gay.it/eva-robins-intervista-gay-transfobia "I gay e la transfobia: ecco la verità"]''|Intervista di Alessio Poeta, ''Gay.it'', 5 agosto 2016.}}
*Non capisco perché la gente continui a pensare che se una non appare in [[Tv]], vuol dire che è morta.
*Penso che faccio bene a non andare più in televisione. Andando in video vengo sempre accomunata a quel mondo lì e che deve parlare sempre delle stesse cose. Dopo un po', detto tra noi, non so più cosa dire. Ho le frasi pronte, da anni, ad ogni domanda.
*Nessuno mi ha mai chiesto cosa mi manca. Non so perché, ma nessuno l'ha mai fatto. {{NDR|«Cosa le manca, visto che ci tiene così tanto?»}} L'omicidio e il parto.
*{{NDR|«Non si è mai pentita di essersi messa completamente a nudo?»}} Assolutamente no. Mi sono liberata di tutto il superfluo interiore, per farlo capire agli altri, e non sa quanto sono contenta.
*{{NDR|«In quest'epoca dove non esistono più ruoli, qual è il segreto per conquistare un uomo?»}} Non fare nulla. Gli uomini, per me, sono ancora così inesplicabili. Mi sono totalmente disinnamorata della loro struttura interna, che oramai mi soffermo solo sulle fattezze fisiche.
*Il [[fascino]] viene da sempre da qualcosa che, talvolta inconsciamente, ci fa paura. Dietro il fascino c’è sempre quel qualcosa di oscuro.
*{{NDR|«Le piace la [[legge Cirinnà]]?»}} Bah, ho sempre pensato che fosse giusto avere dei diritti e che ognuno avesse la possibilità di scegliere se unirsi civilmente, o meno. Per quel che mi riguarda, quel tipo di contratto non fa per me. Se vuoi creare un mostro, sposalo.
==Citazioni su Eva Robin's==
*La chiamai per un programma che si chiamava ''Primadonna'' e che andava in onda alle sette di sera su ''Italia 1''. Programma, ahimè, poco fortunato visto che chiuse due mesi dopo dalla messa in onda. Cercavamo una conduttrice e io pensai subito a lei. La vidi per la prima volta in Sardegna. Era di una bellezza mozzafiato. Con il suo sex appeal sedusse popolo e Paese. ([[Irene Ghergo]])
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Robin's, Eva}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Cantanti italiani]]
[[Categoria:Personaggi televisivi italiani]]
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Ibisco
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[[File:Intervista a Eva Robin's - 32° Lovers Film Festival.jpg|thumb|Eva Robin's nel 2017]]
'''Eva Robin's''' o '''Eva RobinS''', nota come cantante anche con il nome di '''Cassandra''', pseudonimo di Roberto Maurizio Coatti (1958 – vivente), attrice, cantante e personaggio televisivo italiano.
==Citazioni di Eva Robin's==
{{cronologico}}
{{Int2|1=''[https://interviste.sabellifioretti.it/?p=747 Eva Robin's – Il Secolo XIX, 4 gennaio 1990]''|2=Intervista di [[Claudio Sabelli Fioretti]]; citato in ''Sabellifioretti.it''.}}
*I personaggi dello spettacolo hanno sempre qualche cosa che deve far sognare. Se si entra nella normalità vera del discorso privato di un personaggio si infrange un sogno che la gente ha a proposito di queste star irraggiungibili.
*Il nome me l’hanno dato gli altri. Quando ero piccolina ed ero molto più bionda di adesso, assomigliavo ad Eva Kant, la donna di ''[[Diabolik]]''. Ero una donna da fumetto. I fumetti mi sono sempre piaciuti, mi aiutano a sognare. Ma poi a seconda del caso io mi chiamo Roberta, Roberto, se voglio scandalizzare, oppure Eva o qualsiasi altro nome. I nomi sono abbinabili uno con l’altro, uno vive della natura dell’altro e viceversa.
*Io uso l’immagine della seduttrice per difendere una parte di me che è molto indifesa e fragile. La seduzione è la mia corazza. La mia vera essenza è un omino piccolo piccolo. Una specie di lillipuziano, oppure un feto, qualcosa che non è mai diventato un uomo.
*Qualsiasi personaggio del mondo dello spettacolo è un mostro. Se mi desse fastidio non avrei tolto i veli, non mi sarei mostrata, non avrei fatto di me stessa un caso. Non mi dà fastidio essere un mostro. Mi piace, ci convivo tranquillamente. È una maniera per sopravvivere in questa società.
{{Int2|''[https://www.gay.it/eva-robins-intervista-gay-transfobia "I gay e la transfobia: ecco la verità"]''|Intervista di Alessio Poeta, ''Gay.it'', 5 agosto 2016.}}
*Non capisco perché la gente continui a pensare che se una non appare in [[Tv]], vuol dire che è morta.
*Penso che faccio bene a non andare più in televisione. Andando in video vengo sempre accomunata a quel mondo lì e che deve parlare sempre delle stesse cose. Dopo un po', detto tra noi, non so più cosa dire. Ho le frasi pronte, da anni, ad ogni domanda.
*Nessuno mi ha mai chiesto cosa mi manca. Non so perché, ma nessuno l'ha mai fatto. {{NDR|«Cosa le manca, visto che ci tiene così tanto?»}} L'omicidio e il parto.
*{{NDR|«Non si è mai pentita di essersi messa completamente a nudo?»}} Assolutamente no. Mi sono liberata di tutto il superfluo interiore, per farlo capire agli altri, e non sa quanto sono contenta.
*{{NDR|«In quest'epoca dove non esistono più ruoli, qual è il segreto per conquistare un uomo?»}} Non fare nulla. Gli uomini, per me, sono ancora così inesplicabili. Mi sono totalmente disinnamorata della loro struttura interna, che oramai mi soffermo solo sulle fattezze fisiche.
*Il [[fascino]] viene da sempre da qualcosa che, talvolta inconsciamente, ci fa paura. Dietro il fascino c’è sempre quel qualcosa di oscuro.
*{{NDR|«Le piace la [[legge Cirinnà]]?»}} Bah, ho sempre pensato che fosse giusto avere dei diritti e che ognuno avesse la possibilità di scegliere se unirsi civilmente, o meno. Per quel che mi riguarda, quel tipo di contratto non fa per me. Se vuoi creare un mostro, sposalo.
==Citazioni su Eva Robin's==
*La chiamai per un programma che si chiamava ''Primadonna'' e che andava in onda alle sette di sera su ''Italia 1''. Programma, ahimè, poco fortunato visto che chiuse due mesi dopo dalla messa in onda. Cercavamo una conduttrice e io pensai subito a lei. La vidi per la prima volta in Sardegna. Era di una bellezza mozzafiato. Con il suo sex appeal sedusse popolo e Paese. ([[Irene Ghergo]])
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Robin's, Eva}}
[[Categoria:Attori italiani]]
[[Categoria:Cantanti italiani]]
[[Categoria:Personaggi televisivi italiani]]
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Unione civile (ordinamento italiano)
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Danyele
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{{voce tematica}}
[[File:Emanuele e Mirko.jpg|miniatura|Unione civile celebrata dopo l'approvazione della legge]]
Citazioni sull'istituto giuridico dell''''unione civile in Italia''', indrodotto dalla '''Legge 20 maggio 2016, n. 76''', anche nota come '''legge Cirinnà'''.
==Citazioni==
*{{NDR|«Le piace la legge Cirinnà?»}} Bah, ho sempre pensato che fosse giusto avere dei diritti e che ognuno avesse la possibilità di scegliere se unirsi civilmente, o meno. Per quel che mi riguarda, quel tipo di contratto non fa per me. Se vuoi creare un mostro, sposalo. ([[Eva Robin's]])
*Problemi che sono figli di una linea politica furbetta. A parole si diceva di voler creare un soggetto nuovo, l'unione fra persone dello stesso sesso, in pratica si è inseguito il matrimonio tradizionale fino a dare vita ad un ibrido. [...] Il legislatore sostiene che l'unione fra persone dello stesso sesso va inserita fra le formazioni sociali, con riferimento agli articoli 2 e 3 della Costituzione. Perfetto, ma poi vediamo che tutti i rimandi, martellanti, sono all'articolo 29 e alla disciplina della famiglia. Si è fatto un giro tortuoso per giungere, senza dirlo, al matrimonio, ma questo pone seri profili di costituzionalità perché va contro l'articolo 29 della nostra Carta. [...] Se si sostiene di non voler replicare il matrimonio perché si discriminano le coppie di fatto miste? ([[Maria Elisabetta Alberti Casellati]])
==Voci correlate==
*[[Monica Cirinnà]]
==Altri progetti==
{{Interprogetto}}
{{s}}
[[Categoria:Diritto di famiglia]]
[[Categoria:Leggi dello stato italiano]]
[[Categoria:LGBT]]
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Danyele
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[[File:Emanuele e Mirko.jpg|miniatura|Unione civile celebrata dopo l'approvazione della legge (2017)]]
Citazioni sull'istituto giuridico dell''''unione civile in Italia''', indrodotto dalla '''Legge 20 maggio 2016, n. 76''', anche nota come '''legge Cirinnà'''.
*{{NDR|«Le piace la legge Cirinnà?»}} Bah, ho sempre pensato che fosse giusto avere dei diritti e che ognuno avesse la possibilità di scegliere se unirsi civilmente, o meno. Per quel che mi riguarda, quel tipo di contratto non fa per me. Se vuoi creare un mostro, sposalo. ([[Eva Robin's]])
*Problemi che sono figli di una linea politica furbetta. A parole si diceva di voler creare un soggetto nuovo, l'unione fra persone dello stesso sesso, in pratica si è inseguito il matrimonio tradizionale fino a dare vita ad un ibrido. [...] Il legislatore sostiene che l'unione fra persone dello stesso sesso va inserita fra le formazioni sociali, con riferimento agli articoli 2 e 3 della Costituzione. Perfetto, ma poi vediamo che tutti i rimandi, martellanti, sono all'articolo 29 e alla disciplina della famiglia. Si è fatto un giro tortuoso per giungere, senza dirlo, al matrimonio, ma questo pone seri profili di costituzionalità perché va contro l'articolo 29 della nostra Carta. [...] Se si sostiene di non voler replicare il matrimonio perché si discriminano le coppie di fatto miste? ([[Maria Elisabetta Alberti Casellati]])
==Voci correlate==
*[[Monica Cirinnà]]
*[[Unione civile]]
==Altri progetti==
{{Interprogetto}}
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[[Categoria:Diritto di famiglia]]
[[Categoria:Leggi dello stato italiano]]
[[Categoria:LGBT]]
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Vlada Rosljakova
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Dread83 ha spostato la pagina [[Vlada Roslyakova]] a [[Vlada Rosljakova]]: all. a Wikipedia
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[[File:Vlada Roslyakova 3.jpg|thumb|Vlada Roslyakova nel 2009]]
'''Vlada Rosljakova''', all'anagrafe '''Elena Vladimirovna Rosljakova''' (1987 – vivente), supermodella russa.
{{Int2|1=''[https://beauty.vogue.it/magazine/celebrities-magazine/2017/08/22/vlada-roslyakova-non-un-cliche/ «Non sono un cliché»]''|2=Intervista di Chiara Oltolini, ''vogue.it'', 22 agosto 2017.}}
*{{NDR|Il posto più strano dove hai posato?}} Una lingua di ghiaccio, in Islanda: quando ha cominciato a rompersi, la produzione ha rinunciato, grazie a Dio! Però, meglio scattare in queste location “estreme” piuttosto che in studio su fondo bianco, dove la richiesta continua è: "Salta! Hop, Vlada!". Sai che noia?
*{{NDR|Come hai iniziato nella moda?}} Il classico incontro giusto al momento giusto. Avevo 17 anni e stavo per finire la scuola. Un'ex modella mi si è avvicinata: "Ehi, tu potresti lavorare a Milano, New York, Parigi... Stranita, ho piantato gli occhi nei suoi: "Di che cosa stai parlando?". Figurati, non ero mai uscita dalla Russia. Da lì, ho preso contatti con il suo manager e il resto è storia.
*{{NDR|La storia dei "baciati" dal fashion
system che si ripete.}} Il debutto: sulla free press pubblicitaria locale. Il compenso: 500 rubli, allora tra i 10 e i 20 dollari. Le passerelle sono arrivate poco dopo: ho sfilato per Yohji Yamamoto alla Parigi Fashion Week 2004.
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Rosljakova, Vlada}}
[[Categoria:Modelli russi]]
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Małgorzata Bela
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2022-08-09T11:25:37Z
Dread83
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Dread83 ha spostato la pagina [[Małgosia Bela]] a [[Małgorzata Bela]]: all. a Wikipedia
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text/x-wiki
[[File:Malgosia Bela.jpg|thumb|Małgosia Bela nel 2007]]
'''Małgosia Bela''', all'anagrafe '''Małgorzata Bela''' (1977 – vivente), supermodella e attrice polacca.
{{Int2|1=''[https://www.panorama.it/magazine/malgosia-top-model-filosofa-si-racconta-a-flair Malgosia, top-model filosofa si racconta a Flair]''|2=Intervista di Raffaele Panizza, ''panorama.it'', 21 novembre 2012.}}
*{{NDR|In quindici anni di moda, di autostima quanta è riuscita a immagazzinarne?}} Ben poca. Il mondo della moda non è il posto giusto per coltivare un'alta opinione di sé, contrariamente a quanto si crede. Prada non ti sceglie per uno show? Ecco che cominci a pensare di essere sbagliata, e arriva il panico. Ci ho convissuto una vita con questi alti e bassi.
*{{NDR|È per questo che ora non fa più sfilate?}} Non ne faccio perché sulla passarella non sono mai stata brava e, a dire il vero, non mi sono mai neppure divertita. Per me sfilare era ottanta per cento tortura e venti per cento piacere, inestricabilmente legati.
*{{NDR|Cosa rendeva il défilé una tortura?}} È difficile da spiegare. Io non ho mai cercato di fare questo lavoro, ma il destino me l'ha servito su un vassoio dorato. Così, ho sempre avuto la sensazione di esserci finita in mezzo al posto di qualcun altro, qualcuno con maggiori diritti, che un giorno o l'altro si sarebbe presentato a dire: "Malgosia, fatti da parte, che la farsa è finita". Mi sono sentita molto in colpa, per anni.
*{{NDR|Quest'insieme di sensazioni l'ha resa indisciplinata?}} Al contrario. Perché non fosse scoperta la pantomima sono sempre stata perfetta, puntuale, splendida.
*{{NDR|Lei ha una natura un po' sfuggente.}} Lo so. Alle cene coi businessmen sono l'artista. A quelle con gli artisti, la businesswoman spregiudicata. Sempre e comunque nel posto e nel modo sbagliato.
*{{NDR|Le dico alcuni nomi: cerchi di definire la natura della loro bellezza, e l'eventuale posto che occupano nella storia della moda. [[Lara Stone]]?}} Esteticamente è la più seducente di tutte. Una moderna [[Brigitte Bardot]].
*{{NDR|[[Kate Moss]].}} La donna più fotogenica in assoluto. Governa la luce e si trasforma. Indiscutibilmente un'icona.
*{{NDR|[[Naomi Campbell|Naomi]].}} La regina delle passerelle. Impossibile da spodestare.
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{DEFAULTSORT:Bela, Małgosia}}
[[Categoria:Attori polacchi]]
[[Categoria:Modelli polacchi]]
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Dr. Stone
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RiccardoFila
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/* Stagione 2 */ ep 33
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text/x-wiki
{{FictionTV
|titoloitaliano = Dr. Stone
|tipofiction = anime
|immagine= Dr. Stone Logo.png
|dimensioneimmagine= <!--dimensione in px; lasciare vuoto per il ridimensionamento automatico-->
|didascalia= <!--Didascalia dell'immagine-->
|titolooriginale = ドクターストーン
|titolotraslitterato = Dokutā Sutōn
|linguaoriginale = giapponese
|paese = Giappone
|anno = 2019
|genere = avventura, post apocalittico, fantascienza
|stagioni = 2
|episodi = 35
|ideatore = Riichirō Inagaki, Boichi
|produttore = <!--Produttore/i della fiction TV-->
|reteoriginale = Tokyo MX
|attori = <!--elenco degli attori; inserire gli attori uno per riga iniziando con un asterisco (*), seguito dal nome dell'attore tra doppie parentesi quadre solo se di rilievo, seguito da due punti (:) e dal nome del personaggio (senza parentesi quadre), ad esempio:
* [[Attore]]: Personaggio-->
|doppiatori originali= <!--elenco dei doppiatori originali; solo in caso di fiction TV d'animazione; stessa struttura usata per gli attori-->
|doppiatori italiani = <!--elenco dei doppiatori italiani; stessa struttura usata per gli attori-->
|note= <!--eventuali note, come ad esempio musiche, premi vinti, ecc.-->
}}
'''''Dr. Stone''''', serie anime trasmessa dal 2019.
