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Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-2
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{{Forze armate mondiali}}
[[Immagine:HMS Invincible (R05).jpg|350px|left|thumb|]]
==Portaerei==
La genia di portaerei britanniche classiche ebbe una violenta battuta d'arresto con la decisione del 1966 di arrestarne la costruzione: le possenti Eagle e Ark Royal sono rimaste pertanto il non plus ultra della loro cantieristica del settore. Poi ci si dovette arrangiare nell'inventare un nuovo tipo di nave, l'incrociatore 'tuttoponte', ovvero l'ennesima invenzione dopo lo sky-jump, lo specchio delle luci d'atterraggio (per comunicare al pilota visivamente l'angolo d'atterraggio) e il ponte angolato, che rende possibili su due 'corsie' sia l'appontaggio sia il decollo simultaneo dei mezzi aerei. Le 'Invincible', ovvero INVINCIBLE, ILLUSTRIOUS e ARK ROYAL erano concepiti come grosse navi di comando e controllo per i gruppi ASW britannici dell'Atlantico. Dopo che l'ultimo aereo convenzionale della RN decollò dai ponti il 27 novembre 1978, della storia della Marina che ha inventato le portaerei nel lontano 1917, restavano solo questi curiosi mezzi ibridi, armati con un lanciamissili prodiero Sea Dart (22 missili), una decina di elicotteri Sea King e una mezza dozzina di Sea Harrier. Questi ultimi erano apparentemente dei goffi e lenti velivoli, complicati e con una spinta esuberante se si considera che si trattava pur sempre di macchine leggere e subsoniche. Servivano essenzialmente per intercettare i bombardieri e ricognitori sovietici, che necessitavano, quando le navi britanniche operavano al di fuori delle aree coperte dai caccia di terra (o dall'USN), di almeno una simbolica presenza di caccia intercettori, pronti se del caso a raggiungerli: con i radar era possibile per i 'Bear' vedere molto oltre la portata dei missili delle navi, ma era anche possibile localizzarli e inviargli contro dei caccia, pur sempre capaci di agguantarli o di farli allontanare. Sullo stesso tipo di criterio si stavano adoperando i sovietici con i molto meno efficienti Yak-36MP. Che poi i Sea Harrier finirono in realtà per dimostrarsi dei formidabili combattenti in Sud Atlantico, anche contro obiettivi al suolo o faccia a faccia dei Mirage, era una cosa non prevista. Tanto che prima della guerra si pensava addirittura di vendere, tra le altre operazioni di 'demolizione' della flotta (sottoposta a tagli francamente insensati) anche due delle tre 'Invincible', che pure erano appena entrate in servizio e che, assieme alla vecchia (ma rivelatasi poi utilissima) Hermes, rappresentavano tutto quello che la RN aveva nel settore. Con la Invincible e la Hermes, più un pugno di Sea Harrier e 10 Harrier GR Mk.3 (prontamente e sagacemente adattati al ruolo di striker imbarcati, una capacità che solo una macchina VSTOL poteva garantire dato che non erano affatto pensati per operazioni navali) la Gran Bretagna della Tatcher vinse alle Falklands, salvò la faccia e mandò in crisi definitiva la sanguinaria dittatura dei 'Generali' Argentini (anche se non era certo questione di diritti umani, visto che per l'occorrenza i Britannici erano in relazioni strette con il Cile di Pinochet, nel dopoguerra compensato con parecchie navi reduci dal conflitto).
Attualmente le 'Invincible' sono le uniche superstiti di quell'epoca, ancora sulla breccia dopo oltre un quarto di secolo. La capoclasse è però in 'prontezza operativa ridotta', situazione in cui versa dal 2005 e che durerà fino al 2010, quando dovrebbero 'staccare la spina' radiandola dal servizio. Forse essa, come le sue sorelle, troverà una seconda vita in qualche altra Marina, se non è troppo vecchia e logora. Dopo tutto, le reduci dal conflitto sono finite in Brasile, Cile, India e Pakistan. Ma questo è successo molti anni fa, quando erano ben più giovani di quanto non sia attualmente questa portaerei. Col tempo vi sono stati dei cambiamenti. I missili Sea Dart, per esempio, sono stati rimossi. Lo Sky-jump, aggiunto solo durante la costruzione per favorire gli allora nuovi Sea Harrier nei decolli a pieno carico, è stato quindi liberato dalla compagnia dei lanciamissili alla sua destra, mentre sono rimasti i Phalanx o i Goalkeeper. Restano in servizio attivo la seconda nave (Illoustrious) e la terza (Ark Royal, rinominata così dopo che all'inizio si pensava a Indomitable, perché era importante continuare ad avere una nave con questo nome in servizio). Però, una volta liberati gli spazi per i Sea Harrier con la rimozione dei lanciamissili, è venuto a mancare proprio il protagonista. Il Sea Harrier, per l'appunto, negli anni '90 modificato efficacemente con radar Blue Vixen e missili AMRAAM (sebbene con l'amletico problema di non avere abbastanza punti d'aggancio per portare questi, i serbatoi ausiliari, i cannoni e i missili Sidewinder, per non dire delle armi aria-superficie, nello stesso tempo: un problema che non hanno di sicuro gli AV-8B e i loro 11 punti d'aggancio, anche se sono velivoli meno veloci rispetto ai tipi britannici), non facevano rimpiangere i missili Sea Dart. Ora però sono stati radiati dal servizio (gli ultimi si trovano nelle portaerei della Indian Navy) alquanto prematuramente, e l'unica forza di Harrier è quella dei GR. Mk 9 della RAF. È stato un destino decisamente beffardo, se si considera che a suo tempo la Royal Navy dovette lottare non poco per avere aerei ad alte prestazioni sulle sue portaerei (nel periodo d'anteguerra) e poi, privata dei suoi velivoli ad ala fisse, vedette Phantom e Buccaneer ingrossare le fila (in verità piuttosto magre) della RAF. Adesso le sue portaerei hanno a bordo come standard velivoli dell'aviazione, una cosa simile a quanto accadeva in Brasile fino a non molti anni fa, ma in questo caso si tratta di una forza gestita in maniera congiunta. Fino a quando l'Harrier Force aveva anche i Sea Harrier FRS Mk.2 era certamente più credibile di adesso. Ora che ha solo i GR. Mk 9, ovvero gli AV-8B migliorati (ma senza radar e AMRAAM), si tratta solo di una componente d'attacco. Gli Harrier di nuova generazione in Gran Bretagna hanno avuto molti problemi 'nervosi' (ovvero del sistema elettrico) e ancora nel 1991 non erano pronti a operare in Desert Storm. In seguito, però, si sono dimostrati fondamentali nei tanti conflitti successivi, per esempio in Afghanistan (dove erano stati preceduti da altri STOVL, gli Yak-36 sovietici, che ebbero un limitato periodo di prova come macchine da supporto tattico, per il quale dimostrarono peraltro di non avere sufficienti prestazioni, come del resto i tipi occidentali similari, nemmeno entrati in servizio). Ora si parla addirittura di radiare dal servizio, per fare cassa, pure gli Harrier, ma per adesso non vi sono decisioni definitive.
Quanto alle altre navi, la HMS Ocean è simile alle 'Invincibile', anche se è una portaelicotteri d'assalto anfibio, leggermente più piccola dele portaerei (che sono navi da 209 m e 22.000 t, ponte di volo largo 36 m). È una nave che nella fisionomia, specie della sovrastruttura, ricalca le precedenti. Ha una qualifica di LPH e opera con 18 elicotteri, ma può anche usare gli Harrier (fino a 20), sia pure con limiti, come la mancanza di sufficienti supporti logistici e di uno sky-jump per un ponte di volo lungo solo 170 metri (la 'Ocean', per quanto grande, non è certo all'altezza dei 250 m di una 'Tarawa'). Infine la quinta unità navale. Come la MM, anche la RN ha 5 navi capaci di operare prevalentemente come portaeromobili. La Argus chiude in un certo un ciclo storico, con un ritorno alle origini. Porta il nome, non casualmente, della prima portaerei britannica. Quella era un transatlantico convertito, scelto perché, in quanto tale, aveva ampi volumi, alto bordo libero e buona velocità. Era una nave civile requisita, il Conte Rosso, un bastimento italiano. Anche la Argus, curiosamente, è una nave civile italiana, stavolta una meno lussuosa portacontainer (non ne esistevano nel 1917, né gli elicotteri, del resto, che non richiedono navi veloci per operare). Questa nave da 26.000 t è anche forse la più grossa della RN. Costruita nel 1981, di fatto venne usata come rimpiazzo per la sfortunata Atlantic Conveyor, persa nel 1982. La conversione ebbe luogo, dopo l'acquisto, nel 1984-88, per disporre di una nave di supporto elicotteri (e Harrier-Sea Harrier) in tempi rapidi e con poca spesa. Ha un ponte di volo di 113 x 34 m, e hangar collegato di 1.300 m2, con un parcheggio aggiuntivo per aerei, su due ponti, che aggiungono altri 1.500 m2. Così accoglie fino a 12 Harrier e sei elicotteri Sea King o EH-101. Un sistema semplice per ottenere, non senza limitazioni (velocità, resistenza ai danni ecc) una piattaforma per velivoli dalla capacità comparabile a quella di una 'Invincible'.
Per sostituire le 'Invincible' è necessaria una nave di nuova progettazione, capace di operare con gli F-35B e anche velivoli tradizionali. Con la SDR del '98 si cominciò a autorizzare due di queste nuove portaerei, che inizialmente erano previste in 40-50.000 t e note, dal '92, come CVF (portaerei del futuro, tradotto). Adesso si parla di navi da 60.000 t capaci di far volare anche aerei come un ipotetico EF-2000 navalizzato, grazie a un ponte di volo di 290 m per un massimo di 70. Anche come capacità operativa si tratta di navi 'all'americana', con la possibilità di generare fino a 200 missioni al giorno. Differentemente dalle navi britanniche attuali, queste nuove unità avranno una sovrastruttura doppia, con in mezzo un elevatore, praticamente dove ora appaiono in fumaioli delle turbine a gas. Le catapulte sono elettriche, dall'accelerazione molto meno violenta rispetto a quella delle unità a vapore, a tutto vantaggio non solo della comodità ma anche della vita utile delle cellule (ovvero gli aerei). Va detto che gli EF-2000 costano già moltissimo nella versione 'terrestre' e non sarà facile finanziarne un ancora più costoso derivato navale, anche se andrebbero certo bene per molte missioni, anche meglio magari dello stesso F-35B. È anche impressionante che queste navi, teoricamente in servizio dal 2012 ma di fatto non prima del 2015 (quando le 'Invincible' verranno ritirate dal servizio), siano in realtà più corte delle 'Midway' del 1945 (oltre 300 m) e della 'Kutzetsov' dei primi anni '90 (305 m). Questo per rimarcare come siano grandi il gap di dimensioni e capacità, persino con paragoni tanto lontani nel tempo, tra le navi europee e le 'superpotenze', e in particolare gli USA, che sono un mondo a sé nel settore delle grandi navi da guerra. Il nome della nuova classe di portaerei britanniche sarà, forse non sorprendentemente, 'Queen Elizabeth', con la seconda unità battezzata 'Prince of Whales'. Un nome in verità non molto fortunato, se si considerano le disavventure della corazzata omonima, l'unica nave da battaglia britannica moderna a essere affondata nella II G.M. Forse alla nuova nave toccherà un destino non dissimile, cancellata dalla devastante crisi economica che si prevede continui anche per i prossimi anni.
===Le classi dal dopoguerra a oggi===
Gli inglesi possono ben vantare l'invenzione delle portaerei, ma il loro predominio in termini di potenza ebbe termine già attorno agli anni '30 con l'ascesa dei giapponesi e degli americani.
La flotta di portaerei britanniche era notevole alla fine della guerra, e in particolare lo era la presenza delle portaerei classe 'Illustrious', portaerei corazzate, che erano riuscite a sopravvivere tutte al violentissimo conflitto contro l'Asse, prima combattendo in Mediterraneo, poi anche in Pacifico verso la fine della guerra.
La costruzione di navi di seconda linea era anch'essa importante, ma le vere portaerei leggere non furono mai altrettanto importanti come nell'US Navy, dopo le CAM (mercantili con una semplice catapulta per un Hurricane), le MAC (mercantili parzialmente riattati come navi portaerei con 4-6 apparecchi e un ponte di volo per consentire le operazioni di volo) e altri tipi più impegnativi, anche di provenienza americana, ma tutte derivate da mercantili o petroliere. I nuovi tipi di navi in costruzione comprendevano anche numerose navi portaerei medio-leggere. Le portaerei corazzate erano tuttavia limitate dalla configurazione dello scafo chiuso, che limitava molte cose come le dimensioni degli ascensori. Le navi portaerei non furono in grado di sostenere un cospicuo ammodernamento senza costi elevatissimi. In generale, si mise in discussione se l'avere una migliore corazzatura (soprattutto per il ponte di volo) fosse una migliore soluzione che non avere, a parità di dislocamento, una portaerei con più aeroplani, cosa certamente vera per le azioni offensive, mentre le portaerei inglesi latitavano in spazio nei loro angusti hangar, e così era anche per la dotazione di armi e carburante. Ma vi fu un'eccezione.
Una delle navi importanti fu l'HMS Victorious (R 38), una nave che aveva combattuto durante la guerra, e nel dopoguerra venne ricostruita integralmente nel 1950-57 con uno scafo più lungo, macchine migliori per l'apparato motore, un ponte angolato (una fondamentale invenzione inglese per rendere più sicure le portaerei in atterraggio) con angolo di 8.75 gradi, specchio di appontaggio, due catapulte a vapore: tutte le innovazioni per le portaerei, che sarebbero state adottate al loro massimo potenziale dagli americani, ma che erano state ideate quasi tutte dagli inglesi. Anche gli elevatori e i radar di bordo cambiarono drasticamente, e alla fine la nave si ritrovò con una forza di 35 apparecchi teorici e in pratica, non più di 28.
Ora avevano posto macchine a reazione, dalle capacità nemmeno lontanamente immaginabili nel periodo bellico. Ai Fairey Swordfish e Albacore, caccia Seafire e Corsair ora si erano sostituiti velivoli come i Sea Hawk. Infine l'armamento di cannoni binati da 114 mm originario venne rimpiazzato da un nuovo cannone anglo-americano da 76 mm, che nella versione inglese era da 70 calibri, un'arma formidabile per l'epoca essendo ad alimentazione automatica, con proiettili con spoletta radar e radar di tiro. Ma non era finita. Mentre il governo britannico decretava la fine delle portaerei, la VICTORIOUS venne aggiornata ancora nel 1962 e poi nel 1968. Venne radiata appena l'anno dopo. Il suo organico 'ultima edizione' era di 8 Blackburn Buccaneer, 8 Sea Vixen, 2 Fairey Gannet AEW.Mk 3, e 5 elicotteri ASW Wessex. In effetti, fu proprio con questa nave che ebbe luogo il collaudo su portaerei dei poderosi Buccaneer, interdittori da oltre 20 t e capaci di attacchi ognitempo a bassa quota.
*Dislocamento: 30.500-35.500 t p.c.
*Lunghezza: 238 m
*Larghezza: 31,5 m e del ponte di volo di 47,8 m
*Pescaggio: 9,4 m
*Propulsione: 3 turbine a vapore a ingranaggi, su 3 assi da 110.000 hp; velocità 31 nodi
*Equipaggio: 2.400
*Sensori di bordo: 1 radar 3D Type 984, 1 misuratore di quota Type 293Q, 1 di scoperta in superficie Type 974m 1 sistema ausilio appontaggi
*Armamento: 6 impianti binati da 76/70 mm contraerei, 1 a 6 canne da 40 mm contraerei
*Velivoli: max 35, pratico 23-28
Le portaerei leggere Classe Colossus erano invece una sorta di 'Illoustrios' su scala ridotta. Non avevano le caratteristiche torri d'artiglieria binate da 114 mm a filo del ponte, ma solo per l'autodifesa esisteva un numeroso armamento di mitragliere e cannoni leggeri. Anche la corazzatura, che sulle navi precedenti era fondamentale e aveva un'estensione dalla linea di galleggiamento fino a tutto il ponte, non era qui semplicemente presente. I locali macchine e caldaie erano anch'essi in economia (praticamente quelli di un cacciatorpediniere standard da circa 1.700 t), ma se non altro erano disposti di seguito e non in fila, per evitare danni da siluri o bombe definitivi con un singolo colpo. Ne sarebbero state costruite ben 10, di cui la Colossus venne prestata e poi venduta nel '46 alla Francia come ARROMANCHES. Le R 51 Perseus e R 76 Pioneer divennero navi di manutenzione, grazie all'ampio spazio del 'mancato' hangar, ma non durarono molto: vennero demolite rispettivamente nel '58 e '54. La R81 Venerable venne comprata dall'Olanda come KAREL DOORMAN, nel 1948. LA R31 Warrior venne prestata al Canada, poi ripresa dalla RN e infine diventata la INDIPENDENCIA nel '58. LA R 71 Venceance divenne australiana nel 1952-55, poi ripresa in carico dalla RN e venne venduta al Brasile nel '57 diventando la MINAIS GERAIS.
Infine le R62 Glory, R68 Ocean, R64 Theseus e R16 Triumph ebbero un ruolo importante durante la guerra di Corea. Vennero demolite non molti anni dopo, nel 1961-62 tranne la TRIUMPH, che venne trasformata in nave officina, prese parte al blocco di Beira, andò in riserva nel '75 r infine demolita nel 1981-82, proprio quando scoppiò la Guerra delle Falklands in cui avrebbe certo trovato molto lavoro da fare. In sostanza, queste piccole portaerei ebbero un ruolo diverso da quello che era stato pronosticato: non presero parte alla guerra anche se vennero completate già attorno al '45. Ma ebbero un immenso successo nel 'diffondere' le portaerei nelle marine di tutto il mondo: Francia, Canada, Australia, Olanda, Argentina se ne servirono, e nel caso dei brasiliani, la storia è arrivata fino al XXI secolo.
*Dislocamento: 13.190-18.040 t p.c.
*Lunghezza: 211,84 m
*Larghezza: 24,38 m sia per lo scafo sia per il ponte di volo
*Pescaggio: 7,16 m
*Propulsione: 2 turbine a vapore a ingranaggi, su 2 assi da 40.000 hp; velocità 25 nodi
*Equipaggio: 1.400
*Sensori di bordo: 1 radar Type 281 di scoperta aerea, 1 misuratore di quota Type 277 successivamente installato, 1 di scoperta in superficie Type 293
*Armamento: 24 impianti da 40 mm e 38-60 da 20 mm per le prime navi, 17 impianti da 40 mm, o 16 da 40 e 2 da 20 mm per le navi manutenzione velivoli
*Velivoli: max 48
Da notare che questa classe ebbe un numero non indifferente di primati operativi: la OCEAN fu la prima nave, nel '45, su cui un jet appontò (era presumibilmente un Vampire), la Perseus ebbe, nel '50, per la prima volta le catapulte a vapore, molto più potenti di quelle idrauliche usate in precedenza. Gli inglesi in generale furono anche lesti nel comprendere i vantaggi del ponte di volo angolato, anche se non è chiaro se siano stati o meno più rapidi degli Americani. Da notare che le navi di questa numerosa classe ebbero anche un'altra innovazione dalla loro: OCEAN e THESEUS non operarono a lungo come portaerei convenzionali: a Suez, nel '56, vennero impiegate come portaelicotteri d'assalto anfibio, ma come si è visto, non per molto tempo data la prematura demolizione.
Le portaerei classe 'Hermes' erano previste in origine in 8 esemplari, che miglioravano significativamente le caratteristiche delle precedenti e un poco troppo piccole 'Colossus'. Assieme a queste e alle 'Majestic' (invece molto simili alle 'Centaur', e previste in 6 esemplari di cui due sole completate ma soltanto per l'interesse australiano e canadese) erano il grosso delle navi inglesi della categoria. La loro realizzazione venne tuttavia decurtata da 8 a 4 esemplari. Eccone la storia e le peculiarità.
Anzitutto la CENTAUR (R06) venne completata dopo il varo del 1947.Alla sua entrata in servizio non aveva un ponte angolato, ma solo una linea inclinata sul ponte di 5 gradi per simularne l'esistenza. Nondimeno disponeva di 16 Sea Hawk e 16 Fairey Firefly, nonché di 4 preziosi Grumman Avenger AEW. Sembra quasi incredibile che al giorno d'oggi diverse forze aeronavali non abbiano piattaforme d'avvistamento radar, men che meno di tipo ad ala fissa (dal ben maggior raggio d'azione, tra l'altro) quando già negli anni '40 andavano per mare apparecchi di questo tipo, primordiali ma efficaci in un raggio d'azione di oltre 100 km. Poi ha avuto un paio di catapulte a vapore, nei tardi anni '50, ma era fin troppo evidente che non poteva far operare gli aerei più avanzati essendo troppo piccola. Prestò comunque servizio, principalmente, in Mediterraneo ed Estremo Oriente, incluse le operazioni ad Aden, ma nel '66 era diventata una nave deposito e nel '72 venne demolita. Nondimeno, nonostante la sua scarsa attitudine a far operare aeroplani moderni, nel suo ultimo dispiegamento disponeva di 21 aerei tra cui caccia Sea Vixen, cacciabombardieri Supermarine Scimitar e i Fairy Gannet AEW, nonché 8 elicotteri Whirlwind SAR e ASW.
Le sue caratteristiche erano le seguenti:
*Dislocamento: 22.000 t standard, 27.000 a pieno carico.
*Dimensioni: lunghezza 224.64 m, larghezza 27.43 dello scafo e 30.48 del ponte di volo, pescaggio 8.23 m
*Apparato motore: turbine a vapore su due assi, 78.000 hp, per una velocità massima di 29.5 n
*Armamento: originariamente 32 cannoni da 40 mm (2 sestupli, 8 binati e 4 singoli), poi solo 8 binate e 4 singole
*Velivoli: originariamente 42, poi ridotti fino a 29
*Equipaggio: 1390
*Apparati elettronici: 1 radar di scoperta aerea Type 982, 1 di scoperta aerea Type 960, 1 misuratore di quota Type 983, 1 di guida caccia Type 277Q, 1 navigazione Type 974, 1 radar controllo tiro Type 275
ALBION (R07) e BULWARK (R 08) erano quasi gemelle della CENTAUR e con questa condividevano anche un nome particolarmente altisonante, ma vennero completate con un vero ponte di volo inclinato di 5.75 gradi, misura ancora considerata solo 'transitoria', ma nondimeno concezione rivoluzionaria. Nonostante la rimozione di 3 impianti binati da 40 sul lato sinistro che ne era la conseguenza, le capacità operative di un portaerei capace di lanciare e recuperare al tempo stesso i suoi aerei erano considerate ben superiori. L' ''Albion'' venne usata come base per caccia Sea Hawk e Sea Venom, oltre a Skyrider AEW ed elicotteri Sycamore. La ''Bulwark'' ebbe una funzione da nave ASW e quindi Swa Hawk, TBM-3 Avenger come forza d'impiego a bordo. Entrambe queste navi ebbero impiego nella guerra del '56, l'ultimo sbarco anfibio 'classico' con una imponente flotta di navi portaerei di supporto.
In questa sede ''Ocean'' e ''Theseus'' vennero impiegate come portaelicotteri con i Westland Whirlwind, e la cosa, nonostante la relativa rozzezza dei mezzi usati, ebbe molto successo (l'avessero potuta avere i soldati nel D-Day, di cui le navi partecipanti all' 'Operazione Musketeer' portavano, sui loro aerei di bordo, le stesse strisce identificative!), e così entrambe vennero impiegate per questo ruolo: in ogni caso erano un po' troppo piccole per i caccia di nuova generazione, sempre più grossi, potenti e assetati di cherosene (le cui riserve di bordo non devono esser state particolarmente consistenti). Inoltre le due portaerei leggere di cui sopra erano in procinto di essere alquanto prematuramente radiate. La trasformazione ebbe luogo con la ''Bulwark'' in maniera molto rapida: dal gennaio del '59 a quello del '60. Vennero rimosse le catapulte, parte dell'antiaerea e in cambio, approntate sistemazioni per 733 fanti di marina e un gruppo di 16 Westland Whirlwind, 4 mezzi da sbarco (LCVP) e relative gru. La ''Bulwark'' conservò anche parte della sua capacità ASW con gli elicotteri, ma l'''Albion'' ebbe predisposizioni per ben 900 uomini e 16 elicotteri Wessex. La trasformazione di questa nave ebbe luogo nel 1961-62, e dato che una modifica tira l'altra, nel '63 anche la ''Bulwark'' ebbe le stesse modifiche. Con queste due potenti navi d'assalto anfibio eliportato (praticamente inspirarono le successive 'Iwo Jima' americane) si ebbe modo di partecipare anche a parecchie operazioni militari.
Con l'''Albion'' venne tra l'altro sostenuta la crisi indonesiana del '66, e l'evacuazione di Aden, ma nemmeno questa nave ebbe lunga vita: passata in riserva, venne cancellata dall'inventario nel '72 e poi mestamente rottamata. La ''Bulwark'' ebbe maggiore fortuna ma oramai la sorte delle portaerei britanniche, 'affondate' da un disegno di legge laburista del '66, era segnata. Anche lei partecipò alle stesse crisi, poi continuò a operare in Mediterraneo. Passata in riserva nel '76, venne ripristinata e sottoposta a nuovi lavori nel '77 per poterla usare come nave ASW, sganciando la HERMES dal ruolo di nave trasforto truppe anfibie. Tornò in servizio nel '79, e incredibile a dirsi, venne rimandata in riserva già nel 1980! Come giusto compendio di questa frenetica cronologia, nel 1981 venne radiata e poi demolita nel 1984, chissà se a qualcuno tornò in mente di riattarla per affrontare la Guerra delle Falklands? In 8 anni era passatta da nave d'assalto anfibio, a riserva, a nave ASW, a riserva, alla demolizione: strano modo di spendere denari pubblici.
*Tipo: Portaelicotteri d'assalto anfibio
*Dislocamento: 22.300 t standard, 27.300 a pieno carico.
*Dimensioni: lunghezza 224.9 m, larghezza 27.4 dello scafo e 37.6 del ponte di volo, pescaggio 8.5 m
*Apparato motore: turbine a vapore su due assi, 78.000 hp, per una velocità massima di 29.5 n
*Armamento: 4 singoli da 40 per l'Albion, 2 binati e 2 singoli per la Bulwark
*Velivoli: 16 elicotteri
*Equipaggio: ?
*Apparati elettronici: 1 radar di scoperta aerea Type 965 (Amphion) Type 982(Bulwark), 1 di scoperta aerea Type 293, 1 misuratore di quota Type 983(Albion), 1 navigazione Type 974, 1 radar controllo tiro Type 275
La più fortunata delle 'Centaur' fu la HERMES. Non la Hermes affondata nel '42 dai giapponesi, e nemmeno la sua omonima cancellata nell'ottobre '45, ma la HMS Elephant, che divenne poi l'ultima 'Hermes' inglese, una nave simile ma non appartenente alla classe delle altre (pare che fosse in effetti in procinto una nuova classe di navi, la 'Centaur'). In ogni caso la ''Hermes'' era una nave più moderna e poteva avvalersi di un ponte angolato di 6.5 gradi, uno dei due elevatori era a lato del ponte, radar tridimensionale e altre migliorie.
Aggiornata ulteriormente nel 1964-66 con due lanciatori quadrupli per Sea Cat che rimpiazzarono i 5 impianti binati da 40 mm, nel 1971 ebbe un altro periodo di raddobbo e il radar 3D Type 984 venne sostituito dal '965. La nave aveva un gruppo di volo di 28 apparecchi tra D.H. Sea Vixen, ed era una delle poche (assieme alle HMS Victorious, Eagle, Ark Royal) a poter operare con i possenti Buccaneer, ma non era idonea a ospitare i Phantom, così si decise di trasformarla in nave d'assalto anfibio con la rimozione della catapulta, dei cavi d'arresto e si trasformò in maniera simile a quella di altre navi d'assalto anfibio. Questo accadde negli anni '70, ma la cosa non durò molto, infatti nel 1977 ebbe altri lavori per operare come nave 'mista' assalto anfibio-ASW. Oramai l'era delle portaerei convenzionali inglesi era in procinto di finire mestamente, togliendo alla R.N. il fulcro della propria flotta, nato proprio come invenzione inglese. Con quest'ultima trasformazione ebbe 9 Sea King e 4 Wessex d'assalto. Non bastando ancora, sempre nei frenetici anni tra il 1970-80 si ebbe un'altra idea su come usare l'ormai anziana nave: nel 1980 ebbe un altro ciclo di lavori che introdusse un'altra invenzione inglese, lo 'Sky jump' ovvero un ponte con l'estremità orientata verso l'alto, con angolo di 7,5 gradi.
Il motivo era presto detto: stavano arrivando i Sea Harrier, al posto dei Wessex. A quel punto la nave era tornata a essere una nave multiruolo, tanto da essere chiamata a partecipare nella guerra delle Falklands, come nave ammiraglia. La sua forza, per l'occasione, era di ben 12 Sea Harrier sui 20 in tutto portati inizialmente dagli inglesi (più tardi rinforzati da altri 8). Degno di nota la presenza ancora delle predisposizioni per un forte reparto d'assalto, e la presenza di un sonar di bordo. Il ruolo della '''Hermes''' fu quindi fondamentale per il successo della guerra, cominciando con l'attacco a Port Stanley il 1 maggio con tutti i 12 aerei di bordo, scortati da quelli della Invincible. Dopo la guerra, intensissima, la Hermes venne passata a compiti addestrativi e poi venduta all'India come Viraat dove divenne la nave ammiraglia della flotta indiana (che operava già con una piccola portaerei, la Vikrant, ex-Hercules della parzialmente cancellata classe 'Glory', simile alle 'Colossus').
*Dislocamento: 23.900 t standard, 28.700 a pieno carico.
*Dimensioni: lunghezza 226.9 m, larghezza 27.4 m dello scafo e 48.8 del ponte di volo, pescaggio 8.7 m
*Apparato motore: turbine a vapore su due assi, 76.000 hp, per una velocità massima di 28 n
*Armamento: 2 lanciamissili Seacat con 40 missili (5 ricariche complete)
*Velivoli: 5-6 Harrier e 9 Sea King normale, ma come massimo anche 12 Sea Harrier e 9 elicotteri
*Equipaggio: 1350 più la possibilita di portare 750 uomini e 4 mezzi da sbarco LVCP
*Apparati elettronici: 1 radar di scoperta aerea Type 965, 1 di scoperta in superficie Type 993, 1 navigazione Type 1006, 2 sistemi guidamissili Seacat, 1 sonar Type 184, ECM/ESM, 2 lanciatori di chaff 'Corvus'
La ARK ROYAL (R 09) è a tutt'oggi la più grande nave da guerra mai entrata in servizio con la Royal Navy. È una 'quasi gemella' della HMS Eagle, ma non venne completata fino al 1955, dopo di che ne risultò una nave realmente possente, e tuttavia, dimensionalmente non diversa dalle vecchie 'Essex' americane, anche se di massa comparabile con quella delle 'Midway'. La cosa si spiega con lo scafo chiuso, massiccio, presumibilmente ampiamente corazzato nello stile britannico. Era dotata di due catapulte a vapore e ponte angolato, ancorché di soli 5.5 gradi, elevatore sul lato dritto, ma per il solo hangar superiore. Infatti, questa nave era di fatto una 'Implacable' migliorata, e come tale, aveva un doppio hangar rispetto al singolo delle 'Illoustrios'. Questo spiega perché fosse lunga a stento quanto una 'Essex' pur con oltre 10.000 t peso in più. La sua forza iniziale ammontava a 50 apparecchi dei tipi Sea Hawk, Gannet ASW e Skyrider AEW. La sua potenza di fuoco si basava ancora sulle torri binate da 114 mm di tipo simile a quelle delle portaerei corazzate precedenti, ma non rimasero a lungo data l'esigenza di allargare il ponte di volo. La trasformazione della grande nave in tal senso vide: l'eliminazione delle 2 torri prodiere di dritta già nel '56, appena un anno dopo l'entrata in servizio, l'elevatore prodiero nel '59, 2 torri binate di poppa nel '64, e infine, nel 1969-70, le ultime torri d'artiglieria da 114 mm, come anche l'ultimo dei cannoni Bofors da 40 mm. Nonostante la sua massa, la ARK ROYAL era infatti ancora piuttosto piccola per caccia di dimensioni e pesi mai visti prima. I Phantom FG.Mk 1 erano talmente esigenti che potevano operare da questa nave solo col ponte di volo allargato a totale discapito dell'armamento difensivo (integralmente rimosso), con un ponte di atterraggio inclinato di 8.5 gradi, 2 nuove catapulte e sistemi di arresto potenziati. Anche così, i Phantom avevano bisogno di una gamba anteriore 'telescopica' per operare al meglio con un opportuno angolo di attacco al momento del lancio. Anche l'isola venne modificata, mentre i radar vennero ammodernati o rimpiazzati da altri tipi di nuova generazione, tanto che questa nave ebbe la caratteristica unica di possedere ben 4 radar di scoperta aerea, di due tipi differenti, altra cosa che la distingueva immediatamente dalle altre navi, inclusa la quasi gemella EAGLE.
Gli aerei imbarcati, prima 48, calarono a 39, ma ora vi erano: 12 F-4K o FG.Mk 1, 14 Buccaneer S Mk.2, 4 Gannett AEW Mk.3, 6 elicotteri Sea King HAS.Mk 1 e poi Mk 2, 2 Wessex Mk 1 SAR e un Gannet ASW trasformato in macchina da collegamento (COD). Per il ruolo di aerocisterna ci pensavano i Buccaneer con appositi sistemi a manichetta, e sempre questi aerei, qui nella versione più moderna e potente (la Mk.2) si occupavano anche di ricognizione. Uno di questi aerei configurati come ricognitori era tenuto sempre pronto, con macchine fotografiche nel vano portabombe. Nell'insieme si trattò del meglio possibile per la Gran Bretagna, una combinazione di forze che avrebbe potuto scoraggiare, forse, anche lo scoppio della Guerra delle Falklands. Invece l'ARK ROYAL venne tolta dalla prima linea già nel 1978 e demolita a far tempo dal 1980. Non tutto in questa nave era totalmente funzionale: l'assenza di armamento non era del tutto tranquillizzante per una nave di tanta importanza (sebbene esistessero le predisposizioni per 4 lanciatori Seacat, mai installati), mentre i guai meccanici del suo potente apparato motore (esattamente il doppio di quello della HMS Hermes) si fecero spesso sentire, riducendone l'operatività. Nondimeno, è rimasta la più potente delle navi portaerei inglesi e l'unica che in effetti abbia operato con i Phantom e i Buccaneer, macchine che nei primi anni '70 la ponevano qualitativamente all'altezza delle navi americane (che peraltro avevano a bordo praticamente il doppio di aerei).
*Dislocamento: 43.060t standard, 50.786 a pieno carico.
*Dimensioni: lunghezza 275.6 m, larghezza 34.4 dello scafo e 50.1 del ponte di volo, pescaggio 11 m
*Apparato motore: 4 turbine a vapore su 4 assi, 152.000 hp, per una velocità massima di 31.5 n
*Armamento: originariamente 32 cannoni da 40 mm (2 sestupli, 8 binati e 4 singoli), poi solo 8 binate e 4 singole
*Velivoli: originariamente 50, poi ridotti fino a 39
*Armamento: predisposizione per 4 GWS.22 Seacat.
*Equipaggio: 2637
*Apparati elettronici: : 2 di scoperta aerea Type 982 e 2 di scoperta aerea Type 965M, 2 misuratore di quota Type 983, 1 di scoperta in superficie Type 993, 1 sistema ausilio appontaggio SPN-35,1 radar navigazione Type 974, 1 sistema ESM/ECM
La EAGLE (R 06) era una delle 4 grandi portaerei di squadra classe 'Implacable migliorata'. Nota inizialmente come HMS Audacious, nel '45 era oramai quasi completata e l'ammiragliato decise sia di completarla, sia di non modificarla in maniera sostanziale. La EAGLE, che prese il nome da una portaerei inglese affondata nel '42 nel Mediterraneo, era una possente nave da guerra che prese per alcuni anni il fardello di rappresentare il meglio tra le portaerei inglesi, fino a che la quasi-gemella ARK ROYAL non sarebbe stata completata, molto modificata, tanto da essere infine 28 m più lunga e da subito con un ponte angolato. Ribattezzata EAGLE nel 1946, venne completata nel '51 con soli 4 impianti binati da 114 mm anziché gli otto previsti, ma ebbe anche 8 impianti sestupli da 40 mm Bofors, 2 binati e 9 singoli dello stesso tipo per un totale di 61 cannoni,associati a ben 12 radar Mk 37 di controllo del tiro americani, all'epoca i migliori al mondo per la direzione tiro delle armi navali leggere.
La dotazione di aerei comprendeva i Blackburn Firebrand e i Supermarine Attacker, ma ben presto questi aerei primordiali vennero rimpiazzati con macchine più moderne. Nel 1954 la forza in carico era di 59 apparecchi su 60 possibili, dei tipi Sea Hawk, Avenger, Skyrider e un Westland Dragonfly, uno dei primissimi elicotteri inglesi per compiti SAR. dalla metà del '54 all'inizio del '55 ebbe finalmente una modifica sostanziale al ponte di volo, che divenne angolato di 5.5 gradi, un poco come nel caso dell'ARK ROYAL che proprio all'epoca veniva completata, anche se in questo caso con scafo allungato. L'armamento si ridusse con la rimozione di 3 cannoni singoli e 1 sestuplo. Fece in tempo a partecipare alla guerra del '56 con Sea Hawk, Wyviern e Sea Venom. Erano già aerei piuttosto obsoleti e dal '59 a metà del '64 venne ricostruita in maniera sostanziale con l'elimianzione dei cannoni di prua da 114 mm e tutti quelli da 40 mm, ponte angolato da 8.5 gradi e l'installazione di 6 impianti quadrupli per Seacat, più l'ammodernamento di tutti i radar di bordo. Gli aerei vennero ridotti ad appena 45, ma erano adesso Sea Vixen, Supermarine Scimitar, Fairey Gannet e 10 elicotteri Wessex. Subito partì per l'Indonesia, poi nel '66 per la Rhodesia per le locali crisi, e infine, nel '67, davanti ad Aden. Durante una veloce sosta in cantiere ebbe una nuova catapulta mediana oltre alle predisposizioni per i bombardieri Buccaneer. Nel '69 sperimentò i caccia Phantom per le prove operative, ma non li ebbe mai a bordo come reparto operativo. Non è chiaro se ne avesse le possibilità, ma certo è che non vennero mai esercitate. Nel '70 imbarcò piuttosto un reparto di elicotteri ASW Wessex e a quel punto ebbe 36 apparecchi in tutto, di cui 30 erano Buccaneer (notare quanto gli aerei di questo tipo, pur con una massa analoga a quella dei Phantom, fossero in grado di operare con molta più scioltezza a bordo di piccole portaerei), Sea Vixen, Gannett ASW, ma già nel '72 venne posta in riserva e divenne una sorta di magazzino per ricambi destinati alla ARK ROYAL fino a che, nel '78, lo stesso anno in cui la gemella venne radiata, la EAGLE venne rimorchiata e portata a un cantiere per la demolizione. Con queste due radiazioni simultanee finì l'era classica delle portaerei inglesi, condannate politicamente nel '66 e poi ripristinate alla chetichella con gli 'incrociatori tuttoponte' del progetto 'Invincible'.
*Dislocamento: 44.10 t standard, 45.100 a pieno carico.
*Dimensioni: lunghezza 247.4 m, larghezza 34.4 dello scafo e 52.1 del ponte di volo, pescaggio 11 m
*Apparato motore: 4 turbine a vapore su 4 assi, 152.000 hp, per una velocità massima di 31.5 n
*Armamento: originariamente 32 cannoni da 40 mm (2 sestupli, 8 binati e 4 singoli), poi solo 8 binate e 4 singole
*Velivoli: originariamente 60, poi ridotti fino a 36
*Armamento: 4 impianti binati da 114 mm, e 6 GWS.22 Seacat.
*Equipaggio: 2750
*Apparati elettronici: : 1 radar di scoperta aerea Type 984 tridimensionale e 1 di scoperta aerea Type 965M, 2 misuratore di quota Type 983, 1 sistema ausilio appontaggioType 963, 1 radar navigazione Type 974, 1 sistema ESM/ECM
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La classe '''Invincible''' è una classe di portaerei in servizio per conto della Royal Navy. Le 3 navi di questa classe sono state ufficialmente considerate "incrociatori tuttoponte" per aggirare la decisione politica di eliminare le portaerei convenzionali dalla Royal Navy, ma sono in realtà portaerei a tutti gli effetti. Esse hanno avuto una grande utilità in servizio, soprattutto la prima della classe, impiegata nella guerra delle Falklands.
Il progetto della classe Invincible fu mirato a creare delle portaelicotteri, molto similari alla portaelicotteri italiana Vittorio Veneto.In seguito si optò per una nave che sostituisse la vecchia Ark Royal (R09) che quindi dovesse avere una stazza molto elevata, circa 60000 tonnellate. In seguito con l'avvento della tecnologia STOVL il progetto cambiò nuovamente e si ebbe la versione finale che poi divenne definitiva.
Nella guerra delle Falkland venne impiegata solo la Invincible. La nave fu importantissima per la guerra e diede la svolta grazie al suo supporto aereo. In un bollettino militare arrivò addirittura una notizia di un suo affondamento, in seguito smentito. Durante la guerra le perdite della Invincible ammontarono a tre Sea Harrier e circa 50 uomini.
*Dislocamento: 20.600 t
*Dimensioni: lunghezza 194 m, larghezza 36 m, pescaggio 7,5 m
*Propulsione: 4 turbine a gas Rolls-Royce Olympus TM3B, 2 eliche, 72 MW, 8 generatori diesel Paxman Valenta; velocità 28 nodi (52 km/h), autonomia 5.000 mn a 18 nodi (8.000 km a 33 km/h)
*Equipaggio: 685 marinai e 366 aviatori
*Sensori di bordo:
*Armamento: 3 Goalkeeper CIWS, 2 cannoni GAM-B01 da 20 mm (in origine anche un lanciamissili Sea Dart, e almeno nel caso della Illustrious, 2 Phalanx da 20 mm al posto dei Goalkeeper)
*Mezzi aerei: Sea Harrier FA.2, Harrier GR.7 caaccia/bombardieri; elicotteri Sea King ASaC, Merlin HM Mk.1
*Motto: Vox non incerta (Invincible), Zeal Does Not Rest (Ark Royal)
*Unità:
:Invincible (R05) (riserva): Ordine 17 aprile 1973, impostazione 20 luglio 1973, varo 8 maggio 1977, servizio 11 luglio 1980, attualmente in riserva (dal 31 agosto 2005)
:Illustrious (R06) (in servizio): ordinata 14 maggio 1976, impostata 7 ottobre 1976, varo 1 dicembre 1981, servizio 20 giugno 1982; dislocamento 20.931 t
:Ark Royal (R07) (in servizio): ordinata dicembre 1978, impostata 14 dicembre 1978, varo 2 giugno 1981, servizio 1 novembre 1985
La HMS Invincible (R05) è una portaerei leggera, la prima nave della sua classe. È stata decommissionata il 3 agosto 2005, lasciando il titolo di ammiraglia della Royal Navy alla HMS Illustrious. È la sesta nave a portare il nome Invincible. Il 6 giugno 2005 il Ministro della Difesa ha annunciato che la HMS Invincible verrà smantellata dopo il 2010.
L'unità venne costruita Vickers Shipbuilding and Engineering, con lo scopo di affiancare in un primo momento e poi sostituire la HMS Hermes. Oggigiorno ha ricevuto molte onorificenze, dovute in particolare alla vittoria nella Guerra delle Falklands.
Il 5 febbraio 1982 la Marina Australiana annunciò, dopo mesi di trattative, di aver accettato la proposta della Gran Bretagna per la vendita della Invincible al costo di 175 milioni di sterline, per sostituire la HMAS Merlbourne. Anche il Ministro della Difesa Inglese confermò la notizia. Il 2 aprile 1982 successe però quello che ci si poteva aspettare dall'aumentare delle tensioni, ma che non era stato affatto previsto: l'Argentina invase le Isole Falkland. La Royal Navy allora fece muovere la HMS Hermes e la HMS Invincible da Portsmouth verso le isole attaccate dagli Argentini, sotto ordine dell'allora Premier Margaret Thatcher. Nel Luglio 1982 la Gran Bretagna annunciò di non voler più vendere la Invincible, ma di voler continuare a possedere la nave per avere tre portaerei. Nel Dicembre 1983 l'Australia rinunciò alla nave.
La nave può trasportare al massimo 9 Sea Harrier e 12 elicotteri Sea King nella disposizione ASW. Come le sue sorelle possiede tre Goalkeeper, cannoni di fabbricazione tedesca, situati a prua e a poppa e 2 cannoni GAM-B01 da 20 mm che vanno a completare l'artiglieria. Come la maggior parte delle portaerei non possiede missili, a cui è quasi impossibile trovare una locazione.
La quinta HMS Illustrious (R06) della Royal Navy è una portaerei classe Invincible, affettuosamente chiamata Lusty dal suo equipaggio. È diventata la nave ammiraglia della flotta il 4 agosto 2005 dopo la radiazione del servizio della sua nave sorella HMS Invincible.
Venne impostata a Swan Hunter sul fiume Tyne nel 1976 e varata nel 1981. Verso la fine del suo allestimento scoppiò la Guerra delle Falkland. In conseguenza di ciò i lavori di completamento vennero grandemente accelerati, anche se la guerra terminò prima della loro fine. Comunque fino a che l'aeroporto della RAF non fosse stato riparato occorreva che una portaerei stazionasse nella zona per proteggere l'area da possibili attacchi argentini. La Invincible rimase in servizio in zona per molti mesi, mentre la Illustrious rientrava alla base. A causa di ciò la Invincible entrò effettivamente in servizio mentre era già in viaggio per le Falklands. Una volta riparato l'aeroporto la Illustriuos ritornò nel Regno Unito per corretta crociera e periodo di prova, entrando formalmente in servizio il 20 marzo 1983.
Per il resto della decade non partecipò più ad alcuna azione, ma continuò a essere un bene di valore per la Royal Navy, partecipando a esercitazioni in tutto il mondo. In questi anni ricevette numerosi miglioramenti, tra cui una ski-jump con un angolo più acuto per permettere agli Harrier di decollare con un carico pagante maggiore.
Durante gli anni 1990 il suo compito principale fu di mantenere la no-fly zone sopra la Bosnia durante la guerra. Tutte e tre le portaerei della Royal Navy prestarono servizio a turno nell'area. Alla fine del secolo la Illustrious venne sottoposta a modifiche e manutenzioni estese del costo di oltre 12 milioni di sterline, tra cui la rimozione del sistema difensivo Sea Dart per aumentare la superficie del ponte e permettergli di imbarcare fino a 22 aerei, tra cui gli Harrier GR.7 e i Sea Harrier FA.2.
Nel 2000 prese parte alla Operation Palliser, il cui scopo era di restaurare la pace e la stabilità della Sierra Leone, conducendo una task force navale che comprendeva l'Ocean, l'Argyll, l'Iron Duke, la Chatham e diverse navi ausiliarie.
Nell'autunno 2001 mentre partecipava all'esercitazione Saif Sareea II in Oman si verificò l'attentato terroristico al World Trade Center trasformando l'esercitazione in una missione di guerra. La Illustrious rimase in Medio Oriente, mentre altri elementi della sua task force rientrarono nel Regno Unito per riallestimenti. La Illustrious aveva imbarcato a bordo squadre di Royal Marines pronte per possibili operazioni in Afghanistan, che però non si verificarono fino a quando non venne sostituita dalla OCEAN all'inizio del 2002. La Illustrious aveva comunque fornito un contributo di valore alle opzioni britanniche nel conflitto, fornendo un punto di lancio per le forze terrestri se questo si fosse reso necessario.
All'inizio 2003 venne ulteriormente aggiornata al Rosyth Dockyard. La ski-jump venne completamente ricostruita, il sistema di comunicazione migliorato e la nave riconfigurata così da poter cambiare più rapidamente tra il ruolo di portaerei e quello di portaelicotteri. Questo aggiornamento dovrebbe permetterle di rimanere in servizio fino al 2012 quando è prevista l'entrata in servizio della prima porterei classe Queen Elizabeth. Al termine dell'aggiornamento nel dicembre 2004 la Illustrious è ritornata a Portsmouth.
La HMS Ark Royal (RO7) è una portaerei leggera della classe Invincible,chiamata così in onore della nave ammiraglia della Royal Navy che sconfisse la Armada Spagnola. Fu sponsorizzata dall'allora regina Elizabeth Bowes-Lyon. Dapprima il suo nome doveva essere Indomitable, ma poi venne cambiato,in seguito al malumore provocato dalla vecchia Ark Royal, al quale gli inglesi erano molto affezionati. Ciò convinse la Royal Navy a creare una nuova nave con lo stesso nome.
La Ark Royal è leggermente più larga delle sue sorelle è il suo sky jump è superiore alle medesime, con un angolo di 12° contro i 7°, per rendere più efficace il decollo STOVL. Nel 1999 ha subito la rimozione di una postazione missilistica per allargare ulteriormente la pista di decollo e atterraggio.
Nel 2003 ha partecipato all'operazione in Iraq con l'usuale combinazione di elicotteri e Sea Harrier. Durante la guerra due elicotteri inglesi si sono scontrati in volo uccidendo un soldato statunitense e sei inglesi. Ritornata nella base inglese di Portsmouth è stata modificata per sostituire la Ocean nel ruolo di LPH principale. Si ritiene che rimarrà un servizio fino al 2015 quando verrà sostituita dalla Prince Of Wales.
==SSN==
IL primo SSN britannico era lo sperimentale ‘Dreadnought’, avente lo stesso nome della prima nave da battaglia monocalibro, e come essa, rivoluzionario, anche se in questo caso il suo primato valeva solo per la flotta britannica. Esso aveva tra l’altro un motore nucleare americano.
Con tali aiuti tecnologici, la Gran Bretagna ebbe la sua prima unità nucleare a partire dal 1963.
La '''Churchill''' fu una classe di sottomarini d'attacco nucleari della Royal Navy dagli settanta agli ottanta, ed era un perfezionamento della precedente classe Valiant. La prima nave della classe venne battezzata in onore del precedente Primo Ministro del Regno Unito e Primo Lord dell'Ammiragliato Winston Churchill.
Se il Dreadnought aveva introdotto i sottomarini nucleari nella Royal Navy, con la classe Valiant erano stati introdotti motori nazionali britannici, con quelli della classe Churchill si cercò di ottenere una silenziosità elevata, migliorando la sicurezza, la resa dei sensori e l’efficacia complessiva.
I sottomarini della classe Churchill portavano un equipaggio di 103 e avevano un dislocamento a pieno carico in immersione di 4.900 tons. Erano lunghi 86,9 m, larghi 10,2 e pescavano 8,2 m. Il singolo reattore nucleare di cui erano dotati forniva vapore a due turbine English Electric, che producevano un ottale di 20.000 CV per un singolo asse, permettendo di raggiungere una velocità massima di 28 nodi in immersione. Erano equipaggiati con un radar di ricerca di superficie Kelvin Type 1008. Alla costruzione erano state dotati di un impianto sonar Type 2001, che al finire degli anni settanta venne rimpiazzato da un impianto Type 202 e da un sensore trainato tipo 2026. Le armi
Le armi erano le stesse della classe Valiant, come i siluri Mk 8 e Mk 23, ma presto giunsero anche gli Mk 24 Tigerfish a doppio ruolo, afflitti tuttavia da un’affidabilità non propriamente eccelsa, per numerosi anni, e da missile antinave UGM-84 Harpoon anti-ship missile.
Come per tutti i sottomarini nucleari potevano rimanere immersi per tempi praticamente indefiniti, limitati solo dalle provviste di viveri.
Il Churchill testò sia i siluri americani Siluro Mark 48 sia i missili UGM-84 Harpoon, sebbene solo questi ultimi vennero adottati dalla Royal Navy. Venne decommissionato nel 1990 e attende lo smantellamento a Rosyth.
Il HMS Conqueror è il membro più famoso di questa classe, per l'affondamento dell'incrociatore argentino ARA General Belgrano durante la guerra delle Falklands. Sebbene non fece più fuoco durante la guerra supportò lla task force britannica usando il suo equipaggiamento per tracciare gli aerei argentini che decollavano dalla terraferma. Dopo la guerra tornò a Faslane, l'affondamento del Belgrano aveva provocato una controversia in Gran Bretagna e l'equipaggio del Conqueror venne criticato per avere esposto il Jolly Roger durante il rientro in porto (una tradizione dei sottomarini britannici di rientro da una missione in cui avevano causato un affondamento). Alla data attuale (2006) è il solo sottomarino nucleare ad aver ingaggiato una nave nemica con i siluri. Venne decomissionato nel 1990 e attende lo smantellamento a Devonport. Il suo periscopio è esposto al museo della Royal Navy di Portsmouth.
Nel 1981 l'Corageous fu il primo sottomarino britannico a imbarcare il missile antinave sub-Harpoon. Venne decomissionato nel 1992 e attende lo smantellamento a Devonport.
Dati i problemi dei nuovi Tigerfish, i siluri Mk 8 vennero tenuti a lungo in servizio, come dimostra il tragico episodio dell’affondamento dell’incrociatore General Belgrano, colpito da 2 dei 4 Mk 8 lanciati dal Conqueror, il quale colpì anche uno dei cacciatorpediniere di scorta con un altro siluro, fortunatamente inesploso.
L’affondamento, avvenuto il 2 maggio, suscitò molte polemiche perché il General Belgrano era fuori dalla zona dichiarata di guerra e nel momento dell'affondamento non era diretto verso di essa. Si trattava di una vecchia unità statunitense da 13.000 tonnellate, la USS Phoenix (CL-46), e il suo equipaggio poco addestrato non seppe far fronte alla massa d’acqua entrata, e 1 ora dopo la nave affondò con circa 300 vittime.
L’attacco dimostrò alcune cose: la realtà delle comunicazioni via satellite su canali sicuri, tra il sottomarino e il primo ministro inglese; la scelta sui vecchi siluri per avere potenza e affidabilità sufficienti ad affondare una nave di grande stazza (gli Mk 24 hanno una testata da 150kg e sono guidabili solo 2 alla volta, mentre il loro sistema di guida ha dato molti problemi, mentre gli Mk 8 erano lanciabili in salve di 4 e possedevano una testata da 350kg); e la pratica invulnerabilità del sottomarino d'attacco nucleare, nemmeno localizzato dopo l’attacco. Oltre al Conqueror, anche il Courageus partecipò alla guerra, assieme a 3 altri sottomarini d'attacco nucleari britannici.
*Tipo: SSN
*Entrata in servizio: dopo il 1966
*Dislocamento: 4.400/4.900 t
*Dimensioni: lunghezza 86,9 m, larghezza 10,1 m, pescaggio 8,2 m
*Profondità operativa: 300 m, massima 500 m
*Propulsione: nucleare, 1 reattore raffreddato ad acqua con 2 turbine a vapore su 1 asse; velocità 20 nodi in superficie, 29 immerso
*Equipaggio: 103
*Sensori: 1 radar navigazione Type 1006, 5 sonar (Type197, 2001,2007, 2019,2024 rimorchiato), 1 radiogoniometro, 1 sistema intercettazione elettronica 1 telefono subacqueo
*Armamento: 6 tubi lancio siluri da 533mm con 32 siluri Mk 8, Mk23, Mk24, oppure 64 mine Mk 5 o Mk 6, o ancora 26 siluri e 6 missili Sub-Harpoon.
La '''classe Swiftsure''', costituita da 5 unità, varate a far tempo dal 1971, comprendeva un progetto affinato rispetto ai precedenti classe Churchill, con uno scafo leggermente più piccolo ma più voluminoso, per ottenere un elevato volume interno, e le superfici di controllo anteriori leggermente ribassate per restare sommerse anche quando il battello è emerso.
Se con il Dreadnought la Royal Navy era entrata nell’era nucleare, con i Classe Valiant aveva ottenuto una tecnologia autoctona e con i Classe ‘Churchill’ attenzione per la silenziosità, con gli ‘Switsure’ si aggiunse anche la capacità di raggiungere profondità più elevate e maggiore volume interno.
La struttura è quella classica ‘a goccia allungata’. Con il solito torrione rialzato e ricoperto di antenne, scafo fusiforme, 2 timoni anteriori retrattili e 4 stabilizzatori cruciformi a poppa. La struttura interna era sempre la stessa del tipico SSN. A prua, il comparto per il grande sonar a bassa frequenza, subito dopo il comparto siluri e a seguire, all'incirca a mezza nave, la centrale di combattimento e sopra di essa la vela, con i timoni. Di seguito altri alloggi e stive varie, mensa e magazzini. L'ultimo terzo abbondante dello scafo era per il reattore nucleare, seguito da 2 turbine sullo stesso asse portaelica, la quale,all'estrema poppa era circondata da impennaggi cruciformi. Il reattore nucleare, azionante 2 turbine a vapore in un solo asse ed elica, ha la stessa conformazione delle navi precedenti.
L’armamento, invece, è ridotto a 5 TLS da 533 con appena 20 armi totali (nonostante il maggior spazio), anche sei tempi di ricarica sono ridotti a soli 15 secondi. I sensori sono simili a quelli della classe precedente, ma con il tempo i numerosi aggiornamenti hanno visto l’aggiunta di una rete di idrofoni rimorchiati a poppa, e una struttura sonar-assorbente data da mattoncini di materiale gommoso.
I 5 'S', con la caratteristica di avere per l'appunto tutti nome con la 'S' come il capoclasse, parteciparono con 2 unità alla Guerra delle Falkands, dove operarono Splendid e Spartan. Ancora alla fine degli anni ’90 erano in servizio e aggiornati, anche se con una vita utile oramai ridotta.
*Tipo: SSN
*Cantiere: Vickers, Barrow-in-Furness
*Entrata in servizio: dopo il 1971 (varo)
*Dislocamento: emerso 4.200 t, immerso 4.500 t
*Dimensioni: lunghezza 82,9 m, larghezza 9,8 m, pescaggio 8,2 m
*Profondità operativa: 300-400 m(profondità di implosione 600 m)
*Propulsione: nucleare, 1 reattore raffreddato ad acqua con 2 turbine a vapore su 1 asse; 20 nodi in superficie, 30 in immersione
*Equipaggio: 97
*Sensori: 1 radar navigazione Type 1006, 5 sonar (Type197, 2001,2007, 2019,2024 rimorchiato), 1 radiogoniometro, 1 sistema intercettazione elettronica ESM, 1 telefono subacqueo
*Armamento: 5 tubi da 533 mm con 25 siluri Mk 8, Mk 24, oppure 50 mine Mk 5 o Mk 6, o ancora 20 siluri e 5 missili Sub-Harpoon.
I '''Trafalgar''', entrati in servizio dai primi anni ’80, seguiti poi dai ‘Trafalgar migliorati’, sono un ulteriore miglioramento dei precedenti ‘Classe Swiftsure’. Ordinati in 7 esemplari per la prima generazione, i ‘Trafalgar’ rappresentano la terza generazione di SSN inglesi, ovviamente tutti con nomi per T, e l’unità capoclasse è stata varata nel 1981 e entrata in servizio nel 1983.
Proseguendo nel programma di aggiornamento della tecnologia base britannica, con piccoli passi, conservazione delle caratteristiche più soddisfacenti e miglioramenti in settori che lo richiedano. I ‘Trafalgar’ sono derivati dagli Switsure,ma fin dall’inizio dotati di sonar 2020 a scafo, sonar rimorchiati, pannelli assorbitori di onde acustiche, siluri Mk 24, poi integrati dai formidabili ma problematici Spearfish.
La struttura interna era sempre la stessa del tipico SSN. A prua, il comparto per il grande sonar a bassa frequenza, subito dopo il comparto siluri e a seguire, all'incirca a mezza nave, la centrale di combattimento e sopra di essa la vela, con i timoni. Di seguito altri alloggi e stive varie, mensa e magazzini. L'ultimo terzo abbondante dello scafo era per il reattore nucleare, seguito da 2 turbine sullo stesso asse portaelica, la quale, all'estrema poppa era circondata da impennaggi cruciformi.
Essi hanno, come è accaduto almeno in un secondo tempo anche ali Switsure, un ‘pump-jet’ piuttosto che un’elica convenzionale. Praticamente si tratta di un’elica intubata, che aumenta l’efficienza e diminuisce il motore, anche se non aiuta la manovrabilità. Si tratta di un’invenzione britannica. I Trafalgar migliorati, altri 6, hanno praticamente sostituito anche gli Switsure dalla fine degli anni ’80 in poi.
*Tipo: SSN
*Entrata in servizio: 1983
*Dislocamento: 4.700 t
*Stazza lorda: 5.200 t
*Lunghezza: 85,4 m
*Larghezza: 9,8 m
*Pescaggio: 8,2 m
*Profondità operativa: 400 (max. 600) m
*Propulsione: nucleare, 1 reattore raffreddato ad acqua con 2 turbine a vapore su 1 asse
*Velocità: 20 nodi in superficie, 29 immerso
*Equipaggio: 97
*Sensori di bordo: 1 radar navigazione Type 1006; 4 sonar (Type 2020,2007, 2019, 2024 rimorchiato); 1 radiogoniometro; 1 sistema intercettazione elettronica; 1 telefono subacqueo
*Armamento: 5 tubi da 533 mm con 25 siluri Mk 8, Mk23, Mk24, oppure 64 mine Mk 5 Stonefish o Mk 6 Sea Hurcin, o ancora 20 siluri e 5 missili Sub-Harpoon.
[[Immagine:HMCS Victoria SSK-876 near Bangor.jpg|300px|left|thumb|]]
La Classe 'Upholder' è un classe di sottomarini diesel-elettrici sviluppata dal Regno Unito negli anni'80. Decommissionati dalla Royal Navy nel 1994, sono stati ceduti al Canadian Forces Maritime Command (MARCOM), per essere ufficialmente commissionati nel 2000 come Classe Victoria.
La classe di sottomarini a propulsione diesel-elettrica Upholder è stata l'ultima della gloriosa tradizione britannica, e porta il nome della più famosa ed efficiente delle unità subacquee inglesi, il leggendario HMS Upholder (P37) del comandante Wanklin.
Questa serie di 4 unità, che avrebbero dovuto affiancare la classe nucleare Trafalgar e sostituire la classe Oberon, vecchia ma ancora efficiente, sono state ideate negli anni'80, ma purtroppo hanno avuto una vita travagliatissima, con la messa in riserva per risparmiare sul bilancio, e poi la vendita, ancora nuove, al Canada per.. un dollaro (e l'affitto di una importante base navale).
