Wikisource itwikisource https://it.wikisource.org/wiki/Pagina_principale MediaWiki 1.39.0-wmf.25 first-letter Media Speciale Discussione Utente Discussioni utente Wikisource Discussioni Wikisource File Discussioni file MediaWiki Discussioni MediaWiki Template Discussioni template Aiuto Discussioni aiuto Categoria Discussioni categoria Autore Discussioni autore Progetto Discussioni progetto Portale Discussioni portale Pagina Discussioni pagina Indice Discussioni indice Opera Discussioni opera TimedText TimedText talk Modulo Discussioni modulo Accessorio Discussioni accessorio Definizione accessorio Discussioni definizione accessorio Discussioni utente:Cinnamologus 3 84130 3025953 3017243 2022-08-24T05:06:51Z OrbiliusMagister 129 /* Rinvii orfani ma non inutili */ nuova sezione wikitext text/x-wiki {{Benvenuto|firma=|mionome=OrbiliusMagister}} == Saluti e complimenti == Carissimo Cinnamologus, benvenuto e complimenti per il tuo ottimo inserimento. Non capita tutti i giorni un utente che fa un inserimento perfetto come te ;-). Volevo chiederti se per caso sei un wikipediano, oppure sei uno dei pochi che ha trovato le nostre pagine di aiuto ''utili e chiare'' ;-) grazie per lo splendido contributo! --[[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 12:25, 23 ott 2008 (CEST) : Grazie per i complimenti! Ho cominciato iscrivendomi a Wikipedia, ma i miei interventi sono stati marginali: più che altro correzioni. I progetti che mi interessano davvero sono '''Commons''' (dove ho curato la serie degli [[commons:Category:Bishops_of_Asti|stemmi dei vescovi di Asti]]) e '''Wikisource'''. Comunque senza le vostre pagine di aiuto non sarei riuscito a mettere on-line il testo. Questo è poco ma sicuro... Quindi: grazie! | <span style="font-family: Georgia, Times, serif; font-size: 12px; color: #963B3B">Cinnamologus</span> 17:00, 23 ott 2008 (CEST) ::''Sniff!'' sto lacrimando di gioia e commozione! Allora tutto il nostro lavoro sta cominciando a dar frutti! - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 18:33, 23 ott 2008 (CEST) == Nome dell'autore collettivo == Caro Cinnamologus, dalla sbirciata ''altrove'' ho intuito che hai una eccellente frequentazione di documenti storici, e questo spiega la tua perizia. Se poi mi accorgo che per te il latino è una lingua assai familiare vado in brodo di giuggiole. Ho bisogno dunque della tua competenza per capire se la dicitura "Vescovi della provincia ecclesiastica di Torino" sia la denominazione più corretta o se tali vescovi producessero documenti riunendosi in un organo dotato di nome specifico, come "conferenza episcopale della provincia ecclesiastica di Torino" o "concistoro..." o "congregazione", "assemblea". La mia domanda non è certo dettata da un sfiducia nelle tue competenze, quanto piuttosto da uno sguardo "ingenuo" di utente inesperto qual sono, preferendo anticipare obiezioni o difformità prima che queste riguardino un numero rilevante di pagine o creino un precedente vizioso. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 11:46, 24 ott 2008 (CEST) : Caro Orbilius, : dalla sbirciata ''altrove'' avrai anche capito che mi occupo di archivistica ecclesiastica per lavoro. Il problema che poni mi si è già presentato durante i lavori di riordino e inventariazione di vari archivi ecclesiastici perché atti prodotti da questo "organo" di vescovi riuniti se ne trovano molti. Ebbene, in tutti questi documenti i vescovi non usano mai (neanche in quelli novecenteschi) un termine specifico per definirsi come quelli elencati da te. Anche i partecipanti a queste riunioni non sono sempre solo quelli della provincia eccl. di Torino, a volte partecipano anche quelli della prov. eccl. di Vercelli, in alcuni casi ci sono lettere dell'episcopato subalpino riunito dove partecipano vescovi delle prov. eccl. di Torino, Vercelli e Genova. Per questa ragione mi sono attenuto alla loro denominazione usata nel doc. Se proprio dovessi fare una modifica indicherei l'autore come "Vescovi della provincia ecclesiastica di Torino riuniti". Suona malissimo ma è il più fedele ai documenti. Nei miei inventari questa congerie di documenti va nella serie "Documenti dell'episcopato riunito" voce che mi permette di creare varie unità a seconda dei vescovi coinvolti. Un'altra ipotesi di denominazione dell'autore per il doc. in questione potrebbe essere "Assemblea dei vescovi della provincia ecclesiastica di Torino": suona meglio ma "assemblea" è un termine che non viene mai usato nei documenti, quindi bisognerebbe spiegare che è una nostra attribuzione. --<span style="font-family: Georgia, Times, serif; font-size: 12px; color: #963B3B">Cinnamologus</span> 14:57, 24 ott 2008 (CEST) :: Non avevo dubbi che avresti risposto con cognizione di causa. Abbiamo soltanto messo ''per iscritto'' una risposta al dubbio che altri utenti si porranno, così non occorrerà ripeterla ogni volta. La denominazione resta com'è e se ne riparlerà nel caso in cui tu ritenga rilevante distinguere all'interno della medesima provincia ecclesiastica un'assemblea rispetto ad un'altra. Se lontanamente avessi tu volessi pubblicare testi latini sappi che su la.wikisource l'utente più esperto è amministratore anche qui, e si tratta di [[Utente:Accurimbono|Accurimbono]]. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 18:31, 24 ott 2008 (CEST) == Richieste agli amministratori == Caro Cinnamologus, scusa se mi intrometto, ma dato che iPork è attualmente in ''wikivacanza'' sono costretto a farne le veci: la tua modalità di richiesta è corretta: dato che la pagina ha raggiunto un [[Aiuto:SAL 100%|SAL 100%]], è stata cioè completata, formattata e riletta, è stata anche protetta. La tua richiesta è stata esaudita [http://it.wikisource.org/w/index.php?title=Italia_-_4_novembre_1925,_Discorso_per_il_VII_anniversario_della_Vittoria&curid=8167&diff=311712&oldid=232547 appena possibile]. La migliore pratica in assoluto, dato che tu hai chiesto ad iPork, ma sono dovuto intervenire io, è quella di *Andare nella pagina di discussione della pagina e *cliccare sul link ''segnala un errore o proponi una aggiunta'' in fondo al template infotesto. In tal modo non solo iPork, ma qualunque amministratore capitasse online potrà incaricarsi della modifica. Buon divertimento con Wikisource. Se sei intenzionato a caricare più testi e vuoi ottimizzare il tuo armamentario di editore tenendo sottomano, o meglio ''sottomenu'' tutti i template e gli automatismi più utilizzati, prendi in considerazione l'installazione delle ''tendine'', ovvero quello che è spiegato [[utente:IPork/Scripts/Tendine |qui]]. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 17:02, 10 dic 2008 (CET) : Grazie per l'aiuto! La prossima volta seguirò il tuo consiglio per segnalare modifiche. E grazie anche per le ''tendine'': le ho già installate e devo convenire che sono utilissime: anzi meriterebbero di essere più pubblicizzate! Grazie ancora per tutto e a presto. --<span style="font-family: Georgia, Times, serif; font-size: 12px; color: #963B3B">Cinnamologus</span> 22:23, 12 dic 2008 (CET) == Saluti e libri proibiti == Caro Cinnamogulus, ancora complimenti per i tuoi inserimenti. Stiamo rapidamente raggiungendo i 20.000 testi, anche grazie al tuo aiuto: sarebbe bello salutare il nuovo anno una nuova cifra tonda ;-). Volevo dunque soltanto salutarti e chiederti una cosa: sarebbe possibile, un giorno, avere un ''Indice dei libri proibiti'' in italiano? Ho cercato in rete ma non ho trovato niente. Tu sei sicuramente l'uomo giusto per questo genere di cose, perciò chiedo a te. Ad ogni modo, buon Natale e Felice Anno nuovo! --[[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 15:54, 28 dic 2008 (CET) :Ciao! Ho fatto una piccola ricerca su internet anch'io e ho trovato un [http://sbnweb.csi.it:8092/BASIS/opacx/udmopac/esimplexj/DDW?W%3DBID%3D%27TO00747065%27%26R%3DY%26U%3D1 riferimento bibliografico] in Piemonte, e un [http://www.archive.org/details/ilibriletteraric00casauoft testo scansionato] su archive.org ma si tratta di un saggio limitato ad alcune opere letterarie. Proverò a fare ricerche più approfondite nel mondo reale... Tanti Auguri di Felice Anno Nuovo anche a te! A presto --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 18:11, 28 dic 2008 (CET) == Grazie! == Ho visto la tua correzione a uno svarione su un numero romano, ne [[Pagina:Il cavallarizzo.djvu/1]]. Grazie! --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 14:10, 2 gen 2009 (CET) : Di niente!! ^__^ --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 11:12, 3 gen 2009 (CET) == testi teatrali? memento audere semper! == Caro Cinnamologus, mi congratulo preventivamente: l'inserimento ela formattazione di testi teatrali è una delle pratiche più masochistiche di Wikisource, e dunque maggiormente lodevoli. Se avessi dubbi di qualunque genere nonb esitare a domandare e cercherò di aiutarti dove possibile. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 16:22, 7 gen 2009 (CET) : ^___^ Grazie! Speriamo in bene.... --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 16:25, 7 gen 2009 (CET) Caro Cinnamologus, mi unisco ai complimenti di Edo e prestò verrò a darti una mano. Nel frattempo che ne dici di prendere in considerazione l'inserimento di opere teatrali con testo originale a fronte? Oltre la nutrita selezione di Google books, esiste una splendida collezione su [http://www.opal.unito.it/default.aspx OPAL], un progetto dell'università di Torino. Caldeggio fortemente gli inserimenti da quel sito, per l'ottima qualità del materiale. Comunque buon lavoro e a risentirci. :) --'''[[Utente:Xavier121|<span style="color:orange;">X</span><span style="color:black;">avier</span>]][[Discussioni_utente:Xavier121|<span style="color:orange;">1</span><span style="color:black;">21</span>]]''' 18:06, 7 gen 2009 (CET) == Discussione == caro Cinnamologus, per gli infotesti noi non ricopiamo in tutte le pagine discussione l-infotesto compilato, ma semplicemente la ''transclusione'' della pagina di discussione principale. Infatti scriviamo <pre>{{Discussione:Saul}}</pre> in tutte le pagine discussione. Così ogni modifica in quella pagina viene automaticamente trasferita a tutte le pagine, a cascata. Buon lavoro, e pensa anche a caricare il libro in questione su Commons, così riusciamo a metterlo col testo a fronte ;-) --[[Speciale:Contributi/93.148.184.29|93.148.184.29]] 21:33, 7 gen 2009 (CET) : Questa era una cosa che proprio ignoravo! Grazie per la spiegazione! :-) --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 21:42, 7 gen 2009 (CET) : Ah, altra domanda: i testi scaricati da Google Books sono liberamente redistribuibili? Quindi posso direttamente caricare su Commons il pdf di Google Books così com'è? --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 01:22, 8 gen 2009 (CET) ::Non dovrebbero esserci problemi a caricare su Commons il pdf si Google Books, anche se credo la cosa migliore sia NON caricarlo in pdf, ma in djvu. Chiedi pure ad Alex Brollo per questo, io sono un novizio in queste cose ;-). ::PS: Il pdf non viene caricato come un'immagine, è questo il suo problema. --[[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 15:10, 8 gen 2009 (CET) :::Hai provato a caricare su http://any2djvu.djvuzone.org/ il pdf di google? Se viene un buon djvu (è gratis, è pronto dopo qualche minuto od ora) potresti caricarlo su Commons, ed insieme potremmo rifare la versione col testo a fronte. Si tratterebbe di rispezzare il testo pagina per pagina, che è noioso ma semplice. Il tuo lavoro fatto non sarebbe dunque buttato via, poichè manterremmo intestazioni e capitoli così come sono, ma sostituiremmo il testo con dei semplici template per richiamare il testo ''transcluso'' (esattamente come <nowiki>{{Discussione:Saul}}</nowiki>, funziona allo stesso modo). Credo che potremmo provare, se funziona bene e riusciamo ad ottimizzare la procedura avremmo un ottimo precedente per riportare tutti i testi presi da Google.books ad una versione con immagine a fronte, che sicuramente per l'utente acquista maggior valore. Fammi sapere, a presto! ''Aubrey'' ::::Fatto. [[commons:File:Alfieri-Saul.djvu|Scansione Saul]]. Non so se vada bene, comunque non potrò aiutarvi in questa particolare riedizione per impegni di lavoro nel mondo reale. Se tutto va bene potrò di nuovo dedicarmi a Wikisource a febbraio. Buon divertimento! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 16:11, 14 gen 2009 (CET) == Ciao! == Caro Cinnamologus, Bello rivederti in azione! Il tuo mix di inserimento testi preziosi e cesellatura nel lavoro sporco è inestimabile. Nell'eventualità che tu abbia un pizzico di interessamento, ho in sospeso la pratica del [[Sillabo]], cioè di una traduzione dal latino che il curatore del sito da cui l'abbiamo tratta mi dà per certamente molto antica. Per quanto mi riguarda tali dati non mi bastano, e vorrei reperire via scansione o via trascrizione di edizioni cartacee antiche una edizione caricabile. Se nelle tue ricerche qui e là ti riuscisse di risalire a una edizione del Sillabo (in italiano) possa essere caricata qui sarebbe un colpaccio. Ogni tuo cenno di risposta mi farà felice, ma se anche non rispondessi sono contento lo stesso di vederti nelle Ultime modifiche. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 16:30, 30 gen 2009 (CET) :Ciao! :Posso darti per certa l'esistenza di un'edizione antica del Sillabo in italiano, mi è già capitata tra le mani più volte. Appena mi capiterà di nuovo la caricherò, promesso. ^__^ :A presto --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 21:52, 30 gen 2009 (CET) ===Affuisti fidelis!=== Caro Cinnamologus, Grande! Quanto sto gongolando! Il tuo inserimento del Sillabo è una chicca. Avrai notato che negli ultimi sei mesi il lavoro di pubblicazione di trascrizioni da file djvu è aumentato e riceve sempre maggior attenzione. Con il tuo permesso possiamo trasformare il file pdf pubblicato su scribd in djvu e caricarlo su commons per dotare il tuo testo del riscontro a fronte come abbiamo fatto per il Saul? - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 11:26, 28 mag 2009 (CEST) : Grazie! Sono contento che il mio lavoro ti sia piaciuto! Avevo promesso che me ne sarei occupato e come vedi, l'ho fatto. Per quanto riguarda la conversione in djvu e l'uso del file caricato su scribd siete liberissimi! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 16:39, 28 mag 2009 (CEST) == Senza alcuna pretesa == Caro Cinnamologus, come da titolo, non voglio apparire supponente, mandami a quel paese in qualunque momento, ma intanto mi faccio coraggio e ti butto lì una proposta: *Guardando [[Discussioni_progetto:Cristianesimo#Accettate_testi_dei_Santi_Padri.3F|questa discussione]] noterai che ci sono alcuni testi di encicliche in italiano che potrebbero essere pubblicati. Finora ne abbiamo alcuni, ma da fonte cartacea non verificabile se non da chi la possiede. In primo luogo chiedevo se fosse possibile rintracciare le encicliche mancanti, e in secondo luogo se nella tua attività di "addetto ai lavori" ti fosse possibile risalire a edizioni PD di tali encicliche in modo da adottare la stessa soluzione usata per il Sillabo. Ok, ora mandami pure a quel paese, ma almeno spero di non averti lasciato indifferente... - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 11:38, 28 mag 2009 (CEST) : E perché dovrei mandarti a quel paese? :Dunque, in qualità di "addetto ai lavori" posso dirti che a partire da Pio IX i vescovi di Asti allegavano alle loro lettere pastorali e circolari indirizzate ai sacerdoti della diocesi copie (in forma di opuscoli) di ''tutte'' le encicliche papali e dei più importanti documenti della S. Sede. Come potrai dunque capire, la mole di documentazione a stampa di questo tipo è veramente ingente. Per quanto mi riguarda cerco di riprodurre e pubblicare le cose più antiche e interessanti che trovo, compatibilmente con i tempi di realizzazione dei miei lavori. Vedrò, dunque, quello che posso fare... Ciao! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 17:02, 28 mag 2009 (CEST) == Pista da detective == Caro Cinnamologus, trovo che [[Capitoli della congregazione dello Spirito Santo di Villafranca-Piemonte|questo testo]] è ricavato direttamente da una versione cartacea offline. Dato che si tratta di Piemonte e che la documentazione ecclesiastica è il tuo pane quotidiano, hai possibilità di capire se tale pubblicazione è reperibile o meno in qualche modo? Ti ringrazio per qualunque tuo cenno di risposta.- '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 18:59, 8 set 2009 (CEST) : Ciao, ho dato uno sguardo al documento in questione. Questa è la [http://sbnweb.csi.it:8092/BASIS/opacx/udmopac/esimplexj/DDW?W%3DBID=%27TO0E098338%27%26R%3DY%26U%3D1 scheda bibliografica]. Come potrai vedere l'unica copia è a Torino presso la Biblioteca Provinciale dei Frati Minori Cappuccini. Ad Asti purtroppo non c'è. Comunque se dovesse capitarmi ne farò una riproduzione. Ciao! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 09:50, 10 set 2009 (CEST) == Ancora Sillabo == Caro Cinnamologus, nel sincronizzare il conteggio pagine di [[Indice:Sillabo.djvu]] con i numeri di pagina effettivi del testo mi sono accorto che le pgaine 1 e 2 non compaiono. Il primo numero di pagina utile è il "6" a [http://it.wikisource.org/w/index.php?title=File:Sillabo.djvu&page=4 pagina 4]. Suppongo che le prime due pagine fossero di copertina, e [http://it.wikisource.org/w/index.php?title=Indice%3ASillabo.djvu&action=historysubmit&diff=518385&oldid=451958 così ho scritto], ma se così non fosse potresti gentilmente scrivere a cosa corrispondano le pagine 1 e 2 del testo? - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 07:34, 8 mar 2010 (CET) :Ciao! La tua supposizione è corretta. Le pagine 1 e 2 nell'originale sono di copertina. Ne approfitto per segnalarti un problema successivo al passaggio di Alebot: nel testo [[Rito ed uso delle cere sagre volgarmente chiamate Agnus Dei]] la prima riga della parte latina, inclusa nel tag <nowiki><poem></nowiki>, rientra mentre nell'originale no. Ho fatto alcuni tentativi ma non sono riuscita a ovviare al problema. Come si può fare? Altro problema: nel testo dell'enciclica [[Con quanta cura (enciclica) - Sillabo/Con quanta cura|Con quanta cura]] adesso il testo è sovrapposto ai link laterali per le riproduzioni delle pagine. Stesso problema nei testi compresi in [[Discorsi della Società Nazionale per la Confederazione Italiana]]. Come mai? Altro problema diffuso: come mai nelle parti di testo che dovrebbero essere centrate il testo è leggermente spostato verso destra? Come si può aggiustare questo problema? E come mai, per converso, nel riquadro del titolo di pagine [[Carme dedicato a Filippo Artico, vescovo di Asti|come questa]], il titolo risulta fastidiosamente decentrato verso sinistra? Grazie in anticipo per le pazienti risposte! Ciao! - [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 19:13, 11 mar 2010 (CET) ::Una risposta alla volta: ::1) un bug noto: se il tag poem (come ogni nuovo paragrafo) ha un rientro di prima riga, per evitarlo è necessario inserire ''uno spazio'' tra il tag e il caporiga, in questo modo: <pre><poem>[spazio tipografico] Inizio testo poetico che non viene indentato </pre> ::2) la centratura dei div a volte confligge con il sopracitato rientro di prima riga, ma sfortunatamente non ho ancora capito bene come neutralizzare tale rientro. Per aggiustare si può aggiustare, ma non ho ancora capito come. ::3) e 4) il [[Template:Intestazione]] unificato che sta sostituendo le varie intestazioni dei progetti è tuttora in fase di test, e quelli che vedi sono effetti indesiderati che non dovrebbero rimanere a lungo. In ogni caso conto che Alex, che ci sta lavorando sopra, li risolva in tempi brevi. :::Grazie per le spiegazioni! ^__^ A presto! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 00:03, 12 mar 2010 (CET) :::: Evocato, eccomi qui. Grazie di aver scovato "il bug maximo", quello che impedisce che il testo venga reso in una colonna di giusta larghezza. Temo che mi causerà delle belle cefalee... i primi test sono veramente sconfortanti. E' insidioso, maligno e non ho ancora capito il suo strano comportamento. Sarà la mia sola preoccupazione, finchè non lo risolvo. :-( --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 09:03, 12 mar 2010 (CET) ::::: Beccato. MOLTO malefico.... :-) vado a integrare [[Aiuto:ParserFunctions]]--[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 10:16, 12 mar 2010 (CET) == Problemi con Indice == Ho ''tentato'' di impostare la pagina Indice di [[Indice:Pio IX - Lettera di Giuseppe Mazzini al clero italiano.djvu|questo testo]], ma continuo ad avere un "Errore: file non presente" nella sezione "Pagine dell'edizione". Non so più cosa fare... Aiuto!! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 10:53, 7 apr 2010 (CEST) : Risolto. Su commons la parola "lettera" nel titolo aveva l'iniziale minuscola, la pagina indice qui l'aveva maiuscola. Ho ricaricato il file su Commons con l'iniziale maiuscola e il problema si è risolto. : Una prossima volta se desideri una pronta risposta non "scriverti" sulla tua pagina di discussione, ma rivolgiti a un bar tematico come [[Discussioni progetto:Trascrizioni|questo]] o chiedi a un amministratore come [[Utente:Xavier121|Xavier121]] che si occupi di trascrizioni. (εΔω sloggato). 11:48, 7 apr 2010 (CEST) ::Grazie per l'aiuto! ^__^ A presto! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 18:58, 7 apr 2010 (CEST) == Pagine discussione e Alebot == caro Cinnamologus, prova a NON creare la pagina di discussione nelle nuove sottopagine; ho attivato [[Utente:Alebot]] e - in teoria - dovrebbe farlo lui in modo automatico. Il bot dà un'occhiata alla presenza di eventuali nuove sottopagine ogni mezz'ora circa. Se entro un'ora non vedi le pagine di discussione comparire, vuol dire che non funziona... :-( Il bot NON è sempre attivo, la cosa è sperimentale e gira sul mio pc di casa, in teoria il suo stato è riportato qui: [[Utente:Alebot/Stato]] --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 09:33, 8 apr 2010 (CEST) :Mannaggia... Ho finito adesso di inserirli... [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 09:37, 8 apr 2010 (CEST) :: Non mancheranno altre occasioni. Alebot ha fatto in tempo ad acchiapparne una: [[Discussione:Pio IX - Lettera di Giuseppe Mazzini al clero italiano/4]] :-) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 10:12, 8 apr 2010 (CEST) == Preghiera == Qualcuno potrebbe gentilmente rispondere alla [[Discussione:Regno di Sardegna - Decreto 14 marzo 1821 (Carlo Alberto)|domanda formulata qui]]? Grazie per la gentilezza! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 15:34, 25 ago 2010 (CEST) == Desiderata == Caro Cinnamologus, dato che sei nel settore, ti vorrei richiedere due opere, se le trovi e se ne hai voglia: mi piacerebbe infatti avere su Source una versione attendibile delle 95 tesi di Lutero, e, tesoro dei tesori, un Indice dei libri proibiti dall'inquisizione. Di Lutero infatti c'è solo la versione nella [http://la.wikisource.org/wiki/95_Theses Wikisource latina], ed in rete trovo sempre la stessa versione ma senza mai avere una fonte. L'Indice, bhè, se ne trovi uno sarebbe un bel colpo. Grazie mille comunque, e ricordati che sono solo ''desiderata'', non c'è nessunissima fretta. A presto. --[[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 12:12, 28 ago 2010 (CEST) == Giocare con link e Pt == Ho "giocato" un po' con link, ancore e Pt su [[Pagina:Non più illusioni (Carpi).djvu/43]]. Il trucco non è ancora completato ma ci manca poco; dopodichè la pagina può essere transclusa con tutti i link funzionanti sia in ns0 che in nsPagina. Spero non ti dispiaccia... non ho resistito. :-) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 16:35, 2 nov 2010 (CET) :Dispiacermi? Scherzi? Ne sono felicissimo! Anche perché io ci avrei messo una vita a fare tutto quel lavoro... ^__^ Grazie!! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 17:54, 2 nov 2010 (CET) == Compitino, se mi è concesso == Caro Cinnamologus, se mi concedi il privilegio avrei un lavorettino da commissionarti supponendo che la tua competenza settoriale sia notevole:<br /> è da molto tempo che sto pensando a come valorizzare la scadenza del centocinquantenario dell'unità d'Italia qui su it.source, e qualcosa mi bolle in mente (per dirla tutta avrei in mente un portale sulla falsariga di quelli già presenti). quello che mi manca è un elenco di testi ''irrinunciabili'' e un censimento di quelli già presenti ce possano apparire in bella vista. Per la seconda mancanza posso anche muovermi autonomamente, ma per la prima ho bisogno di un esperto come te (io posso intuire qualcosa a livello di letteratura e a dirla tutta i libri di scuola hanno da tempo emesso un giudizio assai negativo sulla cosiddetta letteratura risorgimentale cosicché si trova molta critica ma pochi testi): in particolare noto che hai confidenza con testi di decreti e atti dei Savoia, e mi piacerebbe capire quali ''documenta ecclesiae'' possano costituire un contributo prezioso a dare il quadro del complesso intreccio di quegli anni. Con una lista di opere da cercare (o già trovate ma da caricare) il lavoro successivo risulterebbe assai più spedito. nella mia folle immaginazione penso che la prospettiva di far conoscere testi non normalmente facili da reperire possa attrarre un gran numero di lettori/trascrittori/rilettori o comunque possibili collaboratori. ti ringrazio in anticipo per qualunque risposta. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 16:08, 18 dic 2010 (CET) :Caro &epsilon;&Delta;&omega;, :sono veramente felice di apprendere dell'intenzione di creare un portale dedicato a Risorgimento e Unità d'Italia. :Ovviamente anch'io nell'ultimo anno ho pensato a testi relativi all'unità d'Italia da inserire qui, ma gli archivi parrocchiali in cui "bazzico" sono particolarmente avari in proposito. Ma per la Diocesi di Asti gli anni 1959-1961 non sono stati un periodo particolarmente felice. Il vescovo [[Autore:Filippo Artico|Artico]] si era ritirato a Roma, lasciando l'amministrazione della Diocesi al vicario generale Pietro Gardini, e sarebbe morto alla fine del 1959. Sarebbe seguita una lunga vacanza della Sede vescovile (8 anni) durante la quale l'amministrazione della Diocesi venne affidata al vicario generale capitolare Antonio Vitaliano Sossi. Il carteggio tra Curia capitolare e parrocchie di questo periodo non è particolarmente interessante, assolutamente non paragonabile alle circolari e pastorali di Artico in occasione della Prima Guerra d'Indipendenza. :Per quanto riguarda invece la documentazione sabauda andrò a controllare in Archivio di Stato e in qualche archivio comunale e ti farò sapere. :Aggiungo che nell'imminente 2011 ricorreranno anche i 190 anni dei moti piemontesi del 1821 e a questo riguardo ho già diversi rari documenti scansionati e fotografati che ho intenzione di caricare e che andranno ad ampliare la Categoria [[:Categoria:Moti del 1820-1821|''Moti del 1820-1821'']] da me creata. Ciao! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 20:54, 18 dic 2010 (CET) == Il solito rompi... == Caro Cinnamologus, ormai l'hai capito, quando ti scrivo è perché c'è qualcosa che puoi fare meglio e più velocemente di me e che ti propongo. In questo caso si tratta di un lavoro abbastanza semplice, ma che riguardando testi di diritto legati al regno di Sardegna e d'Italia mi mettono in imbarazzo mentre sono per te una tipologia già ampiamente elaborata. Si tratta di [[Indice:Statuto fondamentale del regno.pdf]]: oltre allo [[Statuto albertino]] tale indice contiene una decina di altri documenti tra adecreti, regie patenti ecc. da proporre separatamente in Namespace principale. La trascrizione è già compiuta, dunque non si tratterebbe di altro se non di una intestazione e un tag &lt;pages index>. Se ti va di metterci le mani hai tutta la mia gratitudine (io mi sto occupando della stessa problematica per [[poesie greche]]). Se non ti va scrivimelo senza problemi, vorrà dire che in qualche modo me ne occuperò io. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 00:27, 31 gen 2011 (CET) :Caro &epsilon;&Delta;&omega;, :nessun problema ad occuparmene, ci mancherebbe! ^__^ Solo che in questo periodo sono un po' preso con il lavoro quindi non riesco a dedicarmi con regolarità a Wikisource, ma se non hai troppa fretta, ti confermo la mia disponibilità! Ciao! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 23:58, 1 feb 2011 (CET) == pagine bloccate == Ciao, prova adesso, dovrebbero essere sbloccate del tutto. [[User:Candalua|Candalùa]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 17:38, 14 feb 2011 (CET) :Sì, sono riuscito ad accedere alla pagina di modifica! Grazie! Ciao, [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 17:39, 14 feb 2011 (CET) == Segnalazione testo == Mi permetto di segnalarti [[Discussioni autore:Santorre di Santarosa|questo testo]]. Lunghetto ma interessante per il tuo lavoro sui moti del 1820-21 che sto seguendo con interesse e apprezzamento. Ciao, --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 13:42, 19 feb 2011 (CET) == Sei stato "nominato" :) == [[Wikisource:Amministratori/Candidati]] --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 13:08, 22 mar 2011 (CET) == {{Utente:L0ll0/Re|2011.4|Modifiche}} == Ciao,<br /> quei due a capo in più si creano nella zona invisibile dove solo i bot (di solito e giustamente! XD) hanno accesso. Il metodo che ho trovato è molto rozzo, ma rapido. Quando clicchi su "Modifica" al javascript occorre qualche secondo per caricare l'editor e nascondere il nascondibile. Se sei abbastanza veloce da cliccare il tasto "Interrompi il caricamento della pagina" del browser (almeno in Firefox si chiama così, in explorer non so... ma la <span style="color:red">'''X'''</span> rossa tanto per capirci ;) avrai già la casella di input, seppure senza editor, ma con le cose nascoste messe a nudo e potrai togliere le due righe prima di <samp><nowiki></noinclude><span class="SAL">37,3,Cinnamologus</span>{{Colonna}}</nowiki></samp> e poi salvare! =)<br /> N.B.: Appunto perché pensata e costruita solo per i bot è bene fare il minimo indispensabile nella "zona di nessuno"... Quando io ho tolto quelle due righe ho sudato freddo pensando che Alex e Candalùa avrebbero potuto rincorrermi per mezza Italia se avessi fatto casini! =P--[[User:L0ll0|L0ll0]] ([[User talk:L0ll0|disc.]]) 11:28, 2 apr 2011 (CEST) ==Congratulazioni!== {{ambox | tipo = avviso | immagine = {{#switch:si |si = [[Image:Face-grin.svg|40px]] |no = [[Image:Face-sad.svg|40px]] }} | immagine a destra = | stile = | testo = {{#switch:si |si = Ciao {{PAGENAME}}, le elezioni si sono chiuse e ti comunico che con 9 voti favorevoli, 0 contrari e 1 astenuti '''sei diventato [[Wikisource:Amministratori|amministratore]] di [[Wikisource:Wikisource|it.wikisource]]!'''<br /> Mentre brindiamo per il nuovo admin, ti segnalo la [[Wikisource:Amministratori/Procedure|pagina con le procedure]] riservate agli amministratori dove troverai le spiegazioni su come usare le funzioni aggiuntive che ti sono state attivate.<br /> Complimenti e ricordati che sei un punto di riferimento per i nuovi utenti. |no = Ciao {{PAGENAME}}, le elezioni si sono chiuse e ti comunico che con 9 voti favorevoli, 0 contrari e 1 astenuti '''non sei diventato [[Wikisource:Amministratori|amministratore]] di [[Wikisource:Wikisource|it.wikisource]]'''.<br /> Potrai candidarti (o essere candidato) nuovamente fra 3 mesi. }} }} - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 19:59, 5 apr 2011 (CEST) == RE: piccola modifica == Scusa e grazie della dritta...buona continuazione! [[User:Andreagoo8|Ανδρέα #8]] ([[User talk:Andreagoo8|disc.]]) 14:46, 15 apr 2011 (CEST) == I template "inizio-fine" == Ti spiego qui la questione della sintassi alternativa di Centrato, e più in generale i vantaggi "inizio-fine". Un markup "ben conformato" per rappesentare un testo formattato ha innanzitutto una caratteristica: è sempre possibile, per caratteristiche intrinseche del codice così com'è, in basead alcune semplici regole generali, distinguere quello che è ''testo'' e quello che è ''formato'' o comunque altro "non-testo". Disgraziatamente, la sintassi wiki non è "ben conformata". In particolare, il testo racchiuso in un template (i parametri) possono essere testo oppure non-testo, e non c'è modo di saperlo altro che eseguendo il parsing completo del codice del template. Quando Edo mi ha incoraggiato a affrontare il problema della conversione degli apostrofi da dattilografici a tipografici, si è presentato il problema. Convertire tutti i ' con ’ è una banalità, ma.... andavano sostituiti esclusivamente quelli nel testo e non quelli nel non-testo. E' stato solo il primo caso di una lunga serie di casi analoghi. Il parser stesso, all'interno della chiamata a un template, ha difficoltà nel riconoscere il testo dei parametri dal codice della chiamata al template (ed è questo il motivo dell'invenzione del template {{tl|!}} per rappresentare il carattere | ). Spezzare in due Centrato (suddividendolo in un "pezzo iniziale" e in un "pezzo finale") consente di netere il testo da centrare ''fuori'' dal template: infatti non viene passato al template come parametro. Confronta infatti: <pre>{{centrato|testo da centrare}}</pre> <pre>{{centrato}}testo da centrare</div></pre> Su en.source, dove si sacrifica la compattezza del codice in favore della leggibilità e chiarezza, sarebbero stati creati tre template: {{tl|Centrato}} per la sintassi "normale", {{tl|Centrato inizio}} e {{tl|Centrato fine}} per quella "ben conformata". Io invece, inizialmente a uso personale, ho preferito scrivere i due comportamenti alternativi all'interno del codice di un unico template {{tl|Centrato}}. Se viene passato un parametro <nowiki>{{{1}}}</nowiki>, il template si comporta in maniera tradizionale (apre un div, scrive il testo del parametro, chiude il div); se il template NON viene passato, apre il div e basta (il div va poi chiuso manualmente a fine testo da centrare). Ecco come è nata l'idea. Ricordo che ero impazzito per capire perché questo codice non funzionava: <pre>{{Centrato|<span style="font-size:2em">prova testo centrato font 2em</span>}}</pre> e infatti il risultato frustrante è: {{Centrato|<span style="font-size:2em">prova testo centrato font 2em</span>}} </div> mentre invece con la sintassi alternativa: <pre>{{Centrato}}<span style="font-size:2em">prova testo centrato font 2em</span></div></pre> il risultato è: {{Centrato}}<span style="font-size:2em">prova testo centrato font 2em</span></div> Non so quanto tu sia pratico di queste questioni, se sei esperto ho scritto troppo, e con troppe ovvietà; abbi pazienza. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 22:32, 1 mag 2011 (CEST) == Filologismi, filosofismi o solo "sofismi"? == Caro Cinnamologus, nel dare un'occhiata al Santorre di Santarosa ho notato un <nowiki>{{Pt|abbandonnato|abbandonato}}</nowiki>. Non ho corretto nulla ma mi si è accesa una lampadina: a mio modesto parere non si tratterebbe di un refuso tipografico quanto piuttosto di un gallicismo (''donner''--> "dare"), e ho il sensato dubbio che l'autore (che se non erro aveva una dimestichezza molto avanzata con il francese) fosse cosciente nello scrivere tale forma, giusta o sbagliata che fosse per noi o per lui. In conclusione, anche se non posso scommetterci la testa, sarei propenso a togliere il Pt e a mantenere il supposto refuso come documento di una possibile variante in bocca ai bilingui italo-francesi (anche il Manzoni non è estraneo a simili vezzi oggi decaduti, persino nel suo pur sorvegliatissimo romanzo storico). Se nella tua lettura e trascrizione di testi savoiardi avessi trovato altre attestazioni di questi ''slips of the pen'', sentiti libero di togliere il Pt, altrimenti fa' conto che abbia voluto condividere uno dei mille e mille subbuglio linguistici che mi frullano nella mente nel corso della giornata :D - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 20:31, 7 mag 2011 (CEST) == sostituzione pt == Caro Cinnamologus, il codice <nowiki><noinclude>{{pt|1|2}}</noinclude></nowiki> è ultimamente contraddittorio: con il noinclude si chiede di escludere dalla transclusione ciò che è tra i tag, mentre con pt si chiede che in transclusione appaia qualcosa di diverso tra nsPagina e ns0: che senso ha quest'ultimo obiettivo se, data la presenza dei tag noinclude, qualunque cosa si ponga nel template pt essa non verrà mostrata nel testo transcluso? Io non ce ne vedo. Riguardo alla mia sostituzione del pt con il semplice noinclude e non con il semplice pt non ci sono particolari filosofie, quanto piuttosto il seguente ragionamento: *Data una parola divisa tra due pagine in due tronconi *Se da due tronconi due Pt originano come testo alternativo due parole intere, una di esse è pleonastica *Dunque preferisco che una sola sia la parola intera originata dal pt **Inizialmente ponevo il pt al primo troncone e ponevo il secondo troncone tra noinclude, **Oggi invece a seguito del lavoro di trascrizione "bruto" preferisco cassare dalla transclusione il primo troncone, ed esplicitare nella pagina successiva quello che nella pagina precedente era iniziato: In sede di validazione delle pagine è miglior pratica proporre al rilettore di tornare indietro dove probabilmente ha già riletto piuttosto che farlo andare alla pagina successiva magari prima di aver finito di validare la pagina su cui sta lavorando. Tutto qui. Nulla impedisce di porre prima Pt e poi noinclude, o prima noinclude e poi pt oppure pt in ambo le pagine, dato che alla fine il risultato in ns0 non cambia; io ho semplicemente scelto la modalità che a mio avviso si attagli meglio alla correzione e alla validazione. Sono ben contento di condividere le mie idee con te, dato che probabilmente hai una visione del problema diversa e una via alla soluzione che sicuramente non saprei ricostruire e che quindi potrebbe essere maggiormente desiderabile della mia (il fatto che abbia cambiato ''modus operandi'' è dovuto a uno scambio consimile con alex). - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 2 1:12, 12 mag 2011 (CEST) :Scusate se intervengo ma si parla di una cosa molto importante. :* il ''modus'' di Edo pare abbastanza razionale, ma noi abbiamo fatto sempre l'altro :* non capisco perchè vanno bene due pt (se non che in uno dei due si lascia un parametro vuoto) :Questa cosa bisognerebbe standardizzarla nel modo più semplice possibile per i nuovi utenti. Non è per niente facile da capire. [[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 23:05, 12 mag 2011 (CEST) == Una passeggiata == Caro Cinnamologus, ti scrivo per congratularmi con te per la trascrizione di [[Regno di Sardegna - Regolamento misurazioni territoriali 5 dicembre 1775]]: la rilettura di sei pagine è stata praticamente un percorso netto da errori, e ti dirò che mi sono spesso soffermato sui moltissimi possibili inciampi dovuti a grafie locali o settecentesche, usi sintattici "avventurosi" o lessico più o meno settoriale (ho scoperto cosa siano le [[w:bealera|bealere]] ma non cosa siano le ''sciostre''): hai sempre evitato con acribia ogni trappola! Magari fossero tutte così lisce le riletture. Se mi concedi un minirichiamo, ogni tanto di' la tua al bar e, se ti va, non mancar di salutare i nuovi utenti o di tutorare i novellini più volonterosi. Ti ringrazio in anticipo. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 20:37, 9 giu 2011 (CEST) :Caro &epsilon;&Delta;&omega;,<br /> :grazie per i complimenti! Sono veramente lusingato dal tuo apprezzamento per il mio lavoro su quel Regolamento. Non so se nel frattempo hai fatto qualche ricerca su internet, comunque le ''sciostre'' sono semplicemente dei magazzini. La parola è "importata" dal dialetto lombardo (in piemontese non mi risulta ci siano parole somiglianti). :Ti concedo il "minirichiamo", io stesso me ne rendo conto, ma purtroppo di qui fino a fine settembre la mia ''real-life'' sarà incasinatissima: a settembre infatti sosterrò l'esame presso la Scuola di Archivistica dell'Archivio di Stato di Torino, e quindi dovrò rimettermi a studiare... Mentre ci sono ne approfitto per farti due domande "tecniche": 1) come si fa a sapere chi si è appena iscritto a 'Source? 2) Come si fa a monitorare l'attività dei nuovi arrivati (e quindi ad aiutarli in caso di difficoltà)? Probabilmente si tratta di domande di una banalità mostruosa, ma non sono mai riuscito a capire... ^.^ Grazie! Ciao, [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 23:56, 10 giu 2011 (CEST) ::Nessun problema. Quando hai un attimo di tempo comincia a dare una passata alle ''[[Speciale:pagineSpeciali|pagine speciali]]'', da cui ricaverai una luuunga serie di accessi a informazioni sulle attività del progetto: tutto pubblico e nulla che non sia accessibile a chiunque, ma dedicato a chi appunto è utente di lungo corso. ::1) Per avere in tempo reale le nuove iscrizioni ecco il link: http://it.wikisource.org/w/index.php?title=Speciale%3ARegistri&type=newusers ::<samp>si è appena registrato</samp> indica che l'utente ha effettuato il processo di registrazione del proprio username su questo sito, mentre <samp>Account creato automaticamente</samp> indica che l'utente si è registrato su un altro progetto WikiMedia, ma che passando da questo progetto ha esteso automaticamente tale registrazione su di esso. Nel primo caso l'utente è conscio di quello che sta facendo e ''deve'' essere salutato assolutamente perché capisca che non è solo o inosservato, mentre nel secondo caso l'utente potrebbe non sapere che il suo passaggio è stato registrato, e potrebbe essere passato di qui di striscio o casualmente: io consiglierei di salutarlo lo stesso perché quando ricompaia, magari meno casualmente, sappia che non è stato trascurato. ::2) per monitorare l'attività dei nuovi utenti (almeno finché questo progetto ha un'attività relativamente gestibile con ritmi umani) basta tenere periodicamente d'occhio le [[Speciale:UltimeModifiche|Ultime modifiche]] (in gergo wiki l'abbreviazione è <samp>RC</samp>) dove è possibile selezionare un sacco di opzioni per sceverare cosa mettere in evidenza. Se la sorveglianza delle RC diventa un'abitudine (e per te dovrebbe diventarlo) comincerai ad acquisire alcuni automatismi come ::# distinguere le modifiche per namespace (chi mette le mani nelle pagine di aiuto? di cosa si discute nei bar? vuoi vedere che un utente ha risposto al mio messaggio nella sua pagina utente invece che nella mia? ecc.) ::# distinguere le modifiche anonime da quelle degli utenti registrati ::# distinguere "i soliti quattro gatti mianiaci del lavoro sporco" dai "nuovi utenti" ::# ecc. ecc. che non sto a descriverti perché lo scoprirai da solo: quelli che ti ho elencato sono gli aspetti meno complessi del lavoro di pattugliamento. ::tieni conto che di ogni utente (e anche di ogni IP) puoi ricavare in un attimo sia [[Speciale:Contributi/Cinnamologus|i contributi su questo progetto]] (anche [[Speciale:ContributiCancellati/Cinnamologus|quelli cancellati]]), sia [http://toolserver.org/~luxo/contributions/contributions.php?user=Cinnamologus&blocks=true&lang=it su altri progetti], e molto altro che diventa fondamentale per distinguere utenti comuni, utenti attivissimi su un progetto ma nuovi arrivati sul nostro, utenti bloccati altrove che cercano una nuova vita da noi ecc. ecc. ::N.B. Qui nessuno è nato maestro dunque non esitare a domandare. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 10:11, 11 giu 2011 (CEST) :::Wow, grazie per la spiegazione!! Ciao, [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 12:35, 11 giu 2011 (CEST) == Chiudiamo l'anello == Caro Cinnamologus, dato che l'adattamento dei tuoi testi alla procedura proofread l'ho compiuto io fino al SAL 75% mi è preclusa la tappa conclusiva della validazione.... ma ''a te no''! Dato che io non ho fatto altro che copincollare quello che avevi precedentemente inserito in namespace principale, di fatto non avresti che da controllare che io non abbia compiuto errori materiali nel processo di adattamento, e che per caso non ti sia sfuggito qualche errore di battitura (ma già nella precedente passata non ne avevo notati). - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 13:03, 18 giu 2011 (CEST) :Accidenti! È vero! Non ci avevo pensato... Scusa... Ciao! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 17:25, 19 giu 2011 (CEST) == Bibbia == Grazie per la segnalazione dell'errore del link della Collegiata San Secondo. Ma rivedendo la [[Pagina:Carme dedicato a Filippo Artico, vescovo di Asti.pdf/24|stessa pagina]] mi è venuto in mente una cosa che al momento avevo tralasciato. Non abbiamo un metodo standard per puntare alla bibbia, ai vangeli ed altri libri religiosi? Nella nota 14, ad esempio, potrei puntare a [[Sacra_Bibbia_(riveduta_Luzzi_1925)/Nuovo_Testamento/Vangeli/Vangelo_secondo_Matteo/capitolo_10#capitolo_10_versetto19|questa pagina]], ma esistono altre versioni e in futuro potrebbero essercene ancora altre. --[[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 09:56, 29 giu 2011 (CEST) == Robe da amministratore == Caro Cinnamologus, in quanto amministratori abbiamo uno strumento da usare: la protezione delle pagine. Quando un testo raggiunge lo stato di Edizioni Wikisource le sue pagine vanno "semiprotette", cioè ne va impedita la modifica agli IP e agli iscritti da meno di quattro giorni. Nel tuo menu è presente una linguetta "proteggi" che ti porta a una pagina in cui impostare tale protezione. Siccome questo è un lavoro deputato agli amministratori non possiamo chiedere ad altri di farlo ;D. Ho notato che hai completato una rilettura e ho ritenuto che questo sia il momento perché impari anche questa incompensa (a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità :D). Se non avessi capito chiedimi. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 07:39, 9 lug 2011 (CEST) == Serve il tuo parere == Caro Cinnamologus, scusa se ti rompo, ma rispetto alla [[Wikisource:Bar#È ora di pensare agli amministratori inattivi|questione degli admin inattivi]] prima di muovermi vorrei che tutti gli utenti attivi si esprimessero, anche senza aggiungere qualcosa di originale: ribadire quanto già espresso da altri rafforza la presa di consenso, obiettare su qualche punto permette alla discussione di avanzare e di non dare nulla per scontato su un argomento così importante. Ti ringrazio per il tempo che ci dedicherai. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 23:36, 24 ott 2011 (CEST) :{{fatto}} --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 00:50, 25 ott 2011 (CEST) == Ebraico in Leopardi == Caro Cinnamologus, abbiamo incontrato una [[Pagina:Zibaldone_di_pensieri_II.djvu/251|pagina di Zibaldone con caratteri ebraici]] da decifrare. Potresti per favore darle un'occhiata? grazie. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 18:40, 3 dic 2011 (CET) == Testo ebraico == La [[:Categoria:Testo ebraico da controllare]] si è ripopolata (una sola parola in una pagina). Grazie! --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 09:15, 11 dic 2011 (CET) :{{fatto}} --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 14:36, 11 dic 2011 (CET) == I martiri della libertà italiana dal 1794 al 1848 == Sempre in ambito 150esimo ti segnalo un testo risorgimentale. Ti può interessare per una trascrizione? http://www.archive.org/details/imartiridellali01vanngoog Ciao, --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 18:05, 2 gen 2012 (CET) == Nuovo testo in caratteri ebraici == Caro Cinnamologus, la [[:categoria:Testo ebraico da controllare]] si è ripopolata, hai l'occasione per mandare a SAL 75% il volume III dello Zibaldone '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 01:02, 21 ott 2012 (CEST) :{{fatto}}. Grazie per la segnalazione. Purtroppo, causa lavoro, mi resta pochissimo tempo libero, ma quando ho un ritaglio di tempo qualche lavoretto su 'Source lo faccio volentieri. --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 12:31, 23 ott 2012 (CEST) :: Grazie anche da parte mia! Ho scopiazzato il codice usandolo per singoli caratteri trovati in [[Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/233|Ziba IV]]. Approfondirò la questione della direzione di scrittura che mi ha sorpreso assai.... ;-) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 09:01, 25 ott 2012 (CEST) ==Trascrizioni inverse== Ciao Cinnamologus, recentemente ho curato la trascrizione inversa di [[Rito ed uso delle cere sagre volgarmente chiamate Agnus Dei]] partendo dal documento scansionato e da te pubblicato su Commons (spero, tra l'altro, di aver fatto un buon lavoro). L'ho trovato partendo dalla Categoria:Fonte cartacea presente, dove ho trovato anche [[Regno di Sardegna - Patenti 26 aprile 1821|questo]] e [[Siccome nella Visita Pastorale|quest'altro]] testo, dei quali tu hai curato la trascrizione partendo dal documento scansionato e caricato su Scribd. Se puoi caricarli su Commons, mi occuperei volentieri della tascrizione inversa. Saluti,--[[User:Federicor|Federicor]] ([[User talk:Federicor|disc.]]) 19:19, 21 ott 2012 (CEST) :Ti ringrazio per il lavoro su [[Rito ed uso delle cere sagre volgarmente chiamate Agnus Dei]]! In questo periodo ho pochissimo tempo per tornare sui vecchi documenti, ma quando avrò più tempo provvederò a caricare su Commons le scansioni che mi hai segnalato. Grazie! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 12:35, 23 ott 2012 (CEST) :::Benissimo, nel frattempo buon lavoro! Ciao,--[[User:Federicor|Federicor]] ([[User talk:Federicor|disc.]]) 15:23, 23 ott 2012 (CEST) ==Può interessarti?== Ciao, guarda [http://it.wikipedia.org/wiki/File:Articodocumento.jpg questo] documento di Filippo Artico che ho trovato su Pedia. Ti può interessare la sua trascrizione?--[[User:Federicor|Federicor]] ([[User talk:Federicor|disc.]]) 16:15, 11 feb 2013 (CET) :Grazie per la segnalazione. Conoscevo questo documento, ma sinceramente la sua trascrizione non mi entusiasma molto: vuoi per le correzioni manoscritte decisamente dubbie, vuoi perché il documento stesso non è particolarmente significativo. Sarebbe più interessante trovare e trascrivere i documenti papali e vescovili che cita... Ciao! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 18:41, 11 feb 2013 (CET) ==Inattività== Caro Cinnamologus, le linee guida della comunità [[Wikisource:Amministratori#Come_si_smette_di_essere_amministratore|definiscono come inattivo un amministratore che manchi dal progetto da almeno un anno]]. Se leggi questo avviso facci sapere se hai intenzione di tornare a impegnarti in questo nostro progetto <u>come amministratore</u>. In caso di mancata risposta entro tre giorni revocheremo il tuo accesso come amministratore. Questo peraltro non ti impedirà minimamente di continuare a contribuire come utente con la qualità che ti ha sempre contraddistinto. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 17:52, 22 set 2014 (CEST) == Bentornato! == Caro Cinnamologus! Che piacere ritrovarti in azione dopo quasi sette anni! Spero che tu stia continuando a divertirti nel nostro progetto: buon Alfieri! - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 17:37, 1 mag 2020 (CEST) :Caro Edo, ti ringrazio! Per cause lavorative ho dovuto lasciare Wikisource. Ora causa Covid-19 ho un po' di tempo libero in più nell'attesa di riprendere, per cui finché posso mi diletterò con Alfieri! ;D [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 18:30, 1 mag 2020 (CEST) == Reperimento fonte cartacea == Ciao, ho visto che tempo fa avevi caricato il testo [[Siccome nella Visita Pastorale]], senza fonte cartacea su Wikisource ma con un link che punta alla scansione su Scribd. Purtroppo quel link non funziona più, per caso sei in possesso della scansione in PDF, così da poterla caricare su Commons e creare l'indice qui su Wikisource? Ciao,--[[User:Federicor|Federicor]] ([[User talk:Federicor|disc.]]) 11:22, 5 mag 2020 (CEST) : Ciao {{ping|Federicor}}, ho caricato il djvu su [[commons:File:Siccome nella Visita Pastorale.djvu|Commons]]. Spero possa andare bene! A presto, [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 16:11, 5 mag 2020 (CEST) ::Ciao {{ping|Cinnamologus}}, grazie! Ora provo a costruire l'indice. A presto,--[[User:Federicor|Federicor]] ([[User talk:Federicor|disc.]]) 17:50, 5 mag 2020 (CEST) == teatro6.css == Ecco com'era pensato teatro6.css, gli asterischi e la crocetta li avevo già incontrati e avevo tentata una soluzione. Ma non mi orientavo più nel codice, perchè quel codice.... non esisteva più. ;-) ;test poem: {{ts|teatro6}} <poem style="position:relative"> #primo verso *secondo verso terzo verso </poem> --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 22:16, 21 lug 2020 (CEST) : {{ping|Alex brollo}} Ho letto al bar e qui le tue indicazioni: confesso che mi riesce un po' difficile star dietro a queste questioni di codice... Prima ho provato a modificare [[Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie postume, 1947 – BEIC 1726528.djvu/28|questa pagina]] togliendo il codice <code>s=si</code> dall'intestazione e mi sembra che la cosa funzioni bene sia in NsPagina che in Ns0... Posso farlo anche in tutte le altre pagine? Ho provato a fare così perché in NsPagina gli asterischi restavano molto staccati dalla colonna di testo... Fammi sapere! Ciao, --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 12:54, 22 lug 2020 (CEST) :: Non preoccuparti, confesso anch'io la stessa difficoltà.... anche se è opera mia :-(. :: Ho continuato la discussione qui perchè stava diventando pesante per il Bar. In teoria, il s=si in RigaIntestazione non produce il minimo effetto, se nel campo Css della pagina Indice non c'è il nome di un templatestyle; significa semplicemente "applica su questa pagina il css indicato in pagina Indice". Però, se è inutile, crea confusione in chi rilegge. Bisogna però eliminare anche le altre chiamate, in genere fatte con il tl|Ts, in nsPagina (in teoria, solo nella pagina corrispondente allì'inizio di un atto) o in ns0. :: L'importate è controllare, per ogni modifica, l'effetto che fa in ns0. Faccio un "giro delle tragedie" per vedere come siamo. :: Quanto alla storia del codice, le Tragedie erano state formattate per usare SOLO templatestyle (teatro6.css) SENZA poem t; i problemi sono emersi usando sia questo che quello. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 13:45, 22 lug 2020 (CEST) ::: {{ping|Alex brollo}} Ho finito la rilettura di "Antonio e Cleopatra": mi sembra che funzioni tutto come impaginazione! :) --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 17:56, 22 lug 2020 (CEST) :::: benissimo! E grazie di aver segnalato la cosa, senza la segnalazione mi sarei dimenticato di tutto :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 19:15, 22 lug 2020 (CEST) == Domande su wikidata (per wikisource) == Ti secca se uso questa discussione per domande su wikidata, orientato a wikisource? Premetto che sto studiando i link che mi hai dato ma un aiutino mi servirà. # penso che una delle difficoltò sia quella di dover predisporre ulteriori elementi per poterne caricare uno (es. l'editore deve avere un suo elemento); partirei proprio dalla sistemazione degli editori più frequenti. Ti pare sensato collegare gli elementi-editore alle nostre pagine Categoria tipo [[:Categoria:Libri pubblicati da Laterza]]? # hai visto che sto faticando con [[Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli (1920)]], e in questo caso, è corretto (anche se spaventoso...) considerare "opere" e quindi disporre di uno specifico elemento wikidata Opera per ciascun sonetto? # in generale, può avvenire che si debbano creare elementi che condividono gran parte delle proprietà. Esiste un gadget per "clonare" in un nuovo elemento le proprietà di un elemento di riferimento, naturalmente come passo intermedio per la correzione delle proprietà e link specifici? # uso un bot (BrolloBot) per compiti semplici, edit e creazione di pagine wikisource; mi definirei un "guidagtore di bot mediocre". Mi incoraggi a tentare di abilitare BrolloBot a wikidata, o è meglio che lasci perdere? E sono solo le prime domande.... :-) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 11:01, 3 ago 2020 (CEST) :Ciao, hai fatto benissimo a scrivermi qui! Così posso parlarti di un potenziale problema nell'architettura Wikisource-Wikidata. Ma andiamo con ordine, partendo con le tue domande. :# Concordo che l'elemento editore su Wikidata, per un sourciano, è veramente molto noioso... Uno degli obiettivi che mi sono proposto è quello di sistemare le pagine su Wikidata relative a tutti i testi che :avevo caricato su Source dal 2008 al 2013 e quando devo creare un elemento ''Editore'' per i testi settecenteschi mi moriva l'entusiasmo... Poi ho scoperto che, su opac.sbn.it, trovare i vari editore, normalizzare i nomi, e assegnargli un ''floruit'' era relativamente semplice. Trovo molto interessante che negli elementi ''Opera'' tu possa inserire la dizione precisa del nome dell'editore usando la proprietà "Citato come", quindi puoi avere un nome dell'editore chiaro senza rinunciare al modo in cui viene indicato sull'edizione. Mi sembra un'ottima cosa collegare elemento Editore alla relativa pagina Categoria su Source! così se qualcuno aggiunge nuove notizie sull'elemento, le ritrovi anche qui senza dover far nulla! :# Purtroppo sì! l'espressione "corretto (anche se spaventoso...)" esprime benissimo anche il mio sentimento di fronte alla mole di lavoro... :# Francamente non mi sono mai interessato a questo problema perché non mi è ancora capitato di dover fare edit "massivi"... Forse puoi trovare qualcosa qui: [[d:Wikidata:Tools/Edit_items]] :# Questa è l'unica domanda a cui non saprei proprio cosa rispondere... I bot per me restano qualcosa di molto "esoterico".. ;-D :Concludo sottoponendoti il dilemma di cui ti accennavo all'inizio. Nella logica Opera-Edizione su cui si fonda Wikidata per quanto riguarda le edizioni di testi c'è una falla. A rigor di logica per ogni pagina principale su Source in Ns0 dovrebbe esistere una pagina su Wikidata... In realtà ci sono dei casi in cui non è così semplice. Ti faccio un esempio che vale più di mille parole: :{| border="1" cellpadding="5" align="center" |width="250"| !width="250"|Pagina su Wikisource !width="250"|Elemento su Wikidata |- align="center" ! Opera letteraria/documento | [[Opera:Filippo (Alfieri)]] || [[d:Q3745063|Q3745063]] |- align="center" ! Edizione cartacea |[[Tragedie (Alfieri, 1946), Volume I]]||[[d:Q96988818|Q96988818]] |- align="center" ! Edizione Wikisource |[[Filippo (Alfieri, 1946)]] ||? |} :Come vedi, finché l'opera coincide ''interamente'' con l'edizione cartacea non ci sono problemi su Wikidata, ma quando l'opera viene estrapolata da un'opera omnia o da un'antologia mi trovo a dover creare un nuovo elemento con tutti i problemi ''logici'' che ciò comporta: il nuovo elemento sarà [[d:P31|''Istanza di'']]? Edizione? Edizione digitale? Perché di fatto questo è! Ma arrivati a questo punto ti renderai conto che dovrò indicare un collegamento con l'elemento ''Opera'' (e non ci sono problemi) e con l'elemento ''Edizione'' da cui è estrapolata (e qui ci sono problemi: come indico che questa edizione è estrapolata da un'altra? Uso la proprietà ''parte di'' (P361)?). Essendo un'edizione, la domanda è: come si definisce un'edizione Wikisource? Qual è la data di pubblicazione? Qual è il luogo di pubblicazione? Ti assicuro che per me, che sono nuovo a questi problemi, sono cose da far tremare i polsi... Fammi sapere che ne pensi! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 20:57, 3 ago 2020 (CEST) == Apostrofo == Ciao, Cinnamologus, a pag. 28 di "Lettera di Sacerdote Sanese (Anonimo)", a cosa serve questo template Pt (Esempio: un{{Pt|’| }}esempio, ed un{{Pt|’| }}appoggio)) che non rende visibile l'apostrofo che invece è ben visibile nel testo originario? --[[User:Eumolpo|Eumolpo]] ([[User talk:Eumolpo|disc.]]) 15:55, 20 set 2020 (CEST) : Ciao {{ping|Eumolpo}}, Per far sì che in Ns0 non ci fosse l'errore di apostrofo. All'epoca dell'edit di quella pagina non credo che esistesse già il template Ec. == E diamo una scossa a quei Galli! == MI piacerebbe avere un elenco dei testi scritti da Alfieri in francese tra quelli che hai trascritto: pensavo di trascluderli anche su fr.source. Sono tanti? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 19:58, 16 dic 2021 (CET) :Ciao @[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]], per il momento non c'è molto... Solo questi due epigrammi: [[Opera:Ce grand procès, à mon avis (Alfieri)|''Ce grand procès, à mon avis'']] e [[Opera:Cent soixante notables (Alfieri)|''Cent soixante notables'']]. Di non ancora pubblicato ci sono poi i ''Giornali'' degli anni 1774 e 1775 e lo scritto giovanile ''Esquisse du Jugement Universel'' (1773). Col tempo spero di riuscire a trascrivere anche quelli! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #26619C;">Cinnamologus</span>]] [[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #6ba3db;">(disc.)</span>]] 11:15, 17 dic 2021 (CET) == Catechismo maggiore di S. Pio X == Caro Cinnamologus, approfitto della tua fase di attività per lanciarti una domanda non scontata: da anni sto cercando per la rete un'edizione ''acconcia'' del ''[[Catechismo Maggiore]]'' di S. Pio X che abbiamo qui e che meriterebbe una veste più autorevole (leggasi ''interfaccia proofread''). Il titolo originale è diversoMi sembra perfino incredibile che né GoogleBook (su {{GB|stp0yBc0BQD4C}} c'è ma non è scaricabile) né Internet Archive (Su {{IA|compendio-della-dottrina-cristiana-di-s-pio-x-1905}} c'è ma è una trascrizione, non il libro) ci aiutino. Conosci qualche biblioteca o sito dove sia reperibile quel libro? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 12:02, 6 ago 2022 (CEST) :Ciao @[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]], purtroppo non mi risultano edizioni digitali del Catechismo, però se mi capita qualcosa di cartaceo per le mani terrò a mente la tua richiesta! Non mi sono dimenticato neanche di [[Indice:Sul rosario di Maria Vergine.djvu|questo]]: pensavo che sarei riuscito a trovarlo più facilmente, invece ne ho trovati tantissimi altri, tranne quello... --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #26619C;">Cinnamologus</span>]] [[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #6ba3db;">(disc.)</span>]] 12:28, 6 ago 2022 (CEST) == Rinvii orfani ma non inutili == Caro Cinnamologus, ho visto al tua operazione di orfanizzazione di ''[[Tra le sollecitudini]]'', ma in questo caso non ha senso cancellarlo: chiunque cerchi l'enciclica ''tra le sollecitudini'' la cercherà con questo titolo senza le aggiunte tra parentesi, dunque se noi terremo una copia di questa lettera con un titolo diverso è il caso che questo rinvio mandi ad essa, ma siccome noi abbiamo il titolo con le aggiunte tra parentesi (ma finché abbiamo un solo esemplre perché non titolarlo senza aggiunte?) è giusto che il rinvio mandi alla pagina opera corrispondente. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 07:06, 24 ago 2022 (CEST) 1neaatvzcdyartdb67lavmv82o1ekjj 3025954 3025953 2022-08-24T05:08:09Z OrbiliusMagister 129 /* Rinvii orfani ma non inutili */ wikitext text/x-wiki {{Benvenuto|firma=|mionome=OrbiliusMagister}} == Saluti e complimenti == Carissimo Cinnamologus, benvenuto e complimenti per il tuo ottimo inserimento. Non capita tutti i giorni un utente che fa un inserimento perfetto come te ;-). Volevo chiederti se per caso sei un wikipediano, oppure sei uno dei pochi che ha trovato le nostre pagine di aiuto ''utili e chiare'' ;-) grazie per lo splendido contributo! --[[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 12:25, 23 ott 2008 (CEST) : Grazie per i complimenti! Ho cominciato iscrivendomi a Wikipedia, ma i miei interventi sono stati marginali: più che altro correzioni. I progetti che mi interessano davvero sono '''Commons''' (dove ho curato la serie degli [[commons:Category:Bishops_of_Asti|stemmi dei vescovi di Asti]]) e '''Wikisource'''. Comunque senza le vostre pagine di aiuto non sarei riuscito a mettere on-line il testo. Questo è poco ma sicuro... Quindi: grazie! | <span style="font-family: Georgia, Times, serif; font-size: 12px; color: #963B3B">Cinnamologus</span> 17:00, 23 ott 2008 (CEST) ::''Sniff!'' sto lacrimando di gioia e commozione! Allora tutto il nostro lavoro sta cominciando a dar frutti! - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 18:33, 23 ott 2008 (CEST) == Nome dell'autore collettivo == Caro Cinnamologus, dalla sbirciata ''altrove'' ho intuito che hai una eccellente frequentazione di documenti storici, e questo spiega la tua perizia. Se poi mi accorgo che per te il latino è una lingua assai familiare vado in brodo di giuggiole. Ho bisogno dunque della tua competenza per capire se la dicitura "Vescovi della provincia ecclesiastica di Torino" sia la denominazione più corretta o se tali vescovi producessero documenti riunendosi in un organo dotato di nome specifico, come "conferenza episcopale della provincia ecclesiastica di Torino" o "concistoro..." o "congregazione", "assemblea". La mia domanda non è certo dettata da un sfiducia nelle tue competenze, quanto piuttosto da uno sguardo "ingenuo" di utente inesperto qual sono, preferendo anticipare obiezioni o difformità prima che queste riguardino un numero rilevante di pagine o creino un precedente vizioso. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 11:46, 24 ott 2008 (CEST) : Caro Orbilius, : dalla sbirciata ''altrove'' avrai anche capito che mi occupo di archivistica ecclesiastica per lavoro. Il problema che poni mi si è già presentato durante i lavori di riordino e inventariazione di vari archivi ecclesiastici perché atti prodotti da questo "organo" di vescovi riuniti se ne trovano molti. Ebbene, in tutti questi documenti i vescovi non usano mai (neanche in quelli novecenteschi) un termine specifico per definirsi come quelli elencati da te. Anche i partecipanti a queste riunioni non sono sempre solo quelli della provincia eccl. di Torino, a volte partecipano anche quelli della prov. eccl. di Vercelli, in alcuni casi ci sono lettere dell'episcopato subalpino riunito dove partecipano vescovi delle prov. eccl. di Torino, Vercelli e Genova. Per questa ragione mi sono attenuto alla loro denominazione usata nel doc. Se proprio dovessi fare una modifica indicherei l'autore come "Vescovi della provincia ecclesiastica di Torino riuniti". Suona malissimo ma è il più fedele ai documenti. Nei miei inventari questa congerie di documenti va nella serie "Documenti dell'episcopato riunito" voce che mi permette di creare varie unità a seconda dei vescovi coinvolti. Un'altra ipotesi di denominazione dell'autore per il doc. in questione potrebbe essere "Assemblea dei vescovi della provincia ecclesiastica di Torino": suona meglio ma "assemblea" è un termine che non viene mai usato nei documenti, quindi bisognerebbe spiegare che è una nostra attribuzione. --<span style="font-family: Georgia, Times, serif; font-size: 12px; color: #963B3B">Cinnamologus</span> 14:57, 24 ott 2008 (CEST) :: Non avevo dubbi che avresti risposto con cognizione di causa. Abbiamo soltanto messo ''per iscritto'' una risposta al dubbio che altri utenti si porranno, così non occorrerà ripeterla ogni volta. La denominazione resta com'è e se ne riparlerà nel caso in cui tu ritenga rilevante distinguere all'interno della medesima provincia ecclesiastica un'assemblea rispetto ad un'altra. Se lontanamente avessi tu volessi pubblicare testi latini sappi che su la.wikisource l'utente più esperto è amministratore anche qui, e si tratta di [[Utente:Accurimbono|Accurimbono]]. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 18:31, 24 ott 2008 (CEST) == Richieste agli amministratori == Caro Cinnamologus, scusa se mi intrometto, ma dato che iPork è attualmente in ''wikivacanza'' sono costretto a farne le veci: la tua modalità di richiesta è corretta: dato che la pagina ha raggiunto un [[Aiuto:SAL 100%|SAL 100%]], è stata cioè completata, formattata e riletta, è stata anche protetta. La tua richiesta è stata esaudita [http://it.wikisource.org/w/index.php?title=Italia_-_4_novembre_1925,_Discorso_per_il_VII_anniversario_della_Vittoria&curid=8167&diff=311712&oldid=232547 appena possibile]. La migliore pratica in assoluto, dato che tu hai chiesto ad iPork, ma sono dovuto intervenire io, è quella di *Andare nella pagina di discussione della pagina e *cliccare sul link ''segnala un errore o proponi una aggiunta'' in fondo al template infotesto. In tal modo non solo iPork, ma qualunque amministratore capitasse online potrà incaricarsi della modifica. Buon divertimento con Wikisource. Se sei intenzionato a caricare più testi e vuoi ottimizzare il tuo armamentario di editore tenendo sottomano, o meglio ''sottomenu'' tutti i template e gli automatismi più utilizzati, prendi in considerazione l'installazione delle ''tendine'', ovvero quello che è spiegato [[utente:IPork/Scripts/Tendine |qui]]. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 17:02, 10 dic 2008 (CET) : Grazie per l'aiuto! La prossima volta seguirò il tuo consiglio per segnalare modifiche. E grazie anche per le ''tendine'': le ho già installate e devo convenire che sono utilissime: anzi meriterebbero di essere più pubblicizzate! Grazie ancora per tutto e a presto. --<span style="font-family: Georgia, Times, serif; font-size: 12px; color: #963B3B">Cinnamologus</span> 22:23, 12 dic 2008 (CET) == Saluti e libri proibiti == Caro Cinnamogulus, ancora complimenti per i tuoi inserimenti. Stiamo rapidamente raggiungendo i 20.000 testi, anche grazie al tuo aiuto: sarebbe bello salutare il nuovo anno una nuova cifra tonda ;-). Volevo dunque soltanto salutarti e chiederti una cosa: sarebbe possibile, un giorno, avere un ''Indice dei libri proibiti'' in italiano? Ho cercato in rete ma non ho trovato niente. Tu sei sicuramente l'uomo giusto per questo genere di cose, perciò chiedo a te. Ad ogni modo, buon Natale e Felice Anno nuovo! --[[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 15:54, 28 dic 2008 (CET) :Ciao! Ho fatto una piccola ricerca su internet anch'io e ho trovato un [http://sbnweb.csi.it:8092/BASIS/opacx/udmopac/esimplexj/DDW?W%3DBID%3D%27TO00747065%27%26R%3DY%26U%3D1 riferimento bibliografico] in Piemonte, e un [http://www.archive.org/details/ilibriletteraric00casauoft testo scansionato] su archive.org ma si tratta di un saggio limitato ad alcune opere letterarie. Proverò a fare ricerche più approfondite nel mondo reale... Tanti Auguri di Felice Anno Nuovo anche a te! A presto --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 18:11, 28 dic 2008 (CET) == Grazie! == Ho visto la tua correzione a uno svarione su un numero romano, ne [[Pagina:Il cavallarizzo.djvu/1]]. Grazie! --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 14:10, 2 gen 2009 (CET) : Di niente!! ^__^ --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 11:12, 3 gen 2009 (CET) == testi teatrali? memento audere semper! == Caro Cinnamologus, mi congratulo preventivamente: l'inserimento ela formattazione di testi teatrali è una delle pratiche più masochistiche di Wikisource, e dunque maggiormente lodevoli. Se avessi dubbi di qualunque genere nonb esitare a domandare e cercherò di aiutarti dove possibile. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 16:22, 7 gen 2009 (CET) : ^___^ Grazie! Speriamo in bene.... --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 16:25, 7 gen 2009 (CET) Caro Cinnamologus, mi unisco ai complimenti di Edo e prestò verrò a darti una mano. Nel frattempo che ne dici di prendere in considerazione l'inserimento di opere teatrali con testo originale a fronte? Oltre la nutrita selezione di Google books, esiste una splendida collezione su [http://www.opal.unito.it/default.aspx OPAL], un progetto dell'università di Torino. Caldeggio fortemente gli inserimenti da quel sito, per l'ottima qualità del materiale. Comunque buon lavoro e a risentirci. :) --'''[[Utente:Xavier121|<span style="color:orange;">X</span><span style="color:black;">avier</span>]][[Discussioni_utente:Xavier121|<span style="color:orange;">1</span><span style="color:black;">21</span>]]''' 18:06, 7 gen 2009 (CET) == Discussione == caro Cinnamologus, per gli infotesti noi non ricopiamo in tutte le pagine discussione l-infotesto compilato, ma semplicemente la ''transclusione'' della pagina di discussione principale. Infatti scriviamo <pre>{{Discussione:Saul}}</pre> in tutte le pagine discussione. Così ogni modifica in quella pagina viene automaticamente trasferita a tutte le pagine, a cascata. Buon lavoro, e pensa anche a caricare il libro in questione su Commons, così riusciamo a metterlo col testo a fronte ;-) --[[Speciale:Contributi/93.148.184.29|93.148.184.29]] 21:33, 7 gen 2009 (CET) : Questa era una cosa che proprio ignoravo! Grazie per la spiegazione! :-) --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 21:42, 7 gen 2009 (CET) : Ah, altra domanda: i testi scaricati da Google Books sono liberamente redistribuibili? Quindi posso direttamente caricare su Commons il pdf di Google Books così com'è? --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 01:22, 8 gen 2009 (CET) ::Non dovrebbero esserci problemi a caricare su Commons il pdf si Google Books, anche se credo la cosa migliore sia NON caricarlo in pdf, ma in djvu. Chiedi pure ad Alex Brollo per questo, io sono un novizio in queste cose ;-). ::PS: Il pdf non viene caricato come un'immagine, è questo il suo problema. --[[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 15:10, 8 gen 2009 (CET) :::Hai provato a caricare su http://any2djvu.djvuzone.org/ il pdf di google? Se viene un buon djvu (è gratis, è pronto dopo qualche minuto od ora) potresti caricarlo su Commons, ed insieme potremmo rifare la versione col testo a fronte. Si tratterebbe di rispezzare il testo pagina per pagina, che è noioso ma semplice. Il tuo lavoro fatto non sarebbe dunque buttato via, poichè manterremmo intestazioni e capitoli così come sono, ma sostituiremmo il testo con dei semplici template per richiamare il testo ''transcluso'' (esattamente come <nowiki>{{Discussione:Saul}}</nowiki>, funziona allo stesso modo). Credo che potremmo provare, se funziona bene e riusciamo ad ottimizzare la procedura avremmo un ottimo precedente per riportare tutti i testi presi da Google.books ad una versione con immagine a fronte, che sicuramente per l'utente acquista maggior valore. Fammi sapere, a presto! ''Aubrey'' ::::Fatto. [[commons:File:Alfieri-Saul.djvu|Scansione Saul]]. Non so se vada bene, comunque non potrò aiutarvi in questa particolare riedizione per impegni di lavoro nel mondo reale. Se tutto va bene potrò di nuovo dedicarmi a Wikisource a febbraio. Buon divertimento! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 16:11, 14 gen 2009 (CET) == Ciao! == Caro Cinnamologus, Bello rivederti in azione! Il tuo mix di inserimento testi preziosi e cesellatura nel lavoro sporco è inestimabile. Nell'eventualità che tu abbia un pizzico di interessamento, ho in sospeso la pratica del [[Sillabo]], cioè di una traduzione dal latino che il curatore del sito da cui l'abbiamo tratta mi dà per certamente molto antica. Per quanto mi riguarda tali dati non mi bastano, e vorrei reperire via scansione o via trascrizione di edizioni cartacee antiche una edizione caricabile. Se nelle tue ricerche qui e là ti riuscisse di risalire a una edizione del Sillabo (in italiano) possa essere caricata qui sarebbe un colpaccio. Ogni tuo cenno di risposta mi farà felice, ma se anche non rispondessi sono contento lo stesso di vederti nelle Ultime modifiche. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 16:30, 30 gen 2009 (CET) :Ciao! :Posso darti per certa l'esistenza di un'edizione antica del Sillabo in italiano, mi è già capitata tra le mani più volte. Appena mi capiterà di nuovo la caricherò, promesso. ^__^ :A presto --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 21:52, 30 gen 2009 (CET) ===Affuisti fidelis!=== Caro Cinnamologus, Grande! Quanto sto gongolando! Il tuo inserimento del Sillabo è una chicca. Avrai notato che negli ultimi sei mesi il lavoro di pubblicazione di trascrizioni da file djvu è aumentato e riceve sempre maggior attenzione. Con il tuo permesso possiamo trasformare il file pdf pubblicato su scribd in djvu e caricarlo su commons per dotare il tuo testo del riscontro a fronte come abbiamo fatto per il Saul? - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 11:26, 28 mag 2009 (CEST) : Grazie! Sono contento che il mio lavoro ti sia piaciuto! Avevo promesso che me ne sarei occupato e come vedi, l'ho fatto. Per quanto riguarda la conversione in djvu e l'uso del file caricato su scribd siete liberissimi! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 16:39, 28 mag 2009 (CEST) == Senza alcuna pretesa == Caro Cinnamologus, come da titolo, non voglio apparire supponente, mandami a quel paese in qualunque momento, ma intanto mi faccio coraggio e ti butto lì una proposta: *Guardando [[Discussioni_progetto:Cristianesimo#Accettate_testi_dei_Santi_Padri.3F|questa discussione]] noterai che ci sono alcuni testi di encicliche in italiano che potrebbero essere pubblicati. Finora ne abbiamo alcuni, ma da fonte cartacea non verificabile se non da chi la possiede. In primo luogo chiedevo se fosse possibile rintracciare le encicliche mancanti, e in secondo luogo se nella tua attività di "addetto ai lavori" ti fosse possibile risalire a edizioni PD di tali encicliche in modo da adottare la stessa soluzione usata per il Sillabo. Ok, ora mandami pure a quel paese, ma almeno spero di non averti lasciato indifferente... - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 11:38, 28 mag 2009 (CEST) : E perché dovrei mandarti a quel paese? :Dunque, in qualità di "addetto ai lavori" posso dirti che a partire da Pio IX i vescovi di Asti allegavano alle loro lettere pastorali e circolari indirizzate ai sacerdoti della diocesi copie (in forma di opuscoli) di ''tutte'' le encicliche papali e dei più importanti documenti della S. Sede. Come potrai dunque capire, la mole di documentazione a stampa di questo tipo è veramente ingente. Per quanto mi riguarda cerco di riprodurre e pubblicare le cose più antiche e interessanti che trovo, compatibilmente con i tempi di realizzazione dei miei lavori. Vedrò, dunque, quello che posso fare... Ciao! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 17:02, 28 mag 2009 (CEST) == Pista da detective == Caro Cinnamologus, trovo che [[Capitoli della congregazione dello Spirito Santo di Villafranca-Piemonte|questo testo]] è ricavato direttamente da una versione cartacea offline. Dato che si tratta di Piemonte e che la documentazione ecclesiastica è il tuo pane quotidiano, hai possibilità di capire se tale pubblicazione è reperibile o meno in qualche modo? Ti ringrazio per qualunque tuo cenno di risposta.- '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 18:59, 8 set 2009 (CEST) : Ciao, ho dato uno sguardo al documento in questione. Questa è la [http://sbnweb.csi.it:8092/BASIS/opacx/udmopac/esimplexj/DDW?W%3DBID=%27TO0E098338%27%26R%3DY%26U%3D1 scheda bibliografica]. Come potrai vedere l'unica copia è a Torino presso la Biblioteca Provinciale dei Frati Minori Cappuccini. Ad Asti purtroppo non c'è. Comunque se dovesse capitarmi ne farò una riproduzione. Ciao! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 09:50, 10 set 2009 (CEST) == Ancora Sillabo == Caro Cinnamologus, nel sincronizzare il conteggio pagine di [[Indice:Sillabo.djvu]] con i numeri di pagina effettivi del testo mi sono accorto che le pgaine 1 e 2 non compaiono. Il primo numero di pagina utile è il "6" a [http://it.wikisource.org/w/index.php?title=File:Sillabo.djvu&page=4 pagina 4]. Suppongo che le prime due pagine fossero di copertina, e [http://it.wikisource.org/w/index.php?title=Indice%3ASillabo.djvu&action=historysubmit&diff=518385&oldid=451958 così ho scritto], ma se così non fosse potresti gentilmente scrivere a cosa corrispondano le pagine 1 e 2 del testo? - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 07:34, 8 mar 2010 (CET) :Ciao! La tua supposizione è corretta. Le pagine 1 e 2 nell'originale sono di copertina. Ne approfitto per segnalarti un problema successivo al passaggio di Alebot: nel testo [[Rito ed uso delle cere sagre volgarmente chiamate Agnus Dei]] la prima riga della parte latina, inclusa nel tag <nowiki><poem></nowiki>, rientra mentre nell'originale no. Ho fatto alcuni tentativi ma non sono riuscita a ovviare al problema. Come si può fare? Altro problema: nel testo dell'enciclica [[Con quanta cura (enciclica) - Sillabo/Con quanta cura|Con quanta cura]] adesso il testo è sovrapposto ai link laterali per le riproduzioni delle pagine. Stesso problema nei testi compresi in [[Discorsi della Società Nazionale per la Confederazione Italiana]]. Come mai? Altro problema diffuso: come mai nelle parti di testo che dovrebbero essere centrate il testo è leggermente spostato verso destra? Come si può aggiustare questo problema? E come mai, per converso, nel riquadro del titolo di pagine [[Carme dedicato a Filippo Artico, vescovo di Asti|come questa]], il titolo risulta fastidiosamente decentrato verso sinistra? Grazie in anticipo per le pazienti risposte! Ciao! - [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 19:13, 11 mar 2010 (CET) ::Una risposta alla volta: ::1) un bug noto: se il tag poem (come ogni nuovo paragrafo) ha un rientro di prima riga, per evitarlo è necessario inserire ''uno spazio'' tra il tag e il caporiga, in questo modo: <pre><poem>[spazio tipografico] Inizio testo poetico che non viene indentato </pre> ::2) la centratura dei div a volte confligge con il sopracitato rientro di prima riga, ma sfortunatamente non ho ancora capito bene come neutralizzare tale rientro. Per aggiustare si può aggiustare, ma non ho ancora capito come. ::3) e 4) il [[Template:Intestazione]] unificato che sta sostituendo le varie intestazioni dei progetti è tuttora in fase di test, e quelli che vedi sono effetti indesiderati che non dovrebbero rimanere a lungo. In ogni caso conto che Alex, che ci sta lavorando sopra, li risolva in tempi brevi. :::Grazie per le spiegazioni! ^__^ A presto! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 00:03, 12 mar 2010 (CET) :::: Evocato, eccomi qui. Grazie di aver scovato "il bug maximo", quello che impedisce che il testo venga reso in una colonna di giusta larghezza. Temo che mi causerà delle belle cefalee... i primi test sono veramente sconfortanti. E' insidioso, maligno e non ho ancora capito il suo strano comportamento. Sarà la mia sola preoccupazione, finchè non lo risolvo. :-( --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 09:03, 12 mar 2010 (CET) ::::: Beccato. MOLTO malefico.... :-) vado a integrare [[Aiuto:ParserFunctions]]--[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 10:16, 12 mar 2010 (CET) == Problemi con Indice == Ho ''tentato'' di impostare la pagina Indice di [[Indice:Pio IX - Lettera di Giuseppe Mazzini al clero italiano.djvu|questo testo]], ma continuo ad avere un "Errore: file non presente" nella sezione "Pagine dell'edizione". Non so più cosa fare... Aiuto!! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 10:53, 7 apr 2010 (CEST) : Risolto. Su commons la parola "lettera" nel titolo aveva l'iniziale minuscola, la pagina indice qui l'aveva maiuscola. Ho ricaricato il file su Commons con l'iniziale maiuscola e il problema si è risolto. : Una prossima volta se desideri una pronta risposta non "scriverti" sulla tua pagina di discussione, ma rivolgiti a un bar tematico come [[Discussioni progetto:Trascrizioni|questo]] o chiedi a un amministratore come [[Utente:Xavier121|Xavier121]] che si occupi di trascrizioni. (εΔω sloggato). 11:48, 7 apr 2010 (CEST) ::Grazie per l'aiuto! ^__^ A presto! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 18:58, 7 apr 2010 (CEST) == Pagine discussione e Alebot == caro Cinnamologus, prova a NON creare la pagina di discussione nelle nuove sottopagine; ho attivato [[Utente:Alebot]] e - in teoria - dovrebbe farlo lui in modo automatico. Il bot dà un'occhiata alla presenza di eventuali nuove sottopagine ogni mezz'ora circa. Se entro un'ora non vedi le pagine di discussione comparire, vuol dire che non funziona... :-( Il bot NON è sempre attivo, la cosa è sperimentale e gira sul mio pc di casa, in teoria il suo stato è riportato qui: [[Utente:Alebot/Stato]] --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 09:33, 8 apr 2010 (CEST) :Mannaggia... Ho finito adesso di inserirli... [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 09:37, 8 apr 2010 (CEST) :: Non mancheranno altre occasioni. Alebot ha fatto in tempo ad acchiapparne una: [[Discussione:Pio IX - Lettera di Giuseppe Mazzini al clero italiano/4]] :-) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 10:12, 8 apr 2010 (CEST) == Preghiera == Qualcuno potrebbe gentilmente rispondere alla [[Discussione:Regno di Sardegna - Decreto 14 marzo 1821 (Carlo Alberto)|domanda formulata qui]]? Grazie per la gentilezza! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 15:34, 25 ago 2010 (CEST) == Desiderata == Caro Cinnamologus, dato che sei nel settore, ti vorrei richiedere due opere, se le trovi e se ne hai voglia: mi piacerebbe infatti avere su Source una versione attendibile delle 95 tesi di Lutero, e, tesoro dei tesori, un Indice dei libri proibiti dall'inquisizione. Di Lutero infatti c'è solo la versione nella [http://la.wikisource.org/wiki/95_Theses Wikisource latina], ed in rete trovo sempre la stessa versione ma senza mai avere una fonte. L'Indice, bhè, se ne trovi uno sarebbe un bel colpo. Grazie mille comunque, e ricordati che sono solo ''desiderata'', non c'è nessunissima fretta. A presto. --[[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 12:12, 28 ago 2010 (CEST) == Giocare con link e Pt == Ho "giocato" un po' con link, ancore e Pt su [[Pagina:Non più illusioni (Carpi).djvu/43]]. Il trucco non è ancora completato ma ci manca poco; dopodichè la pagina può essere transclusa con tutti i link funzionanti sia in ns0 che in nsPagina. Spero non ti dispiaccia... non ho resistito. :-) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 16:35, 2 nov 2010 (CET) :Dispiacermi? Scherzi? Ne sono felicissimo! Anche perché io ci avrei messo una vita a fare tutto quel lavoro... ^__^ Grazie!! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 17:54, 2 nov 2010 (CET) == Compitino, se mi è concesso == Caro Cinnamologus, se mi concedi il privilegio avrei un lavorettino da commissionarti supponendo che la tua competenza settoriale sia notevole:<br /> è da molto tempo che sto pensando a come valorizzare la scadenza del centocinquantenario dell'unità d'Italia qui su it.source, e qualcosa mi bolle in mente (per dirla tutta avrei in mente un portale sulla falsariga di quelli già presenti). quello che mi manca è un elenco di testi ''irrinunciabili'' e un censimento di quelli già presenti ce possano apparire in bella vista. Per la seconda mancanza posso anche muovermi autonomamente, ma per la prima ho bisogno di un esperto come te (io posso intuire qualcosa a livello di letteratura e a dirla tutta i libri di scuola hanno da tempo emesso un giudizio assai negativo sulla cosiddetta letteratura risorgimentale cosicché si trova molta critica ma pochi testi): in particolare noto che hai confidenza con testi di decreti e atti dei Savoia, e mi piacerebbe capire quali ''documenta ecclesiae'' possano costituire un contributo prezioso a dare il quadro del complesso intreccio di quegli anni. Con una lista di opere da cercare (o già trovate ma da caricare) il lavoro successivo risulterebbe assai più spedito. nella mia folle immaginazione penso che la prospettiva di far conoscere testi non normalmente facili da reperire possa attrarre un gran numero di lettori/trascrittori/rilettori o comunque possibili collaboratori. ti ringrazio in anticipo per qualunque risposta. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 16:08, 18 dic 2010 (CET) :Caro &epsilon;&Delta;&omega;, :sono veramente felice di apprendere dell'intenzione di creare un portale dedicato a Risorgimento e Unità d'Italia. :Ovviamente anch'io nell'ultimo anno ho pensato a testi relativi all'unità d'Italia da inserire qui, ma gli archivi parrocchiali in cui "bazzico" sono particolarmente avari in proposito. Ma per la Diocesi di Asti gli anni 1959-1961 non sono stati un periodo particolarmente felice. Il vescovo [[Autore:Filippo Artico|Artico]] si era ritirato a Roma, lasciando l'amministrazione della Diocesi al vicario generale Pietro Gardini, e sarebbe morto alla fine del 1959. Sarebbe seguita una lunga vacanza della Sede vescovile (8 anni) durante la quale l'amministrazione della Diocesi venne affidata al vicario generale capitolare Antonio Vitaliano Sossi. Il carteggio tra Curia capitolare e parrocchie di questo periodo non è particolarmente interessante, assolutamente non paragonabile alle circolari e pastorali di Artico in occasione della Prima Guerra d'Indipendenza. :Per quanto riguarda invece la documentazione sabauda andrò a controllare in Archivio di Stato e in qualche archivio comunale e ti farò sapere. :Aggiungo che nell'imminente 2011 ricorreranno anche i 190 anni dei moti piemontesi del 1821 e a questo riguardo ho già diversi rari documenti scansionati e fotografati che ho intenzione di caricare e che andranno ad ampliare la Categoria [[:Categoria:Moti del 1820-1821|''Moti del 1820-1821'']] da me creata. Ciao! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 20:54, 18 dic 2010 (CET) == Il solito rompi... == Caro Cinnamologus, ormai l'hai capito, quando ti scrivo è perché c'è qualcosa che puoi fare meglio e più velocemente di me e che ti propongo. In questo caso si tratta di un lavoro abbastanza semplice, ma che riguardando testi di diritto legati al regno di Sardegna e d'Italia mi mettono in imbarazzo mentre sono per te una tipologia già ampiamente elaborata. Si tratta di [[Indice:Statuto fondamentale del regno.pdf]]: oltre allo [[Statuto albertino]] tale indice contiene una decina di altri documenti tra adecreti, regie patenti ecc. da proporre separatamente in Namespace principale. La trascrizione è già compiuta, dunque non si tratterebbe di altro se non di una intestazione e un tag &lt;pages index>. Se ti va di metterci le mani hai tutta la mia gratitudine (io mi sto occupando della stessa problematica per [[poesie greche]]). Se non ti va scrivimelo senza problemi, vorrà dire che in qualche modo me ne occuperò io. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 00:27, 31 gen 2011 (CET) :Caro &epsilon;&Delta;&omega;, :nessun problema ad occuparmene, ci mancherebbe! ^__^ Solo che in questo periodo sono un po' preso con il lavoro quindi non riesco a dedicarmi con regolarità a Wikisource, ma se non hai troppa fretta, ti confermo la mia disponibilità! Ciao! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 23:58, 1 feb 2011 (CET) == pagine bloccate == Ciao, prova adesso, dovrebbero essere sbloccate del tutto. [[User:Candalua|Candalùa]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 17:38, 14 feb 2011 (CET) :Sì, sono riuscito ad accedere alla pagina di modifica! Grazie! Ciao, [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 17:39, 14 feb 2011 (CET) == Segnalazione testo == Mi permetto di segnalarti [[Discussioni autore:Santorre di Santarosa|questo testo]]. Lunghetto ma interessante per il tuo lavoro sui moti del 1820-21 che sto seguendo con interesse e apprezzamento. Ciao, --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 13:42, 19 feb 2011 (CET) == Sei stato "nominato" :) == [[Wikisource:Amministratori/Candidati]] --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 13:08, 22 mar 2011 (CET) == {{Utente:L0ll0/Re|2011.4|Modifiche}} == Ciao,<br /> quei due a capo in più si creano nella zona invisibile dove solo i bot (di solito e giustamente! XD) hanno accesso. Il metodo che ho trovato è molto rozzo, ma rapido. Quando clicchi su "Modifica" al javascript occorre qualche secondo per caricare l'editor e nascondere il nascondibile. Se sei abbastanza veloce da cliccare il tasto "Interrompi il caricamento della pagina" del browser (almeno in Firefox si chiama così, in explorer non so... ma la <span style="color:red">'''X'''</span> rossa tanto per capirci ;) avrai già la casella di input, seppure senza editor, ma con le cose nascoste messe a nudo e potrai togliere le due righe prima di <samp><nowiki></noinclude><span class="SAL">37,3,Cinnamologus</span>{{Colonna}}</nowiki></samp> e poi salvare! =)<br /> N.B.: Appunto perché pensata e costruita solo per i bot è bene fare il minimo indispensabile nella "zona di nessuno"... Quando io ho tolto quelle due righe ho sudato freddo pensando che Alex e Candalùa avrebbero potuto rincorrermi per mezza Italia se avessi fatto casini! =P--[[User:L0ll0|L0ll0]] ([[User talk:L0ll0|disc.]]) 11:28, 2 apr 2011 (CEST) ==Congratulazioni!== {{ambox | tipo = avviso | immagine = {{#switch:si |si = [[Image:Face-grin.svg|40px]] |no = [[Image:Face-sad.svg|40px]] }} | immagine a destra = | stile = | testo = {{#switch:si |si = Ciao {{PAGENAME}}, le elezioni si sono chiuse e ti comunico che con 9 voti favorevoli, 0 contrari e 1 astenuti '''sei diventato [[Wikisource:Amministratori|amministratore]] di [[Wikisource:Wikisource|it.wikisource]]!'''<br /> Mentre brindiamo per il nuovo admin, ti segnalo la [[Wikisource:Amministratori/Procedure|pagina con le procedure]] riservate agli amministratori dove troverai le spiegazioni su come usare le funzioni aggiuntive che ti sono state attivate.<br /> Complimenti e ricordati che sei un punto di riferimento per i nuovi utenti. |no = Ciao {{PAGENAME}}, le elezioni si sono chiuse e ti comunico che con 9 voti favorevoli, 0 contrari e 1 astenuti '''non sei diventato [[Wikisource:Amministratori|amministratore]] di [[Wikisource:Wikisource|it.wikisource]]'''.<br /> Potrai candidarti (o essere candidato) nuovamente fra 3 mesi. }} }} - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 19:59, 5 apr 2011 (CEST) == RE: piccola modifica == Scusa e grazie della dritta...buona continuazione! [[User:Andreagoo8|Ανδρέα #8]] ([[User talk:Andreagoo8|disc.]]) 14:46, 15 apr 2011 (CEST) == I template "inizio-fine" == Ti spiego qui la questione della sintassi alternativa di Centrato, e più in generale i vantaggi "inizio-fine". Un markup "ben conformato" per rappesentare un testo formattato ha innanzitutto una caratteristica: è sempre possibile, per caratteristiche intrinseche del codice così com'è, in basead alcune semplici regole generali, distinguere quello che è ''testo'' e quello che è ''formato'' o comunque altro "non-testo". Disgraziatamente, la sintassi wiki non è "ben conformata". In particolare, il testo racchiuso in un template (i parametri) possono essere testo oppure non-testo, e non c'è modo di saperlo altro che eseguendo il parsing completo del codice del template. Quando Edo mi ha incoraggiato a affrontare il problema della conversione degli apostrofi da dattilografici a tipografici, si è presentato il problema. Convertire tutti i ' con ’ è una banalità, ma.... andavano sostituiti esclusivamente quelli nel testo e non quelli nel non-testo. E' stato solo il primo caso di una lunga serie di casi analoghi. Il parser stesso, all'interno della chiamata a un template, ha difficoltà nel riconoscere il testo dei parametri dal codice della chiamata al template (ed è questo il motivo dell'invenzione del template {{tl|!}} per rappresentare il carattere | ). Spezzare in due Centrato (suddividendolo in un "pezzo iniziale" e in un "pezzo finale") consente di netere il testo da centrare ''fuori'' dal template: infatti non viene passato al template come parametro. Confronta infatti: <pre>{{centrato|testo da centrare}}</pre> <pre>{{centrato}}testo da centrare</div></pre> Su en.source, dove si sacrifica la compattezza del codice in favore della leggibilità e chiarezza, sarebbero stati creati tre template: {{tl|Centrato}} per la sintassi "normale", {{tl|Centrato inizio}} e {{tl|Centrato fine}} per quella "ben conformata". Io invece, inizialmente a uso personale, ho preferito scrivere i due comportamenti alternativi all'interno del codice di un unico template {{tl|Centrato}}. Se viene passato un parametro <nowiki>{{{1}}}</nowiki>, il template si comporta in maniera tradizionale (apre un div, scrive il testo del parametro, chiude il div); se il template NON viene passato, apre il div e basta (il div va poi chiuso manualmente a fine testo da centrare). Ecco come è nata l'idea. Ricordo che ero impazzito per capire perché questo codice non funzionava: <pre>{{Centrato|<span style="font-size:2em">prova testo centrato font 2em</span>}}</pre> e infatti il risultato frustrante è: {{Centrato|<span style="font-size:2em">prova testo centrato font 2em</span>}} </div> mentre invece con la sintassi alternativa: <pre>{{Centrato}}<span style="font-size:2em">prova testo centrato font 2em</span></div></pre> il risultato è: {{Centrato}}<span style="font-size:2em">prova testo centrato font 2em</span></div> Non so quanto tu sia pratico di queste questioni, se sei esperto ho scritto troppo, e con troppe ovvietà; abbi pazienza. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 22:32, 1 mag 2011 (CEST) == Filologismi, filosofismi o solo "sofismi"? == Caro Cinnamologus, nel dare un'occhiata al Santorre di Santarosa ho notato un <nowiki>{{Pt|abbandonnato|abbandonato}}</nowiki>. Non ho corretto nulla ma mi si è accesa una lampadina: a mio modesto parere non si tratterebbe di un refuso tipografico quanto piuttosto di un gallicismo (''donner''--> "dare"), e ho il sensato dubbio che l'autore (che se non erro aveva una dimestichezza molto avanzata con il francese) fosse cosciente nello scrivere tale forma, giusta o sbagliata che fosse per noi o per lui. In conclusione, anche se non posso scommetterci la testa, sarei propenso a togliere il Pt e a mantenere il supposto refuso come documento di una possibile variante in bocca ai bilingui italo-francesi (anche il Manzoni non è estraneo a simili vezzi oggi decaduti, persino nel suo pur sorvegliatissimo romanzo storico). Se nella tua lettura e trascrizione di testi savoiardi avessi trovato altre attestazioni di questi ''slips of the pen'', sentiti libero di togliere il Pt, altrimenti fa' conto che abbia voluto condividere uno dei mille e mille subbuglio linguistici che mi frullano nella mente nel corso della giornata :D - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 20:31, 7 mag 2011 (CEST) == sostituzione pt == Caro Cinnamologus, il codice <nowiki><noinclude>{{pt|1|2}}</noinclude></nowiki> è ultimamente contraddittorio: con il noinclude si chiede di escludere dalla transclusione ciò che è tra i tag, mentre con pt si chiede che in transclusione appaia qualcosa di diverso tra nsPagina e ns0: che senso ha quest'ultimo obiettivo se, data la presenza dei tag noinclude, qualunque cosa si ponga nel template pt essa non verrà mostrata nel testo transcluso? Io non ce ne vedo. Riguardo alla mia sostituzione del pt con il semplice noinclude e non con il semplice pt non ci sono particolari filosofie, quanto piuttosto il seguente ragionamento: *Data una parola divisa tra due pagine in due tronconi *Se da due tronconi due Pt originano come testo alternativo due parole intere, una di esse è pleonastica *Dunque preferisco che una sola sia la parola intera originata dal pt **Inizialmente ponevo il pt al primo troncone e ponevo il secondo troncone tra noinclude, **Oggi invece a seguito del lavoro di trascrizione "bruto" preferisco cassare dalla transclusione il primo troncone, ed esplicitare nella pagina successiva quello che nella pagina precedente era iniziato: In sede di validazione delle pagine è miglior pratica proporre al rilettore di tornare indietro dove probabilmente ha già riletto piuttosto che farlo andare alla pagina successiva magari prima di aver finito di validare la pagina su cui sta lavorando. Tutto qui. Nulla impedisce di porre prima Pt e poi noinclude, o prima noinclude e poi pt oppure pt in ambo le pagine, dato che alla fine il risultato in ns0 non cambia; io ho semplicemente scelto la modalità che a mio avviso si attagli meglio alla correzione e alla validazione. Sono ben contento di condividere le mie idee con te, dato che probabilmente hai una visione del problema diversa e una via alla soluzione che sicuramente non saprei ricostruire e che quindi potrebbe essere maggiormente desiderabile della mia (il fatto che abbia cambiato ''modus operandi'' è dovuto a uno scambio consimile con alex). - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 2 1:12, 12 mag 2011 (CEST) :Scusate se intervengo ma si parla di una cosa molto importante. :* il ''modus'' di Edo pare abbastanza razionale, ma noi abbiamo fatto sempre l'altro :* non capisco perchè vanno bene due pt (se non che in uno dei due si lascia un parametro vuoto) :Questa cosa bisognerebbe standardizzarla nel modo più semplice possibile per i nuovi utenti. Non è per niente facile da capire. [[Utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >Aubrey</span>]] [[Discussioni_utente:Aubrey|<span style= "font-family:Palatino Linotype, serif" >McFato</span>]] 23:05, 12 mag 2011 (CEST) == Una passeggiata == Caro Cinnamologus, ti scrivo per congratularmi con te per la trascrizione di [[Regno di Sardegna - Regolamento misurazioni territoriali 5 dicembre 1775]]: la rilettura di sei pagine è stata praticamente un percorso netto da errori, e ti dirò che mi sono spesso soffermato sui moltissimi possibili inciampi dovuti a grafie locali o settecentesche, usi sintattici "avventurosi" o lessico più o meno settoriale (ho scoperto cosa siano le [[w:bealera|bealere]] ma non cosa siano le ''sciostre''): hai sempre evitato con acribia ogni trappola! Magari fossero tutte così lisce le riletture. Se mi concedi un minirichiamo, ogni tanto di' la tua al bar e, se ti va, non mancar di salutare i nuovi utenti o di tutorare i novellini più volonterosi. Ti ringrazio in anticipo. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 20:37, 9 giu 2011 (CEST) :Caro &epsilon;&Delta;&omega;,<br /> :grazie per i complimenti! Sono veramente lusingato dal tuo apprezzamento per il mio lavoro su quel Regolamento. Non so se nel frattempo hai fatto qualche ricerca su internet, comunque le ''sciostre'' sono semplicemente dei magazzini. La parola è "importata" dal dialetto lombardo (in piemontese non mi risulta ci siano parole somiglianti). :Ti concedo il "minirichiamo", io stesso me ne rendo conto, ma purtroppo di qui fino a fine settembre la mia ''real-life'' sarà incasinatissima: a settembre infatti sosterrò l'esame presso la Scuola di Archivistica dell'Archivio di Stato di Torino, e quindi dovrò rimettermi a studiare... Mentre ci sono ne approfitto per farti due domande "tecniche": 1) come si fa a sapere chi si è appena iscritto a 'Source? 2) Come si fa a monitorare l'attività dei nuovi arrivati (e quindi ad aiutarli in caso di difficoltà)? Probabilmente si tratta di domande di una banalità mostruosa, ma non sono mai riuscito a capire... ^.^ Grazie! Ciao, [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 23:56, 10 giu 2011 (CEST) ::Nessun problema. Quando hai un attimo di tempo comincia a dare una passata alle ''[[Speciale:pagineSpeciali|pagine speciali]]'', da cui ricaverai una luuunga serie di accessi a informazioni sulle attività del progetto: tutto pubblico e nulla che non sia accessibile a chiunque, ma dedicato a chi appunto è utente di lungo corso. ::1) Per avere in tempo reale le nuove iscrizioni ecco il link: http://it.wikisource.org/w/index.php?title=Speciale%3ARegistri&type=newusers ::<samp>si è appena registrato</samp> indica che l'utente ha effettuato il processo di registrazione del proprio username su questo sito, mentre <samp>Account creato automaticamente</samp> indica che l'utente si è registrato su un altro progetto WikiMedia, ma che passando da questo progetto ha esteso automaticamente tale registrazione su di esso. Nel primo caso l'utente è conscio di quello che sta facendo e ''deve'' essere salutato assolutamente perché capisca che non è solo o inosservato, mentre nel secondo caso l'utente potrebbe non sapere che il suo passaggio è stato registrato, e potrebbe essere passato di qui di striscio o casualmente: io consiglierei di salutarlo lo stesso perché quando ricompaia, magari meno casualmente, sappia che non è stato trascurato. ::2) per monitorare l'attività dei nuovi utenti (almeno finché questo progetto ha un'attività relativamente gestibile con ritmi umani) basta tenere periodicamente d'occhio le [[Speciale:UltimeModifiche|Ultime modifiche]] (in gergo wiki l'abbreviazione è <samp>RC</samp>) dove è possibile selezionare un sacco di opzioni per sceverare cosa mettere in evidenza. Se la sorveglianza delle RC diventa un'abitudine (e per te dovrebbe diventarlo) comincerai ad acquisire alcuni automatismi come ::# distinguere le modifiche per namespace (chi mette le mani nelle pagine di aiuto? di cosa si discute nei bar? vuoi vedere che un utente ha risposto al mio messaggio nella sua pagina utente invece che nella mia? ecc.) ::# distinguere le modifiche anonime da quelle degli utenti registrati ::# distinguere "i soliti quattro gatti mianiaci del lavoro sporco" dai "nuovi utenti" ::# ecc. ecc. che non sto a descriverti perché lo scoprirai da solo: quelli che ti ho elencato sono gli aspetti meno complessi del lavoro di pattugliamento. ::tieni conto che di ogni utente (e anche di ogni IP) puoi ricavare in un attimo sia [[Speciale:Contributi/Cinnamologus|i contributi su questo progetto]] (anche [[Speciale:ContributiCancellati/Cinnamologus|quelli cancellati]]), sia [http://toolserver.org/~luxo/contributions/contributions.php?user=Cinnamologus&blocks=true&lang=it su altri progetti], e molto altro che diventa fondamentale per distinguere utenti comuni, utenti attivissimi su un progetto ma nuovi arrivati sul nostro, utenti bloccati altrove che cercano una nuova vita da noi ecc. ecc. ::N.B. Qui nessuno è nato maestro dunque non esitare a domandare. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 10:11, 11 giu 2011 (CEST) :::Wow, grazie per la spiegazione!! Ciao, [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 12:35, 11 giu 2011 (CEST) == Chiudiamo l'anello == Caro Cinnamologus, dato che l'adattamento dei tuoi testi alla procedura proofread l'ho compiuto io fino al SAL 75% mi è preclusa la tappa conclusiva della validazione.... ma ''a te no''! Dato che io non ho fatto altro che copincollare quello che avevi precedentemente inserito in namespace principale, di fatto non avresti che da controllare che io non abbia compiuto errori materiali nel processo di adattamento, e che per caso non ti sia sfuggito qualche errore di battitura (ma già nella precedente passata non ne avevo notati). - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 13:03, 18 giu 2011 (CEST) :Accidenti! È vero! Non ci avevo pensato... Scusa... Ciao! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 17:25, 19 giu 2011 (CEST) == Bibbia == Grazie per la segnalazione dell'errore del link della Collegiata San Secondo. Ma rivedendo la [[Pagina:Carme dedicato a Filippo Artico, vescovo di Asti.pdf/24|stessa pagina]] mi è venuto in mente una cosa che al momento avevo tralasciato. Non abbiamo un metodo standard per puntare alla bibbia, ai vangeli ed altri libri religiosi? Nella nota 14, ad esempio, potrei puntare a [[Sacra_Bibbia_(riveduta_Luzzi_1925)/Nuovo_Testamento/Vangeli/Vangelo_secondo_Matteo/capitolo_10#capitolo_10_versetto19|questa pagina]], ma esistono altre versioni e in futuro potrebbero essercene ancora altre. --[[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 09:56, 29 giu 2011 (CEST) == Robe da amministratore == Caro Cinnamologus, in quanto amministratori abbiamo uno strumento da usare: la protezione delle pagine. Quando un testo raggiunge lo stato di Edizioni Wikisource le sue pagine vanno "semiprotette", cioè ne va impedita la modifica agli IP e agli iscritti da meno di quattro giorni. Nel tuo menu è presente una linguetta "proteggi" che ti porta a una pagina in cui impostare tale protezione. Siccome questo è un lavoro deputato agli amministratori non possiamo chiedere ad altri di farlo ;D. Ho notato che hai completato una rilettura e ho ritenuto che questo sia il momento perché impari anche questa incompensa (a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità :D). Se non avessi capito chiedimi. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 07:39, 9 lug 2011 (CEST) == Serve il tuo parere == Caro Cinnamologus, scusa se ti rompo, ma rispetto alla [[Wikisource:Bar#È ora di pensare agli amministratori inattivi|questione degli admin inattivi]] prima di muovermi vorrei che tutti gli utenti attivi si esprimessero, anche senza aggiungere qualcosa di originale: ribadire quanto già espresso da altri rafforza la presa di consenso, obiettare su qualche punto permette alla discussione di avanzare e di non dare nulla per scontato su un argomento così importante. Ti ringrazio per il tempo che ci dedicherai. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 23:36, 24 ott 2011 (CEST) :{{fatto}} --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 00:50, 25 ott 2011 (CEST) == Ebraico in Leopardi == Caro Cinnamologus, abbiamo incontrato una [[Pagina:Zibaldone_di_pensieri_II.djvu/251|pagina di Zibaldone con caratteri ebraici]] da decifrare. Potresti per favore darle un'occhiata? grazie. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 18:40, 3 dic 2011 (CET) == Testo ebraico == La [[:Categoria:Testo ebraico da controllare]] si è ripopolata (una sola parola in una pagina). Grazie! --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 09:15, 11 dic 2011 (CET) :{{fatto}} --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 14:36, 11 dic 2011 (CET) == I martiri della libertà italiana dal 1794 al 1848 == Sempre in ambito 150esimo ti segnalo un testo risorgimentale. Ti può interessare per una trascrizione? http://www.archive.org/details/imartiridellali01vanngoog Ciao, --[[Utente:Accurimbono|Accurimbono]] <small>([[Discussioni_utente:Accurimbono|disc]])</small> 18:05, 2 gen 2012 (CET) == Nuovo testo in caratteri ebraici == Caro Cinnamologus, la [[:categoria:Testo ebraico da controllare]] si è ripopolata, hai l'occasione per mandare a SAL 75% il volume III dello Zibaldone '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 01:02, 21 ott 2012 (CEST) :{{fatto}}. Grazie per la segnalazione. Purtroppo, causa lavoro, mi resta pochissimo tempo libero, ma quando ho un ritaglio di tempo qualche lavoretto su 'Source lo faccio volentieri. --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 12:31, 23 ott 2012 (CEST) :: Grazie anche da parte mia! Ho scopiazzato il codice usandolo per singoli caratteri trovati in [[Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/233|Ziba IV]]. Approfondirò la questione della direzione di scrittura che mi ha sorpreso assai.... ;-) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 09:01, 25 ott 2012 (CEST) ==Trascrizioni inverse== Ciao Cinnamologus, recentemente ho curato la trascrizione inversa di [[Rito ed uso delle cere sagre volgarmente chiamate Agnus Dei]] partendo dal documento scansionato e da te pubblicato su Commons (spero, tra l'altro, di aver fatto un buon lavoro). L'ho trovato partendo dalla Categoria:Fonte cartacea presente, dove ho trovato anche [[Regno di Sardegna - Patenti 26 aprile 1821|questo]] e [[Siccome nella Visita Pastorale|quest'altro]] testo, dei quali tu hai curato la trascrizione partendo dal documento scansionato e caricato su Scribd. Se puoi caricarli su Commons, mi occuperei volentieri della tascrizione inversa. Saluti,--[[User:Federicor|Federicor]] ([[User talk:Federicor|disc.]]) 19:19, 21 ott 2012 (CEST) :Ti ringrazio per il lavoro su [[Rito ed uso delle cere sagre volgarmente chiamate Agnus Dei]]! In questo periodo ho pochissimo tempo per tornare sui vecchi documenti, ma quando avrò più tempo provvederò a caricare su Commons le scansioni che mi hai segnalato. Grazie! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 12:35, 23 ott 2012 (CEST) :::Benissimo, nel frattempo buon lavoro! Ciao,--[[User:Federicor|Federicor]] ([[User talk:Federicor|disc.]]) 15:23, 23 ott 2012 (CEST) ==Può interessarti?== Ciao, guarda [http://it.wikipedia.org/wiki/File:Articodocumento.jpg questo] documento di Filippo Artico che ho trovato su Pedia. Ti può interessare la sua trascrizione?--[[User:Federicor|Federicor]] ([[User talk:Federicor|disc.]]) 16:15, 11 feb 2013 (CET) :Grazie per la segnalazione. Conoscevo questo documento, ma sinceramente la sua trascrizione non mi entusiasma molto: vuoi per le correzioni manoscritte decisamente dubbie, vuoi perché il documento stesso non è particolarmente significativo. Sarebbe più interessante trovare e trascrivere i documenti papali e vescovili che cita... Ciao! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 18:41, 11 feb 2013 (CET) ==Inattività== Caro Cinnamologus, le linee guida della comunità [[Wikisource:Amministratori#Come_si_smette_di_essere_amministratore|definiscono come inattivo un amministratore che manchi dal progetto da almeno un anno]]. Se leggi questo avviso facci sapere se hai intenzione di tornare a impegnarti in questo nostro progetto <u>come amministratore</u>. In caso di mancata risposta entro tre giorni revocheremo il tuo accesso come amministratore. Questo peraltro non ti impedirà minimamente di continuare a contribuire come utente con la qualità che ti ha sempre contraddistinto. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 17:52, 22 set 2014 (CEST) == Bentornato! == Caro Cinnamologus! Che piacere ritrovarti in azione dopo quasi sette anni! Spero che tu stia continuando a divertirti nel nostro progetto: buon Alfieri! - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 17:37, 1 mag 2020 (CEST) :Caro Edo, ti ringrazio! Per cause lavorative ho dovuto lasciare Wikisource. Ora causa Covid-19 ho un po' di tempo libero in più nell'attesa di riprendere, per cui finché posso mi diletterò con Alfieri! ;D [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 18:30, 1 mag 2020 (CEST) == Reperimento fonte cartacea == Ciao, ho visto che tempo fa avevi caricato il testo [[Siccome nella Visita Pastorale]], senza fonte cartacea su Wikisource ma con un link che punta alla scansione su Scribd. Purtroppo quel link non funziona più, per caso sei in possesso della scansione in PDF, così da poterla caricare su Commons e creare l'indice qui su Wikisource? Ciao,--[[User:Federicor|Federicor]] ([[User talk:Federicor|disc.]]) 11:22, 5 mag 2020 (CEST) : Ciao {{ping|Federicor}}, ho caricato il djvu su [[commons:File:Siccome nella Visita Pastorale.djvu|Commons]]. Spero possa andare bene! A presto, [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 16:11, 5 mag 2020 (CEST) ::Ciao {{ping|Cinnamologus}}, grazie! Ora provo a costruire l'indice. A presto,--[[User:Federicor|Federicor]] ([[User talk:Federicor|disc.]]) 17:50, 5 mag 2020 (CEST) == teatro6.css == Ecco com'era pensato teatro6.css, gli asterischi e la crocetta li avevo già incontrati e avevo tentata una soluzione. Ma non mi orientavo più nel codice, perchè quel codice.... non esisteva più. ;-) ;test poem: {{ts|teatro6}} <poem style="position:relative"> #primo verso *secondo verso terzo verso </poem> --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 22:16, 21 lug 2020 (CEST) : {{ping|Alex brollo}} Ho letto al bar e qui le tue indicazioni: confesso che mi riesce un po' difficile star dietro a queste questioni di codice... Prima ho provato a modificare [[Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie postume, 1947 – BEIC 1726528.djvu/28|questa pagina]] togliendo il codice <code>s=si</code> dall'intestazione e mi sembra che la cosa funzioni bene sia in NsPagina che in Ns0... Posso farlo anche in tutte le altre pagine? Ho provato a fare così perché in NsPagina gli asterischi restavano molto staccati dalla colonna di testo... Fammi sapere! Ciao, --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 12:54, 22 lug 2020 (CEST) :: Non preoccuparti, confesso anch'io la stessa difficoltà.... anche se è opera mia :-(. :: Ho continuato la discussione qui perchè stava diventando pesante per il Bar. In teoria, il s=si in RigaIntestazione non produce il minimo effetto, se nel campo Css della pagina Indice non c'è il nome di un templatestyle; significa semplicemente "applica su questa pagina il css indicato in pagina Indice". Però, se è inutile, crea confusione in chi rilegge. Bisogna però eliminare anche le altre chiamate, in genere fatte con il tl|Ts, in nsPagina (in teoria, solo nella pagina corrispondente allì'inizio di un atto) o in ns0. :: L'importate è controllare, per ogni modifica, l'effetto che fa in ns0. Faccio un "giro delle tragedie" per vedere come siamo. :: Quanto alla storia del codice, le Tragedie erano state formattate per usare SOLO templatestyle (teatro6.css) SENZA poem t; i problemi sono emersi usando sia questo che quello. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 13:45, 22 lug 2020 (CEST) ::: {{ping|Alex brollo}} Ho finito la rilettura di "Antonio e Cleopatra": mi sembra che funzioni tutto come impaginazione! :) --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 17:56, 22 lug 2020 (CEST) :::: benissimo! E grazie di aver segnalato la cosa, senza la segnalazione mi sarei dimenticato di tutto :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 19:15, 22 lug 2020 (CEST) == Domande su wikidata (per wikisource) == Ti secca se uso questa discussione per domande su wikidata, orientato a wikisource? Premetto che sto studiando i link che mi hai dato ma un aiutino mi servirà. # penso che una delle difficoltò sia quella di dover predisporre ulteriori elementi per poterne caricare uno (es. l'editore deve avere un suo elemento); partirei proprio dalla sistemazione degli editori più frequenti. Ti pare sensato collegare gli elementi-editore alle nostre pagine Categoria tipo [[:Categoria:Libri pubblicati da Laterza]]? # hai visto che sto faticando con [[Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli (1920)]], e in questo caso, è corretto (anche se spaventoso...) considerare "opere" e quindi disporre di uno specifico elemento wikidata Opera per ciascun sonetto? # in generale, può avvenire che si debbano creare elementi che condividono gran parte delle proprietà. Esiste un gadget per "clonare" in un nuovo elemento le proprietà di un elemento di riferimento, naturalmente come passo intermedio per la correzione delle proprietà e link specifici? # uso un bot (BrolloBot) per compiti semplici, edit e creazione di pagine wikisource; mi definirei un "guidagtore di bot mediocre". Mi incoraggi a tentare di abilitare BrolloBot a wikidata, o è meglio che lasci perdere? E sono solo le prime domande.... :-) --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]) 11:01, 3 ago 2020 (CEST) :Ciao, hai fatto benissimo a scrivermi qui! Così posso parlarti di un potenziale problema nell'architettura Wikisource-Wikidata. Ma andiamo con ordine, partendo con le tue domande. :# Concordo che l'elemento editore su Wikidata, per un sourciano, è veramente molto noioso... Uno degli obiettivi che mi sono proposto è quello di sistemare le pagine su Wikidata relative a tutti i testi che :avevo caricato su Source dal 2008 al 2013 e quando devo creare un elemento ''Editore'' per i testi settecenteschi mi moriva l'entusiasmo... Poi ho scoperto che, su opac.sbn.it, trovare i vari editore, normalizzare i nomi, e assegnargli un ''floruit'' era relativamente semplice. Trovo molto interessante che negli elementi ''Opera'' tu possa inserire la dizione precisa del nome dell'editore usando la proprietà "Citato come", quindi puoi avere un nome dell'editore chiaro senza rinunciare al modo in cui viene indicato sull'edizione. Mi sembra un'ottima cosa collegare elemento Editore alla relativa pagina Categoria su Source! così se qualcuno aggiunge nuove notizie sull'elemento, le ritrovi anche qui senza dover far nulla! :# Purtroppo sì! l'espressione "corretto (anche se spaventoso...)" esprime benissimo anche il mio sentimento di fronte alla mole di lavoro... :# Francamente non mi sono mai interessato a questo problema perché non mi è ancora capitato di dover fare edit "massivi"... Forse puoi trovare qualcosa qui: [[d:Wikidata:Tools/Edit_items]] :# Questa è l'unica domanda a cui non saprei proprio cosa rispondere... I bot per me restano qualcosa di molto "esoterico".. ;-D :Concludo sottoponendoti il dilemma di cui ti accennavo all'inizio. Nella logica Opera-Edizione su cui si fonda Wikidata per quanto riguarda le edizioni di testi c'è una falla. A rigor di logica per ogni pagina principale su Source in Ns0 dovrebbe esistere una pagina su Wikidata... In realtà ci sono dei casi in cui non è così semplice. Ti faccio un esempio che vale più di mille parole: :{| border="1" cellpadding="5" align="center" |width="250"| !width="250"|Pagina su Wikisource !width="250"|Elemento su Wikidata |- align="center" ! Opera letteraria/documento | [[Opera:Filippo (Alfieri)]] || [[d:Q3745063|Q3745063]] |- align="center" ! Edizione cartacea |[[Tragedie (Alfieri, 1946), Volume I]]||[[d:Q96988818|Q96988818]] |- align="center" ! Edizione Wikisource |[[Filippo (Alfieri, 1946)]] ||? |} :Come vedi, finché l'opera coincide ''interamente'' con l'edizione cartacea non ci sono problemi su Wikidata, ma quando l'opera viene estrapolata da un'opera omnia o da un'antologia mi trovo a dover creare un nuovo elemento con tutti i problemi ''logici'' che ciò comporta: il nuovo elemento sarà [[d:P31|''Istanza di'']]? Edizione? Edizione digitale? Perché di fatto questo è! Ma arrivati a questo punto ti renderai conto che dovrò indicare un collegamento con l'elemento ''Opera'' (e non ci sono problemi) e con l'elemento ''Edizione'' da cui è estrapolata (e qui ci sono problemi: come indico che questa edizione è estrapolata da un'altra? Uso la proprietà ''parte di'' (P361)?). Essendo un'edizione, la domanda è: come si definisce un'edizione Wikisource? Qual è la data di pubblicazione? Qual è il luogo di pubblicazione? Ti assicuro che per me, che sono nuovo a questi problemi, sono cose da far tremare i polsi... Fammi sapere che ne pensi! --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #C42719;">Cinnamo</span>]][[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12px; color: #F56007;">logus</span>]] 20:57, 3 ago 2020 (CEST) == Apostrofo == Ciao, Cinnamologus, a pag. 28 di "Lettera di Sacerdote Sanese (Anonimo)", a cosa serve questo template Pt (Esempio: un{{Pt|’| }}esempio, ed un{{Pt|’| }}appoggio)) che non rende visibile l'apostrofo che invece è ben visibile nel testo originario? --[[User:Eumolpo|Eumolpo]] ([[User talk:Eumolpo|disc.]]) 15:55, 20 set 2020 (CEST) : Ciao {{ping|Eumolpo}}, Per far sì che in Ns0 non ci fosse l'errore di apostrofo. All'epoca dell'edit di quella pagina non credo che esistesse già il template Ec. == E diamo una scossa a quei Galli! == MI piacerebbe avere un elenco dei testi scritti da Alfieri in francese tra quelli che hai trascritto: pensavo di trascluderli anche su fr.source. Sono tanti? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 19:58, 16 dic 2021 (CET) :Ciao @[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]], per il momento non c'è molto... Solo questi due epigrammi: [[Opera:Ce grand procès, à mon avis (Alfieri)|''Ce grand procès, à mon avis'']] e [[Opera:Cent soixante notables (Alfieri)|''Cent soixante notables'']]. Di non ancora pubblicato ci sono poi i ''Giornali'' degli anni 1774 e 1775 e lo scritto giovanile ''Esquisse du Jugement Universel'' (1773). Col tempo spero di riuscire a trascrivere anche quelli! [[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #26619C;">Cinnamologus</span>]] [[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #6ba3db;">(disc.)</span>]] 11:15, 17 dic 2021 (CET) == Catechismo maggiore di S. Pio X == Caro Cinnamologus, approfitto della tua fase di attività per lanciarti una domanda non scontata: da anni sto cercando per la rete un'edizione ''acconcia'' del ''[[Catechismo Maggiore]]'' di S. Pio X che abbiamo qui e che meriterebbe una veste più autorevole (leggasi ''interfaccia proofread''). Il titolo originale è diversoMi sembra perfino incredibile che né GoogleBook (su {{GB|stp0yBc0BQD4C}} c'è ma non è scaricabile) né Internet Archive (Su {{IA|compendio-della-dottrina-cristiana-di-s-pio-x-1905}} c'è ma è una trascrizione, non il libro) ci aiutino. Conosci qualche biblioteca o sito dove sia reperibile quel libro? '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 12:02, 6 ago 2022 (CEST) :Ciao @[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]], purtroppo non mi risultano edizioni digitali del Catechismo, però se mi capita qualcosa di cartaceo per le mani terrò a mente la tua richiesta! Non mi sono dimenticato neanche di [[Indice:Sul rosario di Maria Vergine.djvu|questo]]: pensavo che sarei riuscito a trovarlo più facilmente, invece ne ho trovati tantissimi altri, tranne quello... --[[Utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #26619C;">Cinnamologus</span>]] [[Discussioni utente:Cinnamologus|<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 14px; color: #6ba3db;">(disc.)</span>]] 12:28, 6 ago 2022 (CEST) == Rinvii orfani ma non inutili == Caro Cinnamologus, ho visto la tua orfanizzazione di ''[[Tra le sollecitudini]]'', ma in questo caso non ha senso cancellare il rinvio: chiunque cerchi l'enciclica ''tra le sollecitudini'' la cercherà con questo titolo senza le aggiunte tra parentesi, dunque se noi terremo una copia di questa lettera con un titolo diverso è il caso che esista un titolo che mandi ad essa, ma siccome noi abbiamo il titolo con le aggiunte tra parentesi (ma finché abbiamo un solo esemplre perché non titolarlo senza aggiunte?) è giusto che il rinvio mandi alla pagina opera corrispondente. '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 07:06, 24 ago 2022 (CEST) 4e2sp5fwf92sburqj4j05vkg7dev8kr Scola della Patienza/Parte seconda/Capitolo II/P5 0 99983 3025960 1649604 2022-08-24T05:32:10Z OrbiliusMagister 129 Porto il SAL a SAL 75% wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>PARTE SECONDA CAPITOLO II <br/>§.5. Della Moderazione<section end="sottotitolo"/> <section begin="prec"/>../P4<section end="prec"/> <section begin="succ"/>../../Capitolo III<section end="succ"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>24 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>75%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=24 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=PARTE SECONDA CAPITOLO II <br/>§.5. 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L'Orazione deve essere attenta.}} * {{Testo|/P2|§. 2. L'Afflittione maestra della Orazione}} * {{Testo|/P3|§. 3. La Mortificazione. }} * {{Testo|/P4|§. 4. Della natura del pianto}} * {{Testo|/P5|§. 5. Rifugio in Dio}} {{Sezione note}} 5m109uywg47edpi8dgcketdix58kbxv Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/373 108 191472 3025962 1915982 2022-08-24T06:20:43Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 2-4]|{{Sc|la popolazione}}|363|riga=si}}</noinclude>mai, la società umana si può definire una collettività con gerarchia. Se sia o no possibile che la collettività sussista e la gerarchia sparisca, è cosa che non staremo ad indagare, non fosse altro perchè ci mancano gli elementi di tale studio. Ci limitiamo a considerare i fatti come sono sinora seguiti e come ognora si osservano. {{§|3}}3. '''Il tipo medio e la ripartizione delle divergenze.''' — La ripartizione della qualità degli uomini non è che un caso particolare di un fenomeno molto più esteso. Si osservano molte cose che hanno un certo tipo medio; quelle che poco se {{FI | type = | file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale (page 373 crop).jpg | width = 35% | float = right | caption = Fig. 52. }}ne scostano sono in gran numero; quelle che molto se ne scostano sono in numero scarsissimo. Se quegli ''scostamenti'' si possono misurare, si può avere una figura grafica del fenomeno. Contiamo il numero delle cose di cui gli scostamenti dal tipo medio sono compresi tra zero e uno; facciamo ''a a<nowiki>'</nowiki>'' eguale a 1, e la superficie ''a b b' a<nowiki>'</nowiki>'' eguale a quel numero. Similmente contiamo il numero delle cose di cui gli scostamenti dal tipo medio sono compresi tra 1 e 2; facciamo ''a' a<nowiki>''</nowiki>'' eguale a 1, e la superficie ''a' b' b<nowiki>''</nowiki> a<nowiki>''</nowiki>'' eguale a quel numero. Seguitiamo in quel modo per tutti gli scostamenti positivi, che si portano da ''a'' verso ''m''; facciamo lo stesso negli {{ec|costamenti|scostamenti}} negativi, che si portano da ''a'' verso ''n''; ed otterremo in fine una curva come ''t b s''. {{§|4}}4. Una curva analoga si ottiene in molti altri casi, tra i quali è notevole il seguente. Pongasi di avere un’urna contenente 20 palle<noinclude> <references/></noinclude> giq9azbycu54le525ybhu4so2br5pcs Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/374 108 191473 3025963 1915987 2022-08-24T06:20:54Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|364|{{Sc|la popolazione}}|[§ 4-7]|riga=si}}</noinclude>bianche e 30 palle nere. Si estraggano dall’urna, rimettendo ciascuna volta la palla estratta, 10 palle. Si faccia un gran numero di simili estrazioni. Il tipo medio sarà quello in cui le 10 palle estratte compongonsi di 4 palle bianche e di 6 nere. Ci saranno molte estrazioni che si scostano poco da quel tipo; pochissime che se ne scostano molto. Il fenomeno darà una curva simile a quella della fig. 52. {{§|5}}5. Movendo da tal fatto, molti autori ritengono senz’altro identici i due fenomeni. Ciò è gravissimo errore. Dalla somiglianza delle due curve si può trarre solo la conclusione che i due fenomeni hanno un carattere comune, il quale sta solo nel dipendere essi da cose che hanno tendenza ad addensarsi intorno ad un tipo medio. Per poter eguagliare un fenomeno all’altro, occorre spingere più oltre il paragone delle due curve, e vedere se veramente coincidono<ref>Per lo stesso quesito, considerato sotto altro aspetto, vedasi {{AutoreCitato|Joseph Louis François Bertrand|Bertrand}}, ''Calcul des probabilités'', § 149, 150.</ref>. {{§|6}}6. Ciò è stato fatto in un caso particolare. Se si misura molte volte una stessa quantità, si hanno misure diverse; e gli scostamenti dalla vera misura si possono dire ''errori''. Il numero di tali errori dà una curva che dicesi ''curva degli errori'', e che ha forma analoga a quella della fig. 52. L’osservazione poi ci fa conoscere che tale curva è eguale a quella che otterrebbesi considerando le estrazioni da un’urna. {{§|7}}7. Veramente tale risultamento non è tutto schietto, e vi è un poco una petizione di principio. In realtà, non accade sempre che la curva degli errori abbia la forma indicata. In tal caso si dice che la deviazione ha origine da «errori costanti»; si eliminano, e si ricade sulla curva indicata. Con<noinclude> {{rule|4em|l=4em}}<references/></noinclude> p4g3yw5irkf12gfurbumya67rdzuanl Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/375 108 191474 3025964 1916831 2022-08-24T06:20:59Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 7-10]|{{Sc|la popolazione}}|365|riga=si}}</noinclude>ciò si viene a dire che la curva degli errori ha una certa forma quando si eliminano tutte le circostanze che ad essa torrebbero di avere tale forma; ed è proposizione evidentissima, ma che altro non fa se non ripetere le premesse nella conclusione. {{§|8}}8. Lasciando stare la teoria degli errori, di cui non è qui luogo di discorrere di proposito, in altri casi non si può, per la mancanza di dati, verificare se la curva del fenomeno è eguale alla curva data dall’estrazione da un’urna; oppure quella verifica non riesce; e in questo, come in quel caso, non si possono eguagliare i due fenomeni. {{§|9}}9. Segue spesso che i fenomeni naturali dànno non già una sola gobba come nella fig. 52, ma bensì due, come nella fig. 53 od anche più. {{FI | type = | file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale Fig 53.jpg | width = 35% | float = right | caption = Fig. 53. }}In tal caso gli autori sogliono supporre che le due gobbe della fig. 53 risultino dalla sovrapposizione di due curve del genere di quella della fig. 52, e senz’altro eguagliano il fenomeno dato dalla fig. 53 all’estrazione di due urne di composizione costante. Troppo corrono e vanno a precipizio. Basti notare che, moltiplicando convenientemente le curve come quelle della fig. 52, e sovrapponendole si può ottenere una curva qualsiasi; onde il fatto che una curva può risultare dalla sovrapposizione di parecchie curve dell’indole di quella della fig. 52, non ci insegna proprio niente sull’indole della curva risultante. {{§|10}}10. Lo studio delle leggi dei salari ci dà in molti casi un certo salario medio con scostamenti che si dispongono secondo una curva simile a quella della fig. 52, e che per altro non è simmetrica rispetto alla linea ''ab''. Ma solo da quell’analogia non c’è<noinclude> <references/></noinclude> 0mkgba9z000hawcg2xr0r6co3tzhytq Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/376 108 191475 3025965 1920320 2022-08-24T06:21:02Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|366|{{Sc|la popolazione}}|[§ 10-13]|riga=si}}</noinclude>menomamente da concludere che gli scostamenti dei salari seguono la legge detta degli ''errori''. {{§|11}}11. '''Ripartizione delle entrate'''<ref>''Cours'', lib. III, cap. I. Ai dati del ''Cours'', parecchi altri sono stati aggiunti; veggasi ''Giornale degli economisti'', Roma, gennaio 1897.</ref>. — L’analogia con altri fatti dalla stessa specie ci porta a ritenere {{FI | type = | file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale Fig. 54.jpg | width = 35% | float = left | caption = Fig. 54. }}che la curva delle entrate dovrebbe avere una forma come quella data dalla fig. 54. Fatto ''m o'' eguale a una certa entrata ''x'', ''m p'' eguale a 1, la superfìcie ''m n q p'' dà il numero di individui aventi un’entrata tra ''x'' e ''x'' più 1. Ma per le entrate totali la statistica non ci dà notizie che per la parte ''c q b'' della curva, e forse, in pochissimi casi, pel piccolo tratto ''b b<nowiki>'</nowiki>''; la parte ''a b<nowiki>'</nowiki>'', o meglio ''a b'', rimane perciò ipotetica. {{§|12}}12. La curva non è punto simmetrica intorno ad ''s b''; la parte superiore ''s c'' è molto lunga; la parte ''s a'', molto schiacciata. Da ciò solo non si può concludere che non vi è simmetria tra le qualità degli individui che si allontanano da una parte o dall’altra della media ''s k''. Invero, di due uomini che si scostino egualmente dalla media delle qualità, quello che ha attitudini eccezionali per guadagnare quattrini può ottenere un’entrata altissima; e quello che ha qualità negative eguali non può cadere, senza sparire, al disotto dell’entrata minima che basta a sostentare la vita. {{§|13}}13. La curva ''a b n c'' non è la curva delle qualità degli uomini, ma è la curva di altri fatti che stanno in relazione con quelle qualità.<noinclude> {{rule|4em|l=4em}}<references/></noinclude> sulcgos1vd149huc9awu9w3aghatb4j Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/377 108 191476 3025966 1926335 2022-08-24T06:21:12Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 14-17]|{{Sc|la popolazione}}|367|riga=si}}</noinclude> {{§|14}}14. Se si considerano i punti ottenuti dagli studenti negli esami, si ha una curva analoga alla curva A B C. Suppongasi ora che, {{FI | type = | file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale Fig. 55.jpg | width = 35% | float = right | caption = Fig. 55. }}per un motivo qualsiasi, gli esaminatori non dieno mai meno di 5 punti, bastando loro di respingere il candidato con un punto sotto la media. In tal caso, per gli stessi studenti, la curva muterà forma e tona quella indicata da ''a b c''. Un fenomeno simile segue per le entrate. Al disopra della media non c’è limite al salire, al di sotto c’è un limite allo scendere. {{§|15}}15. La forma della curva ''c q b'', fig. 54, quale ci è data dalla statistica, non corrisponde menomamente alla forma della curva degli errori, ossia alla forma che avrebbe la curva ove l’acquistare e il conservare la ricchezza dipendesse solo dal caso<ref>''Cours'', § 962.</ref>. {{§|16}}16. Inoltre, la statistica ci fa conoscere che la curva ''b c q'', fig. 54, varia pochissimo nel tempo e nello spazio; popoli diversi, ed in tempi diversi dànno curve molto simili. Vi è quindi una stabilità notevole nella figura di detta curva. {{§|17}}17. Pare invece che vi possa essere più diversità per la parte inferiore e meno nota della curva. Vi è una certa entrata minima ''oa'', al di sotto della quale gli uomini non possono scendere senza essere distrutti dalla miseria e dalla fame. La curva può adagiarsi più o meno sulla retta ''ak'' che indica quell’entrata. (fig. 56). Pei popoli antichi, pei quali erano frequenti le carestie, la curva si adagiava molto come in (I); pei popoli moderni si adagia meno, e forse anche punto, come in (II).<noinclude> {{rule|4em|l=4em}}<references/></noinclude> k6u3r6bhfxi2gzv7xgbly4pgprur89w Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/378 108 191477 3025967 1930668 2022-08-24T06:21:18Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|368|{{Sc|la popolazione}}|[§ 18-19]|riga=si}}</noinclude> {{§|18}}18. La superficie ''a h b c'', fig. 56, ci dà una figura della società. La forma esterna varia poco, la parte interna {{FI | type = | file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale fig 56.jpg | width = 70% | float = left | caption = Fig. 56. }}invece è in continuo movimento; ci sono individui che salgono nelle regioni superiori, altri invece che precipitano in basso. Quelli che giungono in ''a h'' sono distrutti e spariscono; da quella parte quindi si eliminano certi elementi. È singolare, ma è certo, che lo stesso fenomeno accade nelle regioni superiori. L’esperienza fa vedere che le aristocrazie non durano; le cagioni del fenomeno sono molte e solo in piccola parte note; ma sul fenomeno stesso non cade dubbio alcuno. {{§|19}}19. Abbiamo una regione ''a h k b' a<nowiki>'</nowiki>'' in cui la deficienza dell’entrata distrugge gli individui, buoni o cattivi che sieno; in quella regione poco opera la selezione, perchè la miseria avvilisce e distrugge i buoni come i cattivi elementi. Viene poi una regione ''a' b' b l a<nowiki>''</nowiki>'' in cui invece la selezione opera col massimo di intensità. Le entrate non sono assai abbondanti per salvare tutti gli elementi, sieno essi atti o no alla lotta vitale, e non sono tanto scarse da deprimere i migliori elementi. In quella regione la mortalità dell’infanzia è considerevole, ed è probabile che tale mortalità sia un potente mezzo di selezione<ref>''Systèmes'', II, chap. IX.</ref>. La regione accennata è il crogiuolo ove<noinclude> {{rule|4em|l=4em}}<references/></noinclude> 11m4a3cyrkkyza8z26lewyrlk7n51rj Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/379 108 191478 3025968 1930705 2022-08-24T06:21:38Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 19-21]|{{Sc|la popolazione}}|369|riga=si}}</noinclude>si elaborano le future aristocrazie (nel senso etimologico: ἄριστος = migliore); da quella regione vengono gli elementi che salgono nella regione superiore ''a<nowiki>''</nowiki> l c''. Giunti in essa, la loro discendenza decade; onde quella regione ''a<nowiki>''</nowiki> l c'' non sussiste se non in grazia delle emigrazioni della regione inferiore. Come già dicemmo, le cagioni del fatto sono varie e poco note; fra le principali ci può essere il difetto dell’opera della selezione. Le entrate sono tanto grandi da permettere di salvare anche i deboli, gli individui mal costituiti, di poco senno, viziosi. Le linee ''a' b<nowiki>'</nowiki>'', ''a<nowiki>''</nowiki> l'', servono solo a fissare il discorso; non hanno esistenza reale; i confini delle regioni non sono linee rigide, e si passa per gradi insensibili da una regione all’altra. {{§|20}}20. Gli elementi inferiori della regione ''a' b' l a<nowiki>''</nowiki>'' cadono nella regione ''a h b' a<nowiki>'</nowiki>'', ove vengono eliminati. Se tale regione venisse a sparire, e se con altro mezzo non fosse provveduto al suo ufficio, gli elementi inferiori inquinerebbero la regione ''a' b' l a<nowiki>''</nowiki>'', la quale perciò diventerebbe meno atta a produrre gli elementi superiori, che vanno nella regione ''a<nowiki>''</nowiki> l c'', e l’intera società decadrebbe. Sarebbe anche più rapida quella decadenza, ove si ponessero validi ostacoli alla selezione che si opera nella regione ''a' b' l a<nowiki>''</nowiki>''. L’avvenire farà conoscere ai posteri se tali non sono gli effetti dei provvedimenti umanitari dei tempi nostri. {{§|21}}21. Non è solo l’accumularsi di elementi inferiori in uno strato sociale che nuoce alla società, ma anche l’accumularsi in strati inferiori di elementi eletti che sono impediti di salire. Quando ad un tempo gli strati superiori sono ripieni di elementi decaduti e gli strati inferiori sono ripieni di elementi eletti, l’equilibrio sociale diventa sommamente instabile<noinclude> <references/>{{PieDiPagina|''Economia politica''. - 24.||}} [[Categoria:Pagine con testo greco]]</noinclude> 78ceqp4ijhnynsmafl5iudz0abromtw Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/380 108 191479 3025969 1948746 2022-08-24T06:21:40Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|370|{{Sc|la popolazione}}|[§ 21-23]|riga=si}}</noinclude>ed una rivoluzione violenta è imminente. Si può, sotto certi aspetti, paragonare il corpo sociale al corpo umano, che prontamente perisce ove sia impedita l’eliminazione delle tossine. {{§|22}}22. Il fenomeno, del rimanente, è molto complesso. Non basta porre mente alle entrate; occorre anche vedere l’uso che se ne fa e come sono ottenute. Presso i popoli moderni le entrate della regione ''a' b' l a<nowiki>''</nowiki>'' si sono accresciute per modo che avrebbero potuto gravemente intralciare la selezione; ma una parte notevole di quelle entrate viene ora spesa per le bevande alcooliche, o altrimenti sprecata, onde permangono condizioni che fanno possibile la selezione. Inoltre, l’alcoolismo stesso è un potente agente di selezione, spegnendo individui e razze che ad esso non sanno resistere. Si suole obbiettare che l’alcoolismo non danneggia solo l’individuo, ma ben anche la sua discendenza. Tale obbiezione fortissima sotto l’aspetto etico, è nulla, sotto l’aspetto della selezione; anzi si svolge contro chi la fa. È manifesto invero che un agente di selezione è tanto più perfetto quanto più estende la sua azione non solo agli individui, ma anche alla loro discendenza. La tubercolosi opera pure molto per la selezione; e, con pochi forti, distrugge moltissimi deboli. {{§|23}}23. I dati che abbiamo per determinare la forma della curva ''b l c'' si riferiscono principalmente al secolo XIX ed ai popoli civili; quindi le conclusioni che se ne traggono non possono essere estese oltre a quei limiti. Rimane solo come induzione più o meno probabile che, in altri tempi e presso altri popoli, si ha forse una forma più o meno simile a quella ora trovata. Similmente non possiamo asserire che quella forma non muterebbe, mutando radicalmente la {{Pt|co-|}}<noinclude></noinclude> 6y8nvh8r38zledp2b8kytr0l6ipmhpy Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/382 108 191481 3025970 1948755 2022-08-24T06:22:02Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|372|{{Sc|la popolazione}}|[§ 25-28]|riga=si}}</noinclude>a scemare. Veramente tale conclusione trascende molto da ciò che si può trarre dalle premesse. Le leggi empiriche, come la presente, hanno poco o nessun valore oltre ai limiti pei quali furono riconosciute vere. {{§|26}}26. Maggiori variazioni si osservano per certi paesi, per esempio per l’Inghilterra, e sempre nel corso del secolo XIX, riguardo alla parte inferiore ''a h b'' della curva. Questa si adagia molto meno sulla retta ''h k'' della minima entrata indispensabile per la vita. {{§|27}}27. Se alla forma della fig. 54 sostituiamo altra {{FI | type = | file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale FIG. 57.jpg | width = 35% | float = left | caption = Fig. 57. }}forma in cui la parte molto schiacciata si ha per retta addiritura, avremo una curva ''c l b'', che coincide con quella data dalla statistica; e la parte inferiore ''b k a'', per la quale vi mancano notizie sarà sostituita dalla retta ''s b'', la quale corrisponde ad una entrata ''o s'' minima, che si sostituisce alle entrate minime reali le quali stanno tra ''o a'' ed ''o s''. {{§|28}}28. Ciò posto, se si ammette che, come è seguìto per parecchi popoli nel secolo XIX, il genere della curva ''b l c'' non muti e varino solo le costanti, si ha la seguente proposizione: 1.° ''Un aumento dell’entrata minima''; 2.° ''una diminuzione della disuguaglianza delle entrate'' ({{Pt|[[../381#24|§ 24]]|[[#24|§ 24]]}}), ''non possono avere luogo, congiunte o separate, se non accade che il totale delle entrate cresca più rapidamente che la popolazione.''<noinclude></noinclude> ka7nrnvozlkuvvifvcl97kw5ransq3t Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/383 108 191482 3025971 1948759 2022-08-24T06:22:52Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 29-31]|{{Sc|la popolazione}}|373|riga=si}}</noinclude>{{Nop}} {{§|29}}29. L’inversa di tale proposizione ha valore con una eccezione teorica che difficilmente può verificarsi in pratica<ref>''Cours'', II, p. 323, 324.</ref>, onde si può ritenere, tolta quell’eccezione, che abbia luogo la proposizione {{ec|seguente|seguente:}} ''Ogni qualvolta il totale delle entrate cresce più rapidamente che la popolazione, ossia quando cresce la media delle entrate per ogni individuo, si producono, separati o congiunti, gli effetti seguenti.'' 1.° ''Un aumento nell’entrata minima;'' 2.° ''Una diminuzione della disuguaglianza delle entrate'' ({{Pt|[[../381#24|§ 24]]|[[#24|§ 24]]}}). Per dimostrare tali proposizioni occorre aver ricorso alla matematica, e perciò rimandiamo al ''Cours''. {{§|30}}30. La tendenza che ha la popolazione a disporsi secondo una certa forma riguardo alle entrate ha per conseguenza che le modificazioni recate a certe parti della curva delle entrate si ripercuotono sulle altre; onde, in ultimo, la società riprende l’usata forma, come una soluzione di un sale dà sempre cristalli simili, grossi o piccoli che sieno. {{§|31}}31. Se, per esempio, si togliesse tutta l’entrata ai più ricchi cittadini, tagliando {{FI | type = | file = Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale fig. 58.jpg | width = 35% | float = right | caption = Fig. 58. }}per tal modo la parte ''e d c'' della figura delle entrate, questa non rimarrebbe già colla forma ''a b d e''; ma tosto o tardi si ricostituirebbe secondo la forma ''a t s'', simile alla primitiva. Similmente ove una carestia od altro accidente di quel genere togliesse lo strato inferiore ''a k b f'' della popolazione, la figura non rimarrebbe già colla<noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> suxll21ckccaug2jgbi3ozxxt3ee6yk Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/384 108 191483 3025972 1950976 2022-08-24T06:23:09Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|374|{{Sc|la popolazione}}|[§ 31-34]|riga=si}}</noinclude>forma ''f b' d c'', ma si ricostituirebbe colla forma ''a t s'', simile alla primitiva. {{§|32}}32. '''Relazioni tra le condizioni economiche e la popolazione.''' — È manifesto che l’uomo, come tutti gli esseri viventi, si moltiplica più o meno secondo che trova condizioni più o meno favorevoli per campare la vita. I popoli agricoli si addenseranno ove più fertile è il suolo, si diraderanno ove il suolo è meno fecondo. Anche il sottosuolo, secondo che sarà più o meno ricco, darà vita a quantità maggiore o minore di uomini. Meno semplice è la relazione per le industrie ed i commerci, i quali stanno in relazione molto più complessa colle condizioni telluriche e geografiche. E la popolazione stessa opera a sua volta sulle condizioni stesse che ad essa dànno vita, onde la densità della popolazione è effetto di certe condizioni economiche e causa di certe altre. Seguono così azioni e reazioni in grandissimo numero. {{§|33}}33. I paesi ove maggiore è la densità della popolazione sono lungi dall’essere più ricchi. Per esempio, come nota il {{AutoreCitato|Pierre Émile Levasseur|Levasseur}}, la Sicilia ha una densità di 113 abitanti per Kilom. quadrato, e la Francia ha solo 72 abitanti per Kilom. quadrato. La Sicilia non ha certo maggiore ricchezza della Francia. La vallata del Gange ha una densità doppia di quella della Francia. {{§|34}}34. Ma, se la densità non è in relazione diretta colla ricchezza di paesi diversi, nello stesso paese, essa è in relazione colle variazioni di quella ricchezza. Abbiamo qui un primo cenno di un fenomeno assai generale. I motivi di tal fatto sono i seguenti. Il numero totale di uomini viventi sovra un dato territorio è in relazione con molti altri fatti A, B, C...., i quali, per un altro territorio,<noinclude></noinclude> l2wbmndva5o64uafqgmmm9hywyh3i9p Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/385 108 191484 3025973 1950982 2022-08-24T06:23:25Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 34-38]|{{Sc|la popolazione}}|375|riga=si}}</noinclude>sono in parte diversi, cioè A', B', C'.... Supponiamo che A indichi la ricchezza; essa varia da un territorio all’altro, ma variano anche i fatti B, C...., cioè, per esempio, i costumi della popolazione; la facilità, maggiore nei paesi caldi che nei paesi freddi, di sostentare la vita, ecc. Tra gli effetti di uno di quei fatti e di quelli di un altro vi può essere compenso, onde l’effetto totale è diverso da quello che si avrebbe ove un solo dei fatti mutasse. {{§|35}}35. Quando si considerano le variazioni della ricchezza A in uno stesso paese, si considerano due stati di cose, cioè A, B, C....; e A', B, C...; in cui la maggiore variazione, se non è l’unica, è quella di A; onde l’effetto totale, che solo possiamo osservare, coincide più o meno coll’effetto della sola variazione di A. {{§|36}}36. Non basta. Considerando solo la variazione della ricchezza, può accadere, ed effettivamente accade, che il valore assoluto della ricchezza ed il valore delle variazioni della ricchezza operino in senso opposto sulla popolazione. {{§|37}}37. Per esempio, in certi paesi, la parte più ricca della popolazione ha una natalità inferiore a quella della parte più povera<ref>''Systèmes'', II, p. 139.</ref> ({{Pt|[[../390#53|§ 53]]|[[#53|§ 53]]}}); il che non toglie che un aumento di ricchezza abbia per primo effetto di accrescere il numero dei matrimoni e delle nascite. {{§|38}}38. Nel secolo XIX, nei paesi civili, si osserva un aumento considerevole di ricchezza, in media, per ogni abitante. Nello stesso tempo la ''nuzialità'' (numero di matrimoni per 1000 abitanti), la natalità (numero di {{ec|nascita|nascite}} per 1000 abitanti), la mortalità (numero di morti per 1000 abitanti), sono scemate.<noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> acpx5cibpaf828o22gfkzl7oiix6lz9 Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/386 108 191485 3025974 1950985 2022-08-24T06:23:29Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|376|{{Sc|la popolazione}}|[§ 38-43]|riga=si}}</noinclude>La popolazione totale è cresciuta, ma la proporzione del suo aumento annuo ha tendenza a decrescere. {{§|39}}39. Quei fatti sono in relazione vicendevole. L’aumento della ricchezza ha favorito l’aumento della popolazione, ha molto probabilmente contribuito a limitare la nuzialità e la natalità; ha certamente operato per ridurre la mortalità, col permettere notevoli e costosi provvedimenti igienici; molto probabilmente, coll’avere avvezzato gli uomini a vita più agiata, opera per scemare la proporzione dell’aumento annuo della popolazione. {{§|40}}40. La diminuzione della nuzialità opera direttamente per scemare la natalità, e quindi per scemare la mortalità totale, in cui ha gran parte la mortalità infantile. Il {{AutoreCitato|Gustave Cauderlier|Cauderlier}} vuole anzi che le variazioni della natalità sieno solo conseguenza delle variazioni della nuzialità. La diminuzione della nuzialità, o direttamente, o indirettamente per mezzo della diminuzione delle nascite, ha quindi operato per accrescere la media di ricchezza per ciascun individuo. {{§|41}}41. La diminuzione della natalità è in gran parte cagione della diminuzione della mortalità, ed ha operato, come ora dicemmo, sulla ricchezza; essa è poi cagione diretta della diminuzione della proporzione dell’aumento annuo della popolazione. {{§|42}}42. La diminuzione della mortalità opera in senso contrario; e, circa al numero della popolazione, ha compensato in parte la diminuzione della natalità. È notevole e certa la diminuzione della mortalità infantile; di minor momento e meno certa la diminuzione della mortalità per gli adulti. {{§|43}}43. La popolazione accenna a rimanere quasi stazionaria in Francia; crebbe assai in Inghilterra<noinclude></noinclude> cuiqcskf4f313z7tipimdp0ah07rkbn Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/387 108 191486 3025975 1951032 2022-08-24T06:23:54Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 43-46]|{{Sc|la popolazione}}|377|riga=si}}</noinclude>ed in Germania; ma anche in quei paesi la proporzione dell’accrescimento accenna a scemare. Nel secolo XIX, la popolazione inglese ha aumentato secondo una progressione geometrica di cui la ragione è tale che la popolazione raddoppia in 54 anni circa<ref>''Cours'', § 211.</ref>. Poichè la ricchezza media per ogni individuo è aumentata, e di molto, vuol dire che, in Inghilterra, la ricchezza ha avuto aumenti maggiori di quelli della detta progressione geometrica<ref>''Cours'', § 212.</ref>. {{§|44}}44. Il migliorare e il peggiorare delle condizioni economiche di un paese sono in relazione coi fenomeni della popolazione. Per vedere ciò occorre avere qualche criterio dello stato delle condizioni economiche. Pei popoli agricoli delle nostre regioni può servire il prezzo del grano; pei popoli industriali e commerciali occorre badare ad altri fatti. Secondo il {{AutoreCitato|John Marshall|Marshall}}, la nuzialità, in Inghilterra, nella prima parte del secolo XIX dipende principalmente dalla raccolta agricola; nella seconda parte del secolo XIX dipende invece principalmente dal movimento commerciale. Quel mutamento ha origine da ciò, che l’Inghilterra è diventata ora un paese principalmente industriale, invece di essere un paese principalmente agricolo come era al principio del secolo XIX. {{§|45}}45. Presentemente, in Inghilterra, la nuzialità sta in relazione colla somma del commercio estero e col totale delle somme compensate al ''Clearing-House''; sono questi semplicemente indici del movimento industriale e commerciale. {{§|46}}46. Vi sono fenomeni generali conosciuti sotto il<noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> 1mw6bbqce8lygdtxhpvponfxe2a8jm3 Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/388 108 191487 3025976 1951038 2022-08-24T06:23:57Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|378|{{Sc|la popolazione}}|[§ 46-48]|riga=si}}</noinclude>nome di crisi economiche ({{Pt|[[../499#73|IX, 73]]|[[../Capitolo IX#73|IX, 73]]}}). Tempi prosperi sono seguiti da tempi di depressione economica, a cui fanno seguito altri tempi prosperi, e via di seguito. Si può all’incirca conoscere quando c’è il massimo e il minimo di prosperità, ma non si può per altro fissare il momento preciso del massimo e del minimo: occorre dunque procedere solo approssimativamente ai paragoni. {{§|47}}47. Se non si tenesse conto delle considerazioni precedenti, si potrebbe ricavare ciò che si vuole dai dati statistici. Per esempio, se si vuole dimostrare che la nuzialità scema in Inghilterra, si paragonerà la nuzialità 17,6 del 1873, che è l’anno in cui termina un periodo prospero, colla nuzialità 14,2 del 1886, in tempi assai depressi. Se invece si vuole dimostrare che la nuzialità cresce, si paragonerà la nuzialità 14,2 del 1886, alla nuzialità 16,5 del 1899. Occorre evidentemente astenersi da simili ragionamenti. {{§|48}}48. La teoria matematica detta delle coincidenze o della correlazione, insegna a determinare se due fatti che si osservano un certo numero di volte insieme sono casualmente, uniti oppure accadono insieme per qualche relazione causale. Per altro si può difficilmente usare tale teoria nella materia di cui trattiamo. Non abbiamo fatti che debbano istantaneamente coincidere, bensì fatti che operano vicendevolmente con qualche latitudine, onde il numero delle coincidenze diventa propriamente un’espressione vuota di senso. La prosperità economica scema, o cresce, gradatamente, e i segni che ne abbiamo non ci figurano quel fenomeno che con grossolana approssimazione; inoltre lo scemare, od il crescere, di tale prosperità non opera subito sui matrimoni, opera poi anche più lentamente sulle nascite e le<noinclude></noinclude> 6jnb2nf124cbgcxud0lco3wbixqlwlb Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/389 108 191488 3025977 1951041 2022-08-24T06:24:00Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 48-52]|{{Sc|la popolazione}}|379|riga=si}}</noinclude>morti. Se si descrivono graficamente le curve che figurano i fenomeni che si vogliono paragonare, si può vedere se le loro oscillazioni stanno o no in qualche relazione. Tale metodo, sebbene imperfettissimo, e forse ancora il migliore che praticamente si possa usare, per ora. {{§|49}}49. L’aumento della prosperità economica ha per primo ed immediato effetto di far crescere la nuzialità e la natalità, e di far scemare la mortalità. Il primo fenomeno è notevole ed appare chiaramente; il secondo è meno spiccato e può, secondo la teoria del {{AutoreCitato|Gustave Cauderlier|Cauderlier}}, essere almeno in gran parte una semplice conseguenza del primo; il terzo è un poco dubbio per i popoli civili e ricchi; pei popoli miseri mancano dati statistici molto precisi; ma, se si tiene conto delle carestie, che altre volte erano frequenti, pare difficilmente potersi negare. {{§|50}}50. Un rapido aumento della ricchezza di un paese è favorevole, per un certo verso alle selezioni, poichè porge agli uomini facili occasioni di farsi ricchi e di salire negli stati superiori della società. Un effetto simile si ottiene, senza che cresca la ricchezza, quando le condizioni economiche della società mutano rapidamente. {{§|51}}51. Sinora dicemmo delle variazioni della ricchezza, dobbiamo anche considerare non più le variazioni, ma lo stato di quella ricchezza, e paragonare quindi due condizioni sociali, le quali differiscono perciò che nell’una la quantità media di ricchezza per ogni abitante è maggiore che nell’altra. {{§|52}}52. Già vedemmo al {{Pt|[[../383#29|§ 29]]|[[#29|§ 29]]}} che tale differenza corrisponde ad altra differenza nella ripartizione delle entrate e delle entrate minime; ma ben altri fatti e di gran momento stanno in relazione colla quantità media di ricchezza per ogni individuo.<noinclude></noinclude> neycsgzqr54ahmnlhffurgqgr574x6v Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/390 108 191489 3025978 1951474 2022-08-24T06:24:15Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|380|{{Sc|la popolazione}}|[§ 53-54]|riga=si}}</noinclude>{{Nop}} {{§|53}}53. Popoli molto ricchi hanno una natalità assai scarsa, onde potrebbesi ritenere che il valore assoluto della ricchezza opera in modo direttamente contrario alle variazioni della stessa ricchezza. Rimane per altro un dubbio. Potrebbe darsi che tra la ricchezza assoluta e la natalità non corresse una relazione di causa ad effetto e che quei due fenomeni fossero invece conseguenza di altri; che cioè vi fossero certe cause per le quali ad un tempo cresce la ricchezza e scema la natalità. {{§|54}}54. Le condizioni economiche non operano solo sul numero dei matrimoni, delle nascite, delle morti, del numero della popolazione, ma bensì anche su tutti i caratteri della popolazione, sui suoi costumi, sulle sue leggi, sulla sua costituzione politica. Certi fatti non sono possibili che in grazia di un aumento notevole di ricchezza. Presso i popoli che hanno appena di che cibare i loro adulti, si uccidono facilmente i bambini, si distruggono sistematicamente i vecchi<ref>''Cours'', § 247</ref>; presso i ricchi popoli moderni si stanno istituendo pensioni pei vecchi e gli invalidi. Presso i popoli poverissimi la donna è trattata peggio di un animale domestico; presso i popoli civili, presso il ricchissimo popolo degli Stati Uniti d’America, è diventata un oggetto di lusso che consuma e non produce<ref name="p390">In senso favorevole al ''femminismo americano'', vedasi {{AutoreCitato|Thérèse Bentzon|Th. Bentzon}}, ''Les américaines chez elles;'' in senso contrario, un’inchiesta di {{AutoreCitato|Cleveland Moffett|Cleveland Moffet}} di New York, riprodotta nel ''Mercure de France'', 1904: «Il nostro paese, dicono certi americani, è quello in cui le donne ricevono più dall’uomo e ad esso danno meno. Per esse</ref>. Occorre evidentemente, perchè un tale fatto sia possibile che la ricchezza del paese sia<noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> obiqyn2irf80as6y6937p3846lrdipc Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/391 108 191490 3025979 1951525 2022-08-24T06:24:24Z Dr Zimbu 1553 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|[§ 54]|{{Sc|la popolazione}}|381|riga=si}}</noinclude>grandissima. Quella condizione della donna opera poi sui costumi. Il ''femminismo'' è malattia che può solo appicarsi ad un popolo ricco, o alla parte ricca di un popolo povero. Col crescere della ricchezza, nella Roma antica, crebbe il mal costume delle donne; se certe ragazze moderne non avessero i quattrini necessari per portare in giro l’ozio e la concupiscenza loro, i ginecologhi avrebbero meno lavoro. La stupida pietà pei malfattori, che ha invaso certi popoli moderni, non può sussistere che presso popoli ricchi ai quali non reca gran danno una moderata distruzione di ricchezza. D’altra parte, l’aumento di ricchezza, generalmente accompagnato da maggiore densità della popolazione e da migliori comunicazioni stradali, fa sparire il brigantaggio nelle campagne, perchè il fare il brigante diventa un cattivo mestiere. Ciò non segue per un miglioramento della morale: poichè nelle grandi città si ha precisamente l’effetto opposto, diventando, in queste, frequentissime le aggressioni. Col crescere della ricchezza le leggi contro i debitori morosi possono diventare molto più miti. È pure noto che i sentimenti socialisti crescono per lunga pace e per aumento di ricchezza. Presso un popolo molto povero gli scarsi capitali sono preziosissimi, il lavoro umano abbondante è di poco pregio, onde il potere politico appartiene ai capitalisti, spessissimo ai possidenti di beni fondiari. Man mano <ref follow="p390">altro non siamo se non macchine per guadagnare quattrini. La donna non sa quasi ciò che fa suo marito, sa solo ciò che guadagna».<br/>{{spazi|5}}Bisogna tenere conto che i letterati caricano spesso le tinte, in un senso e nell’altro.</ref><noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> fx2e94zdcfa7u84p710b947rgnyocx1 Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/392 108 191491 3025980 1951486 2022-08-24T06:24:48Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|382|{{Sc|la popolazione}}|[§ 54]|riga=si}}</noinclude>che cresce la ricchezza del paese, scema il pregio dei capitali, cresce il pregio del lavoro; onde man mano i lavoratori acquistano il potere e i privilegi che prima erano dei capitalisti. Contemporaneamente mutansi costumi, morale, sentimenti, letteratura, arte. Presso i popoli poveri, i letterati incensano i ricchi signori; presso i popoli ricchi, la plebe. Gli scrittori del tempo passato non ignoravano i profondi mutamenti che l’aumento della ricchezza recava alla costituzione sociale, ma in generale, colle solite declamazioni etiche, a quei mutamenti davano nome di «corruzione». Talvolta, per altro, sono meglio descritti i fatti. L’autore della ''Repubblica degli ateniesi'', che va sotto il nome di {{AutoreCitato|Senofonte|Senofonte}}, ha veduto la relazione che corre tra l’aumento della ricchezza e i maggiori riguardi che si usano alle classi inferiori della popolazione. Egli mostra come, per cagione dei loro negozi, gli Ateniesi fossero tratti a concedere non poche agevolezze agli schiavi ed ai metechi. {{AutoreCitato|Platone|Platone}}, per fare stabile l’ordinamento dell’imaginata sua repubblica, si dà molto pensiero per impedire che troppo ricchi possano diventarne i cittadini. Non è il caso che ha fatto fiorire gli ordinamenti democratici in città ricche come Atene e Roma; e in seguito, nel medio-evo, rinascere la democrazia dove nuovamente appariva la ricchezza, come in Provenza, nelle repubbliche italiane, nelle città libere della Germania; e poi in quei paesi, collo scemare della ricchezza, venire pur meno la democrazia. {{ec|Leresia|L’eresia}} degli Albigesi pare un fatto essenzialmente religioso, mentre, in sostanza, era in gran parte un movimento democratico; il quale fu spento dai crociati venuti da terre settentrionali, ove, per essere<noinclude></noinclude> 2dufuelj6asfypw0o3z6de8f0j0pn1s Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/393 108 191492 3025981 1951492 2022-08-24T06:25:13Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 54]|{{Sc|la popolazione}}|383|riga=si}}</noinclude>la ricchezza molto minore per capo di abitante, diverso era l’ordinamento sociale. La grande peste che, verso la metà del secolo XIV, cotanto fieramente percosse e flagellò l’Europa, collo spegnere molte vite, fece crescere, per poco tempo, la somma media di ricchezza per capo della popolazione; onde le classi inferiori furono sollevate dalla loro condizione, e in qualche contrada si ebbero, come conseguenza, movimenti democratici, come, ad esempio, in Inghilterra, la ribellione di {{W|Wat Tyler|Wat Tyler}}. Questa fu repressa; ma, poco essendo durata, pochissima ricchezza aveva potuto distruggere; onde, perdurando la cagione, perdurarono pure gli effetti, e, come nota {{AutoreCitato|Thorold Rogers|Thorold Rogers}}, «benchè i contadini ribelli fossero stati disfatti e spersi, e i loro capi condannati ed impiccati, pure in sostanza conseguirono vittoria». Nota il {{AutoreCitato|Matteo Villani|Villani}}<ref>''Cronica di Matteo Villani'', I, 4.</ref> come, dopo la grande mortalità cagionata dalla peste, in Firenze, «gli uomini trovandosi pochi, e abbondanti per l’eredità e successioni dei beni terreni, dimenticando le cose passate come se state non fossero, si diedero alla più sconcia e disordinata vita che prima non avevano usato.... E il minuto popolo, uomini e femmine, per la soverchia abbondanza che si trovavano delle cose, non volevano lavorare agli usati mestieri e le più care e delicate vivande volevano per loro vita...». Lo stesso accadeva in Inghilterra. In Firenze, per esservi stata già, prima della peste, ricchezza grande e ordinamenti democratici, non si tentò di rintuzzare le pretensioni dei lavoratori; in Inghilterra, ove, per essere maggiore la povertà {{Pt|man-|}}<noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> 35dor6u3ccdfxk1whllehkyqn1ccww8 Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/394 108 191493 3025982 1951619 2022-08-24T06:25:18Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|384|{{Sc|la popolazione}}|[§ 54-55]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|cavano|mancavano}} quegli ordinamenti, si cercò, col celebre ''Statuto dei lavoratori'', di costringere i lavoratori a contentarsi dei salari che avevano prima della grande mortalità recata dalla peste; ma quel tentativo interamente fallì. I migliori studi recentemente compiuti hanno fatto vedere come, in Francia ed in Germania, gli anni che precedettero il nascere del protestantismo furono anni di straordinaria prosperità economica e tale prosperità favorì il propagarsi della riforma religiosa e del movimento democratico che, in origine, l’accompagnava. Ma, le lunghe guerre che seguirono avendo distrutta gran copia di ricchezza, vennero meno le condizioni che avevano dato origine al movimento democratico; onde questo interamente o quasi interamente si spense<ref>In Firenze, i Medici, coll’imposta progressiva, disfecero gli avversari e, ad un tempo, fiaccarono la democrazia, togliendo le condizioni che ad essa davano forza</ref>; per rinascere poi in Inghilterra, in Francia, e nel rimanente dell’Europa, col nuovo crescere della ricchezza. E se ora è più intenso in Francia che altrove, non è il caso che a tale circostanza congiunge quelle del crescere ognora la ricchezza in quel paese, mentre quasi costante vi rimane il numero degli abitanti, onde ognora aumenta la ricchezza media per capo di abitante. {{§|55}}55. Non si dimentichi che i fenomeni che abbiamo veduto seguire insieme coll’aumento di ricchezza operano poi anche per modificare il fenomeno stesso dell’aumento di ricchezza, onde tra questo e quelli si stabilisce un qualche equilibrio. Può anche accadere che quel seguito di azioni e reazioni favorisca il movimento ritmico che è proprio<noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> nvhwqk46644r52saz9rebl8q5o0janv Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/395 108 191494 3025983 1951620 2022-08-24T06:25:20Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 55]|{{Sc|la popolazione}}|385|riga=si}}</noinclude>dei fenomeni sociali. L’aumento della ricchezza media per capo di abitante favorisce la democrazia; ma questa, almeno secondo quanto si è potuto sin ora osservare, distrugge largamente la ricchezza e provvede anche a disseccarne le fonti; onde, per tal modo, scava a sè stessa la fossa, e distrugge ciò da cui aveva vita ({{Pt|[[../407#83|§ 83]]|[[#83|§ 83]]}}). La storia è ricca di esempi che si potrebbero recare in conferma di questa osservazione; e se ora pare che non si verifichi, ciò segue non solo perchè breve è ancora il termine in cui l’opera distruggitrice della ricchezza si è compiuta, ma altresì perchè i meravigliosi miglioramenti tecnici che ebbe la produzione ai tempi nostri concessero sinora di produrre maggiore quantità di ricchezza di quanta se ne sperperava; ma ove seguiti a crescere la distruzione della ricchezza, e nuovi miglioramenti non sopravvengano per far sì che più, o egualmente, ne aumenti la produzione, potrebbe mutare interamente il fenomeno sociale. Oggettivamente, i fenomeni che ora abbiamo studiato stanno semplicemente in relazione di mutua dipendenza, ma soggettivamente vengono solitamente tradotti come essendo in relazione di causa ad effetto; ed anche quando oggettivamente vi può essere alcunchè che si avvicini a tale relazione, è notevole che spesso la traduzione soggettiva ne inverte i termini. Così appare probabilissimo, quasi certo, che i sentimenti umanitari, i provvedimenti legislativi in favore dei poveri, o altri miglioramenti nella vita di questi, poco o niente giovano per far crescere la ricchezza, anzi talvolta la fanno scemare. La relazione di mutua dipendenza tra quei fenomeni si avvicina quindi ad una relazione in cui l’aumento di ricchezza<noinclude>{{PieDiPagina|''Economia politica''. - 25.