Wikisource
itwikisource
https://it.wikisource.org/wiki/Pagina_principale
MediaWiki 1.39.0-wmf.25
first-letter
Media
Speciale
Discussione
Utente
Discussioni utente
Wikisource
Discussioni Wikisource
File
Discussioni file
MediaWiki
Discussioni MediaWiki
Template
Discussioni template
Aiuto
Discussioni aiuto
Categoria
Discussioni categoria
Autore
Discussioni autore
Progetto
Discussioni progetto
Portale
Discussioni portale
Pagina
Discussioni pagina
Indice
Discussioni indice
Opera
Discussioni opera
TimedText
TimedText talk
Modulo
Discussioni modulo
Accessorio
Discussioni accessorio
Definizione accessorio
Discussioni definizione accessorio
La Città del Sole (1995)
0
29218
3024683
2561753
2022-08-20T11:50:26Z
Xavier121
1159
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Tommaso Campanella<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="Anno di pubblicazione"/>1623<section end="Anno di pubblicazione"/>
<section begin="Argomento"/>Filosofia<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>La Città del Sole<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>5 giugno 2008<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Filosofia<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Cancella subito|motivo: testo ormai acquisito in una versione ''definitiva e di qualità'' [[La Città del Sole (manoscritto, 1602)|qui]] e in una anche fuori copyright [[La Città del Sole (1863)|qui]]. Si trasformi in disambigua (rimando a [[Opera:La Città del Sole|pagina OPERA]], in questo caso), anche perché chi cerca il testo viene riportato sempre all'ed. di liberliber!}}
{{Qualità|avz=75%|data=5 giugno 2008|arg=Filosofia}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore =Tommaso Campanella
| Titolo =La Città del Sole
| Anno di pubblicazione =1623
| Lingua originale del testo =
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Progetto =letteratura
| Argomento =Filosofia
| URL della versione cartacea a fronte =
}}
<div align="center">
'''Dialogo poetico'''
''Interlocutori''<br />
''Ospitalario''<br />
''e''<br />
''Genovese nocchiero del Colombo''
</div>
;Ospitalario
:Dimmi, di grazia, tutto quello che t'avvenne in questa navigazione.
;Genovese
:Già t'ho detto come girai il mondo tutto e poi come arrivai alla Taprobana, e fui forzato metter in terra, e poi, fuggendo la furia di terrazzani, mi rinselvai, ed uscii in un gran piano proprio sotto l'equinoziale.
;Ospitalario
:Qui che t'occorse?
;Genovese
:Subito incontrai un gran squadrone d'uomini e donne armate, e molti di loro intendevano la lingua mia, li quali mi condussero alla Città del Sole.
;Ospitalario
:Di', come è fatta questa città? e come si governa?
;Genovese
:Sorge nell'alta campagna un colle, sopra il quale sta la maggior parte della città; ma arrivano i suoi giri molto spazio fuor delle radici del monte, il quale è tanto, che la città fa due miglia di diametro e più, e viene ad essere sette miglia di circolo; ma, per la levatura, più abitazioni ha, che si fosse in piano.
:E' la città distinta in sette gironi grandissimi, nominati dalli sette pianeti, e s'entra dall'uno all'altro per quattro strade e per quattro porte, alli quattro angoli del mondo spettanti; ma sta in modo che, se fosse espugnato il primo girone, bisogna più travaglio al secondo e poi più; talché sette fiate bisogna espugnarla per vincerla. Ma io son di parere, che neanche il primo si può, tanto è grosso e terrapieno, ed ha valguardi, torrioni, artelleria e fossati di fuora.
:Entrando dunque per la porta Tramontana, di ferro coperta, fatta che s'alza e cala con bello ingegno, si vede un piano di cinquanta passi tra la muraglia prima e l'altra. Appresso stanno palazzi tutti uniti per giro col muro, che puoi dir che tutti siano uno; e di sopra han li rivellini sopra a colonne, come chiostri di frati, e di sotto non vi è introito, se non dalla parte concava delli palazzi. Poi son le stanze belle con le fenestre al convesso ed al concavo, e son distinte con piccole mura tra loro. Solo il muro convesso è spesso otto palmi, il concavo tre, li mezzani uno o poco più.
:Appresso poi s'arriva al secondo piano, ch'è dui passi o tre manco, e si vedono le seconde mura con li rivellini in fuora e passeggiatori; e della parte dentro, l'altro muro, che serra i palazzi in mezzo, ha il chiostro con le colonne di sotto, e di sopra belle pitture.
:E così s'arriva fin al supremo e sempre per piani. Solo quando s'entran le porte, che son doppie per le mura interiori ed esteriori, si ascende per gradi tali, che non si conosce, perché vanno obliquamente, e son d'altura quasi invisibile distinte le scale.
:Nella sommità del monte vi è un gran piano ed un gran tempio in mezzo, di stupendo artifizio.
;Ospitalario
:Di', di' mo, per vita tua.
;Genovese
:Il tempio è tondo perfettamente, e non ha muraglia che lo circondi; ma sta situato sopra colonne grosse e belle assai. La cupola grande ha in mezzo una cupoletta con uno spiraglio, che pende sopra l'altare, ch'è uno solo e sta nel mezzo del tempio. Girano le colonne trecento passi e più, e fuor delle colonne della cupola vi son per otto passi li chiostri con mura poco elevate sopra le sedie, che stan d'intorno al concavo dell'esterior muro, benché in tutte le colonne interiori, che senza muro fraposto tengono il tempio insieme, non manchino sedili portatili assai.
:Sopra l'altare non vi è altro ch'un mappamondo assai grande, dove tutto il cielo è dipinto, ed un altro dove è la terra. Poi sul cielo della cupola vi stanno tutte le stelle maggiori del cielo, notati coi nomi loro e virtù, c'hanno sopra le cose terrene, con tre versi per una; ci sono i poli e i circoli signati non del tutto, perché manca il muro a basso, ma si vedono finiti in corrispondenza alli globbi dell'altare. Vi sono sempre accese sette lampade nominate dalli sette pianeti.
:Sopra il tempio vi stanno alcune celle nella cupoletta attorno, e molte altre grandi sopra gli chiostri, e qui abitano li religiosi, che son da quaranta.
:Vi è sopra la cupola una banderuola per mostrare i venti, e ne signano trentasei; e sanno quando spira ogni vento che stagione porta. E qui sta anco un libro in lettere d'oro di cose importantissime.
;Ospitalario
:Per tua fé dimmi tutto il modo del governo, ché qui t'aspettavo.
;Genovese
:E' un Principe Sacerdote tra loro, che s'appella Sole, e in lingua nostra si dice Metafisico: questo è capo di tutti in spirituale e temporale, e tutti li negozi in lui si terminano.
:Ha tre Principi collaterali: Pon, Sin, Mor, che vuol dir: Potestà, Sapienza e Amore.
:Il Potestà ha cura delle guerre e delle paci e dell'arte militare; è supremo nella guerra, ma non sopra Sole; ha cura dell'offiziali, guerrieri, soldati, munizioni, fortificazioni ed espugnazioni.
:Il Sapienza ha cura di tutte le scienze e delli dottori e magistrati dell'arti liberali e meccaniche, tiene sotto di sé tanti offiziali quante son le scienze: ci è l'Astrologo, il Cosmografo, il Geometra, il Loico, il Rettorico, il Grammatico, il Medico, il Fisico, il Politico, il Morale; e tiene un libro solo, dove stan tutte le scienze, che fa leggere a tutto il popolo ad usanza di Pitagorici. E questo ha fatto pingere in tutte le muraglie, su li rivellini, dentro e di fuori, tutte le scienze.
:Nelle mura del tempio esteriori e nelle cortine, che si calano quando si predica per non perdersi la voce, vi sta ogni stella ordinatamente con tre versi per una.
:Nelle mura del primo girone tutte le figure matematiche, più che non scrisse Euclide ed Archimede, con la lor proposizione significante. Nel di fuore, vi è la carta della terra tutta, e poi le tavole d'ogni provinzia con li riti e costumi e leggi loro, e con l'alfabeti ordinari sopra il loro alfabeto.
:Nel dentro del secondo girone vi son tutte le pietre preziose e non preziose, e minerali, e metalli veri e pinti, con le dichiarazioni di due versi per uno. Nel di fuore vi son tutte sorti di laghi, mari e fiumi, vini ed ogli ed altri liquori, e loro virtù ed origini e qualità; e ci son le caraffe piene di diversi liquori di cento e trecento anni, con li quali sanano tutte l'infirmità quasi.
:Nel dentro del terzo vi son tutte le sorti di erbe ed arbori del mondo pinte, e pur in teste di terra sopra il rivellino e le dichiarazioni dove prima si ritrovaro, e le virtù loro, e le simiglianze c'hanno con le stelle e con li metalli e con le membra umane, e l'uso loro in medicina. Nel di fuora tutte maniere di pesci di fiumi, laghi e mari, e le virtù loro, e 'l modo di vivere, di generarsi e allevarsi, a che serveno; e le simiglianze c'hanno con le cose celesti e terrestri e dell'arte e della natura; sì che mi stupii, quando trovai pesce vescovo e catena e chiodo e stella, appunto come son queste cose tra noi. Ci sono ancini, rizzi, spondoli e tutto quanto è degno di sapere con mirabil arte di pittura e di scrittura che dichiara.
:Nel quarto, dentro vi son tutte sorti di augelli pinti e lor qualità, grandezze e costumi, e la fenice è verissima appresso loro. Nel di fuora stanno tutte sorti di animali rettili, serpi, draghi, vermini, e l'insetti, mosche, tafani ecc., con le loro condizioni, veneni e virtuti; e son più che non pensamo.
:Nel quinto, dentro vi son l'animali perfetti terrestri di tante sorti che è stupore. Non sappiamo noi la millesima parte, e però, sendo grandi di corpo, l'han pinti ancora nel fuore rivellino; e quante maniere di cavalli solamente, o belle figure dichiarate dottamente!
:Nel sesto, dentro vi sono tutte l'arti meccaniche, e l'inventori loro, e li diversi modi, come s'usano in diverse regioni del mondo. Nel di fuori vi son tutti l'inventori delle leggi e delle scienze e dell'armi. Trovai Moisè, Osiri, Giove, Mercurio, Macometto ed altri assai; e in luoco assai onorato era Gesù Cristo e li dodici Apostoli, che ne tengono gran conto, Cesare, Alessandro, Pirro e tutti li Romani; onde io ammirato come sapeano quelle istorie, mi mostraro che essi teneano di tutte nazioni lingua, e che mandavano apposta per il mondo ambasciatori, e s'informavano del bene e del male di tutti; e godeno assai in questo. Viddi che nella China le bombarde e le stampe furo prima ch'a noi. Ci son poi li maestri di queste cose; e li figliuoli, senza fastidio, giocando, si trovano saper tutte le scienze istoricamente prima che abbin dieci anni.
:Il Amore ha cura della generazione, con unir li maschi e le femine in modo che faccin buona razza; e si riden di noi che attendemo alla razza de cani e cavalli, e trascuramo la nostra. Tien cura dell'educazione, delle medicine, spezierie, del seminare e raccogliere li frutti, delle biade, delle mense e d'ogni altra cosa pertinente al vitto e vestito e coito, ed ha molti maestri e maestre dedicate a queste arti.
:Il Metafisico tratta tutti questi negozi con loro, ché senza lui nulla si fa, ed ogni cosa la communicano essi quattro, e dove il Metafisico inchina, son d'accordo.
;Ospitalario
:Or dimmi degli offizi e dell'educazione e del modo come si vive; si è republica o monarchia o stato di pochi.
;Genovese
:Questa è una gente ch'arrivò là dall'Indie, ed erano molti filosofi, che fuggiro la rovina di Mogori e d'altri predoni e tiranni; onde si risolsero di vivere alla filosofica in commune, si ben la communità delle donne non si usa tra le genti della provinzia loro; ma essi l'usano, ed è questo il modo. Tutte cose son communi; ma stan in man di offiziali le dispense, onde non solo il vitto, ma le scienze e onori e spassi son communi, ma in maniera che non si può appropriare cosa alcuna.
:Dicono essi che tutta la proprietà nasce da far casa appartata, e figli e moglie propria, onde nasce l'amor proprio; ché per sublimar a ricchezze o a dignità il figlio o lasciarlo erede, ognuno diventa o rapace publico, se non ha timore, sendo potente; o avaro ed insidioso ed ippocrita, si è impotente. Ma quando perdono l'amor proprio, resta il commune solo.
;Ospitalario
:Dunque nullo vorrà fatigare, mentre aspetta che l'altro fatighi, come Aristotile dice contra Platone.
;Genovese
:Io non so disputare, ma ti dico c'hanno tanto amore alla patria loro, che è una cosa stupenda, più che si dice delli Romani, quanto son più spropriati. E credo che li preti e monaci nostri, se non avessero li parenti e li amici, o l'ambizione di crescere più a dignità, seriano più spropriati e santi e caritativi con tutti.
;Ospitalario
:Dunque là non ci è amicizia, poiché non si fan piacere l'un l'altro.
;Genovese
:Anzi grandissima: perché è bello a vedere, che tra loro non possono donarsi cosa alcuna, perché tutto hanno del commune, e molto guardano gli offiziali, che nullo abbia più che merita. Però quanto è bisogno tutti l'hanno. E l'amico si conosce tra loro nelle guerre, nell'infirmità, nelle scienze, dove s'aiutano e s'insegnano l'un l'altro. E tutti li gioveni s'appellan frati e quei che son quindici anni più di loro, padri, e quindici meno figli. E poi vi stanno l'offiziali a tutte cose attenti, che nullo possa all'altro far torto nella fratellanza.
;Ospitalario
:E come?
;Genovese
:Di quante virtù noi abbiamo, essi hanno l'offiziale: ci è un che si chiama Liberalità, un Magnanimità, un Castità, un Fortezza, un Giustizia, criminale e civile, un Solerzia, un Verità, Beneficienza, Gratitudine, Misericordia, ecc.; e a ciascuno di questi si elegge quello, che da fanciullo nelle scole si conosce inclinato a tal virtù. E però, non sendo tra loro latrocini, né assassinii, né stupri ed incesti, adultèri, delli quali noi ci accusamo, essi si accusano d'ingratitudine, di malignità, quando un non vuol far piacere onesto, di bugia, che abborriscono più che la peste; e di questi rei per pena son privati della mensa commune, o del commerzio delle donne, e d'alcuni onori, finché pare al giudice, per ammendarli.
;Ospitalario
:Or dimmi, come fan gli offiziali?
;Genovese
:Questo non si può dire, se non sai la vita loro. Prima è da sapere che gli uomini e le donne vestono d'un modo atto a guerreggiare, benché le donne hanno la sopravveste fin sotto al ginocchio, e l'uomini sopra.
:E s'allevan tutti in tutte l'arti. Dopo gli tre anni li fanciulli imparano la lingua e l'alfabeto nelle mura, caminando in quattro schiere; e quattro vecchi li guidano e insegnano, e poi li fan giocare e correre, per rinforzarli, e sempre scalzi e scapigli, fin alli sette anni, e li conducono nell'officine dell'arti, cosidori, pittori, orefici, ecc.; e mirano l'inclinazione. Dopo li sette anni vanno alle lezioni delle scienze naturali, tutti; ché son quattro lettori della medesima lezione, e in quattro ore tutte quattro le squadre si spediscono; perché, mentre gli altri si esercitano col corpo, o fan gli pubblici servizi, gli altri stanno alla lezione. Poi tutti si mettono alle matematiche, medicine ed altre scienze, e ci è continua disputa tra di loro e concorrenza; e quelli poi diventano offiziali di quella scienza, dove miglior profitto fanno, o di quell'arte meccanica, perché ognuna ha il suo capo. Ed in campagna, nei lavori e nella pastura delle bestie pur vanno a imparare; e quello è tenuto di più gran nobiltà, che più arti impara, e meglio le fa. Onde si ridono di noi, che gli artefici appellamo ignobili, e diciamo nobili quelli, che null'arte imparano e stanno oziosi e tengon in ozio e lascivia tanti servitori con roina della republica.
:Gli offiziali poi s'eleggono da quelli quattro capi, e dalli mastri di quell'arte, li quali molto bene sanno chi è più atto a quell'arte o virtù, in cui ha da reggere, e propongono in Consiglio, e ognuno oppone quel che sa di loro. Però non può essere Sole se non quello che sa tutte l'istorie delle genti e riti e sacrifizi e republiche ed inventori di leggi ed arti. Poi bisogna che sappia tutte l'arti meccaniche, perché ogni due giorni se n'impara una, ma l'uso qui le fa saper tutte, e la pittura. E tutte le scienze ha da sapere, matematiche, fisiche, astrologiche. Delle lingue non si cura, perché ha l'interpreti, che son i grammatici loro. Ma più di tutti bisogna che sia Metafisico e Teologo, che sappia ben la radice e prova d'ogni arte e scienza, e le similitudini e differenze delle cose, la Necessità, il Fato, e l'Armonia del mondo, la Possanza, Sapienza e Amor divino e d'ogni cosa, e li gradi degli enti e corrispondenze loro con le cose celesti, terrestri e marine, e studia molto bene nei Profeti ed astrologia. Dunque si sa chi ha da esser Sole, e se non passa trentacinque anni, non arriva a tal grado; e questo offizio è perpetuo, mentre non si trova chi sappia più di lui e sia più atto al governo.
;Ospitalario
:E chi può saper tanto? Anzi non può saper governare chi attende alle scienze.
;Genovese
:Io dissi a loro questo, e mi risposero: "Più certi semo noi, che un tanto letterato sa governare, che voi che sublimate l'ignoranti, pensando che siano atti perché son nati signori, o eletti da fazione potente. Ma il nostro Sole sia pur tristo in governo, non sarà mai crudele, né scelerato, né tiranno un chi tanto sa. Ma sappiate che questo è argomento che può tra voi, dove pensate che sia dotto chi sa più grammatica e logica d'Aristotile o di questo o quello autore; al che ci vol sol memoria servile, onde l'uomo si fa inerte, perché non contempla le cose ma li libri, e s'avvilisce l'anima in quelle cose morte; né sa come Dio regga le cose, e gli usi della natura e delle nazioni. Il che non può avvenire al nostro Sole, perché non può arrivare a tante scienze chi non è scaltro d'ingegno ad ogni cosa, onde è sempre attivissimo al governo. Noi pur sappiamo che chi sa una scienza sola, non sa quella né l'altre bene; e che colui che è atto a una sola, studiata in libro, è inerte e grosso. Ma non così avviene alli pronti d'ingegno e facili ad ogni conoscenza, come è bisogno che sia il Sole. E nella città nostra s'imparano le scienze con facilità tale, come tu vedi, che più in un anno qui si sa, che in diece o quindici tra voi, e mira in questi fanciulli."
:Nel che io restai confuso per le ragioni sue e la prova di quelli fanciulli, che intendevano la mia lingua; perché d'ogni lingua sempre han d'esser tre che la sappiano. E tra loro non ci è ozio nullo, se non quello che li fa dotti; che però vanno in campagna a correre, a tirar dardo, sparar archibugi, seguitar fiere, lavorare, conoscer l'erbe, mo una schiera, mo l'altra di loro.
:Li tre offiziali primi non bisogna che sappiano se non quell'arti che all'offizio loro partengono. Onde sanno l'arti communi a tutti, istoricamente imparandole, e poi le proprie, dove più si dà uno che un altro: così il Potestà saperà l'arte cavalieresca, fabricar ogni sorte d'armi, cose di guerra, machine, arte militare, ecc. Ma tutti questi offiziali han d'essere filosofi, e più, ed istorici, naturalisti ed umanisti.
;Ospitalario
:Vorrei che dicessi l'offizi tutti, e li distinguessi; e s'è bisogno l'educazion commune.
;Genovese
:Sono prima le stanze communi, dormitori, letti e bisogni; ma ogni sei mesi si distinguono dalli mastri, chi ha da dormire in questo girone o in quell'altro, e nella stanza prima o seconda, notate per alfabeto.
:Poi son l'arti communi agli uomini e donne, le speculative e meccaniche; con questa distinzione, che quelle dove ci va fatica grande e viaggio, le fan gli uomini, come arare, seminare, cogliere i frutti, pascer le pecore, operar nell'aia, nella vendemmia. Ma nel formar il cascio e mungere si soleno le donne mandare, e nell'orti vicini alla città per erbe e servizi facili. Universalmente, le arti che si fanno sedendo e stando, per lo più son delle donne, come tessere, cuscire, tagliar i capelli e le barbe, la speziaria, fare tutte le sorti di vestimenti; altro che l'arte del ferraro e delle armi. Pur chi è atta a pingere, non se le vieta. La musica è solo delle donne, perché più dilettano, e de' fanciulli, ma non di trombe e tamburi. Fanno anche le vivande; apparecchiano le mense; ma il servire a tavola è proprio delli gioveni, maschi e femine, finché sono di vint'anni.
:Hanno in ogni girone le publiche cucine e le dispense della robba. E ad ogni officio soprastante è un vecchio ed una vecchia, che comandano ed han potestà di battere o far battere da altri li negligenti e disobedienti, e notano ognuno ed ognuna in che esercizio meglio riesce. Tutta la gioventù serve alli vecchi che passano quarant'anni; ma il mastro o maestra han cura la sera, quando vanno a dormire, e la mattina di mandar alli servizi di quelli a chi tocca, uno o due ad ogni stanza, ed essi gioveni si servono tra loro, e chi ricusa, guai a lui! Vi son prime e seconde mense; d'una parte mangiano le donne, dall'altra gli uomini, e stanno come in refettori di frati. Si fa senza strepito, ed un sempre legge a tavola, cantando, e spesso l'offiziale parla sopra qualche passo della lezione. E' una dolce cosa vedersi servire di tanta bella gioventù, in abito succinto, così a tempo, e vedersi a canto tanti amici, frati, figli e madri vivere con tanto rispetto ed amore.
:Si dona a ciascuno, secondo il suo esercizio, piatto di pitanza e menestra, frutti, cascio; e li medici hanno cura di dire alli cochi in quel giorno, qual sorte di vivanda conviene, e quale alli vecchi e quale alli giovani e quale all'ammalati. Gli offiziali hanno la miglior parte; questi mandano spesso della loro a tavola a chi più si ha fatto onore la mattina nelle lezioni e dispute di scienze ed armi, e questo si stima per grande onore e favore. E nelle feste fanno cantar una musica pur in tavola; e perché tutti metteno mano alli servizi, mai non si trova che manchi cosa alcuna, Son vecchi savi soprastanti a chi cucina ed alli refettori, e stimano assai la nettezza nelle strade, nelle stanze e nelli vasi e nelle vestimenta e nella persona.
:Vesteno dentro camisa bianca di lino, poi un vestito, ch'è giubbone e calza insieme, senza pieghe e spaccato per mezzo, dal lato e di sotto, e poi imbottonato. Ed arriva la calza sin al tallone, a cui si pone un pedale grande come un bolzacchino, e la scarpa sopra. E son ben attillate, che quando si spogliano la sopravveste, si scerneno tutte le fattezze della persona. Si mutano le vesti quattro volte varie, quando il Sole entra in Cancro e Capricorno, Ariete e Libra. E, secondo la complessione e la procerità, sta al Medico di distribuirle col Vestiario di ciascun girone. Ed è cosa mirabile che in un punto hanno quante vesti vogliono, grosse, sottili, secondo il tempo. Veston tutti di bianco, ed ogni mese si lavan le vesti col sapone, o bucato quelle di tela.
:Tutte le stanze sottane, sono officine, cucine, granari, guardarobbe, dispense, refettori, lavatori; ma si lavano nelle pile delli chiostri. L'acqua si getta per le latrine o per canali, che vanno a quelle. Hanno in tutte le piazze delli gironi le lor fontane, che tirano l'acque dal fondo solo con muover un legno, onde esse spicciano per li canali. Vi è acqua sorgente, e molta nelle conserve a cui vanno le piogge per li canali delle case, passando per arenosi acquedotti. Si lavano le persone loro spesso, secondo il maestro e 'l medico ordina. L'arti si fanno tutte nei chiostri di sotto, e le speculative di sopra, dove sono le pitture, e nel tempio si leggono.
:Negli atri di fuora son orologi di sole e di squille per tutti i gironi, e banderuole per saper i venti.
;Ospitalario
:Or dimmi della generazione.
;Genovese
:Nulla femina si sottopone al maschio, se non arriva a dicinov'anni né maschio si mette alla generazione inanti alli vintiuno, e più si è di complessione bianco. Nel tempo inanti è ad alcuno lecito il coito con le donne sterili o pregne, per non far in vaso indebito; e le maestre matrone con gli seniori della generazione han cura di provederli, secondo a loro è detto in secreto da quelli più molestati da Venere. Li provedono, ma non lo fanno senza far parola al maestro maggiore, che è un gran medico, e sottostà ad Amore, Prencipe offiziale. Se si trovano in sodomia, sono vituperati, e li fan portare due giorni legata al collo una scarpa, significando che pervertiro l'ordine e posero li piedi in testa, e la seconda volta crescen la pena finché diventa capitale. Ma chi si astiene fin a ventun anno d'ogni coito è celebrato con alcuni onori e canzoni.
:perché quando si esercitano alla lotta, come i Greci antichi, son nudi tutti maschi e femine, li mastri conoscono chi è impotente o no al coito, e quali membra con quali si confanno. E così, sendo ben lavati, si donano al coito ogni tre sere; e non accoppiano se non le femine grandi e belle alli grandi e virtuosi, e le grasse a' macri, e le macre alli grassi, per far temperie. La sera vanno i fanciulli e si conciano i letti, e poi vanno a dormire, secondo ordina il mastro e la maestra. né si pongono al coito se non quando hanno digerito, e prima fanno orazione, ed hanno belle statue di uomini illustri, dove le donne mirano. Poi escono alla fenestra, e pregono Dio del Cielo, che li doni prole buona. E dormeno in due celle, sparti fin a quell'ora che si han da congiungere, ed allora va la maestra, ed apre l'uscio dell'una e l'altra cella. Questa ora è determinata dall'Astrologo e Medico; e si forzan sempre di pigliar tempo, che Mercurio e Venere siano orientali dal Sole in casa benigna e che sian mirati da Giove di buono aspetto e da Saturno e Marte. E così il Sole come la Luna, che spesso sono afete. E per lo più vogliono Vergine in ascendente; ma assai si guardano che Saturno e Marte non stiano in angolo, perché tutti quattro angoli con opposizioni e quadrati infettano, e da essi angoli è la radice della virtù vitale e della sorte, dependente dall'armonia del tutto con le parti. Non si curano del satellizio, ma solo degli aspetti buoni. Ma il satellizio solo nella fondazione della città e della legge ricercano, che però non abbia prencipe Marte o Saturno, se non con buone disposizioni. Ed han per peccato li generatori non trovarsi mondi tre giorni avanti di coito e d'azioni prave, e di non esser devoti al Creatore. Gli altri, che per delizia o per servire alla necessità si donano al coito con sterili o pregne o con donne di poco valore, non osservan queste sottigliezze. E gli offiziali, che son tutti sacerdoti, e li sapienti non si fanno generatori, se non osservano molti giorni più condizioni; perché essi, per la molta speculazione, han debole lo spirito animale, e non transfondeno il valor della testa, perché pensano sempre a qualche cosa; onde trista razza fanno. Talché si guarda bene, e si donano questi a donne vive, gagliarde e belle; e gli uomini fantastichi e capricciosi a donne grasse, temperate, di costumi blandi. E dicono che la purità della complessione, onde le virtù fruttano, non si può acquistare con arte, e che difficilmente senza disposizion naturale può la virtù morale allignare, e che gli uomini di mala natura per timor della legge fanno bene, e, quella cessante, struggon la republica con manifesti o segreti modi. Però tutto lo studio principale deve essere nella generazione, e mirar gli metodi naturali, e non la dote e la fallace nobiltà-
:Se alcune di queste donne non concipeno con uno, le mettono con altri; se poi si trova sterile, si può accomunare, ma non ha l'onor delle matrone in Consiglio della generazione e nella mensa e nel tempio; e questo lo fanno perché essa non procuri la sterilità per lussuriare. Quelle che hanno conceputo, per quindici giorni non si esercitano; poi fanno leggeri esercizi per rinforzar la prole, ed aprir li meati del nutrimento a quella. Partorito che hanno, esse stesse allevano i figli in luoghi communi, per due anni lattando e più, secondo pare al Fisico. Dopo si smamma la prole, e si dona in guardia delle mastre, se son femine, o delli maestri. E con gli altri fanciulli qui si esercitano all'alfabeto, a caminare, correre, lottare, ed alle figure istoriate; ed han vesti di color vario e bello. Alli sette anni si donano alle scienze naturali, e poi all'altre, secondo pare alli offiziali, e poi si mettono in meccanica. Ma li figli di poco valore si mandano alle ville e, quando riescono, poi si riducono alla città. Ma per lo più, sendo generati nella medesima costellazione, li contemporanei son di virtù consimili e di fattezze e di costumi. E questa è concordia stabile nella republica, e s'amano grandemente ed aiutano l'un l'altro.
:Li nomi loro non si mettono a caso, ma dal Metafisico, secondo la proprietà, come usavan li Romani: onde altri si chiamano il Bello, altri il Nasuto, altri il Peduto, altri Bieco, altri Crasso, ecc.; ma quando poi diventano valenti nell'arte loro o fanno qualche prova in guerra, s'aggiunge il cognome dall'arte, come Pittor Magno, Aureo, Eccellente, Gagliardo, dicendo Crasso Aureo, ecc.; o pur dall'atto dicendo: Crasso Forte, Astuto, Vincitore, Magno Massimo, ecc., e dal nemico vinto, come Africano, Asiano, Tosco, ecc.; Manfredi, Tortelio dall'aver superato Manfredi o Tortelio o simili altri. e questi cognomi s'aggiungono dall'offiziali grandi, e si donano conveniente all'atto o arte sua, con applauso e musica. E si vanno a perdere per questi applausi, perché oro e argento non si stima, se non come materia di vasi o di guarnimenti communi a tutti.
;Ospitalario
:Non ci è gelosia tra loro o dolore a chi non sia fatto generatore o quel che ambisce?
;Genovese
:Signor no, perché a nullo manca il necessario loro quanto al gusto; e la generazione è osservata religiosamente per ben pubblico, non privato, ed è bisogno stare al detto dell'offiziali. Platone disse che si dovean gabbare li pretendenti a belle donne immeritatamente, con far uscir la sorte destramente secondo il merito; il che qui non bisogna far con inganno di ballotte per contentarsi delle brutte i brutti, perché tra loro non ci è bruttezza; ché esercitandosi esse donne, diventano di color vivo e di membra forti e grandi, e nella gagliardia e vivezza e grandezza consiste la beltà appresso a loro. Però è pena di vita imbellettarsi la faccia, o portar pianelle, o vesti con le code per coprir i piedi di legno, ma non averiano commodità manco di far questo, perché chi ci li daria? E dicono che questo abuso in noi viene dall'ozio delle donne, che le fa scolorite e fiacche e piccole; e però han bisogno di colori ed alte pianelle, e di farsi belle per tenerezza, e così guastano la propria complessione e della prole. Di più, s'uno s'innamora di qualche donna, è lecito tra loro parlare, far versi, scherzi, imprese di fiori e di piante. Ma se si guasta la generazione, in nullo modo si dispensa tra loro il coito, se non quando ella è pregna o sterile. Però non si conosce tra loro se non amor d'amicizia per lo più, non di concupiscenza ardente.
:La robba non si stima, perché ognuno ha quanto li bisogna, salvo per segno d'onore. Onde agli eroi ed eroisse la republica fa certi doni, in tavola o in feste publiche, di ghirlande o di vestimenta belle fregiate; benché tutti di bianco il giorno e nella città, ma di notte e fuor della città vestono a rosso, o di seta o di lana. Aborreno il color nero, come feccia delle cose, e però odiano i Giapponesi, amici di quello. La superbia è tenuta per gran peccato, e si punisce un atto di superbia in quel modo che l'ha commesso. Onde nullo reputa viltà lo servire in mensa, in cucina o altrove, ma lo chiamano imparare; e dicono che così è onore al piede caminare, come allo occhio guardare; onde chi è deputato a qualche offizio, lo fa come cosa onoratissima, e non tengono schiavi, perché essi bastano a se stessi, anzi soverchiano. Ma noi non così, perché in Napoli son da trecento mila anime, e non faticano cinquanta milia; e questi patiscono fatica assai e si struggono; e l'oziosi si perdono anche per l'ozio, avarizia, lascivia ed usura, e molta gente guastano tenendoli in servitù e povertà, o fandoli partecipi di lor vizi, talché manca il servizio publico, e non si può il campo, la milizia e l'arti fare, se non male e con stento. Ma tra loro, partendosi l'offizi a tutti e le arti e fatiche, non tocca faticar quattro ore il giorno per uno; sì ben tutto il resto è imparare giocando, disputando, leggendo, insegnando, caminando, e sempre con gaudio. E non s'usa gioco che si faccia sedendo, né scacchi, né dadi, né carte o simili, ma ben la palla, pallone, rollo, lotta, tirar palo, dardo, archibugio.
:Dicono ancora che la povertà grande fa gli uomini vili, astuti, ladri, insidiosi, fuorasciti, bugiardi, testimoni falsi; e le ricchezze insolenti, superbi, ignoranti, traditori, disamorati, presumitori di quel che non sanno. Però la communità tutti li fa ricchi e poveri: ricchi, ch'ogni cosa hanno e possedono; poveri, perché non s'attaccano a servire alle cose, ma ogni cosa serve a loro. E molto laudano in questo le religioni della cristianità e la vita dell'Apostoli.
;Ospitalario
:E' bella cosa questa e santa; ma quella delle donne communi pare dura e ardua. S. Clemente Romano dice che le donne pur sian communi, ma la glosa intende quanto all'ossequio, non al letto, e Tertulliano consente alla glosa; ché i Cristiani antichi tutto ebbero commune, altro che le mogli, ma queste pur furo communi nell'ossequio.
;Genovese
:Io non so di questo; e ben so che essi han l'ossequio commune delle donne e 'l letto, ma non sempre, se non per generare. E credo che si possano ingannare ancora; ma essi si difendono con Socrate, Catone, Platone ed altri. Potria stare che lasciassero quest'uso un giorno, perché nelle città soggette a loro non accomunano se non le robbe, e le donne quanto all'ossequio ed all'arti, ma non al letto; e questo l'ascrivono all'imperfezione di quelli che non ha filosofato. Però vanno spiando di tutte nazioni l'usanze, e sempre migliorano; e quando sapranno le ragioni vive del cristianesimo provate con miracoli, consentiranno, perché son dolcissimi. Ma fin mo trattano naturalmente senza fede rivelata; né ponno a più sormontare.
:Di più questo è bello, che fra loro non ci è difetto che faccia l'uomo ozioso, se non l'età decrepita, quando serve solo per consiglio. Ma chi è zoppo serve alle sentinelle con gli occhi; chi non ha occhi serve a carminar la lana e levar il pelo dal nervo delle penne per li matarazzi, chi non ha mani, ad altro esercizio; e se un membro solo ha, con quello serve nelle ville, e son governati bene, e son spie che avvisano alla republica ogni cosa.
;Ospitalario
:Di' mo della guerra; ché poi dell'arti e vitto mi dirai, poi delle scienze, e al fine della religione.
;Genovese
:Il Potestà tiene sotto di sé un offiziale dell'armi, un altro dell'artellaria, un delli cavalieri, un delli ingegneri; ed ognuno di questi ha sotto di sé molti capi mastri di quell'arte. Ma di più ci sono gli atleti, che a tutti insegnano l'esercizio della guerra. Questi sono attempati, prudenti capitani, che esercitano li gioveni e di dodici anni in suso all'arme; benché prima nella lotta e correre e tirar pietre erano avvezzi da mastri inferiori. Or questi insegnano a ferire, a guadagnar l'inimico con arte, a giocar di spada, di lancia, a saettare, a cavalcare, a seguire, a fuggire, a star nell'ordine militare. E le donne pure imparano queste arti sotto maestre e mastri loro, per quando fusse bisogno aiutar gli uomini nelle guerre vicine alla città; e, se venisse assalto, difendono le mura. Onde ben sanno sparar l'archibugio, far balle, gittar pietre, andar incontro. E si sforzano t“r da loro ogni timore, ed hanno gran pene quei che mostran codardia. Non temono la morte, perché tutti credono l'immortalità dell'anima, e che, morendo, s'accompagnino con li spiriti buoni e rei, secondo li meriti. Benché essi siano stati Bragmani Pitagorici, non credono trasmigrazione d'anima, se non per qualche giudizio di Dio. né s'astengono di ferir il nemico ribello della ragione, che non merita esser uomo.
:Fanno la mostra ogni dui mesi, ed ogni giorno ci è l'esercizio dell'arme, o in campagna, cavalcando, o dentro, ed una lezione d'arte militare, e fanno sempre leggere l'istorie di Cesare, d'Alessandro, di Scipione e d'Annibale, e poi donano il giudizio loro quasi tutti, dicendo: "Qui fecero bene, qui male"; e poi risponde il mastro e determina.
;Ospitalario
:Con chi fan le guerre? e per che causa, se son tanto felici?
;Genovese
:Se mai non avessero guerra, pure s'esercitano all'arte di guerra ed alla caccia per non impoltronire e per quel che potria succedere. Di più, vi son quattro regni nell'isola, li quali han grande invidia della felicità loro, perché li popoli desiderariano vivere come questi Solari, e vorriano star più soggetti ad essi, che non a' propri regi. Onde spesso loro è mossa guerra, sotto color d'usurpar confini e di viver empiamente, perché non sequeno le superstizioni di Gentili, né dell'altri Bragmani; e spesso li fan guerra, come ribelli che prima erano soggetti. E con tutto questo perdono sempre. Or essi Solari, subito che patiscono preda, insulto o altro disonore, o son travagliati l'amici loro, o pure son chiamati d'alcune città tiranneggiate come liberatori, essi si mettono a consiglio, e prima s'inginocchiano a Dio e pregano che li faccia ben consigliarsi, poi s'esamina il merito del negozio, e così si bandisce la guerra. Mandano un sacerdote detto il Forense: costui dimanda a' nemici che rendano il tolto o lascino la tirannia; e se quelli negano, li bandiscono la guerra., chiamando Dio delle vendette a testimonio contra di chi ha il torto; e si quelli prolungano il negozio, non li danno tempo, si è re, più d'un ora, si è republica, tre ore a deliberar la risposta, per non esser burlati; e così si piglia la guerra, se quelli son contumaci alla ragione. Ma dopo ch'è pigliata, ogni cosa esequisce il locotenente del Potestà; ed esso comanda senza consiglio d'altri; ma si è cosa di momento, domanda il Amor e 'l Sapienza e 'l Sole. Si propone in Consiglio grande, dove entra tutto il popolo di venti anni in su, e le donne ancora, e si dichiara la giustizia dell'impresa dal Predicatore, e mettono in ordine ogni cosa.
:Devesi sapere ch'essi hanno tutte le sorti d'arme apparecchiate nell'armari, e spesso si provano quelle in guerre finte. Han per tutti li gironi, nell'esteriore muro, l'artellerie e l'artiglieri preparati e molti altri cannoni di campagna che portano in guerra, e n'han pur di legno, nonché di metallo; e così sopra le carra li conducono, l'altre munizioni nelle mule, e bagaglie. E se sono in campo aperto, serrano le bagaglie in mezzo e l'artellerie, e combattono gran pezzo, e poi fan ritirata. E 'l nemico, credendo che cedano, s'inganna; perché essi fanno ala, pigliano fiato e lasciano l'artiglierie sparare, e poi tornano alla zuffa contra nemici scompigliati. Usano far i padiglioni alla romana con steccati e fosse intorno con gran prestezza. Ci son li mastri di bagaglie, d'artellerie e dell'opere. Tutti soldati san maneggiar la zappa e la secure. Vi son cinque, otto o diece capitani di consiglio di guerra e di stratagemme, che comandano alle squadre loro secondo prima insieme si consigliarono. Soleno portar seco una squadra di fanciulli a cavallo per imparar la guerra, ed incarnarsi, come lupicini al sangue; e nei pericoli si ritirano, e molte donne e fanciulli fanno carezze alli guerrieri, li medicano, servano, abbracciano e confortano; e quelli, per mostrarsi valenti alle donne e figli loro, fanno gran prove. Nell'assalti, chi prima saglie il muro ha dopo in onore una corona di gramigna con applauso militare delle donne e fanciulli. Chi aiuta il compagno ha la corona civica di quercia; chi uccide il tiranno, le spoglie opime, che porta al tempio, e si dona al Sole il cognome dell'impresa.
:Usano i cavalieri una lancia, due pistole avanti cavallo, di mirabil tempra, strette in bocca, che per questo passano ogni armatura, ed hanno anco lo scocco. Altri portano la mazza, e questi son gli uomini d'arme, perché, non potendo un'armatura ferrea penetrare con spada o con pistola, sempre assaltano il nemico con la mazza, come Achille contra Cigno, e lo sconquassano e gittano. Ha due catene la mazza in punta, a cui pendeno due palle, che, menando, circondano il collo del nemico, lo cingeno, tirano e gettano; e, per poterla maneggiare, non tengono briglia con mano, ma con li piedi, incrocchiata nella sella, ed avvinchiata nell'estremo alle staffe, non alli piedi, per non impedirsi; e le staffe han di fuori la sfera e dentro il triangolo, onde il piè torcendo ne' lati, le fan girare, ché stan affibbiate alli staffili, e così tirano a sé o allungano il freno con mirabil prestezza, e con la destra torceno a sinistra ed a contrario. Questo secreto manco i Tartari hanno inteso, ché stirare e torcere non usano con le staffe. Li cavalli leggeri cominciano con li schioppi, e poi entrano l'aste e le frombole, delle quali tengono gran conto. E usano combattere per fila intessute, andando altri, ed altri ritirandosi a vicenda; e le spade sono l'ultima prova.
:Ci son poi li trionfi militari ad uso di Romani, e più belli, e le supplicazioni ringraziatorie. E si presenta al tempio il capitano, e si narrano li gesti dal poeta o istorico ch'andò con lui. E 'l Principe lo corona, ed a tutti soldati fa qualche regalo ed onore, e per molti dì sono esenti dalle fatiche publiche. Ma essi l'hanno a male, perché non sanno stare oziosi ed aiutano gli altri. E all'incontro quei che per loro colpa han perduto, si ricevono con vituperio, e chi fu il primo a fuggire non può scampar la morte, se non quando tutto l'esercito domanda in grazia la sua vita, ed ognuno piglia parte della pena. Ma poco s'ammette tal indulgenza, si non quando ci è gran ragione. Chi non aiutò l'amico o fe' atto vile, è frustato; chi fu disobediente, si mette a morire dentro a un palco di bestie con un bastone in mano, e se vince i leoni e l'orsi, che è quasi impossibile, torna in grazia.
:Le città superate o date a loro subito mettono ogni avere in commune, e riceveno gli offiziali solari e la guardia, e si van sempre acconciando all'uso della Città del Sole, maestra loro; e mandano li figli ad imparare in quella, senza contribuire a spese.
:Saria lungo a dirti del mastro delle spie e sentinelle, degli ordini loro dentro e fuore la città, che te li puoi pensare, ché son eletti da bambini secondo l'inclinazione e costellazione vista nella genitura loro. Onde ognuno, oprando secondo la proprietà sua naturale, fa bene quell'esercizio e con piacere per esserli naturale; così dico delle stratagemme ed altri. La città di notte e di giorno ha le guardie nelle quattro porte e nelle mura estreme, su li torrioni e valguardi: e lo girone il dì le femine, la notte li maschi guardano; e questo lo fanno per non impoltronire e per li casi fortuiti. Han le veglie, come i nostri soldati, divise di tre in tre ore; la sera entrano in guardia.
:Usano le cacce per imagini di guerra, e li giochi in piazza a cavallo e a piede ogni festa, e poi segue la musica.
:Perdonano volentieri a' nemici e dopo la vittoria li fanno bene. Se gettano mura o vogliono occider i capi o altro danno a' vinti, tutto fanno in un giorno, e poi li fanno bene, e dicono che non si deve far guerra se non per far gli uomini buoni, non per estinguerli. Se tra loro ci è qualche gara d'ingiuria o d'altro, perché essi non contendono se non di onore, il Principe ed i suoi offiziali puniscono il reo secretamente, s'incorse ad ingiuria di fatto dopo le prime ire; se di parole, aspettano in guerra a diffinirle, dicendo che l'ira si deve sfogare contra l'inimici. E chi fa poi in guerra più atti eroici, quello è tenuto c'abbia raggione nell'onoranza, e l'altro cede. Ma nelle cose del giusto ci son le pene; però in duello di mano non ponno venire, e chi vuol mostrarsi megliore, faccilo in guerra publica.
;Ospitalario
:Bella cosa per non fomentar fazioni a roina della patria e schifar le guerre civili, onde nasce il tiranno, come fu in Roma e Atene. Narra or, ti prego, dell'artifici loro.
;Genovese
:Devi avere inteso come commune a tutti è l'arte militare, l'agricoltura, la pastorale; ch'ognuno è obbligato a saperle, e queste son le più nobili tra loro; ma chi più arti sa, più nobile è, e nell'esercitarla quello è posto, che è più atto. L'arti fatigose, ed utili son di più laude, come il ferraro, il fabricatore; e non si schifa nullo a pigliarle, tanto più che nella natività loro si vede l'inclinazione, e tra loro, per lo compartimento delle fatiche, nullo viene a participar fatica destruttiva dell'individuo, ma solo conservativa. L'arti che sono di manco fatica son delle femine. Le speculative son di tutti, e chi più è eccellente si fa lettore; e questo è più onorato che nelle meccaniche, e si fa sacerdote. Saper natare è a tutti necessario, e ci sono a posta le piscine fuor delle fosse della città, e dentro vi son le fontane.
:La mercatura a loro poco serve, ma però conoscono il valor delle monete, e battono moneta per l'ambasciatori loro, acciocché possano commutare con le pecunia il vitto che non ponno portare, e fanno venire d'ogni parte del mondo mercanti a loro per smaltir le cose soverchie, e non vogliono danari, se non merci di quelle cose che essi non hanno. E si ridono quando vedeno i fanciulli, che quelli donano tanta robba per poco argento, ma non li vecchi. Non vogliono che schiavi o forastieri infettino la città di mali costumi; però vendono quelli che pigliano in guerra, o li mettono a cavar fosse o far esercizi faticosi fuor della città, dove sempre vanno quattro squadre di soldati a guardare il territorio e quelli che lavorano, uscendo dalle quattro porte, le quali hanno le strade di mattoni fin al mare per condotta delle robbe e facilità delli forastieri. Alli quali fanno gran carezze, li donano da mangiare per tre giorni, li lavano li piedi, li fan veder la città e l'ordine loro, entrare a Consiglio ed a mensa. E ci son uomini deputati a guardarli, e se voglion farsi cittadini, li provano un mese nelle ville ed uno nella città, e così poi risolveno, e li ricevono con certe cerimonie e giuramenti.
:L'agricoltura è in gran stima: non ci è palmo di terra che non frutti. Osservano li venti e le stelle propizie, ed escono tutti in campo armati ad arare, seminare, zappare, metere, raccogliere, vindemmiare, con musiche, trombe e stendardi; ed ogni cosa fanno tra pochissime ore. Hanno le carra a vela, che caminano con il vento, e quando non ci è vento, una bestia tira un gran carro, bella cosa, ed han li guardiani del territorio armati, che per li campi sempre van girando. Poco usano letame all'orti ed a' campi, dicendo che li semi diventano putridi e fan vita breve, come le donne imbellettate e non belle per esercizio fanno prole fiacca. Onde né pur la terra imbellettano, ma ben l'esercitano, ed hanno gran secreti di far nascer presto e multiplicare, e non perder seme. E tengon un libro a posta di tal esercizio, che si chiama la Georgica. Una parte del territorio, quanto basta, si ara; l'altra serve per pascolo delle bestie. Or questa nobil arte di far cavalli, bovi, pecore, cani ed ogni sorte d'animali domestici è in sommo pregio appresso loro, come fu in tempo antico d'Abramo; e con modi magici li fanno venire al coito, che possan ben generare, inanzi a cavalli pinti o bovi o pecore; e non lasciano andar in campagna li stalloni con le giumente, ma li donano a tempo opportuno inanzi alle stalle di campagna. Osservano Sagittario in ascendente, con buono aspetto di Marte e Giove: per li bovi, Tauro, per le pecore, Ariete, secondo l'arte. Hanno poi mandre di galline sotto le Pleiadi e papare e anatre, guidate a pascere dalle donne con gusto loro presso alla città e li luochi, dove la sera son serrate a far il cascio e latticini, butiri e simili. Molto attendono a' caponi ed a' castrati ed al frutto, e ci è un libro di quest'arte detto la Bucolica. Ed abbondano d'ogni cosa, perché ognuno desidera esser primo alla fatica per la docilità delli costumi e per esser poca e fruttuosa; ed ognun di loro, che è capo di questo esercizio, s'appella Re, dicendo che questo è nome loro proprio, e di chi non sa. Gran cosa, che le donne ed uomini sempre vanno in squadroni, né mai soli, e sempre all'obedienza del capo si trovano senza nullo disgusto; e ciò perché l'hanno come padre o frate maggiore.
:Han poi le montagne e le cacce d'animali, e spesso s'esercitano.
:La marineria è di molta reputazione, e tengono alcuni vascelli, che senza vento e senza remi caminano, ed altri con vento e remi. Intendono assai le stelle, e flussi e reflussi del mare, e navigano per conoscer genti e paesi. A nullo fan torto; senza esser stimolati non combattono. Dicono che il mondo averà da riducersi a vivere come essi fanno, però cercano sempre sapere se altri vivono meglio di loro. Hanno confederazione con gli Chinesi, e con più popoli isolani e del continente, di Siam di Cancacina e di Calicut, solo per spiare.
:Hanno anche gran secreti di fuochi artifiziali per le guerre marine e terrestri, e stratagemme, che mai non restan di vincere.
;Ospitalario
:Che e come mangiano? e quanto è lunga la vita loro?
;Genovese
:Essi dicono che prima bisogna mirar la vita del tutto e poi delle parti; onde quando edificaro la città, posero i segni fissi nelli quattro angoli del mondo. Il Sole in ascendente in Leone, e Giove in Leone orientale dal Sole, e Mercurio e Venere in Cancro, ma vicini, che facean satellizio; Marte nella nona in Ariete, che mirava di sua casa con felice aspetto l'ascendente e l'afeta. e la Luna in Tauro, che mirava di buono aspetto Mercurio e Venere, e non facea aspetto quadrato al Sole. Stava Saturno entrando nella quarta, senza far malo aspetto a Marte ed al Sole. La Fortuna con il capo di Medusa in decima quasi era, onde essi s'augurano signoria, fermezza e grandezza. E Mercurio, sendo in buono aspetto di Vergine e nella triplicità dell'asside suo, illuminato dalla Luna, non può esser tristo; ma, sendo gioviale, la scienza loro non mendica; poco curando d'aspettarlo in Vergine e la congiunzione.
:Or essi mangiano carne, butiri, mele, cascio, dattili, erbe diverse, e prima non volean uccidere gli animali, parendo crudeltà; ma poi vedendo che era crudeltà ammazzar l'erbe, che han senso, onde bisognava morire, consideraro che le cose ignobili son fatte per le nobili, e magnano ogni cosa. Non però uccidono volentieri l'animali fruttuosi, come bovi e cavalli. Hanno però distinto li cibi utili dalli disutili, e secondo la medicina si serveno; una fiata mangiano carne, una pesce ed una erbe, e poi tornano alla carne per circolo, per non gravare né estenuare la natura. Li vecchi han cibi più digestibili, e mangiano tre volte il giorno e poco, li fanciulli quattro, la communità due. Vivono almeno cento anni, al più centosettanta, o duecento al rarissimo. E son molto temperati nel bevere: vino non si dona a' fanciulli sino alli diciannove anni senza necessità grandissima, e bevono con acqua poi, e così le donne; li vecchi di cinquanta anni in su beveno senz'acqua. Mangiano, secondo la stagione dell'anno, quel che è più utile e proprio, secondo provisto viene dal capo medico, che ha cura. Usano assai l'odori: la mattina, quando si levano, si pettinano e lavano con acqua fresca tutti; poi masticano maiorana e petroselino o menta, e se la frecano nelle mani, e li vecchi usano incenso; e fanno l'orazione brevissima a levante come il Pater Noster; ed escono e vanno chi a servire i vecchi, chi in coro, chi ad apparecchiare le cose del commune; e poi escono all'esercizio, poi riposano poco, sedendo, e vanno a magnare.
:Tra loro non ci è podagre, né chiragre, né catarri, né sciatiche, né doglie coliche, né flati, perché questi nascono dalla distillazione ed inflazione, ed essi per l'esercizio purgano ogni flato ed umore. Onde è tenuto a vergogna che uno si vegga sputare, dicendo che questo nasce da poco esercizio, da poltroneria o da mangiar ingordo. Patiscono più tosto d'infiammazioni e spasmi secchi alli quali con la copia del buon cibo e bagni sovvengono; ed all'etica con bagni dolci e latticini, e star in campagne amene in bello esercizio. Morbo venereo non può allignare, perché si lavano spesso li corpi con vino ed ogli aromatici; e il sudore anche leva quell'infetto vapore, che putrefà il sangue e le midolle. né tisici si fanno, per non essere distillazione che cali al petto, e molto meno asma, poiché umor grosso ci vuole a farla. Curano le febri ardenti con acqua fresca, e l'efimere solo con odori e brodi grassi o con dormire o con suoni ed allegrie; le terzane con levar sangue e con reubarbaro o simili attrattivi, e con bevere acque di radici d'erbe purganti ed acetose. Di rado vengono a medicina purgante. Le quartane son facili a sanare per paure sùbite, per erbe simili all'umore od opposite; e mi mostraro certi secreti mirabili di quelle. Delle continue tengono conto assai, e fanno osservanza di stelle e d'erbe, e preghiere a Dio per sanarle. Quintane, ottane, settane poche si trovano, dove non ci sono umori grossi. Usano li bagni e l'olei all'usanza antica, e ci trovaro molti più secreti per star netto, sano, gagliardo. Si sforzano con questi ed altri modi aiutarsi contra il morbo sacro che ne pateno spesso.
;Ospitalario
:Segno d'ingegno grande, onde Ercole, Socrate, Macometto, Scoto e Callimaco ne patiro.
;Genovese
:E s'aiutano con preghiere al cielo e con odori e confortanti della testa e cose acide ed allegrezze e brodi grassi, sparsi di fiori di farina. Nel condir le vivande non han pari: pongono macis, mele, butiro e con aromati assai, che ti confortano gradevolmente. Non beveno annevato, come i Napolitani, neanche caldo, come li Chinesi, perché non han bisogno d'aiutarsi contra l'umori grossi in favor del natio calore, ma lo confortano con aglio pesto ed aceto, serpillo, menta, basilico, l'estate e nella stanchezza; né contra il soverchio calor dell'aromati aumentato, perché non escono di regola. Hanno pur un secreto di rinovar la vita ogni sette anni, senza afflizione, con bell'arte.
;Ospitalario
:Non hai ancora detto delle scienze e degli offiziali.
;Genovese
:Sì, ma poiché sei tanto curioso, ti dirò più. Ogni nove luna ed ogni opposizione sua fanno Consiglio dopo il sacrifizio; e qui entrano tutti di venti anni in suso, e si dimanda ad ognuno che cosa manca alla città, e chi offiziale è buono e chi è tristo. Dopo ogn'otto dì, si congregano tutti gli offiziali, che con il Sole, Pon, Sir, Mor; ed ognun di questi ha tre offiziali sotto di sé che son tredici, ed ognun di questi tre altri, che son tutti quaranta; e quelli han l'offizi dell'arti convenienti a loro, il Potestà della milizia, il Sapienza delle scienze, il Amore del vitto, generazione e vestito ed educazione; e li mastri d'ogni squadra, cioè caporioni, decurioni, centurioni sì delle donne come degli uomini. E si ragiona di quel che bisogna al publico, e si eleggon gli offiziali, pria nominati in Consiglio grande. Dopo ogni dì fa consiglio Sole e li tre Principi delle cose occorrenti, e confirmano e conciano quel che si è trattato nell'elezione e gli altri bisogni. Non usano sorti, se non quando son dubbi in modo che non sanno a qual parte pendere. Questi offiziali si mutano secondo la volontà del popolo inchina, ma li quattro primi no, se non quando essi stessi, per consiglio fatto tra loro, cedono a chi veggono saper più di loro, ed aver più purgato ingegno; e son tanto docili e buoni, che volentieri cedeno a chi più sa ed imparano da quelli; ma questo è di rado assai.
:Li capi principali delle scienze son soggetti al Sapienza, altri che il Metafisico che è esso Sole, che a tutte le scienze comanda, come architetto, ed ha vergogna ignorare cosa alcuna al mondo umano. Sotto a lui sta il Grammatico, il Logico, il Fisico, il Medico, il Politico, l'Economico, il Morale, l'Astronomo, l'Astrologo, il Geometra, il Cosmografo, il Musico, il Prospettivo, l'Aritmetico, il Poeta, l'Oratore, il Pittore, il Scultore. Sotto Amore, sta il Genitario, l'Educatore, il Vestiario, l'Agricola, l'Armentario, il Pastore, il Cicurario, il Gran Coquinario. Sotto Podestà il Stratagemmario, il Ferrario, l'Armario, l'Argentario, il Monetario, l'Ingegnero, Mastro spia, Mastro cavallerizzo, il Gladiatore, l'Artegliero, il Frombolario, il Giustiziero. E tutti questi han li particolari artefici soggetti.
:Or qui hai da sapere che ognun è giudicato da quello dell'arte sua; talché ogni capo dell'arte è giudice, e punisce d'esilio, di frusta, di vituperio, di non mangiar in mensa commune, di non andar in chiesa, non parlar alle donne. Ma quando occorre caso ingiurioso, l'omicidio si punisce con morte, ed occhio per occhio, naso per naso si paga la pena della pariglia, quando è caso pensato. Quando è rissa subitanea, si mitiga la sentenza, ma non dal giudice, perché condanna subito secondo la legge, ma dalli tre Principi. E s'appella pure al Metafisico per grazia, non per giustizia, e quello può far la grazia. Non tengono carceri, se non per qualche ribello nemico un torrione. Non si scrive processo, ma in presenza del giudice e del Potestà si dice il pro e il contra; e subito si condanna dal giudice; e poi dal Potestà, se s'appella, il sequente dì si condanna; e poi dal Sole il terzo dì si condanna, o s'aggrazia dopo molti dì con consenso del popolo. E nessuno può morire, se tutto il popolo a man comune non l'uccide; ché boia non hanno, ma tutti lo lapidano o brugiano, facendo che esso s'elegga la polvere per morir subito. E tutti piangono e pregano Dio, che plachi l'ira sua, dolendosi che sian venuti a resecare un membro infetto dal corpo della republica; e fanno di modo che esso stesso accetti la sentenza, e disputano con lui fin tanto che esso, convinto, dica che la merita; ma quando è cosa contra la libertà o contra Dio, o contra gli offiziali maggiori, senza misericordia si esequisce. Questi soli si puniscono con morte; e quel che more ha da dire tutte le cause perché non deve morire, e li peccati degli altri e dell'offiziali, dicendo quelli meritano peggio; e se vince, lo mandano in esilio e purgano la città con preghiere e sacrifizi ed ammende; ma non però travagliano li nominati.
:Li falli di fragilità e d'ignoranza si puniscono solo con vituperi, e con farlo imparare a contenersi, e quell'arte in cui peccò, o altra, e si trattano in modo, che paiono l'un membro dell'altro.
:Qui è da sapere, che se un peccatore, senza aspettare accusa, va da sé all'offiziali accusandosi e dimandando ammenda, lo liberano dalla pena dell'occulto peccato e la commutano mentre non fu accusato.
:Si guardano assai dalla calunnia per non patir la medesima pena. E perché sempre stanno accompagnati quasi, ci vuole cinque testimoni a convincere, se non si libera col giuramento il reo. Ma se due altre volte è accusato da dui o tre testimoni, al doppio paga le pena.
:Le leggi son pochissime, tutte scritte in una tavola di rame alla porta del tempio, cioè nelle colonne, nelle quali ci son scritte tutte le quiddità delle cose in breve: che cosa è Dio, che cosa è angelo, che cosa è mondo, stella, uomo, ecc., con gran sale, e d'ogni virtù la diffinizione. E li giudici d'ogni virtù hanno la sedia in quel loco, quando giudicano, e dicono: "Ecco, tu peccasti contra questa diffinizione: leggi"; e così poi lo condanna o d'ingratitudine o di pigrizia o d'ignoranza; e le condanne son certe vere medicine, più che pene, e di soavità grande.
;Ospitalario
:Or dire ti bisogna delli sacerdoti e sacrifizi e credenza loro.
;Genovese
:Sommo sacerdote è il Sole; e tutti gli offiziali son sacerdoti, parlando delli capi, ed offizio loro è purgar le conscienze. Talché tutti si confessano a quelli, ed essi imparano che sorti di peccati regnano. E si confessano alli tre maggiori tanto li peccati propri, quanto gli strani in genere, senza nominare gli peccatori, e li tre poi si confessano al Sole. Il quale conosce che sorti di errori corrono e sovviene alli bisogni della città e fa a Dio sacrifizio ed orazioni, a cui esso confessa li peccati suoi e di tutto il popolo publicamente in su l'altare, ogni volta che sia necessario per amendarli, senza nominar alcuno. E così assolve il popolo, ammonendo che si guardi in quelli errori, e confessa i suoi in publico e poi fa sacrifizio a Dio, che voglia assolvere tutta la città ed ammaestrarla e difenderla. Il sacrifizio è questo, che dimanda al popolo chi si vol sacrificare per gli suoi membri, e così un di quelli più buoni si sacrifica. E 'l sacerdote lo pone sopra una tavola, che è tenuta da quattro funi, che stanno a quattro girelle della cupola, e, fatta l'orazione a Dio che riceva quel sacrifizio nobile e voluntario umano (non di bestie involuntarie, come fanno i Gentili), fa tirar le funi; e questo saglie in alto alla cupoletta e qui si mette in orazione; e li si dà da magnare parcamente, sino a tanto che la città è espiata. Ed esso con orazioni e digiuni prega Dio, che riceva il pronto sacrifizio suo; e così, dopo venti o trenta giorni, placata l'ira di Dio, torna a basso per le parti di fuore o si fa sacerdote; e questo è sempre onorato e ben voluto, perché esso si dà per morto, ma Dio non vuol che mora.
:Di più vi stanno vintiquattro sacerdoti sopra il tempio, li quali a mezzanotte, a mezzodì, la mattina e la sera cantano alcuni salmi a Dio; e l'offizio loro è di guardar le stelle e notare con astrolabi tutti li movimenti loro e gli effetti che producono, onde sanno in che paese che mutazione è stata e ha da essere. E questi dicono l'ora della generazione e li giorni del seminare e raccogliere, e serveno come mezzani tra Dio e gli uomini; e di essi per lo più si fanno li Soli e scriveno gran cose ed investigano scienze. Non vengono a basso, se non per mangiare; con donne non si impacciano, se non qualche volta per medicina del corpo. Va ogni dì Sole in alto e parla con loro di quel che hanno investigato sopra il benefizio della città e di tutte le nazioni del mondo. In tempio a basso sempre ha da esser uno che faccia orazione a Dio, ed ogni ora si muta, come noi facciamo le quarant'ore, e questo si dice continuo sacrifizio.
:Dopo mangiare si rendon grazie a Dio con musica, e poi si cantano gesti di eroi cristiani, ebrei, gentili, di tutte nazioni, per spasso e per godere. Si cantano inni d'amore e di sapienza e virtù. Si piglia ognuno quella che più ama, e fanno alcuni balli sotto li chiostri, bellissimi. Le donne portano li capelli lunghi, inghirlandati ed uniti in un groppo in mezzo la testa con una treccia. Gli uomini solo un cerro, un velo e berrettino. Usano cappelli in campagna, in casa berrette bianche o rosse o varie, secondo l'offizio ed arte che fanno, e gli officiali più grandi e pompose.
:Tutte le cose loro son quattro principali, cioè quando entra il sole in Ariete, in Cancro, in Libra, il Capricorno; e fanno gran rappresentazioni belle e dotte; ed in ogni congiunzione ed opposizione di luna fanno certe feste. E nelli giorni che fondaro la città e quando ebbero vittoria, fanno il medesimo con musica di voci feminine e con trombe e tamburi ed artiglierie; e li poeti cantano le laudi delli più virtuosi. Ma chi dice bugia in laude è punito; non si può dir poeta chi finge menzogna tra loro; e questa licenza dicono che è ruina del mondo, che toglie il premio alle virtù e lo dona altrui per paura o adulazione.
:Non si fa statua a nullo, se non dopo che more; ma, vivendo, si scrive nel libro delli eroi chi ha trovato arti nove o secreti d'importanza, o fatto gran benefizio in guerra o pace al publico.
:Non si atterrano li corpi morti, ma si bruggiano per levar la peste e per convertirsi in fuoco, cosa tanto nobile e viva, che vien dal sole ed a lui torna, e per non restar sospetto d'idolatria. Restano pitture solo o statue di grand'uomini, e quelle che mirano le donne formose, che s'applicano all'uso della razza.
:L'orazioni si fan alli quattro angoli del mondo orizzontali, e la mattina prima a levante, poi a ponente, poi ad austro, poi a settentrione; la sera al riverso, prima a ponente, poi a levante, poi a settentrione, poi ad austro. E replicano solo un verso, che dimanda corpo sano e mente sana al loro ed a tutte le gente, e beatitudine, e conclude: "come par meglio a Dio." Ma l'orazione attentamente e lunga si fa in cielo; però l'altare è tondo e in croce spartito, per dove entra Sole dopo le quattro repetizioni, e prega mirando in suso. Questo lo fan per gran misterio. Le vesti pontificali son stupende di bellezza e di significato a guisa di quelle d'Aron.
:Distinguono li tempi secondo l'anno tropico, non sidereo, ma sempre notano quanto anticipa questo di tempo. Credono che il sole cali a basso, e però facendo più stretti circoli arriva alli tropici ed equinozi che l'anno passato; o vero pare arrivare, ché l'occhio, vedendolo più basso in obliquo, lo vede prima giungere ed obliquare. Misurano li mesi con la luna e l'anno con il sole; e però non accordano questa con quello fino alli diciannove anni, quando pur il capo del Drago finisce il suo corso; del che han fatto nova astronomia. Laudano Tolomeo ed ammirano Copernico, benché Aristarco e Filolao prima di lui; ma dicono che l'uno fa il conto con le pietre, l'altro con le fave, ma nullo con le stesse cose contate, e pagano il mondo con li scudi di conto, non d'oro. Però essi cercano assai sottilmente questo negozio, perché importa a saper la fabbrica del mondo, e se perirà e quando, e la sostanza delle stelle e chi ci sta dentro a loro. E credono esser vero quel che disse Cristo delli segni delle stelle, sole e luna, li quali alli stolti non pareno veri, ma li venirà, come ladro di notte, il fin delle cose. Onde aspettano la renovazione del secolo, e forsi il fine. Dicono che è gran dubbio sapere se 'l mondo fu fatto di nulla o delle rovine d'altri mondi o del caos; ma par verosimile che sia fatto, anzi certo. Son nemici d'Aristotile, l'appellano pedante.
:Onorano il sole e le stelle come cose viventi e statue di Dio e tempi celesti; ma non l'adorano, e più onorano il sole. Nulla creatura adorano di latria, altro che Dio, e però a lui serveno solo sotto l'insegna del sole, ch'è insegna e volto di Dio, da cui viene la luce e 'l calore ed ogni altra cosa. Però l'altare è come un sole fatto, e li sacerdoti pregano Dio nel sole e nelle stelle, com'in altari, e nel cielo, come tempio; e chiamano gli angeli buoni per intercessori, che stanno nelle stelle, vive case loro, e che le bellezze sue Dio più le mostrò in cielo e nel sole, come suo trofeo e statua.
:Negano gli eccentrici ed epicicli di Tolomeo e di Copernico; affermano che sia un solo cielo, e che li pianeti da sé si movano ed alzino, quando al sole si congiungeno per la luce maggiore che riceveno; e abbassino nelle quadrature e nell'opposizioni per avvicinarsi a lui. E la luna in congiunzione ed opposizione s'alza per stare sotto il sole e ricever la luce in questi siti assai che la sublima. E per questo le stelle, benché vadano sempre di levante in ponente, nell'alzare paion gir a dietro; e così si veggono, perché il stellato cielo corre velocemente in ventiquattr'ore, ed esse ogni dì, camminando meno, restano più a dietro; talché sendo passate dal cielo, paion tornare. E quando son nell'opposito del sole, piglian breve circolo per la bassezza, ché si inchinano a pigliar luce da lui, e però caminano inante assai; e quando vanno a par delle stelle fisse, si dicon stazionari; quando più veloci, retrogradi, secondo li volgari astrologi; e quando meno, diretti. Ma la luna, tardissima e in congiunzione ed opposizione, non par tornare, ma solo avanzare inanti poco, perché il primo cielo non è tanto più di lei veloce allora c'ha lume assai o di sopra o di sotto, onde non par retrograda, ma solo tarda indietro e veloce inanti. E così si vede che né epicicli, né eccentrici ci voleno a farli alzare e retrocedere. Vero è ch'in alcune parti del mondo han consenso con le cose sopracelesti, e si fermano, e però diconsi alzar in eccentrico.
:Del sole poi rendono la causa fisica, che nel settentrione s'alza per contrastar la terra, dove essa prese forza, mentre esso scorse nel merigge, quando fu il principio del mondo. Talché in settembre bisogna dire che sia stato fatto il mondo, come gli Ebrei e Caldei antiqui, non li moderni, escogitaro: e così, alzando per rifar il suo, sta più giorni in settentrione che in austro, e par salire in eccentrico.
:Tengono dui princìpi fisici: il sole padre e la terra madre; e l'aere essere cielo impuro, e 'l fuoco venir dal sole, e 'l mar essere sudore della terra liquefatta dal sole e unir l'aere con la terra, come il sangue lo spirito col corpo umano; e 'l mondo essere animal grande, e noi star intra lui, come i vermi nel nostro corpo; e però noi appartenemo alla providenza di Dio, e non del mondo e delle stelle, perché rispetto a loro siamo casuali; ma rispetto a Dio, di cui essi son stromenti, siamo antevisti e provisti; però a Dio solo avemo l'obligo di signore, di padre e di tutto.
:Tengono per cosa certa l'immortalità dell'anima, e che s'accompagni, morendo, con spiriti buoni o rei, secondo il merito. Ma li luoghi delle pene e premi non l'han tanto per certi; ma assai ragionevole pare che sia il cielo e i luochi sotterranei. Stanno anche molto curiosi di sapere se queste sono eterne o no. Di più son certi che vi siano angeli buoni e tristi, come avviene tra gli uomini, ma quel che sarà di loro aspettano avviso dal cielo. Stanno in dubbio se ci siano altri mondi fuori di questo, ma stimano pazzia dir che non ci sia niente, perché il niente né dentro né fuori del mondo è, e Dio, infinito ente, non comporta il niente seco.
:Fanno metafisici princìpi delle cose l'ente, ch'è Dio, e 'l niente, ch'è il mancamento dell'essere, come condizione senza cui nulla si fa: perché non se faria si fosse, dunque non era quel che si fa. Dal correre al niente nasce il male e 'l peccato; però il peccatore si dice annichilarsi e il peccato ha causa deficiente, non efficiente. La deficienza è il medesimo che mancanza, cioè o di potere o di sapere o di volere, e in questo ultimo metteno il peccato. perché chi può e sa ben fare, deve volere, perché la volontà nasce da loro, ma non e contra. Qui ti stupisci ch'adorano Dio in Trinitate, dicendo ch'è somma Possanza, da cui procede somma Sapienza, e d'essi entrambi, sommo Amore. Ma non conosceno le persone distinte e nominate al modo nostro, perché non ebbero revelazione, ma sanno ch'in Dio ci è processione e relazione di sé a sé; e così tutte cose compongono di possanza, sapienza ed amore, in quanto han l'essere; d'impotenza, insipienza e disamore, in quanto pendeno dal non essere. E per quelle meritano, per queste peccano, o di peccato di natura nelli primi, o d'arte in tutti tre. E così la natura particolare pecca nel far mostri per impotenza o ignoranza. Ma tutte queste cose son intese da Dio potentissimo, sapientissimo ed ottimo, onde in lui nullo ente pecca e fuor di lui sì; ma non si va fuor di lui, se non per noi, non per lui, perché in noi la deficienza è, in lui l'efficienza. Onde il peccare è atto di Dio, in quanto ha essere ed efficienza; ma in quanto ha non essere e deficienza, nel che consiste la quidità d'esso peccare è in noi, ch'al non essere e disordine decliniamo.
;Ospitalario
:Oh, come sono arguti!
;Genovese
:S'io avesse tenuto a mente, e non avesse pressa e paura, io ti sfondacaria gran cose; ma perdo la nave, se non mi parto.
;Ospitalario
:Per tua fé dimmi questo solo: che dicono del peccato d'Adamo?
;Genovese
:Essi confessano che nel mondo ci sia gran corruttela, e che gli uomini si reggono follemente e non con ragione; e che i buoni pateno e i tristi reggono; benché chiamano infelicità quella loro, perché è annichilirsi il mostrarsi quel che non sei, cioè d'esser re, d'essere buono, d'esser savio, e non esser in verità. Dal che argomentano che ci sia stato gran scompiglio nelle cose umane, e stavano per dire con Platone, che li cieli prima giravano dall'occaso, là dove mo è il levante, e poi variano. Dissero anco che può essere che governi qualche inferior Virtù, e la prima lo permetta, ma questo pur stimano pazzia. Più pazzia è dire che prima resse Saturno bene, e poi Giove, e poi gli altri pianeti; ma confessano che l'età del mondo succedono secondo l'ordine di pianeti, e credeno che la mutanza degli assidi ogni mille anni o mille seicento variano il mondo. E questa nostra età par che sia di Mercurio, si bene le congiunzioni magne l'intravariano, e l'anomalie han gran forza fatale.
:Finalmente dicono ch'è felice il cristiano, che si contenta di credere che sia avvenuto per il peccato d'Adamo tanto scompiglio, e credono che dai padri a' figli corre il male più della pena che della colpa. Ma dai figli al padre torna la colpa, perché trascuraro la generazione, la fecero fuor di tempo e luoco, in peccato e senza scelta di genitori, e trascuraro l'educazione, ché mal l'indottrinaro. Però essi attendeno assai a questi due punti, generazione ed educazione; e dicono che la pena e la colpa redonda alla città, tanto de' figli, quanto de' padri; però non si vedeno bene e par che il mondo si regga a caso. Ma chi mira la costruzione del mondo, l'anatomia dell'uomo (come essi fan de' condannati a morte; anatomizzandoli) e delle bestie e delle piante, e gli usi delle parti e particelle loro, è forzato a confessare la providenza di Dio ad alta voce. Però si deve l'uomo molto dedicare alla vera religione, ed onorar l'autor suo; e questo non può ben fare chi non investiga l'opere sue e non attende a ben filosofare, e chi non osserva le sue leggi sante: "Quel che non vuoi per te non far ad altri, e quel che vuoi per te fa' tu il medesimo." Dal che ne segue, che si dai figli e dalle genti noi onor cercamo, alli quali poco damo, assai più dovemo noi a Dio, da cui tutto ricevemo, in tutto siamo e per tutto. Sia sempre lodato.
;Ospitalario
:Se questi, che seguon solo la legge della natura, sono tanto vicini al cristianesimo, che nulla cosa aggiunge alla legge naturale si non i sacramenti, io cavo argumento di questa relazione che la vera legge è la cristiana, e che, tolti gli abusi, sarà signora del mondo. E che però gli Spagnuoli trovaro il resto del mondo, benché il primo trovatore fu il Colombo vostro genovese, per unirlo tutto ad una legge; e questi filosofi saran testimoni della verità, eletti da Dio. E vedo che noi non sappiamo quel che facemo, ma siamo instromenti di Dio. Quelli vanno per avarizia di danari cercando nuovi paesi, ma Dio intende più alto fine. Il sole cerca strugger la terra, non far piante ed uomini; ma Dio si serve di loro in questo. Sia laudato.
;Genovese
:Oh, se sapessi che cosa dicono per astrologia e per l'istessi profeti nostri ed ebrei e d'altre genti di questo secolo nostro, c'ha più storia in cento anni che non ebbe il mondo in quattro mila; e più libri si fecero in questi cento che in cinque mila: e dell'invenzioni stupende della calamita e stampe ed archibugi, gran segni dell'union del mondo; e come, stando nella triplicità quarta l'asside di Mercurio a tempo che le congiunzioni magne si faceano in Cancro, fece queste cose inventare per la Luna e Marte, che in quel segno valeno al navigar novo, novi regni e nove armi. Ma entrando l'asside di Saturno in Capricorno, e di Mercurio in Sagittario, e di Marte in Vergine, e le congiunzioni magne tornando alla triplicità prima dopo l'apparizion della stella nova in Cassiopea, sarà grande monarchia nova, e di leggi riforma e d'arti, e profeti e rinovazione. E dicono che a' cristiani questo apporterà grand'utile; ma prima si svelle e monda, poi s'edifica e pianta.
:Abbi pazienza, che ho da fare.
:Questo sappi, c'han trovato l'arte del volare, che sola manca al mondo, ed aspettano un occhiale di veder le stelle occulte ed un oricchiale d'udir l'armonia delli moti di pianeti.
;Ospitalario
:Oh! oh! oh! mi piace. Ma Cancro è segno feminile di Venere e di Luna, e che può far di bene?
;Genovese
:Essi dicono che la femina apporta fecondità di cose in cielo, e virtù manco gagliarda rispetto a noi aver dominio. Onde si vede che in questo secolo regnaro le donne, come l'Amazoni tra la Nubbia e 'l Monopotapa, e tra gli Europei la Rossa in Turchia, la Bona in Polonia, Maria in Ongheria, Elisabetta in Inghilterra, Catarina in Francia, Margherita in Fiandra, la Bianca in Toscana, Maria in Scozia, Camilla in Roma ed Isabella in Spagna, inventrice del mondo novo. E 'l poeta di questo secolo incominciò dalle donne dicendo: "Le donne, i cavalier, l'armi e l'amori." E tutti son maledici li poeti d'ogge per Marte; e per Venere e per la Luna parlano di bardascismo e puttanesmo. E gli uomini si effemminano e si chiamano "Vossignoria"; ed in Africa, dove regna Cancro, oltre l'Amazoni, ci sono in Fez e Marocco li bordelli degli effeminati publici, e mille sporchezze.
:Non però restò, per esser tropico segno Cancro ed esaltazion di Giove ed apogìo del Sole e di Marte trigono, sì come per la Luna e Marte e Venere ha fatto la nova invenzion del mondo e la stupenda maniera di girar tutta la terra e l'imperio donnesco, e per Mercurio e Marte e Giove le stampe ed archibugi, di non far anche de leggi gran mutamento. Ché del mondo nono e in tutte le marine d'Africa e Asia australi è entrato il cristianesimo per Giove e Sole, ed in Africa la legge del Seriffo per la Luna, e per Marte in Persia quella d'Alle, renovata dal Sofì, con mutarsi imperio in tutte quelle parti ed in Tartaria. Ma in Germania, Francia ed Inghilterra entrò l'eresia per esser esse a Marte ed alla Luna inchinate; e Spagna per Giove ed Italia per il Sole, a cui sottostanno, per Sagittario e Leone, segni loro, restaro nella bellezza della legge cristiana pura. E quante cose saran più di mo inanzi, e quanto imparai da questi savi circa la mutazion dell'assidi de' pianeti e dell'eccentricità e solstizi ed equinozi ed obliquitati, e poli variati e confuse figure nello spazio immenso; e del simbolo c'hanno le cose nostrali con quelle di fuori del mondo; e quanto seque di mutamento dopo la congiunzion magna e l'eclissi, che sequeno dopo la congiunzion magna in Ariete e Libra, segni equinoziali, con la renovazione dell'anomalie, faran cose stupende in confirmar il decreto della congiunzion magna e mutar tutto il mondo e rinovarlo!
:Ma per tua fé non mi trattener più, c'ho da fare. Sai come sto di pressa. Un'altra volta.
:Questo si sappi, che essi tengon la libertà dell'arbitrio. E dicono che, se in quaranta ore di tormento un uomo non si lascia dire quel che si risolve tacere, manco le stelle, che inchinano con modi lontani, ponno sforzare. Ma perché nel senso soavemente fan mutanza, chi segue più il senso che la ragione è soggetto a loro. Onde la costellazione che da Lutero cadavero cavò vapori infetti, da' Gesuini nostri che furo al suo tempo cavò odorose esalazioni di virtù, e da Fernando Cortese che promulgò il cristianesimo in Messico nel medesimo tempo.
:Ma di quanto è per sequire presto nel mondo io te 'l dirò un'altra fiata.
:L'eresia è opera sensuale, come dice S. Paolo, e le stelle nelli sensuali inchinano a quella, nelli razionali alla vera legge santa della prima Raggione, sempre laudanda. Amen.
;Ospitalario
:Aspetta, aspetta.
;Genovese
:Non posso, non posso.
[[la:Civitas solis]][[Categoria:Canone delle opere della letteratura italiana]]
m99mamszd96euk75043c920xtibcsmg
3024684
3024683
2022-08-20T11:52:49Z
Xavier121
1159
Proposta di cancellazione ed. Liber Liber
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Tommaso Campanella<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="Anno di pubblicazione"/>1623<section end="Anno di pubblicazione"/>
<section begin="Argomento"/>Filosofia<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>La Città del Sole<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>5 giugno 2008<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Filosofia<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Cancella subito|motivo: testo ormai acquisito in una versione ''definitiva e di qualità'' [[La Città del Sole (manoscritto, 1602)|qui]] e in una anche fuori copyright [[La Città del Sole (1863)|qui]]. Si trasformi in disambigua (inserire solo rimando a [[Opera:La Città del Sole|pagina OPERA]], in questo caso), anche perché chi cerca il testo viene riportato sempre all'ed. di liberliber!}}
{{Qualità|avz=75%|data=5 giugno 2008|arg=Filosofia}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore =Tommaso Campanella
| Titolo =La Città del Sole
| Anno di pubblicazione =1623
| Lingua originale del testo =
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Progetto =letteratura
| Argomento =Filosofia
| URL della versione cartacea a fronte =
}}
<div align="center">
'''Dialogo poetico'''
''Interlocutori''<br />
''Ospitalario''<br />
''e''<br />
''Genovese nocchiero del Colombo''
</div>
;Ospitalario
:Dimmi, di grazia, tutto quello che t'avvenne in questa navigazione.
;Genovese
:Già t'ho detto come girai il mondo tutto e poi come arrivai alla Taprobana, e fui forzato metter in terra, e poi, fuggendo la furia di terrazzani, mi rinselvai, ed uscii in un gran piano proprio sotto l'equinoziale.
;Ospitalario
:Qui che t'occorse?
;Genovese
:Subito incontrai un gran squadrone d'uomini e donne armate, e molti di loro intendevano la lingua mia, li quali mi condussero alla Città del Sole.
;Ospitalario
:Di', come è fatta questa città? e come si governa?
;Genovese
:Sorge nell'alta campagna un colle, sopra il quale sta la maggior parte della città; ma arrivano i suoi giri molto spazio fuor delle radici del monte, il quale è tanto, che la città fa due miglia di diametro e più, e viene ad essere sette miglia di circolo; ma, per la levatura, più abitazioni ha, che si fosse in piano.
:E' la città distinta in sette gironi grandissimi, nominati dalli sette pianeti, e s'entra dall'uno all'altro per quattro strade e per quattro porte, alli quattro angoli del mondo spettanti; ma sta in modo che, se fosse espugnato il primo girone, bisogna più travaglio al secondo e poi più; talché sette fiate bisogna espugnarla per vincerla. Ma io son di parere, che neanche il primo si può, tanto è grosso e terrapieno, ed ha valguardi, torrioni, artelleria e fossati di fuora.
:Entrando dunque per la porta Tramontana, di ferro coperta, fatta che s'alza e cala con bello ingegno, si vede un piano di cinquanta passi tra la muraglia prima e l'altra. Appresso stanno palazzi tutti uniti per giro col muro, che puoi dir che tutti siano uno; e di sopra han li rivellini sopra a colonne, come chiostri di frati, e di sotto non vi è introito, se non dalla parte concava delli palazzi. Poi son le stanze belle con le fenestre al convesso ed al concavo, e son distinte con piccole mura tra loro. Solo il muro convesso è spesso otto palmi, il concavo tre, li mezzani uno o poco più.
:Appresso poi s'arriva al secondo piano, ch'è dui passi o tre manco, e si vedono le seconde mura con li rivellini in fuora e passeggiatori; e della parte dentro, l'altro muro, che serra i palazzi in mezzo, ha il chiostro con le colonne di sotto, e di sopra belle pitture.
:E così s'arriva fin al supremo e sempre per piani. Solo quando s'entran le porte, che son doppie per le mura interiori ed esteriori, si ascende per gradi tali, che non si conosce, perché vanno obliquamente, e son d'altura quasi invisibile distinte le scale.
:Nella sommità del monte vi è un gran piano ed un gran tempio in mezzo, di stupendo artifizio.
;Ospitalario
:Di', di' mo, per vita tua.
;Genovese
:Il tempio è tondo perfettamente, e non ha muraglia che lo circondi; ma sta situato sopra colonne grosse e belle assai. La cupola grande ha in mezzo una cupoletta con uno spiraglio, che pende sopra l'altare, ch'è uno solo e sta nel mezzo del tempio. Girano le colonne trecento passi e più, e fuor delle colonne della cupola vi son per otto passi li chiostri con mura poco elevate sopra le sedie, che stan d'intorno al concavo dell'esterior muro, benché in tutte le colonne interiori, che senza muro fraposto tengono il tempio insieme, non manchino sedili portatili assai.
:Sopra l'altare non vi è altro ch'un mappamondo assai grande, dove tutto il cielo è dipinto, ed un altro dove è la terra. Poi sul cielo della cupola vi stanno tutte le stelle maggiori del cielo, notati coi nomi loro e virtù, c'hanno sopra le cose terrene, con tre versi per una; ci sono i poli e i circoli signati non del tutto, perché manca il muro a basso, ma si vedono finiti in corrispondenza alli globbi dell'altare. Vi sono sempre accese sette lampade nominate dalli sette pianeti.
:Sopra il tempio vi stanno alcune celle nella cupoletta attorno, e molte altre grandi sopra gli chiostri, e qui abitano li religiosi, che son da quaranta.
:Vi è sopra la cupola una banderuola per mostrare i venti, e ne signano trentasei; e sanno quando spira ogni vento che stagione porta. E qui sta anco un libro in lettere d'oro di cose importantissime.
;Ospitalario
:Per tua fé dimmi tutto il modo del governo, ché qui t'aspettavo.
;Genovese
:E' un Principe Sacerdote tra loro, che s'appella Sole, e in lingua nostra si dice Metafisico: questo è capo di tutti in spirituale e temporale, e tutti li negozi in lui si terminano.
:Ha tre Principi collaterali: Pon, Sin, Mor, che vuol dir: Potestà, Sapienza e Amore.
:Il Potestà ha cura delle guerre e delle paci e dell'arte militare; è supremo nella guerra, ma non sopra Sole; ha cura dell'offiziali, guerrieri, soldati, munizioni, fortificazioni ed espugnazioni.
:Il Sapienza ha cura di tutte le scienze e delli dottori e magistrati dell'arti liberali e meccaniche, tiene sotto di sé tanti offiziali quante son le scienze: ci è l'Astrologo, il Cosmografo, il Geometra, il Loico, il Rettorico, il Grammatico, il Medico, il Fisico, il Politico, il Morale; e tiene un libro solo, dove stan tutte le scienze, che fa leggere a tutto il popolo ad usanza di Pitagorici. E questo ha fatto pingere in tutte le muraglie, su li rivellini, dentro e di fuori, tutte le scienze.
:Nelle mura del tempio esteriori e nelle cortine, che si calano quando si predica per non perdersi la voce, vi sta ogni stella ordinatamente con tre versi per una.
:Nelle mura del primo girone tutte le figure matematiche, più che non scrisse Euclide ed Archimede, con la lor proposizione significante. Nel di fuore, vi è la carta della terra tutta, e poi le tavole d'ogni provinzia con li riti e costumi e leggi loro, e con l'alfabeti ordinari sopra il loro alfabeto.
:Nel dentro del secondo girone vi son tutte le pietre preziose e non preziose, e minerali, e metalli veri e pinti, con le dichiarazioni di due versi per uno. Nel di fuore vi son tutte sorti di laghi, mari e fiumi, vini ed ogli ed altri liquori, e loro virtù ed origini e qualità; e ci son le caraffe piene di diversi liquori di cento e trecento anni, con li quali sanano tutte l'infirmità quasi.
:Nel dentro del terzo vi son tutte le sorti di erbe ed arbori del mondo pinte, e pur in teste di terra sopra il rivellino e le dichiarazioni dove prima si ritrovaro, e le virtù loro, e le simiglianze c'hanno con le stelle e con li metalli e con le membra umane, e l'uso loro in medicina. Nel di fuora tutte maniere di pesci di fiumi, laghi e mari, e le virtù loro, e 'l modo di vivere, di generarsi e allevarsi, a che serveno; e le simiglianze c'hanno con le cose celesti e terrestri e dell'arte e della natura; sì che mi stupii, quando trovai pesce vescovo e catena e chiodo e stella, appunto come son queste cose tra noi. Ci sono ancini, rizzi, spondoli e tutto quanto è degno di sapere con mirabil arte di pittura e di scrittura che dichiara.
:Nel quarto, dentro vi son tutte sorti di augelli pinti e lor qualità, grandezze e costumi, e la fenice è verissima appresso loro. Nel di fuora stanno tutte sorti di animali rettili, serpi, draghi, vermini, e l'insetti, mosche, tafani ecc., con le loro condizioni, veneni e virtuti; e son più che non pensamo.
:Nel quinto, dentro vi son l'animali perfetti terrestri di tante sorti che è stupore. Non sappiamo noi la millesima parte, e però, sendo grandi di corpo, l'han pinti ancora nel fuore rivellino; e quante maniere di cavalli solamente, o belle figure dichiarate dottamente!
:Nel sesto, dentro vi sono tutte l'arti meccaniche, e l'inventori loro, e li diversi modi, come s'usano in diverse regioni del mondo. Nel di fuori vi son tutti l'inventori delle leggi e delle scienze e dell'armi. Trovai Moisè, Osiri, Giove, Mercurio, Macometto ed altri assai; e in luoco assai onorato era Gesù Cristo e li dodici Apostoli, che ne tengono gran conto, Cesare, Alessandro, Pirro e tutti li Romani; onde io ammirato come sapeano quelle istorie, mi mostraro che essi teneano di tutte nazioni lingua, e che mandavano apposta per il mondo ambasciatori, e s'informavano del bene e del male di tutti; e godeno assai in questo. Viddi che nella China le bombarde e le stampe furo prima ch'a noi. Ci son poi li maestri di queste cose; e li figliuoli, senza fastidio, giocando, si trovano saper tutte le scienze istoricamente prima che abbin dieci anni.
:Il Amore ha cura della generazione, con unir li maschi e le femine in modo che faccin buona razza; e si riden di noi che attendemo alla razza de cani e cavalli, e trascuramo la nostra. Tien cura dell'educazione, delle medicine, spezierie, del seminare e raccogliere li frutti, delle biade, delle mense e d'ogni altra cosa pertinente al vitto e vestito e coito, ed ha molti maestri e maestre dedicate a queste arti.
:Il Metafisico tratta tutti questi negozi con loro, ché senza lui nulla si fa, ed ogni cosa la communicano essi quattro, e dove il Metafisico inchina, son d'accordo.
;Ospitalario
:Or dimmi degli offizi e dell'educazione e del modo come si vive; si è republica o monarchia o stato di pochi.
;Genovese
:Questa è una gente ch'arrivò là dall'Indie, ed erano molti filosofi, che fuggiro la rovina di Mogori e d'altri predoni e tiranni; onde si risolsero di vivere alla filosofica in commune, si ben la communità delle donne non si usa tra le genti della provinzia loro; ma essi l'usano, ed è questo il modo. Tutte cose son communi; ma stan in man di offiziali le dispense, onde non solo il vitto, ma le scienze e onori e spassi son communi, ma in maniera che non si può appropriare cosa alcuna.
:Dicono essi che tutta la proprietà nasce da far casa appartata, e figli e moglie propria, onde nasce l'amor proprio; ché per sublimar a ricchezze o a dignità il figlio o lasciarlo erede, ognuno diventa o rapace publico, se non ha timore, sendo potente; o avaro ed insidioso ed ippocrita, si è impotente. Ma quando perdono l'amor proprio, resta il commune solo.
;Ospitalario
:Dunque nullo vorrà fatigare, mentre aspetta che l'altro fatighi, come Aristotile dice contra Platone.
;Genovese
:Io non so disputare, ma ti dico c'hanno tanto amore alla patria loro, che è una cosa stupenda, più che si dice delli Romani, quanto son più spropriati. E credo che li preti e monaci nostri, se non avessero li parenti e li amici, o l'ambizione di crescere più a dignità, seriano più spropriati e santi e caritativi con tutti.
;Ospitalario
:Dunque là non ci è amicizia, poiché non si fan piacere l'un l'altro.
;Genovese
:Anzi grandissima: perché è bello a vedere, che tra loro non possono donarsi cosa alcuna, perché tutto hanno del commune, e molto guardano gli offiziali, che nullo abbia più che merita. Però quanto è bisogno tutti l'hanno. E l'amico si conosce tra loro nelle guerre, nell'infirmità, nelle scienze, dove s'aiutano e s'insegnano l'un l'altro. E tutti li gioveni s'appellan frati e quei che son quindici anni più di loro, padri, e quindici meno figli. E poi vi stanno l'offiziali a tutte cose attenti, che nullo possa all'altro far torto nella fratellanza.
;Ospitalario
:E come?
;Genovese
:Di quante virtù noi abbiamo, essi hanno l'offiziale: ci è un che si chiama Liberalità, un Magnanimità, un Castità, un Fortezza, un Giustizia, criminale e civile, un Solerzia, un Verità, Beneficienza, Gratitudine, Misericordia, ecc.; e a ciascuno di questi si elegge quello, che da fanciullo nelle scole si conosce inclinato a tal virtù. E però, non sendo tra loro latrocini, né assassinii, né stupri ed incesti, adultèri, delli quali noi ci accusamo, essi si accusano d'ingratitudine, di malignità, quando un non vuol far piacere onesto, di bugia, che abborriscono più che la peste; e di questi rei per pena son privati della mensa commune, o del commerzio delle donne, e d'alcuni onori, finché pare al giudice, per ammendarli.
;Ospitalario
:Or dimmi, come fan gli offiziali?
;Genovese
:Questo non si può dire, se non sai la vita loro. Prima è da sapere che gli uomini e le donne vestono d'un modo atto a guerreggiare, benché le donne hanno la sopravveste fin sotto al ginocchio, e l'uomini sopra.
:E s'allevan tutti in tutte l'arti. Dopo gli tre anni li fanciulli imparano la lingua e l'alfabeto nelle mura, caminando in quattro schiere; e quattro vecchi li guidano e insegnano, e poi li fan giocare e correre, per rinforzarli, e sempre scalzi e scapigli, fin alli sette anni, e li conducono nell'officine dell'arti, cosidori, pittori, orefici, ecc.; e mirano l'inclinazione. Dopo li sette anni vanno alle lezioni delle scienze naturali, tutti; ché son quattro lettori della medesima lezione, e in quattro ore tutte quattro le squadre si spediscono; perché, mentre gli altri si esercitano col corpo, o fan gli pubblici servizi, gli altri stanno alla lezione. Poi tutti si mettono alle matematiche, medicine ed altre scienze, e ci è continua disputa tra di loro e concorrenza; e quelli poi diventano offiziali di quella scienza, dove miglior profitto fanno, o di quell'arte meccanica, perché ognuna ha il suo capo. Ed in campagna, nei lavori e nella pastura delle bestie pur vanno a imparare; e quello è tenuto di più gran nobiltà, che più arti impara, e meglio le fa. Onde si ridono di noi, che gli artefici appellamo ignobili, e diciamo nobili quelli, che null'arte imparano e stanno oziosi e tengon in ozio e lascivia tanti servitori con roina della republica.
:Gli offiziali poi s'eleggono da quelli quattro capi, e dalli mastri di quell'arte, li quali molto bene sanno chi è più atto a quell'arte o virtù, in cui ha da reggere, e propongono in Consiglio, e ognuno oppone quel che sa di loro. Però non può essere Sole se non quello che sa tutte l'istorie delle genti e riti e sacrifizi e republiche ed inventori di leggi ed arti. Poi bisogna che sappia tutte l'arti meccaniche, perché ogni due giorni se n'impara una, ma l'uso qui le fa saper tutte, e la pittura. E tutte le scienze ha da sapere, matematiche, fisiche, astrologiche. Delle lingue non si cura, perché ha l'interpreti, che son i grammatici loro. Ma più di tutti bisogna che sia Metafisico e Teologo, che sappia ben la radice e prova d'ogni arte e scienza, e le similitudini e differenze delle cose, la Necessità, il Fato, e l'Armonia del mondo, la Possanza, Sapienza e Amor divino e d'ogni cosa, e li gradi degli enti e corrispondenze loro con le cose celesti, terrestri e marine, e studia molto bene nei Profeti ed astrologia. Dunque si sa chi ha da esser Sole, e se non passa trentacinque anni, non arriva a tal grado; e questo offizio è perpetuo, mentre non si trova chi sappia più di lui e sia più atto al governo.
;Ospitalario
:E chi può saper tanto? Anzi non può saper governare chi attende alle scienze.
;Genovese
:Io dissi a loro questo, e mi risposero: "Più certi semo noi, che un tanto letterato sa governare, che voi che sublimate l'ignoranti, pensando che siano atti perché son nati signori, o eletti da fazione potente. Ma il nostro Sole sia pur tristo in governo, non sarà mai crudele, né scelerato, né tiranno un chi tanto sa. Ma sappiate che questo è argomento che può tra voi, dove pensate che sia dotto chi sa più grammatica e logica d'Aristotile o di questo o quello autore; al che ci vol sol memoria servile, onde l'uomo si fa inerte, perché non contempla le cose ma li libri, e s'avvilisce l'anima in quelle cose morte; né sa come Dio regga le cose, e gli usi della natura e delle nazioni. Il che non può avvenire al nostro Sole, perché non può arrivare a tante scienze chi non è scaltro d'ingegno ad ogni cosa, onde è sempre attivissimo al governo. Noi pur sappiamo che chi sa una scienza sola, non sa quella né l'altre bene; e che colui che è atto a una sola, studiata in libro, è inerte e grosso. Ma non così avviene alli pronti d'ingegno e facili ad ogni conoscenza, come è bisogno che sia il Sole. E nella città nostra s'imparano le scienze con facilità tale, come tu vedi, che più in un anno qui si sa, che in diece o quindici tra voi, e mira in questi fanciulli."
:Nel che io restai confuso per le ragioni sue e la prova di quelli fanciulli, che intendevano la mia lingua; perché d'ogni lingua sempre han d'esser tre che la sappiano. E tra loro non ci è ozio nullo, se non quello che li fa dotti; che però vanno in campagna a correre, a tirar dardo, sparar archibugi, seguitar fiere, lavorare, conoscer l'erbe, mo una schiera, mo l'altra di loro.
:Li tre offiziali primi non bisogna che sappiano se non quell'arti che all'offizio loro partengono. Onde sanno l'arti communi a tutti, istoricamente imparandole, e poi le proprie, dove più si dà uno che un altro: così il Potestà saperà l'arte cavalieresca, fabricar ogni sorte d'armi, cose di guerra, machine, arte militare, ecc. Ma tutti questi offiziali han d'essere filosofi, e più, ed istorici, naturalisti ed umanisti.
;Ospitalario
:Vorrei che dicessi l'offizi tutti, e li distinguessi; e s'è bisogno l'educazion commune.
;Genovese
:Sono prima le stanze communi, dormitori, letti e bisogni; ma ogni sei mesi si distinguono dalli mastri, chi ha da dormire in questo girone o in quell'altro, e nella stanza prima o seconda, notate per alfabeto.
:Poi son l'arti communi agli uomini e donne, le speculative e meccaniche; con questa distinzione, che quelle dove ci va fatica grande e viaggio, le fan gli uomini, come arare, seminare, cogliere i frutti, pascer le pecore, operar nell'aia, nella vendemmia. Ma nel formar il cascio e mungere si soleno le donne mandare, e nell'orti vicini alla città per erbe e servizi facili. Universalmente, le arti che si fanno sedendo e stando, per lo più son delle donne, come tessere, cuscire, tagliar i capelli e le barbe, la speziaria, fare tutte le sorti di vestimenti; altro che l'arte del ferraro e delle armi. Pur chi è atta a pingere, non se le vieta. La musica è solo delle donne, perché più dilettano, e de' fanciulli, ma non di trombe e tamburi. Fanno anche le vivande; apparecchiano le mense; ma il servire a tavola è proprio delli gioveni, maschi e femine, finché sono di vint'anni.
:Hanno in ogni girone le publiche cucine e le dispense della robba. E ad ogni officio soprastante è un vecchio ed una vecchia, che comandano ed han potestà di battere o far battere da altri li negligenti e disobedienti, e notano ognuno ed ognuna in che esercizio meglio riesce. Tutta la gioventù serve alli vecchi che passano quarant'anni; ma il mastro o maestra han cura la sera, quando vanno a dormire, e la mattina di mandar alli servizi di quelli a chi tocca, uno o due ad ogni stanza, ed essi gioveni si servono tra loro, e chi ricusa, guai a lui! Vi son prime e seconde mense; d'una parte mangiano le donne, dall'altra gli uomini, e stanno come in refettori di frati. Si fa senza strepito, ed un sempre legge a tavola, cantando, e spesso l'offiziale parla sopra qualche passo della lezione. E' una dolce cosa vedersi servire di tanta bella gioventù, in abito succinto, così a tempo, e vedersi a canto tanti amici, frati, figli e madri vivere con tanto rispetto ed amore.
:Si dona a ciascuno, secondo il suo esercizio, piatto di pitanza e menestra, frutti, cascio; e li medici hanno cura di dire alli cochi in quel giorno, qual sorte di vivanda conviene, e quale alli vecchi e quale alli giovani e quale all'ammalati. Gli offiziali hanno la miglior parte; questi mandano spesso della loro a tavola a chi più si ha fatto onore la mattina nelle lezioni e dispute di scienze ed armi, e questo si stima per grande onore e favore. E nelle feste fanno cantar una musica pur in tavola; e perché tutti metteno mano alli servizi, mai non si trova che manchi cosa alcuna, Son vecchi savi soprastanti a chi cucina ed alli refettori, e stimano assai la nettezza nelle strade, nelle stanze e nelli vasi e nelle vestimenta e nella persona.
:Vesteno dentro camisa bianca di lino, poi un vestito, ch'è giubbone e calza insieme, senza pieghe e spaccato per mezzo, dal lato e di sotto, e poi imbottonato. Ed arriva la calza sin al tallone, a cui si pone un pedale grande come un bolzacchino, e la scarpa sopra. E son ben attillate, che quando si spogliano la sopravveste, si scerneno tutte le fattezze della persona. Si mutano le vesti quattro volte varie, quando il Sole entra in Cancro e Capricorno, Ariete e Libra. E, secondo la complessione e la procerità, sta al Medico di distribuirle col Vestiario di ciascun girone. Ed è cosa mirabile che in un punto hanno quante vesti vogliono, grosse, sottili, secondo il tempo. Veston tutti di bianco, ed ogni mese si lavan le vesti col sapone, o bucato quelle di tela.
:Tutte le stanze sottane, sono officine, cucine, granari, guardarobbe, dispense, refettori, lavatori; ma si lavano nelle pile delli chiostri. L'acqua si getta per le latrine o per canali, che vanno a quelle. Hanno in tutte le piazze delli gironi le lor fontane, che tirano l'acque dal fondo solo con muover un legno, onde esse spicciano per li canali. Vi è acqua sorgente, e molta nelle conserve a cui vanno le piogge per li canali delle case, passando per arenosi acquedotti. Si lavano le persone loro spesso, secondo il maestro e 'l medico ordina. L'arti si fanno tutte nei chiostri di sotto, e le speculative di sopra, dove sono le pitture, e nel tempio si leggono.
:Negli atri di fuora son orologi di sole e di squille per tutti i gironi, e banderuole per saper i venti.
;Ospitalario
:Or dimmi della generazione.