== Stagione 1 ==
=== [[Incipit]] ===
Quel giorno... l'intera umanità venne pietrificata.
=== Episodio 1, ''Stone World'' ===
* Ero certo che non l'avrebbe mai bevuto, al millemila per cento! Lui è onesto al limite della stupidità. ('''Senku''' riferendosi a Taiju)
* Bene. Finalmente posso dirtelo! Ascolta, Yuzuriha, come continua il discorso di quel giorno. Di quel giorno... che ormai è perduto in un lontano passato. [...] Ti ho sempre amato. Per quanti secoli siano passati... per quanti millenni siano trascorsi. Io ti salverò, Yuzuriha! Al momento non so ancora bene come, ma ci riuscirò, te lo prometto! ('''Taiju''')
* Per passare dall'[[Età della pietra]] a quella moderna, il genere umano ci ha messo due milioni di anni. Noi invece ci riusciremo in tempi strettissimi. Ci riprenderemo il mondo, determineremo scientificamente i principi alla base della pietrificazione e del risveglio. [...] Diventeremo gli [[Adamo]] ed [[Eva]] di questo Stone World. Tutto ciò è esaltante! ('''Senku''')
* Quindi vuoi dire che a questo mondo esistono anche cose che la [[scienza]] non può spiegare? ('''Taiju''' a Senku)
* Ti insegno una cosa, scimmione {{ndr|Taiju}}. Dicevi che ci sono delle cose che la scienza non può spiegare. Ma non è così. Trovare delle regole in ciò che non si capisce. Questo sforzo, che richiede dosi schifose di pazienza e fatica, è ciò che chiamiamo scienza! [...] Ci vogliono pazienza e fatica per battere il fantasy con la scienza! ('''Senku''')
=== Episodio 2, ''King of the Stone World'' ===
* Ma vi faccio una promessa: a voi non succederà mai più nulla di pericoloso... perché d'ora in avanti, sarò io a combattere. ('''Tsukasa''')
* '''Tsukasa''': Mi presento di nuovo. Sono Tsukasa Shishio. Chiamatemi pure Tsukasa.<br>'''Senku''': Beh, in questo mondo nomi e cognomi non hanno alcuna importanza. Io sono l'addetto alla scienza, quello con il cervello che funziona, Senku. E lui è l'addetto alla resistenza, quello col cervello appena abbozzato, Taiju.<br>'''Taiju''': Sono Taiju, quello col cervello appena abbozzato. Piacere! Chiedi sempre a Senku se c'è qualcosa su cui ragionare.
* '''Senku''': Lo sai benissimo, vero, Tsukasa?! Hai appena ucciso un uomo.<br>'''Tsukasa''': Certo che lo so, ovviamente. Senku, tu hai intenzione di salvare proprio tutti, inclusi i vecchi dal cuore impuro? Certo... all'inizio anche loro ti ringrazieranno docilmente. Ma poi, una volta tornata la vecchia civiltà, i ricconi vecchi e influenti [...] riprenderebbero a rubare il futuro ai giovani senza un soldo. Non si deve più tornare a un mondo di questo tipo. Questo è lo Stone World, un paradiso ancora privo di qualunque macchia. Risveglierò solamente i giovani dal cuore puro e vivremo in armonia con la natura, che non appartiene a nessuno. È l'occasione di purificare il genere umano. Non lo pensi anche tu, Senku?<br>'''Senku''': Manco per niente. Nemmeno un millimetro di me la pensa così. Io mi esalto alla grande per i [[robot]], per lo [[spazio (astronomia)|spazio]] e per [[Doraemon]]. Sono un ragazzo che stravede per la [[tecnologia]] e col potere della scienza io salverò tutto il genere umano, nessuno escluso.
=== Episodio 4, ''Innalzate i segnali di fumo'' ===
* '''Taiju''': Ci riprenderemo la civiltà, salveremo tutto il genere umano! E quando ci saremo riusciti, dopo 3700 anni, ascolteresti il seguito del mio discorso, Yuzuriha?<br>'''Yuzuriha''': Sì, va bene. Riportiamo il mondo com'era. Ad ogni costo!
* Tu non menti. Non alla scienza, almeno. ('''Tsukasa''' a Senku)
* '''Tsukasa''': Potresti giurarmi qui e ora che rinuncerai alla scienza?<br>'''Senku''': Non se ne parla. Questo proprio no.
=== Episodio 9, ''In questa mano c'è la luce della scienza'' ===
* '''Senku''': È sceso sulla Terra il dio dell'elettricità.<br>'''Gen''': Che cos'hai fatto, caro il mio Senku?! Non mi dire che in questa specie di Età della pietra dove non c'è nulla di nulla, tu da zero hai davvero...<br>'''Senku''': È l'avvento esplosivo dell'elettricità! Tutto ciò è esaltante!
* '''Senku''': Chrome, hai paura della notte?<br>'''Chrome''': Sì perché è buio pesto. Perché questa domanda a bruciapelo?<br>'''Senku''': Nella nostra epoca, il buio non esisteva più. Il vecchio [[Thomas Edison|Edison]], con la sua [[lampadina]] a incandescenza, ha cancellato la notte dal mondo. L'ha costretta ad arrendersi, 24 ore su 24. Con la scienza, il genere umano ha sconfitto la notte. Ecco cosa illumina le tenebre della notte. Per la prima volta dopo 3700 anni brilla di nuovo: è la luce della scienza.
=== Episodio 12, ''Amici schiena contro schiena'' ===
* Tutti gli uomini sono destinati a morire, ma non le loro conoscenze. Si sono tramandate nel tempo fino a noi per due milioni di anni. ('''Senku''' a Chrome)
* '''Ginro''': Sono dei pazzi, sia Senku che Chrome. È ovvio che ho paura, no?! Potrei morire! Ah, queste cose mi danno veramente ai nervi. Proclamare di avere coraggio anche se in realtà si è degli inetti.<br>'''Kaseki''': Se prima taci e scappi e poi insulti gli altri con queste parole, significa che ti senti inferiore a causa della debolezza che nasce dalla tua paura, no? [...] Non ti preoccupare, Ginro, tu non sei per niente debole. La paura è il segreto per vivere a lungo. E se te lo dice un vecchietto puoi starne davvero certo, no? [...] Non esistono esseri umani che non hanno [[paura]]. [...] Eppure, in nome di qualcosa che ritengono importante, gli uomini cercano di sconfiggere la paura usando la logica oppure la forza d'animo.
=== Episodio 16, ''Una storia millenaria'' ===
* '''Senku''' (da bambino): Andrò nello spazio.<br>'''Insegnante''': L'astronauta, eh? Che gran bel sogno! Intendi da grande, ve...<br>'''Senku''': No. Ci andrò adesso, subito.
=== Episodio 24, ''La voce al di là dell'infinito'' ===
* '''Kohaku''': È valsa la pena distruggere lo scudo di nostro padre! Si sta davvero rendendo utilissimo.<br>'''Kokuyo''': Se in questo modo vi può essere utile... a vostro padre va bene così.<br>'''Gen''': È proprio facendo così che l'uomo, col passare del tempo, è diventato un ingranaggio della società, eh? Letteralmente.<br>'''Senku''': Che fai, adesso ti metti persino a dire cose intelligenti?
* '''Gen''': E anche il senso di colpa che hai per aver coinvolto in una guerra tutto il villaggio, caro il mio Senku, non pensi possa sparire?<br>'''Senku''': Ma io mica ce l'ho quel senso di colpa che dici.
== Stagione 2 ==
=== Episodio 25, ''Stone Wars Beginning'' ===
* '''Gen''': Ci servono solo un disco e una coppia di cellulari, e, se tutto andrà bene, potremo davvero espugnare l'impero di Tsukasa senza spargimenti di sangue e salvare sette miliardi di persone. Per contro, se per caso Dio ci stesse guardando, Senku Ishigami e Gen Asagiri per lui sprofonderebbero felicemente entrambi all'inferno!<br>'''Senku''': Stai tranquillo. Ormai sono millemila anni che Dio è assente dal mondo della scienza. Dimmi tutto, mentalista.
=== Episodio 27, ''La telefonata dall'altro mondo'' ===
* '''Senku''': Ehilà! [...]<br>'''Taiju''': Senku! Io... Senku! Io... Senku! Io... Senku! Sono io Senku!<br>'''Senku''': Non sei tu Senku. Senku sono io.
* '''Senku''': Facciamo partire il disco. Grazie alla molla, il suono è decisamente migliorato. Anziché sull'inganno, scommetteremo sulla scienza!
=== Episodio 33, ''Cose da distruggere e cose da salvare'' ===
* '''Senku''': Noi ti offriamo la possibilità che la tua sorellina guarisca. In cambio, chiediamo che tu ci offra di cessare le ostilità.<br>'''Tsukasa''': E sulla base di cosa dovrei fidarmi di questa folle proposta?<br>'''Senku''': Solamente sulla mia parola. Io non mento alla scienza. Non ti basta?<br>'''Tsukasa''': Sì. Mi basta. È sufficiente.
== Altri progetti ==
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Vitalij Kim
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[[File:Виталий Ким .jpg|thumb|Vitaliy Kim]]
'''Vitaliy Oleksandrovich Kim''' (1981 – vivente), politico ucraino.
==Citazioni di Vitaliy Kim==
*{{NDR|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} Mai un Paese che ha un pollo nel suo stemma sconfiggerà un Paese che ha una forchetta come simbolo<ref>Citato in ''Strage al palazzo della Regione Il governatore si salva per caso'', ''Corriere della Sera'', 30 marzo 2022, p. 9.</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Kim, Vitaliy Oleksandrovich}}
[[Categoria:Politici ucraini]]
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Niels Kaj Jerne
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[[File:Niels Kaj Jerne 1950 crop.jpg|thumb|Niels Kai Jerne, 1950]]
{{Premio|Nobel|la medicina ('''1984''')}}
'''Niels Kaj Jerne''' (1911 – 1994), immunologo danese.
*Il sistema immunitario contiene una complessità che ricorda... da vicino quella del linguaggio umano.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro della biologia'', traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2022, p. 170. ISBN 9788858039595</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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Oksana Zabuzhko
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[[File:Oksana_Zabuzhko.jpg|miniatura|Oksana Zabužko]]
'''Oksana Stefanivna Zabužko''' (1960 – vivente), scrittrice e poetessa ucraina.
== Citazioni di Oksana Zabužko ==
* Qual è la scusa della [[Russia]] per quello che sta facendo in Ucraina oggi {{NDR|[[Invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}}? Non solo l’Ucraina non ha attaccato la Russia, ma è perfino, secondo gli stessi libri di storia russi, una «nazione sorella». Da dove viene allora questa valanga di sadismo? Qual è la ragione degli ordini dei comandanti russi, intercettati dal Servizio di sicurezza ucraino, di «bombardarli senza pietà»?<ref name=":0">''Il totalitarismo russo e la cecità dell’Occidente'',traduzione di Fabio Galimberti, per la prima volta in traduzione inglese sul Times Literary Supplement, ''la Repubblica'', 4 maggio 2022, p. 15.</ref>
* Il [[dialogo]] è l’aria che la [[Occidente|cultura occidentale]] respira da duemilacinquecento anni e per persone cresciute nell’atmosfera aperta dell’antica agorà è difficile immaginare che alla porta accanto esista anche un’antica cultura in cui la gente respira solo sott’acqua e nutre un banale odio per quelli che hanno polmoni invece di branchie.<ref name=":0" />
* il totalitarismo vittorioso per quasi cinquant’anni si radicava e si espandeva senza dover sottostare a nessun giudizio legale, al punto che quando la [[Russia]] alla fine nominò come suo leader un ufficiale del [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|Kgb]], un’organizzazione che dal 1918 in poi era stata responsabile di alcuni dei crimini contro l’umanità più grandi e duraturi della storia moderna, nessuno in [[Occidente]] ne fu inorridito come probabilmente sarebbe successo se si fosse trattato di un ex ufficiale della Gestapo.<ref name=":0" />
== Note ==
<references />
== Altri progetti ==
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[[Categoria:Poeti ucraini]]
[[Categoria:Scrittori ucraini]]
{{DEFAULTSORT:Zabužko, Oksana}}
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Ștefan Andrei
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Mariomassone
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/* Citazioni di Ştefan Andrei */
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text/x-wiki
[[File:Stefan Andrei.jpg|thumb|Andrei nel 1975]]
'''Ştefan Andrei''' (1931 – 2014), politico rumeno.
==Citazioni di Ştefan Andrei==
*{{NDR|Su [[Elena Ceaușescu]]}} La strega è come la peste bubbonica. Tutti sperano che il Compagno le sopravviva. Spero che qui non ci sia qualche microfono.<ref name=pacepa>Citato in [[Ion Mihai Pacepa]], ''Orizzonti rossi. {{small|Memorie di un capo delle spie comuniste. La vera storia della vita e dei crimini di Elena e Nicolae Ceausescu}}'', traduzione di Antonio Pitamitz, L'Editore, 1991, pp. 226-227, ISBN 88-7165-065-4</ref>
*Il mio lavoro è stato di fare di [[Nicu Ceaușescu|Nicu]] un dirigente politico. Il Compagno ce lo ha affidato, a Pacoste e a me, una decina di anni fa. Non trova che abbiamo fatto un lavoro fantastico? Nicu sarà il primo patrizio comunista nella storia dell'umanità. È proprio questo che abbiamo fatto in dieci anni, con un materiale così grezzo come è il compagno Nicu.<ref name=pacepa/>
*Secondo le statistiche dell'Onu, la [[Repubblica Socialista di Romania|Romania]] ha il record dei suicidi, circa sessantasei ogni centomila abitanti. Poi viene l'Ungheria, con quarantatrè, e terza la Germania dell'est con trenta. Ma se la strega prendesse il potere, avremmo sessanta suicidi ogni cento abitanti. Secondo lei, quanto dovremo ancora attendere prima che qualcuno si decida a avvelenarla?<ref name=pacepa/>
*Quando Nicu salirà sul trono, mi sbronzerò per un'intera settimana, per un mese.<ref name=pacepa/>
*Questo è il mio libretto nero. Qui dentro ci sono alcuni degli spropositi e delle perle di saggezza della strega. Non riuscirà mai a metterci le mani sopra, non me ne separo mai, nemmeno quando dormo. Ecco, ascolti questa: 19 dicembre 1976. A. riferisce a E. sui preparativi per una visita in Angola. A. suggerisce a E. di accompagnare il Compagno. E. chiede: Perché non in primavera, caro? Adesso fa troppo freddo. Oppure questa: 22 dicembre 1977. A. fa sapere a E. che tra i notevoli beni di un emigrato romeno morto in Olanda, e recuperati dal DIE<ref name=die>{{Cfr}} ''[[:w:ro:Direcția de Informații Externe|Direcția de Informații Externe]]''</ref>, vi sono diversi [[Tiziano Vecellio|Tiziano]] e [[Tintoretto]]. Sono documenti storici o libri?, ha chiesto E.<ref name=pacepa/>
*{{NDR|Su [[Buckingham Palace]]}} Muoio dalla voglia di essere in quel palazzo, dove la regina Vittoria ha regnato per quasi sessantacinque anni. Come ministro degli esteri, mi devono dare uno degli appartamenti più belli. Non vedo l'ora di poter pisciare contro le loro pareti imperiali, e sui mobili di Giorgio IV. Sarà molto più divertente che a [[Blair House]]!<ref name=pacepa2>Citato in [[Ion Mihai Pacepa]], ''Orizzonti rossi. {{small|Memorie di un capo delle spie comuniste. La vera storia della vita e dei crimini di Elena e Nicolae Ceausescu}}'', traduzione di Antonio Pitamitz, L'Editore, 1991, p. 397, ISBN 88-7165-065-4</ref>
==Citazioni su Ştefan Andrei==
===[[Ion Mihai Pacepa]]===
*Andrei aveva una paura tremenda dei microfoni nascosti, soprattutto di quelli che venivano installati su ordine di [[Elena Ceaușescu|Elena]]. Per lui era costante motivo di ginnastica mentale cercare dei posti che non fossero sotto probabile sorveglianza microfonica, dove poter parlare liberamente.
