Wikibooks itwikibooks https://it.wikibooks.org/wiki/Pagina_principale MediaWiki 1.39.0-wmf.21 first-letter Media Speciale Discussione Utente Discussioni utente Wikibooks Discussioni Wikibooks File Discussioni file MediaWiki Discussioni MediaWiki Template Discussioni template Aiuto Discussioni aiuto Categoria Discussioni categoria Progetto Discussioni progetto Ripiano Discussioni ripiano TimedText TimedText talk Modulo Discussioni modulo Accessorio Discussioni accessorio Definizione accessorio Discussioni definizione accessorio Biologia per il liceo/Introduzione 0 8159 430757 412764 2022-07-20T13:54:28Z Eumolpo 4673 ortografia wikitext text/x-wiki {{Biologia per il liceo}} {{vedi pedia|Biologia}} La '''biologia''' (dal greco ''βιολογία'', composto da ''βίος,'' bìos = "vita" e ''λόγος'', lògos = nel senso di "studio") è la '''scienza''' che studia tutto ciò che riguarda la '''vita''', quindi si occupa dello studio scientifico degli organismi viventi. Essa studia le loro caratteristiche fisiche e comportamentali, la loro classificazione, l<nowiki>'origine e lo sviluppo delle specie e l'interazione che hanno l'una con l'altra e nei confronti dell'ambiente. La biologia è una scienza sperimentale di cui Aristotele è considerato il ''padre''</nowiki>, anche se molte sue teorie si rivelarono errate. ==Le caratteristiche della vita== Che cosa distingue un essere vivente da un qualsiasi oggetto non vivente? Quali sono dunque le caratteristiche della "vita"? Quelle che seguono sono le caratteristiche generali della vita, che hanno in comune tutti gli esseri viventi attualmente attestati e che non hanno gli esseri non viventi: #tutti gli organismo sono costituiti da almeno una cellula che abbia tutte le caratteristiche della vita ('''teoria cellulare''') #tutti gli organismi compiono il ciclo della vita (in genere nascono, si sviluppano, se riescono si riproducono e infine muoiono) #tutti gli esseri viventi posseggono un patrimonio ereditario ricevuto dai genitori e da trasmettere alla prole #tutti gli esseri viventi hanno bisogno di ricavare nutrimento dall'ambiente esterno per continuare a vivere #tutti gli esseri viventi reagiscono agli stimoli esterni cercando di mantenere in equilibrio costante l'ambiente interno e l'insieme delle attività di regolazione prende nome di '''omeostasi''' #tutti gli esseri viventi sono organizzati in una gerarchia comune (livelli gerarchici: atomo, molecola, cellula, tessuto, organo apparato organismo, popolazione, comunità, ecosistema, biosfera) #tutti gli esseri viventi si sono evoluti da un unico antenato comune, LUCA (Last Universal Common Ancestor), il più recente antenato comune #tutti gli esseri viventi in base al percorso che un taxon ha attraversato durante la storia evolutiva viene classificato in modo differente {| class="wikitable" |- ! Essere vivente (es. farfalla)!! Essere NON vivente (es. sasso) |- | '''nascita''', attività metabolica complessa coordinata da informazioni genetiche|| '''formazione''', un fenomeno casuale, che segue semplici leggi fisiche |- | ... || ... |} [[w:Vita|Qui]] un approfondimento sul significato del concetto di "vita". ===Teoria cellulare=== ===Ciclo della vita=== ===Patrimonio ereditario=== ===Nutrimento=== ===Omeostasi=== ===Livelli gerarchici=== Il livello di partenza è quello '''molecolare''', incluso un approccio genetico-molecolare, per poi affacciarsi alla biochimica dei livelli successivi: gli atomi compongono le molecole e le biomolecole. È facile imbattersi, durante i propri studi, in scale più avanzate, come quella '''cellulare''' o sue estensioni, come la scala '''multicellulare''', che abbraccia l'istologia. Un ulteriore tipo di scala prevede lo studio di un singolo '''organismo''', accompagnato da una scala che si interessa di una '''popolazione''' costituita da organismi della stessa specie, tramite la genetica delle popolazioni, che a sua volta intravede l'etologia (studio del comportamento animale). Ancora i biologi si interessano delle ultime scale riguardanti le '''multispecie''', osservando il loro rango e la loro discendenza, passando poi per un paragone e per la classificazione di tali esseri. Appartenente sempre alla scala delle multispecie vi sono le '''comunità''', insieme di popolazioni di specie diversa. Un'altra scala importante vede come protagonista l'ecologia, ossia l<nowiki>'</nowiki>'''ecosistema''', formata dalle comunità dello stesso luogo. Tutti gli ecosistemi di un pianeta formano la '''biosfera'''. Recentemente è stata inserita un'ultima scala, più complessa, riguardante l'esobiologia, che si occupa dello studio biologico dei cosiddetti "extraterrestri", organismi che non vivono sul pianeta Terra. Attualmente tutte le specie viventi che conosciamo si vivono sulla Terra. ===Antenato comune=== ===Classificazione=== ==Principali ambiti di studio== La biologia ha suscitato nell'umanità grande interesse, il campo è molto vasto, per tanto vengono riconosciuti molti settori. Quelli di seguito elencati sono solo alcuni tra i principali: *Anatomia: studio morfologico degli organismi *Fisiologia : studio del funzionamento degli organismi *Biochimica: studio della chimica della vita *Biologia molecolare : studio dei meccanismi molecolari alla base dei processi fisiologici *Genetica: studio del materiale ereditario *Biologia cellulare: studio della cellula *Istologia: studio dei tessuti *Biologia evolutiva: studio dei processi evolutivi e della variazione delle specie nel tempo *Tassonomia: studio della classificazione dei viventi *Microbiologia: studio dei microrganismi *Micologia: studio dei miceti *Botanica: studio delle piante *Zoologia: studio degli animali *Etologia: studio del comportamento degli animali *Ecologia: studio delle relazioni tra organismi ed ambiente {{capitolo |Libro=Biologia |NomeLibro=Biologia per il liceo |CapitoloPrecedente=Biologia per il liceo |NomePaginaCapitoloPrecedente=Biologia per il liceo |CapitoloSuccessivo=Storia della biologia |NomePaginaCapitoloSuccessivo=Biologia per il liceo/Storia della biologia }} {{avanzamento|40%}} [[Categoria:Biologia per il liceo|Introduzione]] si5j70jqhq6n2uqd9jr5nh0vdoxuvfm Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-bombardieri 0 24999 430773 430662 2022-07-20T17:25:04Z 79.41.214.193 Corretto: "davanti alle" wikitext text/x-wiki {{Forze armate mondiali}} ==I Bombardieri di 'teatro'== ===Tu-16: il 'tasso' russo=== [[File:Tu-16badger 2.jpg|350px|right|]] Il '''[[w:Tupolev Tu-16|Tu-16]]''', nome in codice NATO "Badger", è stato il primo bombardiere medio motore a reazione|a reazione Unione Sovietica|sovietico. Entrò in linea circa cinque anni dopo il Boeing B-47 Stratojet statunitense, con il quale aveva molto in comune in termini di capacità complessive, ma un'architettura totalmente differente: decisamente "tradizionale" per quanto riguarda la fusoliera, molto avanzata nel campo della propulsione grazie a due soli motori di elevata potenza. Il Tu-16 è un velivolo molto significativo perché partiva da un antenato comune, il Boeing B-29, riprodotto anche in URSS come Tu-4, rispetto al suo più diretto equivalente americano, il B-47. Il Tu-16 restava però più aderente al progetto originale, e in generale, si trattava ancora di una macchina classica, con un equipaggio numeroso e con un gran numero di cannoni difensivi. Il tipo di propulsione però, essendo data da 2 soli reattori, era particolarmente innovativa, e lo proiettava quasi nella generazione successiva dei moderni aerei da interdizione ed attacco. Ed è proprio la disponibilità di motori tanto potenti che rendeva il Tu-16 tanto interessante, aerodinamico e sostanzialmente maturo già per la produzione in serie dopo pochi perfezionamenti. ====Origini==== [[File:Tupolev Tu-16 BADGER.png|360px|right|]] Quando la specifica per il nuovo bombardiere venne emessa nel 1950, lo Stratojet volava già da 3 anni ed è facile pensare che i requisiti venissero modellati anche in funzione di questa macchina. Per l'URSS questo non sarebbe stato sufficiente dato che gli Stati Uniti avevano basi avanzate in Europa e Giappone da cui poter colpire anche con macchine leggere il territorio sovietico, mentre quello americano, Alaska esclusa (territorio venduto a suo tempo dalla Russia), era raggiungibile a stento solo con macchine a lungo raggio, essendo necessario coprire distanze di almeno 11.000 km tra andata e ritorno (5.500 sono non casualmente il limite tra missili a medio raggio ed ICBM). In ogni caso, la tecnologia dell'epoca non era matura per permettere di meglio, quantomeno con aerei a reazione, e il Tu-16 seguiva macchine sperimentali come l'Ilyushin Il-22 e il Sukhoi Su-10, oltre che velivoli a corta autonomia come l'Ilyushin Il-28|Il-28 e il Tupolev Tu-14|Tu-14. A quest'ultimo doveva sicuramente molte delle conoscenze tecniche accumulate con la progettazione di motori a reazione, e anzi si può credere che il velivolo fosse una sorta di evoluzione del progetto con ali a freccia con potenza e pesi incrementati. Il nuovo progetto Tupolev si scontrò con altri, quali il Baade B-150 (lo Junkers EF.150 tedesco), l'Il-30 e l'Il-46. Il Tu-16 si chiamava originariamente '''Tu-88''', e riprendeva le caratteristiche di alcuni altri progetti, quali la fusoliera del Tu-85 e le ali a freccia studiate per il Tu-82 e 86, modelli progettati nel 1949. Grazie a due motori Mikulin M 209, poi ridisegnati AM-3, capaci già di una spinta originaria di oltre 6.000 chili, il prototipo volò già il 27 aprile 1952. Estremamente semplice ed elegante, entrò subito in produzione riducendo il vantaggio temporale del B-47, visto che i problemi di sviluppo, se ci furono, non richiesero certo soluzioni complesse. Già alla parata del 1954 vennero mostrate nove delle prime macchine, ancora di preserie, mentre 15 mesi dopo, nell'agosto del 1955, ci furono non meno di 54 aerei in volo. ====Tecnica==== Il Tupolev Tu-16 è un velivolo metallico, monoplano, con ali a freccia costante e motori elegantemente annegati alla base delle stesse. All'interno delle ali, che costituiscono il principale elemento di novità con la loro velatura (anche piani di coda sono a freccia); dentro le carenature sistemate verso il bordo d'uscita vi sono i due elementi retrattili del carrello d'atterraggio, dotati di due coppie di ruote in tandem. Il bordo d'uscita era interamente occupato da parti mobili, alettoni nel terzo esterno e ipersostentatori in due sezioni per gli altri due settori, aiutati da alettoni ausiliari posti nel dorso dell'ala. L'equipaggio è di 7-8 uomini, sistemati sia a prua che a poppa. A prua sono ci sono 2 piloti affiancati (che non ha comportato, malgrado questo, una riduzione della velocità significativa, che quasi raggiunge quella del B-47), navigatore ed altri 2 operatori mitraglieri; a poppa invece si sono altri due uomini di equipaggio. Il carburante per i motori è sistemato in due grandi serbatoi in fusoliera, uno davanti e l'altro dietro il vano portabombe, capace di circa 9.000 kg di ordigni e molto ampio, per potere essere anche un valido sistema per trasportare armi convenzionali in quantità, come 16-18 bombe da 500 kg. [[File:Tu-16.jpg|thumb|350px|Un Tu-16 in mostra al [[w:Museo centrale della Federazione Russa delle aeronautiche militari|Museo centrale delle aeronautiche militari]] di Monino, [[w:Mosca (città)|Mosca]].]]. Le armi difensive comprendono due torrette a bassissima resistenza aerodinamica, simili a quelle del B-29 ma armate di due cannoni NR-23, almeno una parte in posizione semiretrattile. Anche la coda ha una postazione assistita da un radar con due cannoni, ma qui esiste anche un operatore umano che la presiede con un'ampia vetratura. Il sistema avionico varia molto; alcuni esemplari hanno un radar di ricerca ventrale, con il muso vetrato, altri hanno il muso solido, occupato interamente da un dielettrico che nasconde una grande antenne radar per la ricerca antinave. Curiosamente, un altro cannone è spesso disposto, fisso, nel muso; probabilmente serviva per eventuali incontri con pattugliatori marittimi nemici. Il Tupolev è un bimotore: questo significa una grande semplificazione dell'impiantistica e della manutenzione rispetto al B-47 della stessa classe (anzi, in realtà leggermente più pesante) ma dotato di ben 6 motori. Il Tu-16 ha un impianto propulsivo basato su motori capaci di erogare la spinta dei 6 sistemati sul B-47E, una cosa veramente straordinaria se si pensa che queste due macchine erano quasi contemporanee. I motori erano poi elegantemente affogati alla radice della ali stesse, sebbene così fossero un po' meno raggiungibili per la manutenzione. Il carburante, in uno dei modelli più recenti, il Tu-16K Badger-G9, ammontava a ben 42.950 litri, sia nella fusoliera che (a differenza dello Stratojet) nei serbatoi letteralmente disposti dentro tutta la lunghezza delle ali. Era disponibile anche la sonda per il rifornimento in volo, per la prima volta su di un aereo sovietico operativo. Le dotazioni elettroniche variavano moltissimo a seconda del modello e comprendevano ECM, radar di scoperta e navigazione, radar telemetrici per le torrette di coda e molto altro ancora. '''Versioni''' * '''Tu-88''' "Badger": prototipo, tre esemplari prodotti. Volò per la prima volta il 27 aprile 1952. * '''Tu-16''' "Badger-A": primo modello di serie, con poche differenze rispetto agli ultimi due prototipi. Due aerei di questa serie furono modificati per stabilire un record di velocità a circuito chiuso di 1000 chilometri|km con 913 km/h. * '''Tu-16A''' "Badger-A": la '''A''' dopo il numero deriva da ''Atom'', versione predisposta per attacchi nucleari. * '''Tu-16G''': assegnato all'Aeroflot per l'addestramento degli equipaggi dei Tupolev Tu-104 (la '''G''' sta per il russo ''versione civile''). * '''Tu-16(K)''' ''Korvet'': versione specializzata per il soccorso in mare, con motoscafi radiocomandati Fregat paracadutabili vicino agli obiettivi. Si trattava di una soluzione ingegnosa e radicale rispetto a qualunque altra tecnica di soccorso in mare, specie se si considera che si avvaleva di un veloce aero-jet. Nel 1988 i battelli furono ammodernati sostituendoli con modelli Yersh. * '''Tu-16LL/P''' ''Jolka'': bombardieri convertiti come banchi prova volanti per motori ed apparati elettronici. * '''Tu-16N''' "Badger-A": versione aerocisterna con sistema a tubo flessibile per il collegamento con le sonde poste sulle estremità alari degli altri Badger. * '''Tu-16T''' "Badger-A": il "Badger" diede addirittura vita ad un ultimo interessante modello che chiuse l'epopea degli aerosiluranti, grazie ai RAT-52 a razzo. Successivamente i siluri continuarono ad essere usati dagli aerei, ma solo nel ruolo antisom. Questa versione poteva portare anche mine. * '''Tu-16KS-1''' "Badger-B": simile al precedente, ma provvisto di agganci ed elettronica per l'uso di due missili antinave AS-1 Kennel (Mikoyan KS-1 Kometa III). * '''Tu-16K-10''' "Badger-C": dotato di un grande radar "Puff Ball" sul anteriormente e dotato di missili KS-10 (AS-2 Kipper) * '''Tu-16K-26''': aggiornamento della versione precedente, con missili K-26 (AS-6 Kingfish). * '''Tu-16E/R/P''' "Badger-D/E/F": modelli da ricognizione elettronica; il primo serviva anche come aereo di mezzaguida per i missili antinave lanciati da lunghe distanze. * '''Tu-16K-11''' "Badger-G": modello modificato per l'uso dei missili K-11 (AS-5 Kelt), esportato anche in Egitto ed Iraq. * '''Tu-16K-26''': come il precedente, ma destinato ai soli AS-6 Kingfish. * '''Tu-16PP''' "Badger-H": modello per la guerra elettronica dotato di lanciatori di chaff in grande quantità. * '''Tu-16RM''' "Badger-J": dotato di disturbatori attivi per ECM di tipo offensivo, a lungo raggio, era una macchina per la guerra elettronica più evoluta del precedente. * '''Tu-16P''' "Badger-K/L": versioni da ricognizione elettronica e fotografica. * '''Tu-104''' "Camel": la velatura e i motori del Tu-16 vennero usati per questo primo aereo da trasporto a reazione sovietico, ma la cosa non ebbe molto successo * '''H-6''': nel 1957 la Cina ottenne un Tu-16 smontato e tutta la documentazione tecnica per la sua realizzazione su licenza. Il prototipo volò già nel 1959, ma impiegò molto tempo ad entrare in servizio operativo, e alla fine degli anni 1980|anni '80 la produzione, passata a vari aggiornamenti, era stata di circa 100-120 esemplari. Il modello H-6D era dotato di missili Silkworm, elaborazione locale degli Styx. Di questi, quattro esemplari sono stati esportati anche in Iraq. '''Tu-16''' (Badger-A) *ruolo= bombardiere medio a 7-8 posti *Cronologia: primo volo 27 aprile 1952, entrata in servizio, 1954 *Prodotti: circa 2.000+ *Motori: due turbogetti Mikulin AM-3M da 9.500 kgs *Dimensioni: lunghezza 34,80 m, ap. alare 32,93 m, altezza 10,82 m, sup.alare 164,65 m2 *Pesi: 40.300 kg a vuoto, max 75.800 kg *Prestazioni: v.max 980 km/h, tangenza 15.000 m, autonomia 7.300 km *Armamento: sette NR-23 da 23 mm in torri di coda, dorso, ventre e muso (un cannone fisso, spesso assente), e 9 t di carico bellico ====Servizio==== Entrato in linea già nel 1954-1955, il "Badger" è stato un importante protagonista della guerra fredda. Impiegato per l'attacco nucleare, la ricognizione marittima ed elettronica e l'attacco con missili stand-off di vari e migliorati modelli antinave o da attacco terrestre, il Tu-16 si è rivelato longevo, affidabile e molto manovriero. L'unica pecca è stata la presenza di troppe torrette difensive, che lo hanno solo appesantito in quanto quella caudale era certamente sufficiente. Curiosamente, anche i modelli avanzati non hanno rinunciato alle torrette difensive, nonostante il fatto che i missili rendessero queste ultime piuttosto anacronistiche. Il "Badger", grazie al modello Tu-104, ha tentato anche l'impiego come macchina civile, data la spaziosità della fusoliera già nel modello originale e l'efficienza dei motori e della velatura; il risultato però era un velivolo troppo piccolo e rumoroso per essere ben accetto. Divenne tuttavia la base dell'industria dei jet civili sovietici. I cinesi hanno impiegato largamente il "Badger" come macchina strategica e lo usano ancora oggi. Comparato al B-47, è leggermente inferiore come velocità e autonomia, ha più armi difensive, ed è entrato in linea un po' in ritardo, si pilota certamente meglio e con più sicurezza e non soffre di sottopotenziamento. La sua stabilità è evidenziata anche dalla possibilità di trasportare forti carichi asimmetrici come i missili AS-6 sotto un'ala (oltre 5 tonnellate); nell'insieme si è dimostrato un apparecchio longevo e versatile. Gli esemplari egiziani, 30 in tutto, vennero distrutti nella guerra dei Sei Giorni da attacchi al suolo. Fino a quel momento erano i più potenti aerei d'attacco presenti in Medio Oriente. In seguito ne furono forniti altri e combatterono nel 1973. Anche l'Iraq ha comprato di questo tipo, sia sovietici, sia cinesi, e ne ha fatto largamente uso. Anche l'Indonesia ha avuto alcuni Tu-16 nelle sue file. ====I missili del Tu-16==== Il "Badger" poteva utilizzare numerosi missili aria-superficie di crociera, che ne aumentarono di volta in volta l'efficienza e la possibilità di superare le difese aeree nemiche. Il concetto di "incrociatore lanciamissili", come riportato dalla propaganda sovietica, era in effetti un settore in cui i sovietici, malgrado la decisa inferiorità iniziale in termini di tecnologia propulsiva ed elettronica rispetto agli statunitensi, hanno insistito e massicciamente investito. Il Tu-16 aveva così la capacità di lanciare missili potenti su ogni tipo di obiettivo, navale ed aereo, sia nucleari come convenzionali, riuscendo a restare un valido bombardiere d'attacco per molti anni ancora dopo che la fine del bombardamento "convenzionale", decretata dalle difese missilistiche e da caccia ad alte prestazioni, lo avrebbe altrimenti reso obsoleto. Di seguito c'è un breve elenco dei missili che potevano essere montati sul Tu-16: * Mikoyan KS-1/"AS-1 Kennel": primo modello di missile cruise aria-terra sovietico, utile per l'attacco antinave e con ben 100 km di gittata. Aveva una guida radar, probabilmente solo semiattiva. La gittata era superiore a quella dei missili antiaerei navali dell'epoca, anche se il sistema di guida non era ancora del tutto soddisfacente. La sua struttura ricordava quella di un caccia-jet, con una presa d'aria sul davanti e una velatura simile a quella di un MiG-15. Due esemplari potevano essere alloggiati sotto le ali dei Tu-16 "Badger-C". In seguito fu relegato ai lanci da difese costiere e all'uso come aero-bersaglio, due impieghi che ne resero utili le cellule anche quando come arma di lancio da bombardieri erano caduti ormai in disuso. * Ks-10/"AS-2 Kipper": se il modello precedente non era del tutto soddisfacente in termini di gittata e di guida, il Kipper era diverso e più complesso, dotato di un turbogetto esterno, con un'aerodinamica capace di sostenere velocità supersoniche.<br/>Le testate potevano essere sia nucleari che convenzionali e il sistema di guida era radar-attivo. La sua massa di 4.400 kg rendeva praticamente possibile il trasporto solo sotto la fusoliera, quindi un solo esemplare poteva essere alloggiato per aereo. Somigliava a progetti simili dell'epoca, come l'Hound Dog statunitense. Non ebbe molto successo e non durò molto in servizio, dal momento che un unico missile era considerato insufficiente, come anche le prestazioni non erano migliori del predecessore. * AK-11/"AS-5 Kelt": derivazione a razzo del 'Kennel', era superiore nelle prestazioni, sia in velocità, leggermente supersonica, che nella gittata, ora di 120-250 km a seconda della quota di crociera. Utilizzato sia con testate nucleari che convenzionali, aveva sistemi di guida radar attivi e passivi. Impiegato nella guerra del Kippur, dove distrusse due centri radar israeliani e un deposito. Furono abbattuti alcuni Kelt (non è chiaro quanti di quelli che non giunsero a destinazione) e un unico Tu-16, cosa che conferma l'aumento delle probabilità di sopravvivenza grazie all'uso di armi stand-off. * K26/"AS-6 Kingfish": era il missile da crociera definitivo per il "Badger", dotato di velocità supersoniche/ipersoniche, gittata fino ad oltre 300 km, testata nucleare o convenzionale, sistemi di guida radar attivi o passivi. Era pesante oltre 5.000 kg e lungo oltre 10,5 metri, ma l'aereo era in grado di trasportarlo sotto l'ala malgrado lo squilibrio causato. Quest'arma è rimasta relegata al Tu-16, nonostante fosse più moderna dell'As-4. ===Tu-22: Il 'punteruolo' supersonico<ref>RiD Lu 1995 e Monografia Aerei Gen 1999</ref>=== [[File:Энгельс Ту-22РДМ-18 фото 1.jpg|350px|right|thumb|Un 'Blinder' a Engels, Russia]] Era il 9 luglio 1961, alla parata aerae del Tushino per la giornata dell'Aviazione. Gli occidentali che quel giorno stavano osservando la manifestazione ebbero di che stupirsi anche quella volta: improvvisamente, una formazione di ben nove grandi aerei dalla sagoma elegante ed aggressiva comparve nei cieli. Tanto erano snelli e affusolati questi aerei, che vennero attribuiti a Miashischev o Yakovlev, pensando che si trattasse di qualcosa di simile ad un cacciabombardiere. Invece, si trattava dell'ennesima realizzazione di Tupolev: il '''[[w:Tu-22|Tu-22]]''' (Туполев Ту-22), un aereo che ha fatto discutere per decenni pressoché per ogni suo aspetto. Nato come sostituto del popolare Tu-16, esso era un bombardiere e ricognitore bimotore supersonico progettato dall'OKB 156 diretto da Andrej Nikolaevič Tupolev, sviluppato in Unione Sovietica negli anni sessanta ed evolutosi successivamente nel Tupolev Tu-22M. Data la potenza dei reattori sovietici, di fatto questo velivolo era l'equivalente del B-58, ma con solo la metà dei motori, come nel caso del Mirage IV; solo che, rispetto a quest'ultimo, era il doppio più grande e pesante, arrivando a proporzioni paragonabili sia a quelle del B-58 che dei V-Bombers. ====Origini==== Il nuovo progetto era stato deciso dal Consiglio dei Ministri il 10 agosto 1954, era una gara della quale peraltro si conosce solo la proposta Tupolev, in quella vasta e nebulosa fase dello sviluppo dei bombardieri sovietici, ancora oggi fonte di discussioni e di sorprese, che è stato il periodo 1945-85, ovvero pressoché tutto il dopoguerra. Tupolev proposte il Samolet 103 o Izd.Yu, inizialmente una specie di Tu-16 con due potenti VD-5 o VD-7, sovrapposti in ciascuna delle radici alari. Presto si giunse al Samolet 105, disegnato dal gruppo diretto da S.M. Jeger, e totalmente diverso: infatti non discendeva dal Tu-98 'Backfin', una macchina da bombardamento leggero classe Il-54 e concepita nel '55 come sostituto dello Il-28; i progetti iniziali vennero finiti nel 1955, e si scelsero due motori assiali VD-7M. Per curiosità, vale la pena di ricordare che il Tu-98 sarà poi la base di un altro grosso aereo supersonico, l'intercettore Tu-128 Fiddler. Per mantenere l'aereo aerodinamicamente più pulito possibile, senza né appesantire la fusoliera, né 'sporcare' le ali, vennero scelti degli alloggiamenti del tutto inconsueti. Mentre c'erano aerei come il DC-9 e il VC-10 con i motori posteriori, sotto la coda a T, qui però si scelse una sistemazione diversa, forse perché i tipi scelti erano troppo lunghi e pesanti. Così, se qualcuno notasse degli aerei con i motori alla radice del timone verticale, ecco, quelli sono senz'altro Tu-22, non ce ne sono altri che sono così disposti. Il primo Tu-22 uscì di fabbrica già a dicembre del '57, e volò a Zhukovsky il 21 giugno 1958, un ritardo insolitamente alto dopo il roll-out e primo segnale che qualcosa non andava per il verso giusto. Ad ogni buon conto, il Tu-22 era l'equivalente del B-58 e come tale, con una velocità nettamente supersonica. Per agevolarla, lo TsAGI aveva scoperto che la 'regola delle aree' era vantaggiosa nel ridurre la resistenza nei regimi transonici, e il Tu-22 divenne il primo bombardiere ad utilizzarla (almeno in URSS, del resto l'unico altro che l'aveva era il Buccaneer). Così nell'aprile del '58 venne autorizzata la costruzione del secondo prototipo e una cellula da usarsi per le prove statiche a terra, in versione Samolet 105A con i motori Kuznetsov NK-6 e una diversa torretta caduale DK-20 con un singolo cannone NR-23 (più probabilemente un AM-23 nda), mentre nel primo allestimento c'erano due TKB-494; il Tu-22, in nome della riduzione della resistenza aerodinamica, era così il meno armato dei bombardieri russi, anche se, all'epoca, anche il più difficile da raggiungere; il radar di tiro era il PRS-3 Argon 2, più telecamera TP-1 a circuito chiuso, per vedere a cosa si stesse sparando: il Tu-22, infatti, non aveva più la torretta abitata degli altri Tupolev e Ilushin. Il programma venne nel frattempo affidato all'ing. D.S. Markov e il Samolet 105A venne provato in volo il 7 settembre 1959, grossomodo quando il B-58 entrò in servizio. Per recuperare il tempo perso, subito la produzione venne iniziata a Kazan, alla Fabbrica aeronautica 22; i primi tre Tu-22B di preserie vennero consegnati nel luglio-agosto 1960 anche se volarono solo dal 22 settembre. Con la potenza che aveva, paragonabile a quella dei quattro motori del B-58 messi insieme, e la sofisticata aerodinamica che psosedeva, il Tu-22 era un velivolo disegnato per mach 2, grossomodo come il B-58. Ma in realtà, la velocità massima era ridotta in pratica a 1,4-1,52 mach, a causa di problemi di stabilità. Fu un grosso problema per il successo dell'aereo, ma questo non mancò di colpire l'attenzione degli occidentali. Tanto più che ben nove aerei vennero avvistati in contemporanea. I primi 12 erano i Tu-22B, bombardieri atomici con ordigni a caduta libera, assegnati nel settembre del 1962 al 43 TsBP i PLS (ovvero, il 43imo centro d'addestramento al combattimento) di Dyagilevo, vicino Ryazan. Nel '63 vennero assegnati al 203imo Rgt bombardieri pesanti, 46ima Armata Aerea dell'ADD o DA, a Baranovici. Alla NATO, il nuovo arrivato non mancò di fare impressione, anche se il nickname assegnatogli non fu esattamente lusinghiero (e del resto era così più nella norma che nell'eccezione), secondo wikipedia si trattava di 'bullshot' (già che c'erano, se solo avessero intuito i problemi dell'aereo, magari avrebbero suggerito 'bullshit'..), ma era troppo denigratorio anche per lo 'standard NATO' e così si passò a 'Beauty', sempre co la B di Bomber come caratteristica di riconoscimento; tuttavia, anche questo nome non piaque, per i motivi opposti (mai elogiare il nemico), e così alla fine divenne 'Blinder', letteralmente accecatore ma più spesso tradotto come 'paraocchi'. In effetti, come le cose stessero per questo programma non lo si seppe per molto tempo. Per i sovietici, il muso aguzzo del velivolo gli meritò il nome di 'Shilo', punteruolo. ====Tecnica==== [[File:Энгельс Ту-22РДМ-18 фото 2.jpg|300px|left|thumb|Cabina pilotaggio, e posto del cannoniere]] Il Tu-22 aveva un'ala a freccia di 55° sul bordo d'attacco, 45° sul bordo esterno dell'ala. I due grandi turbogetti, in origine i Dobrinin VD-7M, in seguito i Kolesov RD-7 M2, erano sulla fusoliera in posizione posteriore da entrambi i lati del grande stabilizzatore verticale. Continuando una tradizione costruttiva della Tupolev, il carrello d'atterraggio era installato in pod nel bordo posteriore di ogni ala. Le ali ad alto angolo di freccia riducevano sensibilmente la reistenza aerodinamica alle velocità transoniche, ma comportavano velocità di atterraggio molto alte ed una corsa di decollo lunga. Il cockpit del Tu-22 prevedeva il pilota in posizione avanzata, leggermente spostato sulla sinistra, l'ufficiale agli armamenti in avanti (come nei vecchi bombardieri, insomma, era praticamente nel muso), ed il navigatore sotto, all'interno della fusoliera, tutti con sedili eiettabili K-22. La disposizione in cabina era pessima e comportava una ridotta visibilità (con gravi ripercussioni, viste le prestazioni difficili da gestire in decollo e atterraggio), posti scomodi e scarsa ergonomia nel posizionamento della strumentazione ed interruttori. L'elettronica era nel muso e in tre grandi 'armadi' dietro l'abitacolo, dopo di che seguivano serbatoi di carburante pressoché continui fino a davanti alle prese d'aria dei motori, mentre le ali erano piene di cherosene in grandi serbatoi integrali. Sempre le ali avevano anche alettoni esterni, ipersostentatori interni alle gondole, antenne RWR nei fusi d'estremità, e alette antiscorrimento nel bordo d'entrata, infine delle antenne con i relativi dielettrici di protezione allaradice delle ali e sul dorso della fusoliera. L'armamento difensivo del Tu-22, veniva comandato dall'ufficiale agli armamenti e consisteva in una torretta di coda posta al di sotto dei pod motore ed armata con uno o due cannoni da 23 mm Nudelman-Rikhter AM-23 ognuno con 250 colpi. Il puntamento della torretta avveniva grazie a un piccolo radar di tiro PRS-3A "Argon'" che sopperiva alla mancanza di visibilità posteriore, più la telecamera. Il carico bellico veniva trasportato nel vano bombe ricavato nella fusoliera nello spazio tra le ali ed in grado di trasportare fino a 24 bombe convenzionali a caduta FAB-500, o una bomba FAB-9000, o varie armi nucleari a caduta libera. Sul Tu-22K, il vano di carico fu riconfigurato per imbarcare un missile Raduga Kh-22 (AS-4 ''Kitchen'') semi annegato sotto la fusoliera. Il missile di notevoli dimensioni, era grande abbastanza per causare importanti effetti sulla maneggevolezza e sulle prestazioni dell'aereo oltre a rappresentare un problema di sicurezza (a causa del serbatoio di propellente liquido). I primi Tu-22B avevano un sistema di puntamento ottico per il bombardamento ereditato dal Tu-22R con un radar di attacco/navigazione ''Rubin-1A''. Il Tu-22K aveva, invece, il radar ''Leinents PN'' (per la NATO 'Down Beat') per la guida del missile Kh-22. Il missile di per sé era una notevole minaccia per le portaerei americane, almeno sulla carta. Il Kh-22, noto per l'ASCC come 'Kitchen' e per il Dipartimento della Difesa USA come AS-4, si basava sul K-12 di Beriev, con un motore Isaev R-201-300 a propellente liquido del tipo IRFNA (acido nitrico rosso fumante inibito, più idrazina) un composto altamente tossico e pericoloso, ma nell'insieme funzionale: con un autopilota APK-22A preprogrammato e un altimetro radar-Doppler, più radar attivo, o un sistema passivo per il tipo Kh-22P (che poteva avere carica nucleare), o il Kh-22N con guida mista inersziale e radiocomandata, carica da 300 kT, o ancora un radar attivo antinave. L'attacco era portato con varie modalità, inclusa quella d'alta quota, oppure a bassa quota ma con attacco in picchiata finale: il missile saliva fino a 12.000 m e poi attaccava a mach 1,2; oppure fino a 27.000 m e poi giù a mach 2,5, con portata massima dell'ordine dei 400-500 km, fino a 800 sfruttando la velocità e la quota (circa mach 3 e 24.000 m quando lanciato con profilo ad alta quota); quest'arma, difficilmente intercettabile, era lunga 11,3-11,6 m, diametro 90 cm, apertura alare di 3 m, e peso al lancio di 5,8-5,9 t, di cui circa 1.000 kg per la testata semiperforante o per quella nucleare. dal 1961-62 è stato lanciato, fino al 1999, in circa 600 occasioni. [[File:Tupolev Tu-22 BLINDER.png|350px|right|]] I Tu-22 normalmente erano dipinti in vernice alluminio (quindi attenzione: il fatto che avevano colore metallico non vuol dire che fossero lasciati senza vernice), spesso con parti in bianco lucido, come il radome inferiore, probabilmente onde disperdere meglio il calore. Non mancavano i soliti colori 'bronzo' per i cerchioni delle ruote e l'azzurrone per gli interni dell'abitacolo, come nella tradizione russa; ma i tipi usati in Afghanistan erano anche provvisti di disegni come bocche di squalo, che ben si addicono alla fisionomia dell'aereo. Dal '62 tutti i Tu-22 ebbero la sonda IFR e questo gli meritava il suffisso D, ma proprio perché comune, spesso è tralasciato. Così abbiamo: [[File:Tu-22 parked.jpg|350px|right|thumb|Tu-22, agosto 1982]] *'''Tu-22B''' (Blinder-A), successivo ai Samolet 103 e 105, già visto *'''Tu-22R''' (Blinder-C), ricognitore fotografico: questa versione, a motivo dell'elevata velocità dell'aereo, era stata costruita in una gran quantità di esemplari per gli standard di questa famiglia: inizialmente vennero ordinati ben 30 esemplari di preserie, ma poi questi vennero ridotti a soli cinque; ad essi seguirono 122 macchine di serie, aveva nel muso e stiva camere AFA-42 e NAFA MK-75, sistema ELINT 'Romb', o un apparato ECM del tipo APP-22. In seguito 62 aerei andarono alla Marina russa per la sua AV-MF, e successivamente, diversi esemplari vennero modificati con il sistema ELINT del tipo 'Kub', quello del MiG-25RB, diventando Tu-22RK o RDK; il Tu-22RDM, invece, era un aggiornamento del 1975 con uno SLAR M-202 Sciompol, altre due AFA-42 o 100 (in sostituzione di un serbatoio di carburante), lancia-chaff ASO-21, e sistema ECM SPS-151, o 152, o 153 Liutik. *'''Tu-22U''' (Blinder-D): si riconosceva facilmente per il secondo abitacolo di pilotaggio, sistemato in maniera piuttosto sgraziata ma funzionale al di sopra della fusoliera, anzi pressoché al di sopra dell'abitacolo anteriore; non aveva il navigatore e la postazione difensiva. Primo volo alla fine del 1960, e una produzione di 46 esemplari. *'''Tu-22K''' (Blinder-B): un tipo da attacco antinave, provvisto del missile Berezniak Kh-22 (AS-4 'Kitchen' per la NATO), più un nuovo sistema avionico tra cui il radar Leninets PN ('Down Beat'). In tutto costruiti 76, la maggior parte dei quali con la sonda nel muso per rifornirsi in aria, e quindi noti come Tu-22KD. Non fu facile metterlo a punto, specie il missile, e così, anche se venne prodotto già all'inizio del 1961, entrò in servizio solo nel 1964. *'''Tu-22KP o KPD''', che è il precedente modificato per la caccia ai radar strategici, con il missile Kh-22M a guida radar passiva, e il sistema di analisi ESM tipo Kurs-N o Kurs-NM. *'''Tu-22P''' (Blinder-E): la versione per la guerra elettronica, con sistema REB-K sistemato sulla deriva, un po' come l'F-4G o l'EF-111; e un 'set' di ECM, incluso in vari casi un SPS-100A Redeza al posto della torretta caudale. I primi esemplari erano i sottotipi Tu-22P-1 e 2, con motori RD-7M-2, ma poi vi furono delle sigle differenti, corrispondenti ai continui aggiornamenti subiti, che comportarono i tipi Tu-22P-4, 6 e 7. Infine il Tu-22M, ma questa, in effetti, è un'altra storia. I Tu-22 vennero costruiti, inclusi i prototipi, in 309-312 esemplari fino al 1969. Un successo nemmeno paragonabile a quello del Tu-16, il quale continuò sostanzialmente indisturbato a prestare servizio attivo. ====Operatività==== Il Tu-22 entrò servizio nel 1962 e nel 1963, ma si rivelarono considerevoli problemi, che portarono a una diffusa indisponibilità operativa e ad un numero non trascurabile di incidenti. Fra i molti difetti, vi era una tendenza al surriscaldamento delle superfici a velocità supersoniche, il che comportava la deformazione degli organi di controllo con conseguente scarsa manovrabilità. La velocità di atterraggio era 100 km/h più alta di quella dei precedenti bombardieri e il Tu-22 aveva una tendenza ad alzare il muso e impattare conseguentemente con la coda durante la corsa di atterraggio, sebbene questo problema fu risolto alla fine con l'utilizzo di sistemi elettronici di stabilizzazione. Anche dopo la soluzione dei problemi iniziali manifestati dal progetto, il ''Blinder'' non fu mai un aereo facile da pilotare e risultò richiedere lunghe manutenzioni. Un altro problema era la motorizzazione. I turbogetti VD-7M erano potenti, ben 16.000 kgs nei tipi originari, e in seguito gli RD-7M-2 arrivarono a 16.510, mentre il disegno delle prese d'aria e degli ugelli era sofisticato, con una sorta di estensione in avanti del condotto d'ingresso dell'aria, che creava una specie di presa d'aria ausiliaria al momento del decollo, aumentando il flusso d'aria; l'ugello è convergente-divergente. Tuttavia, il motore era idoneo soprattutto per il volo in supersonico, ed era poco efficiente per la crociera subsonica; il postbruciatore era usato al decollo, inevitabilmente, ma anche così la corsa era lunghissima (2.250 m) e così anche l'atterraggio (2.170 m, oppure 1.650 con il parafreno); la velocità supersonica era mantenibile fino a 13.300 m, il raggio d'azione era di 2.200 km ad alta quota, 1.300 a bassa; sia l'aerodinamica che i motori erano ottimizzati per il volo supersonico, ma il problema era che il 'Blinder' aveva delle difficoltà a mantenere queste velocità, almeno nell'intento originale di una macchina altamente supersonica: con una velocità inferiore di circa il 30% rispetto al previsto, di fatto era una macchina piuttosto sprecata, e oltre che vulnerabile, era anche meno durevole in termini di raggio d'azione a piena potenza. Peraltro, si poteva volare piuttosto bene a bassa quota, grazie al carico alare elevato, e alla struttura abbastanza robusta (in entrambi i casi, apparentemente era migliore del successivo Tu-22M). I Tu-22 registrarono un fallimento che, malgrado la loro 'forza bruta' si può semplicemente definire 'completo' nel tipo da bombardamento, quando il B-58 rimase in azione fino al '69 e se si fosse voluto, forse sarebbe durato anche di più, pur avendo i suoi bei difetti. Date le prestazioni piuttosto elevate, però, fu naturale impiegarlo come macchina antinve e ESM o ECM, o ancora ricognitore, e in questo caso ebbe un discreto successo. Dopo il 1988 l'uso dei Tu-22 divenne sempre meno frequente; all'epoca si ebbe il loro impiego in Afghanistan, per proteggere i Tu-22M impiegati nelle missioni di bombardamento alle basi dei guerriglieri. La loro fine avvenne in larga misura nel 1991-95, e nel 1999 c'erano solo pochi esemplari sperimentali,come a Zhukovski. In Ucraina c'erano invece ancora circa 50 aerei dei 58 ereditati dall'URSS, ma erano da radiare entro il 12 aprile 2001 secondo quanto dichiarato ufficialmente; la Bielorussia ne avevan 34 al 1991, con il 121imo Reggimento, e altri 32 con il 203imo; poi sono diminuiti a 55 e nel 1999 risultavano tutti demoliti anche se non è detto che questo fosse vero (quel che appariva sicuro, invece, era che fossero messi a terra da un certo periodo). Cosa andò male nel caso del Tu-22? In effetti, la velocità era insufficiente, così come la tangenza: prendete il B-58, entrato in servizio attorno al '60, quindi qualche anno prima; esso era più veloce, con maggiore tangenza e superiore raggio d'azione, per giunta le difese sovietiche erano meno avanzate tecnologicamente di quelle americane, ed era davvero difficile raggiungerli e fermarli, qualunque cosa di tentasse. Ma un conto era fermare una macchina da mach 2 e 18.000 m di quota, un conto una da mach 1,4 e circa 14.000 m di tangenza. Del resto anche il B-58 aveva avuto molti problemi, e se un velivolo forse anche più economico come il Tu-22 fosse riuscito ad eguagliarlo, sarebbe stato davvero un affare per i sovietici. Ma se le prestazioni (e le ECM) dell'Hustler lo rendevano poco intercettabile persino dai missili SA-2, non era così per il 'Blinder', quando sottoposto all'attenzione di armi quali i Nike Hercules, o gli HAWK. Lo Scilo era un aereo per chi aveva i 'muscoli': c'era un solo pilota, e i comandi erano per giunta, alquanto duri. I sedili K-22, come molti altri dell'epoca, erano eiettabili verso il basso e anche questo non aiutava a renderlo popolare, qualora vi fossero stati degli incidenti. Poi c'era il problema dei motori: i VD-7 erano potenti, ma consumavano troppo, soprattutto perché l'aereo non poteva arrivare a velocità realmente bisoniche, anche se teoricamente poteva sfruttare l'eccesso di spinta per mantenere la velocità anche con carichi esterni (ergo, essendo teoricamente capace di mach 2, il suo limite di velocità non era dovuto alla potenza disponibile, ma ad altre cause). Ma, nonostante tutto, anche il Tu-22 dimostrò di valere almeno in parte l'ingente somma necessaria per mantenerlo. Anche all'estero. L'Irak ricevette 12 Tu-22R (poi B) per la sua IrAF (Al-Quwwat al-Jawwiyya al-'Iraqiyya ), di cui quattro erano ancora in servizio nel 1999. Vennero usati ampiamente, per esempio il 22 settembre 1980, quando attaccarono Teheran decollando dalla base H-2. Pare che si trattò di una forza di ben otto aerei, atterrati poi a Ryad al ritorno, ma in ogni caso, almeno uno venne abbattuto da un missile HAWK iraniano durante le azioni contro la capitale, ripetute successivamente. In seguito i Tu-22 vennero impiegati in numerose altre occasioni, sebbene ad un certo punto dovessero essere portati fuori dai confini per evitarne la distruzione, come l'attacco del 1981 contro la grande base H-2, dove i Phantom iraniani, riforniti in volo, riuscirono a sorprendere gran parte della miglior aviazione irakena (Tu-22 e MiG-25) causando parecchi danni e perdite. A parte questo, il Tu-22 ebbe impiego contro bersagli d'alto valore, fino ad attaccare, nel 1988, due superpetroliere iraniane. L'azione venne eseguita con successo assieme ai MiG-25RB, ma in cambio gli irakeni ebbero perdite rilevanti per via della reazione degli F-14 Tomcat, nemici di cento battaglie. I Tu-22 Blinder, dunque, rimasero tutt'altro che 'elefanti bianchi' in quel conflitto. Si diffuse anche la voce che l'Irak possedesse i missili AS-4, ma questi non erano collegati ai Tu-22K, e tantomeno ai Tu-22B; si trattava dei tipi 'Wild weasel', a quanto riporta Cooper si trattò di 4 Tu-22P con un lotto di numerosi AS-4, forse addirittura 200. L'intenzione era di attaccare i centri radar iraniani, ma i risultati non pare fossero soddisfacenti e in seguito i missili Kh-22 vennero usati essenzialmente come 'Scud' aviolanciati, parte della 'guerra delle città'. Nel contempo, le pericolose difese iraniane causarono la perdita di uno o due Tu-22P. Questi, assieme ai Su-20/22 con gli AS-9 e ai Mirage con gli ARMAT (probabilmente consegnati anche all'Irak, ma non è chiaro) erano i principali 'asset' Wild-weasel irakeni. La Libia (Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Libiyya )ne possedeva forse una mezza dozzina dei 12 ricevuti nel 1977 (altre fonti parlano di un paio di dozzine), versione B; essi sono stati immortalati in alcune ben note foto con una mimetica striata marrone-arancione, molto elegante (come gran parte degli aerei della LARAF, del resto, tutti molto spettacolari nelle foto), e le classiche insegne verdi. Ci si può chiedere da dove venissero tutti questi Tu-22 bombardieri ma la risposta, come accennato sopra, è che si tratta di Tu-22R modificati ad uno standard grossomodo pari al B originario. Nell'aprile del '79 i Libici mandarono 3.000 soldati per appoggiare l'Uganda di Amin contro la Tanzania, e alcuni Tu-22 vennero basati a Nakasongola, riuscendo poi ad eseguire diverse missioni d'attacco sulla nazione nemica, ma questo non impedì che l'Uganda perdesse la guerra. Nel 1981 i Blinder vennero invece usati per supportare la campagna d'invasione del Chad; nel 1986 attaccarono N'Djamena, la capitale del Chad, dopo la sconfitta di Uadi Dumm; tuttavia, un Tu-22 venne abbattuto da un missile SA-6 catturato dai ribelli. Un altro Tu-22 causò considerevoli danni con tre grosse bombe contro la base aerea da cui operavano i francesi, anche se inizialmente si disse che erano stati solo danni 'marginali' (in realtà l'aeroporto rimase chiuso per diversi giorni); ma in un'azione successivia, i Francesi presero le loro precauzioni, di fronte alle veloci incursioni dei Blinder: venne fatta arrivare una batteria del 403° Reggimento, con i missili HAWK, vecchia conoscenza del Blinder, e pochi giorni dopo aprì il fuoco contro uno dei due Tu-22 in avvicinamento, abbattendolo (l'altro si allontanò a tutto gas): dai documenti recuperati dall'abitacolo, che era rimasto pressoché intatto, ma dal quale l'equipaggio non riuscì ad uscire, si seppe che si trattava di tedesco-orientali. Curiosamente, sia l'HAWK che l'equivalente più diretto, l'SA-6, dimostrarono d'essere efficaci contro i Blinder libici. [[Immagine:Blinder operators.png|thumb|right|300px|La diffusione storica dei Tu-22]] I Tu-22 libici vennero usati in diverse guerre, sia da parte irakena che libica, e solo questi ultimi ebbero quattro perdite totali. Tra le tante leggende che all'epoca si erano accumulate al riguardo dei cieli del Meditterraneo, c'era la minaccia dei 'Blinder'. Quando vennero consegnati, diversi esemplari sorvolarono anche lo spazio aereo nazionale, e vennero spesso intercettati da F-4 della Marina o da F-104 dell'AM; si è detto anche che i Tu-22 penetrassero lo spazio aereo nazionale nascosti nell'ombra radar di aerei di linea, sfuggendo all'intercettazione. Infine, specie durante la crisi del 1986, quando l'Italia, forse per la prima volta, si interrogò seriamente sulla 'convenienza' di esportare armi in Libia quando rischiava di riceverle 'indietro', in quel caso i Tu-22 erano ancora la minaccia N.1, grazie al raggio d'azione che li poteva portare fino a Pisa, volando al meglio delle loro capacità. Una minaccia concreta, anche se non mancavano i mezzi per affrontarli era difficile sperare di annientarli prima che arrivassero e scaricassero una decina di tonnellate di bombe su qualche città o base italiana. Fu un brutto momento, anche se l'Italia non era affatto d'accordo con l'attacco americano alla Libia. Nel frattempo i Tu-22 libici avevano anche altro da fare, come opporsi ai ribelli chadiani, che proprio in quell'anno, erano riusciti a sconfiggere ripetutamente i pur poderosi reparti libici mandati a sud del Paese. Al 1999 i Tu-22 libici non apparivano più operativi. Resta il fatto che, a differenza dei B-58, il Tu-22 dimostrò, malgrado una notevole carenza di prestazioni rispetto a quanto preventivato (e soprattutto, necessario), un'apprezzabile versatilità, essendo usato per un po' tutte le missioni, dallo 'strike' nucleare all'attacco antiradar. Moltissime missioni sono state volate largamente in azioni tattiche e strategiche con armi convenzionali e missili antinave o antiradar, grazie al notevole potenziale di trasporto dei carichi esterni. '''Tu-22R''' *Ruolo: bombardiere medio supersonico, a 3 posti (pilota, navigatore, addetto alle armi) *Cronologia: primo volo 1959, in servizio a metà anni '60 *Prodotti: circa 311 *Motori: due turboreattori Dobryn RD-7M-2 da 107,9/161,9 kN *Dimensioni: lunghezza 41,60 m (40,53 senza sonda), ap. alare 23,6 m (ali fisse a 55°), altezza 10,13 m, sup.alare 162 m2, allungamento 3,41:1, carreggiata e passo carrello 8,72 e 13,73 m rispettivamente *Pesi: a vuoto 42.500 kg, tipico 85.000 kg, max 92/94.000 kg *Prestazioni: v.max 1.510 km/h (mach 1,42) a 12.000 m, 1.163 (0,95) a quota zero, tangenza 18.300 m, raggio 1.300-2.200 km, autonomia 4.900 km o 7.150 km con rifornimento in volo *Armamento: 1 AM-23 da 23 mm, e 9-12 t di carico, tra cui (in alcune versioni) un Kh-22/AS-4; tra i carichi menzionati figurano anche 24 bombe FAB-500 da 520 kg l'una. ===L'enigmatico Backfire=== [[File:Tu-22M prototyp.jpg|thumb|left|400px|Il prototipo del Backfire]] Nel 1969, un satellite spia americano riportò le immagini del prototipo di un nuovo bombardiere sovietico venne avvistato parcheggiato sulla pista del centro sperimentale sovietico di Kazan. 39 anni dopo, i rottami di uno di questi aerei erano la principale attrazione della piccola, sporca guerra tra Russia e Georgia. Questo aereo, a lungo piuttosto trascurato, ha una lunga e importante storia: è il '''[[w:Tupolev Tu-22M|Tu-22M]]''', l'ultimo bombardiere medio sviluppato dall'Unione Sovietica durante la guerra fredda, dal 1971 divenne noto in codice NATO come 'Backfire'(ritorno di fiamma). Con ogni probabilità (e sconfiggendo una nutrita 'concorrenza') è il più controverso di tutti i bombardieri sovietici. Quello che Carlo Kopp ha descritto come una sorta di V-Bomber supersonico. In effetti la categoria delle 100 tonnellate non è molto frequentata dai bombardieri, specie se supersonici. Una macchina che, data la produzione durate fino al 1993 e con una bassa utilizzazione, è ancora un possibile protagonista di carriere future, come nella PLAAF cinese e nell'IAF indiana. Caratterizzato da una velocità di crociera sostenuta e dalla possibilità di trasportare un elevato carico bellico, è in grado di effettuare attacchi (con armi convenzionali o nucleari) contro obiettivi terrestri o navali e anche per missioni di ricognizione. I Cinesi sono già riusciti a trasformare gli H-6 (Tu-16) in versioni con turbofan e missili a lungo raggio, ma forse gli farebbe anche comodo un bombardiere di questo tipo nelle proprie forze. E nel 2005 il Comandante della'aviazione russa, in vista dei futuri tagli, riteneva che gli aerei in eccesso tra Tu-22M3 e Tu-95MS Bear, dovessero essere esportati, certo, un affare rischioso visto che parliamo di macchine intercontinentali. Il Tu-22M, una delle più belle macchine volanti mai realizzate<ref>Aeronautica & Difesa n. 240, tra i tanti</ref>, non ha un vero e proprio equivalente tra i modelli occidentali: infatti, ha un ruolo paragonabile a quello che avevano i Convair B-58 Hustler ed i Mirage IV, ma è concettualmente e tecnologicamente molto più moderno. In ogni caso, essendo l'aereo che ha costituito la base della potenza aerea sovietica dell'ultimo quindicennio assieme al Su-24 e al MiG-23 (tutti a geometria variabile, adottata in misura senza precedenti né successori dai progettisti sovietici), è chiaro che la speculazione sulle sue capacità, senza un diretto riscontro in Occidente, per una volta non copiato con il solito 'effetto specchio', ha costituito un grande motivo di riflessione: cosa poteva fare un bombardiere superonico da 100 t armato con missili ipersonici? La risposta è venuta, parzialmente, solo dopo molti anni. In Occidente l'aereo venne inizialmente designato Tu-26, ma dopo un certo numero d'anni, fu chiaro che il suo nome, come vedremo, era Tu-22M. ====Origini==== Per dare un degno sostituto ai Tu-16 e Il-28 vennero ipotizzati dei nuovi bombardieri supersonici i sovietici già dal '53 emisero una specifica per i loro sostituti; ma questa prima generazione fallì sostanzialmente gli impegni presi, solo lo Yak-28 che si dimostrò accettabile, ma non così lo Il-54 e soprattutto, il Tu-98, noto in ambito NATO come Backfin(c'era anche il competizione il Tu-82). Tuttavia, da questo fallimento germogliarono sviluppi comunque interessanti, anche se difficili da valutare, perché si era abbandonato 'l'effetto specchio'. Si può dire che gli americani ebbero successo con il B-58 e poi con l'FB-111, ma nessuno dei due tipi era totalmente raffrontabile con quanto stavano sviluppando i sovietici, né tecnicamente, né in termini di capacità operative. Il Tu-98 aprì la strada a due diverse tipologie di aerei: il Tu-102 del '57, un enorme caccia lungo 27 metri, e come tale ritenuto un bombardiere, quando in realtà si sviluppò piuttosto quale intercettore strategico, culminando poi con il Tu-128. Dall'altro lato, il Tu-105 diede origine al Tu-22 da bombardamento supersonico. Presto tuttavia ci si avvide che il nuovo aereo non possedeva l'autonomia (e anche la velocità) sufficienti, e così ci si interessò ad una soluzione che stava cominciando a prendere piede in Occidente: l'ala a geometria variabile in volo. Stavano nascendo quindi i presupposti per il rimpiazzo del 'Blinder', con un velivolo che tuttavia, non era poi così diverso, almeno inizialmente. Lo sviluppo di questo aereo iniziò nel 1964, quando l'ingegner D. Markov ebbe l'incarico di avviare la progettazione preliminare di un sostituto del bombardiere medio supersonico Tupolev Tu-22 ''Blinder'', che non era risultato soddisfacente per autonomia e anche per velocità. Il nuovo aereo avrebbe dovuto essere caratterizzato da prestazioni decisamente più elevate, per ottenere le quali era previsto il ricorso ad ali a geometria variabile e motori più potenti. Tuttavia, il progetto preliminare del nuovo velivolo (noto con la sigla interna di 106) non possedeva le caratteristiche richieste, e quindi, l'OKB Tupolev fu costretto a rivederlo. Il risultato fu il Progetto 125: il nuovo aereo avrebbe dovuto montare motori VK-6, in grado di spingerlo alla velocità di 2.500 km/h e con un'autonomia nell'ordine dei 4.500 km. Per raggiungere prestazioni simili, era previsto il ricorso, per la costruzione, di leghe di titanio. Il progetto 125 fu effettivamente esaminato dagli esperti del governo sovietico, ma gli fu preferito il Sukhoi T-4, dalle prestazioni decisamente più elevate. La Tupolev, tuttavia, decise di realizzare una propria risposta al modello Sukhoi, ed iniziò a lavorare al Progetto 145: questo, in pratica, era un'ampia riprogettazione del precedente Tu-22 Blinder. Questo progetto venne autorizzato dal governo nel 1967, dopo che si decise di interrompere il programma relativo al T-4. I requisiti che la nuova macchina avrebbe dovuto soddisfare erano una velocità di 2.300 km/h ed un'autonomia di 7.000 km senza rifornimento in volo. Il prototipo volò per la prima volta il 30 agosto 1969. Secondo Bill Gunston, fino a 14 Tu-22 originari vennero modificati a questo standard, definito Tu-22M0, seguiti poi da 12 di preserie Tu-22M1. Nel frattempo, già da circa il 1966-67 si stavano iniziando a diffondere, anche in Occidente, le notizie su di un T-22GV: il vantaggio nelle operazioni di decollo e atterraggio (si pensi al Su-17, che con due semplici semiali esterne mobili abbassò di circa 100 km/h la velocità in queste delicate fasi della missione, oltre a migliorare in generale le qualità di volo e di carico utile). Il Tu-22M, presso la Tupolev, aveva la designazione interna di Progetto 145 o Tu-145, ed in seguito venne anche chiamato AM. La lettera M, nel nome di un aereo, sta per 'Modifikatsirovanny', modificato, che stava ad indicare una versione migliorata di un certo velivolo. Tuttavia, il Tu-22M, considerando le sue prestazioni ed il suo aspetto, può essere considerato un aereo completamente nuovo rispetto al Tupolev Tu-22, più che una sua versione riprogettata. Secondo alcune fonti, l’aereo stava per ricevere il nome di Tu-26. Non è chiaro il motivo che spinse la Tupolev a rinunciare a questa denominazione a favore dell’altra. Le spiegazioni che vengono comunemente date: *Depistaggio nei confronti della NATO. Secondo alcuni, la designazione Tu-22M era stata utilizzata per dare l’impressione che si trattasse di una variante del Tu-22, e quindi per indurre gli occidentali a sottovalutare le reali capacità del nuovo aereo. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, tuttavia, in sede di discussione per il trattato SALT II, adottò ufficialmente il nome. *Motivi economici interni. facendo passare il Tu-22M per una nuova versione del 'Blinder' si sarebbe evitata una nuova gara contro altri modelli presentati dagli altri OKB e si poteva dirottare i soldi destinati al Blinder a questo nuovo aereo, ufficialmente solo una 'nuova' versione del precedente. *Precedenti e intoppi vari: basti pensare all'evoluzione: si partì con i Tu-22 con ali ad estremità variabile, per poi giungere ad aerei di tipo del tutto riprogettato. La base di partenza era teoricamente e sperabilmente, la modifica del Tu-22 base, che poi è andata molto oltre questo limitato obiettivo: del resto, in Occidente il Super Etendard ha finito per differire al 90% dall'Etendard e l'F-16, a furia di 'Blocks' ha visto le capacità più varie in un aereo ancora con lo stesso nome (si pensi ai Block 50-60 o all'XL). In tutti i modi, il Tu-22M venne inizialmente chiamato dagli occidentali Tu-26, malgrado che i russi insistessero che il suo vero nome era Tu-22M. Occorre precisare che gli errori di denominazione riguardanti gli aerei (e non solo) di produzione sovietica erano piuttosto frequenti: infatti, le informazioni “ufficiali” a carattere militare provenienti dal Patto di Varsavia erano scarsissime, e quasi tutti i dati in tal senso erano prodotti da attività di intelligence. Ad ogni modo la costruzione del T-22M venne iniziata con la modifica di alcuni Tu-22 in costruzione, che ebbero l'ala a geometria variabile, come al solito per l'epoca (si pensi al Su-17), e così questo programma, già noto ai servizi occidentali a metà anni '60, venne fotografato all'impianto di produzione S.P. Gorbunov di Kazan, Russia Occidentale, nel luglio del 1970. In realtà il prototipo era già completo all'inizio del 1969, volando già quell'estate. In seguito, le tappe fondamentali della sua carriera furono poi: la produzione di preserie, iniziata nel '73; l'inizio dei lavori per il Tu-22M2, più o meno in contemporanea, e in servizio dal '76, successiva al ridotto numero di Tu-22M1; infine il Tu-22M3 è stato messo in servizio attorno al 1983. ====Versioni ed evoluzione==== '''Tu-22M0''': versione di pre-serie costruita in 12 esemplari entro la fine del '72, utilizzata per le valutazioni a partire dal 1971. Spinta da due reattori NK-144-22 da 20.000 kg/s, aituata dalle ali a geometria variabile, poteva raggiungere la velocità di 1.530 km/h. La lunghezza era di 41,5 metri, mentre l'altezza raggiungeva gli 11,05. L'apertura alare variava tra i 22,75 (freccia minima) ed i 31,6 (freccia massima) metri, mentre il peso massimo al decollo era di 121 tonnellate. L'autonomia massima raggiungeva i 4.140 km. L'armamento, ereditato dal Tu-22, era il missile centrale Kh-22 (Complex-22), l'AS-4, semiannegato in fusoliera. Il Tu-22M-0 aveva il carrello interno a due grossi fusi alari (le carote di Whitcomb). Nonostante fosse superiore al Blinder, i sovietici non erano così contenti del miglioramento; così si andò al Tu-22M-1, quello noto in Occidente come 'Backfire-A', ovvero il primo noto in ambito NATO. Non si hanno informazioni sulla quantità di bombe imbarcabili su M0 ed M1. '''Tu-22M1''': (Backfire-A) I primi 12 aerei di serie, completati dal luglio 1971 e costruiti a Kazan a partire dal 1972. C'erano diverse modifiche rispetto agli esemplari di pre-serie, tra cui nuovi motori (NK-22 da 21.900 kg/s) che consentivano una velocità ed una autonomia superiori (rispettivamente, 1.660 km/h e 5.000 km). Si ridusse il peso a vuoto di ben 6.500 libbre circa, ovvero attorno a 2.900 kg, l'aerodinamica venne perfezionata e l'apertura alare aumentata di circa 1,5 metri. Le dimensioni erano praticamente le stesse, tranne che per l'apertura alare (tra i 25 ed i 34,28 metri). Anche il peso al decollo era di poco superiore (122 tonnellate contro le 121 della versione precedente). Eppure, il cammino non era ancora del tutto compiuto, e anzi, solo 9 esemplari vennero completati entro il tardo 1972. '''Tu-22M2''': (Backfire-B) Un successivo tentativo venne fatto a stretto giro di ruota, e il T-22M, già più potente del 'Blinder', passò alla versione Tu-22M-2, o Backfire-B, designazione di progetto Articolo 45-02, che volò per la prima volta nel 1973. Entrato in servizio operativo dal 1976. Era ancora più leggero, di circa 1.360 kg. I motori erano adesso due nuovi NK-22 da 20 tonnellate di spinta, per un carico utile di circa 24 tonnellate, tra cui un massimo i tre Kh-22, mentre in coda c'erano due cannoni NR-23 più il radar PRS-3 Argon-2 e una camera TV; all'estremità opposta, il PNA-B Rubin, un potente radar da circa 400 km di portata contro le grandi navi, equipaggiava il muso dell'aereo (il radome era nella parte centro-inferiore dello stesso, la parte superiore, come denotano i pannelli, era invece metallica). Il radar poteva essere orientato attorno al muso del velivolo, pur stando dentro ad un radome piuttosto stretto, con campo d'osservazione di oltre 300 gradi, un po' come il tipo dell'H.P. Victor; invece, ventralmente, c'era un periscopio televisivo per il bombardamento, come sull'Avro Vulcan. La capacità operativa iniziale venne raggiunta nel 1974 e consegne alla AV-MF dal 1976. La produzione, partita nel '73, continuò fino al 1983, con non meno di 211 esemplari prodotti. La sua autonomia, insufficiente rispetto ai requisiti dell'aviazione, era di circa 5.100 km e la velocità massima raggiungeva i 1.800 km/h. Le dimensioni (se si esclude il fatto che era più corto di quattro centimetri) erano esattamente le stesse degli M1. Subito dopo l'inizio della produzione in serie, l'aereo ricevette i nuovi motori NK-23, visto che la versione precedente non aveva avuto prestazioni soddisfacenti. La torretta posteriore era dotata di due cannoni, pare si trattasse dei monocanna AM-23 in torretta PV-23 (ma spesso sono citati anche gli NR-23, difficilmente credibili perché gli AM-23, con cadenza di tiro superiore, erano già diffusi sui bombardieri degli anni '50). '''Tu-22M2Ye''': designazione di un piccolo numero di Tu-22M2 che vennero dotati di motori NK-25 e di strumentazione migliorata. Tuttavia, il miglioramento delle prestazioni non fu tale da giustificare la produzione su vasta scala. Infatti era in arrivo il Backfire di terza generazione: '''Tu-22M3''': (Backfire-C) ulteriore variante sviluppata dal Tupolev OKB per ovviare il problema del raggio d'azione e le prestazioni in generale. Nonostante il successo iniziale, anche il Tu-22M2 era considerato sottopotenziato (si fa per dire, dato che la sua potenza complessiva era paragonabile a quella dei primi B-52 con otto motori). Così venne adottato un nuovo tipo, l'Iz. 45-03, o Tu-22M3 o ancora 'Backfire-C'. IL primo di essi volò il 20 giugno 1977, sulla scorta dell'esperienza con un Tu-22M2 e i motori NK-25 di nuova concezione, da ben 25 tonnellate di spinta l'uno. Oltre all'aumento di potenza, venne fatto lo sforzo di 'dimagrire' ancora il bombardiere, sebbene il peso massimo fosse aumentato (a tutto vantaggio del carburante imbarcabile); per ridurre il peso vennero adottati molti accorgimenti, una struttura ancora una volta riprogettata, e il titanio usato in numerosi elementi strutturali; il tutto venne fatto sotto la direzione di Boris E. Leavanivich. Sebbene la maggior parte delle strutture fosse stata rielaborata, l'aspetto di maggior cambiamento esteriore era quello delle prese d'aria, ora più simili a quelle dell'F-15 e del MiG-25, piuttosto che del Phantom; l'ala era adesso inclinabile fino a 65 gradi, mentre il muso era con un naso sottilissimo e più rialzato, con una diversa posizione della sonda di rifornimento; la coda era pure cambiata in alcuni aspetti, così il cannone poppiero, ora un GSh-23 da 23 mm singolo. IL raggio d'azione che i russi dichiaravano era adesso di circa 4.000 km, e con ben tre missili AS-4 (da circa 6.000 kg l'uno e 400 km e più di raggio). Finalmente era addirittura superiore alle stime occidentali, che inizialmente, al contrario, erano tendenti ad aumentare il raggio oltre quello reale. La torretta UKU-9A-802 era dotata di un armamento più compatto, tanto che il cannone GSh-23-2 aveva canne verticali; il radar era adesso il PRS-4KM Kripton, ovvero il 'Box Tail' in codice NATO, più il circuito di visione televisiva a circuito chiuso. Il sistema di navigazione e attacco era basato sul radar PNA-D, che sostituiva il precedete PNA-B, e aveva tra le altre qualità la modalità DBS e quella di allarme prossimità terreno, una specie di TFR manuale, ma non c'è il Sopka (TFR automatico) dei 'Blackjack'. Tra le attrezzature c'era in molti aerei il sistema MAWS (disturbatore anti missili IR), del tipo L-082 MAK-UL, e i sistemi ECM SPS-171/172 (il sistema era disponibile in pod, e per i Su-27 e 30, come L-005); ancora, erano presenti i sistemi Avtomat 3 (RWR), OBP-15T (sistema di puntamento televisivo per il bombardament), che era comune anche al Tu-160. Infine c'è anche il sistema SMKRIT (il data link per i satelliti di osservazione marittima RORSAT). Nel 1985 vennero effettuati dei test di volo a bassa quota ed alta velocità, in modo da dimostrare la capacità di soppressione delle difese aeree nemiche del velivolo. La diffusione è stata soprattutto per l'aviazione di Marina, che del resto richiedeva le missioni più difficili: principalmente, l'attacco ai gruppi navali NATO, specie quelli con le portaerei. '''Tu-22MR''': si tratta della variante da ricognizione guerra elettronica, solo sei realizzati dal 1985 e mantenuti altamente segreti. '''Tu-22ME''': versione migliorata presentata nel 1990. ====La tecnica==== Il Tu-22M era un aereo piuttosto avanzato per la sua epoca, una fusoliera lunga e un muso appuntito, che favorisce la riduzione di resistenza aerodinamica durante l'accelerazione transonica, e soprattutto l'ala a geometria variabile. Queste hanno freccia positiva e sono fissate a metà del corpo del velivolo, fissate grazie a dei giunti mobili. Hanno una radice piuttosto ampia, infatti tutto il meccanismo non è interno alla fusoliera, ma nella sezione alare fissa, e possono essere regolate in cinque posizioni predefinite a seconda delle esigenze. Queste sono 20, 29, 26, 60, 65 gradi. Le ali non hanno un carico alare particolarmente elevato, ma nemmeno trascurabile, e sembrano piuttosto piccole rispetto all'aereo; le superfici di controllo sono slats e flaps in tre sezioni l'uno per ciascuna ala. Non vi sono alettoni, ma tre spoiler per controllare il movimento in rollio. Gli aerei in servizio non hanno una sonda per il rifornimento in volo, che potrebbe essere sistemata sulla punta del muso (caratteristicamente angolato verso l'alto nell'M-3). Infatti, questa risulta essere stata rimossa da tutti gli esemplari a partire dall'M-2, in modo da evitare che questi aerei fossero considerati in grado di attaccare gli Stati Uniti continentali, in accordo ai trattati SALT. Con questa, la NATO riportava voli non-stop anche di oltre 10 ore (ma, visto che non c'è la toilette chimica, a quanto se ne sa, forse nessuno ne rimpiange l'assenza). L’equipaggio è composto da quattro uomini, ognuno dei quali munito di seggiolino eiettabile. I trasparenti frontali appaiono di spessore sufficiente per resistere all'impatto con i volatili a bassa quota, ma in genere quest'aereo vola ad alta quota, dove massimizza le sue prestazioni. Lo spazio dell'abitacolo non è poi così ridotto, e consente anche un po' di libertà; La visibilità è invero piuttosto scarsa: i 2 tecnici di bordo hanno solo due piccoli finestrini, meglio va invece per i piloti, sistemati (come diciamo, nell'EA-6B Prowler) in un doppio tandem. La parte migliore è per i due piloti, che hanno un parabrezza molto generoso verso il basso, più due finestrini laterali e superiori; ogni pilota ha un portello che si solleva verso l'alto, anche qui in discreta similitudine con l'EA-6B, che però ha molto più vetro che metallo. I primi motori iniziali furono gli NK-144-22 da 20.000 kg/s (in pratica, i motori del Tu-144), che vennero montati solo sui prototipi (Tu-22M0). La velocità raggiunta con questi propulsori fu di poco superiore ai 1.500 km/h. Per aumentare le prestazioni, vennero successivamente sostituiti dagli '''NK-22''' da 22.000 kg/s, utilizzati sui successivi Tu-22M1 ed M2. Tuttavia, anche in questo caso non si riuscì a raggiungere le velocità richieste dai vertici dell’aviazione (il requisito era di 2.300 orari, e la velocità massima raggiunta con gli NK-22 fu di “solo” 1.800 km/h). Anche i valori relativi all’autonomia erano bassi rispetto alle richieste. Si decise quindi di utilizzare i più efficaci '''NK-25''', da 25.000 kg/s, che vennero montati sulla versione M3. Con questi propulsori, turbofan ad alto rapporto di diluizione (similmente a quelli dei Su-27 o dei Tornado), pari a circa 0,7-0,8:1, i Tu-22M riuscirono a raggiungere i 2.300 km/h ed i 7.000 km di autonomia. Che il motore fosse diverso è stato chiarito anche dall'osservazione delle prese d'aria, passate da quelle bidimensionali modello Phantom con piastra dello strato limite, a grandi prese d'aria da 1,4 mq di sezione, simili a quelle degli F-15 e MiG-25/31, e capaci di ottimizzarsi meglio a seconda della velocità. Per ottimizzare il flusso dell'aria, vi sono ben 9 portelli ausiliari apribili al decollo, che consentono di evitare prese d'aria troppo grandi, poi penalizzanti in supersonico (il Tu-22, dopotutto, deve volare a circa la velocità del Concorde, al limite della fattibilità per un grosso bombardiere), così si è risolto con questa serie di prese d'aria ausiliarie, grossomodo a metà aereo. I condotti sono una novità per questi bombardieri, dopo l'evoluzione dai Tu-22. Le prese d'aria erano lunghe quasi quanto l'aereo, pesanti e ingombranti, laterali rispetto alle ali di piccole dimensioni, con il sistema di movimentazione sotto la parte centrale della fusoliera. È una soluzione impegnativa rispetto a quella del Tu-22, e piuttosto simile, invece, a quella del Su-24. Infine il carburante, variamente valutato (come anche l'autonomia, tra 2.188 e 8.000 km), nei primi anni '90 era inteso in circa 68.750 l più un eventuale serbatoio interno nel vano portabombe, da 7.500 litri. Il Tu-22M è ben diverso dal vecchio Tu-22, la cui forma era aerodinamicamente eccelsa data l'esclusione dei motori stessi dalla fusoliera e dalle ali, relegati piuttosto ai lati della coda in maniera inconfondibile (visto che non aveva la coda a T, ma di tipo convenzionale); qui ci sono grandi prese d'aria che corrono lungo la fusoliera fino alla coda, dentro cui sono inglobati i motori. Questo, tra l'altro, consente di assicurare un flusso d'aria meno disturbato rispetto ai motori del Tu-22, e di assumere assetti cabrati maggiori (anche se in pratica, forse non c'è tutta questa differenza), aiutando, assieme alle ali GV, a ridurre la lunghezza della pista necessaria per operare. In pratica, quindi, la fisionomia dell'aereo è quella di un enorme interdittore modello Tornado, piuttosto che un bombardiere classico. Per ospitare i motori, però, è stato necessario ricorrere ad una fusoliera pesante e con vari compromessi. La situazione ideale, motori sotto o dentro le ali, era preclusa dalla geometria variabile e dal poco spazio sotto la parte fissa delle ali. L'ideale è stato raggiunto dopo, con il Tu-160, aereo nettamente più grande, con 2 coppie di motori sotto le ali, come nel caso del B-1B americano del resto. Il Tu-22M è stato disegnato per profili di volo veloci e ad alta quota. A bassa quota, invece, ha limitazioni non indifferenti. La struttura è leggera, con scuotimenti e le sottili ali piegate verso l'alto anche in condizioni non critiche di volo. Quanto ai carrelli, essi sono tre: uno doppio anteriore, due posteriori con tre coppie in tandem di ruote, pneumatici da 1.030x350 mm (anteriori: 1.000 x280 mm) e pressione 11,96 kg/cm2 (9,6 per il carrello anteriore). Un'altra caratteristica è l'enorme deriva verticale: il timone, a doppio angolo di freccia nella superficie d'entrata (57° per la parte inferiore) e superficie di quasi 62 m2, tanto che deve allungarsi fino all'altezza delle ali. Così è stato tuttavia possibile eliminare eventuali pinne ventrali di stabilizzazione, un problema non di poco conto per i velivoli a geometria variabile (vedi la pinna ventrale piegabile del MiG-23/27). Il carburante usato è il T-1, l'RS-1 e l'RT, ovvero quelli principali per i motori russi. VI è anche la predisposizione per razzi RATO ausiliari, talvolta utili per decolli a pieno carico. In tutto, il turbofan ad alto rapporto di diluizione significa una valida velocità in crociera, ma non così per l'accelerazione ad alta velocità supersonica, con il postbruciatore. Le superfici di controllo hanno slat in tre sezioni, e tre sezioni sono pure con i flap, abbassabili di 23 gradi in decollo e 40 in atterraggio. Il raccordo dell'ala non rappresenta una costruzione particolare, senza attenzioni per la riduzione radar o per benefici aerodinamici o volumetrici, essendo un tipo molto convenzionale e semplice, con i meccanismi di movimento esterni in pratica alla fusoliera. I piani di coda sono mobili per gli equilibratori, con oltre 11 m di apertura e 32,98 m2 di superficie. La deriva ha una lunga costola di raccordo, è molto alta e offre un notevole livello di resistenza allo stallo; l'altezza supera i sei metri dall fusoliera, e la superficie di 61,7 m2. Così è stato facile inserirvi internamente la turbinetta ausiliaria TA-6. L’equipaggiamento di bordo è sofisticato, ed include un radar di grande potenza che lo mette in grado di individuare bersagli sia terrestri sia navali in qualunque condizione meteo, noto in ambito nato come A-322Z 'Down Beat' e con portata stimata di 400 km, congrua con la missione d'attacco antinave, assieme ad un sistema di guida dei missili A-359Z. Forse ha una certa capacità TFR, ma non autonomatica. Il radar sistema di puntamento è ottico-elettronico di tipo OPB-15 (o AFA-15, come era noto anni prima, vedi RiD luglio 1995) sistemato sotto il muso e rivolto in avanti, in un'apposita finestrella', mentre sistema di navigazione è di tipo inerziale, più vari sistemi di navigazione a lungo raggio. Ovviamente presenti anche sistemi ECM di notevole potenza, con antenne sulla deriva (sia al suo vertice che ai lati), specie nell'M3, che ha anche un apparato MAWS dorsale. Infine, il radar 'Box-Tail' di scoperta, associato a telemetro radar 'Swift Rod' e sistema TV sono asserviti in coda alla torretta UK-9A-802 con un cannone GSh-23-2, almeno nel tipo Tu-22M3 (inizialmente c'erano due cannoni monocanna da 23 mm). Le comunicazioni sono assicurate da due UHF R-832M ed un SW R-846 con equipaggiamento per la codifica dei messaggi. L'armamento è presente sia nel vano interno, con un adattore BD-45F per un missile AS-4 o una vasta quantità di armi aria-superficie; sotto le semiali esterne c'erano gli adattatori BD-45K/F per un paio di missili AS-4 oppure 3 tonnellate l'uno di bombe a caduta libera. Nel caso dei sistemi MKU, lanciatori rotanti, essi hanno la possibilità di ospitare dentro il vano portabombe, qualcosa come sei missili Kh-15 (AS-16 'Kickback'), simili agli SRAM americani, ma con versioni anche di tipo convenzionale apparse negli anni '90; altri quattro sono agganciabili nella zona sotto i motori e le ali, per un massimo teorico di 10 armi. In alternativa a questi o a tre AS-4, è possibile impiegare qualcosa come gruppi di 9 bombe da 250 kg FAB-250 sotto le prese d'aria e le ali, 24 in fusoliera, per un totale di ben 69 armi, che superano addirittura il carico (in Mk-82, quindi da 'soli' 227 kg nominali) del B-52H. I punti d'aggancio esterni possono portare anche le FAB-1500 da 1.500 kg, per un massimo di otto armi, ovvero ben 12 tonnellate anche senza usare il vano portabombe (che ne porta almeno altri 6.000 kg, e il massimo teorico raggiunge i 24.000). Elenco sistemi e sotto sistemi noti, aggiornato al 2008: :TA-6 (APU); TACh-1V (sistema automatizzato per il bilanciamento e la gestione del carburante); :Sistema navigazione NK-45; autopilota ABSU-145M; Altimetro per bassa quota RV-5; radio-altimetro RV-18G; Sistema navigazione Doppler DISS-7; TACAN RSBN-PKV; ADF ARM-15M e ARK-2; radio HF R-847, ILS-ARP-69; ILS GRP/MRP-66. :Sistemi attacco e armamento: radar d'attacco Leninets PNA-D; SATCOM (collegato ai satelliti di sorveglianza) SMKRITs; ottica per bombardamento OPB-15T; fotocamera per l'attacco (strike camera) AFA-1; sistema difensivo URAL con RWR Avtomat 3, ECM SPS-171/172, sistema allarme IR (probabilmente è un disturbatore o a doppio compito) L-082 MAK UL, lancia-decoy APP-50; sistema di controllo tiro PRS-4KM Kripton e TV a circuito chiuso TP-1 (per la torre di coda). :Armi: un missile AS-4 (Kh-22) con sistema di aggancio centrale BD-45F; altri due AS-4 con BD-45K sotto le ali (sia pure con notevole perdita di prestazioni: che sia possibile portarne due, ma uno semiannegato in fusoliera e solo un altro subalare?); sei Kh-15 su lanciatore rotante ventrale e 4 sotto fusoliera e ali; torretta UKU-9A-802 con il cannone GSh-23 e 1.200 colpi (sufficienti per circa 24 secondi di fuoco, dunque un armamento piuttosto cospicuo come 'ultima spiaggia'). Le missioni del Backfire comprendono il bombardamento convenzionale e nucleare, oltre che l'attacco antinave. Quindi, il loro armamento è prevalentemente di tipo missile aria-superficie. Queste dipendono sia dai punti d'aggancio esterni sotto la fusoliera, che da un grande vano portabombe lungo 7 m e largo 1,9, per un forte carico utile. :Adattatori: DB-45F ventrale, BD-45K subalari (lunghi oltre 6,5 metri), MBD3-U9, BD6-105A, KD3-22RD, KD-3-22M, KD4-105AD. :Combinazioni: tra uno e tre AS-4 (6.000 kg, oltre 11 m di lunghezza, mach 3 e 400 km di portata, presenti in versioni convenzionali, nucleari, antiradar, antinave e attacco terrestre). In pratica essi sono limitati a due sotto le ali, o uno semiaffogato in fusoliera: in genere il missile singolo è stato visto con i Tu-22M2, mentre due armi, raramente osservate, lo sono state con i più potenti Tu-22M3. Tra sei e 10 AS-16 (4,78 m, diametro 455 mm e apertura alare di 900, pesanti 1.200 kg, raggio di 150 km, testata da 150-350 kT); 69 FAB-100 da 100 kg (6.900 kg), o 69 FAB-250 da 250 kg nominali (17.250 kg); oppure 42 FAB-500 (21.000 kg); 8 FAB-1500 (12.000 kg), oppure 24 FAB500 e 8 FAB-1500 (massimo carico, ben 24.000 kg più, ovviamente, i pesanti adattatori e rastrelliere); oppure 24 FAB-500 esterni e un AS-4 (circa 18.000 kg); 42 mine navali da 500 kg o otto da 1.500 kg. Più che probabile anche la capacità di usare bombe nucleari, ma in genere per questo scopo vengono usati i missili aria-superficie, dato che per un bombardiere non è così 'salutare' avvicinarsi troppo ad un obiettivo ben difeso. L'AS-15, seppure valutato sperimentalmente e per qualificazione, pare troppo grande per essere stato adottato dal Tu-22M. Se fosse così, il raggio, anche senza rifornimento, potrebbe consentirgli di attaccare gli USA. Naturalmente, data l'età del progetto, non è stato possibile pensare anche a doti stealth marcate: il velivolo, seppur più difficile da tracciare di un Bear, è quindi un bersaglio relativamente grosso, sebbene il muso estremamente appuntito e l'ala GV possano ridurre la RCS. Nel Tu-22M3 le turbine sono parzialmente schermate e vi sono anche materiali RAM in alcuni punti, ma si tratta ovviamente di rimedi parziali. Una più marcata progettazione volta alla riduzione radar è stata possibile solo con il successivo Tu-160, anche se non in maniera particolarmente spinta. '''Tu-22M3''' *Tipo: bombardiere 'di teatro' (medio) supersonico, quadriposto *Cronologia: primo volo, 30 agosto 1969 (progetto OKB 156 Tupolev), servizio attorno a metà anni '70 (M3, anni '80) *Dimensioni: lunghezza 42,46 m, apertura alare 23,3-34,3 m, altezza 10,8 (o 11,05) m, superficie alare 170 ( o 175,78/183,58?) m2 *Pesi: circa 51.500-124.000 kg, di cui 19.000 kg di carico bellico teorico (dati wikipedia: 46-124 t) *Motori: due Kutsentov NK-25 e circa 70.000 l di carburante, più 7.500 l dentro il vano portabombe per il trasferimento *Prestazioni: v.max 0,9 mach slm o mach 2 a 12.000 m (Tu-22M, fino a 2.230 km/h), max tangenza pratica 16.000-18.000 m, raggio 1.200-3.000+ km, autonomia oltre 7.000 km con sei AS-16, max assoluto circa 8.900 km, corsa decollo 2.100 m, atterraggio 1.300 m, crociera a 900 km/h, decollo a 370 km/h, atterraggio 290 km/h *Armamento: postazione con uno o due cannoni da 23 mm (negli ultimi tipi almeon erano a canna doppia) e fino a 42 bombe da 500 kg o 69 da 250 kg, o 8 mine o bombe da 1.500 kg, o 10 AS-16 o 3 AS-4 come massimo<ref>Nativi, Andrea: ''Tu-22M, il bombardiere di Teatro, RID set 1995 p.35-41</ref><ref>Aerei, monografia mar 1993</ref>. ====L'operatività==== [[File:Russian_Air_Force_Tupolev_Tu-22M3_Beltyukov.jpg|thumb|400px|left|Il Tu-22M3, dalla linea ancora più pulita del prececedente M2. La sua estetica elegante gli ha attribuito, oltre all'attenzione del pubblico, anche vari premi come al Riat '95]] Del Tu-22M-3 si sa che lo sviluppo, seppur iniziato presto, ha richiesto parecchio tempo. Tanto che la macchina entrò in servizio attorno al 1984-85, e anzi, secondo Kopp la IOC (Capacità operativa iniziale) la si ebbe solo nel 1989, così che, dato il crollo delle attività di volo dopo il 1991, molte cellule sono ancora giovani in termini di ore volate. Ma quante sono queste cellule? La produzione è stata avviata, a quanto pare, molto prima della fine delle valutazioni. IL totale prodotto pare sia arrivato a ben 268, che è un numero impressionante: in massa fisica, superano largamente i 100 B-1B, per non parlare dei TU-160, e stiamo parlando di sofisticati bombardieri supersonici, non di cargo o addestratori. Oggi un costo del genere non sarebbe più sostenibile, ma all'epoca l'URSS riuscì a concretizzare un totale di quasi 400 Backfire di tutti i tipi, un bombardiere da 100 tonnellate e circa mach 2, che ha fatto e fa classe a sé stante. Stando a Kopp, i servizi di intelligence americani hanno valutato gli aerei dell'aviazione russa ancora in servizio a 105, altrettanti per l'aviazione navale, e altri 14 per l'Ucraina, che conserva anche 16 Tu-22M-2. Quanto alle prestazioni, Kopp ricorda che si potrebbe considerare il 'Backfire' come un F-111 ingrassato a 124 tonnellate (ovvero circa tre volte tanto, qui chiaramente si parla sempre di un Tu-22M-2); con circa 54.000 kg di carburante, velocità di punta di mach 2 e raggio tra 3.700 e 4.600 km, oppure meno, quando è possibile scendere a bassa quota, una missione per la quale peraltro non è stato concepito, malgrado l'ala GV che serve soprattutto per il decollo e l'atterrerraggio, per la velocità di crociera e quella in supersonico, ad alta quota. Per questo, ogni aeroporto che supporti il Boeing 767 è anche in grando di ospitare il 'Backfire'. In termini di prestazioni, il Backfire ha preso posto tra l'F-111 e il B-1B, come del resto è una specie di intermezzo anche in termini di peso. Secondo le elaborazioni in merito, è possibile controbilanciare una forza di 12 Backfire solo con due dozzine di F-111 e 12 rifornitori KC-30B o A330-200MRTT; e se non sono disponibili gli F-111 (C), con gli F-18 Super Hornet e i JSF è necessario raddoppiare il numero di 'equivalenti', sia aerei da caccia che le aerocisterne. Ovviamente sono comparazioni teoriche, legate al potenziale offensivo; va da sé che il 'Backfire', per esempio, non è minimamente doppio ruolo: il vecchio 'Badger' a confronto, seppure più lento, era più maneggevole e con un cannone da 23 nel muso (e fino ad altri sei nelle torri e barbette difensive) poteva giocare brutti scherzi a pattugliatori nemici, bombardieri, trasporti e anche caccia che si fossero avvicinati in maniera troppo spavalda. Il 'Backfire' ha solo la torre difensiva e la sua agilità non è, causa la mole e le piccole ali, sufficiente per tali impieghi; tanto meno potrebbe fare l'intercettore vero e proprio, sebbene si sia anche pensato di costruire a suo tempo una specie di intercettore continentale sfruttando la sua cellula (perché no, in fondo, con il sistema d'arma del MiG-31 sarebbe stato decisamente interessante in tal ruolo, seppure meno veloce del 'Foxhound'). Le capacità del Tu-22M, poi, in termini di penetrazione a bassa quota, sono piuttosto scadenti, almeno sul terreno (in mare è un po' diverso, visto che non ci sono manovre violente per infilarsi tra gole e catene montuose), per cui dipende molto da che tipo di missione gli si chiederebbe; certo è che, come macchina strategica, il 'Backfire' è superiore a velivoli da 20-40 tonnellate, come del resto è inevitabile che sia. E ovviamente, lo è anche contro gli aerei imbarcati, per cui, posto che riuscissero a localizzarle per tempo, le portaerei sarebbero attaccabili ben fuori dal raggio d'azione dei loro bombardieri. Detto questo, il Tu-22M3 ha un potenziale di crescita. Qualora avesse avuto i missili AS-15, armi da 2.500 km di raggio d'azione, avrebbe potuto davvero minacciare il territorio continentale americano, del resto quando disponi di ordigni che quasi raddoppiano il raggio d'azione, quanto meno il Tu-22M3 avrebbe potuto farcela, e senza rifornimento in volo (necessario per il Tu-22M-2, ma del resto quasi tutti i bombardieri, anche quelli pesanti, ne fanno normalmente uso prima di andare in missione, si pensi alla flotta di KC-135 che serve con i B-1 e B-52 da decenni). Nel corso degli anni ci furono numerosi dibattiti per stabilire se il Tu-22M fosse o meno un bombardiere con capacità strategiche (e rientrasse quindi nei trattati per il controllo degli armamenti strategici). Inizialmente, gli statunitensi considerarono questo aereo un sistema d'arma tutto sommato periferico nell'ambito dell'aviazione strategica sovietica. Questo perché la stima dei dati raccolti dall'intelligence occidentale aveva fornito il ritratto di un aereo con capacità di carico e di autodifesa piuttosto limitate. Le esperienze successive costrinsero gli esperti americani a cambiare parere, specie dopo che erano stati visti Tu-22M in volo anche per 10 ore. Vi era il problema di stabilire se il 'Backfire' fosse in grado di raggiungere gli Stati Uniti continentali e la cosa venne dibattuta molto: le valutazioni sul raggio d'azione andavano tra 2.188 e 8.900 km. Andando oltre le dichiarazioni della Tupolev (che dichiarava un raggio d'azione di 2.200 km) e le stime degli esperti americani (un'autonomia intorno ai 4.000 km), il vero punto critico era la presenza della sonda per il rifornimento in volo: infatti, l'autonomia del velivolo di per sé non era intercontinentale, e quindi secondo i sovietici non avrebbe dovuto essere considerato un bombardiere strategico (dunque non soggetto a restrizioni). Gli esperti americani, al contrario, lo ritenevano idoneo ad attaccare il continente americano, proprio in virtù della possibilità di rifornirlo in volo, magari con uno scalo semi-suicida a Cuba anziché ritornare. Questo dato che la distanza tra gli USA continentali e l'URSS è di 5.500 km. Per l'Alaska, invece, la possibilità di attacco era reale. Dopotutto, fino alla metà del XIX secolo era una parte del territorio russo. Dato lo scarso numero di aerocisterne e la ridotta preparazione degli aviatori sovietici, però, era chiaro che il Backfire non era stato concepito per minacciare gli USA. Ma se il punto di vista 'strategico' fosse passato, di colpo all'URSS sarebbero stati accreditati oltre 300 bombardieri di questa categoria. Comunque, durante le trattative per gli accordi SALT II, gli Stati Uniti ottennero l'assicurazione dall'allora Premier sovietico Leonid Brezhnev che i Tu-22M non sarebbero stati aggiornati con il sistema di rifornimento in volo, e che la costruzione di questi aerei sarebbe stata limitata a 30 esemplari l'anno. In seguito, nonostante la mancata ratifica del SALT II, il sistema di rifornimento in volo fu rimosso da tutti i bombardieri. Inutilmente, dal punto di vista delle possibilità strategiche. Comunque si sarebbe potuto, volendo, ristabilire la situazione: i missili Kh-55, ovvero gli AS-15, hanno una portata di circa 2.500 km. Se si fosse adottato un profilo molto favorevole, magari ad alta quota e con i Tu-22M3, forse ci si poteva ancora fare. Anche perché, pare che l'autonomia dei Tu-22M3 fosse di circa 7.000 km sì, ma con 6 missili AS-16. In ogni caso, anche il caso Backfire, e forse soprattutto questo, è stato un caso in cui i servizi di intelligence americani hanno sopravvalutato di molto la minaccia e, dati i consumi e la quantità di carburante ipotizzabile (circa 50 t) non è stata una valutazione così 'in buona fede', ma facente parte di tante altre (vedi MiG-25) che hanno portato molto denaro alla causa del riarmo americano dopo-Vietnam. Avevano insomma ragione i sovietici che non volevano considerarlo aereo inteso quale minaccia per gli USA stessi. Ma soprattutto, questo aereo, assieme ai suoi enormi missili, è stato considerato, nella linea dei grandi bombardieri missilistici russi (in pratica succedeva al Tu-16) un bombardiere d'attacco antinave, potente vettore supersonico (ad alta quota) di missili ipersonici Kh-22, ovvero gli AS-4 'Kitchen', missili con capacità di attacco fino a 400 km, presenti con varie versioni d'attacco antiradar, antinave e da attacco strategico (senza guida finale, ma solo con l'INS), sia convenzionali (testata da circa 1.000 kg) che nucleari. Di fatto, non vi sono mai stati altri aerei così potenti nel ruolo antinave come questi: volare per circa 1.000 km ad alta quota in subsonico, poi accelerare a mach 1,5 circa (quasi 500 m/s) per 200-300 km, localizzare una nave e lanciarvi contro da 200-300 e più km un missile (o due-tre, ma solo con un notevole degrado delle prestazioni, e in generale, una pratica più diffusa nei Tu-22M3), che avrebbe continuato la rotta d'attacco a mach 3 e ad altissima quota, rendendosi un bersaglio estremamente difficile, specie poi nella traiettoria d'attacco finale. La minaccia di un reggimento di Tu-22 era quella di attaccare con una forza di 18-20 aerei, localizzando le navi americane di una formazione di portaerei e attaccandole da distanze di 300-400 km, dopo un avvicinamento a velocità supersonica sostenuta, per poi disimpegnarsi. Ogni Tu-22M aveva in genere un solo missile semi-annegato nel vano portabombe, per cui la capacità d'attacco multiplo non era stata realizzata; al massimo si potevano portare due armi sotto le ali, oppure anche una sola sotto un'ala. Probabilmente, data la capacità di portare un missile sotto un'ala (dal peso di 6 t e lunghezza di 11 m) era possibile anche portarne due, uno semiannegato in fusoliera, l'altro sotto un'ala (teoricamente si potevano trasportare anche tre armi), ma in pratica i Tu-22M2 sono stati visti quasi sempre con un solo missile sotto le ali; forse era considerato più importante la velocità e l'autonomia per raggiungere le portaerei americane e sfuggire alla mortale minaccia degli F-14 Tomcat, praticamente coevi. Il raggio d'azione dei Tu-22, tra i 1.500 e i 2.500 o più km (versione M3) a seconda della quota e della velocità, era senz'altro maggiore di quello degli aerei imbarcati americani. Ora il problema era un altro: i sovietici avrebbero potuto coordinare un attacco contro le elusive portaerei americane? Avrebbero potuto localizzarle in tempo per scatenare un attacco antinave a lunga portata? I satelliti radar sovietici in orbita erano una prima risposta alla situazione, ma dovendo volare a quote piuttosto ridotte, avevano una limitata capacità di copertura e le loro traiettorie erano prevedibili. I ricognitori aerei avrebbero dovuto fare i conti con la formidabile triade E-2C/F-14/EA-6B, quest'ultimo impegnato a disturbare i radar dei velivoli attaccanti e a rilevarne la minaccia. In caso di 'targeting', i 18-20 (o forse il doppio) dei missili AS-4 sarebbero stati un grave problema. I Tomcat con i missili Phoenix sarebbero stati una parte della risposta, ma della dotazione teorica di 6 missili, in genere ne portavano 2, massimo 4, e solo una parte poteva essere in volo o lanciata per tempo, contro un attaccante che riusciva a lanciare le sue armi oltre i tipici 250 km di distanza delle CAP di F-14: se i sovietici riuscivano a localizzare gli E-2C e ad 'aggirarli' prima di essere visti dai loro radar, avrebbero potuto anche piombare sulle navi americane e colpirle con missili quasi impossibili da intercettare. Anche per questo gli americani pensarono ai sistemi AEGIS, capaci di colpire anche bersagli attaccanti in massa, ad alte prestazioni e nell'arco di pochi secondi; ma ancora a metà anni '80 avevano solo 3-4 incrociatori 'Ticos' in carico. Solo nel 1991 erano diventati diffusi, come anche il rimodernamento dei vecchi incrociatori con gli SM-2ER. Per questo sarebbero stati necessari missili più piccoli e da trasportare in maggiori quantità: gli AS-16, la cui versione antinave era però ancora in sviluppo. In ogni caso non erano capaci di attaccare da oltre 150 km, sia pure con velocità ipersoniche. Ma se i Backfire riuscivano a portarsi abbastanza vicini, ne potevano usare 6 (anche 10 con agganci esterni) per ciascun aereo. Comunque, buona parte dei Tu-22M erano in carico all'aviazione strategica o DA, e non alla AV-MF, che aveva circa un reggimento per ogni Flotta. Come le cose sarebbero andate, non lo sappiamo né lo si potrà mai sapere. In ogni caso, gli AS-4 e i Tu-22M venivano visti come la principale minaccia aerea, in uno con i sottomarini lanciamissili o 'convenzionali', dall'USN. Difficile dire come se la sarebbero cavata contro gli F-14 e i Phoenix. Se un aereo come questo riesce a scappare, a virare dopo l’attacco o durante l’avvicinamento (operazione che, specie in supersonico, richiede parecchi secondi) e porsi alle spalle la minaccia, la sua velocità avrebbe ridotto rapidamente la gittata utile dei missili Phoenix (che sono capaci di quasi mach 3 come media sui tiri a lunga gittata, quindi a mach 1,5 la loro portata può aumentare del 50% o dimezzarsi, a seconda dell’angolo di intercettazione). Inoltre, ECM a parte, il cannone di coda poteva certamente essere usato anche come arma CIWS: con una cadenza di 3.400 c.min (pari a quella di un Phalanx), contro il Phoenix grande quasi come un Exocet, qualora questo avesse avuto una velocità residua ridotta (con i tiri a lungo raggio), diciamo meno di mach 1 di margine (300 m/s), per esempio una velocità d'approccio di 2,5 mach contro il Backfire in fuga a 1,5+ mach, il cannone poteva certamente intervenire, anche con le munizioni contenenti chaff (il cui uso peraltro è piuttosto difficile da capire). Non avendo il clutter a coprirlo (come nei missili sea skimmer), il Phoenix avrebbe corso il rischio di essere abbattuto avvicinandosi in coda, così come anche vari tipi di SAM. In tal senso, i Tu-22M2 erano meglio piazzati, avendo ben 2 cannoni GSh-23 (oltre 6.000 c.min), inizialmente scambiati per due NR-23 (850 c.min l'uno) dalla NATO che non era riuscita a vederli abbastanza da vicino. Oppure, forse, la torre aveva due cannoni AM-23 (1.200 c.min l’uno). Tutto sarebbe dipeso dalla capacità del radar di ricerca, ma considerando le esperienze sovietiche con gli ZSU e i primi CIWS del mondo (gli AK-630) l'ipotesi di una certa capacità antimissile delle torrette di coda è concreta, anche per la grande velocità dei Backfire lanciati in fuga. Stando così le cose, un Phoenix, capace di una portata di 150 km, dovendo inseguire un bersaglio supersonico vede il raggio d'azione già ridursi a 70 km (o a 40-50 km se il bersaglio raggiunge mach 2), ma se questo è anche capace di localizzarlo e abbatterlo, si ridurrebbe di altre decine di km, dovendo conservare quantomeno uno scarto di velocità elevato. Ma questa possibilità non è stata mai collaudata in un'azione di guerra reale o ,per quel che se ne sa, in test operativi, per cui resta solo speculativa. Comunque, questo aereo rappresentava (e rappresenta tuttora) un sistema d'arma estremamente sofisticato, non solo come bombardiere ma anche nel ruolo antinave. In seguito alla dissoluzione dell’URSS, la totalità Dei TU-22M entrò a far parte delle aviazioni militari di Russia, Ucraina e Bielorussia. Il Tu-22M divenne pienamente operativo con l’aviazione sovietica nel 1973. La VVS lo impiegò per svolgere operazioni di ricognizione, sia terrestre sia navale. Comunque, fu impiegato in operazioni belliche reali durante la in Afghanistan, negli anni 80. Qui svolse operazioni di bombardamento convenzionale. Complessivamente, con l’aviazione sovietica ne entrarono in servizio circa 500 esemplari di tutte le versioni. Non fu mai oggetto di esportazioni, neanche verso Paesi amici. La Russia, che ha ereditato la maggior parte degli aeromobili sovietici, è stato (ed è tuttora) il maggior utilizzatore del Backfire. Nel 1993 ne aveva 170 nella V-VS e 160 per l'AV-MF (Aerei gen-93). Essi soffrivano, comunque, la riduzione delle attività di volo, che presto scesero a valori dell'ordine delle 20-30 ore l'anno, a causa della crisi economica in atto nell'ex-URSS. A metà anni '90 c'erano le Armate aeree di Smolensk e Irtkutsk, con circa 100 aerei, più ben 130 (e una dozzina di aerei 'elettronici') per l'aviazione navale, con unità per le varie flotte (fonte: RiD). Nell'ottobre 2008 risultano in servizio 162 Tu-22M<ref>http://warfare.ru/?linkid=1618&catid=257 Tu-22M attivi su warfare.ru</ref>. Di questi, 117 esemplari sono inquadrati nella 37° Armata Aerea, che gestisce tutti i bombardieri strategici della VVS. * 52° Reggimento da Bombardamento, con base a Shaikovka. *200° Rgt, Engels. *840° Rgt, Soltsy (Novgorod). *444° Rgt, Vozdvizhenka. * 43° Centro d’Addestramento, Ryazan. L’Aviatsiya Voyenno-Morskogo Flota ha in servizio i restanti 45 aerei, inquadrati in tre reggimenti. * 33° Reggimento da Bombardamento Centrale, ad Ostrov (Pskov), che dipende direttamente dal comando dell’Aviazione Navale. *568° Reggimento Indipendente, Kamenny Ruchei (Flotta del Pacifico). *924° Reggimento Indipendente dell’Aviazione Navale, Olenegorsk (Flotta del Nord). Infine, altri 93 esemplari risultano in riserva. Nel 1991, l'Ucraina si ritrovò sul suo territorio una notevole quantità di bombardieri strategici. Di questi, una parte erano Tu-22M (versioni '''M-2''' ed '''M-3'''), inquadrati in due reggimenti a Striy e Poltava. Nel 1999, risultavano ancora operativi una sessantina di esemplari. Nell'ottobre del 2000, l'Ucraina chiese agli Stati Uniti di finanziare la distruzione dei Tu-22M in loro possesso, e dei relativi missili. Nel 2001, fu ufficialmente comunicato che era stata finanziata la demolizione di 47 aerei [<ref>http://www.globalsecurity.org/military/world/ukraine/tu-22m.htm Tu-22M ucraini]</ref>. La demolizione dei restanti esemplari pare sia stata ultimata nel 2006. La Bielorussia si ritrovò sul proprio territorio un certo numero di Backfire. Complessivamente, si trattava di una cinquantina di aerei, inquadrati in due reggimenti: *200° Reggimento da Bombardamento Pesante, Bobruysk *402° Rgt, Balbasovo Gli aerei di queste unità vennero successivamente restituiti alla Russia. Nonostante le molte partecipazioni agli airshows degli anni '90, e le offerte alle potenze regionali che se lo potevano permettere come erede dei Tu-16 e Tu-22, e suscitando ovunque impressione (indimenticabile la presentazione ufficiale in Occidente, il Tu-22M3 atterrato a Farnborough nel 1992), ma a causa di problemi economici e politici, i Paesi che hanno dimostrato interesse a proposito del Tu-22M sono rimasti solo Cina ed India. La Cina ha trattato l’acquisto di un piccolo numero di aerei di questo tipo già dal 1993, ma non si è mai arrivati ad una conclusione positiva della trattativa<ref>[http://www.globalsecurity.org/military/world/china/tu-22m.htm Tu-22M in Cina.]</ref>. L’India, nel dicembre 1999, ha annunciato di aver concluso con la Russia un accordo per il leasing di quattro Tu-22M3 da utilizzare per il pattugliamento marittimo, ma pare che in seguito sia stato abbandonato tale piano.<ref>[http://www.globalsecurity.org/military/world/india/tu-22m.htm Leasing di Backfire all’India.]</ref>. Infine, recentemente si è vociferato di aerei in servizio in Iran, ma anche qui non c'è niente di sicuro. Quanto alla crescita potenziale del Tu-22M-3, si nota come non vi siano munizionamenti guidati intermedi tra l'AS-4 e le bombe a caduta libera. Si pensava di equipaggiarlo con tali sistemi, del resto ampiamente diffusi con l'aviazione tattica (si pensi solo alla panoplia di missili e bombe che arma i Su-24, ma anche i Su-17 e MiG-27: un qualcosa che, ai tempi della Guerra fredda, aveva ben pochi equivalenti, visto che gli stessi Tornado europei hanno visto notevoli ritardi nella fornitura di armi analoghe, spesso entrate in servizio solo dopo la Guerra fredda); ma questo non si è materializzato in tempi utili, soprattutto per via dei problemi economici della Russia. Ma grazie allo sviluppo di avionica avanzata come quella dei Su-27SK, 34 e 35, non ci sarebbero problemi particolari ad introdurre tali modifiche anche ai Tu-22M. E se i Cinesi acquisissero i Tu-22M, potrebbero aggiungere molte delle loro innumerevoli armi aria-superficie (specie nel settore dei missili antinave). Visto che gli ucraini hanno pensato bene di esportare i Kh-55 (AS-15) che gli erano rimasti in mano ad Iran e Cina, usare i Backfire-C e i missili di questo tipo, sarebbe a dire di possedere una capacità di 'strike' che parte diciamo da Mosca ad Ovest, alle Hawaii e l'Alaska ad Est. Non è chiaro invece se si abbia anche interesse per i missili AS-4, che rappresentano un po' un problema, dato che sono potenti e veloci, ma decisamente grossi, poco numerosi, e di manutenzione complessa e anche pericolosa (dato il tipo di propellente, che include anche la micidiale idrazina); del resto i cinesi, con la famiglia 'Styx' e Silkworm, hanno motori a razzo di simile tecnologia, sebbene meno prestanti. Integrare le bombe a guida laser KB-500L e 1500L (curiosamente, a differenza degli occidentali, manca il tipo da 1000 kg, che è forse la migliore combinazione per colpire bersagli 'duri' ma senza sovraccaricare troppo l'aereo); in teoria, potrebbe sostituire le rastrelliere per nove FAB-250, modificandole per sei KAB-500; pod come i Sapsan-E, con designatore laser e visore termico, potrebbero essere agganciati esternamente. Altre opportunità sono le KAB-500Kr e 1500Kr (a guida TV), pu se è necessario il pod datalink APK-9 Tekon, quello usato già dai Su-30MKK e Su-27SKU cinesi; è ora disponibile anche la KAB-500S-E, a guida GLONASS, oltre al tipo KAB-1500TK (equivalente della GBU-15). Per i missili, essendo più 'intelligenti' delle bombe, le difficoltà sarebbero forse minori nell'operatività, anche se richiedono maggiori investimenti per l'integrazione: uno è il Kh-31 (AS-17 Krypton), o il Kh-35U 'Khrarpunski', con lanciatori AKU-58 modificati. Quanto alle ECM, la PLAAF opera già con l'SPS-171 e 172, per cui non vi sarebbero molte difficoltà di gestione della piattaforma. Un altro sistema da aggiornare è il radar, con il Leninetz B004 del Su-34, un sistema a scansione di fase con antenna fissa, che costituisce il meglio della produzione russa nel settore, oltre al NIIP BARS e l'IRBIS E dei Su-30MK e Su-35BM. Lo spazio interno del bombardiere è più che sufficiente per affrontare aggiornamenti del genere, con sistemi provenienti da macchine di classe inferiore, ma con tecnologia più evoluta (e magari, se si vuole strafare, applicare un'antenna ingrandita e un generatore di potenza più capace per sfruttare con poche modifiche la nuova tecnologia adattata agli spazi maggiori), del resto il B-1B vola con un radar che è niente di meno che l'evoluzione dell'APG-66 dell'F-16. Infine i cockpit dovrebbero (finalmente) vedere l'introduzione di schermi multifunzione, latitanti in tutti gli aerei sovietici, ma disponibili con le nuove versioni dei Su-27-35. Il Tu-22M è stato usato anche in guerra. Essi vennero usati in Cecenia e anche di recente, sulla Georgia, dove uno è stato abbattuto, forse da un SA-11. Anche gli Ucraini avevano parecchi Backfire, ma questi erano poco usati e anche meno operativi di quelli russi; meno noto è che i Tu-22M sono stati usati anche nelle ultime parti della guerra dell'Afghanistan, come bombardieri convenzionali, scortati dai caccia e dai Tu-22 da guerra elettronica per prevenire interventi dei pericolosi F-16 pakistani. In seguito sono stati usati anche sulla Cecenia, nel 1995. Certo è che, seppure non senza problemi, il Tu-22M è riuscito laddove il Tu-22 aveva fallito, ovvero sostituire largamente il Tu-16 Badger, il che non è certo una qualità da poco: al giorno d'oggi, come si potrebbe realizzare in fretta una flotta di circa 400 bombardieri supersonici, come riuscirono a fare i sovietici tra gli anni '70 e '80? Naturalmente, sostituire un aereo di questa mole è un compito arduo, considerando i costi a cui oramai ascendono gli aerei, specie quelli militari. Per questo la V-VS ha puntato sul Su-34, aereo decisamente più piccolo, della famiglia Flanker, ma almeno abbordabile, sia pure con ritardi di consegne e finanziamenti considerevoli. Attualmente, un programma per sostituire 400 Tu-22M con altrettanti bombardieri da 100 t costerebbe la bancarotta delle casse statali; comprare un terzo di aerei di peso pari a circa un terzo è già un’impresa enorme (vedi il programma USAF per l'F-15E, per l'appunto dimezzato e poi faticosamente rialzato di qualche decina di unità). Ecco perché oramai i bombardieri pilotati sono un ricordo del passato, a maggior ragione ora che si possono telecomandare gli UCAV via satellite e colpire bersagli anche importanti comandando tutto da migliaia di km. ==Fonti e collegamenti== <references/> [http://www.ausairpower.net/APA-Backfire.html ottima pagina di analisi sul Backfire, altamente consigliata anche per la collezione di foto] [http://www.ausairpower.net/APA-Regional-PGM.html armi russe aria-superficie] * [http://www.globalsecurity.org/wmd/world/russia/tu-22m.htm Il Tu-22M su globalsecurity.org] * [http://www.fas.org/nuke/guide/russia/bomber/tu-22m.htm Il Tu-22M su fas.org] * [http://www.webalice.it/imc2004/files_bombers/TU-22M_BACKFIRE.htm Traduzione dell'articolo di fas.org su webalice.it Tu-22M] * [http://www.warfare.ru/?linkid=1618&catid=257 Il Backfire su warfare.ru] * [http://www.aviapedia.com/bombers/tu-22m-video#more-200 Video e foto del Backfire su aviapedia.com] [[Categoria:Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo|Unione sovietica]] 87tng824rb9vr6kseocieqa6j4bzya4 Antologia ebraica/Le Vie della Vita 0 34266 430776 420355 2022-07-20T18:27:34Z 79.41.214.193 Corretto: "davanti al" wikitext text/x-wiki {{Antologia ebraica}} {{Immagine grande|Sefer raziel segulot.png|525px|Un estratto dal ''Sefer Raziel HaMalakh'', che mostra vari [[:en:w:Segula (Kabbalah)|sigilli magici]] (o סגולות, ''segulot'', in [[w:lingua ebraica|ebraico]])}} =SEPHER RAZIEL HAMALACH= '''''[[w:Sefer Raziel HaMalakh|Sefer Raziel HaMalakh]]''''', (ebr. ספר רזיאל המלאך "[[w:Sefer|Libro]] di [[w:Raziel (angelo)|Raziel]] l'[[w:arcangelo|Angelo]]"), è un [[w:grimorio|grimorio]] medievale di [[w:Cabala pratica|Cabala pratica]], inizialmente scritto in ebraico e [[w:lingua aramaica|aramaico]], ma che sopravvive anche in [[w:lingua latina|traduzione latina]] col titolo '''''Liber Razielis Archangeli''''', in un manoscritto del XIII secolo [probabilmente] prodotto durante il regno di [[w:Alfonso X di Castiglia|Alfonso X di Castiglia]].<ref>Avilés, A.G., "Alfonso X y el Liber Razielis: imágenes de la magia astral judía en el scriptorium alfonsí", ''Bulletin of Hispanic Studies'', Volume 74, nr. 1, 1º gennaio 1997.</ref> Di seguito la parte centrale testuale.<ref>Il testo qui presentato non è una traduzione diretta, ma la traduzione della versione inglese di Steve Savedow (''Sepher Rezial Hemelach: The Book of the Angel Rezial'', Red Wheel/Weiser, 2000) la quale potrebbe contenere degli errori di senso, [il manoscritto originale, del resto, non è di facile intendimento]. Si veda comunque {{he}} ''רזיאל המלאך''. Amsterdam (1701) Chabad-Lubavitch Library. [http://www.hebrewbooks.org/pdfpager.aspx?req=23968&st=&pgnum=1&hilite= testo completo in versione PDF da HebrewBooks.org].</ref> ==Il Libro del Grande Arcangelo Ratziel== Benedetti siano i saggi, per i misteri emanati dalla saggezza. Con timore, la Torah è data per esporre la verità agli esseri umani. Della forza e della gloria, onora la Skekinah. Il potere delle più alte e delle più basse opere sono il fondamento della gloria di Élohïm. La parola segreta è come latte e miele sulla lingua. Che non siano per te soltanto. Gli insegnamenti non ti siano stranieri. Questo libro proclama il segreto di Raziel, ma soltanto all'umile. Tieniti nel mezzo del giorno, senza essere incitato e senza attendere ricompensa. Apprendi i tributi del timore di Élohïm. Distogliti dal male e misura la strada per ricercare la perfezione. Il segreto è il timore del Signore. Meritandolo va direttamente al segreto. È scritto, non rivelare il segreto di El che per servire i profeti. Ci sono tre segreti che corrispondono alla Torah dei profeti. Tutti i segreti corrispondono a questi tre. Il primo comandamento è la prima saggezza, timore del Signore. È scritto, il timore del Signore è la prima conoscenza. Il principio della saggezza è, quindi, il timore del Signore, corrispondendo alle tre saggezze. È scritto, della saggezza esteriore, rallegrati e costruisci la casa della saggezza col segreto del fondamento. Sii saggio aprendo il cuore al segreto. Ci sono tre tipi di segreti. Il segreto della Merkabah, il segreto di Bereshith, ed il segreto dei comandamenti. Questi sono chiariti con l'aiuto di Shaddaï. Ci sono tre tipi di timore del paradiso. Questi sono: Il timore del Signore, il timore di Shaddaï, ed il timore di Élohïm. È reso chiaro che il timore del Signore consiste nell' amare il nome di Dio e servire con amore. È scritto, l'uomo è felice di temere il Signore. Non è scritto qui del timore di Élohïm, ma solamente del timore del Signore. È scritto nei comandamenti di servire con amore. Abbi il desiderio di contemplare il cuore e custodire i precetti. Nei comandamenti, è detto del timore di Élohïm, temi Élohïm, per tema di cadere nelle mani della tentazione. L'uomo non deve servire nella tentazione, e questo per timore di non potersi alzare quando si pronuncia il nome dinanzi al re. È stabilito, come è scritto, che Abraham era il ben amato. Dio gli parlò per chiedere suo figlio. È scritto, sappi temere Élohïm. Conosci l'amore. Sappi che è stabilito, che l'uomo è felice di non agire sotto il consiglio della malvagità. È scritto qui, l'uomo è felice di temere il Signore. Mostra del timore verso i cieli tutto il giorno. Contempla l'amore nel cuore. Il timore dei cieli è in ogni momento nel cuore, il timore della purezza del Signore. Quelli che lo temono sono amati dal Signore. Vi è grande dignità nel vivere nella purezza. Bagnati nella gloria della luce di Élohïm. Va' dalle tenebre verso la luce, distinguiti da quelli che sono smarriti. Come la luce che scintilla sul mare, fu il timore di Élohïm che parlò ad Abraham. Per amore, la comprensione fu creata dall'amore e il timore. Un migliaio di generazioni provengono dall'amore. È scritto nel Midrash di tre tipi di offerte. Sono l'offerta sacrificale, l'offerta di pace, e l'offerta di peccato. Ci sono tre classi di perfezione. Sono l'amore, la supplica, ed il timore. L'offerta sacrificale corrisponde all'amore. L'offerta di pace corrisponde alla supplica. L'offerta di peccato corrisponde al timore. L'offerta sacrificale è un sacrificio alla gloria di Dio solo. L'offerta di pace e l'offerta di peccato è eseguita per la salvezza del corpo vivente. Proclama l'amore con la supplica e la supplica con il timore. Per amore, servi Dio con perfezione. Prima di ogni cosa riconosci la gloria e l'onore ai soli regni. Per bontà, il Signore creò l'universo con la parola, non con il lavoro. Dio, sia padre che re, è forte e saggio, buono e compassionevole. Sii, quindi, tollerante per ogni cosa, colmando tutto il più alto e tutto il più basso, sostentando negli alti luoghi e generando tutte le creature. Rivela i misteri dell'universo, la conoscenza del bene e del male. Tollera la malvagità con il ''[[:en:w:Tikkun HaKlali|Tikkun ha-Klali]]'' (''restaurazione completa''). Considera, ogni bontà è al giusto che ama Dio. Loda e vanta le più grandi opere. L'offerta sacrificale è sacrificio. Con la supplica, servi nel luogo santo, benedetto sia. Cadi in supplica ed in petizione. Richiedi per ciascuna misura di bontà e la benedizione per il beneficio del corpo. Questo è il fondamento della saggezza, comprensione della conoscenza. Per questo, apporta la luce nei giorni. Guarisci la donna incapace di concepire e genera dei figli retti di cuore. Esegui le opere per la ricchezza, per la gloria, e per i tesori, ma fine di bene. Invoca il Signore là in alto, quindi sacrifica l'offerta di pace. Venera e servi Dio con grande paura. Sii libero delle maledizioni citate nella Torah. Le punizioni provengono dal luogo santo, benedetto sia. La sua misura [il luogo santo] è più lunga della Terra e più larga del Mare. Sii libero dalle afflizioni, dalle ferite e dalla sofferenza. Non piegarti al dolore. Non essere comandato da terre straniere. Non portare la morte, e non parlare il male. Colma i giorni del mondo, di bontà e di benedizioni. Libera dalla sfortuna, dalle afflizioni e dalla distruzione dei muri del fuoco della Gihenam. Il cattivo si prepara a bruciare nelle fiamme nel giorno del grande giudizio. Nel timore del Signore, levati per il sacrificio dell'offerta del peccato. Fa' tre sacrifici: L'offerta sacrificale, l'offerta di pace, e l'offerta di peccato. Sacrifica nella casa unita, tramite il sacerdote unico, nel nome del Dio Unico, esattamente tre pietre di arenaria: per l'amore, per la supplica e per il timore. Completali e sarai protetto da Dio che ti protegge e ti ama, per le tue suppliche ed il tuo timore. La saggezza inizia dal timore del Signore e l'amore per il paradiso. Il cuore del giusto brucia come le fiamme del fuoco. Rispetta i precetti nel timore del Signore. Questo, il Signore Élohïm lo pretende, senza ricompensare il timore e l'amore. Del timore e dell'amore, è scritto, lo ''[[w:Shemhamphorasch|Shemhamphorasch]]'' [''il nome divino di settantadue lettere''] è stato creato con amore. Secondo la parola scritta questo è il timore di Shaddaï. Temi Dio rispettandone ogni precetto. Cadi in supplica ed implora El. Esso stabilizza il cuore ed accorda immediatamente quanto richiesto. Rigetta la malvagità e condanna il cattivo, il quale rinuncia al timore di Shaddaï. Esso [El] sa quando rifiutare la pietà per i peccati. Esso [il malvagio] rinuncia alla supplica, non riverendo il nome di Shaddaï, e lascia al desiderio o al male di crescere nel suo cuore. Nel mezzo della sua casa, l'umile mostra del timore, e riunisce nella casa. È scritto nel Midrash, rifiuta la pietà a quelli che rinunciano al timore di Shaddaï. Tieniti davanti a Dio, e servilo. Dimostra del timore pregando e ricevi qui la tranquillità. Liberati di ogni male. Dimora nel luogo segreto dell'altissimo, nascosto nelle tenebre dell'ombra di Shaddaï. Liberati dal laccio. Richiedi pregando. Parla, protetto dai trabocchetti. In ogni petizione a Shaddaï, sei benedetto da Dio il padre. Con l'aiuto di El Shaddaï, sii fecondo e moltiplicati. El Shaddaï vede e si allontana. Sii fecondo e moltiplicati. Per far ciò che tu sia silenzioso, e genera dal luogo segreto che il padre ti rivela. Stabilisci Shaddaï, con sessanta, quattrocento, trenta, e al di sopra è cinquecento. L'uomo Giacobbe genera figli e figlie. Sono in cinquecento. Cinquecento forti, 248 figli e 252 figlie. Vi sono quattro figlie in più dei figli. Dunque, sii fecondo e moltiplicati. Per la Ghematria, le lettere Tav Qoph sono il nome che governa: "sii fecondo e moltiplicati". Così, stabilisci per supplicare il nome. Dunque, il corso dell'universo è di cinquecento anni. Questo è amato da Shaddaï in quanto misura del paradiso. Parla del paradiso. Secondo Shaddaï, non vi sono abbastanza per servire. Ricordati di Shaddaï per il profeta delle nazioni che vedono Shaddaï. Vedi il timore di Shaddaï. Sii aiutato dal nome Shaddaï, protetto dei cattivi spiriti. Protetto da Shaddaï, deposita e pronuncia delle preghiere di supplica. Di conseguenza, il nome è scritto sul Mezuzah. Penetra il ferro al di sotto di Mezuzah. Proclama e ricordati del nome Shaddaï per proteggere dai cattivi spiriti, ossia IHOH BATh BSh MTzFTzSh. Con la lettera Shin di Shaddaï, Shin è al di sopra nel nome di IHOH. Con la Shin al di sopra BATh BSh ShM HQDSh GDI corrisponde a ID KOZO BMOK'SZ KOZO scritto nel Mezuzah. Rivela il segreto dei quattordici segni del nome santo. KOZO HOIH in Aleph Beth invertito. Così, Yud sostiene Kaph, Kaph sostiene Vav, Vav sostiene Zayin, e Hé sostiene Vav. Dunque, KOZO. BMOK"SZ ALHINO. Beth sostiene Aleph, Mem sostiene Lamed, Vav sostiene Hé, Kaph sostiene Yud, Teth sostiene Nun, Zayin sostiene Vav. Ecco quattordici segni che corrispondono ai tre nomi H'ALHINO. Così, scrivi quattordici lettere per la benedizione dei due corrispondenti a H' ALHINO. Scrivi Shaddaï con Shin Daleth Yud. Il primo Daleth corrisponde alla nuca. Lo Yud di Shaddaï corrisponde ai padri, Giacobbe, Isacco, ed Abraham. Le ultime parole scritte sono BATh BSh ShDI. Beth, Shin, Qoph, Daleth, Mem, e Yud. Yud Yud Aleph è il valore di AHiH. Quando aggiungi i numeri Resh, Tav, Vav Samekh, Tav, Israele proclama che Giacobbe è Resh, Yud Vav in numero. Vale a dire, prendi Resh, Tav Vav, Samekh Tav, dei padri Abraham, Isacco, Giacobbe, Israele ha 203. Combina tredici lettere dei tre nomi dei padri e ha 210. Dunque, i segni dei padri corrispondono a tredici tributi. Ci sono tre lodi. Dell'Aleph davanti al nome sono 63 aspetti. Di conseguenza, vedi il Dio di Abraham, il Dio di Isacco, ed il Dio di Giacobbe, con El Shaddaï. Anche, il segreto di Shaddaï è rivelato calcolando Tav Qoph. La vita dei padri è 502 anni. Abraham visse 175 anni. Isacco visse 180 anni. Giacobbe visse 147 anni. Insieme, gli anni si sommano a 502. Beth corrisponde al cielo ed alla Terra. Nel corso di 505 anni, i padri vi si aggiungono come i giorni dei cieli al di sopra della Terra. Rende chiaro come i giorni dei cieli al di sopra della Terra. La corsa è di 500 anni, come le vite dei padri. La lettera Shin è nella casa della preghiera. Inizialmente, contempla la corrispondenza con Giacobbe, è Israele scritto. Dunque, loda pregando. Proclama la lode e di': Lodato sia l'alto sovrano, e gli scelti sparsi sulla Terra. È scritto, sia sparsa dal cielo sulla Terra, la bellezza d'Israele. Le preghiere proclamano la gloria. Pregando con le lettere di gloria, rimani nella strada del Signore. Di conseguenza, per i nove padri, dona la corona nel luogo della preghiera. I giorni del Messia, dona le lodi sotto la corona. È scritto nel Libro della Formazione, la lettera Shin regna. Lega alla corona e lega qui i cieli. Così, il fuoco somiglia a Giacobbe nel paradiso. Con la lettera Shin, crea il fuoco, e vedi qui il fuoco. Dunque, nella casa di Giacobbe è il fuoco corrispondente alla lettera Shin, poiché Giacobbe combatté l'angelo di fuoco. Di più, la lettera Shin ha tre rami, che corrispondono ai tre nomi di Giacobbe, Israele e Jeschuron. La lettera Shin è in tutte le case nobili. È scritto, l'immagine incisa sul trono di gloria somiglia all'immagine di un Cherub che vola. Va' verso l'Egitto. È scritto, vola come il Cherub quando prende il suo volo. Venera Israele con la mano della forza. È scritto, riverisci Israele, con la mano dell'avo. Israele somiglia a Giacobbe e quindi al mare. Canta l'inno di Israele. Il signore regna per sempre e per l'eternità. Così, somiglia a Giacobbe, secondo la verità scritta. Accorda la verità a Giacobbe. Così, non andare verso le immagini scolpite. La figlia, Dinah è stata turbata da Shechem e dalla donna Aseneth, figlia di Potiherah. I tributi si moltiplicano per diffondere la Legge. Non parlare dell'idolatria. Nella casa di Giacobbe, scritto da Giacobbe, si trova il grande nome ed il santo Tzietz. Prendi Mikal per divenire la donna di Potipherah. Proclama Giuseppe per prendere la figlia. Intorno a Shin, dodici preghiere dividono, corrispondenti alle dodici tribù. I tre dividono e tre tribù si spiegano mentre procedono dall'Egitto. L lettera Daleth corrisponde alla nuca, corrispondendo ad Isacco. Drizza la schiena per unire il nome di Dio. Daleth è la carne della schiena. Tutta la carne della schiena corrisponde dietro alla nuca. Di tutta la carne della parte posteriore della nuca. Così, radi la schiena, poni la correggia sulla carne. Domanda a proposito di Isacco. la lettera Daleth è sulla testa in porpora. Così, la lettera Daleth corrisponde alla nuca. Anche, traccia al di sopra e sotto, rimanendo nel quarto firmamento, il nome nel Tempio Santo, ossia il tabernacolo santo delle quattro coperture. La prima copertura è blu cielo, la seconda copertura è una pelle di capra. La terza è cuoio di montone. La quarta copertura è cuoio egiziano. Nella casa più bassa, Isacco è sacrificato dalla parte posteriore dell'altare dei gradi, corrispondendo quindi a Daleth. È scritto nel Libro della Formazione, regno con Daleth. La lega strettamente e crea Marzo nel quinto firmamento. Stabilizza il Sole, riceve il caldo del Sole per essere secco come il fuoco. Così, Daleth corrisponde ad Isacco, il levare del sole. Marzo è secco come il fuoco, e indicato per il calore, la collera ed il corruccio. Dunque, quando Dio è in collera, ricordati di Isacco, perché è onorato. È scritto, togli le ceneri delle offerte bruciate. Lo Yud di Isacco corrisponde ad Abraham, provato da dieci prove [Genesi 22]. Dona in preghiera vicino al lato della prima casa al di sopra del primo nome Abraham. È scritto nel Libro della Formazione, la lettera Yud regna. La lega alla corona e crea la Vergine [Virgo]. Abraham prende la sua amata sposa come una vergine e forma con lei la lettera Yud. La perfezione del Signore è scissa. Alzati per il consiglio della perfezione. È scritto, alzati verso la perfezione. È scritto in contrasto del consiglio, sii istruito dalla perfezione e corrispondigli. Consiglia e parla agli amici vicini. Il padre Abraham non ha appreso molto dal libro, ma la perfezione appresa è stata simile a due fontane, o sorgenti di saggezza. Di più, la lettera Yud corrisponde ad Abraham che solleva la mano del Signore Dio. Lo Yud corrisponde al cuore. È scritto, il fedele colpisce col cuore. Di più, lo Yud corrisponde ad Abraham, perché secondo ciò, Dio prevede che Abraham serve per dieci prove. L'universo è creato con dieci parole. È scritto nella storia dei cieli e della terra, che il nome Abram divenne Abraham. I dieci numeri non sono niente. Così, uno e due, tre e quattro, cinque e sei, sette ed otto, nove e dieci. Dopo, tutti i calcoli si ripetono. Comincia undici, dodici e così via. Allora, venti è due volte la lettera Yud. Trenta è tre volte la lettera Yud, e così via. Così, tutti i calcoli sono la perfezione. Niente è dissimulato dal linguaggio. Con dieci numeri, parla e chiudi la bocca per dire profondamente. Innanzitutto, la Shekinah precede l'universo di una miriade di miriadi di anni, o di altrettanti di anni poi. La gloria dell'universo è al di sotto o al di sopra, sprofondata e profonda. É nell'est e l'ovest, il nord ed il sud. Quanto grande è la luce. Nelle tenebre, oscurato il firmamento. Qui è la lettera Yud. È innanzitutto la lettera Aleph. Alla fine è la lettera Beth. Gimel è al di sotto. Daleth è sopra. Hé è all'est. Vav è all'ovest. Zayin è al nord. Heth è al sud. La luce della lettera Teth rivela la luce nell'aria. Le tenebre oscurano ogni cosa. Tutto è formato. È in tutto, ed è tutto. Inchinati per tutto. Sollevati e da' dei ringraziamenti nel cuore. Come la lettera Yud si inclina, gli antenati di Abraham hanno fatto. Comprendi ciò con il Libro della Formazione. Rivela il Signore. Ponilo nel seno e bacia la testa. Fa' un'alleanza. Anche, c'è molto più di rivelato nell'opera segreta del Bereshith con l'aiuto di Shaddaï. Ugualmente, la lettera Yud corrisponde ad Abraham poiché Yud sostiene Kaph. Da Adamo fino ad Abraham si trovano venti generazioni. L'universo è stato creato da Yud. Genera delle piccole cose, poiché Yud è diminutivo. Yud è un uomo umile, inclinandosi e rialzandosi. Ugualmente, chiarifica il timore per Shaddaï. L'uomo serve Dio con l'amore del cuore. Grande è il timore e la devozione. Rispetta i comandamenti. Rallegrati nelle suppliche per servire il creatore dell'universo. Rallegrandoti e temendolo, servi il Signore nel timore e trema di esaltazione. È scritto, servi il Signore rallegrandoti. Il cuore si rallegra di implorare il Signore. Temi Élohïm e servi nella paura della Gihenam, del giorno del giudizio, della sofferenza e del tormento. È il timore di Élohïm. Giudica e concede le retribuzioni, corrucciato per i peccati dell'uomo. È difficile parlare di ogni parola, Élohïm, io ti temo e parlo con grande difficoltà, molto forte, ai tuoi piedi. Non devo cadere per riposare, ma viaggiare verso la casa e temerti, a meno che non sia punito. È scritto, Élohïm, giudicami per il timore. Temo Elohiek, parlando ogni parola dedicata nel mio cuore. È detto, per il Signore Elohiek, temi e sostieni il timore di Élohïm, per non decadere dalla grazia. In ogni luogo, temi Élohïm e servi con il timore. Contempla il timore del Signore. Servi con amore, corrispondendo all'offerta sacrificale. Sii sostentato in esaltazione per il timore di Shaddaï, perché non temere non è servire il Signore. Corrispondendo all'offerta di pace, è consumato del grasso e del sangue. Il resto è per i Signori. Il desiderio dell'alto sacerdote è l'offerta di pace, portando la pace nel mondo. Servi con amore e suppliche, e rinforza il corpo. Dagli la Torah, di ricchezze e tesori e gloria e comprensione, temi Élohïm. Servire nel timore è il fondamento. Della casa dell'uomo, non privare il supporto corrispondente all'offerta di peccato che va al di là dei peccati. C'è un grande amore nelle petizioni e le suppliche del timore. In questo momento, diventa saggio e prospero. L'amore del benedetto, dopo, scrive il segreto della Merkabah. Che l'uomo possa essere per sempre saggio per il timore. Contempla la saggezza del mondo. Con la gloria, forma il re di carne e di sangue. Comanda gli eserciti e parti in guerra per sterminare i nemici nel nome del Signore. Riverisci prima di andare al combattimento. Se non c'è riverenza, i nemici spargeranno la devastazione, che dominerà il paese e in ogni casa. Il re dei re, Dio esalti il timore prima di andare su tutte le strade. Il Signore è dovunque ed in ogni luogo. Osserva il buono ed il cattivo in ogni luogo. Meritando riverisci il Signore con perfezione. Unisci le nazioni affinché la nazione non sia divisa. Opera con la benedizione dei cieli. Ogni strada è creata dalle benedizioni. Così come anche il cuore. È scritto, soddisfa il Signore. È eterno, e quindi stabile. Benedetto sia il Signore. Ordina agli uomini di legare e di calcolare ogni stagione. L'uomo che è un peccatore o un ladro o un adulterio di donna, spingilo a contemplare oltre. Questo uomo non può conoscere o avvicinarsi alla saggezza, una disgrazia che è in ogni dimora creata dalla saggezza del Creatore. Contempla la saggezza che ha creato i precetti, facendo ricompensa per l'amore. Servi il Signore un poco e servilo molto. Di più, l'uomo sta sempre attento a non dimenticare il voto del Creatore. Porta il Signore del giudizio davanti ai magistrati. Rivela che i magistrati comandano al negromante [''nel senso di quello che invoca degli spiriti per conoscere il futuro''] e al mago, o si impegnano in opere demoniache o in opere per la conoscenza dei segni dello zodiaco. Non essere falso o ingannevole, perché è rivelato che i magistrati sanno tutto. Di più, temi le opere che legano come una sorte cattiva, per timore di non essere giudicato dai magistrati. Dio dà la vita all'uomo nel cuore. Con la via del timore, rivela tutti i pensieri e la comprensione di tutte le opere. Sii signore con le persone e sappi invocare il Signore del giudizio. Pronuncia le parole per mettere fine all'inganno. Alzati affinché le parole possano essere vere. È scritto che quelli che non sono puri non si alzeranno per conoscere l'universo. È dato di conoscere quando la vergogna è necessaria. Parla, non commetterò atti di iniquità, o ingannerò con le parole scritte o dette, non per stabilire davanti agli occhi. Così, in ogni ora ed in ogni minuto, contempla l'amore e cerca il cuore. Esamina la perfezione. Rispetta i precetti e mostra del timore in tutta la tua vita. Sulla radice degli atti benefici misurati precedentemente, che tu sia giudicato da ogni parola che scrivi, piuttosto che per tutte le tue opere. Sulla radice del timore, le parole sono difficili. Sappi quando temere Élohïm e la perfezione. Sulla radice della supplica, rallegrata il tuo cuore con l'amore di Dio. Rallegra il tuo cuore delle petizioni al Signore. Così, sarai amato e protetto. Sulla radice della Torah, la più profonda conoscenza delle opere di tutte le parole, è scritto, tutto ciò che è stato fatto dal Signore è buono. La radice dei precetti è di otto parole, corrispondendo agli otto figli del Tzitzith. Scrivi e ricordati di tutti i precetti del Signore. Il primo filo corrisponde agli occhi. Non guardare senza alzare gli occhi. Non traboccare di lacrime. Dopo, gli occhi non si chiudono. Parla con il potere degli occhi, per timore di dimenticare le parole viste. Abbassa gli occhi al saluto. Di più, il Totephith è tra gli occhi. Il secondo filo corrisponde agli orecchi. Che tu non sia ingannato sentendo delle menzogne, né sentendo la fine delle parole. Israele ascolta i decreti. Il terzo filo corrisponde alla gola. Non inghiottire tutte le abominazioni. Fallo per mangiare matzoh e cose similari. Il quarto filo corrisponde alla bocca. Non lasciare la lingua pronunciare le parole. Di tutte le parole scritte, non penarti di fare il giuramento, non tradire con le parole o pronunciando il nome, non fare giuramento se pronunci delle menzogne. Di più, i denti non sono bianchi nella bocca, o la lingua articola. Il quinto filo corrisponde alle mani. Non stendere la tua mano nel peccato e non rubare. Apri la porta con la mano. Lega i segni con questi significati. Il sesto filo corrisponde ai piedi. Non seguire dei stranieri, non inciampare e non cadere. Segui il Signore Elohik [''così nel testo ma probabilmente si tratta di un refuso, dovrebbe essere Élohïm'']. Misura tutte le strade, così come è comandato dal Signore Elohik [come sopra]. Guarda i piedi mentre cammini verso la casa di Elohik. Il settimo filo corrisponde alla pelle. Non commettere adulterio. Sii fecondo e moltiplicati. Rispetta la circoncisione. L'ottavo filo corrisponde al naso. Non lasciarlo irritare o eccitare dal dolce profumo dell'idolatria, o dal desiderio dell'oblazione. Aspira la mirra di Sabbath, e delle cose similari. L'uomo deve ricordarsi di queste otto cose per sempre. Lascia che esse siano nel cuore. Gli occhi per primi, il naso secondo, la gola terza, la bocca quarta, le mani quinte, i piedi sesti, e la pelle settima. Non peccare con essi. Il cuore è in ciascuno. Contempla i pensieri di ciascuno. È scritto nel Midrash, la congregazione diminuisce e cresce. Vedila ugualmente col passare degli anni. Getta alle battaglie. Il primo si alza e fa' l'offerta, fissando le corone. Il primo si alza, fissando le corone. Rivela ciò che è grande. Parla, per alzarti con le corone. Dei cattivi, abbatti i peccatori marci prima di sentire l'odore dell'idolatria. Gli occhi si chiudono prima del viaggio e la testa si distoglie dal Signore nella Gihenam. I primi fili del Tzitzith sono le fibre più lunghe e convenenti alla parure. Del primo filo, non parlare per distribuire le forze con cui vincere gli incirconcisi. Il corpo è conveniente per eseguire i comandamenti. Innanzitutto, comincia pregando. Secondariamente, le proclamazioni della Torah. Terzo, apri il cuore. Quarto, il naso odora il matzoh. Quinto, le mani danno la perfezione. Sesto, la consacrazione della Torah e le suppliche davanti a Dio. Settimo l'alleanza del corpo vi è sospesa settima. Ottavo, i piedi funzionano verso la sinagoga e la casa degli studi. Così, completa la perfezione. La radice del timore del Signore è di vietare i piaceri della lussuria con la via del timore del Signore. Non temere il Signore per la benedizione dell'universo, o per divenire eterno. Temilo, di paura per non essere perfetto davanti a Dio in amore. Poiché i comandamenti vengono nelle mani, tu fatichi nelle opere. Fa' come Abraham che sacrifica il figlio. È scritto, da questo momento, sappi che temi Élohïm. In questo momento, si è fatto conoscere. Prima che i segreti dell'universo fossero rivelati, la conoscenza non era nascosta nel ventre? Parla, tu non sei tentato. Oramai non sarai più tentato da tutte le tentazioni. Di più, la lettera rivela con la parola. Il cuore è perfetto per tutti i comandamenti, perché non è necessario di essere tentato. In questo momento, sappi che il Signore è grande. Tutto è Élohïm. Anche, con il nome Aloah, Giuseppe dice: Élohïm, ti mostro del timore. È difficile alzarsi e avvicinarsi verso te con i piedi. Difatti, Élohïm. Ti temo. I miei figli sopportano la carestia ed il corruccio di El. Tu, il Signore sei timore. È difficile alzarsi per la paura, a meno di non essere certi di non essere uccisi. Tuttavia, parlò del timore di Élohïm con la devozione del cuore. Parlò al Signore, ti onoro con il timore. Tu, il Signore, con le parole sante. Il peso è sul cuore. Contempla il timore del Signore. Ti temo, Signore. Sicuramente, prendi tuo figlio Isacco nel nome di Dio. Prendi il Nephesh e contempla il potere. Viene per legare, una tale parola. È difficile alzarsi, al di là del desiderio. La radice dell'amore è di amare il Signore. Il Nephesh è riempito di amore. Ti rallegri passando oltre i piaceri del corpo. Regni sui piaceri dell'universo. L'amore è rallegramento in forza. Fortifica il cuore. Contempla sempre come creare il desiderio di Dio. Genera il piacere, conducendo talune delle donne davanti all'amore del Creatore. Nella gioventù ed il passaggio dei giorni, molte donne non vengono davanti ad El. Con il desiderio del Signore El, il cuore brucia di elevarsi verso il Signore. Con molto amore e desiderio, elevati verso il Signore. Con il lampo della pioggia mattutina, beneficia grandemente di tutto senza fare desiderio del Creatore. Il corpo è custodito puro e santo per l'amore. Phineas tradisce il corpo ed uccide Zimri. Come Abraham, poni la mano verso il più alto quando in basso. Fino al laccio della scarpa, Elishah non ha desiderato di ricevere Na'aman, eppure amò i cieli nel cuore come delle fiamme. Unisci le separazioni, senza vedere le donne là e senza la parola gettata. Finisci le parole. Lavora e fatica, facendo favore al Creatore. Dilettati delle lodi per compiere il desiderio. Rallegrati per amare il Signore. La radice dell'umiltà è di allontanarsi dalla gloria e di essere lodato tornando davanti al Rabbi. È rivelato, raccogli gli amici del Rabbi per dormire. Sappi quando riposarti. Stenditi dopo i duri lavori. Sappi quando non faticare. Parla così del lavoro e del desiderio. Da' la gloria all'amico, ma non parlare delle giovani donne. É scritto, di te che mandi avanti e indietro, parla per inviare. Non parlare per inviare davanti agli eretici, né parlare per l'autorità del luogo. Essi sono ugualmente umili. Va' davanti al nome dell'amico, la casa di lode alla casa dei cieli. L'amico sperimenta e smette di parlare. Tutti sono capaci di diminuire la gloria. Grande è la gloria del timore del nome. È scritto, onora il Signore col timore negli occhi per condannare. Vedendo l'umiltà, non c'è desiderio di andare davanti a Dio. Grande è. Va' davanti a Shemethbiyiesh. Sii umile davanti al grande Shemethbiyiesh. Onorandoli, va' davanti al Signore. Proclamando, l'uomo apprende da El, è Rabbi Shemethbiyiesh che lo dice. Non lodare l'uomo prima, o molto dopo, fallo senza parlare molto. Parla così, come è scritto. Parlagli per apprendere di Rabbi Eleazer piuttosto che di Rabbi Jochenan Ben Zeketzi. L'amico è permesso. El contempla il cuore dell'uomo stesso. Quando lodi, non lodare il corpo. È scritto, loda il nemico, e non la bocca, ma solamente l'amico. Apprendi ad insegnare. Parla della perfezione di Ahieh. Osserva la via del Signore. Dichiara la forza di elevarsi verso l'alto. Prolunga i giorni e mostralo loro in alto. Di più, allunghi i loro giorni. Rispetta tutti i comandamenti in segreto. In segreto, va' con Elohik [vedi sopra]. Quando li rispetti, sappi prima di tutto come lavorare, come fossi in preghiera, e con il Tzitzith. Degli scrittori invidiosi, accresci la saggezza ed i comandamenti. Tutti sono capaci di fare dei comandamenti per la benedizione dei cieli. Parla del giusto, tu sei l'esattezza per ogni comandamento. Non essere preoccupato da altre cose. Poni l'amore del Creatore nel cuore. Il timore è necessario dinanzi a lui. Sii competente facendo i comandamenti. Rallegrati davanti ad El e pronuncia le ultime parole. In ogni luogo e nella sinagoga, tieniti in ammirazione davanti alla Shekinah. Stabilisci solamente lei nel tuo cuore. Non guardare di sfuggita, poiché c'è della disgrazia prima di fare l'alleanza. Essa è in collera quando l'uomo non è visto timoroso, a meno che tu faccia sapere agli esseri umani di essere in disgrazia. Tutto passa, ciò che i fratelli fanno. Non moltiplicare il lavoro. Ogni uomo fatica davanti al re e davanti alla donna. Il Creatore dei comandamenti vede prima del re. Con lo splendore, il re trova il favore nello sguardo; tuttavia, è vietato alle donne vedere. Di', è vietato alla donna di un uomo di vedere anche il viso del Signore. Quando impedisci la malattia, non vedere davanti alle donne. Il lavoro sarebbe doppio. Sappi che tutte le parole aumentate sono portate nelle mani del peccatore. Contempla la sofferenza della perdita dei comandamenti che corrispondono al lavoro. Lascia che tutte le opere siano per la benedizione dei cieli. È buono possedere più luminosità per essi. Quando le fai, sii felici in questo mondo. Le buone cose ti raggiungono sempre. Vengono dell'assistenza del Signore che ha creato i cieli e la Terra. Il segreto è il timore del Signore. Dell'opera segreta del Bereshith, Isacco dice, non è necessario cominciare la Torah, ma solamente di restaurarti in lei. Comincia dal Bereshith. A causa di ciò, parla della potenza delle opere rivelate al popolo. Tutto è stato creato in maniera da sapere e comprendere e rendere saggio con le più grandi e meravigliose opere. Sii testimone che non c'è nessuno che sia simile, e che non c'è nessuno che sia altro. Scrivo il libro per proclamare i segreti e rivelare la forza del creatore dell'universo. L'uomo è felice di apprendere tali segreti. Temi il Signore. Ospitalo, dividendo l'universo. Vieni e scrivi sull'apertura delle porte di tutto ciò che è in alto. Testimonia l'unità di Dio. Della gloria, offri il cuore al timore. Inchinati davanti a lui. È uno e non ce ne sono due. Benedetto sia. ==Note== {{Vedi anche|Serie maimonidea}} <references/> {{Avanzamento|100%|24 dicembre 2021}} [[Categoria:Antologia ebraica|Le Vie della Vita]] 6cts9sxp5ptubkgmpachhxcxgyo0jzw Antologia ebraica/Genitori e Figli 0 34270 430767 427928 2022-07-20T17:15:43Z 79.41.214.193 Corretto: "davanti ai" wikitext text/x-wiki {{Antologia ebraica}} {{Immagine grande|Guercino - Sibilla Samia, 1652-1653.jpg|540px|''Sibylla Samia'', del [[w:Guercino|Guercino]] (1653)}} = ORACOLI SIBILLINI GIUDAICI = ([[Antologia ebraica/Dalle Profondità|''Oracula Sibyllina'' LL. III]]-[[Antologia ebraica/Davanti a Dio|IV]]-[[Antologia ebraica/Genitori e Figli|V]])<br/> Gli '''[[w:Oracoli sibillini|Oracoli sibillini]]''' (latino: ''Oracula Sibyllina''), talvolta detti '''Pseudo-sibillini''', sono 12 libri<ref>Numerati I-VIII e XI-XIV.</ref> in [[w:lingua greca antica|greco]] di contenuto assai eterogeneo, scritti in [[w:esametri|esametri]] e contenenti varie [[w:profezia|profezie]] circa eventi storici futuri; prendono il nome dai [[w:Libri sibillini|Libri sibillini]]. Generalmente catalogati tra gli [[w:apocrifi dell'Antico Testamento|apocrifi dell'Antico Testamento]], sono suddivisibili in due parti in base al loro contenuto: giudaico-ellenistico quello più antico, giudaico-cristiano quello più recente. Il loro nucleo originario (libri 3-5) fu composto tra il II e il I secolo [[w:p.e.v.|p.e.v.]], ed è da mettere probabilmente in relazione con le comunità della [[w:diaspora|diaspora]] ebraica in Egitto; il testo originario fu poi rielaborato e ampliato in ambiente cristiano, tra il I e il VI secolo,<ref>Liliana Rosso Ubigli, ''Oracoli sibillini libro III'', in Paolo Sacchi (a cura di), ''Apocrifi dell'Antico Testamento'', vol. 3, Brescia, Paideia, 1999, p. 390.</ref> con evidente scopo apologetico. ;Composizione<nowiki>:</nowiki> Il contenuto degli ''Oracoli'' è stato definito «una straordinaria miscellanea il cui contenuto rispecchia una varietà di dottrine, assimilando le caratteristiche della letteratura profetica orientale e della cultura ellenistica».<ref>{{cita|Monaca|p. 5}}.</ref> Il nucleo più antico è infatti il risultato della rielaborazione delle collezioni di oracoli attribuiti alle [[w:Sibille|Sibille]], che tanta fortuna avevano presso il mondo ellenistico-romano; gli oracoli furono prodotti a scopo propagandistico, in modo che ne fosse esaltato il senso apocalittico e che potessero convogliare un messaggio monoteistico e messianico. Questo nucleo, infatti, è riconducibile al mondo culturale ebraico di [[w:Alessandria d'Egitto|Alessandria d'Egitto]], dove gli Ebrei della diaspora vissero a contatto con la cultura ellenistica, a partire dal III secolo p.e.v. o dalla prima metà del II secolo p.e.v.<ref>H.R. Drobner, ''Patrologia'', Piemme, 1998, p. 95.</ref> Successivamente il materiale fu rielaborato in ambiente cristiano, adattando le profezie giudaiche (profezie apocrife) in modo che prefigurassero l'avvento del Cristianesimo (come avvenuto nel caso della reinterpretazioni delle profezie dell'Antico Testamento all'interno dei vangeli canonici). La Sibilla, in particolare la [[w:Sibilla Eritrea|Sibilla Eritrea]], diventa dunque un'occasionale ''medium'' per la trasmissione delle profezie ispirate da Dio. I primi otto libri furono raccolti insieme da un autore anonimo, che compose anche il ''Prologo'', il cui intervento si fa risalire al VI secolo.<ref name=Mon19>{{cita|Monaca|p. 19}}.</ref> I libri più antichi sono quelli attualmente numerati come III, IV e XI; successivamente furono composti i libri I e II, collocati prima dei precedenti in quanto fanno riferimento alle fasi della creazione del mondo. Un gruppo a parte è costituito dai libri XI-XIV, nei quali si nota una fusione di temi escatologici-apocalittici con un carattere prevalentemente storico. A partire dall'antichità fino all'epoca romana, gli oracoli riportano eventi, storici o inventati, riconducibili a eventi luttuosi che colpiscono coloro che si oppongono al popolo scelto da Dio; in particolare sono evidenziate le difficoltà incontrate dai Romani, di cui viene sottolineata l'ostilità nei confronti degli Ebrei e la contrapposizione tra il loro dominio e il Regno del Figlio di Dio.<ref name=Mon19 /> La data e il luogo di composizione dei libri che compongono gli ''Oracoli'' sono i seguenti:<ref>Mariangela Monaca, ''Oracoli sibillini'', Città Nuova, 2008, p. 30.</ref> {| class="wikitable sortable" style="text-align:center" |- !Libro!!Ambiente di composizione!!Data |- | I e II | giudaico e cristiano | tra il 50 [[w:p.e.v.|p.e.v.]] e il 70 [[w:e.v.