;Genovese
:Nulla femina si sottopone al maschio, se non arriva a dicinov'anni né maschio si mette alla generazione inanti alli vintiuno, e più si è di complessione bianco. Nel tempo inanti è ad alcuno lecito il coito con le donne sterili o pregne, per non far in vaso indebito; e le maestre matrone con gli seniori della generazione han cura di provederli, secondo a loro è detto in secreto da quelli più molestati da Venere. Li provedono, ma non lo fanno senza far parola al maestro maggiore, che è un gran medico, e sottostà ad Amore, Prencipe offiziale. Se si trovano in sodomia, sono vituperati, e li fan portare due giorni legata al collo una scarpa, significando che pervertiro l'ordine e posero li piedi in testa, e la seconda volta crescen la pena finché diventa capitale. Ma chi si astiene fin a ventun anno d'ogni coito è celebrato con alcuni onori e canzoni.
:perché quando si esercitano alla lotta, come i Greci antichi, son nudi tutti maschi e femine, li mastri conoscono chi è impotente o no al coito, e quali membra con quali si confanno. E così, sendo ben lavati, si donano al coito ogni tre sere; e non accoppiano se non le femine grandi e belle alli grandi e virtuosi, e le grasse a' macri, e le macre alli grassi, per far temperie. La sera vanno i fanciulli e si conciano i letti, e poi vanno a dormire, secondo ordina il mastro e la maestra. né si pongono al coito se non quando hanno digerito, e prima fanno orazione, ed hanno belle statue di uomini illustri, dove le donne mirano. Poi escono alla fenestra, e pregono Dio del Cielo, che li doni prole buona. E dormeno in due celle, sparti fin a quell'ora che si han da congiungere, ed allora va la maestra, ed apre l'uscio dell'una e l'altra cella. Questa ora è determinata dall'Astrologo e Medico; e si forzan sempre di pigliar tempo, che Mercurio e Venere siano orientali dal Sole in casa benigna e che sian mirati da Giove di buono aspetto e da Saturno e Marte. E così il Sole come la Luna, che spesso sono afete. E per lo più vogliono Vergine in ascendente; ma assai si guardano che Saturno e Marte non stiano in angolo, perché tutti quattro angoli con opposizioni e quadrati infettano, e da essi angoli è la radice della virtù vitale e della sorte, dependente dall'armonia del tutto con le parti. Non si curano del satellizio, ma solo degli aspetti buoni. Ma il satellizio solo nella fondazione della città e della legge ricercano, che però non abbia prencipe Marte o Saturno, se non con buone disposizioni. Ed han per peccato li generatori non trovarsi mondi tre giorni avanti di coito e d'azioni prave, e di non esser devoti al Creatore. Gli altri, che per delizia o per servire alla necessità si donano al coito con sterili o pregne o con donne di poco valore, non osservan queste sottigliezze. E gli offiziali, che son tutti sacerdoti, e li sapienti non si fanno generatori, se non osservano molti giorni più condizioni; perché essi, per la molta speculazione, han debole lo spirito animale, e non transfondeno il valor della testa, perché pensano sempre a qualche cosa; onde trista razza fanno. Talché si guarda bene, e si donano questi a donne vive, gagliarde e belle; e gli uomini fantastichi e capricciosi a donne grasse, temperate, di costumi blandi. E dicono che la purità della complessione, onde le virtù fruttano, non si può acquistare con arte, e che difficilmente senza disposizion naturale può la virtù morale allignare, e che gli uomini di mala natura per timor della legge fanno bene, e, quella cessante, struggon la republica con manifesti o segreti modi. Però tutto lo studio principale deve essere nella generazione, e mirar gli metodi naturali, e non la dote e la fallace nobiltà-
:Se alcune di queste donne non concipeno con uno, le mettono con altri; se poi si trova sterile, si può accomunare, ma non ha l'onor delle matrone in Consiglio della generazione e nella mensa e nel tempio; e questo lo fanno perché essa non procuri la sterilità per lussuriare. Quelle che hanno conceputo, per quindici giorni non si esercitano; poi fanno leggeri esercizi per rinforzar la prole, ed aprir li meati del nutrimento a quella. Partorito che hanno, esse stesse allevano i figli in luoghi communi, per due anni lattando e più, secondo pare al Fisico. Dopo si smamma la prole, e si dona in guardia delle mastre, se son femine, o delli maestri. E con gli altri fanciulli qui si esercitano all'alfabeto, a caminare, correre, lottare, ed alle figure istoriate; ed han vesti di color vario e bello. Alli sette anni si donano alle scienze naturali, e poi all'altre, secondo pare alli offiziali, e poi si mettono in meccanica. Ma li figli di poco valore si mandano alle ville e, quando riescono, poi si riducono alla città. Ma per lo più, sendo generati nella medesima costellazione, li contemporanei son di virtù consimili e di fattezze e di costumi. E questa è concordia stabile nella republica, e s'amano grandemente ed aiutano l'un l'altro.
:Li nomi loro non si mettono a caso, ma dal Metafisico, secondo la proprietà, come usavan li Romani: onde altri si chiamano il Bello, altri il Nasuto, altri il Peduto, altri Bieco, altri Crasso, ecc.; ma quando poi diventano valenti nell'arte loro o fanno qualche prova in guerra, s'aggiunge il cognome dall'arte, come Pittor Magno, Aureo, Eccellente, Gagliardo, dicendo Crasso Aureo, ecc.; o pur dall'atto dicendo: Crasso Forte, Astuto, Vincitore, Magno Massimo, ecc., e dal nemico vinto, come Africano, Asiano, Tosco, ecc.; Manfredi, Tortelio dall'aver superato Manfredi o Tortelio o simili altri. e questi cognomi s'aggiungono dall'offiziali grandi, e si donano conveniente all'atto o arte sua, con applauso e musica. E si vanno a perdere per questi applausi, perché oro e argento non si stima, se non come materia di vasi o di guarnimenti communi a tutti.
;Ospitalario
:Non ci è gelosia tra loro o dolore a chi non sia fatto generatore o quel che ambisce?
;Genovese
:Signor no, perché a nullo manca il necessario loro quanto al gusto; e la generazione è osservata religiosamente per ben pubblico, non privato, ed è bisogno stare al detto dell'offiziali. Platone disse che si dovean gabbare li pretendenti a belle donne immeritatamente, con far uscir la sorte destramente secondo il merito; il che qui non bisogna far con inganno di ballotte per contentarsi delle brutte i brutti, perché tra loro non ci è bruttezza; ché esercitandosi esse donne, diventano di color vivo e di membra forti e grandi, e nella gagliardia e vivezza e grandezza consiste la beltà appresso a loro. Però è pena di vita imbellettarsi la faccia, o portar pianelle, o vesti con le code per coprir i piedi di legno, ma non averiano commodità manco di far questo, perché chi ci li daria? E dicono che questo abuso in noi viene dall'ozio delle donne, che le fa scolorite e fiacche e piccole; e però han bisogno di colori ed alte pianelle, e di farsi belle per tenerezza, e così guastano la propria complessione e della prole. Di più, s'uno s'innamora di qualche donna, è lecito tra loro parlare, far versi, scherzi, imprese di fiori e di piante. Ma se si guasta la generazione, in nullo modo si dispensa tra loro il coito, se non quando ella è pregna o sterile. Però non si conosce tra loro se non amor d'amicizia per lo più, non di concupiscenza ardente.
:La robba non si stima, perché ognuno ha quanto li bisogna, salvo per segno d'onore. Onde agli eroi ed eroisse la republica fa certi doni, in tavola o in feste publiche, di ghirlande o di vestimenta belle fregiate; benché tutti di bianco il giorno e nella città, ma di notte e fuor della città vestono a rosso, o di seta o di lana. Aborreno il color nero, come feccia delle cose, e però odiano i Giapponesi, amici di quello. La superbia è tenuta per gran peccato, e si punisce un atto di superbia in quel modo che l'ha commesso. Onde nullo reputa viltà lo servire in mensa, in cucina o altrove, ma lo chiamano imparare; e dicono che così è onore al piede caminare, come allo occhio guardare; onde chi è deputato a qualche offizio, lo fa come cosa onoratissima, e non tengono schiavi, perché essi bastano a se stessi, anzi soverchiano. Ma noi non così, perché in Napoli son da trecento mila anime, e non faticano cinquanta milia; e questi patiscono fatica assai e si struggono; e l'oziosi si perdono anche per l'ozio, avarizia, lascivia ed usura, e molta gente guastano tenendoli in servitù e povertà, o fandoli partecipi di lor vizi, talché manca il servizio publico, e non si può il campo, la milizia e l'arti fare, se non male e con stento. Ma tra loro, partendosi l'offizi a tutti e le arti e fatiche, non tocca faticar quattro ore il giorno per uno; sì ben tutto il resto è imparare giocando, disputando, leggendo, insegnando, caminando, e sempre con gaudio. E non s'usa gioco che si faccia sedendo, né scacchi, né dadi, né carte o simili, ma ben la palla, pallone, rollo, lotta, tirar palo, dardo, archibugio.
:Dicono ancora che la povertà grande fa gli uomini vili, astuti, ladri, insidiosi, fuorasciti, bugiardi, testimoni falsi; e le ricchezze insolenti, superbi, ignoranti, traditori, disamorati, presumitori di quel che non sanno. Però la communità tutti li fa ricchi e poveri: ricchi, ch'ogni cosa hanno e possedono; poveri, perché non s'attaccano a servire alle cose, ma ogni cosa serve a loro. E molto laudano in questo le religioni della cristianità e la vita dell'Apostoli.
;Ospitalario
:E' bella cosa questa e santa; ma quella delle donne communi pare dura e ardua. S. Clemente Romano dice che le donne pur sian communi, ma la glosa intende quanto all'ossequio, non al letto, e Tertulliano consente alla glosa; ché i Cristiani antichi tutto ebbero commune, altro che le mogli, ma queste pur furo communi nell'ossequio.
;Genovese
:Io non so di questo; e ben so che essi han l'ossequio commune delle donne e 'l letto, ma non sempre, se non per generare. E credo che si possano ingannare ancora; ma essi si difendono con Socrate, Catone, Platone ed altri. Potria stare che lasciassero quest'uso un giorno, perché nelle città soggette a loro non accomunano se non le robbe, e le donne quanto all'ossequio ed all'arti, ma non al letto; e questo l'ascrivono all'imperfezione di quelli che non ha filosofato. Però vanno spiando di tutte nazioni l'usanze, e sempre migliorano; e quando sapranno le ragioni vive del cristianesimo provate con miracoli, consentiranno, perché son dolcissimi. Ma fin mo trattano naturalmente senza fede rivelata; né ponno a più sormontare.
:Di più questo è bello, che fra loro non ci è difetto che faccia l'uomo ozioso, se non l'età decrepita, quando serve solo per consiglio. Ma chi è zoppo serve alle sentinelle con gli occhi; chi non ha occhi serve a carminar la lana e levar il pelo dal nervo delle penne per li matarazzi, chi non ha mani, ad altro esercizio; e se un membro solo ha, con quello serve nelle ville, e son governati bene, e son spie che avvisano alla republica ogni cosa.
;Ospitalario
:Di' mo della guerra; ché poi dell'arti e vitto mi dirai, poi delle scienze, e al fine della religione.
;Genovese
:Il Potestà tiene sotto di sé un offiziale dell'armi, un altro dell'artellaria, un delli cavalieri, un delli ingegneri; ed ognuno di questi ha sotto di sé molti capi mastri di quell'arte. Ma di più ci sono gli atleti, che a tutti insegnano l'esercizio della guerra. Questi sono attempati, prudenti capitani, che esercitano li gioveni e di dodici anni in suso all'arme; benché prima nella lotta e correre e tirar pietre erano avvezzi da mastri inferiori. Or questi insegnano a ferire, a guadagnar l'inimico con arte, a giocar di spada, di lancia, a saettare, a cavalcare, a seguire, a fuggire, a star nell'ordine militare. E le donne pure imparano queste arti sotto maestre e mastri loro, per quando fusse bisogno aiutar gli uomini nelle guerre vicine alla città; e, se venisse assalto, difendono le mura. Onde ben sanno sparar l'archibugio, far balle, gittar pietre, andar incontro. E si sforzano t“r da loro ogni timore, ed hanno gran pene quei che mostran codardia. Non temono la morte, perché tutti credono l'immortalità dell'anima, e che, morendo, s'accompagnino con li spiriti buoni e rei, secondo li meriti. Benché essi siano stati Bragmani Pitagorici, non credono trasmigrazione d'anima, se non per qualche giudizio di Dio. né s'astengono di ferir il nemico ribello della ragione, che non merita esser uomo.
:Fanno la mostra ogni dui mesi, ed ogni giorno ci è l'esercizio dell'arme, o in campagna, cavalcando, o dentro, ed una lezione d'arte militare, e fanno sempre leggere l'istorie di Cesare, d'Alessandro, di Scipione e d'Annibale, e poi donano il giudizio loro quasi tutti, dicendo: "Qui fecero bene, qui male"; e poi risponde il mastro e determina.
;Ospitalario
:Con chi fan le guerre? e per che causa, se son tanto felici?
;Genovese
:Se mai non avessero guerra, pure s'esercitano all'arte di guerra ed alla caccia per non impoltronire e per quel che potria succedere. Di più, vi son quattro regni nell'isola, li quali han grande invidia della felicità loro, perché li popoli desiderariano vivere come questi Solari, e vorriano star più soggetti ad essi, che non a' propri regi. Onde spesso loro è mossa guerra, sotto color d'usurpar confini e di viver empiamente, perché non sequeno le superstizioni di Gentili, né dell'altri Bragmani; e spesso li fan guerra, come ribelli che prima erano soggetti. E con tutto questo perdono sempre. Or essi Solari, subito che patiscono preda, insulto o altro disonore, o son travagliati l'amici loro, o pure son chiamati d'alcune città tiranneggiate come liberatori, essi si mettono a consiglio, e prima s'inginocchiano a Dio e pregano che li faccia ben consigliarsi, poi s'esamina il merito del negozio, e così si bandisce la guerra. Mandano un sacerdote detto il Forense: costui dimanda a' nemici che rendano il tolto o lascino la tirannia; e se quelli negano, li bandiscono la guerra., chiamando Dio delle vendette a testimonio contra di chi ha il torto; e si quelli prolungano il negozio, non li danno tempo, si è re, più d'un ora, si è republica, tre ore a deliberar la risposta, per non esser burlati; e così si piglia la guerra, se quelli son contumaci alla ragione. Ma dopo ch'è pigliata, ogni cosa esequisce il locotenente del Potestà; ed esso comanda senza consiglio d'altri; ma si è cosa di momento, domanda il Amor e 'l Sapienza e 'l Sole. Si propone in Consiglio grande, dove entra tutto il popolo di venti anni in su, e le donne ancora, e si dichiara la giustizia dell'impresa dal Predicatore, e mettono in ordine ogni cosa.
:Devesi sapere ch'essi hanno tutte le sorti d'arme apparecchiate nell'armari, e spesso si provano quelle in guerre finte. Han per tutti li gironi, nell'esteriore muro, l'artellerie e l'artiglieri preparati e molti altri cannoni di campagna che portano in guerra, e n'han pur di legno, nonché di metallo; e così sopra le carra li conducono, l'altre munizioni nelle mule, e bagaglie. E se sono in campo aperto, serrano le bagaglie in mezzo e l'artellerie, e combattono gran pezzo, e poi fan ritirata. E 'l nemico, credendo che cedano, s'inganna; perché essi fanno ala, pigliano fiato e lasciano l'artiglierie sparare, e poi tornano alla zuffa contra nemici scompigliati. Usano far i padiglioni alla romana con steccati e fosse intorno con gran prestezza. Ci son li mastri di bagaglie, d'artellerie e dell'opere. Tutti soldati san maneggiar la zappa e la secure. Vi son cinque, otto o diece capitani di consiglio di guerra e di stratagemme, che comandano alle squadre loro secondo prima insieme si consigliarono. Soleno portar seco una squadra di fanciulli a cavallo per imparar la guerra, ed incarnarsi, come lupicini al sangue; e nei pericoli si ritirano, e molte donne e fanciulli fanno carezze alli guerrieri, li medicano, servano, abbracciano e confortano; e quelli, per mostrarsi valenti alle donne e figli loro, fanno gran prove. Nell'assalti, chi prima saglie il muro ha dopo in onore una corona di gramigna con applauso militare delle donne e fanciulli. Chi aiuta il compagno ha la corona civica di quercia; chi uccide il tiranno, le spoglie opime, che porta al tempio, e si dona al Sole il cognome dell'impresa.
:Usano i cavalieri una lancia, due pistole avanti cavallo, di mirabil tempra, strette in bocca, che per questo passano ogni armatura, ed hanno anco lo scocco. Altri portano la mazza, e questi son gli uomini d'arme, perché, non potendo un'armatura ferrea penetrare con spada o con pistola, sempre assaltano il nemico con la mazza, come Achille contra Cigno, e lo sconquassano e gittano. Ha due catene la mazza in punta, a cui pendeno due palle, che, menando, circondano il collo del nemico, lo cingeno, tirano e gettano; e, per poterla maneggiare, non tengono briglia con mano, ma con li piedi, incrocchiata nella sella, ed avvinchiata nell'estremo alle staffe, non alli piedi, per non impedirsi; e le staffe han di fuori la sfera e dentro il triangolo, onde il piè torcendo ne' lati, le fan girare, ché stan affibbiate alli staffili, e così tirano a sé o allungano il freno con mirabil prestezza, e con la destra torceno a sinistra ed a contrario. Questo secreto manco i Tartari hanno inteso, ché stirare e torcere non usano con le staffe. Li cavalli leggeri cominciano con li schioppi, e poi entrano l'aste e le frombole, delle quali tengono gran conto. E usano combattere per fila intessute, andando altri, ed altri ritirandosi a vicenda; e le spade sono l'ultima prova.
:Ci son poi li trionfi militari ad uso di Romani, e più belli, e le supplicazioni ringraziatorie. E si presenta al tempio il capitano, e si narrano li gesti dal poeta o istorico ch'andò con lui. E 'l Principe lo corona, ed a tutti soldati fa qualche regalo ed onore, e per molti dì sono esenti dalle fatiche publiche. Ma essi l'hanno a male, perché non sanno stare oziosi ed aiutano gli altri. E all'incontro quei che per loro colpa han perduto, si ricevono con vituperio, e chi fu il primo a fuggire non può scampar la morte, se non quando tutto l'esercito domanda in grazia la sua vita, ed ognuno piglia parte della pena. Ma poco s'ammette tal indulgenza, si non quando ci è gran ragione. Chi non aiutò l'amico o fe' atto vile, è frustato; chi fu disobediente, si mette a morire dentro a un palco di bestie con un bastone in mano, e se vince i leoni e l'orsi, che è quasi impossibile, torna in grazia.
:Le città superate o date a loro subito mettono ogni avere in commune, e riceveno gli offiziali solari e la guardia, e si van sempre acconciando all'uso della Città del Sole, maestra loro; e mandano li figli ad imparare in quella, senza contribuire a spese.
:Saria lungo a dirti del mastro delle spie e sentinelle, degli ordini loro dentro e fuore la città, che te li puoi pensare, ché son eletti da bambini secondo l'inclinazione e costellazione vista nella genitura loro. Onde ognuno, oprando secondo la proprietà sua naturale, fa bene quell'esercizio e con piacere per esserli naturale; così dico delle stratagemme ed altri. La città di notte e di giorno ha le guardie nelle quattro porte e nelle mura estreme, su li torrioni e valguardi: e lo girone il dì le femine, la notte li maschi guardano; e questo lo fanno per non impoltronire e per li casi fortuiti. Han le veglie, come i nostri soldati, divise di tre in tre ore; la sera entrano in guardia.
:Usano le cacce per imagini di guerra, e li giochi in piazza a cavallo e a piede ogni festa, e poi segue la musica.
:Perdonano volentieri a' nemici e dopo la vittoria li fanno bene. Se gettano mura o vogliono occider i capi o altro danno a' vinti, tutto fanno in un giorno, e poi li fanno bene, e dicono che non si deve far guerra se non per far gli uomini buoni, non per estinguerli. Se tra loro ci è qualche gara d'ingiuria o d'altro, perché essi non contendono se non di onore, il Principe ed i suoi offiziali puniscono il reo secretamente, s'incorse ad ingiuria di fatto dopo le prime ire; se di parole, aspettano in guerra a diffinirle, dicendo che l'ira si deve sfogare contra l'inimici. E chi fa poi in guerra più atti eroici, quello è tenuto c'abbia raggione nell'onoranza, e l'altro cede. Ma nelle cose del giusto ci son le pene; però in duello di mano non ponno venire, e chi vuol mostrarsi megliore, faccilo in guerra publica.
;Ospitalario
:Bella cosa per non fomentar fazioni a roina della patria e schifar le guerre civili, onde nasce il tiranno, come fu in Roma e Atene. Narra or, ti prego, dell'artifici loro.
;Genovese
:Devi avere inteso come commune a tutti è l'arte militare, l'agricoltura, la pastorale; ch'ognuno è obbligato a saperle, e queste son le più nobili tra loro; ma chi più arti sa, più nobile è, e nell'esercitarla quello è posto, che è più atto. L'arti fatigose, ed utili son di più laude, come il ferraro, il fabricatore; e non si schifa nullo a pigliarle, tanto più che nella natività loro si vede l'inclinazione, e tra loro, per lo compartimento delle fatiche, nullo viene a participar fatica destruttiva dell'individuo, ma solo conservativa. L'arti che sono di manco fatica son delle femine. Le speculative son di tutti, e chi più è eccellente si fa lettore; e questo è più onorato che nelle meccaniche, e si fa sacerdote. Saper natare è a tutti necessario, e ci sono a posta le piscine fuor delle fosse della città, e dentro vi son le fontane.
:La mercatura a loro poco serve, ma però conoscono il valor delle monete, e battono moneta per l'ambasciatori loro, acciocché possano commutare con le pecunia il vitto che non ponno portare, e fanno venire d'ogni parte del mondo mercanti a loro per smaltir le cose soverchie, e non vogliono danari, se non merci di quelle cose che essi non hanno. E si ridono quando vedeno i fanciulli, che quelli donano tanta robba per poco argento, ma non li vecchi. Non vogliono che schiavi o forastieri infettino la città di mali costumi; però vendono quelli che pigliano in guerra, o li mettono a cavar fosse o far esercizi faticosi fuor della città, dove sempre vanno quattro squadre di soldati a guardare il territorio e quelli che lavorano, uscendo dalle quattro porte, le quali hanno le strade di mattoni fin al mare per condotta delle robbe e facilità delli forastieri. Alli quali fanno gran carezze, li donano da mangiare per tre giorni, li lavano li piedi, li fan veder la città e l'ordine loro, entrare a Consiglio ed a mensa. E ci son uomini deputati a guardarli, e se voglion farsi cittadini, li provano un mese nelle ville ed uno nella città, e così poi risolveno, e li ricevono con certe cerimonie e giuramenti.
:L'agricoltura è in gran stima: non ci è palmo di terra che non frutti. Osservano li venti e le stelle propizie, ed escono tutti in campo armati ad arare, seminare, zappare, metere, raccogliere, vindemmiare, con musiche, trombe e stendardi; ed ogni cosa fanno tra pochissime ore. Hanno le carra a vela, che caminano con il vento, e quando non ci è vento, una bestia tira un gran carro, bella cosa, ed han li guardiani del territorio armati, che per li campi sempre van girando. Poco usano letame all'orti ed a' campi, dicendo che li semi diventano putridi e fan vita breve, come le donne imbellettate e non belle per esercizio fanno prole fiacca. Onde né pur la terra imbellettano, ma ben l'esercitano, ed hanno gran secreti di far nascer presto e multiplicare, e non perder seme. E tengon un libro a posta di tal esercizio, che si chiama la Georgica. Una parte del territorio, quanto basta, si ara; l'altra serve per pascolo delle bestie. Or questa nobil arte di far cavalli, bovi, pecore, cani ed ogni sorte d'animali domestici è in sommo pregio appresso loro, come fu in tempo antico d'Abramo; e con modi magici li fanno venire al coito, che possan ben generare, inanzi a cavalli pinti o bovi o pecore; e non lasciano andar in campagna li stalloni con le giumente, ma li donano a tempo opportuno inanzi alle stalle di campagna. Osservano Sagittario in ascendente, con buono aspetto di Marte e Giove: per li bovi, Tauro, per le pecore, Ariete, secondo l'arte. Hanno poi mandre di galline sotto le Pleiadi e papare e anatre, guidate a pascere dalle donne con gusto loro presso alla città e li luochi, dove la sera son serrate a far il cascio e latticini, butiri e simili. Molto attendono a' caponi ed a' castrati ed al frutto, e ci è un libro di quest'arte detto la Bucolica. Ed abbondano d'ogni cosa, perché ognuno desidera esser primo alla fatica per la docilità delli costumi e per esser poca e fruttuosa; ed ognun di loro, che è capo di questo esercizio, s'appella Re, dicendo che questo è nome loro proprio, e di chi non sa. Gran cosa, che le donne ed uomini sempre vanno in squadroni, né mai soli, e sempre all'obedienza del capo si trovano senza nullo disgusto; e ciò perché l'hanno come padre o frate maggiore.
:Han poi le montagne e le cacce d'animali, e spesso s'esercitano.
:La marineria è di molta reputazione, e tengono alcuni vascelli, che senza vento e senza remi caminano, ed altri con vento e remi. Intendono assai le stelle, e flussi e reflussi del mare, e navigano per conoscer genti e paesi. A nullo fan torto; senza esser stimolati non combattono. Dicono che il mondo averà da riducersi a vivere come essi fanno, però cercano sempre sapere se altri vivono meglio di loro. Hanno confederazione con gli Chinesi, e con più popoli isolani e del continente, di Siam di Cancacina e di Calicut, solo per spiare.
:Hanno anche gran secreti di fuochi artifiziali per le guerre marine e terrestri, e stratagemme, che mai non restan di vincere.
;Ospitalario
:Che e come mangiano? e quanto è lunga la vita loro?
;Genovese
:Essi dicono che prima bisogna mirar la vita del tutto e poi delle parti; onde quando edificaro la città, posero i segni fissi nelli quattro angoli del mondo. Il Sole in ascendente in Leone, e Giove in Leone orientale dal Sole, e Mercurio e Venere in Cancro, ma vicini, che facean satellizio; Marte nella nona in Ariete, che mirava di sua casa con felice aspetto l'ascendente e l'afeta. e la Luna in Tauro, che mirava di buono aspetto Mercurio e Venere, e non facea aspetto quadrato al Sole. Stava Saturno entrando nella quarta, senza far malo aspetto a Marte ed al Sole. La Fortuna con il capo di Medusa in decima quasi era, onde essi s'augurano signoria, fermezza e grandezza. E Mercurio, sendo in buono aspetto di Vergine e nella triplicità dell'asside suo, illuminato dalla Luna, non può esser tristo; ma, sendo gioviale, la scienza loro non mendica; poco curando d'aspettarlo in Vergine e la congiunzione.
:Or essi mangiano carne, butiri, mele, cascio, dattili, erbe diverse, e prima non volean uccidere gli animali, parendo crudeltà; ma poi vedendo che era crudeltà ammazzar l'erbe, che han senso, onde bisognava morire, consideraro che le cose ignobili son fatte per le nobili, e magnano ogni cosa. Non però uccidono volentieri l'animali fruttuosi, come bovi e cavalli. Hanno però distinto li cibi utili dalli disutili, e secondo la medicina si serveno; una fiata mangiano carne, una pesce ed una erbe, e poi tornano alla carne per circolo, per non gravare né estenuare la natura. Li vecchi han cibi più digestibili, e mangiano tre volte il giorno e poco, li fanciulli quattro, la communità due. Vivono almeno cento anni, al più centosettanta, o duecento al rarissimo. E son molto temperati nel bevere: vino non si dona a' fanciulli sino alli diciannove anni senza necessità grandissima, e bevono con acqua poi, e così le donne; li vecchi di cinquanta anni in su beveno senz'acqua. Mangiano, secondo la stagione dell'anno, quel che è più utile e proprio, secondo provisto viene dal capo medico, che ha cura. Usano assai l'odori: la mattina, quando si levano, si pettinano e lavano con acqua fresca tutti; poi masticano maiorana e petroselino o menta, e se la frecano nelle mani, e li vecchi usano incenso; e fanno l'orazione brevissima a levante come il Pater Noster; ed escono e vanno chi a servire i vecchi, chi in coro, chi ad apparecchiare le cose del commune; e poi escono all'esercizio, poi riposano poco, sedendo, e vanno a magnare.
:Tra loro non ci è podagre, né chiragre, né catarri, né sciatiche, né doglie coliche, né flati, perché questi nascono dalla distillazione ed inflazione, ed essi per l'esercizio purgano ogni flato ed umore. Onde è tenuto a vergogna che uno si vegga sputare, dicendo che questo nasce da poco esercizio, da poltroneria o da mangiar ingordo. Patiscono più tosto d'infiammazioni e spasmi secchi alli quali con la copia del buon cibo e bagni sovvengono; ed all'etica con bagni dolci e latticini, e star in campagne amene in bello esercizio. Morbo venereo non può allignare, perché si lavano spesso li corpi con vino ed ogli aromatici; e il sudore anche leva quell'infetto vapore, che putrefà il sangue e le midolle. né tisici si fanno, per non essere distillazione che cali al petto, e molto meno asma, poiché umor grosso ci vuole a farla. Curano le febri ardenti con acqua fresca, e l'efimere solo con odori e brodi grassi o con dormire o con suoni ed allegrie; le terzane con levar sangue e con reubarbaro o simili attrattivi, e con bevere acque di radici d'erbe purganti ed acetose. Di rado vengono a medicina purgante. Le quartane son facili a sanare per paure sùbite, per erbe simili all'umore od opposite; e mi mostraro certi secreti mirabili di quelle. Delle continue tengono conto assai, e fanno osservanza di stelle e d'erbe, e preghiere a Dio per sanarle. Quintane, ottane, settane poche si trovano, dove non ci sono umori grossi. Usano li bagni e l'olei all'usanza antica, e ci trovaro molti più secreti per star netto, sano, gagliardo. Si sforzano con questi ed altri modi aiutarsi contra il morbo sacro che ne pateno spesso.
;Ospitalario
:Segno d'ingegno grande, onde Ercole, Socrate, Macometto, Scoto e Callimaco ne patiro.
;Genovese
:E s'aiutano con preghiere al cielo e con odori e confortanti della testa e cose acide ed allegrezze e brodi grassi, sparsi di fiori di farina. Nel condir le vivande non han pari: pongono macis, mele, butiro e con aromati assai, che ti confortano gradevolmente. Non beveno annevato, come i Napolitani, neanche caldo, come li Chinesi, perché non han bisogno d'aiutarsi contra l'umori grossi in favor del natio calore, ma lo confortano con aglio pesto ed aceto, serpillo, menta, basilico, l'estate e nella stanchezza; né contra il soverchio calor dell'aromati aumentato, perché non escono di regola. Hanno pur un secreto di rinovar la vita ogni sette anni, senza afflizione, con bell'arte.
;Ospitalario
:Non hai ancora detto delle scienze e degli offiziali.
;Genovese
:Sì, ma poiché sei tanto curioso, ti dirò più. Ogni nove luna ed ogni opposizione sua fanno Consiglio dopo il sacrifizio; e qui entrano tutti di venti anni in suso, e si dimanda ad ognuno che cosa manca alla città, e chi offiziale è buono e chi è tristo. Dopo ogn'otto dì, si congregano tutti gli offiziali, che con il Sole, Pon, Sir, Mor; ed ognun di questi ha tre offiziali sotto di sé che son tredici, ed ognun di questi tre altri, che son tutti quaranta; e quelli han l'offizi dell'arti convenienti a loro, il Potestà della milizia, il Sapienza delle scienze, il Amore del vitto, generazione e vestito ed educazione; e li mastri d'ogni squadra, cioè caporioni, decurioni, centurioni sì delle donne come degli uomini. E si ragiona di quel che bisogna al publico, e si eleggon gli offiziali, pria nominati in Consiglio grande. Dopo ogni dì fa consiglio Sole e li tre Principi delle cose occorrenti, e confirmano e conciano quel che si è trattato nell'elezione e gli altri bisogni. Non usano sorti, se non quando son dubbi in modo che non sanno a qual parte pendere. Questi offiziali si mutano secondo la volontà del popolo inchina, ma li quattro primi no, se non quando essi stessi, per consiglio fatto tra loro, cedono a chi veggono saper più di loro, ed aver più purgato ingegno; e son tanto docili e buoni, che volentieri cedeno a chi più sa ed imparano da quelli; ma questo è di rado assai.
:Li capi principali delle scienze son soggetti al Sapienza, altri che il Metafisico che è esso Sole, che a tutte le scienze comanda, come architetto, ed ha vergogna ignorare cosa alcuna al mondo umano. Sotto a lui sta il Grammatico, il Logico, il Fisico, il Medico, il Politico, l'Economico, il Morale, l'Astronomo, l'Astrologo, il Geometra, il Cosmografo, il Musico, il Prospettivo, l'Aritmetico, il Poeta, l'Oratore, il Pittore, il Scultore. Sotto Amore, sta il Genitario, l'Educatore, il Vestiario, l'Agricola, l'Armentario, il Pastore, il Cicurario, il Gran Coquinario. Sotto Podestà il Stratagemmario, il Ferrario, l'Armario, l'Argentario, il Monetario, l'Ingegnero, Mastro spia, Mastro cavallerizzo, il Gladiatore, l'Artegliero, il Frombolario, il Giustiziero. E tutti questi han li particolari artefici soggetti.
:Or qui hai da sapere che ognun è giudicato da quello dell'arte sua; talché ogni capo dell'arte è giudice, e punisce d'esilio, di frusta, di vituperio, di non mangiar in mensa commune, di non andar in chiesa, non parlar alle donne. Ma quando occorre caso ingiurioso, l'omicidio si punisce con morte, ed occhio per occhio, naso per naso si paga la pena della pariglia, quando è caso pensato. Quando è rissa subitanea, si mitiga la sentenza, ma non dal giudice, perché condanna subito secondo la legge, ma dalli tre Principi. E s'appella pure al Metafisico per grazia, non per giustizia, e quello può far la grazia. Non tengono carceri, se non per qualche ribello nemico un torrione. Non si scrive processo, ma in presenza del giudice e del Potestà si dice il pro e il contra; e subito si condanna dal giudice; e poi dal Potestà, se s'appella, il sequente dì si condanna; e poi dal Sole il terzo dì si condanna, o s'aggrazia dopo molti dì con consenso del popolo. E nessuno può morire, se tutto il popolo a man comune non l'uccide; ché boia non hanno, ma tutti lo lapidano o brugiano, facendo che esso s'elegga la polvere per morir subito. E tutti piangono e pregano Dio, che plachi l'ira sua, dolendosi che sian venuti a resecare un membro infetto dal corpo della republica; e fanno di modo che esso stesso accetti la sentenza, e disputano con lui fin tanto che esso, convinto, dica che la merita; ma quando è cosa contra la libertà o contra Dio, o contra gli offiziali maggiori, senza misericordia si esequisce. Questi soli si puniscono con morte; e quel che more ha da dire tutte le cause perché non deve morire, e li peccati degli altri e dell'offiziali, dicendo quelli meritano peggio; e se vince, lo mandano in esilio e purgano la città con preghiere e sacrifizi ed ammende; ma non però travagliano li nominati.
:Li falli di fragilità e d'ignoranza si puniscono solo con vituperi, e con farlo imparare a contenersi, e quell'arte in cui peccò, o altra, e si trattano in modo, che paiono l'un membro dell'altro.
:Qui è da sapere, che se un peccatore, senza aspettare accusa, va da sé all'offiziali accusandosi e dimandando ammenda, lo liberano dalla pena dell'occulto peccato e la commutano mentre non fu accusato.
:Si guardano assai dalla calunnia per non patir la medesima pena. E perché sempre stanno accompagnati quasi, ci vuole cinque testimoni a convincere, se non si libera col giuramento il reo. Ma se due altre volte è accusato da dui o tre testimoni, al doppio paga le pena.
:Le leggi son pochissime, tutte scritte in una tavola di rame alla porta del tempio, cioè nelle colonne, nelle quali ci son scritte tutte le quiddità delle cose in breve: che cosa è Dio, che cosa è angelo, che cosa è mondo, stella, uomo, ecc., con gran sale, e d'ogni virtù la diffinizione. E li giudici d'ogni virtù hanno la sedia in quel loco, quando giudicano, e dicono: "Ecco, tu peccasti contra questa diffinizione: leggi"; e così poi lo condanna o d'ingratitudine o di pigrizia o d'ignoranza; e le condanne son certe vere medicine, più che pene, e di soavità grande.
;Ospitalario
:Or dire ti bisogna delli sacerdoti e sacrifizi e credenza loro.
;Genovese
:Sommo sacerdote è il Sole; e tutti gli offiziali son sacerdoti, parlando delli capi, ed offizio loro è purgar le conscienze. Talché tutti si confessano a quelli, ed essi imparano che sorti di peccati regnano. E si confessano alli tre maggiori tanto li peccati propri, quanto gli strani in genere, senza nominare gli peccatori, e li tre poi si confessano al Sole. Il quale conosce che sorti di errori corrono e sovviene alli bisogni della città e fa a Dio sacrifizio ed orazioni, a cui esso confessa li peccati suoi e di tutto il popolo publicamente in su l'altare, ogni volta che sia necessario per amendarli, senza nominar alcuno. E così assolve il popolo, ammonendo che si guardi in quelli errori, e confessa i suoi in publico e poi fa sacrifizio a Dio, che voglia assolvere tutta la città ed ammaestrarla e difenderla. Il sacrifizio è questo, che dimanda al popolo chi si vol sacrificare per gli suoi membri, e così un di quelli più buoni si sacrifica. E 'l sacerdote lo pone sopra una tavola, che è tenuta da quattro funi, che stanno a quattro girelle della cupola, e, fatta l'orazione a Dio che riceva quel sacrifizio nobile e voluntario umano (non di bestie involuntarie, come fanno i Gentili), fa tirar le funi; e questo saglie in alto alla cupoletta e qui si mette in orazione; e li si dà da magnare parcamente, sino a tanto che la città è espiata. Ed esso con orazioni e digiuni prega Dio, che riceva il pronto sacrifizio suo; e così, dopo venti o trenta giorni, placata l'ira di Dio, torna a basso per le parti di fuore o si fa sacerdote; e questo è sempre onorato e ben voluto, perché esso si dà per morto, ma Dio non vuol che mora.
:Di più vi stanno vintiquattro sacerdoti sopra il tempio, li quali a mezzanotte, a mezzodì, la mattina e la sera cantano alcuni salmi a Dio; e l'offizio loro è di guardar le stelle e notare con astrolabi tutti li movimenti loro e gli effetti che producono, onde sanno in che paese che mutazione è stata e ha da essere. E questi dicono l'ora della generazione e li giorni del seminare e raccogliere, e serveno come mezzani tra Dio e gli uomini; e di essi per lo più si fanno li Soli e scriveno gran cose ed investigano scienze. Non vengono a basso, se non per mangiare; con donne non si impacciano, se non qualche volta per medicina del corpo. Va ogni dì Sole in alto e parla con loro di quel che hanno investigato sopra il benefizio della città e di tutte le nazioni del mondo. In tempio a basso sempre ha da esser uno che faccia orazione a Dio, ed ogni ora si muta, come noi facciamo le quarant'ore, e questo si dice continuo sacrifizio.
:Dopo mangiare si rendon grazie a Dio con musica, e poi si cantano gesti di eroi cristiani, ebrei, gentili, di tutte nazioni, per spasso e per godere. Si cantano inni d'amore e di sapienza e virtù. Si piglia ognuno quella che più ama, e fanno alcuni balli sotto li chiostri, bellissimi. Le donne portano li capelli lunghi, inghirlandati ed uniti in un groppo in mezzo la testa con una treccia. Gli uomini solo un cerro, un velo e berrettino. Usano cappelli in campagna, in casa berrette bianche o rosse o varie, secondo l'offizio ed arte che fanno, e gli officiali più grandi e pompose.
:Tutte le cose loro son quattro principali, cioè quando entra il sole in Ariete, in Cancro, in Libra, il Capricorno; e fanno gran rappresentazioni belle e dotte; ed in ogni congiunzione ed opposizione di luna fanno certe feste. E nelli giorni che fondaro la città e quando ebbero vittoria, fanno il medesimo con musica di voci feminine e con trombe e tamburi ed artiglierie; e li poeti cantano le laudi delli più virtuosi. Ma chi dice bugia in laude è punito; non si può dir poeta chi finge menzogna tra loro; e questa licenza dicono che è ruina del mondo, che toglie il premio alle virtù e lo dona altrui per paura o adulazione.
:Non si fa statua a nullo, se non dopo che more; ma, vivendo, si scrive nel libro delli eroi chi ha trovato arti nove o secreti d'importanza, o fatto gran benefizio in guerra o pace al publico.
:Non si atterrano li corpi morti, ma si bruggiano per levar la peste e per convertirsi in fuoco, cosa tanto nobile e viva, che vien dal sole ed a lui torna, e per non restar sospetto d'idolatria. Restano pitture solo o statue di grand'uomini, e quelle che mirano le donne formose, che s'applicano all'uso della razza.
:L'orazioni si fan alli quattro angoli del mondo orizzontali, e la mattina prima a levante, poi a ponente, poi ad austro, poi a settentrione; la sera al riverso, prima a ponente, poi a levante, poi a settentrione, poi ad austro. E replicano solo un verso, che dimanda corpo sano e mente sana al loro ed a tutte le gente, e beatitudine, e conclude: "come par meglio a Dio." Ma l'orazione attentamente e lunga si fa in cielo; però l'altare è tondo e in croce spartito, per dove entra Sole dopo le quattro repetizioni, e prega mirando in suso. Questo lo fan per gran misterio. Le vesti pontificali son stupende di bellezza e di significato a guisa di quelle d'Aron.
:Distinguono li tempi secondo l'anno tropico, non sidereo, ma sempre notano quanto anticipa questo di tempo. Credono che il sole cali a basso, e però facendo più stretti circoli arriva alli tropici ed equinozi che l'anno passato; o vero pare arrivare, ché l'occhio, vedendolo più basso in obliquo, lo vede prima giungere ed obliquare. Misurano li mesi con la luna e l'anno con il sole; e però non accordano questa con quello fino alli diciannove anni, quando pur il capo del Drago finisce il suo corso; del che han fatto nova astronomia. Laudano Tolomeo ed ammirano Copernico, benché Aristarco e Filolao prima di lui; ma dicono che l'uno fa il conto con le pietre, l'altro con le fave, ma nullo con le stesse cose contate, e pagano il mondo con li scudi di conto, non d'oro. Però essi cercano assai sottilmente questo negozio, perché importa a saper la fabbrica del mondo, e se perirà e quando, e la sostanza delle stelle e chi ci sta dentro a loro. E credono esser vero quel che disse Cristo delli segni delle stelle, sole e luna, li quali alli stolti non pareno veri, ma li venirà, come ladro di notte, il fin delle cose. Onde aspettano la renovazione del secolo, e forsi il fine. Dicono che è gran dubbio sapere se 'l mondo fu fatto di nulla o delle rovine d'altri mondi o del caos; ma par verosimile che sia fatto, anzi certo. Son nemici d'Aristotile, l'appellano pedante.
:Onorano il sole e le stelle come cose viventi e statue di Dio e tempi celesti; ma non l'adorano, e più onorano il sole. Nulla creatura adorano di latria, altro che Dio, e però a lui serveno solo sotto l'insegna del sole, ch'è insegna e volto di Dio, da cui viene la luce e 'l calore ed ogni altra cosa. Però l'altare è come un sole fatto, e li sacerdoti pregano Dio nel sole e nelle stelle, com'in altari, e nel cielo, come tempio; e chiamano gli angeli buoni per intercessori, che stanno nelle stelle, vive case loro, e che le bellezze sue Dio più le mostrò in cielo e nel sole, come suo trofeo e statua.
:Negano gli eccentrici ed epicicli di Tolomeo e di Copernico; affermano che sia un solo cielo, e che li pianeti da sé si movano ed alzino, quando al sole si congiungeno per la luce maggiore che riceveno; e abbassino nelle quadrature e nell'opposizioni per avvicinarsi a lui. E la luna in congiunzione ed opposizione s'alza per stare sotto il sole e ricever la luce in questi siti assai che la sublima. E per questo le stelle, benché vadano sempre di levante in ponente, nell'alzare paion gir a dietro; e così si veggono, perché il stellato cielo corre velocemente in ventiquattr'ore, ed esse ogni dì, camminando meno, restano più a dietro; talché sendo passate dal cielo, paion tornare. E quando son nell'opposito del sole, piglian breve circolo per la bassezza, ché si inchinano a pigliar luce da lui, e però caminano inante assai; e quando vanno a par delle stelle fisse, si dicon stazionari; quando più veloci, retrogradi, secondo li volgari astrologi; e quando meno, diretti. Ma la luna, tardissima e in congiunzione ed opposizione, non par tornare, ma solo avanzare inanti poco, perché il primo cielo non è tanto più di lei veloce allora c'ha lume assai o di sopra o di sotto, onde non par retrograda, ma solo tarda indietro e veloce inanti. E così si vede che né epicicli, né eccentrici ci voleno a farli alzare e retrocedere. Vero è ch'in alcune parti del mondo han consenso con le cose sopracelesti, e si fermano, e però diconsi alzar in eccentrico.
:Del sole poi rendono la causa fisica, che nel settentrione s'alza per contrastar la terra, dove essa prese forza, mentre esso scorse nel merigge, quando fu il principio del mondo. Talché in settembre bisogna dire che sia stato fatto il mondo, come gli Ebrei e Caldei antiqui, non li moderni, escogitaro: e così, alzando per rifar il suo, sta più giorni in settentrione che in austro, e par salire in eccentrico.
:Tengono dui princìpi fisici: il sole padre e la terra madre; e l'aere essere cielo impuro, e 'l fuoco venir dal sole, e 'l mar essere sudore della terra liquefatta dal sole e unir l'aere con la terra, come il sangue lo spirito col corpo umano; e 'l mondo essere animal grande, e noi star intra lui, come i vermi nel nostro corpo; e però noi appartenemo alla providenza di Dio, e non del mondo e delle stelle, perché rispetto a loro siamo casuali; ma rispetto a Dio, di cui essi son stromenti, siamo antevisti e provisti; però a Dio solo avemo l'obligo di signore, di padre e di tutto.
:Tengono per cosa certa l'immortalità dell'anima, e che s'accompagni, morendo, con spiriti buoni o rei, secondo il merito. Ma li luoghi delle pene e premi non l'han tanto per certi; ma assai ragionevole pare che sia il cielo e i luochi sotterranei. Stanno anche molto curiosi di sapere se queste sono eterne o no. Di più son certi che vi siano angeli buoni e tristi, come avviene tra gli uomini, ma quel che sarà di loro aspettano avviso dal cielo. Stanno in dubbio se ci siano altri mondi fuori di questo, ma stimano pazzia dir che non ci sia niente, perché il niente né dentro né fuori del mondo è, e Dio, infinito ente, non comporta il niente seco.
:Fanno metafisici princìpi delle cose l'ente, ch'è Dio, e 'l niente, ch'è il mancamento dell'essere, come condizione senza cui nulla si fa: perché non se faria si fosse, dunque non era quel che si fa. Dal correre al niente nasce il male e 'l peccato; però il peccatore si dice annichilarsi e il peccato ha causa deficiente, non efficiente. La deficienza è il medesimo che mancanza, cioè o di potere o di sapere o di volere, e in questo ultimo metteno il peccato. perché chi può e sa ben fare, deve volere, perché la volontà nasce da loro, ma non e contra. Qui ti stupisci ch'adorano Dio in Trinitate, dicendo ch'è somma Possanza, da cui procede somma Sapienza, e d'essi entrambi, sommo Amore. Ma non conosceno le persone distinte e nominate al modo nostro, perché non ebbero revelazione, ma sanno ch'in Dio ci è processione e relazione di sé a sé; e così tutte cose compongono di possanza, sapienza ed amore, in quanto han l'essere; d'impotenza, insipienza e disamore, in quanto pendeno dal non essere. E per quelle meritano, per queste peccano, o di peccato di natura nelli primi, o d'arte in tutti tre. E così la natura particolare pecca nel far mostri per impotenza o ignoranza. Ma tutte queste cose son intese da Dio potentissimo, sapientissimo ed ottimo, onde in lui nullo ente pecca e fuor di lui sì; ma non si va fuor di lui, se non per noi, non per lui, perché in noi la deficienza è, in lui l'efficienza. Onde il peccare è atto di Dio, in quanto ha essere ed efficienza; ma in quanto ha non essere e deficienza, nel che consiste la quidità d'esso peccare è in noi, ch'al non essere e disordine decliniamo.
;Ospitalario
:Oh, come sono arguti!
;Genovese
:S'io avesse tenuto a mente, e non avesse pressa e paura, io ti sfondacaria gran cose; ma perdo la nave, se non mi parto.
;Ospitalario
:Per tua fé dimmi questo solo: che dicono del peccato d'Adamo?
;Genovese
:Essi confessano che nel mondo ci sia gran corruttela, e che gli uomini si reggono follemente e non con ragione; e che i buoni pateno e i tristi reggono; benché chiamano infelicità quella loro, perché è annichilirsi il mostrarsi quel che non sei, cioè d'esser re, d'essere buono, d'esser savio, e non esser in verità. Dal che argomentano che ci sia stato gran scompiglio nelle cose umane, e stavano per dire con Platone, che li cieli prima giravano dall'occaso, là dove mo è il levante, e poi variano. Dissero anco che può essere che governi qualche inferior Virtù, e la prima lo permetta, ma questo pur stimano pazzia. Più pazzia è dire che prima resse Saturno bene, e poi Giove, e poi gli altri pianeti; ma confessano che l'età del mondo succedono secondo l'ordine di pianeti, e credeno che la mutanza degli assidi ogni mille anni o mille seicento variano il mondo. E questa nostra età par che sia di Mercurio, si bene le congiunzioni magne l'intravariano, e l'anomalie han gran forza fatale.
:Finalmente dicono ch'è felice il cristiano, che si contenta di credere che sia avvenuto per il peccato d'Adamo tanto scompiglio, e credono che dai padri a' figli corre il male più della pena che della colpa. Ma dai figli al padre torna la colpa, perché trascuraro la generazione, la fecero fuor di tempo e luoco, in peccato e senza scelta di genitori, e trascuraro l'educazione, ché mal l'indottrinaro. Però essi attendeno assai a questi due punti, generazione ed educazione; e dicono che la pena e la colpa redonda alla città, tanto de' figli, quanto de' padri; però non si vedeno bene e par che il mondo si regga a caso. Ma chi mira la costruzione del mondo, l'anatomia dell'uomo (come essi fan de' condannati a morte; anatomizzandoli) e delle bestie e delle piante, e gli usi delle parti e particelle loro, è forzato a confessare la providenza di Dio ad alta voce. Però si deve l'uomo molto dedicare alla vera religione, ed onorar l'autor suo; e questo non può ben fare chi non investiga l'opere sue e non attende a ben filosofare, e chi non osserva le sue leggi sante: "Quel che non vuoi per te non far ad altri, e quel che vuoi per te fa' tu il medesimo." Dal che ne segue, che si dai figli e dalle genti noi onor cercamo, alli quali poco damo, assai più dovemo noi a Dio, da cui tutto ricevemo, in tutto siamo e per tutto. Sia sempre lodato.
;Ospitalario
:Se questi, che seguon solo la legge della natura, sono tanto vicini al cristianesimo, che nulla cosa aggiunge alla legge naturale si non i sacramenti, io cavo argumento di questa relazione che la vera legge è la cristiana, e che, tolti gli abusi, sarà signora del mondo. E che però gli Spagnuoli trovaro il resto del mondo, benché il primo trovatore fu il Colombo vostro genovese, per unirlo tutto ad una legge; e questi filosofi saran testimoni della verità, eletti da Dio. E vedo che noi non sappiamo quel che facemo, ma siamo instromenti di Dio. Quelli vanno per avarizia di danari cercando nuovi paesi, ma Dio intende più alto fine. Il sole cerca strugger la terra, non far piante ed uomini; ma Dio si serve di loro in questo. Sia laudato.
;Genovese
:Oh, se sapessi che cosa dicono per astrologia e per l'istessi profeti nostri ed ebrei e d'altre genti di questo secolo nostro, c'ha più storia in cento anni che non ebbe il mondo in quattro mila; e più libri si fecero in questi cento che in cinque mila: e dell'invenzioni stupende della calamita e stampe ed archibugi, gran segni dell'union del mondo; e come, stando nella triplicità quarta l'asside di Mercurio a tempo che le congiunzioni magne si faceano in Cancro, fece queste cose inventare per la Luna e Marte, che in quel segno valeno al navigar novo, novi regni e nove armi. Ma entrando l'asside di Saturno in Capricorno, e di Mercurio in Sagittario, e di Marte in Vergine, e le congiunzioni magne tornando alla triplicità prima dopo l'apparizion della stella nova in Cassiopea, sarà grande monarchia nova, e di leggi riforma e d'arti, e profeti e rinovazione. E dicono che a' cristiani questo apporterà grand'utile; ma prima si svelle e monda, poi s'edifica e pianta.
:Abbi pazienza, che ho da fare.
:Questo sappi, c'han trovato l'arte del volare, che sola manca al mondo, ed aspettano un occhiale di veder le stelle occulte ed un oricchiale d'udir l'armonia delli moti di pianeti.
;Ospitalario
:Oh! oh! oh! mi piace. Ma Cancro è segno feminile di Venere e di Luna, e che può far di bene?
;Genovese
:Essi dicono che la femina apporta fecondità di cose in cielo, e virtù manco gagliarda rispetto a noi aver dominio. Onde si vede che in questo secolo regnaro le donne, come l'Amazoni tra la Nubbia e 'l Monopotapa, e tra gli Europei la Rossa in Turchia, la Bona in Polonia, Maria in Ongheria, Elisabetta in Inghilterra, Catarina in Francia, Margherita in Fiandra, la Bianca in Toscana, Maria in Scozia, Camilla in Roma ed Isabella in Spagna, inventrice del mondo novo. E 'l poeta di questo secolo incominciò dalle donne dicendo: "Le donne, i cavalier, l'armi e l'amori." E tutti son maledici li poeti d'ogge per Marte; e per Venere e per la Luna parlano di bardascismo e puttanesmo. E gli uomini si effemminano e si chiamano "Vossignoria"; ed in Africa, dove regna Cancro, oltre l'Amazoni, ci sono in Fez e Marocco li bordelli degli effeminati publici, e mille sporchezze.
:Non però restò, per esser tropico segno Cancro ed esaltazion di Giove ed apogìo del Sole e di Marte trigono, sì come per la Luna e Marte e Venere ha fatto la nova invenzion del mondo e la stupenda maniera di girar tutta la terra e l'imperio donnesco, e per Mercurio e Marte e Giove le stampe ed archibugi, di non far anche de leggi gran mutamento. Ché del mondo nono e in tutte le marine d'Africa e Asia australi è entrato il cristianesimo per Giove e Sole, ed in Africa la legge del Seriffo per la Luna, e per Marte in Persia quella d'Alle, renovata dal Sofì, con mutarsi imperio in tutte quelle parti ed in Tartaria. Ma in Germania, Francia ed Inghilterra entrò l'eresia per esser esse a Marte ed alla Luna inchinate; e Spagna per Giove ed Italia per il Sole, a cui sottostanno, per Sagittario e Leone, segni loro, restaro nella bellezza della legge cristiana pura. E quante cose saran più di mo inanzi, e quanto imparai da questi savi circa la mutazion dell'assidi de' pianeti e dell'eccentricità e solstizi ed equinozi ed obliquitati, e poli variati e confuse figure nello spazio immenso; e del simbolo c'hanno le cose nostrali con quelle di fuori del mondo; e quanto seque di mutamento dopo la congiunzion magna e l'eclissi, che sequeno dopo la congiunzion magna in Ariete e Libra, segni equinoziali, con la renovazione dell'anomalie, faran cose stupende in confirmar il decreto della congiunzion magna e mutar tutto il mondo e rinovarlo!
:Ma per tua fé non mi trattener più, c'ho da fare. Sai come sto di pressa. Un'altra volta.
:Questo si sappi, che essi tengon la libertà dell'arbitrio. E dicono che, se in quaranta ore di tormento un uomo non si lascia dire quel che si risolve tacere, manco le stelle, che inchinano con modi lontani, ponno sforzare. Ma perché nel senso soavemente fan mutanza, chi segue più il senso che la ragione è soggetto a loro. Onde la costellazione che da Lutero cadavero cavò vapori infetti, da' Gesuini nostri che furo al suo tempo cavò odorose esalazioni di virtù, e da Fernando Cortese che promulgò il cristianesimo in Messico nel medesimo tempo.
:Ma di quanto è per sequire presto nel mondo io te 'l dirò un'altra fiata.
:L'eresia è opera sensuale, come dice S. Paolo, e le stelle nelli sensuali inchinano a quella, nelli razionali alla vera legge santa della prima Raggione, sempre laudanda. Amen.
;Ospitalario
:Aspetta, aspetta.
;Genovese
:Non posso, non posso.
[[la:Civitas solis]][[Categoria:Canone delle opere della letteratura italiana]]
rbongi5pdbwgs1mrx1cjsv3wyysr3a2
Versi contro Giovanni Bovio
0
31996
3024397
2566268
2022-08-19T12:41:48Z
Candalua
1675
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Vamba<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="Anno di pubblicazione"/>1898<section end="Anno di pubblicazione"/>
<section begin="Argomento"/>Poesie<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>Versi contro Giovanni Bovio<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>11 agosto 2008<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Poesie<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=11 agosto 2008|arg=Poesie}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore =Vamba
| Titolo =Versi contro Giovanni Bovio
| Anno di pubblicazione =1898
| Lingua originale del testo =
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Progetto =letteratura
| Argomento =Poesie
| URL della versione cartacea a fronte =
}}
<poem>
Mentre l’appropinquantesi
pantopatologia
nella teratologica
trascende ultima via,
ecco: un ipersensibile
eudemonismo appar.
È forse dell’io etico
la transustanziazione?
Oppure è un’ontologica
sociale evoluzione?
Questo chiede {{Ac|Giovanni Bovio|il filosofo}}
all’ente popolar.
</poem>
9c5ozsnv38acfwvehq75gtxxvb04guc
Istituzioni di diritto romano
0
43997
3024670
2561229
2022-08-20T10:12:00Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Istituzioni di diritto romano - Vol. I]] a [[Istituzioni di diritto romano]] al posto di un redirect senza lasciare redirect: Inversione di redirect
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Alessandro Doveri<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="Organismo emittente"/>Alessandro Doveri<section end="Organismo emittente"/>
<section begin="Anno di pubblicazione"/>1859<section end="Anno di pubblicazione"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Istituzioni di diritto romano.djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Argomento"/>diritto<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>Diritto<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>Istituzioni di diritto romano<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>28 maggio 2008<section end="data"/>
<section begin="avz"/>25%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Letteratura giuridica<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=25%|data=28 maggio 2008|arg=Letteratura giuridica}}{{Intestazione
|Progetto=Diritto
|Argomento= diritto
| Nome e cognome dell'autore=Alessandro Doveri
| Organismo emittente = Alessandro Doveri
| Titolo = Istituzioni di diritto romano
| Anno di pubblicazione = 1859
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Istituzioni di diritto romano.djvu
}}
<pages index="Istituzioni di diritto romano.djvu" from=1 to=1/>
== Indice ==
* {{Testo|/Dedica}}
* {{Testo|/Introduzione}}
** {{Testo|/Introduzione/Sezione I|Sezione I. Idee generali intorno alla legge e al diritto}}
** {{Testo|/Introduzione/Sezione II|Sezione II. Idee de' Giureconsulti Romani sul Diritto, sulla Giustizia, e sulle distinzioni principali del Diritto}}
** {{Testo|/Introduzione/Sezione III|Sezione III. Istoria Esterna del Diritto Romano}}
** {{Testo|/Introduzione/Sezione IV|Sezione IV. Nozioni preliminari intorno ai Diritti Privati o Civili}}
[[Categoria:Letteratura giuridica]]
kw6zp2bcr6kj4ftf36ec9v0kn6t9cpy
3024677
3024670
2022-08-20T10:12:47Z
OrbiliusMagister
129
Un lavoro immane....
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Alessandro Doveri<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="Organismo emittente"/>Alessandro Doveri<section end="Organismo emittente"/>
<section begin="Anno di pubblicazione"/>1859<section end="Anno di pubblicazione"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Istituzioni di diritto romano.djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Argomento"/>diritto<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>Diritto<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>Istituzioni di diritto romano<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>28 maggio 2008<section end="data"/>
<section begin="avz"/>25%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Letteratura giuridica<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=25%|data=28 maggio 2008|arg=Letteratura giuridica}}{{Intestazione
|Progetto=Diritto
|Argomento= diritto
| Nome e cognome dell'autore=Alessandro Doveri
| Organismo emittente = Alessandro Doveri
| Titolo = Istituzioni di diritto romano
| Anno di pubblicazione = 1859
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Istituzioni di diritto romano.djvu
}}
<pages index="Istituzioni di diritto romano.djvu" from=1 to=1/>
== Indice ==
{{Qualità|avz=25%|data=28 maggio 2008|arg=Letteratura giuridica}}{{Intestazione
|Progetto=Diritto
|Argomento= diritto
| Nome e cognome dell'autore=Alessandro Doveri
| Organismo emittente = Alessandro Doveri
| Titolo = Istituzioni di diritto romano
| Anno di pubblicazione = 1859
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Istituzioni di diritto romano.djvu
}}
<pages index="Istituzioni di diritto romano.djvu" from=1 to=1/>
== Indice ==
*{{Testo|/Introduzione}}
*{{Testo|/Introduzione/Sezione I|Sezione I. Idee generali intorno alla Legge e al Diritto}}
**{{Testo|/Introduzione/Sezione II|Sezione II. Idee de’ Giureconsulti Romani sul Diritto, sulla Giustizia, e sulle distinzioni principali del Diritto}}
**{{Testo|/Introduzione/Sezione III|Sezione III. Istoria Esterna del diritto romano}}
***{{Testo|/Introduzione/Sezione III/1º Periodo|1º Periodo. Dall’Origine di Roma, fino alle Leggi delle XII Tavole}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/1º Periodo/Capitolo I|Capitolo I. Stato primitivo di Roma, ed Avvenimenti Politici}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/1º Periodo/Capitolo II|Capitolo II. Fonti del Diritto}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/1º Periodo/Capitolo III|Capitolo III. Stato della Giurisprudenza}}
***{{Testo|/Introduzione/Sezione III/2º Periodo|2º Periodo. Dalla Legge delle XII Tavole, fino a’ tempi di Cicerone}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/2º Periodo/Capitolo I|Capitolo I. Avvenimenti Politici}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/2º Periodo/Capitolo II|Capitolo II. Fonti del Diritto}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/2º Periodo/Capitolo III.|Capitolo III. Stato della Giurisprudenza}}
***{{Testo|/Introduzione/Sezione III/3º Periodo|3º Periodo. Dai tempi di Cicerone, fino a quelli di Alessandro Severo}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/3º Periodo/Capitolo I|Capitolo I. Avvenimenti Politici}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/3º Periodo/Capitolo II|Capitolo II. Fonti del Diritto}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/3º Periodo/Capitolo III|Capitolo III. Stato della Giurisprudenza}}
***{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo|4º Periodo. Dai tempi di Alessandro Severo fino a quell di Giustiniano}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo I|Capitolo I. Avvenimenti Politici}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo II|Capitolo II. Fonti del Diritto}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo III|Capitolo III. Stato della Giurispradenza}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo IV|Capitolo IV. Legislazione di Giustidiano}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo V|Capitolo V. Vicende del diritto romano dopo Giustiniano}}
**{{Testo|/Introduzione/Sezione IV|Sezione IV. Nozioni preliminari intorno ai Diritti Privati o Civili}}
*{{Testo|/Libro I|LIBRO PRIMO. Delle Persone}}
**{{Testo|/Libro I/Sezione I|Sezione I. Delle Persone in generale}}
**{{Testo|/Libro I/Sezione II|Sezione II. De’ Diritti Personali}}
***{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo I|Titolo I. Diritti di Condizione Civile}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo I/Parte I|Parte I. Diritti di Condizione civile delle Persone Fisiche}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo I/Parte II|Parte II. Diritti di Condizione civile delle Persone Giuridiche}}
***{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II|Titolo Il. Diritti di Famiglia}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I|Parte I. Della Herilis Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo I|Capitolo I. Introduzione Istorica}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo II|Capitolo II Diritti compresi nella Herilis Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo III|Capitolo III. Origine della Servitù}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo IV|Capitolo IV. Estinzione della Servitù}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo V|Capitolo V. Del Patronato}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte II|Parte II. Della Patria Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo I|Capitolo I. Origine della Patria Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo II|Capitolo II. Effetti della Patria Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo III|Capitolo III. Estinzione della Patria Potestas}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III|Parte III. Della Manus}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I|Capitolo I. Del Matrimonio in generale e sue Specie}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo II|Capitolo II. Requisiti del Matrimonio}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III|Capitolo III. Effetti del Matrimonio}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo IV|Capitolo IV. Dello scioglimento del Matrimonio}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo V|Capitolo V. Relazioni Giuridiche affini al Matrimonio}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte IV|Parte IV. Del Mancipium}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte V|Parte V. Della Tutela e della Cura}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte V/Capitolo I|Capitolo I. Della Tutela}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte V/Capitolo II|Capitolo II. Della Cura}}
*{{Testo|/Libro II|LIBRO SECONDO. Delle cose e dei Diritti Patrimoniali}}
**{{Testo|/Libro II/Sezione I|Sezione I. Delle Cose in generale}}
**{{Testo|/Libro II/Sezione II|Sezione II. Diritti Patrimoniali}}
***{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I|Titolo I. De’ Diritti Patrimoniali Reali}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I|Parte I. Del Possesso in generale}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo I|Capitolo I. Nozione del Possesso in senso Tecnico}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo II|Capitolo II. Requisiti del Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo III|Capitolo III. Del quasi Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo IV|Capitolo IV. Distinzioni del Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo V|Capitolo V. Acquisto del Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo VI|Capitolo VI. Perdita del Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo VII|Capitolo VII. Azioni Possessorie}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II|Parte II. Del Dominio}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II/Capitolo I|Capitolo I. Nozione e Generalità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II/Capitolo II|Capitolo II. Dell’ Acquisto del Dominio in generale}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II/Capitolo III|Capitolo III. Modi dj acquistare il Dominio, secondo il Diritto Civile}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II/Capitolo IV|Capitolo IV. Modi di acquistare il Dominio, secondo il Diritto delle Genti}}
***{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II|Titolo II. Dei Diritti Patrimoniali emergenti da un Rapporto obbligatorio (Obligationes)}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte I|Parte I. Delle obbligazioni in generale e loro distinzioni}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte II|Parte II. Effetti dell’ Obbligazione}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo I|Capitolo I. Dell’Esecuzione. Dell’Obbligazione}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo II|Capitolo II. Dell’Inesecuzione dell’Obbligazione}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo III|Capitolo III. Conseguenza dell’ Inesecuzione dell’ Obbligazione}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte III|Parte III. Fonti delle Obbligazioni}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I|Capitolo I. Delle Obbligazioni nascenti da convenzione}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti|a) dei Contratti}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Reali|I. Contratti Reali}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Reali/A|A) Contratti Reali Nominati}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Reali/B|B) Contratti Reali Innominati}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Verbali|II. Contratti Verbali}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Litterali|III. Contratti Litterali}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Consensuali|IV. Contratti Consensuali}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti|b) dei Patti}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti non nudi|Patti Non Nudi}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti non nudi/I||I. Patti Adjetti}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti non nudi/II|II. Patti Legittimi}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti non nudi/III|III. Patti Pretorj}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti nudi|Dei Patti Nudi}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo II|Capitolo II. Delle Obbligazioni nascenti da Delitto}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III|Capitolo III. Delle Obbligazioni derivanti ex variis causarum figuris}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III/I|I. De Obligationibus quasi ex Contractu}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III/II|II. De Obligationibus quae quasi ex delicto nascuntur}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III/III|III. De Obligationibus quae ex variis causarum figuris nascuntur}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte IV|Parte IV. Modi di garantire l’esecuzione delle Obbligazioni}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte V|Parte V. Della cessione delle Azioni}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte VI|Parte VI. Modi coi quali si estinguono le Obbligazioni}}
***{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III|Titolo III. Dei Diritti di Successione Ereditaria}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte I|Parte I. Generalità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte I/Capitolo I|Capitolo I. Nozione generale della Successione Ereditaria}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte I/Capitolo II|Capitolo II. Della Delazione e dell’ Acquisto dell’Eredità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte I/Capitolo III|Capitolo III. Hereditas e Bonorum Possessio}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II|Parte II. Della Delazione dell’ Eredità per Testamento}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo I|Capitolo I. Del Testamento in generale}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo II|Capitolo II. Condizioni per fare Testamento}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo III|Capitolo III. Forma dei Testamenti}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo IV|Capitolo IV. Del contenuto del Testamento}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo V|Capitolo V. Limiti alla libertà di testare}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo VI|Capitolo VI. Cause di invalidità dei Testamenti}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte III|Parte III. Della Delazione dell’ Eredità per Legge}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte III/Capitolo I|Capitolo I. Principj generali}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte III/Capitolo II|Capitolo II. Diritto Antico}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte III/Capitolo III|Capitolo III. Diritto Nuovo}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte IV|Parte IV. Dell’ Acquisto dell’Eredità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte IV/Capitolo I|Capitolo I. Modi di acquistare l’Eredità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte IV/Capitolo II|Capitolo II. Effetti dell’ acquisto dell’ Eredità}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte V|Parte V. Azioni per far valere i Diritti di Successione Ereditari}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte V/Capitolo I|Capitolo I. Azioni Petitorie}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte V/Capitolo II|Capitolo II. Azioni Possessorie}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo IIII/Parte VI|Parte VI. Dei Legati e Fedecommessi}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo I|Capitolo I. Del Legato}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo II|Capitolo II. Del Fedecommesso Singolare}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo III|Capitolo III. Dei Codicilli}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo IV|Capitolo IV. Teoria dei Legati e dei Fedecommessi a Titolo singolare}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo V|Capitolo V. Del Legatum Partitionis e del Fideicommissum Hereditatis in particolare}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo VI|Capitolo VI Delle Donazioni e Capioni Mortis Causa}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo IIII/Parte VII|Parte VII. Altre Successioni Mortis Causa}}
[[Categoria:Letteratura giuridica]]
3f81gorofdxvmrqjt40qrxvfnl9zo4a
3024678
3024677
2022-08-20T10:13:12Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Alessandro Doveri<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="Organismo emittente"/>Alessandro Doveri<section end="Organismo emittente"/>
<section begin="Anno di pubblicazione"/>1859<section end="Anno di pubblicazione"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Istituzioni di diritto romano.djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Argomento"/>diritto<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>Diritto<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>Istituzioni di diritto romano<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>28 maggio 2008<section end="data"/>
<section begin="avz"/>25%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Letteratura giuridica<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=25%|data=28 maggio 2008|arg=Letteratura giuridica}}{{Intestazione
|Progetto=Diritto
|Argomento= diritto
| Nome e cognome dell'autore=Alessandro Doveri
| Organismo emittente = Alessandro Doveri
| Titolo = Istituzioni di diritto romano
| Anno di pubblicazione = 1859
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Istituzioni di diritto romano.djvu
}}
<pages index="Istituzioni di diritto romano.djvu" from=1 to=1/>
== Indice ==
*{{Testo|/Introduzione}}
*{{Testo|/Introduzione/Sezione I|Sezione I. Idee generali intorno alla Legge e al Diritto}}
**{{Testo|/Introduzione/Sezione II|Sezione II. Idee de’ Giureconsulti Romani sul Diritto, sulla Giustizia, e sulle distinzioni principali del Diritto}}
**{{Testo|/Introduzione/Sezione III|Sezione III. Istoria Esterna del diritto romano}}
***{{Testo|/Introduzione/Sezione III/1º Periodo|1º Periodo. Dall’Origine di Roma, fino alle Leggi delle XII Tavole}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/1º Periodo/Capitolo I|Capitolo I. Stato primitivo di Roma, ed Avvenimenti Politici}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/1º Periodo/Capitolo II|Capitolo II. Fonti del Diritto}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/1º Periodo/Capitolo III|Capitolo III. Stato della Giurisprudenza}}
***{{Testo|/Introduzione/Sezione III/2º Periodo|2º Periodo. Dalla Legge delle XII Tavole, fino a’ tempi di Cicerone}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/2º Periodo/Capitolo I|Capitolo I. Avvenimenti Politici}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/2º Periodo/Capitolo II|Capitolo II. Fonti del Diritto}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/2º Periodo/Capitolo III.|Capitolo III. Stato della Giurisprudenza}}
***{{Testo|/Introduzione/Sezione III/3º Periodo|3º Periodo. Dai tempi di Cicerone, fino a quelli di Alessandro Severo}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/3º Periodo/Capitolo I|Capitolo I. Avvenimenti Politici}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/3º Periodo/Capitolo II|Capitolo II. Fonti del Diritto}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/3º Periodo/Capitolo III|Capitolo III. Stato della Giurisprudenza}}
***{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo|4º Periodo. Dai tempi di Alessandro Severo fino a quell di Giustiniano}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo I|Capitolo I. Avvenimenti Politici}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo II|Capitolo II. Fonti del Diritto}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo III|Capitolo III. Stato della Giurispradenza}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo IV|Capitolo IV. Legislazione di Giustidiano}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo V|Capitolo V. Vicende del diritto romano dopo Giustiniano}}
**{{Testo|/Introduzione/Sezione IV|Sezione IV. Nozioni preliminari intorno ai Diritti Privati o Civili}}
*{{Testo|/Libro I|LIBRO PRIMO. Delle Persone}}
**{{Testo|/Libro I/Sezione I|Sezione I. Delle Persone in generale}}
**{{Testo|/Libro I/Sezione II|Sezione II. De’ Diritti Personali}}
***{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo I|Titolo I. Diritti di Condizione Civile}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo I/Parte I|Parte I. Diritti di Condizione civile delle Persone Fisiche}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo I/Parte II|Parte II. Diritti di Condizione civile delle Persone Giuridiche}}
***{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II|Titolo Il. Diritti di Famiglia}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I|Parte I. Della Herilis Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo I|Capitolo I. Introduzione Istorica}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo II|Capitolo II Diritti compresi nella Herilis Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo III|Capitolo III. Origine della Servitù}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo IV|Capitolo IV. Estinzione della Servitù}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo V|Capitolo V. Del Patronato}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte II|Parte II. Della Patria Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo I|Capitolo I. Origine della Patria Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo II|Capitolo II. Effetti della Patria Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo III|Capitolo III. Estinzione della Patria Potestas}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III|Parte III. Della Manus}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I|Capitolo I. Del Matrimonio in generale e sue Specie}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo II|Capitolo II. Requisiti del Matrimonio}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III|Capitolo III. Effetti del Matrimonio}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo IV|Capitolo IV. Dello scioglimento del Matrimonio}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo V|Capitolo V. Relazioni Giuridiche affini al Matrimonio}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte IV|Parte IV. Del Mancipium}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte V|Parte V. Della Tutela e della Cura}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte V/Capitolo I|Capitolo I. Della Tutela}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte V/Capitolo II|Capitolo II. Della Cura}}
*{{Testo|/Libro II|LIBRO SECONDO. Delle cose e dei Diritti Patrimoniali}}
**{{Testo|/Libro II/Sezione I|Sezione I. Delle Cose in generale}}
**{{Testo|/Libro II/Sezione II|Sezione II. Diritti Patrimoniali}}
***{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I|Titolo I. De’ Diritti Patrimoniali Reali}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I|Parte I. Del Possesso in generale}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo I|Capitolo I. Nozione del Possesso in senso Tecnico}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo II|Capitolo II. Requisiti del Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo III|Capitolo III. Del quasi Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo IV|Capitolo IV. Distinzioni del Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo V|Capitolo V. Acquisto del Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo VI|Capitolo VI. Perdita del Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo VII|Capitolo VII. Azioni Possessorie}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II|Parte II. Del Dominio}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II/Capitolo I|Capitolo I. Nozione e Generalità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II/Capitolo II|Capitolo II. Dell’ Acquisto del Dominio in generale}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II/Capitolo III|Capitolo III. Modi dj acquistare il Dominio, secondo il Diritto Civile}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II/Capitolo IV|Capitolo IV. Modi di acquistare il Dominio, secondo il Diritto delle Genti}}
***{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II|Titolo II. Dei Diritti Patrimoniali emergenti da un Rapporto obbligatorio (Obligationes)}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte I|Parte I. Delle obbligazioni in generale e loro distinzioni}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte II|Parte II. Effetti dell’ Obbligazione}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo I|Capitolo I. Dell’Esecuzione. Dell’Obbligazione}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo II|Capitolo II. Dell’Inesecuzione dell’Obbligazione}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo III|Capitolo III. Conseguenza dell’ Inesecuzione dell’ Obbligazione}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte III|Parte III. Fonti delle Obbligazioni}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I|Capitolo I. Delle Obbligazioni nascenti da convenzione}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti|a) dei Contratti}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Reali|I. Contratti Reali}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Reali/A|A) Contratti Reali Nominati}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Reali/B|B) Contratti Reali Innominati}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Verbali|II. Contratti Verbali}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Litterali|III. Contratti Litterali}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Consensuali|IV. Contratti Consensuali}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti|b) dei Patti}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti non nudi|Patti Non Nudi}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti non nudi/I||I. Patti Adjetti}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti non nudi/II|II. Patti Legittimi}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti non nudi/III|III. Patti Pretorj}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti nudi|Dei Patti Nudi}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo II|Capitolo II. Delle Obbligazioni nascenti da Delitto}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III|Capitolo III. Delle Obbligazioni derivanti ex variis causarum figuris}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III/I|I. De Obligationibus quasi ex Contractu}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III/II|II. De Obligationibus quae quasi ex delicto nascuntur}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III/III|III. De Obligationibus quae ex variis causarum figuris nascuntur}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte IV|Parte IV. Modi di garantire l’esecuzione delle Obbligazioni}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte V|Parte V. Della cessione delle Azioni}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte VI|Parte VI. Modi coi quali si estinguono le Obbligazioni}}
***{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III|Titolo III. Dei Diritti di Successione Ereditaria}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte I|Parte I. Generalità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte I/Capitolo I|Capitolo I. Nozione generale della Successione Ereditaria}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte I/Capitolo II|Capitolo II. Della Delazione e dell’ Acquisto dell’Eredità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte I/Capitolo III|Capitolo III. Hereditas e Bonorum Possessio}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II|Parte II. Della Delazione dell’ Eredità per Testamento}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo I|Capitolo I. Del Testamento in generale}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo II|Capitolo II. Condizioni per fare Testamento}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo III|Capitolo III. Forma dei Testamenti}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo IV|Capitolo IV. Del contenuto del Testamento}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo V|Capitolo V. Limiti alla libertà di testare}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo VI|Capitolo VI. Cause di invalidità dei Testamenti}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte III|Parte III. Della Delazione dell’ Eredità per Legge}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte III/Capitolo I|Capitolo I. Principj generali}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte III/Capitolo II|Capitolo II. Diritto Antico}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte III/Capitolo III|Capitolo III. Diritto Nuovo}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte IV|Parte IV. Dell’ Acquisto dell’Eredità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte IV/Capitolo I|Capitolo I. Modi di acquistare l’Eredità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte IV/Capitolo II|Capitolo II. Effetti dell’ acquisto dell’ Eredità}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte V|Parte V. Azioni per far valere i Diritti di Successione Ereditari}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte V/Capitolo I|Capitolo I. Azioni Petitorie}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte V/Capitolo II|Capitolo II. Azioni Possessorie}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo IIII/Parte VI|Parte VI. Dei Legati e Fedecommessi}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo I|Capitolo I. Del Legato}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo II|Capitolo II. Del Fedecommesso Singolare}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo III|Capitolo III. Dei Codicilli}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo IV|Capitolo IV. Teoria dei Legati e dei Fedecommessi a Titolo singolare}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo V|Capitolo V. Del Legatum Partitionis e del Fideicommissum Hereditatis in particolare}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo VI|Capitolo VI Delle Donazioni e Capioni Mortis Causa}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo IIII/Parte VII|Parte VII. Altre Successioni Mortis Causa}}
[[Categoria:Letteratura giuridica]]
o3joeezqo5fawyr0gjip57g5dc9bvrb
3024679
3024678
2022-08-20T10:17:44Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Alessandro Doveri<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="Organismo emittente"/>Alessandro Doveri<section end="Organismo emittente"/>
<section begin="Anno di pubblicazione"/>1859<section end="Anno di pubblicazione"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Istituzioni di diritto romano.djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Argomento"/>diritto<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>Diritto<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>Istituzioni di diritto romano<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>28 maggio 2008<section end="data"/>
<section begin="avz"/>25%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Letteratura giuridica<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=25%|data=28 maggio 2008|arg=Letteratura giuridica}}{{Intestazione
|Progetto=Diritto
|Argomento= diritto
| Nome e cognome dell'autore=Alessandro Doveri
| Organismo emittente = Alessandro Doveri
| Titolo = Istituzioni di diritto romano
| Anno di pubblicazione = 1859
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Istituzioni di diritto romano.djvu
}}
<pages index="Istituzioni di diritto romano.djvu" from=1 to=1/>
== Indice ==
*{{Testo|/Introduzione}}
**{{Testo|/Introduzione/Sezione I|Sezione I. Idee generali intorno alla Legge e al Diritto}}
**{{Testo|/Introduzione/Sezione II|Sezione II. Idee de’ Giureconsulti Romani sul Diritto, sulla Giustizia, e sulle distinzioni principali del Diritto}}
**{{Testo|/Introduzione/Sezione III|Sezione III. Istoria Esterna del diritto romano}}
***{{Testo|/Introduzione/Sezione III/1º Periodo|1º Periodo. Dall’Origine di Roma, fino alle Leggi delle XII Tavole}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/1º Periodo/Capitolo I|Capitolo I. Stato primitivo di Roma, ed Avvenimenti Politici}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/1º Periodo/Capitolo II|Capitolo II. Fonti del Diritto}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/1º Periodo/Capitolo III|Capitolo III. Stato della Giurisprudenza}}
***{{Testo|/Introduzione/Sezione III/2º Periodo|2º Periodo. Dalla Legge delle XII Tavole, fino a’ tempi di Cicerone}}
*****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/2º Periodo/Capitolo I|Capitolo I. Avvenimenti Politici}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/2º Periodo/Capitolo II|Capitolo II. Fonti del Diritto}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/2º Periodo/Capitolo III.|Capitolo III. Stato della Giurisprudenza}}
***{{Testo|/Introduzione/Sezione III/3º Periodo|3º Periodo. Dai tempi di Cicerone, fino a quelli di Alessandro Severo}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/3º Periodo/Capitolo I|Capitolo I. Avvenimenti Politici}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/3º Periodo/Capitolo II|Capitolo II. Fonti del Diritto}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/3º Periodo/Capitolo III|Capitolo III. Stato della Giurisprudenza}}
***{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo|4º Periodo. Dai tempi di Alessandro Severo fino a quell di Giustiniano}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo I|Capitolo I. Avvenimenti Politici}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo II|Capitolo II. Fonti del Diritto}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo III|Capitolo III. Stato della Giurispradenza}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo IV|Capitolo IV. Legislazione di Giustidiano}}
****{{Testo|/Introduzione/Sezione III/4º Periodo/Capitolo V|Capitolo V. Vicende del diritto romano dopo Giustiniano}}
**{{Testo|/Introduzione/Sezione IV|Sezione IV. Nozioni preliminari intorno ai Diritti Privati o Civili}}
*{{Testo|/Libro I|LIBRO PRIMO. Delle Persone}}
**{{Testo|/Libro I/Sezione I|Sezione I. Delle Persone in generale}}
**{{Testo|/Libro I/Sezione II|Sezione II. De’ Diritti Personali}}
***{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo I|Titolo I. Diritti di Condizione Civile}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo I/Parte I|Parte I. Diritti di Condizione civile delle Persone Fisiche}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo I/Parte II|Parte II. Diritti di Condizione civile delle Persone Giuridiche}}
***{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II|Titolo Il. Diritti di Famiglia}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I|Parte I. Della Herilis Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo I|Capitolo I. Introduzione Istorica}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo II|Capitolo II Diritti compresi nella Herilis Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo III|Capitolo III. Origine della Servitù}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo IV|Capitolo IV. Estinzione della Servitù}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte I/Capitolo V|Capitolo V. Del Patronato}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte II|Parte II. Della Patria Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo I|Capitolo I. Origine della Patria Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo II|Capitolo II. Effetti della Patria Potestas}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo III|Capitolo III. Estinzione della Patria Potestas}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III|Parte III. Della Manus}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I|Capitolo I. Del Matrimonio in generale e sue Specie}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo II|Capitolo II. Requisiti del Matrimonio}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III|Capitolo III. Effetti del Matrimonio}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo IV|Capitolo IV. Dello scioglimento del Matrimonio}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo V|Capitolo V. Relazioni Giuridiche affini al Matrimonio}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte IV|Parte IV. Del Mancipium}}
****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte V|Parte V. Della Tutela e della Cura}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte V/Capitolo I|Capitolo I. Della Tutela}}
*****{{Testo|/Libro I/Sezione II/Titolo II/Parte V/Capitolo II|Capitolo II. Della Cura}}
*{{Testo|/Libro II|LIBRO SECONDO. Delle cose e dei Diritti Patrimoniali}}
**{{Testo|/Libro II/Sezione I|Sezione I. Delle Cose in generale}}
**{{Testo|/Libro II/Sezione II|Sezione II. Diritti Patrimoniali}}
***{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I|Titolo I. De’ Diritti Patrimoniali Reali}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I|Parte I. Del Possesso in generale}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo I|Capitolo I. Nozione del Possesso in senso Tecnico}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo II|Capitolo II. Requisiti del Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo III|Capitolo III. Del quasi Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo IV|Capitolo IV. Distinzioni del Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo V|Capitolo V. Acquisto del Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo VI|Capitolo VI. Perdita del Possesso}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte I/Capitolo VII|Capitolo VII. Azioni Possessorie}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II|Parte II. Del Dominio}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II/Capitolo I|Capitolo I. Nozione e Generalità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II/Capitolo II|Capitolo II. Dell’ Acquisto del Dominio in generale}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II/Capitolo III|Capitolo III. Modi dj acquistare il Dominio, secondo il Diritto Civile}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte II/Capitolo IV|Capitolo IV. Modi di acquistare il Dominio, secondo il Diritto delle Genti}}
***{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II|Titolo II. Dei Diritti Patrimoniali emergenti da un Rapporto obbligatorio (Obligationes)}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte I|Parte I. Delle obbligazioni in generale e loro distinzioni}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte II|Parte II. Effetti dell’ Obbligazione}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo I|Capitolo I. Dell’Esecuzione. Dell’Obbligazione}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo II|Capitolo II. Dell’Inesecuzione dell’Obbligazione}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte II/Capitolo III|Capitolo III. Conseguenza dell’ Inesecuzione dell’ Obbligazione}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo I/Parte III|Parte III. Fonti delle Obbligazioni}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I|Capitolo I. Delle Obbligazioni nascenti da convenzione}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti|a) dei Contratti}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Reali|I. Contratti Reali}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Reali/A|A) Contratti Reali Nominati}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Reali/B|B) Contratti Reali Innominati}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Verbali|II. Contratti Verbali}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Litterali|III. Contratti Litterali}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Contratti/Consensuali|IV. Contratti Consensuali}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti|b) dei Patti}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti non nudi|Patti Non Nudi}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti non nudi/I||I. Patti Adjetti}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti non nudi/II|II. Patti Legittimi}}
********{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti non nudi/III|III. Patti Pretorj}}
*******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo I/Patti/Patti nudi|Dei Patti Nudi}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo II|Capitolo II. Delle Obbligazioni nascenti da Delitto}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III|Capitolo III. Delle Obbligazioni derivanti ex variis causarum figuris}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III/I|I. De Obligationibus quasi ex Contractu}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III/II|II. De Obligationibus quae quasi ex delicto nascuntur}}
******{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte III/Capitolo III/III|III. De Obligationibus quae ex variis causarum figuris nascuntur}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte IV|Parte IV. Modi di garantire l’esecuzione delle Obbligazioni}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte V|Parte V. Della cessione delle Azioni}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo II/Parte VI|Parte VI. Modi coi quali si estinguono le Obbligazioni}}
***{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III|Titolo III. Dei Diritti di Successione Ereditaria}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte I|Parte I. Generalità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte I/Capitolo I|Capitolo I. Nozione generale della Successione Ereditaria}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte I/Capitolo II|Capitolo II. Della Delazione e dell’ Acquisto dell’Eredità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte I/Capitolo III|Capitolo III. Hereditas e Bonorum Possessio}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II|Parte II. Della Delazione dell’ Eredità per Testamento}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo I|Capitolo I. Del Testamento in generale}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo II|Capitolo II. Condizioni per fare Testamento}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo III|Capitolo III. Forma dei Testamenti}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo IV|Capitolo IV. Del contenuto del Testamento}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo V|Capitolo V. Limiti alla libertà di testare}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte II/Capitolo VI|Capitolo VI. Cause di invalidità dei Testamenti}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte III|Parte III. Della Delazione dell’ Eredità per Legge}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte III/Capitolo I|Capitolo I. Principj generali}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte III/Capitolo II|Capitolo II. Diritto Antico}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte III/Capitolo III|Capitolo III. Diritto Nuovo}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte IV|Parte IV. Dell’ Acquisto dell’Eredità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte IV/Capitolo I|Capitolo I. Modi di acquistare l’Eredità}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte IV/Capitolo II|Capitolo II. Effetti dell’ acquisto dell’ Eredità}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte V|Parte V. Azioni per far valere i Diritti di Successione Ereditari}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte V/Capitolo I|Capitolo I. Azioni Petitorie}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte V/Capitolo II|Capitolo II. Azioni Possessorie}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo IIII/Parte VI|Parte VI. Dei Legati e Fedecommessi}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo I|Capitolo I. Del Legato}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo II|Capitolo II. Del Fedecommesso Singolare}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo III|Capitolo III. Dei Codicilli}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo IV|Capitolo IV. Teoria dei Legati e dei Fedecommessi a Titolo singolare}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo V|Capitolo V. Del Legatum Partitionis e del Fideicommissum Hereditatis in particolare}}
*****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo III/Parte VI/Capitolo VI|Capitolo VI Delle Donazioni e Capioni Mortis Causa}}
****{{Testo|/Libro II/Sezione II/Titolo IIII/Parte VII|Parte VII. Altre Successioni Mortis Causa}}
[[Categoria:Letteratura giuridica]]
n9tv99sqs3ghhxful9q4qrelv70ytec
Istituzioni di diritto romano/Dedica
0
43999
3024671
1808036
2022-08-20T10:12:00Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Istituzioni di diritto romano - Vol. I/Dedica]] a [[Istituzioni di diritto romano/Dedica]] al posto di un redirect senza lasciare redirect: Inversione di redirect
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="prec"/>../<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Introduzione/Sezione I<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>28 maggio 2008<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Letteratura giuridica<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=28 maggio 2008|arg=Letteratura giuridica}}{{IncludiIntestazione|prec=../|succ=../Introduzione/Sezione I}}
<pages index="Istituzioni di diritto romano.djvu" from=2 to=3/>
{{Sezione note}}
fm7hjbqdbockohnz61l6ivecupcpq02
Istituzioni di diritto romano/Introduzione/Sezione I
0
44003
3024673
1808040
2022-08-20T10:12:00Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Istituzioni di diritto romano - Vol. I/Introduzione/Sezione I]] a [[Istituzioni di diritto romano/Introduzione/Sezione I]] al posto di un redirect senza lasciare redirect: Inversione di redirect
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Introduzione - Sezione I<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../../Dedica<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Sezione II<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>28 maggio 2008<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Diritto<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=28 maggio 2008|arg=Diritto}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo= Introduzione - Sezione I|prec=../../Dedica|succ=../Sezione II}}
<pages index="Istituzioni di diritto romano.djvu" from=4 to=25 tosection=a />
8fbz827p40vkyzcg4witd18xw967hzd
Istituzioni di diritto romano/Introduzione
0
44004
3024672
1808038
2022-08-20T10:12:00Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Istituzioni di diritto romano - Vol. I/Introduzione]] a [[Istituzioni di diritto romano/Introduzione]] al posto di un redirect senza lasciare redirect: Inversione di redirect
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="prec"/>../Dedica<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>/Sezione I<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>2 giugno 2008<section end="data"/>
<section begin="avz"/>25%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Letteratura giuridica<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=25%|data=2 giugno 2008|arg=Letteratura giuridica}}{{IncludiIntestazione|prec=../Dedica|succ=/Sezione I}}
== Indice ==
* {{Testo|/Sezione I}}
: ''Idee generali intorno alla legge e al diritto''
* {{Testo|/Sezione II}}
: ''Idee de’ Giureconsulti Romani sul Diritto, sulla Giustizia, e sulle distinzioni principali del Diritto''
* {{Testo|/Sezione III}}
: ''Istoria Esterna del Diritto Romano''
* {{Testo|/Sezione IV}}
: ''Nozioni preliminari intorno ai Diritti Privati o Civili''
96wsis44an7dghz9qpacjo4gefpqjpx
Discussione:Istituzioni di diritto romano
1
44006
3024676
1808046
2022-08-20T10:12:01Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Discussione:Istituzioni di diritto romano - Vol. I]] a [[Discussione:Istituzioni di diritto romano]] al posto di un redirect senza lasciare redirect: Inversione di redirect
wikitext
text/x-wiki
== tipo di testo ==
Da un formato "generalista" ho passato questo testo ai colori di intestazioni e infotesto del [[Progetto:diritto]]. Non so se ho fatto la cosa più giusta, ma ho pensato che questo tipo di test pertenesse maggiormente al tipo di utenza di quel progetto piuttosto che ad altri... - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 18:27, 14 lug 2008 (CEST)
tguxv1gcdjmjqwkovrr1kjbwbg6v31o
Istituzioni di diritto romano/Introduzione/Sezione II
0
44078
3024674
1808042
2022-08-20T10:12:00Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Istituzioni di diritto romano - Vol. I/Introduzione/Sezione II]] a [[Istituzioni di diritto romano/Introduzione/Sezione II]] al posto di un redirect senza lasciare redirect: Inversione di redirect
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Introduzione - Sezione II<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../Sezione I<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Sezione III<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>8 dicembre 2010<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Diritto<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=8 dicembre 2010|arg=Diritto}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo= Introduzione - Sezione II|prec=../Sezione I|succ=../Sezione III}}
<pages index="Istituzioni di diritto romano.djvu" from=25 to=36 fromsection=b/>
9ksf2kee216p0s93t7eu06svzfh48ay
Istituzioni di diritto romano/Introduzione/Sezione III
0
44726
3024675
2850525
2022-08-20T10:12:00Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Istituzioni di diritto romano - Vol. I/Introduzione/Sezione III]] a [[Istituzioni di diritto romano/Introduzione/Sezione III]] al posto di un redirect senza lasciare redirect: Inversione di redirect
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="prec"/>../Sezione II<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Sezione IIII<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>20 luglio 2010<section end="data"/>
<section begin="avz"/>25%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Diritto<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=25%|data=20 luglio 2010|arg=Diritto}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=|prec=../Sezione II|succ=../Sezione IIII}}
<pages index="Istituzioni di diritto romano.djvu" from=37 to=38/>
3mbn6611791xf0n5okebsd7cndjnru8
Scola della Patienza/Parte prima
0
99891
3024631
2880248
2022-08-20T07:43:09Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE PRIMA<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Parte seconda<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>3 aprile 2009<section end="data"/>
<section begin="avz"/>50%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=50%|data=3 aprile 2009|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE PRIMA|prec=../ |succ=../Parte seconda}}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="23" to="23" fromsection="titolo" tosection="titolo" />
==Indice==
*{{Testo|/Capitolo I|CAPITOLO I. Che sorte di pene, o che sorte di croci s’hanno a patire nella Scuola della Pazienza}}
** {{Testo|/Capitolo I/P1|§. 1. Dieci classi d'affanni }}
** {{Testo|/Capitolo I/P2|§. 2. Non è cosa delicata il vivere }}
** {{Testo|/Capitolo I/P3|§. 3. Vicino alle rose ci sono le spine}}
*{{Testo|/Capitolo II|CAPITOLO II. Per qual cagione i Discepoli in questa Scuola siano così duramente e aspramente trattati}}
** {{Testo|/Capitolo II/P1|II mondo è amaro e si ama, pensa se fosse dolce: come si amerebbe?}}
** {{Testo|/Capitolo II/P2|È cosa molto utile e profittevole essere travaliato ed afflitto}}
** {{Testo|/Capitolo II/P3|Il Giusto cadrà sette volte il giorno}}
** {{Testo|/Capitolo II/P4|Dio sovente manda le calamità per mostrare la sua potenza}}
** {{Testo|/Capitolo II/P5|La Virtù senza Avversità si marcisce}}
* {{Testo|/Capitolo III|CAPITOLO III. Per qual cagione alcuni Discepoli in questa Scuola siano trattati peggio degli altri}}
** {{Testo|/Capitolo III/P1|La strada che hanno pigliato i tristi è prospera e felice}}
** {{Testo|/Capitolo III/P2|L’huomo che non è travagliato è snervato dalle delizie e si riempie di vizi}}
** {{Testo|/Capitolo III/P3|Con il travaglio e l’afflizzione cresce la fede}}
** {{Testo|/Capitolo III/P4|I tristi sono felici e miseri i virtuosi}}
** {{Testo|/Capitolo III/P5|L’afflizione e il travaglio è l’unico esame e vera prova della Virtù}}
*{{Testo|/Capitolo IV|CAPITOLO IV. Si vanno dichiarando ad una ad una le cinque sorti di pene e d’afflizzioni}}
** {{Testo|/Capitolo IV/P1|1. Delle Verghe}}
** {{Testo|/Capitolo IV/P2|2. Delle Saette}}
** {{Testo|/Capitolo IV/P3|3. Delle Facelle}}
** {{Testo|/Capitolo IV/P4|4. Della Corona di strame}}
** {{Testo|/Capitolo IV/P5|5. Delle Bacchette}}
*{{Testo|/Capitolo V|CAPITOLO V. Si dichiarano ad una per una l’altre cinque sorti di pene}}
** {{Testo|/Capitolo V/P1|6. De i Ceppi e le Catene}}
** {{Testo|/Capitolo V/P2|7. De i nodosi Bastoni}}
** {{Testo|/Capitolo V/P3|8. Del Mantello}}
** {{Testo|/Capitolo V/P4|9. Delle Sferze}}
** {{Testo|/Capitolo V/P5|10. Del Sacco}}
*{{Testo|/Capitolo VI|CAPITOLO VI. Quali siano in particolare quelle colpe, che sopra tutto s’hanno a fuggire nella Scuola della Pazienza}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P1|Non sapere la lezione}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P2|Ciarlare e fare delle baie}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P3|Non portare il Latino}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P4|Fuggir la scuola}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P5|Contrastare o dare fastidio agli altri scolari}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P6|Dipingere diversi scarabocchi}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P7|Fingere d'essere malati}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P8|Dire bugie e mormorare quando ripresi}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P9|Conclusione}}
o16g57km575i5pw7n0idugrw4yhynfy
Scola della Patienza/Parte prima/Capitolo I
0
99894
3024629
2863784
2022-08-20T07:41:35Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE PRIMA CAPITOLO I<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Capitolo II<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>13 dicembre 2021<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=13 dicembre 2021|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE PRIMA CAPITOLO I|prec=../|succ=../Capitolo II}}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="23" to="29" fromsection="s1" tosection="" />
{{Sezione note}}
h82em8uevd7oggosc8h507gqk536dye
Scola della Patienza/Parte seconda
0
99898
3024634
872955
2022-08-20T07:56:27Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE SECONDA<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../Parte prima<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Parte terza<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>3 aprile 2009<section end="data"/>
<section begin="avz"/>50%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=50%|data=3 aprile 2009|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE SECONDA|prec=../Parte prima|succ=../Parte terza}}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="335" to="335" fromsection="titolo parte" tosection="titolo parte" />
==Indice==
*{{Testo|/Capitolo I|CAPITOLO I. Come l’afflizzione insegna la fortezza e la fedeltà}}
** {{Testo|/Capitolo I/P1|Dell’educazione del figlio.}}
** {{Testo|/Capitolo I/P2|Della Pazienza.}}
** {{Testo|/Capitolo I/P3|Della Fortezza.}}
** {{Testo|/Capitolo I/P4|Della Fedeltà.}}
** {{Testo|/Capitolo I/P5|Del Fine.}}
*{{Testo|/Capitolo II|CAPITOLO II. Come l’afflizzione insegna la compassione e l’astinenza}}
** {{Testo|/Capitolo II/P1|Della Compassione.}}
** {{Testo|/Capitolo II/P2|Della Misericordia.}}
** {{Testo|/Capitolo II/P3|Della Astinenza.}}
** {{Testo|/Capitolo II/P4|Della Temperanza.}}
** {{Testo|/Capitolo II/P5|Della Moderazione.}}
*{{Testo|/Capitolo III|CAPITOLO III. Come l’afflizzione insegna l’orazione e la mortificazione}}
** {{Testo|/Capitolo III/P1|L'Orazione deve essere attenta.}}
** {{Testo|/Capitolo III/P2|L'Afflizzione maestra della Orazione.}}
** {{Testo|/Capitolo III/P3|La Mortificazione.}}
** {{Testo|/Capitolo III/P4|Della natura del pianto.}}
** {{Testo|/Capitolo III/P5|Rifugio in Dio.}}
*{{Testo|/Capitolo IV|CAPITOLO IV. Come l’afflizzione insegna la prudenza e la modestia}}
** {{Testo|/Capitolo IV/P1|La Prudenza.}}
** {{Testo|/Capitolo IV/P2|Elogio di Seneca.}}
** {{Testo|/Capitolo IV/P3|Tormenti e delizie eterne.}}
** {{Testo|/Capitolo IV/P4|L'Humiltà e gli Apostoli.}}
** {{Testo|/Capitolo IV/P5|I casi della Fortuna.}}
*{{Testo|/Capitolo V|CAPITOLO V. Come l’afflizzione è utilissima in molti modi}}
** {{Testo|/Capitolo V/P1|L'acqua simbolo dell'afflizzione.}}
** {{Testo|/Capitolo V/P2|La cenere della purificazione.}}
** {{Testo|/Capitolo V/P3|La probatica piscina.}}
** {{Testo|/Capitolo V/P4|Il celeste Ortolano.}}
** {{Testo|/Capitolo V/P5|La Grazia di Dio.}}
** {{Testo|/Capitolo V/P6|Dei servi di Dio.}}
** {{Testo|/Capitolo V/P7|L'eredità del Padre.}}
*{{Testo|/Capitolo VI|CAPITOLO VI. Come ogni afflizzione e ogni Croce vien da Dio}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P1|Dominus abstulit.}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P2|Della Tentazione.}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P3|Aut bibe, aut abi.}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P4|Iddio è autore di tutti i mali.}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P5|Il bene e il male vengono da Dio.}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P6|La croce s'ha da portare.}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P7|Dio conferma i giusti.}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P8|Da noi stessi siamo offesi.}}
** {{Testo|/Capitolo VI/P9|Orefici sono i nostri nemici.}}
fawlmlloyyiaxisrs6r0xq5dvooe96t
Scola della Patienza/Parte seconda/Capitolo I/P1
0
99971
3024636
1649595
2022-08-20T07:58:27Z
OrbiliusMagister
129
Porto il SAL a SAL 75%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.1. Dell’educazione del figlio<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../../../Parte prima/Capitolo VI<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../P2<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>20 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=20 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.1. Dell’educazione del figlio|prec=../../../Parte prima/Capitolo VI |succ=../P2}}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="336" to="343" fromsection="s2" tosection="s1" />
{{Sezione note}}
po6b0qsmjkrf7iw2600fjjr9z8xlgt2
Scola della Patienza/Parte seconda/Capitolo I/P2
0
99975
3024639
2200489
2022-08-20T08:02:15Z
OrbiliusMagister
129
Porto il SAL a SAL 75%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.2. Della Pazienza<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../P1<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../P3<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>20 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=20 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.2. Della Pazienza|prec=../P1|succ=../P3}}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="343" to="350" fromsection="s2" tosection="s1" />
{{Sezione note}}
jwr5a46i8kckh9x3d0t5ge8k7i5kb5d
Scola della Patienza/Parte seconda/Capitolo I/P3
0
99976
3024640
1649597
2022-08-20T08:03:31Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.3. Della Fortezza<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../P2<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../P4<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>3 aprile 2009<section end="data"/>
<section begin="avz"/>50%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=50%|data=3 aprile 2009|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.3. Della Fortezza|prec=../P2|succ=../P4}}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="351" to="358" fromsection="" tosection="s1" />
{{Sezione note}}
9w95zf4iapeefci8zq7pphjn7pxrz33
3024641
3024640
2022-08-20T08:03:40Z
OrbiliusMagister
129
Porto il SAL a SAL 75%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.3. Della Fortezza<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../P2<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../P4<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>20 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=20 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.3. Della Fortezza|prec=../P2|succ=../P4}}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="351" to="358" fromsection="" tosection="s1" />
{{Sezione note}}
n27gp7jfqg433ck94vgi8yrcj0h48lv
3024642
3024641
2022-08-20T08:04:13Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.3. Della Fortezza<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../P2<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../P4<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>20 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=20 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.3. Della Fortezza|prec=../P2|succ=../P4}}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="351" to="358" fromsection="s1" tosection="s1" />
{{Sezione note}}
s3lavfz8mfmayiaja1cqiqfmd7byupc
Scola della Patienza/Parte seconda/Capitolo I/P4
0
99977
3024643
1649598
2022-08-20T08:06:37Z
OrbiliusMagister
129
Porto il SAL a SAL 75%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.4. Della Fedeltà<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../P3<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../P5<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>20 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=20 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.4. Della Fedeltà|prec=../P3|succ=../P5}}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="358" to="364" fromsection="s2" tosection="s1" />
{{Sezione note}}
0da1hgq9w4wuanvsiobeky5gsgutkrd
Scola della Patienza/Parte seconda/Capitolo I/P5
0
99978
3024644
1649599
2022-08-20T08:07:34Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.5. Del Fine<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../P4<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../../Capitolo II<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>3 aprile 2009<section end="data"/>
<section begin="avz"/>50%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=50%|data=3 aprile 2009|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.5. Del Fine|prec=../P4|succ=../../Capitolo II }}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="364" to="369" fromsection="s2" tosection="s1" />
{{Sezione note}}
4jm7gmemukv507x7i6b98tfohnjar9t
3024645
3024644
2022-08-20T08:07:40Z
OrbiliusMagister
129
Porto il SAL a SAL 75%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.5. Del Fine<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../P4<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../../Capitolo II<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>20 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=20 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE SECONDA CAPITOLO I <br/>§.5. Del Fine|prec=../P4|succ=../../Capitolo II }}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="364" to="369" fromsection="s2" tosection="s1" />
{{Sezione note}}
hbmd5kbzfzr4pncnc353yg7v7o7tlsq
Scola della Patienza/Parte prima/Capitolo VI
0
100049
3024526
2912413
2022-08-19T21:40:15Z
OrbiliusMagister
129
Porto il SAL a SAL 75%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE PRIMA CAPITOLO VI<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../Capitolo V<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../../Parte seconda<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>19 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=19 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE PRIMA CAPITOLO VI|prec=../Capitolo V|succ=../../Parte seconda}}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="283" to="285" fromsection="s1" tosection="s1" />
==Indice==
* {{Testo|/P1| Non sapere la lettione }}
* {{Testo|/P2| Ciarlare e fare delle baie }}
* {{Testo|/P3| Non portare il latino }}
* {{Testo|/P4| Fuggir la scuola }}
* {{Testo|/P5| Contrastare o dare fastidio agli altri scolari}}
* {{Testo|/P6| Dipingere diversi scarabotti}}
* {{Testo|/P7| Fingere d'esser malati}}
* {{Testo|/P8| Dire bugie e mormorare quando ripresi}}
* {{Testo|/P9| Conclusione}}
51q8nodegweb096hsyhx3b45cc57h8n
Scola della Patienza/Parte seconda/Capitolo I
0
100052
3024632
872964
2022-08-20T07:47:11Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE SECONDA CAPITOLO I<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../../Parte prima<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Capitolo II<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>3 aprile 2009<section end="data"/>
<section begin="avz"/>50%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=50%|data=3 aprile 2009|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE SECONDA CAPITOLO I|prec=../../Parte prima |succ=../Capitolo II}}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="335" to="336" fromsection="" tosection="s1" />
* {{Testo|/P1|§.1. Dell’educazione del figlio }}
* {{Testo|/P2|§.2. Della Pazienza }}
* {{Testo|/P3|§.3. Della Fortezza }}
* {{Testo|/P4|§.4. Della Fedeltà }}
* {{Testo|/P5|§.5. Del Fine }}
atadbzlevx9uyc37thm4wl26ktatw6e
3024633
3024632
2022-08-20T07:48:10Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE SECONDA CAPITOLO I<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../../Parte prima<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Capitolo II<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>3 aprile 2009<section end="data"/>
<section begin="avz"/>50%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=50%|data=3 aprile 2009|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE SECONDA CAPITOLO I|prec=../../Parte prima |succ=../Capitolo II}}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="335" to="336" fromsection="s1" tosection="s1" />
* {{Testo|/P1|§.1. Dell’educazione del figlio }}
* {{Testo|/P2|§.2. Della Pazienza }}
* {{Testo|/P3|§.3. Della Fortezza }}
* {{Testo|/P4|§.4. Della Fedeltà }}
* {{Testo|/P5|§.5. Del Fine }}
jw6mjrb8ihcn80tyg6irlmcci7jzy6u
3024635
3024633
2022-08-20T07:56:45Z
OrbiliusMagister
129
Porto il SAL a SAL 75%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE SECONDA CAPITOLO I<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../../Parte prima<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Capitolo II<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>20 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=20 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE SECONDA CAPITOLO I|prec=../../Parte prima |succ=../Capitolo II}}
<pages index="Dresselio - Scola della patienza.djvu" from="335" to="336" fromsection="s1" tosection="s1" />
* {{Testo|/P1|§.1. Dell’educazione del figlio }}
* {{Testo|/P2|§.2. Della Pazienza }}
* {{Testo|/P3|§.3. Della Fortezza }}
* {{Testo|/P4|§.4. Della Fedeltà }}
* {{Testo|/P5|§.5. Del Fine }}
jb5mcdbosw051qvghf7frs2p07pj1uv
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/11
108
102279
3024569
1991191
2022-08-20T07:29:14Z
Dr Zimbu
1553
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude>{{Centrato|{{larger|CAPITOLO I.}}}}
{{Centrato|'''Principii generali'''}}
{{rule|4em|t=1|v=2}}
{{§|1}}1. Tra gli scopi che può aver uno studio dell’economia politica e della sociologia si possono notare i tre seguenti: 1.° Può quello studio essere una raccolta di ricette che tornino utili ai privati ed alle autorità pubbliche, nelle faccende economiche e sociali a cui intendono. L’autore ha semplicemente di mira quell’utilità, come l’autore di un manuale sull’allevamento dei conigli ha semplicemente per scopo di giovare a chi alleva quelle bestiuole. 2.° Può l’autore possedere una dottrina da lui ritenuta ottima e tale da procacciare ogni sorta di beni ad una nazione od anche all’uman genere, e proporsi egli di divulgarla, a modo d’apostolo, alle genti, per fare queste contente e felici, o semplicemente, come ora suol dirsi, «per fare un poco di bene». Lo scopo è ancora l’utilità, ma è una utilità molto più generale e meno terra a terra. Dallo studio precedente a questo, corre all’ingrosso la differenza che ci può essere una raccolta di ricette e un libro di morale. Questo modo si attenua nella forma, rimanendo sostanzialmente lo stesso, quando l’autore sottointende la dottrina da lui ritenuta migliore ed {{Pt|ac-|}}<noinclude>{{PieDiPagina|''Economia politica.'' - 1.||}}</noinclude>
459sak0n978q0u6f4xtds54jog4n75p
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/45
108
102317
3024570
1999712
2022-08-20T07:29:24Z
Dr Zimbu
1553
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione|[§ 1]|{{Sc|introduz. alla scienza sociale}}|35|riga=si}}</noinclude><section begin="1" />non c’è altro mezzo che ricercare se direttamente od indirettamente concorda coll’esperienza<ref>''Les systèmes socialistes'', II, pag. 80, nota, {{AutoreCitato|Paul Tannery|Paul Tannery}}, ''Recher. sur l’hist. de l’astronomie ancienne'', pag. 260, il quale, per altro, ha tendenza di andare un poco oltre ai fatti, per difendere certi concetti metafisici, dice, a proposito delle teorie del sistema solare: «Il y a là un exemple notable, et sur lequel on ne saurait trop insister, de l’importance capitale des idées ''a priori'' (metaphysiques) dans le développement de la science. Lorsque celle-ci est constituée, il est facile d’écarter les considérations de simplicité des lois de la nature, etc., qui ont guídé les fondateurs..... Mais on oublie que ce n’est pas ainsi que se sont fait les grande découvertes, qu’ont été réalisé les principaux progrès....».</ref>.
