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Wikijunior Europa/Quiz sulle lingue
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[[Categoria:Wikijunior Europa|Quiz sulle lingue]]
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Scienze della Terra per le superiori/Il modellamento glaciale
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{{Scienze della Terra}}
== I ghiacciai. Formazione e processi glaciali ==
[[File:Ghiacciaio Pisgana dal monte Mandrone - panoramio.jpg|thumb|right|341x341px|Ghiacciaio Pisgana (Gruppo dell'Adamello, alta Val Camonica, BS)]]
Il '''ghiaccio''' può accumularsi in aree dove la quantità di neve apportata dalle precipitazioni atmosferiche ogni anno eccede le perdite di neve dovute a scioglimento, evaporazione o deflazione da parte del vento, portando alla formazione di '''ghiacciai'''. Il ''clima'' è chiaramente il principale fattore che controlla l'accumulo del ghiaccio: infatti gli accumuli possono mantenersi solamente in due casi:
* In aree in cui l'apporto di neve invernale è maggiore dello scioglimento estivo (in questo caso ovviamente la quantità di precipitazioni invernali è decisiva).
* In aree in cui la temperatura tutto l'anno è molto bassa, tale da consentire un bilancio positivo tra accumulo e perdite (quindi la capacità di accumulo è meno dipendente dalla quantità di precipitazioni)
Sulla Terra vi sono aree ricoperte da ghiaccio perenne praticamente a tutte le latitudini (inclusi i tropici), e vi sono due principali tipi di ghiacciai:
* '''Ghiacciai polari'''
* '''Ghiacciai temperati''' o '''ghiacciai montani'''
{| class="wikitable"
|TIPO
|LOCALIZZAZIONE
|ESEMPI
|CARATTERISTICHE
|-
|'''POLARE'''
|''Antartide, Groenlandia, Patagonia (Campo de Hielo Patagónico Sur), Islanda (Vatnajökull)''
|''Calotte Glaciali ''
|''Ghiacciai che ricoprono estese superfici di terre emerse (da decine a centinaia di chilometri quadrati) con spessori fino a oltre 4000 m (Antartide).''
|-
|'''MONTANO'''
|''Ande, Himalaya, Pirenei, Alpi, Patagonia, massicci africani del Kilimanjaro, Ruwenzori, Monte Kenya; Puncak Jaya (Nuova Guinea indonesiana)''
|''Ghiacciai vallivi; vallivi composti (cioè dati dalla confluenza di più ghiacciai); sommitali (o di vetta); di circo; di altopiano''
|''Ghiacciai nei quali è ben evidente la distinzione fra il bacino collettore e il bacino ablatore, al di sotto del limite delle nevi persistenti.''
|}
[[File:Glacier drainage system.png|thumb|right|verticale=2.8|Schema generale di un ghiacciaio (si tratta di un ghiacciaio vallivo di area temperata, la categoria più articolata e complessa che esemplifica bene la morfologia). Sono riportati gli elementi morfologici principali, il sistema di di accumulo del ghiaccio e di drenaggio dell'acqua di fusione.]]
I ghiacciai sono tra i più importanti agenti dell' '''erosione''' e importanti meccanismi di '''trasporto''' di materiale roccioso in vaste aree del mondo, alle alte latitudini e in regioni montane. Questo materiale dà origine a depositi con morfologie caratteristiche e caratteri distintivi dei sedimenti.
La parte superiore di un ghiacciaio è il '''bacino di accumulo''' o '''bacino di raccolta''', con '''bilancio di accumulo annuale positivo''', mentre la parte inferiore si definisce '''area di ablazione''', dove avviene la '''progressiva riduzione della massa glaciale''' per fusione, sublimazione, evaporazione. Le due parti sono separate da una '''linea di equilibrio''' in corrispondenza della quale l'apporto e l'ablazione di ghiaccio si compensano.<br>
Frequentemente l'area di ablazione assume una forma allungata, detta '''lingua glaciale'''. La parte più bassa della lingua glaciale prende il nome di '''fronte del ghiacciaio''' e dà luogo, con le sue acque di fusione, a torrenti e/o laghi d'alta montagna (''torrenti e laghi proglaciali''). Sovente sotto la lingua glaciale si forma un ''torrente subglaciale'', che ne raccoglie le acque di fusione e scorre per un certo tratto sotto la massa glaciale fino a fuoriuscire dalla fronte. In alcuni casi l'acqua scorre sulla superficie del ghiacciaio e si forma un ''torrente supraglaciale''.
Il '''clima''' come già accennato è il fattore determinante nello sviluppo e nella preservazione dei ghiacciai. I '''cambiamenti climatici''' (le ''fasi climatiche'') a medio e lungo termine ne determinano la comparsa, l'evoluzione e anche l'eventuale scomparsa. Quando il clima muta, l'equilibrio dei ghiacciai si altera: quindi i ghiacciai sono "spie" molto sensibili dei mutamenti climatici. Ad esempio, se il punto di equilibrio tra accumulo e ablazione si sposta a maggiore altitudine (in una fase climatica relativamente più calda), l'area di ablazione ne risulta incrementata, quindi ovviamente le parti del ghiacciaio ad altitudine minore saranno sottoposte ad una maggiore sottrazione di ghiaccio per fusione ed evaporazione, ma contemporaneamente lo stesso bacino di accumulo ne può risultare ridotto. Questo si traduce in una '''fase di ritiro''' del ghiacciaio, in cui il volume del ghiacciaio si riduce progressivamente e la sua fronte arretra rilasciando i sedimenti precedentemente in carico. Il ghiacciaio può eventualmente ridursi a plaghe di "ghiaccio morto" (non più in movimento attivo), fino a divenire semplicemente un '''nevaio''' perenne, poi stagionale, e scomparire.<br>
Viceversa, con un irrigidimento del clima avremo uno spostamento in basso del punto di equilibrio, con incremento degli apporti nevosi entro il bacino di accumulo e ampliamento dello stesso, e contemporaneamente uno spostamento verso il basso del fronte glaciale. In questo caso avremo una '''fase di avanzamento''' della fronte del ghiacciaio, che trasporta sedimenti in posizione sempre più avanzata, obliterando in gran parte i depositi terminali precedenti.
=== Ghiaccio e acqua nei ghiacciai ===
L’evoluzione nel tempo di un ghiacciaio dipende principalmente dal '''bilancio tra gli accumuli di acqua allo stato solido (ghiaccio, neve) e le perdite (ablazione)'''.<br>
● '''Accumulo'''. Le '''precipitazioni nevose''' sono la fonte più ovvia e, in generale, la più importante di accumulo per i ghiacciai, ma non la sola. Contributi significativi possono venire dalle '''valanghe''' e dalla '''neve portata dal vento''', oltre che dal '''rigelo dell'acqua di fusione e di pioggia'''. In particolare, in piccoli ghiacciai di circo l'apporto delle valanghe e della "neve ventata" può essere importante, talora anche più delle precipitazioni atmosferiche di neve. Queste fonti alternative di neve sono in grado di sostentare e anche di formare ghiacciai anche al di sotto del limite di altitudine delle nevi perenni.<br>
● '''Ablazione'''. L'ablazione include tutti i processi per cui un ghiacciaio può perdere massa. La '''fusione''' è il processo più evidente di ablazione: il calore che causa la fusione della neve può giungere dalla luce solare diretta, dall'aria, dalla pioggia, dal calore geotermico dalle rocce del substrato. La '''sublimazione''' (cambiamento di stato da solido a vapore, senza passare per la fase liquida), gioca un ruolo significativo in regioni molto fredde e aride, alle alte latitudini (ad esempio in Antartide) e ad elevate altitudini. Le '''valanghe''' possono asportare materiale da un ghiacciaio (oltre ad accumularlo, come detto prima), così come la '''deflazione da parte del vento'''. Nei ghiacciai che scendono al livello del mare, il '''distacco di iceberg''' gioca un ruolo molto significativo nell'asportazione di materiale.<br>
[[File:Glacial ice formation LMB.png|thumb|right|verticale=0.9|Stadi di formazione del ghiaccio]]
Nell''''area di accumulo''', al di sopra del limite delle nevi perenni, e a latitudini polari, la neve è in fiocchi soffici, asciutti e leggerissimi a causa dell'inclusione di grandi quantità di aria (densità 0,18937246 g/cm³), col tempo si accumulano e si compattano sotto l'azione combinata del proprio peso e del processo di '''''metamorfismo'' dei cristalli di ghiaccio''', che porta ad espellere l'aria contenuta negli interstizi ed a formare aggregati via via più densi: prima la '''neve granulare''' (0,3 g/cm³) e poi, dopo una estate, il '''Firn''' (0,5 g/cm³). La completa trasformazione in ghiaccio (0,9 g/cm³) è un processo ancora più lento, che può richiedere anni e avviene per compattazione della neve sotto accumuli il cui spessore è di decine di metri.<br>
Lo strato superficiale di materiale nevoso si situa nella parte più interna dell'area di accumulo, in cui le condizioni climatiche ne consentono la conservazione per la maggior parte dell'anno. A causa del movimento continuo del ghiacciaio verso valle, la neve fonde progressivamente fino alla '''linea della neve''', oltre la quale è esposto il firn. Lo strato di firn (considerevolmente più compatto e resistente al disgelo) si estende più a valle per un certo tratto (variabile ovviamente con le condizioni climatiche). In un ghiacciaio, la '''linea del firn''' separa l' '''area di accumulo''' dall' '''area di ablazione'''. Oltre questa linea abbiamo il ghiaccio esposto, eventualmente ricoperto in parte di detrito ('''till'''), che può accumularsi fino a formare vere e proprie '''morene'''. Nella stagione estiva possono formarsi canali in cui scorre l'acqua di fusione, fino a '''torrenti epiglaciali''' (o ''supraglaciali'').
Nei ghiacciai (soprattutto quelli in aree a clima temperato) non c'è solo ghiaccio: l''''acqua di fusione''' che si genera durante il giorno, o nei periodi senza gelo, o anche la pioggia in estate, si infiltra all'interno della porosità tra i cristalli di neve e di firn, fino a incontrare la superficie del ghiaccio vero e proprio, che è praticamente impermeabile. Qui inizia a scorrere lungo la pendenza naturale dello strato di ghiaccio e si raccoglie in uno strato in cui la porosità è completamente satura d'acqua. L'acqua accumulata in questa zona può sfruttare fratture del ghiaccio per scendere ulteriormente fino alla superficie della roccia, ove prende a scorrere formando ''condotti subglaciali''. Con l'avanzare verso la fronte questi condotti tendono a confluire, ricevendo anche l'apporto da parte dei crepacci soprastanti, e a formare ''cavità subglaciali'', che possono alloggiare uno o più '''canali subglaciali''', fino a veri e propri torrenti. In ultimo, l'acqua fuoriesce dalla ''fronte glaciale'' come '''torrente proglaciale'''.
<gallery>
File:Aletsch river.jpg|Torrente epiglaciale sul Ghiacciaio dell'Aletsch (Svizzera).
File:Glacier Stream on Surface of Mendenhall Glacier.jpg|Torrente epiglaciale (supraglacial stream), Alaska (US).
File:Mountain Pools on Snow.jpg|Laghetti epiglaciali (supraglacial pools), Sierra Nevada, California (US).
File:Athabasca.Moulin.jpg|Torrente epiglaciale che si getta in un "mulino" (condotto di fusione, generato da un crepaccio).
File:Ice Cave 1st 229.jpg|Torrente subglaciale (Alaska).
File:Glacial cave mouth.jpg|Torrente subglaciale in uscita dalla fronte del ghiacciaio.
File:Subglacial stream.JPG|Torrente proglaciale.
File:Glacial lake in Alam Kuh by Hadi Karimi.jpg|Lago proglaciale.
</gallery>
{{Cassetto|Approfondimento: il bilancio di massa di un ghiacciaio <small>click sul collegamento</small> |colore=#08e600|coloresfondo=#f9ffe0|<ref group=A>
[[File:Glacier mass balance.png|thumb|right|verticale=2.7|Diagramma che illustra il bilancio di massa di un ghiacciaio, con l'andamento delle curve di ''accumulo'' e ''ablazione'' durante un anno, nel caso ideale di un ghiacciaio in ''equilibrio di massa''. L'ablazione è riportata come positiva. E' riportata anche la curva del ''bilancio netto di massa'', (accumulo - ablazione), positiva in inverno, negativa in estate. In realtà per la misura del '''bilancio annuale''' si considerano '''due minimi successivi''' della massa glaciale (meglio riconoscibili dalle caratteristiche della neve e del ghiaccio). L'unità per esprimere numericamente la variazione di massa è il chilogrammo (kg). Quando il bilancio di massa è espresso per unità di area, la sua unità è kg*m<sup>-2</sup>. L'unità kg*m<sup>-2</sup> è solitamente sostituita dal millimetro di acqua equivalente, ''mm w.e.'' (spessore di acqua che si ricaverebbe dalla fusione della neve). Questa sostituzione è comoda perché 1 kg di acqua liquida, di densità 1000 kg*m<sup>-3</sup>, ha uno spessore di esattamente 1 mm quando è distribuito uniformemente su 1 m<sup>2</sup> di superficie. Le unità kg*m<sup>-2</sup> e mm w.e. sono quindi numericamente identiche.]]
'''il bilancio di massa di un ghiacciaio durante l'anno.'''
Il '''bilancio annuale''' nella pratica si misura tra '''due minimi consecutivi''' di massa glaciale, cioè tra l'inizio di una stagione di accumulo e l'inizio della successiva. Questo perché di solito il livello corrispondente all'inizio della nuova stagione di accumulo è riconoscibile nella ''stratigrafia'' della neve (in carotaggi, fosse di e in sezione nei crepacci); infatti la neve estiva è generalmente più compattata e più "sporca" per la presenza di livelli ricchi di polvere e materiale organico, e in base a questi caratteri il limite tra la neve estiva e la neve autunno-invernale è ben riconoscibile.<br>
Nella zona di accumulo la profondità della coltre nevosa viene misurata per mezzo di sondaggi o fosse scavate all'uopo (''snowpits''), o nei crepacci (fin dove accessibili). Come riferimento per le misure si usano, come già accennato, gli ''strati annuali'', di solito ben riconoscibili e in cui si può distinguere la porzione relativa all'inverno da quella relativa alla stagione estiva.<br>[[File:Bams 2013.jpg|thumb|right|verticale=2|Diagramma e ''curva cumulativa'' del ''bilancio di massa'' annuale globale dal 1980 al 2012. E' evidente la tendenza globale alla perdita di massa dei ghiacciai, correlata al problema dell'aumento della temperatura del pianeta (''global warming''). Dati del ''World Glacier Monitoring Service Data'' (WGMS).]]
Nei ghiacciai delle regioni temperate, la resistenza dovuta all'inserimento di una sonda aumenta bruscamente quando la sua punta arriva al ''firn'' formatosi l'anno precedente. La profondità della sonda è una misura dell'accumulo netto sopra questo strato (cioè nell'ultimo anno). Gli snowpits scavati attraverso le coltri nevose residue degli inverni passati sono usati per determinare la profondità e la densità della coltre nevosa per i periodi relativi.<br>
Le misurazioni effettuate nella zona di ablazione sono praticate utilizzando di paline (''paline ablatometriche'') inserite verticalmente nel ghiacciaio all'inizio della stagione di ablazione: la lunghezza della parte di palina esposta con la fusione del ghiaccio viene misurata alla fine della stagione di fusione e fornisce l'ammontare dell'ablazione.
Il ''bilancio di massa'' della coltre nevosa è il prodotto di densità e profondità. La profondità osservata (di solito espressa in centimetri) viene moltiplicata per la densità della coltre nevosa onde determinare l' '''accumulo equivalente in acqua'''.
S<small>we</small> = z [cm] * ρ<sub>N</sub> [Kg*m<sup>-3</sup>] / 100'''
dove:<br>
S<small>we</small> = spessore di acqua equivalente in milllimetri; z = spessore della neve in centimetri; ρ<sub>N</sub> = densità della neve in Kg*m<sup>-3</sup>
Si utilizzano valori standard di densità del ghiaccio o si effettuano misure di densità del ''nevato'' (neve trasformata), di solito su campioni presi con ''carotatori'' di diametro standard: il peso del campione moltiplicato per una costante dà la densità (in alcuni modelli si ha una lettura diretta della densità).
Se l'accumulo supera l'ablazione per un dato anno, il bilancio di massa è positivo; se è vero il contrario, il bilancio di massa è negativo. Questi termini possono essere applicati a un punto particolare del ghiacciaio per dare il ''bilancio di massa specifico'' per quel punto; o all'intero ghiacciaio o a qualsiasi area più piccola.<br>
Per i ghiacciai ad accumulo invernale, il bilancio di massa specifico è solitamente positivo per la parte superiore del ghiacciaio. La linea che divide l'area di accumulo dall'area di ablazione (la parte inferiore del ghiacciaio) è chiamata '''linea di equilibrio'''; è la linea alla quale il bilancio netto specifico è zero. L'altitudine della linea di equilibrio è un indicatore chiave della "salute" del ghiacciaio. Lo spostamento della linea di equilibrio ad altitudine minore è indicativa di una fase di '''avanzamento''' del ghiacciaio, mentre uno spostamento ad altitudine maggiore indica una fase di '''regressione'''.</ref>
}}
=== Movimento ===
La massa di ghiaccio che forma il ghiacciaio è continuamente spinta verso il basso dalla '''gravità'''. Sebbene il ghiaccio sia un ''solido'', sotto l'azione di una pressione ha un comportamento ''duttile'', e si comporta come un fluido estremamente ''viscoso''<ref group=N>La viscosità è una grandezza fisica che misura la resistenza di un fluido allo scorrimento. E' legata all'attrito tra le molecole del fluido.</ref>. Questo in un ghiacciaio si verifica soprattutto nelle sue parti inferiori, dove è maggiore il peso degli strati di ghiaccio soprastanti. La presenza di acqua di fusione all'interfaccia inferiore tra il ghiaccio e il substrato roccioso funge da "lubrificante" e facilita il movimento di scivolamento. Nei ghiacciai che erodono il loro substrato, il detrito eroso tende ad accumularsi tra la base della massa glaciale e la roccia in posto. In questo caso la deformazione del sedimento sotto il peso del ghiaccio rientra nei meccanismi di movimento del ghiacciaio.
I ghiacciai si muovono con velocità che variano da pochi metri/anno a centinaia di metri/anno. Tipicamente la '''velocità di flusso''' è maggiore nelle parti più superficiali della massa glaciale e tende a decrescere verso le parti inferiori, e nei ''ghiacciai vallivi'' è massima nella parte centrale, tendendo a decrescere verso i margini.
Da tutto questo si capisce che '''in punti diversi della massa glaciale abbiamo velocità diverse e pressioni diverse del ghiaccio''' che la compone, e quindi abbiamo anche inevitabilmente '''deformazioni interne'''. Le parti superficiali (entro la prima cinquantina di metri) sono quelle che hanno un comportamento più ''fragile'' alle sollecitazioni, e quindi tendono facilmente a fessurarsi per le irregolarità del substrato e della massa glaciale sottostante più compatta e per il diverso regime di flusso, formando '''crepacci''' (fessurazioni verticali o comunque ad alto angolo), che possono essere sia ''trasversali'' che ''longitudinali'' (questi ultimi prevalentemente presso la fronte del ghiacciaio). I crepacci possono allargarsi o restringersi verso il basso a seconda della distribuzione delle deformazioni nella massa glaciale. Nei ghiacciai alle medie e basse latitudini sono ricoperti da coltri di neve nella stagione invernale e risultano esposti per la maggior parte nella stagione estiva. Ovviamente, costituiscono una fonte di notevole pericolo per chi si avventura sulla superficie di un ghiacciaio. Dove il ghiacciaio supera un "salto" morfologico con un dislivello notevole, esso si fessura in elementi prismatici chiamati '''seracchi''' (vere e proprie "cascate di ghiaccio"); si tratta di zone molto pericolose cui non è prudente avvicinarsi perché assai instabili (soprattutto sui ghiacciai delle aree temperate, nelle ore centrali e più calde del giorno).
<gallery>
File:Crepaccio-01.jpg|Formazione di un crepaccio in corrispondenza di un dosso.
File:Crepaccio-02.jpg|Formazione di un crepaccio in corrispondenza di un avvallamento.
File:Glaciereaston.jpg|Crepaccio
File:WinthropGlacier06.jpg|Crepacci trasversali e seracchi
File:2011-08-01 14-24-15 Switzerland Surlej.jpg|Crepacci e seracchi in corrispondenza di un salto morfologico
</gallery>
== Forme di erosione ==
[[File:Glacier Valley formation- Formación Valle glaciar.gif|thumb|right|verticale=2|Animazione che esemplifica la formazione delle valli glaciali. Viene mostrata sia la fase di avanzata che di ritiro dei ghiacciai.]]
I ghiacciai esercitano un'azione erosiva potente ed efficace sulle rocce del fondo e sui versanti si esplica attraverso vari processi:
* '''Abrasione delle rocce a contatto con la massa glaciale''', sia sui versanti che sul fondo; questa azione viene esercitata sia direttamente dal ghiaccio (che è a sua volta a tutti gli effetti una roccia) che per opera dei detriti rocciosi inglobati ('''esarazione glaciale'''), levigando e "graffiando" la superficie rocciosa ('''striature glaciali''').
* '''Asportazione di detriti dai versanti e dal fondo'''. L'azione combinata del peso e del movimento del ghiacciaio, coadiuvata dallo scorrimento dell'acqua di fusione e dal meccanismo del gelo/disgelo, permette l'asportazione di frammenti rocciosi, anche di notevoli dimensioni ('''massi erratici'''), presi in carico dal ghiacciaio e deposti più a valle.
* '''Rimozione dei frammenti già disgregati''', e ridistribuzione lungo lo sviluppo del ghiacciaio.
* '''Deformazione di depositi già presenti''', non solo glaciali ma anche ''periglaciali'' (ad esempio marini o lacustri). Questa azione avviene normalmente per i depositi di fondo, ma è particolarmente accentuata nelle fasi di avanzamento dei ghiacciai, quando la fronte glaciale avanza deformando e in parte obliterando per erosione i depositi terminali delle fasi precedenti.
L'azione erosiva dei ghiacciai è legata allo spessore e alla massa del ghiaccio e alla quantità e natura del materiale in carico. Essa agisce sulle rocce, sui depositi recenti e modella il paesaggio. Le forme d'erosione più caratteristiche sono le seguenti.
La<strong> valle glaciale</strong> presenta un tipico profilo trasversale a "U", con fondo largo e piatto e fianchi ripidi, dovuto al meccanismo erosivo del ghiacciaio, che, contrariamente a quanto avviene per un fiume, si esercita lungo tutta la sezione di contatto tra il ghiaccio e la roccia incassante.
[[File:Blockbild Hanggletscher.svg|thumb|left|verticale=1|Schema di valle sospesa.]]
<strong>Valle sospesa</strong>.Quando il ghiacciaio che occupa una valle principale si ritira, il ''profilo di equilibrio'' dei torrenti tributari non ha il tempo di adeguarsi al mutato ''livello di base'' (prima costituito dal ghiacciaio). Quindi per un certo periodo le valli laterali rimangono appunto "sospese" con una soglia alta sulla valle principale, formando cascate o rapide. Con il passare del tempo, la rapida erosione regressiva operata da queste ultime tenderà a ripristinare il profilo di equilibrio dei torrenti laterale al nuovo livello di base (il fiume del fondovalle principale). L'altitudine delle soglie delle valli sospese permette di definire per differenza con il fondo valle lo spessore dell'antico ghiacciaio (al netto dell'erosione post-glaciale del corso d'acqua attuale di fondo valle).
[[File:Formazione glaciale del tarn.png|thumb|right|verticale=1.5|Schema di un circo glaciale.]]
Il <strong>circo glaciale</strong> ha la forma di una conca, circondata su tre lati da una corona di creste e con soglia talora in contropendenza che la raccorda con il resto della valle glaciale. Alloggia il ''bacino collettore'' del ghiacciaio, in cui la massa glaciale esercita una erosione regressiva sui versanti incassanti. L'azione erosiva del ghiacciaio si esercita principalmente per asportazione diretta di materiale e per ''crioclastismo'' nella parte più a monte del circo, mentre verso la soglia del circo prevale l'azione di esarazione glaciale. Quando il ghiacciaio fonde, si può formare un '''lago di circo'''. I circhi glaciali sono spesso ''coalescenti'', cioè nascono come morfologie individuali ma durante il loro sviluppo tendono ad "amalgamarsi" con altri circhi fino a formare dei delle morfologie composite in cui è talora difficile e soggettivo distinguere i circhi individuali originari. L'altitudine dei circhi abbandonati (inattivi) tende ad allinearsi secondo una linea ideale che riflette l'andamento dell'antica linea delle nevi perenni (assumendo che ciascun circo fosse occupato da un ghiacciaio individuale). In realtà nella maggior parte dei casi questa linea riflette un limite di neve "composito" mediato su diversi periodi di glaciazione durante i quali i circhi sono stati occupati, comunque su scala regionale questo metodo dà delle buone indicazioni generali di tipo ''paleoclimatico''.
[[File:Arranque glaciar-en.svg|thumb|left|verticale=1|<small>schema che illustra la formazione delle ''rocce montonate'': il flusso glaciale esercita abrasione sulla parte a monte, levigandola e striandola, mentre sulla parte a valle opera soprattutto asportazione di materiale.</small>]]
Le <strong>rocce montonate</strong> sono dossi rocciosi arrotondati e allungati nella direzione di scorrimento del ghiaccio, costituiti da affioramenti di rocce più difficilmente erodibili e modellate dall'esarazione. L'abrasione vi scava solchi paralleli, le ''striature glaciali'': dalla loro direzione è possibile risalire alla direzione e talora al verso in cui è avvenuto il movimento locale del ghiacciaio. Nella parte più a valle delle rocce montonate, dove la pressione tangenziale della massa glaciale è minore, abbiamo soprattutto disgregazione della roccia per opera dell'acqua di fusione e dei fenomeni di gelo e disgelo, con asportazione dei frammenti.
[[File:Fjord genesis.png|thumb|right|verticale=1.5|Schema che illustra la genesi di un ''fiordo''.]]
I <strong>Fiordi</strong> sono forme d'erosione vallive comuni nelle aree costiere alle alte latitudini (ad esempio Norvegia e Islanda dove il termine è stato coniato storicamente, ma anche in Scozia, Groenlandia, Labrador, e a sud in Nuova Zelanda e Patagonia). Il termine deriva dal norvegese fjord, islandese fjörður, che vuol dire "approdo" (la radice indo-europea è la stessa di "porto"). Si tratta di antiche valli glaciali a "U", formatesi nell'ultima era glaciale, e invase dal mare. Durante la fase di avanzamento il ghiacciaio "sovraescava" per esarazione e asportazione di materiale una valle a "U", il cui fondo è spesso al di sotto del livello del mare, ed è delimitata all'imbocco da una soglia rilevata. Questo avviene perché il ghiacciaio risulta assottigliato presso la fronte verso mare e il tasso di erosione della roccia è minore, e per la presenza sovente di depositi terminali (''morene'') che proteggono la roccia in posto dagli elementi. Questa soglia nei fiordi attuali, invasi dal mare, è sede di correnti pericolose, soprattutto ai cambi di marea, e talvolta di vere e proprie rapide marine con la marea calante. Alla fine dell'ultima fase glaciale, la fusione dei grandi ghiacciai continentali e polari determinò una ''trasgressione marina'' su vaste aree costiere prima asciutte, inondando quindi queste valli costiere.
[[File:Mountain Peaks, Thurston Island, Antarctica (15572629748).jpg|thumb|right|verticale=0.7|Nunatak in Antartide occidentale (Isola di Thurston).]]
'''Nunatak''' (in lingua inuit: ''picco isolato'') è un termine usato in geologia e in glaciologia per definire la sommità di una montagna non coperta da neve o ghiaccio che si erge all'interno oppure ai margini di un campo di ghiaccio o di un ghiacciaio o di una calotta glaciale (antartica, groenlandese o islandese). Spesso vengono chiamati anche '''isole glaciali'''. Hanno una morfologia aspra, sovente piramidale per le modalità dell'erosione cui sono sottoposti, prevalentemente per ''crioclastismo'' (cicli gelo/disgelo); in qualche caso con morfologia a ''mesa'' (altopiano roccioso). Quando i ghiacciai circostanti si ritirano, i nunatak restano come picchi o massicci isolati a forte contrasto con la morfologia circostante. Il loro isolamento spesso favorisce lo sviluppo di ''endemismi'' della flora e della fauna locale, che spesso perdurano anche posteriormente alla fine della glaciazione. Un esempio di nunatak in Italia è il Monte Barro, pochi chilometri a Sud di Lecco, una montagna isolata di forma grossolanamente piramidale che durante l'ultima glaciazione si ergeva in mezzo al ''ghiacciaio abduano'' (che occupava l'area valliva del Lario, ramo di Lecco), al suo sbocco nell'alta Pianura Padana. Questo rilievo è sede di un parco naturale regionale, ed è caratterizzato da importanti fenomeni di endemismo.
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File:Quttinirtaaq 6 1997-08-05.jpg|Tipica valle glaciale
File:1 yosemite valley tunnel view 2010.JPG|Yosemite valley
File:Tal-y-llyn-valley-Dolgoch-01.jpg|Valle a U di Tal-y-llyn a Dolgoch
File:Paria View at Bryce Canyon NP.jpg|Bryce canyon
File:Closeup of Bridalveil Fall seen from Tunnel View in Yosemite NP.JPG|Valle glaciale sospesa (Yosemite valley)
File:Lötschental.jpg|Lötschental - Valle del Lonza
File:UshapedValleyUT.JPG|Little Cottonwood Creek Valley, Wasatch Mountains, Utah
File:Hintertux Hoher Riffler.jpg|Tipico ghiacciaio di circo attivo.
File:Hoher Sonnblick aerial.jpg|Circhi glaciali in parte abbandonati con laghi glaciali di circo (''tarn''). I ghiacciai di circo ancora attivi sono quelli di più alta quota.
File:Roche Moutonnée Cadair Idris.jpg|Rocce montonate
File:Soderskar-rocks and water.jpg|Rocce montonate
File:R%C3%A5stah%C3%A4llen_2014b.jpg|Striature glaciali in una roccia montonata
File:Striated rock.JPG|Striature glaciali
File:Glacial grooves on limestone (Kelleys Island, Lake Erie, Ohio, USA) 96 (48541507197).jpg|Striature glaciali
File:Figura che corre e animali - R. 35 - Parco di Naquane - Capo di Ponte (ph Luca Giarelli).jpg|Rocce montonate e striate con ''incisioni rupestri'' preistoriche (Valcamonica - Età del Ferro). Le superfici levigate di queste rocce (arenarie) hanno colpito la fantasia dei nostri antenati che le hanno usate per scopi di culto e celebrazione.
File:View from a ridge between Segla and Hesten, Senja, Norway, 2014 August.jpg|Fiordo (Norvegia)
File:Thorskafjordur.jpg|Parte iniziale di un fiordo (Islanda)
File:Iceland satellite.jpg|Veduta satellitare dell'Islanda in inverno. Sono visibili i tre grandi gruppi di fiordi dell'isola: a sinistra i Fiordi dell'Ovest; al centro in alto i Fiordi del Nord e a destra verso il basso i Fiordi dell'Est
File:Greenland.A2003233.1340.250m.jpg|Fiordi sulla costa orientale della Groenlandia (foto satellitare)
File:Hvannadalshnukur 2 August 2011.jpg|Nunatak affiorante dal Vatnajökull (la calotta glaciale islandese)
File:Nunataker hg.jpg|Allineamento di nunatak sulla costa sud della Groenlandia, ormai liberi dal ghiaccio
File:Starr Nunatak-Antarctica.jpg|Nunatak con morfologia a ''mesa'' (Antartide)
File:Monte Barro.jpg|Il Monte barro (Alta Brianza) è un esempio di Nunatak. In questa veduta, dalla direzione del Lago di Lecco, se ne vede chiaramente la posizione isolata al centro della valle dell'antico Ghiacciaio Abduano, allo sbocco nella pianura.
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== Forme di deposito ==
Il movimento del ghiaccio è un flusso estremamente viscoso, quindi i materiali in carico non hanno la possibilità di mescolarsi, e non ci sono i meccanismi di interazione (gli urti tra i clasti, gli urti con il substrato) che abbiamo in altri tipi di flusso (le correnti acquee ed eoliche). Inoltre le velocità in gioco sono molto inferiori a quelle degli altri tipi di flusso (quindi non possiamo avere meccanismi come la ''saltazione''). Il materiale preso in carico rimane dov'è, sulla superficie o all'interno della massa glaciale, o sprofonda lentamente nel ghiaccio per il proprio peso, o al più viene "trascinato" a contatto con la roccia di fondo. Perciò '''non vi è alcuna ''selezione'' del materiale'''. Come risultato, il materiale trasportato dai ghiacciai ha una '''''granulometria'' molto eterogenea''', che va dal detrito più fine ai massi.<br>
Inoltre, dall'erosione glaciale derivano '''''clasti'' angolosi o a spigoli vivi''', perché le modalità di trasporto non permettono neppure un'ulteriore abrasione, quindi hanno un '''''arrotondamento'' scarso o nullo'''. A questo contribuisce anche il fatto che nell'ambiente glaciale abbiamo soprattutto processi di '''frammentazione di tipo fisico''', mentre, a bassa temperatura e in assenza di vegetazione e di suolo, '''l'alterazione chimica ha un ruolo molto secondario'''.<br>
I sedimenti continentali di origine glaciale sono chiamati '''till'''. In diversi casi risultano preservati depositi glaciali anche molto antichi. In questo caso si tratta di sedimenti ''litificati'', cioè trasformati in roccia, e si dicono '''tilliti'''.
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File:Kandergletscher.jpg|Deposito di ''till'' accumulato sulla superficie di un ghiacciaio attivo.
File:An eroded boulder clay cliff - geograph.org.uk - 661846.jpg|Tipico aspetto di sedimento glaciale (''till'') (Inghilterra).
File:Geschiebelehm hg.jpg|Aspetto su superficie di taglio fresca di un sedimento glaciale (''till''). Mar Baltico.
File:Drift till marl flint outcrop Baltic Sea coast, germany.JPG|Till (Mar Baltico).
File:Fractured clay till Carlsberg.JPG|Till prevalentemente della granulometria dell'argilla.
File:Fossiliferous limestone overlain by glacial till in the cliff. - geograph.org.uk - 189136.jpg|Till continentale che ricopre un calcare marino (fossilifero) molto più antico. Il contatto in questo caso è una superficie di disconformità (''unconformity''), che esprime uno ''hiatus'' (lacuna) temporale di milioni di anni.
File:Tillite (Coleman Member, Gowganda Formation, Paleoproterozoic, ~2.3 Ga; Straight Lake West roadcut, north of Temagami, Ontario, Canada) 21 (47026109544).jpg|Una ''tillite'' di età paleo proterozoica (circa 2.3 miliardi di anni) dalla regione dell'Ontario (Canada). Questo sedimento è derivato da depositi glaciali corrispondenti ad una ''glaciazione'' molto antica.
File:Permian sandstone with tillite deposits, Werribee Gorge State Park, Victoria Australia (6221223423).jpg|Tillite del Permiano Superiore (Victoria, Australia). Notare l'assenza di ''selezione'' del sedimento. Il Permiano fu un periodo corrispondente ad estese fasi glaciali.
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[[File:Glacier diagram.svg|thumb|right|verticale=2.5|Schema di ghiacciaio alpino con i principali depositi morenici.]]
I depositi di materiale di origine glaciale (''till'') che si depongono direttamente a contatto con un ghiacciaio sono definiti collettivamente in ''geomorfologia'' come '''morene'''<ref group=N>Si sottolinea che con ''till'' si definisce il materiale detritico, mentre le ''morene'' sono le ''forme di deposito''. in altre parole: le ''morene'' sono composte dal ''till''.</ref>.<br>
A seconda della posizione rispetto al ghiacciaio, è possibile distinguerne vari tipi:
* '''morena laterale''': forma delle dorsali in corrispondenza del fianco del ghiacciaio, alla congiunzione con il versante. E' alimentata tipicamente dal detrito asportato direttamente dal ghiacciaio e da quello franato dai versanti, eroso dalle acque correnti o dal crioclastismo.
* '''morena mediana''': situata alla confluenza di due ghiacciai. Quando due lingue glaciali confluiscono, tipicamente il detrito delle morene laterali sui due fianchi della confluenza viene intrappolato nella parte mediana della nuova lingua glaciale che deriva dalla coalescenza (amalgamazione) delle due lingue. La morena mediana non è più alimentata direttamente dai versanti ma dalle morene laterali a monte, e il detrito in carico tende lentamente ad affondare nella massa glaciale sotto il suo stesso peso.
* '''morena di fondo''' o '''morena basale''': formata da materiale trascinato dal ghiacciaio all'interfaccia ghiaccio-roccia nella sua parte basale. Spesso questi depositi (soprattutto per ghiacciai di non grande estensione) sono privi di una morfologia definita, o tendono a formare degli accumuli soprattutto in rientranze e tasche rocciose. Tuttavia, in aree glaciali più estese vi sono depositi con morfologie caratteristiche e una terminologia molto complessa, che derivano da detriti che riempivano "fosse" e "canali" nel ghiaccio in corso di fusione oppure dal collasso dei depositi morenici che stavano sopra il ghiacciaio, oppure forme a conca derivate dalla fusione di "ghiaccio morto" lasciato indietro dal ghiacciaio in ritiro.
[[File:Glacier du Miage moraines.jpg|thumb|right|verticale=1.7|Morene terminali che mostrano vari stadi di ritiro del Ghiacciaio del Miage (Val Vény, Valle d'Aosta).)]]
* '''morena terminale''' o '''morena frontale''': localizzata davanti alla fronte glaciale. E' alimentata dal materiale scaricato dalla fronte per fusione del ghiaccio (dalle morene laterali, mediane e di fondo e dal detrito supraglaciale). Tipicamente a forma di anfiteatro con la concavità rivolta verso il ghiacciaio. L'altezza di queste morene varia in funzione dell'entità del ghiacciaio che le alimenta, da pochi metri a decine di metri sui terreni circostanti, in casi estremi oltre il centinaio di metri (la morena terminale del Ghiacciaio Khumbu, in Nepal, raggiunge 250 m di altezza). Spesso si tratta di più archi morenici giustapposti che esprimono diverse fasi di avanzata e regresso del ghiacciaio. Le morene terminali possono essere utilizzate per stimare lo spessore della fronte del ghiacciaio alla sua massima estensione (ovviamente, non possono essere più alte della fronte glaciale che le ha prodotte).
* '''morena di spinta''': è un deposito morenico sempre alla fronte glaciale. Mentre però la ''morena frontale'' in senso stretto è il risultato del rilascio "passivo" di materiale per scioglimento della fronte del ghiacciaio, la ''morena di spinta'' viene accumulata per mezzo della spinta attiva del ghiacciaio stesso, che agisce come un "bulldozer". La presenza delle morene di spinta indica di una fase di avanzamento di un ghiacciaio, che può essere stagionale oppure su scala temporale più ampia, quindi fornisce indicazioni climatiche e paleoclimatiche di notevole interesse.
* I <strong>massi erratici</strong> sono blocchi di roccia trasportati a valle dal ghiacciaio e là abbandonati dopo il ritiro. Si tratta di blocchi anche di notevole entità (da metri a decine di metri), striati e in parte levigati dal trasporto glaciale. Si riconoscono spesso perché di composizione sicuramente alloctona rispetto al territorio che li accoglie. Esempi classici sono in Brianza e nel Milanese i ''trovanti'' di "Serizzo" e "Ghiandone" (rocce granitoidi) derivati dal plutone della Val Masino e Val Bregaglia (Media Valtellina e Svizzera meridionale), portati dal Ghiacciaio Abduano. Spesso questi massi sono stati utilizzati nei secoli per ricavarne elementi architettonici (colonne, pilastri, architravi, sarcofagi etc.).
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File:Bruggen-PioXI FaceCompleteCroppedIMG5642.jpg|Fronte glaciale
File:Glacier.zermatt.arp.750pix.jpg|Morena laterale nel Ghiacciaio del Gorner a Zermatt, Svizzera.
File:MorainesLakeLouise.JPG|Morena laterale sopra il Lake Louise, nello stato di Alberta, in Canada.
File:Mombarone da bollengo.jpg|La Serra, morena lunga 25 km che chiude l'Anfiteatro morenico di Ivrea, in Piemonte.
File:ReichenbachIce5.jpg|Parte terminale di un piccolo ghiacciaio, ricoperta da detrito morenico accumulatosi sulla sua superficie
File:Colline moreniche del Lago Garda.JPG|Colline moreniche nel lago di Garda
File:Nuussuaq-peninsula-moraines.jpg|Ghiacciaio con morene laterali e mediane
File:Baltoro Glacier, Pakistan.jpg|Ghiacciaio con morene laterali e mediane
File:PUSH MORAINE.png|Esempio di ''morena di spinta'' nelle isole Svalbard.
File:St olavsormen.JPG|Esker: deposito morenico di fondo (canale subglaciale). Norvegia.
File:Views at Ice Age National Scenic Trail, Wisconsin (c172ad17-7d24-490a-9f42-81fc837e3d4a).jpg|Esker. Wisconsin (USA).
File:Dude Hill - Glacial Kame - Yellowstone USA.jpg|Kame: deposito morenico di fondo (dal collasso di una morena supraglaciale). Yellowstone (USA).
File:Kame below Wester Pearsie - geograph.org.uk - 605724.jpg|Kame. Scozia (UK).
File:Kame internal structure.jpg|Struttura interna di un Kame (Ohio, US).
File:Drumlinfield large.jpg|Campi di ''drumlins'', depositi morenici di fondo deformati dal ghiacciaio. Regione a sud del Lago Ontario. Rilievo topografico.
File:Puerto Williams, Chili.JPG|Campo di ''drumlin''. Regione andina (Cile).
File:Ile Georges Halifax.JPG|''Drumlin'' (isola costiera).
File:Glacial scouring, Saskatchewan from 10,000 m - panoramio.jpg|Assortimento di depositi e morfologie glaciali (drumlin, kame e kettle). Saskatchewan (Canada).
File:Glacial Transportation and Deposition.jpg|Massi erratici
File:Pietra Pendula.jpg|La Pietra pendula, famoso masso erratico, descritto da Antonio Stoppani, nelle prealpi lombarde
File:Yeager-Rock-Erractic-PB110039.JPG|Yeager Rock, a 400-metric-ton (440-short-ton) erratic on the Waterville Plateau, Washington. Note the glacial till below the rock.
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==== Quando i ghiacciai incontrano i mari (o i laghi) ====
Nelle aree ad elevata latitudine in cui vi sono '''ghiacciai al livello del mare''', possono deporsi '''sedimenti glacio-marini'''. A tutte le latitudini, in '''laghi proglaciali''', si depongono '''sedimenti glacio-lacustri''', con caratteri simili. Le acque di fusione in entrata tendono a risalire formando uno strato di acqua ricca di detrito fine in sospensione, che sedimenta gradualmente per decantazione. Nel bacino abbiamo sedimenti fini, spesso ritmici (alternanze di silt e argilla), caratterizzati dalla presenza di ciottoli, blocchi e massi isolati ('''dropstone'''), "precipitati" dagli ''iceberg'' galleggianti.
Non è facile distinguere i depositi glacio-marini da quelli glacio-lacustri in sedimenti antichi, perché la maggior parte dei processi e delle strutture sono comuni. Il criterio fondamentale è la presenza di fossili marini nei sedimenti fini laterali a quelli glaciali e proglaciali.