*Andrei era sempre di buon umore a stomaco pieno. Aveva un appetito insaziabile, ereditato dalla sua povera infanzia, e divorava indiscriminatamente tutto ciò che si trovava alla sua portata. Il gusto recente per i piatti esotici era solo un modo per esibire la sua nuova condizione di potere.
*Ero abituato ad Andrei, dato che eravamo stati molte volte insieme al seguito di [[Nicolae Ceaușescu|Ceausescu]] nei suoi numerosi viaggi all'estero. Cambiare più volte d'abito in un giorno era parte della sua routine quotidiana, e, per lui, farlo, era solo questione di qualche minuto. Quando eravamo in viaggio, Andrei spesso arrivava agli incontri mattutini con Ceausescu che ancora si abbottonava i pantaloni con una mano, e con l'altra si rasava.
==Note==
<references/>
==Altri progetti==
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{{DEFAULTSORT:Andrei, Ştefan}}
[[Categoria:Comunisti]]
[[Categoria:Personalità della guerra fredda]]
[[Categoria:Politici rumeni]]
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Umberto Cassuto
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Gaux
18878
/* Storia della letteratura ebraica postbiblica */ il talmud
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text/x-wiki
[[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]]
'''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano.
==''Storia della letteratura ebraica postbiblica''==
*Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. Perciò esso; può essere considerato come uno dei primi segni della reazione all'ellenismo invadente, e come uno di quei libri che contribuirono efficacemente, anche se indirettamente, a preparare gli animi alla resistenza e alla lotta vittoriosa. (cap. I, p. 6)
*Prima che agli altri {{NDR|partiti dell'ebraismo}}, sarà da rivolger lo sguardo ai [[Farisei]], rappresentanti l'indirizzo di gran lunga più importante, non solo perché fu negli ultimi duecento anni dello Stato giudaico quello che fu seguito dalla grande maggioranza del popolo, ma anche perché fu l'unico che sopravvisse alle tremende catastrofi che. segnarono la fine della compagine nazionale giudaica, identificandosi definitivamente con l'ebraismo; talché il pensiero dell'ebraismo posteriore non fu che la continuazione del pensiero farisaico, e l'attività letteraria che vedremo svolgersi nelle età successive non fu che la continuazione di quella che era stata iniziata dai Farisei. Iniziata, si noti, in un modo tutto particolare, perché i Farisei non scrissero, nel preciso senso della parola pressoché nulla: cosa che non deve meravigliarci perché è perfettamente coerente con le loro concezioni religiose. (cap. I, pp. 13-14)
*Il farisaismo, [...], raccoglieva sotto la sua bandiera le vaste cerchie del popolo, fedeli alla Torah e alla tradizione. I dottori farisei erano i maestri della Torah scritta e in pari tempo i depositari, i cultori, e i trasmettitori di quella tradizione che intorno alla Torah e accanto alla Torah era venuta formandosi da Ezra in poi, accogliendo anche elementi più antichi, e costituendo la «Torah orale», anch'essa come quella scritta norma di pensiero e di azione per i suoi seguaci. Appunto questa distinzione fra Torah scritta e Torah orale vale a spiegarci perché i dottori farisei non scrivessero opere letterarie. La Bibbia appariva loro dover essere l'unico monumento scritto del pensiero e della religione del popolo ebraico. Accanto ad essa, l'insegnamento tradizionale doveva restare nettamente distinto, conservando il suo carattere originario d'insegnamento orale, non affidato alla scrittura. (cap. I, p. 14)
*Lo studio della Mishnah che venne facendosi nelle scuole amoraiche, in Palestina e in Babilonia, fu indicato col vocabolo ''talmud'', che in base al suo senso etimologico di «studio» aveva poi assunto, fra l'altro, quello di esplicazione ed esposizione di testi halakhici (in Babilonia si ha anche il vocabolo equivalente aramaico ''gemarà''). E dal designare l'attività delle scuole amoraiche il vocabolo passò a designare le opere letterarie nelle quali questa attività venne a rispecchiarsi, cioè il ''Talmud palestinese'' e il ''Talmud babilonese'': quello redatto, come il suo nome ci indica, nelle accademie di Palestina, questo, come pure ci fa sentire il suo nome, nelle accademie di Babilonia. (cap. II, p. 32)
==Bibliografia==
*Umberto Cassuto, ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia della letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Rabbini italiani]]
[[Categoria:Storici italiani]]
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/* Storia della letteratura ebraica postbiblica */ nota
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[[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]]
'''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano.
==''Storia della letteratura ebraica postbiblica''==
*Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. Perciò esso; può essere considerato come uno dei primi segni della reazione all'ellenismo invadente, e come uno di quei libri che contribuirono efficacemente, anche se indirettamente, a preparare gli animi alla resistenza e alla lotta vittoriosa. (cap. I, p. 6)
*Prima che agli altri {{NDR|partiti dell'ebraismo}}, sarà da rivolger lo sguardo ai [[Farisei]], rappresentanti l'indirizzo di gran lunga più importante, non solo perché fu negli ultimi duecento anni dello Stato giudaico quello che fu seguito dalla grande maggioranza del popolo, ma anche perché fu l'unico che sopravvisse alle tremende catastrofi che. segnarono la fine della compagine nazionale giudaica, identificandosi definitivamente con l'ebraismo; talché il pensiero dell'ebraismo posteriore non fu che la continuazione del pensiero farisaico, e l'attività letteraria che vedremo svolgersi nelle età successive non fu che la continuazione di quella che era stata iniziata dai Farisei. Iniziata, si noti, in un modo tutto particolare, perché i Farisei non scrissero, nel preciso senso della parola pressoché nulla: cosa che non deve meravigliarci perché è perfettamente coerente con le loro concezioni religiose. (cap. I, pp. 13-14)
*Il farisaismo, [...], raccoglieva sotto la sua bandiera le vaste cerchie del popolo, fedeli alla Torah e alla tradizione. I dottori farisei erano i maestri della Torah scritta e in pari tempo i depositari, i cultori, e i trasmettitori di quella tradizione che intorno alla Torah e accanto alla Torah era venuta formandosi da Ezra in poi, accogliendo anche elementi più antichi, e costituendo la «Torah orale», anch'essa come quella scritta norma di pensiero e di azione per i suoi seguaci. Appunto questa distinzione fra Torah scritta e Torah orale vale a spiegarci perché i dottori farisei non scrivessero opere letterarie. La Bibbia appariva loro dover essere l'unico monumento scritto del pensiero e della religione del popolo ebraico. Accanto ad essa, l'insegnamento tradizionale doveva restare nettamente distinto, conservando il suo carattere originario d'insegnamento orale, non affidato alla scrittura. (cap. I, p. 14)
*Lo studio della Mishnah<ref>Mishnah, o Mishnà, uno dei testi fondamentali dell'ebraismo.</ref> che venne facendosi nelle scuole amoraiche, in Palestina e in Babilonia, fu indicato col vocabolo ''talmud'', che in base al suo senso etimologico di «studio» aveva poi assunto, fra l'altro, quello di esplicazione ed esposizione di testi halakhici (in Babilonia si ha anche il vocabolo equivalente aramaico ''gemarà''). E dal designare l'attività delle scuole amoraiche il vocabolo passò a designare le opere letterarie nelle quali questa attività venne a rispecchiarsi, cioè il ''Talmud palestinese'' e il ''Talmud babilonese'': quello redatto, come il suo nome ci indica, nelle accademie di Palestina, questo, come pure ci fa sentire il suo nome, nelle accademie di Babilonia. (cap. II, p. 32)
==Bibliografia==
*Umberto Cassuto, ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia della letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938.
==Altri progetti==
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sezione Note
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[[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]]
'''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano.
==''Storia della letteratura ebraica postbiblica''==
*Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. Perciò esso; può essere considerato come uno dei primi segni della reazione all'ellenismo invadente, e come uno di quei libri che contribuirono efficacemente, anche se indirettamente, a preparare gli animi alla resistenza e alla lotta vittoriosa. (cap. I, p. 6)
*Prima che agli altri {{NDR|partiti dell'ebraismo}}, sarà da rivolger lo sguardo ai [[Farisei]], rappresentanti l'indirizzo di gran lunga più importante, non solo perché fu negli ultimi duecento anni dello Stato giudaico quello che fu seguito dalla grande maggioranza del popolo, ma anche perché fu l'unico che sopravvisse alle tremende catastrofi che. segnarono la fine della compagine nazionale giudaica, identificandosi definitivamente con l'ebraismo; talché il pensiero dell'ebraismo posteriore non fu che la continuazione del pensiero farisaico, e l'attività letteraria che vedremo svolgersi nelle età successive non fu che la continuazione di quella che era stata iniziata dai Farisei. Iniziata, si noti, in un modo tutto particolare, perché i Farisei non scrissero, nel preciso senso della parola pressoché nulla: cosa che non deve meravigliarci perché è perfettamente coerente con le loro concezioni religiose. (cap. I, pp. 13-14)
*Il farisaismo, [...], raccoglieva sotto la sua bandiera le vaste cerchie del popolo, fedeli alla Torah e alla tradizione. I dottori farisei erano i maestri della Torah scritta e in pari tempo i depositari, i cultori, e i trasmettitori di quella tradizione che intorno alla Torah e accanto alla Torah era venuta formandosi da Ezra in poi, accogliendo anche elementi più antichi, e costituendo la «Torah orale», anch'essa come quella scritta norma di pensiero e di azione per i suoi seguaci. Appunto questa distinzione fra Torah scritta e Torah orale vale a spiegarci perché i dottori farisei non scrivessero opere letterarie. La Bibbia appariva loro dover essere l'unico monumento scritto del pensiero e della religione del popolo ebraico. Accanto ad essa, l'insegnamento tradizionale doveva restare nettamente distinto, conservando il suo carattere originario d'insegnamento orale, non affidato alla scrittura. (cap. I, p. 14)
*Lo studio della Mishnah<ref>Mishnah, o Mishnà, uno dei testi fondamentali dell'ebraismo.</ref> che venne facendosi nelle scuole amoraiche, in Palestina e in Babilonia, fu indicato col vocabolo ''talmud'', che in base al suo senso etimologico di «studio» aveva poi assunto, fra l'altro, quello di esplicazione ed esposizione di testi halakhici (in Babilonia si ha anche il vocabolo equivalente aramaico ''gemarà''). E dal designare l'attività delle scuole amoraiche il vocabolo passò a designare le opere letterarie nelle quali questa attività venne a rispecchiarsi, cioè il ''Talmud palestinese'' e il ''Talmud babilonese'': quello redatto, come il suo nome ci indica, nelle accademie di Palestina, questo, come pure ci fa sentire il suo nome, nelle accademie di Babilonia. (cap. II, p. 32)
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Umberto Cassuto, ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia della letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Rabbini italiani]]
[[Categoria:Storici italiani]]
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[[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]]
'''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano.
==''Storia della letteratura ebraica postbiblica''==
*Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. Perciò esso; può essere considerato come uno dei primi segni della reazione all'ellenismo invadente, e come uno di quei libri che contribuirono efficacemente, anche se indirettamente, a preparare gli animi alla resistenza e alla lotta vittoriosa. (cap. I, p. 6)
*Prima che agli altri {{NDR|partiti dell'ebraismo}}, sarà da rivolger lo sguardo ai [[Farisei]], rappresentanti l'indirizzo di gran lunga più importante, non solo perché fu negli ultimi duecento anni dello Stato giudaico quello che fu seguito dalla grande maggioranza del popolo, ma anche perché fu l'unico che sopravvisse alle tremende catastrofi che. segnarono la fine della compagine nazionale giudaica, identificandosi definitivamente con l'ebraismo; talché il pensiero dell'ebraismo posteriore non fu che la continuazione del pensiero farisaico, e l'attività letteraria che vedremo svolgersi nelle età successive non fu che la continuazione di quella che era stata iniziata dai Farisei. Iniziata, si noti, in un modo tutto particolare, perché i Farisei non scrissero, nel preciso senso della parola pressoché nulla: cosa che non deve meravigliarci perché è perfettamente coerente con le loro concezioni religiose. (cap. I, pp. 13-14)
*Il farisaismo, [...], raccoglieva sotto la sua bandiera le vaste cerchie del popolo, fedeli alla Torah e alla tradizione. I dottori farisei erano i maestri della Torah scritta e in pari tempo i depositari, i cultori, e i trasmettitori di quella tradizione che intorno alla Torah e accanto alla Torah era venuta formandosi da Ezra in poi, accogliendo anche elementi più antichi, e costituendo la «Torah orale», anch'essa come quella scritta norma di pensiero e di azione per i suoi seguaci. Appunto questa distinzione fra Torah scritta e Torah orale vale a spiegarci perché i dottori farisei non scrivessero opere letterarie. La Bibbia appariva loro dover essere l'unico monumento scritto del pensiero e della religione del popolo ebraico. Accanto ad essa, l'insegnamento tradizionale doveva restare nettamente distinto, conservando il suo carattere originario d'insegnamento orale, non affidato alla scrittura. (cap. I, p. 14)
*Lo studio della Mishnah<ref>Mishnah, o Mishnà, uno dei testi fondamentali dell'ebraismo.</ref> che venne facendosi nelle scuole amoraiche, in Palestina e in Babilonia, fu indicato col vocabolo ''[[talmud]]'', che in base al suo senso etimologico di «studio» aveva poi assunto, fra l'altro, quello di esplicazione ed esposizione di testi halakhici (in Babilonia si ha anche il vocabolo equivalente aramaico ''gemarà''). E dal designare l'attività delle scuole amoraiche il vocabolo passò a designare le opere letterarie nelle quali questa attività venne a rispecchiarsi, cioè il ''Talmud palestinese'' e il ''Talmud babilonese'': quello redatto, come il suo nome ci indica, nelle accademie di Palestina, questo, come pure ci fa sentire il suo nome, nelle accademie di Babilonia. (cap. II, p. 32)
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Umberto Cassuto, ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia della letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938.
==Altri progetti==
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/* Storia della letteratura ebraica postbiblica */ il talmud palestinese
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[[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]]
'''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano.