Gli Upholder canadesi, ribattezzati classe 'Victoria' e impiegati in sostituzione dei vecchi Oberon, hanno avuto alcuni seri problemi e incidenti.
Nel Regno Unito, con la classe Upholder è terminato lo sviluppo di sottomarini 'convenzionali', dedicandosi solo alle unità nucleari (certo senza benefici sul mercato dell'export), né è previsto che questo potrà cambiare in futuro.
*Tipo: sottomarino diesel-elettrico d'attacco
*Classe: 'Upholder' (1990-1994), poi 'Victoria' (2000)
*Numero unità: 4
:HMCS Victoria (SSK 876), già HMS Unseen (S41)
:HMCS Windsor (SSK 877), già HMS Unicorn (S43)
:HMCS Corner Brook (SSK 878), già HMS Ursula (S42)
:HMCS Chicoutimi (SSK 879), già HMS Upholder (S40)
*Entrata in servizio: 1990 Royal Navy, 2000 Canadian Forces Maritime Command
*Dislocamento: 2.400 t
*Dimensioni: lunghezza 70,26 m, larghezza 7,2 m, pescaggio 7,6 m
*Propulsione: 2 Diesel Paxman Valenta 1600 RPA SZ da 4.070 CV,1 motore elettrico GEC 5.000 kW su 1 asse; Velocità 12 nodi in superficie, oltre 20 immerso; autonomia 10.000 nm (18.500 km)
*Equipaggio: 47
*Sensori di bordo: 1 Sonar Type 2040 active/passive bow, 1 Sonar Type 2041 micropuffs, 1 Sonar Type 2007 flank, 1 Sonar Type 2046/CANTASS MOD towed array, 1 Sonar Type 2019 active interceptz,
1 Lockheed-Martin Librascope SFCS Mk 1 Mod C per il controllo del tiro, 1 Radar Kelvin Hughes Type 1007
*Armamento: 6 tubi lanciasiluri da 533 mm (riserva 18 siluri Mk 48)
[[Immagine:HMS Valiant S102 01.jpg|300px|right|]]
I sottomarini nucleari della classe 'Valiant' furono i primi costruiti con componenti completamente britannici, dato che il HMS Dreadnought utilizzava un rettore statunitense. Furono costruite solo due navi di questa classe, la prima, la HMS Valiant venne commissionata nel 1960, ma entrò in servizio solo nel 1966, mentre l'HMS Warspite venne commissionato l'anno seguente. Entrambi furono costruiti dalla Vickers a Barrow-in-Furness.
Entrambi i sottomarini di questa classe sono stati battezzati con i nomi di note navi da battaglia inglesi delle due guerre mondiali. Avevano un reattore inglese e un generale ingrandimento rispetto al HMS Dreadnought da cui derivavano direttamente. Furono significativamente più silenziosi del Dreadnought ed erano dotati di un generatore elettrico-diesel Paxman che poteva essere usato in emergenza per muoversi silenziosamente. In praticamente ogni altro aspetto i Valiant erano identici al Dreadnought.
Si trattava di battelli molto veloci (29 nodi) e assai grandi, con un unico motore, struttura convenzionale data da uno scafo singolo, affusolato, con vela alta e priva di timoni, 2 alette di controllo a prua, e 4 timoni a poppa, al centro dei quali vi è l’unica elica.
La struttura interna era quella tipica di un sottomarino d'attacco nucleare. A prua, il comparto per il grande sonar a bassa frequenza, subito dopo il comparto siluri e a seguire, all'incirca a mezza nave, la centrale di combattimento e sopra di essa la vela, con i timoni. Di seguito altri alloggi e stive varie, mensa e magazzini. L'ultimo terzo abbondante dello scafo era riservato al reattore nucleare, seguito da 2 turbine sullo stesso asse portaelica, la quale, all'estrema poppa era circondata da impennaggi cruciformi.
L'armamento era di 6 tubi lanciasiluri da 533 mm a prua con ben 32 siluri o 64 mine di fondo, una dotazione molto superiore alla norma e che consentiva pochi imbarazzi nella scelta delle armi da imbarcare, anche quando questa si è molto differenziata. Come i battelli successivi, disponeva anche di generatore d'emergenza diesel e di un complesso di 112 batterie, oltre a un motore elettrico ausiliario, tutto questo per rimediare ad avarie del reattore raffreddato ad acqua pressurizzata, specie considerando che esso era per l’appunto, l'unico della nave.
Sono stati molto aggiornati, con il passaggio dai siluri Mk 8 AN e Mk 23 ASW agli Mk 24 Tigerfish doppio ruolo, pur mantenendo anche gli Mk 8, i quali, pur essendo armi che all’origine vennero prodotte nel 1927, si sono ritrovate in compagnia di sistemi di 50 anni successivi, grazie all'aggiornamento, durante gli ottanta, con i missili Sub-Harpoon e altre armi avanzate. Il sonar Type 2001 a bassa frequenza è stato sostituito dal 2020.
Il Valiant partecipò alla guerra delle Falklands, assieme ad altre 4 unità di varie classi di SSN inglesi.
*Tipo: Sottomarino d'attacco nucleare (SSN)
*Numero unità 2
*Entrata in servizio: 1966
*Dislocamento: 4.200/4.900 t
in immersione: 4.900 t
*Dimensioni: lunghezza 87 m, larghezza 10,1 m, pescaggio 8,2 m
*Propulsione: un reattore ad acqua pressurizzato PWR1, due turbine a vapore English Electric, un asse, 15.000 CV (11 MW), un generatore elettrico-Diesel Paxman; velocità in superficie 20 nodi,in immersione 28 nodi
*Equipaggio: 116
*Armamento: 6 tubi lanciasiluri da 21" (533 mm), tutti a prua, 24 siluri in totale; successivamente equipaggiato con UGM-84 Harpoon
===L'HMS Spartan<ref>Nativi, Andrea: ''A bordo dell'HMS Spartan'', RiD Ott 1998 p.22-37</ref>===
I sottomarini britannici, dagli anni '60 erano suddivisi in tre grandi categorie: SSN, SSK, e SSBN. FInita la Guerra fredda, scomparsa la minaccia sovietica, vi sono state pesanti riduzioni nella linea della flotta. I primi a pagare, pur essendo i più economici, sono stati gli SSK; gli 'Upholder' erano mezzi validi, da 2.400 t, con capacità oceaniche. Come sostituto dei vecchi ma efficienti 'Oberon', si prevedeva un totale di nove unità: i primi quattro entrarono in servizio nel 1990-93, ma presto vennero messi in riserva e gli altri mai realizzati, tanto che la Gran Bretagna ha lasciato (così come anche gli olandesi, ma questa è una cosa più comprensibile data la minore importanza dei loro cantieri) il settore degli SSK, tutt'altro che 'finito' dopo il 1991, alle mani di tedeschi e francesi. Questo taglio ha comportato la fine delle capacità cantieristiche inglesi nel settore convenzionale, seguendo quello che anni prima fecero gli americani. È una dura perdita, ma è un fatto che tutte le Marine che sono riuscite a dotarsi di sottomarini nucleari, hanno preferito perdere o ridurre la componente convenzionale piuttosto che intaccare gli SSN e tanto più, gli SSBN. Nel 1990 erano in servizio ben 18 SSN, dei quali 5 'Valiant', 6 'Swiftsure' e 7 'Trafalgar'; nel 1993 si pensava di costruire la nuova classe di SSN tipo 'W', altri sette battelli per sostituire i vecchi 'Valiant'. Invece, le cose sono andate diversamente, tutto sommato per fortuna visto che questo ha significato la fine della Guerra fredda. 4 'Valiant' sono stati messi in disarmo, e poi è stata la volta del capoclasse 'Swiftsure', che pure aveva solo una ventina d'anni. Date le esigenze di contenimento dei costi, è stato rinunciato a sviluppare un progetto interamente nuovo, mentre ci si è accontentati di un battello che fosse lo sviluppo dei 'Trafalgar', ma con il nuovo reattore PWR-2. Nel frattempo la linea dei battelli scendeva a 13 unità, e poi a dodici allorché uscì di scena l'ultimo dei 'Valiant'.
I Trafalgar Batch 2 divennero poi gli 'Astute', che inizialmente sono stati previsti in tre unità; negli anni '90 la Strategic Defence Review, l'ennesima (ma non l'ultima) manovra per 'potare' lo strumento militare inglese, ha comportato la decisione di abbassare da 12 ad appena 10 unità il totale degli SSN, mettendo fuori servizio due 'Swiftsure' dei tipi non ancora aggiornati; dal 2005 gli 'Astute' avrebbero preso il posto degli ultimi tre 'Swiftsure'; nel frattempo erano approvati altri due 'Astute', da ordinare nel 2000, per sostituire i primi due 'Trafalgar'.
Questa diminuzione è senz'altro significativa, ma è accompagnata da un miglioramento qualitativo, come l'introduzione dei missili BGM-109 e (finalmente) i siluri Spearfish. Nel frattempo il programma TWS (Tactical Weapon System Upgrade) avrebbe migliorato il sistema di combattimento, che negli 'S' e nei 'T' era rispettivamente l'Outfit DCB e Outfit DSG, entrambi sostituiti dal BAeSEMA SMCS, che significa Submarine Command System, con una nuova architettura distribuita e aperta. Nel frattempo alcuni SSN avrebber oavuto l'aggiornamento al DCB, modificato allo standard DCG per migliorare notevolmente l'automatizzazione delle operazioni.
Lo Spartan è stato costruito dalla VSEL (poi GEC-Marconi) di Barrow Furness, impostato nel 1976, varato il 7-4-78, e in servizio il 22 settembre 1979. Nel 1989, per far restare elevata la sua capacità di combattimento, venne sottoposto a un lavoro importante di aggiornamento, che avrebbe comportato l'uso del battello per almeno un altro decennio. Esso è il quinto battello classe 'Swiftsure', che deriva dalla Valiant e che a sua volta, ha un apparato motore basato sulla tecnologia degli 'Sturgeon' americani, sebbene sia più veloce. La classe 'Swiftsure' era infatti la più veloce delle unità subacquee della RN al momento della sua entrata in servizio, e poteva anche andare a profondità superiori. Le forme dello scafo sono più curate e dalla sagoma più 'piena', il che permette di compensare la perdita del volume data da 4 metri di lunghezza in meno; nell'insieme si tratta di un tipo 'Albacore', ovvero con scafo a goccia allungata, che permette velocità maggiori con notevole riduzione della turbolenza. Il controllo è dato da timoni direzionali e di profondità poppieri; questi ultimi sono costituiti da uno stabilizzatore fisso con una superficie mobile abbinata; diversamente, il timone direzionale è interamente mobile, oltre che di grandi dimensioni, per permettere una maggiore controllabilità e velocità di reazione, specie alle velocità più alte. I due piani d'immersione sono a prua, retrattili dentro lo scafo un po' come nei tipi sovietici, e a differenza di quelli americani. Quanto al controllo d'assetto, esso è dato da casse di zavorra anteriori (scafo inferiore) e centrali (alle estremità dello scafo). La vela dei sottomarini britannici non ospita i timoni, perché questi, per quanto più efficienti in tale posizione, sono anche più vulnerabili ai danneggiamenti (specie quando si tratta di emergere tra i ghiacci, cosa tutt'altro che rara per i sottomarini britannici). Essa porta però una plancia piuttosto spaziosa, e una torre posteriore per la vedetta. Dentro la vela, naturalmente, sono presenti anche i vari alberi telescopici dei sensori, che per lo più sono ancora di tipo 'penetrante' lo scafo, cosa che ovviamente pone dei rischi, e che ha delle difficoltà insite nella realizzazione; ma fino all'era del 'digitale', non c'era altra scelta. Ci sono due periscopi, uno di scoperta e uno d'attacco, un albero con l'ESM della Racal, e uno, non penetrante, che non ha (come del resto nemmeno l'ESM) una necessità di via ottica, in quanto porta il radar di navigazione e ricerca navale. Dietro vi è un altro albero per i sistemi di comunicazione, affiancato da quello di intercettazione radio (Dasa Telegon 6), non sempre presente a bordo. Un po' tutti gli alberi hanno ricevuto materiali RAM per minimizzarne l'impronta radar, incluso il dielettrico per l'antenna ESM (che poi la traccia radar permanga, come si resero conto già i tedeschi nella II GM, a causa della struttura bagnata d'acqua di mare, è un altro discorso). Nella parte posteriore della vela è presente anche lo snorkel, ovviamente poco usato in un SSN, ma che serve in caso di necessità, quando c'è da azionare il generatore diesel d'emergenza.
In termini di stealthness, lo SPARTAN, come anche la maggior parte dei sottomarini moderni, ha un rivestimento di piastrelle fonoassorbenti ('anecoiche'), e che aiutano anche a contenere il rumore interno irradiato; tuttavia sono anche un problema in termini manutentivi: tenerle attaccate allo scafo è un'impresa, e se un battello viaggia a velocità elevate con gli 'scalini', la sua segnatura acustica aumenta, non tanto perché perdono parte della protezione dai sonar, ma perché hanno un problema di turbolenza che genera rumore.
====Nel ventre del leviatano====
L'HMS Spartan meritava senz'altro un incontro ravvicinato, così il direttore di RiD riuscì a fare un servizio, per una volta lontano dalla sua solita serie 'aeronautica'. Per una settimana fece l'esperienza di navigare in immersione con un battello della Royal Navy. Stretto nelle strutture del battello, come sempre angusto per l'equipaggio, fece la sua esperienza in una cabina tripla con due altri occupanti, ufficiali anziani. Infatti, solo il comandante aveva il lusso di una cabina singola, il secondo era già costretto a dividere con un altro ufficiale la propria 'cella'. In un camerino per tre ufficiali c'erano altrettanti letti sovrapposti, una minuscola scrivania, lavello e piccolo armadio. C'erano due bagni in comune per tutti gli ufficiali, le docce erano due vicine alla piccola cucina. Ma l'equipaggio era di ben 14 ufficiali, 101 tra sottufficiali e comuni, ma si possono anche arrivare a contare 120 persone e passa. E il problema è anche che non vi sono alloggi sufficienti per questa ciurma: 98 posti letto, gli altri si devono accomodare a dormire sulle brande già usate, essenzialmente è una questione dei giovani marinai, specie quelli della camera di lancio, dove spesso si dormiva dove si poteva. Una vita difficile quella dei sommergibilisti, che per forza esterna, erano costretti a convivere come un tutt'uno in un mostro d'acciaio che viaggia sott'acqua anche per tre mesi, se necessario. È più confortevole di una nave normale, dato che non risente del moto ondoso, per non parlare dell'umidità e del freddo. Se sopra, nell'oceano, c'è una tempesta, per quanto furiosa, il sottomarino atomico sta semplicemente a navigare in sicurezza, sott'acqua non ci sono questi problemi. Per un sottomarino normale, specie delle vecchie generazioni, che erano più propriamente note come 'sommergibili', è tutt'altra storia, specie per l'erogazione di energia e acqua distillata. Ma certo, lo spazio non abbonda, e se qualcuno può non resistere per il mal di mare, lassù in superficie, per chi soffre di claustrofobia un sottomarino è rigorosamente off-limits. Per giunta, la scomodità sarebbe stata perpetuata anche in futuro: i successivi SSN classe 'Astute' avrebbero avuto solo 100 persone a bordo, ma appena 82 cuccette. Stare a duecento metri sotto il livello del mare fa perdere la cognizione del tempo, e questo comporta che solo il cambio della guardia e della luminosità (da chiaro a rosso) per consentire di vivere a ritmi 'umani'. Di tempo per dormire ce n'é proprio poco, ma ci si abitua: il mare è scomodo, lo è sempre stato, ma per qualche ragione gli umani tendono a non farne a meno, a legarcisi, malgrado tutto. Nella parte anteriore del battello si lavora due turni al giorno, nella parte posteriore, dove c'è il motore, sono previsti tre turni o anche più. Anche quando non si lavora ci sono le immancabili scartoffie, e i documenti e libri vari per sostenere esami e le ispezioni, nonché per i concorsi. Per gli ufficiali 'senior' non c'erano più di 5-6 ore al giorno da dedicare al sonno, e forse i sottoposti ne hanno anche di meno. L'equipaggio è organizzato in più turni, e in tre dipartimenti o servizi: comando/rifornimeno (8 ufficiali tra cui il vice comandante); sistemi d'arma con due ufficiali e genio navale con 4, quest'ultimo per la gestione del sistema motore, per cui uno dei quattro ufficiali è sempre in servizio. I capi, sottocapi e ciurma sono grossomodo egualmente distribuiti tra i tre dipartimenti, e spesso ognuno ha più qualifiche per tenere sotto controllo un battello che non ha mai abbastanza uomini al suo interno. Se i sottomarini fossero unità di 'crociera', senza armi, senza esigenze eccessive di velocità e altre caratteristiche militari, sarebbe diverso, ma ogni unità subacquea è sempre e comunque molto costosa, e parimenti importante; quindi è un frutto di compromessi difficili, nei quali la cubatura interna è sacrificata, soprattutto perché lo scafo interno, più è grande e più è difficile da costruire nelle necessarie specifiche di resistenza e peso richiesti.
Naturalmente tutto nel battello è progettato per ridurre l'emissione sonora interna, con sospensioni ai macchinari con supporti elastici o 'zattere' comunque elastiche rispetto alla struttura rigida che era in origine adottata. Anche dentro lo scafo, e non solo fuori, c'è un pannello di materiali anecoici come ulteriore aiuto alla riduzione del rumore. Lo scafo è in acciaio ad alta resistenza, e permette di arrivare a oltre 250 metri di profondità come normale, e ben oltre come massimo. Dato che la resistenza della struttura dipende ovviamente dalla presenza e dalle dimensioni di aperture nello scafo, per cui meno sono e meglio è: l'accesso allo scafo resistente è dato dal grande portello anteriore per la carica di siluri e missili dentro la sala, viveri, rifornimenti vari; due uscite d'emergenza, e quella d'accesso alla torretta. Lo scafo resistente è suddiviso in tre ponti e con ben 29 paratie principali; partendo dalla parte anteriore c'è nel primo ponte, la sala di controllo, quella sonar e gli alloggi ufficiali, nel secondo ponte vi sono anche quelli dei comuni e capi, e molta dell'elettronica del battello. Nel terzo ponte vi sono magazzini, 'bomb room' (che ha le armi), tubi di lancio, vari sistemi e apparati di navigazione e comunicazione e ESM. Nella parte posteriore vi sono le macchine, sistemi idraulici ed elettrici, sala controllo e officine. Il reattore è molto compatto e sistemato in una apposita sezione, lunga circa 10 metri e profonda due ponti. Non è un impegno di poco conto: per proteggere l'equipaggio dalle radiazioni, il 10% della stazza dell'SSN è dedicata a questa sezione, ovviamente anche per proteggere il reattore stesso da danni e avarie.
Dato che nel '58 GB e USA sottoscrissero accordi bilaterali per far sì che Londra avesse accesso alle tecnologie americane, la progettazione del sistema motore è derivata da tecnologie americane, il cui afflusso continuò fino al '62. Ma ancora trenta e oltre anni dopo il sistema motore degli 'Swiftsure' era ancora coperto da un certo riserbo. Si sa che era un R.R. PWR-1, basato sull'S5W americano, sigla che significa 'motore per sottomarini (S) di quinta generazione e prodotto dalla Westinghouse, capace di 15.000 hp erogati dalle due turbine GEC Alsthom, azionate dal vapore e che azionano l'albero con un riduttore connesso a un giunto flessibile. Sebbene la sigla PWR-1 è uguale a quella dei precedenti SSN, in realtà si tratta di un tipo diverso rispetto ai 'Valiant'. Infatti il nocciolo (Core) non è il tipo A, ma il B, collaudato a terra nel 1972. Il successivo Core Z è stato messo a punto per i 'Trafalgar'. Ma essendo tutti 'noccioli' compatibili, è stato possibile, con lavori di refitting, metterli anche nei precedenti sottomarini nucleari, per esempio il Core B è andato anche ai 'Valiant' e 'Resolution', e gli 'Swiftsure' hanno ricevuto il Core Z. Così avverrà anche per i PWR-2 dei sottomarini lanciamissili 'Vanguard', che inizialmente avrebbe avuto il 'Core G', ma poi sarebbe stato aggiornato al 'Core H' previsto per gli SSN 'Astute'. Il funzionamento dell' Impianto Primario, ovvero di un reattore a circolazione d'acqua pressurizzata è semplice: il reattore surriscalda l'acqua, ma essa viene tenuta in pressione per impedire che essa si trasformi in vapore; a quel punto viene fatta circolare da pompe di elevata potenza, che sono la principale fonte di rumore per un SSN. Questi tubi del circuito passano in due caldaie, dove c'è altra acqua, la quale si trasforma, per via del calore, in vapore. Questo è il circuito secondario, ed è questo vapore che aziona le turbine. Queste ultime sono derivate da quelle delle fregate 'Leander', e queste a loro volta azionando due turbogeneratori che attivano il motore finale elettrico, mentre il vapore usato passa su due condensatori e riportato nelle caldaie. Ma è anche usato per scopi diversi, come la produzione di acqua dolce (o meglio, distillata). L'impianto primario è di tecnologia americana, ma quello secondario è molto dipendente da soluzioni autoctone, dalle pompe alle caldaie ai sistemi di insonorizzazione, molto potenti perché la sala macchine è davvero rumorosa. Non solo, ma le due turbine sono abbinate al motore che muove l'elica, e questa non è di tipo normale: è il 'pump jet', sperimentato sull'HSM Churchill negli anni '70 e con risultati positivi al punto che c'è stato un ri-travaso di tecnologia, dato che i 'Seawolf' hanno adottato tale sistema britannico.
Ma cos'é il pump-jet? Essenzialmente è una specie di elica intubata, che ha maggiore efficienza e minore rumore rispetto a una normale elica falcata, e riduce il rischio di cavitazione. Le pale dell'elica normale danno una rumorosità eccessiva per il rischio che anche quelle più grandi e di elevato diametro siano sempre piuttosto inefficienti, e con la tendenza, nelle accelerazioni specialmente, a 'cavitare', il che produce non solo inefficienza, ma anche rumore. Strutturalmente il pump-jet è una specie di carcassa che contiene un condotto, statore fisso e un doppio rotore mobile, con diverse palette. Sono possibili ottimizzazioni, nel caso si voglia più prestazioni e velocità il rumore aumenta, il contrario è possibile se si cura d'eliminare il rischio di cavitazione. Esistono due tipi diversi di pump-jet, il pre- Swilr, con lo statore davanti ai rotori, e il post Swirl, dove si verifica il contrario. Nel caso degli 'Swiftsure' è usato il pre-swirl, più semplice e con un miglior controllo della scia, i 'Trafalgar' con il post-swirl hanno un apparato più complesso, ma che riduce ancora la cavitazione. In entrambi i casi le dimensioni sono ridotte e sono ben integrati con lo scafo, mentre il condotto esterno, piuttosto che l'elica 'nuda', aiuta a proteggere da urti e danni vari. Tuttavia, ovviamente, il pump-jet è piuttosto pesante e complesso, costoso e poco efficace nelle manovre a macchine indietro, inoltre non è molto efficiente in manovra, specie a bassa velocità. L'energia di bordo, sempre fornita dai turbogeneratori a vapore, è per un totale di 4.900 hp. Ma vi sono anche emergenze o altre ragioni per le quali non si può usare il motore atomico, e allora è presente un generatore diesel da 1.920 hp, sufficienti essenzialmente per caricare le batterie che azionano il motore elettrico silenzioso o EPM (Emergency Propulsion Motor) per le emergenze. Vi è anche un piccolo motore di manovra idraulico, nella parte posteriore dello scafo, estratto per le manovre di precisione, come l'ormeggio, grazie all'elica orientabile di 40 gradi su ciascun lato. Ma questo sistema non è sufficientemente potente ed è noto come 'sbattiuova' per la sua azione. Beh, meglio che niente.
IL sistema di combattimento dell'SSN ha subito parecchi aggiornamenti, per restare all'altezza della situazione. IL sonar di chiglia principale era il tipo Type 2020 a banda larga, attivo-passivo a lungo raggio (e quindi a bassa frequenza), sistemato nella parte inferiore della prua; doveva essere sostituito da un Type 2074, ma questo non è avvenuto. Esso offre comunque un'ampia copertura nei settori prodieri, ma non basta. C'è anche un sonar laterale passivo Type 2072 e un sonar passivo lineare rimorchiabile, il Type 2046, in pratica una cortina di sensori vincolati a un cavo selezionabile a 200 o 400 metri di lunghezza, ma esso non è riavvolgibile, come invece succede nelle unità americane. In pratica, esso può essere portato come una specie di sistema al gancio dei piani di coda all'uscita del porto, poi dispiegato, ma la lunghezza non è variabile né il sistema riavvolgibile in navigazione. Vi sono diversi sonar per diversi ambienti: programmata la modifica, un aereo della RAF porta il sonar apposito alla base di reipaggiamento, per poi riportare in patria il sonar 'usato'. Infine v'è un Type 2019 da intercettazione, con una cupola sul ponte. Esso serve per rilevare i sonar e i siluri in arrivo. Ma c'è anche un Sonar 2081 della GEC/Marconi-Celsea Instruments. Questo non è un sonar, ma un sistema a scafo che ha un sistema misto acustico e non acustico per 'sentire' i sottomarini, esaminando conduttività, condizioni oceanografiche, temperatura, e altro ancora, per rilevare le variazioni nell'acqua marina date da un altro sottomarino. È un sistema ovviamente con dei limiti, probabilmente solo a corto raggio, ma è un apparato notevole.
Il sonar di bordo, infatti, non si usa se non raramente, e solo su ordine del comandante, che ne ha anche le chiavi di accesso. Infine c'è un Type 1007 di navigazione, un tipico radar britannico. L'ESM ha un Racal UAC e lo si definisce come 'estremamente efficace', ma si preferisce usare spesso le antennine ESM presenti a bordo dei periscopi, specie quello di ricerca. In torretta vi sono anche le radio HF, VHF e UHF in alberi retrattili in vela, e sui lati della stessa. Poi c'è una piccola boa galleggiante, che è un po' l'uovo di Colombo per evitare di emergere ed esporsi: è possibile filarla in superficie e comunicare in onde LF (Long Frequencies) stando immersi fino a 50 metri di profondità e oltre. Ma bisogna sapere anche dove ci si trova, e quindi vi è un apparato moderno anche in questo senso, non bastano più le bussole e le cartine. Si tratta di un SINS Mk.2 basato su piattaforme inerziali estremamente accurate, in un compartimento del 3o ponte. Questo sistema è così preciso da non richiedere il GPS, ma ovviamente dovendo fare 'in proprio', è costoso. In ogni caso, un riallineamento con il GPS è ovviamente positivo. Il SINS è estremamente preciso, eppure non fa uso dei giroscopi laser, che erano previsti successivamente.
Infine le armi: missili Harpoon, Mk-24 Tigerfish, mine, ma non ancora (al 1998) i potenti Spearfish e i BGM-109. Vi sono cinque tls con due coppie sovrapposte e un tubo centrale angolato verso il basso. È possibile ricaricare i tubi con circa 20 secondi di operazioni. L'Mk-24 Tigerfish ha una lunga e tribolata storia, e solo l'Mk.2 è diventato pienamente affidabile, ottimo per compiti ASW e con capacità anche contro unità di superficie, con peso di 1.650 kg e lunghezza di 6,5 metri. La portata massima supera i 20 km a oltre 20 nodi, ma su distanze più brevi è di 36 nodi. Certo che non è un'arma eccezionale, dato che la testata pesa, pare, 122 kg, meno della metà di un siluro come quelli francesi, italiani, tedeschi e americani, per non dire di quelli russi, eppure è un'arma potente e molto pesante per il suo calibro. I missili Harpoon sono quasi altrettanto numerosi, ora che i sottomarini come bersagli sono poco probabili.
Oltre all'equipaggio, il già sovraffollato leviatano ha a bordo anche altre persone: personale in addestramento, alle volte anche forze speciali (non nel caso che testimoniò Nativi); a terra c'è poi la 'Augment Watch', che significa in concreto altri 25 elementi del settore tecnico, che sono in addestramento o in licenza, ma orbitano sempre attorno alla missione del sottomarino.
Al suo interno, isolato dal resto del mondo anche per decine di giorni consecutivi, il sottomarino atomico è una specie di astronave, un mondo a sé stante; ha sistemi per riciclare l'aria eliminando l'anidride carbonica, acqua dolce in abbondanza con i suoi desalinizzatori (l'una e l'altra cosa, sebbene passino usualmente in secondo piano rispetto ad altri dati, sono in realtà fondamentali per la capacità bellica del sottomarino, almeno per quanto concerne la parte 'organica' di quest'unità da guerra). Vi è una quantità di acqua sufficiente persino per delle docce quotidiane, senza esagerare con il rubinetto, una cosa che nelle unità subacquee convenzionali, specie quelle di vecchio tipo, non è affatto scontata. Del resto i sommergibili americani, che non erano peggio di altri, dopo pochi giorni non emanavano un buon odore, ed erano spesso definiti 'maiali'. Formidabili armi da guerra quanto si vuole, ma le unità subacquee non sono certo comode. Nel film K-19, per esempio, la ricostruzione del sottomarino sovietico era stata curata così realisticamente che, in effetti, gli autori e la regista notavano come l'equipaggio dovesse praticamente farsi tutt'uno con il battello, e forse era stato voluto così, notavano, quasi intenzionalmente, per far sì che l'equipaggio si sentisse davvero unito tra persone e con la loro nave (anche il sottomarino, tecnicamente, è una nave, così come un elicottero è un aereo 'ad ala rotante').
Uno dei peggiori pericoli all'interno di un sottomarino sono gli incendi, il che dà luogo a frequenti esercitazioni, che rendono anche più difficile la vita a bordo, ma senza di esse, questa sarebbe seriamente minacciata: un sottomarino non è abbandonabile aprendo un oblò e buttandosi con il salvagente, né si possono usare gli idranti o chiedere soccorso alle navi di passaggio come nulla fosse. Basti pensare al rischio che le batterie vengano aggredite dall'acqua di mare, un noto pericolo per le unità classiche (per esempio, la cattura del 'Torricelli' italiano). Insomma, quando un mezzo navale si porta sott'acqua e lì si muove, si trova in una condizione innaturale per un oggetto metallico, e tutto congiura per mandarlo a fondo. Per cui può anche succedere che, circondato da centinaia di metri di mare in ogni direzione, al suo interno la minaccia sia, paradossalmente, il fuoco. E con il comparto armi ripieno di siluri e missili, il rischio è davvero enorme (vedi la fine del 'Kursk' nel 2000). Ovviamente non viene trascurato il rischio n.1, l'allagamento. I gas velenosi sono un altro problema: attualmente i rilevatori sono molto efficienti, i tempi in cui si usavano gabbiette con canarini per rilevare quando qualcosa non va sono finiti. Gas velenosi e-o radioattivi sono facili da propagarsi in un battello totalmente chiuso, e rappresentano un problema grave persino se questo raggiunge la superficie ed emerge. La potenza del reattore nucleare esige il suo prezzo: i primi sottomarini atomici erano estremamente insalubri, e le unità sovietiche hanno continuato ad avere numerosi incidenti anche in tempi più recenti; anche senza guasti gravi, il livello di radiazioni non è certo un fattore trascurabile (e ben poco raccomandabile per una donna, specie se incinta); tuttavia, le radiazioni sono un fattore di rischio visto con una prospettiva vaga (come decenni fa lo era l'amianto), ovvero un contrattempo remoto quando lo si misura con l'utilità a breve termine: rispetto ai vecchi battelli diesel-elettrici, un SSN è un altro pianeta quanto a efficienza e facilità di impiego, basti pensare alla rapidità con cui i battelli, anche quelli moderni, finiscono le batterie e quindi sono costretti a emergere, almeno a quota snorkel: anche se un SSK è dato per 20 nodi, poi, lanciato a quella velocità, finirebbe per consumare le batterie in qualche ora al massimo; un SSN può anche essere di poco più veloce, ma tale riesce a essere per tutto il tempo che vuole, il che torna comodo se per esempio c'è da seguire una nave, che difficilmente farà meno di 10 nodi. Un 'Sauro' ultima serie era capace di 250 miglia marine a 4 nodi quando immerso, un U-212 può arrivare a 420 miglia a otto nodi, per cui è già notevolmente più pericoloso di un battello più vecchio, anche se la velocità di punta cambia poco (peraltro il 'Sauro' ha più autonomia quando emerso, data la maggiore quantità di nafta a bordo). Ma se c'è da ombreggiare una nave, le batterie 'andrebbero' comunque in poche ore. Si può rimediare emergendo con lo snorkel, ma non a grandi velocità. I battelli diesel-elettrici hanno quindi limiti fondamentali, e nemmeno i sistemi AIP sono particolarmente utili, perché comunque non possono dare una potenza di picco tale da consentire velocità elevate: sono quindi buoni soprattutto per la navigazione 'lenta'. E una volta? Essenzialmente, per attaccare le navi si usavano due sistemi: o le si 'attendeva al varco', in qualche stretto strategico, oppure si seguivano ad alta velocità di notte, ovviamente stando emersi (e pronti a sparire sott'acqua se necessario), ma con i radar e l'aviazione navale tutto questo diventa molto più arduo da fare. Così la migliore risposta è senz'altro l'SSN, per quanto rumoroso e radioattivo esso sia, consente una libertà di manovra senza pari, beninteso in acque profonde: viaggiare senza dover tenere conto minuto in minuto del livello delle batterie, e manovrare senza problemi anche in inseguimenti prolungati (come quello del 'Belgrano', per esempio), è un salto quantico nelle capacità strategiche e tattiche di un sottomarino. Semplicemente, anche una nave da 30 nodi non riuscirebbe a scrollarsi di torno un SSN, e anzi, finirebbe solo per consumare anticipatamente il suo carburante. Lo stesso vale per una nave ASW che cercasse di inseguirlo. Diventa tutto più difficile per le navi di superficie, rispetto a un efficiente sottomarino nucleare.
Le condizioni di vita a bordo sono, in ogni caso, difficili. Per produrre l'aria necessaria vi sono sistemi centralizzati, ma in caso di problemi non manca nemmeno una scorta di bruciatori e candelette generatori di ossigeno, per scongiurare che l'anidride carbonica, nemico estremamente subdolo, possa giocare brutti scherzi quando il sistema centralizzato non dovesse funzionare a dovere, o dovesse essere spento onde limitare il rumore. La temperatura a bordo è alta, anche se vi è un sistema di condizionamento per regolare la temperatura. Quando si naviga in acque fredde è diverso, ma equamente, se si arriva nel Golfo Persico, magari restando a bassa profondità ('quota', come equivalente aeronautico), si possono raggiungere anche temperature critiche..
Va anche ricordato che l'entrata e l'abbandono del battello non sono fatti banali. Specie in mare, perché c'è pochissimo spazio per l'arrivo con l'elicottero, che deve filare gli ospiti con una complessa manovra; oppure con una scialuppa, che usualmente è malamente sbattuta dai flutti lungo le fiancate del battello, che non ha facili appigli.
Ma c'è di più: il battello ha due sottili linee rosse dipinte nello scafo (che è di tipo singolo, anche se poi i cosiddetti 'scafi singoli' in pratica sono almeno in parte 'doppi', per le casse di compenso e tante altre cose). Queste sono dietro la vela del sottomarino, e delimitano lo spazio dove c'è il reattore. Questo perché alle volte il battello viene ispezionato dai subacquei, e questi devono sapere dove NON andare, perché la protezione dalle radiazioni vale per l'interno, ma non per il mare circostante.
L'autonomia del battello è determinata, nella durata delle sue missioni, soprattutto dalla resistenza dell'equipaggio. E per questo ci vuole cibo: con il battello che sta immerso anche per settimane, non è facile. In teoria, si arriva anche a più di tre mesi di missione (in mare non c'è certo il 'cartellino', timbri e vai a casa, una missione in mare è 24h su 24h e non c'è quasi modo di terminarla anticipatamente, se non per circostanze eccezionali). Il cibo è così stivato dappertutto, ma i problemi maggiori li dà la mancanza di frutta e verdura fresche, nonostante la presenza di celle frigorifere (non così grandi, al solito). Non ci sono più i rischi di scorbuto, visto che gli integratori vitaminici vengono usati con profitto, ma il cibo fresco è un'altra cosa. Il ciclo di una missione è di 5-6 mesi, ed è difficile che in questo tempo si possa ricevere la visita, in qualche porto, dei propri familiari (il che è già una novità, per chi vive in mare la lontananza da parenti e amici è la regola). Grazie alle tecnologie moderne è possibile mandarsi dei messaggi radio, soprattutto riceverne da terra (per non svelare la propria posizione trasmettendo), per il resto è vita dura ed esercitazioni continue, pattugliamenti, insomma, la vita da astronauta, con l'aiuto della forza di gravità (come nella fiction, in cui c'è sempre qualche generatore gravitazionale che risolve questa piccola 'differenza' con la Terra). Si perde l'attitudine al contatto con la luce del sole: per i britannici poi, dev'essere un problema non da poco, vista la carnagione chiara, già prona di suo alle scottature. I periodi di licenza in qualche Paese del Medio o Estremo Oriente vanno quindi affrontati con avvedutezza, possibilmente in 'notturna'. I tempi in cui i sommergibilisti risalivano in superficie quasi ogni giorno (anche se spesso accadeva con il buio o con il cattivo tempo) erano in questo senso un periodo più felice (per non parlare della mancanza di radiazioni). A bordo c'è un vogatore e una cyclette, per poter stare un po' in forma (anche se i lavori manuali 'pesanti' non mancano di sicuro in un sottomarino), stipati alla meno peggio; purtroppo, almeno nei battelli inglesi degli anni '90 non c'era ancora (se mai v'é a tutt'oggi) una 'lampada' solare, che pure non ingombrerebbe certo molto (non occorre un 'solarium' vero e proprio, basterebbero accorgimenti da ...rettiliario, con le apposite lampadine); questi due attrezzi sono sistemati nella sala degli 'armadi' del sonar (cyclette) e piattaforma evacuazione prodiera (vogatore). Ma il tempo non è galantuomo nemmeno nei confronti del battello: dopo mesi di mare, anche con sistemi di propulsione affidabili (cosa non scontata, vedi Marina sovietica/russa), i guasti sono sempre più insistenti,segno che la struttura del vascello sta cadendo vittima dell'entropia e va riparata appositamente e quanto prima possibile. Non c'è molto spazio per i pezzi di ricambio, non c'è possibilità di avere unità d'appoggio sempre e comunque presenti, come quando si naviga con una flotta completa. Spesso non si può nemmeno emergere per riparare il battello. Così ci si deve arrangiare e usare l'officina di bordo. Senza fare molto rumore, naturalmente.
Se il cuore è il reattore nucleare e gli orecchi sono i sonar, il cervello è la 'control room', e gli occhi sono i due periscopi. Due pozzi in cui essi si muovono verticalmente, a sinistra la postazione del pilota, che guida il mezzo con un volantino simile a quello degli aerei di linea (può sorprendere, ma il sottomarino, in fondo, è un mezzo che si sposta in tre dimensioni, per questo un timone normale non potrebbe essere usato, anche qui a differenza di quello che si vede spesso nella fiction, per esempio non sarebbe possibile comandare i movimenti verticali della nave con un timone classico, come fa Capitan Harlock). A destra dei sonar vi sono gli addetti al controllo d'assetto e immersione, poi dietro a questi controlli principali vi è il sistema di combattimento, con doppi schermi circolari delle consolle dei sensori, divise da uno schermo centrale; a poppavia di queste vi è un altro paio di postazioni anch'esse a doppio schermo con i sistemi di combattimento. Gli schermi dalla colorazione rossa hanno la possibilità di ricevere input tramite penne ottiche, e possono controllare più armi in simultanea, per cui è possibile lanciare due siluri filoguidati contro due diversi obiettivi. A fianco del 'corridoio della centrale di tiro' c'è l'alloggio del comandante. A destra della control room vi sono i tavoli per il carteggio, il territorio per l'ufficiale di rotta, ora aiutato dai sistemi computerizzati. VI sono anche altri sistemi, per esempio un computer che mostra i sistemi d'arma e le navi, i dati di navigazione previsti per la missione, il tutto grazie a semplici CD 'masterizzati' oppurtunamente prima della partenza. E infine un apparato tattico di navigazione e combattimento, una sorta di 'God's eye', che è riservatissimo ai soli anglo-americani, e sul quale non vi sono dettagli divulgabili, a parte che è molto utile. LA guardia è in genere comandata daun Tenente di Vascello anziano, e un altro TV 'giovane', alle volte è invece un sottufficiale anziano, ma non quando si tratta di eseguire manovre importanti, come l'emersione e l'immersione, che sono sempre un momento molto delicato. Immergersi soprattutto: normalmente ci vuole circa un minuto prima che si sgombri la plancia della vela, usata normalmente per le manovre in emersione. Vengono svolte diverse verifiche tecniche e se va tutto bene, il battello è pronto per l'ordine, che è 'Diving now! Diving Now!'. L'aria delle casse è sostituita dall'acqua del mare, e la massa scura del battello scende giù nelle profondità, abbandonando la superficie del mare, che quando è mosso, causa qualche problema al battello (uno dei paradossi di numerose unità sottomarine, è che non .. reggono bene il mare, dati i problemi di stabilità che subiscono quando sono in balia delle onde). Fino a 18 metri è possibile usare i periscopi per controllare la manovra, poi a 30 metri si fa un controllo d'assetto e si risale a quota periscopica e si comincia la rotta negli abissi. In genere si comincia a scendere 'sul serio' dopo avere accelerato e attivato al meglio i timoni, perché non c'è modo di usare subito le casse di zavorra, dallo svuotamento piuttosto lento, per scendere giù nelle profondità, specie quando è necessario farlo. Certo, con un SSN non c'è da immergersi di continuo, dato che normalmente in mare sta in immersione, ma alle volte è necessario comunque cambiare quota e in fretta. Il comandante si regola con la velocità in giri-elica, e ordina la profondità da tenere. Il battello poi deve essere aggiustato di continuo, perché anche spostare un gruppo di persone a bordo può cambiarne l'angolo d'assetto, il che potrebbe essere rischioso se non compensato efficacemente. MA quanto in profondità possa andare lo SPARTAN, è -come per tante altre classi di battelli- solo stimato, sicuramente oltre 250 metri come normale, e molto di più come massimo (Armi da guerra stimava 400-600 metri); la velocità di crociera è circa 12 nodi, per non tormentare troppo i macchinari e fare eccessivo rumore. Emergere è anche più difficile, perché in superficie non si sa cosa possa esserci (e gli episodi di collisioni tra sottomarini e navi sono numerosi e potenzialmente molto rischiosi per entrambi, vi è stato anche un caso di un 'Foxtrot' russo che danneggiò circa 10 metri di scafo dopo la collisione con una nave da crociera, l'Achille Lauro, negli anni '70). Usare il sonar sarebbe un mezzo sicuro per capire se c'è qualche mezzo navale, ma nella Royal Navy l'uso di un sistema attivo è autorizzato solo dal comandante e l'ufficiale di guardia, con un'apposita chiavetta di attivazione, e normalmente si cerca di evitarne l'attivazione. Il problema è che spesso i pescherecci entrano in zone militari, e stanno a motori spenti, trascinati dalla corrente. Così non c'è modo di sentirli passivamente. Un altro segnale della presenza dei pescherecci è anche più insidioso, ovvero le reti, sulle quali si impigliano persino le balene, ma che alle volte vengono anche 'intercettate' dai sottomarini. Quando si avvolgono attorno all'asse dell'elica son dolori, perché a quel punto anche un sommergibile è 'fregato', idem per gli stabilizzatori anteriori. Fortunatamente il 'pump-jet' non espone l'elica a questi pericoli.
'''HMS Spartan:'''
Dislocamento. 4.600-4.900 t
Dimensioni: 83 x 9,8 x 8,5 m
Motore: un reattore PWR-1 da 15.000 hp
Velocità oltre 30 nodi, quota oltre 250 metri
Equipaggio: 14 ufficiali e 101 capi e comuni, max 124 persone.
I sottomarini sono anche capaci di osservare in immersione. Essi hanno fari orientati verso l'alto, e con telecamere e periscopi (attivabili anche sott'acqua, almeno entro una certa quota), è possibile navigare sotto i ghiacci della Calotta polare; ma è anche possibile osservare delle navi che abbiano motivi d'interesse, per esempio qualche nuovo tipo di sonar a scafo, con il relativo bulbo.
Durante la missione, l'ufficiale di guardia o il comandante è seduto a sinistra del periscopio d'attacco, e così controlla tutte le postazioni più importanti, nonché il suo 'command display', che è uno schermo che fornisce l'immagine di quello che vedono i sonar. Quanto al periscopio d'attacco è un tipo monoculare, un classico, ma tutto sommato vantaggioso perché meno complesso e costoso di un binoculare. Esso è accompagnato da un sistema di visione IR e da una macchina fotografica da 35 mm; il periscopio di ricerca ha campo visivo maggiore, ha sistemi IR, fotografici, ma anche ESM e comunicazioni; soprattutto, dal punto di vista dell'operatore, è binoculare. Ruotare il periscopio in continuazione è difficile e richiede una notevole forza, per cui è presente un servomeccanismo. Vi sono anche comandi sulle manopole per l'uso dei vari sensori, e non pare che serva molto addestramento (in stile HOTAS) per padroneggiarli.
Nella 'Sondu Room' vi è usualmente buio. Un mondo ancora più misterioso degli altri comparti del battello; la scienza, o meglio l'arte della localizzazione sonora è un qualcosa di più difficile da spiegare rispetto a una normale postazione radar; i sonar britannici, all'epoca almeno, non erano integrati in un unico sistema e controllati da un calcolatore di bordo, il tutto era invece parte dei più avanzati 'cugini' americani. Le tracce acustiche sono visualizzate e confrontate negli schermi che le registrano; ma poi il lavoro più delicato è ancora in cuffia; un operatore deve metterci davvero anni per padroneggiare questi arnesi, nonostante i progressi della tecnologia. A bordo dello Spartan c'era uno di loro, tale David Peters, sottufficiale, ma in servizio nella RN dal 1981, e terzo di una dinastia di sommergibilisti. Aveva già prestato servizio in ben cinque SSN. Sottolineava che per fare bene quel mestiere era necessario stare lontani dalle discoteche, e del resto per essere pienamente impiegabile, un operatore era costretto a un paio d'anni di addestramenti ed esami. Nel mare è possibile sentire suoni di tutti i tipi. Le balene, sterminate o quasi nei mari settentrionali, si facevano sentire nel Mediterraneo, dove il loro canto è praticamente una costante; anche altri animali sono rumorosi, gamberi e aragoste in particolare, con il loro caratteristico e forte schiocco.
Lo SPARTAN, sul quale Nativi s'era imbarcato al largo delle coste siciliane, non era in Mediterrano per nulla. A La Spezia l'aspettava l'imbarco del sonar filabile, che in quel momento non aveva. Nondimeno se l'é cavata bene, in una serie di confronti con unità amiche. Vi furono anche incontri con la 'regina del Mediterraneo', ovvero la Marina Militare. Tra questi, una lunga battaglia con il Da Vinci, per il quale vennero spese parole d'elogio. Questo, nonostante che esso fosse un 'Sauro' delle prime serie, ma gli SSK sono unità difficili da affrontare anche per un SSN, specie se condotti al meglio e su territori conosciuti. Ma Nativi fu anche testimone di un'altra missione: quella contro la flotta di superficie, durante una missione CASEX. C'era da affrontare una formazione di superficie con: incrociatore Garibaldi, fregata Maestrale, rifornitore Vesovio, nave da sbarco S. Giorgio, il tutto supportato dagli elicotteri di bordo, ma anche dagli Atlantic. L'area della battaglia: Charlie 4, Mediterraneo Centrale.
Lo SPARTAN inizia subito a utilizzare tutti i sensori di cui dispone, ponendosi a quota periscopica. Con le cuffie si sentono i treni d'onde a 3 kHz della fregata e dell'incrociatore, che tentavano di localizzare il sub inglese; l'ESM annunciò in un paio d'occasioni che l'Atlantic si stava avvicinando troppo e ci si dovette allontanare dalla superficie. Questo atteggiamento spavaldo era anche sottolineato dal responsabile del dipartimento armi e sensori, Martin, che chiamava le navi 'bersagli'. E dire che la Maestrale è un'ottima nave ASW, con tutto quello che servirebbe, tra sonar a scafo, a profondità variabile, due elicotteri, ben quattro lanciasiluri e di due calibri diversi.
Invece lo Spartan si avvicina in silenzio e con notevole calma di tutti, queste operazioni non sono missioni modello 'Top gun', tutto va fatto come una specie di partita a scacchi. E funziona. Martin aveva ragione, la fregata è solo un 'bersaglio'. La Marina ha portato in avanti il rifornitore e la nave anfibia, ciascuna scortata da una sola nave (in verità poca roba, per un tale convoglio sarebbero servite diverse fregate e forse anche qualche caccia o corvetta). Messisi in caccia sulla fregata, viene tirato un siluro da esercitazione Tigerfish da distanze tali da non dare scampo alla nave italiana; forse in un altro contesto si userebbero due siluri, la carica esplosiva, per quanto pericolosa, non è del tutto all'altezza di un moderno siluro pesante, ma in tutti i casi ben difficilmente un colpo sotto la chiglia lascerebbe la fregata ancora a galla, e soprattutto non certo funzionante per ulteriori azioni belliche. IL sottomarino segnala a quel punto l'azione con i razzi verdi (lasciati galleggiare sull'acqua, mentre il battello è a profondità di sicurezza). Nelle ore successive viene localizzato un ulteriore bersaglio: forse è la 'Garibaldi', un'occasione ghiotta visto che è l'ammiraglia della Marina. Invece no, è ancora la Maestrale, che viene silurata un'altra volta, stavolta da due siluri.
Alla fine la vittoria va, strategicamente, alla Marina; ma tatticamente lo Spartan ha fatto un danno non indifferente. Purtroppo le esercitazioni non sono del tutto realistiche. La Maestrale, comunque, era una delle quattro navi del convoglio, e sfortuna vuole che proprio contro di lei lo Spartan si accanisca con ben due attacchi, nonostante che fosse la meno importante di tutte. Ma si tratta pur sempre della perdita del 25% della flotta, un danno che non lascerebbe indifferente la Marina se fosse stato fatto davvero. Più ancora, avere avvicinato due volte e silurato una 'Maestrale' significa che in un giorno, un singolo sottomarino della RN ha fatto fuori l'equivalente del 25% delle fregate ASW della MM. Non si poteva certo, realisticamente, pensare che un solo SSN potesse annientare un'intera formazione navale, specie con la copertura degli Atlantic, semmai un po' di fortuna per trovare almeno una delle navi più importanti. Ma per fare le cose in maniera migliore, sarebbe stato necessario un secondo SSN. E ovviamente, anche regole diverse: la Maestrale era stata 'affondata', se si fosse trattato di una situazione reale lo Spartan non avrebbe perso tempo ad attaccarla ancora, e forse sarebbe riuscito a localizzare le navi principali, magari il rifornitore o la stessa 'Garibaldi', che inizialmente sembrava la preda localizzata.
Lo Spartan, in ogni caso, ha avuto successo. Anche i sottomarini inglesi di Malta, del resto, non erano certo in grado di distruggere la flotta navale italiana, ma infliggendole dure perdite l'hanno logorata un po' per volta e alla fine l'hanno sconfitta assieme alle altre forze alleate.
Secondo gli ufficiali dello Spartan, per riuscire a 'beccare' un SSN sono necessarie un paio di buone navi ASW, supportate da aerei ed elicotteri (ma questo non è stato sufficiente nell'esercitazione, e questo nonostante che il 'Garibaldi' sia basicamente un'unità ASW elicotteristica). Un simile gruppo navale è costoso, e molte Marine, nel dopo-Guerra fredda, avevano cominciato a tralasciare l'importanza di esercitazioni ASW accurate; in non pochi casi sembrano ignorare quello che può fare un sottomarino con un equipaggio ben addestrato, un mezzo capace di scegliere chi e dove colpire, senza che nemmeno la vittima si renda conto di chi la sta affondando.
Quanto al cuore del mezzo, è difficile accedervi per via degli accordi tecnologici USA-UK sul trasferimento di tecnologie atomiche. Nativi ha potuto solo sapere una sommaria descrizione di quello che c'è 'oltre la porta' che va nel settore posteriore del battello. Oltre la porta stagna c'è un corridoio che porta a una camera di manovra del reattore, con personale di guardia (almeno nove) sulle 24 ore; si occupano della verifica della qualità dell'aria, del funzionamento degli impianti di bordo e ovviamente, del reattore stesso, la cui potenza è regolata dal movimento delle barre di combustibile. Il rumore è molto forte, e ovviamente fa molto caldo; ma è niente rispetto alla sala motori, alta tre ponti (che in pratica occupano tutto il 'budello d'acciaio' dello scafo resistente; infine vi è l'officina. Là fa ancora più caldo e il rumore richiede l'uso delle cuffie, mentre la tuta ignifuga causa problemi notevoli nel movimento per le anguste scale e corridoi. Eppure, al di fuori il battello è silenzioso, evidentemente la cura nell'insonorizzazione è stata ripagata.
I controlli in questa parte così scientifica del battello sono costanti e le procedure di sicurezza molto severe, è l'unico modo per tenere a bada il 'mostro'. A bordo c'erano persone come Donald, un giovane ufficiale scozzese, che era entrato in Marina a 17 anni e che grazie a essa era diventato ingegnere nucleare. La temperatura a poppa era di circa 43 gradi, e i getti d'aria fredda non riuscivano a compensare un tale ambiente. La rivoluzione che ha fatto sì che le turbine e i diesel sostituissero il vapore, non è possibile con l'energia nucleare, e l'enorme calore erogato dalle caldaie e le turbine a vapore in un ambiente così ristretto è una dura prova. In pratica, l'aria fredda è usata soprattutto per raffreddare le apparecchiature che non amano il caldo, che non .. sudano. Nei due mesi delle missioni nel Golfo si sfioravano i 60 gradi, un livello difficile da sostenere per un essere umano, per giunta costretto a controlli attenti e costanti con attrezzature molto delicate. Ma 'dopo un po' ci si fa l'abitudine'.
A prua c'è il comparto equipaggio e i sistemi d'arma, con due quadrati separati per sottufficiali e 'junior trainers', con una cucina. Pochi i bagni e le docce, è presente una lavatrice (provvidenzialmente) e un paio di asciugatrici, necessarie per permettere di mantenere il decoro per la missione (parliamo di oltre 100 persone e per diversi mesi..). I 'giovani' dell'equipaggio dormono direttamente nella 'bomb room'. Le cuccette spesso sono sotto i tubi di lancio delle armi. Mentre i giovani marinai inglesi sognano, sopra le loro teste sono pronti al lancio alcuni siluri e missili già caricati nei tubi, dove restano per mesi. Di quando in quando vengono estratti per una verifica, giornalmente vengono comunque controllati con le interfacce apposite, ma non danno problemi di affidabilità. Questa è anche la zona dove sono alloggiati i gruppi di SBS che alle volte vengono ospitati a bordo per i 'lavori sporchi'. Altro equipaggiamento era sul ponte, in un alloggiamento una volta usato per materiali di comunicazione.
I sistemi di sicurezza sono tenuti in grande considerazione dalla Royal Navy, che non ha perso un sottomarino atomico in decenni di attività. Il fuoco specialmente, per combattere il quale sono presenti tute anti-incendio e soprattutto, viene fatta una incessante attività di formazione ed esercitazioni, mentre per vedere attraverso il fumo la reale portata e posizione degli incendi sono usate anche telecamere IR, costose ma efficaci. Ma cosa può bruciare dentro un sottomarino? Moltissimo, le batterie, il circuito idraulico, i comparti armi, i circuiti elettrici e così via. È incredibile quanto materiale infiammabile sia costantemente presente nella vita di tutti i giorni, anche in un mostro d'acciaio come un SSN.
La spazzatura, infine, non deve diventare un motivo di 'tracciabilità' per l'SSN. Vengono pressati e messi in contenitori di acciaio sigillati, e poi mollati nel fondale marino, facendo sparire ogni traccia in superficie. Anche la spazzatura è quindi 'stealth', l'alternativa è descritta bene da 'Stato d'Allarme', un film altamente consigliabile su quel che significa la guerra dei/ai sottomarini (per chi lo avesse perso nei rari passaggi televisivi, un sottomarino sovietico venne localizzato da una nave americana, iniziando proprio con il ripescaggio in mare di gusce di patata). Infine, il sottomarino ha anche una piccola videoteca, che inevitabilmente passa 'repliche': c'è poco tempo per divertirsi, ma con mesi di tempo è facile dovere subire la stessa pellicola più e più volte. Chissà che tipo di cassette avessero a bordo, ma c'è da scommettere che 'Ottobre Rosso' era una di esse.
Ma quali sono i peggiori nemici dell'SSN, al di là della sua complessa meccanica interna? Essenzialmente, altri SSN. Le navi di superficie vengono viste più come bersagli da raggiungere che nemici da temere. Stando sotto 200 metri e più d'acqua, gli uomini degli SSN britannici si sentono al sicuro da tutto tranne che dalle altre navi subacquee. La Marina sovietica e poi russa ha avuto delle buone carte: specialmente i 'Victor III', disponibili dai tardi anni '70, e poi ovviamente tutti gli altri sottomarini successivi. Alle volte anche eccezionali, come l'unico 'Mike', capace di andare sotto i 1.000 metri di profondità, ma andato perso dopo pochi anni. Quel battello era pressoché invulnerabile, ma del resto non era facile per esso localizzare e identificare le navi della NATO stando così in profondità. Certo che uno scafo così eccezionalmente robusto sarebbe stato ideale per reggere le sovrapressioni delle esplosioni, specie quelle delle bombe di profondità atomiche, in uso dalle marine dei Blocchi all'epoca (esempio, stando 200 metri sott'acqua avrebbe avuto ancora un centinaio e passa di atmosfere di 'riserva', contro le 30-40 di un SSN normale). Gli Akula II sono considerati, almeno in termini di silenziosità, paragonabili ai 'Los Angeles migliorati'. Considerando che i 'Seawolf' sono molto pochi, di fatto un confronto del genere è stato il massimo dei confronti della Guerra fredda. I sottomarini moderni, alle volte sono così silenziosi, che fanno quasi prima a scontrarsi fisicamente che a 'sentirsi' l'un l'altro.
Nativi notava anche le discussioni sul porridge, una mistura non definita, dice, che a bordo si ostinano a considerare cibo, ma che potrebbe essere usata anche come tortura. Ma non c'è accordo se sia un dolce da zuccherare o una pietanza da salare, e fatto interessante, inglesi e scozzesi la pensavano diversamente al riguardo.
Un altro aspetto è l'esperienza bellica. Per esempio, i 5 SSN mandati in Sud Atlantico ebbero uno straordinario successo, del quale l'affondamento del 'Belgrano' è solo l'esempio più noto. E dire che si trattava di battelli già vecchiotti nel 1982. Ma vi sono state anche missioni meno note. Per esempio, di recente (2007?) è venuto fuori che un SSN era al largo delle coste argentine, usato per localizzare le formazioni di aerei appena decollate, e dando l'allarme alle navi di superficie, un vantaggio forse raramente sfruttato, ma che quando funzionava, poteva regalare circa un'ora di preavviso.
Un SSN ben guidato non ha grossi problemi nemmeno in acque basse, e del resto un SSK come i 'Kilo' non è molto più piccolo. Se si tratta di un ben più compatto Type 209, le cose cambiano, ma i britannici si chiedevano 'che senso ha usare un SSN per dargli la caccia?' (ce l'ha, se non vi sono più alternative, come nella flotta USN da decenni e oramai, lo stesso valeva anche per la Royal Navy). Del resto, lo Spartan era grosso, ma non enorme, per esempio i 'Los Angeles' superano i 100 metri e operare con questi battelli immersi in zone come il Mare del Nord (ma anche a Sud della Sicilia, dove vi sono importanti secche) è davvero difficile (con profondità di circa 30 metri e anche meno, dove i siluri a guida acustica spesso sono inutilizzabili; non è un caso, comunque, che la flotta sovietica del Baltico non avesse alcun SSN o SSBN).
E infine la battaglia simulata, gli 'angles and dangles'. Mentre gli americani sono convinti di usare sensori e armi alla massima distanza, approfittando della loro superiorità in merito (tanto che il comparto armi è stato spostato a mezza nave, per lasciare lo spazio al sonar di prua, sebbene questa non è una soluzione reputata molto positivamente per l'organizzazione interna del battello). Per i britannici si preferisce, come già ai tempi delle navi da battaglia classiche, serrare le distanze e sparare a colpo sicuro. Avvicinarsi silenziosamente e con scaltrezza, senza azzardare tiri a lungo raggio poco efficaci e che danno troppo allarme. Per dare l'idea di quel che può fare un SSN quando è spinto al massimo, venne messo ai comandi un aspirante timoniere (molto bravo, riuscendo a dirigere il battello dove vuole il comandante), e il battello cominciò a manovrare a 15-20 nodi, con assetti di 30-40 gradi che costringevano ad aggrapparsi per non cadere e dando a Nativi l'idea di come un simile battello possa agire per muoversi e attaccare, oppure difendersi.
Lo Spartan proseguì la navigazione nel Tirreno, diretto a la Spezia. Ma prima, vi fu una breve cerimonia. Il sottomarino era l'omonimo di un incrociatore classe 'Dido', entrato in servizio nel '42. Il 29 gennaio 1944 stava difendendo la testa di ponte di Anzio, quando venne attaccato con le bombe Fritz-X. Una delle cinque sganciate lo centrò e lo mandò a picco, con 70 marinai. Così venne deposta una corona di fiori in mare, assieme a una preghiera.
