Wikisource napwikisource https://nap.wikisource.org/wiki/Paggena_prencepale MediaWiki 1.39.0-wmf.25 first-letter Media Speciàle Chiàcchiera Utente Utente chiàcchiera Wikisource Wikisource chiàcchiera Fiùra Fiùra chiàcchiera MediaWiki MediaWiki chiàcchiera Modello Modello chiàcchiera Ajùto Ajùto chiàcchiera Categurìa Categurìa chiàcchiera Autore Autore chiàcchiera Opera Opera chiàcchiera Traduzzione Traduzzione chiàcchiera Paggena Paggena chiàcchiera Ennece Ennece chiàcchiera TimedText TimedText talk Modulo Modulo chiàcchiera Pazziella Pazziella chiàcchiera Pazziella definizzione Pazziella definizzione chiàcchiera Modello:ALL PAGES 10 20973 127931 127911 2022-08-19T04:53:27Z Phe-bot 932 Pywikibot 7.5.2 wikitext text/x-wiki 11696 9nb5jgeby8nix24yaavmycpd80uiqkp Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/111 250 22142 127920 127919 2022-08-18T12:48:46Z Ruthven 7 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Ruthven" />{{Rh|88|{{Type|f=110%|l=4px|DIALETTO}}|}}</noinclude> {{gap}}Abbiamo reso quel tributo di gratitudine, di riverenza, che dovevamo, ad un Boccaccio scrivente in Napoletano, ma senza usargli parzialità. Ora ripiglieremo l'interrotto discorso della Cronica di Partenope del nostro Giovanni Villani. {{gap}}Il Tafuri al Tom. 3. pag. 15. scrisse con così poca esattezza di critica l'articolo di questo scrittore, che ci obbliga a non trapassarlo senza correggerne gli abbagli. Egli credette essere stata scritta questa Cronica verso l'anno 1360., e non avvertì, che al cap. 27. del lib. 1., nel quale questo credulo, e favoloso Cronista fa fondatore il poeta Virgilio di un giuoco di giostra allora assai celebre, che facevasi in una amplissima strada esistente ancor oggi non lontana dal Castello di Capuana, e detta a Carbonara, dice così: ''Et hebbe principio lo dicto joco dalo menare de li citrangoli, a lo quale da pò successe lo menare de le prete, et pò ad macze; ma stavano col capo coperto con bacinetti, et ermi di coiro. Et de pò più nanci venne al tempo di anni MCCCLXXX., che quilli, chenze jocavano non obstante, che se armavano de tutte arme, infinite ce ne morevano, et è chiamato Caronara, in nel qual loco se solevano gettare le bestie morte e mondecze''. Non avvertì parimente al capo quarantesimo del lib.3, nel quale si legge: ''Perchè innanci, che scompisse uno mese da po della morte de lo Rè Louise, fò morto lo dito Messer Louise, lo quale fo atterrato in ne la Ecclesia de Santa Croce de Napoli de li Ordini de li Minori, et remase de ipso Messere Louise lo spettabile Messere Carole de {{Pt|Du-|}}''<noinclude>{{right|''rac-''}}</noinclude> np6mm48z8ef1tr0przxaw6h1r71unco Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/112 250 22143 127921 2022-08-18T12:49:48Z Ruthven 7 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="Ruthven" />{{Rh||{{Type|f=110%|l=4px|NAPOLETANO}}|87}}</noinclude> ''{{Pt|raczo|Duraczo}}, che wé è Re de Hyerusalem, et de Sicilia''. Non avvertì in fine, che in quelle Croniche non fi parla della morte delia Regin* Giovanna I., che feguì in. maggio dell* anno 1382., ma fi rapporta la venuta di Luigi d* Angifr in foccorlo di lei, che feguì ai principi di quell*’ anno tflelTo 1282., anno in cui Carlo III. di Durazzo avera allumo il titolo di Re…. Y. Che diremo poi dell* incredibile contradizione, colla quale, dopo aver detto, che quella Cronica finifce nel 1560., ne fa autore Giovanni Rumbo, detto Villani, che morì nel rjn., fecondo appare da una iscrizione fepolcrale, che era nella Chiefa di S. Domenico Maggiore? Noi incliniamo al fentimenro del’P. Agnello Ruggiero di Salerno, e di altri fcrittori rapportati dal Toppi, i quali credono autore di quella Cronica un Bartolomeo Caracciolo, o per meglio dire Carafa-, Giureconfulto, fondati fui i* autorità d* un manofcritto di quella Cronica, nel quale fi leggeva: La sopir adirla breve infor~ màcione traBa da diverse cronache, che farav vi nostro Signore Kè Luise lo vostro fedeli Sm simo vassallo Bartelomeo Caraczolo, diBo Carafa, Cavaliere de Napole. Crediamo adunque, che ignorandoli il vero nome dello fcrittore, fu quella Cronica chiamata di Giovanni Villani, giacché T autore di effa altro non fece, che copiare quanto pota dall* illoria di Giovanni Villani Fiorentino. Checché fieli del vero nome dello fcrittore, quella Cronica, che vide la prima voita la luce. delle- (lampe nel 1526. accompagnata da una de.