Wikisource napwikisource https://nap.wikisource.org/wiki/Paggena_prencepale MediaWiki 1.39.0-wmf.23 first-letter Media Speciàle Chiàcchiera Utente Utente chiàcchiera Wikisource Wikisource chiàcchiera Fiùra Fiùra chiàcchiera MediaWiki MediaWiki chiàcchiera Modello Modello chiàcchiera Ajùto Ajùto chiàcchiera Categurìa Categurìa chiàcchiera Autore Autore chiàcchiera Opera Opera chiàcchiera Traduzzione Traduzzione chiàcchiera Paggena Paggena chiàcchiera Ennece Ennece chiàcchiera TimedText TimedText talk Modulo Modulo chiàcchiera Pazziella Pazziella chiàcchiera Pazziella definizzione Pazziella definizzione chiàcchiera Modello:ALL PAGES 10 20973 127911 127899 2022-08-17T04:53:25Z Phe-bot 932 Pywikibot 7.5.2 wikitext text/x-wiki 11690 h8u2d7n0cwx94ztc6e5zqqz3xckpo1f Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/106 250 22105 127908 127765 2022-08-16T13:52:55Z Ruthven 7 /* new eis level3 */ ref proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Ruthven" />{{Rh||{{Type|f=110%|l=4px|NAPOLETANO}}|83}}</noinclude>{| |- |<ref>''Jannetta''. È così chiaro, che la lettera è scritta a nome d’un uomo, e non già d’una donna, che non può dubitarsi dell’error de’ copisti, giacchè replicatamente si dice ''io mediemo'', e se fosse stato lo scrivente donna, dovea dirli ''io medema'': si fa dal Boccaccio dire allo scrivente ''figlio meo va alla scuola'', cosa che non potea dirsi ad una donna. E pure il Biscioni erudito diligentissimo usò tanta oscitanza nel pubblicar questa lettera, che fermamente la dice scritta a nome d’una gentildonna amica del Boccàccio, e del Bardi.</ref> Jannetta de Parise<ref>''Parise'' è cognome d’una famiglia nostra nobilissima, della quale trova menzione fin dal tempo delle Crociate nella persona di M. Roggiero di Parisi Signore di Castelluccio delli Schiavi, e della Pietra di Monte Corvino, che offrì servizio d’uomini d’arme in una Crociata intrapresa l’anno 1187. Oggi non è ascritta alle Piazze di Napoli, avendo lasciato di soggiornat nella Capitale; ma ciò non ne diminuisce punto la gloria, o la nobiltà.</ref> della Ruoccia<ref name="p106">Quantunque questa Pistola non portò data di anno, la lettera, con cui il Boccaccio l’accompagnò, indirizzata a Francesco di Messer Alessandro de’ Bardi Mercatante Fiorentino abitante a Gaeta, publicata per la prima volta in un rarissimo libro itnitolato: ''Prose antiche di''</ref>. |{{gap}}||<i>Jannetto de Parise della Rocca</i>.<ref group="upper-alpha" name="Ap106"></ref> |}<noinclude>{{Rh||D 6|{{Right|Da-}}}} ---- <references /></noinclude> lm0cydqmd2t3j6b5xmy0qhqekuca446 Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/107 250 22106 127906 127766 2022-08-16T13:27:38Z Ruthven 7 /* new eis level2 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="2" user="Ruthven" />{{Rh|84|{{Type|f=110%|l=4px|DIALETTO}}|}}</noinclude>{{gap}}Daremo ora la traduzione di quella memoranda Epistola nel linguaggio, e nell’ortografia corrente. <ref follow="p106"> ''Dante, Petrarca, e Boccaccio, e di molti altri nobili, e virtuosi ingegni nuovamente raccolti'' (in Fiorenza appresso il Doni 1547. in 4.) si trova segnata: Di Napoli- alli XV. Maggio MCCCXLIX. In essa ecco quel che se ne dice. <i>E perchè forse di questi così lieti riposi, cioè che ti allegrino, e non offendono, non sè costà fornito, come ti bisognerebbe, uno piccolo, e nondimeno leggieri, ma pure per una volta atto a potere dare luogo agli amari pensieri per ha presente lettera te ne mandiamo: il quale ne’ termini più atti e convenevoli ti preghiamo con quello animo leggilo, che noi per diporto di noi medesimi ti scriviamo.</i></ref><noinclude>{{right|A}} ---- <references /> {{gap}}(A) Anton Maria Biscioni, che fu il primo a publicar quella Pistola Napoletana, dice di esserei servito di tre codici Manoscritti, uno nella Laurenziana Banco 42. cod. 10., l’altre, della stessa Banco 43. cod. 26. il terzo dell’Abate Anton Maria Salvini. Il Conte Mazzuocchelli, oltre ai due codici della Laurenziana, cita anche i dodici della Riccardiana Banco O.II. num. 26 in 4. R. III. num. 12. in fol. S.III. num. 45., e 46. in fol. A noi è mancato il tempo di pregar qualche amico erudito in Firenze di far il confronto delle varianti lezioni di quelli codici, ed emendar così i molti errori de’ copisti. Ma non mancherà chi potrà ora farlo, e con felice successo venendo guidato dalla {{Pt|cor-|}}</noinclude> 000ib623fjebz34eu9mzdah61yybpid 127909 127906 2022-08-16T13:56:29Z Ruthven 7 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Ruthven" />{{Rh|84|{{Type|f=110%|l=4px|DIALETTO}}|}}</noinclude>{{gap}}Daremo ora la traduzione di quella memoranda Epistola nel linguaggio, e nell’ortografia corrente. <ref follow="p106"> ''Dante, Petrarca, e Boccaccio, e di molti altri nobili, e virtuosi ingegni nuovamente raccolti'' (in Fiorenza appresso il Doni 1547. in 4.) si trova segnata: Di Napoli- alli XV. Maggio MCCCXLIX. In essa ecco quel che se ne dice. <i>E perchè forse di questi così lieti riposi, cioè che ti allegrino, e non offendono, non sè costà fornito, come ti bisognerebbe, uno piccolo, e nondimeno leggieri, ma pure per una volta atto a potere dare luogo agli amari pensieri per ha presente lettera te ne mandiamo: il quale ne’ termini più atti e convenevoli ti preghiamo con quello animo leggilo, che noi per diporto di noi medesimi ti scriviamo.