A Nativi dispiacque che quell'esperienza finì, proprio ora che si cominciava a sentire un po' parte di quello strano mondo dei sommergibilisti, lui che in genere è impegnato con l'aviazione. Ma ai marinai inglesi, invece, l'idea non dispiaceva. La loro paga extra (come sommergibilisti) è più che meritata, per la fatica e le privazioni, e per l'importanza della loro attività. Ma bisognava pur spenderla, la paga. Lo Spartan rimase in superficie a lungo, per permettere ai marinai di beneficiare del bel sole di quella parte dell'anno. Va tenuto presente che la forma idrodinamica del battello concede molto poco alla comodità: nemmeno un corrimano abbattibile lungo il 'dorso', quindi occhio a non fare passi falsi o si finiva subito in mare. È così più o meno su tutti i battelli moderni, del resto. La sosta a la Spezia sarebbe stata seguita dal ritorno al fiordo di Faslane, migliaia di chilometri lontano (anche perché un'unità navale non può considerare la 'linea d'aria', il Mediterraneo è attraversabile in pratica solo da Gibilterra, più raramente nel Canale di Suez). Nella manovra finale, per arrivare al porto non si poteva tuttavia fare affidamento solo sulle proprie forze ,e per l'occasione vennero chiamati in appoggio due rimorchiatori. Paradossalmente, la cosa più facile, apparentemente, per un SSN con il 'pump-jet' richiede un aiuto esterno: puoi affondare una flotta, ma poi per ormeggiare hai bisogno di aiuto di due navi, per giunta civili noleggiate. Ci volle del tempo per l'operazione, e anche delle paroline non educatissime che Nativi si guardò bene dal tradurre. Alla fine, il battello inglese venne ormeggiato in mezzo a due grandi boe. Nativi commentò con 'non si può avere tutto'. Certo, un 'Toti' non necessitava di tali aiuti, ma il problema è sempre di compromessi: per la missione il pump-jet va benissimo, per la manovra in porto molto meno. Una macchina da guerra, poco a suo agio in tempo di pace.
====La formazione dei sommergibilisti di Sua Maestà====
Il corso dei comandanti di sottomarini, nella Royal Navy è il Submarine Command Course, che è più noto come 'perisher', qualcosa tipo 'periscopiere'. In ogni SSN ci sono due diplomati perisher, il Comandante e il suo vice.
Ma per diventare comandante di un SSN si doveva fare davvero il proverbiale 'mazzo'. Se non altro, differentemente dall'USN, il Comandante britannico non doveva essere una specie di ingegnere nucleare, ma conoscere il sottomarino solo quel tanto che basta per il suo compito. Del resto è inutile sapere tutto dei sistemi nucleari se si devono solo usare. Piuttosto vengono spinti al massimo i requisiti per diventare comandante. Non si dice che la formazione britannica è migliore, ma solo 'diversa' da quella americana.
Inizialmente c'è il Naval College di Dartmouth, iniziato a17-18 anni, oppure a 22-23 se si ha già la laurea. Corso basico è l'NGT (Naval General Training) di sei mesi, oppure un anno per chi non ha la laurea; comprende anche due mesi in mare. Poi c'è l'esame e la scelta della carriera in amministrazione, armi navali (WEO), Genio(MEO), Stato Maggiore (Seamen); poi lo studente veniva riportato a bordo per il Fleet Training, altri 12-15 mesi, passati a lavorare e studio. Segue il fleet board examination, un durissimo esame con una commissione di otto ufficiali superiori e che dura una giornata. Questo elimina il 20% dei giovani, anche se c'è la possibilità di un esame di riparazione dopo un altro turno di sei mesi. NOn c'è molto tempo da passare a terra, ma molto in mare per capire come funziona una marina militare. Superato l'esame l'allievo va al Seamen Officer Course, altri cinque mesi i ndue fasi (6 settimane per navigazione e lavoro al simulatore per la qualifica di ufficiale di guardia, la seconda di preparazione operativa per tre mesi). Superato il corso si decide da che parte andare nella vita; il 60-70% dei giovani sommergibilisti sono fatti da volontari, gli altri sono coperti da ufficiali superiori alla media come capacità.
La scuola di sommergibilisti è la HMS Dolphin, di Porthsmouth (fino al 1998, poi è stata trasferita); il corso basico di sommergibili dura quattro settimane, poi v'é una scuola vicino a Londra per il corso sulle tecnologie nucleari, altre sei settimane. Altro che laurea in ingegneria nucleare. Poi si tornava a Porthsmouth con l'Operational Training, con una settimana a Davenport allo Ship Control SImulator,perché lì era una finta Ship Control Room, un simulatore. Dopo c'era un tirocinio per studio-applicazione e due-tre mesi era consegnato il 'Dolphin', il distintivo per la specialità; inizialmente si tratta di incarichi elementari, poi aumentati durante un anno di impiego-studio. A quel punto l'ufficiale viene mandato al Submarine Intermediate Warfare Course di Porthsmouth, altri quattro mesi, di cui una prima parte molto selettiva, con navigazioni strumentali, simulatori ecc. Chi andava avanti c'era il corso di combattimento per i sistemi d'arma. DOpo sei mesi o un anno l'ufficiale, inizialmente usato come ufficiale delle comunicazioni, diventa ufficiale di rotta. Dopo un paio d'anni il giovane tenente è inviato al Submarine Advanced Warfare Course di Porthsmouth, altri sei mesi per lo studio di tattiche e regole di ingaggio, armi, operazioni militari anche combinate con altre specialità o navi. Dopo di che tornava a bordo dell'SSN o SSBN e diventava TSO (Tactical Systems Officer), TASO (Tactics and Sonar Officers). Ogni missione operativa èè di 2-2,5 anni e a quel punto il comandante del sottomarino proponeva l'ufficiale come 'Perisher'. Se è accettata, questa raccomandazione comportava l'inserimento dell'ufficiale in uno dei due corsi annuali, ciascuno per appena 4-5 allievi; esso si tiene a Plymouth per un totale di sei mesi. La selezione era ed è molto dura, con la decimazione degli aspiranti comandanti (circa un terzo viene respinto), specie nelle due parti iniziale ('Hell week') e finale. È una cosa tremenda, perché ci si rimette in discussione dopo anni di lavoro durissimo. Il corso è tenuto a bordo di un sottomarino. E chi non ce la fa, ha una bottiglia di scotch e viene rimandato a terra. A quel punto non rimetterà più piede in un sottomarino e forse si congederà anche dalla Navy, alla quale ha dedicato molti anni. Ma che succede in questo corso? Gli istruttori sono comandanti esperti, con due esperienze di comando degli SSN. Prima c'è una settimana di indottrinamento e studio basici, poi il simulatore per condurre attacchi visuali, senza il sistema di combattimento inserito; per un mese intero gli allievi avranno poi il comando del sottomarino e seguiranno un po' tutti i tipi di missione, con l'uso dei vecchi siluri Mk-8 antinave. Si tratta di attaccare prima una fregata, e poi arrivare a ben cinque: una flotta. Le quali non vorranno farsi silurare dal sottomarino, e questo dovrà sia attaccarle, sia manovrare ancora con sicurezza, sulla quale è posta l'enfasi maggiore. Dopo c'è una settimana a terra con un simulatore in Scozia, il Tactical Trainer, che è praticamente un sottomarino in cemento, ma con tutto il sistema di combattimento e postazioni. Ben 5 settimane per missioni sempre più complesse e incarichi amministrativi al contempo. Ora che i sottomarini diesel sono stati ritirati, gli aspiranti comandanti non hanno più la possibilità di lavorare come 'secondi' (vice-comandanti) per un paio d'anni prima di tentare il comando degli SSN. I compiti sono sempre più difficili, ma lo studente non deve seguire i manuali alla lettera, se trova un modo per fare le cose più efficace va bene, purché spieghi il perché. Seguono altre quattro settimane in mare su di un vero SSN, dove fanno 5-6 missioni operative al giorno (attacchi antinave, essenzialmente), e devono pure montare di guardia. I primi due giorni sono divertenti, poi c'è da faticare e il rischio di non farcela, mentre il sottomarino è braccato dalle navi ASW e aerei, anch'essi in addestramento; ci si sposta in fiordi come quello del Clyde, le condizioni meteo e di visibilità sono generalmente orrende. Segue una missione di infiltrazione degli SBS inglesi, e ovviamente un duello con un altro sottomarino, spesso olandese, anch'esso con un comandante in addestramento. Si possono fare anche errori, ma guai a chi metta in pericolo la sicurezza delle navi o della propria, se così è, l'allievo ha fallito il corso. L'ultima parte è una settimana di operazioni in acque poco profonde, dove sarà messo a punto tutto quello che si è imparato nell'ormai lunga esperienza operativa; a bordo spesso è presente l'Ammiraglio della forza subacquea. A quel punto, in genere, è fatta, e l'Ammiraglio si congratula con il nuovo capitano con una coppa di champagne e la comunicazione del nuovo incarico.
Segue, a quanto pare, un 'champagne breakfast' a terra, dovei comandanti di tutte le navi impegnate si ritrovano per un party che dura anche 24 ore. Del resto, già quando viene consegnato il 'dolphin' per i sommergibilisti, l'insegna è sul fondo di un bicchiere di rum che tutti devono bere insieme e d'un fiato.
Dopo un paio di giorni di licenza e un mese passato in visite e corsi d'istruzione, si arriva al primo sottomarino di destinazione, con un primo 'tour' di 18-24 mesi. Ce ne sono due, e dopo 3-5 anni passati come Secondo, a quel punto ha la possibilità di ottenere il comando di un sottomarino; solo uno su sette arriva a fare due comandi, ma ci sono stati anche degli ottimi Perisher che non sono riusciti nemmeno ad averne uno.
Secondo Nativi, questa filosofia addestrativa è molto valida, dura ma efficace, senza perdere tempo con le formazioni teoriche e le università per ottenere competenze di cui non si ha realmente bisogno. Del resto, la relativamente piccola flotta di SSN e SSBN britannici erano da curare al meglio, e investire enormi capitali per costruire le navi senza poi selezionare e formare i loro equipaggi non avrebbe avuto senso. La fama di professionalità degli ufficiali britannici, insomma, non viene dagli studi di sociologia, ma da capacità effettive nel loro compito di sommergibilisti. A suo tempo, gli 'Oberon' erano in servizio e così i corsi di 'Perisher' erano aperti anche a Olandesi, Canadesi e Australiani, qualche volta anche Turchi. Dopo non più, ma l'idea di organizzare un corso di 'Europerisher' con sottomarini convenzionali sarebbe stata realizzabile.
I sottomarini con il DCG hanno anche funzioni come la TMA, la Tactical Motion Analysis, che predice automaticamente il raggio di scoperta del sonar, e funziona anche come simulatore. Il sonar Type 2020 sarà da sostituire con il TMS 2074 attivo-passivo, e il Type 2019 sostituito dal PMES Type 2082; altri sonar sono il Type 2077 ad alta frequenza per navigare sotto i ghiacci e il 2081 per il 'controllo ambientale'. Gli 'Astute' e i 'Trafalgar migliorati' avrebbero poi ricevuto il sonare TYpe 2076m che integra tutti i sensori; saranno anche disponibili nuovi sistemi di comando e controllo, e uno di distribuzione dati. Già l'SMCS è stato comunque migliorato con altri sette aggiornamenti del SW. Non era ancora previsto niente di preciso per l'ESM, a parte che ce n'era uno nuovo in futuro da scegliere.
Quanto ai battelli, gli ultimi due 'Resolution', il Renown e Repulse, sono stati radiati nel 1995 e 1996, e a quel punto tutto il deterrente nucleare britannico era affidato ai tre 'Vanguard', in servizio nel 1993-97, mentre il 'Vengeance' doveva arrivare attorno al 1999. Si tratta di navi da 16.000 t con 16 Trident D-5, ma solo uno è in pattugliamento costante, e con sole 48 testate anziché 96 come in precedenza, ma un Trident D-5 poteva portare da solo anche 14 MIRV. Solo che il governo inglese era stato esplicito nel voler ridurre a meno di 200 le testate nucleari, su 58 D-5 (altri sette erano stati cancellati). Dato che gli SSN sono solo 12, e non più di otto disponibili in ogni momento, lo stress degli equipaggi diventava troppo alto se si voleva mantenere gli impegni internazionali, così si è deciso di ridurli; per la cronaca, il tempo in mare ideale secondo l'USN è del 50%. Quanto agli impieghi, con i missili BGM-109 gli SSN avrebbero integrato a livello 'pre-strategico' gli SSBN. Gli SSN sono usati anche per missioni ELINT e speciali, e alle volte sono stati fatti addirittura entrare dentro delle basi nemiche, specie alcuni che -come per l'USN- hanno ricevuto sistemi ESM/COMINT speciali. Anche in tempo di pace la RN chiede agli equipaggi di fare missioni del genere, figurarsi in tempo di guerra. Il deterrente di un SSN, che potrebbe anche non essere in zona, ma potrebbe anche esserci (al contrario delle portaerei, i sottomarini basano tutta la loro forza sulla propria 'invisibilità'), è tale anche come minaccia, specie per le flotte di superficie. La velocità di trasferimento, senza alcun mezzo di supporto, è impressionante: l'HMS Conqueror, l'affondatore del povero Belgrano, partì dalla Scozia e giunse alle Falklands in due settimane, oltre 7.000 miglia a una media superiore ai 25 nodi. Tutto questo è più che sufficiente per giustificare la fama e la spesa di una flotta di SSN, per non dire degli SSBN. Meno costosi, ma non meno pericolosi di una portaerei di media grandezza, e con costi molto inferiori e senza bisogno di scorta. Certo, solo per pochi eletti, ma questa è un'altra storia.
==Navi anfibie==
Le nuove navi anfibie inglesi sono arrivate per rimpiazzare le vecchie navi come le 'Fearless', veterane delle Falklands.
Si tratta di diverse classi navali, che perpetuano le elevate capacità anfibie della Royal Navy e la sua possibilità di intervenire in zone del mondo ben lontane dalla madrepatria.
La costruzione di questo settore più importante è quella rappresentata dalla portaereomobili '''HMS Ocean'''<ref>Po, Enrico ''HMS Ocean'', RID Aprile 2002, pagg. 26-33 </ref>. Ma prima vediamo qualche nota storiografica sui Fanti di marina di sua Maestà.
I Marines inglesi sono stati protagonisti di innumerevoli interventi, per esempio la conquista della Rocca di Gibilterra nel 1704, gli sbarchi a Gallipoli nel '15, quelli di Zeerbrugge nel '18 e via così fino alla Guerra delle Falklands e con un gran numero di interventi più recenti, anche se senza sbarchi anfibi. I Royal Marines avevano a suo tempo innovato la loro operatività con gli elicotteri, imbarcati su Albion e Bulwark, ex- portarerei. Poi arrivò la HMS Hermes, una portaerei più moderna. Anche le 3 portaerei 'Invincible' erano capaci di assolvere missioni di sbarco verticale, ma di fatto non vennero utilizzate che marginalmente in tal modo. La necessità per i Royal Marines erano per una nave specifica capace di portare 600 uomini e 12 Sea King, 6 elicotteri d'attacco e 4 mezzi da sbarco. Così avvenne che agli inizi degli anni '90 venne iniziato il programma ASS, Aviation Support Ship. Venne sviluppato il concetto, diventando una vera LPH che vide in concorrenza i VSEL, gli Swan Hunter e la GEC Marine. Ma nel 1992 venne cancellata per i soliti tagli del bilancio. A quel punto venne utilizzato un traghetto Ro-Ro, la ARGUS che era una portacontainer modificata per operare con gli elicotteri, e che venne impiegata in Adriatico. Venne ripreso il programma per la nave d'assalto anfibio, che vide vincitrice la VSEL, Vickers Shipbuilding and Engineering Limited. L'11 maggio 1993 venne firmato un contratto di 149 milioni di sterline, poche per realizzare questa nuova, grande nave anfibia. La VSEL ritornò alla costruzione di grandi navi militari dopo aver operato nei 10 anni precedenti solo coi sottomarini nucleari. Lo scafo venne progettato da una ditta subappaltatrice, la scozzese KGL che aveva un cantiere sul Clyde vicino a Glasgow, che era appena modernizzato con un programma di 30 milioni di sterline. La costruzione della nave venne fatta, per ragioni non certo operative ma meramente economiche, con standard commerciali per la maggior parte della struttura e sottosistemi. D'altro canto non vi sono molti modi per ottenere una portaelicotteri d'assalto anfibio a meno di 150 milioni di sterline. La costruzione iniziò con l'uso di moderni sistemi di taglio lamiera al plasma, con le prime lamiere tagliate il 20 maggio '94. Inoltre la costruzione era di tipo modulare, novità assoluta per la RN. Il primo modulo assemblato dentro speciali capannoni uscì sopra un carrello da 400 t dal cantiere il 10 marzo 1995. In tutto vennero prodotte 8 sezioni entro il luglio 1995, lavorando celermente grazie alla produzione in parallelo. Il varo avvenne l'11 ottobre 1995. Ma durante il varo si danneggiò gravemente a causa del cedimento dei supporti. La riparazione comportò 29 mesi di tempo. Nondimeno arrivò il momento del battesimo: il 20 febbraio 1998 venne fatta un'apposita, solenne cerimonia con tanto della Regina presente. L'allestimento ebbe luogo in 18 mesi e alla fine la HMS Ocean arrivò a Devenport, Plymouth che era la sede del Commodore Amphibians Task Group. Il costo, a seguito dei problemi di cui sopra era aumentato a 170 milioni di sterline, ancora una cifra più che ragionevole.
La nave HMS Ocean è una nave possente, dall'aspetto particolarmente moderno e dalla linea notevolmente aggressiva, caratterizzata da uno scafo dall'alto bordo libero, con una carena simile a quella delle 'Invincible'. Vi sono due grandi pinne retrattili della Brown-Brothers, che per la prima volta nella RN sono di tipo retrattile.
Ma per quello che riguarda la parte visibile, la OCEAN è rimarchevole per l'applicazione estesa di tecniche di riduzione della segnatura radar (e certamente anche acustica e magnetica) per cui, per la prima volta una nave anfibia può contare, per esempio, su di uno scafo senza fiancate verticali, ma piuttosto, per quanto possibile svasato verso il basso con una netta curvatura verso la carena, mentre la plancia comando è preceduta da una specie di 'cofano' ovvero è arretrata rispetto alla sovrastruttura su cui si erge, che è posta alla destra del ponte di volo. Questa sovrastruttura è piuttosto piccola, con la plancia anteriormente che si allarga letteralmente sopra il ponte di volo in maniera asimmetrica rispetto al lato sul mare, un corto albero su base tronco-piramidale, il gruppo fumaioli, un altro albero che sostiene, a poppa della struttura, il radar 996 da scoperta aerea (l'unico sensore attivo importante della nave), e sui lati le bianche cupole dei sistemi satellitari SCOT. Esiste un ingresso laterale per i carichi a destra della nave, per gli imbarchi sul molo, ma per gli sbarchi in mare vi è anche una soluzione unica, che fa a meno del bacino allagabile pur essendo capace di scaricare veicoli anfibi in mare: è come se in questo senso fosse una via di mezzo tra le 'Iwo Jima' e le 'Tarawa' americane. Tale soluzione consiste in un portellone di scarico con un lungo ponte estensibile che si diparte dal centro della poppa, di tipo a specchio, molto squadrata (le IWO JIMA avevano una poppa a incrociatore), con una specie di pontone galleggiante che resta a galla sul mare, mentre i veicoli possono scendere da questa passerella, che in sostanza fa da tramite tra il ponte veicoli e il mare.
*Dimensioni: 203.4 m di lunghezza, 28.5 di larghezza al galleggiamento, 32.6 m di larghezza massima. Ponte di volo: 170x31.7 m
*Dislocamento: 21.578 t p.c.
*Apparato motore: un complesso di 2 turbodiesel con intercooler Crossley-Pielstik PC 2-6 V400 da 11.950 hp l'uno con riduttore (3:1) per due eliche a 5 pale su 2 assi. Velocità 18 nodi, autonomia 8.000 miglia a 15 nodi
*Sensori: 1 radar Type 996, 2 Type 1007, un ESM, un ESM/ECM, 8 lanciarazzi, una civetta antisiluro
*Armamento: 3 CIWS Phalanx, 4 cannoni da 20 mm.
La nave ha un totale di 6 punti di decollo per elicotteri, 6 punti di parcheggio che servono per un secondo lancio di elicotteri, 2 ascensori Mc Taggart-Scott da 50 t e 19 t di sollevamento. Ha un ponte veicoli con 40 Land Rover e 6 obici leggeri L118 da 105 mm, un ponte hangar collegabile tramite gli ascensori in un minuto. Il sistema motore è dato da un turbodiesel per ciascun asse, capace di portare la nave a 18 nodi in 19 minuti. La caratteristica per la nave è soprattutto quella del tipo di vettoramento: le eliche sono semplici, a passo fisso e allora per la retromarcia è stato ideato un espediente ingegnoso: il motore viene spento e ricollegato al riduttore ruotando in maniera inversa. Per gli spostamenti laterali è disponibile un propulsore trasversale Stone Vickers a prua. Vi sono anche 4 diesel generatori Ruston 12RKC da 2 MW l'un e anche un complesso di riserva Paxman 12V2 Vega da 890 kW. Tutti i sistemi sono controllati da apparati speciali a distanza, i motori da un MCC e i generatori da un sistema simile: entrambi sono forniti dalla Siemens e integrati nel sistema MCAS.
La nave ha 17 depositi per 180 t di armi e munizioni, e ha 4 impianti di desalinizzazione capaci di portare la produzione d'acqua di 320 t al giorno tutti insieme. 1.500 t di carburante sono contenuti in serbatoi per il gasolio e altrettanti sono di cherosene per i velivoli.
Tutto questo è controllato da un equipaggio di 316 uomini di cui 26 dei Royal Marines, mentre vi sono 680 uomini di cui 180 dello Ship Helicopter Squadron e 500 del personale di sbarco. Un massimo di altre 303 sono trasportabili in caso di necessità.
Il ponte di volo è totalmente collegato allo scafo, con una prua totalmente chiusa e raccordata col ponte, su cui si erge un CIWS Phalanx a mò di sentinella. Non vi sono molte armi a bordo, e solo per l'autodifesa. Altri 2 CIWS sono su mensole a poppa, e 4 mitragliere GAM-BO da 20 mm.
Il sistema di combattimento è l'ADAWS Mod.1, vi è un Matra-Marconi SCOT 1D SHF SATCOM, link 11 e 14 e predisposizione per il JTIDS ovvero il link 16. Il radar è un radar Siemens-Plessey Type 996, in banda E/F ovvero 2-4 GHz con antenna phased array da 30 giri al minuto che incorpora sistemi ECCM, comprato in 37 esemplari dalla RN anche per le fregate Type 23 e 42, nonché per le 'Invincible'. Le sue prestazioni, piuttosto riservate, parlano di una portata di 150 km contro gli aerei, contro i missili si arriva sui 20 km. Per il resto vi sono 2 Type 1007 della Kelvin-Hughes per scoperta superficie, navigazione e controllo elicotteri.
I sistemi di difesa EW sono l'ESM Racal UAT, una ECM attiva Type 675, 8 lanciarazzi sestupli del tipo Gnat da 130 mm. Questi sistemi meritano a loro volta una spiegazione dettagliata. Il primo è un apparato di ricezione passiva sulle onde radar, il secondo anche con due complessi d'antenna passiva con portata di 500 km, copertura di 360 gradi e alzo di 50, con capacità di ricezione passiva e di disturbo attivo se del caso. Infine la generazione di falsi bersagli con i lanciarazzi Sea Gnat, ha i seguenti razzi: l'Mk-214 Mod.1, Mk-216 Mod.1, la TALOS e la SIREN. La prima è per effetto 'seduzione', ovvero contro i missili che hanno già agganciato la nave si attiva simulando una falsa RCS del bersaglio e sperabilmente, attirando il missile su questa ombra piuttosto che sulla nave. La seconda è fatta da 3 carichi rilasciabili ad altezze diverse per ingannare un missile in cerca di obiettivi, la TALOS (Thermal Ant-Missile Launched Off Board Sensor) rilascia 5 decoy IR per ingannare i missili in avvicinamento, e la SIREN ha addirittura un motore a razzo ausiliario che porta a una certa distanza dalla nave un disturbatore attivo, che rimane in aria appeso a un paracadute: in pratica si tratta di una sorta di missile-civetta. Vi è infine anche un sistema antisiluro con esca rimorchiata.
Per le operazioni vi è il 9 Assault squadron dei Royal Marines, sciolto nel 1986 con la radiazione della Hermes e ricostituito nel 1997. Vi sono anche 4 LCVP Mk 5 in lega d'alluminio da 15 m, della Vosper-Tornycroft con 2 idrogetti PP170 con motori diesel Volvo Penta che consentono, in antitesi con i vecchi mezzi da sbarco di tempo bellico, ben 28 nodi. Trasportano 35 uomini o 1 Land Rover e cannone da 105 mm. Hanno anche un sistema satellitare GPS. Tutto questo rende parecchio diversa la loro capacità operativa rispetto ai precedenti Mk4 che avevano eliche normali e 9 nodi di velocità, penosamente lenta per sbarcare sotto il fuoco nemico. A parte questo la marina britannica può sbarcare gli stessi equipaggiamenti con maggiore rapidità con gli elicotteri Sea King Mk.4, ma sono presenti anche gli elicotteri Lynx e Gazelle. La HMS Ocean non ha un vero reparto aereo organico, ma si avvale del Commando Helicopter Force che dispone di 2 squadron, l'845 e 846 con i Sea King HC.Mk 4 e di uno, l'847 con i Gazelle e Lynx Mk.7. È possibile anche ospitare elicotteri più grossi se necessario. Un gruppo di volo di 8 Sea King, 2 Chinook, 2 Lynx e 2 Gazelle. È possibile tenere a bordo anche 15 Harrier, ma non supportarli in quanto ne mancano le predisposizioni logistiche.
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Quanto riguarda le due LPD, la '''Albion''' e la '''Bulwark''', sono le sostitute designate delle vecchie e valide 'Fearless' e 'Intrepid' (Classe Fearless), entrate in servizio nel 1965 e '67, ce he già nel 1981 si voleva togliere dal servizio (cosa che, se fosse avvenuta, avrebbe reso impossibile la riconquista delle Falklands)<ref>Mini, Maurizio: ''Albion e Bulwark'', RID maggio 2006</ref>. A causa di tagli conseguenti alla 'fine della Guerra fredda', la decisione definitiva di procedere con la costruzione delle due nuove navi anfibie slittò dal 1988 al 1991. Questo però non fu la fine delle difficoltà di maturazione del programma, ma piuttosto l'inizio.
Nel 1995 la VSEL venne dichiarata la vincitrice per l'appalto su queste due nuove navi. Il prezzo richiesto era di 589 milioni di sterline, ma questo era troppo per le tasche del MoD, così vennero ridotte le richieste in termini di specifiche e si ripiegò per una costruzione di tipo mercantile, tranne che per i sistemi di sicurezza. La cosa permise di realizzare due navi a 429 milioni di sterline, o almeno così si pensò. In realtà nel luglio 2001 venne stimato che la sola capoclasse sarebbe costata 385 milioni, e tutte e due alla fine vennero dichiarate come costanti 631 milioni, 359 la ALBION e 272 la BULWARK.
La costruzione iniziò nel 1997, con impostazione tuttavia avvenuta, molto simbolicamente oltretutto, solo il 23 maggio 1998 nei cantieri BAE Systems di Barrow-in Furness. Il varo avvenne il 9 marzo 2001 e l'allestimento è stato rapido, tanto che la capoclasse è stata provata in mare dal 16 dicembre 2002 e accettata in servizio il 4 aprile 2003, ma solo il 19 giugno entrò ufficialmente in servizio. Questo per la L-14 Albion; per la L-15 Bulwark si è trattato di aspettare il 27 gennaio 2000 per l'impostazione, il 15 novembre 2001 per il varo e servizio dal 12 luglio 2004, ufficialmente però solo il 18 maggio 2005. Sono state poi basate a Devemport, assieme alla HMS Ocean e alle future, 4 navi classe 'Bay' che sono le navi da sbarco logistiche che succedono alle 'Sir Tristan'.
Le 'Albion', incredibilmente, sono risultate molto più costose della HMS Ocean che pure è una grossa portaelicotteri: come è possibile? Il fatto è che si tratta di navi più sofisticate, capaci in particolare di operare come navi comando e controllo. In effetti hanno sia un bacino allagabile, sia la capacità di dirigere un gruppo anfibio, sia la capacità di far operare un gruppo di elicotteri. In pratica, sono molto simili alle radiate 'Fearless' e lo sono sia nella filosofia, sia nella forma. Del resto, i nomi che portano (appartenuti a due portaelicotteri) dicono molto della loro importanza. Inoltre, a differenza della 'Ocean', sono capaci di trasportare anche mezzi molto pesanti, come i carri Challenger 2.
Ecco le loro caratteristiche sintetiche:
*'''Dimensioni''': 176 m di lunghezza, 28.9 di larghezza, 6.1 immersione
*Dislocamento: 14.600-21.500 t p.c. e con il bacino allagato (sennç 18.500)
*'''Apparato motore''': 2 generatori da 6,62 MW con 2 diesel Wartsila Vasa 16V32E da 8377 hp, 2 generatori da 1.56 MW con 2 diesel Wartsila 14R32E da 2091 hp, 2 motori elettrici da 8.000 hp, 2 eliche da 4 m di diametro su due assi, e 1 motore prodiero da 294 hp
*'''Sensori''': 1 radar Type 996, 2 Type 1007, un ESM Racal-Thorn UAT, un ESM/ECM Type 675, 8 lanciarazzi Gnat, una civetta antisiluro
*'''Armamento''': 2 CIWS Goalkeeper, 2 GAM-BO1 da 20 mm, 2-3 elicotteri da trasporto Sea King HC.4 o Merlin HC.3
Si tratta di grosse navi simili a traghetti civili, con scafo dotato di bulbo prodiero, robustezza sufficiente per soddisfare gli standard militari, realizzate con costruzione modulare, in 5 moduli prefabbricati da 2.400 t l'uno, una certa attenzione alla riduzione della traccia radar (ma onestamente, molto di meno che sulla Ocean, pure precedente e più economica), con ponte di volo poppiero da 64 m. Il bacino allagabile, sotto questo ponte di volo, mentre nonostante la capacità elicotteristica non hanno alcun hangar, anche se hanno altre predisposizioni tecniche e manutentive per consentire l'operatività degli elicotteri per periodi abbastanza lunghi. Le sistemazioni delle sovrastrutture sono caratteristiche: la plancia in avanti, piuttosto bassa, proprio dietro il Goalkeeper di prua, una lunga sovrastruttura con due alberi di cui l'anteriore col radar di scoperta aerea e i due SCOT, entrambi (come sulle 'Fearless') curiosamente non allineati con l'asse della nave, ma spostati a sinistra, mentre i piccoli fumaioli sono due e a destra, senza essere dipinti in nero come accade per le parti alte degli alberi delle navi inglesi. Non manca nemmeno, sopra la plancia, un altro albero con una lunga 'terrazza' per sorvegliare visivamente a giro d'orizzonte fruendo di un punto d'osservazione più alto e meno ostacolato della plancia stessa, pure decisamente ampia. Il bacino ha 4 mezzi da sbarco Mk 10 o 2 hovercaft, i primi dei quali sono stati realizzati con un contratto da 20 milioni di sterline con dislocamento di 170-240 t, dimensioni 30x7.4x1.7 m, capacità di carico di 1 carro o 4 veicoli o 120 uomini, 2 motori diesel che danno 8.5 nodi di velocità e 1000 miglia a 8 nodi di autonomia, manovrati da un equipaggio di 7 uomini.
Dopo la consegna di 2 mezzi dai cantieri Aisla-Troon, questi vennero posti in liquidazione, e i rimanenti 8 mezzi vennero costruiti dalla BER Systems (che deteneva la proprietà anche del cantiere originario) per altri 30 milioni di sterline. Oltre a questi veicoli pesanti, sul ponte sono presenti anche 4 Mk 5 per 35 uomini, 12 di questi vennero ordinati alla FBM Babcock Marine il 6 agosto 2001 per 9 milioni di sterline. Hanno un costo ancora ridotto, ma maggiore forse di quello che ci si potrebbe aspettare comparati a quelli più grossi: questo è dovuto principalmente per la loro costruzione in alluminio, nonostante la quale stazzano 24 tonnellate, 15.7 m x 4.3 m come dimensioni, con 390 km di autonomia e 24 nodi di velocità (o 28?). Vi è poi un portellone di carico su ciascun lato per veicoli pesanti, che consente lo sbarco su banchine, e un ponte garage di 550 m2 per 6 carri o 16 autocarri da 2 t o 36 veicoli di piccole dimensioni o altre combinazioni. Non sembra molto, ma è il doppio delle 'Fearless'.
Quanto ai motori, questi sono molto innovatori e anche molto costosi, essendo per la prima volta per la RN di tipo elettrico e completamente integrato, capaci di dare 18 nodi (appena sufficiente come velocità massima, a dire il vero) e 14.800 km di autonomia, il tutto controllato da un sistema automatizato CAE Electronics. Il sistema ECM e di scoperta di bordo è praticamente uguale a quello della OCEAN, cosa non stupefacente dato che sono quasi coeve. Come navi comando dispongono invece di un sistema C3 GEC-Marconi ADAWS 2000 CMS, un CSS e un ICS per le telecomunicazioni, mentre il CSS è compatibile per i nuovi sistemi di comando e controllo JSCS (Joint Services Command System). In tutto vi sono 73 postazioni di lavoro con display a cristalli liquidi e il software è il Windows, abbinato a computer commerciali (IBM?). Il contratto per lo sviluppo del CSS (Combat Management System) venne dato alla EDS Defence nell'agosto mentre l'ICS è dell'oramai lontano 1994 alla MEL per 35 milioni di sterline (da solo circa il 10% del costo delle navi), e installato anche sui LCU Mk.10, quelli ospitati nel bacino allagabile.
Da notare che per l'armamento di autodifesa si è tornati ai Goalkeeper, più costosi dei Phalanx della OCEAN, ma anche meno numerosi e più efficaci.
Infine, quanto riguarda l'equipaggio di bordo, vi sono solo 325 persone, contro le 550 della HMS Fearless, ed è possibile ospitare 305 soldati e anche 710 per brevi periodi (e che dire della FEARLESS, quando arrivò durante la Guerra delle Falklands a ospitare più di 1.500 persone?), mentre vi sono apprestamenti moderni sia per ospitare le truppe, sia per farle muovere: per esempio corridoi abbastanza larghi da passare con l'equipaggiamento al completo addosso, incluso quello artico, e tunnel telescopici per arrivare direttamente al ponte di volo o ai mezzi da sbarco del ponte (un poco come quelli usati per far uscire ed entrare le squadre di calcio negli spogliatoi), onde raddoppiare nel complesso la velocità di movimentazione truppe.
Nel suo complesso, tutto questo rende possibile per la RN una formidabile capacità di assalto anfibio senza pari in Europa, con 7 navi (quando arriveranno anche le 'Bay') perfettamente adatte alle sue esigenze, nonostante la necessaria standardizzazione su costruzioni di tipo 'commerciale' per ridurre i costi.
==Fonti==
<references/>
[[Categoria:Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo|Regno Unito]]
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Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Iran-2
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text/x-wiki
{{Forze armate mondiali}}
==2008==
Le F.A. iraniane attualmente spendono 6,3 mld di dollari (2007) per le proprie esigenze, e sono comandate formalmente dall'Ayatollah Ali Khamenei, con comandante di Stato maggiore Gen. Salehi. Le spese sono pari al 2,5% del PIL, effettivamente non molto per una nazione così apparentemente bellicosa: i problemi sociali dati da una popolazione giovane e in continua crescita evidentemente 'drenano' gran parte delle risorse. Si pensi, per paragone, a nazioni come l'URSS, che a suo tempo spendeva oltre il 10% del proprio PIL: ma anche gli USA, 25 anni fa, arrivavano agevolmente al 6%, GB, Germania, Francia, Australia oscillavano attorno al 3%, mentre a tutt'oggi vi sono nazioni 'guerriere' come l'Eritrea e la Corea del Nord che hanno percentuali di spesa pubblica per gli armamenti tali da lasciare alla fame e alle carestie i loro abitanti. Addirittura, i nuovi programmi d'armamento dell'Irak (che, notizia recente -2010- potrebbe comprare fino a 90 F-16 nda) sono tali da superare in valore quelli iraniani, anche se va detto che Baghdad deve praticamente ricostruire da zero le proprie F.A..
Le industrie locali sono molto sviluppate, concentrate per lo più nel DIO, Defense Industries Organization, ma di questo abbiamo già parlato. In tutto sono circa 945.000 elementi più la polizia e la riserva. Le F.A. sono numerose, consistendo nell'Aviazione, marina, Esercito, e i Pasdaran, con le relative branche. In tutto vi sarebbero circa 820 mila effettivi nelle forze regolari, di cui 650.000 nell'esercito. La Marina della Repubblica islamica ha 70 mila effettivi e 100.000 sono nell'aviazione, da cui è stata filiata recentemente la Difesa aerea come unità indipentente e in stile sovietico. A questo si aggiungono circa 125 mila guardie rivoluzionarie (Pasdaran), che sono relativamenet poche, ma che controllano i volontari delle milizie Basij, un numero sterminato di persone (anche donne) che in caso di guerra totale formerebbero addirittura 2.500 battaglioni. Si tratta delle forze paramilitari più grandi del mondo e nell'insieme l'Iran è la nazione definita (dagli USA, precisamente dal gen. Abizaid) come la nazione più potente dell'area, inclusa la pur armatissima Arabia Saudita [[:w:en:Military of Iran]].
[[File:Military expenditures-Iran.png|450px|right]]
Un risultato di tutto rispetto visto che fino all'era Pahlavi la Persia quasi non aveva u nesercito, formato poi rapidamente con l'aiuto occidentale. Furono poi britannici e sovietici ad invadere, senza quasi sforzo, la nazione nel '41, per i timori che potesse dare appoggio alle mire dell'Asse (dopo la rivolta irakena, la cosa era tutt'altro che improbabile, e i bersagli sarebbero stati i campi di petrolio del Caucaso). Nel dopoguerra, circa 1.500 iraniani supportarono l'Oman contro la ribellione del Dhofar (anni '60-70), vi furono missioni come quelle ONU in Congo e Golan, e poi il confronto sempre più aspro con l'Irak, culminato poi nella Prima guerra del Golfo. Attualmente l'Iran cerca di mantenersi con armi sia proprie che di fornitura orientale, per esempio 29 sistemi Tor-M1 (SA-15) recentemente comprati. Nel mentre, restano in alto mare altre importanti commesse, come gli S-300 (SA-10) che potrebbero difendere le installazioni strategiche (nucleari in particolare) dell'Iran, e per i quali ancora oggi (2010 nda) non c'è stata autorizzazione, date le fortissime pressioni americane e israeliane, il che fa presagire il concreto rischio di un'incursione aerea e missilistica contro l'Iran, oramai paventata da anni a questa parte.
Il budget non è così elevato, tanto che si parla di circa 91 dollari per abitante dedicati ogni anno alla Difesa, meno di qualunque altra nazione del Golfo, ma alta in termini assoluti data la popolazione complessiva. Il PIL è sacrificato in maniera marginale, tanto da essere tale valore (2,5%) superiore solo a quello dedicato dagli EAU alla Difesa, tra tutti gli Stati della regione. L'industria della Difesa contribuisce a far fruttare questi soldi spesi (quest'anno pare che l'Irak spenderà più denari dell'Iran per il settore militare, per esempio), anche nel settore tecnologico e commerciale. Già nel '73 nacque la IEI, Iran Electronics Industries, e ben presto vennero fuori altri importanti realtà per supportare l'ammontare di armi disponibili e produrne delle altre. Tra le iniziative della prima fase, la copiatura di BM-21, SA-7 ed RPG-7, tutte armi orientali ma diffuse ed apprezzate anche nell'occidentalizzato Iran. Prima, negli anni '70, gli affari iraniani erano stati soprattutto con l'Occidente, tanto che i soli acquisti negli USA arrivarono a 8 mld e molto di più era previsto in futuro, tanto da allarmare il Congresso americano che rinforzò una legge sull'export del '68 ridenominandola Arms Export COntrol Act, ma non fermò totalmente la marea di armi americane che le industrie erano ben felici di riuscire a piazzare, per non dire di quelle europee. Per esempio la Grumman era riuscita nell'impresa di piazzare il proprio F-14, aereo costosissimo per l'epoca, battendo la MDD con l'F-15 e conquistando un po' di ossigeno, a maggior ragione necessario dopo la frenata delle spese militari post-Vietnam. Negli anni della guerra, supportato solo da pochi (Cina, Libia, Corea del Nord), l'Iran si è degradato notevolmente quanto a capacità, ma ha fatto di necessità virtù e dagli anni '90 ha cominciato a fabbricare anche armi e sistemi importanti, come radar e carri armati. Per non parlare dei missili, una proliferazione impressionante di tipi, dai razzi d'artiglieria e controcarri a quelli balistici a medio raggio. Ora vi sono anche gli UAV, uno dei quali usato (venne abbattuto) anche su Israele, e un altro, nel 2006, spiò senza essere avvistato la potente portaerei USS R.Reagan per 25 minuti, prima di ritornare alla base. I programmi missilistici iraniani sono un continuo allarme per l'Occidente, soprattutto quando nel novembre 2006, durante le esercitazioni di quell'anno, vennero tirati tra l'altro missili Shahab-2 e 3, e sebbene queste armi non superino i 1.400 km di portata, e non abbiano testate più pericole di quelle a submunizioni, pare che vi siano programmi per lanciare anche missili intercontinentali, come il progetto Ghadr-110 da circa 3.000 km. Del resto, avendo l'Iran la capacità di lanciare satelliti (progetto IRIS) la possibilità di un 'doppio uso' dei vettori è praticamente implicita.
Quanto alle armi speciali, ovvero le WMD, nonostante le varie accuse, soprattutto israeliane, sul loro sviluppo, nel 2006 la IAEA non trovò evidenza dello sviluppo di ordigni nucleari da parte delle pur consistenti infrastrutture nucleari iraniane. Del resto Israele non permette a nessuno di visitare le proprie ed è noto per possedere un ammontare non dichiarato di ordigni atomici e resta per ora l'unica potenza nucleare della regione. Le armi chimiche sono state dichiarate inammissibili almeno con la convenzione firmata nel 1997, e gli Iraniani non hanno nessuna simpatia per tali armi che a loro causarono innumerevoli perdite e sofferenze, tanto che, contrariamente a tante altre nazioni che invece sono interessate a sviluppare le capacità nel settore, si sono dichiarati apertamente contrari al loro uso e produzione e non sono noti utilizzi o anche produzioni iraniane. Del resto, vi sono ancora oggi circa 30 mila iraniani che hanno le conseguenze, spesso con esiti letali, delle armi chimiche usate dagli irakeni per arrestare le 'ondate umane' di iraniani. I medici iraniani sono con ogni probabilità i più esperti nel settore, specie con le conseguenze del 'gas mostarda' ampiamente usato dagli irakeni, a loro volta forzati a queste soluzioni data l'inferiorità numerica (l'Iran è 3 volte più popoloso dell'Irak). Quanto alle armi biologiche, queste vennero messe fuori legge già ne 73 mentre al contempo sono presenti dei programmi avanzati per la produzione dei vaccini, anche destinati all'export, per controllare eventuali problemi di questo tipo. Naturalmente è estremamente pericoloso lavorare con i bacilli e si fa presto a sviluppare armi biologiche, anche in maniera inconsapevole, con il loro maneggio. In tal senso le armi biologiche sono forse e di gran lunga le più pericolose, capaci di sviluppare infezioni anche letali e persino pandemiche (vi sono state molte voci, per esempio, sull'origine dell'AIDS/HIV). Se non altro, sono anche le più difficili da realizzare, a meno che non si disponga già degli organismi patogeni. Pare che nei mesi scorsi, terroristi islamici in Algeria sono rimasti uccisi da un'infezione a cui stavano lavorando in un laboratorio, forse la peste. Questo per dire come sia possibile a tutt'oggi lavorare su bacilli altamente patogeni e contagiosi in ogni angolo della Terra, e di come sia difficile contrastare tale minaccia.
===Aviazione (IRIAF)<ref>dati wiki.en e per l'OrBar, Scramble.nl</ref>===
La Persia ebbe nel 1923 eletto come primo ministro Reza Khan, nel '34 cambiò nome in Iran e durant la II GM venne invasa da britannici e sovietici subito dopo la rivolta irakena. Khan fu mandato in esilio in Sud Africa, ma il figlio, Ariamehr Mohamerd Reza Paklavi divenne il successore del padre e un convinto sostenitore dell'Ovest. Nel '51 però venne eletto Mohammad Mossadeq, democraticamente eletto, ma dato che voleva il controllo delle risorse petrolifere nazionali, a scapito delle 'potenze' esterne, queste pensarono bene di organizzare un colpo di stato rovesciandolo 27 mesi dopo, agosto 1953, mandando il fedele Reza nuovamente al potere. Questi divenne Shah e pensò di costruire una potenza militare senza paragoni nell'area, ma nel '79 venne cacciato via da una folla sempre più esasperata e violenta, contraria alla sua autocrazia e agli abusi della sua Savak, la temuta polizia segreta. I manifestanti erano felici di avere cacciato via lo Shah, che se ne andò con una serie di Boeing di cui uno pilotato da lui stesso, sebbene fosse già gravemente malato. L'occidentalizzazione sotto la sua influenza non durò più di lui: i rivoltosi erano entusiasti ma non erano organizzati, tranne il clero, che con il ritorno di Khomeini prese decisamente il potere, trasformando l'Iran in una nazione teocratica. Forse non sarebbe durato a lungo, ma l'attacco degli irakeni, a loro volta in difficoltà per i continui scontri al confine, compattò l'opinione pubblica contro l'invasore esterno, mandato dal 'Grande Satana' americano. Così, anche scomparso i l4 giugno 1989 Khomeini, poco dopo la fine della I Guerra del Golfo (e l'odiato nemico Saddam Hussein, il 'piccolo Satana'), il regime è rimasto, e soprattutto l'Iran è rimasto uno 'Stato canaglia', specialmente temuto per la probabile minaccia che eventualmente porrebbe ad Israele (che peraltro è già una nazione nucleare e missilistica). In questo ambiente, l'amministrazione Bush non è stata d'aiuto nello 'smorzare gli animi', esasperati ancora di più dalla battaglia di Gaza con cui praticamente si è inaugurata la presidenza Obama. Attualmente le cose sembrano andare meglio, e forse le peggiori previsioni, tra cui un attacco israeliano diretto ai reattori iraniani, non si verificheranno grazie alla manifesta opposizione di Obama (ricordata anche recentemente a Nyetanyhau). Staremo a vedere se l'attuale presidente Ahmajad riuscirà ad essere sufficientemente diplomatico ed evitare una guerra che nessuno sembra desiderare seriamente.
Le denominazioni delle F.A. persiane:
*IIAF -Imperial Iranian Air Force (anni '20-feb '79)
*IIAA - Imperial Iranian Army Aviation, IIAA
*IIN - Imperial Iranian Navy
Iran post-rivoluzionario:
*IRIAF - Islamic Republic of Iran Air Force
*IRIAA - Islamic Republic of Iran Army Aviation
*IRINA - Islamic Republic of Iranian Navy Aviation
*IRGCAF - Iranian Revolutionary Guard Corps Air Force (Pasdaran-e Inqilab)
*IRGCN - Iranian Revolutionary Guard Corps Navy
Per quello che se ne sa, l'aviazione iraniana iniziò negli anni '20 con aerei DH-82 Tiger Moths, e altri tipi successivi, come i veloci Hind e Fury, negli anni '30. Nel '55 la IIAF, ora indipendente dalla sua precedente condizione di aviazione dell'esercito, ebbe invece grandi quantità di aerei, di cui sopra si è già parlato, tra cui 140 F-5E e 28 F-5F, più i meno recenti F-5A e B e naturalmente i vari F-4, F-14, C-130, AH-1, e gli inusuali Bell 214.
Dopo l'inizio della guerra vi furono varie consegne occidentali, come 35 Pilatus PC-7 (da cui lo 'scandalo Pilatus', perché gli Svizzeri non erano autorizzati a fornire armi all'Iran in guerra e questi aerei potevano essere armati, sia pure leggermente), 15 PC-6 e 15 EMB-312, il tutto tra il 1983 e il 1990, ma a parte questo vi furono importanti forniture americane (che pare riguardarono anche fino a 23 cellule di F-4E) poi esplose con lo scandalo 'Irangate', che quasi mandò sotto inchiesta anche Reagan. I Cinesi ebbero meno problemi e fornirono tra l'altro F-7, HQ-2, missili antinave Silkworm e altro ancora, mentre dopo la guerra i Sovietici vendettero An-74, Su-24, MiG-29 e Il-76. Poi arrivarono oltre 100 aerei irakeni in fuga dall'Irak sotto bombardamento, di cui Mirage F.1, Su-24, MiG-29 e Su-25 sono stati messi in servizio, così come anche aerei come gli Il-76.
Mentre durante la guerra venne già appurato che gli iraniani erano riusciti a produrre parti di ricambio per gli F-14, per mantenerne alcuni in efficienza, e così è stato fino ad oggi. Gli americani si accorsero della 'persistenza' in servizio degli F-14 già negli anni '80, quando sospettavano un mercato illegale di parti di ricambio verso di questi (evidentemente tra i suoi aiuti non erano compresi i pezzi per gli F-14 e tantomeno le loro armi). Nel 2002, alla manifestazione aerea di Khoramshahr vennero rivelati nuovi mezzi, prodotti soprattutto dalla IAMI e dalle Guardie Rivoluzionarie:
*Il Simorgh, ovvero un F-5A e B convertito ad Isfahan
*Lo Shafagh, un addestratore avanzato biposto e da attacco, una specie di Yak-130 prodotto in loco, che alla fine verrà prodotto in una versione biposto d'addestramento avanzato e due d'attacco monoposto.
*Il Parastu, ovvero la copia del Beech F33 Bonanza
*Azarakhsh (Lightning), una copia dell'F-5E
*JT2-2 Tazarv, un altro addestratore avanzato
*LO Shahed 274, una sorta di elicottero leggero basato sul Bell 206
*Lo Shavabiz 75, copia del Bell 214C
*Project 2061, una copia del Bell 206
*Project 2091, un AH-1J aggiornato
*Iran-140, ovvero l'An-140 prodotto su licenza
Più tanti altri programmi, come l'esperimento dei missili HAWK dagli F-14. Nel 2003 vari Su-25 vennero consegnati all'IRGCAF ma non si sa dove vennero reperiti, quel che è certo è che ce n'era bisogno visto che dall'Irak ne erano giunti solo circa 5 esemplari, troppo pochi per una squadriglia.
Tra gli aerei iraniani, vi è anche almeno un Il-76MD 'Simorgh' che è il tipo AEW, prima chiamato Adnan-1 in Irak, da dove scappò nel 1991. Questo fa dell'IRIAF una delle poche forze aeree a tutt'oggi con una loro componente AEW.
Le basi sono queste (denominazione occidentale):
*1st Tactical Air Base, Tehran Mehrabad (OIII)
*2nd Tactical Air Base, Tabriz (OITT)
*3rd Tactical Air Base, Nojeh/Hamadan (OIHH)
*4th Tactical Air Base, Vahdati/Dezful (OIAD)
*5th Tactical Air Base, Shahid Ardestani/Omidiyeh (OIAJ)
*6th Tactical Air Base, Bushehr (OIBB)
*7th Tactical Air Base, Shahid Dastghaib/Shiraz (OISS)
*8th Tactical Air Base, Shahid Beheshti/Esfahan (OIFM)
*9th Tactical Air Base, Bandar Abbas (OIKB)
*10th Tactical Air Base, Kangan/Chah Bahar (OIZC)
*12th Tactical Air Base, Shahid Asyaee/Masjed Suleyman (OIAI)
*13th Tactical Air Base, Gayem al-Mohammad (OIxx)
*14th Tactical Air Base, Hashemi Nejad/Mashhad (OIMM)
*Tehran-Ghale-Morghi (OIIG)
*Shahid Ashrafi Esfahani(Bakhtaran e Kermanshah) (OICC)
*Tehran-Doshan/Tappeh (OIID)
*Zahedan (OIZH)
*Masjed Suleyman (OIAI) (Shahid Asyaee)
*Aghajari (OIAG)
*Kerman (OIKK)
*Mahabad (OI??)
*Ahwaz (OIAW)
*Khorramshahr (OI??)
*Khark Island (OIBQ)
*Nou Shahr (OINN) (Noshahr)
*Abamusa Island (OIBA)
*Badr (OIFP) (Sepah Air Base)
Accanto all'IRIAF vi sono anche la IRIAA, l'aviazione dell'esercito rivoluzionario, che negli anni '70 era arrivata ad un numero enorme di mezzi, tra cui ben 300 Bell 14, oltre 200 AH-1, e un lotto di elicotteri italiani (grazie ai 'buoni uffici' dei Savoia, amici dei 'Reali' persiani), ben 185 AB 206, 100 AB205 e 66 CH-47C, sicuramente la maggiore commessa mai ottenuta dall'Agusta. Poi c'erano aerei che andavano dai Cessna O-2 e 185 ai 310, e infine ai Falcon 20E, Aerocommander e F-27; in seguito, dopo la rivoluzione, sono anche arrivati degli Y-12 cinesi.
L'IRINA, la Islamic Republic of Iran Navy Aviation ebbe anch'essa una massa di elicotteri italo-americani, con vari AB212ASW e circa 20 SH-3D, più vari elicotteri pesanti RH-53D, e anche qui, AB-205 e 206. Per il resto vi sono Falcon 20E e F27-400M.
The Islamic Republic of Iran Navy Aviation (IRINA)
The principal attack and ASW role of the IRINA is executed by its 20 or so SH-3D Sea Kings, supported by a number of AB212ASWs. It also has some heavy-lift RH-53Ds and for liaison purposes it has Agusta built AB205As and AB206As. The Navy Patrol Squadron is equipped with Dassault Falcon 20Es and Fokker F27-400M.
[[File:IranairforceAn74T.jpg|350px|right|thumb|Un acquisto relativamente recente, l'An-74T]]
'''Comando Aereo Occidentale'''
*Tehran-Mehrabad (OIII), 3962 ft slm: 1st Tactical Air Base.
:11 TFS, MiG-29A (10),MiG-29UB (4)
:Saeghe Station, F-5E Saeghe (3)
:Base flight/SAR sq Bell 214B (7)
:Transport Wing
::11 TAS, C-130E (4) e C-130H (7)
::Transport sq, B707-3J9C Tanker (1),
B747-131 Tanker (2),
B747-131 (2),
B747-270 (1)
::11 Helicopter Transport sq, CH-47C (2)
::Support sq, Falcon 20F (3), F27-400M (3), F27-600 (1)
::VIP sq, B707-386C (1),B707-3J9C (1),Falcon 50 (2)L-1329 (1),AB212 (3),Bell 412 (2)
::Recce sq, B707-3J9C (Elint) (1),RC-130H (1)
La base è anche la principale officina per le riparazioni degli F-14A grazie alle Iranian Aircraft Industries (IACI) e all'IHSMC, ovvero Iranian Helicopter Support and Manufacturing Company.
*Tabriz (OITT)/2nd Tactical Air Base, 4459 ft slm:
:21 TFS, F-5E (18) e F-5F (4)
:23 TFS, MiG-29A (8) e MiG-29UB (3)
:Base flight/SAR sq, Bell 214
È il QG del Comando elicotteri settentrionale e del supporto logistico per gli UAV.
*Hamadan (OIHH)/Nojheh, Shahrokhi, 3rd Tactical Air Base, 5.524 ft slm
:31 TRS, RF-4E (4)
:31 TFS, F-4E (14)
:Base flight/SAR sq, Bell 214
In questa base sono anche conservati circa 15 Su-20 e 22 scappati nel '91 dall'Irak. Gli F-4 sono anche talvolta indicati come parte del 32 TRS.
*Dezful (OIAD)/Vahdati/4th Tactical Air Base, 500 ft slm.
:41 TFS F-5E (10)
:43 TFS F-5F (11)
:Base flight/SAR sq Bell 214
*Omidiyeh (OIAJ)/Shahid Ardestani, 5th Tactical Air Base, 85 m slm:
:51 TFS, F-7M/FT-7N
:52 TFS, F-7M/FT-7N
:53 TFS, F-7M/FT-7N
La base ha la particolarità di essere operata interamente sotto il controllo delle Guardie rivoluzionarie iraniane (IRGCAF) dal 2008, con il trasferimento dei caccia F-7 prima ad Esfahan e poi ancora, nel 2009, ad Omidiyeh.
*Shiraz (OISS)/ Shahid Dastghaib (Siraãz), 7th Tactical Air Base e 4.920 ft slm:
:72 TFS, Su-24MK (~25)
:Training sq, PC-6/B2-H2 (8)
:Base flight/SAR sq Bell 214 (2)
:Transport Wing
::71 TAS, C-130E (6) e C-130H (5)
::72 TAS C-130E (6) e C-130H (5)
::73 TAS Il-76TD (6) e Il-76 i/a (1)
::71 ASW sq, P-3F (4)
I C-130H, ospitati in una ex-base da caccia come questa, formano qui lo stormo trasporti che è la base del trasporto dell'IRIAF.
*Esfahãn (OIFM)/Shahid Beheshti, 8th Tactical Air Base, 5.072 ft slm:
::81 TFS, F-14A (~17)
::82 TFS, F-14A (~17)
::85 TFS, F-5A (3) e F-5B (8), più alcuni FT-7N
::Training sq, PC-7 (~35)
::Base flight/SAR sq, Bell 214
'''Comando aereo meridionale''':
*Bushehr (OIBB)/6th Tactical Air Base, 112 ft slm:
:61 TFS, F-4E (~10)
:62 TFS, F-4E (~10)
:Base flight/SAR sq Bell 214
*Bandar Abbas (OIKB)/9th Tactical Air Base, 22 ft slm:
:91 TFS, F-4E (~6)
*Chahbahar (OIZC)/Kangan, 10th Tactical Air Base, 24 ft slm
:101, TFS F-4D (5), aggiornati dalla IACI nel 2008
'''Comando aereo orientale''':
*Birjand (OIMB)/Gayem al-Mohammad, 13th Tactical Air Base. 5.041 ft slm
*Mashhad (OIMM)/Hashemi Nejad, Imam Reza; 14th Tactical Air Base, 3.270 ft slm:
:141 TFS, Mirage F-1EQ/BQ (12), F-5E (3), F-5F (3)
:Infrastrutture di riparazione
*Zahedan (OIZH)/11th Tactical Air Base, 4.520 ft
*Kooshk-e-Nosrat (OIIC), 2.900 ft slm.
*Training sq, Beech F33A/C
'''Iranian Revolutionary Guard Corps Air Force (IRGCAF)'''
*Tehran Mehrabad (OIII)/1st Tactical Air Base, 3.962 ft slm
:Transport sq, An-74T-200 (7), An-74TK-200 (4), Il-76MD/TD (3), VIP sq Falcon 20E (1),
:Support sq, Y-12-II (1)
:Helicopter Transport sq, Mi-17/171 (1)
*Mashhad (OIMM)/Hashemi Nejad, Imam Reza/14th Tactical Air Base, 3.270 ft slm:
:Transport sq (det.), An-74T-200, An-74TK-200,Il-76MD/TD
*Shiraz (OISS)/Shahid Dastghaib (Siraãz)/7th Tactical Air Base, 4920 ft slm:
:Fighter sq, Su-25K (7),Su-25UBK (3)
:Training sq, EMB312A (~10)
:Support sq, Y-12-II (7)
:Helicopter sq, Mi-17/171 (2), AB206A (~5)
È la principale base dell'IRGCAF.
*Fath (OIIF)/Faraj
:Helicopter Transport sq, Mi-17/171 (11), Bell 214A (1), AB205A (5)
:Attack Helicopter sq, AH-1J TOW Tiztak 2091 (~12), AH-1J TOW (1), AH-1J (2)
:Training & Recce Helicopter sq, AB206B (~5),Shahed 274 (1),Shahed 278 (3),Schweizer 300 (5)
*Badr (OIFP)
:Training sq, O-2A (~2), EMB312A
*Nasr (OIFK)
:Training sq, MFI-17 Mushshak (8)
*Bandar Abbas (OIKB)/9th Tactical Air Base, 22 ft slm
:Support sq (det.) Y-12-II (~1)
*Bushehr (OIBB)/6th Tactical Air Base, 112 ft slm
:Support sq (det.), Y-12-II
*Ahwaz (OIAW), 64 ft slm
:Helicopter sq (det.) Mi-17/171
*Fajr, centro d'addestramento per l'IRGCAF
'''Islamic Republic of Iran Army Aviation (IRIAA)'''
*Tehran Mehrabad (OIII)/1st Tactical Air Base, 3962 ft slm:
:Transport sq, F27-400M (1), F27-600 (1),
:VIP sq, Falcon 20F (1)
:Support sq, RC690
*Tehran Ghale-Morghi (OIIG), 3.750 ft slm
:Transport sq, Bell 214A (7)
*Badr (OIFP)/
: 1 Transport sq, CH-47C (~20)
: 4 Assault sq. Bell 214A
: 1 Attack sq, AH-1J, AH-1J(TOW)
: 1Training sq, AB205A,AB206,AH-1J
*Shahid Vatanpoor/Esfahãn Helifield, 5310 ft slm
:Central Training School
: 2 Training/Reconnaissance sq, AB205A e AB206
: 2 Training/Transport sq, CH-47C (~5)
*Kermanshah (OICC)/Shahid Ashrafi Esfahani/Bakhtaran, 4.307 ft slm, 1st Support & Assault Group
:2 Assault sq, Bell 214A/B
:1 Attack sq, AH-1J, AH-1J(TOW) (~15)
:1 Reconnaissance sq, AB206
*Masjed Suleyman (OIAI)/Shahid Asyaee/12th Tactical Air Base, 1187 ft slm, 2nd Support & Assault Group
: 1Assault sq ,(~10) Bell 214A
: 1 Attack sq AH-1J, AH-1J(TOW) (~10)
: 1 Reconnaissance sq, AB206 (~5)
*Kerman (OIKK)/5.736 ft slm, 3rd Support & Assault Group
: 2 Assault sq, Bell 214A (~30)
: 1 Attack sq, AH-1J, AH-1J(TOW) (~10)
: 1 Reconnaissance sq, AB206 (~13)
*Mashhad (OIMM)/Hashemi Nejad, Imam Reza, 14th Tactical Air Base, 3.270 ft slm : 5th Support & Assault Group
:1 Assault sq Bell 214A (10)
:1 Attack sq AH-1J (5)
:1 Reconnaissance sq AB206 (5)
*Zahedan (OIZH)/11th Tactical Air Base, 4.520 ft
:Assault sq, Bell 214A (~3)
:Attack sq, AH-1J (~3)
:Reconnaissance sq, AB206 (~1)
'''Islamic Republic of Iranian Navy Aviation (IRINA)'''
*Bushehr Heliport
:Helicopter Transport & SAR sq, RH-53D (2), AB212ASW (~6)
*Bandar Abbas Navy field
:Transport & Navy Patrol Squadron, F27-400M (1), F27-600 (1), ASW sq SH-3D (12), Helicopter Transport & SAR sq RH-53D (1), AS-61A-4 (1), AB212ASW (~6)
'''Iranian Revolutionary Guard Corps Navy Aviation (IRGCNA)'''
*Bandar Abbas Navy field
*Helicopter Transport sq Mi-171 (5)
'''Islamic Republic of Iran Police Aviation (IRIPA)''' e
''' Islamic Republic of Iran Defence Forces Aviation (IRIDFA)'''
Basate per lo più a Ghale-Morghi, vicino a Teheran, ha complessivamente 6 Mi-171, 1 U-17, 4 RC690, 1 CE 310L, 4 Bell 214, 15 AB 205, 9 AB206, 4 AB212.