<noinclude></noinclude> t1ciu0jb06lsqw79bcrnawscejgeu83 127922 127921 2022-08-18T12:56:23Z Ruthven 7 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Ruthven" />{{Rh||{{Type|f=110%|l=4px|NAPOLETANO}}|87}}</noinclude> ''{{Pt|raczo|Duraczo}}, che mò è Re de Hyerusalem, et de Sicilia''. Non avvertì in fine, che in quelle Croniche non si parla della morte della Regina Giovanna I., che seguì in maggio dell’anno 1382., ma si rapporta la venuta di Luigi d’Angiò in soccorso di lei, che seguì ai principj di quell’anno istesso 1282., anno in cui Carlo III. di Durazzo avera assunto il titolo di Re. {{gap}}Che diremo poi dell’incredibile contradizione, colla quale, dopo aver detto, che quella Cronica finisce nel 1560., ne fa autore Giovanni Rumbo, detto Villani, che morì nel 1311., secondo appare da una iscrizione sepolcrale, che era nella Chiesa di S. Domenico Maggiore? {{gap}}Noi incliniamo al sentimenro del P. Agnello Ruggiero di Salerno, e di altri scrittori rapportati dal Toppi, i quali credono autore di quella Cronica un Bartolomeo Caracciolo, o per meglio dire Carafa, Giureconsulto, fondati sull’autorità d’un manoscritto di quella Cronica, nel quale si leggeva: ''La sopradircta breve informacione tracta da diverse cronache, che faravvi nostro Signore Rè Luise lo vostro fedelissimo vassallo Bartelomeo Caraczolo, dicto Carafa, Cavaliere de Napole.'' Crediamo adunque, che ignorandosi il vero nome dello scrittore, fu quella Cronica chiamata di Giovanni Villani, giacché l'autore di essa altro non fece, che copiare quanto potè dall' istoria di Giovanni Villani Fiorentino. {{gap}}Checchésiesi del vero nome dello scrittore, quella Cronica, che vide la prima voita la luce delle stampe nel 1526. accompagnata da una<noinclude>{{right|de}}</noinclude> 05stqt55i7ojhyl4a2nfef3rd74zwqr 127924 127922 2022-08-18T12:57:20Z Ruthven 7 /* new eis level3 */ ... proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Ruthven" />{{Rh||{{Type|f=110%|l=4px|NAPOLETANO}}|87}}</noinclude> ''{{Pt|raczo|Duraczo}}, che mò è Re de Hyerusalem, et de Sicilia''. Non avvertì in fine, che in quelle Croniche non si parla della morte della Regina Giovanna I., che seguì in maggio dell’anno 1382., ma si rapporta la venuta di Luigi d’Angiò in soccorso di lei, che seguì ai principj di quell’anno istesso 1282., anno in cui Carlo III. di Durazzo avera assunto il titolo di Re. {{gap}}Che diremo poi dell’incredibile contradizione, colla quale, dopo aver detto, che quella Cronica finisce nel 1560., ne fa autore Giovanni Rumbo, detto Villani, che morì nel 1311., secondo appare da una iscrizione sepolcrale, che era nella Chiesa di S. Domenico Maggiore? {{gap}}Noi incliniamo al sentimenro del P. Agnello Ruggiero di Salerno, e di altri scrittori rapportati dal Toppi, i quali credono autore di quella Cronica un Bartolomeo Caracciolo, o per meglio dire Carafa, Giureconsulto, fondati sull’autorità d’un manoscritto di quella Cronica, nel quale si leggeva: ''La sopradircta breve informacione tracta da diverse cronache, che faravvi nostro Signore Rè Luise lo vostro fedelissimo vassallo Bartelomeo Caraczolo, dicto Carafa, Cavaliere de Napole.'' Crediamo adunque, che ignorandosi il vero nome dello scrittore, fu quella Cronica chiamata di Giovanni Villani, giacché l’autore di essa altro non fece, che copiare quanto potè dall’istoria di Giovanni Villani Fiorentino. {{gap}}Checchésiesi del vero nome dello scrittore, quella Cronica, che vide la prima voita la luce delle stampe nel 1526. accompagnata da una<noinclude>{{right|de}}</noinclude> kkca261nn2d98e9bxayje6drbw7cjuw 127929 127924 2022-08-18T16:52:31Z Ruthven 7 /* new eis level3 */ rh proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Ruthven" />{{Rh||{{Type|f=110%|l=4px|NAPOLETANO}}|89}}</noinclude> ''{{Pt|raczo|Duraczo}}, che mò è Re de Hyerusalem, et de Sicilia''. 