|e.v.]] |- | '''[[Antologia ebraica/Dalle Profondità|III]]''' | giudaico (cfr. [[Antologia ebraica/Dalle Profondità|testo Cap. 7]]) | 163-140 p.e.v. (nucleo originario)<br />dopo il 31 p.e.v. (seconda fase)<br />I secolo e.v. (terza fase) |- | '''[[Antologia ebraica/Davanti a Dio|IV]]''' | giudaico (cfr. [[Antologia ebraica/Davanti a Dio|testo Cap. 8]]) | dopo l'80 e.v. |- | '''[[Antologia ebraica/Genitori e Figli|V]]''' | giudaico, con interpolazioni cristiane<br/>(cfr. testo italiano di seguito) | I/II secolo e.v. (nucleo originario)<br />epoca adrianea o [[w:Marco Aurelio|aureliana]] (interpolazioni) |- | VI e VII | cristiano | II-III secolo e.v. |- | VIII | giudaico/cristiano | tra l'epoca aureliana e il III secolo |- | XI | giudaico | dopo il 19 p.e.v. |- | XII | giudaico | epoca di [[w:Massimino il Trace|Massimino il Trace]] (235-238) |- | XIII | giudaico | epoca di [[w:Gallieno|Gallieno]] (253-268) |- | XIV | giudaico | rielaborato prima della conquista araba di Alessandria (646) |- |} == Libro V == Ma su, odi la funesta epoca dei discendenti di Latino. Certo primissimi dopo i re d'Egitto che perirono, che la terra medesima cacciò giù tutti; e dopo il cittadino di Fella, sotto il quale fu ridotto tutto l'Oriente e l'Occidente ricchissimo; cui Babilonia svergognò, presentò cadavere a Filippo, e non veracemente detto figlio di Giove, o di Ammone; e dopo quello della stirpe e del sangue di Assaraco, che venne da Troia e 10 tagliò l'assalto del fuoco; e dopo molti sovrani, uomini cari ad Ares; e dopo i bambinetti, figli della fiera che divora gli agnelli: sarà signore primissimo colui che addizionerà due volte il dieci nella lettera iniziale. Prevarrà di molto nelle guerre; avrà il primo segno dalla deina; cosi che dopo di lui regnerà quelli che fra gli elementi (dell'alfabeto) ha la prima lettera [per iniziale]; dinanzi a cui tremerà la Tracia e la Sicilia e poi Memfi. Menfi distrutta per la malvagità dei condottieri e di una donna non asservita, che cadde sul mare. E stabilirà ordinamenti per i popoli e sottoporrà tutto; ma dopo lungo tempo trasmetterà il potere ad un altro, che avrà per prima la lettera del numero trecento, porterà il nome caro di un fiume; e comanderà sopra i Persiani e su Babilonia, e allora colpirà con la spada i Medi. Dopo, regnerà colui che abbia la lettera del tre. Colui che avrà due volte dieci nella prima lettera, comanderà poi, e questa andrà fino all'ultima e insolita acqua dell'Oceano, ritornando assieme agli Ausonii. Sarà re colui che avrà per lettera il cinquanta, malvagio drago generante una grave guerra, il quale uopo aver teso le mani sulla sua stessa stirpe la distruggerà, e metterà ogni cosa in disordine, facendo l'atleta, guidando i cocchi, uccidendo, e osando diecimila cose; e taglierà il monte fra i due mari e lo toccherà con sangue impuro; ma sarà anche annientato e distrutto; poi tornerà indietro, facendosi uguale a Dio : ma dimostrerà di non essere. Tre re dopo di lui saranno distrutti l'uno dall'altro. E dopo verrà un gran distruttore degli uomini pii, che mostra chiarissimo il segno sette volte dieci. Il figlio di questi, che mostra l'iniziale del numero trecento, porterà via completamente il potere. Dopo di lui sarà re uno dal numero quattro, funesto, e dopo ancora un uomo venerando dal numero cinquanta; e dopo di lui quello che prende il segno iniziale dalla lettera, celta salitor di montagne, ma affrettantesi alla battaglia orientale non sfuggirà al destino miserabile, ma soccomberà: e lui cadavere ricoprirà una terra straniera, ma che avrà il nome del fiore di Nemea. Dopo lui comanderà un altro, un uomo dalla testa d'argento; egli avrà il nome di un mare; sarà un uomo eccellente e capirà tutto. E sotto di te, ottimo, superiore in tutto, azzurro crinito, e sotto i tuoi rami d'alloro sago ranno tutti questi giorni. E dopo di lui regneranno tre, ma il terzo regnerà in età avanzata. Sono affranta, io, la tre volte sventurata, di contenere nell'animo una profezia crudele, e l'inno ispirato degli oracoli; io, la sorella d'Iside. Dapprima intorno alla base del tuo tempio molto compianto si precipiteranno le Menadi e in mani malvagie sarà quel giorno allor quando il Nilo percorrerà tutta la terra d'Egitto, fino a sedici cubiti, così da bagnare coi flutti e inafifìare con le sue correnti tutta la terra; taceranno, la grazia della terra e la bellezza del suo volto. Memfi, tu alzerai gravi lamenti sopra l'Egitto: tu, un tempo quella che eo superbamente dominava la terra sarai diventata misera; così che anch'Egli lo stesso amatore del fulmine ti chiamerà dall'alto del cielo a gran voce: O potente Memfi quella che in antico ti vantavi sopra gli infelici mortali, [tu piangerai moltissimo, superba e sfortunata, così che ti oda l'Eterno Dio Immortale tra le nuvole]. Dov'è ora quella tua potente arroganza tra gli uomini? Perché tu infuriasti contro i miei servi unti di Dio e suscitasti la cattiveria in uomini buoni: avrai in compenso come pena di questo un trattamento uguale; non avrai parte alcuna tra i beati; cadesti dalle stelle, non salirai al cielo. Queste cose Dio mi chiamò per dire all'Egitto, nell'ultimo tempo, quando gli uomini saranno completamente malvagi; ma i malvagi si affliggeranno, aspettando malanni, l'ira dell'immortale celeste che colpisce con grave suono, essi che venerano invece di Dio pietre e animali e hanno timore in altri modi di molte altre cose, in cui non è parola, né mente, né udito, tanto che non é neppure giusto che io nomini ciascuno degli idoli, prodotti dalle mani degli uomini. Dalle proprie opere e dagli scellerati pensieri, le nazioni accettarono gli dei di legno e di pietra e di rame e d'oro e d'argento; vani, privi di vita e di sensibilità, e li fabbricarono fusi al fuoco, scioccamente ponendo fede in siffatti oggetti. Tmui e Xoi, Atribis, Coptos, Abido, Eracleopoli e Diopoli ed Ermepoli, e te, Alessandria, illustre nutrice di città, la guerra non lascerà, (non pestilenza; e tu pagherai il fio) della tua superbia, in misura di quello che hai fatto prima. Tacerai per lungo tempo, e, giorno del ritorno... [...] non scorrerà più per te bevanda delicata. Verrà infatti il Persiano sulla tua terra come grandine e distruggerà la tua terra e gli uomini macchinatori d'infamie: con sangue e con cadaveri davanti ai tuoi gloriosi altari, egli, dall'animo barbaro terribile sanguigno, arrabbiato pazzamente con tutta la moltitudine in numero infinito portandoti la distruzione; e allora, città ricchissima, sarai grandemente travagliata. Tutta l'Asia piangerà, cadendo a terra, a causa dei doni dei quali, provenienti da te, si rallegrò incoronandosi il capo. Egli stesso, quelli che ottenne la terra dei Persiani farà guerra, uccidendo ogni uomo distruggerà ogni risorsa, cosi che agli infelici mortali resterà solo la terza parte. Egli stesso verrà dall'occidente volando con salti leggeri, assediando e desolando tutta la terra. Ma quando avrà ottenuto la potente altezza e audacia svergognata, verrà volendo distruggere anche la città dei Beati. E allora un re mandato da Dio contro di lui distruggerà tutti i grandi re, e i potenti mortali; e allora sarà il giudizio dell'incorruttibile sopra gli uomini. Ahi, ahi a te, misero cuore, perché mi ecciti a mostrare queste cose all'Egitto, il doloroso governo di molti? Vai verso l'oriente alla stolta razza dei Persiani, e rivela a loro il presente e ciò che sarà. La corrente del fiume Eufrate farà un'inondazione e distruggerà i Persiani e gli Arabi e i Babilonesi e i Massageti che amano la guerra e hanno fede negli archi. Tutta l'Asia bruciata dal fuoco brillerà fino alle isole. Pergamo sacra fin dall'antichità sarà distrutta con rumore di tuono [o: ''dalle fondamenta''] e Pitane si mostrerà fra gli uomini completamente deserta. Lesbo tutta precipiterà nell'abisso profondo, cosi da perire. Smirne arrotolatasi sotto i suoi precipizi, un giorno piangerà; ella un tempo veneranda e celebre sarà distrutta. I Bitinii piangeranno la loro terra incinerita e la grande Siria, e la Fenicia dalle molte razze. Guai a te, Licia, quanti mali ti prepara il mare, salendo improvvisamente sopra la terra dolorosa, così da scuotere con un malo moto e con brusche correnti la terra di Licia, quella senza profumi e quella che li produce. Terribile ira sarà sopra la Frigia a causa dell'afflizione per la quale Rea (madre) di Giove venne e quivi rimase. Il mare rovinerà la razza e il barbaro popolo dei Centauri; un fiume che scorre profondo rovinerà la terra Tessala, il Peneo dalla profonda corrente (distruggerà) le forme delle fiere della terra; l'Epidano ucciderà i Lapiti sulla terra, l'Epidano che dichiara di aver un tempo generato le forme delle fiere. I poeti lamenteranno l'Eliade tre volte infelice, quando dall'Italia taglierà il collo all'istmo il re della grande Roma, uomo simile a Dio, cui, dicono, generò lo stesso Giove e la signora Era; il quale, con la voce tutta da musa del suo dolce inno affaticandosi in teatro, ucciderà molti insieme con la infelice sua madre. Da Babilonia fuggirà questo re terribile e svergognato che tutti i mortali e gli uomini migliori hanno in orrore; infatti uccise molti e pose le mani sul ventre (che lo generò), peccò contro le mogli e fu formato dall'iniquità. Andrà verso i Medi e i Re dei Persiani, cui desiderò per primi, e ai quali recò fama tendendo agguati con questi malvagi contro il popolo verace; egli che prese il tempio costruito da Dio e bruciò i cittadini e i popoli che salivano a quello come giustamente io cantai. Al suo apparire fu scossa tutta la creazione ed i re perirono e quelli in cui rimase i! potere distrussero la grande città ed il popolo giusto. Ma quando durante il quarto anno splenderà il grande astro che da solo distruggerà tutta la terra per punizione, un grande astro dal cieio cadrà sul lampeggiante mare e brucierà il mare profondo e la stessa Babilonia e la terra d'Italia, a cagione della quale perirono di tra gli Ebrei molti santi fedeli e il popolo verace. Fra malvagi uomini tu starai soffrendo molti mali, ma resterai completamente desolata per tutti i tempi quind'innanzi, rendendo odioso il tuo suolo, poiché hai ricercato l'arte dei farmachi; in te, città malvagia, sciagurata fra tutte sono adulterii, e l'illecita, effeminata, ingiusta unione dei fanciulli. Ahi, città tutta impura della terra latina, mènade che ama le vipere, vedova ti siederai sulle alture, ed il fiume Tevere piangerà te, la tua consorte, che hai cuore omicida e animo impuro. Non sai, che cosa può Dio, che cosa prepara? Ma tu dici «Io sono solo e nessuno mi distruggerà» Ed ora te e tutti i tuoi distruggerà Dio sempre esistente, e non vi sarà più traccia di te in quella terra, come prima, quando il gran Dio inventò le tue glorie. Rimani sola, o iniqua; immersa nel fuoco divampante abita la iniqua regione tartarea di Ade. Ed ora, da capo, o Egitto, deploro il tuo destino: o Memfi, sarai causa prima di sventure colpita nei ten- iso dini: in te le piramidi faranno sentire una voce senza vergogna. Pithom, chiamata un tempo a ragione la città doppia, tu tacerai per secoli, affinchè tu ponga fine alla tua iniquità; o insolenza, tu ripostiglio di mali, menade che si lamenta forte, afflitta molto lagrimante, rimarrai vedova per sempre. Ma quando Barca riveste sullo sporco la sua tunica bianca, potessi io non essere, non essere nato! O Tebe, dov'è la tua gran potenza? Un uomo selvaggio distruggerà il popolo, ma tu prendendo abiti scuri piangerai, o sventurata, sola, e pagherai il fio per tutto ciò che hai fatto prima, avendo un animo senza vergogna, e guarderanno la piaga sul petto, a causa delle opere inique. Un grand'uomo di fra gli Etiopi distruggerà Siene. Gli Indii di colore scuro abiteranno a forza Teuchira. Pentapoli, tu piangerai; un uomo di grande potenza ti abbatterà. E chi esporrà i tuoi destini, o Libia miserabile? E qual uomo piangerà in modo compassionevole te, o Cirene? Non cesserai dal doloroso lamento fino al tempo della distruzione. Tra i «Bryges» e i Galli dal molto oro l'oceano risonante sarà riempito di molto sangue; ed essi infatti commisero malvagità contro i figli di Dio, quando il Re di Fenicia condusse dalla Siria ai Sidonii una numerosa schiera gallica; e ucciderà te, Ravenna, e comanderà fino alla morte. Indiani, non imbaldanzitevi, e voi, superbi Etiopi; poiché quando la ruota fiammeggiante dell'enclitica e il Capricorno e il Toro nei Gemelli abbia circondato il mezzo del cielo, e la Vergine salendo, e iì Sole legando intorno alla fronte una cintura, dominerà sul cielo, vi sarà un grande incendio celeste sopra la terra, e dopo la battaglia degli astri una nuova creazione. Così che sarà distrutta nel fuoco e tra i lamenti tutta la terra degli Etiopi. Piangi anche tu, Corinto, la triste distruzione che è in te. Quando infatti le tre sorelle Moire filando coi fili avvolti condurranno il fuggente con inganno attraverso il dirupo dell'istmo, l'elevato in aria, finché tutti lo abbiano veduto, quello che una volta tagliò la pietra col bronzo molto duttile e distruggerà la tua terra, e la taglierà, com'è predisposto. A costui infatti Dio diede animo per fare ciò che nessun altro prima di lui fra tutti quanti i re. Dapprima strappando da tre capi le radici con la falce, darà agli altri da nutrirsene grandemente, così che mangeranno le carni dei genitori del re impuro. A tutti gli uomini sovrastano morte e terrori, a causa della grande città e dol popolo giusto, salvato per sempre, cui la Provvidenza ebbe per eletto. O instabile e perverso, sottoposto a malvagi destini, e per gli uomini principio di sofferenza e gran termine della creazione turbata e nuovamente salvata dai Fati, insolenza, condottiero di mali e grande flagello per la creazione, chi dei mortali ti amò, chi dentro di sé non ti è avverso? Un re che si era precipitato (o ''lasciato cadere'') in te perdette la sua santa vita. Tu hai messo ogni cosa sottosopra, e allagato tutto il mondo e per te le belle ordinanze del mondo sono state mutate. Lancia verso la nostra contesa queste ultime cose; perché dici: «Io ti persuaderò» e «se ti critico te lo dirò»? Vi era un tempo tra gli uomini la chiara luce del sole, raggio diffuso compagno dei profeti. La lingua che spandeva miele mostrava ed offriva a tutti gli uomini una buona bevanda, e faceva crescere per tutti la sua pianta gentile. Per questo, tu dai ristretti consigli, primo duce dei malanni più grandi, verrà in quel giorno la spada e l'afflizione. O per gli uomini principio di sofferenza e gran termine della creazione turbata e salvata di nuovo dai Destini, ascolta Tamara voce dal suono ingrato, tu flagello agli uomini. Ma quando la terra persiana cesserà dalla guerra e dalla pestilenza e dal lamentarsi, allora sarà in quel giorno la razza divina dei celesti beati Giudei, che abitano tutt' intorno alla città di Dio nel centro della terra, cerchiando un gran muro fino a Joppa io eleveranno alto fino alle nere nubi. La tromba non suonerà piij richiami guerreschi, non più periranno [gli uomini], per le mani furibonde dei nemici, ma Egli innalzerà per l'eternità trofei sopra i malvagi. E allora vi sarà di nuovo un uomo eletto dal cielo il quale stese le mani sul legno molto fruttifero, l'ottimo fra gli Ebrei, e che un giorno fermerà il sole, parlando con bella parola e con sante labbra. Non tormentarti più l'animo in petto, o beata, figlia seo di Dio, ricchissima, solo fiore amato, o luce buona e santo rampollo. Giudea piena di grazie, bella città e ''inspirata'' di inni. Non più camminerà come baccante sulla tua terra il piede impuro dei Greci, avendo (Egli, il Greco: ma letteralm. riferito al piede) in petto un animo disposto a subire la legge; ma ti onoreranno figli gloriosi e fra tanti inni circonderanno la tavola con sacrifici di ogni genere e con benedizioni, in lode di Dio; tutti quelli che hanno sopportato le sofferenze di una piccola aggressione, i giusti riceveranno un bene maggiore e grazioso, ma i malvagi che alzarono verso il cielo una lingua invereconda cesseranno di parlare gli uni davanti agli altri, e si nasconderanno, fino a che il mondo sia cambiato; vi sarà dalle nuvole una pioggia di fuoco ardente; ed i mortali non coglieranno più un frutto buono sulla terra. Tutto sarà non seminato né arato, finché gli uomini mortali conoscano il reggitore di tutte le cose. Dio immortale e sempre esistente; e non onorino più cose mortali, né cani né avvoltoi, le cose che l'Egitto insegnò ad adorare con bocca vana e labbra stolte. La santa terra dei soli pii porterà tutte queste cose, una corrente di miele che scorre dalla pietra e dalla sorgente, e latte ambrosio fluirà per tutti i giusti, poiché ebbero fede nell'unico Padre, Dio unico che è superiore, avendo un gran pietà ed una gran fiducia. Ma perché la mia mente saggia m'ispira queste cose? Ora io lamenterò amaramente te, infelice Asia, e i popoli degli Ioni, dei Cari, dei Lidi dal molto oro. Guai a te. Sardi; guai, incantevole Traili; guai, Laodicea, bella città come perirete distrutte da terremoto e mutate in polvere! Nell'Asia oscura e alla stirpe dei Lidi dal molto oro... [...] il ben costrutto tempio di Diana in Efeso per voragini e terremoti cadrà prono nel mare, come le tempeste empiono d'acqua le navi. Rovesciata si lamenterà Efeso piangendo presso le sue alture, e cercando per il tempio non più abitato. E allora irato Dio immortale abitante nell'etere dal cielo manderà l'uragano contro la sommità impura. Invece d'inverno vi sarà estate in quel tempo; e allora i mortali avranno un gran panico. Il Tonante dall'alto distruggerà tutti gli svergognati, con tuoni e con lampi e con fulmini ardenti sopra gli uomini a lui avversi e li distruggerà come empi, così che restino sulla terra i cadaveri più numerosi della sabbia. Verrà anche Smirne lamentando il suo cantore alle porte di Efeso ed essa sarà distrutta di più. Cuma la folle con le sue correnti ispirate caduta nelle mani, di uomini atei, ingiusti e senza legge non alzerà più al cielo tanta gioia, ma giacerà morta tra le correnti azzurre. E allora grideranno insieme aspettando il malanno. Il popolo crudele di Cuma – razza di svergognati – saprà il segno avendo per cui soffrire. Poi quando piangeranno la mala terra ridotta in cenere, Lesbo sarà distrutta per sempre dall'Eridano. Guai a te, Cibyra, bella città, cessa la tua festa. E tu Ierapoli, sola terra sposata a Plutone, avrai quel che desiderasti di avere, un luogo di molte lagrime, tu, seppellita nella terra presso la corrente del Termodonte. Tripoli cresciuta sulla roccia presso le acque del Meandro, assegnata dalla sorte alle onde notturne sotto la spiaggia, da cima a fondo ti distruggerà la Provvidenza di Dio. Che io non voglia prendere la terra vicina di Febo; un uragano dall'alto distruggerà la effemminata Mileto, perché essa prese il perfido canto di Febo il saggio studio degli uomini e la sapiente volontà: Sii propizio, Padre di tutte le cose, alla delicata fruttifera terra, la grande Giudea, affinchè vediamo i tuoi giùdizi; tu conoscesti questa, o Dio, per prima nelle tue grazie, perché apparisse a tutti i mortali che era una tua grazia speciale, ed essi considerassero, che dono Dio le faceva. Desidero di vedere le opere tre volte infelici dei Traci e il muro dei due mari da Ares gettato a guisa di fiume, nella sabbia, al pescante mergo. Povero Ellesponto, ti congiungerà il figlio dell'Assiria; la grande potenza dei Traci distruggerà Lisimache; il re d'Egitto conquisterà la Macedonia, e la regione barbarica atterrerà il potere dei duci; Lidii e Calati, Panfili con Pisidii armati con tutto il loro popolo arrecheranno una cattiva contesa. Italia tre volte infelice rimarrai tutta desolata incompianta; in una terra fiorente una belva funesta ti distruggerà. Vi sarà un tempo, quando nel sereno il vasto cielo dall'alto udirà un grido risuonante come il tuono, la voce di Dio, ed i raggi del sole stesso non più saranno incorruttibili, né vi sarà più la chiara luce della luna, nel tempo finale, quando Dio regnerà. Ogni cosa si annerirà, vi sarà oscurità sulla terra, e ciechi [saranno! mortali e belve malvage e [vi sarà] sventura. Durerà quel, giorno per lungo tempo, così che riconoscano lui stesso il Signore Iddio che tutto sorveglia dall'alto. Egli allora non avrà compassione per gli uomini a lui ribelli, che sacrificano ad Erme prive di vita ed agli dei di pietra mandre di agnelli e di pecore e di muggenti buoi e di grandi vitelli dalle corna d'oro. Sia di guida la legge della Sapienza e la gloria dei giusti; affinchè irato l'Eterno Dio non distrugga tutta insieme ogni vita umana e la razza svergognata conviene amare il padre Dio, saggio, che sempre è. Vi sarà nel tempo finale verso la cessazione della luna una guerra furente sul mondo e astuta nell'arte degli inganni. Verrà dalle estremità della terra l'uomo matricida fuggitivo macchinando nella sua mente taglienti consigli: ed egli s'impadronirà di tutta la terra, e dominerà su tutto, e penserà cose più sagge di tutti gli uomini: quella, per causa della quale peri egli stesso, quella egli prenderà subito di colpo. Farà perire molti uomini e grandi re e brucierà tutti come non mai un altro fa, ma quelli che si rannicchiano per paura egli li raddrizzerà nella sua furia. Dall'occidente vi sarà una grande guerra agli uomini, scorrerà il sangue fino all'argine dei fiumi dalla profonda corrente. L'ira gocciolerà nelle pianure della Macedonia... [...] dall'occidente aiuti al popolo e rovina al re. E allora un soffio di tempesta soffìerà sopra la terra e la pianura si riempirà allora di guerra crudele. In verità dai campi celesti pioverà fuoco sugli uomini; fuoco e sangue, acqua, tempesta, oscurità, notte in cielo, e distruzione in guerra, e sopra le stragi l'oscurità (nube di fumo) distruggerà insieme tutti i re e gli uomini più elevati, Dopo che così cesserà la pietosa distruzione della guerra mai più alcuno combatterà con la spada, né col ferro né con gli stessi proiettili; cose che allora non saranno giustizia (giuste). Il popolo saggio che era stato abbandonato, avrà pace; provato nella malvagità, perché si rallegrasse alla fine. Matricidi, cessate dalla vostra imprudenza e dall'audacia perversa, voi che già iniziaste relazioni impure con i fanciulli e in case infami poneste meretrici, un tempo pure, con oltraggio e danno e vergogna che affligge... [...] In te infatti la madre si uni al figlio contro ogni legge, e la figlia coi proprio padre si congiunse come sposa; in te anche i re contaminarono la loro bocca sciagurata, in te gli uomini malvagi trovarono commercio con le bestie. Taci, o malvagia lamentabile città, che hai festa: che non più in te le fanciulle vergini custodiranno il sacro fuoco con tronchi di legna ben nutrita. Si è spento da tempo presso di te l'incendio della casa amata, quando io vidi distrutto, a terra, squagliato dal fuoco per mezzo di una mano impura; un secondo tempio, tempio che era stato sempre fiorente, tempio dell'osservanza di Dio, costruito da santi e sperato indistruttibile ed eterno dall'anima e dal corpo stesso. Ché presso di loro un abile artigiano non fece con indifferenza un Dio senz'anima fuori dalla terra oscura, né di pietra, e non venerò un ornamento d'oro, inganno delle anime; ma onorarono Dio il gran padre di tutti i viventi, ai quali diede il respiro, con santi sacrifici ed ecatombi; ora lo distrusse e lo abbandonò in rovina un re oscuro ed impuro, salitovi con grande truppa e uomini di guerra; ma egli stesso perì per mano dell'Immortale abbandonando quella terra, e segno tale non era stato più compiuto tra gli uomini, così che appare che altri distrusser la grande città. Venne infatti dalle celesti sfere (dalla volta celeste) un uomo beato che aveva nelle mani lo scettro che Dio affidò, e comandò su tutti bene, e a tutti i buoni diede la ricchezza, che gli uomini precedenti avevano presa. Prese dalle fondamenta tra molto fuoco tutta la città, che Dio amò, questa egli fece più raggiante degli astri, del sole e della luna, e vi pose ornamento e il tempio santo i incarnato] nuovo bellissimo e lo fece grande per parecchi stadi, ed una torre immensa che toccava le nuvole, e visibile a tutti, così che tutti i fedeli e tutti i giusti vedessero la gloria di Dio Eterno, la sua amata presenza; l'oriente e l'occidente cantarono, la gloria di Dio. Infatti non vi saranno più per i miseri mortali [cose] terribili, né adulteri né illegale amore di fanciulli, non omicidio né rumore di guerra, ma in tutti un giusto gareggiare. È il tempo finale dei Santi, quando compie queste cose Dio che tuona dall'alto, fondatore del gran tempio. Guai a te. Babilonia dal trono d'oro, dai sandali d'oro, annosa regina sola signoreggiante sul mondo, tu da lungo città grande e universale, non più ti stenderai sulle tue montagne d'oro sulle correnti dell'Eufrate; sarai gettata al suolo dalle scosse di un terremoto; ma i terribili Parti ti hanno fatto regnare su tutto. Tieni la bocca in una museruola, o impura razza dei Caldei, non chiedere e non meditare come prevarrai sui Persiani come regnerai sopra i Medi, poiché a cagione di quel potere per il quale tieni, mandando a Roma come ostaggi che anche erano schiavi all'Asia, appunto perché anche tu credendoti regina..... verrai al giudizio dei tuoi nemici... a cagione dei quali nnandasti prezzo di riscatto. Ma darai per parole perverse una parola amara ai tuoi nemici. Nell'ultimo tempo il mare sarà asciutto e non più veleggeranno le navi venso l'Italia, la grande Asia che produce di tutto sarà allora acqua e Creta pianura, Cipro avrà un gran flagello e Pafo lamenterà un terribile infortunio così che si capirà che anche Salamina la grande città starà soffrendo un gran flagello; ora deserto sterile starà allora sulla spiaggia. Non poche cavallette rovineranno la terra di Cipro. Su Tiro, infelici mortali, piangete nel riguardarla. Fenicia, ti sovrasta una terribile via, finché tu cada una cattiva caduta, allorché le Sirene si lamenteranno davvero. E nella quinta generazione, quando cesserà la distribuzione d'Egitto, quando si congiungeranno re svergognati; e le generazioni dei Panfili si stabiliranno in Egitto, vi sarà in Macedonia ed in Asia ed in Libia una guerra furente sul mondo riempiente di sangue nella polvere cui porrà fine un re di Roma, e i potenti dell'Occidente. Quando cada nevoso il turbine invernale, essendo gelato il gran fiume e le sterminate paludi, ecco un popolo barbaro s'incammina verso la terra d'Asia e distrugge il popolo dei terribili Traci come cosa facile a distruggere. E allora gli uomini che si divorano il cuore, sfiniti dalla fame, divoreranno i genitori e consumeranno avidamente tali cibi. Da tutte le case le fiere — mangeranno la tavola — e gli stessi uccelli mangeranno tutti gli uomini, l'oceano sarà riempito di male dalla guerra arrossato nella carne e nel sangue degli stolti. Fino a tal punto vi sarà mancanza di risorse sulla terra da poter sapere il numero esatto degli uomini e delle donne. Infinite cose lamenterà un'infelice generazione verso il termine del tramonto del sole per non risorgere mai più; aspettando di essere immerso nelle acque dell'oceano; poiché vide le cattive azioni impure di molti uomini. Vi sarà un'oscurità senza luna per il gran cielo istesso, una tenebra non piccola coprirà per la seconda volta i recèssi del mondo; ma dopo di questo la luce di Dio sarà guida agli uomini buoni, quanti avranno cantato inni a Dio. Isi[de], dea tre volte infelice, rimarrai sola presso la corrente del Nilo, menade che non articola i suoni presso le sabbiose rive dell'Acheronte, e di te non rimarrà più ricordo per tutta la terra. E tu, Sarapide, coperto da tante rozze pietre giacerai rovina immensa sull'Egitto sventuratissimo. Quanti d'Egitto recavano a te il loro desiderio tutti quanti ti piangeranno acerbamente; ponendosi nell'animo Dio incorruttibile; sapranno che tu sei nulla, quanti avranno cantato inni a Dio. E allora uno dei sacerdoti, vestito di bianco, dirà: Orsù, alziamo di nuovo il bel tempio del Dio vero, orsù mutiamo il malvagio costume ricevuto dai genitori, a cagione del quale essi facendo processioni e riti a dei di pietra e di coccio non furono sapienti. Voltiamo (mutiamo) le nostre anime, innalzando inni a Dio immortale, egli il padre, il sempre esistente [eterno] il reggitore di tutte le cose, il vero, il Re, padre vivificante, gran Dio che esiste per sempre. E allora in Egitto vi sarà un grande e santo Tempio, e a quello porterà sacrifici il popolo fatto da Dio e ad essi darà Dio incorruttibile di vivere a lungo. Ma quando gli Etiopi, abbandonando la tribià senza vergogna di Triballi, si precipiteranno ad arare la terra d'Egitto, cominceranno la malvagità, affinchè si compiano tutte le ultime cose. Poiché essi distruggeranno il gran tempio della terra d'Egitto; Dio pioverà giù sulla terra un'ira terribile su di loro, così da distruggere tutti i malvagi, e tutti gl'ingiusti; e non vi sarà più moderazione in quella terra, poiché non custodirono ciò che Dio aveva dato loro in dono. Io vidi la minaccia dei sole che bruciava fra gli astri e la terribile ira di Selene tra i raggi; gli astri soffrivano nel dar vita ad una battaglia; Dio permise loro di combattere. Infatti contro il sole fecero lotta grandi fiamme e si mutò il sibilo bicorne della luna, Lucifero (Fosforo) ebbe battaglia salendo sul dorso del Leone, Capricorno percosse i tendini [sul collo] al giovine (nuovo — appena sorto) Toro; il Toro strappò a Capricorno il giorno del ritorno; Orione tolse alla Libra il potersi fermare mai più. La Vergine in Montone (Ariete) mutò il Fato dei Gemelli; la Pleiade non splendette più; il Dragone respinse la Cintura; i Pesci penetrarono nella corazza del Leone; Cancro non stette più fermo, poiché temeva Orione; lo Scorpione attaccò la coda — [si rifugiò sotto la coda] a causa del terribile Leone ed il cane sdrucciolò dalla fiamma del Sole; ma la forza del potente Risplendente (Brillante) fece bruciare Acquario. Sorse lo stesso Cielo per scuotere i combattenti, nella sua ira li scagliò a testa in giù sulla Terra. Ed essi gettati rapidamente nell'acqua dell'Oceano, bruciarono tutta la terra; il cielo restò senza stelle. == Frammenti == ===I=== O uomini mortali e carnali, che non siete nulla come vi innalzate (così) rapidamente, non scorgendo la fine della vita? Voi non tremate innanzi a Dio né lo temete, il nostro tutore, altissimo, conoscitore [del futuro] che tutto vede, testimone di tutte le cose, creatore che tutto nutre, che pose in tutte le cose il suo dolce spirito, e lo fece guida di tutti i mortali? Uno è Dio, che solo regna, immenso, ingenerato, onnipotente, invisibile Egli che vede ogni cosa, ed Egli stesso non è veduto da alcuna carne mortale; qual carne infatti può scorgere con gli occhi il celeste e vero Dio immortale che abita il cielo? Ma neppure davanti ai raggi del sole sono capaci di stare gli uomini, generati uomini mortali, essendo vene e carne [tenute insieme dalle] ossa. Venerate lui che è solo, duce del mondo, che solo è per l'eternità e dall'eternità, autogenerato, e ingenerato, che tutto regge per ogni tempo, che a tutti i mortali dà discernimento nella luce comune. Della vostra volontà malvagia avrete la degna ricompensa, poiché trascurando di render gloria al Dio vero ed eterno, e di sacrificargli sacre ecatombi, avete fatto sacrifici ai demoni, a quelli nell'Ade. Voi camminate nell'inganno e nella demenza e abbandonando la retta via maestra vi siete allontanati ed avete errato fra pruni e rovi; mortali, cessate stolti, dal vagare nell'oscurità e nella notte nera senza lume, e abbandonate l'oscurità della notte, anzi fatevi padroni della luce. Ecco Egli a tutti è chiaro e non incerto. Venite, non perseguite sempre l'oscurità e il buio. Ecco, la luce del sole così dolce da con- so templare splende più che mai. Imparate a conoscere, ponendo nei vostri petti la saggezza: uno è Dio che manda pioggie, venti, terremoti, lampi, fami, pestilenze e tristi lutti e tempeste di neve (e) ghiacci. Ma perché enumero ad uno ad uno ? È Signore del cielo, regge la terra. Egli è. ===II=== Se gli dei nascono e rimangono immortali, gli dei sarebbero stati pii!i numerosi degli uomini, né ai mortali sarebbe rimasto luogo dove stare. ===III=== Se dò che è generato del tutto anche perisce, non poteva Dio essere stato formato dai lombi di un uomo o dal ventre; ma Dio (è) solo, uno, altissimo sopra ogni cosa il quale fece il cielo il sole e gli astri e la luna, la terra fruttifera e gli abissi d'acqua del mare, i monti elevati e le perenni fonti d'acqua corrente. Ancora, egli genera la grande folla innumerevole degli animali acquatici, inspira vita ai rettili che si muovono sulla terra, e le molteplici razze degli uccelli, dalla chiara voce, rumoreggianti, bruni, strepitanti con le ali, che battono l'aria con le ali. Ma nei dirupi dei monti pose la selvaggia razza delle fiere, e sottopose a noi mortali tutti gli animali domestici. Egli ha costituito il generato da Dio duce di tutto, e all'uomo ha sottoposto cose d'ogni genere e non comprensibili. Qual carne infatti tra i mortali può sapere tutte queste cose? Ma le sa solo Egli il loro fattore fin dal principio, immortale creatore eterno, abitante nell'etere, che ai buoni dà una buona ricompensa molto strabocchevole e che ai malvagi ed ingiusti suscita l'ira e la collera, e guerra e pestilenza e tristi lutti. Uomini, perché vanamente innalzandovi siete sradicati? Vergognatevi di deificare gatti e animali feroci (coccodrilli). Non forse una rabbiosa follia vi ha tolto dall'animo i sensi, se gli dei portano via piatti e rubano vasi; e invece di abitare nel cielo immenso e dorato, egli guarda le cose mangiate dai vermi, ed è coperto da fìtte ragnatele. Adorando serpenti, cani, gatti, o stolti, venerate e gli uccelli e le fiere serpenti della terra e statue di pietra e immagini manufatte, e mucchi di pietre lungo le vie; queste cose venerate e altre molte vanità che è anche vergogna il nominare; sono dei che guidano con inganno gli uomini stolti, e dalla bocca dei quali si spande un veleno mortifero. Ma Colui che è vita e luce eterna immortale e che spande agli uomini una letizia più dolce del miele,... a costui solo piega il collo, e che tu inclini la via nei tempi beati. Tutte queste cose lasciando, il bicchiere pieno di vendetta, puro e schietto, forte, ben premuto, completamente non allungato, avete trangugiato con stoltezza ed animo folle. E non volete riscuotervi dall'ubriachezza, e venire alla saggezza dello spirito [lett: ''allo spirito saggio''] e riconoscere per re Dio, Colui che tutto vede. Per ciò verrà su voi lo splendore del fuoco ardente, sarete bruciati dalle fiamme per un giorno senza fine attraverso il tempo, vergognandovi dei vostri inutili e falsi idoli. Ma quelli che venerano il Dio vero ed eterno erediteranno la vita, essi per il tempo del tempo abitando insieme la lussureggiante piantagione del Paradiso, mangiando il dolce pane [proveniente, o, fornito] dal cielo stellato. ==Note== {{Vedi anche|Serie maimonidea|Serie misticismo ebraico}} <references/> {{Avanzamento|100%|28 dicembre 2021}} [[Categoria:Antologia ebraica|Genitori e Figli]] n3tzk85m7qlw8w13hq6skii096eiwn5 Scienze della Terra per le superiori/I fenomeni endogeni: Vulcani e Plutoni 0 35465 430758 430739 2022-07-20T14:12:07Z Antonov 25472 /* Vulcanesimo in Italia */ wikitext text/x-wiki {{Scienze della Terra}} I '''vulcani''' rappresentano una delle più cospicue manifestazioni delle '''forze endogene''' che agiscono entro la crosta terrestre e la sottopongono a continua trasformazione. Si tratta di strutture geologiche determinate dall'azione del '''vulcanesimo''' (o ''vulcanismo''). Con questo termine si intende l'emissione sulla superficie terrestre, attraverso condotti e fenditure, di fluidi (''lave''), solidi (''materiali piroclastici'') derivanti da masse di roccia fusa (''magmi'') presenti entro la crosta terrestre (''litosfera''), e infine di ''gas e vapori vulcanici'' provenienti sia dal ''degassamento'' del magma stesso durante la risalita, sia dalle falde acquifere attraversate e surriscaldate dai magmi. I magmi raffreddati in superficie, a contatto con l'atmosfera o l'idrosfera terrestre e privati della maggior parte dei fluidi originari per degassamento, danno origine alle '''rocce magmatiche effusive'''. L'attività vulcanica è stata ed è ancora attualmente il principale processo attraverso il quale viene formata di continuo nuova crosta terrestre. Le emissioni vulcaniche hanno anche, nel corso del tempo, determinato modificazioni significative nella composizione dell'atmosfera terrestre e dell'idrosfera terrestre, soprattutto nelle prime fasi della loro formazione, e continuano ad avere un'influenza significativa sul clima sia a scala locale che globale.<br> Non sempre i magmi prodotti entro il mantello o la litosfera terrestre riescono a raggiungere la superficie: spesso solidificano in profondità formando '''corpi magmatici intrusivi''' di varia forma ed estensione, denominati '''plutoni'''. I magmi raffreddati e solidificati in profondità danno origine alle '''rocce magmatiche intrusive'''.<br> L'attività vulcanica e plutonica con le sue caratteristiche di distribuzione, fenomenologia e composizione, si inquadra in un modello globale fornito dalla '''teoria della tettonica delle placche''' che permette di spiegare in maniera soddisfacente (anche se ancora non esaustiva) i '''fenomeni geodinamici''' connessi alle forze endogene, cioè i processi con cui queste forze si manifestano e modellano la crosta terrestre. == La struttura dei vulcani == [[File:Structure volcano-it.svg|thumb|right|400x400px||Schema strutturale di un vulcano]] Un vulcano consiste di tre elementi principali: * '''Camera magmatica''' (o bacino magmatico), posta entro la litosfera a profondità variabile da alcuni chilometri ad alcune decine di chilometri, in cui si raccoglie il magma in risalita. Può esservi più di una camera magmatica, anche a profondità diverse. * '''Condotto vulcanico''' (o camino vulcanico), che permette la comunicazione tra la camera magmatica e la superficie terrestre. Possono esservi più condotti vulcanici. * '''Cratere''', che costituisce lo sbocco del condotto vulcanico sulla superficie. Anche in questo caso vi possono essere più crateri in un unico edificio vulcanico, in posizione centrale e/o eccentrica a seconda della disposizione dei condotti vulcanici che li hanno generati. Nell'accezione comune, per vulcano si intende ciò che appare sulla superficie (ad esempio, in gran parte dei casi, una montagna conica caratterizzata da uno o più crateri vulcanici). In realtà, il vulcano vero e proprio come abbiamo visto è qualcosa di molto più complesso e in gran parte non visibile direttamente: la morfologia che si coglie in superficie è il risultato dell'accumulo dei prodotti derivati dall'attività eruttiva (lave e prodotti piroclastici). Questi accumuli costituiscono gli '''edifici vulcanici''', che possono assumere diverse forme e variare considerevolmente anche nella struttura interna, a seconda del tipo e della quantità delle emissioni vulcaniche che li hanno prodotti, dalla loro composizione (''chimismo'') e anche dalle diverse '''fasi eruttive''' che si sono succedute nel tempo. Gli edifici vulcanici sono in generale composti da strati sovrapposti e giustapposti di prodotti dell'attività eruttiva (coltri di materiali piroclastici e colate di lava), disposti secondo superfici di forma conica più o meno ripide (a seconda della loro composizione). Possono essere di tre tipi fondamentali:<br> * '''Apparati centrali'''. Derivati da '''attività centrale''' prevalente (in cui prevale un condotto principale). Rilievi di forma più o meno conica, con un ''cratere centrale'' corrispondente al flusso principale di magma, ed eventualmente ''crateri avventizi'' eccentrici derivati da condotti secondari. Talvolta, anche nel corso di un singolo episodio eruttivo, la posizione del cratere principale può variare per deviazione del flusso magmatico principale, in seguito all'ostruzione della parte terminale del condotto principale. * '''Apparati lineari'''. Derivati da '''attività fissurale''', lungo fratture nella crosta terrestre che possono estendersi per chilometri. In questo caso non si ha un cratere centrale (anche se talora possono formarsi allineamenti di coni di scorie vulcaniche, generalmente di piccole dimensioni, lungo la frattura attiva), ma si hanno accumuli in forma di rilievi irregolari o ellittici ai due lati della frattura. Questo tipo di apparati dà però origine prevalentemente ad accumuli di lave e prodotti piroclastici in forma tabulare ('''plateaux'''), anche di notevole estensione (fino a migliaia di chilometri quadrati). * '''Caldere'''. Si tratta di grandi '''strutture di collasso''' (con ampiezze fino a decine di chilometri), spesso poco rilevate e con morfologia molto articolata, che contengono diversi centri eruttivi corrispondenti a fasi successive di attività. Sono derivate dallo sprofondamento di grandi edifici vulcanici in seguito allo svuotamento parziale della camera magmatica, oppure da attività esplosiva catastrofica che ha smantellato in parte l'edificio originario. I più grandi tra questi apparati sono considerati l'espressione di '''supervulcani''' (vulcani con fasi parossistiche di grande magnitudine e generalmente molto distanziate nel tempo).<br> I '''duomi di lava''' sono particolari strutture a forma di cupola prodotte da accumuli di lava estremamente viscosa, che non dà luogo a vere e proprie colate per la propria scarsa mobilità e si raffredda in loco, rimanendo all'uscita del condotto magmatico, entro il cratere. Simili strutture, "tappando" il condotto, possono favorire l'accumulo di gas nella zona sottostante e dare luogo ad attività esplosiva per l'aumento della pressione. Le '''protrusioni solide''' (in Inglese: '''spine''', ovvero ''spina'') sono corpi magmatici cilindrici di lava estremamente viscosa (quasi solida) che non dà luogo a colate ma fuoriesce in questo modo, molto lentamente, dal camino vulcanico che la genera. Sovente si raffredda in quella posizione formando un pinnacolo (''guglia vulcanica'') che gradualmente viene eroso. Sovente questi corpi, come i duomi di lava, tappano il condotto vulcanico dando luogo ad attività esplosiva. L'attività vulcanica si manifesta sovente in ambiente marino (anche profondo, oceanico), e dà luogo in questo caso a '''vulcani sottomarini''' e ad '''isole vulcaniche'''. L'edificio vulcanico visibile è solo la parte emersa dello stesso, che si estende in realtà al di sotto del livello marino fino al fondale. <gallery> File:Arenal-Volcano.jpg|Vulcano Arenal (Costa Rica). Un classico edificio vulcanico a cono, con cratere centrale. File:Cumbres..Borrascosas... - panoramio.jpg|Vulcano Arenal (Costa Rica). Il cratere principale. File:Gareloi-Island.JPG|Vulcano Gareloi (Isole Aleutine). Un'isola vulcanica con cratere centrale. File:Row of Craters on Laki Fissure in Iceland.jpg|Apparato vulcanico lineare, lungo una frattura regionale. In questo caso non si ha la formazione di un singolo cratere ma di accumuli irregolari ai due lati della frattura e di coltri di lava. Complesso vulcanico del Laki (Islanda). File:Laki fissure (2).jpg|Ancora una veduta del Laki. File:NASA Makushin 2.JPG|caldera del vulcano Makushin (Alaska, USA). Nota i diversi centri eruttivi all'interno. File:Dendi Caldera.jpg|Caldera Dendi (Etiopia), dovuta al collasso di un edificio vulcanico, con due laghi craterici all'interno. File:Reunion Piton de la Fournaise 21.25S 55.66E.png|Caldera formata dal collasso di un apparato centrale. Piton de la Fournaise, Isola di Reunion (Oceano Indiano). File:Santorini Landsat.jpg|Caldera del vulcano dell'isola di Santorini (Mare Egeo, Grecia), originata da attività esplosiva catastrofica avvenuta tra il 1627 a.C. e il 1600 a.C. L'isolotto centrale (Nea Kameni) è un duomo di lava formatosi in seguito all'attività successiva. File:Pozzuoli NASA ISS004-E-5376 added names.jpg|L'area vulcanica dei Campi Flegrei (Pozzuoli, NA). E' un complesso calderico molto articolato e di non facile lettura, che si estende in parte nel Golfo di Pozzuoli. Si tratta di un apparato distinto rispetto al Vesuvio, con una propria camera magmatica e vari condotti che hanno dato origine in epoca preistorica ad eruzioni esplosive catastrofiche con enormi emissioni di prodotti piroclastici. File:Zavaritskogo ISS cut.jpg|Caldera del vulcano Zavaritskogo (Isole Kurili, Russia). File:Volcán Chaitén-Sam Beebe-Ecotrust.jpg|Duomo di lava. Vulcano Chaitén (Cile). File:Novarupta.jpg|Duomo di lava. Vulcano Novarupta (Alaska, USA). File:Bárcena tuff cone.jpg|Vulcano Barcena (Messico). L'edificio vulcanico è composto da un cono di cenere. Il cratere centrale è parzialmente riempito da un duomo di lava. La fessura alla base del versante visibile del cono (espressione di un camino secondario o di un dicco) ha generato la colata di lava scura che si espande a conoide ai piedi dell'edificio. File:Lehua 2.jpg| Isola di Lehua (Hawaii), un cono di cenere parzialmente smantellato dall'azione erosiva dell'oceano. E' visibile entro la parte interna del cratere la stratificazione dei livelli cineritici che compongono l'edificio vulcanico. File:Cabo Miseno 13.JPG|Capo Miseno (Italia). Parte di un cono cineritico in sezione. Ben visibile la stratificazione obliqua dei livelli di cineriti. File:Kanaga Volcano (22432739869).jpg|Vulcano Kanaga (Isole Aleutine). Il cono centrale e colate laviche recenti. File:Kanaga iss.jpg|Vulcano Kanaga (Isole Aleutine). E' ben visibile l'edificio vulcanico più recente, un apparato centrale. </gallery> <br> [https://www.youtube.com/watch?v=zFIWWM0Iv-U Video dentro il cratere]{{Clear}} == Le strutture dei corpi intrusivi (plutoni)== [[File:Intrusion types.svg|right|thumb|300x300px|Legenda: 1-laccolite; 2-dicco; 3-batolite; 4-dicco; 5-sill; 6-condotto vulcanico; 7-lopolite.]] I '''corpi magmatici intrusivi (plutoni)''' sono interamente contenuti entro rocce di differente origine (generalmente sedimentarie o metamorfiche), le '''rocce incassanti'''. La classificazione dei plutoni si basa sulla forma dei corpi intrusivi, sulle loro dimensioni e sui rapporti geometrici con le rocce incassanti.<br> * '''Batoliti'''. Sono i plutoni di maggiori dimensioni. Si trovano generalmente al nucleo di catene montuose, spesso affioranti in seguito all'erosione. In affioramento, la loro estensione può arrivare a decine e centinaia di chilometri quadrati di superficie. * '''Filoni'''. Sono corpi tabulari di spessore variabile da alcuni centimetri a diversi metri. A seconda dei rapporti con le rocce incassanti possono essere: ** '''Dicchi''': corpi discordanti rispetto alla stratificazione delle rocce incassanti. A bassa profondità si producono di solito quando il magma risale lungo fratture o faglie tettoniche preesistenti che tagliano la stratificazione, allargandole. Ad alta profondità invece è il magma ad alta pressione ad aprirsi la strada fratturando le rocce in risalita. ** '''Filoni-strato''' (o '''sill'''), concordanti rispetto alla stratificazione delle rocce incassanti (o alla scistosità, se si tratta di rocce metamorfiche). Questi corpi intrusivi sono prodotti dall'intrusione di magma fluido tra i piani di stratificazione o scistosità (che rappresentano superfici di minore resistenza). * '''Laccoliti'''. Sono corpi concordanti non tabulari, ma con una convessità verso l'alto prodotta dall'inarcamento degli strati soprastanti in seguito alla pressione del magma intruso. * '''Lopoliti'''. Corpi concordanti che presentano invece convessità a imbuto verso il basso, in corrispondenza dei condotti di alimentazione del corpo intrusivo. [[File:Filoni.jpg|thumb|right|280x280px|Tipi di filoni in un edificio vulcanico: 1. filone radiale; 2. filone conico; 3. filone anulare; 4. filone periferico; 5. filone-strato o sill]] I corpi intrusivi sono in realtà spesso composti, cioè uno stesso episodio di intrusione magmatica può dare luogo in sequenza a diversi tipi di corpi: ad esempio inizialmente può determinarsi un dicco, come propaggine di una massa magmatica più grande (un batolite). Successivamente, il magma in risalita può trovare a profondità inferiore uno strato di roccia più resistente e procede quindi lungo la stratificazione, formando un filone-strato oppure un laccolite.<br> Possono esservi anche più fasi successive di intrusione lungo una stessa direttrice (una frattura per esempio), che generano riempimenti con composizione diversa, oppure generazioni successive di filoni che si intersecano lungo diverse direttrici. In generale, dal punto di vista dello sviluppo tridimensionale, possiamo avere diverse morfologie: * Filoni radiali * Filoni circolari o anulari * Filoni conici * Filoni-strato tabulari * Filoni obliqui o periferici Tutti questi tipi possono trovarsi entro un edificio vulcanico o entro le rocce incassanti al di sopra e intorno a un batolite. I corpi magmatici intrusivi di bassa profondità (minore di 2 Km) sono denominati '''subvulcanici''' o '''ipoabissali'''. Corpi intrusivi di questo tipo sono comuni all'interno di edifici vulcanici, con andamento prevalentemente concentrico o radiale. I '''cripto-duomi''' (dal greco κρυπτός, kryptos, celato, nascosto) sono accumuli subvulcanici di magma molto viscoso a bassissima profondità che a causa della loro scarsa mobilità e della rapida depressurizzazione non riescono a fendere le rocce di copertura, raffreddandosi sul posto, ma deformano la copertura stessa in strutture a cupola simili a laccoliti.<br> <gallery> File:Half Dome Trek 05 (4245047861).jpg|Batolite granitico (Yellowstone, USA). File:Dykes at Garthna Geo, Yesnaby - geograph.org.uk - 490020.jpg|Dicchi intrusi in una serie sedimentaria. File:Maug islands dike.jpg|Dicco verticale intruso in una serie vulcanica di lave e prodotti piroclastici. File:La Palma - Garafía - LP-4 13 ies.jpg|Dicco intruso in una serie vulcanica (prodotti piroclastici). File:La Chaume Croix de Saint André filons pegmatite.jpg|Dicchi messi in posto successivamente che si incrociano. Qual è il più recente? File:Black Canyon Painted Wall.JPG|Dicchi di roccia intrusiva (pegmatite) bianca intrusi in rocce metamorfiche più scure (gneiss). File:White granite intruding black basalt.jpg|Filoni di roccia chiara di composizione granitica intrusi in rocce effusive basaltiche scure. File:Caldera de Taburiente on La Palma - 2007-01-05 I.jpg|Dicchi che si intersecano, in una caldera vulcanica (Isola di La Palma, Canarie, Spagna). File:Mount Etna on Sicily in Italy - 2016-10-07 E.jpg|Dicchi magmatici messi in luce dall'erosione. Etna, Sicilia. File:Multiple Igneous Intrusion Phases Kosterhavet Sweden.jpg|Intrusioni filoniane multiple. File:Horton Bluff mid-Carboniferous sill.JPG|Filone-strato (sill) intruso in strati di argilliti e arenarie del Carbonifero (Canada). File:Iceberg Lake Ridge (4158171784).jpg|Rocce sedimentarie con stratificazione sub-orizzontale intruse da un filone-strato (sill) più scuro. File:An Igneous Sill Intrusion in Yellowstone National Park Wyoming USA.jpg|Sill sub-orizzontale di roccia basaltica con tipica fessurazione colonnare (Yellowstone, USA). File:Limestone Butte Montana Laccolith.jpg|Laccolite esposto dall'erosione degli strati di roccia soprastanti. File:2008-05-21 09 48 23 Iceland-Reykjahlíð.jpg|Piccolo cripto-duomo. Islanda. File:MSH80 bulge on north side 04-27-80.jpg|Cripto-duomo sviluppatosi sul versante nord del vulcano St. Helens (USA, Stato di Washington). </gallery> == Composizione dei magmi e delle rocce magmatiche == I magmi (e di conseguenza le rocce magmatiche) si dividono, in base al loro contenuto mineralogico in: * '''sialici''' o '''felsici''': vi prevalgono minerali contenenti silicio e alluminio, sono più ricchi di SiO<sub>2</sub> (silice), e sono per lo più di colore chiaro. * '''femici''' o '''mafici''': vi prevalgono ferro e magnesio, sono per lo più di colore scuro (bruno, verde o nero). In base alla quantità di silice, attraverso l'analisi chimica, si suddividono in: * ''acidi'' (o ''persilicici''): magmi e rocce con SiO<sub>2</sub> ≥ 65% * ''intermedi'' (o ''mesosilicici''): magmi e rocce con 52% ≤ SiO<sub>2</sub> ≤ 65% * ''basici'' (o ''iposilicici''): magmi e rocce con 45% ≤ SiO<sub>2</sub> ≤ 52% * ''ultrabasici'': magmi e rocce con SiO<sub>2</sub> ≤ 45% I magmi e le rocce acide sono più ricchi di SiO<sub>2</sub> e quindi sono di colore più chiaro di quelli basici e ultrabasici, di colore sempre più scuro.<br> Attenzione: in questo caso ''acido'' e ''basico'' si riferiscono semplicemente al contenuto in silice (non hanno quindi nulla a che vedere con le ''reazioni acido-base'', in cui sono in gioco ioni idrogeno H<sup>+</sup> o idrossido OH<sup>-</sup>). Si tratta in realtà di una terminologia ormai obsoleta ma invalsa per lungo tempo nella letteratura geologica, che deriva dalla classificazione dei silicati come sali (teorici) dell'acido ortosilicico (H<sub>4</sub>SiO<sub>4</sub>). La terminologia tradizionale acido-basico, anche se è ancora molto utilizzata, dovrebbe essere sostituita con quella, più moderna, sialico-femico o felsico-mafico (quindi, per quanto si riferisce al contenuto in silice, si dovrebbero preferire i termini per-, meso-, iposilicico). <br> [[File:Serie di Bowen.svg|thumb|right|300x300px|Sequenza di cristallizzazione dei minerali più comuni delle rocce magmatiche al diminuire della temperatura. A sinistra la serie dall'olivina al quarzo; a destra la serie dei plagioclasi (in funzione del contenuto in calcio o in sodio). Vedi testo. E' nota come ''serie di Bowen''.]] In natura, i magmi costituiscono dei sistemi eterogenei composti da una '''fase liquida''', da una '''fase solida''' (cristalli in corso di formazione e frammenti delle rocce incassanti o ''xenoliti'') e da una '''fase gassosa'''. I liquidi magmatici sono delle complesse miscele silicatiche ad alta temperatura i cui componenti hanno temperature di fusione diverse. Questo significa che, quando il magma si raffredda, si separano gradualmente minerali diversi che vanno a costituire la fase solida.<br> * I minerali femici sono quelli che fondono a temperatura più elevata, e quindi anche quelli che cristallizzano per primi. Perciò, i loro cristalli sono liberi di espandersi entro la massa fusa e di assumere la loro forma tipica (il cosiddetto ''habitus cristallino''), e sono definiti ''idiomorfi''. Minerali di questo tipo sono olivine, pirosseni, anfiboli, biotite (mica nera) e i feldspati ricchi di calcio (plagioclasi).<br> * I minerali sialici fondono a temperatura più bassa, e cristallizzano quindi più tardi: perciò i loro cristalli in corso di formazione devono adattarsi agli spazi lasciati loro dai cristalli già formati. Quindi raramente nelle rocce magmatiche questi minerali conservano la loro forma cristallina tipica, e si presentano come "plaghe" che non hanno forma propria, ma sono delimitate dalle pareti dei cristalli già formatisi nelle prime fasi di cristallizzazione: questi cristalli si definiscono ''allotriomorfi'' (questa terminologia si riferisce solo alla forma esterna: si tratta comunque di cristalli, perché la loro struttura molecolare interna è ordinata secondo il reticolo cristallino caratteristico della loro specie mineralogica). A questa tipologia di minerali appartengono le miche chiare (muscovite), i feldspati sodici e potassici, il quarzo. Ovviamente, anche questi minerali possono avere habitus cristallino tipico, però generalmente cristalli ben formati si rinvengono non all'interno di plutoni granitici bensì nelle loro parti periferiche e soprattutto nei loro ultimi differenziati filoniani ipoabissali in cui prevalgono fluidi magmatici a bassa viscosità e ricchi di componenti volatili, ove i cristalli hanno modo di crescere e svilupparsi. La fase gassosa è costituita prevalentemente da acqua allo stato di vapore, anidride carbonica (CO<sub>2</sub>) e, in misura minore, da acido cloridrico (HCl), acido fluoridrico (HF), acido solfidrico (o idrogeno solforato: H<sub>2</sub>S), zolfo allo stato nativo, anidride solforosa (SO<sub>2</sub>), anidride solforica (SO<sub>3</sub>, che reagendo con l'acqua dà origine ad acido solforico H<sub>2</sub>SO<sub>4</sub>), ossigeno ed elementi rari. La fase gassosa può essere più o meno abbondante, ma è comunque subordinata (in genere, minore del 5%). Sebbene i componenti volatili che la compongono rappresentino una piccola parte della composizione finale delle rocce magmatiche, essi hanno tuttavia, come vedremo a breve, un'importanza fondamentale nei processi magmatici, nella mobilità dei magmi e nei meccanismi eruttivi. == Genesi e comportamento dei magmi == [[File:Earth-cutaway-schematic-numbered.svg|thumb|right|Struttura della Terra: 1a-crosta oceanica; 1b-crosta continentale; 2-mantello; 3-nucleo; 3a-nucleo esterno; 3b-nucleo interno; 4-litosfera (mantello litosferico + crosta); 5-astenosfera.]] Il processo di fusione delle rocce nel sottosuolo che dà origine ai magmi non è generalizzato: si tratta di una fusione parziale che avviene in punti limitati situati entro la fascia compresa tra la parte superiore del mantello e la parte più profonda della crosta terrestre. Le rocce della crosta inferiore e del mantello terrestre sono in realtà per la maggior parte allo stato solido (nonostante l'elevata temperatura) a causa dell'enorme pressione (''pressione litostatica'') cui sono sottoposte dal carico di roccia soprastante. Questo poiché la temperatura alla quale inizia la fusione aumenta con l'aumentare della pressione.<br> Il '''mantello superiore''', immediatamente sotto la crosta terrestre, viene definito ''mantello litosferico'' ed insieme alla crosta costituisce la '''litosfera''' (dal greco λίθος [líthos], roccia), solida e rigida. A maggiore profondità, che varia da circa 80 km sotto gli oceani a circa 200 km sotto i continenti, c'è uno strato meno rigido e più caldo, comunemente definito '''astenosfera''' (dal greco ἀσθενός [asthenos], letteralmente: privo di forza). La parte superiore dell'astenosfera è caratterizzata da una zona in cui la velocità di propagazione delle onde sismiche rallenta, definita ''zona a bassa velocità'' o LVZ (dall'Inglese: Low Velocity Zone), che si estende in profondità fino a circa 300-400 chilometri. Alla sua base la velocità delle onde sismiche aumenta di nuovo gradualmente, indicando un aumento di viscosità del materiale del mantello superiore, fino a circa 700 chilometri, dove inizia il mantello inferiore. Questa caratteristica di bassa velocità sismica è associata ad uno stato di fusione parziale del mantello, poiché le onde sismiche si propagano più velocemente nei solidi che nei fluidi.<br> L'astenosfera è comunque prevalentemente solida, ma è sufficiente una frazione minima di materiale fuso (si ipotizza meno dell' 1% della roccia) per determinare una maggiore debolezza meccanica e una minore rigidità di questo strato rispetto agli strati adiacenti. Questo strato ha caratteristiche di duttilità maggiore rispetto alla litosfera: alle sollecitazioni meccaniche su tempi molto lunghi (come quelli geologici) si comporta quindi di fatto come un fluido estremamente viscoso. Come vedremo nel capitolo dedicato alla Tettonica delle Placche, l'involucro esterno della Terra (la litosfera) è composto di placche rigide che poggiano su questo strato di materiale fluido muovendosi per galleggiamento in senso sia verticale che orizzontale e interagendo tra loro con varie modalità. Qui ci interessa approfondire il fatto che il mantello superiore astenosferico, grazie alla parziale fusione del materiale roccioso che lo compone, è la maggiore sorgente dei magmi fluidi che risalgono verso la superficie terrestre e determinano il vulcanesimo e il plutonismo.<br> [[File:Convection.gif|thumb|right|'''Convezione''' di un fluido all'interno di un recipiente scaldato dal basso.]] La fusione delle rocce nell'astenosfera può derivare da: * Aumento della temperatura. Il mantello superiore è sottoposto ad un forte '''flusso di calore''' dal basso, dovuto alle altissime temperature che si raggiungono nel nucleo terrestre (da 3000 °C a 6000 °C). In esso, a causa della fluidità del materiale roccioso che lo compone, si creano '''correnti convettive''' con colonne di materiale molto caldo a bassa densità che risale e, tra di esse, correnti discendenti di materiale più freddo e denso (un po' come in una pentola d'acqua in ebollizione). La distribuzione della temperatura non è quindi uniforme nel mantello superiore, ma questa può aumentare localmente fino a superare il punto di fusione della roccia (o di alcuni componenti minerali della roccia), nonostante l'alta pressione. * Riduzione della pressione. Come si intuisce da quanto già detto, alla diminuzione della pressione la temperatura di fusione delle rocce si abbassa. Questo può avvenire presso il limite tra astenosfera e litosfera a causa dei movimenti relativi delle placche litosferiche cui si è accennato, ad esempio lungo fratture di estensione crostale che costituiscono i confini tra le placche stesse (come vedremo nel capitolo dedicato alla Tettonica delle Placche). * Aumento del contenuto in sostanze volatili come acqua o anidride carbonica (CO<sub>2</sub>), la cui presenza di abbassa la temperatura di fusione delle rocce. Queste sostanze volatili sono presenti in piccola quantità anche a grandi profondità, sia nella crosta che nel mantello terrestre, e tendono a concentrarsi nella parte più alta di quest'ultimo (la zona a bassa velocità), a causa della bassa permeabilità delle rocce rigide della litosfera soprastanti. Un aumento locale del loro contenuto può inoltre derivare dallo sprofondamento di placche litosferiche che ne sono ricche per il contatto con l'atmosfera e l'idrosfera terrestre (vedremo più avanti che questo meccanismo, chiamato ''subduzione'', è tra le modalità più comuni di interazione tra le placche). Si può avere un arricchimento d'acqua anche per l'instabilità di alcuni minerali (ad esempio i solfati e alcuni tipi di silicati), che ad alta temperatura e pressione rilasciano molecole d'acqua presenti all'interno del proprio reticolo cristallino. Si può avere anche una combinazione di queste tre cause causata dalla dinamica delle placche litosferiche e del mantello sottostante. Vi sono due tipi fondamentali di magma: * '''Magma primario''', che si origina nel mantello superiore con le modalità viste sopra. Questo tipo di magma si genera a temperature molto elevate, dell'ordine del migliaio di gradi Celsius e più, ed è povero di silice (SiO<sub>2</sub> < 50%), essendo composto prevalentemente da minerali femici (o mafici), cioè ad alto contenuto di ferro e magnesio, che sono prevalenti nel mantello terrestre. Esempi di questo tipo di minerali sono olivine, pirosseni, anfiboli e miche (si tratta di silicati, ma a basso contenuto di silice). '''Rocce femiche''' effusive tipiche sono i basalti, mentre i loro corrispettivi intrusivi sono i gabbri. Si tratta di magmi molto densi perché ricchi in elementi ad alta densità (oltre 3 g/cm<sup>3</sup>), e fluidi (a bassa viscosità). Sono anche poveri in composti volatili (acqua e anidride carbonica) [[File:Diff gravitativa.svg|thumb|right|350x350px|Schema che illustra la differenziazione gravitativa a partire da un magma iniziale, con variazione della composizione del magma residuo]] * '''Magma secondario''', che si forma entro la crosta terrestre a temperatura inferiore (a partire da 650 °C). Sono magmi decisamente più ricchi in silice, composti da minerali sialici (o felsici), vale a dire ricchi in silicio e alluminio. Minerali di questo tipo sono ad esempio il quarzo e i felspati. Sono inoltre meno densi dei magmi primari e ricchi in acqua, oltre che molto più viscosi. Tipici esempi di '''rocce sialiche''' effusive sono le rioliti (meglio note come ''porfidi''), i cui corrispettivi intrusivi sono i graniti. I magmi secondari si generano per vari tipi di processi di '''differenziazione magmatica''': ** ''assimilazione'' parziale delle rocce crostali incassanti da parte di magmi femici in risalita, che cambiano quindi composizione per "contaminazione": il magma in questi casi può "inglobare" frammenti delle rocce incassanti (''xenoliti'') che non riesce a fondere ed assimilare perché questo richiederebbe una temperatura superiore a quella del magma stesso; ** differenziazione per ''cristallizzazione frazionata'', a partire da magmi primari in corso di raffreddamento, quando la frazione cristallizzata si segrega per gravità rimanendo in basso e la frazione fluida che resta, impoverita dei minerali che cristallizzano a temperatura mano a mano più elevata, viene allontanata risalendo verso la superficie. Ad ogni fase successiva di cristallizzazione, il magma residuo cambia composizione. Gli ultimi differenziati normalmente corrispondono alle intrusioni filoniane. In conseguenza di questo fenomeno, spesso i plutoni mostrano una stratificazione verticale (più comune nei plutoni femici, in cui i magmi sono più fluidi). In altri casi la cristallizzazione procede a partire dalle pareti del batolite verso le parti più interne, determinando una zonazione concentrica (più frequente nei plutoni sialici, in cui i magmi sono più viscosi, con minore mobilità verticale). ** ''mescolanza'' di magmi di origine e composizione diversa. ** ''anatessi'' (da un termine greco che significa liquefazione), ovvero fusione parziale delle rocce metamorfiche quando queste vengono seppellite a grande profondità dalla progressiva subsidenza o dai movimenti delle placche litosferiche. In questo caso la temperatura può aumentare fino a superare il limite di fusione (650 °C), e queste rocce escono gradualmente dal campo delle rocce metamorfiche per entrare in quello delle rocce magmatiche. Se la fusione prosegue, si producono nuovi magmi che possono mobilizzarsi e risalire verso la superficie. Se la frazione liquida non riesce a muoversi e la temperatura diminuisce, si solidifica di nuovo in loco dando origine a rocce con tipico aspetto a bande alternate costituite da roccia magmatica e da quanto resta della roccia metamorfica originale, le ''migmatiti''. [[File:Différenciation magmatique.png|thumb|left|550x550px|I principali processi di differenziazione magmatica]] Si tratta di fenomeni molto complessi e tuttora solo in parte compresi, ma di grande importanza per la comprensione della dinamica crostale terrestre e della storia geologica delle aree continentali. Come si è detto, i magmi hanno proprietà fisiche differenti a seconda della composizione: le proprietà che determinano principalmente le ''caratteristiche reologiche'' (cioè di scorrimento) dei magmi sono '''viscosità''' e '''contenuto in composti volatili''' (acqua soprattutto). I magmi femici sono più fluidi, con minore contenuto d'acqua, mentre i magmi sialici sono più viscosi e contengono più acqua.<br> La '''viscosità''' è una proprietà che descrive la resistenza di un fluido allo scorrimento. Nei magmi è dovuta principalmente al contenuto di silice, che è presente in forma di ioni silicato (SiO<sub>4</sub>)<sup>4-</sup> con struttura teraedrica composta da quattro atomi di ossigeno intorno ad un atomo di silicio: questi ioni tendono facilmente a ''polimerizzare'', cioè a formare lunghe catene che ostacolano lo scorrimento del magma. Questo per la capacità degli ioni silicato di mettere in comune uno o più atomi di ossigeno (legame di tipo covalente). [[File:Silicate-double-tetrahedra-2D.png|thumb|right|150x150px|Negli ioni silicato gli atomi di ossigeno possono essere comuni a più ioni, dando origine a catene polimeriche.]] I magmi sialici sono più viscosi in funzione del loro contenuto in silice più elevato. Nei magmi femici abbiamo più cationi metallici, come Fe<sup>+</sup> e Mg<sup>+</sup>, che si legano agli atomi di ossigeno e tendono a interrompere le catene silicatiche, rendendo il magma più fluido.<br> Il '''contenuto in acqua''' determina la presenza di bolle gassose quando la pressione diminuisce nel corso della risalita del magma (''degassamento''), che ugualmente tendono a ostacolare lo scorrimento del magma. Questo perché la comparsa di bolle di vapore interrompe la continuità di fase (con la comparsa di una fase gassosa nel liquido) e ciò riduce la stabilità del flusso aumentandone la turbolenza e causando maggiore dissipazione di energia. Inoltre, come si è visto, la presenza di acqua abbassa la temperatura di fusione dei silicati: quindi la temperatura di fusione dei magmi sialici ricchi di acqua è piuttosto bassa e questi rimangono fluidi fintanto che l'acqua contenuta è in soluzione. Quando però la pressione diminuisce e l'acqua si libera in forma di vapore, la temperatura di fusione dei magmi sialici si alza e questi magmi, relativamente freddi, tendono a solidificare. [[File:Magmatism and volcanism EN.svg|thumb|left|350x350px|Rappresentazione schematica dei principali processi magmatici.]] Quindi (come si comprende da quanto detto sopra), i magmi femici tendono più facilmente a risalire entro la crosta terrestre e raggiungono più facilmente la superficie, dando origine a lave basaltiche; i magmi sialici al contrario solidificano più facilmente in profondità, dando origine a plutoni con composizione granitica. <br> Questa tuttavia non è una regola universale e ha importanti eccezioni, perché la maggiore o minore facilità di risalita dei magmi dipende anche da fattori di tipo geodinamico, derivanti dal maggiore o minore spessore della litosfera e dalle modalità di interazione delle placche litosferiche, oltre che dalla presenza di faglie e fratture che possono favorirla. In effetti, abbiamo vulcani con prodotti prevalentemente basaltici e vulcani con lave a composizione sialica (corrispondenti effusivi delle rocce intrusive granitoidi), mentre abbiamo sia plutoni sialici a composizione granitica che (più rari) plutoni femici a composizione gabbrica. Talvolta inoltre i due tipi di composizione si riscontrano associati nella stessa area, o si succedono in sequenza temporale. Quando si verifica la genesi di magmi entro il mantello superiore o la crosta inferiore, il materiale fuso è più caldo e meno denso delle rocce incassanti, e tende quindi a risalire attraverso gli interstizi di queste ultime. Il magma fluido in profondità risale aprendosi la strada nelle rocce incassanti, assimilandole grazie alla temperatura superiore e fratturandole per la pressione conferitagli dai composti volatili. In tal modo i fluidi magmatici si aggregano progressivamente formando così grandi "gocce" di materiale ad alta temperatura con comportamento plastico: i '''diapiri magmatici''' (dal greco διαπείρειν [diapéirein]: penetrare). I diapiri magmatici, nel corso della risalita, possono dare luogo a tutti i fenomeni di mescolanza, differenziazione e assimilazione visti sopra. Raffreddandosi progressivamente danno origine ai corpi magmatici intrusivi. Quelli che riescono a risalire fino alla superficie terrestre danno origine alle camere magmatiche degli apparati vulcanici e alle intrusioni filoniane. == Consolidazione dei magmi e tessitura delle rocce magmatiche == [[File:Granodiorite pmg ss 2006.jpg|thumb|right|220x220px|Tessitura olocristallina granulare in una granodiorite (una roccia granitoide), in sezione sottile al microscopio.]] Le condizioni ambientali in cui avviene il raffreddamento e la solidificazione dei magmi hanno una influenza determinante sulle caratteristiche del prodotto finale: le rocce magmatiche. Come ormai sappiamo, queste condizioni dipendono soprattutto da pressione, temperatura e presenza di componenti volatili. Questi fattori determinano la '''tessitura''' delle rocce che, insieme alla composizione chimica e mineralogica, costituisce un elemento diagnostico fondamentale per il loro riconoscimento e la loro interpretazione. Per tessitura si intende '''l'insieme delle dimensioni, forme, disposizione e relazioni reciproche dei diversi elementi che costituiscono la roccia'''. '''Rocce intrusive'''. In questo caso la solidificazione avviene, come abbiamo visto, in zone più o meno profonde della crosta terrestre, quindi a temperatura e pressione elevate. Queste condizioni ambientali implicano una lenta dispersione del calore attraverso le rocce incassanti (che sono comunque a loro volta calde ad elevata profondità), un ambiente relativamente "tranquillo" (non soggetto a improvvise variazioni di pressione e temperatura) e un degassamento molto lento attraverso le fratture delle rocce incassanti, cosa che permette agli elementi volatili di restare per lungo tempo in soluzione nel magma, mantenendone la fluidità. In queste condizioni la cristallizzazione dei vari minerali che si formano gradualmente avviene in maniera completa, secondo le modalità già viste (i primi minerali differenziatisi, con cristalli ben formati, mentre gli ultimi tendono a riempire gli interstizi rimasti). Abbiamo in questo caso una '''tessitura olocristallina''' (ovvero: completamente cristallina), che sulle superfici e nelle sezioni di queste rocce appare come un "mosaico" di cristalli ben visibili a occhio nudo, con aspetto granulare e grana più o meno grossolana. E' ad esempio la tessitura tipica delle rocce granitoidi, come graniti, granodioriti, tonaliti, ma anche delle rocce intrusive femiche, come i gabbri (corrispondenti intrusivi delle lave basaltiche) e intermedie (sieniti, monzoniti).<br>[[File:Tessitura porfirica.jpg|thumb|left|220x220px|Tessitura porfirica, costituita da una pasta di fondo microcristallina con fenocristalli di feldspato. Sezione sottile al microscopio.]] '''Rocce effusive'''. Vediamo ora cosa succede quando un magma arriva in superficie ed esce da condotti vulcanici: si ha una rapida diminuzione di temperatura e pressione, movimento della massa magmatica, rapidissima perdita per degassamento dei componenti volatili, talvolta con manifestazioni esplosive per l'espansione improvvisa dei gas. Il magma quindi (già da quando è prossimo alla superficie) perde parte delle proprie caratteristiche originali di composizione e subisce anche delle variazioni significative di proprietà fisiche (densità e viscosità soprattutto), trasformandosi in una '''lava''', che più o meno rapidamente, a seconda della composizione e delle caratteristiche ambientali, si raffredda e solidifica dando origine alle rocce effusive. Queste rocce hanno caratteristiche tessiturali decisamente differenti rispetto alle rocce intrusive, perché le condizioni ambientali di solidificazione effusiva sono ben diverse, come abbiamo visto sopra. In tali condizioni (movimento, degassamento rapido e raffreddamento rapido per contatto con l'atmosfera e l'idrosfera), la cristallizzazione non può avvenire in maniera regolare né completa: il risultato è che si hanno cristalli molto piccoli, che formano una "pasta di fondo" a grana finissima (''microcristallina''). Questa massa di fondo può risultare anche ''vetrosa'' (costituita cioè da una massa amorfa, simile appunto a vetro) quando, per la solidificazione improvvisa, i cristalli non hanno il tempo di formarsi e il materiale lavico si solidifica in uno stato caotico. Entro questa massa microcristallina/vetrosa si possono trovare cristalli isolati anche di dimensioni centimetriche e oltre, con habitus tipico, di minerali già differenziatisi in condizioni ambientali intrusive o ipoabissali e portati a giorno dall'eruzione insieme al magma (i cosiddetti ''fenocristalli'', da φαίνω [phàino]: apparire). Questa è la tipica '''tessitura porfirica''' (così chiamata perché caratteristica dei porfidi), comune nelle rocce magmatiche effusive. Le lave femiche, più fluide, danno tendenzialmente origine a rocce effusive microcristalline come, ad esempio, i basalti (in cui la sostanza vetrosa è in generale molto scarsa o assente), in quanto la loro fluidità permette più facilmente la cristallizzazione anche nelle condizioni ambientali estreme effusive. Le rocce effusive (ad esempio le ''rioliti'', meglio conosciute come ''porfidi'') derivate da lave sialiche, più viscose, sono caratterizzate da una componente vetrosa di fondo che può anche essere prevalente ('''tessitura vetrofirica''' o ''vitrofirica'', caratterizzata da fenocristalli immersi in una matrice vetrosa amorfa). Vi sono anche rocce effusive costituite quasi esclusivamente da materiale vetroso ('''tessitura vetrosa'''): le ''ossidiane'' (vetro vulcanico), derivate da lave particolarmente ricche in silice, che si presentano come masse di aspetto vitreo e tipica frattura ''concoide'' (cioè per superfici concave, come appunto il vetro). <gallery> File:Bianco Sardo Granit mit polierter Oberfläche.jpg|Granito in sezione levigata. Si apprezza la tessitura olocristallina. I minerali principali sono quarzo (grigio translucido) e feldspato (bianco); in quantità minore sono presenti minerali scuri femici: anfiboli e mica scura (biotite). Sardegna. File:Rocks - Pink granite Baveno.JPG|Ciottolo di granito rosa di Baveno (Verbano-Cusio-Ossola). Evidente la tessitura olocristallina granulare a grana grossolana. Feldspati (rosa per inclusioni di ossidi di ferro) in cristalli prismatici allungati, plagioclasi (biancastri) e plaghe di quarzo (grigio traslucido, di aspetto vetroso), con biotite (scura). File:Rocks - Tonalite.JPG|Tonalite, roccia intrusiva granitoide, sialica. I minerali scuri sono anfiboli (orneblenda, in grandi cristalli prismatici poligonali di un nero opaco) e biotite (cristalli lamellari nero-lucenti). I minerali chiari sono quarzo (grigio) e plagioclasio (biancastro). File:Monzonite (Early Eocene, 50-54 Ma; Bearpaw Mountains, Montana, USA) 4 (49061261087).jpg|Monzonite (Montana, USA). Roccia intrusiva di composizione intermedia (tra sialica e femica); tessitura olocristallina a grana medio-fine. Composta prevalentemente di feldspati e plagioclasi con subordinati minerali femici (anfiboli, pirosseni e biotite), e pochissimo quarzo. File:Diorite MA.JPG|Diorite. Roccia intrusiva intermedia (al limite con le rocce basiche) con abbondanti minerali femici (principalmente anfiboli e biotite) e plagioclasio (Massachusetts, USA). File:Olivine gabbro (Pigeon Point Sill, Mesoproterozoic, ~1.1 Ga; Pigeon Point, Minnesota, USA) (40770721514).jpg|Gabbro (Minnesota, USA). Roccia intrusiva femica a feldspati, plagioclasi, pirosseno e olivina (quarzo rarissimo o assente). File:Loebejuener porphyr poliert.jpg|Riolite (porfido), roccia effusiva corrispondente ai graniti. Permiano della Germania centro-orientale (Sassonia). Tipica tessitura porfirica con fenocristalli di quarzo (biancastro-traslucido) e feldspato potassico (rosa) in pasta di fondo microcristallina-vetrosa. File:Graniteporphyry pmg ss 2006.jpg|Riolite in sezione sottile al microscopio. Evidente la massa di fondo microcristallina e i fenocristalli di quarzo (di colore latteo) e feldspato (grigio, con lineazioni parallele e con habitus prismatico). File:Hornblende, Biotit und Andesit - Bor, Serbien.jpg|Andesite. Roccia effusiva intermedia a plagioclasio (i cristalli biancastri), biotite e anfibolo orneblenda (i cristalli scuri). I fenocristalli, abbondanti, sono immersi in una pasta di fondo microcristallina. File:Apollo 15 sample 15485 S71-44232.jpg|Basalto lunare (campione preso dalla missione Apollo 15) a plagioclasi e pirosseni. File:Basalt 9 (48674616896).jpg|Basalto tipico microcristallino (a grana molto fine) a plagioclasi e pirosseni. File:Dacite-ThinSection-USGS.jpg|Fenocristalli in una dacite con pasta di fondo (nera) composta essenzialmente da vetro (tessitura vetrofirica]. File:Gray obsidian 4.jpg|Ossidiana (vetro vulcanico), con bande di tonalità diverse determinate dal flusso della lava. Visibile la tipica frattura concoide (con superfici lisce e concave, caratteristica del vetro). File:Gray obsidian 3.jpg|Ossidiana. File:Obsidienne de Lipari.JPG|Affioramento di ossidiana (Lipari, Isole Eolie). File:Obsidian artifact from the Riley (Oregon, USA) site (1287124990).jpg|Lama in ossidiana (Oregon, USA). </gallery> == Principali rocce magmatiche intrusive e corrispondenti rocce effusive == Di seguito un quadro delle principali rogge magmatiche intrusive, con un riepilogo dei loro caratteri distintivi e il relativo contesto geodinamico. {| class="wikitable" ! width="90" | Tipo ! width="250" |Intrusive ! width="250" |Effusive |- ! Sialiche o Acide (''persiliciche'') | <small>'''Graniti''': hanno tipica tessitura olocristallina a grana medio-mediofine; contengono quarzo traslucido e incolore e feldspati, minerali femici molto meno frequenti, come la biotite (mica nera). Possono contenere muscovite (mica bianca) apatite, zircone, solfuri (soprattutto pirite). Il colore va dal bianco al rosso passando per il rosa. Le masse fuse di tipo granitico, consolidando danno origine a batoliti che si estendono anche per centinaia di chilometri. Le rocce granitiche <u>sono le rocce intrusive più comuni nella crosta continentale, e costituiscono spesso il "nucleo" delle catene montuose.</u>. Rocce granitoidi simili ai graniti per tessitura sono le '''Granodioriti''' e '''Tonaliti''', con grana da medio-fine a grossolana e minerali femici (anfiboli e biotite) progressivamente più abbondanti.</small> | <small>'''Rioliti''' (o ''lipariti''): sono conosciute meglio con il nome di “porfidi”. Presentano struttura porfirica, con abbondanti quarzo e feldspati. Sono i corrispondenti effusivi dei graniti. Le '''Daciti''' sono termini leggermente più femici, con anfiboli e biotite.</small> |- ! Intermedie o Neutre (''mesosiliciche'') | <small>Sono rocce povere o prive di quarzo, con abbondanti feldspati e con minerali femici progressivamente crescenti. Il colore è generalmente più scuro rispetto alle rocce granitoidi sialiche. Tra le più diffuse vi sono le '''Dioriti''', con quarzo molto subordinato o assente e una miscela equilibrata di minerali femici (pirosseni e anfiboli) e sialici (feldspati); struttura olocristallina.</small> | <small>Rocce effusive con quarzo scarso o assente e tipica tessitura porfirica o vetrofirica. Molto diffuse sono le '''Andesiti''', con prevalenti feldspati, anfiboli e pirosseni; il nome di queste rocce deriva dalla catena delle Ande, in quanto come vedremo queste rocce <u>sono il caratteristico prodotto dell'attività degli archi vulcanici e delle catene montuose in contesti di collisione tra placche tettoniche</u>.</small> |- ! Femiche o Basiche (''iposiliciche'') | <small>'''Gabbri''': sono rocce con struttura olocristalline, molto scure, con feldspati, pirosseni, anfiboli.</small> | <small>'''Basalti''': sono tra le rocce più dure e dense esistenti, di colore scuro o verde, molto femiche (o basiche) e quindi povere di silice e sostanzialmente prive di quarzo, con plagioclasio calcico, anfiboli, pirosseni e olivina. <u>Sono le rocce effusive più diffuse, e costituiscono la maggior parte della crosta oceanica</u>.</small> |- ! Ultrabasiche | <small>'''Peridotiti''': sono rocce molto scure e pesanti, formate in prevalenza da componenti ferro-magnesiaci (pirosseni e olivina) e, quindi, molto povere di silicio. <u>Costituiscono probabilmente la roccia dominante nel mantello superiore terrestre</u>. Poco frequenti nella crosta e presenti soprattutto come xenoliti in rocce vulcaniche femiche o lembi portati in affioramento dai movimenti delle placche tettoniche (''ofioliti'').</small> | <small>Rocce effusive assai poco comuni, costituite prevalentemente da olivina con piccole percentuali di feldspati e in subordine da pirosseni, anfiboli e biotite.</small> |} In realtà la classificazione delle rocce ignee è molto più articolata di quanto appare sopra, e richiederebbe una trattazione di dettaglio sulla ''paragenesi mineralogica'' (ovvero sull'associazione di minerali contenuti in una roccia magmatica e formatisi durante il processo genetico della roccia stessa), cosa che esula dagli scopi di questo libro . Per un approfondimento ulteriore su questo aspetto, apri il cassetto che segue. {{Cassetto|Approfondimento: La classificazione delle rocce magmatiche. <small>click sul collegamento</small> |colore=#08e600|coloresfondo=#f9ffe0|<ref group=A> '''Approfondimento: La paragenesi mineralogica e la classificazione delle rocce ignee'''<br> La classificazione delle rocce ignee più comuni è in base ai tre principali componenti mineralogici, cioè: * Quarzo (SiO<sub>2</sub>) * Feldspati alcalini (o Alcalifeldspati), rappresentati da feldspato potassico (ortoclasio: KAlSi<sub>3</sub>O<sub>8</sub>) e feldspato sodico (albite: NaAlSi<sub>3</sub>O<sub>8</sub>) e termini intermedi tra questi due estremi (cioè Na,KAlSi<sub>3</sub>O<sub>8</sub> con K e Na in diverse proporzioni). * Plagioclasi, termini di transizione tra feldspato (plagioclasio) sodico (albite: NaAlSi<sub>3</sub>O<sub>8</sub>) e calcico (anortite: CaAl<sub>2</sub>Si<sub>2</sub>O<sub>8</sub>). Feldspati e plagioclasi raramente sono termini "puri" ma costituiscono miscele allo stato solido.<br> Generalmente, maggiore è il contenuto di quarzo, più le rocce sono sialiche; i termini neutri contengono poco quarzo e più feldspati alcalini, mentre i termini femici sono caratterizzati da un contenuto maggiore di feldspati (plagioclasi) calcici (questi ultimi contengono meno silice, in quanto il silicio è in parte sostituito dall'alluminio).<br> Le rocce ignee vengono caratterizzate in base alla loro composizione mineralogica, utilizzando diagrammi come quelli rappresentati sotto. Questo è il classico ''diagramma QAP'' (Quarzo-Alcalifeldspati-Plagioclasi): si tratta di un diagramma ternario (triangolare) i cui vertici rappresentano il 100% del termine puro a cui si riferiscono. Quindi procedendo lungo uno dei lati a partire da un vertice (ad esempio il Quarzo) verso un altro vertice (ad esempio i Plagioclasi), la percentuale di Q diminuisce e parallelamente aumenta quella di P in modo che la somma dia il 100%. Per punti situati all'interno del diagramma abbiamo tre componenti. <br> In questo tipo di diagramma le linee parallele al lato AP rappresentano uguali percentuali relative di quarzo e alcalifeldspati + plagioclasi, mentre le diverse percentuali relative di plagioclasi e alcalifeldspati sono rappresentate da linee convergenti sul vertice Q. Quindi, avendo determinato le % di alcalifeldspati e plagioclasi (ad esempio: 70% di ortoclasio e 30% di plagioclasio calcico), si riporta dal punto rappresentativo della composizione sul lato AP la linea congiungente il vertice Q, fino ad incrociare la linea parallela al lato AP che rappresenta la % di quarzo (ad esempio: Q=15%). L'incrocio delle due linee dà il punto rappresentativo della composizione della roccia e permetterà di definirla a seconda del campo in cui cade. Nel caso dell'esempio avremo una quarzo-sienite, con 15% di quarzo e 85% di feldspato + plagioclasio; tra i feldspati avremo ortoclasio dominante (70% di ortoclasio rispetto al 30% di plagioclasio).<br> Sono riportati il diagramma QAP per le rocce intrusive e quello per le rocce effusive più comuni. Per le rocce intermedie intrusive (sieniti, monzoniti) e le loro corrispondenti effusive (trachiti, latiti) sono previsti dei termini transizionali alle rocce sialiche (ad esempio: quarzo-sieniti e quarzo-trachiti). Il campo più prossimo al vertice Q (Q>60%) non è caratterizzato per le rocce effusive (ed è lasciato in bianco) perché i termini corrispondenti in realtà sono assai poco frequenti in natura.<br> <gallery caption="Diagramma ternario QAP per le rocce intrusive ed effusive contenenti quarzo e feldspati" mode="packed" heights="340"> File:Streckeisen for intrusive quartz igneous rocks.svg|Rocce intrusive. File:Streckeisen for volcanic quartz igneous rocks.svg|Rocce effusive (vulcaniche). </gallery> Nota che in questi diagrammi i termini intermedi basali meno sialici (dioriti, andesiti) sono indistinguibili dai termini femici veri e propri (gabbri e basalti), in quanto occupano lo stesso campo prossimo al vertice P (plagioclasio calcico). Questo perché nelle rocce femiche il quarzo è pochissimo o assente e in compenso risultano abbondanti i minerali femici come anfiboli, pirosseni e olivine, che in questo diagramma non vengono considerati. Quindi il contenuto in quarzo e plagioclasi non basta a caratterizzare queste rocce e occorre fare riferimento ad altri tipi di diagrammi che includono i minerali femici citati. Di seguito viene proposta una versione più dettagliata della tabella delle rocce magmatiche, che tiene conto della classificazione vista sopra. {| class="wikitable" ! width="90" | ! width="250" |Intrusive ! width="250" |Effusive |- ! rowspan="2" | Sialiche o Acide (''persiliciche'') | <small>'''Graniti''': hanno tipica tessitura olocristallina a grana medio-mediofine; contengono quarzo traslucido e incolore, feldspato potassico (ortoclasio), meno frequenti plagioclasi e biotite (mica nera). Possono contenere muscovite (mica bianca) se si è in presenza di graniti a due miche, apatite, zircone, solfuri (soprattutto pirite). Il colore va dal bianco al rosso passando per il rosa. Le masse fuse di tipo granitico, consolidando danno origine a batoliti che si estendono anche per centinaia di chilometri. Le rocce granitiche <u>sono le rocce intrusive più comuni nella crosta continentale, e costituiscono spesso il "nucleo" delle catene montuose.</u>. '''Granodioriti''' e '''Tonaliti''': grana da medio-fine a grossolana, simili ai graniti ma in cui il feldspato potassico-sodico è sostituito da plagioclasi calcici con tenore crescente; sono anche mediamente più abbondanti i minerali femici (anfiboli e biotite).</small> | <small>'''Rioliti''' (o ''lipariti''): sono conosciute meglio con il nome di “porfidi”. Presentano struttura porfirica, quarzo e feldspati. '''Daciti''': rispetto alle rioliti, il feldspato potassico è sostituito in massima parte da plagioclasi calcici, accompagnati da anfiboli e biotite. </small> |- | | <small>'''Trachiti''': sono povere o prive di quarzo ma con abbondante feldspato sodico-potassico. Il colore è tendente allo scuro.</small> |- ! Intermedie o Neutre (''mesosiliciche'') | <small> '''Sieniti''': sono rocce che contengono prevalenti feldspati potassici e sodici, la cui struttura e composizione sono simili ai graniti ma sono povere o prive di quarzo. Colore grigio o violaceo '''Monzoniti''': rocce intermedie, sempre di aspetto simile ai graniti, con prevalenti plagioclasi calcici e prive di quarzo o con quantità di quarzo relativamente piccole. Colore tendenzialmente bruno o violaceo. '''Dioriti''': quarzo molto subordinato o assente; hanno una miscela equilibrata di composti femici o basici (pirosseni e anfiboli) e sialici (plagioclasi calcici); struttura olocristallina. Il quarzo è presente nelle quarzo-dioriti. </small> | <small>'''Latiti''': tessitura porfirica, con fenocristalli di feldspato e plagioclasi sodico-calcici, anfiboli, pirosseni e miche. Il nome deriva dal Lazio, dove sono state studiate in origine.</small> <small>'''Andesiti''': tessitura porfirica o vetrofirica, con prevalenti plagioclasi calcici, anfiboli e pirosseni; il nome di queste rocce deriva dalla catena delle Ande, in quanto come vedremo queste rocce <u>sono il prodotto dell'attività degli archi vulcanici e delle catene montuose in contesti di collisione tra placche tettoniche</u>.</small> |- ! Femiche o Basiche (''iposiliciche'') | <small>'''Gabbri''': sono rocce molto scure, con plagioclasi calcici, pirosseni, anfiboli.</small> | <small>'''Basalti''': sono tra le rocce più dure e dense esistenti, di colore scuro o verde, molto femiche (o basiche) e quindi povere di silice e sostanzialmente prive di quarzo, con plagioclasio calcico, anfiboli, pirosseni e olivina. <u>Sono le rocce effusive più diffuse, e costituiscono la maggior parte della crosta oceanica</u>.</small> |- ! Ultrabasiche | <small>'''Peridotiti''': sono rocce ultrabasiche, scure e pesanti, formate in prevalenza da componenti ferro-magnesiaci (pirosseni e olivina) e, quindi, molto povere di silicio. <u>Costituiscono probabilmente la roccia dominante nel mantello superiore terrestre</u>. Poco frequenti nella crosta e presenti soprattutto come xenoliti in rocce vulcaniche femiche o lembi portati in affioramento dai movimenti delle placche tettoniche.</small> | <small>Sono rocce effusive assai poco comuni ('''Picriti'''), costituite prevalentemente da olivina con piccole percentuali di feldspati e in subordine da pirosseni, anfiboli e biotite. Si ritiene derivino da differenziati femici per cristallizzazione frazionata, non da magmi primari.</small> |} </ref> }} == Prodotti vulcanici == I prodotti liquidi e solidi dell'attività vulcanica (della fase gassosa si è già parlato), sono suddivisibili in due grandi categorie: {| class="wikitable" |+ PRODOTTI VULCANICI |- ! TIPO !! CARATTERISTICHE |- | LAVA || magma degassificato consolidato |- | rowspan="5" | TEFRA || CENERE VULCANICA (piroclasti < 2 mm) |- | LAPILLI (piroclasti tra 2 mm e 64 mm) |- | BOMBE VULCANICHE (piroclasti > 64 mm) |- | SCORIE (piroclasti vescicolari con peso specifico >1 g/cm<sup>3</sup>) |- | POMICI (piroclasti vescicolari con peso specifico < 1 g/cm<sup>3</sup>) |} * '''Lava'''. La lava allo stato liquido viene emessa durante '''eruzioni effusive''' (delle quali è il principale prodotto) e solidifica dopo un tragitto più o meno lungo dal centro eruttivo, a seconda del proprio chimismo. * '''Tefra''' (dal greco τέφρα [tephra]: cenere). Si tratta di frammenti di lava ('''piroclasti''') eruttati durante '''eruzioni esplosive''' (per l'estrema viscosità del magma e il suo elevato contenuto in acqua). Sono definiti anche '''prodotti piroclastici'''. Si distinguono ulteriormente, in base alle dimensioni dei piroclasti, in '''cenere''', '''lapilli''' e '''bombe vulcaniche'''. Le '''scorie''' e le '''pomici''' sono prodotti delle dimensioni di lapilli e bombe vulcaniche, ma sono ulteriormente caratterizzati da una particolare '''struttura vescicolare''' (cioè: "a bolle") che dipende soprattutto dalle modalità di consolidamento: si tratta di frammenti di roccia vetrosa di vario diametro caratterizzati da estrema bollosità prodotta da degassamento rapidissimo seguito da raffreddamento altrettanto rapido, per cui si formano numerose bolle che rimangono "congelate" nella lava per il raffreddamento improvviso. Il Tefra può essere composto da un elemento dominante (più frequentemente cenere vulcanica o lapilli), oppure da una mescolanza dei tre termini (cenere e lapilli, con presenza più o meno frequente di bombe): proporzione fra i tre elementi dipende dalla composizione della lava di origine, dalle modalità dell'evento eruttivo, dalla presenza o meno di vento (in grado di allontanare le particelle di cenere più fini), oppure di pioggia (che viceversa tende ad appesantire la cenere e a farne aggregare le particelle). === Lava === [[File:Flusso laminare blu.gif|thumb|right|200x200px|Schematizzazione di un flusso laminare contenuto in un canale o in un tubo.]] La '''lava''' è, come già riportato, magma dal quale vengono separate le componenti volatili per degassamento, in seguito ad una eruzione in atmosfera (o sott'acqua). La lava fluida, ad alta temperatura, è comunque un liquido molto più viscoso dell'acqua e il suo moto si può definire come ''laminare''. Si ha un moto laminare quando le molecole di un fluido si muovono parallelamente l'una all'altra e rispetto alla direzione del flusso: in queste condizioni la velocità dipende dalla viscosità della lava (cioè dall'attrito tra le molecole) e dall'attrito tra la lava e il substrato (le rocce o il terreno)<ref group=N>Il flusso laminare si contrappone al flusso turbolento. Si ha un flusso in regime turbolento quando le forze viscose non sono sufficienti a contrastare la forza d'inerzia delle molecole di un fluido. Nel regime turbolento le traiettorie delle molecole di un fluido sono caotiche e non ordinate come nel moto laminare e si ha lapresenza di vortici, con rimescolamento della massa fluida in movimento. In generale, nei fluidi a bassa viscosità si innesca più facilmente un moto di tipo turbolento: ad esempio nei corsi d'acqua, soprattutto a regime torrentizio. Flussi d'acqua laminari possono sussistere, ma solo in condizioni particolari e non sono stabili (per lo meno, alle condizioni della superficie terrestre).</ref>. La velocità massima del flusso si ha quindi al centro della massa in movimento e nella parte più superficiale della stessa, e la velocità sarà minima nelle parti periferiche e a contatto con il substrato, con una variazione più o meno graduale tra le due nelle parti intermedie. <br> Le lave si presentano generalmente in affioramento come '''colate''' in forma di lingua o di coltri amorfe, che tendono a riempire le irregolarità del terreno su cui si muovono. Spesso, soprattutto nelle lave ad alta viscosità, in sezione vi si notano strutture a bande parallele (prodotte dal moto laminare, per il quale non si ha rimescolamento all'interno della massa fluida), che indicano la direzione di movimento del flusso.<br> Le lave molto fluide però possono formare anche dei veri e propri '''canali di lava''', perché la lava, molto rallentata ai margini della colata, tende ivi a solidificare più in fretta formando dei veri e propri argini naturali che si innalzano rapidamente contenendo sempre più il flusso. Questo fenomeno può progredire fino a formare una volta solida sopra il flusso stesso: in tal caso si forma un '''tunnel di lava'''. Il flusso così contenuto risulta termicamente isolato rispetto all'esterno (la lava solidificata è un ottimo isolante termico), e la lava che scorre all'interno può mantenersi fluida e continuare a scorrere fino alla fine dell'evento effusivo, svuotando il tunnel parzialmente o completamente. Una volta che il flusso cessa, però, la volta, non più sostenuta dalla massa fusa e soggetta all'erosione da parte degli agenti atmosferici, può collassare in tutto o in parte.<br> Si possono formare '''laghi di lava''', costituiti da lava fluida (prevalentemente basaltica, fino ad andesitico-basaltica). Nella maggior parte dei casi si tratta di ristagni di lava prodottisi in depressioni del substrato in seguito ad un'eruzione, e hanno vita generalmente effimera per il rapido consolidamento della lava. In diversi casi si hanno veri e propri laghi in crateri vulcanici, nei quali la lava si mantiene fluida per il continuo flusso di calore dal condotto vulcanico. In alcuni casi la lava si trova in uno stato apparentemente stazionario, in altri si osservano cicli di attività in cui il livello sale gradualmente per la pressione dei composti volatili del magma sottostante fino a che interviene una fase di degassamento con lo sviluppo di bolle e rapida discesa del livello della lava nel cratere. I più famosi e studiati sono quelli del vulcano Kilauea (Hawaii), e quello del vulcano Erta Ale (Etiopia).<br> Quando la lava fuoriesce violentemente da un condotto vulcanico, da un cratere o da una frattura si hanno '''fontane di lava'''. Queste si presentano in caso di eruzioni effusive (non esplosive, nelle quali si hanno prodotti piroclastici e non lava fluida). Tali fenomeni hanno carattere spesso ciclico o intermittente (ad esempio le continue eruzioni a fontana di lava dello Stromboli, nelle Isole Eolie, Sicilia). In altri casi si presentano durante le fasi di attività parossistica e si esauriscono con queste. <gallery> File:Pāhoehoe Lava flow.JPG|thumb|upright=1.5|Lingua di lava emessa da una fessura vulcanica (Isola di Hawaii, USA). File:Islande Landmannalaugar Laugarhaun fin.jpg|Colata di lava consolidata. Islanda. File:Aa channel flow from Mauna Loa.jpg|Canale di lava del vulcano Mauna Loa (Hawaii, USA). File:Etna 2006.jpg|Canale di lava. Etna (Sicilia, Italia). File:Image-Lava channel with overflows edit 3.jpg|Canale di lava (Kilauea, Hawaii). Sono visibili tracimazioni di lava dalle sponde. File:Franco Zanghi Etna 10.JPG|Tunnel di lava attivo sull'Etna (Sicilia, Italia). File:Mauna Ulu lava tube october 1970.jpg|Tunnel di lava attivo. Mauna Ulu (Hawaii, USA). File:Petunia skylight.jpg|Fenestratura sul tetto di un tunnel di lava attivo. Kilauea (Hawaii, USA). File:Valentine Cave.JPG|Tunnel di Lava (california, USA). File:Eldborg-Drottning-Bláfjöll 32.jpg|Volta collassata di un tunnel di lava (Islanda). File:Réunion PitonChisny LavaTube.JPG|Tunnel di Lava con volta parzialmente collassata. Isola di Reunion (Francia). File:Lava Tubes 3285.jpg|Tunnel di lava completamente collassato. File:Shark tooth stalactites.jpg|Stalattiti di lava in un tunnel di lava (Hawaii). File:Lava Lake Kupaianaha.jpg|Lago di lava (Kilauea, Hawaii). La superficie del lago è ricoperta da una crosta parzialmente solidificata; dal lago si diparte un canale di lava che conduce a un tunnel di lava. File:Halema'uma'u Crater in Kilauea volcano, Hawaii..jpg|Lago craterico di lava (Kilauea, Hawaii). File:Erta-ale lac-de-lave 2001.jpg|Lago di lava sul vulcano Erta Ale (Etiopia). File:Pahoeoe fountain original.jpg|Fontana di lava basaltica (Kilauea, Hawaii). File:Stromboli animiert 800x600.gif|Fontana di lava (Stromboli, Italia). </gallery> ====Morfologia delle lave==== * '''Lava a corde'''. Le lave molto fluide (ad esempio quelle basaltiche), rapprendendosi in superficie per il contatto con l'atmosfera danno spesso origine a ''strutture a corde'' o '''pāhoehoe''', da un termine in lingua hawaiana che significa "liscio, ininterrotto"; queste strutture derivano dal fatto che uno strato superficiale sottile tende a rapprendersi a contatto con l'atmosfera pur restando plastico, e viene deformato dalla massa fusa sottostante che scorre più velocemente in forma di archi che presentano la convessità nel verso del flusso (quindi gli archi sono perpendicolari alle linee di flusso e osservandoli si può ricavare sia la direzione che il verso del flusso stesso). Le colate di lave basaltiche, per la loro fluidità, possono percorrere anche lunghe distanze (fino a decine di chilometri) dal centro eruttivo.<br> * '''Lava tipo "Aa"'''. Lave sempre basaltiche o transizionali più viscose solidificano più rapidamente e formano in superficie una crosta che si frantuma in blocchi (definiti ''clinker'') per il movimento continuo della massa fusa sottostante. La colata assume quindi un aspetto a "tappeto" di blocchi lavici avanzanti e, una volta raffreddata, come una distesa di blocchi bollosi con aspetto spugnoso e rugoso. Sotto questo strato di pietrame lavico si ha lava solidificata massiva (spesso bollosa per il degassamento). Poiché il clinker viene scaricato anche dal fronte della colata, quest'ultima avanza sui propri stessi detriti (quindi il detrito composto dal clinker si trova anche a contatto col terreno, sotto lo strato di lava massiva). Questo tipo di struttura, sempre con un termine hawaiano, si dice '''Aa''' (translitterato correttamente come '''ʻAʻā'''; col significato di "infuocato, ardente"). Le colate di lave di questo tipo sono più lente e percorrono distanze generalmente più brevi rispetto a quelle tipo pāhoehoe. * '''Lava a blocchi'''. Lave generalmente di composizione intermedia, decisamente più viscose, di tipo andesitico. Questo tipo di colate hanno comportamento e struttura molto simili al tipo Aa, ma i blocchi sono di maggiori dimensioni e a spigoli vivi, con facce tendenzialmente piane, perché prodotte dalla fessurazione in profondità di una crosta esterna più spessa. Colate di questo tipo si muovono ancora più lentamente rispetto alle precedenti e risultano di spessore maggiore, e tendono a fermarsi in prossimità dei centri eruttivi che le hanno generate. * Le lave molto sialiche (riolitiche) danno luogo raramente a colate vere e proprie (o si tratta di colate molto brevi): più facilmente a '''duomi''' o '''cripto-duomi''' di lava, o '''protrusioni solide''' da camini vulcanici. In questo caso i centri eruttivi, per l'estrema viscosità della lava e la forte pressione di gas e vapori, danno luogo il più delle volte a eruzioni di tipo esplosivo: quindi questo tipo di lave si trovano generalmente frammentate tra i '''prodotti piroclastici'''. * '''Lava a fessurazione colonnare'''. Si tratta di strutture tipiche delle lave molto fluide, in particolare dei basalti. Vista dall'alto, questo tipo di struttura si presenta a "celle" poligonali (per la maggior parte pentagonali o esagonali) quasi perfette (a "nido d'ape"); lateralmente, su superfici erose però si vede che in altezza queste celle hanno uno sviluppo prismatico colonnare, a volte diritto a volte variamente incurvato. Queste strutture sono prodotte dalla contrazione della lava durante il raffreddamento. In un materiale omogeneo a grana molto fine (come appunto la lava basaltica), la contrazione indotta dal raffreddamento induce fratture molto continue che si dispongono in un pattern di questo tipo in quanto questa è la disposizione che riempie lo spazio nel modo più funzionale e uniforme possibile, senza lasciare vuoti. In realtà strutture simili si notano anche in altri contesti, come nel fango disseccato ("suoli poligonali"), e hanno un'origine analoga (contrazione, in questo caso per disseccamento). * '''Lava a cuscini''' ('''pillows''', cioè cuscini in Inglese). Anche queste strutture son tipiche delle lave basaltiche e si riscontrano nelle eruzioni sottomarine. In questo caso la lava esce a getto da condotti vulcanici sul fondale marino e per il raffreddamento dovuto al contatto con l'acqua si forma molto rapidamente una crosta esterna che racchiude una massa lavica con forma "a goccia". La lava fluida, che continua a premere, fende la crosta solidificata generando in successione un'altra "goccia". Si ha quindi la sovrapposizione di successive generazioni di queste strutture il cui aspetto, una volta solidificate, ricorda un ammasso di cuscini variamente giustapposti. In sezione questi "cuscini" presentano una crosta esterna e talora una zonazione concentrica (perché il raffreddamento procede dall'esterno). La lava a cuscini è in realtà molto comune, visto che gli oceani coprono la maggior parte della superficie della Terra. In particolare, questo tipo di lava forma la parte superficiale della crosta oceanica, di composizione basaltica. <gallery> File:Pele - panoramio (40).jpg|Lava a corde (pāhoehoe) in corso di formazione. File:Ropy pahoehoe.jpg|Lava a corde|Lava a corde quasi solidificata. File:Lava encordoada na Paisagem Protegida de Interesse Regional da Cultura da Vinha da ilha do Pico, 3, Santa Luzia, Concelho de São Roque, Açores, Portugal.JPG|Lava a corde solidificata. Isole Azzorre (Portogallo). File:Pahoehoe Lava at Kilauea volcano in Hawaii - 2004-06-06 A.jpg|Lava a corde solidificata del vulcano Kilauea (Hawaii, USA). File:Aa large.jpg|Lava tipo Aa del Kilauea (Hawaii) in una colata attiva che avanza su un substrato formato da lava a corde. File:Aa flow from Mauna Loa.jpg| Colata di lava tipo Aa del vulcano Mauna Loa (Hawaii, Usa). File:Aa flow Hawaii.jpg|Aspetto di una colata di lava Aa solidificata, sul vulcano Hualalai (Hawaii, USA). File:Aa volcanic rock.jpg| un frammento (clinker) di lava Aa. File:Cinder Cone from the Fantastic Lava Beds in Lassen VNP-750px.jpg|Lava a blocchi (California, USA). File:Block lava in Lassen Volcanic National Park.jpg|Lava a blocchi (california, USA). File:Fantastic Lava Beds from Cinder Cone in Lassen VNP.jpg|Colata di lava a blocchi (California, USA). File:Mount Pelee YORYM-TA0152.jpg|Protrusione solida del vulcano Mont Pelée (Martinica, Francia). File:MSH06 new spine from NE 05-04-06.jpg|Protrusione solida entro il cratere del Mount St. Helens (Stato di Washington, USA). File:Whaleback, Mount St Helens volcanic crater (February 22 2005).jpg| Duomo di lava nel cratere del St. Helens. File:Giant's Causeway 2006 08.jpg|Basalto colonnare, dalla "Strada del Gigante" in Irlanda del Nord. File:Devils Postpile National Monument, California (9bba9777-9053-4b67-a462-a6caa9a1171d).jpg|Basalto colonnare (California, USA). File:Basalt Columns at Rochester Falls in Mauritius.jpg|Basalto colonnare. Mauritius. File:Columnar basalt Breiðafjörður 2012-07 C.JPG|Basalto colonnare in Islanda. In questo caso si distingue anche una pseudo-stratificazione orizzontale derivata dal flusso laminare della colata. File:Nur05018-Pillow lavas off Hawaii.jpg| Lava a cuscini (pillows) su un fondale oceanico delle Hawaii. File:Expl1541 - pillow lava near American Samoa.jpg|Lava a pillows. Samoa Americane (USA). File:Expl2305 - Flickr - NOAA Photo Library.jpg| Pillow appena formato e prossimo a fendersi. File:Awi-Pillowlava hg.jpg|Strutture a pillows. File:Expl6426 - broken pillow lava.jpg|Una struttura a pillow conservata nel momento della rottura, con un flusso in uscita. File:ItalyPillowBasalt.jpg|Basalto a pillows in Appennino settentrionale (Italia). Fa parte di un complesso ofiolitico, cioè di un lembo di crosta oceanica portato in affioramento dall'orogenesi appenninica. </gallery> === Tefra === ==== Cenere vulcanica ==== La '''cenere vulcanica''' consiste di piroclasti di diametro inferiore a 2 millimetri espulse da centri vulcanici nel corso di eruzioni esplosive, quando i gas disciolti nel magma si liberano violentemente espandendosi nell'atmosfera. Sono composte di frammenti di rocce, cristalli di minerali e vetro vulcanico in varie proporzioni, a seconda della composizione originaria del magma. L'espulsione di grandi quantità di cenere vulcanica è tipica di magmi sialici, a forte contenuto di silice, che danno eruzioni di tipo esplosivo. Le ceneri vulcaniche che possono essere trasportate dai venti anche in alta quota e sedimentare poi per decantazione, anche a centinaia e migliaia di chilometri dai centri eruttivi che li hanno emessi. Nelle eruzioni esplosive, nuvole di ceneri coprono il cielo nei pressi del vulcano fino all'oscurità totale. Le nubi di cenere sono spesso caratterizzate da fulmini.<br> <gallery> File:Ash Plume and Ash Fall of May 1994 Eruption of Mount Pagan volcano in Northern Mariana Islands.jpg|Pennacchio (''plume'') di cenere del vulcano Pagan (Isole Marianne). E' visibile la ricaduta (''fallout'') della cenere sulle pendici dell'edificio vulcanico. File:Eyjafjallajokull-April-17.JPG|Pennacchio di cenere del vulcano Eyjafjallajokull (Islanda), durante l'eruzione del 2010. File:MtCleveland ISS013-E-24184.jpg|Pennacchio di ceneri nell'eruzione del vulcano Cleveland (Alaska) File:MountRedoubtEruption.jpg|Grande colonna di ceneri nell'eruzione del M. Redoubt (Alaska- 1990) File:Ashsem small.jpg|Particella di cenere vulcanica (del Mount St. Helens; Washington, USA) al microscopio elettronico a scansione. File:MtStHelensAsh1980eruption.jpg|Campione di cenere vulcanica dael Mount St. Helens (Washington, USA). Nota la spigolosità dei frammenti. File:Volcanic ash (April 2009 eruption of Mt. Redoubt, Aleutian Volcanic Arc, Alaska, USA).jpg|Cenere vulcanica di composizione andesitica del Mount redoubt (Alaska, USA). File:Pinatubo91 ash deposits 06-26-91.jpg|Strato di cenere vulcanica del Monte Pinatubo (Filippine). Eruzione del 1991. </gallery> Le ceneri vulcaniche possono costituire per accumulo presso un centro eruttivo dei veri e propri edifici vulcanici, denominati appunto '''coni di cenere''', di solito di piccole dimensioni (da poche decine a poche centinaia di metri), costituiti da strati cineritici conici sovrapposti. Gli accumuli di cenere, dopo la deposizione, per compattazione e per precipitazione di cementi minerali dalle acque di percolazione, danno luogo a depositi di '''tufo''' (cenere compattata e in parte cementata) e di '''tufiti''': queste ultime sono depositi tufacei contenenti materiale prevalentemente piroclastico (dal 50% al 90%) insieme a materiale detritico (frammenti litici non vulcanici, argilla, fossili), che si formano sovente in ambiente subacqueo (marino o continentale). Questi depositi formano coltri con stratificazione prevalentemente orizzontale, che tendono a colmare le irregolarità topografiche del substrato preesistente e possono estendersi anche per centinaia di chilometri quadrati. Possono essere incisi facilmente dai corsi d'acqua che danno luogo a profonde forre, fino a veri e propri canyon che delimitano altipiani con morfologia tabulare (a "''mesa''"). <br> Per la facilità di lavorazione e le buone caratteristiche meccaniche, nelle aree in cui sono diffusi questi depositi sono stati sovente utilizzati come materiale da costruzione, o sono stati cavati per la realizzazione di abitazioni, tombe o altre strutture rupestri.<br> La cenere vulcanica particolarmente pura (composta soprattutto da silice o allumosilicati), è stata storicamente ed è tuttora utilizzata come ''legante idraulico'' per miscele cementizie sotto il nome di '''pozzolana'''. La pozzolana (il termine deriva da Pozzuoli, presso Napoli, dove si trovavano le principali cave di questo materiale) è la componente essenziale del calcestruzzo (''opus caementicium'') utilizzato dagli antichi Romani (e prima di loro da altre popolazioni italiche) per l'edilizia (soprattutto per fondazioni e infrastrutture come cisterne, edifici termali, ponti e acquedotti): Vitruvio, celebre architetto e urbanista romano del I sec. a.c. (80-15 a.c.), ne descrive le ottime proprietà statiche e di durevolezza. Attualmente è una componente essenziale di diverse categorie di cemento per edilizia. <gallery> File:Cinder cone diagram.gif|Schema di un cono di cenere, che mostra la tipica sovrapposizione di strati cineritici. File:SP Crater.jpg|Cono di cenere (Arizona, USA). File:Silvestri-etna.JPG|Coni di cenere (Monti Silvestri), sull'Etna (Sicilia, Italia). File:Aeolian Islands (7).jpg|Livelli alternati di cenere e lapilli (Isole Eolie, Italia). File:ViewFromLoveValleyGöreme.jpg|Tipico paesaggio della Cappadocia (Turchia), regione caratterizzata da massivi depositi di tufo vulcanico. File:00188 IMG 0633 tuff.jpg|livelli di tufiti finemente stratificati (Francia, massiccio Centrale). File:Volcanic Ash from Montserrat 2 - Smithsonian Rock Sample NMNH-EO 045901.jpg|blocco di tufo vulcanico del Montserrat (Piccole Antille inglesi, Mar dei Caraibi). File:Muro di tufo (Italy) 01.jpg|Muro di blocchi di tufo. File:Tomba Ildebranda Sovana.jpg|Tombe etrusche scavate nel tufo (Necropoli d Sovana, Italia). File:Via Cava Necropoli Sovana.jpg|"Tagliata" etrusca (strada scavata nel tufo). Sovana (Italia). File:Roemerkanal buschhoven.jpg|Segmento di acquedotto romano in ''opus caementicium'' (calcestruzzo pozzolanico). Germania. File:2015-Heerlen, Thermenmuseum, Romeins beton.jpg|Frammenti di ''opus caementicium'' (calcestruzzo pozzolanico), Olanda. File:OpusCaementiciumViaAppiaAntica.jpg|Fondazione di tomba romana sulla Via Appia antica in ''opus caementicium'' (Roma). File:Energetically Modified Cement (EMC) Luleå Sweden 08 2020.jpg|Cemento EMC (Energetically Modified Cement), costituito da pozzolana di origine vulcanica. </gallery> Le ceneri vulcaniche possono avere un impatto significativo sull'ambiente e sulla salute umana, come anche sulle attività umane. Esse possono ricoprire il territorio in strati spessi da pochi millimetri fino a diversi metri, inibendo la fotosintesi e causando il deperimento e la morte della vegetazione e delle coltivazioni. Posandosi sui pascoli, possono impedire il brucamento da parte di greggi e mandrie e causare danni allo stesso per ingestione. Possono inoltre accumularsi sulle strutture abitative fino a causare lo sfondamento dei tetti o comunque arrecare danni ingenti, soprattutto se imbevute di acqua per pioggia. Essendo composte di particelle a spigoli taglienti (per l'assenza di rielaborazione da parte delle acque correnti), possono causare irritazione agli occhi e alla pelle; per inalazione diretta inoltre possono danneggiare le mucose delle vie respiratorie e i polmoni, risultando particolarmente pericolose per persone il cui apparato respiratorio è in parte compromesso (ad esempio in caso di asma o enfisema polmonare). Una elevata concentrazione nell'aria di cenere vulcanica, fortemente abrasiva, può causare gravi danni alla struttura esterna degli aerei (cabina e piani di volo) e provocare l'abrasione dei vetri della cabina di pilotaggio fino a limitare fortemente la visibilità; inoltre le particelle di polvere, se entrano nei motori dei jet (con una temperatura di esercizio superiore ai 1000 °C), fondono e, ri-solidificando, si accumulano sulle parti mobili delle turbine provocandone il blocco. In generale, la cenere vulcanica può causare danni ingenti alle parti mobili di qualunque motore o meccanismo e causarne il grippaggio; può inoltre contaminare e rendere inservibili gli impianti di filtraggio e condizionamento dell'aria.<br> <gallery> File:340th Bombardment Group B-25 Mitchell covered with ash from Mount Vesuvius.jpg|Bombardiere alleato ricoperto di cenere del Vesuvio durante l'eruzione del 1944. File:Collapsed hangars at Clark Air Base.jpg|Hangar della base aerea di Clark (Filippine) sfondati dagli accumuli di cenere del vulcano Pinatubo (eruzione del 1991). File:Airmen and Filipino workers clear volcanic ash off the roof of the Civil Engineering Administration Facility following the eruption of Mount Pinatubo - DPLA - 2dc9138386eb9684e6adfe03f57294ed.jpeg|accumulo di cenere vulcanica sui tetti. Eruzione 1991 del vulcano Pinatubo (Filippine). File:DC-10-30 resting on its tail due to Pinatubo ashfall.jpg|Aereo (DC-10) ricoperto di cenere vulcanica durante l'eruzione del Pinatubo (1991). La cenere ha appesantito la coda del velivolo fino a causarne il parziale ribaltamento. File:DA Sec. Dar inspecting pineapples covered in ash due to the 2020 Taal Volcano eruption.jpg|Piantagione di ananas ricoperta da cenere vulcanica (vulcano Taal, Filippine, 2020). File:Plymouth Montserrat 2003 b.jpg|Panorama della città di Plymouth, capitale dell'isola di Montserrat (UK, Piccole Antille, Caraibi), sepolta dalla cenere del vulcano Soufriére durante una serie di eruzioni dal 1995 al 1997 e abbandonata. File:Montserrat eruption.JPG|Immagine di Plymouth durante l'eruzione del 1997. </gallery> ==== Lapilli ==== I prodotti piroclastici vengono classificati come '''lapilli''' quando hanno dimensioni comprese fra i 2 e i 64 mm di diametro. Si tratta anche in questo caso di frammenti di lava, minerali o vetro vulcanico. Possono essere anche "grumi" di particelle di cenere che si aggregano dopo l'espulsione da un centro eruttivo (''lapilli accrezionali'').<br> Quando sono consolidati e cementati danno luogo a depositi specifici chiamati nella letteratura geologica '''lapillistone''' (letteralmente, in Inglese: pietra a lapilli, composta di lapilli), o anche '''tefra a lapilli'''. <gallery> File:PuuPuaiLapilli large.jpg|Lapilli del Kilauea (Hawaii, USA). File:Lapilli 850.jpg|Lapilli a vari stadi di erosione (Fuerteventura, Canarie, Spagna) File:Accretionary Lapilli - geograph.org.uk - 831925.jpg|Cenere e lapilli accrezionali (sferoidali e granulosi, composti da particelle di cenere). File:Calverbühl Lapilli.jpg|Roccia composta da lapilli consolidati e cementati (lapillistone). </gallery> ==== Bombe vulcaniche ==== Una '''bomba vulcanica''' è un piroclasto avente un diametro superiore ai 64 millimetri, che si forma durante un'eruzione vulcanica. Durante questo evento, frammenti di lava dotati di una specifica viscosità vengono espulsi dal vulcano, e prima di raggiungere il suolo si raffreddano fino a solidificarsi in tutto o in parte. Le bombe di lava possono essere scagliate a molti chilometri di distanza dal luogo dell'eruzione, e spesso acquistano forme aerodinamiche durante il loro volo. Una bomba vulcanica può raffreddarsi esternamente, mentre la sua parte interna è ancora ad alta temperatura e semifluida: si sviluppa quindi una crosta esterna solida nella quale si creano fenditure dovute alle rapide variazioni di forma della parte interna sotto le sollecitazioni del volo. Questo tipo di bomba è conosciuto come '''bomba a crosta di pane'''. Se un frammento di lava si mantiene ad elevata temperatura e semiliquido o allo stato plastico fino a terra, in seguito alla collisione con il substrato si forma una '''bomba a sterco di vacca''' (con ovvie implicazioni morfologiche...). Depositi composti prevalentemente da elementi delle dimensioni delle bombe vulcaniche si dicono '''tefra a bombe''' o anche '''brecce piroclastiche'''.<br> Le bombe vulcaniche arrivano a dimensioni rilevanti (fino a metri di diametro e svariate tonnellate di peso), e, anche per l'elevata temperatura, costituiscono un notevole pericolo durante le eruzioni. Come è intuibile, questi fenomeni sono frequenti nelle eruzioni vulcaniche a chimismo acido, con lave fortemente sialiche. <gallery> File:Eolie stromboli 10.jpg|Eruzione dello Stromboli (Isole Eolie, Sicilia, Italia): visibili le traiettorie balistiche delle bombe vulcaniche espulse dai crateri. File:Morgengrauen am Yasur Vulkan.webm|Video di un'eruzione del vulcano Yasur (Vanuatu). Visibile l'espulsione di bombe vulcaniche. File:Puu Oo - boulder Royal Gardens 1983.jpg|Bomba vulcanica appena caduta, ancora incandescente. File:Etna-Bombe volcanique en fuseau (3).jpg|Bomba vulcanica (Etna), su letto di lapilli. File:Crmo volcanic bomb 20070516123632.jpg|miniatura|Bomba a "crosta di pane" Idaho (USA). File:VolcanicBombMojaveDesert.JPG|Bomba vulcanica a "sterco di vacca". File:Vulkanbombe strohn 20080722.jpg|miniatura|Bomba di lava, Strohn, Renania-Palatinato, Germania, con un diametro di 5 metri e un peso di 120 tonnellate. È stato causato da un'eruzione vulcanica nell'8300 a.C. File:The drop in the wall of Mount Avital Volcanic Park.JPG|Bomba vulcanica inclusa in uno strato di cenere e lapilli. </gallery> {{Clear}} ==== Scorie e pomici ==== Si tratta di prodotti tipici di eruzioni esplosive, in cui si ha degassamento e raffreddamento rapidissimi dei brandelli di lava proiettati fuori dei condotti magmatici. Si possono però formare anche presso alla superficie di colate laviche, con modalità simili, e costituiscono in tal caso frammenti di lava a blocchi.<br> La '''pomice''' si origina da lave che possono andare da molto sialiche a intermedie (raramente femiche) e si caratterizza per una struttura tridimensionale simile a schiuma, con piccole bolle sferoidali numerosissime (quindi una sorta di "camere d'aria"): è l'unica roccia con peso specifico inferiore a quello dell'acqua, e che quindi galleggia. Questo prodotto può formare coltri anche molto spesse quando è il prodotto di ''eruzioni di tipo pliniano'', come vedremo più avanti. La pomice è utilizzata nell'industria e nell'edilizia per le sue proprietà coibenti e termo-isolanti unite all'estrema leggerezza. Trova tradizionalmente utilizzo anche nell'industria cosmetica per la cura della pelle e le unghie, per le sue proprietà abrasive.<br> Le '''scorie''' derivano generalmente da lave intermedio-femiche (basaltiche e andesitiche) e sono caratterizzate da bolle piuttosto grandi e di forma ellissoidale. Per quanto decisamente più leggere rispetto alle normali bombe vulcaniche, il loro peso specifico è superiore a quello dell'acqua e quindi affondano. L'accumulo di questi prodotti può dare origine a piccoli edifici vulcanici, detti appunto '''coni di scorie'''. Occasionalmente, le scorie sono usate nell'edilizia (soprattutto rurale). <gallery> File:Pomice di veglia.jpg|Tipico frammento di pomice (arrotondato dall'azione delle correnti marine in questo caso). File:Teidepumice.jpg|Pomice. File:Rhyolitic pumice (Bishop Tuff, Pleistocene, 760 ka; Sherwin Summit, Owens Valley, California, USA) 2.jpg|Deposito di pomice. File:ETH-BIB-Friedlaender-Bimsstein von Lipari-Hs 0625a-0002-044.tif|Blocco di pomice da una colata di Lipari (Isole Eolie). File:Island Stromboli - Itlay - July 18th 2013 - 11.jpg|pomici su una spiaggia di Stromboli (Isole Eolie) File:Etna - pumice.jpg|Pomice dell'Etna. File:The eruption of Fukutoku-Oka-no-Ba 05.jpg|Pomice galleggiante sul mare, dopo un'eruzione (Giappone). File:Yiali pumice mining.jpg|Cava di pomice (Yali, Grecia). File:Scoria Macro Digon3.jpg|Campione di scoria delle dimensioni di circa 10 cm. File:Scoria AmsterdamIsland.jpg|Scoria basaltica. L'iridescenza è prodotta da patine di ematite (un ossido di ferro). File:Scoria closeup.jpg|Particolare della struttura vescicolare sulla superficie di una scoria. File:Spatter and scoria particles from Lanzarote, June 2013.jpg|Scorie associate a bombe vulcaniche a "sterco di vacca". File:VeyoVolcano.jpg|Cono di scorie. </gallery> == Tipi di vulcani in base alla forma == I vulcani si possono classificare in base alla forma e alla struttura interna dell'edificio vulcanico, che dipende a sua volta dal chimismo, dalla tipologia di prodotti vulcanici e dalle modalità eruttive. === Vulcani a scudo === [[File:SHIELD VOLCANO SKETCH IT.png|thumb|right|450x450px|Schema generale di un vulcano a scudo, in sezione e in pianta (riquadro in alto a sinistra).]] Le provincie magmatiche basaltiche (femiche) sono caratterizzate dall'effusione di grandi quantità di lava fluida e poco viscosa. Quando i flussi di magma sono convogliati in condotti individuali, in seguito ad eventi eruttivi ripetuti si possono formare edifici vulcanici con caratteristiche morfologiche peculiari: i cosiddetti '''vulcani a scudo''' (''shield volcano'', nella terminologia anglosassone). Questi edifici sono caratterizzati, proprio per la fluidità delle lave, che possono arrivare a distanze considerevoli dal cratere e sono libere di espandersi nelle aree periferiche dell'edificio stesso, da basse pendenze dei versanti e morfologia piuttosto regolare (come appunto uno scudo rotondo appoggiato a terra con la convessità verso l'alto). Con queste caratteristiche di attività, tali apparati possono raggiungere diametri considerevoli, anche fino a svariate decine di chilometri. <br> L'edificio in questo caso è costituito prevalentemente dalla sovrapposizione e dalla giustapposizione laterale delle colate che si sono succedute nel tempo, mentre i livelli cineritici sono in genere molto subordinati e di spessore ridotto. Questi vulcani presentano anche una attività effusiva abbastanza continua durante la loro vita (a meno che, a un certo punto, non cambi il chimismo), quindi i volumi di lava emessi possono essere assai cospicui e permettere a questi edifici vulcanici di raggiungere altezze considerevoli (fino a oltre 4000 m). <br> E' la tipica morfologia dei vulcani hawaiani, dei quali il più notevole è il Mauna Loa, sull'isola di Hawaii (la più grande e l'unica attualmente attiva dell'arcipelago). Questo vulcano è considerato il più grande vulcano attivo della Terra per volume, e raggiunge un'altitudine di 4169 m s.l.m. (ma bisogna considerare che sorge da un fondale oceanico profondo circa 5000 m, quindi raggiunge in realtà un'altezza complessiva di oltre 9000 m, più del Monte Everest).<br> <gallery> File:Mauna Loa.jpg|Il Mauna Loa, il vulcano a scudo più grande della Terra. File:Puu Oo looking up Kilauea - edit.jpg|Uno dei crateri del Kilauea (Hawaii). Sullo sfondo, il Mauna Loa. File:Mauna Kea from the ocean.jpg|Il Mauna Kea (Hawaii) File:Mauna Kea from Mauna Loa Observatory, Hawaii - 20100913.jpg| Il Mauna Kea dall'osservatorio vulcanologico sul Mauna Loa. File:Skjaldbreidur Herbst 2004.jpg| Vulcano Skjaldbreiður, Islanda. File:Tristan da Cunha ASTER.jpg|Queen Mary's Peak, il vulcano a scudo che costituisce l'isola di Tristan da Cunha (Atlantico meridionale, Regno Unito). File:SIR-C-X-SAR Galapagos Alcedo NW.jpg|Vulcano Alcedo, Isla Isabela (Galapagos, Pacifico meridionale, Ecuador). File:Olympus Mons alt.jpg|Olympus Mons (Marte), il vulcano più grande conosciuto nel Sistema Solare. Si tratta di un vulcano a scudo, con un'altezza di 21.9 Km sulla superficie del pianeta e un diametro di 600 Km. </gallery>{{Clear}} === Stratovulcani === [[File:Stratovolcano cross-section.svg|thumb|right|300x300px|Diagramma che mostra la sezione ideale di uno stratovulcano. A) afflusso di lava; B) condotto centrale; C) cono avventizio sul fianco dell'edificio vulcanico; D) colata di lava; E) filone-strato; F) depositi piroclastici; G) cratere centrale (con riempimento); H) condotto abbandonato.]] Le provincie magmatiche intermedie e sialiche (lave andesitiche e riolitiche) sono caratterizzate da centri eruttivi con attività mista (effusiva ed esplosiva o prevalentemente esplosiva per i vulcani a chimismo più acido). In questo caso, gli edifici vulcanici sono costituiti in parte da colate laviche e in parte di prodotti piroclastici (cenere, lapilli e bombe vulcaniche), ovvero da tufi. Le eruzioni di questo tipo producono grandi quantità di cenere e lapilli ma colate laviche di volume relativamente più ridotto rispetto ai vulcani a scudo. Tutto questo materiale (a parte le frazioni più fini della cenere vulcanica, che possono essere trasportate dal vento ad una certa distanza), tende a depositarsi poco lontano del centro eruttivo: le colate di lava infatti come abbiamo visto sono piuttosto brevi (perché il magma è molto viscoso), mentre le frazioni grossolane di cenere e lapilli ricadono nelle immediate vicinanze del cratere. Inoltre, il materiale piroclastico ad elevata temperatura che ricade lungo i versanti tende ad accrezionarsi rapidamente (cioè le particelle di cenere e lapilli tendono a "saldarsi" insieme). Questo dà origine ad un edificio con versanti piuttosto ripidi, costituito da "coni" concentrici sovrapposti di materiale piroclastico e lavico.<br> Questi edifici, in sezione, hanno quindi un tipico aspetto stratificato, dato dall'alternanza di prodotti piroclastici con caratteristiche diverse tra loro (prevalenza di cenere o lapilli e bombe), e di colate laviche: sono chiamati perciò '''stratovulcani'''. L'elevata viscosità della lava inoltre causa sovente ostruzioni del condotto centrale: in questi casi il magma, deviando, può formare filoni di vario tipo e, arrivando alla superficie sui versanti dell'edificio vulcanico principale, dare origine a ''coni avventizi'' (o anche ''coni parassiti'').<br> Questo tipo di edifici vulcanici può raggiungere in tempi relativamente brevi dal punto di vista geologico (cioè centinaia o migliaia di anni) notevoli altezze (fino ad alcune migliaia di metri), grazie ai grandi volumi di materiali piroclastici emessi. Tuttavia, durante episodi eruttivi particolarmente violenti (''parossistici''), la loro stessa attività esplosiva può smantellarli in tempi brevissimi (ore, giorni, settimane). La loro struttura interna è spesso caratterizzata dal sovrapporsi di edifici (edifici compositi) derivati dai diversi episodi parossistici che si sono susseguiti nella loro storia, ciascuno cresciuto al di sopra dei resti smantellati degli edifici precedenti.<br> Si tratta dei vulcani con i fattori di rischio vulcanico più elevato, per il territorio circostante e la popolazione. Un esempio notevole è l'evoluzione recente del vulcano insulare Krakatoa (Pacifico meridionale, tra le isole di Giava e Sumatra, nell'arcipelago della Sonda). Questo vulcano è stato protagonista di una eruzione catastrofica nel maggio del 1883, che distrusse i due terzi del territorio che allora era l'isola di Krakatoa (9 km di lunghezza e 5 km di larghezza), causando la morte, secondo le stime, di circa 36000 persone in tutta l'area indonesiana e malese, soprattutto a causa dell'onda di maremoto (''tsunami'') che ne seguì. Nuove ripetute eruzioni del vulcano, a partire dal 1927 fino ai giorni nostri, hanno fatto emergere gradualmente una nuova isola, chiamata Anak Krakatau (figlio di Krakatoa). Dagli anni cinquanta l'isola ha aumentato la sua altezza ad un ritmo medio di 13 centimetri alla settimana.<br> Un esempio più vicino a noi è costituito dal complesso vulcanico del Somma-Vesuvio. Il Monte Somma è l'edificio più antico, formatosi antecedentemente alla celebre eruzione catastrofica del 79 D.C., e ora forma l'orlo di una caldera che borda l'attuale edificio a cono del Vesuvio nella parte settentrionale. Il Monte Somma costituisce i resti semi-smantellati dell'edificio "preistorico" del Vesuvio, costruito a partire da circa 18300 anni fa, e fino all'eruzione pliniana del 79 D.C. costituiva un edificio a cono con un picco terminale. Questo edificio fu smantellato in tutta la sua parte meridionale dall'attività esplosiva parossistica conseguente all'eruzione pliniana, e i prodotti piroclastici di tale episodio costituiscono le coltri che hanno seppellito le città di Pompei, Ercolano e Stabia (oltre a centri minori, ville e fattorie isolate). L'edificio attuale del Vesuvio è stato costruito durante le ripetute eruzioni di magnitudine inferiore a quella pliniana succedutesi in epoca recente (l'ultima delle quali nel 1944). <gallery> File:FujiSunriseKawaguchiko2025WP.jpg|Il Monte Fuji, Giappone. File:Ezra Acayan Mayon pic.jpg|Eruzione del vulcano Mayon, Filippine. File:DenglerSW-Stromboli-20040928-1230x800.jpg|Stromboli (Isole Eolie, Italia). File:Cono de Arita, Salta. (Argentina).jpg|Cono de Arita, Ande (Argentina) File:PicoIsland-Azores.jpg|Vulcano dell'isola di Pico (Azzorre, Portogallo). Il picco sulla cima del vulcano è una protrusione solida di lava. File:New eruption at Krakatoa Volcano ESA23939618.jpeg|L'arcipelago del Krakatoa (Indonesia). Sono visibili i resti dell'isola originaria (anteriore all'eruzione catastrofica del 1883) e, in posizione centrale, il nuovo edificio di Anak Krakatau ("figlio di Krakatau") in eruzione. File:Krakatoa evolution map-en.gif|Evoluzione del Krakatoa da 1883 ad oggi. File:Vesuvius volcano in Italy 20110808 aerial view 1.jpg|Il complesso vulcanico Somma-Vesuvio in foto aerea. Ben visibile l'orlo della caldera di collasso del Monte Somma, a nord dell'attuale cono del Vesuvio. File:PSM V19 D060 Cone of eruption over time of vesuvius.jpg|Sezione schematica dell'edificio vulcanico del Somma-Vesuvio. Il Monte Somma rappresenta l'edificio semi-smantellato e in parte collassato antecedente l'eruzione pliniana del 79 D.C.; l'edificio del Vesuvio propriamente detto è stato costruito successivamente, fino ai giorni nostri. </gallery> == Tipi di vulcani in base alla tipologia di eruzione == I meccanismi e le modalità delle eruzioni determinano sia la morfologia degli edifici, sia gli effetti sul territorio (e quindi, come vedremo, i fattori di rischio vulcanico). I tipi principali di eruzione sono tre: * Eruzioni magmatiche. Sono il tipo più comune e meglio osservato e studiato: in queste eruzioni si ha la produzione di lave da magma degassato (in forma di colate o prodotti piroclastici a seconda del chimismo basico o acido). * Eruzioni freatiche. In questo caso l'eruzione è causata dallo sviluppo di vapore acqueo surriscaldato, in seguito al contatto tra il magma e acque di falda o superficiali: l'espansione improvvisa del vapore acqueo causa una eruzione esplosiva con emissione di vapore, gas e materiale piroclastico. In questo tipo di eruzione non si osserva fuoriuscita di lave, mentre i materiali piroclastici derivano dalla frammentazione di rocce vulcaniche preesistenti. * Eruzioni freato-magmatiche. Derivano sempre dall'interazione di magma con acqua, ma in questo caso si osservano anche emissioni di lava fusa e/o materiali piroclastici derivati dal degassamento violento del magma (si tratta quindi di prodotti ''juvenili'', cioè di nuova formazione). ===Eruzioni magmatiche === Come abbiamo visto, il chimismo del magma determina in gran parte sia le modalità delle eruzioni che, conseguentemente, la struttura e la morfologia degli edifici vulcanici: a seconda della composizione chimica della lava i vulcani hanno eruzioni da effusive (lava molto fluida, povera di silice) a esplosive (lava poco fluida, ricca di silice), con apparati vulcanici che vanno di conseguenza da fessurali, a vulcani a scudo, a stratovulcani.<br> [[File:Vulcani eruzioni tipologia.svg|thumb|center|1000x1000px|Tipologia di eruzione in relazione ai tipi di edificio vulcanico.]] Tuttavia, questo schema non va considerato in modo rigido, né generalizzato eccessivamente: vi possono essere eruzioni esplosive anche in sistemi vulcanici di tipo basaltico ed episodi effusivi estesi in vulcani a chimismo acido. Inoltre, le modalità eruttive possono variare anche notevolmente nel corso di una singola eruzione, per varie ragioni (episodi di attività esplosiva freatica o freato-magmatica, ostruzione del condotto principale, venute di magma con diverso chimismo nello stesso episodio eruttivo, fasi di degassamento più o meno spinto, apertura di fratture e faglie nell'edificio vulcanico, collasso dello stesso, etc.). Ogni eruzione ha una propria storia, e sono rari i vulcani in cui le eruzioni si succedono con caratteristiche abbastanza costanti. <br> Come già accennato, il chimismo può variare notevolmente anche nel corso della vita di un vulcano; in base alla storia geologica dell'apparato vulcanico, si distinguono quindi: [[File:Etna storia geologica.png|thumb|right|600x600px|Schema geologico semplificato del complesso vulcanico dell'Etna.]] * '''Edifici monogenici'''. Generati dall'accumulo di prodotti di una singola eruzione o da una singola fase eruttiva. Si tratta in genere (ma non necessariamente) di edifici di estensione limitata, come ad esempio i coni di scorie. * '''Edifici poligenici'''. Generati dal succedersi di diverse fasi eruttive separate da periodi di quiete, anche con variazioni significative del chimismo delle lave e delle emissioni piroclastiche, e del tipo di attività. Sono decisamente la maggioranza, soprattutto dei più significativi. Un notevole esempio di edificio vulcanico poligenico e composito (cioè formato dalla sovrapposizione di più edifici) è L''''Etna'''. Il primo complesso vulcanico dell'Etna (da 700000 a 200000 anni fa) fu caratterizzato da attività fessurale sottomarina con lave basaltiche molto fluide a pillows, in un vasto golfo marino (golfo pre-etneo); l'attività poi passò gradualmente da fessurale a centrale, con il sorgere di un apparato vulcanico a scudo (che costituisce parte del basamento dell'edificio attuale). Da 150000 anni fa, si ha attività sia esplosiva che effusiva con centri eruttivi che migrano da sud-est verso nord-ovest: il risultato è la costruzione di vari edifici successivi (stratovulcani), intervallati da diversi collassi calderici, il maggiore dei quali diede origine alla grande depressione della Valle del Bove. Nell'edificio attuale (il ''Mongibello'', uno stratovulcano formatosi negli ultimi 15000 anni in due fasi successive), il chimismo è variato nel corso del tempo da relativamente acido fino a basaltico. Le eruzioni storiche hanno avuto carattere fondamentalmente effusivo, anche se accompagnate da discrete quantità di ceneri e altri prodotti piroclastici (che spesso nell'epoca più recente rendono necessaria la deviazione o l'interruzione del traffico aereo da e per l'aeroporto di Catania), alternate a fasi eruttive a fontane di lava di tipo stromboliano. Non sono mancati episodi esplosivi, come nel 1987 una esplosione improvvisa presso il cratere sommitale che costò la vita a due turisti, o nel 2017 con 10 feriti tra cui una troupe della BBC. Non è infrequente nemmeno attività fessurale, spesso sotto forma di allineamenti di bocche eruttive, determinata dall'aprirsi di fratture sui versanti del vulcano sotto la pressione della lava. <gallery> File:Etna 3d version2.gif|Modello in 3D dell'Etna. Notare l'enorme struttura di collasso della Valle del Bove (che permette di vedere in affioramento i resti degli apparati vulcanici sepolti sotto l'edificio attuale). File:Etna 2006.jpg|Etna. Colata di lava. File:Etna (45485281975).jpg|Fontane di lava e colate di lava (dicembre 2018). File:Etna Volcano Paroxysmal Eruption October 26 2013 - Creative Commons by gnuckx (10492099543).jpg|Colonna di cenere dal cratere sommitale dell'Etna. Eruzione dell'ottobre 2013. File:Etna 2021.jpg|Eruzione esplosiva del 2021. File:Addio Torre del Flosofo - Aftermath Etna Volcano Paroxysmal Eruption October 26 2013 - Creative Commons by gnuckx (10577663725).jpg|Attività fessurale evidenziata da una serie di bocche eruttive allineate. </gallery> ==== Eruzioni di tipo islandese ==== Sono eruzioni tipiche di provincie magmatiche basaltiche, con lave particolarmente fluide. Come abbiamo visto, se le venute di lava non sono da emissioni centralizzate ma da fenditure, non si ha la formazione di edifici vulcanici significativi, bensì enormi coltri laviche (pari a milioni di chilometri cubici) che tendono a riempire e "livellare" la topografia preesistente. Questo avviene ad esempio in diverse aree dell'Islanda, dove il fenomeno è attualmente molto attivo ed è stato particolarmente studiato, ma vi sono (e vi sono stati in passato) stili eruttivi del tutto similari in varie parti del mondo (ad esempio in Etiopia, nella Fossa Dancalica). <br> Le emissioni fissurali di lava non danno luogo ad edifici localizzati (come i vulcani a scudo), a parte limitati accumuli locali ai lati delle fenditure e occasionalmente piccoli coni di materiale piroclastico (''coni di scorie'') nelle fasi finali delle eruzioni, ove le fenditure sono ormai in gran parte ostruite e si formano bocche multiple in serie. Queste emissioni formano prevalentemente delle ampie aree pianeggianti di lava, definite ''plateaux'', a prevalente composizione basaltica, spesse fino a centinaia di metri e su aree di migliaia di chilometri quadrati.<br> Eruzioni di tipo fissurale di minore entità possono verificarsi localmente anche entro edifici vulcanici, in cui la pressione interna del magma riesce ad aprire nell'edificio stesso fratture da cui fuoriesce la lava, ad esempio nei grandi vulcani a scudo dell'isola di Hawaii (segnatamente il Kilawea). <gallery> File:Iceland-Eruption-Fimmvorduhals-2010-03-26-02.jpg|Eruzione fessurale in Islanda. Complesso del Fimmvörðuháls (2010). File:Kamoamoa 2011-03-05 close fountains.jpg|Eruzione lineare da una fenditura del vulcano a scudo Kilauea (Hawaii). File:Kamoamoa 2011-03-05 fissure.jpg|Propagazione di una frattura attiva con emissione di lava fluida basaltica. Kilauea (Hawaii). File:Western-Ghats-Matheran.jpg|altopiano basaltico del Deccan (India), deriva da eruzioni di tipo islandese, di grande magnitudine, di età cretacea. File:Flood Basalt Map.jpg|Aree che sono state interessate da grandi effusioni di lava da eruzioni di tipo islandese, formando plateaux basaltici. </gallery> L'esempio forse più eclatante di questo tipo di eruzione in epoca storica è costituito dal sistema del Laki, in Islanda meridionale, parte del più grande complesso vulcanico del Grímsvötn. Si tratta di una fenditura di circ 25 Km di lunghezza. Il sistema del Laki è celebre per una eruzione, avvenuta tra il 1783 e il 1784, in cui venne coinvolto anche il Grímsvötn. Il flusso basaltico generato, secondo alcune stime, ammontò a 14 chilometri cubi di lava; il volume totale del tefra emesso fu pari a 0,91 chilometri cubi; le nubi di diossido di zolfo e di fluoro emesse nel corso dell'evento uccisero più del 50% del bestiame dell'isola, causando una carestia che a sua volta sterminò circa il 25% della popolazione islandese. <br> L'eruzione ebbe inizio l'8 giugno 1783 con l'apertura di una fenditura che collegava almeno 130 bocche eruttive in sequenza, accompagnata da esplosioni freatomagmatiche provocate dal contatto tra il magma e l'acqua del sottosuolo. Iniziata con carattere esplosivo (come vedremo, di tipo ''pliniano''), l'eruzione si fece meno violenta nei giorni successivi, assumendo la modalità di fontane di lava (di tipo ''stromboliano'') e poi di effusioni di lava più fluida (tipo ''islandese'' in senso stretto). Altissime fontane di lava cominciarono ad espellere enormi quantità di basalto. Secondo le stime basate sulle testimonianze dell'epoca, le fontane di lava raggiunsero un'altezza compresa tra 800 e 1.400 metri. Le emissioni di aerosol di acido solforico avvenute negli otto mesi successivi provocarono notevoli effetti sul clima e nella società dell'intero emisfero boreale. La colonna di gas, polveri e cenere raggiunse un'altitudine di circa 15 chilometri, oltrepassando dunque il limite della troposfera, e gli aerosol solforici furono dispersi nell'atmosfera di tutto l'emisfero settentrionale. La foschia e la ricaduta di polveri sulla Gran Bretagna valsero all'estate del 1783 il nome di sand-summer (estate della sabbia). L'eruzione ebbe pesanti ripercussioni sul clima in Europa e sull'agricoltura per tutto il decennio successivo. <gallery> File:Laki.png|Locazione del sistema del Laki. File:Laki summit dissected by Lakagígar, Eldhraun, Vatnajökull.JPG|Veduta panoramica di un tratto della fenditura di Lakagígar, la principale del sistema del Laki. File:Row of Craters on Laki Fissure in Iceland.jpg|Sequenza di bocche eruttive del Laki File:Laki seen from Lakagígar.JPG|Un tratto del Laki. File:Is07023-Widok na szczelinę Lakagigar.jpg|Altro tratto del Laki. File:Is07077-Jaskińka lawowa.jpg|Tunnel di lava, parte del complesso del Laki. </gallery> ==== Eruzioni hawaiiane ==== [[File:Hawaiian Eruption-numbers.svg|left|thumb|300x300px|Eruzione hawaiana: 1: pennacchio di cenere, 2: fontana di lava, 3: cratere, 4: lago di lava, 5: fumarole, 6: colata di lava, 7 strati di lava e cineriti, 8: substrato, 9: filone-strato, 10: condotto magmatico, 11: camera magmatica, 12: dicco]] Questo tipo di eruzione vulcanica è caratterizzato da colate di lava molto fluida (a composizione basaltica per lo più), povera di silice e di vapore, che fuoriescono dai condotti in modo continuo, con attività esplosiva assente o molto ridotta, e ridotte emissioni di prodotti piroclastici. È chiamata così perché è caratteristica dei vulcani hawaiiani. Tipicamente si tratta di eruzioni effusive, con lave ad alta temperatura (da un migliaio fino a 1400 °C). La lava, essendo molto fluida, è in grado di percorrere lunghe distanze e di espandersi nelle regioni periferiche dell'edificio (nelle Hawaii ad esempio spesso il magma arriva fino al mare, espandendo il territorio emerso dell'isola), formando veri e propri fiumi di lava (con argini naturali) e tunnel di lava. Gli edifici costruiti da questo tipo di attività sono caratteristici vulcani a scudo.<br> Un'altra caratteristica di questo tipo di vulcani sono i laghi di lava, che possono essere sia effimeri (temporanei, tendenti a solidificare in tempi brevi) che perenni (presenti con continuità, con variazioni più o meno accentuate del livello della lava). Anche in questo caso però, come abbiamo visto, non mancano manifestazioni eruttive di diverso tipo, come episodi esplosivi (che possono essere causati da attività freato-magmatica o fasi di degassamento), emissioni più accentuate di materiale piroclastico, attività fessurale per fratture indotte nell'edificio dalla pressione della lava. Possono esservi coni avventizi, prodotti dalla molteplicità dei condotti lavici e da fenomeni di diversione degli stessi. [https://www.youtube.com/watch?v=90XFpu-65JY Filmato di una eruzione del Kilauea (]Hawai).<gallery> File:Pahoeoe fountain original.jpg|Fontana di lava in una eruzione hawuaiiana File:Eruption 1954 Kilauea Volcano.jpg|Lago di lava all'interno del cratere del Kialuea File:Puu Oo - Aerial Kupaianaha 1987.jpg|Lago e tunnel di lava (Kupaianaha) File:Limu o Pele.jpg|La lava arriva al mare (Hawaii) File:Lave touriste hawaii.jpg|Turisti osservano una colata lavica (Hawaii) File:Kalapana house destroyed by lava.jpg|La colata lavica ha raggiunto una casa (Hawaii) </gallery> {{Clear}} ==== Eruzioni stromboliane ==== [[File:Strombolian Eruption-numbers.svg|Schema di una eruzione stromboliana|thumb|left|300x300px|Schema di una eruzione stromboliana e dell'edificio vulcanico prodotto da questo tipo di eruzioni; <small>1: pennacchio di cenere, 2: lapilli, 3: fallout di cenere, 4: fontana di lava, 5: bombe vulcaniche, 6: colate di lava, 7 strati di lava e cineriti, 8: substrato, 9: dicco, 10: condotto magmatico, 11: camera magmatica, 12: filone-strato</small>.]] Le '''eruzioni stromboliane''' sono eruzioni vulcaniche con caratteristiche intermedie rispetto ad eruzioni esplosive ed effusive. Il vulcano erutta sia piroclasti (ceneri, lapilli, bombe) sia lava, formando un tipico stratovulcano. Il nome deriva dal vulcano Stromboli, facente parte delle Isole Eolie, in Sicilia, dove tali eruzioni consistono nell'espulsione di scorie incandescenti, lapilli e bombe di lava ad altitudini da decine fino a centinaia di metri. Le eruzioni dell'Etna sono spesso stromboliane. <br> Le eruzioni stromboliane sono innescate dallo scoppio di bolle di gas all'interno del magma, ricco di composti volatili. Queste bolle di gas e vapore acqueo si formano all'interno del magma, con il degassamento che avviene a bassa profondità e durante l'effusione in superficie; si accumulano e si aggregano in bolle di grandi dimensioni. Quando raggiungono la superficie, la differenza di pressione rispetto all'atmosfera fa sì che le bolle scoppino con un forte schiocco, lanciando il magma in aria come '''fontane di lava''', in brandelli fusi che solidificano rapidamente in forma di prodotti piroclastici (cenere grossolana, lapilli, bombe). A causa delle elevate pressioni gassose associate alle lave, l'attività continuativa è generalmente sotto forma di eruzioni esplosive episodiche accompagnate da caratteristici forti scoppi. Durante le eruzioni, queste esplosioni si verificano anche ogni pochi minuti, ma senza una periodicità definita.<br> Le eruzioni stromboliane in senso stretto sono quindi brevi e ripetute eruzioni esplosive di lave a composizione basaltica ma relativamente più viscose rispetto ai vulcani hawaiani, che producono tipicamente delle colate a blocchi e materiali piroclastici tipo lapilli e bombe. Rispetto alle eruzioni di tipo hawaiano, producono volumi di lava fluida molto minori e in colate di entità ridotta. La pericolosità delle eruzioni stromboliane, di per sé è generalmente piuttosto bassa, a meno di non avvicinarsi eccessivamente ai centri eruttivi o alle colate laviche (anche se nessuna eruzione vulcanica deve essere sottovalutata): infatti l'isola di Stromboli ad esempio è stata abitata fin dall'antichità (e lo è tuttora), nonostante l'attività continua del vulcano omonimo. Filmati di eruzioni dell'Etna: [https://www.youtube.com/watch?v=caGhy7UAd-M 17 novembre 2013-1]; [https://www.youtube.com/watch?v=zLbuQCUqldI 17 novembre-2]; [https://www.youtube.com/watch?v=K8jjkD6dddo 2015]; <gallery> File:Strombolielicottero.jpg|Eruzione di piroclasti (ceneri, lapilli, bombe vulcaniche) dello Stromboli File:Stromboli Eruption.jpg|Eruzione a lava e piroclasti dello Stromboli File:Stromboli sciara del fuoco in september 2014.jpg|La sciara del fuoco, Stromboli. Si tratta di un solco nel quale tendono a incanalarsi le colate recenti e attuali di lava. File:Stromboli animiert 800x600.gif|Eruzione a fontana di lava dello Stromboli File:04Sep2007 Etna from SE Crater.jpg|Eruzione stromboliana dell'Etna File:Paroxysm at Etna, 16-17 November 2013.webm|Eruzione dell'Etna, settembre 2007 </gallery> ==== Eruzioni vulcaniane ==== [[File:Vulcanian Eruption-numbers.svg|thumb|left|300x300px|Schema di una eruzione vulcaniana e del relativo edificio vulcanico. <small>1: pennacchio di cenere; 2: lapilli; 3: fontana di lava; 4: fallout di cenere vulcanica; 5: bombe vulcaniche; 6: colate di lava; 7: strati di lave e prodotti piroclastici; 8: substrato; 9: filone-strato; 10: condotto magmatico; 11: dicco; 12: camera magmatica.</small>]] Le '''eruzioni vulcaniane''' prendono il nome dall'isola di Vulcano (Isole Eolie, Sicilia). Questa definizione si deve alle osservazioni del sismologo e vulcanologo Giuseppe Mercalli sulle eruzioni di questo apparato del 1888-1890. Nelle eruzioni vulcaniane, il magma è di tipo intermedio (andesitico-dacitico), più viscoso rispetto a quello che dà origine alle eruzioni stromboliane. La viscosità del magma in questo caso ostacola la fuoriuscita dei gas dalle bolle che si formano con il degassamento nella parte terminale del condotto magmatico e nel cratere, ove la lava inizia quindi a solidificare formando un "tappo". Questo processo porta all'accumulo di un'elevata pressione dei gas imprigionati che alla fine fa saltare il tappo che trattiene la lava dando luogo a un'eruzione esplosiva tipo fontana di lava. Tuttavia, a differenza delle eruzioni stromboliane, i frammenti di lava espulsi non sono aerodinamici; ciò è dovuto alla maggiore viscosità del magma vulcaniano e alla maggiore presenza nella lava di materiale solido derivato dalla frammentazione del "tappo" di lava. Perciò questi apparati sono generalmente più esplosivi dei loro omologhi stromboliani, con pennacchi di cenere e materiali piroclastici decisamente più cospicui, che spesso raggiungono un'altezza compresa tra 5 e 10 km. L'attività vulcaniana tipica è in due fasi: la fase iniziale è caratterizzata da una serie di esplosioni di breve durata, che durano da pochi minuti a poche ore e sono caratterizzate dall'espulsione di lapilli e bombe vulcaniche. Queste esplosioni gradualmente distruggono il duomo di lava che trattiene il magma e portano alla seconda fase, costituita da eruzioni effusive molto più continue (anche se sempre brevi e di volume ridotto rispetto ai vulcani hawaiani).<br> Gli apparati vulcanici di tipo vulcaniano sono tendenzialmente più pericolosi di quelli stromboliani, per la loro maggiore esplosività e la presenza di piogge di materiale piroclastico più abbondanti e di maggiore diametro, che giungono anche più lontano. <gallery> File:Sarychev Peak eruption on 12 June 2009, oblique satellite view.ogv File:Mt Vesuvius Erupting.jpg|Eruzione del Vesuvio del 1944 File:Vesuv Merian 1631.png|Eruzione del Vesuvio del 1631 </gallery> ==== Eruzioni peleane ==== [[File:Pelean Eruption-numbers.svg|thumb|left|300x300px|Schema di una eruzione peleana e del tipo di apparato relativo. <small>1: colonna di prodotti piroclastici; 2: fallout di ceneri; 3) duomo/protrusione solida di lava estremamente viscosa; 4) bombe vulcaniche; 5: flussi piroclastici (nubi ardenti); 6: strati di prodotti piroclastici e lave; 7: substrato; 8: condotto magmatico; 9: camera magmatica.</small>]] Le '''eruzioni peleane''' prendono il nome dal vulcano Mont Pelée in Martinica, sede di un'eruzione di questo tipo nel 1902 che costituisce uno dei peggiori disastri naturali della storia. Nelle eruzioni Peleane il magma è ancora più viscoso rispetto ai tipi precedenti (rioliti, daciti e andesiti), innescando la formazione di duomi lavici e protrusioni solide, con accumulo di forte pressione dei gas al di sotto. Si producono quindi forti esplosioni nelle quali una grande quantità di gas, polvere, cenere e frammenti di lava vengono espulsi dal cratere del vulcano e formano spesso vere e proprie '''colonne eruttive'''. La crescita di una protrusione solida o di un duomo lavico costituisce quindi l'indicazione della prossimità di un'eruzione esplosiva. Il materiale spinto in alto come colonna eruttiva tende rapidamente a collassare su se stesso, formando '''flussi piroclastici''' in rapido movimento fatti di materiale ad alta temperatura (fino a 300-400 °C), le cosiddette '''nubi ardenti'''. Questi flussi, che scorrono lungo il fianco della montagna ad alta velocità, spesso oltre 150 km/ora, rendono le eruzioni di tipo peleano tra le più pericolose al mondo, in grado di distruggere aree popolate e causare gravi perdite di vite umane. L'eruzione del Mont Pelée del 1902 ha causato enormi distruzioni, uccidendo più di 30.000 persone (con soli tre sopravvissuti documentati) e distruggendo completamente Saint-Pierre, costituendo così il peggior evento vulcanico del XX secolo.<br> Le eruzioni peleane sono abbastanza simili a quelle vulcaniane, ma ne differiscono per la tendenza a dare un'unica esplosione catastrofica piuttosto che una serie di eventi esplosivi minori. Si osservano anche colate di lava ma generalmente molto ridotte. * [https://www.youtube.com/watch?v=-H_HZVY1tT4 Documentario sull'eruzione del vulcano St. Helens] (falso HD). * Video di nubi ardenti (colate piroclastiche). [https://www.youtube.com/watch?v=Cvjwt9nnwXY Vulcano Unzen]. [https://www.youtube.com/watch?v=WxlRpuTed6g Vari flussi piroclastici]. [https://www.youtube.com/watch?v=-iSFM-T-F_0 Vulcano Sinabung (HD)]. <gallery> File:Pinatubo ash plume 910612.jpg|Eruzione del 1992 del Vulcano Pinatubo, Filippine File:Mount St. Helens, one day before the devastating eruption.jpg|Il vulcano S.Helens il giorno prima dell'eruzione File:MSH82 st helens plume from harrys ridge 05-19-82.jpg|Il Mt. S.Helens dopo l'eruzione File:MtStHelens Mushroom Cloud.jpg|Il fungo di ceneri dell'eruzione del Mt. S.Helens File:Whaleback, Mount St Helens volcanic crater (February 22 2005).jpg|Formazione di una cupola di lava File:MSH06 aerial crater from north high angle 09-12-06.jpg|Duomo lavico del Mt. S.Helens </gallery> ==== Eruzioni pliniane ==== <gallery mode="left" widths="300" heights="300"> File:Plinian Eruption-numbers.svg|Schema di una eruzione pliniana. Fase iniziale esplosiva. formazione di una colonna eruttiva sostenuta composta prodotti piroclastici ad elevata temperatura. <small>1: colonna eruttiva e pino vulcanico; 2: condotto magmatico; 3: fallout di cenere; 4: strati di prodotti piroclastici prevalenti e lave; 5:substrato.</small> File:Pelean Eruption-numbers.svg|Schema di eruzione pliniana. Fase finale: collasso della colonna eruttiva e formazione di flussi piroclastici (o lahar). <small>1: colonna di cenere in fase di collasso; 2: fallout di ceneri vulcaniche; 3: fuoriuscita di lava ad alta viscosità; 4: bombe vulcaniche; 5: flussi piroclastici; 6: strati di prodotti piroclastici prevalenti e lave; 7: substrato; 8: condotto magmatico.</small> </gallery> Le '''eruzioni pliniane''' prendono questo nome dalla storica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che seppellì le città romane di Pompei ed Ercolano e Stabia insieme ad un vasto territorio e i cui effetti furono descritti da Plinio il Giovane. Il processo che alimenta le eruzioni pliniane inizia nella camera magmatica, dove i gas volatili disciolti sono immagazzinati nel magma. I gas si liberano formando bolle che si accumulano durante la risalita attraverso il condotto magmatico. Queste bolle tendono a fondersi formando bolle più grandi di forma allungata ("slug": letteralmente ''lumache'' nella terminologia anglosassone), e una volta che i gas accumulati raggiungono una determinata proporzione (circa il 75% del volume totale del condotto magmatico), si ha un'eruzione altamente esplosiva. I gas e il magma associato vengono spinti violentemente verso l'alto fuori dal condotto, formando una colonna eruttiva di grandi proporzioni.<br> Queste imponenti colonne eruttive sono la caratteristica distintiva di un'eruzione pliniana e raggiungono fino a 45 km di altezza nell'atmosfera. La parte più densa della colonna, direttamente sopra il vulcano, è guidata internamente dall'espansione del gas. Man mano che si spinge più in alto nell'aria, il pennacchio si espande e diventa meno denso; in questa fase la risalita del materiale vulcanico è guidata dalla convezione e dall'espansione termica della cenere vulcanica, che forma una nube convettiva a forma di pino ('''pino vulcanico'''), che si sviluppa fino a raggiungere in molti casi la stratosfera. Nella parte superiore del pennacchio, i venti in quota tendono però a spingere il materiale più fine lontano dal centro eruttivo.<br> Gli apparati vulcanici che danno origine a eruzioni pliniane sono generalmente caratterizzati da lave molto sialiche (riolitiche o dacitiche) ed estremamente viscose. Tuttavia, come abbiamo visto, anche vulcani basaltici in certe condizioni possono dare origine a eventi eruttivi pliniani, quando si ha differenziazione di magmi sialici nella parte superiore della camera magmatica, o quando la risalita del magma è molto veloce. <br> Le eruzioni pliniane sono molto simili a quelle peleane, ma sono caratterizzate dal fatto che invece di dare luogo a fenomeni esplosivi episodici, formano '''colonne eruttive sostenute''' e molto sviluppate in altezza, prodotte dall'abbondanza di bolle di gas che si muovono verso l'alto alla stessa velocità della lava e del materiale piroclastico che le circonda. Le regioni colpite da eruzioni pliniane sono soggette a una forte caduta di cenere e pomice che interessa aree di dimensioni fino a decine e centinaia di chilometri quadrati. Il materiale contenuto nel pennacchio di cenere alla fine torna al suolo, ricoprendo il paesaggio con uno spesso strato di molti chilometri cubi di cenere.<br> La colonna eruttiva, finché la pressione del gas permane, si autosostiene; successivamente, con il degassamento e il raffreddamento del materiale piroclastico, si ha il collasso della colonna su se stessa e poi lungo i versanti del vulcano. Proprio in questa fase si ha la caratteristica più pericolosa di questo tipo di eruzione: si tratta dei '''flussi piroclastici''' generati dal collasso finale della colonna eruttiva, i cui materiali si muovono lungo il fianco della montagna a velocità estreme, fino a 700 chilometri all'ora e con la capacità di percorrere decine, fino a centinaia di chilometri. Quando i materiali piroclastici ad alta temperatura si mescolano a quantità di acqua significative (da laghi in quota ad esempio, o da piogge torrenziali), ovvero sciolgono depositi di neve o di ghiaccio sul vulcano, si formano i '''lahar''', colate di fango in rapido movimento con la consistenza del cemento bagnato che si muovono alla velocità di un fiume in piena travolgendo tutto sul loro percorso.<br> Eruzioni con caratteristiche pliniane ma di magnitudine inferiore sono dette '''sub-pliniane''', mentre eruzioni con esplosività molto elevata (tale da distruggere anche completamente lo stesso edificio vulcanico), sono dette '''ultra-pliniane'''. ==== Supervulcani ==== Supervulcano non è un termine scientifico, ma è stato coniato dalla BBC nel 2000. Si ipotizza l'esistenza di supervulcani dall'analisi di 10-12 caldere presenti sulla crosta terrestre. Sono caldere di enormi dimensioni (decine di chilometri di diametro) e si presume che abbiano dato origine o possano dare origine a gigantesche eruzioni vulcaniche, con conseguenze catastrofiche anche per l'ambiente e il clima. Sono considerati supervulcani la caldera dello Yellostone, i campi Flegrei (Napoli), ed altri. "Supervulcani" possono essere creati anche da eruzioni freatomagmatiche, ovverosia dall'interazione del magma con la falda acquifera che determina una esplosione particolarmente distruttiva, come ad esempio pare sia successo nell'isola di Santorini attorno al 1600 a.c. ([[w:Eruzione_minoica|eruzione minoica]]), che determinò la fine della civiltà minoica.<gallery> File:Norris Geyser Basin in Yellowstone.JPG|Caldera dello Yellowstone File:Pozzuoli NASA ISS004-E-5376 modified names.jpg|Campi Flegrei (Napoli) File:Aniakchak-caldera alaska.jpg|La caldera dell'Aniakchak, Alaska File:Lake taupo landsat.jpg|La caldera del lago Taupo, Nuova Zelanda File:Toba overview.jpg|Lago Toba, Sumatra File:Lake Toba Aerial View.JPG|Lago Toba File:Aso Caldera 3D 2012.jpg|La caldera di Aso, Giappone File:Mt.Aso and caldera01.jpg|Caldera di Aso File:Santorini Landsat.jpg|Isola di Santorini. La grande caldera che ora si osserva è quello che rimane di una grande eruzione esplosiva avvenuta attorno al 1600 a.c. </gallery> === Eruzioni freatiche === [[File:Phreatic Eruption-numbers.svg|thumb|left|300x300px|Schema di una eruzione freatica; <small>1: nubi di vapore acqueo; 2: condotto magmatico; 3: strati di lava e cenere; 4: substrato; 5: falda acquifera; 6: esplosione freatica e fratturazione della roccia incassante; 7: camera magmatica.</small>]] Le '''eruzioni freatiche''' sono causate dall'espansione subitanea del vapore acqueo. Se le acque superficiali (acque di falda tipicamente, ma in territori a clima rigido si può trattare anche di suolo gelato o ''permafrost'') entrano in contatto con la roccia surriscaldata o direttamente con il magma, a loro volta si surriscaldano ed sviluppano improvvisamente una grande quantità di vapore, che si espande fratturando la roccia circostante e facendo fuoriuscire a giorno una miscela di vapore, acqua e prodotti piroclastici (cenere, lapilli, bombe vulcaniche) derivati dalla frammentazione delle rocce preesistenti che costituivano parte dell'edificio vulcanico. La caratteristica distintiva delle esplosioni freatiche è che fuoriescono dal condotto vulcanico solo frammenti di roccia solida preesistente; non viene eruttato nuovo magma. Il materiale piroclastico può quindi anche essere (almeno in parte) relativamente "freddo" (variabile da circa 80 °C fino ad alcune centinaia di gradi Celsius), ma comunque sempre allo stato solido.<br> Poiché è provocata dalla fratturazione degli strati rocciosi sotto pressione, l'attività freatica non sempre si traduce in un'eruzione. Se la roccia di copertura è abbastanza resistente da non frammentarsi, possono anche non verificarsi eruzioni vere e proprie in superficie, ma a causa dell'espansione del vapore si propaga nella massa rocciosa un reticolo di fratture che la indebolisce, favorendo eruzioni successive. Le esplosioni freatiche possono anche manifestarsi lungo linee di frattura o filoni preesistenti. Spesso le eruzioni freatiche rientrano tra i fenomeni precursori di eruzioni magmatiche, segnalando la prossimità alla superficie di magma in risalita e il realizzarsi di un'eruzione freato-magmatica o magmatica in tempi brevi. Esplosioni freatiche possono anche essere innescate dalla microfratturazione indotta da attività sismica (terremoti), con conseguente afflusso di acque sotterranee nella zona microfratturata intorno al magma (ad esempio intorno a un corpo magmatico ipoabissale). Un fenomeno tipico è il '''base surge''' (letteralmente: "onda di base"), termine anglosassone che indica la proiezione di gas e materiale frammentario alla base di un'esplosione in forma di una nube ad anello (simile all'anello di gas e polvere che si vede svilupparsi alla base di un "fungo atomico"). Questo fenomeno è simile ai flussi piroclastici in senso stretto, ma è molto meno denso (con rapporto molto inferiore tra materiale solido e gas), e molto più turbolento. Può anche propagarsi senza seguire le superfici di massima pendenza e persino oltrepassare ostacoli naturali viaggiando anche a oltre 300 chilometri all'ora, quindi costituisce un notevole pericolo. Le eruzioni freatiche possono dare origine a flussi piroclastici, lahar (colate di materiale piroclastico imbevuto d'acqua), innescare frane e determinare "piogge" di materiale piroclastico. Possono anche rilasciare gas vulcanici tossici come idrogeno solforato, anidride carbonica o anidride solforosa che essendo più pesanti dell'aria, tendono a viaggiare negli strati dell'atmosfera a contatto con il suolo lungo le pendici dell'edificio vulcanico e costituiscono un pericolo mortale per chi dovesse esserne investito. <gallery> File:MSH80 spirit lake pumice plain phreatic explosions 05-29-80.jpg|Esplosioni freatiche sul vulcano Mount St. Helens (Washington, USA). Il materiale solido rilasciato è soprattutto pomice. File:Taal Volcano - PHIVOLCS - 12 January 2020.JPG|Esplosioni freatiche dal crtere centrale del vulcano Taal (Filippine). File:Tour group in front of giant steam plume from main crater of White Island.jpg|Eruzione freatica del cratere centrale del vulcano di White Island (Nuova Zelanda). File:Phreatic St. Helens.jpg|Esplosione freatica sulla sommità del Mount St. Helens (USA), 1980, prima manifestazioe dell'eruzione catastrofica di tipo pliniano di quell'anno. </gallery> === Eruzioni freato-magmatiche === Anche le eruzioni freato-magmatiche sono innescate dall'interazione del magma in risalita con le acque presenti negli strati superficiali e sulla superficie della crosta terrestre, che causa lo sviluppo e l'espansione violenta di vapore. In questo caso però, differentemente dalle eruzioni freatiche, si ha l'espulsione, oltre che di vapore e materiale preesistente, anche di materiale cosiddetto ''juvenile'', cioè di lave e materiali piroclastici neoformati. ==== Eruzioni subacquee di bassa profondità (surtseiane) ==== [[File:Surtseyan Eruption-numbers.svg|thumb|left|300x300px|Schema di un'eruzione surtseiana; <small>1: nubi di vapore acqueo; 2: cenere vulcanica; 3: base surge; 4: acqua (mare o lago); 5: strati di lava e cenere; 6: substrato; 7: condotto magmatico; 8: camera magmatica; 9: dicco</small>]] Queste eruzioni, definite '''eruzioni surtseiane''' (o anche '''eruzioni idrovulcaniche'''), derivano il nome dall'Isola di Surtsey, presso la costa meridionale dell'Islanda, affiorata dal mare in conseguenza di un'eruzione vulcanica durata dal 1963 al 1967, in acque relativamente basse (130 m di profondità). Si tratta di eruzioni prodotte dall'interazione in acque poco profonde tra lava e acqua.<br> Quando l'acqua viene surriscaldata dalla lava, si trasforma in vapore. In acque basse, la pressione dello strato d'acqua soprastante non è sufficiente a contrastare quella del vapore, che si espande violentemente frammentando il magma con cui entra in contatto in materiale piroclastico a grana fine (cenere soprattutto). Le eruzioni surtseiane sono tipiche delle isole marine e oceaniche vulcaniche a bassa profondità, ma possono verificarsi anche sulla terraferma, dove il magma in risalita entra in contatto con una falda acquifera oppure con un lago (ad esempio un lago craterico o calderico).<br> Queste eruzioni sono simili a quelle di tipo stromboliano, cioè abbastanza continue e "ritmiche", costituite da serie di esplosioni intervallate da periodi di relativa quiescenza con sviluppo di vapore. In questo caso, però l'esplosività dell'eruzione è decisamente maggiore. I prodotti sono generalmente basaltici. la colonna eruttiva che si sviluppa in questo caso è relativamente poco densa, essendo costituita principalmente di vapore acqueo.<br> Una caratteristica distintiva di queste eruzioni è lo sviluppo di un '''base surge''' (o ''surge piroclastico''), una nube anulare che si sviluppa alla base della colonna eruttiva per il collasso della stessa. <gallery> File:Surtsey eruption 2.jpg|L'eruzione che determinò l'affioramento dell'Isola di Surtsey (Islanda). File:Surtsey eruption 1963.jpg|Isola di Surtsey (Islanda) appena sorta dal mare, con l'eruzione ancora in corso. File:Surtsey from plane, 1999.jpg|Surtsey nel 1999. File:HMS Melville and Graham Island.jpg|Dipinto d'epoca dell'Isola Ferdinandea (o Isola di Graham), sorta nel 1831 in seguito a un'eruzione surtseiana nel Canale di Sicilia (al largo di Sciacca) e contesa tra Regno di Napoli e Regno Unito, ma presto demolita dall'azione del mare. Ora costituisce una secca ad alcuni metri di profondità. File:Taal volcano 2021 eruption captured using IP camera.webm|Video dell'eruzione del vulcano Taal (Filippine). Luglio 2021. Ben visibile l'espansione del ''base surge''. File:Tonga Volcano Eruption 2022-01-15 0320Z to 0610Z Himawari-8 visible.gif|Video che propone una sequenza di immagini satellitari dell'eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Haʻapai (Arcipelago di Tonga, Pacifico meridionale); dicembre 2021-gennio 2022. </gallery> ==== Eruzioni subacquee di alta profondità ==== [[File:Submarine Eruption-numbers.svg|thumb|left|300x300px|Schema di una eruzione sottomarina di elevata profondità; <small>1: pennacchio di vapore; 2: acqua; 3: substrato; 4: colate di lava; 5: condotto magmatico; 6: camera magmatica; 7: dicco; 8: lave a pillow.</small>]] Sono eruzioni caratteristiche di apparati vulcanici su fondali oceanici profondi (generalmente sotto i 500 m, fino ad alcune migliaia di metri di profondità). A tali profondità, la pressione dell'acqua è tale da contrastare efficacemente lo sviluppo e l'espansione del vapore nello strato d'acqua a contatto con la lava, e quindi inibire l'esplosività delle eruzioni. Si tratta quindi di eruzioni prevalentemente effusive, con scarsa attività esplosiva, anche se occorre precisare che lo stile dell'attività dipende sempre in una certa misura anche dal chimismo e dal contenuto in acqua e composti volatili del magma. La maggior parte dei vulcani sottomarini oceanici di alta profondità sono comunque basaltici (con scarso contenuto in composti volatili delle lave).