==''Storia della letteratura ebraica postbiblica''==
*Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. Perciò esso; può essere considerato come uno dei primi segni della reazione all'ellenismo invadente, e come uno di quei libri che contribuirono efficacemente, anche se indirettamente, a preparare gli animi alla resistenza e alla lotta vittoriosa. (cap. I, p. 6)
*Prima che agli altri {{NDR|partiti dell'ebraismo}}, sarà da rivolger lo sguardo ai [[Farisei]], rappresentanti l'indirizzo di gran lunga più importante, non solo perché fu negli ultimi duecento anni dello Stato giudaico quello che fu seguito dalla grande maggioranza del popolo, ma anche perché fu l'unico che sopravvisse alle tremende catastrofi che. segnarono la fine della compagine nazionale giudaica, identificandosi definitivamente con l'ebraismo; talché il pensiero dell'ebraismo posteriore non fu che la continuazione del pensiero farisaico, e l'attività letteraria che vedremo svolgersi nelle età successive non fu che la continuazione di quella che era stata iniziata dai Farisei. Iniziata, si noti, in un modo tutto particolare, perché i Farisei non scrissero, nel preciso senso della parola pressoché nulla: cosa che non deve meravigliarci perché è perfettamente coerente con le loro concezioni religiose. (cap. I, pp. 13-14)
*Il farisaismo, [...], raccoglieva sotto la sua bandiera le vaste cerchie del popolo, fedeli alla Torah e alla tradizione. I dottori farisei erano i maestri della Torah scritta e in pari tempo i depositari, i cultori, e i trasmettitori di quella tradizione che intorno alla Torah e accanto alla Torah era venuta formandosi da Ezra in poi, accogliendo anche elementi più antichi, e costituendo la «Torah orale», anch'essa come quella scritta norma di pensiero e di azione per i suoi seguaci. Appunto questa distinzione fra Torah scritta e Torah orale vale a spiegarci perché i dottori farisei non scrivessero opere letterarie. La Bibbia appariva loro dover essere l'unico monumento scritto del pensiero e della religione del popolo ebraico. Accanto ad essa, l'insegnamento tradizionale doveva restare nettamente distinto, conservando il suo carattere originario d'insegnamento orale, non affidato alla scrittura. (cap. I, p. 14)
*Lo studio della Mishnah<ref>Mishnah, o Mishnà, uno dei testi fondamentali dell'ebraismo.</ref> che venne facendosi nelle scuole amoraiche, in Palestina e in Babilonia, fu indicato col vocabolo ''[[talmud]]'', che in base al suo senso etimologico di «studio» aveva poi assunto, fra l'altro, quello di esplicazione ed esposizione di testi halakhici (in Babilonia si ha anche il vocabolo equivalente aramaico ''gemarà''). E dal designare l'attività delle scuole amoraiche il vocabolo passò a designare le opere letterarie nelle quali questa attività venne a rispecchiarsi, cioè il ''Talmud palestinese'' e il ''Talmud babilonese'': quello redatto, come il suo nome ci indica, nelle accademie di Palestina, questo, come pure ci fa sentire il suo nome, nelle accademie di Babilonia. (cap. II, p. 32)
*Il Talmud palestinese (''Talmud Eres Isra'el'', o, più comunemente se anche meno propriamente, ''Talmud jerushalmì'', Talmud gerosolimitano) giunse più presto alla forma attuale, perché, estintosi il patriarcato verso il 425, le accademie palestinesi cessarono o ridussero di molto la loro attività. Possiamo quindi ritenere che entro il primo quarto del secolo V il Talmud palestinese avesse raggiunto press'a poco la forma in cui noi lo abbiamo. E forse fin d'allora, o poco dopo nel corso dello stesso secolo V, fu posto per iscritto. Un'opera di definitiva e particolareggiata revisione non poté però esser fatta. (cap. II, p. 34)
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Umberto Cassuto, ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia della letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938.
==Altri progetti==
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[[File:Cassuto.jpg|thumb|Umberto Cassuto]]
'''Umberto Cassuto''' (1883 – 1951), rabbino, storico ed ebraista italiano.
==''Storia della letteratura ebraica postbiblica''==
*Il più antico probabilmente fra i deuterocanonici è l'[[Siracide|Ecclesiastico]], scritto da Gesù ben Sirà intorno al 200 avanti l'E.V., ossia poco prima della persecuzione di Antioco Epifane. Dell'originale ebraico di questo libro, perdutosi nel medioevo, una serie di fortunati ritrovamenti, fra il 1896 e il 1931, ci ha restituito i due terzi circa. Similmente al libro canonico dei Proverbi, esso è costituito da una raccolta di massime e di ammaestramenti di saggezza e di morale, e appartiene a quel genere di letteratura che suole esser designato con l'epiteto di «sapienzale», in quanto rispecchia la «sapienza» tradizionale dell'antico Oriente. Ma a questa sapienza internazionale esso dà colore e calore ebraico, identificandola con la Torah; e la sua esposizione mira sostanzialmente a dimostrare la superiorità dell'ebraismo sull'ellenismo. Perciò esso; può essere considerato come uno dei primi segni della reazione all'ellenismo invadente, e come uno di quei libri che contribuirono efficacemente, anche se indirettamente, a preparare gli animi alla resistenza e alla lotta vittoriosa. (cap. I, p. 6)
*Prima che agli altri {{NDR|partiti dell'ebraismo}}, sarà da rivolger lo sguardo ai [[Farisei]], rappresentanti l'indirizzo di gran lunga più importante, non solo perché fu negli ultimi duecento anni dello Stato giudaico quello che fu seguito dalla grande maggioranza del popolo, ma anche perché fu l'unico che sopravvisse alle tremende catastrofi che. segnarono la fine della compagine nazionale giudaica, identificandosi definitivamente con l'ebraismo; talché il pensiero dell'ebraismo posteriore non fu che la continuazione del pensiero farisaico, e l'attività letteraria che vedremo svolgersi nelle età successive non fu che la continuazione di quella che era stata iniziata dai Farisei. Iniziata, si noti, in un modo tutto particolare, perché i Farisei non scrissero, nel preciso senso della parola pressoché nulla: cosa che non deve meravigliarci perché è perfettamente coerente con le loro concezioni religiose. (cap. I, pp. 13-14)
*Il farisaismo, [...], raccoglieva sotto la sua bandiera le vaste cerchie del popolo, fedeli alla Torah e alla tradizione. I dottori farisei erano i maestri della Torah scritta e in pari tempo i depositari, i cultori, e i trasmettitori di quella tradizione che intorno alla Torah e accanto alla Torah era venuta formandosi da Ezra in poi, accogliendo anche elementi più antichi, e costituendo la «Torah orale», anch'essa come quella scritta norma di pensiero e di azione per i suoi seguaci. Appunto questa distinzione fra Torah scritta e Torah orale vale a spiegarci perché i dottori farisei non scrivessero opere letterarie. La Bibbia appariva loro dover essere l'unico monumento scritto del pensiero e della religione del popolo ebraico. Accanto ad essa, l'insegnamento tradizionale doveva restare nettamente distinto, conservando il suo carattere originario d'insegnamento orale, non affidato alla scrittura. (cap. I, p. 14)
*Lo studio della Mishnah<ref>Mishnah, o Mishnà, uno dei testi fondamentali dell'ebraismo.</ref> che venne facendosi nelle scuole amoraiche, in Palestina e in Babilonia, fu indicato col vocabolo ''[[talmud]]'', che in base al suo senso etimologico di «studio» aveva poi assunto, fra l'altro, quello di esplicazione ed esposizione di testi halakhici (in Babilonia si ha anche il vocabolo equivalente aramaico ''gemarà''). E dal designare l'attività delle scuole amoraiche il vocabolo passò a designare le opere letterarie nelle quali questa attività venne a rispecchiarsi, cioè il ''Talmud palestinese'' e il ''Talmud babilonese'': quello redatto, come il suo nome ci indica, nelle accademie di Palestina, questo, come pure ci fa sentire il suo nome, nelle accademie di Babilonia. (cap. II, p. 32)
*Il [[Talmud di Gerusalemme|Talmud palestinese]] (''Talmud Eres Isra'el'', o, più comunemente se anche meno propriamente, ''Talmud jerushalmì'', Talmud gerosolimitano) giunse più presto alla forma attuale, perché, estintosi il patriarcato verso il 425, le accademie palestinesi cessarono o ridussero di molto la loro attività. Possiamo quindi ritenere che entro il primo quarto del secolo V il Talmud palestinese avesse raggiunto press'a poco la forma in cui noi lo abbiamo. E forse fin d'allora, o poco dopo nel corso dello stesso secolo V, fu posto per iscritto. Un'opera di definitiva e particolareggiata revisione non poté però esser fatta. (cap. II, p. 34)
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Umberto Cassuto, ''[https://archive.org/details/cassuto-storia-della-letteratura-ebraica-postbiblica/mode/1up Storia della letteratura ebraica postbiblica]'', Casa editrice Israel, Firenze, 1938.
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*[[Aaron Eckhart]]: James Rethrick
*[[Uma Thurman]]: Dr. Rachel Porter
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*[[Colm Feore]]: John Wolfe
*[[Joe Morton]]: Agente Dodge
*[[Michael C. Hall]]: Agente Klein
*[[Peter Friedman]]: Procuratore Generale Brown
*[[Kathryn Morris]]: Rita Dunne
*[[Ivana Miličević]]: Maya-Rachel
*[[Fulvio Cecere]]: Agente Fuman
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*[[Fabio Boccanera]]: Michael Jennings
*[[Angelo Maggi]]: James Rethrick
*[[Francesca Fiorentini]]: Dr. Rachel Porter
*[[Pasquale Anselmo]]: Shorty
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*[[Roberto Draghetti]]: Agente Dodge
*[[Enrico Di Troia]]: Agente Klein
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*[[Alessandra Korompay]]: Maya-Rachel
|fotografo = [[Jeffrey L. Kimball]]
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|effetti speciali = [[Al Di Sarro]], [[Gregory L. McMurry]]
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'''''Paycheck''''', film statunitense del 2003 con [[Ben Affleck]], [[Aaron Eckhart]] e [[Uma Thurman]], regia di [[John Woo]].
{{tagline|Ha visto il suo futuro e ha deciso di cambiarlo.}}
==Frasi==
{{cronologico}}
*Se indichi a qualcuno il suo [[futuro]], non avrà più futuro. Priva la gente del mistero e la priverai della speranza. ('''Michael Jennings''')
==Altri progetti==
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*Se indichi a qualcuno il suo [[futuro]], non avrà più futuro. Priva la gente del mistero e la priverai della speranza. ('''Michael Jennings''')
==Citazioni su ''Paycheck''==
===Frasi promozionali===
*Ha visto il suo futuro e ha deciso di cambiarlo.<ref>Dalla locandina del film in lingua italiana.</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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'''''Paycheck''''', film statunitense del 2003 con [[Ben Affleck]], [[Aaron Eckhart]] e [[Uma Thurman]], regia di [[John Woo]].
{{tagline|Ha visto il suo futuro e ha deciso di cambiarlo.}}
==Frasi==
{{cronologico}}
*{{NDR|Scritto su un biglietto che Michael legge}} Se guarderai dove non puoi andare, perderai le ricchezze che calpesti.
:''If you only look where you can't go, you will miss the riches below.''
*Le cose migliori della vita sono spesso degli [[errori]]. ('''Rachel''')
*Se indichi a qualcuno il suo [[futuro]], non avrà più futuro. Priva la gente del mistero e la priverai della speranza. ('''Michael''')
== Dialoghi ==
{{cronologico}}
*'''Rachel''': Sto cercando un socio per una nuova impresa.<br>'''Michael''': Davvero?<br>'''Rachel''': Uh-uh.<br>'''Michael''': Che impresa?<br>'''Rachel''': Voglio salvare il mondo.<br>'''Michael''': Aaah... Non faccio per te. Ma non ti accontenteresti di uno che lo vuole solo cambiare?<br>'''Rachel''': Mmmh... Andata!<br>'''Michael''': Bene.<br>
==Citazioni su ''Paycheck''==
===Frasi promozionali===
*Ha visto il suo futuro e ha deciso di cambiarlo.<ref>Dalla locandina del film in lingua italiana.</ref>
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[Categoria:Film thriller d'azione]]
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Spaghetti aglio e olio
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Inserimento in voce tematica
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{{voce tematica}}
Citazioni sugli '''spaghetti aglio e olio'''.
*Fulminei e prudenti, spicci e al tempo stesso riflessivi, una improvvisazione e una massima: sono il cibo ideale per chi ha sfacchinato dalla mattina alla sera e non ne può più; sono gli spaghetti all'aglio e all'olio. Chiunque, col cappello in testa e col soprabito sul braccio, miope o duro d'orecchio, contento o disperato, è in grado di prepararli. Mentre l'acqua bolle l'olio frigge intorno all'aglio, un riso crudele su cui dovete spargere misericordiose foglioline di prezzemolo; acconsentite a qualche impercettibile bruciatura di questa subitanea salsa, ne vale la pena perché il perentorio sapore che essa conferirà agli spaghetti assorbe ed elimina ben altre amarezze; chiodo scaccia chiodo, ricordatevene. ([[Giuseppe Marotta]])
==Altri progetti==
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==Voci correlate==
*[[Cibo]]
*[[Cucina napoletana]]
*[[Napoli]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Cucina napoletana]]
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Danyele
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{{voce tematica}}
Citazioni sugli '''spaghetti aglio e olio'''.
*Fulminei e prudenti, spicci e al tempo stesso riflessivi, una improvvisazione e una massima: sono il cibo ideale per chi ha sfacchinato dalla mattina alla sera e non ne può più; sono gli spaghetti all'aglio e all'olio. Chiunque, col cappello in testa e col soprabito sul braccio, miope o duro d'orecchio, contento o disperato, è in grado di prepararli. Mentre l'acqua bolle l'olio frigge intorno all'aglio, un riso crudele su cui dovete spargere misericordiose foglioline di prezzemolo; acconsentite a qualche impercettibile bruciatura di questa subitanea salsa, ne vale la pena perché il perentorio sapore che essa conferirà agli spaghetti assorbe ed elimina ben altre amarezze; chiodo scaccia chiodo, ricordatevene. ([[Giuseppe Marotta (scrittore)|Giuseppe Marotta]])
==Voci correlate==
*[[Cibo]]
*[[Cucina napoletana]]
*[[Napoli]]
==Altri progetti==
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[[Categoria:Cucina napoletana]]
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Maurizia Cacciatori
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Creata pagina con "[[File:Maurizia Cacciatori 1 (edited).jpg|thumb|Maurizia Cacciatori]] '''Maurizia Cacciatori''' (1973 – vivente), ex pallavolista italiana. ==Citazioni di Maurizia Cacciatori== {{cronologico}} *{{NDR|«Secondo te, qual è la cosa più importante che un ragazzo o una ragazza possono imparare dalla pallavolo?»}} Sicuramente il mettersi in gioco. E poi anche la capacità di fare gioco di squadra. La pallavolo ti spinge ad adattarti, a cambiare te stessa per favorire g..."
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[[File:Maurizia Cacciatori 1 (edited).jpg|thumb|Maurizia Cacciatori]]
'''Maurizia Cacciatori''' (1973 – vivente), ex pallavolista italiana.
==Citazioni di Maurizia Cacciatori==
{{cronologico}}
*{{NDR|«Secondo te, qual è la cosa più importante che un ragazzo o una ragazza possono imparare dalla pallavolo?»}} Sicuramente il mettersi in gioco. E poi anche la capacità di fare gioco di squadra. La pallavolo ti spinge ad adattarti, a cambiare te stessa per favorire gli obiettivi del gruppo, quindi accetti di fare panchina, ti impegni per essere un esempio per le nuove arrivate, supporti il gruppo quando ne ha bisogno... Tutte queste dinamiche io le ho imparate con la pallavolo: erano quotidiane lezioni di ''team management'' all'ennesima potenza perché ogni giorno c'era una novità, un avversario nuovo, un obiettivo nuovo, una strategia nuova da imparare. Secondo me questo è davvero uno sport straordinario.<ref>Dall'intervista di Giacomo Boganini, ''[https://www.mental-training.it/la-pallavolo-all80-mentale-intervista-maurizia-cacciatori/ "La forza nasce dal tuo obiettivo"]'', ''Mental-training.it'', 25 gennaio 2019.</ref>
*La pallavolo mi ha insegnato a sapermi rialzare.<ref name="SBA">Da ''[https://sportbusinessacademy.eu/con-la-pallavolo-nel-cuore-lintervista-a-maurizia-cacciatori/ Con la pallavolo nel cuore: l'intervista a Maurizia Cacciatori]'', ''Sportbusinessacademy.eu'', 13 gennaio 2021.</ref>
*Dico sempre che lo sport è uno straordinario simulatore di lusso della vita, perché ti dà la fortuna di vivere un'esperienza che in un certo senso è anche fuori dalla realtà, in un ambito che spesso è considerato lontano dalla quotidianità. In un certo senso io e le mie compagne di squadra siamo state privilegiate, abbiamo vissuto esperienze non nella norma, viaggiato tanto, conosciuto tante persone. Dopo l'attività sportiva ho capito che la pallavolo aveva comunque segnato la mia vita.<ref name="SBA"/>
{{Int2|''[https://www.volleyball.it/maurizia-cacciatori-raccontata-sottovoce/ Maurizia Cacciatori raccontata a "Sottovoce"]''|Dall'intervista di [[Gigi Marzullo]] a ''Sottovoce'', Rai Uno, 6 luglio 2002; citato in ''Volleyball.it'', 7 luglio 2002.}}
*{{NDR|«Chi è Maurizia Cacciatori?»}} Maurizia è una ragazza nata a Carrara, da padre carrarino e madre di Stoccolma. Una ragazza uscita di casa molto giovane per andare a fare la professonista a Perugia. La prima squadra della carriera è stata la Carrarese in serie A2. Diciamo che ho cominciato la carriera dai piani alti. Poi ho scelto Perugia. Mio padre conosceva qualla città, avendoci giocato a calcio e questo è servito per farmi scegliere l'Umbria. [...] è stata una scelta difficile. Non sapevo fare niente, ero stata superviziata. Mi ritrovai ad andare a scuola da sola, cucinare da sola... Sono dovuta crescere in fretta. Poi diventare professionista mi ha costretto a fare molte rinunce. La vita che faccio ora a 29 anni la faceva già a 16.