||}}</noinclude> gnn0wq7c5e8bn0qfmgdxt91hnnge2hz Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/396 108 191495 3025984 1951622 2022-08-24T06:25:41Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|386|{{Sc|la popolazione}}|[§ 55-56]|riga=si}}</noinclude>è ''causa'', e sono ''effetti'' il fiorire dei sentimenti umanitari e il miglioramento delle condizioni di vita dei poveri. La traduzione soggettiva invece assume per causa i sentimenti umanitari, e si figura che sono questi la cagione del miglioramento delle condizioni di vita dei poveri, ossia dell’aumento della porzione di ricchezza che consumano. C’è della brava gente che si figura che, se oggi l’operaio mangia carne tutti i giorni, mentre un secolo fa ne mangiava solo i giorni di festa, ciò è dovuto solo al fiorire dei sentimenti etici e umanitari — altri dicono all’essere riconosciute poco alla volta le «grandi verità» predicate dal socialismo — e che non riesce a capire che l’aumento della ricchezza è condizione assolutamente indispensabile perchè possano crescere i consumi popolari, cioè del maggior numero d’uomini<ref>Fui rimproverato perchè, mostrando il succedersi delle ''élites'', non notai il miglioramento delle condizioni delle classi popolari. Non lo notai, perchè non mi pare, stando ai fatti che mi sono noti, che il secondo fenomeno sia conseguenza del primo; esso è conseguenza dell’aumento della ricchezza, almeno in gran parte. Una barca scende il fiume, trascinata dalla corrente, su di essa comanda or questo, or quello: i due fenomeni sono concomitanti, non stanno in relazione di causa ad effetto.<br/>{{spazi|5}}S’intende che con ciò si vede solo la parte principale del fenomeno. Accessoriamente, possono le classi popolari ricevere qualche vantaggio della contesa delle ''élites''; poichè si sa che tra i due litiganti, il terzo gode</ref>. Il più delle volte, per conseguire il miglioramento delle condizioni economiche del popolo, gli ottimi umanitari fanno propriamente le parti della mosca che si posa sulle corna del bue e dice: ariamo. {{§|56}}56. Da quanto precede appare che la somma media di ricchezza per ogni individuo è, almeno in<noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> k4y2zv3xv72csozfuk25krvlxjjqm0y Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/397 108 191496 3025985 1951638 2022-08-24T06:25:52Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 56-59]|{{Sc|la popolazione}}|387|riga=si}}</noinclude>parte, sicuro indice delle condizioni economiche, sociali, morali, politiche, di un popolo. Si capisce che altri fatti possono operare, onde la corrispondenza diventa solo approssimativa. Inoltre giova tenere conto che i popoli si copiano più o meno, a vicenda. Quindi, certe istituzioni che in un popolo ricco stanno in diretta relazione colla sua ricchezza, vengono copiate da altri popoli, presso ai quali non sarebbero nate spontaneamente. {{§|57}}57. '''La produzione dei capitali personali.''' — L’uomo ha, come qualsiasi altro capitale, un certo costo di produzione; ma tale costo dipende dal modo di vivere, dallo ''standard of life'' degli inglesi. {{§|58}}58. Se si ammette che il costo di produzione dell’uomo è dato da quanto è strettamente necessario per mantenerlo in vita e per educarlo, e che pei capitali personali sussiste l’eguaglianza tra il costo di produzione e il prezzo del capitale ottenuto, considerando come frutto il prezzo del lavoro ({{Pt|[[../330#88|V, 88]]|[[../Capitolo V#88|V, 88]]}}), si conclude che la condizione degli uomini non può mai in alcun modo essere migliorata; qualsivoglia miglioramento in favore dei lavoratori avrebbe solo per effetto di ridurne il costo di produzione. In ciò sta la sostanza di ciò che dicesi la ''legge di bronzo'' del {{AutoreCitato|Ferdinand Lassalle|Lassalle}}<ref>''Systèmes'', II, p. 235.</ref>; e da ciò seguirono molti errori di altri economisti. {{§|59}}59. Le due premesse del ragionamento precedente non sono confermate dai fatti. Già dicemmo della prima. In quanto alla seconda, sta bensì in suo favore che il primo effetto del miglioramento delle condizioni economiche è di accrescere il numero dei matrimoni e per conseguenza quello dello nascite; ma sta contro l’altro fatto che l’aumento {{Pt|perma-|}}<noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> ivt1wfs7tiq0ib7gi8rxqum49u2f649 Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/398 108 191497 3025986 1951660 2022-08-24T06:25:57Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|388|{{Sc|la popolazione}}|[§ 59-63]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|nente|permanente}} di ricchezza è congiunto ad una diminuzione del numero delle nascite, ed il secondo effetto supera di gran lunga il primo. {{§|60}}60. A ciò contribuisce l’andamento a onde dell’aumento della ricchezza; l’aumento del numero dei matrimoni quando la marea cresce è, in parte almeno, compensato dalla diminuzione di quel numero, quando la marea scema; permane la riduzione stabile, che è congiunta ad un aumento permanente di ricchezza. {{§|61}}61. Il costo di produzione dell’uomo adulto dipende evidentemente dalla mortalità infantile; ma, contrariamente a ciò che si potrebbe credere, la diminuzione della mortalità nella prima infanzia non corrisponde ad una diminuzione adeguata di quel costo<ref>''Cours'', § 255.</ref>; e ciò segue perchè molti di coloro che sono per tal modo salvati nella prima infanzia, muojono poco dopo, prima di essere adulti. {{§|62}}62. '''Ostacoli alla forza generatrice'''. — L’accrescimento della popolazione risulta dal contrasto tra la forza generatrice e gli ostacoli che può incontrare. Due ipotesi sono possibili: si può supporre che quegli ostacoli non esistono e che quindi il numero delle nascite è sempre massimo; il numero delle morti, minimo; l’accrescimento della popolazione, massimo. Oppure, si può supporre che la forza generatrice incontri ostacoli, i quali riducono il numero delle nascite, accrescono il numero delle morti, e che limitano (tralasciando per ora di discorrere dell’emigrazione) l’aumento della popolazione. {{§|63}}63. La prima ipotesi è manifestamente contraria ai fatti. Basta osservare le oscillazioni che ci fa conoscere la statistica nel numero dei matrimoni<noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> pwxqpnwql950zasdfyyp4r2v9178bi9 Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/399 108 191498 3025987 1952016 2022-08-24T06:26:03Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 63-65]|{{Sc|la popolazione}}|389|riga=si}}</noinclude>e delle nascite; è impossibile concedere che riproducano precisamente variazioni nell’istinto della riproduzione. Inoltre, presso tutti i popoli, si osservarono maggiori oscillazioni. Carestie, epidemie, guerre, ridussero considerevolmente il numero di certe popolazioni, che, dopo pochi anni, tornarono nello stato primitivo. {{§|64}}64. Rimane quindi solo la seconda ipotesi, e si può dimostrare rigorosamente che corrisponde ai fatti. Gli autori che implicitamente fanno propria quell’ipotesi sogliono ad essa dare altra forma; specificano cioè quegli ostacoli e dicono che le sussistenze limitano la popolazione. Ciò dà luogo a discussioni sul modo di accrescere la quantità di sussistenze: sia col togliere lo spreco che se ne può fare, sia aumentandole con provvedimenti stimati utili per tale scopo. Così la discussione devia. Conviene dunque tagliare corto a tali considerazioni; ed invece di un limite elastico, quale è quello delle sussistenze, considerare un limite fisso, cioè quello dello spazio. {{§|65}}65. In Norvegia, la differenza tra le nascite e le morti, dal 1865 al 1880, dà un aumento annuo di popolazione di 13,48‰; per l’Inghilterra, dal 1861 al 1880, si ha 13,4‰; per l’impero tedesco, 12,3‰. Supponiamo che la popolazione di questi tre Stati, che era di 72,728,000 nel 1880, seguiti a crescere secondo la minima delle tre proposizioni osservate, cioè del 12,3‰ all’anno. Fra 1200 anni, darebbe un numero di esseri umani eguali a 1707 seguito da undici zeri. La superficie del globo terrestre è di 131 milioni di Kilom. quadrati; vi sarebbe dunque più di un abitante per ogni metro quadrato. Ciò è assurdo; quindi è assolutamente impossibile che la popolazione dei tre Stati considerati possa seguitare a crescere, pel futuro, colla medesima proporzione effettivamente osservata dal 1861 al 1880.<noinclude></noinclude> 4fr9bme4teofpskqw2sgga5e5hqlwzo Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/400 108 191499 3025988 1952018 2022-08-24T06:26:37Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|390|{{Sc|la popolazione}}|[§ 66-68]|riga=si}}</noinclude> {{§|66}}66. Pel passato si può osservare che, se la popolazione del globo fosse stata solo di 50,000,000 al principio dell’era cristiana, e se fosse cresciuta nella proporzione effettivamente osservata ora per la Norvegia, avrebbe dato nel 1891, un numero di esseri umani eguale a 489 seguito da sedici zeri. Si suppone che nel 1086 la popolazione dell’Inghilterra fosse di circa due milioni di abitanti; se avesse aumentato nella proporzione osservata presentemente, avrebbe dovuto essere, nel 1886, di 84 miliardi. Se la popolazione dell’Inghilterra seguitasse a crescere secondo la legge osservata dal 1801 al 1891, fra sei secoli e mezzo circa ci sarebbe in Inghilterra un abitante per ogni metro quadrato. Tutto ciò è assurdo: quindi è certo che la popolazione non ha potuto crescere pel passato, nè potrà crescere per l’avvenire, nella stessa proporzione osservata ora; perciò è dimostrato che ci furono e ci saranno ostacoli a quell’aumento. {{§|67}}67. Nel cercare la dimostrazione della nostra proposizione, ne abbiamo incidentalmente trovata anche un’altra. Vediamo, cioè, che il secolo XIX è stato eccezionale per l’aumento della popolazione della Norvegia, dell’Inghilterra e della Germania ({{Pt|[[../474#37|IX, 37]]|[[../Capitolo IX#37|IX, 37]]}}); e che nè pel passato ci furono, nè pel futuro ci potranno essere, per quei paesi, aumenti simili e per lungo spazio d’anni. {{§|68}}68. '''Le sussistenze e la popolazione'''. — Il difetto di susssitenze può evidentemente essere di ostacolo all’aumento della popolazione; esso opera diversamente nei diversi strati sociali, fig. 54 ({{Pt|[[../376#11|§ 11]]|[[#11|§ 11]]}}). Nella parte inferiore, quando la curva delle entrate molto si adagia sulla linea dell’entrata minima, il difetto di sussistenza opera principalmente aumentando la mortalità. Tale fenomeno è illustrato da molti fatti<noinclude></noinclude> nvuv79lfjj2ypkm6iq8w4wb3zs2twcd Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/401 108 191500 3025989 1952021 2022-08-24T06:26:40Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 68-69]|{{Sc|la popolazione}}|391|riga=si}}</noinclude>raccolti dal {{AutoreCitato|Thomas Robert Malthus|Malthus}} nel suo libro. Nella parte superiore, l’opera del difetto delle sussistenze è solo indiretta. Abbiamo veduto che la forma della curva della distribuzione delle entrate varia poco; quindi, se si taglia uno strato inferiore nella fig. 54, tutti gli strati superiori vengono giù alquanto e la superficie totale della figura diventa più piccola. Si capisce facilmente che se gli operai spariscono, cadono in miseria i padroni delle officine ove lavoravano quegli operai e coloro che, colle professioni dette liberali, ritraevano il guadagno da quei padroni. Nella parte media degli strati sociali, il difetto di sussistenza risentito dagli strati inferiori direttamente, opera spesso inducendo a diminuire il numero dei matrimoni, ritardando l’età in cui si contraggono, procacciando diminuzione delle nascite. Il contadino che ha solo un piccolo podere non vuole avere troppi figli, per non dividere fra troppa gente quel podere. Il borghese a cui mancano le usuali fonti di guadagno, limita le spese della famiglia e il numero dei figli. Nei paesi ove parte vistosa del patrimonio tocca al primogenito, i fratelli di lui spesso non contraggono matrimonio. Negli strati più elevati della società si osservano pure quegli effetti, ma vi si aggiunge quello assai potente della decadenza delle ''élites'', la quale fa sì che tutte le razze scelte più o meno rapidamente spariscono. {{§|69}}69. Il {{AutoreCitato|Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi|Sismondi}}, degno precursore dei nostri moderni ''umanitari'', crede poter provare l’assurdo della teoria secondo la quale i mezzi di sussistenza limitano la popolazione, recando l’esempio di una famiglia, quella cioè dei Montmorency, che ai tempi suoi stava per spegnersi; mentre, avendo sempre vissuto nell’abbondanza, avrebbe dovuto, secondo la dottrina combattuta dal Sismondi, riempire la terra<noinclude></noinclude> jkusmmd7hbuu85banh81yvynxhhfvio Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/402 108 191501 3025990 1952300 2022-08-24T06:26:43Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|392|{{Sc|la popolazione}}|[§ 69-74]|riga=si}}</noinclude>di abitanti. Con quel bel modo di ragionare, chi volesse provare che la tartaruga è animale velocissimo potrebbe allegare l’esempio del cavallo da corsa. {{§|70}}70. Non è inutile di notare come quel termine di «sussistenze» sia poco preciso. Comprende certo, oltre agli alimenti, diversi secondo i paesi e le razze, anche i ripari dalle intemperie, cioè vestimenti e case; ed inoltre, nei paesi freddi, il combustibile pel riscaldamento. {{§|71}}71. '''Qualità degli ostacoli'''. — A somiglianza di quanto fece il {{AutoreCitato|Thomas Robert Malthus|Malthus}}, si possono dividere gli ostacoli in {{Sc|preventivi}}, che operano prima e sino al momento della nascita, e in {{Sc|repressivi}}, che operano dopo la nascita. {{§|72}}72. Gli ostacoli preventivi possono operare in due modi, cioè: (α) Restringendo il numero delle unioni; (β) Restringendo il numero delle nascite, qualunque sia il numero delle unioni. Questi due modi possono combinarsi. La fecondità legittima può avere luogo secondo (α), e la illegittima secondo (β). Una parte della popolazione può vivere nel celibato; ma quella diminuzione nel numero delle unioni (α) può essere compensata da un aumento nel numero delle nascite per le unioni contratte (β). {{§|73}}73. (α) 1.° La statistica ci fa vedere che presso parecchi popoli civili moderni scema il numero dei matrimoni, senza che perciò cresca la fecondità illegittima. 2.° Il celibato, quando sia realmente osservato, scema il numero delle unioni. Gli ''harem'' molto numerosi dei grandi signori in Oriente, la poliandria nel Tibet, hanno effetti simili. {{§|74}}74. (β) 1.° Il contrarre i matrimoni in età matura fa scemare il numero delle nascite. Tale ostacolo opera presso parecchi popoli civili. Il Malthus predicava alle genti di usare esclusivamente tale {{Pt|prov-|}}<noinclude></noinclude> a9gl3q95tbbz4cjxq3y1f5xqg0f9ysv Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/403 108 191502 3025991 1952304 2022-08-24T06:26:56Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 74-76]|{{Sc|la popolazione}}|393|riga=si}}</noinclude>{{Pt|vedimento;|provvedimento;}} egli avrebbe cioè voluto che uomini e donne ritardassero l’età del matrimonio, vivendo intanto rigorosamente casti, ed a ciò dava nome di ''moral restraint''. 2.° Possono i matrimoni essere numerosi e precoci; e i congiunti usare pratiche dirette a restringere il numero delle nascite. A ciò si dà il nome di ''malthusianismo''; ma quel termine è fuori di proposito, poichè il Malthus in nessun modo si dimostrò mai favorevole a tali pratiche. 3.° Certamente per molti popoli antichi, e per popoli barbari o selvaggi anche moderni, probabilmente per gli abitanti di alcune grandi città moderne, devesi notare l’aborto come un notevole ostacolo preventivo delle nascite. 4.° L’incontinenza, la prostituzione sono forse anche da porsi tra gli ostacoli preventivi. 5.° Si vuole da taluni, ma la cosa non è certa, che una grande attività intellettuale sia contraria alla riproduzione. Altre molte cagioni di sterilità si potrebbero numerare; ma è argomento che va oltre allo scopo del presente studio. {{§|75}}75. Gli ostacoli repressivi possono sorgere: (α) Dall’aumento del numero delle morti che seguono direttamente dalla mancanza di alimenti (miseria, carestia), oppure indirettamente per malattie favorite dalla miseria, o ancora che sono conseguenza dalla mancanza di provvedimenti igienici, i quali, non solo per ignoranza, ma anche perchè troppo costosi, non possono essere messi in pratica; tale causa opera in modo continuo, ed in modo discontinuo colle epidemie. (β) Dall’aumento delle morti violenti, come sarebbero gli infanticidi, gli omicidi, le morti in guerra. (γ) Dall’emigrazione. {{§|76}}76. Gli ostacoli al crescere della popolazione non scemano necessariamente la sproporzione tra la popolazione e la ricchezza; poichè possono anche fare<noinclude></noinclude> osoqnn4ka2ho0djhcs5z4hiz2a9cb75 Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/404 108 191503 3025992 1952317 2022-08-24T06:26:59Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|394|{{Sc|la popolazione}}|[§ 76-79]|riga=si}}</noinclude>scemare la ricchezza. Per esempio, la guerra può accrescere quella sproporzione, distruggendo proporzionalmente più ricchezza che uomini; l’emigrazione può impoverire un paese più di ricchezza che di uomini. {{§|77}}77. L’effetto indiretto degli ostacoli può differire dall’effetto diretto ({{Pt|[[../405#80|§ 80]]|[[#80|§ 80]]}}). Occorre notare che una popolazione A e una popolazione B possono avere lo stesso accrescimento annuo, che risulta, per A, da un gran numero di nascite e da un gran numero di morti; e per B da uno scarso numero di nascite e da uno scarso numero di morti. Il primo tipo è quello dei popoli barbari e anche, in parte, dei popoli civili sino a un secolo fa; nell’Europa contemporanea vi si avvicinano la Russia, l’Ungheria, la Spagna; il secondo tipo è quello dei popoli più ricchi e civili; vi si avvicinano, nell’Europa contemporanea, la Francia, la Svizzera, il Belgio. {{§|78}}78. Anche se l’aumento della popolazione è identico per A e per B, differiscono quelle popolazioni per la loro composizione. In A vi sono più bambini e meno adulti; ed il contrario segue per B. {{§|79}}79. L’equilibrio tra il numero delle nascite e quello dello morti, da cui risulta l’aumento della popolazione, dipende da infinite cause economiche e sociali; ma, quando è stabilito, se accidentalmente sorge una variazione in un senso, tosto segue una variazione nel senso opposto, che riconduce all’equilibrio primitivo. Per dire il vero, tale osservazione è una tautologia<ref name="p404">Ci sono autori che vanno per la maggiore e che hanno veduto nei fatti accennati l’indizio di una legge arcana, a cui hanno dato il nome di «legge di {{Pt|compensa-|}}</ref>, poichè appunto in<noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> 1s4ekgaxbmixfa9dun13k8xj2c1gld7 Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/405 108 191504 3025993 1952376 2022-08-24T06:27:43Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 79-80]|{{Sc|la popolazione}}|395|riga=si}}</noinclude>quel fatto sta la caratteristica e la definizione dell’equilibrio ({{Pt|[[../160#22|III, 22]]|[[../Capitolo III#22|III, 22]]}}); onde conviene mutare la forma dell’osservazione fatta e dire che l’esperienza ci dimostra che in realtà esiste quell’equilibrio; il quale, per altro, può lentamente modificarsi. È cosa ben nota che, dopo le guerre e le epidemie, sono più frequenti i matrimoni e le nascite, onde assai presto la popolazione, scemata dalla guerra o dalle epidemie, torna al primitivo livello. Similmente un aumento dell’emigrazione può non dare luogo a nessuna diminuzione della popolazione, ed operare solo per stimolare i matrimoni e le nascite. Viceversa un aumento di matrimoni e di nascite può essere tosto compensato da un aumento delle morti e dall’emigrazione. {{§|80}}80. Di genere diverso è l’effetto che possono avere certe pratiche volte a diminuire la popolazione, le quali possono operare permanentemente per modificare i costumi e quindi alterare le condizioni dell’equilibrio e perciò mutare l’equilibrio stesso. Così si afferma che l’emigrazione, procacciando uno sbocco alla popolazione superflua, fa sì che scema la previdenza nel generare; onde, in ultima analisi, l’emigrazione può essere, in certi casi, una causa non già di diminuzione, bensì di aumento <ref follow="p404">{{Pt|zione».|compensazione».}} Ritroveranno quella loro legge in tutti i casi in cui esiste un equilibrio.<br/>{{spazi|5}}{{AutoreCitato|Pierre Émile Levasseur|Levasseur}}, ''La population franc.'', II, p. 11: «Lorsqu’un phénomène démographique s’écarte brusquement de la moyenne... il se produit d’ordinaire une réaction brusque aussi...; l’année suivante, quelquefois même plusieurs annèes de suite, ce phénomène reste encore écarté de sa moyenne et ne reprend son niveau qu’après plusieurs oscillations, obeissant ainsi à une ''loi de compensation''».</ref><noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> qqaqxh2b4l2mgibqrdkic9xh8hbfk70 Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/406 108 191505 3025994 1952645 2022-08-24T06:27:48Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|396|{{Sc|la popolazione}}|[§ 80-82]|riga=si}}</noinclude>della popolazione. Simile osservazione è stata fatta per l’aborto, l’esposizione dei parti, l’infanticidio. Mancano, per altro, prove che concedano di dare una dimostrazione rigorosa. {{§|81}}81. '''Veduta soggettiva dei fenomeni attinenti all’aumento della popolazione'''. — L’argomento dell’aumento della popolazione e dei suoi ostacoli, è uno dei tanti di cui i più degli uomini pare non possano ragionare senza commoversi e turbarsi; la cagione ne è che, non all’indagine scientifica, ma al predicare una preconcetta dottrina rivolgono la mente, e pei contradditori sentono l’ira che i credenti assale contro gli eretici. Abbiamo qui un buon esempio del come le cause economiche si combinano con altre per determinare le opinioni degli uomini. La proporzione tra la ricchezza e il numero degli uomini è fattore assai potente per determinare i fatti della società; e sono quei fatti che, operando sull’uomo che vive in quella società, ne determinano le opinioni; onde solo per quella via indiretta, e quasi sempre all’insaputa dell’uomo che patisce tale azione, opera il fatto della proporzione tra la ricchezza e il numero degli uomini ({{Pt|[[../390#54|§ 54]]|[[#54|§ 54]]}}). {{§|82}}82. Alle classi ricche e alle oligarchie politiche giova che la popolazione cresca quanto più è possibile, perchè l’abbondanza della mano d’opera la fa più agevole per chi la compera, e perchè il maggior numero dei sudditi accresce il potere della classe politicamente dominante. Se altre cagioni non vi fossero che con questa intrecciano gli effetti, il fenomeno sarebbe dunque molto semplice: da una parte le classi ricche e politicamente dominanti predicherebbero l’aumento della riproduzione; dall’altra parte le classi povere sarebbero favorevoli<noinclude></noinclude> lekquchvprtlqi5s1traplzb56iwkvb Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/407 108 191506 3025995 1953942 2022-08-24T06:27:53Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 82-84]|{{Sc|la popolazione}}|397|riga=si}}</noinclude>alla restrizione di quell’aumento. Tutto ciò in quanto alla dottrina; nei fatti, potrebbe seguire l’opposto, e i ricchi potrebbero limitare il numero dei figli per serbare loro intatto il patrimonio, mentre i poveri potrebbero avere molti figli per trarne un utile, od anche solo per imprevidenza. In Francia si osserva un fenomeno di quel genere; e non è il caso che fa i ''nazionalisti'' e i conservatori attivi e caldi propugnatori di provvedimenti diretti ad accrescere il numero della popolazione ({{Pt|[[../409#86|§ 86]]|[[#86|§ 86]]}}). Invece i radicali-socialisti sono meno avveduti, e il loro governo si dimostra pronto a far approvare provvedimenti legislativi diretti a favorire la procreazione dei figli ({{Pt|[[../409#86|§ 86]]|[[#86|§ 86]]}}). È vero che, in generale, quei provvedimenti sono sempre stati di nessuna efficacia: ma, se fossero efficaci, distruggerebbero appunto il fondamento della potenza dei radicali-socialisti. {{§|83}}83. Il fenomeno, per altro, è molto più complesso di ciò che in sulle prime appare. Da prima, per non uscire dal campo dell’opera del principio economico, può tale principio avere diversi effetti per cagione dell’ignoranza degli uomini, o dei momentanei loro bisogni. Le rivoluzioni accadono più facilmente quando la miseria preme le classi popolari, oppure quando l’agiatezza le solleva? {{§|84}}84. Se si risolve il problema nel primo senso, vi potranno essere tempi in cui le classi ricche e le dominanti predicheranno la limitazione della popolazione, per timore di veder crescere il potere dei loro avversari, ed in cui i capi popolari predicheranno invece l’aumento senza limiti della popolazione, appunto per accrescere il numero dei loro militi. Tale fenomeno si produsse verso la fine del<noinclude> <references/></noinclude> 14mu73j4heus2balyk6gh8v83800oc1 Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/408 108 191507 3025996 1954101 2022-08-24T06:27:56Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|398|{{Sc|la popolazione}}|[§ 84-85]|riga=si}}</noinclude>secolo XVIII e dal principio del secolo XIX, e dà la sostanza della polemica tra il {{AutoreCitato|William Godwin|Godwin}} e il {{AutoreCitato|Thomas Robert Malthus|Malthus}}. {{§|85}}85. Se si risolve il problema nel secondo senso, il quale, sebbene alle prime paia paradossale, pure da un attento studio si scorge maggiormente d’accordo coi fatti ({{Pt|[[../390#54|§ 54]]|[[#54|§ 54]]}}), mutano interamente gli effetti dell’accennato principio economico. Le classi dominanti talvolta intendono ciò, ma talvolta non ne hanno un chiaro concetto e mostrano di non conoscere la ragione dei fatti; onde, sebbene il {{AutoreCitato|Alexis de Tocqueville|De Tocqueville}} abbia, in un caso speciale, chiaramente mostrato la vera soluzione del problema, vediamo ora molti della classe dominante operare in modo da procacciare il futuro danno della propria classe, e, come il cieco che va brancolando, non avere alcuna chiara veduta della via che gioverebbe seguire; per la qual cosa finiscono col procacciare la propria rovina. A ciò concorrono altresì cagioni etiche, ed anche di decadenza fisiologica di quelle ''élites''. I capi delle classi popolari, cioè in sostanza la nuova ''élite'' che sorge per spodestare l’antica, hanno spesso inteso come l’eccesso di miseria potesse solo spingere a tumulti facilmente repressi dai dominanti; e come invece il crescere dell’agiatezza meglio preparasse le rivoluzioni. Perciò alcuno di essi si mostra schiettamente favorevole alla limitazione della popolazione, mentre altri lasciano da parte tale argomento, o favoriscono debolmente i provvedimenti diretti a far crescere la popolazione ({{Pt|[[../406#82|§ 82]]|[[#82|§ 82]]}}). Ma pei capi, che sarebbero piuttosto disposti a limitarla, sorge un ostacolo grave, che sta nel dover soddisfare i sentimenti pei loro seguaci ({{Pt|[[../409#87|§ 87]]|[[#87|§ 87]]}}). L’uomo del volgo mira specialmente ai bisogni presenti dei sensi, e vuol mangiare, bere e soddisfare l’istinto sessuale; onde i capi sono<noinclude></noinclude> b1rpr4j02wmaplo8ns4orujc4lgd2pj Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/409 108 191508 3025997 1954104 2022-08-24T06:28:28Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 85-87]|{{Sc|la popolazione}}|399|riga=si}}</noinclude>spinti a promettergli che, quando sarà distrutto il «capitalismo» e sorgerà l’età dell’oro, tutti quei bisogni, o desideri, potranno essere soddisfatti senza ritegno alcuno. {{§|86}}86. Oltre ai motivi economici, altri ne troviamo etici, religiosi, metafisici, ascetici, ecc. I conservatori religiosi si sentono invasi dall’ira, indipendentemente da ogni motivo economico, al solo dubbio che si voglia operare in frode del precetto divino del crescere e moltiplicare. Tutto ciò che riguarda le relazioni sessuali è stato, nei tempi moderni, coperto da un pudico, ed anche molto ipocrito velo; onde l’idea che l’uomo ardisca valutare le conseguenze dell’atto sessuale e, prevedendole, regolarle, pare a taluni cosa tanto mostruosa, che fa loro perdere il lume della ragione. Questi ed altri simili motivi, che per brevità si omettono, operano per spingere molte persone delle classi elevate della società ad oppugnare fortemente tutto ciò che potrebbe mirare a limitare il numero della popolazione; e talvolta si aggiungono all’accennato motivo economico; ma talvolta anche hanno tanto potere, da determinare da soli l’opinione degli uomini. Queste dottrine hanno origine esclusivamente dal sentimento; e, invece di ricavarle dai fatti, i loro autori vogliono che ad esse sieno sottomessi i fatti. Prima di averlo studiato, già conoscono la soluzione del problema della popolazione; ed all’esperienza si rivolgono, non già per imparare a risolvere il quesito posto, ma solo per ricavare argomenti atti a giustificare le preconcette opinioni. {{§|87}}87. Dalla parte popolare, altre cagioni hanno simili effetti, e già ne abbiamo fatto cenno al {{Pt|[[../408#85|§ 85]]|[[#85|§ 85]]}}. Il promettere estrema abbondanza di beni economici, mercè un nuovo ordinamento sociale, pare poco ad<noinclude></noinclude> 7z1qa4qaxqqlwf5tngaeejscpqvpurp Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/410 108 191509 3025998 1954110 2022-08-24T06:28:42Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|400|{{Sc|la popolazione}}|[§ 87-89]|riga=si}}</noinclude>alcuni, se non vi si aggiunge anche il togliere ogni freno alle passioni; onde c’è chi si spinge sino all’asserire che l’uomo potrà cedere senza ritegno all’istinto sessuale, essendo tolto ogni timore che da ciò possa nascere il menomo inconveniente: ed il {{AutoreCitato|Charles Fourier|Fourier}}, più logico di altri, soddisfa allo stesso modo ogni istinto umano. Non manca chi, dando una forma pseudo-scientifica a tali fantasticherie, asserisce che l’uomo potrà cedere senza ritegno all’istinto sessuale, perchè questo andrà scemando col crescere delle attitudini intellettuali. Notisi che l’effetto rimane proprio lo stesso se nascono pochi figli: o perchè forte è l’istinto sessuale e gli uomini non vi cedono; o perchè è debole l’instinto, e gli uomini in nessun modo vi ripugnano; onde quel gran scalmanarsi è tutto per sapere se fra secoli e secoli certi atti saranno volontari o no. Chi ha tempo da perdere può seguitare a ragionare di ciò; noi volgiamo ad altro il discorso. {{§|88}}88. I fatti ora esaminati sono fatti psichici, fatti di opinioni, di dottrine; giova tosto aggiungere che quelle credenze e opinioni poco o nessun effetto hanno avuto sull’aumento effettivo della popolazione; onde parrebbe che questo fatto abbia operato su quelli, meglio che quelli su questo. Nella prima metà del secolo XIX, si predicava, in Francia, da scienziati e da uomini di Stato, l’utilità di restringere l’aumento della popolazione, il ''malthusianismo'', e la popolazione cresceva; ora si predica la necessità di spingere all’aumento della popolazione, e la popolazione rimane stazionaria. {{§|89}}89. '''Il {{AutoreCitato|Thomas Robert Malthus|Malthus}} e le sue teorie<ref name="p410">In senso contrario al ''malthusianismo'', veggasi l’opera del prof. {{AutoreCitato|Tullio Martello|Tullio Martello}}: ''L’economia politica {{Pt|antimal-|}}''</ref>'''. — Il modo che<noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> 2gfw6c9c19un9pjbulc04zmbzz722r7 Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/411 108 191510 3025999 1954118 2022-08-24T06:28:52Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 89-91]|{{Sc|la popolazione}}|401|riga=si}}</noinclude>ancora si tiene nello studio dell’economia politica, non concede di studiare il problema della popolazione, tacendo del Malthus; e, pure non approvando quell’uso, conviene non troppo urtarlo, sinchè sussiste. Del rimanente alcunchè di buono se ne può trarre, e le teorie del Malthus ci daranno un esempio degli errori in cui inevitabilmente si cade quando si confonde la teoria colla pratica, l’indagine scientifica colla predica della morale. {{§|90}}90. L’opera del Malthus è assai confusa; ed è spesso difficile di poter sapere precisamente quali argomenti egli vuole trattare. In sostanza in quell’opera si possono distinguere quattro parti. {{§|91}}91. 1.° Una parte scientifica, cioè una ricerca di uniformità di fenomeni. È merito grande del Malthus di avere inteso e procurato di dimostrare che la forza generatrice da sola avrebbe dato un aumento della popolazione maggiore di quello che osservasi in realtà; onde appare che detta forza è contenuta da certi ostacoli. Ma il Malthus, non pago di quella teoria generale, volle entrare in particolari non egualmente certi. Egli volle fissare che la popolazione tendeva a crescere secondo una progressione geometrica, e le sussistenze secondo una progressione aritmetica; inoltre riteneva che quella progressione geometrica fosse tale da raddoppiare la popolazione ogni 25 anni. È incredibile quante contese sorgessero intorno a quelle due celebri progressioni del Malthus, e quante sciocchezze vennero fuori per tal modo. In alcuni casi i concetti del Malthus appaiono cotanto {{Pt|mala-|}} <ref follow="p410">''{{Pt|thusiana|antimalthusiana}} e il socialismo'', Venezia 1894, la quale è ricca di osservazioni acute e di pensieri profondi.</ref><noinclude>{{rule|4em|l=4em}}<references/>{{PieDiPagina|''Economia politica.'' - 26.||}}</noinclude> c9ko4cjvtqht8t8pix48aumpvkeu7dq Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/412 108 191511 3026000 1954494 2022-08-24T06:29:07Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|402|{{Sc|la popolazione}}|[§ 91-96]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|mente|malamente}} intesi dai suoi oppositori, da far nascere il dubbio se questi siano in buona fede. {{§|92}}92. Se paragoniamo coi fatti quella teoria del Malthus, vediamo che, in un caso particolare, quello cioè dell’Inghilterra, nel secolo XIX, la popolazione crebbe secondo una progressione geometrica, con periodo di raddoppiamento di circa 54 anni; ma che la ricchezza crebbe secondo una progressione anche più rapida; onde in quel caso la progressione aritmetica non corrisponde in nessun modo alla realtà (''Cours'', § 211, 212). {{§|93}}93. Similmente, il Malthus va molto al di là dell’osservazione dei fatti, quando afferma che gli ostacoli appartengono necessariamente a una delle tre classi seguenti: la ''moral restraint'', il vizio, e le misere condizioni della vita (''misery''). Tale classificazione ha solo per scopo di costringere gli uomini a ricorrere alla ''moral restraint''. {{§|94}}94. 2.° Una parte descrittiva e storica, in cui l’autore vuole dimostrare l’esistenza e gli effetti dei due ultimi generi di ostacoli ora accennati. Egli dico che il primo genere «opera scarsamente sugli uomini nello stato presente della società», sebbene l’astensione dal matrimonio, quando si consideri indipendentemente dalle conseguenze morali, operi potentemente, presso i popoli moderni, per ridurre il numero delle nascite. {{§|95}}95. 3.° Una parte polemica, in cui l’autore vuole dimostrare che lo star bene, o male, degli uomini dipende quasi esclusivamente dal restringere più o meno il numero delle nascite; e poco o niente dipende dall’opera del governo nè dall’ordinamento sociale. Tale parte è manifestamente erronea. {{§|96}}96. 4.° Una parte precettiva. L’autore ha scoperto la panacea universale, cioè la ''moral restraint'',<noinclude></noinclude> jlh8r6yc3kdrh54os3kyo40nokodza1 Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/413 108 191512 3026001 2335462 2022-08-24T06:29:48Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 96-97]|{{Sc|la popolazione}}|403|riga=si}}</noinclude>o, se vogliamo esprimerci coi termini ora in uso, ha risoluto «la quistione sociale»; egli sale in cattedra e svela alle genti il gran mistero. Questa parte si può trascurare. Una predica di più, aggiunta alle infinite che già furono fatte, per dimostrare quanto giovevole, bella e nobile sia la castità, non fa proprio nè caldo nè freddo. {{§|97}}97. '''La società umana in generale'''. — Come già notammo ({{Pt|[[../135#102|II, 102]]|[[../Capitolo II#102|II, 102]]}}), la società ci appare come una massa eterogenea e con gerarchia dei suoi componenti<ref>Il prof. {{AutoreCitato|Rodolfo Benini|R. Benini}} ha compiuto ottimi studi su queste ''gerarchie sociali''.</ref>. Tale gerarchia non manca mai, eccetto forse presso uomini selvaggi, viventi dispersi a modo di animali. Conseguenza di quel fatto è che la società è sempre governata da un piccolo numero di uomini, da una ''élite'', anche quando pare avere una costituzione assolutamente democratica; e ciò è stato conosciuto dai tempi più remoti. Nella democrazia ateniese c’erano i demagoghi, cioè i «conduttori del popolo»<ref>δημαγωγός viene da δήμος e da ἄγω.</ref>; e {{AutoreCitato|Aristofane|Aristofane}}, nei ''{{TestoCitato|I cavallieri|Cavalieri}}'', li mostra spadroneggianti il popolo istupidito<ref name="p413">''Eq''. 62: ὁ δ´αὐτὸν ὡς ὁρᾷ μεμακκοηκότα, «come lo vede divenuto stupido». Vedi anche lo scoliaste. Del resto tutta la commedia rincara la dose.<br/>{{spazi|5}}Il prof. {{AutoreCitato|Gaetano Mosca|Mosca}} si rammarica e si turba fortemente se non lo si cita quando si rammenta il fatto che nella società è sempre un piccolo numero che governa, e pare credere di aver lui scoperto ciò. Per contentarlo trascrivo qui i titoli delle sue opere, di cui conosco solo l’ultima: ''Teorica dei governi e governi parlamentari'', 1884; ''Le costituzioni moderne'', 1887; ''{{TestoCitato|Elementi di scienza politica|Elementi di scienza politica}}'', 1896.<br/>{{spazi|5}}Ma il principio che è la minoranza che governa è noto da gran tempo; ed è luogo comune che si trova non</ref>. {{Pt|Nel-|}}<noinclude>{{rule|4em|l=4em}} [[Categoria:Pagine con testo greco]]</noinclude> 2vh0tpfukqc21pz27glgev90jxnthcd Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/414 108 191513 3026002 1954505 2022-08-24T06:33:12Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|404|{{Sc|la popolazione}}|[§ 97]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|l’epoca|Nell’epoca}} moderna la democrazia francese, inglese, degli Stati Uniti, ecc., sono, in fatto, governate da un piccolo numero di politicanti. Similmente, le <ref follow="p413">solo in opere scientifiche, ma perfino in produzioni esclusivamente letterarie. Ecco un esempio, scelto a caso; {{AutoreCitato|Édouard Fournier|E. Fournier}}, ''L’esprit des autres'', 1856, p. 83; a proposito del proverbio: «Les sots depuis Adam sont en majorité», aggiunge: «Hélas! et quoi qu’en dise l’axiome parlementaire, ce n’est pas la minorité qui gouverne». {{AutoreCitato|Honoré de Balzac|Balzac}}, ''Phys. du mariage'', X: «{{AutoreCitato|Montesquieu|Montesquieu}}, qui avait peut-étre deviné le régime constitutionnel, a dit, je ne sais où, que le bon sens dans les assemblées était toujours du côté de la minorité». E se si volesse, si potrebbe seguitare a recare altri esempi.<br/>{{spazi|5}}In un’opera scientifica di molto valore, di {{AutoreCitato|Henry Sumner Maine|H. Sumner Maine}}, sul ''Governo popolare'', pubblicata nella ''Quarterly Review'', dall’aprile 1883 all’aprile 1885, l’autore ricorda l’opinione dello {{AutoreCitato|David Friedrich Strauß|Strauss}} che «la storia è sostanzialmente aristocratica», ed aggiunge che «il progredire dell’umanità ha avuto luogo sin qui in virtù del sorgere e del decadere di aristocrazie... si sono vedute pretese democrazie cooperare all’incivilimento, ma non erano che forme particolari di aristocrazie». Più lungi: «Gli ammiratori della democrazia moderna fanno una grandissima confusione. Essi confondono la credenza che il Demos è capace di avere una propria volontà, col fatto che è capace di seguire le opinioni di un uomo o di un ristretto numero d’uomini». In quel senso, tutta l’opera sarebbe da essere citata. Si potrebbero aggiungere opinioni simili del {{AutoreCitato|Ernest Renan|Renan}}.<br/>{{spazi|5}}Anche il {{AutoreCitato|Gabriel Tarde|Tarde}} e altri molti autori sono di opinione che, come disse il {{AutoreCitato|Giuseppe Giusti|Giusti}}: {{Centrato|<poem>.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}. Ma i meno, caro mio, tirano i più, Se i più trattiene inerzia o asinità.</poem>}} {{spazi|5}}E per dire vero così sono generalmente trattenuti.<br/>{{spazi|5}}Il Tarde ha scritto volumi per dimostrare che l’incivilimento è opera esclusiva di poche persone.</ref><noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> c5fdepeqfl56d26ajxxw9ti7hj2jn4e 3026009 3026002 2022-08-24T06:35:54Z Dr Zimbu 1553 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|404|{{Sc|la popolazione}}|[§ 97]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|l’epoca|Nell’epoca}} moderna la democrazia francese, inglese, degli Stati Uniti, ecc., sono, in fatto, governate da un piccolo numero di politicanti. Similmente, le <ref follow="p413">solo in opere scientifiche, ma perfino in produzioni esclusivamente letterarie. Ecco un esempio, scelto a caso; {{AutoreCitato|Édouard Fournier|E. Fournier}}, ''L’esprit des autres'', 1856, p. 83; a proposito del proverbio: «Les sots depuis Adam sont en majorité», aggiunge: «Hélas! et quoi qu’en dise l’axiome parlementaire, ce n’est pas la minorité qui gouverne». {{AutoreCitato|Honoré de Balzac|Balzac}}, ''Phys. du mariage'', X: «{{AutoreCitato|Montesquieu|Montesquieu}}, qui avait peut-étre deviné le régime constitutionnel, a dit, je ne sais où, que le bon sens dans les assemblées était toujours du côté de la minorité». E se si volesse, si potrebbe seguitare a recare altri esempi.<br/>{{spazi|5}}In un’opera scientifica di molto valore, di {{AutoreCitato|Henry Sumner Maine|H. Sumner Maine}}, sul ''Governo popolare'', pubblicata nella ''Quarterly Review'', dall’aprile 1883 all’aprile 1885, l’autore ricorda l’opinione dello {{AutoreCitato|David Friedrich Strauß|Strauss}} che «la storia è sostanzialmente aristocratica», ed aggiunge che «il progredire dell’umanità ha avuto luogo sin qui in virtù del sorgere e del decadere di aristocrazie... si sono vedute pretese democrazie cooperare all’incivilimento, ma non erano che forme particolari di aristocrazie». Più lungi: «Gli ammiratori della democrazia moderna fanno una grandissima confusione. Essi confondono la credenza che il Demos è capace di avere una propria volontà, col fatto che è capace di seguire le opinioni di un uomo o di un ristretto numero d’uomini». In quel senso, tutta l’opera sarebbe da essere citata. Si potrebbero aggiungere opinioni simili del {{AutoreCitato|Ernest Renan|Renan}}.<br/>{{spazi|5}}Anche il {{AutoreCitato|Gabriel Tarde|Tarde}} e altri molti autori sono di opinione che, come disse il {{AutoreCitato|Giuseppe Giusti|Giusti}}: {{Centrato|<poem>.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}.{{spazi|3}}. Ma i meno, caro mio, tirano i più, Se i più trattiene inerzia o asinità.</poem>}} E per dire vero così sono generalmente trattenuti.<br/>{{spazi|5}}Il Tarde ha scritto volumi per dimostrare che l’incivilimento è opera esclusiva di poche persone.</ref><noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> rvij65n0w9e31se96ne7znm4kjs0ahy Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/415 108 191514 3026003 1954695 2022-08-24T06:33:33Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 97-99]|{{Sc|la popolazione}}|405|riga=si}}</noinclude>monarchie assolute, salvo i casi rarissimi in cui il monarca è un genio straordinario, sono pure governate da una ''élite'', che molto spesso è una burocrazia. {{§|98}}98. Si potrebbe immaginare una società in cui la gerarchia fosse stabile; ma tale società nulla avrebbe di reale. In tutte le società umane, persino in quelle ordinate a caste, la gerarchia finisce col mutare; la differenza principale tra le società stando in ciò, che quel mutamento può essere più o meno lento più o meno rapido. Il fatto, tanto volte già rammentato, che le aristocrazie non durano, impronta tutta la storia delle nostre società. Esso pure è noto sino dai tempi più remoti<ref>{{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}, {{TestoCitato|Divina Commedia/Purgatorio/Canto VII|''Purg.'', VII, 121-122}}: {{Blocco centrato| <poem>Rade volto risurge per li ram L’umana probitate....</poem>}} {{TestoCitato|Divina Commedia/Paradiso/Canto XVI|''Parad.'', XVI, 76-78}}: {{Blocco centrato|<poem>Udir come lo schiatte si disfanno Non ti parrà nuova cosa nè forte, Poscia che le cittadi termine hanno.</poem>}}</ref>, ed ha avuto ora nuova conferma scientifica dalle ricerche dello {{AutoreCitato|Paul Jacoby|Jacoby}}, dello {{AutoreCitato|Otto Ammon|Ammon}}<ref>Paul Jacoby, ''Etudes sur la sélection dans set rapports avec l’hérédité chez l’homme'', Paris, 1881; Otto Ammon, ''Die Gesellschaftsordnung und ihre natürlichen Grundlagen''; {{AutoreCitato|Georges Vacher de Lapouge|G. Vacher de Lapouge}}, ''Les sélections sociales''.</ref>. La storia della società umana è, in gran parte, la storia dell’avvicendarsi di aristocrazie. {{§|99}}99. Nessuna razza di esseri viventi è salva dal decadere se non opera la selezione; e la razza umana non sfugge menomamente a tale legge. Gli ''umanitari'' possono bene chiudere gli occhi per {{Pt|volon-|}}<noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> 337xxqe05u6or0ax1lldxt7nbzxon9v Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/416 108 191515 3026004 1954703 2022-08-24T06:33:37Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|406|{{Sc|la popolazione}}|[§ 99-100]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|tariamente|volontariamente}} ignorare questa verità, ma ciò non muta nulla ai fatti. In ogni razza nascono elementi di scarto, che debbono essere distrutti dalla selezione. I dolori di quella distruzione sono il riscatto del mantenersi e del perfezionarsi la razza; ed è uno dei tanti casi in cui il bene dell’individuo è in contrasto col bene della specie ({{Pt|[[../67#30|II, 30]]|[[../Capitolo II#30|II, 30]]}}). Certi generi di selezione possono sparire; ma debbono essere sostituiti da altri, se non ha da seguire la decadenza della razza. Ora, ci sono persone che credono che oramai la razza umana può fare a meno della selezione per mezzo della guerra. Possono avere ragione, ma possono anche avere torto. Intanto è certo che della loro credenza non dànno alcuna valida dimostrazione; tale non essendo, per fermo, le declamazioni sui mali delle guerra e sulle sofferenze che procaccia all’uomo. {{§|100}}100. Infine, come già a lungo spiegammo, un altro fatto di sommo momento, che è in relazione col maggior numero dei fatti sociali, e che molti in gran parte determina, si ha nella proporzione di ricchezza, e meglio di capitali, per ogni capo della società; maggiore essendo l’incivilimento, ove maggiore è quella proporzione. Occorre per altro rammentare che siamo costretti di valutarla in moneta e che l’unità monetaria nulla ha di fisso, onde quella proporzione ci è solo nota in modo più o meno grossolanamente approssimato. I più stimano che, per dare nuove forme alla società, le variazioni della distribuzione della ricchezza operino maggiormente che le variazioni del totale medio di ricchezza per ogni abitante; ma è opinione interamente errata: mentre abbiamo veduto che quelle variazioni sono di poco momento ({{Pt|[[../377#16|§ 16]]|[[#16|§ 16]]}}), e queste possono essere assai grandi ({{Pt|[[../412#92|§ 92]]|[[#92|§ 92]]}}).<noinclude></noinclude> dea9dkv5flzs7czzwinlfz6b464b7ix Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/424 108 191523 3026005 1955855 2022-08-24T06:34:03Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|414|{{Sc|la popolazione}}|[§ 115-116]|riga=si}}</noinclude>{{Pt|vere;|povere;}} ora, in qualche paese democratico, pare avere principio un fenomeno direttamente contrario. Non abbiamo mai potuto osservare, per un tempo assai lungo, uno stato di cose in cui il governo rimanesse neutro, e non aiutasse questi a spogliare quelli, o quelli a spogliare questi. Non possiamo quindi, col solo empirismo, decidere se la soverchia forza dell’elemento di stabilità e di contrasto alla selezione degli elementi degli strati inferiori aveva origine dall’istituzione della proprietà privata, o dalla prepotenza politica delle classi superiori. Per potere rettamente concludere sarebbe necessario di disgiungere quei due generi di fatti, ed osservarne separatamente gli effetti. {{§|116}}116. '''Traduzione soggettiva dei fatti precedenti.''' — Sinora abbiamo considerato i fenomeni in modo oggettivo: ma essi si presentano in modo ben diverso alla coscienza ed alla conoscenza dagli uomini. In altro luogo<ref>''Systèmes'', I, p. 34.</ref> già esponemmo come la circolazione delle ''élites'' si traduceva soggettivamente; onde qui sorpassiamo sull’argomento. In generale gli uomini sono tratti a dare alle loro rivendicazioni particolari la forma di rivendicazioni generali. Una nuova aristocrazia che vuole soppiantare un’antica aristocrazia, suole dar battaglia non in nome proprio, ma in nome del maggior numero della popolazione. Un’aristocrazia che sorge, ha spesso la maschera della democrazia ({{Pt|[[../137#104|II, 104]]|[[../Capitolo II#104|II, 104]]}}). Lo stato mentale prodotto dall’accumularsi di ottimi elementi negli strati inferiori, di elementi decaduti negli strati superiori, si è spesso manifestato con teorie religiose, morali, politiche, pseudoscientifiche, sull’eguaglianza degli uomini. Onde<noinclude>{{rule|4em|l=4em}}</noinclude> bivd3ebdj8r0wevkv6ued1igqouegt1 Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/425 108 191524 3026006 1955919 2022-08-24T06:34:05Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|[§ 116-117]|{{Sc|la popolazione}}|415|riga=si}}</noinclude>segue questo fatto paradossale, che è appunto la disuguaglianza degli uomini che li ha tratti a proclamare la loro eguaglianza. {{§|117}}117. I popoli antichi riducevano i debiti e il frutto dei prestiti, senza discussioni teoriche; i governi dei tempi passati alteravano la moneta senza darsi pensiero delle dottrine economiche, e usavano provvedimenti di protezione economica, senza nemmeno sapere cosa fosse protezione; i fatti non sono stati conseguenza delle teorie; ma invece le teorie sono state imaginate per giustificare i fatti. Ai tempi nostri si è voluto dare fondamento teorico a tutti quei fatti, e già al ridurre, o meglio togliere, il frutto del denaro si era dato fondamento religioso; onde si accesero gravissime contese intellettuali, di cui l’effetto pratico è presso a poco zero, poichè non investono menomamente le cagioni reali dei fatti. Poniamo che si potesse dimostrare rigorosamente che il frutto del denaro non è «legittimo»; o all’opposto che è perfettamente «legittimo»; nè in un caso, nè nell’altro verrebbero mutati i fatti; oppure sarebbero mutati in modo interamente trascurabile. Similmente per la protezione doganale. Tutte le teorie pro o contro non hanno avuto il menomo effetto pratico; hanno bensì potuto avere effetto scritti e discorsi su tale argomento, non mai pel contenuto scientifico, ma perchè movevano certi sentimenti e davano modo ad uomini aventi certi interessi, di unirsi. Le contese teoriche che pochi anni or sono avevano luogo sul bimetallismo, erano perfettamente inutili; ora sono terminate perchè l’aumento dei prezzi è venuto da altra parte che dalla libera coniazione dell’argento. Oggi la teoria del valore del {{AutoreCitato|Karl Marx|Marx}} è quasi diventata roba da<noinclude></noinclude> q73ynb94lzhf7v33126t0bqr1dknxwl Pagina:Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu/426 108 191525 3026007 1955924 2022-08-24T06:34:28Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|416|{{Sc|capitali fondiari e mobiliari}}|[§ 1-2]|riga=si}}</noinclude><section begin="1" />museo, dopochè i capi socialisti sono saliti man mano al governo della cosa pubblica. L’affermazione che il valore è lavoro cristallizzato altro non era se non l’espressione del sentimento di disagio che provavano gli elementi scelti della nuova aristocrazia, costretti a rimanere negli strati inferiori: ed è quindi naturale che man mano che salgono negli strati superiori, mutino i sentimenti, e perciò anche il modo di esprimerli. Ciò accade specialmente per la classe, poichè per singoli individui permangono spesso i sentimenti, anche quando mutano le circostanze che ad essi hanno dato origine. Non bisogna mai dimenticare ({{Pt|[[../47#4|II, 4]]|[[../Capitolo II#4|II, 4]]}}) che di solito gli uomini non sono consapevoli dell’origine dei loro sentimenti; onde spesso accade che credono di cedere all’evidenza di un ragionamento teorico, mentre sono mossi da tutt’altre cagioni.<section end="1" /> <section begin="2" />{{Centrato|{{larger|CAPITOLO VIII}}}} {{Centrato|'''I capitali fondiari e i capitali mobiliari'''}} {{Rule|4em|t=1|v=2}} {{§|1}}1. '''I capitali fondiari.''' — Tali capitali si debbono considerare nello stato in cui si trovano, ed è vano il voler separare il suolo dai capitali mobiliari che si dicono «incorporati» in esso. I terreni agricoli, le miniere, i terreni industriali per case di abitazione, ville, ecc., costituiscono i capitali fondiari. {{§|2}}2. La concorrenza dei capitali fondiari ha luogo indirettamente per mezzo dei loro prodotti o per mezzo dei consumatori che si trasportano nei luoghi ove trovano capitali fondiari a loro convenienti.