<br> La nota caratteristica di queste eruzioni sono le colate di '''lava a pillow''', già descritta in precedenza. Nella maggior parte dei casi, sulla superficie oceanica non si hanno evidenze di un'eruzione di questo tipo in corso; nel caso di eruzioni meno profonde e/o di grande magnitudine si vedono sulla superficie aree sub-circolari lattiginose caratterizzate da venute di bolle di vapore, in corrispondenza delle quali si innalza una tenue nube di vapore e gas vulcanici, e talora chiazze e distese di cenere e particelle di pomice galleggianti. Le eruzioni di questo tipo sono state a lungo poco conosciute (fino agli anni '80 del secolo scorso), ovviamente per la scarsa accessibilità dei fondali oceanici; nell'ultimo quarantennio però hanno potuto essere osservate diffusamente e anche riprese da sommergibili, batiscafi, sonde sottomarine robotizzate. Si tratta in realtà dei vulcani più diffusi al mondo (costituendo i fondali oceanici la maggior parte della superficie terrestre), e sono localizzati prevalentemente (come vedremo più in dettaglio nel capitolo dedicato alla Tettonica delle Placche) in corrispondenza delle dorsali medio-oceaniche, nelle quali si forma sempre nuova crosta oceanica. Queste eruzioni sono quindi tra i maggiori agenti della creazione e del modellamento della crosta terrestre. Una quota consistente di questo tipo di vulcani si ha anche nel vulcanismo intra-placca oceanica, cioè lontano dalle dorsali, in corrispondenza della risalita di colonne di magma molto caldo e fluido dal mantello terrestre (il vulcanismo hawaiano sottomarino è di quest'ultimo tipo). <gallery> File:Expl2309 - Flickr - NOAA Photo Library.jpg|Rilievo del vulcano sottomarino West Mata (Fiji), la cui sommità è a 1165 m sotto il livello del mare e la cui base scende oltre i 3000 m File:Expl2298 - Flickr - NOAA Photo Library.jpg|Eruzione sottomarina del vulcano West mata (isole Fiji - pacifico meridionale) File:Bands of glowing magma from submarine volcano.jpg|Effusione di lava del vulcano West Mata. File:Craterplume2 hirez.jpg|Pennacchio sottomarino di vapore. File:Fukutoku-Oka-no-Ba 20071017.jpg|Manifestazioni superficiali di un'eruzione sottomarina profonda (Giappone). File:Fukutoku-Oka-no-Ba 20050704-2.jpg|Cenere pomicea galleggiante prodotta da un'eruzione sottomarina profonda (Giappone). </gallery> ==== Eruzioni subglaciali ==== [[File:Subglacial Eruption-numbers.svg|thumb|left|300x300px|Schema di una eruzione subglaciale; 1: nube di vapore acqueo; 2: cratere e lago craterico; 3: ghiaccio; 4: strati di lava e cenere; 5: substrato; 6: lave a pillow; 7: condotto magmatico; 8: camera magmatica; 9: dicco]] Si tratta di eruzioni le cui modalità sono determinate dall'interazione tra lava e ghiaccio. Sono tipiche di apparati vulcanici situati in aree di elevata latitudine o ad alta quota, sopra i quali si trovano depositi consistenti di ghiaccio o ghiacciai veri e propri. L'osservazione e il monitoraggio di queste eruzioni non è facile, per ovvie ragioni di accessibilità, e il loro studio è piuttosto recente: le manifestazioni più significative (e meglio studiate) di questo tipo sono state osservate in Islanda, su apparati vulcanici ricoperti dalla calotta glaciale del Vatnajökull (la più estesa in Europa). Le aree attualmente più interessate da questo tipo di eruzioni sono soprattutto l'Islanda, l'Alaska (USA) e la British Columbia (Canada), l'Antartide e le Ande.<br> Il processo eruttivo che costruisce i vulcani subglaciali inizia con manifestazioni che assomigliano a quelle che avvengono nelle profondità oceaniche, formando cumuli di lava a pillow alla base della struttura vulcanica. La parte della lava che giunge a contatto con il ghiaccio, però, si frammenta contraendosi per la forte differenza di temperatura e formando una breccia composta da frammenti vetrosi chiamata ''ialoclastite''. Con l'aumento della temperatura il ghiaccio si scioglie formando un lago sulla superficie del ghiacciaio. Quindi, quando l'acqua di fusione entra in contatto con la lava iniziano eruzioni più esplosive di tipo surtseiano. In questa fase i prodotti piroclastici sono ancora prevalentemente da ialoclastiti (strati di frammenti vetrosi). Alla fine, il lago evapora completamente per l'elevato flusso di calore, e il carattere dell'eruzione diviene più effusivo, formando spesso colate con struttura interna colonnare.<br> Gli edifici vulcanici di origine subglaciale assumono una forma particolare definita '''tuya''' (termine che deriva da una località in British Columbia, Canada, dove queste strutture sono state studiate per la prima volta). Si tratta di vulcani tronco-conici dai versanti molto ripidi con la sommità quasi piatta. Assumono questa forma perché la lava, a causa del raffreddamento molto rapido, non riesce ad espandersi formando i consueti edifici conici e quindi l'edificio cresce attraverso il ghiaccio con pareti molto ripide. Se l'eruzione dura abbastanza da permettere all'edificio di raggiungere la superficie del ghiacciaio, questo assume infine una forma più "normale", a cono maggiormente appiattito. La quota alla quale cambia bruscamente la pendenza della struttura indica il livello raggiunto dal ghiacciaio. Le eruzioni subglaciali possono dare origine a fenomeni molto pericolosi: * lahar: colate di materiale piroclastico mescolato all'acqua di fusione del ghiacciaio, che possono assumere notevole velocità e potenza; * Jökulhlaup: termine islandese che definisce una inondazione catastrofica di acqua e frammenti di ghiaccio (letteralmente: "discesa o venuta di ghiaccio"). Queste inondazioni derivano dall'accumulo di acqua di fusione sotto forma di laghi supraglaciali in quota, delimitati da dighe naturali di ghiaccio: se l'eruzione prosegue, la diga di ghiaccio prima o poi cede sotto la pressione dell'acqua a monte e determina una improvvisa alluvione di grandi proporzioni, velocità e potenza del territorio a valle. Fortunatamente, le aree soggette a questi fenomeni sono generalmente disabitate o scarsamente popolate, ma i danni ad eventuali infrastrutture (come strade o ponti) possono essere disastrosi. È il caso abbastanza recente dell'eruzione del 1996 del vulcano sotto il lago Grímsvötn, situato nel ghiacciaio del Vatnajökull (Islanda orientale). Durante l'eruzione, il ghiaccio si fuse e il fiume Skeiðará inondò il territorio del Parco nazionale Skaftafell. Si fusero 45.000 m³/s di ghiaccio, distruggendo parte della Hringvegur (la strada che corre intorno alla costa islandese, o strada n. 1). Dopo l'alluvione furono osservati, presso le rive del fiume, iceberg alti fino a 10 m. <gallery> File:Hyaloclastite00004.jpg|Lava a pillow; le strutture a pillow sono immerse in una matrice di ialoclastite (breccia di frammenti vetrosi). File:Hyaloclastite in petrographic microscope.JPG|Sezione sottile di ialoclastite al microscopio ottico. File:Reunion geologie hyaloclastite Pointe de Vincendo dsc09339.jpg|blocco di ialoclastite. File:Herðubreið-Iceland-2.jpg|Struttura a tuya (antico vulcano subglaciale) in Islanda. File:The Table1.jpg|Struttura a tuya in British Columbia (Canada). File:Myrdalsjökull Katla August 2011.jpg|Doline (ovvero depressioni) glaciali, che indicano la presenza di attività vulcanica subglaciale. Sistema del Katla (Islanda). File:Mt Redoubt 2009-03-21 1237756418 ak231.JPG|Eruzione subglaciale (Mount Redoubt, Alaska, USA). File:Skeidara.jpg|L'inondazione catastrofica (jökulhlaup) del 1996 (Skaftafell, Islanda). File:Twisted bridge Skaftafell due to Glacial lake outburst flood.JPG|Travi deformate di un ponte durante lo jökulhlaup del 1996 (Skaftafell, Islanda). </gallery> == Vulcanesimo secondario == Quando i fenomeni eruttivi in superficie vengono meno, rimane in profondità la camera magmatica (spesso anche diverse camere magmatiche), nelle quali il magma lentamente si consolida cristallizzando. Ugualmente, quando in profondità un corpo plutonico cessa di risalire attraverso le rocce incassanti, i processi di consolidamento del magma proseguono fino a produrre un corpo completamente solido. Questi processi avvengono generalmente su tempi molto lunghi (milioni di anni): in questo lasso di tempo, i corpi intrusivi ad alta temperatura continuano a interagire con le rocce incassanti e con i fluidi in esse contenuti (le falde acquifere), e a rilasciare nel contempo fluidi ''juvenili'', di provenienza magmatica, (acqua e gas). Tutti questi fluidi, a temperatura relativamente più elevata rispetto alle acque superficiali (e quindi meno densi), risalgono facilmente attraverso le fratture della crosta terrestre e attraverso la porosità delle rocce, arrivando a giorno con vari tipi di manifestazioni ('''manifestazioni tardive''') che fanno parte del '''vulcanesimo secondario'''. Le acque ad alta temperatura (fino a oltre 300 °C), salendo si depressurizzano, trasformandosi in vapore acqueo.<br> Le manifestazioni più diffuse del vulcanesimo secondario sono le '''fumarole''': * '''''Fumarole calde''''' (da 90° a 300°C). Sono esempi di fumarole calde le '''solfatare''', getti di vapore surriscaldato (130-165°C) contenente acido solfidrico. L'acido solfidrico viene ossidato dall'ossigeno atmosferico ad acido solforico e zolfo elementare che cristallizza incrostando le superfici circostanti. Famosa è la solfatara di Pozzuoli (nel complesso dei Campi Flegrei, in Campania). Ad attività fumarolica vanno associati anche i '''soffioni boraciferi''' di Larderello in Toscana. Si tratta di getti di vapore con acido borico ad alta temperatura (120° - 210°C) che, sospinti da pressioni elevate (1 - 6 atm), possono innalzarsi fino a 15-20 metri dal suolo. * '''''Fumarole fredde''''' (sotto i 90°C). Producono solo vapore d'acqua e anidride carbonica, la cui temperatura raramente si avvicina ai 100°C. Fumarole fredde particolarmente ricche di anidride carbonica sono le '''mofete''', di cui si hanno esempi nei Campi Flegrei. Altri due fenomeni associati in prevalenza alle manifestazioni del vulcanismo secondario sono le ''sorgenti termali'' ed i ''geyser''. * '''''Le sorgenti termali''''' possono prodursi semplicemente per contatto dell'acqua con rocce profonde, più calde di quelle superficiali per il normale gradiente geotermico. Il fenomeno è però particolarmente accentuato in aree vulcaniche. Si tratta di acque particolarmente ricche di minerali in soluzione e con temperature che possono andare dai 20° ai 70°C. Le acque riscaldate da una sorgente di calore costituita da una massa magmatica sono meno dense di quelle superficiali e tendono a risalire per convezione. * '''''I Geyser''''' sono getti intermittenti di acqua calda che possono innalzarsi per decine di metri. Provengono da serbatoi sotterranei, posti a profondità variabili da qualche centinaio di metri a circa 2000 m di profondità, situati in prossimità di masse magmatiche ad alta temperatura e collegati alla superficie da condotti molto stretti e complessi . In questi serbatoi l'acqua, sottoposta alla pressione della colonna d'acqua sovrastante, raggiunge temperature superiori ai 100° senza entrare in ebollizione. L'acqua entro i condotti è più fredda e densa, ma a causa della strettezza del condotto non si hanno fenomeni convettivi. Quando infine viene raggiunta una temperatura sufficientemente elevata da causare l'ebollizione nonostante la pressione idrostatica, il geyser entra in attività, espellendo bruscamente un getto di acqua bollente. Uno dei geyser più famosi al mondo è l'Old Faithful nel parco nazionale di Yellowstone in U.S.A., ma se ne trovano in diverse aree con attività magmatica in tutto il mondo, ad esempio in Islanda, nella Nuova Zelanda, nelle isole Azzorre. La parola geyser deriva da ''Geysir'' che è il nome del più noto geyser islandese. <gallery> File:Grande fumarola.jpg|Solfatara di Pozzuoli (Campi flegrei) con le fumarole File:SOOS mofeta (2).jpg|Mofeta con manifestazioni di gas (Repubblica Ceca). File:MudPot 8334.jpg|Salse (fanghi bollenti) File:Grand Prismatic Spring and Midway Geyser Basin from above.jpg|Sorgente termale nel parco dello Yellowstone File:Strokkur geyser eruption, close-up view.jpg|Il geyser Strokkur in Islanda. File:Geyser animation.gif|Animazione che illustra il meccanismo di un tipico geyser: il serbatoio del geyser viene periodicamente svuotato dall'attività eruttiva quando la temperatura dell'acqua la fa entrare in ebollizione nonostante la pressione elevata, e continuamente ricaricato dalle acque meteoriche. </gallery> === Geotermia === [[File:Circuito idrotermale.png|thumb|right|600x600px|Schema generale di un sistema idrotermale.]] Le venute di acqua calda e gas che costituiscono le manifestazioni del vulcanesimo secondario, formano colonne di fluidi in risalita che innescano '''correnti convettive''': le acque calde si raffreddano salendo verso la superficie e si mescolano con le acque di falda e con le acque meteoriche più fredde, divenendo in tal modo più dense, e quindi ridiscendono fino alle masse intrusive, riscaldandosi e risalendo di nuovo, creando quindi un '''circuito idrotermale'''. <br> Questi circuiti sono alimentati e "ricaricati" soprattutto dalle acque meteoriche (dalle precipitazioni atmosferiche), le cui acque non sempre possono penetrare nel sottosuolo entro l'area stessa in cui sono presenti le sorgenti di calore nel sottosuolo, per la presenza eventuale di '''rocce di copertura''', cioè rocce impermeabili o a bassa permeabilità (ad esempio delle argille). Anzi: spesso le aree di ricarica dei sistemi idrotermali sono più o meno lontane dai siti idrotermali veri e propri, e il tragitto delle acque sotterranee dalle aree di ricarica alle aree soprastanti le masse intrusive può essere anche molto complesso (a seconda dell'assetto geologico) e richiedere anni o decine di anni. <br> Questo tipo di circuito costituisce la fonte di '''energia geotermica''', cioè di energia generata per mezzo di fonti di calore presenti nel sottosuolo, più diffusa e utilizzata. Per un sistema geotermico efficiente occorrono quindi quattro elementi fondamentali: * una '''sorgente di calore''', di solito un'intrusione magmatica. * un '''serbatoio geotermico''', costituito da rocce porose e permeabili, in cui i fluidi (acqua e gas) possono muoversi. * una '''copertura''', cioè una sequenza di rocce impermeabili soprastanti il serbatoio, che lo sigillano impedendo la dispersione dei fluidi. * un''''area di ricarica''', dove le acque meteoriche possono almeno in parte infiltrarsi nel sottosuolo e alimentare il serbatoio; ovviamente, tra l'area di ricarica in superficie e il serbatoio che si trova in profondità le formazioni rocciose permeabili devono essere continue o comunque a contatto.<br> [[File:Geothermal Power Station.tif|thumb|right|320x320px|Schema generale di una centrale geotermica: si tratta di un circuito chiuso, in cui i fluidi geotermici vengono estratti mediante i pozzi produttori, vengono utilizzati nell'impianto per produrre energia elettrica e infine iniettati di nuovo nel sottosuolo.]] La '''geotermia''' consiste nello '''sfruttamento dell'energia geotermica accumulata nel sottosuolo sotto forma di calore'''. Per la captazione del vapore e dei fluidi ad alta temperatura si ricorre alla perforazione di '''pozzi geotermici''': questi possono essere ''pozzi esplorativi'', con lo scopo iniziale di accertare la presenza e l'entità del serbatoio geotermico, e successivamente ''pozzi di produzione'' (o ''pozzi di sviluppo''), che producono effettivamente fluidi geotermici. Il vapore proveniente dai pozzi viene convogliato verso una '''centrale geotermica''' tramite tubature apposite (''vapordotti''). Nella centrale, la pressione del vapore induce la rotazione di apposite ''turbine'' munite di un ''alternatore'' che trasforma l'energia meccanica in energia elettrica: questa viene portata alla tensione di rete da un ''trasformatore'' e rilasciata nella rete elettrica di distribuzione esterna. Il vapore acqueo e le acque calde possono anche essere utilizzati per il riscaldamento urbano, le coltivazioni in serra e il termalismo. Dopo l'utilizzo il vapore rimanente viene condensato e l'acqua viene iniettata di nuovo nel serbatoio. Infatti, per incrementare la produzione del vapore acqueo si ricorre generalmente all'immissione di acqua fredda in profondità mediante ''pozzi iniettori'': in questo modo, si ottiene il duplice scopo di mantenere elevata la pressione del serbatoio e nello stesso tempo alimentare il fenomeno convettivo, riuscendo così a rendere costante la produzione dei pozzi, producendo calore con maggiore continuità, e a far lavorare a pieno regime le turbine<ref group=N>Uno scopo non secondario del mantenimento della pressione del serbatoio geotermico è di non innescare fenomeni di ''subsidenza'' dovuti alla riduzione del volume poroso della roccia serbatoio sotto il peso delle rocce soprastanti, non più contrastato efficacemente dalla pressione interna. il fenomeno può propagarsi a tutta la colonna di roccia soprastante il serbatoio e arrivare in superficie, provocando un abbassamento del suolo che può arrivare ad un ordine di grandezza di decimetri o addirittura di metri in poche decine di anni. Ovviamente la subsidenza ha ripercussioni negative sulle costruzioni e può provocare modificazioni all'idrografia di superficie (ai corsi d'acqua), provocando ristagno di acque e, nelle aree costiere, arretramenti della linea costiera e invasione da parte di acque marine o salmastre.</ref>.<br> L'energia geotermica è sostanzialmente una '''fonte di energia pulita e rinnovabile'''. Questa forma di energia ha il vantaggio di essere generalmente a '''basso inquinamento''' (rispetto ai combustibili fossili come petrolio e gas), e inoltre non richiede opere di ingegneria civile di grande impegno e notevole impatto ambientale (come ad esempio le dighe per la creazione di bacini idroelettrici). Una fonte secondaria di inquinamento però possono essere sostanze presenti nelle acque provenienti dal sottosuolo, che talora includono elementi tossici come zolfo, mercurio e arsenico, oltre a composti gassosi fortemente tossici come idrogeno solforato, anidride solforosa e anidride carbonica. Queste emissioni devono essere gestite in modo che non si disperdano nell'ambiente (generalmente, reimmettendole nel sottosuolo con le acque di iniezione oppure abbattendole chimicamente fino a trasformarle in composti meno pericolosi o inerti che possono essere smaltiti). Per questo motivo comunque le aree geotermiche sono sottoposte ad analisi ambientali periodiche di controllo. Inoltre si ha un '''limitato impatto ambientale''' per la necessità di strutture di captazione ai pozzi e di condotte esterne (acquedotti e vapordotti) per il trasporto del vapore e delle acque calde alle centrali. <br> L'energia geotermiche richiede investimenti iniziali piuttosto cospicui (prospezioni geologiche e geofisiche, perforazione di pozzi, opere di captazione, costruzione di centrali di trasformazione e distribuzione dell'energia), a fronte di successivi costi di esercizio complessivamente bassi per tempi (in termini economici) piuttosto lunghi (fino a decine di anni e oltre). Si tratta perciò anche di una sorgente di energia conveniente: tuttavia le aree con buona potenzialità di sviluppo non sono particolarmente frequenti, vista la necessità di più fattori favorevoli concomitanti che non è facile trovare in una stessa area.<br> L'Italia è uno dei paesi nel mondo in cui questa fonte di energia è più e meglio sfruttata (e da più tempo), anche se le aree di sviluppo non sono distribuite uniformemente sul territorio nazionale: la produzione di energia elettrica dalla geotermia è infatti fortemente concentrata in Toscana (provincie di Pisa, Siena e Grosseto), in corrispondenza di diversi corpi magmatici di sottosuolo (sia di origine intrusiva che vulcanica) che fanno parte della cosiddetta ''provincia magmatica toscano-laziale'', derivante in massima parte da attività magmatica che dal Miocene Medio (circa 14 milioni di anni fa) arriva fino al Pleistocene (le ultime manifestazioni eruttive risalgono ad alcune decine di migliaia di anni fa). L'energia geotermica può essere sfruttata con tre diverse modalità: * '''Geotermia ad alta entalpia'''<ref group=N>La parola entalpia ha origine dal greco enthalpos (ἔνθαλπος), che significa letteralmente "portare calore dentro". E' definita come la somma dell'energia interna '''''U''''' e del prodotto della pressione '''''p''''' per il volume '''''V''''', cioè: '''''H = U + pV'''''</ref>: da sistemi geotermici ad elevata temperatura (> 150 °C). Si tratta della geotermia più "classica", che come abbiamo visto impiega la pressione del vapore per la generazione di energia elettrica tramite turbine. * '''Geotermia a media entalpia''': da sistemi geotermici con temperatura compresa tra 90 °C e 150 °C. Questo tipo di geotermia si presta bene all'uso diretto dell'energia termica per ''teleriscaldamento'', con l'utilizzo di uno ''scambiatore di calore''<ref group=N>Per questo tipo di uso, il vapore e le acque di sottosuolo sono utilizzate per riscaldare acque provenienti dalla rete di distribuzione, tramite uno ''scambiatore di calore'' (un dispositivo che permette lo scambio di energia termica tra fluidi aventi temperature diverse). Infatti i fluidi di sottosuolo non possono venire immessi direttamente in una rete di distribuzione esterna, sia perché spesso contengono sostanze tossiche o corrosive, sia perché il circuito geotermico dovrebbe mantenersi per quanto possibile chiuso, per poter iniettare nel serbatoio la stessa quantità di acqua che gli viene sottratta, in modo da mantenerne la pressione, e anche perché in tal modo si ha maggiore controllo sulla temperatura delle acque entro la rete di distribuzione.</ref> per riscaldare abitazioni e infrastrutture collegate in una rete di distribuzione. E' ancora possibile la produzione di energia elettrica utilizzando ''centrali a ciclo binario'': i fluidi geotermici (vapore o acqua calda) permettono di vaporizzare attraverso uno scambiatore di calore un secondo fluido caratterizzato da temperatura di ebollizione decisamente inferiore a quella dell'acqua. Questo fluido vaporizzando si espande e la pressione risultante fa girare una turbina che produce energia elettrica. Il fluido secondario viene poi condensato (portato di nuovo allo stato liquido), in un ciclo chiuso e privo di contatti con l'esterno. I fluidi geotermici vengono di nuovo iniettati nel sottosuolo per mantenere la produzione (secondo le modalità già viste). * '''Geotermia a bassa entalpia''' (<90 °C): questa forma di energia geotermica non permette di produrre energia elettrica, ma viene utilizzata per il riscaldamento (o il raffrescamento) di abitazioni. Infatti non ha a che fare con sorgenti di calore di tipo magmatico (quindi in questa sede non viene trattata in dettaglio), ma nella maggior parte dei casi sfrutta la proprietà del terreno di mantenere una temperatura costante durante l'anno (oltre una certa profondità)<ref group=N>Rispetto all'aria atmosferica, la temperatura del suolo ad una certa profondità subisce variazioni annuali molto più contenute: a profondità di 5–10 m la temperatura del suolo è pressoché costante tutto l'anno ed è equivalente all'incirca alla temperatura media annuale dell'aria, ovvero circa 10-16 °C (a seconda della latitudine e dell'altitudine).</ref>, e si basa sullo scambio di energia termica tra il terreno e la struttura di cui si vuole modificare la temperatura. In inverno, il calore viene trasferito dal terreno all'ambiente da riscaldare, mentre in estate il calore viene estratto dall'ambiente per essere immesso nel terreno<ref group=N>Per ottenere questo trasferimento di energia termica, viene utilizzata una macchina termica chiamata ''pompa di calore'', che è una applicazione della [[Termodinamica/Seconda legge|Seconda legge della Termodinamica]]. </ref>. <gallery> File:Diagram VaporDominatedGeothermal inturperated version.svg|Schema generale di una centrale geotermica a vapore dominante (ad alta entalpia): <small>il vapore viene utilizzato direttamente per la generazione di energia elettrica tramite una turbina. Il vapore viene in parte riconvertito in acqua per raffreddamento tramite un condensatore e l'acqua viene iniettata di nuovo nel serbatoio</small>. File:Geothermal Binary System (alt version).svg|Centrale geotermica a ciclo binario (ad alta o media entalpia). <small>L'acqua calda geotermica viene usata per vaporizzare un secondo fluido con temperatura di ebollizione inferiore a quella dell'acqua (ad esempio isopentano, con temperatura di ebollizione di 28 °C): il vapore del fluido secondario si espande aumentando di pressione e fa girare una turbina che genera energia elettrica. Il fluido secondario viene poi raffreddato e riportato allo stato liquido. Il circuito secondario è rigorosamente chiuso (anche perché questi fluidi sono tossici). Anche qui l'acqua di origine geotermica è iniettata di nuovo in serbatoio</small>. File:Centrale geotermica di Ferrara.svg|Centrale geotermica di Ferrara (a media entalpia). <small>Le acque calde vengono prelevate a circa 2000 m di profondità, a 100 °C. In questo caso le acque calde di sottosuolo vengono impiegate per il teleriscaldamento di abitazioni e infrastrutture (tramite uno scambiatore di calore), e le acque ormai raffreddatesi vengono iniettate di nuovo in profondità nel serbatoio per mantenere la pressione e la produzione</small>. File:Larderello, Italy. Picture shows a steam geyser which has been opened at the mouth of the well in order to repair... - NARA - 541745.tif|La storica centrale geotermica di Larderello (Pisa), costruita a partire dal 1931. Il vapore veniva utilizzato dal 1905 per la produzione di energia elettrica. File:Larderello 001.JPG|L'attuale centrale ENEL di Larderello, con le tipiche torri di raffreddamento, in cui il vapore viene in parte riconvertito in acqua per essere iniettato di nuovo nel serbatoio geotermico. File:NesjavellirPowerPlant edit2.jpg|Centrale geotermica in Islanda. File:Altbach Power Plant Turbine on display.JPG|Rotore di una turbina a vapore. File:Hellisheiði Geothermal Plant 22.06.2004 15-54-41.jpg|Impianto di perforazione per geotermia in Islanda. </gallery> ==Conseguenze dell'attività vulcanica== I vulcani hanno un ruolo primario nella e formazione nel modellamento della crosta terrestre e hanno avuto anche un ruolo importante nell'evoluzione dell'atmosfera terrestre. La loro attività rappresenta però un importante fattore di rischio per l'uomo nelle aree da essa interessate. === Atmosfera terrestre === [[File:Greenland sulfate.png|thumb|right|400x400px|Diagramma che mostra le variazioni nella concentrazione di ione solfato (SO<sub>4</sub><sup>-</sup>) in una carota di ghiaccio dalla Groenlandia. Ben visibile il picco successivo al 1815, corrispondente alla diffusione nell'atmosfera dei prodotti dell'eruzione del Tambora. L'evento del 1810 non è stato identificato.]] I vulcani hanno avuto un ruolo molto importante nell'evoluzione dell'atmosfera terrestre, immettendo nell'atmosfera della Terra primitiva grandi quantità di CO<sub>2</sub>, vapore acqueo, azoto (N<sub>2</sub>). L'atmosfera primordiale era probabilmente in prevalenza di origine vulcanica. Solo successivamente, a partire da circa 2.45 miliardi di anni fa (alla base del Proterozoico), gli organismi vegetali autotrofi (dapprima batteri e alghe unicellulari, poi le piante vere e proprie), mediante la fotosintesi, hanno diminuito gradualmente la concentrazione di CO<sub>2</sub> e immesso grandi quantità di ossigeno. Le tracce di questo evento che è definito come la "rivoluzione dell'ossigeno" si riscontrano nella sempre maggiore diffusione di ossidi di ferro nelle rocce sedimentarie a partire da questa datazione.<br> Ancora oggi le emissioni di gas e vapore dai vulcani attivi possono modificare la composizione atmosferica su scala locale. In caso di eruzioni di grande magnitudine possono essere immesse nell'atmosfera grandi quantità di gas serra, principalmente vapore acqueo e anidride carbonica (CO<sub>2</sub>), modificando significativamente il clima su vaste aree continentali, anche per diversi anni. Altre emissioni, come le ceneri e le polveri di origine eruttiva e l'anidride solforosa (SO<sub>2</sub>), possono al contrario diminuire la quantità di luce solare che arriva alla superficie terrestre determinando un raffreddamento del clima a breve termine. <br> Un buon esempio delle conseguenze di un'eruzione catastrofica sull'atmosfera e conseguentemente sul clima è, oltre ai già citati eventi del Laki in Islanda (1784) e del Krakatoa in Indonesia (1885), l'eruzione del vulcano Tambora (1815), situato nell'isola di Sumbawa, sempre in Indonesia. Oltre alle vittime dirette dell'evento eruttivo causate dalle emissioni piroclastiche e dalle tsunami (onde di maremoto) conseguenti che, secondo le stime, ammonterebbero a circa 117000 unità, si ebbero conseguenze globali rilevanti causate dalle emissioni di gas e prodotti solidi (ceneri e polveri). L'eruzione del 1815 rilasciò da 10 a 120 milioni di tonnellate di zolfo nella stratosfera, provocando sconvolgimenti climatici a livello globale. Nell'emisfero settentrionale vi furono condizioni climatiche estreme, tanto che il 1816 fu denominato "anno senza estate". Le temperature globali decrebbero di un valore compreso tra 0,4 e 0,7 °C. Altre stime parlando di raffreddamento globale tra 1 °C e 2,5 °C con punte di 10 °C in alcune zone. Ne seguirono fenomeni meteorologici estremi, con gelate intense e diffuse in contesti dove non avrebbero dovuto manifestarsi. A luglio e agosto, che sono i mesi generalmente più caldi, la temperatura non superava i 10 gradi: ciò causò moltissimi problemi al raccolto e all'allevamento; vi furono nevicate e gelate a Giugno in diverse località dell'emisfero settentrionale, registrate sia in nord America che in Europa. Nella primavera-estate del 1816, negli Stati Uniti nordorientali fu osservato un fenomeno non ordinario: un velo persistente di polvere descritto come "nebbia secca". Erano visibili perfino le macchie solari a occhio nudo (a causa dell'oscuramento determinato dalle polveri). Tutto questo fu accompagnato da carestie e, come ulteriore conseguenza, da epidemie. Modificazioni di questo tipo si sono verificate più volte in epoca storica, e nel passato geologico vi sono alcuni eventi di estinzione di massa che si ipotizzano come dovuti almeno in parte ad attività vulcanica di grande magnitudine che avrebbe indotto mutamenti climatici catastrofici, acidificazione delle piogge e delle acque oceaniche e diffusione di composti tossici come idrogeno solforato e anidride solforosa. Il più noto di questi eventi di estinzione è anche quello di maggiore entità conosciuto: l'estinzione di massa collocata tra Permiano e Triassico (cioè tra l'Era Paleozoica e l'Era Mesozoica) e datato a circa 251 milioni di anni fa. Questo evento corrisponde ad almeno due grandi picchi di attività vulcanica: uno situato in Cina (allora in posizione equatoriale e non ancora unita all'Eurasia) e l'altro, più cospicuo, in corrispondenza della Siberia attuale (anche allora vicina al Circolo Polare Artico), durati circa 250000 anni. Questi due eventi avrebbero dato luogo da un lato a emissioni massicce di gas serra con innesco di un riscaldamento estremo dell'atmosfera e alla diffusione di composti tossici, e dall'altra parte ad un'interruzione della fotosintesi causata dalle emissioni piroclastiche che avrebbe sterminato il ''fitoplancton''<ref group=N>Si tratta della parte di organismi planctonici fotosintetici composta di batteri e alghe unicellulari, che costituisce la base della catena alimentare: il nutrimento di gran parte dello ''zooplancton'' e quindi degli animali marini pluricellulari (invertebrati, pesci, rettili etc.).</ref> minando alla base la catena alimentare, oltre che determinare una riduzione estrema dell'ossigeno disciolto nelle acque marine. Si calcola che almeno l'81% delle specie marine e il 70% delle specie di vertebrati continentali si siano estinte come conseguenza di questo evento. La vita sul nostro pianeta subì un duro colpo, tanto che ci vollero circa 10 milioni di anni nel corso del Triassico inferiore-medio per recuperare una ''biodiversità''<ref group=N>la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi interagiscono #RINVIA [[Geografia generale ed economica/Ambiente e sviluppo sostenibile#La biodiversità]] </ref> confrontabile con quella precedente l'estinzione di massa. === Modellamento della crosta terrestre === [[File:Spreading ridges volcanoes map-en.svg|miniatura|570x570px|La distribuzione dei vulcani nel mondo]] Non tutte le regioni della terra sono interessate in egual misura dai fenomeni vulcanici e sismici. Tuttavia la loro distribuzione non è casuale. Inoltre molto spesso le aree interessate da fenomeni sismici sono anche sede di attività vulcanica. Il motivo di tale coincidenza e della loro particolare distribuzione va ricercato nella dinamica crostale, descritta dalla teoria della '''tettonica delle placche''', di cui avremo in seguito modo di parlare in dettaglio. Per ora ci limiteremo ad indicare le zone in cui si trovano concentrati la maggior parte dei fenomeni vulcanici e sismici, le quali coincidono con i confini delle placche crostali. * ''Dorsali medio-oceaniche'' Si tratta di aree rilevate, strette e allungate, presenti sui fondali oceanici e caratterizzate da attività basaltica effusiva. In queste fasce si ha continuamente la formazione di nuova crosta oceanica, processo che causa l'espansione del fondale oceanico esternamente alla dorsale e l'allontanamento dei margini continentali. * ''Cintura di fuoco circumpacifica'' con tale nome si fa riferimento alla fascia che borda le coste orientali e occidentali dell'oceano pacifico, dove sono concentrati il 60% dei vulcani attivi ed il 70% dei terremoti verificatisi nel nostro secolo. Questa fascia corrisponde a situazioni in cui abbiamo collisione tra due placche tettoniche, con formazione di catene montuose caratterizzate da intensa attività vulcanica (come ad esempio le Ande) oppure di archi vulcanici insulari (come l'Indonesia o le Isole Aleutine). Vi sono molti esempi di archi insulari e catene montuose collisionali anche fuori della "Cintura di fuoco"; le Alpi sono un esempio di catena collisionale, ormai per la maggior parte inattiva e in fase di smantellamento, perché la fase più attiva della collisione continentale (in questo caso tra la placca africana e quella euroasiatica) è avvenuta nel passato geologico (all'incirca da 50 a 30 milioni di anni fa), in seguito alla chiusura di un oceano (la Tetide) la cui ampiezza è stimata in un migliaio di chilometri. IL vulcanismo è quindi un agente primario sia della formazione che del modellamento della crosta terrestre. <gallery> File:South_America_satellite_orthographic.jpg|La Cordigliera delle Ande, che si sviluppa al margine occidentale del continente sudamericano, è caratterizzata da una intensa attività vulcanica provocata dall'interazione di tipo collisionale di una placca crostale oceanica del Pacifico con la placca continentale sudamericana. File:Cordillera_de_los_Andes.jpg|Il settore intermedio della Cordigliera delle Ande. File:Japan_topo_en.jpg|Il Giappone è caratterizzato da intensa attività vulcanica e sismica, connesse alla collisione tra due placche tettoniche che si verifica al largo della sponda verso il Pacifico. File:Pacific Ocean laea relief location map.jpg|Gli archi insulari sono arcipelaghi disposti in strette fasce allungate ad arco, comuni nel Pacifico occidentale. Sono di origine vulcanica e connesse alla collisione tra placche di crosta basaltica oceanica. File:NASA_Hawaiian_Islands_main_islands.png|Le Hawai sono isole vulcaniche. In questo caso però si tratta di vulcanismo "intraplacca" (cioè all'interno di una placca tettonica e non connesso con i fenomeni tettonici che caratterizzano i margini delle placche). </gallery> === Previsione dell'attività vulcanica === La previsione degli eventi di natura vulcanica richiede un approccio integrato che prende in considerazione vari tipi di dati. '''Fenomeni precursori'''. Fenomeni di tipo fisico e chimico che precedono una eruzione: sono indotti dal magma in risalita che causa dilatazione e fratturazione delle rocce, e nel contempo immette nuovi composti ed elementi chimici nelle acque di falda e di superficie. * fenomeni sismici: vi è generalmente una variazione nel numero, nella tipologia e nei meccanismi dei terremoti (spesso un incremento ma non necessariamente continuo); * fenomeni deformativi: si hanno deformazioni "lente" del terreno per l'accumulo di pressione entro l'edificio vulcanico; * variazioni nella composizione dei gas e dei fluidi idrotermali e variazioni di flusso; * variazioni locali di gravità, per la presenza di corpi a maggiore densità nel sottosuolo (ad esempio, magmi in risalita più densi delle rocce incassanti); * fenomeni elettrici e magnetici (variazioni della conducibilità elettrica nei fluidi di sottosuolo, variazioni locali del campo magnetico); * variazioni delle proprietà meccaniche delle rocce (ad esempio, modificazione delle proprietà elastiche delle rocce per riscaldamento, dilatazione e micro-fratturazione indotta dal magma in risalita). Generalmente, i principali precursori di un'eruzione sono quelli sismici (terremoti a bassa intensità e "tremore", cioè attività sismica continua a bassa energia), seguiti dalle deformazioni del suolo (sollevamento in seguito alla dilatazione dell'edificio vulcanico) e dai segnali di tipo geochimico (variazioni dei gas emessi dal suolo e dalle fumarole). La coincidenza di più fenomeni diversi in uno stesso periodo di tempo è un'indicazione abbastanza attendibile di un'eruzione imminente. Come vedremo tra breve, nel capitolo dedicato al rischio sismico, tutti questi fenomeni possono essere registrati mediante '''reti di monitoraggio''' estese all'edificio vulcanico e al territorio circostante. Se però il monitoraggio dei fenomeni precursori può indicare la presenza di un comportamento anomalo del vulcano, è comunque molto difficile determinare l'intervallo di tempo tra la manifestazione dei precursori e l'eruzione vera e propria, così come è difficile prevedere l'entità e la tipologia dell'eruzione stessa. Per stabilire se vi sono effettive anomalie nel comportamento del vulcano è indispensabile conoscere il livello di attività basale (cioè "normale") dello stesso, con l'analisi dei dati storici delle reti di monitoraggio. L'esperienza mostra che vulcani attivi ben monitorati hanno sempre mostrato dei fenomeni precursori significativi prima di una eruzione documentata. Sfortunatamente, non è sempre vero il contrario: cioè talvolta, pur essendosi verificati fenomeni precursori, l'eruzione non è avvenuta, causando '''falsi allarmi'''. Un esempio in Italia è lo sgombero del Rione Terra (Pozzuoli) avvenuto il 2 Marzo 1970 per un allarme vulcanologico diramato in seguito all'aumentata attività sismica e deformativa dell'area, con sollevamento massimo di circa 1 metro e danni significativi agli immobili. Lo sgombero interessò circa 65000 persone, tuttavia (fortunatamente) non vi fu alcuna eruzione.<br> Questa eventualità costituisce uno dei problemi più seri nella gestione delle emergenze vulcaniche: ad esempio per quanto riguarda i vulcani italiani dell'area campana (Vesuvio, Campi Flegrei, Ischia), l'elevata densità di popolazione e le complesse problematiche legate all'evacuazione renderebbero oggi un eventuale falso allarme molto oneroso in termini economici e molto difficile da gestire in termini sociali e politici. D'altro canto, ovviamente, un mancato allarme seguito da un'eruzione di elevata magnitudine avrebbe conseguenze potenzialmente molto peggiori. L'incertezza in questione non è mai completamente eliminabile, ma può essere ridotta con un'attenta valutazione di vari tipi di dati pregressi. '''Dati geologici'''. La ricostruzione della storia eruttiva del vulcano dalle sue prime manifestazioni è attuata mediante '''prospezioni geologiche e geofisiche''', che permettono di evidenziare i tipi di prodotti dell'attività eruttiva (colate laviche, flussi piroclastici, coltri di cenere e lapilli, bombe vulcaniche etc.) e la loro distribuzione nel territorio. Questi prodotti possono anche essere datati in termini assoluti, con '''tecniche di datazione''' basate si tempi di decadimento dei radioisotopi di vari elementi (ad esempio uranio, torio, potassio). In questo modo è possibile determinare la "cadenza" e i '''tempi di ritorno degli eventi eruttivi'''. I prodotti vulcanici possono essere intervallati da sedimenti "normali" di vario tipo (alluvionali, di versante, marini, lacustri...), che possono contenere elementi indicativi dell'età (fossili e microfossili, manufatti). '''Dati storici'''. L'analisi delle fonti storiche e letterarie permette spesso la '''ricostruzione dei fenomeni precursori e degli effetti di un'eruzione storica''' attraverso la percezione degli abitanti del territorio. Un esempio eclatante è quello dell'area vesuviana, per la quale si ha una ricca e dettagliata produzione letteraria e storica riguardante non solo l'eruzione pliniana del 79 D.C., ma anche i decenni precedenti (a partire dal 37 D.C.). La documentazione di buona qualità per altro si estende per tutto il periodo successivo fino ai nostri giorni (fino alle prime annotazioni e registrazioni scientifiche vere e proprie dei fenomeni vulcanici). '''Dati archeologici'''. Si tratta di un campo di ricerca tra i più affascinanti, che permette un alto livello di integrazione con il dato storico e geologico. In particolare, la '''biogeoarcheologia''' è un campo di studi multidisciplinare che permette di integrare dati archeologici in senso stretto (costruzioni, manufatti ed altri elementi di cultura materiale, resti umani e animali) con dati che riguardano le condizioni di vita (''bioantropologia''), le modalità di morte e seppellimento (''tafonomia'') e con dati vulcanologici e geofisici. Questo tipo di approccio consente la ricostruzione accurata attraverso il tempo delle condizioni demografiche del territorio, della mortalità indotta dagli eventi vulcanici, e degli effetti termici e meccanici indotti sulle vittime umane e animali dalla deposizione dei prodotti vulcanici. Quindi, è necessario integrare i dati provenienti dal monitoraggio del vulcano con dati di tipo statistico.<br> Spesso occorre integrare tutti questi dati con dati provenienti da altri vulcani aventi caratteristiche simili da utilizzare come '''analoghi''', per avere maggiori informazioni sulle relazioni tra i parametri di monitoraggio e il probabile comportamento del vulcano; non sempre infatti i dati provenienti da un unico sito sono esaustivi. <gallery> File:UsuZan2007Ryuki.JPG|Effetti del sollevamento del suolo in un'area vulcanica (Giappone). File:Sgombero.jpg|Sgombero dell'area centrale di Pozzuoli (Rione Terra) nel 1970 per l'incremento improvviso del ''bradisismo'' (sollevamento del suolo). Nonostante importanti fenomeni precursori, non si ebbe alcuna eruzione: fu un clamoroso esempio di "falso allarme". File:Herculaneum - Ercolano - Campania - Italy - July 9th 2013 - 32.jpg|I ricoveri per barche di Ercolano, con le vittime di un flusso piroclastico. File:Calco di maiale (Boscoreale).jpg|Calco del corpo di un maiale, da un allevamento nell'area di Boscoreale (79 D.C.). </gallery> === Rischio vulcanico === [[File:ECDM 20210409 Soufriere Volcano(1).jpg|right|thumb|450x450px|Carta del rischio vulcanico relativa al vulcano La Soufrière (Isola di Saint Vincent, Caraibi). E' visibile la zonazione del rischio vulcanico (a sinistra); sono riportate le infrastrutture significative. Nella carta a destra è riportato più specificatamente il rischio relativo a flussi piroclastici e fenomeni di ''surge'' ("ondate" di materiale piroclastico che si manifestano alla base della colonna eruttiva). Sono indicati anche i percorsi delle colate di fango tipo ''lahar''.]] Con "rischio" si intende la probabilità che un fenomeno potenzialmente dannoso (un evento di origine vulcanica in questo caso) possa avvenire in un determinato luogo e in un certo tempo, provocando un danno di valore stimato. La determinazione del rischio vulcanico è quindi la valutazione dei danni che potrebbero verificarsi nel territorio in caso di evento di origine vulcanica, in un periodo di tempo determinabile statisticamente. Il rischio è un valore quantificabile mediante la formula: '''''Rischio = Pericolosità * Esposizione * Vulnerabilità''''' * la '''pericolosità''' è la probabilità che l'evento si verifichi in un certo intervallo di tempo nell'area in esame. Per l'intervallo temporale si considera il '''periodo di ritorno''' di un evento di origine vulcanica di data intensità. E' espressa in una scala probabilistica da 0 (evento nullo) a 1 (evento certo). * l' '''esposizione''' (valore esposto al rischio), è il valore dell'insieme degli elementi esposti al rischio all'interno dell'area esposta (persone, beni, attività). L'esposizione dipende sostanzialmente dal valore economico delle strutture e dalla concentrazione di persone in esse. Ad esempio, un evento vulcanico in una regione spopolata e priva di costruzioni e infrastrutture (come un deserto) avrebbe una esposizione e un rischio praticamente nulli. Al contrario, se l'area è particolarmente affollata e vi sono strutture la cui distruzione causerebbe gravi perdite umane, economiche e interruzioni di servizi primari, l'esposizione è molto elevata. L'esposizione si quantifica in termini relativi (valore monetario di proprietà, attività economiche, servizi pubblici) oppure assoluti (numero di abitanti, di edifici etc.). Questo parametro serve soprattutto per la stima dei costi che un evento vulcanico può avere e per la valutazione degli interventi di recupero e ricostruzione. * la '''vulnerabilità''' è il grado di perdita potenziale prodotto sugli elementi esposti al rischio che l'evento si verifichi (numero di persone e coinvolte, numero delle abitazioni e infrastrutture presenti sul territorio, terreni agricoli etc.). Questo fattore è espresso in scala da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita totale). La valutazione del rischio vulcanico è complicata dal fatto che non vi è, come invece per i terremoti, un valore di magnitudine o una scala di intensità che possano fornire un riferimento univoco. Questo perché, come abbiamo visto, i fenomeni cui può dare origine un vulcano sono molteplici e di tipo diverso. Tali fenomeni possono non verificarsi tutti in un singolo episodio di attività del vulcano, e inoltre possono avere un impatto anche molto differente (ad esempio, nuvole di gas tossici possono avere un impatto pesante sugli abitanti e su animali domestici e nessun impatto su abitazioni e infrastrutture). Il rischio vulcanico quindi non può essere espresso da un singolo valore o da una singola carta ma va calcolato separatamente per tutti i tipi di fenomeni cui il vulcano può dare origine. Ricapitolando quanto visto finora, i fenomeni che dovrebbero essere considerati sono i seguenti: [[File:Predicative map of Mt.Fuji volcanic-ash-fall.jpg|thumb|right|450x450px|Carta predittiva degli spessori di cenere in seguito ad una ipotetica eruzione del Monte Fuji (Giappone).]] * ''flussi piroclastici (nubi ardenti)''. Sono di gran lunga gli eventi più pericolosi, tipici di eruzioni esplosive di tipo peleano o pliniano. Vanno valutate attentamente le probabilità e i tempi di ritorno di eruzioni di questo tipo e individuati i possibili percorsi e di questi flussi, oltre che la distanza dal centro eruttivo che potrebbero percorrere. * ''colate di fango (lahar) e alluvionamenti (jökulhlaup)''. Sono eventi pericolosissimi: vanno individuati i possibili siti di origine (accumuli instabili di materiale piroclastico, laghi e acquitrini, nevai e ghiacciai), i percorsi più probabili e le distanze di percorrenza delle colate e delle ondate di piena alluvionale. * ''ricaduta di bombe vulcaniche''. Come riportato più sopra, questi proiettili vulcanici possono essere incandescenti e anche di dimensioni cospicue (fino ad alcune tonnellate e metri di diametro), e possono essere scagliate a centinaia di metri (fino a chilometri) di distanza. * ''dispersione e ricaduta di cenere e lapilli''. La cenere come già riportato può dare irritazione e problemi respiratori alle persone e al bestiame, e causare problemi di stabilità agli edifici se si accumula in strati spessi sui tetti. Inoltre le coltri di cenere possono costituire un serio impedimento alla viabilità e ostacolare l'evacuazione e i soccorsi. Per la determinazione delle aree potenzialmente interessate dalla ricaduta occorre considerare i venti dominanti nell'area del vulcano. * ''colate di lava''. Sono nella maggioranza dei casi non controllabili, e possono travolgere abitazioni, infrastrutture, strade e ferrovie, ostacolando o impedendo le comunicazioni tra settori del territorio. Per la loro velocità ridotta, difficilmente costituiscono un pericolo diretto per le persone, a meno che non siano sorprese all'interno di abitazioni o non si avvicinino troppo alla colata stessa. * ''formazione ed esplosione di duomi di lava e protrusioni solide''. Come abbiamo visto, questi eventi tipici di vulcani esplosivi sono all'origine dell'espulsione di grandi quantità di materiale piroclastico. La stessa esplosione se vicina ad insediamenti umani può avere conseguenze devastanti. * ''deformazione del suolo (anche pre-eruttiva)''. La deformazione dell'edificio vulcanico è molto frequente durante gli episodi eruttivi, e costituisce anche un tipico evento precursore che segnala la prossimità di un'eruzione (essendo provocata dall'accumulo di pressione entro l'edificio stesso). Può avere conseguenze gravi sulla stabilità di eventuali edifici coinvolti e sull'incolumità delle persone, anche con l'apertura di fenditure (crepacci, fratture o faglie) nel suolo. [[File:Nevado del Ruiz hazard map, from Wright and Pierson.png|thumb|right|450x450px|carta del rischio vulcanico per il vulcano Nevado del Ruiz (Colombia). Legenda (dall'alto in basso e da sinistra a destra): rischio elevato per colate di lava; rischio moderato per colate di lava; rischio elevato per flussi piroclastici; rischio moderato per flussi piroclastici; rischio elevato per colate di fango (lahar); colate di fango verificatesi nell'eruzione del Nevado del Ruiz del Novembre 1985. Sono riportati anche i limiti delle aree di moderato ed elevato rischio di ricaduta di cenere e l'estensione attuale della ricaduta.]] * ''terremoti di origine vulcanica'' (anche in fase pre-eruttiva). Terremoti di magnitudo variabile sono la norma durante eventi eruttivi e costituiscono anche tipici eventi precursori. * ''emissione di gas vulcanici'' (anche nelle fasi pre-eruttive). Alcuni vulcani sono pericolosi perché possono emettere grandi quantità di gas tossico, come la CO<sub>2</sub> (pericolosa in grande quantità). Il vulcano Nyos (Camerun) è noto per questa caratteristica: nel 1986 il vulcano emise una grande nube di anidride carbonica che uccise 1.700 persone e 3.500 capi di bestiame. * ''collassi strutturali e di versante''. Fenomeni franosi di vaste proporzioni possono verificarsi come conseguenza di eruzioni vulcaniche, per l'aumento della pressione interna all'edificio nelle fasi iniziali dell'evento eruttivo o al contrario per collasso dell'edificio nelle fasi finali, con il venir meno della pressione. Possono anche verificarsi durante un'eruzione fortemente esplosiva. Tuttavia possono esservi frane per instabilità dei versanti dell'edificio vulcanico anche senza fenomeni eruttivi (ad esempio a causa di piogge prolungate), o possono essere provocati dalla deformazione del suolo o da terremoti non concomitanti con un evento eruttivo. Tuttavia, essendo connaturati all'edificio vulcanico, devono essere considerati comunque nel calcolo del rischio. * ''incendi''. La lava e le bombe vulcaniche possono causare incendi nella vegetazione e negli edifici coinvolti. * ''maremoti (tsunami)'' di origine vulcanica. L'evento eruttivo stesso in caso di una eruzione subacquea di bassa profondità può originare onde di maremoto (tsunami). Queste possono verificarsi anche per collasso di un edificio vulcanico o per eventi franosi a carico dei versanti, se l'edificio stesso è adiacente al mare. Le tsunami sono particolarmente pericolose in quanto possono colpire e devastare aree costiere anche molto distanti dal centro eruttivo. Perciò il rischio tsunami deve essere considerato anche sulle coste prospicenti un edificio vulcanico (oltre che nelle aree circostanti l'edificio stesso). Come riportato al capitolo precedente, per il calcolo del rischio non vanno considerate solamente le condizioni attuali o recenti ma anche dati storici (comprese le cronache locali) e archeologici, oltre che la storia erutiva del vulcano, che va ricostruita attentamente mediante prospezioni geologiche e geofisiche. In base alle carte del rischio calcolato per ogni singolo fenomeno rilevato, vengono poi redatte carte del rischio sintetiche, allo scopo ricavare una '''zonazione del rischio''' da applicare per fini di organizzazione degli interventi sul territorio. <gallery> File:Kalapana house destroyed by lava.jpg|Una colata lavica che inghiotte una casa (Hawaii) File:EtnaHaus.JPG|Una colata di lava a blocchi ha sepolto una casa nei pressi dell'Etna File:Pyroclastic_flows_at_Mayon_Volcano.jpg|Colata piroclastica (nube ardente) del Vulcano Mayon (Filippine). File:Pyroclastic_Flow_St._Helens.jpg|Deposito di una colata piroclastica nel Mt. St. Helens (1982, USA) File:Merapi pyroclastic flows.jpg|Flussi piroclastici del vulcano Merapi (Indonesia). File:MSH82_lahar_from_march_82_eruption_03-21-82.jpg|Lahar formatosi nell'eruzione del 1982 del Mt St Helens File:Galunggung_lahar.jpg|Lahar del vulcano Galunggung (Giava, Indonesia) File:Armero_aftermath_Marso.jpg|Il lahar del Nevado de Ruiz (Colombia) che ha investito nel 1985 la cittadina di Armero, causando circa 24000 vittime. File:Armero Mudflow and ruins.jpg|Rovine di Armero, sepolte dalla colata di fango. File:A lahar on the east side of Pinatubo volcano.jpg|Lahar causato dal vulcano Pinatubo (Filippine). File:Cow_killed_by_Lake_Nyos_gasses.jpg|Una mucca uccisa dalla nube di CO2 del vulcano Nyos (Camerun). </gallery> Le carte del rischio sono indispensabili per la pianificazione degli '''interventi di mitigazione del rischio vulcanico'''. Questi comprendono: * '''zonazione del rischio''' (definizione di aree con diversi livelli e tipologie di rischio); questa fase è fondamentale per scopi di prevenzione, per indicare le aree più esposte nelle quali non è possibile costruire nuove abitazioni o infrastrutture e dalle quali evacuare la popolazione con massima priorità, e individuare le possibili vie di fuga. La vicinanza di vulcani a centri abitati può determinare un aumento notevole del rischio vulcanico, legato alla pericolosità del vulcano (più il vulcano è pericoloso, ad esempio perché è esplosivo, maggiore sarà il rischio) e alla vulnerabilità e all'esposizione del territorio, cioè dalla presenza di abitazioni e infrastrutture nell'area intorno al vulcano potenzialmente coinvolta da fenomeni eruttivi. L'area attorno al Vesuvio, ad esempio, è molto esposta e molto vulnerabile perché si è costruito, anche abusivamente, moltissimo e anche in aree potenzialmente interessate da colate laviche o flussi piroclastici. * '''monitoraggio del vulcano''' (sistemi di rilevazione delle manifestazioni vulcaniche e dei terremoti) e sistemi di allarme, volti alla rilevazione tempestiva e alla segnalazione di anomalie ed eventi significativi che possono indicare un processo in atto. La sorveglianza attiva dei vulcani viene effettuata con ''reti strumentali multiparametriche'' (cioè che misurano diversi parametri fisici): ** telecamere (webcam), per la sorveglianza diretta, condotta anche con ricognizioni sul terreno e mediante droni aerei; ** reti di sismometri, per la registrazione di eventi sismici (terremoti); ** reti geodetiche, che consentono di misurare le deformazioni del suolo pre-eruttive; ** reti di rilevatori geochimici, che mettono in atto una serie di misure di temperatura, composizione e flusso di fluidi (gas, vapore e liquidi), e per la segnalazione di variazioni e anomalie significative; ** vi possono essere anche dispositivi di altro tipo, come ad esempio ''rilevatori a raggi infrarossi'', per monitorare le sorgenti di calore e visualizzare aree soggette a ''flussi di calore anomali''. Sono utilizzate anche ''stazioni gravimetriche e magnetometriche'', per la rilevazione di anomalie locali di gravità e del campo magnetico terrestre che possono indicare espansioni o contrazioni della camera magmatica e la presenza di corpi magmatici intrusivi o masse di magma in risalita. * definizione di '''livelli di allerta''' che dipendono dall'entità delle anomalie rilevate dalle reti di monitoraggio. * messa a punto di un '''piano di evacuazione''' della popolazione. Di seguito la definizione dei quattro livelli di allerta utilizzati in Italia dalla Protezione Civile. {|class="wikitable" ! LIVELLO DI ALLERTA !! STATO DEL VULCANO |- |style="background-color:green;"| '''<small>VERDE</small>''' || <small>Vulcano in stato di equilibrio (parametri nella norma)</small> |- |style="background-color:yellow;"| '''<small>GIALLO</small>''' || <small>Vulcano in stato di potenziale disequilibrio (parametri su valori anomali protratti nel tempo)</small> |- |style="background-color:orange;"| '''<small>ARANCIONE</small>''' || <small>Vulcano in stato di disequilibrio (parametri su valori elevati protratti nel tempo)</small> |- |style="background-color:red;"| '''<small>ROSSO</small>''' || <small>Vulcano in stato di forte disequilibrio (parametri in rapida evoluzione su valori costantemente molto elevati)</small> |} In Italia il servizio di sorveglianza dei vulcani attivi è condotto dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile (DPC). L'attività di sorveglianza viene effettuata sulle tre aree del territorio nazionale con vulcani attivi. * Per i vulcani campani (Vesuvio, Campi Flegrei, Ischia) la sorveglianza è condotta dalla sezione INGV di Napoli - Osservatorio Vulcanologico Vesuviano; * per i vulcani laziali (Colli Albani), dalla sezione INGV di Roma; * per i vulcani siciliani (Etna, Stromboli, Vulcano, Pantelleria), dalla sezione INGV di Catania - Osservatorio Vulcanologico Etneo (mentre alla sezione di Palermo compete la sorveglianza geochimica). <gallery> File:ReunionFournaise GPSMonitoringStation.JPG|Stazione GPS per il monitoraggio delle deformazioni del suolo sul vulcano Piton de la Fournaise (Isola di Réunion, Oceano Indiano, Francia). File:Tiltmeter on Mauna Loa.jpg|Un ''tiltmetro'', cioè uno strumento che misura le variazioni di inclinazione del suolo, sul Mauna Loa (Hawaii). File:Sismographe Vésuve.jpg|Sismometro sul Vesuvio (Campania, Italia). File:MSH80 Seismographic Activity March 1980.png|Registrazione degli eventi sismici sul vulcano Mt. St. Helens (USA) nel Marzo 1980, nel periodo immediatamente precedente l'eruzione catastrofica di quell'anno. File:Comparing surface deformation data ESA341141.jpg|Immagini radar da satellite che mostrano la velocità di deformazione del suolo nell'area flegrea-vesuviana. Nell'immagine in alto la deformazione calcolata negli anni dal 2002 al 2010; nell'immagine in basso è rappresentata la deformazione del suolo nel 2015-2015. Dalla scala colore è evidente l'aumento della velocità di deformazione negli anni più recenti. File:Collecting Gas Sample at a Fumarole (17932082790).jpg|Campionamento di gas da fumarole. Lassen Volcanic National Park, California (USA) File:CO2 data mlo.svg|Grafico che mostra l'aumento della concentrazione di CO<sub>2</sub> nell'aria atmosferica sopra il Mauna Loa (Hawaii) dal 1958 al 2006. File:Chaleur974.jpg|Carta gravimetrica dell'Isola di Réunion: le aree in colore rosso sono anomalie che evidenziano la presenza di rocce ad alta densità nel sottosuolo: si tratta con ogni probabilità di corpi magmatici in via di raffreddamento (che quindi costituiscono fonti di calore, potenzialmente utili per lo sviluppo della geotermia nell'isola). </gallery> == Vulcanesimo in Italia == [[File:Province magmatiche Italia.png|thumb|right|650x650px|Le principali province magmatiche in Italia.]] Nel territorio italiano l'attività vulcanica e plutonica ha lasciato importanti testimonianze in tutte le ere geologiche rappresentate: dal Paleozoico antico (in Sardegna) fino alle manifestazioni più recenti e tuttora attive del Quaternario dell'Italia peninsulare, nel Canale di Sicilia e nel Tirreno meridionale.<br> Qui diamo una panoramica sintetica dell'attività vulcanica secondaria tuttora presente e dei vulcani attivi. Per un migliore inquadramento è opportuno fare riferimento a settori che vengono definiti tradizionalmente come '''province magmatiche'''. Una provincia magmatica è definita come ''un'area relativamente ristretta entro la quale rocce ignee (intrusive e/o effusive) si sono messe in posto in un periodo di tempo relativamente ristretto e definito''. Una provincia magmatica quindi costituisce l'espressione di processi geologici abbastanza simili e riflette determinate affinità di composizione. Le principali province magmatiche italiane sono cinque: === Provincia toscana === Questa provincia comprende la Toscana occidentale, dalla zona di Montecatini Terme a quella del Monte Amiata e l'area tirrenica dell'Arcipelago Toscano (isole di Capraia e Gorgona, Elba, Giglio e Montecristo). L'attività vulcanica inizia nel Miocene e ha la sua massima espressione nel Pliocene (4-5 milioni di anni fa); il centro eruttivo più recente è l'Amiata (20000-300000 anni fa). Abbiamo fenomeni sia intrusivi, con batoliti granitici come quello dell'Elba, sia effusivi, con rocce sia femiche che sialiche; '''l'attività è stata prevalentemente effusiva''', a colate laviche e duomi, ma non mancano i prodotti piroclastici. Al presente '''tutti i vulcani sono estinti''' e resta solamente '''attività idrotermale''', ancora piuttosto intensa intorno al settore del '''Monte Amiata''', con acque calde, soffioni e fumarole. Celebri i Soffioni di Larderello (Pisa). Qui è concentrata la maggior parte della geotermia italiana. === Provincia laziale === Va dai Monti Vulsini e Cimini ai Colli albani. Si tratta di grandi centri eruttivi la cui attività va da circa 800000 anni fa a meno di 20000 anni fa per i Colli Albani. L''''attività''' è stata '''prevalentemente esplosiva''', con abbondanza di prodotti piroclastici e colate laviche decisamente subordinate. Il '''Lago di Bolsena''' è una grande caldera derivata dal collasso di un centro eruttivo caratterizzato da estesi depositi piroclastici da eruzioni di tipo pliniano e stromboliano, e colate laviche. Il vulcano è considerato estinto: permane una sporadica attività sismica e attività idrotermale con sorgenti di acque calde e venute di vapore e gas vulcanici, in alcuni casi sfruttata geotermicamente per la produzione di energia elettrica (Latera e Torre Alfina); I '''Colli Albani''' sono quanto resta di un grande stratovulcano collassato: si tratta in realtà di una caldera composita, le cui maggiori depressioni sono colmate dai laghi Albano e di Nemi. I prodotti sono prevalentemente piroclastici, inizialmente da ricaduta di cenere e lapilli e poi di origine freato-magmatica, con attività fortemente esplosiva, e colate laviche subordinate. Questo centro eruttivo ha eruttato a partire da 600000 anni fa fino a meno di 20000 anni fa, con manifestazioni tardive fino all'epoca romana e oltre. Anche attualmente i dati del monitoraggio relativi all'attività sismica, alla deformazione del suolo e alle emissioni gassose indicano che il vulcano '''non può dirsi con sicurezza estinto''', ma viene considerato in prevalenza dalla comunità scientifica come in una fase di lunga quiescenza. Attualmente è monitorato dalla sede romana di INGV dal 2000, soprattutto per il forte '''rischio di rilascio di gas tossici''' (soprattutto anidride carbonica, idrogeno solforato e radon), in conseguenza di morie di bovini e di pecore (oltre che di animali selvatici) per asfissia verificatesi nel settore di quest'area più prossimo a Roma (Cava dei Selci). === Provincia campana === Fanno parte di questa provincia i tre centri eruttivi principali del '''Vesuvio''', dei '''Campi Flegrei''' e dell'isola di '''Ischia''', considerati attualmente quiescenti, ma che hanno eruttato varie volte in epoca storica o recente, insieme con altri vulcani considerati estinti, come il vulcano di Roccamonfina (a nord di Caserta) e l'isola di Procida (la cui ultima eruzione risale a circa 18000 anni fa).<br> Tutti questi vulcani si sono formati all'interno di un'area, la Piana Campana, ribassata da faglie. L'attività di queste faglie (''faglie normali'' o dirette, come vedremo nel capitolo dedicato ai terremoti) è causata da una "distensione" della crosta terrestre in questo settore (che ha favorito la risalita del magma).<br> Vengono aggregate a questa provincia anche le Isole Pontine (Ponza e Ventotene le principali), il cui vulcanismo si è estinto in età pleistocenica (poco più di un milione di anni fa). [[File:Vesuvius from Pompeii.jpg|left|thumb]] '''Vesuvio'''. È un vulcano attivo esplosivo, di tipi vulcaniano. Attualmente è quiescente. Le sue eruzioni sono caratterizzate da grandi pennacchi di ceneri e lapilli e colate laviche (non sempre presenti). Il territorio attorno al vulcano è molto antropizzato, un fatto che creerà molti problemi nel momento in cui si risveglierà. Famosa è la sua '''eruzione del 79 d.c'''. che distrusse Pompei, Ercolano, Stabia ed altre città. Il vucano emise grandi quantità di piroclasti (<u>ceneri e pomici) che seppellirono abitazioni ed abitanti</u>. In base alla testimonianza riportata da Plinio il Giovane il pennacchio di ceneri assomigliava ad un fungo atomico e raggiunse una altezza di 26 chilometri. <u>Ercolano fu investito e sepolto da una nube ardente</u> === Arco Eoliano === [[File:Aeolian Arc.jpg|thumb|right|500x500px|L'arco eoliano; carta delle isobate (curve di isoprofondità); le isole emerse sono riportate in grigio e la costa siciliana in marrone. Sono indicati gli apparati vulcanici sommersi (nomi in rosso).]] Questa provincia magmatica viene in genere distinta in letteratura per le sue peculiarità genetiche e morfologiche. Si tratta di un vero e proprio '''arco vulcanico''', che mostra spiccate affinità con strutture similari della "cintura di fuoco" del Pacifico occidentale (come ad esempio le Isole Marianne, o le Aleutine), sia pure su scala più ridotta. <br> Questo comprensorio è costituito non solo dalla parte insulare emersa, rappresentata dalle sette '''Isole Eolie''' (da oves: Alicudi, Filicudi, il gruppo Salina-Lipari-Vulcano, Panarea, Stromboli): queste ultime sono solo la parte centrale emersa di una "catena" di apparati vulcanici per lo più subacquei. Guardando una carta del fondale marino nell'area si scopre che questa catena costituisce un arco a forma di "ferro di cavallo". Tutti questi edifici vulcanici sono impostati sulla scarpata continentale siciliana e calabra. <br> Altri vulcani che non fanno parte strettamente dell'arco delle Eolie ma con genesi e attività correlate sono il grande '''vulcano Marsili''' (attivo), più o meno al centro dell'arco eoliano, e gli apparati vulcanici Vavilov e Magnaghi (estinti), più a ovest, tutti impostati sulla crosta tirrenica, di tipo oceanico. Tutti questi centri eruttivi sono relazionati alla collisione della placca tettonica ionica (di pertinenza africana) che muovendosi verso nord-ovest si "incunea" sotto la Calabria e sotto la placca tirrenica, generando attività sismica e risalita di magma. Attualmente gli apparati considerati sede di attività vulcanica significativa sono: * '''Stromboli'''. Attivo da circa 200000 anni, nel periodo storico con con attività continua di tipo stromboliano. È moderatamente esplosivo, caratterizzato da frequenti ma deboli esplosioni (a intervalli che vanno da pochi minuti ad alcune ore) durante le quali vengono emesse modeste quantità di ceneri, lapilli e bombe. Talvolta si verifica una attività parossistica, con esplosioni più violente che generano colonne eruttive alte fino a una decina di chilometri e maggiori quantità di piroclasti, la cui ricaduta può interessare le aree abitate dell'isola. Le emissioni laviche significative (che danno origine a colate) sono poco frequenti e in genere si incanalano nella Sciara del Fuoco, una grande depressione a solco situata sul versante settentrionale del cono vulcanico, dove non costituiscono un pericolo diretto per gli abitati dell'isola (anche se negli episodi parossistici del 1919 e 1930 colate di lava si riversarono anche fuori della Sciara del Fuoco, arrivando a lambire i centri abitati). L'ultimo periodo parossistico è avvenuto nel luglio-agosto del 2019, con innalzamento di una colonna eruttiva e la generazione di colate laviche e flussi piroclastici nella Sciara del Fuoco; l'evento eruttivo ha fatto anche una vittima. Lo Stromboli costituisce un rischio reale anche per la generazione di tsunami da flussi piroclastici o per il franamento di materiale instabile dalla Sciara del Fuoco: un evento di tsunami di quest'ultimo tipo ha interessato la costa dell'isola nel dicembre del 2002, in conseguenza di un crollo dovuto ad un altro episodio parossistico. * '''Vulcano''', attivo; le eruzioni di età storica sono state di tipo vulcaniano, con forte attività esplosiva. L'ultima eruzione si è verificata tra il 1888 ed il 1890. A partire dall'estate 2021, e in particolare da settembre, si è osservato un aumento dell'attività delle fumarole, della temperatura dei gas e della quantità di CO<sub>2</sub> e SO<sub>2</sub> in essi, nonché un incremento dell'attività microsismica. Per questo motivo la Protezione civile ha innalzato il livello di allerta vulcanica da verde a giallo. *'''Lipari''', attualmente quiescente ma attivo in epoca storica (fino intorno al 1200 D.C.). * '''Panarea'''. Attualmente quiescente ma con attività idrotermale fumarolica intensa e venute di gas vulcanici di origine magmatica (monitorato dalla Protezione Civile). * '''Palinuro'''. Situato al largo della costa del Cilento, all'estremità nord-est dell'arco eoliano, questo grande vulcano sottomarino (in realtà un edificio composito con diversi centri eruttivi) ha la sua sommità circa 70 m sotto il livello del mare. E' considerato attivo, e nel maggio del 2012 ha manifestato attività sismica, destando qualche allarme. E' tra i vulcani sottomarini che sono monitorati per la possibilità che un'eventuale eruzione possa innescare un maremoto (tsunami). * '''Marsili'''. Con 70 km di lunghezza e 30 km di larghezza (pari a 2100 chilometri quadrati di superficie) il Marsili rappresenta uno dei vulcani più estesi d'Europa. L'edificio vulcanico è in realtà composito (composto da vari edifici) e si eleva per circa 3000 metri sul fondo marino, raggiungendo con la sommità la quota di circa 450 metri al di sotto della superficie del mar Tirreno. Da studi condotti dal CNR in collaborazione con INGV l'attività di Marsili sembra a basso indice di esplosività. E' considerato attualmente attivo e monitorato soprattutto per la possibilità che un'eventuale eruzione possa innescare un collasso di grandi proporzioni dell'edificio vulcanico, generando un'onda di maremoto (tsunami) che investirebbe le coste dell'Italia meridionale e della Sicilia, potenzialmente con gravi danni. * '''Vavilov''' e '''Magnaghi'''. Due apparati vulcanici di grandi dimensioni nella parte centro-occidentale del Tirreno, probabilmente ormai inattivi da tempo ma attenzionati ugualmente per la possibilità di collasso, e il conseguente rischio tsunami. <gallery> File:Stromboli-pan.jpg|Veduta di Stromboli. </gallery> Video di eruzioni dello stromboli: [https://www.youtube.com/watch?v=UqIz8f7EcMk giugno 2013]. [https://www.youtube.com/watch?v=0zTIl47fEaw Giugno 2014]. [https://www.youtube.com/watch?v=M3lSA2kC0To Giugno 2013 in volo attorno al vulcano]. [https://www.youtube.com/watch?v=wJC3Eab3HBE Volo sopra il vulcano, estate 2014]. === Provincia siciliana === La provincia magmatica siciliana comprende il grande apparato vulcanico dell'Etna (attivo), oltre a vari altri centri eruttivi localizzati nell'Altopiano Ibleo (estinti), nel Tirreno meridionale (Ustica, estinto) e nel Canale di Sicilia (attualmente quiescenti).<br> L'isola di '''Ustica''' è la parte emersa di un vasto apparato vulcanico sottomarino composito che si estende verso sud con una ulteriore culminazione sommersa a sud-est (denominata Prometeo). L'attività vulcanica va da 740000 a 130000 anni fa, ed è quasi sicuramente estinto (a parte tardive manifestazioni di attività idrotermale). Si tratta di un vulcanismo di tipo anomalo per quest'area, riconducibile ad una risalita diretta di marmi dal mantello terrestre (vulcanismo di ''hot spot'', come vedremo nel capitolo dedicato alla Tettonica delle Placche).<br> Nell''''Altopiano Ibleo''' (Sicilia sud-occidentale), il vulcanismo più recente ha un'età plio-pleistocenica, compresa tra 3 milioni e circa 1.5 milioni di anni fa, con caratteristiche eruttive prevalentemente effusive sia subaeree che sottomarine di acque poco profonde, ed è sicuramente estinto.<br> Nel Canale di Sicilia, l'isola di '''Pantelleria''' è caratterizzata da un vulcanismo di tipo sia effusivo che esplosivo, con prodotti che vanno da 324000 anni fa a tempi moto recenti. La maggior parte dell'isola emersa è formata dai prodotti piroclastici di una eruzione pliniana di grande magnitudine avvenuta circa 50000 anni fa. Le ultime manifestazioni eruttive sono del 1831 e del 1891, di tipo esplosivo freato-magmatico e si sono verificate nella parte sommersa del versante nord-est dell'isola. Attualmente, sulla terraferma vi è una attività fumarolica piuttosto intensa, con rischio di emissioni di gas vulcanici tossici. Il vulcano è monitorato da INGV e Protezione Civile in quanto sicuramente ancora '''attivo'''. [[File:Etna 2006.jpg|thumb]] * Etna. È il più grande e importante vulcano d'Europa e si trova in Sicilia. È quasi sempre sovrastato da un pennacchio di fumo. Erutta abbastanza frequentemente, con attività da stromboliana a vulcaniana. Le sue eruzioni talvolta hanno creato danni ai paesi circostanti, talvolta sono spettacolari attrazioni turistiche. La più lunga eruzione del XX secolo avvenne nel 1991 e durò 473 giorni. In [[w:Eruzioni_dell'Etna|questa pagina]] di wikipedia sono elencate tutte le sue eruzioni. Filmati di eruzioni dell'Etna: [https://www.youtube.com/watch?v=caGhy7UAd-M 17 novembre 2013-1]; [https://www.youtube.com/watch?v=zLbuQCUqldI 17 novembre-2]; [https://www.youtube.com/watch?v=K8jjkD6dddo 2015]; {{Clear}} <gallery> File:Vesuvius_from_plane.jpg|Il cratere del Vesuvio File:Mt Vesuvius Erupting.jpg|Eruzione del Vesuvio del 1944 File:Pompeii%26Vesuvius.JPG|Il foro di Pompei con il Vesuvio sullo sfondo File:Karl_Brullov_-_The_Last_Day_of_Pompeii_-_Google_Art_Project.jpg|Il Vesuvio visto da Pompei in un'antica stampa di Karl Brullov File:Vesuvius_79_AD_eruption_Latina.svg|L'area interessata dall'eruzione del 79 dc </gallery> == Approfondimenti == <references group=A/> == Note == <references group=N/> == Bibliografia == Le informazioni contenute in questo capitolo derivano dai testi seguenti: * {{cita libro|autore= Bianchi A. |titolo= Corso di Mineralogia con elementi di petrologia | pp= 714 |anno= 1970 |editore=CEDAM |città= Padova|cid= Bianchi (1970)}} * {{cita libro|autore1= Desio A. |titolo= Geologia dell'Italia, 1081 p. |editore= Unione Tipografico-Editrice Torinese|anno= 1978|cid= Desio}} * {{cita pubblicazione|autore1=Gasperini P. et al.| curatore= Gasperini P.|titolo=I vulcani|rivista=Le Scienze|anno=1983|numero=Quaderni, n. 4|pp=96|cid=Gasperini et al. (1983)}} * {{cita pubblicazione|autore1=Gola G.|titolo=L’esplorazione del sottosuolo alla ricerca di correnti convettive|rivista=Ithaca: Viaggio nella Scienza VIII|anno=2016||cid=Gola (2016)}} * {{cita libro| curatore= Ippolito F.|titolo=La dinamica della Terra - Letture da Le Scienze|anno=1983|pp=302|editore= Le Scienze S.p.A.|cid=Ippolito (1983)}} * {{cita libro| curatore=Mastrolorenzo G. (coordinatore); De Natale G., Pappalardo L., Petrone P.P., Ricciardi I., Rossano S., Troise C. |titolo=Ricerca Scientifica e Mitigazione del Rischio Vulcanico. Vol. I - Vesuvio: dentro il vulcano. Parte I |anno=2004|pp=31|editore=Osservatorio Vesuviano - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia |cid=Mastrolorenzo et al. (2004)}} * {{cita libro|autore= Nichols G.|titolo= Sedimentology and stratigraphy - 2nd ed.|anno= 2009 |editore= Wiley-Blackwell|città= Oxford, UK|lingua=en|cid=Nichols (2009)}} Per gli aspetti didattici sono stati tenuti presenti i testi seguenti: * {{cita libro|autore1= Pignocchino Feyles C. |titolo= Geoscienze. Corso di scienze della terra per il secondo biennio e il quinto anno. |editore= Società Editrice Internazionale |anno= 2021 |cid= Pignocchino Feyles (2021)}} [[Categoria:Scienze della Terra per le superiori|Vulcani]] {{avanzamento|75%}} bbtag8x4b1842dg95h2vox964o3xvv6 430759 430758 2022-07-20T14:13:05Z Antonov 25472 /* Provincia campana */ wikitext text/x-wiki {{Scienze della Terra}} I '''vulcani''' rappresentano una delle più cospicue manifestazioni delle '''forze endogene''' che agiscono entro la crosta terrestre e la sottopongono a continua trasformazione. Si tratta di strutture geologiche determinate dall'azione del '''vulcanesimo''' (o ''vulcanismo''). Con questo termine si intende l'emissione sulla superficie terrestre, attraverso condotti e fenditure, di fluidi (''lave''), solidi (''materiali piroclastici'') derivanti da masse di roccia fusa (''magmi'') presenti entro la crosta terrestre (''litosfera''), e infine di ''gas e vapori vulcanici'' provenienti sia dal ''degassamento'' del magma stesso durante la risalita, sia dalle falde acquifere attraversate e surriscaldate dai magmi. I magmi raffreddati in superficie, a contatto con l'atmosfera o l'idrosfera terrestre e privati della maggior parte dei fluidi originari per degassamento, danno origine alle '''rocce magmatiche effusive'''. L'attività vulcanica è stata ed è ancora attualmente il principale processo attraverso il quale viene formata di continuo nuova crosta terrestre. Le emissioni vulcaniche hanno anche, nel corso del tempo, determinato modificazioni significative nella composizione dell'atmosfera terrestre e dell'idrosfera terrestre, soprattutto nelle prime fasi della loro formazione, e continuano ad avere un'influenza significativa sul clima sia a scala locale che globale.<br> Non sempre i magmi prodotti entro il mantello o la litosfera terrestre riescono a raggiungere la superficie: spesso solidificano in profondità formando '''corpi magmatici intrusivi''' di varia forma ed estensione, denominati '''plutoni'''. I magmi raffreddati e solidificati in profondità danno origine alle '''rocce magmatiche intrusive'''.<br> L'attività vulcanica e plutonica con le sue caratteristiche di distribuzione, fenomenologia e composizione, si inquadra in un modello globale fornito dalla '''teoria della tettonica delle placche''' che permette di spiegare in maniera soddisfacente (anche se ancora non esaustiva) i '''fenomeni geodinamici''' connessi alle forze endogene, cioè i processi con cui queste forze si manifestano e modellano la crosta terrestre. == La struttura dei vulcani == [[File:Structure volcano-it.svg|thumb|right|400x400px||Schema strutturale di un vulcano]] Un vulcano consiste di tre elementi principali: * '''Camera magmatica''' (o bacino magmatico), posta entro la litosfera a profondità variabile da alcuni chilometri ad alcune decine di chilometri, in cui si raccoglie il magma in risalita. Può esservi più di una camera magmatica, anche a profondità diverse. * '''Condotto vulcanico''' (o camino vulcanico), che permette la comunicazione tra la camera magmatica e la superficie terrestre. Possono esservi più condotti vulcanici. * '''Cratere''', che costituisce lo sbocco del condotto vulcanico sulla superficie. Anche in questo caso vi possono essere più crateri in un unico edificio vulcanico, in posizione centrale e/o eccentrica a seconda della disposizione dei condotti vulcanici che li hanno generati. Nell'accezione comune, per vulcano si intende ciò che appare sulla superficie (ad esempio, in gran parte dei casi, una montagna conica caratterizzata da uno o più crateri vulcanici). In realtà, il vulcano vero e proprio come abbiamo visto è qualcosa di molto più complesso e in gran parte non visibile direttamente: la morfologia che si coglie in superficie è il risultato dell'accumulo dei prodotti derivati dall'attività eruttiva (lave e prodotti piroclastici). Questi accumuli costituiscono gli '''edifici vulcanici''', che possono assumere diverse forme e variare considerevolmente anche nella struttura interna, a seconda del tipo e della quantità delle emissioni vulcaniche che li hanno prodotti, dalla loro composizione (''chimismo'') e anche dalle diverse '''fasi eruttive''' che si sono succedute nel tempo. Gli edifici vulcanici sono in generale composti da strati sovrapposti e giustapposti di prodotti dell'attività eruttiva (coltri di materiali piroclastici e colate di lava), disposti secondo superfici di forma conica più o meno ripide (a seconda della loro composizione). Possono essere di tre tipi fondamentali:<br> * '''Apparati centrali'''. Derivati da '''attività centrale''' prevalente (in cui prevale un condotto principale). Rilievi di forma più o meno conica, con un ''cratere centrale'' corrispondente al flusso principale di magma, ed eventualmente ''crateri avventizi'' eccentrici derivati da condotti secondari. Talvolta, anche nel corso di un singolo episodio eruttivo, la posizione del cratere principale può variare per deviazione del flusso magmatico principale, in seguito all'ostruzione della parte terminale del condotto principale. * '''Apparati lineari'''. Derivati da '''attività fissurale''', lungo fratture nella crosta terrestre che possono estendersi per chilometri. In questo caso non si ha un cratere centrale (anche se talora possono formarsi allineamenti di coni di scorie vulcaniche, generalmente di piccole dimensioni, lungo la frattura attiva), ma si hanno accumuli in forma di rilievi irregolari o ellittici ai due lati della frattura. Questo tipo di apparati dà però origine prevalentemente ad accumuli di lave e prodotti piroclastici in forma tabulare ('''plateaux'''), anche di notevole estensione (fino a migliaia di chilometri quadrati). * '''Caldere'''. Si tratta di grandi '''strutture di collasso''' (con ampiezze fino a decine di chilometri), spesso poco rilevate e con morfologia molto articolata, che contengono diversi centri eruttivi corrispondenti a fasi successive di attività. Sono derivate dallo sprofondamento di grandi edifici vulcanici in seguito allo svuotamento parziale della camera magmatica, oppure da attività esplosiva catastrofica che ha smantellato in parte l'edificio originario. I più grandi tra questi apparati sono considerati l'espressione di '''supervulcani''' (vulcani con fasi parossistiche di grande magnitudine e generalmente molto distanziate nel tempo).<br> I '''duomi di lava''' sono particolari strutture a forma di cupola prodotte da accumuli di lava estremamente viscosa, che non dà luogo a vere e proprie colate per la propria scarsa mobilità e si raffredda in loco, rimanendo all'uscita del condotto magmatico, entro il cratere. Simili strutture, "tappando" il condotto, possono favorire l'accumulo di gas nella zona sottostante e dare luogo ad attività esplosiva per l'aumento della pressione. Le '''protrusioni solide''' (in Inglese: '''spine''', ovvero ''spina'') sono corpi magmatici cilindrici di lava estremamente viscosa (quasi solida) che non dà luogo a colate ma fuoriesce in questo modo, molto lentamente, dal camino vulcanico che la genera. Sovente si raffredda in quella posizione formando un pinnacolo (''guglia vulcanica'') che gradualmente viene eroso. Sovente questi corpi, come i duomi di lava, tappano il condotto vulcanico dando luogo ad attività esplosiva. L'attività vulcanica si manifesta sovente in ambiente marino (anche profondo, oceanico), e dà luogo in questo caso a '''vulcani sottomarini''' e ad '''isole vulcaniche'''. L'edificio vulcanico visibile è solo la parte emersa dello stesso, che si estende in realtà al di sotto del livello marino fino al fondale. <gallery> File:Arenal-Volcano.jpg|Vulcano Arenal (Costa Rica). Un classico edificio vulcanico a cono, con cratere centrale. File:Cumbres..Borrascosas... - panoramio.jpg|Vulcano Arenal (Costa Rica). Il cratere principale. File:Gareloi-Island.JPG|Vulcano Gareloi (Isole Aleutine). Un'isola vulcanica con cratere centrale. File:Row of Craters on Laki Fissure in Iceland.jpg|Apparato vulcanico lineare, lungo una frattura regionale. In questo caso non si ha la formazione di un singolo cratere ma di accumuli irregolari ai due lati della frattura e di coltri di lava. Complesso vulcanico del Laki (Islanda). File:Laki fissure (2).jpg|Ancora una veduta del Laki. File:NASA Makushin 2.JPG|caldera del vulcano Makushin (Alaska, USA). Nota i diversi centri eruttivi all'interno. File:Dendi Caldera.jpg|Caldera Dendi (Etiopia), dovuta al collasso di un edificio vulcanico, con due laghi craterici all'interno. File:Reunion Piton de la Fournaise 21.25S 55.66E.png|Caldera formata dal collasso di un apparato centrale. Piton de la Fournaise, Isola di Reunion (Oceano Indiano). File:Santorini Landsat.jpg|Caldera del vulcano dell'isola di Santorini (Mare Egeo, Grecia), originata da attività esplosiva catastrofica avvenuta tra il 1627 a.C. e il 1600 a.C. L'isolotto centrale (Nea Kameni) è un duomo di lava formatosi in seguito all'attività successiva. File:Pozzuoli NASA ISS004-E-5376 added names.jpg|L'area vulcanica dei Campi Flegrei (Pozzuoli, NA). E' un complesso calderico molto articolato e di non facile lettura, che si estende in parte nel Golfo di Pozzuoli. Si tratta di un apparato distinto rispetto al Vesuvio, con una propria camera magmatica e vari condotti che hanno dato origine in epoca preistorica ad eruzioni esplosive catastrofiche con enormi emissioni di prodotti piroclastici. File:Zavaritskogo ISS cut.jpg|Caldera del vulcano Zavaritskogo (Isole Kurili, Russia). File:Volcán Chaitén-Sam Beebe-Ecotrust.jpg|Duomo di lava. Vulcano Chaitén (Cile). File:Novarupta.jpg|Duomo di lava. Vulcano Novarupta (Alaska, USA). File:Bárcena tuff cone.jpg|Vulcano Barcena (Messico). L'edificio vulcanico è composto da un cono di cenere. Il cratere centrale è parzialmente riempito da un duomo di lava. La fessura alla base del versante visibile del cono (espressione di un camino secondario o di un dicco) ha generato la colata di lava scura che si espande a conoide ai piedi dell'edificio. File:Lehua 2.jpg| Isola di Lehua (Hawaii), un cono di cenere parzialmente smantellato dall'azione erosiva dell'oceano. E' visibile entro la parte interna del cratere la stratificazione dei livelli cineritici che compongono l'edificio vulcanico. File:Cabo Miseno 13.JPG|Capo Miseno (Italia). Parte di un cono cineritico in sezione. Ben visibile la stratificazione obliqua dei livelli di cineriti. File:Kanaga Volcano (22432739869).jpg|Vulcano Kanaga (Isole Aleutine). Il cono centrale e colate laviche recenti. File:Kanaga iss.jpg|Vulcano Kanaga (Isole Aleutine). E' ben visibile l'edificio vulcanico più recente, un apparato centrale. </gallery> <br> [https://www.youtube.com/watch?v=zFIWWM0Iv-U Video dentro il cratere]{{Clear}} == Le strutture dei corpi intrusivi (plutoni)== [[File:Intrusion types.svg|right|thumb|300x300px|Legenda: 1-laccolite; 2-dicco; 3-batolite; 4-dicco; 5-sill; 6-condotto vulcanico; 7-lopolite.]] I '''corpi magmatici intrusivi (plutoni)''' sono interamente contenuti entro rocce di differente origine (generalmente sedimentarie o metamorfiche), le '''rocce incassanti'''. La classificazione dei plutoni si basa sulla forma dei corpi intrusivi, sulle loro dimensioni e sui rapporti geometrici con le rocce incassanti.<br> * '''Batoliti'''. Sono i plutoni di maggiori dimensioni. Si trovano generalmente al nucleo di catene montuose, spesso affioranti in seguito all'erosione. In affioramento, la loro estensione può arrivare a decine e centinaia di chilometri quadrati di superficie. * '''Filoni'''. Sono corpi tabulari di spessore variabile da alcuni centimetri a diversi metri. A seconda dei rapporti con le rocce incassanti possono essere: ** '''Dicchi''': corpi discordanti rispetto alla stratificazione delle rocce incassanti. A bassa profondità si producono di solito quando il magma risale lungo fratture o faglie tettoniche preesistenti che tagliano la stratificazione, allargandole. Ad alta profondità invece è il magma ad alta pressione ad aprirsi la strada fratturando le rocce in risalita. ** '''Filoni-strato''' (o '''sill'''), concordanti rispetto alla stratificazione delle rocce incassanti (o alla scistosità, se si tratta di rocce metamorfiche). Questi corpi intrusivi sono prodotti dall'intrusione di magma fluido tra i piani di stratificazione o scistosità (che rappresentano superfici di minore resistenza). * '''Laccoliti'''. Sono corpi concordanti non tabulari, ma con una convessità verso l'alto prodotta dall'inarcamento degli strati soprastanti in seguito alla pressione del magma intruso. * '''Lopoliti'''. Corpi concordanti che presentano invece convessità a imbuto verso il basso, in corrispondenza dei condotti di alimentazione del corpo intrusivo. [[File:Filoni.jpg|thumb|right|280x280px|Tipi di filoni in un edificio vulcanico: 1. filone radiale; 2. filone conico; 3. filone anulare; 4. filone periferico; 5. filone-strato o sill]] I corpi intrusivi sono in realtà spesso composti, cioè uno stesso episodio di intrusione magmatica può dare luogo in sequenza a diversi tipi di corpi: ad esempio inizialmente può determinarsi un dicco, come propaggine di una massa magmatica più grande (un batolite). Successivamente, il magma in risalita può trovare a profondità inferiore uno strato di roccia più resistente e procede quindi lungo la stratificazione, formando un filone-strato oppure un laccolite.<br> Possono esservi anche più fasi successive di intrusione lungo una stessa direttrice (una frattura per esempio), che generano riempimenti con composizione diversa, oppure generazioni successive di filoni che si intersecano lungo diverse direttrici. In generale, dal punto di vista dello sviluppo tridimensionale, possiamo avere diverse morfologie: * Filoni radiali * Filoni circolari o anulari * Filoni conici * Filoni-strato tabulari * Filoni obliqui o periferici Tutti questi tipi possono trovarsi entro un edificio vulcanico o entro le rocce incassanti al di sopra e intorno a un batolite. I corpi magmatici intrusivi di bassa profondità (minore di 2 Km) sono denominati '''subvulcanici''' o '''ipoabissali'''. Corpi intrusivi di questo tipo sono comuni all'interno di edifici vulcanici, con andamento prevalentemente concentrico o radiale. I '''cripto-duomi''' (dal greco κρυπτός, kryptos, celato, nascosto) sono accumuli subvulcanici di magma molto viscoso a bassissima profondità che a causa della loro scarsa mobilità e della rapida depressurizzazione non riescono a fendere le rocce di copertura, raffreddandosi sul posto, ma deformano la copertura stessa in strutture a cupola simili a laccoliti.<br> <gallery> File:Half Dome Trek 05 (4245047861).jpg|Batolite granitico (Yellowstone, USA). File:Dykes at Garthna Geo, Yesnaby - geograph.org.uk - 490020.jpg|Dicchi intrusi in una serie sedimentaria. File:Maug islands dike.jpg|Dicco verticale intruso in una serie vulcanica di lave e prodotti piroclastici. File:La Palma - Garafía - LP-4 13 ies.jpg|Dicco intruso in una serie vulcanica (prodotti piroclastici). File:La Chaume Croix de Saint André filons pegmatite.jpg|Dicchi messi in posto successivamente che si incrociano. Qual è il più recente? File:Black Canyon Painted Wall.JPG|Dicchi di roccia intrusiva (pegmatite) bianca intrusi in rocce metamorfiche più scure (gneiss). File:White granite intruding black basalt.jpg|Filoni di roccia chiara di composizione granitica intrusi in rocce effusive basaltiche scure. File:Caldera de Taburiente on La Palma - 2007-01-05 I.jpg|Dicchi che si intersecano, in una caldera vulcanica (Isola di La Palma, Canarie, Spagna). File:Mount Etna on Sicily in Italy - 2016-10-07 E.jpg|Dicchi magmatici messi in luce dall'erosione. Etna, Sicilia. File:Multiple Igneous Intrusion Phases Kosterhavet Sweden.jpg|Intrusioni filoniane multiple. File:Horton Bluff mid-Carboniferous sill.JPG|Filone-strato (sill) intruso in strati di argilliti e arenarie del Carbonifero (Canada). File:Iceberg Lake Ridge (4158171784).jpg|Rocce sedimentarie con stratificazione sub-orizzontale intruse da un filone-strato (sill) più scuro. File:An Igneous Sill Intrusion in Yellowstone National Park Wyoming USA.jpg|Sill sub-orizzontale di roccia basaltica con tipica fessurazione colonnare (Yellowstone, USA). File:Limestone Butte Montana Laccolith.jpg|Laccolite esposto dall'erosione degli strati di roccia soprastanti. File:2008-05-21 09 48 23 Iceland-Reykjahlíð.jpg|Piccolo cripto-duomo. Islanda. File:MSH80 bulge on north side 04-27-80.jpg|Cripto-duomo sviluppatosi sul versante nord del vulcano St. Helens (USA, Stato di Washington). </gallery> == Composizione dei magmi e delle rocce magmatiche == I magmi (e di conseguenza le rocce magmatiche) si dividono, in base al loro contenuto mineralogico in: * '''sialici''' o '''felsici''': vi prevalgono minerali contenenti silicio e alluminio, sono più ricchi di SiO<sub>2</sub> (silice), e sono per lo più di colore chiaro. * '''femici''' o '''mafici''': vi prevalgono ferro e magnesio, sono per lo più di colore scuro (bruno, verde o nero). In base alla quantità di silice, attraverso l'analisi chimica, si suddividono in: * ''acidi'' (o ''persilicici''): magmi e rocce con SiO<sub>2</sub> ≥ 65% * ''intermedi'' (o ''mesosilicici''): magmi e rocce con 52% ≤ SiO<sub>2</sub> ≤ 65% * ''basici'' (o ''iposilicici''): magmi e rocce con 45% ≤ SiO<sub>2</sub> ≤ 52% * ''ultrabasici'': magmi e rocce con SiO<sub>2</sub> ≤ 45% I magmi e le rocce acide sono più ricchi di SiO<sub>2</sub> e quindi sono di colore più chiaro di quelli basici e ultrabasici, di colore sempre più scuro.<br> Attenzione: in questo caso ''acido'' e ''basico'' si riferiscono semplicemente al contenuto in silice (non hanno quindi nulla a che vedere con le ''reazioni acido-base'', in cui sono in gioco ioni idrogeno H<sup>+</sup> o idrossido OH<sup>-</sup>). Si tratta in realtà di una terminologia ormai obsoleta ma invalsa per lungo tempo nella letteratura geologica, che deriva dalla classificazione dei silicati come sali (teorici) dell'acido ortosilicico (H<sub>4</sub>SiO<sub>4</sub>). La terminologia tradizionale acido-basico, anche se è ancora molto utilizzata, dovrebbe essere sostituita con quella, più moderna, sialico-femico o felsico-mafico (quindi, per quanto si riferisce al contenuto in silice, si dovrebbero preferire i termini per-, meso-, iposilicico). <br> [[File:Serie di Bowen.svg|thumb|right|300x300px|Sequenza di cristallizzazione dei minerali più comuni delle rocce magmatiche al diminuire della temperatura. A sinistra la serie dall'olivina al quarzo; a destra la serie dei plagioclasi (in funzione del contenuto in calcio o in sodio). Vedi testo. E' nota come ''serie di Bowen''.]] In natura, i magmi costituiscono dei sistemi eterogenei composti da una '''fase liquida''', da una '''fase solida''' (cristalli in corso di formazione e frammenti delle rocce incassanti o ''xenoliti'') e da una '''fase gassosa'''. I liquidi magmatici sono delle complesse miscele silicatiche ad alta temperatura i cui componenti hanno temperature di fusione diverse. Questo significa che, quando il magma si raffredda, si separano gradualmente minerali diversi che vanno a costituire la fase solida.<br> * I minerali femici sono quelli che fondono a temperatura più elevata, e quindi anche quelli che cristallizzano per primi. Perciò, i loro cristalli sono liberi di espandersi entro la massa fusa e di assumere la loro forma tipica (il cosiddetto ''habitus cristallino''), e sono definiti ''idiomorfi''. Minerali di questo tipo sono olivine, pirosseni, anfiboli, biotite (mica nera) e i feldspati ricchi di calcio (plagioclasi).<br> * I minerali sialici fondono a temperatura più bassa, e cristallizzano quindi più tardi: perciò i loro cristalli in corso di formazione devono adattarsi agli spazi lasciati loro dai cristalli già formati. Quindi raramente nelle rocce magmatiche questi minerali conservano la loro forma cristallina tipica, e si presentano come "plaghe" che non hanno forma propria, ma sono delimitate dalle pareti dei cristalli già formatisi nelle prime fasi di cristallizzazione: questi cristalli si definiscono ''allotriomorfi'' (questa terminologia si riferisce solo alla forma esterna: si tratta comunque di cristalli, perché la loro struttura molecolare interna è ordinata secondo il reticolo cristallino caratteristico della loro specie mineralogica). A questa tipologia di minerali appartengono le miche chiare (muscovite), i feldspati sodici e potassici, il quarzo. Ovviamente, anche questi minerali possono avere habitus cristallino tipico, però generalmente cristalli ben formati si rinvengono non all'interno di plutoni granitici bensì nelle loro parti periferiche e soprattutto nei loro ultimi differenziati filoniani ipoabissali in cui prevalgono fluidi magmatici a bassa viscosità e ricchi di componenti volatili, ove i cristalli hanno modo di crescere e svilupparsi. La fase gassosa è costituita prevalentemente da acqua allo stato di vapore, anidride carbonica (CO<sub>2</sub>) e, in misura minore, da acido cloridrico (HCl), acido fluoridrico (HF), acido solfidrico (o idrogeno solforato: H<sub>2</sub>S), zolfo allo stato nativo, anidride solforosa (SO<sub>2</sub>), anidride solforica (SO<sub>3</sub>, che reagendo con l'acqua dà origine ad acido solforico H<sub>2</sub>SO<sub>4</sub>), ossigeno ed elementi rari. La fase gassosa può essere più o meno abbondante, ma è comunque subordinata (in genere, minore del 5%). Sebbene i componenti volatili che la compongono rappresentino una piccola parte della composizione finale delle rocce magmatiche, essi hanno tuttavia, come vedremo a breve, un'importanza fondamentale nei processi magmatici, nella mobilità dei magmi e nei meccanismi eruttivi. == Genesi e comportamento dei magmi == [[File:Earth-cutaway-schematic-numbered.svg|thumb|right|Struttura della Terra: 1a-crosta oceanica; 1b-crosta continentale; 2-mantello; 3-nucleo; 3a-nucleo esterno; 3b-nucleo interno; 4-litosfera (mantello litosferico + crosta); 5-astenosfera.]] Il processo di fusione delle rocce nel sottosuolo che dà origine ai magmi non è generalizzato: si tratta di una fusione parziale che avviene in punti limitati situati entro la fascia compresa tra la parte superiore del mantello e la parte più profonda della crosta terrestre. Le rocce della crosta inferiore e del mantello terrestre sono in realtà per la maggior parte allo stato solido (nonostante l'elevata temperatura) a causa dell'enorme pressione (''pressione litostatica'') cui sono sottoposte dal carico di roccia soprastante. Questo poiché la temperatura alla quale inizia la fusione aumenta con l'aumentare della pressione.<br> Il '''mantello superiore''', immediatamente sotto la crosta terrestre, viene definito ''mantello litosferico'' ed insieme alla crosta costituisce la '''litosfera''' (dal greco λίθος [líthos], roccia), solida e rigida. A maggiore profondità, che varia da circa 80 km sotto gli oceani a circa 200 km sotto i continenti, c'è uno strato meno rigido e più caldo, comunemente definito '''astenosfera''' (dal greco ἀσθενός [asthenos], letteralmente: privo di forza). La parte superiore dell'astenosfera è caratterizzata da una zona in cui la velocità di propagazione delle onde sismiche rallenta, definita ''zona a bassa velocità'' o LVZ (dall'Inglese: Low Velocity Zone), che si estende in profondità fino a circa 300-400 chilometri. Alla sua base la velocità delle onde sismiche aumenta di nuovo gradualmente, indicando un aumento di viscosità del materiale del mantello superiore, fino a circa 700 chilometri, dove inizia il mantello inferiore. Questa caratteristica di bassa velocità sismica è associata ad uno stato di fusione parziale del mantello, poiché le onde sismiche si propagano più velocemente nei solidi che nei fluidi.<br> L'astenosfera è comunque prevalentemente solida, ma è sufficiente una frazione minima di materiale fuso (si ipotizza meno dell' 1% della roccia) per determinare una maggiore debolezza meccanica e una minore rigidità di questo strato rispetto agli strati adiacenti. Questo strato ha caratteristiche di duttilità maggiore rispetto alla litosfera: alle sollecitazioni meccaniche su tempi molto lunghi (come quelli geologici) si comporta quindi di fatto come un fluido estremamente viscoso. Come vedremo nel capitolo dedicato alla Tettonica delle Placche, l'involucro esterno della Terra (la litosfera) è composto di placche rigide che poggiano su questo strato di materiale fluido muovendosi per galleggiamento in senso sia verticale che orizzontale e interagendo tra loro con varie modalità. Qui ci interessa approfondire il fatto che il mantello superiore astenosferico, grazie alla parziale fusione del materiale roccioso che lo compone, è la maggiore sorgente dei magmi fluidi che risalgono verso la superficie terrestre e determinano il vulcanesimo e il plutonismo.<br> [[File:Convection.gif|thumb|right|'''Convezione''' di un fluido all'interno di un recipiente scaldato dal basso.]] La fusione delle rocce nell'astenosfera può derivare da: * Aumento della temperatura. Il mantello superiore è sottoposto ad un forte '''flusso di calore''' dal basso, dovuto alle altissime temperature che si raggiungono nel nucleo terrestre (da 3000 °C a 6000 °C). In esso, a causa della fluidità del materiale roccioso che lo compone, si creano '''correnti convettive''' con colonne di materiale molto caldo a bassa densità che risale e, tra di esse, correnti discendenti di materiale più freddo e denso (un po' come in una pentola d'acqua in ebollizione). La distribuzione della temperatura non è quindi uniforme nel mantello superiore, ma questa può aumentare localmente fino a superare il punto di fusione della roccia (o di alcuni componenti minerali della roccia), nonostante l'alta pressione. * Riduzione della pressione. Come si intuisce da quanto già detto, alla diminuzione della pressione la temperatura di fusione delle rocce si abbassa. Questo può avvenire presso il limite tra astenosfera e litosfera a causa dei movimenti relativi delle placche litosferiche cui si è accennato, ad esempio lungo fratture di estensione crostale che costituiscono i confini tra le placche stesse (come vedremo nel capitolo dedicato alla Tettonica delle Placche). * Aumento del contenuto in sostanze volatili come acqua o anidride carbonica (CO<sub>2</sub>), la cui presenza di abbassa la temperatura di fusione delle rocce. Queste sostanze volatili sono presenti in piccola quantità anche a grandi profondità, sia nella crosta che nel mantello terrestre, e tendono a concentrarsi nella parte più alta di quest'ultimo (la zona a bassa velocità), a causa della bassa permeabilità delle rocce rigide della litosfera soprastanti. Un aumento locale del loro contenuto può inoltre derivare dallo sprofondamento di placche litosferiche che ne sono ricche per il contatto con l'atmosfera e l'idrosfera terrestre (vedremo più avanti che questo meccanismo, chiamato ''subduzione'', è tra le modalità più comuni di interazione tra le placche). Si può avere un arricchimento d'acqua anche per l'instabilità di alcuni minerali (ad esempio i solfati e alcuni tipi di silicati), che ad alta temperatura e pressione rilasciano molecole d'acqua presenti all'interno del proprio reticolo cristallino. Si può avere anche una combinazione di queste tre cause causata dalla dinamica delle placche litosferiche e del mantello sottostante. Vi sono due tipi fondamentali di magma: * '''Magma primario''', che si origina nel mantello superiore con le modalità viste sopra. Questo tipo di magma si genera a temperature molto elevate, dell'ordine del migliaio di gradi Celsius e più, ed è povero di silice (SiO<sub>2</sub> < 50%), essendo composto prevalentemente da minerali femici (o mafici), cioè ad alto contenuto di ferro e magnesio, che sono prevalenti nel mantello terrestre. Esempi di questo tipo di minerali sono olivine, pirosseni, anfiboli e miche (si tratta di silicati, ma a basso contenuto di silice). '''Rocce femiche''' effusive tipiche sono i basalti, mentre i loro corrispettivi intrusivi sono i gabbri. Si tratta di magmi molto densi perché ricchi in elementi ad alta densità (oltre 3 g/cm<sup>3</sup>), e fluidi (a bassa viscosità). Sono anche poveri in composti volatili (acqua e anidride carbonica) [[File:Diff gravitativa.svg|thumb|right|350x350px|Schema che illustra la differenziazione gravitativa a partire da un magma iniziale, con variazione della composizione del magma residuo]] * '''Magma secondario''', che si forma entro la crosta terrestre a temperatura inferiore (a partire da 650 °C). Sono magmi decisamente più ricchi in silice, composti da minerali sialici (o felsici), vale a dire ricchi in silicio e alluminio. Minerali di questo tipo sono ad esempio il quarzo e i felspati. Sono inoltre meno densi dei magmi primari e ricchi in acqua, oltre che molto più viscosi. Tipici esempi di '''rocce sialiche''' effusive sono le rioliti (meglio note come ''porfidi''), i cui corrispettivi intrusivi sono i graniti. I magmi secondari si generano per vari tipi di processi di '''differenziazione magmatica''': ** ''assimilazione'' parziale delle rocce crostali incassanti da parte di magmi femici in risalita, che cambiano quindi composizione per "contaminazione": il magma in questi casi può "inglobare" frammenti delle rocce incassanti (''xenoliti'') che non riesce a fondere ed assimilare perché questo richiederebbe una temperatura superiore a quella del magma stesso; ** differenziazione per ''cristallizzazione frazionata'', a partire da magmi primari in corso di raffreddamento, quando la frazione cristallizzata si segrega per gravità rimanendo in basso e la frazione fluida che resta, impoverita dei minerali che cristallizzano a temperatura mano a mano più elevata, viene allontanata risalendo verso la superficie. Ad ogni fase successiva di cristallizzazione, il magma residuo cambia composizione. Gli ultimi differenziati normalmente corrispondono alle intrusioni filoniane. In conseguenza di questo fenomeno, spesso i plutoni mostrano una stratificazione verticale (più comune nei plutoni femici, in cui i magmi sono più fluidi). In altri casi la cristallizzazione procede a partire dalle pareti del batolite verso le parti più interne, determinando una zonazione concentrica (più frequente nei plutoni sialici, in cui i magmi sono più viscosi, con minore mobilità verticale). ** ''mescolanza'' di magmi di origine e composizione diversa. ** ''anatessi'' (da un termine greco che significa liquefazione), ovvero fusione parziale delle rocce metamorfiche quando queste vengono seppellite a grande profondità dalla progressiva subsidenza o dai movimenti delle placche litosferiche. In questo caso la temperatura può aumentare fino a superare il limite di fusione (650 °C), e queste rocce escono gradualmente dal campo delle rocce metamorfiche per entrare in quello delle rocce magmatiche. Se la fusione prosegue, si producono nuovi magmi che possono mobilizzarsi e risalire verso la superficie. Se la frazione liquida non riesce a muoversi e la temperatura diminuisce, si solidifica di nuovo in loco dando origine a rocce con tipico aspetto a bande alternate costituite da roccia magmatica e da quanto resta della roccia metamorfica originale, le ''migmatiti''. [[File:Différenciation magmatique.png|thumb|left|550x550px|I principali processi di differenziazione magmatica]] Si tratta di fenomeni molto complessi e tuttora solo in parte compresi, ma di grande importanza per la comprensione della dinamica crostale terrestre e della storia geologica delle aree continentali. Come si è detto, i magmi hanno proprietà fisiche differenti a seconda della composizione: le proprietà che determinano principalmente le ''caratteristiche reologiche'' (cioè di scorrimento) dei magmi sono '''viscosità''' e '''contenuto in composti volatili''' (acqua soprattutto). I magmi femici sono più fluidi, con minore contenuto d'acqua, mentre i magmi sialici sono più viscosi e contengono più acqua.<br> La '''viscosità''' è una proprietà che descrive la resistenza di un fluido allo scorrimento. Nei magmi è dovuta principalmente al contenuto di silice, che è presente in forma di ioni silicato (SiO<sub>4</sub>)<sup>4-</sup> con struttura teraedrica composta da quattro atomi di ossigeno intorno ad un atomo di silicio: questi ioni tendono facilmente a ''polimerizzare'', cioè a formare lunghe catene che ostacolano lo scorrimento del magma. Questo per la capacità degli ioni silicato di mettere in comune uno o più atomi di ossigeno (legame di tipo covalente). [[File:Silicate-double-tetrahedra-2D.png|thumb|right|150x150px|Negli ioni silicato gli atomi di ossigeno possono essere comuni a più ioni, dando origine a catene polimeriche.]] I magmi sialici sono più viscosi in funzione del loro contenuto in silice più elevato. Nei magmi femici abbiamo più cationi metallici, come Fe<sup>+</sup> e Mg<sup>+</sup>, che si legano agli atomi di ossigeno e tendono a interrompere le catene silicatiche, rendendo il magma più fluido.<br> Il '''contenuto in acqua''' determina la presenza di bolle gassose quando la pressione diminuisce nel corso della risalita del magma (''degassamento''), che ugualmente tendono a ostacolare lo scorrimento del magma. Questo perché la comparsa di bolle di vapore interrompe la continuità di fase (con la comparsa di una fase gassosa nel liquido) e ciò riduce la stabilità del flusso aumentandone la turbolenza e causando maggiore dissipazione di energia. Inoltre, come si è visto, la presenza di acqua abbassa la temperatura di fusione dei silicati: quindi la temperatura di fusione dei magmi sialici ricchi di acqua è piuttosto bassa e questi rimangono fluidi fintanto che l'acqua contenuta è in soluzione. Quando però la pressione diminuisce e l'acqua si libera in forma di vapore, la temperatura di fusione dei magmi sialici si alza e questi magmi, relativamente freddi, tendono a solidificare. [[File:Magmatism and volcanism EN.svg|thumb|left|350x350px|Rappresentazione schematica dei principali processi magmatici.]] Quindi (come si comprende da quanto detto sopra), i magmi femici tendono più facilmente a risalire entro la crosta terrestre e raggiungono più facilmente la superficie, dando origine a lave basaltiche; i magmi sialici al contrario solidificano più facilmente in profondità, dando origine a plutoni con composizione granitica. <br> Questa tuttavia non è una regola universale e ha importanti eccezioni, perché la maggiore o minore facilità di risalita dei magmi dipende anche da fattori di tipo geodinamico, derivanti dal maggiore o minore spessore della litosfera e dalle modalità di interazione delle placche litosferiche, oltre che dalla presenza di faglie e fratture che possono favorirla. In effetti, abbiamo vulcani con prodotti prevalentemente basaltici e vulcani con lave a composizione sialica (corrispondenti effusivi delle rocce intrusive granitoidi), mentre abbiamo sia plutoni sialici a composizione granitica che (più rari) plutoni femici a composizione gabbrica. Talvolta inoltre i due tipi di composizione si riscontrano associati nella stessa area, o si succedono in sequenza temporale. Quando si verifica la genesi di magmi entro il mantello superiore o la crosta inferiore, il materiale fuso è più caldo e meno denso delle rocce incassanti, e tende quindi a risalire attraverso gli interstizi di queste ultime. Il magma fluido in profondità risale aprendosi la strada nelle rocce incassanti, assimilandole grazie alla temperatura superiore e fratturandole per la pressione conferitagli dai composti volatili. In tal modo i fluidi magmatici si aggregano progressivamente formando così grandi "gocce" di materiale ad alta temperatura con comportamento plastico: i '''diapiri magmatici''' (dal greco διαπείρειν [diapéirein]: penetrare). I diapiri magmatici, nel corso della risalita, possono dare luogo a tutti i fenomeni di mescolanza, differenziazione e assimilazione visti sopra. Raffreddandosi progressivamente danno origine ai corpi magmatici intrusivi. Quelli che riescono a risalire fino alla superficie terrestre danno origine alle camere magmatiche degli apparati vulcanici e alle intrusioni filoniane. == Consolidazione dei magmi e tessitura delle rocce magmatiche == [[File:Granodiorite pmg ss 2006.jpg|thumb|right|220x220px|Tessitura olocristallina granulare in una granodiorite (una roccia granitoide), in sezione sottile al microscopio.]] Le condizioni ambientali in cui avviene il raffreddamento e la solidificazione dei magmi hanno una influenza determinante sulle caratteristiche del prodotto finale: le rocce magmatiche. Come ormai sappiamo, queste condizioni dipendono soprattutto da pressione, temperatura e presenza di componenti volatili. Questi fattori determinano la '''tessitura''' delle rocce che, insieme alla composizione chimica e mineralogica, costituisce un elemento diagnostico fondamentale per il loro riconoscimento e la loro interpretazione. Per tessitura si intende '''l'insieme delle dimensioni, forme, disposizione e relazioni reciproche dei diversi elementi che costituiscono la roccia'''. '''Rocce intrusive'''. In questo caso la solidificazione avviene, come abbiamo visto, in zone più o meno profonde della crosta terrestre, quindi a temperatura e pressione elevate. Queste condizioni ambientali implicano una lenta dispersione del calore attraverso le rocce incassanti (che sono comunque a loro volta calde ad elevata profondità), un ambiente relativamente "tranquillo" (non soggetto a improvvise variazioni di pressione e temperatura) e un degassamento molto lento attraverso le fratture delle rocce incassanti, cosa che permette agli elementi volatili di restare per lungo tempo in soluzione nel magma, mantenendone la fluidità. In queste condizioni la cristallizzazione dei vari minerali che si formano gradualmente avviene in maniera completa, secondo le modalità già viste (i primi minerali differenziatisi, con cristalli ben formati, mentre gli ultimi tendono a riempire gli interstizi rimasti). Abbiamo in questo caso una '''tessitura olocristallina''' (ovvero: completamente cristallina), che sulle superfici e nelle sezioni di queste rocce appare come un "mosaico" di cristalli ben visibili a occhio nudo, con aspetto granulare e grana più o meno grossolana. E' ad esempio la tessitura tipica delle rocce granitoidi, come graniti, granodioriti, tonaliti, ma anche delle rocce intrusive femiche, come i gabbri (corrispondenti intrusivi delle lave basaltiche) e intermedie (sieniti, monzoniti).<br>[[File:Tessitura porfirica.jpg|thumb|left|220x220px|Tessitura porfirica, costituita da una pasta di fondo microcristallina con fenocristalli di feldspato. Sezione sottile al microscopio.]] '''Rocce effusive'''. Vediamo ora cosa succede quando un magma arriva in superficie ed esce da condotti vulcanici: si ha una rapida diminuzione di temperatura e pressione, movimento della massa magmatica, rapidissima perdita per degassamento dei componenti volatili, talvolta con manifestazioni esplosive per l'espansione improvvisa dei gas. Il magma quindi (già da quando è prossimo alla superficie) perde parte delle proprie caratteristiche originali di composizione e subisce anche delle variazioni significative di proprietà fisiche (densità e viscosità soprattutto), trasformandosi in una '''lava''', che più o meno rapidamente, a seconda della composizione e delle caratteristiche ambientali, si raffredda e solidifica dando origine alle rocce effusive. Queste rocce hanno caratteristiche tessiturali decisamente differenti rispetto alle rocce intrusive, perché le condizioni ambientali di solidificazione effusiva sono ben diverse, come abbiamo visto sopra. In tali condizioni (movimento, degassamento rapido e raffreddamento rapido per contatto con l'atmosfera e l'idrosfera), la cristallizzazione non può avvenire in maniera regolare né completa: il risultato è che si hanno cristalli molto piccoli, che formano una "pasta di fondo" a grana finissima (''microcristallina''). Questa massa di fondo può risultare anche ''vetrosa'' (costituita cioè da una massa amorfa, simile appunto a vetro) quando, per la solidificazione improvvisa, i cristalli non hanno il tempo di formarsi e il materiale lavico si solidifica in uno stato caotico. Entro questa massa microcristallina/vetrosa si possono trovare cristalli isolati anche di dimensioni centimetriche e oltre, con habitus tipico, di minerali già differenziatisi in condizioni ambientali intrusive o ipoabissali e portati a giorno dall'eruzione insieme al magma (i cosiddetti ''fenocristalli'', da φαίνω [phàino]: apparire). Questa è la tipica '''tessitura porfirica''' (così chiamata perché caratteristica dei porfidi), comune nelle rocce magmatiche effusive. Le lave femiche, più fluide, danno tendenzialmente origine a rocce effusive microcristalline come, ad esempio, i basalti (in cui la sostanza vetrosa è in generale molto scarsa o assente), in quanto la loro fluidità permette più facilmente la cristallizzazione anche nelle condizioni ambientali estreme effusive. Le rocce effusive (ad esempio le ''rioliti'', meglio conosciute come ''porfidi'') derivate da lave sialiche, più viscose, sono caratterizzate da una componente vetrosa di fondo che può anche essere prevalente ('''tessitura vetrofirica''' o ''vitrofirica'', caratterizzata da fenocristalli immersi in una matrice vetrosa amorfa). Vi sono anche rocce effusive costituite quasi esclusivamente da materiale vetroso ('''tessitura vetrosa'''): le ''ossidiane'' (vetro vulcanico), derivate da lave particolarmente ricche in silice, che si presentano come masse di aspetto vitreo e tipica frattura ''concoide'' (cioè per superfici concave, come appunto il vetro). <gallery> File:Bianco Sardo Granit mit polierter Oberfläche.jpg|Granito in sezione levigata. Si apprezza la tessitura olocristallina. I minerali principali sono quarzo (grigio translucido) e feldspato (bianco); in quantità minore sono presenti minerali scuri femici: anfiboli e mica scura (biotite). Sardegna. File:Rocks - Pink granite Baveno.JPG|Ciottolo di granito rosa di Baveno (Verbano-Cusio-Ossola). Evidente la tessitura olocristallina granulare a grana grossolana. Feldspati (rosa per inclusioni di ossidi di ferro) in cristalli prismatici allungati, plagioclasi (biancastri) e plaghe di quarzo (grigio traslucido, di aspetto vetroso), con biotite (scura). File:Rocks - Tonalite.JPG|Tonalite, roccia intrusiva granitoide, sialica. I minerali scuri sono anfiboli (orneblenda, in grandi cristalli prismatici poligonali di un nero opaco) e biotite (cristalli lamellari nero-lucenti). I minerali chiari sono quarzo (grigio) e plagioclasio (biancastro). File:Monzonite (Early Eocene, 50-54 Ma; Bearpaw Mountains, Montana, USA) 4 (49061261087).jpg|Monzonite (Montana, USA). Roccia intrusiva di composizione intermedia (tra sialica e femica); tessitura olocristallina a grana medio-fine. Composta prevalentemente di feldspati e plagioclasi con subordinati minerali femici (anfiboli, pirosseni e biotite), e pochissimo quarzo. File:Diorite MA.JPG|Diorite. Roccia intrusiva intermedia (al limite con le rocce basiche) con abbondanti minerali femici (principalmente anfiboli e biotite) e plagioclasio (Massachusetts, USA). File:Olivine gabbro (Pigeon Point Sill, Mesoproterozoic, ~1.1 Ga; Pigeon Point, Minnesota, USA) (40770721514).jpg|Gabbro (Minnesota, USA). Roccia intrusiva femica a feldspati, plagioclasi, pirosseno e olivina (quarzo rarissimo o assente). File:Loebejuener porphyr poliert.jpg|Riolite (porfido), roccia effusiva corrispondente ai graniti. Permiano della Germania centro-orientale (Sassonia). Tipica tessitura porfirica con fenocristalli di quarzo (biancastro-traslucido) e feldspato potassico (rosa) in pasta di fondo microcristallina-vetrosa. File:Graniteporphyry pmg ss 2006.jpg|Riolite in sezione sottile al microscopio. Evidente la massa di fondo microcristallina e i fenocristalli di quarzo (di colore latteo) e feldspato (grigio, con lineazioni parallele e con habitus prismatico). File:Hornblende, Biotit und Andesit - Bor, Serbien.jpg|Andesite. Roccia effusiva intermedia a plagioclasio (i cristalli biancastri), biotite e anfibolo orneblenda (i cristalli scuri). I fenocristalli, abbondanti, sono immersi in una pasta di fondo microcristallina. File:Apollo 15 sample 15485 S71-44232.jpg|Basalto lunare (campione preso dalla missione Apollo 15) a plagioclasi e pirosseni. File:Basalt 9 (48674616896).jpg|Basalto tipico microcristallino (a grana molto fine) a plagioclasi e pirosseni. File:Dacite-ThinSection-USGS.jpg|Fenocristalli in una dacite con pasta di fondo (nera) composta essenzialmente da vetro (tessitura vetrofirica]. File:Gray obsidian 4.jpg|Ossidiana (vetro vulcanico), con bande di tonalità diverse determinate dal flusso della lava. Visibile la tipica frattura concoide (con superfici lisce e concave, caratteristica del vetro). File:Gray obsidian 3.jpg|Ossidiana. File:Obsidienne de Lipari.JPG|Affioramento di ossidiana (Lipari, Isole Eolie). File:Obsidian artifact from the Riley (Oregon, USA) site (1287124990).jpg|Lama in ossidiana (Oregon, USA). </gallery> == Principali rocce magmatiche intrusive e corrispondenti rocce effusive == Di seguito un quadro delle principali rogge magmatiche intrusive, con un riepilogo dei loro caratteri distintivi e il relativo contesto geodinamico. {| class="wikitable" ! width="90" | Tipo ! width="250" |Intrusive ! width="250" |Effusive |- ! Sialiche o Acide (''persiliciche'') | <small>'''Graniti''': hanno tipica tessitura olocristallina a grana medio-mediofine; contengono quarzo traslucido e incolore e feldspati, minerali femici molto meno frequenti, come la biotite (mica nera). Possono contenere muscovite (mica bianca) apatite, zircone, solfuri (soprattutto pirite). Il colore va dal bianco al rosso passando per il rosa. Le masse fuse di tipo granitico, consolidando danno origine a batoliti che si estendono anche per centinaia di chilometri. Le rocce granitiche <u>sono le rocce intrusive più comuni nella crosta continentale, e costituiscono spesso il "nucleo" delle catene montuose.</u>. Rocce granitoidi simili ai graniti per tessitura sono le '''Granodioriti''' e '''Tonaliti''', con grana da medio-fine a grossolana e minerali femici (anfiboli e biotite) progressivamente più abbondanti.</small> | <small>'''Rioliti''' (o ''lipariti''): sono conosciute meglio con il nome di “porfidi”. Presentano struttura porfirica, con abbondanti quarzo e feldspati. Sono i corrispondenti effusivi dei graniti. Le '''Daciti''' sono termini leggermente più femici, con anfiboli e biotite.</small> |- ! Intermedie o Neutre (''mesosiliciche'') | <small>Sono rocce povere o prive di quarzo, con abbondanti feldspati e con minerali femici progressivamente crescenti. Il colore è generalmente più scuro rispetto alle rocce granitoidi sialiche. Tra le più diffuse vi sono le '''Dioriti''', con quarzo molto subordinato o assente e una miscela equilibrata di minerali femici (pirosseni e anfiboli) e sialici (feldspati); struttura olocristallina.</small> | <small>Rocce effusive con quarzo scarso o assente e tipica tessitura porfirica o vetrofirica. Molto diffuse sono le '''Andesiti''', con prevalenti feldspati, anfiboli e pirosseni; il nome di queste rocce deriva dalla catena delle Ande, in quanto come vedremo queste rocce <u>sono il caratteristico prodotto dell'attività degli archi vulcanici e delle catene montuose in contesti di collisione tra placche tettoniche</u>.</small> |- ! Femiche o Basiche (''iposiliciche'') | <small>'''Gabbri''': sono rocce con struttura olocristalline, molto scure, con feldspati, pirosseni, anfiboli.</small> | <small>'''Basalti''': sono tra le rocce più dure e dense esistenti, di colore scuro o verde, molto femiche (o basiche) e quindi povere di silice e sostanzialmente prive di quarzo, con plagioclasio calcico, anfiboli, pirosseni e olivina. <u>Sono le rocce effusive più diffuse, e costituiscono la maggior parte della crosta oceanica</u>.</small> |- ! Ultrabasiche | <small>'''Peridotiti''': sono rocce molto scure e pesanti, formate in prevalenza da componenti ferro-magnesiaci (pirosseni e olivina) e, quindi, molto povere di silicio. <u>Costituiscono probabilmente la roccia dominante nel mantello superiore terrestre</u>. Poco frequenti nella crosta e presenti soprattutto come xenoliti in rocce vulcaniche femiche o lembi portati in affioramento dai movimenti delle placche tettoniche (''ofioliti'').</small> | <small>Rocce effusive assai poco comuni, costituite prevalentemente da olivina con piccole percentuali di feldspati e in subordine da pirosseni, anfiboli e biotite.</small> |} In realtà la classificazione delle rocce ignee è molto più articolata di quanto appare sopra, e richiederebbe una trattazione di dettaglio sulla ''paragenesi mineralogica'' (ovvero sull'associazione di minerali contenuti in una roccia magmatica e formatisi durante il processo genetico della roccia stessa), cosa che esula dagli scopi di questo libro . Per un approfondimento ulteriore su questo aspetto, apri il cassetto che segue. {{Cassetto|Approfondimento: La classificazione delle rocce magmatiche. <small>click sul collegamento</small> |colore=#08e600|coloresfondo=#f9ffe0|<ref group=A> '''Approfondimento: La paragenesi mineralogica e la classificazione delle rocce ignee'''<br> La classificazione delle rocce ignee più comuni è in base ai tre principali componenti mineralogici, cioè: * Quarzo (SiO<sub>2</sub>) * Feldspati alcalini (o Alcalifeldspati), rappresentati da feldspato potassico (ortoclasio: KAlSi<sub>3</sub>O<sub>8</sub>) e feldspato sodico (albite: NaAlSi<sub>3</sub>O<sub>8</sub>) e termini intermedi tra questi due estremi (cioè Na,KAlSi<sub>3</sub>O<sub>8</sub> con K e Na in diverse proporzioni). * Plagioclasi, termini di transizione tra feldspato (plagioclasio) sodico (albite: NaAlSi<sub>3</sub>O<sub>8</sub>) e calcico (anortite: CaAl<sub>2</sub>Si<sub>2</sub>O<sub>8</sub>). Feldspati e plagioclasi raramente sono termini "puri" ma costituiscono miscele allo stato solido.<br> Generalmente, maggiore è il contenuto di quarzo, più le rocce sono sialiche; i termini neutri contengono poco quarzo e più feldspati alcalini, mentre i termini femici sono caratterizzati da un contenuto maggiore di feldspati (plagioclasi) calcici (questi ultimi contengono meno silice, in quanto il silicio è in parte sostituito dall'alluminio).<br> Le rocce ignee vengono caratterizzate in base alla loro composizione mineralogica, utilizzando diagrammi come quelli rappresentati sotto. Questo è il classico ''diagramma QAP'' (Quarzo-Alcalifeldspati-Plagioclasi): si tratta di un diagramma ternario (triangolare) i cui vertici rappresentano il 100% del termine puro a cui si riferiscono. Quindi procedendo lungo uno dei lati a partire da un vertice (ad esempio il Quarzo) verso un altro vertice (ad esempio i Plagioclasi), la percentuale di Q diminuisce e parallelamente aumenta quella di P in modo che la somma dia il 100%. Per punti situati all'interno del diagramma abbiamo tre componenti. <br> In questo tipo di diagramma le linee parallele al lato AP rappresentano uguali percentuali relative di quarzo e alcalifeldspati + plagioclasi, mentre le diverse percentuali relative di plagioclasi e alcalifeldspati sono rappresentate da linee convergenti sul vertice Q. Quindi, avendo determinato le % di alcalifeldspati e plagioclasi (ad esempio: 70% di ortoclasio e 30% di plagioclasio calcico), si riporta dal punto rappresentativo della composizione sul lato AP la linea congiungente il vertice Q, fino ad incrociare la linea parallela al lato AP che rappresenta la % di quarzo (ad esempio: Q=15%). L'incrocio delle due linee dà il punto rappresentativo della composizione della roccia e permetterà di definirla a seconda del campo in cui cade. Nel caso dell'esempio avremo una quarzo-sienite, con 15% di quarzo e 85% di feldspato + plagioclasio; tra i feldspati avremo ortoclasio dominante (70% di ortoclasio rispetto al 30% di plagioclasio).<br> Sono riportati il diagramma QAP per le rocce intrusive e quello per le rocce effusive più comuni. Per le rocce intermedie intrusive (sieniti, monzoniti) e le loro corrispondenti effusive (trachiti, latiti) sono previsti dei termini transizionali alle rocce sialiche (ad esempio: quarzo-sieniti e quarzo-trachiti). Il campo più prossimo al vertice Q (Q>60%) non è caratterizzato per le rocce effusive (ed è lasciato in bianco) perché i termini corrispondenti in realtà sono assai poco frequenti in natura.<br> <gallery caption="Diagramma ternario QAP per le rocce intrusive ed effusive contenenti quarzo e feldspati" mode="packed" heights="340"> File:Streckeisen for intrusive quartz igneous rocks.svg|Rocce intrusive. File:Streckeisen for volcanic quartz igneous rocks.svg|Rocce effusive (vulcaniche). </gallery> Nota che in questi diagrammi i termini intermedi basali meno sialici (dioriti, andesiti) sono indistinguibili dai termini femici veri e propri (gabbri e basalti), in quanto occupano lo stesso campo prossimo al vertice P (plagioclasio calcico). Questo perché nelle rocce femiche il quarzo è pochissimo o assente e in compenso risultano abbondanti i minerali femici come anfiboli, pirosseni e olivine, che in questo diagramma non vengono considerati. Quindi il contenuto in quarzo e plagioclasi non basta a caratterizzare queste rocce e occorre fare riferimento ad altri tipi di diagrammi che includono i minerali femici citati. Di seguito viene proposta una versione più dettagliata della tabella delle rocce magmatiche, che tiene conto della classificazione vista sopra. {| class="wikitable" ! width="90" | ! width="250" |Intrusive ! width="250" |Effusive |- ! rowspan="2" | Sialiche o Acide (''persiliciche'') | <small>'''Graniti''': hanno tipica tessitura olocristallina a grana medio-mediofine; contengono quarzo traslucido e incolore, feldspato potassico (ortoclasio), meno frequenti plagioclasi e biotite (mica nera). Possono contenere muscovite (mica bianca) se si è in presenza di graniti a due miche, apatite, zircone, solfuri (soprattutto pirite). Il colore va dal bianco al rosso passando per il rosa. Le masse fuse di tipo granitico, consolidando danno origine a batoliti che si estendono anche per centinaia di chilometri. Le rocce granitiche <u>sono le rocce intrusive più comuni nella crosta continentale, e costituiscono spesso il "nucleo" delle catene montuose.</u>. '''Granodioriti''' e '''Tonaliti''': grana da medio-fine a grossolana, simili ai graniti ma in cui il feldspato potassico-sodico è sostituito da plagioclasi calcici con tenore crescente; sono anche mediamente più abbondanti i minerali femici (anfiboli e biotite).</small> | <small>'''Rioliti''' (o ''lipariti''): sono conosciute meglio con il nome di “porfidi”. Presentano struttura porfirica, quarzo e feldspati. '''Daciti''': rispetto alle rioliti, il feldspato potassico è sostituito in massima parte da plagioclasi calcici, accompagnati da anfiboli e biotite. </small> |- | | <small>'''Trachiti''': sono povere o prive di quarzo ma con abbondante feldspato sodico-potassico. Il colore è tendente allo scuro.</small> |- ! Intermedie o Neutre (''mesosiliciche'') | <small> '''Sieniti''': sono rocce che contengono prevalenti feldspati potassici e sodici, la cui struttura e composizione sono simili ai graniti ma sono povere o prive di quarzo. Colore grigio o violaceo '''Monzoniti''': rocce intermedie, sempre di aspetto simile ai graniti, con prevalenti plagioclasi calcici e prive di quarzo o con quantità di quarzo relativamente piccole. Colore tendenzialmente bruno o violaceo. '''Dioriti''': quarzo molto subordinato o assente; hanno una miscela equilibrata di composti femici o basici (pirosseni e anfiboli) e sialici (plagioclasi calcici); struttura olocristallina. Il quarzo è presente nelle quarzo-dioriti. </small> | <small>'''Latiti''': tessitura porfirica, con fenocristalli di feldspato e plagioclasi sodico-calcici, anfiboli, pirosseni e miche. Il nome deriva dal Lazio, dove sono state studiate in origine.</small> <small>'''Andesiti''': tessitura porfirica o vetrofirica, con prevalenti plagioclasi calcici, anfiboli e pirosseni; il nome di queste rocce deriva dalla catena delle Ande, in quanto come vedremo queste rocce <u>sono il prodotto dell'attività degli archi vulcanici e delle catene montuose in contesti di collisione tra placche tettoniche</u>.</small> |- ! Femiche o Basiche (''iposiliciche'') | <small>'''Gabbri''': sono rocce molto scure, con plagioclasi calcici, pirosseni, anfiboli.</small> | <small>'''Basalti''': sono tra le rocce più dure e dense esistenti, di colore scuro o verde, molto femiche (o basiche) e quindi povere di silice e sostanzialmente prive di quarzo, con plagioclasio calcico, anfiboli, pirosseni e olivina. <u>Sono le rocce effusive più diffuse, e costituiscono la maggior parte della crosta oceanica</u>.</small> |- ! Ultrabasiche | <small>'''Peridotiti''': sono rocce ultrabasiche, scure e pesanti, formate in prevalenza da componenti ferro-magnesiaci (pirosseni e olivina) e, quindi, molto povere di silicio. <u>Costituiscono probabilmente la roccia dominante nel mantello superiore terrestre</u>. Poco frequenti nella crosta e presenti soprattutto come xenoliti in rocce vulcaniche femiche o lembi portati in affioramento dai movimenti delle placche tettoniche.</small> | <small>Sono rocce effusive assai poco comuni ('''Picriti'''), costituite prevalentemente da olivina con piccole percentuali di feldspati e in subordine da pirosseni, anfiboli e biotite. Si ritiene derivino da differenziati femici per cristallizzazione frazionata, non da magmi primari.</small> |} </ref> }} == Prodotti vulcanici == I prodotti liquidi e solidi dell'attività vulcanica (della fase gassosa si è già parlato), sono suddivisibili in due grandi categorie: {| class="wikitable" |+ PRODOTTI VULCANICI |- ! TIPO !! CARATTERISTICHE |- | LAVA || magma degassificato consolidato |- | rowspan="5" | TEFRA || CENERE VULCANICA (piroclasti < 2 mm) |- | LAPILLI (piroclasti tra 2 mm e 64 mm) |- | BOMBE VULCANICHE (piroclasti > 64 mm) |- | SCORIE (piroclasti vescicolari con peso specifico >1 g/cm<sup>3</sup>) |- | POMICI (piroclasti vescicolari con peso specifico < 1 g/cm<sup>3</sup>) |} * '''Lava'''. La lava allo stato liquido viene emessa durante '''eruzioni effusive''' (delle quali è il principale prodotto) e solidifica dopo un tragitto più o meno lungo dal centro eruttivo, a seconda del proprio chimismo. * '''Tefra''' (dal greco τέφρα [tephra]: cenere). Si tratta di frammenti di lava ('''piroclasti''') eruttati durante '''eruzioni esplosive''' (per l'estrema viscosità del magma e il suo elevato contenuto in acqua). Sono definiti anche '''prodotti piroclastici'''. Si distinguono ulteriormente, in base alle dimensioni dei piroclasti, in '''cenere''', '''lapilli''' e '''bombe vulcaniche'''. Le '''scorie''' e le '''pomici''' sono prodotti delle dimensioni di lapilli e bombe vulcaniche, ma sono ulteriormente caratterizzati da una particolare '''struttura vescicolare''' (cioè: "a bolle") che dipende soprattutto dalle modalità di consolidamento: si tratta di frammenti di roccia vetrosa di vario diametro caratterizzati da estrema bollosità prodotta da degassamento rapidissimo seguito da raffreddamento altrettanto rapido, per cui si formano numerose bolle che rimangono "congelate" nella lava per il raffreddamento improvviso. Il Tefra può essere composto da un elemento dominante (più frequentemente cenere vulcanica o lapilli), oppure da una mescolanza dei tre termini (cenere e lapilli, con presenza più o meno frequente di bombe): proporzione fra i tre elementi dipende dalla composizione della lava di origine, dalle modalità dell'evento eruttivo, dalla presenza o meno di vento (in grado di allontanare le particelle di cenere più fini), oppure di pioggia (che viceversa tende ad appesantire la cenere e a farne aggregare le particelle). === Lava === [[File:Flusso laminare blu.gif|thumb|right|200x200px|Schematizzazione di un flusso laminare contenuto in un canale o in un tubo.]] La '''lava''' è, come già riportato, magma dal quale vengono separate le componenti volatili per degassamento, in seguito ad una eruzione in atmosfera (o sott'acqua). La lava fluida, ad alta temperatura, è comunque un liquido molto più viscoso dell'acqua e il suo moto si può definire come ''laminare''. Si ha un moto laminare quando le molecole di un fluido si muovono parallelamente l'una all'altra e rispetto alla direzione del flusso: in queste condizioni la velocità dipende dalla viscosità della lava (cioè dall'attrito tra le molecole) e dall'attrito tra la lava e il substrato (le rocce o il terreno)<ref group=N>Il flusso laminare si contrappone al flusso turbolento. Si ha un flusso in regime turbolento quando le forze viscose non sono sufficienti a contrastare la forza d'inerzia delle molecole di un fluido. Nel regime turbolento le traiettorie delle molecole di un fluido sono caotiche e non ordinate come nel moto laminare e si ha lapresenza di vortici, con rimescolamento della massa fluida in movimento. In generale, nei fluidi a bassa viscosità si innesca più facilmente un moto di tipo turbolento: ad esempio nei corsi d'acqua, soprattutto a regime torrentizio. Flussi d'acqua laminari possono sussistere, ma solo in condizioni particolari e non sono stabili (per lo meno, alle condizioni della superficie terrestre).</ref>. La velocità massima del flusso si ha quindi al centro della massa in movimento e nella parte più superficiale della stessa, e la velocità sarà minima nelle parti periferiche e a contatto con il substrato, con una variazione più o meno graduale tra le due nelle parti intermedie. <br> Le lave si presentano generalmente in affioramento come '''colate''' in forma di lingua o di coltri amorfe, che tendono a riempire le irregolarità del terreno su cui si muovono. Spesso, soprattutto nelle lave ad alta viscosità, in sezione vi si notano strutture a bande parallele (prodotte dal moto laminare, per il quale non si ha rimescolamento all'interno della massa fluida), che indicano la direzione di movimento del flusso.<br> Le lave molto fluide però possono formare anche dei veri e propri '''canali di lava''', perché la lava, molto rallentata ai margini della colata, tende ivi a solidificare più in fretta formando dei veri e propri argini naturali che si innalzano rapidamente contenendo sempre più il flusso. Questo fenomeno può progredire fino a formare una volta solida sopra il flusso stesso: in tal caso si forma un '''tunnel di lava'''. Il flusso così contenuto risulta termicamente isolato rispetto all'esterno (la lava solidificata è un ottimo isolante termico), e la lava che scorre all'interno può mantenersi fluida e continuare a scorrere fino alla fine dell'evento effusivo, svuotando il tunnel parzialmente o completamente. Una volta che il flusso cessa, però, la volta, non più sostenuta dalla massa fusa e soggetta all'erosione da parte degli agenti atmosferici, può collassare in tutto o in parte.<br> Si possono formare '''laghi di lava''', costituiti da lava fluida (prevalentemente basaltica, fino ad andesitico-basaltica). Nella maggior parte dei casi si tratta di ristagni di lava prodottisi in depressioni del substrato in seguito ad un'eruzione, e hanno vita generalmente effimera per il rapido consolidamento della lava. In diversi casi si hanno veri e propri laghi in crateri vulcanici, nei quali la lava si mantiene fluida per il continuo flusso di calore dal condotto vulcanico. In alcuni casi la lava si trova in uno stato apparentemente stazionario, in altri si osservano cicli di attività in cui il livello sale gradualmente per la pressione dei composti volatili del magma sottostante fino a che interviene una fase di degassamento con lo sviluppo di bolle e rapida discesa del livello della lava nel cratere. I più famosi e studiati sono quelli del vulcano Kilauea (Hawaii), e quello del vulcano Erta Ale (Etiopia).<br> Quando la lava fuoriesce violentemente da un condotto vulcanico, da un cratere o da una frattura si hanno '''fontane di lava'''. Queste si presentano in caso di eruzioni effusive (non esplosive, nelle quali si hanno prodotti piroclastici e non lava fluida). Tali fenomeni hanno carattere spesso ciclico o intermittente (ad esempio le continue eruzioni a fontana di lava dello Stromboli, nelle Isole Eolie, Sicilia). In altri casi si presentano durante le fasi di attività parossistica e si esauriscono con queste. <gallery> File:Pāhoehoe Lava flow.JPG|thumb|upright=1.5|Lingua di lava emessa da una fessura vulcanica (Isola di Hawaii, USA). File:Islande Landmannalaugar Laugarhaun fin.jpg|Colata di lava consolidata. Islanda. File:Aa channel flow from Mauna Loa.jpg|Canale di lava del vulcano Mauna Loa (Hawaii, USA). File:Etna 2006.jpg|Canale di lava. Etna (Sicilia, Italia). File:Image-Lava channel with overflows edit 3.jpg|Canale di lava (Kilauea, Hawaii). Sono visibili tracimazioni di lava dalle sponde. File:Franco Zanghi Etna 10.JPG|Tunnel di lava attivo sull'Etna (Sicilia, Italia). File:Mauna Ulu lava tube october 1970.jpg|Tunnel di lava attivo. Mauna Ulu (Hawaii, USA). File:Petunia skylight.jpg|Fenestratura sul tetto di un tunnel di lava attivo. Kilauea (Hawaii, USA). File:Valentine Cave.JPG|Tunnel di Lava (california, USA). File:Eldborg-Drottning-Bláfjöll 32.jpg|Volta collassata di un tunnel di lava (Islanda). File:Réunion PitonChisny LavaTube.JPG|Tunnel di Lava con volta parzialmente collassata. Isola di Reunion (Francia). File:Lava Tubes 3285.jpg|Tunnel di lava completamente collassato. File:Shark tooth stalactites.jpg|Stalattiti di lava in un tunnel di lava (Hawaii). File:Lava Lake Kupaianaha.jpg|Lago di lava (Kilauea, Hawaii). La superficie del lago è ricoperta da una crosta parzialmente solidificata; dal lago si diparte un canale di lava che conduce a un tunnel di lava. File:Halema'uma'u Crater in Kilauea volcano, Hawaii..jpg|Lago craterico di lava (Kilauea, Hawaii). File:Erta-ale lac-de-lave 2001.jpg|Lago di lava sul vulcano Erta Ale (Etiopia). File:Pahoeoe fountain original.jpg|Fontana di lava basaltica (Kilauea, Hawaii). File:Stromboli animiert 800x600.gif|Fontana di lava (Stromboli, Italia). </gallery> ====Morfologia delle lave==== * '''Lava a corde'''. Le lave molto fluide (ad esempio quelle basaltiche), rapprendendosi in superficie per il contatto con l'atmosfera danno spesso origine a ''strutture a corde'' o '''pāhoehoe''', da un termine in lingua hawaiana che significa "liscio, ininterrotto"; queste strutture derivano dal fatto che uno strato superficiale sottile tende a rapprendersi a contatto con l'atmosfera pur restando plastico, e viene deformato dalla massa fusa sottostante che scorre più velocemente in forma di archi che presentano la convessità nel verso del flusso (quindi gli archi sono perpendicolari alle linee di flusso e osservandoli si può ricavare sia la direzione che il verso del flusso stesso). Le colate di lave basaltiche, per la loro fluidità, possono percorrere anche lunghe distanze (fino a decine di chilometri) dal centro eruttivo.<br> * '''Lava tipo "Aa"'''. Lave sempre basaltiche o transizionali più viscose solidificano più rapidamente e formano in superficie una crosta che si frantuma in blocchi (definiti ''clinker'') per il movimento continuo della massa fusa sottostante. La colata assume quindi un aspetto a "tappeto" di blocchi lavici avanzanti e, una volta raffreddata, come una distesa di blocchi bollosi con aspetto spugnoso e rugoso. Sotto questo strato di pietrame lavico si ha lava solidificata massiva (spesso bollosa per il degassamento). Poiché il clinker viene scaricato anche dal fronte della colata, quest'ultima avanza sui propri stessi detriti (quindi il detrito composto dal clinker si trova anche a contatto col terreno, sotto lo strato di lava massiva). Questo tipo di struttura, sempre con un termine hawaiano, si dice '''Aa''' (translitterato correttamente come '''ʻAʻā'''; col significato di "infuocato, ardente"). Le colate di lave di questo tipo sono più lente e percorrono distanze generalmente più brevi rispetto a quelle tipo pāhoehoe. * '''Lava a blocchi'''. Lave generalmente di composizione intermedia, decisamente più viscose, di tipo andesitico. Questo tipo di colate hanno comportamento e struttura molto simili al tipo Aa, ma i blocchi sono di maggiori dimensioni e a spigoli vivi, con facce tendenzialmente piane, perché prodotte dalla fessurazione in profondità di una crosta esterna più spessa. Colate di questo tipo si muovono ancora più lentamente rispetto alle precedenti e risultano di spessore maggiore, e tendono a fermarsi in prossimità dei centri eruttivi che le hanno generate. * Le lave molto sialiche (riolitiche) danno luogo raramente a colate vere e proprie (o si tratta di colate molto brevi): più facilmente a '''duomi''' o '''cripto-duomi''' di lava, o '''protrusioni solide''' da camini vulcanici. In questo caso i centri eruttivi, per l'estrema viscosità della lava e la forte pressione di gas e vapori, danno luogo il più delle volte a eruzioni di tipo esplosivo: quindi questo tipo di lave si trovano generalmente frammentate tra i '''prodotti piroclastici'''. * '''Lava a fessurazione colonnare'''. Si tratta di strutture tipiche delle lave molto fluide, in particolare dei basalti. Vista dall'alto, questo tipo di struttura si presenta a "celle" poligonali (per la maggior parte pentagonali o esagonali) quasi perfette (a "nido d'ape"); lateralmente, su superfici erose però si vede che in altezza queste celle hanno uno sviluppo prismatico colonnare, a volte diritto a volte variamente incurvato. Queste strutture sono prodotte dalla contrazione della lava durante il raffreddamento. In un materiale omogeneo a grana molto fine (come appunto la lava basaltica), la contrazione indotta dal raffreddamento induce fratture molto continue che si dispongono in un pattern di questo tipo in quanto questa è la disposizione che riempie lo spazio nel modo più funzionale e uniforme possibile, senza lasciare vuoti. In realtà strutture simili si notano anche in altri contesti, come nel fango disseccato ("suoli poligonali"), e hanno un'origine analoga (contrazione, in questo caso per disseccamento). * '''Lava a cuscini''' ('''pillows''', cioè cuscini in Inglese). Anche queste strutture son tipiche delle lave basaltiche e si riscontrano nelle eruzioni sottomarine. In questo caso la lava esce a getto da condotti vulcanici sul fondale marino e per il raffreddamento dovuto al contatto con l'acqua si forma molto rapidamente una crosta esterna che racchiude una massa lavica con forma "a goccia". La lava fluida, che continua a premere, fende la crosta solidificata generando in successione un'altra "goccia". Si ha quindi la sovrapposizione di successive generazioni di queste strutture il cui aspetto, una volta solidificate, ricorda un ammasso di cuscini variamente giustapposti. In sezione questi "cuscini" presentano una crosta esterna e talora una zonazione concentrica (perché il raffreddamento procede dall'esterno). La lava a cuscini è in realtà molto comune, visto che gli oceani coprono la maggior parte della superficie della Terra. In particolare, questo tipo di lava forma la parte superficiale della crosta oceanica, di composizione basaltica. <gallery> File:Pele - panoramio (40).jpg|Lava a corde (pāhoehoe) in corso di formazione. File:Ropy pahoehoe.jpg|Lava a corde|Lava a corde quasi solidificata. File:Lava encordoada na Paisagem Protegida de Interesse Regional da Cultura da Vinha da ilha do Pico, 3, Santa Luzia, Concelho de São Roque, Açores, Portugal.JPG|Lava a corde solidificata. Isole Azzorre (Portogallo). File:Pahoehoe Lava at Kilauea volcano in Hawaii - 2004-06-06 A.jpg|Lava a corde solidificata del vulcano Kilauea (Hawaii, USA). File:Aa large.jpg|Lava tipo Aa del Kilauea (Hawaii) in una colata attiva che avanza su un substrato formato da lava a corde. File:Aa flow from Mauna Loa.jpg| Colata di lava tipo Aa del vulcano Mauna Loa (Hawaii, Usa). File:Aa flow Hawaii.jpg|Aspetto di una colata di lava Aa solidificata, sul vulcano Hualalai (Hawaii, USA). File:Aa volcanic rock.jpg| un frammento (clinker) di lava Aa. File:Cinder Cone from the Fantastic Lava Beds in Lassen VNP-750px.jpg|Lava a blocchi (California, USA). File:Block lava in Lassen Volcanic National Park.jpg|Lava a blocchi (california, USA). File:Fantastic Lava Beds from Cinder Cone in Lassen VNP.jpg|Colata di lava a blocchi (California, USA). File:Mount Pelee YORYM-TA0152.jpg|Protrusione solida del vulcano Mont Pelée (Martinica, Francia). File:MSH06 new spine from NE 05-04-06.jpg|Protrusione solida entro il cratere del Mount St. Helens (Stato di Washington, USA). File:Whaleback, Mount St Helens volcanic crater (February 22 2005).jpg| Duomo di lava nel cratere del St. Helens. File:Giant's Causeway 2006 08.jpg|Basalto colonnare, dalla "Strada del Gigante" in Irlanda del Nord. File:Devils Postpile National Monument, California (9bba9777-9053-4b67-a462-a6caa9a1171d).jpg|Basalto colonnare (California, USA). File:Basalt Columns at Rochester Falls in Mauritius.jpg|Basalto colonnare. Mauritius. File:Columnar basalt Breiðafjörður 2012-07 C.JPG|Basalto colonnare in Islanda. In questo caso si distingue anche una pseudo-stratificazione orizzontale derivata dal flusso laminare della colata. File:Nur05018-Pillow lavas off Hawaii.jpg| Lava a cuscini (pillows) su un fondale oceanico delle Hawaii. File:Expl1541 - pillow lava near American Samoa.jpg|Lava a pillows. Samoa Americane (USA). File:Expl2305 - Flickr - NOAA Photo Library.jpg| Pillow appena formato e prossimo a fendersi. File:Awi-Pillowlava hg.jpg|Strutture a pillows. File:Expl6426 - broken pillow lava.jpg|Una struttura a pillow conservata nel momento della rottura, con un flusso in uscita. File:ItalyPillowBasalt.jpg|Basalto a pillows in Appennino settentrionale (Italia). Fa parte di un complesso ofiolitico, cioè di un lembo di crosta oceanica portato in affioramento dall'orogenesi appenninica. </gallery> === Tefra === ==== Cenere vulcanica ==== La '''cenere vulcanica''' consiste di piroclasti di diametro inferiore a 2 millimetri espulse da centri vulcanici nel corso di eruzioni esplosive, quando i gas disciolti nel magma si liberano violentemente espandendosi nell'atmosfera. Sono composte di frammenti di rocce, cristalli di minerali e vetro vulcanico in varie proporzioni, a seconda della composizione originaria del magma. L'espulsione di grandi quantità di cenere vulcanica è tipica di magmi sialici, a forte contenuto di silice, che danno eruzioni di tipo esplosivo. Le ceneri vulcaniche che possono essere trasportate dai venti anche in alta quota e sedimentare poi per decantazione, anche a centinaia e migliaia di chilometri dai centri eruttivi che li hanno emessi. Nelle eruzioni esplosive, nuvole di ceneri coprono il cielo nei pressi del vulcano fino all'oscurità totale. Le nubi di cenere sono spesso caratterizzate da fulmini.<br> <gallery> File:Ash Plume and Ash Fall of May 1994 Eruption of Mount Pagan volcano in Northern Mariana Islands.jpg|Pennacchio (''plume'') di cenere del vulcano Pagan (Isole Marianne). E' visibile la ricaduta (''fallout'') della cenere sulle pendici dell'edificio vulcanico. File:Eyjafjallajokull-April-17.JPG|Pennacchio di cenere del vulcano Eyjafjallajokull (Islanda), durante l'eruzione del 2010. File:MtCleveland ISS013-E-24184.jpg|Pennacchio di ceneri nell'eruzione del vulcano Cleveland (Alaska) File:MountRedoubtEruption.jpg|Grande colonna di ceneri nell'eruzione del M. Redoubt (Alaska- 1990) File:Ashsem small.jpg|Particella di cenere vulcanica (del Mount St. Helens; Washington, USA) al microscopio elettronico a scansione. File:MtStHelensAsh1980eruption.jpg|Campione di cenere vulcanica dael Mount St. Helens (Washington, USA). Nota la spigolosità dei frammenti. File:Volcanic ash (April 2009 eruption of Mt. Redoubt, Aleutian Volcanic Arc, Alaska, USA).jpg|Cenere vulcanica di composizione andesitica del Mount redoubt (Alaska, USA). File:Pinatubo91 ash deposits 06-26-91.jpg|Strato di cenere vulcanica del Monte Pinatubo (Filippine). Eruzione del 1991. </gallery> Le ceneri vulcaniche possono costituire per accumulo presso un centro eruttivo dei veri e propri edifici vulcanici, denominati appunto '''coni di cenere''', di solito di piccole dimensioni (da poche decine a poche centinaia di metri), costituiti da strati cineritici conici sovrapposti. Gli accumuli di cenere, dopo la deposizione, per compattazione e per precipitazione di cementi minerali dalle acque di percolazione, danno luogo a depositi di '''tufo''' (cenere compattata e in parte cementata) e di '''tufiti''': queste ultime sono depositi tufacei contenenti materiale prevalentemente piroclastico (dal 50% al 90%) insieme a materiale detritico (frammenti litici non vulcanici, argilla, fossili), che si formano sovente in ambiente subacqueo (marino o continentale). Questi depositi formano coltri con stratificazione prevalentemente orizzontale, che tendono a colmare le irregolarità topografiche del substrato preesistente e possono estendersi anche per centinaia di chilometri quadrati. Possono essere incisi facilmente dai corsi d'acqua che danno luogo a profonde forre, fino a veri e propri canyon che delimitano altipiani con morfologia tabulare (a "''mesa''"). <br> Per la facilità di lavorazione e le buone caratteristiche meccaniche, nelle aree in cui sono diffusi questi depositi sono stati sovente utilizzati come materiale da costruzione, o sono stati cavati per la realizzazione di abitazioni, tombe o altre strutture rupestri.<br> La cenere vulcanica particolarmente pura (composta soprattutto da silice o allumosilicati), è stata storicamente ed è tuttora utilizzata come ''legante idraulico'' per miscele cementizie sotto il nome di '''pozzolana'''. La pozzolana (il termine deriva da Pozzuoli, presso Napoli, dove si trovavano le principali cave di questo materiale) è la componente essenziale del calcestruzzo (''opus caementicium'') utilizzato dagli antichi Romani (e prima di loro da altre popolazioni italiche) per l'edilizia (soprattutto per fondazioni e infrastrutture come cisterne, edifici termali, ponti e acquedotti): Vitruvio, celebre architetto e urbanista romano del I sec. a.c. (80-15 a.c.), ne descrive le ottime proprietà statiche e di durevolezza. Attualmente è una componente essenziale di diverse categorie di cemento per edilizia. <gallery> File:Cinder cone diagram.gif|Schema di un cono di cenere, che mostra la tipica sovrapposizione di strati cineritici. File:SP Crater.jpg|Cono di cenere (Arizona, USA). File:Silvestri-etna.JPG|Coni di cenere (Monti Silvestri), sull'Etna (Sicilia, Italia). File:Aeolian Islands (7).jpg|Livelli alternati di cenere e lapilli (Isole Eolie, Italia). File:ViewFromLoveValleyGöreme.jpg|Tipico paesaggio della Cappadocia (Turchia), regione caratterizzata da massivi depositi di tufo vulcanico. File:00188 IMG 0633 tuff.jpg|livelli di tufiti finemente stratificati (Francia, massiccio Centrale). File:Volcanic Ash from Montserrat 2 - Smithsonian Rock Sample NMNH-EO 045901.jpg|blocco di tufo vulcanico del Montserrat (Piccole Antille inglesi, Mar dei Caraibi). File:Muro di tufo (Italy) 01.jpg|Muro di blocchi di tufo. File:Tomba Ildebranda Sovana.jpg|Tombe etrusche scavate nel tufo (Necropoli d Sovana, Italia). File:Via Cava Necropoli Sovana.jpg|"Tagliata" etrusca (strada scavata nel tufo). Sovana (Italia). File:Roemerkanal buschhoven.jpg|Segmento di acquedotto romano in ''opus caementicium'' (calcestruzzo pozzolanico). Germania. File:2015-Heerlen, Thermenmuseum, Romeins beton.jpg|Frammenti di ''opus caementicium'' (calcestruzzo pozzolanico), Olanda. File:OpusCaementiciumViaAppiaAntica.jpg|Fondazione di tomba romana sulla Via Appia antica in ''opus caementicium'' (Roma). File:Energetically Modified Cement (EMC) Luleå Sweden 08 2020.jpg|Cemento EMC (Energetically Modified Cement), costituito da pozzolana di origine vulcanica. </gallery> Le ceneri vulcaniche possono avere un impatto significativo sull'ambiente e sulla salute umana, come anche sulle attività umane. Esse possono ricoprire il territorio in strati spessi da pochi millimetri fino a diversi metri, inibendo la fotosintesi e causando il deperimento e la morte della vegetazione e delle coltivazioni. Posandosi sui pascoli, possono impedire il brucamento da parte di greggi e mandrie e causare danni allo stesso per ingestione. Possono inoltre accumularsi sulle strutture abitative fino a causare lo sfondamento dei tetti o comunque arrecare danni ingenti, soprattutto se imbevute di acqua per pioggia. Essendo composte di particelle a spigoli taglienti (per l'assenza di rielaborazione da parte delle acque correnti), possono causare irritazione agli occhi e alla pelle; per inalazione diretta inoltre possono danneggiare le mucose delle vie respiratorie e i polmoni, risultando particolarmente pericolose per persone il cui apparato respiratorio è in parte compromesso (ad esempio in caso di asma o enfisema polmonare). Una elevata concentrazione nell'aria di cenere vulcanica, fortemente abrasiva, può causare gravi danni alla struttura esterna degli aerei (cabina e piani di volo) e provocare l'abrasione dei vetri della cabina di pilotaggio fino a limitare fortemente la visibilità; inoltre le particelle di polvere, se entrano nei motori dei jet (con una temperatura di esercizio superiore ai 1000 °C), fondono e, ri-solidificando, si accumulano sulle parti mobili delle turbine provocandone il blocco. In generale, la cenere vulcanica può causare danni ingenti alle parti mobili di qualunque motore o meccanismo e causarne il grippaggio; può inoltre contaminare e rendere inservibili gli impianti di filtraggio e condizionamento dell'aria.