I tentativi russi di fornire un buon numero di aerei sono andati a vuoto per larga misura, per esempio MiG-27, 31, Su-27, e nel 2006 si è persino sentito dire che i 21 F-16 venezuelani sarebbero stati offerti all'Iran; anche stavolta gli USA, che già si erano opposti pesantemente alle vendite russe, si sono opposti anche a questo eventuale contratto. Nel 2000-2006, peraltro, la Russia ha già venduto 6 Su-25UBK, 12 Mi-171Sh, 21 Mi-171, 3 Mi-17B e un programma di 700 mln di dollari per modernizzare al meglio possibile MiG-29 e Su-24.
Dopo il 1979 l'IRIAF non è cambiata molto, per lo più sciogliendo alcuni squadroni e spostandone altri, talvolta formandone altri, con il concentrarsi degli F-4D a Shiraz, mentre due squadroni di F-4E mossero da lì a Hamedan, e uno di F-14 a Merhabad. Negli anni '90 non si sono registrate modifiche, anche se, con la maggior parte degli aerei ultratrentenni, la possibilità che molti di essi restino efficienti è dubbia. Gli F-4D, i quali stranamente continuano ad essere in servizio (eppure, erano solo 32 contro 177 F-4E), sarebbero ridotti ad appena 5 aerei efficienti. Pochi gli aerei cinesi, russi e irakeni per quella che una volta era una delle più potenti e moderne aviazioni mondiali. Per aggiornare la flotta si sono prese le strade più diverse, a parte risollevare l'antico sogno di possedere degli F-16 grazie all'offerta (provocatoria?) di Chavez, poi finita nel nulla. Israele fa propaganda in ogni modo contro l'Iran e il Jerusalem Post si è spinto ad ipotizzare la compera di ben 250 Su-30MKM e 20 Il-78, un contratto che ben difficilmente sarebbe adatto ad essere esercitato da una qualunque nazione dato il valore astronomico (dell'ordine delle decine di mld di dollari) e i tempi di consegna (presumibilmente oltre 10 anni). Si è persino supposto che il primo aereo venne consegnato per la fine del 2007, ma iraniani e Russi negano tutto. È interessante anche la produzione cinese, per aerei senz'altro meno capaci (a parte l'accusa russa alla Cina di avergli clonato i Su-27/J-11, ma questa è un'altra storia), ma meno costosi; si dice che sarebbe pronto un contratto per due squadroni e 24 J-10 (1 mld di dollari), stando ad alcuni lanci di stampa, ma anche qui vi è stata una netta negazione; idem per i leggeri e modesti JF-17 Thunder, ovvero l'FC-1, un velivolo tutto sommato semplice e non certo 'minaccioso' per Israele (fosse anche solo per il raggio d'azione), ma anche qui non ci sono conferme di forniture.
Ecco la stima dei caccia iraniani (efficienti):
*20 F-14A Tomcat
*40 MiG 29A/UB (35+5)
*47 F-4D/E Phantom II
*11 Dassault Mirage F1
*50 F-5A/B/E/F
*24 Sukhoi Su-24
*13 Sukhoi Su-25
*24 F-7M Airguard
La lista completa:
*20 Beech Bonanza F33C
*10 B.707-3, vari nelle versioni aerocisterna
*5 B747, alcuni versione cisterna
*4 Dassault Falcon 20 (1) e 50 (3)
*15 EMB-312 Tucano
*? Fajr-3 F.3
*14 Fokker F27-400 e 600M
* 8 Harbin Y-12
*? (25) DOrna Tazarv
*12 IAMI Parastoo
*HESA Simorgh
*17 Il-76 (2 del tipo AEW, ma non più operativi come tali)
*15 C-130
*1 JestStar II
*3 P-F Orion
* 5 T-33
*12 PC-6
*20 PC-7
*4 Rockwell Commander 690A
*23 PAC Mushshak
*18 F-6
*26 Socata TB
*14 Xian Y-7
*3 AB206A
*? Panha Shabviz 2061
*5 AB212
*2 AS-61A4
*25 Bell 214C
*4 CH-47C
* 8 Kaman HH-43 Huskie
*4 Mi-8
AIM-7 Sparrow, AIM-9 Sidewinder ,AIM-54 Phoenix ,Vympel R-27 ,Vympel R-73;
TL-10 (cinese equivalente dell'AS-15TT),TL-6 ,C-704 ,C-701, AGM-65 Maverick ,
BGM-71 TOW, più un sistema indigeno provato nel 2008 con un raggio di oltre 110 km;
Raytheon MIM-23 Hawk, Tor, S-200, S-300 (S-300PMU-1 e S-300PMU-2), Misagh-1, Misagh-2, RBS-70, SA-7 Grail, SA-16 Gimlet, SA-18 Grouse
===Esercito e forze di terra===
L'esercito Iraniano, ovvero l'Esercito Islamico della Repubblica dell'Iran o Artesh (Esercito), che nel 2007 aveva una forza stimata di 650.000 effettivi, e piuttosto stranamente, nonostante questa taglia solo 220.000 sono coscritti, mentre i riservisti sono solo 300.000 circa, non molti comparati rispetto alla forza di prima linea. Il servizio è di 18 mesi ma i compiti dei coscritti paiono essere relativamente limitati. L'Esercito si suddivide, dai tempi della Rivoluzione, in quello regolare e quello dei Guardiani della Rivoluzione o Pasdaran (IRGC).
Erede dei quasi 3.000 anni di storia dai tempi dei Persiani, con la dinastia Pahlavi (dagli anni '20) era arrivato ad essere la 5a forza di terra mondiale, specie durante gli anni '70, quando arrivò a 285.000 soldati suddivisi in 3 Corpi con QG a Teheran, Shiraz e Kermanshah (vicino l'Irak), con un quarto in formazione a Chah Bahar.
In tutto c'erano 3 divisioni corazzate e un'altra in formazione a Sistan Baluchestan, ognuna con sei battaglioni corazzati e 5 meccanizzati. Un'altra era in formazione per il quarto Corpo d'Armata. Vi erano anche 3 divisioni di fanteria, 2 della Guardia Imperiale e 4 brigate indipendenti, ovvero 1 corazzata, 1 di fanteria, una aviotrasportata e una di Forze speciali. Il comando dell'aviazione dell'esercito aveva oltre 200 elicotteri. L'operatività di queste forze era stimata all'85%, ovvero molto elevata.
Con la Rivoluzione le cose cambiarono drammaticamente, e molti ufficiali vennero epurati, spesso fucilati. Alle volte cercati ed uccisi in Paesi stranieri. Per un destino beffardo, l'ultimo capo dell'Esercito imperiale iraniano, il Gen. Gholam Ali Oveissi, fu ucciso da terroristi islamici a Parigi, nel 1984. Proprio la città in cui per tanto tempo poté stare indenne e al sicuro Khomeini dalla repressione dell'Impero. Il suo successore era il Gen. Gharebaghi, che di fatto contribuì con gli islamici, a sfasciare l'esercito. La rivoluzione iraniana fu un evento popolare e partecipato, ma lo Sha aveva distrutto tutte le opposizioni organizzate, specie con la sua famigerata Savak, la polizia segreta. Così le redini nel periodo post-rivoluzione furono prese dall'unica forza che esisteva in alternativa al governo, ovvero i religiosi, rimasti potenti anche nell'Iran laico e presto riorganizzatisi con quella capillare diffusione delle strutture religiose proprie dell'Islam. Per questo il Paese, da laico che era (almeno nelle città) scivolò rapidamente in un'esistenza di teocrazia, celebrando il ritorno di Khomeini dall'esilio come una grande vittoria. Come l'URSS nei primi anni '40, quando l'Iran fu invaso dall'Irak nel 1980 non c'erano rimasti molti ufficiali di valore a comandare. Peraltro gli scontri di frontiera esistevano da settimane e gli Irakeni non furono affatto 'sleali' in questo contesto, in cui semplicemente pensarono di dare all'Iran una punizione sufficiente con un'offensiva rapida e che li salvasse dalle perdite di una lunga guerra di confine. Molti ufficiali dell'aviazione e dell'esercito vennero scarcerati o salvati dalla fucilazione o dall'esilio per combattere contro gli irakeni, cosa che fecero con grande abnegazione ed efficacia, salvando il loro Paese dal potente esercito di Saddam. In realtà, sarebbe stato difficile che l'intero Iran fosse conquistato dal novello Alessandro, mentre il nuovo regime religioso era tutt'altro che popolare e rischiava entro qualche anno di fare una fine non molto gloriosa. Come spesso accade, certe azioni risultarono in effetti contrari alle speranze e così l'Iran si compattò attorno al suo regime e non esitò a combattere accanitamente una lunga e distruttiva guerra, che si trascinerà per 8 anni, combattuti per lo più in posizioni statiche e limitate offensive, in stile più da Prima guerra mondiale che da guerre moderne. Infatti dopo la prima offensiva irakena e qualche controffensiva iraniana, i due contendenti non avevano più le forze per schiacciarsi a vicenda in maniera risolutiva.
Nel 1987 c'erano in attività 3 divisioni meccanizzate (3 battaglioni corazzati e sei meccanizzati, il tutto suddiviso in 3 brigate, che evidentemente avevano uno dei primi e due dei secondi per ciascuna); 7 di fanteria, una di Forze speciali (4 brigate), una brigata aeromobile, il comando di supporto aereo e varie unità indipendenti, anche corazzate, di fanteria e costiere.
Dopo la guerra l'esercito iraniano ha conosciuto una forte ristrutturazione e poi ha cominciato a crescere nuovamente di numero, sebbene non abbia riconquistato la posizione di eccellenza che aveva prima del conflitto.
Attualmente non si sa bene come sia strutturato l'esercito iraniano, ma la confusione è tanta che varie unità non si conosce se siano brigate o divisioni, dato che nel periodo bellico nuove divisioni sono nate da brigate, e nel dopoguerra forse si è verificato il fenomeno opposto.
Attualmente, secondo l'almanacco Jane's, vi sono sempre tre QG d'Armata, e questi comandano 12 divisioni; altre fonti danno 5 comandi regionali con 4 divisioni corazzate e sei di fanteria, più brigate corazzate, meccanizzate, (1) forze speciali, 2 divisioni commando e varie unità indipendenti a livello di brigata, nonché una brigata paracadutisti o aerotrasportata. Infine, tra le unità di supporto vi è un totale di sei gruppi d'artiglieria indipendenti e le forze dell'aviazione dell'esercito. Tra le unità note, le divisioni 23a (forze speciali), nata dopo il 1993, e la 55a divisione parà (o brigata?). La prima delle due è una delle migliori dell'esercito, con circa 5.000 soldati tutti professionisti. Un'altra divisione nota è la 92a corazzata. Tutte le divisioni 'regolari' (fanteria e corazzate) sono suddivise in tre brigate. Tra le unità di supporto, vi è una brigata logistica indipendente, una aviotrasportata, e le forze speciali organizzate in brigate (Takavar), più 5 reggimenti di artiglieria e unità di difesa costiera e gruppi di difesa aerea, circa 4-6 unità dell'aviazione dell'esercito, e un crescente numero di unità di supporto logistico. Secondo alcune fonti il Gruppo Forze aeromobili sarebbe stato creato dopo la guerra e include sia la 29a che la 55a divisione, mentre i commandos dell'esercito e delle Guardie Rivoluzionarie (Pasdaran) sarebbero in un corpo unico di 30 mila elementi supportati da elicotteri, con un centro d'addestramento a Shiraz.
L'equipaggiamento comprende tra l'altro circa 100 carri Zulfiquar, 480 T-72S, 150 M60A1, 75+ T-62, 400 Chieftain Mk 3 e 5, 540 T-54/59, 168 M-47 e 48, 50 AH-1 cobra, parte dei quali aggiornati allo standard Panha 2091 e altri mezzi di spicco.
Tra le unità dell'esercito, pare che l'unica realmente considerabile, per forza ed organizzazione una divisione corazzata sia la 92a, già protagonista con le sue tre brigate corazzate con gli Chieftain, della resistenza agli irakeni. Le brigate erano la prima di Khorramshahr, la seconda a Dezful, la 3a di Ahvaz. Altre battaglie furono combattute poi, durante la guerra contro l'Irak. attualmente la divisione è equipaggiata proprio con i T-72, parenti dei migliori carri usati dagli Irakeni. Attualmente è nel settore Sud-occidentale e basata ad Ahvaz, in Khuzestan.
'''Armi leggere''': S.5 da 5,56 mm, Kahybar 2002 da 5,56 mm, pistole PC-9 (SiG-226), cannoni SR SPG-9 da 73 mm, AKM, Type 56 (KL-7), G3, MG3, MP-5 (Tondar), Dragunov, Steyr HS 12,7 mm, maschere antigas, giubbotti antiproiettile ecc.
'''Corazzati''': carri Zulfiqar 1/3 (100+), Chieftain (400?), Scorpion (80), M47 e 48 (168), M60A1 (150), T-62 (75), T-72S (480), T-72Z, Type 59 e 69 (540), Tosan (FV101 clonato); Cobra BMT-2, Boragh (140+), M113 (200), EE-9 (35), BTR-50 e 60 (300), 210 BMP-1 e Type 86, 400 BMP-2.
'''Artiglieria''': trainata da 105 mm, D-30 da 122 mm (600), Type 54 da 152 mm, D-20 da 152 mm, da 155 mm WAC-21, GHN-45, M114, Soltam M-71, G-5; da 203 mm M-115; semoventi 2S1 (210), Raad 1, Raad 2, M109 (390), da 170 mm (?) M197, da 175 mm M107, da 203 mm M110,
'''Missili SSM e ASM''' (sotto il comando delle Guardie Rivoluzionarie): 18 missili mobili da 3.200-4.000 km Musudan (R-27 sovietici con gittata migliorata), AS-15 (?, pare comprati dall'Ucraina); Fajr-2, 3, 5, Tondar-69, Oghab, Shahin-II, Naze'at, Zelzal, Fateh-110; razzi Type 69, missili Toophan (TOW clonati), AT-3, 4, 5, Towsan-1, Saegheh, RPG-7, RPG-29, MILAN.
'''SAM''': MIM-23 Hawk, SM-1, Shahab Saqueb (FM-90), Saqb, Sayyad-1 (HQ-2), Ghareh (SA-5 con gittata di 250 km); SA-6. SA-10. SA-15, SA-22; SAM portatili Misagh-1 e 2 (QW-1 e 2), RBS-70, SA-7, 16, 18.
'''Sistemi radar''': Gamma, Kasta, Kolchuga, JY-14
'''Aviazione''': 188 aerei e 527 elicotteri teorici, non è chiaro quanti sono attuali operativi.
Aero Commander (4), Bell 205 e Shabaviz (100), Bell 206 (40?), AH-1 (150), CH-47, Cessna 185 (10), Dassault Falcon 20 (1), F-27 (14). Altri mezzi in riserva o radiati di recente: Bell 204, H-300C. UAV Ababil, Mohajer I/IV, Sahand, Faraz I e II, Sabokbal.
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Il contraltare dell'esercito regolare è la forza delle Guardie rivoluzionarie islamiche o '''Pasdaran''', che è solo uno dei vari nomi e denominazioni con cui sono conosciute. L'attuale comandante è Mohammed Ali Jafari e tra i suoi membri c'è stato anche l'attuale presidente Ahmadinejad, nella milizia Basij, che è una specie di branca dei Pasdaran. I Pasdaran sono circa 120.000 e hanno un loro ministero, unità navali e aeree e il controllo dei volontari della forza Basij. La forza di queste milizie popolari è molto consistente, numericamente parlando. In tutto sarebbero presenti circa 90.000 Basij più 300.000 riservisti e 11 milioni potenziali; la forza della marina dei Pasdaran è di circa 20 mila, le forze di terra sarebbero circa 125 mila (le stime sono piuttosto differenti tra le varie fonti) e non si sa bene quanto quelle navali. Tra le unità sono presenti fino a 20 divisioni (di mobilitazione), alcune brigate indipendenti e una di esse, in particolare, è un'unità aviotrasportata. Della Marina Pasdaran fanno parte anche circa 5 mila marine di una brigata, forti di 3 o 4 battaglioni e soprattutto usati per la difesa costiera (artiglierie e missili) ma anche con circa 50 mezzi navali d'attacco veloce e pattugliamento. L'aviazione dei Pasdaran ha anche il controllo dei missili balistici, con un totale di una brigata di Shahab-1 e 2 (18 lanciatori), e una di Shahab-3 (6 lanciatori con 4 missili di riserva l'uno). La forza missilistica è quindi nelle mani dei Pasdaran, e costituisce una grossa preoccupazione per le sue possibilità offensive con missili sempre più potenti. Importante è anche la Ghods Force, come è nota in occidente, una specie di successore delle Guardie imperiali, con circa 2-5 mila effettivi. Tra i compiti dei Pasdaran vi è anche quello della lotta ai narcotrafficanti locali (la droga è un problema molto serio in Iran) e il controllo dello stretto di Hormuz. I Pasdaran, formati da Khomeini nel '79, erano intesi come una specie di milizia personale, ma poi con la guerra divennero una forza campale che, soprattutto con i Basij, divenne nota per le sue tattiche di attacco con ondate umane, che risultavano usualmente in gravissime perdite contro gli irakeni, specie in occasioni come l'Operazione Ramadam, ovvero l'attacco contro la città irakena di Basrah. Noti anche per avere addestrato combattenti in Libano dopo l'invasione israeliana del 1982, presenza che non tutti apprezzavano, specie le milizie della destra cristiana (che sono poi quelle responsabili dei massacri di Sabra e Chatila). L'Iran ha continuato ad influenzare pesantemente l'area, dato che vede Israele come un bastione dell'ostile influenza dell'Occidente e degli USA in particolare. I Pasdaran, molto influenti in Iran, hanno visto anche molti futuri politici come l'attuale presidente Ahmadinejad, che vi prese servizio nel 1985 in Kurdistan, per poi essere trasferito nei servizi logistici. Quasi un terzo dei politici iraniani eletti nel 2004 avevano un passato da Pasdaran, così la cosa non stupisce più di tanto. Del resto, in Iran c'è poco spazio per altre strade, Pasdaran e clero sono le forze preponderanti nella società civile. E non solo per ragioni ideologiche: circa un terzo dell'economica del Paese è nelle loro mani, sotto forma di circa 100 compagnie e 12 mld di affari, inclusi ovviamente quelli relativi al petrolio. Dato che l'Iran è un Paese con forti problemi sia di corruzione che di libertà civili, i Pasdaran, così presenti nella sua vita quotidiana, non sfuggono certo ad una parte delle responsabilità di questa situazione.
Nel 2006 un Falcon dei Pasdaran è precipitato con la morte dei 15 occupanti, tra cui 12 comandanti. Questo disastro ha portato via anche la vita del gen. Ahmad Kazemi, il comandante delle foze di terra dei Pasdaran.
La forza navale è composta di circa 20 mila uomini e i mezzi sono circa 1.500 considerando i vari motoscafi e lance disponibili. Pare che abbia anche una forza di elicotteri. Le installazioni principali sono l'Isola di Farsi, Sirri, e altre. Furono queste forze che nel 2004 catturarono 8 Royal Marines inglesi e poi si ripeterono nel 2007 catturandone altri 15. Nel 2008 5 mezzi dei Pasdaran si confrontarono con le navi americane assumendo atteggiamenti 'minacciosi' e avvicinandosi a 180 metri dalle unità USA, suscitando il timore di attacchi diretti con barchini esplosivi.
E veniamo quindi ai Basij, che significano letteralmente 'Modernizzazione', vennero istituiti nel novembre del '79 da Khomeini e sono un'organizzazione studentesca di tipo paramilitare. Attualmente si vedono molto in giro per le strade, ora che è in campo (giugno 2009) la contestazione ai risultati delle elezioni che hanno riconfermato il leader uscente. Erano in origine ragazzi troppo giovani o troppo 'vecchi' per il servizio militare regolare, si sono distinti per i massacri a cui sono stati sottoposti nelle azioni di guerra contro l'Irak. Del resto Khomeini disse che una nazione con 20 milioni di guiovani deve evere 20 milioni di fucilieri, così non sarà mai distrutta. L'età era tra i 18 e i 45 anni. Vennero spesso letteralmente sacrificati per aprire varchi nei campi minati e diventare 'martiti di Allah', arrivando a 2,4 milioni di effettivi addestrati già entro la primavera del 1983. Questo spiega lo sconcerto degli irakeni, anche se solo 450 mila di questi andarono al fronte, sufficienti però per impedire una vittoria totale all'esercito nemico. Ora hanno molti compiti ausiliari tra cui il controllo dell'ordine pubblico e hanno basi e organizzazioni un po' ovunque nelle città iraniane. Comandati attualmente da tale Hasan Taeb, hanno organizzazione decentralizzata e varie denominazioni degli affiliati, a seconda dell'età. I battaglioni sarebbero 2.500 chiamati Al-Zahra (donne) e Ashura (uomini), ciascuno è monosex con 300-350 elementi. Circa il 30% di questo esercito popolare sarebbe armato con armi relativamente pesanti. L'organizzazione è talmente capillare che le unità basiche di combattimento (cellule) sarebbero circa 30.000 con 15-20 elementi l'una. I Basij vennero usati spesso come forza di controllo interno con molti posti di blocco, calati parecchio dopo la guerra del 1988, ma mai spariti del tutto. Sono spesso protagonisti di arresti alle donne per avere violato le norme sui vestiti, o i giovani per i party misti (cioè donne e uomini) e altri reati indecenti, inclusa la proprietà di antenne satellitari. Pur essendo una forza su base volontaria e studentesca, hanno anche represso gli stessi movimenti di protesta studentechi, ma almeno si dimostrano meno propensi della polizia 'normale' nel percuotere i dimostranti, che come sempre, sono soggetti alle maniere forti delle forze di sicurezza. Fanno parte anche della 'protezione civile' locale, per esempio con i terremoti. Sebbene i Basij siano nati come forza di sicurezza contro le ingerenze delle grandi Potenze, nel tempo, diventando un elemento di pubblica sicurezza contro le proteste giovanili, il loro morale e prestigio sembra calato. Se i Basij cantavano le canzoni del martirio mentre assaltavano le truppe del 'Piccolo Satana' irakene, i loro figli adesso combattono contestatori che osano mettersi in abbigliamenti occidentali. Dato però che attualmente l'Iran è comandato da un presidente (non così popolare, malgrado i risultati delle elezioni), i Basij hanno avuto un certo revival di popolarità. È in questo contesto che nel settembre 2005, sono stati annunciati 2.000 battaglioni Ashura, che mirano però al controllo antisommossa. Quanti siano in realtà questi elementi non è chiaro, ufficialmente si parla di 12,6 mln di cui 5 mln donne. Ma si parla anche di soli 3 mln, uno o 400.000 in totale. Nel 2005 gli americani hanno stimato la loro forza in 90.000 a pieno servizio e 300.000 riservisti, eventualmente un altro milione potrebbe essere mobilitato ma in casi eccezionali, tipo un'altra invasione straniera. Visto che potenzialmente si parla di uomini e anche donne sopra i 12 anni, e che sono spesso ex-militari o che possono aderire alla milizia per ridurre di diversi mesi il servizio di leva successivo (21 mesi), è chiaro che la base di reclutamento è enorme, anche per l'accesso facilitato alle università di costoro. Nondimeno, quanto a forza armata, pare che alla maggior parte di loro sia proibito aver armi, per lo più limitate agli AK-47. Come diritti umani, i Basij, spesso fanatici aderenti al Corano, sono spesso accusati di violarli, con check point e talvolta si parla anche di prigioni non autorizzate o clandestine, mentre aumentano i casi di repressione ai danni dei dissidenti. E' persino successo che un Basij abbia accoltellato a morte un ragazzo all'università perché osava parlare con la sua ragazza in un luogo pubblico. L'assassino si è giustificato dicendo che questo era in accordo con il suo credo religioso. Attualmente vi sono state delle vittime nelle proteste a Teheran e tra i sospetti autori vi sono per l'appunto i Basij, che sciamano con i loro scooter e fucili attorno alle manifestazioni di piazza.
===Marina===
Attualmente ha 13.400 uomini, 2.600 sono Marines e 2.000 per l'aviazion navale. Il comando è del contrammiraglio Habibollah Sayyari. Dagli anni '90 l'Iran ha comprato navi cinesi e russe, e anche tenuto esercitazioni navali con India e Pakistan. I suoi 3 vecchi caccia oramai sono in riserva a Bushehr e non ci sono navi 'ammiraglie', dato che le unità principali sono 5 fregate e 3 corvette, tutte armate con missili antinave. Delle fregate ve ne sono 3 di costruzione Vosper (Mk 5), aggiornate con i missili C-802, le altre sono di costruzione indigena e basate apparentemente su queste. Le tre corvette hanno oltre 30 anni e addirittura una di essere era lo yacht reale (la Hamzeh), però ha cambiato impiego e adesso ha missili C-802 antinave. Però va anche notato che è dislocata sul Mar Caspio. Oltre a questo vi sono i famosi e temuti 3 sottomarini 'Kilo', che tante preoccupazioni suscitarono negli anni '90 per la loro minaccia teorica., più le classi di mini-sottomarini Ghadir e Nahang. A livello più basso vi sono le navi d'attacco cinesi, francesi e iraniane, tra cui 5 cinesi Cat-14, dei catamarani d'attacco veloce, capaci di 50 nodi e armati di missili antinave. Infine vi sono circa 250 piccole navi e battelli di pattugliamento.
Nel frattempo, sono stati anche progettati mini-sottomarini e corvette, o almeno così è stato riportato. Certamente la Marina iraniana è in grosse difficoltà a mantenersi efficienti, data la difficoltà di comprare navi moderne. I sottomarini iraniani hanno un dislocamento ridotto e 15 m di lunghezza, almeno nel primo (Al-Sabiha), ma dal 2005 vengono costruiti anche i 'Ghadir' e poi i 'Nahang' dal 2006. Nel frattempo l'Aviazione navale ha ottenuto alcuni Mi-8AMT o Mi-171 per trasporto e attacco, un totale appartenente al contratto per 21 velivoli consegnati all'Iran dopo l'accordo del 1999. Le consegne sono state completate nel 2001.
Inoltre, dal 2002 si sa che la AIO e la COSIC (cinese) stavano lavorando per un missile antinave (l'ennesimo per i cinesi) 'comune', il Noor (per gli Iraniani) che dovrebbe rimpiazzare sia il C-701 (a razzo) che il C-802 (a reazione); il raggio dovrebbe essere di almeno 120 km. A inizio del 2004, l'Iran ha reso noto il missile 'Raad' (tuono) che è un grosso HY-2 (o CSSC-3) antinave modificato. Dato l'ampio spazio disponibile internamente, è facile migliorare un tale progetto con tecnologia moderna. Dal 2003 è anche in produzione la classe Sina (ovvero la Kaman copiata), con la Paykan entrata in servizio sul Mar Caspio e il 22 settembre venne annunciato anche l'ordine per la Johsan, una nuova unità missilistica, ovviamente riprendente il nome della nave affondata dagli americani nel 1988.
Sempre in quegli anni, attorno al 2002, venne anche annunciata la costruzione di un cacciatorpediniere (di fatto è una fregata), il Moudge I, lo sviluppo della 'Saam', completato e in servizio nel 2006, seguito il 23 febbraio 2007 dall'annuncio della costruzione di un'altra nave, la Moudge II, ancora in costruzione e con capacità SAM, antinave e elicotteristica.
Il 24 novembre 2007 è stato poi annunciato dall'amm. Sayyari che l'Iran avrebbe lanciato un cacciatorpediniere vero e proprio, e i minisottomarini Ghadir e Jamaran, l'anno dopo vi fu anche l'annuncio della produzione di 74 cannoniere in servizio, con tanto di missili Thaqeb e siluri a supercavitazione.
Ammiragli:
* Admiral Gholamali Bayandor, 5-11-1932, 25-8-1941
* Admiral Abdollah Zelli, 1947-1952
* Admiral Gholamhossein Bayandor 1952-1954
* Admiral Habibollah Shahin 1954-1961
* Admiral Farajollah Rasai 1961-1972
* Admiral Ramzi Attaie 1972-1975
* Admiral Kamal Habibollahi dic 1975- 11 feb 1979
* Admiral Ahmad Madani 1979-1979
* Captain Bahram Afzali 1980-1983
* Captain Esfandiar Hosseini
* Admiral Mohammad Hossein Malekzadegan, 1989
* Admiral Ali Shamkhani 1989-1997
* Admiral Abbas Mohtaj 1997
* Admiral Sajjad Kouchaki
* Rear Admiral Habibollah Sayyari
Basi: fino al 1977, a Khoramshahr era il grosso della Marina, poi venne spostata a Bandar-Abbas; l'altra grossa base era Bhshehr, per il resto anche diverse altre infrastrutture sono note, tra cui, pare una in costruzione sul mare di Oman. La base di Bandar Beheshti sul Golfo di Oman era in costruzione negli anni '70 ma ancora al 1987 non era stata completata. Naturalmente vi sono anche basi nello Stretto di Hormuz, dove vi sono anche le batterie di missili antinave costieri.
In tutto vi sono:
Abu Musa ,
Al-Farsiyah ,
Bandar Beheshti (Chah Bahar) ,
Bandar-e Abbas ,
Bandar-e Anzali ,
Bandar-e Khomeini ,
Bandar-e Mahshahr ,
Bushehr ,
Halul,
Jask ,
Khark ,
Khorramshahr ,
Larak ,
Noshahr ,
Qeshm ,
Shahid Rajaie ,
Sirri
L'aviazione ha ancora 4 Aero Commander, 5 AB 205, 2 AB 206, 20 AB 212ASW, 20 Dassault Falcon, 22 F-27, 25 Mi-171Sh, 12 Sea King SH-3D, 26 RH-53D (ma queste cifre sono con ogni probabilità più quelle basate sulle vendite che sui mezzi rimasti in servizio, specie per gli elicotteri).
Le navi:
SSK Classe Kilo:
*Dislocamento: 4.000 t
*Dimensioni: 74 x 9.9 x 6.5 m
*Propulsione: 2 x 1000 kW Diesel, 1 x 5.500-6.800 shp, 25 nodi, autonomia 7.500 nm
**Equipaggio: 52
**Armamento: 6 x 553 mm, 18 siluri, 24 mine
Navi: 901 Tareq (del 1992), 902 Noor (1993), 903 Yunes (1997), tutti a Bandar Abbas
SSK 'Quaem'
SKK 'Nahang'
Classe Ghadir:
*Dislocamento: 120-150 t standard
*Dimensioni: 20 x 3 x 2.5 m
*Propulsione: Diesel
*Armamento: 2 tls
Navi: Ghadir e altre due, tutti nel 2007-8
4 classe Yugo:
*dislocamento: 25 t
*Dimensioni: 20 x 2 x 1.6 m
*Propulsione: Diesel-elettrico, 4 nodi
*Equipaggio: 2 + 6-7 swimmers
*Armamento: 2 tls
Cacciatorpediniere: Classe damavand (Battle), Badr (Allen M. Sumner), Jamaran
Sono il D5 Damavand, del '66; il D7 Badr del '73, D9 Palang del '72, Jamaran del 2007, l'unico in servizio
Fregate tipo Alvand (Saam):
*Dislocamento: 1.540 t
*Dimensioni: 94.5 x 11.07 x 3.25 m
*Propulsione: 2 diesel e 2 TM-3A, 39 nodi
*Equipaggio: 135
*Radar: AWS-1 e 2 RTN-10X
*Sonar: Type 174
*EW: RDL-2AC
*Armamento: 4 C-802/Noor, 1 114 mm DP, 1x2 da 35 mm AA, 4 da 20 mm, 2 da 12,7 mm MG, 1 Limbo ASW
Navi: 71 Alvand ex Saam, del 1971; 72 Alborz, ex-Zaal, del '71, 73 Salaban ex-Rastam, del '72
Classe Moudge:
*Dislocamento: 1.420 t
*Dimensioni: 94 x 10 x 3,1 m
*Propulsione: 2 diesels; 28 nodi
*Equipaggio: 120-140
*Armamento:4 C-802 o 803, o HY-2, più 1 da 76 mm (Fajr-7, la copia iraniana del 76 mm OTO), 1 doppio da 37 mm, 4-8 HQ-7
Navi: Moudge 1 (376) del 2006, in servizio dal 2007; Moudge 2 (377), non ancora in linea.
Corvette classe Bayandor (PF 103):
**Dislocamento: 1.135 t
**Dimensioni: 83,82 x 10,06 x 3,05 m
**Propulsione: 4 diesel, 20 nodi
**Equipaggio: 133
**Radar: SPS-6 2-D
**Armamento: 2 76/50 mm DP, 1 doppio da 40 mm, 1x2 20 mm, 2x12,7 mm
Navi: 81 Bayador, del '64; e 82 Naghdi, del '64
Classe Hamzeh. 802 Hamzeh
*Dislocamento: 580 t
*Dimensioni: 54 x 7,65 x 3,25 m
*Equipaggio: ??
*velocità: 15 nodi
**Powerplant: 2 da 1.300 diesel
**Armament: 4 C-802 1 x 20 mm, 2 x 12,7 mm
Venne costruita dagli olandesi nel lontano 1936. È infatti lo yacht imperiale modificato come corvetta e forse relegato solo all'addestramento.
Navi missilistiche:
Le Type 21 Houndong
**Dislocamento: 171 t standard, 205 t p.c.
**Dimensioni: 38,6 x 6,8 x 2,7 m
**Propulsione: 3 diesel, 3 shafts, 35 nodi
**Equipaggio: 28
**Armament: 4 C-802, 2 x 30 mm, 2x23 mm
Navi: P313-1 Fath, 1994; P313-2 Nasr, P313-3 Saf, P313-Ra'ad, P313-5 Fajr, tutte del '94; P313-6 Shams, 1996; P313-6 Shams 1996; P313-7 Me'raj, 1996; P313-8 Falaq, 1996; P313-9 Hadid, 1996; P313-10 Qadir 1996
Classe Kaman (Combattante IIA):
*Dislocamento: 275 tons full load
*Dimensioni: 47 x 7,1 x 1,9 m
*Propulsione: 4 diesels da 14.400 hp, 35 nodi
*Equipaggio: 31
*Armamento: 2-4 C802, 1 da 76 mm uno da 40 mm
I C-802 hanno sostituito gli Harpoon, due sono andate perse in guerra (la Paykan e la Joshan).
Navi: P221 Kaman, 1977 (classe Kaman)
P222 Xoubin, 1977;
P223 Khadangk, 1978;
P224 Paykank, 2003;
P225 Joshank, 2006;
P226 Falakhonk, 1978;
P227 Shamshirk, 1978;
P228 Gorzk, 1978;
P229 Gardounehk ,1978;
P230 Khanjark, 1981;
P231 Neyzehk, 1981;
P232 Tabarzink ,1981;
P233 Derafshk, 2008;
P234 Kalatk, 2008
Le P224, 225, 233 e 234 sono della nuova classe 'Sina' pesantemente aggiornata.
Pattugliatori: la classe Parvin:
*Dislocamento: 98 t standard, 148 t pc
*Dimensioni: 30,8 x 6,5 x 2,5 m
*Propulsione: 8 GM6-71 diesel, 22 nodi
*Equipaggio: 20
*Armamento: 1 da 40 mm, 2x20 mm, 2x12,7 mm
Navi: 211 Parvin ex-USS PGM 103, 212 Bahram ex-USS PGM 112 ,213 Nahid ex-USS PGM 122
Classe Kaivan:
*Dislocamento: 98 tons standard, 148 t pc
*Dimensioni: 28,9 x 6,2 x 2 m
*Propulsione: 24 NYHMS-1200 diesel(?), 21 nodi
*Equipaggio: 15
*Armamento: 1x40 mm, 2x23 mm,2 x12,7 mm
Navi: 202 Azadi e
203 Mehran
Classe Bavar:
*Equipaggio: 3
Pattugliatori costieri classe Zafar:
*Dislocamento: 70-82 t
*Dimesioni: 85’3”x19’x6’6”
**Machinery: Diesels,
**Max Velocità: 40kts
**Equipaggio: 17
**Armamento: x1 BM-21 MLRS, 1 ZU-23 23mm gun
Cat-14:
*Dislocamento: 20 tons
*Dimensioni: 23 x 4,8 x 1 m
*Equipaggio: 10
*raggio: 300 nm
*Velocità: 55kt
*Motore: 2 x 1150 hp
*Armamento: 4 x TL-10 o C-701 Kowsar 1 x 20 mm
PBF (55)
*MIG-S-2600 (6)
**Dislocamento: 70 tons standard, 82 tons full
**Dimensioni: 85’3”x19’x6’6”
**Motore: Diesels
**Max Velocità: 40kts
**Equipaggio: 17
**Armamento: 1 BM-21 MLRS 2 ZU-23
*Mk III Class (9)
**Dislocamento: 28 t standard, 36 t pc
**Dimensioni: L: 19,78 m x 5,50 m x 1,80
**Velocità: 26kt
**Armamento: 20-mm
*MIG-G-1900 (10)
*MIG-S-1800 (20)
**Dislocamento: 22 t standard
**Dimensioni: 56’1 x 15’1 x 4 ft
**Equipaggio: 7
**Velocità: 18kt
**Armamento: 1x 12,7 mm
PTF (20)
*IPS-16 (10)
**Dislocamento: 13,75 t
**Dimensioni: L 16,3 x 3,75 x 0,67 m
**Equipaggio: 3
**raggio: 320 nm
**Velocità: 52kt
**Motore: 2 x 1.200 hp
**Armamento: 2 x 324 mm
*IPS-18 (10)
*Dislocamento: 28,16 tons
*Dimensioni: L 21,12 x 5,77 m, x 0,87 m
*Equipaggio: 6
**raggio: 450 nm
**Velocità: 52kt
**3 x 1200 hp
***Armamento: 2 x 533 mm 1 x 12,7 mm HMG
*Hovercraft (14)
*Battelli semi-sommergibili (3?)
*Kajami 1?
*Gahjea 2?
*''Peykaap'' class Fast attack craft (74)
**Armamento: 2x Kowsar, tls
*piccoli battelli (200+)
Cacciamine: 2 classe Hejaz
Unità MCM: Tipo Shahrokh (1), 2 292, 2 Riazi
Navi anfibie: 4 LST 'Hengam'
*3 Hormuz 24
*3 Hormuz 21
*3 LSL Fouque
*6 LCT
*6 BH 7 Mk 4 (ACV)
*SRN-6
Navi supporto:
*1 classe 'Kharg'
** Dislocamento: 33.014 t
** Dimensioni: 207,15 x 25,5 x 9,14 m
** Propulsione: turbine a vapore, 21 nodi
** Equipaggio: approx, 250
** Armamento: 1 76 mm OTO DP, 6 2- 23 mm AA
La Kharg venne costruita nel 1976-78 e consegnata nel 1984
*Bandar Abbas (2)
** Dislocamento: 4.673 t
** Dimensioni: 108 x 16,6 x 4,5 m
** Propulsione: 2 diesel, 20 nodi
** Equipaggio: 60
** Armamento: 2 doppi 23 mm AA, 2 20 mm AA
421 Bandar Abbas, 1973 e
422 Booshehr ,1974
7 classe Delvar (trasporti-posamine):
** Dislocamento: 1.300 t
** Dimensioni: 63,45 x 11 x 3,03 m
** Propulsione: 2 diesels, 2 eliche, 9-11 knots
** Equipaggio: 20
** Armamento: 1 2-23 mm AA
Delvar, Charak, Chiroo ,Souru, Silim, Sirjan, Dayer
Tender multiuso classe Hendijan (13): Hendijan, Konarak, Sirik, Geno, Kalat, Genaveh, Savatar, Mogam, Rostani, Mayband, Maqam, Khoramshahr, Bamregan
Classe Kanghan (cisterne d'acqua, ora usate anche come pattugliatori):
** Dislocamento: 12.000 tons full load
** Dimensioni: 147,95 x 21,5 x 5 m
** Propulsione: 1 diesel, 12 nodi
** Equipaggio: 20
** Cargo: 9.000 m3
** Armamento: 1 2x23 mm AA, 2 12,7 mm MG
Navi: 411 Kangan, 1979; 412 Teheri, 1979, Majani, 179, Amir, 1979
3 navi d'addestramento
===Armi, aggiornamento===
L'Industria della difesa iraniana è nata essenzialmente ai tempi dello Shah. Attualmente esporta ufficialmente circa 100 mln di dollari di armi (dati 2003) e offre una notevole varietà di prodotti, che al 2006 avevano trovato 57 nazioni tra i clienti. Nel '73 nacque la IEI per l'elettronica e l'assemblaggio di armi straniere, ma fu soprattutto dopo la Rivoluzione e le sanzioni economiche degli americani, e poi l'attacco irakeno, che venne organizzata un'industria che potesse produrre quanto necessario in casa propria, soprattutto per merito dei Pasdaran. Nel 2007 l'export militare iraniano è stato ufficialmente proibito da un'apposita sanzione ONU. I timori sono evidentemente politici, ma mentre con questa manovra si mira a togliere armi ad Hezbollah, dall'altra parte non si è convenientemente agito per ridurre le forniture di armi ad Israele, che invece è libero di comprare quanto gli interessa. Ufficialmente, in ogni caso, l'embargo sulle esportazioni di armi iraniane è motivato dalla ripresa dei programmi nucleari iraniani, peraltro non necessariamente miranti all'impiego militare.
'''Aerei''':
*Azarakhsh - versione modificata dell'F-5 da caccia leggera, addestramento e attacco
*Saegheh 80 - versione del precedente con doppia deriva, a similitudine del vecchio YF-17 Cobra americano
*Shafaq - aereo da attacco leggero e addestramento avanzato, in sviluppo e simile alle linee di macchine come lo Yak-130
*IR.An-140, versione su licenza dell'An-140
*Parastoo, aereo ad elica clone del Beech F33 Bonanza
*Dorna: aereo d'addestramento
*JT2-2 Tazarve: evoluzioen del precedente, attualmente è un prototipo
*Simorgh: altro aereo d'addestramento
*Fajr F.3: aereo da addestramento di concezione nazionale
*Panha 2091: AH-1 aggiornati
*Shabaviz 2061 e 275: rispettivamente aggiornamenti dei Bell 206 e 205
*Bell 214 clonati
*HESA Shahed 278: sviluppo del Bell 206
*HESA Shahed 285: un nuovo elicottero d'attacco
'''UAV''':
*Arabil e Mohajer I-IV
Altro: parti di ricambio per i caccia USA e avionica, simulatori per elicotteri AH-1 e Bell 206, nonché F-4
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_military_equipment_manufactured_in_Iran
Tra i nuovi velivoli vanno citati senz'altro l'HEASA Azarakhsh, attualmente in servizio, sia pure in appena 11 esemplari prodotti (per giunta 6 di prima generazione, 4 di seconda e 1 di terza). Si tratta di un miglioramento dell'F-5E Tiger II e il suo nome in persiano sta per 'fulmine'. È un cccia leggero annunciato nel 1997 come primo successo iraniano nel settore. Tuttavia la produzione in serie non è ancora partita nel senso più letterale del termine, anche se è almeno dal 2000 che vengono annunciati in produzione di massa imminente. si tratta di un aereo semplice, ma di circa il 15-20% più grande del suo antenato diretto. Soprattutto, esso avrebbe il radar N-019 Topaz degli ultimi tipi di MiG-29.
Il suo successore, come si è detto sopra, è il Saeqeh, pare che sia entrato in servizio dal 2007 ma non si sa in quanti esemplari. Gli iraniani lo dichiarano comparabile all'F-18, ma se basti davvero dotare il disegno dell' F-15 di due derive anziché una per farne un Hornet è tutto da vedere. Al più potrebbe essere considerabile paragonabile all'YF-17, ma meno potente dato che i motori restano sempre grossomodo gli stessi.
Attualmente dovrebbero essercene almeno 6 esemplari, ma certo la produzione dovrebbe aumentare parecchio per riequipaggiare l'aviazione iraniana. Il nome significa 'tuono' e vola dal luglio 2004. Non è chiaro nemmeno se entrò in servizio nel tardo 2007 oppure già l'anno prima, quando partecipò ad una grossa esercitazione iraniana.
Lo Shafaq è invece un addestratore che per ora è stato realizzato in appena 3 esemplari, e quest'aereo ('Alba') è destinato a missioni simili allo Yak-130, AEM-346 e a qualche altro tipo orientale. Avrebbe soprattutto tecnologia russa e in parte indigena, e si parla anche di un rivestimento di materiale RAM. Il motore è però singolo, a differenza degli altri addestratori moderni che si rifanno alla scuola 'Alpha Jet', si tratta semplicemente del Klimov RD-33 con circa 5.100 kgs, in quanto privo di postbruciatore, adattato direttamente dal tipo usato dal MiG-29. Questo dovrebbe dare circa 16.800 m di tangenza e 1.150 kmh di velocità massima, con salita a un massimo di 110 m.sec. Naturalmente sarebbe previsto anche un cospicuo armamento, dato che dopotutto si tratta di un aereo potente quanto un AMX in termini propulsivi.
Il Dorna è un altro aereo da a ddestramento, che è stato reso noto già nel 1999. Non se ne sa molto, ma è un aereo a reazione leggero, qualcosa tipo l'S-211, prodotto per ora in pochi esemplari.
Quanto all'HEAS IrAn-140, è modello ucraino An-140 prodotto su licenza, con un primo volo il 17 settembre 1997, e attualmente costruito in appena 8 esemplari, malgrado il contenuto costo di 8 mln di dollari. Si tratta di un biturboelica per 52 passeggeri, e con un'autonomia di quasi 3.000 km, nonché la capacità di andare ad operare anche su campi non preparati. È sia un aereo passeggeri che cargo. Si parla attualmente di una capacità di costruire 13 aerei l'anno e l'interesse per quest'aereo è che ne esistono anche versioni da pattugliamento marittimo, o almeno ne sono previste. Il governo iraniano vorrebbe costruire, per le esigenze del suo enorme territorio, circa 100 aerei in 8-9 anni. Uno di essi tuttavia è caduto all'inizio del 2009 vicino Isfahan, uccidendo 5 persone. A parte questo, si tratta di un biturboelica da 22,6x24,505 m, pesante 12,8-19,1 t, con due motori da 2.466 shp Klimov TW3-11, che non sono altro che l'adattamento di quelli della famiglia degli elicotteri Hind e Hip più recenti, oppure i PW127 della DHC da 2.500 shp. Le prestazioni: 575 kmh max, crociera 460 kmh, autonomia 1.380 km a pieno carico, oltre 3.600 max, tangenza 7.200 m, salita circa 400 m.min.
Tra i missili balistici vi è anche il Fajr-3, ch sarebbe un ordigno in servizio dal 2006. La sua caratteristica è di una gittata pari a 2.000 km accoppiata però a moderne caratteristiche, come la capacità di 'evitare la scoperta radar' e più ancora, la presenza di 3 MIRV, ovvero testate a rientro indipendente. Il missile venne svelato durante le esercitazioni 'Santo Profeta' del marzo 2006, quando un primo ordigno venne lanciato. Tuttavia vi sono incertezze se quest'arma esista davvero oppure sia un bluff, anche perché ben difficilmente le piccole testate MIRV potrebbero ospitare un carico utile sufficiente, a meno che non si ricorra a cariche nucleari o comunque non convenzionali.
Ben più noto è lo Shahab-3. L'Iran, fino alla guerra con il vicino, non pose molta attenzione ai programmi missilistici balistici, ma durante il conflitto, per tenere sotto pressione le installazioni nemiche, ovvero a causa della scarsa precisione, bersagli delle dimensioni di una città, entrambi i contendenti si procurarono parecchi Scud e impararono a produrli. L'Iran li ebbe dalla Corea del Nord e dalla Libia. Le generazioni di questi missili si sono succedute con un percorso non dissimile da quello che portò dallo 'Scud' all'SS-3, 4 e magari SS-5. Lo Shahab-3 ha diametro di 1,2 m e testata di 990 kg, che può essere a grappolo con attacco indipendente su diversi bersagli, ciascuno da colpire con un ordigno da circa 280 kg. Il motore è alimentato a propellenti liquidi e il raggio è di 2.100 km, con una velocità massima di almeno 5.500 kmh. Le prime versioni erano capaci solo di 1.300 km, ma allungare i serbatoi di un missile a propellente liquido è facile e così la gittaa è poi aumentata. I test sono avvenuti tra il 1998 e il 2003, in servizio dal luglio di quell'anno, quando venne anche citato dall'Ayatollah Khamenei. Gli ultimi tipi hanno anche motori a propellente solido, sono quelli prodotti dopo il 2006. Quest'arma discende dagli Shahab-1 e 2, ed è stata costruita dalla Sanan Industrial Group (parte del DIO), con aiuti provenienti da almeno 3 imprese russe. Il primo modello è stato presto seguito dallo Shahab-3B, con sistema di guida migliorato e così la struttura, incluso un veicolo di rientro che ha un sistema di guida terminale con capacità di manovra per assicurare la massima precisione. Il peso della testata è però ridotto da 1.000 a 700 kg circa. Il controllo della direzione è assicurato da un razzo nella sommità della testata che vettora, con i suoi getti, la direzione, il che serve anche per ridurre la vulnerabilità ai sistemi di difesa, che ovviamente si trovano meglio se devono intercettare un bersaglio sì veloce, ma senza capacità di cambiare traiettoria. Data la velocità dell'arma, la precisione dell'INS è agevolata perché il tempo di volo totale è ridotto, e assieme al sistema di acquisizione finale, forse basato su di un radar, è possibile ridurre il CEP ad appena 30-50 metri, ma ovviamente non vi sono certezze in merito, sia per la scarsità di dati, che per la difficoltà di predirre con certezza la precisione di un'arma balistica, che è influenzabile da cause esterne variabili, come i venti in quota. Evolvendosi in un'arma di precisione, lo Shahab ha così potuto diventare un ordigno ben più temibile dei precedenti, e meno facilmente intercettabile, capace di colpire centri di comando e controllo e altri bersagli di valore.
I modelli C e D hanno ulteriori miglioramenti in precisione e raggio utile e pare che l'Iran ne potrebbe produrre fino a 70 l'anno.
Quanto alla storia operativa, il missile venne visto per la prima volta nel settembre 1998 durante una parata nella capitale iraniana, seguirono almeno sei lanci, di cui alcuni finirono con un'esplosione durante il tragitto. In ogni caso, fu sufficiente per dichiarare l'arma abile all'impiego e già il 9 novembre 2004 venne dichiarata la possibilità di costruirla in serie. Il 2 novembre 2006 iniziò un'importante esercitazione con il lancio di numerosi missili, tra cui anche lo Shahab-3, di cui fu dichiarata la capacità di portare testate cluster con 1.400 bomblets. Era un'esercitazione in risposta a quella tenutasi nell'ottobre precedente dagli USA nel Golfo Persico.
Un'altra versione apparve in cielo l'8 luglio 2008, durante l'esercitazione 'Grande Profeta III', che seguiva le esercitazioni svolte da Israele poche settimane prima. Tra i missili usati vi erano anche i Fateh-110 e gli Zelzal. Lo scopo era di dimostrare l'abilità iraniana a reagire ad eventuali attacchi esterni. Vennero tirati anche missili nel Golfo Persico come dimostrazione della capacità di bloccarlo in caso di crisi. Questa nuova versione dello Shahab-3 tuttavia è stata contestata come un bluff da parte iraniana. Questo test, fatto l'8 luglio, fu molto criticato in ambito internazionale come segnale di un'indesiderata escalation militare. I Pasdaran annunciarono la loro capacità di colpire Israele e l'USN se attacchi preventivi fossero lanciati contro l'Iran e le sue installazioni nucleari.
In tutto non è chiaro nemmeno quale sia la famiglia Shahab: il primo modello è apparso in servizio nel 1988, ed era grossomodo uno Scud modificato. Pare che si sia arrivati nel frattempo fino al modello 6, ma non ci sono conferme precise nemmeno del modello 4 della famiglia. A questo si aggiungono i progetti come il Koussar, Fajr-3, Ashoura, Ghadr-110, Sajjil.
Il Ghadr-110, per esempio, è un missile MRBM a due stadi, con un raggio stimato di 2.500-3.000 km. Sarebbe uno Shahab-3A migliorato con maggiore gittata, manovrabilità e minore tempo di preparazione al lancio, che cala da diverse ore a soli 30 minuti. È costruito al Complesso missilistico di Hemmat.
Dati i problemi di approvvigionamento di armi moderne da parte dell'Iran post-1979, ci si è dovuti arrangiare, come si è detto sopra. Attualmente i programmi sono comunque innumerevoli, spesso con tecnologia russa, cinese e occidentale clonata. Ecco una carrellata aggiornata di quanto è attualmente stato sviluppato, e spesso ampiamente esportato in certe aree del mondo:
'''Elettronica''': EW, radar, sistemi elettrottici
'''Missili''':
*Armi a medio raggio (1.000-3.000 km): Shahab 3A, B e C, con portate tra 1.200 e 2.100 km
*Ghadr-110, da 1.800 km
*Ashoura o Sajjil-2, MRBM con un raggio di 2.000 km
*Testate MIRV del tipo Fajir-3
Shahab-1, 350 km (SS-1 clonato)
*Shahab 2, 750 km (SS-1D migliorato)
*Zathe-110: 200 km
*Zelzal 1/2/3: 200-400 km
*Fajr 3 e 5: razzi a lungo raggio
'''Armi controcarri e SAM''':
*Missili c.c. RAAD (AT-3), RPG-7, RPG-29, Saegheh (RPG-7 migliorato), Toophpan 1 e 2 (TOW), Towsan (AT-5)
*SAM Misagh 1 e 2 (SA-2/QW-1 aggiornati); Shahab Saqeb (HQ-7/FM-80), HAWK clonati, SM-1 clonati, Sayyad-1 (HQ-2/SA-2 migliorati, il 1A ha guida IR); Fajr-8 (il potente S-200/SA-5 clonato). Il nuovo Shahin da 40 km di portata
*Armi c.c.: Samavat da 35 mm (Oerlikon), Fajr-27 (OTO da 76 ), Fath (da 40 mm Bofors)
*Bombe: molti tipi tra cui la Qadr, da 907 kg a guida elettro-ottica, la similare Zoobin da 750 lb e la Qased da 2.000 lbs
*AAM: Fatter (AIM-9), Sedjil (HAWK in versione AAM), Sattar 1/4 (derivati dai precedenti), AIM-54 clonati
*Missili navali: RAAD (HY-2 migliorato), Noor (C-802 migliorato), Tondar (C-801, 50 km), Thaqeb (Noor per lancio da sottomarini), Kowsar 1/3 (C-701, TL-10 e C-704 rielaborati), Nasr (TL-6B copiato), Fajer Darya (Sea Killer II copiato).
*Siluri: Hoot, siluro a supercavitazione tipo il VA-111 Shkval russo
'''Corazzati''':
*carro Zulfiquar, T-72Z Safir 74 (T-55 aggiornati), Morabez (Chieftain aggiornato), T-72S prodotto su licenza, Tosan (FV-101 Scorpion), Cobra BMT-2 (Boragh co cannoni da 23 mm binati a.a.), Boragh (BMP-1), Rakhsh (BRDM), Sepher, Safir, Tondar (gli ultimi tre non protetti)
*Artiglieria: Raad 1 (WZ 501/3 con cannoni da 122 mm), Raad 2 (semovente simile all'M109)
*Armi leggere: MPT-9 Tondar (mitra copia dell'MP-5), KH-2002 da 5,56 mm (M-16 modificato), S-5.56 (Norinco CQ, a sua volta clone dell'M16), KL-7,62 (AKM), G3A6 (G3), MGA3 (MG3), PC-9 (SIG P226), PKM-T80 (PKM), MGD-12,7 mm (DShK), Nakhjir (SVD Dragunov)
*Mezzi navali: classe Sina (Combattante II migliorata), 2 navi; Classe Moudge (Saam modificata), 2 navi, navi d'attacco leggero, hovercraft da sei passeggeri, sottomarini Quaaem, Nahang e Ghadir.
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_military_equipment_manufactured_in_Iran
'''Armi leggere''': S.5 da 5,56 mm, Kahybar 2002 da 5,56 mm, pistole PC-9 (SiG-226), cannoni SR SPG-9 da 73 mm, AKM, Type 56 (KL-7), G3, MG3, MP-5 (Tondar), Dragunov, Steyr HS 12,7 mm, maschere antigas, giubbotti antiproiettile ecc.
'''Corazzati''': carri Zulfiqar 1/3 (100+), Chieftain (400?), Scorpion (80), M47 e 48 (168), M60A1 (150), T-62 (75), T-72S (480), T-72Z, Type 59 e 69 (540), Tosan (FV101 clonato); Cobra BMT-2, Boragh (140+), M113 (200), EE-9 (35), BTR-50 e 60 (300), 210 BMP-1 e Type 86, 400 BMP-2.
'''Artiglieria''': trainata da 105 mm, D-30 da 122 mm (600), Type 54 da 152 mm, D-20 da 152 mm, da 155 mm WAC-21, GHN-45, M114, Soltam M-71, G-5; da 203 mm M-115; semoventi 2S1 (210), Raad 1, Raad 2, M109 (390), da 170 mm (?) M197, da 175 mm M107, da 203 mm M110,
'''Missili SSM e ASM''' (sotto il comando delle Guardie Rivoluzionarie): 18 missili mobili da 3.200-4.000 km Musudan (R-27 sovietici con gittata migliorata), AS-15 (?, pare comprati dall'Ucraina); Fajr-2, 3, 5, Tondar-69, Oghab, Shahin-II, Naze'at, Zelzal, Fateh-110; razzi Type 69, missili Toophan (TOW clonati), AT-3, 4, 5, Towsan-1, Saegheh, RPG-7, RPG-29, MILAN.
'''SAM''': MIM-23 Hawk, SM-1, Shahab Saqueb (FM-90), Saqb, Sayyad-1 (HQ-2), Ghareh (SA-5 con gittata di 250 km); SA-6. SA-10. SA-15, SA-22; SAM portatili Misagh-1 e 2 (QW-1 e 2), RBS-70, SA-7, 16, 18.
'''Sistemi radar''': Gamma, Kasta, Kolchuga, JY-14
'''Aviazione''': 188 aerei e 527 elicotteri teorici, non è chiaro quanti sono attuali operativi.
Aero Commander (4), Bell 205 e Shabaviz (100), Bell 206 (40?), AH-1 (150), CH-47, Cessna 185 (10), Dassault Falcon 20 (1), F-27 (14). Altri mezzi in riserva o radiati di recente: Bell 204, H-300C. UAV Ababil, Mohajer I/IV, Sahand, Faraz I e II, Sabokbal.
Tra le industrie Iraniane vi è la Iran Aircraft Manufacturing Industrial Company o HESA, costituita nel 1976 ed assieme alla IAIO, a cui fa riferimento, ovvero la Iran Aviation Industries Organization. E' basata a Shahin Shahr di Isfahan con grandi installazioni per almeno 250 mila mq, costruita a suo tempo della Textron per produrre il Bell 214, nell'ambito di un enorme contratto per il loro acquisto, tanto che la Bell-Textron dovette fondare una specifica divisione per l'evenienza. Dopo la Rivoluzione è stato bloccato tutto. Tuttavia la realtà è ritornata attiva nei nuovi programmi, con il Simorgh, Shahed-278, Azarakhsh, Saequeh, Shafaq e altri tipi.
Lo Shahed 278 ha volato per la prima volta nel 2009 e deriva dal modello 2061 e dal Bell 206. È in produzione sia in un tipo da attacco e ricognizione, e un tipo da pattugliamento e lotta antinave. Nondimeno è pesante appena 682 kg a vuoto, ma può arrivare a 230 kmh e a 6.400 m di quota. Da notare che è stato disegnato dagli stessi Pasdaran. Il motore è ancora non ben chiaro. Quello che si sa è che sono stati valutati diversi tipi occidentali e russi. La capacità di carburante è di circa 287 litri, e il peso massimo 1.451 kg.
L'elicottero Panha 2091 è l'aggiornamento del Cobra, che ha tra l'altro pannelli blindati per l'abitacolo, nuovo tettuccio, avionica di nuova generazione. Un progetto derivato dal Bell 206 è invece il Panha Shabaviz 2061, stavolta di nuova produzione.
L'Ababil è invece un prodotto della Ghods Aviation Industries. È un UAV leggero, lungo 2,9 m, pesante 83 kg e fino a 45 di carico pagante. La velocità è di 300 kmh e il raggio di 240 km. Chiamato 'rondine' nel linguaggio farsi, ha varie versioni tra cui il modello 5 per la ricognizione e i tipi da attacco T, ed infine i modelli B e S.
È un mezzo dotato di un motore con un'elica a due pale nella parte posteriore e alette canard per migliorare le capacità di resistere allo stallo e manovrabilità. È lanciabile da una rotaia montata su di un autocarro con la possibilità di essere tirato anche da navi grazie a booster a razzo, e sistema a paracadute per ridurre la discesa a 4 m.sec. La tangenza arriva a circa 4.200 m, può portare mezzi come camere digitali e sistmi di comunicazione, oppure una carica HE per attacco 'suicida', forse associato a sistemi di visione o radar passivi. Secondo Israele, almeno 12 sono andati ad Hezbollah prima del 2006, e tre sono stati anche lanciati per colpire bersagli a terra (o forse per azioni di ricognizione), ma sono stati abbattuti prima di arrivare sull'obiettivo. Gli USA ne avrebbero abbattuto uno il 16 marzo 2009 lungo il confine con l'Irak, cadendo 12 miglia dentro il territorio irakeno.
Il Mohajer-1 o Mirsad-1 è un altro drone da 2,9 m, con la velocità di 120 kmh. Non avrebbe capacità di attacco diretto, ma potrebbe usare munizioni laser-guidate sui bersagli. L'Iran ha assunto in questi ultimi 20 anni una notevole esperienza in questo settore. Uno dei tipi avanzati, il mod. 4, è tato usato nel 2004 da Hezobollah per sorvolare il territorio israeliano per circa 5 minuti a 300 m circa, poi è caduto in mare. Fa parte di un totale di 8 esemplari venduti dall'Iran. Questo tipo di UAV sono in servizio grossomodo dal 2002.