<section end="1" /><section begin="2" />{{Centrato|{{larger|CAPITOLO II.}}}}
{{Centrato|'''Introduzione alla scienza sociale'''}}
{{rule|6em|t=1|v=2}}
{{§|1}}1. Fondamento dell’economia politica ed in generale di ogni scienza sociale è evidentemente la psicologia. Verrà forse un giorno in cui potremo dedurre dai principii della psicologia le leggi della scienza sociale, come forse verrà giorno in cui i principii della costituzione della materia ci daranno, per via di deduzione, tutte le leggi della fisica e della chimica; ma per ora siamo lontani assai tanto da questa come da quella cosa, e conviene tenere altra via. Dobbiamo cioè prendere le mosse da alcuni principii empirici, per spiegare i fenomeni della sociologia, come quelli della fisica e della chimica.<section end="2" /><noinclude>
{{rule|4em|l=4em}}</noinclude>
os5zdiee6pnmpdv3lrblwfeqfyi6wvd
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/198
108
123334
3024571
2441676
2022-08-20T07:30:21Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|188|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 117-120]|riga=si}}</noinclude>
Per determinare il punto ''c'', si può operare nel modo seguente. Si segna, per ogni individuo, la curva dei baratti ({{Pt|[[../190#97|§ 97]]|[[#97|§ 97]]}}); e si ha così, per ogni individuo, il luogo dei punti ove può esistere l’equilibrio. Il punto ove la curva dei baratti pel primo individuo taglia la curva dei baratti pel secondo, è evidentemente il punto di equilibrio cercato, poichè è punto comune di equilibrio pei due individui.
{{§|118}}118. Se gli ostacoli imponessero un sentiero determinato ''m h k'', tangente in ''h'' ad una delle curve ''s'', ''s<nowiki>'</nowiki>''... ed in ''k'' ad una delle curve ''t'', ''t<nowiki>'</nowiki>'',..., i punti di equilibrio sarebbero diversi pei due individui; onde, se nessuno di essi può imporre il suo volere all’altro, cioè se siamo nel tipo (I) di fenomeni, il problema che ci siamo posti è insolubile. Se il primo individuo può imporre le sue condizioni al secondo, lo costringerà a seguirlo sino al punto ''k'' dove avrà luogo l’equilibrio.
{{§|119}}119. Occorre notare che questo caso è diverso da quello in cui un individuo può imporre all’altro il sentiero da seguire ({{Pt|[[../203#128|§ 128]]|[[#128|§ 128]]}}). Nel primo la via è determinata, ed un individuo può costringere l’altro o percorrerne un tratto più o meno lungo. Nel secondo, la via è indeterminata, ed un individuo può determinarla come vuole; ma, dopo avere fatto ciò, non può imporre all’altro di percorrerne un tratto più o meno lungo.
{{§|120}}120. Abbiamo detto che sono provati varii sentieri sinchè si trovi quello dell’equilibrio; conviene vedere come ciò accada.
Se segniamo le curve dei baratti pei due individui, troveremo, in casi assai estesi, esse hanno forme analoghe a quelle della fig. 17, onde si intersecano all’incirca come è indicato da quelle figure; una<noinclude>
<references/></noinclude>
g7my6nm3s764k0h9qwsl9s1ozixn4jy
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/199
108
123335
3024572
1777319
2022-08-20T07:30:41Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 120-121]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|189|riga=si}}</noinclude>delle quali dà tre punti di intersezione; l’altra, uno. Essi sono di tre specie diverse, che diremo α, β, γ, e li indichiamo, con maggiori particolari, nella fig. 18. {{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale (page 199 crop).jpg
| width = 300px
| float = floating-center
|caption=Fig. 17.
}} La linea dei baratti per il primo individuo, pel quale gli assi coordinati, sulla fig. 17, sono ''o'' A, ''o'' B, sarà sempre indicata con ''c d'', sulla fig. 18; quella linea, pel secondo individuo, pel quale gli assi coordinati, sulla fig. 17, sono indicati da ωα, {{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale (page 199 crop 2).jpg
| width = 450px
| float = floating-center
|caption=Fig. 18.
}} ωβ, sarà sempre segnata ''h k'', sulla fig. 18. Il punto d’incontro delle due linee di contratti, cioè il punto di equilibrio, sarà segnato ''l''.
{{§|121}}121. Consideriamo l’equilibrio per il primo {{Pt|indi-|}}<noinclude>
<references/>
[[Categoria:Pagine con testo greco]]</noinclude>
fbkctb7f3i417obndydtpn6rxpd3dky
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/200
108
123336
3024573
2441677
2022-08-20T07:30:53Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|190|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 121-122]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|viduo.|individuo.}} Nel caso dei punti (α) e (γ), i punti della linea ''lh'' precedono quelli della linea ''cd'' e perciò sono punti termini ({{Pt|[[../178#62|§ 62]]|[[#62|§ 62]]}}) per il primo individuo; la linea sulla quale può trovarsi in equilibrio è quindi ''clh''. Per un motivo analogo, la linea ove il secondo individuo può stare in equilibrio, sempre nel caso dei punti (α) e (γ), è pure ''clh''. Nel caso del punto (β), quella linea d’equilibrio pel primo e pel secondo individuo è ''hld''. Non abbiamo quindi da occuparci che di ciò che segue su quelle linee.
{{§|122}}122. Discorriamo dei punti (α) e (γ). Il primo individuo trovasi in ''h'' in una posizione d’equilibrio; egli, poichè siamo nel tipo (I), paragona solo le condizioni in cui si troverebbe nei vari punti del sentiero ''mhd'', e vede che starebbe meglio in ''d'' che in ''h''; non può recarsi in ''d'', perchè a lui è vietato dai gusti del secondo individuo. Se molti individui sono in concorrenza con molti altri, se la nostra coppia non è isolata, il primo individuo ha un mezzo per recarsi, se non in ''d'', almeno in un punto molto prossimo. Egli segue un sentiero ''md<nowiki>'</nowiki>'' un pochino meno inclinato di ''md'' sull’asse ''ox'', cioè egli dà maggiore quantità di A per la stessa quantità di B. Per tal modo toglie avventori al secondo individuo, riceve del B da altri, e può recarsi in ''d<nowiki>'</nowiki>'', che è il più alto punto del sentiero, e dove sta in equilibrio.
Vediamo intanto cosa segue del secondo individuo. Egli se ne stava in ''h'', che era per lui il punto più alto del sentiero. La perdita degli avventori lo ricaccia indietro; a lui portano meno A, poichè il primo individuo ne riceve di più; così quel secondo individuo si trova cacciato indietro, per esempio in ''h<nowiki>'</nowiki>''. Egli, paragonando sempre unicamente lo stato in cui starebbe nei vari punti del sentiero ''mhd'', {{Pt|ri-|}}<noinclude>
<references/></noinclude>
hk59ppcgnf7tnqjb1xy2spbe0p6qejk
Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale/Capitolo III
0
123337
3024628
2005814
2022-08-20T07:41:25Z
Dr Zimbu
1553
Porto il SAL a SAL 100%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Capitolo III - Concetto generale dell'equilibrio economico<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../Capitolo II<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Capitolo IV<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>20 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=20 agosto 2022|arg=}}
{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Capitolo III - Concetto generale dell'equilibrio economico|prec=../Capitolo II|succ=../Capitolo IV}}
<pages index="Manuale_di_economia_politica_con_una_introduzione_alla_scienza_sociale.djvu" from=151 to=247 fromsection="2" tosection=1 />
{{Sezione note}}
0o4znfmf9kjiy03r9vgu466kid4gbok
Pagina principale/Sezioni
0
136096
3024439
3023428
2022-08-19T14:01:09Z
Dr Zimbu
1553
/* Ultimi arrivi */ +1 al 75%
wikitext
text/x-wiki
{{Qualità|avz=75%|data=21 agosto 2018|arg=Da definire}}<div class="noprint indice_gestione_portale_intestazione">
{{ucfirst:Gestione delle sezioni della Pagina principale}}</div>
<span class="noprint indice_etichetta" style="float: right;">[[Image:Nuvola filesystems folder open.png|16px]] Categoria: '''[[:Categoria:Gestione della pagina principale|Pagina principale]]'''</span>
<span class="noprint indice_etichetta">[[{{ucfirst:Pagina principale}}|{{lcfirst:Pagina principale}}]] [[File:Nuvola apps noatun.png|8px]] [[Pagina principale/Sezioni|Gestione della Pagina principale]]</span>
<br style="clear: both;" />
__NOTOC__
<div class="usermessage">Se hai intenzione di modificare i contenuti della pagina principale assicurati di aver prima letto e compreso [[Aiuto:Pagina principale|questa pagina di istruzioni]].</div>
<section begin="Layout" />
{|width=50% align=center
|+ <big>'''Layout della pagina principale'''</big>
!colspan=3 style="width: 100%; border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; background: #{{Colore portale sfondo barre 3}};"|[[Pagina principale/Sezioni#Titolo|Titolo]]
|-
| valign=top width=60% |<!-- PRIMA COLONNA -->
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; padding: .5em;">Sezioni "vetrina"
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; background-color: #{{Colore portale sfondo barre 2}}; padding: .2em; spacing: .2em">
*[[Pagina principale/Sezioni#Biblioteca|Biblioteca]]
</div>
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; background-color: #{{Colore portale sfondo barre 2}}; padding: .2em; spacing: .2em">
*[[Pagina principale/Sezioni#Testo in evidenza|Testo in evidenza]]
</div>
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; background-color: #{{Colore portale sfondo barre 2}}; padding: .2em; spacing: .2em">
*[[Pagina principale/Sezioni#Citazioni|Citazioni]]
</div>
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; background-color: #{{Colore portale sfondo barre 2}}; padding: .2em; spacing: .2em">
*[[Pagina principale/Sezioni#Proposte|Proposte]]
</div></div>
| valign=top width=1%| <!-- SEPARATORE verticale tra le colonne-->
| valign=top width=39% | <!-- SECONDA COLONNA -->
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; padding: .3em;">Sezioni "comunità"
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; background-color: #{{Colore portale sfondo barre 1}}; padding: .2em; spacing: .2em">
*[[Pagina principale/Sezioni#WikiGuida|WikiGuida]]
</div>
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; background-color: #{{Colore portale sfondo barre 1}}; padding: .2em; spacing: .2em">
*[[Pagina principale/Sezioni#Laboratorio|Laboratorio]]
</div></div>
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; padding: .5em;">Sezioni "portale"
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; background-color: #{{Colore portale sfondo barre 3}}; padding: .2em; spacing: .2em">
*[[Pagina principale/Sezioni#Ricorrenze|Ricorrenze]]
</div>
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; background-color: #{{Colore portale sfondo barre 3}}; padding: .2em; spacing: .2em">
*[[Pagina principale/Sezioni#Ultimi arrivi|Ultimi arrivi]]
</div></div>
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; padding: .5em;;">Sezioni "comunità"
<div style="border: 1px solid #{{Colore portale sfondo barre 4}}; background-color: #{{Colore portale sfondo barre 1}}; padding: .2em; spacing: .2em">
*[[Pagina principale/Sezioni#Oltre Wikisource|Oltre Wikisource]]
</div></div>
|}<section end="Layout" />
=== Titolo ===
<section begin=Titolo />
<div class="main-page-header" style="padding:1px; border:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 2}}; background-color:#{{Colore portale sfondo barre 3}}; border-radius:120px; text-align:center; margin-bottom:7px;">
<span class="nomobile">[[File:Amanutondo3.png|right|146px]]</span>
<div style="padding:0.2em 1em 0 1em; margin-right:120px; margin-left:10%">
<div style="margin-bottom:5px;"><span class="nomobile">{{xx-larger|[[Aiuto:Benvenuto|Benvenuti]] in}}</span> <span style="font-family:Times;serif">{{xxx-larger|{{Sc|Wikisource}}}}{{x-larger|,}} </span>{{Larger|la [[Wikisource:Cos'è Wikisource?|biblioteca]] [[Aiuto:Cosa vuol dire libera|libera]]}} <span class="nomobile">{{Larger|con [[Speciale:Statistiche|{{NUMBEROFARTICLES}} pagine di contenuto]]!}}</span>
</div>
<div style="margin-bottom:15px">Se vuoi '''[[Aiuto:Come registrarsi|iscriviti]]''' e impara '''[[Wikisource:cosa mettere su Wikisource|cosa aggiungere qui]]'''. Rispetta le nostre '''[[Wikisource:Wikiquette|linee di condotta]]'''.<br />Domanda liberamente al '''[[Wikisource:Bar|Bar]]''' o sperimenta nella '''[[Wikisource:pagina delle prove|pagina delle prove]]'''.</div>
<div style="margin-bottom:12px">{{Centrato|{{Sc|[[Aiuto:SAL|Qualità dei testi]]}}: [[File:100%.svg]] [[:Categoria:Pagine indice SAL 100%|Riletti]] [[File:75%.svg]] [[:Categoria:Pagine indice SAL 75%|Formattati]] [[File:50%.svg]] [[:Categoria:Pagine indice SAL 50%|Completi]] [[File:25%.svg]] [[:Categoria:Pagine indice SAL 25%|Incompleti]]}} </div>
</div>
</div>
<div class="nomobile">
<div style="text-align: center">{{Sc|[[Aiuto:FAQ|FAQ]] • [[Aiuto:Guida essenziale|Guida essenziale]] • [[Wikisource:Avvertenze generali|Avvertenze generali]] • [[Aiuto:Aiuto|Manuale di Wikisource]] • [[Aiuto:Guida alla comunità|Guida alla comunità]] • [[Portale:Progetti|Progetti]] • [[Portale:Portali|Portali]] • [[wikimedia:Fundraising#Donation methods|Donazioni]]}}</div>
{{Cassetto
|MargineDestro=0
|Titolo=<div style="margin-right:0;">{{MainPageHeader|1|Videoguida di Wikisource}}</div>
|Testo=[[File:File-Wikimedia Italia - WikiGuida 3 - Wikisource.ogv|center|750px|thumb|thumbtime=0:23|Video di introduzione a Wikisource. Se non lo vedi clicca [//www.youtube.com/watch?v=cR0g5ACaC-g qui]]]
}}
</div><section end=Titolo />
== Prima colonna ==
=== Biblioteca ===
<section begin=Biblioteca /><div style="margin-bottom:10px;">
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU indici.png|30px]] '''[[Portale:Autori|Indici per autori]]'''</span>
<div style="margin: 0 0 0 36px">
[[Wikisource:Indice alfabetico degli autori|Alfabetico]] · [[Wikisource:Indice cronologico degli autori|Cronologico]] · [[Wikisource:Indice degli autori per argomento|Tematico]]
</div>
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU libro.png|30px]] '''[[Portale:Testi|Indici per testi]]'''</span>
<div style="margin: 0 0 <!-- margin-bottom: -->2em 36px">
[[Wikisource:Indice alfabetico dei testi|Alfabetico]] · [[Wikisource:Indice cronologico dei testi|Cronologico]] · [[Wikisource:Testi in ordine alfabetico per argomento|Tematico]] · [[Wikisource:Indice dei testi per Stato di Avanzamento dei Lavori|Per SAL]] <small>([[Aiuto:SAL|?]])</small>
</div>
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU tavolozza.png|30px]] '''[[:Categoria:Arti|Arte]]'''</span>
<div style="margin: 0 0 0 36px">
[[:Categoria:Architettura|Architettura]] · [[:Categoria:Letteratura|Letteratura]] ([[:Categoria:Poesie|Poesie]], [[:Categoria:Racconti|Racconti]], [[:Categoria:Romanzi|Romanzi]]) · [[:Categoria:Musica|Musica]] · [[:Categoria:Pittura|Pittura]] · [[:Categoria:Scultura|Scultura]] · [[:Categoria:Teatro|Teatro]]
</div>
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU pigreco.png|30px]] '''[[:Categoria:Scienze matematiche, fisiche e naturali|Scienze matematiche, fisiche e naturali]]'''</span>
<div style="margin:0 0 0 36px">
[[:Categoria:Astronomia|Astronomia]] · [[:Categoria:Biologia|Biologia]] · [[:Categoria:Fisica|Fisica]] · [[:Categoria:Matematica|Matematica]]
</div>
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU mondo.png|30px]] '''[[:Categoria:Scienze sociali|Scienze umane e sociali]]'''</span>
<div style="margin: 0 0 0 36px">
[[:Categoria:Diritto|Diritto]] · [[:Categoria:Economia|Economia]] · [[:Categoria:Educazione e formazione|Educazione]] · [[:Categoria:Filosofia|Filosofia]] · [[:Categoria:Geografia|Geografia]] · [[:Categoria:Psicologia|Psicologia]] · [[:Categoria:Sociologia|Sociologia]] · [[:Categoria:Storia|Storia]]
</div>
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU puzzle.png|30px]] '''[[:Categoria:Società|Società]]'''</span>
<div style="margin: 0 0 0 36px">
[[:Categoria:Biografie|Biografie]] · [[:Categoria:Politica|Politica]] · [[:Categoria:Religione|Religione]]
</div>
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU meccanismo.png|30px]] '''[[:Categoria:Tecnologia e scienze applicate|Tecnologia e scienze applicate]]'''</span>
<div style="margin: 0 0 0 36px">
[[:Categoria:Agricoltura|Agricoltura]] · [[:Categoria:Informatica|Informatica]] · [[:Categoria:Medicina|Medicina]] · [[:Categoria:Ingegneria|Ingegneria]] · [[:Categoria:Trasporti|Trasporti]] ([[:Categoria:Ferrovie|Ferrovie]])
</div></div><section end=Biblioteca />
=== Biblioteca NUOVA (2015) ===
<section begin="Biblioteca2015"/><div style="margin-bottom:10px;">
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU indici.png|30px]] '''[[Portale:Autori|Indici per autori]]'''</span>
<div style="margin: 0 0 0 36px">
[[Wikisource:Indice alfabetico degli autori|Alfabetico]] · [[Wikisource:Indice cronologico degli autori|Cronologico]] · [[Wikisource:Indice degli autori per argomento|Tematico]]
</div>
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU libro.png|30px]] '''[[Portale:Testi|Indici per testi]]'''</span>
<div style="margin: 0 0 <!-- margin-bottom: -->2em 36px">
[[Wikisource:Indice alfabetico dei testi|Alfabetico]] · [[Wikisource:Indice cronologico dei testi|Cronologico]] · [[Wikisource:Testi in ordine alfabetico per argomento|Tematico]] · [[Wikisource:Indice dei testi per Stato di Avanzamento dei Lavori|Per SAL]] <small>([[Aiuto:SAL|?]])</small>
</div>
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU tavolozza.png|30px]] '''[[:Categoria:Arti|Arte]]'''</span>
<div style="margin: 0 0 0 36px">
[[:Categoria:Architettura|Architettura]] · [[:Categoria:Letteratura|Letteratura]] ([[:Categoria:Poesie|Poesie]], [[:Categoria:Racconti|Racconti]], [[:Categoria:Romanzi|Romanzi]]) · [[:Categoria:Musica|Musica]] · [[:Categoria:Pittura|Pittura]] · [[:Categoria:Scultura|Scultura]] · [[:Categoria:Teatro|Teatro]]
</div>
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU pigreco.png|30px]] '''[[:Categoria:Scienze matematiche, fisiche e naturali|Scienze matematiche, fisiche e naturali]]'''</span>
<div style="margin:0 0 0 36px">
[[:Categoria:Astronomia|Astronomia]] · [[:Categoria:Biologia|Biologia]] · [[:Categoria:Fisica|Fisica]] · [[:Categoria:Matematica|Matematica]]
</div>
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU mondo.png|30px]] '''[[:Categoria:Scienze sociali|Scienze umane e sociali]]'''</span>
<div style="margin: 0 0 0 36px">
[[:Categoria:Diritto|Diritto]] · [[:Categoria:Economia|Economia]] · [[:Categoria:Educazione e formazione|Educazione]] · [[:Categoria:Filosofia|Filosofia]] · [[:Categoria:Geografia|Geografia]] · [[:Categoria:Psicologia|Psicologia]] · [[:Categoria:Sociologia|Sociologia]] · [[:Categoria:Storia|Storia]]
</div>
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU puzzle.png|30px]] '''[[:Categoria:Società|Società]]'''</span>
<div style="margin: 0 0 0 36px">
[[:Categoria:Biografie|Biografie]] · [[:Categoria:Politica|Politica]] · [[:Categoria:Religione|Religione]]
</div>
<span style="font-size:110%; border-bottom:1px solid #{{Colore portale sfondo barre 1}}; display:block">
[[File:HILLBLU meccanismo.png|30px]] '''[[:Categoria:Tecnologia e scienze applicate|Tecnologia e scienze applicate]]'''</span>
<div style="margin: 0 0 0 36px">
[[:Categoria:Agricoltura|Agricoltura]] · [[:Categoria:Informatica|Informatica]] · [[:Categoria:Medicina|Medicina]] · [[:Categoria:Ingegneria|Ingegneria]] · [[:Categoria:Trasporti|Trasporti]] ([[:Categoria:Ferrovie|Ferrovie]])
</div></div><section end="Biblioteca2015"/>
=== Testo in evidenza ===
<section begin="Testo in evidenza" />{{#section:Pagina principale/Testo in evidenza|{{#time:d-m-Y|now - {{CURRENTDOW}} days}} }}<section end="Testo in evidenza" />
=== Citazioni ===
<section begin="Citazioni" />
<div style="text-align:center">{{#section:Pagina principale/Citazioni|{{NumeroCasuale|8}} }}</div><section end="Citazioni" />
=== Proposte ===
<section begin="Proposte" />
<div style="text-align:center; text-align: -webkit-center;">{{#section:Pagina principale/Proposte}}</div><section end="Proposte" />
==Seconda colonna==
=== Laboratorio ===
<section begin="Laboratorio" /><div style="margin-bottom:10px;">
{{Centrato}}'''[[Wikisource:Aiuta Wikisource|Aiuta Wikisource!]]'''<br/>
'''È sufficiente saper leggere'''
[[File:Garibaldi - I Mille.djvu|170px|page=15|border|link=Indice:Garibaldi - I Mille.djvu]]<br/>La [[Wikisource:Rilettura del mese|collaborazione del mese]] propone la rilettura di
'''''[[Indice:Garibaldi - I Mille.djvu|I Mille]]''''' di [[Autore:Giuseppe Garibaldi|Giuseppe Garibaldi]].
In alternativa scegli pure un testo a piacimento tra quelli [[:Categoria:Pagine indice SAL 75%|da rileggere]], o se ti senti più esperto anche tra quelli [[:Categoria:Pagine indice SAL 25%|da ''trascrivere'']]! Qui c'è [[Speciale:IndexPages|l'elenco completo]].
[[Aiuto:Rilettura - 1 - primissimi passi|({{smaller|Serve un ''aiutino''?}})]]</div></div><section end="Laboratorio" />
{{Centrato|'''N.B. La rilettura del mese va rinnovata [[w:Template:Pagina principale/Wikisource|anche su Wikipedia]]'''}}
=== Ricorrenze ===
<section begin=Ricorrenze /><div style="margin-bottom:10px;">{{Wikisource:Ricorrenze/{{CURRENTDAY}} {{CURRENTMONTHNAME}}}}<div style="clear:both"></div></div><section end=Ricorrenze />
=== Ultimi arrivi ===
<section begin=Ultimi arrivi /><div style="margin-bottom:10px;">
<b>Ultimi testi riletti</b>
<!-----------------------------------
MODIFICARE QUA SOTTO
Inserire i nuovi testi SAL 100% in CIMA
Numero massimo 5 testi
-------------------------------------->
* {{testo|Piccole anime}}
* {{testo|Le ore inutili}}
* {{testo|Anime allo specchio}}
* {{testo|Codice cavalleresco italiano}}
* {{testo|Per la storia della circolazione monetaria nell'Italia nord-occidentale tra l'XI e la prima metà del XII secolo}}
<!--------------------------------------
MODIFICARE QUA SOPRA
--------------------------------------->
<div style="margin-top: 0;"></div>
<b>Ultimi testi trascritti</b>
<!-----------------------------------
MODIFICARE QUA SOTTO
Inserire i nuovi testi SAL 75% in CIMA
Numero massimo: 5 testi
NON TOGLIERE I TESTI SE DIVENTANO RILETTI!
------------------------------------->
* {{testo|Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato}}
* {{testo|Signorine}}
* {{Testo|Dello stile Poetico}}
* {{Testo|Vita di Frate Ginepro}}
* {{testo|Sulla venuta in Italia degli arciduchi d'Austria conti del Tirolo}}
</div><section end=Ultimi arrivi />
=== Oltre Wikisource ===
<section begin="Oltre Wikisource" />
<div style="text-align:center;">
Clicca sui logo per conoscere gli altri progetti liberi della [[:foundation:|Wikimedia Foundation]].
[[File:Wikipedia-logo.svg|40px|link=:w:]]
[[File:Commons-logo.svg|35px|link=:commons:]]
[[File:Wikibooks-logo.svg|35px|link=:b:]]
[[File:Wikiquote-logo.svg|35px|link=:q:]]
[[File:Wikinews-logo.svg|35px|link=:n:]]
[[File:Wiktionary-logo.svg|35px|link=:wikt:]] <br />
[[File:Wikiversity-logo.svg|35px|link=:v:]]
[[File:Wikispecies-logo.svg|35px|link=:species:Pagina principale]]
[[File:Wikimedia Community Logo optimized.svg|35px|link=:m:Pagina principale]]
[[File:Wikidata-logo.svg|35px|link=:d:Wikidata:Pagina principale]]
[[File:Wikivoyage-Logo-v3-icon.svg|35px|link=:voy:]]
</div><section end="Oltre Wikisource" />
<noinclude>[[Categoria:Pagina principale]]</noinclude>
fgwctonfszzo6kpqwt9qmcmhds2qrrk
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/201
108
190843
3024574
2441678
2022-08-20T07:31:03Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 122-124]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|191|riga=si}}</noinclude>{{Pt|conosce|riconosce}} che la sua condizione è peggiorata, che gli conviene di trovar modo di provvedere ai fatti suoi e di tornare in ''h'', o almeno in un punto molto vicino. Perciò egli imiterà l’esempio dato dal primo individuo o gli farà tornare in mente che chi la fa l’aspetta. Seguirà un sentiero molto più prossimo, ma poco meno inclinato di ''md<nowiki>'</nowiki>'', e così giungerà ad un punto ''h<nowiki>''</nowiki>'' della linea ''kh''.
Ora è il primo individuo a cui occorre di provvedere ai fatti suoi, e da capo egli percorrerà un sentiero meno inclinato. Così via via i due individui si avvicineranno al punto ''l'', movendosi nel senso della freccia.
Fenomeni analoghi seguono movendo dal punto ''c''. Il secondo individuo che si trova in ''c'', che per lui è punto termine, vuole avvicinarsi a ''k'', che è il punto più alto del sentiero ''mck'', perciò egli consente a ricevere meno A per la stessa quantità di B; segue cioè un sentiero come ''mk<nowiki>'</nowiki>'', più inclinato di ''mk'' sull’asse ''ox''. Il primo individuo è costretto ad imitare quell’operare; e così, via via, i due individui si avvicinano a ''l'', nel senso della freccia.
{{§|123}}123. Il punto di equilibrio è dunque ''l'', e lo diremo punto di {{Sc|equilibrio stabile}}; perchè, se i due individui si allontanano da ''l'', tendono poi a tornarvi.
{{§|124}}124. Ragioniamo del punto (β). Come abbiamo veduto, la linea di equilibrio è ''hld''. Supponiamo che i due individui sieno in ''d''; il secondo individuo da quel punto, che per lui è punto termine, vorrebbe avvicinarsi a ''k''; egli per ciò fare non ha altro modo che consentire a ricevere meno A per la stessa quantità di B, cioè egli prova un sentiero ''md'k<nowiki>'</nowiki>'', più inclinato di ''mk'' sull’asse ''ox'', e si allontana da ''l''. Il primo individuo è costretto a seguirne<noinclude>
<references/></noinclude>
m7fc6dva9qoev25jehnf0zgi6agj4xa
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/202
108
191301
3024575
1829969
2022-08-20T07:31:09Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|192|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 124-127]|riga=si}}</noinclude>l’esempio; così essi si muovono nel senso della freccia. Egualmente dall’altra parte di ''l''. Se i due individui si trovano in ''h'', il primo vuole avvicinarsi a ''c''; per ciò fare egli dà maggiore quantità di A, per la stessa quantità di B; segue cioè un sentiero meno inclinato di ''mc'' e si allontana da ''l''. Il secondo individuo deve seguire quell’esempio; e così via di seguito. I due individui si muovono dunque allontanandosi da ''l''. Il punto ''l'' è un punto di {{Sc|equilibrio instabile}}.
{{§|125}}125. Torniamo era alla fig. 17. Per (2), vi è un solo punto di equilibrio, ed è punto di equilibrio stabile. Per (1) vi sono due punti di equilibrio stabile, cioè (α) e (γ), e uno di equilibrio instabile, cioè (β). In generale tra due posizioni di equilibrio stabile c’è un punto di equilibrio instabile, il quale segna il confine tra le posizioni dalle quali ci si avvicina all’uno, o all’altro, dei due punti di equilibrio stabile.
La linea d’equilibrio è la linea ''muαdβfγam''.
{{§|126}}126. Chiamiamo senso positivo delle rotazioni quello {{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale-0202.jpg
| width = 166px
| float = left
}}indicato dalla freccia sulla figura qui contro e che fa crescere l’ angolo ''a''. Se nel senso della rotazione negativa, prima dell’incontro delle due linee di equilibrio, la linea dell’individuo che baratta dell’A per del B ''precede'' la linea dell’individuo che baratta del B per dell’A, l’equilibrio è stabile. Nel caso contrario, è instabile.
{{§|127}}127. Dalla fig. 18 si vede che ogni individuo procura sempre di salire il colle del piacere, di accrescere la sua ofelimità, proseguendo direttamente il sentiero percorso; ma la concorrenza lo fa deviare,<noinclude>
<references/></noinclude>
m9ade9gij620ehbn5hd7ni0yklp7vju
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/203
108
191302
3024576
1829971
2022-08-20T07:31:12Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 127-128]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|193|riga=si}}</noinclude>lo fa sdrucciolare, avvicinandolo a ''l'', nei casi di equilibrio stabile; allontanandolo, nei casi di equilibrio instabile.
Tra quei due equilibri decide il sapere se, movendo dal punto di equilibrio, con rotazione positiva, il primo individuo può mantenersi sovra la propria linea dei contratti, oppure deve passare su quella del secondo individuo, i punti della quale linea divengono per lui punti termini. Nel primo caso abbiamo i punti (α) e (γ) della fig. 18, nel secondo il punto (β). Si può anche dire, ciò che torna allo stesso, che se, nel caso di una rotazione negativa, il primo individuo non può mantenersi sulla sua linea dei baratti, ma devo passare su quella del secondo individuo (punti (α) e (γ)), l’equilibrio è stabile; se invece può mantenersi sulla propria linea dei contratti (punto (β)), l’equilibrio è instabile.
{{§|128}}128. Passiamo ora a considerare i fenomeni del tipo (II). Supponiamo che il secondo individuo operi secondo quel tipo, mentre il primo individuo seguita ad operare secondo il tipo (I).
Per quel primo individuo, la curva d’equilibrio è ancora quella ''matsb'' {{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale-0203.jpg
| width = 243px
| float = right
}}che unisce i punti di tangenza dei diversi sentieri moventi da ''m'' colle curve di indifferenza. Il secondo individuo può bene scegliere il sentiero ''mde'', ma su quello non può costringere il primo a proseguire oltre ''d'', per recarsi in ''e''. Per altro potrebbe fermarsi prima di giungere in ''d'' e così<noinclude>
<references/>{{PieDiPagina|''Economia politica'' - 13||}}</noinclude>
7gjw5gtkaqs6jeazfa2tbi6xvijxcgk
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/204
108
191303
3024577
2441679
2022-08-20T07:31:14Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|194|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 128-131]|riga=si}}</noinclude>costringere pure il primo individuo a fermarsi. In conclusione, l’equilibrio è possibile in tutto lo spazio compreso tra ''m''ω e ''maγtsβdb''. Diverso è il modo col quale si trova il punto di equilibrio. Pei fenomeni del tipo (I) gli individui erano portati dalla concorrenza a quel punto; per fenomeni del tipo (II) uno degli individui sceglie il punto che a lui più piace tra quelli in cui l’equilibrio è possibile.
{{§|129}}129. Il secondo individuo, che si trova in ''d'', non procura più qui, come precedentemente, di andare in ''c'', o almeno in un punto vicinissimo; egli paragona lo stato in cui è ''d'' con quello in cui sarebbe in un altro punto qualsiasi dove è possibile l’ equilibrio e sceglie il punto che a lui più piace, imponendo all’altro individuo il sentiero che necessariamente adduce a quel punto.
{{§|130}}130. Il punto in cui sta meglio il secondo individuo è evidentemente il punto che ha il massimo indice di ofelimità, che è il più alto, tra tutti quelli che può scegliere, cioè il punto più alto, sul colle del piacere del secondo individuo. Ora è manifesto che i punti compresi tra ω''m'' e ''maγts'' sono meno alti di quelli che trovansi oltre ''maγts''. Quella linea si può considerare come un sentiero, il suo punto più alto sul colle del piacere del secondo individuo sarà il punto ''t'' in cui essa è tangente ad una curva di indifferenza. Quello è dunque il punto a cui conviene al secondo individuo di fermarsi.
{{§|131}}131. La difficoltà pratica di determinare quel punto è grande. Perciò chi opera secondo il tipo (II) si propone spesso un altro fine, cioè quello di ottenere la massima quantità possibile di A. Il punto che soddisfa a quella condizione è il punto di tangenza ''s'' della linea comune di equilibrio e di una<noinclude>
<references/></noinclude>
rl16cfjtrtxqtwu0slxyppubv6ic8ce
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/205
108
191304
3024578
1829972
2022-08-20T07:31:35Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 131-133]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|195|riga=si}}</noinclude>parallela all’asse ''oy''. Quel punto si determina molto facilmente, provando e riprovando, poichè il bilancio stesso dell’individuo indica quanto A riceve.
{{§|132}}132. Quando la merce A è molto più ofelima che la merce B, pel secondo individuo, il punto ''s'' si confonde quasi col punto ''t''; si confonde interamente, se A sola è ofelima pel secondo individuo poichè in tal caso lo linee di indifferenza sono parallele all’asse ''oy'' ({{Pt|[[../272#54|IV, 54]]|[[../Capitolo IV#54|IV, 54]]}}).
Altre condizioni si potrebbero porre, e si troverebbero altri punti per equilibrio.
{{§|133}}133. Se invece di percorrere i sentieri rettilinei che indicano i prezzi, l’individuo percorre la linea di trasformazione imposta dagli ostacoli, o in generale un sentiero determinato, l’equilibrio potrà ancora essere stabile od instabile. Sia ''acb'' una linea di trasformazione, ''c'' il punto {{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale-0205.jpg
| width = 202px
| float = right
}}in cui essa è tangente ad una linea d’indifferenza dei gusti ''t<nowiki>'</nowiki>'', nel qual punto ha luogo l’equilibrio. Se, come solitamente accade, quella linea ''ab'' di trasformazione è tale che l’indice di ofelimità in ''c'' è più grande che gli indici dei punti vicini ''a'', ''b'', l’equilibrio è stabile. In fatti, l’individuo che si allontana casualmente da ''c'' tende a ritornarvi, poichè egli tende sempre a passare, per quanto è possibile, da un punto ad un altro avente un indice di ofelimità maggiore. Per lo stesso motivo, se la linea delle trasformazioni avesse la forma ''a'b<nowiki>'</nowiki>'', tale che gli indici di ofelimità dei punti ''a' b<nowiki>'</nowiki>'', prossimi al punto di equilibrio ''c<nowiki>'</nowiki>'', fossero maggiori dell’indice di ofelimità di ''c<nowiki>'</nowiki>'', l’equilibrio sarebbe instabile.
{{Nop}}<noinclude>
<references/></noinclude>
k4jirxdu4fvjb5lr6jso5r4jao6zmnr
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/206
108
191305
3024579
2441680
2022-08-20T07:31:41Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|196|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 134-136]|riga=si}}</noinclude>
{{§|134}}134. '''Massimi dell’ofelimità.''' — Giova passare in rassegna i diversi massimi pei punti di equilibrio. Da prima abbiamo un massimo assoluto, nel punto più alto del colle del piacere, sulla sua vetta. In quel punto, l’individuo ha di tutto a sazietà; c’è poco da dire di quello stato felice.
Poi, vengono molti massimi relativi. Il punto ''c<nowiki>''</nowiki>'', fig. 12, è il più alto del sentiero ''mn''; è un massimo subordinato alla condizione che l’individuo si muova solo sul sentiero ''mn''. Massimi di simile genere sono gli altri punti di tangenza ''c<nowiki>'</nowiki>'', ''c<nowiki>'''</nowiki>''..... Tra essi ce ne può essere uno più alto di tutti gli altri, un ''maximum maximorum''. Anche un punto termine segna un massimo; è il punto più alto di un tratto di sentiero, ma è meno alto del punto di tangenza che segue.
Il punto ''t'', fig. 20, è, pel secondo individuo, il punto più alto della linea comune di equilibrio.
In quanto al punto ''s'', esso segna un massimo di genere diverso dai precedenti, poichè non è più un massimo di ofelimità, bensì un massimo di quantità della merce A.
{{§|135}}135. '''Modi e forme dell’equilibrio, nella produzione.''' — Se si suppone che nella fig. 18 la linea ''hk'' segni la linea di massimo utile del produttore o dei produttori, non c’è che da ripetere i ragionamenti ora fatti nel caso del baratto. Il produttore tende a stare in quella linea, come il consumatore sulla linea dei baratti.
{{§|136}}136. C’è per altro, una differenza che si riferisce ai sentieri che non incontrano quella linea ''hk'' del massimo utile (fig. 22). Se il produttore segue il sentiero ''mk'', si capisce che si fermi in ''k'', perchè starebbe peggio più in qua o più in là; ma, se egli segue il sentiero ''mc'' che non è tangente a nessuna curva<noinclude>
<references/></noinclude>
31qntr21x39wije8d5zt1fsr4o0ki61
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/207
108
191306
3024581
1829973
2022-08-20T07:31:44Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 136-138]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|197|riga=si}}</noinclude>di indifferenza degli ostacoli, {{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale-0207.jpg
| width = 247px
| float = right
}}perchè non si spingerebbe egli in quel sentiero, sin dove è a lui concesso dai gusti dei suoi avventori?
{{§|137}}137. Qui interviene la concorrenza. La linea ''hk'' divide il piano in due regioni: in quella che sta al di qua di ''hk'', rispetto a ''m'', il produttore ha vantaggio nel crescere, lungo un sentiero rettilineo ''mc'', la quantità ''ma'' di merce A, trasformata; in quella che sta al di là di ''hk'', rispetto a ''m'', il produttore ha vantaggio nel restringere, lungo un sentiero rettilineo ''mc<nowiki>'</nowiki>'', la quantità ''ma<nowiki>'</nowiki>'' di merce A trasformata. Perciò, pei produttori che stanno in ''c'' e ''c<nowiki>'</nowiki>'', seguono fenomeni diversi.
{{§|138}}138. Chi sta in ''c'' può essere tentato, anche da solo, di accrescere la trasformazione, e ciò farà ove si supponga che segua rigorosamente i principii dei fenomeni del tipo (I). Egli paragonerà lo stato in essi si troverebbe nei diversi punti del sentiero ''mcd'', e vedrà che starebbe meglio oltre ''c''; onde, se il consumatore non vuole, su quel sentiero, andare oltre ''c'', il produttore concederà maggior quantità di B per uno di A, cioè farà lievemente crescere l’inclinazione del sentiero ''mc'' su ''mo''. Per altro, se è solo, finirà coll’accorgersi che, se in quel modo spera di conseguire vantaggio, effettivamente ha danno; onde smetterà di operare secondo il tipo (I), e opererà invece secondo il tipo (II).
Se vi sono più concorrenti, colui che accresce l’inclinazione del sentiero ''mc'' ha {{Pt|effettiva-|}}<noinclude>
<references/></noinclude>
8543v45x202n7gwhh9q9b3fpzj9hguo
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/208
108
191307
3024582
2441681
2022-08-20T07:31:49Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|198|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 138-141]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|mente|effettivamente}} un utile, per poco tempo. Del resto, se egli ciò non facesse, altri lo farebbe; così cresce man mano l’inclinazione di ''mc'' su ''mo'', e ci avviciniamo alla linea ''hk''. Giunti su di essa, cessa il vantaggio di accrescere la quantità trasformata di A; e, venendo meno la causa, viene per conseguenza anche meno l’effetto.
{{§|139}}139. Se il produttore sta in ''c<nowiki>'</nowiki>'', egli si accorge presto che ha vantaggio nello scemare la quantità ''ma<nowiki>'</nowiki>'' di A trasformata. Per accrescere quella quantità egli doveva contendere coi concorrenti; ma, per ridurla, opera da solo e non si cura d’altri. Egli dunque scema l’inclinazione di ''mc<nowiki>'</nowiki>'' su ''mo'' e si avvicina alla linea di massimo utile ''hk'', senza darsi il minimo pensiero se altri concorrenti lo han seguito o no. Notisi che il suo movimento può avere luogo interamente sul sentiero ''mc<nowiki>'</nowiki>''; onde egli, operando strettamente secondo i principii del tipo (I), si reca in ''v'' perchè ivi sta meglio che in ''c<nowiki>'</nowiki>''. Oltre ''v'' non procede verso ''m'', perchè starebbe peggio.
{{§|140}}140. In conclusione dunque, il produttore che trovasi oltre ''hk'', rispetto ad ''m'', è ricondotto su ''hk'' dal proprio tornaconto. Il produttore che trovasi al di qua di ''hk'', rispetto ad ''m'', è ricondotto, forse da solo, e certamente dalla concorrenza, su ''hk''. Anche da solo ci andrebbe sicuramente, ove si potesse ammettere che opera strettamente secondo il tipo (I).
{{§|141}}141. Rimane da esaminare il caso in cui non esiste quella linea di massimo utile.
Sia ''cd'' la linea dei baratti, ''hk'' la linea delle trasformazioni complete del produttore. La regione degli indici positivi è al di là di ''hk'', rispetto a ''m''. Abbiamo due casi segnati in (μ) e in (π).<noinclude>
<references/></noinclude>
2qhfu2nmsnjlvph9oib2dnhqkx6jwgx
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/209
108
191308
3024585
1772626
2022-08-20T07:32:16Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 142-143]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|199|riga=si}}</noinclude>
{{§|142}}142. Principiamo ad esaminare il caso (μ). In ''c'' il consumatore è in equilibrio, poichè trovasi sulla sua linea dei baratti: il produttore sta bene, poichè trovasi nella regione degli indici positivi; onde quello stato di cose potrebbe durare a lungo{{ec||.}} {{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale-0209.jpg
| width = 498px
| float = floating-center
}}
Ma il produttore desidera stare anche meglio; e quindi, se egli opera rigorosamente secondo i principii dei fenomeni (I), vuole proseguire a muoversi secondo il sentiero ''mc''; ne è impedito dai gusti dei consumatori, e perciò prova a dare a quel consumatore maggiore quantità di B per la stessa quantità di A, cioè fa crescere l’inclinazione del sentiero sull’asse degli A, e così si avvicina alla linea ''hk''.
Per altro, se il produttore fosse solo, si accorgerebbe presto che opera da stolto in quel modo, perchè ottiene proprio l’opposto di ciò che desidera. Egli quindi tralascerebbe di operare secondo i principii dei fenomeni (I), e userebbe quelli dei fenomeni (II).
{{§|143}}143. Quando ci sono parecchi produttori in concorrenza, colui che cresce un pochino l’inclinazione del sentiero ''mc'', consegue, almeno per un poco di tempo, l’intento; egli toglie avventori ai {{Pt|concor-|}}<noinclude>
<references/></noinclude>
6e1lf2xg3z037fyajf6hk9f0f6fin2u
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/210
108
191309
3024586
2441682
2022-08-20T07:32:21Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|200|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 143-145]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|renti,|concorrenti,}} e si spinge più o meno avanti nella regione degli indici positivi. Potrebbe anche rimanerci, se i suoi concorrenti non imitassero il suo esempio. Se essi lo imitano, se la concorrenza è effettiva, faranno a loro volta crescere l’inclinazione del sentiero su ''mx''; e così poco alla volta, muovendosi pel verso della freccia, produttori e consumatori andranno avvicinandosi al punto ''l'' ove la linea ''hk'' delle trasformazioni complete interseca la linea ''cd'' dei baratti. Oltre quella linea non possono andare i produttori, perchè entrerebbero nella regione degli indici negativi, seguitando la linea ''cd'' dei baratti; e lungo ''lh'' non possono andare, perchè i consumatori vi si rifiutano. Conviene quindi che si fermino in ''l'', che è punto di equilibrio, e di equilibrio stabile.
{{§|144}}144. In altro modo si può osservare che solo ''lc'' è linea di possibile equilibrio; non già ''ld'', perchè trovasi nella regione degli indici negativi. Sulla linea ''cl'', la concorrenza dei produttori opera in modo che il punto di equilibrio si avvicina ad ''l''.
{{§|145}}145. Diciamo ora del caso (π). Si vedrà, come precedentemente, che la sola linea di equilibrio possibile è ''ld'', poichè ''lc'' trovasi nella regione degli indici negativi. Se i produttori sono in ''d'', essi ci stanno bene, poichè sono nella regione degli indici positivi; ma la concorrenza tra essi fa crescere l’inclinazione di ''md'' su ''mn'', onde ci allontaniamo da ''l''. In ''l'' precisamente potrebbe avere luogo l’equilibrio, poichè sono soddisfatti consumatori e produttori; ma, appena ci allontaniamo da ''l'', dalla parte di ''h'', invece di esservi poi ricondotti, ce ne allontaniamo sempre più. Dalla parte di ''k'' siamo ricondotti in ''l''. Abbiamo quindi un genere di equilibrio speciale, stabile da una parte, instabile dall’altra.<noinclude>
<references/></noinclude>
jhnsxejob25e44c5tm014te8nol9b9e
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/211
108
191310
3024587
2441683
2022-08-20T07:32:41Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 145-147]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|201|riga=si}}</noinclude>
Di tale equilibrio non c’era esempio nei casi della {{Pt|[[../199|fig. 18]]|[[#120|fig. 18]]}}. Paragonando poi il caso (β) della fig. 18 al caso (μ) della {{Pt|[[../209#142|fig. 23]]|[[#142|fig. 23]]}}, si vede che le condizioni di stabilità dell’equilibrio sono precisamente inverse per (β), cioè pel baratto e la produzione con concorrenza incompleta, e per (μ), cioè per la produzione con concorrenza completa. Segue ciò perchè nel caso (β), la linea ''h k'' essendo linea di baratto (o di massimo utile) gli individui ai quali essa si riferisce ci stanno per loro deliberato volere, mentre nei casi (μ) e (π) la linea ''h k'' essendo linea delle trasformazioni complete, gli individui ai quali si riferisce ci sono cacciati solo dalla concorrenza.
{{§|146}}146. Nel caso (β), chi stava in ''h'' rimaneva fermo, perchè chi sta bene non si muove; onde il movimento seguiva solo per opera del consumatore, avente per linea dei baratti ''c d'', e che voleva andare in ''c''. Nel caso (μ) invece quel movimento segue per opera di chi stando in ''k'' vorrebbe stare meglio, e quindi tenta di spingersi sul sentiero ''k c''. Nel caso (β), l’equilibrio in ''d'' è possibile, e ci allontaniamo per opera di chi vorrebbe andare in ''k''; nel caso (μ), non è possibile fermarsi in ''d'', perchè i produttori perdono, si rovinano, spariscono, onde siamo ricondotti in ''l''.
Abbiamo descritto il fenomeno come segue a lungo andare. Temporaneamente è possibile che i produttori stiano per un poco di tempo in perdita.
{{§|147}}147. Vediamo cosa segue quando il numero dei produttori opera sugli ostacoli.
Supponiamo che gli assi pei produttori essendo ''mo'', ''mn'', le linee di indifferenza siano ''s'', ''s<nowiki>'</nowiki>'',...; e che la linea dei baratti dei consumatori sia ''cd''. Se vi è un solo produttore, egli si fermerà all’intersezione ''l'' della linea dei baratti e della linea ''h k''<noinclude>
<references/></noinclude>
0hq3toxd6ncyqmovjarsimjjyohs4j0
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/212
108
191311
3024588
1772627
2022-08-20T07:32:45Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|202|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 147-149]|riga=si}}</noinclude>{{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale-0212.jpg
| width = 241px
| float = left
}}di massimo utile. Così pure se vi sono più produttori, ma colla condizione che il loro numero non operi sugli ostacoli, onde, siano pochi o molti i produttori, conseguono tutti il massimo utile quando la quantità totale ''am'' di A è trasformata in ''al'' di B.
{{§|148}}148. Supponiamo invece che la linea ''hk'' si riferisca al caso di un solo produttore, e che altri possano sorgere, nelle stesse condizioni. Se ve ne sono due, occorre, perchè ognuno abbia il massimo utile, di raddoppiare tutte le quantità: se ve ne sono tre, occorre triplicarle, ecc. Così viene spostata la linea ''hk'', quando si riferisce al totale della produzione, secondo il numero dei produttori. E verrebbe pure spostata, quando, più generalmente, invece di raddoppiare, triplicare, ecc. la produzione, occorresse solo di accrescerla in certe proporzioni. Anche la linea ''s'' delle trasformazioni complete è spostata.
Se, per un caso singolare, le linee per tal modo spostate, quando vi sono, ad esempio, due produttori, si intersecano precisamente in un punto ''g'' della linea ''cd'' dei baratti, l’equilibrio avrà luogo in ''g''. Infatti uno dei produttori non può stare in ''l'', perchè l’altro, per farsi largo, muta l’inclinazione del sentiero ''ml'', sinchè coincida col sentiero ''mg''. Oltre non vi può andare, perchè si entrerebbe nella regione degli indici negativi, e non c’è posto per un terzo produttore.
{{§|149}}149. Difficilmente accadrà che le linee spostate<noinclude>
<references/></noinclude>
3lf580i0rt63whj00v7kygf09ueljz1
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/213
108
191312
3024589
2441684
2022-08-20T07:32:54Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 149-151]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|203|riga=si}}</noinclude>
del massimo utile e delle trasformazioni complete s’intersechino proprio nella linea dei baratti. Sinchè questa interseca la linea del massimo utile in un punto diverso da quello in cui è intersecata dalla linea delle trasformazioni complete, l’equilibrio potrà aver luogo nel punto d’intersezione della linea dei baratti e della linea di massimo utile. Ma, poichè in quel punto i produttori hanno un utile, ne sorgeranno altri, s’intende se ciò è possibile, sinchè la linea del massimo utile non intersechi più la linea dei baratti. Quando ciò avrà luogo ci troveremo nel caso già trattato ({{Pt|[[../208#141|§ 141]]|[[#141|§ 141]]}}) e l’equilibrio avrà luogo nel punto di intersezione della linea dei baratti e della linea delle trasformazioni complete.
Identico ragionamento si può fare per le merci della seconda categoria ({{Pt|[[../192#102|§ 102]]|[[#102|§ 102]]}}).
{{§|150}}150. In conclusione dunque, l’equilibrio ha luogo al punto ove si intersecano la linea di massimo utile e la linea dei baratti; ma, quando sia possibile che sorgano nuovi produttori e che per tal modo sia spostata la linea del massimo utile, in modo da non più intersecare la linea dei baratti, l’equilibrio ha luogo nel punto ove la linea dei baratti interseca la linea delle trasformazioni complete. Il primo caso è quello della concorrenza incompleta ({{Pt|[[../193#105|§ 105]]|[[#105|§ 105]]}}); il secondo, quello della concorrenza completa.
{{§|151}}151. Pei fenomeni del tipo (II), se è il produttore che opera secondo quel tipo, egli si addentrerà quanto è possibile nella regione degli indici positivi, e quindi il punto di equilibrio si troverà nel punto di tangenza della linea dei baratti e di una linea di indifferenza, nel caso della concorrenza completa, {{Pt|[[../192#103|fig. 14]]|[[#103|fig. 14]]}}: si troverà nel punto di tangenza<noinclude>
<references/></noinclude>
r11dixakf6iwhyg3xiuvjs8v1invnm4
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/214
108
191313
3024590
2441685
2022-08-20T07:33:15Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|204|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 151-153]|riga=si}}</noinclude>della linea dei baratti e della linea di massimo utile, nel caso della concorrenza incompleta, {{Pt|[[../192#103|fig. 13]]|[[#103|fig. 13]]}}. Tutto ciò, s’intende, quando quei punti sieno nei limiti del fenomeno considerato.
Se è il consumatore che opera secondo il tipo (II), egli costringerà{{ec|,|}} i produttori a fermarsi sulla linea delle trasformazioni complete. Se i sentieri debbono essere rette moventi da ''m'', l’equilibrio, nel caso della concorrenza completa, non differirà da quello che si ha pei fenomeni di tipo (I): ma potrebbe differirne, quando fosse in podestà del consumatore di mutare forma ai sentieri ({{Pt|[[../342#17|VI, 17]]|[[../Capitolo VI#17|VI, 17]]}}, {{Pt|[[../342#18|18]]|[[../Capitolo VI#18|18]]}}).
{{§|152}}152. '''I prezzi''' — Sinora abbiamo ragionato in generale e procurando di non fare uso dei prezzi; ma pure, qua e là, quando abbiamo voluto citare esempi concreti, i prezzi sono comparsi; e anche nelle teorie generali si vedono più o meno implicitamente; onde, in sostanza, li abbiamo adoperati senza nominarli. Ora è bene accettarli e discorrerne senz’altro: ma era pure opportuno il mostrare come le teorie dell’economia non movono direttamente dalla considerazione di un mercato ove esistono certi prezzi, bensì movono dalla considerazione dell’equilibrio, che nasce dal contrasto dei gusti e degli ostacoli. I prezzi appaiono come incognite ausiliarie, utilissime per risolvere i problemi economici, ma che infine debbono essere eliminate, lasciando solo in presenza gusti ed ostacoli.
{{§|153}}153. Dicesi {{Sc|prezzo}} di Y in X, la quantità di X che si dà per ricevere un’unità di Y.
Quando il prezzo è costante, si possono paragonare quantità qualsiasi di X e di Y, trovare il rapporto tra la quantità di X che si dà e la quantità di Y che si riceve, ed avere così il prezzo. Quando<noinclude>
<references/></noinclude>
5qacknlln55cvjcb937oshijle8j6sr
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/215
108
191314
3024591
1772628
2022-08-20T07:33:22Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 153-156]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|205|riga=si}}</noinclude>i prezzi sono variabili, occorre paragonare quantità infinitesime.
{{§|154}}154. Segue dalla definizione del prezzo, che se si passa dal punto ''c'' al punto {{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale-0215.jpg
| width = 207px
| float = right
}}''d'' barattando ''ac'' di A per ''ad'' di B, il prezzo di B in A è uguale all’inclinazione della retta ''dcm'' sull’asse ''o''B: e il prezzo di A in B, è espresso dall’inclinazione della stessa retta sull’asse ''o''A.
{{§|155}}155. Nei paragrafi precedenti abbiamo spesso discorso di far crescere, o scemare, l’inclinazione di ''mn'' su uno degli assi, per esempio ''o''B; ciò è sinonimo del far crescere, o scemare, il prezzo di B in A.
{{§|156}}156. Il {{Sc|valore di cambio}} degli economisti corrisponde al prezzo ora definito. Occorre per altro notare che il concetto del prezzo è più preciso ({{Pt|[[../244#226|§ 226]]|[[#226|§ 226]]}}). Inoltre, gli economisti distinguevano tra il ''valore'' che era una frazione qualsiasi ad esempio <math>\scriptstyle\frac{6}{3}</math>, ed il ''prezzo'', che era una frazione in cui il denominatore era l’unità, ad esempio <math>\scriptstyle\frac{2}{1}</math>
Se si baratta 6 di vino per 3 di pane, il ''valore di cambio'' del pane in vino sarebbe <math>\scriptstyle\frac{6}{3}</math>; e poichè, in tal caso, per avere 1 di pane occorre dare 2 di vino, il ''prezzo'' del pane in vino sarebbe 2. È inutile avere così due nomi per cose tanto poco diverse come sono <math>\scriptstyle\frac{6}{3}</math> e <math>\scriptstyle\frac{2}{1}</math>, specialmente dopo che<noinclude>
<references/></noinclude>
5p9dbm3bk2vjdpl7l9x58bjvokwbfjo
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/216
108
191315
3024592
2441686
2022-08-20T07:33:26Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|206|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 156-159]|riga=si}}</noinclude>l’economia politica ha cessato di essere un genere di letteratura, per diventare una scienza positiva.
{{§|157}}157. Gli economisti usavano quel concetto di ''valore di cambio'', per stabilire il teorema che un aumento generale dei valori era impossibile, mentre era possibile un aumento generale dei prezzi. Nell’esempio precedente il valore del pane in vino era <math>\scriptstyle\frac{6}{3}</math>, e quello del vino in pane era <math>\scriptstyle\frac{3}{6}</math>. Bastano le primissime nozioni di aritmetica per intendere che quaudo una di quelle frazioni cresce, l’altra scema, il loro prodotto essendo sempre uno. Così, se si baratta 12 di vino per 3 di pane, il valore del pane in vino cresce e diventa <math>\scriptstyle\frac{12}{3}</math>; ma il valore di vino in pane scema e diventa <math>\scriptstyle\frac{3}{12}</math>. In quanto al prezzo del pane in vino, esso aumenta e diventa 4 invece di 2.
{{§|158}}158. Il concetto generale del prezzo di una merce in un altra è utile nella scienza economica perchè fa astrazione dalla moneta. Nella pratica, presso i popoli civili, il prezzo di tutte le merci si riferisce ad una sola di esse, detta moneta; onde, discorrendo dei fenomeni concreti, è ben difficile di scansare l’uso del prezzo in quel senso. Anche nella teoria, è utilissimo introdurre sino da principio quel concetto. Si ha così, è vero, l’inconveniente di anticipare sulla teoria della moneta, che deve venire dopo la teoria generale dell’equilibrio economico; ma ciò è poco male, specialmente se si fa il paragone col vantaggio della chiarezza e facilità di esposizione che procura l’uso di quel concetto.
{{§|159}}159. Torniamo ad esprimere, facendo uso del<noinclude>
<references/></noinclude>
1fqvljaxm8h9av7s80t2wjfcseg080a
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/217
108
191316
3024593
2441687
2022-08-20T07:33:53Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 159-163]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|207|riga=si}}</noinclude>concetto generale di prezzo, i risultamenti ai quai già siamo pervenuti.
{{§|160}}160. Il tipo (I) di fenomeni è costituito da quell in cui l’individuo accetta i prezzi che trova su mercato e procura di soddisfare i suoi gusti con quei prezzi. Nel fare ciò egli contribuisce, senza volerlo, a modificare quei prezzi; ma egli non opera direttamente per modificarli. A un certo prezzo egli compra (o vende) una certa quantità di merce; se la persona colla quale contratta accettasse un altro prezzo, egli comprerebbe (o venderebbe) altra quantità di merce. Ossia, ciò che torna lo stesso, per fargli comperare (o vendere) una certa quantità di merce, occorre praticare un certo prezzo.
{{§|161}}161. Invece il tipo (II) è costituito da fenomeni in cui l’individuo ha per scopo principale di modificare i prezzi, per ricavare in tal modo un qualche vantaggio. Alla persona colla quale contratta non lascia la scelta di varî prezzi; ne impone uno, e ad essa lascia solo la scelta della quantità da comperare (o da vendere) a quel prezzo. La scelta del prezzo non è più bilaterale, come nel tipo (I); diventa unilaterale.
{{§|162}}162. Abbiamo già veduto che, nel concreto, il tipo (I) corrisponde alla libera concorrenza ({{Pt|[[../171#46|§ 46]]|[[#46|§ 46]]}}), e il tipo (II) corrisponde al monopolio.
{{§|163}}163. Dove c’è libera concorrenza, nessuno essendo privilegiato, la scelta del prezzo è bilaterale. L’individuo 1 non può imporre il suo prezzo a 2, nè l’individuo 2 può imporre il suo prezzo a 1. In tal caso chi contratta si pone il problema: «Dato il prezzo tale, quanto comprerei (o venderei)?» Oppure, ciò che torna lo stesso; «Perchè io compri (o venda) tale quantità di merce, che prezzo ci vorrebbe?».<noinclude>
<references/></noinclude>
gxlgdpwnw2puz7aono9tdpscvag6fe4
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/218
108
191317
3024594
2441688
2022-08-20T07:34:00Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|208|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 164-167]|riga=si}}</noinclude>
{{§|164}}164. Dove c’è monopolio, sotto una forma qualsiasi, qualcuno è privilegiato. Costui si vale del suo privilegio per fissare il prezzo la cui scelta diventa unilaterale. Egli quindi si pone il problema: «Quale prezzo debbo imporre al mercato per raggiungere lo scopo che ho in mira?».
{{§|165}}165. Il tipo (III) corrisponde pure al monopolio; ma è distinto dal tipo (II), pel fine a cui si mira. Il problema che si dovrà porre lo stato socialista, è il seguente: «Quale prezzo debbo fissare perchè i miei amministrati godano del massimo benessere compatibile colle condizioni in cui si trovano o che a loro stimo bene di imporre?»
{{§|166}}166. Notisi che, anche se lo Stato socialista togliesse ogni facoltà di barattare, vietasse ogni compra-vendita, non per ciò sparirebbero i prezzi, i quali rimarrebbero non fosse altro come artificio contabile per la distribuzione delle merci e le loro trasformazioni. Lo usare i prezzi è il modo più semplice e facile per risolvere le equazioni dell’equilibrio; onde chi si ostinasse a volerli lasciare da parte, finirebbe probabilmente coll’usarli sotto altro nome, e vi sarebbe quindi una semplice modificazione di linguaggio, non di cose.
{{§|167}}167. '''I prezzi ed il secondo genere di ostacoli.''' — Abbiamo veduto che, tra i dati del problema, dovevamo darci i rapporti secondo i quali si trasformano le successive porzioni di merci. Colla considerazione del prezzo, ciò si esprime dicendo che ci dobbiamo dare il modo secondo il quale variano i prezzi delle porzioni successive: fissare, per es., che quelle porzioni hanno tutte un medesimo prezzo, che del rimanente può essere incognito, oppure che i prezzi di esse vanno crescendo (o scemando) secondo una certa legge.<noinclude>
<references/></noinclude>
gsnlg7b7g3g3750kliw48izaxrbeerd
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/219
108
191318
3024595
2441689
2022-08-20T07:34:05Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 168]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|209|riga=si}}</noinclude>
168. C’è qui un punto sul quale parecchi sono caduti in errore e che merita quindi speciale attenzione. Riguardo alle variazioni dei prezzi, occorre fare una distinzione fondamentale. Possono cioè variare i prezzi delle successive porzioni che si comprano per giungere alla posizione di equilibrio, e possono variare i prezzi di due operazioni complessive che adducono alla posizione di equilibrio (α). Per esempio, un individuo compera oggi 100 gr. di pane a 60 cent. il kg., poi 100 gr. a 50 cent. il kg., poi ancora 100 gr. a 40 cent. il kg., e così giunge ad una posizione di equilibrio, avendo comprato a vari prezzi 300 gr. di pane. Domani ripete l’identica operazione. In tal caso, i prezzi sono variabili per le successive porzioni che si comprano per giungere alla posizione di equilibrio: ma non variano quando si ripete l’operazione.
(β) Invece lo stesso individuo, domani, compra 100 gr. di pane a 70 cent. il kg., poi 100 gr. a 65 cent., poi 100 gr. a 58 cent. I prezzi variano non solo per le successive porzioni, ma anche da una operazione adducente all’equilibrio, ad un’altra.
(γ) L’individuo considerato compra 300 gr. di pane, tutti al medesimo prezzo di 60 cent. al kg., e così giunge alla posizione di equilibrio. Domani ripete la stessa operazione. In tal caso sono costanti i prezzi delle successive porzioni, non variano; e neppure varia il prezzo da un’operazione adducente all’equilibrio, ad un’altra.
(δ) Infine quell’individuo compra oggi 300 gr. di pane, tutti al medesimo prezzo di 60 cent. il kg., e così giunge alla posizione di equilibrio. Domani per giungere a quella posizione, compra 400 gr. di pane, pagando tutte le porzioni successive il prezzo costante di 50 cent. I prezzi delle porzioni {{Pt|succes-|}}<noinclude>
<references/>{{PieDiPagina|''Economia politica.'' - 14.||}}</noinclude>
kyky2chkren42m6frmu55f8ciehnrpy
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/220
108
191319
3024596
1772629
2022-08-20T07:34:17Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|210|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 168-169]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|sive|successive}} sono, anche in questo caso, costanti; ma variano i prezzi da una posizione adducente all’equilibrio, ad un’altra.
{{§|169}}169. Si vedrà anche meglio come stanno le cose, mediante figure.
{{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale-0220.jpg
| width = 340px
| float = center
}}
In tutte le figure, ''ab'', ''ac'' indicano le vie seguite nelle diverse compre, cioè i prezzi pagati per le diverse porzioni. In (α) e in (β), ''ab'', ''ac'' sono curve, cioè i prezzi variano de una porzione ad un’altra; in (γ) e in (δ), ''ab'', ''ac'' sono rette, cioè i prezzi sono costanti por le diverse porzioni. In (α) e in (γ), l’individuo percorre ogni giorno la strada ''ab''; in (β) e in (δ), percorre oggi ''ab'' e domani ''ac''. Quindi le figure danno i casi seguenti:
(α) Prezzi variabili per porzioni successive, ma che ritornano identici per successive operazioni adducenti all’equilibrio.
(β) Prezzi variabili per porzioni successive, e per operazioni successive adducenti all’equilibrio.
(γ) Prezzi costanti per porzioni successive, e per operazioni successive adducenti all’equilibrio.
(δ) Prezzi costanti per porzioni successive, ma variabili per operazioni successive adducenti all’equilibrio.
Nello stato presente della scienza, il caso generale da considerare è quello di (γ) e di (δ); ma<noinclude>
<references/></noinclude>
mydofx62bzkn23010ql77ovkpgbzksd
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/221
108
191320
3024597
2441690
2022-08-20T07:34:26Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 169-170]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|211|riga=si}}</noinclude>nulla toglie che venga giorno in cui sia utile di considerare anche (α) e (β).
{{§|170}}170. Quando molte persone convengono sovra un mercato ed operano indipendentemente l’una dall’altra, facendosi concorrenza, è manifesto che in uno stesso momento ve ne saranno di quelle che comperano le prime porzioni, ve ne saranno altre che comperano le seconde, ecc., per giungere allo stato di equilibrio: e, poichè sovra un dato mercato, in un dato momento, si ammette che non c’è che un prezzo, si vede che il prezzo di quelle varie porzioni deve essere lo stesso. Ciò rigorosamente non toglierebbe che, per uno stesso individuo, quel prezzo non potesse variare da una porzione all’altra: ma tale ipotesi porta a conseguenze strane ed interamente diverse dal concreto, onde l’ipotesi che meglio si confà alla realtà è quella di prezzi eguali per porzioni successive. Il che, s’intende, non toglie che non vi sieno successivamente prezzi diversi come in (δ), fig. 26.
Ciò è principalmente vero pel consumo. Se un individuo compra 10 kg. di zucchero, di caffè, di pane, di carne, di cotone, di lana, di chiodi, di piombo, di vernice, ecc., non compra il primo kg. ad un prezzo, il secondo ad un altro prezzo, e via di seguito. Non è che ciò sia impossibile, per solito non accade. Badisi bene che ciò non toglie che quell’individuo possa comperare oggi 10 kg. di cipolle ad un prezzo, e domani 10 kg. ad un altro prezzo, col che ci troviamo nel caso (δ), fig. 26. Nelle grandi città capita spesso che, sul mercato, il pesce costa più caro la mattina presto che verso mezzo giorno, quando il mercato sta per finire. Il cuoco di un ristorante di primo ordine può venire la mattina presto, per avere maggior scelta, e comperare<noinclude>
<references/></noinclude>
qf7qujnmxkv0g3nl1rzsei8swvakowt
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/222
108
191321
3024598
2441691
2022-08-20T07:34:30Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|212|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 170-172]|riga=si}}</noinclude>
20 kg. di pesce ad un certo prezzo. Il cuoco di un ristorante di secondo ordine verrà sul tardi e comprerà ciò che resta ad un prezzo minore. Siamo sempre nel caso (δ), {{Pt|[[../220#169|fig. 26]]|[[#169|fig. 26]]}}. Del resto, nel caso ora considerato, si potrebbe, senza grave errore, ammettere un prezzo medio. Non dimentichiamo mai che il nostro scopo è di avere semplicemente un concetto generale del fenomeno.
{{§|171}}171. Per la speculazione è quasi sempre necessario di considerare che le varie porzioni sono comprate a prezzi diversi. Se certi banchieri, per esempio, vogliono fare incetta del rame, debbono tenere conto che converrà loro acquistare quel metallo a prezzi crescenti, e qui il considerare un prezzo medio potrebbe fare incappare in gravissimi errori. Similmente chi volesse fare uno studio speciale dei diversi modi di vendere all’asta certe merci, per esempio il pesce, dovrebbe tenere conto delle variazioni di prezzo. Ma tutto ciò costituisce uno studio a parte di fenomeni secondari, che vengono a modificare il fenomeno principale, il quale, in ultima analisi, adatta consumi e produzioni.
Inoltre il caso di cui si è ora discorso, della speculazione, appartiene più alla dinamica che alla statica. Ci sono più posizioni successive di equilibrio da considerare. Eccetto casi eccezionali, i prezzi, sui grandi mercati, variano solo da un giorno all’altro, almeno in modo notevole, e, al solito, si può, con lieve errore, sostituire un prezzo medio ai diversi prezzi reali.
{{§|172}}172. Quando il prezzo delle successive porzioni che sono barattate è costante, è pure costante il rapporto di quelle quantità; cioè, se la prima unità di pane si baratta per due di vino, la seconda unità di pane si baratterà ancora per due di vino, e via di<noinclude>
<references/></noinclude>
2p3eho4if6wnbabn49e00rd646a5f2y
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/223
108
191322
3024599
1772630
2022-08-20T07:34:49Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 172-173]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|213|riga=si}}</noinclude>seguito. Graficamente ciò si figura con una retta di cui l’inclinazione sovra uno degli assi coordinati è il prezzo ({{Pt|[[../214#153|§ 153]]|[[#153|§ 153]]}}). Perciò, quando si pone la condizione che il prezzo è costante, si determina solo che il sentiero seguito dall’individuo deve essere una retta, ma non si dice quale retta debba essere. Un individuo ha 20 kg. di pane e vuole barattarlo con vino; viene fissato che il prezzo è costante per le successive porzioni che sono barattate; con ciò viene solo fissato che la via da seguirsi è una retta. Se si prende nell’asse ove si {{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale-0223.jpg
| width = 196px
| float = right
}}portano le quantità di pane la lunghezza ''om'' eguale a 20, l’individuo può seguire una via qualsiasi scelta tra le rette ''ma'', ''ma<nowiki>'</nowiki>'', ''ma<nowiki>''</nowiki>'', ecc. Se poi si fissasse che il prezzo di pane in vino deve essere 2, cioè che si deve dare due di vino per uno di pane, sarebbe determinata la retta che si deve seguire. Se prendiamo ''oc'' eguale a 40, tale retta sarà la ''mc''; ed è solo percorrendo quella retta, quando, s’intende si parte da ''m'', che per uno di pane si riceve due di vino.
{{§|173}}173. Gli angoli ''oma'', ''oma<nowiki>'</nowiki>'', ''oma<nowiki>''</nowiki>''...., debbono tutti essere acuti; perchè il prezzo è essenzialmente positivo, cioè, nel baratto, un individuo, per ricevere qualche cosa, deve dare qualche cosa altro, onde perchè cresca la quantità di una merce da lui posseduta occorre che scemi la quantità di un’altra pure da lui posseduta. Se uno degli angoli ''oma'', ''oma<nowiki>'</nowiki>''...., fosse ottuso, crescerebbero entrambe le quantità. Se l’angolo ''oma'' fosse zero, il prezzo sarebbe zero; qualsiasi quantità di pane si desse,<noinclude>
<references/></noinclude>
teyl9b930xeazrvctfre0iql94nqj93
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/224
108
191323
3024600
2441692
2022-08-20T07:34:59Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|214|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 173-175]|riga=si}}</noinclude>non si avrebbe punto vino. Se l’angolo ''oma'' fosse retto, il prezzo sarebbe infinito. Per un angolo di pochissimo minore si avrebbe un prezzo tale, che la menoma quantità di pane si baratterebbe con una quantità grandissima di vino. Gli angoli ''oma'', ''oma<nowiki>'</nowiki>''...., della figura indicano prezzi tra quei due estremi.
{{§|174}}174. Quando la via seguìta non è data direttamente, ma solo coll’indicare i prezzi delle successive porzioni, occorre fare un computo per conoscere le quantità totali di merci trasformate.
Supponiamo che ci sieno due sole merci A e B; che il prezzo di B si esprima in A, e che, per esempio, si baratti 1 kg. di A per una certa quantità di B, ad un prezzo <math>\scriptstyle\frac{1}{2}</math>, poi 2 kg. di A per altra quantità di B, al prezzo <math>\scriptstyle\frac{1}{3}</math>, poi 1 kg. di A per altra quantità di B, al prezzo <math>\scriptstyle\frac{1}{4}</math>. Le quantità di B così successivamente ottenute saranno 2, 6, 4; dunque, in totale 12 kg. e si saranno ottenute a prezzi vari dando un totale di 4 kg. di A.
Se le merci sono più di due, e se si esprimono i prezzi di B, C, D.... in A, è evidente che la quantità totale di A trasformata deve essere eguale a ciò che si ottiene moltiplicando ciascuna porzione di B, C, D.... pel suo prezzo, e sommando. Tali eguaglianze indicano il punto al quale si giunge seguendo una certa via.
{{§|175}}175. '''Il bilancio dell’individuo.''' — Colla vendita di cose da lui possedute, l’individuo si procura una certa somma di moneta; la diremo la sua ''entrata''. Colla compera di cose di cui usa, egli spende una certa somma di moneta; la diremo la sua ''uscita''.<noinclude>
<references/></noinclude>
dyob9qdyxhlokqoybzn84f4drxcsi68
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/225
108
191324
3024601
2441693
2022-08-20T07:35:07Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 175-178]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|215|riga=si}}</noinclude>
Se si considera la trasformazione di 8 di A in 4 di B, ad esempio, e se A è la moneta, il prezzo di B in A è 2. L’entrata è 8 di A, l’uscita è, in moneta, 4 di B, moltiplicato pel prezzo 2 di B, cioè 8. L’entrata è eguale all’uscita; e sta, in tale caso, a significare che 8 di A si è trasformato in 4 di B.
Se le merci sono in numero maggiore di due, è facile vedere che l’entrata deve sempre essere eguale all’uscita; poichè, se ciò non fosse, vorrebbe dire che l’individuo ha ricevuto, o speso, moneta per altra via che non è quella della trasformazione delle merci. Tale eguaglianza dell’entrata e dell’uscita dicesi il {{Sc|bilancio}} dell’individuo.
{{§|176}}176. '''Il bilancio del produttore.''' — Anche il produttore ha il suo bilancio; e già ne abbiamo discorso, senza nominarlo, quando ragionavamo della trasformazione di una merce in un’altra; abbiamo veduto che quella trasformazione poteva lasciare un residuo positivo, o negativo, che è propriamente una partita attiva o passiva del bilancio, che portasi al conto «utili e danni».
Ciò vale per trasformazioni qualsiasi. Il produttore compra certe merci, fa certe spese, e così ha l’uscita del suo bilancio; vende le merci prodotte, e così ha l’entrata del bilancio. Il luogo delle trasformazioni complete è quello in cui il bilancio si salda senza utile nè perdita.
{{§|177}}177. '''Il costo di produzione.''' — Se si tiene conto di tutte le spese necessarie per ottenere una merce, e se si divide il totale per la quantità di merce prodotta, si ha il {{Sc|costo di produzione}} di quella merce.
{{§|178}}178. Tale costo di produzione è espresso in moneta. Parecchi autori hanno considerato un costo di produzione espresso in ofelimità. Ciò è inutile e<noinclude>
<references/></noinclude>
ru4uui0tu9wn5ngx2onbwn8rc0fcib0
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/226
108
191325
3024602
1772631
2022-08-20T07:35:19Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|216|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 178-183]|riga=si}}</noinclude>non fa che generare equivoci; quindi ci asterremo di dare tale significato al termine: costo di {{Pt|produduzione|produzione}}.
{{§|179}}179. Ogni merce non ha necessariamente un costo di produzione proprio. Ci sono merci che si debbono produrre insieme, per esempio il grano e la paglia, e che quindi hanno soltanto un costo di produzione complessivo.
{{§|180}}180. '''Offerta e domanda.''' — In economia politica si suole distinguere tra la quantità di merce che un individuo, giunto in un punto di equilibrio, dà, e quella che egli riceve: la prima dicesi la sua {{Sc|offerta}}; la seconda, la sua {{Sc|domanda}}.
{{§|181}}181. Quei due termini furono, come tutti i termini dell’economia non-matematica, usati in modo poco rigoroso, equivoco, ambiguo, ed è propriamente incredibile di quante discussioni vane, prive di buon senso, senza capo nè coda, sono stati il soggetto. Anche oggi non è facile trovare tra gli economisti non-matematici chi sappia cosa vogliono dire quei termini, di cui pure si fa uso a tutto spiano.
{{§|182}}182. Principiamo col considerare due merci e {{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale-0226.jpg
| width = 225px
| float = left
}}guardiamo la fig. 12. Un individuo ha la quantità ''o m'' di A e punto di B; egli, seguendo un certo sentiero ''m n'', giunge al punto di equilibrio ''c<nowiki>''</nowiki>'', barattando ''q m'' di A per ''q c<nowiki>''</nowiki>'' di B; diremo che su quel sentiero, e quando si sia giunti al punto di equilibrio ''c'', si ha, per l’individuo considerato, la offerta ''q m'' di A e la domanda ''q c<nowiki>''</nowiki>'' di B.
{{§|183}}183. Bisogna subito notare che tali quantità {{Pt|mu-|}}<noinclude>
<references/></noinclude>
tp1r2ig3goydji2eqszqwcduqf8o6y8
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/227
108
191326
3024603
1772633
2022-08-20T07:35:57Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 183-187]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|217|riga=si}}</noinclude>{{Pt|terebbero|muterebbero}} ove mutasse la forma del sentiero, ossia che dipendono dagli ostacoli di secondo genere. Anche quando la forma del sentiero rimane la stessa, per esempio, una retta, quelle quantità mutano coll’inclinazione della retta, cioè col prezzo.
{{§|184}}184. Guardiamo ancora la fig. 12: dato un prezzo qualsiasi di A in B, cioè data l’inclinazione su ''o m'' di ''m n'', l’incontro di quella retta colla linea dei baratti ''c c<nowiki>'''</nowiki>'' ci fa conoscere la domanda ''q c<nowiki>''</nowiki>'' di B, e l’offerta ''q m'' di A. La curva {{ec|del|dei}} baratti può dunque anche chiamarsi la {{Sc|curva dell’offerta}} e la {{Sc|curva della domanda}}. Nella fig. 20, la curva ''masb'' è, per il primo individuo, la curva della ''domanda'' di B; e quella domanda si suol riferire al prezzo di B in A, espresso dall’inclinazione di un sentiero (per esempio ''m c'') sull’asse ''o y''. Essa è pure, sempre per il primo individuo, la curva dell’''offerta'' di A; e quell’offerta si suole riferire al prezzo di A in B (non più al prezzo di B in A), cioè all’inclinazione di un sentiero (per esempio ''m c'') sull’asse ''m o''.
{{§|185}}185. Nel caso di due merci, ''supposto'' che il sentiero debba essere rettilineo, la domanda di B dipende dunque unicamente del prezzo di B; l’offerta di A, unicamente dal prezzo di A.
{{§|186}}186. Occorre badar bene di non estendere tale conclusione al caso di più merci. L’offerta di una merce dipende dai prezzi di tutte le altre merci barattate, {{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale-0227.jpg
| width = 172px
| float = right
}}e similmente la domanda di una merce.
{{§|187}}187. Non basta. Abbiamo supposto che il punto di equilibrio fosse ''c'', fig. 7; potrebbe invece essere il punto termine ''a''; in tal caso la quantità offerta di A sarebbe ''r m''; la quantità {{Pt|do-|}}<noinclude>
<references/></noinclude>
mpaexuolkb3qrhp5b1eyg69a453j9v1
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/228
108
191327
3024604
2441694
2022-08-20T07:36:01Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|218|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 187-190]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|mandata|domandata}} di B sarebbe ''v a''; quelle quantità dipenderebbero dalla posizione del punto ''a'', cioè dagli ostacoli.
In generale, l’offerta e la domanda dipendono da tutte le circostanze dell’equilibrio economico.
{{§|188}}188. Nel caso in cui si considerano solo due individui che barattano, uno offre A e domanda B; l’altro offre B e domanda A. Abbiamo veduto ({{Pt|[[../197#117|§ 117]]|[[#117|§ 117]]}}) che un punto di equilibrio del baratto dei due individui, si ha dove s’incontrano le curve dei baratti dei due individui. Ricordando i nuovi nomi che abbiamo ora dato a quelle curve, si può dunque dire che è punto di equilibrio uno di quelli in cui la curva di domanda di B, del primo individuo, incontra la curva di offerta di B, del secondo individuo; oppure, ciò che torna allo stesso: è punto di equilibrio uno di quelli in cui la curva di offerta di A, del primo individuo, incontra la curva di domanda di A del secondo individuo; oppure ancora: è punto di equilibrio uno di quelli in cui la domanda di una merce è eguale all’offerta.
{{§|189}}189. Tale proposizione era nota all’economia non-matematica, ma senza che se ne avesse un concetto preciso, e specialmente senza che si conoscessero le condizioni che solo fanno valevole il teorema, e le restrizioni che comporta. Anche oggi il maggior numero di coloro che si dicono economisti ignorano queste cose.
C’è poi anche chi dice che «il metodo matematico non ha sin’ora dato nessuna nuova verità»; e dice bene sotto un certo aspetto; poichè infatti per l’ignorante non è nè vero nè nuovo ciò di cui non ha il menomo concetto. Quando nemmeno si sa che esistono certi problemi, non si prova neppure il bisogno di averne la soluzione.
{{§|190}}190. Per il produttore offerta e domanda non<noinclude>
<references/></noinclude>
s5hve1nwk1o0xp2ejkcrx56e9ii6egp
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/229
108
191328
3024605
1772634
2022-08-20T07:36:32Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 190-194]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|219|riga=si}}</noinclude>hanno senso se non si aggiunge una condizione che determini in quale parte della regione di possibile equilibrio ci vogliamo fermare. Per far valido il teoroma precedente, anche pel caso della produzione, s’intende per fenomeni di tipo (I), con concorrenza completa, si può porre la condizione che offerta e domanda sono quelle che hanno luogo sulla linea delle trasformazioni complete.
{{§|191}}191. Se poi si volesse che il teorema dell’equilibrio, mercè l’eguaglianza dell’offerta e della domanda, avesse luogo anche per le merci per le quali esiste una linea di massimo utile, come al {{Pt|[[../193#105|§ 105]]|[[#105|§ 105]]}}, sarebbe necessario mutare senso all’offerta e alla domanda, e riferirle a quella linea.
{{§|192}}192. Nel caso di più individui e di più merci, si intende che sommando, per ciascuna merce, le domande dei singoli individui si ottiene la domanda totale della merce, e similmente per l’offerta.
{{§|193}}193. Il modo col quale variano offerta e domanda fu detto legge dell’offerta e della domanda. Ne discorreremo in altro capitolo; per ora ci basterà di sapere, all’ingrosso, che, nel caso di due merci, quando il prezzo di una merce cresce, la domanda scema, mentre l’offerta prima cresce, ma poi può scemare.
{{§|194}}194. Se consideriamo un sentiero ''m c<nowiki>'</nowiki>'', fig. 15, che mette capo ad un punto ''c<nowiki>'</nowiki>'' della {{FI
| file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale-0229.jpg
| width = 160px
| float = right
}}linea delle trasformazioni complete, l’inclinazione della retta ''m c<nowiki>'</nowiki>'' sull’asse ''m b'', sul quale si portano le quantità della merce B, è eguale al costo di produzione della merce B, ottenuta con trasformazione completa in ''c<nowiki>'</nowiki>''. E, se ''c<nowiki>'</nowiki>'' si trova pure sulla linea dei baratti, quell’inclinazione misura<noinclude>
<references/></noinclude>
1ksphp7afxvt901cw7h3j894smfhzmn
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/230
108
191329
3024606
2441695
2022-08-20T07:36:37Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|220|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 194-196]|riga=si}}</noinclude>il prezzo di vendita. Segue da ciò che nei punti di intersezione ''c'', ''c<nowiki>'</nowiki>'' della curva dei baratti e della curva delle trasformazioni complete, ossia nei punti di equilibrio, il costo di produzione è eguale al prezzo di vendita.
{{§|195}}195. Abbiamo veduto che l’equilibrio poteva essere stabile od instabile; ecco come ciò si spiega, facendo uso del concetto del prezzo, e dei concetti della domanda e dell’offerta.
Due individui che barattano sono in un punto di equilibrio; supponiamo che cresca il prezzo di B, e vediamo cosa accade.
Il primo individuo, che vende A e compra B, restringe la sua domanda di B; il secondo individuo può crescere, o può scemare la sua offerta di B. Occorre distinguere due casi: 1.° L’offerta di B cresce, oppure scema, ma in modo di rimanere superiore alla domanda di B. Il fenomeno segue come nei due punti (α) e (γ) della fig. 18. 2.° L’offerta scema in modo da diventare inferiore alla domanda. È il caso del punto (β) della fig. 18. In sostanza c’è solo da vedere se, col nuovo prezzo, l’offerta è superiore od inferiore alla domanda. Nel primo caso l’equilibrio è stabile; infatti, chi offre è indotto a ridurre il suo prezzo, per avvicinare la sua offerta alla domanda; nel secondo caso l’equilibrio è instabile, perchè chi domanda non è soddisfatto dovendosi contentare dell’offerta minore che gli è fatta, e quindi cresce il suo prezzo per ottenere maggior quantità di merce, ma s’inganna, ed alla fin fine ne ottiene meno.
Analoghe considerazioni sono da farsi nel caso della produzione, ed è facilissimo tradurre nel nuovo linguaggio, quanto è esposto nei {{Pt|[[../208#140|§ 140]]|[[#140|§ 140]]}}, {{Pt|[[../208#141|141]]|[[#141|141]]}}, {{Pt|[[../209#142|142]]|[[#142|142]]}}.
{{§|196}}196. '''L’equilibrio nel caso generale.''' — Abbiamo sin ora principalmente ragionato di due individui e di<noinclude>
<references/></noinclude>
3c6gvhvi2e58tpy0fgw57q3jq12atbc
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/231
108
191330
3024607
2441696
2022-08-20T07:36:40Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 196]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|221|riga=si}}</noinclude>due merci; occorre ora discorrere dell’equilibrio di un numero qualsiasi di individui e di un numero qualsiasi di merci.
Nel presente capitolo ci limiteremo a considerare il caso generale dell’equilibrio pei fenomeni del tipo (I), con concorrenza completa.
Supponiamo di essere giunti allo stato di equilibrio, cioè di essere giunti al punto in cui si trasformano, col baratto o altrimenti, indefinitamente, certe quantità di merci, aventi certi prezzi, e cerchiamo di determinare quelle quantità e quei prezzi. Graficamente quel caso è rappresentato da (γ) nella fig. 26, con che s’intenda che l’operazione indicata da (γ) si ripeta indefinitamente. Un individuo qualsiasi, per esempio, baratta 10 kg. di pane contro 5 kg. di vino, giungendo così ad una posizione di equilibrio, e ripete indefinitamente quell’operazione.
Nel tipo (I) l’individuo si lascia guidare solo dai proprii gusti, accettando i prezzi del mercato come li trova. Perchè i gusti suoi siano soddisfatti dal baratto accennato, occorrerà che all’individuo non giovi andare al di là, nè stare al di qua. Il prezzo del vino in pane è 2. Se l’individuo seguita il baratto e da ancora 10 gr. di pane, riceverà 5 gr. di vino. Se l’ofelimità (o l’indice dell’ofelimità) di quei 10 gr. di pane fosse minore dell’ofelimità di quei 5 gr. di vino, all’individuo gioverebbe aggiungere quel baratto a quello già compiuto di 10 kg. di pane contro 5 kg. di vino. Se l’ofelimità di quei 10 gr. di pane fosse maggiore dell’ofelimità dei 5 gr. di vino, all’individuo gioverebbe di non barattare tutti i 10 kg. di pane contro i 5 kg. di vino, ma di barattarne solo 9 kg. 990 contro 4 kg. 995 di vino. Dunque, se l’ofelimità di quei 10 gr. di pane non deve essere, al punto di equilibrio, nè maggiore nè<noinclude>
<references/></noinclude>
s2v7esxmo8s4yrup59chjnkaao7f110
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/232
108
191331
3024608
2441697
2022-08-20T07:36:44Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|222|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 196-198]|riga=si}}</noinclude>minore dell’ofelimità dei 5 gr. di vino, non può che essere eguale.
{{§|197}}197. Perchè il ragionamento fosse rigoroso, occorrerebbe, per altro, che le quantità fossero infinitesime. Quando sono finite, non si può dire che l’ofelimità di 10 gr. di pane aggiunti ai 10 kg. di pane sia eguale all’ofelimità di 10 gr. di pane. Si potrebbe, del resto, ragionare solo per approssimazione e considerare una media. Ma su ciò non occorre fermarci; e, in un modo o nell’altro, un concetto del fenomeno si ha.
{{§|198}}198. Per quantità piccolissime, si può supporre che l’ofelimità è proporzionale alle quantità. L’ofelimità dei 5 gr. di vino sarà dunque circa la metà dell’ofelimità di 10 gr. di vino (sarebbe rigorosamente metà se si considerassero quantità infinitesime); e perciò si potrà dire che per l’equilibrio occorre che l’ofelimità di una piccolissima quantità di pane sia eguale alla metà dell’ofelimità della stessa piccolissima quantità di vino. Dovrà perciò l’ofelimità elementare ({{Pt|[[../165#33|§ 33]]|[[#33|§ 33]]}}) del pane essere eguale alla metà dell’ofelimità elementare del vino. Ossia, rammentando che il prezzo del vino è due, potremo ancora dire che debbono essere eguali le ofelimità elementari ponderato ({{Pt|[[../165#34|§ 34]]|[[#34|§ 34]]}}) del pane e del vino.
Sotto tale forma la proposizione è generale pel tipo (I), e vale per un numero qualsiasi di individui che si lasciano guidare direttamente dai proprî gusti ({{Pt|[[../169#41|§ 41]]|[[#41|§ 41]]}}) e per un numero qualsiasi di merci, purchè si supponga che il piacere che procura il consumo di ciascuna merce sia indipendente dal consumo delle altre ({{Pt|[[../250#10|IV, 10]]|[[../Capitolo IV#10|IV, 10]]}}, {{Pt|[[../251#11|11]]|[[../Capitolo IV#11|11]]}}). In tal caso ogni individuo paragona una delle merci, A, ad esempio, alle altre B, C, D.....; e nelle sue trasformazioni si ferma quando, per lui, le ofelimità ponderate di<noinclude>
<references/></noinclude>
bfv4jhhs0hbdkztfm2jwejvbcqxass1
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/233
108
191332
3024609
2441698
2022-08-20T07:36:52Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 198-201]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|223|riga=si}}</noinclude>tutte quelle merci sono eguali. Si ha così, per ogni individuo, tante condizioni quante sono le merci meno una. Se, per esempio, sono tre, cioè A, B, C, si deve esprimere che l’ofelimità elementare ponderata di A è eguale a quella di B, e poi anche eguale a quella di C; il che dà precisamente due condizioni.
{{§|199}}199. Tale categoria di condizioni esprime che ciascun individuo soddisfa {{Sc|direttamente}} ({{Pt|[[../169#41|§ 41]]|[[#41|§ 41]]}}) i suoi gusti, per quanto è a lui concesso dagli ostacoli. Per distinguerle dalle altre, la chiameremo la categoria (A) delle condizioni.
{{§|200}}200. Altra categoria di condizioni, la quale indicheremo con (B), si ottiene facendo il bilancio di ciascun individuo ({{Pt|[[../224#175|§ 175]]|[[#175|§ 175]]}}). Il numero delle condizioni di tale categoria è dunque eguale a quella degli individui.
Se si sommano tutti i bilanci individuali, si ha il bilancio della collettività, il quale è costituito dai residui che rimangono dopo che si sono compensate, per ciascuna merce, le vendite e le compere. Così, se parte degli individui hanno venduto un totale di 100 kg. di olio, e gli altri individui ne hanno comperato 60 kg., la collettività ha in conclusione comperato 40 kg. di olio. Tutti quei residui, moltiplicati pei prezzi rispettivi, debbono bilanciarsi. Per esempio, se la collettività ha venduto 20 kg. di vino a lire 1,20 il kg. e 60 kg. di grano a lire 0,20 il kg. avrà ricavato dalle sue vendite 36 lire; e, so ha comperato solo olio, perchè le entrate bilancino l’uscita, occorre che abbia speso precisamente 36 lire per l’olio. Quindi, conosciuti i prezzi e le quantità acquistate o vendute dalla collettività, per tutte le merci meno una, le condizioni (B) ci fanno conoscere quella quantità anche per la merce omessa.
{{§|201}}201. Numeriamo le condizioni che abbiamo {{Pt|otte-|}}<noinclude>
<references/></noinclude>
b8d8db7jlhwoldv7q2pjbpszly5f7u6
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/234
108
191333
3024610
2441699
2022-08-20T07:37:18Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|224|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 201-202]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|nuto.|ottenuto.}} Se, per esempio, gli individui sono 100 e le merci 700: la categoria (A) ci darà, per ogni individuo, 699 condizioni: e, pei 100 individui, 69,900 condizioni. La categoria (B) ci darà altre 100 condizioni: dunque avremo un totale di 70,000 condizioni. In generale quel totale è eguale al numero degli individui, moltiplicato per il numero delle merci.
Numeriamo le incognite. Una delle merci servendo di moneta, vi sono 699 prezzi delle altre merci. Per ciascun individuo vi sono le quantità che riceve (o che dà) di ciascuna merce; dunque abbiamo un totale di 70,000 quantità. Aggiuntovi i prezzi, si hanno 70,699 incognite.
Paragonando il numero 70,000 delle condizioni al numero 70,699 delle incognite, vedremo tosto che, perchè il problema sia ben determinato ({{Pt|[[../167#38|§ 38]]|[[#38|§ 38]]}}), mancano 699 condizioni; cioè in generale quante sono le merci meno una.
{{§|202}}202. Esse ci devono essere date dalla considerazione degli ostacoli. Nel baratto, gli ostacoli, oltre al contrasto dei gusti degli individui, di cui già è stato tenuto conto nelle condizioni (A), stanno semplicemente nel fatto che le quantità totali di merci sono costanti, perchè ciò che dà uno degli individui vien ricevuto dall’altro; e, in totale, per ciascuna merce, le vendite delle collettività compensano precisamente le compre. Ma già le condizioni (B) ci danno la quantità totale di una merce venduta, o comperata, dalla collettività, quando sieno note le analoghe quantità per le altre merci ({{Pt|[[../233#200|§ 200]]|[[#200|§ 200]]}}); basterà dunque porre la condizione per tutte le merci meno una, cioè per 699 merci, che il residuo delle compre o delle vendite della collettività è zero, perchè le condizioni (B) ci indichino che quel residuo è pure zero per l’ultima merce.