[[File:Glacio-marine deposits.png|thumb|right|verticale=3|Schema di una fronte glaciale in un contesto marino (o lacustre), con i relativi depositi e i principali processi deposizionali. Non in scala. Quando il ghiacciaio sfocia in mare, l'acqua di fusione subglaciale (meno densa dell'acqua di mare) tende a formare uno strato superficiale con sedimento fine in sospensione, che decanta gradualmente. I ciottoli e i massi contenuti negli ''iceberg'' distaccatisi dalla fronte glaciale precipitano gradualmente sul fondale con lo scioglimento degli stessi e si trovano isolati nei sedimenti fini (''dropstone''). I ''dropstone'' costituiscono la nota più caratteristica dei ''depositi glacio-marini'').]]
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File:Dropstones in argillite (Coleman Member, Gowganda Formation, Paleoproterozoic, ~2.3 Ga; Straight Lake West roadcut, north of Temagami, Ontario, Canada) 1 (46899361525).jpg|Dropstone in argillite (Ontario, Canada). Sedimenti glacio-marini paleoproterozoici (2.3 miliardi di anni fa).
File:IRD mcr1.JPG|Dropstone di origine glaciale in sedimenti permiani composti da alternanze ritmiche di arenarie conglomeratiche, siltiti e argilliti. (Nuovo Galles del Sud, Australia)
File:Proglacial lacustrine argillite with dropstone (Konnarock Formation, Neoproterozoic, ~750 Ma; roadcut at Rt. 58-Rt. 755 intersection, west of Konnarock, Virginia, USA) 2 (31040804106).jpg|Sedimenti lacustri proglaciali fini con dropstone di età proterozoica (750 milioni di anni fa). Virginia (USA).
File:Dropstone.JPG|Dropstone in ritmiti siltoso-argillose. Brasile.
File:Upsala Glacier, Argentina.jpg|Ghiacciaio Upsala (Argentina). A destra della foto sono visibili due iceberg sui quali si riconoscono gli stessi detriti morenici della lingua glaciale. Questi detriti, con il progressivo scioglimento del ghiaccio, contribuiranno all'accumulo di sedimenti glacio-marini (dropstones).
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== Approfondimenti ==
<references group=A/>
== Note ==
<references group=N/>
== Bibliografia ==
Le informazioni contenute in questo capitolo derivano dai testi seguenti:
* {{cita libro|autore1=Bennett M.R.|autore2=Glasser N.F.|titolo=Glacial Geology – Ice sheets and landforms. Second Edition |anno=2009 |editore=Wiley-Blackwell |città= Chichester (UK) |cid= Bennett e Glasser (2009)|lingua=en }}
* {{cita libro|autore= Nichols G.|titolo= Sedimentology and stratigraphy - 2nd ed. | pp= 102-113 |anno= 2009 |editore= Wiley-Blackwell|città= Oxford, UK|lingua=en|cid=Nichols (2009)}}
* {{cita libro|autore= Ricci Lucchi F. |titolo= Sedimentologia. Parte 1 - Materiali e tessiture dei sedimenti | pp= 25-36; pp. 125-144 |anno= 1980 |editore=CLUEB |città= Bologna|cid= Ricci Lucchi (1980)}}
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[[Categoria:Scienze della Terra per le superiori|Modellamento glaciale]]
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2022-07-31T19:10:24Z
Antonov
25472
/* Ghiaccio e acqua nei ghiacciai */
wikitext
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{{Scienze della Terra}}
== I ghiacciai. Formazione e processi glaciali ==
[[File:Ghiacciaio Pisgana dal monte Mandrone - panoramio.jpg|thumb|right|341x341px|Ghiacciaio Pisgana (Gruppo dell'Adamello, alta Val Camonica, BS)]]
Il '''ghiaccio''' può accumularsi in aree dove la quantità di neve apportata dalle precipitazioni atmosferiche ogni anno eccede le perdite di neve dovute a scioglimento, evaporazione o deflazione da parte del vento, portando alla formazione di '''ghiacciai'''. Il ''clima'' è chiaramente il principale fattore che controlla l'accumulo del ghiaccio: infatti gli accumuli possono mantenersi solamente in due casi:
* In aree in cui l'apporto di neve invernale è maggiore dello scioglimento estivo (in questo caso ovviamente la quantità di precipitazioni invernali è decisiva).
* In aree in cui la temperatura tutto l'anno è molto bassa, tale da consentire un bilancio positivo tra accumulo e perdite (quindi la capacità di accumulo è meno dipendente dalla quantità di precipitazioni)
Sulla Terra vi sono aree ricoperte da ghiaccio perenne praticamente a tutte le latitudini (inclusi i tropici), e vi sono due principali tipi di ghiacciai:
* '''Ghiacciai polari'''
* '''Ghiacciai temperati''' o '''ghiacciai montani'''
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|TIPO
|LOCALIZZAZIONE
|ESEMPI
|CARATTERISTICHE
|-
|'''POLARE'''
|''Antartide, Groenlandia, Patagonia (Campo de Hielo Patagónico Sur), Islanda (Vatnajökull)''
|''Calotte Glaciali ''
|''Ghiacciai che ricoprono estese superfici di terre emerse (da decine a centinaia di chilometri quadrati) con spessori fino a oltre 4000 m (Antartide).''
|-
|'''MONTANO'''
|''Ande, Himalaya, Pirenei, Alpi, Patagonia, massicci africani del Kilimanjaro, Ruwenzori, Monte Kenya; Puncak Jaya (Nuova Guinea indonesiana)''
|''Ghiacciai vallivi; vallivi composti (cioè dati dalla confluenza di più ghiacciai); sommitali (o di vetta); di circo; di altopiano''
|''Ghiacciai nei quali è ben evidente la distinzione fra il bacino collettore e il bacino ablatore, al di sotto del limite delle nevi persistenti.''
|}
[[File:Glacier drainage system.png|thumb|right|verticale=2.8|Schema generale di un ghiacciaio (si tratta di un ghiacciaio vallivo di area temperata, la categoria più articolata e complessa che esemplifica bene la morfologia). Sono riportati gli elementi morfologici principali, il sistema di di accumulo del ghiaccio e di drenaggio dell'acqua di fusione.]]
I ghiacciai sono tra i più importanti agenti dell' '''erosione''' e importanti meccanismi di '''trasporto''' di materiale roccioso in vaste aree del mondo, alle alte latitudini e in regioni montane. Questo materiale dà origine a depositi con morfologie caratteristiche e caratteri distintivi dei sedimenti.
La parte superiore di un ghiacciaio è il '''bacino di accumulo''' o '''bacino di raccolta''', con '''bilancio di accumulo annuale positivo''', mentre la parte inferiore si definisce '''area di ablazione''', dove avviene la '''progressiva riduzione della massa glaciale''' per fusione, sublimazione, evaporazione. Le due parti sono separate da una '''linea di equilibrio''' in corrispondenza della quale l'apporto e l'ablazione di ghiaccio si compensano.<br>
Frequentemente l'area di ablazione assume una forma allungata, detta '''lingua glaciale'''. La parte più bassa della lingua glaciale prende il nome di '''fronte del ghiacciaio''' e dà luogo, con le sue acque di fusione, a torrenti e/o laghi d'alta montagna (''torrenti e laghi proglaciali''). Sovente sotto la lingua glaciale si forma un ''torrente subglaciale'', che ne raccoglie le acque di fusione e scorre per un certo tratto sotto la massa glaciale fino a fuoriuscire dalla fronte. In alcuni casi l'acqua scorre sulla superficie del ghiacciaio e si forma un ''torrente supraglaciale''.
Il '''clima''' come già accennato è il fattore determinante nello sviluppo e nella preservazione dei ghiacciai. I '''cambiamenti climatici''' (le ''fasi climatiche'') a medio e lungo termine ne determinano la comparsa, l'evoluzione e anche l'eventuale scomparsa. Quando il clima muta, l'equilibrio dei ghiacciai si altera: quindi i ghiacciai sono "spie" molto sensibili dei mutamenti climatici. Ad esempio, se il punto di equilibrio tra accumulo e ablazione si sposta a maggiore altitudine (in una fase climatica relativamente più calda), l'area di ablazione ne risulta incrementata, quindi ovviamente le parti del ghiacciaio ad altitudine minore saranno sottoposte ad una maggiore sottrazione di ghiaccio per fusione ed evaporazione, ma contemporaneamente lo stesso bacino di accumulo ne può risultare ridotto. Questo si traduce in una '''fase di ritiro''' del ghiacciaio, in cui il volume del ghiacciaio si riduce progressivamente e la sua fronte arretra rilasciando i sedimenti precedentemente in carico. Il ghiacciaio può eventualmente ridursi a plaghe di "ghiaccio morto" (non più in movimento attivo), fino a divenire semplicemente un '''nevaio''' perenne, poi stagionale, e scomparire.<br>
Viceversa, con un irrigidimento del clima avremo uno spostamento in basso del punto di equilibrio, con incremento degli apporti nevosi entro il bacino di accumulo e ampliamento dello stesso, e contemporaneamente uno spostamento verso il basso del fronte glaciale. In questo caso avremo una '''fase di avanzamento''' della fronte del ghiacciaio, che trasporta sedimenti in posizione sempre più avanzata, obliterando in gran parte i depositi terminali precedenti.
=== Ghiaccio e acqua nei ghiacciai ===
L’evoluzione nel tempo di un ghiacciaio dipende principalmente dal '''bilancio tra gli accumuli di acqua allo stato solido (ghiaccio, neve) e le perdite (ablazione)'''.<br>
● '''Accumulo'''. Le '''precipitazioni nevose''' sono la fonte più ovvia e, in generale, la più importante di accumulo per i ghiacciai, ma non la sola. Contributi significativi possono venire dalle '''valanghe''' e dalla '''neve portata dal vento''', oltre che dal '''rigelo dell'acqua di fusione e di pioggia'''. In particolare, in piccoli ghiacciai di circo l'apporto delle valanghe e della "neve ventata" può essere importante, talora anche più delle precipitazioni atmosferiche di neve. Queste fonti alternative di neve sono in grado di sostentare e anche di formare ghiacciai anche al di sotto del limite di altitudine delle nevi perenni.<br>
● '''Ablazione'''. L'ablazione include tutti i processi per cui un ghiacciaio può perdere massa. La '''fusione''' è il processo più evidente di ablazione: il calore che causa la fusione della neve può giungere dalla luce solare diretta, dall'aria, dalla pioggia, dal calore geotermico dalle rocce del substrato. La '''sublimazione''' (cambiamento di stato da solido a vapore, senza passare per la fase liquida), gioca un ruolo significativo in regioni molto fredde e aride, alle alte latitudini (ad esempio in Antartide) e ad elevate altitudini. Le '''valanghe''' possono asportare materiale da un ghiacciaio (oltre ad accumularlo, come detto prima), così come la '''deflazione da parte del vento'''. Nei ghiacciai che scendono al livello del mare, il '''distacco di iceberg''' gioca un ruolo molto significativo nell'asportazione di materiale.<br>
[[File:Glacial ice formation LMB.png|thumb|right|verticale=0.9|Stadi di formazione del ghiaccio]]
Nell''''area di accumulo''', al di sopra del limite delle nevi perenni, e a latitudini polari, la neve è in fiocchi soffici, asciutti e leggerissimi a causa dell'inclusione di grandi quantità di aria (densità 0,18937246 g/cm³), col tempo si accumulano e si compattano sotto l'azione combinata del proprio peso e del processo di '''''metamorfismo'' dei cristalli di ghiaccio''', che porta ad espellere l'aria contenuta negli interstizi ed a formare aggregati via via più densi: prima la '''neve granulare''' (0,3 g/cm³) e poi, dopo una estate, il '''Firn''' (0,5 g/cm³). La completa trasformazione in ghiaccio (0,9 g/cm³) è un processo ancora più lento, che può richiedere anni e avviene per compattazione della neve sotto accumuli il cui spessore è di decine di metri.<br>
Lo strato superficiale di materiale nevoso si situa nella parte più interna dell'area di accumulo, in cui le condizioni climatiche ne consentono la conservazione per la maggior parte dell'anno. A causa del movimento continuo del ghiacciaio verso valle, la neve fonde progressivamente fino alla '''linea della neve''', oltre la quale è esposto il firn. Lo strato di firn (considerevolmente più compatto e resistente al disgelo) si estende più a valle per un certo tratto (variabile ovviamente con le condizioni climatiche). In un ghiacciaio, la '''linea del firn''' separa l' '''area di accumulo''' dall' '''area di ablazione'''. Oltre questa linea abbiamo il ghiaccio esposto, eventualmente ricoperto in parte di detrito ('''till'''), che può accumularsi fino a formare vere e proprie '''morene'''. Nella stagione estiva possono formarsi canali in cui scorre l'acqua di fusione, fino a '''torrenti epiglaciali''' (o ''supraglaciali'').
Nei ghiacciai (soprattutto quelli in aree a clima temperato) non c'è solo ghiaccio: l''''acqua di fusione''' che si genera durante il giorno, o nei periodi senza gelo, o anche la pioggia in estate, si infiltra all'interno della porosità tra i cristalli di neve e di firn, fino a incontrare la superficie del ghiaccio vero e proprio, che è praticamente impermeabile. Qui inizia a scorrere lungo la pendenza naturale dello strato di ghiaccio e si raccoglie in uno strato in cui la porosità è completamente satura d'acqua. L'acqua accumulata in questa zona può sfruttare fratture del ghiaccio per scendere ulteriormente fino alla superficie della roccia, ove prende a scorrere formando ''condotti subglaciali''. Con l'avanzare verso la fronte questi condotti tendono a confluire, ricevendo anche l'apporto da parte dei crepacci soprastanti, e a formare ''cavità subglaciali'', che possono alloggiare uno o più '''canali subglaciali''', fino a veri e propri torrenti. In ultimo, l'acqua fuoriesce dalla ''fronte glaciale'' come '''torrente proglaciale'''.
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File:Aletsch river.jpg|Torrente epiglaciale sul Ghiacciaio dell'Aletsch (Svizzera).
File:Glacier Stream on Surface of Mendenhall Glacier.jpg|Torrente epiglaciale (supraglacial stream), Alaska (US).
File:Mountain Pools on Snow.jpg|Laghetti epiglaciali (supraglacial pools), Sierra Nevada, California (US).
File:Athabasca.Moulin.jpg|Torrente epiglaciale che si getta in un "mulino" (condotto di fusione, generato da un crepaccio).
File:Ice Cave 1st 229.jpg|Torrente subglaciale (Alaska).
File:Glacial cave mouth.jpg|Torrente subglaciale in uscita dalla fronte del ghiacciaio.
File:Subglacial stream.JPG|Torrente proglaciale.
File:Glacial lake in Alam Kuh by Hadi Karimi.jpg|Lago proglaciale.
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{{Cassetto|Approfondimento: il bilancio di massa di un ghiacciaio <small>click sul collegamento</small> |colore=#08e600|coloresfondo=#f9ffe0|<ref group=A>
[[File:Glacier mass balance.png|thumb|right|verticale=2.7|Diagramma che illustra il bilancio di massa di un ghiacciaio, con l'andamento delle curve di ''accumulo'' e ''ablazione'' durante un anno, nel caso ideale di un ghiacciaio in ''equilibrio di massa''. L'ablazione è riportata come positiva. E' riportata anche la curva del ''bilancio netto di massa'', (accumulo - ablazione), positiva in inverno, negativa in estate. In realtà per la misura del '''bilancio annuale''' si considerano '''due minimi successivi''' della massa glaciale (meglio riconoscibili dalle caratteristiche della neve e del ghiaccio). L'unità per esprimere numericamente la variazione di massa è il chilogrammo (kg). Quando il bilancio di massa è espresso per unità di area, la sua unità è kg*m<sup>-2</sup>. L'unità kg*m<sup>-2</sup> è solitamente sostituita dal millimetro di acqua equivalente, ''mm w.e.'' (millimetri ''water equivalent''), ovvero lo spessore di acqua che si ricaverebbe dalla fusione della neve. Questa sostituzione è comoda perché 1 kg di acqua liquida, di densità 1000 kg*m<sup>-3</sup>, ha uno spessore di esattamente 1 mm quando è distribuito uniformemente su 1 m<sup>2</sup> di superficie. Le unità kg*m<sup>-2</sup> e mm w.e. sono quindi numericamente identiche.]]
'''il bilancio di massa di un ghiacciaio durante l'anno.'''
Il '''bilancio annuale''' nella pratica si misura tra '''due minimi consecutivi''' di massa glaciale, cioè tra l'inizio di una stagione di accumulo e l'inizio della successiva. Questo perché di solito il livello corrispondente all'inizio della nuova stagione di accumulo è riconoscibile nella ''stratigrafia'' della neve (in carotaggi, fosse di e in sezione nei crepacci); infatti la neve estiva è generalmente più compattata e più "sporca" per la presenza di livelli ricchi di polvere e materiale organico, e in base a questi caratteri il limite tra la neve estiva e la neve autunno-invernale è ben riconoscibile.<br>
Nella zona di accumulo la profondità della coltre nevosa viene misurata per mezzo di sondaggi o fosse scavate all'uopo (''snowpits''), o nei crepacci (fin dove accessibili). Come riferimento per le misure si usano, come già accennato, gli ''strati annuali'', di solito ben riconoscibili e in cui si può distinguere la porzione relativa all'inverno da quella relativa alla stagione estiva.<br>[[File:Bams 2013.jpg|thumb|right|verticale=2|Diagramma e ''curva cumulativa'' del ''bilancio di massa'' annuale globale dal 1980 al 2012. E' evidente la tendenza globale alla perdita di massa dei ghiacciai, correlata al problema dell'aumento della temperatura del pianeta (''global warming''). Dati del ''World Glacier Monitoring Service Data'' (WGMS).]]
Nei ghiacciai delle regioni temperate, la resistenza dovuta all'inserimento di una sonda aumenta bruscamente quando la sua punta arriva al ''firn'' formatosi l'anno precedente. La profondità della sonda è una misura dell'accumulo netto sopra questo strato (cioè nell'ultimo anno). Gli snowpits scavati attraverso le coltri nevose residue degli inverni passati sono usati per determinare la profondità e la densità della coltre nevosa per i periodi relativi.<br>
Le misurazioni effettuate nella zona di ablazione sono praticate utilizzando di paline (''paline ablatometriche'') inserite verticalmente nel ghiacciaio all'inizio della stagione di ablazione: la lunghezza della parte di palina esposta con la fusione del ghiaccio viene misurata alla fine della stagione di fusione e fornisce l'ammontare dell'ablazione.
Il ''bilancio di massa'' della coltre nevosa è il prodotto di densità e profondità. La profondità osservata (di solito espressa in centimetri) viene moltiplicata per la densità della coltre nevosa onde determinare l' '''accumulo equivalente in acqua'''.
S<small>we</small> = z [cm] * ρ<sub>N</sub> [Kg*m<sup>-3</sup>] / 100'''
dove:<br>
S<small>we</small> = spessore di acqua equivalente in milllimetri; z = spessore della neve in centimetri; ρ<sub>N</sub> = densità della neve in Kg*m<sup>-3</sup>
Si utilizzano valori standard di densità del ghiaccio o si effettuano misure di densità del ''nevato'' (neve trasformata), di solito su campioni presi con ''carotatori'' di diametro standard: il peso del campione moltiplicato per una costante dà la densità (in alcuni modelli si ha una lettura diretta della densità).
Se l'accumulo supera l'ablazione per un dato anno, il bilancio di massa è positivo; se è vero il contrario, il bilancio di massa è negativo. Questi termini possono essere applicati a un punto particolare del ghiacciaio per dare il ''bilancio di massa specifico'' per quel punto; o all'intero ghiacciaio o a qualsiasi area più piccola.<br>
Per i ghiacciai ad accumulo invernale, il bilancio di massa specifico è solitamente positivo per la parte superiore del ghiacciaio. La linea che divide l'area di accumulo dall'area di ablazione (la parte inferiore del ghiacciaio) è chiamata '''linea di equilibrio'''; è la linea alla quale il bilancio netto specifico è zero. L'altitudine della linea di equilibrio è un indicatore chiave della "salute" del ghiacciaio. Lo spostamento della linea di equilibrio ad altitudine minore è indicativa di una fase di '''avanzamento''' del ghiacciaio, mentre uno spostamento ad altitudine maggiore indica una fase di '''regressione'''.</ref>
}}
=== Movimento ===
La massa di ghiaccio che forma il ghiacciaio è continuamente spinta verso il basso dalla '''gravità'''. Sebbene il ghiaccio sia un ''solido'', sotto l'azione di una pressione ha un comportamento ''duttile'', e si comporta come un fluido estremamente ''viscoso''<ref group=N>La viscosità è una grandezza fisica che misura la resistenza di un fluido allo scorrimento. E' legata all'attrito tra le molecole del fluido.</ref>. Questo in un ghiacciaio si verifica soprattutto nelle sue parti inferiori, dove è maggiore il peso degli strati di ghiaccio soprastanti. La presenza di acqua di fusione all'interfaccia inferiore tra il ghiaccio e il substrato roccioso funge da "lubrificante" e facilita il movimento di scivolamento. Nei ghiacciai che erodono il loro substrato, il detrito eroso tende ad accumularsi tra la base della massa glaciale e la roccia in posto. In questo caso la deformazione del sedimento sotto il peso del ghiaccio rientra nei meccanismi di movimento del ghiacciaio.
I ghiacciai si muovono con velocità che variano da pochi metri/anno a centinaia di metri/anno. Tipicamente la '''velocità di flusso''' è maggiore nelle parti più superficiali della massa glaciale e tende a decrescere verso le parti inferiori, e nei ''ghiacciai vallivi'' è massima nella parte centrale, tendendo a decrescere verso i margini.
Da tutto questo si capisce che '''in punti diversi della massa glaciale abbiamo velocità diverse e pressioni diverse del ghiaccio''' che la compone, e quindi abbiamo anche inevitabilmente '''deformazioni interne'''. Le parti superficiali (entro la prima cinquantina di metri) sono quelle che hanno un comportamento più ''fragile'' alle sollecitazioni, e quindi tendono facilmente a fessurarsi per le irregolarità del substrato e della massa glaciale sottostante più compatta e per il diverso regime di flusso, formando '''crepacci''' (fessurazioni verticali o comunque ad alto angolo), che possono essere sia ''trasversali'' che ''longitudinali'' (questi ultimi prevalentemente presso la fronte del ghiacciaio). I crepacci possono allargarsi o restringersi verso il basso a seconda della distribuzione delle deformazioni nella massa glaciale. Nei ghiacciai alle medie e basse latitudini sono ricoperti da coltri di neve nella stagione invernale e risultano esposti per la maggior parte nella stagione estiva. Ovviamente, costituiscono una fonte di notevole pericolo per chi si avventura sulla superficie di un ghiacciaio. Dove il ghiacciaio supera un "salto" morfologico con un dislivello notevole, esso si fessura in elementi prismatici chiamati '''seracchi''' (vere e proprie "cascate di ghiaccio"); si tratta di zone molto pericolose cui non è prudente avvicinarsi perché assai instabili (soprattutto sui ghiacciai delle aree temperate, nelle ore centrali e più calde del giorno).
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File:Crepaccio-01.jpg|Formazione di un crepaccio in corrispondenza di un dosso.
File:Crepaccio-02.jpg|Formazione di un crepaccio in corrispondenza di un avvallamento.
File:Glaciereaston.jpg|Crepaccio
File:WinthropGlacier06.jpg|Crepacci trasversali e seracchi
File:2011-08-01 14-24-15 Switzerland Surlej.jpg|Crepacci e seracchi in corrispondenza di un salto morfologico
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== Forme di erosione ==
[[File:Glacier Valley formation- Formación Valle glaciar.gif|thumb|right|verticale=2|Animazione che esemplifica la formazione delle valli glaciali. Viene mostrata sia la fase di avanzata che di ritiro dei ghiacciai.]]
I ghiacciai esercitano un'azione erosiva potente ed efficace sulle rocce del fondo e sui versanti si esplica attraverso vari processi:
* '''Abrasione delle rocce a contatto con la massa glaciale''', sia sui versanti che sul fondo; questa azione viene esercitata sia direttamente dal ghiaccio (che è a sua volta a tutti gli effetti una roccia) che per opera dei detriti rocciosi inglobati ('''esarazione glaciale'''), levigando e "graffiando" la superficie rocciosa ('''striature glaciali''').
* '''Asportazione di detriti dai versanti e dal fondo'''. L'azione combinata del peso e del movimento del ghiacciaio, coadiuvata dallo scorrimento dell'acqua di fusione e dal meccanismo del gelo/disgelo, permette l'asportazione di frammenti rocciosi, anche di notevoli dimensioni ('''massi erratici'''), presi in carico dal ghiacciaio e deposti più a valle.
* '''Rimozione dei frammenti già disgregati''', e ridistribuzione lungo lo sviluppo del ghiacciaio.
* '''Deformazione di depositi già presenti''', non solo glaciali ma anche ''periglaciali'' (ad esempio marini o lacustri). Questa azione avviene normalmente per i depositi di fondo, ma è particolarmente accentuata nelle fasi di avanzamento dei ghiacciai, quando la fronte glaciale avanza deformando e in parte obliterando per erosione i depositi terminali delle fasi precedenti.
L'azione erosiva dei ghiacciai è legata allo spessore e alla massa del ghiaccio e alla quantità e natura del materiale in carico. Essa agisce sulle rocce, sui depositi recenti e modella il paesaggio. Le forme d'erosione più caratteristiche sono le seguenti.
La<strong> valle glaciale</strong> presenta un tipico profilo trasversale a "U", con fondo largo e piatto e fianchi ripidi, dovuto al meccanismo erosivo del ghiacciaio, che, contrariamente a quanto avviene per un fiume, si esercita lungo tutta la sezione di contatto tra il ghiaccio e la roccia incassante.
[[File:Blockbild Hanggletscher.svg|thumb|left|verticale=1|Schema di valle sospesa.]]
<strong>Valle sospesa</strong>.Quando il ghiacciaio che occupa una valle principale si ritira, il ''profilo di equilibrio'' dei torrenti tributari non ha il tempo di adeguarsi al mutato ''livello di base'' (prima costituito dal ghiacciaio). Quindi per un certo periodo le valli laterali rimangono appunto "sospese" con una soglia alta sulla valle principale, formando cascate o rapide. Con il passare del tempo, la rapida erosione regressiva operata da queste ultime tenderà a ripristinare il profilo di equilibrio dei torrenti laterale al nuovo livello di base (il fiume del fondovalle principale). L'altitudine delle soglie delle valli sospese permette di definire per differenza con il fondo valle lo spessore dell'antico ghiacciaio (al netto dell'erosione post-glaciale del corso d'acqua attuale di fondo valle).
[[File:Formazione glaciale del tarn.png|thumb|right|verticale=1.5|Schema di un circo glaciale.]]
Il <strong>circo glaciale</strong> ha la forma di una conca, circondata su tre lati da una corona di creste e con soglia talora in contropendenza che la raccorda con il resto della valle glaciale. Alloggia il ''bacino collettore'' del ghiacciaio, in cui la massa glaciale esercita una erosione regressiva sui versanti incassanti. L'azione erosiva del ghiacciaio si esercita principalmente per asportazione diretta di materiale e per ''crioclastismo'' nella parte più a monte del circo, mentre verso la soglia del circo prevale l'azione di esarazione glaciale. Quando il ghiacciaio fonde, si può formare un '''lago di circo'''. I circhi glaciali sono spesso ''coalescenti'', cioè nascono come morfologie individuali ma durante il loro sviluppo tendono ad "amalgamarsi" con altri circhi fino a formare dei delle morfologie composite in cui è talora difficile e soggettivo distinguere i circhi individuali originari. L'altitudine dei circhi abbandonati (inattivi) tende ad allinearsi secondo una linea ideale che riflette l'andamento dell'antica linea delle nevi perenni (assumendo che ciascun circo fosse occupato da un ghiacciaio individuale). In realtà nella maggior parte dei casi questa linea riflette un limite di neve "composito" mediato su diversi periodi di glaciazione durante i quali i circhi sono stati occupati, comunque su scala regionale questo metodo dà delle buone indicazioni generali di tipo ''paleoclimatico''.
[[File:Arranque glaciar-en.svg|thumb|left|verticale=1|<small>schema che illustra la formazione delle ''rocce montonate'': il flusso glaciale esercita abrasione sulla parte a monte, levigandola e striandola, mentre sulla parte a valle opera soprattutto asportazione di materiale.</small>]]
Le <strong>rocce montonate</strong> sono dossi rocciosi arrotondati e allungati nella direzione di scorrimento del ghiaccio, costituiti da affioramenti di rocce più difficilmente erodibili e modellate dall'esarazione. L'abrasione vi scava solchi paralleli, le ''striature glaciali'': dalla loro direzione è possibile risalire alla direzione e talora al verso in cui è avvenuto il movimento locale del ghiacciaio. Nella parte più a valle delle rocce montonate, dove la pressione tangenziale della massa glaciale è minore, abbiamo soprattutto disgregazione della roccia per opera dell'acqua di fusione e dei fenomeni di gelo e disgelo, con asportazione dei frammenti.
[[File:Fjord genesis.png|thumb|right|verticale=1.5|Schema che illustra la genesi di un ''fiordo''.]]
I <strong>Fiordi</strong> sono forme d'erosione vallive comuni nelle aree costiere alle alte latitudini (ad esempio Norvegia e Islanda dove il termine è stato coniato storicamente, ma anche in Scozia, Groenlandia, Labrador, e a sud in Nuova Zelanda e Patagonia). Il termine deriva dal norvegese fjord, islandese fjörður, che vuol dire "approdo" (la radice indo-europea è la stessa di "porto"). Si tratta di antiche valli glaciali a "U", formatesi nell'ultima era glaciale, e invase dal mare. Durante la fase di avanzamento il ghiacciaio "sovraescava" per esarazione e asportazione di materiale una valle a "U", il cui fondo è spesso al di sotto del livello del mare, ed è delimitata all'imbocco da una soglia rilevata. Questo avviene perché il ghiacciaio risulta assottigliato presso la fronte verso mare e il tasso di erosione della roccia è minore, e per la presenza sovente di depositi terminali (''morene'') che proteggono la roccia in posto dagli elementi. Questa soglia nei fiordi attuali, invasi dal mare, è sede di correnti pericolose, soprattutto ai cambi di marea, e talvolta di vere e proprie rapide marine con la marea calante. Alla fine dell'ultima fase glaciale, la fusione dei grandi ghiacciai continentali e polari determinò una ''trasgressione marina'' su vaste aree costiere prima asciutte, inondando quindi queste valli costiere.
[[File:Mountain Peaks, Thurston Island, Antarctica (15572629748).jpg|thumb|right|verticale=0.7|Nunatak in Antartide occidentale (Isola di Thurston).]]
'''Nunatak''' (in lingua inuit: ''picco isolato'') è un termine usato in geologia e in glaciologia per definire la sommità di una montagna non coperta da neve o ghiaccio che si erge all'interno oppure ai margini di un campo di ghiaccio o di un ghiacciaio o di una calotta glaciale (antartica, groenlandese o islandese). Spesso vengono chiamati anche '''isole glaciali'''. Hanno una morfologia aspra, sovente piramidale per le modalità dell'erosione cui sono sottoposti, prevalentemente per ''crioclastismo'' (cicli gelo/disgelo); in qualche caso con morfologia a ''mesa'' (altopiano roccioso). Quando i ghiacciai circostanti si ritirano, i nunatak restano come picchi o massicci isolati a forte contrasto con la morfologia circostante. Il loro isolamento spesso favorisce lo sviluppo di ''endemismi'' della flora e della fauna locale, che spesso perdurano anche posteriormente alla fine della glaciazione. Un esempio di nunatak in Italia è il Monte Barro, pochi chilometri a Sud di Lecco, una montagna isolata di forma grossolanamente piramidale che durante l'ultima glaciazione si ergeva in mezzo al ''ghiacciaio abduano'' (che occupava l'area valliva del Lario, ramo di Lecco), al suo sbocco nell'alta Pianura Padana. Questo rilievo è sede di un parco naturale regionale, ed è caratterizzato da importanti fenomeni di endemismo.
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File:Quttinirtaaq 6 1997-08-05.jpg|Tipica valle glaciale
File:1 yosemite valley tunnel view 2010.JPG|Yosemite valley
File:Tal-y-llyn-valley-Dolgoch-01.jpg|Valle a U di Tal-y-llyn a Dolgoch
File:Paria View at Bryce Canyon NP.jpg|Bryce canyon
File:Closeup of Bridalveil Fall seen from Tunnel View in Yosemite NP.JPG|Valle glaciale sospesa (Yosemite valley)
File:Lötschental.jpg|Lötschental - Valle del Lonza
File:UshapedValleyUT.JPG|Little Cottonwood Creek Valley, Wasatch Mountains, Utah
File:Hintertux Hoher Riffler.jpg|Tipico ghiacciaio di circo attivo.
File:Hoher Sonnblick aerial.jpg|Circhi glaciali in parte abbandonati con laghi glaciali di circo (''tarn''). I ghiacciai di circo ancora attivi sono quelli di più alta quota.
File:Roche Moutonnée Cadair Idris.jpg|Rocce montonate
File:Soderskar-rocks and water.jpg|Rocce montonate
File:R%C3%A5stah%C3%A4llen_2014b.jpg|Striature glaciali in una roccia montonata
File:Striated rock.JPG|Striature glaciali
File:Glacial grooves on limestone (Kelleys Island, Lake Erie, Ohio, USA) 96 (48541507197).jpg|Striature glaciali
File:Figura che corre e animali - R. 35 - Parco di Naquane - Capo di Ponte (ph Luca Giarelli).jpg|Rocce montonate e striate con ''incisioni rupestri'' preistoriche (Valcamonica - Età del Ferro). Le superfici levigate di queste rocce (arenarie) hanno colpito la fantasia dei nostri antenati che le hanno usate per scopi di culto e celebrazione.
File:View from a ridge between Segla and Hesten, Senja, Norway, 2014 August.jpg|Fiordo (Norvegia)
File:Thorskafjordur.jpg|Parte iniziale di un fiordo (Islanda)
File:Iceland satellite.jpg|Veduta satellitare dell'Islanda in inverno. Sono visibili i tre grandi gruppi di fiordi dell'isola: a sinistra i Fiordi dell'Ovest; al centro in alto i Fiordi del Nord e a destra verso il basso i Fiordi dell'Est
File:Greenland.A2003233.1340.250m.jpg|Fiordi sulla costa orientale della Groenlandia (foto satellitare)
File:Hvannadalshnukur 2 August 2011.jpg|Nunatak affiorante dal Vatnajökull (la calotta glaciale islandese)
File:Nunataker hg.jpg|Allineamento di nunatak sulla costa sud della Groenlandia, ormai liberi dal ghiaccio
File:Starr Nunatak-Antarctica.jpg|Nunatak con morfologia a ''mesa'' (Antartide)
File:Monte Barro.jpg|Il Monte barro (Alta Brianza) è un esempio di Nunatak. In questa veduta, dalla direzione del Lago di Lecco, se ne vede chiaramente la posizione isolata al centro della valle dell'antico Ghiacciaio Abduano, allo sbocco nella pianura.
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== Forme di deposito ==
Il movimento del ghiaccio è un flusso estremamente viscoso, quindi i materiali in carico non hanno la possibilità di mescolarsi, e non ci sono i meccanismi di interazione (gli urti tra i clasti, gli urti con il substrato) che abbiamo in altri tipi di flusso (le correnti acquee ed eoliche). Inoltre le velocità in gioco sono molto inferiori a quelle degli altri tipi di flusso (quindi non possiamo avere meccanismi come la ''saltazione''). Il materiale preso in carico rimane dov'è, sulla superficie o all'interno della massa glaciale, o sprofonda lentamente nel ghiaccio per il proprio peso, o al più viene "trascinato" a contatto con la roccia di fondo. Perciò '''non vi è alcuna ''selezione'' del materiale'''. Come risultato, il materiale trasportato dai ghiacciai ha una '''''granulometria'' molto eterogenea''', che va dal detrito più fine ai massi.<br>
Inoltre, dall'erosione glaciale derivano '''''clasti'' angolosi o a spigoli vivi''', perché le modalità di trasporto non permettono neppure un'ulteriore abrasione, quindi hanno un '''''arrotondamento'' scarso o nullo'''. A questo contribuisce anche il fatto che nell'ambiente glaciale abbiamo soprattutto processi di '''frammentazione di tipo fisico''', mentre, a bassa temperatura e in assenza di vegetazione e di suolo, '''l'alterazione chimica ha un ruolo molto secondario'''.<br>
I sedimenti continentali di origine glaciale sono chiamati '''till'''. In diversi casi risultano preservati depositi glaciali anche molto antichi. In questo caso si tratta di sedimenti ''litificati'', cioè trasformati in roccia, e si dicono '''tilliti'''.
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File:Kandergletscher.jpg|Deposito di ''till'' accumulato sulla superficie di un ghiacciaio attivo.
File:An eroded boulder clay cliff - geograph.org.uk - 661846.jpg|Tipico aspetto di sedimento glaciale (''till'') (Inghilterra).
File:Geschiebelehm hg.jpg|Aspetto su superficie di taglio fresca di un sedimento glaciale (''till''). Mar Baltico.
File:Drift till marl flint outcrop Baltic Sea coast, germany.JPG|Till (Mar Baltico).
File:Fractured clay till Carlsberg.JPG|Till prevalentemente della granulometria dell'argilla.
File:Fossiliferous limestone overlain by glacial till in the cliff. - geograph.org.uk - 189136.jpg|Till continentale che ricopre un calcare marino (fossilifero) molto più antico. Il contatto in questo caso è una superficie di disconformità (''unconformity''), che esprime uno ''hiatus'' (lacuna) temporale di milioni di anni.
File:Tillite (Coleman Member, Gowganda Formation, Paleoproterozoic, ~2.3 Ga; Straight Lake West roadcut, north of Temagami, Ontario, Canada) 21 (47026109544).jpg|Una ''tillite'' di età paleo proterozoica (circa 2.3 miliardi di anni) dalla regione dell'Ontario (Canada). Questo sedimento è derivato da depositi glaciali corrispondenti ad una ''glaciazione'' molto antica.
File:Permian sandstone with tillite deposits, Werribee Gorge State Park, Victoria Australia (6221223423).jpg|Tillite del Permiano Superiore (Victoria, Australia). Notare l'assenza di ''selezione'' del sedimento. Il Permiano fu un periodo corrispondente ad estese fasi glaciali.
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[[File:Glacier diagram.svg|thumb|right|verticale=2.5|Schema di ghiacciaio alpino con i principali depositi morenici.]]
I depositi di materiale di origine glaciale (''till'') che si depongono direttamente a contatto con un ghiacciaio sono definiti collettivamente in ''geomorfologia'' come '''morene'''<ref group=N>Si sottolinea che con ''till'' si definisce il materiale detritico, mentre le ''morene'' sono le ''forme di deposito''. in altre parole: le ''morene'' sono composte dal ''till''.</ref>.<br>
A seconda della posizione rispetto al ghiacciaio, è possibile distinguerne vari tipi:
* '''morena laterale''': forma delle dorsali in corrispondenza del fianco del ghiacciaio, alla congiunzione con il versante. E' alimentata tipicamente dal detrito asportato direttamente dal ghiacciaio e da quello franato dai versanti, eroso dalle acque correnti o dal crioclastismo.
* '''morena mediana''': situata alla confluenza di due ghiacciai. Quando due lingue glaciali confluiscono, tipicamente il detrito delle morene laterali sui due fianchi della confluenza viene intrappolato nella parte mediana della nuova lingua glaciale che deriva dalla coalescenza (amalgamazione) delle due lingue. La morena mediana non è più alimentata direttamente dai versanti ma dalle morene laterali a monte, e il detrito in carico tende lentamente ad affondare nella massa glaciale sotto il suo stesso peso.
* '''morena di fondo''' o '''morena basale''': formata da materiale trascinato dal ghiacciaio all'interfaccia ghiaccio-roccia nella sua parte basale. Spesso questi depositi (soprattutto per ghiacciai di non grande estensione) sono privi di una morfologia definita, o tendono a formare degli accumuli soprattutto in rientranze e tasche rocciose. Tuttavia, in aree glaciali più estese vi sono depositi con morfologie caratteristiche e una terminologia molto complessa, che derivano da detriti che riempivano "fosse" e "canali" nel ghiaccio in corso di fusione oppure dal collasso dei depositi morenici che stavano sopra il ghiacciaio, oppure forme a conca derivate dalla fusione di "ghiaccio morto" lasciato indietro dal ghiacciaio in ritiro.
[[File:Glacier du Miage moraines.jpg|thumb|right|verticale=1.7|Morene terminali che mostrano vari stadi di ritiro del Ghiacciaio del Miage (Val Vény, Valle d'Aosta).)]]
* '''morena terminale''' o '''morena frontale''': localizzata davanti alla fronte glaciale. E' alimentata dal materiale scaricato dalla fronte per fusione del ghiaccio (dalle morene laterali, mediane e di fondo e dal detrito supraglaciale). Tipicamente a forma di anfiteatro con la concavità rivolta verso il ghiacciaio. L'altezza di queste morene varia in funzione dell'entità del ghiacciaio che le alimenta, da pochi metri a decine di metri sui terreni circostanti, in casi estremi oltre il centinaio di metri (la morena terminale del Ghiacciaio Khumbu, in Nepal, raggiunge 250 m di altezza). Spesso si tratta di più archi morenici giustapposti che esprimono diverse fasi di avanzata e regresso del ghiacciaio. Le morene terminali possono essere utilizzate per stimare lo spessore della fronte del ghiacciaio alla sua massima estensione (ovviamente, non possono essere più alte della fronte glaciale che le ha prodotte).
* '''morena di spinta''': è un deposito morenico sempre alla fronte glaciale. Mentre però la ''morena frontale'' in senso stretto è il risultato del rilascio "passivo" di materiale per scioglimento della fronte del ghiacciaio, la ''morena di spinta'' viene accumulata per mezzo della spinta attiva del ghiacciaio stesso, che agisce come un "bulldozer". La presenza delle morene di spinta indica di una fase di avanzamento di un ghiacciaio, che può essere stagionale oppure su scala temporale più ampia, quindi fornisce indicazioni climatiche e paleoclimatiche di notevole interesse.
* I <strong>massi erratici</strong> sono blocchi di roccia trasportati a valle dal ghiacciaio e là abbandonati dopo il ritiro. Si tratta di blocchi anche di notevole entità (da metri a decine di metri), striati e in parte levigati dal trasporto glaciale. Si riconoscono spesso perché di composizione sicuramente alloctona rispetto al territorio che li accoglie. Esempi classici sono in Brianza e nel Milanese i ''trovanti'' di "Serizzo" e "Ghiandone" (rocce granitoidi) derivati dal plutone della Val Masino e Val Bregaglia (Media Valtellina e Svizzera meridionale), portati dal Ghiacciaio Abduano. Spesso questi massi sono stati utilizzati nei secoli per ricavarne elementi architettonici (colonne, pilastri, architravi, sarcofagi etc.).
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File:Bruggen-PioXI FaceCompleteCroppedIMG5642.jpg|Fronte glaciale
File:Glacier.zermatt.arp.750pix.jpg|Morena laterale nel Ghiacciaio del Gorner a Zermatt, Svizzera.
File:MorainesLakeLouise.JPG|Morena laterale sopra il Lake Louise, nello stato di Alberta, in Canada.
File:Mombarone da bollengo.jpg|La Serra, morena lunga 25 km che chiude l'Anfiteatro morenico di Ivrea, in Piemonte.
File:ReichenbachIce5.jpg|Parte terminale di un piccolo ghiacciaio, ricoperta da detrito morenico accumulatosi sulla sua superficie
File:Colline moreniche del Lago Garda.JPG|Colline moreniche nel lago di Garda
File:Nuussuaq-peninsula-moraines.jpg|Ghiacciaio con morene laterali e mediane
File:Baltoro Glacier, Pakistan.jpg|Ghiacciaio con morene laterali e mediane
File:PUSH MORAINE.png|Esempio di ''morena di spinta'' nelle isole Svalbard.