<br> <gallery> File:340th Bombardment Group B-25 Mitchell covered with ash from Mount Vesuvius.jpg|Bombardiere alleato ricoperto di cenere del Vesuvio durante l'eruzione del 1944. File:Collapsed hangars at Clark Air Base.jpg|Hangar della base aerea di Clark (Filippine) sfondati dagli accumuli di cenere del vulcano Pinatubo (eruzione del 1991). File:Airmen and Filipino workers clear volcanic ash off the roof of the Civil Engineering Administration Facility following the eruption of Mount Pinatubo - DPLA - 2dc9138386eb9684e6adfe03f57294ed.jpeg|accumulo di cenere vulcanica sui tetti. Eruzione 1991 del vulcano Pinatubo (Filippine). File:DC-10-30 resting on its tail due to Pinatubo ashfall.jpg|Aereo (DC-10) ricoperto di cenere vulcanica durante l'eruzione del Pinatubo (1991). La cenere ha appesantito la coda del velivolo fino a causarne il parziale ribaltamento. File:DA Sec. Dar inspecting pineapples covered in ash due to the 2020 Taal Volcano eruption.jpg|Piantagione di ananas ricoperta da cenere vulcanica (vulcano Taal, Filippine, 2020). File:Plymouth Montserrat 2003 b.jpg|Panorama della città di Plymouth, capitale dell'isola di Montserrat (UK, Piccole Antille, Caraibi), sepolta dalla cenere del vulcano Soufriére durante una serie di eruzioni dal 1995 al 1997 e abbandonata. File:Montserrat eruption.JPG|Immagine di Plymouth durante l'eruzione del 1997. </gallery> ==== Lapilli ==== I prodotti piroclastici vengono classificati come '''lapilli''' quando hanno dimensioni comprese fra i 2 e i 64 mm di diametro. Si tratta anche in questo caso di frammenti di lava, minerali o vetro vulcanico. Possono essere anche "grumi" di particelle di cenere che si aggregano dopo l'espulsione da un centro eruttivo (''lapilli accrezionali'').<br> Quando sono consolidati e cementati danno luogo a depositi specifici chiamati nella letteratura geologica '''lapillistone''' (letteralmente, in Inglese: pietra a lapilli, composta di lapilli), o anche '''tefra a lapilli'''. <gallery> File:PuuPuaiLapilli large.jpg|Lapilli del Kilauea (Hawaii, USA). File:Lapilli 850.jpg|Lapilli a vari stadi di erosione (Fuerteventura, Canarie, Spagna) File:Accretionary Lapilli - geograph.org.uk - 831925.jpg|Cenere e lapilli accrezionali (sferoidali e granulosi, composti da particelle di cenere). File:Calverbühl Lapilli.jpg|Roccia composta da lapilli consolidati e cementati (lapillistone). </gallery> ==== Bombe vulcaniche ==== Una '''bomba vulcanica''' è un piroclasto avente un diametro superiore ai 64 millimetri, che si forma durante un'eruzione vulcanica. Durante questo evento, frammenti di lava dotati di una specifica viscosità vengono espulsi dal vulcano, e prima di raggiungere il suolo si raffreddano fino a solidificarsi in tutto o in parte. Le bombe di lava possono essere scagliate a molti chilometri di distanza dal luogo dell'eruzione, e spesso acquistano forme aerodinamiche durante il loro volo. Una bomba vulcanica può raffreddarsi esternamente, mentre la sua parte interna è ancora ad alta temperatura e semifluida: si sviluppa quindi una crosta esterna solida nella quale si creano fenditure dovute alle rapide variazioni di forma della parte interna sotto le sollecitazioni del volo. Questo tipo di bomba è conosciuto come '''bomba a crosta di pane'''. Se un frammento di lava si mantiene ad elevata temperatura e semiliquido o allo stato plastico fino a terra, in seguito alla collisione con il substrato si forma una '''bomba a sterco di vacca''' (con ovvie implicazioni morfologiche...). Depositi composti prevalentemente da elementi delle dimensioni delle bombe vulcaniche si dicono '''tefra a bombe''' o anche '''brecce piroclastiche'''.<br> Le bombe vulcaniche arrivano a dimensioni rilevanti (fino a metri di diametro e svariate tonnellate di peso), e, anche per l'elevata temperatura, costituiscono un notevole pericolo durante le eruzioni. Come è intuibile, questi fenomeni sono frequenti nelle eruzioni vulcaniche a chimismo acido, con lave fortemente sialiche. <gallery> File:Eolie stromboli 10.jpg|Eruzione dello Stromboli (Isole Eolie, Sicilia, Italia): visibili le traiettorie balistiche delle bombe vulcaniche espulse dai crateri. File:Morgengrauen am Yasur Vulkan.webm|Video di un'eruzione del vulcano Yasur (Vanuatu). Visibile l'espulsione di bombe vulcaniche. File:Puu Oo - boulder Royal Gardens 1983.jpg|Bomba vulcanica appena caduta, ancora incandescente. File:Etna-Bombe volcanique en fuseau (3).jpg|Bomba vulcanica (Etna), su letto di lapilli. File:Crmo volcanic bomb 20070516123632.jpg|miniatura|Bomba a "crosta di pane" Idaho (USA). File:VolcanicBombMojaveDesert.JPG|Bomba vulcanica a "sterco di vacca". File:Vulkanbombe strohn 20080722.jpg|miniatura|Bomba di lava, Strohn, Renania-Palatinato, Germania, con un diametro di 5 metri e un peso di 120 tonnellate. È stato causato da un'eruzione vulcanica nell'8300 a.C. File:The drop in the wall of Mount Avital Volcanic Park.JPG|Bomba vulcanica inclusa in uno strato di cenere e lapilli. </gallery> {{Clear}} ==== Scorie e pomici ==== Si tratta di prodotti tipici di eruzioni esplosive, in cui si ha degassamento e raffreddamento rapidissimi dei brandelli di lava proiettati fuori dei condotti magmatici. Si possono però formare anche presso alla superficie di colate laviche, con modalità simili, e costituiscono in tal caso frammenti di lava a blocchi.<br> La '''pomice''' si origina da lave che possono andare da molto sialiche a intermedie (raramente femiche) e si caratterizza per una struttura tridimensionale simile a schiuma, con piccole bolle sferoidali numerosissime (quindi una sorta di "camere d'aria"): è l'unica roccia con peso specifico inferiore a quello dell'acqua, e che quindi galleggia. Questo prodotto può formare coltri anche molto spesse quando è il prodotto di ''eruzioni di tipo pliniano'', come vedremo più avanti. La pomice è utilizzata nell'industria e nell'edilizia per le sue proprietà coibenti e termo-isolanti unite all'estrema leggerezza. Trova tradizionalmente utilizzo anche nell'industria cosmetica per la cura della pelle e le unghie, per le sue proprietà abrasive.<br> Le '''scorie''' derivano generalmente da lave intermedio-femiche (basaltiche e andesitiche) e sono caratterizzate da bolle piuttosto grandi e di forma ellissoidale. Per quanto decisamente più leggere rispetto alle normali bombe vulcaniche, il loro peso specifico è superiore a quello dell'acqua e quindi affondano. L'accumulo di questi prodotti può dare origine a piccoli edifici vulcanici, detti appunto '''coni di scorie'''. Occasionalmente, le scorie sono usate nell'edilizia (soprattutto rurale). <gallery> File:Pomice di veglia.jpg|Tipico frammento di pomice (arrotondato dall'azione delle correnti marine in questo caso). File:Teidepumice.jpg|Pomice. File:Rhyolitic pumice (Bishop Tuff, Pleistocene, 760 ka; Sherwin Summit, Owens Valley, California, USA) 2.jpg|Deposito di pomice. File:ETH-BIB-Friedlaender-Bimsstein von Lipari-Hs 0625a-0002-044.tif|Blocco di pomice da una colata di Lipari (Isole Eolie). File:Island Stromboli - Itlay - July 18th 2013 - 11.jpg|pomici su una spiaggia di Stromboli (Isole Eolie) File:Etna - pumice.jpg|Pomice dell'Etna. File:The eruption of Fukutoku-Oka-no-Ba 05.jpg|Pomice galleggiante sul mare, dopo un'eruzione (Giappone). File:Yiali pumice mining.jpg|Cava di pomice (Yali, Grecia). File:Scoria Macro Digon3.jpg|Campione di scoria delle dimensioni di circa 10 cm. File:Scoria AmsterdamIsland.jpg|Scoria basaltica. L'iridescenza è prodotta da patine di ematite (un ossido di ferro). File:Scoria closeup.jpg|Particolare della struttura vescicolare sulla superficie di una scoria. File:Spatter and scoria particles from Lanzarote, June 2013.jpg|Scorie associate a bombe vulcaniche a "sterco di vacca". File:VeyoVolcano.jpg|Cono di scorie. </gallery> == Tipi di vulcani in base alla forma == I vulcani si possono classificare in base alla forma e alla struttura interna dell'edificio vulcanico, che dipende a sua volta dal chimismo, dalla tipologia di prodotti vulcanici e dalle modalità eruttive. === Vulcani a scudo === [[File:SHIELD VOLCANO SKETCH IT.png|thumb|right|450x450px|Schema generale di un vulcano a scudo, in sezione e in pianta (riquadro in alto a sinistra).]] Le provincie magmatiche basaltiche (femiche) sono caratterizzate dall'effusione di grandi quantità di lava fluida e poco viscosa. Quando i flussi di magma sono convogliati in condotti individuali, in seguito ad eventi eruttivi ripetuti si possono formare edifici vulcanici con caratteristiche morfologiche peculiari: i cosiddetti '''vulcani a scudo''' (''shield volcano'', nella terminologia anglosassone). Questi edifici sono caratterizzati, proprio per la fluidità delle lave, che possono arrivare a distanze considerevoli dal cratere e sono libere di espandersi nelle aree periferiche dell'edificio stesso, da basse pendenze dei versanti e morfologia piuttosto regolare (come appunto uno scudo rotondo appoggiato a terra con la convessità verso l'alto). Con queste caratteristiche di attività, tali apparati possono raggiungere diametri considerevoli, anche fino a svariate decine di chilometri. <br> L'edificio in questo caso è costituito prevalentemente dalla sovrapposizione e dalla giustapposizione laterale delle colate che si sono succedute nel tempo, mentre i livelli cineritici sono in genere molto subordinati e di spessore ridotto. Questi vulcani presentano anche una attività effusiva abbastanza continua durante la loro vita (a meno che, a un certo punto, non cambi il chimismo), quindi i volumi di lava emessi possono essere assai cospicui e permettere a questi edifici vulcanici di raggiungere altezze considerevoli (fino a oltre 4000 m). <br> E' la tipica morfologia dei vulcani hawaiani, dei quali il più notevole è il Mauna Loa, sull'isola di Hawaii (la più grande e l'unica attualmente attiva dell'arcipelago). Questo vulcano è considerato il più grande vulcano attivo della Terra per volume, e raggiunge un'altitudine di 4169 m s.l.m. (ma bisogna considerare che sorge da un fondale oceanico profondo circa 5000 m, quindi raggiunge in realtà un'altezza complessiva di oltre 9000 m, più del Monte Everest).<br> <gallery> File:Mauna Loa.jpg|Il Mauna Loa, il vulcano a scudo più grande della Terra. File:Puu Oo looking up Kilauea - edit.jpg|Uno dei crateri del Kilauea (Hawaii). Sullo sfondo, il Mauna Loa. File:Mauna Kea from the ocean.jpg|Il Mauna Kea (Hawaii) File:Mauna Kea from Mauna Loa Observatory, Hawaii - 20100913.jpg| Il Mauna Kea dall'osservatorio vulcanologico sul Mauna Loa. File:Skjaldbreidur Herbst 2004.jpg| Vulcano Skjaldbreiður, Islanda. File:Tristan da Cunha ASTER.jpg|Queen Mary's Peak, il vulcano a scudo che costituisce l'isola di Tristan da Cunha (Atlantico meridionale, Regno Unito). File:SIR-C-X-SAR Galapagos Alcedo NW.jpg|Vulcano Alcedo, Isla Isabela (Galapagos, Pacifico meridionale, Ecuador). File:Olympus Mons alt.jpg|Olympus Mons (Marte), il vulcano più grande conosciuto nel Sistema Solare. Si tratta di un vulcano a scudo, con un'altezza di 21.9 Km sulla superficie del pianeta e un diametro di 600 Km. </gallery>{{Clear}} === Stratovulcani === [[File:Stratovolcano cross-section.svg|thumb|right|300x300px|Diagramma che mostra la sezione ideale di uno stratovulcano. A) afflusso di lava; B) condotto centrale; C) cono avventizio sul fianco dell'edificio vulcanico; D) colata di lava; E) filone-strato; F) depositi piroclastici; G) cratere centrale (con riempimento); H) condotto abbandonato.]] Le provincie magmatiche intermedie e sialiche (lave andesitiche e riolitiche) sono caratterizzate da centri eruttivi con attività mista (effusiva ed esplosiva o prevalentemente esplosiva per i vulcani a chimismo più acido). In questo caso, gli edifici vulcanici sono costituiti in parte da colate laviche e in parte di prodotti piroclastici (cenere, lapilli e bombe vulcaniche), ovvero da tufi. Le eruzioni di questo tipo producono grandi quantità di cenere e lapilli ma colate laviche di volume relativamente più ridotto rispetto ai vulcani a scudo. Tutto questo materiale (a parte le frazioni più fini della cenere vulcanica, che possono essere trasportate dal vento ad una certa distanza), tende a depositarsi poco lontano del centro eruttivo: le colate di lava infatti come abbiamo visto sono piuttosto brevi (perché il magma è molto viscoso), mentre le frazioni grossolane di cenere e lapilli ricadono nelle immediate vicinanze del cratere. Inoltre, il materiale piroclastico ad elevata temperatura che ricade lungo i versanti tende ad accrezionarsi rapidamente (cioè le particelle di cenere e lapilli tendono a "saldarsi" insieme). Questo dà origine ad un edificio con versanti piuttosto ripidi, costituito da "coni" concentrici sovrapposti di materiale piroclastico e lavico.<br> Questi edifici, in sezione, hanno quindi un tipico aspetto stratificato, dato dall'alternanza di prodotti piroclastici con caratteristiche diverse tra loro (prevalenza di cenere o lapilli e bombe), e di colate laviche: sono chiamati perciò '''stratovulcani'''. L'elevata viscosità della lava inoltre causa sovente ostruzioni del condotto centrale: in questi casi il magma, deviando, può formare filoni di vario tipo e, arrivando alla superficie sui versanti dell'edificio vulcanico principale, dare origine a ''coni avventizi'' (o anche ''coni parassiti'').<br> Questo tipo di edifici vulcanici può raggiungere in tempi relativamente brevi dal punto di vista geologico (cioè centinaia o migliaia di anni) notevoli altezze (fino ad alcune migliaia di metri), grazie ai grandi volumi di materiali piroclastici emessi. Tuttavia, durante episodi eruttivi particolarmente violenti (''parossistici''), la loro stessa attività esplosiva può smantellarli in tempi brevissimi (ore, giorni, settimane). La loro struttura interna è spesso caratterizzata dal sovrapporsi di edifici (edifici compositi) derivati dai diversi episodi parossistici che si sono susseguiti nella loro storia, ciascuno cresciuto al di sopra dei resti smantellati degli edifici precedenti.<br> Si tratta dei vulcani con i fattori di rischio vulcanico più elevato, per il territorio circostante e la popolazione. Un esempio notevole è l'evoluzione recente del vulcano insulare Krakatoa (Pacifico meridionale, tra le isole di Giava e Sumatra, nell'arcipelago della Sonda). Questo vulcano è stato protagonista di una eruzione catastrofica nel maggio del 1883, che distrusse i due terzi del territorio che allora era l'isola di Krakatoa (9 km di lunghezza e 5 km di larghezza), causando la morte, secondo le stime, di circa 36000 persone in tutta l'area indonesiana e malese, soprattutto a causa dell'onda di maremoto (''tsunami'') che ne seguì. Nuove ripetute eruzioni del vulcano, a partire dal 1927 fino ai giorni nostri, hanno fatto emergere gradualmente una nuova isola, chiamata Anak Krakatau (figlio di Krakatoa). Dagli anni cinquanta l'isola ha aumentato la sua altezza ad un ritmo medio di 13 centimetri alla settimana.<br> Un esempio più vicino a noi è costituito dal complesso vulcanico del Somma-Vesuvio. Il Monte Somma è l'edificio più antico, formatosi antecedentemente alla celebre eruzione catastrofica del 79 D.C., e ora forma l'orlo di una caldera che borda l'attuale edificio a cono del Vesuvio nella parte settentrionale. Il Monte Somma costituisce i resti semi-smantellati dell'edificio "preistorico" del Vesuvio, costruito a partire da circa 18300 anni fa, e fino all'eruzione pliniana del 79 D.C. costituiva un edificio a cono con un picco terminale. Questo edificio fu smantellato in tutta la sua parte meridionale dall'attività esplosiva parossistica conseguente all'eruzione pliniana, e i prodotti piroclastici di tale episodio costituiscono le coltri che hanno seppellito le città di Pompei, Ercolano e Stabia (oltre a centri minori, ville e fattorie isolate). L'edificio attuale del Vesuvio è stato costruito durante le ripetute eruzioni di magnitudine inferiore a quella pliniana succedutesi in epoca recente (l'ultima delle quali nel 1944). <gallery> File:FujiSunriseKawaguchiko2025WP.jpg|Il Monte Fuji, Giappone. File:Ezra Acayan Mayon pic.jpg|Eruzione del vulcano Mayon, Filippine. File:DenglerSW-Stromboli-20040928-1230x800.jpg|Stromboli (Isole Eolie, Italia). File:Cono de Arita, Salta. (Argentina).jpg|Cono de Arita, Ande (Argentina) File:PicoIsland-Azores.jpg|Vulcano dell'isola di Pico (Azzorre, Portogallo). Il picco sulla cima del vulcano è una protrusione solida di lava. File:New eruption at Krakatoa Volcano ESA23939618.jpeg|L'arcipelago del Krakatoa (Indonesia). Sono visibili i resti dell'isola originaria (anteriore all'eruzione catastrofica del 1883) e, in posizione centrale, il nuovo edificio di Anak Krakatau ("figlio di Krakatau") in eruzione. File:Krakatoa evolution map-en.gif|Evoluzione del Krakatoa da 1883 ad oggi. File:Vesuvius volcano in Italy 20110808 aerial view 1.jpg|Il complesso vulcanico Somma-Vesuvio in foto aerea. Ben visibile l'orlo della caldera di collasso del Monte Somma, a nord dell'attuale cono del Vesuvio. File:PSM V19 D060 Cone of eruption over time of vesuvius.jpg|Sezione schematica dell'edificio vulcanico del Somma-Vesuvio. Il Monte Somma rappresenta l'edificio semi-smantellato e in parte collassato antecedente l'eruzione pliniana del 79 D.C.; l'edificio del Vesuvio propriamente detto è stato costruito successivamente, fino ai giorni nostri. </gallery> == Tipi di vulcani in base alla tipologia di eruzione == I meccanismi e le modalità delle eruzioni determinano sia la morfologia degli edifici, sia gli effetti sul territorio (e quindi, come vedremo, i fattori di rischio vulcanico). I tipi principali di eruzione sono tre: * Eruzioni magmatiche. Sono il tipo più comune e meglio osservato e studiato: in queste eruzioni si ha la produzione di lave da magma degassato (in forma di colate o prodotti piroclastici a seconda del chimismo basico o acido). * Eruzioni freatiche. In questo caso l'eruzione è causata dallo sviluppo di vapore acqueo surriscaldato, in seguito al contatto tra il magma e acque di falda o superficiali: l'espansione improvvisa del vapore acqueo causa una eruzione esplosiva con emissione di vapore, gas e materiale piroclastico. In questo tipo di eruzione non si osserva fuoriuscita di lave, mentre i materiali piroclastici derivano dalla frammentazione di rocce vulcaniche preesistenti. * Eruzioni freato-magmatiche. Derivano sempre dall'interazione di magma con acqua, ma in questo caso si osservano anche emissioni di lava fusa e/o materiali piroclastici derivati dal degassamento violento del magma (si tratta quindi di prodotti ''juvenili'', cioè di nuova formazione). ===Eruzioni magmatiche === Come abbiamo visto, il chimismo del magma determina in gran parte sia le modalità delle eruzioni che, conseguentemente, la struttura e la morfologia degli edifici vulcanici: a seconda della composizione chimica della lava i vulcani hanno eruzioni da effusive (lava molto fluida, povera di silice) a esplosive (lava poco fluida, ricca di silice), con apparati vulcanici che vanno di conseguenza da fessurali, a vulcani a scudo, a stratovulcani.<br> [[File:Vulcani eruzioni tipologia.svg|thumb|center|1000x1000px|Tipologia di eruzione in relazione ai tipi di edificio vulcanico.]] Tuttavia, questo schema non va considerato in modo rigido, né generalizzato eccessivamente: vi possono essere eruzioni esplosive anche in sistemi vulcanici di tipo basaltico ed episodi effusivi estesi in vulcani a chimismo acido. Inoltre, le modalità eruttive possono variare anche notevolmente nel corso di una singola eruzione, per varie ragioni (episodi di attività esplosiva freatica o freato-magmatica, ostruzione del condotto principale, venute di magma con diverso chimismo nello stesso episodio eruttivo, fasi di degassamento più o meno spinto, apertura di fratture e faglie nell'edificio vulcanico, collasso dello stesso, etc.). Ogni eruzione ha una propria storia, e sono rari i vulcani in cui le eruzioni si succedono con caratteristiche abbastanza costanti. <br> Come già accennato, il chimismo può variare notevolmente anche nel corso della vita di un vulcano; in base alla storia geologica dell'apparato vulcanico, si distinguono quindi: [[File:Etna storia geologica.png|thumb|right|600x600px|Schema geologico semplificato del complesso vulcanico dell'Etna.]] * '''Edifici monogenici'''. Generati dall'accumulo di prodotti di una singola eruzione o da una singola fase eruttiva. Si tratta in genere (ma non necessariamente) di edifici di estensione limitata, come ad esempio i coni di scorie. * '''Edifici poligenici'''. Generati dal succedersi di diverse fasi eruttive separate da periodi di quiete, anche con variazioni significative del chimismo delle lave e delle emissioni piroclastiche, e del tipo di attività. Sono decisamente la maggioranza, soprattutto dei più significativi. Un notevole esempio di edificio vulcanico poligenico e composito (cioè formato dalla sovrapposizione di più edifici) è L''''Etna'''. Il primo complesso vulcanico dell'Etna (da 700000 a 200000 anni fa) fu caratterizzato da attività fessurale sottomarina con lave basaltiche molto fluide a pillows, in un vasto golfo marino (golfo pre-etneo); l'attività poi passò gradualmente da fessurale a centrale, con il sorgere di un apparato vulcanico a scudo (che costituisce parte del basamento dell'edificio attuale). Da 150000 anni fa, si ha attività sia esplosiva che effusiva con centri eruttivi che migrano da sud-est verso nord-ovest: il risultato è la costruzione di vari edifici successivi (stratovulcani), intervallati da diversi collassi calderici, il maggiore dei quali diede origine alla grande depressione della Valle del Bove. Nell'edificio attuale (il ''Mongibello'', uno stratovulcano formatosi negli ultimi 15000 anni in due fasi successive), il chimismo è variato nel corso del tempo da relativamente acido fino a basaltico. Le eruzioni storiche hanno avuto carattere fondamentalmente effusivo, anche se accompagnate da discrete quantità di ceneri e altri prodotti piroclastici (che spesso nell'epoca più recente rendono necessaria la deviazione o l'interruzione del traffico aereo da e per l'aeroporto di Catania), alternate a fasi eruttive a fontane di lava di tipo stromboliano. Non sono mancati episodi esplosivi, come nel 1987 una esplosione improvvisa presso il cratere sommitale che costò la vita a due turisti, o nel 2017 con 10 feriti tra cui una troupe della BBC. Non è infrequente nemmeno attività fessurale, spesso sotto forma di allineamenti di bocche eruttive, determinata dall'aprirsi di fratture sui versanti del vulcano sotto la pressione della lava. <gallery> File:Etna 3d version2.gif|Modello in 3D dell'Etna. Notare l'enorme struttura di collasso della Valle del Bove (che permette di vedere in affioramento i resti degli apparati vulcanici sepolti sotto l'edificio attuale). File:Etna 2006.jpg|Etna. Colata di lava. File:Etna (45485281975).jpg|Fontane di lava e colate di lava (dicembre 2018). File:Etna Volcano Paroxysmal Eruption October 26 2013 - Creative Commons by gnuckx (10492099543).jpg|Colonna di cenere dal cratere sommitale dell'Etna. Eruzione dell'ottobre 2013. File:Etna 2021.jpg|Eruzione esplosiva del 2021. File:Addio Torre del Flosofo - Aftermath Etna Volcano Paroxysmal Eruption October 26 2013 - Creative Commons by gnuckx (10577663725).jpg|Attività fessurale evidenziata da una serie di bocche eruttive allineate. </gallery> ==== Eruzioni di tipo islandese ==== Sono eruzioni tipiche di provincie magmatiche basaltiche, con lave particolarmente fluide. Come abbiamo visto, se le venute di lava non sono da emissioni centralizzate ma da fenditure, non si ha la formazione di edifici vulcanici significativi, bensì enormi coltri laviche (pari a milioni di chilometri cubici) che tendono a riempire e "livellare" la topografia preesistente. Questo avviene ad esempio in diverse aree dell'Islanda, dove il fenomeno è attualmente molto attivo ed è stato particolarmente studiato, ma vi sono (e vi sono stati in passato) stili eruttivi del tutto similari in varie parti del mondo (ad esempio in Etiopia, nella Fossa Dancalica). <br> Le emissioni fissurali di lava non danno luogo ad edifici localizzati (come i vulcani a scudo), a parte limitati accumuli locali ai lati delle fenditure e occasionalmente piccoli coni di materiale piroclastico (''coni di scorie'') nelle fasi finali delle eruzioni, ove le fenditure sono ormai in gran parte ostruite e si formano bocche multiple in serie. Queste emissioni formano prevalentemente delle ampie aree pianeggianti di lava, definite ''plateaux'', a prevalente composizione basaltica, spesse fino a centinaia di metri e su aree di migliaia di chilometri quadrati.<br> Eruzioni di tipo fissurale di minore entità possono verificarsi localmente anche entro edifici vulcanici, in cui la pressione interna del magma riesce ad aprire nell'edificio stesso fratture da cui fuoriesce la lava, ad esempio nei grandi vulcani a scudo dell'isola di Hawaii (segnatamente il Kilawea). <gallery> File:Iceland-Eruption-Fimmvorduhals-2010-03-26-02.jpg|Eruzione fessurale in Islanda. Complesso del Fimmvörðuháls (2010). File:Kamoamoa 2011-03-05 close fountains.jpg|Eruzione lineare da una fenditura del vulcano a scudo Kilauea (Hawaii). File:Kamoamoa 2011-03-05 fissure.jpg|Propagazione di una frattura attiva con emissione di lava fluida basaltica. Kilauea (Hawaii). File:Western-Ghats-Matheran.jpg|altopiano basaltico del Deccan (India), deriva da eruzioni di tipo islandese, di grande magnitudine, di età cretacea. File:Flood Basalt Map.jpg|Aree che sono state interessate da grandi effusioni di lava da eruzioni di tipo islandese, formando plateaux basaltici. </gallery> L'esempio forse più eclatante di questo tipo di eruzione in epoca storica è costituito dal sistema del Laki, in Islanda meridionale, parte del più grande complesso vulcanico del Grímsvötn. Si tratta di una fenditura di circ 25 Km di lunghezza. Il sistema del Laki è celebre per una eruzione, avvenuta tra il 1783 e il 1784, in cui venne coinvolto anche il Grímsvötn. Il flusso basaltico generato, secondo alcune stime, ammontò a 14 chilometri cubi di lava; il volume totale del tefra emesso fu pari a 0,91 chilometri cubi; le nubi di diossido di zolfo e di fluoro emesse nel corso dell'evento uccisero più del 50% del bestiame dell'isola, causando una carestia che a sua volta sterminò circa il 25% della popolazione islandese. <br> L'eruzione ebbe inizio l'8 giugno 1783 con l'apertura di una fenditura che collegava almeno 130 bocche eruttive in sequenza, accompagnata da esplosioni freatomagmatiche provocate dal contatto tra il magma e l'acqua del sottosuolo. Iniziata con carattere esplosivo (come vedremo, di tipo ''pliniano''), l'eruzione si fece meno violenta nei giorni successivi, assumendo la modalità di fontane di lava (di tipo ''stromboliano'') e poi di effusioni di lava più fluida (tipo ''islandese'' in senso stretto). Altissime fontane di lava cominciarono ad espellere enormi quantità di basalto. Secondo le stime basate sulle testimonianze dell'epoca, le fontane di lava raggiunsero un'altezza compresa tra 800 e 1.400 metri. Le emissioni di aerosol di acido solforico avvenute negli otto mesi successivi provocarono notevoli effetti sul clima e nella società dell'intero emisfero boreale. La colonna di gas, polveri e cenere raggiunse un'altitudine di circa 15 chilometri, oltrepassando dunque il limite della troposfera, e gli aerosol solforici furono dispersi nell'atmosfera di tutto l'emisfero settentrionale. La foschia e la ricaduta di polveri sulla Gran Bretagna valsero all'estate del 1783 il nome di sand-summer (estate della sabbia). L'eruzione ebbe pesanti ripercussioni sul clima in Europa e sull'agricoltura per tutto il decennio successivo. <gallery> File:Laki.png|Locazione del sistema del Laki. File:Laki summit dissected by Lakagígar, Eldhraun, Vatnajökull.JPG|Veduta panoramica di un tratto della fenditura di Lakagígar, la principale del sistema del Laki. File:Row of Craters on Laki Fissure in Iceland.jpg|Sequenza di bocche eruttive del Laki File:Laki seen from Lakagígar.JPG|Un tratto del Laki. File:Is07023-Widok na szczelinę Lakagigar.jpg|Altro tratto del Laki. File:Is07077-Jaskińka lawowa.jpg|Tunnel di lava, parte del complesso del Laki. </gallery> ==== Eruzioni hawaiiane ==== [[File:Hawaiian Eruption-numbers.svg|left|thumb|300x300px|Eruzione hawaiana: 1: pennacchio di cenere, 2: fontana di lava, 3: cratere, 4: lago di lava, 5: fumarole, 6: colata di lava, 7 strati di lava e cineriti, 8: substrato, 9: filone-strato, 10: condotto magmatico, 11: camera magmatica, 12: dicco]] Questo tipo di eruzione vulcanica è caratterizzato da colate di lava molto fluida (a composizione basaltica per lo più), povera di silice e di vapore, che fuoriescono dai condotti in modo continuo, con attività esplosiva assente o molto ridotta, e ridotte emissioni di prodotti piroclastici. È chiamata così perché è caratteristica dei vulcani hawaiiani. Tipicamente si tratta di eruzioni effusive, con lave ad alta temperatura (da un migliaio fino a 1400 °C). La lava, essendo molto fluida, è in grado di percorrere lunghe distanze e di espandersi nelle regioni periferiche dell'edificio (nelle Hawaii ad esempio spesso il magma arriva fino al mare, espandendo il territorio emerso dell'isola), formando veri e propri fiumi di lava (con argini naturali) e tunnel di lava. Gli edifici costruiti da questo tipo di attività sono caratteristici vulcani a scudo.<br> Un'altra caratteristica di questo tipo di vulcani sono i laghi di lava, che possono essere sia effimeri (temporanei, tendenti a solidificare in tempi brevi) che perenni (presenti con continuità, con variazioni più o meno accentuate del livello della lava). Anche in questo caso però, come abbiamo visto, non mancano manifestazioni eruttive di diverso tipo, come episodi esplosivi (che possono essere causati da attività freato-magmatica o fasi di degassamento), emissioni più accentuate di materiale piroclastico, attività fessurale per fratture indotte nell'edificio dalla pressione della lava. Possono esservi coni avventizi, prodotti dalla molteplicità dei condotti lavici e da fenomeni di diversione degli stessi. [https://www.youtube.com/watch?v=90XFpu-65JY Filmato di una eruzione del Kilauea (]Hawai).<gallery> File:Pahoeoe fountain original.jpg|Fontana di lava in una eruzione hawuaiiana File:Eruption 1954 Kilauea Volcano.jpg|Lago di lava all'interno del cratere del Kialuea File:Puu Oo - Aerial Kupaianaha 1987.jpg|Lago e tunnel di lava (Kupaianaha) File:Limu o Pele.jpg|La lava arriva al mare (Hawaii) File:Lave touriste hawaii.jpg|Turisti osservano una colata lavica (Hawaii) File:Kalapana house destroyed by lava.jpg|La colata lavica ha raggiunto una casa (Hawaii) </gallery> {{Clear}} ==== Eruzioni stromboliane ==== [[File:Strombolian Eruption-numbers.svg|Schema di una eruzione stromboliana|thumb|left|300x300px|Schema di una eruzione stromboliana e dell'edificio vulcanico prodotto da questo tipo di eruzioni; <small>1: pennacchio di cenere, 2: lapilli, 3: fallout di cenere, 4: fontana di lava, 5: bombe vulcaniche, 6: colate di lava, 7 strati di lava e cineriti, 8: substrato, 9: dicco, 10: condotto magmatico, 11: camera magmatica, 12: filone-strato</small>.]] Le '''eruzioni stromboliane''' sono eruzioni vulcaniche con caratteristiche intermedie rispetto ad eruzioni esplosive ed effusive. Il vulcano erutta sia piroclasti (ceneri, lapilli, bombe) sia lava, formando un tipico stratovulcano. Il nome deriva dal vulcano Stromboli, facente parte delle Isole Eolie, in Sicilia, dove tali eruzioni consistono nell'espulsione di scorie incandescenti, lapilli e bombe di lava ad altitudini da decine fino a centinaia di metri. Le eruzioni dell'Etna sono spesso stromboliane. <br> Le eruzioni stromboliane sono innescate dallo scoppio di bolle di gas all'interno del magma, ricco di composti volatili. Queste bolle di gas e vapore acqueo si formano all'interno del magma, con il degassamento che avviene a bassa profondità e durante l'effusione in superficie; si accumulano e si aggregano in bolle di grandi dimensioni. Quando raggiungono la superficie, la differenza di pressione rispetto all'atmosfera fa sì che le bolle scoppino con un forte schiocco, lanciando il magma in aria come '''fontane di lava''', in brandelli fusi che solidificano rapidamente in forma di prodotti piroclastici (cenere grossolana, lapilli, bombe). A causa delle elevate pressioni gassose associate alle lave, l'attività continuativa è generalmente sotto forma di eruzioni esplosive episodiche accompagnate da caratteristici forti scoppi. Durante le eruzioni, queste esplosioni si verificano anche ogni pochi minuti, ma senza una periodicità definita.<br> Le eruzioni stromboliane in senso stretto sono quindi brevi e ripetute eruzioni esplosive di lave a composizione basaltica ma relativamente più viscose rispetto ai vulcani hawaiani, che producono tipicamente delle colate a blocchi e materiali piroclastici tipo lapilli e bombe. Rispetto alle eruzioni di tipo hawaiano, producono volumi di lava fluida molto minori e in colate di entità ridotta. La pericolosità delle eruzioni stromboliane, di per sé è generalmente piuttosto bassa, a meno di non avvicinarsi eccessivamente ai centri eruttivi o alle colate laviche (anche se nessuna eruzione vulcanica deve essere sottovalutata): infatti l'isola di Stromboli ad esempio è stata abitata fin dall'antichità (e lo è tuttora), nonostante l'attività continua del vulcano omonimo. Filmati di eruzioni dell'Etna: [https://www.youtube.com/watch?v=caGhy7UAd-M 17 novembre 2013-1]; [https://www.youtube.com/watch?v=zLbuQCUqldI 17 novembre-2]; [https://www.youtube.com/watch?v=K8jjkD6dddo 2015]; <gallery> File:Strombolielicottero.jpg|Eruzione di piroclasti (ceneri, lapilli, bombe vulcaniche) dello Stromboli File:Stromboli Eruption.jpg|Eruzione a lava e piroclasti dello Stromboli File:Stromboli sciara del fuoco in september 2014.jpg|La sciara del fuoco, Stromboli. Si tratta di un solco nel quale tendono a incanalarsi le colate recenti e attuali di lava. File:Stromboli animiert 800x600.gif|Eruzione a fontana di lava dello Stromboli File:04Sep2007 Etna from SE Crater.jpg|Eruzione stromboliana dell'Etna File:Paroxysm at Etna, 16-17 November 2013.webm|Eruzione dell'Etna, settembre 2007 </gallery> ==== Eruzioni vulcaniane ==== [[File:Vulcanian Eruption-numbers.svg|thumb|left|300x300px|Schema di una eruzione vulcaniana e del relativo edificio vulcanico. <small>1: pennacchio di cenere; 2: lapilli; 3: fontana di lava; 4: fallout di cenere vulcanica; 5: bombe vulcaniche; 6: colate di lava; 7: strati di lave e prodotti piroclastici; 8: substrato; 9: filone-strato; 10: condotto magmatico; 11: dicco; 12: camera magmatica.</small>]] Le '''eruzioni vulcaniane''' prendono il nome dall'isola di Vulcano (Isole Eolie, Sicilia). Questa definizione si deve alle osservazioni del sismologo e vulcanologo Giuseppe Mercalli sulle eruzioni di questo apparato del 1888-1890. Nelle eruzioni vulcaniane, il magma è di tipo intermedio (andesitico-dacitico), più viscoso rispetto a quello che dà origine alle eruzioni stromboliane. La viscosità del magma in questo caso ostacola la fuoriuscita dei gas dalle bolle che si formano con il degassamento nella parte terminale del condotto magmatico e nel cratere, ove la lava inizia quindi a solidificare formando un "tappo". Questo processo porta all'accumulo di un'elevata pressione dei gas imprigionati che alla fine fa saltare il tappo che trattiene la lava dando luogo a un'eruzione esplosiva tipo fontana di lava. Tuttavia, a differenza delle eruzioni stromboliane, i frammenti di lava espulsi non sono aerodinamici; ciò è dovuto alla maggiore viscosità del magma vulcaniano e alla maggiore presenza nella lava di materiale solido derivato dalla frammentazione del "tappo" di lava. Perciò questi apparati sono generalmente più esplosivi dei loro omologhi stromboliani, con pennacchi di cenere e materiali piroclastici decisamente più cospicui, che spesso raggiungono un'altezza compresa tra 5 e 10 km. L'attività vulcaniana tipica è in due fasi: la fase iniziale è caratterizzata da una serie di esplosioni di breve durata, che durano da pochi minuti a poche ore e sono caratterizzate dall'espulsione di lapilli e bombe vulcaniche. Queste esplosioni gradualmente distruggono il duomo di lava che trattiene il magma e portano alla seconda fase, costituita da eruzioni effusive molto più continue (anche se sempre brevi e di volume ridotto rispetto ai vulcani hawaiani).<br> Gli apparati vulcanici di tipo vulcaniano sono tendenzialmente più pericolosi di quelli stromboliani, per la loro maggiore esplosività e la presenza di piogge di materiale piroclastico più abbondanti e di maggiore diametro, che giungono anche più lontano. <gallery> File:Sarychev Peak eruption on 12 June 2009, oblique satellite view.ogv File:Mt Vesuvius Erupting.jpg|Eruzione del Vesuvio del 1944 File:Vesuv Merian 1631.png|Eruzione del Vesuvio del 1631 </gallery> ==== Eruzioni peleane ==== [[File:Pelean Eruption-numbers.svg|thumb|left|300x300px|Schema di una eruzione peleana e del tipo di apparato relativo. <small>1: colonna di prodotti piroclastici; 2: fallout di ceneri; 3) duomo/protrusione solida di lava estremamente viscosa; 4) bombe vulcaniche; 5: flussi piroclastici (nubi ardenti); 6: strati di prodotti piroclastici e lave; 7: substrato; 8: condotto magmatico; 9: camera magmatica.</small>]] Le '''eruzioni peleane''' prendono il nome dal vulcano Mont Pelée in Martinica, sede di un'eruzione di questo tipo nel 1902 che costituisce uno dei peggiori disastri naturali della storia. Nelle eruzioni Peleane il magma è ancora più viscoso rispetto ai tipi precedenti (rioliti, daciti e andesiti), innescando la formazione di duomi lavici e protrusioni solide, con accumulo di forte pressione dei gas al di sotto. Si producono quindi forti esplosioni nelle quali una grande quantità di gas, polvere, cenere e frammenti di lava vengono espulsi dal cratere del vulcano e formano spesso vere e proprie '''colonne eruttive'''. La crescita di una protrusione solida o di un duomo lavico costituisce quindi l'indicazione della prossimità di un'eruzione esplosiva. Il materiale spinto in alto come colonna eruttiva tende rapidamente a collassare su se stesso, formando '''flussi piroclastici''' in rapido movimento fatti di materiale ad alta temperatura (fino a 300-400 °C), le cosiddette '''nubi ardenti'''. Questi flussi, che scorrono lungo il fianco della montagna ad alta velocità, spesso oltre 150 km/ora, rendono le eruzioni di tipo peleano tra le più pericolose al mondo, in grado di distruggere aree popolate e causare gravi perdite di vite umane. L'eruzione del Mont Pelée del 1902 ha causato enormi distruzioni, uccidendo più di 30.000 persone (con soli tre sopravvissuti documentati) e distruggendo completamente Saint-Pierre, costituendo così il peggior evento vulcanico del XX secolo.<br> Le eruzioni peleane sono abbastanza simili a quelle vulcaniane, ma ne differiscono per la tendenza a dare un'unica esplosione catastrofica piuttosto che una serie di eventi esplosivi minori. Si osservano anche colate di lava ma generalmente molto ridotte. * [https://www.youtube.com/watch?v=-H_HZVY1tT4 Documentario sull'eruzione del vulcano St. Helens] (falso HD). * Video di nubi ardenti (colate piroclastiche). [https://www.youtube.com/watch?v=Cvjwt9nnwXY Vulcano Unzen]. [https://www.youtube.com/watch?v=WxlRpuTed6g Vari flussi piroclastici]. [https://www.youtube.com/watch?v=-iSFM-T-F_0 Vulcano Sinabung (HD)]. <gallery> File:Pinatubo ash plume 910612.jpg|Eruzione del 1992 del Vulcano Pinatubo, Filippine File:Mount St. Helens, one day before the devastating eruption.jpg|Il vulcano S.Helens il giorno prima dell'eruzione File:MSH82 st helens plume from harrys ridge 05-19-82.jpg|Il Mt. S.Helens dopo l'eruzione File:MtStHelens Mushroom Cloud.jpg|Il fungo di ceneri dell'eruzione del Mt. S.Helens File:Whaleback, Mount St Helens volcanic crater (February 22 2005).jpg|Formazione di una cupola di lava File:MSH06 aerial crater from north high angle 09-12-06.jpg|Duomo lavico del Mt. S.Helens </gallery> ==== Eruzioni pliniane ==== <gallery mode="left" widths="300" heights="300"> File:Plinian Eruption-numbers.svg|Schema di una eruzione pliniana. Fase iniziale esplosiva. formazione di una colonna eruttiva sostenuta composta prodotti piroclastici ad elevata temperatura. <small>1: colonna eruttiva e pino vulcanico; 2: condotto magmatico; 3: fallout di cenere; 4: strati di prodotti piroclastici prevalenti e lave; 5:substrato.</small> File:Pelean Eruption-numbers.svg|Schema di eruzione pliniana. Fase finale: collasso della colonna eruttiva e formazione di flussi piroclastici (o lahar). <small>1: colonna di cenere in fase di collasso; 2: fallout di ceneri vulcaniche; 3: fuoriuscita di lava ad alta viscosità; 4: bombe vulcaniche; 5: flussi piroclastici; 6: strati di prodotti piroclastici prevalenti e lave; 7: substrato; 8: condotto magmatico.</small> </gallery> Le '''eruzioni pliniane''' prendono questo nome dalla storica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che seppellì le città romane di Pompei ed Ercolano e Stabia insieme ad un vasto territorio e i cui effetti furono descritti da Plinio il Giovane. Il processo che alimenta le eruzioni pliniane inizia nella camera magmatica, dove i gas volatili disciolti sono immagazzinati nel magma. I gas si liberano formando bolle che si accumulano durante la risalita attraverso il condotto magmatico. Queste bolle tendono a fondersi formando bolle più grandi di forma allungata ("slug": letteralmente ''lumache'' nella terminologia anglosassone), e una volta che i gas accumulati raggiungono una determinata proporzione (circa il 75% del volume totale del condotto magmatico), si ha un'eruzione altamente esplosiva. I gas e il magma associato vengono spinti violentemente verso l'alto fuori dal condotto, formando una colonna eruttiva di grandi proporzioni.<br> Queste imponenti colonne eruttive sono la caratteristica distintiva di un'eruzione pliniana e raggiungono fino a 45 km di altezza nell'atmosfera. La parte più densa della colonna, direttamente sopra il vulcano, è guidata internamente dall'espansione del gas. Man mano che si spinge più in alto nell'aria, il pennacchio si espande e diventa meno denso; in questa fase la risalita del materiale vulcanico è guidata dalla convezione e dall'espansione termica della cenere vulcanica, che forma una nube convettiva a forma di pino ('''pino vulcanico'''), che si sviluppa fino a raggiungere in molti casi la stratosfera. Nella parte superiore del pennacchio, i venti in quota tendono però a spingere il materiale più fine lontano dal centro eruttivo.<br> Gli apparati vulcanici che danno origine a eruzioni pliniane sono generalmente caratterizzati da lave molto sialiche (riolitiche o dacitiche) ed estremamente viscose. Tuttavia, come abbiamo visto, anche vulcani basaltici in certe condizioni possono dare origine a eventi eruttivi pliniani, quando si ha differenziazione di magmi sialici nella parte superiore della camera magmatica, o quando la risalita del magma è molto veloce. <br> Le eruzioni pliniane sono molto simili a quelle peleane, ma sono caratterizzate dal fatto che invece di dare luogo a fenomeni esplosivi episodici, formano '''colonne eruttive sostenute''' e molto sviluppate in altezza, prodotte dall'abbondanza di bolle di gas che si muovono verso l'alto alla stessa velocità della lava e del materiale piroclastico che le circonda. Le regioni colpite da eruzioni pliniane sono soggette a una forte caduta di cenere e pomice che interessa aree di dimensioni fino a decine e centinaia di chilometri quadrati. Il materiale contenuto nel pennacchio di cenere alla fine torna al suolo, ricoprendo il paesaggio con uno spesso strato di molti chilometri cubi di cenere.<br> La colonna eruttiva, finché la pressione del gas permane, si autosostiene; successivamente, con il degassamento e il raffreddamento del materiale piroclastico, si ha il collasso della colonna su se stessa e poi lungo i versanti del vulcano. Proprio in questa fase si ha la caratteristica più pericolosa di questo tipo di eruzione: si tratta dei '''flussi piroclastici''' generati dal collasso finale della colonna eruttiva, i cui materiali si muovono lungo il fianco della montagna a velocità estreme, fino a 700 chilometri all'ora e con la capacità di percorrere decine, fino a centinaia di chilometri. Quando i materiali piroclastici ad alta temperatura si mescolano a quantità di acqua significative (da laghi in quota ad esempio, o da piogge torrenziali), ovvero sciolgono depositi di neve o di ghiaccio sul vulcano, si formano i '''lahar''', colate di fango in rapido movimento con la consistenza del cemento bagnato che si muovono alla velocità di un fiume in piena travolgendo tutto sul loro percorso.<br> Eruzioni con caratteristiche pliniane ma di magnitudine inferiore sono dette '''sub-pliniane''', mentre eruzioni con esplosività molto elevata (tale da distruggere anche completamente lo stesso edificio vulcanico), sono dette '''ultra-pliniane'''. ==== Supervulcani ==== Supervulcano non è un termine scientifico, ma è stato coniato dalla BBC nel 2000. Si ipotizza l'esistenza di supervulcani dall'analisi di 10-12 caldere presenti sulla crosta terrestre. Sono caldere di enormi dimensioni (decine di chilometri di diametro) e si presume che abbiano dato origine o possano dare origine a gigantesche eruzioni vulcaniche, con conseguenze catastrofiche anche per l'ambiente e il clima. Sono considerati supervulcani la caldera dello Yellostone, i campi Flegrei (Napoli), ed altri. "Supervulcani" possono essere creati anche da eruzioni freatomagmatiche, ovverosia dall'interazione del magma con la falda acquifera che determina una esplosione particolarmente distruttiva, come ad esempio pare sia successo nell'isola di Santorini attorno al 1600 a.c. ([[w:Eruzione_minoica|eruzione minoica]]), che determinò la fine della civiltà minoica.<gallery> File:Norris Geyser Basin in Yellowstone.JPG|Caldera dello Yellowstone File:Pozzuoli NASA ISS004-E-5376 modified names.jpg|Campi Flegrei (Napoli) File:Aniakchak-caldera alaska.jpg|La caldera dell'Aniakchak, Alaska File:Lake taupo landsat.jpg|La caldera del lago Taupo, Nuova Zelanda File:Toba overview.jpg|Lago Toba, Sumatra File:Lake Toba Aerial View.JPG|Lago Toba File:Aso Caldera 3D 2012.jpg|La caldera di Aso, Giappone File:Mt.Aso and caldera01.jpg|Caldera di Aso File:Santorini Landsat.jpg|Isola di Santorini. La grande caldera che ora si osserva è quello che rimane di una grande eruzione esplosiva avvenuta attorno al 1600 a.c. </gallery> === Eruzioni freatiche === [[File:Phreatic Eruption-numbers.svg|thumb|left|300x300px|Schema di una eruzione freatica; <small>1: nubi di vapore acqueo; 2: condotto magmatico; 3: strati di lava e cenere; 4: substrato; 5: falda acquifera; 6: esplosione freatica e fratturazione della roccia incassante; 7: camera magmatica.</small>]] Le '''eruzioni freatiche''' sono causate dall'espansione subitanea del vapore acqueo. Se le acque superficiali (acque di falda tipicamente, ma in territori a clima rigido si può trattare anche di suolo gelato o ''permafrost'') entrano in contatto con la roccia surriscaldata o direttamente con il magma, a loro volta si surriscaldano ed sviluppano improvvisamente una grande quantità di vapore, che si espande fratturando la roccia circostante e facendo fuoriuscire a giorno una miscela di vapore, acqua e prodotti piroclastici (cenere, lapilli, bombe vulcaniche) derivati dalla frammentazione delle rocce preesistenti che costituivano parte dell'edificio vulcanico. La caratteristica distintiva delle esplosioni freatiche è che fuoriescono dal condotto vulcanico solo frammenti di roccia solida preesistente; non viene eruttato nuovo magma. Il materiale piroclastico può quindi anche essere (almeno in parte) relativamente "freddo" (variabile da circa 80 °C fino ad alcune centinaia di gradi Celsius), ma comunque sempre allo stato solido.<br> Poiché è provocata dalla fratturazione degli strati rocciosi sotto pressione, l'attività freatica non sempre si traduce in un'eruzione. Se la roccia di copertura è abbastanza resistente da non frammentarsi, possono anche non verificarsi eruzioni vere e proprie in superficie, ma a causa dell'espansione del vapore si propaga nella massa rocciosa un reticolo di fratture che la indebolisce, favorendo eruzioni successive. Le esplosioni freatiche possono anche manifestarsi lungo linee di frattura o filoni preesistenti. Spesso le eruzioni freatiche rientrano tra i fenomeni precursori di eruzioni magmatiche, segnalando la prossimità alla superficie di magma in risalita e il realizzarsi di un'eruzione freato-magmatica o magmatica in tempi brevi. Esplosioni freatiche possono anche essere innescate dalla microfratturazione indotta da attività sismica (terremoti), con conseguente afflusso di acque sotterranee nella zona microfratturata intorno al magma (ad esempio intorno a un corpo magmatico ipoabissale). Un fenomeno tipico è il '''base surge''' (letteralmente: "onda di base"), termine anglosassone che indica la proiezione di gas e materiale frammentario alla base di un'esplosione in forma di una nube ad anello (simile all'anello di gas e polvere che si vede svilupparsi alla base di un "fungo atomico"). Questo fenomeno è simile ai flussi piroclastici in senso stretto, ma è molto meno denso (con rapporto molto inferiore tra materiale solido e gas), e molto più turbolento. Può anche propagarsi senza seguire le superfici di massima pendenza e persino oltrepassare ostacoli naturali viaggiando anche a oltre 300 chilometri all'ora, quindi costituisce un notevole pericolo. Le eruzioni freatiche possono dare origine a flussi piroclastici, lahar (colate di materiale piroclastico imbevuto d'acqua), innescare frane e determinare "piogge" di materiale piroclastico. Possono anche rilasciare gas vulcanici tossici come idrogeno solforato, anidride carbonica o anidride solforosa che essendo più pesanti dell'aria, tendono a viaggiare negli strati dell'atmosfera a contatto con il suolo lungo le pendici dell'edificio vulcanico e costituiscono un pericolo mortale per chi dovesse esserne investito. <gallery> File:MSH80 spirit lake pumice plain phreatic explosions 05-29-80.jpg|Esplosioni freatiche sul vulcano Mount St. Helens (Washington, USA). Il materiale solido rilasciato è soprattutto pomice. File:Taal Volcano - PHIVOLCS - 12 January 2020.JPG|Esplosioni freatiche dal crtere centrale del vulcano Taal (Filippine). File:Tour group in front of giant steam plume from main crater of White Island.jpg|Eruzione freatica del cratere centrale del vulcano di White Island (Nuova Zelanda). File:Phreatic St. Helens.jpg|Esplosione freatica sulla sommità del Mount St. Helens (USA), 1980, prima manifestazioe dell'eruzione catastrofica di tipo pliniano di quell'anno. </gallery> === Eruzioni freato-magmatiche === Anche le eruzioni freato-magmatiche sono innescate dall'interazione del magma in risalita con le acque presenti negli strati superficiali e sulla superficie della crosta terrestre, che causa lo sviluppo e l'espansione violenta di vapore. In questo caso però, differentemente dalle eruzioni freatiche, si ha l'espulsione, oltre che di vapore e materiale preesistente, anche di materiale cosiddetto ''juvenile'', cioè di lave e materiali piroclastici neoformati. ==== Eruzioni subacquee di bassa profondità (surtseiane) ==== [[File:Surtseyan Eruption-numbers.svg|thumb|left|300x300px|Schema di un'eruzione surtseiana; <small>1: nubi di vapore acqueo; 2: cenere vulcanica; 3: base surge; 4: acqua (mare o lago); 5: strati di lava e cenere; 6: substrato; 7: condotto magmatico; 8: camera magmatica; 9: dicco</small>]] Queste eruzioni, definite '''eruzioni surtseiane''' (o anche '''eruzioni idrovulcaniche'''), derivano il nome dall'Isola di Surtsey, presso la costa meridionale dell'Islanda, affiorata dal mare in conseguenza di un'eruzione vulcanica durata dal 1963 al 1967, in acque relativamente basse (130 m di profondità). Si tratta di eruzioni prodotte dall'interazione in acque poco profonde tra lava e acqua.<br> Quando l'acqua viene surriscaldata dalla lava, si trasforma in vapore. In acque basse, la pressione dello strato d'acqua soprastante non è sufficiente a contrastare quella del vapore, che si espande violentemente frammentando il magma con cui entra in contatto in materiale piroclastico a grana fine (cenere soprattutto). Le eruzioni surtseiane sono tipiche delle isole marine e oceaniche vulcaniche a bassa profondità, ma possono verificarsi anche sulla terraferma, dove il magma in risalita entra in contatto con una falda acquifera oppure con un lago (ad esempio un lago craterico o calderico).<br> Queste eruzioni sono simili a quelle di tipo stromboliano, cioè abbastanza continue e "ritmiche", costituite da serie di esplosioni intervallate da periodi di relativa quiescenza con sviluppo di vapore. In questo caso, però l'esplosività dell'eruzione è decisamente maggiore. I prodotti sono generalmente basaltici. la colonna eruttiva che si sviluppa in questo caso è relativamente poco densa, essendo costituita principalmente di vapore acqueo.<br> Una caratteristica distintiva di queste eruzioni è lo sviluppo di un '''base surge''' (o ''surge piroclastico''), una nube anulare che si sviluppa alla base della colonna eruttiva per il collasso della stessa. <gallery> File:Surtsey eruption 2.jpg|L'eruzione che determinò l'affioramento dell'Isola di Surtsey (Islanda). File:Surtsey eruption 1963.jpg|Isola di Surtsey (Islanda) appena sorta dal mare, con l'eruzione ancora in corso. File:Surtsey from plane, 1999.jpg|Surtsey nel 1999. File:HMS Melville and Graham Island.jpg|Dipinto d'epoca dell'Isola Ferdinandea (o Isola di Graham), sorta nel 1831 in seguito a un'eruzione surtseiana nel Canale di Sicilia (al largo di Sciacca) e contesa tra Regno di Napoli e Regno Unito, ma presto demolita dall'azione del mare. Ora costituisce una secca ad alcuni metri di profondità. File:Taal volcano 2021 eruption captured using IP camera.webm|Video dell'eruzione del vulcano Taal (Filippine). Luglio 2021. Ben visibile l'espansione del ''base surge''. File:Tonga Volcano Eruption 2022-01-15 0320Z to 0610Z Himawari-8 visible.gif|Video che propone una sequenza di immagini satellitari dell'eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Haʻapai (Arcipelago di Tonga, Pacifico meridionale); dicembre 2021-gennio 2022. </gallery> ==== Eruzioni subacquee di alta profondità ==== [[File:Submarine Eruption-numbers.svg|thumb|left|300x300px|Schema di una eruzione sottomarina di elevata profondità; <small>1: pennacchio di vapore; 2: acqua; 3: substrato; 4: colate di lava; 5: condotto magmatico; 6: camera magmatica; 7: dicco; 8: lave a pillow.</small>]] Sono eruzioni caratteristiche di apparati vulcanici su fondali oceanici profondi (generalmente sotto i 500 m, fino ad alcune migliaia di metri di profondità). A tali profondità, la pressione dell'acqua è tale da contrastare efficacemente lo sviluppo e l'espansione del vapore nello strato d'acqua a contatto con la lava, e quindi inibire l'esplosività delle eruzioni. Si tratta quindi di eruzioni prevalentemente effusive, con scarsa attività esplosiva, anche se occorre precisare che lo stile dell'attività dipende sempre in una certa misura anche dal chimismo e dal contenuto in acqua e composti volatili del magma. La maggior parte dei vulcani sottomarini oceanici di alta profondità sono comunque basaltici (con scarso contenuto in composti volatili delle lave).<br> La nota caratteristica di queste eruzioni sono le colate di '''lava a pillow''', già descritta in precedenza. Nella maggior parte dei casi, sulla superficie oceanica non si hanno evidenze di un'eruzione di questo tipo in corso; nel caso di eruzioni meno profonde e/o di grande magnitudine si vedono sulla superficie aree sub-circolari lattiginose caratterizzate da venute di bolle di vapore, in corrispondenza delle quali si innalza una tenue nube di vapore e gas vulcanici, e talora chiazze e distese di cenere e particelle di pomice galleggianti. Le eruzioni di questo tipo sono state a lungo poco conosciute (fino agli anni '80 del secolo scorso), ovviamente per la scarsa accessibilità dei fondali oceanici; nell'ultimo quarantennio però hanno potuto essere osservate diffusamente e anche riprese da sommergibili, batiscafi, sonde sottomarine robotizzate. Si tratta in realtà dei vulcani più diffusi al mondo (costituendo i fondali oceanici la maggior parte della superficie terrestre), e sono localizzati prevalentemente (come vedremo più in dettaglio nel capitolo dedicato alla Tettonica delle Placche) in corrispondenza delle dorsali medio-oceaniche, nelle quali si forma sempre nuova crosta oceanica. Queste eruzioni sono quindi tra i maggiori agenti della creazione e del modellamento della crosta terrestre. Una quota consistente di questo tipo di vulcani si ha anche nel vulcanismo intra-placca oceanica, cioè lontano dalle dorsali, in corrispondenza della risalita di colonne di magma molto caldo e fluido dal mantello terrestre (il vulcanismo hawaiano sottomarino è di quest'ultimo tipo). <gallery> File:Expl2309 - Flickr - NOAA Photo Library.jpg|Rilievo del vulcano sottomarino West Mata (Fiji), la cui sommità è a 1165 m sotto il livello del mare e la cui base scende oltre i 3000 m File:Expl2298 - Flickr - NOAA Photo Library.jpg|Eruzione sottomarina del vulcano West mata (isole Fiji - pacifico meridionale) File:Bands of glowing magma from submarine volcano.jpg|Effusione di lava del vulcano West Mata. File:Craterplume2 hirez.jpg|Pennacchio sottomarino di vapore. File:Fukutoku-Oka-no-Ba 20071017.jpg|Manifestazioni superficiali di un'eruzione sottomarina profonda (Giappone). File:Fukutoku-Oka-no-Ba 20050704-2.jpg|Cenere pomicea galleggiante prodotta da un'eruzione sottomarina profonda (Giappone). </gallery> ==== Eruzioni subglaciali ==== [[File:Subglacial Eruption-numbers.svg|thumb|left|300x300px|Schema di una eruzione subglaciale; 1: nube di vapore acqueo; 2: cratere e lago craterico; 3: ghiaccio; 4: strati di lava e cenere; 5: substrato; 6: lave a pillow; 7: condotto magmatico; 8: camera magmatica; 9: dicco]] Si tratta di eruzioni le cui modalità sono determinate dall'interazione tra lava e ghiaccio. Sono tipiche di apparati vulcanici situati in aree di elevata latitudine o ad alta quota, sopra i quali si trovano depositi consistenti di ghiaccio o ghiacciai veri e propri. L'osservazione e il monitoraggio di queste eruzioni non è facile, per ovvie ragioni di accessibilità, e il loro studio è piuttosto recente: le manifestazioni più significative (e meglio studiate) di questo tipo sono state osservate in Islanda, su apparati vulcanici ricoperti dalla calotta glaciale del Vatnajökull (la più estesa in Europa). Le aree attualmente più interessate da questo tipo di eruzioni sono soprattutto l'Islanda, l'Alaska (USA) e la British Columbia (Canada), l'Antartide e le Ande.<br> Il processo eruttivo che costruisce i vulcani subglaciali inizia con manifestazioni che assomigliano a quelle che avvengono nelle profondità oceaniche, formando cumuli di lava a pillow alla base della struttura vulcanica. La parte della lava che giunge a contatto con il ghiaccio, però, si frammenta contraendosi per la forte differenza di temperatura e formando una breccia composta da frammenti vetrosi chiamata ''ialoclastite''. Con l'aumento della temperatura il ghiaccio si scioglie formando un lago sulla superficie del ghiacciaio. Quindi, quando l'acqua di fusione entra in contatto con la lava iniziano eruzioni più esplosive di tipo surtseiano. In questa fase i prodotti piroclastici sono ancora prevalentemente da ialoclastiti (strati di frammenti vetrosi). Alla fine, il lago evapora completamente per l'elevato flusso di calore, e il carattere dell'eruzione diviene più effusivo, formando spesso colate con struttura interna colonnare.<br> Gli edifici vulcanici di origine subglaciale assumono una forma particolare definita '''tuya''' (termine che deriva da una località in British Columbia, Canada, dove queste strutture sono state studiate per la prima volta). Si tratta di vulcani tronco-conici dai versanti molto ripidi con la sommità quasi piatta. Assumono questa forma perché la lava, a causa del raffreddamento molto rapido, non riesce ad espandersi formando i consueti edifici conici e quindi l'edificio cresce attraverso il ghiaccio con pareti molto ripide. Se l'eruzione dura abbastanza da permettere all'edificio di raggiungere la superficie del ghiacciaio, questo assume infine una forma più "normale", a cono maggiormente appiattito. La quota alla quale cambia bruscamente la pendenza della struttura indica il livello raggiunto dal ghiacciaio. Le eruzioni subglaciali possono dare origine a fenomeni molto pericolosi: * lahar: colate di materiale piroclastico mescolato all'acqua di fusione del ghiacciaio, che possono assumere notevole velocità e potenza; * Jökulhlaup: termine islandese che definisce una inondazione catastrofica di acqua e frammenti di ghiaccio (letteralmente: "discesa o venuta di ghiaccio"). Queste inondazioni derivano dall'accumulo di acqua di fusione sotto forma di laghi supraglaciali in quota, delimitati da dighe naturali di ghiaccio: se l'eruzione prosegue, la diga di ghiaccio prima o poi cede sotto la pressione dell'acqua a monte e determina una improvvisa alluvione di grandi proporzioni, velocità e potenza del territorio a valle. Fortunatamente, le aree soggette a questi fenomeni sono generalmente disabitate o scarsamente popolate, ma i danni ad eventuali infrastrutture (come strade o ponti) possono essere disastrosi. È il caso abbastanza recente dell'eruzione del 1996 del vulcano sotto il lago Grímsvötn, situato nel ghiacciaio del Vatnajökull (Islanda orientale). Durante l'eruzione, il ghiaccio si fuse e il fiume Skeiðará inondò il territorio del Parco nazionale Skaftafell. Si fusero 45.000 m³/s di ghiaccio, distruggendo parte della Hringvegur (la strada che corre intorno alla costa islandese, o strada n. 1). Dopo l'alluvione furono osservati, presso le rive del fiume, iceberg alti fino a 10 m. <gallery> File:Hyaloclastite00004.jpg|Lava a pillow; le strutture a pillow sono immerse in una matrice di ialoclastite (breccia di frammenti vetrosi). File:Hyaloclastite in petrographic microscope.JPG|Sezione sottile di ialoclastite al microscopio ottico. File:Reunion geologie hyaloclastite Pointe de Vincendo dsc09339.jpg|blocco di ialoclastite. File:Herðubreið-Iceland-2.jpg|Struttura a tuya (antico vulcano subglaciale) in Islanda. File:The Table1.jpg|Struttura a tuya in British Columbia (Canada). File:Myrdalsjökull Katla August 2011.jpg|Doline (ovvero depressioni) glaciali, che indicano la presenza di attività vulcanica subglaciale. Sistema del Katla (Islanda). File:Mt Redoubt 2009-03-21 1237756418 ak231.JPG|Eruzione subglaciale (Mount Redoubt, Alaska, USA). File:Skeidara.jpg|L'inondazione catastrofica (jökulhlaup) del 1996 (Skaftafell, Islanda). File:Twisted bridge Skaftafell due to Glacial lake outburst flood.JPG|Travi deformate di un ponte durante lo jökulhlaup del 1996 (Skaftafell, Islanda). </gallery> == Vulcanesimo secondario == Quando i fenomeni eruttivi in superficie vengono meno, rimane in profondità la camera magmatica (spesso anche diverse camere magmatiche), nelle quali il magma lentamente si consolida cristallizzando. Ugualmente, quando in profondità un corpo plutonico cessa di risalire attraverso le rocce incassanti, i processi di consolidamento del magma proseguono fino a produrre un corpo completamente solido. Questi processi avvengono generalmente su tempi molto lunghi (milioni di anni): in questo lasso di tempo, i corpi intrusivi ad alta temperatura continuano a interagire con le rocce incassanti e con i fluidi in esse contenuti (le falde acquifere), e a rilasciare nel contempo fluidi ''juvenili'', di provenienza magmatica, (acqua e gas). Tutti questi fluidi, a temperatura relativamente più elevata rispetto alle acque superficiali (e quindi meno densi), risalgono facilmente attraverso le fratture della crosta terrestre e attraverso la porosità delle rocce, arrivando a giorno con vari tipi di manifestazioni ('''manifestazioni tardive''') che fanno parte del '''vulcanesimo secondario'''. Le acque ad alta temperatura (fino a oltre 300 °C), salendo si depressurizzano, trasformandosi in vapore acqueo.<br> Le manifestazioni più diffuse del vulcanesimo secondario sono le '''fumarole''': * '''''Fumarole calde''''' (da 90° a 300°C). Sono esempi di fumarole calde le '''solfatare''', getti di vapore surriscaldato (130-165°C) contenente acido solfidrico. L'acido solfidrico viene ossidato dall'ossigeno atmosferico ad acido solforico e zolfo elementare che cristallizza incrostando le superfici circostanti. Famosa è la solfatara di Pozzuoli (nel complesso dei Campi Flegrei, in Campania). Ad attività fumarolica vanno associati anche i '''soffioni boraciferi''' di Larderello in Toscana. Si tratta di getti di vapore con acido borico ad alta temperatura (120° - 210°C) che, sospinti da pressioni elevate (1 - 6 atm), possono innalzarsi fino a 15-20 metri dal suolo. * '''''Fumarole fredde''''' (sotto i 90°C). Producono solo vapore d'acqua e anidride carbonica, la cui temperatura raramente si avvicina ai 100°C. Fumarole fredde particolarmente ricche di anidride carbonica sono le '''mofete''', di cui si hanno esempi nei Campi Flegrei. Altri due fenomeni associati in prevalenza alle manifestazioni del vulcanismo secondario sono le ''sorgenti termali'' ed i ''geyser''. * '''''Le sorgenti termali''''' possono prodursi semplicemente per contatto dell'acqua con rocce profonde, più calde di quelle superficiali per il normale gradiente geotermico. Il fenomeno è però particolarmente accentuato in aree vulcaniche. Si tratta di acque particolarmente ricche di minerali in soluzione e con temperature che possono andare dai 20° ai 70°C. Le acque riscaldate da una sorgente di calore costituita da una massa magmatica sono meno dense di quelle superficiali e tendono a risalire per convezione. * '''''I Geyser''''' sono getti intermittenti di acqua calda che possono innalzarsi per decine di metri. Provengono da serbatoi sotterranei, posti a profondità variabili da qualche centinaio di metri a circa 2000 m di profondità, situati in prossimità di masse magmatiche ad alta temperatura e collegati alla superficie da condotti molto stretti e complessi . In questi serbatoi l'acqua, sottoposta alla pressione della colonna d'acqua sovrastante, raggiunge temperature superiori ai 100° senza entrare in ebollizione. L'acqua entro i condotti è più fredda e densa, ma a causa della strettezza del condotto non si hanno fenomeni convettivi. Quando infine viene raggiunta una temperatura sufficientemente elevata da causare l'ebollizione nonostante la pressione idrostatica, il geyser entra in attività, espellendo bruscamente un getto di acqua bollente. Uno dei geyser più famosi al mondo è l'Old Faithful nel parco nazionale di Yellowstone in U.S.A., ma se ne trovano in diverse aree con attività magmatica in tutto il mondo, ad esempio in Islanda, nella Nuova Zelanda, nelle isole Azzorre. La parola geyser deriva da ''Geysir'' che è il nome del più noto geyser islandese. <gallery> File:Grande fumarola.jpg|Solfatara di Pozzuoli (Campi flegrei) con le fumarole File:SOOS mofeta (2).jpg|Mofeta con manifestazioni di gas (Repubblica Ceca). File:MudPot 8334.jpg|Salse (fanghi bollenti) File:Grand Prismatic Spring and Midway Geyser Basin from above.jpg|Sorgente termale nel parco dello Yellowstone File:Strokkur geyser eruption, close-up view.jpg|Il geyser Strokkur in Islanda. File:Geyser animation.gif|Animazione che illustra il meccanismo di un tipico geyser: il serbatoio del geyser viene periodicamente svuotato dall'attività eruttiva quando la temperatura dell'acqua la fa entrare in ebollizione nonostante la pressione elevata, e continuamente ricaricato dalle acque meteoriche. </gallery> === Geotermia === [[File:Circuito idrotermale.png|thumb|right|600x600px|Schema generale di un sistema idrotermale.]] Le venute di acqua calda e gas che costituiscono le manifestazioni del vulcanesimo secondario, formano colonne di fluidi in risalita che innescano '''correnti convettive''': le acque calde si raffreddano salendo verso la superficie e si mescolano con le acque di falda e con le acque meteoriche più fredde, divenendo in tal modo più dense, e quindi ridiscendono fino alle masse intrusive, riscaldandosi e risalendo di nuovo, creando quindi un '''circuito idrotermale'''. <br> Questi circuiti sono alimentati e "ricaricati" soprattutto dalle acque meteoriche (dalle precipitazioni atmosferiche), le cui acque non sempre possono penetrare nel sottosuolo entro l'area stessa in cui sono presenti le sorgenti di calore nel sottosuolo, per la presenza eventuale di '''rocce di copertura''', cioè rocce impermeabili o a bassa permeabilità (ad esempio delle argille). Anzi: spesso le aree di ricarica dei sistemi idrotermali sono più o meno lontane dai siti idrotermali veri e propri, e il tragitto delle acque sotterranee dalle aree di ricarica alle aree soprastanti le masse intrusive può essere anche molto complesso (a seconda dell'assetto geologico) e richiedere anni o decine di anni. <br> Questo tipo di circuito costituisce la fonte di '''energia geotermica''', cioè di energia generata per mezzo di fonti di calore presenti nel sottosuolo, più diffusa e utilizzata. Per un sistema geotermico efficiente occorrono quindi quattro elementi fondamentali: * una '''sorgente di calore''', di solito un'intrusione magmatica. * un '''serbatoio geotermico''', costituito da rocce porose e permeabili, in cui i fluidi (acqua e gas) possono muoversi. * una '''copertura''', cioè una sequenza di rocce impermeabili soprastanti il serbatoio, che lo sigillano impedendo la dispersione dei fluidi. * un''''area di ricarica''', dove le acque meteoriche possono almeno in parte infiltrarsi nel sottosuolo e alimentare il serbatoio; ovviamente, tra l'area di ricarica in superficie e il serbatoio che si trova in profondità le formazioni rocciose permeabili devono essere continue o comunque a contatto.<br> [[File:Geothermal Power Station.tif|thumb|right|320x320px|Schema generale di una centrale geotermica: si tratta di un circuito chiuso, in cui i fluidi geotermici vengono estratti mediante i pozzi produttori, vengono utilizzati nell'impianto per produrre energia elettrica e infine iniettati di nuovo nel sottosuolo.]] La '''geotermia''' consiste nello '''sfruttamento dell'energia geotermica accumulata nel sottosuolo sotto forma di calore'''. Per la captazione del vapore e dei fluidi ad alta temperatura si ricorre alla perforazione di '''pozzi geotermici''': questi possono essere ''pozzi esplorativi'', con lo scopo iniziale di accertare la presenza e l'entità del serbatoio geotermico, e successivamente ''pozzi di produzione'' (o ''pozzi di sviluppo''), che producono effettivamente fluidi geotermici. Il vapore proveniente dai pozzi viene convogliato verso una '''centrale geotermica''' tramite tubature apposite (''vapordotti''). Nella centrale, la pressione del vapore induce la rotazione di apposite ''turbine'' munite di un ''alternatore'' che trasforma l'energia meccanica in energia elettrica: questa viene portata alla tensione di rete da un ''trasformatore'' e rilasciata nella rete elettrica di distribuzione esterna. Il vapore acqueo e le acque calde possono anche essere utilizzati per il riscaldamento urbano, le coltivazioni in serra e il termalismo. Dopo l'utilizzo il vapore rimanente viene condensato e l'acqua viene iniettata di nuovo nel serbatoio. Infatti, per incrementare la produzione del vapore acqueo si ricorre generalmente all'immissione di acqua fredda in profondità mediante ''pozzi iniettori'': in questo modo, si ottiene il duplice scopo di mantenere elevata la pressione del serbatoio e nello stesso tempo alimentare il fenomeno convettivo, riuscendo così a rendere costante la produzione dei pozzi, producendo calore con maggiore continuità, e a far lavorare a pieno regime le turbine<ref group=N>Uno scopo non secondario del mantenimento della pressione del serbatoio geotermico è di non innescare fenomeni di ''subsidenza'' dovuti alla riduzione del volume poroso della roccia serbatoio sotto il peso delle rocce soprastanti, non più contrastato efficacemente dalla pressione interna. il fenomeno può propagarsi a tutta la colonna di roccia soprastante il serbatoio e arrivare in superficie, provocando un abbassamento del suolo che può arrivare ad un ordine di grandezza di decimetri o addirittura di metri in poche decine di anni. Ovviamente la subsidenza ha ripercussioni negative sulle costruzioni e può provocare modificazioni all'idrografia di superficie (ai corsi d'acqua), provocando ristagno di acque e, nelle aree costiere, arretramenti della linea costiera e invasione da parte di acque marine o salmastre.</ref>.<br> L'energia geotermica è sostanzialmente una '''fonte di energia pulita e rinnovabile'''. Questa forma di energia ha il vantaggio di essere generalmente a '''basso inquinamento''' (rispetto ai combustibili fossili come petrolio e gas), e inoltre non richiede opere di ingegneria civile di grande impegno e notevole impatto ambientale (come ad esempio le dighe per la creazione di bacini idroelettrici). Una fonte secondaria di inquinamento però possono essere sostanze presenti nelle acque provenienti dal sottosuolo, che talora includono elementi tossici come zolfo, mercurio e arsenico, oltre a composti gassosi fortemente tossici come idrogeno solforato, anidride solforosa e anidride carbonica. Queste emissioni devono essere gestite in modo che non si disperdano nell'ambiente (generalmente, reimmettendole nel sottosuolo con le acque di iniezione oppure abbattendole chimicamente fino a trasformarle in composti meno pericolosi o inerti che possono essere smaltiti). Per questo motivo comunque le aree geotermiche sono sottoposte ad analisi ambientali periodiche di controllo. Inoltre si ha un '''limitato impatto ambientale''' per la necessità di strutture di captazione ai pozzi e di condotte esterne (acquedotti e vapordotti) per il trasporto del vapore e delle acque calde alle centrali. <br> L'energia geotermiche richiede investimenti iniziali piuttosto cospicui (prospezioni geologiche e geofisiche, perforazione di pozzi, opere di captazione, costruzione di centrali di trasformazione e distribuzione dell'energia), a fronte di successivi costi di esercizio complessivamente bassi per tempi (in termini economici) piuttosto lunghi (fino a decine di anni e oltre). Si tratta perciò anche di una sorgente di energia conveniente: tuttavia le aree con buona potenzialità di sviluppo non sono particolarmente frequenti, vista la necessità di più fattori favorevoli concomitanti che non è facile trovare in una stessa area.<br> L'Italia è uno dei paesi nel mondo in cui questa fonte di energia è più e meglio sfruttata (e da più tempo), anche se le aree di sviluppo non sono distribuite uniformemente sul territorio nazionale: la produzione di energia elettrica dalla geotermia è infatti fortemente concentrata in Toscana (provincie di Pisa, Siena e Grosseto), in corrispondenza di diversi corpi magmatici di sottosuolo (sia di origine intrusiva che vulcanica) che fanno parte della cosiddetta ''provincia magmatica toscano-laziale'', derivante in massima parte da attività magmatica che dal Miocene Medio (circa 14 milioni di anni fa) arriva fino al Pleistocene (le ultime manifestazioni eruttive risalgono ad alcune decine di migliaia di anni fa). L'energia geotermica può essere sfruttata con tre diverse modalità: * '''Geotermia ad alta entalpia'''<ref group=N>La parola entalpia ha origine dal greco enthalpos (ἔνθαλπος), che significa letteralmente "portare calore dentro". E' definita come la somma dell'energia interna '''''U''''' e del prodotto della pressione '''''p''''' per il volume '''''V''''', cioè: '''''H = U + pV'''''</ref>: da sistemi geotermici ad elevata temperatura (> 150 °C). Si tratta della geotermia più "classica", che come abbiamo visto impiega la pressione del vapore per la generazione di energia elettrica tramite turbine. * '''Geotermia a media entalpia''': da sistemi geotermici con temperatura compresa tra 90 °C e 150 °C. Questo tipo di geotermia si presta bene all'uso diretto dell'energia termica per ''teleriscaldamento'', con l'utilizzo di uno ''scambiatore di calore''<ref group=N>Per questo tipo di uso, il vapore e le acque di sottosuolo sono utilizzate per riscaldare acque provenienti dalla rete di distribuzione, tramite uno ''scambiatore di calore'' (un dispositivo che permette lo scambio di energia termica tra fluidi aventi temperature diverse). Infatti i fluidi di sottosuolo non possono venire immessi direttamente in una rete di distribuzione esterna, sia perché spesso contengono sostanze tossiche o corrosive, sia perché il circuito geotermico dovrebbe mantenersi per quanto possibile chiuso, per poter iniettare nel serbatoio la stessa quantità di acqua che gli viene sottratta, in modo da mantenerne la pressione, e anche perché in tal modo si ha maggiore controllo sulla temperatura delle acque entro la rete di distribuzione.</ref> per riscaldare abitazioni e infrastrutture collegate in una rete di distribuzione. E' ancora possibile la produzione di energia elettrica utilizzando ''centrali a ciclo binario'': i fluidi geotermici (vapore o acqua calda) permettono di vaporizzare attraverso uno scambiatore di calore un secondo fluido caratterizzato da temperatura di ebollizione decisamente inferiore a quella dell'acqua. Questo fluido vaporizzando si espande e la pressione risultante fa girare una turbina che produce energia elettrica. Il fluido secondario viene poi condensato (portato di nuovo allo stato liquido), in un ciclo chiuso e privo di contatti con l'esterno. I fluidi geotermici vengono di nuovo iniettati nel sottosuolo per mantenere la produzione (secondo le modalità già viste). * '''Geotermia a bassa entalpia''' (<90 °C): questa forma di energia geotermica non permette di produrre energia elettrica, ma viene utilizzata per il riscaldamento (o il raffrescamento) di abitazioni. Infatti non ha a che fare con sorgenti di calore di tipo magmatico (quindi in questa sede non viene trattata in dettaglio), ma nella maggior parte dei casi sfrutta la proprietà del terreno di mantenere una temperatura costante durante l'anno (oltre una certa profondità)<ref group=N>Rispetto all'aria atmosferica, la temperatura del suolo ad una certa profondità subisce variazioni annuali molto più contenute: a profondità di 5–10 m la temperatura del suolo è pressoché costante tutto l'anno ed è equivalente all'incirca alla temperatura media annuale dell'aria, ovvero circa 10-16 °C (a seconda della latitudine e dell'altitudine).</ref>, e si basa sullo scambio di energia termica tra il terreno e la struttura di cui si vuole modificare la temperatura. In inverno, il calore viene trasferito dal terreno all'ambiente da riscaldare, mentre in estate il calore viene estratto dall'ambiente per essere immesso nel terreno<ref group=N>Per ottenere questo trasferimento di energia termica, viene utilizzata una macchina termica chiamata ''pompa di calore'', che è una applicazione della [[Termodinamica/Seconda legge|Seconda legge della Termodinamica]]. </ref>. <gallery> File:Diagram VaporDominatedGeothermal inturperated version.svg|Schema generale di una centrale geotermica a vapore dominante (ad alta entalpia): <small>il vapore viene utilizzato direttamente per la generazione di energia elettrica tramite una turbina. Il vapore viene in parte riconvertito in acqua per raffreddamento tramite un condensatore e l'acqua viene iniettata di nuovo nel serbatoio</small>. File:Geothermal Binary System (alt version).svg|Centrale geotermica a ciclo binario (ad alta o media entalpia). <small>L'acqua calda geotermica viene usata per vaporizzare un secondo fluido con temperatura di ebollizione inferiore a quella dell'acqua (ad esempio isopentano, con temperatura di ebollizione di 28 °C): il vapore del fluido secondario si espande aumentando di pressione e fa girare una turbina che genera energia elettrica. Il fluido secondario viene poi raffreddato e riportato allo stato liquido. Il circuito secondario è rigorosamente chiuso (anche perché questi fluidi sono tossici). Anche qui l'acqua di origine geotermica è iniettata di nuovo in serbatoio</small>. File:Centrale geotermica di Ferrara.svg|Centrale geotermica di Ferrara (a media entalpia). <small>Le acque calde vengono prelevate a circa 2000 m di profondità, a 100 °C. In questo caso le acque calde di sottosuolo vengono impiegate per il teleriscaldamento di abitazioni e infrastrutture (tramite uno scambiatore di calore), e le acque ormai raffreddatesi vengono iniettate di nuovo in profondità nel serbatoio per mantenere la pressione e la produzione</small>. File:Larderello, Italy. Picture shows a steam geyser which has been opened at the mouth of the well in order to repair... - NARA - 541745.tif|La storica centrale geotermica di Larderello (Pisa), costruita a partire dal 1931. Il vapore veniva utilizzato dal 1905 per la produzione di energia elettrica. File:Larderello 001.JPG|L'attuale centrale ENEL di Larderello, con le tipiche torri di raffreddamento, in cui il vapore viene in parte riconvertito in acqua per essere iniettato di nuovo nel serbatoio geotermico. File:NesjavellirPowerPlant edit2.jpg|Centrale geotermica in Islanda. File:Altbach Power Plant Turbine on display.JPG|Rotore di una turbina a vapore. File:Hellisheiði Geothermal Plant 22.06.2004 15-54-41.jpg|Impianto di perforazione per geotermia in Islanda. </gallery> ==Conseguenze dell'attività vulcanica== I vulcani hanno un ruolo primario nella e formazione nel modellamento della crosta terrestre e hanno avuto anche un ruolo importante nell'evoluzione dell'atmosfera terrestre. La loro attività rappresenta però un importante fattore di rischio per l'uomo nelle aree da essa interessate. === Atmosfera terrestre === [[File:Greenland sulfate.png|thumb|right|400x400px|Diagramma che mostra le variazioni nella concentrazione di ione solfato (SO<sub>4</sub><sup>-</sup>) in una carota di ghiaccio dalla Groenlandia. Ben visibile il picco successivo al 1815, corrispondente alla diffusione nell'atmosfera dei prodotti dell'eruzione del Tambora. L'evento del 1810 non è stato identificato.]] I vulcani hanno avuto un ruolo molto importante nell'evoluzione dell'atmosfera terrestre, immettendo nell'atmosfera della Terra primitiva grandi quantità di CO<sub>2</sub>, vapore acqueo, azoto (N<sub>2</sub>). L'atmosfera primordiale era probabilmente in prevalenza di origine vulcanica. Solo successivamente, a partire da circa 2.45 miliardi di anni fa (alla base del Proterozoico), gli organismi vegetali autotrofi (dapprima batteri e alghe unicellulari, poi le piante vere e proprie), mediante la fotosintesi, hanno diminuito gradualmente la concentrazione di CO<sub>2</sub> e immesso grandi quantità di ossigeno. Le tracce di questo evento che è definito come la "rivoluzione dell'ossigeno" si riscontrano nella sempre maggiore diffusione di ossidi di ferro nelle rocce sedimentarie a partire da questa datazione.<br> Ancora oggi le emissioni di gas e vapore dai vulcani attivi possono modificare la composizione atmosferica su scala locale. In caso di eruzioni di grande magnitudine possono essere immesse nell'atmosfera grandi quantità di gas serra, principalmente vapore acqueo e anidride carbonica (CO<sub>2</sub>), modificando significativamente il clima su vaste aree continentali, anche per diversi anni. Altre emissioni, come le ceneri e le polveri di origine eruttiva e l'anidride solforosa (SO<sub>2</sub>), possono al contrario diminuire la quantità di luce solare che arriva alla superficie terrestre determinando un raffreddamento del clima a breve termine. <br> Un buon esempio delle conseguenze di un'eruzione catastrofica sull'atmosfera e conseguentemente sul clima è, oltre ai già citati eventi del Laki in Islanda (1784) e del Krakatoa in Indonesia (1885), l'eruzione del vulcano Tambora (1815), situato nell'isola di Sumbawa, sempre in Indonesia. Oltre alle vittime dirette dell'evento eruttivo causate dalle emissioni piroclastiche e dalle tsunami (onde di maremoto) conseguenti che, secondo le stime, ammonterebbero a circa 117000 unità, si ebbero conseguenze globali rilevanti causate dalle emissioni di gas e prodotti solidi (ceneri e polveri). L'eruzione del 1815 rilasciò da 10 a 120 milioni di tonnellate di zolfo nella stratosfera, provocando sconvolgimenti climatici a livello globale. Nell'emisfero settentrionale vi furono condizioni climatiche estreme, tanto che il 1816 fu denominato "anno senza estate". Le temperature globali decrebbero di un valore compreso tra 0,4 e 0,7 °C. Altre stime parlando di raffreddamento globale tra 1 °C e 2,5 °C con punte di 10 °C in alcune zone. Ne seguirono fenomeni meteorologici estremi, con gelate intense e diffuse in contesti dove non avrebbero dovuto manifestarsi. A luglio e agosto, che sono i mesi generalmente più caldi, la temperatura non superava i 10 gradi: ciò causò moltissimi problemi al raccolto e all'allevamento; vi furono nevicate e gelate a Giugno in diverse località dell'emisfero settentrionale, registrate sia in nord America che in Europa. Nella primavera-estate del 1816, negli Stati Uniti nordorientali fu osservato un fenomeno non ordinario: un velo persistente di polvere descritto come "nebbia secca". Erano visibili perfino le macchie solari a occhio nudo (a causa dell'oscuramento determinato dalle polveri). Tutto questo fu accompagnato da carestie e, come ulteriore conseguenza, da epidemie. Modificazioni di questo tipo si sono verificate più volte in epoca storica, e nel passato geologico vi sono alcuni eventi di estinzione di massa che si ipotizzano come dovuti almeno in parte ad attività vulcanica di grande magnitudine che avrebbe indotto mutamenti climatici catastrofici, acidificazione delle piogge e delle acque oceaniche e diffusione di composti tossici come idrogeno solforato e anidride solforosa. Il più noto di questi eventi di estinzione è anche quello di maggiore entità conosciuto: l'estinzione di massa collocata tra Permiano e Triassico (cioè tra l'Era Paleozoica e l'Era Mesozoica) e datato a circa 251 milioni di anni fa. Questo evento corrisponde ad almeno due grandi picchi di attività vulcanica: uno situato in Cina (allora in posizione equatoriale e non ancora unita all'Eurasia) e l'altro, più cospicuo, in corrispondenza della Siberia attuale (anche allora vicina al Circolo Polare Artico), durati circa 250000 anni. Questi due eventi avrebbero dato luogo da un lato a emissioni massicce di gas serra con innesco di un riscaldamento estremo dell'atmosfera e alla diffusione di composti tossici, e dall'altra parte ad un'interruzione della fotosintesi causata dalle emissioni piroclastiche che avrebbe sterminato il ''fitoplancton''<ref group=N>Si tratta della parte di organismi planctonici fotosintetici composta di batteri e alghe unicellulari, che costituisce la base della catena alimentare: il nutrimento di gran parte dello ''zooplancton'' e quindi degli animali marini pluricellulari (invertebrati, pesci, rettili etc.).</ref> minando alla base la catena alimentare, oltre che determinare una riduzione estrema dell'ossigeno disciolto nelle acque marine. Si calcola che almeno l'81% delle specie marine e il 70% delle specie di vertebrati continentali si siano estinte come conseguenza di questo evento. La vita sul nostro pianeta subì un duro colpo, tanto che ci vollero circa 10 milioni di anni nel corso del Triassico inferiore-medio per recuperare una ''biodiversità''<ref group=N>la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi interagiscono #RINVIA [[Geografia generale ed economica/Ambiente e sviluppo sostenibile#La biodiversità]] </ref> confrontabile con quella precedente l'estinzione di massa. === Modellamento della crosta terrestre === [[File:Spreading ridges volcanoes map-en.svg|miniatura|570x570px|La distribuzione dei vulcani nel mondo]] Non tutte le regioni della terra sono interessate in egual misura dai fenomeni vulcanici e sismici. Tuttavia la loro distribuzione non è casuale. Inoltre molto spesso le aree interessate da fenomeni sismici sono anche sede di attività vulcanica. Il motivo di tale coincidenza e della loro particolare distribuzione va ricercato nella dinamica crostale, descritta dalla teoria della '''tettonica delle placche''', di cui avremo in seguito modo di parlare in dettaglio. Per ora ci limiteremo ad indicare le zone in cui si trovano concentrati la maggior parte dei fenomeni vulcanici e sismici, le quali coincidono con i confini delle placche crostali. * ''Dorsali medio-oceaniche'' Si tratta di aree rilevate, strette e allungate, presenti sui fondali oceanici e caratterizzate da attività basaltica effusiva. In queste fasce si ha continuamente la formazione di nuova crosta oceanica, processo che causa l'espansione del fondale oceanico esternamente alla dorsale e l'allontanamento dei margini continentali. * ''Cintura di fuoco circumpacifica'' con tale nome si fa riferimento alla fascia che borda le coste orientali e occidentali dell'oceano pacifico, dove sono concentrati il 60% dei vulcani attivi ed il 70% dei terremoti verificatisi nel nostro secolo. Questa fascia corrisponde a situazioni in cui abbiamo collisione tra due placche tettoniche, con formazione di catene montuose caratterizzate da intensa attività vulcanica (come ad esempio le Ande) oppure di archi vulcanici insulari (come l'Indonesia o le Isole Aleutine). Vi sono molti esempi di archi insulari e catene montuose collisionali anche fuori della "Cintura di fuoco"; le Alpi sono un esempio di catena collisionale, ormai per la maggior parte inattiva e in fase di smantellamento, perché la fase più attiva della collisione continentale (in questo caso tra la placca africana e quella euroasiatica) è avvenuta nel passato geologico (all'incirca da 50 a 30 milioni di anni fa), in seguito alla chiusura di un oceano (la Tetide) la cui ampiezza è stimata in un migliaio di chilometri. IL vulcanismo è quindi un agente primario sia della formazione che del modellamento della crosta terrestre. <gallery> File:South_America_satellite_orthographic.jpg|La Cordigliera delle Ande, che si sviluppa al margine occidentale del continente sudamericano, è caratterizzata da una intensa attività vulcanica provocata dall'interazione di tipo collisionale di una placca crostale oceanica del Pacifico con la placca continentale sudamericana. File:Cordillera_de_los_Andes.jpg|Il settore intermedio della Cordigliera delle Ande. File:Japan_topo_en.jpg|Il Giappone è caratterizzato da intensa attività vulcanica e sismica, connesse alla collisione tra due placche tettoniche che si verifica al largo della sponda verso il Pacifico. File:Pacific Ocean laea relief location map.jpg|Gli archi insulari sono arcipelaghi disposti in strette fasce allungate ad arco, comuni nel Pacifico occidentale. Sono di origine vulcanica e connesse alla collisione tra placche di crosta basaltica oceanica. File:NASA_Hawaiian_Islands_main_islands.png|Le Hawai sono isole vulcaniche. In questo caso però si tratta di vulcanismo "intraplacca" (cioè all'interno di una placca tettonica e non connesso con i fenomeni tettonici che caratterizzano i margini delle placche). </gallery> === Previsione dell'attività vulcanica === La previsione degli eventi di natura vulcanica richiede un approccio integrato che prende in considerazione vari tipi di dati. '''Fenomeni precursori'''. Fenomeni di tipo fisico e chimico che precedono una eruzione: sono indotti dal magma in risalita che causa dilatazione e fratturazione delle rocce, e nel contempo immette nuovi composti ed elementi chimici nelle acque di falda e di superficie. * fenomeni sismici: vi è generalmente una variazione nel numero, nella tipologia e nei meccanismi dei terremoti (spesso un incremento ma non necessariamente continuo); * fenomeni deformativi: si hanno deformazioni "lente" del terreno per l'accumulo di pressione entro l'edificio vulcanico; * variazioni nella composizione dei gas e dei fluidi idrotermali e variazioni di flusso; * variazioni locali di gravità, per la presenza di corpi a maggiore densità nel sottosuolo (ad esempio, magmi in risalita più densi delle rocce incassanti); * fenomeni elettrici e magnetici (variazioni della conducibilità elettrica nei fluidi di sottosuolo, variazioni locali del campo magnetico); * variazioni delle proprietà meccaniche delle rocce (ad esempio, modificazione delle proprietà elastiche delle rocce per riscaldamento, dilatazione e micro-fratturazione indotta dal magma in risalita). Generalmente, i principali precursori di un'eruzione sono quelli sismici (terremoti a bassa intensità e "tremore", cioè attività sismica continua a bassa energia), seguiti dalle deformazioni del suolo (sollevamento in seguito alla dilatazione dell'edificio vulcanico) e dai segnali di tipo geochimico (variazioni dei gas emessi dal suolo e dalle fumarole). La coincidenza di più fenomeni diversi in uno stesso periodo di tempo è un'indicazione abbastanza attendibile di un'eruzione imminente. Come vedremo tra breve, nel capitolo dedicato al rischio sismico, tutti questi fenomeni possono essere registrati mediante '''reti di monitoraggio''' estese all'edificio vulcanico e al territorio circostante. Se però il monitoraggio dei fenomeni precursori può indicare la presenza di un comportamento anomalo del vulcano, è comunque molto difficile determinare l'intervallo di tempo tra la manifestazione dei precursori e l'eruzione vera e propria, così come è difficile prevedere l'entità e la tipologia dell'eruzione stessa. Per stabilire se vi sono effettive anomalie nel comportamento del vulcano è indispensabile conoscere il livello di attività basale (cioè "normale") dello stesso, con l'analisi dei dati storici delle reti di monitoraggio. L'esperienza mostra che vulcani attivi ben monitorati hanno sempre mostrato dei fenomeni precursori significativi prima di una eruzione documentata. Sfortunatamente, non è sempre vero il contrario: cioè talvolta, pur essendosi verificati fenomeni precursori, l'eruzione non è avvenuta, causando '''falsi allarmi'''. Un esempio in Italia è lo sgombero del Rione Terra (Pozzuoli) avvenuto il 2 Marzo 1970 per un allarme vulcanologico diramato in seguito all'aumentata attività sismica e deformativa dell'area, con sollevamento massimo di circa 1 metro e danni significativi agli immobili. Lo sgombero interessò circa 65000 persone, tuttavia (fortunatamente) non vi fu alcuna eruzione.<br> Questa eventualità costituisce uno dei problemi più seri nella gestione delle emergenze vulcaniche: ad esempio per quanto riguarda i vulcani italiani dell'area campana (Vesuvio, Campi Flegrei, Ischia), l'elevata densità di popolazione e le complesse problematiche legate all'evacuazione renderebbero oggi un eventuale falso allarme molto oneroso in termini economici e molto difficile da gestire in termini sociali e politici. D'altro canto, ovviamente, un mancato allarme seguito da un'eruzione di elevata magnitudine avrebbe conseguenze potenzialmente molto peggiori. L'incertezza in questione non è mai completamente eliminabile, ma può essere ridotta con un'attenta valutazione di vari tipi di dati pregressi. '''Dati geologici'''. La ricostruzione della storia eruttiva del vulcano dalle sue prime manifestazioni è attuata mediante '''prospezioni geologiche e geofisiche''', che permettono di evidenziare i tipi di prodotti dell'attività eruttiva (colate laviche, flussi piroclastici, coltri di cenere e lapilli, bombe vulcaniche etc.) e la loro distribuzione nel territorio. Questi prodotti possono anche essere datati in termini assoluti, con '''tecniche di datazione''' basate si tempi di decadimento dei radioisotopi di vari elementi (ad esempio uranio, torio, potassio). In questo modo è possibile determinare la "cadenza" e i '''tempi di ritorno degli eventi eruttivi'''. I prodotti vulcanici possono essere intervallati da sedimenti "normali" di vario tipo (alluvionali, di versante, marini, lacustri...), che possono contenere elementi indicativi dell'età (fossili e microfossili, manufatti). '''Dati storici'''. L'analisi delle fonti storiche e letterarie permette spesso la '''ricostruzione dei fenomeni precursori e degli effetti di un'eruzione storica''' attraverso la percezione degli abitanti del territorio. Un esempio eclatante è quello dell'area vesuviana, per la quale si ha una ricca e dettagliata produzione letteraria e storica riguardante non solo l'eruzione pliniana del 79 D.C., ma anche i decenni precedenti (a partire dal 37 D.C.). La documentazione di buona qualità per altro si estende per tutto il periodo successivo fino ai nostri giorni (fino alle prime annotazioni e registrazioni scientifiche vere e proprie dei fenomeni vulcanici). '''Dati archeologici'''. Si tratta di un campo di ricerca tra i più affascinanti, che permette un alto livello di integrazione con il dato storico e geologico. In particolare, la '''biogeoarcheologia''' è un campo di studi multidisciplinare che permette di integrare dati archeologici in senso stretto (costruzioni, manufatti ed altri elementi di cultura materiale, resti umani e animali) con dati che riguardano le condizioni di vita (''bioantropologia''), le modalità di morte e seppellimento (''tafonomia'') e con dati vulcanologici e geofisici. Questo tipo di approccio consente la ricostruzione accurata attraverso il tempo delle condizioni demografiche del territorio, della mortalità indotta dagli eventi vulcanici, e degli effetti termici e meccanici indotti sulle vittime umane e animali dalla deposizione dei prodotti vulcanici. Quindi, è necessario integrare i dati provenienti dal monitoraggio del vulcano con dati di tipo statistico.<br> Spesso occorre integrare tutti questi dati con dati provenienti da altri vulcani aventi caratteristiche simili da utilizzare come '''analoghi''', per avere maggiori informazioni sulle relazioni tra i parametri di monitoraggio e il probabile comportamento del vulcano; non sempre infatti i dati provenienti da un unico sito sono esaustivi. <gallery> File:UsuZan2007Ryuki.JPG|Effetti del sollevamento del suolo in un'area vulcanica (Giappone). File:Sgombero.jpg|Sgombero dell'area centrale di Pozzuoli (Rione Terra) nel 1970 per l'incremento improvviso del ''bradisismo'' (sollevamento del suolo). Nonostante importanti fenomeni precursori, non si ebbe alcuna eruzione: fu un clamoroso esempio di "falso allarme". File:Herculaneum - Ercolano - Campania - Italy - July 9th 2013 - 32.jpg|I ricoveri per barche di Ercolano, con le vittime di un flusso piroclastico. File:Calco di maiale (Boscoreale).jpg|Calco del corpo di un maiale, da un allevamento nell'area di Boscoreale (79 D.C.). </gallery> === Rischio vulcanico === [[File:ECDM 20210409 Soufriere Volcano(1).jpg|right|thumb|450x450px|Carta del rischio vulcanico relativa al vulcano La Soufrière (Isola di Saint Vincent, Caraibi). E' visibile la zonazione del rischio vulcanico (a sinistra); sono riportate le infrastrutture significative. Nella carta a destra è riportato più specificatamente il rischio relativo a flussi piroclastici e fenomeni di ''surge'' ("ondate" di materiale piroclastico che si manifestano alla base della colonna eruttiva). Sono indicati anche i percorsi delle colate di fango tipo ''lahar''.]] Con "rischio" si intende la probabilità che un fenomeno potenzialmente dannoso (un evento di origine vulcanica in questo caso) possa avvenire in un determinato luogo e in un certo tempo, provocando un danno di valore stimato. La determinazione del rischio vulcanico è quindi la valutazione dei danni che potrebbero verificarsi nel territorio in caso di evento di origine vulcanica, in un periodo di tempo determinabile statisticamente. Il rischio è un valore quantificabile mediante la formula: '''''Rischio = Pericolosità * Esposizione * Vulnerabilità''''' * la '''pericolosità''' è la probabilità che l'evento si verifichi in un certo intervallo di tempo nell'area in esame. Per l'intervallo temporale si considera il '''periodo di ritorno''' di un evento di origine vulcanica di data intensità. E' espressa in una scala probabilistica da 0 (evento nullo) a 1 (evento certo). * l' '''esposizione''' (valore esposto al rischio), è il valore dell'insieme degli elementi esposti al rischio all'interno dell'area esposta (persone, beni, attività). L'esposizione dipende sostanzialmente dal valore economico delle strutture e dalla concentrazione di persone in esse. Ad esempio, un evento vulcanico in una regione spopolata e priva di costruzioni e infrastrutture (come un deserto) avrebbe una esposizione e un rischio praticamente nulli. Al contrario, se l'area è particolarmente affollata e vi sono strutture la cui distruzione causerebbe gravi perdite umane, economiche e interruzioni di servizi primari, l'esposizione è molto elevata. L'esposizione si quantifica in termini relativi (valore monetario di proprietà, attività economiche, servizi pubblici) oppure assoluti (numero di abitanti, di edifici etc.). Questo parametro serve soprattutto per la stima dei costi che un evento vulcanico può avere e per la valutazione degli interventi di recupero e ricostruzione. * la '''vulnerabilità''' è il grado di perdita potenziale prodotto sugli elementi esposti al rischio che l'evento si verifichi (numero di persone e coinvolte, numero delle abitazioni e infrastrutture presenti sul territorio, terreni agricoli etc.). Questo fattore è espresso in scala da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita totale). La valutazione del rischio vulcanico è complicata dal fatto che non vi è, come invece per i terremoti, un valore di magnitudine o una scala di intensità che possano fornire un riferimento univoco. Questo perché, come abbiamo visto, i fenomeni cui può dare origine un vulcano sono molteplici e di tipo diverso. Tali fenomeni possono non verificarsi tutti in un singolo episodio di attività del vulcano, e inoltre possono avere un impatto anche molto differente (ad esempio, nuvole di gas tossici possono avere un impatto pesante sugli abitanti e su animali domestici e nessun impatto su abitazioni e infrastrutture). Il rischio vulcanico quindi non può essere espresso da un singolo valore o da una singola carta ma va calcolato separatamente per tutti i tipi di fenomeni cui il vulcano può dare origine. Ricapitolando quanto visto finora, i fenomeni che dovrebbero essere considerati sono i seguenti: [[File:Predicative map of Mt.Fuji volcanic-ash-fall.jpg|thumb|right|450x450px|Carta predittiva degli spessori di cenere in seguito ad una ipotetica eruzione del Monte Fuji (Giappone).]] * ''flussi piroclastici (nubi ardenti)''. Sono di gran lunga gli eventi più pericolosi, tipici di eruzioni esplosive di tipo peleano o pliniano. Vanno valutate attentamente le probabilità e i tempi di ritorno di eruzioni di questo tipo e individuati i possibili percorsi e di questi flussi, oltre che la distanza dal centro eruttivo che potrebbero percorrere. * ''colate di fango (lahar) e alluvionamenti (jökulhlaup)''. Sono eventi pericolosissimi: vanno individuati i possibili siti di origine (accumuli instabili di materiale piroclastico, laghi e acquitrini, nevai e ghiacciai), i percorsi più probabili e le distanze di percorrenza delle colate e delle ondate di piena alluvionale. * ''ricaduta di bombe vulcaniche''. Come riportato più sopra, questi proiettili vulcanici possono essere incandescenti e anche di dimensioni cospicue (fino ad alcune tonnellate e metri di diametro), e possono essere scagliate a centinaia di metri (fino a chilometri) di distanza. * ''dispersione e ricaduta di cenere e lapilli''. La cenere come già riportato può dare irritazione e problemi respiratori alle persone e al bestiame, e causare problemi di stabilità agli edifici se si accumula in strati spessi sui tetti. Inoltre le coltri di cenere possono costituire un serio impedimento alla viabilità e ostacolare l'evacuazione e i soccorsi. Per la determinazione delle aree potenzialmente interessate dalla ricaduta occorre considerare i venti dominanti nell'area del vulcano. * ''colate di lava''. Sono nella maggioranza dei casi non controllabili, e possono travolgere abitazioni, infrastrutture, strade e ferrovie, ostacolando o impedendo le comunicazioni tra settori del territorio. Per la loro velocità ridotta, difficilmente costituiscono un pericolo diretto per le persone, a meno che non siano sorprese all'interno di abitazioni o non si avvicinino troppo alla colata stessa. * ''formazione ed esplosione di duomi di lava e protrusioni solide''. Come abbiamo visto, questi eventi tipici di vulcani esplosivi sono all'origine dell'espulsione di grandi quantità di materiale piroclastico. La stessa esplosione se vicina ad insediamenti umani può avere conseguenze devastanti. * ''deformazione del suolo (anche pre-eruttiva)''. La deformazione dell'edificio vulcanico è molto frequente durante gli episodi eruttivi, e costituisce anche un tipico evento precursore che segnala la prossimità di un'eruzione (essendo provocata dall'accumulo di pressione entro l'edificio stesso). Può avere conseguenze gravi sulla stabilità di eventuali edifici coinvolti e sull'incolumità delle persone, anche con l'apertura di fenditure (crepacci, fratture o faglie) nel suolo. [[File:Nevado del Ruiz hazard map, from Wright and Pierson.png|thumb|right|450x450px|carta del rischio vulcanico per il vulcano Nevado del Ruiz (Colombia). Legenda (dall'alto in basso e da sinistra a destra): rischio elevato per colate di lava; rischio moderato per colate di lava; rischio elevato per flussi piroclastici; rischio moderato per flussi piroclastici; rischio elevato per colate di fango (lahar); colate di fango verificatesi nell'eruzione del Nevado del Ruiz del Novembre 1985. Sono riportati anche i limiti delle aree di moderato ed elevato rischio di ricaduta di cenere e l'estensione attuale della ricaduta.]] * ''terremoti di origine vulcanica'' (anche in fase pre-eruttiva). Terremoti di magnitudo variabile sono la norma durante eventi eruttivi e costituiscono anche tipici eventi precursori. * ''emissione di gas vulcanici'' (anche nelle fasi pre-eruttive). Alcuni vulcani sono pericolosi perché possono emettere grandi quantità di gas tossico, come la CO<sub>2</sub> (pericolosa in grande quantità). Il vulcano Nyos (Camerun) è noto per questa caratteristica: nel 1986 il vulcano emise una grande nube di anidride carbonica che uccise 1.700 persone e 3.500 capi di bestiame. * ''collassi strutturali e di versante''. Fenomeni franosi di vaste proporzioni possono verificarsi come conseguenza di eruzioni vulcaniche, per l'aumento della pressione interna all'edificio nelle fasi iniziali dell'evento eruttivo o al contrario per collasso dell'edificio nelle fasi finali, con il venir meno della pressione. Possono anche verificarsi durante un'eruzione fortemente esplosiva. Tuttavia possono esservi frane per instabilità dei versanti dell'edificio vulcanico anche senza fenomeni eruttivi (ad esempio a causa di piogge prolungate), o possono essere provocati dalla deformazione del suolo o da terremoti non concomitanti con un evento eruttivo. Tuttavia, essendo connaturati all'edificio vulcanico, devono essere considerati comunque nel calcolo del rischio. * ''incendi''. La lava e le bombe vulcaniche possono causare incendi nella vegetazione e negli edifici coinvolti. * ''maremoti (tsunami)'' di origine vulcanica. L'evento eruttivo stesso in caso di una eruzione subacquea di bassa profondità può originare onde di maremoto (tsunami). Queste possono verificarsi anche per collasso di un edificio vulcanico o per eventi franosi a carico dei versanti, se l'edificio stesso è adiacente al mare. Le tsunami sono particolarmente pericolose in quanto possono colpire e devastare aree costiere anche molto distanti dal centro eruttivo. Perciò il rischio tsunami deve essere considerato anche sulle coste prospicenti un edificio vulcanico (oltre che nelle aree circostanti l'edificio stesso). Come riportato al capitolo precedente, per il calcolo del rischio non vanno considerate solamente le condizioni attuali o recenti ma anche dati storici (comprese le cronache locali) e archeologici, oltre che la storia erutiva del vulcano, che va ricostruita attentamente mediante prospezioni geologiche e geofisiche. In base alle carte del rischio calcolato per ogni singolo fenomeno rilevato, vengono poi redatte carte del rischio sintetiche, allo scopo ricavare una '''zonazione del rischio''' da applicare per fini di organizzazione degli interventi sul territorio. <gallery> File:Kalapana house destroyed by lava.jpg|Una colata lavica che inghiotte una casa (Hawaii) File:EtnaHaus.JPG|Una colata di lava a blocchi ha sepolto una casa nei pressi dell'Etna File:Pyroclastic_flows_at_Mayon_Volcano.jpg|Colata piroclastica (nube ardente) del Vulcano Mayon (Filippine). File:Pyroclastic_Flow_St._Helens.jpg|Deposito di una colata piroclastica nel Mt. St. Helens (1982, USA) File:Merapi pyroclastic flows.jpg|Flussi piroclastici del vulcano Merapi (Indonesia). File:MSH82_lahar_from_march_82_eruption_03-21-82.jpg|Lahar formatosi nell'eruzione del 1982 del Mt St Helens File:Galunggung_lahar.jpg|Lahar del vulcano Galunggung (Giava, Indonesia) File:Armero_aftermath_Marso.jpg|Il lahar del Nevado de Ruiz (Colombia) che ha investito nel 1985 la cittadina di Armero, causando circa 24000 vittime. File:Armero Mudflow and ruins.jpg|Rovine di Armero, sepolte dalla colata di fango. File:A lahar on the east side of Pinatubo volcano.jpg|Lahar causato dal vulcano Pinatubo (Filippine). File:Cow_killed_by_Lake_Nyos_gasses.jpg|Una mucca uccisa dalla nube di CO2 del vulcano Nyos (Camerun). </gallery> Le carte del rischio sono indispensabili per la pianificazione degli '''interventi di mitigazione del rischio vulcanico'''. Questi comprendono: * '''zonazione del rischio''' (definizione di aree con diversi livelli e tipologie di rischio); questa fase è fondamentale per scopi di prevenzione, per indicare le aree più esposte nelle quali non è possibile costruire nuove abitazioni o infrastrutture e dalle quali evacuare la popolazione con massima priorità, e individuare le possibili vie di fuga. La vicinanza di vulcani a centri abitati può determinare un aumento notevole del rischio vulcanico, legato alla pericolosità del vulcano (più il vulcano è pericoloso, ad esempio perché è esplosivo, maggiore sarà il rischio) e alla vulnerabilità e all'esposizione del territorio, cioè dalla presenza di abitazioni e infrastrutture nell'area intorno al vulcano potenzialmente coinvolta da fenomeni eruttivi. L'area attorno al Vesuvio, ad esempio, è molto esposta e molto vulnerabile perché si è costruito, anche abusivamente, moltissimo e anche in aree potenzialmente interessate da colate laviche o flussi piroclastici. * '''monitoraggio del vulcano''' (sistemi di rilevazione delle manifestazioni vulcaniche e dei terremoti) e sistemi di allarme, volti alla rilevazione tempestiva e alla segnalazione di anomalie ed eventi significativi che possono indicare un processo in atto. La sorveglianza attiva dei vulcani viene effettuata con ''reti strumentali multiparametriche'' (cioè che misurano diversi parametri fisici): ** telecamere (webcam), per la sorveglianza diretta, condotta anche con ricognizioni sul terreno e mediante droni aerei; ** reti di sismometri, per la registrazione di eventi sismici (terremoti); ** reti geodetiche, che consentono di misurare le deformazioni del suolo pre-eruttive; ** reti di rilevatori geochimici, che mettono in atto una serie di misure di temperatura, composizione e flusso di fluidi (gas, vapore e liquidi), e per la segnalazione di variazioni e anomalie significative; ** vi possono essere anche dispositivi di altro tipo, come ad esempio ''rilevatori a raggi infrarossi'', per monitorare le sorgenti di calore e visualizzare aree soggette a ''flussi di calore anomali''. Sono utilizzate anche ''stazioni gravimetriche e magnetometriche'', per la rilevazione di anomalie locali di gravità e del campo magnetico terrestre che possono indicare espansioni o contrazioni della camera magmatica e la presenza di corpi magmatici intrusivi o masse di magma in risalita. * definizione di '''livelli di allerta''' che dipendono dall'entità delle anomalie rilevate dalle reti di monitoraggio. * messa a punto di un '''piano di evacuazione''' della popolazione. Di seguito la definizione dei quattro livelli di allerta utilizzati in Italia dalla Protezione Civile. {|class="wikitable" ! LIVELLO DI ALLERTA !! STATO DEL VULCANO |- |style="background-color:green;"| '''<small>VERDE</small>''' || <small>Vulcano in stato di equilibrio (parametri nella norma)</small> |- |style="background-color:yellow;"| '''<small>GIALLO</small>''' || <small>Vulcano in stato di potenziale disequilibrio (parametri su valori anomali protratti nel tempo)</small> |- |style="background-color:orange;"| '''<small>ARANCIONE</small>''' || <small>Vulcano in stato di disequilibrio (parametri su valori elevati protratti nel tempo)</small> |- |style="background-color:red;"| '''<small>ROSSO</small>''' || <small>Vulcano in stato di forte disequilibrio (parametri in rapida evoluzione su valori costantemente molto elevati)</small> |} In Italia il servizio di sorveglianza dei vulcani attivi è condotto dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile (DPC). L'attività di sorveglianza viene effettuata sulle tre aree del territorio nazionale con vulcani attivi. * Per i vulcani campani (Vesuvio, Campi Flegrei, Ischia) la sorveglianza è condotta dalla sezione INGV di Napoli - Osservatorio Vulcanologico Vesuviano; * per i vulcani laziali (Colli Albani), dalla sezione INGV di Roma; * per i vulcani siciliani (Etna, Stromboli, Vulcano, Pantelleria), dalla sezione INGV di Catania - Osservatorio Vulcanologico Etneo (mentre alla sezione di Palermo compete la sorveglianza geochimica). <gallery> File:ReunionFournaise GPSMonitoringStation.JPG|Stazione GPS per il monitoraggio delle deformazioni del suolo sul vulcano Piton de la Fournaise (Isola di Réunion, Oceano Indiano, Francia). File:Tiltmeter on Mauna Loa.jpg|Un ''tiltmetro'', cioè uno strumento che misura le variazioni di inclinazione del suolo, sul Mauna Loa (Hawaii). File:Sismographe Vésuve.jpg|Sismometro sul Vesuvio (Campania, Italia). File:MSH80 Seismographic Activity March 1980.png|Registrazione degli eventi sismici sul vulcano Mt. St. Helens (USA) nel Marzo 1980, nel periodo immediatamente precedente l'eruzione catastrofica di quell'anno. File:Comparing surface deformation data ESA341141.jpg|Immagini radar da satellite che mostrano la velocità di deformazione del suolo nell'area flegrea-vesuviana. Nell'immagine in alto la deformazione calcolata negli anni dal 2002 al 2010; nell'immagine in basso è rappresentata la deformazione del suolo nel 2015-2015. Dalla scala colore è evidente l'aumento della velocità di deformazione negli anni più recenti. File:Collecting Gas Sample at a Fumarole (17932082790).jpg|Campionamento di gas da fumarole. Lassen Volcanic National Park, California (USA) File:CO2 data mlo.svg|Grafico che mostra l'aumento della concentrazione di CO<sub>2</sub> nell'aria atmosferica sopra il Mauna Loa (Hawaii) dal 1958 al 2006. File:Chaleur974.jpg|Carta gravimetrica dell'Isola di Réunion: le aree in colore rosso sono anomalie che evidenziano la presenza di rocce ad alta densità nel sottosuolo: si tratta con ogni probabilità di corpi magmatici in via di raffreddamento (che quindi costituiscono fonti di calore, potenzialmente utili per lo sviluppo della geotermia nell'isola). </gallery> == Vulcanesimo in Italia == [[File:Province magmatiche Italia.png|thumb|right|650x650px|Le principali province magmatiche in Italia.]] Nel territorio italiano l'attività vulcanica e plutonica ha lasciato importanti testimonianze in tutte le ere geologiche rappresentate: dal Paleozoico antico (in Sardegna) fino alle manifestazioni più recenti e tuttora attive del Quaternario dell'Italia peninsulare, nel Canale di Sicilia e nel Tirreno meridionale.<br> Qui diamo una panoramica sintetica dell'attività vulcanica secondaria tuttora presente e dei vulcani attivi. Per un migliore inquadramento è opportuno fare riferimento a settori che vengono definiti tradizionalmente come '''province magmatiche'''. Una provincia magmatica è definita come ''un'area relativamente ristretta entro la quale rocce ignee (intrusive e/o effusive) si sono messe in posto in un periodo di tempo relativamente ristretto e definito''. Una provincia magmatica quindi costituisce l'espressione di processi geologici abbastanza simili e riflette determinate affinità di composizione. Le principali province magmatiche italiane sono cinque: === Provincia toscana === Questa provincia comprende la Toscana occidentale, dalla zona di Montecatini Terme a quella del Monte Amiata e l'area tirrenica dell'Arcipelago Toscano (isole di Capraia e Gorgona, Elba, Giglio e Montecristo). L'attività vulcanica inizia nel Miocene e ha la sua massima espressione nel Pliocene (4-5 milioni di anni fa); il centro eruttivo più recente è l'Amiata (20000-300000 anni fa). Abbiamo fenomeni sia intrusivi, con batoliti granitici come quello dell'Elba, sia effusivi, con rocce sia femiche che sialiche; '''l'attività è stata prevalentemente effusiva''', a colate laviche e duomi, ma non mancano i prodotti piroclastici. Al presente '''tutti i vulcani sono estinti''' e resta solamente '''attività idrotermale''', ancora piuttosto intensa intorno al settore del '''Monte Amiata''', con acque calde, soffioni e fumarole. Celebri i Soffioni di Larderello (Pisa). Qui è concentrata la maggior parte della geotermia italiana. === Provincia laziale === Va dai Monti Vulsini e Cimini ai Colli albani. Si tratta di grandi centri eruttivi la cui attività va da circa 800000 anni fa a meno di 20000 anni fa per i Colli Albani. L''''attività''' è stata '''prevalentemente esplosiva''', con abbondanza di prodotti piroclastici e colate laviche decisamente subordinate. Il '''Lago di Bolsena''' è una grande caldera derivata dal collasso di un centro eruttivo caratterizzato da estesi depositi piroclastici da eruzioni di tipo pliniano e stromboliano, e colate laviche. Il vulcano è considerato estinto: permane una sporadica attività sismica e attività idrotermale con sorgenti di acque calde e venute di vapore e gas vulcanici, in alcuni casi sfruttata geotermicamente per la produzione di energia elettrica (Latera e Torre Alfina); I '''Colli Albani''' sono quanto resta di un grande stratovulcano collassato: si tratta in realtà di una caldera composita, le cui maggiori depressioni sono colmate dai laghi Albano e di Nemi. I prodotti sono prevalentemente piroclastici, inizialmente da ricaduta di cenere e lapilli e poi di origine freato-magmatica, con attività fortemente esplosiva, e colate laviche subordinate. Questo centro eruttivo ha eruttato a partire da 600000 anni fa fino a meno di 20000 anni fa, con manifestazioni tardive fino all'epoca romana e oltre. Anche attualmente i dati del monitoraggio relativi all'attività sismica, alla deformazione del suolo e alle emissioni gassose indicano che il vulcano '''non può dirsi con sicurezza estinto''', ma viene considerato in prevalenza dalla comunità scientifica come in una fase di lunga quiescenza. Attualmente è monitorato dalla sede romana di INGV dal 2000, soprattutto per il forte '''rischio di rilascio di gas tossici''' (soprattutto anidride carbonica, idrogeno solforato e radon), in conseguenza di morie di bovini e di pecore (oltre che di animali selvatici) per asfissia verificatesi nel settore di quest'area più prossimo a Roma (Cava dei Selci). === Provincia campana === Fanno parte di questa provincia i tre centri eruttivi principali del '''Vesuvio''', dei '''Campi Flegrei''' e dell'isola di '''Ischia''', considerati attualmente quiescenti, ma che hanno eruttato varie volte in epoca storica o recente, insieme con altri vulcani considerati estinti, come il vulcano di Roccamonfina (a nord di Caserta) e l'isola di Procida (la cui ultima eruzione risale a circa 18000 anni fa).<br> Tutti questi vulcani si sono formati all'interno di un'area, la Piana Campana, ribassata da faglie. L'attività di queste faglie (''faglie normali'' o dirette, come vedremo nel capitolo dedicato ai terremoti) è causata da una "distensione" della crosta terrestre in questo settore (che ha favorito la risalita del magma).<br> Vengono aggregate a questa provincia anche le Isole Pontine (Ponza e Ventotene le principali), il cui vulcanismo si è estinto in età pleistocenica (poco più di un milione di anni fa). [[File:Vesuvius from Pompeii.jpg|right|thumb]] '''Vesuvio'''. È un vulcano attivo esplosivo, di tipi vulcaniano. Attualmente è quiescente. Le sue eruzioni sono caratterizzate da grandi pennacchi di ceneri e lapilli e colate laviche (non sempre presenti). Il territorio attorno al vulcano è molto antropizzato, un fatto che creerà molti problemi nel momento in cui si risveglierà. Famosa è la sua '''eruzione del 79 d.c'''. che distrusse Pompei, Ercolano, Stabia ed altre città. Il vucano emise grandi quantità di piroclasti (<u>ceneri e pomici) che seppellirono abitazioni ed abitanti</u>. In base alla testimonianza riportata da Plinio il Giovane il pennacchio di ceneri assomigliava ad un fungo atomico e raggiunse una altezza di 26 chilometri. <u>Ercolano fu investito e sepolto da una nube ardente</u> === Arco Eoliano === [[File:Aeolian Arc.jpg|thumb|right|500x500px|L'arco eoliano; carta delle isobate (curve di isoprofondità); le isole emerse sono riportate in grigio e la costa siciliana in marrone. Sono indicati gli apparati vulcanici sommersi (nomi in rosso).]] Questa provincia magmatica viene in genere distinta in letteratura per le sue peculiarità genetiche e morfologiche. Si tratta di un vero e proprio '''arco vulcanico''', che mostra spiccate affinità con strutture similari della "cintura di fuoco" del Pacifico occidentale (come ad esempio le Isole Marianne, o le Aleutine), sia pure su scala più ridotta. <br> Questo comprensorio è costituito non solo dalla parte insulare emersa, rappresentata dalle sette '''Isole Eolie''' (da oves: Alicudi, Filicudi, il gruppo Salina-Lipari-Vulcano, Panarea, Stromboli): queste ultime sono solo la parte centrale emersa di una "catena" di apparati vulcanici per lo più subacquei. Guardando una carta del fondale marino nell'area si scopre che questa catena costituisce un arco a forma di "ferro di cavallo". Tutti questi edifici vulcanici sono impostati sulla scarpata continentale siciliana e calabra. <br> Altri vulcani che non fanno parte strettamente dell'arco delle Eolie ma con genesi e attività correlate sono il grande '''vulcano Marsili''' (attivo), più o meno al centro dell'arco eoliano, e gli apparati vulcanici Vavilov e Magnaghi (estinti), più a ovest, tutti impostati sulla crosta tirrenica, di tipo oceanico. Tutti questi centri eruttivi sono relazionati alla collisione della placca tettonica ionica (di pertinenza africana) che muovendosi verso nord-ovest si "incunea" sotto la Calabria e sotto la placca tirrenica, generando attività sismica e risalita di magma. Attualmente gli apparati considerati sede di attività vulcanica significativa sono: * '''Stromboli'''. Attivo da circa 200000 anni, nel periodo storico con con attività continua di tipo stromboliano. È moderatamente esplosivo, caratterizzato da frequenti ma deboli esplosioni (a intervalli che vanno da pochi minuti ad alcune ore) durante le quali vengono emesse modeste quantità di ceneri, lapilli e bombe. Talvolta si verifica una attività parossistica, con esplosioni più violente che generano colonne eruttive alte fino a una decina di chilometri e maggiori quantità di piroclasti, la cui ricaduta può interessare le aree abitate dell'isola. Le emissioni laviche significative (che danno origine a colate) sono poco frequenti e in genere si incanalano nella Sciara del Fuoco, una grande depressione a solco situata sul versante settentrionale del cono vulcanico, dove non costituiscono un pericolo diretto per gli abitati dell'isola (anche se negli episodi parossistici del 1919 e 1930 colate di lava si riversarono anche fuori della Sciara del Fuoco, arrivando a lambire i centri abitati). L'ultimo periodo parossistico è avvenuto nel luglio-agosto del 2019, con innalzamento di una colonna eruttiva e la generazione di colate laviche e flussi piroclastici nella Sciara del Fuoco; l'evento eruttivo ha fatto anche una vittima. Lo Stromboli costituisce un rischio reale anche per la generazione di tsunami da flussi piroclastici o per il franamento di materiale instabile dalla Sciara del Fuoco: un evento di tsunami di quest'ultimo tipo ha interessato la costa dell'isola nel dicembre del 2002, in conseguenza di un crollo dovuto ad un altro episodio parossistico. * '''Vulcano''', attivo; le eruzioni di età storica sono state di tipo vulcaniano, con forte attività esplosiva. L'ultima eruzione si è verificata tra il 1888 ed il 1890. A partire dall'estate 2021, e in particolare da settembre, si è osservato un aumento dell'attività delle fumarole, della temperatura dei gas e della quantità di CO<sub>2</sub> e SO<sub>2</sub> in essi, nonché un incremento dell'attività microsismica. Per questo motivo la Protezione civile ha innalzato il livello di allerta vulcanica da verde a giallo. *'''Lipari''', attualmente quiescente ma attivo in epoca storica (fino intorno al 1200 D.C.). * '''Panarea'''. Attualmente quiescente ma con attività idrotermale fumarolica intensa e venute di gas vulcanici di origine magmatica (monitorato dalla Protezione Civile). * '''Palinuro'''. Situato al largo della costa del Cilento, all'estremità nord-est dell'arco eoliano, questo grande vulcano sottomarino (in realtà un edificio composito con diversi centri eruttivi) ha la sua sommità circa 70 m sotto il livello del mare. E' considerato attivo, e nel maggio del 2012 ha manifestato attività sismica, destando qualche allarme. E' tra i vulcani sottomarini che sono monitorati per la possibilità che un'eventuale eruzione possa innescare un maremoto (tsunami). * '''Marsili'''. Con 70 km di lunghezza e 30 km di larghezza (pari a 2100 chilometri quadrati di superficie) il Marsili rappresenta uno dei vulcani più estesi d'Europa. L'edificio vulcanico è in realtà composito (composto da vari edifici) e si eleva per circa 3000 metri sul fondo marino, raggiungendo con la sommità la quota di circa 450 metri al di sotto della superficie del mar Tirreno. Da studi condotti dal CNR in collaborazione con INGV l'attività di Marsili sembra a basso indice di esplosività. E' considerato attualmente attivo e monitorato soprattutto per la possibilità che un'eventuale eruzione possa innescare un collasso di grandi proporzioni dell'edificio vulcanico, generando un'onda di maremoto (tsunami) che investirebbe le coste dell'Italia meridionale e della Sicilia, potenzialmente con gravi danni. * '''Vavilov''' e '''Magnaghi'''. Due apparati vulcanici di grandi dimensioni nella parte centro-occidentale del Tirreno, probabilmente ormai inattivi da tempo ma attenzionati ugualmente per la possibilità di collasso, e il conseguente rischio tsunami. <gallery> File:Stromboli-pan.jpg|Veduta di Stromboli. </gallery> Video di eruzioni dello stromboli: [https://www.youtube.com/watch?v=UqIz8f7EcMk giugno 2013]. [https://www.youtube.com/watch?v=0zTIl47fEaw Giugno 2014]. [https://www.youtube.com/watch?v=M3lSA2kC0To Giugno 2013 in volo attorno al vulcano]. [https://www.youtube.com/watch?v=wJC3Eab3HBE Volo sopra il vulcano, estate 2014]. === Provincia siciliana === La provincia magmatica siciliana comprende il grande apparato vulcanico dell'Etna (attivo), oltre a vari altri centri eruttivi localizzati nell'Altopiano Ibleo (estinti), nel Tirreno meridionale (Ustica, estinto) e nel Canale di Sicilia (attualmente quiescenti).<br> L'isola di '''Ustica''' è la parte emersa di un vasto apparato vulcanico sottomarino composito che si estende verso sud con una ulteriore culminazione sommersa a sud-est (denominata Prometeo). L'attività vulcanica va da 740000 a 130000 anni fa, ed è quasi sicuramente estinto (a parte tardive manifestazioni di attività idrotermale). Si tratta di un vulcanismo di tipo anomalo per quest'area, riconducibile ad una risalita diretta di marmi dal mantello terrestre (vulcanismo di ''hot spot'', come vedremo nel capitolo dedicato alla Tettonica delle Placche).<br> Nell''''Altopiano Ibleo''' (Sicilia sud-occidentale), il vulcanismo più recente ha un'età plio-pleistocenica, compresa tra 3 milioni e circa 1.5 milioni di anni fa, con caratteristiche eruttive prevalentemente effusive sia subaeree che sottomarine di acque poco profonde, ed è sicuramente estinto.<br> Nel Canale di Sicilia, l'isola di '''Pantelleria''' è caratterizzata da un vulcanismo di tipo sia effusivo che esplosivo, con prodotti che vanno da 324000 anni fa a tempi moto recenti. La maggior parte dell'isola emersa è formata dai prodotti piroclastici di una eruzione pliniana di grande magnitudine avvenuta circa 50000 anni fa. Le ultime manifestazioni eruttive sono del 1831 e del 1891, di tipo esplosivo freato-magmatico e si sono verificate nella parte sommersa del versante nord-est dell'isola. Attualmente, sulla terraferma vi è una attività fumarolica piuttosto intensa, con rischio di emissioni di gas vulcanici tossici. Il vulcano è monitorato da INGV e Protezione Civile in quanto sicuramente ancora '''attivo'''. [[File:Etna 2006.jpg|thumb]] * Etna. È il più grande e importante vulcano d'Europa e si trova in Sicilia. È quasi sempre sovrastato da un pennacchio di fumo. Erutta abbastanza frequentemente, con attività da stromboliana a vulcaniana. Le sue eruzioni talvolta hanno creato danni ai paesi circostanti, talvolta sono spettacolari attrazioni turistiche. La più lunga eruzione del XX secolo avvenne nel 1991 e durò 473 giorni. In [[w:Eruzioni_dell'Etna|questa pagina]] di wikipedia sono elencate tutte le sue eruzioni. Filmati di eruzioni dell'Etna: [https://www.youtube.com/watch?v=caGhy7UAd-M 17 novembre 2013-1]; [https://www.youtube.com/watch?v=zLbuQCUqldI 17 novembre-2]; [https://www.youtube.com/watch?v=K8jjkD6dddo 2015]; {{Clear}} <gallery> File:Vesuvius_from_plane.jpg|Il cratere del Vesuvio File:Mt Vesuvius Erupting.jpg|Eruzione del Vesuvio del 1944 File:Pompeii%26Vesuvius.JPG|Il foro di Pompei con il Vesuvio sullo sfondo File:Karl_Brullov_-_The_Last_Day_of_Pompeii_-_Google_Art_Project.jpg|Il Vesuvio visto da Pompei in un'antica stampa di Karl Brullov File:Vesuvius_79_AD_eruption_Latina.svg|L'area interessata dall'eruzione del 79 dc </gallery> == Approfondimenti == <references group=A/> == Note == <references group=N/> == Bibliografia == Le informazioni contenute in questo capitolo derivano dai testi seguenti: * {{cita libro|autore= Bianchi A. |titolo= Corso di Mineralogia con elementi di petrologia | pp= 714 |anno= 1970 |editore=CEDAM |città= Padova|cid= Bianchi (1970)}} * {{cita libro|autore1= Desio A. |titolo= Geologia dell'Italia, 1081 p. |editore= Unione Tipografico-Editrice Torinese|anno= 1978|cid= Desio}} * {{cita pubblicazione|autore1=Gasperini P. et al.| curatore= Gasperini P.|titolo=I vulcani|rivista=Le Scienze|anno=1983|numero=Quaderni, n. 4|pp=96|cid=Gasperini et al. (1983)}} * {{cita pubblicazione|autore1=Gola G.|titolo=L’esplorazione del sottosuolo alla ricerca di correnti convettive|rivista=Ithaca: Viaggio nella Scienza VIII|anno=2016||cid=Gola (2016)}} * {{cita libro| curatore= Ippolito F.|titolo=La dinamica della Terra - Letture da Le Scienze|anno=1983|pp=302|editore= Le Scienze S.p.A.|cid=Ippolito (1983)}} * {{cita libro| curatore=Mastrolorenzo G. (coordinatore); De Natale G., Pappalardo L., Petrone P.P., Ricciardi I., Rossano S., Troise C. |titolo=Ricerca Scientifica e Mitigazione del Rischio Vulcanico. Vol. I - Vesuvio: dentro il vulcano. Parte I |anno=2004|pp=31|editore=Osservatorio Vesuviano - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia |cid=Mastrolorenzo et al. (2004)}} * {{cita libro|autore= Nichols G.|titolo= Sedimentology and stratigraphy - 2nd ed.|anno= 2009 |editore= Wiley-Blackwell|città= Oxford, UK|lingua=en|cid=Nichols (2009)}} Per gli aspetti didattici sono stati tenuti presenti i testi seguenti: * {{cita libro|autore1= Pignocchino Feyles C. |titolo= Geoscienze. Corso di scienze della terra per il secondo biennio e il quinto anno. |editore= Società Editrice Internazionale |anno= 2021 |cid= Pignocchino Feyles (2021)}} [[Categoria:Scienze della Terra per le superiori|Vulcani]] {{avanzamento|75%}} 8vhd7n331xvhdp662fiird1j5p9kmj5 Storia della filosofia/Patristica latina 0 43056 430761 356989 2022-07-20T14:55:40Z Eumolpo 4673 ortografia wikitext text/x-wiki {{storia della filosofia|volume=2}} La letteratura patristica in latino si sviluppò con un certo ritardo rispetto a quella greca. Durante il I e il II secolo, il greco della ''koinè'' era infatti la lingua utilizzata sia dalle persone colte sia dai mercanti che commerciavano nel Mediterraneo. Era inoltre la lingua parlata dai primi evangelizzatori, che provenivano tutti dall'Oriente, ed erano scritti in greco anche i testi sacri del cristianesimo.<ref>{{cita libro|autore=Giovanni Cipriani|titolo=Storia della letteratura latina|editore=Einaudi|città=Torino|p=294}}</ref> La preminenza del greco nelle prime comunità cristiane era tale che anche i primissimi testi della Chiesa latina furono scritti in quella lingua. Solo con l'apologetica, nel III secolo, il cristianesimo iniziò a esprimersi anche in latino, principalmente grazie ad autori come Tertulliano, Minuccio Felice e Cripriano. Erano autori provenienti dalle classi colte, che sfruttarono la retorica e la cultura classica non solo per difendere la nuova fede, ma anche per mostrare le debolezze del culto pagano.<ref>{{cita libro|autore=Giovanni Cipriani|titolo=Storia della letteratura latina|editore=Einaudi|città=Torino|p=298}}</ref> == Tertulliano == [[File:Tertullian.jpg|thumb|left|Tertulliano]] Il più originale apologeta latino, Tertulliano, è anche considerato il padre della teologia latino-occidentale.<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/quinto-settimio-florente-tertulliano/|titolo=Tertulliano, Quinto Settimio Florente|accesso=20 gennaio 2019}}</ref> Scarse sono le notizie sulla sua vita. Sappiamo che nacque a Cartagine tra il 150 e il 160, figlio di un centurione proconsolare, e studiò filosofia, retorica, grammatica, storia e diritto. La conversione al cristianesimo avvenne attorno al 190, si sposò e, secondo la testimonianza di Girolamo, forse fu anche ordinato sacerdote. Aspro polemista, compose varie opere in cui difese il cristianesimo dagli attacchi dei pagani, ricorrendo alle armi della retorica. Tra queste, l'opera più famosa è l<nowiki>'</nowiki>''Apologeticum'', in cui si rivolge ai governatori delle province romane dimostrando l'illegalità delle persecuzioni contro i cristiani e l'inconsistenza delle calunnie che venivano loro rivolte. Tertulliano fu però anche un acceso nemico di molte dottrine eretiche. Particolare importanza ebbe il trattato ''De praescriptione haereticorum'', in cui si stabilisce il primato dottrinale della Chiesa cattolica, unica depositaria della dottrina apostolica. Viene così precisato il concetto di ''traditio'', che sarà centrale nel cristianesimo: le dottrine del cristianesimo sono state trasmesse ininterrottamente dagli apostoli ai loro successori, fino ai tempi attuali. È la tradizione, quindi, a garantire la purezza delle dottrine difese dalla Chiesa cattolica. Non altrettanto possono dire gli eretici, che sostengono dottrine sorte in un secondo momento. A Tertulliano si deve anche l'introduzione della parola ''trinitas'', Trinità, usata per la prima volta nell<nowiki>'</nowiki>''Adversus Praxean''. Altre opere sono invece dedicate alle rigide norme normali che dovevano essere osservate da un cristiano, con considerazioni che riguardano l'abbigliamento, il costume e anche la condotta sessuale (erano proibiti l'adulterio e il divorzio, mentre pressanti erano gli inviti a non risposarsi). L'autore prevedeva anche elenchi di mestieri che i cristiani non avrebbero potuto esercitare perché a vario titolo contrari alla fede (come l'astrologo, il mercante o il mago). D'altra parte, l'estremo rigore professato da Tertulliano lo portò a rompere con i cattolici e ad abbracciare, tra il 203 e il 207, la vita ascetica del montanismo. Non soddisfatto, fondò in seguito una propria setta ancor più austera, nota come tertullianesimo, che sopravvisse fino al IV secolo, quando gli ultimi seguaci furono convertiti da Agostino d'Ippona. Non si conosce la data esatta in cui morì Tertulliano, ma sembra che ciò avvenne dopo il 220.<ref>{{cita libro|autore=Giovanni Cipriani|titolo=Storia della letteratura latina|editore=Einaudi|città=Torino|pp=298-307}}</ref> == Gli altri apologisti latini == Come Tertulliano, anche Minuccio Felice, vissuto a Roma tra il 160 e il 220-230, ebbe una formazione giuridica ed esercitò l'avvocatura. È ricordato come autore di un'unica opera, l<nowiki>'</nowiki>''Octavius'', un dialogo destinato a confutare i filosofi scettici. Essendo dedicata a un pubblico di pagani colti, l'opera non insiste su temi dottrinali. La sua fede è piuttosto presentata come un misticismo illuminato, per il quale Dio è la ragione somma che governa il mondo. Minuccio ne dimostra l'esistenza partendo proprio dall'armonia del creato, senza citare la Bibbia ma recuperando tesi già sostenute da Cicerone nel libro II dello scritto ''Sulla natura degli dèi''. Il suo può quindi essere interpretato come un tentativo di convertire i pagani utilizzando gli stessi mezzi della cultura pagana.<ref>{{cita libro|autore=Giovanni Cipriani|titolo=Storia della letteratura latina|editore=Einaudi|città=Torino|p=311}}</ref> Cipriano (Cartagine, 210 – Sesti, 14 settembre 258), vescovo di Cartagine e martire, fu invece un autore ben più prolifico. I suoi scritti, e in particolare le lettere, sono una importantissima fonte di informazioni sulla vita del cristianesimo tra il III e il IV secolo. Vengono affrontate delicate questioni, come quella dei ''lapsi'', cioè degli apostati che durante le persecuzioni di Decio avevano abbandonato il cristianesimo ed erano tornati al paganesimo; Cipriano e la Chiesa di Cartagine, in proposito, decisero di riaccoglierli dopo un'adeguata penitenza. Altro tema di contrasto è il battesimo amministrato dagli eretici, che veniva per tradizione riconosciuto valido dal vescovo di Roma ma rifiutato dalle Chiese del Nord Africa. Queste posizioni diedero luogo a una violenta polemica tra Cipriano, seguito dalle Chiese d'Africa e d'Asia, e il papa Stefano, controversia che fu bruscamente interrotta dalle persecuzioni di Valeriano (257).<ref>{{cita libro|autore=Giovanni Cipriani|titolo=Storia della letteratura latina|editore=Einaudi|città=Torino|pp=314-317}}</ref> Tra gli altri apologisti del III secolo si possono ricordare Arnobio, autore di un'opera polemica contro i pagani (''Adversus nationes''), e Lattanzio, a cui si devono il ''De opificio Dei'' e le ''Divinae Istitutiones'', in cui sfrutta i mezzi della filosofia, della retorica e del diritto per difendere il cristianesimo. == Ambrogio == [[File:AmbroseOfMilan.jpg|thumb|left|Probabile ritratto di Ambrogio. Sacello di San Vittore in ciel d'oro, Milano, IV secolo]] Insieme all'allievo Agostino e a Girolamo, Ambrogio è una delle figure più rappresentative del cristianesimo del IV secolo. Nato nel 340 a Treviri (in Gallia) da una famiglia aristocratica cristiana, ricevette un'educazione giuridica a Roma. Fu presto avviato alla carriera politica e nel 370 fu inviato a Milano come governatore di Emilia e Liguria. Nel 374 intervenne per sedare i conflitti tra cattolici e ariani che seguirono la morte di Aussenzio, vescovo di Milano di fede ariana. Per la sua opera di mediazione conquistò i favori del popolo, che lo acclamò nuovo vescovo di Milano. Ambrogio fu quindi battezzato e consacrato sacerdote e vescovo nel giro di pochi giorni. Ebbe un ruolo di piano nella vita religiosa e politica del tempo. Fu consigliere degli imperatori Graziano e Teodosio, e intervenne in varie questioni religiose. In vita la sua persona fu inoltre circondata da un'aura di leggenda, e gli furono attribuiti vari esorcismi e guarigioni miracolose. Morì il 4 aprile 397; i suoi resti furono sepolti della basilica di Milano da lui stesso fondata.<ref>{{cita libro|autore=Giovanni Cipriani|titolo=Storia della letteratura latina|editore=Einaudi|città=Torino|p=335}}</ref> Nel duplice ruolo di politico e di pastore della Chiesa, Ambrogio si scagliò sia contro il paganesimo sia contro le eresie. Celebre, per esempio, è l'intervento nella disputa per la rimozione dell'ara alla dea Vittoria che si trovava al Senato a Roma. Il prefetto dell'Urbe, Simmaco, ne pretendeva il ripristino e chiedeva sovvenzioni per il culto pagano. Ambrogio rispose a queste richieste attraverso alcune lettere, in sostenne l'inutilità del culto pagano. Dimostrò tuttavia di accogliere nel cristianesimo i principali aspetti della morale dei costumi romani, indicati come le principali cause della grandezza di Roma. Intenso fu anche la polemica contro gli eretici, giudicati uno dei maggiori mali per la fede. Polemizzò in particolare contro gli ariani, sostenendo le tesi sulla Trinità formulata dal concilio di Nicea. Questo è evidente nelle due opere composte per la catechesi dell'imperatore Graziano, il ''De fide'' e il ''De Spiritu Sanctu''. Ambrogio fu inoltre il primo padre della Chiesa occidentale a trattare dello Spirito Santo: suoi punti di riferimento erano i padri greci Didimo il Cieco e Basilio di Cesarea. Compose anche molti scritti esegetici, tra cui l<nowiki>'</nowiki>''Hexameron'' (commentario ai sei giorni della Creazione narrati nella Genesi) e l<nowiki>'</nowiki>''Expositio Evangelii secundum Lucam'', in 10 libri.<ref>{{cita libro|autore=Giovanni Cipriani|titolo=Storia della letteratura latina|editore=Einaudi|città=Torino|pp=338-343}}</ref> == Girolamo == [[File:Michelangelo Merisi da Caravaggio - St Jerome - WGA04157.jpg|thumb|''San Girolamo in meditazione'', di Caravaggio. Museo del Monasterio de Santa Maria, Montserrat, 1605 circa]] Altra figura chiave nel cristianesimo occidentale del IV secolo fu Sofronio Eusebio Girolamo, nato attorno al 347 a Stridone n Dalmazia. Proveniente da una famiglia cristiana, studiò a Roma sotto la guida del grammatico Elio Donato. Dopo avere ricevuto il battesimo iniziò una serie di peregrinazioni. Fu dapprima a Treviri, alla corte dell'imperatore Valentiniano I, quindi condusse una vita ascetica ad Aquileia e poi in Oriente. Ad Antiochia, nel 377-379, fu ordinato sacerdote, mentre a Costantinopoli strinse rapporti con Gregorio di Nazianzo, grazie al quale si avvicinò all'opera di Origene. Dal 382 fu nuovamente a Roma, dove divenne segretario del papa Dàmaso, il quale lo incaricò di revisionare la traduzione latina della Bibbia. Dopo la morte del papa, tornò in Oriente, dove fondò vari conventi e comunità ascetiche. Stabilitosi infine a Betlemme, vi morì il 30 settembre 419.<ref>{{cita libro|autore=Giovanni Cipriani|titolo=Storia della letteratura latina|editore=Einaudi|città=Torino|p=346}}</ref> Girolamo scrisse opere polemiche, erudite, agiografiche e lettere. Compì inoltre studi sulla Sacra Scrittura: tradusse in latino l'Antico Testamento dall'ebraico e dal greco (la cosiddetta ''Vulgata di san Girolamo''), e compose opere esegetiche. Intervenne in varie dispute su temi dottrinali che interessavano la vita della Chiesa. Nella ''Adversus Iovinianum'' difese il culto delle reliquie, nella ''Adversus Helvidium'' sostenne la verginità di Maria anche dopo il parto, mentre nella ''Contra Pelagios'' ribadì la dottrina ortodossa della Grazia e del libero arbitrio. Complesso è il rapporto con le teorie di Origene. Se in un primo momento fu suo ammiratore, in seguito dedicò aspre critiche ad alcune sue dottrine accusate di eresia, come la subordinazione del Figlio al Padre e la preesistenza delle anime alla nascita. Sebbene poco significativi dal punto di vista dell'originalità teologica, gli scritti di Girolamo spiccano per ''vis'' polemica e fa sfoggio della sua maestria retorica. Decisamente importante fu la sua attività come biblista. Oltre a tradurre l'Antico Testamento, Girolamo scrisse anche commentari alle lettere paoline, al Vangelo di Matteo e ai libri profetici. La sua ermeneutica parte dall'interpretazione allegorica, sul modello di Origene, a cui unisce un'analisi storico-letterale, fornendo dati storici e informazioni linguistiche. Quest'ultimo aspetto fu particolarmente enfatizzato dopo il distacco di Girolamo dalla dottrina di Origene.<ref>{{cita libro|autore=Giovanni Cipriani|titolo=Storia della letteratura latina|editore=Einaudi|città=Torino|pp=350-354}}</ref> == Note == <references /> [[Categoria:Storia della filosofia|Patristica latina]] {{avanzamento|75%|20 gennaio 2019}} e7x4dxg1jjseboafiktz1z9dqupqta1 Antologia ebraica/Apocalisse di Baruc 0 50710 430775 429161 2022-07-20T18:26:49Z 79.41.214.193 Corretto: "davanti al" wikitext text/x-wiki {{Antologia ebraica}} {{Immagine grande|Aleppo Codex (Deut).jpg|540px|כֶּתֶר אֲרָם צוֹבָא - ''Keter Aram Tzova'' — [[w:Codice di Aleppo|Codice di Aleppo]]}} <div style="text-align: left; font-size: 2.2em;">'''Apocalisse siriaca di Baruc'''</div> L''''[[w:Apocalisse di Baruc|Apocalisse di Baruc]]''' o '''2 Baruc''' o '''Apocalisse siriaca di Baruc''' è un [[w:apocrifo dell'Antico Testamento|apocrifo dell'Antico Testamento]], [[w:pseudoepigrafia|pseudoepigrafo]] di [[w:Baruc|Baruc]], 'segretario' di [[w:Geremia|Geremia]] durante l'[[w:esilio di Babilonia|esilio di Babilonia]] (VI secolo [[w:p.e.v.|p.e.v.]]), databile alla fine del I secolo e.v. Scritto su un prototesto semitico perduto, ci è pervenuto in [[w:lingua siriaca|siriaco]], [[w:lingua greca|greco]] e [[w:Lingua slava ecclesiastica antica|paleoslavo]]. È di origine giudaica. Presente nella [[w:Peshitta|Peshitta]], è accolto nel [[w:canone della Bibbia|canone della Bibbia]] siriaco. Appartiene al genere [[w:apocalisse|apocalittico]]. Baruc si lamenta per la caduta di [[w:Gerusalemme|Gerusalemme]] e la distruzione del tempio (587 p.e.v.). Un angelo lo accompagna in un viaggio in cielo dove incontra demoni e angeli, tra cui [[w:Arcangelo Michele|Michele]], e ritrova il tempio celeste. Il testo italiano è riportato qui di seguito: == LIBRO DELLA RIVELAZIONE DI BARUC, FIGLIO DI NERIA TRADOTTO DAL GRECO IN SIRIACO == ===I=== [1] E accadde nell'anno venticinquesimo di Yeconia, re di Giuda: la parola del Signore fu (rivolta) a Baruc, figlio di Neria, e gli disse: [2] "Hai visto tutto quel che mi fa questo popolo, i mali che hanno fatto queste due tribù rimaste, più (numerosi di quelli) delle dieci tribù condotte in cattività. [3] Le tribù precedenti, infatti, sono state costrette a peccare dai loro re, queste due, invece, costringevano e forzavano loro (stesse) i loro re a peccare. [4] Per questo, ecco, io faccio venire il male su questa città e sui suoi abitanti e la toglierò dalla mia presenza per un (certo) tempo e disperderò questo popolo tra i popoli, perché esso benefichi i popoli; [5] e il mio popolo sarà castigato e verrà il tempo e cercheranno la prosperità dei loro tempi (antichi). ===II=== [1] Queste cose le ho dette a te perché tu (le) dica a Geremia e a tutti quelli che vi somigliano, affinché vi allontaniate da questa città, [2] perché le vostre opere sono come una colonna salda per questa città, e le vostre preghiere come un muro possente". ===III=== [1] E io dissi: "O Signore, mio Signore: per questo sono venuto al mondo, per vedere il male di mia madre? No, mio Signore! [2] Se ho trovato misericordia ai tuoi occhi, prendi prima il mio spirito, che io vada presso i miei padri e non veda la perdizione di mia madre, [3] perché entrambe le cose mi tribolano molto: non posso infatti levarmi contro di te, ma neppure la mia anima può vedere il male di mia madre. [4] Una cosa dico davanti a te, Signore: [5] che accadrà dunque dopo questo? Se infatti farai perire la tua città e consegnerai la tua terra ai nostri nemici, come il nome di Israele sarà ancora ricordato, [6] o come parleremo delle tue glorie, o a chi si spiegherà quel che (è) nella tua legge? [7] o forse tornerà il cosmo alla sua natura e il mondo riandrà al silenzio di prima [8] e la moltitudine delle anime sarà presa (via) e la natura degli uomini non sarà più nominata? [9] Ma dov'(è) tutto quel che hai detto a Mosè di noi?". ===IV=== [1] E mi disse il Signore: "Questa città per un (certo) tempo sarà consegnata e il popolo per un (certo) tempo sarà castigato, ma il mondo non sarà dimenticato. [2] o forse credi che sia questa la città di cui ho detto: Ti ho tracciata sul palmo delle mie mani? [3] Non (è) questo edificio, edificato ora tra di voi, quello che sarà rivelato presso di me, quello che è pronto qui, (fin) da prima, da quando ho pensato di fare il paradiso; e lo avevo mostrato ad Adamo, prima che peccasse, e, quando trasgredì il comandamento, ne fu privato, come anche (del) paradiso. [4] E, dopo ciò, lo ho mostrato al mio servo Abramo, di notte, tra le parti delle vittime, [5] e, ancora, lo ho mostrato anche a Mosè sul monte Sinai, quando gli ho mostrato il modello della tenda e (di) tutti i suoi vasi. [6] E ora ecco, esso è custodito presso di me, come anche il paradiso. [7] Va', dunque, e fa' come ti comando". ===V=== [1] E risposi e dissi: "Diverrò dunque in Sion reo del fatto che i tuoi nemici verranno in questo luogo e contamineranno il tuo santuario e faranno prigioniera la tua eredità e domineranno su coloro che hai amato e andranno di nuovo nel luogo dei loro idoli e si vanteranno davanti a loro? E cosa farai per il tuo grande nome?". [2] E mi disse il Signore: "Il mio nome e la mia gloria hanno (per s‚) il mondo eterno; il mio giudizio invece custodisce per il suo tempo quel che (gli) è dovuto, [3] e tu vedrai con i tuoi occhi che non gli avversari distruggeranno Sion né (essi) incendieranno Gerusalemme, ma (che) serviranno il Giudice, per un (certo) tempo. [4] Tu va' e fa' tutto quel che ti ho detto".[5] E andai e condussi Geremia e Iddo e Seraia e Yabes e Godolia e tutti i dignitari del popolo, e li feci venire alla valle del Cedron e narrai loro tutto quel che mi era stato detto. [6] E levarono la loro voce e piansero tutti, [7] e sedemmo lì e digiunammo fino a sera. ===VI=== [1] E fu l'indomani e, ecco, l'esercito dei Caldei circondò la città e a sera io, Baruc, abbandonai il popolo e uscii e stetti presso la quercia. [2] Ed ero addolorato per Sion e gemevo per la cattività che era venuta sul popolo [3] e, ecco, improvvisamente uno spirito di potenza mi innalzò e mi fece salire su, sopra il muro di Gerusalemme, [4] e vidi. Ecco, quattro angeli stavano ai quattro angoli della città, tenendo ciascuno nelle sue mani una fiaccola di fuoco. [5] E un altro angelo scendeva dal cielo e disse loro: "Tenete le vostre fiaccole e non appiccate fuoco finché non ve (lo) dico. [6] Sono stato mandato infatti per dire, prima, una parola alla terra e trasmetterle quel che mi ha comandato il Signore Altissimo". [7] E lo vidi scendere verso il santo dei santi e prese di lì il velo e l'efod santo e il propiziatorio e le due tavole e la veste santa dei sacerdoti e il turibolo e le quarantotto pietre preziose che il sacerdote vestiva e tutti i santi vasi della tenda. [8] E disse alla terra a voce alta: "Terra, terra, terra: ascolta le parole del Dio potente e ricevi le cose che ti affido e custodiscile fino agli ultimi tempi, per renderle, quando (ne) sarai comandata, affinché gli stranieri non se ne impadroniscano. [9] E' giunto infatti il tempo in cui anche Gerusalemme sarà consegnata, per un (certo) tempo, finché non si dica: Torna di nuovo. Sii stabile per sempre". [10] E la terra aprì la sua bocca e le inghiottì. ===VII=== [1] E dopo ciò ho udito l'angelo dire agli angeli che tenevano le fiaccole: "Distruggete dunque e abbattete le sue mura fino alle fondamenta, perché gli avversari non si vantino e dicano: Noi abbiamo abbattuto il muro di Sion e abbiamo incendiato il luogo del Dio potente! [2] Ma prenderete voi il luogo in cui prima stavo". ===VIII=== [1] Gli angeli fecero come comandò loro e, quando ebbero abbattuto gli angoli del muro, dopo che il muro era caduto, si udì una voce dall'interno del tempio, che diceva: [2] "Entrate, avversari, e venite, nemici! Se ne è andato infatti colui che custodiva la casa". [3] Ed io, Baruc (me ne) andai. [4] E accadde dopo questo: l'esercito dei Caldei entrò e presero la casa e tutti i suoi dintorni [5] e fecero prigioniero il popolo e ne uccisero alcuni e incatenarono il re Sedecia e lo mandarono dal re di Babilonia. ===IX=== [1] E venimmo, io, Baruc, e Geremia, il cui cuore era stato trovato puro da peccati (e) che non era stato catturato durante l'occupazione della città, e stracciammo le nostre vesti e piangemmo e facemmo lutto e digiunammo per sette giorni. ===X=== [1] E dopo sette giorni accadde: la parola di Dio mi fu (rivolta) e mi disse: [2] "Di' a Geremia di andare e (di) sostenere la cattività del popolo, fino a Babilonia. [3] Tu invece resta qui nella desolazione di Sion, e io ti mostrerò, dopo questi giorni, quel che accadrà alla fine dei giorni".[4] E dissi a Geremia come mi aveva comandato il Signore, [5] ed egli andò con il popolo. Invece io, Baruc, tornai, venni e sedetti davanti alle porte del tempio e feci questa lamentazione su Sion e dissi: [6] "Beato chi non è nato o chi è nato ed è morto! [7] Guai a noi, invece, noi, quanti siamo vivi, perché vediamo i dolori di Sion e quel che è accaduto a Gerusalemme! [8] Chiamerò le sirene dal mare e voi, Lilit, verrete dal deserto, e i demoni e gli sciacalli dalle selve: vegliate e cingete i vostri lombi per il compianto e levate lamenti con me e compiangete con me. [9] Voi, agricoltori, non seminate più, e tu, terra, per che darai i frutti del tuo raccolto? Trattieni dentro di te la dolcezza dei tuoi alimenti! [10] E tu, vite, perché continuare a dare il tuo vino, dato che non se ne offre più in Sion, né più (vi) si offriranno primizie? [11] E voi, cieli, trattenete la vostra rugiada e non aprite i depositi della pioggia. [12] E tu, sole, trattieni la luce dei tuoi raggi; e tu, luna, spegni la moltitudine della tua luce: perché infatti sorgerebbe ancora la luce lì dove è stata ottenebrata la luce di Sion? [13] E voi, sposi, non entrate, né le vergini si ornino di corone. E voi, donne, non pregate per generare. [14] Di fatto si delizino piuttosto le sterili e gioiscano quelle che non hanno figli, ma quelle che hanno figli si addolorino: [15] perché infatti genereranno tra sofferenze e seppelliranno tra gemiti? [16] o perché gli uomini avranno ancora figli? O perché riceverà ancora un nome il seme della loro natura, quando questa madre è stata desolata e i suoi figli sono stati tratti in cattività? [17] Da ora non parlate più di bellezza né narrate di decoro. [18] Voi poi, sacerdoti, prendete le chiavi del santuario e gettatele nell'alto dei cieli e datele al Signore e dite: Custodisci tu la tua casa. Infatti noi, ecco, siamo stati trovati (essere) dei sovrintendenti bugiardi. [19] E voi, vergini, che intessete il bisso e le sete con oro di Ofir, affrettatevi e prendete ogni cosa e gettate(la) nel fuoco, perché esso le renda (tutte) a colui che le ha fatte e la fiamma le mandi a colui che le ha create, affinché gli avversari non se ne impadroniscano. ===XI=== [1] Dico poi questo, io, Baruc, contro di te, Babilonia: se tu fossi prospera e Sion dimorasse nella sua gloria, (ne) avremmo grande sofferenza, perché saresti uguale a Sion. [2] Ora poi, ecco, (proviamo) una sofferenza infinita e (leviamo) gemiti che non hanno misura perché, ecco, tu sei prospera e Sion desolata.[3] Chi sarà giudice di questo o a chi faremo ricorso per quel che ci è capitato? O Signore, come hai pazientato? [4] I nostri padri si sono addormentati senza sofferenze e i giusti, ecco, dormono nella terra, in riposo: [5] non hanno conosciuto infatti questo dolore né hanno udito quel che ci è capitato. [6] Abbi tu, terra, orecchie, e tu, polvere, un cuore, e andate e mostrate (questo) nello Sheol e dite ai morti: [7] Beati voi più di noi, noi che viviamo! ===XII=== [1] Ma questo dico, come penso, e parlerò contro di te, terra prospera: [2] non arderà sempre il meriggio né daranno continuamente luce i raggi del sole. [3] Non ritenere né pensare di essere (per) sempre prospera e gioiosa, e non innalzarti molto né sottomettere. [4] Davvero infatti a suo tempo si desterà contro di te il furore, esso che ora è trattenuto dalla longanimità come da morsi".