*{{NDR|«Preferisce essere capita o essere amata?»}} Essere capita, perché chi capisce ama.
*{{NDR|«Cosa le ha tolto la pallavolo?»}} Io mi ritengo molto fortunata. Però uscendo di casa così giovane ho lasciato la mia famiglia e i miei genitori molto presto. Per anni ho avuto con loro un rapporto telefonico. E quando torno a casa noto come il tempo è passato. Certe esperienze di vita della mia famiglia le ho perse. Non le ho godute, tra viaggi, gare e tutto il resto.
*{{NDR|«Si vince quando si ha imparato a perdere?»}} Sì, la sconfitta aiuta a prepararti alla vittoria.
{{Int2|''[https://lauraressa.com/2020/05/17/dal-muro-della-pallavolo-ai-muri-della-vita-dallo-sport-allazienda-intervista-a-maurizia-cacciatori/ Dal muro della pallavolo ai muri della vita, dallo sport all'azienda]''|Intervista di Laura Ressa, ''Lauraressa.com'', 17 maggio 2020.}}
*Nel mio mondo se pensi di essere arrivata, quello il momento in cui hai già l'avversario che ti batterà. Questa mentalità mi è servita molto nella mia vita personale perché ho allenato il coraggio, il rispetto delle regole e il pensiero ottimista. Lo sportivo può anche perdere ma il giorno dopo sa che c'è un’altra opportunità, e questa è una filosofia di vita che ho allenato giorno dopo giorno in più di vent'anni di attività sportiva.
*Mi sono trovata a giocare in squadre dove spiccava molto più l'individualità e con giocatrici poco versatili. [...] Se hai solo forti individualità puoi vincere delle partite ma difficilmente riesci a vincere il campionato: infatti le squadre con le quali ho vinto scudetti e ''champions league'' avevano un concetto di team che andava oltre l'individualità. E questa è una grande arma! Nessuno nasce con il pensiero di fare squadra, tutti nasciamo con la predisposizione di lavorare al singolare. Ricordo che quando avevo 13 anni, se facevo trenta punti ero felice. Se poi la mia squadra perdeva non mi importava granché, perché tanto io avevo fatto trenta punti e questo mi bastava. Ma era un modo di pensare sbagliato, ero piccola e avevo un mondo davanti. Grazie a coach formidabili e al senso dello sport più tardi ho capito quanto fosse importante ragionare e lavorare come team.
*Una squadra vincente non è necessariamente una squadra di amici. La squadra vincente ha l'obiettivo chiaro e, a prescindere da chi ne fa parte, va dritta verso quell'obiettivo. Ho vinto campionati con compagne di squadra con cui non avrei mangiato neanche una pizza, però quando hai la consapevolezza di indossare la maglia dello stesso colore questo ti aiuta a condividere il valore di ciò che stai facendo. Dunque devi onorare chi ha scelto te, i tuoi principi e i tuoi obiettivi.
*Mettersi in gioco è riuscire a gestire i vari momenti: il vero vincente non è colui che vince tutti i giorni ma è quello che trova il giusto equilibrio tra un'esaltante vittoria e un momento difficile o una grande sconfitta.
*Penso che ogni leader abbia un suo stile e un suo modo di essere. Ho visto grandi leader comunicare pochissimo perché i loro silenzi valevano più di tante parole. Ho visto anche coach che mettevano anima e corpo nella comunicazione. Ci sono tanti modi di essere leader perché credo che in fondo il leader sia semplicemente se stesso. Il vero leader cerca soluzioni, non ha paura di agire, è consapevole di avere la propria squadra al fianco e quindi non cerca scorciatoie o modi di fare poco corretti.
{{Int2|''[https://www.areacoach.it/2021/02/08/a-lezione-di-leadership-intervista-a-maurizia-cacciatori/ A lezione di leadership]''|''Areacoach.it'', 8 febbraio 2021.}}
*Il cambiamento nasce dalla volontà di capire chi siamo in quel momento e dalla capacità di capire come possiamo diventare grandi. Quando arrivò [[Julio Velasco|Velasco]] noi eravamo una nazionale che non aveva nulla da invidiare alle cosiddette grandi del momento, Cuba, gli Stati Uniti, la Cina, la Russia. Quello che Julio fece fu un cambio soprattutto mentale. Con lui ci allenavamo moltissimo e facevamo molti sacrifici che ci consentirono di diventare un gruppo. Prima eravamo un po' come quei turisti che vedi spesso a Venezia, tutti in fila diligentemente a seguire il capo gruppo con l'ombrello, e che sembrano un gruppo ma che in realtà sono solo tante persone che eseguono tutte la stessa cosa. Senza contare che mancava comunicazione, intesa come comunicazione assertiva, efficace. Velasco lavorò molto più sulla nostra testa che sui nostri bagher, voleva che noi giocatrici trovassimo proprio quella comunicazione assertiva che ci mancava. All'inizio noi eravamo un po' resilienti a questo nuovo approccio, dire pubblicamente alle compagne cose come "Francesca ([[Francesca Piccinini|Piccinini]]), hai schiacciato male" mi sembrava quasi offensivo. Invece col tempo mi resi conto che quelli erano i primi fondamentali passi per migliorarci come gruppo, perché fino ad allora i silenzi non ci avevano portato da nessuna parte. Il nostro è stato un percorso lungo ma che ci ha portato nel giro di un anno a competere con le nazionali al top a livello mondiale. E quando dico competere intendo anche perdendo, ma era una maniera differente di perdere, molto più matura.
*Il bravo allenatore deve rendere protagoniste le sue giocatrici in campo, rendendole leader di loro stesse. Deve essere autorevole e deve dare fiducia. Elogiare in pubblico e rimproverare in privato. E deve essere un grande leader. Un buon allenatore secondo me si vede dai time out, perché quando una squadra è viva nei time out si vede che le giocatrici comunicano molto fra di loro, senza pendere dalle labbra del loro coach. In quei casi si vede che l'allenatore ha raggiunto l'equilibrio fra la sua posizione di leader e quella delle proprie giocatrici.
*{{NDR|«Hai mai pensato di allenare?»}} No, assolutamente. Sono uscita di casa presto, ho vissuto sempre dentro ad una palestra e anche se grazie alla pallavolo ho girato il mondo ho visto sempre più palestre e aeroporti che monumenti. Dopo aver smesso volevo vedere il mondo fuori dalla palestre e soprattutto mettere su famiglia. E ce l'ho fatta a fare entrambe le cose.
==Citazioni su Maurizia Cacciatori==
*Io e Maurizia Cacciatori siamo state due pallavoliste e due belle ragazze che hanno portato uno sport di nicchia sotto i riflettori. Anche grazie a noi il volley femminile è diventato popolare, ha attratto le ragazzine: ci sono ancora ex fan, diventate donne, che mi ringraziano per averle aiutate a credere nei loro sogni. ([[Francesca Piccinini]])
*Maurizia non capiva perché a me non andasse di fare l'amore il giorno prima delle partite. Lei lo avrebbe fatto sempre. ([[Gianmarco Pozzecco]])
==Altri progetti==
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[[Categoria:Pallavolisti italiani|Cacciatori, Maurizia]]
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[[File:Maurizia Cacciatori 1 (edited).jpg|thumb|Maurizia Cacciatori]]
'''Maurizia Cacciatori''' (1973 – vivente), ex pallavolista italiana.
==Citazioni di Maurizia Cacciatori==
{{cronologico}}
*{{NDR|«Secondo te, qual è la cosa più importante che un ragazzo o una ragazza possono imparare dalla pallavolo?»}} Sicuramente il mettersi in gioco. E poi anche la capacità di fare gioco di squadra. La pallavolo ti spinge ad adattarti, a cambiare te stessa per favorire gli obiettivi del gruppo, quindi accetti di fare panchina, ti impegni per essere un esempio per le nuove arrivate, supporti il gruppo quando ne ha bisogno... Tutte queste dinamiche io le ho imparate con la pallavolo: erano quotidiane lezioni di ''team management'' all'ennesima potenza perché ogni giorno c'era una novità, un avversario nuovo, un obiettivo nuovo, una strategia nuova da imparare. Secondo me questo è davvero uno sport straordinario.<ref>Dall'intervista di Giacomo Boganini, ''[https://www.mental-training.it/la-pallavolo-all80-mentale-intervista-maurizia-cacciatori/ "La forza nasce dal tuo obiettivo"]'', ''Mental-training.it'', 25 gennaio 2019.</ref>
*La pallavolo mi ha insegnato a sapermi rialzare.<ref name="SBA">Da ''[https://sportbusinessacademy.eu/con-la-pallavolo-nel-cuore-lintervista-a-maurizia-cacciatori/ Con la pallavolo nel cuore: l'intervista a Maurizia Cacciatori]'', ''Sportbusinessacademy.eu'', 13 gennaio 2021.</ref>
*Dico sempre che lo sport è uno straordinario simulatore di lusso della vita, perché ti dà la fortuna di vivere un'esperienza che in un certo senso è anche fuori dalla realtà, in un ambito che spesso è considerato lontano dalla quotidianità. In un certo senso io e le mie compagne di squadra siamo state privilegiate, abbiamo vissuto esperienze non nella norma, viaggiato tanto, conosciuto tante persone. Dopo l'attività sportiva ho capito che la pallavolo aveva comunque segnato la mia vita.<ref name="SBA"/>
{{Int2|''[https://www.volleyball.it/maurizia-cacciatori-raccontata-sottovoce/ Maurizia Cacciatori raccontata a "Sottovoce"]''|Dall'intervista di [[Gigi Marzullo]] a ''Sottovoce'', Rai Uno, 6 luglio 2002; citato in ''Volleyball.it'', 7 luglio 2002.}}
*{{NDR|«Chi è Maurizia Cacciatori?»}} Maurizia è una ragazza nata a Carrara, da padre carrarino e madre di Stoccolma. Una ragazza uscita di casa molto giovane per andare a fare la professonista a Perugia. La prima squadra della carriera è stata la Carrarese in serie A2. Diciamo che ho cominciato la carriera dai piani alti. Poi ho scelto Perugia. Mio padre conosceva qualla città, avendoci giocato a calcio e questo è servito per farmi scegliere l'Umbria. [...] è stata una scelta difficile. Non sapevo fare niente, ero stata superviziata. Mi ritrovai ad andare a scuola da sola, cucinare da sola... Sono dovuta crescere in fretta. Poi diventare professionista mi ha costretto a fare molte rinunce. La vita che faccio ora a 29 anni la faceva già a 16.
*{{NDR|«Preferisce essere capita o essere amata?»}} Essere capita, perché chi capisce ama.
*{{NDR|«Cosa le ha tolto la pallavolo?»}} Io mi ritengo molto fortunata. Però uscendo di casa così giovane ho lasciato la mia famiglia e i miei genitori molto presto. Per anni ho avuto con loro un rapporto telefonico. E quando torno a casa noto come il tempo è passato. Certe esperienze di vita della mia famiglia le ho perse. Non le ho godute, tra viaggi, gare e tutto il resto.
*{{NDR|«Si vince quando si ha imparato a perdere?»}} Sì, la sconfitta aiuta a prepararti alla vittoria.
{{Int2|''[https://lauraressa.com/2020/05/17/dal-muro-della-pallavolo-ai-muri-della-vita-dallo-sport-allazienda-intervista-a-maurizia-cacciatori/ Dal muro della pallavolo ai muri della vita, dallo sport all'azienda]''|Intervista di Laura Ressa, ''Lauraressa.com'', 17 maggio 2020.}}
*Nel mio mondo se pensi di essere arrivata, quello il momento in cui hai già l'avversario che ti batterà. Questa mentalità mi è servita molto nella mia vita personale perché ho allenato il coraggio, il rispetto delle regole e il pensiero ottimista. Lo sportivo può anche perdere ma il giorno dopo sa che c'è un’altra opportunità, e questa è una filosofia di vita che ho allenato giorno dopo giorno in più di vent'anni di attività sportiva.
*Mi sono trovata a giocare in squadre dove spiccava molto più l'individualità e con giocatrici poco versatili. [...] Se hai solo forti individualità puoi vincere delle partite ma difficilmente riesci a vincere il campionato: infatti le squadre con le quali ho vinto scudetti e ''champions league'' avevano un concetto di team che andava oltre l'individualità. E questa è una grande arma! Nessuno nasce con il pensiero di fare squadra, tutti nasciamo con la predisposizione di lavorare al singolare. Ricordo che quando avevo 13 anni, se facevo trenta punti ero felice. Se poi la mia squadra perdeva non mi importava granché, perché tanto io avevo fatto trenta punti e questo mi bastava. Ma era un modo di pensare sbagliato, ero piccola e avevo un mondo davanti. Grazie a coach formidabili e al senso dello sport più tardi ho capito quanto fosse importante ragionare e lavorare come team.
*Una squadra vincente non è necessariamente una squadra di amici. La squadra vincente ha l'obiettivo chiaro e, a prescindere da chi ne fa parte, va dritta verso quell'obiettivo. Ho vinto campionati con compagne di squadra con cui non avrei mangiato neanche una pizza, però quando hai la consapevolezza di indossare la maglia dello stesso colore questo ti aiuta a condividere il valore di ciò che stai facendo. Dunque devi onorare chi ha scelto te, i tuoi principi e i tuoi obiettivi.
*Mettersi in gioco è riuscire a gestire i vari momenti: il vero vincente non è colui che vince tutti i giorni ma è quello che trova il giusto equilibrio tra un'esaltante vittoria e un momento difficile o una grande sconfitta.
*Penso che ogni leader abbia un suo stile e un suo modo di essere. Ho visto grandi leader comunicare pochissimo perché i loro silenzi valevano più di tante parole. Ho visto anche coach che mettevano anima e corpo nella comunicazione. Ci sono tanti modi di essere leader perché credo che in fondo il leader sia semplicemente se stesso. Il vero leader cerca soluzioni, non ha paura di agire, è consapevole di avere la propria squadra al fianco e quindi non cerca scorciatoie o modi di fare poco corretti.
{{Int2|''[https://www.areacoach.it/2021/02/08/a-lezione-di-leadership-intervista-a-maurizia-cacciatori/ A lezione di leadership]''|''Areacoach.it'', 8 febbraio 2021.}}
*Il cambiamento nasce dalla volontà di capire chi siamo in quel momento e dalla capacità di capire come possiamo diventare grandi. Quando arrivò [[Julio Velasco|Velasco]] noi eravamo una nazionale che non aveva nulla da invidiare alle cosiddette grandi del momento, Cuba, gli Stati Uniti, la Cina, la Russia. Quello che Julio fece fu un cambio soprattutto mentale. Con lui ci allenavamo moltissimo e facevamo molti sacrifici che ci consentirono di diventare un gruppo. Prima eravamo un po' come quei turisti che vedi spesso a Venezia, tutti in fila diligentemente a seguire il capo gruppo con l'ombrello, e che sembrano un gruppo ma che in realtà sono solo tante persone che eseguono tutte la stessa cosa. Senza contare che mancava comunicazione, intesa come comunicazione assertiva, efficace. Velasco lavorò molto più sulla nostra testa che sui nostri bagher, voleva che noi giocatrici trovassimo proprio quella comunicazione assertiva che ci mancava. All'inizio noi eravamo un po' resilienti a questo nuovo approccio, dire pubblicamente alle compagne cose come "Francesca ([[Francesca Piccinini|Piccinini]]), hai schiacciato male" mi sembrava quasi offensivo. Invece col tempo mi resi conto che quelli erano i primi fondamentali passi per migliorarci come gruppo, perché fino ad allora i silenzi non ci avevano portato da nessuna parte. Il nostro è stato un percorso lungo ma che ci ha portato nel giro di un anno a competere con le nazionali al top a livello mondiale. E quando dico competere intendo anche perdendo, ma era una maniera differente di perdere, molto più matura.