<section end="2" /><noinclude></noinclude> tuj2tzjuuc1xarwlgdtjgkz82nsrjph Pagina:Storia dei Mille.djvu/212 108 242917 3026122 2478242 2022-08-24T11:54:56Z Luigi62 7796 /* new eis level4 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Beatrice" />{{RigaIntestazione|198|''Storia dei Mille narrata ai giovinetti''||riga=si}}</noinclude> Cessato anche il fuoco alla Fiera Vecchia come già per tutta la città, non si udì più che qualche colpo di qualche mal disciplinato sperduto. Ma allora, peggior di quello del combattimento, cominciò lo strazio dei feriti e dei morti da cercare. Se ne trovaron dappertutto. Facevano grande pietà le donne, i vecchi, i fanciulli. Quanti destini infranti, quante lacrime da essi lasciate dietro! E dal Palazzo pretorio fu subito dato l’ordine di riunire le Compagnie dei Cacciatori delle Alpi ciascuna a un punto designato, dove si dovevano raccogliere tutti coloro che non fossero impegnati alla guardia dei posti. Così oltre il numero dei morti, sarebbe stato possibile sapere il numero dei feriti ricoverati negli ospedali o nelle case dei cittadini. Allora avvennero gli incontri dei compagni che in qualche momento di quei tre giorni si erano perduti di vista fra loro, e nella confusione avevano partecipato ai fatti d’arme in punti diversi, dubitando reciprocamente della vita gli uni degli altri, o avendo ricevuto notizie vaghe di ferite e di morte. « E tu dove ti sei trovato? E tu cosa hai fatto, e dove eri la notte tale? dove hai mangiato, dormito, vissuto? » Ve n’erano di così storditi, di così disfatti dalle veglie, dalle fatiche, dalle emozioni, che non sapevano nemmen essi che dire. Ma parlava per loro il loro aspetto. Di alcuni che parevano riposati e pasciuti si mormorava. E così, alla grossa, si potè fare il conto delle morti. Non erano molte. La vittoria di Calatafimi era costata assai di più. Ma in Palermo le Compagnie avevano combattuto, governandosi ogni soldato quasi quasi da sè, esponendosi appena quant’era necessario per far fuoco, e avanzando con quell’abilità naturale con cui si sa cogliere il {{Pt|de-|destro}}<noinclude><references/></noinclude> ip0hpvwz6vrim7xzfv4kcqvj098i4df Pagina:Storia dei Mille.djvu/214 108 242919 3026123 2478244 2022-08-24T11:56:23Z Luigi62 7796 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Diegozen" />{{RigaIntestazione|200|''Storia dei Mille narrata ai giovinetti''||riga=si}}</noinclude> Intanto allo Stato Maggiore, il Türr, il Sirtori, gli altri non perdevano il tempo, e tutto quel pomeriggio fu dato loro a fabbricar polvere, a ordinare un poco i ''Picciotti'', a far mettere in batteria certi vecchi cannoni cavati fuori da dove erano stati nascosti nel 1849. Altri ne furono messi su, avuti in dono o comprati dai bastimenti mercantili che stavano in rada. E i ''Picciotti'' vi facevano intorno la ronda, li lustravano e li coprivano di immagini sacre, improvvisavano fin delle laudi a quei bronzi, come se fossero eroi o santi. Il giorno appresso si sarebbe sentita la loro voce. Nei luoghi della città più affollati, sebbene l’andirivieni fosse più che mai vivo, bande musicali suonavano arie patriottiche dell’''Attila'', dei ''Due Foscari'', dei ''Lombardi'', o inni del Quarantotto; qualcuno suonava già anche «{{TestoCitato|Inno di Garibaldi|Si scopron le tombe}}....» E, cosa meravigliosa, invece di far adagiare gli animi nella speranza che la lotta non ricominciasse più, l’armistizio li aveva ancora concitati. Perciò si vedevano le gronde dei tetti, i balconi, le finestre, sempre più carichi di materiale da buttar giù; e tra la gente che lavorava a far sempre più alte le barricate, si sentiva dire con sicurezza che neppure centomila uomini avrebbero più potuto venir da fuori al Palazzo pretorio. Queste erano esagerazioni battagliere. Ma cosa grande davvero, che passa l’immaginazione, fu sul tardi il ritorno di Garibaldi dal suo abboccamento coi generali borbonici Letizia e Chrétien, avvenuto a bordo della nave ammiraglia inglese. Egli vi era andato lasciando in angoscia indicibile chi lo sapeva. Ed essendo giunto a un luogo del porto detto la Sanità, proprio nel momento<noinclude> <references/></noinclude> kfruavaziwatozqtxgufsfauzccrzl7 Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/171 108 278834 3025836 2662616 2022-08-23T14:12:43Z Sirol2001 64901 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione|168||}}</noinclude>delitto: il paese è sossopra. A poco a poco si viene a sapere che Renzo è scappato alla giustizia, nel bel mezzo di Milano, e poi scomparso; si bucina che abbia fatto qualche cosa di grosso; ma la cosa poi non si sa dire, o si dice in cento maniere. Quanto più è grossa, tanto meno vien creduta nel paese, dove Renzo è conosciuto per un giovane dabbene: i più presumono, e vanno susurrandosi agli orecchi l’un dell’altro, ch’ella è una macchina mossa da quel prepotente di don Rodrigo, per rovinare il suo povero rivale. Tanto è vero che, a giudicare per induzione, e senza la necessaria conoscenza dei fatti, si fa alle volte gran torto anche ai ribaldi. Ma noi, coi fatti alla mano, come si suol dire, possiamo affermare, che se colui non aveva avuto parte nella sciagura di Renzo, se ne compiacque però, come se ella fosso opera sua, e ne trionfò coi suoi fidati, e principalmente col conte Attilio. Questi, secondo i suoi primi disegni, avrebbe dovuto a quell’ora trovarsi già in Milano; ma al primo annunzio del bolli bolli che vi si era levato, e della canaglia che vi andava in volta, in tutt’altra attitudine che di ricever bastonate, aveva stimato bene d’indugiarsi fuori, fino a migliori notizie. Tanto più che, avendo offeso molti,<noinclude><references/></noinclude> c6p9n5zg9u10l3xey8c2arb07d2vr64 Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/172 108 278835 3025838 2662617 2022-08-23T14:17:06Z Sirol2001 64901 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione|||169}}</noinclude>aveva qualche ragione di temere che alcuno di tanti che solo per impotenza stavano cheti, non pigliasse animo dalle circostanze, e giudicasse il momento buono da far le vendette di tutti. Questa sospensione non fu di lunga durata: l’ordine venuto da Milano della esecuzione da farsi contra Renzo dava già un indizio che le cose colà avevano ripreso l’andamento ordinario; le notizie positive che giunsero quasi ad un colpo, ne recarono la certezza. Il conte Attilio partì immediatamente, animando il cugino a persistere nell’impresa, a spuntare l’impegno, e promettendogli che dal canto suo egli porrebbe tosto mano a sbrigarlo del frate; al che il fortunato accidente del galuppo rivale doveva fare un gioco mirabile. Appena partito Attilio, giunse il Griso da Monza sano e salvo, e riferì al suo signore ciò che aveva potuto raccogliere: che Lucia era ricoverata nel tal monastero, sotto la protezione della tale signora; e vi stava incantucciata, come se fosse una monaca anch’ella, non ponendo mai piede fuor della soglia, e alle funzioni di chiesa assistendo da un finestrino ingraticolato: cosa che dispiaceva a molti, i quali avendo inteso motivar non so che di sue avventure, e dir gran cose del suo volto, avrebbero voluto un ratto vedere come fosse fatto.<noinclude> <references/></noinclude> pzoyg93ygds2wgi9usbuozkjota5ha5 Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/173 108 278836 3025840 2662618 2022-08-23T14:22:55Z Sirol2001 64901 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Sirol2001" />{{RigaIntestazione|170||}}</noinclude> Questa relazione mise il diavolo addosso a don Rodrigo, o per dir meglio, rendè più cattivo quello che già vi stava di casa. Tante circostanze favorevoli al suo disegno infiammavano sempre più la sua passione, quel misto di puntiglio, di rabbia, e d’infame talento, di che la sua passione era composta. Renzo assente, sfrattato, bandito, sì che ogni cosa diventava lecita contro di lui, e anche la sua promessa sposa poteva essere considerata in certo modo come roba di rubello: il solo uomo al mondo che volesse e potesse pigliarla per lei, e fare un romore da essere inteso anche lontano e in alto, l’arrabbiato frate, fra poco sarebbe probabilmente anch’egli fuor del caso di nuocere. Ed ecco che un nuovo impedimento, non che contrappesare tutte quelle facilità, le rendeva, si può dire, inutili. Un monastero di Monza, quand’anche non vi fosse stata un principessa, era un osso troppo duro pei denti di un don Rodrigo; e per quanto egli girandolasse colla fantasia intorno a quel ricovero, non sapeva immaginar verso nè via d’espugnarlo, nè a forza, nè per insidie. Fu quasi quasi per torsi giù dell’impresa; fu per risolversi di andare a Milano, prendendo una giravolta onde non passar pure da Monza; e a Milano gittarsi in mezzo<noinclude> <references/></noinclude> pp1ulj9zzdo296h7mamlp7yq6yra11m Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/725 108 321976 3025819 2392170 2022-08-23T13:54:05Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}[''v''. 106-120]|{{Sc|c o m m e n t o}}|715}}</noinclude>{{Pt|cazione|predicazione}}, pone ora la figurazione dei ditti Evangelisti secondo Ezechiel, dicendo: ''A descriver lor forma''; cioè dei ditti Evangelisti, ''più non spargo Rime''; cioè io Dante; e dice rime perchè lo suo parlare è in versi rimati, ''Lettor''; ecco che dirissa lo suo parlare al lettore, ''ch’altra spesa mi strigne''; cioè me Dante, cioè di procedere più oltra ne la materia incominciata, ''Tanto, che ’n questa''; cioè spesa di discrivere altramente li ditti Evangelisti, ''non posso esser largo''; cioè a dirne più ampiamente, ''Ma legge''; tu, lettore, ''Ezechiel''; cioè profeta, ''che li dipigne''; cioè lo quale li descrive nel capitolo primo del suo libro, ''Come li vidde da la fredda parte''; cioè da la parte settentrionale, ''Venir''; cioè descender, ''con vento, con nube e con igne'': però che così dice Ezechiel nel preditto luogo. ''E qual li troverai ne le suo carte'': cioè ne la sua visione, ch’elli descrive, ''Tali''; cioè sì fatti, ''eran quivi''; cioè in quello luogo, che io Dante abbo descritto di sopra, ''salvo ch’a le penne''; cioè all’ali, ''Giovanni''; cioè s. Ioanni evangelista ne l’Apocalissi, ''è meco''; cioè s’accorda meco: imperò che cusì li descrive, come li abbo descritto io Dante, ''e da lui si diparte''; cioè s. Ioanni si diparte da Ezechiel: imperò che nolli descrive come elli: imperò che s. Ioanni dice che aveano sei ali; et Ezechiel dice che aveano quattro penne, e che due coprivano li corpi loro, e due dell’uno si iungevano co le penne dall’altro. C. XXIX— ''v''. 106-120. In questi cinque ternari lo nostro autore finge, seguitando la processione incominciata di sopra, che di po’ li sette candelabri, e di po’ li vestiti molti di bianco che funno turba molta che niuno potea<ref>''Innomerare; nomerare'', aggiunto l’''in'', come ''in innarrare'' ec. ''E''.</ref> innomerare, e li ventiquattro vecchi e di po’ li quattro Evangelisti figurati animali, a la ditta processione venne in mezzo dei ditti quattro animali uno carro d’oro tirato da uno grifone, dicendo: ''Lo spazio dentro a lor quattro''; cioè animali descritti di sopra, che figurano li quattro Evangelisti, ''contenne''; cioè occupò, ''Un carro triunfale''; cioè a modo di quello, col quale si dava lo triunfo ai principi vincitori di Roma, ''in su du’ ruote''; questo carro figura la sinagoga mutata in santa Chiesa, la quale è in mezzo dei quattro Evangelisti: imperò ch’elli sempre l’accompagnano, come i suoi baroni et adornatori; e le due ruote figurano li du’ testamenti, cioè lo vecchio e ’l nuovo, in su quali è menata la Chiesa di Dio, come lo carro in su due ruote, ''Ch’al collo d’un Grifon tirato venne''; cioè lo quale carro venne tirato dal collo d’uno grifone. Questo grifone significa Cristo, lo quale fu di du’ nature; cioè divina et umana, come lo grifone che è da la parte di sopra uccello, e da la parte di sotto leone. Bene s’adatta questa figura a Cristo: imperò che la parte de lo uccello s’adatta a la divinità, e<noinclude><references/> {{PieDiPagina|{{spazi|3}}{{Sc|Purg.}} ''T. II.''||''46''}}</noinclude> bh29yumfap5f38l2wd8s8mfj4kic1th Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/726 108 321977 3025820 2392171 2022-08-23T13:54:22Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}716|{{Sc|p u r g a t o r i o{{spazi|3}}x x i x .}}|[''v''. 106-120]}}</noinclude>la parte del leone all’umanità; e bene figura l’autore ch’elli tirasse lo carro: imperò che Cristo edificò la Chiesa, et elli l’à riconcilliata col padre, e tirato a l’obedienzia sua. ''Esso''; cioè grifone, che figura Cristo, ''tendea su''; cioè inverso ’l cielo, ''l’una e l’altra ale''; per questo figura che questo grifone avesse due ale ine la parte che era uccello; le quali ali sono de la divinità, cioè l’ala ritta la iustizia divina, e l’ala manca la misericordia; le quale ali sempre tenne ritte mentre che fu in terra in carne, in ver lo cielo coniunte col Padre e co lo Santo Spirito, ''Tra la mezzana e le tre e le tre liste''; intende de le sette liste che significano li sette sacramenti de la Chiesa, li quali sono segni dei sette doni de lo Spirito Santo, sicchè tra le ditte du’ ale<ref>C. M. due ali</ref> stava l’eucaristia che è lo corpo di Cristo santissimo, lo quale sta in mezzo tra l’ala de la iustizia e l’ala de la misericordia: imperò che Cristo istituitte questo mirabile sacramento in segno di iustizia, perchè noi rendiamo al Padre lo debito sacrificio, come noi siamo tenuti; e niuno sacrificio potea essere correspondente a la infinita eccellenzia del Padre, se non questo et in segno di misericordia: imperò che per questo sacrificio noi meritiamo la ineffabile misericordia di Dio. E dice che di fuora dall’ala ritta rimanevano le tre liste, che significano li tre sacramenti; cioè crisma, battismo et ordinazione: imperò che questi sono segni dei tre doni de lo Spirito Santo, che vegnano da la iustizia di Dio; cioè timore, pietà, e fortessa: imperò che, conservandoci Iddio ne le ditte tre grazie, iustamente possiamo piacere a Dio inanti che noi caggiamo, e meritare vita eterna. E similmente dice che di fuora da la manca erano l’altre 3 liste, che significano li altri tre sacramenti; cioè penitenzia, estrema unzione e matrimonio; e questi sono segni delli altri tre doni de lo Spirito Santo; cioè consillio, sapienzia, et intelletto: imperò che, conservandoci Iddio ne le ditte grazie misericordevilmente; cioè sopra venendo la sua misericordia, possiamo piacere a Dio e meritare vita eterna; e lo sacramento, che è segno de la scienzia, sta in mezzo tra le ditte du’ ale: imperò che per quello iustamente e misericordevilmente insieme possiamo piacere a Dio e meritare vita eterna. ''Sì ch’a nulla, fendendo, facea male''; cioè per sì fatto modo co le ditte ale dividea li ditti 7 sacramenti de la Chiesa, tenendo l’uno tra le du’ ali e tre di fuora dall’una ala, e tre di fuora dall’altra, che così dividendoli a nulla<ref>''Facia''; dall’infinito ''facire''. ''E''.</ref> facia male; cioè niuno ne guastava. E questo dice l’autore: imperò che tutte l’opere di Dio in verso li omini sono piene di verità e misericordia; dunqua si potrebbe dubitare, ponendo e figurando la ditta divisione dell’ale, che pure nell’uni fusse la iustizia e nelli<noinclude> <references/></noinclude> cfm8ijdqcajelaatw9s1t2ozmn12ssz Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/727 108 321978 3025822 2425144 2022-08-23T13:54:48Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}[''v''. 106-120]|{{Sc|c o m m e n t o}}|717}}</noinclude>altri la misericordia, e così si dividerebbe la iustizia de la misericordia nei sacramenti, che esser non può per la ragione detta. A che si dè rispondere che in quelli dell’ala ritta intese l’autore che la iustizia vada inanti a la misericordia, et in quelli da l’ala manca va inanti la misericordia a la iustizia; e però rimane vera la ragione ditta di sopra e la figurazione dell’autore, e però dice: Nulla<ref>C. M. dice, che nulla</ref> guastava la ditta divisione. ''Tanto sallivan''; cioè le ditte du’ ali: imperò che la ritta infine al Padre, e la manca infine a lo Spirito Santo, ''che non eran viste''; e chi potrebbe videre<ref>C. M. vedere</ref> quanto è la iustizia e la misericordia di Dio? Nullo: imperò che sono infinite. ''Le membra d’oro avea, quanto era uccello''; ora descrive la figura del grifone, e dice che dal mezzo in su, u’ era uccello, era fatto d’oro; e questo finge, per mostrare secondo la lettera che non era di penne, nè di carne, come sono li uccelli; et allegoricamente, per dare ad intendere la purità de la divinità: imperò che come l’oro è più prezioso, più bello, e più puro metallo che sia; così la divinità del Verbo incarnato era più pura, più preziosa e più bella che si potesse pensare: imperò ch’era Iddio, ''E bianche l’altre di vermillio miste''; ora finge che ’l ditto grifone avesse le membra dal mezzo ingiù bianche, meschiate di vermillio sì, come lo corpo umano, per mostrare ch’avesse natura umana, secondo la lettera. E per questo intese la natura umana di Cristo la quale fu purissima: imperò che fu sensa peccato, e però finge che fusse bianca; e fu tutta piena di carità, e però finge che fusse meschiata di vermillio. E volendo dimostrare la bellessa del detto carro, arreca due similitudini; negando cioè del carro triunfale di Roma, e del carro del Sole, dicendo: ''Non che Roma''; cioè non che si possa dire che Roma, ''Rallegrasse Africano''; cioè Scipione Africano, del quale è stato ditto di sopra, che vinse Africa du’ volte; l’una volta facendola tributaria, l’altra volta<ref>C. M. disfacendo</ref> diffacendo Cartagine, sicchè li Romani li fenno triunfo in sul carro coperto d’oro, come è stato ditto di sopra, ''di carro d’or''; cioè di carro d’oro, ''sì bello''; come questo, lo quale io abbo ditto che viddi nel paradiso terreste, ''ovvero Augusto''; cioè Ottaviano imperadore, lo quale ebbe molti triunfi, ''Ma quel del Sol''; cioè ma lo carro del Sole, lo quale descrive Ovidio, Metamorfosi II, che era d’oro e di pietre preziose, salvo che i razzi de le ruote erano d’ariento, ''seria pover con ello''; cioè serebbe povero posto allato a quil carro ch’io viddi: tanto era più eccellente quello; ecco quanto commenda la Chiesa, ''Quel del Sol''; ecco che replica, per mellio dare ad intendere di quale carro intende, adiungendo la fizione poetica; cioè quando Fetonte resse un di’ lo carro del Sole, nel quale arse lo carro e guastòsi per le saette di Iove, pregato da la terra che ardeva, come è stato ditto di sopra nel canto {{Sc|xvii}} ne la<noinclude> <references/></noinclude> mk34kwkfuqczdkwy1ipviuk8vtfb2qm Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/728 108 321979 3025823 2392173 2022-08-23T13:55:03Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}718|{{Sc|p u r g a t o r i o{{spazi|3}}x x i x .}}|[''v''. 121-132]}}</noinclude>prima cantica, ''che''; cioè lo quale carro, ''sviando''; cioè dal cammino usato, come finge Ovidio nel preditto luogo, ''fu combusto''; cioè fu arso, ''Per l’orazion de la Terra devota''; ecco che mostra la cagione, ''Quando fu Giove arcanamente giusto''; cioè quando Iove fu eccessivamente sopra tutte l’altre volte iusto: imperò che somma iustizia fu deponere tanta superbia, quanta fu quella di Fetonte. C. XXIX — ''v''. 121-132. In questi quattro ternari lo nostro autore, procedendo ne la descrizione de la processione ch’elli finge che vedesse nel paradiso ''delitiarum'', finge che allato al carro descritto di sopra, ch’era tirato dal grifone, nel mezzo dei quattro Evangelisti erano da la rota ritta tre donne, e da la sinistra quattro, dicendo così: ''Tre donne venian danzando in giro'': imperò che faceano ballo tondo, ''da la destra ruota''; cioè dal lato a la ruota del ditto carro, che era dal lato ritto; questa ruota figura lo testamento nuovo, e queste tre donne figurano le tre virtù teologiche; cioè carità, speransa e fede; e però finge che dansino da quella ruota: imperò che ’l testamento nuovo è tutto pieno de le ditte tre virtù; e però dobbiamo attendere la loro diffinizione; cioè fede è sustanzia de le cose da esser sperate, et argumento de le non apparenti; e speransa è attenzione certa de la gloria futura, produtta da la Grazia Divina e da precedente merito; e carità è ardente amore di Dio e del prossimo. ''l’una tanto rossa, Ch’appena''; cioè che a pena, ''fora''; cioè serebbe stata, ''nota''; cioè congnosciuta, ''dentro al foco''; cioè se fusse stata in uno fuoco non sarebbe stata<ref>C. M. stata distintamente cognosciuta</ref> distinta, cognosciuta dal fuoco, e questa è la carità la quale tutta arde de l’amore di Dio. ''L’altra'': cioè donna, ''era, come se le carne e l’ossa Fossero state di smiraldo fatte''; questa è la speransa la quale era verde, come smeraldo: imperò che la speransa sempre dè<ref>C. M. verdezzare,</ref> verzicare, e non dè mai mancare; ma sempre crescere. ''La terza parea nieve testè mossa''; cioè la tersa donna era bianca come nieve; e questa figura la fede la quale dè essere pura, come la bianchessa; unde bene dice {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}}, nel primo de le {{TestoCitato|Eneide}}: ''Cana fides'' etc. ''Et or parean da la bianca tratte''; dice che alcuna volta parea che la bianca si tirasse l’altre di rieto: imperò che di rieto a la fede viene la carità, e la speransa alcuna volta, ''Or da la rossa''; pareano tratte l’altre, s’intende: imperò che alcuna volta la carità va in anti, e tirasi di rieto la speransa e la fede; la fede genera alcuna volta la carità e la speransa; e la carità genera alcuna volta la fede e la speransa; la speransa mai non è inanti a la fede et a la carità. ''e dal canto di questa''; cioè de la carità, ''L’altre tolliean l’andar tarde e ratte'': tanto va la fede, quanto la carità la muove; e tanto va la speransa, quanto la carità la muove: se la carità è poca {{Pt|nel-|}}<noinclude> <references/></noinclude> a436v2bfyw27d35w3kstcdyndyzwfyk Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/729 108 321980 3025824 2392174 2022-08-23T13:55:24Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}[''v''. 133-141]|{{Sc|c o m m e n t o}}|719}}</noinclude>{{Pt|l’|nell’}}anima, tarda è la fede e la speransa; se la carità è fervente, ratta è la fede e la speransa. ''Da la sinistra''; cioè rota, che figura lo testamento vecchio, ''quattro''; cioè donne, ''facean festa'': imperò che ancora dansavano: queste sono le quattro virtù cardinali; cioè iustizia, prudenzia e fortezza e temperansa, de le quali è tutto pieno lo testamento vecchio; et è iustitia abito dell’animo, servata la comune utilità, dante a ciascuna la sua ragione; prudenzia è scienzia di ciascune de le buone cose e de le rie; fortessa è considerato ricevimento dei periculi, e sostenimento de le fatiche; e temperansa è ferma e moderata signoria de la ragione contra la libidine, e contra li altri non diritti impeti dell’animo. ''Di purpura vestite''; cioè di purpura bianca, che significa mondessa e purità, ''dietro al modo''; cioè seguitando lo modo, ''D’una''; cioè virtù, ''di lor''; quattro, ''ch’avea''; cioè la quale avea, ''tre occhi in testa''; questa è la prudenzia, la quale si dice avere tre occhi: imperò ch’ella considera le cose passate, e provede a le cose che denno venire, et ordina le cose presenti; e però degna cosa è che tutte l’altre vadano di rieto al modo suo: imperò che in tutte le virtù la prudenzia è necessaria. C. XXIX — ''v''. 133-141. In questi tre ternari lo nostro autore, seguitando la descrisione della processione incominciata di sopra, finge che di rieto al carro presso venisseno due; cioè s. Luca e s. Paulo: imperò che ne la Bibbia di po’ li 4 Evangeli<ref>''Seguita li Atti''. Non è nuova presso i nostri classici la foggia di accordare un verbo di terza persona singolare col soggetto plurale, nel che seguono i Provenzali i quali nella terza persona del maggior numero sopprimevano l’''n'' finale, dicendo ''teno, vendo'' per ''tenon, vendon'' e via via. ''E''.</ref> seguita li Atti de li Apostuli che scrisse s. Luca, e le Epistole che scrisse s. Paulo; e però dice: ''Appresso tutto ’l pertrattato modo''; cioè appresso tutto quello, che ditto è di sopra del carro e de le ruote e de li accompagnatori e de le accompagnatrici, ''Viddi''; cioè io Dante, ''du’ vecchi''; cioè s. Luca, e s. Paulo: imperò che s. Luca, oltra l’Evangelio, scrisse li Atti de li Apostuli, e s. Paulo scrisse le sue Epistole ''ad Romanos, ad Corinthios, ad Galatas, ad Ephesios, ad Philippenses, ad Colossenses, ad Tessalonicenses, ad Timotheum, ad Titum, ad Philemonem, et ad Hebraeos'', come, ''dispari''; cioè disequali, ''in abito'': imperò che non era abituato l’uno, come l’altro, ''Ma pari in atto et onestato e sodo'': imperò che funno pari nell’atto da l’esercizio per la fede di Cristo: imperò che ciascuno soperò in ciò onestamente e fermamente, come appare ne la Bibbia dove sono prima l’Epistole preditte di s. Paulo e poi li Atti de li Apostoli, ne le quali si vede l’onestà e la costanzia dell’uno e dell’altro. ''L’un si mostrava''; cioè s. Luca ne l’abito pareva, ''alcun dei familliari Di quel sommo Ipocrate''; Ipocrate fu maestro de la Medicina, e s. Luca fu medico, e però finge l’autore<noinclude> <references/></noinclude> arqqvl6tbfavl7bzyv7w069mbtk4snn Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/730 108 321981 3025825 2392176 2022-08-23T13:55:46Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}720|{{Sc|p u r g a t o r i o{{spazi|3}}x x i x .}}|[''v''. 142-150]}}</noinclude>ch’elli venisse vestito in abito di medico, ''che''; ciòè lo quale Ipocrate, ''Natura''; cioè la natura naturante, Iddio, ''fe''; cioè creò, o volliamo intendere la natura naturata, et allora dicemo ''fe''; cioè produsse, ''Alli animali''; cioè ad utilità delli animali, ''che''; cioè li quali, ''ella''; cioè natura, ''à più cari''; e<ref>C. M. e questi sono</ref> queste sono li omini: imperò che Iddio à più cari li omini che tutti li altri animali, e però dà ad intendere che la natura produsse, o vero creò Ipocrate ad utilità delli omini a conservare la sanità, et a ricoverarla quando fusse perduta; e questo mostrò Ipocrate e di ciò fu studioso, come appare nei suoi libri; e però finge che s. Luca venisse col bussolo da la medicina in mano, per mostrare che fusse stato medico. ''Mostrava l’altro''; cioè s. Paulo, ''la contraria cura''; a quella di s. Luca: imperò che mostrava essere destrottore delli omini, dove, colui mostrava d’essere conservatore, ''Con una spada lucida et acuta''; cioè che portava in mano, in segno che prima era stato omo d’arme perseguitatore dei Cristiani, ''Tal che di qua dal rio''; unde io Dante era, ''mi fe paura''; cioè a me Dante, vedendoli quella spada in mano; e però ben disse che mostrava la contraria cura: imperò che medicina dimostra la conservazione de la vita, e la spada significa lo privamento de la vita. E per questo dà ad intendere che, poi ch’elli si fu esercitato ne lo studio de li Evangelisti, s’è esercitato ne lo studio de le Pistole di s. Paulo, delli Atti de li Apostoli, studiando ordinatamente la Bibbia. E così dè fare ciascuno che à fatto la debita penitenzia de’ suo’ peccati, quanto è possibile a chi sta nel mondo, e non solamente esercitarsi ne lo studio; ma ne l’opere secondo che quive si contiene, e chi non sa leggere ne le prediche dei predicatori de la parola di Dio che ciò ammaestrano, seguendo coll’opere sempre la dottrina. C. XXIX — ''v''. 142-150. In questi tre ternari lo nostro autore, seguendo la fizione ditta di sopra, de la ditta processione finge che dirieto ai sopraditti seguitasseno anco quattro molto umili a du’ a du’, come li altri; e di rieto a tutti<ref>C. M. a tutti venisse uno solo vecchio</ref> uno vecchio solo che venia dormendo, dicendo così: ''Poi''; cioè di po’ li du’ ditti di sopra, ''viddi''; cioè io Dante, ''quattro''; cioè omini seguitare la ditta processione, ''in umile paruta''; cioè in umile apparenzia, cioè molto umili ne la vista: questi quattro figurano quelli quattro Apostoli che fenno quelle quattro epistole che seguitano ne la Bibbia di po’ li Atti de li Apostuli; cioè s. Iacopo fratello di Cristo, s. Piero apostulo, s. Ioanni evangelista, et Iuda fratello di s. Iacopo; li quali tutti funno umili poverelli, l’Epistole dei quali elli studiando vidde di rieto alli Atti de li Apostuli adimpiendo coll’opere quanto potea la loro dottrina, et insegnando che cusì facciano li purgati dei loro peccati co la penitenzia, ''E di rieto da tutti''; cioè quelli che sono ditti di sopra, ''un''<noinclude> <references/></noinclude> nwzsvj187df8dq151ws67h7wvd9mn0e Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/731 108 321982 3025826 2392177 2022-08-23T13:56:46Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}[''v''. 142-150]|{{Sc|c o m m e n t o}}|721}}</noinclude>''vecchio solo''; questi è s. Ioanni evangelista che scrisse l’Apocalissi; e dice ''vecchio'': imperò che quando lo scrisse era vecchio; e dice ''solo'': imperò che nella Bibbia di po’ l’Apocalissi non seguita più libro niuno, ''Venir dormendo''; finge che vegnia dormendo: imperò che questa revelazione vidde s. Ioanni, quando dormitte ne la cena nel petto di Cristo, e poi le scrisse quando era ne la silva<ref>C. M. ne l’isola di Patmos</ref> di Patmos, ''co la faccia arguta''; cioè sottile: imperò che quello libro è di grande sottilliessa ad intenderlo. ''E questi sette''; cioè li du’ ditti di sopra e li 5 ditti avale, ''col primaio stuolo''; cioè co li vestiti di bianco ch’andonno inanti di rieto ai candelabri, e li 24 seniori, ''Eran abituati''; cioè erano vestiti di bianco ad uno modo: imperò che li 24 libri del vecchio testamento, l’Epistole di s. Paulo, li Atti de li Apostoli, le 4 epistole de li Apostuli, e l’Apocalissi di s. Ioanni, tutti sono vestiti di fede, che è significata per l’abito bianco, ''ma di gilli''; ecco in che erano differenti delli altri questi sette: imperò che li vestiti di bianco e li 24 seniori, che significano quivi li 24 libri del vecchio testamento, funno figurati coronati di gilli come appare di sopra, e li Evangelisti di fronde verde; ma questi sette erano coronati di rose e di fiori vermilli, e però dice: ''Dintorno al capo non facean brolo''; cioè verdura: brolo al modo lombardo è orto dov’è verdura; e qui lo pillia per lo frontale e per la corona, ''Anzi di rose e d’altri fior vermilli''; e questo figura: imperò che li 24 libri del vecchio testamento sono da essere letti e studiati co la purità de la fede, e però richiedono per principio e preparamento la fede, altramente in vano serebbe lo loro studio; e però ànno di gilli lo capo adornato che sono bianchi, e figurano la purità de la fede, e li Evangelisti ànno di verde che figura la speransa: imperò che ’l principio delli Evangeli è la vigorosità de la speransa a chi li vuole studiare, altramente li studierebbe in vano se non sperasse fermamente quello che promettono; e questi 7 ànno adornato lo capo di rose vermillie e fiori vermilli, che figurano la carità: imperò che lo loro principio è lo fervore de la carità. ''Giurato avrea poco lontano aspetto''; cioè uno che avesse vedutoli da lungi, ''Che tutti ardesser di sopra da’ cilli'': tanto eran vermilli; ecco che dimostra lo grande fervore di carità col quale si volliano leggere e studiare li preditti 7 libri, li quali elli studiò con grande fervore di carità e la loro dottrina misse in opera ardentemente; e così insegna che debbia fare chiunqua à compiuto la purgazione dei suoi peccati volendosi esercitare ne la vita attiva prima, e poi può sallire a la contemplativa. C. XXIX — ''v''. 151-154. In questo ternario e versetto lo nostro autore finge come si fermò la processione per lui descritta, la quale<noinclude> <references/></noinclude> ez3qg551mqznzkdnzuoowz1qlfb0534 Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/732 108 321983 3025827 2392178 2022-08-23T13:56:52Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ Gadget AutoreCitato proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}722|{{Sc|p u r g a t o r i o{{spazi|3}}x x i x .}}|[''v''. 151-154]}}</noinclude>venia incontra a lui; e come s’uditte lo tuono che fu segno che la ditta processione si dovesse fermare, e però dice: ''E quando il carro''; questo carro è quello che è stato ditto di sopra, ch’era tirato dal collo del Grifone che significa la sinagoga trasformata in s. Chiesa; la quale lo Griffone, cioè Cristo nostro salvatore, àe tirato con grande sua pena e passione tanto ch’ella è posta nel cospetto d’ogni omo, sicchè ad ogni omo è manifesta, e però dice: ''mi fu a rimpetto''; cioè fu dinanti da me Dante dall’altra parte del fiume; et allegoricamente per questo intende che, poi ch’elli ebbe studiato la Bibbia ordinatamente, come descritta è di sopra, li fu manifesto lo processo tutto de la salute dell’umana specie dal principio del mondo infine a la costituzione de la nuova Chiesa, la quale istituitte lo nostro signore Iesu Cristo, la notizia del quale guidata da li 7 doni de lo Spirito Santo si fa incontra a chiunqua lo vuole considerare, come finge Dante che facesse o veramente che così fece, e così insegna a ciascuno che legge questo suo libro che debbia fare, esercitandosi ne la dottrina di queste cose, sicchè poi possa intendere a la contemplazione di vita eterna: imperò che questa è la via; cioè vedere questa visibile e terreste Ierusalemme; e, veduta questa et intesa pur carnalmente, s’intende poi spiritualmente a contemplare, poi che serà bagnato nel fiume Lete e di quello abbeverato; cioè mondato o lavato da ogni ricordazione e incentivo di peccato; e poi nel fiume Eunoe et ancora di quello abbeverato, sicchè s’accenda in lui l’amore de la virtù e del sommo bene inestinguibile, fatto l’omo sì come angiulo in terra puro et innocente, la celeste Ierusalemme abitando in essa co la mente per grazia mentre che si sta in questa vita, e poi partita l’anima dal corpo per gloria, ''Un tuon s’udì''; cioè da me Dante; questo tuono, che l’autore finge qui, si dè intendere che fusse in quello luogo cosa sopra natura, e fusse segno da Dio dato che la processione si dovesse fermare e dare la volta inverso lo Sole seguendolo: imperò che, come è stato dichiarato di sopra nel canto {{Sc|xxi}}, dal sommo grado de la scaletta che monta suso al purgatorio in su, non può essere nessuna alterazione d’aire: imperò che quive incomincia la tersa regione dell’aire nel quale non ascendeno vapori umidi, nè secchi, li quali cagionano li tuoni, come dimostra {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} ne la sua Metaura: imperò che quando li vapori secchi montano suso, sicchè trovino le nuvule piene di vapori umidi, entrano ne le loro concavità e convertensi in vento; e movendosi dentro a la nuvula cercano escimento e rompono la nuvula, et allora si fa grande suono se il vapore è grande, e se è picculo muovesi dentro ne la nuvula, e fa picculo suono e per tale agitamento si genera lo fuoco alcuna volta e la saetta, et alcuna volta no, secondo la forte e debile resistenzia de le nuvule, e la {{Pt|quan-|}}<noinclude> <references/></noinclude> porp2b1jssfn08myknqin697qtxhevk Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/733 108 321984 3025828 2392179 2022-08-23T13:56:59Z Dr Zimbu 1553 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Dr Zimbu" />{{RigaIntestazione|{{spazi|3}}[''v''. 151-154]|{{Sc|c o m m e n t o}}|723}}</noinclude>{{Pt|tità|quantità}} dei vapori, e per tanto secondo la lettera debbiamo intendere che questo tuono fusse naturale; ma ora veggiamo che intese allegoricamente l’autore per questo tuono. E secondo lo mio comprendere lo nostro autore àe volsuto figurare, come ditto è, lo processo de la s. Chiesa, la quale ebbe incominciamento dal legno de la notizia del bene e del male, del quale si partitteno li primi parenti per disobedienzia dal comandamento di Dio, et andava tutta la generazione umana in verso occidente per che nullo andava in paradiso; ma tutti li rei a l’inferno, e li buoni al limbo; e però venne Cristo e legòsi questa Chiesa al collo, la quale era allora la sinagoga de’ Iudei e tirolla infine al fiume Iordano, e quive si batteggiò; et allora s’uditte lo tuono, cioè la voce del Padre, che venne come uno tuono, dicendo: ''Hic est filius meus dilectus, in quo mihi bene complacui: Ipsum audite''. E batteggiato Cristo, fu fatto de la sinagoga chiesa, sicchè finita fu la legge de la servitù, et incominciata la legge de la grazia; e però finge l’autore che infine a qui venisse la processione inverso l’occidente: imperò che Cristo infine a 30 anni visse secondo la legge di Moisè, e però andoe inverso l’occidente; ma poi che uscitte del diserto di far la penitenzia et andòsi a battegiare, allora si fermò lo processo della legge di Moise e della circuncisione, et incominciòsi la nuova legge evangelica col battesmo. E però finge l’autore che qui si fermasse, udito questo tuono, dove dimostrò Iddio che volea che noi fermassemo lo discorso de la legge antica; e, ricevuta la nuova, dessemo volta a ritornare con essa per obedienzia al legno de la notizia del bene e del male: e però dimostra di sotto che questa gente desse volta, e tornasse inverso lo legno de la notizia del bene e del male; e quive si terminerà la processione, e legherà lo Grifone lo carro al ditto legno: imperò che l’arà rimenato per obedienzia al ditto legno, unde s’era partito per disobedienzia, e la gente se ne menerà in cielo, e questo figurerà la passione, resurrezione et ascensione di Cristo in vita eterna; e però ben figura che s’uditte lo tuono, ''e quelle gente degne''; cioè quelle che descritte sono ne la ditta processione, e che sono andate per la legge de la natura e de la servitù di Moisè, ''Parveno aver l’andar più interdetto''; cioè vietato l’andare più oltra con quella legge, ne la quale erano stati infine a quive: imperò che fu consecrato lo battismo, e tolto via la circuncisione e le cerimonie tutte, et incominciasi la nuova legge evangelica, ne la quale allora si fermonno li santi omini che seguitonno Cristo; e però dice: ''Fermandosi ivi'': cioè quive, ne la legge evangelica, ''co le prime insegne''; cioè co li 7 doni de lo Spirito Santo e coi 7 sacramenti de la Chiesa, li quali s’intendeno per li 7 candelabri e per le 7 liste, come esposto è. E qui finisce lo canto {{Sc|xxix}}, et incominciasi lo {{Sc|xxx}}.<noinclude> <references/></noinclude> 22205r3wcr1jfipimxc75ppqbeipaoa Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano (Favaro)/Giornata prima 0 327394 3025831 3023784 2022-08-23T13:59:27Z Alex brollo 1615 Porto il SAL a SAL 75% wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Giornata prima<section end="sottotitolo"/> <section begin="prec"/>../Al discreto lettore<section end="prec"/> <section begin="succ"/>../Giornata seconda<section end="succ"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>23 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>75%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>fisica<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=23 agosto 2022|arg=fisica}}{{NMIS}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Giornata prima|prec=../Al discreto lettore|succ=../Giornata seconda}} <pages index="Le opere di Galileo Galilei VII.djvu" from=41 to=139 /> 0m0wyqqfkeh0qimwnqbf2of6j8d2bx3 Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano (Favaro)/Giornata seconda 0 327396 3025924 3023785 2022-08-23T22:18:04Z Alex brollo 1615 wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Giornata seconda<section end="sottotitolo"/> <section begin="prec"/>../Giornata prima<section end="prec"/> <section begin="succ"/>../Giornata terza<section end="succ"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>18 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>25%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>fisica<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=25%|data=18 agosto 2022|arg=fisica}}{{NMIS}} {{IncludiIntestazione|sottotitolo=Giornata seconda|prec=../Giornata prima|succ=../Giornata terza}} <pages index="Le opere di Galileo Galilei VII.djvu" from=140 to=306 /> qulesxbt4o0vecgg9isw0777druu8ba Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/41 108 327422 3025821 2501056 2022-08-23T13:54:34Z Alex brollo 1615 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Stefano mariucci" />{{RigaIntestazione||||riga=2}} ----</noinclude> {{Ct|f=120%|v=1|t=3|GIORNATA PRIMA.}} {{Ct|f=85%|v=1|L=-0.1em|INTERLOCUTORI}} {{Ct|f=120%|{{Sc|SALVIATI, SAGREDO e SIMPLICIO.}}}} {{rule|4em}} '''{{Sc|Salv.}}''' Fu la conclusione e l’appuntamento di ieri, che noi dovessimo in questo giorno discorrere, quanto più distintamente e particolarmente per noi si potesse, intorno alle ragioni naturali e loro efficacia, che per l’una parte e per l’altra sin qui sono state prodotte da i fautori della posizione Aristotelica e Tolemaica e da i seguaci del sistema Copernicano. E perché, collocando il {{AutoreCitato|Niccolò Copernico|Copernico}}{{Annotazione a lato|Copernico reputa la Terra esser un globo simile ad un pianeta}} la Terra tra i corpi mobili del cielo, viene a farla essa ancora un globo simile a un pianeta, sarà bene che il principio delle nostre considerazioni sia l’andare esaminando quale e quanta sia la forza e l’energia de i progressi peripatetici nel dimostrare come tale assunto sia del tutto impossibile; attesoché sia necessario introdurre {{Annotazione a lato|{{Spaziato|Sustanze celesti inalterabili, ed elementari alterabili, necesssarie in natura, di mente d'Aristotile.}}}} in natura sostanze diverse tra di loro, cioè la celeste e la elementare, quella impassibile ed immortale, questa alterabile e caduca. Il quale argomento tratta egli ne i libri del Cielo, insinuandolo prima con discorsi dependenti da alcuni assunti generali, e confermandolo poi con esperienze e con dimostrazioni particolari. Io, seguendo l’istesso ordine, proporrò, e poi liberamente dirò il mio parere; esponendomi alla censura di voi, ed in particolare del signor Simplicio, tanto strenuo campione e mantenitore della dottrina Aristotelica. È il primo passo del progresso peripatetico quello dove {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} prova la integrità e perfezione del mondo coll’additarci com’ei non è una semplice linea nè una superficie pura, ma un corpo adornato<noinclude></noinclude> df4zrb8n9mmv7mlqme847qm2hkqxok1 3025923 3025821 2022-08-23T22:16:08Z Alex brollo 1615 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Stefano mariucci" />{{RigaIntestazione||||riga=2}}</noinclude> {{Ct|f=120%|v=1|t=3|GIORNATA PRIMA.}} {{Ct|f=85%|v=1|L=-0.1em|INTERLOCUTORI}} {{Ct|f=120%|{{Sc|SALVIATI, SAGREDO e SIMPLICIO.}}}} {{rule|4em}} '''{{Sc|Salv.}}''' Fu la conclusione e l’appuntamento di ieri, che noi dovessimo in questo giorno discorrere, quanto più distintamente e particolarmente per noi si potesse, intorno alle ragioni naturali e loro efficacia, che per l’una parte e per l’altra sin qui sono state prodotte da i fautori della posizione Aristotelica e Tolemaica e da i seguaci del sistema Copernicano. 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Io, seguendo l’istesso ordine, proporrò, e poi liberamente dirò il mio parere; esponendomi alla censura di voi, ed in particolare del signor Simplicio, tanto strenuo campione e mantenitore della dottrina Aristotelica. 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Sesto... {{Sc|Sagr.}} Piano un poco, signor Salviati. Che l’illuminazione della Terra, quanto alle diverse figure, si rappresentasse, a chi fusse nella Luna, simile in tutto a quello che noi scorgiamo nella Luna, l’intendo io benissimo; ma non resto già capace, come ella si mostrasse fatta coll’istesso periodo, avvenga che quello che fa l’illuminazion del Sole nella superficie lunare in un mese, lo fa nella terrestre in ventiquattr’ore. {{Sc|Salv.}} È vero che l’effetto del Sole, circa l’illuminar questi due corpi e ricercar col suo splendore tutta la lor superficie, si spedisce nella Terra in un giorno naturale, e nella Luna in un mese; ma non da questo solo depende la variazione delle figure, sotto le quali dalla<noinclude><references/></noinclude> 7vb0y229s6t8x280qdbzarpc7czgakf 3025833 3025832 2022-08-23T14:01:16Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|88|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>eminenze ve ne son molte in tutto e per tutto simili alle nostre piú aspre e scoscese montagne, e vi se ne scorgono alcune tirate e continuazioni lunghe di centinaia di miglia; altre sono in gruppi piú raccolti, e sonvi ancora molti scogli staccati e solitari, ripidi assai e dirupati; ma quello di che vi è maggior frequenza, sono alcuni argini (userò questo nome, per non me ne sovvenir altro che piú gli rappresenti) assai rilevati, li quali racchiudono e circondano pianure di diverse grandezze, e formano varie figure, ma la maggior parte circolari, molte delle quali hanno nel mezo un monte rilevato assai, ed alcune poche son ripiene di materia alquanto oscura, cioè simile a quella delle gran macchie che si veggon con l’occhio libero, e queste sono delle maggiori piazze; {{Annotazione a lato|Quarta, Luna distinta in dua parti differenti per chiareza e oscurità, come il globo terrestre nei mare e nella superficie terrena.}}il numero poi delle minori e minori è grandissimo, e pur quasi tutte circolari. Quarto, sì come la superficie del nostro globo è distinta in due massime parti, cioè nella terrestre e nell’acquatica, così nel disco lunare veggiamo una distinzion magna di alcuni gran campi piú risplendenti e di altri meno; all’aspetto de i quali {{Annotazione a lato|Superficie del mare apparirebbe da lontano più oscura di quella della terra.}}credo che sarebbe quello della Terra assai simigliante, a chi dalla Luna o da altra simile lontananza la potesse vedere illustrata dal Sole, ed apparirebbe la superficie del mare piú oscura, e piú chiara quella della terra. {{Annotazione a lato|Quinta, mutazioni di figure nella Terra oscura, simili a quelle della Luna e fatte coll'istesso periodo.}}Quinto, sì come noi dalla Terra veggiamo la Luna or tutta luminosa, or meza, or piú, or meno, talor falcata, e talvolta ci resta del tutto invisibile, cioè quando è sotto i raggi solari, sì che la parte che riguarda la Terra resta tenebrosa; così appunto si vedrebbe dalla Luna, coll’istesso periodo a capello e sotto le medesime mutazioni di figure, l’illuminazione fatta dal Sole sopra la faccia della Terra. Sesto... {{Sc|Sagr.}} Piano un poco, signor Salviati. Che l’illuminazione della Terra, quanto alle diverse figure, si rappresentasse, a chi fusse nella Luna, simile in tutto a quello che noi scorgiamo nella Luna, l’intendo io benissimo; ma non resto già capace, come ella si mostrasse fatta coll’istesso periodo, avvenga che quello che fa l’illuminazion del Sole nella superficie lunare in un mese, lo fa nella terrestre in ventiquattr’ore. {{Sc|Salv.}} È vero che l’effetto del Sole, circa l’illuminar questi due corpi e ricercar col suo splendore tutta la lor superficie, si spedisce nella Terra in un giorno naturale, e nella Luna in un mese; ma non da questo solo depende la variazione delle figure, sotto le quali dalla<noinclude><references/></noinclude> tc926z8ykddnn7rkn6dn051mvg2sq29 Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/107 108 327492 3025834 3025648 2022-08-23T14:02:21Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|99}}</noinclude>{{Pt|cessitata|necessitata}} a mandarla in un luogo solo, come quello specchio che è piano. {{Sc|Simp.}} Questa è appunto una delle obbiezioni che io volevo fargli contro. {{Sc|Sagr.}} Se questa è una, è forza che voi ne abbiate delle altre; però ditele, chè quanto a questa prima mi par che ella sia per riuscire piú contro di voi che in favore. {{Sc|Simp.}} Voi avete pronunziato come cosa manifesta, che la reflession fatta da quel muro sia così chiara ed illuminante come quella che ci vien dalla Luna, ed io la stimo come nulla in comparazion di quella: imperocchè «in questo negozio dell’illuminazione {{Annotazione a lato|Sfera di attività ne i corpi celesti maggiore che negli elementi.}}bisogna aver riguardo e distinguere la sfera di attività; e chi dubita che i corpi celesti abbiano maggiore sfera di attività che questi nostri elementari, caduchi e mortali? e quel muro, finalmente, che è egli altro che un poco di terra, oscura ed inetta all’illuminare?» {{Sc|Sagr.}} E qui ancora credo che voi vi inganniate di assai. Ma vengo alla prima instanza mossa dal signor Salviati: e considero che per far che un oggetto ci apparisca luminoso, non basta che sopra esso caschino i raggi del corpo illuminante, ma ci bisogna che i raggi reflessi vengano all’occhio nostro; come apertamente si vede nell’esempio di quello specchio, sopra il quale non ha dubbio che vengono i raggi luminosi del Sole, con tutto ciò ei non ci si mostra chiaro ed illustrato se non quando noi mettiamo l’occhio in quel luogo particulare dove va la reflessione. Consideriamo adesso quel che accaderebbe quando lo specchio fusse di superficie sferica: chè senz’altro noi troveremo che della reflessione che si fa da tutta la superficie illuminata, piccolissima parte è quella che perviene all’occhio di un particolar riguardante, per esser una minimissima particella di tutta la superficie sferica quella l’inclinazion della quale ripercuote il raggio al luogo particolare dell’occhio; onde minima convien che sia la parte della superficie sferica che all’occhio si mostra splendente, rappresentandosi tutto il rimanente oscuro. Quando dunque la Luna fusse tersa come uno specchio, piccolissima parte si mostrerebbe a gli occhi di un particulare illustrata dal Sole, ancorchè tutto un emisferio fusse esposto a’ raggi solari, ed il resto rimarrebbe all’occhio del riguardante {{Annotazione a lato|La Luna se fusse come uno specchio sferico, arebbe invisibile.}}come non illuminato e perciò invisibile, e finalmente invisibile ancora del tutto la Luna, avvenga che quella particella onde venisse<noinclude><references/></noinclude> eq789krh2clk0ocyvumbb2gxejlpj19 Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/133 108 327519 3025811 3024324 2022-08-23T13:17:44Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|125}}</noinclude>le piante casca gran quantità di ombra, ed i luoghi aprici son tutti illuminati dal Sole; e questa mistione di ombre opera tanto, che voi vedete ne i velluti a opera il color della seta tagliata mostrarsi molto più oscuro che quel della non tagliata, mediante le ombre disseminate tra pelo e pelo, ed il velluto piano parimente assai più fosco che un ermisino fatto della medesima seta; sì che quando nella Luna fossero cose che imitassero grandissime selve, l’aspetto loro potrebbe rappresentarci le macchie che noi veggiamo; una tal differenza farebbero s’elle fusser mari; e finalmente non repugna che potesse esser che quelle macchie fosser realmente di color più oscuro del rimanente, chè in questa guisa la neve fa comparir le montagne più chiare. Quello che si vede manifestamente nella Luna è che le parti più oscure {{Annotazione a lato|Le parti più oscure della Luna son piane, e le più luminose montuose.}}son tutte pianure, con pochi scogli e argini dentrovi, ma pur ve ne son alcuni: il restante più chiaro è tutto pieno di scogli, montagne, arginetti rotondi e di altre figure; {{Annotazione a lato|Intorno alle macchie della Luna son lunghe tirate di montagne.}}ed in particolare intorno alle macchie sono grandissime tirate di montagne. Dell’esser le macchie superficie piane, ce ne assicura il veder come il termine che distingue la parte illuminata dall’oscura, nel traversar le macchie fa il taglio eguale, ma nelle parti chiare si mostra per tutto anfrattuoso e merlato. Ma non so già se questa egualità di superficie possa esser bastante per sé sola a far apparir l’oscurità, e credo più tosto di no. Reputo, oltre a questo, la Luna differentissima dalla Terra, perchè, se bene io mi immagino {{Annotazione a lato|ella Luna non simili alle nostre, ma diversissime, quando pur vi sia generazione.}}che quelli non sien paesi oziosi e morti, non affermo però che vi sieno movimenti e vita, e molto meno che vi si generino piante, animali o altre cose simili alle nostre, ma, se pur ve n’è, fussero diversissime, e remote da ogni nostra immaginazione: e muovomi a così credere, perchè, primamente, stimo che la materia del globo lunare {{Annotazione a lato|Luna non composta di terra e d'acqua.}}non sia di terra e di acqua, e questo solo basta a tòr via le generazioni e alterazioni simili alle nostre; ma, posto anco che lassù fosse acqua e terra, ad ogni modo non vi nascerebbero piante ed animali simili a i nostri, e questo per due ragioni principali. La prima è, che per le nostre generazioni son tanto necessarii {{Annotazione a lato|Aspetti dei Sole, necessarii per le nostre generazioni, non sono tali nella Luna. }}gli aspetti variabili del Sole, che senza essi il tutto mancherebbe: ora le abitudini del Sole verso la Terra son molto differenti da quelle verso la Luna Noi, quanto all’illuminazion diurna, abbiamo nella maggior parte della Terra {{Annotazione a lato|Giorni naturali nella Luna sono di un mese l'uno.}}ogni ventiquattr’ore parte di giorno e parte di notte, il quale effetto nella Luna si fa in un mese; e quello {{Pt|abbas-|}}<noinclude><references/></noinclude> oju28xjmjc8b6e1po2r1erazr0azc9h Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/134 108 327520 3025812 3024325 2022-08-23T13:21:02Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|126|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>{{Pt|samento|abbassamento}} ed alzamento annuo per il quale il Sole ci apporta le diverse stagioni e la disegualità de i giorni e delle notti, nella Luna si finisce pur in un mese; {{Annotazione a lato|Alla Luna il Solo s' abbassa ed alza con diversità di gradi 10, ed alla terra di di 47.}}e dove il Sole a noi si alza ed abbassa tanto, che dalla massima alla minima altezza vi corre circa quarantasette gradi di differenza, cioè quanta è la distanza dall’uno all’altro tropico, nella Luna non importa altro che gradi dieci o poco più, chè tanto importano le massime latitudini del dragone di qua e di là dall’eclittica. Considerisi ora qual sarebbe l’azion del Sole dentro alla zona torrida quando e’ durasse quindici giorni continui a ferirla con i suoi raggi, che senz’altro s’intenderà che tutte le piante e le erbe e gli animali si dispergerebbero; e se pur vi si facessero generazioni, sarebber di erbe, piante ed animali diversissimi da i presenti. {{Annotazione a lato|Nella Luna non sono piogge.}}Secondariamente, io tengo per fermo che nella Luna non siano piogge, perchè quando in qualche parte vi si congregassero nugole, come intorno alla Terra, ci verrebbero ad ascondere alcuna di quelle cose che noi col telescopio veggiamo nella Luna, ed in somma in qualche particella ci varierebber la vista; effetto che io per lunghe e diligenti osservazioni non ho veduto mai, ma sempre vi ho scorto una uniforme serenità purissima. {{Sc|Sagr.}} A questo si potrebbe rispondere, o che vi fossero grandissime rugiade, o che vi piovesse ne i tempi della lor notte, cioè quando il Sole non la illumina. {{Sc|Salv.}} Se per altri riscontri noi avessimo indizii che in essa si facesser generazioni simili alle nostre, e solo ci mancasse il concorso delle piogge, potremmo trovarci questo o altro temperamento che supplisse in vece di quelle, come accade nell’Egitto dell’inondazione del Nilo; ma non incontrando accidente alcuno che concordi co i nostri, de’ molti che si ricercherebbero per produrvi gli effetti simili, non occorre affaticarsi per introdurne un solo, e quello anco non perchè se n’abbia sicura osservazione, ma per una semplice non repugnanza. Oltre che, quando mi fosse domandato quello che la prima apprensione ed il puro naturale discorso mi detta circa il prodursi là cose simili o pur differenti dalle nostre, io direi sempre, differentissime ed a noi del tutto inimmaginabili, che così mi pare che ricerchi la ricchezza della natura e l’onnipotenza del Creatore e Governatore. {{Sc|Sagr.}} Estrema temerità mi è parsa sempre quella di coloro che voglion far la capacità umana misura di quanto possa e sappia operar<noinclude><references/></noinclude> eu7fmp12us5kv45iqjfvgrz8v8z5pzv Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/135 108 327521 3025813 3024328 2022-08-23T13:38:10Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|127}}</noinclude>la natura, dove che, all’incontro, e’ non è effetto alcuno in natura, per minimo che e’ sia, all’intera cognizion del quale possano arrivare i più specolativi ingegni. {{Annotazione a lato|Il non aver mai inteso nulla perfettamente fa che alcuni credono d' intender il tutto.}}Questa così vana prosunzione d’intendere il tutto non può aver principio da altro che dal non avere inteso mai nulla, perchè, quando altri avesse esperimentato una volta sola a intender perfettamente una sola cosa ed avesse gustato veramente come è fatto il sapere, conoscerebbe come dell’infinità dell’altre conclusioni niuna ne intende. {{Sc|Salv.}} Concludentissimo è il vostro discorso; in confermazion del quale abbiamo l’esperienza di quelli che intendono o hanno inteso qualche cosa, i quali quanto più sono sapienti, tanto più conoscono e liberamente confessano di saper poco; ed il sapientissimo della Grecia, e per tale sentenziato da gli oracoli, diceva apertamente conoscer di non saper nulla. {{Sc|Simp.}} Convien dunque dire, o che l’oracolo, o l’istesso Socrate, fusse bugiardo, ''predicandolo quello per sapientissimo, e dicendo questo di conoscersi ignorantissimo''. {{Sc|Salv.}} Non ne seguita nè l’uno nè l’altro, essendo che amendue i pronunziati posson esser veri. {{Annotazione a lato|Responso dell'oracolo vero in giudicar Socrate sapientissimo.}}Giudica l’oracolo sapientissimo Socrate sopra gli altri uomini, la sapienza de i quali è limitata; si conosce Socrate non saper nulla in relazione alla sapienza assoluta, che è infinita; e perchè dell’infinito tal parte n’è il molto che ’l poco e che il niente (perchè per arrivar, per esempio, al numero infinito tanto è l’accumular migliaia, quanto decine e quanto zeri), però ben conosceva Socrate, la terminata sua sapienza esser nulla all’infinita, che gli mancava. Ma perchè pur tra gli uomini si trova qualche sapere, e questo non egualmente compartito a tutti, potette Socrate averne maggior parte de gli altri, e perciò verificarsi il responso dell’oracolo. {{Sc|Sagr.