[5] E dopo aver detto queste (parole) digiunai per sette giorni. ===XIII=== [1] E accadde dopo questo: io, Baruc, stavo sulla montagna di Sion ed ecco una voce venne dalle altezze e mi disse: [2] "Levati sui tuoi piedi; Baruc, e ascolta la parola del Dio potente. [3] Poiché ti sei meravigliato di quel che è successo a Sion, per questo sarai custodito per il compimento dei tempi, per essere di testimonianza. [4] Se mai infatti le città prospere diranno: Perché il Dio potente ha fatto venire su di noi questa retribuzione?, [5] dirai loro, tu e quelli che ti somigliano, quanti avete veduto questo male e (queste) retribuzioni: Vengono su di voi e sul vostro popolo nel tempo (stabilito), affinché i popoli siano perfettamente castigati, [6] e allora restino. [7] E se esse diranno in quel tempo: Quando?, [8] dirai loro: Voi che avete bevuto vino puro, bevetene anche la feccia. Il giudizio dell'Altissimo infatti non fa accettazione di persona. [9] Per questo prima non ha risparmiato i suoi figli, ma li ha tormentati come suoi nemici, perché avevano peccato. [10] Allora dunque sono stati castigati, per essere perdonati. [11] Ora quindi voi, popoli e nazioni, siete rei perché per tutto questo tempo avete calpestato la terra e vi siete serviti della creazione in modo sconveniente. [12] Sempre infatti vi ho beneficato, ma voi sempre avete rinnegato la grazia". ===XIV=== [1] E risposi e dissi: "Ecco, mi hai fatto conoscere il corso dei tempi e quel che accadrà dopo questo, e mi hai detto che ai popoli andrà la retribuzione da te detta, [2] e ora so che molti sono quelli che hanno peccato e sono vissuti nella prosperità e se ne sono andati dal mondo, e (che) pochi popoli rimarranno in quei tempi, quelli per i quali sono dette le parole che hai detto. [3] Ma quale profitto c'è in questo o cosa attenderemo di vedere di peggiore di quel che abbiamo visto esserci accaduto?[4] Parlerò ancora davanti a te: [5] cosa hanno guadagnato coloro che hanno avuto conoscenza davanti a te e non sono andati nella vanità, come il resto dei popoli, e non hanno detto a dei morti: Dateci la vita, ma sempre ti temevano né hanno abbandonato le tue vie? [6] Ecco, essi sono stati solleciti, ma neppure per causa loro hai avuto misericordia di Sion. [7] E se altri sono stati empi, si esigeva che si perdonasse a Sion per le opere di coloro che avevano praticato (azioni) buone, e non (che) tu (la) sommergessi per le opere degli operatori di scelleratezza. [8] Ma chi Signore, mio Signore, comprenderà il tuo giudizio? O chi investigherà la profondità della tua via? O chi calcolerà la gravità del tuo sentiero? [9] O chi potrà calcolare la tua incomprensibile intelligenza? O chi mai tra i nati (di donna) troverà il principio o il compimento della tua sapienza? [10] Noi tutti infatti siamo simili ad un soffio. [11] Come infatti il soffio sale, è tratto dal cuore ed è reso, esalato, così la natura degli uomini, che non vanno di propria volontà né sanno cosa accadrà loro nel compimento. [12] I giusti infatti attendono bene il compimento e vanno (via) da questa dimora senza timore, perché hanno presso di te, custodita in depositi, la potenza delle (loro) opere. [13] Per questo, anche, essi abbandonano senza timore questo mondo e, fiduciosi, attendono con gioia di ricevere il mondo che hai promesso loro. [14] Noi invece, guai a quanti anche ora siamo coperti d'obbrobrio e attendiamo mali per quel tempo! [15] Sai tu in modo retto cosa hai fatto dei tuoi servi, perché noi non possiamo comprendere affatto alcunché come te, nostro plasmatore.[16] Parlerò ancora davanti a te Signore, mio Signore: [17] quando, prima, il mondo con i suoi abitanti non era, tu (lo) hai pensato e detto con la parola, e subito le opere delle creature si sono levate davanti a te; [18] (ancora) hai detto, per fare per il tuo mondo l'uomo, (come) amministratore per le tue opere, affinché si sapesse che non lui era stato fatto per il mondo, ma il mondo per lui. [19] Ed ora vedo che il mondo, che era stato fatto per noi, ecco, resta, e noi invece, per cui esso fu, andiamo". ===XV=== [1] E rispose il Signore e mi disse: "Bene ti sei meravigliato per l'andare degli uomini, ma non hai giudicato bene dei mali che capitano a coloro che peccano [2] e per aver detto: I giusti sono stati rapiti e gli empi hanno prosperato; [3] e per aver detto: Nessuno ha conosciuto il tuo giudizio. [4] Per questo ascolta e ti dirò, prestami orecchio e ti farò udire le mie parole.[5] A ragione l'uomo non conoscerebbe il mio giudizio, se non avesse ricevuto la legge e se non l'avessi istruito nella comprensione. [6] Ora però, poiché, sapendo, ha trasgredito, per questo anche, sapendo, sarà tormentato. [7] E quanto ai giusti, dei quali hai detto che per loro è venuto questo mondo, ma ancora anche quello futuro (sarà) per loro. [8] Questo mondo infatti è per loro lotta e lavoro, in molta fatica, ma quello futuro, allora (sarà) la corona, in grande gloria". ===XVI=== [1] E risposi e dissi: "Signore, mio Signore: ecco, gli anni di ora sono pochi e cattivi, e chi potrà in questo breve (tempo) ereditare quel che non ha misura?". ===XVII=== [1] E rispose il Signore e mi disse: "Presso l'Altissimo non conta un tempo lungo (e) neppure (contano) pochi anni. [2] Cosa infatti giovò (il tempo) ad Adamo, che è vissuto novecento e trenta anni, ma ha trasgredito quel che era stato comandato? [3] Non gli giovò dunque la moltitudine del tempo che visse, ma ha fatto venire la morte e ha accorciato gli anni di quelli che sono nati da lui. [4] O in cosa è stato danneggiato Mosè, che è vissuto solo centoventi anni, ma, poiché ha obbedito a colui che lo aveva plasmato, ha fatto venire la legge al seme di Giacobbe e ha fatto rilucere una lampada per la stirpe di Israele?". ===XVIII=== [1] E risposi e dissi: "Colui che ha dato la luce ha preso dalla Luce, ma pochi (sono) coloro che gli sono stati simili. [2] I molti, cui ha dato la luce, hanno preso invece dalla tenebra di Adamo e non si sono deliziati della luce della lampada". ===XIX=== [1] E rispose e mi disse: "Per questo in quel tempo egli stabilì per loro un'alleanza e disse: Ecco, ho posto davanti a voi la vita e la morte, e hanno testimoniato contro di voi il cielo e la terra. [2] Sapeva infatti che il suo tempo era breve, ma il cielo e la terra sono in ogni tempo. [3] Essi però dopo la sua morte hanno peccato e sono passati oltre, pur sapendo che avevano la legge che (li) accusava e una luce in cui nulla poteva restare ignoto (e) anche le sfere (celesti) che rendevano testimonianza e me Ä e io giudico tutto quel che è.[4] Tu però non pensare nella tua anima a questo e non ti affliggere per quel che è stato. [5] Ora infatti si richiede il compimento del tempo, sia delle vicende, sia della prosperità, sia dell'obbrobrio, non il suo inizio, [6] poiché, se un uomo nella sua prima (età) è stato prospero e nella sua vecchiaia coperto d'obbrobrio, (egli) dimentica tutta la prosperità che ha avuto; [7] e, ancora, se un uomo è stato coperto d'obbrobrio nella sua prima (età), ma nella sua fine è divenuto prospero, non ricorda più il suo obbrobrio. [8] E, ancora, ascolta: in tutto questo tempo, dal giorno in cui fu decisa la morte per coloro che passano per questo tempo, se tutti fossero stati prosperi e da ultimo fossero periti (solo allora) ogni cosa sarebbe stata invano. ===XX=== [1] Per questo, ecco, vengono giorni, e i tempi saranno affrettati più dei precedenti e i momenti correranno più di quelli passati e gli anni passeranno velocemente, più di quelli presenti. [2] Per questo ora ho tolto Sion, perché (il tempo) fosse maggiormente affrettato e io visitassi il mondo, nel tempo (stabilito).[3] Ora dunque tieni nel tuo cuore ogni cosa che ti comando e imprimila nelle stanze della tua mente, [4] e allora ti mostrerò il giudizio della mia potenza e le mie vie ininvestigabili. [5] Va' dunque e santificati per sette giorni e non mangiare pane né bere acqua né parlare ad alcuno. [6] E, dopo ciò, vieni in questo luogo e io mi rivelerò a te e parlerò con te (delle) cose vere e ti darò comandamenti relativi al corso dei tempi. Essi vengono infatti e non tarderanno ===XXI=== ''(Preghiera di Baruc, figlio di Neria)''<br/> [1] E andai (via) di lì e sedetti nella valle del Cedron, in una grotta della terra, e lì santificai la mia anima e non mangiai pane, né ebbi fame, e non bevvi acqua, né ebbi sete. E fui lì fino al settimo giorno, come mi aveva comandato, [2] e dopo venni al luogo dove aveva parlato con me.[3] E accadde al tramonto del sole: la mia anima concepì numerosi pensieri e iniziai a parlare davanti al Potente e dissi: [4] "O (tu), quegli che ha fatto la terra, ascoltami Ä quegli che ha fissato il firmamento con la sua parola e ha reso stabile l'altezza dei cieli con lo spirito, che ha chiamato (fin) dal principio del mondo quel che ancora non era, e (tutte le cose) ti obbediscono. [5] Tu, che col tuo cenno hai comandato all'aria e hai visto le cose future come quelle passate; [6] tu, che guidi con pensiero grande gli eserciti che stanno davanti a te (e) guidi anche con furia i santi Viventi che non hanno numero, che da sempre hai fatto di fiamma e di fuoco, loro, che si levano intorno al tuo trono Ä [7] solo a te è possibile questo, fare in un attimo tutto quanto hai voluto; [8] (tu), quegli che fa piovere sulla terra scrosci di pioggia in numero (opportuno), tu solo conosci il compimento dei tempi prima che siano venuti: guarda la mia invocazione. [9] Tu solo infatti puoi dare sostentamento a tutti (coloro) che sono e a (coloro) che passano e a (coloro) che saranno, a coloro che peccano e a coloro che sono giustificati, come il Vivente, ininvestigabile. [10] Tu solo infatti sei il Vivente, che non muore né è investigabile e sa il numero degli uomini [11] e se un tempo molti hanno peccato e altri, non pochi, sono stati giustificati. [12] Tu sai dove è custodita la fine di coloro che hanno peccato o il compimento di coloro che furono giustificati. [13] Se infatti vi fosse per tutti solo la vita di qui, nulla sarebbe più amaro di ciò. [14] Che giova infatti la forza che si muta in infermità o il cibo a sazietà che si muta in fame o la bellezza che si muta, diviene odiosa? [15] Sempre infatti cambia la natura degli uomini. [16] o non è infatti (vero) che ora non siamo come eravamo prima e (che) poi non resteremo come siamo ora? [17] Di fatto, se non (vi) fosse un compimento per tutto, invano sarebbe stato il nostro inizio. [18] Ma fammi conoscere tutto quanto viene da te e illuminami su quanto ti chiedo. [19] Fino a quando resterà quel che si corrompe e fino a quando sarà prospero il tempo dei mortali? E fino a quale tempo coloro che passano nel mondo si macchieranno di molta empietà? [20] Comanda dunque con misericordia e fa' sorgere quanto hai detto che avresti fatto venire, perché la tua potenza sia conosciuta da coloro che credono che la tua longanimità sia debolezza, [21] e mostra a coloro che non sanno e hanno visto quel che fino ad ora è capitato a noi e alla nostra città, secondo la longanimità del tuo potere, che tu ci hai chiamato, per il tuo nome, popolo diletto. [22] Tutto quindi da ora (è) natura mortale. [23] Ma sgrida dunque l'angelo della morte e sia veduta la tua gloria e conosciuta la grandezza della tua bellezza, e sia sigillato lo Sheol, così che da ora non prenda (più) i mortali, e i depositi delle anime restituiscano (quelle) rinchiuse in loro. [24] Sono infatti numerosi gli anni (trascorsi) come (anni) desolati dai giorni di Abramo e Isacco e Giacobbe, e di tutti coloro che somigliano loro, che dormono nella terra Ä loro, per i quali hai detto di aver creato il mondo". [25] E accadde: quando ebbi compiuto le parole di questa preghiera ero assai sfinito. ===XXII=== [1] E accadde dopo ciò: e ecco, si aprirono i cieli e vidi e mi fu data potenza e si udì una voce dalle altezze e mi disse: [2] "Baruc, Baruc, perché sei turbato? [3] Chi va per una via non la compirà? O chi solca il mare potrà essere consolato, se non giungerà in porto? [4] o chi ha promesso ad uno di dargli un dono non è (in) difetto, se non lo fa? [5] o chi semina la terra non perde tutto, se a suo tempo non miete? [6] o chi pianta una pianta si aspetterà forse, lui che l'ha piantata, di prenderne i frutti, se essa non crescerà fino al tempo che le conviene? [7] o la donna che ha concepito non ucciderà il suo piccolo, se non partorisce nel suo tempo? [8] o chi edifica una casa, se non l'avrà coperta e terminata, come potrà essere chiamata casa? Dimmi prima queste cose". ===XXIII=== [1] E risposi e dissi: "No Signore, mio Signore".[2] E rispose e mi disse: "E perché dunque sei turbato per qualcosa che non sai? E perché ti affretti verso qualcosa di cui non sei a conoscenza? [3] Come infatti tu non hai dimenticato gli uomini che sono (ora) e quelli passati, così io ricorderò quelli che sono ricordati e quelli che verranno. [4] Perché quando Adamo peccò e fu decretata la morte su coloro che sarebbero nati, allora la moltitudine di coloro che sarebbero nati fu contata e per quel numero fu preparato un luogo ove dimorassero i vivi e ove fossero custoditi i morti. [5] Finché dunque il numero che ho predetto non sarà completo, la creazione non vivrà. Il mio spirito infatti crea la vita e lo Sheol riceve i morti. [6] Ma devi ancora udire qualcosa che verrà dopo questi tempi. [7] Davvero infatti la mia salvezza è prossima a venire, né è lontana come prima. ===XXIV=== [1] Ecco infatti, verranno giorni e saranno rivelati i libri in cui sono scritti i peccati di tutti coloro che hanno peccato e, ancora, i depositi in cui è stata raccolta la giustizia di tutti coloro che sono stati giustificati nella creazione. [2] E in quel tempo accadrà: vedrai, tu e molti che (saranno) con te, la longanimità dell'Altissimo di generazione in generazione, poiché è stato longanime nei confronti di tutti i nati (da donna), peccatori e giustificati".[3] E risposi e dissi: "Ma ecco, Signore, nessuno sa il numero delle cose passate e neppure (quello) delle future. [4] Ecco infatti, anch'io so quel che è successo a me, ma non so quel che accadrà ai nostri nemici né quando visiterai le tue opere". ===XXV=== [1] E rispose e mi disse: "Anche tu sarai custodito fino a quel tempo, per il segno che alla fine dei giorni l'Altissimo farà per gli abitanti della terra. [2] Questo dunque sarà il segno: [3] quando lo stupore terrà gli abitanti della terra ed essi cadranno in molte tribolazioni e, ancora, cadranno in grandi tormenti, [4] accadrà Ä quando diranno nei loro pensieri per la loro molta tribolazione: Il Potente non si ricorda più della terra Ä, accadrà che, quando dispereranno, allora il tempo sarà destato". ===XXVI=== [1] E risposi e dissi: "La tribolazione che accadrà durerà dunque molto tempo? Quella calamità occuperà numerosi anni?". ===XXVII=== [1] E rispose e mi disse: "Quel tempo è stato diviso in dodici parti e ciascuna di loro è custodita per quel che è stato disposto per essa. [2] Nella prima parte avverrà il principio dei sommovimenti; [3] e nella seconda parte, uccisioni di grandi; [4] e nella terza parte, la caduta nella morte di molti; [5] e nella quarta parte, l'invio della spada; [6] e nella quinta parte, carestia e ritenzione di pioggia; [7] e nella sesta parte, sommovimenti e terremoti; [8] Ä; [9] e nell'ottava parte, moltitudine di fantasie e incontri di demoni; [10] e nella nona parte, caduta di fuoco; [11] e nella decima parte, rapina e molta oppressione; [12] e nell'undicesima parte, empietà e impudicizia; [13] e nella dodicesima parte, la confusione della commistione di tutte insieme (quelle) precedentemente dette. [14] Le parti di quel tempo sono custodite e saranno mescolate l'una all'altra e si serviranno l'un l'altra. [15] Alcune infatti eccederanno oltre se (stesse) e prenderanno da (quel che è) di altre, e alcune compiranno il proprio e (quel che è) di altre, affinché coloro che saranno sulla terra in quei giorni non comprendano che è il compimento dei tempi. ===XXVIII=== [1] Tuttavia chiunque allora comprenderà sarà sapiente. [2] Misura e numero di quel tempo saranno due parti: settimane di sette settimane".[3] E risposi e dissi: "E' bene che uno giunga e veda, ma meglio di questo che non giunga, perché non cada. [4] Ma dico anche questo: [5] disprezzerà l'Incorruttibile le (creature) corruttibili, per guardare solo a quelle incorruttibili? [6] Se le (cose) che mi hai predetto verranno veramente, mio Signore, se ho trovato misericordia ai tuoi occhi, fammi sapere anche questo, [7] se accadranno in un unico luogo o in un'unica parte della terra, o (se) tutta la terra (le) sentirà". ===XXIX=== [1] E rispose e mi disse: "Tutta la terra (proverà) quel che succederà allora. Per questo tutti i viventi (lo) sentiranno. [2] In quel tempo proteggerò solo chi in quei giorni sarà trovato in questa terra. [3] E accadrà: dopo che si sarà compiuto quel che accadrà in quelle parti, allora inizierà ad essere rivelato l'Unto, [4] e Behemot si rivelerà dal suo luogo e Leviatan salirà dal mare, entrambi i grandi draghi che ho creato il quinto giorno della creazione e ho custodito fino a quel tempo, e allora diverranno cibo per tutti coloro che saranno rimasti. [5] Anche la terra darà i suoi frutti, diecimila volte tanto, e in una vite saranno mille tralci e un tralcio farà mille grappoli e un grappolo farà mille acini e un acino farà un kor di vino. [6] E coloro che avevano avuto fame saranno deliziati e, ancora, vedranno meraviglie ogni giorno. [7] Venti infatti usciranno da davanti a me per portare ogni mattina odore di frutti profumati e, al compimento del giorno, nubi stillanti rugiada di guarigione. [8] E accadrà in quel tempo: scenderà nuovamente dall'alto il deposito della manna e in quegli anni ne mangeranno, perché loro sono quelli che sono giunti al compimento del tempo ===XXX=== [1] E accadrà dopo ciò: quando il tempo della venuta dell'Unto sarà pieno ed egli tornerà nella gloria, allora tutti coloro che si erano addormentati nella speranza di lui risorgeranno. [2] E accadrà in quel tempo: saranno aperti i depositi nei quali era custodito il numero delle anime dei giusti ed esse usciranno e la moltitudine delle anime sarà vista insieme, in un'unica assemblea di un'unica intelligenza, e le prime gioiranno e le ultime non si dorranno. [3] Sapranno infatti che è giunto il tempo di cui è detto: (è) il compimento dei tempi. [4] Le anime degli empi invece, quando vedranno tutte queste cose, allora soprattutto si scioglieranno. [5] Sapranno infatti che è giunto il loro supplizio ed è venuta la loro perdizione". ===XXXI=== [1] E accadde dopo ciò: andai presso il popolo e dissi loro: "Radunate presso di me tutti i vostri anziani e vi dirò delle parole". [2] E tutti si radunarono nella valle del Cedron, [3] e risposi e dissi loro: "Ascolta Israele, e ti parlerò; e tu, seme di Giacobbe, presta orecchio, e ti istruirò. [4] Non dimenticate Sion, ma ricordate i dolori di Gerusalemme. [5] Ecco infatti, verranno giorni, e tutto quel che è stato sarà preso per (essere dato al)la corruzione e sarà come non fosse stato. ===XXXII=== [1] Però voi, se preparerete i vostri cuori per seminarvi i frutti della legge, il Potente vi proteggerà in quel tempo futuro, quando scuoterà tutta la creazione. [2] Perché l'edificio di Sion sarà scosso, dopo un breve tempo, per essere di nuovo edificato. [3] Ma quell'edificio non resterà, ma dopo un (certo) tempo sarà nuovamente sradicato e per un (certo) tempo resterà desolato, [4] e dopo si dovrà rinnovarlo nella gloria e sarà portato a termine per sempre. [5] Non dobbiamo dunque affatto addolorarci per il male che ora è venuto, come (neppure) per quello futuro. [6] Più grande di entrambi questi dolori sarà la lotta, quando il Potente rinnoverà la sua creazione. [7] E ora per pochi giorni non avvicinatevi a me né visitatemi, finché non venga a voi". [8] E accadde: quando ebbi detto loro tutte queste parole, io, Baruc, me ne andai per la mia via, ma, quando il popolo vide che me ne andavo, levarono la loro voce e si lamentarono e dissero: "Dove te ne vai, Baruc, (lontano) da noi? E ci abbandonerai come un padre abbandona orfani i suoi figli e se ne va da loro? ===XXXIII=== [1] Sono questi i comandamenti che ti ha comandato il tuo compagno, Geremia il profeta, e ti disse: [2] Guarda questo popolo mentre vado e confermo il resto dei nostri fratelli in Babilonia, contro cui fu promulgata la sentenza che fossero in cattività? [3] Ma ora, se anche tu ci abbandonerai, sarebbe meglio per noi morire tutti davanti a te, e (che) allora ti allontanassi da noi!". ===XXXIV=== [1] E risposi e dissi al popolo: "Lungi da me l'abbandonarvi o l'allontanarmi da voi! Ma solo vado fino al santo dei santi per chiedere al Potente di voi e di Sion, così che, se sarò stato illuminato un po' di più, dopo ciò torni da voi". ===XXXV=== [1] E andai, io, Baruc, fino al luogo santo e sedetti sulle sue rovine e piansi e dissi: [2] "Oh, occhi miei, siate fonti! E (voi), palpebre dei miei occhi, una sorgente di lacrime! [3] Come infatti gemerò su Sion e come piangerò su Gerusalemme? [4] Perché in questo luogo, dove ora sono prostrato, prima il sommo sacerdote offriva sante offerte e vi poneva fumo di incensi dai soavi odori. [5] Ora invece il nostro vanto è stato fatto terra e il desiderio della nostra anima polvere". ===XXXVI=== [1] E dopo aver detto queste cose mi addormentai lì e vidi, di notte, una visione. [2] Ed ecco una foresta di alberi, piantata in una pianura, e la circondavano alti e duri monti, di rupi; e quella foresta occupava una grande regione. [3] Ed ecco, contro di lei salì un'unica vite, e da sotto ad essa usciva una fonte, in quiete. [4] E quella fonte giunse fino alla foresta e divenne grandi onde, e quelle onde inondarono la foresta e in un attimo sradicarono la moltitudine di quella foresta e abbatterono tutti i monti intorno ad essa. [5] E l'altezza della foresta era umiliata, e il capo dei monti fu umiliato, e quella fonte divenne assai forte, da non lasciare alcunché di quella grande foresta, se non solo un cedro. [6] Quand'ebbe tolto anche lui ed ebbe fatto perire e sradicato la moltitudine di quella foresta, così che nulla ne restasse (e) neppure il suo luogo si conoscesse, allora la vite veniva con la fonte, in silenzio e in grande quiete, e venne fino ad un luogo non lontano dal cedro, e avvicinarono ad essa il cedro gettato (a terra). [7] E vidi: ed ecco quella vite aprì la sua bocca e parlò e disse a quel cedro: "Non sei tu il cedro che è rimasto della foresta del male? E per tua mano il male era continuo ed è stato fatto (per) tutti questi anni, ma mai il bene. [8] E tu ti sei fatto forte su (quel) che non (era) tuo, ma estendevi il tuo dominio su coloro che erano lontani da te e tenevi nelle reti dell'empietà coloro che ti (erano) vicini e innalzavi sempre la tua anima, come chi non può essere sradicato. [9] Ora si è affrettato il tuo tempo ed è giunta la tua ora. [10] Segui dunque anche tu, cedro, la foresta che ti ha preceduto e sii con essa polvere e la vostra terra si mescoli insieme. E ora dormite nel dolore e tacete nel tormento, finché non venga il tuo tempo ultimo, in cui verrai di nuovo e sarai (ancor) più tormentato". ===XXXVII=== [1] E dopo ciò vidi il cedro bruciare e la vite crescere, essa e tutto quel che le era intorno, una pianura piena di fiori che non appassiscono. E io mi svegliai e mi alzai. ===XXXVIII=== [1] E pregai e dissi: "Signore, mio Signore, tu illumini sempre coloro che si conducono con intelligenza. [2] La tua legge è vita e la tua sapienza è rettitudine. [3] Fammi dunque conoscere l'interpretazione di questa visione. [4] Tu infatti sai che la mia anima ha sempre camminato nella tua legge e (che) da(ll'inizio de)i miei giorni non mi sono allontanato dalla tua sapienza". ===XXXIX=== [1] E rispose e mi disse: "Baruc, questa è l'interpretazione della visione che hai visto. [2] Come hai visto, la grande foresta che circondavano monti alti e duri Ä questo è il detto: [3] ecco, verranno giorni, e sarà distrutto questo regno che un tempo aveva distrutto Sion, e sarà sottomesso a quello che verrà dopo di lui. [4] Ancora, anch'esso dopo un (certo) tempo sarà distrutto, e se (ne) leverà un altro, un terzo, e anch'esso a suo tempo sarà dominato e distrutto. [5] E dopo ciò si leverà un quarto regno, il cui dominio sarà duro e peggiore di quelli che furono prima di lui, e governerà per molti tempi, come la foresta della pianura, e dominerà i tempi e si innalzerà più dei cedri del Libano. [6] E sarà celata in esso la verità e fuggiranno presso di lui tutti quanti sono intrisi di scelleratezza, come gli animali cattivi fuggono e strisciano nella foresta. [7] E accadrà: quando si sarà avvicinato il tempo del suo compimento, perché cada, allora sarà rivelato il principato del mio Unto, simile alla fonte e alla vite. E quando sarà stato rivelato, esso sradicherà la moltitudine della sua assemblea. [8] E quel che hai visto Ä l'alto cedro che è rimasto della foresta Ä, e circa il fatto che la vite ha parlato con lui le parole che hai udito Ä questo è il detto. ===XL=== [1] L'ultimo condottiero che allora sarà rimasto vivo, dopo che sarà stata distrutta la moltitudine della sua assemblea, sarà legato e lo faranno salire sul monte Sion e il mio Unto lo accuserà di tutte le sue empietà e radunerà e porrà davanti a lui tutte le opere delle sue assemblee. [2] E, dopo, lo ucciderà, e proteggerà il resto del mio popolo che sarà trovato nel luogo che ho scelto. [3] E il suo principato starà per sempre, finché non sarà compiuto il mondo della corruzione e finché non saranno pieni i tempi predetti. [4] Questa è la tua visione e questa è la sua interpretazione". ===XLI=== [1] E risposi e dissi: "Per chi e per quanti accadranno queste cose? O chi sarà degno di vivere in quel tempo? [2] Dirò davanti a te tutto quel che penso e ti chiederò ciò su cui medito, [3] perché, ecco, vedo molti del tuo popolo che si sono allontanati dalle tue alleanze e hanno rigettato da s‚ il giogo della tua legge; [4] ho visto altri, ancora, che hanno abbandonato la loro vanità e sono fuggiti sotto le tue ali. [5] Che accadrà dunque di loro o come li riceverà l'ultimo tempo? [6] o forse il loro tempo non sarà pesato e non saranno giudicati così come inclinerà la bilancia?". ===XLII=== [1] E rispose e mi disse: "Anche questo io ti mostrerò. [2] Poiché hai detto: per chi e per quanti accadranno queste cose?, per coloro che hanno creduto sarà il bene predetto, e per coloro che hanno disprezzato, il contrario di ciò. [3] E poiché hai parlato di coloro che si sono avvicinati e di coloro che si sono allontanati, questo è il detto: [4] coloro che prima si sono sottomessi e poi si sono allontanati e si sono mescolati col seme di popoli mischiati, il loro primo tempo è, ma sarà calcolato (come) vermi. [5] E coloro che dapprima non hanno conosciuto e poi hanno conosciuto la vita e si sono mescolati col seme del popolo che si è separato, il loro primo tempo è calcolato (come) vermi. [6] E i tempi erediteranno tempi e i momenti, e riceveranno l'uno dall'altro, e allora, per il compimento, ogni cosa sarà confrontata, secondo la misura dei tempi e secondo le ore dei momenti. [7] La corruzione infatti governerà quelli che sono suoi e la vita quelli che sono suoi, [8] e sarà chiamata la terra e le si dirà: Rendi quel che non è tuo e fa' levare tutto quanto hai custodito per il suo tempo. ===XLIII=== [1] Ma tu, Baruc, rendi saldo il tuo cuore per quel che ti è stato detto e comprendi quel che ti è stato mostrato, perché hai molte consolazioni, per sempre. [2] Tu (te ne) andrai infatti da questo luogo e passerai oltre i luoghi che sono ora da te veduti e dimenticherai quel che è corruttibile né ricorderai più le cose che sono tra i mortali. [3] Va' dunque e comanda al tuo popolo e vieni a questo luogo, e dopo digiuna sette giorni e allora verrò a te e parlerò con te". ===XLIV=== [1] E (me ne) andai di lì, io, Baruc, e venni presso il mio popolo e chiamai mio figlio, il mio primogenito, e Godolia, mio amico, e sette degli anziani del popolo, e dissi loro: [2] "Ecco, io me ne vado presso i miei padri, secondo la via di tutta la terra. [3] Voi però non allontanatevi dalla via della legge, ma custodite e vegliate il popolo che è rimasto, che non si allontani dai comandamenti del Potente. [4] Voi vedete infatti che è giusto colui cui rendiamo culto, e (che) colui che ci ha plasmato non fa accezione di persona. [5] E guardate quel che è capitato a Sion e quel che è successo a Gerusalemme, [6] perché fosse conosciuto il giudizio del Potente e le sue vie, che sono ininvestigabili e rette. [7] Se infatti pazienterete e resterete nel timore di lui e non dimenticherete la sua legge, i tempi saranno mutati per voi in cose buone e vedrete la consolazione di Sion. [8] Perché quel che è ora (è) nulla, ma quel che sarà, sarà molto grande. [9] Passa infatti tutto quanto è corruttibile e (se ne) va tutto quel che muore e sarà dimenticato tutto il tempo di ora e non vi sarà ricordo del tempo di ora, intriso di mali. [10] Chi corre ora, corre verso la vanità, e chi è prospero, subito cade ed è umiliato. [11] Infatti si chiede quel che è futuro e speriamo in quel che viene dopo. V'è infatti un tempo che non passa [12] e viene un momento che resterà per sempre e un mondo nuovo che non condurrà alla corruzione coloro che vanno nella sua schiera né avrà misericordia di coloro che vanno al tormento né porterà alla perdizione coloro che vivono in esso. [13] Questi infatti sono coloro che erediteranno questo tempo di cui si è detto, e loro è l'eredità del tempo promesso; [14] questi (sono) coloro che si sono acquistati depositi di sapienza e presso i quali si sono trovati tesori di intelligenza e (che) non si sono allontanati dalla misericordia, ma hanno custodito la verità della legge. [15] A costoro infatti sarà dato il mondo che viene. La dimora del resto, dei molti, sarà invece nel fuoco. ===XLV=== [1] Voi dunque per quanto potete ammonite il popolo, perché nostra, infatti, è questa fatica. [2] Se infatti insegnerete loro, li farete vivere". ===XLVI=== [1] E risposero, mio figlio e gli anziani del popolo, e mi dissero: "Fino a tal punto il Potente ci umilierà, da prenderti subito di tra noi? [2] Veramente saremo nelle tenebre né avrà luce il popolo che è rimasto. [3] Dove infatti cercheremo ancora la legge o chi distinguerà per noi tra la morte e la vita?".[4] E dissi loro: "Io non posso levarmi contro il trono del Potente. Tuttavia non mancherà ad Israele il sapiente né il figlio della legge alla stirpe di Giacobbe. [5] Solo, voi preparate i vostri cuori ad ascoltare la legge e sottomettetevi a coloro che in timore sono sapienti e intelligenti, e preparate le vostre anime, affinché non vi allontaniate da loro. [6] Se infatti farete ciò, verranno a voi gli annunci che vi ho predetto e non cadrete nel tormento di cui vi ho testimoniato in anticipo". [7] Quanto alla parola secondo cui sarei stato preso, non la feci conoscere loro, neppure a mio figlio. ===XLVII=== [1] E, fattili uscire e congedatili, me ne andai di lì e dissi loro: "Ecco, io andrò fino ad Ebron. Lì infatti mi ha mandato il Potente". [2] E venni in quel luogo, lì dove si era parlato con me e lì sedetti e digiunai sette giorni. ===XLVIII=== ''(Preghiera di Baruc)''<br/> [1] E accadde dopo il settimo giorno: pregai davanti al Potente e dissi: [2] "O Signore, tu chiami l'avvento dei tempi, ed essi si levano davanti a te; fai passare il dominio dei mondi, ed essi non ti resistono; disponi il corso dei momenti, ed essi ti si sottomettono. [3] Tu solo conosci la durata delle generazioni, e non riveli i tuoi misteri ai molti; [4] fai conoscere la moltitudine del fuoco e pesi la leggerezza del vento; [5] scruti l'estremità delle altezze e indaghi le profondità della tenebra; [6] comandi il numero che passa ed è custodito, e prepari un'abitazione per coloro che saranno [7] Tu ricordi il principio, che hai fatto, né dimentichi la perdizione, che sarà; [8] comandi con cenni di timore e di furia alle fiamme ed esse si mutano in venti, e con la parola hai fatto levare qualcosa che non era e trattieni con grande potenza quel che non è ancora venuto. [9] Istruisci le creature con la tua intelligenza e rendi sapienti le sfere (celesti) che servono nei loro ordini. [10] Armate innumerevoli si levano davanti a te e servono quietamente, nei loro ordini, il tuo cenno. [11] Ascolta il tuo servo e porgi orecchio alla mia invocazione, [12] perché in breve tempo siamo stati generati e in breve tempo torneremo. [13] Presso di te invece le ore (sono) come tempi e i giorni come generazioni. [14] Non adirarti dunque contro l'uomo, perché è nulla, e non pensare alle nostre opere. [15] Cosa siamo noi, infatti? Ecco, infatti: per tuo dono veniamo al mondo e (ce ne) andiamo non di nostra volontà. [16] Non abbiamo infatti detto ai nostri padri di generarci (e) neppure abbiamo mandato (un messaggero) allo Sheol e (gli) abbiamo detto: Accoglici. [17] Cos'è dunque la nostra forza, che sopporti la tua ira, o cosa siamo noi per sostenere il tuo giudizio? [18] Proteggici tu con la tua misericordia e nella tua clemenza soccorrici. [19] Guarda i piccoli che ti si sono sottomessi e salva tutti coloro che ti si avvicinano e non spezzare la speranza del nostro popolo né accorciare i tempi del nostro aiuto. [20] E' questo infatti il popolo che hai scelto e questi sono un popolo di cui non hai trovato l'uguale. [21] Ma ora parlerò davanti a te e dirò come il mio cuore pensa. [22] Confidiamo in te perché, ecco, la tua legge è presso di noi e sappiamo che non cadremo finché manterremo le tue alleanze. [23] Saremo sempre beati, anche se per questo, perché non ci siamo mescolati ai popoli. [24] Noi tutti infatti siamo un unico popolo rinomato, perché abbiamo ricevuto dall'Unico l'unica legge, e la legge che è tra di noi ci aiuta e l'eccellente sapienza che è in noi ci soccorrerà". [25] E quando ebbi pregato e detto queste cose, fui molto spossato. [26] E rispose e mi disse: "Tu hai pregato con semplicità, o Baruc, e sono state udite tutte le tue parole, [27] ma il mio giudizio esige il suo e la mia legge esige quel che le spetta. [28] A partire dalle tue parole mi rivolgerò a te, e a partire dalla tua preghiera parlerò con te. [29] Questo è, infatti: nulla è chi si corrompe e ha commesso empietà come se potesse fare alcunché. N‚ ha ricordato la mia grazia né riceverà la mia longanimità. [30] Per questo tu sarai preso, come ti ho predetto.E verrà il tempo che ti ho detto [31] e si leverà quel tempo che tribola: verrà infatti e passerà con acre violenza e sarà intorbidato, venendo, dal furore della furia. [32] E accadrà in quei giorni: riposeranno tutti gli abitanti della terra uno sull'altro, perché non sapranno che il mio giudizio si è avvicinato. [33] Non si troveranno infatti molti sapienti in quel tempo e gli intelligenti saranno rari; ma anche coloro che sapranno taceranno (ancor) più. [34] E (vi) saranno numerosi rumori e non poche dicerie e si mostreranno opere di fantasie e si ripeteranno non pochi consigli: alcuni saranno vani e alcuni veri. [35] E l'onore si convertirà in vergogna e il vigore sarà umiliato in viltà e la fermezza dissolta e la bellezza sarà in dispetto. [36] E in quel tempo molti diranno a molti: Dove si è nascosta la moltitudine dell'intelligenza e dov'è migrata la moltitudine della sapienza? [37] E mentre considereranno questo, allora sorgerà invidia di coloro cui non avevano pensato e la passione terrà chi era stato quieto e molti saranno indotti dall'ira a nuocere a molti e susciteranno eserciti per versare sangue e insieme con loro da ultimo periranno. [38] E accadrà in quel tempo: il mutamento dei tempi sarà visto apertamente da ciascuno, poiché lungo tutti quei tempi essi si erano contaminati e oppressi e ciascuno andava per le sue opere né avevano ricordato la legge del Potente. [39] Per questo il fuoco divorerà i loro pensieri e le considerazioni di loro tutti saranno provate dalla fiamma. Verrà infatti il giudice e non tarderà, [40] perché ciascuno degli abitanti della terra sapeva, quando commetteva scelleratezze, e non conobbero la mia legge per il loro orgoglio. [41] Molti allora piangeranno veramente, sui vivi più che sui morti".[42] E risposi e dissi: "Oh, cosa hai fatto, Adamo, a tutti coloro che sono nati da te? E cosa si dirà ad Eva, la prima che ha obbedito al serpente, [43] poiché tutta questa moltitudine è andata alla corruzione, e non hanno numero coloro che il fuoco divorerà? [44] Ma ancora dirò davanti a te: [45] tu Signore, mio Signore, sai cosa (c'è) nella tua creatura. [46] Tu infatti un tempo hai comandato alla polvere di dare Adamo, e tu sai il numero di coloro che sono nati da lui e quanto hanno peccato davanti a te quelli che sono stati e non hanno confessato te, il loro Fattore; [47] e in più di tutto ciò, la loro (stessa) fine li accuserà, e la tua legge, che hanno trasgredito, nel tuo giorno li retribuirà. [48] Ma ora lasciamo gli empi e facciamo ricerche sui giusti, [49] e narrerò la loro beatitudine e non cesserò di glorificare la loro gloria, custodita per loro. [50] Davvero infatti, come per breve tempo avete sopportato molta fatica in questo mondo che passa, in cui vivete, così in quel mondo che non ha termine riceverete grande luce. ===XLIX=== [1] Tuttavia ancora ti invocherò, Potente, e invocherò misericordia da colui che ha fatto tutto. [2] In quale somiglianza vivranno coloro che vivranno nel tuo giorno, o come resterà il loro splendore, (quello) che sarà dopo di allora? [3] Prenderanno allora questa figura di ora e rivestiranno queste membra di lacci, che ora sono nei mali e in cui i mali sono compiuti, o muterai forse quelle (membra) che furono nel mondo come anche il mondo?". ===L=== [1] E rispose e mi disse: "Ascolta Baruc questa parola, e scrivi nella memoria del tuo cuore tutto quel che ti insegno. [2] La terra infatti allora renderà i morti che ora riceve per custodirli, senza che alcunché sia mutato nella loro figura, ma come li ha accolti, così li renderà, e come li ho consegnati a lei, così anche li farà risorgere. [3] Allora infatti si dovrà mostrare ai viventi che i morti sono vissuti e (che) coloro che erano andati sono venuti. [4] E accadrà: quando quelli che ora si conoscono si saranno riconosciuti l'un l'altro, allora avrà vigore il giudizio e verranno le cose prima dette. ===LI=== [1] E accadrà: dopo che sarà passato il giorno stabilito, allora, poi, sarà mutata la somiglianza di coloro che sono rei (ed) anche la gloria di coloro che sono giustificati. [2] Infatti la somiglianza di coloro che sono empi sarà fatta peggiore di quel che è, perché patiscano il tormento. [3] Anche la gloria di coloro che ora sono stati giustificati dalla mia legge, (di) quelli che avevano intelligenza nella loro vita e (di) quelli che hanno piantato nel loro cuore la radice della sapienza Ä allora il loro splendore sarà glorificato con mutamenti e la somiglianza del loro volto si convertirà nella luce della loro bellezza, perché possano prendere e ricevere il mondo che non muore, che (per) allora è promesso loro. [4] Per questo infatti di più gemeranno quelli che verranno allora, perché hanno disprezzato la mia legge e hanno chiuso le loro orecchie per non ascoltare la sapienza e non ricevere l'intelligenza. [5] Quando dunque vedranno che allora coloro su cui ora si sono innalzati saranno innalzati e glorificati più di loro, e (che) saranno mutati gli uni e gli altri, quelli nello splendore degli angeli ed essi in stupore di visioni e nella vista di somiglianze, di più si scioglieranno. [6] Prima infatti vedranno, e dopo andranno per essere tormentati.[7] Quelli invece che sono stati liberati dalle loro opere e quelli che ora hanno avuto legge, speranza e intelligenza, attesa e sapienza (e) fede, vedranno cose stupende, al loro tempo. [8] Vedranno infatti quel mondo che ora non è loro visibile, vedranno un tempo che ora è stato loro nascosto, [9] e il tempo non li invecchierà più. [10] Dimoreranno infatti sulle altezze di quel mondo e saranno simili agli angeli e paragonabili alle stelle, e si muteranno in qualsiasi somiglianza vorranno, di bellezza in decoro e di luce in splendore di gloria. [11] Si estenderanno infatti davanti a loro le latitudini del paradiso e si mostrerà loro la bellezza della grandezza dei Viventi (posti) sotto il trono e tutti gli eserciti degli angeli trattenuti ora dalla mia parola, perché non siano veduti, e trattenuti dal comandamento, perché stiano nelle loro regioni finché non venga il (tempo del) loro avvento. [12] E allora l'eccellenza sarà nei giusti più che negli angeli. [13] I primi infatti riceveranno gli ultimi, quelli che attendevano, e gli ultimi coloro che avevano udito essere passati. [14] Saranno liberati infatti da questo mondo di tribolazione e cesserà per loro il peso dei dolori.[15] Per cosa dunque gli uomini hanno perduto la loro vita e con cosa hanno scambiato le loro anime quelli che sono stati sulla terra? [16] Allora infatti hanno scelto questo tempo, che non è possibile passi senza dolori, e hanno scelto quel tempo i cui esiti sono pieni di gemiti e mali, e hanno rifiutato il mondo che non addolora quelli che vi vengono, e hanno disprezzato il tempo e la gloria, così che non verranno all'onore di cui prima ti ho detto". ===LII=== [1] E risposi e dissi: "Come errano coloro per i quali è custodita (per) allora la maledizione! [2] Ma perché dunque facciamo ancora lutto su coloro che muoiono, o perché piangiamo su coloro che vanno nello Sheol? [3] Si custodiscano i lamenti per il principio del tormento futuro e si serbino le lacrime per l'avvento della perdizione di allora! [4] Ma anche, di contro a ciò, dirò: [5] e i giusti, che faranno ora? [6] Rallegratevi per la sofferenza che ora patite! E perché infatti guardate al declino dei vostri nemici? [7] (Piuttosto) preparate le vostre anime per quel che è custodito per voi e approntate le vostre anime alla mercede disposta per voi".[8] E detto questo, mi addormentai lì. ===LIII=== [1] E vidi una visione e, ecco, una nuvola molto grande saliva dal mare. E la guardavo e, ecco, era piena di acque bianche e nere, e molti colori c'erano in quelle acque e al suo capo si vedeva come la somiglianza di un grande fulmine. [2] E vidi la nuvola passare rapidamente, con veloci corse, e nascose tutta la terra. [3] E dopo questo accadde: la nuvola iniziò a piovere sulla terra le acque che erano in lei. [4] E vidi che non era unica la somiglianza delle acque che ne scendevano. [5] Al primo inizio infatti esse erano molto nere, fino ad un (dato) momento; e dopo vidi che le acque si illuminavano, ma non erano molte. E dopo queste vidi ancora le nere, e dopo queste ancora le luminose, e ancora le nere e ancora le luminose. [6] Questo accadde per dodici volte, ma sempre le nere erano più numerose delle luminose. [7] E accadde al compimento della nuvola: ed ecco, fece piovere acque nere, ed erano tenebrose più di tutte le acque precedenti e era mescolato a loro fuoco e dove quelle acque scendevano, facevano distruzione e perdizione. [8] E dopo queste vidi quel fulmine che avevo visto in capo alla nuvola: la tenne e la fece scendere fino a terra, [9] e riluceva (ancor) più, quel fulmine, così da illuminare tutta la terra, e sanò quelle regioni su cui erano scese le ultime acque e (che esse) avevano distrutto. [10] Ed esso teneva tutta la terra e dominò su di essa. [11] E dopo di ciò vidi e, ecco, dodici fiumi salivano dal mare e circondavano quel fulmine e gli si sottomettevano. [12] E io per il mio timore mi svegliai. ===LIV=== ''(Preghiera di Baruc)''<br/> [1] E invocai il Potente e dissi: "Tu solo Signore conosci in anticipo le altezze del mondo e fai venire con la tua parola quel che accade nei tempi e affretti contro le opere degli abitanti della terra il principio dei tempi e, solo, conosci il termine dei momenti. [2] (Tu,) quegli cui nulla è difficile Ä anzi, fai tutto facilmente, con un cenno; [3] tu, davanti al quale vengono le profondità come le altezze e la cui parola servono i principi dei mondi; [4] (tu), quegli che rivela a quanti temono quel che accadrà loro, per consolarli di lì; [5] (che) fa conoscere opere forti a coloro che non sanno, apre la cinta a coloro che non ne sono a conoscenza e illumina le tenebre e rivela le cose nascoste a quanti sono senza macchia, quelli che nella fede si sono sottomessi a te e alla tua legge; [6] tu hai mostrato al tuo servo questa visione: rivelami anche la sua interpretazione. [7] So infatti di aver ricevuto una parola relativa a quanto ti avevo chiesto, e (che) mi hai fatto sapere con quale voce lodarti o da quali membra far salire a te gloria e giubilo. [8] Se infatti le mie membra divenissero bocche e i capelli del mio capo voci, neppure così potrei renderti gloria o glorificarti come conviene, né potrei narrare la tua gloria o dire la magnificenza del tuo decoro.[9] Cosa sono infatti tra gli uomini? O cosa sono calcolato tra quanti sono da più di me, così che abbia udito dall'Altissimo tutte queste (cose) stupende e da colui che mi ha creato annunci senza fine? [10] Beata mia madre fra le genitrici, e sia glorificata fra le donne la mia genitrice! [11] Io poi non cesserò di glorificare il Potente, ma con voce di gloria narrerò le sue meraviglie. [12] E chi infatti imiterà le tue meraviglie, Dio, o chi comprenderà il tuo profondo pensiero di vita? [13] Tu infatti hai guidato con la tua intelligenza tutte le creature che la tua destra ha creato, e tu hai stabilito presso di te ogni fonte di luce e hai preparato sotto il tuo trono depositi di sapienza. [14] E giustamente periscono coloro che non hanno amato la tua legge, e il tormento del giudizio riceve coloro che non si sono sottomessi al tuo dominio. [15] Se infatti Adamo prima di me ha peccato e ha fatto venire la morte su tutto quel che al suo tempo non (era), pure anche coloro che furono generati da lui, ognuno di loro ha predisposto per la sua anima il tormento futuro e, ancora, ognuno di loro ha scelto per s‚ le glorie future. [16] Veramente infatti chi crede riceverà la mercede. [17] Ora però tornate alla corruzione, scellerati di ora, perché sarete severamente visitati, voi che un tempo avete disprezzato l'intelligenza dell'Altissimo. [18] Infatti le sue opere non vi hanno istruito né vi ha persuaso l'arte della sua creazione, che (è) sempre. [19] Non è dunque Adamo la causa, se non per sè‚ solo. Noi tutti, ognuno (di noi) è divenuto Adamo a se stesso. [20] Tu però, Signore, interpreta per me quanto mi hai rivelato, e fammi sapere quel che ti ho chiesto. [21] Al compimento del mondo, infatti, (vi) sarà vendetta contro coloro che furono scellerati, secondo la loro scelleratezza, e glorificherai i fedeli, secondo la loro fede. [22] Tu infatti guiderai coloro che sono tuoi e estirperai dal tuo coloro che peccano". ===LV=== [1] E accadde: quando ebbi terminato di dire le parole di questa preghiera sedetti lì, sotto un albero, per riposarmi all'ombra dei rami. [2] Ed ero meravigliato e stupito, e consideravo nei miei pensieri la moltitudine della beatitudine che i peccatori, sulla terra, avevano rigettato da s‚, e il grande tormento che avevano spregiato, pur sapendo che sarebbero stati tormentati perché peccavano. [3] E mentre pensavo a ciò e a cose simili a queste, ecco, fu inviato a me l'angelo Ramaele, quello che presiede alle visioni di verità, e mi disse: [4] "Perché si intorbida il tuo cuore, Baruc? E perché si turba il tuo pensiero? [5] Se infatti hai udito solo l'annuncio del giudizio (e ne) sei stato così scosso, cosa (sarà) quando lo vedrai con i tuoi occhi, apertamente? [6] E se sei così disfatto dall'attesa, poiché attendi il giorno del Potente, cosa (sarà) quando giungerai al suo avvento? [7] E se hai tremato tutto alla parola della notizia del tormento di coloro che hanno mancato, quanto più (tremerai) quando l'opera stessa rivelerà cose stupefacenti? [8] E se hai udito i nomi dei beni e dei mali che allora saranno, e ti sei addolorato, cosa (sarà) quando vedrai quel che la Grandezza rivelerà, che accuserà gli uni e delizierà gli altri? ===LVI=== [1] Tuttavia, poiché hai chiesto all'Altissimo di rivelarti l'interpretazione della visione che hai visto, sono stato inviato io a parlarti, [2] perché il Potente ti ha fatto conoscere i corsi dei tempi passati e di quelli che passeranno nel suo mondo, dal principio della sua creazione e fino al suo compimento: di quelli che (passano) nell'inganno e di quelli che (passano) nella verità. [3] Come infatti hai visto una grande nuvola, che è salita dal mare ed è andata e ha nascosto la terra, questa è la lunghezza del mondo che il Potente ha fatto, quando ha pensato di fare il mondo. [4] E accadde: quando la parola uscì da davanti a lui, la lunghezza del mondo, un che di piccolo, si levò e fu stabilita secondo la moltitudine dell'intelligenza di colui che l'aveva inviata. [5] E come hai visto prima, in capo alla nuvola, acque nere che scesero per prime sulla terra, questa è la trasgressione che trasgredì Adamo, il primo uomo, [6] perché infatti, quand'ebbe trasgredito, fu la morte che non viene nel suo tempo, ed ebbe nome il lutto e fu preparato il dolore e creata la sofferenza e reso perfetto il lavoro, e il vanto iniziò a sussistere e lo Sheol (da allora) esige di essere rinnovato nel sangue, e fu concepimento di figli e fu fatto calore di parenti, e la grandezza dell'umanità fu umiliata e la grazia si seccò. [7] Cosa dunque poteva essere più nero o tenebroso di ciò? [8] Questo è l'inizio delle acque nere che hai visto. [9] E da queste (acque) nere, ancora (altre di) nere erano generate, e si fece tenebra di tenebre. [10] Egli infatti fu un pericolo per la propria anima, (ma) fu un pericolo anche per gli angeli. [11] Essi infatti al tempo in cui egli fu creato avevano ancora libertà, [12] e alcuni discesero e si mescolarono con le donne [13] e allora quelli che avevano fatto così furono tormentati in lacci; [14] però il resto della moltitudine degli angeli, che non hanno numero, si contenne. [15] E coloro che abitavano sulla terra perirono in un attimo, tramite le acque del diluvio. [16] Sono queste le prime acque nere. ===LVII=== [1] E dopo queste hai visto delle acque luminose: questa è la fonte di Abramo (ed) anche le sue generazioni, e l'avvento di suo figlio e del figlio di suo figlio e di quelli che somigliano a loro. [2] Perché in quel tempo, presso di loro, la legge aveva nome, senza libro, e le opere dei comandamenti erano allora compiute e la fede nel giudizio futuro era allora generata e la speranza nel mondo rinnovato era allora edificata ed era piantata la promessa della vita che sarebbe venuta dopo. [3] Queste sono le acque luminose che hai visto. ===LVIII=== [1] E le terze acque nere che hai visto, questa è la commistione di tutti i peccati che poi hanno commesso i popoli, dopo la morte di quei giusti, e l'empietà della terra d'Egitto, perché furono empi nella sottomissione cui sottoposero i figli di quelli. [2] Tuttavia anch'essi da ultimo perirono. ===LIX=== [1] E le quarte acque luminose che hai visto, questo è l'avvento di Mosè e di Aronne e di Maria e di Giosuè figlio di Nun e di Caleb e di tutti quelli che somigliano a loro. [2] In quel tempo infatti la lampada della legge eterna illuminò tutti quelli che sedevano nelle tenebre affinché facesse conoscere a quanti credevano la promessa della loro mercede e a quanti rinnegavano il tormento del fuoco custodito per loro. [3] Ma anche i cieli in quel tempo furono presi dal loro luogo e (quelli) che (erano) sotto il trono del Potente furono scossi, quando egli teneva Mosè presso di s‚. [4] Gli mostrò infatti i molti ammonimenti con le osservanze delle leggi e il compimento del tempo, come (ha mostrato) anche a te, e, ancora, la somiglianza di Sion e le misure di quella che sarebbe stata fatta e la somiglianza del santuario di ora.[5] Ma allora gli mostrò anche le misure del fuoco (ed) anche le profondità dell'abisso e il peso dei venti e il numero degli scrosci di pioggia [6] e il contenimento dell'ira e la moltitudine della longanimità e la verità del giudizio [7] e la radice della sapienza e la ricchezza dell'intelligenza e la fonte della scienza [8] e l'altezza dell'aria e la grandezza del paradiso e il compimento dei mondi e il principio del giorno del giudizio [9] e il numero delle offerte e le terre che ancora non sono venute [10] e la bocca della gehenna e il patto della vendetta e la regione della fede e il luogo della speranza [11] e la somiglianza del tormento futuro e la moltitudine degli angeli, che non hanno numero, e gli eserciti di fiamma e lo splendore dei fulmini e la voce dei tuoni e le schiere degli arcangeli e i depositi della luce e i mutamenti dei tempi e le indagini della legge. [12] Queste sono le acque quarte e luminose che hai visto. ===LX=== [1] E le quinte acque nere che hai visto piovere, queste sono le opere che facevano gli Amorrei e gli incantesimi delle loro magie, che facevano, e i mali dei loro misteri e la commistione della loro contaminazione. [2] Ma anche Israele si contaminò allora nei peccati, nei giorni dei giudici, pur vedendo i molti segni che erano (compiuti) da colui che li aveva fatti. ===LXI=== [1] E le seste acque luminose che hai visto, questo è il tempo in cui furono generati David e Salomone, [2] e in quel tempo avvenne l'edificazione di Sion e la consacrazione del santuario. E allora fu effuso molto sangue di popoli che avevano peccato, e (furono) molte le offerte che allora vennero offerte per la consacrazione del santuario. [3] E la pace e la tranquillità erano stabili in quel tempo, [4] e si ascoltava la sapienza nell'assemblea e la ricchezza di intelligenza era magnificata nelle riunioni [5] e le feste di santità erano celebrate nella bontà e in molta delizia [6] e il giudizio dei governanti era allora visto privo di inganno e la giustizia dei comandamenti del Potente era compiuta nella verità [7] e la terra (d'Israele), che allora, in quel tempo, aveva trovato misericordia, anche perché i suoi abitanti non peccavano, era glorificata più di tutte le terre e la città di Sion dominava allora su tutte le terre e le regioni. [8] Queste sono le acque luminose che hai visto. ===LXII=== [1] E le settime acque nere che hai visto, questa è la perversione del pensiero di Geroboamo, che pensò di fare due vitelli d'oro, [2] e tutte le empietà che commisero i re che furono dopo di lui [3] e la maledizione di Gezabele e l'idolatria che Israele praticò in quel tempo [4] e la ritenzione della pioggia e le carestie che vi furono, fino al punto che le donne mangiarono i frutti dei loro ventri, [5] e il tempo della loro cattività, che venne sulle nove tribù e mezzo, perché erano in molti peccati. [6] E venne Salmanasar, re degli Assiri, e li fece prigionieri. [7] Sui popoli poi si dovrebbe dire molto, quanto furono scellerati e empi sempre, né mai furono giustificati. Queste sono le settime acque nere che hai visto. ===LXIII=== [1] E le ottave acque luminose che hai visto, questa è la giustizia e la rettitudine di Ezechia, re di Giuda, e la sua buona (sorte), che venne su di lui. [2] Quando, infatti, Sennacherib fu mosso a perire e la sua ira lo agitava: come sarebbe perita infatti anche la moltitudine dei popoli che erano con lui?, [3] quando (dunque) udì il re Ezechia le (cose) che pensava il re assiro Ä di venire e impadronirsi di lui e far perire il suo popolo, le due tribù e mezzo che erano rimaste... ma pure Sion voleva distruggere Ä, allora Ezechia confidò nelle sue opere e sperò nella sua giustizia e parlò con il Potente e disse: [4] "Vedi che, ecco, è pronto Sennacherib a farci perire e a vantarsi e ad insuperbire per aver fatto perire Sion". [5] E lo udì il Potente Ä era sapiente infatti Ezechia Ä, e guardò alla sua invocazione perché era giusto. [6] E allora il Potente comandò a Ramaele, il suo angelo, (questi) che parla con te, [7] e io uscii e feci perire la loro moltitudine, il numero dei cui principi, da solo, era di centoottantacinquemila, e ciascuno di loro così in numero ne aveva (sotto di s‚). [8] E in quel tempo facevo bruciare i loro corpi di dentro, mentre custodivo, di fuori, le vesti e l'arma, perché si vedessero meglio le meraviglie del Potente e affinché si parlasse del suo nome in tutta la terra. [9] Fu salvata Sion e Gerusalemme fu preservata. Anche Israele fu liberato dalle tribolazioni, [10] e gioirono tutti coloro che si trovavano in terra santa e fu glorificato il nome del Potente, così che se ne parlò. [11] Queste sono le acque luminose che hai visto. ===LXIV=== [1] E le none acque nere che hai visto, questa è tutta l'empietà che fu ai giorni di Manasse, figlio di Ezechia, [2] perché fu molto empio e uccise i giusti e piegò il giudizio e effuse sangue innocente e con violenza contaminò donne sposate e distrusse altari e soppresse le loro offerte e fece uscire i sacerdoti, perché non prestassero servizio nel santuario. [3] E fece una immagine a cinque facce: quattro di loro guardavano i quattro venti e la quinta (era) sul capo dell'immagine, come contro lo zelo del Potente. [4] E allora uscì l'ira da davanti al Potente, perché Sion fosse sradicata, come anche è accaduto ai vostri giorni. [5] Ma anche sulle due tribù e mezzo fu emanata una sentenza, perché anch'esse fossero fatte prigioniere, come hai visto ora. [6] E fino a così fu grande l'empietà di Manasse, da allontanare dal santuario la gloria dell'Altissimo. [7] Per questo Manasse in questo tempo è stato chiamato empio e da ultimo la sua dimora fu nel fuoco. [8] Infatti, pur essendo stata udita la sua invocazione presso l'Altissimo, da ultimo, quando cadde nel cavallo di bronzo e si liquefece il cavallo di bronzo e accadde allora per lui un segno, [9] di fatto non era vissuto in modo perfetto né di fatto era degno, se non di sapere (fin) da allora da chi da ultimo avrebbe dovuto essere tormentato. [10] Chi può beneficare, infatti, può anche tormentare. ===LXV=== [1] Così era empio Manasse, e nel suo tempo pensava come se il Potente non avrebbe chiesto conto di queste cose. [2] Queste sono le none acque nere che hai visto. ===LXVI=== [1] E le decime acque luminose che hai visto, questa è la limpidezza delle generazioni di Giosia, re di Giuda, perché in quel tempo lui solo era sottomesso al Potente con tutto il suo cuore e con tutta la sua anima. [2] E lui purificò la terra dagli idoli e santificò tutti i vasi che erano stati resi impuri e restituì le offerte all'altare e levò il corno dei santi e esaltò i giusti e glorificò tutti i sapienti in intelligenza e fece tornare i sacerdoti al loro servizio e estirpò e fece perire incantatori e maghi e negromanti dalla terra; [3] e non solo uccise gli empi che vivevano, ma anche le ossa di coloro che erano morti furono tratte fuori dai sepolcri e fecero bruciare nel fuoco. [4] E stabilì le feste e i sabati nei loro sacri riti, e fece bruciare nel fuoco gli impuri e i falsi profeti, che avevano fatto errare il popolo, anche loro fece bruciare nel fuoco, e il popolo che aveva obbedito loro, vivi li gettò nella valle del Cedron e li coprì di pietre. [5] E fu zelante nello zelo del Potente con tutta la sua anima, e in quel tempo, solo, fu fermo nella legge, al punto da non lasciare alcuno incirconciso o empio in tutta la terra, tutti i giorni della sua vita. [6] Questi è quegli che ha preso un profitto eterno, e lui sarà glorificato presso il Potente più di molti nell'ultimo tempo. [7] Per costui infatti e per quelli che gli somigliano sono state create e preparate le preziose glorie di cui prima ti ho detto. [8] Queste sono le acque luminose che hai visto. ===LXVII=== [1] E le undicesime acque nere che hai visto, questo è il male che ora capita a Sion. [2] Oh! pensi che gli angeli non provino dolore davanti al Potente perché così è stata consegnata Sion e perché, ecco, i popoli si vantano nei loro cuori e le assemblee davanti ai loro idoli e dicono: "E' stata calpestata quella che per molto tempo aveva calpestato ed è stata sottomessa quella che sottometteva?". [3] Pensi che di ciò gioisca l'Altissimo o (che) il suo nome (ne) sia glorificato? [4] Ma cosa sarà del suo giusto giudizio? [5] Tuttavia, dopo ciò, coloro che furono dispersi tra i popoli saranno tenuti nella tribolazione e dimoreranno nella vergogna in ogni luogo, [6] perché, finché Sion è consegnata e Gerusalemme devastata e gli idoli prosperano nelle città dei popoli e il fumo della nube dei profumi di giustizia, che (procede) dalla legge, è estinto in Sion, ecco, vi sarà nella regione di Sion, dovunque, la nube dell'empietà. [7] Pure, si leverà il re di Babilonia, quegli che ora abbatte Sion, e si vanterà del popolo e dirà cose grandi nel suo cuore davanti all'Altissimo. [8] Anche lui però da ultimo cadde. [9] Queste sono le acque nere. ===LXVIII=== [1] E le dodicesime acque luminose che hai visto, questo è il detto. [2] Verrà infatti un tempo dopo ciò e cadrà il tuo popolo in una calamità, così che correranno il pericolo di perire tutti insieme. [3] Tuttavia saranno salvati e i loro avversari cadranno davanti a loro [4] ed essi avranno per un (certo) tempo grande delizia. [5] E in quel tempo, dopo poco, Sion sarà riedificata e si ripristineranno le sue offerte e i sacerdoti torneranno al loro servizio e ancora verranno i popoli per glorificarla, [6] tuttavia non pienamente, come in precedenza. [7] Ma accadrà dopo ciò: sarà la caduta di molti popoli. [8] Queste sono le acque luminose che hai visto. ===LXIX=== [1] Le ultime acque che hai visto, infatti, che erano più nere di tutte le precedenti Ä quelle che furono dopo il numero delle dodici raccolte insieme Ä, riguardano tutto il mondo. [2] L'Altissimo le ha separate infatti (fin) da prima perché lui solo sa quel che capiterà. [3] Infatti, (quanto al)le (azioni) cattive degli empi, che sarebbero state (compiute) davanti a lui, (egli) ha previsto i loro sei modi, [4] e ha previsto (pure) i sei modi delle buone azioni dei giusti, che sarebbero state compiute davanti a lui, fatta eccezione di quel che avrebbe fatto (lui stesso) al compimento del mondo. [5] Per questo né le acque nere (stanno) con le nere né le luminose con le luminose: è infatti il compimento. ===LXX=== [1] Ascolta dunque l'interpretazione delle ultime acque nere, che verranno dopo le nere. Questo è il detto. [2] Ecco, giorni verranno e accadrà, quando sarà maturo il tempo del mondo e verrà la mietitura dei suoi semi, dei cattivi e dei buoni: il Potente farà venire sulla terra e i suoi abitanti e sui suoi governanti turbamento degli spiriti e istupidimento del cuore. [3] E si odieranno l'un l'altro e si inciteranno l'uno contro l'altro alla guerra e gli ignominiosi domineranno gli onesti e si innalzeranno i vili sui gloriosi [4] e i molti saranno consegnati ai pochi e quelli che non erano alcunché domineranno i forti e prevarranno i miseri sui ricchi e gli empi si leveranno sui valorosi [5] e taceranno i sapienti e parleranno gli stolti e allora non sarà saldo il pensiero degli uomini, neppure l'intelligenza dei potenti, né sarà salda la speranza di coloro che sperano. [6] E accadrà: quando saranno accadute le cose predette, cadrà la confusione in tutti gli uomini, e alcuni cadranno in guerra e alcuni si corromperanno nei dolori e alcuni saranno insidiati da quelli che sono loro. [7] L'Altissimo rivelerà i popoli che prima aveva approntato e verranno e combatteranno con i governanti che allora saranno rimasti. [8] E accadrà: chiunque scamperà alla battaglia morrà nella sommossa; e chi scamperà alla sommossa brucerà nel fuoco; e chi scamperà al fuoco perirà di fame. [9] E accadrà: chiunque scamperà e sfuggirà a tutte le cose predette, a coloro che vinsero e (a coloro) che furono vinti, (costoro) saranno consegnati nelle mani del mio servo, l'Unto: [10] tutta la terra infatti divorerà i suoi abitanti. ===LXXI=== [1] La terra santa però avrà misericordia del suo e proteggerà in quel tempo i suoi abitanti. [2] Questa è la visione che hai visto e questa è la sua interpretazione. [3] Io poi sono venuto per dirti questo perché è stata udita la tua invocazione presso l'Altissimo. ===LXXII=== [1] Ascolta anche (questo) sulle acque luminose che saranno al compimento, dopo quelle nere. Questo è il detto. [2] Dopo che saranno venuti i segni che prima ti ho detto, quando saranno turbati i popoli e sarà venuto il tempo del mio Unto, egli chiamerà tutti i popoli e ne farà vivere alcuni e altri ne ucciderà. [3] Questo dunque verrà sui popoli che vivranno dopo ciò. [4] Ogni popolo che non conoscerà Israele e che non avrà calpestato il seme di Giacobbe, esso vivrà. [5] E questo affinché alcuni popoli si sottomettano al tuo popolo. [6] Tutti coloro, invece, che avranno dominato su di voi o che vi avranno conosciuto, tutti costoro saranno consegnati alla spada. ===LXXIII=== E accadrà: dopo che avrà umiliato tutto quanto è al mondo e si sarà seduto in pace, per sempre, sul trono del suo regno, allora (l'Unto) si rivelerà in delizia e si vedrà il riposo. [2] E allora la guarigione discenderà, in ombra, e la malattia si allontanerà e cura e dolore e gemiti passeranno (via) dagli uomini e tornerà la gioia in tutta la terra. [3] E nessuno più morrà, se non nel suo tempo, né accadrà, all'improvviso, alcuna avversità. [4] E giudizi e offese e litigi e vendette e sangue e desideri e invidia e odio e tutto quanto somiglia loro, rimossi, andranno alla condanna: [5] sono loro infatti le (passioni) che hanno riempito questo mondo di mali e per esse soprattutto era turbata la condotta degli uomini. [6] E verranno gli animali dalla foresta e serviranno gli uomini e aspidi e dragoni usciranno dalle loro caverne per essere sottomessi ad un bimbo. [7] E le donne allora non avranno più sofferenza quando genereranno, né saranno tormentate quando daranno il frutto del ventre. ===LXXIV=== [1] E accadrà in quei giorni: non faticheranno i mietitori né lavoreranno quelli che edificano: da se stesse infatti correranno le opere, con coloro che le fanno, in grande riposo. [2] Perché quel tempo è il compimento di quel che è corruttibile e il principio di quel che è incorruttibile. [3] Per questo le (cose) predette accadranno in esso; per questo sarà lontano dai cattivi e vicino per coloro che non muoiono. [4] Queste sono le ultime acque luminose venute dopo le ultime acque nere". ===LXXV=== [1] E risposi e dissi: "Mio Signore, chi imiterà la tua grazia? Essa infatti è incomprensibile. [2] O chi indagherà la tua misericordia che non ha fine? [3] O chi comprenderà la tua intelligenza? [4] O chi potrà narrare i pensieri della tua mente? [5] O chi tra i nati (di donna) si aspetterà di giungere ad essi, se non colui di cui tu hai misericordia e che proteggi? [6] Perché, se tu non hai misericordia degli uomini, quanti (sono) sotto la tua destra non possono giungere ad essi, se non coloro che, (annoverati) in numeri rinomati, possono essere chiamati. [7] Noi però, quanti esistiamo, se conosciamo perché siamo venuti e ci sottomettiamo a colui che ci ha fatto uscire dall'Egitto, verremo di nuovo e rammenteremo le cose passate e gioiremo di quel che fu. [8] Ma se ora non conosciamo perché siamo venuti e non riconosciamo il principato di colui che ci ha fatto salire dall'Egitto, verremo di nuovo e invocheremo le (cose) che ora sono state e ci addoloreremo nelle sofferenze per quel che è accaduto". ===LXXVI=== [1] E rispose e mi disse: "Poiché ti è stata interpretata la rivelazione di questa visione, come avevi pregato, ascolta la parola dell'Altissimo, affinché tu sappia quel che ti capiterà dopo ciò. [2] Perché (te ne) andrai sì da questa terra, tuttavia non alla morte, ma alla custodia dei tempi.[3] Sali dunque in cima a questa montagna e passeranno davanti a te tutte le regioni di questa terra e la somiglianza dell'universo e la cima dei monti e l'abisso della valle e gli abissi del mare e il numero dei fiumi, perché tu veda cosa lasci e dove vai. [4] Questo poi accadrà dopo quaranta giorni. [5] Ora dunque, in questi giorni, va' e insegna al popolo quanto puoi, perché imparino, così che non muoiano nell'ultimo tempo, ma imparino, così che vivano negli ultimi tempi". ===LXXVII=== [1] E io, Baruc, (me ne) andai di lì e venni presso il popolo e li radunai, dal grande fino al piccolo, e dissi loro: [2] "Ascoltate, figli di Israele! Vedete quanti siete rimasti delle dodici tribù d'Israele. [3] A voi e ai vostri padri il Signore ha dato la legge, piuttosto che a tutti i popoli, [4] e poiché i vostri fratelli hanno trasgredito i comandamenti dell'Altissimo, (egli) ha fatto venire su di voi e su di loro la vendetta, e non ha risparmiato i primi, ma ha dato anche gli ultimi alla prigionia né ne ha lasciato un resto. [5] Ma ecco, voi siete qui con me. [6] Se dunque correggerete le vostre vie, non andrete anche voi come andarono i vostri fratelli, ma loro verranno a voi, [7] perché è misericordioso colui cui voi rendete culto, ed è protettore colui in cui sperate, ed è veritiero, per fare il bene e non il male. [8] Ecco, non avete visto quel che è capitato a Sion? [9] O forse pensate che il luogo abbia peccato, e per questo sia stato distrutto; o (che) la terra abbia mancato, e per questo sia stata consegnata? [10] E non sapete che per voi, che avete peccato, è stato distrutto quello che non aveva peccato, e per coloro che erano stati scellerati è stato consegnato agli avversari, esso, che non aveva mancato?". [11] E rispose tutto il popolo e mi disse: "Ricordiamo tutto quanto possiamo ricordare dei beni che ha fatto con noi il Potente e lui conosce, nella sua misericordia, quelli che noi non ricordiamo. [12] Tuttavia fa' questo per noi, tuo popolo: scrivi anche ai nostri fratelli in Babilonia una lettera di ammaestramento e un rotolo di annuncio, per rafforzare anche loro prima che tu te ne vada da noi. [13] Perirono infatti i pastori di Israele e si sono spente le lampade che illuminavano e le fonti hanno trattenuto il loro corso, di dove bevevamo. [14] Noi siamo stati abbandonati nella tenebra e nel fitto della foresta e nella sete del deserto". [15] E risposi e dissi loro: "Pastori e lampade e fonti procedevano dalla legge e, se noi andiamo, pure la legge sta. [16] Se dunque guarderete alla legge e veglierete nella sapienza non mancherà la lampada e il pastore non verrà meno e la fonte non seccherà. [17] Tuttavia, come mi avete detto, io scriverò anche ai vostri fratelli in Babilonia e manderò (la lettera) tramite uomini; e scriverò così anche alle nove tribù e mezzo e manderò (la lettera) tramite un uccello".[18] E accadde: il ventuno dell'ottavo mese io, Baruc, venni e sedetti sotto la quercia, all'ombra dei rami, e nessuno era con me, ma (ero) io solo. [19] E scrissi le due lettere: una (la) mandai tramite un'aquila alle nove tribù e mezzo e l'altra (la) mandai a quelli (che erano) in Babilonia, tramite tre uomini. [20] E chiamai l'aquila e le dissi queste parole: [21] "L'Altissimo ti ha fatta perché tu ti elevassi sopra tutti gli uccelli, [22] e ora va' e non abitare (alcun) luogo né entrare in (alcun) nido né sostare su alcun albero finché tu non abbia attraversato l'ampiezza delle molte acque del fiume Eufrate e sia andata fino al popolo che lì dimora e abbia gettato loro questa lettera. [23] Rammenta poi che al tempo del diluvio Noè ricevette da una colomba il frutto dell'ulivo, dopo averla mandata (fuori) dall'arca; [24] ma anche i corvi servirono Elia, quando gli portavano il cibo come era stato loro comandato; [25] anche Salomone, al tempo del suo regno, dovunque volesse mandare (lettere) o chiedere qualcosa, comandava ad un uccello ed esso gli obbediva, come lui comandava. [26] E ora non essere pigra né deviare a destra o a sinistra, ma vola e va' per la retta via per custodire il comando del Potente, come ti ho detto". ===LXXVIII=== [1] Lettera di Baruc, figlio di Neria, che (egli) scrisse alle nove tribù e mezzo. Sono queste le parole della lettera che Baruc, figlio di Neria, mandò alle nove tribù e mezzo che erano al di là del fiume, in cui erano scritte queste cose: [2] Così dice Baruc, figlio di Neria, ai fratelli condotti in cattività: misericordia (ed) anche pace siano a voi. [3] Ricordo, fratelli miei, l'amore di colui che ci ha creati, che ci ha amato da prima e che non ci ha mai odiato, ma piuttosto ci castigava. [4] E veramente so che non siamo stati legati noi tutti, le dodici tribù, da un unico legame, come siamo nati da un unico padre. [5] Per questo soprattutto mi è stata cura di lasciarvi le parole di questa lettera, prima di morire, perché foste consolati dei mali che vi sono successi e perché, ancora, vi addoloraste per i mali che sono capitati ai vostri fratelli e, ancora, perché rendeste giustizia al giudizio di colui che ha emesso sentenza contro di voi, così che foste in cattività. Quel che avete patito infatti è meno di quel che avete fatto (ed è stato così) perché negli ultimi tempi siate trovati degni dei vostri padri. [6] Per questo, se pensate a quel che ora avete patito per i vostri beni, perché alla fine non foste giudicati e tormentati, allora riceverete la speranza eterna, soprattutto se avrete tolto dal vostro cuore il vano errore per cui (ve ne) siete andati di qui. [7] Se infatti farete ciò così, si rammenterà continuamente di voi colui che in ogni tempo ha promesso a nostro vantaggio a coloro che erano migliori di noi di non dimenticare in eterno o abbandonare il nostro seme, ma di raccogliere ancora nella (sua) molta misericordia tutti coloro che erano stati dispersi. ===LXXIX=== [1] Dunque, fratelli miei, sappiate prima cosa è capitato a Sion, che salì contro di noi Nabucodonosor, il re di Babilonia. [2] Peccammo infatti contro colui che ci aveva fatto (e) non custodimmo i comandamenti che ci aveva comandato, ma neppure ci castigò come meritavamo. [3] Quel che è capitato a voi è capitato infatti anche a noi, affinché ancor più patissimo. ===LXXX=== [1] Ed ora, fratelli miei: quando gli avversari ebbero circondato la città, furono mandati (alcuni) angeli dell'Altissimo e abbatterono la fortificazione del robusto muro e fecero rovinare i suoi fermi angoli di ferro, che non potevano essere sradicati. [2] Tuttavia essi occultarono i vasi santi, perché non fossero resi impuri dagli avversari. [3] E quando ebbero fatto questo, allora consegnarono agli avversari il muro, abbattuto, e la casa, rapinata, e il tempio, incendiato, e il popolo, vinto per essere consegnato, così che gli avversari non si vantassero e dicessero: "Così abbiamo potuto, al punto di distruggere in guerra anche la casa dell'Altissimo".[4] Anche i vostri fratelli furono incatenati e condotti a Babilonia e lì li fecero dimorare, [5] e noi siamo rimasti qui, molto pochi. [6] Questo è il dolore di cui vi scrissi. [7] So infatti veramente che vi consolava la dimora di Sion, finché sapevate che era prospera, (consolazione) più (grande) del dolore di cui eravate dolenti per esserne lontani. ===LXXXI=== [1] Ma udite anche una parola a consolazione. [2] Io infatti facevo lutto su Sion e invocai misericordia dall'Altissimo e dissi: [3] "Queste cose sussisteranno fino alla fine? E sempre verranno su di noi questi mali?". [4] E il Potente fece secondo la moltitudine della sua misericordia e l'Altissimo secondo la grandezza della sua clemenza, e mi rivelò una parola, perché fossi consolato, e mi mostrò delle visioni, perché non mi addolorassi più, e mi ha fatto conoscere i misteri dei tempi e mi ha mostrato l'avvento dei momenti. ===LXXXII=== [1] Per questo, fratelli miei, vi ho scritto come sarete consolati della moltitudine dei dolori. [2] Sappiate che il nostro Fattore ci vendicherà di tutti i nostri avversari, secondo tutto quello che hanno fatto a noi e in noi, e che sono piuttosto vicini il compimento che farà l'Altissimo e la sua misericordia, che verrà, e (che) non è lontano il compimento del suo giudizio.[3] Ora infatti vediamo la moltitudine della prosperità dei popoli, pur essendo essi empi, ma sono simili ad un soffio; [4] e guardiamo la moltitudine del loro dominio, pur essendo essi scellerati, ma saranno simili ad una goccia; [5] e vediamo la verità della loro potenza, pur levandosi essi ogni anno contro il Potente, ma saranno computati come uno sputo; [6] e pensiamo alla gloria della loro grandezza, pur non custodendo essi le alleanze dell'Altissimo, ma come fumo passeranno; [7] e consideriamo la bellezza del loro decoro, pur vivendo essi nelle immondezze, ma come erba che inaridisce seccheranno; [8] e pensiamo al vigore della loro durezza, pur non rammentandosi essi della fine, ma come onda che passa si infrangeranno; [9] e osserviamo il vanto della loro potenza, pur rinnegando essi la grazia di Dio che (tutto) diede loro, ma come nube che passa passeranno. ===LXXXIII=== [1] L'Altissimo infatti affretterà, sì, i suoi tempi e farà venire i suoi momenti e giudicherà coloro che (vivono) nel suo mondo [2] e visiterà davvero ogni cosa, attraverso tutte le loro opere, poiché furono peccatori, [3] e scruterà i pensieri nascosti e tutto (quel) che è posto nelle stanze di tutte le membra, che (è) nell'empietà, e (lo) farà uscire all'aperto, davanti a chiunque, con rimprovero. [4] Non salga dunque al vostro cuore alcuna delle (cose) che sussistono, ma piuttosto aspettiamo, perché viene quel che è promesso; [5] e non guardiamo alle voluttà dei popoli di ora, ma rammentiamoci di quel che ci è promesso per la fine, [6] perché passeranno i confini dei tempi e (dei) momenti e (di) tutto quel che c'è in loro, insieme. [7] Il compimento del mondo mostrerà allora la grande potenza di colui che lo governa, quando ogni cosa verrà al giudizio. [8] Voi dunque approntate i vostri cuori per quel che prima avete creduto, per non essere esclusi dai due mondi, poiché qui foste prigionieri e lì sareste tormentati. [9] Infatti (in) quel che esiste ora o che è passato o che viene, in tutto ciò né il male è pienamente male né, ancora, il bene è pienamente bene. [10] Ogni salute di ora si muterà infatti in malattia [11] e ogni fortezza di ora si muterà in infermità e ogni vigore di ora si muterà in miseria [12] e ogni veemenza della giovinezza si muterà in vecchiaia e compimento e ogni bellezza del decoro di ora si muterà e inaridirà e diverrà odiosa [13] e ogni superbia della fanciullezza di ora si muterà in umiliazione e vergogna e ogni gloria dell'orgoglio di ora si muterà nella vergogna del tacere [14] e ogni esaltazione e superbia di ora si muterà nella rovina del silenzio [15] e ogni voluttà e delizia di ora si muterà in verme e corruzione [16] e ogni clamore di chi si vanta si muterà in polvere silenziosa [17] e ogni possesso della ricchezza di ora si muterà nello Sheol, solo, [18] e ogni rapina del desiderio di ora si muterà in morte, non di sua volontà, e ogni desiderio delle passioni si muterà in giudizio di tormento [19] e ogni inganno dell'astuzia di ora si muterà nell'accusa della verità [20] e ogni dolcezza degli unguenti di ora si muterà in giudizio e condanna [21] e ogni amicizia si muterà in obbrobrio, in silenzio.[22] Penserai dunque che tutto, quando ora sia stato, non sarà retribuito? [23] Il compimento di tutto verrà alla verità. ===LXXXIV=== [1] Io dunque da vivo vi ho istruito. Vi ho detto infatti di imparare di più i comandamenti del Potente, che vi ha educato, e, prima di morire, porrò davanti a voi pochi comandamenti del suo giudizio. [2] Rammentate che un tempo Mosè ha fatto testimoniare contro di voi il cielo e la terra e ha detto: "Se trasgredirete la legge sarete dispersi, e se la osserverete sarete custoditi". [3] E anche altre (cose) vi diceva quando eravate insieme, dodici tribù, nel deserto. [4] E dopo la sua morte le rigettaste da voi, e per questo vi sono successe le (cose) che erano state predette. [5] Ed ora: Mosè ve (le) diceva prima che vi capitassero, ed ecco, sono capitate: infatti avete abbandonato la legge. [6] Anch'io, ecco, vi dico, dopo che avete patito, che, se obbedirete a quel che vi è stato detto, riceverete dal Potente ogni cosa posta e custodita per voi. [7] Figli miei, questa lettera sia per me e per voi di testimonianza, perché ricordiate i comandamenti del Potente e perché, anche, io abbia una difesa davanti a colui che mi ha mandato. [8] E ricordate la legge e Sion (ed) anche la terra santa e i vostri fratelli e l'alleanza e i vostri padri, e non dimenticate le feste e i sabati. [9] E trasmettete questa lettera e le tradizioni della legge ai vostri figli dopo di voi, come anche i vostri padri l'hanno trasmessa a voi, [10] e in ogni tempo invocate e pregate sollecitamente, con tutta la vostra anima, perché il Potente si riconcili con voi e non conti la moltitudine dei vostri peccati, ma si rammenti della dirittura dei vostri padri. [11] Se infatti non ci giudicasse secondo la moltitudine della sua misericordia, guai a noi, a tutti i nati (di donna)! ===LXXXV=== [1] Ancora poi sappiate che nei tempi precedenti e nelle generazioni di prima i nostri padri avevano (come) aiuti giusti e profeti e santi. [2] Ma (anche) noi fummo nella nostra terra, ed essi ci aiutavano, quando peccavamo, e invocavano per noi colui che ci ha fatto, perché confidavano nelle proprie opere, e il Potente li udiva e ci era propizio. [3] Ora però i giusti sono stati radunati e i profeti si sono addormentati e anche noi siamo usciti dalla nostra terra e Sion ci è stata tolta e non abbiamo alcunché ora, se non il Potente e la sua legge. [4] Se dunque correggeremo e rinsalderemo i nostri cuori, riceveremo tutto quel che abbiamo perduto e (cose) che sono molto più eccellenti di quelle che abbiamo perduto, di molte volte. [5] Quel che abbiamo perduto infatti era soggetto a corruzione e quel che riceveremo è incorruttibile.[6] Anche ai nostri fratelli ho scritto così, a Babilonia, per testimoniare anche a loro queste (cose). [7] Tutte le (cose) dette in precedenza siano sempre davanti ai vostri occhi, perché siamo ancora in vita e (nel) dominio della nostra libertà [8] e, ancora, anche l'Altissimo qui è longanime con noi e ci ha fatto conoscere quel che sarà né ha nascosto quel che capiterà alla fine. [9] Prima dunque che il suo giudizio rivendichi quel che (è) suo e la verità quel che le spetta, prepariamo la nostra anima a prendere, e non ad essere presi, e a sperare, e non a vergognarsi, e a riposare con i nostri padri, e non ad essere tormentati con i nostri nemici.[10] La giovinezza del mondo infatti è passata e la veemenza della creazione è di già consumata e poco manca all'avvento dei tempi ed (anzi) essi sono passati e il secchio è vicino alla cisterna e la nave al porto e il corso della via alla città e la vita al compimento. [11] Ancora: preparate le vostre anime affinché, dopo aver solcato (il mare) ed essere scesi dalla nave, riposiate e, quando (ve ne) sarete andati, non siate condannati.[12] Ecco, infatti: l'Altissimo farà venire tutte queste (cose). Lì non vi sarà più luogo per la penitenza né confine per i tempi né spazio per i momenti né cambiamento per (aver) sollievo né luogo per l'invocazione né invio di domande né assunzione di scienza né dono d'amore né luogo per la resipiscenza né suppliche per le colpe né invocazioni di padri né preghiera di profeti né aiuto di giusti. [13] Lì v'è sentenza di corruzione, via di fuoco e sentiero che conduce alla gehenna.[14] Per questo una è la legge (data) dall'Unico; uno (è) il mondo e per quel che v'è in esso, per tutto, fine. [15] Allora (egli) farà vivere quelli che troverà e sarà loro propizio e, insieme, farà perire coloro che saranno macchiati di peccati. ===LXXXVI=== [1] Quando dunque riceverete la lettera, leggetela nelle vostre assemblee con sollecitudine [2] e meditatela, soprattutto nei giorni dei vostri digiuni. [3] E rammentatevi di me, tramite questa lettera, come anch'io mi rammento di voi, in essa e sempre. ===LXXXVII=== [1] E accadde: quando ebbi compiuto tutte le parole di questa lettera e l'ebbi scritta con sollecitudine fino al suo compimento, l'arrotolai e sigillai con cura e la legai al collo dell'aquila e lasciai (questa) e la mandai. Fine del libro di Baruc, figlio di Neria. {{Avanzamento|100%|26 dicembre 2021}} [[Categoria:Antologia ebraica|Apocalisse di Baruc]] 6f5xxoya5pp6sbchfmyrocq75wz14u3 Antologia ebraica/Libri di Esdra 0 50733 430772 420471 2022-07-20T17:24:40Z 79.41.214.193 Corretto: "davanti alle" wikitext text/x-wiki {{Antologia ebraica}} {{Immagine grande|CodxAmiatinusFolio5rEzra.jpg|540px|''Esdra lo Scriba'' dal Codex Amiatinus (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Folio5r, ''MS Amiatinus 1'')}} <div style="text-align: left; font-size: 2.2em;">'''LIBRI DI ESDRA'''</div> '''[[w:Esdra|Esdra]]''' (greco: Ἔσδρας) è una variazione [[w:lingua greca|greco]]-[[w:lingua latina|atina]] del nome ebraico "[[w:Esdra|Ezrà]]" ([[w:lingua ebraica|ebraico]] עזרא). Esdra è stato un sacerdote ebreo antico che condusse il ritorno del secondo contingente di Ebrei dall'[[w:esilio babilonese|esilio babilonese]] nel 459 [[w:p.e.v.|p.e.v.]] Il nome "Esdra" si riscontra nel titolo di quattro libri della [[w:Bibbia|Bibbia]] (vedi sotto) attribuiti (o associati) appunto al profeta [[w:Esdra|Esdra]]. La storia letteraria dei '''libri di Esdra''' è assai complicata. A seconda delle tradizioni religiose e dei rispettivi canoni può indicare i citati 4 libri (l'asterisco indica che in quella tradizione il testo è considerato [[w:apocrifo|apocrifo]], cioè non incluso nella Bibbia): {{clear}} {| class="wikitable" style="text-align:center;" |- bgcolor="sandybrown" ! Canone ebraico ! Canone ortodosso ! Canone cattolico ! Canone protestante |- | - | Έσδρας A' ''(1 Ésdras)'' | [[w:Esdra greco|Esdra greco]]* o [[w:Esdra greco|3 Esdra]]* (in epoca pre-[[w:Concilio di Trento|Trento]] noto come [[w:Esdra greco|2 Esdra]]*) | [[w:Esdra greco|1 Esdra]]* |- | rowspan="2" | עזרא ''('Ezrà)'' <br /> include נחמיה ''(Nehemyàh)'' | Έσδρας B' ''(2 Ésdras)'' (nelle attuali versioni della [[w:Septuaginta|Settanta]] incorpora Neemia) | [[w:Libro di Esdra|Esdra]] (in epoca pre-[[w:Concilio di Trento|Trento]] noto come 1 Esdra comprendente [[w:Libro di Neemia|Neemia]]) | [[w:Libro di Esdra|Esdra]] o [[w:Libro di Esdra|Ezra]] |- | Νεεμίας ''(Neemías)'' <br /> o Έσδρας Γ' ''(3 Ésdras)'' <br /> (nelle attuali versioni della [[w:Septuaginta|Settanta]] Neemia è incorporato con Esdra nella dicitura Έσδρας B') | [[w:Libro di Neemia|Neemia]] (attualmente raramente [[w:Libro di Neemia|2 Esdra]]. In epoca pre-[[w:Concilio di Trento|Trento]] incorporato con [[w:Libro di Esdra|Esdra]] in 1 Esdra) | [[w:Libro di Neemia|Neemia]] |- | - | Έσδρας Δ' ''(4 Ésdras)'' * | [[w:4 Esdra|4 Esdra]]* o [[w:Apocalisse di Esdra|Apocalisse di Esdra]]* (in epoca pre-[[w:Concilio di Trento|Trento]] noto come [[w:Apocalisse di Esdra|3 Esdra]]*) | [[w:Apocalisse di Esdra|2 Esdra]]* (raramente [[w:Apocalisse di Esdra|4 Esdra]]*) |- |} I testi riportati qui appresso seguono l'ordine di numerazione presente nella versione in [[w:lingua italiana|lingua italiana]]. == Terzo Libro di Esdra == ===I=== [1] Giosia celebrò a Gerusalemme la Pasqua in onore del suo Signore; sacrificò la pasqua nel quattordicesimo giorno del primo mese. [2] Dispose i sacerdoti nel tempio del Signore vestiti delle vesti liturgiche e distribuiti secondo le loro funzioni. [3] Disse ai leviti, che in Israele avevano la funzione di servi del tempio, di purificarsi per quando dovevano deporre l'arca santa del Signore nel tempio, che aveva costruito il re Salomone, figlio di David. Egli disse: "Non sarà più compito vostro alzarla sulle vostre spalle; [4] ora vostro compito è provvedere al culto del Signore, Dio vostro, e essere a disposizione del Suo popolo Israele. Fate i preparativi divisi nelle vostre famiglie e nelle vostre tribù, secondo le prescrizioni di David, re d'Israele, e secondo lo splendore di Salomone, suo figlio. [5] State nel tempio secondo la divisione tradizionale delle famiglie levitiche, davanti ai vostri fratelli, i figli d'Israele, secondo l'ordine stabilito. [6] Sacrificate la pasqua, preparate i sacrifici per i vostri fratelli; celebrate la Pasqua secondo il comando che il Signore dette a Mosè". [7] Giosia fece dono a quelli del popolo che erano presenti di trentamila fra agnelli e capretti, e tremila vitelli. Il donativo fu fatto sul tesoro reale: gli animali furono distribuiti al popolo, ai sacerdoti e ai leviti, come era stato promesso. [8] Khelkia, Zaccaria ed Esyelo, soprintendenti del tempio, donarono per la Pasqua ai sacerdoti duemilaseicento fra agnelli e capretti e trecento vitelli. [9] Iekhonia, i fratelli Samaia e Natanael, Asabia, Okhielo e Ioram, che erano chiliarchi, distribuirono ai leviti per la Pasqua cinquemila fra agnelli e capretti e settecento vitelli. [10] Il rito si svolse così: i sacerdoti e i leviti stavano in piedi splendidamente vestiti, [11] divisi per famiglie e tenendo in mano gli azimi. [12] Di fronte al popolo, secondo le funzioni che ciascuno aveva ereditato dagli avi, presentavano le offerte al Signore, come è prescritto nel libro di Mosè; e ciò avveniva al mattino presto. [13] Arrostirono la pasqua sul fuoco come prescritto, e bollirono in caldaie e lebeti le altre vittime. Il buon odore si diffondeva. Poi ne distribuirono a tutto il popolo. [14] In seguito fecero i preparativi per s‚ e per i loro fratelli, i sacerdoti figli d'Aronne, perché i sacerdoti furono impegnati a offrire il grasso fino a notte tarda e i leviti fecero i preparativi per s‚ e per i loro fratelli, i sacerdoti figli d'Aronne. [15] C'erano anche i discendenti di Asaf, musici del tempio; anche loro stavano al loro posto, secondo le prescrizioni di David. C'erano anche Asaf, Zaccaria ed Eddinus, funzionari del re, e i custodi delle porte a ciascuna porta. Non era necessario che nessuno si muovesse dal suo servizio, perché i loro fratelli leviti avevano predisposto tutto per loro. [16] Così quel giorno fu organizzato il rito dei sacrifici in onore del Signore per la celebrazione della Pasqua e per l'offerta dei sacrifici sull'altare del Signore secondo l'ordine del re Giosia. [17] I figli d'Israele, che si trovavano in Gerusalemme in quel tempo, celebrarono la Pasqua e poi la festa degli azimi per sette giorni. [18] Una Pasqua simile non si era celebrata in Israele dai tempi del profeta Samuele. [19] Nessun re d'Israele aveva mai celebrato una Pasqua come questa di Giosia. E insieme con lui la celebrarono anche i sacerdoti, i leviti, i giudei e tutto Israele, quanti si trovarono a Gerusalemme. [20] Questa Pasqua fu celebrata nel diciottesimo anno di regno di Giosia. [21] Poiché il cuore di Giosia era pieno di pietà, le sue opere ebbero successo davanti al Signore. [22] Le sue opere stanno scritte nella parte precedente della cronaca, come egli si comportò nei confronti di coloro che peccavano e erano empi verso il Signore, più di ogni altro popolo e regno; quanto ebbe a soffrire per tutto, cioè come le parole del Signore si eressero contro Israele. [23] Fu dopo questo fatto di Giosia, che il faraone, il re d'Egitto, andò a far guerra a Karkemis sull'Eufrate; Giosia uscì in campo ad affrontarlo; [24] il re d'Egitto gli mandò dei messi a dirgli: "Re di Giuda, che hai a che fare con me? [25] Forse che io sono inviato dal Signore Iddio contro di te? E' sull'Eufrate che vado a far guerra. Ora il Signore è con me; il Signore si affretta con me. Allontanati e non contrastare il Signore". [26] Giosia, sul suo carro, non si ritirò; ma cominciò a combattere contro di lui, senza badare alle parole del profeta Geremia che venivano dalla bocca del Signore. [27] Dette battaglia contro di lui nella pianura di Megiddò. I capi calarono contro il re Giosia. [28] Il re allora disse ai suoi servi: "Portatemi fuori dalla battaglia, ché son ferito gravemente". Subito i suoi servi lo allontanarono dal campo di battaglia. [29] Salì sul suo secondo carro e fu riportato a Gerusalemme, dove morì e fu sepolto nella tomba dei suoi avi. [30] In tutta la Giudea si fece lutto per Giosia e il profeta Geremia compose un lamento su di lui. Cantori e cantatrici hanno parlato di lui nelle lamentazioni fino ad oggi; era stato ordinato che ciò diventasse un'usanza per sempre per tutta la stirpe d'Israele. [31] Questo sta scritto nel libro della storia dei re di Giuda. La narrazione particolareggiata delle azioni di Giosia, della sua gloria e della sua conoscenza della Legge del Signore, le cose compiute da lui prima di quelle ora narrate e le cose narrate qui, tutto è raccontato nel libro dei re d'Israele e di Giuda. [32] Allora quelli del popolo, preso Iekhonia, figlio di Giosia, lo fecero re al posto di Giosia suo padre, quando era in età di ventitr‚ anni. [33] Egli regnò su Giuda e su Gerusalemme per tre mesi. Ma il re d'Egitto lo depose dal trono di Gerusalemme [34] e impose al popolo un tributo di cento talenti d'argento e di un talento d'oro; [35] il re d'Egitto pose sul trono della Giudea e di Gerusalemme il fratello di questo: Ioakim. [36] Ioakim fece incarcerare i maggiorenti, e, arrestato anche suo fratello Zario, lo deportò in Egitto. [37] Quando Ioakim salì sul trono della Giudea e di Gerusalemme aveva circa venticinque anni: egli fece ciò che per il Signore è male. [38] Contro di lui mosse Nabucodonosor, re di Babilonia, che lo incatenò con una catena di bronzo e lo deportò in Babilonia. [39] Nabucodonosor prese anche suppellettili sacre appartenenti al Signore e, portatele via, le depose nel suo tempio in Babilonia. [40] Gli avvenimenti che riguardano lui, la sua impurità e la sua empietà sono scritti nel libro degli Annali dei re. [41] Al suo posto salì al trono suo figlio Ioakim. Quando fu fatto re, aveva diciotto anni. [42] Regnò tre mesi e dieci giorni in Gerusalemme, facendo ciò che è male davanti al Signore. [43] Un anno dopo, Nabucodonosor, mandata una spedizione, lo fece portare in Babilonia insieme con le suppellettili sacre del Signore [44] e nominò re della Giudea e di Gerusalemme Sedecia, che aveva allora ventun anni e ne regnò undici. [45] Egli fece ciò che per il Signore è male e non badò alle parole pronunciate dal profeta Geremia, che venivano dalla bocca di Dio. [46] Il re Nabucodonosor gli fece giurare fedeltà sul nome del Signore, ma egli spergiurando si ribellò. Avendo indurito la sua cervice e il suo cuore, trasgredì i comandamenti del Signore, Dio d'Israele. [47] Anche i capi del popolo e dei sacerdoti commisero molte empietà e trasgressioni, più di quante impurità non abbiano commesse tutte le genti insieme. Essi contaminarono il tempio del Signore, che Egli aveva reso sacro in Gerusalemme. [48] Il Dio dei loro padri li richiamò per mezzo del Suo messaggero, perché aveva compassione di loro e della Sua dimora. [49] Ma essi derisero i Suoi messaggeri e nel giorno in cui il Signore parlò si burlarono dei Suoi profeti, finché Egli, sdegnato contro il Suo popolo per le sue empietà, decise di inviare contro di esso i re dei caldei. [50] I caldei uccisero a fil di spada i giovani giudei intorno al loro santo tempio e non risparmiarono n‚ ragazzo n‚ ragazza, n‚ vecchio n‚ giovane, ma (Dio) mise tutti nelle loro mani. [51] Presero e portarono in Babilonia tutte le sacre suppellettili del Signore, sia grandi sia piccole, i tesori del Signore e quelli del re. [52] Bruciarono la casa del Signore e distrussero le mura di Gerusalemme. Bruciarono col fuoco le sue torri. [53] Distrussero completamente tutte le cose gloriose di Gerusalemme. (Nabucodonosor) condusse gli scampati in Babilonia con la forza, [54] dove furono schiavi a lui e ai suoi discendenti, finché non presero il potere i Persiani, compiendo così la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremia: [55] "Finché il paese non abbia saldato il conto dei suoi sabati - tutto il tempo della sua desolazione - esso riposerà fino al compimento di settanta anni". ===II=== [1] Nel primo anno di Ciro, re dei persiani, perché si compisse la parola del Signore, pronunciata per bocca di Geremia, il Signore mosse lo spirito di Ciro, re dei persiani, il quale fece proclamare per tutto il suo regno, a voce e per iscritto, il bando seguente: [2] "Questo dice Ciro, re dei persiani: Il Signore di Israele, il Signore altissimo, mi ha eletto re di tutta la terra e mi ha ordinato di costruirgli una casa in Gerusalemme, nella Giudea. [3] Pertanto, se fra voi c'è qualcuno del Suo popolo, il suo Signore sia con lui; vada a Gerusalemme, situata nella Giudea, a costruire la casa del Signore di Israele. Questo è il Signore che abita in Gerusalemme. [4] Quanti, dunque, abitano dispersi nel mio regno, vengano in aiuto di chi rimpatria ciascuno nel luogo in cui abita, donando oro, argento, cavalli e muli, insieme a tutte le altre cose che si aggiungeranno a queste per voto e destinate al santuario del Signore che è in Gerusalemme ". [5] I capi delle famiglie delle tribù di Giuda e di Beniamino, i sacerdoti e i leviti e tutti coloro dei quali il Signore aveva destato lo spirito, si mossero per andare a costruire una casa al Signore che ha dimora in Gerusalemme. [6] I circonvicini li aiutarono in tutto, donando argento e oro, cavalli e muli, e oggetti innumerevoli che erano stati offerti in voto, da parte dei tanti, cui il Signore aveva mosso la mente. [7] Il re Ciro tirò fuori le sacre suppellettili del Signore, che Nabucodonosor aveva portato via da Gerusalemme e aveva posto nel suo tempio idolatrico. [8] Ciro, re dei persiani, trattele fuori, le consegnò a Mitridate, il suo tesoriere, e questi le consegnò a Sanabassaro, governatore della Giudea. [9] Il numero degli oggetti era il seguente: vasi d'oro: mille; vasi d'argento: mille. Turiboli d'argento: ventinove. [10] Coppe d'oro: trenta; d'argento: duemilaquattrocentodieci. Altre suppellettili: mille. [11] Gli oggetti d'oro e d'argento che furono riportati erano in tutto cinquemilaquattrocentosessantanove: furono riportati a Gerusalemme da Babilonia da parte di Sanabassaro e di coloro che rientravano dall'esilio. [12] Al tempo di Artaserse, re dei persiani, gli fu scritta una lettera contro coloro che abitavano nella Giudea e in Gerusalemme da parte di Beslemo, Mitridate, Tabellio, Raumo, Beelteemo, Samsaio lo scriba, e di tutti gli altri loro colleghi, che abitavano in Samaria e in tutti gli altri luoghi circonvicini. Eccone il testo: [13] "Al re Artaserse, signore i tuoi servi Raumo, l'annalista, Samsaio lo scriba, e tutti gli altri funzionari dei loro consigli, che si trovano in Celesiria e in Fenicia. [14] Sia ora reso noto al signore re che i giudei, che sono venuti da codeste parti a queste, arrivati a Gerusalemme, stanno ricostruendo questa città ribelle e malvagia, mettono in ordine le sue piazze e le sue mura e gettano le fondamenta di un tempio. [15] Se questa città sarà riedificata e le mura ricostruite, non solo quella gente non tollererà più di pagare il tributo, ma si ribellerà ai re. [16] Poichépoi i lavori riguardanti il tempio procedono speditamente, riteniamo che sia bene di non trascurare questo fatto, ma di avvertire il signore re, perché (provveda a che) siano fatte ricerche, se crede, nei libri dei suoi avi. [17] Troverai fra i documenti gli scritti che riguardano questa gente e verrai a sapere che questa città era ribelle ben nota, che dava molestie ai re e alle città; verrai a sapere che i giudei sono sempre stati ribelli e capaci di condurre degli assedi contro di loro. E' per questo motivo che la città fu distrutta. [18] Ora, dunque, ti avvertiamo, signore re, che se questa città sarà ricostruita e rialzate le sue mura, tu non avrai più accesso alla Celesiria e alla Fenicia". [19] Allora il re rispose a Raumo l'annalista, a Beelteemo, a Samsaio lo scriba e a tutti gli altri funzionari della Samaria, della Siria e della Fenicia con la lettera che segue: [20] "Ho letto la lettera che mi avete mandato. [21] Ho dato ordine di fare ricerche. E' risultato che la città in questione fin dai tempi antichi è sempre stata avversa ai re, che i suoi abitanti hanno fatto ribellioni e guerre; [22] che in Gerusalemme regnavano dei re forti e decisi, che avevano sottoposto a tributo la Celesiria e la Fenicia. [23] Ora pertanto do ordine di impedire a questi uomini di costruire la città [24] e vigilare perché non accada nulla contrariamente a questo ordine e la loro malvagità non arrivi al punto di molestare i re". [25] Allora, vista la lettera del re Artaserse, Raumo, Samsaio lo scriba, e i loro colleghi, precipitatisi a Gerusalemme con cavalli e fanti cominciarono a impedire i lavori di ricostruzione. [26] Così la ricostruzione del tempio di Gerusalemme ebbe una pausa che durò fino al secondo anno del regno di Dario, re dei persiani. ===III=== [1] Il re Dario dette una grande festa per tutti i suoi sudditi: per tutti i servi nati nella sua casa, per i grandi di Media e di Persia, [2] per tutti i satrapi, i generali e i governatori che amministravano il suo impero dall'India fino all'Etiopia, nelle centoventisette satrapie. [3] Dopo che ebbero mangiato e bevuto, si ritirarono sazi. Anche il re Dario si ritirò nel suo appartamento, andò a letto e si addormentò. [4] Allora i tre giovani paggi, che dovevano fare la guardia alla persona del re, si dissero fra loro: [5] "Ciascuno di noi deve pensare una parola, quella che indichi la cosa più forte che ci sia. Il re Dario poi concederà a colui che apparirà aver detto la cosa più saggia grandi doni e grandi premi per la vittoria; [6] concederà il diritto di vestire di porpora, di bere in nappi d'oro, dormire su letti dorati, di procedere su un carro tirato da cavalli col morso d'oro, concederà di portare il turbante di bisso e un monile intorno al collo. [7] Questo avrà diritto, per la sua saggezza, al primo posto dopo quello di Dario e al titolo di cugino di Dario". [8] Allora ciascuno scrisse la parola che pensava, la sigillò e la pose sotto il capezzale del re Dario. Dissero: [9] "Quando il re si sveglierà, gli daranno la lettera e, la parola di chiunque il re e i tre grandi di Persia giudicheranno che è la più saggia, a quello sarà attribuita, secondo ciò che sta scritto, la vittoria". [10] Il primo scrisse: "La cosa più forte è il vino". [11] Il secondo scrisse: "La cosa più forte è il re". [12] Il terzo scrisse: "La cosa più forte sono le donne, ma su tutto si afferma la verità". [13] Quando il re si svegliò, la lettera fu presa e gli fu consegnata. Egli la lesse. [14] Allora mandò a chiamare tutti i grandi di Persia e di Media, i satrapi, i generali, i governatori, i prefetti e li fece sedere nella sala delle udienze, dove alla loro presenza fu data lettura dello scritto. [15] (Il re) disse: "Chiamate i giovani: essi stessi spiegheranno il senso delle loro parole"; e, chiamati, entrarono. [16] Dissero loro: "Spiegateci il senso di quel che avete scritto". [17] Cominciò il primo, quello che aveva indicato la forza del vino, e disse così: [18] "Signori, com'è che il vino è la cosa più forte? Esso fa smarrire la mente a tutti gli uomini che ne bevono. [19] Uguaglia la mente del re e quella dell'orfano, quella del servo e quella del libero, quella del povero e quella del ricco. [20] Esso volge ogni pensiero in un senso di benessere e di contentezza, fa dimenticare ogni dolore e ogni colpa. [21] Rende ricco ogni cuore, gli fa dimenticare re e satrapo e fa parlare ciascuno nell'abbondanza. [22] Quando si è bevuto, (il vino) fa dimenticare l'amore per gli amici e per i fratelli; dopo non molto si sguainano le spade. [23] Quando poi si viene fuori dagli effetti del vino, esso non fa più ricordare che cosa si è fatto. [24] Signori, non è dunque il vino la cosa più forte, se costringe gli uomini a comportarsi in questo modo?". E, detto ciò, si tacque. ===IV=== [1] Cominciò allora a parlare il secondo, quello che aveva indicato la forza del re. [2] "Signori, gli uomini sono la cosa più forte, perché dominano la terra, il mare e tutte le cose che ci sono dentro. [3] Ma il re è più forte, perché domina e signoreggia gli uomini, i quali obbediscono a quanto egli dice loro. [4] Se dice loro di farsi la guerra fra s‚, la fanno; se li manda contro i nemici, si mettono in cammino superando montagne, muraglie e torri. [5] Ammazzano e si fanno ammazzare, ma non trasgrediscono l'ordine del re; se poi vincono, tutto portano al re, quanto hanno predato e ogni altra cosa. [6] Coloro poi che non partecipano n‚ alle spedizioni n‚ alle guerre, ma coltivano la terra, quando hanno seminato e raccolto, ancora portano (tutto) al re. Portano al re i tributi, con costrizione reciproca: [7] eppure egli è uno solo. Ma se dice di uccidere, uccidono; se dice di liberare, liberano; [8] se dice di colpire, colpiscono; se dice di devastare, devastano; se dice di costruire, costruiscono; [9] se dice di distruggere, distruggono; se dice di piantare, piantano. [10] Tutto il suo popolo, tutti i suoi eserciti gli obbediscono. [11] Oltre a questo, quando si sdraia per mangiare, bere, o dormire, essi gli fanno intorno la guardia, e nessuno può allontanarsi per fare le sue cose, n‚ trasgredire i suoi ordini. [12] Signori, non è dunque il re la cosa più forte, se è così ubbidito?". E si tacque. [13] Il terzo, quello che aveva parlato delle donne e della verità - Questo è Zorobabele -, cominciò a parlare così: [14] "Signori, il re è grande, gli uomini sono potenti, e il vino è forte. Ma chi c'è che li domina e li signoreggia (tutti)? Sono le donne. [15] Le donne hanno generato il re e tutto il popolo, che domina il mare e la terra. [16] E' da loro che sono nati; sono esse coloro che hanno allevato coloro che piantano le vigne, dalle quali viene il vino. [17] Son loro che fanno le vesti degli uomini e rappresentano il loro vanto: gli uomini non possono vivere senza le donne. [18] Se essi ammassano oro, argento e ogni cosa preziosa, quando vedono una bella donna [19] mettono da parte tutto ciò e pensano a lei: a bocca aperta la guardano e la preferiscono tutti all'oro, all'argento e a tutte le cose preziose. [20] L'uomo lascia suo padre, che lo ha allevato, e la sua terra per attaccarsi alla sua donna. [21] L'animo dell'uomo è con la donna ed egli non pensa più n‚ al padre, n‚ alla madre, n‚ alla sua terra. [22] Da questo voi dovete capire che le donne vi dominano; non vi affaticate e penate per consegnare e offrire tutto alle donne? [23] L'uomo prende la sua spada e parte per lontane imprese, per predare e rubare, per navigare sui mari e sui fiumi: [24] affronta il leone, avanza nelle tenebre; quando ha rubato, predato, saccheggiato, (tutto) porta all'amata. [25] L'uomo ama di più la sua donna che il padre o la madre. [26] Molti a causa delle donne perdono la testa e si fanno schiavi per amore loro. [27] Molti si rovinano, hanno sventure, trasgrediscono le leggi a causa delle donne. [28] E ancora non mi credete? Il re è tanto grande con la sua potenza, che tutte le regioni si peritano a toccarlo. [29] Eppure l'ho visto insieme ad Apame, la figlia dell'illustre Bartaco, la concubina del re, che sedeva alla sua destra. [30] L'ho vista togliere dal capo del re il diadema per metterselo, schiaffeggiandolo con la mano sinistra, [31] e il re, con tutto ciò, restava a bocca aperta a guardarla: e se gli sorride, ride; se gli fa il broncio, la lusinga, perché torni a essergli amica. [32] Signori, non è chiaro che, se le donne possono comportarsi così, sono le più forti?". [33] A questo punto il re e i grandi del regno si guardarono in faccia l'un l'altro, [34] ma egli cominciò a parlare della verità: "Signori, (abbiamo visto che) le donne sono forti, grande è la terra e alto il cielo, veloce nella sua corsa il sole, che si volge per il giro del cielo fino a ritornare al suo posto nel tempo preciso di un giorno. [35] Non è grande chi compie ciò? Ma la verità è più grande e più forte di ogni cosa. [36] Tutta la terra invoca la verità, il cielo la benedice e le cose tutte si agitano e tremano, perché con Lui non c'è nulla di ingiusto. [37] Ingiusto è il vino, ingiusto è il re, ingiuste le donne, ingiusti tutti i figli degli uomini, ingiuste tutte le loro opere; tutto è così. In essi non c'è verità e per la loro ingiustizia periscono. [38] Ma la verità rimane salda e forte per sempre, essa vive ed esercita la sua potenza per tutti i secoli dei secoli. [39] Presso di essa non c'è favoritismo n‚ corruzione, ma compie ciò che è giusto contrariamente a tutti gli altri esseri che sono ingiusti e cattivi: tutti si compiacciono delle sue opere, e nei suoi giudizi non c'è nulla di ingiusto. [40] Ad essa è la forza, il regno, la potenza e la grandezza per sempre. Benedetto il Dio della verità". [41] Così cessò di parlare. Allora tutta la gente gridò e disse: "Grande è la verità: è essa la cosa più forte di tutte". [42] Allora il re gli disse: "Chiedi ciò che vuoi oltre a quello che sta scritto (nella lettera), e te lo daremo, perché sei stato trovato il più saggio di tutti: tu avrai il posto accanto al mio e avrai il titolo di mio cugino". [43] Allora egli disse al re: "Ricordati del voto che facesti il giorno in cui salisti al trono, di ricostruire Gerusalemme [44] e di restituire tutte le suppellettili prese a Gerusalemme, che già Ciro aveva messo da parte, quando cominciò a distruggere Babilonia, e aveva fatto voto di rimandarle là. [45] Anche tu facesti voto di ricostruire il tempio, che fu bruciato dagli idumei, quando la Giudea fu devastata dai caldei. [46] Ora è questo ciò che ti chiedo, o re, ciò di cui ti imploro; questa è la grandezza degna di te. Ti chiedo di compiere il voto che con la tua bocca facesti al re del cielo". [47] Allora il re Dario si alzò e lo baciò. Scrisse poi per lui lettere a tutti i funzionari, governatori, generali e satrapi, perché scortassero lui e coloro che con lui sarebbero andati a ricostruire Gerusalemme. [48] Altre lettere mandò a tutti i governatori della Celesiria, della Fenicia e del Libano, perché portassero dal Libano legno di cedro a Gerusalemme e perché ricostruissero la città insieme a lui. [49] Scrisse anche a tutti i giudei, che volevano trasferirsi dal regno nella Giudea, (per garantire loro) che sarebbero stati liberi e che perciò nessuna autorità, n‚ satrapo, n‚ governatore, n‚ amministratore sarebbe potuto entrare nelle loro case; [50] che tutta la terra che avrebbero occupato sarebbe appartenuta a loro, libera da ogni tributo; che gli idumei lasciassero liberi i villaggi dei giudei che tenevano occupati; [51] che per la ricostruzione del tempio fossero dati ogni anno venti talenti fino a che non fosse ricostruito; [52] sull'altare dovevano essere offerti tutti i giorni olocausti, in numero di diciassette secondo la loro prescrizione, cosa che rappresentava una spesa di altri dieci talenti per anno; [53] che per tutti coloro che fossero andati a fondare la città dalla Babilonia ci sarebbe stata libertà, per loro e per i loro discendenti. Inoltre ai sacerdoti che si fossero recati a Gerusalemme, [54] ordinò che fosse dato un mantenimento e l'abito liturgico col quale avrebbero officiato. [55] Anche ai leviti prescrisse che fosse dato un mantenimento, finché non fosse stato finito il tempio e Gerusalemme ricostruita. [56] A tutti coloro che dovevano proteggere la città prescrisse che fossero dati appezzamenti di terreno e un soldo. [57] Rimandò tutte le suppellettili, che già Ciro aveva fatto mettere fuori da Babilonia, e tutto ciò che Ciro aveva ordinato di fare, egli stesso confermò che fosse fatto, e (tutto) rimandato a Gerusalemme. [58] Quando il giovane uscì, alzato il volto al cielo in direzione di Gerusalemme, benedisse il re del cielo con queste parole: [59] "Da Te viene la vittoria, da Te viene la saggezza, Tua è la gloria e io non sono che il Tuo servo. [60] Sii benedetto, ché mi hai dato la saggezza. Riconosco tutto ciò, Signore dei padri". [6I] Prese le lettere, andò a Babilonia, e comunicò la cosa a tutti i fratelli, [66] i quali benedissero il Dio dei loro padri, perché aveva concesso loro la libertà e la possibilità [63] di ritornare in patria a ricostruire Gerusalemme e il tempio, dove il Suo nome era invocato. Fecero festa per sette giorni con musica e allegrezza. ===V=== [1] Dopo furono scelti per tornare in patria i capi delle famiglie secondo le tribù di appartenenza. Con loro andavano le mogli, i figli, le figlie, i servi, le serve e il bestiame. [2] Dario li fece scortare da mille cavalieri, perché li accompagnassero a Gerusalemme senza che avessero molestie. + E con musica, timpani e flauti [3] e tutti i loro fratelli facevano festa e aveva permesso loro di rientrare in patria con quelli. + [4] Questi sono i nomi degli uomini che rientrarono in patria, elencati per famiglie e per tribù, e secondo le loro funzioni. [5] Sacerdoti, discendenti di Finees, figlio di Aronne: Giosuè, figlio di Iosedek, figlio di Saraio, e Zorobabele, figlio di Salathiel, figlio di Ioakim, della casa di David, della stirpe di Fares, della tribù di Giuda. [6] E' questo che al tempo di Dario, re dei persiani, durante il suo secondo anno di regno, nel mese di Nisan che è il primo mese, fece quel discorso pieno di saggezza. [7] Sono questi gli abitanti della Giudea, che rientrarono in patria dalla schiavitù dell'esilio; sono quelli che aveva deportato in Babilonia Nabucodonosor, re di Babilonia. [8] Rientrarono in Gerusalemme e in tutto il resto della Giudea, ciascuno nella sua città; sono quelli che arrivarono con Zorobabele e Giosuè, con Neemia, Zaraio, Resaio, Enenio, Mardocheo, Beelsaro, Asfaras, Borolio, Roimo, Baana, i quali diressero il ritorno. [9] Il numero dei semplici giudei e dei loro capi era il seguente: i figli di Foros erano duemilacentosettantadue. [10] I figli di Safat erano quattrocentosettantadue. I figli di Aree erano settecentocinquantasei. [11] I figli di Faatmoab, cioè i discendenti di Giosuè e di Ioab, erano duemilaottocentododici. [12] I figli Olamo erano milleduecentocinquantaquattro. I figli di Zato novecentoquarantacinque. I figli di Khorbe settecentocinque. I figli di Bani erano seicentoquarantotto. [13] I figli di Bebai settecentoventitr‚. I figli di Asgad erano milletrecentoventidue. [14] I figli di Adonikam erano seicentosessantasette. I figli di Bagoi erano duemilasessantasei. I figli di Adino erano quattrocentocinquantaquattro. [15] I figli di Ater, (cioè di) Ezechia, erano novantadue. I figli di Kilan e di Azeta erano sessantasette. I figli di Azuro erano quattrocentotrentadue. [16] I figli di Annia erano centouno. I figli di Arom erano <...>. I figli di Bassai erano trecentoventitr‚. I figli di Arifo erano centododici. [17] I figli di Baitero erano tremilacinque. I figli di Baithlomon erano centoventitr‚. [18] Gli uomini di Neteba erano cinquantacinque. Quelli di Enato erano centocinquantotto. Gli uomini di Baitasmon erano quarantadue. [19] Gli uomini di Kariathiario erano venticinque. Gli uomini di Kapira e di Berot erano settecentoquarantatr‚. [20] I Khadiasi e gli Ammidi erano quattrocentoventidue. Gli uomini di Kimara e di Gabbe erano seicentoventuno. [21] Gli uomini di Makalon erano centoventidue. Quelli di Baitolio erano cinquantadue. I figli di Nifis erano centocinquantasei. [22] I figli dell'altro Kalamo e di Onus erano settecentoventicinque. I figli di Ierekho erano trecentoquarantacinque. [23] I figli di Sanaas erano tremilacentotrenta. [24] Sacerdoti: i figli di Ieddo, figlio di Giosuè, quindi della discendenza di Anasib, erano novecentosettantadue. I figli di Emmero erano millecinquantadue. [25] I figli di Fassuro erano milleduecentoquarantasette. I figli di Kharme erano millediciassette. [26] Leviti: i figli di Giosuè, di Kadmielo, di Banno, di Sudio erano settantaquattro. [27] Cantori del tempio: i figli di Asaf erano centoventotto. [28] Portieri: i figli di Salum, i figli di Atar, i figli di Tolman, i figli di Akub, i figli di Ateta, i figli di Sobai; in tutto erano centotrentanove. [29] Servi del tempio: i figli di Esau, i figli di Asifa, i figli di Tabaoth, i figli di Keras, i figli di Sua, i figli di Fadaio, i figli di Labana, i figli di Angaba, [30] i figli di Akud, i figli di Uta, i figli di Ketab, i figli di Agaba, i figli di Sybai, i figli di Anan, i figli di Kathua, i figli di Gheddur, [31] i figli di Iairo, i figli di Daisan, i figli di Noeba, i figli di Khaseba, i figli di Gazera, i figli di Ozio, i figli di Finoe, i figli di Asara, i figli di Basthai, i figli di Asana, i figli di Maani, i figli di Nafisi, i figli di Akuf, i figli di Akhiba, i figli di Asur, i figli di Farakim, i figli di Basaloth, [32] i figli di Meedda, i figli di Kutha, i figli di Kharea, i figli di Barkhus, i figli di Serar, i figli di Thomoi, i figli di Nasi, i figli di Atifa. [33] Figli dei servi di Salomone: i figli di Assafioth, i figli di Farida, i figli di Ieeli, i figli di Lozon, i figli di Isdael, i figli di Safythi, [34] i figli di Aghia, i figli di Fakareth-sabie, i figli di Sarothie, i figli di Masias, i figli di Gas, i figli di Addus, i figli di Subas, i figli di Aferra, i figli di Barodis, i figli di Safat, i figli di Amon. [35] Fra tutti, i servi del tempio e i figli dei servi di Salomone, erano trecentosettantadue. [36] Quanto a quelli che seguono e rientrarono in patria da Thermeleth e da Thelersas, sotto la guida di Kharaath, di Adan e di Amar, [37] non poterono dimostrare che l'origine delle loro famiglie era ebraica. Sono i figli di Dalan figlio di Tuban, e i figli di Nekodan; assommavano a seicentocinquantadue. [38] Fra i sacerdoti, aspiravano all'esercizio del sacerdozio, ma non poterono dimostrare la loro origine: i figli di Obbia, i figli di Akkos, i figli di Ioddus che aveva sposato Auglia, una delle figlie di Farzellaio, e che fu chiamato col nome di quest'ultimo. [39] A questi, essendo stato ricercato il loro attestato genealogico nel registro e non essendo stato trovato, fu tolto il diritto di esercitare il sacerdozio [40] e [Neemia e] Attaria disse loro di non partecipare alle cerimonie sacre, finché non fosse sorto un sommo sacerdote che avesse la capacità di indicare come stessero realmente le cose. [41] In tutto gli israeliti erano, contando a partire dai dodicenni e senza includere nel numero i servi e le serve, quarantaduemilatrecentosessanta. I loro servi e le loro serve ammontavano a settemilatrecentosette. I suonatori di arpa e i suonatori di cetra erano duecentoquarantacinque. [42] I cammelli erano quattrocentotrentacinque; i cavalli settemilatrentasei, i muli duecentoquarantacinque, le bestie da tiro cinquemilacinquecentoventicinque. [43] Alcuni capifamiglia, quando arrivarono al tempio di Dio che è in Gerusalemme, si impegnarono a ricostruirlo nello stesso posto, contribuendo ciascuno secondo le proprie sostanze, [44] e a dare al fondo per i lavori del tempio mille mine d'oro e cinquemila mine d'argento. Fornivano anche cento vesti per i sacerdoti. [45] I sacerdoti, i leviti e i semplici giudei si stanziarono in Gerusalemme e nella regione. I suonatori del tempio, i portieri e tutti gli altri israeliti si stabilirono ciascuno nel suo villaggio. [46] Giunto il settimo mese ed essendo i figli di Israele ciascuno nel suo stanziamento, si radunarono tutti insieme nello spiazzato antistante la prima porta, quella rivolta a oriente. [47] Giosuè, figlio di Iosedek, assieme ai suoi fratelli sacerdoti, e Zorobabele, figlio di Salathiel, assieme ai suoi fratelli, approntarono l'altare del Dio d'Israele, [48] sul quale offrire olocausti secondo le prescrizioni contenute nel libro di Mosè, uomo di Dio. [49] E a loro si unirono alcuni appartenenti ad altri popoli della regione. Essi innalzarono l'altare nello stesso luogo, per quanto fossero odiati da tutti i popoli che abitavano la regione e fossero da essi oppressi. Offrirono al Signore vari sacrifici e gli olocausti, quelli del mattino e quelli della sera. [50] Celebrarono inoltre la festa delle Capanne, come è prescritto nella Legge, e i sacrifici giornalieri, come era dovuto, [51] e oltre a questo pensarono alle offerte perpetue e a tutti gli altri sacrifici: per i sabati, le neomenie e tutte le sacre feste. [52] E quanti avevano fatto un voto a Dio, cominciarono a offrirgli sacrifici a partire dalla neomenia del settimo mese, per quanto il tempio non fosse stato ancora costruito. [53] Essi dettero danaro per i lapicidi e per i muratori e cibo, bevande e + carri + per i Sidonii e per i Tirii, perché portassero dal Libano legni di cedro mediante zattere fino al porto di Ioppe, secondo l'ordine scritto per loro da Ciro, re dei persiani. [54] Nell'anno secondo, nel secondo mese, giunto al tempio di Dio in Gerusalemme Zorobabele, figlio di Salathiel, lui e Giosuè, figlio di Iosedek, e i suoi fratelli e i sacerdoti leviti e tutti coloro che erano rientrati in Gerusalemme dall'esilio [55] gettarono le fondamenta del tempio di Dio nella neomenia del secondo mese del secondo anno del ritorno in Giudea e a Gerusalemme. [56] Essi posero i leviti, da diciotto anni in su, a capo dei lavori per il Signore. Sorvegliavano tutti insieme i lavori del tempio Giosuè coi suoi figli, e con i fratelli fra i quali c'era Kadmiel, mentre fra i figli c'era Emadabun: c'erano anche i discendenti di Ioda, figlio di Iliadun, coi loro figli e fratelli: erano tutti leviti. [57] I costruttori costruirono il tempio del Signore. I sacerdoti stavano in piedi nelle loro vesti liturgiche con musiche e trombe e insieme a loro i leviti, figli di Asaf, che inneggiavano con cembali al Signore e lo benedicevano con le parole di David, re di Israele. [58] Essi cantavano ad alta voce benedicendo il Signore, dicendo che la Sua bontà e la Sua gloria sono per tutto Israele per sempre. [59] Tutto il popolo suonava le trombe e gridava a gran voce inneggiando al Signore per la ricostruzione della Sua casa. [60] A vedere la ricostruzione del tempio, vennero alcuni fra i più vecchi dei sacerdoti <e> dei leviti e dei capi delle famiglie, i quali avevano visto il tempio precedente: gridavano e piangevano fortemente, [61] come facevano anche molti altri che gridavano in mezzo al suono delle trombe e nell'esultanza, così forte [62] che il popolo per il pianto non riusciva a sentire le trombe. E la folla suonava così forte che si sentiva da lontano. [63] I nemici della tribù di Giuda e di Beniamino, avendo sentito, vennero per sapere che cosa significasse il suono delle trombe. [64] Vennero così a sapere che i reduci dall'esilio stavano ricostruendo il tempio del Signore, Dio d'Israele. [65] Avvicinatisi pertanto a Zorobabele, a Giosuè e ai capi delle famiglie, dissero loro: "Noi vogliamo partecipare alla ricostruzione del tempio; [66] perché anche noi obbediamo al vostro Signore e gli facciamo sacrifici dal tempo di Asbasareth, re degli Assiri, il quale ci deportò in questo luogo". [67] Risposero loro Zorobabele, Giosuè e i capi delle famiglie d'Israele: "Non è affare vostro e nostro insieme ricostruire il tempio per il Signore nostro Dio: [68] noi soli infatti lo ricostruiremo per il Signore di Israele, secondo quanto ci ha ordinato Ciro, re dei persiani". [69] Allora i popoli della regione, opprimendo i giudei, cercarono di impedire la ricostruzione con le loro manovre. [70] Tramavano, sobillavano il popolo, provocavano rivolte e così impedirono che si completasse la ricostruzione per tutto il tempo della vita del re Ciro. [71] Così gli israeliti furono costretti a sospendere i lavori per due anni, fino al regno di Dario. ===VI=== [1] L'anno secondo del regno di Dario cominciarono a profetizzare Aggeo e Zaccaria, figlio di Eddi. Essi esercitarono il loro ministero per gli ebrei che si trovavano nella Giudea e in Gerusalemme in nome del Signore, Dio d'Israele che li proteggeva. [2] Allora Zorobabele, figlio di Salathiel, e Giosuè, figlio di Iosedek, cominciarono a ricostruire il tempio del Signore in Gerusalemme, con l'appoggio dei profeti del Signore che stavano con loro. [3] In questo tempo si presentarono a loro Sisinne, governatore della Siria e della Fenicia e Sathrabuzane insieme con gli altri funzionari e dissero loro: [4] "Con l'appoggio di chi costruite questo tempio e questo tetto e fate tutto il resto? Chi sono i costruttori che fanno questo lavoro?". [5] Gli anziani dei giudei trovarono grazia presso il Signore, che aveva visitato la comunità in esilio. [6] Infatti ebbero il permesso di continuare la costruzione finché non fosse stato avvertito Dario della cosa e non fossero giunte istruzioni. [7] Copia della lettera che fu scritta e mandata a Dario da Sisinne, governatore della Siria e della Fenicia, da Sathrabuzane e dagli altri funzionari che governavano la Siria e la Fenicia. [8] "Al re Dario salute. Al signore nostro, il re, sia noto che giunti nella regione della Giudea e arrivati alla città di Gerusalemme, abbiamo trovato che gli anziani dei giudei tornati dall'esilio stanno ricostruendo nella città di Gerusalemme un tempio nuovo e grande in onore del Signore, con pietre levigate e con prezioso legname applicato alle pareti. [9] Questo lavoro va avanti in fretta e procede bene nelle loro mani; è fatto splendidamente e con cura. [10] Allora abbiamo domandato a questi anziani: Con l'appoggio di chi costruite questo tempio e gettate queste fondamenta? . [11] Abbiamo dunque posto queste domande per farti conoscere e poterti scrivere chi siano gli uomini che li guidano e abbiamo loro chiesto che ci dessero per iscritto i nomi dei capi. [12] Essi ci hanno risposto con queste parole: Noi siamo servi del Signore, che ha creato il cielo e la terra. [13] Questo tempio fu costruito moltissimi anni fa da un re d'Israele grande e forte e fu compiuto. [14] Ma quando i nostri padri peccarono contro il Signore del Cielo, (Dio) di Israele, provocandolo a sdegno, Egli li dette nelle mani di Nabucodonosor, re di Babilonia, re dei Caldei. [15] Distrussero il tempio e lo bruciarono; condussero il popolo schiavo in Babilonia. [16] Ma nel primo anno del regno di Ciro sulla Babilonia, il re Ciro emanò un editto con cui ordinava di ricostruire questo tempio. [17] Anche le suppellettili sacre d'oro e d'argento, che Nabucodonosor aveva portato via dal tempio di Gerusalemme e che aveva deposto nel suo tempio, il re Ciro le fece portar fuori dal tempio di Babilonia. Furono consegnate [a Zorobabele e] al governatore Sanabassaro, [18] e gli fu ordinato di riportar via tutte queste suppellettili e di rimetterle nel tempio di Gerusalemme. (Gli fu anche ordinato) di costruire questo tempio del Signore nello stesso luogo. [19] Allora il detto Sanabassaro, giunto sul luogo, gettò le fondamenta del tempio del Signore in Gerusalemme. Ma da allora fino ad oggi il tempio non è stato finito . [20] Ora, dunque, o re, se vuoi, si faccia un'indagine negli archivi reali del signore re, che si trovano in Babilonia. [21] E se si troverà che la costruzione del tempio del Signore di Gerusalemme è avvenuta conformemente al decreto del re Ciro, e se il re nostro signore confermerà quest'ordine, che egli ci informi riguardo a queste cose". [22] Allora il re Dario ordinò che si ricercasse negli archivi reali di Babilonia. Ma fu in Ecbatana, la fortezza situata nella Media, che si trovò un rotolo, in cui era registrato quanto segue: [23] "Nel primo anno del re Ciro. Il re Ciro ha ordinato di ricostruire il tempio di Gerusalemme del Signore, dove compiere sacrifici con fuoco perenne. [24] <La sua lunghezza doveva essere di...>, la sua altezza doveva essere di sessanta cubiti, la sua larghezza di sessanta cubiti, con tre ordini di pietra levigata e uno di legno nuovo tratto dal posto; la spesa sarebbe stata a carico del palazzo del re Ciro. [25] Anche le suppellettili sacre del tempio del Signore, sia d'oro sia d'argento, che Nabucodonosor aveva asportato dal tempio di Gerusalemme per portarle a Babilonia, dovevano essere riportate nel tempio di Gerusalemme, dove stavano prima, perché vi fossero poste di nuovo. [26] Ordinò inoltre a Sisinne, governatore della Siria e della Fenicia, a Sathrabuzane e a tutti gli altri funzionari incaricati di governare la Siria e la Fenicia, di star accuratamente lontani dal quel luogo e di lasciare che Zorobabele, servo del Signore e governatore della Giudea, e gli anziani dei giudei costruissero in quel luogo il detto tempio del Signore. [27] Inoltre, io ordino che la costruzione sia fatta interamente e di sorvegliare che si collabori con i reduci dall'esilio fino al compimento del tempio del Signore. [28] Si provveda inoltre a fornire dalle tasse della Celesiria e della Fenicia un contributo per questa gente, in bovi, montoni e agnelli, da consegnare al governatore Zorobabele, e che dovrà essere impiegato per i sacrifici in onore del Signore; [29] inoltre dovrà essere inviato inderogabilmente frumento, sale, vino, olio, anno per anno, continuamente, secondo le richieste dei sacerdoti di Gerusalemme per essere impiegati giorno per giorno, [30] perché possano esser fatte libagioni al Dio Altissimo per il re e per i suoi figli e perché si preghi per la loro vita. [31] Inoltre (Dario) ordina che chiunque trasgredisca o semplicemente non esegua un qualunque punto di quanto è stato sopra detto e scritto, che sia preso un legno dai suoi beni e che vi venga appeso; i suoi beni siano confiscati a favore del tesoro reale. [32] Pertanto, che il Signore, il cui nome è invocato in quel luogo, disperda ogni re e ogni popolo, il quale stenda la sua mano a impedire o danneggiare la costruzione del detto tempio del Signore in Gerusalemme. [33] Io, il re Dario, ho decretato che si proceda con cura conformemente a questo ordine". ===VII=== [1] Allora Sisinne, governatore della Celesiria e della Fenicia, Sathrabuzane e gli altri funzionari, eseguendo gli ordini dati dal re Dario, [2] sovrintendettero ai sacri lavori collaborando di buona volontà con gli anziani dei giudei e con i sovrintendenti del tempio. [3] I lavori del tempio procedettero così senza ostacoli, accompagnati dalla parola ispirata dei profeti Aggeo e Zaccaria, [4] e furono portati a compimento per volontà del Signore, Dio d'Israele. [5] Il sacro tempio fu compiuto per ordine di Ciro, di Dario e di Artaserse, re dei persiani, il ventitreesimo giorno del mese di Adar nell'anno sesto del re Dario. [6] I figli d'Israele, i sacerdoti, i leviti e tutti coloro che si erano uniti a loro ritornando dall'esilio, si comportarono secondo le indicazioni del libro di Mosè. [7] Per la dedicazione del tempio del Signore offrirono cento buoi, duecento montoni, quattrocento agnelli; [8] inoltre dodici capri per il peccato di tutto Israele secondo il numero dei dodici capi delle tribù di Israele. [9] I sacerdoti e i leviti, indossando le vesti liturgiche, divisi secondo le loro famiglie si occupavano delle cose del Signore, Dio d'Israele, secondo il libro di Mosè. A ciascuna porta stavano i portieri. [10] I figli d'Israele rientrati dall'esilio celebrarono la Pasqua il quattordicesimo giorno del primo mese. I sacerdoti e i leviti si purificarono insieme. [11] Non tutti coloro che erano rientrati dall'esilio si purificarono, ma tutti i leviti si purificarono [12] e sacrificarono la pasqua per tutti coloro che erano rientrati dall'esilio, per i sacerdoti loro fratelli, e per se stessi. [13] La mangiarono i figli d'Israele che erano rientrati dall'esilio, tutti quelli che si erano separati dalle impurità dei pagani che abitavano la regione, perché cercavano il Signore. [14] Celebrarono la festa degli azimi per sette giorni, rallegrandosi davanti al Signore, [15] perché aveva cambiato la volontà del re degli assiri nei loro riguardi, così da rafforzare le loro mani a compiere le cose del Signore, Dio d'Israele. ===VIII=== [1] Fu in seguito, sotto il regno di Artaserse, re dei persiani, che venne Esdra, figlio di Saraio, figlio di Ezerio, figlio di Khelkio, figlio di Salemo, [2] figlio di Sadduco, figlio di Akhitob, figlio di Amario, figlio di Ozio, figlio di Bocca, figlio di Abisue, figlio di Finees, figlio di Eleazaro, figlio di Aronne, che fu il primo sacerdote. [3] Questo Esdra rientrò dalla Babilonia come scriba esperto della Legge di Mosè, promulgata dal Dio d'Israele. [4] A lui il re conferì onori, perché aveva trovato grazia di fronte a lui nell'eseguire tutti i suoi ordini. [5] Una parte dei figli d'Israele, dei sacerdoti, dei leviti, dei cantori, dei portieri e dei servi del tempio rientrò con lui in Gerusalemme nell'anno settimo del regno di Artaserse, nel quinto mese. Quest'anno era il settimo del re. [6] Partirono da Babilonia nella neomenia del primo mese e giunsero a Gerusalemme nella neomenia del quinto mese, perché il Signore concesse loro un viaggio senza ostacoli, in quanto proteggeva Esdra. [7] Infatti Esdra ebbe tale saggezza, da non tralasciare nulla delle prescrizioni della Legge del Signore e dei Suoi comandamenti <e> da insegnare a tutto Israele tutte le Sue decisioni e tutti i Suoi giudizi. [8] Il decreto scritto fu consegnato da parte del re Artaserse a Esdra, sacerdote e lettore della Legge del Signore, del quale ecco la copia: [9] "Il re Artaserse a Esdra, sacerdote e lettore della Legge del Signore, salute. [10] Tenendo conto della mia benevolenza, ho ordinato che i volontari del popolo dei giudei, dei sacerdoti, dei leviti e di tutti coloro che si trovano nel nostro regno, i quali lo vogliano, possano venire con te a Gerusalemme. [11] Quanti dunque ne hanno desiderio, partano insieme a te, secondo quanto è decretato da me e dai miei sette consiglieri, [12] perché facciano un'indagine sulla situazione della Giudea e di Gerusalemme, secondo le norme che stanno nella Legge del Signore, [13] e perché portino a Gerusalemme, al Signore d'Israele, i doni che io e i miei consiglieri abbiamo promesso, e (perché portino) a Gerusalemme l'oro e l'argento che nella terra di Babilonia si trovi offerto per il Signore, insieme a tutto ciò che viene offerto in dono dal popolo (ebraico) per il tempio del suo Signore situato in Gerusalemme. [14] L'oro e l'argento deve essere impiegato in bovi, montoni, agnelli e in tutto ciò che sia necessario [15] per offrire sacrifici sull'altare del Signore degli ebrei, situato in Gerusalemme. [16] Tutto ciò che tu, insieme coi tuoi fratelli, voglia fare con l'oro e con l'argento, fallo pure secondo la volontà del tuo Dio. [17] Disponi inoltre come vuoi delle suppellettili sacre che ti vengono consegnate, per essere usate per il tempio del tuo Dio, situato in Gerusalemme. [18] Quanto poi a tutto il resto che ti venga a essere necessario per gli usi del tempio del tuo Dio, fa' le spese sul tesoro reale. [19] Per questo, io Artaserse, il re, ho ordinato ai tesorieri della Siria e della Fenicia che paghino prontamente a Esdra, sacerdote e lettore della Legge di Dio Altissimo, quanto egli richieda, fino alla cifra di cento talenti d'argento; [20] e ugualmente fino a cento cori di grano, a cento metrete di vino e sale in abbondanza. [21] Tutto sia compiuto accuratamente secondo la Legge di Dio, in onore di Dio Altissimo, affinché la Sua ira non si scateni contro il regno del re e dei suoi figli. [22] A voi si ordina inoltre di non imporre nessun tributo n‚ alcuna altra tassa a nessun sacerdote, a nessun levita, a nessun cantore, a nessun portiere, a nessun servo del tempio e a nessuno di quanti vi prestano la loro opera; che nessuno abbia l'autorità di imporre alcunché a questi. [23] Quanto a te, Esdra, nomina secondo la saggezza di Dio giudici di vario genere, perché giudichino in tutta la Siria e nella Fenicia tutti coloro che conoscono la Legge del tuo Dio; in quanto a coloro che non la conoscono, gliela insegnerai, [24] e quanti trasgrediscono la Legge del tuo Dio che è anche legge del re, siano puniti severamente con la morte, col castigo, con una multa o con l'arresto". [25] Benedetto sia il Signore unico, che ha posto nel cuore del re il pensiero di glorificare il Suo tempio in Gerusalemme, [26] mi ha onorato davanti al re, ai suoi consiglieri, ai suoi funzionari e a tutti i grandi. [27] Così io divenni fiducioso, perché ero protetto dal Signore, Dio mio, e raccolsi fra Israele degli uomini che rientrassero in patria con me. [28] Questi sono i capi delle famiglie e delle stirpi che rientrarono con me dalla Babilonia, durante il regno del re Artaserse. [29] Dei figli di Finees, Garsomo; dei figli di Ietamaro, Gamelo; dei figli di David, Attus, figlio di Sekhenio; [30] dei figli di Foros, Zaccaria e con lui, secondo il documento, c'erano centocinquanta uomini; [31] dei figli di Faathmoab, Eliaonia, figlio di Zaraio, e con lui c'erano duecento uomini [32] dei figli di Zathoes, Sekhenia, figlio di Iezelo, e con lui c'erano trecento uomini; dei figli di Adino, Ben-Ionatho, e con lui c'erano duecentocinquanta uomini; [33] dei figli di Elam, Iesia, figlio di Gotholio, e con lui c'erano settanta uomini; [34] dei figli di Safatio, Zaraia, figlio di Mikhaelo, e con lui c'erano settanta uomini; [35] dei figli di Ioab, Abadia, figlio di Iezelo, e con lui c'erano duecentododici uomini [36] dei figli di Bani, Assalimoth, figlio di Iosafio, e con lui c'erano centosettanta uomini; [37] dei figli di Babi, Zaccaria, figlio di Bebai, e con lui c'erano ventotto uomini [38] dei figli di Asgath, Ioanes, figlio di Akatan, e con lui c'erano centodieci uomini; [39] dei figli di Adonikam, che sono gli ultimi, ecco i loro nomi: Elifalato, Ieuel e Samaia e con loro c'erano settanta uomini; [40] dei figli di Bago, Uthi, figlio di Istalkuro, e con lui c'erano settanta uomini. [41] Io li radunai sul fiume detto Thera, dove rimanemmo accampati per tre giorni, e li contai. [42] Ma non avendo trovato nessuno che appartenesse ai sacerdoti o ai leviti [43] mandai a chiamare Eleazaro, Iduelo, Maasma, Elnata, Samaia, Ioribo, Nathan, Ennatan, Zaccaria e Mesolamo, che, erano capifamiglia e saggi. [44] Dissi loro di andare da Addaio, che era un capofamiglia che risiedeva nel luogo in cui era il tesoro, [45] ordinando loro di parlare con Addaio, coi suoi fratelli e con quanti erano in quel luogo come tesorieri, perché ci mandassero gente che potesse esercitare il sacerdozio nel tempio del Signore nostro. [46] Ed essi ci condussero, data la forte protezione del Signore nostro, uomini saggi fra i figli di Mooli, figlio di Levi, figlio d'Israele: Asebebia coi figli e coi fratelli, diciotto uomini; [47] Asebia, Annuno e suo fratello Osaia, dei discendenti di Khanunaio, insieme coi loro figli, venti uomini; [48] dei servi del tempio, resi tali da David e dai capi perché aiutassero i leviti, duecentoventi servi del tempio. I nomi di tutti furon segnati per iscritto. [49] Allora prescrissi ai giovani che si facesse lì un digiuno davanti al Signore nostro, [50] per ottenere da Lui un viaggio felice per noi, per i figli e per le bestie che erano con noi. [51] Mi vergognavo infatti a chiedere al re una scorta di fanti e di cavalieri, perché ci proteggessero dai nemici: [52] ché avevamo detto al re che la forza del Signore nostro sarebbe stata in ogni occasione con coloro che Lo avessero cercato. [53] Pregammo il Signore nostro per questo, e lo trovammo benigno. [54] Io allora scelsi fra i capi delle famiglie sacerdotali dodici uomini, Serebia e Asabia e con loro altri dieci dei loro fratelli. [55] Pesai e consegnai loro l'argento, l'oro e le suppellettili sacre per il tempio del Signore nostro, che ci avevano donato il re stesso, i suoi consiglieri, i suoi grandi e tutto Israele. [56] Pesai e consegnai loro seicentocinquanta talenti d'argento e suppellettili in argento per un peso di cento talenti, cento talenti d'oro, venti oggetti d'oro e suppellettili di bronzo, di ottimo bronzo, lucenti, che sembravano d'oro: dodici oggetti. [57] Dissi loro: "Voi siete sacri al Signore, come anche queste suppellettili sono sacre; l'argento poi e l'oro sono un'offerta per il Signore, Signore dei nostri padri. [58] Vegliate pertanto e sorvegliate, finché non abbiate consegnato tutto ciò ai capi dei sacerdoti e dei leviti e ai capifamiglia di Israele, in Gerusalemme, nelle stanze del tempio del Signore nostro". [59] I sacerdoti e i leviti, preso in consegna l'argento, l'oro e le suppellettili, tutto portarono in Gerusalemme, dentro il tempio del Signore. [60] Partiti dal fiume Thera il dodicesimo giorno del primo mese, con la potente protezione del Signore nostro che era su di noi, arrivammo a Gerusalemme. Egli ci protesse durante il viaggio da ogni nemico, e così arrivammo a Gerusalemme. [61] Lasciati passare tre giorni, l'argento e l'oro furono pesati e consegnati, nel tempio del Signore nostro, al sacerdote Marmothi, figlio di Uria; [66] con lui c'era Eleazaro, figlio di Finees, e insieme con loro c'erano i leviti Iosabdo, figlio di Giosuè, e Moeth, figlio di Sabanno. La consegna fu fatta secondo il numero e il peso degli oggetti. Nel momento stesso della consegna fu registrato il loro peso. [63] Coloro che erano rientrati dall'esilio offrirono sacrifici al Signore, Dio d'Israele: dodici bovi per tutto Israele, novantasei montoni, settantadue agnelli, e dodici capri in sacrificio di salvezza. Tutto fu offerto in olocausto al Signore. [64] Consegnarono poi gli ordini del re agli amministratori reali e ai governatori della Celesiria e della Fenicia, i quali resero onore al popolo e al tempio del Signore. [66] Compiute tutte queste cose, si presentarono a me i capi, dicendo: [66] "N‚ il popolo d'Israele, n‚ i capi delle famiglie, n‚ i sacerdoti, n‚ i leviti hanno allontanato da s‚ le genti allogene che abitano la regione, e non hanno nemmeno messo da parte le impurità di questi, dei cananei, degli etei, dei ferezei, dei gebusei, dei moabiti, degli egizi e degli idumei. [67] Ma si sono sposati con le loro figlie, loro stessi e i loro figli; così il seme sacro si è mescolato con quello delle genti allogene che abitano la regione. Anche i capi e i maggiorenti hanno partecipato fin da principio a questa trasgressione della Legge". [68] Quando sentii ciò, mi stracciai i vestiti e la veste sacerdotale, mi strappai i capelli e la barba; poi sedetti preoccupato e addolorato. [69] Allora si radunarono presso di me tutti coloro che si erano commossi alla parola del Signore d'Israele, mentre io piangevo per le trasgressioni d'Israele. Sedetti addolorato fino al sacrificio della sera. [70] Allora mi alzai dal mio digiuno con i vestiti e la veste sacra stracciati e, inginocchiatomi, stesi le braccia al Signore e dissi: [71] "Signore, io son confuso e mi vergogno davanti a te, [72] perché i nostri peccati sono cresciuti al di sopra delle nostre teste e le nostre colpe sono arrivate fino al cielo [73] fino dal tempo dei nostri padri. E anche ora siamo sempre in un peccato grande. [74] A causa dei nostri peccati e di quelli dei nostri padri, siamo stati consegnati, noi coi nostri fratelli, coi nostri re e coi nostri sacerdoti, ai re della terra, destinati alla spada, alla prigionia, al saccheggio, coperti fino ad oggi di vergogna. [75] Ma ora in qualche misura ci è stata fatta misericordia da te, Signore, così da esserci lasciata una radice e un nome nel luogo del tuo santuario, [76] da far brillare una nostra luce nella casa del Signore nostro, e da darci sostentamento durante la nostra schiavitù. [77] Quando eravamo schiavi, non fummo abbandonati dal Signore nostro, ma anzi ci fece trovare grazia di fronte ai re dei persiani, [78] per darci sostentamento, per glorificare il tempio del Signore nostro, per risvegliare Sion desolata e per darci un fondamento nella Giudea e in Gerusalemme. [79] E ora, Signore, che diremo con tutti i benefici che abbiamo avuto? Abbiamo trasgredito i tuoi comandamenti, che ci hai dato per mezzo dei tuoi servi, i profeti, quando dicesti: [80] La terra, nella quale entrate per possederla, è una terra contaminata dall'impurità delle genti straniere che la abitano: l'hanno riempita della loro impurità . [81] Smettete, dunque, di dare in spose le vostre figlie ai loro figli e di prendere le loro figlie come spose per i vostri figli. [82] Non cercate mai più di stare in pace con gli stranieri, se volete essere forti e godere dei frutti di questa terra e lasciarla in eredità per sempre ai vostri figli. [83] Tutto ciò che ci avviene, ci accade per le nostre opere malvagie e per i nostri grandi peccati. [84] Infatti Tu, o Signore, hai reso leggeri i nostri peccati e ci hai concesso questa radice, ma noi siamo tornati a trasgredire la Tua Legge, mescolandoci all'impurità delle genti che abitano questa terra. [85] Ma Tu non Ti sei adirato contro di noi da distruggerci, fino a non lasciar n‚ radice, n‚ seme, n‚ nome di noi! [86] Perché, Signore d'Israele, Tu sei fedele. Noi siamo restati oggi come radice. [87] Ecco, noi siamo davanti a Te con le nostre trasgressioni: non è possibile restare ancora alla Tua presenza in queste condizioni". [88] Mentre Esdra pregando faceva questa confessione, piangendo prostrato davanti al tempio, da Gerusalemme si radunò presso di lui una grandissima folla di uomini, di donne e di ragazzi: nella folla c'era un gran pianto. [89] Iekhonia, figlio di Ieelo, uno dei figli d'Israele, presa la parola, così disse a Esdra: "Abbiamo peccato contro il Signore sposando donne straniere, appartenenti alle genti che abitano questa terra: ma c'è ancora una speranza per Israele. [90] Si faccia ora un giuramento al Signore, di cacciare tutte le mogli straniere che abbiamo, insieme ai loro figli, conformemente alla decisione tua e di quanti obbediscono alla Legge del Signore. [91] Alzati e agisci, ché la cosa dipende da te. Noi, col tuo aiuto, saremo forti". [92] Allora Esdra si alzò e fece giurare ai capi dei sacerdoti, dei leviti e di tutto Israele che avrebbero fatto in questo modo. E giurarono. ===IX=== [1] Allora Esdra, alzatosi, dal cortile del tempio andò nella stanza di Ioanan, figlio di Eliasibo, [2] dove passò la notte senza toccare pane n‚ bere acqua, facendo cordoglio per le gravi trasgressioni del popolo. [3] In tutta la Giudea e in Gerusalemme fu fatto un editto destinato a tutti coloro che erano tornati dall'esilio, perché si radunassero in Gerusalemme. [4] A quanti non fossero venuti nel giro di due o tre giorni, secondo la decisione degli anziani più importanti, sarebbe stato confiscato il bestiame ed essi sarebbero stati esclusi dalla comunità di coloro che erano rientrati dall'esilio. [5] Gli appartenenti alla tribù di Giuda e di Beniamino si radunarono a Gerusalemme nel giro di tre giorni. Era il ventesimo giorno del nono mese. [6] Tutto il popolo sedette nello spiazzato del tempio, tremando per la pioggia sopraggiunta. [7] Alzatosi, Esdra disse loro: "Voi avete trasgredito la Legge, sposando donne straniere: così avete aggiunto un altro peccato a Israele: [8] ma ora riconoscete [glorificate] il Signore, Dio dei nostri padri. [9] Fate la Sua volontà e separatevi dalle genti che abitano questa terra e dalle mogli allogene". [10] Allora tutto il popolo proclamò a gran voce: "Noi faremo così come hai detto. [11] Ma siamo in molti ed è la stagione delle piogge; non ce la facciamo a restare all'aperto [e non abbiamo trovato rifugio]. Inoltre il nostro affare non è da sbrigarsi in un giorno o due. Siamo moltissimi ad aver commesso questo peccato. [12] Restino qui i capi del popolo; e quanto a coloro che abitano dispersi per il paese, quelli almeno che hanno mogli allogene, torneranno nel tempo che verrà loro fissato, [13] portando con s‚ gli anziani e i giudici ciascuno della sua zona, finché non sia distolta da noi l'ira del Signore per questo affare". [14] Gionata, figlio di Azaelo, e Iesia, figlio di Thocano, accettarono questa proposta; Mosollamo, Levi e Sabbataio l'appoggiarono. [15] I reduci dall'esilio si comportarono interamente secondo questa deliberazione. [16] Il sacerdote Esdra si scelse degli uomini fra i capifamiglia, tutti indicati per nome. Essi si riunirono per esaminare il problema nella neomenia del decimo mese. [17] Quest'affare riguardante gli uomini che avevano sposato donne allogene fu condotto a termine nella neomenia del primo mese. [18] Si trovò così che dei sacerdoti intervenuti alla riunione, quelli che avevano mogli allogene erano: [19] fra i figli di Giosuè, figlio di Iosedek, e i loro fratelli: Masea, Eleazaro, Ioribo e Iodano. [20] Essi si impegnarono a cacciare le loro mogli e a offrire capri in sacrificio espiatorio per il loro sbaglio. [21] Fra i figli di Emmer, c'erano Anania, Zabdaio, Manes, Samaio, Iiel e Azaria. [22] Fra i figli di Faisur, c'erano Elionais Massia, Ismaelo, Nathanaelo, Okidelo e Saltha. [23] Fra i leviti: Iozabdo, Semei, Kolio (detto anche Kalita), Pathaio, Ouda e Ioana. [24] Fra i cantori del tempio c'erano Eliasibo e Bakkhuro. [25] Fra i portieri c'erano Sallumo e Tolbane. [26] Fra i semplici israeliti c'erano: dei figli di Foro: Ierma, Iezia, Melkhia, Miamino, Eleazaro, Asibia e Bannaia. [27] Dei figli di Elam: Matania, Zaccaria, Iezrielo, Obadio, Ieremoth ed Elia. [28] Dei figli di Zamoth: Eliada, Eliasimo, Othonia, Iarimoth, Sabatho e Zerdaia. [29] Dei figli di Bebai: Ioanne, Anania, Zabdo ed Emathi. [30] Dei figli di Mani: Olamo, Manukho, Iedaio, Iasubo, Asaelo e Ieremoth. [31] Dei figli di Addi: Naatho, Moossia, Lakkuno, Naido, Beskaspasmy, Sesthel, Balnuo e Manassea. [32] Dei figli di Annan: Eliona, Asaia, Melkhia, Sabbaia e Simone Khosamaio. [33] Dei figli di Asom: Maltannaio, Mattathia, Sabannaius, Elifalat, Manasse e Semei. [34] Dei figli di Baani: Geremia, Momdio, Maero, Iuel, Mamdai, Pedia, Anos, Karabasion, Eliasibo, Mamnitanaimo, Eliasi, Bannus, Eliali, Somei, Selemia e Nathania. Dei figli di Ezora: Sessi, Ezril, Azaelo, Samato, Zambri e Iosepo. [35] Dei figli di Nooma: Mazitia, Zabadaia, Edais, Iuel e Banaia. [36] Tutti questi avevano sposato donne allogene; ma le ripudiarono, cacciandole insieme ai figli. [37] I sacerdoti, i leviti e i semplici israeliti si stanziarono in Gerusalemme e nella regione. Alla neomenia del settimo mese - i figli d'Israele erano tutti nei loro stanziamenti [38] tutto il popolo si radunò insieme nella piazza davanti alla porta orientale del tempio. [39] Dissero a Esdra, sommo sacerdote e lettore, di portare la Legge di Mosè, che era stata data dal Signore, Dio d'Israele. [40] E il sommo sacerdote Esdra portò la Legge a tutto il popolo, dall'uomo alla donna, e a tutti i sacerdoti, perché l'ascoltassero nella neomenia del settimo mese. [41] Egli lesse, stando nella piazza davanti alla porta del tempio, dal mattino fino a mezzogiorno davanti agli uomini e alle donne. Tutti prestavano attenzione alla lettura della Legge. [42] Esdra, sacerdote e lettore della Legge, si pose in piedi sulla tribuna di legno che era stata apprestata, [43] e accanto a lui stavano Mattathia, Sammus, Anania, Azaria, Uria, Ezechia, Baalsamo alla sua destra, [44] e alla sua sinistra, Fadaio, Misael, Melkhia, Lothasubo, Nabaria e Zaccaria. [45] Esdra prese il libro della Legge alla presenza della folla - stando seduto dignitosamente davanti a tutti [46] e quando lo aprì, tutti si alzarono. Allora Esdra benedì il Signore, Dio altissimo, Dio sabaoth, onnipotente [47] e tutto il popolo rispose: "Amen". Alzate poi le braccia e inginocchiatisi a terra, adorarono il Signore. [48] I leviti Giosuè, Anniuth, Sarabia, Iadino, Iakubo, Sabbataio, Autaia, Maianna, Kalita, Azaria, Iozabdo, Anania e Falia insegnavano la Legge del Signore, interpretandola mentre la leggevano per il popolo. [49] Attarate disse ad Esdra, sommo sacerdote e lettore, ai leviti che insegnavano al popolo e a tutti: [50] "Questo giorno è sacro al Signore". Tutti stavano piangendo nell'ascoltare la Legge del Signore. [51] "Andate, mangiate vivande grasse e bevete bevande dolci; fatene parte a coloro che non ne hanno. [52] Ch‚ questo giorno è sacro al Signore. Non vi rattristate, perché il Signore vi glorificherà". [53] Anche i leviti invitavano tutto il popolo con queste parole: "Questo giorno è sacro: non vi rattristate". [54] Tutti allora se ne andarono a mangiare, a bere e a far festa. Ne davano a chi non ne aveva e facevano grande festa, [55] perché avevano capito il senso delle parole che erano state loro insegnate. Poi si riunirono... == Quarto Libro di Esdra == ===PRIMA VISIONE=== [1] Nel trentesimo anno dopo la distruzione della nostra città, io, Salathiel, che sono (chiamato) anche Esdra, mi trovavo a Babilonia; giacevo turbato nel mio letto, e i miei pensieri mi salivano in cuore, [2] perché avevo visto la desolazione di Sion, e l'abbondanza di (cui godevano) gli abitanti di Babilonia. [3] Il mio spirito ne fu fortemente agitato, e presi a rivolgere all'Altissimo parole piene di timore. [4] Dissi: "O Signore e padrone, non fosti Tu a parlare, all'inizio, quando formasti la terra - e questo da solo - e desti ordine alla polvere, [5] ed essa Ti dette Adamo come semplice corpo mortale? Ma anche lui era opera delle Tue mani, soffiasti in lui lo spirito di vita, e divenne vivo davanti a Te. [6] Tu lo conducesti nel paradiso [terrestre], che la Tua destra aveva piantato prima ancora che venisse la terra; [7] a lui desti un solo comandamento, lui lo trasgredì, e subito Tu istituisti la morte contro di lui e contro la sua discendenza. Da lui nacquero genti e tribù, popoli e famiglie, senza numero. [8] Ogni gente procedette secondo la sua volontà, di fronte a Te si comportava male e con alterigia, ma Tu non glielo impedisti; [9] però ancora, a tempo debito, Tu facesti venire il diluvio sopra la terra e sopra gli abitanti del mondo, e li distruggesti. [10] La loro fine fu la stessa: come la morte per Adamo, il diluvio per loro. [11] Tuttavia, fra loro Tu ne lasciasti uno solo, assieme alla sua famiglia, tutti i suoi giusti discendenti. [12] Accadde però che, quando coloro che abitavano sulla terra cominciarono a moltiplicarsi, e ad aumentare il numero dei figli, dei popoli e di tante genti, ricominciarono a commettere empietà più dei loro predecessori. [13] Accadde allora che, quando essi commisero ingiustizia di fronte a Te, Tu ti scegliessi uno solo di loro, di nome Abramo, [14] lo amasti, ed a lui rivelasti la fine dei tempi, fra voi due soli, di notte. [15] Stipulasti anche un patto eterno, dicendogli che mai avresti abbandonato la sua discendenza; desti a lui Isacco, ad Isacco desti Giacobbe ed Esaù; [16] Giacobbe lo scegliesti per Te, mentre Esaù lo odiasti, e Giacobbe divenne una gran moltitudine. [17] Accadde poi che, quando facesti uscire la sua discendenza dall'Egitto, li conducesti al monte Sinai, [18] inclinasti i cieli, facesti sussultare la terra, scuotesti l'orbe, facesti tremare gli abissi, scompigliasti il mondo, [19] e la Tua gloria passò attraverso le quattro porte di fuoco, di terremoto, di vento e di freddo, per dare la Legge alla discendenza di Giacobbe, e i comandamenti alla posterità di Israele. [20] Tu però non portasti via da loro il cuor maligno, in modo che la Tua legge desse in loro dei frutti; [21] fu infatti per portare il cuor maligno che Adamo, il primo uomo, trasgredì e fu vinto - (lui), ma anche tutti quelli che sono nati da lui. [22] Si produsse (così) un'infermità permanente: la Legge era nel cuore degli uomini assieme alla mala radice, ma ciò che era buono se ne andò, e quel che era cattivo rimase. [23] Passò il tempo e si compirono gli anni, e Ti facesti sorgere un servo di nome David. [24] Gli dicesti di costruire la città del Tuo nome, e di farTi in essa delle offerte da ciò che è Tuo. [25] Questo fu fatto per molti anni, ma poi coloro che abitavano nella città peccarono, [26] comportandosi in tutto come avevano fatto Adamo e tutta la sua posterità: anche loro, infatti, si erano rivestiti di cuor maligno! [27] Tu (allora) hai consegnato la Tua città nelle mani dei Tuoi nemici, [28 ] ed io mi sono detto in cuor mio: "Forse che coloro che abitano a Babilonia si comportano meglio, ed è per questo che Sion verrà dominata?" [29] E' accaduto però che io, una volta venuto qui, abbia visto empietà innumerevoli, e la mia anima abbia visto tanti scellerati, in questi trenta anni, sì che il mio cuore ne è rimasto sconvolto, [30] perché ho visto come Tu tolleri i peccatori, e rispetti chi si comporta male, mentre hai distrutto il Tuo popolo, e risparmiato i Tuoi nemici, [31] senza indicare a nessuno come tale via possa essere abbandonata. Forse che Babilonia si comporta meglio di Sion? [32] o Ti ha conosciuto un altro popolo, oltre a Israele? E quale altra tribù ha creduto nella Tua alleanza, come quella di Giacobbe [33] – di cui non è apparso alcun compenso, ed il cui lavoro non ha dato alcun frutto? Ho molto viaggiato fra le genti, e le ho viste prospere, ma immemori dei Tuoi comandamenti. [34] Perciò, ora soppesa sulla bilancia le nostre empietà e quelle di coloro che abitano il mondo, e si vedrà da quale parte essa inclina. [35] Altrimenti, quand'è che non hanno peccato al Tuo cospetto coloro che abitano la terra? o quale popolo ha osservato così i Tuoi comandamenti? [36] Troverai sì dei singoli uomini che li abbiano osservati, ma certo non dei popoli!". ===IV=== [1] Mi rispose un angelo che mi era stato inviato, e che si chiamava Uriele, [2] e mi disse: "Con l'animo così turbato per questo mondo, vorresti comprendere i disegni dell'Altissimo?". [3] Dissi: "Sì, mio signore". Mi rispose e disse: "Sono stato inviato ad indicarti tre vie, ed a proporti tre parabole; [4] se mi spiegherai una di queste, anch'io ti mostrerò le vie che desideri vedere, e ti insegnerò il motivo per cui esiste il cuor maligno". [5] Gli dissi: "Parla, signore". Mi disse: "Va', calcolami il peso del fuoco, misurami un moggio di vento, o richiamami indietro il giorno che è passato!". [6] Gli risposi e dissi: "Ma chi può far questo fra i mortali, che tu debba chiedermelo?". [7] Mi disse: "Se io ti avessi chiesto quanti depositi ci sono nel profondo del mare, o quante sorgenti ci sono al principio dell'abisso, o quante vie ci sono nell'alto del firmamento, o quali sono le uscite dagli inferi, o quali siano gli accessi al paradiso, [8] tu mi avresti forse risposto di non esserti mai calato nell'abisso, o‚ finora, disceso agli inferi, o‚ mai salito ai cieli, o‚ mai entrato in paradiso. [9] Ma ora io mi sono limitato a chiederti del fuoco, del vento e dei giorni per i quali sei passato – cose dalle quali non puoi essere disgiunto, e neppure su queste cose mi hai saputo rispondere!". [10] E aggiunse: "Tu non puoi conoscere le cose che sono tue e sono cresciute con te; [11] in che modo (allora) potresti essere un vaso tale da contenere le vie dell'Altissimo? Perché la via dell'Altissimo è stata creata in ciò che è inaccessibile, e tu che sei corruttibile, in un mondo