{{Nop}}<noinclude>
<references/></noinclude>
55c72wavfwazi56d4aiuqgyp2625jgz
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/235
108
191334
3024611
2441700
2022-08-20T07:37:46Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 202-206]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|225|riga=si}}</noinclude>
Abbiamo così una nuova categoria, che diremo (C), di condizioni che si riferiscono agli ostacoli.
{{§|203}}203. Ci mancavano 699 condizioni, e la categoria (C) è costituita appunto di 699 condizioni. Il numero delle condizioni è ora eguale a quello delle incognite, e il problema è ben determinato.
{{§|204}}204. Avremmo potuto esprimere per tutte le 700 merci che, per la collettività, le quantità vendute erano eguali alle quantità comperate; onde vi era un residuo zero per tutte lo 700 merci. Così si avrebbe avuto in più una condizione nella categoria (C); ma, in compenso, ce ne sarebbe stata una di meno nella categoria (B). Infatti, quando tutte le quantità di merci sono note, basta avere il bilancio di tutti gli individui meno uno, per avere anche il bilancio di quest’ultimo. Ciò che egli riceve è evidentemente eguale a ciò che gli altri, in totale, dànno; e ciò che egli dà è eguale a ciò che essi complessivamente ricevono.
{{§|205}}205. Consideriamo la produzione. Supponiamo che, delle 700 merci, 200 sieno trasformate nelle 500 altre, delle quali calcoleremo il costo di produzione. Nel caso di concorrenza completa, l’ equilibrio non può aver luogo che dove quel costo di produzione è eguale al prezzo di vendita. Infatti, se è maggiore, il produttore perde e deve smettere, se è minore, il produttore guadagna ed altri sorgono per spartire quell’utile. Abbiamo quindi una categoria, che diremo (D), di condizioni le quali esprimono per ciascuna delle 500 merci prodotte che il costo di produzione è eguale al prezzo di vendita.
{{§|206}}206. Nel caso del baratto occorreva esprimere che le quantità totali di tutte le 700 merci, meno una, rimanevano costanti. Nel caso della produzione, ciò non si deve più fare, ma invece si deve esprimere<noinclude>
<references/>{{PieDiPagina|''Economia politica.'' - 15.||}}</noinclude>
kauno1g6yiz5t7i53x3cacxkny6i9p0
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/236
108
191335
3024612
2441701
2022-08-20T07:37:50Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|226|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 206-210]|riga=si}}</noinclude>che 200 merci sono state trasformate in 500 altre, che, cioè, la quantità che non c’è più delle prime, è stata sostituita dalla quantità di quelle che sono state prodotte. Per motivi simili a quelli ora notati, basta esprimere ciò per le 200 merci meno una. Così si ha una nuova categoria (E) di condizioni; e nel caso presente essa comprende 199 condizioni.
Le condizioni di tale categoria esprimono che l’equilibrio ha luogo sulla linea delle trasformazioni complete.
{{§|207}}207. Sommando il numero delle condizioni (D) e quello delle condizioni (E), si hanno 699 condizioni; cioè appunto quante ne mancavano, e il problema è bene determinato.
{{§|208}}208. Nel caso dei fenomeni del tipo (I), con concorrenza completa, e con prezzi costanti per le successive porzioni di una stessa operazione, potremo dunque enunciare il seguente teorema:
''È un punto di equilibrio quello in cui hanno luogo le seguenti condizioni: (A) Eguaglianza, per ciscun individuo, delle ofelimità ponderate; (B) Eguaglianza, per ciascun individuo, dell’entrata e dell’uscita. Inoltre nel caso del baratto: (C) Eguaglianza, per tutte le merci, delle quantità esistenti prima del baratto e dopo. Invece nel caso della produzione alle condizioni precedenti si sostituiscono le seguenti: (D) Eguaglianza del costo di produzione e del prezzo di vendita, per tutte le merci prodotte; (E) Eguaglianza delle quantità di merci richieste per la trasformazione, e delle quantità di quelle merci effettivamente trasformate ({{Pt|[[../527#26|Append., 26]]|[[../Appendice#26|Append., 26]]}}, {{Pt|[[../529#28|28]]|[[../Appendice#28|28]]}}).''
{{§|209}}209. Per altro, tra le condizioni (B) e (C) ve n’è una che è superflua; e così pure tra le condizioni (B) e (D) e (E).
{{§|210}}210. Scegliamo, a caso, una merce A che servirà<noinclude>
<references/></noinclude>
3gjd3ewa94j484q1bu1wzffe6x6s3vf
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/237
108
191336
3024614
2441702
2022-08-20T07:38:25Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 210-212]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|227|riga=si}}</noinclude>di moneta; i prezzi di tutte le merci saranno quindi espressi in A. Inoltre, come già abbiamo fatto ({{Pt|[[../232#198|§ 198]]|[[#198|§ 198]]}}), paragoniamo, ad una ad una, le altre merci ad A, e supponiamo di avere, per ciascun individuo, le linee di indifferenza di A e di B, le linee di indifferenza di A e di C, ecc. Sono punti possibili di equilibrio quelli in cui la curva d’indifferenza di A e di B ha una tangente di cui l’inclinazione sull’asse ''o'' B è eguale al prezzo di B in A; similmente, per le linee di indifferenza di C ed A, l’inclinazione della tangente sull’asse ''o'' C deve essere eguale al prezzo di C in A; ecc.
{{§|211}}211. Si hanno così condizioni analoghe a quelle trovate per due merci. Ma, in tal caso, si conosce ''a priori'' la distanza ''om'', fig. 12, la quale è la quantità di A posseduta, in origine, dall’individuo; mentre, nel caso di più merci, ''om'' è un’incognita; è quella parte di A che l’individuo trasforma in un’altra merce, per esempio in B. La categoria (A) di condizioni esprime dunque semplicemente che l’equilibrio è possibile nei punti in cui la tangente della curva di indifferenza di una merce qualsiasi e della merce A, ha, sull’asse di quella merce qualsiasi, un’inclinazione eguale al prezzo di detta merce.
{{§|212}}212. La categoria (B), nel caso di due merci, ci indica, per ciascun individuo, il sentiero percorso. Se ci sono tre merci si può ancora avere una rappresentazione geometrica delle condizioni (''B''), portando la quantità di quelle merci su tre assi ortogonali. Uno dei bilanci (B) figura un piano, lungo il quale segue il baratto o la trasformazione. Analogamente, si può dire, nel caso di merci in numero maggiore di tre, che ogni bilancio (''B'') indica il ''luogo'' delle trasformazioni dell’individuo al quale quel bilancio si riferisce.<noinclude>
<references/></noinclude>
ip9nbileipaihebhhuck0kwy68hoelj
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/238
108
191337
3024615
2441703
2022-08-20T07:38:37Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|228|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 213-216]|riga=si}}</noinclude>
{{§|213}}213. Le condizioni (C) nel caso di due merci e di due individui si riducono ad una; quella cioè che la quantità di A ceduta da un individuo è ricevuta dall’altro. È in virtù di tale condizione che, disponendo le curve di indifferenza dei due individui come nella fig. 16, il sentiero seguìto da ognuno di loro è rappresentato da un’unica retta ''m c''.
{{§|214}}214. Vediamo le corrispondenze delle condizioni riguardo agli ostacoli e riguardo ai produttori. Noi caso di due merci, le condizioni (D) si riducono ad una, la quale indica che il prezzo della merce è eguale al suo costo di produzione. Le condizioni (''E'') si riducono pure ad una, quella cioè che non rimanga alcun residuo di A, ossia che l’equilibrio abbia luogo sovra una linea di trasformazione completa.
{{§|215}}215. L’equilibrio può essere stabile, od instabile. Supponiamo di togliere le equazioni della categoria (A) che si riferiscono al primo individuo; cioè non ci curiamo più di sapere se i gusti di quell’individuo sono soddisfatti; il suo bilancio seguita a chiudersi in pari, poichè rimangono tutte le condizioni (B). Le equazioni che abbiamo tolte dalla categoria (A) sono in numero eguale a quello dello merci meno una ({{Pt|[[../232#198|§ 198]]|[[#198|§ 198]]}}); tale è pure il numero dei prezzi. Segue da ciò che, quando ammettiamo che i gusti di uno degli individui della collettività possono non essere soddisfatti, possiamo fissare arbitrariamente i prezzi.
{{§|216}}216. Tale dimostrazione era necessaria per mostrare che l’operazione che ora faremo è possibile. Supponiamo di essere in una posizione di equilibrio per tutti i componenti la collettività; mutiamo leggermente i prezzi e ristabiliamo l’equilibrio per<noinclude>
<references/></noinclude>
hp75vppkdbgxx4nyzw2zhs6shvzhs8i
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/239
108
191338
3024617
2441704
2022-08-20T07:38:54Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 216-217]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|229|riga=si}}</noinclude>tutti gli individui della collettività, meno il primo; ciò è possibile in grazia della dimostrazione precedente.
Dopo l’operazione accennata, tutti gli individui sono soddisfatti meno il primo. Ora bisogna notare che questi paragona successivamente tutte le merci ad una di essa, cioè ad ''A'' nel caso nostro, e che, considerando noi i fenomeni del tipo (I), egli paragona solo l’ofelimità di cui gode sui vari punti di ciascun sentiero. Per A e B, per A e C, ecc. si avranno quindi fenomeni come quelli tante volte ricordati dei punti (α), (β), (γ) della fig. 18, ed analoghi casi di equilibrio stabile ed instabile. In altri termini, l’individuo considerato riceve e dà, ai nuovi prezzi, certe quantità di merci le quali sono superiori, od inferiori, a quelle che, per lui, corrispondono all’equilibrio. Egli si adoprerà quindi per recarsi nella posizione di equilibrio, il che non può fare se non modificando i prezzi ai quali compra, e quelli a cui vende. Nel ciò fare può darsi che torni ad avvicinarsi alla posizione di equilibrio, dalla quale lo abbiamo supposto spostato; oppure può darsi che se ne allontani. Il primo è il caso di equilibrio stabile, il secondo è il caso dell’equilibrio instabile. Perchè poi l’equilibrio sia stabile per la collettività, occorre evidentemente che sia tale per tutti gli individui che la compongono.
{{§|217}}217. Le condizioni trovate per l’equilibrio economico ci dànno un concetto generale di quell’equilibrio. Per conoscere cosa erano certi fenomeni, abbiamo dovuto studiare come accadevano; per sapere cosa era l’equilibrio economico, abbiamo cercato come era determinato. Devesi poi notare che tale determinazione non ha menomamente per scopo di procedere ad un calcolo numerico dei prezzi. {{Pt|Fac-|}}<noinclude>
<references/></noinclude>
eeah7jbnyahkjhljw5e0c69zbhs25bn
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/240
108
191339
3024618
2441705
2022-08-20T07:38:58Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|230|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 218-219]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|ciamo|Facciamo}} l’ipotesi più favorevole ad un simile calcolo; supponiamo di avere superato tutte le difficoltà per conoscere i dati del problema, e che ci siano note le ofelimità di tutte le merci per ciascun individuo, tutte le circostanze della produzione delle merci, ecc. Tale ipotesi è già assurda; eppure non basta a rendere praticamente possibile la soluzione del problema. Abbiamo veduto che nel caso di 100 individui e di 700 merci ci sarebbero 70.699 coudizioni (in realtà molte circostanze, ora trascurate, farebbero anche crescere quel numero); avremmo dunque da risolvere un sistema di 70.699 equazioni. Ciò praticamente supera la potenza dell’analisi algebrica, e tanto più la supererebbe ove si considerasse il numero favoloso di equazioni che si avrebbe per un popolo di quaranta milioni d’individui e per qualche migliaio di merci. Onde, in tal caso, sarebbero invertite le parti: ed invece di essere la matematica che viene in aiuto all’economia politica, sarebbe l’economia politica che verrebbe in aiuto alla matematica. Se cioè fossero veramente conosciute tutte quelle equazioni, unico mezzo accessibile alle forze umane per risolverle sarebbe di osservare la soluzione pratica data dal mercato mediante certe quantità e certi prezzi.
{{§|218}}218. Ma, se le condizioni trovate non possono servire praticamente a calcoli numerici di quantità e di prezzi, esse sono l’unico mezzo che sinora ci sia noto per avere un qualche concetto del come variano quelle quantità e quei prezzi, e meglio, in generale, del come abbia luogo l’equilibrio economico.
{{§|219}}219. Costretti dai fatti, anche gli economisti a cui quelle condizioni erano ignote dovettero tenerne conto. L’opera loro si compendia in ciò che {{Pt|cerca-|}}<noinclude>
<references/></noinclude>
6xctxzuqzmpe6kfiu9094bfzrxdeiil
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/241
108
191340
3024620
2441706
2022-08-20T07:39:47Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 219-221]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|231|riga=si}}</noinclude>{{Pt|vano|cercavano}} la soluzione di un sistema di equazioni senza fare uso delle matematiche; la quale cosa, essendo impossibile, non avevano altro scampo che di ricorrere a ripieghi, alcuni invero assai ingegnosi. In generale la via tentata è stata la seguente: Si sono supposte, più o meno implicitamente, soddisfatte tutte le condizioni (equazioni) meno una, e così si è avuto una sola incognita da determinare, mediante quantità note, cioè un problema che non supera la potenza della logica ordinaria<ref>Tutto ciò fu da me notato per la prima volta nel ''Giornale degli economisti'', settembre 1901. Vedasi anche ''Systèmes'', II, p. 288 e seg.</ref>.
Invece di una sola condizione, si può anche considerare una sola delle categorie di condizioni (equazioni) che determinano l’equilibrio, perchè quelle condizioni essendo simili, la logica ordinaria {{ec|puo|può}}, sia pure con non grande precisione, trattarle come farebbe una sola equazione.
{{§|220}}220. Consideriamo la sola categoria (A), del {{Pt|[[../236#208|§ 208]]|[[#208|§ 208]]}} e supponiamo che tutte le altre categorie di condizioni siano da per sè soddisfatte. In tale caso potremo dire che i prezzi sono determinati dalle ofelimità, poichè appunto la categoria (A) stabilisce l’eguaglianza delle ofelimità ponderate. Ossia, usando il linguaggio degli economisti che considerarono il problema in quel modo, diremo che i ''valori'' sono determinati dalle ''utilità'', o ancora: che il valore ha per ''cagione'' l’utilità.
{{§|221}}221. Consideriamo invece solo la categoria (D) del § 208, e supponiamo che tutte le altre categorie di condizioni siano da per sè soddisfatte. In tal caso potremo dire che i prezzi sono {{Pt|determi-|}}<noinclude>{{Nop}}
_____
<references/></noinclude>
c713pwcmemx5ss98axbdkzx8nxtkjaf
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/242
108
191341
3024621
2441707
2022-08-20T07:39:53Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|232|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 221-222]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|nati|determinati}} dall’eguaglianza del costo di produzione di ciascuna merce e del suo prezzo di vendita.
Se vorremo tenere conto del fatto che le merci considerate sono quelle che si possono produrre con quel costo al momento in cui si stabilisce l’equilibrio, discorreremo del costo di ''riproduzione'', invece del costo di produzione.
Il nostro {{AutoreCitato|Francesco Ferrara|Ferrara}} si spinse più in là; egli considerò il costo per produrre non una merce, ma una sensazione<ref>''Cours'', I, § 80.</ref>, e con ciò venne a tenere conto, sia pure in modo imperfetto, non solo delle condizioni (D), ma anche delle (A). Ove si pensi che egli fece ciò senza il valido aiuto delle considerazioni matematiche, che fanno tanto semplice il problema, si deve ammirare la potenza veramente straordinaria del suo ingegno. Nessuno fra gli economisti non-matematici potè spingersi più in là.
{{§|222}}222. Consideriamo le categorie (A) e (B); da esse possiamo dedurre le quantità di merci determinate dai prezzi (le quantità in funzione dei prezzi) ossia ciò che gli economisti hanno chiamato ''le leggi della domanda e dell’offerta''. E se, al solito, supponiamo che le altre categorie di condizioni siano soddisfatte da per sè, potremo dire che le quantità sono determinate dai prezzi, mercè le leggi della domanda e dell’offerta.
Gli economisti non-matematici non ebbero mai un’idea chiara di quelle leggi. Spesso parlavano della domanda e dell’offerta di una merce come se dipendesse solo dal prezzo di detta merce<ref>Il {{AutoreCitato|John Elliott Cairnes|Cairnes}}, ''Some leading principles of pol. econ.'', cap. II: p. 35 della trad. ital.: «Per offerta e domanda, quando se ne parla in rapporto a speciali mercanzie, devesi... intendere offerta e domanda ad un dato prezzo...».</ref>. {{Pt|Ac-|}}<noinclude>{{Nop}}
_____
<references/></noinclude>
i9fqcakpkerxuania6jbjdw8vawmxu0
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/243
108
191342
3024622
2441708
2022-08-20T07:39:55Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 222-224]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|233|riga=si}}</noinclude>{{Pt|cortisi|Accortisi}} poi dell’errore, lo corressero discorrendo del ''potere di compra'' della moneta, ma senza mai sapere cosa fosse precisamente quell’entità.
{{§|223}}223. Inoltre, non avevano bene in mente che domanda ed offerta risultavano precisamente dalle condizioni (A) e (B), perciò discorrevano della domanda e dell’offerta come di quantità aventi una esistenza indipendente da quelle condizioni; onde, ad esempio, nasceva il problema se il desiderio che un individuo ha di un oggetto che non ha mezzo di comperare si può considerare come domanda, oppure se una quantità di merce esistente su un mercato e che il suo possessore non vuol vendere, devesi considerare come offerta.
Il {{AutoreCitato|William Thomas Thornton|Thornton}}<ref>''On labour'', p. 70 della trad. ital.</ref> suppone che si abbia da vendere un certo numero di guanti e che siano venduti a prezzi successivamente decrescenti, sinchè sono tutti smerciati; egli ammette che la quantità ''offerta'' sia il numero totale dei guanti, ed osserva che solo l’ultima porzione è venduta al prezzo che rende eguale offerta e domanda «vendendosi di gran lunga la maggior parte a prezzi a cui l’offerta e la domanda sarebbero ineguali». Egli per tal modo confonde il punto di equilibrio, in cui la domanda e l’offerta sono eguali, colla via seguita per giungere a quel punto, lungo la qual via la domanda e l’offerta non sono eguali ({{Pt|[[../226#182|§ 182]]|[[#182|§ 182]]}}).
{{§|224}}224. Il costo di produzione apparve anche agli economisti come un certo prezzo ''normale'' intorno al quale dovevano gravitare i prezzi determinati dalla domanda e dall’offerta: e per tale modo si veniva a tener conto, benchè in modo assai imperfetto, delle tre categorie di condizioni (A), (B),<noinclude>{{Nop}}
_____
<references/></noinclude>
43u4orhi4amrtb21u7zoo58cd0vwgac
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/244
108
191343
3024623
2441709
2022-08-20T07:39:58Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|234|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 224-226]|riga=si}}</noinclude>(D). Ma si consideravano disgiunte; e pareva che il costo di produzione di una merce fosse indipendente dai prezzi di questa e di altre merci. È facile vedere quanto grossolano sia quell’errore. Per esempio, il costo di produzione del carbon fossile dipende dal prezzo delle macchine; e il costo di produzione delle macchine dipende dal prezzo del carbone; onde il costo di produzione del carbone dipende dal prezzo dello stesso carbone. E ne dipende anche più direttamente, ove si consideri il consumo di carbone delle macchine adoperate nella miniera.
{{§|225}}225. — Il prezzo o il ''valore di cambio'' è determinato insieme all’equilibrio economico, e questo nasce dal contrasto tra i gusti e gli ostacoli. Chi si volge da una parte e guarda solo i gusti, crede che essi esclusivamente determinano il prezzo, e pone ''la cagione'' del valore nell’''utilità'' (ofelimità). Chi si volge dall’altra parte e guarda solo gli ostacoli, crede che essi esclusivamente determinano il prezzo e pone ''la cagione'' del valore nel costo di produzione. E se tra gli ostacoli si ferma a considerare solo il lavoro, pone ''la cagione'' del valore esclusivamente nel lavoro.
Se nel sistema di condizioni (equazioni) che abbiamo veduto determinare l’equilibrio, supponiamo che tutte le condizioni siano da per sè soddisfatte, eccetto quelle che si riferiscono al lavoro, potremo dire che il valore (prezzo) dipende solo dal lavoro; e tale teoria non sarà errata, ma incompleta. Sarà vera purchè si verifichino le ipotesi fatte.
{{§|226}}226. Le condizioni che, spesso inconsapevolmente, erano trascurate, venivano cacciate via da una parte, ma tornavano dall’altra; poichè giunti alla soluzione del problema si sentiva, sia pure {{Pt|intuiti-|}}<noinclude>
<references/></noinclude>
8j3dxa56mvvk0vr0nuxotm88pypwzoo
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/245
108
191344
3024624
2441710
2022-08-20T07:40:02Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 226-227]|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|235|riga=si}}</noinclude>{{Pt|vamente,|intuitivamente,}} che era necessario tenerne conto. Così il {{AutoreCitato|Karl Marx|Marx}}, nella sua teoria del valore, procura di eliminare con medie od altrimenti le condizioni che ha dovuto trascurare per fare dipendere il valore dal solo lavoro<ref>''Systèmes'', II, cap. XIII.</ref>. Così presso molti economisti il termine ''valore di cambio'' non significa solamente un rapporto, la ragione di cambio di due merci, ma vi si aggiunge, in modo non ben preciso, certe nozioni di potere di compra, di equivalenza di merci, di ostacoli da superare, e ne viene fuori una certa entità non bene definita, e che, appunto per ciò, può in sè accogliere concetti di condizioni trascurate di cui si sente che si deve tenere conto.
Il significato del termine ''valore'' è stato oramai tanto stiracchiato che è meglio lasciarlo da parte e sostituirvene altri, nello studio dell’economia politica<ref>''Systèmes'', I, p. 338 e seg.; II, p. 121 e seg.</ref>. Ciò già fece lo {{AutoreCitato|William Stanley Jevons|Jevons}} coll’usare il termine di ''ragione di cambio''; e meglio ancora può farsi usando, come il {{AutoreCitato|Léon Walras|Walras}}, il concetto del prezzo di una merce B in una merce A ({{Pt|[[../214#153|§ 153]]|[[#153|§ 153]]}}).
{{§|227}}227. La cosa indicata coi nomi di valore di cambio, ragione di cambio, prezzo, non ha ''una'' cagione; ed è oramai venuto tempo in cui qualsiasi economista il quale cerca ''la cagione'' del valore, manifesta con ciò solo di non avere inteso il fenomeno sintetico dell’equilibrio economico.
Pel passato era generale il concetto che dovesse esistere ''una'' cagione del valore, e si contendeva solo per sapere quale fosse tale cagione.
È notevole che la potenza dell’opinione secondo la quale doveva esistere una cagione del valore era tanto grande che non potè sottrarvisi {{Pt|intera-|}}<noinclude>{{Nop}}
_____
<references/></noinclude>
mae6f5ballo4ul0pp8tmlo5w71g2o4j
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/246
108
191345
3024625
2441711
2022-08-20T07:40:25Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|236|{{Sc|conc. gen. dell’equil. econ.}}|[§ 227-228]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|mente|interamente}} neppure il {{AutoreCitato|Léon Walras|Walras}}, il quale, appunto col darci le condizioni dell’equilibrio in un caso particolare, contribuì a mostrare l’errore di quell’opinione. Egli esprime due concetti contradditori. Da una parte ci dice che «tutte le incognite del problema economico dipendono da tutte le equazioni dell’equilibrio economico», ed è buona teoria; da un’altra parte afferma «essere certo che la ''rareté'' (ofelimità) è la cagione del valore di cambio», ed è riminiscenza di passate teorie che non corrispondono alla realtà<ref>''Elèments d’economie politique pure'', Lausanne, 1900: «Théoriquement, toutes les inconnues du problème économique dépendent de toutes les équations de l’équilibre économique»; p. 289. «Il est certain que la rareté est la cause de le valeur d’échange»; p. 102.<br/>{{spazi|5}}È probabile che il Walras si sia lasciato prendere all’esca delle notazioni accessorie del termine ''rareté''. Nelle sue formole, come egli stesso concede, la ''rareté'' è il ''Grenznutzen'' dei tedeschi, il ''final degree of utility'' degli inglesi, ossia la nostra ofelimità elementare; ma nel testo qua e là, vi si aggiunge in modo non ben preciso il concetto dell’essere la merce scarsa pei bisogni, degli ostacoli da superare per ottenerla. Per tal modo vi è un lontano ed oscuro concetto degli ostacoli, e diventa minore l’errore della proposizione che la «''rareté'' è la cagione del valore di cambio».</ref>.
Tali mende sono scusabili, anzi naturali, in quel tempo in cui si passa da teorie errate a teorie nuove e migliori; ma non si potrebbero scusare ora che queste teorie sono state instituite ed hanno progredito.
{{§|228}}228. In sostanza le teorie che pongono soltanto in relazione il valore (prezzo) col ''grado finale di utilità'' (ofelimità) non sono di gran momento per l’economia politica. Le teorie che più giovano sono<noinclude>{{Nop}}
_____
<references/></noinclude>
12l172ewhxb00yxln6g1rnlp35yggk5
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/247
108
191346
3024626
2441712
2022-08-20T07:40:45Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 228-2]|{{Sc|i gusti}}|237|riga=si}}</noinclude><section begin="1" />quelle che considerano, in generale, l’equilibrio economico, e che investigano come abbia origine dal contrasto tra i gusti e gli ostacoli.
L’utile principale che si ricava dalle teorie dell’economia pura sta nell’avere un concetto sintetico dell’equilibrio economico, e per ora non c’è altra via che ci conceda di giungere a quel fine. Ma il fenomeno studiato dall’economia pura diverge talvolta poco, talvolta anche molto, dal fenomeno concreto; e spetta all’economia applicata di studiare quelle divergenze; mentre sarebbe proponimento vano e poco ragionevole il pretendere di regolare i fenomeni concreti colle sole teorie dell’economia pura.<section end="1" />
<section begin="2" />{{Centrato|{{larger|CAPITOLO IV.}}}}
{{Centrato|'''I gusti'''}}
{{rule|2em|t=1|v=2}}
{{§|1}}1. Nel capitolo precedente abbiamo procurato di avere un concetto molto generale, e quindi anche un poco superficiale, del fenomeno economico; e per ciò fare abbiamo scansate, invece di risolverle, molte difficoltà che si paravano dinanzi. Ora conviene darcene pensiero, studiare più da vicino i particolari sui quali non ci siamo fermati, e completare le teorie appena accennate.
{{§|2}}2. '''I gusti e l’ofelimità.''' — Abbiamo procurato di ridurre il fenomeno dei gusti al piacere che prova l’uomo consumando certe cose o comunque usandone.
Qui subito appare una difficoltà. Dobbiamo considerare l’uso, il consumo, solamente come facoltativi, oppure anche come obbligatori? In altri termini: le quantità di merci che figurano nelle formole dell’economia pura si debbono intendere come {{Pt|consu-|}}<section end="2" /><noinclude>
<references/></noinclude>
nbml9hcizg85mtx2eom7v813a5b8bn8
Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/431
108
191530
3024662
1956422
2022-08-20T09:05:23Z
Luigi62
7796
/* new eis level4 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|[§ 12-13]|{{Sc|capitali fondiari e mobiliari}}|421|riga=sì}}</noinclude>{{nop}}
{{§|12}}12. Occorre inoltre notare che l’eliminazione ora accennata è solo approssimativa. Essa corrisponde a considerazioni oggettive; mentre sono considerazioni soggettive che determinano in gran parte l’uso del risparmio; e già notammo il fatto, ragionando dell’utile che possono avere le imprese ({{Pt|[[../319#68|V, 68]]|[[../Capitolo V#68|V, 68]]}}). Aggiungiamo un esempio. Ecco due usi di una somma di 1000 lire: 1.° la probabilità di perderla, in un anno, è <math>\scriptstyle\frac{1}{4}</math>, perciò il premio di assicurazione è di 250 lire; il frutto lordo è 300 lire, onde il frutto netto è di 50 lire; 2.° la probabilità di perdere quella somma è solo <math>\scriptstyle\frac{1}{100}</math>, perciò il premio di assicurazione è solo di 10 lire; il frutto lordo è 60 lire, onde il frutto netto è 50 lire.
I frutti netti sono dunque eguali nel 1.° e nel 2.° caso: perciò i due usi sono oggettivamente equivalenti; ma il 1.° sarà preferito da certi uomini, il 2.° sarà preferito da altri; onde, in realtà, quei due usi hanno ciascuno un certo genere di risparmio che vi si volge, e tra quei due generi di risparmio è scarsa o nulla la concorrenza.
{{§|13}}13. Similmente i varî modi di usare il risparmio possono dare origine a diverse classi di risparmio che sono quasi come merci di diversa qualità.
Tra le circostanze che per tale modo sono da considerare, c’è quella del tempo pel quale deve rimanere impegnato il risparmio, ossia la circostanza dell’essere il prestito del risparmio — od altra operazione corrispondente — a breve o a lunga scadenza. In realtà, il risparmio non costituisce una massa omogenea. Parte può solo essere adoperato per un tempo breve, parte per spazî di tempo più o meno lunghi. Sui mercati finanziari delle nostre<noinclude></noinclude>
dowd29z95gyrgwxd93evilx1nd22grj
Autore:Esiodo
102
206683
3024399
2901226
2022-08-19T12:52:48Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome"/>Esiodo<section end="Nome"/>
<section begin="Attività"/>poeta<section end="Attività"/>
<section begin="Nazionalità"/>greco<section end="Nazionalità"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Autore
| Nome = Esiodo
| Cognome =
| Attività = poeta
| Nazionalità = greco
| Professione e nazionalità =
}}
== Opere ==
*{{Opera|Lo scudo di Eracle}}
** {{Testo|Scudo d'Ercole}}
** {{Testo|Lo scudo di Ercole}}
* {{Opera|Teogonia}}
** {{Testo|Teogonia}}
** {{Testo|Teogonia (Pozzuolo)|Teogonia}}
* {{Testo|I poemi di Esiodo (Pozzuolo)|Poemi}}
**{{Testo|Lavori e Giorni}}
** {{Testo|Teogonia (Pozzuolo)|Teogonia}}
**{{Testo|Scudo d'Ercole}}
**{{Testo|Agone nel canto}}
**{{Testo|Frammenti (Esiodo-Pozzuolo)|Frammenti}}
* {{Testo|Poemi (Esiodo)|Poemi}}
** {{Testo|Le opere e i giorni (Esiodo - Romagnoli)}}
** {{Testo|Teogonia}}
** {{Testo|Lo scudo di Ercole}}
** {{Testo|Frammenti (Esiodo)|Frammenti}}
*Da ''Le opere e i giorni''
** {{Testo|Traduzioni e riduzioni/Miscellanea/Gelosia di mestiere}}, vv. 25-26
**{{Testo|Traduzioni e riduzioni/Miscellanea/L'aratura}}, vv. 448-57, 486-90, traduzione dal greco di [[Autore:Giovanni Pascoli|Giovanni Pascoli]]
**{{Testo|Traduzioni e riduzioni/Miscellanea/La sementa}}, vv. 465-72, traduzione dal greco di [[Autore:Giovanni Pascoli|Giovanni Pascoli]]
**{{Testo|Traduzioni e riduzioni/Miscellanea/L'inverno}}, vv. 504-35, traduzione dal greco di [[Autore:Giovanni Pascoli|Giovanni Pascoli]]
**{{Testo|Traduzioni e riduzioni/Miscellanea/Delizie estive}}, vv. 582-85, 588-95, traduzione dal greco di [[Autore:Giovanni Pascoli|Giovanni Pascoli]]
f7m0m23bsa9vez1xok2cgjwjwypw07o
Teogonia (Romagnoli)
0
291812
3024400
2565829
2022-08-19T12:54:36Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia]] a [[Teogonia (Romagnoli)]]
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Lingua originale del testo"/>greco<section end="Lingua originale del testo"/>
<section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Esiodo<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="Anno di pubblicazione"/>Antichità<section end="Anno di pubblicazione"/>
<section begin="Anno di traduzione"/>1929<section end="Anno di traduzione"/>
<section begin="Nome e cognome del traduttore"/>Ettore Romagnoli<section end="Nome e cognome del traduttore"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Poemi (Esiodo).djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Progetto"/>Letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>La Teogonia<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>7 aprile 2015<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=7 aprile 2015|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Esiodo
| Titolo =La Teogonia
| Anno di pubblicazione = Antichità
| Lingua originale del testo =greco
| Nome e cognome del traduttore = Ettore Romagnoli
| Anno di traduzione =1929
| Progetto = Letteratura
| Argomento =
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Poemi (Esiodo).djvu
}}
{{Raccolta|I poeti greci tradotti da Ettore Romagnoli}}
<pages index="Poemi (Esiodo).djvu" from=157 to=159 fromsection="" tosection="" />
==Indice==
* {{testo|/Prologo}}
* {{testo|/Le prime quattro essenze}}
* {{testo|/I Cronidi}}
* {{testo|/I Giapetidi}}
* {{testo|/La guerra fra i Cronidi e i Titanidi}}
* {{testo|/Giove stermina Tifone}}
* {{testo|/Regno di Giove e sua discendenza}}
b6iczccs9czed59mnm566audypw3li0
Pagina:Opere (Testi).djvu/1
108
299904
3024385
3024336
2022-08-19T12:24:16Z
OrbiliusMagister
129
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Cruccone" />{{RigaIntestazione|394|{{Sc|testi}}|nascondi=si}}</noinclude><section begin="Titolo1" />{{Ct|t=1|v=1|f=250%|OPERE}}
{{Ct|t=1|v=1|DI}}
{{Ct|t=1|v=3|f=300%|FULVIO TESTI}}<section end="Titolo1" />
<section begin="titolo2" />{{rule|4em}}
{{Ct|t=1|v=1|f=200%|POESIE}}
{{rule|4em}}<section end="titolo2" />
<section begin="titolo3" />{{Ct|t=2|v=2|f=160%|POESIE LIRICHE}}
{{rule|4em}}
{{Ct|t=1|v=1|PARTE PRIMA}}
{{rule|4em}}<section end="titolo3" />
<section begin="s1" />{{Ct|t=2|v=1|SI CELEBRA LA CONTINENZA}}
{{Ct|t=1|v=1|{{Sc|del serenissimo principe}}}}
{{Ct|t=1|v=2|L=3px|ALFONSO D’ESTE.}}
<poem>
{{x-larger|G}}ià de la Maga amante
L’incantata magion lasciata avea
A più degni pensier Rinaldo inteso;
E su pino volante
{{R|5}}De l’Indico Ocean l’onda correa,
A tutt’altri nocchier cammin contese;
Ma de l’incendio acceso
Restava ancor ne l’agitata mente
Del cavalier qualche reliquia ardente.
{{R|10}}Ei ne l’amata riva,
Che di lontan fuggia, non senza affanno
Tenea lo sguardo immobilmente affiso:
Di colei, che mal viva
Abbandonò pur dianzi, Amor tiranno
{{R|15}}Li figurava ognor presente il viso:
Onde a lui, che conquiso
Per desio per pietà si venia meno,
Più d’un caldo sospiro uscia dal seno.
Ma con ricordi egregi
{{R|20}}Ben tosto incominciò del cor turbato
L’amico Ubaldo a tranquillargl’i sensi.
O progenie di regi,
Terror del Trace, a cui riserba il Fato
Tutti d’Asia i trofei, che fai? che pensi?
{{R|25}}Frena quei mal accensi
Sospir che versi, e pria, ch’acquisti forza,
La fiamma rinascente affatto ammorza,
Se credi al vulgo insano,
Amor è gentil fallo in cor guerriero;
{{R|30}}E gran scusa a peccar è gran bellezza:
Ma consiglio più sano
Somministra Virtute: Ella il pensiero
Con rigor saggio a più degn’opre avvezza:
Non è minor fortezza
{{R|35}}Il rintuzzar di due begli occhi il lampo,
Che ’l debellar di mille squadre un campo.
Che val condur davanti
Al carro trionfante in lunga schiera
Incatenate le provincie, e i regni?
{{R|40}}Mentre che ribellanti
S’usurpino del cor la reggia intera,
Malgrado di Ragione, affetti indegni?
Se in te stesso non regni,
Se soggetta non rendi a te tua voglia,
{{R|45}}Guerrier non sei se non di nome e spoglia.
Sovra il lucido argento
De le porte superbe impresse Armida
Di famoso campion l’arme e gli amori:
Con cento legni e cento
{{R|50}}Fende il Leucadio seno, e non diffida
Piantar in riva al Tebro Egizj allori;
Ma fra i bellici orrori,
In poppa, che di gemme, e d’or riluce
L’adorata beltà seco conduce.
{{R|55}}Con l’armata latina
Cozzan del Nilo i coraggiosi abeti,
Pari è ’l valor, e la vittoria è incerta;
Ma la bella reina,
Ch’atro mira di sangue il seno a Teti,
{{R|60}}Volge i lini tremanti a fuga aperta;
E dietro a l’inesperta
E timida compagna Antonio vola,
E l’imperio del mondo Amor gl’invola.
Or qual darti poss’io
{{R|65}}Di traviato cor più vivo esempio
Di quel, ch’a te l’idol tuo stesso espresse?
Te cerca il popol pio,
Te chiama a liberar dal Tirann’empio
</poem>
<section end="s1" /><noinclude><references/></noinclude>
lqjqg5z5rk08zu68262iewyv22c5zr0
Indice:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu
110
314677
3024451
2838851
2022-08-19T16:24:45Z
Dr Zimbu
1553
fix delta
proofread-index
text/x-wiki
{{:MediaWiki:Proofreadpage_index_template
|Autore=Dante Alighieri
|NomePagina=Commedia (Buti)/Purgatorio
|Titolo=Commento di Francesco da Buti sopra la Divina Comedia di Dante Allighieri
|TitoloOriginale=
|Sottotitolo=PURGATORIO
|LinguaOriginale=
|Lingua=
|Traduttore=
|Illustratore=
|Curatore=Crescentino Giannini
|Editore=Fratelli Nistri
|Città=Pisa
|Anno=1860
|Fonte={{OPAL}}
|Immagine=3
|Progetto=Letteratura
|Argomento=
|Qualità=75%
|Pagine=<pagelist
1to4=-
3=Frontespizio
5to10=roman
11=1 />
|Sommario={{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Ai lettori|titolo=Ai lettori|from=5|delta=v}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Proemio|titolo=Proemio|from=11|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto I|titolo=Canto I|from=15|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto II|titolo=Canto II|from=41|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto III|titolo=Canto III|from=62|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto IV|titolo=Canto IV|from=83|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto V|titolo=Canto V|from=108|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto VI|titolo=Canto VI|from=127|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto VII|titolo=Canto VII|from=154|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto VIII|titolo=Canto VIII|from=177|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto IX|titolo=Canto IX|from=201|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto X|titolo=Canto X|from=229|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XI|titolo=Canto XI|from=254|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XII|titolo=Canto XII|from=278|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XIII|titolo=Canto XIII|from=305|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XIV|titolo=Canto XIV|from=328|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XV|titolo=Canto XV|from=351|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XVI|titolo=Canto XVI|from=372|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XVII|titolo=Canto XVII|from=396|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XVIII|titolo=Canto XVIII|from=421|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XIX|titolo=Canto XIX|from=446|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XX|titolo=Canto XX|from=469|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXI|titolo=Canto XXI|from=500|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXII|titolo=Canto XXII|from=524|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXIII|titolo=Canto XXIII|from=556|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXIV|titolo=Canto XXIV|from=575|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXV|titolo=Canto XXV|from=597|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXVI|titolo=Canto XXVI|from=622|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXVII|titolo=Canto XXVII|from=646|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXVIII|titolo=Canto XXVIII|from=670|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXIX|titolo=Canto XXIX|from=701|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXX|titolo=Canto XXX|from=734|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXXI|titolo=Canto XXXI|from=761|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXXII|titolo=Canto XXXII|from=781|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXXIII|titolo=Canto XXXIII|from=813|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Nota|titolo=Nota|from=836|delta=10}}
{{Indice sommario|nome=Commedia (Buti)/Purgatorio/Appendice al tomo primo|titolo=Appendice al tomo primo|from=837|delta=10}}
|Volumi={{Centrato}}[[Indice:Commedia - Inferno (Buti).djvu|Inferno]] · [[Indice:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu|Purgatorio]] · [[Indice:Commedia - Paradiso (Buti).djvu|Paradiso]]</div>
|Note=
|Css=
}}
sl4rp74n7csy14ha6b8wrnk4og3i2kc
Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/701
108
321952
3024445
2392145
2022-08-19T16:21:53Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude>{{Centrato|C A N T O{{spazi|3}}X X I X.}}
{{rule|4em}}
<poem>
{{R+|1|1}}Cantando come donna innamorata,
Continuò col fin di suoe parole:
''Beati, quorum tecta sunt peccata''.
{{R+|4|1}}E come ninfe, che si givan sole
Per le silvatiche ombre disiando
Qual di veder, qual di fuggir lo Sole,
{{R+|7|1}}Allor si mosse contra ’l fiume, andando
Su per la riva, et io pari di lei,
Picciol passo con picciol seguitando.
{{R+|10|1}}Non eran cento tra i suo passi e’ miei,<ref>v. 10. Il pronome possessivo ''suo'' qui pure adoperato invariabile, come altrove. ''E''.</ref>
Quando le ripe egualmente dier volta,<ref>v. 11. C.A. igualmente</ref>
Per modo, ch’al levante mi rendei.<ref>v. 12. C.A. ch’a levante</ref>
{{R+|13|1}}Non anco fu così nostra via molta,
Quando la donna tutta a me si torse,
Dicendo: Frate mio, guarda et ascolta.
{{R+|16|1}}Et ecco un lustro subito trascorse
Da tutte parti per la gran foresta,
Tal che di balenar mi misse in forse.
{{R+|19|1}}Ma perchè ’l balenar, come vien, resta,
E quel durando più e più splendeva,
Nel mio pensier dicea: Che cosa è questa?<ref>v. 21. pensar</ref>
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
d1crdvzhug8s536avq6uwaelb2afe84
Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/702
108
321953
3024446
2392146
2022-08-19T16:21:57Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}692|{{Sc|p u r g a t o r i o}}|}}</noinclude> <poem>
{{R+|22|1}}Et una melodia dolce correva
Per l’aire luminoso; unde buon zelo
Mi fe riprender l’ardimento d’Eva,
{{R+|25|1}}Che là dove ubidia la terra il Cielo,<ref>v. 25. C. A. ubbidia la terra e il Cielo,</ref>
Femina sola e pur testè formata,
Non sofferse di star sotto alcun velo;
{{R+|28|1}}Sotto ’l qual, se devota fusse stata,
Avrei quelle ineffabili delizie<ref>v. 29. C. A. Avria</ref>
Sentito prima, e più lunga fiata.<ref>v. 30. C. A. Sentite prima, e poi lunga</ref>
{{R+|31|1}}Mentre io m’andava tra tante primizie
De l’eterno piacer tutto sospeso,
E disioso ancor a più letizie,
{{R+|34|1}}Dinanzi a noi tal, quale un foco acceso,
Ci si fe l’aire sotto i verdi rami,
E ’l dolce suon per canti era già inteso.
{{R+|37|1}}O sacrosante Vergini, se fami,
Freddo o vigilie mai per voi soffersi,
Cagion mi sprona ch’io mercè vi chiami.
{{R+|40|1}}Or convien ch’Elicona per me versi,
Et Urania m’aiuti col suo coro
Forte cosa a pensar, mettere ’n versi.<ref>v. 42. C. A. cose a</ref>
{{R+|43|1}}Poco più oltra sette arbori d’oro
Falsava nel parere il lungo tratto
Del mezzo, ch’era ancor tra noi e loro;
{{R+|46|1}}Ma quando fui sì presso di lor fatto,
Che l’obietto comun, che ’l senso inganna,
Non perdea per distanzia alcun suo atto;
{{R+|49|1}}La virtù, ch’a ragion discorso ammanna,
Sì com’elli eran candelabri apprese,
E ne le voci del cantare, Osanna.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
cydwn7qwdraggkfb3b0gvfo8nkxdv4s
Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/703
108
321954
3024447
2392147
2022-08-19T16:22:00Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{Sc|c a n t o}}{{spazi|3}}{{Sc|x x v i x.}}|693}}</noinclude> <poem>
{{R+|52|1}}Di sopra fiammeggiava il bell’arnese,
Più chiaro assai che Luna per sereno
Di mezza notte nel suo mezzo mese.
{{R+|55|1}}Io mi rivolsi d’ammirazion pieno
Al buon Virgilio; et esso mi rispuose
Con vista carca di stupor non meno.
{{R+|58|1}}Inde rendei l’aspetto all’alte cose,
Che si moveano in contra a noi sì tardi,
Che foran vinte da novelle spose.<ref>v. 60. C. A. Che foran giunte da</ref>
{{R+|61|1}}La donna mi sgridò: Perchè pur ardi
Sì ne l’affetto de le vive luci,<ref>v. 62. C. A. nell’aspetto delle</ref>
Che ciò che vien di rieto a lor non guardi?
{{R+|64|1}}Genti vidd’io allor, com’a lor duci,
Venir appresso vestite di bianco;
E tal candor di qua già mai non fùci.<ref>v. 66. ''Fùci; ci fu,'' dove gli antichi tralasciavano talora di raddoppiare la consonante dell’affisso. ''E''.</ref>
{{R+|67|1}}L’acqua splendea dal sinistro fianco,<ref>v. 67. C. A. imprendeva</ref>
E rendea a me la mia sinistra costa,
S’io ragguardava in lei, come ’n specchio anco.<ref>v. 69. C. A. riguardava in lei come specchio</ref>
{{R+|70|1}}Quando da la mia riva ebbi tal posta,
Che solo il fiume mi facea distante,
Per veder mellio ai passi diedi sosta;
{{R+|73|1}}E viddi le fiammelle andar davante,
Lassando drieto a sè l’aire dipinto,
Che di tratti pennelli avea sembiante;<ref>v. 75. C. A. E di tratti pennelli avean</ref>
{{R+|76|1}}Sì che lì sopra rimanea distinto<ref>v. 76. C. A. Sì che di sopra</ref>
Di sette liste tutte in quei colori,
Onde fa l’arco il Sole, e Delia il cinto.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
jdwzvanj8l1bsix5o4xmsb8yi1g1gz7
Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/704
108
321955
3024448
2392148
2022-08-19T16:22:02Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}694|{{Sc|p u r g a t o r i o}}|}}</noinclude> <poem>
{{R+|79|1}}Questi stendali drieto eran maggiori
Che la mia vista; e, quanto a mio avviso,
Diece passi distavan quei dai fiori.<ref>v. 81. C. M. Dieci</ref> <ref>v. 81. C. A. Dieci passi distavan quei di fuori.</ref>
{{R+|82|1}}Sotto così bel Ciel, com’io diviso,
Ventiquattro seniori a du’ a due<ref>v. 83. C. M. signori</ref> <ref>v. 83. C. A. a due a due</ref>
Coronati venian di fior d’aliso.<ref>v. 84. C. A. fiordaliso.</ref>
{{R+|85|1}}Tutti cantavan: Beneditta tue
Ne le fillie d’Adamo, e benedette
Sien in eterno le bellezze tue.
{{R+|88|1}}Poscia che i fior e l’altre fresche erbette
A rimpetto di me dall’altra sponda
Libere fur da quelle genti elette,
{{R+|91|1}}Sì come luce luce in Ciel sigonda,<ref>v. 91. C. M. segonda</ref>
Vennero appresso a lor quattro animali,
Coronati ciascun di verde fronda.
{{R+|94|1}}Ciascun era pennuto di sei ali,<ref>v. 94. C. A. Ognuno</ref>
Le penne piene d’occhi; e li occhi d’Argo,
Se fosser vivi, serebber cotali.<ref>v. 96. C. A. S’el fosse vivo</ref>
{{R+|97|1}}A descriver lor forma più non spargo
Rime, lettor, ch’altra spesa mi strigne
Tanto, che ’n questa non posso esser largo.<ref>v. 99. C. A. che a questa</ref>
{{R+|100|1}}Ma legge Ezechiel, che li dipigne
Come li vidde da la fredda parte
Venir con vento, con nube e con igne;<ref>v. 102. C. A. con venti,</ref>
{{R+|103|1}}E qual li troverai ne le suo carte,<ref>v. 103. C. M. E quali i troverai</ref>
Tali eran quivi, salvo ch’a le penne
Giovanni è meco, e da lui si diparte.
</poem><noinclude>
<references/></noinclude>
rq3v05go4c8tgf7fc4bjenbt8cz76me
Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/705
108
321956
3024449
2392149
2022-08-19T16:22:35Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{Sc|c a n t o}}{{spazi|3}}{{Sc|x x v i x.}}|695}}</noinclude> <poem>
{{R+|106|1}}Lo spazio dentro a lor quattro contenne
Un carro in su du’ ruote triunfale,<ref>v. 107. C. A. in su le rote trionfale,</ref>
Ch’al collo d’un Grifon tirato venne.
{{R+|109|1}}Esso tendea su l’una e l’altra ale
Tra la mezzana e le tre e le tre liste,<ref>v. 110. C. M. C. A. le tre e tre</ref>
Sì ch’a nulla, fendendo, facea male.
{{R+|112|1}}Tanto sallivan, che non eran viste:
Le membra d’oro avea, quanto era uccello,
E bianche l’altre di vermillio miste.
{{R+|115|1}}Non che Roma di carro d’or sì bello<ref>v. 115. C. A. di carro così bello</ref>
Rallegrasse Africano, ovvero Augusto;
Ma quel del Sol seria pover con ello,
{{R+|118|1}}Quel del Sol, che sviando fu combusto
Per l’orazion de la Terra devota,
Quando fu Giove arcanamente giusto.
{{R+|121|1}}Tre donne in giro da la destra ruota
Venian danzando; l’una tanto rossa,
Ch’appena fora dentro al foco nota;
{{R+|124|1}}L’altra era, come se le carne e l’ossa
Fossero state di smiraldo fatte;
La terza parea nieve testè mossa:<ref>v. 126. C. A. neve</ref>
{{R+|127|1}}Et or parean da la bianca tratte,
Or da la rossa, e dal canto di questa
L’altre tolliean l’andar tarde e ratte.<ref>v. 129. C. A. toglien l’andare e tarde e ratte.</ref>
{{R+|130|1}}Da la sinistra quattro facean festa,
Di purpura vestite, dietro al modo<ref>v. 131. C. M. C. M. porpora</ref>
D’una di lor, ch’avea tre occhi in testa.
</poem><noinclude><references/></noinclude>
ni4zwelqyh1s7zgv5fjk6z2py0slwwx
Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/706
108
321957
3024450
2392150
2022-08-19T16:22:49Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}696|{{Sc|p u r g a t o r i o}}|}}</noinclude> <poem>
{{R+|133|1}}Appresso tutto ’l pertrattato modo,<ref>v. 133. C. A. nodo,</ref>
Viddi du’ vecchi in abito dispari;
Ma pari in atto et onestato e sodo.
{{R+|136|1}}L’un si mostrava alcun dei familliari
Di quel sommo Ipocrate, che Natura
Alli animali fe che ella à più cari;
{{R+|139|1}}Mostrava l’altro la contraria cura
Con una spada lucida et acuta,
Tal che di qua dal rio mi fe paura.
{{R+|142|1}}Poi viddi quattro in umile paruta,
E di rieto da tutti un vecchio solo
Venir dormendo co la faccia arguta.
{{R+|145|1}}E questi sette col primaio stuolo<ref>v. 145. C. A. primiero</ref> <ref>v. 145. ''Col primaio stuolo''; come ''il primaio stuolo'', dove la particella d’accompagnamento fa l’ufficio di comparazione. ''E''.</ref>
Eran abituati; ma di gilli<ref>v. 146. C. M. C. A. gigli</ref>
Dintorno al capo non facean brolo;<ref>v. 147. ''Brolo; orto con verzura, giardino'', e figuratamente ''corona, ghirlanda. E''.</ref>
{{R+|148|1}}Anzi di rose e d’altri fior vermilli:
Giurato avrea poco lontano aspetto,
Che tutti ardesser di sopra da’ cilli.
{{R+|151|1}}E quando il carro mi fu a rimpetto,<ref>v. 151. C. A. a me fu a rimpetto,</ref>
Un tuon s’udì; e quelle gente degne<ref>v. 152. C. A. Un suon s’udì;</ref> <ref>v. 152. C.M. C. A. genti</ref>
Parveno aver l’andar più interdetto,<ref>v. 153. C. A. Parvero</ref>
{{R+|154|1}}Fermandosi ivi co le prime insegne.
</poem>
<references/>
{{Centrato|___________}}<noinclude></noinclude>
ht6yz0ehtddaq41a01ooi9vccysp4l2
Discussione:Manifesto del Partito Politico Futurista Italiano
1
324524
3024682
2281260
2022-08-20T11:41:57Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Infotesto
| Progetto= letteratura
| Edizione = ''L'Italia Futurista'' Anno III, n. 39, Firenze, 11 febbraio 1918.
| Fonte = Sito internet [http://futurismus.khi.fi.it/index.php?id=96 Kunsthistoriches Institut in Florenz]
| Eventuale nome del traduttore =
| Nome del primo contributore = [[Utente:Dega180|Dega180]]
| Nome del rilettore =
| Note =
}}
Leggendo [http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:vvc-CivgrBoJ:it.scribd.com/doc/62711406/Francesca-Villanti-La-plastica-murale-Completamento-%25E2%2580%259Ccostruttivo%25E2%2580%259D-dell%25E2%2580%2599architettura-futurista+&cd=5&hl=it&ct=clnk&client=iceweasel-a qua] sembra che la prima pubblicazione sia stata effettuata su “Il Mezzogiorno” del 12-13 febbraio.--[[User:Dega180|Dega180]] ([[User talk:Dega180|disc.]]) 10:11, 17 set 2013 (CEST)
7zr8yt4b03xmoa4oc00f5555mogejsr
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/43
108
327424
3024392
3024357
2022-08-19T12:31:19Z
Alex brollo
1615
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{rigaIntestazione||{{sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|35}}</noinclude>
{{Sc|Salv.}} Io, per dire il vero, in tutti questi discorsi non mi son sentito strignere a concedere altro se non che quello che ha principio, mezo e fine, possa e deva dirsi perfetto: ma che poi, perché principio, mezo e fine son 3, il numero 3 sia numero perfetto, ed abbia ad aver facultà di conferir perfezione a chi l’averà, non sento io cosa che mi muova a concederlo; e non intendo e non credo che, verbigrazia, per le gambe il numero 3 sia piú perfetto che ’l 4 o il 2; nè so che ’l numero 4 sia d’imperfezione a gli elementi, e che piú perfetto fusse ch’e’ fusser 3. Meglio dunque era lasciar queste vaghezze a i retori e provar il suo intento con dimostrazione necessaria, ché così convien fare nelle scienze dimostrative.
{{Sc|Simp.}} Par che voi pigliate per ischerzo queste ragioni: e pure è tutta dottrina de i Pittagorici, i quali tanto attribuivano a i numeri; e voi, che sete matematico, e, credo anco, in molte opinioni filosofo Pittagorico, pare che ora disprezziate i lor misteri.
{{Sc|Salv.}} Che i Pittagorici avessero in somma stima la scienza de i numeri, e che Platone stesso ammirasse l’intelletto umano e lo {{Annotazione a lato|Intelletto umano partecipe di divinità perchè intende i numeri, oppionio di Platone.}} stimasse partecipe di divinità solo per l’intender egli la natura de’ numeri, io benissimo lo so, nè sarei lontano dal farne l’istesso giudizio; ma che i misteri per i quali Pittagora e la sua setta avevano in tanta venerazione la scienza de’ numeri sieno le sciocchezze che vanno per le bocche e per le carte del volgo, non credo io in veruna maniera; anzi perché so che essi, acciò le cose mirabili non fussero esposte alle contumelie e al dispregio della plebe, dannavano come sacrilegio il publicar le piú recondite proprietà de’ numeri e delle quantità incommensurabili ed irrazionali da loro investigate, e predicavano che quello che le avesse manifestate era tormentato nell’altro mondo, penso che tal uno di loro per dar pasto alla plebe e liberarsi dalle sue domande, gli dicesse, i misterii loro numerali esser quelle{{Annotazione a lato|Misteri de' numeri Pitagorici, favolosi.}} leggerezze che poi si sparsero tra il vulgo; e questo con astuzia ed accorgimento simile a quello del sagace giovane che, per torsi dattorno l’importunità non so se della madre o della curiosa moglie, che l’assediava acciò le conferisse i segreti del senato, compose quella favola onde essa con molte altre donne rimasero dipoi, con gran risa del medesimo senato, schernite.
{{Sc|Simp.}} Io non voglio esser nel numero de’ troppo curiosi de’ misterii de’ Pittagorici; ma stando nel proposito nostro, replico che le ragioni<noinclude></noinclude>
5x49z7oiquuzfgdqhd1aerd6p0hpt6o
3024394
3024392
2022-08-19T12:32:49Z
Alex brollo
1615
/* Trascritta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{rigaIntestazione||{{sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|35}}</noinclude>
{{Sc|Salv.}} Io, per dire il vero, in tutti questi discorsi non mi son sentito strignere a concedere altro se non che quello che ha principio, mezo e fine, possa e deva dirsi perfetto: ma che poi, perché principio, mezo e fine son 3, il numero 3 sia numero perfetto, ed abbia ad aver facultà di conferir perfezione a chi l’averà, non sento io cosa che mi muova a concederlo; e non intendo e non credo che, verbigrazia, per le gambe il numero 3 sia piú perfetto che ’l 4 o il 2; nè so che ’l numero 4 sia d’imperfezione a gli elementi, e che piú perfetto fusse ch’e’ fusser 3. Meglio dunque era lasciar queste vaghezze a i retori e provar il suo intento con dimostrazione necessaria, ché così convien fare nelle scienze dimostrative.
{{Sc|Simp.}} Par che voi pigliate per ischerzo queste ragioni: e pure è tutta dottrina de i Pittagorici, i quali tanto attribuivano a i numeri; e voi, che sete matematico, e, credo anco, in molte opinioni filosofo Pittagorico, pare che ora disprezziate i lor misteri.
{{Sc|Salv.}} Che i Pittagorici avessero in somma stima la scienza de i numeri, e che Platone stesso ammirasse l’intelletto umano e lo {{Annotazione a lato|Intelletto umano partecipe di divinità perchè intende i numeri, oppionion di Platone.}} stimasse partecipe di divinità solo per l’intender egli la natura de’ numeri, io benissimo lo so, nè sarei lontano dal farne l’istesso giudizio; ma che i misteri per i quali Pittagora e la sua setta avevano in tanta venerazione la scienza de’ numeri sieno le sciocchezze che vanno per le bocche e per le carte del volgo, non credo io in veruna maniera; anzi perché so che essi, acciò le cose mirabili non fussero esposte alle contumelie e al dispregio della plebe, dannavano come sacrilegio il publicar le piú recondite proprietà de’ numeri e delle quantità incommensurabili ed irrazionali da loro investigate, e predicavano che quello che le avesse manifestate era tormentato nell’altro mondo, penso che tal uno di loro per dar pasto alla plebe e liberarsi dalle sue domande, gli dicesse, i misterii loro numerali esser quelle{{Annotazione a lato|Misteri de' numeri Pitagorici, favolosi.}} leggerezze che poi si sparsero tra il vulgo; e questo con astuzia ed accorgimento simile a quello del sagace giovane che, per torsi dattorno l’importunità non so se della madre o della curiosa moglie, che l’assediava acciò le conferisse i segreti del senato, compose quella favola onde essa con molte altre donne rimasero dipoi, con gran risa del medesimo senato, schernite.
{{Sc|Simp.}} Io non voglio esser nel numero de’ troppo curiosi de’ misterii de’ Pittagorici; ma stando nel proposito nostro, replico che le ragioni<noinclude></noinclude>
sjrr8pmv3rwxqw2n5qi7v76ar73ir5f
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/46
108
327427
3024395
3024359
2022-08-19T12:39:43Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{rigaIntestazione|38|{{sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>retti, e le dimensioni dalle sole linee rette che tra di loro fanno angoli retti deono esser determinate, adunque le dimensioni non sono più che 3; e chi ha le 3 le ha tutte, e chi le ha tutte è divisibile per tutti i versi, e chi è tale è perfetto, etc.
{{Sc|Simp.}} E chi lo dice che non si possan tirare altre linee? e perché non poss’io far venir di sotto un’altra linea sino al punto A, che sia a squadra con l’altre?
{{Sc|Salv.}} Voi non potete sicuramente ad un istesso punto far concorrere altro che tre linee rette sole, che fra di loro costituiscano angoli retti.
{{Sc|Sagr.}} Sì, perché quella che vuol dire il signor Simplicio par a me che sarebbe l’istessa D A prolungata in giú: ed in questo modo si potrebbe tirarne altre due, ma sarebbero le medesime prime tre, non differenti in altro, che dove ora si toccano solamente, all’ora si segherebbero, ma non apporterebbero nuove dimensioni.
{{Sc|Simp.}} Io non dirò che questa vostra ragione non possa esser concludente, {{Annotazione a lato|Nelle prove naturali non si deve ricercar l'esattezza geometrica.}}ma dirò bene con Aristotile che nelle cose naturali non si deve sempre ricercare una necessità di dimostrazion matematica.
{{Sc|Sagr.}} Sì, forse, dove la non si può avere; ma se qui ella ci è, perché non la volete voi usare? Ma sarà bene non ispender piú parole in questo particolare, perché io credo che il signor Salviati ad Aristotile ed a voi senza altre dimostrazioni avrebbe conceduto, il mondo esser corpo, ed esser perfetto e perfettissimo, come opera massima di Dio.
{{Sc|Salv.}} Così è veramente. Però lasciata la general contemplazione del tutto, venghiamo alla considerazione delle parti, le quali Aristotile nella prima divisione fa due, {{Annotazione a lato|Parti del mondo per Aristotile, celeste ed elementare, tra di loro contrarie.}}e tra di loro diversissime ed in certo modo contrarie; dico, la celeste e la elementare: quella, ingenerabile, incorruttibile, inalterabile, impassibile, etc.; e questa, esposta ad una continua alterazione, mutazione, etc. La qual differenza cava egli, come da suo principio originario, dalla diversità de i moti locali: e camina con tal progresso.
Uscendo, per così dire, del mondo sensibile e ritirandosi al mondo ideale, comincia architettonicamente a considerare, che essendo la natura principio di moto, conviene che i corpi naturali siano mobili di moto locale.{{Annotazione a lato|Moti locali di 3 generi, retto, circolare e misto.}} Dichiara poi, i movimenti locali esser di tre generi, cioè circolare, retto, e misto del retto e del circolare; e li duoi primi<noinclude><references/></noinclude>
ejpglnsbd7nswdfyvqqj0uqcs767mpf
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/47
108
327428
3024398
3024360
2022-08-19T12:48:14Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{rigaIntestazione||{{sc|giornata prima.}}|39}}</noinclude>chiama semplici, perché di tutte le linee {{Annotazione a lato|Moti retto e circolare, emplici, perchè i fanno per linee emplici.}}la circolare e la retta sole son semplici. E di qui, ristringendosi alquanto, di nuovo definisce, de i movimenti semplici uno esser il circolare, cioè quello che si fa intorno al mezo, ed il retto all’insú ed all’ingiú, cioè all’insú quello che si parte dal mezo, all’ingiú quello che va verso il mezo: e di qui inferisce come necessariamente conviene che tutti i movimenti semplici si ristringano a queste tre spezie, cioè al mezo, dal mezo, ed intorno al mezo; il che risponde, dice egli, con certa bella proporzione a quel che si è detto di sopra del corpo, che esso ancora è perfezionato in tre cose, e così il suo moto. Stabiliti questi movimenti, segue dicendo che, essendo, de i corpi naturali, altri semplici ed altri composti di quelli (e chiama corpi semplici quelli che hanno da natura principio di moto, come il fuoco e la terra), conviene che i movimenti semplici sieno de i corpi semplici, ed i misti de’ composti, in modo però che i composti seguano il moto della parte predominante nella composizione.
{{Sc|Sagr.}} Di grazia, signor Salviati, fermatevi alquanto, perché io mi sento in questo progresso pullular da tante bande tanti dubbi, che mi sarà forza o dirgli, s’io vorrò sentir con attenzione le cose che voi soggiugnerete, o rimuover l’attenzione dalle cose da dirsi, se vorrò conservare la memoria de’ dubbi.
{{Sc|Salv.}} Io molto volentieri mi fermerò, perché corro ancor io simil fortuna, e sto di punto in punto per perdermi, mentre mi conviene veleggiar tra scogli ed onde così rotte, che mi fanno, come si dice, perder la bussola: però, prima che far maggior cumulo, proponete le vostre difficultà.
{{Sc|Sagr.}} Voi, insieme con Aristotile, da principio mi separaste alquanto dal mondo sensibile per additarmi l’architettura con la quale egli doveva esser fabbricato, e con mio gusto mi cominciaste a dire che il corpo naturale è per natura mobile, essendo che si è diffinito altrove, la natura esser principio di moto. Qui mi nacque un poco di dubbio; e fu, per qual cagione Aristotile non disse che de’ corpi naturali alcuni sono mobili per natura ed altri immobili, avvengaché nella definizione vien detto, la natura esser principio di moto e di quiete; che se i corpi naturali hanno tutti principio di movimento, {{Annotazione a lato|Definizion della natura o difettosa, o fuor di tempo indotta da Aristotile.}}o non occorreva metter la quiete nella definizione della natura, o non occorreva indur tal definizione in questo luogo. Quanto poi al dichiararmi,<noinclude><references/></noinclude>
fkd0eylnhp5zjgc99dmruh97i8118gh
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/48
108
327429
3024452
3024361
2022-08-19T17:03:01Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione|40|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo}}|}}</noinclude>quali egli intenda esser i movimenti semplici e come ei gli determina da gli spazi, chiamando semplici quelli che si fanno per linee semplici, che tali sono la circolare e la retta solamente, lo ricevo quietamente, nè mi curo di sottilizargli l’instanza della elica intorno al cilindro{{Annotazione a lato|Elica intorno al cilindro può dirsi linea semplice.}}, che, per esser in ogni sua parte simile a se stessa, par che si potesse annoverar tra le linee semplici. Ma mi risento bene alquanto nel sentirlo ristrignere (mentre par che con altre parole voglia replicar le medesime definizioni) a chiamare quello, movimento intorno al mezo, e questo, ''sursum et deorsum'', cioè in su e in giú; li quali termini non si usano fuori del mondo fabbricato, ma lo suppongono non pur fabbricato, ma di già abitato da noi. Che se il moto retto è semplice per la semplicità della linea retta, e se il moto semplice è naturale, sia pur egli fatto per qualsivoglia verso, dico in su, in giú, innanzi, in dietro, a destra ed a sinistra, e se altra differenza si può immaginare, purché sia retto, dovrà convenire a qualche corpo naturale semplice; o se no, la supposizione d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} è manchevole. Vedesi in oltre che Aristotile accenna, un solo esser al mondo il moto circolare, ed in conseguenza un solo centro, al quale solo si riferiscano i movimenti retti in su e in giú; tutti indizi che egli{{Annotazione a lato|Aristotile accomoda i precetti d'architettura alla fabbrica del mondo, e non la fabbrica ai precetti.}} ha mira di cambiarci le carte in mano, e di volere accomodar l’architettura alla fabbrica, e non costruire la fabbrica conforme a i precetti dell’architettura: ché se io dirò che nell’università della natura ci posson essere mille movimenti circolari, ed in conseguenza mille centri, vi saranno ancora mille moti in su e in giú. In oltre ei pone, come è detto, moti semplici e moto misto, chiamando semplici il circolare ed il retto, e misto il composto di questi; de i corpi naturali chiama altri semplici (cioè quelli che hanno principio naturale al moto semplice), ed altri composti; ed i moti semplici gli attribuisce a’ corpi semplici, ed a’ composti il composto: ma per moto composto e’ non intende piú il misto di retto e circolare, che può essere al mondo, ma introduce un moto misto tanto impossibile, quanto è impossibile a mescolare movimenti opposti fatti nella medesima linea retta, sì che da essi ne nasca un moto che sia parte in su e parte in giú; e per moderare una tanta sconvenevolezza e impossibilità, si riduce a dire che tali corpi misti si muovono secondo la parte semplice predominante; {{Annotazione a lato|Moto retto tal volta semplice, e tal volta misto, per Aristotile.}}che finalmente necessita altrui a dire che anco il moto fatto per la medesima linea retta è alle volte semplice e tal ora anche<noinclude><references/></noinclude>
odrixxtkihaze8wagnjegsv4teuu6jn
3024454
3024452
2022-08-19T17:03:41Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione|40|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo}}|}}</noinclude>quali egli intenda esser i movimenti semplici e come ei gli determina da gli spazi, chiamando semplici quelli che si fanno per linee semplici, che tali sono la circolare e la retta solamente, lo ricevo quietamente, nè mi curo di sottilizargli l’instanza della elica intorno al cilindro{{Annotazione a lato|Elica intorno al cilindro può dirsi linea semplice.}}, che, per esser in ogni sua parte simile a se stessa, par che si potesse annoverar tra le linee semplici. Ma mi risento bene alquanto nel sentirlo ristrignere (mentre par che con altre parole voglia replicar le medesime definizioni) a chiamare quello, movimento intorno al mezo, e questo, ''sursum et deorsum'', cioè in su e in giú; li quali termini non si usano fuori del mondo fabbricato, ma lo suppongono non pur fabbricato, ma di già abitato da noi. Che se il moto retto è semplice per la semplicità della linea retta, e se il moto semplice è naturale, sia pur egli fatto per qualsivoglia verso, dico in su, in giú, innanzi, in dietro, a destra ed a sinistra, e se altra differenza si può immaginare, purché sia retto, dovrà convenire a qualche corpo naturale semplice; o se no, la supposizione d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} è manchevole. Vedesi in oltre che Aristotile accenna, un solo esser al mondo il moto circolare, ed in conseguenza un solo centro, al quale solo si riferiscano i movimenti retti in su e in giú; tutti indizi che egli{{Annotazione a lato|Aristotile accomoda i precetti d'architettura alla fabbrica del mondo, e non la fabbrica ai precetti.}} ha mira di cambiarci le carte in mano, e di volere accomodar l’architettura alla fabbrica, e non costruire la fabbrica conforme a i precetti dell’architettura: ché se io dirò che nell’università della natura ci posson essere mille movimenti circolari, ed in conseguenza mille centri, vi saranno ancora mille moti in su e in giú. In oltre ei pone, come è detto, moti semplici e moto misto, chiamando semplici il circolare ed il retto, e misto il composto di questi; de i corpi naturali chiama altri semplici (cioè quelli che hanno principio naturale al moto semplice), ed altri composti; ed i moti semplici gli attribuisce a’ corpi semplici, ed a’ composti il composto: ma per moto composto e’ non intende piú il misto di retto e circolare, che può essere al mondo, ma introduce un moto misto tanto impossibile, quanto è impossibile a mescolare movimenti opposti fatti nella medesima linea retta, sì che da essi ne nasca un moto che sia parte in su e parte in giú; e per moderare una tanta sconvenevolezza e impossibilità, si riduce a dire che tali corpi misti si muovono secondo la parte semplice predominante; {{Annotazione a lato|Moto retto tal volta semplice, e tal volta misto, per Aristotile.}}che finalmente necessita altrui a dire che anco il moto fatto per la medesima linea retta è alle volte semplice e tal ora {{Pt|an-|}}<noinclude><references/></noinclude>
cqpj81ux7a8zlmc57k70grp43uhewv7
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/49
108
327430
3024453
3024370
2022-08-19T17:03:19Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima}}|41}}</noinclude>che composto, sì che la semplicità del moto non si attende piú dalla semplicità della linea solamente.
{{Sc|Simp.}} Oh non vi par ella differenza bastevole se il movimento semplice ed assoluto sarà piú veloce assai di quello che vien dal predominio? e quanto vien piú velocemente all’ingiú un pezzo di terra pura, che un pezzuol di legno?
{{Sc|Sagr.}} Bene, signor Simplicio; ma se la semplicità si ha da mutar per questo, oltre che ci saranno centomila moti misti, voi non mi saprete determinare il semplice; anzi, di piú, se la maggiore e minor velocità possono alterar la semplicità del moto, nessun corpo semplice si moverà mai di moto semplice, avvengaché in tutti i moti retti naturali la velocità si va sempre agumentando, ed in conseguenza sempre mutando la semplicità, la quale, per esser semplicità, conviene che sia immutabile; e, quel che piú importa, voi graverete Aristotile d’una nuova nota, come quello che nella definizione del moto composto non ha fatto menzione di tardità nè di velocità, la quale ora voi ponete per articolo necessario ed essenziale. Aggiugnesi che nè anco potrete da cotal regola trar frutto veruno; imperocché ci saranno de’ misti, e non pochi, de’ quali altri si moveranno piú lentamente, ed altri piú velocemente, del semplice, come, per esempio, il piombo e ’l legno in comparazione della terra: e però tra questi movimenti quale chiamerete voi il semplice, e quale il composto?
{{Sc|Simp.}} Chiamerassi semplice quello che vien fatto dal corpo semplice, e misto quel del corpo composto.
{{Sc|Sagr.}} Benissimo veramente. E che dite voi, signor Simplicio? poco fa volevi che il moto semplice e il composto m’insegnassero quali siano i corpi semplici e quali i misti; ed ora volete che da i corpi semplici e da i misti io venga in cognizione di qual sia il moto semplice e quale il composto: regola eccellente per non saper mai conoscer nè i moti nè i corpi. Oltre che già venite a dichiararvi come non vi basta piú la maggior velocità, ma ricercate una terza condizione per definire il movimento semplice, per il quale Aristotile si contentò d’una sola, cioè della semplicità dello spazio; ma ora, secondo voi, il moto semplice sarà quello che vien fatto sopra una linea semplice, con certa determinata velocità, da un corpo mobile semplice. Or sia come a voi piace, e torniamo ad Aristotile, il qual mi definì, il moto misto esser quello che si compone del retto e del circolare;<noinclude><references/></noinclude>
hiungtvytepcbo9p2lndia6irhebk96
3024455
3024453
2022-08-19T17:05:27Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima}}|41}}</noinclude>{{Pt|che|anche}} composto, sì che la semplicità del moto non si attende piú dalla semplicità della linea solamente.
{{Sc|Simp.}} Oh non vi par ella differenza bastevole se il movimento semplice ed assoluto sarà piú veloce assai di quello che vien dal predominio? e quanto vien piú velocemente all’ingiú un pezzo di terra pura, che un pezzuol di legno?
{{Sc|Sagr.}} Bene, signor Simplicio; ma se la semplicità si ha da mutar per questo, oltre che ci saranno centomila moti misti, voi non mi saprete determinare il semplice; anzi, di piú, se la maggiore e minor velocità possono alterar la semplicità del moto, nessun corpo semplice si moverà mai di moto semplice, avvengaché in tutti i moti retti naturali la velocità si va sempre agumentando, ed in conseguenza sempre mutando la semplicità, la quale, per esser semplicità, conviene che sia immutabile; e, quel che piú importa, voi graverete Aristotile d’una nuova nota, come quello che nella definizione del moto composto non ha fatto menzione di tardità nè di velocità, la quale ora voi ponete per articolo necessario ed essenziale. Aggiugnesi che nè anco potrete da cotal regola trar frutto veruno; imperocché ci saranno de’ misti, e non pochi, de’ quali altri si moveranno piú lentamente, ed altri piú velocemente, del semplice, come, per esempio, il piombo e ’l legno in comparazione della terra: e però tra questi movimenti quale chiamerete voi il semplice, e quale il composto?
{{Sc|Simp.}} Chiamerassi semplice quello che vien fatto dal corpo semplice, e misto quel del corpo composto.
{{Sc|Sagr.}} Benissimo veramente. E che dite voi, signor Simplicio? poco fa volevi che il moto semplice e il composto m’insegnassero quali siano i corpi semplici e quali i misti; ed ora volete che da i corpi semplici e da i misti io venga in cognizione di qual sia il moto semplice e quale il composto: regola eccellente per non saper mai conoscer nè i moti nè i corpi. Oltre che già venite a dichiararvi come non vi basta piú la maggior velocità, ma ricercate una terza condizione per definire il movimento semplice, per il quale Aristotile si contentò d’una sola, cioè della semplicità dello spazio; ma ora, secondo voi, il moto semplice sarà quello che vien fatto sopra una linea semplice, con certa determinata velocità, da un corpo mobile semplice. Or sia come a voi piace, e torniamo ad Aristotile, il qual mi definì, il moto misto esser quello che si compone del retto e del {{Pt|cir-|}}<noinclude><references/></noinclude>
lrm5jd6xuaqlbpifhnth9gxe8mfhzc8
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/50
108
327432
3024456
3024363
2022-08-19T17:07:12Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione|42|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo}}|}}</noinclude>{{Pt|colare;|circolare;}} ma non mi trovò poi corpo alcuno che fusse naturalmente mobile di tal moto.
{{Sc|Salv.}} Torno dunque ad Aristotile, il quale, avendo molto bene e metodicamente cominciato il suo discorso, ma avendo piú la mira di andare a terminare e colpire in uno scopo, prima nella mente sua stabilitosi, che dove dirittamente il progresso lo conduceva, interrompendo il filo ci esce traversalmente a portar come cosa nota e manifesta, che quanto a i moti retti in su e in giú, questi naturalmente convengono al fuoco ed alla terra, e che però è necessario che oltre a questi corpi, che sono appresso di noi, ne sia un altro in natura al quale convenga il movimento circolare, il quale sia ancora tanto piú eccellente, quanto il moto circolare è piú perfetto del moto retto: quanto poi quello sia piú perfetto di questo, {{Annotazione a lato|linea circolare perfetta, secondo Aristotile, e retta imperfetta, e perchè.}}lo determina dalla perfezion della linea circolare sopra la retta, chiamando quella perfetta, ed imperfetta questa; imperfetta, perchè se è infinita, manca di fine e di termine; se è finita, fuori di lei ci è alcuna cosa dove ella si può prolungare. Questa è la prima pietra, base e fondamento di tutta la fabbrica del mondo Aristotelico, sopra la quale si appoggiano tutte l’altre proprietà di non grave nè leggiero, d’ingenerabile, incorruttibile ed esente da ogni mutazione, fuori della locale, etc.: e tutte queste passioni afferma egli esser proprie del corpo semplice e mobile di moto circolare; e le condizioni contrarie, di gravità, leggerezza, corruttibilità, etc., le assegna a’ corpi mobili naturalmente di movimenti retti. Là onde qualunque volta nello stabilito sin qui si scuopra mancamento, si potrà ragionevolmente dubitar di tutto il resto, che sopra gli vien costrutto. Io non nego che questo, che sin qui Aristotile ha introdotto con discorso generale, dependente da principii universali e primi, non venga poi nel progresso riconfermato con ragioni particolari e con esperienze, le quali tutte è necessario che vengano distintamente considerate e ponderate; ma già che nel detto sin qui si rappresentano molte, e non picciole, difficultà (e pur converrebbe che i primi principii e fondamenti fussero sicuri fermi e stabili, acciocchè piú risolutamente si potesse sopra di quelli fabbricare), non sarà forse se non ben fatto, prima che si accresca il cumulo de i dubbi, vedere se per avventura (sì come io stimo) incamminandoci per altra strada ci indrizzassimo a piú diritto e sicuro cammino, e con precetti d’architettura meglio considerati<noinclude></noinclude>
62eijvc35jufip23vif90u7za42msm3
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/51
108
327433
3024457
3024364
2022-08-19T17:18:20Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima}}|43}}</noinclude>potessimo stabilire i primi fondamenti. Però, sospendendo per ora il progresso d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, il quale a suo tempo ripiglieremo e partitamente esamineremo, dico che, delle cose da esso dette sin qui, convengo seco ed ammetto che il mondo sia corpo dotato di tutte le dimensioni, e però perfettissimo; {{Annotazione a lato|Mondo si suppone dall'autore esser perfettamente ordinato.}}ed aggiungo, che come tale ei sia necessariamente ordinatissimo, cioè di parti con sommo e perfettissimo ordine tra di loro disposte: il quale assunto non credo che sia per esser negato nè da voi nè da altri.
{{Sc|Simp.}} E chi volete voi che lo neghi? La prima cosa, egli è d’Aristotile stesso; e poi, la sua denominazione non par che sia presa d’altronde, che dall’ordine che egli perfettamente contiene.
{{Sc|Salv.}} Stabilito dunque cotal principio, si può immediatamente concludere che, se i corpi integrali del mondo devono {{Annotazione a lato|Moto retto impossibile esser nel mondo ben ordinato.}}esser di lor natura mobili, è impossibile che i movimenti loro siano retti, o altri che circolari: e la ragione è assai facile e manifesta. Imperocchè quello che si muove di moto retto, muta luogo; e continuando di muoversi, si va piú e piú sempre allontanando dal termine ond’ei si partì e da tutti i luoghi per i quali successivamente ei va passando; e se tal moto naturalmente se gli conviene, adunque egli da principio non era nel luogo suo naturale, e però non erano le parti del mondo con ordine perfetto disposte: ma noi supponghiamo, quelle esser perfettamente ordinate: adunque, come tali, è impossibile che abbiano da natura di mutar luogo, ed in conseguenza di muoversi di moto retto. {{Annotazione a lato|Moto retto di sua natura infinito.}}In oltre, essendo il moto retto di sua natura infinito, perchè infinita e indeterminata è la linea retta, è impossibile che mobile alcuno abbia da natura principio di {{Annotazione a lato| Moto retto impossibile per natura.}}muoversi per linea retta, cioè verso dove è impossibile di arrivare, non vi essendo termine prefinito; e la natura, come ben dice Aristotile medesmo, {{Annotazione a lato|Natura non intraprende ciò che è impassibile a esser fatto}}non intraprende a fare quello che non può esser fatto, nè intraprende a muovere dove è impossibile a pervenire. E se pur alcuno dicesse, che se bene la linea retta, ed in conseguenza il moto per essa, è produttibile in infinito, cioè interminato, tuttavia però la natura, per così dire, arbitrariamente gli ha assegnati alcuni termini, e dato naturali instinti a’ suoi corpi naturali di muoversi a quelli, io risponderò che ciò per avventura si potrebbe favoleggiare che fusse avvenuto del primo caos, dove confusamente ed inordinatamente andavano indistinte materie vagando, {{Annotazione a lato|Moto retto forse nel primo caos.}}per le quali ordinare la natura molto acconciamente si fusse servita<noinclude></noinclude>
65opto1zjpog1qr74rpy85tayl36ss0
3024460
3024457
2022-08-19T17:20:24Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima}}|43}}</noinclude>potessimo stabilire i primi fondamenti. Però, sospendendo per ora il progresso d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, il quale a suo tempo ripiglieremo e partitamente esamineremo, dico che, delle cose da esso dette sin qui, convengo seco ed ammetto che il mondo sia corpo dotato di tutte le dimensioni, e però perfettissimo; {{Annotazione a lato|Mondo si suppone dall'autore esser perfettamente ordinato.}}ed aggiungo, che come tale ei sia necessariamente ordinatissimo, cioè di parti con sommo e perfettissimo ordine tra di loro disposte: il quale assunto non credo che sia per esser negato nè da voi nè da altri.
{{Sc|Simp.}} E chi volete voi che lo neghi? La prima cosa, egli è d’Aristotile stesso; e poi, la sua denominazione non par che sia presa d’altronde, che dall’ordine che egli perfettamente contiene.
{{Sc|Salv.}} Stabilito dunque cotal principio, si può immediatamente concludere che, se i corpi integrali del mondo devono {{Annotazione a lato|Moto retto impossibile esser nel mondo ben ordinato.}}esser di lor natura mobili, è impossibile che i movimenti loro siano retti, o altri che circolari: e la ragione è assai facile e manifesta. Imperocchè quello che si muove di moto retto, muta luogo; e continuando di muoversi, si va piú e piú sempre allontanando dal termine ond’ei si partì e da tutti i luoghi per i quali successivamente ei va passando; e se tal moto naturalmente se gli conviene, adunque egli da principio non era nel luogo suo naturale, e però non erano le parti del mondo con ordine perfetto disposte: ma noi supponghiamo, quelle esser perfettamente ordinate: adunque, come tali, è impossibile che abbiano da natura di mutar luogo, ed in conseguenza di muoversi di moto retto. {{Annotazione a lato|Moto retto di sua natura infinito.}}In oltre, essendo il moto retto di sua natura infinito, perchè infinita e indeterminata è la linea retta, è impossibile che mobile alcuno abbia da natura principio di {{Annotazione a lato|Moto retto impossibile per natura.}}muoversi per linea retta, cioè verso dove è impossibile di arrivare, non vi essendo termine prefinito; e la natura, come ben dice Aristotile medesmo, non intraprende a fare quello che non può esser fatto, {{Annotazione a lato|Natura non intraprende ciò che è impassibile a esser fatto}}nè intraprende a muovere dove è impossibile a pervenire. E se pur alcuno dicesse, che se bene la linea retta, ed in conseguenza il moto per essa, è produttibile in infinito, cioè interminato, tuttavia però la natura, per così dire, arbitrariamente gli ha assegnati alcuni termini, e dato naturali instinti a’ suoi corpi naturali di muoversi a quelli, io risponderò che ciò per avventura si potrebbe favoleggiare che fusse avvenuto del primo caos, dove confusamente ed inordinatamente andavano indistinte materie vagando, {{Annotazione a lato|Moto retto forse nel primo caos.}}per le quali ordinare la natura molto acconciamente si fusse servita<noinclude></noinclude>
58lmcml7pkd7gxckbe37cajzoc571a3
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/52
108
327434
3024474
1881290
2022-08-19T18:52:32Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione|44|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo}}|}}</noinclude>de i movimenti retti, i quali, sì come movendo i corpi ben costituiti gli disordinano, {{Annotazione a lato|Moto retto accomodato a ordinar i corpi mal ordinati.}}così sono acconci a ben ordinare i pravamente disposti; ma dopo l’ottima distribuzione e collocazione è impossibile che in loro resti naturale inclinazione di piú muoversi di moto retto, dal quale ora solo ne seguirebbe il rimuoversi dal proprio e natural luogo, cioè il disordinarsi. Possiamo dunque dire, il moto retto servire a condur le materie per fabbricar l’opera, ma fabbricata ch’ell’è, o restare immobile, o, se mobile, muoversi solo circolarmente; se però noi non volessimo dir con Platone, che anco i corpi mondani, dopo l’essere stati fabbricati {{Annotazione a lato|Corpi mondani mossi da principio di moto retto e poi circolarmente, secondo Platone}}e del tutto stabiliti, furon per alcun tempo dal suo Fattore mossi di moto retto, ma che dopo l’esser pervenuti in certi e determinati luoghi, furon rivolti a uno a uno in giro, passando dal moto retto al circolare, dove poi si son mantenuti e tuttavia si conservano: pensiero altissimo e degno ben di Platone, intorno al quale mi sovviene aver sentito discorrere il nostro comune amico Accademico Linceo; e se ben mi ricorda, il discorso fu tale. Ogni corpo costituito per qualsivoglia {{Annotazione a lato|Il mobile posto in quiete non si moverà, quando non abbia inclinazione a qualche luogo particolare,}}causa in istato di quiete, ma che per sua natura sia mobile, posto in libertà si moverà, tutta volta però ch’egli abbia da natura inclinazione a qualche luogo particolare; chè quando e’ fusse indifferente a tutti, resterebbe nella sua quiete, non avendo maggior ragione di muoversi a questo che a quello. Dall’aver questa {{Annotazione a lato|Il mobile accelera il moto andando verso il luogo dove ha inclinazione.}}inclinazione ne nasce necessariamente che egli nel suo moto si anderà continuamente accelerando; e cominciando con moto tardissimo, non acquisterà grado alcuno di velocità, che prima e’ non sia passato per tutti i gradi di velocità minori, o vogliamo dire di tardità maggiori: perchè, partendosi dallo stato della quiete (che è il grado di infinita tardità di moto), non ci è ragione nissuna per la quale e’ debba entrare in un tal determinato grado di velocità, prima che entrare in un minore, ed in un altro ancor minore prima che in quello; anzi par molto ben ragionevole passar prima per i gradi piú vicini a quello donde ei si parte, e da quelli a i piú remoti; ma il grado di dove {{Annotazione a lato|Quiete è il grado di tardità infinita.}}il mobile piglia a muoversi è quello della somma tardità, cioè della quiete. Ora, questa accelerazion di moto non si farà se non quando il mobile nel muoversi acquista{{Annotazione a lato|Mobile non si accelera se non quando aquista vicinità al termine.}}; nè altro è l’acquisto suo se non l’avvicinarsi al luogo desiderato, cioè dove l’inclinazion naturale lo tira; e là si condurrà egli per la piú breve, cioè per linea retta. Possiamo dunque {{Pt|ragio-|}}<noinclude></noinclude>
3obx00oi8fumn406oy97wjh0hjw2gt9
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/53
108
327436
3024373
2786511
2022-08-19T11:59:09Z
Alex brollo
1615
/* new eis level2 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="2" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima}}|45}}</noinclude>{{Pt|nevolmente|ragionevolmente}} dire che la natura, per conferire in un mobile, prima costituito in quiete, una determinata velocità, si serva del farlo muover, per alcun tempo e per qualche spazio, di moto retto. Stante questo discorso, figuriamoci aver Iddio creato il corpo, v.g., di Giove, al quale abbia determinato di voler conferire una tal velocità, la quale egli poi debba conservar perpetuamente uniforme: potremo con Platone dire che gli desse di muoversi da principio di moto retto ed accelerato, e che poi, giunto a quel tal grado di velocità, convertisse il suo moto retto in circolare, del quale poi la velocità naturalmente convien esser uniforme.
{{Sc|Sagr.}} Io sento con gran gusto questo discorso, e maggiore credo che sarà doppo che mi abbiate rimossa una difficultà: la quale è, che io non resto ben capace come di necessità convenga che un mobile, partendosi dalla quiete ed entrando in un moto al quale egli abbia inclinazion naturale, passi per tutti i gradi di tardità precedenti, che sono tra qualsivoglia segnato grado di velocità e lo stato di quiete, li quali gradi sono infiniti; sì che non abbia potuto la natura contribuire al corpo di Giove, subito creato, il suo moto circolare, con tale e tanta velocità.
{{Sc|Salv.}} Io non ho detto, nè ardirei di dire, che alla natura e a Dio fusse impossibile il conferir quella velocità, che voi dite, immediatamente; ma dirò bene che de facto la natura non lo fa; talchè il farlo verrebbe ad esser operazione fuora del corso naturale e però miracolosa. [Muovasi<ref>La porzione di testo posta tra le parentesi quadre, è stata aggiunta, in seguito, a penna, da Galileo stesso su una copia giunta sino a noi.</ref> con qual si voglia velocità qual si sia poderosissimo mobile, ed incontri qual si voglia corpo costituito in quiete, ben che debolissimo e di minima resistenza; quel mobile, incontrandolo, già mai non gli conferirà immediatamente la sua velocità: segno evidente di che ne è il sentirsi il suono della percossa, il quale non si sentirebbe, o per dir meglio non sarebbe, se il corpo che stava in quiete ricevesse, nell'arrivo del mobile, la medesima velocità di quello.]
{{Sc|Sagr.}} Adunque voi credete che un sasso, partendosi dalla quiete, ed entrando nel suo moto naturale verso il centro della Terra, passi<noinclude></noinclude>
lirhd5pe9amvht6k1mc760oh7hf9azs
3024476
3024373
2022-08-19T19:01:52Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima}}|45}}</noinclude>{{Pt|nevolmente|ragionevolmente}} dire che la natura, per conferire in un mobile, prima costituito in quiete, una determinata velocità, si serva del {{Annotazione a lato|Natura per indur nel mobile qualche gradi di velocità lo fa muover di moto retto.}}farlo muover, per alcun tempo e per qualche spazio, di moto retto. Stante questo discorso, figuriamoci aver Iddio creato il corpo, v.g., di Giove, al quale abbia determinato di voler conferire una tal velocità, la quale egli poi debba conservar perpetuamente uniforme: potremo con Platone dire che gli desse di muoversi da principio di moto retto ed accelerato, e che poi, giunto a quel tal grado di velocità, convertisse il suo moto retto in circolare, del quale poi la velocità naturalmente {{Annotazione a lato|Velocità uniforme conviene al moto circolare. credo}}convien esser uniforme.
{{Sc|Sagr.}} Io sento con gran gusto questo discorso, e maggiore credo che sarà doppo che mi abbiate rimossa una difficultà: la quale è, che io non resto ben capace come di necessità convenga che un mobile, partendosi dalla quiete ed entrando in un moto al quale egli abbia inclinazion naturale, passi per tutti i gradi di tardità precedenti, che sono tra qualsivoglia segnato grado di velocità e lo stato di quiete, li quali gradi sono infiniti; {{Annotazione a lato|Tra la quiete e qualsisia grado di velocità mediano infiniti gradi di velocità minori.}}sì che non abbia potuto la natura contribuire al corpo di Giove, subito creato, il suo moto circolare, con tale e tanta velocità.
{{Sc|Salv.}} Io non ho detto, {{Annotazione a lato|Natura non conferisce immediatamente un determinato grado di velocità, se ben potrebbe.}}nè ardirei di dire, che alla natura e a Dio fusse impossibile il conferir quella velocità, che voi dite, immediatamente; ma dirò bene che de facto la natura non lo fa; talchè il farlo verrebbe ad esser operazione fuora del corso naturale e però miracolosa<ref>Nell’esemplare dell’edizione originaie posseduto dalla Biblioteca del Seminario di Padova (intorno al qual esemplare veggasi l’Avvertimento), e precisamente sul margine inferiore della pag. 13, la quale termina con le parole «e però miracolosa», si legge, scritto di mano di Galileo, quanto appresso:<br>{{gap|1em}}
«Muovasi con qual si voglia velocità qual si sia poderosissimo mobile, ed incontri qual si voglia corpo costituito in quiete, ben che debolissimo e di minima resistenza; quel mobile, incontrandolo, già 30 mai non gli conferirà immediatamente la sua velocità: segno evidente di che ne è il sentirsi il suono della percossa, il quale non si sentirebbe, o per dir meglio non sarebbe, se il corpo che stava in quiete ricevesse, nell’arrivo del mobile, la medesima velocità di quello.»</ref>.
{{Sc|Sagr.}} Adunque voi credete che un sasso, partendosi dalla quiete, ed entrando nel suo moto naturale verso il centro della Terra, passi<noinclude></noinclude>
iv2s4yoymdigw7vx8afkh0m4319t5u2
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/54
108
327437
3024477
3024365
2022-08-19T19:34:09Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione|46|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo}}|}}</noinclude>per tutti i gradi di tardità inferiori a qualsivoglia grado di velocità?
{{Sc|Salv.}} Credolo, anzi ne son sicuro, e sicuro con tanta certezza, che posso renderne sicuro voi ancora.
{{Sc|Sagr.}} Quando in tutto il ragionamento d’oggi io non guadagnassi altro che una tal cognizione, me lo reputerei per un gran capitale.
{{Sc|Salv.}} Per quanto mi par di comprendere dal vostro ragionare, gran parte della vostra difficultà consiste in quel dover passare in un tempo, ed anco brevissimo, per quelli infiniti gradi di tardità precedenti a qual si sia velocità acquistata dal mobile in quel tal tempo: e però, prima che venire ad altro, cercherò di rimovervi questo scrupolo; {{Annotazione a lato|li mobile partendo- polo si dalla quiete passa per tutti i gradi di bile velocità, senza dimorare in alcuno. in}}che doverà esser agevol cosa, mentre io vi replico che il mobile passa per i detti gradi, ma il passaggio è fatto senza dimorare in veruno, talchè, non ricercando il passaggio piú di un solo instante di tempo, e contenendo qualsivoglia piccol tempo infiniti instanti, non ce ne mancheranno per assegnare il suo a ciascheduno de gl’infiniti gradi di tardità, e sia il tempo quanto si voglia breve.
{{Sc|Sagr.}} Sin qui resto capace: tuttavia mi par gran cosa che quella palla d’artiglieria (che tal mi figuro esser il mobile cadente), che pur si vede scendere con tanto precipizio che in manco di dieci battute di polso passerà piú di dugento braccia di altezza, si sia nel suo moto trovata congiunta con sì picciol grado di velocità, che, se avesse continuato di muoversi con quello senza piú accelerarsi, non l’averebbe passata in tutto un giorno.
{{Sc|Salv.}} Dite pure in tutto un anno, nè in dieci, nè in mille, sì come io m’ingegnerò di persuadervi, ed anco forse senza vostra contradizione ad alcune assai semplici interrogazioni ch’io vi farò. Però ditemi se voi avete difficultà nessuna in concedere che quella palla, nello scendere, vadia sempre aquistando maggior impeto e velocità.
{{Sc|Sagr.}} Sono di questo sicurissimo.
{{Sc|Salv.}} E se io dirò che l’impeto aquistato in qualsivoglia luogo del suo moto sia tanto che basterebbe a ricondurla a quell’altezza donde si partì, me lo concedereste?
{{Sc|Sagr.}} {{Annotazione a lato|11 mobile grave scendendo aquista impeto bastante a ricondursi in altrettanta altezza.}}Concedere’lo senza contradizione, tuttavolta che la potesse applicar, senz’esser impedita, tutto il suo impeto in quella sola operazione, di ricondur se medesima, o altro eguale a sè, a quella {{Pt|me-|}}<noinclude></noinclude>
m1csbr4vky0tv05y6tdsh4uczaxso7e
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/55
108
327438
3024374
3024366
2022-08-19T12:00:23Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima}}|47}}</noinclude>{{Pt|desima|medesima}} altezza: come sarebbe se la Terra fusse perforata per il centro, e che, lontano da esso cento o mille braccia, si lasciasse cader la palla; credo sicuramente che ella passerebbe oltre al centro, salendo altrettanto quanto scese: e così mi mostra l’esperienza accadere d’un peso pendente da una corda, che rimosso dal perpendicolo, che è il suo stato di quiete, e lasciato poi in libertà, cala verso detto perpendicolo e lo trapassa per altrettanto spazio, o solamente tanto meno quanto il contrasto dell’aria e della corda o di altri accidenti l’impediscono. Mostrami l’istesso l’acqua, che scendendo per un sifone, rimonta altrettanto quanto fu la sua scesa.
{{Sc|Salv.}} Voi perfettamente discorrete. E perch’io so che non avete dubbio in conceder che l’acquisto dell’impeto sia mediante l’allontanamento dal termine donde il mobile si parte, e l’avvicinamento al centro dove tende il suo moto, arete voi difficultà nel concedere che due mobili eguali, ancorchè scendenti per diverse linee, senza veruno impedimento, facciano acquisto d’impeti eguali, tuttavolta che l’avvicinamento al centro sia eguale?
{{Sc|Sagr.}} Non intendo bene il quesito.
{{Sc|Salv.}} Mi dichiarerò meglio col segnarne un poco di figura. Però noterò questa linea AB, parallela all’orizonte, e sopra il punto B drizzerò la perpendicolare BC, e poi congiugnerò questa inclinata CA.
[[Immagine:Galileo_Massimi_Sistemi_-_I_giornata_-_04.gif|right]]
:Intendendo ora la linea CA esser un piano inclinato, esquisitamente pulito e duro, sopra il quale scenda una palla perfettamente rotonda e di materia durissima, ed una simile scenderne liberamente per la perpendicolare CB, domando se voi concedereste che l’impeto della scendente per il piano CA, giunta che la fusse al termine A, potesse essere eguale all’impeto acquistato dall’altra nel punto B, doppo la scesa per la perpendicolare CB.
{{Sc|Sagr.}} Io credo risolutamente di sì, perchè in effetto amendue si sono avvicinate al centro egualmente, e, per quello che pur ora ho conceduto, gl’impeti loro sarebbero egualmente bastanti a ricondur loro stesse alla medesima altezza.
{{Sc|Salv.}} Ditemi ora quello che voi credete che facesse quella medesima palla posata sul piano orizontale A B.
{{Sc|Sagr.}} Starebbe ferma, non avendo esso piano veruna inclinazione.<noinclude></noinclude>
83mdvo32pzo2b2x9q6hul0bf1tpawqv
3024478
3024374
2022-08-19T19:41:03Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima}}|47}}</noinclude>{{Pt|desima|medesima}} altezza: come sarebbe se la Terra fusse perforata per il centro, e che, lontano da esso cento o mille braccia, si lasciasse cader la palla; credo sicuramente che ella passerebbe oltre al centro, salendo altrettanto quanto scese: e così mi mostra l’esperienza accadere d’un peso pendente da una corda, che rimosso dal perpendicolo, che è il suo stato di quiete, e lasciato poi in libertà, cala verso detto perpendicolo e lo trapassa per altrettanto spazio, o solamente tanto meno quanto il contrasto dell’aria e della corda o di altri accidenti l’impediscono. Mostrami l’istesso l’acqua, che scendendo per un sifone, rimonta altrettanto quanto fu la sua scesa.
{{Sc|Salv.}} Voi perfettamente discorrete. E perch’io so che non avete dubbio in conceder che l’acquisto dell’impeto sia mediante l’allontanamento dal termine donde il mobile si parte, e l’avvicinamento al centro dove tende il suo moto, arete voi difficultà nel concedere che due mobili eguali, ancorchè scendenti per diverse linee, senza veruno impedimento, facciano acquisto d’impeti eguali, tuttavolta che l’avvicinamento al centro sia eguale?
{{Sc|Sagr.}} Non intendo bene il quesito.
{{Sc|Salv.}} Mi dichiarerò meglio col segnarne un poco di figura. Però noterò questa linea AB, parallela all’orizonte, e sopra il punto B drizzerò la perpendicolare BC, e poi congiugnerò questa inclinata CA. {{FI
|file = Galileo_Massimi_Sistemi_-_I_giornata_-_04.gif
| width = 40%
| float = right
| margin-top=.5em| margin-bottom=0| margin-left=.5em
}}Intendendo ora la linea CA esser un piano inclinato, esquisitamente pulito e duro, sopra il quale scenda una palla perfettamente rotonda e di materia durissima, ed una simile scenderne liberamente per la perpendicolare CB, domando se voi concedereste che l’impeto della scendente per il piano CA, giunta che la fusse al termine A, potesse essere eguale all’impeto acquistato dall’altra nel punto B, doppo la scesa per la perpendicolare CB.
{{Sc|Sagr.}} Io credo risolutamente di sì{{Annotazione a lato|impeti sono eguali de' mobili egualmente avvicinatisi ai centro. }}, perchè in effetto amendue si sono avvicinate al centro egualmente, e, per quello che pur ora ho conceduto, gl’impeti loro sarebbero egualmente bastanti a ricondur loro stesse alla medesima altezza.
{{Sc|Salv.}} Ditemi ora quello che voi credete che facesse quella medesima palla posata sul piano orizontale A B.{{Annotazione a lato|Sopra il Piano orizontale il mobile sta fermo. }}
{{Sc|Sagr.}} Starebbe ferma, non avendo esso piano veruna inclinazione.<noinclude></noinclude>
lj17ljerple3hl11kh7l4w9shdacv8x
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/56
108
327440
3024375
3024367
2022-08-19T12:00:36Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione|48|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo}}|}}</noinclude>
{{Sc|Salv.}} Ma sul piano inclinato C A scenderebbe, ma con moto piú lento che per la perpendicolare C B.
{{Sc|Sagr.}} Sono stato per risponder risolutamente di sì, parendomi pur necessario che il moto per la perpendicolare C B debba esser piú veloce che per l’inclinata C A: tuttavia, se questo è, come potrà il cadente per l’inclinata, giunto al punto A, aver tanto impeto, cioè tal grado di velocità, quale e quanto il cadente per la perpendicolare avrà nel punto B? Queste due proposizioni par che si contradicano.
{{Sc|Salv.}} Adunque molto piú vi parrà falso se io dirò che assolutamente le velocità de’ cadenti per la perpendicolare e per l’inclinata siano eguali. E pur questa è proposizione verissima; sì come vera è questa ancora che dice che il cadente si muove piú velocemente per la perpendicolare che per la inclinata.
{{Sc|Sagr.}} Queste al mio orecchio suonano proposizioni contradittorie; ed al vostro, signor Simplicio?
{{Sc|Simp.}} Ed a me par l’istesso.
{{Sc|Salv.}} Credo che voi mi burliate, fingendo di non capire quel che voi intendete meglio di me. Però ditemi, signor Simplicio: quando voi v’immaginate un mobile esser piú veloce d’un altro, che concetto vi figurate voi nella mente?
{{Sc|Simp.}} Figuromi, l’uno passar nell’istesso tempo maggiore spazio dell’altro, o vero passare spazio eguale, ma in minor tempo.
{{Sc|Salv.}} Benissimo: e per mobili egualmente veloci, che concetto vi figurate?