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Crediamo adunque, che ignorandosi il vero nome dello scrittore, fu quella Cronica chiamata di Giovanni Villani, giacché l’autore di essa altro non fece, che copiare quanto potè dall’istoria di Giovanni Villani Fiorentino. {{gap}}Checchésiesi del vero nome dello scrittore, quella Cronica, che vide la prima voita la luce delle stampe nel 1526. accompagnata da una<noinclude>{{right|de}}</noinclude> 9g4dgmxqv0qxqve1800oz99wud7ndih 127930 127929 2022-08-18T16:52:38Z Ruthven 7 /* new eis level3 */ rh proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Ruthven" />{{Rh||{{Type|f=110%|l=4px|NAPOLETANO}}|89}}</noinclude> ''{{Pt|raczo|Duraczo}}, che mò è Re de Hyerusalem, et de Sicilia''. 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Crediamo adunque, che ignorandosi il vero nome dello scrittore, fu quella Cronica chiamata di Giovanni Villani, giacché l’autore di essa altro non fece, che copiare quanto potè dall’istoria di Giovanni Villani Fiorentino. {{gap}}Checché siesi del vero nome dello scrittore, quella Cronica, che vide la prima voita la luce delle stampe nel 1526. accompagnata da una<noinclude>{{right|de}}</noinclude> bc865nwky5vieh2ofug2s73d3w1ze1j Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/113 250 22144 127923 2022-08-18T12:56:47Z Ruthven 7 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="Ruthven" />{{Rh|90|{{Type|f=110%|l=4px|DIALETTO}}|}}</noinclude>descrizione de’ bagni di Pozzuoli, e d’Ifschia; la quale forfè di diverfo, e pili antico fcrittore, certo che lo ftile della medefima non è di tanta femplicità, e purità, quanto quella dello Spinello. Il cronica fecondo il gufio già cominciato nel fuo tempo, forzandofi a parlar con eleganza, e dpttamente, vi mefehia innumerabili latinifmi, i quali 1 evidentemente non erano ufuali al volgar dialetto, ma formavano quella lingua nobile, e culta, in cuh fi fcriveva. Rimarchevole che vi s* incontrino non pochi Francefifmi oggi difufati affatto, e che allora il nofiro linguaggio avea contratti dalla frequentazione co’ Francefi, regnando- tra noi la linea d’Angiò de’ Conti di Provenza. Così vi fi vede ufata la voce ostieri per dinotar abitazione dal Francefe hostel v, che oggi fcrivefi hótel, le voci re quest a, requisì per dinotar ricerca, ricercati, dalle Francefi requéte, requis 9j ed altre-. r Per dare un faggio dello ftile di quello croniffa, non men che della fua incredibile credulità, feempiaggine ed. ignoranza della fioria antica, rapporteremo qui ì capitoli 17., 18., 19., e 10. del libro primo, dove fi deferivono i benefizi, che per arte magica Virgilio fece ai Napoletani ■#* * Cornea Virgilio per la piacevolezza del Aero de Napole ce compose la Georgica. Gap. XVII.. De la qua! Citò de Napoli: Virgilio- molto pili chiaro de tutti li Poeti non p’b tacere im" per oc h è ori fu Officiale, O* ivi script e il libro<noinclude></noinclude> s6q8bbgoc1xjy7vktsyd0gi0ous00r3 127925 127923 2022-08-18T14:20:44Z Ruthven 7 /* new eis level1 */ f -> s proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="Ruthven" />{{Rh|90|{{Type|f=110%|l=4px|DIALETTO}}|}}</noinclude>descrizione de’ bagni di Pozzuoli, e d’Isschia; la quale sorsè di diverso, e pili antico scrittore, certo che lo stile della medesima non è di tanta semplicità, e purità, quanto quella dello Spinello. Il cronica secondo il gusio già cominciato nel suo tempo, forzandosi a parlar con eleganza, e dpttamente, vi mesehia innumerabili latinismi, i quali 1 evidentemente non erano usuali al volgar dialetto, ma formavano quella lingua nobile, e culta, in cuh si scriveva. Rimarchevole che vi s* incontrino non pochi Francesismi oggi disusati affatto, e che allora il nosiro linguaggio avea contratti dalla frequentazione co’ Francesi, regnando- tra noi la linea d’Angiò de’ Conti di Provenza. Così vi si vede usata la voce ostieri per dinotar abitazione dal Francese hostel v, che oggi scrivesi hótel, le voci re quest a, requisì per dinotar ricerca, ricercati, dalle Francesi requéte, requis 9j ed altre-. r Per dare un saggio dello stile di quello cronissa, non men che della sua incredibile credulità, seempiaggine ed. ignoranza della fioria antica, rapporteremo qui ì capitoli 17., 18., 19., e 10. del libro primo, dove si deferivono i benefizi, che per arte magica Virgilio fece ai Napoletani ■#* * Cornea Virgilio per la piacevolezza del Aero de Napole ce compose la Georgica. Gap. XVII.. De la qua! 