*Il bravo allenatore deve rendere protagoniste le sue giocatrici in campo, rendendole leader di loro stesse. Deve essere autorevole e deve dare fiducia. Elogiare in pubblico e rimproverare in privato. E deve essere un grande leader. Un buon allenatore secondo me si vede dai time out, perché quando una squadra è viva nei time out si vede che le giocatrici comunicano molto fra di loro, senza pendere dalle labbra del loro coach. In quei casi si vede che l'allenatore ha raggiunto l'equilibrio fra la sua posizione di leader e quella delle proprie giocatrici.
*{{NDR|«Hai mai pensato di allenare?»}} No, assolutamente. Sono uscita di casa presto, ho vissuto sempre dentro ad una palestra e anche se grazie alla pallavolo ho girato il mondo ho visto sempre più palestre e aeroporti che monumenti. Dopo aver smesso volevo vedere il mondo fuori dalla palestre e soprattutto mettere su famiglia. E ce l'ho fatta a fare entrambe le cose.
==Citazioni su Maurizia Cacciatori==
*Io e Maurizia Cacciatori siamo state due pallavoliste e due belle ragazze che hanno portato uno sport di nicchia sotto i riflettori. Anche grazie a noi il volley femminile è diventato popolare, ha attratto le ragazzine: ci sono ancora ex fan, diventate donne, che mi ringraziano per averle aiutate a credere nei loro sogni. ([[Francesca Piccinini]])
*Maurizia non capiva perché a me non andasse di fare l'amore il giorno prima delle partite. Lei lo avrebbe fatto sempre. ([[Gianmarco Pozzecco]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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[[File:Maurizia Cacciatori 1 (edited).jpg|thumb|Maurizia Cacciatori]]
'''Maurizia Cacciatori''' (1973 – vivente), ex pallavolista italiana.
==Citazioni di Maurizia Cacciatori==
{{cronologico}}
*{{NDR|«Secondo te, qual è la cosa più importante che un ragazzo o una ragazza possono imparare dalla [[pallavolo]]?»}} Sicuramente il mettersi in gioco. E poi anche la capacità di fare gioco di squadra. La pallavolo ti spinge ad adattarti, a cambiare te stessa per favorire gli obiettivi del gruppo, quindi accetti di fare panchina, ti impegni per essere un esempio per le nuove arrivate, supporti il gruppo quando ne ha bisogno... Tutte queste dinamiche io le ho imparate con la pallavolo: erano quotidiane lezioni di ''team management'' all'ennesima potenza perché ogni giorno c'era una novità, un avversario nuovo, un obiettivo nuovo, una strategia nuova da imparare. Secondo me questo è davvero uno sport straordinario.<ref>Dall'intervista di Giacomo Boganini, ''[https://www.mental-training.it/la-pallavolo-all80-mentale-intervista-maurizia-cacciatori/ "La forza nasce dal tuo obiettivo"]'', ''Mental-training.it'', 25 gennaio 2019.</ref>
*La pallavolo mi ha insegnato a sapermi rialzare.<ref name="SBA">Da ''[https://sportbusinessacademy.eu/con-la-pallavolo-nel-cuore-lintervista-a-maurizia-cacciatori/ Con la pallavolo nel cuore: l'intervista a Maurizia Cacciatori]'', ''Sportbusinessacademy.eu'', 13 gennaio 2021.</ref>
*Dico sempre che lo [[sport]] è uno straordinario simulatore di lusso della vita, perché ti dà la fortuna di vivere un'esperienza che in un certo senso è anche fuori dalla realtà, in un ambito che spesso è considerato lontano dalla quotidianità. In un certo senso io e le mie compagne di squadra siamo state privilegiate, abbiamo vissuto esperienze non nella norma, viaggiato tanto, conosciuto tante persone. Dopo l'attività sportiva ho capito che la pallavolo aveva comunque segnato la mia vita.<ref name="SBA"/>
{{Int2|''[https://www.volleyball.it/maurizia-cacciatori-raccontata-sottovoce/ Maurizia Cacciatori raccontata a "Sottovoce"]''|Dall'intervista di [[Gigi Marzullo]] a ''Sottovoce'', Rai Uno, 6 luglio 2002; citato in ''Volleyball.it'', 7 luglio 2002.}}
*{{NDR|«Chi è Maurizia Cacciatori?»}} Maurizia è una ragazza nata a Carrara, da padre carrarino e madre di Stoccolma. Una ragazza uscita di casa molto giovane per andare a fare la professonista a Perugia. La prima squadra della carriera è stata la Carrarese in serie A2. Diciamo che ho cominciato la carriera dai piani alti. Poi ho scelto Perugia. Mio padre conosceva qualla città, avendoci giocato a calcio e questo è servito per farmi scegliere l'Umbria. [...] è stata una scelta difficile. Non sapevo fare niente, ero stata superviziata. Mi ritrovai ad andare a scuola da sola, cucinare da sola... Sono dovuta crescere in fretta. Poi diventare professionista mi ha costretto a fare molte rinunce. La vita che faccio ora a 29 anni la faceva già a 16.
*{{NDR|«Preferisce essere capita o essere amata?»}} Essere capita, perché chi capisce ama.
*{{NDR|«Cosa le ha tolto la pallavolo?»}} Io mi ritengo molto fortunata. Però uscendo di casa così giovane ho lasciato la mia famiglia e i miei genitori molto presto. Per anni ho avuto con loro un rapporto telefonico. E quando torno a casa noto come il tempo è passato. Certe esperienze di vita della mia famiglia le ho perse. Non le ho godute, tra viaggi, gare e tutto il resto.
*{{NDR|«[[Vittoria e sconfitta|Si vince quando si ha imparato a perdere]]?»}} Sì, la sconfitta aiuta a prepararti alla vittoria.
{{Int2|''[https://lauraressa.com/2020/05/17/dal-muro-della-pallavolo-ai-muri-della-vita-dallo-sport-allazienda-intervista-a-maurizia-cacciatori/ Dal muro della pallavolo ai muri della vita, dallo sport all'azienda]''|Intervista di Laura Ressa, ''Lauraressa.com'', 17 maggio 2020.}}
*Nel mio mondo se pensi di essere arrivata, quello il momento in cui hai già l'avversario che ti batterà. Questa mentalità mi è servita molto nella mia vita personale perché ho allenato il coraggio, il rispetto delle regole e il pensiero ottimista. Lo sportivo può anche perdere ma il giorno dopo sa che c'è un’altra opportunità, e questa è una filosofia di vita che ho allenato giorno dopo giorno in più di vent'anni di attività sportiva.
*Mi sono trovata a giocare in squadre dove spiccava molto più l'individualità e con giocatrici poco versatili. [...] Se hai solo forti individualità puoi vincere delle partite ma difficilmente riesci a vincere il campionato: infatti le squadre con le quali ho vinto scudetti e ''champions league'' avevano un concetto di team che andava oltre l'individualità. E questa è una grande arma! Nessuno nasce con il pensiero di fare squadra, tutti nasciamo con la predisposizione di lavorare al singolare. Ricordo che quando avevo 13 anni, se facevo trenta punti ero felice. Se poi la mia squadra perdeva non mi importava granché, perché tanto io avevo fatto trenta punti e questo mi bastava. Ma era un modo di pensare sbagliato, ero piccola e avevo un mondo davanti. Grazie a coach formidabili e al senso dello sport più tardi ho capito quanto fosse importante ragionare e lavorare come team.
*Una squadra vincente non è necessariamente una squadra di amici. La squadra vincente ha l'obiettivo chiaro e, a prescindere da chi ne fa parte, va dritta verso quell'obiettivo. Ho vinto campionati con compagne di squadra con cui non avrei mangiato neanche una pizza, però quando hai la consapevolezza di indossare la maglia dello stesso colore questo ti aiuta a condividere il valore di ciò che stai facendo. Dunque devi onorare chi ha scelto te, i tuoi principi e i tuoi obiettivi.
*Mettersi in gioco è riuscire a gestire i vari momenti: il vero [[Vittoria|vincente]] non è colui che vince tutti i giorni ma è quello che trova il giusto equilibrio tra un'esaltante vittoria e un momento difficile o una grande sconfitta.
*Penso che ogni [[Leadership|leader]] abbia un suo stile e un suo modo di essere. Ho visto grandi leader comunicare pochissimo perché i loro silenzi valevano più di tante parole. Ho visto anche coach che mettevano anima e corpo nella comunicazione. Ci sono tanti modi di essere leader perché credo che in fondo il leader sia semplicemente se stesso. Il vero leader cerca soluzioni, non ha paura di agire, è consapevole di avere la propria squadra al fianco e quindi non cerca scorciatoie o modi di fare poco corretti.
{{Int2|''[https://www.areacoach.it/2021/02/08/a-lezione-di-leadership-intervista-a-maurizia-cacciatori/ A lezione di leadership]''|''Areacoach.it'', 8 febbraio 2021.}}
*Il cambiamento nasce dalla volontà di capire chi siamo in quel momento e dalla capacità di capire come possiamo diventare grandi. Quando arrivò [[Julio Velasco|Velasco]] noi eravamo una nazionale che non aveva nulla da invidiare alle cosiddette grandi del momento, Cuba, gli Stati Uniti, la Cina, la Russia. Quello che Julio fece fu un cambio soprattutto mentale. Con lui ci allenavamo moltissimo e facevamo molti sacrifici che ci consentirono di diventare un gruppo. Prima eravamo un po' come quei turisti che vedi spesso a Venezia, tutti in fila diligentemente a seguire il capo gruppo con l'ombrello, e che sembrano un gruppo ma che in realtà sono solo tante persone che eseguono tutte la stessa cosa. Senza contare che mancava comunicazione, intesa come comunicazione assertiva, efficace. Velasco lavorò molto più sulla nostra testa che sui nostri bagher, voleva che noi giocatrici trovassimo proprio quella comunicazione assertiva che ci mancava. All'inizio noi eravamo un po' resilienti a questo nuovo approccio, dire pubblicamente alle compagne cose come "Francesca ([[Francesca Piccinini|Piccinini]]), hai schiacciato male" mi sembrava quasi offensivo. Invece col tempo mi resi conto che quelli erano i primi fondamentali passi per migliorarci come gruppo, perché fino ad allora i silenzi non ci avevano portato da nessuna parte. Il nostro è stato un percorso lungo ma che ci ha portato nel giro di un anno a competere con le nazionali al top a livello mondiale. E quando dico competere intendo anche perdendo, ma era una maniera differente di perdere, molto più matura.
*Il bravo [[allenatore]] deve rendere protagoniste le sue giocatrici in campo, rendendole leader di loro stesse. Deve essere autorevole e deve dare fiducia. Elogiare in pubblico e rimproverare in privato. E deve essere un grande leader. Un buon allenatore secondo me si vede dai time out, perché quando una squadra è viva nei time out si vede che le giocatrici comunicano molto fra di loro, senza pendere dalle labbra del loro coach. In quei casi si vede che l'allenatore ha raggiunto l'equilibrio fra la sua posizione di leader e quella delle proprie giocatrici.
*{{NDR|«Hai mai pensato di allenare?»}} No, assolutamente. Sono uscita di casa presto, ho vissuto sempre dentro ad una palestra e anche se grazie alla pallavolo ho girato il mondo ho visto sempre più palestre e aeroporti che monumenti. Dopo aver smesso volevo vedere il mondo fuori dalla palestre e soprattutto mettere su famiglia. E ce l'ho fatta a fare entrambe le cose.
==Citazioni su Maurizia Cacciatori==
*Io e Maurizia Cacciatori siamo state due pallavoliste e due belle ragazze che hanno portato uno sport di nicchia sotto i riflettori. Anche grazie a noi il volley femminile è diventato popolare, ha attratto le ragazzine: ci sono ancora ex fan, diventate donne, che mi ringraziano per averle aiutate a credere nei loro sogni. ([[Francesca Piccinini]])
*Maurizia non capiva perché a me non andasse di fare l'amore il giorno prima delle partite. Lei lo avrebbe fatto sempre. ([[Gianmarco Pozzecco]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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/* Citazioni di Maurizia Cacciatori */ typo
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[[File:Maurizia Cacciatori 1 (edited).jpg|thumb|Maurizia Cacciatori]]
'''Maurizia Cacciatori''' (1973 – vivente), ex pallavolista italiana.
==Citazioni di Maurizia Cacciatori==
{{cronologico}}
*{{NDR|«Secondo te, qual è la cosa più importante che un ragazzo o una ragazza possono imparare dalla [[pallavolo]]?»}} Sicuramente il mettersi in gioco. E poi anche la capacità di fare gioco di squadra. La pallavolo ti spinge ad adattarti, a cambiare te stessa per favorire gli obiettivi del gruppo, quindi accetti di fare panchina, ti impegni per essere un esempio per le nuove arrivate, supporti il gruppo quando ne ha bisogno... Tutte queste dinamiche io le ho imparate con la pallavolo: erano quotidiane lezioni di ''team management'' all'ennesima potenza perché ogni giorno c'era una novità, un avversario nuovo, un obiettivo nuovo, una strategia nuova da imparare. Secondo me questo è davvero uno sport straordinario.<ref>Dall'intervista di Giacomo Boganini, ''[https://www.mental-training.it/la-pallavolo-all80-mentale-intervista-maurizia-cacciatori/ "La forza nasce dal tuo obiettivo"]'', ''Mental-training.it'', 25 gennaio 2019.</ref>
*La pallavolo mi ha insegnato a sapermi rialzare.<ref name="SBA">Da ''[https://sportbusinessacademy.eu/con-la-pallavolo-nel-cuore-lintervista-a-maurizia-cacciatori/ Con la pallavolo nel cuore: l'intervista a Maurizia Cacciatori]'', ''Sportbusinessacademy.eu'', 13 gennaio 2021.</ref>
*Dico sempre che lo [[sport]] è uno straordinario simulatore di lusso della vita, perché ti dà la fortuna di vivere un'esperienza che in un certo senso è anche fuori dalla realtà, in un ambito che spesso è considerato lontano dalla quotidianità. In un certo senso io e le mie compagne di squadra siamo state privilegiate, abbiamo vissuto esperienze non nella norma, viaggiato tanto, conosciuto tante persone. Dopo l'attività sportiva ho capito che la pallavolo aveva comunque segnato la mia vita.<ref name="SBA"/>
{{Int2|''[https://www.volleyball.it/maurizia-cacciatori-raccontata-sottovoce/ Maurizia Cacciatori raccontata a "Sottovoce"]''|Dall'intervista di [[Gigi Marzullo]] a ''Sottovoce'', Rai Uno, 6 luglio 2002; citato in ''Volleyball.it'', 7 luglio 2002.}}
*{{NDR|«Chi è Maurizia Cacciatori?»}} Maurizia è una ragazza nata a Carrara, da padre carrarino e madre di Stoccolma. Una ragazza uscita di casa molto giovane per andare a fare la professonista a Perugia. La prima squadra della carriera è stata la Carrarese in serie A2. Diciamo che ho cominciato la carriera dai piani alti. Poi ho scelto Perugia. Mio padre conosceva qualla città, avendoci giocato a calcio e questo è servito per farmi scegliere l'Umbria. [...] è stata una scelta difficile. Non sapevo fare niente, ero stata superviziata. Mi ritrovai ad andare a scuola da sola, cucinare da sola... Sono dovuta crescere in fretta. Poi diventare professionista mi ha costretto a fare molte rinunce. La vita che faccio ora a 29 anni la faceva già a 16.
*{{NDR|«Preferisce essere capita o essere amata?»}} Essere capita, perché chi capisce ama.
*{{NDR|«Cosa le ha tolto la pallavolo?»}} Io mi ritengo molto fortunata. Però uscendo di casa così giovane ho lasciato la mia famiglia e i miei genitori molto presto. Per anni ho avuto con loro un rapporto telefonico. E quando torno a casa noto come il tempo è passato. Certe esperienze di vita della mia famiglia le ho perse. Non le ho godute, tra viaggi, gare e tutto il resto.
*{{NDR|«[[Vittoria e sconfitta|Si vince quando si ha imparato a perdere]]?»}} Sì, la sconfitta aiuta a prepararti alla vittoria.