}} Parmi di intender benissimo questo punto. Tra gli uomini, signor Simplicio, è la potestà di operare, ma non egualmente participata da tutti: e non è dubbio che la potenza d’un imperadore è maggiore assai che quella d’una persona privata; ma e questa e quella è nulla in comparazione dell’onnipotenza divina. Tra gli uomini vi sono alcuni che intendon meglio l’agricoltura che molti altri; ma il saper piantar un sermento di vite in una fossa, che ha da far col saperlo far barbicare, attrarre il nutrimento, da quello scierre<noinclude><references/></noinclude> 7xbstz0yd9v8pjyqqiev6aggrxy8acr Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/136 108 327522 3025814 3024329 2022-08-23T13:41:24Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|128|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>questa parte buona per farne le foglie, quest’altra per formarne i viticci, quella per i grappoli, quell’altra per l’uva, ed un’altra per i fiocini, che son poi l’opere della sapientissima natura? Questa è una sola opera particolare delle innumerabili che fa la natura, ed in essa sola {{Annotazione a lato|Saper divino infinite volte infinito.}}si conosce un’infinita sapienza, talchè si può concludere, il saper divino esser infinite volte infinito. {{Sc|Salv.}} Eccone un altro esempio. Non direm noi che ’l sapere scoprire {{Annotazione a lato|Buonarruoti d'ingegno subblime.}}in un marmo una bellissima statua ha sublimato l’ingegno del {{AutoreCitato|Michelangelo Buonarroti|Buonarruoti}} assai assai sopra gli ingegni comuni degli altri uomini? E questa opera non è altro che imitare una sola attitudine e disposizion di membra esteriore e superficiale d’un uomo immobile; e però che cosa è in comparazione d’un uomo fatto dalla natura, composto di tante membra esterne ed interne, de i tanti muscoli, tendini, nervi, ossa, che servono a i tanti e sì diversi movimenti? Ma che diremo de i sensi, delle potenze dell’anima, e finalmente dell’intendere? non possiamo noi dire, e con ragione, la fabbrica d’una statua cedere d’infinito intervallo alla formazion d’un uomo vivo, anzi anco alla formazion d’un vilissimo verme? {{Sc|Sagr.}} E qual differenza crediamo che fusse tra la colomba d’Archita ed una della natura? {{Sc|Simp.}} O io non sono un di quegli uomini che intendano, o ’n questo vostro discorso è una manifesta contradizione. Voi tra i maggiori encomii, anzi pur per il massimo di tutti, attribuite all’uomo, fatto dalla natura, questo dell’intendere; e poco fa dicevi con Socrate che ’l suo intendere non era nulla; adunque bisognerà dire che nè anco la natura abbia inteso il modo di fare un intelletto che intenda. {{Sc|Salv.}} Molto acutamente opponete; e per rispondere all’obbiezione, convien ricorrere a una distinzione filosofica, dicendo che l’intendere si può pigliare in due modi, cioè intensive, o vero extensive: e che extensive, cioè quanto alla moltitudine degli intelligibili, che sono infiniti, {{Annotazione a lato|L'uomo intende assai ''intensive'', ma poco ''extensive''.}}l’intender umano è come nullo, quando bene egli intendesse mille proposizioni, perchè mille rispetto all’infinità è come un zero; ma pigliando l’intendere intensive, in quanto cotal termine importa intensivamente, cioè perfettamente, alcuna proposizione, dico che l’intelletto umano ne intende alcune così perfettamente, e ne ha così assoluta certezza, quanto se n’abbia l’intessa natura; e tali sono le scienze<noinclude><references/></noinclude> absqnftqc5zhkc0wzowg9en5g3s00io Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/137 108 327523 3025815 3024338 2022-08-23T13:47:27Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|129}}</noinclude>matematiche pure, cioè la geometria e l’aritmetica, delle quali l’intelletto divino ne sa bene infinite proposizioni di più, perchè le sa tutte, ma di quelle poche intese dall’intelletto umano credo che la cognizione agguagli la divina nella certezza obiettiva, poichè arriva a comprenderne la necessità, sopra la quale non par che possa esser sicurezza maggiore. {{Sc|Simp.}} Questo mi pare un parlar molto resoluto ed ardito. {{Sc|Salv.}} Queste son proposizioni comuni e lontane da ogni ombra di temerità o d’ardire e che punto non detraggono di maestà alla divina sapienza, sì come niente diminuisce la Sua onnipotenza il dire che Iddio non può fare che il fatto non sia fatto. Ma dubito, signor Simplicio, che voi pigliate ombra per esser state ricevute da voi le mie parole con qualche equivocazione. Però, per meglio dichiararmi, dico che quanto alla verità di che ci danno cognizione le dimostrazioni matematiche, ella è l’istessa che conosce la sapienza divina; {{Annotazione a lato|Modo di conoscere di Dio diverso da quello de gli uomini.}}ma vi concederò bene che il modo col quale Iddio conosce le infinite proposizioni, delle quali noi conosciamo alcune poche, è sommamente più eccellente del nostro, il quale procede con discorsi e con passaggi di conclusione in conclusione, {{Annotazione a lato|Intendere umano fatto per discorso.}}dove il Suo è di un semplice intuito: e dove noi, per esempio, per guadagnar la scienza d’alcune passioni del cerchio, che ne ha infinite, cominciando da una delle più semplici e quella pigliando per sua definizione, passiamo con discorso ad un’altra, e da questa alla terza, e poi alla quarta, etc., l’intelletto divino con la semplice apprensione della sua essenza comprende, senza temporaneo discorso, tutta la infinità di quelle passioni; {{Annotazione a lato|Definizioni comprendono virtualmente tutte le passioni delle cose definite.}}le quali anco poi in effetto virtualmente si comprendono nelle definizioni di tutte le cose, e che poi finalmente, per esser infinite, forse sono una sola nell’essenza loro e nella mente divina. {{Annotazione a lato|Passioni infinite sono forse una sola.}}Il che nè anco all’intelletto umano è del tutto incognito, ma ben da profonda e densa caligine adombrato, la qual viene in parte assottigliata e chiarificata quando ci siamo fatti padroni di alcune conclusioni fermamente dimostrate e tanto speditamente possedute da noi, che tra esse possiamo velocemente trascorrere: perchè in somma, che altro è l’esser nel triangolo il quadrato opposto all’angolo retto eguale a gli altri due che gli sono intorno, se non l’esser i parallelogrammi sopra base comune e tra le parallele, tra loro eguali? e questo non è egli finalmente il medesimo che essere eguali quelle due superficie che adattate<noinclude><references/></noinclude> kq8rpsv7ip3l78ujut8bdljnuwb70nq 3025816 3025815 2022-08-23T13:47:52Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima.}}|129}}</noinclude>matematiche pure, cioè la geometria e l’aritmetica, delle quali l’intelletto divino ne sa bene infinite proposizioni di più, perchè le sa tutte, ma di quelle poche intese dall’intelletto umano credo che la cognizione agguagli la divina nella certezza obiettiva, poichè arriva a comprenderne la necessità, sopra la quale non par che possa esser sicurezza maggiore. {{Sc|Simp.}} Questo mi pare un parlar molto resoluto ed ardito. {{Sc|Salv.}} Queste son proposizioni comuni e lontane da ogni ombra di temerità o d’ardire e che punto non detraggono di maestà alla divina sapienza, sì come niente diminuisce la Sua onnipotenza il dire che Iddio non può fare che il fatto non sia fatto. Ma dubito, signor Simplicio, che voi pigliate ombra per esser state ricevute da voi le mie parole con qualche equivocazione. Però, per meglio dichiararmi, dico che quanto alla verità di che ci danno cognizione le dimostrazioni matematiche, ella è l’istessa che conosce la sapienza divina; {{Annotazione a lato|Modo di conoscere di Dio diverso da quello de gli uomini.}}ma vi concederò bene che il modo col quale Iddio conosce le infinite proposizioni, delle quali noi conosciamo alcune poche, è sommamente più eccellente del nostro, il quale procede con discorsi e con passaggi di conclusione in conclusione, {{Annotazione a lato|Intendere umano fatto per discorso.}}dove il Suo è di un semplice intuito: e dove noi, per esempio, per guadagnar la scienza d’alcune passioni del cerchio, che ne ha infinite, cominciando da una delle più semplici e quella pigliando per sua definizione, passiamo con discorso ad un’altra, e da questa alla terza, e poi alla quarta, etc., l’intelletto divino con la semplice apprensione della sua essenza comprende, senza temporaneo discorso, tutta la infinità di quelle passioni; {{Annotazione a lato|Definizioni comprendono virtualmente tutte le passioni delle cose definite.}}le quali anco poi in effetto virtualmente si comprendono nelle definizioni di tutte le cose, e che poi finalmente, per esser infinite, forse sono una sola nell’essenza loro e nella mente divina. {{Annotazione a lato|Passioni infinite sono forse una sola.}}Il che nè anco all’intelletto umano è del tutto incognito, ma ben da profonda e densa caligine adombrato, la qual viene in parte assottigliata e chiarificata quando ci siamo fatti padroni di alcune conclusioni fermamente dimostrate e tanto speditamente possedute da noi, che tra esse possiamo velocemente trascorrere: perchè in somma, che altro è l’esser nel triangolo il quadrato opposto all’angolo retto eguale a gli altri due che gli sono intorno, se non l’esser i parallelogrammi sopra base comune e tra le parallele, tra loro eguali? e questo non è egli finalmente il medesimo che essere eguali quelle due superficie che {{Pt|adat-|}}<noinclude><references/></noinclude> id7ccei8e7d4boowmarhtwbz8ydpi2a Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/138 108 327524 3025817 3024340 2022-08-23T13:51:15Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|130|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>{{Pt|tate|adattate}} insieme non si avanzano, ma si racchiuggono dentro al medesimo termine? {{Annotazione a lato|Passaggi fatti con tempo dal discorso umano, l'intelletto divino fa ''in instanti'', cioè gii ha sempre presenti.}}Or questi passaggi, che l’intelletto nostro fa con tempo e con moto di passo in passo, l’intelletto divino, a guisa di luce, trascorre in un instante, che è l’istesso che dire, gli ha sempre tutti presenti. Concludo per tanto, l’intender nostro, e quanto al modo e quanto alla moltitudine delle cose intese, esser d’infinito intervallo superato dal divino; ma non però l’avvilisco tanto, ch’io lo reputi assolutamente nullo; anzi, quando io vo considerando quante e quanto maravigliose cose hanno intese investigate ed operate gli uomini, pur troppo chiaramente conosco io ed intendo, esser la mente umana opera di Dio, e delle più eccellenti. {{Sc|Sagr.}} Io son molte volte andato meco medesimo considerando, {{Annotazione a lato|Ingegno umano mirabile in acutezza}}in proposito di questo che di presente dite, quanto grande sia l’acutezza dell’ingegno umano; e mentre io discorro per tante e tanto maravigliose invenzioni trovate da gli uomini, sì nelle arti come nelle lettere, e poi fo reflessione sopra il saper mio, tanto lontano dal potersi promettere non solo di ritrovarne alcuna di nuovo, ma anco di apprendere delle già ritrovate, confuso dallo stupore ed afflitto dalla disperazione, mi reputo poco meno che infelice. S’io guardo alcuna statua delle eccellenti, dico a me medesimo: "E quando sapresti levare il soverchio da un pezzo di marmo, e scoprire sì bella figura che vi era nascosa? quando mescolare e distendere sopra una tela o parete colori diversi, e con essi rappresentare tutti gli oggetti visibili, come un {{AutoreCitato|Michelangelo Buonarroti|Michelagnolo}}, un {{AutoreCitato|Raffaello Sanzio|Raffaello}}, un Tiziano?" S’io guardo quel che hanno ritrovato gli uomini nel compartir gl’intervalli musici, nello stabilir precetti e regole per potergli maneggiar con diletto mirabile dell’udito, quando potrò io finir di stupire? Che dirò de i tanti e sì diversi strumenti? La lettura de i poeti eccellenti di qual meraviglia riempie chi attentamente considera l’invenzion de’ concetti e la spiegatura loro? Che diremo dell’architettura? che dell’arte navigatoria? {{§|Alfabeto|Ma sopra tutte le invenzioni stupende, qual eminenza di mente fu quella di colui che s’immaginò di trovar modo di comunicare {{Annotazione a lato|L' invenzione dello scrivere stupenda sopra tutte l'altre.}}i suoi più reconditi pensieri a qualsivoglia altra persona, benchè distante per lunghissimo intervallo di luogo e di tempo?}} parlare con quelli che son nell’Indie, parlare a quelli che non sono ancora nati nè saranno se non di qua a mille e dieci mila anni? e con qual facilità? con i vari accozzamenti di venti caratteruzzi sopra<noinclude><references/></noinclude> 1pq128e8qb18nm5jd9aymmllcqkhmxk Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/139 108 327525 3025818 1839008 2022-08-23T13:52:13Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata prima}}|131}}</noinclude>una carta. Sia questo il sigillo di tutte le ammirande invenzioni umane, e la chiusa de’ nostri ragionamenti di questo giorno: ed essendo passate le ore più calde, il signor Salviati penso io che avrà gusto di andare a godere de i nostri freschi in barca; e domani vi starò attendendo amendue per continuare i discorsi cominciati, etc. {{Rule|4em}} {{Sezione note}}<noinclude><references/></noinclude> e6t0ahtz2dsjvs8dhl5vmrprtshdrwr Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/140 108 327726 3025829 3025160 2022-08-23T13:57:20Z Alex brollo 1615 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="Phe-bot" />{{RigaIntestazione|132|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|n=s}}{{Rule}}{{Rule}}</noinclude> {{Ct|f=120%|v=1|t=3|GIORNATA SECONDA.}} {{rule|4em|v=3}} {{Sc|Salv.}} Le diversioni di ieri, che ci torsero dal dritto filo de’ nostri principali discorsi, furon tante e tali, ch’io non so se potrò senza l’aiuto vostro rimettermi su la traccia, per poter procedere avanti. {{Sc|Sagr.}} Io non mi meraviglio che voi, che avete ripiena e ingombrata la fantasia tanto delle cose dette quanto di quelle che restan da dirsi, vi troviate in qualche confusione; ma io, che per esser semplice ascoltatore, altro non ritengo che le cose udite, potrò per avventura, col ricordarle sommariamente, rimettere il ragionamento su ’l suo filo. Per quello dunque che mi è restato in mente, fu la somma de i discorsi di ieri l’andar esaminando da i fondamenti loro, qual delle due opinioni sia più probabile e ragionevole: quella che tiene, la sustanza de i corpi celesti esser ingenerabile, incorruttibile, inalterabile, impassibile, ed in somma esente da ogni mutazione, fuor che dalla locale, e però essere una quinta essenza diversissima da questa de i nostri corpi elementari, generabili, corruttibili, alterabili, etc.; o pur l’altra che, levando tal difformità di parti dal mondo, reputa la Terra goder delle medesime perfezioni che gli altri corpi integranti dell’universo, ed esser in somma un globo mobile e vagante non men che la Luna, Giove, Venere o altro pianeta. Fecersi in ultimo molti paralleli particolari tra essa Terra e la Luna, e più con la Luna che con altro pianeta forse per aver noi di quella maggiore e più sensata notizia, mediante la sua minor lontananza. Ed avendo finalmente concluso, questa seconda opinione aver più del verisimile dell’altra, parmi che ’l progresso ne tirasse a cominciare<noinclude><references/></noinclude> j4i94shpb75v3z690zwpf7dpifw2ag6 3025893 3025829 2022-08-23T21:06:09Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|132|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|n=s}}{{Rule}}{{Rule}}</noinclude> {{Ct|f=120%|v=1|t=3|GIORNATA SECONDA.}} {{rule|4em|v=3}} {{Sc|Salv.}} Le diversioni di ieri, che ci torsero dal dritto filo de’ nostri principali discorsi, furon tante e tali, ch’io non so se potrò senza l’aiuto vostro rimettermi su la traccia, per poter procedere avanti. {{Sc|Sagr.}} Io non mi meraviglio che voi, che avete ripiena e ingombrata la fantasia tanto delle cose dette quanto di quelle che restan da dirsi, vi troviate in qualche confusione; ma io, che per esser semplice ascoltatore, altro non ritengo che le cose udite, potrò per avventura, col ricordarle sommariamente, rimettere il ragionamento su ’l suo filo. Per quello dunque che mi è restato in mente, fu la somma de i discorsi di ieri l’andar esaminando da i fondamenti loro, qual delle due opinioni sia più probabile e ragionevole: quella che tiene, la sustanza de i corpi celesti esser ingenerabile, incorruttibile, inalterabile, impassibile, ed in somma esente da ogni mutazione, fuor che dalla locale, e però essere una quinta essenza diversissima da questa de i nostri corpi elementari, generabili, corruttibili, alterabili, etc.; o pur l’altra che, levando tal difformità di parti dal mondo, reputa la Terra goder delle medesime perfezioni che gli altri corpi integranti dell’universo, ed esser in somma un globo mobile e vagante non men che la Luna, Giove, Venere o altro pianeta. Fecersi in ultimo molti paralleli particolari tra essa Terra e la Luna, e più con la Luna che con altro pianeta forse per aver noi di quella maggiore e più sensata notizia, mediante la sua minor lontananza. Ed avendo finalmente concluso, questa seconda opinione aver più del verisimile dell’altra, parmi che ’l progresso ne tirasse a cominciare<noinclude><references/></noinclude> gtj37pmuidd77v1c9iw1t86n3esbnqp Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/141 108 327727 3025894 3025161 2022-08-23T21:08:02Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata seconda}}|133}}</noinclude>a esaminare se la Terra si deva stimare immobile, come da i più è stato sin qui creduto, o pur mobile, come alcuni antichi filosofi credettero ed altri da non molto tempo in qua stimano, e se mobile, qual possa essere il suo movimento. {{Sc|Salv.}} Già comprendo e riconosco il segno del nostro cammino; ma innanzi che si cominci a procedere più oltre, devo dirvi non so che sopra queste ultime parole che avete detto, dell’essersi concluso la opinione che tien la Terra dotata delle medesime condizioni de i corpi celesti esser più verisimile della contraria: imperocchè questo non ho io concluso, sì come non son nè anco per concludere verun’altra delle proposizioni controverse; ma solo ho auta intenzione di produrre, tanto per l’una quanto per l’altra parte, quelle ragioni e risposte, instanze e soluzioni, che ad altri sin qui sono sovvenute, con qualche altra ancora che a me, nel lungamente pensarvi, è cascata in mente, lasciando poi la decisione all’altrui giudizio. {{Sc|Sagr.}} Io mi era lasciato trasportare dal mio proprio sentimento, e credendo che in altri dovesse esser quel che io sentiva in me, feci universale quella conclusione che doveva far particolare; e veramente ho errato, e massime non sapendo il concetto del signor Simplicio qui presente. {{Sc|Simp.}} Io vi confesso che tutta questa notte sono andato ruminando le cose di ieri, e veramente trovo di molte belle nuove e gagliarde considerazioni; con tutto ciò mi sento stringer assai più dall’autorità di tanti grandi scrittori, ed in particolare... Voi scotete la testa, signor Sagredo, e sogghignate, come se io dicessi qualche grande esorbitanza. {{Sc|Sagr.}} Io sogghigno solamente, ma crediatemi ch’io scoppio nel voler far forza di ritener le risa maggiori, perchè mi avete fatto sovvenire di un bellissimo caso, al quale io mi trovai presente non sono molti anni, insieme con alcuni altri nobili amici miei, i quali vi potrei ancora nominare. {{Sc|Salv.}} Sarà ben che voi ce lo raccontiate, acciò forse il signor Simplicio non continuasse di creder d’avervi esso mosse le risa. {{Sc|Sagr.}} {{Annotazione a lato|Risposta ridicola di un filosofo nel determinar dove sia l'origine de i nervi.}}Son contento. Mi trovai un giorno in casa un medico molto stimato in Venezia, dove alcuni per loro studio, ed altri per curiosità, convenivano tal volta a veder qualche taglio di notomia per mano di uno veramente non men dotto che diligente e pratico notomista. Ed accadde quel giorno, che si andava ricercando l’origine e {{Pt|nasci-|}}<noinclude><references/></noinclude> hm30loapr6feorgfcv4kh6ct4rhfnqj Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/142 108 327728 3025896 3025162 2022-08-23T21:10:59Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|134|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|n=s}}{{Rule}}{{Rule}}</noinclude>{{Pt|mento,|nascimento,}} sopra di che è famosa controversia tra i medici galenisti ed i Peripatetici; e mostrando il notomista come, partendosi dal cervello e passando per la nuca, il grandissimo ceppo de i nervi si andava poi distendendo per la spinale e diramandosi per tutto il corpo, e che solo un filo sottilissimo come il refe arrivava al cuore, voltosi ad un gentil uomo ch’egli conosceva per filosofo peripatetico, e per la presenza del quale egli aveva con estraordinaria diligenza {{Annotazione a lato|Origine de i nervi secondo Aristotile e secondo i medici.}}scoperto e mostrato il tutto, gli domandò s’ei restava ben pago e sicuro, l’origine de i nervi venir dal cervello e non dal cuore; al quale il filosofo, doppo essere stato alquanto sopra di sé, rispose: "Voi mi avete fatto veder questa cosa talmente aperta e sensata, che quando il testo d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} non fusse in contrario, che apertamente dice, i nervi nascer dal cuore, bisognerebbe per forza confessarla per vera". {{Sc|Simp.}} Signori, io voglio che voi sappiate che questa disputa dell’origine de i nervi non è miga così smaltita e decisa come forse alcuno si persuade. {{Sc|Sagr.}} Né sarà mai al sicuro, come si abbiano di simili contradittori; ma questo che voi dite non diminuisce punto la stravaganza della risposta del Peripatetico, il quale contro a così sensata esperienza non produsse altre esperienze o ragioni d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, ma la sola autorità ed il puro ipse dixit. {{Sc|Simp.}} {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} non si è acquistata sì grande autorità se non per la forza delle sue dimostrazioni e della profondità de i suoi discorsi: ma bisogna intenderlo, {{Annotazione a lato|Requisiti per poter ben filosofare in via d'Aristotile.}}e non solamente intenderlo, ma aver tanta gran pratica ne’ suoi libri, che se ne sia formata un’idea perfettissima, in modo che ogni suo detto vi sia sempre innanzi alla mente; perchè e’ non ha scritto per il volgo, nè si è obligato a infilzare i suoi silogismi col metodo triviale ordinato, anzi, servendosi del perturbato, ha messo talvolta la prova di una proposizione fra testi che par che trattino di ogni altra cosa: e però bisogna aver tutta quella grande idea, e saper combinar questo passo con quello, accozzar questo testo con un altro remotissimo; ch’e’ non è dubbio che chi averà questa pratica, saprà cavar da’ suoi libri le dimostrazioni di ogni scibile, perchè in essi è ogni cosa. {{Sc|Sagr.}} Ma, signor Simplicio mio, come l’esser le cose disseminate in qua e in là non vi dà fastidio, e che voi crediate con l’accozzamento<noinclude><references/></noinclude> e7umt6wdpktv7nxwhjpttozfmumqqxn 3025899 3025896 2022-08-23T21:14:07Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|134|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>{{Pt|mento,|nascimento,}} sopra di che è famosa controversia tra i medici galenisti ed i Peripatetici; e mostrando il notomista come, partendosi dal cervello e passando per la nuca, il grandissimo ceppo de i nervi si andava poi distendendo per la spinale e diramandosi per tutto il corpo, e che solo un filo sottilissimo come il refe arrivava al cuore, voltosi ad un gentil uomo ch’egli conosceva per filosofo peripatetico, e per la presenza del quale egli aveva con estraordinaria diligenza {{Annotazione a lato|Origine de i nervi secondo Aristotile e secondo i medici.}}scoperto e mostrato il tutto, gli domandò s’ei restava ben pago e sicuro, l’origine de i nervi venir dal cervello e non dal cuore; al quale il filosofo, doppo essere stato alquanto sopra di sé, rispose: "Voi mi avete fatto veder questa cosa talmente aperta e sensata, che quando il testo d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} non fusse in contrario, che apertamente dice, i nervi nascer dal cuore, bisognerebbe per forza confessarla per vera". {{Sc|Simp.}} Signori, io voglio che voi sappiate che questa disputa dell’origine de i nervi non è miga così smaltita e decisa come forse alcuno si persuade. {{Sc|Sagr.}} Né sarà mai al sicuro, come si abbiano di simili contradittori; ma questo che voi dite non diminuisce punto la stravaganza della risposta del Peripatetico, il quale contro a così sensata esperienza non produsse altre esperienze o ragioni d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, ma la sola autorità ed il puro ipse dixit. {{Sc|Simp.}} {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} non si è acquistata sì grande autorità se non per la forza delle sue dimostrazioni e della profondità de i suoi discorsi: ma bisogna intenderlo, {{Annotazione a lato|Requisiti per poter ben filosofare in via d'Aristotile.}}e non solamente intenderlo, ma aver tanta gran pratica ne’ suoi libri, che se ne sia formata un’idea perfettissima, in modo che ogni suo detto vi sia sempre innanzi alla mente; perchè e’ non ha scritto per il volgo, nè si è obligato a infilzare i suoi silogismi col metodo triviale ordinato, anzi, servendosi del perturbato, ha messo talvolta la prova di una proposizione fra testi che par che trattino di ogni altra cosa: e però bisogna aver tutta quella grande idea, e saper combinar questo passo con quello, accozzar questo testo con un altro remotissimo; ch’e’ non è dubbio che chi averà questa pratica, saprà cavar da’ suoi libri le dimostrazioni di ogni scibile, perchè in essi è ogni cosa. {{Sc|Sagr.}} Ma, signor Simplicio mio, come l’esser le cose disseminate in qua e in là non vi dà fastidio, e che voi crediate con l’accozzamento<noinclude><references/></noinclude> 1dzc97znk6cwp895nplm4uyqnhw0d0s Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/143 108 327729 3025898 3025163 2022-08-23T21:13:50Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata seconda}}|135}}</noinclude>e con la combinazione di varie particelle trarne il sugo, questo che voi {{Annotazione a lato|Artifizio arguto per apprender la filosofia da qualsivoglia libro,}}e gli altri filosofi bravi farete con i testi d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, farò io con i versi di {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} o di {{AutoreCitato|Publio Ovidio Nasone|Ovidio}}, formandone centoni ed esplicando con quelli tutti gli affari de gli uomini e i segreti della natura. Ma che dico io di Virgilio o di altro poeta? io ho un libretto assai più breve d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} e d’{{AutoreCitato|Publio Ovidio Nasone|Ovidio}}, nel quale si contengono tutte le scienze, e con pochissimo studio altri se ne può formare una perfettissima idea: e questo è l’alfabeto; e non è dubbio che quello che saprà ben accoppiare e ordinare questa e quella vocale con quelle consonanti o con quell’altre, ne caverà le risposte verissime a tutti i dubbi e ne trarrà gli insegnamenti di tutte le scienze e di tutte le arti, in quella maniera appunto che il pittore da i semplici colori diversi, separatamente posti sopra la tavolozza, va, con l’accozzare un poco di questo con un poco di quello e di quell’altro, figurando uomini, piante, fabbriche, uccelli, pesci, ed in somma imitando tutti gli oggetti visibili, senza che su la tavolozza sieno nè occhi nè penne nè squamme nè foglie nè sassi: anzi pure è necessario che nessuna delle cose da imitarsi, o parte alcuna di quelle, sieno attualmente tra i colori, volendo che con essi si possano rappresentare tutte le cose; chè se vi fussero, verbigrazia, penne, queste non servirebbero per dipignere altro che uccelli o pennacchi. {{Sc|Salv.}} E’ son vivi e sani alcuni gentil uomini che furon presenti quando un dottor leggente in uno Studio famoso, nel sentir circoscrivere il telescopio, da sé non ancor veduto, disse che l’invenzione era presa da {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}; {{Annotazione a lato|Invenzione dei telescopio cavata da Aristotile.}}e fattosi portare un testo, trovò certo luogo dove si rende la ragione onde avvenga che dal fondo d’un pozzo molto cupo si possano di giorno veder le stelle in cielo; e disse a i circostanti: "Eccovi il pozzo, che denota il cannone; eccovi i vapori grossi, da i quali è tolta l’invenzione de i cristalli; ed eccovi finalmente fortificata la vista nel passare i raggi per il diafano più denso e oscuro". {{Sc|Sagr.}} Questo è un modo di contener tutti gli scibili assai simile a quello col quale un marmo contiene in sé una bellissima, anzi mille bellissime statue; ma il punto sta a saperle scoprire: o vogliam dire che e’ sia simile alle profezie di Giovacchino o a’ responsi degli oracoli de’ gentili, che non s’intendono se non doppo gli eventi delle cose profetizate. {{Sc|Salv.}}<noinclude><references/></noinclude> e30avorlb2ft1rpwfgn8ryelx24jygi 3025900 3025898 2022-08-23T21:14:49Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata seconda}}|135}}</noinclude>e con la combinazione di varie particelle trarne il sugo, questo che voi {{Annotazione a lato|Artifizio arguto per apprender la filosofia da qualsivoglia libro,}}e gli altri filosofi bravi farete con i testi d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, farò io con i versi di {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} o di {{AutoreCitato|Publio Ovidio Nasone|Ovidio}}, formandone centoni ed esplicando con quelli tutti gli affari de gli uomini e i segreti della natura. Ma che dico io di Virgilio o di altro poeta? io ho un libretto assai più breve d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} e d’{{AutoreCitato|Publio Ovidio Nasone|Ovidio}}, nel quale si contengono tutte le scienze, e con pochissimo studio altri se ne può formare una perfettissima idea: e questo è l’alfabeto; e non è dubbio che quello che saprà ben accoppiare e ordinare questa e quella vocale con quelle consonanti o con quell’altre, ne caverà le risposte verissime a tutti i dubbi e ne trarrà gli insegnamenti di tutte le scienze e di tutte le arti, in quella maniera appunto che il pittore da i semplici colori diversi, separatamente posti sopra la tavolozza, va, con l’accozzare un poco di questo con un poco di quello e di quell’altro, figurando uomini, piante, fabbriche, uccelli, pesci, ed in somma imitando tutti gli oggetti visibili, senza che su la tavolozza sieno nè occhi nè penne nè squamme nè foglie nè sassi: anzi pure è necessario che nessuna delle cose da imitarsi, o parte alcuna di quelle, sieno attualmente tra i colori, volendo che con essi si possano rappresentare tutte le cose; chè se vi fussero, verbigrazia, penne, queste non servirebbero per dipignere altro che uccelli o pennacchi. {{Sc|Salv.}} E’ son vivi e sani alcuni gentil uomini che furon presenti quando un dottor leggente in uno Studio famoso, nel sentir circoscrivere il telescopio, da sé non ancor veduto, disse che l’invenzione era presa da {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}; {{Annotazione a lato|Invenzione dei telescopio cavata da Aristotile.}}e fattosi portare un testo, trovò certo luogo dove si rende la ragione onde avvenga che dal fondo d’un pozzo molto cupo si possano di giorno veder le stelle in cielo; e disse a i circostanti: "Eccovi il pozzo, che denota il cannone; eccovi i vapori grossi, da i quali è tolta l’invenzione de i cristalli; ed eccovi finalmente fortificata la vista nel passare i raggi per il diafano più denso e oscuro". {{Sc|Sagr.}} Questo è un modo di contener tutti gli scibili assai simile a quello col quale un marmo contiene in sé una bellissima, anzi mille bellissime statue; ma il punto sta a saperle scoprire: o vogliam dire che e’ sia simile alle profezie di Giovacchino o a’ responsi degli oracoli de’ gentili, che non s’intendono se non doppo gli eventi delle cose profetizate.<noinclude><references/></noinclude> sett95lkcljpvnkj3ub3wunn3datq9v Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/144 108 327731 3025905 3025164 2022-08-23T21:17:10Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|136|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude> {{Sc|Salv.}} E dove lasciate voi le predizioni de’ genetliaci, che tanto chiaramente doppo l’esito si veggono nel tema o vogliam dire nella figura celeste? {{Sc|Sagr.}} {{Annotazione a lato|Alchimisti interpretano le favole de poeti per segreti da far l'oro.}}In questa guisa trovano gli alchimisti, guidati dall’umor melanconico, tutti i più elevati ingegni del mondo non aver veramente scritto mai d’altro che del modo di far l’oro, ma, per dirlo senza palesarlo al volgo, esser andati ghiribizando chi questa e chi quell’altra maniera di adombrarlo sotto varie coperte: e piacevolissima cosa è il sentire i comenti loro sopra i poeti antichi, ritrovando i misteri importantissimi che sotto le favole loro si nascondono, e quello che importino gli amori della Luna, e ’l suo scendere in Terra per Endimione, l’ira sua contro Atteone, e quando Giove si converte in pioggia d’oro, e quando in fiamme ardenti, e quanti gran segreti dell’arte sieno in quel Mercurio interprete, in quei ratti di Plutone, in quei rami d’oro. {{Sc|Simp.}} Io credo, e in parte so, che non mancano al mondo de’ cervelli molto stravaganti, le vanità de’ quali non dovrebbero ridondare in pregiudizio d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, del quale mi par che voi parliate talvolta con troppo poco rispetto; e la sola antichità, e ’l gran nome che si è acquistato nelle menti di tanti uomini segnalati, dovrebbe bastar a renderlo riguardevole appresso di tutti i letterati. {{Sc|Salv.}} {{Annotazione a lato|Alcuni seguaci d'Aristotile sciemano la reputazione di quello col troppo volergliela accrescere.}}Il fatto non cammina così, signor Simplicio: sono alcuni suoi seguaci troppo pusillanimi, che danno occasione, o, per dir meglio, che darebbero occasione, di stimarlo meno, quando noi volessimo applaudere alle loro leggereze. E voi, ditemi in grazia, sete così semplice che non intendiate che quando {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} fusse stato presente a sentir il dottor che lo voleva far autor del telescopio, si sarebbe molto più alterato contro di lui che contro quelli che del dottore e delle sue interpretazioni si ridevano? Avete voi forse dubbio che quando {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} vedesse le novità scoperte in cielo, e’ non fusse per mutar opinione e per emendar i suoi libri e per accostarsi alle più sensate dottrine, discacciando da sé quei così poveretti di cervello che troppo pusillanimamente s’inducono a voler sostenere ogni suo detto, senza intendere che quando {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} fusse tale quale essi se lo figurano, sarebbe un cervello indocile, una mente ostinata, un animo pieno di barbarie, un voler tirannico, che, reputando tutti gli altri come pecore stolide, volesse che i suoi decreti fussero anteposti<noinclude><references/></noinclude> tfgnqs50u4m5vmyk8bw4663duw582t4 Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/145 108 327732 3025906 3025165 2022-08-23T21:18:15Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata seconda}}|137}}</noinclude>a i sensi, alle esperienze, alla natura istessa? Sono i suoi seguaci che hanno data l’autorità ad {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, e non esso che se la sia usurpata o presa; e perchè è più facile il coprirsi sotto lo scudo d’un altro che ’l comparire a faccia aperta, temono nè si ardiscono d’allontanarsi un sol passo, e più tosto che mettere qualche alterazione nel cielo di {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, vogliono impertinentemente negar quelle che veggono nel cielo della natura. {{Sc|Sagr.}} Questi tali mi fanno sovvenire di quello scultore, che avendo ridotto un gran pezzo di marmo all’immagine non so se d’un Ercole {{Annotazione a lato|Caso ridicolo di certo scultore.}}o di un Giove fulminante, e datogli con mirabile artifizio tanta vivacità e fierezza che moveva spavento a chiunque lo rimirava, esso ancora cominciò ad averne paura, se ben tutto lo spirito e la movenza era opera delle sue mani; e ’l terrore era tale, che più non si sarebbe ardito di affrontarlo con le subbie e ’l mazzuolo. {{Sc|Salv.}} Io mi son più volte maravigliato come possa esser che questi puntuali mantenitori d’ogni detto d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} non si accorgano di quanto gran progiudizio e’ sieno alla reputazione ed al credito di quello, e quanto, nel volergli accrescere autorità, gliene detraggano; perchè, mentre io gli veggo ostinati in voler sostener proposizioni le quali io tocchi con mano esser manifestamente false, ed in volermi persuadere che così far convenga al vero filosofo e che così farebbe {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} medesimo, molto si diminuisce in me l’opinione che egli abbia rettamente filosofato intorno ad altre conclusioni a me più recondite: chè quando io gli vedessi cedere e mutare opinione per le verità manifeste, io crederei che in quelle dove e’ persistessero, potessero avere salde dimostrazioni, da me non intese o sentite. {{Sc|Sagr.}} O vero, quando gli paresse di metter troppo della lor reputazione e di quella d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} nel confessar di non aver saputa questa o quella conclusione ritrovata da un altro, non sarebb’ei manco male il ritrovarla tra i suoi testi con l’accozzarne diversi, conforme alla prattica significataci dal signor Simplicio? perchè se vi è ogni scibile, è ben anco forza che vi si possa ritrovare. {{Sc|Salv.}} Signor Sagredo, non vi fate beffe di questo avvedimento, che mi par che lo proponghiate burlando; perchè non è gran tempo che avendo un filosofo di gran nome composto un libro dell’anima, nel quale, in riferir l’opinione d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} circa l’esser o non essere immortale, adduceva molti testi, non già de i citati da Alessandro,<noinclude><references/></noinclude> 1283183g7oh8d6js7ov7v42t8isqchn Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/146 108 327733 3025908 3025166 2022-08-23T21:23:16Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|138|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>perchè in quelli diceva che {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} non trattava nè anco di tal materia, non che determinasse cosa veruna attenente a ciò, ma altri da sé ritrovati in altri luoghi reconditi, che piegavano al senso pernizioso, e venendo avvisato che egli avrebbe avute delle difficultà nel farlo licenziare, {{Annotazione a lato|Opportuna resoluzione di un filosofo peripatetico.}}riscrisse all’amico che non però restasse di procurarne la spedizione, perchè quando non se gli intraversasse altro ostacolo, non aveva difficultà niuna circa il mutare la dottrina d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, e con altre esposizioni e con altri testi sostener l’opinion contraria, pur conforme alla mente d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}. {{Sc|Sagr.}} O questo dottor sì, che mi può comandare, che non si vuol lasciar infinocchiar da {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, ma vuol esso menar lui per il naso e farlo dire a suo modo! Vedete quanto importa il saper pigliar il tempo opportuno! Ei non si deve ridurre a negoziar con Ercole mentre è imbizarrito e su le furie, ma quando sta favoleggiando tra le {{Annotazione a lato|Pussillanimità di alcuni seguaci d'Arisatotile.}}Meonie ancelle. Ah viltà inaudita d’ingegni servili! farsi spontaneamente mancipio, accettar per inviolabili decreti, obligarsi a chiamarsi persuaso e convinto da argomenti che sono tanto efficaci e chiaramente concludenti, che gli stessi non sanno risolversi s’e’ sien pure scritti in quel proposito e se e’ servano per provar quella tal conclusione! Ma dichiamo la pazzia maggiore: che tra lor medesimi sono ancor dubbi, se l’istesso autore abbia tenuto la parte affermativa o la negativa. È egli questo un far loro oracolo una statua di legno, ed a quella correr per i responsi, quella temere, quella riverire, quella adorare? {{Sc|Simp.}} Ma quando si lasci {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, chi ne ha da essere scorta nella filosofia? nominate voi qualche autore {{Sc|Salv.}} Ci è bisogno di scorta ne i paesi incogniti e selvaggi, ma ne i luoghi aperti e piani i ciechi solamente hanno bisogno di guida; e chi è tale, è ben che si resti in casa, ma chi ha gli occhi nella fronte e nella mente, di quelli si ha da servire per iscorta. Né perciò dico io che non si deva ascoltare {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, anzi laudo il vederlo e diligentemente studiarlo, {{Annotazione a lato|Il troppo aderire a Aristotile è biasimevole.}}e solo biasimo il darsegli in preda in maniera che alla cieca si sottoscriva a ogni suo detto e, senza cercarne altra ragione, si debba avere per decreto inviolabile; il che è un abuso che si tira dietro un altro disordine estremo, ed è che altri non si applica più a cercar d’intender la forza delle sue dimostrazioni. E qual cosa è più vergognosa che ’l sentir nelle publiche dispute, mentre<noinclude><references/></noinclude> mfio3tpt4mbfsw4ecnpf1cll2g8rn2h Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/147 108 327734 3025909 3025167 2022-08-23T21:24:50Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata seconda}}|139}}</noinclude>si tratta di conclusioni dimostrabili uscir un di traverso con un testo, e bene spesso scritto in ogni altro proposito, e con esso serrar la bocca all’avversario? Ma quando pure voi vogliate continuare in questo modo di studiare, deponete il nome di filosofi, e chiamatevi o istorici o dottori di memoria; {{Annotazione a lato|Non conviene che chi non filosofa mai, si usurpi il titolo di filosofo.}}chè non conviene che quelli che non filosofano mai, si usurpino l’onorato titolo di filosofo. Ma è ben ritornare a riva, per non entrare in un pelago infinito, del quale in tutt’oggi non si uscirebbe. Però, signor Simplicio, venite pure con le ragioni e con le dimostrazioni, vostre o di {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, e non con testi e nude autorità, perchè i discorsi nostri hanno a essere intorno al mondo sensibile, e non sopra un mondo di carta. E perchè nel discorso di ieri si cavò dalle tenebre e si espose al cielo aperto la Terra, mostrando che ’l volerla connumerare tra quelli che noi chiamiamo corpi celesti non era proposizione talmente convinta e prostrata che non gli restasse qualche spirito vitale, séguita che noi andiamo esaminando quello che abbia di probabile il tenerla fissa e del tutto immobile, intendendo quanto al suo intero globo, e quanto possa avere di verisimilitudine il farla mobile di alcun movimento, e di quale: e perchè in tal quistione io sono ambiguo, ed il signor Simplicio risoluto, insieme con {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, per la parte dell’immobilità, egli di passo in passo andrà portando i motivi per la loro opinione, ed io le risposte e gli argomenti per la parte contraria, ed il signor Sagredo dirà i moti dell’animo suo ed in qual parte e’ si sentirà tirare {{Sc|Sagr.}} Io son molto contento, con questo però che a me ancora resti libertà di produrre quel che mi dettasse talora il discorso semplice naturale. {{Sc|Salv.}} Anzi di cotesto io in particolare ve ne supplico; perchè delle considerazioni più facili e, per così dire, materiali, credo che poche ne sieno state lasciate indietro da gli scrittori, talchè solamente qualcuna delle più sottili e recondite può desiderarsi e mancare; e per investigar queste, qual altra sottigliezza può esser più atta di quella dell’ingegno del signor Sagredo, acutissimo e perspicacissimo? {{Sc|Sagr.}} Io son tutto quel che piace al signor Salviati, ma di grazia non mettiam mano in un’altra sorte di diversioni di cerimonie, perchè ora son filosofo, e sono in scuola e non al Broio. {{Sc|Salv.}} Sia dunque il principio della nostra contemplazione il considerare che qualunque moto venga attribuito alla Terra, è {{Pt|neces-|}}<noinclude><references/></noinclude> fbxwp2vjmcehz3ywh3k9lx5en84p5ea Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/148 108 327735 3025910 3025168 2022-08-23T21:25:07Z Alex brollo 1615 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="Phe-bot" /></noinclude>{{Pt|sario|necessario}} che a noi, come abitatori di quella ed in conseguenza partecipi del medesimo, ei resti del tutto impercettibile e come s’e’ non fusse, mentre che noi riguardiamo solamente alle cose terrestri; ma è bene, all’incontro, altrettanto necessario che il medesimo movimento ci si rappresenti comunissimo di tutti gli altri corpi ed oggetti visibili che, essendo separati dalla Terra, mancano di quello. A tal che il vero metodo per investigare se moto alcuno si può attribuire alla Terra, e, potendosi, quale e’ sia, è il considerare ed osservare se ne i corpi separati dalla Terra si scorge apparenza alcuna di movimento, il quale egualmente competa a tutti; perché un moto che solamente si scorgesse, verbigrazia, nella Luna, e che non avesse che far niente con Venere o con Giove né con altre stelle, non potrebbe in veruna maniera esser della Terra, né di altri che della Luna. Ora, ci è un moto generalissimo e massimo sopra tutti, ed è quello per il quale il Sole, la Luna, gli altri pianeti e le stelle fisse, ed in somma l’universo tutto, trattane la sola Terra, ci appariscono unitamente muoversi da oriente verso occidente dentro allo spazio di venti quattr’ore, e questo, in quanto a questa prima apparenza, non ha repugnanza di potere esser tanto della Terra sola, quanto di tutto il resto del mondo, trattone la Terra; imperocché le medesime apparenze si vedrebbero tanto nell’una posizione quanto nell’altra. Quindi è che {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} e Tolomeo, come quelli che avevano penetrata questa considerazione, nel voler provare la Terra esser immobile, non argumentano contro ad altro movimento che a questo diurno; salvo però che {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} tocca un non so che contro ad un altro moto attribuitogli da un antico, del quale parleremo a suo luogo. {{Sc|Sagr.}} Io resto molto ben capace della necessità con la quale conclude il vostro discorso, ma mi nasce un dubbio, del quale non so liberarmi: e questo è, che attribuendo il Copernico alla Terra un altro movimento oltre al diurno, il quale, per la regola pur ora dichiarata, dovrebbe restare a noi, quanto all’apparenza, impercettibile nella Terra, ma visibile in tutto il resto del mondo, parmi di poter necessariamente concludere, o che egli abbia manifestamente errato nell’assegnare alla Terra un moto del quale non apparisca in cielo la sua general corrispondenza, o vero che, se la rispondenza vi è, altrettanto sia stato manchevole Tolomeo a non reprovar questo, sí come reprovò l’altro. {{Sc|Salv.}}<noinclude><references/></noinclude> 8j358t3xa9xlzqgc7fwbqwy4y28mboo 3026010 3025910 2022-08-24T07:05:39Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|140|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>{{Pt|sario|necessario}} che a noi, come abitatori di quella ed in conseguenza partecipi del medesimo, ei resti del tutto impercettibile {{Annotazione a lato|I moti della Terra sono impercettibili a gii abitatori di quella.}}e come s’e’ non fusse, mentre che noi riguardiamo solamente alle cose terrestri; ma è bene, all’incontro, altrettanto necessario che il medesimo movimento ci si rappresenti comunissimo di tutti gli altri corpi ed oggetti visibili che, essendo separati dalla Terra, {{Annotazione a lato|Della Terra non possono essere altri movimenti che quelli che a noi appariscono esser comuni di tutto 'l resto dell'universo trattone la Terra. }}mancano di quello. A tal che il vero metodo per investigare se moto alcuno si può attribuire alla Terra, e, potendosi, quale e’ sia, è il considerare ed osservare se ne i corpi separati dalla Terra si scorge apparenza alcuna di movimento, il quale egualmente competa a tutti; perchè un moto che solamente si scorgesse, verbigrazia, nella Luna, e che non avesse che far niente con Venere o con Giove nè con altre stelle, non potrebbe in veruna maniera esser della Terra, nè di altri che della Luna. {{Annotazione a lato|Moto diurno si mostra comunissimo a tutto l'universo, trattone il globo terrestre.}}Ora, ci è un moto generalissimo e massimo sopra tutti, ed è quello per il quale il Sole, la Luna, gli altri pianeti e le stelle fisse, ed in somma l’universo tutto, trattane la sola Terra, ci appariscono unitamente muoversi da oriente verso occidente dentro allo spazio di venti quattr’ore, e questo, in quanto a questa prima apparenza, non ha repugnanza di potere esser tanto della Terra sola, quanto di tutto il resto del mondo, trattone la Terra; imperocchè le medesime apparenze si vedrebbero tanto nell’una posizione quanto nell’altra. {{Annotazione a lato|Aristotile e Tolomeo argomentano contro al moto diurno attribuito alla Terra.}}Quindi è che {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} e Tolomeo, come quelli che avevano penetrata questa considerazione, nel voler provare la Terra esser immobile, non argumentano contro ad altro movimento che a questo diurno; salvo però che {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} tocca un non so che contro ad un altro moto attribuitogli da un antico, del quale parleremo a suo luogo. {{Sc|Sagr.}} Io resto molto ben capace della necessità con la quale conclude il vostro discorso, ma mi nasce un dubbio, del quale non so liberarmi: e questo è, che attribuendo il Copernico alla Terra un altro movimento oltre al diurno, il quale, per la regola pur ora dichiarata, dovrebbe restare a noi, quanto all’apparenza, impercettibile nella Terra, ma visibile in tutto il resto del mondo, parmi di poter necessariamente concludere, o che egli abbia manifestamente errato nell’assegnare alla Terra un moto del quale non apparisca in cielo la sua general corrispondenza, o vero che, se la rispondenza vi è, altrettanto sia stato manchevole Tolomeo a non reprovar questo, sì come reprovò l’altro.<noinclude><references/></noinclude> 5tgj4m02xuhy7taulljjkdfsuhsh1jt Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/149 108 327736 3026011 3025169 2022-08-24T07:07:20Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata seconda}}|141}}</noinclude> {{Sc|Salv.}} Molto ragionevolmente avete dubitato; e quando verremo a trattare dell’altro movimento, vedrete di quanto intervallo abbia il Copernico superato di accortezza e perspicacità d’ingegno Tolomeo, mentre egli ha veduto quello che esso non vedde, dico la mirabil corrispondenza con la quale tal movimento si reflette in tutto il resto de i corpi celesti. Ma per ora sospendiamo questa parte e torniamo alla prima considerazione; intorno alla quale andrò proponendo, cominciandomi dalle cose più generali, quelle ragioni che par che favoriscano la mobilità della Terra, per sentir poi dal signor Simplicio le repugnanti. E prima, se noi considereremo solamente la mole immensa della sfera stellata, {{Annotazione a lato|Moto diurno perchè più probabilmente deva esser della Terra sola, che del resto dell'universo.}}in comparazione della piccolezza del globo terrestre, contenuto da quella per tanti milioni di volte, e più penseremo alla velocità del moto che deve in un giorno e in una notte fare una intera conversione, io non mi posso persuadere che trovar si potesse alcuno che avesse per cosa più ragionevole e credibile che la sfera celeste fusse quella che desse la volta, ed il globo terrestre restasse fermo. {{Sc|Sagr.}} Se per tutta l’università degli effetti che possono aver in natura dependenza da movimenti tali, seguissero indifferentemente tutte le medesime conseguenze a capello tanto dall’una posizione quanto dall’altra, io, quanto alla mia prima e generale apprensione, stimerei che colui che reputasse più ragionevole il far muover tutto l’universo, per ritener ferma la Terra, fusse più irragionevole di quello che, sendo salito in cima della vostra Cupola non per altro che per dare una vista alla città ed al suo contado, domandasse che se gli facesse girare intorno tutto il paese, acciò non avesse egli ad aver la fatica di volger la testa: e ben vorrebbero esser molte e grandi le comodità che si traesser da quella posizione e non da questa, che pareggiassero nel mio concetto e superasser questo assurdo, sì che mi rendesser più credibile quella che questa. Ma forse {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, Tolomeo e il signor Simplicio ci devono trovare i lor vantaggi, li quali sarà bene che sien proposti a noi ancora, se vi sono, o mi sia dichiarato come e’ non vi sieno nè possano essere. {{Sc|Salv.}} Io sì come, per molto che ci abbia pensato, non ho potuto trovar diversità alcuna, così mi par d’aver trovato che diversità alcuna non vi possa essere; onde io stimo il più cercarla esser in vano. Però notate: il moto in tanto è moto, e come moto opera, in quanto<noinclude><references/></noinclude> fyyo3gabl51z1ebhpjkcdoo69u68yeq Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/150 108 327737 3026012 3025170 2022-08-24T07:10:52Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|142|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>ha relazione a cose che di esso mancano; {{Annotazione a lato|Il moto per le cose, che di esso egualmente si muovono è come se non fusse,ed in tanto opera in quanto ha relazione a cose che di esso mancano. v}}ma tra le cose che tutte ne participano egualmente, niente opera ed è come s’e’ non fusse: e così le mercanzie delle quali è carica la nave, in tanto si muovono, in quanto, lasciando Venezia, passano per Corfù, per Candia, per Cipro, e vanno in Aleppo, li quali Venezia, Corfù, Candia etc. restano, nè si muovono con la nave; ma per le balle, casse ed altri colli, de’ quali è carica e stivata la nave, e rispetto alla nave medesima, il moto da Venezia in Sorìa è come nullo, e niente altera la relazione che è tra di loro, e questo, perchè è comune a tutti ed egualmente da tutti è participato; e quando delle robe che sono in nave una balla si sia discostata da una cassa un sol dito, questo solo sarà stato per lei movimento maggiore, in relazione alla cassa, che ’l viaggio di dua mila miglia fatto da loro di conserva. {{Sc|Simp.}} Questa è dottrina buona, soda e tutta peripatetica. {{Sc|Salv.}} Io l’ho per più antica; e dubito che {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, nel pigliarla da qualche buona scuola, {{Annotazione a lato|Proposizione presa da Aristotile da gli antichi, ma alterata.}}non la penetrasse interamente, e che però, avendola scritta alterata, sia stato causa di confusione, mediante quelli che voglion sostenere ogni suo detto: e quando egli scrisse che tutto quel che si muove, si muove sopra qualche cosa immobile, dubito che equivocasse dal dire che tutto quel che si muove, si muove rispetto a qualche cosa immobile, la qual proposizione non patisce difficultà veruna, e l’altra ne ha molte. {{Sc|Sagr.}} Di grazia, non rompiamo il filo, e seguite avanti il discorso incominciato. {{Sc|Salv.}} {{Annotazione a lato|Primo discorso per provar il moto diurno esser della Terra.}}Essendo dunque manifesto che il moto il quale sia comune a molti mobili, è ozioso e come nullo in quanto alla relazione di essi mobili tra di loro, poichè tra di essi niente si muta, e solamente è operativo nella relazione che hanno essi mobili con altri che manchino di quel moto, tra i quali si muta abitudine; ed avendo noi diviso l’universo in due parti, una delle quali è necessariamente mobile, e l’altra immobile; per tutto quello che possa depender da cotal movimento, tanto è far muover la Terra sola quanto tutto ’l resto del mondo, poichè l’operazione di tal moto non è in altro che nella relazione che cade tra i corpi celesti e la Terra, la qual sola relazione è quella che si muta. Ora, se per conseguire il medesimo effetto ad unguem tanto fa se la sola Terra si muova, cessando tutto il resto dell’universo, che se, restando ferma la Terra sola, tutto l’universo<noinclude><references/></noinclude> l7mgk6ofoghj6dkcv9fwajztc9wpya5 Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/151 108 327738 3026013 3025171 2022-08-24T07:39:55Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata seconda}}|143}}</noinclude>si muova di un istesso moto, chi vorrà credere che la natura {{Annotazione a lato|La -natura non opera con molte cose quello che può operar con poche.}}(che pur, per comun consenso, non opera con l’intervento di molte cose quel che si può fare col mezo di poche) abbia eletto di far muovere un numero immenso di corpi vastissimi, e con una velocità inestimabile, per conseguir quello che col movimento mediocre di un solo intorno al suo proprio centro poteva ottenersi? {{Sc|Simp.}} Io non bene intendo come questo grandissimo moto sia come nullo per il Sole, per la Luna, per gli altri pianeti e per l’innumerabile schiera delle stelle fisse. E come direte voi esser nulla il passare il Sole da un meridiano all’altro, alzarsi sopra questo orizonte, abbassarsi sotto quello, arrecare ora il giorno ora la notte, simili variazioni far la Luna e gli altri pianeti e le stelle fisse ancora? {{Sc|Salv.