corruttibile, come puoi comprendere la via di chi non lo è?". Quando ebbi udito questo, caddi col viso a terra [12] e gli dissi: "Sarebbe stato meglio che non fossimo (mai) stati qua, piuttosto che esserci venuti e vivere in mezzo alle empietà, soffrire e non capirne la causa!". [13] Mi rispose e disse: "Davvero andò una foresta d'alberi della campagna, concepirono un piano e dissero: [14] "Venite, andiamo a fare guerra al mare, in modo che lui si ritiri davanti a noi, e noi possiamo farci un'altra foresta!" [15] Allo stesso modo, anche i flutti del mare concepirono un piano e dissero: "Venite, andiamo a distruggere la selva del campo, in modo da aggiungerci per noi stessi un'altra ragione!" [16] Ma il piano della foresta si rivelò vano, perché venne il fuoco e la consumò; [17] e così successe del piano dei flutti marini, perché si drizzò contro di loro la sabbia, e li respinse. [18] Se dunque tu fossi loro giudice, quale dovresti giustificare, e quale condannare?". [19] Risposi e dissi: "Tutti e due hanno concepito un piano inutile: alla selva, infatti, è stata assegnata la terra, e il posto del mare è dove esso porta i suoi flutti". [20] Mi rispose e disse: "Hai giudicato bene; ma perché (allora) non lo hai fatto anche di te stesso? [21] Infatti, allo stesso modo che la terra è stata data alla selva, e il mare ai suoi flutti, così anche coloro che abitano sulla terra possono capire solo le cose che accadono sulla terra, e solo colui che abita nei cieli può capire le cose che accadono nell'alto di essi". [22] Risposi e dissi: "Ti imploro, o signore: perché mi è stata data la capacità di comprendere? [23] Non volevo, infatti, chiedere delle alte vie, ma solo di quelle cose che passano fra noi ogni giorno. Per quale motivo Israele è stata consegnata in mano ai pagani, il popolo che Tu hai amato è stato dato a delle empie tribù, la Legge dei nostri padri è stata ridotta a nulla, e il patto messo per scritto non esiste più? [24] Da questo mondo noi passiamo via come cavallette, la nostra vita è come fumo, e non siamo degni di ottenere misericordia; [25] ma per il Suo nome, che è invocato sopra di noi, Lui cosa farà? E' di questo che io ti ho domandato!". [26] Mi rispose e disse: "Se sarai vivo, vedrai, e se vivrai a lungo resterai spesso meravigliato, perché questa età sta trascorrendo via davvero alla svelta. [27] E' infatti incapace di portare quel che a suo tempo è stato promesso ai giusti, perché questa età è piena di tristezza e di malanni. [28] Infatti quel male di cui tu mi chiedi è stato seminato, ma non è ancora venuto il tempo di mieterlo. [29] Se dunque non sarà mietuto ciò che è stato seminato, e se non scomparirà il luogo dove è stato seminato il male, non verrà il campo dove è stato seminato il bene! [30] Perché da principio nel cuore di Adamo venne seminato un grano di malo seme, e quanti frutti di empietà ha generato fino ad ora, e quanti ne genererà ancora, finché non verrà la mietitura! [31] Considera dunque da te quanti frutti di empietà un (solo) grano di malo seme ha potuto generare, [32] e, quando siano state seminate spighe innumerevoli di bene, quale immensa via potrebbero occupare!" [33] Risposi e dissi: "Fino a quando e in qual tempo dureranno queste cose? Perché i nostri giorni sono pochi e tristi!". [34] Mi rispose e disse: "Non devi andare più svelto dell'Altissimo: tu lo fai per te stesso, ma l'Eccelso per molti! [35] Non è forse di questo che hanno chiesto le anime dei giusti nei loro depositi dicendo: "Fino a quando resteremo qui, e quando verrà il frutto nell'aia della nostra ricompensa?" [36] E rispose loro l'angelo Remihel, e disse: "Quando sarà completo il numero di quelli come voi. Perché Egli ha pesato con la bilancia le età, [37] ha misurato con la misura i tempi, ha numerato con i numeri le epoche, e non muoverà n‚ agiterà nulla finché non sarà riempita la misura che è stata stabilita". [38] Risposi e dissi: "Ma anche tutti noi, signore e padrone, siamo pieni di empietà! [39] E' forse per via di noi, per via dei peccati di chi abita sulla terra, che il raccolto dei giusti viene impedito?". [40] Mi rispose e disse: "Va' a chiedere ad una donna incinta se, quando avrà compiuto i suoi nove mesi, il suo grembo potrà ancora trattenere il feto dentro di lei!". [41] Dissi: "Non può, signore" Mi disse: "Gli inferi e i depositi delle anime sono come il grembo, [42] perché allo stesso modo che una partoriente si affretta a sfuggire ai dolori del parto, così anche quelle si affrettano a restituire quelle cose che sono state loro affidate in principio. [43] Sarà allora che ti verrà mostrato quel che desideri tanto vedere!". [44] Risposi e dissi: "Se ho trovato favore davanti ai tuoi occhi; se è possibile, e se ne sono degno, [45] mostrami anche questo, se è di più il tempo che deve venire di quello che è passato, o se è di più quello che è trascorso sopra di noi, [46] perché io so quel che è passato, ma quello che accadrà lo ignoro!". [47] Mi disse: "Mettiti alla mia destra, e ti darò la spiegazione di una parabola". [48] Io feci così e guardai, ed ecco, una fornace ardente passò davanti a me; e accadde che, quando la fiamma fu passata, guardassi ancora, ed ecco che ne rimaneva il fumo. [49] Dopodiché passò davanti a me una nube piena d'acqua, lasciò cadere una pioggia violentissima, e quando la violenza della pioggia fu passata rimanevano in essa (ancora) delle gocce. [50] E lui mi disse: "Pensaci tu stesso: infatti, come la pioggia è più grande delle gocce, e il fuoco più grande del fumo, così la quantità di quel che è passato è molto maggiore; però delle gocce e del fumo sono avanzate (lo stesso)!". [51] Lo pregai e dissi: "Pensi che vivrò fino a quei giorni? Altrimenti, chi ci sarà allora?". [52] Mi rispose e disse: "Ti posso dire in parte dei segni dei quali tu mi chiedi, ma non sono stato mandato a dirti della tua vita, perché non ne so nulla". ===V=== [1] "Quanto ai segni, tuttavia: ecco, arriveranno i giorni in cui quelli che abitano sulla terra verranno presi da gran terrore, la via della verità verrà nascosta, la terra della fede sarà sterile, [2] e l'ingiustizia si accrescerà ancor più di quella che vedi tu stesso, e più di quella di cui una volta hai sentito parlare; [3] il paese che ora vedi regnare diventerà caotico e impercorribile, e lo vedranno deserto. [4] Se però l'Altissimo ti concederà di vivere, lo vedrai pieno di confusione dopo il terzo (periodo)! D'improvviso il sole risplenderà di notte, e la luna di giorno, [5] dal legno stillerà sangue, le pietre emetteranno voce, i popoli si agiteranno, l'aere si muterà, [6] regnerà colui nel quale non sperano quelli che abitano sulla terra, gli uccelli migreranno, [7] il mare di Sodoma vomiterà pesci, ed emetterà di notte una voce che molti non conoscevano, ma che molti, però, udranno. [8] E si produrranno aperture in molti punti, e spesso ne uscirà fuoco, le bestie dei campi emigreranno dalle zone dove abitano, le donne partoriranno mostri, nell'acqua dolce si troverà quella salata, e gli amici d'improvviso si distruggeranno fra loro; [9] allora la saggezza si nasconderà, e l'intelligenza se ne resterà isolata nei suoi depositi, [10] e molti la cercheranno, ma non la troveranno. Sulla terra si moltiplicheranno ingiustizia e incontinenza. [11] Un paese domanderà a quello accanto: "Forse che è passata attraverso di te la giustizia, che compie ciò che è giusto?", ma l'altro risponderà di no. [12] E in quel tempo accadrà che gli uomini spereranno e non otterranno, si daranno pena e non troveranno, si affaticheranno ma non arriveranno allo scopo. [13] Questi sono i segni dei quali mi è stato permesso di parlarti; ma se pregherai ancora e piangerai come ora, e digiunerai per sette giorni, udrai di nuovo cose (ancora) più grandi". [14] Allora mi svegliai, col corpo fremente di spavento, e l'anima tanto affaticata da venir meno; [15] ma quell'angelo che era venuto e che aveva parlato con me mi tenne, mi rafforzò e mi mise in piedi. [16] La notte seguente accadde che venisse da me Faltiel, capo del popolo, e mi disse: "Dov'eri, e perché hai il visto triste? [17] Oppure non sai che Israele è stata affidata a te nel luogo dove è stata deportata? [18] Alzati, dunque, assaggia un po' di pane, e non ci abbandonare, come farebbe un pastore col suo gregge, nelle grinfie dei lupi malvagi!". [19] Io gli dissi: "Va' via da me, e non ti avvicinare per sette giorni; solo allora devi venire, ed io te ne potrò parlare". Egli sentì quel che avevo detto, e se ne andò via da me. ===SECONDA VISIONE=== [20] Io digiunai, gemendo e piangendo come mi aveva comandato l'angelo Uriele. [21] Dopo il settimo giorno, accadde che i pensieri del mio cuore si fossero fatti davvero oppressivi, [22] ma la mia anima riacquistò lo spirito di intelligenza, e presi di nuovo a rivolgere parole all'Altissimo. [23] Dissi: "Signore e padrone, di tutte le selve della terra e di tutti i suoi alberi scegliesti per Te un'unica vigna, [24] di tutte le regioni del mondo scegliesti per Te un solo luogo, di tutti i fiori del mondo scegliesti per Te un solo giglio, [25] di tutti gli abissi del mare riempisti per Te un solo rivo, di tutte le città costruite santificasti per Te stesso Sion, [26] di tutti gli uccelli creati chiamasti per Te una sola colomba, di tutte le greggi plasmate provvedesti per Te una sola pecora, [27] e dalla moltitudine di popoli ne adottasti per Te uno solo, e a questo popolo, che Tu amasti, desti una legge che più di tutte avevi approvato. [28] Ora, o Signore, perché mai hai dato ai molti ciò che era unico, hai disonorato più delle altre l'unica radice, ed hai disperso fra i tanti ciò che era la Tua cosa unica? [29] Quelli che si opponevano alle Tue promesse hanno calpestato coloro che credevano nel Tuo patto: [30] ma se odi tanto il Tuo popolo, è per mano Tua che esso deve essere punito!". [31] Accadde (allora) che, non appena ebbi fatto questo discorso, mi fosse inviato l'angelo che era (già) venuto da me (quella) notte passata, [32] e mi disse: "Ascoltami, e io ti istruirò, prestami attenzione, e parlerò ancora davanti a te". [33] Dissi: "Parla, signore". Egli mi disse: "Sei uscito così di mente per Israele? Oppure credi di amarla più di Colui che l'ha creata?". [34] Dissi: "No, signore, ma ho parlato per il dolore, perché le mie reni mi torturano ogni momento, dato che cerco di comprendere le vie dell'Altissimo, e di esplorare il decreto del Suo giudizio". [35] Egli mi disse: "Non puoi". Dissi: "Perché, o signore? E perché allora sono nato, e perché il grembo di mia madre non è diventato per me un sepolcro, in modo che non vedessi la fatica di Giacobbe, e la stanchezza della stirpe di Israele?" [36] Egli disse: "Contami coloro che non sono ancora venuti, raccoglimi le gocce disperse, rinverdiscimi i fiori secchi, [37] aprimi i depositi chiusi e fammi venir fuori i venti che vi sono rinchiusi; oppure mostrami il volto di coloro che non hai mai visto, oppure l'immagine della voce: (solo) allora ti spiegherò quell'enigma che desideri tanto sapere!". [38] Dissi: "Signore e padrone, chi è mai che può sapere queste cose, se non Colui che non abita assieme agli uomini? [39] Io invece, stolto e misero come sono, come potrei dire di quelle cose delle quali tu mi hai chiesto?". [40] Mi disse: "Come non puoi fare nessuna delle cose che sono state dette, così non potrai scoprire il mio giudizio, o il fine dell'amore che ho promesso al mio popolo". [41] Dissi: "Ma ecco, Signore, Tu prometti a coloro che saranno vivi alla fine; ma cosa faranno quelli che sono vissuti prima di noi, o noi stessi, o quelli dopo di noi?". [42] Mi disse: "Il mio giudizio lo farò simile ad un cerchio: come gli ultimi non restano indietro, i primi non vanno avanti". [43] Risposi e dissi: "Ma non avresti potuto creare contemporaneamente quelli che furono, quelli che sono e quelli che saranno, in modo da mostrare più alla svelta il Tuo giudizio?". [44] Mi rispose e disse: "La creazione non può andare più in fretta del Creatore, o‚ il mondo avrebbe potuto sostenere contemporaneamente quelli che vi fossero stati creati". [45] Dissi: "(Allora), come hai potuto dire al Tuo servo che Tu davvero avresti dato vita contemporaneamente a ciò che avevi creato? Se dunque tutti vivranno contemporaneamente, e la creazione (li) potrà sostenere, anche ora potrebbe portare contemporaneamente (tutti) i presenti!". [46] Mi disse: "Chiedi al grembo di una donna, digli perché, se deve partorire dieci figli, lo fa in tempi diversi, e domandagli di partorirli tutti e dieci contemporaneamente". [47] Dissi: "Non può assolutamente, ma solo in tempi diversi". [48] Mi disse: "Anch'io ho dato il grembo della terra per coloro che vengono fatti concepire in essa in tempi diversi. [49] Allo stesso modo che una bambina non può partorire, o‚ lo può fare più una che sia diventata vecchia, così anch'io ho disposto il mondo da me creato". [50] Io gli chiesi e dissi: "Dato che me ne hai già mostrato la via, parlerò (ancora) davanti a te: nostra madre, della quale mi hai parlato, è ancora giovane, oppure già si avvicina alla vecchiaia?". [51] Mi rispose: "Chiedilo ad una partoriente, e lei te lo dirà. [52] Dille: "Perché quelli che hai partorito ora non sono simili a quelli di prima, ma sono di minor statura?" [53] e lei stessa ti risponderà che altri sono quelli nati nel vigore della giovinezza, e altri quelli nati all'epoca della vecchiaia, quando il grembo viene meno. [54] Dunque, considera anche tu di quanto minor statura siete voi rispetto a quelli prima di voi, [55] quanto lo saranno quelli dopo di voi rispetto a voi, come se il creato fosse già senescente, ed avesse oltrepassato ormai il vigore della giovinezza. [56] Dissi: "Ti prego, o Signore, se ho trovato favore davanti ai tuoi occhi, mostra al Tuo servo attraverso chi visiterai il Tuo creato!". ===VI=== [1] Mi disse: "All'inizio, prima ancora che ci fosse il globo terrestre, che esistessero le porte del mondo, che spirasse l'impeto dei venti, [2] che risuonasse il rumore dei tuoni, che balenasse la luce dei lampi, che venissero rese stabili le fondamenta del paradiso, [3] che apparisse la bellezza dei fiori, che si consolidasse la forza dei moti (celesti), che si raccogliessero le innumerevoli schiere degli angeli, [4] che si levassero le altezze dell'aere, che ricevessero un nome le zone del firmamento, che venisse destinato lo sgabello di Sion, [5] che fossero contati gli anni presenti, che venissero respinte le trame di coloro che ora peccano, e che fossero sigillati coloro che hanno accumulato tesori di fede – [6] (già) allora io pensavo a questo; queste cose vennero fatte attraverso me, e non attraverso altri, così come la fine verrà attraverso di me, e non attraverso altri!". [7] Risposi e dissi: "Quale sarà la divisione delle epoche? Quando la fine della prima, o l'inizio della seconda?". [8] Mi disse: "Da Abramo a Abramo; perché da Abramo nacque Isacco, e da Isacco nacquero Giacobbe ed Esaù, ma fin dall'inizio la mano di Giacobbe teneva il tallone di Esaù; [9] la fine di questa epoca è Esaù, e l'inizio della successiva è Giacobbe, [10] perché l'inizio dell'uomo è la sua mano, e il termine è il tallone; ma fra mano e tallone non cercare nient'altro, o Esdra!". [11] Risposi e dissi: "O Signore e padrone, se ho trovato favore davanti ai tuoi occhi, [12] mostra al tuo servo la fine dei tuoi segni, che mi hai mostrato in parte in una delle notti precedenti". [13] Mi rispose e mi disse: "Alzati in piedi, e sentirai una voce piena e sonante. [14] E se accadrà che, quando (essa) parlerà con te, quel luogo sopra cui ti trovi venga scosso violentemente, [15] tu non devi aver paura, perché si sta parlando della fine, e le fondamenta della terra capiranno [16] che si sta parlando proprio di loro; tremeranno e si scuoteranno, perché sanno che alla loro fine si verificherà un mutamento". [17] Accadde allora che, udito ciò, io mi alzassi in piedi, e prestassi ascolto: ed ecco una voce che parlava, con un suono simile a quello di molte acque, [18] e disse: "Ecco, vengono i giorni, ed accadrà che, quando dovrò avvicinarmi a visitare gli abitanti della terra, [19] o quando dovrò chiedere conto a quelli che fecero del male con la loro empietà, quando l'umiliazione di Sion sarà completa, [20] e quando l'età che deve passare sarà sigillata, allora io darò questi segni: verranno aperti i libri di fronte al firmamento, e tutti vedranno nello stesso tempo; [21] i bambini di un anno parleranno con la loro voce, le donne incinte partoriranno figli immaturi di tre o quattro mesi, che vivranno e saltelleranno, [22] i luoghi seminati d'improvviso appariranno non seminati, e i granai pieni d'improvviso verranno trovati vuoti, [23] la tromba squillerà alta, e quando tutti la udranno d'improvviso si impauriranno [24] In quel tempo accadrà che gli amici faranno guerra agli amici, come se fossero nemici, la terra si spaventerà assieme a coloro che la abitano, e la vena delle fonti si fermerà, e non scorrerà per tre ore. [25] Accadrà però che chiunque sarà rimasto, di tutti quelli di cui prima ti ho detto, sarà salvato, e vedrà la mia salvezza e la fine del mio mondo. [26] Costoro vedranno gli uomini che sono stati accolti (nell'aldilà) e che fin dalla loro nascita non hanno mai assaggiato la morte. Il cuore degli abitanti della terra verrà cambiato, e sarà mutato in un altro spirito; [27] infatti il male verrà distrutto, e la frode si estinguerà, [28] mentre la fedeltà fiorirà, la corruzione sarà vinta, ed apparirà la verità, che era rimasta senza frutto per tanto tempo". [29] Accadde che, mentre parlava con me, il luogo su cui stavo sopra si muovesse a poco a poco. [30] Egli mi disse: "Queste cose sono venuto a mostrarti, — così come la notte passata —. [31] Perciò, se lo chiederai di nuovo, e di nuovo digiunerai per sette giorni, ti rivelerò di nuovo cose ancora più grandi di queste, [32] perché certo la tua voce è stata udita presso l'Altissimo, dal momento che il Forte ha visto la tua rettitudine, e ha ben notato la castità che hai mantenuto fin dalla tua giovinezza. [33] E' per questo che mi ha mandato a mostrarti tutte queste cose, e a dirti: "Confida, e non temere; [34] non darti troppa pena a pensare invano ai tempi passati, che tu non debba poi affrettarti troppo negli ultimi!". ===TERZA VISIONE=== [35] Accadde dopo di ciò che io piansi di nuovo, e digiunai, come prima, per sette giorni, per completare le tre settimane di cui mi era stato detto. [36] Nell'ottava notte accadde che il mio cuore fosse di nuovo turbato in me, e cominciassi a parlare davanti all'Altissimo. [37] Il mio spirito ardeva con violenza, e la mia anima era inquieta. [38] Dissi: "O Signore e padrone, certo Tu hai parlato all'inizio della creazione, il primo giorno, dicendo: "Siano il cielo e la terra!", e la Tua parola compì l'opera; [39] c'era allora lo spirito che aleggiava, e tenebre e silenzio erano diffusi (dappertutto), n‚ esisteva ancora la voce dell'uomo. [40] Allora Tu ordinasti che dai Tuoi forzieri uscisse lo splendore della luce, perché apparissero le Tue opere. [41] Il secondo giorno creasti ancora lo spirito del firmamento, e gli comandasti di dividere le acque dalle acque, in modo che una parte si ritirasse in alto, e una parte invece rimanesse in basso. [42] Il terzo giorno comandasti alle acque di raccogliersi nella settima parte della terra, mentre sei ne prosciugasti e le conservasti, perché da esse ci fossero quelle che servissero davanti a Te, seminate e coltivate. [43] Infatti la Tua parola usciva, e subito compiva l'opera; [44] allora spuntarono all'improvviso frutti in quantità immensa, e dal sapore delizioso e variato, e fiori dai colori differenti fra loro, e alberi di aspetto fra loro dissimile, e dall'ineffabile odore. Tutto ciò fu fatto il terzo giorno. [45] Nel quarto, invece, ordinasti che apparissero il fulgore del sole, la luce della luna, la disposizione delle stelle, [46] e ordinasti loro che servissero all'uomo, che stava per essere plasmato. [47] Nel quinto giorno, invece, ordinasti alla settima parte, dove era raccolta l'acqua, di procreare esseri viventi, volatili e pesci, e così fu fatto: [48] l'acqua muta e senz'anima produsse esseri viventi, in modo che le genti narrassero le Tue meraviglie. [49] Allora Tu conservasti due esseri da Te creati, dando nome ad uno Behemot, e all'altro Leviatan, [50] e separandoli l'uno dall'altro, perché la settima parte, dov'era raccolta l'acqua, non poteva contenerli (entrambi). [51] A Behemot desti una delle parti che erano state prosciugate il primo giorno, perché ci vivesse, e dove sono mille montagne, [52] mentre a Leviatan desti la settima parte, quella umida, conservandoli perché vengano divorati da coloro che Tu vorrai, quando lo vorrai. [53] Nel sesto giorno, invece, comandasti alla terra che creasse davanti a Te il bestiame, gli animali selvatici e i rettili; [54] e sopra di loro ponesti Adamo come signore di tutto ciò che avevi creato prima, e dal quale siamo discesi tutti noi, il popolo che hai eletto. [55] Tutte queste cose le ho dette di fronte a Te, o Signore, perché Tu hai detto che era per noi che avevi creato (questa) prima età, [56] che invece le altre genti, nate da Adamo, non contavano niente, e che erano come uno sputo, e la loro quantità l'hai paragonata ad una goccia (che stilla) da un vaso. [57] Ma ora, o Signore, ecco che queste genti che erano considerate nulla ci dominano e ci calpestano, [58] mentre noi, il Tuo popolo, che Tu hai chiamato (Tuo) primogenito, (Tuo) unigenito, pieno di zelo (per Te), il (Tuo) più caro - siamo consegnati nelle loro mani! [59] Se questa età è stata creata per noi, perché questa nostra età non la possediamo in eredità? Fino a quando durerà tutto ciò?". ===VII=== [1] Accadde che, quando ebbi terminato di pronunciare queste parole, venne inviato da me quello stesso angelo che mi era stato inviato nelle notti precedenti, [2] e mi disse: "Alzati, Esdra, e ascolta le parole che sono venuto a dirti". [3] Dissi: "Parla, signore!". Mi disse: "C'è un mare posto in un grande spazio, tanto da essere ampio ed immenso; [4] la sua entrata, però, è posta in uno spazio ristretto, sì da assomigliare piuttosto ad un fiume, [5] e se qualcuno volesse davvero entrare in quel mare, guardarlo o navigarlo, come potrebbe arrivare nella parte larga senza passare per la strettoia? [6] Parimenti, un altro (esempio ancora): c'è una città costruita e posta in luogo incolto, ma piena di ogni bene. [7] Il suo ingresso, però, è stretto, e posto in un dirupo tale che a destra c'è fuoco, e a sinistra acqua profonda. [8] Tra di essi, cioè fra il fuoco e l'acqua, è collocata una strada sola, tale da poter contenere, quella strada, soltanto un'orma umana alla volta. [9] Ma se questa città venisse data a qualcuno in eredità, come potrà l'erede ricevere la sua eredità, se non sarà passato attraverso il pericolo posto dinanzi a lui?". [10] Dissi: "E' così, signore". Mi disse: "Così è anche la parte di Israele. [11] Infatti è per loro che ho fatto il mondo, ma quando Adamo trasgredì i miei comandamenti, quel che era stato fatto venne giudicato, [12] e gli ingressi per questo mondo vennero creati angusti, dolenti e faticosi, pochi e cattivi, pieni di pericoli e irti di grandi difficoltà; [13] ma gli ingressi del mondo più grande sono ampi e sicuri, e danno frutto di immortalità. [14] Se dunque coloro che vivono non saranno entrati in quelle strettoie e in quelle cose vane non potranno ricevere quello che è stato loro riservato. [15] Ora, dunque, perché ti turbi per il fatto di essere corruttibile, e ti agiti, tu, per il fatto di essere mortale? [16] Perché non ti sei preso a cuore quel che dovrà accadere, piuttosto che ciò che sta accadendo ora?". [17] Risposi e dissi: "Signore e padrone, ecco, Tu hai ordinato nella Tua legge che questo lo erediteranno i giusti, mentre gli empi periranno. [18] Perciò i giusti sopporteranno ciò che è stretto sperando in ciò che è largo, mentre quelli che si sono comportati male hanno dovuto sopportare ciò che è stretto, ma ciò che è largo non lo vedranno". [19] Mi disse: "Non sei certo un giudice migliore del Signore, tu, n‚ sei più saggio dell'Altissimo. [20] Perciò, periscano pure i molti che ora sono vivi, piuttosto che venga trascurata la legge prescritta da Dio. [21] Dio infatti, a coloro che venivano (alla vita), ordinò esattamente, quando vi venivano, cosa fare per vivere, e cosa osservare per non essere puniti; [22] ma loro non se ne convinsero, e non gli dettero ascolto, e per s‚ concepirono vani pensieri, [23] proponendosi inganni delittuosi, ed affermando per di più che l'Altissimo non esisteva; non riconobbero le Sue vie, [24] disprezzarono la Sua legge, negarono i Suoi patti, non credettero ai Suoi precetti, e non portarono a compimento le Sue opere. [25] E' per questo, Esdra, che il vuoto è per chi è vuoto, e il pieno per chi è pieno! [26] Ecco infatti che arriverà il tempo, e sarà quando verranno i segni che ti ho detto prima, la città ora nascosta apparirà, si mostrerà la terra che ora rimane celata, [27] e tutti quelli che siano stati liberati dai mali che ti ho detto prima vedranno i miei prodigi. [28] Infatti si rivelerà il mio servo il Messia assieme a coloro che sono con lui, e farà gioire per quattrocento anni coloro che saranno rimasti. [29] E dopo questi anni accadrà che muoia il mio servo il Messia, e tutti coloro in cui è respiro d'uomo; [30] il mondo tornerà al suo antico silenzio per sette giorni come all'inizio primordiale, in modo che nessuno venga dimenticato, [31] e dopo sette giorni accadrà che l'età non ancora sveglia si desterà, e perirà quella corruttibile; [32] la terra restituirà coloro che ora dormono in essa, la polvere coloro che vi abitano in silenzio, i depositi le anime che sono state loro affidate, [33] e si rivelerà l'Altissimo sul trono del giudizio; verrà la fine, passerà la misericordia, si allontanerà la compassione, si ritirerà la tolleranza, [34] e resterà solo il giudizio, si ergerà la verità, prenderà vigore la fede; [35] seguirà la ricompensa, verrà mostrata la retribuzione, si desteranno le giuste azioni, e quelle ingiuste non dormiranno. [36] Apparirà (allora) la fossa dei tormenti, e, di contro, ci sarà il posto della quiete; si mostrerà il forno della Gehenna, e, di contro, il paradiso delle delizie. [37] L'Altissimo allora dirà alle genti resuscitate: "Guardate e comprendete Colui che avete negato, o che non avete servito, o i cui comandamenti avete disprezzato. [38] Guardate dunque da questa parte e dall'altra: qui delizie e quiete, là fuoco e tormenti". Così dirà loro il giorno del giudizio. [39] E questo giorno del giudizio sarà tale che non avrà né‚ sole né‚ luna né‚ stelle, [40] né‚ nubi né‚ lampi né‚ tuoni, né‚ vento né‚ acqua né‚ aria, né‚ tenebre, né‚ sera né‚ mattina, [41] né‚ estate né‚ primavera né‚ caldo, né‚ inverno né‚ gelo né‚ freddo, né‚ grandine né‚ pioggia né‚ brina, [42] né‚ mezzogiorno né‚ notte né‚ alba, né‚ splendore né‚ chiarore né‚ luce, ma solo lo splendore luminoso dell'Altissimo, in modo che tutti debbano vedere ciò che è stato disposto per loro. [43] E tutto ciò durerà una settimana di anni. [44] Questo è il mio giudizio, e quel che esso prescrive; ma a te solo ho mostrato queste cose". [45] Risposi e dissi: "Signore, ho già detto prima, e ripeto adesso, che beati sono i viventi che osservano ciò che hai ordinato! [46] Ma di coloro a proposito dei quali ti rivolgevo la mia preghiera, chi è dunque dei viventi che non abbia peccato, o chi dei nati che non abbia trasgredito il Tuo patto? [47] Vedo bene, ora, a quanto pochi la nuova età porterà gioia, e a quanti invece porterà tormenti! [48] In noi, infatti, è cresciuto il cuor maligno, che ci ha estraniato da queste cose, e ci ha portato alla corruzione e sulla via della morte, mostrandoci i sentieri della perdizione e allontanandoci dalla vita; e questo non solo a pochi, ma a quasi tutti quelli che sono stati creati!". [49] Mi rispose e disse: "Ascoltami, e io ti istruirò e ti ammonirò di nuovo. [50] E' per questo che l'Altissimo ha fatto non una sola età, ma due. [51] Ma tu che hai detto che i giusti non sono molti, ma pochi, e che invece gli empi abbondano, ascolta questo: [52] se tu avessi delle pietre preziose, ma molto scarse di numero, le metteresti assieme al piombo e all'argilla, laddove piombo e argilla sono così frequenti?". [53] Dissi: "Signore, come sarebbe possibile?". [54] Mi disse: "Non solo questo. Chiedi alla terra, e te lo dirà, invitala, e te lo racconterà. [55] Le dirai: "Tu crei l'oro e l'argento, il bronzo e anche il ferro, il piombo e l'argilla; [56] l'argento è più abbondante dell'oro, il bronzo dell'argento, il ferro del bronzo, il piombo del ferro, l'argilla del piombo". [57] Considera dunque tu stesso quali di queste cose siano le più preziose e le più desiderabili, se quelle che sono numerose, o quelle che nascono rare". [58] Dissi: "Signore e padrone, è più vile quel che abbonda, e più prezioso quel che è più raro". [59] Mi rispose e disse: "Rifletti dunque da te su quel che hai pensato, perché chi possiede qualcosa di raro è più felice di chi possiede ciò che abbonda. [60] E così è anche la promessa del mio giudizio: mi rallegrerò dei pochi che si salveranno, perché sono loro che ora sanzionano la mia gloria, ed è per loro che il mio nome è onorato, [61] e non mi rattristerò per i tanti che periranno, perché sono quelli che già ora sono simili a vapore, e fatti uguali a fiamma o a fumo: sono bruciati, arsi, estinti!". [62] Risposi e dissi: "Cos'hai partorito, o terra! Se la mente è stata creata dalla polvere con le altre creature, [63] sarebbe stato meglio che anche la polvere non fosse nata, in modo che non ne sorgesse la mente; [64] infatti essa cresce con noi, ed è per questo che siamo tormentati, perché periamo essendone coscienti! [65] Che si lamenti il genere umano, ma si rallegrino le bestie selvatiche! Si lamentino tutti quelli che sono nati, ma gioiscano le mandrie e le greggi! [66] Va molto meglio a loro, infatti, che a noi: non aspettano alcun giudizio, e non conoscono tormenti n‚ vita promessa loro dopo la morte. [67] A noi, invece, cosa giova se siamo conservati pienamente in vita, ma siamo sottoposti ai peggiori tormenti? [68] Infatti, tutti coloro che sono nati sono intrisi di iniquità, pieni di peccati e gravati di delitti, [69] e sarebbe meglio per noi se, dopo la morte, non dovessimo sopportare alcun giudizio". [70] Mi rispose e disse: "Quanto l'Altissimo faceva il mondo e Adamo, e tutti coloro che sono venuti da lui, fu il giudizio, e tutto ciò che gli pertiene, che preparò per primo. [71] Ed ora cerca di comprendere dalle tue (stesse) parole, perché tu hai detto che la ragione cresce con noi. [72] Per questo, dunque, coloro che abitano sulla terra verranno tormentati, perché, pur possedendo la ragione, hanno commesso l'ingiustizia, hanno ricevuto degli ordini ma non li hanno osservati, hanno ottenuto una legge ma hanno eluso quella che avevano ricevuto. [73] Cosa avranno da dire, perciò, nel giudizio, e come risponderanno negli ultimi tempi? [74] Quanto è il tempo, infatti, durante il quale l'Altissimo ha avuto pazienza con quelli che abitavano il mondo – e non per essi, ma per via dei tempi che Egli ha predisposto!". [75] Risposi e dissi: "Se ho trovato favore di fronte a te, o Signore, mostra anche questo al tuo servo: se dopo la morte, cioè quando ciascuno di noi rende l'anima, ben verremo conservati in riposo fino a quel tempo in cui dovrai rinnovare il creato, oppure se saremo tormentati subito". [76] Mi rispose e disse: "Ti mostrerò anche questo. Tu però non devi mescolarti con quelli che hanno mostrato disprezzo, n‚ annoverarti fra quelli che verranno tormentati. [77] Tu hai infatti un tesoro di opere riposto presso l'Altissimo, ma non ti verrà mostrato se non negli ultimi tempi. [78] Quanto alla morte, posso dirti questo: quando dall'Altissimo è uscita la sentenza definitiva che uno deve morire, allontanandosi lo spirito dal corpo per essere rinviato a Colui che lo ha dato, come prima cosa dovrà adorare la gloria dell'Altissimo; [79] ma se fosse uno di quelli che hanno mostrato disprezzo, e che non hanno custodito la via dell'Altissimo, o di quelli che hanno spregiato la Sua legge, o di quelli che hanno odiato chi temeva Dio, [80] questi spiriti non entreranno in quei depositi, ma da quel momento vagheranno fra i tormenti, sempre sofferenti e tristi, in sette modi: [81] il primo perché resistettero alla legge dell'Altissimo, [82] il secondo perché non possono tornare indietro a fare il bene, per poter vivere; [83] nel terzo vedranno il compenso messo in serbo per coloro che hanno creduto nel patto dell'Altissimo; [84] nel quarto considereranno i tormenti loro riservati per gli ultimi tempi; [85] nel quinto vedranno i depositi delle altre anime, guardate dagli angeli in gran silenzio; [86] nella sesta vedranno per quali tormenti loro preparati dovranno d'ora in poi passare. [87] Il settimo modo, che è il più grande di tutti gli altri detti sopra, è che si decomporranno di vergogna, si consumeranno di disonore, e appassiranno di paura nel vedere la gloria dell'Altissimo, al cospetto del quale peccarono da vivi, e al cospetto del quale dovranno essere giudicati negli ultimi tempi. [88] Invece, questa è la disposizione per coloro che hanno conservato le vie dell'Altissimo, quando dovranno venir separati dal (loro) vaso corruttibile. [89] Nel periodo in cui hanno abitato lì hanno servito l'Altissimo con gran fatica, ed ogni momento hanno affrontato pericoli per custodire alla perfezione la legge del Legislatore. [90] Perciò, su di loro è da dire questo: [91] per prima cosa, vedranno in grande esultanza la gloria di Colui che li accoglie, perché essi si riposeranno in sette ordini: [92] il primo, perché in gran pena combatterono per vincere il cattivo senno plasmato assieme a loro, perché non li portasse via dalla vita verso la morte; [93] il secondo, perché vedono la confusione in cui vagano le anime dei peccatori, e la punizione che le attende; [94] nel terzo vedranno la testimonianza resa loro da Colui che li ha plasmati, secondo la quale essi, da vivi, osservarono la legge che era stata loro donata per fedeltà; [95] nel quarto comprenderanno il riposo di cui potranno godere in gran silenzio, ora che sono raccolti nei loro depositi, protetti dagli angeli, e la gloria che sarà loro riservata negli ultimi tempi; [96] nel quinto esulteranno perché ora sono sfuggiti a ciò che è corruttibile, ed erediteranno ciò che verrà; ed inoltre vedranno le angustie e le enormi sofferenze da cui sono stati liberati, e lo spazio ampio che dovranno ricevere, gioiosi ed immortali; [97] il sesto è quando verrà loro mostrato come il loro volto dovrà rifulgere come il sole, e dovranno assomigliare alla luce delle stelle, d'ora in poi incorruttibili; [98] il settimo, che è il maggiore di tutti quelli detti prima, è perché essi esulteranno sicuri, potranno avere fiducia senza confusione, e godranno senza paura. Essi infatti hanno fretta di vedere il volto di Colui che servirono da vivi, e dal quale dovranno essere glorificati e ricevere la ricompensa. [99] Questi sono gli ordini delle anime dei giusti, così com'è annunciato da ora in poi, e i tipi di tormenti detti prima sono quelli che d'ora in poi dovrà subire chi è stato negligente". [100] Risposi e dissi: "Allora, alle anime verrà concesso un certo tempo, dopo che si saranno separate dal corpo, perché vedano quello di cui mi hai detto?". [101] Mi disse: "Staranno in libertà per sette giorni, perché per sette giorni vedano quelle cose di cui ti è stato detto prima; dopodiché verranno raccolte nei loro depositi". [102] Risposi e dissi: "Se ho trovato favore davanti ai tuoi occhi, mostra a me, tuo servo, anche questo: se nel giorno del giudizio i giusti potranno intercedere per gli empi, o implorare per essi l'Altissimo, [103] i padri per i figli, i figli per i genitori, i fratelli per i fratelli, gli affini per i parenti, gli amici per i (loro) diletti". [104] Mi rispose e disse: "Dato che hai trovato favore davanti ai miei occhi, ti mostrerò anche questo. Il giorno del giudizio è rigoroso, e mostrerà a tutti il sigillo della verità. Allo stesso modo che ora un padre non manda il figlio, o un figlio il padre, o un padrone lo schiavo, o un amico il (suo) diletto, perché si ammali o dorma o mangi o si curi in vece sua, [105] così allora nessuno pregherà per un altro in quel giorno, n‚ uno passerà il suo fardello al suo compagno, perché tutti porteranno ciascuno la sua rettitudine o la sua iniquità". [106] Risposi e dissi: "Com'è allora che noi troviamo Abramo, per primo, che pregò per i Sodomiti, Mosè per i (nostri) padri che avevano peccato nel deserto, [107] Giosuè, dopo di lui, per Israele, al tempo di Achan, [108] Samuele al tempo di Saul, David per la pestilenza, Salomone per quelli presso il Tempio, [109] Elia per coloro che ricevettero la pioggia, e perché quel morto vivesse, [110] Ezechia per il popolo al tempo di Sennacherib, e tanti per tanti (altri)? [111] Se dunque ora che è cresciuto quel che è corruttibile e si è moltiplicata l'ingiustizia, i giusti hanno interceduto per i peccatori, perché non sarà così anche allora?". [112] Mi rispose e disse: "Il mondo attuale non è la fine, e la gloria di Dio non rimane sempre in esso. E' per questo che quelli che avevano forza hanno pregato per i deboli, [113] mentre il giorno del giudizio sarà la fine di questa età, e l'inizio di quella immortale futura, nella quale il corruttibile sarà passato, [114] si sarà dissolta l'intemperanza, sarà stata tolta via l'incredulità, e sarà cresciuta la giustizia e nata la verità. [115] Allora, perciò, nessuno potrà avere compassione di colui che sarà stato vinto in giudizio, n‚ sopraffare chi sarà risultato vittorioso". [116] Risposi e dissi: "Questa è la mia prima ed ultima parola: sarebbe stato meglio che la terra non avesse prodotto Adamo, oppure che, una volta prodottolo, gli avesse insegnato a non peccare. [117] Cosa giova infatti a tutti, che ora vivano in tristezza, e da morti debbano aspettarsi una punizione? [118] Cos'hai fatto, Adamo! Se infatti peccasti, la rovina non è stata solo tua, ma anche di (tutti) noi che siamo discesi da te! [119] A cosa ci giova, infatti, che sia stata promessa un'epoca immortale, se noi compiamo opere morte? [120] che ci sia proposta una speranza eterna, mentre noi invece siamo stati fatti della peggiore futilità? [121] che ci siano riservati depositi sani e sicuri, mentre noi ci siamo comportati male? [122] che la gloria dell'Altissimo debba proteggere coloro che si sono comportati con purezza, mentre noi abbiamo percorso pessime vie? [123] Perché verrà mostrato il paradiso, dove persistono frutti incorrotti che deliziano e guariscono, mentre noi non vi entreremo, [124] perché ci saremo comportati in modo sgradito? [125] Perché i volti di coloro che hanno praticato l'astinenza brilleranno più delle stelle, mentre i nostri saranno più scuri delle tenebre? [126] E' che noi non abbiamo pensato a quel che avremmo dovuto soffrire dopo la morte, quando da vivi commettevamo iniquità!". [127] Mi rispose e disse: "Questo è il senso della lotta che compie ciascun uomo che sia nato sulla terra: [128] se è vinto soffrirà le cose che hai detto tu, ma se vince, riceverà quello che ho detto io. [129] Perché questa è la via che Mosè mostrò da vivo al popolo, dicendo: "Scegliete la vita secondo la quale vivere!" [130] Ma non gli hanno dato retta, n‚ ai profeti dopo di lui, n‚ a me che ho loro parlato. [131] Perciò non c'è da essere tristi per la loro perdita, come invece ci sarà gioia per la salvezza di chi ha avuto fede". [132] Risposi e dissi: "Signore, (però) so che ora l'Altissimo è chiamato misericordioso, perché ha misericordia di coloro che ancora non sono venuti al mondo; [133] benevolo, perché è benevolo verso quelli che tornano alla Sua legge; [134] paziente, perché mostra pazienza verso coloro che hanno peccato, essendo essi opera Sua; [135] munifico, perché desidera dare invece di chiedere; [136] di molta misericordia, perché la aumenta sempre di più per coloro che sono, che furono e che saranno, [137] e, se non lo facesse, il mondo, assieme a coloro che vi abitano, non potrebbe avere vita; [138] liberale, perché se non avesse fatto dono, nella Sua bontà, che venissero alleviati delle loro iniquità coloro che le hanno commosse, non potrebbe aver vita la decimillesima parte degli uomini; [139] indulgente, perché se non avesse perdonato a coloro che sono stati creati per la Sua parola, e non avesse cancellato le (loro) tante iniquità, [140] forse di quella innumerevole moltitudine non sarebbe rimasto che pochissimo". ===VIII=== [1] Mi rispose e disse: "L'Altissimo ha fatto questa età per molti, ma quella futura per pochi. [2] Ma voglio metterti davanti un paragone, o Esdra: allo stesso modo che tu interrogherai la terra, e ti dirà che essa dà molta argilla, con cui fare vasellame, ma poca polvere da cui venga l'oro, così si comporta anche questa età: [3] molti sono quelli che sono stati creati, ma pochi si salveranno". [4] Risposi e dissi: "Sàziati di intelligenza, o anima mia, e imbeviti di riflessione, mio cuore! [5] Tu sei venuta non per tua volontà, e te ne vai senza volerlo, n‚ ti è concesso altro se non un breve tempo da vivere. [6] o Signore sopra di noi, permetti al tuo servo di pregare davanti a Te: donaci un seme per il nostro cuore, ed una coltivazione per la nostra intelligenza, da cui esca un frutto del quale possa vivere ogni essere corruttibile che abbia portato aspetto d'uomo. [7] Tu sei l'unico, e noi siamo la creazione unica delle Tue mani, come Tu hai detto; [8] perché Tu ora fai vivere nel grembo il corpo creato, e lo fornisci di membra; la tua creatura viene conservata nel fuoco e nell'acqua, e per nove mesi ciò che Tu hai fatto deve sopportare la creatura che Tu hai creato in esso; [9] però, quello stesso che custodisce, e quello che è custodito, ambedue verranno custoditi dalla Tua custodia! Quando poi il grembo restituisce ciò che è stato creato in esso, [10] Tu hai ordinato che dalle sue stesse membra, cioè dai seni, compaia il latte, il frutto dei seni, [11] perché venga nutrito per un certo tempo quello che è stato creato; dopodiché sei Tu, nella Tua misericordia, a guidarlo [12] e a nutrirlo nella Tua equità, a disciplinarlo nella Tua legge, e ad ammonirlo con la Tua sapienza, [13] a farlo morire perché è Tua creatura, e a farlo vivere perché è opera Tua. [14] Perciò, se annienterai, con un ordine appena, quello che con tanta fatica è stato creato per Tuo ordine, perché mai è stato fatto? [15] Ora però ho ben altro da dirti: di tutti gli uomini Tu conosci assai più di me, ma è per il Tuo popolo che io soffro, [16] e per la Tua eredità che io mi dolgo; (è) per Israele che sono triste, della discendenza di Giacobbe che mi preoccupo. [17] Perciò io dovrò pregare davanti a Te per me e per loro, perché vedo gli errori di noi che abitiamo la terra, ma ho anche udito del giudizio che deve venire. [18] Perciò ascolta la mia voce, intendi le parole della mia preghiera, ed io parlerò davanti a Te!". [19] Inizio delle parole della preghiera rivolta da Esdra prima che venisse assunto (in cielo). Disse: [20] "Signore, che abiti in eterno, i cui occhi stanno in alto, e le cui camere superiori sono nell'aere, [21] il cui trono non si può descrivere, e la cui gloria non si può comprendere, davanti a cui stanno tremanti le schiere, [22] che al Tuo comando si mutano in vento e fuoco, le cui parole sono sicure, ed i (cui) detti sono stabili, i cui comandi sono energici, e le disposizioni terribili, [23] il cui sguardo dissecca gli abissi, e l'indignazione fa liquefare i monti, e la cui verità dura in eterno, [24] odi le parole del servo Tuo, ascolta la supplica della Tua creatura, intendi le mie parole! [25] Finché io vivrò, parlerò, e finché saprò, risponderò. [26] Non guardare ai peccati del Tuo popolo, ma a coloro che Ti hanno servito lealmente; [27] non guardare ai desideri di chi si comporta male, ma a coloro che nella sofferenza custodirono i Tuoi patti. [28] Non pensare a coloro che al Tuo cospetto si sono comportati con falsità, ma ricordati di coloro che volontariamente hanno riconosciuto che Tu devi essere temuto. [29] Non volere distruggere coloro che si sono comportati come bestiame, ma guarda a coloro che hanno fatto conoscere lo splendore della Tua legge. [30] Non adirarti con quelli che sono considerati peggiori delle bestie, ma prediligi coloro che hanno sempre riposto fiducia nella Tua gloria. [31] Perché noi e i nostri padri ci siamo comportati in modo terreno, ma Tu (proprio) per noi che abbiamo peccato sei chiamato Misericordioso! [32] Se dunque vorrai avere misericordia di noi, che non compiamo opere buone, sarai chiamato Misericordioso. [33] Infatti i giusti, molte opere dei quali sono riposte presso di Te, riceveranno la ricompensa (proprio) per (queste) loro opere. [34] Ma cos'è l'uomo, che Tu ti debba adirare con lui, o le cose corruttibili, che Tu abbia ad amareggiartene? [35] In verità, fra coloro che sono nati non c'è nessuno che non abbia fatto del male, n‚ fra coloro che esistono qualcuno che non abbia peccato; [36] ma (proprio) in questo, o Signore, si manifesterà la Tua bontà, quando avrai avuto misericordia di coloro che non hanno ricchezza di opere buone". [37] Mi rispose e disse: "Qualcosa di giusto l'hai detta, e quel che avverrà sarà conforme alle tue parole, [38] perché io in verità non penserò alla creazione di coloro che hanno peccato, o alla loro morte, o al loro giudizio, o alla loro perdizione, [39] ma mi rallegrerò della creazione dei giusti, ed anche della loro migrazione, della loro salvezza e della ricompensa che riceveranno. [40] E come ho detto, così sarà. [41] Infatti, come il contadino semina in terra molte sementi, e pianta molte piante, ma non tutto quel che è stato seminato si conserverà fino al tempo debito, n‚ tutto quel che è stato piantato metterà radice, così anche di coloro che sono stati seminati nel mondo non tutti si salveranno". [42] Risposi e dissi: "Se ho trovato favore di fronte a Te voglio parlare! [43] Se il seme del contadino non cresce, è perché non ha ricevuto in tempo la Tua pioggia, e se invece marcisce perché ne ha ricevuta troppa, perirà; [44] ma l'uomo, che è stato plasmato dalle Tue mani, ed è stato fatto somigliante alla Tua immagine, per il quale Tu hai creato tutto, anche lui lo hai fatto simile al seme del contadino? [45] Non fare così, o Signore (che sei) sopra di noi, ma perdona al Tuo popolo, ed abbi misericordia della Tua eredità, perché sarà della Tua stessa creazione che la avrai!". [46] Mi rispose e disse: "Le cose presenti per coloro che sono ora, e quelle future per coloro che saranno! [47] Ti manca molto, infatti, perché tu possa amare la mia creazione più di me! Tu però hai spesso paragonato te stesso agli empi. Non devi farlo mai più, [48] ma anche per questo sarai ammirato davanti all'Altissimo, [49] perché ti sei umiliato, come ti si conviene, e non ti sei ritenuto essere fra i giusti, per ricevere ancora più gloria, [50] perché negli ultimi tempi coloro che abitano il mondo saranno colpiti da grande afflizione, perché avranno camminato in grande superbia. [51] Tu però pensa a te stesso, e chiedi della gloria di coloro che sono simili a te. [52] Per voi infatti è stato aperto il paradiso, è stato piantato l'albero della vita, è stato preparato il tempo futuro, è stata apparecchiata la delizia, è stata costruita una città, è stato steso il riposo, stabilite le buone opere, preordinata la sapienza; [53] la (mala) radice è stata sigillata via da voi, la malattia è stata da voi estinta, la morte è stata nascosta, l'inferno è fuggito, la corruttibilità è dimenticata, [54] sono passati i dolori, ed alla fine è stato mostrato il tesoro dell'immortalità. [55] Perciò non chiedere più della moltitudine di coloro che periscono; [56] loro, infatti, avendone ricevuto la libertà, hanno disprezzato l'Altissimo, hanno sdegnato la Sua legge, e abbandonato le Sue vie; [57] inoltre hanno calpestato i Suoi giusti, [58] ed hanno detto in cuor loro che Dio non esiste, pur sapendo bene che dovranno morire. [59] Perciò, come voi accoglieranno le cose dette sopra, così loro attendono la sete e i tormenti che sono stati approntati. Perciò non è stato l'Altissimo a volere che l'uomo scomparisse, [60] ma sono stati quelli stessi che furono creati ad insozzare il nome di Colui che li aveva fatti, ed a mostrarsi ingrati verso Colui che pure aveva loro preparato la vita. [61] Perciò il mio giudizio ora si sta avvicinando. [62] E tutto questo io non l'ho mostrato a tutti, ma solo a te ed ai pochi come te". [63] Risposi e dissi: "Ecco, o Signore, ora Tu mi hai mostrato il gran numero di segni che dovrai dare negli ultimi tempi, ma non mi hai mostrato quando!". ===IX=== [1] Mi rispose e disse: "Misuralo bene in te stesso, e accadrà che quando vedrai che una certa parte dei segni detti prima è passata, [2] allora capirai che è quello il tempo in cui l'Altissimo dovrà visitare il mondo da Lui creato. [3] Quando nel mondo si vedranno il sommovimento dei paesi, il tumulto dei popoli, i (malvagi) disegni delle genti, l'incostanza dei duci, il turbamento dei principi, [4] capirai allora che era di questo che l'Altissimo aveva parlato fino dai tempi passati, dall'inizio. [5] Infatti, come tutto ciò che è stato creato nel mondo ha inizio noto e fine manifesta, [6] così sono anche le età dell'Altissimo: l'inizio è manifesto in presagi e miracoli, la fine in atti e segni (miracolosi). [7] Ed accadrà che ciascuno che verrà salvato e che avrà potuto trovare scampo in virtù delle sue opere o della fede in cui avrà creduto, questi [8] Sopravviverà ai predetti pericoli, e vedrà la mia salvezza nella mia terra ed entro i miei confini, che mi sono santificato fin dall'eternità. [9] Allora resteranno sorpresi quelli che ora hanno trascurato le mie vie, e se ne staranno fra i tormenti coloro che le hanno respinte con disprezzo. [10] E tutti coloro che non mi hanno conosciuto durante la loro vita, pur profittando dei miei benefici, [11] tutti coloro che hanno sdegnato la mia legge, avendo ancora libertà, [12] e, pur essendo loro ancora aperta l'occasione di pentirsi, non (l')hanno capita, ma (l')hanno disprezzata – questi dovranno sapere (tutto ciò) fra i tormenti dopo la morte. [13] Perciò tu non essere più curioso del modo con cui gli empi verranno tormentati, ma chiedi di come saranno salvati i giusti, e di chi sarà il mondo, e per chi". [14] Risposi e dissi: [15] "Ho detto prima, dico ora e dirò poi, che sono più numerosi quelli che periscono di coloro che si salvano, [16] come un'onda è più di una goccia". [17] Mi rispose e disse: "Come il campo, tali anche i semi: come i fiori, tali anche i colori; come il lavoro, tale anche il giudizio; come il contadino, tale anche il raccolto; [18] perché c'è stato un periodo in questa età in cui io stavo preparando, per coloro che ora esistono, prima che esistessero, il mondo in cui abitare, e nessuno mi contraddisse, perché nessuno esisteva. [19] Ora però, che sono stati creati in questo mondo da me preparato, ad una tavola inesauribile, e ad un pascolo insondabile, (ecco che) si sono corrotti nei costumi. [20] Allora ho osservato il mio mondo, ed ecco, era distrutto; la mia terra, ed ecco, era in pericolo per via dei (malvagi) disegni di chi ci era venuto. [21] Io vidi e perdonai proprio a stento, salvandomi da un grappolo un solo chicco, ed una sola pianta da una grande foresta. [22] Perisca, perciò, la moltitudine che è nata senza motivo, ma si salvino il mio acino e la mia pianta, che ho portato a termine con tanta fatica! [23] Tu però, se lascerai passare altri sette giorni, senza tuttavia digiunare, [24] andrai in un campo di fiori, dove non è costruita nessuna casa, mangerai solo i fiori del campo, senza gustare carne n‚ bere vino, ma solo i fiori, [25] e pregherai senza posa l'Altissimo, allora io verrò e parlerò con te". ===QUARTA VISIONE=== [26] Io partii, come mi aveva detto, per quel campo chiamato Ardat, mi sedetti là fra i fiori e mangiai le erbe del campo, cibandomene a sazietà. [27] Dopo sette giorni, accadde che io giacessi sull'erba, col cuore turbato come prima, [28] mi si aprì la bocca e cominciai a parlare davanti all'Altissimo, dicendo: [29] "O Signore e padrone, davvero ti sei rivelato ai nostri padri, nel deserto, quando stavano uscendo dall'Egitto, ed erano venuti in un deserto impercorribile e senza frutti, [30] e davvero hai detto: "Tu, Israele, ascoltami, e (voi), discendenza di Giacobbe, [31] udite le mie parole. Ecco infatti, io semino in voi la mia legge ed essa produrrà in voi un frutto, e voi sarete glorificati in essa per sempre''. [32] Però i nostri padri, pur avendo ricevuto la legge, non la conservarono, e i precetti non li custodirono; ma il frutto della legge era nato tale da non perire, n‚ lo avrebbe potuto, dal momento che era Tuo. [33] Ma coloro che lo ricevettero perirono, non avendo custodito quel che era stato seminato in essi. [34] Ora, è usuale che, quando la terra accoglie il seme o il mare la nave, o un altro recipiente cibi e bevande, se accade che quel che è seminato, o inviato, o raccolto vada distrutto, [35] tuttavia quelli che li hanno ricevuti rimangono. Da noi però non succede lo stesso. [36] Noi che abbiamo accolto la legge siamo periti assieme al nostro animo che l'aveva ricevuta, perché abbiamo peccato; [37] ma la legge non perisce, bensì rimane nella sua gloria". [38] E mentre così parlavo in cuor mio, guardai con i miei occhi e vidi alla mia destra una donna; ed ecco che piangeva e si lamentava a gran voce, con l'animo profondamente addolorato, le vesti discinte e cenere sulla testa. [39] Allora lasciai le riflessioni che stavo facendo, mi rivolsi a lei [40] e le dissi: "Perché piangi, e perché hai l'animo [tanto] addolorato?". [41] Mi disse: "Mio signore, lasciami a piangere di me stessa, e a farlo ancora di più, perché ho nell'animo una grande amarezza, e mi sento profondamente umiliata". [42] Le dissi: "Raccontami che cosa ti è successo". [43] Mi disse: "Io, la tua serva, ero rimasta sterile, e non avevo partorito, pur avendo avuto un marito, per trenta anni. [44] Pregai l'Altissimo ogni ora, ogni giorno per questi trent'anni, notte e dì, [45] ed accadde che, dopo trent'anni, Dio esaudì la tua serva, vide bene la mia umiliazione, prestò attenzione a quanto ero tribolata, e mi dette un figlio. Ebbi un'immensa gioia per via di lui, io, mio marito e tutti i miei concittadini, e rendemmo grande onore al Forte. [46] Lo tirai su con gran fatica, [47] e accadde che, quando fu cresciuto ed arrivai a prendere per lui una moglie, celebrassi il giorno del convito". ===X=== [1] Accadde allora che mio figlio, dopo essere entrato nel talamo, cadde e morì. [2] Allora tutti rovesciammo le lampade, e tutti i miei concittadini si levarono a consolarmi, ed ebbi riposo fino alla notte del giorno successivo. [3] E accadde che, mentre tutti si riposavano dal consolarmi perché mi riposassi io, mi alzai di notte, fuggii e, come vedi, venni in questo campo. [4] Penso di non tornare mai più in città, ma di restare qui, senza mangiare n‚ bere, ma solo piangendo e digiunando senza interruzione finché non morirò". [5] Abbandonai ancora le riflessioni che stavo facendo, e le risposi irosamente: [6] "Stolta più di tutte le donne! Non vedi il nostro lutto, e quel che è successo a noi? Poiché Sion, la madre di noi tutti, è profondamente rattristata, e profondamente umiliata, [8] quel che più si addice ora è piangere, perché tutti piangiamo, ed affliggersi, perché tutti siamo afflitti; e tu invece ti affliggi per un solo figlio! [9] Ma interroga la terra, e ti dirà che è lei che dovrebbe piangere i tanti che sono germogliati sopra di essa; [10] tutti quelli nati fin dal principio, e quelli che verranno, ecco, quasi tutti vanno verso la perdizione, ed una gran quantità di essi sarà sterminata. [11] Chi dunque dovrà piangere di più? Colei che ha perduto una quantità così grande, oppure tu, che ti duoli per uno solo? [12] Ma se mi dirai: "Il mio pianto non è paragonabile a quello della terra, perché io ho perduto il frutto del mio ventre, che ho partorito con sofferenza e generato con dolore, [13] mentre la terra lo ha fatto nel modo che le è proprio, e la moltitudine che è in essa se ne va allo stesso modo in cui è venuta, [14] allora ti risponderò: "Come tu hai partorito con dolore, così anche la terra ha consegnato fin dall'inizio il suo frutto, l'uomo, a colui che la ha fatta". [15] Ora, perciò, tieni per te il tuo dolore, e sopporta con coraggio la disgrazia che ti è capitata, [16] perché, se accoglierai come giusto il giudizio di Dio, riceverai in tempo tuo figlio, e sarai lodata fra le donne; [17] rientra perciò in città da tuo marito!". [18] Mi disse: "Non lo farò, n‚ rientrerò in città, ma morrò qui". [19] Io continuai a parlarle e dissi: [20] "Non fare di questi discorsi, ma lasciati persuadere di quale sia la sciagura di Sion, e consolare dal dolore di Gerusalemme! [21] Tu vedi, infatti, come il nostro santuario sia stato reso deserto, il nostro altare demolito, il nostro tempio distrutto; [22] il nostro salterio annientato, i nostri inni ridotti al silenzio, la nostra esultanza dissolta; la luce del nostro candelabro estinta, l'arca della nostra alleanza spogliata; le nostre cose sacre contaminate, e il nome che è invocato sopra di noi profanato; i nostri (uomini) liberi oltraggiati, i nostri sacerdoti arsi, i nostri leviti andati via prigionieri; le nostre vergini svergognate, le nostre mogli violentate; i nostri giusti rapiti; i nostri piccoli consegnati, i nostri giovani resi schiavi, i nostri forti resi deboli. [23] Ma quel che è più di tutto, vedi come il sigillo di Sion sia ora annullato della sua gloria, e consegnato nelle mani di coloro che ci odiano. [24] Tu, perciò, scuoti la tua grande tristezza, deponi da te (questi) tanti dolori, in modo che il Forte possa riconciliarsi con te, e ti conceda requie l'Altissimo, riposo dalle tue fatiche!". [25] Accadde che ecco, mentre le parlavo, il suo viso d'improvviso prese a risplendere fortemente, ed il suo volto si fece simile ad un lampo, tanto che ebbi gran paura ad avvicinarmi a lei, con il cuore pieno di spavento, pensando cosa ciò potesse essere. [26] Ed ecco che d'improvviso emise un grido altissimo e terribile, tanto che la terra fu scossa dal rumore. [27] Guardai ed ecco che la donna non mi appariva più, ma c'era una città costruita, ed era visibile un luogo dalle poderose fondamenta. Mi impaurii e gridai a gran voce: [28] "Dov'è l'angelo Uriele, che era venuto la prima volta da me? Perché è lui che mi ha fatto venire in questo così grande turbamento; la mia preghiera è stata resa inutile, la mia orazione disprezzata!". [29] Ma mentre io così stavo parlando ecco che venne da me l'angelo che era (già) venuto da principio, mi vide, [30] ed ecco che giacevo come un morto, del tutto uscito di mente; mi prese la destra, mi confortò, mi rimise in piedi e mi disse: [31] "Cosa ti succede, e perché sei turbato? Perché ti si è turbata la mente, e tutti i sensi dell'animo?". [32] Dissi: "Perché tu mi hai abbandonato completamente! Da parte mia, io ho fatto secondo quanto mi avevi detto: sono uscito nel campo, ed ecco che ho visto e continuo a vedere cose che non riesco a spiegare". [33] Mi disse: "Sta' su come un uomo, e ti istruirò!". [34] Dissi: "Parla, mio signore; solo, non mi abbandonare, che non debba morire prima del tempo, [35] perché ho visto cose che non sapevo, e ho udito quel che non so; [36] o forse è perché i miei sensi si ingannano, e la mia anima ha avuto un sogno? [37] Ora perciò ti scongiuro, o signore, di dare al tuo servo una spiegazione di questo turbamento". [38] Mi rispose e disse: "Stammi a sentire e ti insegnerò: ti dirò delle cose di cui hai paura, perché l'Altissimo mi ha svelato molti segreti. [39] Egli infatti ha visto la tua retta via, perché ti sei rattristato senza posa per il tuo popolo, e ti sei afflitto tanto per Sion. [40] Questo dunque è il significato della visione: [41] la donna che ti è apparsa poco fa, che hai visto affliggersi e che hai dovuto consolare, [42] mentre ora invece non vedi alcuna sembianza di donna, ma ti è apparsa una città costruita, [43] dato che ti raccontava della disgrazia di suo figlio, la spiegazione è questa: [44] quella donna che hai visto, e che ora vedi come una città costruita, è Sion; [45] dato che ti ha detto che era stata sterile per trenta anni, è perché erano tremila anni che non le era stata ancora dedicata alcuna offerta nel mondo. [46] Accadde che, dopo tremila anni, David costruì la città e dedicò delle offerte; fu allora che quella donna sterile partorì il figlio. [47] E dato che ti ha detto che lo tirò su con fatica: questo è quando Gerusalemme è stata abitata; [48] dato che ti ha detto che suo figlio morì mentre entrava nel talamo, e della disgrazia che gli era toccata, questo è quando si è compiuta la rovina di Gerusalemme. [49] Ecco, tu hai visto la sua rappresentazione, come essa era afflitta per il figlio, e tu dovesti consolarla di quelle cose che le erano successe: è questo che ti doveva essere svelato. [50] Ed ora l'Altissimo ha visto come ti sei rattristato nell'animo, e come soffri per lei con tutto il cuore, e ti ha mostrato la luce della sua gloria e la bellezza della sua nobiltà. [51] E' per questo che ti ho detto di stare nel campo dove non erano state costruite case; [52] infatti sapevo che l'Altissimo doveva mostrarti tutte queste cose. [53] E' per questo che ti ho detto di venire nel campo dove non c'erano fondamenta di edifici; [54] infatti non avrebbe potuto rimanere un'opera di edificio umano nel luogo dove doveva mostrarsi la città dell'Altissimo. [55] Tu, perciò, non devi temere, né‚ deve spaventarsi il tuo cuore, ma entra e vedi lo splendore e la grandezza dell'edificio, per quanto la vista dei tuoi occhi sarà capace di vedere; [56] dopodiché udrai, per quanto l'udito delle tue orecchie sarà capace di udire. [57] Tu infatti sei più beato di tanti (altri), e come pochi (altri) sei stato chiamato presso l'Altissimo. [58] Resterai qui per la notte che verrà domani, [59] e l'Altissimo ti mostrerà in sogno quelle visioni che Egli darà a coloro che abiteranno la terra negli ultimi giorni". [60] Io dormii quella notte e quella seguente, come mi aveva detto. ===XI: QUINTA VISIONE=== [1] E accadde che la seconda notte avessi un sogno: ecco che saliva dal mare un'aquila che aveva dodici ali coperte di penne, e tre teste. [2] Guardai, ed essa espandeva le sue ali su tutta la terra, e tutti i venti della terra soffiavano verso di essa, e le nubi ad essa si raccoglievano. [3] Guardai (ancora): dalle sue ali uscivano delle contro-ali, che terminavano in alette piccole e minute, [4] mentre le sue teste erano immobili, con quella di mezzo più grande delle altre, ma anch'essa immobile assieme a loro. [5] Guardai, ed ecco che l'aquila volò con le sue ali per regnare sulla terra e su coloro che la abitavano. [6] Vidi come tutto quel che esisteva sotto il cielo le si sottometteva, e nessuno osava contraddirla, neppure una, delle creature che erano sulla terra. [7] Guardai, ed ecco che l'aquila si levò sui suoi artigli ed emise una voce verso le sue ali dicendo: [8] "Non vegliate tutte insieme, ma dormite ciascuna al suo posto, e vegliate ciascuna a turno, [9] mentre le teste verranno serbate per la fine". [10] Guardai, ed ecco che la voce non usciva dalle sue teste, ma dal mezzo del suo corpo. [11] Contai le sue contro-ali, ed ecco, erano otto. [12] Guardai, ed ecco che dalla parte destra si levò un'ala, e regnò su tutta la terra; [13] ma mentre regnava accadde che arrivasse alla fine e scomparisse, tanto che non se ne vide più neppure il posto dove stava. Si levò la seguente, e regnò, ed anche questa durò molto tempo; [14] accadde però che mentre regnava venne la sua fine, tanto che non la si vide più, come la precedente. [15] Ed ecco che risuonò una voce che le disse: [16] "Ascolta, tu che per tutto il tempo hai dominato la terra, quanto ti annuncio, prima che tu abbia a scomparire. [17] Nessuno dopo di te comanderà per tanto tempo quanto te, e neppure per la metà". [18] Si levò la terza, tenne anch'essa il comando come le precedenti, e scomparve anch'essa. [19] Così successe a tutte le altre, di tenere il comando una per una, e poi di scomparire del tutto. [20] Guardai, ed ecco che, ciascuna a suo tempo, anche le ali successive si ergevano dalla parte sinistra per tenere il comando; alcune di esse lo tenevano, ma subito scomparivano, [21] mentre altre di esse si ergevano, ma non lo tenevano. [22] Dopodiché guardai ancora, ed ecco che le dodici ali e due alette erano scomparse, [23] non restando del corpo dell'aquila se non le tre teste immobili e sei alette. [24] Guardai, ed ecco che dalle sei alette se ne staccarono due e si misero sotto la testa che stava dalla parte destra, mentre quattro se ne rimasero al loro posto. [25] Guardai, ed ecco che quelle quattro contro-ali meditavano di ergersi e tenere il comando; [26] guardai, ed ecco che una si eresse, ma disparve subito; [27] poi la seconda, e questa disparve ancor più rapidamente della prima. [28] Guardai, ed ecco che le due superstiti meditavano fra loro di regnare anch'esse, [29] e mentre stavano meditando ecco che una delle teste immobili, quella che era in mezzo, si svegliò; si trattava infatti di quella che era più grande delle altre due. [30] Vidi come si unì alle altre due: [31] ecco che quella testa si voltò assieme a quelle che erano con essa, e divorò le due controali che meditavano di regnare; [32] essa tenne tutta la terra, vessò quelli che la abitavano opprimendoli pesantemente, ed ebbe potere sul mondo più di tutte le ali che c'erano state prima. [33] Dopodiché guardai, ed ecco che questa testa mediana disparve improvvisamente, come avevano fatto le ali. [34] Restarono però due teste, che regnarono anch'esse sulla terra e su coloro che vi abitavano. [35] Guardai, ed ecco che la testa che stava a destra divorò quella a sinistra. [36] Udii una voce che mi diceva: "Guarda davanti a te, e rifletti su quel che vedi!". [37] Guardai ed ecco che qualcosa come un leone si levò da una foresta, ruggendo, e udii come emise una voce umana in direzione dell'aquila, dicendo: [38] "Ascolta, tu, e ti parlerò. L'Altissimo ti dice: [39] "Non sei rimasta tu, dei quattro animali che avevo fatto regnare sul mio mondo, in modo che la fine dei tempi venisse per mano loro? [40] Tu, venendo per quarta, hai vinto tutti gli animali che sono passati; hai tenuto il potere sul mondo fra grandi pene, e tutta la terra fra tremendi dolori, abitandola per tutto il tempo con l'inganno, [41] e non giudicando il mondo con verità. [42] Infatti hai fatto tribolare i mansueti e offeso i pacifici; hai odiato i sinceri e amato i bugiardi; hai distrutto le fortezze di coloro che davano frutto e raso al suolo le mura di coloro che non ti avevano nuociuto. [43] Ma il tuo oltraggio è salito fino all'Altissimo, e la tua superbia al Forte. [44] L'Altissimo ha guardato ai suoi tempi, ed ecco che sono terminati e i suoi secoli sono compiuti. [45] Perciò tu dovrai ben disparire, o aquila, tu e le tue orribili ali, le tue pessime alette, le tue malvage teste, i tuoi crudeli artigli, e tutto il tuo inutile corpo, [46] in modo che tutta la terra torni a ristorarsi, liberata dalla tua violenza, e possa sperare nel giudizio e nella misericordia di Colui che l'ha fatta"". ===XII=== [1] E accadde che, mentre il leone così parlava all'aquila, io guardai, [2] ed ecco che la testa che era rimasta disparve, e le due ali che si erano portate dalla sua parte si eressero per regnare, ma il loro regno era debole e pieno di disordine. [3] Guardai, ed ecco che anche quelle disparvero, e tutto il corpo dell'aquila andò a fuoco, mentre la terra ne rimaneva terrorizzata. Io mi destai per il forte deliquio e la gran paura. Dissi al mio spirito: [4] "Ecco, tu mi hai fatto tutto questo perché tu scruti le vie dell'Altissimo. [5] Ma ecco che io sono ormai stanco di animo, e debolissimo di spirito, e non mi è rimasta la benché minima forza, dalla gran paura che ho avuto questa notte. [6] Ora perciò pregherò l'Altissimo che mi dia forza fino alla fine". [7] Dissi: "Signore e padrone, se ho trovato favore davanti ai Tuoi occhi, se sono più giustificato di molti (altri) presso di Te, e se davvero la mia preghiera è salita al Tuo cospetto, [8] dammi forza, e da' a me, il Tuo servo, l'interpretazione dettagliata di questa orribile visione, in modo che Tu possa consolare pienamente la mia anima, [9] dal momento che mi hai ritenuto degno di mostrarmi la fine dei tempi, ed il termine delle epoche". [10] Mi disse: "Questa è l'interpretazione di quella visione che hai avuto: [11] l'aquila che hai visto salire dal mare è il quarto regno apparso in visione a tuo fratello Daniele, [12] ma che non gli era stato interpretato come io ora faccio o ho fatto con te. [13] Ecco, vengono i giorni in cui sulla terra si leverà un regno più terribile di tutti quelli che ci sono stati prima di esso. [14] Vi regneranno dodici re, uno dopo l'altro, [15] ma quello che dovrà regnare per secondo sarà quello che, dei dodici, durerà più a lungo. [16] Questa è l'interpretazione delle dodici ali che hai visto. [17] E dato che hai udito una voce che parlava senza uscire dalle sue teste ma dal mezzo del suo corpo, l'interpretazione è questa: [18] nel mezzo del suo regno nasceranno grossi contrasti, e correrà pericolo di cadere; tuttavia non cadrà allora, ma verrà ristabilito di nuovo nel suo potere. [19] Dato che hai visto uscire delle contro-ali dalle sue ali, l'interpretazione è questa: [20] Vi sorgeranno otto re, i cui tempi saranno brevi, e i cui anni rapidi; [21] due di essi periranno quando sarà vicina la metà del periodo, mentre quattro verranno conservati per quando comincerà ad avvicinarsi il tempo in cui finirà; due, però, saranno conservati per la fine. [22] Dato che hai visto tre teste immobili, l'interpretazione è questa: [23] alla fine dei suoi tempi l'Altissimo susciterà tre re, che sulla terra rinnoveranno molte cose, e la domineranno [24] assieme a coloro che la abitano, con dolore assai più grande di quelli che ci furono prima di loro. E' per questo che essi sono stati chiamati teste dell'aquila: [25] sono loro, infatti, che ricapitoleranno la sua empietà, e porteranno a compimento le sue ultime azioni. [26] Dato che hai visto scomparire la testa grande, è perché uno solo di essi morirà nel suo letto, e anche questo fra i tormenti. [27] Infatti, i due che saranno rimasti li divorerà la spada, [28] perché la spada di uno divorerà quello che è con lui, ma anch'egli, da ultimo, di spada morirà. [29] Dato che hai visto le due contro-ali andarsene verso la testa che stava sulla parte destra, [30] l'interpretazione è questa: sono coloro che l'Altissimo ha conservato per la sua fine; come hai visto, questo regno sarà breve e pieno di turbamenti. [31] Il leone che hai visto svegliarsi dalla selva, ruggire e parlare all'aquila accusandola per la sua ingiustizia, e tutto quel che ha detto, così come lo hai udito, [32] è il Messia, che l'Altissimo ha conservato per la fine dei giorni, che è uscito dalla discendenza di David, e che verrà a parlare con loro, li accuserà per le loro empietà, e introdurrà loro davanti alle loro trasgressioni. [33] Infatti deciderà prima di sottoporli da vivi al Suo giudizio, e poi, una volta accusati, li annienterà; [34] ma il resto del mio popolo lo libererà con misericordia, quelli che si sono salvati (restando) entro i miei confini, e li rallegrerà finché non verrà la fine, nel giorno del giudizio del quale ti ho parlato fin da principio. [35] Questo è il sogno che hai visto, e questa la sua interpretazione. [36] Tu solo, perciò, sei stato degno di conoscere questo segreto dell'Altissimo. [37] Scrivi dunque in un libro tutte queste cose che hai udito, e riponile in un luogo nascosto; [38] le insegnerai a quei sapienti del tuo popolo il cui animo tu sai essere in grado di cogliere e di saper conservare questi segreti. [39] Tu, invece, pazienta qui ancora altri sette giorni, in modo che ti venga mostrato tutto ciò che parrà all'Altissimo di mostrarti!" e se ne andò via da me. [40] E accadde che, avendo tutto il popolo sentito che erano passati i sette giorni ed io non avevo fatto ritorno in città, si riunirono tutti, dal più piccolo al più grande, vennero da me e mi dissero: [41] "In cosa abbiamo mancato nei tuoi confronti, e che ingiustizia ti abbiamo fatto, che tu ci abbandoni e resti in questo luogo? [42] Infatti, di tutti i profeti ci sei rimasto solo tu, come un grappolo dalla vendemmia, come una lucerna in un luogo oscuro, e come un porto di salvezza per una nave che si trova nella tempesta. [43] o forse non ci bastano i mali che ci sono già toccati, che anche tu debba lasciarci? [44] Se infatti ci lascerai anche tu, quanto sarebbe stato meglio che nel rogo di Sion fossimo stati arsi anche noi, [45] perché certo non siamo migliori di quelli che vi sono periti!". E piansero a gran voce. [46] Io risposi loro e dissi: "Confida, Israele, e non ti rattristare tu, casa di Giacobbe! [47] Infatti il ricordo di voi sta di fronte all'Altissimo, e il Forte non si è dimenticato di voi per sempre! [48] Neanche io, però, vi ho abbandonato, n‚ me ne sono andato via da voi, ma sono venuto in questo luogo per pregare per la desolazione di Sion, e per chiedere misericordia per l'umiliazione del nostro santuario. [49] Ed ora andate, ciascuno di voi a casa sua, ed io verrò da voi dopo questi giorni". [50] E il popolo tornò in città come gli avevo detto. [51] Io invece rimasi per sette giorni nel campo, come mi aveva ordinato, mangiando solo dei fiori agresti, e cibandomi in quei giorni di erba. ===XIII: SESTA VISIONE=== [1] Dopo sette giorni accadde che di notte avessi un sogno; [2] vidi che ecco, si alzava dal mare un vento tale da agitarne tutti i suoi flutti; [3] guardai, ed ecco che il vento fece salire dal profondo del mare qualcosa di simile ad un uomo; guardai, ed ecco che quell'uomo volava assieme alle nubi del cielo: dove il suo viso si volgeva per guardare, tremava tutto quel che si trovava sotto il suo sguardo, [4] laddove usciva la voce dalla sua bocca si fondevano tutti quelli che la udivano, come si liquefa la cera quando sente il fuoco. [5] Dopo di ciò guardai (ancora) ed ecco che si riuniva una moltitudine di uomini, senza numero, dai quattro venti del cielo, per lottare contro quell'uomo che era salito dal mare; [6] guardai, ed ecco che lui si scolpì una grande montagna, e vi volò sopra; [7] io cercai di vedere la zona o il luogo da dove il monte era stato scolpito, ma senza riuscirvi. [8] Dopodiché guardai, ed ecco che tutti coloro che si erano riuniti per combatterlo avevano gran paura, ma osavano (ugualmente) combattere. [9] Ed ecco che, quando vide l'assalto di (quella) moltitudine che veniva, non alzò la mano, né‚ teneva la spada né‚ alcuno strumento di guerra, [10] ma vidi soltanto che emise dalla sua bocca come un flutto di fuoco, e dalle sue labbra un soffio di fiamma, e dalla sua lingua scintille di tempesta; [11] tutte queste cose si mescolarono, il flutto di fuoco, il soffio di fiamma e la grande tempesta, e ricaddero sopra l'assalto della moltitudine che era pronta a combattere, ardendo tutti, tanto che d'improvviso di (quella) innumerevole moltitudine non si vide più nulla se non polvere di cenere e odore di fumo soltanto. Io vidi e rimasi sbalordito. [12] Dopo di ciò vidi quell'uomo discendere dal monte, chiamare a sé‚ un'altra moltitudine pacifica, e avvicinarsi a lui figure di molti uomini, alcuni dei quali gioiosi, altri tristi, altri legati, e altri che portavano di quelli che dovevano essere offerti. Allora io, dalla gran paura, mi svegliai, scongiurai l'Altissimo e dissi: [14] "Fin dall'inizio Tu hai mostrato al Tuo servo questi prodigi, e mi hai considerato degno che la mia supplica sia accolta. [15] Ora dammi anche l'interpretazione di questo sogno! [16] Infatti, per quanto posso capire con la mia intelligenza, guai a coloro che saranno rimasti in quei giorni, ma molto di più a coloro che non saranno rimasti, [17] perché coloro che non saranno rimasti saranno tristi, [18] perché allora comprenderanno ciò che è stato riservato negli ultimi giorni, ma che a loro non toccherà. [19] Ma anche a coloro che saranno rimasti guai per questo; vedranno infatti grandi pericoli e molteplici difficoltà, come mostrano questi sogni. [20] Tuttavia è meglio che l'uomo arrivi a queste cose in mezzo ai pericoli, piuttosto che passare via dal mondo come una nuvola, e non vedere quello che accadrà alla fine". [21] Mi rispose e disse: "Ti darò anche l'interpretazione di (questa) visione, e ti svelerò inoltre le cose di cui hai parlato. [22] Dato che hai parlato di coloro che saranno rimasti e di quelli che non ci saranno, questa è l'interpretazione: [23] colui che in quel tempo porterà il pericolo, sarà esso stesso a custodire coloro che nel pericolo cadranno, ma che avranno opere e fede presso l'Altissimo e Forte. [24] Sappi dunque che coloro che resteranno saranno benedetti più di quelli che sono morti. [25] Questa è l'interpretazione della visione: poiché hai visto un uomo che saliva dal profondo del mare, [26] egli è colui che l'Altissimo riserva da tanto tempo, attraverso il quale Egli darà la libertà a ciò che ha creato, mentre sarà Lui stesso a dare il nuovo ordine a coloro che sono rimasti. [27] Dato che hai visto uscire dalla sua bocca soffio, fuoco e tempesta, [28] e che non teneva n‚ spada n‚ altri strumenti di guerra, ma che annullò l'assalto di quella moltitudine che era venuta a combattere con lui, l'interpretazione è questa: [29] ecco, verranno i giorni in cui l'Altissimo dovrà liberare quelli che sono sulla terra, [30] e coloro che abitano la terra usciranno di senno: [31] penseranno di farsi guerra gli uni contro gli altri, città contro città, terra contro terra, popolo contro popolo, regno contro regno; [32] ed accadrà che, quando avverranno queste cose e giungeranno i segni che ti ho mostrato prima, allora si rivelerà il mio servo, che hai visto in quell'uomo che saliva; [33] ed accadrà che, quando tutti i popoli udranno la sua voce, ciascuno lascerà la sua terra, e la guerra che si stavano facendo l'un l'altro; [34] una moltitudine innumerevole, come hai visto, si raccoglierà insieme, desiderando venire a combatterlo, [35] ma lui si ergerà sulla vetta del monte Sion. [36] Ma Sion verrà, e si rivelerà a tutti, approntata e costruita come quel monte che hai visto venire scolpito senza mani. [37] Quanto a lui, il mio servo, accuserà della loro empietà i popoli che si sono raccolti - e questo è quello che è simile alla tempesta; [38] gli disporrà davanti i loro malvagi pensieri, e le torture con le quali dovranno essere tormentati – e queste sono da paragonare alle fiamme; e li annienterà senza fatica con la legge – e questo è da paragonare al fuoco. [39] E dato che lo hai visto raccogliere a sé‚ un'altra moltitudine pacifica: [40] quelle sono le nove tribù e mezzo d'Israele che sono state condotte via prigioniere dalla loro terra al tempo di re Osea, catturate da Salmanasar, re di Assiria; egli le trasferì al di là del Fiume, e furono deportate in un'altra terra. [41] Loro però avevano divisato per s‚ di abbandonare la moltitudine dei popoli e proseguire per una regione più distante, dove non aveva mai abitato il genere umano, [42] in modo da conservare almeno là le loro leggi, come non avevano fatto nella loro terra. [43] Passarono per le strette entrate del fiume Eufrate; [44] infatti l'Altissimo fece loro dei miracoli, ed arrestò la corrente del fiume finché non furono passati. [45] Per quella regione, però, passa una lunga via, di un anno e mezzo, e quella terra si chiama Arzareth. [46] Allora abitarono là, e vi resteranno fino alla fine; e quando dovranno venire di nuovo, [47] di nuovo l'Altissimo arresterà la corrente del fiume, in modo che possano passare; è per questo che hai visto quella moltitudine raccolta in pace. [48] Ma ci saranno anche coloro che, del tuo popolo, saranno rimasti, che saranno trovati entro i miei santi confini. [49] Accadrà perciò che, quando Egli dovrà distruggere la moltitudine dei popoli che sono stati raccolti, proteggerà quello che sarà sopravvissuto, [50] e allora mostrerà molti prodigi". [51] Io dissi: "O signore e padrone, mostrami questo: per quale motivo ho visto un uomo che saliva dal profondo del mare?". [52] Mi disse: "Come nessuno può scrutare n‚ sapere quello che sta nel profondo del mare, così nessuno sulla terra potrà vedere il mio servo, o coloro che sono con lui, se non quando verrà questo giorno. [53] Questa è l'interpretazione del sogno che hai avuto, e su di ciò tu solo sei stato illuminato: [54] infatti hai abbandonato le tue cose e ti sei applicato alle mie, cercando le mie leggi; [55] hai disposto la tua vita nella sapienza, e la ragione l'hai chiamata tua madre. [56] Per questo ti ho mostrato quelle cose: è infatti una ricompensa presso l'Altissimo, ma dopo altri tre giorni ti dirò altre cose, esponendoti gli ultimi miracoli". [57] Io me ne andai, e passai nel campo glorificando e lodando l'Altissimo per le meraviglie che aveva compiuto a tempo debito, [58] dal momento che ordina i tempi e quello che nei tempi accade; e vi rimasi per tre giorni. ===XIV: SETTIMA VISIONE=== [1] Il terzo giorno accadde che io sedessi sotto una quercia, ed ecco che una voce uscì da un rovo di fronte a me, e disse: "Esdra, Esdra!". [2] Io dissi: "Eccomi, o Signore", alzandomi in piedi. [3] Mi disse: "Certo io mi sono rivelato in un rovo, ed ho parlato a Mosè quando il mio popolo era schiavo in Egitto. [4] Lo inviai, e fece uscire il mio popolo dall'Egitto; lo feci salire sul monte Sinai, lo tenni presso di me per molti giorni, [5] gli narrai molte cose mirabili, gli mostrai i segreti dei tempi, gli feci conoscere la fine delle epoche, e gli detti un ordine dicendo: [6] "Queste parole le renderai note, e queste le terrai nascoste". [7] Ed ora dico a te: [8] "I segni che ti ho mostrato, i sogni che hai avuto, e le interpretazioni che hai udito, queste cose riponile in cuor tuo". [9] Tu infatti sarai tratto via dagli uomini, e da quel momento in poi ti tratterrai col mio servo e con i tuoi simili finché i tempi non avranno termine. [10] Perché il mondo ha perduto la sua giovinezza, e i tempi cominciano ad invecchiare. [11] Infatti l'età è divisa in dodici parti, delle quali sono già passate la nona [12] e metà della decima; ne rimangono perciò due, oltre alla metà della decima parte. [13] Perciò ora metti in ordine la tua casa, e rimprovera il tuo popolo, fra loro consola gli umili, istruisci i loro saggi, abbandona ormai questa vita corruttibile, [14] allontana da te i pensieri (tipici dei) mortali, respingi da te i pesi umani, spogliati ormai della natura debole, [15] metti da parte i pensieri che tanto ti opprimono, ed affrettati ad uscire da questi tempi. [16] Infatti si produrranno poi dei mali ancora peggiori di quelli che hai visto toccare ora, [17] perché tanto più il mondo si fa debole per la vecchiaia, tanto più si accresceranno i mali sopra quelli che vi abitano. [18] Infatti si allontanerà la verità, e si avvicinerà la menzogna; già l'aquila che hai visto nella visione si affretta a venire". [19] Risposi e dissi: "Che io possa parlare davanti a Te, o Signore! [20] Ecco, io me ne andrò come Tu mi hai prescritto, e rimprovererò il popolo presente; ma quelli che verranno poi, chi li ammonirà? Il mondo infatti giace nell'oscurità, e coloro che lo abitano sono senza luce, [21] perché la Legge è stata bruciata, e perciò nessuno conosce le opere che hai compiuto, o che cosa Tu dovrai compiere. [22] Infatti, se ho trovato favore di fronte a Te, immetti in me il santo spirito, ed io scriverò tutto quello che è stato fatto nel mondo dall'inizio, le cose che erano scritte nella Tua Legge, in modo che gli uomini possano trovare il sentiero, e vivano coloro che vorranno vivere negli ultimi giorni". [23] Mi rispose e disse: "Va', raduna il popolo, e di' loro di non cercarti per quaranta giorni; [24] tu invece preparati molte tavolette per scrivere, e prendi con te Saria, Dabria, Selemia, Ethan e Asihel, questi cinque perché sono capaci di scrivere rapidamente; [25] verrai qui, ed io accenderò in cuor tuo la lampada dell'intelletto, che non si spegnerà finché non avrà termine quel che dovrai scrivere. [26] Quando avrai finito, alcune cose le renderai pubbliche, altre le consegnerai in segreto ai sapienti. Comincerai a scrivere domani a quest'ora". [27] Io partii come aveva prescritto, radunai tutto il popolo e dissi: [28] "Ascolta, Israele, queste parole! [29] Davvero i nostri padri prima abitarono come stranieri in Egitto, e da lì furono liberati; [30] ricevettero la legge di vita, che però non custodirono, e che anche voi avete trasgredito dopo di loro. [31] A voi fu data in sorte una terra in quella di Sion, ma voi e i vostri padri avete commesso empietà, e non avete mantenuto le vie che vi aveva prescritto l'Altissimo. [32] Ma Egli, da giudice giusto qual è, vi ha tolto a tempo debito quello che vi aveva donato; [33] ora voi siete qui, ed i vostri fratelli stanno ancor più all'interno di voi. [34] Se perciò comanderete alla vostra ragione e disciplinerete il vostro animo, verrete conservati vivi, e otterrete misericordia dopo la morte; [35] perché dopo la morte verrà il giudizio, quando torneremo vivi una seconda volta, e allora verrà rivelato il nome dei giusti, e mostrate le azioni degli empi. [36] Nessuno, però, mi si avvicini né‚ mi cerchi per quaranta giorni". [37] Presi i cinque uomini, come mi aveva ordinato; partimmo per la campagna e rimanemmo là. [38] Il giorno dopo mi accadde che, ecco, una voce mi chiamò dicendo: "Esdra, apri la bocca e bevi quel che io ti somministro". [39] Aprii la bocca ed ecco, mi veniva offerto un calice colmo: lo era come se lo fosse d'acqua, ma il suo colore era simile al fuoco. [40] Io lo presi e bevvi e, mentre ne bevevo, il mio animo faceva sgorgare fuori intelligenza e nel mio petto cresceva la sapienza, perché il mio spirito conservava la memoria; [41] la mia bocca si aprì, e non si chiuse più. [42] L'Altissimo però dette intelligenza (anche) ai cinque uomini, e quel che veniva loro detto via via lo scrissero in caratteri che non conoscevano, restando colà per quaranta giorni, scrivendo durante il giorno, e mangiando pane durante la notte, [43] mentre io durante il giorno parlavo, ma durante la notte non tacevo. [44] Furono scritti in questi quaranta giorni novantaquattro libri. [45] Accadde che, quando si furono compiuti i quaranta giorni, l'Altissimo mi parlò dicendo: "I ventiquattro libri che hai scritto prima rendili pubblici, che li legga sia chi è degno sia chi è indegno; [46] ma i settanta scritti da ultimo conservali, per consegnarli ai sapienti del tuo popolo, [47] perché in essi c'è la sorgente dell'intelligenza, la fonte della sapienza, e il fiume della conoscenza!". [48] Ed io così feci, nell'anno settimo, nella sesta settimana, dopo cinquemila anni dalla creazione, tre mesi e dodici giorni. In questi giorni Esdra fu rapito e condotto nel luogo dove sono quelli come lui, dopo che ebbe scritto tutte queste cose; e fu chiamato scriba della conoscenza dell'Altissimo, per i secoli dei secoli. ==Apocalisse di Esdra (A)== ;(V Libro di Esdra) ;''Incredulità e disobbedienza'' ===1=== [4] Nei giorni del re Nabucodonosor, la parola del Signore fu rivolta a Esdra figlio di Cusi, dicendo: [5] "Va', annunzia al mio popolo i suoi crimini, ai suoi figli le iniquità che commisero contro di me, ed essi le comunichino ai figli dei loro figli. [6] Giacché i peccati dei loro genitori in essi si sono moltiplicati, poiché mi hanno dimenticato e hanno offerto sacrifici a divinità straniere. [7] Non sono forse io che li ho tratti dalla terra d'Egitto, e dalla casa della servitù? Perché mai non tennero conto di me e disprezzarono i miei consigli?". [8] Ecco ciò che dice il Signore: "Scuoti i capelli del tuo capo, getta su di essi tutti questi mali: non obbedirono, infatti, alla mia legge; sono un popolo ribelle. [9] Fino a quando li sopporterò, io che concessi loro così grandi benefici? [10] Per amor loro ho spodestato molti re; ho precipitato in mare il Faraone, i suoi servi e tutto il suo esercito. [11] Non è forse per amor vostro che distrussi la città di Betsaida e, più a sud, abbruciai nel fuoco le due città di Tiro e Sidone, e uccisi spietatamente tutti i loro avversari? [12] Parla e dì loro: Ecco ciò che dice il Signore: [13] Non sono forse io che vi ho fatto attraversare il mare e ho eretto dei muri a destra e a sinistra? Vi ho dato come capi Mosè e Aronne; [14] Vi ho dato la luce con una colonna di nube. Queste le meraviglie che ho operato tra voi; e voi mi avete dimenticato, dice il Signore. [15] Ecco ciò che dice il Signore: La quaglia fu per voi un segno. Vi diedi un accampamento a vostra protezione, e là avete mormorato. [16] Ho annegato in mare il vostro persecutore e il suo esercito, e il popolo mormorò ancora, proprio lui, a proposito della loro rovina. [17] Dove sono i benefìci che vi ho dato? Lungo la strada del deserto, affamati e assetati, avete gridato verso di me e avete detto: "Perché ci hai condotto a morire in questo deserto? [18] Sarebbe stato meglio, per noi, seguitare a servire gli Egiziani, piuttosto che morire in questo deserto". [19] Io, perciò, ebbi compassione dei vostri gemiti e vi diedi da mangiare la manna; e ne avete mangiato. [20] Per voi, assetati, spezzai una roccia e scaturirono acque abbondanti; a motivo del caldo creai alberi affinché vi riparassero con il fogliame. [21] Vi diedi terre fertili, e cacciai i Cananei, i Cetei, i Ferezei, e i Filistei lungi da voi. Che devo ancora fare per voi? [22] Ecco ciò che dice il Signore: Nel deserto, allorché eravate assetati e a motivo delle acque salmastre bestemmiavate il mio nome, [23] non me ne indignai ma, gettato un legno nell'acqua, la resi dolce. [24] Che devo fare per te, Giacobbe? Giuda non volle obbedire. Mi recherò da un'altra nazione, le darò il mio nome: questi, certo, osserveranno i miei precetti. [25] Sì! Se quelli che mi hanno abbandonato mi domanderanno misericordia, non avrò pietà di loro. [26] Verrà il tempo in cui mi invocheranno, ma non li esaudirò poiché macchiarono le loro anime, e le loro mani sono imbrattate di sangue. I vostri piedi non sono pigri quando si tratta di spargere il sangue. [27] No! Non avete abbandonato me, bensì voi stessi. [28] Ecco ciò che dice il Signore: Non vi ho forse pregato come un padre il proprio figlio, come una madre la sua figlia, come una nutrice amante del suo pargolo? [29] Voi, infatti, per me eravate un popolo e io per voi un Dio, voi per me dei figli e io per voi un padre. [30] Lieto vi raccolsi come una gallina i suoi pulcini sotto le ali. Ma ora che farò mai per voi? Parlerò e vi respingerò dalla mia presenza. [31] Quando mi offrirete sacrifici, distoglierò il mio sguardo; non vi ho comandato giorni di festa, neomenie, sabati e circoncisioni. [32] Ho mandato a voi i miei servi, i profeti, e voi li accoglieste uccidendoli e facendo a pezzi i corpi degli apostoli. Esigerò il prezzo delle loro anime e del loro sangue, dice il Signore". ;''Il nuovo popolo'' [33] Ecco ciò che dice il Signore onnipotente: "La vostra casa è deserta; vi scaccerò come il vento disperde la paglia. [34] I vostri figli non avranno eredi, poiché abbandonarono la mia legge e fecero quanto è male ai miei occhi. [35] Consegnerò le vostre case a un popolo che viene da lontano. Quelli che non ti conoscono crederanno in te, e quelli ai quali non mostrai miracoli, faranno ciò ch'io ho detto. [36] Costoro non videro i profeti, eppure si ricordano delle loro antiche prescrizioni. Gli apostoli testimoniano davanti a un popolo giunto festante. [37] Non mi vedono con i loro occhi carnali, ma per mezzo del loro spirito credono, comprendono ciò che ho detto e credono in me. [38] Padre, volgi glorioso il tuo volto e guarda il popolo che viene da Oriente. [39] Gli darò come capi Abramo, Isacco Giacobbe, Elia, Enoc, Zaccaria, Osea, Amos, Gioele, Michea Abdia, Sofonia, [40] Naum, Giona, Mattia, Abacuc, e i dodici angeli con fiori. ===2=== [1] Ecco ciò che dice il Signore: Ho fatto uscire il popolo al quale diedi comandamenti che non volle ascoltare, e disprezzò invece i miei consigli. [2] Si generarono una madre che dice loro: Andatevene, figli! Io sono vedova e abbandonata. [3] Vi ho allevati con gioia, vi perderò con pianti e lutto, poiché avete peccato davanti al Signore Dio, e al suo cospetto avete commesso l'iniquità. [4] Ed ora che devo fare per voi, figli miei, io vedova e abbandonata? Andate, figli, a domandare misericordia al Signore, poiché sono nella solitudine. [5] Ti invoco, Padre, per la madre di coloro che non vollero seguire il tuo testamento, [6] affinché dia loro la confusione e consegni la loro madre al saccheggio e tra di loro non vi siano più nascite, [7] siano dispersi tra le nazioni e il loro nome sia cancellato dalla terra, poiché rifiutarono il mio testamento. [8] Guai a te, Assur, che nascondi presso di te i cattivi! Città malvagia, rammenta quanto ho fatto a Sodoma e Gomorra [9] la cui regione è sprofondata fino agli inferi. Così tratterò coloro che non mi ascoltarono". ;''Nuove promesse a avvisi'' [10] Ecco ciò che dice il Signore a Esdra: "Annunzia al mio popolo che ho preparato loro da mangiare e darò loro il regno di Gerusalemme, che dovevo dare a Israele, [11] affinché prendano la loro gloria; darò loro le tende eterne che avevo preparato per esso. [12] Ristorati dal profumo dell'unguento, non soffriranno né si affaticheranno. [13] Chiedete e riceverete. Chiedete per voi giorni poco numerosi, affinché i vostri giorni siano diminuiti: il mio regno, infatti, è pronto a venire. Sia desto il vostro spirito. [14] Chiamo a testimonianza il cielo e la terra: ho tralasciato il male e creato il bene, poiché io vivo, dice il Signore. [15] Madre buona, abbraccia i tuoi figli e da' loro la gioia. Come una colomba che conduce in giro i suoi piccoli, irrobustisci i loro piedi, poiché io ti ho eletta, dice il Signore. [16] Farò risorgere i morti dai luoghi ove si trovano e dalle loro tombe, poiché in essi io riconosco il mio nome. [17] Non temere: ti ho scelto per madre di figli, dice il Signore. [18] Come aiuto dei miei servi, ti mando Geremia, Isaia e Daniele, e secondo il loro giudizio ti ho santificata. Preparati dodici diversi alberi fruttiferi, [19] sette fontane fluenti latte e miele, e montagne immense coperte di rose e gigli, che ho destinato per te e per i tuoi figli. Io ho colmato di gioia i figli tuoi. [20] Fate giustizia alla vedova, giudicate benevolmente il pupillo, assistete il bisognoso, proteggete l'orfano, vestite l'ignudo. [21] Guarisci il paralitico e il debole, non vilipendere lo zoppo, difendi il cieco e introducilo alla contemplazione della mia gloria. [22] Convoca tra le tue mura il vecchio e il giovane, custodisci i tuoi figli; gioiscano i tuoi servi e i tuoi figli, e tutti i tuoi godano nella gioia. [23] Quando troverò i tuoi morti, li risusciterò, osserverò i segni e darò loro i primi posti, quando avrà luogo la mia risurrezione. [24] Riposatevi un poco: il vostro riposo verrà. [25] Buona nutrice, nutri i tuoi figli, consolida quelli che hai generato, rendi saldi i loro piedi. [26] Poiché non è perito alcuno di quelli che ti ho dato; li ricercherò in base al numero che tu hai. [27] Non turbarti! Io li custodirò. Verranno giorni di ansietà e d'angoscia: gli altri piangeranno e saranno tristi, tu invece sarai allegra e ricca. [28] Tutte le nazioni ti invidieranno, ma nulla potranno contro di te, dice il Signore [29] L'universo mi teme; i miei occhi vedono la Geenna. [30] Gioisci, madre, con i tuoi figli, ed io ti libererò, dice il Signore. [31] Mi ricorderò dei tuoi figli! Sì, li estrarrò dalle profondità della terra, e farò misericordia poiché io sono misericordioso, dice il Signore. [32] Consolida i tuoi figli fino a quando verrò. Concedi agli altri la misericordia, giacché le mie fontane straripano e la mia grazia non verrà meno". [33] Io, Esdra, ricevetti sul monte Hobar un comandamento per Israele, ma egli ha respinto questo comandamento. [34] A voi che ascoltate e capite, dico: "Aspettate il vostro pastore! Vi concederò il riposo della vostra eternità; vicina è, infatti, la fine del mondo e la diminuzione degli uomini. [35] Siate pronti per le ricompense del regno. Brillerà per voi una luce eterna; è preparato per voi un tempo eterno. [36] Fuggite l'ombra di questo secolo, evitate le schiavitù della vostra gloria: invoco la testimonianza del mio Salvatore, [37]che questo è un comandamento da parte del Signore. Accoglietelo, dandone gloria a colui che vi ha chiamato nei regni celesti. [38] Alzatevi in piedi, osservate il numero dei segnati per il banchetto. [39] Si trassero, infatti, dall'ombra del secolo e ricevettero dal Signore splendide tuniche. [40] Monte di Sion, accogli il tuo numero, racchiudi i tuoi biancovestiti che ti servono nell'obbedienza, avendo adempiuto la legge di Dio. [41] Un tempo desideravi che giungessero i tuoi figli; ora completa il loro numero, e implora dal Signore l'ordine per la santificazione del popolo che è stato chiamato fin da principio". [42] Io, Esdra, vidi sul monte Sion una folla così grande che nessuno poteva enumerare. [43] Lodavano tutti il Signore con canti. In mezzo a essa c'era un giovane alto, più alto di tutti, e poneva una corona sul capo di ognuno; nel mentre ognuno s'innalzava. [44] Allora io, stupito, interrogai un angelo e gli dissi: "Chi sono costoro?". [45] Egli mi rispose: "Sono quelli che, deposta la tunica mortale, hanno preso la vita immortale e hanno confessato il nome del Figlio di Dio. Adesso sono incoronati e ricevono le palme". [46] Domandai all'angelo: "Chi è il giovane che distribuisce loro le corone e le palme?". [47] Egli mi rispose: "E' lo stesso Figlio di Dio, che essi hanno confessato nel mondo mortale". Io allora presi a lodare e magnificare Dio. [48] E l'angelo mi disse: "Va' ad annunziare al tuo popolo le tante meraviglie che hai visto da parte del Signore Dio". ==Apocalisse di Esdra (B)== ;(VI libro di Esdra) ;''Vigilante giustizia di Dio'' ===15 (XV)=== [1] Annunzia dunque alle orecchie del mio popolo i discorsi profetici ch'io ho posto sulla tua bocca, dice il Signore [2] Fa' in modo che siano scritti sulla carta poiché sono sicuri e veri. [3] Non temere le macchinazioni contro di te, né ti turbino quanti manifestano incredulità. [4] Ogni incredulo morirà nella sua incredulità. [ 5] Ecco, dice il Signore, ch'io vi invio malanni su tutto l'orbe terrestre, spada, fame, morte, rovina, [6] giacché l'iniquità ha stracontaminato tutta la terra, e sono giunte al colmo le loro pestifere azioni. [7] Il Signore dice: [8] Non tacerò più le empietà che spudoratamente commettono, non sopporterò più l'iniquo loro agire. Il sangue innocente e giusto grida verso di me, e le anime dei giusti invocano senza posa. [9] Certo, li vendicherò, dice il Signore, e a quelli chiederò il conto di tutto il sangue innocente. [10] Ecco che il mio popolo è come un gregge condotto al macello. Non sopporterò più che seguiti ad abitare nella terra d'Egitto: [11] lo estrarrò con mano forte e braccio alzato; colpirò con piaghe come in passato e rovinerò tutta la sua terra [12] L'Egitto piangerà, le sue stesse fondamenta saranno colpite da piaghe e da castighi divini. [13] Piangeranno i contadini per mancanza di sementi e di piante, a causa della calura, della grandine e della peste terribile. [14] Guai al mondo e ai suoi abitanti: [15] Si è avvicinata la spada e la distruzione; un popolo darà battaglia a un altro, e nelle loro mani stringevano la spada. [16] Tra gli uomini dominerà la discordia: gli uni vorranno imporsi agli altri, basandosi sulla loro forza; non si cureranno né del loro re né del principe. [17] Chi vorrà recarsi in città, non potrà: [18] a motivo della loro superbia le città saranno sconvolte, le case distrutte, gli uomini intimoriti. [19] Non si avrà pietà del prossimo, si irromperà nella di lui casa con la spada per saccheggiare i suoi beni a causa della carestia e della grande tribolazione. [20] Ecco, dice Dio, ch'io raduno tutti i re della terra dall'Oriente a Meridione, dall'Occidente a Settentrione affinché si decidano a ricambiare quanto fu fatto contro di loro: [21] come a tutt'oggi si agisce contro i miei eletti, così farò anch'io, ricambiando ognuno. [22] Questo è quanto dice il Signore Dio: la mia destra non avrà pietà dei peccatori, la mia spada non avrà requie sulla terra contro coloro che versano sangue innocente. [23] Dalla sua collera uscirà un fuoco divoratore delle fondamenta della terra, e brucerà i peccatori come paglia. [24] Guai a coloro che peccano, e non osservano i miei precetti, dice il Signore, [25] non avrò compassione di loro. Lungi da me, figli ribelli! Non contaminate il mio santuario: [26] il Signore, infatti, conosce quanti peccano contro di lui, perciò li darà in potere della morte e della strage. [27] La terra è già piena di malanni: voi resterete in essi, e Dio non vi libererà poiché avete peccato contro di lui. [28] Ecco uno spettacolo orribile mostrarsi dall'Oriente. [29] Le nazioni dei draghi d'Arabia usciranno con un gran numero di carri che, come il vento, si estenderanno su tutta la terra, e quanti ne sentono il rumore saranno atterriti e trepidanti. [30] I Cormani frenetici e pieni d'ira usciranno come cinghiali dalla foresta, giungeranno con grande potenza, si scontreranno in battaglia con essi e devasteranno parte del territorio degli Assiri. [31] Vinceranno i draghi, memori della loro origine, e si volgeranno all'inseguimento tallonandoli con grande forza; [32] mentre quelli, sconvolti e stupiti davanti a quella forza volgeranno in fuga i loro passi. [33] Dal territorio degli Assiri una spia tenderà loro un agguato e ne eliminerà uno: allora timore e tremore assaliranno il loro esercito e sorgeranno contese tra i loro re. [34] Ecco nubi da Oriente, da Settentrione e dal Meridione: hanno un aspetto assai brutto pieno di collera e di tempesta; [35] verranno a collisione l'una contro l'altra e rovesceranno sulla terra un'abbondante tempesta; e la loro tempesta sarà sangue dalla spada al ventre (del cavallo), [36] dalla coscia di un uomo al garretto del cammello: timore e tremore grande invaderanno la terra. [37] Quanti vedranno quella collera ne resteranno atterriti, sconvolti dalla paura. [38] Dopo s'innalzeranno masse di nembi, una parte da Meridione e da Settentrione, un'altra parte da Occidente; [39] venti impetuosi sbarreranno da Oriente il passo a essi e alla nube che, nella collera, aveva suscitato, e sarà dispersa la tempesta distruggitrice levatasi da Oriente e da Occidente. [40] Si innalzeranno nubi grandi e possenti, piene di collera e di tempesta per annientare tutta la terra e i suoi abitanti, e per rovesciare una tempesta terribile su ogni luogo elevato e su ogni altura: [41] fuoco, grandine, spade volteggianti e acqua impetuosa, tanto da riempire abbondantemente d'acqua tutti i campi e tutte le valli. [42] Saranno demolite le città, i muri, i monti, i colli, gli alberi dei boschi, l'erba dei prati e il frumento. [43] Nella corsa giungeranno fino a Babilonia e la distruggeranno: [44] converranno attorno a essa, la circonderanno, rovesceranno su di essa la tempesta e tutta la collera, polvere e fumo s'alzeranno fino al cielo, e tutt'intorno non vi saranno che pianti; [45] e i sopravvissuti diverranno schiavi degli sterminatori. [46] E tu, Asia, partecipe della speranza di Babilonia e gloria della sua persona, [47] guai a te, miserabile, perché ti sei assimilata a lei e hai abbellito le tue figlie per la fornicazione affinché piacessero e si gloriassero dei loro amanti, che altro non bramavano che fornicare con te. [48] Hai imitato tutte le azioni e le trame di quell'odiosa, per questo Dio dice: [49] Contro di te manderò castighi: vedovanza, povertà, fame, spada, peste, le tue case saranno devastate. [50] La gloria della tua potenza sarà avvizzita come un fiore, allorché giungerà il calore inviato contro di te. [51] Diverrai inferma come una poverella piagata e castigata da altre donne: i tuoi potenti e i tuoi amanti non ti accoglieranno più. [52] Sarei, forse, stato così geloso a tuo riguardo, dice il Signore, [53] se in ogni momento non avessi ucciso i miei eletti, esaltandoti, battendo le mani e se, inebriata, non avessi esclamato: [54] Fai risplendere la bellezza del tuo volto? [55] Hai in grembo la ricompensa della tua fornicazione, perciò ne sarai ripagata! [56] Come ti comporti con i miei eletti, così si comporterà Dio con te, consegnandoti in balia del male. [57] I tuoi figli moriranno di fame, tu di spada, le tue città saranno distrutte, e tutti i tuoi abitanti periranno di spada nei campi; [58] quelli che si troveranno sui monti periranno di fame, mangeranno le proprie carni e berranno il proprio sangue, dalla fame di pane e dalla sete di acqua. [59] Verrai, infelice, per i mari e non avrai che malanni. [60] I passanti si getteranno contro la città distrutta, rovineranno parte della tua terra e stermineranno parte della tua gloria, e faranno poi ritorno a Babilonia distrutta. [61] Rasa al suolo, sarai per loro come la paglia, ed essi saranno per te come il fuoco: [62] divoreranno te e le tue città, la tua terra e i tuoi monti, i tuoi boschi e ogni albero da frutta. [63] Prenderanno prigionieri i tuoi figli, faranno bottino del tuo tesoro e distruggeranno lo splendore del tuo volto. ;''Prove per i giusti e castighi per gli empi'' ===16 (XVI)=== [1] Guai a te, Babilonia e Asia! Guai a [2] te Egitto e Siria! Indossate sacchi e cilici, piangete i vostri figli, e rattristatevi, [3] poiché è vicina la vostra disfatta. Su di voi fu mandata la spada, e chi mai la potrà distogliere? [4] Su di voi è stato mandato il fuoco, e chi mai lo potrà spegnere? [5] Su di voi furono mandati malanni, e chi mai li potrà distogliere? [6] V'è, forse, uno che può distogliere, nel bosco, un leone affamato, o spegnere un fuoco divampante [7]nella paglia? V'è, forse, uno che può deviare una freccia scoccata da un robusto arciere? [8] Il Dio potente invia malanni: chi li può arrestare? [9] Dalla sua collera scaturì fuoco: chi lo può spegnere? [10] Scaglia folgori: chi non avrà paura? Fa echeggiare troni: chi mai non ne sarà atterrito? [11] Il Signore minaccia: chi non resterà totalmente confuso al suo cospetto? [12] Tremò la terra e le sue fondamenta, il mare fu scosso in profondità, le sue onde e i suoi pesci furono sconvolti al cospetto del Signore e della gloria della sua potenza. [13] La sua forte destra ha teso l'arco, vengono da lui scoccate acute frecce; non falliranno allorché inizieranno a essere scagliate sulla terra. [14] Ecco, vengono gettati malanni, che non faranno ritorno fino a quando non avranno raggiunto la terra. [15] S'accenderà un fuoco, che non si spegnerà fino a quando non avrà consumato le fondamenta della terra. [16] Come una freccia scoccata da un robusto arciere non ritorna indietro, così non avranno ritorno i malanni mandati sulla terra. [17] Guai a me, guai a me! In quei giorni, chi mai mi libererà? [18] Principio di dolori e di molti gemiti, inizio di fame e di strage, principio di guerra: i forti avranno paura; sarà l'inizio dei malanni, e tutti saranno trepidanti! [19] Che fare quando sopraggiungeranno questi mali? [20] Ecco, la fame, la calamità, la tribolazione e l'angustia: sono flagelli inviati per l'emendamento. [21] Ma nonostante tutto ciò non si convertiranno dalle loro iniquità, né si ricorderanno sempre dei flagelli. [22] Ecco: il prezzo dei viveri sarà basso sulla terra, tanto che la gente penserà che sia giunto il regno della pace; ma proprio allora si scateneranno malanni su tutta la terra: spada, fame, confusione grande. [23] La fame ucciderà molti sulla terra, gli altri saranno sterminati [24] dalla spada che succederà alla fame, e i morti saranno gettati via come lo sterco. Nessuno li rimpiangerà; la terra sarà, infatti, deserta e le sue città distrutte. [25] Non vi sarà alcuno che coltivi la terra, nessuno la seminerà. [26] Gli alberi daranno frutta, ma chi la raccoglierà? [27]L'uva maturerà, ma chi la calcherà? Ovunque non vi sarà che solitudine. [28] Invano un uomo bramerà vederne un altro o sentirne la voce. [29] In una città, ne resteranno vivi dieci, in un villaggio due, che si celeranno in densi cespugli e nelle fessure delle rocce. [30] Come sugli ulivi di un oliveto, qua e là sugli alberi sono lasciate tre o quattro olive, [31] e come in una vigna vendemmiata, qua e là sono lasciati dei grappoletti da quelli stessi che ripassano con diligenza la vigna, [32] così in quei giorni, da quelli che metteranno sossopra la loro casa con la spada, saranno lasciate indietro tre o quattro persone. [33] La terra sarà deserta, i campi abbandonati; nelle vie e nei sentieri spunteranno spine perché nessuno più le frequenterà. [34] Piangeranno le vergini prive di sposo, piangeranno le donne senza marito, piangeranno le loro figlie prive d'aiuto: [35] gli sposi cadranno in guerra, gli uomini saranno sterminati dalla fame. [36] Udite queste cose e conoscetele, servi del Signore. [37] Ecco, la parola del Signore: accoglietela! Non abbiate dubbi su di essa; il Signore ha detto: [38] Ecco i mali si avvicinano; non tardano. [39] Come una donna incinta che al nono mese partorirà suo figlio, avvicinandosi l'ora del parto, due o tre ore prima, è colpita da dolori, e quando il figlio sta per uscire i dolori non si arrestano un istante, [40] così i mali non tarderanno a venire sulla terra: il mondo gemerà attanagliato dai dolori. [41] Udite la parola, popolo mio! Preparatevi alla lotta, e tra i mali siate quaggiù come pellegrini. [42] Chi vende sia come colui che fugge; chi compera sia come colui che sta perdendo. [43] Chi si dà al commercio sia come colui che non ne ricaverà guadagno; chi costruisce sia come colui che non vi abiterà. [44] Chi semina sia come colui che non mieterà; chi pota la vite sia come colui che non vendemmierà. [45] Quelli che si sposano siano come quelli che non avranno figli; quelli che non si sposano siano come se fossero vedovi. [46] Pertanto quelli che si affaticano, si affaticano senza motivo. [47] I frutti, infatti, (dei loro lavori) li mieteranno degli stranieri: ruberanno il loro patrimonio, metteranno a soqquadro le case e faranno prigionieri i loro figli, che nella prigionia e nella fame genereranno figli. [48] V'è chi commercia rapinando allo scopo di abbellire città e case, i suoi possedimenti e la propria persona: [49] e io tanto più infierirò furioso contro di lui a causa dei suoi peccati, dice il Signore. [50] Come una moglie degna e molto brava va in collera per una prostituta, [51] così la giustizia infierirà furiosa contro l'iniquità che vuol rendersi piacente, e l'accuserà pubblicamente quando verrà colui che scruta sulla terra ogni peccato. [52] Perciò non conformatevi né a lui né alle sue azioni: [53] ancor poco, infatti, e l'iniquità sarà eliminata dalla terra e regnerà su di voi la giustizia. [54] Il peccatore non affermi di non avere peccato; carboni infuocati attizza sul proprio capo colui che afferma: "Non ho peccato al cospetto di Dio e della sua gloria". [55] Ecco, il Signore conosce tutte le azioni degli uomini, i loro disegni, i loro pensieri e il loro cuore. [56] Disse, infatti: Sia la terra! e fu fatta; Sia il cielo! e fu fatto; [57] e con la sua parola creò le stelle e ne conosce il numero. [58] Colui che scruta gli abissi e i loro magazzini, colui che ha misurato il mare e il suo contenuto, [59] colui che ha racchiuso il mondo tra le acque e, con la sua parola, ha sospesa la terra sulle acque, [60] colui che ha steso il cielo come la volta di una stanza e gli ha posto le fondamenta nelle acque, [61] colui che ha posto nel deserto fonti di acque e in cima ai monti ha posto laghi per mandare rivoli dall'alto ad abbeverare la terra, [62] colui che ha plasmato l'uomo e gli ha messo un cuore in mezzo al corpo e gli ha infuso lo spirito, la vita e l'intelletto, [63] l'alito di Dio onnipotente che tutto ha fatto e scruta tutti i più reconditi nascondigli della terra, [64] questi ben conosce ogni vostro disegno, sa ciò che pensate in cuor vostro allorché peccate e volete nascondere i vostri peccati. [65] Perciò il Signore certamente scruterà a fondo tutte le vostre azioni, metterà tutto allo scoperto, [66] e sarete confusi allorché davanti a tutti gli uomini appariranno i vostri peccati e le vostre iniquità: in quel giorno, questi saranno i vostri accusatori. [67] Che farete? Come potrete nascondere i vostri peccati al cospetto di Dio e dei suoi angeli? [68] Ecco Dio giudice, temetelo! Finitela di peccare, dimenticatevi di seguitare a perpetuare le vostre iniquità; e Dio vi libererà, vi trarrà fuori da ogni tribolazione. [69] Ecco che contro di voi s'accende la collera di una folla numerosa: qualcuno di voi sarà preso con la forza e costretto a cibarsi di carni sacrificate agli idoli; [70] chi acconsentirà sarà maltrattato, disprezzato e deriso. [71] In vari luoghi delle città vicine ci sarà, infatti, una grande insurrezione contro coloro che temono il Signore: [72] saranno come delle persone impazzite che devastano e derubano coloro che temono Dio, senza avere pietà di alcuno; [73] devasteranno e deruberanno i loro beni, e li scacceranno dalle loro case. [74] Allora apparirà la prova dei miei eletti, e l'oro purificato dal fuoco. [75] Udite, miei diletti, dice il Signore. Ecco i giorni della tribolazione, ma da essi vi libererò. [76] Non abbiate paura, non esitate! Dio è la vostra guida. [77] Chi osserva i miei comandamenti e i miei precetti, dice il Signore, non sarà sopraffatto dai suoi peccati. [78] Guai a coloro che sono avvinti dai loro peccati, nascosti dalle loro iniquità! Il campo avvinto da una selva, nel quale la semente è nascosta da spine e per il quale non può transitare alcuno, sarà eliminato e destinato a essere divorato dal fuoco. {{Avanzamento|100%|28 dicembre 2021}} [[Categoria:Antologia ebraica|Libri di Esdra]] dw3tro1btp3ptoa8kqdcowpxt4nelpt Template:Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express 10 51195 430768 423314 2022-07-20T17:15:52Z 95.246.163.223 wikitext text/x-wiki {{Sommario V |titolo=Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express |contenuto= :'''{{modulo|Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express/Copertina}}''' * {{modulo|Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express/Creare un database MongoDB}} * {{modulo|Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express/Creare un database MySql}} * {{modulo|Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express/Creare un web server Node Express}} * {{modulo|Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express/Creare un web server Node Express per MySql}} * {{modulo|Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express/PostMan per fare GET,POST,PUT,DELETE sul database}} * {{modulo|Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express/Creare il Front-end React-Bootstrap}} }}<noinclude>[[Categoria:Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express| ]] [[Categoria:Template sommario]]</noinclude> 45tu8lugcio95yq8h71z58zqkfiu0la Nahmanide teologo/Introduzione 0 51662 430760 430752 2022-07-20T14:26:17Z Monozigote 19063 /* Comandamenti metasociali/metastorici e la Cabala */ testo wikitext text/x-wiki {{Nahmanide teologo}} [[File:Nahmanides Commentary - Adler n° 662.JPG|thumb|540px|center|Commentario di Nahmanide, (XV secolo)]] == INTRODUZIONE == === Rabbi Moshe ben Nahman Girondi === Rabbi [[w:Nahmanide|Moshe ben Nahman Girondi]] è conosciuto nella letteratura ebraica con il suo acronimo '''Ramban''' ((רמב״ן‎). Ma per i lettori moderni delle lingue europee è '''Nahmanide''', e per i suoi contemporanei spagnoli era ''Bonastruc ça Porta''. Ognuno dei suoi nomi racconta qualcosa della sua carriera. In quanto [[w:rabbino|rabbino]] Moshe ben Nahman Girondi, era il leader rabbinico più influente degli ebrei di Spagna del suo tempo. Come Ramban è stato un pilastro del pensiero ebraico nel corso dei secoli dalla sua morte. Come Nahmanide sta ottenendo sempre più riconoscimenti tra gli studiosi del pensiero religioso occidentale. E come Bonastruc ça Porta svolse un ruolo centrale nei complessi rapporti tra gli ebrei spagnoli e la società cristiana in cui vivevano. Nahmanides nacque nel 1194 a [[w:Gerona|Gerona]], una piccola ma culturalmente vitale comunità ebraica vicino a [[w:Barcellona|Barcellona]], ​​capitale dell'allora [[w:Principato di Catalogna|Principato di Catalogna]]. Discendeva da una famiglia aristocratica rabbinica e fu educato nel [[w:Talmud|Talmud]] e nella [[w:Cabala ebraica|Cabala]] da eminenti studiosi. Raggiungendo la reputazione di brillante studioso rabbinico in giovane età, fu ampiamente consultato su questioni [[w:Halakhah|halakhiche]] e teologiche e la sua introduzione alle opere dei tosafisti della Francia settentrionale nel curriculum della sua accademia rivoluzionò la cultura talmudica sintetizzando tradizioni [[w:sefarditi|sefardite]] e [[w:aschenaziti|aschenazite]]. La sua approvazione della Cabala, che stava appena emergendo in Spagna ai suoi tempi, ne accresceva la rispettabilità e ampliava il suo pubblico. Nella controversia sulle opere teologiche di [[Maimonide]] nel primo terzo del XIII secolo, i suoi sforzi verso un compromesso aiutarono a preservare l'accesso degli ebrei tradizionali a queste opere e favorirono l'integrazione che oggi diamo per scontata del pensiero di Maimonide nel canone generalmente conservatore della [[w:letteratura rabbinica|letteratura rabbinica]]. Dopo aver iniziato la sua carriera a Gerona, Nahmanide servì come la principale autorità rabbinica della Catalogna. Sebbene si guadagnasse da vivere come medico (alla pari di Maimonide), era un rabbino molto efficace, insegnando a studenti avanzati, decidendo questioni di Halakhah e politica sociale, predicando e pubblicando un ampio ''corpus'' di opere. In qualità di principale studioso ebreo nel nord della Spagna, fu convocato nel 1263 dal re [[w:Giacomo I d'Aragona|Giacomo d'Aragona]] per disputare pubblicamente con [[:en:w:Pablo Christiani|Pablo Christiani]], un apostata ebreo che era diventato frate domenicano. Il tema era pericoloso: la messianicità di Gesù. La disputa, tenuta alla presenza del re e della sua corte davanti a un'udienza piena di dignitari, si svolse in luglio a Barcellona. Il suo esito era atteso con ansia sia da ebrei che da cristiani. Sorprendentemente, il re ritenne la difesa presentata da Nahmanide del rifiuto ebraico di accettare Gesù come il Messia più convincente delle argomentazioni di Christiani. Ma la vittoria fu pirrica. Le forti pressioni dei domenicani costrinsero Nahmanide a lasciare l'Aragona e infine nel 1267 emigrò in [[w:Terra d'Israele|Terra d'Israele]]. Sbarcò ad [[w:Acri (Israele)|Acri]] e presto si stabilì a [[w:Gerusalemme|Gerusalemme]]. Come in Spagna, attirò presto molti studenti e la sua influenza si diffuse ancora una volta. Dedicò gli ultimi anni della sua vita a ricostruire la minuscola e demoralizzata comunità ebraica della Terra in un centro superiore di istruzione ebraica. Prima della sua morte nel 1270, completò la grande opera della sua vita, il ''Commentario alla Torah'', legando insieme i molti filoni di pensiero iniziati nei suoi primi lavori. Sebbene questo ''[[w:magnum opus|magnum opus]]'' contenga una ricchezza di materiale letterario, esegetico, halakhico, storico e filologico, la sua teologia gli conferisce la grande profondità e il suo più duraturo interesse per il pensiero ebraico e per il mondo culturale.<ref>Sono state usate le seguenti edizioni delle opere di Nahmanide: {{en}}''Commentary on the Torah'' (CT) 2 voll., cur. C. B. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1959-63); ''Kitvei Ramban'' (KR) 2 voll., cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1963); ''Hidushei ha-Ramban'', 2 voll., cur. I. Z. Meltzer (B'nai B'rak, 1959); ''Hidushei ha-Ramban ha-Shalem'', 4 voll., cur. M. Hershler ''et al.'' (Gerusalemme: Makhon ha-Talmud ha-Yisraeli, 1970-87); ''Notes on Maimonides' Sefer ha-Mitsvot'', cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1981); ''Teshuvot ha-Ramban'', cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1975). Per gli effetti della ricostruzione dei testi originali in un nuovo contesto, cfr. B. Pesahim 105b e Rashbam, ''s.v.'' ''"ve-sadrana ’ana"'' Per un eccellente esempio contemporaneo di ricostruzione accademica e filosofica del pensiero di un teologo ebreo medievale, cfr. Lenn E. Goodman, cur., ''The Book of Theodicy: Translation and Commentary on the Book of Job by Saadiah ben Joseph Al-Fayyumi''.</ref> === Le ragioni dei Comandamenti === Scopriamo il centro della teologia di Nahmanide nella sua teoria dei comandamenti.<ref>Si veda il saggio classico di J. Perles, "Über den Geist des Commentar der Rabbi Moses ben Nachman zum Pentateuch", ''Monatschrift für Geschichte und Wissenschaft des Judenthums'' 8 (1858) 81.</ref> La necessità che il testo della Torah sia il più normativo possibile è il principale incentivo al ''[[w:Pardes|derash]]'', il metodo sviluppato dai rabbini per sbloccare il significato più profondo e più ampio del testo della Scrittura. Questo metodo è stato utilizzato per scoprire sia le norme più precise che regolano l'azione ([[w:Halakhah|Halakhah]]) sia le norme meno precise che guidano il pensiero ([[w:Haggadah|Aggadah]]).<ref>A differenza della Halakhah, le cui prescrizioni sono trasmesse o legiferate dalle autorità rabbiniche della comunità per la comunità (cfr. [[Maimonide]], ''Hilkhot Mamrim'', cap. 1), l'Aggadah è il suggerimento di un saggio individuale di ciò che secondo lui dovrebbe essere fatto al di là della Halakhah, specialmente nell'area della dottrina, dove ci sono poche regole halakhiche. L'Aggadah è normativa, non solo descrittiva (cfr. Y. Megillah 4.1/74d), ma non è legalmente vincolante (cfr. Y. Peah 2.6/10a; Y. Horayot 3.5/48c rif. {{passo biblico2|Ecclesiaste|6:2}}). Così si esorta: "Quando desideri conoscere Dio, studia l'Aggadah" (''Sifre: Devarim'', cur. Finkelstein, n. 49). La ricerca di Dio è obbligatoria, come risulta dal versetto su cui questo testo commenta: "...che io vi ordino di mettere in pratica, amando il Signore, vostro Dio, camminando in tutte le Sue vie e tenendovi stretti a Lui" ({{passo biblico2|Dt|11:22}}). Si veda [[Maimonide]], ''Shemonah Peraqim'', 5, ''ad init.''</ref> Inevitabilmente, la ricerca di norme più profonde e più ampie implica la ricerca degli scopi soggiacenti alla Torah, ''ta’amei ha-mitsvot'', le "ragioni dei comandamenti". Perché, se si vogliono ampliare i comandamenti, un'elaborazione ordinata richiede un certo senso delle finalità che il divino Legislatore intendeva da essi.<ref>La relazione tra ''[[w:Pardes|peshat]]'' (significato apparente) e ''[[w:Pardes|derash]]'' (significato esplicato) è sottile. Quindi il principio "La Scrittura parla del proprio tempo presente (''be-hoveh'')" è usato per spiegare perché certe cose sono menzionate in una legge particolare. Ma la legge non si limita a questi casi; piuttosto, gli elementi in questione sono visti come esempi di una classe generale che include un'infinità potenziale di altri casi. Quindi, quella che può sembrare un'affermazione dell'autosufficienza della ''peshat'' è in realtà una base per la ''derash'', una ricerca del principio alla base degli esempi. Si veda, ad esempio, M. Baba Kama 5.7; cfr. ''Enciclopedia Talmudit'' 6.553-55. Il principio rabbinico, "La Scrittura non si discosta dal suo significato apparente (''middei peshuto'')" non era inteso a precludere ''derash'' ma per darle una base. Cfr. B. Yevamot 24a e paralleli; ''Midrash Leqah Tov''. Vayetse, cur. S. Buber, 72b-73a; e David Weiss Halivni, ''Peshat and Derash: Plain and Applied Meaning in Rabbinic Exegesis'' (New York: Oxford University Press, 1991) 3 segg., 79 segg. Sul ruolo di ''ta‘amei ha-mitsvot'' nell'interpretazione normativa, cfr. I. Heinemann, ''Ta‘amei ha-Mitsvot be-Sifrut Yisrael'' (Gerusalemme: World Sionist Organization, 1949) 1.11 ss.</ref> In effetti, la ricerca delle ragioni dei comandamenti è una contropartita oggettiva dell'esigenza soggettiva che chi esegue un comandamento lo faccia con la giusta intenzione (''[[:en:w:kavanah|kavvanah]]''). ''Kavvanah'' opera su due livelli. La prima è l'intenzione di adempiere un comandamento divino; questo è chiamato ''kavvanah le-mitsvah''.<ref>Cfr. R. Israel Meir Ha-Kohen, ''Mishnah Berurah'' su ''Shulhan ‘Arukh'': ’Orah Hayyim, 60.4, n. 11.</ref> È perché l'intenzione a questo livello è generale che la stessa formula viene usata nella benedizione richiesta per l'adempimento dei comandamenti più positivi: "che ci ha santificato con i Suoi comandamenti e ci ha comandato di —." Ciò che si intende è obbedire alla volontà di Dio, indipendentemente dal comandamento specifico. Un livello più profondo di ''kavvanah'' fa riferimento allo scopo specifico di questo comandamento e si concentra su come ci si avvicina a Dio compiendo tale atto specifico. Questo è chiamato "l'intenzione del cuore", ''kavvanat ha-lev''.<ref>''Kavvanat ha-lev'' in questo senso si applicava originariamente solo al comandamento di recitare il primo versetto dello ''[[w:Shemà|Shemà]]'' e ''Shemonah Esreh''. Cfr. M. Berakhot 2.1; ''Sifre Devarim'', no. 41; cfr. David Weiss Halivni, ''Meqorot u-Mesorot'': Mo‘ed (Yoma - Hagigah) (Gerusalemme: Jewish Theological Seminary of America, 1975) 404-05. Ma col tempo ''kavvanat ha-lev'' divenne un ''desideratum'' per tutte le ''mitsvot''. Si veda specialmente Nahmanide, ''Notes on Maimonides’ Sefer ha-Mitsvot'', pos. no. 5.</ref> Richiede la nostra comprensione, per quanto limitata, della sapienza di Dio. È nel perseguire questa ''kavvanah'' più profonda che la ricerca delle ragioni dei comandamenti trova una motivazione più spirituale della pura curiosità intellettuale. È l'intenzione propria del cuore che distingue le autentiche azioni religiose da ciò che [[w:Abraham Joshua Heschel|Abraham Joshua Heschel]], proseguendo su un tema centrale di [[w:Bahya ibn Paquda|Bahya Ibn Paquda]], ha chiamato "religious behaviorism".<ref>Cfr. ''God in Search of Man'', 320ss. Cfr. Bahya ibn Pakuda, ''Hovot ha-Levavot'': Sha’ar ha-Ma’aseh, cap. 1ss.</ref> Così, quando mi chiedo perché la Torah abbia bisogno di un comandamento generale "Siate santi" ({{passo biblico2|Lev|19:2}}), in quanto tutti i comandamenti sono destinati a renderci santi, Nahmanide fa la sorprendente osservazione che uno può "essere un miserabile entro i parametri di ciò che la Torah permette" (''naval bi-rshut ha-Torah'').<ref>CT: Lev. 19:2/11, 115; cfr. CT: Deut. 27:26.</ref> La mera osservanza delle legalità non assicura di diventare una persona santa, che è lo scopo ultimo dei comandamenti. Nahmanide non sta sostenendo, naturalmente, che la santità può essere raggiunta senza osservare la Torah.<ref>Cfr. I. Tishby, ''Mishnat ha-Zohar'', 2.387. Martin Buber, in ''Two Types of Faith'', 57, sostiene che la Halakhah è antitetica alla vera relazione Io-Tu tra uomo e Dio.</ref> Gli obblighi specifici della Legge sono indispensabili per l'adempimento umano che essa intende.<ref>Come precedente dell'opinione che la ricerca delle ragioni dei comandamenti dovrebbe condurre solo a una migliore osservanza degli stessi, non alla loro negligenza, cfr. Filone, ''De abrahamo'', 89-93.</ref> Tuttavia il requisito della ''kavvanah'' indica che la Torah riguarda molto di più rispetto all'osservazione comportamentale. Infatti, in questo particolare passo, Nahmanide mostra come l'intenzione della santità debba indurre a fare più di quanto la lettera della legge richieda. La teologia razionalista ebraica del Medioevo, soprattutto quando influenzata dalla teleologia aristotelica, fornì uno stimolo e un metodo alla ricerca delle ragioni dei comandamenti. Si presumeva che ci fossero sempre scopi sia in natura che nelle attività umane. Così [[Maimonide]] vedeva tutti i comandamenti come miranti al miglioramento del corpo e della società (''tiqqun ha-guf'') o al miglioramento dell'anima (''tiqqun ha-nefesh'').<ref>''Moreh Nevukhim'', 3.27.</ref> Nella terza sezione della sua ''[[Guida dei perplessi]]'', sostenne che le ragioni di tutti i comandamenti specifici potrebbero trovarsi sotto queste rubriche generali. Per quanto impressionante possa essere intellettualmente questo metodo di indagine, porta con sé alcuni pericoli religiosi. Ad esempio, nella ''Guida'' [[Maimonide]] sottolinea le condizioni sporche in cui vivono i maiali, rendendo il maiale un alimento non salutare per l'organismo.<ref>''Moreh'', 3.48.</ref> Ma lo stesso motivo potrebbe essere utilizzato per evitare il divieto, se si potesse dimostrare che è possibile allevare i maiali in modo igienico. Se il divieto risponde a un semplice bisogno naturale, quel bisogno potrebbe essere soddisfatto senza, per esempio, evitare la carne di maiale. Parimenti, quando la ragione di un comandamento è considerata il miglioramento dell'anima. Se, ad esempio, lo scopo del comandamento di studiare la Torah è quello di apprendere verità metafisiche che possono essere comprese, in linea di principio, da chiunque abbia probità morale e capacità intellettuale, cosa impedisce alla metafisica generale di sostituire lo studio della Torah quale più alta attività umana?<ref>Cfr. Maimonide, ''Hilkhot Yesodei ha-Torah'', 4.13; ''Moreh'', 2.33; cfr. Menachem Kellner, ''Maimonides on Human Perfection'' (Atlanta: Scholars Press, 1990) per un resoconto della concezione tenuta da Maimonide sui tipi più elevati di attività umana che non si presta a un tale riduzionismo – o appropriazione indebita degli obiettivi di Maimonide.</ref> Maimonide chiaramente enfatizzava l'autorità dei comandamenti indipendentemente dall'apprensione delle loro ragioni.<ref>Cfr. ''Hilkhot Teshuvah'', 3.4: "Anche se suonare lo shofar a Rosh Hashanah è un decreto scritturale (''gezerat ha-katuv''), contiene un accenno (''remez'') della sua intenzione, vale a dire (''kelomar''): ‘Svegliatevi dormienti dal vostro sonno... esaminate le vostre azioni, ritornate in penitenza, e ricordate il vostro Creatore!’"</ref> Tuttavia, c'erano preoccupazioni religiose circa la trascuratezza pratica dei comandamenti a cui il suo approccio filosofico poteva prestarsi. Tali preoccupazioni in effetti portarono i rabbini della Francia settentrionale a vietare lo studio degli scritti teologici di Maimonide. La "Controversia maimonidea" che ne seguì giunse al culmine nel 1232, il mondo rabbinico apparentemente polarizzato tra pro e anti-maimonisti.<ref>Cfr. J. Sarachek, ''Faith and Reason: The Conflict Over the Rationalism of Maimonides'' (New York: Hermon, 1970) 75ss., 84-85, 116ss.</ref> Il trentottenne Nahmanide, già un'autorità halakhica rispettata in tutti i quartieri del mondo ebraico, tentò un compromesso. Sebbene egli stesso fosse preoccupato per i pericoli di un approccio filosofico ai comandamenti, Nahmanide difese Maimonide, sostenendo che la sua teologia razionalista non era destinata alle masse di ebrei fedeli, ma solo a coloro che erano stati esposti alla filosofia e quindi richiedevano giustificazioni filosofiche come condizione della propria stabilità religiosa.<ref>Cfr. C. B. Chavel, ''Rabbenu Mosheh ben Nahman'' (Gersualemme: Mosad Harav Kook, 1967) 120ss.</ref> Nahmanide era chiaramente d'accordo con Maimonide che ci sono ragioni per tutti i comandamenti. Differiva da lui, e da tutti gli altri teologi ebrei razionalisti, nella sua insistenza sul fatto che le ragioni dei comandamenti non sono fondate sulla metafisica ma su fatti unicamente ebraici.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Esodo|20:23}}. Per la classificazione delle ''mitsvot'' da parte di Nahmanide, cfr. C. Henoch, ''Ha-Ramban ke-Hoqer u-Mequbbal'' (Gerusalemme: Harry Fischel Institute, 1978) 337ss.</ref> Il progetto di suscitare questi fondamenti è portato avanti in tutti i suoi scritti e diventa il tema principale del suo coronamento, il ''Commenarito alla Torah'', che iniziò in Spagna prima del suo esilio e completò non molto tempo prima della sua morte in [[w:Terra di Israele|Terra d'Israele]] nel 1270. === Comandamenti basati sulla natura e sulla ragione === Alcuni studiosi hanno ipotizzato che l'opposizione di Nahmanide alla metafisica greca, in particolare a quella di Aristotele, significhi che non poteva accettare la realtà di alcun ordine naturale. Poiché le idee di ordine naturale e ragione umana universalmente valida sono correlative, sembrerebbe che il rifiuto della natura porti immediatamente al rifiuto della ragione. Quindi si conclude che Nahmanide fosse un "anti-razionalista".<ref>Cfr. per es., Solomon Schechter, "Nachmanides", ''Studies in Judaism'' (New York: Macmillan, 1896) 1.119-20.</ref> Ma Nahmanide non rifiutò un ordine naturale o una ragione umana universale.<ref>Cfr. David Berger, "Miracles and the Natural Order in Nahmanides" in Twersky, cur., ''Rabbi Moses Nahmanides'', 101ss.</ref> Ciò che rifiutò fu l'assunto di alcuni teologi che la natura/ragione debba essere costituita secondo le categorie di Aristotele. La sua principale obiezione ad Aristotele e ai suoi seguaci ebrei era che presumevano che l'ordine naturale fosse onnicomprensivo e che la ragione universale fosse sufficiente per la nostra conoscenza di tutte le cose, incluso Dio. Aristotele e gli aristotelici ebrei sembravano non lasciare spazio alla creazione o alla rivelazione, almeno per come Nahmanide intendeva queste dottrine. Per Nahmanide, il rifiuto della metafisica aristotelica non portava al rifiuto della natura o all'antirazionalismo, ma a una concezione più circoscritta della portata della natura e della portata della ragione. In qualche modo Nahmanide era più razionalista di Maimonide. Operando entro un raggio più limitato, poteva dimostrare più facilmente la verità delle affermazioni della ragione. Questa differenza è notevole per quanto riguarda i comandamenti che regolano le relazioni interumane (''bayn adam le-havero''). I vantaggi dell'approccio di Nahmanide sono evidenti, ad esempio, se confrontiamo il suo trattamento dei [[w:Noachismo|Sette Comandamenti di Noè]] con quello di Maimonide. I comandamenti noachici sono quelle leggi che i rabbini consideravano vincolanti per tutta l'umanità, i "figli di Noè".<ref>T. Avodah Zarah 8.4; B. Sanhedrin 56a-b.</ref> Queste leggi, che proibiscono l'omicidio, l'incesto e la rapina, tra gli altri crimini, sono riconosciute praticamente in tutte le società e sono prontamente viste come requisiti della ragione. Molti teologi ebrei li chiamano comandamenti razionali (''mitsvot sikhliyot'').<ref>Cfr. Saadiah Gaon, ''ED'', 9.2 rif. {{passo biblico2|Genesi|2:16}}.</ref> Appartengono a ciò che i pensatori ebrei successivi (seguendo i filosofi [[w:stoicismo|stoici]] e [[w:cristianesimo|cristiani]]) identificarono come legge naturale.<ref>Cfr. Joseph Albo, ''Sefer ha-'Iqqarim'', 1.1.</ref> In un famoso brano della ''[[Mishneh Torah]]'', Maimonide afferma che chiunque accetti queste leggi solo a forza della ragione ordinaria (''hekhrea ha-da‘at'') non è ritenuto degno della beatitudine del mondo a venire, in cui "ai pii delle nazioni del mondo" è assicurata una porzione.<ref>''Hilkhot Melakhim'', 8.11.</ref> Nel suo precedente ''Commentario alla Mishnah'', Maimonide sembra respingere il concetto stesso di "comandamenti razionali".<ref>''Shemonah Peraqim'', 6; cfr. ''Commentario alla Mishnah'', Berakhot 5.3.</ref> Alcuni studiosi vedono in questi due passi un rifiuto di qualsiasi moralità da legge naturale. Ma si può argomentare meglio che Maimonide stava in realtà rifiutando solo una moralità da legge naturale non fondata su un'adeguata comprensione della vera costituzione metafisica della natura. Stava rifiutando la solidità religiosa (sebbene non, forse, l'utilità politica) delle norme scoperte o inventate dalla prudenza piuttosto che dall'intuizione di Dio e dell'universo. Secondo questo approccio, l'unica moralità veramente adeguata è quella i cui fondamenti metafisici sono sani e propriamente compresi, e l'unica metafisica veramente efficace è quella le cui conseguenze morali sono sane e propriamente comprese. Per Maimonide esiste una forte connessione razionale tra metafisica e morale.<ref>Per la necessità della metafisica nella morale, cfr. ''Moreh'', 2.40, 3.27; per la necessità della metafisica da parte della morale, 3.54.</ref> La metafisica è il fondamento più profondo della moralità. È ciò che rende la moralità naturale piuttosto che una mera legislazione umana. E la moralità è il frutto più utile della metafisica. Senza moralità, la metafisica non ha alcuna influenza pratica o politica. Senza metafisica, la morale non ha fondamento universale. Quindi, secondo Maimonide, la metafisica è più che solo teorica; e la moralità è più che pratica. I due sono legati dalla ragione, e quindi scopribili l'uno dall'altro mediante un uso corretto della ragione. Nahmanide non vedeva alcuna connessione razionale tra metafisica e moralità. In effetti, la sua teologia non lascia quasi spazio alla metafisica. Le verità più profonde sull'universo si raggiungono solo attraverso la rivelazione. Le norme morali evidenti alla ragione sono quelle richieste da qualsiasi società per soddisfare i bisogni fondamentali dei suoi membri per un ordine giusto e stabile. In definitiva, naturalmente, una tale moralità deve essere inclusa nella legge rivelata. Ma la rivelazione arriva in momenti storici unici, non attraverso processi naturali costanti, quindi non può funzionare come base razionale per la moralità. La rivelazione non è, come la ragione, la scoperta dell'ordine costante dell'universo. Quindi la ragione, per Nahmanide, non può colmare il divario tra rivelazione e moralità, come può colmare il divario tra metafisica e moralità secondo [[Maimonide]]. Tuttavia, come risultato di questa scissione della metafisica dalla moralità, la razionalità della moralità naturale è accresciuta, non diminuita nella teologia di Nahmanide. Maimonide sembra richiedere una profonda intuizione metafisica prima che le verità morali più elementari acquisiscano il loro pieno significato. Per Nahmanide, qualunque moralità gli esseri umani possano imparare da soli è nota molto più direttamente. Per cui Nahmanide commenta, abbastanza tipicamente: {{citazione|La violenza è rapina e oppressione... perché la violenza è un peccato, come è noto e universalmente accettato (''ve-ha-mefursam'')... il motivo è che il suo divieto è un obbligo razionale (''mitsvah muskelet''), per il quale non c'è bisogno che un profeta dia un comandamento.<ref>CT: {{passo biblico2|Genesi|6:13}} - 1, 52. Cfr. CT: {{passo biblico2|Genesi|6:2}}. Per l'uso da parte di Nahmanides del termine ''mitsvot sikhliyot'', si veda KR: Commentario su Giobbe, 1:1, I, 26; ''Torat ha-Shem Temimah'', KR I, 173.</ref>}} Nahmanide accetta la legittimità del diritto naturale a livello interumano. Ma tale moralità e rivelazione non si trovano sullo stesso piano. La moralità viene ''dagli'' umani (almeno nelle sue manifestazioni più elementari). La rivelazione arriva ''a'' loro. Prima del Sinai, sostiene Nahmanide: {{citazione|Troverete che i patriarchi e i profeti si sono comportati in maniera evidentemente morale (''derekh ‘erets'')... e con inferenza ''a fortiori'', se i patriarchi e i profeti venuti a fare la volontà di Dio si sono comportati in modo evidentemente morale, quanto tanto più dovrebbe fare la gente comune!<ref>CT: {{passo biblico2|Esodo|12:21}} 1.334.28. Maimonide sembra avere un'opinione simile in ''Hilkhot Yesodei ha-Torah'', 7.5.</ref>}} La moralità stessa non conduce alla rivelazione, sebbene ne sia una precondizione. La morale non anticipa in alcun dettaglio né l'evento della rivelazione né il suo ricco contenuto. === Commandmenti basati sulla Storia === Quei comandamenti le cui ragioni sembrano evidenti sono chiamati ''mishpatim'', "giudizi". Il loro ''locus'' è il rapporto tra gli esseri umani nella vita quotidiana. Ma per Nahmanide il regno della natura (compresa la nostra natura politica) non è dove si trova la vera relazione tra Dio e gli esseri umani. La natura, come concepita filosoficamente o scientificamente, è un ordine costante; non ammette innovazione. Ma il fatto più elementare su Dio che deve essere riconosciuto dalle Sue creature è che Dio è il Creatore; l'universo è il risultato del Suo atto assolutamente libero. Dio può intervenire nel Suo universo in qualsiasi momento, indipendentemente dall'ordine familiare della natura. Quell'ordine è solo ''usuale''. Non ha alcuna necessità intrinseca o inerente. Questo punto antimetafisico, fatto da Nahmanide nel XIII secolo, fu fatto da [[w:David Hume|David Hume]] con un intento diverso nel diciottesimo.<ref>"The custom operates before we have time for reflexion... much more without forming any principle concerning it, or reasoning upon that principle." David Hume, ''A Treatise of Human Nature'', 1.3.8, cur. L. A. Selby-Bigge (Oxford: Clarendon Press, 1888) 104. Per il contesto islamico, cfr. L. E. Goodman, "Did al-Ghazali Deny Causality", ''Studia Islamica'' 47 (1978) 83-120.</ref> È per insegnarci che l'ordine naturale non ha alcuna necessità ultima che la Torah ponga tale accento sui miracoli. Perché è attraverso i miracoli, specialmente quelli di tipo spettacolare (''nissim mefursamim''), che Dio dimostra la Sua potenza sull'universo che ha creato.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|13:2}}.</ref> Tuttavia, questi miracoli spettacolari sono avvenuti secoli fa, e anche allora sono stati eseguiti raramente. Che legame ha l'ebreo ordinario con eventi così grandiosi? In che modo diventano un'esperienza personale e quindi impartiscono un apprezzamento del potere creativo e della provvidenza di Dio? Nahmanide vede la soluzione della Torah a questo problema in quei comandamenti chiamati ''‘edot'', "testimonianze", comandamenti basati sulla storia. Glossando il comandamento che l'Esodo "sarà un segno sulla tua mano, sarà un ornamento fra i tuoi occhi, per ricordare che con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto" ({{passo biblico2|Esodo|13:16}}), che la tradizione rabbinica vedeva come un obbligo di indossare regolarmente i [[w:tefillin|tefillin]], Nahmanide scrive: {{citazione|Ciò è perché Dio non compie un segno (''‘ot'') e una dimostrazione (''mofet'') in ogni generazione, per essere visto da ogni malfattore e negatore (''kofer''). Piuttosto, ci comanda continuamente di compiere un memoriale (''zikaron'') e un segno di ciò che i nostri occhi hanno visto.<ref>CT: {{passo biblico2|Esodo|13:16}} - 1 , 346.</ref>}} Nahmanide qui esprime una visione partecipativa della storia. Questa prospettiva, che spesso ribadisce, contrasta nettamente con la visione più familiare e illustrativa della storia. Le nostre scienze sociali, modellandosi sulle scienze naturali, in genere cercano regolarità nel comportamento umano e tentano di vedere tutti gli eventi come esempi di processi costanti. La storia diventa così una raccolta di dati del passato per ampliare il numero di esempi che illustrano vari principi specifici. L'interesse per il passato è governato dagli interessi del presente e dalla loro proiezione nel futuro.<ref>Cfr. W. H. Walsh, ''An Introduction to Philosophy of History'' (Londra: Hutchinson, 1967) 63ss.</ref> La visione della storia concepita da Nahmanide riflette un presupposto molto più antico. La vita umana nel presente, compresi tutti i normali processi del comportamento umano, trae il suo significato dai grandi eventi del passato. Il compito della storia non è incorporare gli eventi del passato in schemi perenni discernibili nel presente e proiettati nel futuro, ma vedere i processi del presente come segni e simboli dei grandi eventi del passato.<ref>Cfr. Mircea Eliade, ''The Sacred and the Profane: The Nature of Religion'' (New York: Harper and Row, 1961) 106-07.</ref> Per gli ebrei, questa incorporazione del presente nel passato è funzione di quei comandamenti che simbolicamente rievocano i grandi (e rari) eventi passati. Sottolineando la nostra partecipazione simbolica ai grandi eventi in cui Dio si è manifestato in modo così potente al popolo di Israele, Nahmanide indica che questa partecipazione non è solo vissuta passivamente. Richiede la determinazione ad agire con apertura alla presenza divina quando e dove si è rivelata. Dio non compie i suoi potenti atti di routine, per timore che diventiamo spettatori passivi piuttosto che partecipanti attivi. Per coloro che negano la potenza provvidenziale di Dio, anche l'esecuzione regolare di miracoli e segni sarebbe sprecata. L'ostinazione bloccherebbe il loro messaggio.<ref>Cfr. CT: {{passo biblico2|Genesi|14:10}}; e l'eccellente trattamento da parte di Y. Silman delle opinioni di Halevi sulla rivelazione e sulla storia, ''Bayn Filosof le-Navi'' (Ramat-Gan: Bar-Ilan University Press, 1985) 161ss., 216ss.</ref> Ma, per coloro che hanno una sottostante propensione alla fede, l'attivazione di tale propensione richiede una partecipazione simbolica. È con tali temi in mente che Nahmanide scrive del "processo" di Abramo, sottolineando l'importanza dell'azione piuttosto che della mera buona volontà passiva: {{citazione|Un processo (''nisayon'') è chiamato con questo nome a causa di colui che è stato processato. Ma colui che lo processa, che Egli sia esaltato, lo comanda per portare la materia dalla potenzialità all'attualità, affinché colui che è processato possa ricevere la ricompensa che l'azione merita, non soltanto la ricompensa perché ha un buon cuore... e così in effetti accade con tutte le prove nella Torah. Sono per il bene di colui che è processato.|CT: {{passo biblico2|Genesi|22:1}}, I - 125-26}} Come i comandamenti basati sulla natura (''mishpatim''), i comandamenti basati sulla storia (''‘edot'') soddisfano i bisogni umani. I ''mishpatim'' soddisfano i bisogni degli esseri umani nelle loro relazioni reciproche nella società; gli ''‘edot'' soddisfano i bisogni degli umani nel loro rapporto con Dio nella storia.<ref>Per questa duplice teleologia delle ''mitsvot'', cfr. CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|22:6}}.</ref> La gente comune ha bisogno di partecipare all'esperienza degli spettacolari miracoli pubblici della storia, sia direttamente che simbolicamente, per apprezzare la trascendenza di Dio dall'ordine naturale e la loro propria capacità di trascenderla, anche se solo parzialmente. Tra i predecessori di Nahmanide, la sua visione piuttosto empirica della natura si avvicina di più a quella di [[w:Saadya Gaon|Saadya Gaon]] (m. 942). La sua visione della storia e del suo significato si avvicina di più a quella di [[w:Yehuda Ha-Levi|Yehuda Ha-Levi]] (m. 1141), di cui riconobbe l'influenza.<ref>Cfr. CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|11:22}}.</ref> === Comandamenti metasociali/metastorici e la Cabala === I comandamenti della Torah designati come ''[[w:Chuqqim|huqqim]]'', "statuti", hanno sempre posto una sfida speciale a coloro che si impegnano a ritenere che tutti i comandamenti della Torah abbiano ragioni. Poiché questi comandamenti sembrano essere espressioni arbitrarie della volontà di Dio. Come ha affermato un ''[[w:midrash|midrash]]'' seminale, Dio in effetti dice al popolo d'Israele: "Ho emanato uno statuto (''huqqah haqqaqti''), ho decretato un decreto (''gezerah gazarti''), e non ti è permesso trasgredire i miei decreti!"<ref>''Bemidbar Rabbah'' 19.1; cfr. ''Midrash Leqah Tov: Huqqat'', 119b.</ref> Ciò è affermato nel contesto di una discussione sull'istituzione nella Torah generalmente riconosciuta come la più enigmatica, il [[:en:w:Red heifer|rito della giovenca rossa]] ({{passo biblico2|Numeri|19:1-22}}).<ref>La '''giovenca rossa''' o '''vacca rossa''' (פרה אדומה - ''parah adumah'') era un sacrificio citato nella Bibbia ebraica, le cui ceneri erano usate per un rituale di purificazione di antichi israeliti che erano venuti in contatto con un cadavere. L'esistenza di una giovenca rossa che sia conforme a tutte le rigide regole e requisiti imposti dalla Halakhah, è un'anomalia biologica: l'animale deve essere interamente di un solo colore ed i rabbini eseguivano una serie di test per assicurarsi, tra l'altro, che il pelo della vacca fosse completamente liscio (per accertarsi con non fosse stata sottoposta al giogo, il che l'avrebbe squalificata). Mosè, il maggiore dei profeti, conobbe il mistero del significato della giovenca rossa. Secondo una tradizione ebraica, solo nove giovenche furono macellate dal periodo che inizia da Mosè e finisce alla distruzione del Secondo Tempio. L'assoluta rarità dell'animale, insieme al rispettivo rituale, attribuisce alla giovenca rossa un'importanza particolare nella tradizione ebraica: è infatti citata come esempio basilare di un ''[[w:Chuqqim|khok]]'', o come già definito supra, una legge biblica per la quale non esiste logica apparente e quindi è considerata di assoluta origine divina. Poiché lo stato di purezza rituale ottenuto attraverso la cenere di una giovenca rossa è un prerequisito necessario per la partecipazione al servizio del Tempio, in tempi moderni sono stati compiuti sforzi da parte di ebrei, che desiderano una purezza rituale biblica e in previsione della costruzione del futuro Terzo Tempio, per individuare una giovenca rossa e ricreare il citato rituale.</ref> Tuttavia, il ''midrash'' qui sembra considerare il rituale come paradigmatico di tutti i comandamenti della Torah. Un altro ''midrash'' sembra similmente generalizzare dal modello degli ''huqqim'' e annunciare che tutti i comandamenti furono dati solo per testare l'accettazione umana della volontà di Dio:<ref>''Bereshit Rabbah'' 44.1 e paralleli; cfr. il trattamento da parte di [[Maimonide]] di questo testo rabbinico in ''Moreh'', 3.26.</ref> I rabbini raffigurano Satana e le nazioni del mondo che insultano il popolo ebraico per la loro tenace fedeltà a questi comandamenti misteriosi.<ref>''Sifra: Aharei Mot'', cur. Weiss, 86a; ''B. Yoma'' 67b. Per ulteriori elaborazioni di questo tema ''"facio quia absurdum"'' nella teologia medievale aschenazita, cfr. D. Berger, ''Jewish-Christian Debate'' (Philadelphia: JPS, 1979) 356-57.</ref> Tali brani pongono chiaramente l'onere della prova su coloro che affermano che tutti i comandamenti della Torah hanno ragioni, per quanto oscure. I razionalisti sono sfidati a suggerire almeno alcune ragioni plausibili per gli ''huqqim'' più problematici, altrimenti riconoscano che tutti i comandamenti sono essenzialmente decreti divini e che anche quando sembrano esserci ragioni, queste sono nella migliore delle ipotesi supposizioni o principi, piuttosto che fondamenti primari del vero intento di Dio. Ma Maimonide e Nahmanide, entrambi impegnati nella tesi che ci sono ragioni per tutti i comandamenti, svilupparono i propri mezzi distintivi per spiegare i comandamenti più difficili della Torah. È a questo livello di sfida esegetica che le loro differenze teologiche fondamentali diventano più evidenti. In effetti, è sullo sfondo del trattamento di Maimonide di questi comandamenti che la posizione di Nahmanide emerge più chiaramente dal contrasto. Per [[Maimonide]], la verità e la bontà si scoprono attraverso le scienze politiche, le scienze fisiche o la metafisica.<ref>Cfr. ''Hilkhot Talmud Torah'', 1.11-12; ''Moreh'', Introduzione.</ref> La sua teologia attribuisce il primato a quei comandamenti i cui scopi sono più evidenti alla ragione umana: quelli che ordinano la società al bene (''mishpatim'') o la mente al vero (''de‘ot''). I comandamenti storici (''‘edot'') sono inseriti in questo contesto basilare. Così l'osservanza dello [[w:Shabbat|Shabbat]] e delle [[w:festività ebraiche|festività]] serve allo scopo politico di promuovere la comunione attraverso il tempo libero e la celebrazione comuni, e lo scopo intellettuale di segnalare le verità sulla creazione del cosmo.<ref>''Moreh'', 3.43.</ref> La storia, in quanto ''locus'' della rivelazione di Dio attraverso eventi unici, non è un considerazione immediata. Così, ad esempio, lo Shabbat è istituito per ricordare che "sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso" ({{passo biblico2|Dt|5:15}}). Ma Maimonide sottolinea il significato universale dello Shabbat: praticamente nel soddisfare il bisogno fisico di riposo; intellettualmente, nel soddisfare il bisogno spirituale di affermare la creazione dell'universo da parte di Dio.<ref>Cfr. specialmenrte ''Moreh'' 2.31. I rabbini talmudici, al contrario, sottolineavano il significato unicamente ebraico dello Shabbat. Cfr. ''B. Sanhedrin'' 58b rif. {{passo biblico2|Genesi|8:22}}; ''Devarim Kabbah'' 1.18 rif. {{passo biblico2|Esodo|31:17}}.</ref> Maimonide invoca la storia quando spiega alcuni degli ''huqqim''. Li vede come reazioni all'idolatria nei tempi antichi.<ref>''Moreh'', 3.37.</ref> Pertanto, adduce due ragioni per il divieto di mangiare carne cotta nel latte. In primo luogo, sostiene che l'alto contenuto di grassi di tali alimenti non è salutare. In secondo luogo, ipotizza che cucinare un capretto nel latte materno possa essere stato un rito pagano che la Torah non voleva che gli israeliti imitassero in alcun modo.<ref>''Moreh'', 3.48. Cfr. ''Hilkhot Ma’akhalot Assurot'', 17.29-31; anche, ''Hilkhot De’ot'', 3.3 rif. ''Mishnah Avot'' 2.2.</ref> Quanto alla domanda sul perché una reazione a un rito pagano scomparso dovesse rimanere normativa, va ricordato che Maimonide considerava perenne la propensione all'idolatria. Così anche i divieti di particolari manifestazioni temporali dell'idolatria servono ancora a sottolineare l'importanza della diligenza perpetua contro questa malattia spirituale sempre virulenta.<ref>Cfr. per es., ''Moreh'', 1.36; 3.29.</ref> Per Maimonide, quindi, i comandamenti razionalmente evidenti sono primari; i comandamenti esplicitamente storici sono, in effetti, deistorizzati; e i misteriosi ''huqqim'' sono visti come reazioni a circostanze storiche. Nel suo ordinamento dei comandamenti, sembrerebbe che i ''mishpatim'' (politici e intellettuali) siano i primi, gli ''‘edot'' secondi e gli ''huqqim'' terzi per importanza. Per Nahmanide, l'ordine sembra essere diametralmente invertito. I ''mishpatim'' sono meno importanti, proprio perché sono i più universali. Gli ''‘edot'' sono importanti, perché sono distintivi. E gli ''huqqim'' sono i più importanti, poiché sono i più distintivi di tutti e santificati dal loro stesso mistero. Pertanto, nello spiegare gli ''huqqim'', Nahmanide invoca ciò che ritiene il vero, più profondo insegnamento della Torah: la ''[[w:Cabala ebraica|Cabala]]''. La sua dipendenza dalla Cabala è stata a lungo oggetto di dibattito. Alcuni studiosi di un cast altamente tradizionale credono che lo ''[[Zohar]]'' sia letteralmente l'opera del [[w:Tannaim|Tanna]] [[w:Shimon bar Yohai|Shimon bar Yohai]] del II secolo. Sostengono che il testo fosse conosciuto immemorabilmente e tramandato ermeticamente da una piccola élite per mille anni prima della sua pubblicazione alla fine del XIII secolo. Tali studiosi pensano che l'invocazione della Cabala da parte di Nahmanide sia altamente selettiva. Sostengono che nella sua teologia cabalistica ci sia molto di più di quanto egli abbia rivelato nei suoi scritti.<ref>Cfr. per es., J. Even-Chen, ''Ha-Ramban'' (Gerusalemme: Ginzekha Rishonim Le-Tsiyon, 1976) 61ss. L'idea che Nahmanide avesse un sistema cabalistico completo e in gran parte segreto era apparentemente sostenuta anche dai suoi contemporanei che trovavano il suo cabalismo eccessivo. Si veda R. Isaac bar Sheshet Parfat, ''Teshuvot ha-Ribash'', no. 157. Per una discussione critica moderna sel cabalismo di Nahmanide, cfr. Gershom Scholem, ''Ha-Kabbalah be-Gerona'', 73ss., e ''Origins of the Kabbalah'', 384; M. Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 254.</ref> I cabalisti spesso affermano che la natura esoterica della Cabala richiede tale moderazione. Ma anche questo punto di vista non spiega perché Nahmanide invochi dottrine cabalistiche quando e dove lo fa — perché ciò che è stato rivelato ai cabalisti sia più frequentemente usato per spiegare le ragioni degli ''huqqim''. La maggior parte degli studiosi moderni accetta il punto di vista di [[w:Gershom Scholem|Gershom Scholem]] secondo cui lo ''[[Zohar]]'' è in gran parte opera del rabbino [[w:Moses de León|Moses de León]], che scrisse dopo Nahmanide e fu influenzato da lui.<ref>Cfr. ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 173.</ref> Essi attribuiscono le sporadiche invocazioni della Cabala da parte di Nahmanide alla natura ancora non sistematica della tradizione e considerano de Leon e i suoi successori i veri sistematizzatori.<ref>Cfr. M. Idel, "We Have No Kabbalistic Tradition on This" in Twersky, cur., ''Rabbi Moses Nahmanides'', 63ss.</ref> Non ci sono prove che il cabalismo di Nahmanide fosse sistematico.<ref>Cfr. Scholem, ''Ha-Kabbalah be-Gerona'', 66; Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 215.</ref> A differenza dei cabalisti successivi, da de Leon in poi, Nahmanide non tentò mai di spiegare tutto nella Torah alla luce della Cabala. A differenza della maggior parte di loro, assumeva regolarmente la realtà della natura e della storia nello spiegare i comandamenti e gli eventi nella Torah. In effetti, come abbiamo visto, il suo uso della natura nello spiegare il ''mishpatim'' si avvicina alla teoria dei comandamenti razionali di Saadyah Gaon, e nel suo uso della storia nello spiegare gli ''‘edot'' segue la concezione di eventi unici di Yehuda Ha-Levi. Lo ''Zohar'', al contrario, non ammette effettivamente un reame della natura o un reame della storia. Ci vogliono tutte le relazioni che siano interne alla vita di Dio.