File:St olavsormen.JPG|Esker: deposito morenico di fondo (canale subglaciale). Norvegia.
File:Views at Ice Age National Scenic Trail, Wisconsin (c172ad17-7d24-490a-9f42-81fc837e3d4a).jpg|Esker. Wisconsin (USA).
File:Dude Hill - Glacial Kame - Yellowstone USA.jpg|Kame: deposito morenico di fondo (dal collasso di una morena supraglaciale). Yellowstone (USA).
File:Kame below Wester Pearsie - geograph.org.uk - 605724.jpg|Kame. Scozia (UK).
File:Kame internal structure.jpg|Struttura interna di un Kame (Ohio, US).
File:Drumlinfield large.jpg|Campi di ''drumlins'', depositi morenici di fondo deformati dal ghiacciaio. Regione a sud del Lago Ontario. Rilievo topografico.
File:Puerto Williams, Chili.JPG|Campo di ''drumlin''. Regione andina (Cile).
File:Ile Georges Halifax.JPG|''Drumlin'' (isola costiera).
File:Glacial scouring, Saskatchewan from 10,000 m - panoramio.jpg|Assortimento di depositi e morfologie glaciali (drumlin, kame e kettle). Saskatchewan (Canada).
File:Glacial Transportation and Deposition.jpg|Massi erratici
File:Pietra Pendula.jpg|La Pietra pendula, famoso masso erratico, descritto da Antonio Stoppani, nelle prealpi lombarde
File:Yeager-Rock-Erractic-PB110039.JPG|Yeager Rock, a 400-metric-ton (440-short-ton) erratic on the Waterville Plateau, Washington. Note the glacial till below the rock.
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==== Quando i ghiacciai incontrano i mari (o i laghi) ====
Nelle aree ad elevata latitudine in cui vi sono '''ghiacciai al livello del mare''', possono deporsi '''sedimenti glacio-marini'''. A tutte le latitudini, in '''laghi proglaciali''', si depongono '''sedimenti glacio-lacustri''', con caratteri simili. Le acque di fusione in entrata tendono a risalire formando uno strato di acqua ricca di detrito fine in sospensione, che sedimenta gradualmente per decantazione. Nel bacino abbiamo sedimenti fini, spesso ritmici (alternanze di silt e argilla), caratterizzati dalla presenza di ciottoli, blocchi e massi isolati ('''dropstone'''), "precipitati" dagli ''iceberg'' galleggianti.
Non è facile distinguere i depositi glacio-marini da quelli glacio-lacustri in sedimenti antichi, perché la maggior parte dei processi e delle strutture sono comuni. Il criterio fondamentale è la presenza di fossili marini nei sedimenti fini laterali a quelli glaciali e proglaciali.
[[File:Glacio-marine deposits.png|thumb|right|verticale=3|Schema di una fronte glaciale in un contesto marino (o lacustre), con i relativi depositi e i principali processi deposizionali. Non in scala. Quando il ghiacciaio sfocia in mare, l'acqua di fusione subglaciale (meno densa dell'acqua di mare) tende a formare uno strato superficiale con sedimento fine in sospensione, che decanta gradualmente. I ciottoli e i massi contenuti negli ''iceberg'' distaccatisi dalla fronte glaciale precipitano gradualmente sul fondale con lo scioglimento degli stessi e si trovano isolati nei sedimenti fini (''dropstone''). I ''dropstone'' costituiscono la nota più caratteristica dei ''depositi glacio-marini'').]]
<gallery>
File:Dropstones in argillite (Coleman Member, Gowganda Formation, Paleoproterozoic, ~2.3 Ga; Straight Lake West roadcut, north of Temagami, Ontario, Canada) 1 (46899361525).jpg|Dropstone in argillite (Ontario, Canada). Sedimenti glacio-marini paleoproterozoici (2.3 miliardi di anni fa).
File:IRD mcr1.JPG|Dropstone di origine glaciale in sedimenti permiani composti da alternanze ritmiche di arenarie conglomeratiche, siltiti e argilliti. (Nuovo Galles del Sud, Australia)
File:Proglacial lacustrine argillite with dropstone (Konnarock Formation, Neoproterozoic, ~750 Ma; roadcut at Rt. 58-Rt. 755 intersection, west of Konnarock, Virginia, USA) 2 (31040804106).jpg|Sedimenti lacustri proglaciali fini con dropstone di età proterozoica (750 milioni di anni fa). Virginia (USA).
File:Dropstone.JPG|Dropstone in ritmiti siltoso-argillose. Brasile.
File:Upsala Glacier, Argentina.jpg|Ghiacciaio Upsala (Argentina). A destra della foto sono visibili due iceberg sui quali si riconoscono gli stessi detriti morenici della lingua glaciale. Questi detriti, con il progressivo scioglimento del ghiaccio, contribuiranno all'accumulo di sedimenti glacio-marini (dropstones).
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== Approfondimenti ==
<references group=A/>
== Note ==
<references group=N/>
== Bibliografia ==
Le informazioni contenute in questo capitolo derivano dai testi seguenti:
* {{cita libro|autore1=Bennett M.R.|autore2=Glasser N.F.|titolo=Glacial Geology – Ice sheets and landforms. Second Edition |anno=2009 |editore=Wiley-Blackwell |città= Chichester (UK) |cid= Bennett e Glasser (2009)|lingua=en }}
* {{cita libro|autore= Nichols G.|titolo= Sedimentology and stratigraphy - 2nd ed. | pp= 102-113 |anno= 2009 |editore= Wiley-Blackwell|città= Oxford, UK|lingua=en|cid=Nichols (2009)}}
* {{cita libro|autore= Ricci Lucchi F. |titolo= Sedimentologia. Parte 1 - Materiali e tessiture dei sedimenti | pp= 25-36; pp. 125-144 |anno= 1980 |editore=CLUEB |città= Bologna|cid= Ricci Lucchi (1980)}}
{{avanzamento|100%}}
[[Categoria:Scienze della Terra per le superiori|Modellamento glaciale]]
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Disposizioni foniche di organi a canne
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431061
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2022-07-31T13:38:40Z
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7952
wikitext
text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Le disposizioni foniche attualmente presenti in questo libro sono '''3789'''.
== Per il lettore ==
Ciascun organo a canne è uno strumento a sé, con una propria dignità indissolubilmente legata alla sua unicità. Non troveremo mai un organo uguale ad un altro, neppure nei rarissimi casi di strumenti costruiti in serie: avranno sempre qualcosa che li distinguerà fra di loro.
Come poter, dunque, descrivere uno strumento unico, in maniera tale che, senza suonarlo o ascoltarlo, sia possibile capire come è fatto? Grazie alla sua disposizione fonica: essa è l'elenco dei registri che compongono lo strumento, riportati in base alla loro appartenenza alle varie "divisioni" (manuale/i ed eventualmente pedale). Pertanto si tratta di un elemento fondamentale, l'unica vera grande ed esaustiva descrizione dello strumento, dal momento che un organo si differenzia da un altro fondamentalmente per i registri che ha.
Questo wikilibro si prefigge il compito di racchiudere al suo interno le disposizioni foniche di organi del presente e del passato, raggruppate in base alla loro collocazione all'interno di edifici che, per sviluppi culturali ed esigenze liturgiche, sono per la maggior parte destinati al culto.
La presente opera si rivolge, dunque, non solo allo studioso di organaria ed organologia, ma anche al curioso che vuol sapere come è fatto l'organo della chiesa tot, all'appassionato, all'organista che ha l'esigenza di conoscere le caratteristiche di un tal organo, a chiunque, in poche parole, sia interessato all'argomento.
== Per il contributore ==
Chiunque voglia contribuire all'edificazione del presente wikilibro, è il benvenuto, ed è pregato di seguire, per amor di uniformità, lo schema che può vedere nelle pagine già presenti.
Sono tuttavia doverose alcune raccomandazioni tecniche.
Una volta inserite una o più disposizioni foniche, il contributore è pregato di aggiornare il numero all'inizio di questa pagina.
=== Dei titoli ===
I titoli delle singole pagine seguono sempre questo schema:
Continente/Stato/Regione (o altra divisione amministrativa analoga)/Provincia (o altra divisione amministrativa analoga)/Comune/Località (che può essere anche il comune stesso, comunque si ripete) - Edificio
Ad esempio:
Europa/Italia/Lombardia/Città metropolitana di Milano/Milano/Milano - Cattedrale di Santa Maria Nascente
Nei nomi delle chiese, si scrive solo: ''Chiesa di...'', oppure ''Santuario di...'', oppure ''Basilica di...'', ''Cattedrale di...'' o ''Cattedrale metropolitana di...'', non ''Basilica Cattedrale Primaziale Metropolitana Santuario Protoecclesia di...''.
Se in un edificio ci sono più organi, vanno tutti nella stessa pagina. Le singole pagine non sono per organo, ma per edificio.
=== Delle tabelle riassuntive ===
Le tabelle riassuntive a inizio pagina, seguono questo schema:
* '''Costruttore:''' [nome e] cognome del costruttore/ditta costruttrice con, in caso, tra parentesi e in corsivo, il numero d'opera
* '''Anno:''' anno di costruzione (in caso, in nota, data dell'inaugurazione)
* '''Restauri/modifiche:''' elenco: nome di chi ha fatto il restauro e, tra parentesi, anno e tipologia di intervento
* '''Registri:''' numero dei registri (in caso di registri spezzati, ciascuno vale 1 e non 1/2)
* '''Canne:''' numero di canne
* '''Trasmissione:''' meccanica/pneumatico-tubolare/elettrica/elettronica/ecc. nel caso di mista, si scrive mista e poi si specifica tra parentesi
* '''Consolle:''' tipologia della consolle (a finestra, mobile/fissa indipendente, appoggiata, rivolta, ecc.) e posizione (al centro del coro, al centro della parete anteriore della cassa, su apposita cantoria, ecc.)
* '''Tastiere:''' n° di tastiere e di note ed estensione tra parentesi
* '''Pedaliera:''' tipologia di pedaliera (a leggio, dritta, concava, concavo-radiale), n° di note ed estensione tra parentesi
* '''Collocazione:''' n° dei corpi, posizione dei corpi.
Esempio:
* '''Costruttore:''' Pinco Pallino (''Opus 100'')
* '''Anno:''' 2019-2020
* '''Restauri/modifiche:''' Tizio Caio (2102, restauro conservativo), Sempronio (2156, modifiche e ampliamento)
* '''Registri:''' 36
* '''Canne:''' 3.562
* '''Trasmissione:''' mista (meccanica per i manuali e il pedale, elettronica per i registri)
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parete anteriore della cassa
* '''Tastiere:''' 3 di 56 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>5</small>'')
* '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 30 note (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in due corpi contrapposti, sulla cantoria in controfacciata
Nel caso di ottave scavezze:
* '''Tastiera:''' 1 di 50 note con prima ottava scavezza (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>5</small>'', Bassi/Soprani ''Do#<small>3</small>''/''Re<small>3</small>'')
* '''Pedaliera:''' a leggio di 18 note con prima ottava scavezza (''Do<small>1</small>''-''Sol#<small>2</small>''), priva di registri propri e costantemente unita al manuale
=== Delle disposizioni foniche ===
* I nomi delle divisioni vengono scritti nel seguente modo: '''I - ''Grand'Organo'''''; quello del pedale così: '''Pedale''';
* il nome della seconda o terza tastiera si riporta semplicemente, dopo il numero ordinale romano, come '''''Espressivo''''' e non come Recitativo, essendo un'impropria italianizzazione del francese ''Récit'';
* nel caso di aggettivi dopo il nome del manuale, essi sono riportati con la prima lettera minuscola (ad esempio: '''VI - ''Organo antico aperto''''');
* qualora i registri, sulla consolle, siano raggruppati per Concerto e Ripieno (ad esempio come avviene per la maggior parte degli organi ottocenteschi italiani), si segua questo schema ([[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Siena/Montalcino/Montisi - Chiesa delle Sante Flora e Lucilla|qui un esempio]]) e, nel caso di più manuali, si premetta sempre il numero e il nome (ad esempio: '''I - Organo eco ''Concerto''''');
* all'interno di ogni divisione vi sono due colonne, divise da doppia stanghetta verticale (<code><nowiki>||</nowiki></code>), che rispettivamente, da sinistra a destra, sono: 1) nome del registro con eventualmente indicato il numero di file, 2) altezza del registro in piedi con eventualmente specificata l'appartenenza ai soli Bassi o ai soli Soprani (esempio: <code><nowiki>Ripieno 5 file || 2' Soprani</nowiki></code>);
* tutti i nomi registri sono scritti con la prima lettera maiuscola, mentre le parole seguenti devono iniziare con la minuscola (ad esempio: ''Ripieno acuto 5 file'' e '''non''' ''Ripieno Acuto 5 File''), ad eccezione delle disposizioni in tedesco o nelle lingue che richiedono la maiuscola anche per tutti i sostantivi - nel caso non sia possibile reperire l'altezza in piedi delle mutazioni composte, si sposta il numero di file nel campo dell'altezza in piedi (esempio: <code><nowiki>Ripieno || 5 file</nowiki></code>);
* le mutazioni sono scritte con il numero intero separato da quello frazionario tramite un punto, così: ''5.1/3<nowiki>'</nowiki>''; qualora l'altezza sia solo frazionaria, si omette lo ''0.'' iniziale, così: ''1/4<nowiki>'</nowiki>'' e '''non''' ''0.1/4<nowiki>'</nowiki>'';
* nel caso di mutazioni composte, l'altezza in piedi è riportata solo relativamente alla prima fila, ad eccezione di quelle a due file (per non occupare troppo spazio) - qualora le altezze delle file successive presentino delle anomalie, si inseriscono in nota.
* i registri ad ancia sono scritti in rosso quando sono riportati così sulla consolle;
* non si inserisce il numero ordinale davanti a ciascun registro;
* non si riportano le unioni e gli accoppiamenti, né gli annullatori;
* il Tremolo si riporta all'interno di ciascuna divisione;
* gli accessori (ad esempio: Uccelliera, Zampogna ecc.) si riportano nel seguente modo prima della disposizione fonica: '''Accessori''': ''Uccelliera''; ''Zampogna''.
Quindi, in poche parole, questa disposizione '''non''' va bene (mettiamo che sulla consolle i registri ad ancia siano scritti '''in nero'''):
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Prima tastiera - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
|Ripieno Acuto 3 File || 0.1/2'
|-
|Flauto a Camino || 8'
|-
|Sesquialtera 2 File || 2.2/3'-1.3/5'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8' bassi</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8' soprani</span>
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Seconda tastiera - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola di Gamba || 8'
|-
|Flauto a Cuspide || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Decimino || 1.1/3'
|-
|Pienino 3 File || 1'-0.2/3'-0.1/2'
|-
|Voce Celeste 2 File || 8'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba Armonica</span> ||<span style="color:#8b0000;">8'</span>
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Bordone || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Trombone</span> || <span style="color:#8b0000;">16'</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba Bassa</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span>
|-
|}
|}
Questa, invece, va bene:
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''I - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
|Ripieno acuto 3 file || 1/2'
|-
|Flauto a camino || 8'
|-
|Sesquialtera 2 file || 2.2/3'-1.3/5'
|-
|Tromba || 8' Bassi
|-
|Tromba || 8' Soprani
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola di gamba || 8'
|-
|Flauto a cuspide || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Decimino || 1.3/5'
|-
|Pienino 3 file || 1'
|-
|Voce celeste 2 file || 8'
|-
|Tromba armonica || 8'
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Bordone || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Trombone || 16'
|-
|Tromba bassa || 8'
|-
|}
|}
== Libri correlati ==
* {{libro|Organo a canne}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Stoplists|preposizione=sulle|etichetta=disposizioni foniche di organi a canne}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
[[Categoria:Musica]]
[[Categoria:Dewey 786]]
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2022-07-31T20:42:09Z
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wikitext
text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Le disposizioni foniche attualmente presenti in questo libro sono '''3791'''.
== Per il lettore ==
Ciascun organo a canne è uno strumento a sé, con una propria dignità indissolubilmente legata alla sua unicità. Non troveremo mai un organo uguale ad un altro, neppure nei rarissimi casi di strumenti costruiti in serie: avranno sempre qualcosa che li distinguerà fra di loro.
Come poter, dunque, descrivere uno strumento unico, in maniera tale che, senza suonarlo o ascoltarlo, sia possibile capire come è fatto? Grazie alla sua disposizione fonica: essa è l'elenco dei registri che compongono lo strumento, riportati in base alla loro appartenenza alle varie "divisioni" (manuale/i ed eventualmente pedale). Pertanto si tratta di un elemento fondamentale, l'unica vera grande ed esaustiva descrizione dello strumento, dal momento che un organo si differenzia da un altro fondamentalmente per i registri che ha.
Questo wikilibro si prefigge il compito di racchiudere al suo interno le disposizioni foniche di organi del presente e del passato, raggruppate in base alla loro collocazione all'interno di edifici che, per sviluppi culturali ed esigenze liturgiche, sono per la maggior parte destinati al culto.
La presente opera si rivolge, dunque, non solo allo studioso di organaria ed organologia, ma anche al curioso che vuol sapere come è fatto l'organo della chiesa tot, all'appassionato, all'organista che ha l'esigenza di conoscere le caratteristiche di un tal organo, a chiunque, in poche parole, sia interessato all'argomento.
== Per il contributore ==
Chiunque voglia contribuire all'edificazione del presente wikilibro, è il benvenuto, ed è pregato di seguire, per amor di uniformità, lo schema che può vedere nelle pagine già presenti.
Sono tuttavia doverose alcune raccomandazioni tecniche.
Una volta inserite una o più disposizioni foniche, il contributore è pregato di aggiornare il numero all'inizio di questa pagina.
=== Dei titoli ===
I titoli delle singole pagine seguono sempre questo schema:
Continente/Stato/Regione (o altra divisione amministrativa analoga)/Provincia (o altra divisione amministrativa analoga)/Comune/Località (che può essere anche il comune stesso, comunque si ripete) - Edificio
Ad esempio:
Europa/Italia/Lombardia/Città metropolitana di Milano/Milano/Milano - Cattedrale di Santa Maria Nascente
Nei nomi delle chiese, si scrive solo: ''Chiesa di...'', oppure ''Santuario di...'', oppure ''Basilica di...'', ''Cattedrale di...'' o ''Cattedrale metropolitana di...'', non ''Basilica Cattedrale Primaziale Metropolitana Santuario Protoecclesia di...''.
Se in un edificio ci sono più organi, vanno tutti nella stessa pagina. Le singole pagine non sono per organo, ma per edificio.
=== Delle tabelle riassuntive ===
Le tabelle riassuntive a inizio pagina, seguono questo schema:
* '''Costruttore:''' [nome e] cognome del costruttore/ditta costruttrice con, in caso, tra parentesi e in corsivo, il numero d'opera
* '''Anno:''' anno di costruzione (in caso, in nota, data dell'inaugurazione)
* '''Restauri/modifiche:''' elenco: nome di chi ha fatto il restauro e, tra parentesi, anno e tipologia di intervento
* '''Registri:''' numero dei registri (in caso di registri spezzati, ciascuno vale 1 e non 1/2)
* '''Canne:''' numero di canne
* '''Trasmissione:''' meccanica/pneumatico-tubolare/elettrica/elettronica/ecc. nel caso di mista, si scrive mista e poi si specifica tra parentesi
* '''Consolle:''' tipologia della consolle (a finestra, mobile/fissa indipendente, appoggiata, rivolta, ecc.) e posizione (al centro del coro, al centro della parete anteriore della cassa, su apposita cantoria, ecc.)
* '''Tastiere:''' n° di tastiere e di note ed estensione tra parentesi
* '''Pedaliera:''' tipologia di pedaliera (a leggio, dritta, concava, concavo-radiale), n° di note ed estensione tra parentesi
* '''Collocazione:''' n° dei corpi, posizione dei corpi.
Esempio:
* '''Costruttore:''' Pinco Pallino (''Opus 100'')
* '''Anno:''' 2019-2020
* '''Restauri/modifiche:''' Tizio Caio (2102, restauro conservativo), Sempronio (2156, modifiche e ampliamento)
* '''Registri:''' 36
* '''Canne:''' 3.562
* '''Trasmissione:''' mista (meccanica per i manuali e il pedale, elettronica per i registri)
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parete anteriore della cassa
* '''Tastiere:''' 3 di 56 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>5</small>'')
* '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 30 note (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in due corpi contrapposti, sulla cantoria in controfacciata
Nel caso di ottave scavezze:
* '''Tastiera:''' 1 di 50 note con prima ottava scavezza (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>5</small>'', Bassi/Soprani ''Do#<small>3</small>''/''Re<small>3</small>'')
* '''Pedaliera:''' a leggio di 18 note con prima ottava scavezza (''Do<small>1</small>''-''Sol#<small>2</small>''), priva di registri propri e costantemente unita al manuale
=== Delle disposizioni foniche ===
* I nomi delle divisioni vengono scritti nel seguente modo: '''I - ''Grand'Organo'''''; quello del pedale così: '''Pedale''';
* il nome della seconda o terza tastiera si riporta semplicemente, dopo il numero ordinale romano, come '''''Espressivo''''' e non come Recitativo, essendo un'impropria italianizzazione del francese ''Récit'';
* nel caso di aggettivi dopo il nome del manuale, essi sono riportati con la prima lettera minuscola (ad esempio: '''VI - ''Organo antico aperto''''');
* qualora i registri, sulla consolle, siano raggruppati per Concerto e Ripieno (ad esempio come avviene per la maggior parte degli organi ottocenteschi italiani), si segua questo schema ([[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Siena/Montalcino/Montisi - Chiesa delle Sante Flora e Lucilla|qui un esempio]]) e, nel caso di più manuali, si premetta sempre il numero e il nome (ad esempio: '''I - Organo eco ''Concerto''''');
* all'interno di ogni divisione vi sono due colonne, divise da doppia stanghetta verticale (<code><nowiki>||</nowiki></code>), che rispettivamente, da sinistra a destra, sono: 1) nome del registro con eventualmente indicato il numero di file, 2) altezza del registro in piedi con eventualmente specificata l'appartenenza ai soli Bassi o ai soli Soprani (esempio: <code><nowiki>Ripieno 5 file || 2' Soprani</nowiki></code>);
* tutti i nomi registri sono scritti con la prima lettera maiuscola, mentre le parole seguenti devono iniziare con la minuscola (ad esempio: ''Ripieno acuto 5 file'' e '''non''' ''Ripieno Acuto 5 File''), ad eccezione delle disposizioni in tedesco o nelle lingue che richiedono la maiuscola anche per tutti i sostantivi - nel caso non sia possibile reperire l'altezza in piedi delle mutazioni composte, si sposta il numero di file nel campo dell'altezza in piedi (esempio: <code><nowiki>Ripieno || 5 file</nowiki></code>);
* le mutazioni sono scritte con il numero intero separato da quello frazionario tramite un punto, così: ''5.1/3<nowiki>'</nowiki>''; qualora l'altezza sia solo frazionaria, si omette lo ''0.'' iniziale, così: ''1/4<nowiki>'</nowiki>'' e '''non''' ''0.1/4<nowiki>'</nowiki>'';
* nel caso di mutazioni composte, l'altezza in piedi è riportata solo relativamente alla prima fila, ad eccezione di quelle a due file (per non occupare troppo spazio) - qualora le altezze delle file successive presentino delle anomalie, si inseriscono in nota.
* i registri ad ancia sono scritti in rosso quando sono riportati così sulla consolle;
* non si inserisce il numero ordinale davanti a ciascun registro;
* non si riportano le unioni e gli accoppiamenti, né gli annullatori;
* il Tremolo si riporta all'interno di ciascuna divisione;
* gli accessori (ad esempio: Uccelliera, Zampogna ecc.) si riportano nel seguente modo prima della disposizione fonica: '''Accessori''': ''Uccelliera''; ''Zampogna''.
Quindi, in poche parole, questa disposizione '''non''' va bene (mettiamo che sulla consolle i registri ad ancia siano scritti '''in nero'''):
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Prima tastiera - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
|Ripieno Acuto 3 File || 0.1/2'
|-
|Flauto a Camino || 8'
|-
|Sesquialtera 2 File || 2.2/3'-1.3/5'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8' bassi</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8' soprani</span>
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Seconda tastiera - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola di Gamba || 8'
|-
|Flauto a Cuspide || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Decimino || 1.1/3'
|-
|Pienino 3 File || 1'-0.2/3'-0.1/2'
|-
|Voce Celeste 2 File || 8'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba Armonica</span> ||<span style="color:#8b0000;">8'</span>
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Bordone || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Trombone</span> || <span style="color:#8b0000;">16'</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba Bassa</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span>
|-
|}
|}
Questa, invece, va bene:
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
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| colspan=2 | '''I - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
|Ripieno acuto 3 file || 1/2'
|-
|Flauto a camino || 8'
|-
|Sesquialtera 2 file || 2.2/3'-1.3/5'
|-
|Tromba || 8' Bassi
|-
|Tromba || 8' Soprani
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola di gamba || 8'
|-
|Flauto a cuspide || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Decimino || 1.3/5'
|-
|Pienino 3 file || 1'
|-
|Voce celeste 2 file || 8'
|-
|Tromba armonica || 8'
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Bordone || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Trombone || 16'
|-
|Tromba bassa || 8'
|-
|}
|}
== Libri correlati ==
* {{libro|Organo a canne}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Stoplists|preposizione=sulle|etichetta=disposizioni foniche di organi a canne}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
[[Categoria:Musica]]
[[Categoria:Dewey 786]]
{{alfabetico|D}}
{{Avanzamento|0%|9 giugno 2020}}
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431083
2022-07-31T20:58:09Z
Pufui PcPifpef
7952
wikitext
text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Le disposizioni foniche attualmente presenti in questo libro sono '''3792'''.
== Per il lettore ==
Ciascun organo a canne è uno strumento a sé, con una propria dignità indissolubilmente legata alla sua unicità. Non troveremo mai un organo uguale ad un altro, neppure nei rarissimi casi di strumenti costruiti in serie: avranno sempre qualcosa che li distinguerà fra di loro.
Come poter, dunque, descrivere uno strumento unico, in maniera tale che, senza suonarlo o ascoltarlo, sia possibile capire come è fatto? Grazie alla sua disposizione fonica: essa è l'elenco dei registri che compongono lo strumento, riportati in base alla loro appartenenza alle varie "divisioni" (manuale/i ed eventualmente pedale). Pertanto si tratta di un elemento fondamentale, l'unica vera grande ed esaustiva descrizione dello strumento, dal momento che un organo si differenzia da un altro fondamentalmente per i registri che ha.
Questo wikilibro si prefigge il compito di racchiudere al suo interno le disposizioni foniche di organi del presente e del passato, raggruppate in base alla loro collocazione all'interno di edifici che, per sviluppi culturali ed esigenze liturgiche, sono per la maggior parte destinati al culto.
La presente opera si rivolge, dunque, non solo allo studioso di organaria ed organologia, ma anche al curioso che vuol sapere come è fatto l'organo della chiesa tot, all'appassionato, all'organista che ha l'esigenza di conoscere le caratteristiche di un tal organo, a chiunque, in poche parole, sia interessato all'argomento.
== Per il contributore ==
Chiunque voglia contribuire all'edificazione del presente wikilibro, è il benvenuto, ed è pregato di seguire, per amor di uniformità, lo schema che può vedere nelle pagine già presenti.
Sono tuttavia doverose alcune raccomandazioni tecniche.
Una volta inserite una o più disposizioni foniche, il contributore è pregato di aggiornare il numero all'inizio di questa pagina.
=== Dei titoli ===
I titoli delle singole pagine seguono sempre questo schema:
Continente/Stato/Regione (o altra divisione amministrativa analoga)/Provincia (o altra divisione amministrativa analoga)/Comune/Località (che può essere anche il comune stesso, comunque si ripete) - Edificio
Ad esempio:
Europa/Italia/Lombardia/Città metropolitana di Milano/Milano/Milano - Cattedrale di Santa Maria Nascente
Nei nomi delle chiese, si scrive solo: ''Chiesa di...'', oppure ''Santuario di...'', oppure ''Basilica di...'', ''Cattedrale di...'' o ''Cattedrale metropolitana di...'', non ''Basilica Cattedrale Primaziale Metropolitana Santuario Protoecclesia di...''.
Se in un edificio ci sono più organi, vanno tutti nella stessa pagina. Le singole pagine non sono per organo, ma per edificio.
=== Delle tabelle riassuntive ===
Le tabelle riassuntive a inizio pagina, seguono questo schema:
* '''Costruttore:''' [nome e] cognome del costruttore/ditta costruttrice con, in caso, tra parentesi e in corsivo, il numero d'opera
* '''Anno:''' anno di costruzione (in caso, in nota, data dell'inaugurazione)
* '''Restauri/modifiche:''' elenco: nome di chi ha fatto il restauro e, tra parentesi, anno e tipologia di intervento
* '''Registri:''' numero dei registri (in caso di registri spezzati, ciascuno vale 1 e non 1/2)
* '''Canne:''' numero di canne
* '''Trasmissione:''' meccanica/pneumatico-tubolare/elettrica/elettronica/ecc. nel caso di mista, si scrive mista e poi si specifica tra parentesi
* '''Consolle:''' tipologia della consolle (a finestra, mobile/fissa indipendente, appoggiata, rivolta, ecc.) e posizione (al centro del coro, al centro della parete anteriore della cassa, su apposita cantoria, ecc.)
* '''Tastiere:''' n° di tastiere e di note ed estensione tra parentesi
* '''Pedaliera:''' tipologia di pedaliera (a leggio, dritta, concava, concavo-radiale), n° di note ed estensione tra parentesi
* '''Collocazione:''' n° dei corpi, posizione dei corpi.
Esempio:
* '''Costruttore:''' Pinco Pallino (''Opus 100'')
* '''Anno:''' 2019-2020
* '''Restauri/modifiche:''' Tizio Caio (2102, restauro conservativo), Sempronio (2156, modifiche e ampliamento)
* '''Registri:''' 36
* '''Canne:''' 3.562
* '''Trasmissione:''' mista (meccanica per i manuali e il pedale, elettronica per i registri)
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parete anteriore della cassa
* '''Tastiere:''' 3 di 56 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>5</small>'')
* '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 30 note (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in due corpi contrapposti, sulla cantoria in controfacciata
Nel caso di ottave scavezze:
* '''Tastiera:''' 1 di 50 note con prima ottava scavezza (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>5</small>'', Bassi/Soprani ''Do#<small>3</small>''/''Re<small>3</small>'')
* '''Pedaliera:''' a leggio di 18 note con prima ottava scavezza (''Do<small>1</small>''-''Sol#<small>2</small>''), priva di registri propri e costantemente unita al manuale
=== Delle disposizioni foniche ===
* I nomi delle divisioni vengono scritti nel seguente modo: '''I - ''Grand'Organo'''''; quello del pedale così: '''Pedale''';
* il nome della seconda o terza tastiera si riporta semplicemente, dopo il numero ordinale romano, come '''''Espressivo''''' e non come Recitativo, essendo un'impropria italianizzazione del francese ''Récit'';
* nel caso di aggettivi dopo il nome del manuale, essi sono riportati con la prima lettera minuscola (ad esempio: '''VI - ''Organo antico aperto''''');
* qualora i registri, sulla consolle, siano raggruppati per Concerto e Ripieno (ad esempio come avviene per la maggior parte degli organi ottocenteschi italiani), si segua questo schema ([[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Siena/Montalcino/Montisi - Chiesa delle Sante Flora e Lucilla|qui un esempio]]) e, nel caso di più manuali, si premetta sempre il numero e il nome (ad esempio: '''I - Organo eco ''Concerto''''');
* all'interno di ogni divisione vi sono due colonne, divise da doppia stanghetta verticale (<code><nowiki>||</nowiki></code>), che rispettivamente, da sinistra a destra, sono: 1) nome del registro con eventualmente indicato il numero di file, 2) altezza del registro in piedi con eventualmente specificata l'appartenenza ai soli Bassi o ai soli Soprani (esempio: <code><nowiki>Ripieno 5 file || 2' Soprani</nowiki></code>);
* tutti i nomi registri sono scritti con la prima lettera maiuscola, mentre le parole seguenti devono iniziare con la minuscola (ad esempio: ''Ripieno acuto 5 file'' e '''non''' ''Ripieno Acuto 5 File''), ad eccezione delle disposizioni in tedesco o nelle lingue che richiedono la maiuscola anche per tutti i sostantivi - nel caso non sia possibile reperire l'altezza in piedi delle mutazioni composte, si sposta il numero di file nel campo dell'altezza in piedi (esempio: <code><nowiki>Ripieno || 5 file</nowiki></code>);
* le mutazioni sono scritte con il numero intero separato da quello frazionario tramite un punto, così: ''5.1/3<nowiki>'</nowiki>''; qualora l'altezza sia solo frazionaria, si omette lo ''0.'' iniziale, così: ''1/4<nowiki>'</nowiki>'' e '''non''' ''0.1/4<nowiki>'</nowiki>'';
* nel caso di mutazioni composte, l'altezza in piedi è riportata solo relativamente alla prima fila, ad eccezione di quelle a due file (per non occupare troppo spazio) - qualora le altezze delle file successive presentino delle anomalie, si inseriscono in nota.
* i registri ad ancia sono scritti in rosso quando sono riportati così sulla consolle;
* non si inserisce il numero ordinale davanti a ciascun registro;
* non si riportano le unioni e gli accoppiamenti, né gli annullatori;
* il Tremolo si riporta all'interno di ciascuna divisione;
* gli accessori (ad esempio: Uccelliera, Zampogna ecc.) si riportano nel seguente modo prima della disposizione fonica: '''Accessori''': ''Uccelliera''; ''Zampogna''.
Quindi, in poche parole, questa disposizione '''non''' va bene (mettiamo che sulla consolle i registri ad ancia siano scritti '''in nero'''):
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Prima tastiera - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
|Ripieno Acuto 3 File || 0.1/2'
|-
|Flauto a Camino || 8'
|-
|Sesquialtera 2 File || 2.2/3'-1.3/5'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8' bassi</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8' soprani</span>
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Seconda tastiera - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola di Gamba || 8'
|-
|Flauto a Cuspide || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Decimino || 1.1/3'
|-
|Pienino 3 File || 1'-0.2/3'-0.1/2'
|-
|Voce Celeste 2 File || 8'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba Armonica</span> ||<span style="color:#8b0000;">8'</span>
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Bordone || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Trombone</span> || <span style="color:#8b0000;">16'</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba Bassa</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span>
|-
|}
|}
Questa, invece, va bene:
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''I - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
|Ripieno acuto 3 file || 1/2'
|-
|Flauto a camino || 8'
|-
|Sesquialtera 2 file || 2.2/3'-1.3/5'
|-
|Tromba || 8' Bassi
|-
|Tromba || 8' Soprani
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola di gamba || 8'
|-
|Flauto a cuspide || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Decimino || 1.3/5'
|-
|Pienino 3 file || 1'
|-
|Voce celeste 2 file || 8'
|-
|Tromba armonica || 8'
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Bordone || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Trombone || 16'
|-
|Tromba bassa || 8'
|-
|}
|}
== Libri correlati ==
* {{libro|Organo a canne}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Stoplists|preposizione=sulle|etichetta=disposizioni foniche di organi a canne}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
[[Categoria:Musica]]
[[Categoria:Dewey 786]]
{{alfabetico|D}}
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{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Le disposizioni foniche attualmente presenti in questo libro sono '''3793'''.
== Per il lettore ==
Ciascun organo a canne è uno strumento a sé, con una propria dignità indissolubilmente legata alla sua unicità. Non troveremo mai un organo uguale ad un altro, neppure nei rarissimi casi di strumenti costruiti in serie: avranno sempre qualcosa che li distinguerà fra di loro.
Come poter, dunque, descrivere uno strumento unico, in maniera tale che, senza suonarlo o ascoltarlo, sia possibile capire come è fatto? Grazie alla sua disposizione fonica: essa è l'elenco dei registri che compongono lo strumento, riportati in base alla loro appartenenza alle varie "divisioni" (manuale/i ed eventualmente pedale). Pertanto si tratta di un elemento fondamentale, l'unica vera grande ed esaustiva descrizione dello strumento, dal momento che un organo si differenzia da un altro fondamentalmente per i registri che ha.
Questo wikilibro si prefigge il compito di racchiudere al suo interno le disposizioni foniche di organi del presente e del passato, raggruppate in base alla loro collocazione all'interno di edifici che, per sviluppi culturali ed esigenze liturgiche, sono per la maggior parte destinati al culto.
La presente opera si rivolge, dunque, non solo allo studioso di organaria ed organologia, ma anche al curioso che vuol sapere come è fatto l'organo della chiesa tot, all'appassionato, all'organista che ha l'esigenza di conoscere le caratteristiche di un tal organo, a chiunque, in poche parole, sia interessato all'argomento.
== Per il contributore ==
Chiunque voglia contribuire all'edificazione del presente wikilibro, è il benvenuto, ed è pregato di seguire, per amor di uniformità, lo schema che può vedere nelle pagine già presenti.
Sono tuttavia doverose alcune raccomandazioni tecniche.
Una volta inserite una o più disposizioni foniche, il contributore è pregato di aggiornare il numero all'inizio di questa pagina.
=== Dei titoli ===
I titoli delle singole pagine seguono sempre questo schema:
Continente/Stato/Regione (o altra divisione amministrativa analoga)/Provincia (o altra divisione amministrativa analoga)/Comune/Località (che può essere anche il comune stesso, comunque si ripete) - Edificio
Ad esempio:
Europa/Italia/Lombardia/Città metropolitana di Milano/Milano/Milano - Cattedrale di Santa Maria Nascente
Nei nomi delle chiese, si scrive solo: ''Chiesa di...'', oppure ''Santuario di...'', oppure ''Basilica di...'', ''Cattedrale di...'' o ''Cattedrale metropolitana di...'', non ''Basilica Cattedrale Primaziale Metropolitana Santuario Protoecclesia di...''.
Se in un edificio ci sono più organi, vanno tutti nella stessa pagina. Le singole pagine non sono per organo, ma per edificio.
=== Delle tabelle riassuntive ===
Le tabelle riassuntive a inizio pagina, seguono questo schema:
* '''Costruttore:''' [nome e] cognome del costruttore/ditta costruttrice con, in caso, tra parentesi e in corsivo, il numero d'opera
* '''Anno:''' anno di costruzione (in caso, in nota, data dell'inaugurazione)
* '''Restauri/modifiche:''' elenco: nome di chi ha fatto il restauro e, tra parentesi, anno e tipologia di intervento
* '''Registri:''' numero dei registri (in caso di registri spezzati, ciascuno vale 1 e non 1/2)
* '''Canne:''' numero di canne
* '''Trasmissione:''' meccanica/pneumatico-tubolare/elettrica/elettronica/ecc. nel caso di mista, si scrive mista e poi si specifica tra parentesi
* '''Consolle:''' tipologia della consolle (a finestra, mobile/fissa indipendente, appoggiata, rivolta, ecc.) e posizione (al centro del coro, al centro della parete anteriore della cassa, su apposita cantoria, ecc.)
* '''Tastiere:''' n° di tastiere e di note ed estensione tra parentesi
* '''Pedaliera:''' tipologia di pedaliera (a leggio, dritta, concava, concavo-radiale), n° di note ed estensione tra parentesi
* '''Collocazione:''' n° dei corpi, posizione dei corpi.
Esempio:
* '''Costruttore:''' Pinco Pallino (''Opus 100'')
* '''Anno:''' 2019-2020
* '''Restauri/modifiche:''' Tizio Caio (2102, restauro conservativo), Sempronio (2156, modifiche e ampliamento)
* '''Registri:''' 36
* '''Canne:''' 3.562
* '''Trasmissione:''' mista (meccanica per i manuali e il pedale, elettronica per i registri)
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parete anteriore della cassa
* '''Tastiere:''' 3 di 56 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>5</small>'')
* '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 30 note (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in due corpi contrapposti, sulla cantoria in controfacciata
Nel caso di ottave scavezze:
* '''Tastiera:''' 1 di 50 note con prima ottava scavezza (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>5</small>'', Bassi/Soprani ''Do#<small>3</small>''/''Re<small>3</small>'')
* '''Pedaliera:''' a leggio di 18 note con prima ottava scavezza (''Do<small>1</small>''-''Sol#<small>2</small>''), priva di registri propri e costantemente unita al manuale
=== Delle disposizioni foniche ===
* I nomi delle divisioni vengono scritti nel seguente modo: '''I - ''Grand'Organo'''''; quello del pedale così: '''Pedale''';
* il nome della seconda o terza tastiera si riporta semplicemente, dopo il numero ordinale romano, come '''''Espressivo''''' e non come Recitativo, essendo un'impropria italianizzazione del francese ''Récit'';
* nel caso di aggettivi dopo il nome del manuale, essi sono riportati con la prima lettera minuscola (ad esempio: '''VI - ''Organo antico aperto''''');
* qualora i registri, sulla consolle, siano raggruppati per Concerto e Ripieno (ad esempio come avviene per la maggior parte degli organi ottocenteschi italiani), si segua questo schema ([[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Siena/Montalcino/Montisi - Chiesa delle Sante Flora e Lucilla|qui un esempio]]) e, nel caso di più manuali, si premetta sempre il numero e il nome (ad esempio: '''I - Organo eco ''Concerto''''');
* all'interno di ogni divisione vi sono due colonne, divise da doppia stanghetta verticale (<code><nowiki>||</nowiki></code>), che rispettivamente, da sinistra a destra, sono: 1) nome del registro con eventualmente indicato il numero di file, 2) altezza del registro in piedi con eventualmente specificata l'appartenenza ai soli Bassi o ai soli Soprani (esempio: <code><nowiki>Ripieno 5 file || 2' Soprani</nowiki></code>);
* tutti i nomi registri sono scritti con la prima lettera maiuscola, mentre le parole seguenti devono iniziare con la minuscola (ad esempio: ''Ripieno acuto 5 file'' e '''non''' ''Ripieno Acuto 5 File''), ad eccezione delle disposizioni in tedesco o nelle lingue che richiedono la maiuscola anche per tutti i sostantivi - nel caso non sia possibile reperire l'altezza in piedi delle mutazioni composte, si sposta il numero di file nel campo dell'altezza in piedi (esempio: <code><nowiki>Ripieno || 5 file</nowiki></code>);
* le mutazioni sono scritte con il numero intero separato da quello frazionario tramite un punto, così: ''5.1/3<nowiki>'</nowiki>''; qualora l'altezza sia solo frazionaria, si omette lo ''0.'' iniziale, così: ''1/4<nowiki>'</nowiki>'' e '''non''' ''0.1/4<nowiki>'</nowiki>'';
* nel caso di mutazioni composte, l'altezza in piedi è riportata solo relativamente alla prima fila, ad eccezione di quelle a due file (per non occupare troppo spazio) - qualora le altezze delle file successive presentino delle anomalie, si inseriscono in nota.
* i registri ad ancia sono scritti in rosso quando sono riportati così sulla consolle;
* non si inserisce il numero ordinale davanti a ciascun registro;
* non si riportano le unioni e gli accoppiamenti, né gli annullatori;
* il Tremolo si riporta all'interno di ciascuna divisione;
* gli accessori (ad esempio: Uccelliera, Zampogna ecc.) si riportano nel seguente modo prima della disposizione fonica: '''Accessori''': ''Uccelliera''; ''Zampogna''.