}} {{Annotazione a lato|Dal movimento diurno nissuna mutazione nasce tra tutti i corpi celesti, ma tutte si referiscono alla Terra.}}Tutte coteste variazioni raccontate da voi non son nulla, se non in relazion alla Terra. E che ciò sia vero, rimovete con l’immaginazione la Terra: non resta più al mondo nè nascere nè tramontar di Sole o di Luna, nè orizonti nè meridiani, nè giorni nè notti, nè in somma per tal movimento nasce mai mutazione alcuna tra la Luna e ’l Sole o altre qualsivoglino stelle, sian fisse o erranti; ma tutte le mutazioni hanno relazione alla Terra; le quali tutte in somma non importano poi altro che ’l mostrare il Sole ora alla Cina, poi alla Persia, dopo all’Egitto, alla Grecia, alla Francia, alla Spagna, all’America etc., e far l’istesso della Luna e del resto de i corpi celesti, la qual fattura segue puntualmente nel modo medesimo se, senza imbrigar sì gran parte dell’universo, si faccia rigirare in se stesso il globo terrestre. Ma raddoppiamo la difficoltà con un’altra grandissima: {{Annotazione a lato|Seconda confermazione che'l moto diurno sia della Terra.}}la quale è, che quando si attribuisca questo gran moto al cielo, bisogna di necessità farlo contrario a i moti particolari di tutti gli orbi de i pianeti, de i quali ciascheduno senza controversia ha il movimento suo proprio da occidente verso oriente, e questo assai piacevole e moderato, e convien poi fargli rapire in contrario, cioè da oriente in occidente, da questo rapidissimo moto diurno; dove che, facendosi muover la Terra in se stessa, si leva la contrarietà de’ moti, ed il solo movimento da occidente in oriente si accomoda a tutte le apparenze e sodisfà a tutte compiutamente. {{Sc|Simp.}} {{Annotazione a lato|Moti circolari non son contrarli, per Aristotile.}}Quanto alla contrarietà de i moti, importerebbe poco, perchè {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} dimostra che i moti circolari non son contrarii fra di loro, e che la loro non si può chiamar vera contrarietà.<noinclude><references/></noinclude> 4j3wkdrwqvzxtsv0gop8vnmgchfu1hs Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/152 108 327739 3026115 3025172 2022-08-24T11:23:58Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|144|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude> {{Sc|Salv.}} Lo dimostra {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, o pur lo dice solamente perchè così compliva a certo suo disegno? Se contrarii son quelli, come egli stesso afferma, che scambievolmente si destruggono, io non so vedere come due mobili che s’incontrino sopra una linea circolare, si abbiano a offender meno che incontrandosi sopra una linea retta. {{Sc|Sagr.}} Di grazia, fermate un poco. Ditemi, signor Simplicio, quando due cavalieri si incontrano giostrando a campo aperto, o pure quando due squadre intere o due armate in mare si vanno ad investire e si rompono e si sommergono, chiameresti voi cotali incontri contrarii tra di loro? {{Sc|Simp.}} Diciamoli contrarii. {{Sc|Sagr.}} Come dunque ne i moti circolari non è contrarietà? Questi, essendo fatti sopra la superficie della terra o dell’acqua, che sono, come voi sapete, sferiche, vengono ad esser circolari. Sapete voi, signor Simplicio, quali sono i moti circolari che non son tra loro contrarii? son quelli di due cerchi che si toccano per di fuora, che, girandone uno, fa naturalmente muover l’altro diversamente; ma se uno sarà dentro all’altro, è impossibil che i moti loro fatti in diverse parti non si contrastino l’un l’altro. {{Sc|Salv.}} Ma contrarii o non contrarii, queste sono altercazioni di parole; ed io so che in fatti molto più semplice e natural cosa è il poter salvare il tutto con un movimento solo, che l’introdurne due, se non volete chiamarli contrarii, ditegli opposti: nè io vi porgo questa introduzione per impossibile, nè pretendo di trar da essa una dimostrazione necessaria, ma solo una maggior probabilità. Si rinterza l’inverisimile {{Annotazione a lato|dimostrazione Terza confermazione per il medesimo. }}col disordinare sproporzionatissimamente l’ordine che noi veggiamo sicuramente esser ta quei corpi celesti la circolazion de’ quali non è dubbia, ma certissima. E l’ordine è, che secondo {{Annotazione a lato|Gii orbi maggiori in maggior tempo fanno le loro conversioni.}}che un orbe è maggiore, finisce il suo rivolgimento in tempo più lungo, ed i minori in più breve: e così Saturno, descrivendo un cerchio maggior di tutti gli altri pianeti, lo complisce in trent’anni; Giove si rivolge nel suo minore in anni dodici, Marte in dua; la Luna passa il suo, tanto più piccolo, in un sol mese; e non men sensibilmente vediamo, {{Annotazione a lato|Tempi delie conversioni de' pianeti Medicei. }}delle Stelle Medicee la più vicina a Giove far il suo rivolgimento in brevissimo tempo, cioè in ore quarantadua in circa, la seguente in tre giorni e mezo, la terza in giorni sette, e la più remota in sedici: e questo tenore assai concorde non punto verrà alterato<noinclude><references/></noinclude> k5vbyskng15uqiav2rrv4so33c4mol6 3026116 3026115 2022-08-24T11:24:16Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|144|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude> {{Sc|Salv.}} Lo dimostra {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}}, o pur lo dice solamente perchè così compliva a certo suo disegno? Se contrarii son quelli, come egli stesso afferma, che scambievolmente si destruggono, io non so vedere come due mobili che s’incontrino sopra una linea circolare, si abbiano a offender meno che incontrandosi sopra una linea retta. {{Sc|Sagr.}} Di grazia, fermate un poco. Ditemi, signor Simplicio, quando due cavalieri si incontrano giostrando a campo aperto, o pure quando due squadre intere o due armate in mare si vanno ad investire e si rompono e si sommergono, chiameresti voi cotali incontri contrarii tra di loro? {{Sc|Simp.}} Diciamoli contrarii. {{Sc|Sagr.}} Come dunque ne i moti circolari non è contrarietà? Questi, essendo fatti sopra la superficie della terra o dell’acqua, che sono, come voi sapete, sferiche, vengono ad esser circolari. Sapete voi, signor Simplicio, quali sono i moti circolari che non son tra loro contrarii? son quelli di due cerchi che si toccano per di fuora, che, girandone uno, fa naturalmente muover l’altro diversamente; ma se uno sarà dentro all’altro, è impossibil che i moti loro fatti in diverse parti non si contrastino l’un l’altro. {{Sc|Salv.}} Ma contrarii o non contrarii, queste sono altercazioni di parole; ed io so che in fatti molto più semplice e natural cosa è il poter salvare il tutto con un movimento solo, che l’introdurne due, se non volete chiamarli contrarii, ditegli opposti: nè io vi porgo questa introduzione per impossibile, nè pretendo di trar da essa una dimostrazione necessaria, ma solo una maggior probabilità. Si rinterza l’inverisimile {{Annotazione a lato|dimostrazione Terza confermazione per il medesimo. }}col disordinare sproporzionatissimamente l’ordine che noi veggiamo sicuramente esser ta quei corpi celesti la circolazion de’ quali non è dubbia, ma certissima. E l’ordine è, che secondo {{Annotazione a lato|Gii orbi maggiori in maggior tempo fanno le loro conversioni.}}che un orbe è maggiore, finisce il suo rivolgimento in tempo più lungo, ed i minori in più breve: e così Saturno, descrivendo un cerchio maggior di tutti gli altri pianeti, lo complisce in trent’anni; Giove si rivolge nel suo minore in anni dodici, Marte in dua; la Luna passa il suo, tanto più piccolo, in un sol mese; e non men sensibilmente vediamo, {{Annotazione a lato|Tempi delie conversioni de' pianeti Medicei. }}delle Stelle Medicee la più vicina a Giove far il suo rivolgimento in brevissimo tempo, cioè in ore quarantadua in circa, la seguente in tre giorni e mezo, la terza in giorni sette, e la più remota in sedici: e questo tenore assai concorde non punto verrà {{Pt|al-|}}<noinclude><references/></noinclude> 4lxvdapcp5e9yylljxm9z6gd2axt1a3 Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/153 108 327740 3026117 2156721 2022-08-24T11:29:28Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata seconda}}|145}}</noinclude>{{Pt|terato|alterato}} mentre si faccia che il movimento delle ventiquattr’ore sia del globo terrestre in se stesso; che, quando si voglia ritener la Terra immobile, è necessario, dopo l’esser passati dal periodo brevissimo della Luna a gli altri conseguentemente maggiori, fino a quel di Marte in due anni, e di lì a quel della maggiore sfera di Giove in anni dodici, e da questa all’altra maggiore di Saturno, il cui periodo è di trent’anni, è necessario, dico, trapassare ad un’altra sfera incomparabilmente maggiore, e farla finire un’intera revoluzione in vintiquattr’ore. E questo poi è il minimo disordinamento che si possa introdurre; {{Annotazione a lato|Moto delle 24 ore attribuito aslla sfera altissima disordina il periodo delle inferiori.}}perchè se altri volesse dalla sfera di Saturno passare alla stellata, e farla tanto più grande di quella di Saturno, quanto a proporzione converrebbe rispetto al suo movimento tardissimo di molte migliaia d’anni, bisognerebbe con molto più sproporzionato salto trapassar da questa ad un’altra maggiore, e farla convertibile in ventiquattr’ore. Ma dandosi la mobilità alla Terra, l’ordine de’ periodi vien benissimo osservato, e dalla sfera pigrissima di Saturno si trapassa alle stelle fisse, del tutto immobili, e viensi a sfuggire una quarta difficoltà, {{Annotazione a lato|Quarta confermazione.}}la qual bisogna necessariamente ammettere quando la sfera stellata si faccia mobile; {{Annotazione a lato|Difformità grande tra i movimenti delle stelle fisse particolari, mentre la loro sfera siia mobile. }}e questa è la disparità immensa tra i moti di esse stelle, delle quali altre verranno a muoversi velocissimamente in cerchi vastissimi, altre lentissimamente in cerchi piccolissimi, secondo che queste e quelle si troveranno più o meno vicine a i poli; che pure ha dell’inconveniente, sì perchè noi veggiamo quelle, del moto delle quali non si dubita, muoversi tutte in cerchi massimi, sì ancora perchè pare con non buona determinazione fatto il constituir corpi, che s’abbiano a muover circolarmente, in distanze immense dal centro, e fargli poi muovere in cerchi piccolissimi. E non pure le grandezze de i cerchi ed in conseguenza le velocità de i moti di queste stelle saranno diversissimi da i cerchi e moti di quell’altre, ma le medesime stelle andranno variando suoi cerchi e sue velocità (e sarà il quinto inconveniente), {{Annotazione a lato|Moti delle stelle fisse s accelerano e ritardano in diversi tempi, quando la sfera stellata sia mobile.}}avvengachè quelle che due mil’anni fa erano nell’equinoziale, ed in conseguenza descrivevano col moto cerchi massimi, trovandosene a i tempi nostri lontane per molti gradi, bisogna che siano fatte più tarde di moto e ridottesi a muoversi in minori cerchi; e non è lontano dal poter accader che venga tempo nel quale alcuna di loro, che per l’addietro si sia mossa sempre, si riduca, congiugnendosi col polo, a star ferma, e poi ancora, dopo la quiete<noinclude><references/></noinclude> j73jkmr0zbb0o8wi0pbe5iffk0z0dsf Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/154 108 327741 3026118 3025173 2022-08-24T11:31:39Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|146|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>di qualche tempo, torni a muoversi: dove che l’altre stelle, che si muovono sicuramente, tutte descrivono, come si è detto, il cerchio massimo dell’orbe loro, ed in quello immutabilmente si mantengono. {{Annotazione a lato|Sesta confirmazione.}}Accresce l’inverisimile (e sia il sesto inconveniente), a chi più saldamente discorre, l’essere inescogitabile qual deva esser la solidità di quella vastissima sfera, nella cui profondità sieno così tenacemente saldate tante stelle, che senza punto variar sito tra loro, concordemente vengono con sì gran disparità di moti portate in volta: o se pure il cielo è fluido, come assai più ragionevolmente convien credere, sì che ogni stella per se stessa per quello vadia vagando, qual legge regolerà i moti loro ed a che fine, per far che, rimirati dalla Terra, appariscano come fatti da una sola sfera? A me pare che per conseguir ciò, sia tanto più agevole ed accomodata maniera il costituirle immobili che ’l farle vaganti, quanto più facilmente si tengono a segno molte pietre murate in una piazza, che le schiere de’ fanciulli che sopra vi corrono. {{Annotazione a lato|Settima confirmazione.}}E finalmente, per la settima instanza, se noi attribuiamo la conversion diurna al cielo altissimo, bisogna farla di tanta forza e virtù, che seco porti l’innumerabil moltitudine delle stelle fisse, corpi tutti vastissimi e maggiori assai della Terra, e di più tutte le sfere de i pianeti, ancorchè e questi e quelle per lor natura si muovano in contrario; ed oltre a questo è forza concedere che anco l’elemento del fuoco e la maggior parte dell’aria siano parimente rapiti, e che il solo piccol globo della Terra resti contumace e renitente a tanta virtù: cosa che a me pare che abbia molto del difficile, nè saprei intender come la Terra, corpo pensile e librato {{Annotazione a lato|Terra, pensile e librata in un mezo fluido, non par che possa resistere al rapimento del moto diurno.}}sopra ’l suo centro, indifferente al moto ed alla quiete, posto e circondato da un ambiente liquido, non dovesse cedere ella ancora ed esser portata in volta. Ma tali intoppi non troviamo noi nel far muover la Terra, corpo minimo ed insensibile in comparazione dell’universo, e perciò inabile al fargli violenza alcuna. {{Sc|Sagr.}} Io mi sento raggirar per la fantasia alcuni concetti, così in confuso destatimi da i discorsi fatti; che s’io voglio potermi con attenzione applicar alle cose da dirsi, è forza ch’io vegga se mi succedesse meglio ordinargli e trarne quel costrutto che vi è, se però ve ne sarà alcuno: e per avventura il procedere per interrogazioni mi aiuterà a più agevolmente spiegarmi. Però domando al signor Simplicio, prima, se e’ crede che al medesimo corpo semplice mobile {{Pt|pos-|}}<noinclude><references/></noinclude> ofptl9rfnhlu625rdbt99r54nh7x23w Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/155 108 327743 3026119 3025174 2022-08-24T11:40:00Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata seconda}}|147}}</noinclude>{{Pt|sano|possano}} naturalmente competere diversi movimenti, o pure che un solo convenga, che sia il suo proprio e naturale. {{Sc|Simp.}} {{Annotazione a lato|D'un mobile semplice uno solo è il modo mnaturale, e gli altri per participazione.}}D’un mobile semplice un solo, e non più, può essere il moto che gli convenga naturalmente, e gli altri tutti per accidente e per participazione; in quel modo che a colui che passeggia per la nave, suo moto proprio è quello del passeggio, e per participazione quello che lo conduce in porto, dove egli mai col passeggio non sarebbe arrivato, se la nave col moto suo non ve l’avesse condotto. {{Sc|Sagr.}} Ditemi, secondariamente: quel movimento che per participazione vien comunicato a qualche mobile, mentre egli per se stesso si muove di altro moto diverso dal participato, è egli necessario che risegga in qualche suggetto per se stesso, o pur può esser anco in natura senz’altro appoggio? {{Sc|Simp.}} {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} vi risponde a tutte queste domande, e vi dice che sì come d’un mobile uno è il moto, così di un moto uno è il mobile, ed in conseguenza che senza l’inerenza del suo suggetto {{Annotazione a lato|Il moto non è senza il soggetto mobile.}}non può nè essere nè anco immaginarsi alcun movimento. {{Sc|Sagr.}} Io vorrei che voi mi diceste, nel terzo luogo, se voi credete che la Luna e gli altri pianeti e corpi celesti abbiano lor movimenti proprii, e quali e’ siano. {{Sc|Simp.}} Hannogli, e son quelli secondo i quali e’ vanno scorrendo il zodiaco: la Luna in un mese, il Sole in un anno, Marte in dua, la sfera stellata in quelle tante migliaia; e questi sono i moti loro proprii e naturali. {{Sc|Sagr.}} Ma quel moto col quale io veggo le stelle fisse, e con esse tutti i pianeti, andare unitamente da levante a ponente e ritornare in oriente in ventiquattr’ore, in che modo gli compete? {{Sc|Simp.}} Hannolo per participazione. {{Sc|Sagr.}} Questo dunque non risiede in loro; e non risedendo in loro, nè potendo esser senza qualche suggetto nel quale e’ risegga, è forza farlo proprio e naturale di qualche altra sfera. {{Sc|Simp.}} Per questo rispetto hanno ritrovata gli astronomi ed i filosofi un’altra sfera altissima senza stelle, alla quale naturalmente compete la conversion diurna, e questa hanno chiamata il primo mobile, il quale poi rapisce seco tutte le sfere inferiori, contribuendo e participando loro il movimento suo. {{Sc|Sagr.}} Ma quando, senza introdurr’altre sfere incognite e {{Pt|vastis-|}}<noinclude><references/></noinclude> kn8ff7aizfpoqaetqfpdbmeowjylhff Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/156 108 327744 3026120 3025175 2022-08-24T11:41:35Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione|148|{{Sc|dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.}}|}}</noinclude>{{Pt|sime,|vastissime,}} senza altri movimenti o rapimenti participati, col lasciare a ciascheduna sfera il suo solo e semplice movimento, senza mescolar movimenti contrarii, ma fargli tutti per il medesimo verso, come è necessario ch’e’ sieno dependendo tutti da un sol principio, tutte le cose caminano e rispondono con perfettissima armonia, perchè rifiutar questo partito, e dar assenso a quelle così strane e laboriose condizioni? {{Sc|Simp.}} Il punto sta in trovar questo modo così semplice e spedito. {{Sc|Sagr.}} Il modo mi par bell’e trovato. Fate che la Terra sia il primo mobile, cioè fatela rivolgere in se stessa in ventiquattr’ore e per il medesimo verso che tutte le altre sfere, che senza participar tal moto a nessun altro pianeta o stelle, tutte avranno i lor orti, occasi ed in somma tutte l’altre apparenze. {{Sc|Simp.}} L’importanza è il poterla muovere senza mille inconvenienti. {{Sc|Salv.}} Tutti gli inconvenienti si torranno via secondo che voi gli andrete proponendo: e le cose dette sin qui sono solamente i primi e più generali motivi per i quali par che si renda non del tutto improbabile che la diurna conversione sia più tosto della Terra che di tutto ’l resto dell’universo; li quali io non vi porto come leggi infrangibili, ma come motivi che abbiano qualche apparenza. E perchè benissimo intendo {{Annotazione a lato|Una soia esperienza o ferma dimostrazione abbatte tutte le ravioni probabili.}}che una sola esperienza o concludente dimostrazione che si avesse in contrario, basta a battere in terra questi ed altri centomila argomenti probabili, però non bisogna fermarsi qui, ma procedere avanti e sentire quel che risponde il signor Simplicio, e quali migliori probabilità o più ferme ragioni egli adduce in contrario. {{Sc|Simp.}} Io dirò prima alcuna cosa in generale sopra tutte queste considerazioni insieme, poi verrò a qualche particolare. Parmi che universalmente voi vi fondiate su la maggior semplicità e facilità di produrre i medesimi effetti, mentre stimate che quanto al causargli tanto sia il muover la Terra sola quanto tutto ’l resto del mondo, trattone la Terra, ma quanto all’operazione voi reputate molto più facile quella che questa. Al che io vi rispondo che a me ancora par l’istesso, mentre io riguardo alla forza mia, non pur finita, ma debolissima; ma rispetto alla virtù del Motore, che è infinita, non è meno agevole il muover l’universo, che la Terra e che una paglia. E se la virtù è infinita, perchè non se ne deve egli esercitare più<noinclude><references/></noinclude> 9u5zsy6qiwmcrlfkgnpzfqfs1g345rx Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/157 108 327745 3026121 3025176 2022-08-24T11:43:54Z Alex brollo 1615 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Alex brollo" />{{RigaIntestazione||{{Sc|giornata seconda}}|149}}</noinclude>tosto una gran parte che una minima? {{Annotazione a lato|D'una virtù infinita par che si debba esercitarne più tosto una gran parte che poca.}}Per tanto parmi che il discorso in generale non sia efficace. {{Sc|Salv.}} Se io avessi mai detto che l’universo non si muove per mancamento di virtù del Motore, io avrei errato, e la vostra correzzione sarebbe oportuna; e vi concedo che a una potenza infinita tanto è facile il muover centomila, quanto uno. Ma quello che ho detto io non ha riguardo al Motore, ma solamente a i mobili, ed in essi non solo alla loro resistenza, la quale non è dubbio esser minore nella Terra che nell’universo, ma a i molti altri particolari pur ora considerati. Al dir poi che d’una virtù infinita sia meglio esercitarne una gran parte che una minima, vi rispondo che dell’infinito una parte non è maggior dell’altra, quando amendue sien finite; {{Annotazione a lato|Dell'infinito non è una parte maggior dell'altra, benchè esse siano tra loro disuguali.}}nè si può dire che del numero infinito il centomila sia parte maggiore che ’l due, se ben quello è cinquantamila volte maggior di questo; e quando per muover l’universo ci voglia una virtù finita, benchè grandissima in comparazione di quella che basterebbe per muover la Terra sola, non però se n’impiegherebbe maggior parte dell’infinita, nè minore sarebbe che infinita quella che resterebbe oziosa; talchè l’applicar per un effetto particolare un poco più o un poco meno virtù non importa niente: oltre che l’operazione di tal virtù non ha per termine e fine il solo movimento diurno, ma sono al mondo altri movimenti assai che noi sappiamo, e molti altri più ve ne posson essere incogniti a noi. Avendo dunque riguardo a i mobili, e non si dubitando che operazione più breve e spedita è il muover la Terra che l’universo, e di più avendo l’occhio alle tante altre abbreviazioni ed agevolezze che con questo solo si conseguiscono, un verissimo assioma d’{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} che c’insegna che frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora ci rende più probabile, il moto diurno esser della Terra sola, che dell’universo, trattone la Terra. {{Sc|Simp.}} Voi nel referir l’assioma avete lasciato una clausola che importa il tutto, e massime nel presente proposito. La particola lasciata è un æque bene; bisogna dunque esaminare se si possa egualmente bene sodisfare al tutto con questo e con quello assunto. {{Sc|Salv.}} Il vedere se l’una e l’altra posizione sodisfaccia egualmente bene, si comprenderà da gli esami particolari dell’apparenze alle quali si ha da sodisfare, perchè sin ora si è discorso, e si discorrerà, ex hypothesi, supponendo che quanto al sodisfare all’apparenze amendue<noinclude><references/></noinclude> kflynuddtuw2ffsqewl6c9lzkhm57gi Commedia (Buti)/Purgatorio/Canto XXIX 0 342451 3025830 1486575 2022-08-23T13:57:26Z Dr Zimbu 1553 Porto il SAL a SAL 100% wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>[[ Commedia (Buti)/Purgatorio|Purgatorio]]<br />Canto ventinovesimo<section end="sottotitolo"/> <section begin="prec"/>../Canto XXVIII<section end="prec"/> <section begin="succ"/>../Canto XXX<section end="succ"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>23 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>100%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>Poemi<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=23 agosto 2022|arg=Poemi}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[ Commedia (Buti)/Purgatorio|Purgatorio]]<br />Canto ventinovesimo|prec=../Canto XXVIII|succ=../Canto XXX}} <pages index="Commedia - Purgatorio (Buti).djvu" from=701 to=733/> {{Sezione note}} ===== Altri progetti ===== {{Interprogetto|etichetta=Purgatorio - Canto ventinovesimo|w=Purgatorio_-_Canto_ventinovesimo}} nwunnsj25lha9ntub04gfsy4w18m4a2 Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/504 108 366049 3025843 2415115 2022-08-23T14:29:34Z Sirol2001 64901 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||{{Sc|parte seconda}}|427}}</noinclude>quel sostanziale mutamento, che altri pretende, specialmente per quel che concerne l’idea di Dio e dello spirito. § 5. — L’uomo ha ricevuto dal ''Thien'' un insieme di doti, di facoltà, di tendenze, il quale forma quel che si chiama «Umana natura (''Sing''). Questa, venendo, come s’è detto, dal Cielo (''Thien''), ha anche nome ''Thien-ming''. Con tal vocabolo non solo s’è voluto indicare la natura dell’uomo in sè, ma anche il fine, a cui essa è indirizzata per voler celeste; imperocchè la umana natura è composta appunto di quelle capacità, che la rendono atta a conseguirlo. Queste capacità e potenze dell’animo, unite in una potenza sola, sono eziandio chiamate ''Ming-té'' «Luminosa ragione»; affine d’indicare che sono efficaci a illuminare la via, che l’uomo ha da percorrere, per arrivare alla meta prestabilita dal destino. — Quel che si chiama ''Sing'' è dunque la natura umana riguardata in sè stessa; quel che si chiama ''Thien-ming'', la natura riguardo al fine, a cui tende; e quel che vien detto ''Ming-té'', è la natura riguardata come mezzo capace a conseguire quel fine. Conformarsi in tutte le azioni della vita alla propria natura è dovere supremo dell’uomo; procurando però che essa si conservi costantemente nello stato di primitiva purezza. Laonde fa d’uopo, ch’essa splenda sempre senza macchia alcuna, ch’essa non sia mai offuscata dal non armonico manifestarsi de’ sentimenti dell’animo. Il fine di tutta la scienza è d’impedire con ogni mezzo che si eccitino in cuore passioni disordinate, che l’eccesso d’un sentimento non impiccolisca gli altri, o gli uccida anche; che insomma si mantengano inalterati quell’equilibrio e quell’armonia tanto avuti in pregio dal ''Cung-yung'', e tanto salutevoli. Per far ciò s’imposero all’uomo doveri inverso sè e inverso gli altri; e questi doveri si {{Pt|dedus-|}}<noinclude> <references/></noinclude> 1kudx50j9f2i35vezus1z37c874hc0o 3025844 3025843 2022-08-23T14:30:48Z Sirol2001 64901 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Sirol2001" />{{RigaIntestazione||{{Sc|parte seconda}}|427}}</noinclude>quel sostanziale mutamento, che altri pretende, specialmente per quel che concerne l’idea di Dio e dello spirito. § 5. — L’uomo ha ricevuto dal ''Thien'' un insieme di doti, di facoltà, di tendenze, il quale forma quel che si chiama «Umana natura (''Sing''). Questa, venendo, come s’è detto, dal Cielo (''Thien''), ha anche nome ''Thien-ming''. Con tal vocabolo non solo s’è voluto indicare la natura dell’uomo in sè, ma anche il fine, a cui essa è indirizzata per voler celeste; imperocchè la umana natura è composta appunto di quelle capacità, che la rendono atta a conseguirlo. Queste capacità e potenze dell’animo, unite in una potenza sola, sono eziandio chiamate ''Ming-té'' «Luminosa ragione»; affine d’indicare che sono efficaci a illuminare la via, che l’uomo ha da percorrere, per arrivare alla meta prestabilita dal destino. — Quel che si chiama ''Sing'' è dunque la natura umana riguardata in sè stessa; quel che si chiama ''Thien-ming'', la natura riguardo al fine, a cui tende; e quel che vien detto ''Ming-té'', è la natura riguardata come mezzo capace a conseguire quel fine. Conformarsi in tutte le azioni della vita alla propria natura è dovere supremo dell’uomo; procurando però che essa si conservi costantemente nello stato di primitiva purezza. Laonde fa d’uopo, ch’essa splenda sempre senza macchia alcuna, ch’essa non sia mai offuscata dal non armonico manifestarsi de’ sentimenti dell’animo. Il fine di tutta la scienza è d’impedire con ogni mezzo che si eccitino in cuore passioni disordinate, che l’eccesso d’un sentimento non impiccolisca gli altri, o gli uccida anche; che insomma si mantengano inalterati quell’equilibrio e quell’armonia tanto avuti in pregio dal ''Cung-yung'', e tanto salutevoli. Per far ciò s’imposero all’uomo doveri inverso sè e inverso gli altri; e questi doveri si {{Pt|dedus-|}}<noinclude> <references/></noinclude> 2801cobiv4d859yccii1ifnfyq006iq Tra le sollecitudini (Roma 1903)/Motu proprio sulla musica sacra 0 420453 3026061 3025636 2022-08-24T10:31:12Z Cinnamologus 2379 Ins edizione 1904 wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Motu proprio sulla musica sacra<section end="sottotitolo"/> <section begin="prec"/>../Lettera al signor cardinale Respighi<section end="prec"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>22 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>75%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=22 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Motu proprio sulla musica sacra|prec=../Lettera al signor cardinale Respighi|succ=}} <pages index="Tra le sollecitudini (Roma 1903).djvu" from="11" to="23" fromsection="" tosection="" /> {{AltraVersione|Tra le sollecitudini (Mondovì 1904)/Motu proprio. Sulla musica sacra|ed. 1904}} 1bxzkcsqray298s7erro9gemr7o011f Salmi (Martini)/Salmo I 0 497383 3025925 1859701 2022-08-23T22:19:23Z OrbiliusMagister 129 Porto il SAL a SAL 75% wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="prec"/>../Prefazione<section end="prec"/> <section begin="succ"/>../II<section end="succ"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>24 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>75%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=24 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=|prec=../Prefazione|succ=../II}} <pages index="Martini - Del Vecchio Testamento tomo 14.djvu" from=25 to=27 fromsection="" tosection="" /> {{Sezione note}} to70x3qdxay5w3h8csgwoe807zdyefq 3025926 3025925 2022-08-23T22:19:52Z OrbiliusMagister 129 wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="prec"/>../Prefazione<section end="prec"/> <section begin="succ"/>../Salmo II<section end="succ"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>24 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>75%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=24 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=|prec=../Prefazione|succ=../Salmo II}} <pages index="Martini - Del Vecchio Testamento tomo 14.djvu" from=25 to=27 fromsection="" tosection="" /> {{Sezione note}} 8dbi5n8un1eu8g2b6d8eqpzaw3uymwo Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale/Capitolo VII 0 511970 3026008 1955925 2022-08-24T06:35:38Z Dr Zimbu 1553 Porto il SAL a SAL 100% wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Capitolo VII - La popolazione<section end="sottotitolo"/> <section begin="prec"/>../Capitolo VI<section end="prec"/> <section begin="succ"/>../Capitolo VIII<section end="succ"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>24 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>100%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=24 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Capitolo VII - La popolazione|prec=../Capitolo VI|succ=../Capitolo VIII}} <pages index="Manuale di economia politica con una introduzione alla scienza sociale.djvu" from=372 to=426 fromsection="2" tosection="1" /> {{Sezione note}} s0pfkimjq74oxhfwq3y7tazhhrwg62j Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/50 108 587144 3025858 2092340 2022-08-23T15:41:15Z Fragir 37918 /* Problematica */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="2" user="Fragir" /></noinclude>{{RigaIntestazione|30|DESCRITTIONE|}} Fiore. Odore. Sapore. Natura Descrittione. <i>frutto rotondo, come di Mespilo, et non longo, come vuol l'Auttore. Sarà dunque, per nostro parere, il legitimo Abutilo d'Avicenna quella pianta, che a' dì nostri è chiamata, dagli Egittij Abelmosch, havendo le foglie di forma a punto somigliante quelle della Zucca, il frutto lungo, et ogn'altra nota dal dottissimo Bellunese nelle significationi degl'Arabici nomi all'Abutilo attribuite. Questa pianta da un sol caule ascende all'altezza di quattro piedi in circa, dividendosi in diversi rami alternatamente situati, con foglie molto hirsute, stellate, simili a quelle della Cucurbita, con sette punte. Il Fiore di essa è simile nella forma a quello della Bammia, (ma giallo, et alquanto più acuto nelle foglie) così il frutto, nel qual stanno i semi rinchiusi di odore di Mosco, di forma simili a quelli del Mirto, maggiori, et di color nero. Spunta da radice assai grossa, e fibrosa, essendo la pianta ripiena di succhio lentoso, et di sapore herbaceo. a noi riesce pianta annua, ma in Egitto perenna. Questa pianta a noi forastiera, m'hà dato ansa di aggiugnere in questo luogo i seguenti frutti peregrini, non dianzi publicati, ò non diffusamente descritti; tra' quali uno è, che non hà molto tempo, ch'in Venetia è stato divolgato con nome di Bonduch Indiano, che tanto suona quanto Avellana Indiana. Questo da molti è stato creduto il Bonduch d'Avicenna, il che non oso io risolutamente affermare, per la stretta brevità delle note di lui, scritte da quell'Auttore; e tanto meno può essere il Faufel di Serapione, come altri dubitarono, quanto che non v'hà nota, che risponda, a quello. Racconterò ben'io brevemente, quanto m'è accaduto sa</i> {{RigaIntestazione|||''pere''}}<noinclude><references/></noinclude> eo7jq16kz6ekvzwg4muxp4r07uswmxz 3025859 3025858 2022-08-23T15:41:47Z Fragir 37918 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="2" user="Fragir" /></noinclude>{{RigaIntestazione|30|DESCRITTIONE|}} Fiore. Odore. Sapore. Natura Descrittione. <i>frutto rotondo, come di Mespilo, et non longo, come vuol l'Auttore. Sarà dunque, per nostro parere, il legitimo Abutilo d'Avicenna quella pianta, che a' dì nostri è chiamata, dagli Egittij Abelmosch, havendo le foglie di forma a punto somigliante quelle della Zucca, il frutto lungo, et ogn'altra nota dal dottissimo Bellunese nelle significationi degl'Arabici nomi all'Abutilo attribuite. Questa pianta da un sol caule ascende all'altezza di quattro piedi in circa, dividendosi in diversi rami alternatamente situati, con foglie molto hirsute, stellate, simili a quelle della Cucurbita, con sette punte. Il Fiore di essa è simile nella forma a quello della Bammia, (ma giallo, et alquanto più acuto nelle foglie) così il frutto, nel qual stanno i semi rinchiusi di odore di Mosco, di forma simili a quelli del Mirto, maggiori, et di color nero. Spunta da radice assai grossa, e fibrosa, essendo la pianta ripiena di succhio lentoso, et di sapore herbaceo. a noi riesce pianta annua, ma in Egitto perenna. Questa pianta a noi forastiera, m'hà dato ansa di aggiugnere in questo luogo i seguenti frutti peregrini, non dianzi publicati, ò non diffusamente descritti; tra' quali uno è, che non hà molto tempo, ch'in Venetia è stato divolgato con nome di Bonduch Indiano, che tanto suona quanto Avellana Indiana. Questo da molti è stato creduto il Bonduch d'Avicenna, il che non oso io risolutamente affermare, per la stretta brevità delle note di lui, scritte da quell'Auttore; e tanto meno può essere il Faufel di Serapione, come altri dubitarono, quanto che non v'hà nota, che risponda, a quello. Racconterò ben'io brevemente, quanto m'è accaduto sa-</i> {{RigaIntestazione|||''pere''}}<noinclude><references/></noinclude> ls5s2oxi8h3icf9h8sk9zem865g9yc4 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/48 108 590696 3025845 2102840 2022-08-23T14:32:23Z Fragir 37918 /* Problematica */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="2" user="Fragir" /></noinclude>{{RigaIntestazione|28|DESCRITTONE|}} <i>dal Signor Alpino, co'i semi del quale viene falsificato da Turchi il Mosco, come già molto tempo questo Signore mi scrisse da Padova, mentre me ne mandò i semi. Di questa pianta hò voluto donare la figura tolta nelle case del Signor Contarini, la quale, confacendosi, con quanto Avicenna lasciò scritto del suo Abutilo, stimo senza alcun dubbio, che sia esso.</i> {{RigaIntestazione|||ABEL-}}<noinclude><references/></noinclude> 9714fqldmflffjldkk41z9j3erln5fa 3025846 3025845 2022-08-23T14:32:46Z Fragir 37918 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="2" user="Fragir" /></noinclude>{{RigaIntestazione|28|DESCRITTONE|}} <i>dal Signor Alpino, co'i semi del quale viene falsificato da Turchi il Mosco, come già molto tempo questo Signore mi scrisse da Padova, mentre me ne mandò i semi. Di questa pianta hò voluto donare la figura tolta nelle case del Signor Contarini, la quale, confacendosi, con quanto Avicenna lasciò scritto del suo Abutilo, stimo senza alcun dubbio, che sia esso.</i> {{RigaIntestazione|||ABEL-}}<noinclude><references/></noinclude> gbsx5sd8fpo555fux9r6c4dpvhj7j06 Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/49 108 590697 3025850 2102841 2022-08-23T14:41:59Z Fragir 37918 /* Problematica */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="2" user="Fragir" /></noinclude>{{RigaIntestazione||DI MONTE BALDO.|29}} {{RigaIntestazione||ABELMOSCH DE GLI EGITTII,|}} {{RigaIntestazione||overo Abutilo d'Avicenna.|}} <i>Che la pianta da'Moderni per Abutilo d'Avicenna proposta (che altro non è, che un'Althea gialla palustre) non sia il legittimo Abutilo, le sue note facilmente lo danno a conoscere; essendo che al suo Abutilo attribuisce Avicenna foglia di Cucurbita, il che nella pianta da Moderni mostrata non si vede, havendo essa foglia più tosto di Pero puntata, et il</i> {{RigaIntestazione||| frutto}}<noinclude><references/></noinclude> t7823r8kapg8aj48c2ibzvo3yjocy2s 3025851 3025850 2022-08-23T14:42:59Z Fragir 37918 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="2" user="Fragir" /></noinclude>{{RigaIntestazione||DI MONTE BALDO.|29}} {{RigaIntestazione||ABELMOSCH DE GLI EGITTII,|}} {{RigaIntestazione||overo Abutilo d'Avicenna.|}} <i>Che la pianta da'Moderni per Abutilo d'Avicenna proposta (che altro non è, che un'Althea gialla palustre) non sia il legittimo Abutilo, le sue note facilmente lo danno a conoscere; essendo che al suo Abutilo attribuisce Avicenna foglia di Cucurbita, il che nella pianta da Moderni mostrata non si vede, havendo essa foglia più tosto di Pero puntata, et il</i> {{RigaIntestazione|||''frutto''}}<noinclude><references/></noinclude> sjk1pg2trdo5tdjk2tphspvlg0x6fph Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/51 108 591024 3025860 2104136 2022-08-23T15:49:36Z Fragir 37918 /* Problematica */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="2" user="Fragir" /></noinclude>{{RigaIntestazione||DI MONTE BALDO.|31}} <i>pere di questo frutto, dianzi che adesso, et daronne la figura, tutto che dal dottissimo Carlo Clusio sia stata trà suoi frutti peregrini rappresentata; et appresso farò vedere la pianta, che da esso frutto è uscita mandatami appresso tant'altre dalla liberal mano del Signor Contarini: acciò con altra osservatione appresso, si possa venire in cognitione più perfetta di essa, et se sia stata da gli Antichi conosciuta, ò nò.</i> {{RigaIntestazione|||BON-}}<noinclude><references/></noinclude> 91240jdxjh8wq5y5h7ikixeuos6o0l7 Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/119 108 658598 3025884 2945619 2022-08-23T20:38:02Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 107 —|}}</noinclude> {{Centrato|*}} Ma ora quel plebiscito esposto con tanta sicurezza dietro alla porta, dava tristezza a Beatus. «Per gli occhi di Scolastica tu, o Beatus, sei un deforme, come uno che abbia una gran gobba». {{Centrato|*}} Dispiacque molto a Beatus Renatus quella sua deliberazione di avere licenziato Scolastica, perchè essendo egli di salute cagionevole, ella ormai sapeva tutte le sue necessità corporali. Un giorno guardò nel suo comò e vi trovò intatto certo oro, trovò intatti certi fazzoletti antichi, trovò intatto un libretto al portatore. «Via, Beatus! — disse con se stesso — Scolastica è una donna onesta. Volendo, avrebbe potuto rubare anche queste cose. E chi va più oggi a denunziare un furto?» Naturalmente dal giorno in cui Beatus aveva licenziato Scolastica, si guardò dal rivolgerle<noinclude></noinclude> n14dnkvmpl0ceh47toqumqpsta89sdw Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/116 108 658600 3025881 2945616 2022-08-23T20:32:22Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 104 —|}}</noinclude>Beatus — una cosa simile in Scolastica? Non per l’età che era di difficile determinazione, ma per la configurazione fisica. Se Scolastica avesse dovuto essere tradotta in un animale equivalente, il camello o il canguro sarebbero stati i termini di comparazione più adatti. Beatus anzi ricordava che una mattina, essendo per distrazione entrato nella camera di lei, che si alzava allora, era fuggito esclamando: Mio Dio! Questa donna è un antidoto! Pareva proprio negata da natura alla ginnastica di Amore. Eppure! Ora Scolastica non si era acquetata, ma dietro la porta continuava: — ''L’è mato, i lo dixe tuti che l’è mato. Son stada in tante case; mai trovà un omo così stravagante che nol capisse mai gnente. Perchè i ga riguardo de vegnirlo a dir sul muso al signor professor, al signor cavalier che l’è mato: ma i ghe lo dixe ben drio le spale. Anche quel signor che parla toscano el dixe: dai retta, il tuo padrone gli è un bischero. Se non fosse un bischero, il Governo non gli darebbe certi incarichi''. Questa specie di plebiscito proclamato dietro la porta, durò molto tempo, più di quello che<noinclude></noinclude> penflp28t2lcd3p0fp0d1lh61fvqz43 Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/124 108 658601 3025890 2945625 2022-08-23T20:51:04Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 112 —|}}</noinclude>sul berretto, io mi voglia far sbudellare? Lei si sbaglia, caro cavaliere. — Ma lei chi è? — domandò Beatus. — Io? E il bel giovane guardò Beatus con occhi brutti. — Io? Io sono io. — Cioè? — domandò Beatus con dolce curiosità. — Io sono un artista. — Sono morti altri che come lei erano artisti. — Sarà. Ma per me sono ''fessi''. Beatus sentì un dolore più acuto dei dolorini all’epigastrio. — Io ne so di questa guerra quanto ne sa lei; ma per quelli che lei chiama ''fessi,'' penso che siano proprio i ''fessi'' a tenere in piedi l’Italia. — Organizzatevi allora, — disse il bel giovane, — e formate il sindacato dei ''fessi''. — Non si può, caro, — disse Beatus sorridendo. — E perchè? — Appunto perchè siamo ''fessi''. — Senta: non mi faccia perdere tempo: firma o non firma?<noinclude></noinclude> bupk6z0h6ngstoed7cztq532mvafgyo Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/117 108 658606 3025882 2945617 2022-08-23T20:35:15Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 105 —|}}</noinclude>non può sospettare chi non sa come la donna, possedendo un’idea sola, ha bisogno di insistervi sino all’esaurimento. Tanto valeva allora che Beatus avesse preso moglie. Potrà sembrare anche eccessiva questa libertà di ''contatti verbali,'' come oggi si chiamano gli insulti, tra la serva e il padrone; ma è che veramente Beatus ci aveva dato un po’ motivo nel passato tempo. Quando egli era in possesso di tutto il suo onesto giudizio, e reputava che nel suo cervello abitassero gli Dei, si divertiva talvolta alle spese di Scolastica. Essendo egli abituato a trattare quell’esplosivo che è il pensiero, diceva a Scolastica: «Sospendete! Non fate rumore col vasellame. Basta una piccola vibrazione per far andare a male certe operazioni delicate». Naturalmente Scolastica non sospendeva se non quando aveva finito. «Non entrate nel mio studio se non quando vi chiamo,» diceva Beatus. Ma Scolastica entrava lo stesso, o per la spesa, o per annunciare che l’olio era finito, o che il rubinetto dell’acqua si era guastato. Beatus diceva anche: «Non toccate. No. è<noinclude></noinclude> k31vmuirfr1k43zx0frjptlza8f5qzb Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/118 108 658613 3025883 2945618 2022-08-23T20:36:55Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 106 —|}}</noinclude>pericoloso, credete: non toccate le carte, i libri. Vi possono far male». Con ciò egli voleva significare che il suo studio era come una centrale elettrica, dove si incrociano fili di idee ad alto potenziale, che possono dare anche la morte. Naturalmente Scolastica toccava, e non ne risentiva alcun danno. Si capisce: «voi siete come il porco che può impunemente mangiare il serpente a sonagli. Però i libri lasciateli stare. Voi non li sapete prendere. Disilludetevi: non è facile saper prendere un libro. Posso concedere che sappiate prendere gli attrezzi della cucina, ma i libri, no! Non imparerete mai a prendere un libro, a collocarlo al suo posto». Nei momenti poi di buon umore, quando Beatus aveva formulato un suo sillogismo che a lui parea molto bello, chiamava Scolastica e le diceva: «Sentite!» Scolastica reagiva con insolenza; e: «Io, certamente devo aver detto una verità molto forte,» arguiva allora Beatus Renatus.<noinclude></noinclude> 9rk2x4s3vfh83s23o9n0mfv4i3o93g4 Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/121 108 658615 3025887 2945622 2022-08-23T20:46:02Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 109 —|}}</noinclude> {{Centrato|{{Sc|Capitolo XII.}}}} {{Centrato|{{larger|I “fessi„ d’Italia.}}}} Chi entrò era il più bello e ben pasciuto giovane che mai Toscana avesse nutrito. Ed entrò che Beatus, disteso sul canapè, travagliava per certi dolorini di stomaco. Questi dolorini sono sottili, ma dànno grande avvilimento; sì che, nel luglio 1914, se l’Imperatore di Germania ne avesse avuti di così fatti, mai si sarebbe alzato in piedi a sbattere la spada sul pavimento del mondo. Questo giovane era il segretario della facoltà della quale Beatus era Preside. Riscoteva lo stipendio con regolarità; motteggevole era toscanamente, e quando veniva in ufficio, scriveva novelle. Il quale genere letterario gli aveva procacciato un processo ''per oltraggio al pudore''. Ma fu dimostrato invece che si trattava di morale di avanguardia: onde fu assolto, e ottenne bella rinomanza. Le signorine studentesse lo guardavano con amabile curiosità; e i suoi motteggi molto<noinclude></noinclude> oznqqska3uvc7ghsuwn0jw458m2zqyc 3025904 3025887 2022-08-23T21:16:54Z Piaz1606 10206 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 109 —|}}</noinclude> {{Centrato|{{Sc|Capitolo XIV.}}}} {{Centrato|{{larger|I “fessi„ d’Italia.}}}} Chi entrò era il più bello e ben pasciuto giovane che mai Toscana avesse nutrito. Ed entrò che Beatus, disteso sul canapè, travagliava per certi dolorini di stomaco. Questi dolorini sono sottili, ma dànno grande avvilimento; sì che, nel luglio 1914, se l’Imperatore di Germania ne avesse avuti di così fatti, mai si sarebbe alzato in piedi a sbattere la spada sul pavimento del mondo. Questo giovane era il segretario della facoltà della quale Beatus era Preside. Riscoteva lo stipendio con regolarità; motteggevole era toscanamente, e quando veniva in ufficio, scriveva novelle. Il quale genere letterario gli aveva procacciato un processo ''per oltraggio al pudore''. Ma fu dimostrato invece che si trattava di morale di avanguardia: onde fu assolto, e ottenne bella rinomanza. Le signorine studentesse lo guardavano con amabile curiosità; e i suoi motteggi molto<noinclude></noinclude> empkljktxpcx7cip8lq1tyzr94m9jtn Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/114 108 658616 3025879 2945614 2022-08-23T20:18:18Z Piaz1606 10206 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 102 —|}}</noinclude> {{Centrato|{{Sc|Capitolo XIII.}}}} {{Centrato|{{larger|Beatus allontana da sè Scolastica.}}}} Senonchè recandosi nella sua camera, vide cosa che non avrebbe voluto vedere. Il suo letto era stato abitato, ma non da lui. Era un bel letto di noce nello stile di un secolo fa, filettato d’ottone, e aveva seguito Beatus in molte sue peregrinazioni. Esso gli ricordava che anche lui, da bambino, aveva avuto una casa, dove c’erano un padre, una madre e una antica benedizione. Inoltre, se avesse avuto sonno, ci avrebbe potuto dormire buoni sonni perchè al vecchio pagliericcio Beatus aveva sostituito un elastico molto soffice. Poi il letto aveva due materassi: uno di lana che tiene caldo, per l’inverno; e l’altro di crine che tiene fresco, per l’estate. Aveva anche lenzuola di lino antico, che gli ricordavano i tempi in cui era vanto alle donne possedere arche di pannilini. Nelle notti {{Pt|d’in-|}}<noinclude></noinclude> 36biw41ewlcxf17ka7oe044jphucglb Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/115 108 658620 3025880 2945615 2022-08-23T20:29:50Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 103 —|}}</noinclude>{{Pt|sonnia,|d’insonnia,}} poteva anche rotolarsi comodamente per il letto giacchè esso, pur non essendo quello che si dice matrimoniale, era di tale ampiezza che sarebbe stato abitabile anche da due. Ma Beatus lo aveva sempre abitato da solo. Ora Beatus si accorse che il suo letto era stato abitato da due, ma uno non era stato lui. Oltre a ciò, sollevando le coltri, s’accorse che il letto era stato contaminato. Parve a Beatus cosa doverosa sdegnarsi; e si recò di là e: — Scolastica, — disse dolcemente — quando crederete, e prendendo quel tempo che meglio vi pare, io dico che ve ne potete andare. — Ah, Maria Vergine, finalmente! — esclamò Scolastica. — Così sarò libera, tornerò alla mia Verona, in Piazza delle Erbe. ''Mègio le bombe dei tedeschi che star con un omo così rustego, così stravagante, così mato. I lo dixe tuti che l’è mato; lo dixe la portinara, lo dixe el spazzin, lo dixe tuti queli che vien''. Nei momenti di concitazione, Scolastica era ripresa dal dialetto natio. Chi avrebbe mai sospettato — si chiedeva<noinclude></noinclude> fgfax6bmr0091n07yp5q9lb735a93ki Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/122 108 658624 3025888 2945623 2022-08-23T20:49:00Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 110 —|}}</noinclude>piacevano. Ma per questo appunto a Beatus non piaceva, e nel passato tempo, si era provato di sradicare questo bel signore dal suo ufficio. Ma vedeste mai in un giardino di fiori un filo di gramigna? Si crede sia facile estirparlo. Ma non è così: quel filo è tenace come l’acciaio. Si può recidere con le forbici, ma domani rinascerà. Allora si tira. Si tira, ed accade un fatto sorprendente: sotto terra quel filo è più tenace ancora; non ha fine; smuove tutta l’aiuola; sradica tutti i fiori. E allora si finisce col rispettare la gramigna, tanto più che non si tratta di un filo isolato, ma di una speciale gramigna, detta anche livida, e che cresce molto bene in quello che già fu chiamato ''giardin dell’Impero''. — Non si incomodi, cavaliere, — disse il bel giovane. — È l’affare di una firma. Erano i documenti per la esenzione dal servizio militare. Mancava la dichiarazione di Beatus che colui era ''indispensabile ed insostituibile''. Si vide un ''no'' disegnarsi sul volto di Beatus prima ancora che le labbra dicessero: ''no''. Il volto del giovane si deformò un po’.<noinclude></noinclude> 00y3zkzg4rwn7khsjhsjkicqjxka0ru Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/120 108 658625 3025885 2945621 2022-08-23T20:40:45Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 108 —|}}</noinclude>un solo comando. Ella avrebbe potuto rispondere: «Sono forse la sua serva, io?». Scolastica però non se ne era andata: c’era, non c’era, entrava, usciva, lasciava la porta aperta, faceva, insomma, la sua libertà. Un giorno, Beatus udì una voce che diceva: «Si può? è permesso?». Si sentì Ruggero Bonghi che abbaiava furiosamente. Doveva esservi un letterato alla porta. Disse la voce: «Ti dò un calcio che ti spiaccico nel muro». Beatus riconobbe il visitatore. Era quel signore che parlava toscano. La porta era aperta. Scolastica era di là, ma non si era mossa. Beatus sentì domandare: «C’è il cavaliere?» Sentì rispondere: «Di là, nel suo studio». Il visitatore entrò. — Ah finalmente la trovo, cavaliere. La prego, stia comodo. Perchè Beatus un bel giorno si era trovato appiccicato anche questo titolo.<noinclude></noinclude> s88gn8iiiay1r92t5dnl9y6dd1mg4tn Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/123 108 658626 3025889 2945624 2022-08-23T20:50:00Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 111 —|}}</noinclude><nowiki/> — No? E, perchè? — Perchè non è la verità. — O ce l’ha lei in tasca la verità? Allora cel’ho anch’io. Vogliamo ragionare, cavaliere? E si sedette. — Punto primo: qui non siamo su la cattedra a fare della morale.... — Appunto, mio caro, quello che dico io: «la morale non si fa dalla cattedra». Ma badi che la distinzione l’ha fatta lei, non io. Beatus, dopo queste parole, si premette la mano su lo stomaco per un dolorino più caparbio dei precedenti, e parve inteso solo a questo. — Punto secondo: lei sa bene che questa guerra non mi persuade.... — Anche a me, — rispose Beatus soavemente. — Punto terzo: a me delle beghe della Francia con la Germania non importa un fico secco. — Anche, — disse Beatus. — E crede proprio lei che io per una dozzina di teste pelate con sopra la tuba, che ci hanno fatto entrare in guerra, o per un generale che ha bisogno di un filetto di più<noinclude></noinclude> q42vbnnn1fb5d0zd13kvk9jhaqale4k Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/126 108 658627 3025892 2945627 2022-08-23T20:55:41Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 114 —|}}</noinclude>che lei avrà un nome, e io, no! Ma sa lei.... Sa lei la pietà che provo quando passo per quello stanzone del gabinetto di storia naturale dove sono gli insetti? Infelici! Invece di disperdersi nel pulviscolo dell’atmosfera, stanno lì in vetrina, col cartellino ed il nome. Tale è la gloria, tale è il nome! — La pensi come vuole — disse il giovane —; ma allora se non è per vendetta, mi salvi dalla trincea. — In questo momento, veda, — disse Beatus, — lei ha detto una ragione che fa pensare; lei ha detto, mi pare: «mi salvi dalla trincea». Veda, veda! Lei artista, lei assertore delle maggiori audacie, ha adoperato adesso una parola della vecchia retorica. Caro lei è proprio una condanna! Con tutte le nostre ribellioni, noi parliamo sempre per sineddoche, per litote, per antonomasie, e altre fraudi del pensiero. Lei ha adoperato adesso una metonimia, mi salvi dalla trincea, cioè la causa per l’effetto: mi salvi dalla morte. Così che lei è vile. — Se le fa piacere, sì. — Piacere no: mi è indifferente. Ma ogni opinione, nettamente espressa, mi fa piacere.<noinclude></noinclude> pfp9bamz4g3bb8xrzrzm7zptucbu0kd Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/137 108 658628 3025918 2945639 2022-08-23T21:45:35Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 125 —|}}</noinclude>— guardava Beatus, che stupiva come ella capisse. «Fidatevi di me, signo’ — dicea. — Capisco, ho capito!» E aveva capito! Perchè Scolastica se ne era andata senza dir nulla: ma la sua roba era ancor lì. Faceva tutto lei, la bimbetta: «Voi statevi quieto». E anche andava nelle farmacie lontane lontane a prendere le medicine. Ma una sera la bimbetta non tornava. Era andata tutta baldanzosa a prendere una medicina che non si trovava più se non in una farmacia lontana lontana, e per grazia dell’amico dottore: una medicina tedesca, che abbassava la febbre, ma non indeboliva il cuore. E la città era grande. Già calava la sera, e lei non tornava. Mo’ viene — diceva la grossa donna del sud. — Non si perde! Ma la bimbetta non veniva; ed era in pensiero anche la grossa donna del sud. E in silenzio attesero. Suonò l’ora di notte. Finalmente la bimbetta venne. Rideva e piangeva. Raccontò sua ventura.<noinclude></noinclude> t3360x4obx69ancmp55sjlszy16w4jx Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/129 108 658629 3025907 2945630 2022-08-23T21:19:45Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 117 —|}}</noinclude> {{Centrato|{{Sc|Capitolo XV.}}}} {{Centrato|{{larger|“Quis est proximus tuus?„}}}} Storia d’Italia! Un cavaliero cavalca un somiero. Sono giunti in vista del Campidoglio. Che nome! Ma ''Capitolium fuit!'' Il somiero non vuol salire quella vetta, e ribalta cavaliero e elmo di Scipio. Il rosignolo, morto; il gallo, morto! Triste storia! E in questa meditazione — nel silenzio dello studio, rimasto vuoto dopo la partenza del giovane — questa voce si udì: «Beatus, buon dì». «Ciao, caro». Era il pappagallo, animale calunniato. «Povero Loreto! Tu non sei nè insensibile nè demoniaco. Sei quello che sei. E così Biagino non è nè buono nè cattivo. È quello che è. È masnadiero. E così il somiero ubbidisce ai sensi che ha.