<ref>Cfr. per es., ''Zohar: Aharei-Mot''3:73a.</ref> Lo spazio e il tempo sono irreali. Non c'è storia, non c'è natura, nel senso di un ordine creato duraturo, risultante da un atto divino unico.<ref>Cfr. Saadyah Gaon, ''ED'', 1.2, 4.</ref> La creazione di Dio non è più transitiva, il suo oggetto non è chiaramente distinto dal suo soggetto. Per i cabalisti post-nahmanideani, l'unica realtà separata da Dio è demoniaca (letteralmente, ''sitra ahra'', "l'altra parte"). La relazione con questo equivale all'annientamento.<ref>Cfr. Gershom Scholem, ''On the Kabbalah and Its Symbolism'', 145; ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 177-78.</ref> Così lo ''Zohar'' tratta i [[w:Noachismo|Sette comandamenti noachici]] non come requisiti razionali delle relazioni interumane, ma come proibizioni finali della separazione dalla vita divina.<ref>''Zohar: Bereshit'', 1:36a. Cfr. Menahem Recanti, ''Commentary on the Torah: Gen. 2:16 and 8:21''. Approcci razionalisti e cabalistici alle Leggi noachiche sono congiunte in Judah Loewe (Maharal), ''Gevurot ha-Shem'' (Cracow, 1582) cap. 66.</ref> Le loro specifiche dimensioni interumane diventano accessorie, incidentali. Il cabalismo zoharico non lascia spazio al razionalismo saadiano che Nahmanide usò per costituire la legge naturale delle relazioni interumane. Infatti tale razionalismo presuppone lo spazio creato al di fuori di Dio, risultato della creazione generata da Dio come atto transitivo.<ref>Cfr. Gershom Scholem, "Schopfung aus Nichts und Selbstverschrankung Gottes", ''Eranos Jahrbuch'' 25 (1956) 108ss.</ref> Anche la storia presuppone una distinzione essenziale tra spazio e tempo.<ref>Seguendo la visione haleviaan/nahmanideana della storia secondo, Judah Loewe (Maharal) distingue tra tempo fisico (''zeman'') e tempo storico (''sha‘ah, rega‘''). Cfr. ''Gevurot ha-Shem'', sez. 2. Cfr. L. E. Goodman, "Time, Creation and the Mirror of Narcissus", ''Philosophy East and West'' 42 (1992).</ref> Nell'idea di natura, spazio e tempo sono legati. Ma l'idea di libertà esige la loro separazione, perché tutto non sia determinato. Quando il tempo è visto come distinto dallo spazio, si apre al futuro quale orizzonte di azioni non determinate da ciò che già è. Questa apertura è cruciale per l'emergere della responsabilità personale. Nella visione della storia da parte di Nahmanide, come in quella di Halevi, la storia è un incontro tra Dio e le Sue creature.<ref>Cfr. ''Kuzari'', 1.67; 5.20.</ref> La relazione è libera da parte di Dio perché non è determinata dall'ordine naturale. I miracoli di Dio ricapitolano il libero atto originario della creazione e riaffermano la trascendenza di Dio. E la relazione è libera da parte degli esseri umani, perché la nostra risposta alla presenza di Dio non è determinata dalla natura. Rispondendo alle azioni sante di Dio, possiamo scegliere di compiere opere sante. La santità trascende ciò che è già stato fatto. Quindi la storia è una storia di eventi piuttosto che la registrazione di processi inevitabili. La sua traiettoria è verso il culmine in un Mondo a venire trascendente. Questo reame non è una realtà eterna già presente parallelamente alla natura per Nahmanide, come lo è per Maimonide. Piuttosto si trova nel futuro. Sarà completamente nuovo.<ref>Cfr. ''Torat ha-Adam: Sha'ar ha-Gemul''/''KR'' II, 302. Cfr. Maimonide, ''Hilkhot Teshuvah'', 8.8 e nota del Rabad ''ad loc.''</ref> La libertà storicamente costituita, quindi, è un potere transitivo, indeterminato, condiviso da Dio e dall'umanità, sebbene la libertà del Creatore non sia vincolata come quella delle creature. La nostra osservanza dei comandamenti è quasi sempre delimitata entro limiti naturali, a differenza del compimento di miracoli da parte di Dio.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Numeri|1:45}} rif. ''B. Pesahim'' 64b.</ref> Quindi la libertà divina e umana interagiscono nel rapporto di alleanza, ma non in modo simmetrico. Dio conserva sempre la sua illimitatezza. L'uomo è sempre limitato. Senza una qualche struttura, tuttavia, la libertà divina sarebbe mero capriccio; a maggior ragione la libertà umana. Il capriccio è libertà che non intende relazione. Le alternative a questa terrificante possibilità sono di costituire un reame della storia [[w:Alleanza (Bibbia)|pattizia]] tra Dio e l'uomo, o di costituire una natura in Dio, in cui gli esseri umani possono essere incorporati. I cabalisti successivi scelsero la seconda opzione. Ma di conseguenza, la spontaneità e la libertà andarono rapidamente perse. Il determinismo della natura era ora proiettato nella stessa divinità. I miracoli divennero eventi determinati da questa natura superiore e implicita.<ref>Cfr., ad esempio, Menahem Recanti, ''Commentary on the Torah'': {{passo biblico2|Esodo|29:1}} e {{passo biblico2|Levitico|26:3}} (Venezia, 1523), dove parla della causalità "naturale" (= necessaria) dei comandamenti (''teva kol mitsvah u-mitsvah''), cioè, nel vero reame divino, non nel reame fisico illusorio e separato. Inoltre, si veda il suo commento su {{passo biblico2|Esodo|34:6}}, dove gli atti divini transitivi diventano proprietà divine interiori (cfr. ''B. Shabbat'' 133b). Per la stessa idea di natura divina nel pensiero di un mistico ebreo moderno profondamente indebitato con la Cabala, si veda Abraham Isaac Kook, ''‘Orot Ha-Qodesh'', cur. D. Cohen (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1963) I, 143-44. Inoltre, cfr. Scholem, ''Origins of the Kabbalah'', 453; anche, Berger, "Miracles and the Natural Order in Nahmanides", 121. Cfr. Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 102.</ref> Il bene umano divenne sempre più un prodotto del potere causale divino,<ref>Cfr. Tishby, ''Mishnat ha-Zohar'' 1.3ss.</ref> e il male umano sempre più frutto del potere generalizzato del demoniaco piuttosto che di specifiche scelte umane.<ref>Cfr. Tishby, 1.287ss.</ref> Nahmanide non si accontenta di un simile risultato. Il suo metodo eclettico gli permette di cambiare ripetutamente il suo terreno teologico. A volte individua il rapporto divino-umano tra Dio e l'uomo. Altre volte, soprattutto quando spiega gli ''huqqim'', individua la relazione all'interno della divinità. Questo spostamento ci impedisce di ricostruire una teologia coerente e sistematica per Nahmanide, come si può fare per Saadyah, Maimonide o lo ''[[Zohar]]''. Tuttavia l'uso della Cabala da parte di Nahmanide è coerente con il profondo conservatorismo dei suoi scritti halakhici e teologici.<ref>Si veda il suo "Introduzione alle Note sull'Enumerazione dei Comandamenti", ''KR'' I, 420; anche, Scholem, ''Origins of the Kabbalah'', 389.</ref> Perché le verità più elevate della Cabala, invocate come spiegazioni degli ''huqqim'', non rappresentano una vera minaccia per la natura o la storia e non pretendono di sostituire l'ampia verità della Torah. La Cabala in Nahmanide non rivoluzionerà la teologia ebraica in tutto e per tutto. Ma gli permetterà di spiegare in profondità ciò che le teologie precedenti non avevano spiegato o avevano spiegato in modo inadeguato. Nel processo, gli ''huqqim'' vengono trasformati da ostacoli della fede a accenni simbolici dei profondi misteri di Dio. Aprendo i suoi commenti sul Levitico, dove la Torah tratta in modo più completo del sistema sacrificale – contesto di tanti ''huqqim'' – Nahmanide rifiuta la storicizzazione del culto biblico del sacrificio fatta da Maimonide. È convinto che Maimonide abbia letto nei testi scritturali una tematica che non c'è veramente. Maimonide aveva detto che la ragione dei sacrifici è che gli egizi e i caldei, nella cui terra Israele aveva abitato, "avevano sempre adorato bovini e pecore [e capre]... per questo comandò loro di macellare queste tre specie per amore di Dio, affinché si sappia che ciò che avevano creduto essere l'epitome del peccato è ciò che ora dovrebbero offrire al Creatore... E così saranno sanate le credenze corrotte, che sono malattie dell'anima, poiché ogni malattia e ogni morbo si cura solo con il suo contrario. — Queste sono le sue parole con cui ha parlato a lungo, ma sono parole vuote (''divrei hav’ai'')".<ref>CT: {{passo biblico2|Levitico|1:9}} - II, 11 rif. ''Moreh Nevukhim'' 3.46. Cfr. ''Targum Onkelos'', {{passo biblico2|Genesi|43:32}}; Ibn Ezra, ''Commentario alla Torah'', {{passo biblico2|Esodo|8:22}}.</ref> Nahmanide offre due spiegazioni alternative del significato che la Torah attribuisce al sistema sacrificale. La prima è psicologica e spirituale: i sacrifici soddisfano il profondo bisogno umano di riconciliarsi con Dio nei pensieri, nelle parole e nei fatti. Questa interpretazione attira immediatamente l'immaginazione, "attira il cuore".<ref>Rif. ''B. Shabbat'' 87a e ''B. Hagigah'' 14a. Cfr. ''Zohar: Vayiqra'', 3:9b.</ref> Tuttavia, Nahmanide la segue alludendo alla ''vera'' visione cabalistica, che nasce dalla consapevolezza che il nome unico di Dio (YHWH) e non i suoi nomi minori, è invariabilmente quello usato in collegamento con i sacrifici. L'invocazione di Nahmanide della Cabala qui come fornitrice della verità (''ha-‘emet'') non significa che considerasse false tutte le altre interpretazioni. C'è una gerarchia di verità, con la Cabala in cima. Il suo insegnamento è che l'azione umana quaggiù, se eseguita correttamente e con la giusta intenzione (''kavvanah''), influenza positivamente la vita divina nell'Alto. Discutendo in questo senso, Nahmanide elevò quella che sembrava una contingenza storica in Maimonide a un livello vitale nella vita stessa di Dio. Le ragioni assegnate da Nahmanides per ''mishpatim'' e ''‘edot'' sono generalmente radicate nel bisogno umano: gli esseri umani hanno bisogno di leggi per governare le loro relazioni. Gli ebrei hanno bisogno di commemorare i grandi eventi quando la potenza e la provvidenza di Dio sono così inequivocabilmente manifeste. Ma con gli ''huqqim'', specialmente i precetti positivi del culto del Tempio, il bisogno umano non è la teleologia essenziale all'opera. Commentando il versetto: "E sapranno che io sono il Signore, il loro Dio, che li ho fatti uscire dal paese d'Egitto, per abitare (''le-shokhni'') in mezzo a loro" ({{passo biblico2|Esodo|29:46}}), Nahmanide scrive: {{citazione|C'è in questo passaggio un grande insegnamento mistico (''sod gadol''). Perché secondo il significato apparente del testo (''ke-fi peshat'') la presenza della ''Shekhinah'' è un bisogno mortale (''tsorekh hedyot''), non un bisogno del Superno (''tsorekh Gavoah''). Ma il tema è analogo a quello del versetto: "O Israele, per mezzo di te io manifesterò la mia gloria" (Isaia 49:3).|CT: {{passo biblico2|Esodo|29:46}} - I, 486-87}} Le persone comuni, che vivono fondamentalmente all'interno dei reami della natura e della storia — reami separati dall'essere di Dio, anche se non dalla potenza di Dio — hanno bisogno di vedere i comandamenti come adempimento dei loro bisogni umani ordinari. Le anime straordinarie, invece, vivono essenzialmente nella vita divina, come il Tempio è nella vita divina. Hanno solo bisogno di vedere i comandamenti come adempimento dei bisogni divini, con i quali sono così intimamente coinvolti. [[File:Emanation.gif|thumb|''[[w:Ein Sof|Ayn Sof]]'', emanazione delle ''[[w:Sefirot|Sefirot]]'' e [[w:Gerarchia degli angeli|gerarchie angeliche]] secondo la [[w:Cabala lurianica|Cabala lurianica]], molto posteriore a Nahmanide]] L'argomento dei bisogni divini assorbì i cabalisti dopo Nahmanide.<ref>Cfr. per es., Meir ibn Gabbai, ''Avodat ha-Qodesh'', 2.2ss. Per la visione opposta da parte della maggioranza dei rabbini talmudici, cfr. ''Y. Nedarim'' 9.1/41b rif. {{passo biblico2|Giobbe|35:7}}; e Saadyah Gaon, ''Emunot ve-De’ot'', 3.10. Ma, cfr. ''B. Berakhot'' 7a; ''B. Baba Metsia'' 114a rif. {{passo biblico2|Dt|8:10}}.</ref> Alcuni addirittura vedevano l'emanazione del mondo multiforme dall'unità divina come risultato del bisogno di Dio per un "altro".<ref>Cfr. per es., Hayyim Vital, ''‘Ets Hayyim'', 1:11a.</ref> Nahmanide non sembra intendere un concetto così radicale, che la creazione non sia un atto del tutto gratuito. Ciò che la sua invocazione alla dottrina cabalistica sembra significare è che, poiché Dio ha scelto di estendersi nella molteplicità, in tal modo si è reso dipendente da essa, ''in quanto'' vi è presente. Ma, come l'Infinito totalmente trascendente (''[[w:Ein Sof|Ayn Sof]]''), Dio non è mai del tutto dipendente da ciò che partecipa alla Sua vita. Poiché Egli non vi è mai del tutto presente. Nella sua introduzione al ''Commentario alla Torah'', Nahmanide afferma con forza il detto cabalistico secondo cui la santità della Torah riflette il fatto che le sue parole sono tutte permutazioni dei nomi di Dio.<ref>Chavel, seguendo la visione tradizionalista che lo ''Zohar'' sia una fonte per Nahmanide, vede la fonte (''meqoro'') di questa dottrina nello ''Zohar: Yitro'', 2:87a (cfr. CT, introduzione, cur. Chavel, 6, nota). Più plausibilmente, Nahmanide era la fonte dello ''Zohar'' per questa dottrina cabalistica di base. Un'applicazione del punto teologico sta nel fondare la norma halakhica secondo cui un ''Sefer Torah'' difettoso in qualsiasi modo è ritualmente non valido per la lettura pubblica nella sinagoga (Maimonide, ''Hilkhot Sefer Torah'', 10.1, nn. 12 e 13), cfr. Abraham ben Yom Tov Ishbili, ''Teshuvot ha-Ritba'', cur. Kafih (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1959), n. 142, pp. 167-70. Il Ritba cita Nahmanide, non lo ''Zohar'', come ''locus classicus'' per questo punto. Per dubbi sull'antichità dello ''Zohar'' da parte di uno studioso tradizionalista premoderno, vedere Jacob Emden, ''Mitpahat Sefarim'' (Altona, 1769); cfr. Scholem, ''Major Trends'', 181.</ref> Quindi Dio è presente nella Torah e in questo senso ne ha bisogno come una persona ha bisogno di qualsiasi organo vitale. Ma Dio è sempre più dei Suoi nomi; infatti ''Ayn Sof'' (l'"Infinito") è un termine negativo: essenzialmente Dio è senza nome. A questo livello, ciò che Nahmanide sembra voler significare per bisogno divino è che mediante l'esecuzione dei comandamenti, in particolare gli ''huqqim'', almeno alcuni ebrei non sono solo destinatari passivi della grazia di Dio, ma partecipanti attivi della vita divina. Questo aspetto della teologia cabalistica di Nahmanide ha probabilmente avuto un'influenza maggiore sulla Cabala successiva di qualsiasi altra.<ref>Una profonda riaffermazione della dottrina cabalistica dell'interazione dei bisogni divini e umani fu fatta da Abramo Joshua Heschel in ''Man Is Not Alone'', 241 ff.</ref> === Il primato dell'esegesi === {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie delle interpretazioni}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4" ><references/></div> {{Avanzamento|75%|19 luglio 2022}} [[Categoria:Nahmanide teologo|Introduzione]] flt7bvprex7cl8d2z1lvshcwke7kwzj 430762 430760 2022-07-20T15:29:53Z Monozigote 19063 /* Comandamenti metasociali/metastorici e la Cabala */ testo wikitext text/x-wiki {{Nahmanide teologo}} [[File:Nahmanides Commentary - Adler n° 662.JPG|thumb|540px|center|Commentario di Nahmanide, (XV secolo)]] == INTRODUZIONE == === Rabbi Moshe ben Nahman Girondi === Rabbi [[w:Nahmanide|Moshe ben Nahman Girondi]] è conosciuto nella letteratura ebraica con il suo acronimo '''Ramban''' ((רמב״ן‎). Ma per i lettori moderni delle lingue europee è '''Nahmanide''', e per i suoi contemporanei spagnoli era ''Bonastruc ça Porta''. Ognuno dei suoi nomi racconta qualcosa della sua carriera. In quanto [[w:rabbino|rabbino]] Moshe ben Nahman Girondi, era il leader rabbinico più influente degli ebrei di Spagna del suo tempo. Come Ramban è stato un pilastro del pensiero ebraico nel corso dei secoli dalla sua morte. Come Nahmanide sta ottenendo sempre più riconoscimenti tra gli studiosi del pensiero religioso occidentale. E come Bonastruc ça Porta svolse un ruolo centrale nei complessi rapporti tra gli ebrei spagnoli e la società cristiana in cui vivevano. Nahmanides nacque nel 1194 a [[w:Gerona|Gerona]], una piccola ma culturalmente vitale comunità ebraica vicino a [[w:Barcellona|Barcellona]], ​​capitale dell'allora [[w:Principato di Catalogna|Principato di Catalogna]]. Discendeva da una famiglia aristocratica rabbinica e fu educato nel [[w:Talmud|Talmud]] e nella [[w:Cabala ebraica|Cabala]] da eminenti studiosi. Raggiungendo la reputazione di brillante studioso rabbinico in giovane età, fu ampiamente consultato su questioni [[w:Halakhah|halakhiche]] e teologiche e la sua introduzione alle opere dei tosafisti della Francia settentrionale nel curriculum della sua accademia rivoluzionò la cultura talmudica sintetizzando tradizioni [[w:sefarditi|sefardite]] e [[w:aschenaziti|aschenazite]]. La sua approvazione della Cabala, che stava appena emergendo in Spagna ai suoi tempi, ne accresceva la rispettabilità e ampliava il suo pubblico. Nella controversia sulle opere teologiche di [[Maimonide]] nel primo terzo del XIII secolo, i suoi sforzi verso un compromesso aiutarono a preservare l'accesso degli ebrei tradizionali a queste opere e favorirono l'integrazione che oggi diamo per scontata del pensiero di Maimonide nel canone generalmente conservatore della [[w:letteratura rabbinica|letteratura rabbinica]]. Dopo aver iniziato la sua carriera a Gerona, Nahmanide servì come la principale autorità rabbinica della Catalogna. Sebbene si guadagnasse da vivere come medico (alla pari di Maimonide), era un rabbino molto efficace, insegnando a studenti avanzati, decidendo questioni di Halakhah e politica sociale, predicando e pubblicando un ampio ''corpus'' di opere. In qualità di principale studioso ebreo nel nord della Spagna, fu convocato nel 1263 dal re [[w:Giacomo I d'Aragona|Giacomo d'Aragona]] per disputare pubblicamente con [[:en:w:Pablo Christiani|Pablo Christiani]], un apostata ebreo che era diventato frate domenicano. Il tema era pericoloso: la messianicità di Gesù. La disputa, tenuta alla presenza del re e della sua corte davanti a un'udienza piena di dignitari, si svolse in luglio a Barcellona. Il suo esito era atteso con ansia sia da ebrei che da cristiani. Sorprendentemente, il re ritenne la difesa presentata da Nahmanide del rifiuto ebraico di accettare Gesù come il Messia più convincente delle argomentazioni di Christiani. Ma la vittoria fu pirrica. Le forti pressioni dei domenicani costrinsero Nahmanide a lasciare l'Aragona e infine nel 1267 emigrò in [[w:Terra d'Israele|Terra d'Israele]]. Sbarcò ad [[w:Acri (Israele)|Acri]] e presto si stabilì a [[w:Gerusalemme|Gerusalemme]]. Come in Spagna, attirò presto molti studenti e la sua influenza si diffuse ancora una volta. Dedicò gli ultimi anni della sua vita a ricostruire la minuscola e demoralizzata comunità ebraica della Terra in un centro superiore di istruzione ebraica. Prima della sua morte nel 1270, completò la grande opera della sua vita, il ''Commentario alla Torah'', legando insieme i molti filoni di pensiero iniziati nei suoi primi lavori. Sebbene questo ''[[w:magnum opus|magnum opus]]'' contenga una ricchezza di materiale letterario, esegetico, halakhico, storico e filologico, la sua teologia gli conferisce la grande profondità e il suo più duraturo interesse per il pensiero ebraico e per il mondo culturale.<ref>Sono state usate le seguenti edizioni delle opere di Nahmanide: {{en}}''Commentary on the Torah'' (CT) 2 voll., cur. C. B. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1959-63); ''Kitvei Ramban'' (KR) 2 voll., cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1963); ''Hidushei ha-Ramban'', 2 voll., cur. I. Z. Meltzer (B'nai B'rak, 1959); ''Hidushei ha-Ramban ha-Shalem'', 4 voll., cur. M. Hershler ''et al.'' (Gerusalemme: Makhon ha-Talmud ha-Yisraeli, 1970-87); ''Notes on Maimonides' Sefer ha-Mitsvot'', cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1981); ''Teshuvot ha-Ramban'', cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1975). Per gli effetti della ricostruzione dei testi originali in un nuovo contesto, cfr. B. Pesahim 105b e Rashbam, ''s.v.'' ''"ve-sadrana ’ana"'' Per un eccellente esempio contemporaneo di ricostruzione accademica e filosofica del pensiero di un teologo ebreo medievale, cfr. Lenn E. Goodman, cur., ''The Book of Theodicy: Translation and Commentary on the Book of Job by Saadiah ben Joseph Al-Fayyumi''.</ref> === Le ragioni dei Comandamenti === Scopriamo il centro della teologia di Nahmanide nella sua teoria dei comandamenti.<ref>Si veda il saggio classico di J. Perles, "Über den Geist des Commentar der Rabbi Moses ben Nachman zum Pentateuch", ''Monatschrift für Geschichte und Wissenschaft des Judenthums'' 8 (1858) 81.</ref> La necessità che il testo della Torah sia il più normativo possibile è il principale incentivo al ''[[w:Pardes|derash]]'', il metodo sviluppato dai rabbini per sbloccare il significato più profondo e più ampio del testo della Scrittura. Questo metodo è stato utilizzato per scoprire sia le norme più precise che regolano l'azione ([[w:Halakhah|Halakhah]]) sia le norme meno precise che guidano il pensiero ([[w:Haggadah|Aggadah]]).<ref>A differenza della Halakhah, le cui prescrizioni sono trasmesse o legiferate dalle autorità rabbiniche della comunità per la comunità (cfr. [[Maimonide]], ''Hilkhot Mamrim'', cap. 1), l'Aggadah è il suggerimento di un saggio individuale di ciò che secondo lui dovrebbe essere fatto al di là della Halakhah, specialmente nell'area della dottrina, dove ci sono poche regole halakhiche. L'Aggadah è normativa, non solo descrittiva (cfr. Y. Megillah 4.1/74d), ma non è legalmente vincolante (cfr. Y. Peah 2.6/10a; Y. Horayot 3.5/48c rif. {{passo biblico2|Ecclesiaste|6:2}}). Così si esorta: "Quando desideri conoscere Dio, studia l'Aggadah" (''Sifre: Devarim'', cur. Finkelstein, n. 49). La ricerca di Dio è obbligatoria, come risulta dal versetto su cui questo testo commenta: "...che io vi ordino di mettere in pratica, amando il Signore, vostro Dio, camminando in tutte le Sue vie e tenendovi stretti a Lui" ({{passo biblico2|Dt|11:22}}). Si veda [[Maimonide]], ''Shemonah Peraqim'', 5, ''ad init.''</ref> Inevitabilmente, la ricerca di norme più profonde e più ampie implica la ricerca degli scopi soggiacenti alla Torah, ''ta’amei ha-mitsvot'', le "ragioni dei comandamenti". Perché, se si vogliono ampliare i comandamenti, un'elaborazione ordinata richiede un certo senso delle finalità che il divino Legislatore intendeva da essi.<ref>La relazione tra ''[[w:Pardes|peshat]]'' (significato apparente) e ''[[w:Pardes|derash]]'' (significato esplicato) è sottile. Quindi il principio "La Scrittura parla del proprio tempo presente (''be-hoveh'')" è usato per spiegare perché certe cose sono menzionate in una legge particolare. Ma la legge non si limita a questi casi; piuttosto, gli elementi in questione sono visti come esempi di una classe generale che include un'infinità potenziale di altri casi. Quindi, quella che può sembrare un'affermazione dell'autosufficienza della ''peshat'' è in realtà una base per la ''derash'', una ricerca del principio alla base degli esempi. Si veda, ad esempio, M. Baba Kama 5.7; cfr. ''Enciclopedia Talmudit'' 6.553-55. Il principio rabbinico, "La Scrittura non si discosta dal suo significato apparente (''middei peshuto'')" non era inteso a precludere ''derash'' ma per darle una base. Cfr. B. Yevamot 24a e paralleli; ''Midrash Leqah Tov''. Vayetse, cur. S. Buber, 72b-73a; e David Weiss Halivni, ''Peshat and Derash: Plain and Applied Meaning in Rabbinic Exegesis'' (New York: Oxford University Press, 1991) 3 segg., 79 segg. Sul ruolo di ''ta‘amei ha-mitsvot'' nell'interpretazione normativa, cfr. I. Heinemann, ''Ta‘amei ha-Mitsvot be-Sifrut Yisrael'' (Gerusalemme: World Sionist Organization, 1949) 1.11 ss.</ref> In effetti, la ricerca delle ragioni dei comandamenti è una contropartita oggettiva dell'esigenza soggettiva che chi esegue un comandamento lo faccia con la giusta intenzione (''[[:en:w:kavanah|kavvanah]]''). ''Kavvanah'' opera su due livelli. La prima è l'intenzione di adempiere un comandamento divino; questo è chiamato ''kavvanah le-mitsvah''.<ref>Cfr. R. Israel Meir Ha-Kohen, ''Mishnah Berurah'' su ''Shulhan ‘Arukh'': ’Orah Hayyim, 60.4, n. 11.</ref> È perché l'intenzione a questo livello è generale che la stessa formula viene usata nella benedizione richiesta per l'adempimento dei comandamenti più positivi: "che ci ha santificato con i Suoi comandamenti e ci ha comandato di —." Ciò che si intende è obbedire alla volontà di Dio, indipendentemente dal comandamento specifico. Un livello più profondo di ''kavvanah'' fa riferimento allo scopo specifico di questo comandamento e si concentra su come ci si avvicina a Dio compiendo tale atto specifico. Questo è chiamato "l'intenzione del cuore", ''kavvanat ha-lev''.<ref>''Kavvanat ha-lev'' in questo senso si applicava originariamente solo al comandamento di recitare il primo versetto dello ''[[w:Shemà|Shemà]]'' e ''Shemonah Esreh''. Cfr. M. Berakhot 2.1; ''Sifre Devarim'', no. 41; cfr. David Weiss Halivni, ''Meqorot u-Mesorot'': Mo‘ed (Yoma - Hagigah) (Gerusalemme: Jewish Theological Seminary of America, 1975) 404-05. Ma col tempo ''kavvanat ha-lev'' divenne un ''desideratum'' per tutte le ''mitsvot''. Si veda specialmente Nahmanide, ''Notes on Maimonides’ Sefer ha-Mitsvot'', pos. no. 5.</ref> Richiede la nostra comprensione, per quanto limitata, della sapienza di Dio. È nel perseguire questa ''kavvanah'' più profonda che la ricerca delle ragioni dei comandamenti trova una motivazione più spirituale della pura curiosità intellettuale. È l'intenzione propria del cuore che distingue le autentiche azioni religiose da ciò che [[w:Abraham Joshua Heschel|Abraham Joshua Heschel]], proseguendo su un tema centrale di [[w:Bahya ibn Paquda|Bahya Ibn Paquda]], ha chiamato "religious behaviorism".<ref>Cfr. ''God in Search of Man'', 320ss. Cfr. Bahya ibn Pakuda, ''Hovot ha-Levavot'': Sha’ar ha-Ma’aseh, cap. 1ss.</ref> Così, quando mi chiedo perché la Torah abbia bisogno di un comandamento generale "Siate santi" ({{passo biblico2|Lev|19:2}}), in quanto tutti i comandamenti sono destinati a renderci santi, Nahmanide fa la sorprendente osservazione che uno può "essere un miserabile entro i parametri di ciò che la Torah permette" (''naval bi-rshut ha-Torah'').<ref>CT: Lev. 19:2/11, 115; cfr. CT: Deut. 27:26.</ref> La mera osservanza delle legalità non assicura di diventare una persona santa, che è lo scopo ultimo dei comandamenti. Nahmanide non sta sostenendo, naturalmente, che la santità può essere raggiunta senza osservare la Torah.<ref>Cfr. I. Tishby, ''Mishnat ha-Zohar'', 2.387. Martin Buber, in ''Two Types of Faith'', 57, sostiene che la Halakhah è antitetica alla vera relazione Io-Tu tra uomo e Dio.</ref> Gli obblighi specifici della Legge sono indispensabili per l'adempimento umano che essa intende.<ref>Come precedente dell'opinione che la ricerca delle ragioni dei comandamenti dovrebbe condurre solo a una migliore osservanza degli stessi, non alla loro negligenza, cfr. Filone, ''De abrahamo'', 89-93.</ref> Tuttavia il requisito della ''kavvanah'' indica che la Torah riguarda molto di più rispetto all'osservazione comportamentale. Infatti, in questo particolare passo, Nahmanide mostra come l'intenzione della santità debba indurre a fare più di quanto la lettera della legge richieda. La teologia razionalista ebraica del Medioevo, soprattutto quando influenzata dalla teleologia aristotelica, fornì uno stimolo e un metodo alla ricerca delle ragioni dei comandamenti. Si presumeva che ci fossero sempre scopi sia in natura che nelle attività umane. Così [[Maimonide]] vedeva tutti i comandamenti come miranti al miglioramento del corpo e della società (''tiqqun ha-guf'') o al miglioramento dell'anima (''tiqqun ha-nefesh'').<ref>''Moreh Nevukhim'', 3.27.</ref> Nella terza sezione della sua ''[[Guida dei perplessi]]'', sostenne che le ragioni di tutti i comandamenti specifici potrebbero trovarsi sotto queste rubriche generali. Per quanto impressionante possa essere intellettualmente questo metodo di indagine, porta con sé alcuni pericoli religiosi. Ad esempio, nella ''Guida'' [[Maimonide]] sottolinea le condizioni sporche in cui vivono i maiali, rendendo il maiale un alimento non salutare per l'organismo.<ref>''Moreh'', 3.48.</ref> Ma lo stesso motivo potrebbe essere utilizzato per evitare il divieto, se si potesse dimostrare che è possibile allevare i maiali in modo igienico. Se il divieto risponde a un semplice bisogno naturale, quel bisogno potrebbe essere soddisfatto senza, per esempio, evitare la carne di maiale. Parimenti, quando la ragione di un comandamento è considerata il miglioramento dell'anima. Se, ad esempio, lo scopo del comandamento di studiare la Torah è quello di apprendere verità metafisiche che possono essere comprese, in linea di principio, da chiunque abbia probità morale e capacità intellettuale, cosa impedisce alla metafisica generale di sostituire lo studio della Torah quale più alta attività umana?<ref>Cfr. Maimonide, ''Hilkhot Yesodei ha-Torah'', 4.13; ''Moreh'', 2.33; cfr. Menachem Kellner, ''Maimonides on Human Perfection'' (Atlanta: Scholars Press, 1990) per un resoconto della concezione tenuta da Maimonide sui tipi più elevati di attività umana che non si presta a un tale riduzionismo – o appropriazione indebita degli obiettivi di Maimonide.</ref> Maimonide chiaramente enfatizzava l'autorità dei comandamenti indipendentemente dall'apprensione delle loro ragioni.<ref>Cfr. ''Hilkhot Teshuvah'', 3.4: "Anche se suonare lo shofar a Rosh Hashanah è un decreto scritturale (''gezerat ha-katuv''), contiene un accenno (''remez'') della sua intenzione, vale a dire (''kelomar''): ‘Svegliatevi dormienti dal vostro sonno... esaminate le vostre azioni, ritornate in penitenza, e ricordate il vostro Creatore!’"</ref> Tuttavia, c'erano preoccupazioni religiose circa la trascuratezza pratica dei comandamenti a cui il suo approccio filosofico poteva prestarsi. Tali preoccupazioni in effetti portarono i rabbini della Francia settentrionale a vietare lo studio degli scritti teologici di Maimonide. La "Controversia maimonidea" che ne seguì giunse al culmine nel 1232, il mondo rabbinico apparentemente polarizzato tra pro e anti-maimonisti.<ref>Cfr. J. Sarachek, ''Faith and Reason: The Conflict Over the Rationalism of Maimonides'' (New York: Hermon, 1970) 75ss., 84-85, 116ss.</ref> Il trentottenne Nahmanide, già un'autorità halakhica rispettata in tutti i quartieri del mondo ebraico, tentò un compromesso. Sebbene egli stesso fosse preoccupato per i pericoli di un approccio filosofico ai comandamenti, Nahmanide difese Maimonide, sostenendo che la sua teologia razionalista non era destinata alle masse di ebrei fedeli, ma solo a coloro che erano stati esposti alla filosofia e quindi richiedevano giustificazioni filosofiche come condizione della propria stabilità religiosa.<ref>Cfr. C. B. Chavel, ''Rabbenu Mosheh ben Nahman'' (Gersualemme: Mosad Harav Kook, 1967) 120ss.</ref> Nahmanide era chiaramente d'accordo con Maimonide che ci sono ragioni per tutti i comandamenti. Differiva da lui, e da tutti gli altri teologi ebrei razionalisti, nella sua insistenza sul fatto che le ragioni dei comandamenti non sono fondate sulla metafisica ma su fatti unicamente ebraici.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Esodo|20:23}}. Per la classificazione delle ''mitsvot'' da parte di Nahmanide, cfr. C. Henoch, ''Ha-Ramban ke-Hoqer u-Mequbbal'' (Gerusalemme: Harry Fischel Institute, 1978) 337ss.</ref> Il progetto di suscitare questi fondamenti è portato avanti in tutti i suoi scritti e diventa il tema principale del suo coronamento, il ''Commenarito alla Torah'', che iniziò in Spagna prima del suo esilio e completò non molto tempo prima della sua morte in [[w:Terra di Israele|Terra d'Israele]] nel 1270. === Comandamenti basati sulla natura e sulla ragione === Alcuni studiosi hanno ipotizzato che l'opposizione di Nahmanide alla metafisica greca, in particolare a quella di Aristotele, significhi che non poteva accettare la realtà di alcun ordine naturale. Poiché le idee di ordine naturale e ragione umana universalmente valida sono correlative, sembrerebbe che il rifiuto della natura porti immediatamente al rifiuto della ragione. Quindi si conclude che Nahmanide fosse un "anti-razionalista".<ref>Cfr. per es., Solomon Schechter, "Nachmanides", ''Studies in Judaism'' (New York: Macmillan, 1896) 1.119-20.</ref> Ma Nahmanide non rifiutò un ordine naturale o una ragione umana universale.<ref>Cfr. David Berger, "Miracles and the Natural Order in Nahmanides" in Twersky, cur., ''Rabbi Moses Nahmanides'', 101ss.</ref> Ciò che rifiutò fu l'assunto di alcuni teologi che la natura/ragione debba essere costituita secondo le categorie di Aristotele. La sua principale obiezione ad Aristotele e ai suoi seguaci ebrei era che presumevano che l'ordine naturale fosse onnicomprensivo e che la ragione universale fosse sufficiente per la nostra conoscenza di tutte le cose, incluso Dio. Aristotele e gli aristotelici ebrei sembravano non lasciare spazio alla creazione o alla rivelazione, almeno per come Nahmanide intendeva queste dottrine. Per Nahmanide, il rifiuto della metafisica aristotelica non portava al rifiuto della natura o all'antirazionalismo, ma a una concezione più circoscritta della portata della natura e della portata della ragione. In qualche modo Nahmanide era più razionalista di Maimonide. Operando entro un raggio più limitato, poteva dimostrare più facilmente la verità delle affermazioni della ragione. Questa differenza è notevole per quanto riguarda i comandamenti che regolano le relazioni interumane (''bayn adam le-havero''). I vantaggi dell'approccio di Nahmanide sono evidenti, ad esempio, se confrontiamo il suo trattamento dei [[w:Noachismo|Sette Comandamenti di Noè]] con quello di Maimonide. I comandamenti noachici sono quelle leggi che i rabbini consideravano vincolanti per tutta l'umanità, i "figli di Noè".<ref>T. Avodah Zarah 8.4; B. Sanhedrin 56a-b.</ref> Queste leggi, che proibiscono l'omicidio, l'incesto e la rapina, tra gli altri crimini, sono riconosciute praticamente in tutte le società e sono prontamente viste come requisiti della ragione. Molti teologi ebrei li chiamano comandamenti razionali (''mitsvot sikhliyot'').<ref>Cfr. Saadiah Gaon, ''ED'', 9.2 rif. {{passo biblico2|Genesi|2:16}}.</ref> Appartengono a ciò che i pensatori ebrei successivi (seguendo i filosofi [[w:stoicismo|stoici]] e [[w:cristianesimo|cristiani]]) identificarono come legge naturale.<ref>Cfr. Joseph Albo, ''Sefer ha-'Iqqarim'', 1.1.</ref> In un famoso brano della ''[[Mishneh Torah]]'', Maimonide afferma che chiunque accetti queste leggi solo a forza della ragione ordinaria (''hekhrea ha-da‘at'') non è ritenuto degno della beatitudine del mondo a venire, in cui "ai pii delle nazioni del mondo" è assicurata una porzione.<ref>''Hilkhot Melakhim'', 8.11.</ref> Nel suo precedente ''Commentario alla Mishnah'', Maimonide sembra respingere il concetto stesso di "comandamenti razionali".<ref>''Shemonah Peraqim'', 6; cfr. ''Commentario alla Mishnah'', Berakhot 5.3.</ref> Alcuni studiosi vedono in questi due passi un rifiuto di qualsiasi moralità da legge naturale. Ma si può argomentare meglio che Maimonide stava in realtà rifiutando solo una moralità da legge naturale non fondata su un'adeguata comprensione della vera costituzione metafisica della natura. Stava rifiutando la solidità religiosa (sebbene non, forse, l'utilità politica) delle norme scoperte o inventate dalla prudenza piuttosto che dall'intuizione di Dio e dell'universo. Secondo questo approccio, l'unica moralità veramente adeguata è quella i cui fondamenti metafisici sono sani e propriamente compresi, e l'unica metafisica veramente efficace è quella le cui conseguenze morali sono sane e propriamente comprese. Per Maimonide esiste una forte connessione razionale tra metafisica e morale.<ref>Per la necessità della metafisica nella morale, cfr. ''Moreh'', 2.40, 3.27; per la necessità della metafisica da parte della morale, 3.54.</ref> La metafisica è il fondamento più profondo della moralità. È ciò che rende la moralità naturale piuttosto che una mera legislazione umana. E la moralità è il frutto più utile della metafisica. Senza moralità, la metafisica non ha alcuna influenza pratica o politica. Senza metafisica, la morale non ha fondamento universale. Quindi, secondo Maimonide, la metafisica è più che solo teorica; e la moralità è più che pratica. I due sono legati dalla ragione, e quindi scopribili l'uno dall'altro mediante un uso corretto della ragione. Nahmanide non vedeva alcuna connessione razionale tra metafisica e moralità. In effetti, la sua teologia non lascia quasi spazio alla metafisica. Le verità più profonde sull'universo si raggiungono solo attraverso la rivelazione. Le norme morali evidenti alla ragione sono quelle richieste da qualsiasi società per soddisfare i bisogni fondamentali dei suoi membri per un ordine giusto e stabile. In definitiva, naturalmente, una tale moralità deve essere inclusa nella legge rivelata. Ma la rivelazione arriva in momenti storici unici, non attraverso processi naturali costanti, quindi non può funzionare come base razionale per la moralità. La rivelazione non è, come la ragione, la scoperta dell'ordine costante dell'universo. Quindi la ragione, per Nahmanide, non può colmare il divario tra rivelazione e moralità, come può colmare il divario tra metafisica e moralità secondo [[Maimonide]]. Tuttavia, come risultato di questa scissione della metafisica dalla moralità, la razionalità della moralità naturale è accresciuta, non diminuita nella teologia di Nahmanide. Maimonide sembra richiedere una profonda intuizione metafisica prima che le verità morali più elementari acquisiscano il loro pieno significato. Per Nahmanide, qualunque moralità gli esseri umani possano imparare da soli è nota molto più direttamente. Per cui Nahmanide commenta, abbastanza tipicamente: {{citazione|La violenza è rapina e oppressione... perché la violenza è un peccato, come è noto e universalmente accettato (''ve-ha-mefursam'')... il motivo è che il suo divieto è un obbligo razionale (''mitsvah muskelet''), per il quale non c'è bisogno che un profeta dia un comandamento.<ref>CT: {{passo biblico2|Genesi|6:13}} - 1, 52. Cfr. CT: {{passo biblico2|Genesi|6:2}}. Per l'uso da parte di Nahmanides del termine ''mitsvot sikhliyot'', si veda KR: Commentario su Giobbe, 1:1, I, 26; ''Torat ha-Shem Temimah'', KR I, 173.</ref>}} Nahmanide accetta la legittimità del diritto naturale a livello interumano. Ma tale moralità e rivelazione non si trovano sullo stesso piano. La moralità viene ''dagli'' umani (almeno nelle sue manifestazioni più elementari). La rivelazione arriva ''a'' loro. Prima del Sinai, sostiene Nahmanide: {{citazione|Troverete che i patriarchi e i profeti si sono comportati in maniera evidentemente morale (''derekh ‘erets'')... e con inferenza ''a fortiori'', se i patriarchi e i profeti venuti a fare la volontà di Dio si sono comportati in modo evidentemente morale, quanto tanto più dovrebbe fare la gente comune!<ref>CT: {{passo biblico2|Esodo|12:21}} 1.334.28. Maimonide sembra avere un'opinione simile in ''Hilkhot Yesodei ha-Torah'', 7.5.</ref>}} La moralità stessa non conduce alla rivelazione, sebbene ne sia una precondizione. La morale non anticipa in alcun dettaglio né l'evento della rivelazione né il suo ricco contenuto. === Commandmenti basati sulla Storia === Quei comandamenti le cui ragioni sembrano evidenti sono chiamati ''mishpatim'', "giudizi". Il loro ''locus'' è il rapporto tra gli esseri umani nella vita quotidiana. Ma per Nahmanide il regno della natura (compresa la nostra natura politica) non è dove si trova la vera relazione tra Dio e gli esseri umani. La natura, come concepita filosoficamente o scientificamente, è un ordine costante; non ammette innovazione. Ma il fatto più elementare su Dio che deve essere riconosciuto dalle Sue creature è che Dio è il Creatore; l'universo è il risultato del Suo atto assolutamente libero. Dio può intervenire nel Suo universo in qualsiasi momento, indipendentemente dall'ordine familiare della natura. Quell'ordine è solo ''usuale''. Non ha alcuna necessità intrinseca o inerente. Questo punto antimetafisico, fatto da Nahmanide nel XIII secolo, fu fatto da [[w:David Hume|David Hume]] con un intento diverso nel diciottesimo.<ref>"The custom operates before we have time for reflexion... much more without forming any principle concerning it, or reasoning upon that principle." David Hume, ''A Treatise of Human Nature'', 1.3.8, cur. L. A. Selby-Bigge (Oxford: Clarendon Press, 1888) 104. Per il contesto islamico, cfr. L. E. Goodman, "Did al-Ghazali Deny Causality", ''Studia Islamica'' 47 (1978) 83-120.</ref> È per insegnarci che l'ordine naturale non ha alcuna necessità ultima che la Torah ponga tale accento sui miracoli. Perché è attraverso i miracoli, specialmente quelli di tipo spettacolare (''nissim mefursamim''), che Dio dimostra la Sua potenza sull'universo che ha creato.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|13:2}}.</ref> Tuttavia, questi miracoli spettacolari sono avvenuti secoli fa, e anche allora sono stati eseguiti raramente. Che legame ha l'ebreo ordinario con eventi così grandiosi? In che modo diventano un'esperienza personale e quindi impartiscono un apprezzamento del potere creativo e della provvidenza di Dio? Nahmanide vede la soluzione della Torah a questo problema in quei comandamenti chiamati ''‘edot'', "testimonianze", comandamenti basati sulla storia. Glossando il comandamento che l'Esodo "sarà un segno sulla tua mano, sarà un ornamento fra i tuoi occhi, per ricordare che con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto" ({{passo biblico2|Esodo|13:16}}), che la tradizione rabbinica vedeva come un obbligo di indossare regolarmente i [[w:tefillin|tefillin]], Nahmanide scrive: {{citazione|Ciò è perché Dio non compie un segno (''‘ot'') e una dimostrazione (''mofet'') in ogni generazione, per essere visto da ogni malfattore e negatore (''kofer''). Piuttosto, ci comanda continuamente di compiere un memoriale (''zikaron'') e un segno di ciò che i nostri occhi hanno visto.<ref>CT: {{passo biblico2|Esodo|13:16}} - 1 , 346.</ref>}} Nahmanide qui esprime una visione partecipativa della storia. Questa prospettiva, che spesso ribadisce, contrasta nettamente con la visione più familiare e illustrativa della storia. Le nostre scienze sociali, modellandosi sulle scienze naturali, in genere cercano regolarità nel comportamento umano e tentano di vedere tutti gli eventi come esempi di processi costanti. La storia diventa così una raccolta di dati del passato per ampliare il numero di esempi che illustrano vari principi specifici. L'interesse per il passato è governato dagli interessi del presente e dalla loro proiezione nel futuro.<ref>Cfr. W. H. Walsh, ''An Introduction to Philosophy of History'' (Londra: Hutchinson, 1967) 63ss.</ref> La visione della storia concepita da Nahmanide riflette un presupposto molto più antico. La vita umana nel presente, compresi tutti i normali processi del comportamento umano, trae il suo significato dai grandi eventi del passato. Il compito della storia non è incorporare gli eventi del passato in schemi perenni discernibili nel presente e proiettati nel futuro, ma vedere i processi del presente come segni e simboli dei grandi eventi del passato.<ref>Cfr. Mircea Eliade, ''The Sacred and the Profane: The Nature of Religion'' (New York: Harper and Row, 1961) 106-07.</ref> Per gli ebrei, questa incorporazione del presente nel passato è funzione di quei comandamenti che simbolicamente rievocano i grandi (e rari) eventi passati. Sottolineando la nostra partecipazione simbolica ai grandi eventi in cui Dio si è manifestato in modo così potente al popolo di Israele, Nahmanide indica che questa partecipazione non è solo vissuta passivamente. Richiede la determinazione ad agire con apertura alla presenza divina quando e dove si è rivelata. Dio non compie i suoi potenti atti di routine, per timore che diventiamo spettatori passivi piuttosto che partecipanti attivi. Per coloro che negano la potenza provvidenziale di Dio, anche l'esecuzione regolare di miracoli e segni sarebbe sprecata. L'ostinazione bloccherebbe il loro messaggio.<ref>Cfr. CT: {{passo biblico2|Genesi|14:10}}; e l'eccellente trattamento da parte di Y. Silman delle opinioni di Halevi sulla rivelazione e sulla storia, ''Bayn Filosof le-Navi'' (Ramat-Gan: Bar-Ilan University Press, 1985) 161ss., 216ss.</ref> Ma, per coloro che hanno una sottostante propensione alla fede, l'attivazione di tale propensione richiede una partecipazione simbolica. È con tali temi in mente che Nahmanide scrive del "processo" di Abramo, sottolineando l'importanza dell'azione piuttosto che della mera buona volontà passiva: {{citazione|Un processo (''nisayon'') è chiamato con questo nome a causa di colui che è stato processato. Ma colui che lo processa, che Egli sia esaltato, lo comanda per portare la materia dalla potenzialità all'attualità, affinché colui che è processato possa ricevere la ricompensa che l'azione merita, non soltanto la ricompensa perché ha un buon cuore... e così in effetti accade con tutte le prove nella Torah. Sono per il bene di colui che è processato.|CT: {{passo biblico2|Genesi|22:1}}, I - 125-26}} Come i comandamenti basati sulla natura (''mishpatim''), i comandamenti basati sulla storia (''‘edot'') soddisfano i bisogni umani. I ''mishpatim'' soddisfano i bisogni degli esseri umani nelle loro relazioni reciproche nella società; gli ''‘edot'' soddisfano i bisogni degli umani nel loro rapporto con Dio nella storia.<ref>Per questa duplice teleologia delle ''mitsvot'', cfr. CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|22:6}}.</ref> La gente comune ha bisogno di partecipare all'esperienza degli spettacolari miracoli pubblici della storia, sia direttamente che simbolicamente, per apprezzare la trascendenza di Dio dall'ordine naturale e la loro propria capacità di trascenderla, anche se solo parzialmente. Tra i predecessori di Nahmanide, la sua visione piuttosto empirica della natura si avvicina di più a quella di [[w:Saadya Gaon|Saadya Gaon]] (m. 942). La sua visione della storia e del suo significato si avvicina di più a quella di [[w:Yehuda Ha-Levi|Yehuda Ha-Levi]] (m. 1141), di cui riconobbe l'influenza.<ref>Cfr. CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|11:22}}.</ref> === Comandamenti metasociali/metastorici e la Cabala === I comandamenti della Torah designati come ''[[w:Chuqqim|huqqim]]'', "statuti", hanno sempre posto una sfida speciale a coloro che si impegnano a ritenere che tutti i comandamenti della Torah abbiano ragioni. Poiché questi comandamenti sembrano essere espressioni arbitrarie della volontà di Dio. Come ha affermato un ''[[w:midrash|midrash]]'' seminale, Dio in effetti dice al popolo d'Israele: "Ho emanato uno statuto (''huqqah haqqaqti''), ho decretato un decreto (''gezerah gazarti''), e non ti è permesso trasgredire i miei decreti!"<ref>''Bemidbar Rabbah'' 19.1; cfr. ''Midrash Leqah Tov: Huqqat'', 119b.</ref> Ciò è affermato nel contesto di una discussione sull'istituzione nella Torah generalmente riconosciuta come la più enigmatica, il [[:en:w:Red heifer|rito della giovenca rossa]] ({{passo biblico2|Numeri|19:1-22}}).<ref>La '''giovenca rossa''' o '''vacca rossa''' (פרה אדומה - ''parah adumah'') era un sacrificio citato nella Bibbia ebraica, le cui ceneri erano usate per un rituale di purificazione di antichi israeliti che erano venuti in contatto con un cadavere. L'esistenza di una giovenca rossa che sia conforme a tutte le rigide regole e requisiti imposti dalla Halakhah, è un'anomalia biologica: l'animale deve essere interamente di un solo colore ed i rabbini eseguivano una serie di test per assicurarsi, tra l'altro, che il pelo della vacca fosse completamente liscio (per accertarsi con non fosse stata sottoposta al giogo, il che l'avrebbe squalificata). Mosè, il maggiore dei profeti, conobbe il mistero del significato della giovenca rossa. Secondo una tradizione ebraica, solo nove giovenche furono macellate dal periodo che inizia da Mosè e finisce alla distruzione del Secondo Tempio. L'assoluta rarità dell'animale, insieme al rispettivo rituale, attribuisce alla giovenca rossa un'importanza particolare nella tradizione ebraica: è infatti citata come esempio basilare di un ''[[w:Chuqqim|khok]]'', o come già definito supra, una legge biblica per la quale non esiste logica apparente e quindi è considerata di assoluta origine divina. Poiché lo stato di purezza rituale ottenuto attraverso la cenere di una giovenca rossa è un prerequisito necessario per la partecipazione al servizio del Tempio, in tempi moderni sono stati compiuti sforzi da parte di ebrei, che desiderano una purezza rituale biblica e in previsione della costruzione del futuro Terzo Tempio, per individuare una giovenca rossa e ricreare il citato rituale.</ref> Tuttavia, il ''midrash'' qui sembra considerare il rituale come paradigmatico di tutti i comandamenti della Torah. Un altro ''midrash'' sembra similmente generalizzare dal modello degli ''huqqim'' e annunciare che tutti i comandamenti furono dati solo per testare l'accettazione umana della volontà di Dio:<ref>''Bereshit Rabbah'' 44.1 e paralleli; cfr. il trattamento da parte di [[Maimonide]] di questo testo rabbinico in ''Moreh'', 3.26.</ref> I rabbini raffigurano Satana e le nazioni del mondo che insultano il popolo ebraico per la loro tenace fedeltà a questi comandamenti misteriosi.<ref>''Sifra: Aharei Mot'', cur. Weiss, 86a; ''B. Yoma'' 67b. Per ulteriori elaborazioni di questo tema ''"facio quia absurdum"'' nella teologia medievale aschenazita, cfr. D. Berger, ''Jewish-Christian Debate'' (Philadelphia: JPS, 1979) 356-57.</ref> Tali brani pongono chiaramente l'onere della prova su coloro che affermano che tutti i comandamenti della Torah hanno ragioni, per quanto oscure. I razionalisti sono sfidati a suggerire almeno alcune ragioni plausibili per gli ''huqqim'' più problematici, altrimenti riconoscano che tutti i comandamenti sono essenzialmente decreti divini e che anche quando sembrano esserci ragioni, queste sono nella migliore delle ipotesi supposizioni o principi, piuttosto che fondamenti primari del vero intento di Dio. Ma Maimonide e Nahmanide, entrambi impegnati nella tesi che ci sono ragioni per tutti i comandamenti, svilupparono i propri mezzi distintivi per spiegare i comandamenti più difficili della Torah. È a questo livello di sfida esegetica che le loro differenze teologiche fondamentali diventano più evidenti. In effetti, è sullo sfondo del trattamento di Maimonide di questi comandamenti che la posizione di Nahmanide emerge più chiaramente dal contrasto. Per [[Maimonide]], la verità e la bontà si scoprono attraverso le scienze politiche, le scienze fisiche o la metafisica.<ref>Cfr. ''Hilkhot Talmud Torah'', 1.11-12; ''Moreh'', Introduzione.</ref> La sua teologia attribuisce il primato a quei comandamenti i cui scopi sono più evidenti alla ragione umana: quelli che ordinano la società al bene (''mishpatim'') o la mente al vero (''de‘ot''). I comandamenti storici (''‘edot'') sono inseriti in questo contesto basilare. Così l'osservanza dello [[w:Shabbat|Shabbat]] e delle [[w:festività ebraiche|festività]] serve allo scopo politico di promuovere la comunione attraverso il tempo libero e la celebrazione comuni, e lo scopo intellettuale di segnalare le verità sulla creazione del cosmo.<ref>''Moreh'', 3.43.</ref> La storia, in quanto ''locus'' della rivelazione di Dio attraverso eventi unici, non è un considerazione immediata. Così, ad esempio, lo Shabbat è istituito per ricordare che "sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso" ({{passo biblico2|Dt|5:15}}). Ma Maimonide sottolinea il significato universale dello Shabbat: praticamente nel soddisfare il bisogno fisico di riposo; intellettualmente, nel soddisfare il bisogno spirituale di affermare la creazione dell'universo da parte di Dio.<ref>Cfr. specialmenrte ''Moreh'' 2.31. I rabbini talmudici, al contrario, sottolineavano il significato unicamente ebraico dello Shabbat. Cfr. ''B. Sanhedrin'' 58b rif. {{passo biblico2|Genesi|8:22}}; ''Devarim Kabbah'' 1.18 rif. {{passo biblico2|Esodo|31:17}}.</ref> Maimonide invoca la storia quando spiega alcuni degli ''huqqim''. Li vede come reazioni all'idolatria nei tempi antichi.<ref>''Moreh'', 3.37.</ref> Pertanto, adduce due ragioni per il divieto di mangiare carne cotta nel latte. In primo luogo, sostiene che l'alto contenuto di grassi di tali alimenti non è salutare. In secondo luogo, ipotizza che cucinare un capretto nel latte materno possa essere stato un rito pagano che la Torah non voleva che gli israeliti imitassero in alcun modo.<ref>''Moreh'', 3.48. Cfr. ''Hilkhot Ma’akhalot Assurot'', 17.29-31; anche, ''Hilkhot De’ot'', 3.3 rif. ''Mishnah Avot'' 2.2.</ref> Quanto alla domanda sul perché una reazione a un rito pagano scomparso dovesse rimanere normativa, va ricordato che Maimonide considerava perenne la propensione all'idolatria. Così anche i divieti di particolari manifestazioni temporali dell'idolatria servono ancora a sottolineare l'importanza della diligenza perpetua contro questa malattia spirituale sempre virulenta.<ref>Cfr. per es., ''Moreh'', 1.36; 3.29.</ref> Per Maimonide, quindi, i comandamenti razionalmente evidenti sono primari; i comandamenti esplicitamente storici sono, in effetti, deistorizzati; e i misteriosi ''huqqim'' sono visti come reazioni a circostanze storiche. Nel suo ordinamento dei comandamenti, sembrerebbe che i ''mishpatim'' (politici e intellettuali) siano i primi, gli ''‘edot'' secondi e gli ''huqqim'' terzi per importanza. Per Nahmanide, l'ordine sembra essere diametralmente invertito. I ''mishpatim'' sono meno importanti, proprio perché sono i più universali. Gli ''‘edot'' sono importanti, perché sono distintivi. E gli ''huqqim'' sono i più importanti, poiché sono i più distintivi di tutti e santificati dal loro stesso mistero. Pertanto, nello spiegare gli ''huqqim'', Nahmanide invoca ciò che ritiene il vero, più profondo insegnamento della Torah: la ''[[w:Cabala ebraica|Cabala]]''. La sua dipendenza dalla Cabala è stata a lungo oggetto di dibattito. Alcuni studiosi di un cast altamente tradizionale credono che lo ''[[Zohar]]'' sia letteralmente l'opera del [[w:Tannaim|Tanna]] [[w:Shimon bar Yohai|Shimon bar Yohai]] del II secolo. Sostengono che il testo fosse conosciuto immemorabilmente e tramandato ermeticamente da una piccola élite per mille anni prima della sua pubblicazione alla fine del XIII secolo. Tali studiosi pensano che l'invocazione della Cabala da parte di Nahmanide sia altamente selettiva. Sostengono che nella sua teologia cabalistica ci sia molto di più di quanto egli abbia rivelato nei suoi scritti.<ref>Cfr. per es., J. Even-Chen, ''Ha-Ramban'' (Gerusalemme: Ginzekha Rishonim Le-Tsiyon, 1976) 61ss. L'idea che Nahmanide avesse un sistema cabalistico completo e in gran parte segreto era apparentemente sostenuta anche dai suoi contemporanei che trovavano il suo cabalismo eccessivo. Si veda R. Isaac bar Sheshet Parfat, ''Teshuvot ha-Ribash'', no. 157. Per una discussione critica moderna sel cabalismo di Nahmanide, cfr. Gershom Scholem, ''Ha-Kabbalah be-Gerona'', 73ss., e ''Origins of the Kabbalah'', 384; M. Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 254.</ref> I cabalisti spesso affermano che la natura esoterica della Cabala richiede tale moderazione. Ma anche questo punto di vista non spiega perché Nahmanide invochi dottrine cabalistiche quando e dove lo fa — perché ciò che è stato rivelato ai cabalisti sia più frequentemente usato per spiegare le ragioni degli ''huqqim''. La maggior parte degli studiosi moderni accetta il punto di vista di [[w:Gershom Scholem|Gershom Scholem]] secondo cui lo ''[[Zohar]]'' è in gran parte opera del rabbino [[w:Moses de León|Moses de León]], che scrisse dopo Nahmanide e fu influenzato da lui.<ref>Cfr. ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 173.</ref> Essi attribuiscono le sporadiche invocazioni della Cabala da parte di Nahmanide alla natura ancora non sistematica della tradizione e considerano de Leon e i suoi successori i veri sistematizzatori.<ref>Cfr. M. Idel, "We Have No Kabbalistic Tradition on This" in Twersky, cur., ''Rabbi Moses Nahmanides'', 63ss.</ref> Non ci sono prove che il cabalismo di Nahmanide fosse sistematico.<ref>Cfr. Scholem, ''Ha-Kabbalah be-Gerona'', 66; Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 215.</ref> A differenza dei cabalisti successivi, da de Leon in poi, Nahmanide non tentò mai di spiegare tutto nella Torah alla luce della Cabala. A differenza della maggior parte di loro, assumeva regolarmente la realtà della natura e della storia nello spiegare i comandamenti e gli eventi nella Torah. In effetti, come abbiamo visto, il suo uso della natura nello spiegare il ''mishpatim'' si avvicina alla teoria dei comandamenti razionali di Saadyah Gaon, e nel suo uso della storia nello spiegare gli ''‘edot'' segue la concezione di eventi unici di Yehuda Ha-Levi. Lo ''Zohar'', al contrario, non ammette effettivamente un reame della natura o un reame della storia. Ci vogliono tutte le relazioni che siano interne alla vita di Dio.<ref>Cfr. per es., ''Zohar: Aharei-Mot''3:73a.</ref> Lo spazio e il tempo sono irreali. Non c'è storia, non c'è natura, nel senso di un ordine creato duraturo, risultante da un atto divino unico.<ref>Cfr. Saadyah Gaon, ''ED'', 1.2, 4.</ref> La creazione di Dio non è più transitiva, il suo oggetto non è chiaramente distinto dal suo soggetto. Per i cabalisti post-nahmanideani, l'unica realtà separata da Dio è demoniaca (letteralmente, ''sitra ahra'', "l'altra parte"). La relazione con questo equivale all'annientamento.<ref>Cfr. Gershom Scholem, ''On the Kabbalah and Its Symbolism'', 145; ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 177-78.</ref> Così lo ''Zohar'' tratta i [[w:Noachismo|Sette comandamenti noachici]] non come requisiti razionali delle relazioni interumane, ma come proibizioni finali della separazione dalla vita divina.<ref>''Zohar: Bereshit'', 1:36a. Cfr. Menahem Recanti, ''Commentary on the Torah: Gen. 2:16 and 8:21''. Approcci razionalisti e cabalistici alle Leggi noachiche sono congiunte in Judah Loewe (Maharal), ''Gevurot ha-Shem'' (Cracow, 1582) cap. 66.</ref> Le loro specifiche dimensioni interumane diventano accessorie, incidentali. Il cabalismo zoharico non lascia spazio al razionalismo saadiano che Nahmanide usò per costituire la legge naturale delle relazioni interumane. Infatti tale razionalismo presuppone lo spazio creato al di fuori di Dio, risultato della creazione generata da Dio come atto transitivo.<ref>Cfr. Gershom Scholem, "Schopfung aus Nichts und Selbstverschrankung Gottes", ''Eranos Jahrbuch'' 25 (1956) 108ss.</ref> Anche la storia presuppone una distinzione essenziale tra spazio e tempo.<ref>Seguendo la visione haleviaan/nahmanideana della storia secondo, Judah Loewe (Maharal) distingue tra tempo fisico (''zeman'') e tempo storico (''sha‘ah, rega‘''). Cfr. ''Gevurot ha-Shem'', sez. 2. Cfr. L. E. Goodman, "Time, Creation and the Mirror of Narcissus", ''Philosophy East and West'' 42 (1992).</ref> Nell'idea di natura, spazio e tempo sono legati. Ma l'idea di libertà esige la loro separazione, perché tutto non sia determinato. Quando il tempo è visto come distinto dallo spazio, si apre al futuro quale orizzonte di azioni non determinate da ciò che già è. Questa apertura è cruciale per l'emergere della responsabilità personale. Nella visione della storia da parte di Nahmanide, come in quella di Halevi, la storia è un incontro tra Dio e le Sue creature.<ref>Cfr. ''Kuzari'', 1.67; 5.20.</ref> La relazione è libera da parte di Dio perché non è determinata dall'ordine naturale. I miracoli di Dio ricapitolano il libero atto originario della creazione e riaffermano la trascendenza di Dio. E la relazione è libera da parte degli esseri umani, perché la nostra risposta alla presenza di Dio non è determinata dalla natura. Rispondendo alle azioni sante di Dio, possiamo scegliere di compiere opere sante. La santità trascende ciò che è già stato fatto. Quindi la storia è una storia di eventi piuttosto che la registrazione di processi inevitabili. La sua traiettoria è verso il culmine in un Mondo a venire trascendente. Questo reame non è una realtà eterna già presente parallelamente alla natura per Nahmanide, come lo è per Maimonide. Piuttosto si trova nel futuro. Sarà completamente nuovo.<ref>Cfr. ''Torat ha-Adam: Sha'ar ha-Gemul''/''KR'' II, 302. Cfr. Maimonide, ''Hilkhot Teshuvah'', 8.8 e nota del Rabad ''ad loc.''</ref> La libertà storicamente costituita, quindi, è un potere transitivo, indeterminato, condiviso da Dio e dall'umanità, sebbene la libertà del Creatore non sia vincolata come quella delle creature. La nostra osservanza dei comandamenti è quasi sempre delimitata entro limiti naturali, a differenza del compimento di miracoli da parte di Dio.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Numeri|1:45}} rif. ''B. Pesahim'' 64b.</ref> Quindi la libertà divina e umana interagiscono nel rapporto di alleanza, ma non in modo simmetrico. Dio conserva sempre la sua illimitatezza. L'uomo è sempre limitato. Senza una qualche struttura, tuttavia, la libertà divina sarebbe mero capriccio; a maggior ragione la libertà umana. Il capriccio è libertà che non intende relazione. Le alternative a questa terrificante possibilità sono di costituire un reame della storia [[w:Alleanza (Bibbia)|pattizia]] tra Dio e l'uomo, o di costituire una natura in Dio, in cui gli esseri umani possono essere incorporati. I cabalisti successivi scelsero la seconda opzione. Ma di conseguenza, la spontaneità e la libertà andarono rapidamente perse. Il determinismo della natura era ora proiettato nella stessa divinità. I miracoli divennero eventi determinati da questa natura superiore e implicita.<ref>Cfr., ad esempio, Menahem Recanti, ''Commentary on the Torah'': {{passo biblico2|Esodo|29:1}} e {{passo biblico2|Levitico|26:3}} (Venezia, 1523), dove parla della causalità "naturale" (= necessaria) dei comandamenti (''teva kol mitsvah u-mitsvah''), cioè, nel vero reame divino, non nel reame fisico illusorio e separato. Inoltre, si veda il suo commento su {{passo biblico2|Esodo|34:6}}, dove gli atti divini transitivi diventano proprietà divine interiori (cfr. ''B. Shabbat'' 133b). Per la stessa idea di natura divina nel pensiero di un mistico ebreo moderno profondamente indebitato con la Cabala, si veda Abraham Isaac Kook, ''‘Orot Ha-Qodesh'', cur. D. Cohen (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1963) I, 143-44. Inoltre, cfr. Scholem, ''Origins of the Kabbalah'', 453; anche, Berger, "Miracles and the Natural Order in Nahmanides", 121. Cfr. Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 102.</ref> Il bene umano divenne sempre più un prodotto del potere causale divino,<ref>Cfr. Tishby, ''Mishnat ha-Zohar'' 1.3ss.</ref> e il male umano sempre più frutto del potere generalizzato del demoniaco piuttosto che di specifiche scelte umane.<ref>Cfr. Tishby, 1.287ss.</ref> Nahmanide non si accontenta di un simile risultato. Il suo metodo eclettico gli permette di cambiare ripetutamente il suo terreno teologico. A volte individua il rapporto divino-umano tra Dio e l'uomo. Altre volte, soprattutto quando spiega gli ''huqqim'', individua la relazione all'interno della divinità. Questo spostamento ci impedisce di ricostruire una teologia coerente e sistematica per Nahmanide, come si può fare per Saadyah, Maimonide o lo ''[[Zohar]]''. Tuttavia l'uso della Cabala da parte di Nahmanide è coerente con il profondo conservatorismo dei suoi scritti halakhici e teologici.<ref>Si veda il suo "Introduzione alle Note sull'Enumerazione dei Comandamenti", ''KR'' I, 420; anche, Scholem, ''Origins of the Kabbalah'', 389.</ref> Perché le verità più elevate della Cabala, invocate come spiegazioni degli ''huqqim'', non rappresentano una vera minaccia per la natura o la storia e non pretendono di sostituire l'ampia verità della Torah. La Cabala in Nahmanide non rivoluzionerà la teologia ebraica in tutto e per tutto. Ma gli permetterà di spiegare in profondità ciò che le teologie precedenti non avevano spiegato o avevano spiegato in modo inadeguato. Nel processo, gli ''huqqim'' vengono trasformati da ostacoli della fede a accenni simbolici dei profondi misteri di Dio. Aprendo i suoi commenti sul Levitico, dove la Torah tratta in modo più completo del sistema sacrificale – contesto di tanti ''huqqim'' – Nahmanide rifiuta la storicizzazione del culto biblico del sacrificio fatta da Maimonide. È convinto che Maimonide abbia letto nei testi scritturali una tematica che non c'è veramente. Maimonide aveva detto che la ragione dei sacrifici è che gli egizi e i caldei, nella cui terra Israele aveva abitato, "avevano sempre adorato bovini e pecore [e capre]... per questo comandò loro di macellare queste tre specie per amore di Dio, affinché si sappia che ciò che avevano creduto essere l'epitome del peccato è ciò che ora dovrebbero offrire al Creatore... E così saranno sanate le credenze corrotte, che sono malattie dell'anima, poiché ogni malattia e ogni morbo si cura solo con il suo contrario. — Queste sono le sue parole con cui ha parlato a lungo, ma sono parole vuote (''divrei hav’ai'')".<ref>CT: {{passo biblico2|Levitico|1:9}} - II, 11 rif. ''Moreh Nevukhim'' 3.46. Cfr. ''Targum Onkelos'', {{passo biblico2|Genesi|43:32}}; Ibn Ezra, ''Commentario alla Torah'', {{passo biblico2|Esodo|8:22}}.</ref> Nahmanide offre due spiegazioni alternative del significato che la Torah attribuisce al sistema sacrificale. La prima è psicologica e spirituale: i sacrifici soddisfano il profondo bisogno umano di riconciliarsi con Dio nei pensieri, nelle parole e nei fatti. Questa interpretazione attira immediatamente l'immaginazione, "attira il cuore".<ref>Rif. ''B. Shabbat'' 87a e ''B. Hagigah'' 14a. Cfr. ''Zohar: Vayiqra'', 3:9b.</ref> Tuttavia, Nahmanide la segue alludendo alla ''vera'' visione cabalistica, che nasce dalla consapevolezza che il nome unico di Dio (YHWH) e non i suoi nomi minori, è invariabilmente quello usato in collegamento con i sacrifici. L'invocazione di Nahmanide della Cabala qui come fornitrice della verità (''ha-‘emet'') non significa che considerasse false tutte le altre interpretazioni. C'è una gerarchia di verità, con la Cabala in cima. Il suo insegnamento è che l'azione umana quaggiù, se eseguita correttamente e con la giusta intenzione (''kavvanah''), influenza positivamente la vita divina nell'Alto. Discutendo in questo senso, Nahmanide elevò quella che sembrava una contingenza storica in Maimonide a un livello vitale nella vita stessa di Dio. Le ragioni assegnate da Nahmanides per ''mishpatim'' e ''‘edot'' sono generalmente radicate nel bisogno umano: gli esseri umani hanno bisogno di leggi per governare le loro relazioni. Gli ebrei hanno bisogno di commemorare i grandi eventi quando la potenza e la provvidenza di Dio sono così inequivocabilmente manifeste. Ma con gli ''huqqim'', specialmente i precetti positivi del culto del Tempio, il bisogno umano non è la teleologia essenziale all'opera. Commentando il versetto: "E sapranno che io sono il Signore, il loro Dio, che li ho fatti uscire dal paese d'Egitto, per abitare (''le-shokhni'') in mezzo a loro" ({{passo biblico2|Esodo|29:46}}), Nahmanide scrive: {{citazione|C'è in questo passaggio un grande insegnamento mistico (''sod gadol''). Perché secondo il significato apparente del testo (''ke-fi peshat'') la presenza della ''Shekhinah'' è un bisogno mortale (''tsorekh hedyot''), non un bisogno del Superno (''tsorekh Gavoah''). Ma il tema è analogo a quello del versetto: "O Israele, per mezzo di te io manifesterò la mia gloria" (Isaia 49:3).|CT: {{passo biblico2|Esodo|29:46}} - I, 486-87}} Le persone comuni, che vivono fondamentalmente all'interno dei reami della natura e della storia — reami separati dall'essere di Dio, anche se non dalla potenza di Dio — hanno bisogno di vedere i comandamenti come adempimento dei loro bisogni umani ordinari. Le anime straordinarie, invece, vivono essenzialmente nella vita divina, come il Tempio è nella vita divina. Hanno solo bisogno di vedere i comandamenti come adempimento dei bisogni divini, con i quali sono così intimamente coinvolti. [[File:Emanation.gif|thumb|''[[w:Ein Sof|Ayn Sof]]'', emanazione delle ''[[w:Sefirot|Sefirot]]'' e [[w:Gerarchia degli angeli|gerarchie angeliche]] secondo la [[w:Cabala lurianica|Cabala lurianica]], molto posteriore a Nahmanide]] L'argomento dei bisogni divini assorbì i cabalisti dopo Nahmanide.<ref>Cfr. per es., Meir ibn Gabbai, ''Avodat ha-Qodesh'', 2.2ss. Per la visione opposta da parte della maggioranza dei rabbini talmudici, cfr. ''Y. Nedarim'' 9.1/41b rif. {{passo biblico2|Giobbe|35:7}}; e Saadyah Gaon, ''Emunot ve-De’ot'', 3.10. Ma, cfr. ''B. Berakhot'' 7a; ''B. Baba Metsia'' 114a rif. {{passo biblico2|Dt|8:10}}.</ref> Alcuni addirittura vedevano l'emanazione del mondo multiforme dall'unità divina come risultato del bisogno di Dio per un "altro".<ref>Cfr. per es., Hayyim Vital, ''‘Ets Hayyim'', 1:11a.</ref> Nahmanide non sembra intendere un concetto così radicale, che la creazione non sia un atto del tutto gratuito. Ciò che la sua invocazione alla dottrina cabalistica sembra significare è che, ''poiché'' Dio ha scelto di estendersi nella molteplicità, ''in tal modo'' si è reso dipendente da essa, ''in quanto'' vi è presente. Ma, come l'Infinito totalmente trascendente (''[[w:Ein Sof|Ayn Sof]]''), Dio non è mai del tutto dipendente da ciò che partecipa alla Sua vita. Poiché Egli non vi è mai del tutto presente. Nella sua introduzione al ''Commentario alla Torah'', Nahmanide afferma con forza il detto cabalistico secondo cui la santità della Torah riflette il fatto che le sue parole sono tutte permutazioni dei nomi di Dio.<ref>Chavel, seguendo la visione tradizionalista che lo ''Zohar'' sia una fonte per Nahmanide, vede la fonte (''meqoro'') di questa dottrina nello ''Zohar: Yitro'', 2:87a (cfr. CT, introduzione, cur. Chavel, 6, nota). Più plausibilmente, Nahmanide era la fonte dello ''Zohar'' per questa dottrina cabalistica di base. Un'applicazione del punto teologico sta nel fondare la norma halakhica secondo cui un ''Sefer Torah'' difettoso in qualsiasi modo è ritualmente non valido per la lettura pubblica nella sinagoga (Maimonide, ''Hilkhot Sefer Torah'', 10.1, nn. 12 e 13), cfr. Abraham ben Yom Tov Ishbili, ''Teshuvot ha-Ritba'', cur. Kafih (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1959), n. 142, pp. 167-70. Il Ritba cita Nahmanide, non lo ''Zohar'', come ''locus classicus'' per questo punto. Per dubbi sull'antichità dello ''Zohar'' da parte di uno studioso tradizionalista premoderno, vedere Jacob Emden, ''Mitpahat Sefarim'' (Altona, 1769); cfr. Scholem, ''Major Trends'', 181.</ref> Quindi Dio è presente nella Torah e in questo senso ne ha bisogno come una persona ha bisogno di qualsiasi organo vitale. Ma Dio è sempre più dei Suoi nomi; infatti ''Ayn Sof'' (l'"In-finito") è un termine negativo: essenzialmente Dio è senza nome. A questo livello, ciò che Nahmanide sembra voler significare per ''bisogno divino'' è che mediante l'esecuzione dei comandamenti, in particolare gli ''huqqim'', almeno alcuni ebrei non sono solo destinatari passivi della grazia di Dio, ma partecipanti attivi della vita divina. Questo aspetto della teologia cabalistica di Nahmanide ha probabilmente avuto un'influenza maggiore sulla Cabala successiva di qualsiasi altra.<ref>Una profonda riaffermazione della dottrina cabalistica dell'interazione dei bisogni divini e umani fu fatta da Abraham Joshua Heschel in ''Man Is Not Alone'', 241ss.</ref> Si può sempre discutere dell'adeguatezza delle interpretazioni cabalistiche di Nahmanide riguardo agli ''huqqim'' positivi, ma spesso offrono una vena interpretativa più ricca di quella che il razionalismo ebraico aveva da offrire. Quindi non è difficile capire perché siano stati seguiti molto più a fondo dalle generazioni successive rispetto alle interpretazioni razionaliste. Ma Nahmanide non si è limitato agli ''huqqim'' positivi. Anche gli ''huqqim'' negativi richiedono interpretazione. Maimonide li vedeva come proscrizioni di antiche pratiche idolatriche. La stessa idolatria fu la prima violazione umana della legge naturale, negando la realtà manifesta del Dio trascendente. Ogni atto idolatrico era in sostanza una violazione dell'ordine naturale, un ordine non inventato dalla ragione umana ma da essa scoperto. Come i ''mishpatim'' e gli ''‘edot'', quindi, anche gli ''huqqim'', per Maimonide, erano in definitiva intelligibili in termini di natura. Anche per Nahmanide questi divieti proibiscono la violazione di un ordine che non è stato inventato dalla ragione umana. Ma non è nemmeno un ordine scoperto dalla ragione umana. Piuttosto, gli ''huqqim'' spesso proscrivono la violazione dell'ordine creato da Dio ma rilevabile solo per rivelazione. Tali leggi sono fondamentalmente diverse dai ''mishpatim'' o dagli ''‘edot''. I loro scopi si vedono solo quando ci viene rivelato qualcosa dell'ordine creato che è al di là sia della ragione umana ordinaria che anche dell'esperienza umana straordinaria. Commentando il versetto: "Osserverete i miei statuti (''et huqqotay''): non accoppierai bestie di specie differenti" ({{passo biblico2|Levitico|19:19}}), Nahmanide scrive: {{citazione|Gli ''huqqim'' sono il decreto del Re (''gezerat ha-melekh''), che ha decretato (''yihoq'') nel suo regno senza rivelare la loro utilità (''to‘eletam'') al popolo... La persona che incrocia specie cambia e falsifica l'opera stessa della creazione, come se pensasse che Dio non soddisfi adeguatamente ogni bisogno (''she-lo-hishleem kol tsorekh'').|CT: {{passo biblico2|Levitico|19:19}}/II, 120. Cfr. anche, CT: {{passo biblico2|Levitico|26:15}}}} L'incrocio è, in effetti, una negazione dell'adeguatezza della creazione. È manomettere l'ordine creato, come se Dio non avesse terminato in modo soddisfacente la Sua opera e l'uomo potesse migliorarla. La proibizione, quindi, ha lo scopo di affermare che la creazione di Dio è perfetta, sebbene la ragione umana spesso non comprenda come la provvidenza di Dio operi nella creazione e anzi assicuri i bisogni di ogni creatura. Una comprensione più completa delle vie della provvidenza deve attendere una rivelazione del tipo che Giobbe alla fine ricevette da Dio.<ref>Cfr. Nahmanide, ''Commentario a Giobbe'', 42:5 - KR I, 126.</ref> Il divieto di modificare l'ordine creato, anche per migliorarlo, è in sostanza un divieto di magia. Maimonide giustifica il divieto della magia non perché sia ​​oggettivamente efficace nel perturbare l'ordine naturale, ma perché è soggettivamente pericoloso.<ref>Cfr. ''Hilkhot Avodah Zarah'', 11.16; ''Commentario alla Mishnah: Pesahim'' 4.10.</ref> Distorce la nostra comprensione delle vere operazioni della natura, che si esprimono attraverso l'indagine scientifica, non l'opinione superstiziosa. L'azione umana non può alterare l'ordine naturale stabilito, per non parlare della vita trascendente di Dio. Ma per Nahmanide, la magia è oggettivamente efficace. È proibita non perché credervi sia falso, ma perché è un tentativo malvagio di manipolare Dio a vantaggio dell'uomo.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Esodo|8:14}}.</ref> Tale male può davvero sconvolgere l'ordine della creazione, forse anche ostacolare temporaneamente il compimento dei piani divini. Non potrà mai rovesciare la sovranità di Dio. Ma a noi mortali è proibito agire come se avessimo il controllo su Dio. Come dice [[:en:w:Lenn E. Goodman|Lenn Goodman]], la magia è proibita da Nahmanide nello stesso modo in cui ai bambini è proibito deridere l'autorità dei loro genitori. Il potere umano è giustificato (ed efficace) in definitiva solo quando è una partecipazione fedele alla vita di Dio e al suo governo dell'universo. === Il primato dell'esegesi === {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie delle interpretazioni}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4" ><references/></div> {{Avanzamento|75%|19 luglio 2022}} [[Categoria:Nahmanide teologo|Introduzione]] m5edhnep7fv6asi2xj9bzj6b6vgumjy 430763 430762 2022-07-20T15:46:11Z Monozigote 19063 /* Il primato dell'esegesi */ testo+compl. wikitext text/x-wiki {{Nahmanide teologo}} [[File:Nahmanides Commentary - Adler n° 662.JPG|thumb|540px|center|Commentario di Nahmanide, (XV secolo)]] == INTRODUZIONE == === Rabbi Moshe ben Nahman Girondi === Rabbi [[w:Nahmanide|Moshe ben Nahman Girondi]] è conosciuto nella letteratura ebraica con il suo acronimo '''Ramban''' ((רמב״ן‎). Ma per i lettori moderni delle lingue europee è '''Nahmanide''', e per i suoi contemporanei spagnoli era ''Bonastruc ça Porta''. Ognuno dei suoi nomi racconta qualcosa della sua carriera. In quanto [[w:rabbino|rabbino]] Moshe ben Nahman Girondi, era il leader rabbinico più influente degli ebrei di Spagna del suo tempo. Come Ramban è stato un pilastro del pensiero ebraico nel corso dei secoli dalla sua morte. Come Nahmanide sta ottenendo sempre più riconoscimenti tra gli studiosi del pensiero religioso occidentale. E come Bonastruc ça Porta svolse un ruolo centrale nei complessi rapporti tra gli ebrei spagnoli e la società cristiana in cui vivevano. Nahmanides nacque nel 1194 a [[w:Gerona|Gerona]], una piccola ma culturalmente vitale comunità ebraica vicino a [[w:Barcellona|Barcellona]], ​​capitale dell'allora [[w:Principato di Catalogna|Principato di Catalogna]]. Discendeva da una famiglia aristocratica rabbinica e fu educato nel [[w:Talmud|Talmud]] e nella [[w:Cabala ebraica|Cabala]] da eminenti studiosi. Raggiungendo la reputazione di brillante studioso rabbinico in giovane età, fu ampiamente consultato su questioni [[w:Halakhah|halakhiche]] e teologiche e la sua introduzione alle opere dei tosafisti della Francia settentrionale nel curriculum della sua accademia rivoluzionò la cultura talmudica sintetizzando tradizioni [[w:sefarditi|sefardite]] e [[w:aschenaziti|aschenazite]]. La sua approvazione della Cabala, che stava appena emergendo in Spagna ai suoi tempi, ne accresceva la rispettabilità e ampliava il suo pubblico. Nella controversia sulle opere teologiche di [[Maimonide]] nel primo terzo del XIII secolo, i suoi sforzi verso un compromesso aiutarono a preservare l'accesso degli ebrei tradizionali a queste opere e favorirono l'integrazione che oggi diamo per scontata del pensiero di Maimonide nel canone generalmente conservatore della [[w:letteratura rabbinica|letteratura rabbinica]]. Dopo aver iniziato la sua carriera a Gerona, Nahmanide servì come la principale autorità rabbinica della Catalogna. Sebbene si guadagnasse da vivere come medico (alla pari di Maimonide), era un rabbino molto efficace, insegnando a studenti avanzati, decidendo questioni di Halakhah e politica sociale, predicando e pubblicando un ampio ''corpus'' di opere. In qualità di principale studioso ebreo nel nord della Spagna, fu convocato nel 1263 dal re [[w:Giacomo I d'Aragona|Giacomo d'Aragona]] per disputare pubblicamente con [[:en:w:Pablo Christiani|Pablo Christiani]], un apostata ebreo che era diventato frate domenicano. Il tema era pericoloso: la messianicità di Gesù. La disputa, tenuta alla presenza del re e della sua corte davanti a un'udienza piena di dignitari, si svolse in luglio a Barcellona. Il suo esito era atteso con ansia sia da ebrei che da cristiani. Sorprendentemente, il re ritenne la difesa presentata da Nahmanide del rifiuto ebraico di accettare Gesù come il Messia più convincente delle argomentazioni di Christiani. Ma la vittoria fu pirrica. Le forti pressioni dei domenicani costrinsero Nahmanide a lasciare l'Aragona e infine nel 1267 emigrò in [[w:Terra d'Israele|Terra d'Israele]]. Sbarcò ad [[w:Acri (Israele)|Acri]] e presto si stabilì a [[w:Gerusalemme|Gerusalemme]]. Come in Spagna, attirò presto molti studenti e la sua influenza si diffuse ancora una volta. Dedicò gli ultimi anni della sua vita a ricostruire la minuscola e demoralizzata comunità ebraica della Terra in un centro superiore di istruzione ebraica. Prima della sua morte nel 1270, completò la grande opera della sua vita, il ''Commentario alla Torah'', legando insieme i molti filoni di pensiero iniziati nei suoi primi lavori. Sebbene questo ''[[w:magnum opus|magnum opus]]'' contenga una ricchezza di materiale letterario, esegetico, halakhico, storico e filologico, la sua teologia gli conferisce la grande profondità e il suo più duraturo interesse per il pensiero ebraico e per il mondo culturale.<ref>Sono state usate le seguenti edizioni delle opere di Nahmanide: {{en}}''Commentary on the Torah'' (CT) 2 voll., cur. C. B. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1959-63); ''Kitvei Ramban'' (KR) 2 voll., cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1963); ''Hidushei ha-Ramban'', 2 voll., cur. I. Z. Meltzer (B'nai B'rak, 1959); ''Hidushei ha-Ramban ha-Shalem'', 4 voll., cur. M. Hershler ''et al.'' (Gerusalemme: Makhon ha-Talmud ha-Yisraeli, 1970-87); ''Notes on Maimonides' Sefer ha-Mitsvot'', cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1981); ''Teshuvot ha-Ramban'', cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1975). Per gli effetti della ricostruzione dei testi originali in un nuovo contesto, cfr. B. Pesahim 105b e Rashbam, ''s.v.'' ''"ve-sadrana ’ana"'' Per un eccellente esempio contemporaneo di ricostruzione accademica e filosofica del pensiero di un teologo ebreo medievale, cfr. Lenn E. Goodman, cur., ''The Book of Theodicy: Translation and Commentary on the Book of Job by Saadiah ben Joseph Al-Fayyumi''.</ref> === Le ragioni dei Comandamenti === Scopriamo il centro della teologia di Nahmanide nella sua teoria dei comandamenti.<ref>Si veda il saggio classico di J. Perles, "Über den Geist des Commentar der Rabbi Moses ben Nachman zum Pentateuch", ''Monatschrift für Geschichte und Wissenschaft des Judenthums'' 8 (1858) 81.</ref> La necessità che il testo della Torah sia il più normativo possibile è il principale incentivo al ''[[w:Pardes|derash]]'', il metodo sviluppato dai rabbini per sbloccare il significato più profondo e più ampio del testo della Scrittura. Questo metodo è stato utilizzato per scoprire sia le norme più precise che regolano l'azione ([[w:Halakhah|Halakhah]]) sia le norme meno precise che guidano il pensiero ([[w:Haggadah|Aggadah]]).<ref>A differenza della Halakhah, le cui prescrizioni sono trasmesse o legiferate dalle autorità rabbiniche della comunità per la comunità (cfr. [[Maimonide]], ''Hilkhot Mamrim'', cap. 1), l'Aggadah è il suggerimento di un saggio individuale di ciò che secondo lui dovrebbe essere fatto al di là della Halakhah, specialmente nell'area della dottrina, dove ci sono poche regole halakhiche. L'Aggadah è normativa, non solo descrittiva (cfr. Y. Megillah 4.1/74d), ma non è legalmente vincolante (cfr. Y. Peah 2.6/10a; Y. Horayot 3.5/48c rif. {{passo biblico2|Ecclesiaste|6:2}}). Così si esorta: "Quando desideri conoscere Dio, studia l'Aggadah" (''Sifre: Devarim'', cur. Finkelstein, n. 49). La ricerca di Dio è obbligatoria, come risulta dal versetto su cui questo testo commenta: "...che io vi ordino di mettere in pratica, amando il Signore, vostro Dio, camminando in tutte le Sue vie e tenendovi stretti a Lui" ({{passo biblico2|Dt|11:22}}). Si veda [[Maimonide]], ''Shemonah Peraqim'', 5, ''ad init.''</ref> Inevitabilmente, la ricerca di norme più profonde e più ampie implica la ricerca degli scopi soggiacenti alla Torah, ''ta’amei ha-mitsvot'', le "ragioni dei comandamenti". Perché, se si vogliono ampliare i comandamenti, un'elaborazione ordinata richiede un certo senso delle finalità che il divino Legislatore intendeva da essi.<ref>La relazione tra ''[[w:Pardes|peshat]]'' (significato apparente) e ''[[w:Pardes|derash]]'' (significato esplicato) è sottile. Quindi il principio "La Scrittura parla del proprio tempo presente (''be-hoveh'')" è usato per spiegare perché certe cose sono menzionate in una legge particolare. Ma la legge non si limita a questi casi; piuttosto, gli elementi in questione sono visti come esempi di una classe generale che include un'infinità potenziale di altri casi. Quindi, quella che può sembrare un'affermazione dell'autosufficienza della ''peshat'' è in realtà una base per la ''derash'', una ricerca del principio alla base degli esempi. Si veda, ad esempio, M. Baba Kama 5.7; cfr. ''Enciclopedia Talmudit'' 6.553-55. Il principio rabbinico, "La Scrittura non si discosta dal suo significato apparente (''middei peshuto'')" non era inteso a precludere ''derash'' ma per darle una base. Cfr. B. Yevamot 24a e paralleli; ''Midrash Leqah Tov''. Vayetse, cur. S. Buber, 72b-73a; e David Weiss Halivni, ''Peshat and Derash: Plain and Applied Meaning in Rabbinic Exegesis'' (New York: Oxford University Press, 1991) 3 segg., 79 segg. Sul ruolo di ''ta‘amei ha-mitsvot'' nell'interpretazione normativa, cfr. I. Heinemann, ''Ta‘amei ha-Mitsvot be-Sifrut Yisrael'' (Gerusalemme: World Sionist Organization, 1949) 1.11 ss.</ref> In effetti, la ricerca delle ragioni dei comandamenti è una contropartita oggettiva dell'esigenza soggettiva che chi esegue un comandamento lo faccia con la giusta intenzione (''[[:en:w:kavanah|kavvanah]]''). ''Kavvanah'' opera su due livelli. La prima è l'intenzione di adempiere un comandamento divino; questo è chiamato ''kavvanah le-mitsvah''.<ref>Cfr. R. Israel Meir Ha-Kohen, ''Mishnah Berurah'' su ''Shulhan ‘Arukh'': ’Orah Hayyim, 60.4, n. 11.</ref> È perché l'intenzione a questo livello è generale che la stessa formula viene usata nella benedizione richiesta per l'adempimento dei comandamenti più positivi: "che ci ha santificato con i Suoi comandamenti e ci ha comandato di —." Ciò che si intende è obbedire alla volontà di Dio, indipendentemente dal comandamento specifico. Un livello più profondo di ''kavvanah'' fa riferimento allo scopo specifico di questo comandamento e si concentra su come ci si avvicina a Dio compiendo tale atto specifico. Questo è chiamato "l'intenzione del cuore", ''kavvanat ha-lev''.<ref>''Kavvanat ha-lev'' in questo senso si applicava originariamente solo al comandamento di recitare il primo versetto dello ''[[w:Shemà|Shemà]]'' e ''Shemonah Esreh''. Cfr. M. Berakhot 2.1; ''Sifre Devarim'', no. 41; cfr. David Weiss Halivni, ''Meqorot u-Mesorot'': Mo‘ed (Yoma - Hagigah) (Gerusalemme: Jewish Theological Seminary of America, 1975) 404-05. Ma col tempo ''kavvanat ha-lev'' divenne un ''desideratum'' per tutte le ''mitsvot''. Si veda specialmente Nahmanide, ''Notes on Maimonides’ Sefer ha-Mitsvot'', pos. no. 5.</ref> Richiede la nostra comprensione, per quanto limitata, della sapienza di Dio. È nel perseguire questa ''kavvanah'' più profonda che la ricerca delle ragioni dei comandamenti trova una motivazione più spirituale della pura curiosità intellettuale. È l'intenzione propria del cuore che distingue le autentiche azioni religiose da ciò che [[w:Abraham Joshua Heschel|Abraham Joshua Heschel]], proseguendo su un tema centrale di [[w:Bahya ibn Paquda|Bahya Ibn Paquda]], ha chiamato "religious behaviorism".<ref>Cfr. ''God in Search of Man'', 320ss. Cfr. Bahya ibn Pakuda, ''Hovot ha-Levavot'': Sha’ar ha-Ma’aseh, cap. 1ss.</ref> Così, quando mi chiedo perché la Torah abbia bisogno di un comandamento generale "Siate santi" ({{passo biblico2|Lev|19:2}}), in quanto tutti i comandamenti sono destinati a renderci santi, Nahmanide fa la sorprendente osservazione che uno può "essere un miserabile entro i parametri di ciò che la Torah permette" (''naval bi-rshut ha-Torah'').<ref>CT: Lev. 19:2/11, 115; cfr. CT: Deut. 27:26.</ref> La mera osservanza delle legalità non assicura di diventare una persona santa, che è lo scopo ultimo dei comandamenti. Nahmanide non sta sostenendo, naturalmente, che la santità può essere raggiunta senza osservare la Torah.<ref>Cfr. I. Tishby, ''Mishnat ha-Zohar'', 2.387. Martin Buber, in ''Two Types of Faith'', 57, sostiene che la Halakhah è antitetica alla vera relazione Io-Tu tra uomo e Dio.</ref> Gli obblighi specifici della Legge sono indispensabili per l'adempimento umano che essa intende.<ref>Come precedente dell'opinione che la ricerca delle ragioni dei comandamenti dovrebbe condurre solo a una migliore osservanza degli stessi, non alla loro negligenza, cfr. Filone, ''De abrahamo'', 89-93.</ref> Tuttavia il requisito della ''kavvanah'' indica che la Torah riguarda molto di più rispetto all'osservazione comportamentale. Infatti, in questo particolare passo, Nahmanide mostra come l'intenzione della santità debba indurre a fare più di quanto la lettera della legge richieda. La teologia razionalista ebraica del Medioevo, soprattutto quando influenzata dalla teleologia aristotelica, fornì uno stimolo e un metodo alla ricerca delle ragioni dei comandamenti. Si presumeva che ci fossero sempre scopi sia in natura che nelle attività umane. Così [[Maimonide]] vedeva tutti i comandamenti come miranti al miglioramento del corpo e della società (''tiqqun ha-guf'') o al miglioramento dell'anima (''tiqqun ha-nefesh'').<ref>''Moreh Nevukhim'', 3.27.</ref> Nella terza sezione della sua ''[[Guida dei perplessi]]'', sostenne che le ragioni di tutti i comandamenti specifici potrebbero trovarsi sotto queste rubriche generali. Per quanto impressionante possa essere intellettualmente questo metodo di indagine, porta con sé alcuni pericoli religiosi. Ad esempio, nella ''Guida'' [[Maimonide]] sottolinea le condizioni sporche in cui vivono i maiali, rendendo il maiale un alimento non salutare per l'organismo.<ref>''Moreh'', 3.48.</ref> Ma lo stesso motivo potrebbe essere utilizzato per evitare il divieto, se si potesse dimostrare che è possibile allevare i maiali in modo igienico. Se il divieto risponde a un semplice bisogno naturale, quel bisogno potrebbe essere soddisfatto senza, per esempio, evitare la carne di maiale. Parimenti, quando la ragione di un comandamento è considerata il miglioramento dell'anima. Se, ad esempio, lo scopo del comandamento di studiare la Torah è quello di apprendere verità metafisiche che possono essere comprese, in linea di principio, da chiunque abbia probità morale e capacità intellettuale, cosa impedisce alla metafisica generale di sostituire lo studio della Torah quale più alta attività umana?<ref>Cfr. Maimonide, ''Hilkhot Yesodei ha-Torah'', 4.13; ''Moreh'', 2.33; cfr. Menachem Kellner, ''Maimonides on Human Perfection'' (Atlanta: Scholars Press, 1990) per un resoconto della concezione tenuta da Maimonide sui tipi più elevati di attività umana che non si presta a un tale riduzionismo – o appropriazione indebita degli obiettivi di Maimonide.</ref> Maimonide chiaramente enfatizzava l'autorità dei comandamenti indipendentemente dall'apprensione delle loro ragioni.<ref>Cfr. ''Hilkhot Teshuvah'', 3.4: "Anche se suonare lo shofar a Rosh Hashanah è un decreto scritturale (''gezerat ha-katuv''), contiene un accenno (''remez'') della sua intenzione, vale a dire (''kelomar''): ‘Svegliatevi dormienti dal vostro sonno... esaminate le vostre azioni, ritornate in penitenza, e ricordate il vostro Creatore!’"</ref> Tuttavia, c'erano preoccupazioni religiose circa la trascuratezza pratica dei comandamenti a cui il suo approccio filosofico poteva prestarsi. Tali preoccupazioni in effetti portarono i rabbini della Francia settentrionale a vietare lo studio degli scritti teologici di Maimonide. La "Controversia maimonidea" che ne seguì giunse al culmine nel 1232, il mondo rabbinico apparentemente polarizzato tra pro e anti-maimonisti.<ref>Cfr. J. Sarachek, ''Faith and Reason: The Conflict Over the Rationalism of Maimonides'' (New York: Hermon, 1970) 75ss., 84-85, 116ss.</ref> Il trentottenne Nahmanide, già un'autorità halakhica rispettata in tutti i quartieri del mondo ebraico, tentò un compromesso. Sebbene egli stesso fosse preoccupato per i pericoli di un approccio filosofico ai comandamenti, Nahmanide difese Maimonide, sostenendo che la sua teologia razionalista non era destinata alle masse di ebrei fedeli, ma solo a coloro che erano stati esposti alla filosofia e quindi richiedevano giustificazioni filosofiche come condizione della propria stabilità religiosa.<ref>Cfr. C. B. Chavel, ''Rabbenu Mosheh ben Nahman'' (Gersualemme: Mosad Harav Kook, 1967) 120ss.</ref> Nahmanide era chiaramente d'accordo con Maimonide che ci sono ragioni per tutti i comandamenti. Differiva da lui, e da tutti gli altri teologi ebrei razionalisti, nella sua insistenza sul fatto che le ragioni dei comandamenti non sono fondate sulla metafisica ma su fatti unicamente ebraici.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Esodo|20:23}}. Per la classificazione delle ''mitsvot'' da parte di Nahmanide, cfr. C. Henoch, ''Ha-Ramban ke-Hoqer u-Mequbbal'' (Gerusalemme: Harry Fischel Institute, 1978) 337ss.</ref> Il progetto di suscitare questi fondamenti è portato avanti in tutti i suoi scritti e diventa il tema principale del suo coronamento, il ''Commenarito alla Torah'', che iniziò in Spagna prima del suo esilio e completò non molto tempo prima della sua morte in [[w:Terra di Israele|Terra d'Israele]] nel 1270. === Comandamenti basati sulla natura e sulla ragione === Alcuni studiosi hanno ipotizzato che l'opposizione di Nahmanide alla metafisica greca, in particolare a quella di Aristotele, significhi che non poteva accettare la realtà di alcun ordine naturale. Poiché le idee di ordine naturale e ragione umana universalmente valida sono correlative, sembrerebbe che il rifiuto della natura porti immediatamente al rifiuto della ragione. Quindi si conclude che Nahmanide fosse un "anti-razionalista".<ref>Cfr. per es., Solomon Schechter, "Nachmanides", ''Studies in Judaism'' (New York: Macmillan, 1896) 1.119-20.</ref> Ma Nahmanide non rifiutò un ordine naturale o una ragione umana universale.<ref>Cfr. David Berger, "Miracles and the Natural Order in Nahmanides" in Twersky, cur., ''Rabbi Moses Nahmanides'', 101ss.</ref> Ciò che rifiutò fu l'assunto di alcuni teologi che la natura/ragione debba essere costituita secondo le categorie di Aristotele. La sua principale obiezione ad Aristotele e ai suoi seguaci ebrei era che presumevano che l'ordine naturale fosse onnicomprensivo e che la ragione universale fosse sufficiente per la nostra conoscenza di tutte le cose, incluso Dio. Aristotele e gli aristotelici ebrei sembravano non lasciare spazio alla creazione o alla rivelazione, almeno per come Nahmanide intendeva queste dottrine. Per Nahmanide, il rifiuto della metafisica aristotelica non portava al rifiuto della natura o all'antirazionalismo, ma a una concezione più circoscritta della portata della natura e della portata della ragione. In qualche modo Nahmanide era più razionalista di Maimonide. Operando entro un raggio più limitato, poteva dimostrare più facilmente la verità delle affermazioni della ragione. Questa differenza è notevole per quanto riguarda i comandamenti che regolano le relazioni interumane (''bayn adam le-havero''). I vantaggi dell'approccio di Nahmanide sono evidenti, ad esempio, se confrontiamo il suo trattamento dei [[w:Noachismo|Sette Comandamenti di Noè]] con quello di Maimonide. I comandamenti noachici sono quelle leggi che i rabbini consideravano vincolanti per tutta l'umanità, i "figli di Noè".<ref>T. Avodah Zarah 8.4; B. Sanhedrin 56a-b.</ref> Queste leggi, che proibiscono l'omicidio, l'incesto e la rapina, tra gli altri crimini, sono riconosciute praticamente in tutte le società e sono prontamente viste come requisiti della ragione. Molti teologi ebrei li chiamano comandamenti razionali (''mitsvot sikhliyot'').<ref>Cfr. Saadiah Gaon, ''ED'', 9.2 rif. {{passo biblico2|Genesi|2:16}}.</ref> Appartengono a ciò che i pensatori ebrei successivi (seguendo i filosofi [[w:stoicismo|stoici]] e [[w:cristianesimo|cristiani]]) identificarono come legge naturale.<ref>Cfr. Joseph Albo, ''Sefer ha-'Iqqarim'', 1.1.</ref> In un famoso brano della ''[[Mishneh Torah]]'', Maimonide afferma che chiunque accetti queste leggi solo a forza della ragione ordinaria (''hekhrea ha-da‘at'') non è ritenuto degno della beatitudine del mondo a venire, in cui "ai pii delle nazioni del mondo" è assicurata una porzione.<ref>''Hilkhot Melakhim'', 8.11.</ref> Nel suo precedente ''Commentario alla Mishnah'', Maimonide sembra respingere il concetto stesso di "comandamenti razionali".<ref>''Shemonah Peraqim'', 6; cfr. ''Commentario alla Mishnah'', Berakhot 5.3.</ref> Alcuni studiosi vedono in questi due passi un rifiuto di qualsiasi moralità da legge naturale. Ma si può argomentare meglio che Maimonide stava in realtà rifiutando solo una moralità da legge naturale non fondata su un'adeguata comprensione della vera costituzione metafisica della natura. Stava rifiutando la solidità religiosa (sebbene non, forse, l'utilità politica) delle norme scoperte o inventate dalla prudenza piuttosto che dall'intuizione di Dio e dell'universo. Secondo questo approccio, l'unica moralità veramente adeguata è quella i cui fondamenti metafisici sono sani e propriamente compresi, e l'unica metafisica veramente efficace è quella le cui conseguenze morali sono sane e propriamente comprese. Per Maimonide esiste una forte connessione razionale tra metafisica e morale.<ref>Per la necessità della metafisica nella morale, cfr. ''Moreh'', 2.40, 3.27; per la necessità della metafisica da parte della morale, 3.54.</ref> La metafisica è il fondamento più profondo della moralità. È ciò che rende la moralità naturale piuttosto che una mera legislazione umana. E la moralità è il frutto più utile della metafisica. Senza moralità, la metafisica non ha alcuna influenza pratica o politica. Senza metafisica, la morale non ha fondamento universale. Quindi, secondo Maimonide, la metafisica è più che solo teorica; e la moralità è più che pratica. I due sono legati dalla ragione, e quindi scopribili l'uno dall'altro mediante un uso corretto della ragione. Nahmanide non vedeva alcuna connessione razionale tra metafisica e moralità. In effetti, la sua teologia non lascia quasi spazio alla metafisica. Le verità più profonde sull'universo si raggiungono solo attraverso la rivelazione. Le norme morali evidenti alla ragione sono quelle richieste da qualsiasi società per soddisfare i bisogni fondamentali dei suoi membri per un ordine giusto e stabile. In definitiva, naturalmente, una tale moralità deve essere inclusa nella legge rivelata. Ma la rivelazione arriva in momenti storici unici, non attraverso processi naturali costanti, quindi non può funzionare come base razionale per la moralità. La rivelazione non è, come la ragione, la scoperta dell'ordine costante dell'universo. Quindi la ragione, per Nahmanide, non può colmare il divario tra rivelazione e moralità, come può colmare il divario tra metafisica e moralità secondo [[Maimonide]]. Tuttavia, come risultato di questa scissione della metafisica dalla moralità, la razionalità della moralità naturale è accresciuta, non diminuita nella teologia di Nahmanide. Maimonide sembra richiedere una profonda intuizione metafisica prima che le verità morali più elementari acquisiscano il loro pieno significato. Per Nahmanide, qualunque moralità gli esseri umani possano imparare da soli è nota molto più direttamente. Per cui Nahmanide commenta, abbastanza tipicamente: {{citazione|La violenza è rapina e oppressione... perché la violenza è un peccato, come è noto e universalmente accettato (''ve-ha-mefursam'')... il motivo è che il suo divieto è un obbligo razionale (''mitsvah muskelet''), per il quale non c'è bisogno che un profeta dia un comandamento.<ref>CT: {{passo biblico2|Genesi|6:13}} - 1, 52. Cfr. CT: {{passo biblico2|Genesi|6:2}}. Per l'uso da parte di Nahmanides del termine ''mitsvot sikhliyot'', si veda KR: Commentario su Giobbe, 1:1, I, 26; ''Torat ha-Shem Temimah'', KR I, 173.</ref>}} Nahmanide accetta la legittimità del diritto naturale a livello interumano. Ma tale moralità e rivelazione non si trovano sullo stesso piano. La moralità viene ''dagli'' umani (almeno nelle sue manifestazioni più elementari). La rivelazione arriva ''a'' loro. Prima del Sinai, sostiene Nahmanide: {{citazione|Troverete che i patriarchi e i profeti si sono comportati in maniera evidentemente morale (''derekh ‘erets'')... e con inferenza ''a fortiori'', se i patriarchi e i profeti venuti a fare la volontà di Dio si sono comportati in modo evidentemente morale, quanto tanto più dovrebbe fare la gente comune!<ref>CT: {{passo biblico2|Esodo|12:21}} 1.334.28. Maimonide sembra avere un'opinione simile in ''Hilkhot Yesodei ha-Torah'', 7.5.</ref>}} La moralità stessa non conduce alla rivelazione, sebbene ne sia una precondizione. La morale non anticipa in alcun dettaglio né l'evento della rivelazione né il suo ricco contenuto. === Commandmenti basati sulla Storia === Quei comandamenti le cui ragioni sembrano evidenti sono chiamati ''mishpatim'', "giudizi". Il loro ''locus'' è il rapporto tra gli esseri umani nella vita quotidiana. Ma per Nahmanide il regno della natura (compresa la nostra natura politica) non è dove si trova la vera relazione tra Dio e gli esseri umani. La natura, come concepita filosoficamente o scientificamente, è un ordine costante; non ammette innovazione. Ma il fatto più elementare su Dio che deve essere riconosciuto dalle Sue creature è che Dio è il Creatore; l'universo è il risultato del Suo atto assolutamente libero. Dio può intervenire nel Suo universo in qualsiasi momento, indipendentemente dall'ordine familiare della natura. Quell'ordine è solo ''usuale''. Non ha alcuna necessità intrinseca o inerente. Questo punto antimetafisico, fatto da Nahmanide nel XIII secolo, fu fatto da [[w:David Hume|David Hume]] con un intento diverso nel diciottesimo.<ref>"The custom operates before we have time for reflexion... much more without forming any principle concerning it, or reasoning upon that principle." David Hume, ''A Treatise of Human Nature'', 1.3.8, cur. L. A. Selby-Bigge (Oxford: Clarendon Press, 1888) 104. Per il contesto islamico, cfr. L. E. Goodman, "Did al-Ghazali Deny Causality", ''Studia Islamica'' 47 (1978) 83-120.</ref> È per insegnarci che l'ordine naturale non ha alcuna necessità ultima che la Torah ponga tale accento sui miracoli. Perché è attraverso i miracoli, specialmente quelli di tipo spettacolare (''nissim mefursamim''), che Dio dimostra la Sua potenza sull'universo che ha creato.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|13:2}}.</ref> Tuttavia, questi miracoli spettacolari sono avvenuti secoli fa, e anche allora sono stati eseguiti raramente. Che legame ha l'ebreo ordinario con eventi così grandiosi? In che modo diventano un'esperienza personale e quindi impartiscono un apprezzamento del potere creativo e della provvidenza di Dio? Nahmanide vede la soluzione della Torah a questo problema in quei comandamenti chiamati ''‘edot'', "testimonianze", comandamenti basati sulla storia. Glossando il comandamento che l'Esodo "sarà un segno sulla tua mano, sarà un ornamento fra i tuoi occhi, per ricordare che con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto" ({{passo biblico2|Esodo|13:16}}), che la tradizione rabbinica vedeva come un obbligo di indossare regolarmente i [[w:tefillin|tefillin]], Nahmanide scrive: {{citazione|Ciò è perché Dio non compie un segno (''‘ot'') e una dimostrazione (''mofet'') in ogni generazione, per essere visto da ogni malfattore e negatore (''kofer''). Piuttosto, ci comanda continuamente di compiere un memoriale (''zikaron'') e un segno di ciò che i nostri occhi hanno visto.<ref>CT: {{passo biblico2|Esodo|13:16}} - 1 , 346.</ref>}} Nahmanide qui esprime una visione partecipativa della storia. Questa prospettiva, che spesso ribadisce, contrasta nettamente con la visione più familiare e illustrativa della storia. Le nostre scienze sociali, modellandosi sulle scienze naturali, in genere cercano regolarità nel comportamento umano e tentano di vedere tutti gli eventi come esempi di processi costanti. La storia diventa così una raccolta di dati del passato per ampliare il numero di esempi che illustrano vari principi specifici. L'interesse per il passato è governato dagli interessi del presente e dalla loro proiezione nel futuro.<ref>Cfr. W. H. Walsh, ''An Introduction to Philosophy of History'' (Londra: Hutchinson, 1967) 63ss.</ref> La visione della storia concepita da Nahmanide riflette un presupposto molto più antico. La vita umana nel presente, compresi tutti i normali processi del comportamento umano, trae il suo significato dai grandi eventi del passato. Il compito della storia non è incorporare gli eventi del passato in schemi perenni discernibili nel presente e proiettati nel futuro, ma vedere i processi del presente come segni e simboli dei grandi eventi del passato.<ref>Cfr. Mircea Eliade, ''The Sacred and the Profane: The Nature of Religion'' (New York: Harper and Row, 1961) 106-07.</ref> Per gli ebrei, questa incorporazione del presente nel passato è funzione di quei comandamenti che simbolicamente rievocano i grandi (e rari) eventi passati. Sottolineando la nostra partecipazione simbolica ai grandi eventi in cui Dio si è manifestato in modo così potente al popolo di Israele, Nahmanide indica che questa partecipazione non è solo vissuta passivamente. Richiede la determinazione ad agire con apertura alla presenza divina quando e dove si è rivelata. Dio non compie i suoi potenti atti di routine, per timore che diventiamo spettatori passivi piuttosto che partecipanti attivi. Per coloro che negano la potenza provvidenziale di Dio, anche l'esecuzione regolare di miracoli e segni sarebbe sprecata. L'ostinazione bloccherebbe il loro messaggio.<ref>Cfr. CT: {{passo biblico2|Genesi|14:10}}; e l'eccellente trattamento da parte di Y. Silman delle opinioni di Halevi sulla rivelazione e sulla storia, ''Bayn Filosof le-Navi'' (Ramat-Gan: Bar-Ilan University Press, 1985) 161ss., 216ss.</ref> Ma, per coloro che hanno una sottostante propensione alla fede, l'attivazione di tale propensione richiede una partecipazione simbolica. È con tali temi in mente che Nahmanide scrive del "processo" di Abramo, sottolineando l'importanza dell'azione piuttosto che della mera buona volontà passiva: {{citazione|Un processo (''nisayon'') è chiamato con questo nome a causa di colui che è stato processato. Ma colui che lo processa, che Egli sia esaltato, lo comanda per portare la materia dalla potenzialità all'attualità, affinché colui che è processato possa ricevere la ricompensa che l'azione merita, non soltanto la ricompensa perché ha un buon cuore... e così in effetti accade con tutte le prove nella Torah. Sono per il bene di colui che è processato.|CT: {{passo biblico2|Genesi|22:1}}, I - 125-26}} Come i comandamenti basati sulla natura (''mishpatim''), i comandamenti basati sulla storia (''‘edot'') soddisfano i bisogni umani. I ''mishpatim'' soddisfano i bisogni degli esseri umani nelle loro relazioni reciproche nella società; gli ''‘edot'' soddisfano i bisogni degli umani nel loro rapporto con Dio nella storia.<ref>Per questa duplice teleologia delle ''mitsvot'', cfr. CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|22:6}}.</ref> La gente comune ha bisogno di partecipare all'esperienza degli spettacolari miracoli pubblici della storia, sia direttamente che simbolicamente, per apprezzare la trascendenza di Dio dall'ordine naturale e la loro propria capacità di trascenderla, anche se solo parzialmente. Tra i predecessori di Nahmanide, la sua visione piuttosto empirica della natura si avvicina di più a quella di [[w:Saadya Gaon|Saadya Gaon]] (m. 942). La sua visione della storia e del suo significato si avvicina di più a quella di [[w:Yehuda Ha-Levi|Yehuda Ha-Levi]] (m. 1141), di cui riconobbe l'influenza.<ref>Cfr. CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|11:22}}.</ref> === Comandamenti metasociali/metastorici e la Cabala === I comandamenti della Torah designati come ''[[w:Chuqqim|huqqim]]'', "statuti", hanno sempre posto una sfida speciale a coloro che si impegnano a ritenere che tutti i comandamenti della Torah abbiano ragioni. Poiché questi comandamenti sembrano essere espressioni arbitrarie della volontà di Dio. Come ha affermato un ''[[w:midrash|midrash]]'' seminale, Dio in effetti dice al popolo d'Israele: "Ho emanato uno statuto (''huqqah haqqaqti''), ho decretato un decreto (''gezerah gazarti''), e non ti è permesso trasgredire i miei decreti!"<ref>''Bemidbar Rabbah'' 19.1; cfr. ''Midrash Leqah Tov: Huqqat'', 119b.</ref> Ciò è affermato nel contesto di una discussione sull'istituzione nella Torah generalmente riconosciuta come la più enigmatica, il [[:en:w:Red heifer|rito della giovenca rossa]] ({{passo biblico2|Numeri|19:1-22}}).<ref>La '''giovenca rossa''' o '''vacca rossa''' (פרה אדומה - ''parah adumah'') era un sacrificio citato nella Bibbia ebraica, le cui ceneri erano usate per un rituale di purificazione di antichi israeliti che erano venuti in contatto con un cadavere. L'esistenza di una giovenca rossa che sia conforme a tutte le rigide regole e requisiti imposti dalla Halakhah, è un'anomalia biologica: l'animale deve essere interamente di un solo colore ed i rabbini eseguivano una serie di test per assicurarsi, tra l'altro, che il pelo della vacca fosse completamente liscio (per accertarsi con non fosse stata sottoposta al giogo, il che l'avrebbe squalificata). Mosè, il maggiore dei profeti, conobbe il mistero del significato della giovenca rossa. Secondo una tradizione ebraica, solo nove giovenche furono macellate dal periodo che inizia da Mosè e finisce alla distruzione del Secondo Tempio. L'assoluta rarità dell'animale, insieme al rispettivo rituale, attribuisce alla giovenca rossa un'importanza particolare nella tradizione ebraica: è infatti citata come esempio basilare di un ''[[w:Chuqqim|khok]]'', o come già definito supra, una legge biblica per la quale non esiste logica apparente e quindi è considerata di assoluta origine divina. Poiché lo stato di purezza rituale ottenuto attraverso la cenere di una giovenca rossa è un prerequisito necessario per la partecipazione al servizio del Tempio, in tempi moderni sono stati compiuti sforzi da parte di ebrei, che desiderano una purezza rituale biblica e in previsione della costruzione del futuro Terzo Tempio, per individuare una giovenca rossa e ricreare il citato rituale.</ref> Tuttavia, il ''midrash'' qui sembra considerare il rituale come paradigmatico di tutti i comandamenti della Torah. Un altro ''midrash'' sembra similmente generalizzare dal modello degli ''huqqim'' e annunciare che tutti i comandamenti furono dati solo per testare l'accettazione umana della volontà di Dio:<ref>''Bereshit Rabbah'' 44.1 e paralleli; cfr. il trattamento da parte di [[Maimonide]] di questo testo rabbinico in ''Moreh'', 3.26.</ref> I rabbini raffigurano Satana e le nazioni del mondo che insultano il popolo ebraico per la loro tenace fedeltà a questi comandamenti misteriosi.<ref>''Sifra: Aharei Mot'', cur. Weiss, 86a; ''B. Yoma'' 67b. Per ulteriori elaborazioni di questo tema ''"facio quia absurdum"'' nella teologia medievale aschenazita, cfr. D. Berger, ''Jewish-Christian Debate'' (Philadelphia: JPS, 1979) 356-57.</ref> Tali brani pongono chiaramente l'onere della prova su coloro che affermano che tutti i comandamenti della Torah hanno ragioni, per quanto oscure. I razionalisti sono sfidati a suggerire almeno alcune ragioni plausibili per gli ''huqqim'' più problematici, altrimenti riconoscano che tutti i comandamenti sono essenzialmente decreti divini e che anche quando sembrano esserci ragioni, queste sono nella migliore delle ipotesi supposizioni o principi, piuttosto che fondamenti primari del vero intento di Dio. Ma Maimonide e Nahmanide, entrambi impegnati nella tesi che ci sono ragioni per tutti i comandamenti, svilupparono i propri mezzi distintivi per spiegare i comandamenti più difficili della Torah. È a questo livello di sfida esegetica che le loro differenze teologiche fondamentali diventano più evidenti. In effetti, è sullo sfondo del trattamento di Maimonide di questi comandamenti che la posizione di Nahmanide emerge più chiaramente dal contrasto. Per [[Maimonide]], la verità e la bontà si scoprono attraverso le scienze politiche, le scienze fisiche o la metafisica.<ref>Cfr. ''Hilkhot Talmud Torah'', 1.11-12; ''Moreh'', Introduzione.</ref> La sua teologia attribuisce il primato a quei comandamenti i cui scopi sono più evidenti alla ragione umana: quelli che ordinano la società al bene (''mishpatim'') o la mente al vero (''de‘ot''). I comandamenti storici (''‘edot'') sono inseriti in questo contesto basilare. Così l'osservanza dello [[w:Shabbat|Shabbat]] e delle [[w:festività ebraiche|festività]] serve allo scopo politico di promuovere la comunione attraverso il tempo libero e la celebrazione comuni, e lo scopo intellettuale di segnalare le verità sulla creazione del cosmo.<ref>''Moreh'', 3.43.</ref> La storia, in quanto ''locus'' della rivelazione di Dio attraverso eventi unici, non è un considerazione immediata. Così, ad esempio, lo Shabbat è istituito per ricordare che "sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso" ({{passo biblico2|Dt|5:15}}). Ma Maimonide sottolinea il significato universale dello Shabbat: praticamente nel soddisfare il bisogno fisico di riposo; intellettualmente, nel soddisfare il bisogno spirituale di affermare la creazione dell'universo da parte di Dio.<ref>Cfr. specialmenrte ''Moreh'' 2.31. I rabbini talmudici, al contrario, sottolineavano il significato unicamente ebraico dello Shabbat. Cfr. ''B. Sanhedrin'' 58b rif. {{passo biblico2|Genesi|8:22}}; ''Devarim Kabbah'' 1.18 rif. {{passo biblico2|Esodo|31:17}}.</ref> Maimonide invoca la storia quando spiega alcuni degli ''huqqim''. Li vede come reazioni all'idolatria nei tempi antichi.<ref>''Moreh'', 3.37.</ref> Pertanto, adduce due ragioni per il divieto di mangiare carne cotta nel latte. In primo luogo, sostiene che l'alto contenuto di grassi di tali alimenti non è salutare. In secondo luogo, ipotizza che cucinare un capretto nel latte materno possa essere stato un rito pagano che la Torah non voleva che gli israeliti imitassero in alcun modo.<ref>''Moreh'', 3.48. Cfr. ''Hilkhot Ma’akhalot Assurot'', 17.29-31; anche, ''Hilkhot De’ot'', 3.3 rif. ''Mishnah Avot'' 2.2.</ref> Quanto alla domanda sul perché una reazione a un rito pagano scomparso dovesse rimanere normativa, va ricordato che Maimonide considerava perenne la propensione all'idolatria. Così anche i divieti di particolari manifestazioni temporali dell'idolatria servono ancora a sottolineare l'importanza della diligenza perpetua contro questa malattia spirituale sempre virulenta.<ref>Cfr. per es., ''Moreh'', 1.36; 3.29.</ref> Per Maimonide, quindi, i comandamenti razionalmente evidenti sono primari; i comandamenti esplicitamente storici sono, in effetti, deistorizzati; e i misteriosi ''huqqim'' sono visti come reazioni a circostanze storiche. Nel suo ordinamento dei comandamenti, sembrerebbe che i ''mishpatim'' (politici e intellettuali) siano i primi, gli ''‘edot'' secondi e gli ''huqqim'' terzi per importanza. Per Nahmanide, l'ordine sembra essere diametralmente invertito. I ''mishpatim'' sono meno importanti, proprio perché sono i più universali. Gli ''‘edot'' sono importanti, perché sono distintivi. E gli ''huqqim'' sono i più importanti, poiché sono i più distintivi di tutti e santificati dal loro stesso mistero. Pertanto, nello spiegare gli ''huqqim'', Nahmanide invoca ciò che ritiene il vero, più profondo insegnamento della Torah: la ''[[w:Cabala ebraica|Cabala]]''. La sua dipendenza dalla Cabala è stata a lungo oggetto di dibattito. Alcuni studiosi di un cast altamente tradizionale credono che lo ''[[Zohar]]'' sia letteralmente l'opera del [[w:Tannaim|Tanna]] [[w:Shimon bar Yohai|Shimon bar Yohai]] del II secolo. Sostengono che il testo fosse conosciuto immemorabilmente e tramandato ermeticamente da una piccola élite per mille anni prima della sua pubblicazione alla fine del XIII secolo. Tali studiosi pensano che l'invocazione della Cabala da parte di Nahmanide sia altamente selettiva. Sostengono che nella sua teologia cabalistica ci sia molto di più di quanto egli abbia rivelato nei suoi scritti.<ref>Cfr. per es., J. Even-Chen, ''Ha-Ramban'' (Gerusalemme: Ginzekha Rishonim Le-Tsiyon, 1976) 61ss. L'idea che Nahmanide avesse un sistema cabalistico completo e in gran parte segreto era apparentemente sostenuta anche dai suoi contemporanei che trovavano il suo cabalismo eccessivo. Si veda R. Isaac bar Sheshet Parfat, ''Teshuvot ha-Ribash'', no. 157. Per una discussione critica moderna sel cabalismo di Nahmanide, cfr. Gershom Scholem, ''Ha-Kabbalah be-Gerona'', 73ss., e ''Origins of the Kabbalah'', 384; M. Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 254.</ref> I cabalisti spesso affermano che la natura esoterica della Cabala richiede tale moderazione. Ma anche questo punto di vista non spiega perché Nahmanide invochi dottrine cabalistiche quando e dove lo fa — perché ciò che è stato rivelato ai cabalisti sia più frequentemente usato per spiegare le ragioni degli ''huqqim''. La maggior parte degli studiosi moderni accetta il punto di vista di [[w:Gershom Scholem|Gershom Scholem]] secondo cui lo ''[[Zohar]]'' è in gran parte opera del rabbino [[w:Moses de León|Moses de León]], che scrisse dopo Nahmanide e fu influenzato da lui.<ref>Cfr. ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 173.</ref> Essi attribuiscono le sporadiche invocazioni della Cabala da parte di Nahmanide alla natura ancora non sistematica della tradizione e considerano de Leon e i suoi successori i veri sistematizzatori.<ref>Cfr. M. Idel, "We Have No Kabbalistic Tradition on This" in Twersky, cur., ''Rabbi Moses Nahmanides'', 63ss.</ref> Non ci sono prove che il cabalismo di Nahmanide fosse sistematico.<ref>Cfr. Scholem, ''Ha-Kabbalah be-Gerona'', 66; Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 215.</ref> A differenza dei cabalisti successivi, da de Leon in poi, Nahmanide non tentò mai di spiegare tutto nella Torah alla luce della Cabala. A differenza della maggior parte di loro, assumeva regolarmente la realtà della natura e della storia nello spiegare i comandamenti e gli eventi nella Torah. In effetti, come abbiamo visto, il suo uso della natura nello spiegare il ''mishpatim'' si avvicina alla teoria dei comandamenti razionali di Saadyah Gaon, e nel suo uso della storia nello spiegare gli ''‘edot'' segue la concezione di eventi unici di Yehuda Ha-Levi. Lo ''Zohar'', al contrario, non ammette effettivamente un reame della natura o un reame della storia. Ci vogliono tutte le relazioni che siano interne alla vita di Dio.<ref>Cfr. per es., ''Zohar: Aharei-Mot''3:73a.</ref> Lo spazio e il tempo sono irreali. Non c'è storia, non c'è natura, nel senso di un ordine creato duraturo, risultante da un atto divino unico.<ref>Cfr. Saadyah Gaon, ''ED'', 1.2, 4.</ref> La creazione di Dio non è più transitiva, il suo oggetto non è chiaramente distinto dal suo soggetto. Per i cabalisti post-nahmanideani, l'unica realtà separata da Dio è demoniaca (letteralmente, ''sitra ahra'', "l'altra parte"). La relazione con questo equivale all'annientamento.<ref>Cfr. Gershom Scholem, ''On the Kabbalah and Its Symbolism'', 145; ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 177-78.</ref> Così lo ''Zohar'' tratta i [[w:Noachismo|Sette comandamenti noachici]] non come requisiti razionali delle relazioni interumane, ma come proibizioni finali della separazione dalla vita divina.<ref>''Zohar: Bereshit'', 1:36a. Cfr. Menahem Recanti, ''Commentary on the Torah: Gen. 2:16 and 8:21''. Approcci razionalisti e cabalistici alle Leggi noachiche sono congiunte in Judah Loewe (Maharal), ''Gevurot ha-Shem'' (Cracow, 1582) cap. 66.</ref> Le loro specifiche dimensioni interumane diventano accessorie, incidentali. Il cabalismo zoharico non lascia spazio al razionalismo saadiano che Nahmanide usò per costituire la legge naturale delle relazioni interumane. Infatti tale razionalismo presuppone lo spazio creato al di fuori di Dio, risultato della creazione generata da Dio come atto transitivo.<ref>Cfr. Gershom Scholem, "Schopfung aus Nichts und Selbstverschrankung Gottes", ''Eranos Jahrbuch'' 25 (1956) 108ss.</ref> Anche la storia presuppone una distinzione essenziale tra spazio e tempo.<ref>Seguendo la visione haleviaan/nahmanideana della storia secondo, Judah Loewe (Maharal) distingue tra tempo fisico (''zeman'') e tempo storico (''sha‘ah, rega‘''). Cfr. ''Gevurot ha-Shem'', sez. 2. Cfr. L. E. Goodman, "Time, Creation and the Mirror of Narcissus", ''Philosophy East and West'' 42 (1992).</ref> Nell'idea di natura, spazio e tempo sono legati. Ma l'idea di libertà esige la loro separazione, perché tutto non sia determinato. Quando il tempo è visto come distinto dallo spazio, si apre al futuro quale orizzonte di azioni non determinate da ciò che già è. Questa apertura è cruciale per l'emergere della responsabilità personale. Nella visione della storia da parte di Nahmanide, come in quella di Halevi, la storia è un incontro tra Dio e le Sue creature.<ref>Cfr. ''Kuzari'', 1.67; 5.20.</ref> La relazione è libera da parte di Dio perché non è determinata dall'ordine naturale. I miracoli di Dio ricapitolano il libero atto originario della creazione e riaffermano la trascendenza di Dio. E la relazione è libera da parte degli esseri umani, perché la nostra risposta alla presenza di Dio non è determinata dalla natura. Rispondendo alle azioni sante di Dio, possiamo scegliere di compiere opere sante. La santità trascende ciò che è già stato fatto. Quindi la storia è una storia di eventi piuttosto che la registrazione di processi inevitabili. La sua traiettoria è verso il culmine in un Mondo a venire trascendente. Questo reame non è una realtà eterna già presente parallelamente alla natura per Nahmanide, come lo è per Maimonide. Piuttosto si trova nel futuro. Sarà completamente nuovo.<ref>Cfr. ''Torat ha-Adam: Sha'ar ha-Gemul''/''KR'' II, 302. Cfr. Maimonide, ''Hilkhot Teshuvah'', 8.8 e nota del Rabad ''ad loc.''</ref> La libertà storicamente costituita, quindi, è un potere transitivo, indeterminato, condiviso da Dio e dall'umanità, sebbene la libertà del Creatore non sia vincolata come quella delle creature. La nostra osservanza dei comandamenti è quasi sempre delimitata entro limiti naturali, a differenza del compimento di miracoli da parte di Dio.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Numeri|1:45}} rif. ''B. Pesahim'' 64b.</ref> Quindi la libertà divina e umana interagiscono nel rapporto di alleanza, ma non in modo simmetrico. Dio conserva sempre la sua illimitatezza. L'uomo è sempre limitato. Senza una qualche struttura, tuttavia, la libertà divina sarebbe mero capriccio; a maggior ragione la libertà umana. Il capriccio è libertà che non intende relazione. Le alternative a questa terrificante possibilità sono di costituire un reame della storia [[w:Alleanza (Bibbia)|pattizia]] tra Dio e l'uomo, o di costituire una natura in Dio, in cui gli esseri umani possono essere incorporati. I cabalisti successivi scelsero la seconda opzione. Ma di conseguenza, la spontaneità e la libertà andarono rapidamente perse. Il determinismo della natura era ora proiettato nella stessa divinità. I miracoli divennero eventi determinati da questa natura superiore e implicita.<ref>Cfr., ad esempio, Menahem Recanti, ''Commentary on the Torah'': {{passo biblico2|Esodo|29:1}} e {{passo biblico2|Levitico|26:3}} (Venezia, 1523), dove parla della causalità "naturale" (= necessaria) dei comandamenti (''teva kol mitsvah u-mitsvah''), cioè, nel vero reame divino, non nel reame fisico illusorio e separato. Inoltre, si veda il suo commento su {{passo biblico2|Esodo|34:6}}, dove gli atti divini transitivi diventano proprietà divine interiori (cfr. ''B. Shabbat'' 133b). Per la stessa idea di natura divina nel pensiero di un mistico ebreo moderno profondamente indebitato con la Cabala, si veda Abraham Isaac Kook, ''‘Orot Ha-Qodesh'', cur. D. Cohen (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1963) I, 143-44. Inoltre, cfr. Scholem, ''Origins of the Kabbalah'', 453; anche, Berger, "Miracles and the Natural Order in Nahmanides", 121. Cfr. Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 102.</ref> Il bene umano divenne sempre più un prodotto del potere causale divino,<ref>Cfr. Tishby, ''Mishnat ha-Zohar'' 1.3ss.</ref> e il male umano sempre più frutto del potere generalizzato del demoniaco piuttosto che di specifiche scelte umane.<ref>Cfr. Tishby, 1.287ss.</ref> Nahmanide non si accontenta di un simile risultato. Il suo metodo eclettico gli permette di cambiare ripetutamente il suo terreno teologico. A volte individua il rapporto divino-umano tra Dio e l'uomo. Altre volte, soprattutto quando spiega gli ''huqqim'', individua la relazione all'interno della divinità. Questo spostamento ci impedisce di ricostruire una teologia coerente e sistematica per Nahmanide, come si può fare per Saadyah, Maimonide o lo ''[[Zohar]]''. Tuttavia l'uso della Cabala da parte di Nahmanide è coerente con il profondo conservatorismo dei suoi scritti halakhici e teologici.<ref>Si veda il suo "Introduzione alle Note sull'Enumerazione dei Comandamenti", ''KR'' I, 420; anche, Scholem, ''Origins of the Kabbalah'', 389.</ref> Perché le verità più elevate della Cabala, invocate come spiegazioni degli ''huqqim'', non rappresentano una vera minaccia per la natura o la storia e non pretendono di sostituire l'ampia verità della Torah. La Cabala in Nahmanide non rivoluzionerà la teologia ebraica in tutto e per tutto. Ma gli permetterà di spiegare in profondità ciò che le teologie precedenti non avevano spiegato o avevano spiegato in modo inadeguato. Nel processo, gli ''huqqim'' vengono trasformati da ostacoli della fede a accenni simbolici dei profondi misteri di Dio. Aprendo i suoi commenti sul Levitico, dove la Torah tratta in modo più completo del sistema sacrificale – contesto di tanti ''huqqim'' – Nahmanide rifiuta la storicizzazione del culto biblico del sacrificio fatta da Maimonide. È convinto che Maimonide abbia letto nei testi scritturali una tematica che non c'è veramente. Maimonide aveva detto che la ragione dei sacrifici è che gli egizi e i caldei, nella cui terra Israele aveva abitato, "avevano sempre adorato bovini e pecore [e capre]... per questo comandò loro di macellare queste tre specie per amore di Dio, affinché si sappia che ciò che avevano creduto essere l'epitome del peccato è ciò che ora dovrebbero offrire al Creatore... E così saranno sanate le credenze corrotte, che sono malattie dell'anima, poiché ogni malattia e ogni morbo si cura solo con il suo contrario. — Queste sono le sue parole con cui ha parlato a lungo, ma sono parole vuote (''divrei hav’ai'')".<ref>CT: {{passo biblico2|Levitico|1:9}} - II, 11 rif. ''Moreh Nevukhim'' 3.46. Cfr. ''Targum Onkelos'', {{passo biblico2|Genesi|43:32}}; Ibn Ezra, ''Commentario alla Torah'', {{passo biblico2|Esodo|8:22}}.</ref> Nahmanide offre due spiegazioni alternative del significato che la Torah attribuisce al sistema sacrificale. La prima è psicologica e spirituale: i sacrifici soddisfano il profondo bisogno umano di riconciliarsi con Dio nei pensieri, nelle parole e nei fatti. Questa interpretazione attira immediatamente l'immaginazione, "attira il cuore".<ref>Rif. ''B. Shabbat'' 87a e ''B. Hagigah'' 14a. Cfr. ''Zohar: Vayiqra'', 3:9b.</ref> Tuttavia, Nahmanide la segue alludendo alla ''vera'' visione cabalistica, che nasce dalla consapevolezza che il nome unico di Dio (YHWH) e non i suoi nomi minori, è invariabilmente quello usato in collegamento con i sacrifici. L'invocazione di Nahmanide della Cabala qui come fornitrice della verità (''ha-‘emet'') non significa che considerasse false tutte le altre interpretazioni. C'è una gerarchia di verità, con la Cabala in cima. Il suo insegnamento è che l'azione umana quaggiù, se eseguita correttamente e con la giusta intenzione (''kavvanah''), influenza positivamente la vita divina nell'Alto. Discutendo in questo senso, Nahmanide elevò quella che sembrava una contingenza storica in Maimonide a un livello vitale nella vita stessa di Dio. Le ragioni assegnate da Nahmanides per ''mishpatim'' e ''‘edot'' sono generalmente radicate nel bisogno umano: gli esseri umani hanno bisogno di leggi per governare le loro relazioni. Gli ebrei hanno bisogno di commemorare i grandi eventi quando la potenza e la provvidenza di Dio sono così inequivocabilmente manifeste. Ma con gli ''huqqim'', specialmente i precetti positivi del culto del Tempio, il bisogno umano non è la teleologia essenziale all'opera. Commentando il versetto: "E sapranno che io sono il Signore, il loro Dio, che li ho fatti uscire dal paese d'Egitto, per abitare (''le-shokhni'') in mezzo a loro" ({{passo biblico2|Esodo|29:46}}), Nahmanide scrive: {{citazione|C'è in questo passaggio un grande insegnamento mistico (''sod gadol''). Perché secondo il significato apparente del testo (''ke-fi peshat'') la presenza della ''Shekhinah'' è un bisogno mortale (''tsorekh hedyot''), non un bisogno del Superno (''tsorekh Gavoah''). Ma il tema è analogo a quello del versetto: "O Israele, per mezzo di te io manifesterò la mia gloria" (Isaia 49:3).|CT: {{passo biblico2|Esodo|29:46}} - I, 486-87}} Le persone comuni, che vivono fondamentalmente all'interno dei reami della natura e della storia — reami separati dall'essere di Dio, anche se non dalla potenza di Dio — hanno bisogno di vedere i comandamenti come adempimento dei loro bisogni umani ordinari. Le anime straordinarie, invece, vivono essenzialmente nella vita divina, come il Tempio è nella vita divina. Hanno solo bisogno di vedere i comandamenti come adempimento dei bisogni divini, con i quali sono così intimamente coinvolti. [[File:Emanation.gif|thumb|''[[w:Ein Sof|Ayn Sof]]'', emanazione delle ''[[w:Sefirot|Sefirot]]'' e [[w:Gerarchia degli angeli|gerarchie angeliche]] secondo la [[w:Cabala lurianica|Cabala lurianica]], molto posteriore a Nahmanide]] L'argomento dei bisogni divini assorbì i cabalisti dopo Nahmanide.<ref>Cfr. per es., Meir ibn Gabbai, ''Avodat ha-Qodesh'', 2.2ss. Per la visione opposta da parte della maggioranza dei rabbini talmudici, cfr. ''Y. Nedarim'' 9.1/41b rif. {{passo biblico2|Giobbe|35:7}}; e Saadyah Gaon, ''Emunot ve-De’ot'', 3.10. Ma, cfr. ''B. Berakhot'' 7a; ''B. Baba Metsia'' 114a rif. {{passo biblico2|Dt|8:10}}.</ref> Alcuni addirittura vedevano l'emanazione del mondo multiforme dall'unità divina come risultato del bisogno di Dio per un "altro".<ref>Cfr. per es., Hayyim Vital, ''‘Ets Hayyim'', 1:11a.</ref> Nahmanide non sembra intendere un concetto così radicale, che la creazione non sia un atto del tutto gratuito. Ciò che la sua invocazione alla dottrina cabalistica sembra significare è che, ''poiché'' Dio ha scelto di estendersi nella molteplicità, ''in tal modo'' si è reso dipendente da essa, ''in quanto'' vi è presente. Ma, come l'Infinito totalmente trascendente (''[[w:Ein Sof|Ayn Sof]]''), Dio non è mai del tutto dipendente da ciò che partecipa alla Sua vita. Poiché Egli non vi è mai del tutto presente. Nella sua introduzione al ''Commentario alla Torah'', Nahmanide afferma con forza il detto cabalistico secondo cui la santità della Torah riflette il fatto che le sue parole sono tutte permutazioni dei nomi di Dio.<ref>Chavel, seguendo la visione tradizionalista che lo ''Zohar'' sia una fonte per Nahmanide, vede la fonte (''meqoro'') di questa dottrina nello ''Zohar: Yitro'', 2:87a (cfr. CT, introduzione, cur. Chavel, 6, nota). Più plausibilmente, Nahmanide era la fonte dello ''Zohar'' per questa dottrina cabalistica di base. Un'applicazione del punto teologico sta nel fondare la norma halakhica secondo cui un ''Sefer Torah'' difettoso in qualsiasi modo è ritualmente non valido per la lettura pubblica nella sinagoga (Maimonide, ''Hilkhot Sefer Torah'', 10.1, nn. 12 e 13), cfr. Abraham ben Yom Tov Ishbili, ''Teshuvot ha-Ritba'', cur. Kafih (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1959), n. 142, pp. 167-70. Il Ritba cita Nahmanide, non lo ''Zohar'', come ''locus classicus'' per questo punto. Per dubbi sull'antichità dello ''Zohar'' da parte di uno studioso tradizionalista premoderno, vedere Jacob Emden, ''Mitpahat Sefarim'' (Altona, 1769); cfr. Scholem, ''Major Trends'', 181.</ref> Quindi Dio è presente nella Torah e in questo senso ne ha bisogno come una persona ha bisogno di qualsiasi organo vitale. Ma Dio è sempre più dei Suoi nomi; infatti ''Ayn Sof'' (l'"In-finito") è un termine negativo: essenzialmente Dio è senza nome. A questo livello, ciò che Nahmanide sembra voler significare per ''bisogno divino'' è che mediante l'esecuzione dei comandamenti, in particolare gli ''huqqim'', almeno alcuni ebrei non sono solo destinatari passivi della grazia di Dio, ma partecipanti attivi della vita divina. Questo aspetto della teologia cabalistica di Nahmanide ha probabilmente avuto un'influenza maggiore sulla Cabala successiva di qualsiasi altra.<ref>Una profonda riaffermazione della dottrina cabalistica dell'interazione dei bisogni divini e umani fu fatta da Abraham Joshua Heschel in ''Man Is Not Alone'', 241ss.</ref> Si può sempre discutere dell'adeguatezza delle interpretazioni cabalistiche di Nahmanide riguardo agli ''huqqim'' positivi, ma spesso offrono una vena interpretativa più ricca di quella che il razionalismo ebraico aveva da offrire. Quindi non è difficile capire perché siano stati seguiti molto più a fondo dalle generazioni successive rispetto alle interpretazioni razionaliste. Ma Nahmanide non si è limitato agli ''huqqim'' positivi. Anche gli ''huqqim'' negativi richiedono interpretazione. Maimonide li vedeva come proscrizioni di antiche pratiche idolatriche. La stessa idolatria fu la prima violazione umana della legge naturale, negando la realtà manifesta del Dio trascendente. Ogni atto idolatrico era in sostanza una violazione dell'ordine naturale, un ordine non inventato dalla ragione umana ma da essa scoperto. Come i ''mishpatim'' e gli ''‘edot'', quindi, anche gli ''huqqim'', per Maimonide, erano in definitiva intelligibili in termini di natura. Anche per Nahmanide questi divieti proibiscono la violazione di un ordine che non è stato inventato dalla ragione umana. Ma non è nemmeno un ordine scoperto dalla ragione umana. Piuttosto, gli ''huqqim'' spesso proscrivono la violazione dell'ordine creato da Dio ma rilevabile solo per rivelazione. Tali leggi sono fondamentalmente diverse dai ''mishpatim'' o dagli ''‘edot''. I loro scopi si vedono solo quando ci viene rivelato qualcosa dell'ordine creato che è al di là sia della ragione umana ordinaria che anche dell'esperienza umana straordinaria. Commentando il versetto: "Osserverete i miei statuti (''et huqqotay''): non accoppierai bestie di specie differenti" ({{passo biblico2|Levitico|19:19}}), Nahmanide scrive: {{citazione|Gli ''huqqim'' sono il decreto del Re (''gezerat ha-melekh''), che ha decretato (''yihoq'') nel suo regno senza rivelare la loro utilità (''to‘eletam'') al popolo... La persona che incrocia specie cambia e falsifica l'opera stessa della creazione, come se pensasse che Dio non soddisfi adeguatamente ogni bisogno (''she-lo-hishleem kol tsorekh'').|CT: {{passo biblico2|Levitico|19:19}}/II, 120. Cfr. anche, CT: {{passo biblico2|Levitico|26:15}}}} L'incrocio è, in effetti, una negazione dell'adeguatezza della creazione. È manomettere l'ordine creato, come se Dio non avesse terminato in modo soddisfacente la Sua opera e l'uomo potesse migliorarla. La proibizione, quindi, ha lo scopo di affermare che la creazione di Dio è perfetta, sebbene la ragione umana spesso non comprenda come la provvidenza di Dio operi nella creazione e anzi assicuri i bisogni di ogni creatura. Una comprensione più completa delle vie della provvidenza deve attendere una rivelazione del tipo che Giobbe alla fine ricevette da Dio.<ref>Cfr. Nahmanide, ''Commentario a Giobbe'', 42:5 - KR I, 126.</ref> Il divieto di modificare l'ordine creato, anche per migliorarlo, è in sostanza un divieto di magia. Maimonide giustifica il divieto della magia non perché sia ​​oggettivamente efficace nel perturbare l'ordine naturale, ma perché è soggettivamente pericoloso.<ref>Cfr. ''Hilkhot Avodah Zarah'', 11.16; ''Commentario alla Mishnah: Pesahim'' 4.10.</ref> Distorce la nostra comprensione delle vere operazioni della natura, che si esprimono attraverso l'indagine scientifica, non l'opinione superstiziosa. L'azione umana non può alterare l'ordine naturale stabilito, per non parlare della vita trascendente di Dio. Ma per Nahmanide, la magia è oggettivamente efficace. È proibita non perché credervi sia falso, ma perché è un tentativo malvagio di manipolare Dio a vantaggio dell'uomo.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Esodo|8:14}}.</ref> Tale male può davvero sconvolgere l'ordine della creazione, forse anche ostacolare temporaneamente il compimento dei piani divini. Non potrà mai rovesciare la sovranità di Dio. Ma a noi mortali è proibito agire come se avessimo il controllo su Dio. Come dice [[:en:w:Lenn E. Goodman|Lenn Goodman]], la magia è proibita da Nahmanide nello stesso modo in cui ai bambini è proibito deridere l'autorità dei loro genitori. Il potere umano è giustificato (ed efficace) in definitiva solo quando è una partecipazione fedele alla vita di Dio e al suo governo dell'universo. === Il primato dell'esegesi === Gli scritti di Nahmanide, in particolare il suo ''Commentario alla Torah'', danno voce a temi ricorrenti che possono essere sistematicamente correlati. Ma molti lettori non sono riusciti ad afferrare il suo sistema perché si aspettano un sistema di teologia cabalistico ''totale''. Non trovandolo, spesso presumono che non ci sia alcun sistema. Prendendo alla lettera il trattamento della Cabala da parte di Nahmanide come la più alta verità della Torah, essi presumono che debba averla considerata come l'unica verità della Torah. Ma, come abbiamo visto, trova nella Torah anche un impegno con la realtà della natura e della storia, anche se quel livello di verità è trasceso dalla Cabala. La Cabala, verità più alta, non sposta tutte le altre verità, ma le mette in prospettiva. La Cabala da sola non è sufficiente per spiegare la Torah. Ma è necessaria, secondo Nahmanide, ad ogni adeguata teologia dell'ebraismo. Non si può essere sicuri del motivo per cui Nahmanide non sviluppò una teologia più omogenea, come quella dello ''[[Zohar]]'' e di alcuni cabalisti successivi.<ref>Cfr. Scholem, ''Origins of Kabbalah'', 384; Bernard Septimus, "Nahmanides and the Andalusian Tradition" in Twersky, cur., ''Rabbi Moses Nahmanides'', 19ss.; E. R. Wolfson, "By Way of Truth," 125-29, 163-76.</ref> Certamente aveva le doti intellettuali per un pensiero sistematico. Ma se avesse presentato una teologia rigorosamente cabalistica, la ricchezza del suo approccio sarebbe stata molto ridotta. Il suo eclettismo permette una diversità dei tipi e dei metodi di interpretazione; ed è soprattutto come [[w:esegesi ebraica|esegeta]] che è meglio compreso. Un sistema completo avrebbe ristretto le sue opzioni esegetiche.<ref>Per la tesi di Nahmanide che un comandamento può avere più di una ragione, cfr. CT: {{passo biblico2|Esodo|20:23}}; cfr. ''B. Sanhedrin'' 34a rif. {{passo biblico2|Geremia|23:29}}; ''Bemidbar Rabbah'' 13.15.</ref> Come esegeta poteva trovare livelli di significato nella Scrittura che possono sembrare contraddittori quando disposti fianco a fianco. Ma per lui, evidentemente, il testo si rivolge a persone diverse in modi diversi simultaneamente. Alla fine, la ricchezza del testo ha la precedenza sull'eleganza astratta di un sistema globale. Quindi la teologia di Nahmanide è più euristica che costruttiva. Il suo scopo sembra sempre essere quello di spiegare il testo piuttosto che semplicemente di usarlo per illustrare i temi che l'autore gli porta. I frutti del suo metodo forniscono a tutti i pensatori ebrei una ricchezza di intuizioni sostanziali sulla Torah e sul modello di quel metodo stesso, una potente [[w:ermeneutica talmudica|ermeneutica]] teologica. Laddove Nahmanide è sistematico, il suo sistema è più ermeneutico che filosofico. Nella ben nota divisione dei pensatori fatta da [[w:Isaiah Berlin|Isaiah Berlin]] in ricci e volpi – coloro che mettono in relazione tutto con un'unica visione centrale e coloro che perseguono molti fini, spesso estranei o addirittura contraddittori84 – Nahmanide è più il riccio che la volpe, un pensatore più centrifugo, mentre invece, diciamo, Maimonide è più centripeto. La precedenza del ''datum'' sulla teoria, dell'esegesi sul sistema è, dopo tutto, ciò che rende uno un teologo scritturale, rispetto a un teologo sistematico. == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie delle interpretazioni}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4" ><references/></div> {{Avanzamento|75%|19 luglio 2022}} [[Categoria:Nahmanide teologo|Introduzione]] k3rozwuw69m15393ivw36jnoqqdo6hn 430764 430763 2022-07-20T15:46:49Z Monozigote 19063 /* Note */ avanz. wikitext text/x-wiki {{Nahmanide teologo}} [[File:Nahmanides Commentary - Adler n° 662.JPG|thumb|540px|center|Commentario di Nahmanide, (XV secolo)]] == INTRODUZIONE == === Rabbi Moshe ben Nahman Girondi === Rabbi [[w:Nahmanide|Moshe ben Nahman Girondi]] è conosciuto nella letteratura ebraica con il suo acronimo '''Ramban''' ((רמב״ן‎). Ma per i lettori moderni delle lingue europee è '''Nahmanide''', e per i suoi contemporanei spagnoli era ''Bonastruc ça Porta''. Ognuno dei suoi nomi racconta qualcosa della sua carriera. In quanto [[w:rabbino|rabbino]] Moshe ben Nahman Girondi, era il leader rabbinico più influente degli ebrei di Spagna del suo tempo. Come Ramban è stato un pilastro del pensiero ebraico nel corso dei secoli dalla sua morte. Come Nahmanide sta ottenendo sempre più riconoscimenti tra gli studiosi del pensiero religioso occidentale. E come Bonastruc ça Porta svolse un ruolo centrale nei complessi rapporti tra gli ebrei spagnoli e la società cristiana in cui vivevano. Nahmanides nacque nel 1194 a [[w:Gerona|Gerona]], una piccola ma culturalmente vitale comunità ebraica vicino a [[w:Barcellona|Barcellona]], ​​capitale dell'allora [[w:Principato di Catalogna|Principato di Catalogna]]. Discendeva da una famiglia aristocratica rabbinica e fu educato nel [[w:Talmud|Talmud]] e nella [[w:Cabala ebraica|Cabala]] da eminenti studiosi. Raggiungendo la reputazione di brillante studioso rabbinico in giovane età, fu ampiamente consultato su questioni [[w:Halakhah|halakhiche]] e teologiche e la sua introduzione alle opere dei tosafisti della Francia settentrionale nel curriculum della sua accademia rivoluzionò la cultura talmudica sintetizzando tradizioni [[w:sefarditi|sefardite]] e [[w:aschenaziti|aschenazite]]. La sua approvazione della Cabala, che stava appena emergendo in Spagna ai suoi tempi, ne accresceva la rispettabilità e ampliava il suo pubblico. Nella controversia sulle opere teologiche di [[Maimonide]] nel primo terzo del XIII secolo, i suoi sforzi verso un compromesso aiutarono a preservare l'accesso degli ebrei tradizionali a queste opere e favorirono l'integrazione che oggi diamo per scontata del pensiero di Maimonide nel canone generalmente conservatore della [[w:letteratura rabbinica|letteratura rabbinica]]. Dopo aver iniziato la sua carriera a Gerona, Nahmanide servì come la principale autorità rabbinica della Catalogna. Sebbene si guadagnasse da vivere come medico (alla pari di Maimonide), era un rabbino molto efficace, insegnando a studenti avanzati, decidendo questioni di Halakhah e politica sociale, predicando e pubblicando un ampio ''corpus'' di opere. In qualità di principale studioso ebreo nel nord della Spagna, fu convocato nel 1263 dal re [[w:Giacomo I d'Aragona|Giacomo d'Aragona]] per disputare pubblicamente con [[:en:w:Pablo Christiani|Pablo Christiani]], un apostata ebreo che era diventato frate domenicano. Il tema era pericoloso: la messianicità di Gesù. La disputa, tenuta alla presenza del re e della sua corte davanti a un'udienza piena di dignitari, si svolse in luglio a Barcellona. Il suo esito era atteso con ansia sia da ebrei che da cristiani. Sorprendentemente, il re ritenne la difesa presentata da Nahmanide del rifiuto ebraico di accettare Gesù come il Messia più convincente delle argomentazioni di Christiani. Ma la vittoria fu pirrica. Le forti pressioni dei domenicani costrinsero Nahmanide a lasciare l'Aragona e infine nel 1267 emigrò in [[w:Terra d'Israele|Terra d'Israele]]. Sbarcò ad [[w:Acri (Israele)|Acri]] e presto si stabilì a [[w:Gerusalemme|Gerusalemme]]. Come in Spagna, attirò presto molti studenti e la sua influenza si diffuse ancora una volta. Dedicò gli ultimi anni della sua vita a ricostruire la minuscola e demoralizzata comunità ebraica della Terra in un centro superiore di istruzione ebraica. Prima della sua morte nel 1270, completò la grande opera della sua vita, il ''Commentario alla Torah'', legando insieme i molti filoni di pensiero iniziati nei suoi primi lavori. Sebbene questo ''[[w:magnum opus|magnum opus]]'' contenga una ricchezza di materiale letterario, esegetico, halakhico, storico e filologico, la sua teologia gli conferisce la grande profondità e il suo più duraturo interesse per il pensiero ebraico e per il mondo culturale.<ref>Sono state usate le seguenti edizioni delle opere di Nahmanide: {{en}}''Commentary on the Torah'' (CT) 2 voll., cur. C. B. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1959-63); ''Kitvei Ramban'' (KR) 2 voll., cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1963); ''Hidushei ha-Ramban'', 2 voll., cur. I. Z. Meltzer (B'nai B'rak, 1959); ''Hidushei ha-Ramban ha-Shalem'', 4 voll., cur. M. Hershler ''et al.'' (Gerusalemme: Makhon ha-Talmud ha-Yisraeli, 1970-87); ''Notes on Maimonides' Sefer ha-Mitsvot'', cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1981); ''Teshuvot ha-Ramban'', cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1975). Per gli effetti della ricostruzione dei testi originali in un nuovo contesto, cfr. B. Pesahim 105b e Rashbam, ''s.v.'' ''"ve-sadrana ’ana"'' Per un eccellente esempio contemporaneo di ricostruzione accademica e filosofica del pensiero di un teologo ebreo medievale, cfr. Lenn E. Goodman, cur., ''The Book of Theodicy: Translation and Commentary on the Book of Job by Saadiah ben Joseph Al-Fayyumi''.</ref> === Le ragioni dei Comandamenti === Scopriamo il centro della teologia di Nahmanide nella sua teoria dei comandamenti.<ref>Si veda il saggio classico di J. Perles, "Über den Geist des Commentar der Rabbi Moses ben Nachman zum Pentateuch", ''Monatschrift für Geschichte und Wissenschaft des Judenthums'' 8 (1858) 81.</ref> La necessità che il testo della Torah sia il più normativo possibile è il principale incentivo al ''[[w:Pardes|derash]]'', il metodo sviluppato dai rabbini per sbloccare il significato più profondo e più ampio del testo della Scrittura. Questo metodo è stato utilizzato per scoprire sia le norme più precise che regolano l'azione ([[w:Halakhah|Halakhah]]) sia le norme meno precise che guidano il pensiero ([[w:Haggadah|Aggadah]]).<ref>A differenza della Halakhah, le cui prescrizioni sono trasmesse o legiferate dalle autorità rabbiniche della comunità per la comunità (cfr. [[Maimonide]], ''Hilkhot Mamrim'', cap. 1), l'Aggadah è il suggerimento di un saggio individuale di ciò che secondo lui dovrebbe essere fatto al di là della Halakhah, specialmente nell'area della dottrina, dove ci sono poche regole halakhiche. L'Aggadah è normativa, non solo descrittiva (cfr. Y. Megillah 4.1/74d), ma non è legalmente vincolante (cfr. Y. Peah 2.6/10a; Y. Horayot 3.5/48c rif. {{passo biblico2|Ecclesiaste|6:2}}). Così si esorta: "Quando desideri conoscere Dio, studia l'Aggadah" (''Sifre: Devarim'', cur. Finkelstein, n. 49). La ricerca di Dio è obbligatoria, come risulta dal versetto su cui questo testo commenta: "...che io vi ordino di mettere in pratica, amando il Signore, vostro Dio, camminando in tutte le Sue vie e tenendovi stretti a Lui" ({{passo biblico2|Dt|11:22}}). Si veda [[Maimonide]], ''Shemonah Peraqim'', 5, ''ad init.''</ref> Inevitabilmente, la ricerca di norme più profonde e più ampie implica la ricerca degli scopi soggiacenti alla Torah, ''ta’amei ha-mitsvot'', le "ragioni dei comandamenti". Perché, se si vogliono ampliare i comandamenti, un'elaborazione ordinata richiede un certo senso delle finalità che il divino Legislatore intendeva da essi.<ref>La relazione tra ''[[w:Pardes|peshat]]'' (significato apparente) e ''[[w:Pardes|derash]]'' (significato esplicato) è sottile. Quindi il principio "La Scrittura parla del proprio tempo presente (''be-hoveh'')" è usato per spiegare perché certe cose sono menzionate in una legge particolare. Ma la legge non si limita a questi casi; piuttosto, gli elementi in questione sono visti come esempi di una classe generale che include un'infinità potenziale di altri casi. Quindi, quella che può sembrare un'affermazione dell'autosufficienza della ''peshat'' è in realtà una base per la ''derash'', una ricerca del principio alla base degli esempi. Si veda, ad esempio, M. Baba Kama 5.7; cfr. ''Enciclopedia Talmudit'' 6.553-55. Il principio rabbinico, "La Scrittura non si discosta dal suo significato apparente (''middei peshuto'')" non era inteso a precludere ''derash'' ma per darle una base. Cfr. B. Yevamot 24a e paralleli; ''Midrash Leqah Tov''. Vayetse, cur. S. Buber, 72b-73a; e David Weiss Halivni, ''Peshat and Derash: Plain and Applied Meaning in Rabbinic Exegesis'' (New York: Oxford University Press, 1991) 3 segg., 79 segg. Sul ruolo di ''ta‘amei ha-mitsvot'' nell'interpretazione normativa, cfr. I. Heinemann, ''Ta‘amei ha-Mitsvot be-Sifrut Yisrael'' (Gerusalemme: World Sionist Organization, 1949) 1.11 ss.</ref> In effetti, la ricerca delle ragioni dei comandamenti è una contropartita oggettiva dell'esigenza soggettiva che chi esegue un comandamento lo faccia con la giusta intenzione (''[[:en:w:kavanah|kavvanah]]''). ''Kavvanah'' opera su due livelli. La prima è l'intenzione di adempiere un comandamento divino; questo è chiamato ''kavvanah le-mitsvah''.<ref>Cfr. R. Israel Meir Ha-Kohen, ''Mishnah Berurah'' su ''Shulhan ‘Arukh'': ’Orah Hayyim, 60.4, n. 11.</ref> È perché l'intenzione a questo livello è generale che la stessa formula viene usata nella benedizione richiesta per l'adempimento dei comandamenti più positivi: "che ci ha santificato con i Suoi comandamenti e ci ha comandato di —." Ciò che si intende è obbedire alla volontà di Dio, indipendentemente dal comandamento specifico. Un livello più profondo di ''kavvanah'' fa riferimento allo scopo specifico di questo comandamento e si concentra su come ci si avvicina a Dio compiendo tale atto specifico. Questo è chiamato "l'intenzione del cuore", ''kavvanat ha-lev''.<ref>''Kavvanat ha-lev'' in questo senso si applicava originariamente solo al comandamento di recitare il primo versetto dello ''[[w:Shemà|Shemà]]'' e ''Shemonah Esreh''. Cfr. M. Berakhot 2.1; ''Sifre Devarim'', no. 41; cfr. David Weiss Halivni, ''Meqorot u-Mesorot'': Mo‘ed (Yoma - Hagigah) (Gerusalemme: Jewish Theological Seminary of America, 1975) 404-05. Ma col tempo ''kavvanat ha-lev'' divenne un ''desideratum'' per tutte le ''mitsvot''. Si veda specialmente Nahmanide, ''Notes on Maimonides’ Sefer ha-Mitsvot'', pos. no. 5.</ref> Richiede la nostra comprensione, per quanto limitata, della sapienza di Dio. È nel perseguire questa ''kavvanah'' più profonda che la ricerca delle ragioni dei comandamenti trova una motivazione più spirituale della pura curiosità intellettuale. È l'intenzione propria del cuore che distingue le autentiche azioni religiose da ciò che [[w:Abraham Joshua Heschel|Abraham Joshua Heschel]], proseguendo su un tema centrale di [[w:Bahya ibn Paquda|Bahya Ibn Paquda]], ha chiamato "religious behaviorism".<ref>Cfr. ''God in Search of Man'', 320ss. Cfr. Bahya ibn Pakuda, ''Hovot ha-Levavot'': Sha’ar ha-Ma’aseh, cap. 1ss.</ref> Così, quando mi chiedo perché la Torah abbia bisogno di un comandamento generale "Siate santi" ({{passo biblico2|Lev|19:2}}), in quanto tutti i comandamenti sono destinati a renderci santi, Nahmanide fa la sorprendente osservazione che uno può "essere un miserabile entro i parametri di ciò che la Torah permette" (''naval bi-rshut ha-Torah'').<ref>CT: Lev. 19:2/11, 115; cfr. CT: Deut. 27:26.</ref> La mera osservanza delle legalità non assicura di diventare una persona santa, che è lo scopo ultimo dei comandamenti. Nahmanide non sta sostenendo, naturalmente, che la santità può essere raggiunta senza osservare la Torah.<ref>Cfr. I. Tishby, ''Mishnat ha-Zohar'', 2.387. Martin Buber, in ''Two Types of Faith'', 57, sostiene che la Halakhah è antitetica alla vera relazione Io-Tu tra uomo e Dio.</ref> Gli obblighi specifici della Legge sono indispensabili per l'adempimento umano che essa intende.<ref>Come precedente dell'opinione che la ricerca delle ragioni dei comandamenti dovrebbe condurre solo a una migliore osservanza degli stessi, non alla loro negligenza, cfr. Filone, ''De abrahamo'', 89-93.</ref> Tuttavia il requisito della ''kavvanah'' indica che la Torah riguarda molto di più rispetto all'osservazione comportamentale. Infatti, in questo particolare passo, Nahmanide mostra come l'intenzione della santità debba indurre a fare più di quanto la lettera della legge richieda. La teologia razionalista ebraica del Medioevo, soprattutto quando influenzata dalla teleologia aristotelica, fornì uno stimolo e un metodo alla ricerca delle ragioni dei comandamenti. Si presumeva che ci fossero sempre scopi sia in natura che nelle attività umane. Così [[Maimonide]] vedeva tutti i comandamenti come miranti al miglioramento del corpo e della società (''tiqqun ha-guf'') o al miglioramento dell'anima (''tiqqun ha-nefesh'').<ref>''Moreh Nevukhim'', 3.27.</ref> Nella terza sezione della sua ''[[Guida dei perplessi]]'', sostenne che le ragioni di tutti i comandamenti specifici potrebbero trovarsi sotto queste rubriche generali. Per quanto impressionante possa essere intellettualmente questo metodo di indagine, porta con sé alcuni pericoli religiosi. Ad esempio, nella ''Guida'' [[Maimonide]] sottolinea le condizioni sporche in cui vivono i maiali, rendendo il maiale un alimento non salutare per l'organismo.<ref>''Moreh'', 3.48.</ref> Ma lo stesso motivo potrebbe essere utilizzato per evitare il divieto, se si potesse dimostrare che è possibile allevare i maiali in modo igienico. Se il divieto risponde a un semplice bisogno naturale, quel bisogno potrebbe essere soddisfatto senza, per esempio, evitare la carne di maiale. Parimenti, quando la ragione di un comandamento è considerata il miglioramento dell'anima. Se, ad esempio, lo scopo del comandamento di studiare la Torah è quello di apprendere verità metafisiche che possono essere comprese, in linea di principio, da chiunque abbia probità morale e capacità intellettuale, cosa impedisce alla metafisica generale di sostituire lo studio della Torah quale più alta attività umana?<ref>Cfr. Maimonide, ''Hilkhot Yesodei ha-Torah'', 4.13; ''Moreh'', 2.33; cfr. Menachem Kellner, ''Maimonides on Human Perfection'' (Atlanta: Scholars Press, 1990) per un resoconto della concezione tenuta da Maimonide sui tipi più elevati di attività umana che non si presta a un tale riduzionismo – o appropriazione indebita degli obiettivi di Maimonide.</ref> Maimonide chiaramente enfatizzava l'autorità dei comandamenti indipendentemente dall'apprensione delle loro ragioni.<ref>Cfr. ''Hilkhot Teshuvah'', 3.4: "Anche se suonare lo shofar a Rosh Hashanah è un decreto scritturale (''gezerat ha-katuv''), contiene un accenno (''remez'') della sua intenzione, vale a dire (''kelomar''): ‘Svegliatevi dormienti dal vostro sonno... esaminate le vostre azioni, ritornate in penitenza, e ricordate il vostro Creatore!’"</ref> Tuttavia, c'erano preoccupazioni religiose circa la trascuratezza pratica dei comandamenti a cui il suo approccio filosofico poteva prestarsi. Tali preoccupazioni in effetti portarono i rabbini della Francia settentrionale a vietare lo studio degli scritti teologici di Maimonide. La "Controversia maimonidea" che ne seguì giunse al culmine nel 1232, il mondo rabbinico apparentemente polarizzato tra pro e anti-maimonisti.<ref>Cfr. J. Sarachek, ''Faith and Reason: The Conflict Over the Rationalism of Maimonides'' (New York: Hermon, 1970) 75ss., 84-85, 116ss.</ref> Il trentottenne Nahmanide, già un'autorità halakhica rispettata in tutti i quartieri del mondo ebraico, tentò un compromesso. Sebbene egli stesso fosse preoccupato per i pericoli di un approccio filosofico ai comandamenti, Nahmanide difese Maimonide, sostenendo che la sua teologia razionalista non era destinata alle masse di ebrei fedeli, ma solo a coloro che erano stati esposti alla filosofia e quindi richiedevano giustificazioni filosofiche come condizione della propria stabilità religiosa.<ref>Cfr. C. B. Chavel, ''Rabbenu Mosheh ben Nahman'' (Gersualemme: Mosad Harav Kook, 1967) 120ss.</ref> Nahmanide era chiaramente d'accordo con Maimonide che ci sono ragioni per tutti i comandamenti. Differiva da lui, e da tutti gli altri teologi ebrei razionalisti, nella sua insistenza sul fatto che le ragioni dei comandamenti non sono fondate sulla metafisica ma su fatti unicamente ebraici.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Esodo|20:23}}. Per la classificazione delle ''mitsvot'' da parte di Nahmanide, cfr. C. Henoch, ''Ha-Ramban ke-Hoqer u-Mequbbal'' (Gerusalemme: Harry Fischel Institute, 1978) 337ss.