Quindi, in poche parole, questa disposizione '''non''' va bene (mettiamo che sulla consolle i registri ad ancia siano scritti '''in nero'''):
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| colspan=2 | '''Prima tastiera - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
|Ripieno Acuto 3 File || 0.1/2'
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|Flauto a Camino || 8'
|-
|Sesquialtera 2 File || 2.2/3'-1.3/5'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8' bassi</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8' soprani</span>
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|Tremolo
|-
|}
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| colspan=2 | '''Seconda tastiera - ''Espressivo'''''
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|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola di Gamba || 8'
|-
|Flauto a Cuspide || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Decimino || 1.1/3'
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|Voce Celeste 2 File || 8'
|-
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|Tremolo
|-
|}
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|-
|Contrabbasso || 16'
|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|}
Questa, invece, va bene:
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----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
|Ripieno acuto 3 file || 1/2'
|-
|Flauto a camino || 8'
|-
|Sesquialtera 2 file || 2.2/3'-1.3/5'
|-
|Tromba || 8' Bassi
|-
|Tromba || 8' Soprani
|-
|Tremolo
|-
|}
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| colspan=2 | '''II - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola di gamba || 8'
|-
|Flauto a cuspide || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Decimino || 1.3/5'
|-
|Pienino 3 file || 1'
|-
|Voce celeste 2 file || 8'
|-
|Tromba armonica || 8'
|-
|Tremolo
|-
|}
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----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Bordone || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Trombone || 16'
|-
|Tromba bassa || 8'
|-
|}
|}
== Libri correlati ==
* {{libro|Organo a canne}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Stoplists|preposizione=sulle|etichetta=disposizioni foniche di organi a canne}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
[[Categoria:Musica]]
[[Categoria:Dewey 786]]
{{alfabetico|D}}
{{Avanzamento|0%|9 giugno 2020}}
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Pufui PcPifpef
7952
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{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Le disposizioni foniche attualmente presenti in questo libro sono '''3794'''.
== Per il lettore ==
Ciascun organo a canne è uno strumento a sé, con una propria dignità indissolubilmente legata alla sua unicità. Non troveremo mai un organo uguale ad un altro, neppure nei rarissimi casi di strumenti costruiti in serie: avranno sempre qualcosa che li distinguerà fra di loro.
Come poter, dunque, descrivere uno strumento unico, in maniera tale che, senza suonarlo o ascoltarlo, sia possibile capire come è fatto? Grazie alla sua disposizione fonica: essa è l'elenco dei registri che compongono lo strumento, riportati in base alla loro appartenenza alle varie "divisioni" (manuale/i ed eventualmente pedale). Pertanto si tratta di un elemento fondamentale, l'unica vera grande ed esaustiva descrizione dello strumento, dal momento che un organo si differenzia da un altro fondamentalmente per i registri che ha.
Questo wikilibro si prefigge il compito di racchiudere al suo interno le disposizioni foniche di organi del presente e del passato, raggruppate in base alla loro collocazione all'interno di edifici che, per sviluppi culturali ed esigenze liturgiche, sono per la maggior parte destinati al culto.
La presente opera si rivolge, dunque, non solo allo studioso di organaria ed organologia, ma anche al curioso che vuol sapere come è fatto l'organo della chiesa tot, all'appassionato, all'organista che ha l'esigenza di conoscere le caratteristiche di un tal organo, a chiunque, in poche parole, sia interessato all'argomento.
== Per il contributore ==
Chiunque voglia contribuire all'edificazione del presente wikilibro, è il benvenuto, ed è pregato di seguire, per amor di uniformità, lo schema che può vedere nelle pagine già presenti.
Sono tuttavia doverose alcune raccomandazioni tecniche.
Una volta inserite una o più disposizioni foniche, il contributore è pregato di aggiornare il numero all'inizio di questa pagina.
=== Dei titoli ===
I titoli delle singole pagine seguono sempre questo schema:
Continente/Stato/Regione (o altra divisione amministrativa analoga)/Provincia (o altra divisione amministrativa analoga)/Comune/Località (che può essere anche il comune stesso, comunque si ripete) - Edificio
Ad esempio:
Europa/Italia/Lombardia/Città metropolitana di Milano/Milano/Milano - Cattedrale di Santa Maria Nascente
Nei nomi delle chiese, si scrive solo: ''Chiesa di...'', oppure ''Santuario di...'', oppure ''Basilica di...'', ''Cattedrale di...'' o ''Cattedrale metropolitana di...'', non ''Basilica Cattedrale Primaziale Metropolitana Santuario Protoecclesia di...''.
Se in un edificio ci sono più organi, vanno tutti nella stessa pagina. Le singole pagine non sono per organo, ma per edificio.
=== Delle tabelle riassuntive ===
Le tabelle riassuntive a inizio pagina, seguono questo schema:
* '''Costruttore:''' [nome e] cognome del costruttore/ditta costruttrice con, in caso, tra parentesi e in corsivo, il numero d'opera
* '''Anno:''' anno di costruzione (in caso, in nota, data dell'inaugurazione)
* '''Restauri/modifiche:''' elenco: nome di chi ha fatto il restauro e, tra parentesi, anno e tipologia di intervento
* '''Registri:''' numero dei registri (in caso di registri spezzati, ciascuno vale 1 e non 1/2)
* '''Canne:''' numero di canne
* '''Trasmissione:''' meccanica/pneumatico-tubolare/elettrica/elettronica/ecc. nel caso di mista, si scrive mista e poi si specifica tra parentesi
* '''Consolle:''' tipologia della consolle (a finestra, mobile/fissa indipendente, appoggiata, rivolta, ecc.) e posizione (al centro del coro, al centro della parete anteriore della cassa, su apposita cantoria, ecc.)
* '''Tastiere:''' n° di tastiere e di note ed estensione tra parentesi
* '''Pedaliera:''' tipologia di pedaliera (a leggio, dritta, concava, concavo-radiale), n° di note ed estensione tra parentesi
* '''Collocazione:''' n° dei corpi, posizione dei corpi.
Esempio:
* '''Costruttore:''' Pinco Pallino (''Opus 100'')
* '''Anno:''' 2019-2020
* '''Restauri/modifiche:''' Tizio Caio (2102, restauro conservativo), Sempronio (2156, modifiche e ampliamento)
* '''Registri:''' 36
* '''Canne:''' 3.562
* '''Trasmissione:''' mista (meccanica per i manuali e il pedale, elettronica per i registri)
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parete anteriore della cassa
* '''Tastiere:''' 3 di 56 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>5</small>'')
* '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 30 note (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in due corpi contrapposti, sulla cantoria in controfacciata
Nel caso di ottave scavezze:
* '''Tastiera:''' 1 di 50 note con prima ottava scavezza (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>5</small>'', Bassi/Soprani ''Do#<small>3</small>''/''Re<small>3</small>'')
* '''Pedaliera:''' a leggio di 18 note con prima ottava scavezza (''Do<small>1</small>''-''Sol#<small>2</small>''), priva di registri propri e costantemente unita al manuale
=== Delle disposizioni foniche ===
* I nomi delle divisioni vengono scritti nel seguente modo: '''I - ''Grand'Organo'''''; quello del pedale così: '''Pedale''';
* il nome della seconda o terza tastiera si riporta semplicemente, dopo il numero ordinale romano, come '''''Espressivo''''' e non come Recitativo, essendo un'impropria italianizzazione del francese ''Récit'';
* nel caso di aggettivi dopo il nome del manuale, essi sono riportati con la prima lettera minuscola (ad esempio: '''VI - ''Organo antico aperto''''');
* qualora i registri, sulla consolle, siano raggruppati per Concerto e Ripieno (ad esempio come avviene per la maggior parte degli organi ottocenteschi italiani), si segua questo schema ([[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Siena/Montalcino/Montisi - Chiesa delle Sante Flora e Lucilla|qui un esempio]]) e, nel caso di più manuali, si premetta sempre il numero e il nome (ad esempio: '''I - Organo eco ''Concerto''''');
* all'interno di ogni divisione vi sono due colonne, divise da doppia stanghetta verticale (<code><nowiki>||</nowiki></code>), che rispettivamente, da sinistra a destra, sono: 1) nome del registro con eventualmente indicato il numero di file, 2) altezza del registro in piedi con eventualmente specificata l'appartenenza ai soli Bassi o ai soli Soprani (esempio: <code><nowiki>Ripieno 5 file || 2' Soprani</nowiki></code>);
* tutti i nomi registri sono scritti con la prima lettera maiuscola, mentre le parole seguenti devono iniziare con la minuscola (ad esempio: ''Ripieno acuto 5 file'' e '''non''' ''Ripieno Acuto 5 File''), ad eccezione delle disposizioni in tedesco o nelle lingue che richiedono la maiuscola anche per tutti i sostantivi - nel caso non sia possibile reperire l'altezza in piedi delle mutazioni composte, si sposta il numero di file nel campo dell'altezza in piedi (esempio: <code><nowiki>Ripieno || 5 file</nowiki></code>);
* le mutazioni sono scritte con il numero intero separato da quello frazionario tramite un punto, così: ''5.1/3<nowiki>'</nowiki>''; qualora l'altezza sia solo frazionaria, si omette lo ''0.'' iniziale, così: ''1/4<nowiki>'</nowiki>'' e '''non''' ''0.1/4<nowiki>'</nowiki>'';
* nel caso di mutazioni composte, l'altezza in piedi è riportata solo relativamente alla prima fila, ad eccezione di quelle a due file (per non occupare troppo spazio) - qualora le altezze delle file successive presentino delle anomalie, si inseriscono in nota.
* i registri ad ancia sono scritti in rosso quando sono riportati così sulla consolle;
* non si inserisce il numero ordinale davanti a ciascun registro;
* non si riportano le unioni e gli accoppiamenti, né gli annullatori;
* il Tremolo si riporta all'interno di ciascuna divisione;
* gli accessori (ad esempio: Uccelliera, Zampogna ecc.) si riportano nel seguente modo prima della disposizione fonica: '''Accessori''': ''Uccelliera''; ''Zampogna''.
Quindi, in poche parole, questa disposizione '''non''' va bene (mettiamo che sulla consolle i registri ad ancia siano scritti '''in nero'''):
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Prima tastiera - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
|Ripieno Acuto 3 File || 0.1/2'
|-
|Flauto a Camino || 8'
|-
|Sesquialtera 2 File || 2.2/3'-1.3/5'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8' bassi</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8' soprani</span>
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Seconda tastiera - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola di Gamba || 8'
|-
|Flauto a Cuspide || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Decimino || 1.1/3'
|-
|Pienino 3 File || 1'-0.2/3'-0.1/2'
|-
|Voce Celeste 2 File || 8'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba Armonica</span> ||<span style="color:#8b0000;">8'</span>
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Bordone || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Trombone</span> || <span style="color:#8b0000;">16'</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba Bassa</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span>
|-
|}
|}
Questa, invece, va bene:
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''I - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
|Ripieno acuto 3 file || 1/2'
|-
|Flauto a camino || 8'
|-
|Sesquialtera 2 file || 2.2/3'-1.3/5'
|-
|Tromba || 8' Bassi
|-
|Tromba || 8' Soprani
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola di gamba || 8'
|-
|Flauto a cuspide || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Decimino || 1.3/5'
|-
|Pienino 3 file || 1'
|-
|Voce celeste 2 file || 8'
|-
|Tromba armonica || 8'
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Bordone || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Trombone || 16'
|-
|Tromba bassa || 8'
|-
|}
|}
== Libri correlati ==
* {{libro|Organo a canne}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Stoplists|preposizione=sulle|etichetta=disposizioni foniche di organi a canne}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
[[Categoria:Musica]]
[[Categoria:Dewey 786]]
{{alfabetico|D}}
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wikitext
text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Le disposizioni foniche attualmente presenti in questo libro sono '''3795'''.
== Per il lettore ==
Ciascun organo a canne è uno strumento a sé, con una propria dignità indissolubilmente legata alla sua unicità. Non troveremo mai un organo uguale ad un altro, neppure nei rarissimi casi di strumenti costruiti in serie: avranno sempre qualcosa che li distinguerà fra di loro.
Come poter, dunque, descrivere uno strumento unico, in maniera tale che, senza suonarlo o ascoltarlo, sia possibile capire come è fatto? Grazie alla sua disposizione fonica: essa è l'elenco dei registri che compongono lo strumento, riportati in base alla loro appartenenza alle varie "divisioni" (manuale/i ed eventualmente pedale). Pertanto si tratta di un elemento fondamentale, l'unica vera grande ed esaustiva descrizione dello strumento, dal momento che un organo si differenzia da un altro fondamentalmente per i registri che ha.
Questo wikilibro si prefigge il compito di racchiudere al suo interno le disposizioni foniche di organi del presente e del passato, raggruppate in base alla loro collocazione all'interno di edifici che, per sviluppi culturali ed esigenze liturgiche, sono per la maggior parte destinati al culto.
La presente opera si rivolge, dunque, non solo allo studioso di organaria ed organologia, ma anche al curioso che vuol sapere come è fatto l'organo della chiesa tot, all'appassionato, all'organista che ha l'esigenza di conoscere le caratteristiche di un tal organo, a chiunque, in poche parole, sia interessato all'argomento.
== Per il contributore ==
Chiunque voglia contribuire all'edificazione del presente wikilibro, è il benvenuto, ed è pregato di seguire, per amor di uniformità, lo schema che può vedere nelle pagine già presenti.
Sono tuttavia doverose alcune raccomandazioni tecniche.
Una volta inserite una o più disposizioni foniche, il contributore è pregato di aggiornare il numero all'inizio di questa pagina.
=== Dei titoli ===
I titoli delle singole pagine seguono sempre questo schema:
Continente/Stato/Regione (o altra divisione amministrativa analoga)/Provincia (o altra divisione amministrativa analoga)/Comune/Località (che può essere anche il comune stesso, comunque si ripete) - Edificio
Ad esempio:
Europa/Italia/Lombardia/Città metropolitana di Milano/Milano/Milano - Cattedrale di Santa Maria Nascente
Nei nomi delle chiese, si scrive solo: ''Chiesa di...'', oppure ''Santuario di...'', oppure ''Basilica di...'', ''Cattedrale di...'' o ''Cattedrale metropolitana di...'', non ''Basilica Cattedrale Primaziale Metropolitana Santuario Protoecclesia di...''.
Se in un edificio ci sono più organi, vanno tutti nella stessa pagina. Le singole pagine non sono per organo, ma per edificio.
=== Delle tabelle riassuntive ===
Le tabelle riassuntive a inizio pagina, seguono questo schema:
* '''Costruttore:''' [nome e] cognome del costruttore/ditta costruttrice con, in caso, tra parentesi e in corsivo, il numero d'opera
* '''Anno:''' anno di costruzione (in caso, in nota, data dell'inaugurazione)
* '''Restauri/modifiche:''' elenco: nome di chi ha fatto il restauro e, tra parentesi, anno e tipologia di intervento
* '''Registri:''' numero dei registri (in caso di registri spezzati, ciascuno vale 1 e non 1/2)
* '''Canne:''' numero di canne
* '''Trasmissione:''' meccanica/pneumatico-tubolare/elettrica/elettronica/ecc. nel caso di mista, si scrive mista e poi si specifica tra parentesi
* '''Consolle:''' tipologia della consolle (a finestra, mobile/fissa indipendente, appoggiata, rivolta, ecc.) e posizione (al centro del coro, al centro della parete anteriore della cassa, su apposita cantoria, ecc.)
* '''Tastiere:''' n° di tastiere e di note ed estensione tra parentesi
* '''Pedaliera:''' tipologia di pedaliera (a leggio, dritta, concava, concavo-radiale), n° di note ed estensione tra parentesi
* '''Collocazione:''' n° dei corpi, posizione dei corpi.
Esempio:
* '''Costruttore:''' Pinco Pallino (''Opus 100'')
* '''Anno:''' 2019-2020
* '''Restauri/modifiche:''' Tizio Caio (2102, restauro conservativo), Sempronio (2156, modifiche e ampliamento)
* '''Registri:''' 36
* '''Canne:''' 3.562
* '''Trasmissione:''' mista (meccanica per i manuali e il pedale, elettronica per i registri)
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parete anteriore della cassa
* '''Tastiere:''' 3 di 56 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>5</small>'')
* '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 30 note (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in due corpi contrapposti, sulla cantoria in controfacciata
Nel caso di ottave scavezze:
* '''Tastiera:''' 1 di 50 note con prima ottava scavezza (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>5</small>'', Bassi/Soprani ''Do#<small>3</small>''/''Re<small>3</small>'')
* '''Pedaliera:''' a leggio di 18 note con prima ottava scavezza (''Do<small>1</small>''-''Sol#<small>2</small>''), priva di registri propri e costantemente unita al manuale
=== Delle disposizioni foniche ===
* I nomi delle divisioni vengono scritti nel seguente modo: '''I - ''Grand'Organo'''''; quello del pedale così: '''Pedale''';
* il nome della seconda o terza tastiera si riporta semplicemente, dopo il numero ordinale romano, come '''''Espressivo''''' e non come Recitativo, essendo un'impropria italianizzazione del francese ''Récit'';
* nel caso di aggettivi dopo il nome del manuale, essi sono riportati con la prima lettera minuscola (ad esempio: '''VI - ''Organo antico aperto''''');
* qualora i registri, sulla consolle, siano raggruppati per Concerto e Ripieno (ad esempio come avviene per la maggior parte degli organi ottocenteschi italiani), si segua questo schema ([[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Siena/Montalcino/Montisi - Chiesa delle Sante Flora e Lucilla|qui un esempio]]) e, nel caso di più manuali, si premetta sempre il numero e il nome (ad esempio: '''I - Organo eco ''Concerto''''');
* all'interno di ogni divisione vi sono due colonne, divise da doppia stanghetta verticale (<code><nowiki>||</nowiki></code>), che rispettivamente, da sinistra a destra, sono: 1) nome del registro con eventualmente indicato il numero di file, 2) altezza del registro in piedi con eventualmente specificata l'appartenenza ai soli Bassi o ai soli Soprani (esempio: <code><nowiki>Ripieno 5 file || 2' Soprani</nowiki></code>);
* tutti i nomi registri sono scritti con la prima lettera maiuscola, mentre le parole seguenti devono iniziare con la minuscola (ad esempio: ''Ripieno acuto 5 file'' e '''non''' ''Ripieno Acuto 5 File''), ad eccezione delle disposizioni in tedesco o nelle lingue che richiedono la maiuscola anche per tutti i sostantivi - nel caso non sia possibile reperire l'altezza in piedi delle mutazioni composte, si sposta il numero di file nel campo dell'altezza in piedi (esempio: <code><nowiki>Ripieno || 5 file</nowiki></code>);
* le mutazioni sono scritte con il numero intero separato da quello frazionario tramite un punto, così: ''5.1/3<nowiki>'</nowiki>''; qualora l'altezza sia solo frazionaria, si omette lo ''0.'' iniziale, così: ''1/4<nowiki>'</nowiki>'' e '''non''' ''0.1/4<nowiki>'</nowiki>'';
* nel caso di mutazioni composte, l'altezza in piedi è riportata solo relativamente alla prima fila, ad eccezione di quelle a due file (per non occupare troppo spazio) - qualora le altezze delle file successive presentino delle anomalie, si inseriscono in nota.
* i registri ad ancia sono scritti in rosso quando sono riportati così sulla consolle;
* non si inserisce il numero ordinale davanti a ciascun registro;
* non si riportano le unioni e gli accoppiamenti, né gli annullatori;
* il Tremolo si riporta all'interno di ciascuna divisione;
* gli accessori (ad esempio: Uccelliera, Zampogna ecc.) si riportano nel seguente modo prima della disposizione fonica: '''Accessori''': ''Uccelliera''; ''Zampogna''.
Quindi, in poche parole, questa disposizione '''non''' va bene (mettiamo che sulla consolle i registri ad ancia siano scritti '''in nero'''):
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| colspan=2 | '''Prima tastiera - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
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|-
|Flauto a Camino || 8'
|-
|Sesquialtera 2 File || 2.2/3'-1.3/5'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8' bassi</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8' soprani</span>
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Seconda tastiera - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola di Gamba || 8'
|-
|Flauto a Cuspide || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Decimino || 1.1/3'
|-
|Pienino 3 File || 1'-0.2/3'-0.1/2'
|-
|Voce Celeste 2 File || 8'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba Armonica</span> ||<span style="color:#8b0000;">8'</span>
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Bordone || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Trombone</span> || <span style="color:#8b0000;">16'</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba Bassa</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span>
|-
|}
|}
Questa, invece, va bene:
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
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{| border="0"
| colspan=2 | '''I - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
|Ripieno acuto 3 file || 1/2'
|-
|Flauto a camino || 8'
|-
|Sesquialtera 2 file || 2.2/3'-1.3/5'
|-
|Tromba || 8' Bassi
|-
|Tromba || 8' Soprani
|-
|Tremolo
|-
|}
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{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola di gamba || 8'
|-
|Flauto a cuspide || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Decimino || 1.3/5'
|-
|Pienino 3 file || 1'
|-
|Voce celeste 2 file || 8'
|-
|Tromba armonica || 8'
|-
|Tremolo
|-
|}
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| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Bordone || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Trombone || 16'
|-
|Tromba bassa || 8'
|-
|}
|}
== Libri correlati ==
* {{libro|Organo a canne}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Stoplists|preposizione=sulle|etichetta=disposizioni foniche di organi a canne}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
[[Categoria:Musica]]
[[Categoria:Dewey 786]]
{{alfabetico|D}}
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Emilia-Romagna/Provincia di Modena
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2022-07-31T20:17:07Z
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text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Disposizioni foniche della provincia di Parma raggruppate per comune:
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Emilia-Romagna/Provincia di Modena/Modena|Modena]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Emilia-Romagna/Provincia di Modena/Castelfranco Veneto|Castelfranco Veneto]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Emilia-Romagna/Provincia di Modena/Castelnuovo Rangone|Castelnuovo Rangone]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Emilia-Romagna/Provincia di Modena/Formigine|Formigine]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Emilia-Romagna/Provincia di Modena/Medolla|Medolla]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Emilia-Romagna/Provincia di Modena/San Felice sul Panaro|San Felice sul Panaro]]
{{Avanzamento|0%|25 marzo 2021}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Lombardia/Città metropolitana di Milano/Milano/Milano - Chiesa di San Fedele
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text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
[[File:Milano, chiesa di San Fedele, organo Tamburini.JPG|350px|center]]
* '''Costruttore:''' Tamburini
* '''Anno:''' 1979<ref>l'organo, originariamente presso il Teatro alla Scala, è stato donato alla chiesa di San Fedele nel 2010.</ref>
* '''Restauri/modifiche:''' no
* '''Registri:''' 11
* '''Canne:''' ?
* '''Trasmissione:''' meccanica
* '''Consolle:''' sporgente dalla cassa
* '''Tastiere:''' 1 di 58 note (''Do<small>1</small>''-''La<small>5</small>'')
* '''Pedaliera:''' concava di 30 note (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>3</small>''), priva di registri propri e costantemente unita al manuale
* '''Collocazione:''' corpo unico mobile, a pavimento nella navata
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
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| colspan=2 | '''Colonna di sinistra - ''Ripieno'''''
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|-
|Principale || 8' Bassi
|-
|Principale || 8' Soprani
|-
|Ottava || 4'
|-
|Decimaquinta || 2'
|-
|Decimanona || 1.1/3'
|-
|Ripieno || 3 file
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Colonna di destra - ''Concerto'''''
----
|-
|Bordone || 8' Bassi
|-
|Bordone || 8' Soprani
|-
|Flauto a cuspide || 4'
|-
|Flauto in XII || 2.2/3' Soprani
|-
|Flauto in XVII || 1.3/5' Soprani
|-
|}
|}
== Organo precedente ==
[[File:6401 - Milano - San Fedele - Pietro Pestagalli (ca. 1776-1853), Altare maggiore (1824) - Stucchi - Foto Giovanni Dall'Orto - 14-Feb-2008.jpg|300px|centro]]
* '''Costruttore:''' Balbiani-Vegezzi-Bossi
* '''Anno:''' 1951<ref>l'organo è stato attualmente rimosso.</ref>
* '''Restauri/modifiche:''' Balbiani-Vegezzi-Bossi (1958, ampliamento), Giacobazzi 2013 (restauro e ampliamento)
* '''Registri:''' 49
* '''Canne:''' 2846
* '''Trasmissione:''' elettropneumatica
* '''Consolle:''' mobile indipendente, a pavimento nel presbiterio
* '''Tastiere:''' 3 di 61 note ciascuna (''Do<small>1</small>''-''Do<small>6</small>'')
* '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 32 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in quattro corpi: tre pensili nell'abside; uno in cassa ottocentesca su cantoria, nella testata di destra del transetto<ref>rimane soltanto la cassa ottocentesca con le canne di mostra, mute.</ref>
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''''I - Positivo espressivo'''''
----
|-
|Eufonio || 8'
|-
|Flauto da concerto || 8'
|-
|Gamba || 8'
|-
|Eolina || 8'
|-
|Clarabella || 4'
|-
|Eolina || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Silvestrino || 2'
|-
|Terza || 1.3/5'
|-
|Armonia eterea
|-
|Clarinetto || 8'
|-
|Corno orchestra || 8'
|-
|Cornamusa || 8'
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''''II - Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 16'
|-
|Principale || 8'
|-
|Corno camoscio || 8'
|-
|Unda maris || 8'
|-
|Flauto traverso || 8'
|-
|Dulciana || 8'
|-
|Bordoncino || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Flauto camino || 4'
|-
|Corno solista || 4'
|-
|Flauto in XII || 2.2/3'
|-
|Quintadecima || 2'
|-
|Gran ripieno
|-
|Tromba || 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''''III - Espressivo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Bordone || 8'
|-
|Salicionale || 8'
|-
|Voce celeste || 8'
|-
|Viola d'orchestra || 8'
|-
|Concerto viole || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Flauto armonico || 4'
|-
|Flautino || 2'
|-
|Ripieno
|-
|Oboe d'orchestra || 8'
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Principale || 16'
|-
|Subbasso || 16'
|-
|Bordone || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Flauto || 8'
|-
|Armonica || 8'
|-
|Bordone || 8'
|-
|Cello || 8'
|-
|Corno solista || 4'
|-
|Campane
|-
|}
|}
== Note ==
<references/>
== Altri progetti ==
{{interprogetto|w=Chiesa di San Fedele (Milano)|w_preposizione=sulla|w_etichetta=chiesa di San Fedele a Milano|commons=Category:San Fedele (Milan) - Pipe organ|commons_preposizione=sull'|commons_etichetta=organo a canne della chiesa di San Fedele a Milano}}
{{Avanzamento|100%|7 marzo 2015}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato
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2022-07-31T20:30:59Z
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/* Frazioni */
wikitext
text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Disposizioni foniche del comune di [[w:San Miniato|San Miniato]] raggruppate per edificio.
== Capoluogo ==
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato/San Miniato - Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Genesio|Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Genesio]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato/San Miniato - Chiesa dei Santi Jacopo e Lucia|Chiesa dei Santi Jacopo e Lucia]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato/San Miniato - Chiesa del Santissimo Crocifisso|Chiesa del Santissimo Crocifisso]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato/San Miniato - Chiesa della Santissima Annunziata|Chiesa della Santissima Annunziata]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato/San Miniato - Chiesa della Santissima Trinità|Chiesa della Santissima Trinità]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato/San Miniato - Chiesa di Santa Caterina|Chiesa di Santa Caterina]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato/San Miniato - Chiesa di San Francesco|Chiesa di San Francesco]]
== Frazioni ==
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato/Balconevisi - Chiesa dei Santi Jacopo e Pietro|Balconevisi - Chiesa dei Santi Jacopo e Pietro]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato/La Scala - Chiesa di San Pietro alle Fonti|La Scala - Chiesa di San Pietro alle Fonti]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato/Ponte a Egola - Chiesa del Sacro Cuore|Ponte a Egola - Chiesa del Sacro Cuore]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato/San Miniato Basso - Chiesa dei Santi Stefano e Martino|San Miniato Basso - Chiesa dei Santi Stefano e Martino]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato/San Miniato Basso - Chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo|San Miniato Basso - Chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo]]
{{Avanzamento|25%|22 ottobre 2016}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Grosseto
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wikitext
text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Disposizioni foniche della [[w:Provincia di Grosseto|provincia di Grosseto]] raggruppate per comune:
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Grosseto/Grosseto|Grosseto]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Grosseto/Campagnatico|Campagnatico]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Grosseto/Cinigiano|Cinigiano]]
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* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Grosseto/Monte Argentario|Monte Argentario]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Grosseto/Orbetello|Orbetello]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Grosseto/Pitigliano|Pitigliano]]
{{Avanzamento|0%|15 novembre 2015}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Torah per sempre/Orientamento
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/* Significati */Correggo
wikitext
text/x-wiki
{{Torah per sempre}}
[[File:Bereshit.jpg|left|200px|Torah icon]]
Dio liberò gli Israeliti dalla schiavitù d'Egitto. Mosè fece loro attraversare il Mar Rosso e li condusse fino al Monte Sinai (o Horeb), dove Dio proclamò dal cielo i [[w:https://it.wikipedia.org/wiki/Dieci comandamenti|Dieci Comandamenti]], tra tuoni e fulmini.
Questo è ciò che narra la Bibbia.<ref>[https://www.biblegateway.com/passage/?search=esodo+1-20&version=CEI;LND Esodo 1-20]; [https://www.biblegateway.com/passage/?search=Deuteronomio+5&version=CEI;LND Deuteronomio 5].</ref> Ma cosa significa? E come, perché, quando, e da chi vennero interpretate le parole bibliche a significare che la Torah intera — cioè i cinque libri da [[w:Genesi|Genesi]] a [[w:Deuteronomio|Deuteronomio]], insieme ad una varietà di interpretazioni e supplementi — venne rivelata dal cielo? Come fece la ''torah min hashamayim'' ("Torah dal Cielo", ''Torah celeste'') a diventare la dottrina centrale dell'[[w:ebraismo|ebraismo]] e, in forma modificata, del cristianesimo e dell'Islam?
In generale, cosa sono le "sacre scritture"? Come si sviluppò tale concetto? Quali problemi si pone la gente quando asserisce che certi libri sono sacre scritture inviolabili? Alla luce di scoperte recenti e prospettive morali mutevoli, è tuttora credibile l'idea di scritture e tradizione sacra, rivelata, e se sì, come si può reinterpretare tale nozione?
Questo libro affronta tali questioni, esaminandole nell'ambito del contesto ebraico. È materia importante per "credenti" di qualsiasi religione, ma è solo parte di una storia più vasta. Questioni affini, senza delle quali la storia non sarebbe veramente completa, includono problemi filosofici sui concetti di Dio e della rivelazione, e questioni generali che sorgono dall'apparente divergenza tra vedute scientifiche e religiose del mondo. In questo wikibook si dà per scontato che "Dio" e "Rivelazione" ''sono'' concetti coerenti, e ci si chiede soltanto che senso abbia collegarli insieme.
Forse evitare di parlare di Dio non è cosa nuova. Credenti dichiarano con fiducia ''Allahu akbar'', "Dio è grande", o l'equivalente in altra lingua, ma quando uno comincia a parlar loro di Dio, ciò che spesso dicono pare incoerente e per nulla simile a quello che i grandi teologi delle rispettive religioni hanno insegnato. Molti credenti sono alquanto intelligenti, e pertanto la religione ha per loro un qualche senso, sia intellettualmente che emotivamente, anche se sono confusi rispetto ai fondamenti; dopo tutto, l'intelletto deve accettare dei presupposti per iniziare a funzionare.
Lasciamo quindi che la gente continui ad asserire che Dio è grande e la sua Torah vera, e rispondiamo: "Amen! Ma calmiamoci e pazientiamo un attimo — dobbiamo cercare di capire cosa intendiamo. Un giorno potremo forse parlare di Dio, ma iniziamo con qualcosa di più semplice. Cos'è la Torah? Dobbiamo spiegare il più chiaramente possibile le sue origini, significati, e autorità dei testi e delle tradizioni ritenute sacre. Chi ha avuto per primo l'idea che un preciso testo scritto sia stato dettato da Dio a Mosè? E perché gli hanno creduto? Come successe che la gente iniziò a credere che il testo ora nelle nostre mani fosse perfetto, senza errori e ridondanze, guida complessiva di vita? Quando, come e perché venne ad essere accettato da alcuni ebrei che non solo il testo del [[w:Pentateuco|Pentateuco]], ma anche le [[w:Rabbinismo|interpretazioni rabbiniche]] rappresentassero la Torah rivelata? Come accadde che una successiva generazione di studiosi ebrei credesse che la Torah incorpori anche gli insegnamenti mistici, ora parte di una propria letteratura?"
Queste sono domande storiche, alle quali verrà risposto in questo libro sulla base delle testimonianze disponibili.
Ma non riusciremo ad evitare del tutto la teologia,<ref>[[w:Pietro Abelardo|Pietro Abelardo]] (ca. 1079-1172) introdusse il termine ''"teologia"'' nel mondo latino occidentale e gli diede un significato professionale e tecnico: "ragionare di fede che procede secondo i principi del dubbio metodologico".</ref> che accompagnerà a tratti l'esposizione storica, poiché porta a considerare come le scritture e la tradizione possano essere viste oggigiorno nell'ambito della comunità religiosa che le ha adottate. Se si dovesse soltanto esporre la storia, allora si potrebbe presentarla in maniera obiettiva, o almeno impersonale. Tuttavia, quando si innesta la teologia nella storia, l'obiettività è compromessa. La teologia differisce dalla filosofia, come anche dalla filosofia della religione, poiché viene affrontata con un impegno ''a priori'' di accettare l'importanza di un dato vocabolario del discorso, un dato modo di pensare. Un'affermazione fatta o una storia esposta da un teologo è un'affermazione fatta o una storia esposta ''con un impegno''. L'impegno è preso verso la rilevanza privilegiata di certi testi nell'ambito della comunità dei fedeli (sebbene non necessariamente verso una qualche interpretazione particolare di tali testi). Il teologo, a differenza del filosofo della religione, si impegna ''a priori'' verso una data comunità (una "Chiesa") e la sua lettura di storia e religione riflette tale impegno.
== Significati ==
Cosa significa affermare che la Bibbia è vera? Non è certo come affermare le proposizioni della geometria, che si possono dimostrare e che, apparentemente, nessuno vuole contestare o usare come una "prova di fede". Inoltre in geometria non ha senso sostenere come proposizione generale che la "geometria è falsa"; uno direbbe "il teorema di Pitagora è vero" o un dato teorema specifico è vero o falso, a seconda dei casi, piuttosto che dire che il corpus di scritture sulla geometria è vero o falso nella sua totalità.
Non è come la geometria in un altro modo, la cui importanza diventa più evidente man mano che lo si esamina. Le proposizioni geometriche sembrano possedere un significato chiaro e definito. La gente, ad esclusione dei filosofi, non si mette a discutere questioni del tipo "Cosa significa dire che il quadrato costruito sull'ipotenusa è sempre equivalente alla somma dei quadrati costruiti sui cateti?" I matematici potrebbero limitare l'applicazione del teorema alla geometria bidimensionale piana, ma dato tale limite non c'è difficoltà a capire il significato del teorema e ad applicarlo nel mondo reale.
Le proposizioni religiose sono alquanto differenti. La gente discute interminabilmente sul ''significato'' di versetti delle scritture o delle parole chiave usate nel discorso religioso. Guerre devastanti ed orribili sono state combattute sull'interpretazione corretta della scrittura, su chi abbia il diritto di interpretarla, o sul significato di certi termini basilari come "Dio". Ciò è rimarchevole di per se stesso. Se la gente non ha una chiara comprensione di quello che discute, come può essere certa di essere così convinta da giustificare lo sterminio di persone che dissentono? E comunque, cosa giustifica ad uccidere o altrimenti opprimere persone che non intendono far del male, ma semplicemente dissentono rispetto ad un dato argomento intellettuale?
La risposta è che le proposizioni religiose non sono vere ipotesi accademiche o affermazioni intellettuali. Se qualcuno sostiene "AIDS è una punizione divina per la promiscuità" oppure "Dio ha dettato la Torah a Mosè", quel qualcuno sta issando una bandiera piuttosto che proporre una teoria verificabile che spieghi un certo fenomeno. La chiarezza è meno importante dell'impegno emotivo. Qualcosa di simile succede in politica. "Tutti gli esseri umani sono uguali", o " la democrazia è la forma di governo più desiderabile", sono slogan potenti, ma soggetti ad interpretazioni infinite; sono fervidi annunci d'impegno, e non di chiaro pensiero o di verifica empirica.
Ciò non significa negare che le dispute scientifiche non possano o debbano creare rivalità personali e forti emozioni collettive. Si possono associare con ideologie politiche e religiose, come quando i nazisti rifiutarono la "scienza ebraica", i sovietici sostennero [[w:Trofim Denisovič Lysenko|Lysenko]], o la Chiesa cattolica condannò [[w:Galileo Galilei|Galileo]]. Tuttavia, in questi casi la disputa primaria non era sulla scienza ma su ideologia e autorità.
Una vasta quantità di ricerca dettagliata, e spesso di qualità eccellente, è stata svolta nel campo del pensiero religioso ebraico e continua ad apparire, purtroppo non in lingua italiana, ma specialmente in inglese, tedesco ed ebraico. I trascorsi quattrocento anni hanno visto una trasformazione del pensiero ebraico forse più radicale di qualsiasi altro periodo, tuttavia l'intero processo può essere riassunto in una sola domanda: qual è stato l'impatto della modernità sull'ebraismo?
La domanda appare sotto svariate spoglie. Qual è stato l'impatto dello studio storico-critico dei testi? E quello dell'avvento della scienza? Dell'Illuminismo? Dell'emancipazione ebraica? Degli ideali democratici liberali, del secolarismo, del nazionalismo europeo? Della diffusa disillusione riguardo alla fede nel progresso dopo le guerre del XX secolo e l'Olocausto? Del cambiamento di rapporti tra i sessi e la morale sessuale?
Riflettendo su tali problematiche dal punto di vista religioso, queste si riducono ad una questione fondamentale. È quella che si afferma essere la Parola di Dio veramente la Parola di Dio, perfetta ed immutabile nel tempo? Esiste realmente una "Torah dal Cielo" nel senso inteso dai nostri antenati, ora custodita da saggi in grado di applicare le regole e le normative ad ogni aspetto dell'alterato mondo odierno? La Torah è impervia al cambiamento storico?
La modernità arrivò in Europa proprio a causa degli interrogativi relativi all'insegnamento tradizionale, sia scritto (le scritture) sia "orale" (le tradizioni della Chiesa). Il recupero e restauro umanistico dei testi antichi e della "tradizione ermetica" fu di per se stesso una sfida all'ipotesi che la Bibbia fosse un deposito di tutta la verità; l'utilizzo della critica filologica, letteraria e storica al testo della Bibbia (un procedimento indebitato pesantemente verso il commentario ebraico medievale) incoraggiò letture che divergevano da quelle stabilite dalla Chiesa cattolica, e portò alla speculazione circa l'autenticità e l'autorità delle scritture ''ricevute''. Senza di ciò, non ci sarebbe potuta essere la libertà di ricerca per lo sviluppo di nuove e radicali dottrine filosofiche, politiche e sociali, ed il progresso scientifico ne avrebbe sofferto.
Chiaramente, nessuno capirebbe l'evoluzione dell'ebraismo moderno, in tutte le sue sfumature di Ortodossia, Riforma e laicità, a meno di non apprezzare le sfide di modernità relative alla dottrina centrale dell'ebraismo, ''torah min hashamayim'' la "Torah dal Cielo".
== Note ==
*'''N.B.''': Mentre il principio di "'''Dio'''" alla fine implica sia il genere maschile che quello femminile, ed è quindi senza genere, i riferimenti storici indicano che sia il principio ''attivo'' maschile di Dio che si congiunge col principio ''ricettivo'' femminile della "Madre Terra" a produrre il dualismo della vita unito nel nostro corpo. Per tale ragione i riferimenti a Dio al maschile in questo wikibook si riferiscono al principio di Dio unicamente nell'atto della Creazione intesa teologicamente.
*In molti testi antichi, in traduzioni moderne e nelle tradizioni che vengono citate nel presente wikibook, il '''''genere umano''''' viene indicato con la parola "uomo" o il genere maschile. Chiaramente sia tale parola sia la scelta del genere nel contesto antico viene intesa ad essere inclusiva di uomini, donne e bambini, e rappresenta l'intera esistenza umana. Per rimanere consistenti con il linguaggio dei testi citati, si rispetta qui tale convenzione onnicomprensiva al maschile.
*Per la datazione, in questo wikibook si usa la locuzione '''''[[w:Era volgare|era volgare]]''''' (spesso abbreviata in E.V., in inglese ''Common Era'' o ''Current Era'', cioè ''era comune'' o ''era corrente/attuale''), contrapposta ad ''avanti era volgare'' (abbreviata in a.E.V.) o a ''prima dell'era volgare'' (o anche abbreviata in p.e.v.), per indicare il posizionamento temporale di una data relativamente al [[w:calendario gregoriano|calendario gregoriano]] (o [[w:calendario giuliano|giuliano]], se specificato). Sono indicati con tale locuzione gli anni 1 e successivi, e con a.E.V. o p.e.v. gli anni precedenti.
<references/>
{{Avanzamento|100%|2 marzo 2016}}
[[Categoria:Torah per sempre|Orientamento]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Marche/Provincia di Ascoli Piceno
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2022-07-31T20:45:00Z
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text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Disposizioni foniche della provincia di Ascoli Piceno raggruppate per comune:
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Marche/Provincia di Ascoli Piceno/Ascoli Piceno|Ascoli Piceno]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Marche/Provincia di Ascoli Piceno/Cupra Marittima|Cupra Marittima]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Marche/Provincia di Ascoli Piceno/Montefiore dell'Aso|Montefiore dell'Aso]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Marche/Provincia di Ascoli Piceno/Offida|Offida]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Marche/Provincia di Ascoli Piceno/Ripatransone|Ripatransone]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Marche/Provincia di Ascoli Piceno/San Benedetto del Tronto|San Benedetto del Tronto]]
{{Avanzamento|25%|15 marzo 2021}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Basilicata/Provincia di Potenza
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{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Disposizioni foniche della provincia di Potenza raggruppate per comune:
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Basilicata/Provincia di Potenza/Potenza|Potenza]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Basilicata/Provincia di Potenza/Muro Lucano|Muro Lucano]]
{{Avanzamento|25%|3 aprile 2018}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Guida alle costellazioni/Aquario, Balena e il Polo Galattico Sud/Pesce Australe
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__NOTOC__
{{capitolo
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{{Guida alle costellazioni}}
{| class="wikitable floatleft" align="left" width="20%"
|-
| colspan="2" style="background:#ffffaa" | <div align="center">'''Dettagli costellazione'''</div>
|- style="background:#ffffaa;"
| Nome latino
| Piscis Austrinus
|- style="background:#ffffaa;"
| Genitivo del nome
| Piscis Austrini
|- style="background:#ffffaa;"
| Abbreviazione ufficiale
| PsA
|- style="background:#ffffaa;"
| Area totale
| 245 gradi quadrati
|- style="background:#ffffaa;"
| Transito al meridiano alle ore 21
| 15 ottobre
|- style="background:#ffffaa;"
| Stelle più luminose della mag. 3,0
| 1
|- style="background:#ffffaa;"
| Stelle più luminose della mag. 6,0
| 26
|}
{| class="wikitable floatleft" align="left" width="20%" style="font-size:.85em;"
|-
| colspan="3" style="background:#A0F080" | <div align="center">'''Stelle più luminose'''</div>
|- style="background:#A0F080;"
| '''Sigla'''
| '''Nome'''
| '''Magn.'''
|- style="background:#A0F080;"
| α Piscis Austrini
| Fomalhaut
| 1,16
|- style="background:#A0F080;"
| ε Piscis Austrini
|
| 4,18
|- style="background:#A0F080;"
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|
| 4,20
|- style="background:#A0F080;"
| β Piscis Austrini
|
| 4,29
|- style="background:#A0F080;"
| ι Piscis Austrini
|
| 4,35
|- style="background:#A0F080;"
| γ Piscis Austrini
|
| 4,46
|- style="background:#A0F080;"
| μ Piscis Austrini
|
| 4,50
|- style="background:#A0F080;"
| τ Piscis Austrini
|
| 4,94
|}
Il '''Pesce Australe''' è una piccola costellazione australe di facile individuazione; le sue origini sono molto antiche ed è infatti una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo.