{{Sc|Simp.}} Figuromi che passino spazi eguali in tempi eguali.
{{Sc|Salv.}} E non altro concetto che questo?
{{Sc|Simp.}} Questo mi par che sia la propria definizione de’ moti eguali.
{{Sc|Sagr.}} Aggiunghiamoci pure quest’altra di piú: cioè chiamarsi ancora le velocità esser eguali, quando gli spazi passati hanno la medesima proporzione che i tempi ne’ quali son passati, e sarà definizione piú universale.
{{Sc|Salv.}} Così è, perchè comprende gli spazi eguali passati in tempi eguali, e gl’ineguali ancora, passati in tempi ineguali, ma proporzionali a essi spazi. Ripigliate ora la medesima figura, ed applicandovi il concetto che vi figurate del moto piú veloce, ditemi perchè vi pare che la velocità del cadente per CB sia maggiore della velocità dello scendente per la CA.<noinclude></noinclude>
lh2je0e1kih9dkvc17lboqqm5p7kslm
3024479
3024375
2022-08-19T20:06:30Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione|48|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo}}|}}</noinclude>
{{Sc|Salv.}} Ma sul piano inclinato C A scenderebbe, ma con moto piú lento che per la perpendicolare C B.
{{Sc|Sagr.}} Sono stato per risponder risolutamente di sì, parendomi pur necessario che il moto per la perpendicolare C B debba esser piú veloce che per l’inclinata C A: tuttavia, se questo è, come potrà il cadente per l’inclinata, giunto al punto A, aver tanto impeto, cioè tal grado di velocità, quale e quanto il cadente per la perpendicolare avrà nel punto B? Queste due proposizioni par che si contradicano.
{{Sc|Salv.}} Adunque molto piú vi parrà falso se io dirò che assolutamente {{Annotazione a lato|Velocità per il piano inclinato eguale alla velocità per la perpendicolare, ed il moto per la perpendicolare più veloce che per l'inclinata.}}le velocità de’ cadenti per la perpendicolare e per l’inclinata siano eguali. E pur questa è proposizione verissima; sì come vera è questa ancora che dice che il cadente si muove piú velocemente per la perpendicolare che per la inclinata.
{{Sc|Sagr.}} Queste al mio orecchio suonano proposizioni contradittorie; ed al vostro, signor Simplicio?
{{Sc|Simp.}} Ed a me par l’istesso.
{{Sc|Salv.}} Credo che voi mi burliate, fingendo di non capire quel che voi intendete meglio di me. Però ditemi, signor Simplicio: quando voi v’immaginate un mobile esser piú veloce d’un altro, che concetto vi figurate voi nella mente?
{{Sc|Simp.}} Figuromi, l’uno passar nell’istesso tempo maggiore spazio dell’altro, o vero passare spazio eguale, ma in minor tempo.
{{Sc|Salv.}} Benissimo: e per mobili egualmente veloci, che concetto vi figurate?
{{Sc|Simp.}} Figuromi che passino spazi eguali in tempi eguali.
{{Sc|Salv.}} E non altro concetto che questo?
{{Sc|Simp.}} Questo mi par che sia la propria definizione de’ moti eguali.
{{Sc|Sagr.}} Aggiunghiamoci pure quest’altra di piú: {{Annotazione a lato|Velocità diconsi eguali quando gli spazi passati son proporzionati a i tempi.}}cioè chiamarsi ancora le velocità esser eguali, quando gli spazi passati hanno la medesima proporzione che i tempi ne’ quali son passati, e sarà definizione piú universale.
{{Sc|Salv.}} Così è, perchè comprende gli spazi eguali passati in tempi eguali, e gl’ineguali ancora, passati in tempi ineguali, ma proporzionali a essi spazi. Ripigliate ora la medesima figura, ed applicandovi il concetto che vi figurate del moto piú veloce, ditemi perchè vi pare che la velocità del cadente per CB sia maggiore della velocità dello scendente per la CA.<noinclude></noinclude>
fy6pxqbgzslw7jgvrdy50q8zj8xui5e
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/58
108
327442
3024376
3024369
2022-08-19T12:02:34Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione|50|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo}}|}}</noinclude>difettosa, che anco la sua contradittoria potrebbe esser vera, cioè che il moto nell’inclinata è più veloce che nella perpendicolare, perchè è vero che nell’inclinata possiamo pigliare uno spazio passato dal mobile in manco tempo che altrettanto spazio passato nella perpendicolare. Ora, perchè il moto nell’inclinata è in alcuni luoghi più veloce ed in altri meno che nella perpendicolare, adunque in alcuni luoghi dell’inclinata il tempo del moto del mobile al tempo del moto del mobile per alcuni luoghi della perpendicolare avrà maggior proporzione che lo spazio passato allo spazio passato, ed in altri luoghi la proporzione del tempo al tempo sarà minore di quella dello spazio allo spazio.
[[Immagine:Galileo_Massimi_Sistemi_-_I_giornata_-_05.gif|left]]
Come, per esempio, partendosi due mobili dalla quiete, cioè dal punto C, uno per la perpendicolare CB e l’altro per l’inclinata CA, nel tempo che nella perpendicolare il mobile avrà passata tutta la CB, l’altro avrà passata la CT, minore; e però il tempo per CT al tempo per CB (che gli è eguale) arà maggior proporzione che la linea TC alla CB, essendo che la medesima alla minore ha maggior proporzione che alla maggiore: e per l’opposito, quando nella CA, prolungata quanto bisognasse, si prendesse una parte eguale alla CB, ma passata in tempo più breve, il tempo nell’inclinata al tempo nella perpendicolare arebbe proporzione minore che lo spazio allo spazio. Se dunque nell’inclinata e nella perpendicolare possiamo intendere spazi e velocità tali che le proporzioni tra essi spazi siano e minori e maggiori delle proporzioni de’ tempi, possiamo ben ragionevolmente concedere che vi sieno anco spazi per i quali i tempi de i movimenti ritengano la medesima proporzione che gli spazi.
{{Sc|Sagr.}} Già mi sent’io levato lo scrupolo maggiore, e comprendo esser non solo possibile, ma dirò necessario, quello che mi pareva un contradittorio: ma non però intendo per ancora che uno di questi casi possibili o necessari sia questo del quale abbiamo bisogno di presente, sì che vero sia che il tempo della scesa per C A al tempo della caduta per C B abbia la medesima proporzione che la linea C A alla C B, onde e’ si possa senza contradizione dire che le velocità per la inclinata C A e per la perpendicolare C B sieno eguali.
{{Sc|Salv.}} Contentatevi per ora ch’io v’abbia rimossa l’incredulità; ma la scienza aspettatela un’altra volta, cioè quando vedrete le cose<noinclude></noinclude>
r509nkgwiu7xt5ya7k789iunvjynupf
3024490
3024376
2022-08-19T20:08:44Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Aubrey" />{{RigaIntestazione|50|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo}}|}}</noinclude>difettosa, che anco la sua contradittoria potrebbe esser vera, cioè che il moto nell’inclinata è più veloce che nella perpendicolare, perchè è vero che nell’inclinata possiamo pigliare uno spazio passato dal mobile in manco tempo che altrettanto spazio passato nella perpendicolare. Ora, perchè il moto nell’inclinata è in alcuni luoghi più veloce ed in altri meno che nella perpendicolare, adunque in alcuni luoghi dell’inclinata il tempo del moto del mobile al tempo del moto del mobile per alcuni luoghi della perpendicolare avrà maggior proporzione che lo spazio passato allo spazio passato, ed in altri luoghi la proporzione del tempo al tempo sarà minore di quella dello spazio allo spazio.
[[Immagine:Galileo_Massimi_Sistemi_-_I_giornata_-_05.gif|left]]Come, per esempio, partendosi due mobili dalla quiete, cioè dal punto C, uno per la perpendicolare CB e l’altro per l’inclinata CA, nel tempo che nella perpendicolare il mobile avrà passata tutta la CB, l’altro avrà passata la CT, minore; e però il tempo per CT al tempo per CB (che gli è eguale) arà maggior proporzione che la linea TC alla CB, essendo che la medesima alla minore ha maggior proporzione che alla maggiore: e per l’opposito, quando nella CA, prolungata quanto bisognasse, si prendesse una parte eguale alla CB, ma passata in tempo più breve, il tempo nell’inclinata al tempo nella perpendicolare arebbe proporzione minore che lo spazio allo spazio. Se dunque nell’inclinata e nella perpendicolare possiamo intendere spazi e velocità tali che le proporzioni tra essi spazi siano e minori e maggiori delle proporzioni de’ tempi, possiamo ben ragionevolmente concedere che vi sieno anco spazi per i quali i tempi de i movimenti ritengano la medesima proporzione che gli spazi.
{{Sc|Sagr.}} Già mi sent’io levato lo scrupolo maggiore, e comprendo esser non solo possibile, ma dirò necessario, quello che mi pareva un contradittorio: ma non però intendo per ancora che uno di questi casi possibili o necessari sia questo del quale abbiamo bisogno di presente, sì che vero sia che il tempo della scesa per C A al tempo della caduta per C B abbia la medesima proporzione che la linea C A alla C B, onde e’ si possa senza contradizione dire che le velocità per la inclinata C A e per la perpendicolare C B sieno eguali.
{{Sc|Salv.}} Contentatevi per ora ch’io v’abbia rimossa l’incredulità; ma la scienza aspettatela un’altra volta, cioè quando vedrete le cose<noinclude></noinclude>
62goinq789taj6msekkiahwdnokzl1u
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/59
108
327443
3024377
2501018
2022-08-19T12:03:38Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Stefano mariucci" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|51}}</noinclude>dimostrate dal nostro Accademico intorno a i moti locali: dove troverete dimostrato, che nel tempo che ’l mobile cade per tutta la CB, l’altro scende per la CA sino al punto T, nel quale cade la perpendicolare tiratavi dal punto B; e per trovare dove il medesimo cadente per la perpendicolare si troverebbe quando l’altro arriva al punto A, tirate da esso A la perpendicolare sopra la CA, prolungando essa e la CB sino al concorso, e quello sarà il punto cercato. Intanto vedete come è vero che il moto per la CB è più veloce che per l’inclinata CA (ponendo il termine C per principio de’ moti de’ quali facciamo comparazione); perchè la linea CB è maggiore della CT, e l’altra da C sino al concorso della perpendicolare tirata da A sopra la CA è maggiore della CA, e però il moto per essa è più veloce che per la CA. Ma quando noi paragoniamo il moto fatto per tutta la CA, non con tutto ’l moto fatto nel medesimo tempo per la perpendicolare prolungata, ma col fatto in parte del tempo per la sola parte CB, non repugna che il mobile per CA, continuando di scendere oltre al T, possa in tal tempo arrivare in A, che qual proporzione si trova tra le linee CA, CB, tale sia tra essi tempi. Ora, ripigliando il nostro primo proposito, che era di mostrare come il mobile grave, partendosi dalla quiete, passa, scendendo, per tutti i gradi di tardità precedenti a qualsivoglia grado di velocità che egli acquisti, ripigliando la medesima figura, ricordiamoci che eramo convenuti che il cadente per la perpendicolare CB ed il descendente per l’inclinata CA, ne i termini B, A si trovassero avere acquistati eguali gradi di velocità. Ora, seguitando più avanti, non credo che voi abbiate
{{FI
|file = Le opere di Galileo Galilei VII (page 59 crop).jpg
| width = 200px
| float = right
| margin-left= 1em
| caption =
}}
difficultà veruna in concedere che sopra un altro piano meno elevato di AC, qual sarebbe, v. g., DA, il moto del descendente sarebbe ancora più tardo che nel piano CA: talchè non è da dubitar punto che si possano notar piani tanto poco elevati sopra l’orizonte AB, che ’l mobile, cioè la medesima palla, in qualsivoglia lunghissimo tempo si condurrebbe al termine A, già che per condurvisi per il piano BA non basta tempo infinito, ed il moto si fa sempre più lento quanto la declività è minore. Bisogna dunque necessariamente confessare, potersi sopra il termine B pigliare un punto tanto ad esso B vicino, che<noinclude></noinclude>
s0kmz72wkhgv7tmv8p4yl0xt9yfwdbg
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/61
108
327446
3024493
2501014
2022-08-19T20:10:12Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Stefano mariucci" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|53}}</noinclude>qual si sia velocità non s’acquisterà naturalmente mai, avvenga che il mobile già mai non vi si muoverà. Ma il moto per la linea orizontale {{Annotazione a lato|Moto circolare non si può acquistare mai naturalmente senza il moto retto precedente.}}, che non è declive nè elevata, è moto circolare intorno al centro: adunque il moto circolare non s’acquisterà mai naturalmente senza il moto retto precedente, ma bene, acquistato che e’ si sia, si continuerà egli perpetuamente con velocità uniforme. {{Annotazione a lato|Moto circolare perpetuamente uniforme}}Io potrei dichiararvi, ed anco dimostrarvi, con altri discorsi queste medesime verità; ma non voglio interromper con sì gran digressioni il principal nostro ragionamento, e più tosto ci ritornerò con altra occasione, e massime che ora si è venuto in questo proposito non per servirsene per una dimostrazion necessaria, ma per adornare un concetto Platonico: al quale voglio aggiugnere un’altra particolare osservazione, pur del nostro Accademico, che ha del mirabile. Figuriamoci, tra i decreti del divino Architetto essere stato pensiero di crear nel mondo questi globi, che noi veggiamo continuamente muoversi in giro, edavere stabilito il centro delle lor conversioni ed in esso collocato il Sole immobile, ed aver poi fabbricati tutti i detti globi nel medesimo luogo, e di lì datali inclinazione di muoversi, discendendo verso il centro, sin che acquistassero quei gradi di velocità che pareva alla medesima Mente divina, li quali acquistati, fussero volti in giro, ciascheduno nel suo cerchio, mantenendo la già concepita velocità: si cerca in quale altezza e lontananza dal Sole era il luogo dove primamente furono essi globi creati, e se può esser che la creazion di tutti fusse stata nell’istesso luogo. Per far questa investigazione bisogna pigliare da i più periti astronomi le grandezze de i cerchi ne i quali i pianeti si rivolgono, e parimente i tempi delle loro revoluzioni: dalle quali due cognizioni si raccoglie quanto, v. g., il moto di Giove è più veloce del moto di Saturno; e trovato (come in effetto è) che Giove si muove più velocemente, conviene che, sendosi partiti dalla medesima altezza, Giove sia sceso più che Saturno, sì come pure sappiamo essere veramente, essendo l’orbe suo inferiore a quel di Saturno. Ma venendo più avanti, dalla proporzione che hanno le due velocità di Giove e di Saturno, e dalla distanza che è tra gli orbi loro e dalla proporzione dell’accelerazion del moto naturale, si può ritrovare in quanta altezza e lontananza dal centro delle lor revoluzioni fusse il luogo donde e’ si partirono. Ritrovato e stabilito questo, si cerca se Marte scendendo di là sino al suo orbe [.....] si trova che la grandezza dell’orbe e la<noinclude></noinclude>
0iemtfo62ehaqrjjwwujy3ta4infzhm
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/62
108
327447
3024494
3024349
2022-08-19T20:10:59Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|54|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>{{Annotazione a lato|Grandezze de gli orbi e velocità dei moti dei pianeti rispondono proporzionatamente all'esser discesi dal medesimo luogo.}}velocità del moto convengono con quello che dal calcolo ci vien dato; ed il simile si fa della Terra, di Venere e di Mercurio, de i quali le grandezze de i cerchi e le velocità de i moti s’accostano tanto prossimamente a quel che ne danno i computi, che è cosa maravigliosa.
{{Sc|Sagr.}} Ho con estremo gusto sentito questo pensiero, e se non ch’io credo che il far quei calcoli precisamente sarebbe impresa lunga e laboriosa, e forse troppo difficile da esser compresa da me, io ve ne vorrei fare instanza.
{{Sc|Salv.}} L’operazione è veramente lunga e difficile, ed anco non m’assicurerei di ritrovarla così prontamente; però la riserberemo ad un’altra volta<ref name="p62">Nell’esemplare dell’edizione originale posseduto dalla Biblioteca del Seminario di Padova, dopo le parole «ad un’altra volta», che cadono in principio della pag.23, {{Sc|Galileo}}
annotò di suo pugno: «Vedi dopo la fac. 98, a questo segno †»; e dopo la pag. 98, sulla quale termina la Giornata prima del ''Dialogo'', sono inserite, sempre in quell’esemplare, alcune carte che contengono, pur di mano di {{Sc|Galileo}}, quest’aggiunta:<br>{{gap|1em}}
Fac. 23<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Simp.}} Di grazia, sia conceduto alla mia poca pratica nelle scienze matematiche dir liberamente come i vostri discorsi, fondati sopra proporzioni maggiori o minori e sopra altri termini da me non intesi quanto bisognerebbe, non mi hanno rimosso il dubbio, o, per meglio dire, l’incredulità, dell’esser necessario che quella gravissima palla di piombo di 100 libre di peso, lasciata cadere da alto, partendosi dalla quiete passi per ogni altissimo grado di tardità, mentre si vede in quattro battute di polso aver passato piú di 100 braccia di spazio: effetto che mi rende totalmente incredibile, quella in alcuno momento essersi trovata in stato tale di tardità, che continuandosi di muover con quella, non avesse nè anco in mille anni passato lo spazio di mezo dito. E pure se questo è, vorrei esserne fatto capace.<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Sagr.}} Il signor Salviati, come di profonda dottrina, stima bene spesso che quei termini che a se medesimo sono notissimi e familiari, debbano parimente esser tali per gli altri ancora, e però tal volta gli esce di mente che parlando con noi altri convien aiutar la nostra incapacità con discorsi manco reconditi: e però io, che non mi elevo tanto, con sua licenza tenterò di rimuover almeno in parte il signor Simplicio dalla sua incredulità con mezo sensato. E stando pure sul caso</ref>, e per ora ritorneremo al nostro primo proposito, ripigliando<noinclude></noinclude>
bmyazcwympa05ln2drx8sat7v9qx16m
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/63
108
327448
3024495
3024352
2022-08-19T20:11:15Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" /></noinclude>là di dove digredimmo, che, se ben mi ricorda, eramo sul determinare come il moto per linea retta non può esser di uso alcuno nelle parti del mondo bene ordinate; e seguitavamo di dire che non cosí avviene de i movimenti circolari, de i quali quello che è fatto dal
<ref follow="p62">della palla d’artiglieria, ditemi in grazia, signor Simplicio: non concederete voi che nel far passaggio da uno stato a un altro sia naturalmente piú facile e pronto il passare ad uno piú propinquo che ad altro piú remoto?<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Simp.}} Questo lo intendo e lo concedo: e non ho dubbio che, verbigrazia, un ferro infocato, nel raffreddarsi, prima passerà da i 10 gradi di caldo a i 9, che da i 10 a i 6.<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Sagr.}} Benissimo. Ditemi appresso: quella palla d’artiglieria, cacciata in su a perpendicolo dalla violenza del fuoco, non si va ella continuamente ritardando nel suo moto sin che finalmente si conduce al termine altissimo, che è quello della quiete? e nel diminuirsi la velocità, o volete dire nel crescersi la tardità, non è egli ragionevole che si faccia piú presto trapasso da i 10 gradi a gli 11, che da i 10 a i 12? e da i 1000 a i 1001 che a’ 1002? ed in somma da qualsivoglia grado ad un suo piú vicino, che ad un piú lontano?<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Simp.}} Così è ragionevole.<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Sagr.}} Ma qual grado di tardità è così lontano da qualsisia moto, che piú lontano non ne sia lo stato della quiete, ch’è di tardità infinita? per lo che non è da metter dubio che la detta palla, prima che si conduca al termine della quiete, trapassi per tutti i gradi di tardità maggiori e maggiori, e per conseguenza per quello ancora che in 1000 anni non trapasserebbe lo spazio di un dito. Ed essendo questo, sì come è, verissimo, non dovrà, signor Simplicio, parervi improbabile che, nel ritornare in giú, la medesima palla partendosi dalla quiete recuperi la velocità del moto col ripassare per quei medesimi gradi di tardità per i quali ella passò nell’andare in su, ma debba, lasciando gli altri gradi di tardità maggiori e piú vicini allo stato di quiete, passar di salto ad uno piú remoto.<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Simp.}} Io resto per questo discorso piú capace assai che per quelle sottigliezze matematiche; e però potrà il signor Salviati ripigliare e continuare il suo ragionamento.<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Salv.}} Ritorneremo dunque al nostro primo proposito.»</ref><noinclude><references/></noinclude>
3w9pmpbry065j1puiqtwexmkqe3xjo1
3024567
3024495
2022-08-20T07:26:11Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|55}}</noinclude>là di dove digredimmo, che, se ben mi ricorda, eramo sul determinare come il moto per linea retta non può esser di uso alcuno nelle parti del mondo bene ordinate; e seguitavamo di dire che non così avviene de i movimenti circolari, de i quali quello che è fatto dal
<ref follow="p62">della palla d’artiglieria, ditemi in grazia, signor Simplicio: non concederete voi che nel far passaggio da uno stato a un altro sia naturalmente piú facile e pronto il passare ad uno piú propinquo che ad altro piú remoto?<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Simp.}} Questo lo intendo e lo concedo: e non ho dubbio che, verbigrazia, un ferro infocato, nel raffreddarsi, prima passerà da i 10 gradi di caldo a i 9, che da i 10 a i 6.<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Sagr.}} Benissimo. Ditemi appresso: quella palla d’artiglieria, cacciata in su a perpendicolo dalla violenza del fuoco, non si va ella continuamente ritardando nel suo moto sin che finalmente si conduce al termine altissimo, che è quello della quiete? e nel diminuirsi la velocità, o volete dire nel crescersi la tardità, non è egli ragionevole che si faccia piú presto trapasso da i 10 gradi a gli 11, che da i 10 a i 12? e da i 1000 a i 1001 che a’ 1002? ed in somma da qualsivoglia grado ad un suo piú vicino, che ad un piú lontano?<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Simp.}} Così è ragionevole.<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Sagr.}} Ma qual grado di tardità è così lontano da qualsisia moto, che piú lontano non ne sia lo stato della quiete, ch’è di tardità infinita? per lo che non è da metter dubio che la detta palla, prima che si conduca al termine della quiete, trapassi per tutti i gradi di tardità maggiori e maggiori, e per conseguenza per quello ancora che in 1000 anni non trapasserebbe lo spazio di un dito. Ed essendo questo, sì come è, verissimo, non dovrà, signor Simplicio, parervi improbabile che, nel ritornare in giú, la medesima palla partendosi dalla quiete recuperi la velocità del moto col ripassare per quei medesimi gradi di tardità per i quali ella passò nell’andare in su, ma debba, lasciando gli altri gradi di tardità maggiori e piú vicini allo stato di quiete, passar di salto ad uno piú remoto.<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Simp.}} Io resto per questo discorso piú capace assai che per quelle sottigliezze matematiche; e però potrà il signor Salviati ripigliare e continuare il suo ragionamento.<br>{{gap|1em}}
{{Sc|Salv.}} Ritorneremo dunque al nostro primo proposito.»</ref><noinclude><references/></noinclude>
dlyhifd2uqt9hxsr3q6qdjhttviqy18
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/64
108
327449
3024566
3024355
2022-08-20T07:25:32Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|56|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>mobile in se stesso, già lo ritien sempre nel medesimo luogo, e quello che conduce il mobile per la circonferenza d’un cerchio intorno al suo centro stabile e fisso, {{Annotazione a lato|Moti circolari finiti o terminati non disordinano lo parti del mondo.}}non mette in disordine nè sé nè i circonvicini. Imperocché tal moto, primieramente, è finito e terminato, anzi non pur finito e terminato, ma non è punto alcuno nella circonferenza,
{{Annotazione a lato|Nel moto circolare ogni punto della circonferenza è principio e fine. }}che non sia primo ed ultimo termine della circolazione; e continuandosi nella circonferenza assegnatagli, lascia tutto il resto, dentro e fuori di quella, libero per i bisogni d’altri, senz’impedirgli o disordinargli già mai. Questo, essendo un movimento che fa che il mobile sempre si parte e sempre arriva al termine, può, primieramente, esso solo{{Annotazione a lato|Moto circolare solo uniforme.}} essere uniforme: imperocché l’accelerazione del moto si fa nel mobile quando e’ va verso il termine dove egli ha inclinazione, ed il ritardamento accade per la repugnanza ch’egli ha di partirsi ed allontanarsi dal medesimo termine; e perché nel moto circolare il mobile sempre si parte da termine naturale, e sempre si muove verso il medesimo, adunque in lui la repugnanza e l’inclinazione son sempre di eguali forze; dalla quale egualità ne risulta una non ritardata nè accelerata velocità, cioè l’uniformità del moto. Da questa uniformità e dall’esser terminato ne può seguire la continuazion perpetua{{Annotazione a lato|Moto circolare può continuarsi perpetuamente.}}, col reiterar sempre le circolazioni, la quale in una linea interminata ed in un moto continuamente ritardato o accelerato non si può naturalmente ritrovare: e dico ''naturalmente''{{Annotazione a lato|Moto retto non può naturalmente esser perpetuo.}}, perché il moto retto che si ritarda, è il violento, che non può esser perpetuo, e l’accelerato arriva necessariamente al termine, se vi è; e se non vi è, non vi può nè anco esser moto, perché la natura non muove dove è impossibile ad arrivare. Concludo per tanto, il solo movimento circolare poter naturalmente convenire a i corpi naturali integranti l’universo e costituiti nell’ottima disposizione; ed il retto, {{Annotazione a lato|Moto retto assegniato a i corpi naturali per ridursi all'ordine perfetto, quando non siano rimossi.}}al piú che si possa dire, essere assegnato dalla natura a i suoi corpi e parti di essi, qualunque volta si ritrovassero fuori de’ luoghi loro, costituite in prava disposizione, e però bisognose di ridursi per la piú breve allo stato naturale. Di qui mi par che assai ragionevolmente si possa concludere, che per mantenimento dell’ordine perfetto tra le parti del mondo bisogni dire che le mobili sieno mobili solo circolarmente, e se alcune ve ne sono che circolarmente non si muovano, queste di necessità sieno immobili, non essendo altro, salvo che la quiete {{Annotazione a lato|La quieto sola e il moto circolare atti alla conservazion dell'ordine.}}e ’l moto circolare, atto alla conservazione dell’ordine. Ed io non poco mi maraviglio che Aristotile, il quale pure stimò che ’l<noinclude><references/></noinclude>
m1v84ey1dkcti3mgd2w9994bvndn7dc
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/65
108
327450
3024568
3024248
2022-08-20T07:26:20Z
Alex brollo
1615
/* new eis level1 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="1" user="Phe-bot" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|57}}</noinclude>globo terrestre fusse collocato nel centro del mondo e che quivi immobilmente si rimanesse, non dicesse che de’ corpi naturali altri erano mobili per natura ed altri immobili, e massime avendo già definito, la natura esser principio di moto e di quiete.
{{Sc|Simp.}} Aristotile, come quello che non si prometteva del suo ingegno, ancorché perspicacissimo, piú di quello che si conviene, stimò, nel suo filosofare, che le sensate esperienze si dovessero anteporre a qualsivoglia discorso fabbricato da ingegno umano, e disse che quelli che avessero negato il senso, meritavano di esser gastigati col levargli quel tal senso: ora, chi è quello così cieco che non vegga, le parti della terra e dell’acqua muoversi, come gravi, naturalmente all’ingiú, cioè verso il centro dell’universo, assegnato dall’istessa natura per fine e termine del moto retto deorsum; e non vegga parimente, muoversi il fuoco e l’aria all’insú rettamente verso il concavo dell’orbe lunare, come a termine naturale del moto sursum? e vedendosi tanto manifestamente questo, ed essendo noi sicuri che eadem est ratio totius et partium, come non si deve egli dire, esser proposizion vera e manifesta che il movimento naturale della terra è il retto ad medium, e del fuoco il retto a medio?
{{Sc|Salv.}} In virtú di questo vostro discorso, al piú al piú che voi poteste pretendere che vi fusse conceduto è che, sì come le parti della terra rimosse dal suo tutto, cioè dal luogo dove esse naturalmente dimorano, cioè, finalmente, ridotte in prava e disordinata disposizione, tornano al luogo loro spontaneamente, e però naturalmente, con movimento retto, così (conceduto che eadem sit ratio totius et partium) si potrebbe inferire che rimosso per violenza il globo terrestre dal luogo assegnatogli dalla natura, egli vi ritornerebbe per linea retta. Questo, come ho detto, è quanto al piú vi si potesse concedere, fattavi ancora ogni sorte d’agevolezza: ma chi volesse riveder con rigore queste partite, prima vi negherebbe che le parti della terra nel ritornare al suo tutto si movessero per linea retta, e non per circolare o altra mista; e voi sicuramente avereste che fare assai a dimostrare il contrario, come apertamente intenderete nelle risposte alle ragioni ed esperienze particolari addotte da Tolomeo e da Aristotile. Secondariamente, se altri vi dicesse che le parti della terra si muovono non per andar al centro del mondo, ma per andare a riunirsi col suo tutto, e che per ciò hanno naturale inclinazione verso il centro<noinclude><references/></noinclude>
k15gdu58zw8dgb7ybctrbs24k6h74uj
3024584
3024568
2022-08-20T07:32:06Z
Alex brollo
1615
/* new eis level1 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="1" user="Phe-bot" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|57}}</noinclude>globo terrestre fusse collocato nel centro del mondo e che quivi immobilmente si rimanesse, non dicesse che de’ corpi naturali altri erano mobili per natura ed altri immobili, e massime avendo già definito, la natura esser principio di moto e di quiete.
{{Sc|Simp.}} Aristotile, come quello che non si prometteva del suo ingegno, ancorché perspicacissimo, piú di quello che si conviene, stimò, nel suo filosofare, che le sensate esperienze si dovessero anteporre a qualsivoglia discorso fabbricato da ingegno umano{{Annotazione a lato|Le sensate esperienze si devono anteporre a i discorsi umani.}}, e disse che quelli che avessero negato il senso, meritavano di esser gastigati col levargli quel tal senso: ora, chi è quello così cieco che non vegga{{Annotazione a lato| chi nega il senso merita d'esserne privato.}}, le parti della terra e dell’acqua muoversi, come gravi, naturalmente all’ingiú, cioè verso il centro dell’universo, assegnato dall’istessa natura per fine e termine{{Annotazione a lato|Il senso mostra, i gravi muoversi al mezo, e i leggieri ai concavo.}} del moto retto ''deorsum''; e non vegga parimente, muoversi il fuoco e l’aria all’insú rettamente verso il concavo dell’orbe lunare, come a termine naturale del moto sursum? e vedendosi tanto manifestamente questo, ed essendo noi sicuri che ''eadem est ratio totius et partium'', come non si deve egli dire, esser proposizion vera e manifesta che il movimento naturale della terra è il retto ''ad medium'', e del fuoco il retto ''a medio?''
{{Sc|Salv.}} In virtú di questo vostro discorso, al piú al piú che voi poteste pretendere che vi fusse conceduto è che, sì come le parti della terra rimosse dal suo tutto, cioè dal luogo dove esse naturalmente dimorano, cioè, finalmente, ridotte in prava e disordinata disposizione, tornano al luogo loro spontaneamente, e però naturalmente, con movimento retto, così (conceduto che eadem sit ratio totius et partium) si potrebbe inferire che rimosso per violenza il globo terrestre dal luogo assegnatogli dalla natura, egli vi ritornerebbe per linea retta. Questo, come ho detto, è quanto al piú vi si potesse concedere, fattavi ancora ogni sorte d’agevolezza: ma chi volesse riveder con rigore queste partite, prima vi negherebbe che le parti della terra nel ritornare {{Annotazione a lato|i gravi descendenti è dubbio se si muovano di moto retto.}}al suo tutto si movessero per linea retta, e non per circolare o altra mista; e voi sicuramente avereste che fare assai a dimostrare il contrario, come apertamente intenderete nelle risposte alle ragioni ed esperienze particolari addotte da Tolomeo e da Aristotile. Secondariamente, se altri vi dicesse che le parti della terra si muovono non per andar al centro del mondo, ma per andare a riunirsi col suo tutto, e che per ciò hanno naturale inclinazione verso il centro<noinclude><references/></noinclude>
ib09msdkldzby7yg6pmhqvuizfdzldd
3024646
3024584
2022-08-20T08:19:07Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|57}}</noinclude>globo terrestre fusse collocato nel centro del mondo e che quivi immobilmente si rimanesse, non dicesse che de’ corpi naturali altri erano mobili per natura ed altri immobili, e massime avendo già definito, la natura esser principio di moto e di quiete.
{{Sc|Simp.}} Aristotile, come quello che non si prometteva del suo ingegno, ancorché perspicacissimo, piú di quello che si conviene, stimò, nel suo filosofare, che le sensate esperienze si dovessero anteporre a qualsivoglia discorso fabbricato da ingegno umano{{Annotazione a lato|Le sensate esperienze si devono anteporre a i discorsi umani.}}, e disse che quelli che avessero negato il senso, meritavano di esser gastigati col levargli quel tal senso: ora, chi è quello così cieco che non vegga{{Annotazione a lato| chi nega il senso merita d'esserne privato.}}, le parti della terra e dell’acqua muoversi, come gravi, naturalmente all’ingiú, cioè verso il centro dell’universo, assegnato dall’istessa natura per fine e termine{{Annotazione a lato|Il senso mostra, i gravi muoversi al mezo, e i leggieri ai concavo.}} del moto retto ''deorsum''; e non vegga parimente, muoversi il fuoco e l’aria all’insú rettamente verso il concavo dell’orbe lunare, come a termine naturale del moto sursum? e vedendosi tanto manifestamente questo, ed essendo noi sicuri che ''eadem est ratio totius et partium'', come non si deve egli dire, esser proposizion vera e manifesta che il movimento naturale della terra è il retto ''ad medium'', e del fuoco il retto ''a medio?''
{{Sc|Salv.}} In virtú di questo vostro discorso, al piú al piú che voi poteste pretendere che vi fusse conceduto è che, sì come le parti della terra rimosse dal suo tutto, cioè dal luogo dove esse naturalmente dimorano, cioè, finalmente, ridotte in prava e disordinata disposizione, tornano al luogo loro spontaneamente, e però naturalmente, con movimento retto, così (conceduto che eadem sit ratio totius et partium) si potrebbe inferire che rimosso per violenza il globo terrestre dal luogo assegnatogli dalla natura, egli vi ritornerebbe per linea retta. Questo, come ho detto, è quanto al piú vi si potesse concedere, fattavi ancora ogni sorte d’agevolezza: ma chi volesse riveder con rigore queste partite, prima vi negherebbe che le parti della terra nel ritornare {{Annotazione a lato|i gravi descendenti è dubbio se si muovano di moto retto.}}al suo tutto si movessero per linea retta, e non per circolare o altra mista; e voi sicuramente avereste che fare assai a dimostrare il contrario, come apertamente intenderete nelle risposte alle ragioni ed esperienze particolari addotte da Tolomeo e da Aristotile. Secondariamente, se altri vi dicesse che le parti della terra si muovono non per andar al centro del mondo, ma per andare a riunirsi col suo tutto, e che per ciò hanno naturale inclinazione verso il centro<noinclude><references/></noinclude>
fnzb0nfbuuqzxltwo72apgio0qytf50
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/66
108
327451
3024378
3024249
2022-08-19T12:04:28Z
Alex brollo
1615
/* new eis level1 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="1" user="Phe-bot" /></noinclude>del globo terrestre, per la quale inclinazione conspirano a formarlo e conservarlo, qual altro tutto e qual altro centro trovereste voi al mondo, al quale l’intero globo terreno, essendone rimosso, cercasse di ritornare, onde la ragion del tutto fusse simile a quella delle parti? Aggiugnete che nè Aristotile nè voi proverete già mai che la Terra de facto sia nel centro dell’universo; ma, se si può assegnare centro alcuno all’universo, troveremo in quello esser piú presto collocato il Sole, come nel progresso intenderete.
Ora, sì come dal cospirare concordemente tutte le parti della terra a formare il suo tutto ne segue che esse da tutte le parti con eguale inclinazione vi concorrano, e, per unirsi al piú che sia possibile insieme, sfericamente vi si adattano; perché non doviamo noi credere che la Luna, il Sole e gli altri corpi mondani siano essi ancora di figura rotonda non per altro che per un concorde instinto e concorso naturale di tutte le loro parti componenti? delle quali se tal ora alcuna per qualche violenza fusse dal suo tutto separata, non è egli ragionevole il credere che spontaneamente e per naturale instinto ella vi ritornerebbe? ed in questo modo concludere che ’l moto retto competa egualmente a tutti i corpi mondani?
{{Sc|Simp.}} E’ non è dubbio alcuno che come voi volete negare non solamente i principii nelle scienze, ma esperienze manifeste ed i sensi stessi, voi non potrete già mai esser convinto o rimosso da veruna oppinione concetta; e io piú tosto mi quieterò perché contra negantes principia non est disputandum, che persuaso in virtú delle vostre ragioni. E stando su le cose da voi pur ora pronunziate (già che mettete in dubbio insino nel moto de i gravi se sia retto o no), come potete voi mai ragionevolmente negare che le parti della terra, cioè che le materie gravissime, descendano verso il centro con moto retto, se, lasciate da una altissima torre, le cui parete sono dirittissime e fabbricate a piombo, esse gli vengono, per così dire, lambendo, e percotendo in terra in quel medesimo punto a capello dove verrebbe a terminare il piombo che pendesse da uno spago legato in alto ivi per l’appunto onde si lasciò cadere il sasso? non è questo argomento piú che evidente, cotal moto esser retto e verso il centro? Nel secondo luogo, voi revocate in dubbio se le parti della terra si muovano per andar, come afferma Aristotile, al centro del mondo, quasi che egli<noinclude><references/></noinclude>
8s2apooq0vnjv28d8eqcr7czxojif6x
3024647
3024378
2022-08-20T08:24:02Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|58|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>del globo terrestre, per la quale inclinazione conspirano a formarlo e conservarlo{{Annotazione a lato|Terra sferica per la cospirazion delle parti al suo centro.}}, qual altro tutto e qual altro centro trovereste voi al mondo, al quale l’intero globo terreno, essendone rimosso, cercasse di ritornare, onde la ragion del tutto fusse simile a quella delle parti? Aggiugnete che nè Aristotile nè voi proverete già mai che la Terra ''de facto'' sia nel centro dell’universo; {{Annotazione a lato|Soie più probabilmente nel centro delruniverso che la Terra.}}ma, se si può assegnare centro alcuno all’universo, troveremo in quello esser piú presto collocato il Sole, come nel progresso intenderete.
Ora, sì come dal cospirare concordemente tutte le parti della terra a formare il suo tutto ne segue che esse da tutte le parti con eguale inclinazione vi concorrano, e, per unirsi al piú che sia possibile insieme, sfericamente vi si adattano; perché non doviamo noi credere {{Annotazione a lato|Naturaie inciinazione delle parti di tutti i globi mondani d'andare a i lor centri.}}che la Luna, il Sole e gli altri corpi mondani siano essi ancora di figura rotonda non per altro che per un concorde instinto e concorso naturale di tutte le loro parti componenti? delle quali se tal ora alcuna per qualche violenza fusse dal suo tutto separata, non è egli ragionevole il credere che spontaneamente e per naturale instinto ella vi ritornerebbe? ed in questo modo concludere che ’l moto retto competa egualmente a tutti i corpi mondani?
{{Sc|Simp.}} E’ non è dubbio alcuno che come voi volete negare non solamente i principii nelle scienze, ma esperienze manifeste ed i sensi stessi, voi non potrete già mai esser convinto o rimosso da veruna oppinione concetta; e io piú tosto mi quieterò perché ''contra negantes principia non est disputandum'', che persuaso in virtú delle vostre ragioni. E stando su le cose da voi pur ora pronunziate (già che mettete in dubbio insino nel moto de i gravi se sia retto o no), come potete voi mai ragionevolmente negare che le parti della terra, cioè che le materie gravissime, descendano verso il centro con moto retto, se, {{Annotazione a lato|Moto retto dei gravi compreso dal senso.}}lasciate da una altissima torre, le cui parete sono dirittissime e fabbricate a piombo, esse gli vengono, per così dire, lambendo, e percotendo in terra in quel medesimo punto a capello dove verrebbe a terminare il piombo che pendesse da uno spago legato in alto ivi per l’appunto onde si lasciò cadere il sasso? non è questo argomento piú che evidente, cotal moto esser retto e verso il centro? Nel secondo luogo, voi revocate in dubbio se le parti della terra si muovano per andar, come afferma Aristotile, al centro del mondo, quasi che egli<noinclude><references/></noinclude>
77t7cgnxpsuxztcvv7ud5xcib0yexgl
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/67
108
327452
3024649
3024250
2022-08-20T08:34:09Z
Alex brollo
1615
/* new eis level1 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="1" user="Phe-bot" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|59}}</noinclude>non l’abbia concludentemente dimostrato per i movimenti contrari, mentre in cotal guisa argomenta:{{Annotazione a lato|}}
il movimento de i gravi è contrario a quello de i leggieri; ma il moto de i leggieri si vede esser dirittamente all’insú, cioè verso la circonferenza del mondo; adunque il moto de i gravi è rettamente verso il centro del mondo, ed accade ''per accidens''{{Annotazione a lato|I gravi si muovono al centro della Terra ''per accidens''.}}
che e’ sia verso il centro della Terra, poiché questo si abbatte ad essere unito con quello. Il cercar poi quello che facesse una parte {{Annotazione a lato|Cercar quello che seguirebbe doppo un impossibile, è vanità.}}
del globo lunare o del Sole, quando fusse separata dal suo tutto, è vanità, perché si cerca quello che seguirebbe in conseguenza d’un impossibile, atteso che, come pur dimostra Aristotile, i corpi celesti sono impassibili, impenetrabili, infrangibili, sì che non si può dare il caso; e quando pure e’ si desse, e che la parte separata ritornasse al suo tutto, ella non vi tornerebbe come grave o leggiera, ché pur il medesimo Aristotile {{Annotazione a lato|Corpi celesti non son nè gravi nò leggieri, per Aristotile.}}
prova che i corpi celesti non sono nè gravi nè leggieri.
{{Sc|Salv.}} Quanto ragionevolmente io dubiti, se i gravi si muovano per linea retta e perpendicolare, lo sentirete, come pur ora ho detto, quando esaminerò questo argomento particolare. Circa il secondo punto, io mi meraviglio che voi abbiate bisogno che ’l paralogismo d’Aristotile vi sia scoperto, essendo per se stesso tanto manifesto, e che voi non vi accorgiate che Aristotile suppone quello che è in quistione. Però notate...
{{Sc|Simp.}} Di grazia, signor Salviati parlate con piú rispetto d’Aristotile. Ed a chi potrete voi persuader già mai che quello {{Annotazione a lato|Aristotile non può equivocare, essendo ìnventor della logica.}}
che è stato il primo, unico ed ammirabile esplicator della forma silogistica, della dimostrazione, de gli elenchi, de i modi di conoscere i sofismi, i paralogismi, ed in somma di tutta la logica, equivocasse poi sì gravemente in suppor per noto quello che è in quistione? Signori, bisogna prima intenderlo perfettamente, e poi provarsi a volerlo impugnare.
{{Sc|Salv.}} Signor Simplicio, noi siamo qui tra noi discorrendo familiarmente per investigar qualche verità; io non arò mai per male che voi mi palesiate i miei errori, e quando io non avrò conseguita la mente d’Aristotile, riprendetemi pur liberamente, che io ve ne arò buon grado. Concedetemi in tanto che io esponga le mie difficultà, e ch’io risponda ancora alcuna cosa a le vostre ultime parole, dicendovi che la logica, come benissimo sapete, è l’organo col quale si filosofa; ma, sì come può esser che un artefice sia eccellente in fabbricare<noinclude><references/></noinclude>
81y1wpm24wh2qfjgkwjy7xh1gd4bprx
3024650
3024649
2022-08-20T08:34:12Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|59}}</noinclude>non l’abbia concludentemente dimostrato per i movimenti contrari, mentre in cotal guisa argomenta:{{Annotazione a lato|}}
il movimento de i gravi è contrario a quello de i leggieri; ma il moto de i leggieri si vede esser dirittamente all’insú, cioè verso la circonferenza del mondo; adunque il moto de i gravi è rettamente verso il centro del mondo, ed accade ''per accidens''{{Annotazione a lato|I gravi si muovono al centro della Terra ''per accidens''.}}
che e’ sia verso il centro della Terra, poiché questo si abbatte ad essere unito con quello. Il cercar poi quello che facesse una parte {{Annotazione a lato|Cercar quello che seguirebbe doppo un impossibile, è vanità.}}
del globo lunare o del Sole, quando fusse separata dal suo tutto, è vanità, perché si cerca quello che seguirebbe in conseguenza d’un impossibile, atteso che, come pur dimostra Aristotile, i corpi celesti sono impassibili, impenetrabili, infrangibili, sì che non si può dare il caso; e quando pure e’ si desse, e che la parte separata ritornasse al suo tutto, ella non vi tornerebbe come grave o leggiera, ché pur il medesimo Aristotile {{Annotazione a lato|Corpi celesti non son nè gravi nò leggieri, per Aristotile.}}
prova che i corpi celesti non sono nè gravi nè leggieri.
{{Sc|Salv.}} Quanto ragionevolmente io dubiti, se i gravi si muovano per linea retta e perpendicolare, lo sentirete, come pur ora ho detto, quando esaminerò questo argomento particolare. Circa il secondo punto, io mi meraviglio che voi abbiate bisogno che ’l paralogismo d’Aristotile vi sia scoperto, essendo per se stesso tanto manifesto, e che voi non vi accorgiate che Aristotile suppone quello che è in quistione. Però notate...
{{Sc|Simp.}} Di grazia, signor Salviati parlate con piú rispetto d’Aristotile. Ed a chi potrete voi persuader già mai che quello {{Annotazione a lato|Aristotile non può equivocare, essendo ìnventor della logica.}}
che è stato il primo, unico ed ammirabile esplicator della forma silogistica, della dimostrazione, de gli elenchi, de i modi di conoscere i sofismi, i paralogismi, ed in somma di tutta la logica, equivocasse poi sì gravemente in suppor per noto quello che è in quistione? Signori, bisogna prima intenderlo perfettamente, e poi provarsi a volerlo impugnare.
{{Sc|Salv.}} Signor Simplicio, noi siamo qui tra noi discorrendo familiarmente per investigar qualche verità; io non arò mai per male che voi mi palesiate i miei errori, e quando io non avrò conseguita la mente d’Aristotile, riprendetemi pur liberamente, che io ve ne arò buon grado. Concedetemi in tanto che io esponga le mie difficultà, e ch’io risponda ancora alcuna cosa a le vostre ultime parole, dicendovi che la logica, come benissimo sapete, è l’organo col quale si filosofa; ma, sì come può esser che un artefice sia eccellente in fabbricare<noinclude><references/></noinclude>
rwif0m5c7bjvjb9lflvvelsie9tix79
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/68
108
327453
3024652
3024251
2022-08-20T08:37:41Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|60|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>organi, ma indotto nel sapergli sonare, così può esser un gran logico, ma poco esperto nel sapersi servir della logica; sì come ci son molti che sanno per lo senno a mente tutta la poetica, e son poi infelici nel compor quattro versi solamente; altri posseggono tutti i precetti del Vinci, e non saprebber poi dipignere uno sgabello. Il sonar l’organo non s’impara da quelli che sanno far organi, ma da chi gli sa sonare; la poesia s’impara dalla continua lettura de’ poeti; il dipignere s’apprende col continuo disegnare e dipignere; il dimostrare, dalla lettura dei libri pieni di dimostrazioni, che sono i matematici soli, e non i logici. Ora, tornando al proposito, dico che quello che vede Aristotile del moto de i corpi leggieri, {{Annotazione a lato|Paralogismo d'Aristotile nwl provar, la Terra esser nel centro del mondo}}è il partirsi il fuoco da qualunque luogo della superficie del globo terrestre e dirittamente discostarsene, salendo in alto; e questo è veramente muoversi verso una circonferenza maggiore di quella della Terra, anzi il medesimo Aristotile lo fa muovere al concavo della Luna: ma che tal circonferenza sia poi quella del mondo, o concentrica a quella, sì che il muoversi verso questa sia un muoversi anco verso quella del mondo, ciò non si può affermare se prima non si suppone che ’l centro della Terra, dal quale noi vediamo discostarsi i leggieri ascendenti, sia il medesimo che ’l centro del mondo, che è quanto dire che ’l globo terrestre sia costituito nel centro del mondo; che è poi quello di che noi dubitiamo e che Aristotile intende di provare. E questo direte che non sia un manifesto paralogismo?
{{Sc|Sagr.}} Questo argomento d’Aristotile mi era parso, anco per un altro rispetto, manchevole e non concludente, quando bene se gli concedesse che quella circonferenza alla quale si muove rettamente il fuoco, fusse quella che racchiude il mondo. Imperocchè, preso dentro a un cerchio non solamente il centro, ma qualsivoglia altro punto, ogni mobile che partendosi da quello camminerà per linea retta, e verso qualsivoglia parte, senz’alcun dubbio andrà verso la circonferenza, e continuando il moto vi arriverà ancora, sì che verissimo sarà il dire che egli verso la circonferenza si muova; ma non sarà già vero che quello che per le medesime linee si movesse con movimento contrario, vadia verso il centro, se non quando il punto preso fusse l’istesso centro, o che ’l moto fusse fatto per quella sola linea che, prodotta dal punto assegnato, passa per lo centro. Talchè il<noinclude><references/></noinclude>
axoe5ru1iqrxt34xpbhuvq84yc4c6h5
Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/69
108
327454
3024663
3024252
2022-08-20T09:06:19Z
Alex brollo
1615
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|61}}</noinclude>dire: "Il fuoco, movendosi rettamente, va verso la circonferenza del mondo; {{Annotazione a lato|Scuopresi il paralogismo d'Aristotile per un altro verso.}}adunque le parti della terra, le quali per le medesime linee si muovono di moto contrario, vanno verso ’l centro del mondo", non conclude altrimenti, se non supposto prima che le linee del fuoco, prolungate, passino per il centro del mondo: e perchè di esse noi sappiamo certo che le passano per il centro del globo terrestre (essendo a perpendicolo sopra la sua superficie, e non inclinate), adunque, per concludere, bisogna supporre che il centro della Terra sia l’istesso che il centro del mondo, o almeno che le parti del fuoco e della terra non ascendano e descendano se non per una linea sola che passi per il centro del mondo; il che è poi falso e repugna all’esperienza, la qual ci mostra che le parti del fuoco non per una linea sola, ma per le infinite prodotte dal centro della Terra verso tutte le parti del mondo, ascendono sempre per linee perpendicolari alla superficie del globo terrestre.
{{Sc|Salv.}} Voi, signor Sagredo, molto ingegnosamente conducete Aristotile al medesimo inconveniente, mostrando l’equivoco manifesto; ma aggiugnete un’altra sconvenevolezza. Noi veggiamo la Terra essere sferica, e però siamo sicuri che ella ha il suo centro; {{Annotazione a lato|Provasi, più ragionevolmente dirsi che i gravi tendono ai centro della Terra che a quei dell'universo.}}a quello veggiamo che si muovono tutte le sue parti, chè così è necessario dire mentre i movimenti loro son tutti perpendicolari alla superficie terrestre; intendiamo come, movendosi al centro della Terra, si muovono al suo tutto ed alla sua madre universale; e siamo poi tanto buoni, che ci vogliam lasciar persuadere che l’instinto loro naturale non è di andar verso il centro della Terra, ma verso quel dell’universo, il quale non sappiamo dove sia, nè se sia, e che quando pur sia, non è altro ch’un punto imaginario ed un niente senza veruna facultà. All’ultimo detto poi del signor Simplicio, che il contendere se le parti del Sole o della Luna o di altro corpo celeste, separate dal suo tutto, ritornassero naturalmente a quello, sia una vanità, per essere il caso impossibile, essendo manifesto, per dimostrazioni di Aristotile, che i corpi celesti sono impassibili, impenetrabili, impartibili, etc., rispondo, niuna delle condizioni per le quali Aristotile {{Annotazione a lato|i Condizioni per le quali i corpi celesti differiscono dagli elementari dipendono da i moti assegnatigli da Aristotele.}}fa differire i corpi celesti da gli elementari avere altra sussistenza che quella ch’ei deduce dalla diversità de i moti naturali di quelli e di questi; in modo che, negato che il moto circolare sia solo de i corpi celesti, ed affermato ch’ei convenga a tutti i corpi naturali mobili, bisogna<noinclude><references/></noinclude>
l7n4ncfkw92ctfr9yowf2yir6r8p2th
Teogonia (Romagnoli)/Prologo
0
339157
3024412
2332328
2022-08-19T12:54:38Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/Prologo]] a [[Teogonia (Romagnoli)/Prologo]]
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="prec"/>../<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Le prime quattro essenze<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>7 aprile 2015<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=7 aprile 2015|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=|prec=../|succ=../Le prime quattro essenze}}
<pages index="Poemi (Esiodo).djvu" from=161 to=164 fromsection="" tosection="" />
{{Sezione note}}
gov05p5cbugm5rxmgw1wq7138jdm573
Teogonia (Romagnoli)/Le prime quattro essenze
0
339159
3024410
2332327
2022-08-19T12:54:38Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/Le prime quattro essenze]] a [[Teogonia (Romagnoli)/Le prime quattro essenze]]
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Le prime quattro essenze: Caos, Terra, Tartaro, Amore<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../Prologo<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../I Cronidi<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>7 aprile 2015<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=7 aprile 2015|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Le prime quattro essenze: Caos, Terra, Tartaro, Amore|prec=../Prologo|succ=../I Cronidi}}
<pages index="Poemi (Esiodo).djvu" from=165 to=177 fromsection="" tosection="" />
{{Sezione note}}
slg54b6lkq1b0roo57pidnxyouczwg8
Teogonia (Romagnoli)/I Cronidi
0
339385
3024404
2332324
2022-08-19T12:54:37Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/I Cronidi]] a [[Teogonia (Romagnoli)/I Cronidi]]
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>I Cronidi<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../Le prime quattro essenze<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../I Giapetidi<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>7 aprile 2015<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=7 aprile 2015|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=I Cronidi|prec=../Le prime quattro essenze|succ=../I Giapetidi}}
<pages index="Poemi (Esiodo).djvu" from=178 to=180 fromsection="" tosection="" />
4fx0nnoi54ony6vsw8akuqdmyjy82cl
Teogonia (Romagnoli)/I Giapetidi
0
339391
3024406
2332325
2022-08-19T12:54:37Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/I Giapetidi]] a [[Teogonia (Romagnoli)/I Giapetidi]]
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>I Giapetidi: Atlante, Menezio, Prometeo, Epimeteo<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../I Cronidi<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../La guerra fra i Cronidi e i Titanidi<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>7 aprile 2015<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=7 aprile 2015|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=I Giapetidi: Atlante, Menezio, Prometeo, Epimeteo|prec=../I Cronidi|succ=../La guerra fra i Cronidi e i Titanidi}}
<pages index="Poemi (Esiodo).djvu" from=181 to=184 fromsection="" tosection="" />
{{Sezione note}}
m7g85ulcyi5ipk4mqxq3l19k4mazeoa
Teogonia (Romagnoli)/La guerra fra i Cronidi e i Titanidi
0
341536
3024408
2332326
2022-08-19T12:54:37Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/La guerra fra i Cronidi e i Titanidi]] a [[Teogonia (Romagnoli)/La guerra fra i Cronidi e i Titanidi]]
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>La guerra fra i Cronidi e i Titanidi<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../I Giapetidi<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Giove stermina Tifone<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>7 aprile 2015<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=7 aprile 2015|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=La guerra fra i Cronidi e i Titanidi|prec=../I Giapetidi|succ=../Giove stermina Tifone}}
<pages index="Poemi (Esiodo).djvu" from=185 to=191 fromsection="" tosection="" />
q9x1gkpx218acfhhnqyyebm999h5huo
Teogonia (Romagnoli)/Giove stermina Tifone
0
341577
3024402
2332323
2022-08-19T12:54:37Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/Giove stermina Tifone]] a [[Teogonia (Romagnoli)/Giove stermina Tifone]]
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Giove stermina Tifone<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../La guerra fra i Cronidi e i Titanidi<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Regno di Giove e sua discendenza<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>7 aprile 2015<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=7 aprile 2015|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Giove stermina Tifone|prec=../La guerra fra i Cronidi e i Titanidi|succ=../Regno di Giove e sua discendenza}}
<pages index="Poemi (Esiodo).djvu" from=192 to=194 fromsection="" tosection="" />
adw7z2y7u1ahik900q6l4hh349m2p44
Teogonia (Romagnoli)/Regno di Giove e sua discendenza
0
342365
3024414
2332329
2022-08-19T12:54:38Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/Regno di Giove e sua discendenza]] a [[Teogonia (Romagnoli)/Regno di Giove e sua discendenza]]
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Regno di Giove e sua discendenza<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../Giove stermina Tifone<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>7 aprile 2015<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=7 aprile 2015|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Regno di Giove e sua discendenza|prec=../Giove stermina Tifone|succ=../}}
<pages index="Poemi (Esiodo).djvu" from=195 to=202 fromsection="" tosection="" />
{{Sezione note}}
c3uxw1e2g4wrgwkzi20nis7e2mzgmij
Discussione:D.M. 21 settembre 2005 - Elettrodomestici - Recipimento normativa comunitaria
1
363481
3024680
1468171
2022-08-20T11:01:16Z
OrbiliusMagister
129
/* Recipicosa? */ nuova sezione
wikitext
text/x-wiki
{{Infotesto
| Progetto = Diritto
| Edizione =
| Fonte = http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2005/10/01/05A09292/sg
| Eventuale nome del traduttore =
| Nome del primo contributore =
| Nome del rilettore =
| Note =
}}
== Recipicosa? ==
Premesso che bisognerebbe dare un titolo adeguato a questa pagina, ionestamente la parola ''recipimento'' non l'ho mai trovata... mi sa che c'è un errore ortografico. Non costerebbe nulla cambiare ''recipimento'' in ''recepimento'', ma prima vorrei capire meglio quale esatto titolo dovremmo dare a questa pagina. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 13:01, 20 ago 2022 (CEST)
q34blvii0o7e9qlg5heumxkoq7j2ev6
3024681
3024680
2022-08-20T11:01:36Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Infotesto
| Progetto = Diritto
| Edizione =
| Fonte = http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2005/10/01/05A09292/sg
| Eventuale nome del traduttore =
| Nome del primo contributore =
| Nome del rilettore =
| Note =
}}
== Recipicosa? ==
Premesso che bisognerebbe dare un titolo adeguato a questa pagina, veramente la parola ''recipimento'' non l'ho mai trovata... mi sa che c'è un errore ortografico. Non costerebbe nulla cambiare ''recipimento'' in ''recepimento'', ma prima vorrei capire meglio quale esatto titolo dovremmo dare a questa pagina. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 13:01, 20 ago 2022 (CEST)
os5lhek6r2r1ycy8ldovj8n086re7t8
La gara fra Omero ed Esiodo
0
369050
3024420
2562038
2022-08-19T13:02:07Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Lingua originale del testo"/>greco<section end="Lingua originale del testo"/>
<section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Anonimo<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="Anno di pubblicazione"/>Antichità<section end="Anno di pubblicazione"/>
<section begin="Anno di traduzione"/>1929<section end="Anno di traduzione"/>
<section begin="Nome e cognome del traduttore"/>Ettore Romagnoli<section end="Nome e cognome del traduttore"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Poemi (Esiodo).djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Progetto"/>Letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>La gara fra Omero ed Esiodo<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>29 aprile 2015<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=29 aprile 2015|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Anonimo
| Titolo = La gara fra Omero ed Esiodo
| Anno di pubblicazione = Antichità
| Lingua originale del testo = greco
| Nome e cognome del traduttore = Ettore Romagnoli
| Anno di traduzione = 1929
| Progetto = Letteratura
| Argomento =
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Poemi (Esiodo).djvu
}}
{{Raccolta|Poemi (Esiodo)}}
<pages index="Poemi (Esiodo).djvu" from=255 to=273 />
{{AltraVersione|Agone_nel_canto|Trad. Pozzuolo}}
{{AltraVersione|Contrasto di Homero ed Hesiodo|Trad. Pascoli}}
{{Sezione note}}
8zetfeo2adanv3vereswe7b6r2xe9l2
Pagina:Bruno - Cena de le ceneri.djvu/31
108
406248
3024469
2383045
2022-08-19T17:51:11Z
SZC 03
58651
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="GLf" />{{RigaIntestazione|16|{{Sc|la cena delle ceneri}}|}}</noinclude>sembrava un ricchissimo gioielliero, che ti cavava gli occhi ed il core, quando la vagheggiava.<br />
{{Sc|Smi.}} Mostravano saper di Greco?<br />
{{Sc|Teo.}} E di birra eziandio.<br />
{{Sc|Pru.}} Togli via quell'<i>eziandio</i>, poscia è una obsoleta ed antiquata dictione.<br />
{{Sc|Fru.}} Tacete, maestro, chè non parla con voi.<br />
{{Sc|Smi.}} Com'eran fatti?<br />
{{Sc|Teo.}} L’uno parea il conestabile de la gigantessa
e l’orco, l’altro l'amostante della dea della riputazione.<br />
{{Sc|Smi.}} Sì che eran doi?<br />
{{Sc|Teo.}} Sì; per esser questo un numero misterioso.<br />
{{Sc|Pru.}} ''Ut essent duo testes''.<br />
{{Sc|Fru.}} Che intendete per quel ''testes''?<br />
{{Sc|Pru.}} Testimonii, esaminatori della nolana sufficienza. ''At mehercle!'' perchè avete detto, Teofilo, che il numero binario è misterioso?<br />
{{Sc|Teo.}} Perchè due sono le prime coordinazioni, come dice {{AutoreCitato|Pitagora|Pitagora}}; finito ed infinito, curvo e retto, destro e sinistro e via discorrendo. Due sono le spezie di numeri: pare ed imparo, de’ quali l’una è maschio, l’altra è femina. Doi sono li Cupidi: superiore e divino, inferiore e volgare. Doi sono gli atti de la vita: cognizione, ed affetto. Doi sono gli oggetti di quelli: il vero ed il bene. Due sono le spezie di moti: retto, con il quale i corpi tendono alla conservazione, e circulare, col quale si conservano. Doi son li principii essenziali de le cose: la materia e la forma. Due le specifiche differenze de la sustanza: raro e denso, semplice e misto. Doi primi contrarii ed attivi principii: il caldo ed il freddo. Doi primi parenti de le cose naturali: il sole e la terra.<br />
{{Sc|Fru.}} Conforme al proposito di que’ prefati doi,<noinclude><references/></noinclude>
e4rrggitkrys5plybu4x68clne1xtki
Pagina:Bruno - Cena de le ceneri.djvu/43
108
406259
3024464
2383058
2022-08-19T17:41:03Z
SZC 03
58651
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="GLf" />{{RigaIntestazione||{{Sc|dialogo primo}} |29}}</noinclude><br />
{{Sc|Fru.}} Como avvenne a que’ doi dottori barbareschi, de' quali parlareremo; l’un de' quali, non sapendo più che si rispondere, e che argumentare, s’alzò in piedi, in atto di volerla finir con una provisione di adagi d’{{AutoreCitato|Erasmo}}, o ver coi pugni, gridò: ''quid? nonne Anticyram navigas? tu ille phitosophorum protoplastes, qui nec {{AutoreCitato|Claudio Tolomeo|Ptolomaeo}}, nec tot, tantorumque philosophorum, et astronomorum majestati quippiam concedis! Tu ne nodum in scirpo quaerites?'' ed altri propositi, degni d’essergli decisi a dosso con quelle verghe doppie, chiamale bastoni, con le quali i facchini soglion prender la misura per far i giubboni a gli asini.<br />
{{Sc|Teo.}} Lasciamo questi propositi per ora! Sono alcuni
altri, che per qualche credula pazzia, temendo, che per vedere non si guastino, vogliono ostinatamente perseverare nelle tenebre di quello ch’hanno una volta malamente appreso. Altri poi sono i felici e ben nati ingegni, verso li quali nissuno onorato studio è perso; temerariamente non giudicano, hanno libero l’intelletto, terso il vedere, e son produtti dal cielo, se non inventori, degni però esaminatori, scrutatori, giudici, e testimoni de la verità. Di questi ha guadagnato, guadagna, e guadagnerà l’assenso e l’amore il Nolano. Questi son que’ nobilissimi ingegni, che son capaci d’udirlo e disputar con lui.. Perché in vero nissuno è degno di contrastargli circa queste materie, che, se non vien contento di consentirgli a fatto, per non essere tanto capace, non gli sottoscriva almeno ne le cose molte, maggiori, e principali, e confessi, che quello che non può conoscere per più vero, è certo, che sii più verisimile.<br />
{{Sc|Pru.}} Sii come la si vuole, io non voglio discostarmi
dal parer de gli antichi; perchè dice il saggio: Ne
l'antiquità è la sapienza.<noinclude>
<references/></noinclude>
ll7n35dm85g8ay5rimwpgelw5f6ijuj
Pagina:Bruno - Cena de le ceneri.djvu/44
108
406260
3024463
2768516
2022-08-19T17:37:06Z
SZC 03
58651
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="GLf" />{{RigaIntestazione|30|{{Sc|la cena de le ceneri}}|}}</noinclude><br />
{{Sc|Teo.}} E soggiunge: In molti anni la prudenza. Se voi intendeste bene quel che dite, vedreste, che dal vostro fondamento s’inferisce il contrario di quel che pensate: voglio dire, che noi siamo più vecchi ed abbiamo più lunga età, che i nostri predecessori, intendo per quel che appartiene in certi giudizi, come in proposito. Non ha possuto essere sì maturo il giudizio d’Eudosso, che visse poco dopo la rinascente astronomia, se pur in esso non rinacque, come quello di Calippo, che visse trent'anni dopo la morte d’Alessandro magno; il quale, come giunse anni ad anni, possea giungere ancora osservanze ad osservanze. {{AutoreCitato|Ipparco di Nicea|Ipparco}}, per la medesma ragione, dovea saperne più di {{AutoreCitato|Callippo di Cizico|Calippo}}, perchè vidde la mutazione fatta sino a cento nonanta sei anni dopo la morte d’Alessandro. {{AutoreCitato|Menelao di Alessandria|Menelao}}, romano geometra, perchè vidde la differenza de’ moti quattrocento sessanta dui anni dopo Alessandro morto, è ragione che n’intendesse più ch’{{AutoreCitato|Ipparco di Nicea|Ipparco}}. Più ne dovea vedere {{AutoreCitato|Muḥammad ibn Jābir al-Ḥarrānī al-Battānī|Macometto Aracense}} mille duecento e dui anni dopo quello. Più n’ha veduto il {{AutoreCitato|Niccolò Copernico|Copernico}} quasi a’nostri tempi a presso la medesma anni mille ottocento quarantanove. Ma che di questi alcuni, che son stati a presso, non siino però stati più accorti, che quei, ’che furon prima, e che la moltitudine di que’, che sono a’ nostri tempi, non ha però più sale, questo accade perciò che quelli non vissero, e questi non vivono gli anni altrui, e, quel ch'è peggio, vissero morti quelli e questi ne gli anni proprii.<br />
{{Sc|Pru.}} Dite quel che vi piace, tiratela a vostro bel piacer, dove vi pare, io sono amico dell’antichità, e quanto appartiene a le vostre opinioni, o paradossi, non credo, che sì molti e sì saggi, sien stati ignoranti, come pensate voi ed altri amici di novità.<noinclude>
<references/></noinclude>
cm53m20gk2y6rh1j7m0g0212snlb01k
Pagina:Bruno - Cena de le ceneri.djvu/46
108
406262
3024466
2383060
2022-08-19T17:44:29Z
SZC 03
58651
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Chiarazuccarini" />{{RigaIntestazione|32|{{Sc|la cena de le ceneri}}|}}</noinclude>quali non intendono nè anche quel che significano i titoli de’ libri d’{{AutoreCitato|Aristotele}}. Se volete, ch’io ve ne dimostri uno, ecco costui, al quale avete detto: il vostro
{{AutoreCitato|Aristotele}}, e che a volte a volte ti sfodera un ''{{AutoreCitato|Aristotele|Aristoteles}} noster'', ''Peripateticorum princeps'', un
''{{AutoreCitato|Platone|Plato}} noster, et ultra''.<br />
{{Sc|Pru.}} Io fo poco conto del vostro conto, niente istimo la vostra stima.<br />
{{Sc|Teo.}} Di grazia, non interrompete più il nostro discorso!<br />
{{Sc|Smi.}} Seguite, signor Teofilo!<br />
{{Sc|Teo.}} Notò, dico, il vostro {{AutoreCitato|Aristotele}}, che, come è la vicissitudine dell’altre cose, così non meno delle opinioni ed effetti diversi: però tanto è aver riguardo
alle filosofie per le loro antiquità, quanto voler decidere,
se fu prima il giorno, o la notte. Quello dunque, al che doviamo fissar l’occhio della considerazione, è, se noi siamo nel giorno, e la luce della verità è sopra il nostro orizzonte, o vero in quello de gli avversarii nostri antipodi; se siamo noi in tenebre, o ver essi; ed in conclusione, se noi, che diamo principio a rinovar l'antica filosofia, siamo nella mattina, per dar fine alla notte, o pur nella sera, per donar fine al giorno. E questo certamente non è difficile a determinarsi, anco giudicando alla grossa da’ frutti dell’una e l’altra specie di contemplazione. Or veggiamo la differenza tra quelli e questi! Quelli nel viver temperati, nella medicina esperti, nella contemplazione giudiziosi, nella divinazione singolari, nella magia miracolosi, nelle superstizioni providi, nelle leggi osservanti, nella moralità irriprensibili, nella teologia divini, in tutti effetti eroici, come ne mostrano lor prolongate vite, i meno infermi corpi, l’invenzioni altissime, le adempite pronosticazioni, le<noinclude>
<references/></noinclude>
kx2z50c7kk2gz6fm6iqj252k9537zzl
Pagina:Omero - L'Odissea (Romagnoli) II.djvu/20
108
462544
3024382
3011040
2022-08-19T12:20:57Z
Cinzia sozi
10875
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Cinzia sozi" />{{RigaIntestazione||''CANTO XIII''|17|riga=2}}</noinclude><poem>
{{R|410}}sin ch’io non giunga a Sparta, città delle femmine belle,
per richiamare, o Ulisse, Telemaco, il figlio tuo caro,
che quelle belle contrade, cercò, cercò Menelao,
per chiedere notizia di te, se tu ancora vivessi».
E le rispose cosí l’accorto pensiero d’Ulisse:
{{R|415}}«Detto perché non glie l’hai, tu che pure di tutto hai contezza?
Forse perché travagli patir debba anch’egli, ed errare
sopra lo sterile mare, mentre altri gli vorano i beni?»
E gli rispose cosí la Diva dagli occhi azzurrini:
«Troppa cura di lui non deve affannare il tuo cuore:
{{R|420}}io stesso l’ho inviato, perché buona fama acquistasse,
andando lí: né cruccio veruno lo turba; e tranquillo
sta nella casa d’Atreo, soggiorna fra beni e dovizie.
Vero è che in una nave gli tendono i Proci un agguato,
che lo vorrebbero morto pria ch’egli sia giunto alla patria;
{{R|425}}ma non sarà, credo io: dovrà pria la terra coprire
talun di quei superbi che tutti ti vorano i beni».
Mentre cosí diceva, la Dea lo sfiorò d’una verga.
Di grinze tutte quante coperse le floride membra,
gli fe’ sparir dal capo le chiome sue bionde; e su tutta
{{R|430}}la sua persona stese la pelle d’un vecchio cadente,
foschi gli rese gli occhi, che prima fulgevano belli.
Ed una tunica indosso gli pose, ed un misero manto,
roba stracciata, lorda, di sudicio fumo annerita,
ed una logora pelle su quelli, di rapido cervo.
{{R|435}}Poscia un bastone in mano gli diede, e una rozza bisaccia,
tutta a brindelli; e al collo pendea da una logora cinghia.
Presi cosí gli accordi, si mosser divisi; e la Dea
a Lacedèmone andò, per cercare il figliuolo d’Ulisse.
</poem><noinclude></noinclude>
rmktlqv4b153pwcoq36f45naxj4an5x
Pagina:Omero - L'Odissea (Romagnoli) II.djvu/24
108
462548
3024384
3011155
2022-08-19T12:24:08Z
Cinzia sozi
10875
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Cinzia sozi" /></noinclude>[[File:Omero - L'Odissea (Romagnoli) II-0024.png|400px|center]]
<poem>
Dunque, dal porto Ulisse s’avviò per l’aspro sentiero,
sopra selvose piagge, traverso ad alture, ove Atena
detto gli avea che fosse la casa del fido porcaro
che provvedeva il cibo per tutta la gente d’Ulisse.
{{R|5}}E lo trovò seduto dinanzi alla casa, ove eccelso
era costrutto un recinto, spazioso, elegante, isolato,
in uno spiazzo aperto da tutte le bande. Il porcaro
stesso l’avea costrutto, quando era partito il signore,
ché la regina né il vecchio Laerte non v’ebbero parte.
{{R|10}}L’avea con grandi pietre costrutto, e recinto di pruni.
E tanti pali aveva confitti via via tutto intorno,
molti, fitti, tagliati nel duro dell’ilice negra.
Dentro il recinto aveva costrutte ben dodici stalle,
l’una vicina all’altra, da starci a giacere le scrofe.
{{R|15}}Erano chiuse in ciascuna cinquanta scrofe feconde,
sdraiate a terra: i maschi giacevano fuor nella corte,
molti di meno; giacché provvedevano a farli scemare
i seminumi Proci: ché ad essi doveva il porcaro
sempre il migliore via via spedire dei ciacchi piú grassi:
</poem><noinclude></noinclude>
pc3zkh6nozl4bx5r5p9c87ypm0o2jvi
Pagina:Omero - L'Odissea (Romagnoli) II.djvu/25
108
462549
3024387
3011094
2022-08-19T12:27:29Z
Cinzia sozi
10875
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Cinzia sozi" />{{RigaIntestazione|22|''ODISSEA''||riga=2}}</noinclude><poem>
{{R|20}}cosí di maschi in tutto ce n’era trecentosessanta.
Stavano quattro mastini lí presso, e sembravano fiere,
sempre alla guardia: il fido porcaro li aveva cresciuti.
Eumèo stava or tagliando la florida pelle d’un bove,
e ne foggiava ai suoi piedi calzari. Erano iti i garzoni:
{{R|25}}tre dietro i porci, chi qua, chi là, per il pascolo, al prato:
il quarto, Eumèo l’aveva mandato in città, che recasse
ai prepotenti Proci, che a ciò l’astringevano, un ciacco,
per immolarlo ai Numi, per farne satolle di carne.
Immantinente i cani latratori videro Ulisse,
{{R|30}}e con grandi urli addosso gli corsero; e súbito Ulisse
prudentemente sedé, lasciò andar dalle mani il bastone.
Pure, qui, presso alle stesse sue stalle, ne andava malconcio,
se non correva a cacciarli, con rapidi passi, il porcaro,
che lasciò andare il suo cuoio, si precipitò su la porta,
{{R|35}}e con grandi urli, con una gragnuola di pietre, i mastini
sperse, chi qua, chi là. Poi, volto al Signore, gli disse:
«Povero vecchio, per poco non t’hanno sbranalo i mastini,
all’improvviso! E avuto davvero ne avrei gran rimorso:
e già cordogli e pene mi dànno abbastanza i Celesti:
{{R|40}}ché me ne sto qui doglioso, piangendo il mio re semidio,
ed allevare i porci mi tocca, ingrassarli per gli altri,
che me li mangino; e quello fors’anche patisce la fame,
ramingo se ne va fra genti e città forestiere,
se pure è vivo ancora, se vede la luce del sole!
{{R|45}}Seguimi adesso, entriamo nella mia capanna, buon vecchio,
sí che ti possa anche tu saziare di cibo e di vino,
e poi mi dica donde sei giunto, e che pene hai sofferto».
Nella capanna, dicendo cosí, lo condusse il porcaro.
Sopra la terra ammucchiò gran copia di frasche, vi stese
</poem><noinclude></noinclude>
qrinay9ynao6iou8ddii3eddic4jbrn
Pagina:Omero - L'Odissea (Romagnoli) II.djvu/26
108
462550
3024391
3011095
2022-08-19T12:30:51Z
Cinzia sozi
10875
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Cinzia sozi" />{{RigaIntestazione||''CANTO XIV''|23|riga=2}}</noinclude><poem>
{{R|50}}la pelle d’un villoso caprone selvatico, folta,
grande, che bene potesse sdraiarsi, e lo fece sedere.
De l’accoglienza Ulisse fu lieto, e tai detti gli volse:
«Ospite, Giove e tutti ti diano gii altri Celesti
ciò che tu brami: ché fatta m’hai sí cordiale accoglienza!»
{{R|55}}E di rimando, Eumèo porcaro, cosí tu dicevi:
«Ospite, anche se un uomo di te piú meschino giungesse,
io non saprei fargli sgarbo: ché gli ospiti, i poveri, tutti
li manda Giove. Certo, dovrai contentarti: ben poco
è ciò ch’io posso darti: ché questa e la sorte dei servi:
{{R|60}}trepidar sempre, quando comandano i nuovi padroni:
poi che ai Celesti piacque frodar del ritorno il mio sire,
che mi voleva bene davvero, che dato m’avrebbe
certo podere, casa, corredo, e una sposa di garbo,
come il signor liberale suol dare al suo servo, che molto
{{R|65}}sudi al lavoro, e un Dio gli arrida al lavoro ch’ei compie,
come sorride a questo ch’io compio. Oh!, se fosse invecchiato
qui, tali doni avrebbe largito a me pure, il mio sire.
Invece è morto! Cosí fosse d’Elena morta la razza,
da cima a fondo, che fece procombere tanti guerrieri!
{{R|70}}Ché Ulisse anch’egli andò, per l’onor d’Agamènnone, ad Ilio,
alla città dei veloci puledri, a pugnar coi Troiani».
Detto cosí, con la cinghia si strinse la tunica ai fianchi,
e si diresse a le stalle, dov’erano chiuse le mandre
dei porcellini; e due di lí fuor ne trasse, li uccise,
{{R|75}}li rosolò, li squartò, i quarti infilò negli spiedi;
e quando furon cotti, presentò la carne ad Ulisse,
calda, infilata agli spiedi, cosparsa di bianca farina.
E quindi vino infuse dolcissimo dentro una coppa
d’ellera; e gli sedé di fronte, e, invitandolo, disse:
</poem><noinclude></noinclude>
3t296cmgctydrnxqsk14oeeptzmwtgq
Lirici marinisti/I/Francesco Balducci
0
515698
3024459
3014564
2022-08-19T17:19:29Z
Cinnamologus
2379
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="autore"/>Francesco Balducci<section end="autore"/>
<section begin="sottotitolo"/>Liriche di Francesco Balducci<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../Giambattista Manso<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Francesco Della Valle<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>6 settembre 2021<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=6 settembre 2021|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|autore=Francesco Balducci|sottotitolo=Liriche di Francesco Balducci|prec=../Giambattista Manso|succ=../Francesco Della Valle}}
<pages index="AA. VV. - Lirici marinisti.djvu" from=42 to=42 fromsection="s1" tosection="s1" />
== Indice ==
*{{Testo|La fronte esangue, lo smarrito aspetto|I. Amore palese, amata nascosta|tipo=tradizionale}}
*{{testo|Oh caro agli occhi miei novello Amore|II. Al figlioletto della sua donna|tipo=tradizionale}}
*{{Testo|Ahi, chi mi rompe il sonno, or che l'amica|III. Il dolce sogno interrotto|tipo=tradizionale}}
*{{Testo|Dunque, un vano, un spergiuro, un fuggitivo|IV. Il rivale|tipo=tradizionale}}
*{{Testo|Felice te, che per sanguigne vie|V. A santo Stefano|tipo=tradizionale}}
4jah28lz2atn1hhf8jge9bw7vsbwmmd
Pagina:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu/49
108
515702
3024468
3014973
2022-08-19T17:49:05Z
Cinnamologus
2379
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||{{Sc|francesco della valle}}|43}}</noinclude><section begin="s1" />{{ct|f=100%|v=1|t=2|VIII}}
{{ct|f=100%|v=1|LA CASA DELLA SUA DONNA}}
<poem>
Al nobil tetto ov’il mio sole ha sede,
quasi a lume farfalla ognor m’aggiro;
ora un guardo vi mando, or un sospiro,
e v’entro col pensier, se non col piede.
S’il mio ben non m’ascolta e non mi vede,
parlo ai muri in sua vece e i sassi miro,
e ovunque gli occhi innamorati giro,
l’aria infocata del mio ardor fa fede.
Dal dolce fiato suo fatta odorosa,
l’aura, che spira lá, mi dá ristoro,
e, vagando le piante, il core ha posa.
Cosí, felice in quelle vie dimoro,
e, se m’è de’ suoi rai la luce ascosa,
l’alba attendendo, l’orizzonte adoro.
</poem><section end="s1" />
<section begin="s2" />{{ct|f=100%|v=1|t=2|IX}}
{{ct|f=100%|v=1|IL RITRATTO DELLA DONNA AMATA}}
{{ct|f=90%|v=1|A Girolamo Brivio}}
<poem>
Dopo due lustri, le romane mura,
ov’io vissi non so se vita o morte,
lascio, e sperando di cangiar mia sorte,
stolto il partire ogni mio ben mi fura.
Se resta il lume e meco vien l’arsura
degli occhi che mi diede Amor per sorte,
in uscir queste antiche amate porte
esce a me l’alma ed il mio dí s’oscura.
Tu che sul Tebro ancor, Brivio felice,
giá glorie acquistar sai con nobil arte
e sei del mio bel Sol fatto fenice,
deh, fammi per pietá picciola parte
del ben che godi, e mentre a me non lice,
invola raggi e a me li manda in carte.
</poem>
<section end="s2" /><noinclude></noinclude>
r97jo6qpjb2mi58d308mhrgdkep5646
Pagina:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu/50
108
515703
3024471
3014892
2022-08-19T17:56:37Z
Cinnamologus
2379
Gadget AutoreCitato
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|44|{{Sc|lirici marinisti}}}}</noinclude><section begin="s1" />{{ct|f=100%|v=1|t=2|X}}
{{ct|f=100%|v=1|LE NUOVE FABBRICHE DI ROMA}}
{{ct|f=90%|v=1|sotto {{AutoreCitato|Papa Paolo V|Paolo V}}}}
<poem>
Giá cede il tempo e coronata sporge
d’aurei tetti ogni monte al ciel la cima,
ed a l’altera maestá di prima
da le ruine sue Roma risorge.
Ogni machina antica a l’aure sorge,
quant’in terra giacea s’erge e sublima,
e ciò che de l’etá róse la lima,
ristorato dal ferro ornai si scorge.
Gli ampi spazi non copre inutil soma,
ma l’adornan le fonti e inondan l’acque,
e fatta sopra Roma è nova Roma.
Oh valor del gran Paolo! Ella, che giacque
nel furor de’ suoi figli estinta e doma,
sott’un gran figlio in pace al fin rinacque.
</poem><section end="s1" />
<section begin="s2" />{{ct|f=100%|v=1|t=2|XI}}
{{ct|f=100%|v=1|ALLA CITTÀ DI COSENZA}}
<poem>
Nobil cittá, ch’al chiaro Crati in sponda
siedi e superba all’aure ergi le mura,
de l’errante virtú stanza sicura
e di cigni e d’eroi madre feconda;
non lodo io te perché il tuo seno abbonda
di ciò che parca altrui dona natura:
ch’il cielo hai temperato e l’aria pura
e cospira a tuo ben la terra e l’onda;
ma perché degno sei nido e soggiorno
di pellegrini ingegni, e in te s’aduna
d’armi Marte e di lauro Apollo adorno.
Lunge de’ colli tuoi, prego fortuna
ch’in te tomba mi dia l’ultimo giorno,
come presso al tuo seggio ebbi la cuna.
</poem><section end="s2" /><noinclude></noinclude>
iw0c5v9olpjsdkun317mvdxka25rwb1
Lirici marinisti/II/Claudio Achillini
0
515727
3024668
3015045
2022-08-20T09:54:10Z
Cinnamologus
2379
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="autore"/>Claudio Achillini<section end="autore"/>
<section begin="sottotitolo"/>Liriche di Claudio Achillini<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Girolamo Preti<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>7 settembre 2021<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=7 settembre 2021|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|autore=Claudio Achillini|sottotitolo=Liriche di Claudio Achillini|prec=../|succ=../Girolamo Preti}}
<pages index="AA. VV. - Lirici marinisti.djvu" from=53 to=53 fromsection="s1" tosection="s1" />
== Indice ==
* {{Testo|Ecco vicine, o bella tigre, l'ore|I. La dipartita|tipo=tradizionale}}
* {{Testo|Tra i vivi scogli de le due mammelle|II. La bionda scapigliata|tipo=tradizionale}}
* {{Testo|Corteggiata da l'aure e dagli amori|III. Lo sdegno nel bianco volto|tipo=tradizionale}}
* {{Testo|Quell'idolo mio dolce, a cui si rese|IV. L’antica amante fatta monaca|tipo=tradizionale}}
* {{Testo|Sciolta il crin, rotta i panni e nuda il piede|V. La mendicante|tipo=tradizionale}}
* {{Testo|Là nel mezzo del tempio, a l'improviso|VI. La spiritata|tipo=tradizionale}}
* {{Testo|Entra per nera e sconosciuta bocca|VII. Lo scoppio della mina e il bacio|tipo=tradizionale}}
* {{Testo|Tesse quest’ermo bosco, allor ch'ei fugge|VIII. Il ruscelletto|tipo=tradizionale}}
* {{Testo|Siedo al rezzo gentil di selva antica|IX. Nella selva presso il Reno|tipo=tradizionale}}
* {{Testo|Or che del Sol più temperato è il raggio|X. Ombra di nuove foglie| tipo=tradizionale}}
* {{Testo|Io corsi, o bella Dora, ogni tua riva|XI. Sic vos non vobis|tipo=tradizionale}}
* {{Testo|In braccio a Cristo, agli angeli, a Maria|XII. La morte e il testamento di san Giuseppe|tipo=tradizionale}}
* {{Testo|Fassi colà ne' messicani regni|XIII. Il fior di passione|tipo=tradizionale}}
* {{Testo|Sudate, o fochi, a preparar metalli|XIV. A Luigi XIII|tipo=tradizionale}}
0u2y4aogijnpuh7jshlz509q4t03a8w
Pagina:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu/60
108
515729
3024669
2824317
2022-08-20T10:02:23Z
Cinnamologus
2379
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|54|{{Sc|lirici marinisti}}}}</noinclude>{{ct|f=100%|v=1|t=2|XIV}}
{{ct|f=100%|v=1|A {{Wl|Q737533|LUIGI XIII}}}}
{{ct|f=90%|v=1|dopo la {{Wl|Q815170|presa della Roccella}} e la liberazione di Casale}}
<poem>
Sudate, o fochi, a preparar metalli,
e voi, ferri vitali, itene pronti,
ite di Paro a sviscerare i monti
per inalzar colossi al re de’ Galli.
Vinse l’invitta ròcca e de’ vassalli
spezzò gli orgogli a le rubelle fronti,
e machinando inusitati ponti
diè fuga ai mari e gli converse in valli.
Volò quindi su l’Alpi e il ferro strinse,
e con mano d’Astrea gli alti litigi,
temuto solo e non veduto, estinse.
Ceda le palme pur Roma a Parigi:
ché se Cesare venne e vide e vinse,
venne, vinse e non vide il gran Luigi.
</poem><noinclude></noinclude>
gl25624doyaf4zx0fngoriflfhs7znv
Indice:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu
110
563337
3024438
2828139
2022-08-19T14:00:44Z
Dr Zimbu
1553
Porto il SAL a SAL 75%
proofread-index
text/x-wiki
{{:MediaWiki:Proofreadpage_index_template
|Autore=Cesare Guasti
|NomePagina=Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato
|Titolo=Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato
|TitoloOriginale=
|Sottotitolo=Estratto dall'Archivio Storico Italiano, Serie terza, tomo V, parte I
|LinguaOriginale=italiano
|Lingua=italiano
|Traduttore=
|Illustratore=
|Curatore=
|Editore=
|Città=
|Anno=1867
|Fonte={{IA|bub_gb_LesmdCKPExoC}}
|Immagine=4
|Progetto=
|Argomento=
|Qualità=75%
|Pagine=<pagelist />
|Sommario={{Indice sommario|nome=Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato|titolo=Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato|from=4|delta=0}}
|Volumi=
|Note=
|Css=
}}
ex2dufem8kmu4igl7tq5h0kn5pv0uhc
Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/4
108
563338
3024436
3023830
2022-08-19T14:00:28Z
Dr Zimbu
1553
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" /></noinclude>{{ct|f=100%|t=6|v=2|NECROLOGIA}}
{{ct|f=70%|t=2|v=2|{{Sc|dell’avv.}}}}
{{ct|f=150%|t=2|v=2|{{Wl|Q47012073|GIOVACCHINO BENINI}}}}
{{ct|f=70%|t=1|v=1|'''DI PRATO'''}}
{{ct|f=100%|t=2|v=6|PER CESARE GUASTI}}<noinclude></noinclude>
s3iasdvkyjsbz764eluyoljy1fw3gaj
Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/5
108
563344
3024424
2678567
2022-08-19T13:47:45Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||||riga=si}}</noinclude>
Chi faceva tanto d’arrivare a Firenze quando il viaggiare era meno agevole (parlo d’un trenta o quarantanni addietro), una mezza giornata a Prato la passava; che le solite Guide vi notavano qualcosa da vedere per chi amasse le arti del bello e dell’utile. I viaggiatori poi, che a Firenze avvicinavano il {{AutoreCitato|Giovan Pietro Vieusseux|Vieusseux}} (ed erano molti e diversi), a Prato cercavano dell’Avvocato {{AutoreCitato|Giovacchino Benini|Benini}}; e alle commendatizie del signor Giampietro era fatto buon viso. Poi dalle conoscenze nascevano altre conoscenze; ai viaggiatori geniali o studiosi subentravano i politici; quando la Toscana divenne rifugio a’ cacciati d’ogni Governo italiano, e gli esuli celebravano quel mitissimo reggimento. Molti a quest’ora non son più; ma ne debbono restare non pochi, i quali, ove leggessero queste pagine, si risovverrebbero dell’ospite pratese. Egli tenne certamente ricordo di tutti; chè fin da giovane ebbe quel costume bello degli antichi, di far cronaca de’ menomi particolari, che diventano col tempo elementi di storia: e parecchi avranno registrato ne’ loro diarii il nome di lui con parole di riconoscenza, non tanto per aver fatto, come diciamo, gli onori della città al forestiere, e aperta la propria casa cordialmente, quanto per essere stato largo di notizie a coloro che viaggiando studiavano. {{AutoreCitato|Niccolò Tommaseo|Niccolò Tommaseo}}, che visitò Prato fra il 33 e il 34, e, osservatore acuto non men<noinclude></noinclude>
e3b4v7oelqjy45kacp5mmxcc5l59vft
Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/6
108
563345
3024425
2223161
2022-08-19T13:48:44Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||6|}}</noinclude>che amorevole, giudicò quanto vide o seppe, cosi parlava del nostro Benini. «Ama d’esemplare amore la storia patria, e tutte le notizie che riguardano Prato, diligentemente raccoglie»: e lo diceva raccoglitore indefesso di quelle sentenze, in cui il popolo condensò, per cosi dire, la dottrina di molti volumi, andando al pratico, e fondandosi sulla esperienza de’ bisavi<ref>{{AutoreCitato|Niccolò Tommaseo|{{Sc|Tommaseo}}}}, ''Gita a Prato''; nel giornale napoletano ''Il Progresso'', an. III (1834), quaderno {{Sc|xvi}}.</ref>. Il Benini, ricordando questa sua raccolta di ''Proverbi italiani col confronto dell’altre lingue'', notava con una certa compiacenza: «lavoro che lodò Tommasèo». E lì pure registrando una sua traduzione dal francese, che lo stesso Tommasèo aveva desiderato «più italianamente fatta»<ref>''Antologia'' di Firenze, quaderno di Luglio 1831, pag. 116.</ref>, con molta schiettezza scriveva: «parola severa, che anche subito trovai giusta». Questo prova, che non meno della lode gli piaceva la verità: come prova, che pur vedendo di non scrivere castigato, riconosceva il dovere che lo scrittore ha di curare lo stile e la lingua. Ma il difetto in lui venne prima dallo scuole; poi, non riparato da uno studio particolare, si confermò nell’uso degl’idiomi stranieri.
Delle scuole parlando in alcuni suoi ricordi, non dice il Benini d’esser passato sotto la disciplina d’un tal maestro, ma «sotto il nerbo»; e fino all’umanità, confessa, «da nessuno imparai cosa alcuna». Nato a’ 23 di febbraio del 1799, ebbe i maestri che davano i tempi; ma la piccola Prato, in confronto d’altre città, non si poteva dire sfornita di precettori valenti. «Avevo circa dodici anni (egli scrive) quando passai alle scuole comunali, dove insegnava allora il Silvestri. Quivi trovai un po’ di gara, e la maggior parte studiavano di buona voglia. La memoria principalmente era esercitata: tutto si faceva a mente». Chiamato il Silvestri a Brescia, gli toccò per maestro di rettorica nel collegio Cicognini un abate Lepri, che «sapeva il suo mestiero, aveva buon gusto, e adoperava per la scuola i migliori libri che allora si conoscessero. Ivi conobbi {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}; ivi imparai qualche<noinclude></noinclude>
pf1wfmb0o1h3z3r6gfdyw7mvvm8i7j3
Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/7
108
563346
3024426
2223172
2022-08-19T13:49:50Z
Dr Zimbu
1553
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||7|}}</noinclude>regola di grammatica; ivi, senz’aver mai saputo fare un verso (ciò che in que’ tempi era un torto gravissimo), passai per uno de’ migliori scolari». Fatta la geometria dal canonico Sacchi e la filosofia dal Ciardini, andò nel 1815 all’università di Pisa, «Comproprietario (sono sue parole) di due accreditate farmacie, vissuto fino da bambino in una di esse; avendo assistito ad alcune sperienze del {{AutoreCitato|Giovacchino Carradori|Carradori}} in storia naturale, specialmente sulle testuggini; avendo fatto alla peggio un corso di chimica sotto il dottor Sacchi; il mio interesse mi voleva medico». Ma studiò legge, e a’ 7 di giugno 1819 prese il grado di dottore. Negli anni dello pratiche in Firenze contrasse amicizia con vari giovani coetanei, noti sin d’allora al foro e alle lettere (ricorderò li {{AutoreCitato|Vincenzo Salvagnoli|Salvagnoli}}, fra gli altri); e al dotto giureconsulto Vincenzio Giannini, poi presidente del Consiglio di Stato, si legò d’un affetto che aveva qualcosa della riverenza. Ebbe titolo di avvocato, ma non so che ne imprendesse mai l’esercizio.
Fino da quel tempo lo trovo inteso a promuovere in patria un’arte che i miei cittadini non avevano punto coltivata avanti al secolo decorso; dico la stampa, che il vescovo Ricci introdusse in Prato per meglio diffondere le sue novità: e l’episcopio fu la prima stamperia pratese. Brutte edizioni di libri facilmente dimenticati uscirono in que’ dieci anni; e il nome del Vestri con quello del Bracali di Pistoia fu allora spesso ripetuto o tartassato nell’effemeridi e nelle polemiche: poi non lo conobbero che i merciai di storie e di lunari. Un po’ dopo al Vestri rizzò torchi il Vannini; ma senz’ombra di gusto, nè scelta d’opere, nè correzione, produsse innumerabili dozzine di que’ libri che i fanciulli consumano provvidamente. Solo la ristampa del ''Malmantile'', le prime trecento ''Iscrizioni'' del {{AutoreCitato|Luigi Muzzi|Muzzi}} e qualche opuscolo del Silvestri rammenteranno que’ torchi a’ nostri nepoti. Ma declinando il quarto lustro del secolo, Vincenzio Giachetti, chirurgo uscito dalla scuola del Nannoni, avviò pe’ figliuoli una tipografia, che coll’opere insigni del {{AutoreCitato|Johann Joachim Winckelmann|Winckelmann}}, del {{AutoreCitato|Jean Baptiste Louis Georges Seroux d'Agincourt|D’Agincourt}} e del {{AutoreCitato|Leopoldo Cicognara|Cicognara}} si rese tosto benemerita degli studi dell’arte,<noinclude></noinclude>
mz435y47dr1z1xmj9w26hjmg5mzt347
Pagina:Salgari - Il tesoro del presidente del Paraguay.djvu/45
108
608055
3024465
2942337
2022-08-19T17:41:29Z
Nihil
2539
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||— 39 —||riga=si}}</noinclude><nowiki />
— Hai ragione.
— Abbassiamoci adunque.
— È presto fatto, Cardozo.
Il mastro, senza calcolare quali disastrose conseguenze poteva portare quella discesa nel caso che non venissero raccolti, afferrò senza esitare la funicella della valvola e diede uno strappo. Tosto in aria, verso la sommità dell’aerostato, si udì un leggero fischio, seguìto tosto da una serie di piccole detonazioni. Il gas, che non cercava che una uscita per lasciare l’involucro di seta, sfuggiva rapidamente.
Il pallone cominciò subito a discendere lentamente con un largo dondolamento, pur continuando ad avanzarsi verso l’est, ossia verso il preteso vascello, che continuava la rapida marcia.
Cardozo cogli occhi fissi sul barometro che continuava a salire, contava:
— Duemilacinquecento metri... duemila... millecinquecento... mille... cinquecento... quattrocento... trecento...
— Basta! — disse Diego, lasciando andare la funicella.
Tutti e due si precipitarono sul bordo della navicella. Sotto di loro, ad una distanza brevissima, muggiva l’oceano, percorso da larghe ondate spumeggianti che s’innalzavano verso il pallone, quasi fossero desiderose di afferrarlo e d’inghiottirlo.
A sei o sette chilometri il vascello continuava a camminare; ma, cosa strana, ora pareva quasi completamente sommerso, e, cosa ancora più strana, su di lui non si vedeva nè la bianca superficie della tolda, nè un albero qualunque, nè una caminiera,<ref name="ftn4">Fumajuolo.</ref> nè una manovra qualsiasi.
Il mastro e Cardozo si guardarono in viso, interrogandosi reciprocamente cogli occhi.
— Ci capisci tu qualche cosa? — chiese infine il ragazzo.
— Temo di aver commesso una grande bestialità, figlio mio, — rispose il mastro.
— Perchè, mio buon Diego?<noinclude></noinclude>
ljndkmosn5prtve292p3mg4i9mzkhcw
3024467
3024465
2022-08-19T17:44:40Z
Nihil
2539
/* Riletta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Nihil" />{{RigaIntestazione||— 39 —||riga=si}}</noinclude><nowiki />
— Hai ragione.
— Abbassiamoci adunque.
— È presto fatto, Cardozo.
Il mastro, senza calcolare quali disastrose conseguenze poteva portare quella discesa nel caso che non venissero raccolti, afferrò senza esitare la funicella della valvola e diede uno strappo. Tosto in aria, verso la sommità dell’aerostato, si udì un leggero fischio, seguìto tosto da una serie di piccole detonazioni. Il gas, che non cercava che una uscita per lasciare l’involucro di seta, sfuggiva rapidamente.
Il pallone cominciò subito a discendere lentamente con un largo dondolamento, pur continuando ad avanzarsi verso l’est, ossia verso il preteso vascello, che continuava la rapida marcia.
Cardozo, cogli occhi fissi sul barometro che continuava a salire, contava:
— Duemilacinquecento metri... duemila... millecinquecento... mille... cinquecento... quattrocento... trecento...
— Basta! — disse Diego, lasciando andare la funicella.
Tutti e due si precipitarono sul bordo della navicella. Sotto di loro, ad una distanza brevissima, muggiva l’oceano, percorso da larghe ondate spumeggianti che s’innalzavano verso il pallone, quasi fossero desiderose di afferrarlo e d’inghiottirlo.
A sei o sette chilometri il vascello continuava a camminare; ma, cosa strana, ora pareva quasi completamente sommerso, e, cosa ancora più strana, su di lui non si vedeva nè la bianca superficie della tolda, nè un albero qualunque, nè una ciminiera,<ref name="ftn4">Fumajuolo.</ref> nè una manovra qualsiasi.
Il mastro e Cardozo si guardarono in viso, interrogandosi reciprocamente cogli occhi.
— Ci capisci tu qualche cosa? — chiese infine il ragazzo.
— Temo di aver commesso una grande bestialità, figlio mio, — rispose il mastro.
— Perchè, mio buon Diego?<noinclude></noinclude>
9zol87h6fl9dinzx6ob0ugrm4ja5i5n
Il mondo è rotondo/Dedica
0
658513
3024501
2296216
2022-08-19T20:12:37Z
Piaz1606
10206
Porto il SAL a SAL 75%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Dedica<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../I<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>19 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=19 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Dedica|prec=../|succ=../I}}
<pages index="Panzini - Il mondo è rotondo.djvu" from=11 to=11 fromsection="" tosection="" />
izfqgucfyg0qox9jwbz5oxaycjom05d
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/15
108
658514
3024504
2945653
2022-08-19T20:22:37Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 3 —|}}</noinclude>{{Pt|cuni|alcuni}} aeroplani austriaci bombardavano a bassa quota, e tutti fuggivano, egli anzi si era fermato a guardare con curiosità.
Levò quindi il fazzoletto, pulì la sozzura e gettò il fazzoletto che pure era di finissimo lino!
«Viltà, non direi: forse un po’ di ribrezzo a toccare quell’uomo, come a toccare questo sputo.»
Del resto, tranne alcuni maialetti e galline che passeggiavano già, al primo albore, per le vie, come è consuetudine nelle città del sud, nessuno aveva veduto.
{{Centrato|*}}
Questo personaggio, che andava a spasso di primo mattino per una città del sud, si chiamava — come è detto — Beatus Renatus. Era un uomo assestatuzzo e mingherlino, e se avessimo veduto le lettere che erano nelle tasche della giacchetta di Orlèans nero, avremmo trovato scritto: ''All’illustre Beatus Renatus''.
Dunque era un uomo ragguardevole.
Infatti, prima della guerra, questo Beatus Renatus disponeva di un suo onesto giudizio<noinclude></noinclude>
gktgluk6jhf19pm92mjhku3xsyal1ov
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/16
108
658516
3024505
2945664
2022-08-19T20:23:55Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 4 —|}}</noinclude>e delle lucide armi del pensiero dentro la fortezza ossea del cranio.
Ma, da quel tempo, il giudizio si era un po’ ottenebrato e le armi inceppate.
Tuttavia Sua Eccellenza il ministro, ignorando questi particolari, aveva affidato a Beatus l’onorevole incarico di ispezionare le scuole, e perciò Beatus Renatus da qualche mese viaggiava l’Italia, e aveva preso molti appunti nel suo taccuino per riferire poi a S. E. il ministro.
Questa perturbazione del suo onesto giudizio si era ripercossa anche all’esterno, perchè quelli che lo avevano conosciuto prima della guerra, dicevano di lui: «Come è invecchiato Beatus Renatus!» I suoi capelli si erano imbiancati stranamente, cioè a zone; quasi a scosse sismiche, prodotte forse dal cataclisma della guerra: zone bianche e zone nere appiccicate ai baluardi delle lunghe tempie. Inoltre se si fosse levato i guanti, sarebbe apparsa una manina esangue, come di una giovanetta morta; la quale mano giustificava come egli non avrebbe mai potuto prendere per il collo quel grosso cittadino del sud.<noinclude></noinclude>
qymnuqgh7qjnx0xpvzvx2w3bf54br49
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/13
108
658517
3024502
2945631
2022-08-19T20:16:01Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" /></noinclude>{{Centrato|{{x-larger|IL MONDO È ROTONDO}}}}
{{rule}}
{{A destra|Motto: ''in omnibus charitas''.}}
{{Centrato|{{Sc|Capitolo Primo}}.}}
{{Centrato|{{Sc|Lo sputo}}.}}
Ognuno può comprendere che quando una persona va in cerca dell’anima, non può stare attenta.
— ''Si tu stivi attiento, io nun te sputava'', — disse quel cittadino del sud.