{{Int2|''[https://lauraressa.com/2020/05/17/dal-muro-della-pallavolo-ai-muri-della-vita-dallo-sport-allazienda-intervista-a-maurizia-cacciatori/ Dal muro della pallavolo ai muri della vita, dallo sport all'azienda]''|Intervista di Laura Ressa, ''Lauraressa.com'', 17 maggio 2020.}}
*Nel mio mondo se pensi di essere arrivata, quello il momento in cui hai già l'avversario che ti batterà. Questa mentalità mi è servita molto nella mia vita personale perché ho allenato il coraggio, il rispetto delle regole e il pensiero ottimista. Lo sportivo può anche perdere ma il giorno dopo sa che c'è un'altra opportunità, e questa è una filosofia di vita che ho allenato giorno dopo giorno in più di vent'anni di attività sportiva.
*Mi sono trovata a giocare in squadre dove spiccava molto più l'individualità e con giocatrici poco versatili. [...] Se hai solo forti individualità puoi vincere delle partite ma difficilmente riesci a vincere il campionato: infatti le squadre con le quali ho vinto scudetti e ''champions league'' avevano un concetto di team che andava oltre l'individualità. E questa è una grande arma! Nessuno nasce con il pensiero di fare squadra, tutti nasciamo con la predisposizione di lavorare al singolare. Ricordo che quando avevo 13 anni, se facevo trenta punti ero felice. Se poi la mia squadra perdeva non mi importava granché, perché tanto io avevo fatto trenta punti e questo mi bastava. Ma era un modo di pensare sbagliato, ero piccola e avevo un mondo davanti. Grazie a coach formidabili e al senso dello sport più tardi ho capito quanto fosse importante ragionare e lavorare come team.
*Una squadra vincente non è necessariamente una squadra di amici. La squadra vincente ha l'obiettivo chiaro e, a prescindere da chi ne fa parte, va dritta verso quell'obiettivo. Ho vinto campionati con compagne di squadra con cui non avrei mangiato neanche una pizza, però quando hai la consapevolezza di indossare la maglia dello stesso colore questo ti aiuta a condividere il valore di ciò che stai facendo. Dunque devi onorare chi ha scelto te, i tuoi principi e i tuoi obiettivi.
*Mettersi in gioco è riuscire a gestire i vari momenti: il vero [[Vittoria|vincente]] non è colui che vince tutti i giorni ma è quello che trova il giusto equilibrio tra un'esaltante vittoria e un momento difficile o una grande sconfitta.
*Penso che ogni [[Leadership|leader]] abbia un suo stile e un suo modo di essere. Ho visto grandi leader comunicare pochissimo perché i loro silenzi valevano più di tante parole. Ho visto anche coach che mettevano anima e corpo nella comunicazione. Ci sono tanti modi di essere leader perché credo che in fondo il leader sia semplicemente se stesso. Il vero leader cerca soluzioni, non ha paura di agire, è consapevole di avere la propria squadra al fianco e quindi non cerca scorciatoie o modi di fare poco corretti.
{{Int2|''[https://www.areacoach.it/2021/02/08/a-lezione-di-leadership-intervista-a-maurizia-cacciatori/ A lezione di leadership]''|''Areacoach.it'', 8 febbraio 2021.}}
*Il cambiamento nasce dalla volontà di capire chi siamo in quel momento e dalla capacità di capire come possiamo diventare grandi. Quando arrivò [[Julio Velasco|Velasco]] noi eravamo una nazionale che non aveva nulla da invidiare alle cosiddette grandi del momento, Cuba, gli Stati Uniti, la Cina, la Russia. Quello che Julio fece fu un cambio soprattutto mentale. Con lui ci allenavamo moltissimo e facevamo molti sacrifici che ci consentirono di diventare un gruppo. Prima eravamo un po' come quei turisti che vedi spesso a Venezia, tutti in fila diligentemente a seguire il capo gruppo con l'ombrello, e che sembrano un gruppo ma che in realtà sono solo tante persone che eseguono tutte la stessa cosa. Senza contare che mancava comunicazione, intesa come comunicazione assertiva, efficace. Velasco lavorò molto più sulla nostra testa che sui nostri bagher, voleva che noi giocatrici trovassimo proprio quella comunicazione assertiva che ci mancava. All'inizio noi eravamo un po' resilienti a questo nuovo approccio, dire pubblicamente alle compagne cose come "Francesca ([[Francesca Piccinini|Piccinini]]), hai schiacciato male" mi sembrava quasi offensivo. Invece col tempo mi resi conto che quelli erano i primi fondamentali passi per migliorarci come gruppo, perché fino ad allora i silenzi non ci avevano portato da nessuna parte. Il nostro è stato un percorso lungo ma che ci ha portato nel giro di un anno a competere con le nazionali al top a livello mondiale. E quando dico competere intendo anche perdendo, ma era una maniera differente di perdere, molto più matura.
*Il bravo [[allenatore]] deve rendere protagoniste le sue giocatrici in campo, rendendole leader di loro stesse. Deve essere autorevole e deve dare fiducia. Elogiare in pubblico e rimproverare in privato. E deve essere un grande leader. Un buon allenatore secondo me si vede dai time out, perché quando una squadra è viva nei time out si vede che le giocatrici comunicano molto fra di loro, senza pendere dalle labbra del loro coach. In quei casi si vede che l'allenatore ha raggiunto l'equilibrio fra la sua posizione di leader e quella delle proprie giocatrici.
*{{NDR|«Hai mai pensato di allenare?»}} No, assolutamente. Sono uscita di casa presto, ho vissuto sempre dentro ad una palestra e anche se grazie alla pallavolo ho girato il mondo ho visto sempre più palestre e aeroporti che monumenti. Dopo aver smesso volevo vedere il mondo fuori dalla palestre e soprattutto mettere su famiglia. E ce l'ho fatta a fare entrambe le cose.
==Citazioni su Maurizia Cacciatori==
*Io e Maurizia Cacciatori siamo state due pallavoliste e due belle ragazze che hanno portato uno sport di nicchia sotto i riflettori. Anche grazie a noi il volley femminile è diventato popolare, ha attratto le ragazzine: ci sono ancora ex fan, diventate donne, che mi ringraziano per averle aiutate a credere nei loro sogni. ([[Francesca Piccinini]])
*Maurizia non capiva perché a me non andasse di fare l'amore il giorno prima delle partite. Lei lo avrebbe fatto sempre. ([[Gianmarco Pozzecco]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
[[Categoria:Pallavolisti italiani|Cacciatori, Maurizia]]
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Danyele
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/* Citazioni di Maurizia Cacciatori */ +wl
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[[File:Maurizia Cacciatori 1 (edited).jpg|thumb|Maurizia Cacciatori]]
'''Maurizia Cacciatori''' (1973 – vivente), ex pallavolista italiana.
==Citazioni di Maurizia Cacciatori==
{{cronologico}}
*{{NDR|«Secondo te, qual è la cosa più importante che un ragazzo o una ragazza possono imparare dalla [[pallavolo]]?»}} Sicuramente il mettersi in gioco. E poi anche la capacità di fare gioco di squadra. La pallavolo ti spinge ad adattarti, a cambiare te stessa per favorire gli obiettivi del gruppo, quindi accetti di fare panchina, ti impegni per essere un esempio per le nuove arrivate, supporti il gruppo quando ne ha bisogno... Tutte queste dinamiche io le ho imparate con la pallavolo: erano quotidiane lezioni di ''team management'' all'ennesima potenza perché ogni giorno c'era una novità, un avversario nuovo, un obiettivo nuovo, una strategia nuova da imparare. Secondo me questo è davvero uno sport straordinario.<ref>Dall'intervista di Giacomo Boganini, ''[https://www.mental-training.it/la-pallavolo-all80-mentale-intervista-maurizia-cacciatori/ "La forza nasce dal tuo obiettivo"]'', ''Mental-training.it'', 25 gennaio 2019.</ref>
*La pallavolo mi ha insegnato a sapermi rialzare.<ref name="SBA">Da ''[https://sportbusinessacademy.eu/con-la-pallavolo-nel-cuore-lintervista-a-maurizia-cacciatori/ Con la pallavolo nel cuore: l'intervista a Maurizia Cacciatori]'', ''Sportbusinessacademy.eu'', 13 gennaio 2021.</ref>
*Dico sempre che lo [[sport]] è uno straordinario simulatore di lusso della vita, perché ti dà la fortuna di vivere un'esperienza che in un certo senso è anche fuori dalla realtà, in un ambito che spesso è considerato lontano dalla quotidianità. In un certo senso io e le mie compagne di squadra siamo state privilegiate, abbiamo vissuto esperienze non nella norma, viaggiato tanto, conosciuto tante persone. Dopo l'attività sportiva ho capito che la pallavolo aveva comunque segnato la mia vita.<ref name="SBA"/>
{{Int2|''[https://www.volleyball.it/maurizia-cacciatori-raccontata-sottovoce/ Maurizia Cacciatori raccontata a "Sottovoce"]''|Dall'intervista di [[Gigi Marzullo]] a ''Sottovoce'', Rai Uno, 6 luglio 2002; citato in ''Volleyball.it'', 7 luglio 2002.}}
*{{NDR|«Chi è Maurizia Cacciatori?»}} Maurizia è una ragazza nata a Carrara, da padre carrarino e madre di Stoccolma. Una ragazza uscita di casa molto giovane per andare a fare la professonista a Perugia. La prima squadra della carriera è stata la Carrarese in serie A2. Diciamo che ho cominciato la carriera dai piani alti. Poi ho scelto Perugia. Mio padre conosceva qualla città, avendoci giocato a calcio e questo è servito per farmi scegliere l'Umbria. [...] è stata una scelta difficile. Non sapevo fare niente, ero stata superviziata. Mi ritrovai ad andare a scuola da sola, cucinare da sola... Sono dovuta crescere in fretta. Poi diventare professionista mi ha costretto a fare molte rinunce. La vita che faccio ora a 29 anni la faceva già a 16.
*{{NDR|«Preferisce essere capita o essere amata?»}} Essere capita, perché chi capisce ama.
*{{NDR|«Cosa le ha tolto la pallavolo?»}} Io mi ritengo molto fortunata. Però uscendo di casa così giovane ho lasciato la mia famiglia e i miei genitori molto presto. Per anni ho avuto con loro un rapporto telefonico. E quando torno a casa noto come il tempo è passato. Certe esperienze di vita della mia famiglia le ho perse. Non le ho godute, tra viaggi, gare e tutto il resto.
*{{NDR|«[[Vittoria e sconfitta|Si vince quando si ha imparato a perdere]]?»}} Sì, la sconfitta aiuta a prepararti alla vittoria.
{{Int2|''[https://lauraressa.com/2020/05/17/dal-muro-della-pallavolo-ai-muri-della-vita-dallo-sport-allazienda-intervista-a-maurizia-cacciatori/ Dal muro della pallavolo ai muri della vita, dallo sport all'azienda]''|Intervista di Laura Ressa, ''Lauraressa.com'', 17 maggio 2020.}}
*Nel mio mondo se pensi di essere arrivata, quello il momento in cui hai già l'avversario che ti batterà. Questa mentalità mi è servita molto nella mia vita personale perché ho allenato il coraggio, il rispetto delle regole e il pensiero ottimista. Lo sportivo può anche perdere ma il giorno dopo sa che c'è un'altra opportunità, e questa è una filosofia di vita che ho allenato giorno dopo giorno in più di vent'anni di attività sportiva.
*Mi sono trovata a giocare in squadre dove spiccava molto più l'individualità e con giocatrici poco versatili. [...] Se hai solo forti individualità puoi vincere delle partite ma difficilmente riesci a vincere il campionato: infatti le squadre con le quali ho vinto scudetti e ''champions league'' avevano un concetto di team che andava oltre l'individualità. E questa è una grande arma! Nessuno nasce con il pensiero di fare squadra, tutti nasciamo con la predisposizione di lavorare al singolare. Ricordo che quando avevo 13 anni, se facevo trenta punti ero felice. Se poi la mia squadra perdeva non mi importava granché, perché tanto io avevo fatto trenta punti e questo mi bastava. Ma era un modo di pensare sbagliato, ero piccola e avevo un mondo davanti. Grazie a coach formidabili e al senso dello sport più tardi ho capito quanto fosse importante ragionare e lavorare come team.
*Una [[Squadra (sport)|squadra]] vincente non è necessariamente una squadra di amici. La squadra vincente ha l'obiettivo chiaro e, a prescindere da chi ne fa parte, va dritta verso quell'obiettivo. Ho vinto campionati con compagne di squadra con cui non avrei mangiato neanche una pizza, però quando hai la consapevolezza di indossare la maglia dello stesso colore questo ti aiuta a condividere il valore di ciò che stai facendo. Dunque devi onorare chi ha scelto te, i tuoi principi e i tuoi obiettivi.
*Mettersi in gioco è riuscire a gestire i vari momenti: il vero [[Vittoria|vincente]] non è colui che vince tutti i giorni ma è quello che trova il giusto equilibrio tra un'esaltante vittoria e un momento difficile o una grande sconfitta.
*Penso che ogni [[Leadership|leader]] abbia un suo stile e un suo modo di essere. Ho visto grandi leader comunicare pochissimo perché i loro silenzi valevano più di tante parole. Ho visto anche coach che mettevano anima e corpo nella comunicazione. Ci sono tanti modi di essere leader perché credo che in fondo il leader sia semplicemente se stesso. Il vero leader cerca soluzioni, non ha paura di agire, è consapevole di avere la propria squadra al fianco e quindi non cerca scorciatoie o modi di fare poco corretti.
{{Int2|''[https://www.areacoach.it/2021/02/08/a-lezione-di-leadership-intervista-a-maurizia-cacciatori/ A lezione di leadership]''|''Areacoach.it'', 8 febbraio 2021.}}
*Il cambiamento nasce dalla volontà di capire chi siamo in quel momento e dalla capacità di capire come possiamo diventare grandi. Quando arrivò [[Julio Velasco|Velasco]] noi eravamo una nazionale che non aveva nulla da invidiare alle cosiddette grandi del momento, Cuba, gli Stati Uniti, la Cina, la Russia. Quello che Julio fece fu un cambio soprattutto mentale. Con lui ci allenavamo moltissimo e facevamo molti sacrifici che ci consentirono di diventare un gruppo. Prima eravamo un po' come quei turisti che vedi spesso a Venezia, tutti in fila diligentemente a seguire il capo gruppo con l'ombrello, e che sembrano un gruppo ma che in realtà sono solo tante persone che eseguono tutte la stessa cosa. Senza contare che mancava comunicazione, intesa come comunicazione assertiva, efficace. Velasco lavorò molto più sulla nostra testa che sui nostri bagher, voleva che noi giocatrici trovassimo proprio quella comunicazione assertiva che ci mancava. All'inizio noi eravamo un po' resilienti a questo nuovo approccio, dire pubblicamente alle compagne cose come "Francesca ([[Francesca Piccinini|Piccinini]]), hai schiacciato male" mi sembrava quasi offensivo. Invece col tempo mi resi conto che quelli erano i primi fondamentali passi per migliorarci come gruppo, perché fino ad allora i silenzi non ci avevano portato da nessuna parte. Il nostro è stato un percorso lungo ma che ci ha portato nel giro di un anno a competere con le nazionali al top a livello mondiale. E quando dico competere intendo anche perdendo, ma era una maniera differente di perdere, molto più matura.
*Il bravo [[allenatore]] deve rendere protagoniste le sue giocatrici in campo, rendendole leader di loro stesse. Deve essere autorevole e deve dare fiducia. Elogiare in pubblico e rimproverare in privato. E deve essere un grande leader. Un buon allenatore secondo me si vede dai time out, perché quando una squadra è viva nei time out si vede che le giocatrici comunicano molto fra di loro, senza pendere dalle labbra del loro coach. In quei casi si vede che l'allenatore ha raggiunto l'equilibrio fra la sua posizione di leader e quella delle proprie giocatrici.
*{{NDR|«Hai mai pensato di allenare?»}} No, assolutamente. Sono uscita di casa presto, ho vissuto sempre dentro ad una palestra e anche se grazie alla pallavolo ho girato il mondo ho visto sempre più palestre e aeroporti che monumenti. Dopo aver smesso volevo vedere il mondo fuori dalla palestre e soprattutto mettere su famiglia. E ce l'ho fatta a fare entrambe le cose.