==Caratteristiche==
Il Pesce Australe ha delle dimensioni molto ridotte, ma nonostante ciò è identificabile con facilità, a sud del Capricorno e dell'Aquario, grazie alla brillante Fomalhaut, una stella di magnitudine 1,16; questa stella, considerata una delle quattro stelle regali dell'astrologia (assieme ad Aldebaran, Regolo e Antares), possiede un sistema planetario e un disco di detriti, e inoltre, grazie alla precessione degli equinozi, si troverà nell'emisfero boreale celeste fra circa 6000 anni. La luminosità di Fomalhaut viene esaltata inoltre dal fatto che si trova in una regione di cielo priva di stelle luminose.
Se si considera che anticamente la coda del Pesce Australe cadeva nell'attuale costellazione del Microscopio, creata in epoca moderna, l'asterismo riproduce abbastanza fedelmente l'idea di un pesciolino stilizzato.
Nonostante la sua declinazione attuale sia piuttosto bassa (mediamente -30°), la costellazione è ben visibile da gran parte dell'emisfero nord; il periodo migliore per la sua osservazione nei mesi serali ricade nel periodo compreso fra settembre e gennaio. La presenza della stella Fomalhaut sopra l'orizzonte meridionale dopo il tramonto indica l'avvicinarsi della stagione autunnale. Dall'emisfero australe, di contro, la costellazione appare nei cieli serali della fine dell'inverno e il suo progressivo abbassarsi sopra l'orizzonte occidentale dopo il tramonto indica l'arrivo dell'alta stagione.
Eratostene lo chiamò il grande pesce e disse che era il genitore dei due pesci della costellazione dei Pesci. Come per quelli, la sua mitologia ha una collocazione mediorientale che rivela le sue origini babilonesi. Secondo il breve resoconto di Eratostene, si suppone che la dea siriana della fertilità Derceto (il nome greco di Atargati) sia caduta in un lago a Bambyce vicino al fiume Eufrate in Siria, e sia stata salvata da un grosso pesce. Igino dice, ripetendo il suo appunto a proposito dei Pesci, che a causa di questa circostanza i Siriani non mangiano pesce ma venerano l'immagine dei pesci come quelle degli dèi. Tutte le storie che riguardano la mitologia di questa costellazione sono molto scarse.
Bambyce più tardi divenne nota ai Greci come Hieropolis (che significa città sacra), e oggi si chiama Membij. Altre fonti classiche ci dicono che i templi di Atargati contenevano vasche di pesci. Si diceva che la dea punisse coloro che mangiavano pesce facendoli ammalare, ma i suoi sacerdoti lo mangiavano come rituale giornaliero.
Secondo lo scrittore greco Diodoro Siculo, Derceto si lanciò di sua spontanea volontà in un lago ad Ascalona in Palestina in un tentativo di suicidio dovuto alla vergogna di avere avuto una relazione amorosa con un giovane siriano, Caistro, che la rese madre di una bambina, Semiramide. Derceto uccise il suo amante e abbandonò la figlia, che fu cresciuta da colombe e più tardi divenne regina di Babilonia. Nel lago Derceto fu tramutata in sirena, metà donna e metà pesce.
Il nome della stella Fomalhaut deriva dall'arabo e significa «bocca del pesce», che è dove Tolomeo la descrisse. Il Pesce Australe è raffigurato nell'atto di bere l'acqua che scorre dalla brocca di Aquario, cosa strana per un pesce.
<div style="clear:left"></div>
<gallery mode="packed" widths=700px heights=350px perrow=5 caption="Mappa e immagine">
File:Guida alle costellazioni - Mappa del Pesce Australe.png
File:Immagine costellazione - PsA.png
</gallery>
<div style="clear:left"></div>
==Stelle doppie==
<div align="left">
{| class="wikitable floatleft" align="left" width="35%" style="font-size:.85em;"
|-
| colspan="7" style="background:#ccccff" | <div align="center">'''Principali stelle doppie'''</div>
|-
! rowspan="2" style="background:#ddddff;" | Nome
| colspan="2" style="background:#ddddff;" | <div align="center">'''Coordinate eq.''' <small>J2000.0</small></div>
! colspan="2" style="background:#ddddff;" | Magnitudine
| rowspan="2" style="background:#ddddff;" | <div align="center">'''Separazione'''<br /><small>(secondi d'arco)</small></div>
! rowspan="2" style="background:#ddddff;" | Colore
|-
| style="background:#ddddff;" | <div align="center">A. R.</div>
| style="background:#ddddff;" | <div align="center">Dec.</div>
| style="background:#ddddff;" width="8%"| A
| style="background:#ddddff;" width="8%" | B
|- style="background:#eeeeff;"
| η Piscis Austrini
| {{RA|22|00|50}}
| {{DEC|-28|27|14}}
| 5,42
| 6,4
| 1,9
| azz + b
|- style="background:#eeeeff;"
| β Piscis Austrini
| {{RA|22|31|30}}
| {{DEC|-32|20|46}}
| 4,29
| 7,8
| 30,3
| b + g
|- style="background:#eeeeff;"
| HD 214599 A-BC
| {{RA|22|39|44}}
| {{DEC|-28|19|32}}
| 6,31
| 6,9
| 86,6
| ar + g
|- style="background:#eeeeff;"
| HD 214599 B-C
| {{RA|22|39|44}}
| {{DEC|-28|19|32}}
| 7,3
| 8,1
| 3,0
| g + g
|- style="background:#eeeeff;"
| γ Piscis Austrini
| {{RA|22|52|32}}
| {{DEC|-32|52|32}}
| 4,46
| 8,1
| 4,2
| b + b
|- style="background:#eeeeff;"
| δ Piscis Austrini
| {{RA|22|55|57}}
| {{DEC|-32|32|23}}
| 4,21
| 9,2
| 5,2
| g + g
|}
</div>
Alcune delle stelle doppie di questa piccola ma appariscente costellazione sono visibili anche con piccoli strumenti amatoriali.
Una coppia apparente facile da osservare con un binocolo è quella composta da '''Fomalhaut''' e da una stellina di quinta magnitudine posta alcuni primi d'arco a est.
'''HD 214599''' è una stella arancione di magnitudine 6,3 che possiede una compagna poco meno luminosa a oltre 1' di separazione, dunque ben osservabile anche con un binocolo; questa compagna è però a sua volta una doppia, con componenti di settima e ottava grandezza separate da solo 3".
La '''β Piscis Austrini''' è una stella dal colore biancastro, composta da due astri di quarta e settima magnitudine, separati da ben 30".
<div style="clear:both"></div>
==Stelle variabili==
<div align="left">
{| class="wikitable floatleft" align="left" width="35%" style="font-size:.85em;"
|-
| colspan="7" style="background:#fffa70" | <div align="center">'''Principali stelle variabili'''</div>
|-
! rowspan="2" style="background:#ffffaa;" | Nome
| colspan="2" style="background:#ffffaa;" | <div align="center">'''Coordinate eq.''' <small>J2000.0</small></div>
! colspan="2" style="background:#ffffaa;" | Magnitudine
| rowspan="2" style="background:#ffffaa;" | <div align="center">'''Periodo'''<br />(giorni)</div>
! rowspan="2" style="background:#ffffaa;" | Tipo
|-
| style="background:#ffffaa;" | <div align="center">A. R.</div>
| style="background:#ffffaa;" | <div align="center">Dec.</div>
| style="background:#ffffaa;" width="8%"| Max.
| style="background:#ffffaa;" width="8%" | Min.
|- style="background:#ffffdd;"
| R Piscis Austrini
| {{RA|22|18|00}}
| {{DEC|-29|36|14}}
| 8,3
| 14,7
| 297,6
| Mireide
|- style="background:#ffffdd;"
| S Piscis Austrini
| {{RA|22|03|47}}
| {{DEC|-28|02|58}}
| 8,0
| 14,5
| 271,7
| Mireide
|- style="background:#ffffdd;"
| TT Piscis Austrini
| {{RA|22|03|17}}
| {{DEC|-31|26|43}}
| 7,0
| 7,49
| -
| Irregolare
|- style="background:#ffffdd;"
| TV Piscis Austrini
| {{RA|22|57|48}}
| {{DEC|-26|10|00}}
| 8,56
| 8,95
| 45:
| Semiregolare
|}
</div>
Le stelle variabili visibili nella costellazione sono in genere molto deboli e difficili da osservare.
Fra le Mireidi la più semplice è la '''S Piscis Austrini''', che però in fase di massimo raggiunge solo la magnitudine 8,0.
La '''TT Piscis Austrini''' è la variabile più luminosa della costellazione; oscilla fra le magnitudini 7,0 e 7,5 con un periodo irregolare.
<div style="clear:both"></div>
==Oggetti del profondo cielo==
<div align="left">
{| class="wikitable floatleft" align="left" width="35%" style="font-size:.85em;"
|-
| colspan="7" style="background:#FFC080" | <div align="center">'''Principali oggetti non stellari'''</div>
|-
! rowspan="2" style="background:#FFD090;" | Nome
| colspan="2" style="background:#FFD090;" | <div align="center">'''Coordinate eq.''' <small>J2000.0</small></div>
! rowspan="2" style="background:#FFD090;" | Tipo
! rowspan="2" style="background:#FFD090;" | Magn.
| rowspan="2" style="background:#FFD090;" | <div align="center">'''Dimensioni'''<br /><small>(primi d'arco)</small></div>
! rowspan="2" style="background:#FFD090;" | Nome proprio
|-
| style="background:#FFD090;" | <div align="center">A. R.</div>
| style="background:#FFD090;" | <div align="center">Dec.</div>
|- style="background:#FFE0B0"
| NGC 7314
| {{RA|22|35|46}}
| {{DEC|-26|03|}}
| Galassia
| 10,9
| 4,6
|
|}
</div>
[[File:NGC7314-HST-R814GB450.jpg|250px|thumb|right|La galassia NGC 7314 è l’unico oggetto della costellazione facilmente osservabile con piccoli strumenti.]]
La costellazione è priva di oggetti del profondo cielo alla portata di piccoli strumenti; sono presenti qui solo delle galassie per lo più remote e poco appariscenti.
L’unica alla portata di strumenti amatoriali è la '''NGC 7314''', una galassia spirale individuabile meno di un grado a nordovest della stella ε Piscis Austrini; è osservabile con strumenti da 150 mm di diametro, a patto di averla alta nel cielo, e appare di forma allungata, priva di dettagli significativi. Si tratta di una galassia attiva, con un nucleo relativamente piccolo in confronto al suo esteso sistema di bracci. La sua distanza è stimata sui 60 milioni di anni luce.
[[Categoria:Guida alle costellazioni|Pesce Australe]]
{{Avanzamento|100%|17 gennaio 2019}}
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Veneto/Provincia di Verona/Legnago
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431057
407053
2022-07-31T13:11:31Z
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7952
/* Frazioni */
wikitext
text/x-wiki
{{disposizioni foniche di organi a canne}}
Disposizioni foniche del comune di [[w:Legnago|Legnago]] raggruppate per edificio.
== Frazioni==
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Veneto/Provincia di Verona/Legnago/Porto - Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Santa Maria|Porto - Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Santa Maria]]
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Veneto/Provincia di Verona/Legnago/San Vito - Chiesa di San Vito Martire e Madonna della Pace|San Vito - Chiesa di San Vito Martire e Madonna della Pace]]
{{Avanzamento|25%|11 luglio 2015}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Veneto/Provincia di Verona/Legnago/Porto - Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Santa Maria
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431058
407054
2022-07-31T13:16:41Z
Pufui PcPifpef
7952
wikitext
text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
* '''Costruttore:''' Fratelli Ruffatti
* '''Anno:''' 1957
* '''Restauri/modifiche:''' Fratelli Rufatti (1996-1997, restauro e modifiche), Fratelli Ruffatti (2020, restauro)
* '''Registri:''' 24
* '''Canne:''' ?
* '''Trasmissione:''' elettrica
* '''Consolle:''' mobile indipendente, a pavimento
* '''Tastiere:''' 2 di 61 note (''Do<small>1</small>''-''Do<small>6</small>'')
* '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 32 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in corpo unico, sulla cantoria in controfacciata
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''I - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 16'
|-
|Principale || 8'
|-
|Flauto || 8'
|-
|Dulciana || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Decimaquinta || 2'
|-
|Ripieno grave 3 file || 1.1/3'
|-
|Ripieno acuto 3 file || 1'
|-
|<span style="color:#B20000;">Tromba</span> || <span style="color:#B20000;">8'</span>
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 16'
|-
|Principalino || 8'
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola gamba || 8'
|-
|Flauto || 4'
|-
|Cornetto 2 file || 2.2/3'
|-
|Flautino || 2'
|-
|Ripieno 3 file || 2'
|-
|Terza || 1.3/5'
|-
|Coro viole 3 file || 8'
|-
|<span style="color:#B20000;">Oboe</span> || <span style="color:#B20000;">8'</span>
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Subbasso || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Flauto || 4'
|-
|<span style="color:#B20000;">Trombone</span> || <span style="color:#B20000;">16'</span>
|-
|}
|}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=https://ruffatti.com/ultime-notizie/lorgano-ruffatti-a-porto-legnago-vr/|titolo=L’organo Ruffatti a Porto Legnago (Vr)|sito=ruffatti.com|accesso=7 maggio 2021}}
{{Avanzamento|100%|7 maggio 2021}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Trentino-Alto Adige/Provincia autonoma di Bolzano/Badia/Badia - Chiesa di San Giacomo e San Leonardo
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431059
415358
2022-07-31T13:21:38Z
Pufui PcPifpef
7952
wikitext
text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
[[File:Dlijia dla ploania de San Linert.jpg|center|350px]]
* '''Costruttore:''' Hendrik Ahrend
* '''Anno:''' 2013
* '''Restauri/modifiche:''' no
* '''Registri:''' 35
* '''Canne:''' ?
* '''Trasmissione:''' meccanica
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parete anteriore della cassa
* '''Tastiere:''' 3 di 54 note (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>5</small>'')
* '''Pedaliera:''' parallela di 30 note (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in cantoria, in controfacciata
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''I - ''Unterwerk'''''
----
|-
|Principal || 4'
|-
|Hohlflöte || 8'
|-
|Spitzflöte || 4'
|-
|Nasat || 3'
|-
|Waldflöte || 2'
|-
|Octave || 2'
|-
|Terz || 1.3/5'
|-
|Scharff || III
|-
|Dulcian || 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Hauptwerk'''''
----
|-
|Principal || 8'
|-
|Bordun || 16'
|-
|Gamba || 8'
|-
|Gedackt || 8'
|-
|Octave || 4'
|-
|Flöte || 4'
|-
|Octave || 2'
|-
|Quinte || 2.2/3'
|-
|Terz || 1.3/5'
|-
|Mixtur || IV
|-
|Trompete || 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''III - ''Brustwerk'''''
----
|-
|Holzgedackt || 8'
|-
|Quintadena || 8'
|-
|Blockflöte || 4'
|-
|Octave || 2'
|-
|Quinte || 1.13'
|-
|Octave || 1'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedal'''
----
|-
|Principal || 16'
|-
|Subbaß || 16'
|-
|Octave || 8'
|-
|Gedackt || 8'
|-
|Octave || 4'
|-
|Mixtur || IV'
|-
|Posaune || 16'
|-
|Trompete || 8'
|-
|}
|}
== Altri progetti ==
{{w=Chiesa dei Santi Giacomo e Leonardo|w_preposizione=sulla|w_etichetta=chiesa di San Giacomo e San Leonardo a Badia}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Veneto/Città metropolitana di Venezia/Cavarzere
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431074
418270
2022-07-31T20:13:31Z
Pufui PcPifpef
7952
wikitext
text/x-wiki
{{disposizioni foniche di organi a canne}}
Disposizioni foniche del comune di [[w:Cavarzere|Cavarzere]] raggruppate per edificio.
== Capoluogo ==
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Veneto/Città metropolitana di Venezia/Cavarzere/Cavarzere - Chiesa di San Mauro|Chiesa di San Mauro]]
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne|Cavarzere]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Veneto/Città metropolitana di Venezia/Cavarzere/Cavarzere - Chiesa di San Mauro
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431071
418271
2022-07-31T20:12:23Z
Pufui PcPifpef
7952
wikitext
text/x-wiki
{{disposizioni foniche di organi a canne}}
* '''Costruttore:''' Barthélemy Formentelli
* '''Anno:''' 1972
* '''Restauri/modifiche:''' sì
* '''Registri:''' 46
* '''Trasmissione:''' meccanica
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parete anteriore della cassa del corpo centrale
* '''Tastiere:''' 3 di 56 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>5</small>'')
* '''Pedaliera:''' dritta di 30 note (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in tre corpi, a pavimento nell'abside
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="10" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''I - ''Positivo aperto'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Decimaquinta || 2'
|-
|Decimanona || 1.1/3'
|-
|Vigesimaseconda || 1'
|-
|Ripieno || 2 file
|-
|Bordone || 8'
|-
|Flauto camino || 4'
|-
|Cromorno|| 8'
|-
|Tromboncino|| 4'
|-
|Sesquialtera || 2 file
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 16'
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Duodecima || 2.2/3'
|-
|Decimaquinta || 2'
|-
|Vigesimaseconda || 1'
|-
|Ripieno || 2 file
|-
|Ripieno || 2 file
|-
|Flauto reale || 8'
|-
|Flauto in VIII || 4'
|-
|Flauto in XII || 2.2/3'
|-
|Flauto XV || 2'
|-
|Flauto XVIII || 1.3/5'
|-
|Voce umana || 8'
|-
|Bombarda || 16'
|-
|Tromba || 8'
|-
|Chiarina || 4'
|-
|Tromba en chamade|| 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''III - ''Espressivo'''''
----
|-
|Corno di camoscio || 8'
|-
|Flauto conico || 4'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Ripieno || 3 file
|-
|Cornettino || 2 file
|-
|Voce celeste || 8'
|-
|Oboè || 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Principale || 16'
|-
|Ottava || 8'
|-
|Decimaquinta || 4'
|-
|Vigesimaseconda || 2'
|-
|Ripieno || 3 file
|-
|Ripieno || 4 file
|-
|Subbasso || 16'
|-
|Bombarda || 16'
|-
|Tromba || 8'
|-
|Clarone || 4'
|-
|}
|}
== Altri progetti ==
{{ip|w=Duomo di Cavarzere|w_preposizione=sulla|w_etichetta=chiesa di San Mauro a Cavarzere}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne|Cavarzere - Duomo di San Mauro]]
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431071
2022-07-31T20:12:34Z
Pufui PcPifpef
7952
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wikitext
text/x-wiki
{{disposizioni foniche di organi a canne}}
* '''Costruttore:''' Barthélemy Formentelli
* '''Anno:''' 1972
* '''Restauri/modifiche:''' sì
* '''Registri:''' 46
* '''Trasmissione:''' meccanica
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parete anteriore della cassa del corpo centrale
* '''Tastiere:''' 3 di 56 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>5</small>'')
* '''Pedaliera:''' dritta di 30 note (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in tre corpi, a pavimento nell'abside
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="10" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''I - ''Positivo aperto'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Decimaquinta || 2'
|-
|Decimanona || 1.1/3'
|-
|Vigesimaseconda || 1'
|-
|Ripieno || 2 file
|-
|Bordone || 8'
|-
|Flauto camino || 4'
|-
|Cromorno|| 8'
|-
|Tromboncino|| 4'
|-
|Sesquialtera || 2 file
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 16'
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Duodecima || 2.2/3'
|-
|Decimaquinta || 2'
|-
|Vigesimaseconda || 1'
|-
|Ripieno || 2 file
|-
|Ripieno || 2 file
|-
|Flauto reale || 8'
|-
|Flauto in VIII || 4'
|-
|Flauto in XII || 2.2/3'
|-
|Flauto XV || 2'
|-
|Flauto XVIII || 1.3/5'
|-
|Voce umana || 8'
|-
|Bombarda || 16'
|-
|Tromba || 8'
|-
|Chiarina || 4'
|-
|Tromba en chamade|| 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''III - ''Espressivo'''''
----
|-
|Corno di camoscio || 8'
|-
|Flauto conico || 4'
|-
|Ottavino || 2'
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|Ripieno || 3 file
|-
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|-
|Voce celeste || 8'
|-
|Oboè || 8'
|-
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----
|-
|Principale || 16'
|-
|Ottava || 8'
|-
|Decimaquinta || 4'
|-
|Vigesimaseconda || 2'
|-
|Ripieno || 3 file
|-
|Ripieno || 4 file
|-
|Subbasso || 16'
|-
|Bombarda || 16'
|-
|Tromba || 8'
|-
|Clarone || 4'
|-
|}
|}
== Altri progetti ==
{{ip|w=Duomo di Cavarzere|w_preposizione=sulla|w_etichetta=chiesa di San Mauro a Cavarzere}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne|Cavarzere - Duomo di San Mauro]]
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wikitext
text/x-wiki
{{disposizioni foniche di organi a canne}}
* '''Costruttore:''' Barthélemy Formentelli
* '''Anno:''' 1972
* '''Restauri/modifiche:''' sì
* '''Registri:''' 46
* '''Trasmissione:''' meccanica
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parete anteriore della cassa del corpo centrale
* '''Tastiere:''' 3 di 56 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>5</small>'')
* '''Pedaliera:''' dritta di 30 note (''Do<small>1</small>''-''Fa<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in tre corpi, a pavimento nell'abside<ref>sulle due cantorie ai lati del presbiterio vi sono altrettante mostre d'organo, finte e non corrispondenti ad alcun corpo sonoro.</ref>
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="10" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''I - ''Positivo aperto'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Decimaquinta || 2'
|-
|Decimanona || 1.1/3'
|-
|Vigesimaseconda || 1'
|-
|Ripieno || 2 file
|-
|Bordone || 8'
|-
|Flauto camino || 4'
|-
|Cromorno|| 8'
|-
|Tromboncino|| 4'
|-
|Sesquialtera || 2 file
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 16'
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Duodecima || 2.2/3'
|-
|Decimaquinta || 2'
|-
|Vigesimaseconda || 1'
|-
|Ripieno || 2 file
|-
|Ripieno || 2 file
|-
|Flauto reale || 8'
|-
|Flauto in VIII || 4'
|-
|Flauto in XII || 2.2/3'
|-
|Flauto XV || 2'
|-
|Flauto XVIII || 1.3/5'
|-
|Voce umana || 8'
|-
|Bombarda || 16'
|-
|Tromba || 8'
|-
|Chiarina || 4'
|-
|Tromba en chamade|| 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''III - ''Espressivo'''''
----
|-
|Corno di camoscio || 8'
|-
|Flauto conico || 4'
|-
|Ottavino || 2'
|-
|Ripieno || 3 file
|-
|Cornettino || 2 file
|-
|Voce celeste || 8'
|-
|Oboè || 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Principale || 16'
|-
|Ottava || 8'
|-
|Decimaquinta || 4'
|-
|Vigesimaseconda || 2'
|-
|Ripieno || 3 file
|-
|Ripieno || 4 file
|-
|Subbasso || 16'
|-
|Bombarda || 16'
|-
|Tromba || 8'
|-
|Clarone || 4'
|-
|}
|}
== Note ==
<references/>
== Altri progetti ==
{{ip|w=Duomo di Cavarzere|w_preposizione=sulla|w_etichetta=chiesa di San Mauro a Cavarzere}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne|Cavarzere - Duomo di San Mauro]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Lombardia/Provincia di Bergamo/Taleggio/Olda - Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
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2022-07-31T20:28:22Z
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wikitext
text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
* '''Costruttore:''' Inzoli
* '''Anno:''' 1972
* '''Restauri/modifiche:'''
* '''Registri:''' 16
* '''Canne:''' 960 circa
* '''Trasmissione:''' elettrica
* '''Consolle:''' mobile indipendente sul pavimento della navata laterale
* '''Tastiere:''' 2 di 60 note con prima ottava cromatica estesa
* '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 32 note
* '''Collocazione:''' in corpo unico, su cantoria posta in controfacciata
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''I - ''Grand'Organo'''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Decimaquinta|| 2'
|-
|Ripieno ||
|-
|Tromba || 8'
|-
|Clarinetto || 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Espressivo''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Bordone || 8'
|-
|Flauto || 4'
|-
|Nazardo || 2'2/3
|-
|Flautino || 2'
|-
|Terza || 1'3/5
|-
|Cornetto combinato ||
|-
|Celeste || 8'
|-
|Tremolo ||
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Subbasso || 16'
|-
|Basso || 8'
|}
|}
== Altri progetti ==
{{ip|w=Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Taleggio)|w_preposizione=sulla|w_etichetta=Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Olda}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Applicazioni pratiche di deep learning/Segmentazione delle immagini
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Lovepeacejoy404
40639
wikitext
text/x-wiki
{{Applicazioni pratiche di deep learning}}
Nell'elaborazione di immagini digitali e nella visione artificiale , la segmentazione dell'immagine è il processo di partizione di un'immagine digitale in più segmenti di immagine , noti anche come regioni dell'immagine o oggetti immagine ( set di pixel ). In pratica attraverso il deep learning è possibile identificare le varie parti di un'immagine .
Alcune delle applicazioni pratiche della segmentazione delle immagini sono:
*Imaging medico , comprese le immagini di rendering volumetrico da tomografia computerizzata e risonanza magnetica , ad esempio nella localizzazione dei tumori e in altre patologie
*Rilevamento di oggetti
*Rilevamento pedoni
*Riconoscimento facciale
*Riconoscimento delle impronte digitali
*Riconoscimento dell'iride
*Sistemi di controllo del traffico
*Video sorveglianza
Per procedere alla segmentazione della foto a destra
[[File:Ciclisti in gara.jpg|thumb|]]
tramite Hugging Face , utilizzando il modello di default facebook/detr-resnet-50-panoptic, si procede cosi su Colab:
<syntaxhighlight lang="Python">
!pip install -q transformers
</syntaxhighlight>
<syntaxhighlight lang="Python">
!pip install timm
</syntaxhighlight>
<syntaxhighlight lang="Python">
from transformers import pipeline
model = pipeline("image-segmentation")
model("https://live.staticflickr.com/65535/52204191055_04e952292f_4k.jpg")
</syntaxhighlight>
che dà il seguente risultato :
No model was supplied, defaulted to facebook/detr-resnet-50-panoptic (https://huggingface.co/facebook/detr-resnet-50-panoptic)
[{'label': 'person',
'mask': <PIL.Image.Image image mode=L size=2731x4096 at 0x7FF14AF8AB90>,
'score': 0.9985314607620239},
{'label': 'playingfield',
'mask': <PIL.Image.Image image mode=L size=2731x4096 at 0x7FF14AF8A990>,
'score': 0.9412941336631775},
{'label': 'person',
'mask': <PIL.Image.Image image mode=L size=2731x4096 at 0x7FF14AF8AED0>,
'score': 0.9996600151062012},
{'label': 'bicycle',
'mask': <PIL.Image.Image image mode=L size=2731x4096 at 0x7FF14AF8A3D0>,
'score': 0.9092055559158325}]
Quindi il modello con un'accuratezza superiore al 90% ha individuato nella foto 2 persone, una bicicletta e un campo da gioco.
==Link esterni==
*[https://colab.research.google.com/drive/11BSwEmeKw0mc3RCrF5hXexJi90q6Gucs?usp=sharing Esempio di notebook Colab per la segmentazione delle immagini]
{{avanzamento|75%|9 luglio 2022}}
[[Categoria:Applicazioni pratiche di deep learning|Segmentazione delle immagini]]
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Rivelazione e impegno esistenziale/Capitolo 2
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431055
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2022-07-31T12:07:21Z
Monozigote
19063
/* ETICA */ testo
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text/x-wiki
{{Rivelazione e impegno esistenziale}}
[[File:Rav Mosheh Lichtenstein.jpg|540px|thumb|center|[[:en:w:Mosheh Lichtenstein|Rabbi Mosheh Lichtenstein]], in studio presso la [[:en:w:Yeshivat Har Etzion|Yeshivah Har Etzion]] (Israele, 2007)]]
== ETICA ==
Nel Capitolo precedente ho sostenuto che i testi sacri servono come autorità etiche per quelli di noi che ci credono: cerchiamo da loro una guida etica. Ma fino a che punto può essere così? Molte persone suggeriscono che i Dieci Comandamenti, o l'ammonimento di Gesù ad amare i propri nemici, insegnassero al mondo verità morali che prima non conosceva. Ci fidiamo di una persona o di un libro come autorità etica, tuttavia, solo ''perché'' sembra avere integrità e comprensione delle questioni morali; usiamo la moralità come criterio per ''selezionare'' i nostri testi e insegnanti autorevoli. Ciò suggerisce che apportiamo una comprensione della moralità alla decisione se fidarsi o meno di un testo sacro. Le persone non considerano sacro un libro se sembra loro malvagio.
Allora qual è la risposta? Impariamo ciò che è buono dai nostri testi sacri o portiamo con noi una nozione di bontà nel pervenire a tali testi? In questo Capitolo sosterrò che facciamo entrambe le cose: che la bontà deve essere in parte indipendente dalla rivelazione, ma che guardiamo anche alla rivelazione per insegnarci la bontà. Questa duplice relazione morale con i testi sacri riflette una doppia faccia nella bontà stessa. Si considerino le nostre normali intuizioni sulla parola "buono". Non abbiamo dubbi sul fatto che aiutare una persona anziana ad attraversare la strada sia una buona cosa, e che sia bene prendersi cura dei propri figli e astenersi dalla violenza. Possiamo anche affermare con sicurezza che la libertà e la felicità sono buone e che trovare qualcuno da amare è un grande bene. Ma quando ci viene chiesto cosa distingue una vita buona, nel complesso, da una mediocre, spesso scopriamo che la nostra fiducia su cosa sia la bontà vacilla, e potremmo iniziare a chiederci se esista un qualche bene generale — essere salvati da Cristo? Vincere il proprio attaccamento a se stessi? Unirci gli uni con gli altri in una società priva di proprietà personali? — che ci manca. Ed è possibile che un tale bene generale sconvolgerebbe le nostre ordinarie intuizioni sulla bontà. Forse le nostre intuizioni sulla bontà, per esempio, dell'amore romantico o sulla libertà di culto, non sono di per sé buone? Forse sono invece dogmi che dovrebbero essere scartati, come le convinzioni morali delle società sessiste o razziste? Può essere molto difficile rispondere a sfide come questa una volta che sono iniziate, e anche se è probabile che rimarremo convinti che sia bene aiutare i nostri vicini e male manipolarli o picchiarli, potremmo improvvisamente diventare consapevoli di non essere sicuri come difendere anche queste intuizioni, quali ragioni potremmo addurre per esse che potrebbero rientrare in una spiegazione sistematica del bene.
Socrate rendeva le persone nervose portandole a questo tipo di vertigini sulle loro convinzioni morali, e Platone usò tale vertigine per sostenere che il bene supremo trascende radicalmente le nostre convinzioni ordinarie sulla bontà. Il loro approccio a questo argomento è ancora attuale, inoltre e soprattutto tra i seguaci delle religioni rivelate, per i quali è di fondamentale importanza che il bene umano ultimo non si trovi nelle nostre intuizioni e ragionamenti ordinari, e vada invece ricercato in un testo o insegnamento che ha una fonte soprannaturale. Anche loro, tuttavia, di solito condividono la fiducia dei loro vicini secolari che la gentilezza e l'equità sono buone e si fidano del loro testo preferito in gran parte perché pensano che il modo di vivere che raccomanda può aiutarli a raggiungere meglio questa bontà ordinaria. Quindi il termine "buono" sembra diviso tra un senso ordinario in cui dovrebbe essere del tutto accessibile e un altro senso straordinario con il quale può attivare i propri usi ordinari e trovarli carenti. Il resoconto della bontà che offrirò in questo Capitolo rifletterà tale tensione.
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie dei sentimenti|Serie maimonidea|Serie misticismo ebraico}}
{{Avanzamento|50%|31 luglio 2022}}
[[Categoria:Rivelazione e impegno esistenziale|Capitolo 2]]
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431055
2022-07-31T15:16:33Z
Monozigote
19063
/* ETICA */ testo
wikitext
text/x-wiki
{{Rivelazione e impegno esistenziale}}
[[File:Rav Mosheh Lichtenstein.jpg|540px|thumb|center|[[:en:w:Mosheh Lichtenstein|Rabbi Mosheh Lichtenstein]], in studio presso la [[:en:w:Yeshivat Har Etzion|Yeshivah Har Etzion]] (Israele, 2007)]]
== ETICA ==
Nel Capitolo precedente ho sostenuto che i testi sacri servono come autorità etiche per quelli di noi che ci credono: cerchiamo da loro una guida etica. Ma fino a che punto può essere così? Molte persone suggeriscono che i Dieci Comandamenti, o l'ammonimento di Gesù ad amare i propri nemici, insegnassero al mondo verità morali che prima non conosceva. Ci fidiamo di una persona o di un libro come autorità etica, tuttavia, solo ''perché'' sembra avere integrità e comprensione delle questioni morali; usiamo la moralità come criterio per ''selezionare'' i nostri testi e insegnanti autorevoli. Ciò suggerisce che apportiamo una comprensione della moralità alla decisione se fidarsi o meno di un testo sacro. Le persone non considerano sacro un libro se sembra loro malvagio.
Allora qual è la risposta? Impariamo ciò che è buono dai nostri testi sacri o portiamo con noi una nozione di bontà nel pervenire a tali testi? In questo Capitolo sosterrò che facciamo entrambe le cose: che la bontà deve essere in parte indipendente dalla rivelazione, ma che guardiamo anche alla rivelazione per insegnarci la bontà. Questa duplice relazione morale con i testi sacri riflette una doppia faccia nella bontà stessa. Si considerino le nostre normali intuizioni sulla parola "buono". Non abbiamo dubbi sul fatto che aiutare una persona anziana ad attraversare la strada sia una buona cosa, e che sia bene prendersi cura dei propri figli e astenersi dalla violenza. Possiamo anche affermare con sicurezza che la libertà e la felicità sono buone e che trovare qualcuno da amare è un grande bene. Ma quando ci viene chiesto cosa distingue una vita buona, nel complesso, da una mediocre, spesso scopriamo che la nostra fiducia su cosa sia la bontà vacilla, e potremmo iniziare a chiederci se esista un qualche bene generale — essere salvati da Cristo? Vincere il proprio attaccamento a se stessi? Unirci gli uni con gli altri in una società priva di proprietà personali? — che ci manca. Ed è possibile che un tale bene generale sconvolgerebbe le nostre ordinarie intuizioni sulla bontà. Forse le nostre intuizioni sulla bontà, per esempio, dell'amore romantico o sulla libertà di culto, non sono di per sé buone? Forse sono invece dogmi che dovrebbero essere scartati, come le convinzioni morali delle società sessiste o razziste? Può essere molto difficile rispondere a sfide come questa una volta che sono iniziate, e anche se è probabile che rimarremo convinti che sia bene aiutare i nostri vicini e male manipolarli o picchiarli, potremmo improvvisamente diventare consapevoli di non essere sicuri come difendere anche queste intuizioni, quali ragioni potremmo addurre per esse che potrebbero rientrare in una spiegazione sistematica del bene.
Socrate rendeva le persone nervose portandole a questo tipo di vertigini sulle loro convinzioni morali, e Platone usò tale vertigine per sostenere che il bene supremo trascende radicalmente le nostre convinzioni ordinarie sulla bontà. Il loro approccio a questo argomento è ancora attuale, inoltre e soprattutto tra i seguaci delle religioni rivelate, per i quali è di fondamentale importanza che il bene umano ultimo non si trovi nelle nostre intuizioni e ragionamenti ordinari, e vada invece ricercato in un testo o insegnamento che ha una fonte soprannaturale. Anche loro, tuttavia, di solito condividono la fiducia dei loro vicini secolari che la gentilezza e l'equità sono buone e si fidano del loro testo preferito in gran parte perché pensano che il modo di vivere che raccomanda può aiutarli a raggiungere meglio questa bontà ordinaria. Quindi il termine "buono" sembra diviso tra un senso ordinario in cui dovrebbe essere del tutto accessibile e un altro senso straordinario con il quale può attivare i propri usi ordinari e trovarli carenti. Il resoconto della bontà che offrirò in questo Capitolo rifletterà tale tensione.
Cominciamo con l'aspetto della bontà che deve essere indipendente dalla rivelazione: l'aspetto secolare della bontà, come potremmo chiamarlo. Ovviamente è del tutto falso che gli esseri umani abbiano dovuto aspettare fino a quando la Torah non ha proclamato i Dieci Comandamenti prima di rendersi conto che c'era qualcosa di sbagliato nell'omicidio, nel furto o nell'adulterio. Questi e molti altri principi morali sono ampiamente condivisi, attraverso culture e religioni, e si può spiegare cosa comportano e trovare ragioni per aderirvi, indipendentemente dalla religione. Senza molti di questi principi, le società cadrebbero a pezzi. Praticamente tutti gli esseri umani se ne rendono conto e di conseguenza hanno motivo di essere moralmente buoni, siano essi religiosi o meno. In effetti, le persone religiose non sono necessariamente migliori, per quanto riguarda la moralità quotidiana, delle persone non religiose. Scandali sessuali, frodi e crudeltà si riscontrano notoriamente tra preti e predicatori così come altre persone. Le stesse tentazioni affliggono tutti noi e non vi è alcuna garanzia che l'impegno religioso ce ne protegga.
Per non parlare delle corruzioni morali che lo stesso impegno religioso può generare. Le guerre di religione, l'oppressione o l'assassinio dei non-credenti: queste patologie si trovano in quasi tutte le religioni che sono durate a lungo. Inoltre, i modelli semplicistici di ricompensa e punizione con cui molte persone religiose affermano di sottoscrivere la moralità — se sei buono, andrai in paradiso; se sei cattivo, andrai all'inferno — funzionano contro un'adeguata motivazione morale, incoraggiando in noi l'interesse egoistico per il nostro destino che la moralità dovrebbe contrastare, piuttosto che un vero amore per il nostro prossimo, o la virtù per se stessa. Chi è più ammirevole, la persona che è buona per timore di Dio, o la persona che è buona perché ha a cuore il benessere degli amici e del prossimo? Persino la persona che agisce per puro amore di Dio, se non ama anche gli altri esseri umani, ha una motivazione tutt'altro che ideale. Sembra ragionevole, infatti, che un Dio veramente buono e amorevole voglia che ci amiamo gli uni gli altri e non solo Lui. Ma ciò significa che ci sono ragioni sia religiose che secolari per aspettarsi di non aver bisogno della religione per essere buoni.
Inoltre, generalmente non abbiamo bisogno della religione per capire cosa ''è'' buono. In larga misura, il nostro vocabolario morale è orientato verso fini puramente umanistici: approviamo moralmente ciò che preserva la pace nelle nostre società, ciò che ci consente di rispettarci l'un l'altro e ciò che ci consente di alleviare le reciproche sofferenze. In misura corrispondentemente ampia, le nostre motivazioni per essere morali sono umanistiche: agiamo moralmente perché vogliamo vivere in pace, amicizia e rispetto reciproco con il prossimo. Non sono necessari proclami di Mosè o Gesù o Maometto per sapere cosa dobbiamo fare sotto questi aspetti, né è necessaria una dottrina del paradiso e dell'inferno per spronarci a farlo.
Inoltre, è altrettanto giusto, da un punto di vista religioso, che sia così. Vogliamo alcuni criteri, indipendenti dagli insegnamenti religiosi, mediante i quali accertare quali insegnamenti possano essere divini, e un criterio importante è se sono moralmente buoni. Quando chiamiamo un testo moralmente buono, non intendiamo che sia buono ''per definizione'': che definisca la bontà e quindi sia all'altezza dei propri standard. No, stiamo presupponendo una nozione di bontà indipendente dal testo e diciamo che funziona bene secondo questo standard. Il nostro vocabolario morale ordinario e umanistico ci fornisce questa nozione indipendente di bontà. Possiamo riconoscere che un insegnamento religioso ci offre una grande comprensione morale delle normali faccende umane – il modo migliore per esprimere compassione, o risolvere una controversia – ancor prima di afferrare o accettare il resto del suo insegnamento. Questo ci assicura che quando chiamiamo "buono" il nostro insegnamento preferito, finanche una ''fonte'' suprema di bontà, non stiamo pronunciando una tautologia.
Una nozione di bontà indipendente e umanistica ha anche un valore religioso in un altro modo. Abbiamo bisogno di interpretare i nostri testi religiosi – nessun testo si autointerpreta, dopo tutto, e i testi religiosi tendono ad essere più oscuri di altri – soprattutto se vogliamo trarne un modo di vivere. Notoriamente, ci sono modi più e meno umani per farlo, e un senso di bontà indipendente può guidarci verso modi più umani. Una nozione indipendente di bontà può, cioè, aiutarci a tenerci lontani dalle patologie religiose. E sicuramente un Dio tutto buono, che ama le Sue creature, vorrebbe che comprendessimo la Sua parola nel modo più umano possibile: da essa ci lasciamo guidare verso un modo generoso ed equo di trattare gli uni con gli altri. Quindi un Dio onnipotentemente buono forse vorrà che interpretiamo qualsiasi rivelazione che ci dà secondo uno standard di bontà indipendente e umanistico. Torneremo su questa idea nel [[Rivelazione e impegno esistenziale/Capitolo 6|Capitolo 6]].
Infine, i testi sacri o rivelati tendono a chiarire che presuppongono una nozione indipendente di moralità. Quando la Genesi riporta che le persone della generazione di Noè erano "corrotte" e "violente" ({{passo biblico2|Genesi|6:11}}), presuppone che il lettore sappia già cosa significano questi termini e perché la corruzione e la violenza meritano una punizione. In seguito, Genesi dà per scontato che i suoi lettori vedranno cosa c'è di sbagliato nella disonestà di Giacobbe e nella brutalità dei fratelli di Giuseppe, e l'Esodo non ha senso a meno che il lettore non riconosca che l'oppressione degli israeliti da parte del Faraone fu ingiusta e crudele. Allo stesso modo si suppone che il lettore dei Vangeli consideri nobile il comportamento personale di Gesù e il suo monito ad amare coloro che ti odiano come un miglioramento morale rispetto alle dottrine più giudicatorie che attribuisce ai suoi predecessori. Le Upanishad presumono che i loro lettori vedano il male nell'egoismo meschino e cerchino un modo per superarlo, e il Buddha acquisì i suoi primi seguaci più che altro attraverso la "via di mezzo" della virtù da lui proclamata, che pretendeva di migliorare la pratica indù rifuggendo sia dal lusso che dall'ascesi. In tutti questi casi e in molti altri, gli insegnamenti religiosi presuppongono che i loro seguaci possano vedere in tali insegnamenti qualcosa di ammirevole, misurato da un senso morale indipendente: presuppongano una comprensione morale indipendente che ci aiuti a vederli come le parole di Dio, o di un maestro sommamente saggio. I testi religiosi stessi consentono al senso di bontà umanistico, quotidiano, condiviso da religiosi e laici, di fungere da criterio per la loro affidabilità. Implicano che, se la bontà può avere caratteristiche specificamente religiose, queste devono innestarsi su una base umanistica anteriore.