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Rimarchevole che vi s'incontrino non pochi Francesismi oggi disusati affatto, e che allora il nostro linguaggio avea contratti dalla frequentazione co’ Francesi, regnando tra noi la linea d’Angiò de’ Conti di Provenza. Così vi si vede usata la voce ''ostieri'' per dinotar abitazione, dal Francese ''hostel'' , che oggi scrivesi ''hôtel'', le voci ''requesta'', ''requisi'' per dinotar ricerca, ricercati, dalle Francesi ''requéte'', ''requis'', ed altre. {{gap}}Per dare un saggio dello stile di quello cronista, non men che della sua incredibile credulità, scempiaggine ed ignoranza della storia antica, rapporteremo qui i capitoli 17., 18., 19., e 10. del libro primo, dove si descrivono i benefizi, che per arte magica Virgilio fece ai Napoletani. <i><b>{{Centrato|Come Virgilio per la piacevolezza del Aero de Napole ce compose la Georgica. Gap. XVII.}} {{gap}}De la qual Cità de Napoli: Virgilio molto più chiaro de tutti li Poeti non pò tacere imperochè vi fu Officiale, et ivi scripse il libro</b></i><noinclude></noinclude> g8bkjl9tzujpk54z0b3s20mphj0n61f 127928 127926 2022-08-18T16:52:21Z Ruthven 7 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Ruthven" />{{Rh|90|{{Type|f=110%|l=4px|DIALETTO}}|}}</noinclude>descrizione de’ bagni di Pozzuoli, e d’Ischia; la quale forse è di diverso, e più antico scrittore, certo che lo stile della medesima non è di tanta semplicità, e purità, quanto quella dello Spinello. Il cronista secondo il gusto già cominciato nel suo tempo, forzandosi a parlar con eleganza, e dpttamente, vi meschia innumerabili latinismi, i quali evidentemente non erano usuali al volgar dialetto, ma formavano quella lingua nobile, e culta, in cui si scriveva. Rimarchevole che vi s’incontrino non pochi Francesismi oggi disusati affatto, e che allora il nostro linguaggio avea contratti dalla frequentazione co’ Francesi, regnando tra noi la linea d’Angiò de’ Conti di Provenza. Così vi si vede usata la voce ''ostieri'' per dinotar abitazione, dal Francese ''hostel'', che oggi scrivesi ''hôtel'', le voci ''requesta'', ''requisi'' per dinotar ricerca, ricercati, dalle Francesi ''requéte'', ''requis'', ed altre. {{gap}}Per dare un saggio dello stile di quello cronista, non men che della sua incredibile credulità, scempiaggine ed ignoranza della storia antica, rapporteremo qui i capitoli 17., 18., 19., e 10. del libro primo, dove si descrivono i benefizi, che per arte magica Virgilio fece ai Napoletani. <i><b>{{Centrato|Come Virgilio per la piacevolezza del Aero de Napole ce compose la Georgica. Gap. 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Pietro a Cancellaria ,, correno a le fontane pablice fatte , & edificate in ne la di- tta Città per la capacità dii qual Marcello , e per pregarle del ditto Virgilio , Ottaviano chiamò Napoli Donna de Nova Cita Oppido Castello murato (z) Come. . (i) I' fondamenti dorici fui quali quedo cronifta pianta quede fue carote, fono- 1* aver ve- ramente foggio™ aro, Virgilio. Ungo tempo in Napoli e l* averci; comporta la Georgica ; 1 * ef- fere dato da Augudo incaricato dell’ educazione, ed idruzione del giovai» Marcello figlio della fua figlia , e dall* avo- dedinaro; all* Impero , le immatura morte, non P a vede rapito j e l’ efleift infine a' gara pregiate le Citrà amiche , e le Colonie de’ Romani dt dare gli onori delle lo- ro m2gidrature non meno a: quedo giovane Marcello, che ai Cefari Cajo e Lncio per fer piacere ad Augudo ; come potrà legger- d rie’ Cenotafj Pifani dell’ eruditiffimo Cardinal. Noris . (2). La.*fconcia: efprefltòne di quedo 1 luogo non- L Digitizei /<noinclude></noinclude> 6mcv9zygbvq9wwen5jal2oxc6gsmd8i