Il Mirsad-1 è un altro piccolo drone da osservazione, noto per l'uso da parte di Hezbollah, non è chiaro se possa anche essere usato per attacco né precisamente quale sia il suo filone evolutivo, da quale modello sia stato estrapolato. Hezbollah parla di carico di esplosivo di 40-50 kg per attaccare anche obiettivi in profondità in Israele. La prima penetrazione nel territorio israeliano ebbe luogo nel novembre 2004 e durò per circa 30 minuti, volando a bassa quota. Le dimensioni sono 2,9 m di lunghezza, 3 di apertura alare, 120 kmh e quota di 2 mila metri e motore da 10 hp.
I missili balistici ASHOURA sono armi dichiarate in servizio dal 28 novembre 2007. Sono armi da 2.000 e passa km di portata, con diametro del corpo di 1,2 m. È stato rivelato nel novembre 2007. Arma forse derivata dagli Shahab-3 di portata inferiore (fino a 2.100 km a seconda delle fonti), è stato sviluppato dallo SBIG parte del DIO. Esso è un'arma bistadio e per la prima volta, a propellente solido, più difficile da costruire e meno energico, ma con maggiore prontezza operativa. Contemporaneamente il Pakistan sviluppava il similare Shaheen, ma non è chiaro se vi siano stati scambi di tecnologia tra i due Paesi.
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Il missile Toophan (Tifone) è la copia del TOW, missile con cui l'Iran è antico utente, tanto da averlo importato già nel 1971, quando era ancora un ordigno appena introdotto in servizio. Per assicurarne la manutenzione nacque la IEI (Iran Electronics Industries) grazie alla Emerson Energy Systems e la Hughes Missile Systems, utilizzata anche per l'assistenza ai missili Dragon a corto raggio. Nel 1975 caddero le ipotesi degli accordi per coprodurre il Maverick per ragioni di prezzi, 25 mln di dollari. Il TOW costava di meno, con una licenza di 20 mln. Sembra poco considerando i mld di dollari spesi dall'Iran, ma nemmeno questo venne a buon fine. Ma negli anni scorsi è stato possibile riprodurre questa copia del TOW. Il Toophan ha una testata di 3,6 kg capace di perforare 550 mm di acciaio, il raggio è di 3.850 m, la velocità max di 310 m.sec e il costruttore è la Aerospace Industries Organization, creata nel 2000. Il Toophan è stato usato anche nel 2006 in Libano contro i carri israeliani.
Il razzo Saegheh è un ordigno derivato dal razzo RPG-7, con testata HEAT in tandem. Il razzo pesa appena 1,4 kg ma la testata è di 1,1 kg, la lunghezza è di 590 mm per il razzo, v.iniziale di 150 m.sec, raggio di 1.800 m.
Il Misagh 1 è in servizio dal 1993 e pesa 16,9 kg, lunghezza 1,477 kg, diametro 71 mm, con una testata da 1,42 kg. La portata è di 5 km, la quota max di 4 km, la velocità di 700 m.sec. È stato disegnato dallo Shahid Kazemi Industrial Complex di Teheran, un sistema di scoperta passivo IR e una discendenza dal QW-1 Vanguard cinese, ovvero un discendente dell'SA-7. Ne è sviluppata la versione migliorata Misagh-2, in servizio dal 2005. Pesa 12,74 kg con prestazioni leggermente migliori (880 m.sec, quota 5 km e portata analoga). È stato annunciato in produzione dal 2006.
Il cannone Fajr-27 è la clonazione dell'OTO da 76 mm, con analoghe prestazioni, svelato per la prima volta nel settembre 2006. È il risultato della presenza di questi cannoni nelle navi d'attacco leggere iraniane dell'epoca imperiale.
Le munizioni guidate ASM sono le Qadr e Qased. Il primo è un ordigno da 2.000 lb a guida TV ricavato dalla bomba Mk 84. Come le bombe americane, sono designate GBU (mod 67). Vi è un tipo simile, il Zobin. Le Qased sono di peso analogo, ma a guida laser (dichiarata, apparentemente è invece un'altra arma a guida televisiva). Pare che sia in servizio con gli F-4 Phantom.
I missili Raad sono il clone degli AT-3 Sagger. Pare che in tutto ne sono stati costruiti tra tutte le versioni 2.250 esemplari entro il 2004 e sono stati usati spesso in Libano. Il peso è di 11,78 kg e 23 pr i lsistema di guida. Le dimensioni sono 982 mm di lunghezza, la velocità 120 m.sec, portata 400-3.000 m. È un'arma prodotta dal 1996, con piani fatti dal 1994 con assistenza cinese e nordocoreana. L'arma venne svelata nel 1997, nel 1998 iniziò la produzione del tipo Raad-I, con testata in tandem e sistema di guida SACLOS anziché la vecchia MCLOS.
Il missile Noor è un'evoluzione del C-802 cinese, non si sa molto di esso a parte la presenza di un turbogetto da 3,7 kN a 29.500 giri al minuto, con un raggio di 200 km.
===Pasdaran e forze missilistiche===
Le Forze di terra dei Pasdaran sono circa 100.000 effettivi. L'aviazione, che in ambito internazionale è nota come Air Force of the Army of the Guardians of the Islamic Revolution (AFAGIR), continuando così il parallelismo tra le Guardie e le forze armate convenzionali, utilizza le stesse infrastrutture dell'IRIAF, ma non le stesse risorse. In particolare, nel 2005 era stimata la presenza di almeno 10 Su-25, parte dei quali ex-irakeni (7 per la precisione), vari F-7M e circa 40 EMB-312 Tucano, nonché un gran numero di aerei da trasporto: 15 Il-76, 12 An-74TK-200, ben 30 trasporti tra Y-12 e Falcon 20, addestratori MFI-17 pakistani e UAV Ababil e Mohajer. Non mancano nemmeno gli elicotteri, con circa 20 Mi-171. Vi sarebbero persino Il-76 in versione AEW, ex-irakeni, anche se pare con il radar non più funzionante. Questi mezzi sarebbero: i Su-24, An-13, An-75 a Mehrabad, gli F-7M a Zahedan e gli Il-76 a Shiraz. Un certo numero (sconosciuto) di Su-25 è stato consegnato nel 2003.
Questo almeno secondo le descrizioni degli anni scorsi, ma vi sono anche valutazioni che non fanno menzione dei Su-25 e Il-76, e di gran pare degli altri tipi. Il fatto è che vi è una notevole confusione tra l'aviazione dei Pasdaran e quella "regolare". Tanto che alla fine, il IISS Military Balance 2007 non ha fatto nemmeno menzione di aerei di qualsiasi sorta, ma solo dei missili Shahab-1, 2 e 3.
Quanto alla forza missilistica, questa offre maggiori sicurezze in merito. Si tratterebbe di un gran numero di vettori, dell'ordine delle migliaia, che probabilmente comprendono anche armi a corto raggio come gli Oghab e Shahin-II. L'Iran ha avuto bisogno dell'aiuto estero, tra cui quello cinese, ma oramai è da lungo tempo indipendente ed è arrivato persino a lanciare vettori spaziali.
Il primo missile domestico fu lo Shahab-1, uno Scud-B copiato, lo Shahab-2 era una variante dello Scud-C, poi è arrivato lo Shahab-3 che potrebbe essere definito una sorta di SS-3 modernizzato. Lo Shahab-4 sarebbe stata una prevista variante successiva, mentre i modelli 5 e 6 sono derivati dei missili Taepodong, almeno così vengono valutati. Tra le notizie non esattamente chiare in merito, pare che lo Shahab-4 (Meteora-4) è stata usata anche per realizzare il razzo vettore Kavoshgar-1. Non è chiaro se lo S.6 sia stato mai realizzato, mentre Israele dichiara che si tratta di armi da 3-5.000 km di portata.
Il Fajr-3 è l'arma di maggiore livello tecnologico con tanto di testate MIRV e lunga gittata, mentre lo Shahab-3 ha una distribuzione (al 2006) su circa 6 brigate, oppure, a seconda delle fonti, solo 3 unità di lancio. Il Ghadr-110 è un'arma da 1.800-2.000 km e forse deriva dallo Shahab-3. L'Ashoura è stato annunciato nel 2007 come arma da 2.000 km (l'ennesima), stavolta con motore a razzo con propellenti solidi, sempre ripartito in due stadi. Infine il Sajjil, altro ordigno da circa 2.000 km, con sistemi migliorati e maggiore carico utile. Avrebbe avuto una prima versione con questa gittata, lanciata per la prima volta con successo il 12 novembre 2008, e tosto è apparsa anche la versione migliorata Sejjil-2, con portata forse di 2.500 km e tirata la prima volta il 20 maggio 2009, anche se pare che un primo test si sia avuto già 8 mesi prima.
Assieme ai cloni degli Scud originali, ai missili Tondar-69, Fateh-110, razzi Samid, Shahin-II, Zelzal-1, 2 e 3 fanno parte delle grosse risorse disponibili in questo settore.
Tra i razzi d'artiglieria, il più potente è lo Zelzal-1, in servizio dal 1990 e con una portata di circa 150 km.
===WMD===
Nonostante le molte accuse e i timori, l'Iran non ha armi di distruzione di massa e al contrario ha firmato varie convenzioni come quella per le armi chimiche e quella per quelle biologiche. Piuttosto, l'Iran ha subito le conseguenze delle armi chimiche irakene su oltre 100.000 persone, tra militari e anche civili. Anche le autorità religiose si sono dichiarate contrarie alla creazione di WMD. Gli USA hanno stimato con la loro agenzia NIE che l'Iran ha fermato un programma militare nucleare nell'autunno del 2003 e così è rimasto fino almeno a metà 2007. Si stimerebbe attualmente che l'Iran potrebbe produrre abbastanza uranio arricchito per una bomba nel periodo tra il 2010 e il 2015, ma la cosa non è certa e l'Iran sostiene che il suo programma nucleare è per scopi pacifici. In effetti, costruire centrali nucleari per l'Iran sarebbe vantaggioso, perché offrirebbe la possibilità di esportare maggiori quantità di petrolio. Al momento, mancano le evidenze della volontà iraniana di procurarsi armi nucleari. Ma per sicurezza vi è stata la richiesta di fermare il programma di arricchimento dell'uranio. Ahmadinejad ha commentato che tale richiesta è illegale e arrogante, mandando avanti il programma in maniera legittima. Dall'altra parte vi sono le fortissime pressioni dell'asse USA-Israele (entrambe potenze nucleari, la seconda senza nemmeno dichiararsi come tale), e l'Europa molto indecisa sul da farsi, ma tendenzialmente allineatasi con Washington.
In realtà il programma nucleare iraniano iniziò molto tempo prima, tanto che già il 1 luglio 1968 lo shah ratificò il tratto di non proliferazione nucleare, confermato anche con il governo rivoluzionario. La IAEA (l'organizzazione per l'energia atomica) ha continuato a monitorare l'Iran e a lavorare ed ispezionare i suoi impianti, ma non ha trovato evidenze di programmi nucleari, a parte dei fantomatici Progetti 110 e 111 per possibili testate, che però non paiono essere altro che ipotesi o quanto meno, sistemi abbandonati.
L'Iran dal canto suo continua ad esigere l'attività delle sue centrali, dichiarando contro i suoi principi religiosi l'uso di armi nucleari, mentre invece la sua popolazione, raddoppiata in meno di 20 anni, avrebbe bisogno di un maggiore sviluppo industriale ed energetico. Anche se l'Iran esporta molto petrolio, poi deve importare molto carburante raffinato con spese non indifferenti. Inoltre prima o poi il petrolio finirà e allora sarebbe meglio differenziare le fonti di energia per non trovarsi totalmente privi di energia. Bruciare petrolio per ricavare energia elettrica è uno spreco, insomma, mentre sarebbe ben più sensato esportarlo. ma per questo serve l'appoggio delle centrali nucleari. E mentre l'Iran è d'accordo con il trattato di non proliferazione (NPT), dall'altro canto accusa l'UE di non essere indipendente nel giudizio sulla questione, e soprattutto chiama Israele a sottoscrivere l'NPT e a concedere quello che all'Iran è praticamente imposto, ovvero l'ispezione negli impianti nucleari. Anzi, l'Iran ha dichiarato la sua volontà di supportare una zona libera da armi nucleari in tutto il Medio Oriente. Insomma, nucleare sì, ma per produrre energia e non bombe. L'11 aprile 2006 Ahmadinejad ha annunciato che l'Iran è riuscito ad arricchire l'Uranio del 3,5 % raggiungendo il gruppo di nazioni con capacità di produrre energia nucleare. E ha rilanciato durante la crisi del 2007: il 21 febbraio ha detto che sì, se l'Iran dovesse chiudere le sue industrie nucleari sarebbe disponibile a farlo, ma le nazioni che intavolano i dialoghi con l'Iran dovrebbero fare lo stesso. Ovviamente, gli USA non hanno accettato l'offerta, definendola 'falsa', ma chiedere ad una nazione di chiudere i propri impianti da parte di Paesi già nuclearizzati è stata ovviamente presa come un'azione arrogante e unidirezionale.
Russia e Cina si sono date molto da fare in termini diplomatici, pur ricordando che l'Iran ha firmato l'NPT. I Francesi, altra potenza nucleare, hanno avuto da affermare nel febbraio 2006 (da parte del ministro degli esteri) che non ci sono programmi nucleari civili che possano spiegare quello militare iraniano, per giunta clandestino. Chirac ha smorzato gli animi nel gennaio 2007 dichiarando che se anche l'iran avesse una bomba atomica, non potrebbe usarla, perché se lo facesse, 'la bomba non andrebbe 200 m fuori dall'atmosfera senza che la capitale Teheran venisse rasa al suolo', alludendo al non dichiarato arsenale nucleare israeliano.
Israle, per l'appunto, non ha mai firmato l'NPT e al converso, spaventato dall'eventualità di un Iran nucleare, ha previsto da lungo tempo un attacco aereo contro l'Iran. Come accadde con l'Irak, solo che lì si trattava di colpire un singolo impianto, qui ve ne sono parecchi e ben difesi. Non sarebbe molto facile. El Baradei, il capo dell'AIEA ha poi detto che se gli israeliani avessero tali intenzioni trasformerebbero il Medio Oriente in una 'palla di fuoco'. Israele sarebbe sicuramente contrattaccato dall'Iran in tal caso, anche se l'attacco lo sferrassero gli USA. Ancora nel 2007 Israele ha detto che avrebbe continuato a dare addosso al programma nucleare iraniano nonostante che gli USA abbiano verificato l'arresto del programma (non confermato) militare fin dal 2003. Fino alla fine del mandato Bush, Israele ha premuto per attaccare l'Iran, si è persino esercitata con le difese di Cipro (armate con gli SA-10) per penetrare quelle iraniane. Nel frattempo ha attaccato una installazione sospetta in Siria e alla fine si è giocata il bonus, scegliendo di attaccare la Palestina (Piombo Fuso) piuttosto che l'Iran. Oramai il vento era cambiato e Obama non avrebbe gradito, già non è stato affatto contento di trovarsi ad entrare in carica con una guerra in atto in medio Oriente e la questione palestinese più drammatica che mai. Nel frattempo la Russia ha detto che l'Iran ha il diritto di sviluppare energia nucleare per scopi pacifici, mentre l'UK ha chiesto di sospendere i progammi d'arricchimento per precauzione contro eventuali sviluppi bellici.
I governi arabi sono piuttosto preoccupati, ma non così la popolazione, che il larga parte vede come diritto iraniano quello di ottenere eventualmente armi nucleari, per bilanciare l'egemonia israeliana e occidentale. Anche il Paese islamico più popoloso del mondo, l'Indonesia, ha dichiarato ufficialmente che il programma iraniano è pacifico. I Palestinesi appaiono favorevoli ad un Iran nucleare, e in generale i musulmani sono largamente convinti che sia altamente discrimatorio che USA e Israele impongano alle nazioni islamiche il divieto di possedere armi nucleari. Il Qatar, come rappresentante degli Stati del Golfo ha anche votato contro la risoluzione ONU (passata con 14:1 voti) che rinforzava le sanzioni contro l'Iran. Gli Stati non allineati protestano a loro volta contro il monopolio delle armi nucleari detenuto da pochi e in alternativa propongono il disarmo nucleare totale e non le sanzioni per chi tenta di procurarsi armi del genere, che è in natura altamente discriminatorio, specie quando chi lo impone è già una potenza atomica.
I report sulle armi chimiche e biologiche iraniane sono altamente speculativi. Tra le poche cose sicure è che l'Iran ha prodotto gas mostarda negli anni '80, ma poi ha distrutto i suoi stock. Gli USA sostengono invece che anche recentemente tali armi sono state realizzate.
I mezzi di lancio sarebbero in particolare tra 25 e 100 Shahab-3, mentre pare che il successivo -4 è solo un vettore spaziale, ma al converso vi sono voci che vogliono il successivo Shahab-5 con un raggio di 10.000 km e quindi un ICBM. Vi sono poi 12 missili russi X-55 comprati dall'Ucraina nel 2001 e co un raggio di almeno 2.500 km (sono simili ai 'Tomawhak'). Poi vi sono gli aerei come i Su-24 e F-4.
===La questione nucleare===
Il programma nucleare iraniano non è nulla di nuovo. Iniziò già negli anni '50, con il supporto degli USA in quanto era parte del programma 'Atomo per la Pace'. Questa era un'iniziativa che seguì la defenestrazione del primo ministro Mossadeq nel '53, democraticamente eletto ma deposto con un colpo di stato organizzato dalla CIA. Cosa che gli Iraniani non dimenticarono, iniziando da qui a serbare un ben comprensibile rancore per chi si era permesso di intromettersi nei propri affari interni in maniera tanto sfacciata, per mettere poi al potere Reza Pahlavi, che non tardò a dimostrarsi un tiranno con ambizioni megalomani di potenza e di repressione del dissenso interno. Nel '67 l'Iran si dotò del Centro di ricerca nucleare di Teheran (TNRC), sotto la guida dell'organizzazione per l'energia atomica dell'Iran o AEOI. All'epoca, del resto, era normale per moltissime nazioni costruire reattori nucleari e l'Iran intendeva restare al passo dei tempi anche qui. Ebbe anche un piccolo reattore di ricerca capace di 5 MW, diventato operativo nel 1967. L'anno dopo l'Iran firmò il NPT (Nuclear non Proliferation Treaty, in italiano la sigla diventa TNP), ratificandolo nel 1970, per cui sembrava che non vi fossero problemi in tal senso, con le verifiche che avrebbe fatto la IAEA dell'uso degli impianti. Lo Shah approvavò un piano, che al solito, non celava le sue ambizioni: costruire ben 23 centrali nucleari con l'aiuto occidentale entro il 2000. Anche perché nel 1974, con la crisi energetica, dichiarò -comprensibilmente- che 'Il petrolio è un materiale nobile, troppo prezioso per essere bruciato (per produrre energia elettrica)'. L'obiettivo era di costruire centrali per 23 GW complessivi. Le compagnie europee, già in ricchi affari per altri settori (come quello militare) si diedero molto da fare per ottenere contratti. Bushehr doveva essere il primo dei 23 impianti, destinato ad alimentare Shiraz. Nel '75 la Kraftwerk Union AG, formata da Siemens e AEG Telefunken, firmò un primo contratto per realizzare reattori nucleari, con un prezzo di 4-6 mld di dollari. La costruzione dei due primi reattori, peraltro, era stata poi subappaltata alla Thyssen-Krupp, da completare entro il 1981. Nel frattempo c'era anche da pensare all'Uranio, con una compagnia chiamata Eurodif, che gestiva un impianto di arricchimento in Francia e venne formata nel '73 da Francia, Belgio, Spagna e Svezia. La Cogéma (impresa governativa francese) con il governo iraniano formò poi la Sofidif per l'arricchimento dell'Uranio per diffusione gassosa, con una ripartizione rispettivamente del 60 e del 40% e l'acquisto da parte di questa joint-venture, del 25% della Eurodif, il che risultò quindi nel possesso iraniano del 10% della stessa. Per ottenere i diritti di comprare il 10% dell'impianto Eurodif, gli Iraniani pagarono 1,18 mld di dollari entro il 1977. Anche gli USA ritornarono in campo, con il presidente Ford che offrì all'Iran di comprare un intero impianto di riprocessamento ed estrazione per ottenere plutonio, per completare il 'ciclo del combustibile nucleare'. All'epoca già erano in carica sia Dick Cheney che Donald Rumsfield (Segretario della Difesa). Dal punto di vista di Ford, questo avrebbe aiutato l'Iran ad ottimizzare il consumo di energia per aiutare l'Iran e la sua economia in crescita e liberare le riserve di petrolio dallo scopo di alimentare le centrali elettriche. Da notare che tutto questo è ripetuto anche oggi dagli Iraniani, ma evidentemente, senza essere creduti. Da notare anche che il plutonio non necessita di arricchimento alcuno per diventare direttamente il nocciolo di una bomba nucleare, ma nessuno si pose seriamente il problema della proliferazione nucleare all'epoca. Eppure, malgrado quello che ne pensavano i politici, la CIA concluse già nel '74 che se lo Shah fosse stato vivo negli anni '80, l'Iran avrebbe senz'altro proceduto a costruire armi nucleari sulla spinta dei vicini pakistani e indiani. Inoltre, lo Shah non si faceva mancare nulla nemmeno in termini di differenziazione delle fonti, tanto che prese un accordo anche con il Sudafrica, finanziando con i suoi proventi del petrolio la tecnologia nucleare sudafricana: i sudafricani, in cambio, gli avrebbero fornito l'Uranio arricchito.
Tuttavia, gli impianti nucleari non sono diventati operativi prima della caduta dello Shah e tutto si è congelato per decenni. Nondimeno, l'Iran era convinto di riattivare il programma nucleare con combustibile arricchito in loco, e persino pagò gli USA per la consegna di nuovo combustibile e l'aggiornamento dei suoi impianti, ma gli americani non fecero nulla di questo, e naturalmente nemmeno rimandarono indietro i soldi presi (scena poi ripetutasi con la vicenda degli F-16 pakistani). I tedeschi fermarono i lavori già nel gennaio 1978, quando un reattore era completo al 50% e l'altro all'85%, per poi ritirarsi totalmente nel luglio 1979. Per questo non risultato l'Iran aveva già pagato in tutto 2,5 mld di dollari. Anche la Francia, nel '79, rifiutò di dare altro carburante arricchito e l'Iran sospese i pagamenti, richiedendo indietro i soldi spesi per l'investimento, e usando anche le maniere forti, come i cittadini francesi presi in ostaggio, per esempio dagli Hezbollah. Del resto, la missione militare francese in Libano, finita a colpi di camion-bomba, era forse un altro effetto della rabbia iraniana per il disimpegno francese (con tanto di cassa). Il ritiro tedesco era stato motivato ufficialmente dal mancato pagamento iraniano di 450 mln di dollari, mentre nel 1982 il presidente Mitterrand rifiutò definitivamente di dare altro combustibile all'Iran, che avanzava un credito di 1 mld di dollari dai Francesi. I Tedeschi tentarono di far ripartire i lavori nel 1984, ma i pericoli della guerra che continuava li consigliarono a non riprovarci. L'anno prima l'AIEA aveva previsto di aiutare l'Iran a produrre uranio arricchito, ovviamente per scopi pacifici, ma davvero non erano maturi i tempi per questo sviluppo e gli USA suggerirono all'Agenzia di terminare i suoi tentativi di supportare gli iraniani nella produzione, anche se nel 1984 conclusero che gli impianti disponibili in futuro non sarebbero stati comunque particolarmente buoni per costruire armi nucleari, né che l'Iran sembrava intenzionato a dotarsene. Nel 1987 l'Iran ebbe a che fare anche con l'Argentina, che a sua volta era una nazione nucleare (in termini civili), dal 1974 (reattore Atucha I, poi 10 anni dopo, l'Embalse) in maniera da ottenere uranio arricchito al 20% (per scopi pacifici). Vennero siglati ben 3 accordi nell'arco di un anno, e nonostante la pressione americana per interromperli, non vennero totalmente cancellati.
Quanto all'impianto di Bushehr, questo venne lasciato abbandonato e poi danneggiato più volte dagli attacchi aerei iraniani. Tutto si fermò, fino a ripartire negli anni '90 con l'aiuto dei Russi (con una organizzazione di ricerca congiunta chiamata Persepolis). In particolare, nel 1995 l'Iran ha firmato per ottenere un impianto nucleare per 915 MW, anche se inizialmente gli altri sono stati omessi dal sito nucleare più importante dell'Iran. Gli USA isolarono anche l'Iran dalla Cina l'anno dopo (1996),dato che c'era in ballo la costruzione di un impianto nucleare. Nel frattempo, era stato risolto anche il problema con i francesi: nel 1991 la Francia accettò di pagare 1 mld di dollari all'Iran, che restava un azionista di Eurodif via Sofidif, ma senza chiedere in cambio il combustibile nucleare, che era il suo obiettivo primario. Nondimeno, vi sono numerosi impianti per l'estrazione dell'Uranio (di cui l'Iran è ricco), impianti di arricchimento, laboratori di ricerca ecc. Nel tempo, si pensa di arrivare a costruire ben 19 impianti nucleari, per esempio uno da 360 MW è attualmente in sviluppo, e pare che in effetti sarebbero più graditi impianti di media potenza piuttosto che di alta potenza come Bushehr.
Naturalmente tutto questo ha sollevato delle proteste internazionali, anche se l'Iran ha ammesso di non avere arricchito l'Uranio a percentuali superiori al 5%, ovvero non in qualità 'bomba'. Al contrario, nazioni come Egitto e Sud Corea sono note per essere arrivate ad arricchire l'Uranio, ma non hanno avuto conseguenze pratiche per ragioni che stanno più nella politica che nella tecnica. Già nel 1992 Hans Blix, dell'AIEA, riportava che le ricerche iraniane erano compatibili con la dichiarata volontà di costruire impianti per scopi pacifici, mentre nello stesso anno l'Argentina aveva cancellato una vendita di materiale per 18 mln di dollari, sempre grazie alla mano 'invisibile' degli USA, a quel punto particolarmente agguerriti contro l'Iran. L'Argentina finì presto di essere un patner nucleare dell'Iran per via di questo 'mobbing'.
Il resto della storia è più che altro, attualità. La IAEA ha chiesto la visita dei vari siti iraniani anche se con impegni rilassati per vari aspetti, fino ad arrivare, grazie anche alle principali potenze europee (UK, Francia e Germania) all'accordo di Teheran dell'ottobre 2003, di cooperazione e con la forma iraniana di un ulteriore protocollo di controlli. Vi sono stati anche problemi come la mancata comunicazione iraniana dell'importazione di Uranio dalla Cina, ma non erano state rilevate evidenze di un programma nucleare segreto di cui molti sembravano ipotizzare l'esistenza. Nel giugno 2004, infine, è stata cominciata la costruzione del piccolo reattore IR-40 da 40 MW. Il novembre successivo l'Iran annunciò una sospensione temporanea e volontaria del suo programma di arricchimento dell'Uranio. Dato che i mediatori europei non riuscivano ad ottenere un miglioramento delle trattative, l'Iran appena eletto Ahmadinejad rimosse i sigilli alle infrastrutture per la produzione di uranio arricchito. Così da un lato all'Iran si richiedeva di terminare il processo di arricchimento dell'Uranio, in violazione di precedenti accordi, dall'altra lo si accusava di avere violato i suddetti riaprendo gli impianti. Il nuovo presidente annunciò che l'Iran era riuscito ad arricchire l'Uranio (11 aprile 2006), anche se solo del 3,5% con l'uso di 100 e passa centrifughe. È un uranio in qualità civile, non 'bomba', ma già il 13 aprile Condi Rice disse che il Consiglio di Sicurezza ONU stava considerando forti passi per cambiare le ambizioni nucleari iraniane, al che però vi fu il netto rifiuto iraniano di cessare le attività in questo senso, e di rifiutare in particolare chi nega la necessità iraniana di costruire un nucleare civile. Il 31 luglio, però, sotto la spinta implacabile dell'amministrazione Bush e di altre nazioni europee, il Consiglio di Sicurezza approvò la risoluzione 1696 per richiedere all'Iran di cessare i processi di arriccimento, e nel dicembre (il giorno dopo natale) impose anche una serie di sanzioni con la R.1737, ma grazie alla posizione cinese e russa, con un testo meno duro di quanto sarebbe stato altrimenti, per volontà americana. Dato che l'Iran non ha cooperato con richieste ingiuste (almeno dal suo punto di vista), nel marzo 2008 è scattata un'altra risoluzione, la 1803 con effetti anche finanziari, sui viaggi delle persone ed export di armi.
Oramai si gioca sporco: il 10 maggio 2007 l'Iran e la IAEA si sono ritrovati concordi nel negare veementemente che vi siano stati blocchi nell'attività degli ispettori dell'Agenzia, nell'ottobre 2007 El Baradei negò ogni evidenza del programma iraniano di armi nucleari. Nel febbraio 2009 El Baradei ha negato che vi sia una qualche necessità di attacchi aerei sull'Iran, mentre Hans Blix, già ridicolizzato dall'Amministrazione Bush quando (giustamente) dichiarava che l'Iran non aveva WMD, si è rifatto vivo dopo anni di silenzio per criticare l'inefficace approccio occidentale con l'Iran, che invece tra l'altro dovrebbe essere basato sull'assicurazione di evitare attacchi dall'esterno o attività sovversive dall'interno del Paese, per distendere invece che tendere una situazione potenzialmente critica.
Dall'altro canto, gli Iraniani si sentono non solo particolarmente sotto pressione da 30 anni a questa parte, mentre molti loro vicini si sono 'nuclearizzati', ma vedono come omertoso il comportamento tenuto verso Israele. Il 90% degli Iraniani pensa che sia importante un programma nucleare civile e molti Paesi arabi la pensano allo stesso modo. Non così gli USA, allorché il 31 agosto 2006 mr.Bush ha detto, come presidente, che ci sarebbero state 'conseguenze' per la sfida iraniana alla richiesta di cessare l'arricchimento, e che il mondo stava andando incontro ad una 'grave minaccia' per via del regime radicale iraniano e del supporto dato da questo ad Hezbollah. Visto che quest'ultimo è stato il nemico di Israele in quell'estate di guerra, il cerchio si chiude: il problema sembra non tanto che l'Iran sia un giorno una nazione nucleare, ma la politica e in particolare l'ostilità verso Israele. D'altro canto gli USA non hanno problemi ad essere amici di Israele, nazione nucleare (militare, circa 1 testata atomica ogni 100 km2 di superficie in termini di media, che è senz'altro la più alta del mondo), il Pakistan e l'India, né hanno da ridire sulla compera saudita (apparentemente inesplicabile) di 72 missili a medio raggio cinesi già nei primi anni '90 (ufficialmente 'senza testate'). Per fortuna del mondo, con l'amministrazione Obama le cose sembrano andare, lentamente, meglio, con una maggiore apertura verso il mondo arabo e musulmano, e verso i tradizionali nemici, Iran incluso. La situazione è talmente cambiata, che l'amministrazione Obama stenta a prendere una posizione anche di fronte alle proteste oceaniche che nel giugno 2009 hanno sconvolto la vita politica iraniana, dopo le accuse di brogli alle elezioni. Attualmente, la parola d'ordine sembra 'prudenza' e 'multilaralità', con riconoscimenti (vedi il discorso del Cairo fatto da Obama) sia dell'alleanza con Israele, che dei diritti degli arabi e dei palestinesi in particolare. Del resto gli USA di Obama sono ben allertati del fatto che, dando troppo credito alle notizie 'sicure' dei servizi israeliani, si sia trovato d'invadere l'Irak per inesistenti WMD, sui cui rischi invece si giustificava l'atto di forza contro Saddam. Stavolta non solo gli USA non interverranno attivamente, ma neanche sono intenzionati ad autorizzare o a far passare impunita un'eventuale replica dell'attacco ad Osirak (Irak) del 1981. Anche perché, data la difesa dei siti nucleari iraniani e il loro numero, non sarebbe un singolo attacco a fermare l'eventuale minaccia iraniana. Un grosso passo in avanti rispetto alle dichiarazioni americane di qualche anno fa, che nemmeno escludevano l'uso come 'primo colpo' di armi nucleari e che ribaltavano totalmente il concetto di minaccia nucleare, con il loro uso da parte della prima potenza nucleare mondiale contro una nazione priva persino di un funzionante programma nucleare civile e che, ripetutamente, si è dichiarata al contrario favorevole alla creazione di una regione mediorientale priva di armi nucleari. Il che ovviamente avrebbe coinvolto anche Israele, tutt'altro che intenzionato a privarsi delle sue bombe A e H (ufficalmente nemmeno esistenti). Nel corso degli ultimi anni, l'AIEA ha fatto parecchi rapporti sull'Iran e quello del febbraio 2009 dice che continua il processo d'arricchimento dell'Uranio (oltre 1 t), e che non è cooperativo in parecchie questioni, come l'accesso al reattore IR-40, non escludendo che sia possibile ottenere un'arma nucleare da tali materiali ed infrastrutture, anche per la mancanza di notizie esatte su parecchi aspetti della questione. Nel marzo 2009, tuttavia, esistono rapporti che indicano (riportati al Congresso) come l'Iran non abbia ancora Uranio arricchito sufficiente per una bomba e che i test missilistici non sono collegati allo sviluppo di armi nucleari. L'Iran non è necessariamente intenzionato a seguire le altre nazioni della regione nello sviluppo di armi nucleari. Ahmadinejad ha anche ammesso in merito (intervista alla NBC, luglio 2008) che le armi nucleari non garantiscono niente: l'URSS si è disintegrata nonostante ne avesse a migliaia, gli USA non vincono in Afghanistan pur essendo una potenza nucleare e così via. Le armi nucleari, secondo lui, sono ordigni del XX secolo, non sono la risposta per la stabilità e la sicurezza del XXI secolo. Del resto, fin dal '74 l'Iran, preoccupato dalla potenza nucleare israeliana e dall'esperimento nucleare realizzato dall'India, aveva proposto una zona libera da armi di questo tipo, e non pare avere cambiato idea.
Forse anche per questo il 16 settembre 2006 ad Havana le 118 nazioni 'non allineate' si sono dichiarate a favore del programma nucleare civile iraniano, e si tratta della maggioranza delle 192 nazioni dell'ONU. I 56 dell'Organizzazione della Conferenza Islamica hanno ribadito nel febbraio 2007 l'inalienabile diritto dell'Iran di possedere tecnologie nucleari civili e le popolazioni arabe, pur non essendo tali gli Iraniani, considerano loro diritto di sviluppare tali tecnologie. A tutto questo si aggiungono anche Cina e Russia, che non vedono nessuna evidenza del programma di armi nucleari iraniane.
Le infrastrutture nucleari iraniane, in tutto, sono le seguenti (nome delle località):
Anarak --Arak --Ardakan --Bonab --Bushehr --Chalus --Darkovin --Isfahan --Karaj --Lashkar Abad --Lavizan --Natanz ---Parchin --Saghand --Tehran --Yazd
Tra i 'tiri bassi' americani vi è stata anche l'Operazione Merlin, che a quanto pare sarebbe stata fatta sotto l'amministrazione Clinton, per passare agli Iraniani tramite appositi agenti, da parte della CIA, dei piani per costruire un reattore nucleare difettoso, usando come vettore uno scienziato nucleare esule dalla Russia, il quale però si rese conto dei difetti del sistema e li spiegò agli Iraniani, che così, anziché costruire tout-court un sistema difettoso, hanno ottenuto informazioni utili per andare per conto loro nello sviluppo del settore, escludendo ovviamente i difetti, con l'appoggio dello scienziato pakistano A.Q. Khan.
L'impianto nucleare di Bushehr è parte dell'Organizzazione dell'energia atomica iraniana. Dotato di un reattore tipo VVER-1000/446 da 1000 MW, il centro venne costruito già dal 1 maggio 1975, ma tale processo non è ancora terminato e si pensa che le operazioni commerciali cominceranno solo nell'agosto del 2009. Si prevedono altri due reattori. La costruzione era stata fatta con l'aiuto della tedesca KWU, che iniziò a costruire due reattori da 1300 MW ad acqua pressurizzata, come quelli del centro nucleare di Biblis, in Germania. Si pensava di iniziare le operazioni nel 1982, ma in mezzo ci fu la Rivoluzione e la costruzione venne sospesa. Fu poi la russa Atomstroiexport che ha preso in tempi recenti in mano la situazione con il tipo di reattore di cui sopra, in base ad un contratto firmato nella capitale iraniana nel 1995. Altri due reattori sono pianificati, mentre un quarto, inizialmente previsto, è stato cancellato. Dal dicembre 2007 la Russia ha anche iniziato a fornire combustibile nucleare per questo reattore, la cui costruzione è stata terminata nel marzo 2009. Dal prossimo 22 agosto (2009) l'impianto dovrebbe iniziare a funzionare a metà potenza, per arrivare al massimo livello nel marzo del 2010. Gli altri due saranno presumibilmente installati e resi operativi all'inizio del 2011 e del 2012.
== Note ==
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Decidere cosa credere: un parere su informatori, ridimensionatori, denunciatori, demistificatori, smascheratori, iconoclasti e scettici...</div>
<div class="NavHead" style="background:#CADABA; text-align:left">UNMASKERS & DEBUNKERS (An Opinion) {{en}}</div>
<div class="NavContent" style="text-align:left">
*'''Deciding what to believe'''<ref>''This is a short essay stating Monozigote's opinion on whistle-blowers. It's only available in English on his userpages in the template format.''</ref><br/>
Most of us have different levels of justification for our beliefs. We can make better cases for some of them than we can for others. This is inevitable. We can't thoroughly investigate and evaluate everything we believe.
We also differ as individuals in what it makes sanse for us to investigate. We have different lives: different needs, interests, responsibilities, and passions. So we have greater and lesser need for accuracy in different areas. People with children need to investigate child-rearing theories more diligently than people without them. In general, the amount of time and effort we owe it to ourselves to invest in our beliefs, and the way we diversify that investment, depends on what we are like. In the end, what we owe to ourselves is to live well. That means investigating to the extent that best contributes to our well-being.
Since what we believe affects others, there is also the matter of what we owe them. Again, that raises a nest of difficult ethical questions - but this much seems clear: the more the lives and welfare of others depend on the accuracy of our beliefs, the higher our standards of evidence should be (always a matter to consider for [[:en:w:Wikipedians|Wikipedians]]).
Once we make peace with the fact that some of our beliefs are based on relatively little evidence, and that's okay, the thought that we are entitled to believe without evidence in certain cases may seem less shocking. I think we do have such a right, '''subject to two strict requirements.''' First, the issues must be ones we can't decide on the basis of the evidence and arguments (even when evidence includes what the experts say). Second, our adopting the belief in question must present no significant risk or harm to others.<ref>One could also say where the promise of benefits outweighs the expected burdens. The choice between these formulations raises some tricky questions about whether we should treat harms and benefits symmetrically in ethics: roughly speaking, should benefits count as much as harms when we construct our moral principles?</ref> Some might take these conclusions as an endorsement of intellectual laziness. But they're not. I'm just being honest about the fact that few of us have the time, energy, need, or capacity to carry out [[:en:w:Socrates|Socratic]] missions of investigation and [[:en:w:maieutics|maieutics]]. This is not to say we don't need more people like Socrates (or [[:en:w:The Emperor's New Clothes|the child who declared the emperor naked]]). The world is rife with charlatans, cheats, flimflam artists, incompetents, scammers, unscrupulous careerists, and fools in high places (often with big egos). In addition, the intellectual world is not immune to politics of fashion. At times it stampedes and at times it circles the wagons. As a result, bad things happen. So we need our [[:en:w:skeptic|skeptics]] and iconoclasts, our unmaskers and our sticklers for the truth. We should build monuments to these [[:en:w:whistle-blower|whistle-blowers]] in the fields of knowledge and create an annual holiday in their honour. Above all, we should listen to what they say (without losing sight of how often our trusted sources also get things right).
But most of us are ill-equipped to walk in Socrates' sandals, and most of the rest don't want to. As we learned from Socrates, unmasking false experts can be hazardous to one's health, and we should avoid drinking [[:en:w:Conium|hemlock]]. The unmasking usually involves speaking truth to (or about) power, and power didn't become power by turning the other cheek. What happened to Socrates is extreme by today's Western democratic standards (is it?), but, with the exception of stand-up comics, serious iconoclasts and unmaskers have harder life than the rest of us (unless they are extraordinarily gifted, like [[w:Richard Feynman|Richard Feynman]]<ref>[[:en:w:Nobel Prize in Physics|Nobel Prize in Physics]] and a renowned [[:en:w:Individualism|nonconformist]].</ref>). As the old saw says, you have to go along to get along, and they don't. Insider whistle-blowers, in particular, have a harder row to hoe than their more compliant and complacent peers. Exposing the weakness of a major research programme in one's field makes one unpopular with colleagues invested in that enterprise. And exposing fraud by a respected or well-liked colleague may even seem traitorous. The fact that our unmaskers and debunkers risk all that is precisely what makes them heroes.<br/>
________________<br/>
<small><references/></small>
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}}
⇒ '''[[w:Speciale:Contributi/Monozigote|CRONOLOGIA CONTRIBUTI ''it:wikipedia'' DAL 2012 AD OGGI]]'''</br>
<small>(contributi anteriori, '''2002-2011''', sotto altri [[w:eteronimia|eteronimi]])</small>
<div class="usermessage" style="background-color:yellow; height: 55px; text-align:center; font-size: big; line-height: 20px;">[[File:Wikimedia-logo.svg|45px|left]][[File:Wikibooks-logo.svg|45px|right]] ★ 1 OTTOBRE 2021 — WikiMedia mi ha comunicato la seguente notizia in tutte le lingue:<br/>"Hai appena fatto la tua diecimillesima modifica; ti ringraziamo molto!"<br/>...e mi ha dato libero accesso alla vastissima ''[https://wikipedialibrary.wmflabs.org/users/my_library/ Wikipedia Library]''</div>
<div class="usermessage" style="background-color:aqua; height: 35px; text-align:center; font-size: 2.0em; line-height: 30px;">[[File:Angry-Grey-Alien.png|20px|left]]'''''[[Utente:Monozigote/sandbox6|TABELLA AGGIORNATA DI MIEI WIKILIBRI COMPLETATI]]''''' [[File:Angry-Grey-Alien.png|20px|right]]</div>
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{{Quote|Non sta a te completare l'opera,<br/>ma non sei libero di sottrartene.|R. Tarfon, ''Pirkei Avot, II.21''.| לא עליך כל המלאכה לגמור, ולא אתה בן חורין ליבטל|lingua=he}}
{{q|Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.|Oriana Fallaci}}
{{q|''Creation is the language of God, Time is His song, and things of space the consonants inn the song. To sanctify time is to sing the vowels in unison with Him.''<br/>
''This is the task of men: to conquer space and sanctify time.''|A. J. Heschel, ''The Sabbath''}}
{{q|Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi.|Cesare Pavese}}
{{q|''Beauty itself is but the sensible image of the Infinite.''|Francis Bacon}}
{{q|Un attimo di vera beatitudine! È forse poco per riempire<br/>tutta la vita di un uomo?|Dostoevskij}}
{{q|''Once the realization is accepted that even between the closest human beings infinite distances continue, a wonderful living side by side can grow, if they succeed in loving the distance between them which makes it possible for each to see the other whole against the sky.''|Rainer Maria Rilke}}
{{q|Ci sono istanti nella vita in cui tutto cambia. Istanti in cui succede qualcosa che modifica radicalmente tutto quello che è esistito fino all’attimo che li ha preceduti|Paola Calvetti}}
{{q|''Only two things are infinite, the universe and human stupidity,<br/>and I'm not sure about the former.''|Albert Einstein}}
{{q|Leggere è l’unica dipendenza che non nuoce, ed è la miglior cura<br/>per l'anima.|Dumitru Novac}}
{{q|''Death is not an event in life: we do not live to experience death. If we take eternity to mean not infinite temporal duration but timelessness, then eternal life belongs to those who live in the present.''|Ludwig Wittgenstein}}
<small>
{{Citazione|Se io non sono per me, chi è per me?<br/>E se io sono solo per me stesso, cosa sono?<br/>E se non ora, quando?|R. Hillel, ''Pirkei Avot, I.14''.| אם אני לא בשביל עצמי מי יהיה בשבילי? עם זאת, אם אני רק בשביל עצמי, מה אני? ואם לא עכשיו, מתי?|lingua=he}}</small>
{{q|''When you look in the mirror, what do you see? Do you see the real you, or what you have been conditioned to believe is you? The two are so, so different. One is an infinite consciousness capable of being and creating whatever it chooses, the other is an illusion imprisoned by its own perceived and programmed limitations.''|David Icke}}
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Deus mēcum<br/>Tertium non datur
{{-}}
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Piemonte/Provincia di Cuneo
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<small>—Mosè Maimonide (''Rambam'', Moshe ben Maimon)</small></span></div></nowiki>
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|-
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|-
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|-
|ecc. ... || ecc. ...
|-
|}
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|Principale || 16' Soprani
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|Principale I || 8' Bassi
|-
|ecc. ... || ecc. ...
|-
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Dagnan Bouveret Portrait of Brittany Girl.jpg|''Ritratto di una giovane bretone''
Pascal Dagnan-Bouveret-Dans la forêt-Musée des beaux-arts de Nancy.jpg|''Nel bosco''
Dagnan-Bouveret - Portrait de femme.jpg|''Ritratto di donna''
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== Note ==
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| rowspan=3 style="width:1%; vertical-align:center;"| [[File:Brockhaus and Efron Jewish Encyclopedia e10 513-0.jpg|80px]]
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| style="font-size: 90%; background:#ffe; border:1px solid silver; padding:3px;"| Libri nella serie: ''[[Guida maimonidea]] • [[La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah]] • [[Antologia ebraica]] • [[Torah per sempre]] • [[Non c'è alcun altro]] • [[Virtù e legge naturale]] • [[Essenza trascendente della santità]]''
|-
| style="font-size: 90%; background:#ffe; border:1px solid silver; padding:3px;"| Bibliografie & Glossari: [[Guida_maimonidea/Bibliografia|1]] • [[La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/Bibliografia|2]] • [[Antologia ebraica/Bibliografia|3]] • [[Torah per sempre/Bibliografia|4]] • [[Non c'è alcun altro/Bibliografia|5]] • [[Virtù e legge naturale/Bibliografia|6]] • [[Essenza trascendente della santità/Bibliografia|7]]
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<div class="usermessage" style="background-color:aqua; height: 120px; text-align:center; font-size: large; line-height: 35px;"><font size=6>'''SCRIVO LIBRI CHE MI AIUTANO A PENSARE'''</font><br/>
[[File:Wikimedia-logo.svg|50px|left]][[File:Wikibooks-logo.svg|50px|right]]'''''COGITO ERGO SCRIBO, SCRIBO ERGO COGITO'''''<br/>
<font size=5>'''I WRITE BOOKS IN ORDER TO EXPRESS THOUGHT'''</font>
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== WIKIBOOKS COMPLETATI E IN CANTIERE ==
<small><div style="color:#990000;">''('''Wikibooks completed and in progress''')''</div></small>
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|-
! Numero d'ordine !![[File:Wikibooks-logo.svg|20px]] '''MIEI WIKIBOOKS''' [[File:Wikibooks-logo.svg|20px]]!! Stage
|-
| 1 || [[Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo]]
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|-
| 2 || [[Guida maimonidea]]
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|-
| 3<br/><small>''(supplemento al nr. 2)''</small> || [[La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah]]
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|-
| 4 || [[Antologia ebraica]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|dicembre 2021|breve}}
|-
| 5 || [[Biografie cristologiche]] ''(Nr. 1 della [[Serie cristologica]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2015|breve}}
|-
| 6 || [[L'invenzione della scienza|L'invenzione della scienza (ovvero "La laguna aristotelica")]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2015|breve}}
|-
| 7 || [[Torah per sempre]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2019|breve}}
|-
| 8 || [[Noli me tangere]] ''(Nr. 2 della [[Serie cristologica]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|settembre 2019|breve}}
|-
| 9 || [[Non c'è alcun altro]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|settembre 2019|breve}}
|-
| 10 || [[Leonardo da Vinci|Leonardo da Vinci - L'espressione del genio]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|settembre 2019|breve}}
|-
| 11 || [[Un fico secco|Un fico secco - La maledizione e il giudizio]] ''(Nr. 3 della [[Serie cristologica]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|settembre 2019|breve}}
|-
| 12 || [[Infinità e generi|Infinità e generi - L'esistenza dei generi letterari]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
|-
| 13 || [[Virtù e legge naturale|Virtù e legge naturale - Connessioni morali ed epistemologiche nell'ebraismo]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
|-
| 14 || [[Noia e attività solitarie]] — ''(Nr.4 della [[Serie dei sentimenti]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
|-
| 15 || [[Valore della storia|Il valore della Storia - Formati storici e modelli alternativi]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
|-
| 16 || [[Iconografia intellettuale|Iconografia intellettuale - Filosofi antichi e moderni nelle immagini]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
|-
| 17 || [[Filosofia dell'amore]] — ''(Nr.1 della [[Serie dei sentimenti]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
|-
| 18 || [[Essenza trascendente della santità|Santità - L'essenza trascendente della santità]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
|-
| 19 || [[Pensare Maimonide]] — Raccolta di saggi ''(Nr. 8 della [[Serie maimonidea]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|dicembre 2019|breve}}
|-
| 20 || [[Ecco l'uomo]] — Gesù da una prospettiva ebraica ''(Nr. 4 della [[Serie cristologica]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|novembre 2019|breve}}
|-
| 21 || [[Ragionamento sull'assurdo]] — L'assurdità della vita e il Mito di Sisifo ''(Nr.5 della [[Serie dei sentimenti]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|novembre 2019|breve}}
|-
| 22 || [[Emozioni e percezioni]] — Consapevolezza, memoria, sentimenti e flussi di coscienza ''(Nr.2 della [[Serie dei sentimenti]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|dicembre 2019|breve}}
|-
| 23 || [[Bellezza naturale]] — La semplice verità: la bellezza della natura migliora la vita ''(Nr.3 della [[Serie dei sentimenti]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|dicembre 2019|breve}}
|-
| 24 || [[Filosofia dell'amicizia]] — ''(Nr.6 della [[Serie dei sentimenti]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|dicembre 2019|breve}}
|-
| 25 || [[Thomas Bernhard]] — Monografia poliedrica sullo scrittore austriaco
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2020|breve}}
|-
| 26 || [[Ebrei e Gentili]] — Ebrei e non ebrei secondo Maimonide
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|febbraio 2020|breve}}
|-
| 27 || [[Interpretazione e scrittura dell'Olocausto]] — Narrazioni drammatiche e storiche di una catastrofe
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|marzo 2020|breve}}
|-
| 28<br/><small>''(supplemento al nr. 25)''</small> || [[La prosa ultima di Thomas Bernhard]] — Comunicazione e speranza di felicità
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2020|breve}}
|-
| 29 || [[Eli Eli Lama Sabachthani]]? — Ester e Gesù invocano Dio con lo stesso Salmo ''(Nr. 5 della [[Serie cristologica]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2020|breve}}
|-
| 30 || [[Franz Kafka e la metamorfosi ebraica]] — Kafka e crisi d'identità: ''Metamorfosi'' come reazione all'antisemitismo europeo di fine secolo
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2020|breve}}
|-
| 31 || [[Le strutture basilari del pensiero ebraico]] — Maimonide, Nieto, Luzzatto e i cinque criteri del ricostruzionismo sociale
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|giugno 2020|breve}}
|-
| 32 || [[L'Impressionismo di Ernest Hemingway]] — Impressionismo come indicatore critico nella valutazione dello stile letterario hemingueiano
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2020|breve}}
|-
| 33 || [[Embricazione del trauma in Hemingway]] — Studio della progressione narrativa di Ernest Hemingway in ''Across the River and into the Trees'': testimonianza di un trauma post-bellico
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|giugno 2020|breve}}
|-
| 34 || [[Chaim Potok e lo scontro culturale]] — Figli d'Israele: la figura di Giacobbe come tema nei romanzi di Chaim Potok
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|giugno 2020|breve}}
|-
| 35 || [[Leonard Cohen e la Cabala ebraica]] — Canzoni e poemi di Leonard Cohen in chiave cabalistica
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|giugno 2020|breve}}
|-
| 36 || [[Ebraicità del Cristo incarnato]] — Incarnazione divina nell'antichità ebraica: punti di contatto col cristianesimo
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|agosto 2020|breve}}
|-
| 37 || [[Boris Pasternak e gli scrittori israeliani]] — ''Il dottor Živago'', la letteratura russo-ebraica e gli intellettuali israeliani (1958-1960)
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2020|breve}}
|-
| 38 || [[Riflessioni su Yeshua l'Ebreo]] — Possibili immagini del Gesù ebraico: rivelazioni, riflessioni, reazioni
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|agosto 2020|breve}}
|-
| 39 || [[Cambiamento e transizione nell'Impero Romano]] — Trasformazione nella società romana del III secolo e.v.
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|giugno 2021|breve}}
|-
| 40 || [[Interpretare Gesù in contesto]] — Ebraismo rabbinico e Nuovo Testamento
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|settembre 2020|breve}}
|-
| 41 || [[Missione a Israele]] — La chiamata di Gesù e l'annuncio del regno
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2021|breve}}
|-
| 42 || [[Pluralismo religioso in prospettiva ebraica]] — Divinità contendenti: religione e globalizzazione
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2021|breve}}
|-
| 43 || [[Messianismo Chabad e la redenzione del mondo]] — Il messaggio messianico di un movimento ebraico moderno
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2021|breve}}
|-
| 44 || [[Introduzione allo Zohar]] — Gli aspetti profondi del misticismo ebraico nel ''Libro dello Splendore''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|febbraio 2021|breve}}
|-
| 45 || [[Isaac Luria e la preghiera]] — Innovazioni lurianiche nella preghiera ''Shema Yisrael''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|marzo 2021|breve}}
|-
| 46 || [[Il Nome di Dio nell'Ebraismo]] — Il Nome santo nelle tradizioni mistiche ebraiche
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|aprile 2021|breve}}
|-
| 47 || [[Rivelazione e Cabala]] — Crisi della tradizione mistica nella Cabala
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2021|breve}}
|-
| 48 || [[Storia intellettuale degli ebrei italiani]] — Ebraismo italiano nella prima età moderna
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2021|breve}}
|-
| 49 || [[Abulafia e i segreti della Torah]] — Esoterismo, Cabalismo e Profezia in Abramo Abulafia
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2022|breve}}
|-
| 50 || [[Immagini interpretative del Gesù storico]] — Un ebreo carismatico in Galilea ''(Nr. 10 della [[Serie cristologica]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2021|breve}}
|-
| 51 || [[La Filigrana Zen di Henry Miller]] — Il lungo percorso interiore di uno scrittore inquieto
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2021|breve}}
|-
| 52 || [[Shoah e identità ebraica]] — L'Olocausto nella letteratura di Primo Levi e Elie Wiesel
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|agosto 2021|breve}}
|-
| 53 || [[Gesù e il problema di una vita]] — ''E voi, chi dite che io sia?'' (Nr. 11 della ''[[Serie cristologica]]'')
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2021|breve}}
|-
| 54 || [[Indagine Post Mortem]] — Accertamento sulla Risurrezione di Gesù (Nr. 12 della ''[[Serie cristologica]]'')
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|novembre 2021|breve}}
|-
| 55 || [[La Conoscenza del Che]] — Alfred Adler e la psicobiografia di Ernesto "Che" Guevara
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2021|breve}}
|-
| 56 || [[Taumaturgia messianica]] — I Miracoli di Gesù e la Redenzione (Nr. 13 della ''[[Serie cristologica]]'')
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|novembre 2021|breve}}
|-
| 57 || [[Yeshua e i Goyim]] — Gesù e il futuro escatologico dei Gentili (Nr. 14 della ''[[Serie cristologica]]'')
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|marzo 2022|breve}}
|-
| 58 || L'[[Interpretazione della realtà]] — Percezioni e consapevolezza individuale
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2022|breve}}
|-
| 59 || [[Il significato della vita]] — Eudaimonia e lo stato mentale della felicità
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2022|breve}}
|-
| 60 || [[Esistenzialismo shakespeariano]] — William Shakespeare e la filosofia esistenziale
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2022|breve}}
|-
| 61 || [[Emozione e immaginazione]] — La forza dell'immaginazione nell'intelletto moderno
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|marzo 2022|breve}}
|-
| 62 || [[Ascoltare l'anima]] — Emozione oltre la ragione: l'espressione emotiva nelle arti
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|aprile 2022|breve}}
|-
| 63 || [[Sorpresa]]! — Israele e la Guerra dello Yom Kippur
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|aprile 2022|breve}}
|-
| 64 || [[Israele – La scelta di un popolo]] — Elezione e Consacrazione nell'Ebraismo
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2022|breve}}
|-
| 65 || [[Storia e memoria]] — Il ruolo del passato nella costruzione dell'identità ebraica
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2022|breve}}
|-
| 66 || [[Nahmanide teologo]] — La teologia di Moshe ben Nachman, il Ramban
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2022|breve}}
|-
| 67 || [[Rivelazione e impegno esistenziale]] — Il testo sacro come guida di vita
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|agosto 2022|breve}}
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| 68 || [[Saeculum Mirabilis]] — Albert Einstein e l'internazionalismo liberale del XX secolo
| style="text-align: center;" | {{Stage|25%|agosto 2022|breve}}
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| 69 || [[La Coscienza di Levinas]] — La filosofia di Emmanuel Levinas
| style="text-align: center;" | {{Stage|25%|agosto 2022|breve}}
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| 70 || [[Filosofia del Cosmo]] — Universo e Mente Infinita
| style="text-align: center;" | {{Stage|25%|agosto 2022|breve}}
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|[[File:"Jewish Dance" by Alexandr Onishenko, 1999.jpg|120px|center]]|| <div style="color: #990000; text-align: center; font-size: 3.4em;">'''FINE DEL TUTTO'''</div>
| [[File:TinyBigxMouth2.png|40px|center|The End]]
|}
== SERIE & COLLANE ==
* '''''[[Serie cristologica]]'''''
* '''''[[Serie letteratura moderna]]'''''
* '''''[[Serie dei sentimenti]]'''''
* '''''[[Serie misticismo ebraico]]'''''
* '''''[[Serie maimonidea]]'''''
* '''''[[Serie delle interpretazioni]]'''''
<small>''(nella serie su Maimonide in Wikibooks)''</small>
[[File:Maimonides teaching.jpeg|right|160px|Traduzione in ebraico della "Guida dei perplessi" (scritta originalmente in arabo), datata ca. 1347: Miniatura di Maimonide che insegna "la misura dell'uomo"]]
{|class="itwiki_template_babel" style="background:#f2f2ff;border-color:#99B3FF; align:right"
|class="sigla" style="background:transparent;"|[[File:Maimonides stamp 1953.jpg|70px]]
|'''[[Utente:Monozigote/sandbox4|Libri nella Serie maimonidea]]''':<small><br/>1. ''[[Guida maimonidea]]''<br/>2. ''[[La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah]]''<br/>3. ''[[Antologia ebraica]]''<br/>4. ''[[Torah per sempre]]''<br/>5. ''[[Non c'è alcun altro]]''<br/>6. ''[[Virtù e legge naturale]]''<br/>7. ''[[Essenza trascendente della santità]]''<br/>8. ''[[Pensare Maimonide]]''<br/>9. ''[[Ebrei e Gentili]]''<br/>10. ''[[Le strutture basilari del pensiero ebraico]]''<br/>11. ''[[Pluralismo religioso in prospettiva ebraica]]''</small>
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{{Serie maimonidea}}
{{Serie dei sentimenti}}
{{Serie misticismo ebraico}}
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Monozigote
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/* WIKIBOOKS COMPLETATI E IN CANTIERE */
wikitext
text/x-wiki
<div class="usermessage" style="background-color:aqua; height: 120px; text-align:center; font-size: large; line-height: 35px;"><font size=6>'''SCRIVO LIBRI CHE MI AIUTANO A PENSARE'''</font><br/>
[[File:Wikimedia-logo.svg|50px|left]][[File:Wikibooks-logo.svg|50px|right]]'''''COGITO ERGO SCRIBO, SCRIBO ERGO COGITO'''''<br/>
<font size=5>'''I WRITE BOOKS IN ORDER TO EXPRESS THOUGHT'''</font>
</div>
== WIKIBOOKS COMPLETATI E IN CANTIERE ==
<small><div style="color:#990000;">''('''Wikibooks completed and in progress''')''</div></small>
{| class="wikitable"
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! Numero d'ordine !![[File:Wikibooks-logo.svg|20px]] '''MIEI WIKIBOOKS''' [[File:Wikibooks-logo.svg|20px]]!! Stage
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| 1 || [[Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo]]
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| 2 || [[Guida maimonidea]]
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| 3<br/><small>''(supplemento al nr. 2)''</small> || [[La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2019|breve}}
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| 4 || [[Antologia ebraica]]
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| 5 || [[Biografie cristologiche]] ''(Nr. 1 della [[Serie cristologica]])''
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|-
| 6 || [[L'invenzione della scienza|L'invenzione della scienza (ovvero "La laguna aristotelica")]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2015|breve}}
|-
| 7 || [[Torah per sempre]]
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| 8 || [[Noli me tangere]] ''(Nr. 2 della [[Serie cristologica]])''
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| 9 || [[Non c'è alcun altro]]
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|-
| 10 || [[Leonardo da Vinci|Leonardo da Vinci - L'espressione del genio]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|settembre 2019|breve}}
|-
| 11 || [[Un fico secco|Un fico secco - La maledizione e il giudizio]] ''(Nr. 3 della [[Serie cristologica]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|settembre 2019|breve}}
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| 12 || [[Infinità e generi|Infinità e generi - L'esistenza dei generi letterari]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
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| 13 || [[Virtù e legge naturale|Virtù e legge naturale - Connessioni morali ed epistemologiche nell'ebraismo]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
|-
| 14 || [[Noia e attività solitarie]] — ''(Nr.4 della [[Serie dei sentimenti]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
|-
| 15 || [[Valore della storia|Il valore della Storia - Formati storici e modelli alternativi]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
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| 16 || [[Iconografia intellettuale|Iconografia intellettuale - Filosofi antichi e moderni nelle immagini]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
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| 17 || [[Filosofia dell'amore]] — ''(Nr.1 della [[Serie dei sentimenti]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
|-
| 18 || [[Essenza trascendente della santità|Santità - L'essenza trascendente della santità]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2019|breve}}
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| 19 || [[Pensare Maimonide]] — Raccolta di saggi ''(Nr. 8 della [[Serie maimonidea]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|dicembre 2019|breve}}
|-
| 20 || [[Ecco l'uomo]] — Gesù da una prospettiva ebraica ''(Nr. 4 della [[Serie cristologica]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|novembre 2019|breve}}
|-
| 21 || [[Ragionamento sull'assurdo]] — L'assurdità della vita e il Mito di Sisifo ''(Nr.5 della [[Serie dei sentimenti]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|novembre 2019|breve}}
|-
| 22 || [[Emozioni e percezioni]] — Consapevolezza, memoria, sentimenti e flussi di coscienza ''(Nr.2 della [[Serie dei sentimenti]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|dicembre 2019|breve}}
|-
| 23 || [[Bellezza naturale]] — La semplice verità: la bellezza della natura migliora la vita ''(Nr.3 della [[Serie dei sentimenti]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|dicembre 2019|breve}}
|-
| 24 || [[Filosofia dell'amicizia]] — ''(Nr.6 della [[Serie dei sentimenti]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|dicembre 2019|breve}}
|-
| 25 || [[Thomas Bernhard]] — Monografia poliedrica sullo scrittore austriaco
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2020|breve}}
|-
| 26 || [[Ebrei e Gentili]] — Ebrei e non ebrei secondo Maimonide
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|febbraio 2020|breve}}
|-
| 27 || [[Interpretazione e scrittura dell'Olocausto]] — Narrazioni drammatiche e storiche di una catastrofe
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|marzo 2020|breve}}
|-
| 28<br/><small>''(supplemento al nr. 25)''</small> || [[La prosa ultima di Thomas Bernhard]] — Comunicazione e speranza di felicità
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2020|breve}}
|-
| 29 || [[Eli Eli Lama Sabachthani]]? — Ester e Gesù invocano Dio con lo stesso Salmo ''(Nr. 5 della [[Serie cristologica]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2020|breve}}
|-
| 30 || [[Franz Kafka e la metamorfosi ebraica]] — Kafka e crisi d'identità: ''Metamorfosi'' come reazione all'antisemitismo europeo di fine secolo
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2020|breve}}
|-
| 31 || [[Le strutture basilari del pensiero ebraico]] — Maimonide, Nieto, Luzzatto e i cinque criteri del ricostruzionismo sociale
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|giugno 2020|breve}}
|-
| 32 <small>''(Hemingway)''</small> || [[L'Impressionismo di Ernest Hemingway]] — Impressionismo come indicatore critico nella valutazione dello stile letterario hemingueiano
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2020|breve}}
|-
| 33 <small>''(Hemingway)''</small> || [[Embricazione del trauma in Hemingway]] — Studio della progressione narrativa di Ernest Hemingway in ''Across the River and into the Trees'': testimonianza di un trauma post-bellico
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|giugno 2020|breve}}
|-
| 34 <small>''(Potok)''</small> || [[Chaim Potok e lo scontro culturale]] — Figli d'Israele: la figura di Giacobbe come tema nei romanzi di Chaim Potok
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|giugno 2020|breve}}
|-
| 35 || [[Leonard Cohen e la Cabala ebraica]] — Canzoni e poemi di Leonard Cohen in chiave cabalistica
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|giugno 2020|breve}}
|-
| 36 || [[Ebraicità del Cristo incarnato]] — Incarnazione divina nell'antichità ebraica: punti di contatto col cristianesimo
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|agosto 2020|breve}}
|-
| 37 <small>''(Pasternak)''</small>|| [[Boris Pasternak e gli scrittori israeliani]] — ''Il dottor Živago'', la letteratura russo-ebraica e gli intellettuali israeliani (1958-1960)
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2020|breve}}
|-
| 38 || [[Riflessioni su Yeshua l'Ebreo]] — Possibili immagini del Gesù ebraico: rivelazioni, riflessioni, reazioni
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|agosto 2020|breve}}
|-
| 39 || [[Cambiamento e transizione nell'Impero Romano]] — Trasformazione nella società romana del III secolo e.v.