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie dei sentimenti|Serie maimonidea|Serie misticismo ebraico}}
{{Avanzamento|50%|31 luglio 2022}}
[[Categoria:Rivelazione e impegno esistenziale|Capitolo 2]]
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2022-07-31T16:02:31Z
Monozigote
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testo
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text/x-wiki
{{Rivelazione e impegno esistenziale}}
[[File:Rav Mosheh Lichtenstein.jpg|540px|thumb|center|[[:en:w:Mosheh Lichtenstein|Rabbi Mosheh Lichtenstein]], in studio presso la [[:en:w:Yeshivat Har Etzion|Yeshivah Har Etzion]] (Israele, 2007)]]
== ETICA ==
Nel Capitolo precedente ho sostenuto che i testi sacri servono come autorità etiche per quelli di noi che ci credono: cerchiamo da loro una guida etica. Ma fino a che punto può essere così? Molte persone suggeriscono che i Dieci Comandamenti, o l'ammonimento di Gesù ad amare i propri nemici, insegnassero al mondo verità morali che prima non conosceva. Ci fidiamo di una persona o di un libro come autorità etica, tuttavia, solo ''perché'' sembra avere integrità e comprensione delle questioni morali; usiamo la moralità come criterio per ''selezionare'' i nostri testi e insegnanti autorevoli. Ciò suggerisce che apportiamo una comprensione della moralità alla decisione se fidarsi o meno di un testo sacro. Le persone non considerano sacro un libro se sembra loro malvagio.
Allora qual è la risposta? Impariamo ciò che è buono dai nostri testi sacri o portiamo con noi una nozione di bontà nel pervenire a tali testi? In questo Capitolo sosterrò che facciamo entrambe le cose: che la bontà deve essere in parte indipendente dalla rivelazione, ma che guardiamo anche alla rivelazione per insegnarci la bontà. Questa duplice relazione morale con i testi sacri riflette una doppia faccia nella bontà stessa. Si considerino le nostre normali intuizioni sulla parola "buono". Non abbiamo dubbi sul fatto che aiutare una persona anziana ad attraversare la strada sia una buona cosa, e che sia bene prendersi cura dei propri figli e astenersi dalla violenza. Possiamo anche affermare con sicurezza che la libertà e la felicità sono buone e che trovare qualcuno da amare è un grande bene. Ma quando ci viene chiesto cosa distingue una vita buona, nel complesso, da una mediocre, spesso scopriamo che la nostra fiducia su cosa sia la bontà vacilla, e potremmo iniziare a chiederci se esista un qualche bene generale — essere salvati da Cristo? Vincere il proprio attaccamento a se stessi? Unirci gli uni con gli altri in una società priva di proprietà personali? — che ci manca. Ed è possibile che un tale bene generale sconvolgerebbe le nostre ordinarie intuizioni sulla bontà. Forse le nostre intuizioni sulla bontà, per esempio, dell'amore romantico o sulla libertà di culto, non sono di per sé buone? Forse sono invece dogmi che dovrebbero essere scartati, come le convinzioni morali delle società sessiste o razziste? Può essere molto difficile rispondere a sfide come questa una volta che sono iniziate, e anche se è probabile che rimarremo convinti che sia bene aiutare i nostri vicini e male manipolarli o picchiarli, potremmo improvvisamente diventare consapevoli di non essere sicuri come difendere anche queste intuizioni, quali ragioni potremmo addurre per esse che potrebbero rientrare in una spiegazione sistematica del bene.
Socrate rendeva le persone nervose portandole a questo tipo di vertigini sulle loro convinzioni morali, e Platone usò tale vertigine per sostenere che il bene supremo trascende radicalmente le nostre convinzioni ordinarie sulla bontà. Il loro approccio a questo argomento è ancora attuale, inoltre e soprattutto tra i seguaci delle religioni rivelate, per i quali è di fondamentale importanza che il bene umano ultimo non si trovi nelle nostre intuizioni e ragionamenti ordinari, e vada invece ricercato in un testo o insegnamento che ha una fonte soprannaturale. Anche loro, tuttavia, di solito condividono la fiducia dei loro vicini secolari che la gentilezza e l'equità sono buone e si fidano del loro testo preferito in gran parte perché pensano che il modo di vivere che raccomanda può aiutarli a raggiungere meglio questa bontà ordinaria. Quindi il termine "buono" sembra diviso tra un senso ordinario in cui dovrebbe essere del tutto accessibile e un altro senso straordinario con il quale può attivare i propri usi ordinari e trovarli carenti. Il resoconto della bontà che offrirò in questo Capitolo rifletterà tale tensione.
Cominciamo con l'aspetto della bontà che deve essere indipendente dalla rivelazione: l'aspetto secolare della bontà, come potremmo chiamarlo. Ovviamente è del tutto falso che gli esseri umani abbiano dovuto aspettare fino a quando la Torah non ha proclamato i Dieci Comandamenti prima di rendersi conto che c'era qualcosa di sbagliato nell'omicidio, nel furto o nell'adulterio. Questi e molti altri principi morali sono ampiamente condivisi, attraverso culture e religioni, e si può spiegare cosa comportano e trovare ragioni per aderirvi, indipendentemente dalla religione. Senza molti di questi principi, le società cadrebbero a pezzi. Praticamente tutti gli esseri umani se ne rendono conto e di conseguenza hanno motivo di essere moralmente buoni, siano essi religiosi o meno. In effetti, le persone religiose non sono necessariamente migliori, per quanto riguarda la moralità quotidiana, delle persone non religiose. Scandali sessuali, frodi e crudeltà si riscontrano notoriamente tra preti e predicatori così come altre persone. Le stesse tentazioni affliggono tutti noi e non vi è alcuna garanzia che l'impegno religioso ce ne protegga.
Per non parlare delle corruzioni morali che lo stesso impegno religioso può generare. Le guerre di religione, l'oppressione o l'assassinio dei non-credenti: queste patologie si trovano in quasi tutte le religioni che sono durate a lungo. Inoltre, i modelli semplicistici di ricompensa e punizione con cui molte persone religiose affermano di sottoscrivere la moralità — se sei buono, andrai in paradiso; se sei cattivo, andrai all'inferno — funzionano contro un'adeguata motivazione morale, incoraggiando in noi l'interesse egoistico per il nostro destino che la moralità dovrebbe contrastare, piuttosto che un vero amore per il nostro prossimo, o la virtù per se stessa. Chi è più ammirevole, la persona che è buona per timore di Dio, o la persona che è buona perché ha a cuore il benessere degli amici e del prossimo? Persino la persona che agisce per puro amore di Dio, se non ama anche gli altri esseri umani, ha una motivazione tutt'altro che ideale. Sembra ragionevole, infatti, che un Dio veramente buono e amorevole voglia che ci amiamo gli uni gli altri e non solo Lui. Ma ciò significa che ci sono ragioni sia religiose che secolari per aspettarsi di non aver bisogno della religione per essere buoni.
Inoltre, generalmente non abbiamo bisogno della religione per capire cosa ''è'' buono. In larga misura, il nostro vocabolario morale è orientato verso fini puramente umanistici: approviamo moralmente ciò che preserva la pace nelle nostre società, ciò che ci consente di rispettarci l'un l'altro e ciò che ci consente di alleviare le reciproche sofferenze. In misura corrispondentemente ampia, le nostre motivazioni per essere morali sono umanistiche: agiamo moralmente perché vogliamo vivere in pace, amicizia e rispetto reciproco con il prossimo. Non sono necessari proclami di Mosè o Gesù o Maometto per sapere cosa dobbiamo fare sotto questi aspetti, né è necessaria una dottrina del paradiso e dell'inferno per spronarci a farlo.
Inoltre, è altrettanto giusto, da un punto di vista religioso, che sia così. Vogliamo alcuni criteri, indipendenti dagli insegnamenti religiosi, mediante i quali accertare quali insegnamenti possano essere divini, e un criterio importante è se sono moralmente buoni. Quando chiamiamo un testo moralmente buono, non intendiamo che sia buono ''per definizione'': che definisca la bontà e quindi sia all'altezza dei propri standard. No, stiamo presupponendo una nozione di bontà indipendente dal testo e diciamo che funziona bene secondo questo standard. Il nostro vocabolario morale ordinario e umanistico ci fornisce questa nozione indipendente di bontà. Possiamo riconoscere che un insegnamento religioso ci offre una grande comprensione morale delle normali faccende umane – il modo migliore per esprimere compassione, o risolvere una controversia – ancor prima di afferrare o accettare il resto del suo insegnamento. Questo ci assicura che quando chiamiamo "buono" il nostro insegnamento preferito, finanche una ''fonte'' suprema di bontà, non stiamo pronunciando una tautologia.
Una nozione di bontà indipendente e umanistica ha anche un valore religioso in un altro modo. Abbiamo bisogno di interpretare i nostri testi religiosi – nessun testo si autointerpreta, dopo tutto, e i testi religiosi tendono ad essere più oscuri di altri – soprattutto se vogliamo trarne un modo di vivere. Notoriamente, ci sono modi più e meno umani per farlo, e un senso di bontà indipendente può guidarci verso modi più umani. Una nozione indipendente di bontà può, cioè, aiutarci a tenerci lontani dalle patologie religiose. E sicuramente un Dio tutto buono, che ama le Sue creature, vorrebbe che comprendessimo la Sua parola nel modo più umano possibile: da essa ci lasciamo guidare verso un modo generoso ed equo di trattare gli uni con gli altri. Quindi un Dio onnipotentemente buono forse vorrà che interpretiamo qualsiasi rivelazione che ci dà secondo uno standard di bontà indipendente e umanistico. Torneremo su questa idea nel [[Rivelazione e impegno esistenziale/Capitolo 6|Capitolo 6]].
Infine, i testi sacri o rivelati tendono a chiarire che presuppongono una nozione indipendente di moralità. Quando la Genesi riporta che le persone della generazione di Noè erano "corrotte" e "violente" ({{passo biblico2|Genesi|6:11}}), presuppone che il lettore sappia già cosa significano questi termini e perché la corruzione e la violenza meritano una punizione. In seguito, Genesi dà per scontato che i suoi lettori vedranno cosa c'è di sbagliato nella disonestà di Giacobbe e nella brutalità dei fratelli di Giuseppe, e l'Esodo non ha senso a meno che il lettore non riconosca che l'oppressione degli israeliti da parte del Faraone fu ingiusta e crudele. Allo stesso modo si suppone che il lettore dei Vangeli consideri nobile il comportamento personale di Gesù e il suo monito ad amare coloro che ti odiano come un miglioramento morale rispetto alle dottrine più giudicatorie che attribuisce ai suoi predecessori. Le Upanishad presumono che i loro lettori vedano il male nell'egoismo meschino e cerchino un modo per superarlo, e il Buddha acquisì i suoi primi seguaci più che altro attraverso la "via di mezzo" della virtù da lui proclamata, che pretendeva di migliorare la pratica indù rifuggendo sia dal lusso che dall'ascesi. In tutti questi casi e in molti altri, gli insegnamenti religiosi presuppongono che i loro seguaci possano vedere in tali insegnamenti qualcosa di ammirevole, misurato da un senso morale indipendente: presuppongano una comprensione morale indipendente che ci aiuti a vederli come le parole di Dio, o di un maestro sommamente saggio. I testi religiosi stessi consentono al senso di bontà umanistico, quotidiano, condiviso da religiosi e laici, di fungere da criterio per la loro affidabilità. Implicano che, se la bontà può avere caratteristiche specificamente religiose, queste devono innestarsi su una base umanistica anteriore.
Ora, alcuni potrebbero lamentarsi del fatto che finora ho fatto sembrare troppo facile il processo di fondare una morale umanistica e di esporne le sue esigenze. Ad esempio, potrebbero enfatizzare le nostre numerose controversie morali. Alcuni pensano che non ci sia niente di sbagliato nell'aborto; altri lo considerano equivalente a un omicidio. Alcuni considerano la pena capitale come un grande male; altri pensano che la moralità ''richieda'' la pena capitale per determinati crimini. Similmente, non siamo d'accordo sull'omosessualità, sugli aiuti del governo ai poveri e sulle circostanze, se del caso, in cui la guerra è giustificata. Questi disaccordi pervadono anche le società che condividono largamente lingua, storia e religione; le differenze tra le culture possono diventare ancora più nitide e taglienti. Quindi sicuramente è un errore, in ogni caso troppo semplice, supporre che la nostra ragione, i nostri sentimenti o il bisogno di condividere una società ci portino a convergere su norme morali, anche ''se'' siamo tutti d'accordo in generale sul fatto che l'omicidio, la frode e la crudeltà siano sbagliati, e che è una buona cosa essere onesti e coraggiosi. Sicuramente, in effetti, è stato il progetto dei filosofi morali cercare di elaborare principi che ci ''consentissero'' di condividere una moralità dettagliata, di colmare le differenze che abbiamo sull'aborto, la pena capitale e simili. A che servono i principi utilitaristici e kantiani se non possono aiutarci a risolvere le differenze morali?
Ebbene, in effetti, l'utilitarismo e il kantismo, e gli altri sistemi promossi dai filosofi morali, non risolvono le nostre differenze morali. In parte, ciò è dovuto al fatto che non sono d'accordo tra loro e in parte è perché sono troppo generali per risolvere la maggior parte delle controversie concrete. Gli utilitaristi ci chiedono di considerare quale di due azioni o politiche porterà la più grande felicità al maggior numero di persone. Ma la felicità è difficile da misurare e le conseguenze della maggior parte delle azioni e delle politiche difficili da prevedere. Quindi le implicazioni dell'utilitarismo per le questioni controverse non sono chiare e le persone che affrontano le questioni con predilezioni diverse possono facilmente supportare la loro descrizione dei fatti in questione per ottenere il risultato che desiderano. L'imperativo categorico di Kant ci chiede se possiamo volere che tutti prendano il tipo di azione che stiamo considerando, o se quell'azione è compatibile con il rispetto per gli altri esseri umani come fini a se stessi. Ma queste domande utilizzano termini così astratti che possono essere facilmente interpretati per produrre risultati su entrambi i lati delle questioni più controverse. Di conseguenza, ci sono utilitaristi e kantiani praticamente su tutti i lati di ogni questione: utilitaristi che sostengono la pena capitale e utilitaristi che si oppongono, kantiani che sostengono la pena capitale e kantiani che si oppongono, ecc. I tentativi di sistematizzare la moralità tendono semplicemente ad aggiungere ancora un altro livello di disaccordo a quelli di tutti i giorni: su quale dovrebbe essere la corretta giustificazione anche per le posizioni su cui siamo d'accordo.
Potremmo aggiungere che questi sistemi si concentrano su diversi aspetti dei nostri ideali e norme, e quindi parlano l'uno al di là dell'altro. L'utilitarismo si concentra sul fatto che tutti cerchiamo la felicità, il kantismo sul fatto che cerchiamo la libertà e la dignità. Altri filosofi morali enfatizzano il posto del sentimento nella vita morale, in contrasto con l'enfasi che sia gli utilitaristi che i kantiani attribuiscono alla ragione e alle regole, o ci esortano a prestare meno attenzione ad azioni particolari e più a tratti caratteriali generali, come il coraggio e l'autocontrollo. Ma tutti noi vogliamo la felicità e la libertà, oltre a buoni tratti caratteriali, e vediamo tutti che le buone società hanno bisogno di regole eque e di sensibilità emotiva. "Moralità" è una parola che usiamo per gli ideali e le norme che soddisfano una varietà di bisogni diversi, quindi non dovrebbe sorprendere se i tentativi di sistematizzare questi ideali e norme a volte ci spingono in direzioni diverse.
Vale la pena notare che la moralità basata sulla religione non serve più a risolvere le nostre differenze morali. Non solo religioni diverse sono in conflitto tra loro almeno tanto quanto i diversi sistemi filosofici, ma ''ogni'' religione tende a dividersi su molte questioni morali. Ci sono cristiani che considerano l'omosessualità un peccato terribile e cristiani che pensano che l'amore gay dovrebbe essere riconosciuto nei matrimoni in chiesa. Ci sono cristiani, ebrei e buddhisti ''pro-life'' e ''pro-choice'', e cristiani, ebrei e buddhisti che sostengono la pena capitale, così come cristiani, ebrei e buddhisti che vi si oppongono. E mentre c'è un più alto grado di consenso morale nelle piccole comunità – tra [[w:Satmar|Satmar hassidim]], diciamo, o [[w:mennoniti|mennoniti]] – anche queste comunità notoriamente discutono tra loro su cose del tipo se denunciare i [[:en:w:sexual predator|predatori sessuali]] alle autorità secolari o come trattare i dissidenti. Platone notò 2500 anni fa che la moralità è il luogo principale del disaccordo tra le persone, e nessuno prima di lui o da allora ha escogitato una formula per superare quel disaccordo. È un fatto della vita morale che siamo in netto disaccordo su molte questioni morali; qualsiasi teoria ragionevole della moralità deve dar spazio a tale disaccordo.
Ma questo fatto va di pari passo con l'altro che ho sottolineato: che le persone che comprendono la moralità in modi molto diversi, tuttavia, ''sono d’accordo'', la maggior parte delle volte, su come valutare le situazioni morali. Le persone nella vita quotidiana convergono il più delle volte su ciò che conta come un comportamento crudele o disonesto e quando, al contrario, qualcuno è coraggioso o generoso. Il grado di accordo qui può essere molto alto. Vicini con opinioni religiose e politiche estremamente diverse, tuttavia, sono d'accordo su quale di loro sia una delizia o un cretino. Le persone sono anche d'accordo in tutte le società sulle virtù generali: condannano la crudeltà, la disonestà e l'egoismo e lodano i loro opposti, anche se a volte le interpretano in modo diverso.
Ciò che colpisce della moralità, quindi, è che siamo ''sia'' d'accordo ''che'' in disaccordo su di essa. Siamo d'accordo sui suoi contorni generali, e su molte delle sue richieste specifiche, ma poi siamo in disaccordo così nettamente su alcuni casi specifici, e sulla logica dell'essere morali, che ci chiediamo come sia possibile l'accordo che otteniamo. Una buona teoria della moralità deve rendere conto sia del nostro accordo che del nostro disaccordo. Tornerò su questo punto a breve.
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie dei sentimenti|Serie maimonidea|Serie misticismo ebraico}}
{{Avanzamento|50%|31 luglio 2022}}
[[Categoria:Rivelazione e impegno esistenziale|Capitolo 2]]
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{{Rivelazione e impegno esistenziale}}
[[File:Rav Mosheh Lichtenstein.jpg|540px|thumb|center|[[:en:w:Mosheh Lichtenstein|Rabbi Mosheh Lichtenstein]], in studio presso la [[:en:w:Yeshivat Har Etzion|Yeshivah Har Etzion]] (Israele, 2007)]]
== ETICA ==
Nel Capitolo precedente ho sostenuto che i testi sacri servono come autorità etiche per quelli di noi che ci credono: cerchiamo da loro una guida etica. Ma fino a che punto può essere così? Molte persone suggeriscono che i Dieci Comandamenti, o l'ammonimento di Gesù ad amare i propri nemici, insegnassero al mondo verità morali che prima non conosceva. Ci fidiamo di una persona o di un libro come autorità etica, tuttavia, solo ''perché'' sembra avere integrità e comprensione delle questioni morali; usiamo la moralità come criterio per ''selezionare'' i nostri testi e insegnanti autorevoli. Ciò suggerisce che apportiamo una comprensione della moralità alla decisione se fidarsi o meno di un testo sacro. Le persone non considerano sacro un libro se sembra loro malvagio.
Allora qual è la risposta? Impariamo ciò che è buono dai nostri testi sacri o portiamo con noi una nozione di bontà nel pervenire a tali testi? In questo Capitolo sosterrò che facciamo entrambe le cose: che la bontà deve essere in parte indipendente dalla rivelazione, ma che guardiamo anche alla rivelazione per insegnarci la bontà. Questa duplice relazione morale con i testi sacri riflette una doppia faccia nella bontà stessa. Si considerino le nostre normali intuizioni sulla parola "buono". Non abbiamo dubbi sul fatto che aiutare una persona anziana ad attraversare la strada sia una buona cosa, e che sia bene prendersi cura dei propri figli e astenersi dalla violenza. Possiamo anche affermare con sicurezza che la libertà e la felicità sono buone e che trovare qualcuno da amare è un grande bene. Ma quando ci viene chiesto cosa distingue una vita buona, nel complesso, da una mediocre, spesso scopriamo che la nostra fiducia su cosa sia la bontà vacilla, e potremmo iniziare a chiederci se esista un qualche bene generale — essere salvati da Cristo? Vincere il proprio attaccamento a se stessi? Unirci gli uni con gli altri in una società priva di proprietà personali? — che ci manca. Ed è possibile che un tale bene generale sconvolgerebbe le nostre ordinarie intuizioni sulla bontà. Forse le nostre intuizioni sulla bontà, per esempio, dell'amore romantico o sulla libertà di culto, non sono di per sé buone? Forse sono invece dogmi che dovrebbero essere scartati, come le convinzioni morali delle società sessiste o razziste? Può essere molto difficile rispondere a sfide come questa una volta che sono iniziate, e anche se è probabile che rimarremo convinti che sia bene aiutare i nostri vicini e male manipolarli o picchiarli, potremmo improvvisamente diventare consapevoli di non essere sicuri come difendere anche queste intuizioni, quali ragioni potremmo addurre per esse che potrebbero rientrare in una spiegazione sistematica del bene.
Socrate rendeva le persone nervose portandole a questo tipo di vertigini sulle loro convinzioni morali, e Platone usò tale vertigine per sostenere che il bene supremo trascende radicalmente le nostre convinzioni ordinarie sulla bontà. Il loro approccio a questo argomento è ancora attuale, inoltre e soprattutto tra i seguaci delle religioni rivelate, per i quali è di fondamentale importanza che il bene umano ultimo non si trovi nelle nostre intuizioni e ragionamenti ordinari, e vada invece ricercato in un testo o insegnamento che ha una fonte soprannaturale. Anche loro, tuttavia, di solito condividono la fiducia dei loro vicini secolari che la gentilezza e l'equità sono buone e si fidano del loro testo preferito in gran parte perché pensano che il modo di vivere che raccomanda può aiutarli a raggiungere meglio questa bontà ordinaria. Quindi il termine "buono" sembra diviso tra un senso ordinario in cui dovrebbe essere del tutto accessibile e un altro senso straordinario con il quale può attivare i propri usi ordinari e trovarli carenti. Il resoconto della bontà che offrirò in questo Capitolo rifletterà tale tensione.
Cominciamo con l'aspetto della bontà che deve essere indipendente dalla rivelazione: l'aspetto secolare della bontà, come potremmo chiamarlo. Ovviamente è del tutto falso che gli esseri umani abbiano dovuto aspettare fino a quando la Torah non ha proclamato i Dieci Comandamenti prima di rendersi conto che c'era qualcosa di sbagliato nell'omicidio, nel furto o nell'adulterio. Questi e molti altri principi morali sono ampiamente condivisi, attraverso culture e religioni, e si può spiegare cosa comportano e trovare ragioni per aderirvi, indipendentemente dalla religione. Senza molti di questi principi, le società cadrebbero a pezzi. Praticamente tutti gli esseri umani se ne rendono conto e di conseguenza hanno motivo di essere moralmente buoni, siano essi religiosi o meno. In effetti, le persone religiose non sono necessariamente migliori, per quanto riguarda la moralità quotidiana, delle persone non religiose. Scandali sessuali, frodi e crudeltà si riscontrano notoriamente tra preti e predicatori così come altre persone. Le stesse tentazioni affliggono tutti noi e non vi è alcuna garanzia che l'impegno religioso ce ne protegga.
Per non parlare delle corruzioni morali che lo stesso impegno religioso può generare. Le guerre di religione, l'oppressione o l'assassinio dei non-credenti: queste patologie si trovano in quasi tutte le religioni che sono durate a lungo. Inoltre, i modelli semplicistici di ricompensa e punizione con cui molte persone religiose affermano di sottoscrivere la moralità — se sei buono, andrai in paradiso; se sei cattivo, andrai all'inferno — funzionano contro un'adeguata motivazione morale, incoraggiando in noi l'interesse egoistico per il nostro destino che la moralità dovrebbe contrastare, piuttosto che un vero amore per il nostro prossimo, o la virtù per se stessa. Chi è più ammirevole, la persona che è buona per timore di Dio, o la persona che è buona perché ha a cuore il benessere degli amici e del prossimo? Persino la persona che agisce per puro amore di Dio, se non ama anche gli altri esseri umani, ha una motivazione tutt'altro che ideale. Sembra ragionevole, infatti, che un Dio veramente buono e amorevole voglia che ci amiamo gli uni gli altri e non solo Lui. Ma ciò significa che ci sono ragioni sia religiose che secolari per aspettarsi di non aver bisogno della religione per essere buoni.
Inoltre, generalmente non abbiamo bisogno della religione per capire cosa ''è'' buono. In larga misura, il nostro vocabolario morale è orientato verso fini puramente umanistici: approviamo moralmente ciò che preserva la pace nelle nostre società, ciò che ci consente di rispettarci l'un l'altro e ciò che ci consente di alleviare le reciproche sofferenze. In misura corrispondentemente ampia, le nostre motivazioni per essere morali sono umanistiche: agiamo moralmente perché vogliamo vivere in pace, amicizia e rispetto reciproco con il prossimo. Non sono necessari proclami di Mosè o Gesù o Maometto per sapere cosa dobbiamo fare sotto questi aspetti, né è necessaria una dottrina del paradiso e dell'inferno per spronarci a farlo.
Inoltre, è altrettanto giusto, da un punto di vista religioso, che sia così. Vogliamo alcuni criteri, indipendenti dagli insegnamenti religiosi, mediante i quali accertare quali insegnamenti possano essere divini, e un criterio importante è se sono moralmente buoni. Quando chiamiamo un testo moralmente buono, non intendiamo che sia buono ''per definizione'': che definisca la bontà e quindi sia all'altezza dei propri standard. No, stiamo presupponendo una nozione di bontà indipendente dal testo e diciamo che funziona bene secondo questo standard. Il nostro vocabolario morale ordinario e umanistico ci fornisce questa nozione indipendente di bontà. Possiamo riconoscere che un insegnamento religioso ci offre una grande comprensione morale delle normali faccende umane – il modo migliore per esprimere compassione, o risolvere una controversia – ancor prima di afferrare o accettare il resto del suo insegnamento. Questo ci assicura che quando chiamiamo "buono" il nostro insegnamento preferito, finanche una ''fonte'' suprema di bontà, non stiamo pronunciando una tautologia.
Una nozione di bontà indipendente e umanistica ha anche un valore religioso in un altro modo. Abbiamo bisogno di interpretare i nostri testi religiosi – nessun testo si autointerpreta, dopo tutto, e i testi religiosi tendono ad essere più oscuri di altri – soprattutto se vogliamo trarne un modo di vivere. Notoriamente, ci sono modi più e meno umani per farlo, e un senso di bontà indipendente può guidarci verso modi più umani. Una nozione indipendente di bontà può, cioè, aiutarci a tenerci lontani dalle patologie religiose. E sicuramente un Dio tutto buono, che ama le Sue creature, vorrebbe che comprendessimo la Sua parola nel modo più umano possibile: da essa ci lasciamo guidare verso un modo generoso ed equo di trattare gli uni con gli altri. Quindi un Dio onnipotentemente buono forse vorrà che interpretiamo qualsiasi rivelazione che ci dà secondo uno standard di bontà indipendente e umanistico. Torneremo su questa idea nel [[Rivelazione e impegno esistenziale/Capitolo 6|Capitolo 6]].
Infine, i testi sacri o rivelati tendono a chiarire che presuppongono una nozione indipendente di moralità. Quando la Genesi riporta che le persone della generazione di Noè erano "corrotte" e "violente" ({{passo biblico2|Genesi|6:11}}), presuppone che il lettore sappia già cosa significano questi termini e perché la corruzione e la violenza meritano una punizione. In seguito, Genesi dà per scontato che i suoi lettori vedranno cosa c'è di sbagliato nella disonestà di Giacobbe e nella brutalità dei fratelli di Giuseppe, e l'Esodo non ha senso a meno che il lettore non riconosca che l'oppressione degli israeliti da parte del Faraone fu ingiusta e crudele. Allo stesso modo si suppone che il lettore dei Vangeli consideri nobile il comportamento personale di Gesù e il suo monito ad amare coloro che ti odiano come un miglioramento morale rispetto alle dottrine più giudicatorie che attribuisce ai suoi predecessori. Le Upanishad presumono che i loro lettori vedano il male nell'egoismo meschino e cerchino un modo per superarlo, e il Buddha acquisì i suoi primi seguaci più che altro attraverso la "via di mezzo" della virtù da lui proclamata, che pretendeva di migliorare la pratica indù rifuggendo sia dal lusso che dall'ascesi. In tutti questi casi e in molti altri, gli insegnamenti religiosi presuppongono che i loro seguaci possano vedere in tali insegnamenti qualcosa di ammirevole, misurato da un senso morale indipendente: presuppongano una comprensione morale indipendente che ci aiuti a vederli come le parole di Dio, o di un maestro sommamente saggio. I testi religiosi stessi consentono al senso di bontà umanistico, quotidiano, condiviso da religiosi e laici, di fungere da criterio per la loro affidabilità. Implicano che, se la bontà può avere caratteristiche specificamente religiose, queste devono innestarsi su una base umanistica anteriore.
Ora, alcuni potrebbero lamentarsi del fatto che finora ho fatto sembrare troppo facile il processo di fondare una morale umanistica e di esporne le sue esigenze. Ad esempio, potrebbero enfatizzare le nostre numerose controversie morali. Alcuni pensano che non ci sia niente di sbagliato nell'aborto; altri lo considerano equivalente a un omicidio. Alcuni considerano la pena capitale come un grande male; altri pensano che la moralità ''richieda'' la pena capitale per determinati crimini. Similmente, non siamo d'accordo sull'omosessualità, sugli aiuti del governo ai poveri e sulle circostanze, se del caso, in cui la guerra è giustificata. Questi disaccordi pervadono anche le società che condividono largamente lingua, storia e religione; le differenze tra le culture possono diventare ancora più nitide e taglienti. Quindi sicuramente è un errore, in ogni caso troppo semplice, supporre che la nostra ragione, i nostri sentimenti o il bisogno di condividere una società ci portino a convergere su norme morali, anche ''se'' siamo tutti d'accordo in generale sul fatto che l'omicidio, la frode e la crudeltà siano sbagliati, e che è una buona cosa essere onesti e coraggiosi. Sicuramente, in effetti, è stato il progetto dei filosofi morali cercare di elaborare principi che ci ''consentissero'' di condividere una moralità dettagliata, di colmare le differenze che abbiamo sull'aborto, la pena capitale e simili. A che servono i principi utilitaristici e kantiani se non possono aiutarci a risolvere le differenze morali?
Ebbene, in effetti, l'utilitarismo e il kantismo, e gli altri sistemi promossi dai filosofi morali, non risolvono le nostre differenze morali. In parte, ciò è dovuto al fatto che non sono d'accordo tra loro e in parte è perché sono troppo generali per risolvere la maggior parte delle controversie concrete. Gli utilitaristi ci chiedono di considerare quale di due azioni o politiche porterà la più grande felicità al maggior numero di persone. Ma la felicità è difficile da misurare e le conseguenze della maggior parte delle azioni e delle politiche difficili da prevedere. Quindi le implicazioni dell'utilitarismo per le questioni controverse non sono chiare e le persone che affrontano le questioni con predilezioni diverse possono facilmente supportare la loro descrizione dei fatti in questione per ottenere il risultato che desiderano. L'imperativo categorico di Kant ci chiede se possiamo volere che tutti prendano il tipo di azione che stiamo considerando, o se quell'azione è compatibile con il rispetto per gli altri esseri umani come fini a se stessi. Ma queste domande utilizzano termini così astratti che possono essere facilmente interpretati per produrre risultati su entrambi i lati delle questioni più controverse. Di conseguenza, ci sono utilitaristi e kantiani praticamente su tutti i lati di ogni questione: utilitaristi che sostengono la pena capitale e utilitaristi che si oppongono, kantiani che sostengono la pena capitale e kantiani che si oppongono, ecc. I tentativi di sistematizzare la moralità tendono semplicemente ad aggiungere ancora un altro livello di disaccordo a quelli di tutti i giorni: su quale dovrebbe essere la corretta giustificazione anche per le posizioni su cui siamo d'accordo.
Potremmo aggiungere che questi sistemi si concentrano su diversi aspetti dei nostri ideali e norme, e quindi parlano l'uno al di là dell'altro. L'utilitarismo si concentra sul fatto che tutti cerchiamo la felicità, il kantismo sul fatto che cerchiamo la libertà e la dignità. Altri filosofi morali enfatizzano il posto del sentimento nella vita morale, in contrasto con l'enfasi che sia gli utilitaristi che i kantiani attribuiscono alla ragione e alle regole, o ci esortano a prestare meno attenzione ad azioni particolari e più a tratti caratteriali generali, come il coraggio e l'autocontrollo. Ma tutti noi vogliamo la felicità e la libertà, oltre a buoni tratti caratteriali, e vediamo tutti che le buone società hanno bisogno di regole eque e di sensibilità emotiva. "Moralità" è una parola che usiamo per gli ideali e le norme che soddisfano una varietà di bisogni diversi, quindi non dovrebbe sorprendere se i tentativi di sistematizzare questi ideali e norme a volte ci spingono in direzioni diverse.
Vale la pena notare che la moralità basata sulla religione non serve più a risolvere le nostre differenze morali. Non solo religioni diverse sono in conflitto tra loro almeno tanto quanto i diversi sistemi filosofici, ma ''ogni'' religione tende a dividersi su molte questioni morali. Ci sono cristiani che considerano l'omosessualità un peccato terribile e cristiani che pensano che l'amore gay dovrebbe essere riconosciuto nei matrimoni in chiesa. Ci sono cristiani, ebrei e buddhisti ''pro-life'' e ''pro-choice'', e cristiani, ebrei e buddhisti che sostengono la pena capitale, così come cristiani, ebrei e buddhisti che vi si oppongono. E mentre c'è un più alto grado di consenso morale nelle piccole comunità – tra [[w:Satmar|Satmar hassidim]], diciamo, o [[w:mennoniti|mennoniti]] – anche queste comunità notoriamente discutono tra loro su cose del tipo se denunciare i [[:en:w:sexual predator|predatori sessuali]] alle autorità secolari o come trattare i dissidenti. Platone notò 2500 anni fa che la moralità è il luogo principale del disaccordo tra le persone, e nessuno prima di lui o da allora ha escogitato una formula per superare quel disaccordo. È un fatto della vita morale che siamo in netto disaccordo su molte questioni morali; qualsiasi teoria ragionevole della moralità deve dar spazio a tale disaccordo.
Ma questo fatto va di pari passo con l'altro che ho sottolineato: che le persone che comprendono la moralità in modi molto diversi, tuttavia, ''sono d’accordo'', la maggior parte delle volte, su come valutare le situazioni morali. Le persone nella vita quotidiana convergono il più delle volte su ciò che conta come un comportamento crudele o disonesto e quando, al contrario, qualcuno è coraggioso o generoso. Il grado di accordo qui può essere molto alto. Vicini con opinioni religiose e politiche estremamente diverse, tuttavia, sono d'accordo su quale di loro sia una delizia o un cretino. Le persone sono anche d'accordo in tutte le società sulle virtù generali: condannano la crudeltà, la disonestà e l'egoismo e lodano i loro opposti, anche se a volte le interpretano in modo diverso.
Ciò che colpisce della moralità, quindi, è che siamo ''sia'' d'accordo ''che'' in disaccordo su di essa. Siamo d'accordo sui suoi contorni generali, e su molte delle sue richieste specifiche, ma poi siamo in disaccordo così nettamente su alcuni casi specifici, e sulla logica dell'essere morali, che ci chiediamo come sia possibile l'accordo che otteniamo. Una buona teoria della moralità deve rendere conto sia del nostro accordo che del nostro disaccordo. Tornerò su questo punto a breve.
Si consideri prima un'ulteriore fonte di disaccordi morali. Ciò deriva dal secondo significato di "bene/buono" che ho menzionato prima: qualunque cosa renda buona la vita umana in generale, che può in linea di principio prevalere sulle nostre intuizioni ordinarie sulla bontà. Se pensi che una buona vita umana richieda l'accettazione di Gesù Cristo come proprio salvatore, hai una concezione della buona vita umana; se pensi che il bene umano in generale richieda di riconoscere Maometto come l'ultimo e il più grande profeta, hai una concezione diversa. In alternativa, si potrebbe pensare che il bene umano più alto consista nell'unire il proprio sé particolare con un Sé-mondiale più completo o, al contrario, che il nostro bene ci richieda di capire che ''non'' abbiamo un sé. Questi punti di vista diversi vanno con differenze familiari nella religione, ma una diversità simile può essere trovata anche tra le persone laiche. Negli ultimi due secoli, molte persone laiche hanno pensato che la vera o più alta felicità umana sarà raggiunta solo quando saremo legati insieme in un'unica comunità senza classi. Ma altri hanno pensato che la vita umana più libera o più felice si può trovare solo se abbracciamo un individualismo radicale. Ci sono anche persone che pensano che la politica sia di suprema importanza per una buona vita umana e persone che pensano che non importi affatto; persone che pensano che l'arte fornisca il reame più alto delle conquiste umane e persone che disprezzano la nozione stessa di "arte"; persone che pongono l'amore erotico al centro del bene umano e persone che considerano l'eros ampiamente sopravvalutato. Queste sono differenze profonde e durature, e sono onnipresenti, creando distinzioni nette tra persone laiche e religiose. Nella misura in cui influiscono sulla moralità, rendono difficile vedere come potremmo mai superare il disaccordo morale.
Influiscono ''veramente'' sulla moralità? Beh, in un certo senso devono. Uno dei significati principali dell'aggettivo "buono" è che una cosa promuove un obiettivo importante per noi e il sostantivo "bene" spesso denota qualcosa che lo consideriamo un obiettivo. L'utilitarismo si basa interamente su questo uso mirato del "bene" e persino i sistemi morali che sottolineano il senso in cui "buono" caratterizza un modo di agire indipendentemente dai propri obiettivi ("è bene dire la verità anche se così non ottieni quello che vuoi") devono riconoscere che anche i nostri obiettivi generali nella vita sono buoni, e qualunque cosa li promuova deve avere qualcosa di buono. Se abbiamo un obiettivo finale, quindi, non può che influenzare le azioni che approviamo. Se ritengo che il bene ultimo della vita sia accettare Gesù come mio salvatore personale, ciò dovrà influenzare il mio modo di agire. In effetti, come vedremo nel [[Rivelazione e impegno esistenziale/Capitolo 3|prossimo Capitolo]], obiettivi finali come questo tendono a organizzare gran parte della nostra attività, e uno dei motivi per cui ci preoccupiamo di identificarli è che ''così'' possiamo capire come organizzare le nostre vite. In ogni caso, cristiani e musulmani, comunisti e nazionalisti, e devoti dell'arte o dell'eros tendono ''tutti'' a organizzare la loro vita attorno ai loro obiettivi finali e ad approvare un'azione come buona in larga misura sulla base di quanto bene serva questi obiettivi.
Ma allo stesso tempo abbiamo una notevole capacità di astrarci dai nostri obiettivi finali quando consideriamo se una particolare azione è o meno immorale, o se una particolare persona ha o meno tratti caratteriali decenti. Cristiani e musulmani, comunisti e nazionalisti, e persone con opinioni molto diverse sull'importanza dell'amore o dell'arte saranno d'accordo nella maggior parte dei casi su ciò che conta come una menzogna o una persona meschina, o invece come un atto di gentilezza o una persona coraggiosa — e sono d'accordo nel condannare il primo e lodare il secondo. Sono d'accordo, cioè, su atti particolari e tratti caratteriali, anche se non sono d'accordo sugli obiettivi della vita in generale. Sono in grado di mettere da parte le loro differenze su come vivere, in generale, e condividere un gran numero di ideali e norme.
Propongo d'ora in poi di riservare la parola "[[w:morale|morale]]" agli ideali e norme su cui possiamo essere d'accordo nonostante le differenze circa i nostri obiettivi generali, e di usare la parola "etica" per i valori più ampi che includono, oltre alla morale, gli impegni religiosi, culturali ed estetici in base ai quali determiniamo come vivere in generale. Farò anche riferimento alla domanda su come vivere in generale come "la domanda telica" – dalla parola greca "[[w:telos (filosofia)|telos]]", che è stata tradizionalmente usata in filosofia per l'obiettivo generale o lo scopo di una cosa – e chiamerò le nostre risposte a essa, "punti di vista telici". I punti di vista telici faranno quindi parte dell'etica ma non della moralità, e i nostri giudizi sul fatto che una certa azione o modo di vivere sia ammirevole o spregevole, stimolante o deprimente, saranno spesso anche etici piuttosto che morali. Tutti i giudizi morali saranno etici – l'etica include la morale – ma non tutti i giudizi etici saranno morali.
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie dei sentimenti|Serie maimonidea|Serie misticismo ebraico}}
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[[Categoria:Rivelazione e impegno esistenziale|Capitolo 2]]
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[[File:Rav Mosheh Lichtenstein.jpg|540px|thumb|center|[[:en:w:Mosheh Lichtenstein|Rabbi Mosheh Lichtenstein]], in studio presso la [[:en:w:Yeshivat Har Etzion|Yeshivah Har Etzion]] (Israele, 2007)]]
== ETICA ==
Nel Capitolo precedente ho sostenuto che i testi sacri servono come autorità etiche per quelli di noi che ci credono: cerchiamo da loro una guida etica. Ma fino a che punto può essere così? Molte persone suggeriscono che i Dieci Comandamenti, o l'ammonimento di Gesù ad amare i propri nemici, insegnassero al mondo verità morali che prima non conosceva. Ci fidiamo di una persona o di un libro come autorità etica, tuttavia, solo ''perché'' sembra avere integrità e comprensione delle questioni morali; usiamo la moralità come criterio per ''selezionare'' i nostri testi e insegnanti autorevoli. Ciò suggerisce che apportiamo una comprensione della moralità alla decisione se fidarsi o meno di un testo sacro. Le persone non considerano sacro un libro se sembra loro malvagio.
Allora qual è la risposta? Impariamo ciò che è buono dai nostri testi sacri o portiamo con noi una nozione di bontà nel pervenire a tali testi? In questo Capitolo sosterrò che facciamo entrambe le cose: che la bontà deve essere in parte indipendente dalla rivelazione, ma che guardiamo anche alla rivelazione per insegnarci la bontà. Questa duplice relazione morale con i testi sacri riflette una doppia faccia nella bontà stessa. Si considerino le nostre normali intuizioni sulla parola "buono". Non abbiamo dubbi sul fatto che aiutare una persona anziana ad attraversare la strada sia una buona cosa, e che sia bene prendersi cura dei propri figli e astenersi dalla violenza. Possiamo anche affermare con sicurezza che la libertà e la felicità sono buone e che trovare qualcuno da amare è un grande bene. Ma quando ci viene chiesto cosa distingue una vita buona, nel complesso, da una mediocre, spesso scopriamo che la nostra fiducia su cosa sia la bontà vacilla, e potremmo iniziare a chiederci se esista un qualche bene generale — essere salvati da Cristo? Vincere il proprio attaccamento a se stessi? Unirci gli uni con gli altri in una società priva di proprietà personali? — che ci manca. Ed è possibile che un tale bene generale sconvolgerebbe le nostre ordinarie intuizioni sulla bontà. Forse le nostre intuizioni sulla bontà, per esempio, dell'amore romantico o sulla libertà di culto, non sono di per sé buone? Forse sono invece dogmi che dovrebbero essere scartati, come le convinzioni morali delle società sessiste o razziste? Può essere molto difficile rispondere a sfide come questa una volta che sono iniziate, e anche se è probabile che rimarremo convinti che sia bene aiutare i nostri vicini e male manipolarli o picchiarli, potremmo improvvisamente diventare consapevoli di non essere sicuri come difendere anche queste intuizioni, quali ragioni potremmo addurre per esse che potrebbero rientrare in una spiegazione sistematica del bene.