</i></ref> <ref group="upper-alpha" follow="Ap106">{{gap}}(A) Anton Maria Biscioni, che fu il primo a publicar quella Pistola Napoletana, dice di esserei servito di tre codici Manoscritti, uno nella Laurenziana Banco 42. cod. 10., l’altre, della stessa Banco 43. cod. 26. il terzo dell’Abate Anton Maria Salvini. Il Conte Mazzuocchelli, oltre ai due codici della Laurenziana, cita anche i dodici della Riccardiana Banco O.II. num. 26 in 4. R. III. num. 12. in fol. S.III. num. 45., e 46. in fol. A noi è mancato il tempo di pregar qualche amico erudito in Firenze di far il confronto delle varianti lezioni di quelli codici, ed emendar così i molti errori de’ copisti. Ma non mancherà chi potrà ora farlo, e con felice successo venendo guidato dalla {{Pt|cor-|}}</ref><noinclude>{{right|A}} ---- <references /> <references group="upper-alpha" /></noinclude> d9rcotw56w7shrtaj12p4m0pnm8aupe Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/108 250 22139 127907 2022-08-16T13:31:28Z Ruthven 7 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="Ruthven" />{{Rh||{{Type|f=110%|l=4px|NAPOLETANO}}|85}}</noinclude> {{Centrato|A Francisco de li Barde.}} Facimmote addonca caro fratiello, a sapere ca lo primo juorno de sto mese de Decembre Machinti figliaje, e appe no bello figlio mascolo, che Dio nce lo guarde, e le dia vita a tiempo, e a bell’anne. E pe chello, che nne dice la mammana, che lo pigliale, nella nfanzia tutto s’assomiglia a lo patre. E pe Diso credimmolo, ca nce dice lo patino, che la canosce, ca è bona persona. Oh biva Dio, {{right|che}} ---- <references /> wzione, che noi Culla pratica, che abbiamo dèi nomo naturai dialetto diamo qui imprefsa. Intanto fe a taluno piacerà imprender quefta ricerca, -Ho preghiamo d’®fserv»ar fe il ’nome dell* eroina della lettera Machi»ti non conteneCse qualche error de’copifti. Certamente quefta voce non mai inteCa non forma fenfo in niuna fingua. Noi fofpettiamo, che debba leggerli Me chance, parola. FranceCe ed epiteto, che anche ©ggi da quella Nazione per vezzo- fi dà alle fanciulle furbette, e amabilmente dirpettofe Abbondavano le Francefi ne’rempi del Boccacci tra nor allor quando la. Provenza era fottopofta * noftrr Sovranr. ed il quartiere, in cui abitavano vicmifirmo alla Loggia de’ Fiorentini, conferva; ancor oggr il nome di Chiazza Franzefe. Sicché: è a fsai-, credibile, che il Boccaccio e il Slg ’.^ BCefco de> Bardi s* intendefsero -di- qual amabii donna volefsero Cotto quello Copraanome<noinclude></noinclude> jup0ddh1nkdyu2qgey0rfowtlezqm7z 127910 127907 2022-08-16T13:57:51Z Ruthven 7 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="Ruthven" />{{Rh||{{Type|f=110%|l=4px|NAPOLETANO}}|85}}</noinclude> {{Centrato|A Francisco de li Barde.}} Facimmote addonca caro fratiello, a sapere ca lo primo juorno de sto mese de Decembre Machinti figliaje, e appe no bello figlio mascolo, che Dio nce lo guarde, e le dia vita a tiempo, e a bell’anne. E pe chello, che nne dice la mammana, che lo pigliale, nella nfanzia tutto s’assomiglia a lo patre. E pe Diso credimmolo, ca nce dice lo patino, che la canosce, ca è bona persona. Oh biva Dio, <ref group="upper-alpha" follow="Ap106"> rezione, che noi sulla pratica, che abbiamo dèi nomo naturai dialetto diamo qui imprefsa. Intanto fe a taluno piacerà imprender quefta ricerca, -Ho preghiamo d’®fserv»ar fe il ’nome dell* eroina della lettera Machi»ti non conteneCse qualche error de’copifti. Certamente quefta voce non mai inteCa non forma fenfo in niuna fingua. Noi fofpettiamo, che debba leggerli Me chance, parola. FranceCe ed epiteto, che anche ©ggi da quella Nazione per vezzo- fi dà alle fanciulle furbette, e amabilmente dirpettofe Abbondavano le Francefi ne’rempi del Boccacci tra nor allor quando la. Provenza era fottopofta * noftrr Sovranr. ed il quartiere, in cui abitavano vicmifirmo alla Loggia de’ Fiorentini, conferva; ancor oggr il nome di Chiazza Franzefe. Sicché: è a fsai-, credibile, che il Boccaccio e il Slg ’.^ BCefco de> Bardi s* intendefsero -di- qual amabii donna volefsero Cotto quello Copraanome</ref><noinclude> {{right|che}} ---- <references group="upper-alpha"/></noinclude> mwqz7tssn43a307x3npt2w8iokcf7zt