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|giugno 2021|breve}}
|-
| 40 || [[Interpretare Gesù in contesto]] — Ebraismo rabbinico e Nuovo Testamento
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|settembre 2020|breve}}
|-
| 41 || [[Missione a Israele]] — La chiamata di Gesù e l'annuncio del regno
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2021|breve}}
|-
| 42 || [[Pluralismo religioso in prospettiva ebraica]] — Divinità contendenti: religione e globalizzazione
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2021|breve}}
|-
| 43 || [[Messianismo Chabad e la redenzione del mondo]] — Il messaggio messianico di un movimento ebraico moderno
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2021|breve}}
|-
| 44 || [[Introduzione allo Zohar]] — Gli aspetti profondi del misticismo ebraico nel ''Libro dello Splendore''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|febbraio 2021|breve}}
|-
| 45 || [[Isaac Luria e la preghiera]] — Innovazioni lurianiche nella preghiera ''Shema Yisrael''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|marzo 2021|breve}}
|-
| 46 || [[Il Nome di Dio nell'Ebraismo]] — Il Nome santo nelle tradizioni mistiche ebraiche
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|aprile 2021|breve}}
|-
| 47 || [[Rivelazione e Cabala]] — Crisi della tradizione mistica nella Cabala
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2021|breve}}
|-
| 48 || [[Storia intellettuale degli ebrei italiani]] — Ebraismo italiano nella prima età moderna
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2021|breve}}
|-
| 49 || [[Abulafia e i segreti della Torah]] — Esoterismo, Cabalismo e Profezia in Abramo Abulafia
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2022|breve}}
|-
| 50 || [[Immagini interpretative del Gesù storico]] — Un ebreo carismatico in Galilea ''(Nr. 10 della [[Serie cristologica]])''
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2021|breve}}
|-
| 51 || [[La Filigrana Zen di Henry Miller]] — Il lungo percorso interiore di uno scrittore inquieto
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2021|breve}}
|-
| 52 || [[Shoah e identità ebraica]] — L'Olocausto nella letteratura di Primo Levi e Elie Wiesel
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|agosto 2021|breve}}
|-
| 53 || [[Gesù e il problema di una vita]] — ''E voi, chi dite che io sia?'' (Nr. 11 della ''[[Serie cristologica]]'')
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2021|breve}}
|-
| 54 || [[Indagine Post Mortem]] — Accertamento sulla Risurrezione di Gesù (Nr. 12 della ''[[Serie cristologica]]'')
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|novembre 2021|breve}}
|-
| 55 || [[La Conoscenza del Che]] — Alfred Adler e la psicobiografia di Ernesto "Che" Guevara
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2021|breve}}
|-
| 56 || [[Taumaturgia messianica]] — I Miracoli di Gesù e la Redenzione (Nr. 13 della ''[[Serie cristologica]]'')
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|novembre 2021|breve}}
|-
| 57 || [[Yeshua e i Goyim]] — Gesù e il futuro escatologico dei Gentili (Nr. 14 della ''[[Serie cristologica]]'')
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|marzo 2022|breve}}
|-
| 58 || L'[[Interpretazione della realtà]] — Percezioni e consapevolezza individuale
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2022|breve}}
|-
| 59 || [[Il significato della vita]] — Eudaimonia e lo stato mentale della felicità
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2022|breve}}
|-
| 60 || [[Esistenzialismo shakespeariano]] — William Shakespeare e la filosofia esistenziale
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|gennaio 2022|breve}}
|-
| 61 || [[Emozione e immaginazione]] — La forza dell'immaginazione nell'intelletto moderno
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|marzo 2022|breve}}
|-
| 62 || [[Ascoltare l'anima]] — Emozione oltre la ragione: l'espressione emotiva nelle arti
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|aprile 2022|breve}}
|-
| 63 || [[Sorpresa]]! — Israele e la Guerra dello Yom Kippur
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|aprile 2022|breve}}
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| 64 || [[Israele – La scelta di un popolo]] — Elezione e Consacrazione nell'Ebraismo
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|maggio 2022|breve}}
|-
| 65 || [[Storia e memoria]] — Il ruolo del passato nella costruzione dell'identità ebraica
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2022|breve}}
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| 66 || [[Nahmanide teologo]] — La teologia di Moshe ben Nachman, il Ramban
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|luglio 2022|breve}}
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| 67 || [[Rivelazione e impegno esistenziale]] — Il testo sacro come guida di vita
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|agosto 2022|breve}}
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| 68 || [[Saeculum Mirabilis]] — Albert Einstein e l'internazionalismo liberale del XX secolo
| style="text-align: center;" | {{Stage|25%|agosto 2022|breve}}
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| 69 || [[La Coscienza di Levinas]] — La filosofia di Emmanuel Levinas
| style="text-align: center;" | {{Stage|25%|agosto 2022|breve}}
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| <div style="color: red;">'''70'''</div> || [[Filosofia del Cosmo]] — Universo e Mente Infinita
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|[[File:"Jewish Dance" by Alexandr Onishenko, 1999.jpg|120px|center]]|| <div style="color: #990000; text-align: center; font-size: 3.4em;">'''FINE DEL TUTTO'''</div>
| [[File:TinyBigxMouth2.png|40px|center|The End]]
|}
== SERIE & COLLANE ==
* '''''[[Serie cristologica]]'''''
* '''''[[Serie letteratura moderna]]'''''
* '''''[[Serie dei sentimenti]]'''''
* '''''[[Serie misticismo ebraico]]'''''
* '''''[[Serie maimonidea]]'''''
* '''''[[Serie delle interpretazioni]]'''''
<small>''(nella serie su Maimonide in Wikibooks)''</small>
[[File:Maimonides teaching.jpeg|right|160px|Traduzione in ebraico della "Guida dei perplessi" (scritta originalmente in arabo), datata ca. 1347: Miniatura di Maimonide che insegna "la misura dell'uomo"]]
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|class="sigla" style="background:transparent;"|[[File:Maimonides stamp 1953.jpg|70px]]
|'''[[Utente:Monozigote/sandbox4|Libri nella Serie maimonidea]]''':<small><br/>1. ''[[Guida maimonidea]]''<br/>2. ''[[La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah]]''<br/>3. ''[[Antologia ebraica]]''<br/>4. ''[[Torah per sempre]]''<br/>5. ''[[Non c'è alcun altro]]''<br/>6. ''[[Virtù e legge naturale]]''<br/>7. ''[[Essenza trascendente della santità]]''<br/>8. ''[[Pensare Maimonide]]''<br/>9. ''[[Ebrei e Gentili]]''<br/>10. ''[[Le strutture basilari del pensiero ebraico]]''<br/>11. ''[[Pluralismo religioso in prospettiva ebraica]]''</small>
|}
{{-}}
{{Serie maimonidea}}
{{Serie dei sentimenti}}
{{Serie misticismo ebraico}}
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Monozigote
19063
wikitext
text/x-wiki
<div class="usermessage" style="background-color:aqua; height: 120px; text-align:center; font-size: large; line-height: 35px;"><font size=6>'''SCRIVO LIBRI CHE MI AIUTANO A PENSARE'''</font><br/>
[[File:Wikimedia-logo.svg|50px|left]][[File:Wikibooks-logo.svg|50px|right]]'''''COGITO ERGO SCRIBO, SCRIBO ERGO COGITO'''''<br/>
<font size=5>'''I WRITE BOOKS IN ORDER TO EXPRESS THOUGHT'''</font>
</div>
== WIKIBOOKS COMPLETATI E IN CANTIERE ==
<small><div style="color:#990000;">''('''Wikibooks completed and in progress''')''</div></small>
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! Numero d'ordine !![[File:Wikibooks-logo.svg|20px]] '''MIEI WIKIBOOKS''' [[File:Wikibooks-logo.svg|20px]]!! Stage
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| 1 || [[Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo]]
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| 2 || [[Guida maimonidea]]
| style="text-align: center;" | {{Stage|100%|ottobre 2014|breve}}
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| 3<br/><small>''(supplemento al nr. 2)''</small> || [[La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah]]
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| 4 || [[Antologia ebraica]]
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| 5 || [[Biografie cristologiche]] ''(Nr. 1 della [[Serie cristologica]])''
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| 6 || [[L'invenzione della scienza|L'invenzione della scienza (ovvero "La laguna aristotelica")]]
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| 7 || [[Torah per sempre]]
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| 8 || [[Noli me tangere]] ''(Nr. 2 della [[Serie cristologica]])''
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| 9 || [[Non c'è alcun altro]]
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| 10 <small>''(Leonardo)''</small>|| [[Leonardo da Vinci|Leonardo da Vinci - L'espressione del genio]]
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| 11 || [[Un fico secco|Un fico secco - La maledizione e il giudizio]] ''(Nr. 3 della [[Serie cristologica]])''
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| 13 || [[Virtù e legge naturale|Virtù e legge naturale - Connessioni morali ed epistemologiche nell'ebraismo]]
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| 14 || [[Noia e attività solitarie]] — ''(Nr.4 della [[Serie dei sentimenti]])''
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| 15 || [[Valore della storia|Il valore della Storia - Formati storici e modelli alternativi]]
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| 16 || [[Iconografia intellettuale|Iconografia intellettuale - Filosofi antichi e moderni nelle immagini]]
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| 17 || [[Filosofia dell'amore]] — ''(Nr.1 della [[Serie dei sentimenti]])''
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| 21 || [[Ragionamento sull'assurdo]] — L'assurdità della vita e il Mito di Sisifo ''(Nr.5 della [[Serie dei sentimenti]])''
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| 22 || [[Emozioni e percezioni]] — Consapevolezza, memoria, sentimenti e flussi di coscienza ''(Nr.2 della [[Serie dei sentimenti]])''
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| 25<br/><small>''(Thomas Bernhard)''</small>|| [[Thomas Bernhard]] — Monografia poliedrica sullo scrittore austriaco
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| 26 || [[Ebrei e Gentili]] — Ebrei e non ebrei secondo Maimonide
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| 27 || [[Interpretazione e scrittura dell'Olocausto]] — Narrazioni drammatiche e storiche di una catastrofe
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| 28<br/><small>''(supplemento al nr. 25)''</small> || [[La prosa ultima di Thomas Bernhard]] — Comunicazione e speranza di felicità
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| 29 || [[Eli Eli Lama Sabachthani]]? — Ester e Gesù invocano Dio con lo stesso Salmo ''(Nr. 5 della [[Serie cristologica]])''
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| 30 <small>''(Kafka)''</small>|| [[Franz Kafka e la metamorfosi ebraica]] — Kafka e crisi d'identità: ''Metamorfosi'' come reazione all'antisemitismo europeo di fine secolo
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| 31 || [[Le strutture basilari del pensiero ebraico]] — Maimonide, Nieto, Luzzatto e i cinque criteri del ricostruzionismo sociale
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| 32 <small>''(Hemingway)''</small> || [[L'Impressionismo di Ernest Hemingway]] — Impressionismo come indicatore critico nella valutazione dello stile letterario hemingueiano
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| 33 <small>''(Hemingway)''</small> || [[Embricazione del trauma in Hemingway]] — Studio della progressione narrativa di Ernest Hemingway in ''Across the River and into the Trees'': testimonianza di un trauma post-bellico
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| 34 <small>''(Potok)''</small> || [[Chaim Potok e lo scontro culturale]] — Figli d'Israele: la figura di Giacobbe come tema nei romanzi di Chaim Potok
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| 35 <small>''(Leonard Cohen)''</small>|| [[Leonard Cohen e la Cabala ebraica]] — Canzoni e poemi di Leonard Cohen in chiave cabalistica
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| 36 || [[Ebraicità del Cristo incarnato]] — Incarnazione divina nell'antichità ebraica: punti di contatto col cristianesimo
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| 37 <small>''(Pasternak)''</small>|| [[Boris Pasternak e gli scrittori israeliani]] — ''Il dottor Živago'', la letteratura russo-ebraica e gli intellettuali israeliani (1958-1960)
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| 38 || [[Riflessioni su Yeshua l'Ebreo]] — Possibili immagini del Gesù ebraico: rivelazioni, riflessioni, reazioni
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| 39 || [[Cambiamento e transizione nell'Impero Romano]] — Trasformazione nella società romana del III secolo e.v.
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| 40 || [[Interpretare Gesù in contesto]] — Ebraismo rabbinico e Nuovo Testamento
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| 41 || [[Missione a Israele]] — La chiamata di Gesù e l'annuncio del regno
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| 42 || [[Pluralismo religioso in prospettiva ebraica]] — Divinità contendenti: religione e globalizzazione
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| 43 || [[Messianismo Chabad e la redenzione del mondo]] — Il messaggio messianico di un movimento ebraico moderno
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| 44 || [[Introduzione allo Zohar]] — Gli aspetti profondi del misticismo ebraico nel ''Libro dello Splendore''
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| 45 || [[Isaac Luria e la preghiera]] — Innovazioni lurianiche nella preghiera ''Shema Yisrael''
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| 46 || [[Il Nome di Dio nell'Ebraismo]] — Il Nome santo nelle tradizioni mistiche ebraiche
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| 47 || [[Rivelazione e Cabala]] — Crisi della tradizione mistica nella Cabala
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| 48 || [[Storia intellettuale degli ebrei italiani]] — Ebraismo italiano nella prima età moderna
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| 49 || [[Abulafia e i segreti della Torah]] — Esoterismo, Cabalismo e Profezia in Abramo Abulafia
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| 50 || [[Immagini interpretative del Gesù storico]] — Un ebreo carismatico in Galilea ''(Nr. 10 della [[Serie cristologica]])''
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| 51 <small>''(Henry Miller)''</small>|| [[La Filigrana Zen di Henry Miller]] — Il lungo percorso interiore di uno scrittore inquieto
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| 52 || [[Shoah e identità ebraica]] — L'Olocausto nella letteratura di Primo Levi e Elie Wiesel
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| 53 || [[Gesù e il problema di una vita]] — ''E voi, chi dite che io sia?'' (Nr. 11 della ''[[Serie cristologica]]'')
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| 54 || [[Indagine Post Mortem]] — Accertamento sulla Risurrezione di Gesù (Nr. 12 della ''[[Serie cristologica]]'')
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| 55 || [[La Conoscenza del Che]] — Alfred Adler e la psicobiografia di Ernesto "Che" Guevara
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| 56 || [[Taumaturgia messianica]] — I Miracoli di Gesù e la Redenzione (Nr. 13 della ''[[Serie cristologica]]'')
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| 57 || [[Yeshua e i Goyim]] — Gesù e il futuro escatologico dei Gentili (Nr. 14 della ''[[Serie cristologica]]'')
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| 58 || L'[[Interpretazione della realtà]] — Percezioni e consapevolezza individuale
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| 59 || [[Il significato della vita]] — Eudaimonia e lo stato mentale della felicità
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| 60 <small>''(Shakespeare)''</small>|| [[Esistenzialismo shakespeariano]] — William Shakespeare e la filosofia esistenziale
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| 61 || [[Emozione e immaginazione]] — La forza dell'immaginazione nell'intelletto moderno
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| 62 || [[Ascoltare l'anima]] — Emozione oltre la ragione: l'espressione emotiva nelle arti
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| 63 || [[Sorpresa]]! — Israele e la Guerra dello Yom Kippur
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| 64 || [[Israele – La scelta di un popolo]] — Elezione e Consacrazione nell'Ebraismo
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| 65 || [[Storia e memoria]] — Il ruolo del passato nella costruzione dell'identità ebraica
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| 66 || [[Nahmanide teologo]] — La teologia di Moshe ben Nachman, il Ramban
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| 67 || [[Rivelazione e impegno esistenziale]] — Il testo sacro come guida di vita
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| 68 || [[Saeculum Mirabilis]] — Albert Einstein e l'internazionalismo liberale del XX secolo
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| 69 || [[La Coscienza di Levinas]] — La filosofia di Emmanuel Levinas
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| <div style="color: red;">'''70''' <small>''(ultimo libro)''</small></div> || [[Filosofia del Cosmo]] — Universo e Mente Infinita
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|[[File:"Jewish Dance" by Alexandr Onishenko, 1999.jpg|120px|center]]|| <div style="color: #990000; text-align: center; font-size: 3.4em;">'''FINE DEL TUTTO'''</div>
| [[File:TinyBigxMouth2.png|40px|center|The End]]
|}
== SERIE & COLLANE ==
* '''''[[Serie cristologica]]'''''
* '''''[[Serie letteratura moderna]]'''''
* '''''[[Serie dei sentimenti]]'''''
* '''''[[Serie misticismo ebraico]]'''''
* '''''[[Serie maimonidea]]'''''
* '''''[[Serie delle interpretazioni]]'''''
<small>''(nella serie su Maimonide in Wikibooks)''</small>
[[File:Maimonides teaching.jpeg|right|160px|Traduzione in ebraico della "Guida dei perplessi" (scritta originalmente in arabo), datata ca. 1347: Miniatura di Maimonide che insegna "la misura dell'uomo"]]
{|class="itwiki_template_babel" style="background:#f2f2ff;border-color:#99B3FF; align:right"
|class="sigla" style="background:transparent;"|[[File:Maimonides stamp 1953.jpg|70px]]
|'''[[Utente:Monozigote/sandbox4|Libri nella Serie maimonidea]]''':<small><br/>1. ''[[Guida maimonidea]]''<br/>2. ''[[La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah]]''<br/>3. ''[[Antologia ebraica]]''<br/>4. ''[[Torah per sempre]]''<br/>5. ''[[Non c'è alcun altro]]''<br/>6. ''[[Virtù e legge naturale]]''<br/>7. ''[[Essenza trascendente della santità]]''<br/>8. ''[[Pensare Maimonide]]''<br/>9. ''[[Ebrei e Gentili]]''<br/>10. ''[[Le strutture basilari del pensiero ebraico]]''<br/>11. ''[[Pluralismo religioso in prospettiva ebraica]]''</small>
|}
{{-}}
{{Serie maimonidea}}
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{{Serie misticismo ebraico}}
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Mini World Block Art/Creativa
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79.16.213.129
Corretto: "degli attributi"
wikitext
text/x-wiki
{{Mini World Block Art}}[[Categoria:Mini World Block Art|Creativa]]
Questa modalità rimuove gli ostacoli della modalità Sopravvivenza e consente ai giocatori di costruire e distruggere con facilità, senza possibilità di morire (eccetto se si cade sotto la roccia di fondo)
La modalità Creativa consente ai giocatori di volare e di distruggere istantaneamente ogni blocco. Si ha a disposizione una quantità illimitata di blocchi per costruire, inoltre non è presente la barra della salute, il giocatore è completamente invulnerabile.
In questa modalità il giocatore ha la disponibilità di alcuni blocchi inesistenti in modalità sopravvivenza e potrà distruggere alcuni blocchi indistruttibili nella modalità sopravvivenza, può modificare alcuni parametri come: ore della giornata, tempo meteorologico, gravità, Durezza dei blocchi, eccetera
In questa modalità il giocatore non verrà attaccato dai mostri.
Non c’è uno scopo specifico in questa modalità
==Plugin==
il plugin serve per modificare degli attributi a dei blocchi, creature, ricette, fusioni, stati, attrezzi
===blocchi===
Il plugin dei blocchi permette di cambiare:
*durezza, tempo che serve (nella modalità sopravvivenza) a distruggere il cubo
*probabilità nel bruciare
*velocità nel bruciare
*rottura da proiettili, indica se il cubo può essere dotto da proiettili ad esempio frecce
*luminosità, indica il blocco quanta luce propria emette
*resistenza esplosione
*scivolo inerzia, indica la velocità in cui le creature e il giocatore camminano
*tipi di attraversabilità
**'''solidi''' quello di default di ogni cubo, non è oltrepassabile
**'''liquidi''' è oltrepassabile ma rallenta chi ci passa, quindi si comporta come l'acqua eccetto che riemanerà ferma.
**'''aria''' è passabile e non rallenta chi ci passa
**'''Non sarà un ostacolo per i proiettili ''' I proiettili (per esempio le frecce lanciate) passeranno attraverso il cubo senza nessuna difficoltà, ma le creature e il giocatore non possono passare attraverso il cubo
**'''blocca proiettili ma non i giocatori''' è l'a contrario di quello precedente
===creature===
Permette di cambiare:
*aspetto di una creatura già esistente nel gioco o di una skin già esistente o creare un nuovo aspetto
*la dimensione della creatura
*un nome
*una descrizione della creatura
*tipologia
**mostro
**animale
*salute
*attacco
*mobile
**velocità di movimento
**caratteristiche dei movimenti
***striscia sul pavimento
***lascia il sole per l’ombra
***cerca una strada lontano dalla luce
***capace di nuotare
***cerca una strada lontano dall’acqua
***volo
***capace di attraversare porte chiuse
*esperienza livello uscita
*caduta
**goccia stella EXP
**oggetti caduti
*Zaino
*punto di fame
*consumo della fame
*gruppo
*distanza attacco
*Campo visivo
*attaccare
**tipologia di attacco
***a corpo a corpo
***a lunga distanza
****munizioni
***esplosione
**modalità assalto
***attacca volontariamente
***passivo
**effetti collaterali attacco
**caratteristiche attacco
===attrezzi===
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Saeculum Mirabilis/Capitolo 2
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Monozigote
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/* L'argomento dell'unità */ testo
wikitext
text/x-wiki
{{Saeculum Mirabilis}}
[[File:Leonid Pasternak - Albert Einstein (1924).jpg|540px|thumb|center|''Ritratto di Albert Einstein'', di [[w:Leonid Osipovič Pasternak|Leonid Pasternak]] (1924)]]
== I fondamenti del pensiero ==
=== La difficoltà di Einstein ===
Dopo aver esaminato il ruolo di Einstein nel discorso pubblico del suo tempo, passiamo ora alle qualità intellettuali ed emotive distintive che egli apportò a questi dibattiti. Per quanto condividesse molte idee con i suoi colleghi internazionalisti liberali, non c'era modo di nascondere le differenze tra loro che derivavano dal temperamento, dalle origini sociali e nazionali, nonché dall'istruzione e dall'esperienza di vita più in generale. Una qualità che differenziava Einstein da tutte le altre figure esaminate nel Capitolo precedente era che, nonostante il mezzo con cui lavoravano professionalmente fosse il linguaggio, quello specifico di Einstein era la matematica. Certo, anche Russell poteva rivendicare la matematica, ma con l'inizio della Prima guerra mondiale si allontanò decisamente dalla sua precedente specializzazione in filosofia della matematica verso le aree meno tecniche della filosofia generale e sociale. Il Premio Nobel di Russell, assegnato nel 1950, era dopotutto per la letteratura. Einstein, premiato nel 1921, fu per i servizi alla fisica e soprattutto per la sua scoperta della legge dell'[[w:Effetto fotoelettrico|effetto fotoelettrico]].<sup>1</sup> Il linguaggio, il discorso pubblico, era, per così dire, la seconda lingua di Einstein. Che il suo primo linguaggio fosse la matematica ebbe un effetto decisivo sui suoi rapporti con il pubblico.
Biografi e commentatori hanno spesso lottato per riconciliare Einstein, il personaggio pubblico, con Einstein lo scienziato, che, a causa dell'astrusità delle sue scoperte, proiettava un'aura di lontananza e mistero. Uno dei primi biografi osservò che per molti "the word ‘Einstein’ [was] equivalent to ‘incomprehensible’".<sup>2</sup> Inevitabilmente l'incomprensibilità si riferiva alla sua [[w:teoria della relatività|teoria della relatività]]. Persino le divulgazioni, di cui ce n'erano molte sin dall'inizio, non ultima quella di Einstein stesso, che fu pubblicata nel 1916, solo un anno dopo il completamento della Teoria Generale, fecero scervellare i lettori.<sup>3</sup> Era sufficiente per la maggior parte dei non-scienziati sapere che Einstein aveva rimodellato le nozioni di tempo e spazio; la sua teoria aveva lo ''status'' di metafora piuttosto che di conoscenza del funzionamento dell'universo. Servendo come magazzino di nuove immagini associate al cambiamento rapido e sconcertante dopo la Prima guerra mondiale, la teoria della relatività "resonated with changed class and sex relations and with new technologies of mass entertainment during the early 1920s, becoming an apt symbol for an uncanny modern world in which exciting possibilities were matched by new risks and hazards".<sup>4</sup>
Lo stesso Einstein si oppose all'applicazione della teoria della relatività a sfere più ampie. In un famoso scambio con l'arcivescovo di Canterbury durante una conversazione a cena a Londra nel 1921, Einstein respinse il suggerimento, reso popolare dal politico e filosofo Visconte Haldane, che la teoria della relatività avrebbe fatto "a great difference to our morale [or in some accounts ‘morals’]". Einstein ribatté: "Relativity makes no difference... It is purely abstract science". Sarebbe avventato considerare questa osservazione come il pensiero completo o definitivo di Einstein sulla questione dei rapporti tra scienza ed etica o tra scienza e religione. Più tardi nella sua vita, come vedremo, riflettè molto su questo problema, anche se non coinvolse i dettagli della teoria della relatività stessa. Potrebbe essere stata la modestia, come suggerisce [[:en:w:Ronald W. Clark|Ronald Clark]], a pronunciare la sua risposta all'arcivescovo, sebbene alcuni anni dopo abbia ripetuto l'affermazione in modo un po' più esteso, sottolineando quanto spesso la relatività fosse fraintesa.<sup>5</sup> Più probabilmente era proprio questa preoccupazione che la teoria della relatività nelle mani dei non-scienziati avesse poca relazione con la cosa reale a spingerlo a resistere alla sua più ampia applicazione. Altri, tra cui alcuni fisici, insistettero tuttavia nel fare collegamenti tra la teoria della relatività e le altre sfere della vita, come era del tutto naturale e prevedibile.<sup>6</sup> Come poteva la mente umana resistere al tentativo di adattarsi a quella che in effetti era una nuova cosmologia? Il purismo di Einstein è, tuttavia, indicativo della difficoltà concettuale e tecnica della teoria stessa, soprattutto che potesse esprimersi pienamente solo nel linguaggio della matematica. La sua versione "popolare" era minimamente matematica, ma comunque in luoghi ostici ai non-matematici. In breve, per Einstein tradurre la teoria in un linguaggio che i laici potessero facilmente comprendere sarebbe stato travisarla.
Al contrario, Einstein espresse le sue opinioni politiche ed etiche con un linguaggio comprensibile a tutti, e sperò certamente che avrebbero fatto differenza. Nella sfera della politica e dell'etica Einstein si rivolse naturalmente ai modi di pensiero e di espressione popolari. È significativo che, come abbiamo visto, Einstein dovesse raccomandare agli educatori la storia del mondo di H. G. Wells piuttosto che il lavoro di uno storico "scientifico" professionista. Sicuramente questo non era solo perché Wells era un abile comunicatore, ma anche perché proponeva una filosofia del progresso liberale congeniale a Einstein, e questo in un momento in cui alcuni storici professionisti mettevano in dubbio la "[[:en:w:Whig history|Whig interpretation of history]]" come non sufficientemente rigorosa, parziale al pensiero teleologico ed eccessivamente desiderosa di dare giudizi morali.<sup>7</sup> Può sembrare irrilevante che al di fuori della scienza Einstein non abbia applicato principi scientifici, ma il divario è così evidente da richiedere una spiegazione. Dopotutto, ci si potrebbe aspettare che un atteggiamento scientifico si ripercuota in una certa misura su questioni politiche e di altro tipo. Qual è esattamente il rapporto tra la sua scienza e la sua politica?
=== Il paradosso di Einstein ===
Fin dall'inizio ci troviamo di fronte a un paradosso che sta alla radice del suo essere. Una metà del paradosso
assume la forma di una disgiunzione radicale tra i processi mentali che utilizzava per affrontare problemi scientifici e quelli che impiegava per affrontare questioni morali, sociali e politiche. Abbiamo già fatto riferimento nel [[Saeculum Mirabilis/Capitolo 1|Capitolo 1]] alla sua stessa percezione del divario tra le sue idee scientifiche e morali nella risposta che diede a un corrispondente che voleva stabilire la natura morale della ricerca scientifica. Scrisse: "My scientific work is motivated by an irresistible longing to understand the secrets of nature and by no other feelings. My love for justice and the striving to contribute to the improvement of human conditions are quite independent from my scientific interests".<sup>8</sup> Questo Einstein sembra essere un individuo compartimentalizzato i cui sé separati operavano quasi indipendentemente l'uno dall'altro. L'altra metà del paradosso sta nell'apparentemente irriducibile unità dell'essere che egli proietta nell'ambito delle sue attività. Einstein non si comportava come un individuo diviso o nonintegrato. Un amico di Einstein ribadì: "the combination of that vast... inner detachment [which lay behind his scientific work] and enormous ethical commitment was a very wonderful thing because it was totally integrated into one flesh and bones and I think that’s a very rare
thing".<sup>9</sup>
Questa impressione di integrazione andò ben oltre il volto che presentava al mondo; si estendeva ad alcuni dei suoi presupposti filosofici più basilari. C'è una lotta per unità, armonia e semplicità in tutta la gamma del pensiero di Einstein, sia in campo fisico che non-scientifico. Nel suo lavoro scientifico la spinta all'unità e all'armonia è forse più visibile nella ricerca di una teoria dei campi unificata, che collegherebbe la teoria generale della relatività con l'elettromagnetismo per produrre un quadro generale di comprensione per tutte le forze fisiche basilari; nel campo non-scientifico lo stesso impulso è visibile nella sua difesa del governo mondiale o, come preferiva dirlo, di una "supranational authority" che mitigasse gli effetti distruttivi e divisivi della concorrenza tra le nazioni. La semplicità era allo stesso modo un valore centrale per Einstein nella scienza come in altre sfere. L'essenza della teoria della relatività, disse a un giornalista durante la sua prima visita negli Stati Uniti, era "the logical simplicity with which it explained apparently conflicting facts in the operation of natural law".<sup>10</sup> Più in generale, la semplicità era al centro del suo atteggiamento nei confronti della vita. Nel suo credo personale, ''"The World As I See It"'' (1931), disse: "I... believe that a simple and unassuming life is good for everybody, physically and mentally".<sup>11</sup> In tutti i suoi scritti non scientifici cercò la chiarezza e l'immediatezza dell'espressione. Tuttavia, la semplicità che cercava parimenti nella sua vita intellettuale e quotidiana non è da confondere con l'immagine popolare, o meglio la caricatura, di lui come un genio infantile, il maldestro innocente cervello che inciampò nelle grandi verità della natura e divenne, nel parole del profilo "Person of the Century" di ''Time magazine'': "the cartoonist’s dream come true".<sup>12</sup> La semplicità di Einstein era una qualità morale composta sia da fiducia in se stessi e modestia sia da una notevole immunità a ciò che gli altri pensavano di lui, negativo o positivo che fosse.
[[File:Max Planck (1858-1947).jpg|240px|thumb|right|[[w:Max Planck|Max Planck]] nel 1930]]
Anche la facoltà di intuizione era pertinente ad entrambe le sfere della sua attività. Quando discutono del percorso intrapreso da Einstein verso la teoria della relatività, gli scienziati annotano regolarmente gli straordinari salti intuitivi che lo portarono da un'impasse concettuale verso una soluzione.<sup>13</sup> Lo stesso Einstein disse, in una conferenza che celebrava il sessantesimo compleanno di [[w:Max Planck|Max Planck]], che "the supreme task of the physicist is to arrive at those universal elementary laws from which the cosmos can be built up by pure deduction. There is no logical path to these laws; only intuition, resting on sympathetic understanding of experience, can reach them".<sup>14</sup> Einstein, che era un oratore instancabile, descriveva i suoi processi di pensiero come prevalentemente non verbali nella fase creativa e spesso basati su immagini e forme visive; anzi, suggerì che legare concetti troppo strettamente a parole particolari, i cui significati erano diventati stantii e fissi, fosse fonte di molti errori nella scienza.<sup>15</sup>
I principi di Einstein in politica ed etica sembrano anche fortemente dipendenti dall'intuizione, nel senso che erano radicati in presupposti profondi che erano considerati ovvi. Tuttavia, c'è una differenza nel ruolo che l'intuizione gioca nei due reami della sua attività, che ci porta dall'altra parte del paradosso di Einstein: la sensazione che ci siano due Einstein. I percorsi dall'intuizione alle conclusioni finali sono ben distinti nelle due sfere della sua attività intellettuale. A differenza delle sue intuizioni scientifiche, i suoi principi intuiti nell'etica, nella società e nella politica sono raramente messi in discussione. Mentre le sue intuizioni scientifiche sono punti di partenza per spiegazioni di anomalie nel mondo naturale o elementi costitutivi per immagini dettagliate di come funzionano i sistemi fisici, nella vita sociale e politica i principi morali intuiti, come li trattava Einstein, sono verità evidenti. C'è un resoconto sorprendente fatto da [[:en:w:Ernst G. Straus|Ernst G. Straus]] sulle differenze nel modo in cui Einstein trattava le idee scientifiche e quelle politiche. In qualità di studente e assistente di Einstein per diversi anni negli anni '40, Straus fu in grado di osservare Einstein da vicino. Einstein disse a Straus: "There are absolutely no good ideas in politics. The ideas are all obvious, the only problem is to get people to act on them". Straus rifletté:
{{citazione|[Einstein] would turn every scientific idea in all directions, never ceasing to look at it from a new angle, to criticize it again, to pick it up again, and to examine it. In his political ideas, on the other hand, he felt that the idea is clear, the only problem is to state it. I think that the constant preoccupation that marked his scientific work simply did not happen in his political and social thought.<sup>16</sup>}}
Cosa dobbiamo pensare del paradosso sopra descritto? La sua apparente mancanza di riflessività nel campo dell'etica e della politica, rispetto al suo studio della fisica, significa forse che le sue idee sociali e politiche sono quindi di scarso rilievo? Dobbiamo intendere l'apparente spaccatura in Einstein semplicemente come un fatto della sua vita su cui sorvoliamo rapidamente o come qualcosa che richiede una spiegazione? Guardando dall'altra parte del paradosso, c'è davvero un'unità alla base del suo pensiero in entrambi i campi o è semplicemente un riflesso dell'urgenza dei commentatori di legare tutti i fili in una disperata ricerca di coerenza nel loro argomento? Se c'è unità, come è meglio descriverla e spiegarla?
=== L'argomento dell'unità ===
C'è chiaramente molto da dire sul lato dell'unità e dell'integrazione, più ovviamente nell'integrazione manifesta della personalità di Einstein. Come è già stato suggerito, non era turbato da dubbi sulla sua identità di scienziato o di essere etico e politico. L'una attività raramente influiva sull'altra in un modo che gli causasse difficoltà, con la singolare eccezione del suo ruolo indiretto nell'inizio del Progetto Manhattan, e in questo caso le difficoltà nacquero meno da un qualsiasi conflitto nella sua mente che dall'irritazione per il modo in cui il suo ruolo fu ritratto pubblicamente. Più tipico del collegamento tra il suo ruolo di scienziato e la sua attività politica è stata la sua presidenza del [[w:Emergency Committee of Atomic Scientists|Emergency Committee of Atomic Scientists]] negli anni '40 e più in generale le sue campagne a favore del disarmo nucleare e della pace mondiale nell'immediato dopoguerra. Qui la sua competenza scientifica e il senso di responsabilità pubblica si rafforzarono a vicenda. Se è vero che a volte era irritato dal tempo e dall'energia che questo comitato gli costava, non aveva dubbi nella sua mente sull'importanza della causa, che era quella di educare il pubblico sulle questioni atomiche e in particolare sul pericolo di una guerra nucleare.
Altri fisici avevano scelte più difficili da fare rispetto a Einstein. In quanto teorico fondamentale, in ogni caso estraneo alla fabbricazione della bomba atomica, non si trovò di fronte al tipo di scelta affrontata da alcuni fisici del Progetto Manhattan per i quali la consapevolezza di aver contribuito a creare l'arma più distruttiva mai vista provocò decisioni che cambiano la vita. Leo Szilard, una figura chiave all'inizio del Progetto Manhattan – fu determinante nel sollecitare Einstein a redigere la lettera a Roosevelt nel 1939 – e anche nella fabbricazione della bomba stessa, dopo la guerra passò alla [[w:biologia molecolare|biologia molecolare]] per orrore verso la distruttività delle armi nucleari. Uno scienziato molto più giovane del Progetto Manhattan, [[w:Józef Rotblat|Józef Rotblat]], passò alla fisica medica e per il resto della sua lunga vita fece una campagna per il disarmo nucleare. Ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 1995. Einstein riuscì a rimanere in un certo senso al di sopra della battaglia in virtù della sua età, profilo scientifico e temperamento.
Un'altra caratteristica del carattere di Einstein che mantiene l'accento sull'unità del suo essere è la sua capacità in tutti i campi della sua attività intellettuale e politica di distinguersi dalla massa. La sua indipendenza d'animo si manifestò sin dall'inizio in seguito al trasferimento dei genitori in Italia quando aveva solo 15 anni, lasciandolo a Monaco alle cure di parenti lontani per completare gli studi superiori. Con allarme dei suoi genitori, dopo poco tempo decise di lasciare la Germania. Sembra che un membro della famiglia gli abbia suggerito di completare la sua formazione presso il Politecnico Federale Svizzero di Zurigo, ma la decisione su cosa studiare fu presa dallo stesso Einstein. A questo punto era già preso dalla passione per la fisica che in seguito portò avanti la sua carriera.<sup>17</sup> Importante quanto la passione, tuttavia, era la sua capacità di mettere in discussione i presupposti più fondamentali della sua materia, di seguire le sue argomentazioni ovunque potessero portare e di mantenere le sue conclusioni di fronte allo scetticismo o all'aperta opposizione dei colleghi scienziati. Per quanto Einstein fosse rispettoso dei suoi più grandi predecessori e contemporanei, non si tirò mai indietro dal mettere in discussione le loro conclusioni. La misura della sua fiducia in se stesso è ampiamente illustrata dalla produzione delle famose carte del 1905 nel campo della fisica teorica che intraprese mentre lavorava presso l'ufficio brevetti di Zurigo. La teoria della relatività speciale, che relegava le precedenti certezze della visione del mondo newtoniana a quella di un caso speciale all'interno di un quadro molto più ampio e complesso, era solo il più noto dei quattro contributi fondamentali. Di pari significato furono i saggi sull'effetto fotoelettrico, che fu infatti l'argomento che gli valse il Premio Nobel nel 1921, e sull'equivalenza massa-energia, che sfociò nella formula più citata nella scienza: [[w:E=mc²|E=mc²]] . Un ulteriore documento fornì la spiegazione più completa fino ad oggi del [[w:moto browniano|moto browniano]]. Ognuno di questi documenti, preso da sé, sarebbe stato considerato di fondamentale importanza. Nel loro insieme costituiscono una sfida sorprendente alle ipotesi esistenti sugli argomenti centrali della fisica.
Einstein mostrò un'analoga indipendenza mentale nella sua etica e politica. Anche qui si dimostrò in grado di ergersi al di fuori del consenso prevalente e di adottare posizioni radicali che lo rendevano spesso vulnerabile agli attacchi dell'establishment. Come abbiamo visto, era uno dei pochissimi suoi coetanei che protestarono contro la Prima guerra mondiale e continuò con lo stesso spirito per il resto della sua vita a prendere posizioni di opposizione su grandi questioni pubbliche, in particolare quelle legate a guerra e armamenti. Abbracciò anche una serie di altre cause impopolari, inclusi i diritti civili dei neri in America, molto prima che la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1954 stimolasse il movimento verso la [[w:desegregazione|desegregazione]].
[[File:Max Born.jpg|240px|right|thumb|[[w:Max Born|Max Born]] (ca. 1935)]]
Tuttavia, Einstein non era un bastian contrario inveterato né un oppositore dell'autorità per il gusto di farlo. La sua indipendenza mentale non lo rendeva automaticamente contrario. Volle sempre riconoscere i contributi dei suoi grandi predecessori scientifici, i deceduti da tempo come Newton, Faraday e Maxwell e i vivi come Max Planck, Hendrik A. Lorentz e altri. Scrisse nel 1921: "The theory of relativity may indeed be said to have put a sort of finishing touch to the mighty intellectual edifice of Maxwell and Lorentz". La teoria, osservò, non costituiva un atto rivoluyzionario "but the natural continuation of a line that can be traced through centuries".<sup>18</sup> Anche in politica, Einstein, sebbene eminentemente in grado di sfidare l'autorità su questioni di principio, era pronto ad accogliere una leadership illuminata quando la incontrava, ovviamente nel caso di [[w:Franklin Delano Roosevelt|Franklin Roosevelt]], per il quale provava sincera ammirazione e affetto. "I’m so sorry Roosevelt is president—otherwise I would visit him more often", disse Einstein a un amico.<sup>19</sup> In una dichiarazione commemorativa dopo la morte di Roosevelt nell'aprile 1945, Einstein scrisse che "for all people of good will Roosevelt’s death will be felt like that of an old and dear friend. May he have a lasting influence on our thoughts and convictions".<sup>20</sup> Che questo fosse qualcosa di più di un semplice sentimento è chiaro dal suo appoggio alla spinta fondamentale della politica estera statunitense sotto Roosevelt e dal suo corrispondente sgomento per ciò che seguì sotto [[w:Harry S. Truman|Truman]]. Einstein era uno di quelli convinti che con la morte di Roosevelt sarebbe morta anche ogni possibilità di una politica "ragionevole" nei confronti dell'Unione Sovietica.<sup>21</sup> In breve, Einstein aveva una mente tutta sua in politica come in fisica.
C'è un'altra caratteristica comune dell'approccio di Einstein alla scienza e alla politica che merita di essere menzionata: una certa testardaggine nel mantenere un'idea anche quando c'erano molte prove contro di essa. In politica, per Einstein, i fondamenti generalmente non erano in discussione; i valori centrali, come abbiamo visto, erano ritenuti evidenti, anche se circostanze alterate potevano imporre cambiamenti tattici (come nell'area del pacifismo, che sarà trattata in un Capitolo successivo). Nella scienza, nonostante l'infinita ingegnosità con cui Einstein lottò con la teoria della relatività, sarebbe arrivato un punto, raggiunto nel dibattito con Niels Bohr e altri sulla meccanica quantistica, in cui si sarebbe semplicemente bloccato e rifiutato di muoversi. Non avrebbe accettato l'elemento di casualità richiesto dalla teoria statistica della meccanica quantistica né dalla teoria dell'incertezza che sembrava negare l'esistenza indipendente di un mondo fisico conoscibile. "He [God] does not play dice", scrisse in una lettera al suo amico [[w:Max Born|Max Born]] — enunciazione che, presa in profondità, si rivelerà comunque vera...se concediamo a Dio una mente infinita!<sup>22</sup>
=== L'Einstein compartimentalizzato ===
=== Il paradosso di Einstein in pratica ===
=== Una questione di temperamento: il personale e il politico ===
=== Andare oltre il personale: il ruolo della religione ===
=== Vite private e costruzione di un sé pubblico ===
{{clear}}
== Note ==
''[[Saeculum Mirabilis/Note#Capitolo 2|(Note e riferimenti a fine libro)]]''
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}}
{{Avanzamento|50%|15 agosto 2022}}
[[Categoria: Saeculum Mirabilis|Capitolo 2]]
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{{Saeculum Mirabilis}}
[[File:Leonid Pasternak - Albert Einstein (1924).jpg|540px|thumb|center|''Ritratto di Albert Einstein'', di [[w:Leonid Osipovič Pasternak|Leonid Pasternak]] (1924)]]
== I fondamenti del pensiero ==
=== La difficoltà di Einstein ===
Dopo aver esaminato il ruolo di Einstein nel discorso pubblico del suo tempo, passiamo ora alle qualità intellettuali ed emotive distintive che egli apportò a questi dibattiti. Per quanto condividesse molte idee con i suoi colleghi internazionalisti liberali, non c'era modo di nascondere le differenze tra loro che derivavano dal temperamento, dalle origini sociali e nazionali, nonché dall'istruzione e dall'esperienza di vita più in generale. Una qualità che differenziava Einstein da tutte le altre figure esaminate nel Capitolo precedente era che, nonostante il mezzo con cui lavoravano professionalmente fosse il linguaggio, quello specifico di Einstein era la matematica. Certo, anche Russell poteva rivendicare la matematica, ma con l'inizio della Prima guerra mondiale si allontanò decisamente dalla sua precedente specializzazione in filosofia della matematica verso le aree meno tecniche della filosofia generale e sociale. Il Premio Nobel di Russell, assegnato nel 1950, era dopotutto per la letteratura. Einstein, premiato nel 1921, fu per i servizi alla fisica e soprattutto per la sua scoperta della legge dell'[[w:Effetto fotoelettrico|effetto fotoelettrico]].<sup>1</sup> Il linguaggio, il discorso pubblico, era, per così dire, la seconda lingua di Einstein. Che il suo primo linguaggio fosse la matematica ebbe un effetto decisivo sui suoi rapporti con il pubblico.
Biografi e commentatori hanno spesso lottato per riconciliare Einstein, il personaggio pubblico, con Einstein lo scienziato, che, a causa dell'astrusità delle sue scoperte, proiettava un'aura di lontananza e mistero. Uno dei primi biografi osservò che per molti "the word ‘Einstein’ [was] equivalent to ‘incomprehensible’".<sup>2</sup> Inevitabilmente l'incomprensibilità si riferiva alla sua [[w:teoria della relatività|teoria della relatività]]. Persino le divulgazioni, di cui ce n'erano molte sin dall'inizio, non ultima quella di Einstein stesso, che fu pubblicata nel 1916, solo un anno dopo il completamento della Teoria Generale, fecero scervellare i lettori.<sup>3</sup> Era sufficiente per la maggior parte dei non-scienziati sapere che Einstein aveva rimodellato le nozioni di tempo e spazio; la sua teoria aveva lo ''status'' di metafora piuttosto che di conoscenza del funzionamento dell'universo. Servendo come magazzino di nuove immagini associate al cambiamento rapido e sconcertante dopo la Prima guerra mondiale, la teoria della relatività "resonated with changed class and sex relations and with new technologies of mass entertainment during the early 1920s, becoming an apt symbol for an uncanny modern world in which exciting possibilities were matched by new risks and hazards".<sup>4</sup>
Lo stesso Einstein si oppose all'applicazione della teoria della relatività a sfere più ampie. In un famoso scambio con l'arcivescovo di Canterbury durante una conversazione a cena a Londra nel 1921, Einstein respinse il suggerimento, reso popolare dal politico e filosofo Visconte Haldane, che la teoria della relatività avrebbe fatto "a great difference to our morale [or in some accounts ‘morals’]". Einstein ribatté: "Relativity makes no difference... It is purely abstract science". Sarebbe avventato considerare questa osservazione come il pensiero completo o definitivo di Einstein sulla questione dei rapporti tra scienza ed etica o tra scienza e religione. Più tardi nella sua vita, come vedremo, riflettè molto su questo problema, anche se non coinvolse i dettagli della teoria della relatività stessa. Potrebbe essere stata la modestia, come suggerisce [[:en:w:Ronald W. Clark|Ronald Clark]], a pronunciare la sua risposta all'arcivescovo, sebbene alcuni anni dopo abbia ripetuto l'affermazione in modo un po' più esteso, sottolineando quanto spesso la relatività fosse fraintesa.<sup>5</sup> Più probabilmente era proprio questa preoccupazione che la teoria della relatività nelle mani dei non-scienziati avesse poca relazione con la cosa reale a spingerlo a resistere alla sua più ampia applicazione. Altri, tra cui alcuni fisici, insistettero tuttavia nel fare collegamenti tra la teoria della relatività e le altre sfere della vita, come era del tutto naturale e prevedibile.<sup>6</sup> Come poteva la mente umana resistere al tentativo di adattarsi a quella che in effetti era una nuova cosmologia? Il purismo di Einstein è, tuttavia, indicativo della difficoltà concettuale e tecnica della teoria stessa, soprattutto che potesse esprimersi pienamente solo nel linguaggio della matematica. La sua versione "popolare" era minimamente matematica, ma comunque in luoghi ostici ai non-matematici. In breve, per Einstein tradurre la teoria in un linguaggio che i laici potessero facilmente comprendere sarebbe stato travisarla.
Al contrario, Einstein espresse le sue opinioni politiche ed etiche con un linguaggio comprensibile a tutti, e sperò certamente che avrebbero fatto differenza. Nella sfera della politica e dell'etica Einstein si rivolse naturalmente ai modi di pensiero e di espressione popolari. È significativo che, come abbiamo visto, Einstein dovesse raccomandare agli educatori la storia del mondo di H. G. Wells piuttosto che il lavoro di uno storico "scientifico" professionista. Sicuramente questo non era solo perché Wells era un abile comunicatore, ma anche perché proponeva una filosofia del progresso liberale congeniale a Einstein, e questo in un momento in cui alcuni storici professionisti mettevano in dubbio la "[[:en:w:Whig history|Whig interpretation of history]]" come non sufficientemente rigorosa, parziale al pensiero teleologico ed eccessivamente desiderosa di dare giudizi morali.<sup>7</sup> Può sembrare irrilevante che al di fuori della scienza Einstein non abbia applicato principi scientifici, ma il divario è così evidente da richiedere una spiegazione. Dopotutto, ci si potrebbe aspettare che un atteggiamento scientifico si ripercuota in una certa misura su questioni politiche e di altro tipo. Qual è esattamente il rapporto tra la sua scienza e la sua politica?
=== Il paradosso di Einstein ===
Fin dall'inizio ci troviamo di fronte a un paradosso che sta alla radice del suo essere. Una metà del paradosso
assume la forma di una disgiunzione radicale tra i processi mentali che utilizzava per affrontare problemi scientifici e quelli che impiegava per affrontare questioni morali, sociali e politiche. Abbiamo già fatto riferimento nel [[Saeculum Mirabilis/Capitolo 1|Capitolo 1]] alla sua stessa percezione del divario tra le sue idee scientifiche e morali nella risposta che diede a un corrispondente che voleva stabilire la natura morale della ricerca scientifica. Scrisse: "My scientific work is motivated by an irresistible longing to understand the secrets of nature and by no other feelings. My love for justice and the striving to contribute to the improvement of human conditions are quite independent from my scientific interests".<sup>8</sup> Questo Einstein sembra essere un individuo compartimentalizzato i cui sé separati operavano quasi indipendentemente l'uno dall'altro. L'altra metà del paradosso sta nell'apparentemente irriducibile unità dell'essere che egli proietta nell'ambito delle sue attività. Einstein non si comportava come un individuo diviso o nonintegrato. Un amico di Einstein ribadì: "the combination of that vast... inner detachment [which lay behind his scientific work] and enormous ethical commitment was a very wonderful thing because it was totally integrated into one flesh and bones and I think that’s a very rare
thing".<sup>9</sup>
Questa impressione di integrazione andò ben oltre il volto che presentava al mondo; si estendeva ad alcuni dei suoi presupposti filosofici più basilari. C'è una lotta per unità, armonia e semplicità in tutta la gamma del pensiero di Einstein, sia in campo fisico che non-scientifico. Nel suo lavoro scientifico la spinta all'unità e all'armonia è forse più visibile nella ricerca di una teoria dei campi unificata, che collegherebbe la teoria generale della relatività con l'elettromagnetismo per produrre un quadro generale di comprensione per tutte le forze fisiche basilari; nel campo non-scientifico lo stesso impulso è visibile nella sua difesa del governo mondiale o, come preferiva dirlo, di una "supranational authority" che mitigasse gli effetti distruttivi e divisivi della concorrenza tra le nazioni. La semplicità era allo stesso modo un valore centrale per Einstein nella scienza come in altre sfere. L'essenza della teoria della relatività, disse a un giornalista durante la sua prima visita negli Stati Uniti, era "the logical simplicity with which it explained apparently conflicting facts in the operation of natural law".<sup>10</sup> Più in generale, la semplicità era al centro del suo atteggiamento nei confronti della vita. Nel suo credo personale, ''"The World As I See It"'' (1931), disse: "I... believe that a simple and unassuming life is good for everybody, physically and mentally".<sup>11</sup> In tutti i suoi scritti non scientifici cercò la chiarezza e l'immediatezza dell'espressione. Tuttavia, la semplicità che cercava parimenti nella sua vita intellettuale e quotidiana non è da confondere con l'immagine popolare, o meglio la caricatura, di lui come un genio infantile, il maldestro innocente cervello che inciampò nelle grandi verità della natura e divenne, nel parole del profilo "Person of the Century" di ''Time magazine'': "the cartoonist’s dream come true".<sup>12</sup> La semplicità di Einstein era una qualità morale composta sia da fiducia in se stessi e modestia sia da una notevole immunità a ciò che gli altri pensavano di lui, negativo o positivo che fosse.
[[File:Max Planck (1858-1947).jpg|240px|thumb|right|[[w:Max Planck|Max Planck]] nel 1930]]
Anche la facoltà di intuizione era pertinente ad entrambe le sfere della sua attività. Quando discutono del percorso intrapreso da Einstein verso la teoria della relatività, gli scienziati annotano regolarmente gli straordinari salti intuitivi che lo portarono da un'impasse concettuale verso una soluzione.<sup>13</sup> Lo stesso Einstein disse, in una conferenza che celebrava il sessantesimo compleanno di [[w:Max Planck|Max Planck]], che "the supreme task of the physicist is to arrive at those universal elementary laws from which the cosmos can be built up by pure deduction. There is no logical path to these laws; only intuition, resting on sympathetic understanding of experience, can reach them".<sup>14</sup> Einstein, che era un oratore instancabile, descriveva i suoi processi di pensiero come prevalentemente non verbali nella fase creativa e spesso basati su immagini e forme visive; anzi, suggerì che legare concetti troppo strettamente a parole particolari, i cui significati erano diventati stantii e fissi, fosse fonte di molti errori nella scienza.<sup>15</sup>
I principi di Einstein in politica ed etica sembrano anche fortemente dipendenti dall'intuizione, nel senso che erano radicati in presupposti profondi che erano considerati ovvi. Tuttavia, c'è una differenza nel ruolo che l'intuizione gioca nei due reami della sua attività, che ci porta dall'altra parte del paradosso di Einstein: la sensazione che ci siano due Einstein. I percorsi dall'intuizione alle conclusioni finali sono ben distinti nelle due sfere della sua attività intellettuale. A differenza delle sue intuizioni scientifiche, i suoi principi intuiti nell'etica, nella società e nella politica sono raramente messi in discussione. Mentre le sue intuizioni scientifiche sono punti di partenza per spiegazioni di anomalie nel mondo naturale o elementi costitutivi per immagini dettagliate di come funzionano i sistemi fisici, nella vita sociale e politica i principi morali intuiti, come li trattava Einstein, sono verità evidenti. C'è un resoconto sorprendente fatto da [[:en:w:Ernst G. Straus|Ernst G. Straus]] sulle differenze nel modo in cui Einstein trattava le idee scientifiche e quelle politiche. In qualità di studente e assistente di Einstein per diversi anni negli anni '40, Straus fu in grado di osservare Einstein da vicino. Einstein disse a Straus: "There are absolutely no good ideas in politics. The ideas are all obvious, the only problem is to get people to act on them". Straus rifletté:
{{citazione|[Einstein] would turn every scientific idea in all directions, never ceasing to look at it from a new angle, to criticize it again, to pick it up again, and to examine it. In his political ideas, on the other hand, he felt that the idea is clear, the only problem is to state it. I think that the constant preoccupation that marked his scientific work simply did not happen in his political and social thought.<sup>16</sup>}}
Cosa dobbiamo pensare del paradosso sopra descritto? La sua apparente mancanza di riflessività nel campo dell'etica e della politica, rispetto al suo studio della fisica, significa forse che le sue idee sociali e politiche sono quindi di scarso rilievo? Dobbiamo intendere l'apparente spaccatura in Einstein semplicemente come un fatto della sua vita su cui sorvoliamo rapidamente o come qualcosa che richiede una spiegazione? Guardando dall'altra parte del paradosso, c'è davvero un'unità alla base del suo pensiero in entrambi i campi o è semplicemente un riflesso dell'urgenza dei commentatori di legare tutti i fili in una disperata ricerca di coerenza nel loro argomento? Se c'è unità, come è meglio descriverla e spiegarla?
=== L'argomento dell'unità ===
C'è chiaramente molto da dire sul lato dell'unità e dell'integrazione, più ovviamente nell'integrazione manifesta della personalità di Einstein. Come è già stato suggerito, non era turbato da dubbi sulla sua identità di scienziato o di essere etico e politico. L'una attività raramente influiva sull'altra in un modo che gli causasse difficoltà, con la singolare eccezione del suo ruolo indiretto nell'inizio del Progetto Manhattan, e in questo caso le difficoltà nacquero meno da un qualsiasi conflitto nella sua mente che dall'irritazione per il modo in cui il suo ruolo fu ritratto pubblicamente. Più tipico del collegamento tra il suo ruolo di scienziato e la sua attività politica è stata la sua presidenza del [[w:Emergency Committee of Atomic Scientists|Emergency Committee of Atomic Scientists]] negli anni '40 e più in generale le sue campagne a favore del disarmo nucleare e della pace mondiale nell'immediato dopoguerra. Qui la sua competenza scientifica e il senso di responsabilità pubblica si rafforzarono a vicenda. Se è vero che a volte era irritato dal tempo e dall'energia che questo comitato gli costava, non aveva dubbi nella sua mente sull'importanza della causa, che era quella di educare il pubblico sulle questioni atomiche e in particolare sul pericolo di una guerra nucleare.
Altri fisici avevano scelte più difficili da fare rispetto a Einstein. In quanto teorico fondamentale, in ogni caso estraneo alla fabbricazione della bomba atomica, non si trovò di fronte al tipo di scelta affrontata da alcuni fisici del Progetto Manhattan per i quali la consapevolezza di aver contribuito a creare l'arma più distruttiva mai vista provocò decisioni che cambiano la vita. Leo Szilard, una figura chiave all'inizio del Progetto Manhattan – fu determinante nel sollecitare Einstein a redigere la lettera a Roosevelt nel 1939 – e anche nella fabbricazione della bomba stessa, dopo la guerra passò alla [[w:biologia molecolare|biologia molecolare]] per orrore verso la distruttività delle armi nucleari. Uno scienziato molto più giovane del Progetto Manhattan, [[w:Józef Rotblat|Józef Rotblat]], passò alla fisica medica e per il resto della sua lunga vita fece una campagna per il disarmo nucleare. Ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 1995. Einstein riuscì a rimanere in un certo senso al di sopra della battaglia in virtù della sua età, profilo scientifico e temperamento.