Forse voleva dire ''attento'' a quel rombo gutturale che precede lo sputo dei cittadini del sud. «Iperbòlici anche quando sputano», disse Beatus Renatus; e guardò con ribrezzo lo sputo. Esso era andato a cadere in fondo ai calzoni; ma poteva cadere su la giacchetta che era di orléans nero, o sul gilè che era di bellissimo candore.<noinclude></noinclude>
9y9mmy4duc8pgy75ikxqxlk1a98mz4z
3024510
3024502
2022-08-19T20:40:27Z
Piaz1606
10206
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" /></noinclude>{{Centrato|{{x-larger|IL MONDO È ROTONDO}}}}
{{rule}}
{{A destra|Motto: ''in omnibus charitas''.}}
{{Centrato|{{Sc|Capitolo Primo}}.}}
{{Centrato|{{larger|{{Sc|Lo sputo}}}}.}}
Ognuno può comprendere che quando una persona va in cerca dell’anima, non può stare attenta.
— ''Si tu stivi attiento, io nun te sputava'', — disse quel cittadino del sud.
Forse voleva dire ''attento'' a quel rombo gutturale che precede lo sputo dei cittadini del sud. «Iperbòlici anche quando sputano», disse Beatus Renatus; e guardò con ribrezzo lo sputo. Esso era andato a cadere in fondo ai calzoni; ma poteva cadere su la giacchetta che era di orléans nero, o sul gilè che era di bellissimo candore.<noinclude></noinclude>
awwnwzzmjyt1vjf4l81ysdli2x7r513
3024511
3024510
2022-08-19T20:40:45Z
Piaz1606
10206
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" /></noinclude>{{Centrato|{{x-larger|IL MONDO È ROTONDO}}}}
{{rule}}
{{A destra|Motto: ''in omnibus charitas''.}}
{{Centrato|{{Sc|Capitolo Primo}}.}}
{{Centrato|{{larger|Lo sputo}}.}}
Ognuno può comprendere che quando una persona va in cerca dell’anima, non può stare attenta.
— ''Si tu stivi attiento, io nun te sputava'', — disse quel cittadino del sud.
Forse voleva dire ''attento'' a quel rombo gutturale che precede lo sputo dei cittadini del sud. «Iperbòlici anche quando sputano», disse Beatus Renatus; e guardò con ribrezzo lo sputo. Esso era andato a cadere in fondo ai calzoni; ma poteva cadere su la giacchetta che era di orléans nero, o sul gilè che era di bellissimo candore.<noinclude></noinclude>
318d7u9njmw3801fnpfksdtg6g4e8r7
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/20
108
658518
3024509
2945708
2022-08-19T20:39:29Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 8 —|}}</noinclude>
{{Centrato|*}}
Con questo ragionamento nella testa, Beatus era entrato senza avvedersene nel giardino della città — che lì chiamano ''villa'' — deserto in quell’ora, e pieno soltanto di ombre e di fiori.
Dal giardino si vedeva, in lontananza, a metà della costa di un monte verde, un monastero come un castello ariostesco su cui batteva il sole nascente.
Un gran silenzio! Ma Beatus Renatus si fermò e lisciando con la mano i baffi biondicci, non ineleganti, pareva stare in ascolto. Sentiva quello che non si sentiva: i cannoni folli che da quattro anni urlavano per abbattere l’ultimo pupo folle con Dio e la corona: l’imperatore Guglielmo di Germania.
«Io ricordo, ma anche ricordando — disse — non capisco.»
E riguardò ancora il monastero dove vivono coloro che non ne capiscono niente. E buttano via il loro nome!<noinclude></noinclude>
1fbcg94knhhl0q29w67y6d9p7rlgpia
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/30
108
658519
3024524
2945756
2022-08-19T21:38:00Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 18 —|}}</noinclude>contemplavano, un pappo si staccò dal fiore e volò via; e dopo il primo, il secondo, poi tutti i pappi volarono via come per loro richiamo, e Beatus rimase col nudo stelo.
— Eppure — disse Beatus — io non ho avvertito un soffio di vento.
— E io nemmeno, signore, — disse la giovane donna.
— Oh! — esclamò Beatus — anche per lei, signorina, non esisteva il vento, ma per i sensi del fiore, sì.
Seguiva con lo sguardo quei pappi come punti d’oro che fuggivano lievi per loro richiamo.
— Anima, signorina — disse Beatus — vuol dire «vento»: un soffio di vento, άνεμος. Appunto vento occulto ai nostri sensi, ma forse esiste, come esiste un alito per questi fiori più sensibili di noi.
Ma gli occhi stupefatti della giovane donna lo persuasero — anche senza che il campanelluzzo funzionasse — che anche allora aveva parlato fuor di misura.
Troncò il discorso. Ma la donna lo vide trasfigurato di letizia come colui che crede aver trovato ciò che aveva perduto.<noinclude></noinclude>
m4qr5cck3i2d84k7cpw4d3i8c0ft34y
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/28
108
658520
3024522
2983970
2022-08-19T21:33:17Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Vf75" />{{RigaIntestazione||— 16 —|}}</noinclude><nowiki/>
«Férmati, Beatus!» gli disse il campanelluzzo del cervello.
Ed egli si fermò. Aveva parlato fuor di misura; ma la donna, quando è fresca, è come il latte, come la frutta fresca. Contiene essenze che producono una certa eccitazione.
La giovane donna infatti non intendeva di aspirare a queste diavolerie che Beatus aveva elencato, ma a cosa ben più semplice: una piccola gloria a proporzioni ridotte, di tipo moderno come la conquistano tanti: un onesto appannaggio della vita, che aiuta a vivere bene in società, qualcosa come sarebbe per un uomo un titolo cavalleresco, un diploma.
— Ha ragione, signorina — disse Beatus. — Questa, in verità, è una gloria di non difficile acquisto e lei la può anzi incontrare, così come a Roma può imbattersi in un portiere gualdrappato. Ma guarda, guarda, guarda! — si interruppe di un tratto Beatus.
— Che cosa, signore?
I grandi occhi della signorina guardarono: ma nulla c’era.
Ma il sole si era alzato e là dove esso batteva, in un campo a lato al viale, era tutto<noinclude></noinclude>
t0ytj8dwes120dxqpry0jginak8c6wb
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/24
108
658521
3024518
2945750
2022-08-19T21:11:56Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 12 —|}}</noinclude>{{Pt|sare|scusare}} quei ragazzoni di scolari se stavano più attenti a lei che ai libri.
Anche il suono della voce era dilettevole tanto che Beatus fu sorpreso di dover osservare che pur l’accento napoletano è grazioso.
Ma evidentemente egli stava più attento alla musica delle parole che al loro senso. Però quando la signorina concluse e disse: — Del resto io non domando che la mia felicità — rimase stupito, e guardò colei che domandava con tanta naturalezza la propria felicità.
— Ora lei, signor Regio Ispettore, è arbitro della mia felicità.
— Ma lei, signorina, mi onora di poteri magici — rispose Beatus.
Ma santi numi! Proprio ieri Beatus aveva consigliato la riduzione graduale dell’iperbole, come si usa con la morfina per guarire i morfinomani.
La ''felicità'' per la signorina consisteva nell’essere trasferita in una grande città.
— Io credevo, signorina — disse Beatus — che lei mi domandasse il contrario: cioè di non essere allontanata da questa città. Non è lei di questa città?<noinclude></noinclude>
6u5bw1grcg03zzg4nmdvzjorfpkq1a0
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/14
108
658522
3024503
2945642
2022-08-19T20:20:23Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 2 —|}}</noinclude><nowiki/>
Si poteva intimare: «Pulite!» Si poteva, in caso di disubbidienza, afferrare quel cittadino del sud per il collo e obbligarlo a pulire. Ma in questo caso sarebbe stata necessaria una mano molto valida perchè, non so se abbiate mai osservato: vi sono nella famiglia degli uomini alcuni grossi cialtroni che sembrano specialmente costituiti di alcuni grossi, lunghi manubri, di carne, cioè due gambe e due braccia, attaccate ad un tronco, e quel tanto di apparecchio di orologeria dentro il cranio, che basti a stimolare questi manubri.
Il personaggio, invece, dai cui calzoni pendeva lo sputo, aveva bensì una fronte formidabile; ma sarebbe stata necessaria un’operazione di magia per mutare quella fronte in una di quelle macchine da guerra, chiamate ''tanks'', e così far paura a quel cittadino del sud, che già dilungava maestoso col suo sigaro in bocca.
«La colpa è della mano che è esile e non afferra», disse a se stesso quel signore guardando la sua mano coperta dal guanto di seta. «Non è per viltà».
La settimana prima, a Taranto, mentre {{Pt|al-|}}<noinclude></noinclude>
tm77cptb3u2mbeb4hdfxmhyccqctwpn
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/17
108
658523
3024506
2945675
2022-08-19T20:27:18Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 5 —|}}</noinclude><nowiki/>
Egli aveva dunque visitato diverse scuole del nord, ed ora visitava le scuole del sud.
Tanto nell’Italia del nord, come in quella del sud, Beatus Renatus aveva riportato notevoli soddisfazioni in grazia di un campanelluzzo che ancora gli rimaneva nella casa del pensiero, e funzionava ancora abbastanza bene in quanto avvertiva delle cose da dire e delle cose da non dire. Egli prima di parlare, rigettava con garbo la giacchetta e scopriva il bel gilè con la catena d’oro, ovvero spiegava lentamente il fazzoletto, o sfilava anche i guanti: dopo di che parlava con pacata oratoria che si potrebbe dire all’inglese.
Tutte queste cose fecero un bellissimo effetto tanto nei paesi del nord, come in quelli del sud, benchè nei paesi del sud Beatus non possedesse più la catena d’oro, la quale gli era stata rubata in tram nei paesi del nord.
{{Centrato|*}}
«Non ti dolere, o Beatus, dello sputo di quella grossa bestia. Siamo tutte bestie».
Questo ammonimento gli parve uscire dallo sguardo di alcune capre, le quali non {{Pt|anda-|}}<noinclude></noinclude>
jk3pzwttzxg8i7z22wqkaaes9olcohz
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/19
108
658524
3024508
2945697
2022-08-19T20:34:13Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 7 —|}}</noinclude><nowiki/>
Sopravvenne il capraio, al quale Beatus chiese un po’ di latte. Una donna che portava in piazza la frutta mattutina, offrì un bicchiere. La mano del capraio era scura, scura era la mammella della capra, e da quelle due cose scure zampillò lo spumante latte.
Beatus bevve.
La donna aveva albicocche rugiadose e grandi, e Beatus ne comperò e ne mangiò, e da quella bevanda e da quel cibo vitale nacque una specie di ebbrezza. E riguardava quel pupo che da tre secoli sta lassù e nessuno sa più chi sia.
Certo quel pupo fu un re, cioè uno di quegli uomini dalla voce tonante, anche se non avevano voce, che governavano il mondo in nome di Dio, anche se non lo governavano.
Quale mostruosa finzione!
Eppure allora era meno facile che un mascalzone sputasse sopra una persona vestita da gentiluomo.
Ecco altre cose che oggi non si ricordano più!<noinclude></noinclude>
e69wu2141gxspsesty2yrnbohaops9h
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/31
108
658525
3024525
2945757
2022-08-19T21:39:13Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 19 —|}}</noinclude><nowiki/>
Di quella letizia approfittò la giovane donna per sollecitare la sua domanda.
Beatus la riguardò ancora, e il campanelluzzo gli disse: «Beatus, torna indietro! La signorina cerca uno stile, ma ha bisogno di un amante».
— Roma o Milano?
— Oh, signor Regio Ispettore — esclamò la giovane donna — Roma, Milano, il mio sogno!
— Ebbene venga con me all’albergo e ne parleremo meglio.
Ma la giovane donna disse: — Oh, signore, si sta così volentieri con lei; ma se io entrassi con lei nell’albergo, tutta la città questa sera lo saprebbe.
— Ma il viale è deserto, signorina. Nessuno ci ha visti.
— Anche questo chi lo sa? Ogni donna qui vive sorvegliando le altre donne.
— Così che ogni donna — disse Beatus — è guardiana della virtù delle altre.
— Ah, sì, signore.
— Per modo che tutte le donne, qui, sono virtuose — disse gaiamente Beatus.
La giovane donna non rispose.<noinclude></noinclude>
g99c4tnpwa1bqpqr4qp00m3q88jcewc
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/18
108
658526
3024507
2945686
2022-08-19T20:32:22Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 6 —|}}</noinclude>{{Pt|vano|andavano}} a spasso come i maialetti, ma posavano sui ripiani di un monumento seicentesco, ed erano così barbate che parevano filosofiche, e guardavano Beatus Renatus con occhio così melanconico che in quella espressione non si conteneva alcun oltraggio.
Dalle capre Beatus levò l’occhio in su, e vide una colonna annerita dal tempo, e su la colonna vide ritta una statuetta di bronzo con la cappa, il cappello alla spagnola e il pugno alteramente su l’elsa della spada. Era un pupo: forse un infante di Spagna: un don Filippo, un don Carlos.
Si ricordò allora che in quel secolo la Spagna fu (oh miseria!) signora del mondo.
Ora sui gradini seicenteschi posavan le capre.
E l’Italia fu sempre sotto la servitù dei signori del mondo.
Beatus, anche lui, non se ne ricordava più. Gli uomini non possono ricordare tutte le cose passate: ma forse se ne ricorda la Storia, che è come una divinità, la quale in quei giorni lavava con tanto sangue quella colpa, perchè ogni servitù contiene una colpa.
Mostruosa divinità la Storia!<noinclude></noinclude>
t3nhci5p9qu6r8m68mg1ewuobjtvcfh
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/11
108
658527
3024492
2945609
2022-08-19T20:09:41Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Utoutouto" /></noinclude>''Nel nome del giovanetto amico Roberto Sarfatti, volontario di guerra, caduto combattendo nel gennaio del 1918, a quanti come lui caddero. Il loro sacrifizio appare col tempo di maggiore sublimità, in quanto il loro animo era alieno da competizioni e conquiste, ma solamente Italia! e in quanto Italia sembra, o non ricordare, non riconoscere questa offerta di pure vite per la sua vita.''
Roma, gennaio 1920.<noinclude></noinclude>
megd4t5dvezj8zasiedufxu02g6l1ml
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/22
108
658528
3024514
2945730
2022-08-19T21:03:38Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 10 —|}}</noinclude>preghiera, e lei deve essere un’anima gentile.... — Ma non potè proseguire, perchè Beatus disse:
— Ma chi glielo ha detto che io sono un’anima gentile? Chi l’autorizza a chiamarmi così?
La giovane donna rimase esterrefatta.
— Sappia, lei, che io sono terribile.
— Ma, signore — disse la donna, — si vede che lei è un’anima gentile.
— Si vede? Crede forse di farmi un complimento? Oh, sarebbe allora una cosa grave se si vedesse!
E Beatus guardò la sua persona, come se invece che adorno di un bel gilè bianco, fosse stato immondo della lordura del grosso cialtrone.
— Io volevo anche dir questo, signore — riprese la giovane donna — che la gentilezza italica mi dava speranza....
— Ta, ta, ta! — interruppe Beatus sorridendo, giacchè non si parlava più della sua gentilezza, ma della gentilezza italica. — Sa lei quale è il vero nome della ''gentilezza italica? Debolezza italica!'' Ma lei ieri era presente quando io ho parlato alle autorità {{Pt|cit-|}}<noinclude></noinclude>
6f3y4yfaoa6b4a5515f82bkhyw9lvv0
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/29
108
658529
3024523
2945755
2022-08-19T21:34:39Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 17 —|}}</noinclude>uno strano barbaglio d’oro con iridescenze opaline.
E perchè la vista serviva poco bene a Beatus Renatus, così domandò alla giovane donna che cosa fosse quel barbaglio.
— Il più vile dei fiori — disse la donna.
Era una distesa di quei fiori selvatici che crescono pei fossi, spontanei, l’estate; e non sembrano fiori. Sono come una tenue palla, e volgarmente son detti «soffioni».
— Sembrano i fiori del sole, — disse Beatus Renatus appressandosi.
Beatus colse uno di quei fiori, senza colore, ma così immateriale che la vista di lui non vi penetrava.
— Vedo un barbaglio di sole, e nulla più. Eppure è materiale! Lei, signorina, che ha miglior vista, forse meglio discerne.
Ella si appressò alla palla iridescente che Beatus teneva in mano.
— Oh, il meraviglioso ricamo! — esclamò. — Non avevo osservato.
— Certo un meraviglioso fiore — diceva Beatus. — Pare figlio del sole.
Ma mentre Beatus e la donna fermi così<noinclude></noinclude>
45lp1xhpxnp3ibxy44dm723wm7evxu2
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/23
108
658530
3024515
2945741
2022-08-19T21:06:56Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 11 —|}}</noinclude>{{Pt|tadine|cittadine}} raccolte in congresso: «Niente suppliche, niente concessioni, niente condiscendenze, niente raccomandazioni». Mi pare che fossimo d’accordo.
— Sì, signore. Ma dopo si torna a fare come prima.
— Oh!
— Non è per mancanza di buona volontà, signore. È l’aria di questo paese.
— La risposta è intelligente! — disse Beatus dopo alcuna lunga meditazione. — Ebbene, mi esponga ciò che lei desidera.
Ella cominciò a parlare.
Le parole di lei erano incerte, ma gli occhi luminosi aiutavano le parole timidette.
Ella aveva tanto letto, tanto studiato; poi la laurea, il magistero....
— Benissimo, signorina — diceva Beatus, ma voleva sottintendere: «benissimo con limitazione».
La graziosa professoressa, pur ragionando, camminava presso di lui lungo il viale. Portava una camicetta lieve e al moto del passo si accompagnava il fremito di quelle due cosine gelatinose, che stanno davanti alle donne.
Non erano gran cosa, ma si potevano {{Pt|scu-|}}<noinclude></noinclude>
d6vdpgaxegph3if1ld2jbiyb0xhw1w3
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/27
108
658531
3024521
2945753
2022-08-19T21:32:04Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 15 —|}}</noinclude><nowiki/>
Lei aveva scritto tanto, tanto; studiato tanto; letto tanto: tanti trattati per formarsi uno stile, ma non sapeva ancora quale scegliere. In una grande città, frequentando la gente intellettuale, avrebbe trovato uno stile....
— Lei cerca, signorina, quello che non c’è.
— Che cosa?
— Lo stile.
— Oh! Che dice ella mai? Non esiste uno stile?
— Non esiste.
— Come? non esiste? Se non si parla che di stile?
— Quando lei — disse allora Beatus — avrà conosciuto tutto senza conoscere nulla; quando lei, nel silenzio della sua anima, sentirà salire la voce dei vivi e dei morti; e il lupo e l’agnello, e il pigmeo e l’eroe le parleranno ciascuno secondo il suo proprio linguaggio, allora lei avrà trovato lo stile: ma non lo saprà, perchè lei sarà come una morta fra i viventi, o una vivente fra i morti. E della gloria non saprà più che farsene.
— Non mai udii queste cose, signore.
— Può darsi.<noinclude></noinclude>
1sj13z3tgt73fx5g8lasumce4k8njim
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/25
108
658532
3024519
2945751
2022-08-19T21:26:46Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 13 —|}}</noinclude><nowiki/>
— Sì, signor Regio Ispettore.
— Non ha qui lei la sua famiglia?
— Sì, signor Regio Ispettore: qui ho babbo, mamma, fratelli....
— Bene: lei domani vi aggiunge un marito, ed ecco la felicità al completo.
La parola marito dipinse sul volto della giovane donna un amabile rossore, e ciò piacque molto a Beatus, perchè questa reazione fisica diventa sempre più rara sul volto delle giovani donne.
— Signore — disse ella — non è possibile.
— Oh!
— No, signore, non è possibile per noi professoresse trovar marito in questo paese.
— Questa è un’altra iperbole, signorina.
— È la verità, signor Regio Ispettore. Qui i giovani sono molto zotici. E noi, professoresse, non ci vogliono perchè dicono che noi siamo istruite. Io, poi, perchè sanno che studio, sono messa all’indice.
Questa cosa parve molto grave a Beatus. Ma allora a che cosa servono tutte le scuole che il Governo mantiene, in questo paese? Se non servono a togliere lo zoticume, a che servono?<noinclude></noinclude>
9fvbczgf5uit2wexk7rs6hfaux3io5y
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/26
108
658533
3024520
2945752
2022-08-19T21:30:51Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 14 —|}}</noinclude><nowiki/>
La signorina non lo sapeva; e Beatus nemmeno, benchè fosse Regio Ispettore.
— In una città grande — disse Beatus —, la cosa mi pare ugualmente difficile per altra ragione.
Ohimè! la signorina aveva parlato, ma Beatus non aveva capito.
La signorina non cercava il marito, ma cercava la gloria.
— Lei cerca la gloria, signorina? — domandò Beatus.
Un’onda di più vivo rossore e un sorriso di speranza si incontrarono nel volto della giovane donna.
— La gloria.... Proprio la gloria, no — disse titubando. — Ma almeno farsi un nome.
— Lei aspira a farsi un nome?
Beatus aveva poco innanzi fissato il monastero dove vivono quelli che buttano via il loro nome; e guardò allora con rinnovato stupore quel volto della giovane donna, che domandava un nome.
— Ma in che modo, signorina?
— Scrivendo, signore! — disse con trepidazione.
— Scrivendo?<noinclude></noinclude>
fnh5frxm73vwflmaj7be20b5klek0wr
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/32
108
658534
3024528
2945758
2022-08-19T21:40:47Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 20 —|}}</noinclude><nowiki/>
Beatus disse:
— È un legittimo desiderio il suo, signorina, di cambiar residenza.
Beatus guardò quella giovinezza un po’ sfiorita.
Ella gli porse la mano; egli la strinse. Fu un attimo e gli parve gran tempo. Sentì una freschezza come di menta peperita.
{{Centrato|*}}
La figurina era lontana e bianca in fondo al viale.<noinclude></noinclude>
fsgppjs5a9gcqrvpoc0bz4qv09r8f3f
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/21
108
658555
3024513
2945719
2022-08-19T21:01:55Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 9 —|}}</noinclude>
{{Centrato|{{Sc|Capitolo II.}}}}
{{Centrato|{{larger|La giovane professoressa.}}}}
E vide venirgli incontro pel viale deserto una figurina bianca che avea barbagli d’oro per effetto del sole che punteggiava la grande ombra.
Quando gli fu da presso, la riconobbe: era la giovane professoressa di italiano.
Due occhi vellutati, un corpo un pochino sfiorito pure essendo ella nel mezzo della sua giovinezza. «Una onesta giovane — avevano detto a Beatus Renatus le autorità del luogo, — e non priva di buon volere. Forse un po’ vistosa. Porta grandi cappelli, tacchi un po’ alti ed è profumata. E quei ragazzoni di scolari guardano più lei che i libri».
La graziosa professoressa, quando fu presso di lui, fermò il saltellante passo e chiedendo scusa dell’ora e del luogo, con trepida voce cominciò così:
— Signor Regio Ispettore, io vengo per una<noinclude></noinclude>
suqoo6m8ei1u59akv8cu0cnzcqn4mp6
Il mondo è rotondo/I
0
658741
3024512
2296217
2022-08-19T20:41:15Z
Piaz1606
10206
Porto il SAL a SAL 75%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>I - Lo sputo<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../Dedica<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../II<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>19 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=19 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=I - Lo sputo|prec=../Dedica|succ=../II}}
<pages index="Panzini - Il mondo è rotondo.djvu" from=13 to=20 fromsection="" tosection="" />
3f4j6gcbj6egz8snnxkwst3f5er4pho
Discussioni indice:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu
111
684612
3024396
3024372
2022-08-19T12:39:52Z
Alex brollo
1615
salvataggio memoregex
wikitext
text/x-wiki
== memoRegex ==
<nowiki>{"í":["","ì","g"],
"né":["","nè","g"],
"<br />\\n'''Simplicio'''\\n:":["(regex)","{{Sc|Simp.}} ","g"],
"<br />\\n'''Salviati'''\\n:":["(regex)","{{Sc|Salv.}} ","g"],
"<br />\\n'''Sagredo'''\\n:":["(regex)","{{Sc|Sagr.}} ","g"],
"<br />\\n:":["(regex)","\n\n","g"],
"\\{\\{Sc\\ \\|":["","{{Annotazione a lato|","g"]}</nowiki>
b1i6cv83jton96c3xc93oboyq30o0ma
3024653
3024396
2022-08-20T08:37:50Z
Alex brollo
1615
salvataggio memoregex
wikitext
text/x-wiki
== memoRegex ==
<nowiki>{"í":["","ì","g"],
"né":["","nè","g"],
"<br />\\n'''Simplicio'''\\n:":["(regex)","{{Sc|Simp.}} ","g"],
"<br />\\n'''Salviati'''\\n:":["(regex)","{{Sc|Salv.}} ","g"],
"<br />\\n'''Sagredo'''\\n:":["(regex)","{{Sc|Sagr.}} ","g"],
"<br />\\n:":["(regex)","\n\n","g"],
"\\{\\{Sc\\ \\|":["","{{Annotazione a lato|","g"],
"ché":["","chè","g"]}</nowiki>
4bq6tux6nsexp7soawpnp3eftpeh593
Agone nel canto
0
695166
3024421
2760416
2022-08-19T13:02:23Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Lingua originale del testo"/>greco<section end="Lingua originale del testo"/>
<section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Anonimo<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="Anno di pubblicazione"/>Antichità<section end="Anno di pubblicazione"/>
<section begin="Anno di traduzione"/>1873<section end="Anno di traduzione"/>
<section begin="Nome e cognome del traduttore"/>Lorenzo Pozzuolo<section end="Nome e cognome del traduttore"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Esiodo - Poemi, 1873.djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Progetto"/>letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>Agone nel canto<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>19 gennaio 2020<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=19 gennaio 2020|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Anonimo
| Titolo = Agone nel canto
| Anno di pubblicazione = Antichità
| Lingua originale del testo = greco
| Nome e cognome del traduttore = Lorenzo Pozzuolo
| Anno di traduzione = 1873
| Progetto = letteratura
| Argomento =
| URL della versione cartacea a fronte =Indice:Esiodo - Poemi, 1873.djvu
}}
<pages index="Esiodo - Poemi, 1873.djvu" from=257 to=268 />
{{AltraVersione|La_gara_fra_Omero_ed_Esiodo|Trad. Romagnoli}}
{{AltraVersione|Contrasto di Homero ed Hesiodo|Trad. Pascoli}}
hjl3apz9aijcyl2z2yis721j4eol8bs
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/10
108
696458
3024480
2523486
2022-08-19T20:07:56Z
Piaz1606
10206
/* Pagine SAL 00% */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude>PBOPBIETÀ lettebaeia.
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati
per tuttii paesi, compresi la Svezia, la Norvegia e l’Olanda.
Si riterrà contraffatto qualunque esemplare di quest’opera
che non porti il timbro della Società Italiana degli Autori.
Milano, Tip. Treves.<noinclude>
<references/></noinclude>
g1bgba59k33lv12uh007oue49v4xmyo
Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/72
108
700288
3024664
2536947
2022-08-20T09:24:33Z
Luigi62
7796
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||— 30 —|}}</noinclude>''se quinque milia modiola inter terram et aquam intra mare''{{Ref|Questo documento, creduto apocrifo da alcuni critici, è stato valevolmente e vittoriosamente difeso da Monsignor Coppola (v. ''Dissertazione sopra gli atti di S. Massimo'').}}. Troviamo
una seconda menzione di questo porto nella celebre bolla che Papa Anastasio IV spedì al Vescovo Aprutino Guido addì 27 Novembre 1153, conservataci dal Muzi{{Ref|Storia di Teramo di {{AutoreIgnoto|Mutio Mutii}}, ''ms.''}}, nella quale, determinandosi i confini della Diocesi Aprutina, si ricorda la Chiesa di San Flaviano ''cum castro, portu et omnibus pertinentiis suis'': e finalmente un terzo ricordo ce lo fornisce il {{AutoreIgnoto|Camera}}{{Ref|Annali delle Due Sicilie — Vol. 2°.}}, il quale pubblica un Diploma del 22 Marzo 1328, XI Indizione, XIX anno del regno di Roberto, col quale costui autorizza Bentevegne, Bensustegna e Bulcatius (padre forse di Giovanni Boccaccio) ad estrarre dalla Puglia un carico di 400 tomoli di cereali, che spedivano al porto di Pescara — ''et'' {{Sc|Sancii Flaviani}} ''de aprutii provincia'' — Da cotali documenti chiaro apparisce l’importanza di questo porto, appartenuto all’antico ''Castrum Novum'', fiorente fino al 1328; mentre, e in quest’epoca e negli anni precedenti, noi non troviamo menzione alcuna degli altri porti costruiti sul Vemano, ov’era anche un emporio de’ Pretuziani, e sul Matrino, di cui più sopra
abbiamo tenuto parola, pur essi celebri a’ tempi di Roma.
Il nome di ''Castrum Novum'' accenna senza dubbio alcuno ad altra città, di più remota antichità, innalzata nel medesimo luogo; e gli avanzi di alcune opere embriciate, sottoposte ai musaici Romani nell’istesso suolo di Castro, ed altri antichi edifizii sono chiara prova dell’esistenza di un fabbricato anteriore. Ed a questo fatto,
a cui i nostri scrittori non han dato peso di sorta, a me sembra doversi attribuire somma importanza, imperocchè esso proverebbe, se non altro, che il nostro ''Castrum'' ebbe vita e civiltà più antica della stessa capitale del Pretuzio ''Interamnia''. Ma a quale de’ popoli, che in tempi diversi signoreggiarono nelle nostre contrade, debba attribuirsi la gloria di aver fondata questa Città anteriore a Castro, noi non possiamo, neppure con probabilità, accertare.
Furono i Siculi, i Liburni, gli Umbri, gli Etruschi, ovvero i Galli?
Non i Liburni, de’ quali non rimaneva ai tempi di Plinio che la sola ''Truentum: quod solum Liburnorum in Italia reliquum est:'' non<noinclude><references/></noinclude>
tvqy6ineptk99aufu3gvhfipbiv42e4
Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/73
108
703270
3024666
2543125
2022-08-20T09:35:11Z
Luigi62
7796
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||— 31 —|}}</noinclude>forse gli Umbri, del resto grandi edificatori di città, e de’ quali ''trecenta oppida Tusci debellasse reperiuntur:'' queste parole di Plinio provano che gli Etruschi distrussero quasi tutte le città edificate dagli Umbri, innalzandone in luogo delle altre. ''Adria'' nel Piceno fu di origine Etrusca, se vogliamo prestar fede agli storici ed alle stesse leggende, e considerando sopra tutto l’eccellenza che in essa toccò l’arte di lavorare la figulina, che tanto squisito magistero raggiunse presso gli Etruschi, figulina che meritò le somme lodi di Plinio: ''Cois maxima laus, Hadrianis firmitas.... Haec quoque per maria ultro citroque portantur insignibiis rotae officinis''{{Ref|Libro XXXIV, 34, 47.}}. E della civiltà di questi popoli rimangono fra noi splendidissime vestigia: monete, le più antiche d’Italia; pietre sculte; sepolcri di un’epoca anteriore di assai alla conquista Romana; iscrizioni lapidarie. Dunque, furono gli Etruschi i fondatori di questo ''Castrum?'' È una congettura che affidiamo alla discussione de’ dotti.
Non solo a Plinio andiamo debitori del ricordo di ''Castrum Novum'', ma a Strabone altresì, a Patercolo, Tolomeo, al Geografo di Ravenna ed alle Tavole itinerarie. Strabone lasciò scritto il Piceno distendersi fino a ''Castrum Novum: Longitudo Piceni ab Aesi flumine ad Castrum stadia juxta litus DCCC''{{Ref|''De Situ Orbis'' — L. II.}}; ne fa in altro luogo altra menzione (Lib. 5)... ''Tum Truentinus amnis, ejusdem uominis urbs.'' {{Sc|Castrum Novum}}, ''inde Matrinus fluvius''; e lo stesso Plinio, nel determinare la larghezza d’Italia, dice: ''Latitudo ejus varia est. CCCCX millium inter duo maria, inferum et superam, amnesque Varum atque Arsiam: mediae atque ferme circa urbem Romam, ab ostio Alerni amnis in Adriaticum mare influentis, ad tiberina ostia, CXXXVI, et paulo minus a'' {{Sc|Castro Novo}} ''Adriatici maris Alsium ad Tuscum aequor''{{Ref|{{Sc|Plinio}} L. III, Cap. VI 5.}}.
Sebbene la parola ''Castrum'' valga ad indicare un Castello o luogo
fortificato, pure fu città considerevole e potentissima al tempo de’ Romani, come ne fa fede la tavola Peutingeriana, più volte ricordata, nella quale questo Castello vien rappresentato sotto forma di città, e chiamato ''Castrum Civitas:'' e Cluverio affermava che anche ai tempi suoi — ''ad hostium (Tordini) dextero amne visuntur antiquae urbis magna vestigia''{{Ref|{{Sc|Cluverio}} — ''Italia Antica''. Lib. 2, pag. 736.}}. ''Castrum'' venne rifabbricato probabilmente al tempo<noinclude><references/></noinclude>
lemxxtre4p99xc0r4e0yl4xlmfkqxxc
Pagina:Contro Wagner, Riccardo Ricciardi, 1914.djvu/9
108
707196
3024482
2779632
2022-08-19T20:08:16Z
OrbiliusMagister
129
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="MARIO ZANELLO" />{{RigaIntestazione||{{Sc|''premessa''}}|5}}</noinclude>rebbe degna una finalità siffatta? di quale «vittoria su sè stesso»? di quale «negazione di sè»?
Il maggior episodio della mia vita è stata una ''guarigione''. Wagner fu una delle mie malattie.
Non ch’io voglia mostrarmi ingrato verso cotesta malattia. Se in questo scritto io intendo dichiarare che Wagner è ''nocivo'', affermo non di meno ch’egli è indispensabile a qualcuno: — al filosofo. Se no, si potrebbe forse fare a meno di Wagner. Il filosofo tuttavia non è libero di rifiutare i suoi servigi. Egli dev’essere la cattiva coscienza del suo tempo, — e dunque gli è necessario conoscere il suo tempo. Ma dove, per questo labirinto dell’anima moderna, potrebb’egli trovare una guida meglio iniziata di Wagner, un più eloquente conoscitore d’anime? La modernità parla il suo linguaggio più ''intimo'' a mezzo di Wagner: essa non dissimula nè il suo bene nè il suo male: ha perduto ogni pudore di fronte a sè stessa. E reciprocamente: si è molto vicini ad aver fatto il computo di ciò che lo spirito moderno ''vale'', quando si è giunti ad esser d’accordo con sè stessi per quanto riguarda il bene e il male in Wagner. Capisco perfettamente che un musicista d’oggi ci dica: «Io detesto Wagner, ma non posso più sopportare una musica che non sia la<noinclude></noinclude>
t7x9attsa18hrucxeykb6jql6m8j1j8
Contrasto di Homero ed Hesiodo
0
738570
3024419
2657075
2022-08-19T13:01:49Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Lingua originale del testo"/>greco<section end="Lingua originale del testo"/>
<section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Omero/Esiodo<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="Anno di pubblicazione"/>Antichità<section end="Anno di pubblicazione"/>
<section begin="Anno di traduzione"/>1923<section end="Anno di traduzione"/>
<section begin="Nome e cognome del traduttore"/>Giovanni Pascoli<section end="Nome e cognome del traduttore"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Pascoli - Traduzioni e riduzioni, 1923.djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Argomento"/>poemi epici<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>Letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>Contrasto di Homero ed Hesiodo<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>27 luglio 2020<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=27 luglio 2020|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Omero/Esiodo
| Titolo = Contrasto di Homero ed Hesiodo
| Anno di pubblicazione = Antichità
| Lingua originale del testo = greco
| Nome e cognome del traduttore = Giovanni Pascoli
| Anno di traduzione = 1923
| Progetto = Letteratura
| Argomento = poemi epici
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Pascoli - Traduzioni e riduzioni, 1923.djvu
}}
{{Raccolta|Traduzioni e riduzioni/Miscellanea}}
<pages index="Pascoli - Traduzioni e riduzioni, 1923.djvu" from=119 to=120 fromsection="" tosection="s1" />
{{AltraVersione|La_gara_fra_Omero_ed_Esiodo|Trad. Romagnoli}}
{{AltraVersione|Agone_nel_canto|Trad. Pozzuolo}}
ekzzn4dmkvakxdibdmvbkzih1xn28n9
Template:PAGES NOT PROOFREAD
10
753893
3024541
3024055
2022-08-20T04:52:32Z
Phe-bot
10082
Pywikibot 7.5.2
wikitext
text/x-wiki
102315
h6snn13hmcp3ou0lr12s9rpqba57vlg
Template:ALL PAGES
10
753894
3024542
3024056
2022-08-20T04:52:42Z
Phe-bot
10082
Pywikibot 7.5.2
wikitext
text/x-wiki
491854
9c7hc4po3y3soye2jqbgcgit5nvmu1y
Template:PR TEXTS
10
753895
3024543
3024057
2022-08-20T04:52:53Z
Phe-bot
10082
Pywikibot 7.5.2
wikitext
text/x-wiki
65712
95j1wfuumdi0j71bmgmcg9279e2mmvq
Template:ALL TEXTS
10
753896
3024544
3024058
2022-08-20T04:53:03Z
Phe-bot
10082
Pywikibot 7.5.2
wikitext
text/x-wiki
96255
2ac3i8vzrlpa5sz97o2eso9x3fd02h4
Template:PR PERCENT
10
753897
3024545
3024059
2022-08-20T04:53:13Z
Phe-bot
10082
Pywikibot 7.5.2
wikitext
text/x-wiki
68.27
j8fxabao3e4kafh7g45wphl460w9goi
Pagina:Vico, Giambattista – Il diritto universale, Vol. I, 1936 – BEIC 1960672.djvu/23
108
796140
3024475
2828594
2022-08-19T18:58:27Z
OrbiliusMagister
129
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{Rh||{{Sc|sinopsi del diritto universale}}|13 }}</noinclude>e coi cognomi. E cosí stabilirono le genti maggiori, che sono le case divise in piú famiglie, e perciò restò tra’ patrici romani diligentissima cura de’ sacrifici familiari e gentileschi.
Ma, fermi ne’ luoghi occupati, non bastando loro de’ frutti della natura, perché si moltiplicarono, fu lor necessario coltivare le terre. E, non avendo ancor uso del ferro, si servirono del fuoco: onde poi l’acqua e ’l fuoco conservarono i romani per significare tutte le umane e divine cose. Cosi, dal fuoco sgregolato il terreno per seminarvi il farro (che anco dissero «''ador''» e «''adur''» da questo brugiamento, di cui poi si servirono ne’ lor sagrifici i romani, e ’l davano per premio a’ forti, e dissero «''adorea''» la gloria militare), poterono ararlo con curvi legni duri, come ancor fanno i villani nel terren molle. Quindi «''urbs''» detta ''ab «urbo»'', curvatura dell’aratro: da cui ogni termino designato «''ara''» detta, come la famosa «Ara de’ Fileni» appo Sallustio, e «''hara''» il chiuso de’ bestiami, onde fu detta «''haruspicitia''»; — il primo nome di cittá, che nacque nella Siria, fu Aram, con aggiungervi il proprio o innanzi o dopo; — tante cittá in geografia dette «are», e ancor oggi in Transilvania le «are de’ cicoli», popolo che vanta l’origine dagli antichissimi unni; — e appo latini quasi sempre «''lucus''» e «''ara''» unitamente si mentovano.
Costoro, dunque, eran gli ottimi, perché credeansi pii e, per la pietá, prudenti, stimando consigliarsi con gli dèi; temperati, perché contenti di una sola moglie; forti, ché domaron la terra, che dall’acqua ripullulava (che è forse l’idra di Ercole); e da questa ultima virtú detti «ottimi», perché appo gli antichi «''fortus''» diceasi «''bonus''», come appo greci ἄριστοι da Ἄρης, «Mars», onde gli «areopagiti» detti, quasi senatori o, piú propriamente, paesani di Marte.
Questi [furon detti] «''viri''» da’ latini, a’ quali rispondono ἥρωες de’ greci, «figliuoli degli dèi», ché credevano i loro padri morti esser i dèi mani, che nelle XII Tavole sono chiamati «''divi parentum''» essi guerrieri: onde da’ romani i magistrati furon detti «''viri''» con l’aggiunta del numero, e furon detti i mariti «''viri''». E gli eroi appo l’antiche genti furon creduti<noinclude>[[Categoria:Pagine con testo greco]]</noinclude>
mrhilpn04wtyhb03hw2dqmhygyou5p5
Pagina:Vico, Giambattista – Il diritto universale, Vol. I, 1936 – BEIC 1960672.djvu/26
108
796143
3024473
2815927
2022-08-19T18:09:13Z
OrbiliusMagister
129
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{Rh|16|{{Sc|sinopsi del diritto universale}}|}}</noinclude>scrivono latinamente n’esprimono tutte le proprietá coi vocaboli delle clientele dall’auttore narrate.
Or qui, avvertendo i padri ch’era loro utile che la giusta forza di tôrre altrui la vita stasse tutta unita nell’ordine, perché col timor dell’ordine non si ammazzarono infino ad uno i signori, perché pochi, dalla moltitudine de’ clienti, ne l'investirono. E con la publica violenza nacquero le prime republiche, che sono forse le lire d’Orfeo e d’Anfione.
Di tutta questa narrazione i poeti ne fecero carattere Ercole, come da «''cluer''» «''inclytus''», cosí da Ἡρακλῆς, «gloria [di Giunone]», appellato: forse dall’ istessa origine donde ἥρως, cioè da Ἥρα, Giunone, dea dell’aria, dalla quale vengono gli auspici, e perciò dea de’ legittimi matrimoni, che con gli auspici i forti soli contraevano. Quindi tanti Ercoli numera la mitologia; ma niuno spiega le clientele meglio del gallico, che con le catene uscenti di bocca si trae dietro i ''nexi''. Ercole fu finto sostenere il cielo, perché gli ottimi introdussero le false religioni; uccisor dell’idra, come si è detto. Sparta, celebre republica di ottimati, ritenne ne’ suoi signori il nome di Eraclidi, discendenti di Ercole. Ercole ordina i giuochi olimpici; e dall’olimpiade comincia il tempo istorico, perché la favola di Ercole, ben intesa, ce ne può dare i princípi. Teseo, grande imitator d’Ercole, detto «''Hercules alter''», non fu vero Ercole, perché non conservò, come l’Ercole degli spartani, il ius ottimo, ma il divulgò nella plebe e fondò republica popolare l’atteniese. Romolo, nel fondar Roma, consacra l’ara massima ad Ercole, e i romani lo prendono per dio de’ giuramenti.
Cosí investita della publica violenza la potestá civile, nacque la civile auttoritá, onde ella è somma nelle republiche; e la necessitá della forza passò in necessitá di civil ragione; e restarono certe imagini delle vere violenze. Perché la mancipazione, forma quasi di tutti gli atti legittimi, fu la civil consegna d’un nodo, segno che i fondi erano in dominio degli ottimi; la vindicazione una forza simulata; le condizioni, che, pruova essere state le antiche repressaglie, cangiate in condiczioni e denonzie; le usurpazioni, in discrete<noinclude>[[Categoria:Pagine con testo greco]]</noinclude>
c1ofhn451eyvpgfs86kgw7lpnhc56bw
Pagina:Vico, Giambattista – Il diritto universale, Vol. I, 1936 – BEIC 1960672.djvu/29
108
796146
3024472
2815930
2022-08-19T18:07:58Z
OrbiliusMagister
129
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{Rh||{{Sc|sinopsi del diritto universale}}|19 }}</noinclude>
piú memorevoli, e diedero principio al tempo istorico de’ greci dalla guerra di Troia. Perché cominciò la poesia ad esser parte vera, parte favolosa, perché cominciò ad esser parte per necessitá, parte per diletto, il quale pur nasceva dalla natura degli uomini ingegnosi nell’ignoranza de’ generi. Onde in que’ rozzissimi tempi provenne Omero, gran padre delle poetiche invenzioni, che niuno altro mai del mondo dotto potè uguagliare, perché nel mondo de’ filosofi gli uomini s’avvezzarono a concepir le cose per generi e a parlarle per astratti.
Per tutto ciò ferma che il ius gentium, se si avesse a tradurre in greco con la sua propietá, s’avrebbe a dire δίκαιον ἡρωϊκόν; ma i latini il dissero «''ius optimum''» in significazione di «''ius fortissimum''», onde poi restò fra’ romani in significazione di «''ius certissimum''».
Dopo nato l’uno e l’altro ''ius gentium'', fondossi Roma, e Romolo, per lo ius ottimo, col quale fondolla, morto, fu riferito nel numero degli dèi. E si come il ius ottimo fu detto da Giove, che «I» s’appellava, questo da Quirino fu detto «''quiritium''», dall’asta, armadura degli eroi, che poi ritennero gli spartani, republica d’ottimati, e i romani, che usarono per propia armadura i pili, che erano aste piú gravi. Onde astata Minerva, che è la stessa che Bellona, carattere eroico dei padri, che sono la mente e il valor delle guerre. Talché «''ius quiritium romanorum''» è il ius de’romani astati, de’ romani armati d’asta, de’ padri uniti in ordine, a’ quali principalmente ne’ comizi s’indrizzava il titolo della maestá romana, appellandogli «''quirites''», che fuori dell’adunanze non si dava ad alcuno.
Servio Tullio ne tolse a’ padri il ''ius nexi'' per lo tributo, e ordinò che si pagasse da’ clienti, e da essi il censo. Ma i padri, indi in poi, con gravar di usure la plebe, in un certo modo il ritennero, e ben tardi, con la legge delle XII Tavole, glielo communicarono, restando in piedi il ''ius nexi'' per l’usura, il quale finalmente si sciolse con la legge Petelia, per la quale restò solo per la «''noxa''», over danno.<noinclude>[[Categoria:Pagine con testo greco]]</noinclude>
rrmuziq1jz7ht6t5aj70m6c8rxxeyci
Pagina:Vico, Giambattista – Il diritto universale, Vol. I, 1936 – BEIC 1960672.djvu/216
108
796330
3024462
2828949
2022-08-19T17:36:45Z
OrbiliusMagister
129
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="BrolloBot" />{{RigaIntestazione|206|{{Sc|caput clxxxiii}}|}}</noinclude>{{Allineatore|la}}<!--{{Iwpage|la}}, 163421, 3-->
reges romani sacrorum quoque reges erant; et fortasse clientes romani patronos, a quibus iura docebantur, «reges» appellabant; et Ulpianus iurisconsultos «iustitiae sacerdotes» dixit.
{{Smaller block|c=is|Ut verum primos poetas fuisse theologos — Theologiae civilis origo: contemplatio — Caussa: divinae providentiae persuasio — Usus: divinatio — Philosophia et philologia geminae ortae — Prima politia naturalis.}}
[13] An igitur — et ut omittamus istas, quas hactenus magna ingenia fecere delicias, quae rudibus primae aetatis I10minibus rerum altissimarum cognitiones appingunt, quae inter excultissimas atque doctissimas gentes, ut graecos, vix tandem longo post humaniorum temporum intervallo sunt inventae et excogitatae; et ut haec omnia, quae de sapientia heroica, de poetis theologis forte quadam et temere hactenus dieta sunt, constent — dicamus sapientiam heroicam fuisse quam optimos ipsa rerum natura docuerit, ut eorum divinarum rerum contemplatio ipsa coeli observatio fuerit, a qua romani in iure augurio — quod ab ethruscis, regno Italiae fiorentissimo, ut supra vidimus, quum Athenae vix parvae erant, acceperant — «coeli tempia» mansere dieta? eaque contemplatione naturam deorum cognoverint, quantum ad rerum humanarum providentiam spedare arbitrarentur? et ex caelo, exempli gratia, caeli mentem Iovem sibi confinxerint? eique fulmen et aquilam attribuerint (quae sunt argumenta ferme totius divinationis, a qua potissimum res divinae sunt appellatae)? suis etymis rerum naturas definierint, ut, exempli gratia ab aqua, quae ὕδωρ graecis (unde ὑδρός, aqueus serpens, «hydrus» Horatio, «natrix» Ciceroni, «draco» vulgo latinorum dictus), «hydram» terram ex humore constantem definierint, quae igne non ferro extinguatur? postremo tum fundandarum, tum regendarum rerumpublicarum prudentia praestiterint, quam, rebus ipsis dictantibus<ref>Cap. {{C1|XLVI}}, § «Igitur» [2].</ref>, a divina providentia<ref>Ibidem.</ref> didicissent?<noinclude>[[Categoria:Pagine con testo greco]]</noinclude>
ftpws6oz6s8tse8ktum8lo511ey2xaq
Pagina:Vico, Giambattista – Il diritto universale, Vol. I, 1936 – BEIC 1960672.djvu/21
108
796408
3024470
2815922
2022-08-19T17:54:09Z
OrbiliusMagister
129
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{Rh||{{Sc|sinopsi del diritto universale}}|11 }}</noinclude>
cielo, dai moti degli astri il credettero animato e che parlasse co’ fulmini. Onde nella scienza augurale è il verbo «''contemplari''», derivato dalle regioni del cielo, che dicevano «''tempia''», che gli áuguri disegnavano per osservare onde fulminasse o volasser gli uccelli («''contemplari''» i greci dicono θεωρείν, «meditari deum»).
[Mostra] che costoro, credendo il cielo dio, vergognandosi della sfacciata venere in faccia del cielo (onde poi la puritá per far sacrificio fu detta «''castitas''»), perciò si ritirassero, presasi ognuno una donna, in luoghi dove non lucesse, detti «''luci''», non mai da’ latini nominati senza alcuna religione. E, per istar fermi ove avessero copia d’acqua, osservato che gli uccelli fanno i nidi presso a’ fonti, seguitarono la lor guida per lo piú nei monti<ref>E ciò anco si corregge nelle ''Notae'' al libro primo, cap. CXLIX, [g§ 2], e nel corso dell’opera nel libro II, parte II, capitolo XX, al paragrafo ''De matrimoniis'', dove si dimostra che i primi uomini fondarono l’umanitá senza alcuna riflessione, ma, guidati dagli auspici, furono portad a piantarsi in luoghi alti vicino a’ fonti [nota manoscritta del Vico].</ref>, perché ivi scaturiscono per lo piú; e provenne la religione dell’acqua (ché i dèi stessi giurano per Stige, l’acqua profonda); e sí la natura gli fe’ trovare poi postati in luoghi forti, che dalla voce πηγή, «fons», «pagi» primamente furono detti.
Da’ greci Διός, da’ latini «Dius», come il mostra la voce «Diespiter», fu detto Giove; e ’l cielo e tutto ciò che è del cielo, «Dium».
E, credendo gli uccelli animali celesti, da quelli fondarono la divinazione negli auspici. E si nacque tra essi prima di tutto il ius divino, che dissero da principio assolutamente «''ius''», come lo stesso narra Platone de’ greci, che lo dissero δίαϊον, e per bellezza di prononzia poi aggiunservi il κ e fecero δίκαιον: ma i latini meglio dissero «''Ious''», donde forse venne l’obliquo «''Iovis''». Ma, poi che nacque il ius umano, si diede al primo l’aggionto di «divino».
I poeti fanno di tutto ciò un carattere, Giove, e l’assegnano l’aquila e il fulmine, le due cose piú osservate nella<noinclude>[[Categoria:Pagine con testo greco]]</noinclude>
j6tzll5wq4n3leed31w6fbzkbcbuv8u
Pagina:Vico, Giambattista – Il diritto universale, Vol. I, 1936 – BEIC 1960672.djvu/22
108
796409
3024461
2815923
2022-08-19T17:35:39Z
OrbiliusMagister
129
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{Rh|12|{{Sc|sinopsi del diritto universale}}|}}</noinclude>
loro divinitá; e i romani tutti gli uccelli grandi dissero «''aquilas''», quasi «''aquilegas''» (donde pruova avere avvuto il nome le prime leggi), e le stimarono i numi dell’imperio romano.
Quivi postati e fermi — onde forse fûr detti «''heri''», «signori», e forse indi fu detto «''haereditas''» ''ab'' «''haerendo''», che corrispondono al Teseo dei greci, detto a θέσει, «posizione» — ed usando con certe donne, e sole, sotto certa custodia, divennero certi padri; e s’inoltrò il certo con l’auttoritá economica, con la quale fondarono l’imperio paterno, onde i padri sono sommi nelle famiglie.
E pruova ch’ebbero ne’ figliuoli di famiglia il ''ius vitae et necis'', gli tenevano per cosa sua — onde provenne la suitá — e per loro istrumenti animati negli acquisti; e tra le genti maggiori la patria potestá essere stata appunto quella ch’i romani poi dissero propia loro. E questi figliuoli furono i veri patrizi ''maiorum gentium'', che «''nomine possent ciere patrem''», a’ quali rispondono gli εύπαθρίδαι degli antichissimi atteniesi.
Per tutto ciò credettero essi soli avere il connubio, che «''est ius nubendi''», perché essi soli eran certi non commettere nefario concubito; e gli auspici esser loro propi, perché presi nelle terre, che, di communi, fecero propie con occuparle e con lo starci lunghissimo tempo postati: onde poi l’usucapione restò appo tutte le nazioni modo d’acquistare il dominio de’ regni.
Quindi, riconoscendo i congionti, entrò fra essi la prima umanitá di umare o sepellire i lor morti, e, si, cominciò il ius umano. Onde tutte le nazioni tennero fermo sollennizzare cotanto le nozze e i mortori, perché queste due cose furono le prime basi delle republiche. Perché, facendo sacrifici a’ padri, che «''parentalia''» restaron detti, e distinguendo i tumuli co’ segni ch’or si tralascia di dire, e sepellendogli secondo l’ordine della mortalitá, vennero in notizia delle stirpi e de’ loro diramamenti, che sono le gentilitá e le agnazioni, che i poeti spiegarono co’ patronimici, che ritennero gli spartani nei loro Eraclidi, i romani piú felicemente distinsero co’ nomi<noinclude>[[Categoria:Pagine con testo greco]]</noinclude>
pwy27mcabaa66ydjvs934oy6svpghwq
Pagina:Chi l'ha detto.djvu/482
108
806824
3024442
2986158
2022-08-19T15:51:29Z
Utoutouto
16823
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione|450|''Chi l’ha detto?''|[1327-1332]|riga=si}}</noinclude>
Infatti la prudenza comincia dal consigliare di tenersi lontani dalle occasioni del pericolo, raccomandando che
{{Cld|1327|Non si commetta al mar chi teme il vento.|{{AutoreCitato|Pietro Metastasio|{{Sc|Metastasio}}}}, {{TestoCitato|Siroe|''Siroe''}}, a. I, sc. 17).}}
E sullo stesso argomento abbiamo anche queste due preziose sentenze:
{{Cld|1328|Qui amat periculum in ilio peribit.|''Ecclesiastico,'' cap. III, v. 27|traduzione=Chi ama il pericolo, vi perirà.}}
{{Cld|1329|
{{Spazi|10}}Litus ama....<br>
{{Spazi|15}}Altum alii teneant.|{{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|{{Sc|Virgilio}}}}, {{TestoCitato|Eneide|''Eneide''}}, lib. V, v. 163-164|traduzione=Tienti vicino al lido;... altri vadano in alto mare.}}
{{no rientro}}Poi, se questo non basta, vuolsi ai mali nascenti provvedere appena sorge il dubbio del pericolo:
{{Cld|1330|Principiis obsta: sero medicina paratur<br>Quum mala per longas convaluere moras.|{{AutoreCitato|Publio Ovidio Nasone|{{Sc|Ovidio}}}}, ''Remedium Amoris,'' v. 91-92|traduzione=Ripara in principio; troppo tardi si appresta la medicina quando i lunghi indugi hanno dato vigore al male.}}
{{no rientro}}ovvero, come dice {{Sc|{{AutoreCitato|Aulo Persio Flacco|Persio}}}} ''Satira'' III, v. 64:
{{Cld|1331|Venienti occurrite morbo.|traduzione=Provvedete al male che si avanza.}}
Prudente è l’uomo che prevede i pericoli, prepara i rimedi e provvede a’ suoi casi. ''Aiutati che Dio t’aiuta,'' ossia per dirla con le parole di {{Wl|Q44279|{{Sc|Oliviero Cromwell}}}} ai soldati la mattina della battaglia di Dunbar (3 settembre 1650), mentre dovevano traversare un fiume:
{{Cld|1332|Put your trust in God, my boys, and keep your powder dry.|traduzione=Abbiate fede in Dio, ragazzi miei, e tenete le vostre polveri asciutte.}}<noinclude></noinclude>
baboidki4x86mjk6gz5bx8omxdhuj3a
Pagina:Chi l'ha detto.djvu/484
108
806826
3024443
2919331
2022-08-19T16:01:53Z
Utoutouto
16823
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione|452|''Chi l’ha detto?''|[1337-1341]|riga=si}}</noinclude>
Però torto anche maggiore sarebbe di chiudere ostinatamente le orecchie ai consigli e alle ammonizioni altrui:
{{Cld|1337|Qui habet aures audiendi, audiat.|''Evang. di S. Matteo,'' cap. XI. v. 15|traduzione=Chi ha orecchie da intendere, intenda.}}
{{ni}}e un savio consiglio si accetta da tutti, anche dal nemico:
{{Cld|1338|Fas est et ab hoste doceri.|{{AutoreCitato|Publio Ovidio Nasone|{{Sc|Ovidio}}}}, {{TestoCitato|Le Metamorfosi|''Metamorfosi''}}, lib. IV, v. 428|traduzione=È bene imparare anche dal nemico.}}
{{ni}}Ma se è stoltezza di non ascoltare l’avvertimento del savio, quale stoltezza maggiore del rifiutare credenza agli avvertimenti del cielo? E tali sarebbero, secondo le Sacre Carte, anche le profezie:
{{Cld|1339|Prophetias nolite spernere.|''Prima lettera di S. Paolo ai Tessalonicesi''. cap. V. v. 20|traduzione=Non disprezzate le profezie.}}
{{ni}}e noi non le disprezzeremo, a patto, però, che chi fa il mestiere del profeta, non faccia come quell’astrologo della favola, che speculando sulle stelle non vide una buca e ci cadde dentro, altrimenti sarebbe meritata l’apostrofe di Saul al Gran Sacerdote:
{{Cld|1340|{{Spazi|40}}.... Profeta<br>
De’ danni miei, tu pur de’ tuoi nol fosti.|{{AutoreCitato|Vittorio Alfieri|{{Sc|V. Alfieri}}}}, {{TestoCitato|Saul|''Saul''}}, a. {{Sc|iv}}, sc. 4}}
{{ni}}Pur troppo molte savie parole vanno gettate al vento e sono un seme caduto in terra infeconda, poichè:
{{Cld|1341|On donne des conseils, mais on ne donne
pas la sagesse d’en profiter.|''Maximes de'' {{AutoreCitato|François de La Rochefoucauld|{{Sc|La Rochefoucauld|traduzione=Si danno dei consigli, ma non si dà il giudizio per trarne profitto.}}}}}}
{{ni}}così nelle prime edizioni, meglio che nella definitiva del 1678 dove è detto (§ CCCLXXVIII): «On donne des conseils, mais on n’inspire point de conduite.»<noinclude></noinclude>
j6t3jhdbrxqqs4j5a8480n1gfnk2mni
Pagina:Chi l'ha detto.djvu/581
108
807143
3024441
2996490
2022-08-19T15:37:34Z
Utoutouto
16823
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[1644-1649]|''Scienze e lettere, poesia, ecc.''|549|riga=si}}</noinclude>{{Cld
|1644|Sdegno il verso che suona e che non crea.|''{{TestoCitato|Le Grazie}}'', {{TestoCitato|Le Grazie/Inno primo|Inno I}}, v. 25, pag. 133 dell’ediz. Chiarini, Livorno 1904}}
Se tale è il destino di molti versi, non diverso è quello di tanta prosa. L’oratore dovrebbe prefiggere a scopo del suo parlare di
{{Cld
|1645|Persuadere, convincere e commuovere.}}
{{indent|0|il quale sarebbe il titolo d'uno scherzo comico di {{Sc|{{AutoreCitato|Paolo Ferrari|Paolo Ferrari}}}}; e ciò succederebbe agevolmente a colui, che parlasse come parlava Alete, ambasciatore del re d’Egitto, a Goffredo, cui}}
{{Cld
|1646|{{spazi|20}}....Di sua bocca uscieno<br/>
Più che mel dolci d'eloquenza i fiumi.|{{Sc|{{AutoreCitato|Torquato Tasso|Tasso}}}}, ''{{TestoCitato|Gerusalemme liberata}}'', c. II, ott. 61
}}
{{indent|0|ma ciò succede di rado: invece, più frequentemente s’incontrano oratori prolissi e freddi, che mostrano d’ignorare il precetto di {{sc|{{AutoreCitato|Marco Fabio Quintiliano|Quintiliano}}}}}}
{{Cld
|1647|Prima est eloquentiæ virtus perspicuitas.|''De institut. orat.'', lib. II, 3, 8|traduzione=Il primo requisito dell’eloquenza è la perspicuità.}}
{{indent|0|e fanno venire a memoria il satirico motteggio:}}
{{Cld
|1648|Parum eloquentiæ, sapientiae nihil.|traduzione=Poca eloquenza, nessuna sapienza.}}
{{indent|0|che è in {{Sc|{{AutoreCitato|Marco Cornelio Frontone|Frontone}}}} (''Epist.'', ed. Naber, pag. 155), parodia del {{AutoreCitato|Gaio Sallustio Crispo|sallustiano}}:}}
{{blocco centrato|Satis loquentiæ, sapientæ parum.}}
{{a destra|(''{{TestoCitato|Della congiura di Catilina|Catilinarium}}'', 5, 4).}}
{{indent|0|ovvero la frase attribuita a {{Sc|{{AutoreCitato|Montesquieu|Montesquieu}}}}:}}
{{Cld
|1649|Ce qui manque aux orateurs en profondeur, ils vous le donnent en longueur.|traduzione=Ciò che manca agli oratori in profondità, ve lo danno in
lunghezza.}}<noinclude></noinclude>
hzh1h9fkcgrhtzqqn41yz03zj79anlx
Pagina:Chi l'ha detto.djvu/907
108
808008
3024444
2857137
2022-08-19T16:19:35Z
Utoutouto
16823
/* Trascritta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||''Indice delle frasi''|875|riga=sì}}</noinclude>{{Colonna}}
{{Pg|4|Potius amicum quam dictum perdidi. 7.}}
{{Pg|593|Potius mori quam fœdari. 1784.}}
{{Pg|234|Pour elle un Français doit mourir. 724.}}
{{Pg|221|Pour faire la guerre avec succès, trois choses sont absolument nécessaires: premièrement, de l’argent; deuxièmement, de l’argent; et troisièmement, de l’argent. 695.}}
{{Pg|395|Pour les vaincre, pour les atterrer que faut-il? <nowiki>|</nowiki> De l’audace. 1192.}}
{{Pg|40|Pour réparer des ans l’irréparable outrage. 144.}}
{{Pg|482|Pour s’établir dans le monde. 1423.}}
{{Pg|672|Pourvu qu’ils tiennent. 1876.}}
{{Pg|324|Povera breccia di un piccolo muro. 1003.}}
{{Pg|556|Povera e nuda vai, Filosofia. 1667.}}
{{Pg|442|Poveri frati! avvezzi a nun fa’ niente. 1306.}}
{{Pg|680|Poveri ragazzi! 1885.}}
{{Pg|548|Poveri versi miei gettati al vento. 1643.}}
{{Pg|761|Prete Pero è un buon cristiano, <nowiki>|</nowiki> Lieto, semplice, alla manu; <nowiki>|</nowiki> Vive e lascia vivere. 2143.}}
{{Pg|549|Prima est eloquentiæ virtus perspicuitas. 1647.}}
{{Pg|761|Prima sputò tre volte, poi tossì <nowiki>|</nowiki> Indi a parlare incominciò così. 2139.}}
{{Pg|712|Primo avolso, non deficit alter. 1967.}}
{{Pg|421|Primo soldato dell’indipendenza italiana. 1248.}}
{{Pg|477|Primum vivere, deinde philosophari. 1411.}}
{{Pg|489|Primus in orbe Deos fecit timor. 1451.}}
{{Pg|190|Principatum ac libertatem. 629.}}
{{Pg|475|Principibus placuisse viris non ultima laus est. 1406.}}
{{Pg|450|Principiis obsta: sero medicina paratur <nowiki>|</nowiki> Quum mala per longas convaluere moras. 1330.}}
{{Pg|373|Pro aris et focis. 1139.}}
{{Pg|444|Probitas laudatur et alget. 1312.}}
{{Pg|7|Pro captu lectoris habent sua fata libelli. 15.}}
{{Pg|706|Procul o! procul este profani. 1932.}}
{{Pg|725|Pro domo sua. 2011.}}
{{Pg|274|Profecto enim vita vigilia est. 856.}}
{{Pg|452|Profeta <nowiki>|</nowiki> De’ danni miei, tu pur de’ tuoi nol fosti. 1340.}}
{{Pg|11|Progredimur quo ducit quemque voluptas. 30.}}
{{Pg|202|Proletari di tutti i paesi, unitevi. 655.}}
{{Pg|202|Proletarier aller Länder, vereinigt Euch. 655.}}
{{Pg|ix|Promissio boni viri est obligatio. Pag. {{Sc|xiii}}.}}
{{Pg|452|Prophetias nolite spernere. 1339.}}
{{Pg|112|Propter speciem mulieris multi perierum. 381}}
{{Pg|589|Propter vitam vivendi perdere caussas. 1769.}}
{{Pg|128|Πρὸς γὰρ τὸ τελευταῖον ἐκβὰν ἕκαστον τῶν πρὶν ὑπαρξάντων κρίνεται. 433.}}
{{Pg|226|Prospera omnes sibi vindicant. 705.}}
{{Pg|598|Prosperum ac felix scelus <nowiki>|</nowiki> Virtus vocatur. 1804.}}<noinclude>[[Categoria:Pagine con testo greco]]</noinclude>
rbakpkrfxm7gc2e3ntxpoqu7bhu1kpf
Discussioni indice:Dresselio - Scola della patienza.djvu
111
808187
3024536
2918973
2022-08-19T22:16:36Z
OrbiliusMagister
129
salvataggio memoregex
wikitext
text/x-wiki
== Scansioni ==
Le scansioni sono state ottenute dalla fonte IA, verificate, corrette e integrate con le scansioni eseguite personalmente da [[Utente:Albertomos|Albertomos]] e utilizzate per la trascrizione [[Scola della Patienza]].
Sono presenti numerosi errori di numerazione delle pagine; la correttezza della sequenza si può verificare con la nota originale di inizio pagina successiva in fondo a ogni pagina.
Al momento è previsto un tentativo di Match & Split della trascrizione, di esito incerto. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 18:52, 30 nov 2021 (CET)
== Stile di trascrizione ==
Nel corso della trascrizione, nella prima versione di [[Scola della Patienza]] il testo seicentesco è stato diffusamente modernizzato; mancano inoltre i testi in latino.
Si suggerisce, in prima battuta, di
* aggiungere i tl|RigaIntestazione
* inserire i fine paragrafo mancanti
* verificare le parole di inizio e fine pagina
* aggiungere il testo latino --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:15, 1 dic 2021 (CET)
== memoRegex ==
<nowiki>{"\\ o\\ ":[""," ò ","g"],
"Pazienza":["","Patienza","g"],
"\\ ma\\ ":[""," mà ","g"],
"\\ Ma\\ ":[""," Mà ","g"],
"\\ e\\ ":["",", e ","g"],
"Crist":["","Christ","g"],
"\\ \\ ":[""," ","g"],
"\\ ha\\ ":[""," hà ","g"],
"azion":["","ation","g"],
"uomini":["","huomini","g"],
"uomo":["","huomo","g"],
"RigaIntestatione":["","RigaIntestazione","g"],
"\\ onor":[""," honor","g"],
"\\ che":["",", che","g"],
"\\ ora\\ ":[""," hora ","g"],
"\\ va\\ ":[""," và ","g"],
"\\ fu\\ ":[""," fù ","g"],
"\\ mezzo\\ ":[""," mezo ","g"],
"\\ figliol":[""," figliuol","g"],
"volentieri":["","volontieri","g"],
"\\ Re\\ ":[""," Rè ","g"],
"\\ ho\\ ":[""," hò ","g"],
"\\ foss":[""," fuss","g"],
"domand":["","dimand","g"],
"\\ devot":[""," divot","g"],
"\\ Giobbe":[""," Giob","g"],
"lacrim":["","lagrim","g"],
"afflizz":["","afflitt","g"],
"hh":["","h","g"],
"\\ Aten":[""," Athen","g"],
"\\ sta\\ ":[""," stà ","g"],
"acciocchè":["","accioche","g"],
"poichè":["","poiche","g"],
"Poichè":["","Poiche","g"],
"fuorchè":["","fuor che","g"],
"benchè":["","benche","g"],
"Benchè":["","benche","g"],
"ncorchè":["","nchorche","g"],
"delizi":["","deliti","g"],
"erchè":["","erche","g"],
"izia":["","azia","g"],
"pazienza":["","patienza","g"],
"\\ aveva":[""," havea","g"],
"azia":["","azia","g"],
"ezia":["","azia","g"],
"ozia":["","azia","g"],
"azio":["","atio","g"],
"ezio":["","etio","g"],
"izio":["","itio","g"],
"ozio":["","otio","g"],
"llora\\ ":["","ll’hora ","g"],
"neanche":["","ne anche","g"],
"ered":["","hered","g"],
"abbandon":["","abandon","g"],
"Mosè":["","Moise","g"],
"\\ tu\\ ":[""," tù ","g"],
"pubblic":["","public","g"],
"\\ roba":[""," robba","g"],
"\\ robe":[""," robbe","g"],
"avre":["","havere","g"],
"tribola":["","tribula","g"],
"non\\ lo\\ ":["","nol ","g"],
"\\ agli\\ ":[""," à gl’","g"],
"immag":["","imag","g"],
"piuttosto":["","più tosto","g"],
"coscienz":["","conscienz","g"],
"\\ degli\\ a":[""," de gl’a","g"],
"finora":["","fin’hora","g"],
"\\ or\\ ":[""," hor ","g"],
"\\ si\\ a":[""," s’a","g"],
"\\ nei\\ ":[""," ne i ","g"],
"\\ le\\ a":[""," l’a","g"],
"\\ dai\\ ":[""," da i ","g"],
"indarno":["","in darno","g"],
"invano":["","in vano","g"],
"upplitio":["","upplicio","g"],
"vizio":["","vitio","g"],
"vizi\\ ":["","vitij ","g"],
"vizi\\,":["","vitij,","g"],
"Vizi\\ ":["","Vitij ","g"],
"\\ lezion":[""," lettion","g"],
"isprezz":["","ispreggi","g"],
"lo\\ stesso":["","l’istesso","g"],
"ifficolt":["","ifficult","g"],
"\\,\\,":["",",","g"]}</nowiki>
fuqbxohwj6syoyi8akku8vq72w7t6ce
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/23
108
808195
3024627
2864562
2022-08-20T07:41:19Z
OrbiliusMagister
129
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" /></noinclude><section begin="titolo" />{{Ct|t=1|v=1|f=180%|L=.2em|PARTE PRIMA}}<section end="titolo" />
<section begin="s1" />{{Ct|t=1|v=1|f=140%|L=.2em|CAP. I.}}
{{Ct|t=1|v=1|lh=1.5|''Che sorte di pene, ò che sorte de Croci s’ha à patire nella Scuola della Patienza''}}
{{Capolettera|V}}I fù una volta una Quercia molto antica, mà tutta quanta fracassata, e rotta, che si mise à parlare con una Canna, e cominciò il suo ragionamento dalla propria rovina; poiché la malignità della Fortuna, e i casi avversi la fecero eloquente. Mirami un poco, diceva, ò mia vicina, e vedrai un specchio di calamità. A pena hò ritenuto la metà dell’esser mio, e sono, come tu vedi, tutta schiantata, e miseramente lacerata. Così mi hanno trattato i fratelli d’Eolo. Mà di qual cosa, di
<section end="s1" /><noinclude></noinclude>
oddr08jg21675o3fum5y53ivmg6ap3s
3024630
3024627
2022-08-20T07:41:51Z
OrbiliusMagister
129
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" /></noinclude><section begin="titolo" />{{Ct|t=1|v=1|f=180%|L=.2em|PARTE PRIMA}}<section end="titolo" />
<section begin="s1" />{{Ct|t=1|v=1|f=140%|L=.2em|CAP. I.}}
{{Ct|t=1|v=1|lh=1.5|''Che sorte di pene, ò che sorte de Croci s’ha à patire nella Scuola della Patienza''}}
{{Capolettera|V}}I fù una volta una Quercia molto antica, mà tutta quanta fracassata, e rotta, che si mise à parlare con una Canna, e cominciò il suo ragionamento dalla propria rovina; poiché la malignità della Fortuna, e i casi avversi la fecero eloquente. Mirami un poco, diceva, ò mia vicina, e vedrai un specchio di calamità. A pena hò ritenuto la metà dell’esser mio, e sono, come tu vedi, tutta schiantata, e miseramente lacerata. Così mi hanno trattato i fratelli d’Eolo. Mà di qual cosa, di<section end="s1" /><noinclude></noinclude>
37b60n8czbr7j7gcovcr0ywu9lptp3d
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/340
108
808519
3024637
3002517
2022-08-20T08:00:15Z
OrbiliusMagister
129
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|316|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>''laborare. Patrium habet Deus aduerfus viros bonos animum, et illos fortiter amat, et operibus, inquit, doloribus, ac damnis exagitentur, ut verum colligant robur. Non fert ullum ictum illaesa felicitas. Miraris tu, si Deus ille bonorum amantissimus, qui illos quam optimos esse, atque excellentissimos vult, fortunam illis, cum qua exerceantur assignat? Mavult illis esse male, quam molliter. Et nobis etiam interdum voluptati est, si adolesces constantis animi irruentem feram venabulo excepit, si Leonis incursum interritus pertulit, tantoque spectaculum est gratius, quanto id honestior fecit. Ecce spectaculum dignum, ad quod respiciat intentus operi suo Deus: Deo dignum. Vir fortis cum calamitate compositus.'' ''{{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/343|a}}'' (Non vedi tù (dice egli) quanto diversamente amino i padri da quello, che fan-<noinclude></noinclude>
4xkbe1p57cefyiqs8x0ds6ex744k099
3024638
3024637
2022-08-20T08:00:31Z
OrbiliusMagister
129
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|316|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>''laborare. Patrium habet Deus aduerfus viros bonos animum, et illos fortiter amat, et operibus, inquit, doloribus, ac damnis exagitentur, ut verum colligant robur. Non fert ullum ictum illaesa felicitas. Miraris tu, si Deus ille bonorum amantissimus, qui illos quam optimos esse, atque excellentissimos vult, fortunam illis, cum qua exerceantur assignat? Mavult illis esse male, quam molliter. Et nobis etiam interdum voluptati est, si adolesces constantis animi irruentem feram venabulo excepit, si Leonis incursum interritus pertulit, tantoque spectaculum est gratius, quanto id honestior fecit. Ecce spectaculum dignum, ad quod respiciat intentus operi suo Deus: Deo dignum. Vir fortis cum calamitate compositus.'' ''{{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/343|a}}'' Non vedi tù (dice egli) quanto diversamente amino i padri da quello, che fan-<noinclude></noinclude>
sg8sicm0t7i12t1o95f3nw9yt1wwvth
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/353
108
808532
3024548
3010385
2022-08-20T05:39:09Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|329}}</noinclude>''Considera Germanos'' (dice Seneca) ''& quidquid circa Istrum vagarum gentium occursat. Perpetua illos hyems, & triste coelum premit; maligne solum sterile sustentat Imbrem culmo, aut fronde defendunt, in alimentum feras captant. Miseri tibi videntur? Nihil miserum est, quod in naturam consuetudo perduxit. Quid miraris bonos viros, ut confirmentur, concuti? Non est solida, nec fortis arbor nisi in quam frequens ventus incursat: ipsa enim vexatione constringitur, & radices certius figit. Fragiles sunt, quae in aprica valle creverunt''.{{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/358|a}} Considera (dice questo Autore) i popoli della Germania, e tutti quei, che habbitano i Paesi intorno all’Istro. Quelli hanno un perpetuo inverno, e un’aria sempre malinconica. La terra sterile malamente li sustenta, si difendono dalle pioggie sotto case di pa-<noinclude></noinclude>
r7wazvtr89jagodzkefk7gvs6jdk0gj
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/354
108
808533
3024547
3010386
2022-08-20T05:38:38Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|330|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>glia, ò di rami, e foglie d’alberi, e per mangiare vanno cacciando fiere. Hora costoro ti paiono forse miseri? Niente è misero di quello, che la consuetudine mutò in natura. Perche ti maravigli, che gl’huomini da bene siano travagliati? perche diventino più forti. Non è sodo, ne forte quell’albero se non è spesso da venti battuto: Poiche con l’istessa agitatione più si conferma, e getta più forti, e più profonde le radici. E fragili sono quei, che in aprica valle crebbero. ''Sic femina messium'' (dice S. Gregorio) ''gelu cooperta laetius germinant; sic ignis flatu premitur, ut crescat''.{{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/358|b}} Così vediamo, che i seminati coperti prima di neve più felicemente germoglino: così si soffia nel fuoco, perche cresca. Che male fa all’oro, e all’argento il martello? Certo, che non si batte altramente la moneta: Ne di quelli si può fare un<noinclude></noinclude>
0v2nopbl294205iz6cp439sx34xpbew
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/355
108
808534
3024531
2858613
2022-08-19T21:49:48Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestatione||''Parte II. Cap. I.''|331}}</noinclude>vato, se ’l metallo da spessi colpi non viene battuto. Getta pur via quell’oro, e quell’argento, che non sostiene i colpi del martello. A questo modo senta ciascuno di se stesso.
Pare talvolta a noi stessi d’esser virtuosi, e vogliamo esser chiamati patienti; ma ci converrà molto bene quello, che a tutti disse Pitagora: ''Et si argentum sis, ex te tamen nec obolus proba moneta fiet, cum tam impatiens existas''. ''b'' Se bene tu sei argento, non si farà però di te nè anche un minimo denarello di buona moneta, essendo tù tanto impatiente. Così si può dire con ragione a molti. Benche tu sij tutto d’argento, e d’oro, benche tu stij tutto il giorno in ginocchioni, tenghi le mani alzate al cielo, e facci oratione a Dio; nondimeno (perdonimi il tuo genio) non vali un dinaro. E per qual cagione di grazia? per-<noinclude></noinclude>
1bosueswqrbcj1464whf2p2uhtm4avv
3024534
3024531
2022-08-19T21:53:46Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|331}}</noinclude>vato, se ’l metallo da spessi colpi non viene battuto. Getta pur via quell’oro, e quell’argento, che non sostiene i colpi del martello. A questo modo senta ciascuno di se stesso.
Pare talvolta a noi stessi d’esser virtuosi, e vogliamo esser chiamati patienti; ma ci converrà molto bene quello, che a tutti disse Pitagora: ''Et si argentum sis, ex te tamen nec obolus proba moneta fiet, cum tam impatiens existas''. ''b'' Se bene tu sei argento, non si farà però di te nè anche un minimo denarello di buona moneta, essendo tù tanto impatiente. Così si può dire con ragione a molti. Benche tu sij tutto d’argento, e d’oro, benche tu stij tutto il giorno in ginocchioni, tenghi le mani alzate al cielo, e facci oratione a Dio; nondimeno (perdonimi il tuo genio) non vali un dinaro. E per qual cagione di grazia? per-<noinclude></noinclude>
nbgms0of0mtxj1zlihjukaibsr8ribl
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/356
108
808535
3024532
2858614
2022-08-19T21:53:18Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestatione|332|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>che non stai saldo alli martelli; e perciò come un peso inutile bisogna tenerti rinchiuso in cassa. Poiche non così presto sei toccato da un martelletto, non così tosto ti vien detta una parolina un poco brusca, che subito ti scappa bruttamente la patienza. O argento, ò oro, mà basso di mala lega, e falso; perche non stà alla prova del martello: fatto solamente per star otioso, e mettersi per mostra alla bottega.
Gugliemo Peraldo vescovo di Lione và gratiosamente discorrendo in che modo si possino romper i denti al Demonio. I denti del Demonio sono i calunniatori, i maldicenti, e quelli, che ci travagliano a i quali disse Isaia: ''Quare atteritis populum meum, et facies pauperum commolitis? dicit Dominus Deus exercituum''. ''c'' Perche travagliate il mio popolo, dice il Signore Iddio degli es-<noinclude></noinclude>
ssunuogfhj9f7zyjcwrb7x5xyoiw6or
3024535
3024532
2022-08-19T21:53:51Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|332|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>che non stai saldo alli martelli; e perciò come un peso inutile bisogna tenerti rinchiuso in cassa. Poiche non così presto sei toccato da un martelletto, non così tosto ti vien detta una parolina un poco brusca, che subito ti scappa bruttamente la patienza. O argento, ò oro, mà basso di mala lega, e falso; perche non stà alla prova del martello: fatto solamente per star otioso, e mettersi per mostra alla bottega.
Gugliemo Peraldo vescovo di Lione và gratiosamente discorrendo in che modo si possino romper i denti al Demonio. I denti del Demonio sono i calunniatori, i maldicenti, e quelli, che ci travagliano a i quali disse Isaia: ''Quare atteritis populum meum, et facies pauperum commolitis? dicit Dominus Deus exercituum''. ''c'' Perche travagliate il mio popolo, dice il Signore Iddio degli es-<noinclude></noinclude>
t6ras8znus56uaq06aeicb6jqt1jhkx
3024546
3024535
2022-08-20T05:38:17Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|332|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>che non stai saldo alli martelli; e perciò come un peso inutile bisogna tenerti rinchiuso in cassa. Poiche non così presto sei toccato da un martelletto, non così tosto ti vien detta una parolina un poco brusca, che subito ti scappa bruttamente la patienza. O argento, ò oro, mà basso di mala lega, e falso; perche non stà alla prova del martello: fatto solamente per star otioso, e mettersi per mostra alla bottega.
Gugliemo Peraldo vescovo di Lione và gratiosamente discorrendo in che modo si possino romper i denti al Demonio. I denti del Demonio sono i calunniatori, i maldicenti, e quelli, che ci travagliano a i quali disse Isaia: ''Quare atteritis populum meum, et facies pauperum commolitis? dicit Dominus Deus exercituum''.{{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/358|c}} Perche travagliate il mio popolo, dice il Signore Iddio degli es-<noinclude></noinclude>
3rvf5lv17uc2dwprdnb5urbw3xipzet
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/357
108
808536
3024533
2858615
2022-08-19T21:53:35Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level1 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="1" user="" /></noinclude>serciti,, e perche andate mortificando la faccia dei poverelli?). Con questi denti morde il Demonio gli huomini da bene mà in, che modo s’hanno a rompere questi denti? Con la Patienza. E’ più volte accaduto, che la segnalata patienza di un solo christiano hà convertito a Christo molte migliaia d’idolatri. Ponzio Pilato Presidente della Giudea, maravigliandosi della maravigliosa patienza di Christo, non senza ragione venne in sospetto, che quell’huomo sapeva più, che d’huomo, e ch’era di gran sangue. Occorre ogni giorno, che un ciarlone,, che non sa fare altro, che ingiuriare,, e dir mille villanie, osservando la taciturna patienza di un altro, ancor egli si componga a poco a poco alla modestia, dove non basterebbero quante ingiurie sono al mondo per farlo stare quieto, e disarmarlo. Mà questa<noinclude></noinclude>
nmauvokgnc22gfo5a987xokv3l1s88d
3024537
3024533
2022-08-19T22:20:55Z
OrbiliusMagister
129
/* Trascritta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestatione||''Parte II. Cap. I.''|333}}</noinclude>serciti, e perche andate mortificando la faccia dei poverelli?. Con questi denti morde il Demonio gli huomini da bene mà in che modo s’hanno a rompere questi denti? Con la patienza. E’ più volte accaduto, che la segnalata patienza di un solo Christiano hà convertito a Christo molte migliaia d’Idolatri.
Pontio Pilato Presidente della Giudea, maravigliandosi della maravigliosa patienza di Christo, non senza ragione venne in sospetto, che quell’huomo sapeva più, che d’huomo, e ch’era di gran sangue. Occorre ogni giorno, che un ciarlone, che non sa far altro, che ingiuriare, e dir mille villanie, osservando la taciturna patienza d’un’altro, ancor’egli si componga a poco a poco alla modestia, dove non basteriano quante ingiurie sono al mondo per farlo stare quieto, e disarmarlo. Ma questa<noinclude></noinclude>
k3hmip61zqrf2o2j5ik7vu5liz6ur9a
3024538
3024537
2022-08-19T22:21:19Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|333}}</noinclude>serciti, e perche andate mortificando la faccia dei poverelli? Con questi denti morde il Demonio gli huomini da bene mà in che modo s’hanno a rompere questi denti? Con la patienza. E’ più volte accaduto, che la segnalata patienza di un solo Christiano hà convertito a Christo molte migliaia d’Idolatri.
Pontio Pilato Presidente della Giudea, maravigliandosi della maravigliosa patienza di Christo, non senza ragione venne in sospetto, che quell’huomo sapeva più, che d’huomo, e ch’era di gran sangue. Occorre ogni giorno, che un ciarlone, che non sa far altro, che ingiuriare, e dir mille villanie, osservando la taciturna patienza d’un’altro, ancor’egli si componga a poco a poco alla modestia, dove non basteriano quante ingiurie sono al mondo per farlo stare quieto, e disarmarlo. Ma questa<noinclude></noinclude>
c7wfmjsx75akkma8q3s4ors00rk3ws6
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/358
108
808537
3024539
2858616
2022-08-19T22:28:14Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|334|''Scola della Patienza''|}}</noinclude><section begin="s1" />Fortezza christiana non s’impara nella Scuola di ballare, ma nella Scuola della Patienza. L’afflittione è la maestra, e quella, che insegna la fortezza.<section end="s1" />
a <section begin="a" />''Senec. l. de provid. c.'' 4. ''ubi de priscis Germanis loquitur''.<section end="a" /> b <section begin="b" />''San Gregor. ep.'' 27.<section end="b" /> c <section begin="c" />''Isai. c.'' 3. 15.<section end="c" />
<section begin="s2" />{{Ct|t=1|v=1|§. 4}}
Nella Scuola della Patienza non solamente s’insegna la Fortezza, ma la fedeltà ancora, virtù così lodata nella Sacra Scrittura. Sono a tutti note quelle parole del Signore: ''Euge serve bone, et fidelis'': Sù servo mio buono, e fedele. I discepoli di Christo fecero molti errori, e spesso ancora ne furono ripresi. Nondimeno quando Christo nell’ultima cena da loro si licenziava lodandoli tutti assai, disse loro: ''Vos estis, qui permansistis mecum in tentationibus meis. Et ego dispono vobis, sicut disposuit mihi Pater meus,''<section end="s2" /><noinclude></noinclude>
do1jev0kcc2vy86quudov4splj65im1
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/359
108
808538
3024540
2858617
2022-08-19T22:33:12Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|335}}</noinclude>''Regnum''. Voi sete quelli, che non mi havete abandonato mai ne’ miei travagli. Et ecco ch’io vò ad apparecchiarvi un Regno, sì come il mio Padre l’apparecchiò per me. Come se havesse lor voluto dire: io vi perdono, Apostoli miei, i vostri errori, e non si parli più delle cose passate. Io procuro più tosto di rimunerare più, che sia possibile la vostra fedeltà, che meco havete usata. Poiche quasi solamente a voi non hà dispiaciuto la povertà, e l’humiltà mia: io vi riconosco non pure per servi mà per fedelissimi amici: ''Itaque dispono vobis regnum, ut edat, et bibatis super mensam meam in regno meo''. ''a'' Perciò io me ne vò a prepararvi il Regno, accioche voi siate miei continui commensali nel Regno. Qui saltò il cuor nel petto a gl’Apostoli per l’allegrezza, e chi di loro haveria potuto imaginarsi altro, che que-<noinclude></noinclude>
d2x1uzdcjt05vtm1oi0oqhtlkulv2d1
3024560
3024540
2022-08-20T06:58:40Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|335}}</noinclude>''Regnum''. Voi sete quelli, che non mi havete abandonato mai ne’ miei travagli. Et ecco ch’io vò ad apparecchiarvi un Regno, sì come il mio Padre l’apparecchiò per me. Come se havesse lor voluto dire: io vi perdono, Apostoli miei, i vostri errori, e non si parli più delle cose passate. Io procuro più tosto di rimunerare più, che sia possibile la vostra fedeltà, che meco havete usata. Poiche quasi solamente a voi non hà dispiaciuto la povertà, e l’humiltà mia: io vi riconosco non pure per servi mà per fedelissimi amici: ''Itaque dispono vobis regnum, ut edat, et bibatis super mensam meam in regno meo''.{{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/364|a}} Perciò io me ne vò a prepararvi il Regno, accioche voi siate miei continui commensali nel Regno. Qui saltò il cuor nel petto a gl’Apostoli per l’allegrezza, e chi di loro haveria potuto imaginarsi altro, che que-<noinclude></noinclude>
nkwqhoz5ss1mhfhfh6tkkbtvdn4pvp4
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/360
108
808539
3024549
2858618
2022-08-20T05:42:37Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestatione|336|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>sto. O Dio volesse, che già ci godessimo insieme in questo Regno. O piacesse a Dio, che hormai c’assentassimo insieme a mangiare, e a bere in questa tavola? Ma Christo amorevolmente ammaestrandoli, e avvisandoli, che queste sicure allegrezze non s’hanno da pigliare importunamente avanti tempo, soggiunse loro: ''Ecce Satana expetivit vos, ut cribraret sicut triticum''. Ecco, che il Demonio hà fatto instanza di crivellarvi ben prima, come il frumento. Vi restano da fare alcune prove molto difficili di voi altri, Discepoli miei; Voi sete a punto come le campane, che havete da far sentire il vostro suono per tutto il mondo, ma queste campane s’hanno prima da provare. E s’incominciarà in questa notte. Perche si come il fonditore quando hà fornito di lavorare una campana, non la mette subito su la torre; mà la pro-<noinclude></noinclude>
qrmq009doviwluhx4y1pl5zp7bvvtvl
3024552
3024549
2022-08-20T05:47:21Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|336|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>sto. O Dio volesse, che già ci godessimo insieme in questo Regno. O piacesse a Dio, che hormai c’assentassimo insieme a mangiare, e a bere in questa tavola? Ma Christo amorevolmente ammaestrandoli, e avvisandoli, che queste sicure allegrezze non s’hanno da pigliare importunamente avanti tempo, soggiunse loro: ''Ecce Satana expetivit vos, ut cribraret sicut triticum''. Ecco, che il Demonio hà fatto instanza di crivellarvi ben prima, come il frumento. Vi restano da fare alcune prove molto difficili di voi altri, Discepoli miei; Voi sete a punto come le campane, che havete da far sentire il vostro suono per tutto il mondo, ma queste campane s’hanno prima da provare. E s’incominciarà in questa notte. Perche si come il fonditore quando hà fornito di lavorare una campana, non la mette subito su la torre; mà la pro-<noinclude></noinclude>
0tit8veagdzckzomip903aqjsxf1oa1
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/361
108
808540
3024550
2858619
2022-08-20T05:46:18Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestatione||''Parte II. Cap. I.''|337}}</noinclude>va prima molto bene col martello, per vedere se suona bene, e se hà bella voce, e se vi è qualche fissura: così coloro, che vogliono essere de’ miei, s’hanno da provare in molti modi, se hanno soda patienza, se stan forti, e costanti nelle avversità, e se ne’ i tempi travagliosi, e duri sian fedeli. Poiche a questo paragone si prova l’oro della fedeltà.
Disse benissimo Seneca: ''Quid quisque posset, nisi tentando non didicit?'' Niuno imparò a sapere quello, ch’egli possa, se non con farne prova. Niuno saprà mai quanto tu sij paziente, ne anche tu stesso, se non hai molti contrarij, che ti travaglino. Languisce la virtù se non hà chi la contradica. All’hora si vede, che animo tu habbi, quanto possa, e quanto vaglia, quando la patienza il mostra. E però con ogni verità disse S. Gregorio. ''Nemo quantum''<noinclude></noinclude>
l8hg6tcx0ubjbgplemv2dis25ed2c3o
3024553
3024550
2022-08-20T05:47:26Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|337}}</noinclude>va prima molto bene col martello, per vedere se suona bene, e se hà bella voce, e se vi è qualche fissura: così coloro, che vogliono essere de’ miei, s’hanno da provare in molti modi, se hanno soda patienza, se stan forti, e costanti nelle avversità, e se ne’ i tempi travagliosi, e duri sian fedeli. Poiche a questo paragone si prova l’oro della fedeltà.
Disse benissimo Seneca: ''Quid quisque posset, nisi tentando non didicit?'' Niuno imparò a sapere quello, ch’egli possa, se non con farne prova. Niuno saprà mai quanto tu sij paziente, ne anche tu stesso, se non hai molti contrarij, che ti travaglino. Languisce la virtù se non hà chi la contradica. All’hora si vede, che animo tu habbi, quanto possa, e quanto vaglia, quando la patienza il mostra. E però con ogni verità disse S. Gregorio. ''Nemo quantum''<noinclude></noinclude>
a2x4j4vvpvjnr8stp6kavrgh6jod3wp
3024561
3024553
2022-08-20T06:59:13Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|337}}</noinclude>va prima molto bene col martello, per vedere se suona bene, e se hà bella voce, e se vi è qualche fissura: così coloro, che vogliono essere de’ miei, s’hanno da provare in molti modi, se hanno soda patienza, se stan forti, e costanti nelle avversità, e se ne’ i tempi travagliosi, e duri sian fedeli. Poiche a questo paragone si prova l’oro della fedeltà.
Disse benissimo Seneca: ''Quid quisque posset, nisi tentando non didicit?''{{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/364|b}} Niuno imparò a sapere quello, ch’egli possa, se non con farne prova. Niuno saprà mai quanto tu sij paziente, ne anche tu stesso, se non hai molti contrarij, che ti travaglino. Languisce la virtù se non hà chi la contradica. All’hora si vede, che animo tu habbi, quanto possa, e quanto vaglia, quando la patienza il mostra. E però con ogni verità disse S. Gregorio. ''Nemo quantum''<noinclude></noinclude>
3sza7n2hbq03v55j5o5wp1396z0zqox
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/362
108
808541
3024551
2858620
2022-08-20T05:47:14Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level1 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="1" user="" /></noinclude>''profecerit, nisi inter adversa cognoscit''. Niuno conosce il profitto, che hà fatto se non fra le cose avverse). La virtù dell’incenso si sente quando è posto sui carboni accesi. Le [spezie] spetiarie all’hora si fanno sentire quando sono pestate nel mortaro, e l’odor dei profumi tanto più si sente quanto più questi si maneggiano. L’Unguento della Maddalena riempì col suo odore tutta la casa quando si sparse sopra il capo di Christo. A questo modo si conosce il marinaro nella tempesta, il soldato nella guerra, e il lottatore nell’arena. A questo alludendo S.Girolamo dice così: (E’ proprio della cristiana milazia<noinclude></noinclude>
26n5ojd6l93xxl96mconda0ia590hrw
3024554
3024551
2022-08-20T06:15:51Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|338|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>''profecerit, nisi inter adversa cognoscit''. Niuno conosce il profitto, che hà fatto se non fra le cose avverse. La virtù dell’incenso si sente, quando è posto su i carboni accesi. Le spetiarie all’hora si fanno sentire, quando sono pestate nel mortaro; e l’odor de i profumi tanto più si sente quanto più questi si maneggiano. L’Unguento della Maddalena riempì col suo odore tutta la casa, quando si sparse sopra il capo di Christo: A questo modo si conosce il marinaro nella tempesta, il soldato nella guerra, e il Lottatore nell’arena. A questo alludendo S. Girolamo dice così: ''Christianae militae est infelicitatibus feliciter ampliari, pressuris adolescere, et pressuras pubescendo calcare frequentibus procellis Christiana vita quatitur, atque tentatur, et pressuris innumeris latatur ac crescit''. ''c'' E’ proprio della Christiana militia<noinclude></noinclude>
e1u6f969ljmmn1ha1nlwe05ns35a8lk
3024559
3024554
2022-08-20T06:58:07Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|338|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>''profecerit, nisi inter adversa cognoscit''. Niuno conosce il profitto, che hà fatto se non fra le cose avverse. La virtù dell’incenso si sente, quando è posto su i carboni accesi. Le spetiarie all’hora si fanno sentire, quando sono pestate nel mortaro; e l’odor de i profumi tanto più si sente quanto più questi si maneggiano. L’Unguento della Maddalena riempì col suo odore tutta la casa, quando si sparse sopra il capo di Christo: A questo modo si conosce il marinaro nella tempesta, il soldato nella guerra, e il Lottatore nell’arena. A questo alludendo S. Girolamo dice così: ''Christianae militae est infelicitatibus feliciter ampliari, pressuris adolescere, et pressuras pubescendo calcare frequentibus procellis Christiana vita quatitur, atque tentatur, et pressuris innumeris latatur ac crescit''. {{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/364|c}} E’ proprio della Christiana militia<noinclude></noinclude>
n4iv79ovrx6lnqotkus5w9sg1upz871
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/363
108
808542
3024555
2858621
2022-08-20T06:45:51Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|339}}</noinclude>il dilatarsi felicemente con l’infelicità, crescere co’i travagli, e crescendo superarli. La vita Christiana è travagliata da spesse procelle, e da spessi travagli tentata, e dell’innumerabili suoi stenti si rallegra, e con quelli và sempre crescendo. A questo modo la vera fedeltà non si scorge altrimente nella bocca degli huomini pigri, e dapochi, mà sì bene, nelle opere de’ fortissimi heroi; Perche altra cosa è promettere fedeltà, e altra cosa è l’esser fedele.
Christo per allettare i suoi a dimandar l’accrescimento della fede, disse loro: ''Si habueritis fidem, sicut granum Sinapis''. ''d'' Se haverete fede quanto un grano di senape. Che tanta gran fede, di grattia, è quella ch’è quanto un picciolo granello di Senape. La Senape, come sappiamo, ha un seme molto minuto, e vile, e per la sua picciolezza a pena si vede; ma<noinclude></noinclude>
shf4d44gqapsxjmnqh6fdsqczo87eer
3024558
3024555
2022-08-20T06:57:40Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|339}}</noinclude>il dilatarsi felicemente con l’infelicità, crescere co’i travagli, e crescendo superarli. La vita Christiana è travagliata da spesse procelle, e da spessi travagli tentata, e dell’innumerabili suoi stenti si rallegra, e con quelli và sempre crescendo. A questo modo la vera fedeltà non si scorge altrimente nella bocca degli huomini pigri, e dapochi, mà sì bene, nelle opere de’ fortissimi heroi; Perche altra cosa è promettere fedeltà, e altra cosa è l’esser fedele.
Christo per allettare i suoi a dimandar l’accrescimento della fede, disse loro: ''Si habueritis fidem, sicut granum Sinapis''. {{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/364|d}} Se haverete fede quanto un grano di senape. Che tanta gran fede, di grattia, è quella ch’è quanto un picciolo granello di Senape. La Senape, come sappiamo, ha un seme molto minuto, e vile, e per la sua picciolezza a pena si vede; ma<noinclude></noinclude>
a22s7tibsme7puwu0w83xmom599hfz5
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/364
108
808543
3024556
2858622
2022-08-20T06:56:00Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|340|''Scola della Patienza''|}}</noinclude><section begin="s1" />pestato nel mortaro, ò con la bocca masticato, quì mette fuori la sua acrimonia, e l’odor suo. E chi crederia già mai, che in un granello così picciolo stasse rinchiuso sì gran fuoco? Una tale fedeltà verso di sè richiede Christo da noi, che all’hora più, che mai mostriamo l’amor, che gli portiamo, e facciamo sentire l’odore della patienza nostra, quando siamo dalle calamità ben pesti, e triti. Poiche come dice S.Gregorio: ''Bonum, quod in tranquillitate sumitur, in tribulatione manifestatur''. ''e'' Il bene che s’acquista nella prosperità, si mostra nella tribulatione.<section end="s1" />
a <section begin="a" />''Luc. c.'' 22. 28. ''& seqq.''<section end="a" /> b <section begin="b" />''Senec. de provid. c.'' 4. <section end="b" /> c <section begin="c" />''S. Hieron. to.'' 9 ''ep.'' 6. ''ad amic. aegrot.''<section end="c" /> d <section begin="d" />''Matth. c.'' 17.20. ''Luc. c.'' 17.6.<section end="d" /> e <section begin="e" />''S. Greg. l.'' 1. mor. c.'' 4 <section end="e" /><noinclude></noinclude>
7gztu8kj02ysq1hzpn32bj15mak3z2d
3024557
3024556
2022-08-20T06:56:52Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|340|''Scola della Patienza''|}}</noinclude><section begin="s1" />pestato nel mortaro, ò con la bocca masticato, quì mette fuori la sua acrimonia, e l’odor suo. E chi crederia già mai, che in un granello così picciolo stasse rinchiuso sì gran fuoco? Una tale fedeltà verso di sè richiede Christo da noi, che all’hora più, che mai mostriamo l’amor, che gli portiamo, e facciamo sentire l’odore della patienza nostra, quando siamo dalle calamità ben pesti, e triti. Poiche come dice S.Gregorio: ''Bonum, quod in tranquillitate sumitur, in tribulatione manifestatur''. <ref>''S. Greg. l.'' 1. mor. c.'' 4</ref> Il bene che s’acquista nella prosperità, si mostra nella tribulatione.<section end="s1" />
a <section begin="a" />''Luc. c.'' 22. 28. ''& seqq.''<section end="a" /> b <section begin="b" />''Senec. de provid. c.'' 4. <section end="b" /> c <section begin="c" />''S. Hieron. to.'' 9 ''ep.'' 6. ''ad amic. aegrot.''<section end="c" /> d <section begin="d" />''Matth. c.'' 17.20. ''Luc. c.'' 17.6.<section end="d" /><references /><noinclude></noinclude>
ijrczxiffod1wh3x87brpj1poo68lmd
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/365
108
808544
3024562
2858623
2022-08-20T07:11:49Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|341}}</noinclude>{{Ct|t=1|v=1|§. 5.}}
{{Capolettera|L}}odando la Sacra Scrittura, un Capitan Generale della gente Hebrea così dice: ''Cuncti Reges congregati sunt pariter, ut pugnarent contra Iosue''. Tutti i Rè s’unirono insieme per combattere contra Giosuè. Questo valorosissimo Capitano procurava dimostrare con chiarissimi essempi la fedeltà ch’egli haveva giurato a Dio, e a questo modo sfidava i suoi nemici. Uscite pur fuori, nemici di Dio, poiche ne a me ne ai miei soldati tremano le gambe, quando habbiamo da combattere contra di voi, e sebene sete in numero altretanti più di noi; non però habbiamo di voi paura. Venite pure numerossisimi esserciti, che senza alcun timore v’aspettiamo; poiche Iddio è dalla nostra, e tutto per noi combatte il cielo. Così apunto sfida l’inimico la Christiana generosi-<noinclude></noinclude>
i4qn4nxce51j7b3sqbcmynfn1yxobj1
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/366
108
808545
3024563
2858624
2022-08-20T07:14:23Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|342|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>tà. Venitevene pure quante volete, Afflittioni, venghino con voi squadroni d’innumerabili calamità, e miserie, la fame, la sete, la povertà, l’infermità, i pianti, l’ingiurie, le calunnie, e tutte le sorti de’ travagli; perche nè del numero nè delle forze vostre ci spaventiamo: Anchorche ci vediamo all’incontro squadroni intieri, non per questo temerà il nostro cuore. Non rompiamo la fede, che habbiamo data a Dio; siamo apparecchiati a patir più tosto ogni cosa, e dare ancor ben mille volte la vita, che non mantenere a Dio la fede giurata.
Ciascuno, che è divoto, e fedele a Dio, così sente nell’animo suo. Anchorche si muova contra di me l’inferno; benche mi caschi adosso il cielo, benche tutte le calamità me solo assaltino, io però, con l’aiuto di Dio sarò sempre fedele; essendo apparecchiato ad esser<noinclude></noinclude>
anq7mhh77n9p2fvg95zy75kekrj67lj
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/367
108
808546
3024564
2858625
2022-08-20T07:18:27Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|343}}</noinclude>per amor di Dio brugiato, legato, tagliato in pezzi, e all’ultimo amazzato. Perciochè (come dice l’Apostolo) ''Si commortui sumus, et conregnabimus: Si negaverimus, et ille negabit nos''. ''a'' Se moriamo per Lui, vivremo ancor con esso, se haveremo patienza, regneremo ancora insieme: e se il negaremo egli ancora negarà noi.