==Citazioni su Maurizia Cacciatori==
*Io e Maurizia Cacciatori siamo state due pallavoliste e due belle ragazze che hanno portato uno sport di nicchia sotto i riflettori. Anche grazie a noi il volley femminile è diventato popolare, ha attratto le ragazzine: ci sono ancora ex fan, diventate donne, che mi ringraziano per averle aiutate a credere nei loro sogni. ([[Francesca Piccinini]])
*Maurizia non capiva perché a me non andasse di fare l'amore il giorno prima delle partite. Lei lo avrebbe fatto sempre. ([[Gianmarco Pozzecco]])
==Note==
<references />
==Altri progetti==
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Discussioni utente:Aternostrum
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Ludwig Friedländer
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2022-08-09T08:37:30Z
Gaux
18878
Ludwig Friedländer (1824 – 1909), filologo classico tedesco
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'''Ludwig Heinrich Friedländer''' (1824 – 1909), filologo classico tedesco.
==[[Incipit]] di ''Studii intorno agli usi ed ai costumi dei romani''==
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], Roma non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro (dugento ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Filologi tedeschi]]
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'''Ludwig Heinrich Friedländer''' (1824 – 1909), filologo classico tedesco.
==[[Incipit]] di ''Studii intorno agli usi ed ai costumi dei romani''==
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], Roma non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro (dugento ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Filologi tedeschi]]
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[[File:Ludwig Friedländer - Sittengeschichte I, 9. Auflage.jpg|thumb|Ludwig Friedländer]]
'''Ludwig Heinrich Friedländer''' (1824 – 1909), filologo classico tedesco.
==[[Incipit]] di ''Studii intorno agli usi ed ai costumi dei romani''==
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], [[Roma (città antica)|Roma]] non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro (dugento ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Filologi tedeschi]]
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[[File:Ludwig Friedländer - Sittengeschichte I, 9. Auflage.jpg|thumb|Ludwig Friedländer]]
'''Ludwig Heinrich Friedländer''' (1824 – 1909), filologo classico tedesco.
==[[Incipit]] di ''Studii intorno agli usi ed ai costumi dei romani''==
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], [[Roma (città antica)|Roma]] non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Filologi tedeschi]]
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18878
Bibliografia
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[[File:Ludwig Friedländer - Sittengeschichte I, 9. Auflage.jpg|thumb|Ludwig Friedländer]]
'''Ludwig Heinrich Friedländer''' (1824 – 1909), filologo classico tedesco.
==[[Incipit]] di ''Studii intorno agli usi ed ai costumi dei romani''==
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], [[Roma (città antica)|Roma]] non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
==Bibliografia==
*Ludovico Friedlaender, ''[https://archive.org/details/bub_gb_JiVk67TaXwgC/page/n4/mode/1up?view=theater Studii intorno agli usi e costumi dei romani nei primi due secoli dell'era volgare]'', traduzione dal tedesco di Augusto Di Cossilla, vol. I, Stabilimento Tip.-Lib. Ditta editrice F. Manini, Milano, 1874.
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[[File:Ludwig Friedländer - Sittengeschichte I, 9. Auflage.jpg|thumb|Ludwig Friedländer]]
'''Ludwig Heinrich Friedländer''' (1824 – 1909), filologo classico tedesco.
==[[Incipit]] di ''Studii intorno agli usi ed ai costumi dei romani''==
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], [[Roma (città antica)|Roma]] non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
==Bibliografia==
*Ludovico Friedlaender, ''[https://archive.org/details/bub_gb_JiVk67TaXwgC/page/n4/mode/1up Studii intorno agli usi e costumi dei romani nei primi due secoli dell'era volgare]'', traduzione dal tedesco di Augusto Di Cossilla, vol. I, Stabilimento Tip.-Lib. Ditta editrice F. Manini, Milano, 1874.
==Altri progetti==
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[[Categoria:Filologi tedeschi]]
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1221632
2022-08-09T09:07:38Z
Gaux
18878
mancanza di strade lunghe, diritte ed ampie
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text/x-wiki
[[File:Ludwig Friedländer - Sittengeschichte I, 9. Auflage.jpg|thumb|Ludwig Friedländer]]
'''Ludwig Heinrich Friedländer''' (1824 – 1909), filologo classico tedesco.
==''Studii intorno agli usi ed ai costumi dei romani''==
===[[Incipit]]===
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], [[Roma (città antica)|Roma]] non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
===Citazioni===
*Roma non ebbe mai prospetti grandiosi quali Antiochia ed Alessandria, colle loro strade lunghe, diritte ed ampie, tagliate ad angolo retto. Inoltre parecchie particolarità dell'architettura domestica romana dovevano portare {{sic|pregiudicio}} all'effetto architettonico delle strade. Tali erano le frequenti deviazioni di parecchie case dalla linea retta, la diversa altezza dei vari piani delle case, l'irregolarità delle finestre particolarmente nei piani superiori, ed in fine la frequenza di rientranze e di sporgenze delle case, le quali rendevano varia ed irregolare la sezione del suolo stradale. (vol. I, La città di Roma, pp. 14-15)
==Bibliografia==
*Ludovico Friedlaender, ''[https://archive.org/details/bub_gb_JiVk67TaXwgC/page/n4/mode/1up Studii intorno agli usi e costumi dei romani nei primi due secoli dell'era volgare]'', traduzione dal tedesco di Augusto Di Cossilla, vol. I, Stabilimento Tip.-Lib. Ditta editrice F. Manini, Milano, 1874.
==Altri progetti==
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[[File:Ludwig Friedländer - Sittengeschichte I, 9. Auflage.jpg|thumb|Ludwig Friedländer]]
'''Ludwig Heinrich Friedländer''' (1824 – 1909), filologo classico tedesco.
==''Studii intorno agli usi ed ai costumi dei romani''==
===[[Incipit]]===
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], [[Roma (città antica)|Roma]] non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
===Citazioni===
*Roma non ebbe mai prospetti grandiosi quali Antiochia ed Alessandria, colle loro strade lunghe, diritte ed ampie, tagliate ad angolo retto. Inoltre parecchie particolarità dell'architettura domestica romana dovevano portare {{sic|pregiudicio}} all'effetto architettonico delle strade. Tali erano le frequenti deviazioni di parecchie case dalla linea retta, la diversa altezza dei vari piani delle case, l'irregolarità delle finestre particolarmente nei piani superiori, ed in fine la frequenza di rientranze e di sporgenze delle case, le quali rendevano varia ed irregolare la sezione del suolo stradale. (vol. I, La città di Roma, pp. 14-15)
*Ad onta però di tutti i difetti delle sue strade e della sua posizione, Roma era tal città che non aveva l'uguale, e sovratutto produceva una grande impressione per la folla immensa che di continuo vi si avvicendava, proveniente da tutte le parti del mondo; per il moto, per la vita che vi si agitavano di continuo; per la quantità e per la splendidezza de' suoi stabilimenti ed edificii pubblici, e finalmente per la estensione sterminata della città. Lo sguardo di chi fosse in allora salito in cima al Campidoglio, si sarebbe perduto quasi in una selva di edificii monumentali, di palazzi, di monumenti di ogni specie, i quali si stendevano sotto suoi piedi, occupando, a parecchie miglia di distanza, colli e valli. Colà dove attualmente si stende verso i monti Albani una regione deserta, popolata da rovine, funestata dalla febbre maremmana, stava in allora una pianura per nulla malsana, tutta coltivata, solcata di strade le quali formicolavano di persone. La città si allargava di continuo nei campi, nelle località dei dintorni, ed i suoi sobborghi cedevano il posto a novelle e stupende ville, a templi, a monumenti, i cui tetti e cupole marmoree splendevano al sole, fra la verzura lussureggiante dei boschi e dei giardini. (vol. I, La città di Roma, pp. 15-16)
==Bibliografia==
*Ludovico Friedlaender, ''[https://archive.org/details/bub_gb_JiVk67TaXwgC/page/n4/mode/1up Studii intorno agli usi e costumi dei romani nei primi due secoli dell'era volgare]'', traduzione dal tedesco di Augusto Di Cossilla, vol. I, Stabilimento Tip.-Lib. Ditta editrice F. Manini, Milano, 1874.
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[[File:Ludwig Friedländer - Sittengeschichte I, 9. Auflage.jpg|thumb|Ludwig Friedländer]]
'''Ludwig Heinrich Friedländer''' (1824 – 1909), filologo classico tedesco.
==''Studii intorno agli usi ed ai costumi dei romani''==
===[[Incipit]]===
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], [[Roma (città antica)|Roma]] non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
===Citazioni===
*Roma non ebbe mai prospetti grandiosi quali Antiochia ed Alessandria, colle loro strade lunghe, diritte ed ampie, tagliate ad angolo retto. Inoltre parecchie particolarità dell'architettura domestica romana dovevano portare {{sic|pregiudicio}} all'effetto architettonico delle strade. Tali erano le frequenti deviazioni di parecchie case dalla linea retta, la diversa altezza dei vari piani delle case, l'irregolarità delle finestre particolarmente nei piani superiori, ed in fine la frequenza di rientranze e di sporgenze delle case, le quali rendevano varia ed irregolare la sezione del suolo stradale. (vol. I, La città di Roma, pp. 14-15)
*Ad onta però di tutti i difetti delle sue strade e della sua posizione, Roma era tal città che non aveva l'uguale, e {{sic|sovratutto}} produceva una grande impressione per la folla immensa che di continuo vi si avvicendava, proveniente da tutte le parti del mondo; per il moto, per la vita che vi si agitavano di continuo; per la quantità e per la splendidezza de' suoi stabilimenti ed {{sic|edificii}} pubblici, e finalmente per la estensione sterminata della città. Lo sguardo di chi fosse in allora salito in cima al Campidoglio, si sarebbe perduto quasi in una selva di edificii monumentali, di palazzi, di monumenti di ogni specie, i quali si stendevano sotto suoi piedi, occupando, a parecchie miglia di distanza, colli e valli. Colà dove attualmente si stende verso i monti Albani una regione deserta, popolata da rovine, funestata dalla febbre maremmana<ref>Malaria.</ref>, stava in allora una pianura per nulla malsana, tutta coltivata, solcata di strade le quali formicolavano di persone. La città si allargava di continuo nei campi, nelle località dei dintorni, ed i suoi sobborghi cedevano il posto a novelle e stupende ville, a templi, a monumenti, i cui tetti e cupole marmoree splendevano al sole, fra la verzura lussureggiante dei boschi e dei giardini. (vol. I, La città di Roma, pp. 15-16)
==Bibliografia==
*Ludovico Friedlaender, ''[https://archive.org/details/bub_gb_JiVk67TaXwgC/page/n4/mode/1up Studii intorno agli usi e costumi dei romani nei primi due secoli dell'era volgare]'', traduzione dal tedesco di Augusto Di Cossilla, vol. I, Stabilimento Tip.-Lib. Ditta editrice F. Manini, Milano, 1874.
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18878
sezione Note
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[[File:Ludwig Friedländer - Sittengeschichte I, 9. Auflage.jpg|thumb|Ludwig Friedländer]]
'''Ludwig Heinrich Friedländer''' (1824 – 1909), filologo classico tedesco.
==''Studii intorno agli usi ed ai costumi dei romani''==
===[[Incipit]]===
*Fino all'incendio appiccatovi da [[Nerone]], [[Roma (città antica)|Roma]] non era una bella città nel senso moderno della parola. Dopo che era stata incendiata dai Galli, la si era ricostruita senza piano prestabilito, e come a caso. I quartieri erano irregolari; le strade strette, tortuose; le case alte, addossate per lo più le une alle altre, e fino ai tempi della guerra di Pirro ({{sic|dugento}} ottanta quattro anni prima dell'era cristiana) i tetti di quelle in legno, contribuivano a renderne più povero, più cupo l'aspetto, e tale ad un dipresso si mantenne ancora la città nei secoli seguenti. Alla corte di Filippo di Macedonia, cento settanta quattro anni prima della nascita di Cristo, il partito avverso ai Romani prendeva a dileggio l'aspetto meschino della capitale d'Italia.
===Citazioni===
*Roma non ebbe mai prospetti grandiosi quali Antiochia ed Alessandria, colle loro strade lunghe, diritte ed ampie, tagliate ad angolo retto. Inoltre parecchie particolarità dell'architettura domestica romana dovevano portare {{sic|pregiudicio}} all'effetto architettonico delle strade. Tali erano le frequenti deviazioni di parecchie case dalla linea retta, la diversa altezza dei vari piani delle case, l'irregolarità delle finestre particolarmente nei piani superiori, ed in fine la frequenza di rientranze e di sporgenze delle case, le quali rendevano varia ed irregolare la sezione del suolo stradale. (vol. I, La città di Roma, pp. 14-15)
*Ad onta però di tutti i difetti delle sue strade e della sua posizione, Roma era tal città che non aveva l'uguale, e {{sic|sovratutto}} produceva una grande impressione per la folla immensa che di continuo vi si avvicendava, proveniente da tutte le parti del mondo; per il moto, per la vita che vi si agitavano di continuo; per la quantità e per la splendidezza de' suoi stabilimenti ed {{sic|edificii}} pubblici, e finalmente per la estensione sterminata della città. Lo sguardo di chi fosse in allora salito in cima al Campidoglio, si sarebbe perduto quasi in una selva di edificii monumentali, di palazzi, di monumenti di ogni specie, i quali si stendevano sotto suoi piedi, occupando, a parecchie miglia di distanza, colli e valli. Colà dove attualmente si stende verso i monti Albani una regione deserta, popolata da rovine, funestata dalla febbre maremmana<ref>Malaria.</ref>, stava in allora una pianura per nulla malsana, tutta coltivata, solcata di strade le quali formicolavano di persone. La città si allargava di continuo nei campi, nelle località dei dintorni, ed i suoi sobborghi cedevano il posto a novelle e stupende ville, a templi, a monumenti, i cui tetti e cupole marmoree splendevano al sole, fra la verzura lussureggiante dei boschi e dei giardini. (vol. I, La città di Roma, pp. 15-16)
==Note==
<references />
==Bibliografia==
*Ludovico Friedlaender, ''[https://archive.org/details/bub_gb_JiVk67TaXwgC/page/n4/mode/1up Studii intorno agli usi e costumi dei romani nei primi due secoli dell'era volgare]'', traduzione dal tedesco di Augusto Di Cossilla, vol. I, Stabilimento Tip.-Lib. Ditta editrice F. Manini, Milano, 1874.
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Ferenc Lehár
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Garri Kimovič Kasparov
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Discussione:Garri Kimovič Kasparov
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Louis Hubert Gonzalve Lyautey
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Leonardo Salviati
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2022-08-09T11:05:16Z
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#RINVIA [[Lionardo Salviati]]
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Domenico Lucano
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2022-08-09T11:06:02Z
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#RINVIA [[Mimmo Lucano]]
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Chinghiz Aitmatov
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#RINVIA [[Čyngyz Ajtmatov]]
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Carla Nespolo
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#RINVIA [[Carla Federica Nespolo]]
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Manfredi Incisa del Vasto
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#RINVIA [[Manfredo Incisa del Vasto]]
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Giancarlo Passeroni
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#RINVIA [[Gian Carlo Passeroni]]
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Gaetano Savio
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José Manuel Durão Barroso
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Vasily Klyuchevsky
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Leóš Janáček
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#RINVIA [[Leoš Janáček]]
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Karl Joseph Wirth
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Johannes Trithemius
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#RINVIA [[Giovanni Tritemio]]
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Giovanni Luigi Bonelli
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Katherine Alice Applegate
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Lucia Bosé
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#RINVIA [[Lucia Bosè]]
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Carlo Afàn de Rivera
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#RINVIA [[Carlo Afan de Rivera]]
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John Edgar Hoover
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#RINVIA [[J. Edgar Hoover]]
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Oksana Zabužko
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#RINVIA [[Oksana Zabuzhko]]
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Emma Andijewska
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Discussione:Emma Andijewska
1
195512
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2022-08-09T11:18:15Z
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Niels Kai Jerne
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Vitaliy Kim
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Vlada Roslyakova
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#RINVIA [[Vlada Rosljakova]]
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Małgosia Bela
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#RINVIA [[Małgorzata Bela]]
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