Un'altra caratteristica del carattere di Einstein che mantiene l'accento sull'unità del suo essere è la sua capacità in tutti i campi della sua attività intellettuale e politica di distinguersi dalla massa. La sua indipendenza d'animo si manifestò sin dall'inizio in seguito al trasferimento dei genitori in Italia quando aveva solo 15 anni, lasciandolo a Monaco alle cure di parenti lontani per completare gli studi superiori. Con allarme dei suoi genitori, dopo poco tempo decise di lasciare la Germania. Sembra che un membro della famiglia gli abbia suggerito di completare la sua formazione presso il Politecnico Federale Svizzero di Zurigo, ma la decisione su cosa studiare fu presa dallo stesso Einstein. A questo punto era già preso dalla passione per la fisica che in seguito portò avanti la sua carriera.<sup>17</sup> Importante quanto la passione, tuttavia, era la sua capacità di mettere in discussione i presupposti più fondamentali della sua materia, di seguire le sue argomentazioni ovunque potessero portare e di mantenere le sue conclusioni di fronte allo scetticismo o all'aperta opposizione dei colleghi scienziati. Per quanto Einstein fosse rispettoso dei suoi più grandi predecessori e contemporanei, non si tirò mai indietro dal mettere in discussione le loro conclusioni. La misura della sua fiducia in se stesso è ampiamente illustrata dalla produzione delle famose carte del 1905 nel campo della fisica teorica che intraprese mentre lavorava presso l'ufficio brevetti di Zurigo. La teoria della relatività speciale, che relegava le precedenti certezze della visione del mondo newtoniana a quella di un caso speciale all'interno di un quadro molto più ampio e complesso, era solo il più noto dei quattro contributi fondamentali. Di pari significato furono i saggi sull'effetto fotoelettrico, che fu infatti l'argomento che gli valse il Premio Nobel nel 1921, e sull'equivalenza massa-energia, che sfociò nella formula più citata nella scienza: [[w:E=mc²|E=mc²]] . Un ulteriore documento fornì la spiegazione più completa fino ad oggi del [[w:moto browniano|moto browniano]]. Ognuno di questi documenti, preso da sé, sarebbe stato considerato di fondamentale importanza. Nel loro insieme costituiscono una sfida sorprendente alle ipotesi esistenti sugli argomenti centrali della fisica.
Einstein mostrò un'analoga indipendenza mentale nella sua etica e politica. Anche qui si dimostrò in grado di ergersi al di fuori del consenso prevalente e di adottare posizioni radicali che lo rendevano spesso vulnerabile agli attacchi dell'establishment. Come abbiamo visto, era uno dei pochissimi suoi coetanei che protestarono contro la Prima guerra mondiale e continuò con lo stesso spirito per il resto della sua vita a prendere posizioni di opposizione su grandi questioni pubbliche, in particolare quelle legate a guerra e armamenti. Abbracciò anche una serie di altre cause impopolari, inclusi i diritti civili dei neri in America, molto prima che la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1954 stimolasse il movimento verso la [[w:desegregazione|desegregazione]].
[[File:Max Born.jpg|240px|right|thumb|[[w:Max Born|Max Born]] (ca. 1935)]]
Tuttavia, Einstein non era un bastian contrario inveterato né un oppositore dell'autorità per il gusto di farlo. La sua indipendenza mentale non lo rendeva automaticamente contrario. Volle sempre riconoscere i contributi dei suoi grandi predecessori scientifici, i deceduti da tempo come Newton, Faraday e Maxwell e i vivi come Max Planck, Hendrik A. Lorentz e altri. Scrisse nel 1921: "The theory of relativity may indeed be said to have put a sort of finishing touch to the mighty intellectual edifice of Maxwell and Lorentz". La teoria, osservò, non costituiva un atto rivoluyzionario "but the natural continuation of a line that can be traced through centuries".<sup>18</sup> Anche in politica, Einstein, sebbene eminentemente in grado di sfidare l'autorità su questioni di principio, era pronto ad accogliere una leadership illuminata quando la incontrava, ovviamente nel caso di [[w:Franklin Delano Roosevelt|Franklin Roosevelt]], per il quale provava sincera ammirazione e affetto. "I’m so sorry Roosevelt is president—otherwise I would visit him more often", disse Einstein a un amico.<sup>19</sup> In una dichiarazione commemorativa dopo la morte di Roosevelt nell'aprile 1945, Einstein scrisse che "for all people of good will Roosevelt’s death will be felt like that of an old and dear friend. May he have a lasting influence on our thoughts and convictions".<sup>20</sup> Che questo fosse qualcosa di più di un semplice sentimento è chiaro dal suo appoggio alla spinta fondamentale della politica estera statunitense sotto Roosevelt e dal suo corrispondente sgomento per ciò che seguì sotto [[w:Harry S. Truman|Truman]]. Einstein era uno di quelli convinti che con la morte di Roosevelt sarebbe morta anche ogni possibilità di una politica "ragionevole" nei confronti dell'Unione Sovietica.<sup>21</sup> In breve, Einstein aveva una mente tutta sua in politica come in fisica.
C'è un'altra caratteristica comune dell'approccio di Einstein alla scienza e alla politica che merita di essere menzionata: una certa testardaggine nel mantenere un'idea anche quando c'erano molte prove contro di essa. In politica, per Einstein, i fondamenti generalmente non erano in discussione; i valori centrali, come abbiamo visto, erano ritenuti evidenti, anche se circostanze alterate potevano imporre cambiamenti tattici (come nell'area del pacifismo, che sarà trattata in un Capitolo successivo). Nella scienza, nonostante l'infinita ingegnosità con cui Einstein lottò con la teoria della relatività, sarebbe arrivato un punto, raggiunto nel dibattito con Niels Bohr e altri sulla meccanica quantistica, in cui si sarebbe semplicemente bloccato e rifiutato di muoversi. Non avrebbe accettato l'elemento di casualità richiesto dalla teoria statistica della meccanica quantistica né dalla teoria dell'incertezza che sembrava negare l'esistenza indipendente di un mondo fisico conoscibile. "He [God] does not play dice", scrisse in una lettera al suo amico [[w:Max Born|Max Born]] — enunciazione che, presa in profondità, si rivelerà comunque vera...se concediamo a Dio una mente infinita!<sup>22</sup>
=== L'Einstein compartimentalizzato ===
Tuttavia, una volta che questi punti sono stati esplicati riguardo all'unità del carattere e dell'approccio di Einstein in tutta la gamma delle sue attività, si raggiunge un limite oltre il quale possono essere addotte solo più generalità. A un livello di dettaglio significativo, la fisica non illumina la politica; né il contrario. Più significative per la comprensione dei suoi contributi distintivi sono le differenze nei modi in cui operò in ambito scientifico e altrove.
La convinzione di Einstein che la sua scienza e i suoi valori politici avessero radici abbastanza diverse era una caratteristica della sua mente e della sua personalità che lasciò perplessi alcuni osservatori che presumevano che dovessero essere interdipendenti. C'è un esempio sorprendente, anche se eccentrico, di questo in uno scambio di lettere con uno studioso indiano che lo rimproverava per la sua ammirazione pubblicamente espressa per Gandhi. Un certo professor Kahol chiese nel dicembre 1949, all'indomani dell'assassinio di Gandhi: "how a rationalist like you could have even the slightest regard for an irrationalist of the type of Gandhi..." Inoltre, continuò Kahol, Einstein sapeva forse che gli assassini di Gandhi erano grandi ammiratori di lui [Einstein], avevano studiato le sue teorie mentre erano in prigione e che tra gli oggetti restituiti alle loro famiglie dopo le loro esecuzioni c'era "‘a great deal of scientific and mathematical literature, especially the Theory of Relativity".<sup>23</sup> Come lo psicologo che scrisse ad Einstein chiedendogli se avesse pensieri umanitari quando pensava alla relatività, il professor Kahol presumeva che ci dovesse essere una semplice consonanza tra il pensiero scientifico e politico di Einstein: un credente nella validità della logica matematica e nell'esistenza di una realtà fisica indipendente dal soggetto umano doveva sicuramente respingere l'irrazionalismo di uno come Gandhi. Einstein rispose con toni senza dubbio più educati e moderati di quanto in effetti pensasse: "I can well understand your attitude but cannot agree with it. It is true that Gandhi was to some extent anti-rationalist or at least a man who did not believe in the independent value of knowledge. But the unique greatness of Gandhi lies in his moral fervour and in his unparalleled devotion to it".<sup>24</sup> Naturalmente, in questo scambio c'era molto più di una discussione su scienza ed etica, almeno da parte del professor Kahol. Divenne chiaro da due lettere successive a Einstein, alle quali Einstein non rispose, che Kahol era un fanatico, convinto che Gandhi non fosse diverso da Hitler se non nei suoi vestiti e nella sua "smoke-screen of non-violence".<sup>25</sup> Per i nostri scopi, tuttavia, il significato dello scambio sta nella riaffermazione di Einstein del primato dei valori morali nel suo approccio alle questioni non-scientifiche e nel suo rifiuto di elidere la scienza con questioni politiche ed etiche.
=== Il paradosso di Einstein in pratica ===
=== Una questione di temperamento: il personale e il politico ===
=== Andare oltre il personale: il ruolo della religione ===
=== Vite private e costruzione di un sé pubblico ===
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== Note ==
''[[Saeculum Mirabilis/Note#Capitolo 2|(Note e riferimenti a fine libro)]]''
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}}
{{Avanzamento|50%|15 agosto 2022}}
[[Categoria: Saeculum Mirabilis|Capitolo 2]]
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/* L'Einstein compartimentalizzato */
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{{Saeculum Mirabilis}}
[[File:Leonid Pasternak - Albert Einstein (1924).jpg|540px|thumb|center|''Ritratto di Albert Einstein'', di [[w:Leonid Osipovič Pasternak|Leonid Pasternak]] (1924)]]
== I fondamenti del pensiero ==
=== La difficoltà di Einstein ===
Dopo aver esaminato il ruolo di Einstein nel discorso pubblico del suo tempo, passiamo ora alle qualità intellettuali ed emotive distintive che egli apportò a questi dibattiti. Per quanto condividesse molte idee con i suoi colleghi internazionalisti liberali, non c'era modo di nascondere le differenze tra loro che derivavano dal temperamento, dalle origini sociali e nazionali, nonché dall'istruzione e dall'esperienza di vita più in generale. Una qualità che differenziava Einstein da tutte le altre figure esaminate nel Capitolo precedente era che, nonostante il mezzo con cui lavoravano professionalmente fosse il linguaggio, quello specifico di Einstein era la matematica. Certo, anche Russell poteva rivendicare la matematica, ma con l'inizio della Prima guerra mondiale si allontanò decisamente dalla sua precedente specializzazione in filosofia della matematica verso le aree meno tecniche della filosofia generale e sociale. Il Premio Nobel di Russell, assegnato nel 1950, era dopotutto per la letteratura. Einstein, premiato nel 1921, fu per i servizi alla fisica e soprattutto per la sua scoperta della legge dell'[[w:Effetto fotoelettrico|effetto fotoelettrico]].<sup>1</sup> Il linguaggio, il discorso pubblico, era, per così dire, la seconda lingua di Einstein. Che il suo primo linguaggio fosse la matematica ebbe un effetto decisivo sui suoi rapporti con il pubblico.
Biografi e commentatori hanno spesso lottato per riconciliare Einstein, il personaggio pubblico, con Einstein lo scienziato, che, a causa dell'astrusità delle sue scoperte, proiettava un'aura di lontananza e mistero. Uno dei primi biografi osservò che per molti "the word ‘Einstein’ [was] equivalent to ‘incomprehensible’".<sup>2</sup> Inevitabilmente l'incomprensibilità si riferiva alla sua [[w:teoria della relatività|teoria della relatività]]. Persino le divulgazioni, di cui ce n'erano molte sin dall'inizio, non ultima quella di Einstein stesso, che fu pubblicata nel 1916, solo un anno dopo il completamento della Teoria Generale, fecero scervellare i lettori.<sup>3</sup> Era sufficiente per la maggior parte dei non-scienziati sapere che Einstein aveva rimodellato le nozioni di tempo e spazio; la sua teoria aveva lo ''status'' di metafora piuttosto che di conoscenza del funzionamento dell'universo. Servendo come magazzino di nuove immagini associate al cambiamento rapido e sconcertante dopo la Prima guerra mondiale, la teoria della relatività "resonated with changed class and sex relations and with new technologies of mass entertainment during the early 1920s, becoming an apt symbol for an uncanny modern world in which exciting possibilities were matched by new risks and hazards".<sup>4</sup>
Lo stesso Einstein si oppose all'applicazione della teoria della relatività a sfere più ampie. In un famoso scambio con l'arcivescovo di Canterbury durante una conversazione a cena a Londra nel 1921, Einstein respinse il suggerimento, reso popolare dal politico e filosofo Visconte Haldane, che la teoria della relatività avrebbe fatto "a great difference to our morale [or in some accounts ‘morals’]". Einstein ribatté: "Relativity makes no difference... It is purely abstract science". Sarebbe avventato considerare questa osservazione come il pensiero completo o definitivo di Einstein sulla questione dei rapporti tra scienza ed etica o tra scienza e religione. Più tardi nella sua vita, come vedremo, riflettè molto su questo problema, anche se non coinvolse i dettagli della teoria della relatività stessa. Potrebbe essere stata la modestia, come suggerisce [[:en:w:Ronald W. Clark|Ronald Clark]], a pronunciare la sua risposta all'arcivescovo, sebbene alcuni anni dopo abbia ripetuto l'affermazione in modo un po' più esteso, sottolineando quanto spesso la relatività fosse fraintesa.<sup>5</sup> Più probabilmente era proprio questa preoccupazione che la teoria della relatività nelle mani dei non-scienziati avesse poca relazione con la cosa reale a spingerlo a resistere alla sua più ampia applicazione. Altri, tra cui alcuni fisici, insistettero tuttavia nel fare collegamenti tra la teoria della relatività e le altre sfere della vita, come era del tutto naturale e prevedibile.<sup>6</sup> Come poteva la mente umana resistere al tentativo di adattarsi a quella che in effetti era una nuova cosmologia? Il purismo di Einstein è, tuttavia, indicativo della difficoltà concettuale e tecnica della teoria stessa, soprattutto che potesse esprimersi pienamente solo nel linguaggio della matematica. La sua versione "popolare" era minimamente matematica, ma comunque in luoghi ostici ai non-matematici. In breve, per Einstein tradurre la teoria in un linguaggio che i laici potessero facilmente comprendere sarebbe stato travisarla.
Al contrario, Einstein espresse le sue opinioni politiche ed etiche con un linguaggio comprensibile a tutti, e sperò certamente che avrebbero fatto differenza. Nella sfera della politica e dell'etica Einstein si rivolse naturalmente ai modi di pensiero e di espressione popolari. È significativo che, come abbiamo visto, Einstein dovesse raccomandare agli educatori la storia del mondo di H. G. Wells piuttosto che il lavoro di uno storico "scientifico" professionista. Sicuramente questo non era solo perché Wells era un abile comunicatore, ma anche perché proponeva una filosofia del progresso liberale congeniale a Einstein, e questo in un momento in cui alcuni storici professionisti mettevano in dubbio la "[[:en:w:Whig history|Whig interpretation of history]]" come non sufficientemente rigorosa, parziale al pensiero teleologico ed eccessivamente desiderosa di dare giudizi morali.<sup>7</sup> Può sembrare irrilevante che al di fuori della scienza Einstein non abbia applicato principi scientifici, ma il divario è così evidente da richiedere una spiegazione. Dopotutto, ci si potrebbe aspettare che un atteggiamento scientifico si ripercuota in una certa misura su questioni politiche e di altro tipo. Qual è esattamente il rapporto tra la sua scienza e la sua politica?
=== Il paradosso di Einstein ===
Fin dall'inizio ci troviamo di fronte a un paradosso che sta alla radice del suo essere. Una metà del paradosso
assume la forma di una disgiunzione radicale tra i processi mentali che utilizzava per affrontare problemi scientifici e quelli che impiegava per affrontare questioni morali, sociali e politiche. Abbiamo già fatto riferimento nel [[Saeculum Mirabilis/Capitolo 1|Capitolo 1]] alla sua stessa percezione del divario tra le sue idee scientifiche e morali nella risposta che diede a un corrispondente che voleva stabilire la natura morale della ricerca scientifica. Scrisse: "My scientific work is motivated by an irresistible longing to understand the secrets of nature and by no other feelings. My love for justice and the striving to contribute to the improvement of human conditions are quite independent from my scientific interests".<sup>8</sup> Questo Einstein sembra essere un individuo compartimentalizzato i cui sé separati operavano quasi indipendentemente l'uno dall'altro. L'altra metà del paradosso sta nell'apparentemente irriducibile unità dell'essere che egli proietta nell'ambito delle sue attività. Einstein non si comportava come un individuo diviso o nonintegrato. Un amico di Einstein ribadì: "the combination of that vast... inner detachment [which lay behind his scientific work] and enormous ethical commitment was a very wonderful thing because it was totally integrated into one flesh and bones and I think that’s a very rare
thing".<sup>9</sup>
Questa impressione di integrazione andò ben oltre il volto che presentava al mondo; si estendeva ad alcuni dei suoi presupposti filosofici più basilari. C'è una lotta per unità, armonia e semplicità in tutta la gamma del pensiero di Einstein, sia in campo fisico che non-scientifico. Nel suo lavoro scientifico la spinta all'unità e all'armonia è forse più visibile nella ricerca di una teoria dei campi unificata, che collegherebbe la teoria generale della relatività con l'elettromagnetismo per produrre un quadro generale di comprensione per tutte le forze fisiche basilari; nel campo non-scientifico lo stesso impulso è visibile nella sua difesa del governo mondiale o, come preferiva dirlo, di una "supranational authority" che mitigasse gli effetti distruttivi e divisivi della concorrenza tra le nazioni. La semplicità era allo stesso modo un valore centrale per Einstein nella scienza come in altre sfere. L'essenza della teoria della relatività, disse a un giornalista durante la sua prima visita negli Stati Uniti, era "the logical simplicity with which it explained apparently conflicting facts in the operation of natural law".<sup>10</sup> Più in generale, la semplicità era al centro del suo atteggiamento nei confronti della vita. Nel suo credo personale, ''"The World As I See It"'' (1931), disse: "I... believe that a simple and unassuming life is good for everybody, physically and mentally".<sup>11</sup> In tutti i suoi scritti non scientifici cercò la chiarezza e l'immediatezza dell'espressione. Tuttavia, la semplicità che cercava parimenti nella sua vita intellettuale e quotidiana non è da confondere con l'immagine popolare, o meglio la caricatura, di lui come un genio infantile, il maldestro innocente cervello che inciampò nelle grandi verità della natura e divenne, nel parole del profilo "Person of the Century" di ''Time magazine'': "the cartoonist’s dream come true".<sup>12</sup> La semplicità di Einstein era una qualità morale composta sia da fiducia in se stessi e modestia sia da una notevole immunità a ciò che gli altri pensavano di lui, negativo o positivo che fosse.
[[File:Max Planck (1858-1947).jpg|240px|thumb|right|[[w:Max Planck|Max Planck]] nel 1930]]
Anche la facoltà di intuizione era pertinente ad entrambe le sfere della sua attività. Quando discutono del percorso intrapreso da Einstein verso la teoria della relatività, gli scienziati annotano regolarmente gli straordinari salti intuitivi che lo portarono da un'impasse concettuale verso una soluzione.<sup>13</sup> Lo stesso Einstein disse, in una conferenza che celebrava il sessantesimo compleanno di [[w:Max Planck|Max Planck]], che "the supreme task of the physicist is to arrive at those universal elementary laws from which the cosmos can be built up by pure deduction. There is no logical path to these laws; only intuition, resting on sympathetic understanding of experience, can reach them".<sup>14</sup> Einstein, che era un oratore instancabile, descriveva i suoi processi di pensiero come prevalentemente non verbali nella fase creativa e spesso basati su immagini e forme visive; anzi, suggerì che legare concetti troppo strettamente a parole particolari, i cui significati erano diventati stantii e fissi, fosse fonte di molti errori nella scienza.<sup>15</sup>
I principi di Einstein in politica ed etica sembrano anche fortemente dipendenti dall'intuizione, nel senso che erano radicati in presupposti profondi che erano considerati ovvi. Tuttavia, c'è una differenza nel ruolo che l'intuizione gioca nei due reami della sua attività, che ci porta dall'altra parte del paradosso di Einstein: la sensazione che ci siano due Einstein. I percorsi dall'intuizione alle conclusioni finali sono ben distinti nelle due sfere della sua attività intellettuale. A differenza delle sue intuizioni scientifiche, i suoi principi intuiti nell'etica, nella società e nella politica sono raramente messi in discussione. Mentre le sue intuizioni scientifiche sono punti di partenza per spiegazioni di anomalie nel mondo naturale o elementi costitutivi per immagini dettagliate di come funzionano i sistemi fisici, nella vita sociale e politica i principi morali intuiti, come li trattava Einstein, sono verità evidenti. C'è un resoconto sorprendente fatto da [[:en:w:Ernst G. Straus|Ernst G. Straus]] sulle differenze nel modo in cui Einstein trattava le idee scientifiche e quelle politiche. In qualità di studente e assistente di Einstein per diversi anni negli anni '40, Straus fu in grado di osservare Einstein da vicino. Einstein disse a Straus: "There are absolutely no good ideas in politics. The ideas are all obvious, the only problem is to get people to act on them". Straus rifletté:
{{citazione|[Einstein] would turn every scientific idea in all directions, never ceasing to look at it from a new angle, to criticize it again, to pick it up again, and to examine it. In his political ideas, on the other hand, he felt that the idea is clear, the only problem is to state it. I think that the constant preoccupation that marked his scientific work simply did not happen in his political and social thought.<sup>16</sup>}}
Cosa dobbiamo pensare del paradosso sopra descritto? La sua apparente mancanza di riflessività nel campo dell'etica e della politica, rispetto al suo studio della fisica, significa forse che le sue idee sociali e politiche sono quindi di scarso rilievo? Dobbiamo intendere l'apparente spaccatura in Einstein semplicemente come un fatto della sua vita su cui sorvoliamo rapidamente o come qualcosa che richiede una spiegazione? Guardando dall'altra parte del paradosso, c'è davvero un'unità alla base del suo pensiero in entrambi i campi o è semplicemente un riflesso dell'urgenza dei commentatori di legare tutti i fili in una disperata ricerca di coerenza nel loro argomento? Se c'è unità, come è meglio descriverla e spiegarla?
=== L'argomento dell'unità ===
C'è chiaramente molto da dire sul lato dell'unità e dell'integrazione, più ovviamente nell'integrazione manifesta della personalità di Einstein. Come è già stato suggerito, non era turbato da dubbi sulla sua identità di scienziato o di essere etico e politico. L'una attività raramente influiva sull'altra in un modo che gli causasse difficoltà, con la singolare eccezione del suo ruolo indiretto nell'inizio del Progetto Manhattan, e in questo caso le difficoltà nacquero meno da un qualsiasi conflitto nella sua mente che dall'irritazione per il modo in cui il suo ruolo fu ritratto pubblicamente. Più tipico del collegamento tra il suo ruolo di scienziato e la sua attività politica è stata la sua presidenza del [[w:Emergency Committee of Atomic Scientists|Emergency Committee of Atomic Scientists]] negli anni '40 e più in generale le sue campagne a favore del disarmo nucleare e della pace mondiale nell'immediato dopoguerra. Qui la sua competenza scientifica e il senso di responsabilità pubblica si rafforzarono a vicenda. Se è vero che a volte era irritato dal tempo e dall'energia che questo comitato gli costava, non aveva dubbi nella sua mente sull'importanza della causa, che era quella di educare il pubblico sulle questioni atomiche e in particolare sul pericolo di una guerra nucleare.
Altri fisici avevano scelte più difficili da fare rispetto a Einstein. In quanto teorico fondamentale, in ogni caso estraneo alla fabbricazione della bomba atomica, non si trovò di fronte al tipo di scelta affrontata da alcuni fisici del Progetto Manhattan per i quali la consapevolezza di aver contribuito a creare l'arma più distruttiva mai vista provocò decisioni che cambiano la vita. Leo Szilard, una figura chiave all'inizio del Progetto Manhattan – fu determinante nel sollecitare Einstein a redigere la lettera a Roosevelt nel 1939 – e anche nella fabbricazione della bomba stessa, dopo la guerra passò alla [[w:biologia molecolare|biologia molecolare]] per orrore verso la distruttività delle armi nucleari. Uno scienziato molto più giovane del Progetto Manhattan, [[w:Józef Rotblat|Józef Rotblat]], passò alla fisica medica e per il resto della sua lunga vita fece una campagna per il disarmo nucleare. Ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 1995. Einstein riuscì a rimanere in un certo senso al di sopra della battaglia in virtù della sua età, profilo scientifico e temperamento.
Un'altra caratteristica del carattere di Einstein che mantiene l'accento sull'unità del suo essere è la sua capacità in tutti i campi della sua attività intellettuale e politica di distinguersi dalla massa. La sua indipendenza d'animo si manifestò sin dall'inizio in seguito al trasferimento dei genitori in Italia quando aveva solo 15 anni, lasciandolo a Monaco alle cure di parenti lontani per completare gli studi superiori. Con allarme dei suoi genitori, dopo poco tempo decise di lasciare la Germania. Sembra che un membro della famiglia gli abbia suggerito di completare la sua formazione presso il Politecnico Federale Svizzero di Zurigo, ma la decisione su cosa studiare fu presa dallo stesso Einstein. A questo punto era già preso dalla passione per la fisica che in seguito portò avanti la sua carriera.<sup>17</sup> Importante quanto la passione, tuttavia, era la sua capacità di mettere in discussione i presupposti più fondamentali della sua materia, di seguire le sue argomentazioni ovunque potessero portare e di mantenere le sue conclusioni di fronte allo scetticismo o all'aperta opposizione dei colleghi scienziati. Per quanto Einstein fosse rispettoso dei suoi più grandi predecessori e contemporanei, non si tirò mai indietro dal mettere in discussione le loro conclusioni. La misura della sua fiducia in se stesso è ampiamente illustrata dalla produzione delle famose carte del 1905 nel campo della fisica teorica che intraprese mentre lavorava presso l'ufficio brevetti di Zurigo. La teoria della relatività speciale, che relegava le precedenti certezze della visione del mondo newtoniana a quella di un caso speciale all'interno di un quadro molto più ampio e complesso, era solo il più noto dei quattro contributi fondamentali. Di pari significato furono i saggi sull'effetto fotoelettrico, che fu infatti l'argomento che gli valse il Premio Nobel nel 1921, e sull'equivalenza massa-energia, che sfociò nella formula più citata nella scienza: [[w:E=mc²|E=mc²]] . Un ulteriore documento fornì la spiegazione più completa fino ad oggi del [[w:moto browniano|moto browniano]]. Ognuno di questi documenti, preso da sé, sarebbe stato considerato di fondamentale importanza. Nel loro insieme costituiscono una sfida sorprendente alle ipotesi esistenti sugli argomenti centrali della fisica.
Einstein mostrò un'analoga indipendenza mentale nella sua etica e politica. Anche qui si dimostrò in grado di ergersi al di fuori del consenso prevalente e di adottare posizioni radicali che lo rendevano spesso vulnerabile agli attacchi dell'establishment. Come abbiamo visto, era uno dei pochissimi suoi coetanei che protestarono contro la Prima guerra mondiale e continuò con lo stesso spirito per il resto della sua vita a prendere posizioni di opposizione su grandi questioni pubbliche, in particolare quelle legate a guerra e armamenti. Abbracciò anche una serie di altre cause impopolari, inclusi i diritti civili dei neri in America, molto prima che la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1954 stimolasse il movimento verso la [[w:desegregazione|desegregazione]].
[[File:Max Born.jpg|240px|right|thumb|[[w:Max Born|Max Born]] (ca. 1935)]]
Tuttavia, Einstein non era un bastian contrario inveterato né un oppositore dell'autorità per il gusto di farlo. La sua indipendenza mentale non lo rendeva automaticamente contrario. Volle sempre riconoscere i contributi dei suoi grandi predecessori scientifici, i deceduti da tempo come Newton, Faraday e Maxwell e i vivi come Max Planck, Hendrik A. Lorentz e altri. Scrisse nel 1921: "The theory of relativity may indeed be said to have put a sort of finishing touch to the mighty intellectual edifice of Maxwell and Lorentz". La teoria, osservò, non costituiva un atto rivoluyzionario "but the natural continuation of a line that can be traced through centuries".<sup>18</sup> Anche in politica, Einstein, sebbene eminentemente in grado di sfidare l'autorità su questioni di principio, era pronto ad accogliere una leadership illuminata quando la incontrava, ovviamente nel caso di [[w:Franklin Delano Roosevelt|Franklin Roosevelt]], per il quale provava sincera ammirazione e affetto. "I’m so sorry Roosevelt is president—otherwise I would visit him more often", disse Einstein a un amico.<sup>19</sup> In una dichiarazione commemorativa dopo la morte di Roosevelt nell'aprile 1945, Einstein scrisse che "for all people of good will Roosevelt’s death will be felt like that of an old and dear friend. May he have a lasting influence on our thoughts and convictions".<sup>20</sup> Che questo fosse qualcosa di più di un semplice sentimento è chiaro dal suo appoggio alla spinta fondamentale della politica estera statunitense sotto Roosevelt e dal suo corrispondente sgomento per ciò che seguì sotto [[w:Harry S. Truman|Truman]]. Einstein era uno di quelli convinti che con la morte di Roosevelt sarebbe morta anche ogni possibilità di una politica "ragionevole" nei confronti dell'Unione Sovietica.<sup>21</sup> In breve, Einstein aveva una mente tutta sua in politica come in fisica.
C'è un'altra caratteristica comune dell'approccio di Einstein alla scienza e alla politica che merita di essere menzionata: una certa testardaggine nel mantenere un'idea anche quando c'erano molte prove contro di essa. In politica, per Einstein, i fondamenti generalmente non erano in discussione; i valori centrali, come abbiamo visto, erano ritenuti evidenti, anche se circostanze alterate potevano imporre cambiamenti tattici (come nell'area del pacifismo, che sarà trattata in un Capitolo successivo). Nella scienza, nonostante l'infinita ingegnosità con cui Einstein lottò con la teoria della relatività, sarebbe arrivato un punto, raggiunto nel dibattito con Niels Bohr e altri sulla meccanica quantistica, in cui si sarebbe semplicemente bloccato e rifiutato di muoversi. Non avrebbe accettato l'elemento di casualità richiesto dalla teoria statistica della meccanica quantistica né dalla teoria dell'incertezza che sembrava negare l'esistenza indipendente di un mondo fisico conoscibile. "He [God] does not play dice", scrisse in una lettera al suo amico [[w:Max Born|Max Born]] — enunciazione che, presa in profondità, si rivelerà comunque vera...se concediamo a Dio una mente infinita!<sup>22</sup>
=== L'Einstein compartimentalizzato ===
Tuttavia, una volta che questi punti sono stati esplicati riguardo all'unità del carattere e dell'approccio di Einstein in tutta la gamma delle sue attività, si raggiunge un limite oltre il quale possono essere addotte solo più generalità. A un livello di dettaglio significativo, la fisica non illumina la politica; né il contrario. Più significative per la comprensione dei suoi contributi distintivi sono le differenze nei modi in cui operò in ambito scientifico e altrove.
La convinzione di Einstein che la sua scienza e i suoi valori politici avessero radici abbastanza diverse era una caratteristica della sua mente e della sua personalità che lasciò perplessi alcuni osservatori che presumevano che dovessero essere interdipendenti. C'è un esempio sorprendente, anche se eccentrico, di questo in uno scambio di lettere con uno studioso indiano che lo rimproverava per la sua ammirazione pubblicamente espressa per Gandhi. Un certo professor Kahol chiese nel dicembre 1949, all'indomani dell'assassinio di Gandhi: "how a rationalist like you could have even the slightest regard for an irrationalist of the type of Gandhi..." Inoltre, continuò Kahol, Einstein sapeva forse che gli assassini di Gandhi erano grandi ammiratori di lui [Einstein], avevano studiato le sue teorie mentre erano in prigione e che tra gli oggetti restituiti alle loro famiglie dopo le loro esecuzioni c'era "‘a great deal of scientific and mathematical literature, especially the Theory of Relativity"?<sup>23</sup> Come lo psicologo che scrisse ad Einstein chiedendogli se avesse pensieri umanitari quando pensava alla relatività, il professor Kahol presumeva che ci dovesse essere una semplice consonanza tra il pensiero scientifico e politico di Einstein: un credente nella validità della logica matematica e nell'esistenza di una realtà fisica indipendente dal soggetto umano doveva sicuramente respingere l'irrazionalismo di uno come Gandhi. Einstein rispose con toni senza dubbio più educati e moderati di quanto in effetti pensasse: "I can well understand your attitude but cannot agree with it. It is true that Gandhi was to some extent anti-rationalist or at least a man who did not believe in the independent value of knowledge. But the unique greatness of Gandhi lies in his moral fervour and in his unparalleled devotion to it".<sup>24</sup> Naturalmente, in questo scambio c'era molto più di una discussione su scienza ed etica, almeno da parte del professor Kahol. Divenne chiaro da due lettere successive a Einstein, alle quali Einstein non rispose, che Kahol era un fanatico, convinto che Gandhi non fosse diverso da Hitler se non nei suoi vestiti e nella sua "smoke-screen of non-violence".<sup>25</sup> Per i nostri scopi, tuttavia, il significato dello scambio sta nella riaffermazione di Einstein del primato dei valori morali nel suo approccio alle questioni non-scientifiche e nel suo rifiuto di elidere la scienza con questioni politiche ed etiche.
[[File:Sigmund Freud 1926 (cropped).jpg|240px|right|thumb|[[w:Sigmund Freud|Sigmund Freud]] (1926)]]
{{clear}}
=== Il paradosso di Einstein in pratica ===
=== Una questione di temperamento: il personale e il politico ===
=== Andare oltre il personale: il ruolo della religione ===
=== Vite private e costruzione di un sé pubblico ===
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== Note ==
''[[Saeculum Mirabilis/Note#Capitolo 2|(Note e riferimenti a fine libro)]]''
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}}
{{Avanzamento|50%|15 agosto 2022}}
[[Categoria: Saeculum Mirabilis|Capitolo 2]]
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Monozigote
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/* L'Einstein compartimentalizzato */ testo
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{{Saeculum Mirabilis}}
[[File:Leonid Pasternak - Albert Einstein (1924).jpg|540px|thumb|center|''Ritratto di Albert Einstein'', di [[w:Leonid Osipovič Pasternak|Leonid Pasternak]] (1924)]]
== I fondamenti del pensiero ==
=== La difficoltà di Einstein ===
Dopo aver esaminato il ruolo di Einstein nel discorso pubblico del suo tempo, passiamo ora alle qualità intellettuali ed emotive distintive che egli apportò a questi dibattiti. Per quanto condividesse molte idee con i suoi colleghi internazionalisti liberali, non c'era modo di nascondere le differenze tra loro che derivavano dal temperamento, dalle origini sociali e nazionali, nonché dall'istruzione e dall'esperienza di vita più in generale. Una qualità che differenziava Einstein da tutte le altre figure esaminate nel Capitolo precedente era che, nonostante il mezzo con cui lavoravano professionalmente fosse il linguaggio, quello specifico di Einstein era la matematica. Certo, anche Russell poteva rivendicare la matematica, ma con l'inizio della Prima guerra mondiale si allontanò decisamente dalla sua precedente specializzazione in filosofia della matematica verso le aree meno tecniche della filosofia generale e sociale. Il Premio Nobel di Russell, assegnato nel 1950, era dopotutto per la letteratura. Einstein, premiato nel 1921, fu per i servizi alla fisica e soprattutto per la sua scoperta della legge dell'[[w:Effetto fotoelettrico|effetto fotoelettrico]].<sup>1</sup> Il linguaggio, il discorso pubblico, era, per così dire, la seconda lingua di Einstein. Che il suo primo linguaggio fosse la matematica ebbe un effetto decisivo sui suoi rapporti con il pubblico.
Biografi e commentatori hanno spesso lottato per riconciliare Einstein, il personaggio pubblico, con Einstein lo scienziato, che, a causa dell'astrusità delle sue scoperte, proiettava un'aura di lontananza e mistero. Uno dei primi biografi osservò che per molti "the word ‘Einstein’ [was] equivalent to ‘incomprehensible’".<sup>2</sup> Inevitabilmente l'incomprensibilità si riferiva alla sua [[w:teoria della relatività|teoria della relatività]]. Persino le divulgazioni, di cui ce n'erano molte sin dall'inizio, non ultima quella di Einstein stesso, che fu pubblicata nel 1916, solo un anno dopo il completamento della Teoria Generale, fecero scervellare i lettori.<sup>3</sup> Era sufficiente per la maggior parte dei non-scienziati sapere che Einstein aveva rimodellato le nozioni di tempo e spazio; la sua teoria aveva lo ''status'' di metafora piuttosto che di conoscenza del funzionamento dell'universo. Servendo come magazzino di nuove immagini associate al cambiamento rapido e sconcertante dopo la Prima guerra mondiale, la teoria della relatività "resonated with changed class and sex relations and with new technologies of mass entertainment during the early 1920s, becoming an apt symbol for an uncanny modern world in which exciting possibilities were matched by new risks and hazards".<sup>4</sup>
Lo stesso Einstein si oppose all'applicazione della teoria della relatività a sfere più ampie. In un famoso scambio con l'arcivescovo di Canterbury durante una conversazione a cena a Londra nel 1921, Einstein respinse il suggerimento, reso popolare dal politico e filosofo Visconte Haldane, che la teoria della relatività avrebbe fatto "a great difference to our morale [or in some accounts ‘morals’]". Einstein ribatté: "Relativity makes no difference... It is purely abstract science". Sarebbe avventato considerare questa osservazione come il pensiero completo o definitivo di Einstein sulla questione dei rapporti tra scienza ed etica o tra scienza e religione. Più tardi nella sua vita, come vedremo, riflettè molto su questo problema, anche se non coinvolse i dettagli della teoria della relatività stessa. Potrebbe essere stata la modestia, come suggerisce [[:en:w:Ronald W. Clark|Ronald Clark]], a pronunciare la sua risposta all'arcivescovo, sebbene alcuni anni dopo abbia ripetuto l'affermazione in modo un po' più esteso, sottolineando quanto spesso la relatività fosse fraintesa.<sup>5</sup> Più probabilmente era proprio questa preoccupazione che la teoria della relatività nelle mani dei non-scienziati avesse poca relazione con la cosa reale a spingerlo a resistere alla sua più ampia applicazione. Altri, tra cui alcuni fisici, insistettero tuttavia nel fare collegamenti tra la teoria della relatività e le altre sfere della vita, come era del tutto naturale e prevedibile.<sup>6</sup> Come poteva la mente umana resistere al tentativo di adattarsi a quella che in effetti era una nuova cosmologia? Il purismo di Einstein è, tuttavia, indicativo della difficoltà concettuale e tecnica della teoria stessa, soprattutto che potesse esprimersi pienamente solo nel linguaggio della matematica. La sua versione "popolare" era minimamente matematica, ma comunque in luoghi ostici ai non-matematici. In breve, per Einstein tradurre la teoria in un linguaggio che i laici potessero facilmente comprendere sarebbe stato travisarla.
Al contrario, Einstein espresse le sue opinioni politiche ed etiche con un linguaggio comprensibile a tutti, e sperò certamente che avrebbero fatto differenza. Nella sfera della politica e dell'etica Einstein si rivolse naturalmente ai modi di pensiero e di espressione popolari. È significativo che, come abbiamo visto, Einstein dovesse raccomandare agli educatori la storia del mondo di H. G. Wells piuttosto che il lavoro di uno storico "scientifico" professionista. Sicuramente questo non era solo perché Wells era un abile comunicatore, ma anche perché proponeva una filosofia del progresso liberale congeniale a Einstein, e questo in un momento in cui alcuni storici professionisti mettevano in dubbio la "[[:en:w:Whig history|Whig interpretation of history]]" come non sufficientemente rigorosa, parziale al pensiero teleologico ed eccessivamente desiderosa di dare giudizi morali.<sup>7</sup> Può sembrare irrilevante che al di fuori della scienza Einstein non abbia applicato principi scientifici, ma il divario è così evidente da richiedere una spiegazione. Dopotutto, ci si potrebbe aspettare che un atteggiamento scientifico si ripercuota in una certa misura su questioni politiche e di altro tipo. Qual è esattamente il rapporto tra la sua scienza e la sua politica?
=== Il paradosso di Einstein ===
Fin dall'inizio ci troviamo di fronte a un paradosso che sta alla radice del suo essere. Una metà del paradosso
assume la forma di una disgiunzione radicale tra i processi mentali che utilizzava per affrontare problemi scientifici e quelli che impiegava per affrontare questioni morali, sociali e politiche. Abbiamo già fatto riferimento nel [[Saeculum Mirabilis/Capitolo 1|Capitolo 1]] alla sua stessa percezione del divario tra le sue idee scientifiche e morali nella risposta che diede a un corrispondente che voleva stabilire la natura morale della ricerca scientifica. Scrisse: "My scientific work is motivated by an irresistible longing to understand the secrets of nature and by no other feelings. My love for justice and the striving to contribute to the improvement of human conditions are quite independent from my scientific interests".<sup>8</sup> Questo Einstein sembra essere un individuo compartimentalizzato i cui sé separati operavano quasi indipendentemente l'uno dall'altro. L'altra metà del paradosso sta nell'apparentemente irriducibile unità dell'essere che egli proietta nell'ambito delle sue attività. Einstein non si comportava come un individuo diviso o nonintegrato. Un amico di Einstein ribadì: "the combination of that vast... inner detachment [which lay behind his scientific work] and enormous ethical commitment was a very wonderful thing because it was totally integrated into one flesh and bones and I think that’s a very rare
thing".<sup>9</sup>
Questa impressione di integrazione andò ben oltre il volto che presentava al mondo; si estendeva ad alcuni dei suoi presupposti filosofici più basilari. C'è una lotta per unità, armonia e semplicità in tutta la gamma del pensiero di Einstein, sia in campo fisico che non-scientifico. Nel suo lavoro scientifico la spinta all'unità e all'armonia è forse più visibile nella ricerca di una teoria dei campi unificata, che collegherebbe la teoria generale della relatività con l'elettromagnetismo per produrre un quadro generale di comprensione per tutte le forze fisiche basilari; nel campo non-scientifico lo stesso impulso è visibile nella sua difesa del governo mondiale o, come preferiva dirlo, di una "supranational authority" che mitigasse gli effetti distruttivi e divisivi della concorrenza tra le nazioni. La semplicità era allo stesso modo un valore centrale per Einstein nella scienza come in altre sfere. L'essenza della teoria della relatività, disse a un giornalista durante la sua prima visita negli Stati Uniti, era "the logical simplicity with which it explained apparently conflicting facts in the operation of natural law".<sup>10</sup> Più in generale, la semplicità era al centro del suo atteggiamento nei confronti della vita. Nel suo credo personale, ''"The World As I See It"'' (1931), disse: "I... believe that a simple and unassuming life is good for everybody, physically and mentally".<sup>11</sup> In tutti i suoi scritti non scientifici cercò la chiarezza e l'immediatezza dell'espressione. Tuttavia, la semplicità che cercava parimenti nella sua vita intellettuale e quotidiana non è da confondere con l'immagine popolare, o meglio la caricatura, di lui come un genio infantile, il maldestro innocente cervello che inciampò nelle grandi verità della natura e divenne, nel parole del profilo "Person of the Century" di ''Time magazine'': "the cartoonist’s dream come true".<sup>12</sup> La semplicità di Einstein era una qualità morale composta sia da fiducia in se stessi e modestia sia da una notevole immunità a ciò che gli altri pensavano di lui, negativo o positivo che fosse.
[[File:Max Planck (1858-1947).jpg|240px|thumb|right|[[w:Max Planck|Max Planck]] nel 1930]]
Anche la facoltà di intuizione era pertinente ad entrambe le sfere della sua attività. Quando discutono del percorso intrapreso da Einstein verso la teoria della relatività, gli scienziati annotano regolarmente gli straordinari salti intuitivi che lo portarono da un'impasse concettuale verso una soluzione.<sup>13</sup> Lo stesso Einstein disse, in una conferenza che celebrava il sessantesimo compleanno di [[w:Max Planck|Max Planck]], che "the supreme task of the physicist is to arrive at those universal elementary laws from which the cosmos can be built up by pure deduction. There is no logical path to these laws; only intuition, resting on sympathetic understanding of experience, can reach them".<sup>14</sup> Einstein, che era un oratore instancabile, descriveva i suoi processi di pensiero come prevalentemente non verbali nella fase creativa e spesso basati su immagini e forme visive; anzi, suggerì che legare concetti troppo strettamente a parole particolari, i cui significati erano diventati stantii e fissi, fosse fonte di molti errori nella scienza.<sup>15</sup>
I principi di Einstein in politica ed etica sembrano anche fortemente dipendenti dall'intuizione, nel senso che erano radicati in presupposti profondi che erano considerati ovvi. Tuttavia, c'è una differenza nel ruolo che l'intuizione gioca nei due reami della sua attività, che ci porta dall'altra parte del paradosso di Einstein: la sensazione che ci siano due Einstein. I percorsi dall'intuizione alle conclusioni finali sono ben distinti nelle due sfere della sua attività intellettuale. A differenza delle sue intuizioni scientifiche, i suoi principi intuiti nell'etica, nella società e nella politica sono raramente messi in discussione. Mentre le sue intuizioni scientifiche sono punti di partenza per spiegazioni di anomalie nel mondo naturale o elementi costitutivi per immagini dettagliate di come funzionano i sistemi fisici, nella vita sociale e politica i principi morali intuiti, come li trattava Einstein, sono verità evidenti. C'è un resoconto sorprendente fatto da [[:en:w:Ernst G. Straus|Ernst G. Straus]] sulle differenze nel modo in cui Einstein trattava le idee scientifiche e quelle politiche. In qualità di studente e assistente di Einstein per diversi anni negli anni '40, Straus fu in grado di osservare Einstein da vicino. Einstein disse a Straus: "There are absolutely no good ideas in politics. The ideas are all obvious, the only problem is to get people to act on them". Straus rifletté:
{{citazione|[Einstein] would turn every scientific idea in all directions, never ceasing to look at it from a new angle, to criticize it again, to pick it up again, and to examine it. In his political ideas, on the other hand, he felt that the idea is clear, the only problem is to state it. I think that the constant preoccupation that marked his scientific work simply did not happen in his political and social thought.<sup>16</sup>}}
Cosa dobbiamo pensare del paradosso sopra descritto? La sua apparente mancanza di riflessività nel campo dell'etica e della politica, rispetto al suo studio della fisica, significa forse che le sue idee sociali e politiche sono quindi di scarso rilievo? Dobbiamo intendere l'apparente spaccatura in Einstein semplicemente come un fatto della sua vita su cui sorvoliamo rapidamente o come qualcosa che richiede una spiegazione? Guardando dall'altra parte del paradosso, c'è davvero un'unità alla base del suo pensiero in entrambi i campi o è semplicemente un riflesso dell'urgenza dei commentatori di legare tutti i fili in una disperata ricerca di coerenza nel loro argomento? Se c'è unità, come è meglio descriverla e spiegarla?
=== L'argomento dell'unità ===
C'è chiaramente molto da dire sul lato dell'unità e dell'integrazione, più ovviamente nell'integrazione manifesta della personalità di Einstein. Come è già stato suggerito, non era turbato da dubbi sulla sua identità di scienziato o di essere etico e politico. L'una attività raramente influiva sull'altra in un modo che gli causasse difficoltà, con la singolare eccezione del suo ruolo indiretto nell'inizio del Progetto Manhattan, e in questo caso le difficoltà nacquero meno da un qualsiasi conflitto nella sua mente che dall'irritazione per il modo in cui il suo ruolo fu ritratto pubblicamente. Più tipico del collegamento tra il suo ruolo di scienziato e la sua attività politica è stata la sua presidenza del [[w:Emergency Committee of Atomic Scientists|Emergency Committee of Atomic Scientists]] negli anni '40 e più in generale le sue campagne a favore del disarmo nucleare e della pace mondiale nell'immediato dopoguerra. Qui la sua competenza scientifica e il senso di responsabilità pubblica si rafforzarono a vicenda. Se è vero che a volte era irritato dal tempo e dall'energia che questo comitato gli costava, non aveva dubbi nella sua mente sull'importanza della causa, che era quella di educare il pubblico sulle questioni atomiche e in particolare sul pericolo di una guerra nucleare.
Altri fisici avevano scelte più difficili da fare rispetto a Einstein. In quanto teorico fondamentale, in ogni caso estraneo alla fabbricazione della bomba atomica, non si trovò di fronte al tipo di scelta affrontata da alcuni fisici del Progetto Manhattan per i quali la consapevolezza di aver contribuito a creare l'arma più distruttiva mai vista provocò decisioni che cambiano la vita. Leo Szilard, una figura chiave all'inizio del Progetto Manhattan – fu determinante nel sollecitare Einstein a redigere la lettera a Roosevelt nel 1939 – e anche nella fabbricazione della bomba stessa, dopo la guerra passò alla [[w:biologia molecolare|biologia molecolare]] per orrore verso la distruttività delle armi nucleari. Uno scienziato molto più giovane del Progetto Manhattan, [[w:Józef Rotblat|Józef Rotblat]], passò alla fisica medica e per il resto della sua lunga vita fece una campagna per il disarmo nucleare. Ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 1995. Einstein riuscì a rimanere in un certo senso al di sopra della battaglia in virtù della sua età, profilo scientifico e temperamento.
Un'altra caratteristica del carattere di Einstein che mantiene l'accento sull'unità del suo essere è la sua capacità in tutti i campi della sua attività intellettuale e politica di distinguersi dalla massa. La sua indipendenza d'animo si manifestò sin dall'inizio in seguito al trasferimento dei genitori in Italia quando aveva solo 15 anni, lasciandolo a Monaco alle cure di parenti lontani per completare gli studi superiori. Con allarme dei suoi genitori, dopo poco tempo decise di lasciare la Germania. Sembra che un membro della famiglia gli abbia suggerito di completare la sua formazione presso il Politecnico Federale Svizzero di Zurigo, ma la decisione su cosa studiare fu presa dallo stesso Einstein. A questo punto era già preso dalla passione per la fisica che in seguito portò avanti la sua carriera.<sup>17</sup> Importante quanto la passione, tuttavia, era la sua capacità di mettere in discussione i presupposti più fondamentali della sua materia, di seguire le sue argomentazioni ovunque potessero portare e di mantenere le sue conclusioni di fronte allo scetticismo o all'aperta opposizione dei colleghi scienziati. Per quanto Einstein fosse rispettoso dei suoi più grandi predecessori e contemporanei, non si tirò mai indietro dal mettere in discussione le loro conclusioni. La misura della sua fiducia in se stesso è ampiamente illustrata dalla produzione delle famose carte del 1905 nel campo della fisica teorica che intraprese mentre lavorava presso l'ufficio brevetti di Zurigo. La teoria della relatività speciale, che relegava le precedenti certezze della visione del mondo newtoniana a quella di un caso speciale all'interno di un quadro molto più ampio e complesso, era solo il più noto dei quattro contributi fondamentali. Di pari significato furono i saggi sull'effetto fotoelettrico, che fu infatti l'argomento che gli valse il Premio Nobel nel 1921, e sull'equivalenza massa-energia, che sfociò nella formula più citata nella scienza: [[w:E=mc²|E=mc²]] . Un ulteriore documento fornì la spiegazione più completa fino ad oggi del [[w:moto browniano|moto browniano]]. Ognuno di questi documenti, preso da sé, sarebbe stato considerato di fondamentale importanza. Nel loro insieme costituiscono una sfida sorprendente alle ipotesi esistenti sugli argomenti centrali della fisica.
Einstein mostrò un'analoga indipendenza mentale nella sua etica e politica. Anche qui si dimostrò in grado di ergersi al di fuori del consenso prevalente e di adottare posizioni radicali che lo rendevano spesso vulnerabile agli attacchi dell'establishment. Come abbiamo visto, era uno dei pochissimi suoi coetanei che protestarono contro la Prima guerra mondiale e continuò con lo stesso spirito per il resto della sua vita a prendere posizioni di opposizione su grandi questioni pubbliche, in particolare quelle legate a guerra e armamenti. Abbracciò anche una serie di altre cause impopolari, inclusi i diritti civili dei neri in America, molto prima che la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1954 stimolasse il movimento verso la [[w:desegregazione|desegregazione]].
[[File:Max Born.jpg|240px|right|thumb|[[w:Max Born|Max Born]] (ca. 1935)]]
Tuttavia, Einstein non era un bastian contrario inveterato né un oppositore dell'autorità per il gusto di farlo. La sua indipendenza mentale non lo rendeva automaticamente contrario. Volle sempre riconoscere i contributi dei suoi grandi predecessori scientifici, i deceduti da tempo come Newton, Faraday e Maxwell e i vivi come Max Planck, Hendrik A. Lorentz e altri. Scrisse nel 1921: "The theory of relativity may indeed be said to have put a sort of finishing touch to the mighty intellectual edifice of Maxwell and Lorentz". La teoria, osservò, non costituiva un atto rivoluyzionario "but the natural continuation of a line that can be traced through centuries".<sup>18</sup> Anche in politica, Einstein, sebbene eminentemente in grado di sfidare l'autorità su questioni di principio, era pronto ad accogliere una leadership illuminata quando la incontrava, ovviamente nel caso di [[w:Franklin Delano Roosevelt|Franklin Roosevelt]], per il quale provava sincera ammirazione e affetto. "I’m so sorry Roosevelt is president—otherwise I would visit him more often", disse Einstein a un amico.<sup>19</sup> In una dichiarazione commemorativa dopo la morte di Roosevelt nell'aprile 1945, Einstein scrisse che "for all people of good will Roosevelt’s death will be felt like that of an old and dear friend. May he have a lasting influence on our thoughts and convictions".<sup>20</sup> Che questo fosse qualcosa di più di un semplice sentimento è chiaro dal suo appoggio alla spinta fondamentale della politica estera statunitense sotto Roosevelt e dal suo corrispondente sgomento per ciò che seguì sotto [[w:Harry S. Truman|Truman]]. Einstein era uno di quelli convinti che con la morte di Roosevelt sarebbe morta anche ogni possibilità di una politica "ragionevole" nei confronti dell'Unione Sovietica.<sup>21</sup> In breve, Einstein aveva una mente tutta sua in politica come in fisica.
C'è un'altra caratteristica comune dell'approccio di Einstein alla scienza e alla politica che merita di essere menzionata: una certa testardaggine nel mantenere un'idea anche quando c'erano molte prove contro di essa. In politica, per Einstein, i fondamenti generalmente non erano in discussione; i valori centrali, come abbiamo visto, erano ritenuti evidenti, anche se circostanze alterate potevano imporre cambiamenti tattici (come nell'area del pacifismo, che sarà trattata in un Capitolo successivo). Nella scienza, nonostante l'infinita ingegnosità con cui Einstein lottò con la teoria della relatività, sarebbe arrivato un punto, raggiunto nel dibattito con Niels Bohr e altri sulla meccanica quantistica, in cui si sarebbe semplicemente bloccato e rifiutato di muoversi. Non avrebbe accettato l'elemento di casualità richiesto dalla teoria statistica della meccanica quantistica né dalla teoria dell'incertezza che sembrava negare l'esistenza indipendente di un mondo fisico conoscibile. "He [God] does not play dice", scrisse in una lettera al suo amico [[w:Max Born|Max Born]] — enunciazione che, presa in profondità, si rivelerà comunque vera...se concediamo a Dio una mente infinita!<sup>22</sup>
=== L'Einstein compartimentalizzato ===
Tuttavia, una volta che questi punti sono stati esplicati riguardo all'unità del carattere e dell'approccio di Einstein in tutta la gamma delle sue attività, si raggiunge un limite oltre il quale possono essere addotte solo più generalità. A un livello di dettaglio significativo, la fisica non illumina la politica; né il contrario. Più significative per la comprensione dei suoi contributi distintivi sono le differenze nei modi in cui operò in ambito scientifico e altrove.
La convinzione di Einstein che la sua scienza e i suoi valori politici avessero radici abbastanza diverse era una caratteristica della sua mente e della sua personalità che lasciò perplessi alcuni osservatori che presumevano che dovessero essere interdipendenti. C'è un esempio sorprendente, anche se eccentrico, di questo in uno scambio di lettere con uno studioso indiano che lo rimproverava per la sua ammirazione pubblicamente espressa per Gandhi. Un certo professor Kahol chiese nel dicembre 1949, all'indomani dell'assassinio di Gandhi: "how a rationalist like you could have even the slightest regard for an irrationalist of the type of Gandhi..." Inoltre, continuò Kahol, Einstein sapeva forse che gli assassini di Gandhi erano grandi ammiratori di lui [Einstein], avevano studiato le sue teorie mentre erano in prigione e che tra gli oggetti restituiti alle loro famiglie dopo le loro esecuzioni c'era "‘a great deal of scientific and mathematical literature, especially the Theory of Relativity"?<sup>23</sup> Come lo psicologo che scrisse ad Einstein chiedendogli se avesse pensieri umanitari quando pensava alla relatività, il professor Kahol presumeva che ci dovesse essere una semplice consonanza tra il pensiero scientifico e politico di Einstein: un credente nella validità della logica matematica e nell'esistenza di una realtà fisica indipendente dal soggetto umano doveva sicuramente respingere l'irrazionalismo di uno come Gandhi. Einstein rispose con toni senza dubbio più educati e moderati di quanto in effetti pensasse: "I can well understand your attitude but cannot agree with it. It is true that Gandhi was to some extent anti-rationalist or at least a man who did not believe in the independent value of knowledge. But the unique greatness of Gandhi lies in his moral fervour and in his unparalleled devotion to it".<sup>24</sup> Naturalmente, in questo scambio c'era molto più di una discussione su scienza ed etica, almeno da parte del professor Kahol. Divenne chiaro da due lettere successive a Einstein, alle quali Einstein non rispose, che Kahol era un fanatico, convinto che Gandhi non fosse diverso da Hitler se non nei suoi vestiti e nella sua "smoke-screen of non-violence".<sup>25</sup> Per i nostri scopi, tuttavia, il significato dello scambio sta nella riaffermazione di Einstein del primato dei valori morali nel suo approccio alle questioni non-scientifiche e nel suo rifiuto di elidere la scienza con questioni politiche ed etiche.
[[File:Sigmund Freud 1926 (cropped).jpg|240px|right|thumb|[[w:Sigmund Freud|Sigmund Freud]] (1926)]]
Un'illustrazione più sostanziale della differenza tra il trattamento di Einstein delle idee etiche e il suo modo di fare scienza risiede nel suo scambio pubblico di lettere con Sigmund Freud sulle cause della guerra. In questo caso, Freud era lo scienziato che applicava il metodo a un problema sociale e psicologico, mentre lo scienziato Einstein era appena in evidenza. A Einstein fu chiesto dall'Istituto Internazionale di Cooperazione Intellettuale della Società delle Nazioni di impegnarsi in uno scambio pubblico di opinioni con una personalità di sua scelta su un argomento di grande importanza per il futuro della civiltà. Scelse di invitare Freud a discutere la domanda: "Is there any way of delivering mankind from the menace of war?" Einstein aprì lo scambio con una breve lettera che poneva una serie di domande esponendo inoltre una serie di ipotesi. In un certo senso iniziò alla fine del problema offrendo una soluzione. Posto che la guerra fosse il risultato di un conflitto tra nazioni, Einstein affermò poi quello che chiamava l'"assioma" che "the quest for international security involves the unconditional surrender by every nation, in a certain measure, of its liberty of action—its sovereignty that is to say..." Solo allora, attingendo liberamente allo stesso Freud come per invogliare lo psicoanalista a prendere l'avvio, considerò i "strong psychological factors" che stavano dietro il mancato raggiungimento della soluzione voluta. Tra questi spiccava la "brama di potere" che portava alcuni umani ad affermare il dominio sugli altri, producendo disuguaglianze nella società e il governo nelle mani di piccole consorterie. Ma le radici dell'aggressività non erano tutte nella struttura sociale. I governanti erano in grado di sfruttare le emozioni delle masse così facilmente perché "man has within him a lust for hatred and destruction". Infine, rifletté cupamente che non era bene che l'intellighenzia mettesse in ballo la ragione, perché "they are most apt to yield to these disastrous collective suggestions, since the intellectual has no direct contact with life in the raw but encounters it in its easiest synthetic form—upon the printed page".<sup>26</sup>
Tralasciando il fatto che quest'ultimo punto apparentemente contrasta con gli sforzi da lui regolarmente compiuti per portare le opinioni di intellettuali come lui sulle questioni pubbliche del giorno, ciò che colpisce nella sua lettera è il grado in cui l'analisi è guidata dal punto finale dell'argomento: in questo caso la convinzione che solo un'autorità sovranazionale può risolvere la questione della guerra. Il problema non è se abbia ragione o torto, ma piuttosto il contrasto con la procedura di Freud. Quella di Freud è l'opposto di quella di Einstein in quanto Freud inizia con le fonti della violenza nelle prime forme di società umane in cui si trovano le condizioni più primitive. Quando arriva alla proposta di Einstein per il controllo centrale del sistema politico internazionale, le carte sono già impilate contro la soluzione di Einstein. Anche una tale soluzione "ideale", sottolinea Freud, dovrebbe fare molto affidamento sulla violenza affinché funzioni. In realtà, Freud si sforza di stabilire un terreno comune con Einstein per quanto può, e questo è ciò che ci si aspetterebbe da un'impresa come questa. Fa approcci empatici sull'idea di un controllo sovranazionale e suggerisce che entrambi sono arrivati a una destinazione simile per rotte diverse. Ma l'agenda di Freud e la sua metodologia sono essenzialmente differenti, come Freud ben sapeva.
Scrive Freud:
{{citazione|You are interested, I know, in the prevention of war, not in our theories, and I keep this fact in mind. Yet I would like to dwell a little longer on [the] destructive instinct which is seldom given the attention that its importance warrants.}}
Segue una discussione dettagliata sul "death instinct" e sulla sua relazione con l'"erotic instinct".