E dobbiamo molto ben sapere, ò Christiani, che non basta haver havuto il battesimo, non basta lo stare alla messa, digiunare, far oratione, e dar la limosina; ma bisogna ancora, che Iddio ci trovi sempre fedeli, e degni di sè; sì come egli trovò fedeli, e degni di sè in tutte l’avversità un’Abramo, un Gioseppe, e un Giob. Poiche, come dice l’historia dei Macabei; ''Ioseph in tempore angustiae suae custodivit mandatum.'' Giuseppe nel tempo della sua tribulatione fù fedele, e osservò la legge. Noi altri, benche siamo tutti d’oro, e d’argento, se però siamo impazienti, e non stiamo saldi ai colpi del martello, non vagliamo un picciolo. E si come nel corpo humano, quando una vien meno, ò l’assalta qualche subito timore, tutto il sangue se ne corre al cuore per darli aiuto, così in tutte l’afflittioni, e angustie, ogni sorte di virtù si ritiri nell’huomo da bene, e gli faccia animo in questo modo: se hora, che Dio<noinclude></noinclude>
ttmy2z7nfde5vuhhwh5em1fp75mldvc
3024565
3024564
2022-08-20T07:19:13Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|343}}</noinclude>per amor di Dio brugiato, legato, tagliato in pezzi, e all’ultimo amazzato. Perciochè (come dice l’Apostolo) ''Si commortui sumus, et conregnabimus: Si negaverimus, et ille negabit nos''. ''a'' Se moriamo per Lui, vivremo ancor con esso, se haveremo patienza, regneremo ancora insieme: e se il negaremo egli ancora negarà noi.
E dobbiamo molto ben sapere, ò Christiani, che non basta haver havuto il battesimo, non basta lo stare alla messa, digiunare, far oratione, e dar la limosina; ma bisogna ancora, che Iddio ci trovi sempre fedeli, e degni di sè; sì come egli trovò fedeli, e degni di sè in tutte l’avversità un’Abramo, un Gioseppe, e un Giob. Poiche, come dice l’historia dei Macabei; ''Ioseph in tempore angustiae suae custodivit mandatum.''<noinclude></noinclude>
20c8k5xnowphelrggiu4phrjpftnn99
3024616
3024565
2022-08-20T07:38:38Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|343}}</noinclude>per amor di Dio brugiato, legato, tagliato in pezzi, e all’ultimo amazzato. Perciochè (come dice l’Apostolo) ''Si commortui sumus, et conregnabimus: Si negaverimus, et ille negabit nos''.{{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/369|a}} Se moriamo per Lui, vivremo ancor con esso, se haveremo patienza, regneremo ancora insieme: e se il negaremo egli ancora negarà noi.
E dobbiamo molto ben sapere, ò Christiani, che non basta haver havuto il battesimo, non basta lo stare alla messa, digiunare, far oratione, e dar la limosina; ma bisogna ancora, che Iddio ci trovi sempre fedeli, e degni di sè; sì come egli trovò fedeli, e degni di sè in tutte l’avversità un’Abramo, un Gioseppe, e un Giob. Poiche, come dice l’historia dei Macabei; ''Ioseph in tempore angustiae suae custodivit mandatum.''<noinclude></noinclude>
p7suvyljp76b3db5yh49mwrnu6nr1sq
3024619
3024616
2022-08-20T07:39:07Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|343}}</noinclude>per amor di Dio brugiato, legato, tagliato in pezzi, e all’ultimo amazzato. Perciochè (come dice l’Apostolo) ''Si commortui sumus, et conregnabimus: Si negaverimus, et ille negabit nos''.{{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/369|a}} Se moriamo per Lui, vivremo ancor con esso, se haveremo patienza, regneremo ancora insieme: e se il negaremo egli ancora negarà noi.
E dobbiamo molto ben sapere, ò Christiani, che non basta haver havuto il battesimo, non basta lo stare alla messa, digiunare, far oratione, e dar la limosina; ma bisogna ancora, che Iddio ci trovi sempre fedeli, e degni di sè; sì come egli trovò fedeli, e degni di sè in tutte l’avversità un’Abramo, un Gioseppe, e un Giob. Poiche, come dice l’historia dei Macabei; ''Ioseph in tempore angustiae suae custodivit mandatum.''{{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/369|b}}<noinclude></noinclude>
ai9cgbjd2yq7fx4mg07bncqs63oefvz
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/368
108
808547
3024580
2858626
2022-08-20T07:31:41Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|344|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>Gioseppe nel tempo della sua tribulatione fù fedele, e osservò la legge.
Noi altri, benche siamo tutti d’oro, e d’argento; se però siamo impatienti, e non stiamo saldi à colpi del martello, non vagliamo un picciolo. E si come nel corpo humano, quando uno vien meno, ò l’assalta qualche subito timore; tutto il sangue se ne corre al cuore per darli aiuto: così in tutte l’afflittioni, e angustie, ogni sorte di virtù si ritiri nell’huomo da bene; e gli faccia animo in questo modo: Se hora, che Dio ti vuol provare, tu manchi del debito tuo, dimmi, di grazia, dov’è la tua fede? dov’è il tuo amore? Dove l’ubidienza, dove la speranza, dove la patienza? Dove è la fortezza, e la tua fedeltà? E’ forse questo il desiderio, che hai di patire? E’ questo il proposito che hai di perseverare? Ricordati del giura-<noinclude></noinclude>
g9yr75gmy4qkl8vndfbkna3asdia0s5
3024583
3024580
2022-08-20T07:32:02Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|344|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>Gioseppe nel tempo della sua tribulatione fù fedele, e osservò la legge.
Noi altri, benche siamo tutti d’oro, e d’argento; se però siamo impatienti, e non stiamo saldi à colpi del martello, non vagliamo un picciolo. E si come nel corpo humano, quando uno vien meno, ò l’assalta qualche subito timore; tutto il sangue se ne corre al cuore per darli aiuto: così in tutte l’afflittioni, e angustie, ogni sorte di virtù si ritiri nell’huomo da bene; e gli faccia animo in questo modo: Se hora, che Dio ti vuol provare, tu manchi del debito tuo, dimmi, di grazia, dov’è la tua fede? dov’è il tuo amore? Dove l’ubidienza, dove la speranza, dove la patienza? Dove è la fortezza, e la tua fedeltà? E’ forse questo il desiderio, che hai di patire? E’ questo il proposito che hai di perseverare? Ricordati del {{Pt|giura-|}}<noinclude></noinclude>
qwtljbwpvmkwpr5drxtk1pnitfrkvoz
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/369
108
808548
3024613
2858627
2022-08-20T07:37:58Z
OrbiliusMagister
129
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. I.''|345}}</noinclude><section begin="s1" />{{Pt|mento|giuramento}}, che come soldato hai fatto; Ricordati della fede, che hai data a Dio, e mostrati fedele fino al fine. Tù hai una fedelissima sicurtà; non ti si negarà il premio, ne ti si differirà punto la corona, purche tu hora non rifiuti la pugna, e non disperi della vittoria.<section end="s1" />
a <section begin="a" />2 ''Tim. c.'' 2. 11. & 12.<section end="a" /> b <section begin="b" />1. Machab. c.'' 2. 11.<section end="b" />
<section begin="s2" />{{Ct|t=2|v=1|CAP. II}}
{{Ct|v=1|''Come l’Afflittione insegna la Compassione, e l’Astinenza''}}
{{Capolettera|E}}Ssendo morto un de’ suoi primi amici al Rè Artaserse, il Rè mandò Ionia a Democrito, acciò da parte sua gli dicesse, che se poteva far qualcosa con l’arte sua, gli resuscitasse quel suo amico, ò pure se vi fusse qualche altro rimedio di ridurre al pristino stato quel suo vecchio amico, lo volesse ad ogni<section end="s2" /><noinclude></noinclude>
855lemjjzfu46dicy6qg7laq30doy82
Opera:Teogonia
112
819011
3024417
2901220
2022-08-19T12:55:14Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Opera}}
== Edizioni ==
* {{Testo|Teogonia (Romagnoli)|Teogonia}}
* {{Testo|Teogonia (Pozzuolo)|Teogonia}}
aiu880w3jukx7f7rl33dht18ct8hdqf
3024418
3024417
2022-08-19T12:56:04Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Opera}}
== Edizioni ==
* {{Testo|Teogonia (Pozzuolo)|Teogonia}}
* {{Testo|Teogonia (Romagnoli)|Teogonia}}
a7bb8h2w1c48by888kn8t6fcqgz7w0f
Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/271
108
835754
3024648
2989679
2022-08-20T08:30:53Z
Luigi62
7796
/* new eis level4 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||{{Sc|capitolo xliv}}|247}}</noinclude>
Farei un volume di queste prodezze de’ preposti, se non mi annoiassero, e se non temessi di annoiare chi ha la pazienza di leggermi.
Ne terminerò la serie con un’arnia modello, regalo d’un illustre professore. Credete voi, che per esplorare il gran contrabbando, contenuto nell’arnia, di cui tutte le parti erano connesse a vite, abbiano voluto, quei comodi signori, servirsi d’un giravite per non guastarla? — Oibò! con uno scalpello han fatto a pezzi il coperchio per farlo saltare, o forse con una mannaia.
In quindici anni ch’io sono in quest’isola, io non conosco un solo arresto di contrabbando importante fatto da questi finanzieri; anzi, corre voce che un po’ di contrabbando lo faccian essi stessi, e si dice di peggio ancora.
E quando si considera tanta povera gente, sottoposta a tasse d’ogni specie, per mantenere grassamente codeste camorre di fannulloni, è roba da dar i brividi.
I Borboni di Napoli, maestri anch’essi di ogni specie di camorra, ne proteggevano una, e la stimolavano al loro servizio con ogni specie di favori, concessioni e soldi. Camorra, veramente di genere particolare, che contava come membri i più grandi scellerati del regno.
L’origine di quest’associazione di malfattori, proveniva dalle prigioni. I più forti tra i prigionieri imponevano una tassa ai nuovi arrivati, e la imponevano colla minaccia di busse, e qualche volta anche di coltello.<noinclude></noinclude>
0f6o4m1hci7vl0nnc2lgv4b4gdm9ja8
Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/272
108
835755
3024651
2989680
2022-08-20T08:35:15Z
Luigi62
7796
/* new eis level4 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|248|{{Sc|i mille}}}}</noinclude>
Il nuovo arrivato, generalmente solo, e quindi più debole, non solo era obbligato di pagare la tassa imposta, dovea pur far parte di codesta bella e reale associazione.
Dalle prigioni l’associazione si estese nelle bettole, nei postriboli, nelle osterie, nell’esercito, nella grande metropoli, e finalmente in tutto il felice regno. Felice! poteva chiamarsi, giacchè con tutti i vizi di cui era incancrenito il suo governo, occupavasi almeno che non morissero di fame i sudditi<ref>Si sa quanto solerte era il Governo borbonico per far mangiar a buon mercato il pane ed i maccheroni.</ref>, occupazione che disturba poco la digestione di coteste cime che governano l’Italia. — Giù il cappello però, esse, le cime, hanno fatto l’Italia, ed avranno fra giorni una statua in Campidoglio, non so di che roba.
La camorra divenne una potenza, ed il Governo di Napoli, codardo come quello dei preti che patteggiava con briganti, patteggiò colla camorra, e dalla stessa estraeva le spie più astute e pratiche, ed i sicari più sicuri, quando per ragione di Stato, dovevasi por fine all’esistenza di un individuo.
Il consorzio, l’appoggio del governo, e la sua ingerenza sull’esercito, la fecero potente non solo, ma per la Dinastia borbonica la camorra diventò una vera e terribile guardia pretoriana. Composti però i camorristi della feccia inferiore del popolo, e per la maggioranza pasto da preti,<noinclude></noinclude>
g298somkpuxcw4gdadgb2nfg6egqgm6
Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/273
108
835756
3024654
2989681
2022-08-20T08:41:08Z
Luigi62
7796
/* new eis level4 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||{{Sc|capitolo xliv}}|249}}</noinclude>
essi abborrivano noi, rappresentati dal clero come eretici; ma più di noi, i ''piemontesi'', cioè coloro che dipendevano direttamente dalla monarchia sabauda, tutta gente non popolo, come noi. E tale odio inveterato menomò forse il danno che la camorra avrebbe potuto fare all’esercito meridionale.
Dopo la ritirata di Francesco II il 6 settembre, e quella dell’esercito Borbonico da Napoli, la fiducia principale dei Sanfedisti, nella capitale, fondavasi sulla camorra, ed il maggiore Fior di Bacco su questa faceva assegnamento.
Nelle carceri di S. Elmo esistevano varii dei caporioni dell’ordine e fra loro il più formidabile era un calabrese nominato Tifone, che avea fatto parte della banda brigantesca di Talarico, nella quale avea servito come cappellano, circostanza non straordinaria, essendo i preti gli eccitatori ed i compagni dei camorristi e dei briganti.
Avendo lasciato Corvo, Fior di Bacco avea fatto una visita in cantina, ove per costume di questi venditori dell’anima alla pancia, facea d’uopo rifocillarsi con buoni bocconi e con un boccale di quello che pittura la guancia a musi più pallidi di quello del nostro maggiore, per affrontare imprese difficili. Ora, essendo la barca in zavorra, si poteva, come egli diceva, affrontare qualunque tempesta, e difilato, si recò negli appartamenti di Tifone.
Avranno osservato i miei lettori, non esser il mio forte le descrizioni, e quando avrò descritto il nauseante abituro d’un condannato, essi non<noinclude></noinclude>
iv962vrh8hgf9ykovxyr382l0s6rl7b
Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/274
108
835757
3024655
2989682
2022-08-20T08:47:22Z
Luigi62
7796
/* new eis level4 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|250|{{Sc|i mille}}}}</noinclude>
ne saran contenti. È vero, che Tifone, freschissimo d’omicidio, era però uno dei paladini della camorra, e come tale dal 2° Comandante del forte S. Elmo, trattato coi guanti bianchi, ed alloggiato in sito abitabile.
«Tifone» cominciava il maggiore al camorrista fatto condurre in un gabinetto segreto del forte «hai già sofferto abbastanza di prigionia per una misera pugnalata somministrata a quello stupido di Gambardella<ref>Gambardella fa pugnalato dalla camorra poco dopo la nostra entrata in Napoli. Era un pescivendolo, eccellente popolano.</ref> che ci tradiva assumendo l’aria di liberale. Per me, sei libero! (e dopo alcuna pausa) e ti permetterò di andare in città quando vorrai, anzi io stesso t’invierò in missione importante».
«Gnor sì» rispondeva il masnadiero al comandante, fissandolo in viso, mentre questo da parte sua scrutinava pure la sinistra fisonomia del primo per scoprirne l’effetto delle sue parole.
«Gnor sì. — E V. S. sa quanto io son devoto alla causa sacrosanta del re e della chiesa: soltanto la prevengo di farmi restituire il ferro che mi tolsero quando mi condussero qui».
«Non solo ti farò restituire il ferro, replicò Fior di Bacco, ma ti darò molti mezzi onde poter adempire colla tua solita solerzia la delicata impresa che voglio affidarti. Ti raccomando soltanto, essendo fresco il tuo omicidio, di non comparire di giorno per le strade. — Mangiare, bere<noinclude></noinclude>
8imz15f8jdeoke5zvww0fv79asf2yl6
Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/275
108
835758
3024656
2989683
2022-08-20T08:51:15Z
Luigi62
7796
/* new eis level4 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||{{Sc|capitolo xliv}}|251}}</noinclude>
e dormire di giorno, per poter circolare poi tutta la notte.
«Devi dunque sapere, che il nostro esercito, forte di cinquantamila uomini, dopo d’aver debellato gli scomunicati a Caiazzo, padrone di Capua, e di tutta la sponda destra del Volturno, si dispone ad attaccare quei pochi miserabili che restano da questa parte.
«Il re in persona sai, comanda l’esercito nostro, e con lui vi sono tutti i principi, la casa reale, ed i più famigerati de’ nostri generali».
Tifone, che come prete, non era poi tanto stupido, rimase soddisfatto dei cinquantamila soldati, piuttosto di buona truppa, non così dei famigerati generali, dei principi, della casa reale, ecc., tutta gente più assuefatta all’espugnazione d’un ''paté trufé'', che a quella dei nemici della monarchia.
«La vittoria è quindi sicura» continuò Fior di Bacco, «ma noi, capisci bene, non vogliamo starcene colle mani alla cintola, mentre pugnano per la salvezza della patria tanti nostri valorosi!».
Questo discorso di Fior di Bacco — eccitato dal cordiale con cui egli avea inaffiato la sua merenda con profusione — era pronunciato con tanta energia, come se fosse stato un ''bullo'' davvero. — E colla testa alta, quadrando le poderose spalle, sguainò a metà la terribile scimitarra, con cui si compiaceva di spaventare i sorci della sua stanza, anch’essi dilettanti delle {{Pt|for-|}}<noinclude></noinclude>
2c5g1pbfcoiwjflnlgusrr1c7etsp05
Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/276
108
835759
3024657
2989684
2022-08-20T08:53:28Z
Luigi62
7796
/* new eis level4 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|252|{{Sc|i mille}}}}</noinclude>
{{Pt|tezze|fortezze}} e carceri, e poi lasciolla cadere rumorosamente nel fodero di metallo.
Tanto entusiasmo non potea mancare di eccitare l’anima più esaltata d’assai del brigante, e dopo d’aver contemplato in estasi la fisionomia illuminata del vecchio soldato, il figlio dei Vulcani esclamò più impetuosamente del primo:
«Vergine santissima! basta! inviatemi, e per S. Gennaro, questo mio ferro (che gli era stato restituito dal maggiore) somiglierà la spada di fuoco con cui l’arcangelo percuoteva i condannati da Dio!».
«Bene così» ripigliava il maggiore, «ma conviene che tu m’ascolti sul da farsi prima di far giocare il ferro».
Soddisfatto di sè stesso, e pettoruto per l’effetto prodotto dal proprio eloquente discorso, Fior di Bacco, dopo d’aver dato un’occhiata intorno la stanza, e prestato l’orecchio al famigliare rumore dei topi, che riconobbe non esser di gente, dopo d’aver famigliarmente posta la mano sul braccio di Tifone, e con dolce violenza trascinatolo lontano dalla porta, continuò con voce più sommessa:
«Le buone notizie a te comunicate e la prossima vittoria del nostro esercito, tu devi annunziarle a tutti i nostri nella città, nei principali centri della camorra, che ben conosci, in tutti i conventi e in tutte le chiese, che lì non puoi sbagliare, e finalmente devi adoperarti perchè<noinclude></noinclude>
7cw9uj11wrygrjajary4cigbg2mox5b
Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/277
108
835760
3024658
2989685
2022-08-20T08:53:49Z
Luigi62
7796
/* new eis level4 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||{{Sc|capitolo xliv}}|253}}</noinclude>
tutti propaghino in Napoli e nelle provincie il grande evento.
L’occhio di tigre del brigante, fisso in Fior di Bacco, ed un profondo inchino del capo, furono la più eloquente delle risposte, ed il maggiore era sicuro di poter contare sul formidabile calabrese.
{{Rule|8em|t=1|v=1}}<noinclude></noinclude>
srwijps2tpfgfq3pdccy3eb3zckts9y
Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/278
108
835761
3024659
3010583
2022-08-20T08:57:19Z
Luigi62
7796
/* new eis level4 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|254|{{Sc|i mille}}|n=s}}</noinclude>
{{Ct|c=t1|CAPITOLO XLV.}}
{{Ct|c=t2|{{AutoreCitato|Giorgio Pallavicino|GIORGIO PALLAVICINO}}.}}
{{blocco a destra|<poem class="sottotitolo">
Or superbi, or umili,
Infami sempre.
{{gap|4em}}({{Sc|{{AutoreCitato|Vittorio Alfieri|Alfieri}}}}).
</poem>}}
Il fiero e grandissimo Astigiano tali epiteti infliggeva alla sua casta, quando sdegnoso ed ''irato ai patrii numi''. E veramente le eccezioni sono poche, e sventuratamente sempre vediamo servir di cariatidi al dispotismo, sotto qualunque forma, i titolati antichi e moderni.
Giorgio Pallavicino Trivulzio è un’onorevole eccezione però, alla regola; e quando l’Italia, scevra da certe miserie, che la tribolano anche al dì d’oggi, farà l’enumerazione de’ suoi martiri più benemeriti, certo non conterà fra gli ultimi il nome del nostro Giorgio.
Rinchiuso nello Spielberg dall’Austria per quattordici anni, col solo delitto d’aver amato la libertà del suo paese, egli s’è mantenuto incrollabile ne’ suoi principii di libertà ed unità nazionale.<noinclude></noinclude>
m2h6wejmvrxtbmbxgg7ax3kfeay9xjp
Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/279
108
835762
3024660
2989691
2022-08-20T08:59:44Z
Luigi62
7796
/* new eis level4 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||{{Sc|capitolo xlv}}|255}}</noinclude>
A Pallavicino e a Manin, più che ad altri, si deve certamente l’avvicinamento della Monarchia ai Repubblicani d’Italia. Fatto importante per le sorti del nostro paese, e che comunque si dica, ha prodotto, se non la libertà, certo la quasi unificazione nazionale, primo bisogno della penisola.
Fatto importante, coadiuvato veramente da felici combinazioni, ma che non tolgono all’Italia, anche con meschinissimi reggitori, di scuotere l’antica sua cervice sovrana, e far intendere a certi suoi insolenti detrattori, che questa non è poi la terra dei morti, e della gente che non si batte.
Dovendo conciliare principii diametralmente opposti, essi dovettero certamente accarezzare una parte e l’altra, e ne avvenne, com’è naturale, sembrar dessi troppo repubblicani ai monarchici, e viceversa ai repubblicani.
Ripeto: quando l’Italia sarà guarita da certe miserie, essa ricorderà gli eminenti servigi di quei suoi grandi.
Pallavicino era prodittatore a Napoli ne’ tempi da noi descritti. Egli è pieno di capacità politica ed amministrativa, ma come succede generalmente alla gente onesta, era poco diffidente. — Conosceva l’esistenza della camorra, vi aveva mandato i segugi della polizia locale a vigilarla, ma era lontano d’aver delle informazioni esatte sulla terribile associazione, essendovi affiliati molti dei poliziotti; — e quindi egli stesso era la prima vittima designata al pugnale dei {{Pt|ven-|}}<noinclude></noinclude>
f3qn06w05ij5ums8hvfutj6w3xnnvt2
I Mille/Capitolo XLIV
0
835946
3024661
2990043
2022-08-20T09:00:29Z
Luigi62
7796
Porto il SAL a SAL 100%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Capitolo XLIV. La Camorra<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../Capitolo XLIII<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Capitolo XLV<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>20 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=20 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Capitolo XLIV. La Camorra|prec=../Capitolo XLIII|succ=../Capitolo XLV}}
<pages index="Garibaldi - I Mille.djvu" from="269" to="277" fromsection="" tosection="" />
{{Sezione note}}
cvztj35rq1nf5bn75otuh2vb3lxmptk
Wikisource:Bar/Archivio/2022.08
4
843088
3024422
3023838
2022-08-19T13:42:15Z
Alex brollo
1615
/* Rinvii interprogetto */
wikitext
text/x-wiki
{{Bar}}
== Notizie tecniche: 2022-31 ==
<section begin="technews-2022-W31"/><div class="plainlinks">
Ultimo '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|bollettino tecnico]]''' della comunità tecnica di Wikimedia. Per favore informa gli altri utenti di queste modifiche. Non tutte le modifiche produrranno effetti per te. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/31|Traduzioni]] disponibili.
'''Modifiche recenti'''
* La [[m:Special:MyLanguage/Help:Displaying_a_formula#Phantom|visualizzazione delle formule di LaTeX è stata migliorata]] su tutti i wiki col supporto dei tag <bdi lang="zxx" dir="ltr"><code>Phantom</code></bdi>. Questo aggiornamento esaudisce parte del [[m:Community_Wishlist_Survey_2022/Editing/Missing_LaTeX_capabilities_for_math_rendering|desiderio #59]] dei risultati del sondaggio 2022 sui desideri della comunità.
'''Modifiche di questa settimana'''
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] La [[mw:MediaWiki 1.39/wmf.23|nuova versione]] di MediaWiki sarà sulle wiki di prova e MediaWiki.org dal giorno {{#time:j xg|2022-08-02|it}}. Sarà disponibile sulle wiki non-Wikipedia e alcune Wikipedia dal giorno {{#time:j xg|2022-08-03|it}} e sulle altre wiki dal giorno {{#time:j xg|2022-08-04|it}} ([[mw:MediaWiki 1.39/Roadmap|calendario]]).
* L'[[mw:Special:MyLanguage/Help:Extension:WikiEditor/Realtime_Preview|anteprima in tempo reale]] si potrà attivare tra le funzioni beta dei wiki nel [https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists%2Fgroup0.dblist gruppo 0]. La funzione è stata sviluppata per esaudire [[m:Special:MyLanguage/Community_Wishlist_Survey_2021/Real_Time_Preview_for_Wikitext|uno dei desideri espressi nel sondaggio sui desideri della comunità]].
'''Modifiche future'''
* La funzione beta [[mw:Special:MyLanguage/Help:DiscussionTools|Strumenti di discussione]] sarà aggiornata nel corso di agosto. Le discussioni appariranno in modo diverso. Visualizza in anteprima [[mw:Special:MyLanguage/Talk pages project/Usability/Prototype|alcuni dei cambiamenti proposti]].
'''Incontri futuri'''
* Questa settimana si terranno tre riunioni con traduzione simultanea dedicati all'aspetto [[mw:Special:MyLanguage/Reading/Web/Desktop Improvements|Vector (2022)]]. Martedì sarà disponibile la traduzione in russo, mentre giovedì gli incontri saranno in arabo e spagnolo. [[mw:Special:MyLanguage/Reading/Web/Desktop Improvements/Updates/Talk to Web|Scopri come partecipare]].
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' preparata dai [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|redattori Tech News]] e pubblicata da [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribuisci]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/31|Traduci]] • [[m:Tech|Chiedi aiuto]] • [[m:Talk:Tech/News|Commenta]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Sottoscrivi o cancella la sottoscrizione]].''
</div><section end="technews-2022-W31"/>
23:21, 1 ago 2022 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=23615613 -->
== Notizie tecniche: 2022-32 ==
<section begin="technews-2022-W32"/><div class="plainlinks">
Ultimo '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|bollettino tecnico]]''' della comunità tecnica di Wikimedia. Per favore informa gli altri utenti di queste modifiche. Non tutte le modifiche produrranno effetti per te. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/32|Traduzioni]] disponibili.
'''Modifiche recenti'''
* [[:m:Special:MyLanguage/Meta:GUS2Wiki/Script|GUS2Wiki]] è uno strumento che copia il contenuto di [[{{#special:GadgetUsage}}]] su una pagina wiki di cui si può consultare la cronologia. Se il tuo wiki non è ancora stato collegato all'[[d:Q113143828|elemento Wikidata del Progetto:GUS2Wiki]], puoi eseguire GUS2Wiki manualmente oppure puoi [[:m:Special:MyLanguage/Meta:GUS2Wiki/Script#Opting|chiedere di ricevere gli aggiornamenti]]. [https://phabricator.wikimedia.org/T121049]
'''Modifiche di questa settimana'''
* Non ci saranno nuove versioni di MediaWiki questa settimana.
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] A causa di un cambio di database, due gruppi di wiki saranno in modalità di sola lettura per qualche minuto intorno alle 07:00 UTC rispettivamente il {{#time:j xg|2022-08-09|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s5.dblist primo gruppo]) e l'{{#time:j xg|2022-08-11|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s2.dblist secondo gruppo]).
'''Incontri futuri'''
* [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon|Wikimania Hackathon]] si terrà online dal 12 al 14 agosto. Non perderti il [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon/Schedule|Pre-Hacking Showcase]] per scoprirne di più sui progetti e trovare collaboratori. Tutti possono [[phab:/project/board/6030/|proporre progetti]] o [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon/Schedule|ospitare sessioni]]. [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon/Newcomers|I nuovi arrivati sono i benvenuti]]!
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' preparata dai [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|redattori Tech News]] e pubblicata da [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribuisci]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/32|Traduci]] • [[m:Tech|Chiedi aiuto]] • [[m:Talk:Tech/News|Commenta]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Sottoscrivi o cancella la sottoscrizione]].''
</div><section end="technews-2022-W32"/>
21:49, 8 ago 2022 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=23627807 -->
== Wikidata e namespace opera ==
Cari amici,
Giusto per non poltrire do un'occhiata alle poesie dell’''Oxford Book of Italian Verse'' — [[Speciale:LinkPermanente/3018896|prima tranche qui]] — per scovare i doppioni di testi già presenti e creare quindi le pagine-opera che le dirima... mi sono infilato in un bel vespaio perché ogni volta entro in Wikidata, dove tutto è ''fin troppo semplice'' e si sbaglia così bene che non te ne accorgi nemmeno :D.
Chiedo una mano a chi già ci è stato con le seguenti domande in modo da non reinventare la ruota:
*in quale pagina si tengono le discussioni relative a libri ''vs opere ''vs'' edizioni ''vs'' traduzioni?
*Allo stato attuale c'è una pagina Opera e il rispettivo elemento Wikidata che siano da esempio?
**Seguo con interesse il lavoro esperto di @[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]], ma non capisco ancora perché creare pagine opera di un sonetto quando non ci sono edizioni multiple dello stesso...
Ci sono diversi elementi che caratterizzano un'opera rispetto a una sua edizione, una poesia rispetto a una raccolta ecc.ecc.; io sto procedendo con cautela, ma la prospettiva di creare centinaia di elementi a mitraglia mi suggerisce di non commettere errori di cui pentirmi amaramente.
Con calma sto lentamente schiarendomi le idee e sciogliendo dubbi che vorrei trasformare in pagine d'aiuto, ma so che per me il tempo si fa breve: con la fine del mese temo che il lavoro mi chiamerà nuovamente fuori da questa area di piacevole operosità. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 14:55, 9 ago 2022 (CEST)
:Ciao,
:visto che mi sono sentito chiamato in causa provo a risponderti io. Per quanto riguarda i nessi ''Opera/Edizione'' ti rimando a [[Wikisource:Bar/Archivio/2020.08#Struttura Wikidata per Opere/Edizioni|un vecchio post]] al quale poi mi sono sempre attenuto per la strutturazione dei dati su Wikidata.
:Confesso che avevo messo anch'io gli occhi sull’''Oxford Book of Italian Verse'' e mi sarebbe piaciuto creare le relative pagine su Wikidata... ;)
:Come esempio non troppo complesso di pagina Opera "''strutturata''" ti consiglierei [[Opera:L'America libera (Alfieri)|L'America libera]] di Alfieri, che è una raccolta di cinque odi: quindi troverai la pagina Opera della raccolta e la pagine Opera di ogni singola ode.
:Ti ringrazio dell'interesse per il mio lavoro su Alfieri e in merito alla tua domanda rispondo che creo pagine Opera per ogni singolo sonetto semplicemente perché ritengo le pagine Opera importanti allo stesso livello delle pagine Autore. Da quello che mi sembra di aver capito, le pagine Opera vengono percepite come delle semplici pagine di disambiguazione in caso di più edizioni di uno stesso testo e secondo me è un approccio riduttivo. Nelle pagine Opera per esempio si possono stendere, di una certa opera, degli indici dettagliati e articolati in varie forme, e questo spesso "trascende" la singola edizione con cui abbiamo a che fare (perché, per esempio, potrebbe essere incompleta). In questo ultimo periodo sono arrivato a considerare accettabile anche una pagina Opera che non contiene edizioni, esattamente come esistono pagine Autore che non hanno alcun testo al loro interno ma sono comunque utilissime. Nel caso particolare delle ''Rime'' di Alfieri ho deciso di creare tutte le pagine Opera perché so che ognuna di esse avrà più edizioni al suo interno (e se non sarò io a caricarle, ci penserà qualcun altro in futuro) per cui si troverà già un pezzo di lavoro fatto. E poi c'è il "fattore" Wikidata... Ogni pagina Opera qui su Source ha un corrispettivo ''obbligatorio'' su Wikidata e, se ci pensate, continuando a creare pagine e relative sottopagine di Opere alla fine si avrà su Wikidata una mappa concettuale perfettamente strutturata dell'intera opera di un certo autore! (Comunque già adesso ci sono sonetti di Alfieri che hanno tre edizioni, come [[Opera:Era l'amico, che il destin mi fura (Alfieri)|questo]]... ;)
:Altro vantaggio delle pagine Opera su Wikidata è che puoi raccogliere in quella pagina tutte le varianti del titolo di una certa opera; puoi inserire, in un campo apposito, l'incipit dell'opera (che spesso è più attendibile del titolo che viene assegnato in certe edizioni che sono comunque valide): penso non solo alle poesie, ma anche alle edizioni di documenti e opere non letterarie.
:Colgo l'occasione per esprimere un mio piccolo desiderio... Sarebbe bello che in Ns0, nel box in alto dove ci sono le informazioni sui testi, oltre al link che rimanda alla pagina Autore, ci fosse anche il link che rimanda il titolo alla pagina Opera corrispondente (quando c'è, ovviamente...) --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #26619C;">Cinnamologus</span>]] [[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #6ba3db;">(disc.)</span>]] 20:21, 9 ago 2022 (CEST)
::Fantastico! @[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]], grazie! gli esempi che hai linkato sono molto illuminanti. Anche se tuttora guardo le pagine autore senza opere con diffidenza, almeno ora sto leggendo delle argomentazioni stimolanti. Sono ben contento di mettermi in discussione e considerare esempi validi. Ehm... se tu volessi farti carico della raccolta di Lucas mi faresti un enorme piacere liberandomi energie che dedicherei ad esempio alla stessa problematica riguardante altri gruppi di opere, dai sonetti di Bindo Bonichi alla terrificante matassa del canzoniere petrarchesco. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 08:15, 10 ago 2022 (CEST)
:::@[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]] Da vecchio utente autodidatta di database relazionali, ho faticato molto a capirne la logica, e a constatare che ogni violazione della ''regola della normalizzazione'' (ogni dato in un posto solo/oppure allineamento immediato e totalmente automatico dei dati replicati) portava a terribili guai e a enorme fatica per risistemare le cose. Non ho ancora finito di interiorizzare l'approccio a triplette, ma sono sconcertato dal fatto che la normalizzazione sia considerata, apparentemente, un problema secondario. la relazione autori-opere-edizioni è un caso particolarmente complesso di doppia relazione molti-a-molti, e francamente mi sono scoraggiato.... sono lieto che qualcuno riesca a metterci mano. Non io, come per la donazione di sangue sono inidoneo per ''superamento dei limiti di età'' :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:48, 12 ago 2022 (CEST)
== Lirici marinisti, Cinque anni dopo ==
Cari amici,
ci è voluto del tempo ma finalmente ho preso il sacco in spalla e ho messo in pratica quanto [[Wikisource:Bar/Archivio/2017.11#Opere_multiple|definito a novembre 2017]], che rappresenta in un certo senso un momento ''sintetico'' dell'evoluzione del progetto. Per fare il punto lo scrivo qui al bar così se qualcosa non fosse corretto se ne discute.
;Problema: Senza accorgercene avevamo creato più raccolte dalla medesima fonte: [[Utente:Snark|Snark]] aveva creato [[Poesie (Achillini)]] senza interfaccia proofread, anni dopo [[Utente:Alex brollo]] aveva creato [[Lirici marinisti/II/Claudio Achillini]] con interfaccia proofread: perfettamente conviventi pur essendo cloni precisi dello stesso libro; ugual sorte toccava alle rime di Ciro di Pers e di Papa Urbano VIII.
;Soluzione: ho smembrato i "paginoni multipoesia" di antologia per autore preparati da Alex; per mantenere la navigabilità della raccolta e riconoscere autonomia alle singole poesie ho creato una pagina per ogni singola poesia: invece di porre nel titolo numeri progressivi o simili ritrovati
# ho usato il primo verso come titolo di ogni poesia, infatti ho preferito questo ai "titoli" come ''[[La solfatara di Pozzuoli]]'' o ''[[Per monaca]]'', non sapendo se siano dell'autore o del revisore e data l'alta probabilità che siano usati per diverse poesie di diversi autori;
# ho usato costantemente il {{tl|raccolta}} per rimandare alle pagine di antologia per autore;
# inoltre, anche se non era essenziale, ho usato il parametro <tt>|prec=</tt> e <tt>|succ</tt> nelle intestazioni per permettere la navigabilità sequenziale di ogni antologia per autore e risparmiare un click agli studenti
:Infine, dando precedenza alla raccolta proofread rispetto a quella ''nuda'', ho trasformato i doppioni caricati da Snark in rinvii alle poesie tratte dalla raccolta caricata da Alex.
Non essendo un ipertecnologico molto di quello che ho appena enunciato è stato modificato a manina, dunque se qualcuno vorrà dare un'occhiata sfruttando i link e verificando la navigabilità e la logica del percorso farà un gran piacere al mondo intero. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 08:41, 13 ago 2022 (CEST)
:@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]]@[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]] Benissimo! Mi studierò la cosa quando affronterò la prossima raccolta di poesie. naturalmente questo approccio è funzionale a quanto spiegava Cinnamologus riguardo alla scelta wikidata di creare un item Opera per ciascun sonetto, e di creare, inoltre, tante pagine Edizione per ciascuna pagina opera quante sono le edizioni disponibili, senza fare eccezione nei casi in cui c'è al momento una edizione sola: sembra inutile ma non lo è. Le mie fisime databasistiche sono quasi satolle.
:Naturalmente non mancano dubbi. Come hai risolto/come vanno risolti i casi delle ''catene di sonetti'' o simili? Perdona il colpo di pigrizia, probabilmente la risposta la troverei analizzando bene il tuo lavoraccio....
:A proposito di doppioni: mi è capitato di eseguire la conversione proofread di [[Delle funzioni riproduttive negli animali]], prima edizione 1850, di cui esiste un secondo caricamento (proofread ma incompleto): [[Delle funzioni riproduttive degli animali]], seconda edizione 1856. Ci ho messo un po' per scovare la differenza fra i due titoli, per ora lascio come sta, ma temo che le due versione ns0, e forse anche le pagine Indice e nsPagina, vadano rinominate aggiungendo in chiaro nel titolo l'anno di edizione. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:43, 13 ago 2022 (CEST)
::Hai detto ''corone di sonetti''? Non è una domanda banale: dal punto di vista "ignorante di informatica" ti segnalo i primi casi che mi vengono in mente: i ''[[Sonetti dei mesi]]'' di Folgore da San Gimignano, l’''[[Arcadia (Sannazaro)|Arcadia]]'' di Iacopo Sannazaro formata da capitoli composti da una prosa e un'egloga o il caso enorme del ''[[Fiore]]'' dantesco.
::In teoria queste opere sono unitarie e andrebbero gestite in blocco, ma sono incappato nel seguente paio di esempi che insegnano una diversa morale:
::* ''[[Lamento in morte del pastore Androgéo]]'' è estratto senza anestesia dall’''Arcadia'' di Sannazaro, come si evince da [[Arcadia_(Sannazaro)/Parte_V#pagena|qui]]
::* ''[[:fi:Tammikuu|Tammikuu]]'' non è un insulto finlandese ma la traduzione di ''[[Sonetti_dei_mesi/II|Gennaio]]'', anche questo stralciato dalla "corona".
::* Prima che io spietatamente la trasformassi in un rinvio, la pagina [[Sogni e favole io fingo]] conteneva una versione del sonetto tratta da ''Antologia della poesia italiana - Vol. 3 - Seicento-Settecento. Collana "La biblioteca di Repubblica"''
::'''morale''': Anche se non previsto possiamo considerare che quella stessa poesia che si ritiene incastonata inestirpabilmente in una raccolta può essere estrapolata sfacciatamente da qualunque traduttore o compilatore di crestomazie-florilegi-antologie-sillogi ecc. Nel momento in cui il nsOpera serve per associare più edizioni di una stessa opera a un solo elemento Wikidata, dobbiamo essere pronti a tutto ;-P - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 15:08, 13 ago 2022 (CEST)
:::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] grazie della correzione, da tempo ho perso ogni speranza di percorrere indenne il territorio ''hic sunt leones'' della letteratura. Secondo dubbio. Siamo certi, assodato che ogni ''opera'' deve avere un elemento wikidata, che sia necessario avere anche la corrispondente pagina in nsOpera? Non basterebbe, intanto, un link all'elemento opera wikidata, appiccicato alla pagina ns0 corrispondente a un'edizione di quell'opera? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:37, 14 ago 2022 (CEST)
::::Sulla seconda domanda sono del tutto incerto anch'io, infatti per questo cerco il conforto di bibliotecari, informatici bibliografi ecc. Se ogni testo/edizione del progetto avesse bisogno di una pagina nsOpera si creerebbe un duplicato il cui senso mi sfugge.
::::Il nsOpera ho capito che serve per definire quel "quid" astratto che indichiamo quando diciamo ''La divina commedia'', o ''Il cinque maggio'' come opere dell'intelletto dei loro autori, un po' come quando in geometria si tratta di "circonferenze" o nastri di Moebius senza dover ricorrere a esempi concreti, dunque imperfetti e dunque fallaci. Il problema si pone da quando stanno germogliando fitti i duplicati derivati a diverse edizioni e finora sto utilizzando il nsOpera per questo. Poi mi rendo conto che la connessione tra Wikidata e nsOpera è più complessa di questo, e appunto la sto studiando. Mi piace l'idea di chiarirmi con esempi e banalizzazioni come quella che ho scritto pocanzi. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:45, 14 ago 2022 (CEST)
:::::Per quanto mi riguarda, benché io sia un estimatore della pagine Opera, ritengo che non sia necessario che ''ogni'' edizione abbia una corrispondente pagina Opera. Penso che siano assolutamente indispensabili per quei testi che sono molto famosi o molto citati. È indispensabile perché, per esempio, nella pagina Opera di una poesia si possono inserire come "alias" i titoli che vengono assegnati via via a quella poesia nelle varie edizioni. Invece non penso che sia indispensabile creare pagine Opera per gli articoli scientifici o di giornale perché, in linea di massima hanno avuto una sola edizione e, in caso di citazione, si fa sempre riferimento a quella... Diciamo che un ottimo strumento per capire se una certa opera dell'ingegno umano ha bisogno di una pagina Opera è il nostro SBN. Ora torno alla ''datificazione'' dei lirici marinisti... ;) Ciao! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #26619C;">Cinnamologus</span>]] [[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #6ba3db;">(disc.)</span>]] 10:18, 15 ago 2022 (CEST)
::::::Se non ricordo male, il nsOpera è stato concepito su itwikisource prima che si assestasse, su wikidata, la discussione sulla complessa relazione autori-opere-edizioni. Se è così, è logico che la questione vada rivista. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:34, 15 ago 2022 (CEST)
== Il nostro Match offline ==
@[[Utente:Ruthven|Ruthven]] @[[Utente:Candalua|Candalua]] Ho fatto correre il "Match offline", derivato con una certa fatica dallo script per il M & S mediawiki, su [[Azioni egregie operate in guerra]], testo settecentesco a caratteri minuti, con OCR zeppo di errori. Ha funzionato, grazie a due miglioramenti rispetto allo script canonico:
# funziona anche con ''fonte pdf'' e non solo con djvu;
# esiste un'opzione oldText=True che permette di ''ignorare i tipici errori OCR nel riconoscimento dei caratteri, inevitabili nei testi antichi''.
Vi sembra una cosa da segnalare ai "piani alti"? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:27, 14 ago 2022 (CEST)
== Un nuovo approccio per le liste in due colonne ==
Per favore, date un'occhiata a [[Azioni egregie operate in guerra/Indice delle cose più notabili]] e alle corrispondenti pagine nsPagina, a me la soluzione (che ho timidamente provato anche in precedenza) piace molto, e applicandola in nsPagina c'è il piccolo svantaggio della inesatta riproduzione della struttura in colonne del testo, ma secondo me bilanciata dal grande vantaggio di vedere in anteprima in nsPagina come verrà in ns0. La vostra opinione?
(PS: non badate ai millanta errori del testo ancora da rivedere: è il mio stile, prima di tutto risolvere i problemi di formattazione....)[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:34, 15 ago 2022 (CEST)
== Invitation to join the fifth Wikisource Triage meeting (18th August 2022) ==
Hello fellow Wikisource enthusiasts!
We are the hosting the fifth [[:m:Wikisource Triage meetings|Wikisource Triage meeting]] on '''18th August 2022 at 4 PM UTC / 9:30 PM IST''' ([https://zonestamp.toolforge.org/1660838411 check your local time]) according to the [https://wudele.toolforge.org/wIztQjaxX1l5qy3A wudele poll] and also based on the previous feedback to have a Europe-Americas friendly meeting.
As always, you don't have to be a developer to participate in these meetings but the focus of these meetings is to improve the Wikisource infrastructure.
If you are interested in joining the meeting, kindly leave a message on '''sgill@wikimedia.org''' and we will add you to the calendar invite.
Meanwhile, feel free to check out [[:m:Wikisource Triage meetings|the page on Meta-wiki]] and suggest any other topics for the agenda.
Regards
[[:m:User:SWilson (WMF)|Sam Wilson (WMF)]] and [[:m:User:SGill (WMF)|Satdeep Gill (WMF)]]
<small> Sent using [[User:MediaWiki message delivery|MediaWiki message delivery]] ([[User talk:MediaWiki message delivery|disc.]]) 17:05, 15 ago 2022 (CEST)</small>
<!-- Messaggio inviato da User:SGill (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:SGill_(WMF)/lists/WS_VPs&oldid=23314792 -->
== Notizie tecniche: 2022-33 ==
<section begin="technews-2022-W33"/><div class="plainlinks">
Ultimo '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|bollettino tecnico]]''' della comunità tecnica di Wikimedia. Per favore informa gli altri utenti di queste modifiche. Non tutte le modifiche produrranno effetti per te. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/33|Traduzioni]] disponibili.
'''Modifiche recenti'''
* Wikipedia in lingua persiana (farsi) ha impedito agli IP di fare modifiche tra ottobre 2021 e aprile 2022. Il team Product Analytics di Wikimedia Foundation ha monitorato la situazione e ha pubblicato un [[m:Special:MyLanguage/IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation/IP Editing Restriction Study/Farsi Wikipedia|rapporto sull'impatto]] di questo cambiamento.
'''Modifiche di questa settimana'''
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] La [[mw:MediaWiki 1.39/wmf.25|nuova versione]] di MediaWiki sarà sulle wiki di prova e MediaWiki.org dal giorno {{#time:j xg|2022-08-16|it}}. Sarà disponibile sulle wiki non-Wikipedia e alcune Wikipedia dal giorno {{#time:j xg|2022-08-17|it}} e sulle altre wiki dal giorno {{#time:j xg|2022-08-18|it}} ([[mw:MediaWiki 1.39/Roadmap|calendario]]).
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] A causa di un cambio di database, due gruppi di wiki saranno in modalità di sola lettura per qualche minuto intorno alle 07:00 UTC rispettivamente il {{#time:j xg|2022-08-16|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s1.dblist primo gruppo]) e il {{#time:j xg|2022-08-18|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s8.dblist secondo gruppo]).
* L'[[mw:Special:MyLanguage/Help:Extension:WikiEditor/Realtime_Preview|anteprima in tempo reale]] si potrà attivare tra le funzioni beta dei wiki nel [https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists%2Fgroup1.dblist gruppo 1]. La funzione è stata sviluppata per esaudire [[m:Special:MyLanguage/Community_Wishlist_Survey_2021/Real_Time_Preview_for_Wikitext|uno dei desideri espressi nel sondaggio sui desideri della comunità]].
'''Modifiche future'''
* La funzione beta [[mw:Special:MyLanguage/Help:DiscussionTools|Strumenti di discussione]] sarà aggiornata nel corso di agosto. Le discussioni appariranno in modo diverso. Visualizza in anteprima [[mw:Special:MyLanguage/Talk pages project/Usability/Prototype|alcuni dei cambiamenti proposti]]. [https://www.mediawiki.org/wiki/Talk_pages_project/Usability#4_August_2022][https://www.mediawiki.org/wiki/Talk_pages_project/Usability#Phase_1:_Topic_containers][https://phabricator.wikimedia.org/T312672]
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' preparata dai [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|redattori Tech News]] e pubblicata da [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribuisci]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/33|Traduci]] • [[m:Tech|Chiedi aiuto]] • [[m:Talk:Tech/News|Commenta]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Sottoscrivi o cancella la sottoscrizione]].''
</div><section end="technews-2022-W33"/>
23:08, 15 ago 2022 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=23658001 -->
== Attilio Razzolini ==
Non trovo dati anagrafici per il miniatore e pittore toscano Attilio Razzolini, mi servirebbero per [[Vita di Frate Ginepro]], [[Indice:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu]], da cui si ricaverebbe anche un buon proofread per I fioretti di San Francesco. Niente da fare rovistando con Google e su VIAF. Qualcuno può aiutarmi? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 00:01, 16 ago 2022 (CEST)
:Questo è un lavoro per wikipediani specialisti... proverò a bussare di là. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:33, 16 ago 2022 (CEST)
:: @[[Utente:OrbiliusMagister]] Grazie. Il problema generale è: come comportarsi, con le norme sul copyright, nel caso che ''la data della morte dell'autore sia ignota?'' Gli USA, intelligentemente, evitano questo problema. Ma noi siamo la "patria del diritto".... una soluzione pratica: potrei temporaneamente oscurare, nel djvu, le incisioni; il djvu completo resterebbe sepolto nella cronologia. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 17:28, 16 ago 2022 (CEST)
:::@[[Utente:Alex brollo]], per il momento nessun segnale né da Pedia né da Telegram. Io sono per la soluzione ''bold'': dato il 1925 come limite massimo del suo ''floruit'' sono molto convinto che l'artista , pace all'anima sua, non abbia superato la seconda guerra mondiale. Propongo di tenere tutto visibile. Se i vari crop passeranno il vaglio di commons dove sono più severi in tali politiche, avremo guadagnato delle belle immagini, altrimenti le elimineremo. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 19:50, 16 ago 2022 (CEST)
:::: @[[Utente:OrbiliusMagister]] I file sono pronti per il caricamento, in questi casi non uso CropTool ma preferisco una elaborazione offline secondo lo [[Utente:Alex brollo/Book|schema suggerito a suo tempo da Ruthven]], ma sono perplesso suio metadati. Se solo il nome dell'illustratore non fosse messo lì con tanta evidenza fin dalla copertina.... :-( Boh, intanto carico capilettera e ornamenti. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 13:11, 17 ago 2022 (CEST)
:::::@[[Utente:Alex brollo]] Da quanto leggo in rete risulta che l'ingegnere Attilio Razzolini fosse fiorentino e abbia progettato e realizzato nel 1899 la Chiesa dell'Immacolata a Piombino e il Convento Francescano dell'Immacolata, sempre a Piombino. Dunque è verosimile che sia nato non dopo il 1875 circa. Si potrebbe contattare la parrocchia di quella Chiesa di Piombino per sapere se ne sanno di più... --[[User:Myron Aub|Myron Aub]] ([[User talk:Myron Aub|disc.]]) 19:55, 17 ago 2022 (CEST)
== Duplicato di Verga ==
Gli indici [[Indice:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] e [[Indice:Teatro di Giovanni Verga.djvu]] (il primo al 100%, il secondo quasi del tutto rosso) sembrano riferirsi allo stesso file (non file uguali, proprio lo stesso file: non pensavo neanche fosse tecnicamente possibile). C'è qualcosa che mi sfugge o il secondo può essere cancellato? [[User:Dr Zimbu|Dr Zimbu]] ([[User talk:Dr Zimbu|disc.]]) 10:44, 17 ago 2022 (CEST)
:@[[Utente:Dr Zimbu|Dr Zimbu]], guardando le cronologie degli indici la cosa ha una sua (peraltro contorta) logica: nel 2011 @[[Utente:Panz Panz|Panz Panz]] carica il file prendendolo da IA e crea contestualmente la pagina indice, che viene però sostanzialmente ignorata. Le poche pagine preparate e rilette sono precedenti il 2016, quando @[[Utente:Xavier121|Xavier121]] ci ricorda che le pagine indice dovrebbero assumere un titolo basato su "autore - titolo, Editore, anno" e dà il buon esempio creando la pagina indice ''Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912'' a partire dal file con nome più vago. Questo però avviene all'oscuro della preesistenza di un'altra pagina indice. Il primo indice continua ad essere ignorato e nel frattempo [[Indice:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] viene compilato pagina per pagina, formattato e riletto nel 2020.
:... provvedo all'eliminazione del doppione; mi spiace molto per quegli utenti che hanno trascritto o formattato o riletto tredici pagine, ma dovrò eliminare i loro contributi. Lascio passare comunque qualche minuto perché i più curiosi notino l'evoluzione dell'arte di formattare una stessa pagina [[Pagina:Teatro di Giovanni Verga.djvu/16|nel 2014]] rispetto [[Pagina:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu/16|al 2020]]. Attenzione però: prevedo qualche disagio, dato che se andiamo su una pagina qualunque di [[Indice:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] e clicchiamo sulla linguetta ˆ per tornare alla pagina indice.... finiamo su [[Indice:Teatro di Giovanni Verga.djvu]]! Questo ci insegna a stare ben attenti a come nominare i file che carichiamo su commons: il nome del file djvu e quello della pagina indice ''devono coincidere''. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:24, 17 ago 2022 (CEST)
::E infatti sono stato facile profeta: Cancellato l'indice il cui titolo corrisponde con quello del file di commons, abbiamo un indice con pagine complete, formattate e rilette, che però fa riferimento a un file dal nome diverso su commons.
::Temo che la situazione sia complessa: se chiedo (come mi sembra sensato) la rinominazione del file su commons ad un admin a caso come @[[Utente:Ruthven|Ruthven]], l'operazione avrà effetti collaterali nell'indice attualmente funzionante; come piano B potremmo spostare indice e pagine attuali al titolo del file cancellato ma infrangendo la denominazione con autore editore e data decisa poco sopra: @[[Utente:Candalua|Candalua]], @[[Utente:Alex brollo|Alex brollo]], @[[Utente:Xavier121|Xavier121]], che facciamo? - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 12:04, 17 ago 2022 (CEST)
::: Ho già esplorato un busillo simile. [[:c:File:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] è solo una pagina redirect verso [[:c:File:Teatro di Giovanni Verga.djvu]]. Basta richiedere la cancellazione della pagina redirect, poi, a cancellazione avvenuta, rinominare il secondo file con il nome di quello cancellato, fine. Qui da noi non serve cambiare niente. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 13:02, 17 ago 2022 (CEST)
::::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] @[[Utente:Dr Zimbu|Dr Zimbu]] cancellazione della pagina redirect [[:c:File:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] richiesta. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 06:42, 18 ago 2022 (CEST)
:::::[[:c:User_talk:Ruthven#Inversione di redirect|Ci siamo sovrapposti]]. Penso che Ruthven abbia capito il problema e saprà cosa fare. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 06:54, 18 ago 2022 (CEST)
== Rinvii interprogetto ==
Cari amici,
ho una questione non indifferente da proporvi: vale la pena creare dei rinvii da it.source ad altri progetti a seguito di trasferimento di testi da uno all'altro?
Ecco il ''casus'': [[Marzo]] rinvia a [[Marzo (Di Giacomo)]] che, inizialmente stazionata da noi, è stata trasferita [[:nap:Marzo (Di Giacomo)|a nap.source]]. Ho pensato di usare il {{Tl|softredirect}} ma
*In automatico mi è chiesto di dare un SAL alla pagina... e vabbè, si possono creare eccezioni come per redirect e disambigue, ma
*aggiungiamo altre ''metapagine'' a un namespace che richiede normalmente pagine di ''contenuto''?
*Spiace deviare i navigatori su altri progetti?
Insomma Che ne pensate? È un problema o una fisima che mi sto creando a causa del solleone estivo? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:20, 18 ago 2022 (CEST)
: Timidamente propongo, anche in questo caso, la soluzione "allineamento interprogetto", per osa sperimentata solo per alcuni testi bilingui italiano/latino. Il problema sarà risolto per bene se e quando esisterà la transclusione interprogetto. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 20:19, 18 ago 2022 (CEST)
::A proposito di transclusione interprogetto: ho corretto un po' di greco nelle pagine di G.B. Vico, ma dopo averlo fatto un banner mi ha ricordato che le pagine che ho corretto provengono da la.source... ?!?
::In pratica, correggo il greco qui, su la.source o è indifferente? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 20:29, 18 ago 2022 (CEST)
::: {{ping|Utente:OrbiliusMagister}} Andrebbero corrette su la.wikisource, esattamente come se fossero pagine Iwpage. Lo so che è una "toppa" complessa e anti-intuitiva, ma per ora non ho trovato di meglio. Prima arriva la transclusione interprogetto, prima questa robaccia finisce.... e comunque non credo che la applicherò più.
::: Riassumo la cosa per chi non l'ha mai incontrata. Un bot (a lancio manuale) legge le pagine sul sito fonte, la.wikisource, e poi legge la corrispondente pagina del sito bersaglio, it.wikisource, in cui, se c'è stato allineamento, trova anche l'id della versione su la.wikisource. Se l'id corrisponde (ossia, se su la.wikisource la pagina non è stata modificata dopo l'ultimo allineamento) il bot non fa nulla; se invece è stata modificata, gli id non corrispondono, e il bot copia sul sito bersaglio la nuova versione con il nuovo id.
::: Le modifiche sul sito bersaglio, it.wikisource, saranno rullate al primo allineamento con nuove versioni su la.wikisource, a meno che non siano replicate anche su la.wikisource; ''tanto vale farle una volta sola nel posto giusto''.
::: La difficoltà è che viene copiato ''il codice wiki'', comprese chiamate a moduli e template, che devono esistere con lo stesso nome e con lo stesso funzionamento su entrambi i siti. Penso che sia questa la difficoltà che finora ha fatto arenare l'idea della transclusione interprogetto: ormai la "divergenza evolutiva" di template e moduli è, temo, irreversibile. Ma ai tempi della sciagurata suddivisione di wikisource in vari progetti linguistici indipendenti è stata fatta questa scelta, e adesso è tardi. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 15:42, 19 ago 2022 (CEST)
adacptwk1srt0okt0moq8fxtcetl3n9
3024423
3024422
2022-08-19T13:43:29Z
Alex brollo
1615
/* Rinvii interprogetto */
wikitext
text/x-wiki
{{Bar}}
== Notizie tecniche: 2022-31 ==
<section begin="technews-2022-W31"/><div class="plainlinks">
Ultimo '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|bollettino tecnico]]''' della comunità tecnica di Wikimedia. Per favore informa gli altri utenti di queste modifiche. Non tutte le modifiche produrranno effetti per te. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/31|Traduzioni]] disponibili.
'''Modifiche recenti'''
* La [[m:Special:MyLanguage/Help:Displaying_a_formula#Phantom|visualizzazione delle formule di LaTeX è stata migliorata]] su tutti i wiki col supporto dei tag <bdi lang="zxx" dir="ltr"><code>Phantom</code></bdi>. Questo aggiornamento esaudisce parte del [[m:Community_Wishlist_Survey_2022/Editing/Missing_LaTeX_capabilities_for_math_rendering|desiderio #59]] dei risultati del sondaggio 2022 sui desideri della comunità.
'''Modifiche di questa settimana'''
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] La [[mw:MediaWiki 1.39/wmf.23|nuova versione]] di MediaWiki sarà sulle wiki di prova e MediaWiki.org dal giorno {{#time:j xg|2022-08-02|it}}. Sarà disponibile sulle wiki non-Wikipedia e alcune Wikipedia dal giorno {{#time:j xg|2022-08-03|it}} e sulle altre wiki dal giorno {{#time:j xg|2022-08-04|it}} ([[mw:MediaWiki 1.39/Roadmap|calendario]]).
* L'[[mw:Special:MyLanguage/Help:Extension:WikiEditor/Realtime_Preview|anteprima in tempo reale]] si potrà attivare tra le funzioni beta dei wiki nel [https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists%2Fgroup0.dblist gruppo 0]. La funzione è stata sviluppata per esaudire [[m:Special:MyLanguage/Community_Wishlist_Survey_2021/Real_Time_Preview_for_Wikitext|uno dei desideri espressi nel sondaggio sui desideri della comunità]].
'''Modifiche future'''
* La funzione beta [[mw:Special:MyLanguage/Help:DiscussionTools|Strumenti di discussione]] sarà aggiornata nel corso di agosto. Le discussioni appariranno in modo diverso. Visualizza in anteprima [[mw:Special:MyLanguage/Talk pages project/Usability/Prototype|alcuni dei cambiamenti proposti]].
'''Incontri futuri'''
* Questa settimana si terranno tre riunioni con traduzione simultanea dedicati all'aspetto [[mw:Special:MyLanguage/Reading/Web/Desktop Improvements|Vector (2022)]]. Martedì sarà disponibile la traduzione in russo, mentre giovedì gli incontri saranno in arabo e spagnolo. [[mw:Special:MyLanguage/Reading/Web/Desktop Improvements/Updates/Talk to Web|Scopri come partecipare]].
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' preparata dai [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|redattori Tech News]] e pubblicata da [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribuisci]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/31|Traduci]] • [[m:Tech|Chiedi aiuto]] • [[m:Talk:Tech/News|Commenta]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Sottoscrivi o cancella la sottoscrizione]].''
</div><section end="technews-2022-W31"/>
23:21, 1 ago 2022 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=23615613 -->
== Notizie tecniche: 2022-32 ==
<section begin="technews-2022-W32"/><div class="plainlinks">
Ultimo '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|bollettino tecnico]]''' della comunità tecnica di Wikimedia. Per favore informa gli altri utenti di queste modifiche. Non tutte le modifiche produrranno effetti per te. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/32|Traduzioni]] disponibili.
'''Modifiche recenti'''
* [[:m:Special:MyLanguage/Meta:GUS2Wiki/Script|GUS2Wiki]] è uno strumento che copia il contenuto di [[{{#special:GadgetUsage}}]] su una pagina wiki di cui si può consultare la cronologia. Se il tuo wiki non è ancora stato collegato all'[[d:Q113143828|elemento Wikidata del Progetto:GUS2Wiki]], puoi eseguire GUS2Wiki manualmente oppure puoi [[:m:Special:MyLanguage/Meta:GUS2Wiki/Script#Opting|chiedere di ricevere gli aggiornamenti]]. [https://phabricator.wikimedia.org/T121049]
'''Modifiche di questa settimana'''
* Non ci saranno nuove versioni di MediaWiki questa settimana.
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] A causa di un cambio di database, due gruppi di wiki saranno in modalità di sola lettura per qualche minuto intorno alle 07:00 UTC rispettivamente il {{#time:j xg|2022-08-09|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s5.dblist primo gruppo]) e l'{{#time:j xg|2022-08-11|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s2.dblist secondo gruppo]).
'''Incontri futuri'''
* [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon|Wikimania Hackathon]] si terrà online dal 12 al 14 agosto. Non perderti il [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon/Schedule|Pre-Hacking Showcase]] per scoprirne di più sui progetti e trovare collaboratori. Tutti possono [[phab:/project/board/6030/|proporre progetti]] o [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon/Schedule|ospitare sessioni]]. [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon/Newcomers|I nuovi arrivati sono i benvenuti]]!
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' preparata dai [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|redattori Tech News]] e pubblicata da [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribuisci]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/32|Traduci]] • [[m:Tech|Chiedi aiuto]] • [[m:Talk:Tech/News|Commenta]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Sottoscrivi o cancella la sottoscrizione]].''
</div><section end="technews-2022-W32"/>
21:49, 8 ago 2022 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=23627807 -->
== Wikidata e namespace opera ==
Cari amici,
Giusto per non poltrire do un'occhiata alle poesie dell’''Oxford Book of Italian Verse'' — [[Speciale:LinkPermanente/3018896|prima tranche qui]] — per scovare i doppioni di testi già presenti e creare quindi le pagine-opera che le dirima... mi sono infilato in un bel vespaio perché ogni volta entro in Wikidata, dove tutto è ''fin troppo semplice'' e si sbaglia così bene che non te ne accorgi nemmeno :D.
Chiedo una mano a chi già ci è stato con le seguenti domande in modo da non reinventare la ruota:
*in quale pagina si tengono le discussioni relative a libri ''vs opere ''vs'' edizioni ''vs'' traduzioni?
*Allo stato attuale c'è una pagina Opera e il rispettivo elemento Wikidata che siano da esempio?
**Seguo con interesse il lavoro esperto di @[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]], ma non capisco ancora perché creare pagine opera di un sonetto quando non ci sono edizioni multiple dello stesso...
Ci sono diversi elementi che caratterizzano un'opera rispetto a una sua edizione, una poesia rispetto a una raccolta ecc.ecc.; io sto procedendo con cautela, ma la prospettiva di creare centinaia di elementi a mitraglia mi suggerisce di non commettere errori di cui pentirmi amaramente.
Con calma sto lentamente schiarendomi le idee e sciogliendo dubbi che vorrei trasformare in pagine d'aiuto, ma so che per me il tempo si fa breve: con la fine del mese temo che il lavoro mi chiamerà nuovamente fuori da questa area di piacevole operosità. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 14:55, 9 ago 2022 (CEST)
:Ciao,
:visto che mi sono sentito chiamato in causa provo a risponderti io. Per quanto riguarda i nessi ''Opera/Edizione'' ti rimando a [[Wikisource:Bar/Archivio/2020.08#Struttura Wikidata per Opere/Edizioni|un vecchio post]] al quale poi mi sono sempre attenuto per la strutturazione dei dati su Wikidata.
:Confesso che avevo messo anch'io gli occhi sull’''Oxford Book of Italian Verse'' e mi sarebbe piaciuto creare le relative pagine su Wikidata... ;)
:Come esempio non troppo complesso di pagina Opera "''strutturata''" ti consiglierei [[Opera:L'America libera (Alfieri)|L'America libera]] di Alfieri, che è una raccolta di cinque odi: quindi troverai la pagina Opera della raccolta e la pagine Opera di ogni singola ode.
:Ti ringrazio dell'interesse per il mio lavoro su Alfieri e in merito alla tua domanda rispondo che creo pagine Opera per ogni singolo sonetto semplicemente perché ritengo le pagine Opera importanti allo stesso livello delle pagine Autore. Da quello che mi sembra di aver capito, le pagine Opera vengono percepite come delle semplici pagine di disambiguazione in caso di più edizioni di uno stesso testo e secondo me è un approccio riduttivo. Nelle pagine Opera per esempio si possono stendere, di una certa opera, degli indici dettagliati e articolati in varie forme, e questo spesso "trascende" la singola edizione con cui abbiamo a che fare (perché, per esempio, potrebbe essere incompleta). In questo ultimo periodo sono arrivato a considerare accettabile anche una pagina Opera che non contiene edizioni, esattamente come esistono pagine Autore che non hanno alcun testo al loro interno ma sono comunque utilissime. Nel caso particolare delle ''Rime'' di Alfieri ho deciso di creare tutte le pagine Opera perché so che ognuna di esse avrà più edizioni al suo interno (e se non sarò io a caricarle, ci penserà qualcun altro in futuro) per cui si troverà già un pezzo di lavoro fatto. E poi c'è il "fattore" Wikidata... Ogni pagina Opera qui su Source ha un corrispettivo ''obbligatorio'' su Wikidata e, se ci pensate, continuando a creare pagine e relative sottopagine di Opere alla fine si avrà su Wikidata una mappa concettuale perfettamente strutturata dell'intera opera di un certo autore! (Comunque già adesso ci sono sonetti di Alfieri che hanno tre edizioni, come [[Opera:Era l'amico, che il destin mi fura (Alfieri)|questo]]... ;)
:Altro vantaggio delle pagine Opera su Wikidata è che puoi raccogliere in quella pagina tutte le varianti del titolo di una certa opera; puoi inserire, in un campo apposito, l'incipit dell'opera (che spesso è più attendibile del titolo che viene assegnato in certe edizioni che sono comunque valide): penso non solo alle poesie, ma anche alle edizioni di documenti e opere non letterarie.
:Colgo l'occasione per esprimere un mio piccolo desiderio... Sarebbe bello che in Ns0, nel box in alto dove ci sono le informazioni sui testi, oltre al link che rimanda alla pagina Autore, ci fosse anche il link che rimanda il titolo alla pagina Opera corrispondente (quando c'è, ovviamente...) --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #26619C;">Cinnamologus</span>]] [[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #6ba3db;">(disc.)</span>]] 20:21, 9 ago 2022 (CEST)
::Fantastico! @[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]], grazie! gli esempi che hai linkato sono molto illuminanti. Anche se tuttora guardo le pagine autore senza opere con diffidenza, almeno ora sto leggendo delle argomentazioni stimolanti. Sono ben contento di mettermi in discussione e considerare esempi validi. Ehm... se tu volessi farti carico della raccolta di Lucas mi faresti un enorme piacere liberandomi energie che dedicherei ad esempio alla stessa problematica riguardante altri gruppi di opere, dai sonetti di Bindo Bonichi alla terrificante matassa del canzoniere petrarchesco. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 08:15, 10 ago 2022 (CEST)
:::@[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]] Da vecchio utente autodidatta di database relazionali, ho faticato molto a capirne la logica, e a constatare che ogni violazione della ''regola della normalizzazione'' (ogni dato in un posto solo/oppure allineamento immediato e totalmente automatico dei dati replicati) portava a terribili guai e a enorme fatica per risistemare le cose. Non ho ancora finito di interiorizzare l'approccio a triplette, ma sono sconcertato dal fatto che la normalizzazione sia considerata, apparentemente, un problema secondario. la relazione autori-opere-edizioni è un caso particolarmente complesso di doppia relazione molti-a-molti, e francamente mi sono scoraggiato.... sono lieto che qualcuno riesca a metterci mano. Non io, come per la donazione di sangue sono inidoneo per ''superamento dei limiti di età'' :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:48, 12 ago 2022 (CEST)
== Lirici marinisti, Cinque anni dopo ==
Cari amici,
ci è voluto del tempo ma finalmente ho preso il sacco in spalla e ho messo in pratica quanto [[Wikisource:Bar/Archivio/2017.11#Opere_multiple|definito a novembre 2017]], che rappresenta in un certo senso un momento ''sintetico'' dell'evoluzione del progetto. Per fare il punto lo scrivo qui al bar così se qualcosa non fosse corretto se ne discute.
;Problema: Senza accorgercene avevamo creato più raccolte dalla medesima fonte: [[Utente:Snark|Snark]] aveva creato [[Poesie (Achillini)]] senza interfaccia proofread, anni dopo [[Utente:Alex brollo]] aveva creato [[Lirici marinisti/II/Claudio Achillini]] con interfaccia proofread: perfettamente conviventi pur essendo cloni precisi dello stesso libro; ugual sorte toccava alle rime di Ciro di Pers e di Papa Urbano VIII.
;Soluzione: ho smembrato i "paginoni multipoesia" di antologia per autore preparati da Alex; per mantenere la navigabilità della raccolta e riconoscere autonomia alle singole poesie ho creato una pagina per ogni singola poesia: invece di porre nel titolo numeri progressivi o simili ritrovati
# ho usato il primo verso come titolo di ogni poesia, infatti ho preferito questo ai "titoli" come ''[[La solfatara di Pozzuoli]]'' o ''[[Per monaca]]'', non sapendo se siano dell'autore o del revisore e data l'alta probabilità che siano usati per diverse poesie di diversi autori;
# ho usato costantemente il {{tl|raccolta}} per rimandare alle pagine di antologia per autore;
# inoltre, anche se non era essenziale, ho usato il parametro <tt>|prec=</tt> e <tt>|succ</tt> nelle intestazioni per permettere la navigabilità sequenziale di ogni antologia per autore e risparmiare un click agli studenti
:Infine, dando precedenza alla raccolta proofread rispetto a quella ''nuda'', ho trasformato i doppioni caricati da Snark in rinvii alle poesie tratte dalla raccolta caricata da Alex.
Non essendo un ipertecnologico molto di quello che ho appena enunciato è stato modificato a manina, dunque se qualcuno vorrà dare un'occhiata sfruttando i link e verificando la navigabilità e la logica del percorso farà un gran piacere al mondo intero. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 08:41, 13 ago 2022 (CEST)
:@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]]@[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]] Benissimo! Mi studierò la cosa quando affronterò la prossima raccolta di poesie. naturalmente questo approccio è funzionale a quanto spiegava Cinnamologus riguardo alla scelta wikidata di creare un item Opera per ciascun sonetto, e di creare, inoltre, tante pagine Edizione per ciascuna pagina opera quante sono le edizioni disponibili, senza fare eccezione nei casi in cui c'è al momento una edizione sola: sembra inutile ma non lo è. Le mie fisime databasistiche sono quasi satolle.
:Naturalmente non mancano dubbi. Come hai risolto/come vanno risolti i casi delle ''catene di sonetti'' o simili? Perdona il colpo di pigrizia, probabilmente la risposta la troverei analizzando bene il tuo lavoraccio....
:A proposito di doppioni: mi è capitato di eseguire la conversione proofread di [[Delle funzioni riproduttive negli animali]], prima edizione 1850, di cui esiste un secondo caricamento (proofread ma incompleto): [[Delle funzioni riproduttive degli animali]], seconda edizione 1856. Ci ho messo un po' per scovare la differenza fra i due titoli, per ora lascio come sta, ma temo che le due versione ns0, e forse anche le pagine Indice e nsPagina, vadano rinominate aggiungendo in chiaro nel titolo l'anno di edizione. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:43, 13 ago 2022 (CEST)
::Hai detto ''corone di sonetti''? Non è una domanda banale: dal punto di vista "ignorante di informatica" ti segnalo i primi casi che mi vengono in mente: i ''[[Sonetti dei mesi]]'' di Folgore da San Gimignano, l’''[[Arcadia (Sannazaro)|Arcadia]]'' di Iacopo Sannazaro formata da capitoli composti da una prosa e un'egloga o il caso enorme del ''[[Fiore]]'' dantesco.
::In teoria queste opere sono unitarie e andrebbero gestite in blocco, ma sono incappato nel seguente paio di esempi che insegnano una diversa morale:
::* ''[[Lamento in morte del pastore Androgéo]]'' è estratto senza anestesia dall’''Arcadia'' di Sannazaro, come si evince da [[Arcadia_(Sannazaro)/Parte_V#pagena|qui]]
::* ''[[:fi:Tammikuu|Tammikuu]]'' non è un insulto finlandese ma la traduzione di ''[[Sonetti_dei_mesi/II|Gennaio]]'', anche questo stralciato dalla "corona".
::* Prima che io spietatamente la trasformassi in un rinvio, la pagina [[Sogni e favole io fingo]] conteneva una versione del sonetto tratta da ''Antologia della poesia italiana - Vol. 3 - Seicento-Settecento. Collana "La biblioteca di Repubblica"''
::'''morale''': Anche se non previsto possiamo considerare che quella stessa poesia che si ritiene incastonata inestirpabilmente in una raccolta può essere estrapolata sfacciatamente da qualunque traduttore o compilatore di crestomazie-florilegi-antologie-sillogi ecc. Nel momento in cui il nsOpera serve per associare più edizioni di una stessa opera a un solo elemento Wikidata, dobbiamo essere pronti a tutto ;-P - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 15:08, 13 ago 2022 (CEST)
:::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] grazie della correzione, da tempo ho perso ogni speranza di percorrere indenne il territorio ''hic sunt leones'' della letteratura. Secondo dubbio. Siamo certi, assodato che ogni ''opera'' deve avere un elemento wikidata, che sia necessario avere anche la corrispondente pagina in nsOpera? Non basterebbe, intanto, un link all'elemento opera wikidata, appiccicato alla pagina ns0 corrispondente a un'edizione di quell'opera? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:37, 14 ago 2022 (CEST)
::::Sulla seconda domanda sono del tutto incerto anch'io, infatti per questo cerco il conforto di bibliotecari, informatici bibliografi ecc. Se ogni testo/edizione del progetto avesse bisogno di una pagina nsOpera si creerebbe un duplicato il cui senso mi sfugge.
::::Il nsOpera ho capito che serve per definire quel "quid" astratto che indichiamo quando diciamo ''La divina commedia'', o ''Il cinque maggio'' come opere dell'intelletto dei loro autori, un po' come quando in geometria si tratta di "circonferenze" o nastri di Moebius senza dover ricorrere a esempi concreti, dunque imperfetti e dunque fallaci. Il problema si pone da quando stanno germogliando fitti i duplicati derivati a diverse edizioni e finora sto utilizzando il nsOpera per questo. Poi mi rendo conto che la connessione tra Wikidata e nsOpera è più complessa di questo, e appunto la sto studiando. Mi piace l'idea di chiarirmi con esempi e banalizzazioni come quella che ho scritto pocanzi. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:45, 14 ago 2022 (CEST)
:::::Per quanto mi riguarda, benché io sia un estimatore della pagine Opera, ritengo che non sia necessario che ''ogni'' edizione abbia una corrispondente pagina Opera. Penso che siano assolutamente indispensabili per quei testi che sono molto famosi o molto citati. È indispensabile perché, per esempio, nella pagina Opera di una poesia si possono inserire come "alias" i titoli che vengono assegnati via via a quella poesia nelle varie edizioni. Invece non penso che sia indispensabile creare pagine Opera per gli articoli scientifici o di giornale perché, in linea di massima hanno avuto una sola edizione e, in caso di citazione, si fa sempre riferimento a quella... Diciamo che un ottimo strumento per capire se una certa opera dell'ingegno umano ha bisogno di una pagina Opera è il nostro SBN. Ora torno alla ''datificazione'' dei lirici marinisti... ;) Ciao! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #26619C;">Cinnamologus</span>]] [[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #6ba3db;">(disc.)</span>]] 10:18, 15 ago 2022 (CEST)
::::::Se non ricordo male, il nsOpera è stato concepito su itwikisource prima che si assestasse, su wikidata, la discussione sulla complessa relazione autori-opere-edizioni. Se è così, è logico che la questione vada rivista. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:34, 15 ago 2022 (CEST)
== Il nostro Match offline ==
@[[Utente:Ruthven|Ruthven]] @[[Utente:Candalua|Candalua]] Ho fatto correre il "Match offline", derivato con una certa fatica dallo script per il M & S mediawiki, su [[Azioni egregie operate in guerra]], testo settecentesco a caratteri minuti, con OCR zeppo di errori. Ha funzionato, grazie a due miglioramenti rispetto allo script canonico:
# funziona anche con ''fonte pdf'' e non solo con djvu;
# esiste un'opzione oldText=True che permette di ''ignorare i tipici errori OCR nel riconoscimento dei caratteri, inevitabili nei testi antichi''.
Vi sembra una cosa da segnalare ai "piani alti"? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:27, 14 ago 2022 (CEST)
== Un nuovo approccio per le liste in due colonne ==
Per favore, date un'occhiata a [[Azioni egregie operate in guerra/Indice delle cose più notabili]] e alle corrispondenti pagine nsPagina, a me la soluzione (che ho timidamente provato anche in precedenza) piace molto, e applicandola in nsPagina c'è il piccolo svantaggio della inesatta riproduzione della struttura in colonne del testo, ma secondo me bilanciata dal grande vantaggio di vedere in anteprima in nsPagina come verrà in ns0. La vostra opinione?
(PS: non badate ai millanta errori del testo ancora da rivedere: è il mio stile, prima di tutto risolvere i problemi di formattazione....)[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:34, 15 ago 2022 (CEST)
== Invitation to join the fifth Wikisource Triage meeting (18th August 2022) ==
Hello fellow Wikisource enthusiasts!
We are the hosting the fifth [[:m:Wikisource Triage meetings|Wikisource Triage meeting]] on '''18th August 2022 at 4 PM UTC / 9:30 PM IST''' ([https://zonestamp.toolforge.org/1660838411 check your local time]) according to the [https://wudele.toolforge.org/wIztQjaxX1l5qy3A wudele poll] and also based on the previous feedback to have a Europe-Americas friendly meeting.
As always, you don't have to be a developer to participate in these meetings but the focus of these meetings is to improve the Wikisource infrastructure.
If you are interested in joining the meeting, kindly leave a message on '''sgill@wikimedia.org''' and we will add you to the calendar invite.
Meanwhile, feel free to check out [[:m:Wikisource Triage meetings|the page on Meta-wiki]] and suggest any other topics for the agenda.
Regards
[[:m:User:SWilson (WMF)|Sam Wilson (WMF)]] and [[:m:User:SGill (WMF)|Satdeep Gill (WMF)]]
<small> Sent using [[User:MediaWiki message delivery|MediaWiki message delivery]] ([[User talk:MediaWiki message delivery|disc.]]) 17:05, 15 ago 2022 (CEST)</small>
<!-- Messaggio inviato da User:SGill (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:SGill_(WMF)/lists/WS_VPs&oldid=23314792 -->
== Notizie tecniche: 2022-33 ==
<section begin="technews-2022-W33"/><div class="plainlinks">
Ultimo '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|bollettino tecnico]]''' della comunità tecnica di Wikimedia. Per favore informa gli altri utenti di queste modifiche. Non tutte le modifiche produrranno effetti per te. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/33|Traduzioni]] disponibili.
'''Modifiche recenti'''
* Wikipedia in lingua persiana (farsi) ha impedito agli IP di fare modifiche tra ottobre 2021 e aprile 2022. Il team Product Analytics di Wikimedia Foundation ha monitorato la situazione e ha pubblicato un [[m:Special:MyLanguage/IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation/IP Editing Restriction Study/Farsi Wikipedia|rapporto sull'impatto]] di questo cambiamento.
'''Modifiche di questa settimana'''
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] La [[mw:MediaWiki 1.39/wmf.25|nuova versione]] di MediaWiki sarà sulle wiki di prova e MediaWiki.org dal giorno {{#time:j xg|2022-08-16|it}}. Sarà disponibile sulle wiki non-Wikipedia e alcune Wikipedia dal giorno {{#time:j xg|2022-08-17|it}} e sulle altre wiki dal giorno {{#time:j xg|2022-08-18|it}} ([[mw:MediaWiki 1.39/Roadmap|calendario]]).
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] A causa di un cambio di database, due gruppi di wiki saranno in modalità di sola lettura per qualche minuto intorno alle 07:00 UTC rispettivamente il {{#time:j xg|2022-08-16|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s1.dblist primo gruppo]) e il {{#time:j xg|2022-08-18|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s8.dblist secondo gruppo]).
* L'[[mw:Special:MyLanguage/Help:Extension:WikiEditor/Realtime_Preview|anteprima in tempo reale]] si potrà attivare tra le funzioni beta dei wiki nel [https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists%2Fgroup1.dblist gruppo 1]. La funzione è stata sviluppata per esaudire [[m:Special:MyLanguage/Community_Wishlist_Survey_2021/Real_Time_Preview_for_Wikitext|uno dei desideri espressi nel sondaggio sui desideri della comunità]].
'''Modifiche future'''
* La funzione beta [[mw:Special:MyLanguage/Help:DiscussionTools|Strumenti di discussione]] sarà aggiornata nel corso di agosto. Le discussioni appariranno in modo diverso. Visualizza in anteprima [[mw:Special:MyLanguage/Talk pages project/Usability/Prototype|alcuni dei cambiamenti proposti]]. [https://www.mediawiki.org/wiki/Talk_pages_project/Usability#4_August_2022][https://www.mediawiki.org/wiki/Talk_pages_project/Usability#Phase_1:_Topic_containers][https://phabricator.wikimedia.org/T312672]
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' preparata dai [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|redattori Tech News]] e pubblicata da [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribuisci]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/33|Traduci]] • [[m:Tech|Chiedi aiuto]] • [[m:Talk:Tech/News|Commenta]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Sottoscrivi o cancella la sottoscrizione]].''
</div><section end="technews-2022-W33"/>
23:08, 15 ago 2022 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=23658001 -->
== Attilio Razzolini ==
Non trovo dati anagrafici per il miniatore e pittore toscano Attilio Razzolini, mi servirebbero per [[Vita di Frate Ginepro]], [[Indice:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu]], da cui si ricaverebbe anche un buon proofread per I fioretti di San Francesco. Niente da fare rovistando con Google e su VIAF. Qualcuno può aiutarmi? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 00:01, 16 ago 2022 (CEST)
:Questo è un lavoro per wikipediani specialisti... proverò a bussare di là. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:33, 16 ago 2022 (CEST)
:: @[[Utente:OrbiliusMagister]] Grazie. Il problema generale è: come comportarsi, con le norme sul copyright, nel caso che ''la data della morte dell'autore sia ignota?'' Gli USA, intelligentemente, evitano questo problema. Ma noi siamo la "patria del diritto".... una soluzione pratica: potrei temporaneamente oscurare, nel djvu, le incisioni; il djvu completo resterebbe sepolto nella cronologia. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 17:28, 16 ago 2022 (CEST)
:::@[[Utente:Alex brollo]], per il momento nessun segnale né da Pedia né da Telegram. Io sono per la soluzione ''bold'': dato il 1925 come limite massimo del suo ''floruit'' sono molto convinto che l'artista , pace all'anima sua, non abbia superato la seconda guerra mondiale. Propongo di tenere tutto visibile. Se i vari crop passeranno il vaglio di commons dove sono più severi in tali politiche, avremo guadagnato delle belle immagini, altrimenti le elimineremo. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 19:50, 16 ago 2022 (CEST)
:::: @[[Utente:OrbiliusMagister]] I file sono pronti per il caricamento, in questi casi non uso CropTool ma preferisco una elaborazione offline secondo lo [[Utente:Alex brollo/Book|schema suggerito a suo tempo da Ruthven]], ma sono perplesso suio metadati. Se solo il nome dell'illustratore non fosse messo lì con tanta evidenza fin dalla copertina.... :-( Boh, intanto carico capilettera e ornamenti. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 13:11, 17 ago 2022 (CEST)
:::::@[[Utente:Alex brollo]] Da quanto leggo in rete risulta che l'ingegnere Attilio Razzolini fosse fiorentino e abbia progettato e realizzato nel 1899 la Chiesa dell'Immacolata a Piombino e il Convento Francescano dell'Immacolata, sempre a Piombino. Dunque è verosimile che sia nato non dopo il 1875 circa. Si potrebbe contattare la parrocchia di quella Chiesa di Piombino per sapere se ne sanno di più... --[[User:Myron Aub|Myron Aub]] ([[User talk:Myron Aub|disc.]]) 19:55, 17 ago 2022 (CEST)
== Duplicato di Verga ==
Gli indici [[Indice:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] e [[Indice:Teatro di Giovanni Verga.djvu]] (il primo al 100%, il secondo quasi del tutto rosso) sembrano riferirsi allo stesso file (non file uguali, proprio lo stesso file: non pensavo neanche fosse tecnicamente possibile). C'è qualcosa che mi sfugge o il secondo può essere cancellato? [[User:Dr Zimbu|Dr Zimbu]] ([[User talk:Dr Zimbu|disc.]]) 10:44, 17 ago 2022 (CEST)
:@[[Utente:Dr Zimbu|Dr Zimbu]], guardando le cronologie degli indici la cosa ha una sua (peraltro contorta) logica: nel 2011 @[[Utente:Panz Panz|Panz Panz]] carica il file prendendolo da IA e crea contestualmente la pagina indice, che viene però sostanzialmente ignorata. Le poche pagine preparate e rilette sono precedenti il 2016, quando @[[Utente:Xavier121|Xavier121]] ci ricorda che le pagine indice dovrebbero assumere un titolo basato su "autore - titolo, Editore, anno" e dà il buon esempio creando la pagina indice ''Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912'' a partire dal file con nome più vago. Questo però avviene all'oscuro della preesistenza di un'altra pagina indice. Il primo indice continua ad essere ignorato e nel frattempo [[Indice:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] viene compilato pagina per pagina, formattato e riletto nel 2020.
:... provvedo all'eliminazione del doppione; mi spiace molto per quegli utenti che hanno trascritto o formattato o riletto tredici pagine, ma dovrò eliminare i loro contributi. Lascio passare comunque qualche minuto perché i più curiosi notino l'evoluzione dell'arte di formattare una stessa pagina [[Pagina:Teatro di Giovanni Verga.djvu/16|nel 2014]] rispetto [[Pagina:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu/16|al 2020]]. Attenzione però: prevedo qualche disagio, dato che se andiamo su una pagina qualunque di [[Indice:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] e clicchiamo sulla linguetta ˆ per tornare alla pagina indice.... finiamo su [[Indice:Teatro di Giovanni Verga.djvu]]! Questo ci insegna a stare ben attenti a come nominare i file che carichiamo su commons: il nome del file djvu e quello della pagina indice ''devono coincidere''. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:24, 17 ago 2022 (CEST)
::E infatti sono stato facile profeta: Cancellato l'indice il cui titolo corrisponde con quello del file di commons, abbiamo un indice con pagine complete, formattate e rilette, che però fa riferimento a un file dal nome diverso su commons.
::Temo che la situazione sia complessa: se chiedo (come mi sembra sensato) la rinominazione del file su commons ad un admin a caso come @[[Utente:Ruthven|Ruthven]], l'operazione avrà effetti collaterali nell'indice attualmente funzionante; come piano B potremmo spostare indice e pagine attuali al titolo del file cancellato ma infrangendo la denominazione con autore editore e data decisa poco sopra: @[[Utente:Candalua|Candalua]], @[[Utente:Alex brollo|Alex brollo]], @[[Utente:Xavier121|Xavier121]], che facciamo? - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 12:04, 17 ago 2022 (CEST)
::: Ho già esplorato un busillo simile. [[:c:File:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] è solo una pagina redirect verso [[:c:File:Teatro di Giovanni Verga.djvu]]. Basta richiedere la cancellazione della pagina redirect, poi, a cancellazione avvenuta, rinominare il secondo file con il nome di quello cancellato, fine. Qui da noi non serve cambiare niente. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 13:02, 17 ago 2022 (CEST)
::::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] @[[Utente:Dr Zimbu|Dr Zimbu]] cancellazione della pagina redirect [[:c:File:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] richiesta. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 06:42, 18 ago 2022 (CEST)
:::::[[:c:User_talk:Ruthven#Inversione di redirect|Ci siamo sovrapposti]]. Penso che Ruthven abbia capito il problema e saprà cosa fare. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 06:54, 18 ago 2022 (CEST)
== Rinvii interprogetto ==
Cari amici,
ho una questione non indifferente da proporvi: vale la pena creare dei rinvii da it.source ad altri progetti a seguito di trasferimento di testi da uno all'altro?
Ecco il ''casus'': [[Marzo]] rinvia a [[Marzo (Di Giacomo)]] che, inizialmente stazionata da noi, è stata trasferita [[:nap:Marzo (Di Giacomo)|a nap.source]]. Ho pensato di usare il {{Tl|softredirect}} ma
*In automatico mi è chiesto di dare un SAL alla pagina... e vabbè, si possono creare eccezioni come per redirect e disambigue, ma
*aggiungiamo altre ''metapagine'' a un namespace che richiede normalmente pagine di ''contenuto''?
*Spiace deviare i navigatori su altri progetti?
Insomma Che ne pensate? È un problema o una fisima che mi sto creando a causa del solleone estivo? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:20, 18 ago 2022 (CEST)
: Timidamente propongo, anche in questo caso, la soluzione "allineamento interprogetto", per osa sperimentata solo per alcuni testi bilingui italiano/latino. Il problema sarà risolto per bene se e quando esisterà la transclusione interprogetto. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 20:19, 18 ago 2022 (CEST)
::A proposito di transclusione interprogetto: ho corretto un po' di greco nelle pagine di G.B. Vico, ma dopo averlo fatto un banner mi ha ricordato che le pagine che ho corretto provengono da la.source... ?!?
::In pratica, correggo il greco qui, su la.source o è indifferente? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 20:29, 18 ago 2022 (CEST)
::: {{ping|OrbiliusMagister}} Andrebbero corrette su la.wikisource, esattamente come se fossero pagine Iwpage. Lo so che è una "toppa" complessa e anti-intuitiva, ma per ora non ho trovato di meglio. Prima arriva la transclusione interprogetto, prima questa robaccia finisce.... e comunque non credo che la applicherò più.
::: Riassumo la cosa per chi non l'ha mai incontrata. Un bot (a lancio manuale) legge le pagine sul sito fonte, la.wikisource, e poi legge la corrispondente pagina del sito bersaglio, it.wikisource, in cui, se c'è stato allineamento, trova anche l'id della versione su la.wikisource. Se l'id corrisponde (ossia, se su la.wikisource la pagina non è stata modificata dopo l'ultimo allineamento) il bot non fa nulla; se invece è stata modificata, gli id non corrispondono, e il bot copia sul sito bersaglio la nuova versione con il nuovo id.
::: Le modifiche sul sito bersaglio, it.wikisource, saranno rullate al primo allineamento con nuove versioni su la.wikisource, a meno che non siano replicate anche su la.wikisource; ''tanto vale farle una volta sola nel posto giusto''.
::: La difficoltà è che viene copiato ''il codice wiki'', comprese chiamate a moduli e template, che devono esistere con lo stesso nome e con lo stesso funzionamento su entrambi i siti. Penso che sia questa la difficoltà che finora ha fatto arenare l'idea della transclusione interprogetto: ormai la "divergenza evolutiva" di template e moduli è, temo, irreversibile. Ma ai tempi della sciagurata suddivisione di wikisource in vari progetti linguistici indipendenti è stata fatta questa scelta, e adesso è tardi. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 15:42, 19 ago 2022 (CEST)
bvvfgqwj1ezz2rj0zk8yjo8iu1rc09g
3024516
3024423
2022-08-19T21:08:18Z
OrbiliusMagister
129
/* Quanto ci piacciono le curve! */ nuova sezione
wikitext
text/x-wiki
{{Bar}}
== Notizie tecniche: 2022-31 ==
<section begin="technews-2022-W31"/><div class="plainlinks">
Ultimo '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|bollettino tecnico]]''' della comunità tecnica di Wikimedia. Per favore informa gli altri utenti di queste modifiche. Non tutte le modifiche produrranno effetti per te. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/31|Traduzioni]] disponibili.
'''Modifiche recenti'''
* La [[m:Special:MyLanguage/Help:Displaying_a_formula#Phantom|visualizzazione delle formule di LaTeX è stata migliorata]] su tutti i wiki col supporto dei tag <bdi lang="zxx" dir="ltr"><code>Phantom</code></bdi>. Questo aggiornamento esaudisce parte del [[m:Community_Wishlist_Survey_2022/Editing/Missing_LaTeX_capabilities_for_math_rendering|desiderio #59]] dei risultati del sondaggio 2022 sui desideri della comunità.
'''Modifiche di questa settimana'''
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] La [[mw:MediaWiki 1.39/wmf.23|nuova versione]] di MediaWiki sarà sulle wiki di prova e MediaWiki.org dal giorno {{#time:j xg|2022-08-02|it}}. Sarà disponibile sulle wiki non-Wikipedia e alcune Wikipedia dal giorno {{#time:j xg|2022-08-03|it}} e sulle altre wiki dal giorno {{#time:j xg|2022-08-04|it}} ([[mw:MediaWiki 1.39/Roadmap|calendario]]).
* L'[[mw:Special:MyLanguage/Help:Extension:WikiEditor/Realtime_Preview|anteprima in tempo reale]] si potrà attivare tra le funzioni beta dei wiki nel [https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists%2Fgroup0.dblist gruppo 0]. La funzione è stata sviluppata per esaudire [[m:Special:MyLanguage/Community_Wishlist_Survey_2021/Real_Time_Preview_for_Wikitext|uno dei desideri espressi nel sondaggio sui desideri della comunità]].
'''Modifiche future'''
* La funzione beta [[mw:Special:MyLanguage/Help:DiscussionTools|Strumenti di discussione]] sarà aggiornata nel corso di agosto. Le discussioni appariranno in modo diverso. Visualizza in anteprima [[mw:Special:MyLanguage/Talk pages project/Usability/Prototype|alcuni dei cambiamenti proposti]].
'''Incontri futuri'''
* Questa settimana si terranno tre riunioni con traduzione simultanea dedicati all'aspetto [[mw:Special:MyLanguage/Reading/Web/Desktop Improvements|Vector (2022)]]. Martedì sarà disponibile la traduzione in russo, mentre giovedì gli incontri saranno in arabo e spagnolo. [[mw:Special:MyLanguage/Reading/Web/Desktop Improvements/Updates/Talk to Web|Scopri come partecipare]].
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' preparata dai [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|redattori Tech News]] e pubblicata da [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribuisci]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/31|Traduci]] • [[m:Tech|Chiedi aiuto]] • [[m:Talk:Tech/News|Commenta]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Sottoscrivi o cancella la sottoscrizione]].''
</div><section end="technews-2022-W31"/>
23:21, 1 ago 2022 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=23615613 -->
== Notizie tecniche: 2022-32 ==
<section begin="technews-2022-W32"/><div class="plainlinks">
Ultimo '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|bollettino tecnico]]''' della comunità tecnica di Wikimedia. Per favore informa gli altri utenti di queste modifiche. Non tutte le modifiche produrranno effetti per te. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/32|Traduzioni]] disponibili.
'''Modifiche recenti'''
* [[:m:Special:MyLanguage/Meta:GUS2Wiki/Script|GUS2Wiki]] è uno strumento che copia il contenuto di [[{{#special:GadgetUsage}}]] su una pagina wiki di cui si può consultare la cronologia. Se il tuo wiki non è ancora stato collegato all'[[d:Q113143828|elemento Wikidata del Progetto:GUS2Wiki]], puoi eseguire GUS2Wiki manualmente oppure puoi [[:m:Special:MyLanguage/Meta:GUS2Wiki/Script#Opting|chiedere di ricevere gli aggiornamenti]]. [https://phabricator.wikimedia.org/T121049]
'''Modifiche di questa settimana'''
* Non ci saranno nuove versioni di MediaWiki questa settimana.
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] A causa di un cambio di database, due gruppi di wiki saranno in modalità di sola lettura per qualche minuto intorno alle 07:00 UTC rispettivamente il {{#time:j xg|2022-08-09|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s5.dblist primo gruppo]) e l'{{#time:j xg|2022-08-11|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s2.dblist secondo gruppo]).
'''Incontri futuri'''
* [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon|Wikimania Hackathon]] si terrà online dal 12 al 14 agosto. Non perderti il [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon/Schedule|Pre-Hacking Showcase]] per scoprirne di più sui progetti e trovare collaboratori. Tutti possono [[phab:/project/board/6030/|proporre progetti]] o [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon/Schedule|ospitare sessioni]]. [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon/Newcomers|I nuovi arrivati sono i benvenuti]]!
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' preparata dai [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|redattori Tech News]] e pubblicata da [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribuisci]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/32|Traduci]] • [[m:Tech|Chiedi aiuto]] • [[m:Talk:Tech/News|Commenta]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Sottoscrivi o cancella la sottoscrizione]].''
</div><section end="technews-2022-W32"/>
21:49, 8 ago 2022 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=23627807 -->
== Wikidata e namespace opera ==
Cari amici,
Giusto per non poltrire do un'occhiata alle poesie dell’''Oxford Book of Italian Verse'' — [[Speciale:LinkPermanente/3018896|prima tranche qui]] — per scovare i doppioni di testi già presenti e creare quindi le pagine-opera che le dirima... mi sono infilato in un bel vespaio perché ogni volta entro in Wikidata, dove tutto è ''fin troppo semplice'' e si sbaglia così bene che non te ne accorgi nemmeno :D.
Chiedo una mano a chi già ci è stato con le seguenti domande in modo da non reinventare la ruota:
*in quale pagina si tengono le discussioni relative a libri ''vs opere ''vs'' edizioni ''vs'' traduzioni?
*Allo stato attuale c'è una pagina Opera e il rispettivo elemento Wikidata che siano da esempio?
**Seguo con interesse il lavoro esperto di @[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]], ma non capisco ancora perché creare pagine opera di un sonetto quando non ci sono edizioni multiple dello stesso...
Ci sono diversi elementi che caratterizzano un'opera rispetto a una sua edizione, una poesia rispetto a una raccolta ecc.ecc.; io sto procedendo con cautela, ma la prospettiva di creare centinaia di elementi a mitraglia mi suggerisce di non commettere errori di cui pentirmi amaramente.
Con calma sto lentamente schiarendomi le idee e sciogliendo dubbi che vorrei trasformare in pagine d'aiuto, ma so che per me il tempo si fa breve: con la fine del mese temo che il lavoro mi chiamerà nuovamente fuori da questa area di piacevole operosità. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 14:55, 9 ago 2022 (CEST)
:Ciao,
:visto che mi sono sentito chiamato in causa provo a risponderti io. Per quanto riguarda i nessi ''Opera/Edizione'' ti rimando a [[Wikisource:Bar/Archivio/2020.08#Struttura Wikidata per Opere/Edizioni|un vecchio post]] al quale poi mi sono sempre attenuto per la strutturazione dei dati su Wikidata.
:Confesso che avevo messo anch'io gli occhi sull’''Oxford Book of Italian Verse'' e mi sarebbe piaciuto creare le relative pagine su Wikidata... ;)
:Come esempio non troppo complesso di pagina Opera "''strutturata''" ti consiglierei [[Opera:L'America libera (Alfieri)|L'America libera]] di Alfieri, che è una raccolta di cinque odi: quindi troverai la pagina Opera della raccolta e la pagine Opera di ogni singola ode.
:Ti ringrazio dell'interesse per il mio lavoro su Alfieri e in merito alla tua domanda rispondo che creo pagine Opera per ogni singolo sonetto semplicemente perché ritengo le pagine Opera importanti allo stesso livello delle pagine Autore. Da quello che mi sembra di aver capito, le pagine Opera vengono percepite come delle semplici pagine di disambiguazione in caso di più edizioni di uno stesso testo e secondo me è un approccio riduttivo. Nelle pagine Opera per esempio si possono stendere, di una certa opera, degli indici dettagliati e articolati in varie forme, e questo spesso "trascende" la singola edizione con cui abbiamo a che fare (perché, per esempio, potrebbe essere incompleta). In questo ultimo periodo sono arrivato a considerare accettabile anche una pagina Opera che non contiene edizioni, esattamente come esistono pagine Autore che non hanno alcun testo al loro interno ma sono comunque utilissime. Nel caso particolare delle ''Rime'' di Alfieri ho deciso di creare tutte le pagine Opera perché so che ognuna di esse avrà più edizioni al suo interno (e se non sarò io a caricarle, ci penserà qualcun altro in futuro) per cui si troverà già un pezzo di lavoro fatto. E poi c'è il "fattore" Wikidata... Ogni pagina Opera qui su Source ha un corrispettivo ''obbligatorio'' su Wikidata e, se ci pensate, continuando a creare pagine e relative sottopagine di Opere alla fine si avrà su Wikidata una mappa concettuale perfettamente strutturata dell'intera opera di un certo autore! (Comunque già adesso ci sono sonetti di Alfieri che hanno tre edizioni, come [[Opera:Era l'amico, che il destin mi fura (Alfieri)|questo]]... ;)
:Altro vantaggio delle pagine Opera su Wikidata è che puoi raccogliere in quella pagina tutte le varianti del titolo di una certa opera; puoi inserire, in un campo apposito, l'incipit dell'opera (che spesso è più attendibile del titolo che viene assegnato in certe edizioni che sono comunque valide): penso non solo alle poesie, ma anche alle edizioni di documenti e opere non letterarie.
:Colgo l'occasione per esprimere un mio piccolo desiderio... Sarebbe bello che in Ns0, nel box in alto dove ci sono le informazioni sui testi, oltre al link che rimanda alla pagina Autore, ci fosse anche il link che rimanda il titolo alla pagina Opera corrispondente (quando c'è, ovviamente...) --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #26619C;">Cinnamologus</span>]] [[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #6ba3db;">(disc.)</span>]] 20:21, 9 ago 2022 (CEST)
::Fantastico! @[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]], grazie! gli esempi che hai linkato sono molto illuminanti. Anche se tuttora guardo le pagine autore senza opere con diffidenza, almeno ora sto leggendo delle argomentazioni stimolanti. Sono ben contento di mettermi in discussione e considerare esempi validi. Ehm... se tu volessi farti carico della raccolta di Lucas mi faresti un enorme piacere liberandomi energie che dedicherei ad esempio alla stessa problematica riguardante altri gruppi di opere, dai sonetti di Bindo Bonichi alla terrificante matassa del canzoniere petrarchesco. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 08:15, 10 ago 2022 (CEST)
:::@[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]] Da vecchio utente autodidatta di database relazionali, ho faticato molto a capirne la logica, e a constatare che ogni violazione della ''regola della normalizzazione'' (ogni dato in un posto solo/oppure allineamento immediato e totalmente automatico dei dati replicati) portava a terribili guai e a enorme fatica per risistemare le cose. Non ho ancora finito di interiorizzare l'approccio a triplette, ma sono sconcertato dal fatto che la normalizzazione sia considerata, apparentemente, un problema secondario. la relazione autori-opere-edizioni è un caso particolarmente complesso di doppia relazione molti-a-molti, e francamente mi sono scoraggiato.... sono lieto che qualcuno riesca a metterci mano. Non io, come per la donazione di sangue sono inidoneo per ''superamento dei limiti di età'' :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:48, 12 ago 2022 (CEST)
== Lirici marinisti, Cinque anni dopo ==
Cari amici,
ci è voluto del tempo ma finalmente ho preso il sacco in spalla e ho messo in pratica quanto [[Wikisource:Bar/Archivio/2017.11#Opere_multiple|definito a novembre 2017]], che rappresenta in un certo senso un momento ''sintetico'' dell'evoluzione del progetto. Per fare il punto lo scrivo qui al bar così se qualcosa non fosse corretto se ne discute.