</ref> Il progetto di suscitare questi fondamenti è portato avanti in tutti i suoi scritti e diventa il tema principale del suo coronamento, il ''Commenarito alla Torah'', che iniziò in Spagna prima del suo esilio e completò non molto tempo prima della sua morte in [[w:Terra di Israele|Terra d'Israele]] nel 1270. === Comandamenti basati sulla natura e sulla ragione === Alcuni studiosi hanno ipotizzato che l'opposizione di Nahmanide alla metafisica greca, in particolare a quella di Aristotele, significhi che non poteva accettare la realtà di alcun ordine naturale. Poiché le idee di ordine naturale e ragione umana universalmente valida sono correlative, sembrerebbe che il rifiuto della natura porti immediatamente al rifiuto della ragione. Quindi si conclude che Nahmanide fosse un "anti-razionalista".<ref>Cfr. per es., Solomon Schechter, "Nachmanides", ''Studies in Judaism'' (New York: Macmillan, 1896) 1.119-20.</ref> Ma Nahmanide non rifiutò un ordine naturale o una ragione umana universale.<ref>Cfr. David Berger, "Miracles and the Natural Order in Nahmanides" in Twersky, cur., ''Rabbi Moses Nahmanides'', 101ss.</ref> Ciò che rifiutò fu l'assunto di alcuni teologi che la natura/ragione debba essere costituita secondo le categorie di Aristotele. La sua principale obiezione ad Aristotele e ai suoi seguaci ebrei era che presumevano che l'ordine naturale fosse onnicomprensivo e che la ragione universale fosse sufficiente per la nostra conoscenza di tutte le cose, incluso Dio. Aristotele e gli aristotelici ebrei sembravano non lasciare spazio alla creazione o alla rivelazione, almeno per come Nahmanide intendeva queste dottrine. Per Nahmanide, il rifiuto della metafisica aristotelica non portava al rifiuto della natura o all'antirazionalismo, ma a una concezione più circoscritta della portata della natura e della portata della ragione. In qualche modo Nahmanide era più razionalista di Maimonide. Operando entro un raggio più limitato, poteva dimostrare più facilmente la verità delle affermazioni della ragione. Questa differenza è notevole per quanto riguarda i comandamenti che regolano le relazioni interumane (''bayn adam le-havero''). I vantaggi dell'approccio di Nahmanide sono evidenti, ad esempio, se confrontiamo il suo trattamento dei [[w:Noachismo|Sette Comandamenti di Noè]] con quello di Maimonide. I comandamenti noachici sono quelle leggi che i rabbini consideravano vincolanti per tutta l'umanità, i "figli di Noè".<ref>T. Avodah Zarah 8.4; B. Sanhedrin 56a-b.</ref> Queste leggi, che proibiscono l'omicidio, l'incesto e la rapina, tra gli altri crimini, sono riconosciute praticamente in tutte le società e sono prontamente viste come requisiti della ragione. Molti teologi ebrei li chiamano comandamenti razionali (''mitsvot sikhliyot'').<ref>Cfr. Saadiah Gaon, ''ED'', 9.2 rif. {{passo biblico2|Genesi|2:16}}.</ref> Appartengono a ciò che i pensatori ebrei successivi (seguendo i filosofi [[w:stoicismo|stoici]] e [[w:cristianesimo|cristiani]]) identificarono come legge naturale.<ref>Cfr. Joseph Albo, ''Sefer ha-'Iqqarim'', 1.1.</ref> In un famoso brano della ''[[Mishneh Torah]]'', Maimonide afferma che chiunque accetti queste leggi solo a forza della ragione ordinaria (''hekhrea ha-da‘at'') non è ritenuto degno della beatitudine del mondo a venire, in cui "ai pii delle nazioni del mondo" è assicurata una porzione.<ref>''Hilkhot Melakhim'', 8.11.</ref> Nel suo precedente ''Commentario alla Mishnah'', Maimonide sembra respingere il concetto stesso di "comandamenti razionali".<ref>''Shemonah Peraqim'', 6; cfr. ''Commentario alla Mishnah'', Berakhot 5.3.</ref> Alcuni studiosi vedono in questi due passi un rifiuto di qualsiasi moralità da legge naturale. Ma si può argomentare meglio che Maimonide stava in realtà rifiutando solo una moralità da legge naturale non fondata su un'adeguata comprensione della vera costituzione metafisica della natura. Stava rifiutando la solidità religiosa (sebbene non, forse, l'utilità politica) delle norme scoperte o inventate dalla prudenza piuttosto che dall'intuizione di Dio e dell'universo. Secondo questo approccio, l'unica moralità veramente adeguata è quella i cui fondamenti metafisici sono sani e propriamente compresi, e l'unica metafisica veramente efficace è quella le cui conseguenze morali sono sane e propriamente comprese. Per Maimonide esiste una forte connessione razionale tra metafisica e morale.<ref>Per la necessità della metafisica nella morale, cfr. ''Moreh'', 2.40, 3.27; per la necessità della metafisica da parte della morale, 3.54.</ref> La metafisica è il fondamento più profondo della moralità. È ciò che rende la moralità naturale piuttosto che una mera legislazione umana. E la moralità è il frutto più utile della metafisica. Senza moralità, la metafisica non ha alcuna influenza pratica o politica. Senza metafisica, la morale non ha fondamento universale. Quindi, secondo Maimonide, la metafisica è più che solo teorica; e la moralità è più che pratica. I due sono legati dalla ragione, e quindi scopribili l'uno dall'altro mediante un uso corretto della ragione. Nahmanide non vedeva alcuna connessione razionale tra metafisica e moralità. In effetti, la sua teologia non lascia quasi spazio alla metafisica. Le verità più profonde sull'universo si raggiungono solo attraverso la rivelazione. Le norme morali evidenti alla ragione sono quelle richieste da qualsiasi società per soddisfare i bisogni fondamentali dei suoi membri per un ordine giusto e stabile. In definitiva, naturalmente, una tale moralità deve essere inclusa nella legge rivelata. Ma la rivelazione arriva in momenti storici unici, non attraverso processi naturali costanti, quindi non può funzionare come base razionale per la moralità. La rivelazione non è, come la ragione, la scoperta dell'ordine costante dell'universo. Quindi la ragione, per Nahmanide, non può colmare il divario tra rivelazione e moralità, come può colmare il divario tra metafisica e moralità secondo [[Maimonide]]. Tuttavia, come risultato di questa scissione della metafisica dalla moralità, la razionalità della moralità naturale è accresciuta, non diminuita nella teologia di Nahmanide. Maimonide sembra richiedere una profonda intuizione metafisica prima che le verità morali più elementari acquisiscano il loro pieno significato. Per Nahmanide, qualunque moralità gli esseri umani possano imparare da soli è nota molto più direttamente. Per cui Nahmanide commenta, abbastanza tipicamente: {{citazione|La violenza è rapina e oppressione... perché la violenza è un peccato, come è noto e universalmente accettato (''ve-ha-mefursam'')... il motivo è che il suo divieto è un obbligo razionale (''mitsvah muskelet''), per il quale non c'è bisogno che un profeta dia un comandamento.<ref>CT: {{passo biblico2|Genesi|6:13}} - 1, 52. Cfr. CT: {{passo biblico2|Genesi|6:2}}. Per l'uso da parte di Nahmanides del termine ''mitsvot sikhliyot'', si veda KR: Commentario su Giobbe, 1:1, I, 26; ''Torat ha-Shem Temimah'', KR I, 173.</ref>}} Nahmanide accetta la legittimità del diritto naturale a livello interumano. Ma tale moralità e rivelazione non si trovano sullo stesso piano. La moralità viene ''dagli'' umani (almeno nelle sue manifestazioni più elementari). La rivelazione arriva ''a'' loro. Prima del Sinai, sostiene Nahmanide: {{citazione|Troverete che i patriarchi e i profeti si sono comportati in maniera evidentemente morale (''derekh ‘erets'')... e con inferenza ''a fortiori'', se i patriarchi e i profeti venuti a fare la volontà di Dio si sono comportati in modo evidentemente morale, quanto tanto più dovrebbe fare la gente comune!<ref>CT: {{passo biblico2|Esodo|12:21}} 1.334.28. Maimonide sembra avere un'opinione simile in ''Hilkhot Yesodei ha-Torah'', 7.5.</ref>}} La moralità stessa non conduce alla rivelazione, sebbene ne sia una precondizione. La morale non anticipa in alcun dettaglio né l'evento della rivelazione né il suo ricco contenuto. === Commandmenti basati sulla Storia === Quei comandamenti le cui ragioni sembrano evidenti sono chiamati ''mishpatim'', "giudizi". Il loro ''locus'' è il rapporto tra gli esseri umani nella vita quotidiana. Ma per Nahmanide il regno della natura (compresa la nostra natura politica) non è dove si trova la vera relazione tra Dio e gli esseri umani. La natura, come concepita filosoficamente o scientificamente, è un ordine costante; non ammette innovazione. Ma il fatto più elementare su Dio che deve essere riconosciuto dalle Sue creature è che Dio è il Creatore; l'universo è il risultato del Suo atto assolutamente libero. Dio può intervenire nel Suo universo in qualsiasi momento, indipendentemente dall'ordine familiare della natura. Quell'ordine è solo ''usuale''. Non ha alcuna necessità intrinseca o inerente. Questo punto antimetafisico, fatto da Nahmanide nel XIII secolo, fu fatto da [[w:David Hume|David Hume]] con un intento diverso nel diciottesimo.<ref>"The custom operates before we have time for reflexion... much more without forming any principle concerning it, or reasoning upon that principle." David Hume, ''A Treatise of Human Nature'', 1.3.8, cur. L. A. Selby-Bigge (Oxford: Clarendon Press, 1888) 104. Per il contesto islamico, cfr. L. E. Goodman, "Did al-Ghazali Deny Causality", ''Studia Islamica'' 47 (1978) 83-120.</ref> È per insegnarci che l'ordine naturale non ha alcuna necessità ultima che la Torah ponga tale accento sui miracoli. Perché è attraverso i miracoli, specialmente quelli di tipo spettacolare (''nissim mefursamim''), che Dio dimostra la Sua potenza sull'universo che ha creato.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|13:2}}.</ref> Tuttavia, questi miracoli spettacolari sono avvenuti secoli fa, e anche allora sono stati eseguiti raramente. Che legame ha l'ebreo ordinario con eventi così grandiosi? In che modo diventano un'esperienza personale e quindi impartiscono un apprezzamento del potere creativo e della provvidenza di Dio? Nahmanide vede la soluzione della Torah a questo problema in quei comandamenti chiamati ''‘edot'', "testimonianze", comandamenti basati sulla storia. Glossando il comandamento che l'Esodo "sarà un segno sulla tua mano, sarà un ornamento fra i tuoi occhi, per ricordare che con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto" ({{passo biblico2|Esodo|13:16}}), che la tradizione rabbinica vedeva come un obbligo di indossare regolarmente i [[w:tefillin|tefillin]], Nahmanide scrive: {{citazione|Ciò è perché Dio non compie un segno (''‘ot'') e una dimostrazione (''mofet'') in ogni generazione, per essere visto da ogni malfattore e negatore (''kofer''). Piuttosto, ci comanda continuamente di compiere un memoriale (''zikaron'') e un segno di ciò che i nostri occhi hanno visto.<ref>CT: {{passo biblico2|Esodo|13:16}} - 1 , 346.</ref>}} Nahmanide qui esprime una visione partecipativa della storia. Questa prospettiva, che spesso ribadisce, contrasta nettamente con la visione più familiare e illustrativa della storia. Le nostre scienze sociali, modellandosi sulle scienze naturali, in genere cercano regolarità nel comportamento umano e tentano di vedere tutti gli eventi come esempi di processi costanti. La storia diventa così una raccolta di dati del passato per ampliare il numero di esempi che illustrano vari principi specifici. L'interesse per il passato è governato dagli interessi del presente e dalla loro proiezione nel futuro.<ref>Cfr. W. H. Walsh, ''An Introduction to Philosophy of History'' (Londra: Hutchinson, 1967) 63ss.</ref> La visione della storia concepita da Nahmanide riflette un presupposto molto più antico. La vita umana nel presente, compresi tutti i normali processi del comportamento umano, trae il suo significato dai grandi eventi del passato. Il compito della storia non è incorporare gli eventi del passato in schemi perenni discernibili nel presente e proiettati nel futuro, ma vedere i processi del presente come segni e simboli dei grandi eventi del passato.<ref>Cfr. Mircea Eliade, ''The Sacred and the Profane: The Nature of Religion'' (New York: Harper and Row, 1961) 106-07.</ref> Per gli ebrei, questa incorporazione del presente nel passato è funzione di quei comandamenti che simbolicamente rievocano i grandi (e rari) eventi passati. Sottolineando la nostra partecipazione simbolica ai grandi eventi in cui Dio si è manifestato in modo così potente al popolo di Israele, Nahmanide indica che questa partecipazione non è solo vissuta passivamente. Richiede la determinazione ad agire con apertura alla presenza divina quando e dove si è rivelata. Dio non compie i suoi potenti atti di routine, per timore che diventiamo spettatori passivi piuttosto che partecipanti attivi. Per coloro che negano la potenza provvidenziale di Dio, anche l'esecuzione regolare di miracoli e segni sarebbe sprecata. L'ostinazione bloccherebbe il loro messaggio.<ref>Cfr. CT: {{passo biblico2|Genesi|14:10}}; e l'eccellente trattamento da parte di Y. Silman delle opinioni di Halevi sulla rivelazione e sulla storia, ''Bayn Filosof le-Navi'' (Ramat-Gan: Bar-Ilan University Press, 1985) 161ss., 216ss.</ref> Ma, per coloro che hanno una sottostante propensione alla fede, l'attivazione di tale propensione richiede una partecipazione simbolica. È con tali temi in mente che Nahmanide scrive del "processo" di Abramo, sottolineando l'importanza dell'azione piuttosto che della mera buona volontà passiva: {{citazione|Un processo (''nisayon'') è chiamato con questo nome a causa di colui che è stato processato. Ma colui che lo processa, che Egli sia esaltato, lo comanda per portare la materia dalla potenzialità all'attualità, affinché colui che è processato possa ricevere la ricompensa che l'azione merita, non soltanto la ricompensa perché ha un buon cuore... e così in effetti accade con tutte le prove nella Torah. Sono per il bene di colui che è processato.|CT: {{passo biblico2|Genesi|22:1}}, I - 125-26}} Come i comandamenti basati sulla natura (''mishpatim''), i comandamenti basati sulla storia (''‘edot'') soddisfano i bisogni umani. I ''mishpatim'' soddisfano i bisogni degli esseri umani nelle loro relazioni reciproche nella società; gli ''‘edot'' soddisfano i bisogni degli umani nel loro rapporto con Dio nella storia.<ref>Per questa duplice teleologia delle ''mitsvot'', cfr. CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|22:6}}.</ref> La gente comune ha bisogno di partecipare all'esperienza degli spettacolari miracoli pubblici della storia, sia direttamente che simbolicamente, per apprezzare la trascendenza di Dio dall'ordine naturale e la loro propria capacità di trascenderla, anche se solo parzialmente. Tra i predecessori di Nahmanide, la sua visione piuttosto empirica della natura si avvicina di più a quella di [[w:Saadya Gaon|Saadya Gaon]] (m. 942). La sua visione della storia e del suo significato si avvicina di più a quella di [[w:Yehuda Ha-Levi|Yehuda Ha-Levi]] (m. 1141), di cui riconobbe l'influenza.<ref>Cfr. CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|11:22}}.</ref> === Comandamenti metasociali/metastorici e la Cabala === I comandamenti della Torah designati come ''[[w:Chuqqim|huqqim]]'', "statuti", hanno sempre posto una sfida speciale a coloro che si impegnano a ritenere che tutti i comandamenti della Torah abbiano ragioni. Poiché questi comandamenti sembrano essere espressioni arbitrarie della volontà di Dio. Come ha affermato un ''[[w:midrash|midrash]]'' seminale, Dio in effetti dice al popolo d'Israele: "Ho emanato uno statuto (''huqqah haqqaqti''), ho decretato un decreto (''gezerah gazarti''), e non ti è permesso trasgredire i miei decreti!"<ref>''Bemidbar Rabbah'' 19.1; cfr. ''Midrash Leqah Tov: Huqqat'', 119b.</ref> Ciò è affermato nel contesto di una discussione sull'istituzione nella Torah generalmente riconosciuta come la più enigmatica, il [[:en:w:Red heifer|rito della giovenca rossa]] ({{passo biblico2|Numeri|19:1-22}}).<ref>La '''giovenca rossa''' o '''vacca rossa''' (פרה אדומה - ''parah adumah'') era un sacrificio citato nella Bibbia ebraica, le cui ceneri erano usate per un rituale di purificazione di antichi israeliti che erano venuti in contatto con un cadavere. L'esistenza di una giovenca rossa che sia conforme a tutte le rigide regole e requisiti imposti dalla Halakhah, è un'anomalia biologica: l'animale deve essere interamente di un solo colore ed i rabbini eseguivano una serie di test per assicurarsi, tra l'altro, che il pelo della vacca fosse completamente liscio (per accertarsi con non fosse stata sottoposta al giogo, il che l'avrebbe squalificata). Mosè, il maggiore dei profeti, conobbe il mistero del significato della giovenca rossa. Secondo una tradizione ebraica, solo nove giovenche furono macellate dal periodo che inizia da Mosè e finisce alla distruzione del Secondo Tempio. L'assoluta rarità dell'animale, insieme al rispettivo rituale, attribuisce alla giovenca rossa un'importanza particolare nella tradizione ebraica: è infatti citata come esempio basilare di un ''[[w:Chuqqim|khok]]'', o come già definito supra, una legge biblica per la quale non esiste logica apparente e quindi è considerata di assoluta origine divina. Poiché lo stato di purezza rituale ottenuto attraverso la cenere di una giovenca rossa è un prerequisito necessario per la partecipazione al servizio del Tempio, in tempi moderni sono stati compiuti sforzi da parte di ebrei, che desiderano una purezza rituale biblica e in previsione della costruzione del futuro Terzo Tempio, per individuare una giovenca rossa e ricreare il citato rituale.</ref> Tuttavia, il ''midrash'' qui sembra considerare il rituale come paradigmatico di tutti i comandamenti della Torah. Un altro ''midrash'' sembra similmente generalizzare dal modello degli ''huqqim'' e annunciare che tutti i comandamenti furono dati solo per testare l'accettazione umana della volontà di Dio:<ref>''Bereshit Rabbah'' 44.1 e paralleli; cfr. il trattamento da parte di [[Maimonide]] di questo testo rabbinico in ''Moreh'', 3.26.</ref> I rabbini raffigurano Satana e le nazioni del mondo che insultano il popolo ebraico per la loro tenace fedeltà a questi comandamenti misteriosi.<ref>''Sifra: Aharei Mot'', cur. Weiss, 86a; ''B. Yoma'' 67b. Per ulteriori elaborazioni di questo tema ''"facio quia absurdum"'' nella teologia medievale aschenazita, cfr. D. Berger, ''Jewish-Christian Debate'' (Philadelphia: JPS, 1979) 356-57.</ref> Tali brani pongono chiaramente l'onere della prova su coloro che affermano che tutti i comandamenti della Torah hanno ragioni, per quanto oscure. I razionalisti sono sfidati a suggerire almeno alcune ragioni plausibili per gli ''huqqim'' più problematici, altrimenti riconoscano che tutti i comandamenti sono essenzialmente decreti divini e che anche quando sembrano esserci ragioni, queste sono nella migliore delle ipotesi supposizioni o principi, piuttosto che fondamenti primari del vero intento di Dio. Ma Maimonide e Nahmanide, entrambi impegnati nella tesi che ci sono ragioni per tutti i comandamenti, svilupparono i propri mezzi distintivi per spiegare i comandamenti più difficili della Torah. È a questo livello di sfida esegetica che le loro differenze teologiche fondamentali diventano più evidenti. In effetti, è sullo sfondo del trattamento di Maimonide di questi comandamenti che la posizione di Nahmanide emerge più chiaramente dal contrasto. Per [[Maimonide]], la verità e la bontà si scoprono attraverso le scienze politiche, le scienze fisiche o la metafisica.<ref>Cfr. ''Hilkhot Talmud Torah'', 1.11-12; ''Moreh'', Introduzione.</ref> La sua teologia attribuisce il primato a quei comandamenti i cui scopi sono più evidenti alla ragione umana: quelli che ordinano la società al bene (''mishpatim'') o la mente al vero (''de‘ot''). I comandamenti storici (''‘edot'') sono inseriti in questo contesto basilare. Così l'osservanza dello [[w:Shabbat|Shabbat]] e delle [[w:festività ebraiche|festività]] serve allo scopo politico di promuovere la comunione attraverso il tempo libero e la celebrazione comuni, e lo scopo intellettuale di segnalare le verità sulla creazione del cosmo.<ref>''Moreh'', 3.43.</ref> La storia, in quanto ''locus'' della rivelazione di Dio attraverso eventi unici, non è un considerazione immediata. Così, ad esempio, lo Shabbat è istituito per ricordare che "sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso" ({{passo biblico2|Dt|5:15}}). Ma Maimonide sottolinea il significato universale dello Shabbat: praticamente nel soddisfare il bisogno fisico di riposo; intellettualmente, nel soddisfare il bisogno spirituale di affermare la creazione dell'universo da parte di Dio.<ref>Cfr. specialmenrte ''Moreh'' 2.31. I rabbini talmudici, al contrario, sottolineavano il significato unicamente ebraico dello Shabbat. Cfr. ''B. Sanhedrin'' 58b rif. {{passo biblico2|Genesi|8:22}}; ''Devarim Kabbah'' 1.18 rif. {{passo biblico2|Esodo|31:17}}.</ref> Maimonide invoca la storia quando spiega alcuni degli ''huqqim''. Li vede come reazioni all'idolatria nei tempi antichi.<ref>''Moreh'', 3.37.</ref> Pertanto, adduce due ragioni per il divieto di mangiare carne cotta nel latte. In primo luogo, sostiene che l'alto contenuto di grassi di tali alimenti non è salutare. In secondo luogo, ipotizza che cucinare un capretto nel latte materno possa essere stato un rito pagano che la Torah non voleva che gli israeliti imitassero in alcun modo.<ref>''Moreh'', 3.48. Cfr. ''Hilkhot Ma’akhalot Assurot'', 17.29-31; anche, ''Hilkhot De’ot'', 3.3 rif. ''Mishnah Avot'' 2.2.</ref> Quanto alla domanda sul perché una reazione a un rito pagano scomparso dovesse rimanere normativa, va ricordato che Maimonide considerava perenne la propensione all'idolatria. Così anche i divieti di particolari manifestazioni temporali dell'idolatria servono ancora a sottolineare l'importanza della diligenza perpetua contro questa malattia spirituale sempre virulenta.<ref>Cfr. per es., ''Moreh'', 1.36; 3.29.</ref> Per Maimonide, quindi, i comandamenti razionalmente evidenti sono primari; i comandamenti esplicitamente storici sono, in effetti, deistorizzati; e i misteriosi ''huqqim'' sono visti come reazioni a circostanze storiche. Nel suo ordinamento dei comandamenti, sembrerebbe che i ''mishpatim'' (politici e intellettuali) siano i primi, gli ''‘edot'' secondi e gli ''huqqim'' terzi per importanza. Per Nahmanide, l'ordine sembra essere diametralmente invertito. I ''mishpatim'' sono meno importanti, proprio perché sono i più universali. Gli ''‘edot'' sono importanti, perché sono distintivi. E gli ''huqqim'' sono i più importanti, poiché sono i più distintivi di tutti e santificati dal loro stesso mistero. Pertanto, nello spiegare gli ''huqqim'', Nahmanide invoca ciò che ritiene il vero, più profondo insegnamento della Torah: la ''[[w:Cabala ebraica|Cabala]]''. La sua dipendenza dalla Cabala è stata a lungo oggetto di dibattito. Alcuni studiosi di un cast altamente tradizionale credono che lo ''[[Zohar]]'' sia letteralmente l'opera del [[w:Tannaim|Tanna]] [[w:Shimon bar Yohai|Shimon bar Yohai]] del II secolo. Sostengono che il testo fosse conosciuto immemorabilmente e tramandato ermeticamente da una piccola élite per mille anni prima della sua pubblicazione alla fine del XIII secolo. Tali studiosi pensano che l'invocazione della Cabala da parte di Nahmanide sia altamente selettiva. Sostengono che nella sua teologia cabalistica ci sia molto di più di quanto egli abbia rivelato nei suoi scritti.<ref>Cfr. per es., J. Even-Chen, ''Ha-Ramban'' (Gerusalemme: Ginzekha Rishonim Le-Tsiyon, 1976) 61ss. L'idea che Nahmanide avesse un sistema cabalistico completo e in gran parte segreto era apparentemente sostenuta anche dai suoi contemporanei che trovavano il suo cabalismo eccessivo. Si veda R. Isaac bar Sheshet Parfat, ''Teshuvot ha-Ribash'', no. 157. Per una discussione critica moderna sel cabalismo di Nahmanide, cfr. Gershom Scholem, ''Ha-Kabbalah be-Gerona'', 73ss., e ''Origins of the Kabbalah'', 384; M. Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 254.</ref> I cabalisti spesso affermano che la natura esoterica della Cabala richiede tale moderazione. Ma anche questo punto di vista non spiega perché Nahmanide invochi dottrine cabalistiche quando e dove lo fa — perché ciò che è stato rivelato ai cabalisti sia più frequentemente usato per spiegare le ragioni degli ''huqqim''. La maggior parte degli studiosi moderni accetta il punto di vista di [[w:Gershom Scholem|Gershom Scholem]] secondo cui lo ''[[Zohar]]'' è in gran parte opera del rabbino [[w:Moses de León|Moses de León]], che scrisse dopo Nahmanide e fu influenzato da lui.<ref>Cfr. ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 173.</ref> Essi attribuiscono le sporadiche invocazioni della Cabala da parte di Nahmanide alla natura ancora non sistematica della tradizione e considerano de Leon e i suoi successori i veri sistematizzatori.<ref>Cfr. M. Idel, "We Have No Kabbalistic Tradition on This" in Twersky, cur., ''Rabbi Moses Nahmanides'', 63ss.</ref> Non ci sono prove che il cabalismo di Nahmanide fosse sistematico.<ref>Cfr. Scholem, ''Ha-Kabbalah be-Gerona'', 66; Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 215.</ref> A differenza dei cabalisti successivi, da de Leon in poi, Nahmanide non tentò mai di spiegare tutto nella Torah alla luce della Cabala. A differenza della maggior parte di loro, assumeva regolarmente la realtà della natura e della storia nello spiegare i comandamenti e gli eventi nella Torah. In effetti, come abbiamo visto, il suo uso della natura nello spiegare il ''mishpatim'' si avvicina alla teoria dei comandamenti razionali di Saadyah Gaon, e nel suo uso della storia nello spiegare gli ''‘edot'' segue la concezione di eventi unici di Yehuda Ha-Levi. Lo ''Zohar'', al contrario, non ammette effettivamente un reame della natura o un reame della storia. Ci vogliono tutte le relazioni che siano interne alla vita di Dio.<ref>Cfr. per es., ''Zohar: Aharei-Mot''3:73a.</ref> Lo spazio e il tempo sono irreali. Non c'è storia, non c'è natura, nel senso di un ordine creato duraturo, risultante da un atto divino unico.<ref>Cfr. Saadyah Gaon, ''ED'', 1.2, 4.</ref> La creazione di Dio non è più transitiva, il suo oggetto non è chiaramente distinto dal suo soggetto. Per i cabalisti post-nahmanideani, l'unica realtà separata da Dio è demoniaca (letteralmente, ''sitra ahra'', "l'altra parte"). La relazione con questo equivale all'annientamento.<ref>Cfr. Gershom Scholem, ''On the Kabbalah and Its Symbolism'', 145; ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 177-78.</ref> Così lo ''Zohar'' tratta i [[w:Noachismo|Sette comandamenti noachici]] non come requisiti razionali delle relazioni interumane, ma come proibizioni finali della separazione dalla vita divina.<ref>''Zohar: Bereshit'', 1:36a. Cfr. Menahem Recanti, ''Commentary on the Torah: Gen. 2:16 and 8:21''. Approcci razionalisti e cabalistici alle Leggi noachiche sono congiunte in Judah Loewe (Maharal), ''Gevurot ha-Shem'' (Cracow, 1582) cap. 66.</ref> Le loro specifiche dimensioni interumane diventano accessorie, incidentali. Il cabalismo zoharico non lascia spazio al razionalismo saadiano che Nahmanide usò per costituire la legge naturale delle relazioni interumane. Infatti tale razionalismo presuppone lo spazio creato al di fuori di Dio, risultato della creazione generata da Dio come atto transitivo.<ref>Cfr. Gershom Scholem, "Schopfung aus Nichts und Selbstverschrankung Gottes", ''Eranos Jahrbuch'' 25 (1956) 108ss.</ref> Anche la storia presuppone una distinzione essenziale tra spazio e tempo.<ref>Seguendo la visione haleviaan/nahmanideana della storia secondo, Judah Loewe (Maharal) distingue tra tempo fisico (''zeman'') e tempo storico (''sha‘ah, rega‘''). Cfr. ''Gevurot ha-Shem'', sez. 2. Cfr. L. E. Goodman, "Time, Creation and the Mirror of Narcissus", ''Philosophy East and West'' 42 (1992).</ref> Nell'idea di natura, spazio e tempo sono legati. Ma l'idea di libertà esige la loro separazione, perché tutto non sia determinato. Quando il tempo è visto come distinto dallo spazio, si apre al futuro quale orizzonte di azioni non determinate da ciò che già è. Questa apertura è cruciale per l'emergere della responsabilità personale. Nella visione della storia da parte di Nahmanide, come in quella di Halevi, la storia è un incontro tra Dio e le Sue creature.<ref>Cfr. ''Kuzari'', 1.67; 5.20.</ref> La relazione è libera da parte di Dio perché non è determinata dall'ordine naturale. I miracoli di Dio ricapitolano il libero atto originario della creazione e riaffermano la trascendenza di Dio. E la relazione è libera da parte degli esseri umani, perché la nostra risposta alla presenza di Dio non è determinata dalla natura. Rispondendo alle azioni sante di Dio, possiamo scegliere di compiere opere sante. La santità trascende ciò che è già stato fatto. Quindi la storia è una storia di eventi piuttosto che la registrazione di processi inevitabili. La sua traiettoria è verso il culmine in un Mondo a venire trascendente. Questo reame non è una realtà eterna già presente parallelamente alla natura per Nahmanide, come lo è per Maimonide. Piuttosto si trova nel futuro. Sarà completamente nuovo.<ref>Cfr. ''Torat ha-Adam: Sha'ar ha-Gemul''/''KR'' II, 302. Cfr. Maimonide, ''Hilkhot Teshuvah'', 8.8 e nota del Rabad ''ad loc.''</ref> La libertà storicamente costituita, quindi, è un potere transitivo, indeterminato, condiviso da Dio e dall'umanità, sebbene la libertà del Creatore non sia vincolata come quella delle creature. La nostra osservanza dei comandamenti è quasi sempre delimitata entro limiti naturali, a differenza del compimento di miracoli da parte di Dio.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Numeri|1:45}} rif. ''B. Pesahim'' 64b.</ref> Quindi la libertà divina e umana interagiscono nel rapporto di alleanza, ma non in modo simmetrico. Dio conserva sempre la sua illimitatezza. L'uomo è sempre limitato. Senza una qualche struttura, tuttavia, la libertà divina sarebbe mero capriccio; a maggior ragione la libertà umana. Il capriccio è libertà che non intende relazione. Le alternative a questa terrificante possibilità sono di costituire un reame della storia [[w:Alleanza (Bibbia)|pattizia]] tra Dio e l'uomo, o di costituire una natura in Dio, in cui gli esseri umani possono essere incorporati. I cabalisti successivi scelsero la seconda opzione. Ma di conseguenza, la spontaneità e la libertà andarono rapidamente perse. Il determinismo della natura era ora proiettato nella stessa divinità. I miracoli divennero eventi determinati da questa natura superiore e implicita.<ref>Cfr., ad esempio, Menahem Recanti, ''Commentary on the Torah'': {{passo biblico2|Esodo|29:1}} e {{passo biblico2|Levitico|26:3}} (Venezia, 1523), dove parla della causalità "naturale" (= necessaria) dei comandamenti (''teva kol mitsvah u-mitsvah''), cioè, nel vero reame divino, non nel reame fisico illusorio e separato. Inoltre, si veda il suo commento su {{passo biblico2|Esodo|34:6}}, dove gli atti divini transitivi diventano proprietà divine interiori (cfr. ''B. Shabbat'' 133b). Per la stessa idea di natura divina nel pensiero di un mistico ebreo moderno profondamente indebitato con la Cabala, si veda Abraham Isaac Kook, ''‘Orot Ha-Qodesh'', cur. D. Cohen (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1963) I, 143-44. Inoltre, cfr. Scholem, ''Origins of the Kabbalah'', 453; anche, Berger, "Miracles and the Natural Order in Nahmanides", 121. Cfr. Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 102.</ref> Il bene umano divenne sempre più un prodotto del potere causale divino,<ref>Cfr. Tishby, ''Mishnat ha-Zohar'' 1.3ss.</ref> e il male umano sempre più frutto del potere generalizzato del demoniaco piuttosto che di specifiche scelte umane.<ref>Cfr. Tishby, 1.287ss.</ref> Nahmanide non si accontenta di un simile risultato. Il suo metodo eclettico gli permette di cambiare ripetutamente il suo terreno teologico. A volte individua il rapporto divino-umano tra Dio e l'uomo. Altre volte, soprattutto quando spiega gli ''huqqim'', individua la relazione all'interno della divinità. Questo spostamento ci impedisce di ricostruire una teologia coerente e sistematica per Nahmanide, come si può fare per Saadyah, Maimonide o lo ''[[Zohar]]''. Tuttavia l'uso della Cabala da parte di Nahmanide è coerente con il profondo conservatorismo dei suoi scritti halakhici e teologici.<ref>Si veda il suo "Introduzione alle Note sull'Enumerazione dei Comandamenti", ''KR'' I, 420; anche, Scholem, ''Origins of the Kabbalah'', 389.</ref> Perché le verità più elevate della Cabala, invocate come spiegazioni degli ''huqqim'', non rappresentano una vera minaccia per la natura o la storia e non pretendono di sostituire l'ampia verità della Torah. La Cabala in Nahmanide non rivoluzionerà la teologia ebraica in tutto e per tutto. Ma gli permetterà di spiegare in profondità ciò che le teologie precedenti non avevano spiegato o avevano spiegato in modo inadeguato. Nel processo, gli ''huqqim'' vengono trasformati da ostacoli della fede a accenni simbolici dei profondi misteri di Dio. Aprendo i suoi commenti sul Levitico, dove la Torah tratta in modo più completo del sistema sacrificale – contesto di tanti ''huqqim'' – Nahmanide rifiuta la storicizzazione del culto biblico del sacrificio fatta da Maimonide. È convinto che Maimonide abbia letto nei testi scritturali una tematica che non c'è veramente. Maimonide aveva detto che la ragione dei sacrifici è che gli egizi e i caldei, nella cui terra Israele aveva abitato, "avevano sempre adorato bovini e pecore [e capre]... per questo comandò loro di macellare queste tre specie per amore di Dio, affinché si sappia che ciò che avevano creduto essere l'epitome del peccato è ciò che ora dovrebbero offrire al Creatore... E così saranno sanate le credenze corrotte, che sono malattie dell'anima, poiché ogni malattia e ogni morbo si cura solo con il suo contrario. — Queste sono le sue parole con cui ha parlato a lungo, ma sono parole vuote (''divrei hav’ai'')".<ref>CT: {{passo biblico2|Levitico|1:9}} - II, 11 rif. ''Moreh Nevukhim'' 3.46. Cfr. ''Targum Onkelos'', {{passo biblico2|Genesi|43:32}}; Ibn Ezra, ''Commentario alla Torah'', {{passo biblico2|Esodo|8:22}}.</ref> Nahmanide offre due spiegazioni alternative del significato che la Torah attribuisce al sistema sacrificale. La prima è psicologica e spirituale: i sacrifici soddisfano il profondo bisogno umano di riconciliarsi con Dio nei pensieri, nelle parole e nei fatti. Questa interpretazione attira immediatamente l'immaginazione, "attira il cuore".<ref>Rif. ''B. Shabbat'' 87a e ''B. Hagigah'' 14a. Cfr. ''Zohar: Vayiqra'', 3:9b.</ref> Tuttavia, Nahmanide la segue alludendo alla ''vera'' visione cabalistica, che nasce dalla consapevolezza che il nome unico di Dio (YHWH) e non i suoi nomi minori, è invariabilmente quello usato in collegamento con i sacrifici. L'invocazione di Nahmanide della Cabala qui come fornitrice della verità (''ha-‘emet'') non significa che considerasse false tutte le altre interpretazioni. C'è una gerarchia di verità, con la Cabala in cima. Il suo insegnamento è che l'azione umana quaggiù, se eseguita correttamente e con la giusta intenzione (''kavvanah''), influenza positivamente la vita divina nell'Alto. Discutendo in questo senso, Nahmanide elevò quella che sembrava una contingenza storica in Maimonide a un livello vitale nella vita stessa di Dio. Le ragioni assegnate da Nahmanides per ''mishpatim'' e ''‘edot'' sono generalmente radicate nel bisogno umano: gli esseri umani hanno bisogno di leggi per governare le loro relazioni. Gli ebrei hanno bisogno di commemorare i grandi eventi quando la potenza e la provvidenza di Dio sono così inequivocabilmente manifeste. Ma con gli ''huqqim'', specialmente i precetti positivi del culto del Tempio, il bisogno umano non è la teleologia essenziale all'opera. Commentando il versetto: "E sapranno che io sono il Signore, il loro Dio, che li ho fatti uscire dal paese d'Egitto, per abitare (''le-shokhni'') in mezzo a loro" ({{passo biblico2|Esodo|29:46}}), Nahmanide scrive: {{citazione|C'è in questo passaggio un grande insegnamento mistico (''sod gadol''). Perché secondo il significato apparente del testo (''ke-fi peshat'') la presenza della ''Shekhinah'' è un bisogno mortale (''tsorekh hedyot''), non un bisogno del Superno (''tsorekh Gavoah''). Ma il tema è analogo a quello del versetto: "O Israele, per mezzo di te io manifesterò la mia gloria" (Isaia 49:3).|CT: {{passo biblico2|Esodo|29:46}} - I, 486-87}} Le persone comuni, che vivono fondamentalmente all'interno dei reami della natura e della storia — reami separati dall'essere di Dio, anche se non dalla potenza di Dio — hanno bisogno di vedere i comandamenti come adempimento dei loro bisogni umani ordinari. Le anime straordinarie, invece, vivono essenzialmente nella vita divina, come il Tempio è nella vita divina. Hanno solo bisogno di vedere i comandamenti come adempimento dei bisogni divini, con i quali sono così intimamente coinvolti. [[File:Emanation.gif|thumb|''[[w:Ein Sof|Ayn Sof]]'', emanazione delle ''[[w:Sefirot|Sefirot]]'' e [[w:Gerarchia degli angeli|gerarchie angeliche]] secondo la [[w:Cabala lurianica|Cabala lurianica]], molto posteriore a Nahmanide]] L'argomento dei bisogni divini assorbì i cabalisti dopo Nahmanide.<ref>Cfr. per es., Meir ibn Gabbai, ''Avodat ha-Qodesh'', 2.2ss. Per la visione opposta da parte della maggioranza dei rabbini talmudici, cfr. ''Y. Nedarim'' 9.1/41b rif. {{passo biblico2|Giobbe|35:7}}; e Saadyah Gaon, ''Emunot ve-De’ot'', 3.10. Ma, cfr. ''B. Berakhot'' 7a; ''B. Baba Metsia'' 114a rif. {{passo biblico2|Dt|8:10}}.</ref> Alcuni addirittura vedevano l'emanazione del mondo multiforme dall'unità divina come risultato del bisogno di Dio per un "altro".<ref>Cfr. per es., Hayyim Vital, ''‘Ets Hayyim'', 1:11a.</ref> Nahmanide non sembra intendere un concetto così radicale, che la creazione non sia un atto del tutto gratuito. Ciò che la sua invocazione alla dottrina cabalistica sembra significare è che, ''poiché'' Dio ha scelto di estendersi nella molteplicità, ''in tal modo'' si è reso dipendente da essa, ''in quanto'' vi è presente. Ma, come l'Infinito totalmente trascendente (''[[w:Ein Sof|Ayn Sof]]''), Dio non è mai del tutto dipendente da ciò che partecipa alla Sua vita. Poiché Egli non vi è mai del tutto presente. Nella sua introduzione al ''Commentario alla Torah'', Nahmanide afferma con forza il detto cabalistico secondo cui la santità della Torah riflette il fatto che le sue parole sono tutte permutazioni dei nomi di Dio.<ref>Chavel, seguendo la visione tradizionalista che lo ''Zohar'' sia una fonte per Nahmanide, vede la fonte (''meqoro'') di questa dottrina nello ''Zohar: Yitro'', 2:87a (cfr. CT, introduzione, cur. Chavel, 6, nota). Più plausibilmente, Nahmanide era la fonte dello ''Zohar'' per questa dottrina cabalistica di base. Un'applicazione del punto teologico sta nel fondare la norma halakhica secondo cui un ''Sefer Torah'' difettoso in qualsiasi modo è ritualmente non valido per la lettura pubblica nella sinagoga (Maimonide, ''Hilkhot Sefer Torah'', 10.1, nn. 12 e 13), cfr. Abraham ben Yom Tov Ishbili, ''Teshuvot ha-Ritba'', cur. Kafih (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1959), n. 142, pp. 167-70. Il Ritba cita Nahmanide, non lo ''Zohar'', come ''locus classicus'' per questo punto. Per dubbi sull'antichità dello ''Zohar'' da parte di uno studioso tradizionalista premoderno, vedere Jacob Emden, ''Mitpahat Sefarim'' (Altona, 1769); cfr. Scholem, ''Major Trends'', 181.</ref> Quindi Dio è presente nella Torah e in questo senso ne ha bisogno come una persona ha bisogno di qualsiasi organo vitale. Ma Dio è sempre più dei Suoi nomi; infatti ''Ayn Sof'' (l'"In-finito") è un termine negativo: essenzialmente Dio è senza nome. A questo livello, ciò che Nahmanide sembra voler significare per ''bisogno divino'' è che mediante l'esecuzione dei comandamenti, in particolare gli ''huqqim'', almeno alcuni ebrei non sono solo destinatari passivi della grazia di Dio, ma partecipanti attivi della vita divina. Questo aspetto della teologia cabalistica di Nahmanide ha probabilmente avuto un'influenza maggiore sulla Cabala successiva di qualsiasi altra.<ref>Una profonda riaffermazione della dottrina cabalistica dell'interazione dei bisogni divini e umani fu fatta da Abraham Joshua Heschel in ''Man Is Not Alone'', 241ss.</ref> Si può sempre discutere dell'adeguatezza delle interpretazioni cabalistiche di Nahmanide riguardo agli ''huqqim'' positivi, ma spesso offrono una vena interpretativa più ricca di quella che il razionalismo ebraico aveva da offrire. Quindi non è difficile capire perché siano stati seguiti molto più a fondo dalle generazioni successive rispetto alle interpretazioni razionaliste. Ma Nahmanide non si è limitato agli ''huqqim'' positivi. Anche gli ''huqqim'' negativi richiedono interpretazione. Maimonide li vedeva come proscrizioni di antiche pratiche idolatriche. La stessa idolatria fu la prima violazione umana della legge naturale, negando la realtà manifesta del Dio trascendente. Ogni atto idolatrico era in sostanza una violazione dell'ordine naturale, un ordine non inventato dalla ragione umana ma da essa scoperto. Come i ''mishpatim'' e gli ''‘edot'', quindi, anche gli ''huqqim'', per Maimonide, erano in definitiva intelligibili in termini di natura. Anche per Nahmanide questi divieti proibiscono la violazione di un ordine che non è stato inventato dalla ragione umana. Ma non è nemmeno un ordine scoperto dalla ragione umana. Piuttosto, gli ''huqqim'' spesso proscrivono la violazione dell'ordine creato da Dio ma rilevabile solo per rivelazione. Tali leggi sono fondamentalmente diverse dai ''mishpatim'' o dagli ''‘edot''. I loro scopi si vedono solo quando ci viene rivelato qualcosa dell'ordine creato che è al di là sia della ragione umana ordinaria che anche dell'esperienza umana straordinaria. Commentando il versetto: "Osserverete i miei statuti (''et huqqotay''): non accoppierai bestie di specie differenti" ({{passo biblico2|Levitico|19:19}}), Nahmanide scrive: {{citazione|Gli ''huqqim'' sono il decreto del Re (''gezerat ha-melekh''), che ha decretato (''yihoq'') nel suo regno senza rivelare la loro utilità (''to‘eletam'') al popolo... La persona che incrocia specie cambia e falsifica l'opera stessa della creazione, come se pensasse che Dio non soddisfi adeguatamente ogni bisogno (''she-lo-hishleem kol tsorekh'').|CT: {{passo biblico2|Levitico|19:19}}/II, 120. Cfr. anche, CT: {{passo biblico2|Levitico|26:15}}}} L'incrocio è, in effetti, una negazione dell'adeguatezza della creazione. È manomettere l'ordine creato, come se Dio non avesse terminato in modo soddisfacente la Sua opera e l'uomo potesse migliorarla. La proibizione, quindi, ha lo scopo di affermare che la creazione di Dio è perfetta, sebbene la ragione umana spesso non comprenda come la provvidenza di Dio operi nella creazione e anzi assicuri i bisogni di ogni creatura. Una comprensione più completa delle vie della provvidenza deve attendere una rivelazione del tipo che Giobbe alla fine ricevette da Dio.<ref>Cfr. Nahmanide, ''Commentario a Giobbe'', 42:5 - KR I, 126.</ref> Il divieto di modificare l'ordine creato, anche per migliorarlo, è in sostanza un divieto di magia. Maimonide giustifica il divieto della magia non perché sia ​​oggettivamente efficace nel perturbare l'ordine naturale, ma perché è soggettivamente pericoloso.<ref>Cfr. ''Hilkhot Avodah Zarah'', 11.16; ''Commentario alla Mishnah: Pesahim'' 4.10.</ref> Distorce la nostra comprensione delle vere operazioni della natura, che si esprimono attraverso l'indagine scientifica, non l'opinione superstiziosa. L'azione umana non può alterare l'ordine naturale stabilito, per non parlare della vita trascendente di Dio. Ma per Nahmanide, la magia è oggettivamente efficace. È proibita non perché credervi sia falso, ma perché è un tentativo malvagio di manipolare Dio a vantaggio dell'uomo.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Esodo|8:14}}.</ref> Tale male può davvero sconvolgere l'ordine della creazione, forse anche ostacolare temporaneamente il compimento dei piani divini. Non potrà mai rovesciare la sovranità di Dio. Ma a noi mortali è proibito agire come se avessimo il controllo su Dio. Come dice [[:en:w:Lenn E. Goodman|Lenn Goodman]], la magia è proibita da Nahmanide nello stesso modo in cui ai bambini è proibito deridere l'autorità dei loro genitori. Il potere umano è giustificato (ed efficace) in definitiva solo quando è una partecipazione fedele alla vita di Dio e al suo governo dell'universo. === Il primato dell'esegesi === Gli scritti di Nahmanide, in particolare il suo ''Commentario alla Torah'', danno voce a temi ricorrenti che possono essere sistematicamente correlati. Ma molti lettori non sono riusciti ad afferrare il suo sistema perché si aspettano un sistema di teologia cabalistico ''totale''. Non trovandolo, spesso presumono che non ci sia alcun sistema. Prendendo alla lettera il trattamento della Cabala da parte di Nahmanide come la più alta verità della Torah, essi presumono che debba averla considerata come l'unica verità della Torah. Ma, come abbiamo visto, trova nella Torah anche un impegno con la realtà della natura e della storia, anche se quel livello di verità è trasceso dalla Cabala. La Cabala, verità più alta, non sposta tutte le altre verità, ma le mette in prospettiva. La Cabala da sola non è sufficiente per spiegare la Torah. Ma è necessaria, secondo Nahmanide, ad ogni adeguata teologia dell'ebraismo. Non si può essere sicuri del motivo per cui Nahmanide non sviluppò una teologia più omogenea, come quella dello ''[[Zohar]]'' e di alcuni cabalisti successivi.<ref>Cfr. Scholem, ''Origins of Kabbalah'', 384; Bernard Septimus, "Nahmanides and the Andalusian Tradition" in Twersky, cur., ''Rabbi Moses Nahmanides'', 19ss.; E. R. Wolfson, "By Way of Truth," 125-29, 163-76.</ref> Certamente aveva le doti intellettuali per un pensiero sistematico. Ma se avesse presentato una teologia rigorosamente cabalistica, la ricchezza del suo approccio sarebbe stata molto ridotta. Il suo eclettismo permette una diversità dei tipi e dei metodi di interpretazione; ed è soprattutto come [[w:esegesi ebraica|esegeta]] che è meglio compreso. Un sistema completo avrebbe ristretto le sue opzioni esegetiche.<ref>Per la tesi di Nahmanide che un comandamento può avere più di una ragione, cfr. CT: {{passo biblico2|Esodo|20:23}}; cfr. ''B. Sanhedrin'' 34a rif. {{passo biblico2|Geremia|23:29}}; ''Bemidbar Rabbah'' 13.15.</ref> Come esegeta poteva trovare livelli di significato nella Scrittura che possono sembrare contraddittori quando disposti fianco a fianco. Ma per lui, evidentemente, il testo si rivolge a persone diverse in modi diversi simultaneamente. Alla fine, la ricchezza del testo ha la precedenza sull'eleganza astratta di un sistema globale. Quindi la teologia di Nahmanide è più euristica che costruttiva. Il suo scopo sembra sempre essere quello di spiegare il testo piuttosto che semplicemente di usarlo per illustrare i temi che l'autore gli porta. I frutti del suo metodo forniscono a tutti i pensatori ebrei una ricchezza di intuizioni sostanziali sulla Torah e sul modello di quel metodo stesso, una potente [[w:ermeneutica talmudica|ermeneutica]] teologica. Laddove Nahmanide è sistematico, il suo sistema è più ermeneutico che filosofico. Nella ben nota divisione dei pensatori fatta da [[w:Isaiah Berlin|Isaiah Berlin]] in ricci e volpi – coloro che mettono in relazione tutto con un'unica visione centrale e coloro che perseguono molti fini, spesso estranei o addirittura contraddittori84 – Nahmanide è più il riccio che la volpe, un pensatore più centrifugo, mentre invece, diciamo, Maimonide è più centripeto. La precedenza del ''datum'' sulla teoria, dell'esegesi sul sistema è, dopo tutto, ciò che rende uno un teologo scritturale, rispetto a un teologo sistematico. == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie delle interpretazioni}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4" ><references/></div> {{Avanzamento|100%|20 luglio 2022}} [[Categoria:Nahmanide teologo|Introduzione]] 60x2oduxf6d3uo4s4zo6y1d9zzywy5p 430774 430764 2022-07-20T17:54:59Z Monozigote 19063 /* INTRODUZIONE */ img wikitext text/x-wiki {{Nahmanide teologo}} [[File:Nahmanides Commentary - Adler n° 662.JPG|thumb|540px|center|Commentario di Nahmanide, (XV secolo)]] == INTRODUZIONE == === Rabbi Moshe ben Nahman Girondi === Rabbi [[w:Nahmanide|Moshe ben Nahman Girondi]] è conosciuto nella letteratura ebraica con il suo acronimo '''Ramban''' (רמב״ן‎). Ma per i lettori moderni delle lingue europee è '''Nahmanide''', e per i suoi contemporanei spagnoli era ''Bonastruc ça Porta''. Ognuno dei suoi nomi racconta qualcosa della sua carriera. In quanto [[w:rabbino|rabbino]] Moshe ben Nahman Girondi, era il leader rabbinico più influente degli ebrei di Spagna del suo tempo. Come Ramban è stato un pilastro del pensiero ebraico nel corso dei secoli dalla sua morte. Come Nahmanide sta ottenendo sempre più riconoscimenti tra gli studiosi del pensiero religioso occidentale. E come Bonastruc ça Porta svolse un ruolo centrale nei complessi rapporti tra gli ebrei spagnoli e la società cristiana in cui vivevano. Nahmanides nacque nel 1194 a [[w:Gerona|Gerona]], una piccola ma culturalmente vitale comunità ebraica vicino a [[w:Barcellona|Barcellona]], ​​capitale dell'allora [[w:Principato di Catalogna|Principato di Catalogna]]. Discendeva da una famiglia aristocratica rabbinica e fu educato nel [[w:Talmud|Talmud]] e nella [[w:Cabala ebraica|Cabala]] da eminenti studiosi. Raggiungendo la reputazione di brillante studioso rabbinico in giovane età, fu ampiamente consultato su questioni [[w:Halakhah|halakhiche]] e teologiche e la sua introduzione alle opere dei tosafisti della Francia settentrionale nel curriculum della sua accademia rivoluzionò la cultura talmudica sintetizzando tradizioni [[w:sefarditi|sefardite]] e [[w:aschenaziti|aschenazite]]. La sua approvazione della Cabala, che stava appena emergendo in Spagna ai suoi tempi, ne accresceva la rispettabilità e ampliava il suo pubblico. Nella controversia sulle opere teologiche di [[Maimonide]] nel primo terzo del XIII secolo, i suoi sforzi verso un compromesso aiutarono a preservare l'accesso degli ebrei tradizionali a queste opere e favorirono l'integrazione che oggi diamo per scontata del pensiero di Maimonide nel canone generalmente conservatore della [[w:letteratura rabbinica|letteratura rabbinica]]. Dopo aver iniziato la sua carriera a Gerona, Nahmanide servì come la principale autorità rabbinica della Catalogna. Sebbene si guadagnasse da vivere come medico (alla pari di Maimonide), era un rabbino molto efficace, insegnando a studenti avanzati, decidendo questioni di Halakhah e politica sociale, predicando e pubblicando un ampio ''corpus'' di opere. In qualità di principale studioso ebreo nel nord della Spagna, fu convocato nel 1263 dal re [[w:Giacomo I d'Aragona|Giacomo d'Aragona]] per disputare pubblicamente con [[:en:w:Pablo Christiani|Pablo Christiani]], un apostata ebreo che era diventato frate domenicano. Il tema era pericoloso: la messianicità di Gesù. La disputa, tenuta alla presenza del re e della sua corte davanti a un'udienza piena di dignitari, si svolse in luglio a Barcellona. Il suo esito era atteso con ansia sia da ebrei che da cristiani. Sorprendentemente, il re ritenne la difesa presentata da Nahmanide del rifiuto ebraico di accettare Gesù come il Messia più convincente delle argomentazioni di Christiani. Ma la vittoria fu pirrica. Le forti pressioni dei domenicani costrinsero Nahmanide a lasciare l'Aragona e infine nel 1267 emigrò in [[w:Terra d'Israele|Terra d'Israele]]. Sbarcò ad [[w:Acri (Israele)|Acri]] e presto si stabilì a [[w:Gerusalemme|Gerusalemme]]. Come in Spagna, attirò presto molti studenti e la sua influenza si diffuse ancora una volta. Dedicò gli ultimi anni della sua vita a ricostruire la minuscola e demoralizzata comunità ebraica della Terra in un centro superiore di istruzione ebraica. Prima della sua morte nel 1270, completò la grande opera della sua vita, il ''Commentario alla Torah'', legando insieme i molti filoni di pensiero iniziati nei suoi primi lavori. Sebbene questo ''[[w:magnum opus|magnum opus]]'' contenga una ricchezza di materiale letterario, esegetico, halakhico, storico e filologico, la sua teologia gli conferisce la grande profondità e il suo più duraturo interesse per il pensiero ebraico e per il mondo culturale.<ref>Sono state usate le seguenti edizioni delle opere di Nahmanide: {{en}}''Commentary on the Torah'' (CT) 2 voll., cur. C. B. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1959-63); ''Kitvei Ramban'' (KR) 2 voll., cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1963); ''Hidushei ha-Ramban'', 2 voll., cur. I. Z. Meltzer (B'nai B'rak, 1959); ''Hidushei ha-Ramban ha-Shalem'', 4 voll., cur. M. Hershler ''et al.'' (Gerusalemme: Makhon ha-Talmud ha-Yisraeli, 1970-87); ''Notes on Maimonides' Sefer ha-Mitsvot'', cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1981); ''Teshuvot ha-Ramban'', cur. Chavel (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1975). Per gli effetti della ricostruzione dei testi originali in un nuovo contesto, cfr. B. Pesahim 105b e Rashbam, ''s.v.'' ''"ve-sadrana ’ana"'' Per un eccellente esempio contemporaneo di ricostruzione accademica e filosofica del pensiero di un teologo ebreo medievale, cfr. Lenn E. Goodman, cur., ''The Book of Theodicy: Translation and Commentary on the Book of Job by Saadiah ben Joseph Al-Fayyumi''.</ref> === Le ragioni dei Comandamenti === [[File:Ramban's Torah commentary - on an ancient Hebrew coin.png|240px|thumb|right|''Commentario alla Torah'': descrizione e commento del Ramban su un'antica moneta ebraica]] Scopriamo il centro della teologia di Nahmanide nella sua teoria dei comandamenti.<ref>Si veda il saggio classico di J. Perles, "Über den Geist des Commentar der Rabbi Moses ben Nachman zum Pentateuch", ''Monatschrift für Geschichte und Wissenschaft des Judenthums'' 8 (1858) 81.</ref> La necessità che il testo della Torah sia il più normativo possibile è il principale incentivo al ''[[w:Pardes|derash]]'', il metodo sviluppato dai rabbini per sbloccare il significato più profondo e più ampio del testo della Scrittura. Questo metodo è stato utilizzato per scoprire sia le norme più precise che regolano l'azione ([[w:Halakhah|Halakhah]]) sia le norme meno precise che guidano il pensiero ([[w:Haggadah|Aggadah]]).<ref>A differenza della Halakhah, le cui prescrizioni sono trasmesse o legiferate dalle autorità rabbiniche della comunità per la comunità (cfr. [[Maimonide]], ''Hilkhot Mamrim'', cap. 1), l'Aggadah è il suggerimento di un saggio individuale di ciò che secondo lui dovrebbe essere fatto al di là della Halakhah, specialmente nell'area della dottrina, dove ci sono poche regole halakhiche. L'Aggadah è normativa, non solo descrittiva (cfr. Y. Megillah 4.1/74d), ma non è legalmente vincolante (cfr. Y. Peah 2.6/10a; Y. Horayot 3.5/48c rif. {{passo biblico2|Ecclesiaste|6:2}}). Così si esorta: "Quando desideri conoscere Dio, studia l'Aggadah" (''Sifre: Devarim'', cur. Finkelstein, n. 49). La ricerca di Dio è obbligatoria, come risulta dal versetto su cui questo testo commenta: "...che io vi ordino di mettere in pratica, amando il Signore, vostro Dio, camminando in tutte le Sue vie e tenendovi stretti a Lui" ({{passo biblico2|Dt|11:22}}). Si veda [[Maimonide]], ''Shemonah Peraqim'', 5, ''ad init.''</ref> Inevitabilmente, la ricerca di norme più profonde e più ampie implica la ricerca degli scopi soggiacenti alla Torah, ''ta’amei ha-mitsvot'', le "ragioni dei comandamenti". Perché, se si vogliono ampliare i comandamenti, un'elaborazione ordinata richiede un certo senso delle finalità che il divino Legislatore intendeva da essi.<ref>La relazione tra ''[[w:Pardes|peshat]]'' (significato apparente) e ''[[w:Pardes|derash]]'' (significato esplicato) è sottile. Quindi il principio "La Scrittura parla del proprio tempo presente (''be-hoveh'')" è usato per spiegare perché certe cose sono menzionate in una legge particolare. Ma la legge non si limita a questi casi; piuttosto, gli elementi in questione sono visti come esempi di una classe generale che include un'infinità potenziale di altri casi. Quindi, quella che può sembrare un'affermazione dell'autosufficienza della ''peshat'' è in realtà una base per la ''derash'', una ricerca del principio alla base degli esempi. Si veda, ad esempio, M. Baba Kama 5.7; cfr. ''Enciclopedia Talmudit'' 6.553-55. Il principio rabbinico, "La Scrittura non si discosta dal suo significato apparente (''middei peshuto'')" non era inteso a precludere ''derash'' ma per darle una base. Cfr. B. Yevamot 24a e paralleli; ''Midrash Leqah Tov''. Vayetse, cur. S. Buber, 72b-73a; e David Weiss Halivni, ''Peshat and Derash: Plain and Applied Meaning in Rabbinic Exegesis'' (New York: Oxford University Press, 1991) 3 segg., 79 segg. Sul ruolo di ''ta‘amei ha-mitsvot'' nell'interpretazione normativa, cfr. I. Heinemann, ''Ta‘amei ha-Mitsvot be-Sifrut Yisrael'' (Gerusalemme: World Sionist Organization, 1949) 1.11 ss.</ref> In effetti, la ricerca delle ragioni dei comandamenti è una contropartita oggettiva dell'esigenza soggettiva che chi esegue un comandamento lo faccia con la giusta intenzione (''[[:en:w:kavanah|kavvanah]]''). ''Kavvanah'' opera su due livelli. La prima è l'intenzione di adempiere un comandamento divino; questo è chiamato ''kavvanah le-mitsvah''.<ref>Cfr. R. Israel Meir Ha-Kohen, ''Mishnah Berurah'' su ''Shulhan ‘Arukh'': ’Orah Hayyim, 60.4, n. 11.</ref> È perché l'intenzione a questo livello è generale che la stessa formula viene usata nella benedizione richiesta per l'adempimento dei comandamenti più positivi: "che ci ha santificato con i Suoi comandamenti e ci ha comandato di —." Ciò che si intende è obbedire alla volontà di Dio, indipendentemente dal comandamento specifico. Un livello più profondo di ''kavvanah'' fa riferimento allo scopo specifico di questo comandamento e si concentra su come ci si avvicina a Dio compiendo tale atto specifico. Questo è chiamato "l'intenzione del cuore", ''kavvanat ha-lev''.<ref>''Kavvanat ha-lev'' in questo senso si applicava originariamente solo al comandamento di recitare il primo versetto dello ''[[w:Shemà|Shemà]]'' e ''Shemonah Esreh''. Cfr. M. Berakhot 2.1; ''Sifre Devarim'', no. 41; cfr. David Weiss Halivni, ''Meqorot u-Mesorot'': Mo‘ed (Yoma - Hagigah) (Gerusalemme: Jewish Theological Seminary of America, 1975) 404-05. Ma col tempo ''kavvanat ha-lev'' divenne un ''desideratum'' per tutte le ''mitsvot''. Si veda specialmente Nahmanide, ''Notes on Maimonides’ Sefer ha-Mitsvot'', pos. no. 5.</ref> Richiede la nostra comprensione, per quanto limitata, della sapienza di Dio. È nel perseguire questa ''kavvanah'' più profonda che la ricerca delle ragioni dei comandamenti trova una motivazione più spirituale della pura curiosità intellettuale. È l'intenzione propria del cuore che distingue le autentiche azioni religiose da ciò che [[w:Abraham Joshua Heschel|Abraham Joshua Heschel]], proseguendo su un tema centrale di [[w:Bahya ibn Paquda|Bahya Ibn Paquda]], ha chiamato "religious behaviorism".<ref>Cfr. ''God in Search of Man'', 320ss. Cfr. Bahya ibn Pakuda, ''Hovot ha-Levavot'': Sha’ar ha-Ma’aseh, cap. 1ss.</ref> Così, quando mi chiedo perché la Torah abbia bisogno di un comandamento generale "Siate santi" ({{passo biblico2|Lev|19:2}}), in quanto tutti i comandamenti sono destinati a renderci santi, Nahmanide fa la sorprendente osservazione che uno può "essere un miserabile entro i parametri di ciò che la Torah permette" (''naval bi-rshut ha-Torah'').<ref>CT: Lev. 19:2/11, 115; cfr. CT: Deut. 27:26.</ref> La mera osservanza delle legalità non assicura di diventare una persona santa, che è lo scopo ultimo dei comandamenti. Nahmanide non sta sostenendo, naturalmente, che la santità può essere raggiunta senza osservare la Torah.<ref>Cfr. I. Tishby, ''Mishnat ha-Zohar'', 2.387. Martin Buber, in ''Two Types of Faith'', 57, sostiene che la Halakhah è antitetica alla vera relazione Io-Tu tra uomo e Dio.</ref> Gli obblighi specifici della Legge sono indispensabili per l'adempimento umano che essa intende.<ref>Come precedente dell'opinione che la ricerca delle ragioni dei comandamenti dovrebbe condurre solo a una migliore osservanza degli stessi, non alla loro negligenza, cfr. Filone, ''De abrahamo'', 89-93.</ref> Tuttavia il requisito della ''kavvanah'' indica che la Torah riguarda molto di più rispetto all'osservazione comportamentale. Infatti, in questo particolare passo, Nahmanide mostra come l'intenzione della santità debba indurre a fare più di quanto la lettera della legge richieda. La teologia razionalista ebraica del Medioevo, soprattutto quando influenzata dalla teleologia aristotelica, fornì uno stimolo e un metodo alla ricerca delle ragioni dei comandamenti. Si presumeva che ci fossero sempre scopi sia in natura che nelle attività umane. Così [[Maimonide]] vedeva tutti i comandamenti come miranti al miglioramento del corpo e della società (''tiqqun ha-guf'') o al miglioramento dell'anima (''tiqqun ha-nefesh'').<ref>''Moreh Nevukhim'', 3.27.</ref> Nella terza sezione della sua ''[[Guida dei perplessi]]'', sostenne che le ragioni di tutti i comandamenti specifici potrebbero trovarsi sotto queste rubriche generali. Per quanto impressionante possa essere intellettualmente questo metodo di indagine, porta con sé alcuni pericoli religiosi. Ad esempio, nella ''Guida'' [[Maimonide]] sottolinea le condizioni sporche in cui vivono i maiali, rendendo il maiale un alimento non salutare per l'organismo.<ref>''Moreh'', 3.48.</ref> Ma lo stesso motivo potrebbe essere utilizzato per evitare il divieto, se si potesse dimostrare che è possibile allevare i maiali in modo igienico. Se il divieto risponde a un semplice bisogno naturale, quel bisogno potrebbe essere soddisfatto senza, per esempio, evitare la carne di maiale. Parimenti, quando la ragione di un comandamento è considerata il miglioramento dell'anima. Se, ad esempio, lo scopo del comandamento di studiare la Torah è quello di apprendere verità metafisiche che possono essere comprese, in linea di principio, da chiunque abbia probità morale e capacità intellettuale, cosa impedisce alla metafisica generale di sostituire lo studio della Torah quale più alta attività umana?<ref>Cfr. Maimonide, ''Hilkhot Yesodei ha-Torah'', 4.13; ''Moreh'', 2.33; cfr. Menachem Kellner, ''Maimonides on Human Perfection'' (Atlanta: Scholars Press, 1990) per un resoconto della concezione tenuta da Maimonide sui tipi più elevati di attività umana che non si presta a un tale riduzionismo – o appropriazione indebita degli obiettivi di Maimonide.</ref> Maimonide chiaramente enfatizzava l'autorità dei comandamenti indipendentemente dall'apprensione delle loro ragioni.<ref>Cfr. ''Hilkhot Teshuvah'', 3.4: "Anche se suonare lo shofar a Rosh Hashanah è un decreto scritturale (''gezerat ha-katuv''), contiene un accenno (''remez'') della sua intenzione, vale a dire (''kelomar''): ‘Svegliatevi dormienti dal vostro sonno... esaminate le vostre azioni, ritornate in penitenza, e ricordate il vostro Creatore!’"</ref> Tuttavia, c'erano preoccupazioni religiose circa la trascuratezza pratica dei comandamenti a cui il suo approccio filosofico poteva prestarsi. Tali preoccupazioni in effetti portarono i rabbini della Francia settentrionale a vietare lo studio degli scritti teologici di Maimonide. La "Controversia maimonidea" che ne seguì giunse al culmine nel 1232, il mondo rabbinico apparentemente polarizzato tra pro e anti-maimonisti.<ref>Cfr. J. Sarachek, ''Faith and Reason: The Conflict Over the Rationalism of Maimonides'' (New York: Hermon, 1970) 75ss., 84-85, 116ss.</ref> Il trentottenne Nahmanide, già un'autorità halakhica rispettata in tutti i quartieri del mondo ebraico, tentò un compromesso. Sebbene egli stesso fosse preoccupato per i pericoli di un approccio filosofico ai comandamenti, Nahmanide difese Maimonide, sostenendo che la sua teologia razionalista non era destinata alle masse di ebrei fedeli, ma solo a coloro che erano stati esposti alla filosofia e quindi richiedevano giustificazioni filosofiche come condizione della propria stabilità religiosa.<ref>Cfr. C. B. Chavel, ''Rabbenu Mosheh ben Nahman'' (Gersualemme: Mosad Harav Kook, 1967) 120ss.</ref> Nahmanide era chiaramente d'accordo con Maimonide che ci sono ragioni per tutti i comandamenti. Differiva da lui, e da tutti gli altri teologi ebrei razionalisti, nella sua insistenza sul fatto che le ragioni dei comandamenti non sono fondate sulla metafisica ma su fatti unicamente ebraici.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Esodo|20:23}}. Per la classificazione delle ''mitsvot'' da parte di Nahmanide, cfr. C. Henoch, ''Ha-Ramban ke-Hoqer u-Mequbbal'' (Gerusalemme: Harry Fischel Institute, 1978) 337ss.</ref> Il progetto di suscitare questi fondamenti è portato avanti in tutti i suoi scritti e diventa il tema principale del suo coronamento, il ''Commenarito alla Torah'', che iniziò in Spagna prima del suo esilio e completò non molto tempo prima della sua morte in [[w:Terra di Israele|Terra d'Israele]] nel 1270. === Comandamenti basati sulla natura e sulla ragione === [[File:Ramban1.jpg|240px|thumb|right|Il [[w:Talmud|Talmud]] di Nahmanide]] Alcuni studiosi hanno ipotizzato che l'opposizione di Nahmanide alla metafisica greca, in particolare a quella di Aristotele, significhi che non poteva accettare la realtà di alcun ordine naturale. Poiché le idee di ordine naturale e ragione umana universalmente valida sono correlative, sembrerebbe che il rifiuto della natura porti immediatamente al rifiuto della ragione. Quindi si conclude che Nahmanide fosse un "anti-razionalista".<ref>Cfr. per es., Solomon Schechter, "Nachmanides", ''Studies in Judaism'' (New York: Macmillan, 1896) 1.119-20.</ref> Ma Nahmanide non rifiutò un ordine naturale o una ragione umana universale.<ref>Cfr. David Berger, "Miracles and the Natural Order in Nahmanides" in Twersky, cur., ''Rabbi Moses Nahmanides'', 101ss.</ref> Ciò che rifiutò fu l'assunto di alcuni teologi che la natura/ragione debba essere costituita secondo le categorie di Aristotele. La sua principale obiezione ad Aristotele e ai suoi seguaci ebrei era che presumevano che l'ordine naturale fosse onnicomprensivo e che la ragione universale fosse sufficiente per la nostra conoscenza di tutte le cose, incluso Dio. Aristotele e gli aristotelici ebrei sembravano non lasciare spazio alla creazione o alla rivelazione, almeno per come Nahmanide intendeva queste dottrine. Per Nahmanide, il rifiuto della metafisica aristotelica non portava al rifiuto della natura o all'antirazionalismo, ma a una concezione più circoscritta della portata della natura e della portata della ragione. In qualche modo Nahmanide era più razionalista di Maimonide. Operando entro un raggio più limitato, poteva dimostrare più facilmente la verità delle affermazioni della ragione. Questa differenza è notevole per quanto riguarda i comandamenti che regolano le relazioni interumane (''bayn adam le-havero''). I vantaggi dell'approccio di Nahmanide sono evidenti, ad esempio, se confrontiamo il suo trattamento dei [[w:Noachismo|Sette Comandamenti di Noè]] con quello di Maimonide. I comandamenti noachici sono quelle leggi che i rabbini consideravano vincolanti per tutta l'umanità, i "figli di Noè".<ref>T. Avodah Zarah 8.4; B. Sanhedrin 56a-b.</ref> Queste leggi, che proibiscono l'omicidio, l'incesto e la rapina, tra gli altri crimini, sono riconosciute praticamente in tutte le società e sono prontamente viste come requisiti della ragione. Molti teologi ebrei li chiamano comandamenti razionali (''mitsvot sikhliyot'').<ref>Cfr. Saadiah Gaon, ''ED'', 9.2 rif. {{passo biblico2|Genesi|2:16}}.</ref> Appartengono a ciò che i pensatori ebrei successivi (seguendo i filosofi [[w:stoicismo|stoici]] e [[w:cristianesimo|cristiani]]) identificarono come legge naturale.<ref>Cfr. Joseph Albo, ''Sefer ha-'Iqqarim'', 1.1.</ref> In un famoso brano della ''[[Mishneh Torah]]'', Maimonide afferma che chiunque accetti queste leggi solo a forza della ragione ordinaria (''hekhrea ha-da‘at'') non è ritenuto degno della beatitudine del mondo a venire, in cui "ai pii delle nazioni del mondo" è assicurata una porzione.<ref>''Hilkhot Melakhim'', 8.11.</ref> Nel suo precedente ''Commentario alla Mishnah'', Maimonide sembra respingere il concetto stesso di "comandamenti razionali".<ref>''Shemonah Peraqim'', 6; cfr. ''Commentario alla Mishnah'', Berakhot 5.3.</ref> Alcuni studiosi vedono in questi due passi un rifiuto di qualsiasi moralità da legge naturale. Ma si può argomentare meglio che Maimonide stava in realtà rifiutando solo una moralità da legge naturale non fondata su un'adeguata comprensione della vera costituzione metafisica della natura. Stava rifiutando la solidità religiosa (sebbene non, forse, l'utilità politica) delle norme scoperte o inventate dalla prudenza piuttosto che dall'intuizione di Dio e dell'universo. Secondo questo approccio, l'unica moralità veramente adeguata è quella i cui fondamenti metafisici sono sani e propriamente compresi, e l'unica metafisica veramente efficace è quella le cui conseguenze morali sono sane e propriamente comprese. Per Maimonide esiste una forte connessione razionale tra metafisica e morale.<ref>Per la necessità della metafisica nella morale, cfr. ''Moreh'', 2.40, 3.27; per la necessità della metafisica da parte della morale, 3.54.</ref> La metafisica è il fondamento più profondo della moralità. È ciò che rende la moralità naturale piuttosto che una mera legislazione umana. E la moralità è il frutto più utile della metafisica. Senza moralità, la metafisica non ha alcuna influenza pratica o politica. Senza metafisica, la morale non ha fondamento universale. Quindi, secondo Maimonide, la metafisica è più che solo teorica; e la moralità è più che pratica. I due sono legati dalla ragione, e quindi scopribili l'uno dall'altro mediante un uso corretto della ragione. Nahmanide non vedeva alcuna connessione razionale tra metafisica e moralità. In effetti, la sua teologia non lascia quasi spazio alla metafisica. Le verità più profonde sull'universo si raggiungono solo attraverso la rivelazione. Le norme morali evidenti alla ragione sono quelle richieste da qualsiasi società per soddisfare i bisogni fondamentali dei suoi membri per un ordine giusto e stabile. In definitiva, naturalmente, una tale moralità deve essere inclusa nella legge rivelata. Ma la rivelazione arriva in momenti storici unici, non attraverso processi naturali costanti, quindi non può funzionare come base razionale per la moralità. La rivelazione non è, come la ragione, la scoperta dell'ordine costante dell'universo. Quindi la ragione, per Nahmanide, non può colmare il divario tra rivelazione e moralità, come può colmare il divario tra metafisica e moralità secondo [[Maimonide]]. Tuttavia, come risultato di questa scissione della metafisica dalla moralità, la razionalità della moralità naturale è accresciuta, non diminuita nella teologia di Nahmanide. Maimonide sembra richiedere una profonda intuizione metafisica prima che le verità morali più elementari acquisiscano il loro pieno significato. Per Nahmanide, qualunque moralità gli esseri umani possano imparare da soli è nota molto più direttamente. Per cui Nahmanide commenta, abbastanza tipicamente: {{citazione|La violenza è rapina e oppressione... perché la violenza è un peccato, come è noto e universalmente accettato (''ve-ha-mefursam'')... il motivo è che il suo divieto è un obbligo razionale (''mitsvah muskelet''), per il quale non c'è bisogno che un profeta dia un comandamento.<ref>CT: {{passo biblico2|Genesi|6:13}} - 1, 52. Cfr. CT: {{passo biblico2|Genesi|6:2}}. Per l'uso da parte di Nahmanides del termine ''mitsvot sikhliyot'', si veda KR: Commentario su Giobbe, 1:1, I, 26; ''Torat ha-Shem Temimah'', KR I, 173.</ref>}} Nahmanide accetta la legittimità del diritto naturale a livello interumano. Ma tale moralità e rivelazione non si trovano sullo stesso piano. La moralità viene ''dagli'' umani (almeno nelle sue manifestazioni più elementari). La rivelazione arriva ''a'' loro. Prima del Sinai, sostiene Nahmanide: {{citazione|Troverete che i patriarchi e i profeti si sono comportati in maniera evidentemente morale (''derekh ‘erets'')... e con inferenza ''a fortiori'', se i patriarchi e i profeti venuti a fare la volontà di Dio si sono comportati in modo evidentemente morale, quanto tanto più dovrebbe fare la gente comune!<ref>CT: {{passo biblico2|Esodo|12:21}} 1.334.28. Maimonide sembra avere un'opinione simile in ''Hilkhot Yesodei ha-Torah'', 7.5.</ref>}} La moralità stessa non conduce alla rivelazione, sebbene ne sia una precondizione. La morale non anticipa in alcun dettaglio né l'evento della rivelazione né il suo ricco contenuto. === Commandmenti basati sulla Storia === Quei comandamenti le cui ragioni sembrano evidenti sono chiamati ''mishpatim'', "giudizi". Il loro ''locus'' è il rapporto tra gli esseri umani nella vita quotidiana. Ma per Nahmanide il regno della natura (compresa la nostra natura politica) non è dove si trova la vera relazione tra Dio e gli esseri umani. La natura, come concepita filosoficamente o scientificamente, è un ordine costante; non ammette innovazione. Ma il fatto più elementare su Dio che deve essere riconosciuto dalle Sue creature è che Dio è il Creatore; l'universo è il risultato del Suo atto assolutamente libero. Dio può intervenire nel Suo universo in qualsiasi momento, indipendentemente dall'ordine familiare della natura. Quell'ordine è solo ''usuale''. Non ha alcuna necessità intrinseca o inerente. Questo punto antimetafisico, fatto da Nahmanide nel XIII secolo, fu fatto da [[w:David Hume|David Hume]] con un intento diverso nel diciottesimo.<ref>"The custom operates before we have time for reflexion... much more without forming any principle concerning it, or reasoning upon that principle." David Hume, ''A Treatise of Human Nature'', 1.3.8, cur. L. A. Selby-Bigge (Oxford: Clarendon Press, 1888) 104. Per il contesto islamico, cfr. L. E. Goodman, "Did al-Ghazali Deny Causality", ''Studia Islamica'' 47 (1978) 83-120.</ref> È per insegnarci che l'ordine naturale non ha alcuna necessità ultima che la Torah ponga tale accento sui miracoli. Perché è attraverso i miracoli, specialmente quelli di tipo spettacolare (''nissim mefursamim''), che Dio dimostra la Sua potenza sull'universo che ha creato.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|13:2}}.</ref> Tuttavia, questi miracoli spettacolari sono avvenuti secoli fa, e anche allora sono stati eseguiti raramente. Che legame ha l'ebreo ordinario con eventi così grandiosi? In che modo diventano un'esperienza personale e quindi impartiscono un apprezzamento del potere creativo e della provvidenza di Dio? Nahmanide vede la soluzione della Torah a questo problema in quei comandamenti chiamati ''‘edot'', "testimonianze", comandamenti basati sulla storia. Glossando il comandamento che l'Esodo "sarà un segno sulla tua mano, sarà un ornamento fra i tuoi occhi, per ricordare che con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto" ({{passo biblico2|Esodo|13:16}}), che la tradizione rabbinica vedeva come un obbligo di indossare regolarmente i [[w:tefillin|tefillin]], Nahmanide scrive: {{citazione|Ciò è perché Dio non compie un segno (''‘ot'') e una dimostrazione (''mofet'') in ogni generazione, per essere visto da ogni malfattore e negatore (''kofer''). Piuttosto, ci comanda continuamente di compiere un memoriale (''zikaron'') e un segno di ciò che i nostri occhi hanno visto.<ref>CT: {{passo biblico2|Esodo|13:16}} - 1 , 346.</ref>}} Nahmanide qui esprime una visione partecipativa della storia. Questa prospettiva, che spesso ribadisce, contrasta nettamente con la visione più familiare e illustrativa della storia. Le nostre scienze sociali, modellandosi sulle scienze naturali, in genere cercano regolarità nel comportamento umano e tentano di vedere tutti gli eventi come esempi di processi costanti. La storia diventa così una raccolta di dati del passato per ampliare il numero di esempi che illustrano vari principi specifici. L'interesse per il passato è governato dagli interessi del presente e dalla loro proiezione nel futuro.<ref>Cfr. W. H. Walsh, ''An Introduction to Philosophy of History'' (Londra: Hutchinson, 1967) 63ss.</ref> La visione della storia concepita da Nahmanide riflette un presupposto molto più antico. La vita umana nel presente, compresi tutti i normali processi del comportamento umano, trae il suo significato dai grandi eventi del passato. Il compito della storia non è incorporare gli eventi del passato in schemi perenni discernibili nel presente e proiettati nel futuro, ma vedere i processi del presente come segni e simboli dei grandi eventi del passato.<ref>Cfr. Mircea Eliade, ''The Sacred and the Profane: The Nature of Religion'' (New York: Harper and Row, 1961) 106-07.</ref> Per gli ebrei, questa incorporazione del presente nel passato è funzione di quei comandamenti che simbolicamente rievocano i grandi (e rari) eventi passati. Sottolineando la nostra partecipazione simbolica ai grandi eventi in cui Dio si è manifestato in modo così potente al popolo di Israele, Nahmanide indica che questa partecipazione non è solo vissuta passivamente. Richiede la determinazione ad agire con apertura alla presenza divina quando e dove si è rivelata. Dio non compie i suoi potenti atti di routine, per timore che diventiamo spettatori passivi piuttosto che partecipanti attivi. Per coloro che negano la potenza provvidenziale di Dio, anche l'esecuzione regolare di miracoli e segni sarebbe sprecata. L'ostinazione bloccherebbe il loro messaggio.<ref>Cfr. CT: {{passo biblico2|Genesi|14:10}}; e l'eccellente trattamento da parte di Y. Silman delle opinioni di Halevi sulla rivelazione e sulla storia, ''Bayn Filosof le-Navi'' (Ramat-Gan: Bar-Ilan University Press, 1985) 161ss., 216ss.</ref> Ma, per coloro che hanno una sottostante propensione alla fede, l'attivazione di tale propensione richiede una partecipazione simbolica. È con tali temi in mente che Nahmanide scrive del "processo" di Abramo, sottolineando l'importanza dell'azione piuttosto che della mera buona volontà passiva: {{citazione|Un processo (''nisayon'') è chiamato con questo nome a causa di colui che è stato processato. Ma colui che lo processa, che Egli sia esaltato, lo comanda per portare la materia dalla potenzialità all'attualità, affinché colui che è processato possa ricevere la ricompensa che l'azione merita, non soltanto la ricompensa perché ha un buon cuore... e così in effetti accade con tutte le prove nella Torah. Sono per il bene di colui che è processato.|CT: {{passo biblico2|Genesi|22:1}}, I - 125-26}} Come i comandamenti basati sulla natura (''mishpatim''), i comandamenti basati sulla storia (''‘edot'') soddisfano i bisogni umani. I ''mishpatim'' soddisfano i bisogni degli esseri umani nelle loro relazioni reciproche nella società; gli ''‘edot'' soddisfano i bisogni degli umani nel loro rapporto con Dio nella storia.<ref>Per questa duplice teleologia delle ''mitsvot'', cfr. CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|22:6}}.</ref> La gente comune ha bisogno di partecipare all'esperienza degli spettacolari miracoli pubblici della storia, sia direttamente che simbolicamente, per apprezzare la trascendenza di Dio dall'ordine naturale e la loro propria capacità di trascenderla, anche se solo parzialmente. Tra i predecessori di Nahmanide, la sua visione piuttosto empirica della natura si avvicina di più a quella di [[w:Saadya Gaon|Saadya Gaon]] (m. 942). La sua visione della storia e del suo significato si avvicina di più a quella di [[w:Yehuda Ha-Levi|Yehuda Ha-Levi]] (m. 1141), di cui riconobbe l'influenza.<ref>Cfr. CT: {{passo biblico2|Deuteronomio|11:22}}.</ref> === Comandamenti metasociali/metastorici e la Cabala === {{Doppia immagine verticale|right|Nahmanides Commentary - herly 5504.JPG|Nahmanides Commentary -.JPG|240|''Commentario alla Torah'' del Ramban – Manoscritto Harley 5504, [[w:British Museum|British Museum]] (XV sec.)|''Commentario alla Torah'' del Ramban – Manoscritto Harley 5703 (Margaliot Manuscript 208), [[w:British Museum|British Museum]]}} I comandamenti della Torah designati come ''[[w:Chuqqim|huqqim]]'', "statuti", hanno sempre posto una sfida speciale a coloro che si impegnano a ritenere che tutti i comandamenti della Torah abbiano ragioni. Poiché questi comandamenti sembrano essere espressioni arbitrarie della volontà di Dio. Come ha affermato un ''[[w:midrash|midrash]]'' seminale, Dio in effetti dice al popolo d'Israele: "Ho emanato uno statuto (''huqqah haqqaqti''), ho decretato un decreto (''gezerah gazarti''), e non ti è permesso trasgredire i miei decreti!"<ref>''Bemidbar Rabbah'' 19.1; cfr. ''Midrash Leqah Tov: Huqqat'', 119b.</ref> Ciò è affermato nel contesto di una discussione sull'istituzione nella Torah generalmente riconosciuta come la più enigmatica, il [[:en:w:Red heifer|rito della giovenca rossa]] ({{passo biblico2|Numeri|19:1-22}}).<ref>La '''giovenca rossa''' o '''vacca rossa''' (פרה אדומה - ''parah adumah'') era un sacrificio citato nella Bibbia ebraica, le cui ceneri erano usate per un rituale di purificazione di antichi israeliti che erano venuti in contatto con un cadavere. L'esistenza di una giovenca rossa che sia conforme a tutte le rigide regole e requisiti imposti dalla Halakhah, è un'anomalia biologica: l'animale deve essere interamente di un solo colore ed i rabbini eseguivano una serie di test per assicurarsi, tra l'altro, che il pelo della vacca fosse completamente liscio (per accertarsi con non fosse stata sottoposta al giogo, il che l'avrebbe squalificata). Mosè, il maggiore dei profeti, conobbe il mistero del significato della giovenca rossa. Secondo una tradizione ebraica, solo nove giovenche furono macellate dal periodo che inizia da Mosè e finisce alla distruzione del Secondo Tempio. L'assoluta rarità dell'animale, insieme al rispettivo rituale, attribuisce alla giovenca rossa un'importanza particolare nella tradizione ebraica: è infatti citata come esempio basilare di un ''[[w:Chuqqim|khok]]'', o come già definito supra, una legge biblica per la quale non esiste logica apparente e quindi è considerata di assoluta origine divina. Poiché lo stato di purezza rituale ottenuto attraverso la cenere di una giovenca rossa è un prerequisito necessario per la partecipazione al servizio del Tempio, in tempi moderni sono stati compiuti sforzi da parte di ebrei, che desiderano una purezza rituale biblica e in previsione della costruzione del futuro Terzo Tempio, per individuare una giovenca rossa e ricreare il citato rituale.</ref> Tuttavia, il ''midrash'' qui sembra considerare il rituale come paradigmatico di tutti i comandamenti della Torah. Un altro ''midrash'' sembra similmente generalizzare dal modello degli ''huqqim'' e annunciare che tutti i comandamenti furono dati solo per testare l'accettazione umana della volontà di Dio:<ref>''Bereshit Rabbah'' 44.1 e paralleli; cfr. il trattamento da parte di [[Maimonide]] di questo testo rabbinico in ''Moreh'', 3.26.</ref> I rabbini raffigurano Satana e le nazioni del mondo che insultano il popolo ebraico per la loro tenace fedeltà a questi comandamenti misteriosi.<ref>''Sifra: Aharei Mot'', cur. Weiss, 86a; ''B. Yoma'' 67b. Per ulteriori elaborazioni di questo tema ''"facio quia absurdum"'' nella teologia medievale aschenazita, cfr. D. Berger, ''Jewish-Christian Debate'' (Philadelphia: JPS, 1979) 356-57.</ref> Tali brani pongono chiaramente l'onere della prova su coloro che affermano che tutti i comandamenti della Torah hanno ragioni, per quanto oscure. I razionalisti sono sfidati a suggerire almeno alcune ragioni plausibili per gli ''huqqim'' più problematici, altrimenti riconoscano che tutti i comandamenti sono essenzialmente decreti divini e che anche quando sembrano esserci ragioni, queste sono nella migliore delle ipotesi supposizioni o principi, piuttosto che fondamenti primari del vero intento di Dio. Ma Maimonide e Nahmanide, entrambi impegnati nella tesi che ci sono ragioni per tutti i comandamenti, svilupparono i propri mezzi distintivi per spiegare i comandamenti più difficili della Torah. È a questo livello di sfida esegetica che le loro differenze teologiche fondamentali diventano più evidenti. In effetti, è sullo sfondo del trattamento di Maimonide di questi comandamenti che la posizione di Nahmanide emerge più chiaramente dal contrasto. Per [[Maimonide]], la verità e la bontà si scoprono attraverso le scienze politiche, le scienze fisiche o la metafisica.<ref>Cfr. ''Hilkhot Talmud Torah'', 1.11-12; ''Moreh'', Introduzione.</ref> La sua teologia attribuisce il primato a quei comandamenti i cui scopi sono più evidenti alla ragione umana: quelli che ordinano la società al bene (''mishpatim'') o la mente al vero (''de‘ot''). I comandamenti storici (''‘edot'') sono inseriti in questo contesto basilare. Così l'osservanza dello [[w:Shabbat|Shabbat]] e delle [[w:festività ebraiche|festività]] serve allo scopo politico di promuovere la comunione attraverso il tempo libero e la celebrazione comuni, e lo scopo intellettuale di segnalare le verità sulla creazione del cosmo.<ref>''Moreh'', 3.43.</ref> La storia, in quanto ''locus'' della rivelazione di Dio attraverso eventi unici, non è un considerazione immediata. Così, ad esempio, lo Shabbat è istituito per ricordare che "sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso" ({{passo biblico2|Dt|5:15}}). Ma Maimonide sottolinea il significato universale dello Shabbat: praticamente nel soddisfare il bisogno fisico di riposo; intellettualmente, nel soddisfare il bisogno spirituale di affermare la creazione dell'universo da parte di Dio.<ref>Cfr. specialmenrte ''Moreh'' 2.31. I rabbini talmudici, al contrario, sottolineavano il significato unicamente ebraico dello Shabbat. Cfr. ''B. Sanhedrin'' 58b rif. {{passo biblico2|Genesi|8:22}}; ''Devarim Kabbah'' 1.18 rif. {{passo biblico2|Esodo|31:17}}.</ref> Maimonide invoca la storia quando spiega alcuni degli ''huqqim''. Li vede come reazioni all'idolatria nei tempi antichi.<ref>''Moreh'', 3.37.</ref> Pertanto, adduce due ragioni per il divieto di mangiare carne cotta nel latte. In primo luogo, sostiene che l'alto contenuto di grassi di tali alimenti non è salutare. In secondo luogo, ipotizza che cucinare un capretto nel latte materno possa essere stato un rito pagano che la Torah non voleva che gli israeliti imitassero in alcun modo.<ref>''Moreh'', 3.48. Cfr. ''Hilkhot Ma’akhalot Assurot'', 17.29-31; anche, ''Hilkhot De’ot'', 3.3 rif. ''Mishnah Avot'' 2.2.</ref> Quanto alla domanda sul perché una reazione a un rito pagano scomparso dovesse rimanere normativa, va ricordato che Maimonide considerava perenne la propensione all'idolatria. Così anche i divieti di particolari manifestazioni temporali dell'idolatria servono ancora a sottolineare l'importanza della diligenza perpetua contro questa malattia spirituale sempre virulenta.<ref>Cfr. per es., ''Moreh'', 1.36; 3.29.</ref> Per Maimonide, quindi, i comandamenti razionalmente evidenti sono primari; i comandamenti esplicitamente storici sono, in effetti, deistorizzati; e i misteriosi ''huqqim'' sono visti come reazioni a circostanze storiche. Nel suo ordinamento dei comandamenti, sembrerebbe che i ''mishpatim'' (politici e intellettuali) siano i primi, gli ''‘edot'' secondi e gli ''huqqim'' terzi per importanza. Per Nahmanide, l'ordine sembra essere diametralmente invertito. I ''mishpatim'' sono meno importanti, proprio perché sono i più universali. Gli ''‘edot'' sono importanti, perché sono distintivi. E gli ''huqqim'' sono i più importanti, poiché sono i più distintivi di tutti e santificati dal loro stesso mistero. Pertanto, nello spiegare gli ''huqqim'', Nahmanide invoca ciò che ritiene il vero, più profondo insegnamento della Torah: la ''[[w:Cabala ebraica|Cabala]]''. La sua dipendenza dalla Cabala è stata a lungo oggetto di dibattito. Alcuni studiosi di un cast altamente tradizionale credono che lo ''[[Zohar]]'' sia letteralmente l'opera del [[w:Tannaim|Tanna]] [[w:Shimon bar Yohai|Shimon bar Yohai]] del II secolo. Sostengono che il testo fosse conosciuto immemorabilmente e tramandato ermeticamente da una piccola élite per mille anni prima della sua pubblicazione alla fine del XIII secolo. Tali studiosi pensano che l'invocazione della Cabala da parte di Nahmanide sia altamente selettiva. Sostengono che nella sua teologia cabalistica ci sia molto di più di quanto egli abbia rivelato nei suoi scritti.<ref>Cfr. per es., J. Even-Chen, ''Ha-Ramban'' (Gerusalemme: Ginzekha Rishonim Le-Tsiyon, 1976) 61ss. L'idea che Nahmanide avesse un sistema cabalistico completo e in gran parte segreto era apparentemente sostenuta anche dai suoi contemporanei che trovavano il suo cabalismo eccessivo. Si veda R. Isaac bar Sheshet Parfat, ''Teshuvot ha-Ribash'', no. 157. Per una discussione critica moderna sel cabalismo di Nahmanide, cfr. Gershom Scholem, ''Ha-Kabbalah be-Gerona'', 73ss., e ''Origins of the Kabbalah'', 384; M. Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 254.</ref> I cabalisti spesso affermano che la natura esoterica della Cabala richiede tale moderazione. Ma anche questo punto di vista non spiega perché Nahmanide invochi dottrine cabalistiche quando e dove lo fa — perché ciò che è stato rivelato ai cabalisti sia più frequentemente usato per spiegare le ragioni degli ''huqqim''. La maggior parte degli studiosi moderni accetta il punto di vista di [[w:Gershom Scholem|Gershom Scholem]] secondo cui lo ''[[Zohar]]'' è in gran parte opera del rabbino [[w:Moses de León|Moses de León]], che scrisse dopo Nahmanide e fu influenzato da lui.<ref>Cfr. ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 173.</ref> Essi attribuiscono le sporadiche invocazioni della Cabala da parte di Nahmanide alla natura ancora non sistematica della tradizione e considerano de Leon e i suoi successori i veri sistematizzatori.<ref>Cfr. M. Idel, "We Have No Kabbalistic Tradition on This" in Twersky, cur., ''Rabbi Moses Nahmanides'', 63ss.</ref> Non ci sono prove che il cabalismo di Nahmanide fosse sistematico.<ref>Cfr. Scholem, ''Ha-Kabbalah be-Gerona'', 66; Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 215.</ref> A differenza dei cabalisti successivi, da de Leon in poi, Nahmanide non tentò mai di spiegare tutto nella Torah alla luce della Cabala. A differenza della maggior parte di loro, assumeva regolarmente la realtà della natura e della storia nello spiegare i comandamenti e gli eventi nella Torah. In effetti, come abbiamo visto, il suo uso della natura nello spiegare il ''mishpatim'' si avvicina alla teoria dei comandamenti razionali di Saadyah Gaon, e nel suo uso della storia nello spiegare gli ''‘edot'' segue la concezione di eventi unici di Yehuda Ha-Levi. Lo ''Zohar'', al contrario, non ammette effettivamente un reame della natura o un reame della storia. Ci vogliono tutte le relazioni che siano interne alla vita di Dio.<ref>Cfr. per es., ''Zohar: Aharei-Mot''3:73a.</ref> Lo spazio e il tempo sono irreali. Non c'è storia, non c'è natura, nel senso di un ordine creato duraturo, risultante da un atto divino unico.<ref>Cfr. Saadyah Gaon, ''ED'', 1.2, 4.</ref> La creazione di Dio non è più transitiva, il suo oggetto non è chiaramente distinto dal suo soggetto. Per i cabalisti post-nahmanideani, l'unica realtà separata da Dio è demoniaca (letteralmente, ''sitra ahra'', "l'altra parte"). La relazione con questo equivale all'annientamento.<ref>Cfr. Gershom Scholem, ''On the Kabbalah and Its Symbolism'', 145; ''Major Trends in Jewish Mysticism'', 177-78.</ref> Così lo ''Zohar'' tratta i [[w:Noachismo|Sette comandamenti noachici]] non come requisiti razionali delle relazioni interumane, ma come proibizioni finali della separazione dalla vita divina.<ref>''Zohar: Bereshit'', 1:36a. Cfr. Menahem Recanti, ''Commentary on the Torah: Gen. 2:16 and 8:21''. Approcci razionalisti e cabalistici alle Leggi noachiche sono congiunte in Judah Loewe (Maharal), ''Gevurot ha-Shem'' (Cracow, 1582) cap. 66.</ref> Le loro specifiche dimensioni interumane diventano accessorie, incidentali. Il cabalismo zoharico non lascia spazio al razionalismo saadiano che Nahmanide usò per costituire la legge naturale delle relazioni interumane. Infatti tale razionalismo presuppone lo spazio creato al di fuori di Dio, risultato della creazione generata da Dio come atto transitivo.<ref>Cfr. Gershom Scholem, "Schopfung aus Nichts und Selbstverschrankung Gottes", ''Eranos Jahrbuch'' 25 (1956) 108ss.</ref> Anche la storia presuppone una distinzione essenziale tra spazio e tempo.<ref>Seguendo la visione haleviaan/nahmanideana della storia secondo, Judah Loewe (Maharal) distingue tra tempo fisico (''zeman'') e tempo storico (''sha‘ah, rega‘''). Cfr. ''Gevurot ha-Shem'', sez. 2. Cfr. L. E. Goodman, "Time, Creation and the Mirror of Narcissus", ''Philosophy East and West'' 42 (1992).</ref> Nell'idea di natura, spazio e tempo sono legati. Ma l'idea di libertà esige la loro separazione, perché tutto non sia determinato. Quando il tempo è visto come distinto dallo spazio, si apre al futuro quale orizzonte di azioni non determinate da ciò che già è. Questa apertura è cruciale per l'emergere della responsabilità personale. Nella visione della storia da parte di Nahmanide, come in quella di Halevi, la storia è un incontro tra Dio e le Sue creature.<ref>Cfr. ''Kuzari'', 1.67; 5.20.</ref> La relazione è libera da parte di Dio perché non è determinata dall'ordine naturale. I miracoli di Dio ricapitolano il libero atto originario della creazione e riaffermano la trascendenza di Dio. E la relazione è libera da parte degli esseri umani, perché la nostra risposta alla presenza di Dio non è determinata dalla natura. Rispondendo alle azioni sante di Dio, possiamo scegliere di compiere opere sante. La santità trascende ciò che è già stato fatto. Quindi la storia è una storia di eventi piuttosto che la registrazione di processi inevitabili. La sua traiettoria è verso il culmine in un Mondo a venire trascendente. Questo reame non è una realtà eterna già presente parallelamente alla natura per Nahmanide, come lo è per Maimonide. Piuttosto si trova nel futuro. Sarà completamente nuovo.<ref>Cfr. ''Torat ha-Adam: Sha'ar ha-Gemul''/''KR'' II, 302. Cfr. Maimonide, ''Hilkhot Teshuvah'', 8.8 e nota del Rabad ''ad loc.''</ref> La libertà storicamente costituita, quindi, è un potere transitivo, indeterminato, condiviso da Dio e dall'umanità, sebbene la libertà del Creatore non sia vincolata come quella delle creature. La nostra osservanza dei comandamenti è quasi sempre delimitata entro limiti naturali, a differenza del compimento di miracoli da parte di Dio.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Numeri|1:45}} rif. ''B. Pesahim'' 64b.</ref> Quindi la libertà divina e umana interagiscono nel rapporto di alleanza, ma non in modo simmetrico. Dio conserva sempre la sua illimitatezza. L'uomo è sempre limitato. Senza una qualche struttura, tuttavia, la libertà divina sarebbe mero capriccio; a maggior ragione la libertà umana. Il capriccio è libertà che non intende relazione. Le alternative a questa terrificante possibilità sono di costituire un reame della storia [[w:Alleanza (Bibbia)|pattizia]] tra Dio e l'uomo, o di costituire una natura in Dio, in cui gli esseri umani possono essere incorporati. I cabalisti successivi scelsero la seconda opzione. Ma di conseguenza, la spontaneità e la libertà andarono rapidamente perse. Il determinismo della natura era ora proiettato nella stessa divinità. I miracoli divennero eventi determinati da questa natura superiore e implicita.<ref>Cfr., ad esempio, Menahem Recanti, ''Commentary on the Torah'': {{passo biblico2|Esodo|29:1}} e {{passo biblico2|Levitico|26:3}} (Venezia, 1523), dove parla della causalità "naturale" (= necessaria) dei comandamenti (''teva kol mitsvah u-mitsvah''), cioè, nel vero reame divino, non nel reame fisico illusorio e separato. Inoltre, si veda il suo commento su {{passo biblico2|Esodo|34:6}}, dove gli atti divini transitivi diventano proprietà divine interiori (cfr. ''B. Shabbat'' 133b). Per la stessa idea di natura divina nel pensiero di un mistico ebreo moderno profondamente indebitato con la Cabala, si veda Abraham Isaac Kook, ''‘Orot Ha-Qodesh'', cur. D. Cohen (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1963) I, 143-44. Inoltre, cfr. Scholem, ''Origins of the Kabbalah'', 453; anche, Berger, "Miracles and the Natural Order in Nahmanides", 121. Cfr. Idel, ''Kabbalah: New Perspectives'', 102.</ref> Il bene umano divenne sempre più un prodotto del potere causale divino,<ref>Cfr. Tishby, ''Mishnat ha-Zohar'' 1.3ss.</ref> e il male umano sempre più frutto del potere generalizzato del demoniaco piuttosto che di specifiche scelte umane.<ref>Cfr. Tishby, 1.287ss.</ref> Nahmanide non si accontenta di un simile risultato. Il suo metodo eclettico gli permette di cambiare ripetutamente il suo terreno teologico. A volte individua il rapporto divino-umano tra Dio e l'uomo. Altre volte, soprattutto quando spiega gli ''huqqim'', individua la relazione all'interno della divinità. Questo spostamento ci impedisce di ricostruire una teologia coerente e sistematica per Nahmanide, come si può fare per Saadyah, Maimonide o lo ''[[Zohar]]''. Tuttavia l'uso della Cabala da parte di Nahmanide è coerente con il profondo conservatorismo dei suoi scritti halakhici e teologici.<ref>Si veda il suo "Introduzione alle Note sull'Enumerazione dei Comandamenti", ''KR'' I, 420; anche, Scholem, ''Origins of the Kabbalah'', 389.</ref> Perché le verità più elevate della Cabala, invocate come spiegazioni degli ''huqqim'', non rappresentano una vera minaccia per la natura o la storia e non pretendono di sostituire l'ampia verità della Torah. La Cabala in Nahmanide non rivoluzionerà la teologia ebraica in tutto e per tutto. Ma gli permetterà di spiegare in profondità ciò che le teologie precedenti non avevano spiegato o avevano spiegato in modo inadeguato. Nel processo, gli ''huqqim'' vengono trasformati da ostacoli della fede a accenni simbolici dei profondi misteri di Dio. Aprendo i suoi commenti sul Levitico, dove la Torah tratta in modo più completo del sistema sacrificale – contesto di tanti ''huqqim'' – Nahmanide rifiuta la storicizzazione del culto biblico del sacrificio fatta da Maimonide. È convinto che Maimonide abbia letto nei testi scritturali una tematica che non c'è veramente. Maimonide aveva detto che la ragione dei sacrifici è che gli egizi e i caldei, nella cui terra Israele aveva abitato, "avevano sempre adorato bovini e pecore [e capre]... per questo comandò loro di macellare queste tre specie per amore di Dio, affinché si sappia che ciò che avevano creduto essere l'epitome del peccato è ciò che ora dovrebbero offrire al Creatore... E così saranno sanate le credenze corrotte, che sono malattie dell'anima, poiché ogni malattia e ogni morbo si cura solo con il suo contrario. — Queste sono le sue parole con cui ha parlato a lungo, ma sono parole vuote (''divrei hav’ai'')".<ref>CT: {{passo biblico2|Levitico|1:9}} - II, 11 rif. ''Moreh Nevukhim'' 3.46. Cfr. ''Targum Onkelos'', {{passo biblico2|Genesi|43:32}}; Ibn Ezra, ''Commentario alla Torah'', {{passo biblico2|Esodo|8:22}}.</ref> Nahmanide offre due spiegazioni alternative del significato che la Torah attribuisce al sistema sacrificale. La prima è psicologica e spirituale: i sacrifici soddisfano il profondo bisogno umano di riconciliarsi con Dio nei pensieri, nelle parole e nei fatti. Questa interpretazione attira immediatamente l'immaginazione, "attira il cuore".<ref>Rif. ''B. Shabbat'' 87a e ''B. Hagigah'' 14a. Cfr. ''Zohar: Vayiqra'', 3:9b.</ref> Tuttavia, Nahmanide la segue alludendo alla ''vera'' visione cabalistica, che nasce dalla consapevolezza che il nome unico di Dio (YHWH) e non i suoi nomi minori, è invariabilmente quello usato in collegamento con i sacrifici. L'invocazione di Nahmanide della Cabala qui come fornitrice della verità (''ha-‘emet'') non significa che considerasse false tutte le altre interpretazioni. C'è una gerarchia di verità, con la Cabala in cima. Il suo insegnamento è che l'azione umana quaggiù, se eseguita correttamente e con la giusta intenzione (''kavvanah''), influenza positivamente la vita divina nell'Alto. Discutendo in questo senso, Nahmanide elevò quella che sembrava una contingenza storica in Maimonide a un livello vitale nella vita stessa di Dio. Le ragioni assegnate da Nahmanides per ''mishpatim'' e ''‘edot'' sono generalmente radicate nel bisogno umano: gli esseri umani hanno bisogno di leggi per governare le loro relazioni. Gli ebrei hanno bisogno di commemorare i grandi eventi quando la potenza e la provvidenza di Dio sono così inequivocabilmente manifeste. Ma con gli ''huqqim'', specialmente i precetti positivi del culto del Tempio, il bisogno umano non è la teleologia essenziale all'opera. Commentando il versetto: "E sapranno che io sono il Signore, il loro Dio, che li ho fatti uscire dal paese d'Egitto, per abitare (''le-shokhni'') in mezzo a loro" ({{passo biblico2|Esodo|29:46}}), Nahmanide scrive: {{citazione|C'è in questo passaggio un grande insegnamento mistico (''sod gadol''). Perché secondo il significato apparente del testo (''ke-fi peshat'') la presenza della ''Shekhinah'' è un bisogno mortale (''tsorekh hedyot''), non un bisogno del Superno (''tsorekh Gavoah''). Ma il tema è analogo a quello del versetto: "O Israele, per mezzo di te io manifesterò la mia gloria" (Isaia 49:3).|CT: {{passo biblico2|Esodo|29:46}} - I, 486-87}} Le persone comuni, che vivono fondamentalmente all'interno dei reami della natura e della storia — reami separati dall'essere di Dio, anche se non dalla potenza di Dio — hanno bisogno di vedere i comandamenti come adempimento dei loro bisogni umani ordinari. Le anime straordinarie, invece, vivono essenzialmente nella vita divina, come il Tempio è nella vita divina. Hanno solo bisogno di vedere i comandamenti come adempimento dei bisogni divini, con i quali sono così intimamente coinvolti. [[File:Emanation.gif|thumb|''[[w:Ein Sof|Ayn Sof]]'', emanazione delle ''[[w:Sefirot|Sefirot]]'' e [[w:Gerarchia degli angeli|gerarchie angeliche]] secondo la [[w:Cabala lurianica|Cabala lurianica]], molto posteriore a Nahmanide]] L'argomento dei bisogni divini assorbì i cabalisti dopo Nahmanide.<ref>Cfr. per es., Meir ibn Gabbai, ''Avodat ha-Qodesh'', 2.2ss. Per la visione opposta da parte della maggioranza dei rabbini talmudici, cfr. ''Y. Nedarim'' 9.1/41b rif. {{passo biblico2|Giobbe|35:7}}; e Saadyah Gaon, ''Emunot ve-De’ot'', 3.10. Ma, cfr. ''B. Berakhot'' 7a; ''B. Baba Metsia'' 114a rif. {{passo biblico2|Dt|8:10}}.</ref> Alcuni addirittura vedevano l'emanazione del mondo multiforme dall'unità divina come risultato del bisogno di Dio per un "altro".<ref>Cfr. per es., Hayyim Vital, ''‘Ets Hayyim'', 1:11a.</ref> Nahmanide non sembra intendere un concetto così radicale, che la creazione non sia un atto del tutto gratuito. Ciò che la sua invocazione alla dottrina cabalistica sembra significare è che, ''poiché'' Dio ha scelto di estendersi nella molteplicità, ''in tal modo'' si è reso dipendente da essa, ''in quanto'' vi è presente. Ma, come l'Infinito totalmente trascendente (''[[w:Ein Sof|Ayn Sof]]''), Dio non è mai del tutto dipendente da ciò che partecipa alla Sua vita. Poiché Egli non vi è mai del tutto presente. Nella sua introduzione al ''Commentario alla Torah'', Nahmanide afferma con forza il detto cabalistico secondo cui la santità della Torah riflette il fatto che le sue parole sono tutte permutazioni dei nomi di Dio.<ref>Chavel, seguendo la visione tradizionalista che lo ''Zohar'' sia una fonte per Nahmanide, vede la fonte (''meqoro'') di questa dottrina nello ''Zohar: Yitro'', 2:87a (cfr. CT, introduzione, cur. Chavel, 6, nota). Più plausibilmente, Nahmanide era la fonte dello ''Zohar'' per questa dottrina cabalistica di base. Un'applicazione del punto teologico sta nel fondare la norma halakhica secondo cui un ''Sefer Torah'' difettoso in qualsiasi modo è ritualmente non valido per la lettura pubblica nella sinagoga (Maimonide, ''Hilkhot Sefer Torah'', 10.1, nn. 12 e 13), cfr. Abraham ben Yom Tov Ishbili, ''Teshuvot ha-Ritba'', cur. Kafih (Gerusalemme: Mosad Harav Kook, 1959), n. 142, pp. 167-70. Il Ritba cita Nahmanide, non lo ''Zohar'', come ''locus classicus'' per questo punto. Per dubbi sull'antichità dello ''Zohar'' da parte di uno studioso tradizionalista premoderno, vedere Jacob Emden, ''Mitpahat Sefarim'' (Altona, 1769); cfr. Scholem, ''Major Trends'', 181.</ref> Quindi Dio è presente nella Torah e in questo senso ne ha bisogno come una persona ha bisogno di qualsiasi organo vitale. Ma Dio è sempre più dei Suoi nomi; infatti ''Ayn Sof'' (l'"In-finito") è un termine negativo: essenzialmente Dio è senza nome. A questo livello, ciò che Nahmanide sembra voler significare per ''bisogno divino'' è che mediante l'esecuzione dei comandamenti, in particolare gli ''huqqim'', almeno alcuni ebrei non sono solo destinatari passivi della grazia di Dio, ma partecipanti attivi della vita divina. Questo aspetto della teologia cabalistica di Nahmanide ha probabilmente avuto un'influenza maggiore sulla Cabala successiva di qualsiasi altra.<ref>Una profonda riaffermazione della dottrina cabalistica dell'interazione dei bisogni divini e umani fu fatta da Abraham Joshua Heschel in ''Man Is Not Alone'', 241ss.</ref> Si può sempre discutere dell'adeguatezza delle interpretazioni cabalistiche di Nahmanide riguardo agli ''huqqim'' positivi, ma spesso offrono una vena interpretativa più ricca di quella che il razionalismo ebraico aveva da offrire. Quindi non è difficile capire perché siano stati seguiti molto più a fondo dalle generazioni successive rispetto alle interpretazioni razionaliste. Ma Nahmanide non si è limitato agli ''huqqim'' positivi. Anche gli ''huqqim'' negativi richiedono interpretazione. Maimonide li vedeva come proscrizioni di antiche pratiche idolatriche. La stessa idolatria fu la prima violazione umana della legge naturale, negando la realtà manifesta del Dio trascendente. Ogni atto idolatrico era in sostanza una violazione dell'ordine naturale, un ordine non inventato dalla ragione umana ma da essa scoperto. Come i ''mishpatim'' e gli ''‘edot'', quindi, anche gli ''huqqim'', per Maimonide, erano in definitiva intelligibili in termini di natura. Anche per Nahmanide questi divieti proibiscono la violazione di un ordine che non è stato inventato dalla ragione umana. Ma non è nemmeno un ordine scoperto dalla ragione umana. Piuttosto, gli ''huqqim'' spesso proscrivono la violazione dell'ordine creato da Dio ma rilevabile solo per rivelazione. Tali leggi sono fondamentalmente diverse dai ''mishpatim'' o dagli ''‘edot''. I loro scopi si vedono solo quando ci viene rivelato qualcosa dell'ordine creato che è al di là sia della ragione umana ordinaria che anche dell'esperienza umana straordinaria. Commentando il versetto: "Osserverete i miei statuti (''et huqqotay''): non accoppierai bestie di specie differenti" ({{passo biblico2|Levitico|19:19}}), Nahmanide scrive: {{citazione|Gli ''huqqim'' sono il decreto del Re (''gezerat ha-melekh''), che ha decretato (''yihoq'') nel suo regno senza rivelare la loro utilità (''to‘eletam'') al popolo... La persona che incrocia specie cambia e falsifica l'opera stessa della creazione, come se pensasse che Dio non soddisfi adeguatamente ogni bisogno (''she-lo-hishleem kol tsorekh'').|CT: {{passo biblico2|Levitico|19:19}}/II, 120. Cfr. anche, CT: {{passo biblico2|Levitico|26:15}}}} L'incrocio è, in effetti, una negazione dell'adeguatezza della creazione. È manomettere l'ordine creato, come se Dio non avesse terminato in modo soddisfacente la Sua opera e l'uomo potesse migliorarla. La proibizione, quindi, ha lo scopo di affermare che la creazione di Dio è perfetta, sebbene la ragione umana spesso non comprenda come la provvidenza di Dio operi nella creazione e anzi assicuri i bisogni di ogni creatura. Una comprensione più completa delle vie della provvidenza deve attendere una rivelazione del tipo che Giobbe alla fine ricevette da Dio.<ref>Cfr. Nahmanide, ''Commentario a Giobbe'', 42:5 - KR I, 126.</ref> Il divieto di modificare l'ordine creato, anche per migliorarlo, è in sostanza un divieto di magia. Maimonide giustifica il divieto della magia non perché sia ​​oggettivamente efficace nel perturbare l'ordine naturale, ma perché è soggettivamente pericoloso.<ref>Cfr. ''Hilkhot Avodah Zarah'', 11.16; ''Commentario alla Mishnah: Pesahim'' 4.10.</ref> Distorce la nostra comprensione delle vere operazioni della natura, che si esprimono attraverso l'indagine scientifica, non l'opinione superstiziosa. L'azione umana non può alterare l'ordine naturale stabilito, per non parlare della vita trascendente di Dio. Ma per Nahmanide, la magia è oggettivamente efficace. È proibita non perché credervi sia falso, ma perché è un tentativo malvagio di manipolare Dio a vantaggio dell'uomo.<ref>Cfr. per es., CT: {{passo biblico2|Esodo|8:14}}.</ref> Tale male può davvero sconvolgere l'ordine della creazione, forse anche ostacolare temporaneamente il compimento dei piani divini. Non potrà mai rovesciare la sovranità di Dio. Ma a noi mortali è proibito agire come se avessimo il controllo su Dio. Come dice [[:en:w:Lenn E. Goodman|Lenn Goodman]], la magia è proibita da Nahmanide nello stesso modo in cui ai bambini è proibito deridere l'autorità dei loro genitori. Il potere umano è giustificato (ed efficace) in definitiva solo quando è una partecipazione fedele alla vita di Dio e al suo governo dell'universo. === Il primato dell'esegesi === Gli scritti di Nahmanide, in particolare il suo ''Commentario alla Torah'', danno voce a temi ricorrenti che possono essere sistematicamente correlati. Ma molti lettori non sono riusciti ad afferrare il suo sistema perché si aspettano un sistema di teologia cabalistico ''totale''. Non trovandolo, spesso presumono che non ci sia alcun sistema. Prendendo alla lettera il trattamento della Cabala da parte di Nahmanide come la più alta verità della Torah, essi presumono che debba averla considerata come l'unica verità della Torah. Ma, come abbiamo visto, trova nella Torah anche un impegno con la realtà della natura e della storia, anche se quel livello di verità è trasceso dalla Cabala. La Cabala, verità più alta, non sposta tutte le altre verità, ma le mette in prospettiva. La Cabala da sola non è sufficiente per spiegare la Torah. Ma è necessaria, secondo Nahmanide, ad ogni adeguata teologia dell'ebraismo. Non si può essere sicuri del motivo per cui Nahmanide non sviluppò una teologia più omogenea, come quella dello ''[[Zohar]]'' e di alcuni cabalisti successivi.<ref>Cfr. Scholem, ''Origins of Kabbalah'', 384; Bernard Septimus, "Nahmanides and the Andalusian Tradition" in Twersky, cur., ''Rabbi Moses Nahmanides'', 19ss.; E. R. Wolfson, "By Way of Truth," 125-29, 163-76.</ref> Certamente aveva le doti intellettuali per un pensiero sistematico. Ma se avesse presentato una teologia rigorosamente cabalistica, la ricchezza del suo approccio sarebbe stata molto ridotta. Il suo eclettismo permette una diversità dei tipi e dei metodi di interpretazione; ed è soprattutto come [[w:esegesi ebraica|esegeta]] che è meglio compreso. Un sistema completo avrebbe ristretto le sue opzioni esegetiche.<ref>Per la tesi di Nahmanide che un comandamento può avere più di una ragione, cfr. CT: {{passo biblico2|Esodo|20:23}}; cfr. ''B. Sanhedrin'' 34a rif. {{passo biblico2|Geremia|23:29}}; ''Bemidbar Rabbah'' 13.15.</ref> Come esegeta poteva trovare livelli di significato nella Scrittura che possono sembrare contraddittori quando disposti fianco a fianco. Ma per lui, evidentemente, il testo si rivolge a persone diverse in modi diversi simultaneamente. Alla fine, la ricchezza del testo ha la precedenza sull'eleganza astratta di un sistema globale. Quindi la teologia di Nahmanide è più euristica che costruttiva. Il suo scopo sembra sempre essere quello di spiegare il testo piuttosto che semplicemente di usarlo per illustrare i temi che l'autore gli porta. I frutti del suo metodo forniscono a tutti i pensatori ebrei una ricchezza di intuizioni sostanziali sulla Torah e sul modello di quel metodo stesso, una potente [[w:ermeneutica talmudica|ermeneutica]] teologica. Laddove Nahmanide è sistematico, il suo sistema è più ermeneutico che filosofico. Nella ben nota divisione dei pensatori fatta da [[w:Isaiah Berlin|Isaiah Berlin]] in ricci e volpi – coloro che mettono in relazione tutto con un'unica visione centrale e coloro che perseguono molti fini, spesso estranei o addirittura contraddittori84 – Nahmanide è più il riccio che la volpe, un pensatore più centrifugo, mentre invece, diciamo, Maimonide è più centripeto. La precedenza del ''datum'' sulla teoria, dell'esegesi sul sistema è, dopo tutto, ciò che rende uno un teologo scritturale, rispetto a un teologo sistematico. == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie delle interpretazioni}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4" ><references/></div> {{Avanzamento|100%|20 luglio 2022}} [[Categoria:Nahmanide teologo|Introduzione]] sekvhb2qlqmv39hgrizpro54zimdzex Nahmanide teologo/Capitolo 1 0 51785 430765 430705 2022-07-20T16:04:00Z Monozigote 19063 testo wikitext text/x-wiki {{Nahmanide teologo}} [[File:Krestin – Portrait of a Rabbi.jpg|thumb|540px|center|''Ritratto di Rabbino'', di [[:en:w:Lazar Krestin|Lazar Krestin]] (c.1930)]] == L'anima umana == '''[1.1]''' L'anima umana è il ''locus'' della conoscenza immediata di Dio, perché non fa parte dell'ordine fisico creato. Quindi è capace di qualcosa di più della semplice esperienza del mondo. {{citazione|La virtù o eccellenza dell'anima (''ma‘alat ha-nefesh''), la sua fonte e il suo mistero... non veniva dagli elementi fisici o dalla mediazione delle intelligenze disincarnate. Piuttosto, è lo spirito del Grande Nome, dalla sua bocca, conoscenza e comprensione. Perché è dal fondamento della Comprensione (''bina''), per mezzo della Verità e della Fede (''emet ve-’emunah'').|CT: {{passo biblico2|Genesi|2:7}} - I, 33}} Questo brano è pieno di allusioni alle ''[[w:Sefirot|sefirot]]'', le manifestazioni superne della Divinità, che furono mappate in modo elaborato e preciso dai cabalisti successivi. Ma il punto centrale è che l'anima non è una mera entità creata, ma un'emanazione diretta dalla Divinità. '''[1.2]''' In quanto composto di anima e corpo, un essere umano è in relazione diretta sia con Dio che con la natura. Nessuna comprensione adeguata della condizione umana può ignorare la nostra compositività. Nahmanide trae questo punto dall'uso del plurale nel racconto della creazione di Genesi 1, dove Dio dice: "facciamo (''na‘aseh'') l'uomo": {{citazione|La... natura dell'uomo non è come quella di una bestia. "A nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza" significa che somiglia sia... agli esseri terreni (''tahtonim'') che agli esseri angelici superiori (''‘elyonim'').|CT: {{passo biblico2|Genesi|1:26}} - I, 27}} {{clear}} {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie delle interpretazioni}} {{Avanzamento|25%|20 giugno 2022}} [[Categoria:Nahmanide teologo|Capitolo 1]] jw14x57z5riiupjx8sikupcwyi6fjzx 430766 430765 2022-07-20T16:17:43Z Monozigote 19063 /* L'anima umana */ testo wikitext text/x-wiki {{Nahmanide teologo}} [[File:Krestin – Portrait of a Rabbi.jpg|thumb|540px|center|''Ritratto di Rabbino'', di [[:en:w:Lazar Krestin|Lazar Krestin]] (c.1930)]] == L'anima umana == '''[1.1]''' L'anima umana è il ''locus'' della conoscenza immediata di Dio, perché non fa parte dell'ordine fisico creato. 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Nahmanide trae questo punto dall'uso del plurale nel racconto della creazione di Genesi 1, dove Dio dice: "facciamo (''na‘aseh'') l'uomo": {{citazione|La... natura dell'uomo non è come quella di una bestia. "A nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza" significa che somiglia sia... agli esseri terreni (''tahtonim'') che agli esseri angelici superiori (''‘elyonim'').|CT: {{passo biblico2|Genesi|1:26}} - I, 27}} Sebbene Nahmanide citi solo il punto di vista di [[:en:w:Joseph Kimhi|Joseph Kimhi]] (ca. 1150), si possono trovare anche precedenti rabbinici per questa antropologia teologica, in ''Avot de-Rabbi Nathan'' (A, cur. Schechter, 55a; B. Ta‘anit 16a). A differenza di [[Maimonide]] (''Moreh Nevukhim'', 2,5-6), Nahmanide distingue i corpi celesti intelligenti dagli esseri angelici superiori. Che gli angeli siano maggiori diventa più evidente nelle sezioni immediatamente successive. '''[1.3]''' È solo il rapporto con Dio che differenzia l'uomo dalle bestie. Commentando il rifiuto di [[w:Qoelet|Qoelet]] della distinzione tra uomo e bestia, Nahmanide scrive: {{citazione|Ciò è sbalorditivo! Com'è possibile che "la preminenza dell'uomo sulla bestia sia nulla" ({{passo biblico2|Ecclesiaste|3:19}})? Non ci sono forse esseri umani che raggiungono un livello così alto da essere in alleanza con Dio, amati da Dio come Abramo, fonte di gioia come Giacobbe? Ma l'intento del versetto è che per le nostre azioni non abbiamo preminenza, e che nessun essere umano ha il potere di rendere il suo corpo più grande di quello di una bestia. Eppure abbiamo il potere di fare la volontà del nostro Creatore, di attaccarci a Lui, come fecero i patriarchi, che godettero di un'intimità eccezionale con Dio e di una virtù elevata (''ma‘alah yeteirah''), e il cui nome e la cui memoria rimangono in questo mondo anche ora per le generazioni dei loro discendenti.|KR: ''Sermone su Ecclesiaste'' - I, 193}} {{clear}} {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie delle interpretazioni}} {{Avanzamento|25%|20 giugno 2022}} [[Categoria:Nahmanide teologo|Capitolo 1]] lm8v0wu9m8idm7lm4m07bm3tkiihe33 430778 430766 2022-07-20T20:58:57Z Monozigote 19063 testo+compl. wikitext text/x-wiki {{Nahmanide teologo}} [[File:Krestin – Portrait of a Rabbi.jpg|thumb|540px|center|''Ritratto di Rabbino'', di [[:en:w:Lazar Krestin|Lazar Krestin]] (c.1930)]] == L'anima umana == '''[1.1]''' L'anima umana è il ''locus'' della conoscenza immediata di Dio, perché non fa parte dell'ordine fisico creato. Quindi è capace di qualcosa di più della semplice esperienza del mondo. {{citazione|La virtù o eccellenza dell'anima (''ma‘alat ha-nefesh''), la sua fonte e il suo mistero... non veniva dagli elementi fisici o dalla mediazione delle intelligenze disincarnate. Piuttosto, è lo spirito del Grande Nome, dalla sua bocca, conoscenza e comprensione. Perché è dal fondamento della Comprensione (''bina''), per mezzo della Verità e della Fede (''emet ve-’emunah'').|CT: {{passo biblico2|Genesi|2:7}} - I, 33}} Questo brano è pieno di allusioni alle ''[[w:Sefirot|sefirot]]'', le manifestazioni superne della Divinità, che furono mappate in modo elaborato e preciso dai cabalisti successivi. Ma il punto centrale è che l'anima non è una mera entità creata, ma un'emanazione diretta dalla Divinità. '''[1.2]''' In quanto composto di anima e corpo, un essere umano è in relazione diretta sia con Dio che con la natura. Nessuna comprensione adeguata della condizione umana può ignorare la nostra compositività. Nahmanide trae questo punto dall'uso del plurale nel racconto della creazione di Genesi 1, dove Dio dice: "facciamo (''na‘aseh'') l'uomo": {{citazione|La... natura dell'uomo non è come quella di una bestia. "A nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza" significa che somiglia sia... agli esseri terreni (''tahtonim'') che agli esseri angelici superiori (''‘elyonim'').|CT: {{passo biblico2|Genesi|1:26}} - I, 27}} Sebbene Nahmanide citi solo il punto di vista di [[:en:w:Joseph Kimhi|Joseph Kimhi]] (ca. 1150), si possono trovare anche precedenti rabbinici per questa antropologia teologica, in ''Avot de-Rabbi Nathan'' (A, cur. Schechter, 55a; B. Ta‘anit 16a). A differenza di [[Maimonide]] (''Moreh Nevukhim'', 2,5-6), Nahmanide distingue i corpi celesti intelligenti dagli esseri angelici superiori. Che gli angeli siano maggiori diventa più evidente nelle sezioni immediatamente successive. '''[1.3]''' È solo il rapporto con Dio che differenzia l'uomo dalle bestie. Commentando il rifiuto di [[w:Qoelet|Qoelet]] della distinzione tra uomo e bestia, Nahmanide scrive: {{citazione|Ciò è sbalorditivo! Com'è possibile che "la preminenza dell'uomo sulla bestia sia nulla" ({{passo biblico2|Ecclesiaste|3:19}})? Non ci sono forse esseri umani che raggiungono un livello così alto da essere in alleanza con Dio, amati da Dio come Abramo, fonte di gioia come Giacobbe? Ma l'intento del versetto è che per le nostre azioni non abbiamo preminenza, e che nessun essere umano ha il potere di rendere il suo corpo più grande di quello di una bestia. Eppure abbiamo il potere di fare la volontà del nostro Creatore, di attaccarci a Lui, come fecero i patriarchi, che godettero di un'intimità eccezionale con Dio e di una virtù elevata (''ma‘alah yeteirah''), e il cui nome e la cui memoria rimangono in questo mondo anche ora per le generazioni dei loro discendenti.|KR: ''Sermone su Ecclesiaste'' - I, 193}} '''[1.4]''' La dualità della nostra natura spiega le tensioni inerenti alla condizione umana: {{citazione|L'uomo... doveva essere come gli angeli ministri nella sua anima... ma fu attirato nella direzione della carne perché è carnale, non divino.|CT: {{passo biblico2|Genesi|6:3}} - I, 49]}} Ancor più precisamente: {{citazione|La radice della sofferenza dell'uomo nel mondo dei corpi è che il corpo dell'uomo è come il corpo di un animale, prodotto sotto l'influenza delle stelle e delle costellazioni, quindi soggetto a vicissitudini. Solo l'anima viene da Dio che l'ha donata.|KR: ''Commentario a Giobbe'' 22:2 - I, 76}} Per Nahmanide, nella nostra incarnazione sorgono sia il male naturale che quello morale. Ma il male naturale sembra necessario, mentre il male morale deriva dalla nostra stessa volontà. Tuttavia, lo stesso vale per il nostro potenziale di trascendenza. Gli esseri umani che trovano il loro vero sé nell'anima piuttosto che nel corpo possono persino superare molte delle vicissitudini a cui la nostra incarnazione ci rende vulnerabili. '''[1.5]''' Nelle anime dei giusti la dimensione spirituale è più pronunciata: {{citazione|Nella tradizione dei Rabbini di beata memoria, Dio creò le anime dei giusti; e, senza dubbio, l'anima è uno spirito estremamente fine e puro. Non è un corpo e non è confinato in un luogo... ma proviene dalla categoria (''kat'') degli angeli ed è estremamente esaltato.|KR: ''Torat ha-’Adam'': Sha‘ar ha-Gemul - II, 285}} '''[1.6]''' Le anime dei giusti derivano tutte dalla fonte e dall'origine stessa della creazione. Nahmanide qui afferma l'esistenza primordiale delle anime umane: {{citazione|Coloro che sbagliano spiritualmente pensano che le anime vengano create ogni giorno, ognuna con il proprio magazzino [il corpo]. Ma non è così. Perché Dio non li crea ''ex nihilo''. Gli esseri superiori (''ha-‘elyonim'') furono creati fin dall'inizio prima di tutto (''me’az''). Gli esseri inferiori (''ha-shefalim''), che vengono a esistere e muoiono, sono formati l'uno dall'altro, alterando e assumendo forme.|KR: ''Commentario a Giobbe'' 38:21 - I, 117-118}} '''[1.7]''' Poiché l'anima umana è una creazione immediata di Dio, non presuppone altro: {{citazione|Perché la generazione è per benedizione di Dio. Dato che le anime non sono nate ma sono state create dal nulla (''me’ayin'').|CT: {{passo biblico2|Genesi|5:2}} - I, 47}} Altrove, elabora: {{citazione|L'interpretazione corretta e chiara di questa sezione [il racconto della creazione di Genesi 1] è che Dio non creò tutto ''ex nihilo'' in quei giorni, ma solo le sostanze primarie (''ha-hiyulim'') menzionate... Ma riguardo alla creazione dell'uomo egli affermato... [per così dire] "Io e la terra"... poiché il corpo è terreno in forma e somiglianza in quanto è mortale e perisce, ma l'anima (''nefesh'') è in una forma superiore (''tselem''), che non è corporea e su cui il divenire (''ha-havayah'') e il perire non hanno alcun dominio.|KR: ''Torat ha-Shem Temimah'' - I, 157-158}} '''[1.8]''' Immediata creazione divina, l'anima umana può essere accresciuta da Dio in un successivo atto di creazione. Commentando il tradizionale gioco di parole che trova nella Scrittura un apparente riferimento all'animazione sul o del sabato (''vayinafash'', {{passo biblico2|Es|31:17}}), Nahmanide, seguendo il Talmud [B. Betsah 16a], individua l'anima nell'ebreo che osserva lo Shabbat e riceve così un'"anima aggiuntiva" (''nefesh yeterah''): {{citazione|L'anima aggiuntiva viene dalla fondazione (''yesod'') del mondo.|CT: {{passo biblico2|Esodo|32:13}} - I, 505}} ''[[w:Sĕfirōt|Yesod]]'' è la nona delle dieci ''sefirot''. L'uso da parte di Nahmanide di questo linguaggio cabalistico sottolinea l'origine emanativa dell'anima. Non è prodotto come un oggetto materiale. '''[1.9]''' La funzione del corpo è di servire l'anima. Perché l'anima adempie i suoi obblighi per mezzo del corpo. La morte del corpo è da piangere come la perdita della capacità esteriore di adempiere i comandamenti: {{citazione|Mi sembra che l'anima funzioni nel corpo come i nomi di Dio funzionano sulla pergamena di un rotolo di Torah... Si potrebbe anche dire che, come uno si strappa le vesti quando viene bruciato un rotolo di Torah [B. Mo‘ed Qatan 25a], così ci si dovrebbe strappare le vesti quando muoiono coloro che osservano i comandamenti... poiché con la loro morte l'adempimento dei comandamenti positivi è diminuito. Così ognuno dovrebbe stracciarsi le vesti alla morte di un ebreo, anche di una donna.|KR: ''Torat ha-’Adam'' - II, 52}} '''[1.10]''' Solo gli esseri umani hanno anime razionali immortali, ma anche gli animali superiori hanno anime nel senso di un principio vitale o spirito vitale. Quindi non sono da sfruttare senza limitazioni: {{citazione|Le anime di quelle creature con un'anima animale (''nefesh ha-tenu‘ah'') hanno una certa posizione elevata, per cui assomigliano a creature con un'anima razionale (''ha-nefesh ha-maskelei'')... Dio ha dato agli esseri umani il permesso (''reshut'') di macellarli e mangiarli, poiché esistono per il bene degli uomini. Ma non ci ha permesso di mangiare la loro anima, cioè il loro sangue.|CT: {{passo biblico2|Genesi|1:29}} - I, 29}} Nella Scrittura, l'anima vitale di un animale è il suo sangue e la forza che incarna. Quel sangue è restituito a Dio ({{passo biblico2|Genesi|9:4}}; {{passo biblico2|Dt|12:23-25}}). Vita vegetativa e minerali, però, non hanno un'anima anche in questo senso limitato; quindi, possono essere utilizzati senza riserve. '''[1.11]''' Gli animali rimangono subordinati agli scopi umani, non ultimo in materia di religione. Perché il loro sangue gioca un ruolo importante nel culto sacrificale. Per Nahmanide, il sacrificio serve non solo i bisogni umani come quello dell'espiazione del peccato, ma consente anche la partecipazione alla stessa vita divina: {{citazione|Non è giusto mescolare l'anima mortale (''ha-nefesh ha-nikhretet'') con l'anima immortale (''ha-nefesh ha-qayyemet''), ma deve essere un'espiazione sull'altare, per essere gradita al Signore.|CT: {{passo biblico2|Levitico|17:11}} - II, 95}} '''[1.12]''' La distinzione tra l'anima umana e quella delle bestie superiori è che {{citazione|lo spirito della bestia è dagli elementi (''ha-yesodot''), ma il corpo dell'uomo si separerà dalla sua anima.|CT: {{passo biblico2|Genesi|1:20}} - I, 25}} Il termine per anima (''nefesh'') sembra essere usato in modo intercambiabile nella Scrittura, sia per la vita umana che animale (si veda, ad esempio, {{passo biblico2|Genesi|1:24,2:7}}). Ma Nahmanide fa un'attenta distinzione tra l'anima vitale ma mortale degli animali e l'anima razionale e immortale degli esseri umani. {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie delle interpretazioni}} {{Avanzamento|100%|20 giugno 2022}} [[Categoria:Nahmanide teologo|Capitolo 1]] hamdw2p56exlk8zarv97w2pep6wpknq Nahmanide teologo/Capitolo 2 0 51786 430779 430706 2022-07-20T21:28:14Z Monozigote 19063 testo wikitext text/x-wiki {{Nahmanide teologo}} [[File:Krestin-Portrait of a Rabbi.jpg|thumb|540px|center|''Ritratto di Rabbino'', di [[:en:w:Lazar Krestin|Lazar Krestin]] (c.1930)]] == Fede == '''[2.1]''' Ciò che contraddistingue la persona umana è la capacità di relazione consapevole con Dio. Nahmanide chiama il lato umano di questa relazione ''emunah'', fede o certezza. Il suo compito centrale come teologo è mettere in relazione il desiderio umano di tale coscienza con la verità rivelata, ''emet''. Il nostro esercizio di fede è lo scopo stesso della creazione; fonda tutte le relazioni di Dio con la natura: {{citazione|Il Signore ha creato tutte le creature inferiori per amore dell'uomo, poiché l'uomo è l'unico di loro che riconosce (''makir'') il suo Creatore.|CT: {{passo biblico2|Levitico|17:11}} - II, 97}} '''[2.2]''' Senza rapporto consapevole con Dio, l'esistenza umana non ha senso. E poiché il resto della creazione esiste per il bene dell'umanità, senza il nostro riconoscimento di Dio, tutta l'esistenza sarebbe inutile. {{citazione|Non vi è alcuna ragione [intrinseca] (''ta‘am'') per la formazione di animali e piante inferiori, poiché non riconoscono il loro Creatore; solo l'uomo lo fa. Dio ha creato l'uomo per riconoscere (''makir'') il suo Creatore, che Egli sia esaltato. Se l'uomo non avesse alcuna consapevolezza che Dio lo ha creato – tanto più se non sapesse che per il suo Creatore ci sono atti favoriti e desiderabili e altri atti indesiderabili e vili – l'uomo sarebbe come una bestia e oggetto della creazione sarebbe viziata (''betelah'')... Lo scopo stesso della creazione del mondo sarebbe vanificato.|KR: ''Torat ha-Shem Temimah'' - I, 142-43}} Spiegando tale scopo, Nahmanides scrive: {{citazione|È l'intento (''kavvanah'') della creazione (''yetsirah'') degli umani. Poiché non c'è altra ragione (''ta‘am'') per la formazione dell'uomo, e Dio non ha alcun desiderio per gli esseri inferiori (''tahtonim'') se non che l'uomo dovrebbe conoscere e riconoscere il Dio che lo ha creato. Questo è il motivo per alzare la voce nelle sinagoghe, ed è questo il merito della preghiera pubblica, che gli uomini hanno un luogo in cui si riuniscono per riconoscere il Dio che li ha creati e li ha fatti esistere, affinché dicano: "Noi sono le Tue creature!"|''Ibid.'' - I, 152-53}} '''[2.3]''' Tutta la creazione sublunare è per il bene dell'uomo: {{citazione|Così ora Elihu continua sulla via degli altri amici, raccontando le lodi di Dio e la Sua provvidenza sul mondo. Perché custodisce il Suo mondo e veglia su di esso continuamente... è impossibile credere che non ci sia provvidenza persino sul più piccolo degli esseri umani... dato che le creature inferiori sono state create per amore dell'uomo, poiché nessuno tranne l'uomo ne riconosce Creatore. Se tutta la cura di Dio e la Sua protezione delle specie inferiori è per il bene dell'uomo, come potrebbe non esercitare una cura provvidenziale sull'uomo stesso?|KR: ''Commentario a Giobbe'' 36:2 - I, 107-08}} Nahmanide qui differisce nettamente da [[Maimonide]] (''Moreh Nevukhim'', 3,13), che pone le intelligenze celesti non fisiche, identificate con gli angeli (''Moreh'', 2,5-6), superiori all'uomo nell'ordine creato, perché non sono afflitte dalle incertezze di volontà (''Moreh'', 1.2; 3.17). L'uomo si relaziona a Dio attraverso questa natura superiore e intellettuale degli angeli, aspirando ad assomigliargli il più possibile. Per Nahmanide, gli angeli sono più alti dei corpi celesti, e così è l'uomo (CT: {{passo biblico2|Genesi|2:7}} - I, 33). Così l'uomo, come gli angeli, può relazionarsi con Dio, trascendendo la natura, sia terrena che celeste. '''[2.4]''' Poiché il rapporto di Dio con le anime umane è diretto, è individuale. Ma la relazione di Dio con il resto della creazione è solo specifica e indiretta: {{citazione|Da nessuna parte nella Torah o nei profeti è mai affermato che la provvidenza di Dio sovrintende (''mashgiah'') ai singoli membri di specie inarticolate. Nel loro caso la provvidenza si estende solo alle specie, che sono nella stessa categoria dei cieli e delle loro strutture. Così è stata permessa la macellazione (''[[w:shecḥitah|shehitah]]'') degli animali per soddisfare i bisogni umani e anche per espiare le nostre vite attraverso il loro sangue sull'altare. La ragione di ciò è chiara ed ovvia. È perché l'uomo riconosce il suo Dio come colui che si prende cura di lui e veglia su di lui.|KR: ''Commentario a Giobbe'' 36:7 - I, 108}} {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie delle interpretazioni}} {{Avanzamento|50%|20 giugno 2022}} [[Categoria:Nahmanide teologo|Capitolo 2]] bahm9m5iveu6nb5ddrykwv24981c52t 430780 430779 2022-07-21T11:55:40Z Monozigote 19063 /* Fede */ testo wikitext text/x-wiki {{Nahmanide teologo}} [[File:Krestin-Portrait of a Rabbi.jpg|thumb|540px|center|''Ritratto di Rabbino'', di [[:en:w:Lazar Krestin|Lazar Krestin]] (c.1930)]] == Fede == '''[2.1]''' Ciò che contraddistingue la persona umana è la capacità di relazione consapevole con Dio. Nahmanide chiama il lato umano di questa relazione ''emunah'', fede o certezza. Il suo compito centrale come teologo è mettere in relazione il desiderio umano di tale coscienza con la verità rivelata, ''emet''. Il nostro esercizio di fede è lo scopo stesso della creazione; fonda tutte le relazioni di Dio con la natura: {{citazione|Il Signore ha creato tutte le creature inferiori per amore dell'uomo, poiché l'uomo è l'unico di loro che riconosce (''makir'') il suo Creatore.|CT: {{passo biblico2|Levitico|17:11}} - II, 97}} '''[2.2]''' Senza rapporto consapevole con Dio, l'esistenza umana non ha senso. E poiché il resto della creazione esiste per il bene dell'umanità, senza il nostro riconoscimento di Dio, tutta l'esistenza sarebbe inutile. {{citazione|Non vi è alcuna ragione [intrinseca] (''ta‘am'') per la formazione di animali e piante inferiori, poiché non riconoscono il loro Creatore; solo l'uomo lo fa. Dio ha creato l'uomo per riconoscere (''makir'') il suo Creatore, che Egli sia esaltato. Se l'uomo non avesse alcuna consapevolezza che Dio lo ha creato – tanto più se non sapesse che per il suo Creatore ci sono atti favoriti e desiderabili e altri atti indesiderabili e vili – l'uomo sarebbe come una bestia e oggetto della creazione sarebbe viziata (''betelah'')... Lo scopo stesso della creazione del mondo sarebbe vanificato.|KR: ''Torat ha-Shem Temimah'' - I, 142-43}} Spiegando tale scopo, Nahmanides scrive: {{citazione|È l'intento (''kavvanah'') della creazione (''yetsirah'') degli umani. Poiché non c'è altra ragione (''ta‘am'') per la formazione dell'uomo, e Dio non ha alcun desiderio per gli esseri inferiori (''tahtonim'') se non che l'uomo dovrebbe conoscere e riconoscere il Dio che lo ha creato. Questo è il motivo per alzare la voce nelle sinagoghe, ed è questo il merito della preghiera pubblica, che gli uomini hanno un luogo in cui si riuniscono per riconoscere il Dio che li ha creati e li ha fatti esistere, affinché dicano: "Noi sono le Tue creature!"|''Ibid.'' - I, 152-53}} '''[2.3]''' Tutta la creazione sublunare è per il bene dell'uomo: {{citazione|Così ora Elihu continua sulla via degli altri amici, raccontando le lodi di Dio e la Sua provvidenza sul mondo. Perché custodisce il Suo mondo e veglia su di esso continuamente... è impossibile credere che non ci sia provvidenza persino sul più piccolo degli esseri umani... dato che le creature inferiori sono state create per amore dell'uomo, poiché nessuno tranne l'uomo ne riconosce Creatore. Se tutta la cura di Dio e la Sua protezione delle specie inferiori è per il bene dell'uomo, come potrebbe non esercitare una cura provvidenziale sull'uomo stesso?|KR: ''Commentario a Giobbe'' 36:2 - I, 107-08}} Nahmanide qui differisce nettamente da [[Maimonide]] (''Moreh Nevukhim'', 3,13), che pone le intelligenze celesti non fisiche, identificate con gli angeli (''Moreh'', 2,5-6), superiori all'uomo nell'ordine creato, perché non sono afflitte dalle incertezze di volontà (''Moreh'', 1.2; 3.17). L'uomo si relaziona a Dio attraverso questa natura superiore e intellettuale degli angeli, aspirando ad assomigliargli il più possibile. Per Nahmanide, gli angeli sono più alti dei corpi celesti, e così è l'uomo (CT: {{passo biblico2|Genesi|2:7}} - I, 33). Così l'uomo, come gli angeli, può relazionarsi con Dio, trascendendo la natura, sia terrena che celeste. '''[2.4]''' Poiché il rapporto di Dio con le anime umane è diretto, è individuale. Ma la relazione di Dio con il resto della creazione è solo specifica e indiretta: {{citazione|Da nessuna parte nella Torah o nei profeti è mai affermato che la provvidenza di Dio sovrintende (''mashgiah'') ai singoli membri di specie inarticolate. Nel loro caso la provvidenza si estende solo alle specie, che sono nella stessa categoria dei cieli e delle loro strutture. Così è stata permessa la macellazione (''[[w:shecḥitah|shehitah]]'') degli animali per soddisfare i bisogni umani e anche per espiare le nostre vite attraverso il loro sangue sull'altare. La ragione di ciò è chiara ed ovvia. È perché l'uomo riconosce il suo Dio come colui che si prende cura di lui e veglia su di lui.|KR: ''Commentario a Giobbe'' 36:7 - I, 108}} '''[2.5]''' Sottolineando l'immediatezza del rapporto dell'anima con Dio, Nahmanide traccia una posizione nettamente diversa dall'intero progetto della teologia razionalista ebraica da Saadyah a Maimonide. Tale teologia era basata sull'idea che si potesse tracciare un percorso dalla conoscenza del mondo a Dio come sua causa necessaria. Nahmanide non negava la legittimità di tale inferenza. Ma la vedeva come una base insufficiente per il rapporto tra Dio e l'uomo. La conoscenza positiva di Dio deve provenire da Dio stesso per essere degna del suo oggetto. Commentando la richiesta di Mosè al [[w:Roveto ardente|Roveto Ardente]] che Dio riveli il Suo nome proprio, Nahmanide si impegna in una polemica acuta con la teologia ebraica razionalista da Saadyah a Maimonide e oltre. Come in quasi tutte queste polemiche da parte sua, mira sia a quella che considera un'esegesi errata del testo, sia a quella che ritiene essere la teologia errata che vi sta dietro. {{citazione|Gli chiese il Suo nome affinché il Signore lo dicesse, dando loro [gli Israeliti] istruzioni perfette sulla Sua esistenza e provvidenza... Secondo Saadyah Gaon... e Maimonide... dobbiamo dedurre che Dio disse a Mosè... che dovrebbe fornire loro prove razionali specifiche (''r’ayot sikhliyot'') per cui il Suo nome sarebbe accettato dai saggi... Ma questo non è il significato del versetto. La menzione del Nome a loro ne ''è'' la prova. Questo è il segno e la dimostrazione in risposta a ciò che avrebbero chiesto.|CT: {{passo biblico2|Esodo|3:13}} - I, 292}} In altre parole, la risposta di Dio, letteralmente: "Io sarò chi sarò (Io Sono Colui Che È)", non è una conclusione dedotta da premesse precedenti. È la promessa di Dio della propria auto-presentazione al popolo d'Israele in schiavitù egiziana. Questo è ciò che significa il Nome (il [[w:Tetragramma biblico|tetragramma]]). I precedenti rabbinici (B. Berakhot 9b e ''Shemot Rabbah'' 3.6) sono citati da Nahmanide. Più o meno lo stesso punto è fatto nella teologia ebraica moderna da [[w:Martin Buber|Martin Buber]] in ''Zur einer neuen Verdeutschung der Schrift'' (Olten: Jakob Hegner, 1954) 28-29; Königtum Gottes, III ed. riv. (Heidelberg: Lambert Schnieder, 1956) 69; e di [[Franz Rosenzweig]], ''Kleinere Schriften'' (Berlino: Schocken, 1937) 185ss. Si veda anche la loro traduzione congiunta del Pentateuco, ''Die Fünf Bücher der Weisung'' (Olten: Jakob Hegner, 1954) 158 ad Exod. 3:13. Ma Buber limita soprattutto l'essere di Dio alla sua relazionalità di Eterno Tu, come vediamo in ''[[w:Martin Buber#Io e Tu (Ich und Du)|Io e Tu (Ich und Du)]]'' (eng. tr. Kaufmann, 157ss.). L'elemento cabalistico nella teologia di Nahmanide non gli permette di confinare l'essere di Dio (espresso nel tetragramma, ''YHWH'') alla sua relazionalità. Così in Nahmanide l'importanza del Nome non sta solo nel designare l'auto-presentazione divina, ma nel suo ruolo nella vita divina interiore all'interno delle ''[[w:sefirot|sefirot]]''. '''[2.6]''' Per Nahmanide, come per la maggior parte dei pensatori ebrei, la fede non è una questione di credenze. Cioè, non è un'affermazione di ciò che è sconosciuto (cfr. [[w:Platone|Platone]], ''[[w:La Repubblica (dialogo)|Repubblica]]'' 534A). Piuttosto, la fede è certezza di ciò che si conosce, in questo caso per esperienza intima dell'opera di Dio nel mondo. Pertanto, le differenze di Nahmanide con i teologi razionalisti non sono una questione del suo opporre la fede alla conoscenza, ma della sua insistenza sul fatto che otteniamo certezza dall'esperienza storica senza bisogno di una comprensione mediatrice e metafisica della natura. Così, nel suo resoconto della disputa di Barcellona, Nahmanide racconta la sua risposta ai riferimenti alla fede del suo avversario cristiano: {{citazione|Mi sono alzato e ho detto: "è chiaro che una persona non ha fede in ciò che non conosce".|KR: ''Disputazione'', n. 107 - I, 320}} Nahmanide contrappone la sua visione ebraica della fede con la visione cristiana rappresentata in tali passaggi del Nuovo Testamento come {{passo biblico2|2Corinzi|5:7}} e {{passo biblico2|Ebrei|11:1}}, dove la fede acquista il carattere di mistero. È sempre problematico citare la ''Disputazione'' come espressione delle opinioni teologiche di Nahmanide, poiché spesso sembra esagerare per effetto retorico. Tuttavia, l'affermazione di Nahmanide sulla fede e la conoscenza è tipica di quello che potrebbe essere chiamato il suo empirismo storico. Il suo approccio qui è influenzato da [[w:Yehuda Ha-Levi|Ha-Levi]], che parla di "tutto Israele, che sapeva queste cose prima per esperienza personale e poi per tradizione ininterrotta, che è uguale alla prima". (''Kuzari'', 1.25, trad. Hirschfeld, 47; cfr. 5.14, ''ad fin.'') Il commentatore italiano del XVI secolo, [[:en:w:Judah Moscato|Judah Moscato]] (''Qol Yehudah, ad loc.'') sottolinea la potente influenza di Ha-Levi su Nahmanide, citando la lettura di Nahmanide di {{passo biblico2|Deuteronomio|4:9}} (CT: II, 362). Collega anche l'approccio con quello di Saadyah Gaon. Ma a mio avviso quest'ultimo collegamento non è così stretto. Saadyah non considera l'esperienza trasmessa storicamente nella tradizione come una fonte di conoscenza uguale a quella derivata dai sensi, dall'intuizione intellettuale o dall'inferenza logica, le tre fonti della conoscenza diretta per lui (ED, 1.5). Ritiene che la tradizione sia "basata sulla conoscenza dei sensi oltre che su quella della ragione" e "ci conferma la validità delle prime tre fonti di conoscenza". In 3.1, Saadyah tratta anche l'esperienza straordinaria (che la tradizione registra e trasmette) come solo provvisoria. Infatti, nello spiegare i miracoli che accompagnarono la rivelazione dei comandamenti, scrive: "Dopo abbiamo scoperto il fondamento razionale per la necessità della loro prescrizione». Per Saadiah, la Torah esprime in definitiva la verità della natura, che in linea di principio è accessibile a tutti gli esseri umani razionali. Ma nella visione che Nahmanide condivide con Ha-Levi, la tradizione conserva e continua l'esperienza storica della presenza diretta di Dio. Tale esperienza non è accessibile a tutti, ma solo alle persone a cui Dio ha scelto di rivelarsi. Infatti, la tradizione e la rivelazione che essa registra sono ''l’unica'' vera conoscenza di Dio possibile per chiunque. Ciò comporta una differenza essenziale tra le tradizioni che portano l'impronta della rivelazione e quelle che semplicemente trasmettono o confermano esperienze ordinarie. Le tradizioni ordinarie, come quelle della storia convenzionale, forniscono la conoscenza di ciò che, almeno in linea di principio, è più direttamente disponibile attraverso i sensi e il ragionamento. Ma le tradizioni che preservano l'esperienza della rivelazione forniscono conoscenze che non sono disponibili altrove. '''[2.7]''' Nahmanide riconosce una conoscenza naturale, anche se indiretta, di Dio nella nostra consapevolezza delle meravigliose opere dell'ordine naturale. Quella consapevolezza può darci la sensazione che sia evidente una direzione soprannaturale del mondo visibile. Ma tale conoscenza è una via negativa: tutto ciò che possiamo dedurre da essa è che la vera intelligibilità del mondo è al di là della nostra comprensione. Attraverso la rivelazione, invece, possiamo conoscere lo stato reale della nostra relazione con il Creatore. {{citazione|Tutto ciò che appare nel mondo è duplice, contenente saggezza manifesta (''hokhmah nigleit'') e saggezza invisibile (''hokhmah ne‘elemet''). In altre parole, la provvidenza di Dio sulle creature è buona sia in modo esplicito che implicito. Perché il Suo buon governo è manifesto nel mondo, ed è noto che c'è più bene di quanto il nostro intelletto possa afferrare. Ma tu non sai e non puoi scoprire da solo se sei giusto davanti a Dio. Puoi saperlo solo attraverso la verità rivelata.|KR: ''Commentario a Giobbe'' 11:6-1, 53; cfr. 12:3 - I, 54}} Il brano riecheggia l'inizio del ''Kuzari'' di Ha-Levi, dove al re pagano dei Khazari, egli stesso filosofo, viene raccontato in sogno da un angelo: "Il tuo modo di pensare è davvero gradito al Creatore, ma non il tuo modo di agire" (p. 35). Questo sogno è ciò che lo porta a cercare uno stile di vita migliore e, infine, a convertirsi all'ebraismo. Il ruolo della filosofia qui, intesa nel senso medievale come comprendente le scienze naturali, è di indicare l'esistenza di Dio ma allo stesso tempo di mostrarci che non possiamo assolutamente compiacere Dio sulla base di ciò che siamo capaci di apprendere da soli. Il contrasto con le opinioni di Saadyah è sorprendente. Non solo Saadyah pensa che tutti i comandamenti di Dio siano riconducibili alla ragione umana, ma presume anche, come nel caso di Giobbe, che un individuo retto possa sapere con sicurezza di non aver commesso alcun male. Si veda il ''[https://www.google.co.uk/books/edition/The_Book_of_Theodicy/CTQfVJoZ4zcC?hl=en Libro di Teodicea]'' di Saadyah. '''[2.8]''' Così la rivelazione indiretta della ragione metafisica suscita in noi l'appetito per la rivelazione diretta della Torah. {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie maimonidea|Serie delle interpretazioni}} {{Avanzamento|50%|21 giugno 2022}} [[Categoria:Nahmanide teologo|Capitolo 2]] kpamysenp72o2c3m92xx70lex5pelyl Wikibooks:GUS2Wiki 4 51801 430777 430748 2022-07-20T20:39:06Z Alexis Jazz 37143 Updating gadget usage statistics from [[Special:GadgetUsage]] ([[phab:T121049]]) wikitext text/x-wiki {{#ifexist:Project:GUS2Wiki/top|{{/top}}|This page provides a historical record of [[Special:GadgetUsage]] through its page history. To get the data in CSV format, see wikitext. To customize this message or add categories, create [[/top]].}} I dati che seguono sono estratti da una copia ''cache'' del database, il cui ultimo aggiornamento risale al 2022-07-20T07:44:58Z. Un massimo di {{PLURAL:5000|un risultato è disponibile|5000 risultati è disponibile}} in cache. {| class="sortable wikitable" ! 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mysql> use items_db; mysql> CREATE TABLE IF NOT EXISTS `items` ( id int(11) NOT NULL PRIMARY KEY AUTO_INCREMENT, name varchar(255) NOT NULL, quantity int, measure varchar(255) ) ENGINE=InnoDB DEFAULT CHARSET=utf8; mysql > INSERT INTO items (name,quantity,measure) VALUES ('Patate',10,'Kg'); </syntaxhighlight> {{Avanzamento|75%|21 luglio 2022}} [[Categoria:Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express|Creare un database Mysql]] 58siglfa0t0w21q2pfrxgmy8qwt8s33 430771 430769 2022-07-20T17:22:28Z 95.246.163.223 wikitext text/x-wiki {{Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express}} Nel caso in cui si volesse utilizzare un database Mysql al posto del database MongoDB visto in precedenza bisogna: * 1) Installare sul proprio PC il client e il server Mysql secondo il proprio sistema operativo * 2) Secondo le istruzioni che si trovano in rete, attribuire una password all'utente root * 3) Digitare nel terminale : mysql -u root -p , per accedere al client Mysql * 3) Creare il database items_db , la tabella items e inserire un record nella tabella con le seguenti righe : <syntaxhighlight lang="Sql"> mysql> CREATE DATABASE items_db; mysql> use items_db; mysql> CREATE TABLE IF NOT EXISTS `items` ( id int(11) NOT NULL PRIMARY KEY AUTO_INCREMENT, name varchar(255) NOT NULL, quantity int, measure varchar(255) ) ENGINE=InnoDB DEFAULT CHARSET=utf8; mysql > INSERT INTO items (name,quantity,measure) VALUES ('Patate',10,'Kg'); </syntaxhighlight> {{Avanzamento|75%|21 luglio 2022}} [[Categoria:Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express|Creare un database MySql]] 4r38bcgd8udpk5xj245llhezdu6q8cj Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express/Creare un web server Node Express per MySql 0 51805 430770 2022-07-20T17:21:48Z 95.246.163.223 Nuova pagina: {{Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express}} Nel caso in cui si volesse realizzare un web server Node Express, che si connetta ad un database Mysql invece che ad un database MongoDB bisogna procedere in questo modo: == Installare Node.Js ed Express Generator == * 1) Node.Js è un framework Javascript che consente anche di scrivere codice lato server e quindi in particolare consente di realizzare un web server Express . npm (abbreviazione di Node Package Manager... wikitext text/x-wiki {{Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express}} Nel caso in cui si volesse realizzare un web server Node Express, che si connetta ad un database Mysql invece che ad un database MongoDB bisogna procedere in questo modo: == Installare Node.Js ed Express Generator == * 1) Node.Js è un framework Javascript che consente anche di scrivere codice lato server e quindi in particolare consente di realizzare un web server Express . npm (abbreviazione di Node Package Manager[2]) è il gestore di pacchetti predefinito per l'ambiente di runtime JavaScript Node.js. Consiste in un client da linea di comando, chiamato anch'esso npm, e un database online di pacchetti pubblici e privati, chiamato npm registry. * 2) Installare Node.js sul proprio PC da qui: https://nodejs.org/ * 3) Nel terminale digitare: <syntaxhighlight lang="Bash"> node -v npm -v </syntaxhighlight> per verificare che sia node che npm siano installati correttamente nel proprio sistema. * 4) Installare il package express-generator tramite npm digitando nel terminale: <syntaxhighlight lang="Bash"> npm install express-generator -g </syntaxhighlight> * 5) Aprire il terminale nei Documenti e digitare: <syntaxhighlight lang="Bash"> express Items-Server </syntaxhighlight> * 6) Nelle dipendenze del file package.json appena creato inserire la dipendenza: "mysql2": "^2.3.3" * 7) Nella cartella Items-Server, digitare nel terminale: <syntaxhighlight lang="Bash"> npm install </syntaxhighlight> in questo modo verranno installati tutti i moduli necessari per realizzare il web server, incluso il modulo relativo a Mysql * 8) Nella dir Items-Server digitare nel terminale per avviare il server: <syntaxhighlight lang="Bash"> npm start </syntaxhighlight> * 9) Nel browser al link http://localhost:3000/ apparirà il messaggio "Welcome to Express" . Un web server Node Express è stato creato ! == API REST e creazione del web server == Le richieste che il client fa al server si realizzano tramite le API REST . Ad esempio, se si esegue una richiesta GET, si sta chiedendo al server di restituire la risorsa. Se si esegue una richiesta POST, si sta chiedendo al server di creare una nuova risorsa. Se si esegue una richiesta PUT, si sta chiedendo al server di aggiornare una risorsa esistente. E se si emette una richiesta DELETE, si sta chiedendo al server di eliminare la risorsa identificata dal particolare URL. Lo scambio dei dati tra client e server avviene in formato JSON che rappresenta lo standard con cui si costruiscono gli oggetti Javascript. Ad esempio l'URL http://localhost:3000/items/234 significa che il client chiede al server di agire sull'item 234, su cui è possibile svolgere operazioni di GET, PUT o DELETE. * 1) Creare in Items-Server il file config.js <syntaxhighlight lang="Javascript"> // config.js const config = { db: { /* esporre la password o altre info sensibili solo nella demo! */ host: "localhost", user: "root", password: "password", database: "items_db", } }; module.exports = config; </syntaxhighlight> * 2) Creare una sotto cartella services di Items-Server e dentro il file db.js <syntaxhighlight lang="Javascript"> // db.js const mysql = require("mysql2/promise"); const config = require("../config"); async function query(sql, params) { const connection = await mysql.createConnection(config.db); const [results] = await connection.execute(sql, params); return results; } module.exports = { query, }; </syntaxhighlight> * 3) Nella sotto cartella services di Items-Server, creare il file items.js, contenente le query SQL che verranno richiamate dal router : <syntaxhighlight lang="Javascript"> // items.js const db = require("./db"); const config = require("../config"); async function getMultiple() { const rows = await db.query( `SELECT id, name, quantity, measure FROM items` ); if (!rows) rows=[]; return rows; } async function getItem(id) { const row = await db.query( `SELECT id, name, quantity, measure FROM items WHERE id=${id}` ); if (!row) row=[]; return row; } async function create(item) { const result = await db.query( `INSERT INTO items (name, quantity, measure) VALUES ("${item.name}", ${item.quantity}, "${item.measure}")` ); let message = "Error in creating item"; if (result.affectedRows) { message = "Item created successfully"; } return { message }; } async function update(id, item) { const result = await db.query( `UPDATE items SET name="${item.name}", quantity=${item.quantity}, measure="${item.measure}" WHERE id=${id}` ); let message = "Error in updating item"; if (result.affectedRows) { message = "Item updated successfully"; } return { message }; } async function remove(id) { const result = await db.query( `DELETE FROM items WHERE id=${id}` ); let message = "Error in deleting item"; if (result.affectedRows) { message = "Item deleted successfully"; } return { message }; } module.exports = { getMultiple, getItem, create, update, remove, }; </syntaxhighlight> * 4) Nella cartella routes inserire il file itemRouter.js che richiama in modo asincrono le query SQL che si trovano in items.js <syntaxhighlight lang="Javascript"> //itemRouter.js const express = require('express'); const Items = require("../services/items"); const itemRouter = express.Router(); /* GET items. */ itemRouter.get("/", async function (req, res, next) { try { res.json(await Items.getMultiple(req.query.page)); } catch (err) { console.error(`Error while getting items `, err.message); next(err); } }); /* GET item */ itemRouter.get("/:id", async function (req, res, next) { try { res.json(await Items.getItem(req.params.id)); } catch (err) { console.error(`Error while getting item`, err.message); next(err); } }); /* POST item */ itemRouter.post("/", async function (req, res, next) { try { res.json(await Items.create(req.body)); } catch (err) { console.error(`Error while creating item`, err.message); next(err); } }); /* PUT item */ itemRouter.put("/:id", async function (req, res, next) { try { res.json(await Items.update(req.params.id, req.body)); } catch (err) { console.error(`Error while updating item`, err.message); next(err); } }); /* DELETE item */ itemRouter.delete("/:id", async function (req, res, next) { try { res.json(await Items.remove(req.params.id)); } catch (err) { console.error(`Error while deleting item`, err.message); next(err); } }); module.exports = itemRouter; </syntaxhighlight> * 4) modificare il file app.js nella dir Items-Server : <syntaxhighlight lang="Javascript"> // app.js var createError = require('http-errors'); var express = require('express'); var path = require('path'); var cookieParser = require('cookie-parser'); var logger = require('morgan'); var indexRouter = require('./routes/index'); var usersRouter = require('./routes/users'); var itemsRouter = require('./routes/itemRouter'); var app = express(); // view engine setup app.set('views', path.join(__dirname, 'views')); app.set('view engine', 'jade'); app.use(logger('dev')); app.use(express.json()); app.use(express.urlencoded({ extended: false })); app.use(cookieParser()); app.use(express.static(path.join(__dirname, 'public'))); app.use(function(req, res, next) { res.header("Access-Control-Allow-Origin", "*"); res.header("Access-Control-Allow-Methods", "GET,POST,PUT,DELETE"); res.header("Access-Control-Allow-Headers", "Origin, X-Requested-With, Content-Type, Accept, Authorization"); next(); }); app.use('/', indexRouter); app.use('/users', usersRouter); app.use('/items', itemsRouter); // catch 404 and forward to error handler app.use(function(req, res, next) { next(createError(404)); }); // error handler app.use(function(err, req, res, next) { // set locals, only providing error in development res.locals.message = err.message; res.locals.error = req.app.get('env') === 'development' ? err : {}; // render the error page res.status(err.status || 500); res.render('error'); }); module.exports = app; </syntaxhighlight> * 5) '''Abbiamo creato un web server Node Express che si connette con un database MySql.''' Per avviarlo digitare in un terminale nella cartella Items-Server: npm start {{Avanzamento|75%|20 luglio 2022}} [[Categoria:Applicazioni Web in React, Bootstrap, MongoDB, Express|Creare un web server Node Express per MySql]] io2dzi0cxe1bhyh9bclyl6fccwaqa7w