Socrate rendeva le persone nervose portandole a questo tipo di vertigini sulle loro convinzioni morali, e Platone usò tale vertigine per sostenere che il bene supremo trascende radicalmente le nostre convinzioni ordinarie sulla bontà. Il loro approccio a questo argomento è ancora attuale, inoltre e soprattutto tra i seguaci delle religioni rivelate, per i quali è di fondamentale importanza che il bene umano ultimo non si trovi nelle nostre intuizioni e ragionamenti ordinari, e vada invece ricercato in un testo o insegnamento che ha una fonte soprannaturale. Anche loro, tuttavia, di solito condividono la fiducia dei loro vicini secolari che la gentilezza e l'equità sono buone e si fidano del loro testo preferito in gran parte perché pensano che il modo di vivere che raccomanda può aiutarli a raggiungere meglio questa bontà ordinaria. Quindi il termine "buono" sembra diviso tra un senso ordinario in cui dovrebbe essere del tutto accessibile e un altro senso straordinario con il quale può attivare i propri usi ordinari e trovarli carenti. Il resoconto della bontà che offrirò in questo Capitolo rifletterà tale tensione.
Cominciamo con l'aspetto della bontà che deve essere indipendente dalla rivelazione: l'aspetto secolare della bontà, come potremmo chiamarlo. Ovviamente è del tutto falso che gli esseri umani abbiano dovuto aspettare fino a quando la Torah non ha proclamato i Dieci Comandamenti prima di rendersi conto che c'era qualcosa di sbagliato nell'omicidio, nel furto o nell'adulterio. Questi e molti altri principi morali sono ampiamente condivisi, attraverso culture e religioni, e si può spiegare cosa comportano e trovare ragioni per aderirvi, indipendentemente dalla religione. Senza molti di questi principi, le società cadrebbero a pezzi. Praticamente tutti gli esseri umani se ne rendono conto e di conseguenza hanno motivo di essere moralmente buoni, siano essi religiosi o meno. In effetti, le persone religiose non sono necessariamente migliori, per quanto riguarda la moralità quotidiana, delle persone non religiose. Scandali sessuali, frodi e crudeltà si riscontrano notoriamente tra preti e predicatori così come altre persone. Le stesse tentazioni affliggono tutti noi e non vi è alcuna garanzia che l'impegno religioso ce ne protegga.
Per non parlare delle corruzioni morali che lo stesso impegno religioso può generare. Le guerre di religione, l'oppressione o l'assassinio dei non-credenti: queste patologie si trovano in quasi tutte le religioni che sono durate a lungo. Inoltre, i modelli semplicistici di ricompensa e punizione con cui molte persone religiose affermano di sottoscrivere la moralità — se sei buono, andrai in paradiso; se sei cattivo, andrai all'inferno — funzionano contro un'adeguata motivazione morale, incoraggiando in noi l'interesse egoistico per il nostro destino che la moralità dovrebbe contrastare, piuttosto che un vero amore per il nostro prossimo, o la virtù per se stessa. Chi è più ammirevole, la persona che è buona per timore di Dio, o la persona che è buona perché ha a cuore il benessere degli amici e del prossimo? Persino la persona che agisce per puro amore di Dio, se non ama anche gli altri esseri umani, ha una motivazione tutt'altro che ideale. Sembra ragionevole, infatti, che un Dio veramente buono e amorevole voglia che ci amiamo gli uni gli altri e non solo Lui. Ma ciò significa che ci sono ragioni sia religiose che secolari per aspettarsi di non aver bisogno della religione per essere buoni.
Inoltre, generalmente non abbiamo bisogno della religione per capire cosa ''è'' buono. In larga misura, il nostro vocabolario morale è orientato verso fini puramente umanistici: approviamo moralmente ciò che preserva la pace nelle nostre società, ciò che ci consente di rispettarci l'un l'altro e ciò che ci consente di alleviare le reciproche sofferenze. In misura corrispondentemente ampia, le nostre motivazioni per essere morali sono umanistiche: agiamo moralmente perché vogliamo vivere in pace, amicizia e rispetto reciproco con il prossimo. Non sono necessari proclami di Mosè o Gesù o Maometto per sapere cosa dobbiamo fare sotto questi aspetti, né è necessaria una dottrina del paradiso e dell'inferno per spronarci a farlo.
Inoltre, è altrettanto giusto, da un punto di vista religioso, che sia così. Vogliamo alcuni criteri, indipendenti dagli insegnamenti religiosi, mediante i quali accertare quali insegnamenti possano essere divini, e un criterio importante è se sono moralmente buoni. Quando chiamiamo un testo moralmente buono, non intendiamo che sia buono ''per definizione'': che definisca la bontà e quindi sia all'altezza dei propri standard. No, stiamo presupponendo una nozione di bontà indipendente dal testo e diciamo che funziona bene secondo questo standard. Il nostro vocabolario morale ordinario e umanistico ci fornisce questa nozione indipendente di bontà. Possiamo riconoscere che un insegnamento religioso ci offre una grande comprensione morale delle normali faccende umane – il modo migliore per esprimere compassione, o risolvere una controversia – ancor prima di afferrare o accettare il resto del suo insegnamento. Questo ci assicura che quando chiamiamo "buono" il nostro insegnamento preferito, finanche una ''fonte'' suprema di bontà, non stiamo pronunciando una tautologia.
Una nozione di bontà indipendente e umanistica ha anche un valore religioso in un altro modo. Abbiamo bisogno di interpretare i nostri testi religiosi – nessun testo si autointerpreta, dopo tutto, e i testi religiosi tendono ad essere più oscuri di altri – soprattutto se vogliamo trarne un modo di vivere. Notoriamente, ci sono modi più e meno umani per farlo, e un senso di bontà indipendente può guidarci verso modi più umani. Una nozione indipendente di bontà può, cioè, aiutarci a tenerci lontani dalle patologie religiose. E sicuramente un Dio tutto buono, che ama le Sue creature, vorrebbe che comprendessimo la Sua parola nel modo più umano possibile: da essa ci lasciamo guidare verso un modo generoso ed equo di trattare gli uni con gli altri. Quindi un Dio onnipotentemente buono forse vorrà che interpretiamo qualsiasi rivelazione che ci dà secondo uno standard di bontà indipendente e umanistico. Torneremo su questa idea nel [[Rivelazione e impegno esistenziale/Capitolo 6|Capitolo 6]].
Infine, i testi sacri o rivelati tendono a chiarire che presuppongono una nozione indipendente di moralità. Quando la Genesi riporta che le persone della generazione di Noè erano "corrotte" e "violente" ({{passo biblico2|Genesi|6:11}}), presuppone che il lettore sappia già cosa significano questi termini e perché la corruzione e la violenza meritano una punizione. In seguito, Genesi dà per scontato che i suoi lettori vedranno cosa c'è di sbagliato nella disonestà di Giacobbe e nella brutalità dei fratelli di Giuseppe, e l'Esodo non ha senso a meno che il lettore non riconosca che l'oppressione degli israeliti da parte del Faraone fu ingiusta e crudele. Allo stesso modo si suppone che il lettore dei Vangeli consideri nobile il comportamento personale di Gesù e il suo monito ad amare coloro che ti odiano come un miglioramento morale rispetto alle dottrine più giudicatorie che attribuisce ai suoi predecessori. Le Upanishad presumono che i loro lettori vedano il male nell'egoismo meschino e cerchino un modo per superarlo, e il Buddha acquisì i suoi primi seguaci più che altro attraverso la "via di mezzo" della virtù da lui proclamata, che pretendeva di migliorare la pratica indù rifuggendo sia dal lusso che dall'ascesi. In tutti questi casi e in molti altri, gli insegnamenti religiosi presuppongono che i loro seguaci possano vedere in tali insegnamenti qualcosa di ammirevole, misurato da un senso morale indipendente: presuppongano una comprensione morale indipendente che ci aiuti a vederli come le parole di Dio, o di un maestro sommamente saggio. I testi religiosi stessi consentono al senso di bontà umanistico, quotidiano, condiviso da religiosi e laici, di fungere da criterio per la loro affidabilità. Implicano che, se la bontà può avere caratteristiche specificamente religiose, queste devono innestarsi su una base umanistica anteriore.
Ora, alcuni potrebbero lamentarsi del fatto che finora ho fatto sembrare troppo facile il processo di fondare una morale umanistica e di esporne le sue esigenze. Ad esempio, potrebbero enfatizzare le nostre numerose controversie morali. Alcuni pensano che non ci sia niente di sbagliato nell'aborto; altri lo considerano equivalente a un omicidio. Alcuni considerano la pena capitale come un grande male; altri pensano che la moralità ''richieda'' la pena capitale per determinati crimini. Similmente, non siamo d'accordo sull'omosessualità, sugli aiuti del governo ai poveri e sulle circostanze, se del caso, in cui la guerra è giustificata. Questi disaccordi pervadono anche le società che condividono largamente lingua, storia e religione; le differenze tra le culture possono diventare ancora più nitide e taglienti. Quindi sicuramente è un errore, in ogni caso troppo semplice, supporre che la nostra ragione, i nostri sentimenti o il bisogno di condividere una società ci portino a convergere su norme morali, anche ''se'' siamo tutti d'accordo in generale sul fatto che l'omicidio, la frode e la crudeltà siano sbagliati, e che è una buona cosa essere onesti e coraggiosi. Sicuramente, in effetti, è stato il progetto dei filosofi morali cercare di elaborare principi che ci ''consentissero'' di condividere una moralità dettagliata, di colmare le differenze che abbiamo sull'aborto, la pena capitale e simili. A che servono i principi utilitaristici e kantiani se non possono aiutarci a risolvere le differenze morali?
Ebbene, in effetti, l'utilitarismo e il kantismo, e gli altri sistemi promossi dai filosofi morali, non risolvono le nostre differenze morali. In parte, ciò è dovuto al fatto che non sono d'accordo tra loro e in parte è perché sono troppo generali per risolvere la maggior parte delle controversie concrete. Gli utilitaristi ci chiedono di considerare quale di due azioni o politiche porterà la più grande felicità al maggior numero di persone. Ma la felicità è difficile da misurare e le conseguenze della maggior parte delle azioni e delle politiche difficili da prevedere. Quindi le implicazioni dell'utilitarismo per le questioni controverse non sono chiare e le persone che affrontano le questioni con predilezioni diverse possono facilmente supportare la loro descrizione dei fatti in questione per ottenere il risultato che desiderano. L'imperativo categorico di Kant ci chiede se possiamo volere che tutti prendano il tipo di azione che stiamo considerando, o se quell'azione è compatibile con il rispetto per gli altri esseri umani come fini a se stessi. Ma queste domande utilizzano termini così astratti che possono essere facilmente interpretati per produrre risultati su entrambi i lati delle questioni più controverse. Di conseguenza, ci sono utilitaristi e kantiani praticamente su tutti i lati di ogni questione: utilitaristi che sostengono la pena capitale e utilitaristi che si oppongono, kantiani che sostengono la pena capitale e kantiani che si oppongono, ecc. I tentativi di sistematizzare la moralità tendono semplicemente ad aggiungere ancora un altro livello di disaccordo a quelli di tutti i giorni: su quale dovrebbe essere la corretta giustificazione anche per le posizioni su cui siamo d'accordo.
Potremmo aggiungere che questi sistemi si concentrano su diversi aspetti dei nostri ideali e norme, e quindi parlano l'uno al di là dell'altro. L'utilitarismo si concentra sul fatto che tutti cerchiamo la felicità, il kantismo sul fatto che cerchiamo la libertà e la dignità. Altri filosofi morali enfatizzano il posto del sentimento nella vita morale, in contrasto con l'enfasi che sia gli utilitaristi che i kantiani attribuiscono alla ragione e alle regole, o ci esortano a prestare meno attenzione ad azioni particolari e più a tratti caratteriali generali, come il coraggio e l'autocontrollo. Ma tutti noi vogliamo la felicità e la libertà, oltre a buoni tratti caratteriali, e vediamo tutti che le buone società hanno bisogno di regole eque e di sensibilità emotiva. "Moralità" è una parola che usiamo per gli ideali e le norme che soddisfano una varietà di bisogni diversi, quindi non dovrebbe sorprendere se i tentativi di sistematizzare questi ideali e norme a volte ci spingono in direzioni diverse.
Vale la pena notare che la moralità basata sulla religione non serve più a risolvere le nostre differenze morali. Non solo religioni diverse sono in conflitto tra loro almeno tanto quanto i diversi sistemi filosofici, ma ''ogni'' religione tende a dividersi su molte questioni morali. Ci sono cristiani che considerano l'omosessualità un peccato terribile e cristiani che pensano che l'amore gay dovrebbe essere riconosciuto nei matrimoni in chiesa. Ci sono cristiani, ebrei e buddhisti ''pro-life'' e ''pro-choice'', e cristiani, ebrei e buddhisti che sostengono la pena capitale, così come cristiani, ebrei e buddhisti che vi si oppongono. E mentre c'è un più alto grado di consenso morale nelle piccole comunità – tra [[w:Satmar|Satmar hassidim]], diciamo, o [[w:mennoniti|mennoniti]] – anche queste comunità notoriamente discutono tra loro su cose del tipo se denunciare i [[:en:w:sexual predator|predatori sessuali]] alle autorità secolari o come trattare i dissidenti. Platone notò 2500 anni fa che la moralità è il luogo principale del disaccordo tra le persone, e nessuno prima di lui o da allora ha escogitato una formula per superare quel disaccordo. È un fatto della vita morale che siamo in netto disaccordo su molte questioni morali; qualsiasi teoria ragionevole della moralità deve dar spazio a tale disaccordo.
Ma questo fatto va di pari passo con l'altro che ho sottolineato: che le persone che comprendono la moralità in modi molto diversi, tuttavia, ''sono d’accordo'', la maggior parte delle volte, su come valutare le situazioni morali. Le persone nella vita quotidiana convergono il più delle volte su ciò che conta come un comportamento crudele o disonesto e quando, al contrario, qualcuno è coraggioso o generoso. Il grado di accordo qui può essere molto alto. Vicini con opinioni religiose e politiche estremamente diverse, tuttavia, sono d'accordo su quale di loro sia una delizia o un cretino. Le persone sono anche d'accordo in tutte le società sulle virtù generali: condannano la crudeltà, la disonestà e l'egoismo e lodano i loro opposti, anche se a volte le interpretano in modo diverso.
Ciò che colpisce della moralità, quindi, è che siamo ''sia'' d'accordo ''che'' in disaccordo su di essa. Siamo d'accordo sui suoi contorni generali, e su molte delle sue richieste specifiche, ma poi siamo in disaccordo così nettamente su alcuni casi specifici, e sulla logica dell'essere morali, che ci chiediamo come sia possibile l'accordo che otteniamo. Una buona teoria della moralità deve rendere conto sia del nostro accordo che del nostro disaccordo. Tornerò su questo punto a breve.
Si consideri prima un'ulteriore fonte di disaccordi morali. Ciò deriva dal secondo significato di "bene/buono" che ho menzionato prima: qualunque cosa renda buona la vita umana in generale, che può in linea di principio prevalere sulle nostre intuizioni ordinarie sulla bontà. Se pensi che una buona vita umana richieda l'accettazione di Gesù Cristo come proprio salvatore, hai una concezione della buona vita umana; se pensi che il bene umano in generale richieda di riconoscere Maometto come l'ultimo e il più grande profeta, hai una concezione diversa. In alternativa, si potrebbe pensare che il bene umano più alto consista nell'unire il proprio sé particolare con un Sé-mondiale più completo o, al contrario, che il nostro bene ci richieda di capire che ''non'' abbiamo un sé. Questi punti di vista diversi vanno con differenze familiari nella religione, ma una diversità simile può essere trovata anche tra le persone laiche. Negli ultimi due secoli, molte persone laiche hanno pensato che la vera o più alta felicità umana sarà raggiunta solo quando saremo legati insieme in un'unica comunità senza classi. Ma altri hanno pensato che la vita umana più libera o più felice si può trovare solo se abbracciamo un individualismo radicale. Ci sono anche persone che pensano che la politica sia di suprema importanza per una buona vita umana e persone che pensano che non importi affatto; persone che pensano che l'arte fornisca il reame più alto delle conquiste umane e persone che disprezzano la nozione stessa di "arte"; persone che pongono l'amore erotico al centro del bene umano e persone che considerano l'eros ampiamente sopravvalutato. Queste sono differenze profonde e durature, e sono onnipresenti, creando distinzioni nette tra persone laiche e religiose. Nella misura in cui influiscono sulla moralità, rendono difficile vedere come potremmo mai superare il disaccordo morale.
Influiscono ''veramente'' sulla moralità? Beh, in un certo senso devono. Uno dei significati principali dell'aggettivo "buono" è che una cosa promuove un obiettivo importante per noi e il sostantivo "bene" spesso denota qualcosa che lo consideriamo un obiettivo. L'utilitarismo si basa interamente su questo uso mirato del "bene" e persino i sistemi morali che sottolineano il senso in cui "buono" caratterizza un modo di agire indipendentemente dai propri obiettivi ("è bene dire la verità anche se così non ottieni quello che vuoi") devono riconoscere che anche i nostri obiettivi generali nella vita sono buoni, e qualunque cosa li promuova deve avere qualcosa di buono. Se abbiamo un obiettivo finale, quindi, non può che influenzare le azioni che approviamo. Se ritengo che il bene ultimo della vita sia accettare Gesù come mio salvatore personale, ciò dovrà influenzare il mio modo di agire. In effetti, come vedremo nel [[Rivelazione e impegno esistenziale/Capitolo 3|prossimo Capitolo]], obiettivi finali come questo tendono a organizzare gran parte della nostra attività, e uno dei motivi per cui ci preoccupiamo di identificarli è che ''così'' possiamo capire come organizzare le nostre vite. In ogni caso, cristiani e musulmani, comunisti e nazionalisti, e devoti dell'arte o dell'eros tendono ''tutti'' a organizzare la loro vita attorno ai loro obiettivi finali e ad approvare un'azione come buona in larga misura sulla base di quanto bene serva questi obiettivi.
Ma allo stesso tempo abbiamo una notevole capacità di astrarci dai nostri obiettivi finali quando consideriamo se una particolare azione è o meno immorale, o se una particolare persona ha o meno tratti caratteriali decenti. Cristiani e musulmani, comunisti e nazionalisti, e persone con opinioni molto diverse sull'importanza dell'amore o dell'arte saranno d'accordo nella maggior parte dei casi su ciò che conta come una menzogna o una persona meschina, o invece come un atto di gentilezza o una persona coraggiosa — e sono d'accordo nel condannare il primo e lodare il secondo. Sono d'accordo, cioè, su atti particolari e tratti caratteriali, anche se non sono d'accordo sugli obiettivi della vita in generale. Sono in grado di mettere da parte le loro differenze su come vivere, in generale, e condividere un gran numero di ideali e norme.
Propongo d'ora in poi di riservare la parola "[[w:morale|morale]]" agli ideali e norme su cui possiamo essere d'accordo nonostante le differenze circa i nostri obiettivi generali, e di usare la parola "etica" per i valori più ampi che includono, oltre alla morale, gli impegni religiosi, culturali ed estetici in base ai quali determiniamo come vivere in generale. Farò anche riferimento alla domanda su come vivere in generale come "la domanda telica" – dalla parola greca "[[w:telos (filosofia)|telos]]", che è stata tradizionalmente usata in filosofia per l'obiettivo generale o lo scopo di una cosa – e chiamerò le nostre risposte a essa, "punti di vista telici". I punti di vista telici faranno quindi parte dell'etica ma non della moralità, e i nostri giudizi sul fatto che una certa azione o modo di vivere sia ammirevole o spregevole, stimolante o deprimente, saranno spesso anche etici piuttosto che morali. Tutti i giudizi morali saranno etici – l'etica include la morale – ma non tutti i giudizi etici saranno morali.
Questa terminologia ci consente di tenere traccia di ciò su cui siamo d'accordo e di ciò che non lo siamo, per quanto riguarda la bontà. Tiene traccia anche della nostra risposta intuitiva a domande come "È una brava persona?" quando ci viene chiesto di qualcuno che consideriamo onesto e gentile ma impegnato in progetti religiosi o politici che disapproviamo. È probabile che diremo, in questi casi, "Beh, se mi stai chiedendo come tratti la sua famiglia o i suoi colleghi, allora sì, è una brava persona, ma non penso che i suoi obiettivi basilari nella vita siano buoni." Ad esempio, possiamo considerarlo moralmente buono ma noioso, superficiale o spiritualmente vuoto. D'altra parte, possiamo cantare le lodi di una persona come affascinante, profonda o eccitante senza volerla chiamare moralmente buona. Un sintomo della differenza tra valutazione morale e telica è che tendiamo ad ''arrabbiarci'' con persone o azioni che consideriamo immorali, ma a sentirci semplicemente tristi o delusi con persone le cui vite ci sembrano vuote o fuorvianti. La rabbia che deriva dalla moralità riflette la sensazione che le persone che critichiamo siano già d'accordo sui motivi per cui le critichiamo; sentiamo di starli tenere in linea con le loro norme e ideali. Non così per i valori telici: lì speriamo al massimo di persuadere gli altri, un giorno, a condividere le nostre opinioni. La rabbia perché ora non le condividano è di conseguenza fuori luogo.
I valori religiosi, estetici e culturali stanno quindi in qualche modo al di fuori della morale, sebbene usino parole come "buono" e "cattivo" in un senso correlato: sia i valori telici che quelli morali riguardano il modo in cui pensiamo che gli esseri umani conducano la loro vita in modo ammirevole. Qualcuno potrebbe quindi voler insistere sul fatto che ''tutto'' ciò che riguarda il modo in cui dovremmo vivere è una preoccupazione morale: coloro che hanno la religione sbagliata, o che non apprezzano l'arte, non possono essere brave persone. Ma mi sembra che questo sia un modo meno naturale di usare il nostro vocabolario valutativo rispetto a quello che propongo, e finanche qualcuno che insista su di esso è probabile che ammetta che le questioni per le quali le nostre norme e ideali non controversi sono rilevanti – omicidio e lo stupro o, d'altra parte, trattare gli altri con rispetto e aiutare i bisognosi – sono il ''nucleo'' di ciò che intendiamo per "morale".
Ad ogni modo, con la nostra distinzione terminologica in mano, possiamo proporre una soluzione semplice al nostro enigma sul perché siamo sia d'accordo che in disaccordo su ciò che è buono: siamo d'accordo sulla bontà morale in modo da poter continuare a dissentire sulla bontà telica. Cioè, la morale preserva la nostra capacità di vivere in una società in cui possiamo perseguire liberamente e pacificamente le nostre diverse idee su come vivere in generale. Non possiamo essere ebrei o cristiani religiosi, né discutere e perseguire ideali comunisti o libertari, né creare o apprezzare alcuna arte, se viviamo completamente soli. Né possiamo fare nessuna di queste cose se siamo oppressi o manipolati dai nostri vicini, ed è improbabile che avremo la forza psicologica per perseguire i nostri vari ideali se siamo costantemente umiliati. Quindi, per perseguire qualsiasi visione telica, abbiamo bisogno di norme che ci consentano di vivere insieme nella società, e possiamo farlo al meglio in un certo tipo di società: una società pacifica che cooperi anche contro i pericoli naturali, permetta ai suoi membri libertà individuale e incoraggi il rispetto reciproco nonostante le differenze. È il bisogno di queste cose che dà origine alla morale, e l'ampio consenso che prevale su di essa. L'importanza della morale per la nostra capacità di ''non essere d’accordo'' sull'etica è una delle ragioni per cui siamo d'accordo su di essa e ci arrabbiamo così tanto se viene violata. Riguardo alla morale, ma non all'etica in generale, possiamo ragionevolmente dire agli altri: "Hai bisogno di queste norme tanto quanto me; ''devi'' osservarle, se tu ed io vogliamo essere in grado di dissentire pacificamente su altre cose, comprese quelle che contano di più per noi."
Ora, si potrebbe obiettare che la visione della morale che sto dando è orientata alle società liberali, e che prima dell'ascesa del liberalismo nei secoli XVII e XVIII, c'erano molte società che non distinguevano tra norme che mantengono la società stessa e norme che promuovono una buona vita in generale. C'è del vero in questa obiezione, ma la distinzione che sto sottolineando non è limitata alle società moderne. L'idea che la compulsione non sia il modo corretto per avvicinare qualcuno a una tradizione religiosa è stata a lungo radicata nell'ebraismo, nel cristianesimo e nell'islam tradizionali, nonostante la storia di conversione forzata a cui gli ultimi due sono stati inclini; l'antico imperatore buddhista, [[w:Ashoka|Ashoka]], includeva un principio simile nei suoi [[w:pilastri di Ashoka|editti scolpiti]]. Di conseguenza, tutte queste tradizioni e molte altre contengono elementi importanti che suggeriscono che la legge dovrebbe far rispettare i principi necessari alla società per fornire ai suoi membri pace e dignità fondamentale. Il filosofo cristiano medievale [[w:Tommaso d'Aquino|Tommaso d'Aquino]], ad esempio, dichiarò che le leggi umane non possono e non devono "vietare tutti i vizi dai quali si astengono i virtuosi, ma solo i vizi più gravi dai quali è possibile che la maggioranza si astenga; e principalmente quelli che sono a danno degli altri, senza il cui divieto le società non potrebbero essere mantenute: ...omicidio, furto e simili". Certo, Tommaso d'Aquino usa la parola "virtù" per molto di ciò che esula dalla portata della legge umana, ma nel tracciare una distinzione come questa, riconosce tacitamente che quegli aspetti della morale su cui tutti sono d'accordo e che sono necessari alla società, sono di natura diversa dagli aspetti su cui si può semplicemente sperare di ottenere il consenso degli altri nel tempo.
In breve, se la definizione di "morale" che sto sollecitando è particolarmente caratteristica delle società moderne e liberali, è perché le società moderne e liberali hanno ulteriormente sviluppato una caratteristica di giudizio morale già presente nei loro predecessori. Inoltre, hanno sviluppato questa caratteristica perché comprendono meglio dei loro predecessori la profondità dei nostri disaccordi su come dovrebbe essere condotta la vita in generale e la necessità, quindi, che ciascuno di noi giunga da solo alla risposta a questa domanda finale. Penso che possiamo ragionevolmente considerare la maggiore enfasi sulla libertà nel mondo moderno come una ''scoperta'' morale, cioè non un'invenzione — qualcosa che migliora le nostre società e avrebbe potuto essere riconosciuto come tale dai nostri predecessori. In ogni caso, questa enfasi sulla libertà è essenziale per il modo in cui la parola "morale" e i suoi termini "buono", "cattivo", "giusto" e "sbagliato" sono stati usati. Questa è una ragione sufficiente per mantenere la distinzione che ho proposto tra il morale e il telico, e per riservare "etica" piuttosto che "morale" a sistemi che comprendono sia la morale che una visione telica.
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie dei sentimenti|Serie maimonidea|Serie misticismo ebraico}}
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[[Categoria:Rivelazione e impegno esistenziale|Capitolo 2]]
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{{Rivelazione e impegno esistenziale}}
[[File:Rav Mosheh Lichtenstein.jpg|540px|thumb|center|[[:en:w:Mosheh Lichtenstein|Rabbi Mosheh Lichtenstein]], in studio presso la [[:en:w:Yeshivat Har Etzion|Yeshivah Har Etzion]] (Israele, 2007)]]
== ETICA ==
Nel Capitolo precedente ho sostenuto che i testi sacri servono come autorità etiche per quelli di noi che ci credono: cerchiamo da loro una guida etica. Ma fino a che punto può essere così? Molte persone suggeriscono che i Dieci Comandamenti, o l'ammonimento di Gesù ad amare i propri nemici, insegnassero al mondo verità morali che prima non conosceva. Ci fidiamo di una persona o di un libro come autorità etica, tuttavia, solo ''perché'' sembra avere integrità e comprensione delle questioni morali; usiamo la moralità come criterio per ''selezionare'' i nostri testi e insegnanti autorevoli. Ciò suggerisce che apportiamo una comprensione della moralità alla decisione se fidarsi o meno di un testo sacro. Le persone non considerano sacro un libro se sembra loro malvagio.
Allora qual è la risposta? Impariamo ciò che è buono dai nostri testi sacri o portiamo con noi una nozione di bontà nel pervenire a tali testi? In questo Capitolo sosterrò che facciamo entrambe le cose: che la bontà deve essere in parte indipendente dalla rivelazione, ma che guardiamo anche alla rivelazione per insegnarci la bontà. Questa duplice relazione morale con i testi sacri riflette una doppia faccia nella bontà stessa. Si considerino le nostre normali intuizioni sulla parola "buono". Non abbiamo dubbi sul fatto che aiutare una persona anziana ad attraversare la strada sia una buona cosa, e che sia bene prendersi cura dei propri figli e astenersi dalla violenza. Possiamo anche affermare con sicurezza che la libertà e la felicità sono buone e che trovare qualcuno da amare è un grande bene. Ma quando ci viene chiesto cosa distingue una vita buona, nel complesso, da una mediocre, spesso scopriamo che la nostra fiducia su cosa sia la bontà vacilla, e potremmo iniziare a chiederci se esista un qualche bene generale — essere salvati da Cristo? Vincere il proprio attaccamento a se stessi? Unirci gli uni con gli altri in una società priva di proprietà personali? — che ci manca. Ed è possibile che un tale bene generale sconvolgerebbe le nostre ordinarie intuizioni sulla bontà. Forse le nostre intuizioni sulla bontà, per esempio, dell'amore romantico o sulla libertà di culto, non sono di per sé buone? Forse sono invece dogmi che dovrebbero essere scartati, come le convinzioni morali delle società sessiste o razziste? Può essere molto difficile rispondere a sfide come questa una volta che sono iniziate, e anche se è probabile che rimarremo convinti che sia bene aiutare i nostri vicini e male manipolarli o picchiarli, potremmo improvvisamente diventare consapevoli di non essere sicuri come difendere anche queste intuizioni, quali ragioni potremmo addurre per esse che potrebbero rientrare in una spiegazione sistematica del bene.
Socrate rendeva le persone nervose portandole a questo tipo di vertigini sulle loro convinzioni morali, e Platone usò tale vertigine per sostenere che il bene supremo trascende radicalmente le nostre convinzioni ordinarie sulla bontà. Il loro approccio a questo argomento è ancora attuale, inoltre e soprattutto tra i seguaci delle religioni rivelate, per i quali è di fondamentale importanza che il bene umano ultimo non si trovi nelle nostre intuizioni e ragionamenti ordinari, e vada invece ricercato in un testo o insegnamento che ha una fonte soprannaturale. Anche loro, tuttavia, di solito condividono la fiducia dei loro vicini secolari che la gentilezza e l'equità sono buone e si fidano del loro testo preferito in gran parte perché pensano che il modo di vivere che raccomanda può aiutarli a raggiungere meglio questa bontà ordinaria. Quindi il termine "buono" sembra diviso tra un senso ordinario in cui dovrebbe essere del tutto accessibile e un altro senso straordinario con il quale può attivare i propri usi ordinari e trovarli carenti. Il resoconto della bontà che offrirò in questo Capitolo rifletterà tale tensione.
Cominciamo con l'aspetto della bontà che deve essere indipendente dalla rivelazione: l'aspetto secolare della bontà, come potremmo chiamarlo. Ovviamente è del tutto falso che gli esseri umani abbiano dovuto aspettare fino a quando la Torah non ha proclamato i Dieci Comandamenti prima di rendersi conto che c'era qualcosa di sbagliato nell'omicidio, nel furto o nell'adulterio. Questi e molti altri principi morali sono ampiamente condivisi, attraverso culture e religioni, e si può spiegare cosa comportano e trovare ragioni per aderirvi, indipendentemente dalla religione. Senza molti di questi principi, le società cadrebbero a pezzi. Praticamente tutti gli esseri umani se ne rendono conto e di conseguenza hanno motivo di essere moralmente buoni, siano essi religiosi o meno. In effetti, le persone religiose non sono necessariamente migliori, per quanto riguarda la moralità quotidiana, delle persone non religiose. Scandali sessuali, frodi e crudeltà si riscontrano notoriamente tra preti e predicatori così come altre persone. Le stesse tentazioni affliggono tutti noi e non vi è alcuna garanzia che l'impegno religioso ce ne protegga.
Per non parlare delle corruzioni morali che lo stesso impegno religioso può generare. Le guerre di religione, l'oppressione o l'assassinio dei non-credenti: queste patologie si trovano in quasi tutte le religioni che sono durate a lungo. Inoltre, i modelli semplicistici di ricompensa e punizione con cui molte persone religiose affermano di sottoscrivere la moralità — se sei buono, andrai in paradiso; se sei cattivo, andrai all'inferno — funzionano contro un'adeguata motivazione morale, incoraggiando in noi l'interesse egoistico per il nostro destino che la moralità dovrebbe contrastare, piuttosto che un vero amore per il nostro prossimo, o la virtù per se stessa. Chi è più ammirevole, la persona che è buona per timore di Dio, o la persona che è buona perché ha a cuore il benessere degli amici e del prossimo? Persino la persona che agisce per puro amore di Dio, se non ama anche gli altri esseri umani, ha una motivazione tutt'altro che ideale. Sembra ragionevole, infatti, che un Dio veramente buono e amorevole voglia che ci amiamo gli uni gli altri e non solo Lui. Ma ciò significa che ci sono ragioni sia religiose che secolari per aspettarsi di non aver bisogno della religione per essere buoni.
Inoltre, generalmente non abbiamo bisogno della religione per capire cosa ''è'' buono. In larga misura, il nostro vocabolario morale è orientato verso fini puramente umanistici: approviamo moralmente ciò che preserva la pace nelle nostre società, ciò che ci consente di rispettarci l'un l'altro e ciò che ci consente di alleviare le reciproche sofferenze. In misura corrispondentemente ampia, le nostre motivazioni per essere morali sono umanistiche: agiamo moralmente perché vogliamo vivere in pace, amicizia e rispetto reciproco con il prossimo. Non sono necessari proclami di Mosè o Gesù o Maometto per sapere cosa dobbiamo fare sotto questi aspetti, né è necessaria una dottrina del paradiso e dell'inferno per spronarci a farlo.
Inoltre, è altrettanto giusto, da un punto di vista religioso, che sia così. Vogliamo alcuni criteri, indipendenti dagli insegnamenti religiosi, mediante i quali accertare quali insegnamenti possano essere divini, e un criterio importante è se sono moralmente buoni. Quando chiamiamo un testo moralmente buono, non intendiamo che sia buono ''per definizione'': che definisca la bontà e quindi sia all'altezza dei propri standard. No, stiamo presupponendo una nozione di bontà indipendente dal testo e diciamo che funziona bene secondo questo standard. Il nostro vocabolario morale ordinario e umanistico ci fornisce questa nozione indipendente di bontà. Possiamo riconoscere che un insegnamento religioso ci offre una grande comprensione morale delle normali faccende umane – il modo migliore per esprimere compassione, o risolvere una controversia – ancor prima di afferrare o accettare il resto del suo insegnamento. Questo ci assicura che quando chiamiamo "buono" il nostro insegnamento preferito, finanche una ''fonte'' suprema di bontà, non stiamo pronunciando una tautologia.
Una nozione di bontà indipendente e umanistica ha anche un valore religioso in un altro modo. Abbiamo bisogno di interpretare i nostri testi religiosi – nessun testo si autointerpreta, dopo tutto, e i testi religiosi tendono ad essere più oscuri di altri – soprattutto se vogliamo trarne un modo di vivere. Notoriamente, ci sono modi più e meno umani per farlo, e un senso di bontà indipendente può guidarci verso modi più umani. Una nozione indipendente di bontà può, cioè, aiutarci a tenerci lontani dalle patologie religiose. E sicuramente un Dio tutto buono, che ama le Sue creature, vorrebbe che comprendessimo la Sua parola nel modo più umano possibile: da essa ci lasciamo guidare verso un modo generoso ed equo di trattare gli uni con gli altri. Quindi un Dio onnipotentemente buono forse vorrà che interpretiamo qualsiasi rivelazione che ci dà secondo uno standard di bontà indipendente e umanistico. Torneremo su questa idea nel [[Rivelazione e impegno esistenziale/Capitolo 6|Capitolo 6]].
Infine, i testi sacri o rivelati tendono a chiarire che presuppongono una nozione indipendente di moralità. Quando la Genesi riporta che le persone della generazione di Noè erano "corrotte" e "violente" ({{passo biblico2|Genesi|6:11}}), presuppone che il lettore sappia già cosa significano questi termini e perché la corruzione e la violenza meritano una punizione. In seguito, Genesi dà per scontato che i suoi lettori vedranno cosa c'è di sbagliato nella disonestà di Giacobbe e nella brutalità dei fratelli di Giuseppe, e l'Esodo non ha senso a meno che il lettore non riconosca che l'oppressione degli israeliti da parte del Faraone fu ingiusta e crudele. Allo stesso modo si suppone che il lettore dei Vangeli consideri nobile il comportamento personale di Gesù e il suo monito ad amare coloro che ti odiano come un miglioramento morale rispetto alle dottrine più giudicatorie che attribuisce ai suoi predecessori. Le Upanishad presumono che i loro lettori vedano il male nell'egoismo meschino e cerchino un modo per superarlo, e il Buddha acquisì i suoi primi seguaci più che altro attraverso la "via di mezzo" della virtù da lui proclamata, che pretendeva di migliorare la pratica indù rifuggendo sia dal lusso che dall'ascesi. In tutti questi casi e in molti altri, gli insegnamenti religiosi presuppongono che i loro seguaci possano vedere in tali insegnamenti qualcosa di ammirevole, misurato da un senso morale indipendente: presuppongano una comprensione morale indipendente che ci aiuti a vederli come le parole di Dio, o di un maestro sommamente saggio. I testi religiosi stessi consentono al senso di bontà umanistico, quotidiano, condiviso da religiosi e laici, di fungere da criterio per la loro affidabilità. Implicano che, se la bontà può avere caratteristiche specificamente religiose, queste devono innestarsi su una base umanistica anteriore.
Ora, alcuni potrebbero lamentarsi del fatto che finora ho fatto sembrare troppo facile il processo di fondare una morale umanistica e di esporne le sue esigenze. Ad esempio, potrebbero enfatizzare le nostre numerose controversie morali. Alcuni pensano che non ci sia niente di sbagliato nell'aborto; altri lo considerano equivalente a un omicidio. Alcuni considerano la pena capitale come un grande male; altri pensano che la moralità ''richieda'' la pena capitale per determinati crimini. Similmente, non siamo d'accordo sull'omosessualità, sugli aiuti del governo ai poveri e sulle circostanze, se del caso, in cui la guerra è giustificata. Questi disaccordi pervadono anche le società che condividono largamente lingua, storia e religione; le differenze tra le culture possono diventare ancora più nitide e taglienti. Quindi sicuramente è un errore, in ogni caso troppo semplice, supporre che la nostra ragione, i nostri sentimenti o il bisogno di condividere una società ci portino a convergere su norme morali, anche ''se'' siamo tutti d'accordo in generale sul fatto che l'omicidio, la frode e la crudeltà siano sbagliati, e che è una buona cosa essere onesti e coraggiosi. Sicuramente, in effetti, è stato il progetto dei filosofi morali cercare di elaborare principi che ci ''consentissero'' di condividere una moralità dettagliata, di colmare le differenze che abbiamo sull'aborto, la pena capitale e simili. A che servono i principi utilitaristici e kantiani se non possono aiutarci a risolvere le differenze morali?
Ebbene, in effetti, l'utilitarismo e il kantismo, e gli altri sistemi promossi dai filosofi morali, non risolvono le nostre differenze morali. In parte, ciò è dovuto al fatto che non sono d'accordo tra loro e in parte è perché sono troppo generali per risolvere la maggior parte delle controversie concrete. Gli utilitaristi ci chiedono di considerare quale di due azioni o politiche porterà la più grande felicità al maggior numero di persone. Ma la felicità è difficile da misurare e le conseguenze della maggior parte delle azioni e delle politiche difficili da prevedere. Quindi le implicazioni dell'utilitarismo per le questioni controverse non sono chiare e le persone che affrontano le questioni con predilezioni diverse possono facilmente supportare la loro descrizione dei fatti in questione per ottenere il risultato che desiderano. L'imperativo categorico di Kant ci chiede se possiamo volere che tutti prendano il tipo di azione che stiamo considerando, o se quell'azione è compatibile con il rispetto per gli altri esseri umani come fini a se stessi. Ma queste domande utilizzano termini così astratti che possono essere facilmente interpretati per produrre risultati su entrambi i lati delle questioni più controverse. Di conseguenza, ci sono utilitaristi e kantiani praticamente su tutti i lati di ogni questione: utilitaristi che sostengono la pena capitale e utilitaristi che si oppongono, kantiani che sostengono la pena capitale e kantiani che si oppongono, ecc. I tentativi di sistematizzare la moralità tendono semplicemente ad aggiungere ancora un altro livello di disaccordo a quelli di tutti i giorni: su quale dovrebbe essere la corretta giustificazione anche per le posizioni su cui siamo d'accordo.
Potremmo aggiungere che questi sistemi si concentrano su diversi aspetti dei nostri ideali e norme, e quindi parlano l'uno al di là dell'altro. L'utilitarismo si concentra sul fatto che tutti cerchiamo la felicità, il kantismo sul fatto che cerchiamo la libertà e la dignità. Altri filosofi morali enfatizzano il posto del sentimento nella vita morale, in contrasto con l'enfasi che sia gli utilitaristi che i kantiani attribuiscono alla ragione e alle regole, o ci esortano a prestare meno attenzione ad azioni particolari e più a tratti caratteriali generali, come il coraggio e l'autocontrollo. Ma tutti noi vogliamo la felicità e la libertà, oltre a buoni tratti caratteriali, e vediamo tutti che le buone società hanno bisogno di regole eque e di sensibilità emotiva. "Moralità" è una parola che usiamo per gli ideali e le norme che soddisfano una varietà di bisogni diversi, quindi non dovrebbe sorprendere se i tentativi di sistematizzare questi ideali e norme a volte ci spingono in direzioni diverse.
Vale la pena notare che la moralità basata sulla religione non serve più a risolvere le nostre differenze morali. Non solo religioni diverse sono in conflitto tra loro almeno tanto quanto i diversi sistemi filosofici, ma ''ogni'' religione tende a dividersi su molte questioni morali. Ci sono cristiani che considerano l'omosessualità un peccato terribile e cristiani che pensano che l'amore gay dovrebbe essere riconosciuto nei matrimoni in chiesa. Ci sono cristiani, ebrei e buddhisti ''pro-life'' e ''pro-choice'', e cristiani, ebrei e buddhisti che sostengono la pena capitale, così come cristiani, ebrei e buddhisti che vi si oppongono. E mentre c'è un più alto grado di consenso morale nelle piccole comunità – tra [[w:Satmar|Satmar hassidim]], diciamo, o [[w:mennoniti|mennoniti]] – anche queste comunità notoriamente discutono tra loro su cose del tipo se denunciare i [[:en:w:sexual predator|predatori sessuali]] alle autorità secolari o come trattare i dissidenti. Platone notò 2500 anni fa che la moralità è il luogo principale del disaccordo tra le persone, e nessuno prima di lui o da allora ha escogitato una formula per superare quel disaccordo. È un fatto della vita morale che siamo in netto disaccordo su molte questioni morali; qualsiasi teoria ragionevole della moralità deve dar spazio a tale disaccordo.