;Problema: Senza accorgercene avevamo creato più raccolte dalla medesima fonte: [[Utente:Snark|Snark]] aveva creato [[Poesie (Achillini)]] senza interfaccia proofread, anni dopo [[Utente:Alex brollo]] aveva creato [[Lirici marinisti/II/Claudio Achillini]] con interfaccia proofread: perfettamente conviventi pur essendo cloni precisi dello stesso libro; ugual sorte toccava alle rime di Ciro di Pers e di Papa Urbano VIII.
;Soluzione: ho smembrato i "paginoni multipoesia" di antologia per autore preparati da Alex; per mantenere la navigabilità della raccolta e riconoscere autonomia alle singole poesie ho creato una pagina per ogni singola poesia: invece di porre nel titolo numeri progressivi o simili ritrovati
# ho usato il primo verso come titolo di ogni poesia, infatti ho preferito questo ai "titoli" come ''[[La solfatara di Pozzuoli]]'' o ''[[Per monaca]]'', non sapendo se siano dell'autore o del revisore e data l'alta probabilità che siano usati per diverse poesie di diversi autori;
# ho usato costantemente il {{tl|raccolta}} per rimandare alle pagine di antologia per autore;
# inoltre, anche se non era essenziale, ho usato il parametro <tt>|prec=</tt> e <tt>|succ</tt> nelle intestazioni per permettere la navigabilità sequenziale di ogni antologia per autore e risparmiare un click agli studenti
:Infine, dando precedenza alla raccolta proofread rispetto a quella ''nuda'', ho trasformato i doppioni caricati da Snark in rinvii alle poesie tratte dalla raccolta caricata da Alex.
Non essendo un ipertecnologico molto di quello che ho appena enunciato è stato modificato a manina, dunque se qualcuno vorrà dare un'occhiata sfruttando i link e verificando la navigabilità e la logica del percorso farà un gran piacere al mondo intero. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 08:41, 13 ago 2022 (CEST)
:@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]]@[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]] Benissimo! Mi studierò la cosa quando affronterò la prossima raccolta di poesie. naturalmente questo approccio è funzionale a quanto spiegava Cinnamologus riguardo alla scelta wikidata di creare un item Opera per ciascun sonetto, e di creare, inoltre, tante pagine Edizione per ciascuna pagina opera quante sono le edizioni disponibili, senza fare eccezione nei casi in cui c'è al momento una edizione sola: sembra inutile ma non lo è. Le mie fisime databasistiche sono quasi satolle.
:Naturalmente non mancano dubbi. Come hai risolto/come vanno risolti i casi delle ''catene di sonetti'' o simili? Perdona il colpo di pigrizia, probabilmente la risposta la troverei analizzando bene il tuo lavoraccio....
:A proposito di doppioni: mi è capitato di eseguire la conversione proofread di [[Delle funzioni riproduttive negli animali]], prima edizione 1850, di cui esiste un secondo caricamento (proofread ma incompleto): [[Delle funzioni riproduttive degli animali]], seconda edizione 1856. Ci ho messo un po' per scovare la differenza fra i due titoli, per ora lascio come sta, ma temo che le due versione ns0, e forse anche le pagine Indice e nsPagina, vadano rinominate aggiungendo in chiaro nel titolo l'anno di edizione. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:43, 13 ago 2022 (CEST)
::Hai detto ''corone di sonetti''? Non è una domanda banale: dal punto di vista "ignorante di informatica" ti segnalo i primi casi che mi vengono in mente: i ''[[Sonetti dei mesi]]'' di Folgore da San Gimignano, l’''[[Arcadia (Sannazaro)|Arcadia]]'' di Iacopo Sannazaro formata da capitoli composti da una prosa e un'egloga o il caso enorme del ''[[Fiore]]'' dantesco.
::In teoria queste opere sono unitarie e andrebbero gestite in blocco, ma sono incappato nel seguente paio di esempi che insegnano una diversa morale:
::* ''[[Lamento in morte del pastore Androgéo]]'' è estratto senza anestesia dall’''Arcadia'' di Sannazaro, come si evince da [[Arcadia_(Sannazaro)/Parte_V#pagena|qui]]
::* ''[[:fi:Tammikuu|Tammikuu]]'' non è un insulto finlandese ma la traduzione di ''[[Sonetti_dei_mesi/II|Gennaio]]'', anche questo stralciato dalla "corona".
::* Prima che io spietatamente la trasformassi in un rinvio, la pagina [[Sogni e favole io fingo]] conteneva una versione del sonetto tratta da ''Antologia della poesia italiana - Vol. 3 - Seicento-Settecento. Collana "La biblioteca di Repubblica"''
::'''morale''': Anche se non previsto possiamo considerare che quella stessa poesia che si ritiene incastonata inestirpabilmente in una raccolta può essere estrapolata sfacciatamente da qualunque traduttore o compilatore di crestomazie-florilegi-antologie-sillogi ecc. Nel momento in cui il nsOpera serve per associare più edizioni di una stessa opera a un solo elemento Wikidata, dobbiamo essere pronti a tutto ;-P - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 15:08, 13 ago 2022 (CEST)
:::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] grazie della correzione, da tempo ho perso ogni speranza di percorrere indenne il territorio ''hic sunt leones'' della letteratura. Secondo dubbio. Siamo certi, assodato che ogni ''opera'' deve avere un elemento wikidata, che sia necessario avere anche la corrispondente pagina in nsOpera? Non basterebbe, intanto, un link all'elemento opera wikidata, appiccicato alla pagina ns0 corrispondente a un'edizione di quell'opera? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:37, 14 ago 2022 (CEST)
::::Sulla seconda domanda sono del tutto incerto anch'io, infatti per questo cerco il conforto di bibliotecari, informatici bibliografi ecc. Se ogni testo/edizione del progetto avesse bisogno di una pagina nsOpera si creerebbe un duplicato il cui senso mi sfugge.
::::Il nsOpera ho capito che serve per definire quel "quid" astratto che indichiamo quando diciamo ''La divina commedia'', o ''Il cinque maggio'' come opere dell'intelletto dei loro autori, un po' come quando in geometria si tratta di "circonferenze" o nastri di Moebius senza dover ricorrere a esempi concreti, dunque imperfetti e dunque fallaci. Il problema si pone da quando stanno germogliando fitti i duplicati derivati a diverse edizioni e finora sto utilizzando il nsOpera per questo. Poi mi rendo conto che la connessione tra Wikidata e nsOpera è più complessa di questo, e appunto la sto studiando. Mi piace l'idea di chiarirmi con esempi e banalizzazioni come quella che ho scritto pocanzi. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:45, 14 ago 2022 (CEST)
:::::Per quanto mi riguarda, benché io sia un estimatore della pagine Opera, ritengo che non sia necessario che ''ogni'' edizione abbia una corrispondente pagina Opera. Penso che siano assolutamente indispensabili per quei testi che sono molto famosi o molto citati. È indispensabile perché, per esempio, nella pagina Opera di una poesia si possono inserire come "alias" i titoli che vengono assegnati via via a quella poesia nelle varie edizioni. Invece non penso che sia indispensabile creare pagine Opera per gli articoli scientifici o di giornale perché, in linea di massima hanno avuto una sola edizione e, in caso di citazione, si fa sempre riferimento a quella... Diciamo che un ottimo strumento per capire se una certa opera dell'ingegno umano ha bisogno di una pagina Opera è il nostro SBN. Ora torno alla ''datificazione'' dei lirici marinisti... ;) Ciao! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #26619C;">Cinnamologus</span>]] [[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #6ba3db;">(disc.)</span>]] 10:18, 15 ago 2022 (CEST)
::::::Se non ricordo male, il nsOpera è stato concepito su itwikisource prima che si assestasse, su wikidata, la discussione sulla complessa relazione autori-opere-edizioni. Se è così, è logico che la questione vada rivista. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:34, 15 ago 2022 (CEST)
== Il nostro Match offline ==
@[[Utente:Ruthven|Ruthven]] @[[Utente:Candalua|Candalua]] Ho fatto correre il "Match offline", derivato con una certa fatica dallo script per il M & S mediawiki, su [[Azioni egregie operate in guerra]], testo settecentesco a caratteri minuti, con OCR zeppo di errori. Ha funzionato, grazie a due miglioramenti rispetto allo script canonico:
# funziona anche con ''fonte pdf'' e non solo con djvu;
# esiste un'opzione oldText=True che permette di ''ignorare i tipici errori OCR nel riconoscimento dei caratteri, inevitabili nei testi antichi''.
Vi sembra una cosa da segnalare ai "piani alti"? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:27, 14 ago 2022 (CEST)
== Un nuovo approccio per le liste in due colonne ==
Per favore, date un'occhiata a [[Azioni egregie operate in guerra/Indice delle cose più notabili]] e alle corrispondenti pagine nsPagina, a me la soluzione (che ho timidamente provato anche in precedenza) piace molto, e applicandola in nsPagina c'è il piccolo svantaggio della inesatta riproduzione della struttura in colonne del testo, ma secondo me bilanciata dal grande vantaggio di vedere in anteprima in nsPagina come verrà in ns0. La vostra opinione?
(PS: non badate ai millanta errori del testo ancora da rivedere: è il mio stile, prima di tutto risolvere i problemi di formattazione....)[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:34, 15 ago 2022 (CEST)
== Invitation to join the fifth Wikisource Triage meeting (18th August 2022) ==
Hello fellow Wikisource enthusiasts!
We are the hosting the fifth [[:m:Wikisource Triage meetings|Wikisource Triage meeting]] on '''18th August 2022 at 4 PM UTC / 9:30 PM IST''' ([https://zonestamp.toolforge.org/1660838411 check your local time]) according to the [https://wudele.toolforge.org/wIztQjaxX1l5qy3A wudele poll] and also based on the previous feedback to have a Europe-Americas friendly meeting.
As always, you don't have to be a developer to participate in these meetings but the focus of these meetings is to improve the Wikisource infrastructure.
If you are interested in joining the meeting, kindly leave a message on '''sgill@wikimedia.org''' and we will add you to the calendar invite.
Meanwhile, feel free to check out [[:m:Wikisource Triage meetings|the page on Meta-wiki]] and suggest any other topics for the agenda.
Regards
[[:m:User:SWilson (WMF)|Sam Wilson (WMF)]] and [[:m:User:SGill (WMF)|Satdeep Gill (WMF)]]
<small> Sent using [[User:MediaWiki message delivery|MediaWiki message delivery]] ([[User talk:MediaWiki message delivery|disc.]]) 17:05, 15 ago 2022 (CEST)</small>
<!-- Messaggio inviato da User:SGill (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:SGill_(WMF)/lists/WS_VPs&oldid=23314792 -->
== Notizie tecniche: 2022-33 ==
<section begin="technews-2022-W33"/><div class="plainlinks">
Ultimo '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|bollettino tecnico]]''' della comunità tecnica di Wikimedia. Per favore informa gli altri utenti di queste modifiche. Non tutte le modifiche produrranno effetti per te. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/33|Traduzioni]] disponibili.
'''Modifiche recenti'''
* Wikipedia in lingua persiana (farsi) ha impedito agli IP di fare modifiche tra ottobre 2021 e aprile 2022. Il team Product Analytics di Wikimedia Foundation ha monitorato la situazione e ha pubblicato un [[m:Special:MyLanguage/IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation/IP Editing Restriction Study/Farsi Wikipedia|rapporto sull'impatto]] di questo cambiamento.
'''Modifiche di questa settimana'''
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] La [[mw:MediaWiki 1.39/wmf.25|nuova versione]] di MediaWiki sarà sulle wiki di prova e MediaWiki.org dal giorno {{#time:j xg|2022-08-16|it}}. Sarà disponibile sulle wiki non-Wikipedia e alcune Wikipedia dal giorno {{#time:j xg|2022-08-17|it}} e sulle altre wiki dal giorno {{#time:j xg|2022-08-18|it}} ([[mw:MediaWiki 1.39/Roadmap|calendario]]).
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] A causa di un cambio di database, due gruppi di wiki saranno in modalità di sola lettura per qualche minuto intorno alle 07:00 UTC rispettivamente il {{#time:j xg|2022-08-16|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s1.dblist primo gruppo]) e il {{#time:j xg|2022-08-18|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s8.dblist secondo gruppo]).
* L'[[mw:Special:MyLanguage/Help:Extension:WikiEditor/Realtime_Preview|anteprima in tempo reale]] si potrà attivare tra le funzioni beta dei wiki nel [https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists%2Fgroup1.dblist gruppo 1]. La funzione è stata sviluppata per esaudire [[m:Special:MyLanguage/Community_Wishlist_Survey_2021/Real_Time_Preview_for_Wikitext|uno dei desideri espressi nel sondaggio sui desideri della comunità]].
'''Modifiche future'''
* La funzione beta [[mw:Special:MyLanguage/Help:DiscussionTools|Strumenti di discussione]] sarà aggiornata nel corso di agosto. Le discussioni appariranno in modo diverso. Visualizza in anteprima [[mw:Special:MyLanguage/Talk pages project/Usability/Prototype|alcuni dei cambiamenti proposti]]. [https://www.mediawiki.org/wiki/Talk_pages_project/Usability#4_August_2022][https://www.mediawiki.org/wiki/Talk_pages_project/Usability#Phase_1:_Topic_containers][https://phabricator.wikimedia.org/T312672]
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' preparata dai [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|redattori Tech News]] e pubblicata da [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribuisci]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/33|Traduci]] • [[m:Tech|Chiedi aiuto]] • [[m:Talk:Tech/News|Commenta]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Sottoscrivi o cancella la sottoscrizione]].''
</div><section end="technews-2022-W33"/>
23:08, 15 ago 2022 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=23658001 -->
== Attilio Razzolini ==
Non trovo dati anagrafici per il miniatore e pittore toscano Attilio Razzolini, mi servirebbero per [[Vita di Frate Ginepro]], [[Indice:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu]], da cui si ricaverebbe anche un buon proofread per I fioretti di San Francesco. Niente da fare rovistando con Google e su VIAF. Qualcuno può aiutarmi? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 00:01, 16 ago 2022 (CEST)
:Questo è un lavoro per wikipediani specialisti... proverò a bussare di là. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:33, 16 ago 2022 (CEST)
:: @[[Utente:OrbiliusMagister]] Grazie. Il problema generale è: come comportarsi, con le norme sul copyright, nel caso che ''la data della morte dell'autore sia ignota?'' Gli USA, intelligentemente, evitano questo problema. Ma noi siamo la "patria del diritto".... una soluzione pratica: potrei temporaneamente oscurare, nel djvu, le incisioni; il djvu completo resterebbe sepolto nella cronologia. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 17:28, 16 ago 2022 (CEST)
:::@[[Utente:Alex brollo]], per il momento nessun segnale né da Pedia né da Telegram. Io sono per la soluzione ''bold'': dato il 1925 come limite massimo del suo ''floruit'' sono molto convinto che l'artista , pace all'anima sua, non abbia superato la seconda guerra mondiale. Propongo di tenere tutto visibile. Se i vari crop passeranno il vaglio di commons dove sono più severi in tali politiche, avremo guadagnato delle belle immagini, altrimenti le elimineremo. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 19:50, 16 ago 2022 (CEST)
:::: @[[Utente:OrbiliusMagister]] I file sono pronti per il caricamento, in questi casi non uso CropTool ma preferisco una elaborazione offline secondo lo [[Utente:Alex brollo/Book|schema suggerito a suo tempo da Ruthven]], ma sono perplesso suio metadati. Se solo il nome dell'illustratore non fosse messo lì con tanta evidenza fin dalla copertina.... :-( Boh, intanto carico capilettera e ornamenti. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 13:11, 17 ago 2022 (CEST)
:::::@[[Utente:Alex brollo]] Da quanto leggo in rete risulta che l'ingegnere Attilio Razzolini fosse fiorentino e abbia progettato e realizzato nel 1899 la Chiesa dell'Immacolata a Piombino e il Convento Francescano dell'Immacolata, sempre a Piombino. Dunque è verosimile che sia nato non dopo il 1875 circa. Si potrebbe contattare la parrocchia di quella Chiesa di Piombino per sapere se ne sanno di più... --[[User:Myron Aub|Myron Aub]] ([[User talk:Myron Aub|disc.]]) 19:55, 17 ago 2022 (CEST)
== Duplicato di Verga ==
Gli indici [[Indice:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] e [[Indice:Teatro di Giovanni Verga.djvu]] (il primo al 100%, il secondo quasi del tutto rosso) sembrano riferirsi allo stesso file (non file uguali, proprio lo stesso file: non pensavo neanche fosse tecnicamente possibile). C'è qualcosa che mi sfugge o il secondo può essere cancellato? [[User:Dr Zimbu|Dr Zimbu]] ([[User talk:Dr Zimbu|disc.]]) 10:44, 17 ago 2022 (CEST)
:@[[Utente:Dr Zimbu|Dr Zimbu]], guardando le cronologie degli indici la cosa ha una sua (peraltro contorta) logica: nel 2011 @[[Utente:Panz Panz|Panz Panz]] carica il file prendendolo da IA e crea contestualmente la pagina indice, che viene però sostanzialmente ignorata. Le poche pagine preparate e rilette sono precedenti il 2016, quando @[[Utente:Xavier121|Xavier121]] ci ricorda che le pagine indice dovrebbero assumere un titolo basato su "autore - titolo, Editore, anno" e dà il buon esempio creando la pagina indice ''Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912'' a partire dal file con nome più vago. Questo però avviene all'oscuro della preesistenza di un'altra pagina indice. Il primo indice continua ad essere ignorato e nel frattempo [[Indice:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] viene compilato pagina per pagina, formattato e riletto nel 2020.
:... provvedo all'eliminazione del doppione; mi spiace molto per quegli utenti che hanno trascritto o formattato o riletto tredici pagine, ma dovrò eliminare i loro contributi. Lascio passare comunque qualche minuto perché i più curiosi notino l'evoluzione dell'arte di formattare una stessa pagina [[Pagina:Teatro di Giovanni Verga.djvu/16|nel 2014]] rispetto [[Pagina:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu/16|al 2020]]. Attenzione però: prevedo qualche disagio, dato che se andiamo su una pagina qualunque di [[Indice:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] e clicchiamo sulla linguetta ˆ per tornare alla pagina indice.... finiamo su [[Indice:Teatro di Giovanni Verga.djvu]]! Questo ci insegna a stare ben attenti a come nominare i file che carichiamo su commons: il nome del file djvu e quello della pagina indice ''devono coincidere''. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:24, 17 ago 2022 (CEST)
::E infatti sono stato facile profeta: Cancellato l'indice il cui titolo corrisponde con quello del file di commons, abbiamo un indice con pagine complete, formattate e rilette, che però fa riferimento a un file dal nome diverso su commons.
::Temo che la situazione sia complessa: se chiedo (come mi sembra sensato) la rinominazione del file su commons ad un admin a caso come @[[Utente:Ruthven|Ruthven]], l'operazione avrà effetti collaterali nell'indice attualmente funzionante; come piano B potremmo spostare indice e pagine attuali al titolo del file cancellato ma infrangendo la denominazione con autore editore e data decisa poco sopra: @[[Utente:Candalua|Candalua]], @[[Utente:Alex brollo|Alex brollo]], @[[Utente:Xavier121|Xavier121]], che facciamo? - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 12:04, 17 ago 2022 (CEST)
::: Ho già esplorato un busillo simile. [[:c:File:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] è solo una pagina redirect verso [[:c:File:Teatro di Giovanni Verga.djvu]]. Basta richiedere la cancellazione della pagina redirect, poi, a cancellazione avvenuta, rinominare il secondo file con il nome di quello cancellato, fine. Qui da noi non serve cambiare niente. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 13:02, 17 ago 2022 (CEST)
::::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] @[[Utente:Dr Zimbu|Dr Zimbu]] cancellazione della pagina redirect [[:c:File:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] richiesta. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 06:42, 18 ago 2022 (CEST)
:::::[[:c:User_talk:Ruthven#Inversione di redirect|Ci siamo sovrapposti]]. Penso che Ruthven abbia capito il problema e saprà cosa fare. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 06:54, 18 ago 2022 (CEST)
== Rinvii interprogetto ==
Cari amici,
ho una questione non indifferente da proporvi: vale la pena creare dei rinvii da it.source ad altri progetti a seguito di trasferimento di testi da uno all'altro?
Ecco il ''casus'': [[Marzo]] rinvia a [[Marzo (Di Giacomo)]] che, inizialmente stazionata da noi, è stata trasferita [[:nap:Marzo (Di Giacomo)|a nap.source]]. Ho pensato di usare il {{Tl|softredirect}} ma
*In automatico mi è chiesto di dare un SAL alla pagina... e vabbè, si possono creare eccezioni come per redirect e disambigue, ma
*aggiungiamo altre ''metapagine'' a un namespace che richiede normalmente pagine di ''contenuto''?
*Spiace deviare i navigatori su altri progetti?
Insomma Che ne pensate? È un problema o una fisima che mi sto creando a causa del solleone estivo? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:20, 18 ago 2022 (CEST)
: Timidamente propongo, anche in questo caso, la soluzione "allineamento interprogetto", per osa sperimentata solo per alcuni testi bilingui italiano/latino. Il problema sarà risolto per bene se e quando esisterà la transclusione interprogetto. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 20:19, 18 ago 2022 (CEST)
::A proposito di transclusione interprogetto: ho corretto un po' di greco nelle pagine di G.B. Vico, ma dopo averlo fatto un banner mi ha ricordato che le pagine che ho corretto provengono da la.source... ?!?
::In pratica, correggo il greco qui, su la.source o è indifferente? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 20:29, 18 ago 2022 (CEST)
::: {{ping|OrbiliusMagister}} Andrebbero corrette su la.wikisource, esattamente come se fossero pagine Iwpage. Lo so che è una "toppa" complessa e anti-intuitiva, ma per ora non ho trovato di meglio. Prima arriva la transclusione interprogetto, prima questa robaccia finisce.... e comunque non credo che la applicherò più.
::: Riassumo la cosa per chi non l'ha mai incontrata. Un bot (a lancio manuale) legge le pagine sul sito fonte, la.wikisource, e poi legge la corrispondente pagina del sito bersaglio, it.wikisource, in cui, se c'è stato allineamento, trova anche l'id della versione su la.wikisource. Se l'id corrisponde (ossia, se su la.wikisource la pagina non è stata modificata dopo l'ultimo allineamento) il bot non fa nulla; se invece è stata modificata, gli id non corrispondono, e il bot copia sul sito bersaglio la nuova versione con il nuovo id.
::: Le modifiche sul sito bersaglio, it.wikisource, saranno rullate al primo allineamento con nuove versioni su la.wikisource, a meno che non siano replicate anche su la.wikisource; ''tanto vale farle una volta sola nel posto giusto''.
::: La difficoltà è che viene copiato ''il codice wiki'', comprese chiamate a moduli e template, che devono esistere con lo stesso nome e con lo stesso funzionamento su entrambi i siti. Penso che sia questa la difficoltà che finora ha fatto arenare l'idea della transclusione interprogetto: ormai la "divergenza evolutiva" di template e moduli è, temo, irreversibile. Ma ai tempi della sciagurata suddivisione di wikisource in vari progetti linguistici indipendenti è stata fatta questa scelta, e adesso è tardi. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 15:42, 19 ago 2022 (CEST)
== Quanto ci piacciono le curve! ==
Cari amici,
con un titolo come questo spero di avere la vostra attenzione per qualche istante:
Tutti dobbiamo a Candalua la possibilità di leggere le statistiche di rilettura ordinabili e filtrabili (ad esempio: data la [https://phetools.toolforge.org/statistics.php tabella generale] è possibile esplicitare cliccando sulle freccine in intestazione molte classifiche che prima non erano intuitive; inoltre usando il "|" è possibile filtrare due o più progetti, ad esempio notando che tra it.source ed en.source il rapporto tra pagine "senza versione a fronte" e "proofread" è [https://phetools.toolforge.org/statistics.php?lang=it|en migliore di un 5% a nostro favore]. Era un desiderio che avevo chiesto qualche anno fa e non speravo mi venisse esaudito!
Ebbene, ad [[Utente:Ankry]] dobbiamo un grande ringraziamento: da qualche mese è attivo un servizio che interesserà chi ama guardare le statistiche: lo spiego con due esempi.
#Qual è l'andamento delle visite al nostro progetto? se confrontiamo con Pedia.... [https://pageviews.wmcloud.org/siteviews/?platform=all-access&source=pageviews&agent=user&range=latest-20&sites=it.wikisource.org|it.wikipedia.org si direbbe che nessuno ci degni di uno scguardo], ma sappiamo [https://pageviews.wmcloud.org/siteviews/?platform=all-access&source=pageviews&agent=user&range=latest-20&sites=it.wikisource.org che in realtà non è vero]: #Se concentriamo in uno stesso grafico i dati di trascrizione di ''tutte'' le wikisource... [https://phetools.toolforge.org/graphs/Wikisource_-_proofread_pages.svg di fronte a fr.source ed en.source noi ancora ancora ci vediamo], ma chi volesse esaminare la crescita di ''vec.source'' o ''nap.source'' su quello stesso grafico vedrebbe un piattume completo.
L'errore di prospettiva è confrontare ordini di grandezza distanti tra loro. La mia proposta di rendere vettoriali i grafici, esaudita — grazie a Candalua —, permette di intuire qualcosa di più ingrandendo il grafico, ma Ankry ha fatto ancora meglio, creando dei grafici a diversi ordini di ingrandimento e con dei subset di progetti! purtroppo sul sito dei Phetools non c'è nessun link: io li ho ricevuti via mail da Ankry e li condivido volentieri:
*[https://phetools.toolforge.org/proofread.html pagine 75% cumulative con tre ingrandimenti e con progetti separati in tre subset]
*[https://phetools.toolforge.org/validated.html pagine 100% cumulative con tre ingrandimenti e con progetti separati in tre subset]
Notevole no? Siccome Ankry sta ancora lavorando su questi strumenti statistici, se avete richieste o proposte interessanti me ne farò portavoce presso di lui. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 23:08, 19 ago 2022 (CEST)
65f43sl1d2rc9iox8oazrzkcuimbl5g
3024517
3024516
2022-08-19T21:09:59Z
OrbiliusMagister
129
/* Quanto ci piacciono le curve! */
wikitext
text/x-wiki
{{Bar}}
== Notizie tecniche: 2022-31 ==
<section begin="technews-2022-W31"/><div class="plainlinks">
Ultimo '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|bollettino tecnico]]''' della comunità tecnica di Wikimedia. Per favore informa gli altri utenti di queste modifiche. Non tutte le modifiche produrranno effetti per te. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/31|Traduzioni]] disponibili.
'''Modifiche recenti'''
* La [[m:Special:MyLanguage/Help:Displaying_a_formula#Phantom|visualizzazione delle formule di LaTeX è stata migliorata]] su tutti i wiki col supporto dei tag <bdi lang="zxx" dir="ltr"><code>Phantom</code></bdi>. Questo aggiornamento esaudisce parte del [[m:Community_Wishlist_Survey_2022/Editing/Missing_LaTeX_capabilities_for_math_rendering|desiderio #59]] dei risultati del sondaggio 2022 sui desideri della comunità.
'''Modifiche di questa settimana'''
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] La [[mw:MediaWiki 1.39/wmf.23|nuova versione]] di MediaWiki sarà sulle wiki di prova e MediaWiki.org dal giorno {{#time:j xg|2022-08-02|it}}. Sarà disponibile sulle wiki non-Wikipedia e alcune Wikipedia dal giorno {{#time:j xg|2022-08-03|it}} e sulle altre wiki dal giorno {{#time:j xg|2022-08-04|it}} ([[mw:MediaWiki 1.39/Roadmap|calendario]]).
* L'[[mw:Special:MyLanguage/Help:Extension:WikiEditor/Realtime_Preview|anteprima in tempo reale]] si potrà attivare tra le funzioni beta dei wiki nel [https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists%2Fgroup0.dblist gruppo 0]. La funzione è stata sviluppata per esaudire [[m:Special:MyLanguage/Community_Wishlist_Survey_2021/Real_Time_Preview_for_Wikitext|uno dei desideri espressi nel sondaggio sui desideri della comunità]].
'''Modifiche future'''
* La funzione beta [[mw:Special:MyLanguage/Help:DiscussionTools|Strumenti di discussione]] sarà aggiornata nel corso di agosto. Le discussioni appariranno in modo diverso. Visualizza in anteprima [[mw:Special:MyLanguage/Talk pages project/Usability/Prototype|alcuni dei cambiamenti proposti]].
'''Incontri futuri'''
* Questa settimana si terranno tre riunioni con traduzione simultanea dedicati all'aspetto [[mw:Special:MyLanguage/Reading/Web/Desktop Improvements|Vector (2022)]]. Martedì sarà disponibile la traduzione in russo, mentre giovedì gli incontri saranno in arabo e spagnolo. [[mw:Special:MyLanguage/Reading/Web/Desktop Improvements/Updates/Talk to Web|Scopri come partecipare]].
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' preparata dai [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|redattori Tech News]] e pubblicata da [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribuisci]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/31|Traduci]] • [[m:Tech|Chiedi aiuto]] • [[m:Talk:Tech/News|Commenta]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Sottoscrivi o cancella la sottoscrizione]].''
</div><section end="technews-2022-W31"/>
23:21, 1 ago 2022 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=23615613 -->
== Notizie tecniche: 2022-32 ==
<section begin="technews-2022-W32"/><div class="plainlinks">
Ultimo '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|bollettino tecnico]]''' della comunità tecnica di Wikimedia. Per favore informa gli altri utenti di queste modifiche. Non tutte le modifiche produrranno effetti per te. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/32|Traduzioni]] disponibili.
'''Modifiche recenti'''
* [[:m:Special:MyLanguage/Meta:GUS2Wiki/Script|GUS2Wiki]] è uno strumento che copia il contenuto di [[{{#special:GadgetUsage}}]] su una pagina wiki di cui si può consultare la cronologia. Se il tuo wiki non è ancora stato collegato all'[[d:Q113143828|elemento Wikidata del Progetto:GUS2Wiki]], puoi eseguire GUS2Wiki manualmente oppure puoi [[:m:Special:MyLanguage/Meta:GUS2Wiki/Script#Opting|chiedere di ricevere gli aggiornamenti]]. [https://phabricator.wikimedia.org/T121049]
'''Modifiche di questa settimana'''
* Non ci saranno nuove versioni di MediaWiki questa settimana.
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] A causa di un cambio di database, due gruppi di wiki saranno in modalità di sola lettura per qualche minuto intorno alle 07:00 UTC rispettivamente il {{#time:j xg|2022-08-09|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s5.dblist primo gruppo]) e l'{{#time:j xg|2022-08-11|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s2.dblist secondo gruppo]).
'''Incontri futuri'''
* [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon|Wikimania Hackathon]] si terrà online dal 12 al 14 agosto. Non perderti il [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon/Schedule|Pre-Hacking Showcase]] per scoprirne di più sui progetti e trovare collaboratori. Tutti possono [[phab:/project/board/6030/|proporre progetti]] o [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon/Schedule|ospitare sessioni]]. [[wmania:Special:MyLanguage/Hackathon/Newcomers|I nuovi arrivati sono i benvenuti]]!
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' preparata dai [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|redattori Tech News]] e pubblicata da [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribuisci]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/32|Traduci]] • [[m:Tech|Chiedi aiuto]] • [[m:Talk:Tech/News|Commenta]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Sottoscrivi o cancella la sottoscrizione]].''
</div><section end="technews-2022-W32"/>
21:49, 8 ago 2022 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=23627807 -->
== Wikidata e namespace opera ==
Cari amici,
Giusto per non poltrire do un'occhiata alle poesie dell’''Oxford Book of Italian Verse'' — [[Speciale:LinkPermanente/3018896|prima tranche qui]] — per scovare i doppioni di testi già presenti e creare quindi le pagine-opera che le dirima... mi sono infilato in un bel vespaio perché ogni volta entro in Wikidata, dove tutto è ''fin troppo semplice'' e si sbaglia così bene che non te ne accorgi nemmeno :D.
Chiedo una mano a chi già ci è stato con le seguenti domande in modo da non reinventare la ruota:
*in quale pagina si tengono le discussioni relative a libri ''vs opere ''vs'' edizioni ''vs'' traduzioni?
*Allo stato attuale c'è una pagina Opera e il rispettivo elemento Wikidata che siano da esempio?
**Seguo con interesse il lavoro esperto di @[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]], ma non capisco ancora perché creare pagine opera di un sonetto quando non ci sono edizioni multiple dello stesso...
Ci sono diversi elementi che caratterizzano un'opera rispetto a una sua edizione, una poesia rispetto a una raccolta ecc.ecc.; io sto procedendo con cautela, ma la prospettiva di creare centinaia di elementi a mitraglia mi suggerisce di non commettere errori di cui pentirmi amaramente.
Con calma sto lentamente schiarendomi le idee e sciogliendo dubbi che vorrei trasformare in pagine d'aiuto, ma so che per me il tempo si fa breve: con la fine del mese temo che il lavoro mi chiamerà nuovamente fuori da questa area di piacevole operosità. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 14:55, 9 ago 2022 (CEST)
:Ciao,
:visto che mi sono sentito chiamato in causa provo a risponderti io. Per quanto riguarda i nessi ''Opera/Edizione'' ti rimando a [[Wikisource:Bar/Archivio/2020.08#Struttura Wikidata per Opere/Edizioni|un vecchio post]] al quale poi mi sono sempre attenuto per la strutturazione dei dati su Wikidata.
:Confesso che avevo messo anch'io gli occhi sull’''Oxford Book of Italian Verse'' e mi sarebbe piaciuto creare le relative pagine su Wikidata... ;)
:Come esempio non troppo complesso di pagina Opera "''strutturata''" ti consiglierei [[Opera:L'America libera (Alfieri)|L'America libera]] di Alfieri, che è una raccolta di cinque odi: quindi troverai la pagina Opera della raccolta e la pagine Opera di ogni singola ode.
:Ti ringrazio dell'interesse per il mio lavoro su Alfieri e in merito alla tua domanda rispondo che creo pagine Opera per ogni singolo sonetto semplicemente perché ritengo le pagine Opera importanti allo stesso livello delle pagine Autore. Da quello che mi sembra di aver capito, le pagine Opera vengono percepite come delle semplici pagine di disambiguazione in caso di più edizioni di uno stesso testo e secondo me è un approccio riduttivo. Nelle pagine Opera per esempio si possono stendere, di una certa opera, degli indici dettagliati e articolati in varie forme, e questo spesso "trascende" la singola edizione con cui abbiamo a che fare (perché, per esempio, potrebbe essere incompleta). In questo ultimo periodo sono arrivato a considerare accettabile anche una pagina Opera che non contiene edizioni, esattamente come esistono pagine Autore che non hanno alcun testo al loro interno ma sono comunque utilissime. Nel caso particolare delle ''Rime'' di Alfieri ho deciso di creare tutte le pagine Opera perché so che ognuna di esse avrà più edizioni al suo interno (e se non sarò io a caricarle, ci penserà qualcun altro in futuro) per cui si troverà già un pezzo di lavoro fatto. E poi c'è il "fattore" Wikidata... Ogni pagina Opera qui su Source ha un corrispettivo ''obbligatorio'' su Wikidata e, se ci pensate, continuando a creare pagine e relative sottopagine di Opere alla fine si avrà su Wikidata una mappa concettuale perfettamente strutturata dell'intera opera di un certo autore! (Comunque già adesso ci sono sonetti di Alfieri che hanno tre edizioni, come [[Opera:Era l'amico, che il destin mi fura (Alfieri)|questo]]... ;)
:Altro vantaggio delle pagine Opera su Wikidata è che puoi raccogliere in quella pagina tutte le varianti del titolo di una certa opera; puoi inserire, in un campo apposito, l'incipit dell'opera (che spesso è più attendibile del titolo che viene assegnato in certe edizioni che sono comunque valide): penso non solo alle poesie, ma anche alle edizioni di documenti e opere non letterarie.
:Colgo l'occasione per esprimere un mio piccolo desiderio... Sarebbe bello che in Ns0, nel box in alto dove ci sono le informazioni sui testi, oltre al link che rimanda alla pagina Autore, ci fosse anche il link che rimanda il titolo alla pagina Opera corrispondente (quando c'è, ovviamente...) --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #26619C;">Cinnamologus</span>]] [[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #6ba3db;">(disc.)</span>]] 20:21, 9 ago 2022 (CEST)
::Fantastico! @[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]], grazie! gli esempi che hai linkato sono molto illuminanti. Anche se tuttora guardo le pagine autore senza opere con diffidenza, almeno ora sto leggendo delle argomentazioni stimolanti. Sono ben contento di mettermi in discussione e considerare esempi validi. Ehm... se tu volessi farti carico della raccolta di Lucas mi faresti un enorme piacere liberandomi energie che dedicherei ad esempio alla stessa problematica riguardante altri gruppi di opere, dai sonetti di Bindo Bonichi alla terrificante matassa del canzoniere petrarchesco. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 08:15, 10 ago 2022 (CEST)
:::@[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]] Da vecchio utente autodidatta di database relazionali, ho faticato molto a capirne la logica, e a constatare che ogni violazione della ''regola della normalizzazione'' (ogni dato in un posto solo/oppure allineamento immediato e totalmente automatico dei dati replicati) portava a terribili guai e a enorme fatica per risistemare le cose. Non ho ancora finito di interiorizzare l'approccio a triplette, ma sono sconcertato dal fatto che la normalizzazione sia considerata, apparentemente, un problema secondario. la relazione autori-opere-edizioni è un caso particolarmente complesso di doppia relazione molti-a-molti, e francamente mi sono scoraggiato.... sono lieto che qualcuno riesca a metterci mano. Non io, come per la donazione di sangue sono inidoneo per ''superamento dei limiti di età'' :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:48, 12 ago 2022 (CEST)
== Lirici marinisti, Cinque anni dopo ==
Cari amici,
ci è voluto del tempo ma finalmente ho preso il sacco in spalla e ho messo in pratica quanto [[Wikisource:Bar/Archivio/2017.11#Opere_multiple|definito a novembre 2017]], che rappresenta in un certo senso un momento ''sintetico'' dell'evoluzione del progetto. Per fare il punto lo scrivo qui al bar così se qualcosa non fosse corretto se ne discute.
;Problema: Senza accorgercene avevamo creato più raccolte dalla medesima fonte: [[Utente:Snark|Snark]] aveva creato [[Poesie (Achillini)]] senza interfaccia proofread, anni dopo [[Utente:Alex brollo]] aveva creato [[Lirici marinisti/II/Claudio Achillini]] con interfaccia proofread: perfettamente conviventi pur essendo cloni precisi dello stesso libro; ugual sorte toccava alle rime di Ciro di Pers e di Papa Urbano VIII.
;Soluzione: ho smembrato i "paginoni multipoesia" di antologia per autore preparati da Alex; per mantenere la navigabilità della raccolta e riconoscere autonomia alle singole poesie ho creato una pagina per ogni singola poesia: invece di porre nel titolo numeri progressivi o simili ritrovati
# ho usato il primo verso come titolo di ogni poesia, infatti ho preferito questo ai "titoli" come ''[[La solfatara di Pozzuoli]]'' o ''[[Per monaca]]'', non sapendo se siano dell'autore o del revisore e data l'alta probabilità che siano usati per diverse poesie di diversi autori;
# ho usato costantemente il {{tl|raccolta}} per rimandare alle pagine di antologia per autore;
# inoltre, anche se non era essenziale, ho usato il parametro <tt>|prec=</tt> e <tt>|succ</tt> nelle intestazioni per permettere la navigabilità sequenziale di ogni antologia per autore e risparmiare un click agli studenti
:Infine, dando precedenza alla raccolta proofread rispetto a quella ''nuda'', ho trasformato i doppioni caricati da Snark in rinvii alle poesie tratte dalla raccolta caricata da Alex.
Non essendo un ipertecnologico molto di quello che ho appena enunciato è stato modificato a manina, dunque se qualcuno vorrà dare un'occhiata sfruttando i link e verificando la navigabilità e la logica del percorso farà un gran piacere al mondo intero. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 08:41, 13 ago 2022 (CEST)
:@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]]@[[Utente:Cinnamologus|Cinnamologus]] Benissimo! Mi studierò la cosa quando affronterò la prossima raccolta di poesie. naturalmente questo approccio è funzionale a quanto spiegava Cinnamologus riguardo alla scelta wikidata di creare un item Opera per ciascun sonetto, e di creare, inoltre, tante pagine Edizione per ciascuna pagina opera quante sono le edizioni disponibili, senza fare eccezione nei casi in cui c'è al momento una edizione sola: sembra inutile ma non lo è. Le mie fisime databasistiche sono quasi satolle.
:Naturalmente non mancano dubbi. Come hai risolto/come vanno risolti i casi delle ''catene di sonetti'' o simili? Perdona il colpo di pigrizia, probabilmente la risposta la troverei analizzando bene il tuo lavoraccio....
:A proposito di doppioni: mi è capitato di eseguire la conversione proofread di [[Delle funzioni riproduttive negli animali]], prima edizione 1850, di cui esiste un secondo caricamento (proofread ma incompleto): [[Delle funzioni riproduttive degli animali]], seconda edizione 1856. Ci ho messo un po' per scovare la differenza fra i due titoli, per ora lascio come sta, ma temo che le due versione ns0, e forse anche le pagine Indice e nsPagina, vadano rinominate aggiungendo in chiaro nel titolo l'anno di edizione. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:43, 13 ago 2022 (CEST)
::Hai detto ''corone di sonetti''? Non è una domanda banale: dal punto di vista "ignorante di informatica" ti segnalo i primi casi che mi vengono in mente: i ''[[Sonetti dei mesi]]'' di Folgore da San Gimignano, l’''[[Arcadia (Sannazaro)|Arcadia]]'' di Iacopo Sannazaro formata da capitoli composti da una prosa e un'egloga o il caso enorme del ''[[Fiore]]'' dantesco.
::In teoria queste opere sono unitarie e andrebbero gestite in blocco, ma sono incappato nel seguente paio di esempi che insegnano una diversa morale:
::* ''[[Lamento in morte del pastore Androgéo]]'' è estratto senza anestesia dall’''Arcadia'' di Sannazaro, come si evince da [[Arcadia_(Sannazaro)/Parte_V#pagena|qui]]
::* ''[[:fi:Tammikuu|Tammikuu]]'' non è un insulto finlandese ma la traduzione di ''[[Sonetti_dei_mesi/II|Gennaio]]'', anche questo stralciato dalla "corona".
::* Prima che io spietatamente la trasformassi in un rinvio, la pagina [[Sogni e favole io fingo]] conteneva una versione del sonetto tratta da ''Antologia della poesia italiana - Vol. 3 - Seicento-Settecento. Collana "La biblioteca di Repubblica"''
::'''morale''': Anche se non previsto possiamo considerare che quella stessa poesia che si ritiene incastonata inestirpabilmente in una raccolta può essere estrapolata sfacciatamente da qualunque traduttore o compilatore di crestomazie-florilegi-antologie-sillogi ecc. Nel momento in cui il nsOpera serve per associare più edizioni di una stessa opera a un solo elemento Wikidata, dobbiamo essere pronti a tutto ;-P - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 15:08, 13 ago 2022 (CEST)
:::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] grazie della correzione, da tempo ho perso ogni speranza di percorrere indenne il territorio ''hic sunt leones'' della letteratura. Secondo dubbio. Siamo certi, assodato che ogni ''opera'' deve avere un elemento wikidata, che sia necessario avere anche la corrispondente pagina in nsOpera? Non basterebbe, intanto, un link all'elemento opera wikidata, appiccicato alla pagina ns0 corrispondente a un'edizione di quell'opera? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:37, 14 ago 2022 (CEST)
::::Sulla seconda domanda sono del tutto incerto anch'io, infatti per questo cerco il conforto di bibliotecari, informatici bibliografi ecc. Se ogni testo/edizione del progetto avesse bisogno di una pagina nsOpera si creerebbe un duplicato il cui senso mi sfugge.
::::Il nsOpera ho capito che serve per definire quel "quid" astratto che indichiamo quando diciamo ''La divina commedia'', o ''Il cinque maggio'' come opere dell'intelletto dei loro autori, un po' come quando in geometria si tratta di "circonferenze" o nastri di Moebius senza dover ricorrere a esempi concreti, dunque imperfetti e dunque fallaci. Il problema si pone da quando stanno germogliando fitti i duplicati derivati a diverse edizioni e finora sto utilizzando il nsOpera per questo. Poi mi rendo conto che la connessione tra Wikidata e nsOpera è più complessa di questo, e appunto la sto studiando. Mi piace l'idea di chiarirmi con esempi e banalizzazioni come quella che ho scritto pocanzi. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:45, 14 ago 2022 (CEST)
:::::Per quanto mi riguarda, benché io sia un estimatore della pagine Opera, ritengo che non sia necessario che ''ogni'' edizione abbia una corrispondente pagina Opera. Penso che siano assolutamente indispensabili per quei testi che sono molto famosi o molto citati. È indispensabile perché, per esempio, nella pagina Opera di una poesia si possono inserire come "alias" i titoli che vengono assegnati via via a quella poesia nelle varie edizioni. Invece non penso che sia indispensabile creare pagine Opera per gli articoli scientifici o di giornale perché, in linea di massima hanno avuto una sola edizione e, in caso di citazione, si fa sempre riferimento a quella... Diciamo che un ottimo strumento per capire se una certa opera dell'ingegno umano ha bisogno di una pagina Opera è il nostro SBN. Ora torno alla ''datificazione'' dei lirici marinisti... ;) Ciao! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #26619C;">Cinnamologus</span>]] [[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #6ba3db;">(disc.)</span>]] 10:18, 15 ago 2022 (CEST)
::::::Se non ricordo male, il nsOpera è stato concepito su itwikisource prima che si assestasse, su wikidata, la discussione sulla complessa relazione autori-opere-edizioni. Se è così, è logico che la questione vada rivista. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:34, 15 ago 2022 (CEST)
== Il nostro Match offline ==
@[[Utente:Ruthven|Ruthven]] @[[Utente:Candalua|Candalua]] Ho fatto correre il "Match offline", derivato con una certa fatica dallo script per il M & S mediawiki, su [[Azioni egregie operate in guerra]], testo settecentesco a caratteri minuti, con OCR zeppo di errori. Ha funzionato, grazie a due miglioramenti rispetto allo script canonico:
# funziona anche con ''fonte pdf'' e non solo con djvu;
# esiste un'opzione oldText=True che permette di ''ignorare i tipici errori OCR nel riconoscimento dei caratteri, inevitabili nei testi antichi''.
Vi sembra una cosa da segnalare ai "piani alti"? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:27, 14 ago 2022 (CEST)
== Un nuovo approccio per le liste in due colonne ==
Per favore, date un'occhiata a [[Azioni egregie operate in guerra/Indice delle cose più notabili]] e alle corrispondenti pagine nsPagina, a me la soluzione (che ho timidamente provato anche in precedenza) piace molto, e applicandola in nsPagina c'è il piccolo svantaggio della inesatta riproduzione della struttura in colonne del testo, ma secondo me bilanciata dal grande vantaggio di vedere in anteprima in nsPagina come verrà in ns0. La vostra opinione?
(PS: non badate ai millanta errori del testo ancora da rivedere: è il mio stile, prima di tutto risolvere i problemi di formattazione....)[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:34, 15 ago 2022 (CEST)
== Invitation to join the fifth Wikisource Triage meeting (18th August 2022) ==
Hello fellow Wikisource enthusiasts!
We are the hosting the fifth [[:m:Wikisource Triage meetings|Wikisource Triage meeting]] on '''18th August 2022 at 4 PM UTC / 9:30 PM IST''' ([https://zonestamp.toolforge.org/1660838411 check your local time]) according to the [https://wudele.toolforge.org/wIztQjaxX1l5qy3A wudele poll] and also based on the previous feedback to have a Europe-Americas friendly meeting.
As always, you don't have to be a developer to participate in these meetings but the focus of these meetings is to improve the Wikisource infrastructure.
If you are interested in joining the meeting, kindly leave a message on '''sgill@wikimedia.org''' and we will add you to the calendar invite.
Meanwhile, feel free to check out [[:m:Wikisource Triage meetings|the page on Meta-wiki]] and suggest any other topics for the agenda.
Regards
[[:m:User:SWilson (WMF)|Sam Wilson (WMF)]] and [[:m:User:SGill (WMF)|Satdeep Gill (WMF)]]
<small> Sent using [[User:MediaWiki message delivery|MediaWiki message delivery]] ([[User talk:MediaWiki message delivery|disc.]]) 17:05, 15 ago 2022 (CEST)</small>
<!-- Messaggio inviato da User:SGill (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=User:SGill_(WMF)/lists/WS_VPs&oldid=23314792 -->
== Notizie tecniche: 2022-33 ==
<section begin="technews-2022-W33"/><div class="plainlinks">
Ultimo '''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|bollettino tecnico]]''' della comunità tecnica di Wikimedia. Per favore informa gli altri utenti di queste modifiche. Non tutte le modifiche produrranno effetti per te. [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/33|Traduzioni]] disponibili.
'''Modifiche recenti'''
* Wikipedia in lingua persiana (farsi) ha impedito agli IP di fare modifiche tra ottobre 2021 e aprile 2022. Il team Product Analytics di Wikimedia Foundation ha monitorato la situazione e ha pubblicato un [[m:Special:MyLanguage/IP Editing: Privacy Enhancement and Abuse Mitigation/IP Editing Restriction Study/Farsi Wikipedia|rapporto sull'impatto]] di questo cambiamento.
'''Modifiche di questa settimana'''
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] La [[mw:MediaWiki 1.39/wmf.25|nuova versione]] di MediaWiki sarà sulle wiki di prova e MediaWiki.org dal giorno {{#time:j xg|2022-08-16|it}}. Sarà disponibile sulle wiki non-Wikipedia e alcune Wikipedia dal giorno {{#time:j xg|2022-08-17|it}} e sulle altre wiki dal giorno {{#time:j xg|2022-08-18|it}} ([[mw:MediaWiki 1.39/Roadmap|calendario]]).
* [[File:Octicons-sync.svg|12px|link=|alt=|Elemento ricorrente]] A causa di un cambio di database, due gruppi di wiki saranno in modalità di sola lettura per qualche minuto intorno alle 07:00 UTC rispettivamente il {{#time:j xg|2022-08-16|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s1.dblist primo gruppo]) e il {{#time:j xg|2022-08-18|it}} ([https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists/s8.dblist secondo gruppo]).
* L'[[mw:Special:MyLanguage/Help:Extension:WikiEditor/Realtime_Preview|anteprima in tempo reale]] si potrà attivare tra le funzioni beta dei wiki nel [https://noc.wikimedia.org/conf/highlight.php?file=dblists%2Fgroup1.dblist gruppo 1]. La funzione è stata sviluppata per esaudire [[m:Special:MyLanguage/Community_Wishlist_Survey_2021/Real_Time_Preview_for_Wikitext|uno dei desideri espressi nel sondaggio sui desideri della comunità]].
'''Modifiche future'''
* La funzione beta [[mw:Special:MyLanguage/Help:DiscussionTools|Strumenti di discussione]] sarà aggiornata nel corso di agosto. Le discussioni appariranno in modo diverso. Visualizza in anteprima [[mw:Special:MyLanguage/Talk pages project/Usability/Prototype|alcuni dei cambiamenti proposti]]. [https://www.mediawiki.org/wiki/Talk_pages_project/Usability#4_August_2022][https://www.mediawiki.org/wiki/Talk_pages_project/Usability#Phase_1:_Topic_containers][https://phabricator.wikimedia.org/T312672]
'''''[[m:Special:MyLanguage/Tech/News|Tech news]]''' preparata dai [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/Writers|redattori Tech News]] e pubblicata da [[m:Special:MyLanguage/User:MediaWiki message delivery|bot]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News#contribute|Contribuisci]] • [[m:Special:MyLanguage/Tech/News/2022/33|Traduci]] • [[m:Tech|Chiedi aiuto]] • [[m:Talk:Tech/News|Commenta]] • [[m:Global message delivery/Targets/Tech ambassadors|Sottoscrivi o cancella la sottoscrizione]].''
</div><section end="technews-2022-W33"/>
23:08, 15 ago 2022 (CEST)
<!-- Messaggio inviato da User:Quiddity (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/Tech_ambassadors&oldid=23658001 -->
== Attilio Razzolini ==
Non trovo dati anagrafici per il miniatore e pittore toscano Attilio Razzolini, mi servirebbero per [[Vita di Frate Ginepro]], [[Indice:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu]], da cui si ricaverebbe anche un buon proofread per I fioretti di San Francesco. Niente da fare rovistando con Google e su VIAF. Qualcuno può aiutarmi? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 00:01, 16 ago 2022 (CEST)
:Questo è un lavoro per wikipediani specialisti... proverò a bussare di là. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:33, 16 ago 2022 (CEST)
:: @[[Utente:OrbiliusMagister]] Grazie. Il problema generale è: come comportarsi, con le norme sul copyright, nel caso che ''la data della morte dell'autore sia ignota?'' Gli USA, intelligentemente, evitano questo problema. Ma noi siamo la "patria del diritto".... una soluzione pratica: potrei temporaneamente oscurare, nel djvu, le incisioni; il djvu completo resterebbe sepolto nella cronologia. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 17:28, 16 ago 2022 (CEST)
:::@[[Utente:Alex brollo]], per il momento nessun segnale né da Pedia né da Telegram. Io sono per la soluzione ''bold'': dato il 1925 come limite massimo del suo ''floruit'' sono molto convinto che l'artista , pace all'anima sua, non abbia superato la seconda guerra mondiale. Propongo di tenere tutto visibile. Se i vari crop passeranno il vaglio di commons dove sono più severi in tali politiche, avremo guadagnato delle belle immagini, altrimenti le elimineremo. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 19:50, 16 ago 2022 (CEST)
:::: @[[Utente:OrbiliusMagister]] I file sono pronti per il caricamento, in questi casi non uso CropTool ma preferisco una elaborazione offline secondo lo [[Utente:Alex brollo/Book|schema suggerito a suo tempo da Ruthven]], ma sono perplesso suio metadati. Se solo il nome dell'illustratore non fosse messo lì con tanta evidenza fin dalla copertina.... :-( Boh, intanto carico capilettera e ornamenti. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 13:11, 17 ago 2022 (CEST)
:::::@[[Utente:Alex brollo]] Da quanto leggo in rete risulta che l'ingegnere Attilio Razzolini fosse fiorentino e abbia progettato e realizzato nel 1899 la Chiesa dell'Immacolata a Piombino e il Convento Francescano dell'Immacolata, sempre a Piombino. Dunque è verosimile che sia nato non dopo il 1875 circa. Si potrebbe contattare la parrocchia di quella Chiesa di Piombino per sapere se ne sanno di più... --[[User:Myron Aub|Myron Aub]] ([[User talk:Myron Aub|disc.]]) 19:55, 17 ago 2022 (CEST)
== Duplicato di Verga ==
Gli indici [[Indice:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] e [[Indice:Teatro di Giovanni Verga.djvu]] (il primo al 100%, il secondo quasi del tutto rosso) sembrano riferirsi allo stesso file (non file uguali, proprio lo stesso file: non pensavo neanche fosse tecnicamente possibile). C'è qualcosa che mi sfugge o il secondo può essere cancellato? [[User:Dr Zimbu|Dr Zimbu]] ([[User talk:Dr Zimbu|disc.]]) 10:44, 17 ago 2022 (CEST)
:@[[Utente:Dr Zimbu|Dr Zimbu]], guardando le cronologie degli indici la cosa ha una sua (peraltro contorta) logica: nel 2011 @[[Utente:Panz Panz|Panz Panz]] carica il file prendendolo da IA e crea contestualmente la pagina indice, che viene però sostanzialmente ignorata. Le poche pagine preparate e rilette sono precedenti il 2016, quando @[[Utente:Xavier121|Xavier121]] ci ricorda che le pagine indice dovrebbero assumere un titolo basato su "autore - titolo, Editore, anno" e dà il buon esempio creando la pagina indice ''Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912'' a partire dal file con nome più vago. Questo però avviene all'oscuro della preesistenza di un'altra pagina indice. Il primo indice continua ad essere ignorato e nel frattempo [[Indice:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] viene compilato pagina per pagina, formattato e riletto nel 2020.
:... provvedo all'eliminazione del doppione; mi spiace molto per quegli utenti che hanno trascritto o formattato o riletto tredici pagine, ma dovrò eliminare i loro contributi. Lascio passare comunque qualche minuto perché i più curiosi notino l'evoluzione dell'arte di formattare una stessa pagina [[Pagina:Teatro di Giovanni Verga.djvu/16|nel 2014]] rispetto [[Pagina:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu/16|al 2020]]. Attenzione però: prevedo qualche disagio, dato che se andiamo su una pagina qualunque di [[Indice:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] e clicchiamo sulla linguetta ˆ per tornare alla pagina indice.... finiamo su [[Indice:Teatro di Giovanni Verga.djvu]]! Questo ci insegna a stare ben attenti a come nominare i file che carichiamo su commons: il nome del file djvu e quello della pagina indice ''devono coincidere''. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 11:24, 17 ago 2022 (CEST)
::E infatti sono stato facile profeta: Cancellato l'indice il cui titolo corrisponde con quello del file di commons, abbiamo un indice con pagine complete, formattate e rilette, che però fa riferimento a un file dal nome diverso su commons.
::Temo che la situazione sia complessa: se chiedo (come mi sembra sensato) la rinominazione del file su commons ad un admin a caso come @[[Utente:Ruthven|Ruthven]], l'operazione avrà effetti collaterali nell'indice attualmente funzionante; come piano B potremmo spostare indice e pagine attuali al titolo del file cancellato ma infrangendo la denominazione con autore editore e data decisa poco sopra: @[[Utente:Candalua|Candalua]], @[[Utente:Alex brollo|Alex brollo]], @[[Utente:Xavier121|Xavier121]], che facciamo? - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 12:04, 17 ago 2022 (CEST)
::: Ho già esplorato un busillo simile. [[:c:File:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] è solo una pagina redirect verso [[:c:File:Teatro di Giovanni Verga.djvu]]. Basta richiedere la cancellazione della pagina redirect, poi, a cancellazione avvenuta, rinominare il secondo file con il nome di quello cancellato, fine. Qui da noi non serve cambiare niente. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 13:02, 17 ago 2022 (CEST)
::::@[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]] @[[Utente:Dr Zimbu|Dr Zimbu]] cancellazione della pagina redirect [[:c:File:Verga - Teatro, Milano, Treves, 1912.djvu]] richiesta. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 06:42, 18 ago 2022 (CEST)
:::::[[:c:User_talk:Ruthven#Inversione di redirect|Ci siamo sovrapposti]]. Penso che Ruthven abbia capito il problema e saprà cosa fare. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 06:54, 18 ago 2022 (CEST)
== Rinvii interprogetto ==
Cari amici,
ho una questione non indifferente da proporvi: vale la pena creare dei rinvii da it.source ad altri progetti a seguito di trasferimento di testi da uno all'altro?
Ecco il ''casus'': [[Marzo]] rinvia a [[Marzo (Di Giacomo)]] che, inizialmente stazionata da noi, è stata trasferita [[:nap:Marzo (Di Giacomo)|a nap.source]]. Ho pensato di usare il {{Tl|softredirect}} ma
*In automatico mi è chiesto di dare un SAL alla pagina... e vabbè, si possono creare eccezioni come per redirect e disambigue, ma
*aggiungiamo altre ''metapagine'' a un namespace che richiede normalmente pagine di ''contenuto''?
*Spiace deviare i navigatori su altri progetti?
Insomma Che ne pensate? È un problema o una fisima che mi sto creando a causa del solleone estivo? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 09:20, 18 ago 2022 (CEST)
: Timidamente propongo, anche in questo caso, la soluzione "allineamento interprogetto", per osa sperimentata solo per alcuni testi bilingui italiano/latino. Il problema sarà risolto per bene se e quando esisterà la transclusione interprogetto. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 20:19, 18 ago 2022 (CEST)
::A proposito di transclusione interprogetto: ho corretto un po' di greco nelle pagine di G.B. Vico, ma dopo averlo fatto un banner mi ha ricordato che le pagine che ho corretto provengono da la.source... ?!?
::In pratica, correggo il greco qui, su la.source o è indifferente? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 20:29, 18 ago 2022 (CEST)
::: {{ping|OrbiliusMagister}} Andrebbero corrette su la.wikisource, esattamente come se fossero pagine Iwpage. Lo so che è una "toppa" complessa e anti-intuitiva, ma per ora non ho trovato di meglio. Prima arriva la transclusione interprogetto, prima questa robaccia finisce.... e comunque non credo che la applicherò più.
::: Riassumo la cosa per chi non l'ha mai incontrata. Un bot (a lancio manuale) legge le pagine sul sito fonte, la.wikisource, e poi legge la corrispondente pagina del sito bersaglio, it.wikisource, in cui, se c'è stato allineamento, trova anche l'id della versione su la.wikisource. Se l'id corrisponde (ossia, se su la.wikisource la pagina non è stata modificata dopo l'ultimo allineamento) il bot non fa nulla; se invece è stata modificata, gli id non corrispondono, e il bot copia sul sito bersaglio la nuova versione con il nuovo id.
::: Le modifiche sul sito bersaglio, it.wikisource, saranno rullate al primo allineamento con nuove versioni su la.wikisource, a meno che non siano replicate anche su la.wikisource; ''tanto vale farle una volta sola nel posto giusto''.
::: La difficoltà è che viene copiato ''il codice wiki'', comprese chiamate a moduli e template, che devono esistere con lo stesso nome e con lo stesso funzionamento su entrambi i siti. Penso che sia questa la difficoltà che finora ha fatto arenare l'idea della transclusione interprogetto: ormai la "divergenza evolutiva" di template e moduli è, temo, irreversibile. Ma ai tempi della sciagurata suddivisione di wikisource in vari progetti linguistici indipendenti è stata fatta questa scelta, e adesso è tardi. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 15:42, 19 ago 2022 (CEST)
== Quanto ci piacciono le curve! ==
Cari amici,
con un titolo come questo spero di avere la vostra attenzione per qualche istante:
Tutti dobbiamo a Candalua la possibilità di leggere le statistiche di rilettura ordinabili e filtrabili (ad esempio: data la [https://phetools.toolforge.org/statistics.php tabella generale] è possibile esplicitare cliccando sulle freccine in intestazione molte classifiche che prima non erano intuitive; inoltre usando il "|" è possibile filtrare due o più progetti, ad esempio notando che tra it.source ed en.source il rapporto tra pagine "senza versione a fronte" e "proofread" è [https://phetools.toolforge.org/statistics.php?lang=it|en migliore di un 5% a nostro favore]. Era un desiderio che avevo chiesto qualche anno fa e non speravo mi venisse esaudito!
Ebbene, ad [[Utente:Ankry]] dobbiamo un grande ringraziamento: da qualche mese è attivo un servizio che interesserà chi ama guardare le statistiche: lo spiego con due esempi.
#Qual è l'andamento delle visite al nostro progetto? se confrontiamo con Pedia.... [https://pageviews.wmcloud.org/siteviews/?platform=all-access&source=pageviews&agent=user&range=latest-20&sites=it.wikisource.org|it.wikipedia.org si direbbe che nessuno ci degni di uno scguardo], ma sappiamo [https://pageviews.wmcloud.org/siteviews/?platform=all-access&source=pageviews&agent=user&range=latest-20&sites=it.wikisource.org che in realtà non è vero].
#Se concentriamo in uno stesso grafico i dati di trascrizione di ''tutte'' le wikisource... [https://phetools.toolforge.org/graphs/Wikisource_-_proofread_pages.svg di fronte a fr.source ed en.source noi ancora ancora ci vediamo], ma chi volesse esaminare la crescita di ''vec.source'' o ''nap.source'' su quello stesso grafico vedrebbe un piattume completo.
L'errore di prospettiva è confrontare ordini di grandezza distanti tra loro. La mia proposta di rendere vettoriali i grafici, esaudita — grazie a Candalua —, permette di intuire qualcosa di più ingrandendo il grafico, ma Ankry ha fatto ancora meglio, creando dei grafici a diversi ordini di ingrandimento e con dei subset di progetti! purtroppo sul sito dei Phetools non c'è nessun link: io li ho ricevuti via mail da Ankry e li condivido volentieri:
*[https://phetools.toolforge.org/proofread.html pagine 75% cumulative con tre ingrandimenti e con progetti separati in tre subset]
*[https://phetools.toolforge.org/validated.html pagine 100% cumulative con tre ingrandimenti e con progetti separati in tre subset]
Notevole no? Siccome Ankry sta ancora lavorando su questi strumenti statistici, se avete richieste o proposte interessanti me ne farò portavoce presso di lui. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">ε</span><span style="color:blue;">Δ</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">ω</span>]]''' 23:08, 19 ago 2022 (CEST)
32nbmtei556wh95npf2e9liy8s5gslc
Felice te, che per sanguigne vie
0
843196
3024458
3014560
2022-08-19T17:19:18Z
Cinnamologus
2379
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Francesco Balducci<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Argomento"/>Sonetti<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>Letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>V. A santo Stefano<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>1 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=1 agosto 2022|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Francesco Balducci
| Titolo = V. A santo Stefano
| Anno di pubblicazione =
| Lingua originale del testo =
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Progetto = Letteratura
| Argomento = Sonetti
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu
| prec = Dunque, un vano, un spergiuro, un fuggitivo
| succ =
}}
{{Raccolta|Lirici marinisti/I/Francesco Balducci|Poesie di Francesco Balducci}}
<pages index="AA. VV. - Lirici marinisti.djvu" from=44 to=44 fromsection="s2" tosection="s2" />
hwx8ay3zhkjo8c8wzpd1ypv4c67hi4i
Ecco vicine, o bella tigre, l'ore
0
843466
3024665
3015030
2022-08-20T09:26:47Z
Cinnamologus
2379
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Claudio Achillini<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Argomento"/>Sonetti<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>Letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>I. La dipartita<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>1 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=1 agosto 2022|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Claudio Achillini
| Titolo = I. La dipartita
| Anno di pubblicazione =
| Lingua originale del testo =
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Progetto = Letteratura
| Argomento = Sonetti
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu
| prec =
| succ = Tra i vivi scogli de le due mammelle
}}
{{Raccolta|Lirici marinisti/II/Claudio Achillini|Poesie di Claudio Achillini}}
<pages index="AA. VV. - Lirici marinisti.djvu" from=53 to=53 fromsection="s2" tosection="s2" />
h8rfqqjz6f7op54zq96c77p5xjudoas
In braccio a Cristo, agli angeli, a Maria
0
843477
3024667
3015041
2022-08-20T09:53:54Z
Cinnamologus
2379
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Claudio Achillini<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Argomento"/>Sonetti<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>Letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>XII. La morte e il testamento di san Giuseppe<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>1 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=1 agosto 2022|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Claudio Achillini
| Titolo = XII. La morte e il testamento di san Giuseppe
| Anno di pubblicazione =
| Lingua originale del testo =
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Progetto = Letteratura
| Argomento = Sonetti
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu
| prec = Io corsi, o bella Dora, ogni tua riva
| succ = Fassi colà ne' messicani regni
}}
{{Raccolta|Lirici marinisti/II/Claudio Achillini|Poesie di Claudio Achillini}}
<pages index="AA. VV. - Lirici marinisti.djvu" from=59 to=59 fromsection="s1" tosection="s1" />
mdhe5tdkoad1t0qhexvlnzlnca1b0t1
Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/8
108
846110
3024427
3023817
2022-08-19T13:51:20Z
Dr Zimbu
1553
/* Trascritta */ Gadget AutoreCitato
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||8|}}</noinclude>e con altre notevoli pubblicazioni (basti ricordare la Bibbia volgarizzata da monsignor Martini) acquistò nome anche fuori d’Italia. Io dirò che il Benini e il canonico Baldanzi contribuirono a formare la reputazione delle stampe Giacchettiane; perchè la scelta delle opere e la emendata lezione, son pregi che superano quello stesso della nitidezza e dello splendore tipografico; ond’è che vediamo, a mo’ d’esempio, non poche Bodoniane, per la futilità dello scritture bellissimamente impresse, rimanere obliate negli scaffali delle biblioteche. Curò il Baldanzi (per tacere di minori fatiche) la edizione delle ''Storie'' di Giovambatista Adriani, non indegno continuatore del {{AutoreCitato|Francesco Guicciardini|Guicciardini}}; e il Giordani, che fino dal 1816 l’aveva raccomandato a’ tipografi italiani, ne parve contento<ref>Giordani, ''Opere'', I, 145, edizione del Lemonnier</ref>. Al Benini toccò la parte del tradurre e del compilare; parte modesta, ma non facile; di cui neppure gli seppe grado quella che i vecchi chiamavano con serietà Repubblica letteraria. Perche Stefano Ticozzi (autore di molti lavori più o meno abborracciati) metteva il nome su’ frontespizi; mentr’è certo che il Benini tradusse dal terzo al sesto volume del D’Agincourt, e voltò molti brani del Winckelmann dal tedesco, massime per le note prese dall’edizioni originali. E se il Ticozzi voltava la ''Storia della rigenerazione della Grecia'' di Pouqueville, che con la data d’Italia uscì dalle stampe de’ Gìachetti negli anni dal 25 al 28, quando al grido degli Elleni rispondeva l’Europa, e i canti di Riga e di Solomos ridestavano un sospiro di libertà ne’ petti latini; il nostro compilava la ''Notizia sulle soscrizioni a favore de’ Greci'', che si legge nel dodicesimo tomo, e l’intiero volume diciottesimo della Continuazione. Pe’ Giachetti, a preghiera dell’autore, tradusse nel 1830 il ''Ristretto della storia della Letteratura italiana'' di {{AutoreCitato|Francesco Saverio Salfi|Francesco Salfi}}; se non che, permessane la stampa solo a patto di tagliare, uscì nell’anno dopo a Lugano in due volumetti.
La stampa fu per il Benini una nobile passione. Dopo d’aver lavorato per la nuova tipografia sorta in Prato col nome<noinclude><references/></noinclude>
bgabfsmby91321kw2n4uwquiv33ffm9
Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/10
108
846111
3024429
3023818
2022-08-19T13:54:59Z
Dr Zimbu
1553
/* Trascritta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||10|}}</noinclude>tardi pubblicò in maggior volume la ''Descrizione della Cattedrale''): e il nostro Benini mandava al Tipaldo, perchè la inserisse nella sua ''Biografia degli illustri Italiani del secolo XVIII'', la Vita del celebre Carradori, con alcuni appunti bibliografici sul Pacchiani; mandava al Bowring la ''Statistica di Prato'', che si trova in un libro di quell’inghilese, stampato con la falsa data di Londra nel 1838<ref>''Statistica della Toscana, di Lucca, degli Stati Pontifici'' ec.; Londra, 1838. (Firenze, tipografia Galileiana).</ref>.
In quel lavoro accurato parve allo stesso Bowring troppo severo il giudizio sulla moralità del popolo; nè io, parlandone nella ''Bibliografia Pratese''<ref>Prato, 1844.</ref>, potei tenermi dal farne un po’ di lamento all’autore anonimo. Ora io debbo tener conto di alcune cose, che poi seppi. Il Bowring fu a Prato nel 36, e condotto dal Benini a vederne gli opificii e gl’istituti, potè formarsene un’idea sufficiente: ma di lì a qualche giorno, mandò dei quesiti; a’ quali il Pratese replicò subito, senza pensare al pubblico; pensando anzi, che lo straniero ne userebbe discretamente. Lo straniero, invece, notando pur la severità di alcune sentenze, stampava tal quale lo scritto; da cui pur traspare, nella stessa esagerazione del male, un affetto accorato.
«Scrissi (dice egli stesso in certi suoi ricordi) ''currenti calamo'' quelle risposte». Ed è credibile, essendo tale il suo stile, ed avendo in pronto la materia: chè da vari anni, come segnava mattina e sera il nuvolo e il sereno, e ogni accidente del mondo fisico, così teneva dietro a’ cambiamenti del mondo morale; e la popolazione crescente o decrescente i commerci e le manifatture floride o incagliate, il lusso e la miseria, il vizio e l’ignoranza, la virtù e il sapere, bene e il male insomma, osservava di tempo in tempo; elevandosi dai dati statistici a quelle considerazioni che formano la scienza politica. Nomi nuovi allora, e studi sospetti: perchè si vedeva bene che i popoli, cominciando dal fare un po’ d’inventario e di bilancio, avrebbero finito col rive-<noinclude><references/></noinclude>
m9vzn3o8kpv4357qsl0qocx18u5g450
Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/9
108
846112
3024428
3023819
2022-08-19T13:54:31Z
Dr Zimbu
1553
/* Trascritta */ Gadget AutoreCitato
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||9|}}</noinclude>di Aldina, fini coll’esserne comproprietario. Ne io voglio qui ricordarne che tre imprese: la ristampa di tutte l’opere di {{AutoreCitato|Papa Benedetto XIV|Papa Lambertini}}: la collezione de’ Classici latini per le scuole con note italiane, cominciata sotto gli auspici del canonico Silvestri da’ Professori del collegio Cicognini, illustrata poi de’ commenti del {{AutoreIgnoto|Bindi}} e d’altri filologi: il Lessico e l’Onomastico latino, opere insigni del {{AutoreCitato|Vincenzo De Vit|De Vit}}, a cui deve l’Italia (ma par che appena se n’accorga) se l’eredità dei {{AutoreCitato|Egidio Forcellini|Forcellini}} e dei {{AutoreCitato|Jacopo Facciolati|Facciolati}} non è passata negli stranieri. E questo pensiero dovè animare il Benini a entrare in un’impresa, dalla quale non poteva attendere subiti guadagni: come son certo che v’ebbe parte il desiderio di procurare questo nuovo vanto alla tipografia pratese; giacchè sempre, in ogni alto della sua vita, e giungo a dire negli stessi sdegni, traspariva un affetto generoso di patria.
Quando i Pratesi vollero murare un teatro, fu il Benini de’ promotori: fondandosi la Cassa di risparmio, anch’egli fu de’ primi a concorrere: quando il Magnolfi (l’uomo venerando, che tuttora vive tra’ figliuoli di quel popolo di cui egli pure è figliuolo) apriva un asilo all’infanzia e una cosa agli orfani, il Benini e il Baldanzi gli erano accanto a consigliarlo e a difenderlo (poich’è fatale che le buone opere abbian d’uopo di chi lo difenda): languendo l’Accademia di lettere fra’ sospiri di Nico e di Fille, il Benini e pochi altri la richiamavano a studi più seri. «La pratese Accademia (scriveva il Tommasèo nel 34) potrebbe volgersi tutta all’illustrazione delle cose patrie, e al miglioramento de patrii istituti; che ve n’ha di bellissimi. E alcuni giovani già cominciano a trattare con cura simili studii». Era allora segretario dell’Accademia lo stesso Benini, che nel 1835 vi leggeva la ''Proposta d’una Società di mutuo soccorso'' fra gli operai di Prato: ma i desiderii del Tommesto non furono così tosto appagati; e quando gli accademici Infecondi (malaugurale parola) s’adunarono a parlare degli antichi Pratesi, i moderni non vi badarono. Vero è, che in quegli anni il Baldanzi illustravo i dipinti del Gaddi e del Lippi, le sculture de Majano (più<noinclude><references/></noinclude>
dqfefi1m68a0odez650ibvkf01iprg2
Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/11
108
846113
3024430
3023820
2022-08-19T13:56:02Z
Dr Zimbu
1553
/* Trascritta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||11|}}</noinclude>dere i conti agli amministratori. E il Benini sentiva lo spirito de’ tempi; onestamente lo secondava. Direi ancora, che un’aura del secolo passato fosse venuta fino a lui: ma la prima educazione (egli la ripeteva dalla madre, benefica donna, carattere risoluto e di molto buon senso); la conoscenza di tanti, che dà modo a paragonare, e fa stimare più i buoni; finalmente la sventura, ch’è scuola di perfezione; lo ritennero nelle regioni serene della cristiana sapienza, dove a piè del dubbio rampolla il vero, e l’ombre dan risalto alla luce.
Non scese il Benini propriamente nel campo della politica; sebbene suo fosse il ''Programma per il comitato elettorale'' del 48, sue in gran parte le ''Avvertenze sulla legge elettorale toscana'', e sue le ''Istruzioni per il deputato pratese''. Il Comune mandò altri a rappresentarlo: e se alcuno lo potè credere ambizioso d’esser prescelto, non si ricordò che bastava volere. Ma egli possedeva la signoria delle proprie idee, che ben fu detta più ammirabile e difficile di quella de’ propri affetti; e la costanza ne’ principii era tale in lui da parere difetto. Parve anzi a certuni, pe’ quali il mutar pensiero è come cambiar di panni. Il Benini era liberale: sdegnando però ugualmente cortigiani e settarii, non voleva la libertà nè data per balocco nè adoperata come flagello; e però non ebbe i favori delle anticamere, nè i suffragi della piazza: ma ogni governo lo tenne in conto d’onesto, e il popolo lo trovò sempre benefico. Quando un giornale democratico stampò nel 48, che ''non s’era fatto mai nulla'' per le così dette ''masse'', il Benini prese a mostrare in un lungo scritto, quello che da’ nostri maggiori s’era fatto in Prato per cacciar dal popolo l’ignoranza e alleviar la miseria. Fu questo uno dei lavori ch’egli diede al ''Calendario Pratese''; libro modestissimo, cominciato a pubblicare nel 1845 da una compagnia di cittadini, ch’io ebbi la sodisfazione di tenere uniti nel dolce studio delle patrie memorie. Tre generazioni vi concorsero: due eletti ingegni della nuova, il Fossi e il Costantini, si spensero prima dei più vecchi; e ora, trascorsi appona tre lustri, il numero dei morti agguaglia già quello de’ superstiti. Ne’ sei volumetti<noinclude><references/></noinclude>
eloi19l2yd8uomgnp2ghn0hvo7hmul5
Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/12
108
846114
3024431
3023821
2022-08-19T13:57:49Z
Dr Zimbu
1553
/* Trascritta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||12|}}</noinclude>del ''Calendario'' tornò il Benini per sei volle a esporre la statistica della Popolazione; vi ristampò la Vita del Carradori; v’illustrò, a modo del Litta, una famiglia distinta; vi fece la storia del Monte di Pietà, a cui egli stesso presedè bene per molti anni, e propose un nuovo Regolamento.
Ho accennato a sventure: ma se non le debbo passare in silenzio, non oso descriverle, dopo che gentili spiriti, con elettissime rime e prose, ne fecero per l’Italia compianto <ref>''Ricordo di Ebe e Ada Benini e di Giovanni Costantini''. Prato, 1856. Seconda edizione accresciuta. Ivi, 1863; con sei Appendici. — ''Alcuni scritti editi e inediti di Ada Benini Costantini''. Prato, 1864.</ref>. Carolina Bartolini a ventitre anni lasciava il Benini con due pargolette: ed egli, che non fece mai versi, per meglio scolpirselo nel cuore, versificò il ricordo ultimo della consorte:
{{blocco centrato|<poem>Non lasciar mai le figlie insino al die
Che ti radduca ov’io te solo aspetto;</poem>}}
{{no rientro}}che l’Arcangeli, in quell’Epistola pietosissima mandata allora all’amico, abbreviò in un solo:
{{blocco centrato|Pensa alle figlie, ah! non lasciarle mai;}}
{{no rientro}}e il Salvagnoli chiuse in un’epigrafe:
{{blocco centrato|Serbati tutto alle figlie;}}
{{no rientro}}più teneramente il Muzzi, nell’iscrizione che fu incisa sulla tomba:
{{blocco centrato|Non lasciar mai le bambine!<ref>''Iscrizione e versi dettati in morte di Carolina Bertolini Benini''. Prato, Giachetti, 1834.</ref>}}
{{no rientro}}Questo ''mai'', ripercosso corno da tanti echi, s’impresse fortemente nel cuore di lui: e il voto della morente fu adempiuto. Pensò il Benini alle figliuole, crescendole alla virtù e al<noinclude><references/></noinclude>
37i3kch6712v5qr0538a33gunt6p7l1
Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/13
108
846115
3024432
3023822
2022-08-19T13:58:39Z
Dr Zimbu
1553
/* Trascritta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||13|}}</noinclude>sapere; non le lasciò: ma esse nel giro di pochi mesi lasciarono lui, povero padre; che in quegli stessi giorni, nella sua propria casa, accoglieva l’ultimo respiro dell’Arcangeli. E due lustri sopravvisse all’Ebe e all’Ada; nei quali la loro nemoria per ogni guisa onorando, cercò sfogo più che sollievo al dolore. Può dunque a ragione affermarsi, che non lasciasse le figliuole mai: e il giorno decimoquinto del passato dicembre, colto repentinamente, ma non impreparato, dalla morte, le andò a ritrovare con la madre nella vita immortale.
Il pensiero nel mesto decennio si rivolse anche al paese nativo: e, senz’aspettare l’ultim’ora, donò ai cittadini quello che oramai gli restava di più caro, la scelta e copiosa librería<ref>Reco in fine la lettera che contiene la donazione.</ref>. «Mio principale studio (è un suo ricordo) è stata sempro la Biografia; par il che, avendo comprato quelle stampate, compatibilmente co’ miei mezzi pecuniarii, non son mai rimasto dall’aggiungervi, dall’annotarvi, dal correggervi; oltrechè ho riuniti già tre grossi volumi (questo scriveva venti anni addietro) di Biografia antica e moderna, ricopiando, estraendo e compilando tutto quanto faceva al mio scopo». Questi, con gli altri suoi manoscritti e la corrispondenza epistolare, saranno conservati nella Roncioniana, di cui il Benini fu bibliotecario d’onore.
Così alla città di Prato, in meno di due anni, son mancati quattro cittadini degnissimi di memoria. Il Silvestri, latinista de’ primi, per mezzo secolo educatore o maestro, che potè sicuramente chiamarsi ''L’amico della studiosa gioventù'': il Muzzi, dotto filologo, e nella volgare epigrafia primo: monsignor Baldanzi, che nella illustrazione de’ monumenti d’arte soppo congiungere all’erudizione il vivo senso dal bello<ref>Monsignor Ferdinando Baldanzi fu iscritto dal Vicusseux fra i Cooperatori dell’''Archivio Storico Italiano.'' (Ved. ''Appendice'' all’''A. S. I.'', tomo V, p. 343) Era nato il 15 d’agosto 1789. Col Benini, suo amicissimo fino dalla prima gioventù, partecipò l’amore delle cose patrie, e ne diede splendide testimonianze con gli scritti. Eletto vescovo di Volterra del 1851, fu traslatato nel 1855 all’arcivescovado di Siena, dove morì nel marzo dell’anno decorso.</ref>: da ultimo l’avvocato Benini, che se fu, più degli altri, uomo di<noinclude><references/></noinclude>
k2khiv09n71dghr8asj2lbzg7mdcis4
Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/14
108
846116
3024433
3023828
2022-08-19T13:59:06Z
Dr Zimbu
1553
/* Trascritta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||14|}}</noinclude>municipio, non fu meno degno, per l’animo e per gli studi, d’essere ricordato in questo periodico che s’occupa di storia nazionale e s’appella dal nome d’Italia. La quale, come non potrà mai disconoscere che la sua storia più bella sta scritta nelle memorie municipali, così dovrà dalle istituzioni che più ritengono della famiglia, dalla vita che più s’inspira alla natura, attendere nuova forza d’ingegni, temperanza d’animi, uso vero di libertà; quello, insomma, che non altrimenti che il puro aere e il sano nutrimento ne’ corpi, trasfonde nelle membra d’una nazione vigore e bellezza.
{{rule|8em|t=2|v=2}}
{{IndentInverso}}''Lettera dell’avv.'' {{Sc|Giovacchino Benini}} ''a monsignor canonico'' {{Sc|Giovanni Pierallini}}, ''vicario generale capitolare e bibliotecario della Roncioniana di Prato.''</div>
{{ct|v=2|t=2|f=80%|'''Monsignore illustrissimo e reverendissimo'''}}
È da quel tempo in cui un crudele destino mi tolse anche l’ultima delle mie carissime Figlie, che mi occupa più frequentemente la mente un’altra delle mie affezioni, quella della mia libreria. Mi ha sempre repugnato e mi repugna l’idea della di lei dispersione ed annientamento, dopo che essa mi è costata tanto denaro, e dopo che è stata sempre la più continua mia occupazione, e da qualche tempo in qua il mio unico conforto. Pensava sempre per conseguenza, al modo di conservarla permanentemente, per quanto è dato almeno di provvedere alla conservazione degli oggetti che il tempo deteriora o consuma. Riconosceva peraltro nel tempo stesso, che i miei libri non costituiscono per sè soli una biblioteca completa, e degna di esser conservata e mantenuta per se medesima. Quel più dunque ch’io potessi sperare per essa, sarebbe di vedere almeno la miglior parte di loro aggiunti a qualche biblioteca di gia esistente. Ed il mio pensiero non poteva meglio portarsi che alla biblioteca Roncioniana, co proprietari della quale, i signori Seniori, mi lega da quasi tutta la vita per alcun affetto e gratitudine sinceri, per tutta reverenza e rispetto<noinclude><references/></noinclude>
lq3l9lgz0od0gz9hrh5lhjp32s95tkw
Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/15
108
846117
3024434
3023824
2022-08-19T13:59:52Z
Dr Zimbu
1553
/* Trascritta */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione||15|}}</noinclude>
Vorrei dunque pregarli (e niuno migliore organo per esprimere questo mio desiderio poteva scegliere di Lei, pregiatissimo Monsignore, chiamato alla direzione ed alla suprema custodia di questo pregevolissimo fra i nostri patrii Istituti), vorrei dunque pregarli, ripeto, a volere esser cortesi della loro ospitalità indefettibile a quelli fra i miei libri, che credessero degni di tale onore; niun’altra condizione assegnando a questo passaggio, se non la riunione della loro sorte a quella degli altri precedentemente custoditi, e della loro conservazione ad uso e benefizio dei nostri concittadini.
Se la mia domanda fosse accolta dai signori Seniori, si potrebbe sin d’ora estrarre dal catalogo de’ miei libri, quelli che dovessero passare nell’immediata proprietà dei signori rappresentanti la biblioteca Roncioniana, per ritenerne io, almeno di una gran parte di essi, l’uso, mia vita natural durante; dovendo essere alla mia morte restituiti dai miei eredi, come assoluta proprietà di quello stabilimento. Fin d’ora potrebbero esser tutti muniti del bollo e della etichetta propri della Biblioteca.
Queste sarebbero le mie intenzioni generiche. E quando esse vengano accolte, ci troveremo facilmente d’accordo sul medo di mandarle ad esecuzione.
Oso, per il caso di accettazione, raccomandare specialmente fin d’ora la conservazione delle parti biografica e bibliografica; e questo, tanto per la parte stampata, quanto per quella manoscritta; insieme con tutto quello che può servirle di corredo e di appoggio. E raccomando egualmente, e con vivo sentimento d’affetto e di rammarico raccomando, i manoscritti o la corrispondenza del mio carissimo amico professore abate Giuseppe Arcangioli, già legatimi, come pure i manoscritti, e tutto quello che si riferisce alla troppo breve esistenza delle mie dilettissime Figlie, cogli autografi che hanno servito per l’edizione del ''Ricordo'' da me consacrate alla loro memoria e a quella del mio nipote e genero dottor Giovanni Costantini.
Se questa mia proposta avrà favorevole accoglienza, lo dovrò principalmente alla sua valentissima interposizione; findandomi nella quale, Le anticipo i ringraziamenti per il favore sperato, come se lo avessi già ricevuto. E passo a segnarmi con sentita venerazione di Lei, Monsignore illustrissimo e reverendissimo
Di Casa, li 25 dicembre 1858
{{blocco a destra|{{centrato|{{smaller|dev obb servitore}}<br/>{{Sc|Avv.}} GIOVACCHINO BENINI.}}}}<noinclude><references/></noinclude>
qoa1a4fw0wr59pf333nhf6i9ugb9fqp
Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/16
108
846118
3024435
3023825
2022-08-19T14:00:24Z
Dr Zimbu
1553
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Dr Zimbu" /></noinclude>
{{rule|8em}}
{{centrato|Estr. dall’{{Sc|Archivio Storico Italiano}},<br/>
Terza Serie, T. V. P. I.}}
{{rule|8em}}<noinclude><references/></noinclude>
3k4gnnc0g1m4l3oh5jlgvsemageulka
Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato
0
846119
3024437
3023826
2022-08-19T14:00:35Z
Dr Zimbu
1553
Porto il SAL a SAL 75%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Cesare Guasti<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Titolo"/>Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>19 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=19 agosto 2022|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Cesare Guasti
| Nome e cognome del curatore =
| Titolo =Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato
| Anno di pubblicazione =
| Lingua originale del testo =
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Progetto =
| Argomento =
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu
}}
<pages index="Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu" from="4" to="18" />
{{sezione note}}
jg6nhbkrk163us7wfwgldsnuyl0hf2e
Discussione:Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano (Favaro)
1
846264
3024440
3024242
2022-08-19T14:41:46Z
Alex brollo
1615
/* illustrazioni */ nuova sezione
wikitext
text/x-wiki
== Trasformazione in raccolta ==
Come altre sezioni dell'edizione Favaro, anche in questo caso si tratta di una raccolta, il cui elemento principale è l'opera di Galilei. a cui dovrebbe essere data autonomia in ns0. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:51, 19 ago 2022 (CEST)
== illustrazioni ==
<DynamicPageList>
category=Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
mode=gallery
galleryshowfilename=yes
order=ascending
</DynamicPageList> [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 16:41, 19 ago 2022 (CEST)
51mtio1cplm2452s1aqs8bx4evicnev
Opere (Testi)
0
846271
3024379
2022-08-19T12:15:19Z
OrbiliusMagister
129
Porto il SAL a SAL 25%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Fulvio Testi<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Opere_(Testi).djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Progetto"/>Letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>Opere<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>19 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>25%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=25%|data=19 agosto 2022|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Fulvio Testi
| Titolo = Opere
| Anno di pubblicazione =
| Lingua originale del testo =
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Progetto = Letteratura
| Argomento =
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Opere_(Testi).djvu
}}
<pages index="Opere_(Testi).djvu" from="1" to="1" fromsection="Titolo1" tosection="Titolo1" />
*{{testo|/Poesie liriche}}
**{{Testo|/Poesie liriche/Parte prima}}
*{{Testo|/Prose}}
cwz8w4uh3m1rqrq1j071oo7myoosh23
Opere (Testi)/Poesie liriche
0
846272
3024380
2022-08-19T12:18:22Z
OrbiliusMagister
129
Creo pagina con [[Wikisource:La fabbrica dei giocattoli/autoNs0()|autoNs0]]
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Poesie liriche<section end="sottotitolo"/>
<section begin="succ"/>../Poesie liriche<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>19 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>25%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=25%|data=19 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Poesie liriche|prec=|succ=../Poesie liriche}}
<pages index="Opere (Testi).djvu" from="1" to="1" fromsection="titolo2" tosection="titolo2" />
==Indice==
*{{Testo|/Parte prima}}
*{{Testo|/Parte seconda}}
*{{Testo|/Parte terza}}
*{{Testo|/Parte quarta}}
gpgl9rixcjthptkd6wcs802q7y4t3iz
3024381
3024380
2022-08-19T12:18:38Z
OrbiliusMagister
129
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Poesie liriche<section end="sottotitolo"/>
<section begin="succ"/>../Prose<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>19 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>25%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=25%|data=19 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Poesie liriche|prec=|succ=../Prose}}
<pages index="Opere (Testi).djvu" from="1" to="1" fromsection="titolo2" tosection="titolo2" />
==Indice==
*{{Testo|/Parte prima}}
*{{Testo|/Parte seconda}}
*{{Testo|/Parte terza}}
*{{Testo|/Parte quarta}}
i4g5nlyjqai0wv9okhz4zchbhut3txx
Opere (Testi)/Poesie liriche/Parte prima
0
846273
3024383
2022-08-19T12:21:53Z
OrbiliusMagister
129
Creo pagina con [[Wikisource:La fabbrica dei giocattoli/autoNs0()|autoNs0]]
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="prec"/>../<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../Parte seconda<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>19 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>25%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=25%|data=19 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=|prec=../|succ=../Parte seconda}}
<pages index="Opere (Testi).djvu" from="1" to="1" fromsection="titolo3" tosection="titolo3" />
==Indice==
*{{Testo|Si celebra la continenza del serenissimo principe Alfonso D'Este}}
*...
s9ix0nrbetkln6lwdj1ic7b4d4hd93j
Già de la Maga amante
0
846274
3024386
2022-08-19T12:24:21Z
OrbiliusMagister
129
Porto il SAL a SAL 75%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Fulvio Testi<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Opere_(Testi).djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Argomento"/>Canzoni<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>Letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>Si celebra la continenza del serenissimo principe Alfonso D’Este<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>19 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=19 agosto 2022|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Fulvio Testi
| Titolo = Si celebra la continenza del serenissimo principe Alfonso D’Este
| Anno di pubblicazione =
| Lingua originale del testo =
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Progetto = Letteratura
| Argomento = Canzoni
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Opere_(Testi).djvu
}}
<pages index="Opere_(Testi).djvu" from="1" to="2" fromsection="s1" tosection="s1" />
1iac2g2p67invg9gcmrrh8al4eaavce
3024388
3024386
2022-08-19T12:29:02Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Si celebra la continenza del serenissimo principe Alfonso D'Este]] a [[Già de la Maga amante]]
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Fulvio Testi<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Opere_(Testi).djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Argomento"/>Canzoni<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>Letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>Si celebra la continenza del serenissimo principe Alfonso D’Este<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>19 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=19 agosto 2022|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Fulvio Testi
| Titolo = Si celebra la continenza del serenissimo principe Alfonso D’Este
| Anno di pubblicazione =
| Lingua originale del testo =
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Progetto = Letteratura
| Argomento = Canzoni
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Opere_(Testi).djvu
}}
<pages index="Opere_(Testi).djvu" from="1" to="2" fromsection="s1" tosection="s1" />
1iac2g2p67invg9gcmrrh8al4eaavce
Si celebra la continenza del serenissimo principe Alfonso D'Este
0
846275
3024389
2022-08-19T12:29:02Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Si celebra la continenza del serenissimo principe Alfonso D'Este]] a [[Già de la Maga amante]]
wikitext
text/x-wiki
#RINVIA [[Già de la Maga amante]]
fivi177qpju1ytm6b6p9n2toqaae9qn
3024390
3024389
2022-08-19T12:30:23Z
OrbiliusMagister
129
Rimosso il reindirizzamento a [[Già de la Maga amante]]
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Fulvio Testi<section end="Nome e cognome dell'autore"/>
<section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Opere_(Testi).djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/>
<section begin="Argomento"/>Canzoni<section end="Argomento"/>
<section begin="Progetto"/>Letteratura<section end="Progetto"/>
<section begin="Titolo"/>Si celebra la continenza del serenissimo principe Alfonso D’Este<section end="Titolo"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>19 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=19 agosto 2022|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore = Fulvio Testi
| Titolo = Si celebra la continenza del serenissimo principe Alfonso D’Este
| Anno di pubblicazione =
| Lingua originale del testo =
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Progetto = Letteratura
| Argomento = Canzoni
| URL della versione cartacea a fronte = Indice:Opere_(Testi).djvu
| prec =
| succ = Sovra porfidi eletti
}}
{{Raccolta|Opere (Testi)/Poesie liriche/Parte prima|Poesie liriche di Fulvio Testi}}
<pages index="Opere_(Testi).djvu" from="1" to="2" fromsection="s1" tosection="s1" />
qozh51wszo23lbyrz961zifajxwi9mh
3024393
3024390
2022-08-19T12:32:10Z
OrbiliusMagister
129
[[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creato [[Aiuto:Redirect|redirect]] alla pagina [[Già de la Maga amante]]
wikitext
text/x-wiki
#RINVIA [[Già de la Maga amante]]
fivi177qpju1ytm6b6p9n2toqaae9qn
Teogonia
0
846276
3024401
2022-08-19T12:54:36Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia]] a [[Teogonia (Romagnoli)]]
wikitext
text/x-wiki
#RINVIA [[Teogonia (Romagnoli)]]
cur6rofyy3s8xh3wnhwmxwql1hfht6h
3024416
3024401
2022-08-19T12:54:56Z
OrbiliusMagister
129
Modificata destinazione reindirizzamento da [[Teogonia (Romagnoli)]] a [[Opera:Teogonia]]
wikitext
text/x-wiki
#RINVIA [[Opera:Teogonia]]
fx3ztq4lfcgyjunrxfm22zp7m83yafl
Teogonia/Giove stermina Tifone
0
846277
3024403
2022-08-19T12:54:37Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/Giove stermina Tifone]] a [[Teogonia (Romagnoli)/Giove stermina Tifone]]
wikitext
text/x-wiki
#RINVIA [[Teogonia (Romagnoli)/Giove stermina Tifone]]
nr4f1r2yj0mv68fbdqq5pn2he62txkr
Teogonia/I Cronidi
0
846278
3024405
2022-08-19T12:54:37Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/I Cronidi]] a [[Teogonia (Romagnoli)/I Cronidi]]
wikitext
text/x-wiki
#RINVIA [[Teogonia (Romagnoli)/I Cronidi]]
e4uidxkpkm52lf2krpxg058bztrl74y
Teogonia/I Giapetidi
0
846279
3024407
2022-08-19T12:54:37Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/I Giapetidi]] a [[Teogonia (Romagnoli)/I Giapetidi]]
wikitext
text/x-wiki
#RINVIA [[Teogonia (Romagnoli)/I Giapetidi]]
71i0hoorgghjjbmi903sl27ls42syyy
Teogonia/La guerra fra i Cronidi e i Titanidi
0
846280
3024409
2022-08-19T12:54:37Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/La guerra fra i Cronidi e i Titanidi]] a [[Teogonia (Romagnoli)/La guerra fra i Cronidi e i Titanidi]]
wikitext
text/x-wiki
#RINVIA [[Teogonia (Romagnoli)/La guerra fra i Cronidi e i Titanidi]]
22z5clencin2wucq0n8m9w7pjlnbacr
Teogonia/Le prime quattro essenze
0
846281
3024411
2022-08-19T12:54:38Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/Le prime quattro essenze]] a [[Teogonia (Romagnoli)/Le prime quattro essenze]]
wikitext
text/x-wiki
#RINVIA [[Teogonia (Romagnoli)/Le prime quattro essenze]]
twb760jy2jtlmbz4b3aw3xqw12nm6td
Teogonia/Prologo
0
846282
3024413
2022-08-19T12:54:38Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/Prologo]] a [[Teogonia (Romagnoli)/Prologo]]
wikitext
text/x-wiki
#RINVIA [[Teogonia (Romagnoli)/Prologo]]
0mprui02ebeubmxvblmrkh5gs10m2yh
Teogonia/Regno di Giove e sua discendenza
0
846283
3024415
2022-08-19T12:54:38Z
OrbiliusMagister
129
OrbiliusMagister ha spostato la pagina [[Teogonia/Regno di Giove e sua discendenza]] a [[Teogonia (Romagnoli)/Regno di Giove e sua discendenza]]
wikitext
text/x-wiki
#RINVIA [[Teogonia (Romagnoli)/Regno di Giove e sua discendenza]]
2l4fqm9z2jmxs4sost189898mmnpig5
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/1
108
846284
3024481
2022-08-19T20:08:13Z
Piaz1606
10206
/* new eis level0 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" /></noinclude><noinclude></noinclude>
c8fjgcmpfmp9sqltg0m8k84o5yt9vbz
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/2
108
846285
3024483
2022-08-19T20:08:17Z
Piaz1606
10206
/* new eis level0 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" /></noinclude><noinclude></noinclude>
c8fjgcmpfmp9sqltg0m8k84o5yt9vbz
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/3
108
846286
3024484
2022-08-19T20:08:24Z
Piaz1606
10206
/* new eis level0 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" /></noinclude><noinclude></noinclude>
c8fjgcmpfmp9sqltg0m8k84o5yt9vbz
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/4
108
846287
3024485
2022-08-19T20:08:27Z
Piaz1606
10206
/* new eis level0 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" /></noinclude><noinclude></noinclude>
c8fjgcmpfmp9sqltg0m8k84o5yt9vbz
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/5
108
846288
3024486
2022-08-19T20:08:31Z
Piaz1606
10206
/* new eis level0 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" /></noinclude><noinclude></noinclude>
c8fjgcmpfmp9sqltg0m8k84o5yt9vbz
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/6
108
846289
3024487
2022-08-19T20:08:34Z
Piaz1606
10206
/* new eis level0 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" /></noinclude><noinclude></noinclude>
c8fjgcmpfmp9sqltg0m8k84o5yt9vbz
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/7
108
846290
3024488
2022-08-19T20:08:38Z
Piaz1606
10206
/* new eis level0 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" /></noinclude>IL MONDO È ROTONDO.<noinclude></noinclude>
nunsoowrtjrtkqpz11km2m8q0vu6wia
3024491
3024488
2022-08-19T20:09:03Z
Piaz1606
10206
/* new eis level3 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" /></noinclude>
{{Centrato|{{x-larger|IL MONDO È ROTONDO.}}}}<noinclude></noinclude>
6ji7cbv187an8hr7b3exwxiwdecfbs6
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/8
108
846291
3024489
2022-08-19T20:08:43Z
Piaz1606
10206
/* new eis level0 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" /></noinclude>Opere di ALFREDO PANZINI:
Piccole storie del mondo grande . . L. 7 —
La lanterna di Diogene 6 —
Le fiabe della virtù, novelle 5 —
H 1869. Da Flonibières a Villa/ranca . . 5 —
Santippe, piccolo romanzo tra l'antico e 11 mo-
derno 5 _
La Madonna di Mamd, romanzo del tempo
della guerra 5 _
Novelle d'ambo i aessi 4 _
Viaggio di un povero letterato .... 5 —
10 cereo moglie! 6 —
11 mondo è rotondo 7 —<noinclude></noinclude>
5jnpvf1zs68cm7192tzpaw7do9tg2q7
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/240
108
846292
3024496
2022-08-19T20:11:38Z
Piaz1606
10206
/* new eis level0 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" /></noinclude><noinclude></noinclude>
c8fjgcmpfmp9sqltg0m8k84o5yt9vbz
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/241
108
846293
3024497
2022-08-19T20:11:42Z
Piaz1606
10206
/* new eis level0 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" /></noinclude><noinclude></noinclude>
c8fjgcmpfmp9sqltg0m8k84o5yt9vbz
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/242
108
846294
3024498
2022-08-19T20:11:46Z
Piaz1606
10206
/* new eis level0 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" /></noinclude><noinclude></noinclude>
c8fjgcmpfmp9sqltg0m8k84o5yt9vbz
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/243
108
846295
3024499
2022-08-19T20:11:58Z
Piaz1606
10206
/* new eis level0 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" /></noinclude><noinclude></noinclude>
c8fjgcmpfmp9sqltg0m8k84o5yt9vbz
Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/244
108
846296
3024500
2022-08-19T20:12:05Z
Piaz1606
10206
/* new eis level0 */
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="0" user="Piaz1606" /></noinclude><noinclude></noinclude>
c8fjgcmpfmp9sqltg0m8k84o5yt9vbz
Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/334
108
846297
3024527
2022-08-19T21:40:42Z
OrbiliusMagister
129
/* Pagine SAL 25% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina:
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="1" user="OrbiliusMagister" /></noinclude><noinclude><references/></noinclude>
8eqldxbzmatte96t1aouljvrult371r
3024530
3024527
2022-08-19T21:43:07Z
OrbiliusMagister
129
/* Trascritta */ Aggiunto template FI tramite il gadget CropTool
proofread-page
text/x-wiki
<noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" /></noinclude>{{FI
|file = Dresselio - Scola della patienza (page 334 crop).jpg
|width = 100%
|caption =
}}<noinclude><references/></noinclude>
ks05cjascmcvelpio9xo2sgjqqp2fd0
Il mondo è rotondo/II
0
846298
3024529
2022-08-19T21:41:09Z
Piaz1606
10206
Porto il SAL a SAL 75%
wikitext
text/x-wiki
{{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>II - La giovane professoressa<section end="sottotitolo"/>
<section begin="prec"/>../I<section end="prec"/>
<section begin="succ"/>../III<section end="succ"/>
<section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>19 agosto 2022<section end="data"/>
<section begin="avz"/>75%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=19 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=II - La giovane professoressa|prec=../I|succ=../III}}
<pages index="Panzini - Il mondo è rotondo.djvu" from="21" to="32" fromsection="" tosection="" />
13lss1n1ma8lx8k0gql760drnlfkw33