Forse la cosa più eloquente di tutte, Freud conclude con una domanda che, osserva, "is not mooted in your letter’", ma che lo interessa molto. Perché, chiede, protestiamo con tanta veemenza contro la guerra "instead of just accepting it as another of life’s odious importunities"? Tutto ciò che sappiamo su Einstein indica che per lui non si può concepire di intrattenere tale possibilità. La guerra è evidentemente errata. Freud, tuttavia, ha l'atteggiamento dello scienziato per il quale anche le verità apparentemente più ovvie devono essere contestate. Freud sostiene che la guerra è stata accettata nelle società umane come un'estensione del principio che "every man has a right over his own life", tuttavia, poiché l'uomo si vergogna dei suoi istinti omicidi e poiché la guerra è così distruttiva per le società umane, l'uomo ha cercato nel tempo di controllare l'istinto aggressivo. Il successo è solo parziale, tuttavia, poiché le nazioni e gli imperi continuano a cercare l'autoconservazione contro i nemici e l'estensione del loro potere. Il risultato è un lento processo di cambiamento culturale in cui vi è un "progressive rejection of instinctive ends and a scaling down of instinctive reactions". Pertanto, per una serie di ragioni culturali e storiche, gli individui e le società umane hanno iniziato a superare gli impulsi violenti provocati dagli istinti primitivi ereditati e la continuazione e l'espansione graduale di questo processo porterà nel tempo, suggerisce, alla fine desiderata. Conclude: "Whatever makes for cultural development is working also against war".<sup>27</sup>
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=== Il paradosso di Einstein in pratica ===
=== Una questione di temperamento: il personale e il politico ===
=== Andare oltre il personale: il ruolo della religione ===
=== Vite private e costruzione di un sé pubblico ===
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== Note ==
''[[Saeculum Mirabilis/Note#Capitolo 2|(Note e riferimenti a fine libro)]]''
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie dei sentimenti|Serie letteratura moderna}}
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[[Categoria: Saeculum Mirabilis|Capitolo 2]]
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Filosofia del Cosmo/Capitolo 1
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== Pensiero Infinito ==
<div style="color: #660066; text-align: left; font-size: 0.9em;">
Se Dio è reale, allora perché le nostre vite sono così limitate, così inadeguate? Perché c'è qualcosa al di là del pensiero infinitamente ricco, della conoscenza di assolutamente tutto ciò che vale la pena conoscere?
Una possibile risposta è che nulla esiste al di fuori dei pensieri di Dio: infiniti pensieri su tutto ciò che vale la pena conoscere. Per quanto limitate e inadeguate siano le nostre vite, vale ancora la pena viverle, vale la pena conoscerle. Una mente divina infinita include la piena conoscenza di come ci si sente a vivere tali vite, e questa conoscenza sono le vite stesse. La loro unica realtà sta nel fatto che Dio le pensa.
Immagina una vita mentale infinitamente complessa divisa in regioni: pensieri, cioè su gruppi separati di fatti. Immagina una regione piena di una conoscenza immensa, tutta apprezzata "in una sola occhiata". In nessuna regione di questo tipo potrebbe non esserci una piena conoscenza di ciò che tu e io sappiamo, il che include esattamente come ci si sente ad essere molto limitati e profondamente ignoranti. Ma la conoscenza divina si estenderebbe presumibilmente a questo. Conoscendo tutto ciò che vale la pena conoscere, come potrebbe Dio ignorarlo? Potrebbe essere conosciuto come qualcosa di più di una semplice possibilità, perché la conoscenza di Dio in tutti i suoi dettagli strutturali potrebbe essere la sua realtà. Come ha constatato [[Baruch Spinoza]], tutti i nostri limiti e la nostra ignoranza non possono confutare la teoria secondo cui io e te siamo minuscole regioni all'interno del pensiero divino. (Potrebbe una mente divina infinita avere piena conoscenza di come ci si sente ad essere atei? E perché mai no? Persone che fossero elementi nell'Essere divino non ne sarebbero espulse diventando atei).
('''1''') Il Capitolo discute se il pensiero infinito sia veramente possibile. I pensieri di una mente divina potrebbero essere infiniti anche se, come suggerito da [[w:Georg Cantor|Cantor]], nessuna mente potrebbe conoscere l'insieme di tutte le verità "perché non esiste un tale insieme". ('''2''') Il pensiero su qualsiasi struttura complessa possederebbe di per sé una struttura complessa e un universo materiale potrebbe essere completamente reale semplicemente possedendo una struttura complessa del tipo corretto, il tipo controllato dalla legge che i fisici indagano. Non avrebbe bisogno di essere fatto con "il giusto tipo di sostanza", come la "sostanza non-mentale". Avere la struttura giusta sarebbe sufficiente. Tra i pensieri divini potrebbero essercene di quelli che si combinano a formare molti gruppi molto intricati, ogni gruppo strutturato in modo tale da giustificare il nostro chiamarlo "un universo". La mente divina potrebbe includere infiniti di tali universi. ('''3''') Senza dubbio includerebbe anche pensieri che non sono organizzati in universi. Tuttavia, il pensiero divino, sebbene infinitamente ricco, potrebbe comunque non estendersi a molte verità. Tra le verità sulle possibilità, molte potrebbero non valere la pena di pensarle, ad esempio perché le possibilità in questione sarebbero disordinate come libri pieni di lettere casuali.
L'ipotesi che la realtà non sia costituita solo da una mente infinita, ma da innumerevoli, ciascuna degna
chiamarsi "divina", è considerato solo nei Capitoli successivi.
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=== Un approccio panteistico al problema del male ===
Se il [[w:teismo|teismo]] è corretto, se Dio è una realtà, allora dobbiamo affrontare il [[w:Problema del male|problema teologico del Male]]. Supponendo che Dio sia anche moderatamente buono, perché le nostre vite sono così insoddisfacenti?
Questo wikilibro esaminerà il tipo di risposta panteistica suggerita da [[Baruch Spinoza]] (1632–77). Mentre le sue opere sono difficili, una lettura naturale di esse è questa: egli vede i nostri stati coscienti ''come elementi nei pensieri di una mente divina che include tutta la realtà''. D'accordo, potrebbero essere elementi piuttosto inferiori, ma vale comunque la pena pensare ai loro dettagli. Ora, la mente divina conosce o pensa tutto ciò che vale la pena conoscere o pensare.
Possiamo indagare su queste idee panteistiche senza preoccuparci troppo dei complicati scritti di Spinoza. Riteneva che ciò che valeva la pena conoscere includesse assolutamente tutte le verità sulle possibilità logiche (questioni descrivibili senza effettiva contraddizione)? Immaginava Dio come contemplante fatti matematici astratti di fantastica complessità, insieme a tutte le possibili barzellette fiacche, le poesie brutte, le azioni malvagie e le profondità di miseria, o diceva invece che tutto nella mente divina dovesse cadere in un unico sistema governato da quelle che gli scienziati chiamano leggi della natura? A suo avviso, qual era lo stato logico dei mondi che obbedivano a leggi diverse dalle leggi del nostro mondo? Erano tutti incoerenti come un quadrato rotondo o una moglie nubile? Spesso estremamente difficili da rispondere, tali domande potrebbero essere di grande interesse per la ricerca su Spinoza, ma non dobbiamo sentirci in dovere di rispondere.
Vediamo invece se i due suggerimenti cruciali di Spinoza – che i nostri stati coscienti sono semplicemente elementi in una mente divina e che è una mente che conosce o pensa tutto ciò che vale la pena conoscere o pensare – potrebbero rendere il Problema del Male più gestibile.
Forse il nostro mondo ti sembra molto deludente. Forse puoi immaginare un altro mondo in cui preferiresti di gran lunga abitare. Ma forse Dio pensa a quell'altro mondo oltre a pensare al nostro. Potrebbe essere effettivamente un mondo che contiene qualcuno molto simile a te: forse anche una persona i cui primi anni sono stati come i tuoi in ogni dettaglio, e solo più tardi il mondo di quella persona e il nostro mondo hanno assunto caratteristiche diverse. Dire che ''preferiresti essere quell'altra persona'' può avere uno status piuttosto strano. Tanto per cominciare, difficilmente potresti usarlo come un reclamo contro lo schema reale delle cose, se un approccio spinozistico fosse giusto, a meno che non pensassi che la tua vita cosciente non valesse la pena di averla. Perché se la tua è una vita cosciente che vale la pena avere, e se il fatto che tu l'abbia è solo il fatto che Dio pensa a tutti i tuoi vari stati coscienti, allora presumibilmente dovresti essere felice che Dio stia pensando a loro invece di pensare alla vita di quell'altra persona molto simile a te, in quell'altro mondo, senza pensare ''anche'' alla tua vita. Oltre a ciò, quanto può avere senso desiderare di avere la vita dell'altra persona? Ciò sarebbe diverso dal desiderare di avere il privilegio di non essere affatto ''te stesso''?
Quindi, preferiresti avere schemi di pensiero divini oltre ai tuoi in modo da sapere tutto ciò che Dio sa? Questo avrebbe senso? Forse no. È difficile vedere come potresti improvvisamente ricevere tutta la conoscenza divina senza smettere di essere te stesso. L'onniscienza improvvisa non distruggerebbe la tua identità personale ancora più a fondo che diventare improvvisamente un pesce rosso con i suoi pensieri estremamente limitati? Essenziale per il tuo essere te stesso, si potrebbe ben sostenere, è che i tuoi pensieri potrebbero estendersi solo a una piccola parte di ciò che Dio sa. Ma la teoria spinozistica, ricordati, è che i minuscoli elementi nel pensiero divino sono quello che sono. Quindi il Problema del Male, se deve avere molta presa, potrebbe dover dipendere dal dire cose del tipo che la tua vita cosciente semplicemente non vale la pena di essere vissuta. Ora, ti spingeresti fino a dirlo?
Cercando di introdurre idee come queste nel XXI secolo e in Occidente, e in particolare ai filosofi della tradizione analitica in cui mi sono formato, non si sa mai da dove cominciare. I punti che voglio sottolineare potrebbero sembrare del tutto naturali per un [[w:induismo|hindu]] tradizionalmente istruito, o per [[w: neohegelismo|hegeliani]] come [[w:Francis Herbert Bradley|F. H. Bradley]], che a volte si definiva un panteista ma riuscì a regnare supremo nel mondo filosofico britannico fino all'inizio del ventesimo secolo, o per un fisico come [[w:David Bohm|David Bohm]], che ha ipotizzato che tutte le parti del nostro universo formino una mente collettiva di qualche tipo; tuttavia possono essere facilmente liquidati come assurdi, per potenti ragioni. Ed è inutile infilare una mano nel secchio di possibili obiezioni, tirarne fuori una e scriverne un libro prima di affrontare la successiva. Invece bisogna dipingere un quadro enorme in velocità, consapevoli che ogni pennellata può far alzare sopracciglia, sguardi increduli o peggio. Bisogna farlo perché gli elementi nel quadro hanno senso solo se visti nel loro insieme. Da ciò ne consegue, sfortunatamente, che qualunque cosa con cui si inizi può sembrare stravagante.
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I Capitoli del presente libro sono preceduti da rispettivi riassunti in viola. Una cosa da notare è che molti dei temi menzionati in essi sono quelli che compaiono negli scritti degli scienziati. In particolare:
* Il '''[[Filosofia del Cosmo/Capitolo 2|Capitolo 2]]''', ''"Menti umane, artificiali, divine"'', discute il drammatico grado di unificazione che Spinoza attribuisce al nostro mondo. Bene, è qualcosa che i ''fisici quantistici'' dicono spesso di avervici trovato. Di nuovo, l'idea panteistica di Spinoza che la realtà di ogni cosa sia una questione di coscienza (perché almeno per come lo interpreto, vede il mondo in tutta la sua complessità come nient'altro che un intricato pensiero divino, una coscienza divina) non lo costringe affatto a credere che alberi e rocce sono esseri coscienti, ed è in realtà qualcosa con cui la fisica quantistica è abbastanza consona. Molti sistemi fisici, secondo i teorici quantistici, possiedono quella che Descartes considerava la proprietà esclusivamente mentale di essere qualcosa di più della semplice somma di molte parti esistenti separatamente. Per prevedere la probabile posizione di due fotoni nello stesso stato quantistico, potrebbe anche essere necessario comprendere che le loro identità sono parzialmente fuse. Sebbene il Capitolo rifiuti l'idea cartesiana di un'anima immateriale, sottolinea che i ''computer quantistici'' – i principi che li governano sono già stati dimostrati nei laboratori – funzionerebbero in modi che non potrebbero essere facilmente imitati da qualsiasi assemblaggio di ingranaggi o transistor, o di atomi come concepiti dalla fisica del diciannovesimo secolo. Sono modi in cui anche il cervello può operare.
* Il '''[[Filosofia del Cosmo/Capitolo 3|Capitolo 3]]''', ''"Tempo e immortalità"'', sostiene un approccio [[Albert Einstein|einsteiniano]] alla natura del tempo. Un tale approccio incoraggia la teoria secondo cui i pensieri divini sugli eventi del nostro mondo, e quindi anche questi eventi stessi se (come suggerisce il panteismo) i loro schemi altamente complessi sono solo schemi del pensiero divino, ''sono tutti in un certo senso accettabile "eterni"'', essendo il mondo "immutabile" in un senso corrispondente a questo. Ciò non significherebbe negare che i treni si muovono e che i bambini crescono d'altezza negli anni.
* Il '''[[Filosofia del Cosmo/Capitolo 4|Capitolo 4]]''', ''"Panteismo e determinismo"'', insiste sul fatto che il panteismo non ci dice che non siamo in grado di influenzare gli eventi del mondo. Invece di aspettare solo per vedere cosa ci riserverà il futuro, possiamo iniziare a rendere il mondo migliore, poiché tutti i modelli causali riconosciuti dagli scienziati possono essere trovati all'interno del cosmo panteistico. Sono modelli che tu ed io possiamo influenzare perché le nostre scelte e azioni ''ne fanno parte''. Scienziati e filosofi sostengono da tempo che questo punto non è influenzato dal fatto che le leggi fisiche governino o meno i dettagli di tali scelte e azioni.
* Il '''[[Filosofia del Cosmo/Capitolo 5|Capitolo 5]]''', ''"Esistenza divina necessaria"'', difende una storia della creazione platonica. A prima vista potrebbe sembrare qualcosa che gli scienziati dovrebbero rifiutare. Intendendo di rispondere "Ehi, in realtà c'è Qualcosa, non il Nulla!", fa appello alla ''necessità etica che ci sia Qualcosa''. Tuttavia, quando esamini la questione da vicino, potresti benissimo unirti ai molti scienziati che pensano che il semplice fatto che esista un cosmo – qualsiasi realtà le cui leggi la scienza potrebbe indagare – non è di per sé una questione a cui la scienza può rispondere. Ancora una volta, l'apparente ''[[w:Fine-tuned Universe|messa a punto del nostro universo]]'' potrebbe essere spiegata meglio [[w:platonismo|platonicamente]]. I fisici e i cosmologi parlano di ''[[w:Fine-tuned Universe|fine tuning]]'' perché molte questioni di base alla struttura del mondo fisico, ad esempio il moto delle [[w:forza|forze fisiche]] come l'[[w:interazione elettromagnetica|elettromagnetismo]] e la [[w:interazione gravitazionale|gravità]], sembrano tali che piccoli cambiamenti in esse avrebbero impedito l'evoluzione della vita.
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Tuttavia, il teismo sembra strano e antiquato per molte persone oggi, mentre il panteismo colpisce molti di loro (e anche molti teisti) come piuttosto stravagante e bizzarro. E se non vedessi alcuna forza nella spiegazione platonica del perché in realtà c'è Qualcosa, qualcosa di diverso dai semplici fatti sulle possibilità, allora, sebbene alcune persone molto intelligenti potrebbero non essere d'accordo con questa mia reazione, anche il teismo in generale mi sembrerebbe strano e non mi affretto certo a difendere il panteismo. Allo stato attuale, la mia fiducia nella spiegazione platonica è solo di poco superiore al 50 per cento. Mi sembra davvero molto probabile che il mondo esista senza alcun motivo. Potrebbe benissimo essere che nemmeno un esistente di tipo sommamente buono, una mente divina che conosce tutto ciò che vale la pena conoscere, esistesse ''a causa della sua esigenza etica''. Il mero senso delle parole "eticamente richiesto" non può mostrare che qualsiasi esigenza etica, anche la più forte, tenderà a realizzarsi nel modo in cui immaginava Platone quando scriveva che la [[:en:w:Form of the Good|Forma del Bene]] è ciò che dà esistenza alle cose. Tuttavia, questa teoria platonica non si basa su alcun errore di logica. È arrivata a essere considerata da vari pensatori molto competenti – includono filosofi di spicco nella tradizione analitica di Gran Bretagna, Nord America e Australasia, e teologi del tipo che credono nel voler sostenere la loro fede con argomentazioni dettagliate – come qualcosa che potrebbe effettivamente essere giusto. Eppure sicuramente non potrebbe essere giusto se non si potesse risolvere il Problema del Male, e io non riesco a vedere come risolverlo se non col [[w:panteismo|panteismo]].
Suggerisco quindi che la situazione assume la seguente forma scomoda: poiché non conoscevi la spiegazione platonica dell'esistenza del mondo, l'immagine panteistica del mondo dei primi quattro Capitoli di questo mio libro potrebbe sembrarti fantastica. In tal caso, forse dovresti iniziare leggendo il [[Filosofia del Cosmo/Capitolo 5|Capitolo 5]]. E se lo facessi? La spiegazione platonica potrebbe allora sembrarti di per sé fantastica perché non riusciresti a vedere come si potrebbe risolvere il Problema del Male, e vorrei che avessi invece iniziato con i Capitoli da 1 a 4. Non c'è proprio modo di sfuggire al fatto che qualunque sia l'inizio, esso può sembrare assurdo.
Tuttavia, un buon modo per iniziare potrebbe essere questo ⇒ chiediamoci cosa potrebbe intendere qualsiasi panteismo spinozistico per ''pensiero o conoscenza divini''.
=== La Conoscenza Divina è Pensiero Eterno, di Immensa Complessità ===
Qualcuno può pensare qualcosa senza saperlo, poiché le persone spesso si sbagliano. Inoltre, si può sapere qualcosa senza pensarci. Sapevi benissimo negli ultimi cinque minuti che non eri un cactus viola su Marte, vero? "Pensiero", "conoscenza" e "coscienza" sono nozioni separate, come anche "mente". Le nostre menti non sono solo raccolte di pensieri. Sono ciò che abbiamo per i nostri pensieri, prima dei quali devono passare attraverso il processo di generarli.
Il caso del pensiero divino è presumibilmente molto diverso. Qui, pensiero e coscienza, conoscenza e mente sono riuniti in uno. Invece di lottare per generare i suoi innumerevoli molti pensieri, la mente divina è in eterno possesso di ciascuno di essi. Sono tutti elementi di conoscenza e la conoscenza è tutta pienamente cosciente (a differenza della tua precedente conoscenza di non essere il cactus). Inoltre, la mente che ha i pensieri divini può essere semplicemente i pensieri stessi, formando un tutto unificato: un tutto in cui sono uniti nella loro stessa esistenza nonostante ce ne siano infiniti. Ciò potrebbe essere fortemente legato al fatto che tutti loro sono elementi nella coscienza divina, perché la coscienza potrebbe essere l'unica cosa che può "contenere molti in uno, una diversità all'interno di un'unità", come espresse Bradley.
Gran parte di ciò è sia controverso che oscuro. Al momento, per favore, ricorda solo che la mente divina è rappresentata come mente non ordinaria per molti aspetti, a parte il fatto che sa infinitamente molto (!).
=== Le strutture nella Mente Divina ===
Secondo la mia teoria spinozista o panteistica, le strutture delle galassie, dei pianeti e dei continenti, dei topi e degli elefanti, e di te e di me, così come delle case, dei campi e dei ruscelli con cui interagiamo, non sono altro che le strutture di vari pensieri nella mente divina. La mente divina non contempla alcun universo che esiste al di fuori di essa. Il suo modo di pensare al nostro universo è ciò che '''''è''''' il nostro universo. Quando Dio contempla le varie possibilità fisiche in dettaglio, esse non rimangono "semplicemente possibili" come le montagne dorate dei nostri sogni. Sono genuinamente reali, esistenti, attualizzati, non-fittizi.
Dopo tutto, i fisici come descrivono gli oggetti materiali? Non con frasi inutili come "roba buona e solida", ma cercando di specificarne le intricate strutture. Nella mente divina quelle strutture, comprese le strutture che sono i fisici e le loro apparecchiature di laboratorio, sono presenti nella loro interezza. Se consideri tutto questo tutt'altro che sufficiente per trasformarli nelle strutture di stelle reali, animali, pascoli, atomi, microscopi elettronici e scienziati, allora forse ciò dimostra semplicemente quanto ti sia antipatica una visione del mondo spinozistica. Perché se, arrivando ad accettare una tale visione del mondo, protestassi ancora sul fatto che gli oggetti avrebbero bisogno di molto di più per qualificarsi come "reali", allora dovresti dichiarare che tu stesso non hai realtà, il che sarebbe assurdo.
Dovresti invece continuare a considerarti non solo come reale, ma come una vera cosa materiale. Supponiamo
di vivere in un universo che una divinità abbia creato fuori di sé. Potrebbe quindi essere appropriato dire che qualsiasi struttura nella mente della divinità quando contemplava le cose di quell'universo erano "semplici modelli di quelle cose, non vere cose materiali come noi". La teoria spinozista, invece, è che nulla esiste al di fuori del pensiero divino, essendo io e te strutture al suo interno. Ora, creerebbe una confusione infinita se coloro che accettano questa teoria andassero in giro a dichiarare che loro o altre persone erano "semplici modelli e non persone reali" o che il materiale degli alberi in cui apparentemente si erano imbattuti "non c'era davvero". Sì, quando noi umani immaginiamo gli alberi in grande dettaglio, sarebbe stupido affermare che la nostra mente arriva così a contenere alberi veri. Ma la mente divina come concepita da uno spinozista moderno penserebbe a ''tutta'' la struttura intricata degli alberi come descritta da una fisica completamente accurata. E lo spinozista crederebbe che, se gli fosse concessa una visione miracolosamente affidabile della realtà, allora, cercando elementi la cui struttura fosse più o meno quella descritta dalla migliore fisica del tempo, li troverebbe in una mente divina la cui struttura fosse in tutto o in parte la struttura del nostro universo, ''e non li troverebbe da nessun'altra parte''. Il '''reale''' non conterrebbe altri candidati per la descrizione "gli oggetti materiali del nostro universo", e questo punto non dovrebbe mai essere ignorato.
Se nondimeno vuoi dire che il panteismo spinozistico "rende il mondo materiale un'illusione" perché il mondo materiale rappresentato da te e dalla maggior parte delle persone, almeno in Occidente, è qualcosa di completamente diverso dal pensiero divino, allora così sia — usa il linguaggio a tuo piacimento. Ma non chiedere a tutti gli spinozisti di definire le parole esattamente come fai tu, costringendoli così ad andare in giro a dichiarare che gli oggetti fisici sono illusori! Anche le regole del linguaggio ordinario sono tutt'altro che dittatoriali quando si tratta di questioni come il motivo per cui cose materiali strutturate in modo intricato non potrebbero essere parti di pensiero o coscienza divina strutturata in modo intricato — poiché da quando la gente di strada non è stata in grado di comunicare a vicenda senza adottare ferme opinioni su come sono fatti i protoni e gli elettroni, e come differirebbero da qualsiasi elemento che una mente divina potesse contenere?
=== Il pensiero complesso ===
=== Gli infiniti universi nella Mente Divina ===
=== Ignoranza e cambiamento ===
=== Conoscenza Divina del Tutto ===
=== Conoscenza illimitata e difficoltà cantoriane ===
=== Conoscenza illimitata indesiderabile? ===
=== Conoscenza illimitata oltre la logica ===
=== Scritti panteistici ===
{{clear}}
== Note ==
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{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie letteratura moderna|Serie misticismo ebraico}}
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[[Categoria:Filosofia del Cosmo|Capitolo 1]]
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Filosofia del Cosmo/Capitolo 2
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{{Immagine grande|44i Bootis artist's conception.jpg|840px|44i Bootis}}
{{Filosofia del Cosmo}}
== Menti umane, artificiali, divine ==
<div style="color: #660066; text-align: left; font-size: 0.9em;">
Sebbene porti un modello di pensiero infinitamente complesso, una mente divina potrebbe essere unificata nella sua esistenza. I suoi elementi individuali sarebbero in tal caso astrazioni, un po' come l'altezza di un albero o il colore di un fiore sono astrazioni (pur essendo completamente reali).
Tuttavia, una tale mente potrebbe contenere molti elementi come se ciascuno di essi avesse un'esistenza veramente separata da quella degli altri. Alcuni pensieri divini fornirebbero la struttura degli oggetti materiali nei particolari completi. Come spiegato in precedenza, si potrebbe quindi sostenere che in realtà tali oggetti esistessero, ma ciò non renderebbe materiali tutti gli oggetti così strettamente unificati tra loro da sembrare tutti amalgamati insieme. Similmente, i pensieri divini sulle singole persone potrebbero effettivamente essere quelle persone senza che ognuno sapesse cosa stanno pensando tutti gli altri.
('''1''') Il Capitolo esamina da vicino come la conoscenza divina potrebbe includere "aree piene di ignoranza" che fossero i pensieri delle singole persone, e come potrebbe esserci una panoramica divina in cui i contenuti di tali aree potrebbero essere conosciuti "come se telepaticamente" — l'idea è che potresti (se la telepatia ha effettivamente funzionato) essere telepaticamente consapevole dell'ignoranza di qualcuno senza che tu fossi ignorante, anche se hai davvero una buona idea di come ci si sente ad essere ignoranti. ('''2''') Inoltre il Capitolo esamina l'unità del tipo a noi noto attraverso l'introspezione, suggerendo che è essenziale per il valore dei nostri stati coscienti. La fisica quantistica potrebbe gettarci luce, finanche sull'unità degli "interi quantistici" in generale, interi che a volte potrebbero essere molto grandi. Ma questo non vuol dire che tutto – anche una mente divina – che possedesse tale unità dovrebbe obbedire a tutte le leggi della fisica quantistica. ('''3''') Anche se rifiutasse il panteismo, un filosofo non potrebbe considerare tutte le cose come bisognose di essere "fatte di sostanza mentale" per poter esistere? Forse nulla può esistere a meno che non abbia un certo grado di complessità, la più semplice delle cose comunque costituita da vari elementi unificati in un modo completo che vale la pena chiamare "mentale" perché è necessariamente coinvolta una coscienza di qualche tipo primitivo. ('''4''') Tuttavia, potrebbe essere un errore sostenere che entità correlate tra loro in qualsiasi modo, complesso o meno, debbano essere sempre meri aspetti di una stessa cosa. Una mente divina di cui fossimo parti potrebbe essere una tra infinite.
'''''Attenzione''''': gli argomenti di questo Capitolo sono complicati. Apparentemente Cartesio pensava che la natura della coscienza fosse ovvia per ogni essere cosciente. Ora, mentre ciò potrebbe essere corretto da un aspetto, da altri è chiaramente errato.
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=== Unità strutturale e unità dell'esistenza ===
=== Senza unità di esistenza non può esserci valore reale ===
=== La Teoria Quantistica indica che il nostro Universo è unificato nella sua e sistenza ===
=== Il buon senso stesso indica che qualcosa di unificato nella sua esistenza può essere complesso ===
=== Bradley, Russell e relazioni ===
=== In un tutto unificato nella sua esistenza, un cambiamento in qualsiasi parte deve influenzare tutte le altre? ===
=== I nostri stati coscienti ci mostrano che gli interi possono essere unificati nella loro esistenza ===
=== Come ci si sente ad essere coscienti ===
=== Conoscenza oltre la struttura ===
=== Fusioni parziali potrebbero spiegare la natura qualitativa della coscienza ===
=== A vari livelli, gli stati coscienti possono essere divisi e la Teoria Quantistica potrebbe dire perché ===
=== Le sovrapposizioni potrebbero essere cruciali per percezioni e pensieri ===
=== Computer quantistici ===
=== Regioni del cervello potrebbero fungere da computer quantistici? ===
=== Può esistere qualcosa senza che ce ne sia la coscienza? ===
=== Conoscenza e ignoranza divine ===
=== Molte menti divine? ===
{{clear}}
== Note ==
<div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div>
{{Vedi anche|Serie delle interpretazioni|Serie letteratura moderna|Serie misticismo ebraico}}
{{Avanzamento|25%|17 agosto 2022}}
[[Categoria:Filosofia del Cosmo|Capitolo 2]]
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Le Ferrovie dello Stato italiane e il trasporto delle merci dal 1970 a oggi/Le strategie e le tecniche per il futuro
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2022-08-17T15:40:17Z
Cinianto
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Le strategie e le tecniche per il futuro
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'''Le strategie e le tecniche per il futuro
==Premessa==
Per quanto riguarda la realizzazione della TAV si riporta la vicissitudine trentennale nonché la situazione al 2019 con la richiesta di una ennesima valutazione costi benefici A fronte di questo si pensi al traffico merci ove a Modane arrivano treni completi di 2.000 tonnellate, mentre da Modane ad Alessandria smistamento proseguono due treni completi con poco più di 900 ton. mentre rimangono 4 carri in attesa di inoltro Ieri da Madone ad Alessandria smistamento oggi all'interposto di Torino Orbassano. difficoltà per le spedizioni verso Modane a treno completo che con gli inoltri sulla Tav sarebbero superabili. Vediamo come si prospetta il trsporto merci nell’ambito del pnrr con le iniziative aziendali e governative.
==Ferrovie dello Stato Italiane spa==
Nel giugno 2022 nasce Fermerci per meglio affrontare e risolvere i complessi problemi della logistica nell’ambito del trasporto merci. Mentre l’amministratore delegato F.S. nell’ambito di un convegno, spiega come destinare gli investimenti del pnrr, in particolare per il trasporto merci verso l’europa tenendo conto addirittura del porto di Rotterdam.
Interessante e piena di notizie la pubblicazione Merci-piano_commercialeEd.febbraio_2020.pdf
==Ministero infrastrutture===
Nell’ambito delle iniziative del Ministro delle infrastrutture per il trasporto merci ha con la iniziativa moveo ha promosso iniziative di interpellanze studi con gli oratori del settore. In particolare per il trasporto merci , nella recente riunione avvenuta a Napoli, ha avuto come oggetto il trasporto intermodale e soggetti il governo e gli operatori. Approccio in funzione degli investimenti del pnrr (piano nazioale ripresa e residenza ) pari ad un totale di 191,5 miliardi di investimenti.
In realtà l’investimento incentiante di 55 milioni a cura dello Stato promosso ed approvato dalla UE, per il passaggio dei trasporti intermodali dalla strada alla ferrovia, perché i privati non vi avrebbero fatti investimenti.
Investimenti sul passo dei Giovi per migliorare collegamenti con l’europa dei porto di Genova e Savona. Ha anche posto l’accento sulla realizzazione di nuovi terminal interporti.
Di recente,il ministro Giovannini ha chiarito, in occasione di incontri con operatori ha chiarito che per il traporto merci occorre u straordinariono sforzo con le F.S.con un polo dedicato alla logistica come interlocutore internazionale.
==Note==
si è cercato di acquire le notizie in rete, preoccupandosi di escludere i commenti di contenuto politico. Collegamenti con ansa e Istituti specializzati dei trasporti nonché di origine governativa '''
==Premessa==
Per quanto riguarda la realizzazione della TAV si riporta la vicissitudine trentennale nonché la situazione al 2019 con la richiesta di una ennesima valutazione costi benefici A fronte di questo si pensi al traffico merci ove a Modane arrivano treni completi di 2.000 tonnellate, mentre da Modane ad Alessandria smistamento proseguono due treni completi con poco più di 900 ton. mentre rimangono 4 carri in attesa di inoltro Ieri da Madone ad Alessandria smistamento oggi all'interposto di Torino Orbassano. difficoltà per le spedizioni verso Modane a treno completo che con gli inoltri sulla Tav sarebbero superabili. Vediamo come si prospetta il trasporto merci nell’ambito del pnrr con le iniziative aziendali e governative.
==Ferrovie dello Stato Italiane spa==
Nel giugno 2022 nasce Fermerci per meglio affrontare e risolvere i complessi problemi della logistica nell’ambito del trasporto merci. Mentre l’amministratore delegato F.S. nell’ambito di un convegno, spiega come destinare gli investimenti del pnrr, in particolare per il trasporto merci verso l’europa tenendo conto addirittura del porto di Rotterdam.
Interessante e piena di notizie la pubblicazione Merci-piano_commercialeEd.febbraio_2020.pdf
==Ministero infrastrure===
Nell’ambito delle iniziative del Ministro delle infrastrutture per il trasporto merci ha con la iniziativa moveo ha promosso iniziative di interpellanze studi con gli oratori del settore. In particolare per il trasporto merci , nella recente riunione avvenuta a Napoli, ha avuto come oggetto il trasporto intermodale e soggetti il governo e gli operatori. Approccio in funzione degli investimenti del pnrr (piano nazioale ripresa e residenza ) pari ad un totale di 191,5 miliardi di investimenti.
In realtà l’investimento incentiante di 55 milioni a cura dello Stato promosso ed approvato dalla UE, per il passaggio dei trasporti intermodali dalla strada alla ferrovia, perché i privati non vi avrebbero fatti investimenti.
Investimenti sul passo dei Giovi per migliorare collegamenti con l’europa dei porto di Genova e Savona. Ha anche posto l’accento sulla realizzazione di nuovi terminal interporti.
Di recente,il ministro Giovannini ha chiarito, in occasione di incontri con operatori ha chiarito che per il traporto merci occorre u straordinariono sforzo con le F.S.con un polo dedicato alla logistica come interlocutore internazionale.
==Note==
si è cercato di acquire le notizie in rete, preoccupandosi di escludere i commenti di contenuto politico. Collegamenti con ansa e Istituti specializzati dei trasporti nonché di origine governativa17:40, 17 ago 2022 (CEST)[[Utente:Cinianto|Cinianto]] ([[Discussioni utente:Cinianto|disc.]]) 17:40, 17 ago 2022 (CEST)va
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Cinianto
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Le strategie e le tecniche per il futuro
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Le strategie e le tecniche per il futuro
==Premessa==
Per quanto riguarda la realizzazione della TAV si riporta la vicissitudine trentennale nonché la situazione al 2019 con la richiesta di una ennesima valutazione costi benefici A fronte di questo si pensi al traffico merci ove a Modane arrivano treni completi di 2.000 tonnellate, mentre da Modane ad Alessandria smistamento proseguono due treni completi con poco più di 900 ton. mentre rimangono 4 carri in attesa di inoltro Ieri da Madone ad Alessandria smistamento oggi all'interposto di Torino Orbassano. difficoltà per le spedizioni verso Modane a treno completo che con gli inoltri sulla Tav sarebbero superabili. Vediamo come si prospetta il trsporto merci nell’ambito del pnrr con le iniziative aziendali e governative.
==Ferrovie dello Stato Italiane spa==
Nel giugno 2022 nasce Fermerci per meglio affrontare e risolvere i complessi problemi della logistica nell’ambito del trasporto merci. Mentre l’amministratore delegato F.S. nell’ambito di un convegno, spiega come destinare gli investimenti del pnrr, in particolare per il trasporto merci verso l’europa tenendo conto addirittura del porto di Rotterdam.
Interessante e piena di notizie la pubblicazione Merci-piano_commercialeEd.febbraio_2020.pdf
==Ministero infrastrutture==
Nell’ambito delle iniziative del Ministro delle infrastrutture per il trasporto merci ha con la iniziativa moveo ha promosso iniziative di interpellanze studi con gli oratori del settore. In particolare per il trasporto merci , nella recente riunione avvenuta a Napoli, ha avuto come oggetto il trasporto intermodale e soggetti il governo e gli operatori. Approccio in funzione degli investimenti del pnrr (piano nazioale ripresa e residenza ) pari ad un totale di 191,5 miliardi di investimenti.
In realtà l’investimento incentiante di 55 milioni a cura dello Stato promosso ed approvato dalla UE, per il passaggio dei trasporti intermodali dalla strada alla ferrovia, perché i privati non vi avrebbero fatti investimenti.
Investimenti sul passo dei Giovi per migliorare collegamenti con l’europa dei porto di Genova e Savona. Ha anche posto l’accento sulla realizzazione di nuovi terminal interporti.
Di recente,il ministro Giovannini ha chiarito, in occasione di incontri con operatori ha chiarito che per il traporto merci occorre u straordinariono sforzo con le F.S.con un polo dedicato alla logistica come interlocutore internazionale.
==Note==
si è cercato di acquire le notizie in rete, preoccupandosi di escludere i commenti di contenuto politico. Collegamenti con ansa e Istituti specializzati dei trasporti nonché di origine governativa 17:47, 17 ago 2022 (CEST)~~
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Cinianto
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Le strategie e le tecniche per il futuro
==Premessa==
Per quanto riguarda la realizzazione della TAV si riporta [https://www.ilsole24ore.com/art/tav-torino-lione-storia-un-opera-discussa-30-anni-AEH7U7dG la vicissitudine trentennale] nonché la situazione al 2019 con [https://www.scienzainrete.it/articolo/tav-torino-lione-analisi-costi-benefici-confronto/fabio-pasquali/2019-03-24 la richiesta di una ennesima valutazione costi benefici] A fronte di questo si pensi al traffico merci ove a Modane arrivano treni completi di 2.000 tonnellate, mentre da Modane ad Alessandria smistamento proseguono due treni completi con poco più di 900 ton. mentre rimangono 4 carri in attesa di inoltro Ieri da Madone ad Alessandria smistamento oggi all'interposto di Torino Orbassano. difficoltà per le spedizioni verso Modane a treno completo che con gli inoltri sulla Tav sarebbero superabili. Vediamo come si prospetta il trsporto merci nell’ambito del pnrr con le iniziative aziendali e governative.
==Ferrovie dello Stato Italiane spa==
Nel giugno 2022 nasce Fermerci per meglio affrontare e risolvere i complessi problemi della logistica nell’ambito del trasporto merci. Mentre l’amministratore delegato F.S. nell’ambito di un convegno, spiega come destinare gli investimenti del pnrr, in particolare per il trasporto merci verso l’europa tenendo conto addirittura del porto di Rotterdam.
Interessante e piena di notizie la pubblicazione Merci-piano_commercialeEd.febbraio_2020.pdf
==Ministero infrastrutture==
Nell’ambito delle iniziative del Ministro delle infrastrutture per il trasporto merci ha con la iniziativa moveo ha promosso iniziative di interpellanze studi con gli oratori del settore. In particolare per il trasporto merci , nella recente riunione avvenuta a Napoli, ha avuto come oggetto il trasporto intermodale e soggetti il governo e gli operatori. Approccio in funzione degli investimenti del pnrr (piano nazioale ripresa e residenza ) pari ad un totale di 191,5 miliardi di investimenti.
In realtà l’investimento incentiante di 55 milioni a cura dello Stato promosso ed approvato dalla UE, per il passaggio dei trasporti intermodali dalla strada alla ferrovia, perché i privati non vi avrebbero fatti investimenti.
Investimenti sul passo dei Giovi per migliorare collegamenti con l’europa dei porto di Genova e Savona. Ha anche posto l’accento sulla realizzazione di nuovi terminal interporti.
Di recente,il ministro Giovannini ha chiarito, in occasione di incontri con operatori ha chiarito che per il traporto merci occorre u straordinariono sforzo con le F.S.con un polo dedicato alla logistica come interlocutore internazionale.
==Note==
si è cercato di acquire le notizie in rete, preoccupandosi di escludere i commenti di contenuto politico. Collegamenti con ansa e Istituti specializzati dei trasporti nonché di origine governativa 17:47, 17 ago 2022 (CEST)~~
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Hippias
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{{Le Ferrovie dello Stato italiane e il trasporto delle merci dal 1970 a oggi}}
[[Categoria:Le Ferrovie dello Stato italiane e il trasporto delle merci dal 1970 a oggi|strategie e le tecniche per il futuro]]
{{Avanzamento|50%|17 agosto 2022}}
==Premessa==
Per quanto riguarda la realizzazione della TAV si riporta [https://www.ilsole24ore.com/art/tav-torino-lione-storia-un-opera-discussa-30-anni-AEH7U7dG la vicissitudine trentennale] nonché la situazione al 2019 con [https://www.scienzainrete.it/articolo/tav-torino-lione-analisi-costi-benefici-confronto/fabio-pasquali/2019-03-24 la richiesta di una ennesima valutazione costi benefici] A fronte di questo si pensi al traffico merci ove a Modane arrivano treni completi di 2.000 tonnellate, mentre da Modane ad Alessandria smistamento proseguono due treni completi con poco più di 900 ton. mentre rimangono 4 carri in attesa di inoltro Ieri da Madone ad Alessandria smistamento oggi all'interposto di Torino Orbassano. difficoltà per le spedizioni verso Modane a treno completo che con gli inoltri sulla Tav sarebbero superabili. Vediamo come si prospetta il trsporto merci nell’ambito del pnrr con le iniziative aziendali e governative.
==Ferrovie dello Stato Italiane spa==
Nel giugno 2022 nasce Fermerci per meglio affrontare e risolvere i complessi problemi della logistica nell’ambito del trasporto merci. Mentre l’amministratore delegato F.S. nell’ambito di un convegno, spiega come destinare gli investimenti del pnrr, in particolare per il trasporto merci verso l’europa tenendo conto addirittura del porto di Rotterdam.
Interessante e piena di notizie la pubblicazione Merci-piano_commercialeEd.febbraio_2020.pdf
==Ministero infrastrutture==
Nell’ambito delle iniziative del Ministro delle infrastrutture per il trasporto merci ha con la iniziativa moveo ha promosso iniziative di interpellanze studi con gli oratori del settore. In particolare per il trasporto merci , nella recente riunione avvenuta a Napoli, ha avuto come oggetto il trasporto intermodale e soggetti il governo e gli operatori. Approccio in funzione degli investimenti del pnrr (piano nazioale ripresa e residenza ) pari ad un totale di 191,5 miliardi di investimenti.
In realtà l’investimento incentiante di 55 milioni a cura dello Stato promosso ed approvato dalla UE, per il passaggio dei trasporti intermodali dalla strada alla ferrovia, perché i privati non vi avrebbero fatti investimenti.
Investimenti sul passo dei Giovi per migliorare collegamenti con l’europa dei porto di Genova e Savona. Ha anche posto l’accento sulla realizzazione di nuovi terminal interporti.
Di recente,il ministro Giovannini ha chiarito, in occasione di incontri con operatori ha chiarito che per il trasporto merci occorre u straordinario sforzo con le F.S.con un polo dedicato alla logistica come interlocutore internazionale.
==Note==
si è cercato di acquire le notizie in rete, preoccupandosi di escludere i commenti di contenuto politico. Collegamenti con ansa e Istituti specializzati dei trasporti nonché di origine governativa
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Cinianto
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{{Le Ferrovie dello Stato italiane e il trasporto delle merci dal 1970 a oggi}}
[[Categoria:Le Ferrovie dello Stato italiane e il trasporto delle merci dal 1970 a oggi|strategie e le tecniche per il futuro]]
{{Avanzamento|50%|17 agosto 2022}}
==Premessa==
Per quanto riguarda la realizzazione della TAV si riporta [https://www.ilsole24ore.com/art/tav-torino-lione-storia-un-opera-discussa-30-anni-AEH7U7dG la vicissitudine trentennale] nonché la situazione al 2019 con [https://www.scienzainrete.it/articolo/tav-torino-lione-analisi-costi-benefici-confronto/fabio-pasquali/2019-03-24 la richiesta di una ennesima valutazione costi benefici] A fronte di questo si pensi al traffico merci ove a Modane arrivano treni completi di 2.000 tonnellate, mentre da Modane ad Alessandria smistamento proseguono due treni completi con poco più di 900 ton. mentre rimangono 4 carri in attesa di inoltro Ieri da Madone ad Alessandria smistamento oggi all'interposto di Torino Orbassano. difficoltà per le spedizioni verso Modane a treno completo che con gli inoltri sulla Tav sarebbero superabili. Vediamo come si prospetta il trsporto merci nell’ambito del pnrr con le iniziative aziendali e governative.
==Ferrovie dello Stato Italiane spa==
[https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/06/20/nasce-fermerci-associazione-trasporto-merci-ferroviario_74538da3-aad0-4a47-baae-892b5bfe600d.html Nel giugno 2022 nasce Fermerci] per meglio affrontare e risolvere i complessi problemi della logistica nell’ambito del trasporto merci. Mentre [https://www.ansa.it/pnrr/notizie/grandi_piccole_opere/2022/05/05/pnrr-ferraris-fs-investimenti-per-traffico-merci-europa_f7d8c4b6-fb1e-4476-bf87-30162509a493.html l’amministratore delegato F.S. nell’ambito di un convegno, spiega come destinare gli investimenti del pnrr], in particolare per il trasporto merci verso l’europa tenendo conto addirittura del porto di Rotterdam.
Interessante e piena di notizie la pubblicazione [https://www.rfi.it/content/dam/rfi/rete/MERCI-Piano_Commerciale_Ed.%20Febbraio_2020.pdf Merci-piano_commercialeEd.febbraio_2020.pdf]
[[File:Sommario MERCI-Piano Commerciale Ed. Febbraio 2020.pn.png|miniatura|right|sommario_MERCI-Piano_Commerciale_Ed. Febbraio_2020.pdf]][[Utente:Cinianto|Cinianto]] ([[Discussioni utente:Cinianto|disc.]])
==Ministero infrastrutture==
Nell’ambito delle iniziative del Ministro delle infrastrutture per il trasporto merci ha con la iniziativa moveo ha promosso iniziative di interpellanze studi con gli oratori del settore. In particolare per il trasporto merci , nella recente riunione avvenuta a Napoli, ha avuto come oggetto il trasporto intermodale e soggetti il governo e gli operatori. Approccio in funzione degli investimenti del pnrr (piano nazioale ripresa e residenza ) pari ad un totale di 191,5 miliardi di investimenti.
In realtà l’investimento incentiante di 55 milioni a cura dello Stato promosso ed approvato dalla UE, per il passaggio dei trasporti intermodali dalla strada alla ferrovia, perché i privati non vi avrebbero fatti investimenti.
Investimenti sul passo dei Giovi per migliorare collegamenti con l’europa dei porto di Genova e Savona. Ha anche posto l’accento sulla realizzazione di nuovi terminal interporti.
Di recente,il ministro Giovannini ha chiarito, in occasione di incontri con operatori ha chiarito che per il trasporto merci occorre u straordinario sforzo con le F.S.con un polo dedicato alla logistica come interlocutore internazionale.
==Note==
si è cercato di acquire le notizie in rete, preoccupandosi di escludere i commenti di contenuto politico. Collegamenti con ansa e Istituti specializzati dei trasporti nonché di origine governativa
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Cinianto
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{{Le Ferrovie dello Stato italiane e il trasporto delle merci dal 1970 a oggi}}
[[Categoria:Le Ferrovie dello Stato italiane e il trasporto delle merci dal 1970 a oggi|strategie e le tecniche per il futuro]]
{{Avanzamento|50%|17 agosto 2022}}
==Premessa==
Per quanto riguarda la realizzazione della TAV si riporta [https://www.ilsole24ore.com/art/tav-torino-lione-storia-un-opera-discussa-30-anni-AEH7U7dG la vicissitudine trentennale] nonché la situazione al 2019 con [https://www.scienzainrete.it/articolo/tav-torino-lione-analisi-costi-benefici-confronto/fabio-pasquali/2019-03-24 la richiesta di una ennesima valutazione costi benefici] A fronte di questo si pensi al traffico merci ove a Modane arrivano treni completi di 2.000 tonnellate, mentre da Modane ad Alessandria smistamento proseguono due treni completi con poco più di 900 ton. mentre rimangono 4 carri in attesa di inoltro Ieri da Madone ad Alessandria smistamento oggi all'interposto di Torino Orbassano. difficoltà per le spedizioni verso Modane a treno completo che con gli inoltri sulla Tav sarebbero superabili. Vediamo come si prospetta il trsporto merci nell’ambito del pnrr con le iniziative aziendali e governative.
==Ferrovie dello Stato Italiane spa==
[[File:Sommario MERCI-Piano Commerciale Ed. Febbraio 2020.pn.png|miniatura|left|sommario_MERCI-Piano_Commerciale_Ed. Febbraio_2020.pdf]][[Utente:Cinianto|Cinianto]] ([[Discussioni utente:Cinianto|disc.]])
[https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/06/20/nasce-fermerci-associazione-trasporto-merci-ferroviario_74538da3-aad0-4a47-baae-892b5bfe600d.html Nel giugno 2022 nasce Fermerci] per meglio affrontare e risolvere i complessi problemi della logistica nell’ambito del trasporto merci. Mentre [https://www.ansa.it/pnrr/notizie/grandi_piccole_opere/2022/05/05/pnrr-ferraris-fs-investimenti-per-traffico-merci-europa_f7d8c4b6-fb1e-4476-bf87-30162509a493.html l’amministratore delegato F.S. nell’ambito di un convegno, spiega come destinare gli investimenti del pnrr], in particolare per il trasporto merci verso l’europa tenendo conto addirittura del porto di Rotterdam.
Interessante e piena di notizie la pubblicazione [https://www.rfi.it/content/dam/rfi/rete/MERCI-Piano_Commerciale_Ed.%20Febbraio_2020.pdf Merci-piano_commercialeEd.febbraio_2020.pdf][[Utente:Cinianto|Cinianto]] ([[Discussioni utente:Cinianto|disc.]])
==Ministero infrastrutture==
Nell’ambito delle iniziative del Ministro delle infrastrutture per il trasporto merci ha con la iniziativa moveo ha promosso iniziative di interpellanze studi con gli oratori del settore. In particolare per il trasporto merci , nella recente riunione avvenuta a Napoli, ha avuto come oggetto il trasporto intermodale e soggetti il governo e gli operatori. Approccio in funzione degli investimenti del pnrr (piano nazioale ripresa e residenza ) pari ad un totale di 191,5 miliardi di investimenti.
In realtà l’investimento incentiante di 55 milioni a cura dello Stato promosso ed approvato dalla UE, per il passaggio dei trasporti intermodali dalla strada alla ferrovia, perché i privati non vi avrebbero fatti investimenti.
Investimenti sul passo dei Giovi per migliorare collegamenti con l’europa dei porto di Genova e Savona. Ha anche posto l’accento sulla realizzazione di nuovi terminal interporti.
Di recente,il ministro Giovannini ha chiarito, in occasione di incontri con operatori ha chiarito che per il trasporto merci occorre u straordinario sforzo con le F.S.con un polo dedicato alla logistica come interlocutore internazionale.
==Note==
si è cercato di acquire le notizie in rete, preoccupandosi di escludere i commenti di contenuto politico. Collegamenti con ansa e Istituti specializzati dei trasporti nonché di origine governativa
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Cinianto
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/* Ministero infrastrutture */ inserimento collegamenti
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{{Le Ferrovie dello Stato italiane e il trasporto delle merci dal 1970 a oggi}}
[[Categoria:Le Ferrovie dello Stato italiane e il trasporto delle merci dal 1970 a oggi|strategie e le tecniche per il futuro]]
{{Avanzamento|50%|17 agosto 2022}}
==Premessa==
Per quanto riguarda la realizzazione della TAV si riporta [https://www.ilsole24ore.com/art/tav-torino-lione-storia-un-opera-discussa-30-anni-AEH7U7dG la vicissitudine trentennale] nonché la situazione al 2019 con [https://www.scienzainrete.it/articolo/tav-torino-lione-analisi-costi-benefici-confronto/fabio-pasquali/2019-03-24 la richiesta di una ennesima valutazione costi benefici] A fronte di questo si pensi al traffico merci ove a Modane arrivano treni completi di 2.000 tonnellate, mentre da Modane ad Alessandria smistamento proseguono due treni completi con poco più di 900 ton. mentre rimangono 4 carri in attesa di inoltro Ieri da Madone ad Alessandria smistamento oggi all'interposto di Torino Orbassano. difficoltà per le spedizioni verso Modane a treno completo che con gli inoltri sulla Tav sarebbero superabili. Vediamo come si prospetta il trsporto merci nell’ambito del pnrr con le iniziative aziendali e governative.
==Ferrovie dello Stato Italiane spa==
[[File:Sommario MERCI-Piano Commerciale Ed. Febbraio 2020.pn.png|miniatura|left|sommario_MERCI-Piano_Commerciale_Ed. Febbraio_2020.pdf]][[Utente:Cinianto|Cinianto]] ([[Discussioni utente:Cinianto|disc.]])
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Interessante e piena di notizie la pubblicazione [https://www.rfi.it/content/dam/rfi/rete/MERCI-Piano_Commerciale_Ed.%20Febbraio_2020.pdf Merci-piano_commercialeEd.febbraio_2020.pdf][[Utente:Cinianto|Cinianto]] ([[Discussioni utente:Cinianto|disc.]])
==Ministero infrastrutture==
Nell’ambito delle iniziative del Ministro delle infrastrutture per il trasporto merci ha con la iniziativa '''moveo[https://www.mit.gov.it/moveo moveo]''' ha promosso iniziative di interpellanze studi con gli oratori del settore. In particolare per il trasporto merci , nella recente riunione avvenuta a Napoli, ha avuto come oggetto il trasporto intermodale e soggetti il governo e gli operatori. Approccio in funzione degli investimenti del pnrr (piano nazioale ripresa e residenza ) pari ad un totale di 191,5 miliardi di investimenti.
In realtà [https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2022/06/10/trasporto-intermodale-merci-approvato-aiuto-stato-55-milioni-euro l’investimento incentiante di 55 milioni a cura dello Stato] promosso ed approvato dalla UE, per il passaggio dei trasporti intermodali dalla strada alla ferrovia, perché i privati non vi avrebbero fatti investimenti.
Investimenti sul [https://www.agenzianova.com/news/il-ministro-giovannini-serve-uno-sforzo-straordinario-per-il-trasporto-delle-merci/ passo dei Giovi per migliorare collegamenti con l’europa dei porto di Genova e Savona]. Ha anche posto l’accento sulla realizzazione di nuovi terminal interporti.
Di recente in occasione di incontri con operatori,[https://www.agenzianova.com/news/il-ministro-giovannini-serve-uno-sforzo-straordinario-per-il-trasporto-delle-merci/ il ministro Giovannini ha chiarito che occorre uno sforzo straordinario sforzo con le F.S.con un polo dedicato alla logistica come interlocutore internazionale.]
==Note==
si è cercato di acquire le notizie in rete, preoccupandosi di escludere i commenti di contenuto politico. Collegamenti con ansa e Istituti specializzati dei trasporti nonché di origine governativa
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{{Le Ferrovie dello Stato italiane e il trasporto delle merci dal 1970 a oggi}}
[[Categoria:Le Ferrovie dello Stato italiane e il trasporto delle merci dal 1970 a oggi|strategie e le tecniche per il futuro]]
{{Avanzamento|50%|17 agosto 2022}}
==Premessa==
Per quanto riguarda la realizzazione della TAV si riporta [https://www.ilsole24ore.com/art/tav-torino-lione-storia-un-opera-discussa-30-anni-AEH7U7dG la vicissitudine trentennale] nonché la situazione al 2019 con [https://www.scienzainrete.it/articolo/tav-torino-lione-analisi-costi-benefici-confronto/fabio-pasquali/2019-03-24 la richiesta di una ennesima valutazione costi benefici] A fronte di questo si pensi al traffico merci ove a Modane arrivano treni completi di 2.000 tonnellate, mentre da Modane ad Alessandria smistamento proseguono due treni completi con poco più di 900 ton. mentre rimangono 4 carri in attesa di inoltro Ieri da Madone ad Alessandria smistamento oggi all'interposto di Torino Orbassano. difficoltà per le spedizioni verso Modane a treno completo che con gli inoltri sulla Tav sarebbero superabili. Vediamo come si prospetta il trsporto merci nell’ambito del pnrr con le iniziative aziendali e governative.
==Ferrovie dello Stato Italiane spa==
[[File:Sommario MERCI-Piano Commerciale Ed. Febbraio 2020.pn.png|miniatura|left|sommario_MERCI-Piano_Commerciale_Ed. Febbraio_2020.pdf]][[Utente:Cinianto|Cinianto]] ([[Discussioni utente:Cinianto|disc.]])
[https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/06/20/nasce-fermerci-associazione-trasporto-merci-ferroviario_74538da3-aad0-4a47-baae-892b5bfe600d.html Nel giugno 2022 nasce Fermerci] per meglio affrontare e risolvere i complessi problemi della logistica nell’ambito del trasporto merci. Mentre [https://www.ansa.it/pnrr/notizie/grandi_piccole_opere/2022/05/05/pnrr-ferraris-fs-investimenti-per-traffico-merci-europa_f7d8c4b6-fb1e-4476-bf87-30162509a493.html l’amministratore delegato F.S. nell’ambito di un convegno, spiega come destinare gli investimenti del pnrr], in particolare per il trasporto merci verso l’europa tenendo conto addirittura del porto di Rotterdam.
Interessante e piena di notizie la pubblicazione [https://www.rfi.it/content/dam/rfi/rete/MERCI-Piano_Commerciale_Ed.%20Febbraio_2020.pdf Merci-piano_commercialeEd.febbraio_2020.pdf][[Utente:Cinianto|Cinianto]] ([[Discussioni utente:Cinianto|disc.]])
==Ministero infrastrutture==
Nell’ambito delle iniziative del Ministro delle infrastrutture per il trasporto merci ha con la iniziativa '''moveo[https://www.mit.gov.it/moveo moveo]''' ha promosso iniziative di interpellanze studi con gli oratori del settore. In particolare per il trasporto merci , nella recente riunione avvenuta a Napoli, ha avuto come oggetto il trasporto intermodale e soggetti il governo e gli operatori. Approccio in funzione degli investimenti del pnrr (piano nazioale ripresa e residenza ) pari ad un totale di 191,5 miliardi di investimenti.
In realtà [https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2022/06/10/trasporto-intermodale-merci-approvato-aiuto-stato-55-milioni-euro l’investimento incentiante di 55 milioni a cura dello Stato] promosso ed approvato dalla UE, per il passaggio dei trasporti intermodali dalla strada alla ferrovia, perché i privati non vi avrebbero fatti investimenti.
Investimenti sul [https://www.agenzianova.com/news/il-ministro-giovannini-serve-uno-sforzo-straordinario-per-il-trasporto-delle-merci/ passo dei Giovi per migliorare collegamenti con l’europa dei porto di Genova e Savona]. Ha anche posto l’accento sulla realizzazione di nuovi terminal interporti.
Di recente in occasione di incontri con operatori,[https://www.agenzianova.com/news/il-ministro-giovannini-serve-uno-sforzo-straordinario-per-il-trasporto-delle-merci/ il ministro Giovannini ha chiarito che occorre uno sforzo straordinario sforzo con le F.S.con un polo dedicato alla logistica come interlocutore internazionale.]
==Note==
si è cercato di acquire le notizie in rete, preoccupandosi di escludere i commenti di contenuto politico. Collegamenti con ansa e Istituti specializzati dei trasporti nonché di origine governativa
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Piemonte/Provincia di Cuneo/Bene Vagienna
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GiacomoBarbero
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Nuova pagina: {{disposizioni foniche di organi a canne}} == Capoluogo == * [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Piemonte/Provincia di Cuneo/Bene Vagienna/Bene Vagienna - Parrocchia Santa Maria Assunta|Parrocchia Santa Maria Assunta]] [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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{{disposizioni foniche di organi a canne}}
== Capoluogo ==
* [[Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Piemonte/Provincia di Cuneo/Bene Vagienna/Bene Vagienna - Parrocchia Santa Maria Assunta|Parrocchia Santa Maria Assunta]]
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Piemonte/Provincia di Cuneo/Bene Vagienna/Bene Vagienna - Parrocchia Santa Maria Assunta
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GiacomoBarbero
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Creazione della pagina
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{{Disposizioni foniche di organi a canne}}
* '''Costruttore:''' Giuseppe Lingua di Torino
* '''Anno:''' 1901 (Opus 41)
* '''Restauri/modifiche:'''
* '''Registri:''' 44
* '''Canne:''' 2003
* '''Trasmissione:''' meccanica
* '''Consolle:''' a finestra, al centro della parte anteriore della cassa
* '''Tastiere:''' 2 di 61 note (''Do<small>1</small>''-''Do<small>6</small>'')
* '''Pedaliera:''' piana di 17 note (''Do<small>1</small>''-''Mi<small>2</small>'')
* '''Collocazione:''' in cantoria in controfacciata
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=4 | '''Grand'Organo ''- Ripieno'''''
----
|-
|Principale || Bassi 16'
|-
|Principale || Soprani 16'
|-
|Principale || Bassi 8'
|-
|Principale || Soprani 8'
|-
|Principale Rinf.|| 8'<ref name=PICC>Dal ''Do<small>2</small>''</ref>
|-
|Ottava || Bassi 4'
|-
|Ottava || Soprani 4'
|-
|Duodecima || 2.2/3'
|-
|Decimaquinta || 2'
|-
|Decimanona || 1.1/3'
|-
|Ripieno || 3 file
|-
|Ripieno || 4 file
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=4 | '''Grand'Organo - ''Concerto'''''
----
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba </span>||<span style="color:#8b0000;"> Bassi 16' </span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba </span>||<span style="color:#8b0000;"> Soprani 16'</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Fagotto </span>||<span style="color:#8b0000;"> Bassi 8' </span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromba </span>||<span style="color:#8b0000;"> Soprani 8'</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Clarone </span>||<span style="color:#8b0000;"> Bassi 4'</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Corno inglese </span>||<span style="color:#8b0000;"> Soprani 16'</span>
|-
|Corno dolce || Soprani 16'
|-
|Flauto || 4'<ref>Bassi e Soprani</ref>
|-
|Flauto traverso|| Soprani 8'
|-
|Flautino || Soprani 2'
|-
|Voce umana || Soprani 8'
|-
|Viola || Bassi 4'
|-
|Campanelli || Soprani
|-
|Terza Mano || Soprani
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=4 | '''Espressivo'''
----
|-
|Bordone || Bassi 8'
|-
|Bordone || Soprani 8'
|-
|Dolciana || Bassi 4'
|-
|Dolciana || Soprani 4'
|-
|Decimaquinta || 2'
|-
|Due di Ripieno || 1.1/3'
|-
|Viola Gamba || Bassi 8'
|-
|Viola Gamba|| Soprani 8'
|-
|Violino || Soprani 8'
|-
|Voce flebile || Bassi 8'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Oboe </span>||<span style="color:#8b0000;"> Bassi 8' </span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Oboe </span>||<span style="color:#8b0000;"> Soprani 8'</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Voce corale </span>||<span style="color:#8b0000;"> Soprani 16'</span>
|-
|Tremolo ||
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale '''
----
|-
|Contrabbassi || 16'
|-
|Subbasso || 16'
|-
|Bassi armonici || 8'
|-
|Violone || 8'
|-
|<span style="color:#8b0000;">Bombarda </span>||<span style="color:#8b0000;"> 16'</span>
|-
|<span style="color:#8b0000;">Tromboni </span>||<span style="color:#8b0000;"> 8'</span>
|-
|}
|}
== Note ==
<references/>
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=https://www.catalogo.beniculturali.it/detail/MusicHeritage/0100026726|titolo=Scheda Catalogo Beni Culturali|accesso=17 agosto 2022}}
* {{cita libro|titolo=Arte Organaria Italiana|editore=Associazione culturale "Giuseppe Serassi"|città=Guastalla|anno=2021|volume=XIII|capitolo=Giuseppe Lingua organaro, specialista in canne di metallo|autore=Adriano Giacometto|ISBN=9788898958436}}
{{Avanzamento|100%|17 agosto 2022}}
[[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]]
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