Ma questo fatto va di pari passo con l'altro che ho sottolineato: che le persone che comprendono la moralità in modi molto diversi, tuttavia, ''sono d’accordo'', la maggior parte delle volte, su come valutare le situazioni morali. Le persone nella vita quotidiana convergono il più delle volte su ciò che conta come un comportamento crudele o disonesto e quando, al contrario, qualcuno è coraggioso o generoso. Il grado di accordo qui può essere molto alto. Vicini con opinioni religiose e politiche estremamente diverse, tuttavia, sono d'accordo su quale di loro sia una delizia o un cretino. Le persone sono anche d'accordo in tutte le società sulle virtù generali: condannano la crudeltà, la disonestà e l'egoismo e lodano i loro opposti, anche se a volte le interpretano in modo diverso.
Ciò che colpisce della moralità, quindi, è che siamo ''sia'' d'accordo ''che'' in disaccordo su di essa. Siamo d'accordo sui suoi contorni generali, e su molte delle sue richieste specifiche, ma poi siamo in disaccordo così nettamente su alcuni casi specifici, e sulla logica dell'essere morali, che ci chiediamo come sia possibile l'accordo che otteniamo. Una buona teoria della moralità deve rendere conto sia del nostro accordo che del nostro disaccordo. Tornerò su questo punto a breve.
Si consideri prima un'ulteriore fonte di disaccordi morali. Ciò deriva dal secondo significato di "bene/buono" che ho menzionato prima: qualunque cosa renda buona la vita umana in generale, che può in linea di principio prevalere sulle nostre intuizioni ordinarie sulla bontà. Se pensi che una buona vita umana richieda l'accettazione di Gesù Cristo come proprio salvatore, hai una concezione della buona vita umana; se pensi che il bene umano in generale richieda di riconoscere Maometto come l'ultimo e il più grande profeta, hai una concezione diversa. In alternativa, si potrebbe pensare che il bene umano più alto consista nell'unire il proprio sé particolare con un Sé-mondiale più completo o, al contrario, che il nostro bene ci richieda di capire che ''non'' abbiamo un sé. Questi punti di vista diversi vanno con differenze familiari nella religione, ma una diversità simile può essere trovata anche tra le persone laiche. Negli ultimi due secoli, molte persone laiche hanno pensato che la vera o più alta felicità umana sarà raggiunta solo quando saremo legati insieme in un'unica comunità senza classi. Ma altri hanno pensato che la vita umana più libera o più felice si può trovare solo se abbracciamo un individualismo radicale. Ci sono anche persone che pensano che la politica sia di suprema importanza per una buona vita umana e persone che pensano che non importi affatto; persone che pensano che l'arte fornisca il reame più alto delle conquiste umane e persone che disprezzano la nozione stessa di "arte"; persone che pongono l'amore erotico al centro del bene umano e persone che considerano l'eros ampiamente sopravvalutato. Queste sono differenze profonde e durature, e sono onnipresenti, creando distinzioni nette tra persone laiche e religiose. Nella misura in cui influiscono sulla moralità, rendono difficile vedere come potremmo mai superare il disaccordo morale.
Influiscono ''veramente'' sulla moralità? Beh, in un certo senso devono. Uno dei significati principali dell'aggettivo "buono" è che una cosa promuove un obiettivo importante per noi e il sostantivo "bene" spesso denota qualcosa che lo consideriamo un obiettivo. L'utilitarismo si basa interamente su questo uso mirato del "bene" e persino i sistemi morali che sottolineano il senso in cui "buono" caratterizza un modo di agire indipendentemente dai propri obiettivi ("è bene dire la verità anche se così non ottieni quello che vuoi") devono riconoscere che anche i nostri obiettivi generali nella vita sono buoni, e qualunque cosa li promuova deve avere qualcosa di buono. Se abbiamo un obiettivo finale, quindi, non può che influenzare le azioni che approviamo. Se ritengo che il bene ultimo della vita sia accettare Gesù come mio salvatore personale, ciò dovrà influenzare il mio modo di agire. In effetti, come vedremo nel [[Rivelazione e impegno esistenziale/Capitolo 3|prossimo Capitolo]], obiettivi finali come questo tendono a organizzare gran parte della nostra attività, e uno dei motivi per cui ci preoccupiamo di identificarli è che ''così'' possiamo capire come organizzare le nostre vite. In ogni caso, cristiani e musulmani, comunisti e nazionalisti, e devoti dell'arte o dell'eros tendono ''tutti'' a organizzare la loro vita attorno ai loro obiettivi finali e ad approvare un'azione come buona in larga misura sulla base di quanto bene serva questi obiettivi.
Ma allo stesso tempo abbiamo una notevole capacità di astrarci dai nostri obiettivi finali quando consideriamo se una particolare azione è o meno immorale, o se una particolare persona ha o meno tratti caratteriali decenti. Cristiani e musulmani, comunisti e nazionalisti, e persone con opinioni molto diverse sull'importanza dell'amore o dell'arte saranno d'accordo nella maggior parte dei casi su ciò che conta come una menzogna o una persona meschina, o invece come un atto di gentilezza o una persona coraggiosa — e sono d'accordo nel condannare il primo e lodare il secondo. Sono d'accordo, cioè, su atti particolari e tratti caratteriali, anche se non sono d'accordo sugli obiettivi della vita in generale. Sono in grado di mettere da parte le loro differenze su come vivere, in generale, e condividere un gran numero di ideali e norme.
Propongo d'ora in poi di riservare la parola "[[w:morale|morale]]" agli ideali e norme su cui possiamo essere d'accordo nonostante le differenze circa i nostri obiettivi generali, e di usare la parola "etica" per i valori più ampi che includono, oltre alla morale, gli impegni religiosi, culturali ed estetici in base ai quali determiniamo come vivere in generale. Farò anche riferimento alla domanda su come vivere in generale come "la domanda telica" – dalla parola greca "[[w:telos (filosofia)|telos]]", che è stata tradizionalmente usata in filosofia per l'obiettivo generale o lo scopo di una cosa – e chiamerò le nostre risposte a essa, "punti di vista telici". I punti di vista telici faranno quindi parte dell'etica ma non della moralità, e i nostri giudizi sul fatto che una certa azione o modo di vivere sia ammirevole o spregevole, stimolante o deprimente, saranno spesso anche etici piuttosto che morali. Tutti i giudizi morali saranno etici – l'etica include la morale – ma non tutti i giudizi etici saranno morali.
Questa terminologia ci consente di tenere traccia di ciò su cui siamo d'accordo e di ciò che non lo siamo, per quanto riguarda la bontà. Tiene traccia anche della nostra risposta intuitiva a domande come "È una brava persona?" quando ci viene chiesto di qualcuno che consideriamo onesto e gentile ma impegnato in progetti religiosi o politici che disapproviamo. È probabile che diremo, in questi casi, "Beh, se mi stai chiedendo come tratti la sua famiglia o i suoi colleghi, allora sì, è una brava persona, ma non penso che i suoi obiettivi basilari nella vita siano buoni." Ad esempio, possiamo considerarlo moralmente buono ma noioso, superficiale o spiritualmente vuoto. D'altra parte, possiamo cantare le lodi di una persona come affascinante, profonda o eccitante senza volerla chiamare moralmente buona. Un sintomo della differenza tra valutazione morale e telica è che tendiamo ad ''arrabbiarci'' con persone o azioni che consideriamo immorali, ma a sentirci semplicemente tristi o delusi con persone le cui vite ci sembrano vuote o fuorvianti. La rabbia che deriva dalla moralità riflette la sensazione che le persone che critichiamo siano già d'accordo sui motivi per cui le critichiamo; sentiamo di starli tenere in linea con le loro norme e ideali. Non così per i valori telici: lì speriamo al massimo di persuadere gli altri, un giorno, a condividere le nostre opinioni. La rabbia perché ora non le condividano è di conseguenza fuori luogo.
I valori religiosi, estetici e culturali stanno quindi in qualche modo al di fuori della morale, sebbene usino parole come "buono" e "cattivo" in un senso correlato: sia i valori telici che quelli morali riguardano il modo in cui pensiamo che gli esseri umani conducano la loro vita in modo ammirevole. Qualcuno potrebbe quindi voler insistere sul fatto che ''tutto'' ciò che riguarda il modo in cui dovremmo vivere è una preoccupazione morale: coloro che hanno la religione sbagliata, o che non apprezzano l'arte, non possono essere brave persone. Ma mi sembra che questo sia un modo meno naturale di usare il nostro vocabolario valutativo rispetto a quello che propongo, e finanche qualcuno che insista su di esso è probabile che ammetta che le questioni per le quali le nostre norme e ideali non controversi sono rilevanti – omicidio e lo stupro o, d'altra parte, trattare gli altri con rispetto e aiutare i bisognosi – sono il ''nucleo'' di ciò che intendiamo per "morale".
Ad ogni modo, con la nostra distinzione terminologica in mano, possiamo proporre una soluzione semplice al nostro enigma sul perché siamo sia d'accordo che in disaccordo su ciò che è buono: siamo d'accordo sulla bontà morale in modo da poter continuare a dissentire sulla bontà telica. Cioè, la morale preserva la nostra capacità di vivere in una società in cui possiamo perseguire liberamente e pacificamente le nostre diverse idee su come vivere in generale. Non possiamo essere ebrei o cristiani religiosi, né discutere e perseguire ideali comunisti o libertari, né creare o apprezzare alcuna arte, se viviamo completamente soli. Né possiamo fare nessuna di queste cose se siamo oppressi o manipolati dai nostri vicini, ed è improbabile che avremo la forza psicologica per perseguire i nostri vari ideali se siamo costantemente umiliati. Quindi, per perseguire qualsiasi visione telica, abbiamo bisogno di norme che ci consentano di vivere insieme nella società, e possiamo farlo al meglio in un certo tipo di società: una società pacifica che cooperi anche contro i pericoli naturali, permetta ai suoi membri libertà individuale e incoraggi il rispetto reciproco nonostante le differenze. È il bisogno di queste cose che dà origine alla morale, e l'ampio consenso che prevale su di essa. L'importanza della morale per la nostra capacità di ''non essere d’accordo'' sull'etica è una delle ragioni per cui siamo d'accordo su di essa e ci arrabbiamo così tanto se viene violata. Riguardo alla morale, ma non all'etica in generale, possiamo ragionevolmente dire agli altri: "Hai bisogno di queste norme tanto quanto me; ''devi'' osservarle, se tu ed io vogliamo essere in grado di dissentire pacificamente su altre cose, comprese quelle che contano di più per noi."
Ora, si potrebbe obiettare che la visione della morale che sto dando è orientata alle società liberali, e che prima dell'ascesa del liberalismo nei secoli XVII e XVIII, c'erano molte società che non distinguevano tra norme che mantengono la società stessa e norme che promuovono una buona vita in generale. C'è del vero in questa obiezione, ma la distinzione che sto sottolineando non è limitata alle società moderne. L'idea che la compulsione non sia il modo corretto per avvicinare qualcuno a una tradizione religiosa è stata a lungo radicata nell'ebraismo, nel cristianesimo e nell'islam tradizionali, nonostante la storia di conversione forzata a cui gli ultimi due sono stati inclini; l'antico imperatore buddhista, [[w:Ashoka|Ashoka]], includeva un principio simile nei suoi [[w:pilastri di Ashoka|editti scolpiti]]. Di conseguenza, tutte queste tradizioni e molte altre contengono elementi importanti che suggeriscono che la legge dovrebbe far rispettare i principi necessari alla società per fornire ai suoi membri pace e dignità fondamentale. Il filosofo cristiano medievale [[w:Tommaso d'Aquino|Tommaso d'Aquino]], ad esempio, dichiarò che le leggi umane non possono e non devono "vietare tutti i vizi dai quali si astengono i virtuosi, ma solo i vizi più gravi dai quali è possibile che la maggioranza si astenga; e principalmente quelli che sono a danno degli altri, senza il cui divieto le società non potrebbero essere mantenute: ...omicidio, furto e simili". Certo, Tommaso d'Aquino usa la parola "virtù" per molto di ciò che esula dalla portata della legge umana, ma nel tracciare una distinzione come questa, riconosce tacitamente che quegli aspetti della morale su cui tutti sono d'accordo e che sono necessari alla società, sono di natura diversa dagli aspetti su cui si può semplicemente sperare di ottenere il consenso degli altri nel tempo.
In breve, se la definizione di "morale" che sto sollecitando è particolarmente caratteristica delle società moderne e liberali, è perché le società moderne e liberali hanno ulteriormente sviluppato una caratteristica di giudizio morale già presente nei loro predecessori. Inoltre, hanno sviluppato questa caratteristica perché comprendono meglio dei loro predecessori la profondità dei nostri disaccordi su come dovrebbe essere condotta la vita in generale e la necessità, quindi, che ciascuno di noi giunga da solo alla risposta a questa domanda finale. Penso che possiamo ragionevolmente considerare la maggiore enfasi sulla libertà nel mondo moderno come una ''scoperta'' morale, cioè non un'invenzione — qualcosa che migliora le nostre società e avrebbe potuto essere riconosciuto come tale dai nostri predecessori. In ogni caso, questa enfasi sulla libertà è essenziale per il modo in cui la parola "morale" e i suoi termini "buono", "cattivo", "giusto" e "sbagliato" sono stati usati. Questa è una ragione sufficiente per mantenere la distinzione che ho proposto tra il morale e il telico, e per riservare "etica" piuttosto che "morale" a sistemi che comprendono sia la morale che una visione telica.
Ma anche all'interno della morale, come ora l'ho estratta dall'etica, incontreremo accesi dibattiti morali: su cose come l'aborto e la pena capitale, o quando, se mai, è lecito mentire. Come risolvere questi dibattiti? Qui la risposta di molti filosofi morali negli ultimi due secoli è stata quella di offrire un principio che dovrebbe dirci la cosa giusta da fare in ogni circostanza. Tale, ancora una volta almeno, era la speranza di molti utilitaristi e kantiani. Oggi è ampiamente riconosciuto che questi progetti hanno fallito, che né l'utilitarismo né il kantismo danno risposte inequivocabili alla maggior parte delle controversie morali e che non esiste un modo chiaro per decidere quale sistema sia giusto quando sono in conflitto. Rimangono di costante interesse a causa della loro visione della vita come un ''tutto'' — come mirare alla felicità, da un lato, o all'espressione della nostra libertà, dall'altro. Ma questo, nei miei termini, li colloca nel reame dell'etica piuttosto che della morale: li mette sullo stesso piano delle visioni religiose, culturali ed estetiche che esacerbano piuttosto che risolvere le nostre differenze sul bene.
Negli ultimi anni, c'è stata una mossa tra i filosofi morali per cercare procedure, piuttosto che principi, da cui potrebbero essere generate norme morali non controverse. Alcuni hanno proposto che la morale dovrebbe essere ''definita'' come costituita solo da quelle norme che sarebbero accettate da persone disposte a concordare qualsiasi norma. Questa è un'idea interessante, ma la mia proposta procedurale è leggermente diversa. Penso che dovremmo, includere una norma sotto la rubrica della morale in accordo con il grado in cui possiamo difenderla dalla prospettiva di ciascuno dei diversi sistemi morali che hanno validità nella nostra società. Cerchiamo di difendere le affermazioni morali che proponiamo facendo appello a intuizioni ampiamente accettate ''e'' a preoccupazioni utilitaristiche ''e'' kantiane ''e'' etico-virtuose. Questo riflette i diversi fini che vogliamo che i codici morali servano. Possiamo essere certi che un'azione particolare è morale solo quando siamo persuasi che promuove sia la felicità che la libertà, esprime o coltiva tratti caratteriali ammirevoli e per di più si adatta alle nostre tradizioni morali di lunga data. Inoltre, raramente sappiamo esattamente come soppesare queste varie preoccupazioni l'una contro l'altra e siamo consapevoli che le nostre diverse opinioni teliche ci portano a modi diversi di assegnarle priorità. Di conseguenza, preserviamo al meglio le nostre possibilità di perseguire le nostre opinioni teliche e rispettiamo al meglio il diritto delle altre persone a perseguire le proprie, sostenendo le nostre affermazioni morali sul maggior numero possibile di basi condivise. Ciò suggerisce che l'accordo che sottoscrive la morale è e dovrebbe essere un accordo per fare affidamento su forme ''eclettiche'' di argomentazione morale, per affrontare l'un l'altro in termini di quanti più tipi di motivi che ci aspettiamo condividano con noi il più possibile.
Ne consegue che in una società ampia e diversificata, ci sarà poco spazio per appellarsi ad argomenti religiosi a difesa delle pretese morali, mentre potrebbe esserci più spazio per ciò in comunità piccole e relativamente omogenee. Non ha senso per me essere arrabbiato con te, considerarti immorale, per non aver seguito le norme della mia religione a meno che tu non la condivida. Di conseguenza, farò appello alla mia religione solo quando parlerò con altri membri della mia comunità religiosa e sarò consapevole, se vivo, nel complesso, in una comunità più ampia e diversificata, che ciò che chiamo "buono" per i miei correligionari non è così in senso puramente morale. Anche coloro che affermano che la loro moralità derivi dalla loro religione tendono in pratica a riconoscere che non può essere puramente basata su quella se vuole comandare la fedeltà di tutti gli esseri umani. Si consideri il modo in cui gli oppositori religiosi dell'aborto sostengono la loro posizione. Possono citare versetti scritturali, ma la maggior parte delle volte producono invece immagini progettate per suscitare orrore per gli aborti o per aiutarci a vedere il feto come umano. In alternativa, fanno appello ad analogie con la schiavitù o l'Olocausto per suggerire che ignorare l'umanità del feto è come ignorare l'umanità dei neri o degli ebrei. A volte aggiungono affermazioni sulla necessità di un divieto universale di togliere la vita o affermano che l'aborto danneggia le donne che li hanno. Fanno appello, cioè, a concezioni emotiviste, intuizioniste, kantiane e utilitaristiche della moralità: fanno appello a sistemi morali ''secolari''. E mentre possono farlo in parte perché, nelle democrazie liberali, è problematico offrire una base puramente religiosa per il diritto, usano anche questo tipo di argomenti tra di loro, come parte della loro causa per l'affermazione che l'aborto è sbagliato agli occhi di Dio. ''De facto'', quindi, riconoscono il carattere secolare del discorso morale, e vi fanno affidamento anche nella lettura delle loro fonti religiose. Di fatto, riconoscono che gli appelli religiosi, per essere considerati parte della moralità, devono essere innestati su altri tipi di ragioni morali. Un'affermazione basata su una Scrittura diventa un'affermazione morale – qualcosa che possiamo aspettarci che qualcuno osservi e incolpare chiunque per averlo respinto – quando possiamo dimostrare che promuove il benessere umano generale, protegge la libertà o la dignità individuale o migliora virtù come il coraggio e la generosità. Perché le argomentazioni religiose siano argomentazioni morali, devono essere sostenute dai filoni laici nel nostro discorso, i filoni su cui le persone sono d'accordo in tutte le religioni e nessuna in particolare.
Penso che questa visione eclettica e fondamentalmente laica della moralità sia corretta sia dal punto di vista descrittivo che normativo. Tendiamo infatti a difendere le affermazioni morali da molte prospettive diverse, per lo più laiche, e anche questa è una buona cosa. È buona perché consente a persone di diverse visioni religiose e teliche di vivere insieme in pace, libertà e rispetto reciproco. È anche positiva dal punto di vista delle nostre varie opinioni teliche, perché se solo una di esse dominasse il nostro discorso morale, coloro che hanno una visione diversa si ritroverebbero disprezzati o oppressi. Inoltre, anche i seguaci del punto di vista maggioritario lo seguirebbero spesso per le ragioni sbagliate, per il desiderio di conformarsi e senza la prospettiva critica che consentirebbe loro di affrontarlo con ponderatezza e correggerlo se necessario. In passato, alcune visioni religiose dominavano il discorso morale nella maggior parte delle società, e ciò rimane vero in alcuni luoghi oggi. Ma il costo di ciò, per la libertà e la dignità dei dissidenti, è alto. Una moralità eclettica, per lo più laica, è più adatta a una società liberale e una società liberale ha grandi vantaggi morali rispetto alle società che spingono tutti a conformarsi a una particolare visione religiosa. Lo stesso vale per le società, come le ex nazioni comuniste, che spingono tutti a conformarsi alle opinioni teliche secolariste.
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie dei sentimenti|Serie maimonidea|Serie misticismo ebraico}}
{{Avanzamento|75%|1 agosto 2022}}
[[Categoria:Rivelazione e impegno esistenziale|Capitolo 2]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Veneto/Provincia di Verona/Legnago/San Vito - Chiesa di San Vito Martire e Madonna della Pace
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Nuova pagina: {{Disposizioni foniche di organi a canne}} * '''Costruttore:''' Anton Behmann e Reinisch-Pirchner * '''Anno:''' 1906<ref>strumento originariamente costruito per la [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Trentino-Alto Adige/Provincia autonoma di Bolzano/Badia/Badia - Chiesa di San Giacomo e San Leonardo|chiesa di San Giacomo e San Leonardo a Badia]].</ref> * '''Restauri/modifiche:''' Giorgio e Cristian Carrara (''Opus 66'') e Alessio Lucato (2019, restauro, modifiche...
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text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
* '''Costruttore:''' Anton Behmann e Reinisch-Pirchner
* '''Anno:''' 1906<ref>strumento originariamente costruito per la [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Trentino-Alto Adige/Provincia autonoma di Bolzano/Badia/Badia - Chiesa di San Giacomo e San Leonardo|chiesa di San Giacomo e San Leonardo a Badia]].</ref>
* '''Restauri/modifiche:''' Giorgio e Cristian Carrara (''Opus 66'') e Alessio Lucato (2019, restauro, modifiche e ricollocamento)<ref>dopo l'intervento, l'organo è stato inaugurato il 31 ottobre 2020 da Giovanni Feltrin.</ref>
* '''Registri:''' 40 (27 reali)
* '''Canne:''' ?
* '''Trasmissione:''' elettronica
* '''Consolle:''' mobile indipendente, a pavimento
* '''Tastiere:''' 2 di 56 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>5</small>'')
* '''Pedaliera:''' dritta di 30 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in corpo unico, sulla cantoria
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''I - ''Hauptwerk'''''
----
|-
|Bourdon || 16'
|-
|Prinzipal || 8'
|-
|Oktav || 4'
|-
|Quint || 2.2/3'
|-
|Superoktav || 2'
|-
|Mixtur || 1.1/3'
|-
|Flöte || 8'
|-
|Rohrflöte || 4'
|-
|Salizional || 8'
|-
|<span style="color:#B20000;">Basson</span> || <span style="color:#B20000;">16'</span>
|-
|<span style="color:#B20000;">Oboe</span> || <span style="color:#B20000;">8'</span>
|-
|<span style="color:#B20000;">Trompette</span> || <span style="color:#B20000;">8'</span>
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Schwellwerk'''''
----
|-
|Geigen Prinzipal || 8'
|-
|Prinzipal || 4'
|-
|Cymbel || 1'
|-
|Lieblich Gedeckt || 8'
|-
|Gemshorn || 4'
|-
|Nazard || 2.2/3'
|-
|Waldflöte || 2'
|-
|Terz || 1.3/5'
|-
|Voix céleste || 8'
|-
|<span style="color:#B20000;">Basson</span> || <span style="color:#B20000;">16'</span>
|-
|<span style="color:#B20000;">Oboe</span> || <span style="color:#B20000;">8'</span>
|-
|<span style="color:#B20000;">Krummhorn</span> || <span style="color:#B20000;">8'</span>
|-
|Tremulant
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedal'''
----
|-
|Prinzipalbass || 16'
|-
|Subbass || 16'
|-
|Gedecktbass || 16'
|-
|Gedeckt || 8'
|-
|Oktavbass || 8'
|-
|Quint || 5.1/3'
|-
|Choralbass || 4'
|-
|<span style="color:#B20000;">Posaune</span> || <span style="color:#B20000;">16'</span>
|-
|<span style="color:#B20000;">Dulzian</span> || <span style="color:#B20000;">16'</span>
|-
|<span style="color:#B20000;">Basson</span> || <span style="color:#B20000;">16'</span>
|-
|<span style="color:#B20000;">Trompette</span> || <span style="color:#B20000;">8'</span>
|-
|<span style="color:#B20000;">Oboe</span> || <span style="color:#B20000;">8'</span>
|-
|<span style="color:#B20000;">Clarone</span> || <span style="color:#B20000;">4'</span>
|-
|}
|}
== Note ==
<references/>
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.laboratoriofratellicarrara.it/scheda.php?id=137|titolo=Opera 66|sito=laboratoriofratellicarrara.it|accesso=31 luglio 2022}}
{{Avanzamento|100%|7 maggio 2021}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Veneto/Città metropolitana di Venezia/Cavarzere/Cavarzere - Duomo di San Mauro
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#RINVIA [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Veneto/Città metropolitana di Venezia/Cavarzere/Cavarzere - Chiesa di San Mauro]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Emilia-Romagna/Provincia di Modena/Formigine
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Nuova pagina: {{Disposizioni foniche di organi a canne}} Disposizioni foniche del comune di [[w:Formigine|Formigine]] raggruppate per edificio. == Frazioni == * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Emilia-Romagna/Provincia di Modena/Formigine/Colombaro - Pieve di San Giacomo|Colombaro - Pieve di San Giacomo]] {{Avanzamento|100%|8 agosto 2021}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Disposizioni foniche del comune di [[w:Formigine|Formigine]] raggruppate per edificio.
== Frazioni ==
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Emilia-Romagna/Provincia di Modena/Formigine/Colombaro - Pieve di San Giacomo|Colombaro - Pieve di San Giacomo]]
{{Avanzamento|100%|8 agosto 2021}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Emilia-Romagna/Provincia di Modena/Formigine/Colombaro - Pieve di San Giacomo
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Nuova pagina: {{Disposizioni foniche di organi a canne}} * '''Costruttore:''' Nicola Puccini (''Opera 058'') * '''Anno:''' 2020 * '''Restauri/modifiche:''' no * '''Registri:''' 12 * '''Canne:''' ? * '''Trasmissione:''' meccanica * '''Consolle:''' a finestra, al centro della parete anteriore della cassa * '''Tastiere:''' 1 di 51 note (''Do<small>1</small>''-''Re<small>5</small>'') * '''Pedaliera:''' a leggio di 13 note (''Do<small>1</small>''-''Do<small>2</small>''), priva di registri propr...
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text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
* '''Costruttore:''' Nicola Puccini (''Opera 058'')
* '''Anno:''' 2020
* '''Restauri/modifiche:''' no
* '''Registri:''' 12
* '''Canne:''' ?
* '''Trasmissione:''' meccanica
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parete anteriore della cassa
* '''Tastiere:''' 1 di 51 note (''Do<small>1</small>''-''Re<small>5</small>'')
* '''Pedaliera:''' a leggio di 13 note (''Do<small>1</small>''-''Do<small>2</small>''), priva di registri propri e costantemente unita al manuale
* '''Collocazione:''' in corpo unico, a pavimento nella cappella alla sinistra del presbiterio
* '''Accessori:''' ''Migliarino''
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| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Colonna di sinistra - ''Concerto'''
----
|-
|Voce umana || 8' Soprani
|-
|Flauto in selva || 8' Bassi
|-
|Flauto in selva || 8' Soprani
|-
|Flauto || 4' Bassi
|-
|Flauto || 4' Soprani
|-
|Nazardo || 2.2/3' Soprani
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Colonna di destra - ''Ripieno'''''
----
|-
|Principale || 8' Bassi
|-
|Principale || 8' Soprani
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
|}
|}
{{Avanzamento|100%|21 giugno 2016}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Pisa/San Miniato/Balconevisi - Chiesa dei Santi Jacopo e Pietro
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Nuova pagina: {{Disposizioni foniche di organi a canne}} * '''Costruttore:''' Agati-Tronci (''Opus 1189'') * '''Anno:''' 1889 * '''Restauri/modifiche:''' no * '''Registri:''' 19 * '''Canne:''' ? * '''Trasmissione:''' meccanica * '''Consolle:''' a finestra, al centro della parte anteriore della cassa * '''Tastiere:''' 1 di 56 con prima ottava cromatica estesa (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>5</small>'', divisione Bassi/Soprani ''Mi<small>3</small>''/''Fa<small>2</small>'') * '''Pedalier...
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text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
* '''Costruttore:''' Agati-Tronci (''Opus 1189'')
* '''Anno:''' 1889
* '''Restauri/modifiche:''' no
* '''Registri:''' 19
* '''Canne:''' ?
* '''Trasmissione:''' meccanica
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parte anteriore della cassa
* '''Tastiere:''' 1 di 56 con prima ottava cromatica estesa (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>5</small>'', divisione Bassi/Soprani ''Mi<small>3</small>''/''Fa<small>2</small>'')
* '''Pedaliera:''' dritta di 17 note con prima ottava cromatica estesa (''Do<small>1</small>''-''Mi<small>2</small>'', reale in ''Do<small>1</small>''-''Si<small>1</small>'') + pedale della ''Terza mano Soprani'' + pedale del ''Timpano''<ref>azionabile solo con il registro di ''Contrabbassi e bassi 16'+8<nowiki>'</nowiki>''.</ref>
* '''Collocazione:''' in corpo unico, al centro della cantoria in controfacciata
* '''Accessori:''' ''Terza mano Soprani'' a manetta e pedale, ''Timpano'' a pedale, ''Banda'' a pedaletto<ref>scomponibile tramite diversi scatti del pedaletto in ''Sistro'', ''Gran cassa'' e ''Piatto sospeso''.</ref>
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Colonna di sinistra - ''Concerto'''''
----
|-
|Campanelli
|-
|Trombe || 8' Bassi
|-
|Trombe || 8' Soprani
|-
|Corno inglese || 16' Soprani
|-
|Cornetto 3 file || 4' Soprani<ref>4'+2.2/3'+1.3/5'.</ref>
|-
|Ottavino || 2' Soprani
|-
|Flauto || 4'
|-
|Undamaris || 8' Soprani<ref>registro disattivato.</ref>
|-
|Viola || 4' Bassi
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Colonna di destra - ''Ripieno'''''
----
|-
|Principale || 8' Bassi
|-
|Principale || 8' Soprani
|-
|Ottava || 4' Bassi
|-
|Ottava || 4' Soprani
|-
|Decimaquinta || 2'
|-
|Ripieno 4 file || 1.1/3'
|-
|Bordone || 8' Bassi
|-
|Voce umana || 8' Soprani<ref>registro aperto; in consolle la dicitura è: ''Bordone o Voce angelica''.</ref>
|-
|Cornetto cinese || 5.1/3' Soprani
|-
|Contrabbassi e bassi || 16'+8' <small>(al Pedale)</small>
|-
|}
|}
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Antonio Galanti|titolo=Gli organi storici del Samminiatese|città=San Miniato|editore=Accademia degli Euteleti|anno=1995|isbn=no|pp=94-101}}
== Altri progetti ==
{{ip|w=Chiesa di San Pietro (Balconevisi)|w_preposizione=sulla|w_etichetta=chiesa dei Santi Jacopo e Pietro a Balconevisi}}
{{Avanzamento|100%|2 luglio 2016}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Marche/Provincia di Ascoli Piceno/Offida
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2022-07-31T20:45:53Z
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Nuova pagina: {{disposizioni foniche di organi a canne}} Disposizioni foniche del comune di [[w:Offida|Offida]] raggruppate per edificio. == Capoluogo == * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Marche/Provincia di Ascoli Piceno/Offida/Offida - Santuario del Beato Bernardo|Santuario del Beato Bernardo]] {{Avanzamento|50%|10 settembre 2021}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne|Cupra Marittima]]
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text/x-wiki
{{disposizioni foniche di organi a canne}}
Disposizioni foniche del comune di [[w:Offida|Offida]] raggruppate per edificio.
== Capoluogo ==
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Marche/Provincia di Ascoli Piceno/Offida/Offida - Santuario del Beato Bernardo|Santuario del Beato Bernardo]]
{{Avanzamento|50%|10 settembre 2021}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne|Cupra Marittima]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Marche/Provincia di Ascoli Piceno/Offida/Offida - Santuario del Beato Bernardo
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2022-07-31T20:56:36Z
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Nuova pagina: {{Disposizioni foniche di organi a canne}} [[File:Roma, chiesa dei Santi Silvetro e Dorotea - Cantoria e organo a canne.jpg|center|350px]] * '''Costruttore:''' Fratelli Ruffatti * '''Anno:''' 1955-1956<ref>inaugurato il 19 agosto 1956 da Adamo Volpi.</ref> * '''Restauri/modifiche:''' Pierpaolo Pallotti (2019, restauro) * '''Registri:''' 18 (13 reali) * '''Canne:''' ? * '''Trasmissione:''' elettrica * '''Consolle:''' fissa indipendente, al centro della cantoria * '''Tastiere:...
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{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
[[File:Roma, chiesa dei Santi Silvetro e Dorotea - Cantoria e organo a canne.jpg|center|350px]]
* '''Costruttore:''' Fratelli Ruffatti
* '''Anno:''' 1955-1956<ref>inaugurato il 19 agosto 1956 da Adamo Volpi.</ref>
* '''Restauri/modifiche:''' Pierpaolo Pallotti (2019, restauro)
* '''Registri:''' 18 (13 reali)
* '''Canne:''' ?
* '''Trasmissione:''' elettrica
* '''Consolle:''' fissa indipendente, al centro della cantoria
* '''Tastiere:''' 2 di 61 note ciascuna (''Do<small>1</small>''-''Do<small>6</small>'')
* '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 32 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in corpo unico, a pavimento nel braccio destro del transetto
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| colspan=2 | '''I - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Flauto || 8'
|-
|Dulciana || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Decima quinta || 2'
|-
|Ripieno 5 file || 1.1/3'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span>
|-
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| colspan=2 | '''II - ''Espressivo'''''
----
|-
|Principalino || 4'
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola gamba || 8'
|-
|Flauto a camino || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Silvestre || 2'
|-
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|-
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|Tremolo
|-
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----
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|-
|Bordone || 8'
|-
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|-
|}
|}
== Note ==
<references/>
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=https://www.pallottiorgan.com/ruffatti-ita|titolo=Organo Ruffatti, 1955 - Santuario del Beato Bernardo - Offida, Ascoli Piceno|sito=pallottiorgan.com|accesso=31 luglio 2022}}
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[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
* '''Costruttore:''' Fratelli Ruffatti
* '''Anno:''' 1955-1956<ref>inaugurato il 19 agosto 1956 da Adamo Volpi.</ref>
* '''Restauri/modifiche:''' Pierpaolo Pallotti (2019, restauro)
* '''Registri:''' 18 (13 reali)
* '''Canne:''' ?
* '''Trasmissione:''' elettrica
* '''Consolle:''' fissa indipendente, al centro della cantoria
* '''Tastiere:''' 2 di 61 note ciascuna (''Do<small>1</small>''-''Do<small>6</small>'')
* '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 32 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in corpo unico, a pavimento nel braccio destro del transetto
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----
|-
|Principale || 8'
|-
|Flauto || 8'
|-
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|-
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|-
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|-
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|-
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|-
|Principalino || 4'
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola gamba || 8'
|-
|Flauto a camino || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Silvestre || 2'
|-
|Voce celeste || 8'<ref>da ''Do<small>2</small>''.</ref>
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|Tremolo
|-
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|-
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|-
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|-
|}
|}
== Note ==
<references/>
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=https://www.pallottiorgan.com/ruffatti-ita|titolo=Organo Ruffatti, 1955 - Santuario del Beato Bernardo - Offida, Ascoli Piceno|sito=pallottiorgan.com|accesso=31 luglio 2022}}
{{Avanzamento|100%|14 marzo 2015}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Basilicata/Provincia di Potenza/Potenza
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Nuova pagina: {{Disposizioni foniche di organi a canne}} Disposizioni foniche del comune di [[w:Potenza|Potenza]] raggruppate per edificio. == Capoluogo == * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Basilicata/Provincia di Potenza/Potenza/Potenza - Chiesa della Beata Vergine del Rosario|Chiesa della Beata Vergine del Rosario]] {{Avanzamento|25%|3 aprile 2018}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Disposizioni foniche del comune di [[w:Potenza|Potenza]] raggruppate per edificio.
== Capoluogo ==
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Basilicata/Provincia di Potenza/Potenza/Potenza - Chiesa della Beata Vergine del Rosario|Chiesa della Beata Vergine del Rosario]]
{{Avanzamento|25%|3 aprile 2018}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Basilicata/Provincia di Potenza/Potenza/Potenza - Chiesa della Beata Vergine del Rosario
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Nuova pagina: {{Disposizioni foniche di organi a canne}} * '''Costruttore:''' Fratelli Ruffatti * '''Anno:''' 1972 * '''Restauri/modifiche:''' no * '''Registri:''' 15 * '''Canne:''' 849 * '''Trasmissione:''' elettrica * '''Consolle:''' mobile indipendente, a pavimento nel presbiterio * '''Tastiere:''' 2 di 61 note (''Do<small>1</small>''-''Do<small>6</small>'') * '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 32 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>3</small>'') * '''Collocazione:''' in corpo unic...
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text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
* '''Costruttore:''' Fratelli Ruffatti
* '''Anno:''' 1972
* '''Restauri/modifiche:''' no
* '''Registri:''' 15
* '''Canne:''' 849
* '''Trasmissione:''' elettrica
* '''Consolle:''' mobile indipendente, a pavimento nel presbiterio
* '''Tastiere:''' 2 di 61 note (''Do<small>1</small>''-''Do<small>6</small>'')
* '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 32 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in corpo unico, sulla cantoria alla destra del presbiterio
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
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| colspan=2 | '''I - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Bordone || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Decimaquinta || 2'
|-
|Ripieno 4 file || 1.1/3'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
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| colspan=2 | '''II - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Principalino || 4'
|-
|Flauto a camino || 4'
|-
|Sesquialtera 2 file || 2.2/3'
|-
|Flautino || 2'
|-
|Voce celeste 2 file || 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Subbasso || 16'
|-
|Principale || 8'
|-
|Bordone || 8'
|-
|Corno di notte || 4'
|-
|}
|}
{{Avanzamento|100%|3 aprile 2018}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Umbria/Provincia di Perugia/Umbertide/Umbertide - Chiesa di Cristo Risorto
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Nuova pagina: {{Disposizioni foniche di organi a canne}} * '''Costruttore:''' Pedrini (''Opus 276'') * '''Anno:''' 2003 * '''Restauri/modifiche:''' no * '''Registri:''' 31 * '''Canne:''' ? * '''Trasmissione:''' mista (meccanica per i manuali, elettrica per il pedale e i registri) * '''Consolle:''' a finestra, nella parete anteriore della cassa * '''Tastiere:''' 3 di 61 note (''Do<small>1</small>''-''Do<small>6</small>'') * '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 32 note (''Do<small>1</small>''...
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text/x-wiki
{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
* '''Costruttore:''' Pedrini (''Opus 276'')
* '''Anno:''' 2003
* '''Restauri/modifiche:''' no
* '''Registri:''' 31
* '''Canne:''' ?
* '''Trasmissione:''' mista (meccanica per i manuali, elettrica per il pedale e i registri)
* '''Consolle:''' a finestra, nella parete anteriore della cassa
* '''Tastiere:''' 3 di 61 note (''Do<small>1</small>''-''Do<small>6</small>'')
* '''Pedaliera:''' concavo-radiale di 32 note (''Do<small>1</small>''-''Sol<small>3</small>'')
* '''Collocazione:''' in corpo unico, a pavimento sul lato destro dell'aula
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Decimaquinta || 2'
|-
|Ripieno || 4-5 file
|-
|Flauto traversiere || 8'
|-
|Flauto in ottava || 4'
|-
|Sesquialtera || 2 file
|-
|Dulciana || 8'
|-
|Tromba || 8'
|-
|Cromorno
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Principale || 4'
|-
|Flauto armonico || 4'
|-
|Piccolo || 2'
|-
|Cimbalo || 3 file
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Terza || 1.3/5'
|-
|Viola || 8'
|-
|Voce celeste || 8'
|-
|Oboe || 8'
|-
|Tromba armonica || 8'
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Subbasso || 16'
|-
|Bordone || 8'
|-
|Flauto || 4'
|-
|Flauto || 2'
|-
|Fagotto || 16'
|-
|Tromba || 8'
|-
|Chiarina || 4'
|-
|}
|}
{{Avanzamento|100%|16 ottobre 2018}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Grosseto/Cinigiano
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2022-08-01T08:10:33Z
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Nuova pagina: {{Disposizioni foniche di organi a canne}} Disposizioni foniche del comune di [[w:Cinigiano|Cinigiano]] raggruppate per edificio. == Frazioni == * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Grosseto/Cinigiano/Monticello Amiata - Chiesa di San Michele Arcangelo|Monticello Amiata - Chiesa di San Michele Arcangelo]] {{Avanzamento|75%|5 ottobre 2019}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
Disposizioni foniche del comune di [[w:Cinigiano|Cinigiano]] raggruppate per edificio.
== Frazioni ==
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Grosseto/Cinigiano/Monticello Amiata - Chiesa di San Michele Arcangelo|Monticello Amiata - Chiesa di San Michele Arcangelo]]
{{Avanzamento|75%|5 ottobre 2019}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Toscana/Provincia di Grosseto/Cinigiano/Monticello Amiata - Chiesa di San Michele Arcangelo
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Nuova pagina: {{Disposizioni foniche di organi a canne}} [[File:Chiesa di San Michele Arcangelo (Monticello Amiata), interno 01.jpg|center|350px]] * '''Costruttore:''' Agati * '''Anno:''' 1827 * '''Restauri/modifiche:''' sì * '''Registri:''' 13 * '''Canne:''' ? * '''Trasmissione:''' meccanica sospesa * '''Consolle:''' a finestra, al centro della parte anteriore della cassa * '''Tastiere:''' 1 di 50 note con prima ottava scavezza (''Do<small>-1</small>''-''Fa<small>5</small>'', Bassi/Sopr...
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{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
[[File:Chiesa di San Michele Arcangelo (Monticello Amiata), interno 01.jpg|center|350px]]
* '''Costruttore:''' Agati
* '''Anno:''' 1827
* '''Restauri/modifiche:''' sì
* '''Registri:''' 13
* '''Canne:''' ?
* '''Trasmissione:''' meccanica sospesa
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parte anteriore della cassa
* '''Tastiere:''' 1 di 50 note con prima ottava scavezza (''Do<small>-1</small>''-''Fa<small>5</small>'', Bassi/Soprani ''Fa<small>3</small>''-''Fa#<small>3</small>'')
* '''Pedaliera:''' scavezza a leggio di 8 note (''Do<small>1</small>''-''Si<small>1</small>''), costantemente unita al manuale
* '''Collocazione:''' in corpo unico, al centro della cantoria nell'abside
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Colonna di destra - ''Ripieno'''''
----
|-
| Principale || 8' Bassi
|-
| Principale || 8' Soprani
|-
| Ottava || 4'
|-
| Decimaquinta || 2'
|-
| Decimanona || 1.1/3'
|-
| Vigesimaseconda || 1'
|-
| Vigesimasesta || 2/3'
|-
| Flauto in XII || 2.2/3' Soprani
|-
| Viola || 8' Bassi
|-
| Viola || 8' Soprani
|-
| Flauto in VIII || 4'
|-
| Voce angelica || 8' Soprani
|-
| Contrabbassi || 8' <small>(al Pedale)</small>
|-
|}
|}
== Altri progetti ==
{{ip|w=Chiesa di San Michele Arcangelo (Monticello Amiata)|w_preposizione=sulla|w_etichetta=chiesa di San Michele Arcangelo a Monticello Amiata}}
{{Avanzamento|100%|30 ottobre 2015}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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