<noinclude></noinclude> g1hayeki9e7ajokgp2asp1vg6y9v3gw Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/133 108 658630 3025914 2945635 2022-08-23T21:38:15Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 121 —|}}</noinclude>{{Pt|sumeva|assumeva}} la maschera della morte nera. Era inoltre capace di lasciar vivere una mezza carognetta come Beatus, e portar via lì, sotto casa sua, un colosso come il salumaio: un uomo che Beatus aveva ammirato tanto. Vedere con quanta religione questo colosso, dalla fronte depressa, tagliava i suoi prosciutti, con la sua gran coltella! E il suo falso burro! e il suo denaro! E invece? Ah, povero uomo! E poichè era stato assicurato che gli uomini si impestavano con l’alito, così si vide gente girare con la maschera di garza. Molte donne che vendono i baci della bella bocca, videro svalorizzata la loro merce. Molti ''pescicani'', arricchiti con la guerra, temettero la ''spagnola'' assai più della rivoluzione. Uno di questi ''pescicani'' aveva ordinato la carrozzeria per una automobile, ma si sentì rispondere che per il momento i falegnami lavoravano unicamente in casse da morto. E dopo, non più casse! Sacchi! Si insaccanogli uomini come a Roma si fa per le immondizie.<noinclude></noinclude> j76oqwo5295rkaaoxosqdavp95nqn5z Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/127 108 658631 3025901 2945628 2022-08-23T21:15:15Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 115 —|}}</noinclude><nowiki/> — Non vorrà credere però che io me ne offenda. — Oh, lo credo. — La mia morale non è la sua morale. — Senta, caro, questa questione proprio non mi interessa. Piuttosto mi dica una cosa: lei ama molto la vita? — Se l’amo? È la mia sola, vera, unica proprietà. Non sa lei che io ho tutti i miei sensi? — Lei vuol dire con questo, — disse Beatus — che io ho perduto i miei sensi, e perciò non posso comprendere lei. Può darsi che sia così; ma mi dica: lei la gode la vita? — Io la mangio la vita. Mangio tutto! Vile sì, ma mi vengano a prender la vita!... E l’elegante sua mano si atteggiò a rostro. — In questo momento — disse Beatus — lei mi ricorda l’uomo preistorico delle caverne. — Può anche darsi — rispose il giovane, — ma con tutte le raffinatezze della vita moderna. Del resto cosa crede lei di avere progredito con la sua morale del sacrificio? — Anche questa è una buona ragione. Favorisca la penna. — La tenne per un<noinclude></noinclude> 364mu7f6hh87epwegom0981870rc1nn Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/139 108 658632 3025920 2945641 2022-08-23T21:51:17Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 127 —|}}</noinclude><nowiki/> — E scusate — disse la donna del sud con peritanza, — voi siete un buon uomo, ma voi non siete innocente! {{Centrato|*}} La notte, la febbre placò, come talvolta misteriosamente placa il vento sul mare. Erano i microbi della vita che vincevano quelli della morte? Era la medicina tedesca? E allora perchè quel popolo fabbricò anche i gas asfissianti? Domande su domande, come onde su onde, portavano Beatus su di un oceano. Si assopì verso l’alba. E allora gli apparve ancora quel gran volto di Cristo. Le labbra di Cristo si movevano come se mormorassero: ''Quis est proximus tuus?'' E le tre dita erano levate sopra di lui.<noinclude></noinclude> jurbr8sobfd7ixb6hu0otn3264siwah Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/128 108 658633 3025902 2945629 2022-08-23T21:16:18Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 116 —|}}</noinclude>istante sospesa, come perplesso, e domandò: — Lei non ha mai sofferto di mal di stomaco? — Io? Io digerisco tutto. E Beatus sottoscrisse il foglio che dichiarava come quel giovane era veramente ''indispensabile e insostituibile''.<noinclude></noinclude> lrgks206gd6896obok0xf8un42f04to Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/131 108 658637 3025912 2945633 2022-08-23T21:35:39Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 119 —|}}</noinclude>mettere quei cosini di metallo l’uno sopra l’altro, e trovò l’elettricità. «Le teocrazie ne avrebbero fatto un segreto magico; ma lei, signor Alessandro Volta, viveva nel secolo dei lumi, e ne ha fatto un regalo al popolo. E ora è troppo giusto che il proprietario della luce sia il sindacato degli elettricisti, e lei stia contento, con una a di meno, ad essere una misura. Anche lei appartiene alla società dei ''fessi;'' e così anche lei, professor {{AutoreCitato|Galileo Ferraris}}, professor {{AutoreCitato|Antonio Pacinotti|Pacinotti}}.» Ma intanto bisognava cercare una candela. Ma soltanto Scolastica sa dove sono, e se ci sono, le candele. Beatus fu costretto a riconoscere che anche Scolastica era indispensabile. Sono verità che si vedono, specialmente quando si è al buio. {{Centrato|*}} E un giorno che i calzoni non stavano su perchè si erano staccati i bottoni delle bretelle e quindi egli non potè uscir di casa, rivide questa verità, benchè fosse di giorno. Questa verità fu veduta, anche più {{Pt|lumi-|}}<noinclude></noinclude> com547pe6emm34sfpap21egztwp13ax Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/132 108 658638 3025913 2945634 2022-08-23T21:36:57Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 120 —|}}</noinclude>{{Pt|nosa,|luminosa,}} per la terza volta, quando Beatus infermò. Allora Scolastica apparve proprio ''indispensabile'' e ''insostituibile''. {{Centrato|*}} Quando uno è infermo, vengono gli amici, e dicono: «Comandatemi, amico. Ben lieto di potervi servire». E se ne vanno. Ovvero mandano fiori da mettere sul comodino, purchè non vi sia troppo odore di cadavere, chè, in tale caso, i fiori si mandano per i funerali. Ma per Beatus non venne nessuno perchè c’era un’epidemia chiamata la ''spagnola'', e il popolo ci aveva fatto anche la sua canzonetta. Ma il vero nome dell’epidemia non si sapeva, perchè il ''bacillo'', quantunque esortato dai più valenti scienziati, conservava gelosamente il suo incognito. Dal modo come si comportava, si può supporre che fosse un bacillo umoristico. Comunemente si presentava sotto l’aspetto di un raffreddore dabbene, e poi, d’un tratto, {{Pt|as-|}}<noinclude></noinclude> 0t54nl7nks3klp8dqtgq9ptgcquvkck Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/136 108 658639 3025917 2945638 2022-08-23T21:44:39Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 124 —|}}</noinclude>{{Pt|chitica,|rachitica,}} col corpo di dieci anni, il volto grinzoso, ed il mento aguzzo; e una zazzera avea nera e tonduta, legata con un nastro rosso. Pareva la figura del ''diavolo zoppo'' nelle vecchie illustrazioni del {{AutoreCitato|Alain-Renè Lesage|Le Sage}}. Ma ella aveva una infantile, dolcissima cantilena umbra con parolette piene di assennatezza, per cui Beatus, comparando quel suono col ciacolar di Scolastica, gli parve che mai {{AutoreCitato|Francesco d'Assisi|San Francesco}} avrebbe potuto nascere nel Veneto. La formidabile signora Alice era una piccola borghese, e proprio di quelle spregiate terre del sud, che nelle terre del nord sono dette ''terra matta'' o ''terra ballerina''. Nominava spesso quegli idoli che si vedono a Napoli sui comò, e portava una capigliatura nera elaboratissima, sì che pareva senza fronte. Non tutto, dunque, è nella fronte? La bimbetta non era sua figlia, ma una trovatella, raccattata per via, e che lei aveva pulito, vestito; e le aveva messe scarpe ai piedi, e le aveva promesso, se fosse stata buona e ubbidiente, che la avrebbe tenuta alla prima comunione. Ma la bimbetta non aveva bisogno di ammonimenti: faceva lei per casa; capiva e — ridendo con gli occhi nerissimi<noinclude></noinclude> 9pevsl4a2evow1f573fs8vqtpv1d02s 3025922 3025917 2022-08-23T21:51:56Z Piaz1606 10206 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 124 —|}}</noinclude>{{Pt|chitica,|rachitica,}} col corpo di dieci anni, il volto grinzoso, ed il mento aguzzo; e una zazzera avea nera e tonduta, legata con un nastro rosso. Pareva la figura del ''diavolo zoppo'' nelle vecchie illustrazioni del {{AutoreCitato|Alain-René Lesage|Le Sage}}. Ma ella aveva una infantile, dolcissima cantilena umbra con parolette piene di assennatezza, per cui Beatus, comparando quel suono col ciacolar di Scolastica, gli parve che mai {{AutoreCitato|Francesco d'Assisi|San Francesco}} avrebbe potuto nascere nel Veneto. La formidabile signora Alice era una piccola borghese, e proprio di quelle spregiate terre del sud, che nelle terre del nord sono dette ''terra matta'' o ''terra ballerina''. Nominava spesso quegli idoli che si vedono a Napoli sui comò, e portava una capigliatura nera elaboratissima, sì che pareva senza fronte. Non tutto, dunque, è nella fronte? La bimbetta non era sua figlia, ma una trovatella, raccattata per via, e che lei aveva pulito, vestito; e le aveva messe scarpe ai piedi, e le aveva promesso, se fosse stata buona e ubbidiente, che la avrebbe tenuta alla prima comunione. Ma la bimbetta non aveva bisogno di ammonimenti: faceva lei per casa; capiva e — ridendo con gli occhi nerissimi<noinclude></noinclude> 1xaz1lpc1ud9wsh9la86k7f0i12ldjl Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/135 108 658640 3025916 2945637 2022-08-23T21:40:30Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 123 —|}}</noinclude> {{Centrato|*}} Ma forse fu anche opera della signora Alice, una inquilina della casa, la quale venne e portò una tazza di brodo, un uovo fresco, un’ala di pollo: tutte cose rare nell’estate del 1918. E questa inquilina non soltanto portò il brodo e l’ala di pollo, ma rassettò la camera e mutò le lenzuola, anzi prestò lei le sue lenzuola, perchè soltanto Scolastica sapeva dove erano e se c’erano ancora le lenzuola. Ma Scolastica era assente. E allora apparve a Beatus quel Cristo, che aveva veduto in quella chiesa di Romagna, e questa domanda gli batteva nel cervello: ''Quis est proximus tuus?'' E quando la signora Alice non poteva venire, mandava su una sua bimbetta, e spesso venivano tutte e due; e a vederle facevano sorridere: lei era una donna di così vaste proporzioni che ingombrava di sè quasi tutta la camera, mentre si chiamava Alice, un nome che dà l’idea di una figurina sottile; e la bimbetta si chiamava Elena, il nome della gran femina! E invece era una bimbetta {{Pt|ra-|}}<noinclude></noinclude> ielimtazr70vjzxw0z3p5fuqfps4rvb Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/138 108 658644 3025919 2945640 2022-08-23T21:50:22Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 126 —|}}</noinclude><nowiki/> Si era smarrita. Intanto era venuta la notte, i lumi non ci sono più e lei piangeva. La gente si fermava e diceva: «Cos’è?» «Una bimba che ha smarrita la via». E andavano oltre. Allora una bella signora vestita di bianco, le domandò perchè piangeva. Ella raccontò sua ventura. «Oh, che brava bimba!» E in un momento la ricondusse a casa in carrozza. — E la medicina? — Eccola qui —, e non sapeva più come avesse trovato la medicina. La grossa donna del sud, seduta presso il capezzale, diceva: — Mo’ vedete, chi sa? è la Madonna. Tante storie ella sapeva di apparizioni della Madonna: sempre una bella signora, ma vestita di bianco. Una volta sui monti apparve a una pastorella, e tutte le pecore erano intorno inginocchiate; un’altra volta apparve d’agosto, con tutta la neve bianca d’intorno; un’altra volta d’inverno, con tutti i gigli fioriti. — E perchè a me non appare? — chiese Beatus.<noinclude></noinclude> ca2rruhfgedv8wtjg9oqg0xggktzwim Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/125 108 658650 3025891 2945626 2022-08-23T20:54:20Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 113 —|}}</noinclude><nowiki/> Beatus fece no, con la testa. Poi lentamente aggiunse, levando la piccola mano: — I ''fessi'' d’Italia, vivi e morti, non lo permettono. — Ma non dica sciocchezze! E il volto del giovane si sconvolse e apparve brutto. — Senta, caro, — disse Beatus sollevandosi alquanto sul canapè, — senza che lei dica altre sue laide parole che mi disgustano, lei è più robusto di me, mi prende, lì c’è la finestra. Lei mi butta giù; ma io non firmo. Il giovane si contorse e Beatus si rimise sul canapè. — Per Dio, — disse il giovane, — le tira lei le parole.... Ma parli franco: dica che si vuol cavare una vendetta personale. — Oh oh! — fece Beatus levandosi ancora. — Ma sì, sì. Lei vede il giovane che sorge, che si afferma, che si fa un nome.... — E io ho invidia! — interruppe allora Beatus. — Ah, io ho invidia di lei.... Oh, infelice! Io invidio il suo nome! Lei vuol dire<noinclude></noinclude> dafk4fs487hreah9el5ugn7yoeccblx Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/130 108 658653 3025911 2945632 2022-08-23T21:29:16Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 118 —|}}</noinclude><nowiki/> «E cosi il rosignolo morto non pensava all’oriente; nè il gallo vuol destare gli uomini. Tutto il resto è la tua malattia, qui». E col ditino Beatus si toccò la fronte. «Questo ditino così gracile e questa fronte così mostruosa! Ah, io sono animale mostruoso; e Scolastica ben lo sa: ma tutti voi, signori, siete mostruosi», disse Beatus volgendo lo sguardo attorno attorno per le pareti da cui pendevano i benefattori dell’umanità. Tutti pendevano con quella deformità della fronte; e siccome alcuni erano calvi, così quelle fronti parevano bianchi occhi ciclopici. «Figlio mio, perchè bestemmi tu i doni dello Spirito Santo?» Questa voce Beatus udì. Essa proveniva da un ritrattino più piccolo: quello di sua madre. Anche Beatus aveva avuto una madre. Allora Beatus si rannicchiò in grande meditazione, finchè venne la sera. E allora si accese la lampadina elettrica; ma, poco dopo, senza dire perchè, la lampadina alitò e si spense. Alla luce dell’ultimo crepuscolo, Beatus vide il ritratto di quell’uomo che studiò tanto per<noinclude></noinclude> toi3n520u6a1yedzx0i7tmb3qpm65pv Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/134 108 658658 3025915 2945636 2022-08-23T21:39:17Z Piaz1606 10206 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Piaz1606" />{{RigaIntestazione||— 122 —|}}</noinclude> {{Centrato|*}} Di queste cose Beatus ragionava quasi piacevolmente col suo dottore, un giovane così lindo, così dotto, così gentile! Perchè Beatus aveva un po’ paura degli uomini; ma della morte non troppo: forse perchè la aveva incontrata altre volte per la strada, in precedenti infermità. Ci si era abituato, e avevano anzi finito col salutarsi. — Lei ha vinto — diceva il dottore, — una gran battaglia! — Ma quale? — Quella che i fagociti hanno combattuto contro i misteriosi microbi della ''febbre spagnola.'' E Beatus aveva la sensazione che il suo corpo fosse come la madre terra che sostiene tanti milioni di combattenti, e non se ne accorge. «Ecco i ''leucociti,'' i ''fagociti'', mobilitati per la caccia alla ''spagnola''. Il mio corpo è un campo di battaglia. Ma forse è la Morte che ha tanto da fare in questi giorni! Del resto lei sa dove! sto di casa.»<noinclude></noinclude> 7ttlew0uiiv2f6jsedszhsbaib7snfm Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/183 108 690632 3025835 2498962 2022-08-23T14:11:28Z MadMox 12296 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="MadMox" />{{RigaIntestazione||{{Sc|canto terzo}}|181}}</noinclude><poem> {{Ottava|115}}Con questo ragionar, del piè gentile si reca in grembo l’animato latte, e poscia che con vel bianco e sottile n’ha le gelate stille espresse e tratte, de la destra v’accosta assai simile, quasi in bel paragon, le nevi intatte. Disse Amor, che non era indi lontano: — Non volea sì bel piè men bella mano. — {{Ottava|116}}Tasta la cicatrice, e terge e tocca morbidamente i sanguinosi avori, e mentre un rio di nèttare vi fiocca tra cento erbe salubri, e cento odori, fan con occhio loquace e muta bocca Eco amorosa i tormentati cori, dove in vece di voce il vago sguardo quinci e quindi risponde: — Ardi, ch’io ardo. — {{Ottava|117}}Dicea l’un fra suo cor: — Deh quali io miro strani prodigi, e meraviglie nove? Il Ciel d’Amor dal cristallino giro di sanguigne rugiade un nembo piove! Quando tra gli alabastri unqua s’udiro nascer cinabri in cotal guisa, o dove? Da fonte eburneo uscir rivi vermigli, da le nevi coralli, ostri dai gigli? {{Ottava|118}}Sangue puro e divin, ch’a poco a poco fai sovra il latte scaturir le rose, vorrei da te saver, sei sangue o foco, che tante accogli in te faville ascose? O non mai più vedute in alcun loco gemme mie peregrine e prezïose, di sì nobil miniera usciste fore, che ben si vende a tanto prezzo un core! </poem><noinclude></noinclude> cscutey4o8ec4gmnjg7gjbm27yb7w3o Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/184 108 690633 3025837 2498964 2022-08-23T14:16:57Z MadMox 12296 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="MadMox" />{{RigaIntestazione|182|{{Sc|l’innamoramento}}|}}</noinclude><poem> {{Ottava|119}}E tu candido piede insanguinato, che di minio sì fino asperso sei, e ricca pompa fai così smaltato de’ tesori d’Amore agli occhi miei, quanto più del mio cor sei fortunato, del mio cor, che trafitto è da costei? Langue ferita, e di ferir pur vaga impiagato m’ha il cor con la sua piaga. {{Ottava|120}}A te fasciato pur di bianco invoglio efficace licor rimedio serba. Senza fasce ei si dole, al suo cordoglio non giova industria d’arte, o virtù d’erba. Consenta pur Amor, che s’io mi doglio, trovi ristoro almen la doglia acerba: e stringendomi il fianco in dolce laccio, se mi ferisce il piè, mi sani il braccio. {{Ottava|121}}Chi più già mai di me felice fia, s’egli averrà che questa bella essangue, ch’al chiuder de la sua la piaga mia apre così che ’l cor ne geme e langue, d’Omicida crudel Medica pia m’asciughi il pianto, ov’io l’asciugo il sangue? sì che tra noie e gioie, e guerre e paci quante mi dà ferite, io le dia baci? — {{Ottava|122}}— Lassa — l’altra dicea — , che dolce pena! Questa, che la mia piaga annoda e cinge, non è fascia, anzi è ceppo, anzi è catena, che mentre il piè mi lega, il cor mi stringe. Questo purpureo umor, che ’n larga vena di vivace rossor mi verga e tinge, ahi ch’è l’anima mia, che ’n sangue espressa vuole a costui sacrificar se stessa. </poem><noinclude></noinclude> 388stsvwrcclz9focvl2fqg2uabkk9r Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/185 108 690634 3025839 2498966 2022-08-23T14:20:56Z MadMox 12296 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="MadMox" />{{RigaIntestazione||{{Sc|canto terzo}}|183}}</noinclude><poem> {{Ottava|123}}Erbe felici, ch’a le mie ferute dolor recate e refrigerio insieme, ben che d’alto valor, quella virtute che vive in voi, non è virtù di seme. Vien da la bella man la mia salute, da quella man che vi distilla e preme, emula de’ begli occhi e del bel viso, che sanandomi il corpo, ha il core ucciso. {{Ottava|124}}O bella mano, ond’è che curar vuoi la piaga del mio piè con tanto affetto? Forse sol per poter farmene poi mille più larghe e più profonde al petto? Fors’è destin, che fuor ch’a’ colpi tuoi, non dee corpo celeste esser soggetto. La palma, che di me Morte non ebbe, a te sol si concede, a te si debbe. {{Ottava|125}}Ma che più tardo a disvelar quest’ombra, che tiene il mio splendor di nube cinto? S’or che le mie bellezze in parte adombra magica benda, il mio aversario è vinto, che fia quando ogni nebbia in tutto sgombra, verrà che ceda al vero oggetto il finto? — Disse, e squarciando le fallaci larve, in propria effigie al Giovinetto apparve. {{Ottava|126}}Qual Vergine talor semplice e pura s’avien ch’astuta mano alzi e discopra drappo, ch’alcuna in sé sacra figura effigïata ad arte abbia di sopra, ma secreta nasconda altra pittura, di lascivo pennel piacevol opra, tingendo il bel candor di grana fina, da l’inganno confusa, i lumi inchina: </poem><noinclude></noinclude> o31d6q1ubaslusyzee8bzq4j1msfhdg Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/186 108 690635 3025841 2498968 2022-08-23T14:24:52Z MadMox 12296 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="MadMox" />{{RigaIntestazione|184|{{Sc|l’innamoramento}}|}}</noinclude><poem> {{Ottava|127}}tal si smarrisce Adon, quando scoverto de la Dea gli si mostra il lume intero; e tanto più, pur di sognar incerto, d’alta confusïon colma il pensiero perché conosce espressamente aperto del sogno suo ne la vigilia il vero, rivedendo colei che poco dianzi, rubatrice del cor, gli apparve innanzi. {{Ottava|128}}Al bel Garzon, che stupefatto resta veduto il primo aspetto in aria sciolto, la bella Dea discopre e manifesta in un punto medesmo il core e ’l volto. — Ben mio — dicea — , qual meraviglia è questa, che tra dubbi pensier ti tiene involto? Quel traveder, che ti fa star dubbioso, fu di mia deïtà scherzo amoroso {{Ottava|129}}Or non più mi nascondo. Io mi son quella per cui d’amore il terzo Ciel s’accende. Quella son io, la cui lucente stella innanzi al Sole, emula al Sol risplende. Taccio, che dal mio bel qualunque bella bella è detta quaggiù, bellezza prende; taccio, che figlia son del sommo Padre. Dirò sol ch’amo, e che d’Amor son madre. {{Ottava|130}}Quando ben fusse a tua notizia ignoto quel che t’abbaglia insolito splendore, qual è clima sì inospito e remoto? alma qual è, che non conosca Amore? Che se pur poco agli altri sensi è noto, malgrado suo, n’ha conoscenza il core. Se ti piace d’Amor dunque il piacere, dimmi il tuo stato, e dammi il tuo volere. — </poem><noinclude></noinclude> pzaiqh19lgxjkifnkcfbm9pt0icyd01 Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/187 108 690636 3025842 2498969 2022-08-23T14:28:53Z MadMox 12296 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="MadMox" />{{RigaIntestazione||{{Sc|canto terzo}}|185}}</noinclude><poem> {{Ottava|131}}Sì disse, e Pitho il persuase e vinse, ch’entro le labra de la Dea s’ascose. Pitho ministra sua d’ambrosia intinse quelle faconde ed animate rose. Pitho in leggiadri articoli distinse le note accorte, e ’l bel parlar compose. Pitho da la dolcissima favella sparse catene, ed aventò quadrella. {{Ottava|132}}Fusse la gran söavità di queste voci, che ’l giovenil petto percosse, o del bel cinto, ond’ella il fianco veste, pur la virtù miracolosa fosse; dal dolce suon del ragionar celeste invaghito il Fanciul tutto si mosse; ma quel che ’n lui più ch’altro ebbe possanza, fu la divina oltramortal sembianza. {{Ottava|133}}Un diadema Ciprigna avea gemmante, gemme possenti a concitare amore. V’era la pietra illustre e folgorante c’ha da la Luna il nome e lo splendore, la Calamita, ch’è del ferro amante, e ’l Giacinto, ch’a Cinthio accese il core. Ma la virtù de’ lucidi gioielli fu nulla appo l’ardor degli occhi belli. {{Ottava|134}}La destra ella gli stese, e ’l vago lino scorciò, che nascondea la neve pura: ond’implicato in un cerchietto fino, che con mista di gemme aurea scultura facea maniglia al gomito divino rigido di barbarica ornatura, (fuss’arte o caso) dilicato e bianco fece il fuso veder del braccio manco. </poem><noinclude></noinclude> 03u6n8ypk13y709kbwa11lot2uu2yoy Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/188 108 690637 3025847 2498972 2022-08-23T14:33:14Z MadMox 12296 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="MadMox" />{{RigaIntestazione|186|{{Sc|l’innamoramento}}|}}</noinclude><poem> {{Ottava|135}}Tenea (com’io dicea) le membra belle appannate d’un vel candido e netto, e quai d’Adria veggiam Donne e Donzelle, infin sotto le poppe ignudo il petto. Fe’ vista allor tra ’l seno e le mammelle voler groppo annodar non ben ristretto, e più leggiadra e più secreta parte fingendo di coprir, scoverse ad arte. {{Ottava|136}}Mentre languia l’innamorata Dea, Adon con fise ciglia in lei rivolto tutto rapito a contemplar godea le meraviglie del celeste volto, e quivi in vista attonito scorgea il bel del bello in breve spazio accolto. Fra i detti intanto e fra gli sguardi Amore gli entrò per gli occhi e per l’orecchie al core. {{Ottava|137}}Ne l’udir, nel mirar s’accese ed arse di non sentite ancor fiamme novelle, e del foco del cor l’incendio sparse su per le guance dilicate e belle. Inchinò a terra onestamente scarse vergognosetto le ridenti stelle, poi verso lei con un sospir le volse, alfin lo spirto in queste voci sciolse: {{Ottava|138}}— O Dea cortese, o s’altro è pur fra noi titol, ch’a maestà tanta convegna, qual può mai cosa offrir vil servo a voi, la cui pietà di cotal grazia il degna? Lo scettro no, poi che ne’ regni suoi povero diredato or più non regna. La vita no, ché da voi Dei fatali il vivere e ’l morir pende a’ mortali. </poem><noinclude></noinclude> r2tf0u06i8vonnrm06tb86s6h86tqj8 Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/189 108 690638 3025848 2498974 2022-08-23T14:37:21Z MadMox 12296 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="MadMox" />{{RigaIntestazione||{{Sc|canto terzo}}|187}}</noinclude><poem> {{Ottava|139}}Voi siete tal, ch’altri non può mirarvi che mirando d’amor non se n’accenda; ma non può alcuno accendersi ad amarvi ch’amando non v’oltraggi, e non v’offenda. Offesa v’è servirvi ed adorarvi, v’oltraggia uom vil che cotant’alto intenda, perché con quel ch’ogni misura passa proporzïon non ha scala sì bassa. {{Ottava|140}}Non dee tanto avanzarsi umano ardire che presuma d’amar bellezza eterna, ma curvar le ginocchia, e reverire con devota umiltà chi ’l Ciel governa. È ben ver, che qualora entra in desire d’inferïor natura alma superna, quella bontà, quella virtù sublime ne l’amato suggetto il merto imprime. {{Ottava|141}}Quel merto, ch’esser suol d’amor cagione in noi mortali, è in voi Celesti effetto, sì che quando alcun Dio d’amar dispone uom terreno e caduco, il fa perfetto; ché ben che disegual sia l’unione, l’un de l’altro però sgombra il difetto; e d’ogni indignità purgando il vile, ciò ch’è per sé villan rende gentile. {{Ottava|142}}Amor di voi m’innamorò per fama pria ch’a veder vostra beltà giungessi, e da lunge v’amai non men che s’ama oggetto bel, ch’ingorda vista appressi. Or che quanto il mio cor sospira e brama son condotto a mirar con gli occhi istessi, e ch’oltre il rimirarvi, altro m’è dato, vo’ contentando voi, far me beato. </poem><noinclude></noinclude> 69lzevqp6kwn907vr2ief0dvn26dosr Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/190 108 690639 3025849 2498977 2022-08-23T14:41:33Z MadMox 12296 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="MadMox" />{{RigaIntestazione|188|{{Sc|l’innamoramento}}|}}</noinclude><poem> {{Ottava|143}}Quanto darvi mi lice, e quanto è mio vi sacro, e de l’ardir cheggio perdono. Se degno son di voi, vostro son io, e se ’l cor vi fia in grado, il cor vi dono. Se mendica è la man, ricco è il desio, siete donna di me più ch’io non sono. Né, fuor che l’amor vostro, amar potrei, né potendo voler, poter vorrei. {{Ottava|144}}Il mio volere al voler vostro è presto tanto, che quasi in me nulla n’avanza. Lo stato mio, s’a tutti è manifesto, come a voi di celarlo avrei baldanza? Mirra (dirollo) il cui nefando incesto la vergogna rinova a la membranza, fu la mia genitrice, e da colui che generolla, generato io fui. {{Ottava|145}}Ed or selvaggio Cacciator ramingo, sagittario di Damme e di Cervette, l’arco per mio trastullo incocco e stringo, ed impenno la fuga a le saette. Felice error, che per l’orror solingo di quest’ombre beate e benedette fuor di via mi tirò, né ciò mi dole, poi che perdo una fera, e trovo un Sole. {{Ottava|146}}Ne’ be’ vostr’occhi, per cui vivo e moro, l’anima omai depositar mi piace; ma perché ’l cor sacrificato in loro già sento già che ’n vivo ardor si sface, e perch’a quella bocca, ov’è ’l tesoro d’Amor, non è d’avicinarsi audace, ecco, con questo bacio, ancor che indegno, a te, candida mano, io la consegno. — </poem><noinclude></noinclude> hckwcj5nxnbzbacmb8tdopc4knrbzbm Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/191 108 690640 3025852 2498979 2022-08-23T14:45:34Z MadMox 12296 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="MadMox" />{{RigaIntestazione||{{Sc|canto terzo}}|189}}</noinclude><poem> {{Ottava|147}}Ed ella allor: — Che tu ti sia, mia Vita, esperto Arcier, Saëttatore accorto, altra prova non vo’ che la ferita che ’n mezo al petto immedicabil porto. Ma d’aver tal beltà mai partorita Mirra (credilo a me) si vanta a torto, perché fra l’ombre il Sol non si produce, né può la notte generar la luce. {{Ottava|148}}Ella il padre ingannò di notte oscura, e tu porti negli occhi un dì sereno. Ella di scorza alpestra il corpo indura, e tu più che di latte hai molle il seno. Ella amara e spiacente è per natura, e tu sei tutto di dolcezza pieno. Ella distilla lagrimosi umori, e tu fai lagrimar l’anime e i cori. {{Ottava|149}}Sol quelle luci tue rapaci e ladre, ch’involando da’ petti i cori vanno, parto furtivo di furtiva madre t’accusan nato, e con furtivo inganno. Or se membra sì belle e sì leggiadre fur concette di furto, e furar sanno, non ti meravigliar, se voglio anch’io che chi mi fura il cor, sia furto mio. {{Ottava|150}}Non pur gli occhi e le mani a tuo talento, la bocca e ’l sen t’è posseder concesso, ma t’apro il proprio fianco, e ti presento in cambio del tuo core, il core istesso. Vedrai che quell’amor, ch’al core io sento, t’ha sculto no, ma trasformato in esso: che sei de’ miei pensieri unico oggetto, e ch’altro cor che te, non ho nel petto. — </poem><noinclude></noinclude> gcwduooptzfs2oi1v3z27fvuhn5hr7h Template:PAGES NOT PROOFREAD 10 753893 3025944 3025705 2022-08-24T04:52:32Z Phe-bot 10082 Pywikibot 7.6.0 wikitext text/x-wiki 102042 ea1941cavjsj4c3idb8cn11699u8gmj Template:ALL PAGES 10 753894 3025946 3025706 2022-08-24T04:52:42Z Phe-bot 10082 Pywikibot 7.6.0 wikitext text/x-wiki 491933 2izs5ztl5bybzpzrap4snfyn7vjw6wt Template:PR TEXTS 10 753895 3025947 3025707 2022-08-24T04:52:52Z Phe-bot 10082 Pywikibot 7.6.0 wikitext text/x-wiki 65745 hs9myefwny8w0u1u9e75k05ev3yyvna Template:ALL TEXTS 10 753896 3025948 3025708 2022-08-24T04:53:02Z Phe-bot 10082 Pywikibot 7.6.0 wikitext text/x-wiki 96092 i75c57sa95khqk900sumr9v86tppnwb Pagina:De Sanctis, Francesco – Giacomo Leopardi, 1961 – BEIC 1800379.djvu/173 108 756332 3025857 3005996 2022-08-23T15:31:43Z Sirol2001 64901 /* Riletta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Sirol2001" />{{RigaIntestazione||{{Sc|xviii. 1822-23 - «alla primavera»}}|167}}</noinclude>più immediatamente l’immaginazione con un senso di novità, e non valgono più a produrre alcuna di quelle frasi felici, che rimangono. E neppure di quelle antiche età è una propria e vera contemplazione, sì che l’immaginazione vivamente percossa scintilli. Adamo, Noè, Abramo rimangono figure pallide, senza espressione. Quella stessa terra primitiva, che dovrebbe scuotere qualsiasi più torpida immaginazione, risveglia reminiscenze classiche, non produce alcuna onda nuova e fresca di poesia. E non senti il grido del primo fratricida ed i terrori del diluvio e le carezze dell’età dell’oro. Le due ultime strofe, che sono come il «''fabula docet''» del racconto, e che esprimono l’antica felicità e la crescente decadenza del genere umano, ripetono il concetto della poesia ''Alla Primavera'' in forma più generale. L’animo, guardando a’ vasti orizzonti de’ destini umani, non si eleva, quasi fossero spettacoli noti e consueti. Ci s’intravvede un poeta tolto all’arida prosa de’ suoi dialoghi, e che non ancora ha preso bene il suo slancio. Pure, non c’è cosa che non sia detta in modi nuovi, o per costruzioni o per frasi o per movenza. Ma in queste forme non si sente niente di fresco o di moderno o di popolare: il poeta ti pare un redivivo antico del Lazio nella moderna Italia. E ci confermiamo ancora una volta che al poeta manca la virtù rappresentativa del mondo esteriore, come manca il senso e il godimento del reale. La natura lo avea fatto grande nella esplorazione del proprio petto, ne’ colloquii col suo povero cuore.<noinclude><references/></noinclude> 3ovzhceykf9ikqh7cs05jg7c1c6mrae Pagina:Chi l'ha detto.djvu/909 108 808010 3025868 3025638 2022-08-23T17:36:50Z Utoutouto 16823 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Utoutouto" />{{RigaIntestazione||''Indice delle frasi''|877|riga=sì}}</noinclude>{{Colonna}} {{Pg|118|Quanto è bella! Quanto è cara. 402.}} {{Pg|570|Quanto errando, oh quanto va <nowiki>|</nowiki> Nel cercar la verità <nowiki>|</nowiki> Chi dal vin lungi si sta! 1703.}} {{Pg|119|Quanto si mostra men, tanto è più bella. 405.}} {{Pg|726|Quantum mutatus ab ilio. 2016.}} {{Pg|229|Quare si pace frui volumus, bellum gerendum est. 714.}} {{Pg|723|Quasi Nemrod robustus venator coram Domino. 1998.}} {{Pg|723|Quasi oliva speciosa in campis. 2002.}} {{Pg|697|Quattordici punti. 1906.}} {{Pg|134|Quattro predoni. 454.}} {{Pg|453|Quegli è fra gli stolti bene abbasso, <nowiki>|</nowiki> Che senza distinzion afferma o niega. 1342.}} {{Pg|400|Quel che solo <nowiki>|</nowiki> Contra tutta Toscana tenne il ponte. 1213.}} {{Pg|484|Quel che vuole Iddio e noi volemo. 1432.}} {{Pg|305|Quel cielo di Lombardia, così bello quand’è bello. 961.}} {{Pg|27|Quel giorno più non vi leggemmo avante. 93.}} {{Pg|717|Quella è l’original, questo è il ritratto. 1981.}} {{Pg|268|Quell’arte <nowiki>|</nowiki> Che «alluminare» chiamata è in Parisi. 833.}} {{Pg|308|Quella ruina che nel fianco <nowiki>|</nowiki> Di qua da Trento l’Adice percosse. 969.}} {{Pg|164|Quella sozza imagine di froda. 545.}} {{Pg|796|Quelli che si risparmiano sono tanti meno spesi. 2220.}} {{Pg|559|Quello ch’è storia non cangia mai. 1675.}} {{Pg|345|Quelque bien qu’on nous dise de nous, on ne nous apprend rien de nouveau. 1053.}} {{Pg|778|Quelques seigneurs sans importance. 2190.}} {{Pg|83|Quel rosignuol, che sì soave piagne <nowiki>|</nowiki> Forse suoi figli o sua cara consorte. 303.}} {{Pg|408|Quel sommo <nowiki>|</nowiki> D’occhi cieco, e divin raggio di mente. 1222.}} {{Pg|472|Quel ''tu'' alla quacquera <nowiki>|</nowiki> Di primo acchito! 1393.}} {{Pg|723|Quemadmodum desiderat cervus ad fontes aquarum. 2000.}} {{Pg|280|Quem dii diligunt <nowiki>|</nowiki> Adolescens moritur. 874.}} {{Pg|151|Quem enim diligit Dominus, corripit. 498.}} {{Pg|750|Questa barba benedetta <nowiki>|</nowiki> La facciamo sì o no? 2110.}} {{Pg|210|Questa è dunque la iniqua mercede <nowiki>|</nowiki> Che serbaste al canuto guerriero? 689.}} {{Pg|278|Questa è la vita! l’ebete <nowiki>|</nowiki> Vita che c’innamora. 868.}} {{Pg|577|Questa greggia e l’orticel dispensa <nowiki>|</nowiki> Cibi non compri alla mia parca mensa. 1726.}} {{Pg|33|Questa o quella per me pari sono. 114.}} {{Pg|226|Questa orrenda novella vi do. 706.}} {{Pg|792|Questa stretta di mano è il più bel giorno della mia vita. 2209.}} {{Pg|299|Questa terra.... <nowiki>|</nowiki> Che natura dall’altre ha divisa, <nowiki>|</nowiki> E ricinta col l’Alpe e col mar. 944.}} {{Pg|200|Qu’est-ce que la propriété? C’est le vol. 653.}} {{Pg|416|Questi è il rosso di pel Foscolo detto. 1240.}} {{Pg|416|Questi è Monti poeta e cavaliero <nowiki>|</nowiki> Gran traduttor dei traduttor d’Omero. 1240.}}<noinclude></noinclude> 20let5vdmiqxu8oynsmq15mv21nz5hu Discussioni indice:Dresselio - Scola della patienza.djvu 111 808187 3025956 3024872 2022-08-24T05:15:45Z OrbiliusMagister 129 salvataggio memoregex wikitext text/x-wiki == Scansioni == Le scansioni sono state ottenute dalla fonte IA, verificate, corrette e integrate con le scansioni eseguite personalmente da [[Utente:Albertomos|Albertomos]] e utilizzate per la trascrizione [[Scola della Patienza]]. Sono presenti numerosi errori di numerazione delle pagine; la correttezza della sequenza si può verificare con la nota originale di inizio pagina successiva in fondo a ogni pagina. Al momento è previsto un tentativo di Match & Split della trascrizione, di esito incerto. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 18:52, 30 nov 2021 (CET) == Stile di trascrizione == Nel corso della trascrizione, nella prima versione di [[Scola della Patienza]] il testo seicentesco è stato diffusamente modernizzato; mancano inoltre i testi in latino. Si suggerisce, in prima battuta, di * aggiungere i tl|RigaIntestazione * inserire i fine paragrafo mancanti * verificare le parole di inizio e fine pagina * aggiungere il testo latino --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:15, 1 dic 2021 (CET) == memoRegex == <nowiki>{"\\ o\\ ":[""," ò ","g"], "Pazienza":["","Patienza","g"], "\\ ma\\ ":[""," mà ","g"], "\\ Ma\\ ":[""," Mà ","g"], "\\ e\\ ":["",", e ","g"], "Crist":["","Christ","g"], "\\ \\ ":[""," ","g"], "\\ ha\\ ":[""," hà ","g"], "azion":["","ation","g"], "uomini":["","huomini","g"], "uomo":["","huomo","g"], "RigaIntestatione":["","RigaIntestazione","g"], "\\ onor":[""," honor","g"], "\\ che":["",", che","g"], "\\ ora\\ ":[""," hora ","g"], "\\ va\\ ":[""," và ","g"], "\\ fu\\ ":[""," fù ","g"], "\\ mezzo\\ ":[""," mezo ","g"], "\\ figliol":[""," figliuol","g"], "volentieri":["","volontieri","g"], "\\ Re\\ ":[""," Rè ","g"], "\\ ho\\ ":[""," hò ","g"], "\\ foss":[""," fuss","g"], "domand":["","dimand","g"], "\\ devot":[""," divot","g"], "\\ Giobbe":[""," Giob","g"], "lacrim":["","lagrim","g"], "afflizz":["","afflitt","g"], "hh":["","h","g"], "\\ Aten":[""," Athen","g"], "\\ sta\\ ":[""," stà ","g"], "acciocchè":["","accioche","g"], "poichè":["","poiche","g"], "Poichè":["","Poiche","g"], "fuorchè":["","fuor che","g"], "benchè":["","benche","g"], "Benchè":["","benche","g"], "ncorchè":["","nchorche","g"], "delizi":["","deliti","g"], "erchè":["","erche","g"], "izia":["","itia","g"], "pazienza":["","patienza","g"], "\\ aveva":[""," havea","g"], "azia":["","atia","g"], "ezia":["","atia","g"], "ozia":["","atia","g"], "azio":["","atio","g"], "ezio":["","etio","g"], "izio":["","itio","g"], "ozio":["","otio","g"], "llora\\ ":["","ll’hora ","g"], "neanche":["","ne anche","g"], "ered":["","hered","g"], "abbandon":["","abandon","g"], "Mosè":["","Moise","g"], "\\ tu\\ ":[""," tù ","g"], "pubblic":["","public","g"], "\\ roba":[""," robba","g"], "\\ robe":[""," robbe","g"], "avre":["","havere","g"], "tribola":["","tribula","g"], "non\\ lo\\ ":["","nol ","g"], "\\ agli\\ ":[""," à gl’","g"], "immag":["","imag","g"], "piuttosto":["","più tosto","g"], "coscienz":["","conscienz","g"], "\\ degli\\ a":[""," de gl’a","g"], "finora":["","fin’hora","g"], "\\ or\\ ":[""," hor ","g"], "\\ si\\ a":[""," s’a","g"], "\\ nei\\ ":[""," ne i ","g"], "\\ le\\ a":[""," l’a","g"], "\\ dai\\ ":[""," da i ","g"], "indarno":["","in darno","g"], "invano":["","in vano","g"], "upplitio":["","upplicio","g"], "vizio":["","vitio","g"], "vizi\\ ":["","vitij ","g"], "vizi\\,":["","vitij,","g"], "Vizi\\ ":["","Vitij ","g"], "\\ lezion":[""," lettion","g"], "isprezz":["","ispreggi","g"], "lo\\ stesso":["","l’istesso","g"], "ifficolt":["","ifficult","g"], "\\,\\,":["",",","g"], "gli\\ altri":["","gl’altri","g"], "un\\ huom":["","un’huom","g"], "gli\\ huom":["","gl’huom","g"], "comod":["","commod","g"], "\\ si\\ i":[""," s’i","g"]}</nowiki> 5k9hhfaopeskbplew7170jq8wiclaa8 3026014 3025956 2022-08-24T07:51:41Z OrbiliusMagister 129 salvataggio memoregex wikitext text/x-wiki == Scansioni == Le scansioni sono state ottenute dalla fonte IA, verificate, corrette e integrate con le scansioni eseguite personalmente da [[Utente:Albertomos|Albertomos]] e utilizzate per la trascrizione [[Scola della Patienza]]. Sono presenti numerosi errori di numerazione delle pagine; la correttezza della sequenza si può verificare con la nota originale di inizio pagina successiva in fondo a ogni pagina. Al momento è previsto un tentativo di Match & Split della trascrizione, di esito incerto. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 18:52, 30 nov 2021 (CET) == Stile di trascrizione == Nel corso della trascrizione, nella prima versione di [[Scola della Patienza]] il testo seicentesco è stato diffusamente modernizzato; mancano inoltre i testi in latino. Si suggerisce, in prima battuta, di * aggiungere i tl|RigaIntestazione * inserire i fine paragrafo mancanti * verificare le parole di inizio e fine pagina * aggiungere il testo latino --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:15, 1 dic 2021 (CET) == memoRegex == <nowiki>{"\\ o\\ ":[""," ò ","g"], "Pazienza":["","Patienza","g"], "\\ ma\\ ":[""," mà ","g"], "\\ Ma\\ ":[""," Mà ","g"], "\\ e\\ ":["",", e ","g"], "Crist":["","Christ","g"], "\\ \\ ":[""," ","g"], "\\ ha\\ ":[""," hà ","g"], "azion":["","ation","g"], "uomini":["","huomini","g"], "uomo":["","huomo","g"], "RigaIntestatione":["","RigaIntestazione","g"], "\\ onor":[""," honor","g"], "\\ che":["",", che","g"], "\\ ora\\ ":[""," hora ","g"], "\\ va\\ ":[""," và ","g"], "\\ fu\\ ":[""," fù ","g"], "\\ mezzo\\ ":[""," mezo ","g"], "\\ figliol":[""," figliuol","g"], "volentieri":["","volontieri","g"], "\\ Re\\ ":[""," Rè ","g"], "\\ ho\\ ":[""," hò ","g"], "\\ foss":[""," fuss","g"], "domand":["","dimand","g"], "\\ devot":[""," divot","g"], "\\ Giobbe":[""," Giob","g"], "lacrim":["","lagrim","g"], "afflizz":["","afflitt","g"], "hh":["","h","g"], "\\ Aten":[""," Athen","g"], "\\ sta\\ ":[""," stà ","g"], "acciocchè":["","accioche","g"], "poichè":["","poiche","g"], "Poichè":["","Poiche","g"], "fuorchè":["","fuor che","g"], "benchè":["","benche","g"], "Benchè":["","benche","g"], "ncorchè":["","nchorche","g"], "delizi":["","deliti","g"], "erchè":["","erche","g"], "izia":["","itia","g"], "pazienza":["","patienza","g"], "\\ aveva":[""," havea","g"], "azia":["","atia","g"], "ezia":["","atia","g"], "ozia":["","atia","g"], "azio":["","atio","g"], "ezio":["","etio","g"], "izio":["","itio","g"], "ozio":["","otio","g"], "llora\\ ":["","ll’hora ","g"], "neanche":["","ne anche","g"], "ered":["","hered","g"], "abbandon":["","abandon","g"], "Mosè":["","Moise","g"], "\\ tu\\ ":[""," tù ","g"], "pubblic":["","public","g"], "\\ roba":[""," robba","g"], "\\ robe":[""," robbe","g"], "avre":["","havere","g"], "tribola":["","tribula","g"], "non\\ lo\\ ":["","nol ","g"], "\\ agli\\ ":[""," à gl’","g"], "immag":["","imag","g"], "piuttosto":["","più tosto","g"], "coscienz":["","conscienz","g"], "\\ degli\\ a":[""," de gl’a","g"], "finora":["","fin’hora","g"], "\\ or\\ ":[""," hor ","g"], "\\ si\\ a":[""," s’a","g"], "\\ nei\\ ":[""," ne i ","g"], "\\ le\\ a":[""," l’a","g"], "\\ dai\\ ":[""," da i ","g"], "indarno":["","in darno","g"], "invano":["","in vano","g"], "upplitio":["","upplicio","g"], "vizio":["","vitio","g"], "vizi\\ ":["","vitij ","g"], "vizi\\,":["","vitij,","g"], "Vizi\\ ":["","Vitij ","g"], "\\ lezion":[""," lettion","g"], "isprezz":["","ispreggi","g"], "lo\\ stesso":["","l’istesso","g"], "ifficolt":["","ifficult","g"], "\\,\\,":["",",","g"], "gli\\ altri":["","gl’altri","g"], "un\\ huom":["","un’huom","g"], "gli\\ huom":["","gl’huom","g"], "comod":["","commod","g"], "\\ si\\ i":[""," s’i","g"], "comun":["","commun","g"]}</nowiki> 2i1gwkhqgeb2vn5hii28zboq7pxltzt 3026018 3026014 2022-08-24T08:06:05Z OrbiliusMagister 129 salvataggio memoregex wikitext text/x-wiki == Scansioni == Le scansioni sono state ottenute dalla fonte IA, verificate, corrette e integrate con le scansioni eseguite personalmente da [[Utente:Albertomos|Albertomos]] e utilizzate per la trascrizione [[Scola della Patienza]]. Sono presenti numerosi errori di numerazione delle pagine; la correttezza della sequenza si può verificare con la nota originale di inizio pagina successiva in fondo a ogni pagina. Al momento è previsto un tentativo di Match & Split della trascrizione, di esito incerto. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 18:52, 30 nov 2021 (CET) == Stile di trascrizione == Nel corso della trascrizione, nella prima versione di [[Scola della Patienza]] il testo seicentesco è stato diffusamente modernizzato; mancano inoltre i testi in latino. Si suggerisce, in prima battuta, di * aggiungere i tl|RigaIntestazione * inserire i fine paragrafo mancanti * verificare le parole di inizio e fine pagina * aggiungere il testo latino --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:15, 1 dic 2021 (CET) == memoRegex == <nowiki>{"\\ o\\ ":[""," ò ","g"], "Pazienza":["","Patienza","g"], "\\ ma\\ ":[""," mà ","g"], "\\ Ma\\ ":[""," Mà ","g"], "\\ e\\ ":["",", e ","g"], "Crist":["","Christ","g"], "\\ \\ ":[""," ","g"], "\\ ha\\ ":[""," hà ","g"], "azion":["","ation","g"], "uomini":["","huomini","g"], "uomo":["","huomo","g"], "RigaIntestatione":["","RigaIntestazione","g"], "\\ onor":[""," honor","g"], "\\ che":["",", che","g"], "\\ ora\\ ":[""," hora ","g"], "\\ va\\ ":[""," và ","g"], "\\ fu\\ ":[""," fù ","g"], "\\ mezzo\\ ":[""," mezo ","g"], "\\ figliol":[""," figliuol","g"], "volentieri":["","volontieri","g"], "\\ Re\\ ":[""," Rè ","g"], "\\ ho\\ ":[""," hò ","g"], "\\ foss":[""," fuss","g"], "domand":["","dimand","g"], "\\ devot":[""," divot","g"], "\\ Giobbe":[""," Giob","g"], "lacrim":["","lagrim","g"], "afflizz":["","afflitt","g"], "hh":["","h","g"], "\\ Aten":[""," Athen","g"], "\\ sta\\ ":[""," stà ","g"], "acciocchè":["","accioche","g"], "poichè":["","poiche","g"], "Poichè":["","Poiche","g"], "fuorchè":["","fuor che","g"], "benchè":["","benche","g"], "Benchè":["","benche","g"], "ncorchè":["","nchorche","g"], "delizi":["","deliti","g"], "erchè":["","erche","g"], "izia":["","itia","g"], "pazienza":["","patienza","g"], "\\ aveva":[""," havea","g"], "azia":["","atia","g"], "ezia":["","atia","g"], "ozia":["","atia","g"], "azio":["","atio","g"], "ezio":["","etio","g"], "izio":["","itio","g"], "ozio":["","otio","g"], "llora\\ ":["","ll’hora ","g"], "neanche":["","ne anche","g"], "ered":["","hered","g"], "abbandon":["","abandon","g"], "Mosè":["","Moise","g"], "\\ tu\\ ":[""," tù ","g"], "pubblic":["","public","g"], "\\ roba":[""," robba","g"], "\\ robe":[""," robbe","g"], "avre":["","havere","g"], "tribola":["","tribula","g"], "non\\ lo\\ ":["","nol ","g"], "\\ agli\\ ":[""," à gl’","g"], "immag":["","imag","g"], "piuttosto":["","più tosto","g"], "coscienz":["","conscienz","g"], "\\ degli\\ a":[""," de gl’a","g"], "finora":["","fin’hora","g"], "\\ or\\ ":[""," hor ","g"], "\\ si\\ a":[""," s’a","g"], "\\ nei\\ ":[""," ne i ","g"], "\\ le\\ a":[""," l’a","g"], "\\ dai\\ ":[""," da i ","g"], "indarno":["","in darno","g"], "invano":["","in vano","g"], "upplitio":["","upplicio","g"], "vizio":["","vitio","g"], "vizi\\ ":["","vitij ","g"], "vizi\\,":["","vitij,","g"], "Vizi\\ ":["","Vitij ","g"], "\\ lezion":[""," lettion","g"], "isprezz":["","ispreggi","g"], "lo\\ stesso":["","l’istesso","g"], "ifficolt":["","ifficult","g"], "\\,\\,":["",",","g"], "gli\\ altri":["","gl’altri","g"], "un\\ huom":["","un’huom","g"], "gli\\ huom":["","gl’huom","g"], "comod":["","commod","g"], "\\ si\\ i":[""," s’i","g"], "comun":["","commun","g"], "\\ esorta":[""," essorta","g"]}</nowiki> 7cdel6p19pkikg9v7ic6b09r7mlfdyn Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/398 108 808577 3025961 3025335 2022-08-24T05:32:39Z OrbiliusMagister 129 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|374|''Scola della Patienza''|}}</noinclude><section begin="s1" />e a questo modo le calamità ci servono per rimedij.<section end="s1" /> a <section begin="a" />''Horat. l.'' 2. ''ser. Sat.'' 3.<section end="a" /> b <section begin="b" />''Euseb. Emis. ser.'' 2. ''de Prod.''<section end="b" /> <section begin="s2" />{{Ct|t=1|v=1|§. 5.}} {{Capolettera|M}}Olto elegantemente disse Seneca: ''Levioribus incommodis graviora sanantur, ubi parum audit praecepta animus, nec curari mollius potest. Quid ni conslitur, si et paupertas, et ignominia et rerum eversio adhibetur? Malo malum opponitur''. ''a'' Li gravi inconvenienti si rimediano con minori, quando l’animo non vuol star sotto la disciplina, nè si può sanare con cose più molli. Perche non è buon rimedio, in tal caso la povertà, l’ignominia, e la perdita della robba? Un male s’oppone all’altro. Se tù vuoi, che un’infermo non tocchi un cibo, che gli faria dann; la miglior cosa, che si possa fare è, ò non gli lo metter dinanzi, ò {{Pt|met-|}}<section end="s2" /><noinclude></noinclude> 8nrvtku9doa38wbfzl206gn3xhcf0v1 Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/402 108 808582 3025955 3025498 2022-08-24T05:11:38Z OrbiliusMagister 129 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|378|''Scola della Patienza''|}}</noinclude>perche Giesù Christo N.S. dal primo instante, che cominciò a stare nel ventre della Beatissima Vergine conobbe che havea da esser crocifisso, quindi è che mentre visse fù sempre crocifisso per la continua memoria della morte sua.{{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/403|f|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/404|f}} E dimandando ancora ai due fratelli figli di Zebedeo, come s’egli nol sapesse: ''Potestis bibere'' (disse loro) ''calicem, quem ego bibiturus sum?''{{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/404|g}} Potete voi bere quel calice, che hò da bevere io? quel calice, che mi hà dato il mio Padre, quel calice tanto amaro? Chi dice di non potere, imparerà nella Scuola della Patienza. Avvezziamoci dunque a levarci le cose superflue; e il mangiare domi la fame, e il bere la sete. Impariamo a signoreggiare le nostre membra, e accomodiamoci a vivere non secondo gl’essempi moderni. Avezziamoci a mangiare senza fare banchetti ogni<noinclude></noinclude> 8dh12as8rgkdaktekydaq6br938wj90 Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/403 108 808583 3025957 2858662 2022-08-24T05:23:01Z OrbiliusMagister 129 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. II.''|379}}</noinclude><section begin="s1" />giorno, e senza tante delicatezze: a usar de vestimenti per quello che sono che stati trovati, e habitare un poco più stretti. Impariamo ad accrescere la continenza, raffrenar la lussuria, e temperar la gola, mitigar l’ira, amare la povertà, osservar la Parsimonia, e accomodiamo l’animo a pensar le cose future, ed eterne. Tutte queste cose s’imparano nella Scuola della Patienza, ma da quei solamente, che son diligenti, e vogliono fare profitto. Fra tanto stiamo saldi in questo, di non lasciarci abbattere dalle avversità, e di non credere alle prosperità. E’ cosa da huomo prudente il provedere, che non succeda il male mà è cosa da huomo forte sopportare moderatamente ciò, che occorre.<section end="s1" /> a <section begin="a" />''Senec. l. de tranq. c.'' 9<section end="a" /> b <section begin="b" />''S. August. ad Marcell. & l.'' 2 '' conf. c.'' 2<section end="b" /> c <section begin="c" />1. ''Reg. c.'' 11. 8.<section end="c" /> d <section begin="d" />''Dan. c.'' 1.5.<section end="d" /> e <section begin="e" />''Io.'' 4. 34<section end="e" /> f <section begin="f" />Nec obstat {{Pt|Chri-|}}<section end="f" /><noinclude></noinclude> tjhb3yhrw5b9nzasocg1brv2eyey0xp 3025959 3025957 2022-08-24T05:29:33Z OrbiliusMagister 129 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. II.''|379}}</noinclude><section begin="s1" />giorno, e senza tante delicatezze: a usar de vestimenti per quello che sono che stati trovati, e habitare un poco più stretti. Impariamo ad accrescere la continenza, raffrenar la lussuria, e temperar la gola, mitigar l’ira, amare la povertà, osservar la Parsimonia, e accomodiamo l’animo a pensar le cose future, ed eterne. Tutte queste cose s’imparano nella Scuola della Patienza, ma da quei solamente, che son diligenti, e vogliono fare profitto. Fra tanto stiamo saldi in questo, di non lasciarci abbattere dalle avversità, e di non credere alle prosperità. E’ cosa da huomo prudente il provedere, che non succeda il male mà è cosa da huomo forte sopportare moderatamente ciò, che occorre.<section end="s1" /> a <section begin="a" />''Senec. l. de tranq. c.'' 9<section end="a" /> b <section begin="b" />''S. August. ad Marcell. & l.'' 2 '' conf. c.'' 2<section end="b" /> c <section begin="c" />1. ''Reg. c.'' 11. 8.<section end="c" /> d <section begin="d" />''Dan. c.'' 1.5.<section end="d" /> e <section begin="e" />''Io.'' 4. 34<section end="e" /> f <section begin="f" />''Nec obstat'' {{Pt|''Chri''-|}}<section end="f" /><noinclude></noinclude> ofeg6ac7s939o8ecovk9hzlbckbi88u Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/404 108 808584 3025958 2858663 2022-08-24T05:29:11Z OrbiliusMagister 129 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|380|''Scola della Patienza''|}}</noinclude><section begin="f" />{{Pt|''stum''|''Christum''}} ''ut Theolois notum, compraehensorem fuisse''.<section end="f" /> g <section begin="g" />''Matth. c.'' 20. 22.<section end="g" /> <section begin="s1" />{{Ct|t=2|v=1|CAP. III.}} {{Ct|v=1|''Come l'afflittione insegna l’Oratione, e la Mortificatione.''}} {{Capolettera|G}}Irolamo Cardano huomo erudito propone una questione: per qual cagione le Rose siano armate di spine? E dopo una lunga disputa filosofica così conclude: ''Si rosa spinifera non sit, nec etiam erit odorifera. Hinc rosae cilvestres, quae quinis plerumque foliosis constant, minores habent spinas, quam quae in Hortis educantur: Ideo suavi quidem, sed imbecilli sunt odore''. ''a'' Se la rosa (dice egli) sarà senza spine, sarà anche senza odore. Di qui è, che le rose selvaggie, che per il più hanno cinque piccole foglie, hanno minori <section end="s1" /><noinclude></noinclude> ht8tuq2ms5xkcjkhi3qgqjqoi5i8h48 3026022 3025958 2022-08-24T08:16:11Z OrbiliusMagister 129 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|380|''Scola della Patienza''|}}</noinclude><section begin="f" />{{Pt|''stum''|''Christum''}} ''ut Theologis notum, compraehensorem fuisse''.<section end="f" /> g <section begin="g" />''Matth. c.'' 20. 22.<section end="g" /> <section begin="s1" />{{Ct|t=2|v=1|CAP. III.}} {{Ct|v=1|''Come l'afflittione insegna l’Oratione, e la Mortificatione.''}} {{Capolettera|G}}Irolamo Cardano huomo erudito propone una questione: per qual cagione le Rose siano armate di spine? E dopo una lunga disputa filosofica così conclude: ''Si rosa spinifera non sit, nec etiam erit odorifera. Hinc rosae cilvestres, quae quinis plerumque foliosis constant, minores habent spinas, quam quae in Hortis educantur: Ideo suavi quidem, sed imbecilli sunt odore''. ''a'' Se la rosa (dice egli) sarà senza spine, sarà anche senza odore. Di qui è, che le rose selvaggie, che per il più hanno cinque piccole foglie, hanno minori <section end="s1" /><noinclude></noinclude> iz8srqhnjlutktt9ilj9na0j4hzvibh 3026024 3026022 2022-08-24T08:20:54Z OrbiliusMagister 129 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|380|''Scola della Patienza''|}}</noinclude><section begin="f" />{{Pt|''stum''|''Christum''}} ''ut Theologis notum, compraehensorem fuisse''.<section end="f" /> g <section begin="g" />''Matth. c.'' 20. 22.<section end="g" /> <section begin="s1" />{{Ct|t=2|v=1|CAP. III.}} {{Ct|v=1|''Come l'afflittione insegna l’Oratione, e la Mortificatione.''}} {{Capolettera|G}}Irolamo Cardano huomo erudito propone una questione: per qual cagione le Rose siano armate di spine? E dopo una lunga disputa filosofica così conclude: ''Si rosa spinifera non sit, nec etiam erit odorifera. Hinc rosae cilvestres, quae quinis plerumque foliosis constant, minores habent spinas, quam quae in Hortis educantur: Ideo suavi quidem, sed imbecilli sunt odore''. {{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/406|a}} Se la rosa (dice egli) sarà senza spine, sarà anche senza odore. Di qui è, che le rose selvaggie, che per il più hanno cinque piccole foglie, hanno minori<section end="s1" /><noinclude></noinclude> ojamaumpbwskum9iak0raxi3dn8qzh3 Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/405 108 808585 3026015 2858664 2022-08-24T07:53:31Z OrbiliusMagister 129 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. III.''|381}}</noinclude>spine di quelle, che ne’ giardini si coltivano, e perciò son bene di suave odore, ma assai debole. L’Oratione è a guisa d’una bellissima, e soavissima rosa; ma se non hà le sue spine della mortificatione non hà troppo buon odore. E’ commune parere di tutti i Santi Dottori, che l’oratione senza la mortificatione sia quasi di nessun valore; che una non possa star senza l’altra; e che queste due cose non si possino fra di loro separare. Quindi è, che essendo una volta lodato un Religioso in presenza del N. S. P. Ignatio, per huomo di molta oratione; il Santo soggiunse in un’altro tono: egli è un’huomo di molta mortificatione, che non solamente attende a macerare il corpo, ma ancora, e molto più a vincere, e suggiogare la propria volontà, e giuditio. E che queste due cose, cioè l’oratione, e la mortificatio-<noinclude></noinclude> hzz44mxgi9l8z8ivswsqs6qoutll4a2 3026017 3026015 2022-08-24T08:00:22Z OrbiliusMagister 129 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. III.''|381}}</noinclude>spine di quelle, che ne’ giardini si coltivano, e perciò son bene di suave odore, ma assai debole. L’Oratione è a guisa d’una bellissima, e soavissima rosa; ma se non hà le sue spine della mortificatione non hà troppo buon odore. E’ commune parere di tutti i Santi Dottori, che l’oratione senza la mortificatione sia quasi di nessun valore; che una non possa star senza l’altra; e che queste due cose non si possino fra di loro separare. Quindi è, che essendo una volta lodato un Religioso in presenza del N. S. P. Ignatio, per huomo di molta oratione; il Santo soggiunse in un’altro tono: egli è un’huomo di molta mortificatione, che non solamente attende a macerare il corpo, ma ancora, e molto più a vincere, e suggiogare la propria volontà, e giuditio. E che queste due cose, cioè l’oratione, e la {{Pt|mortificatio-|}}<noinclude></noinclude> 7v328x3usf7dc8fdkj8x2vuca7180wl 3026025 3026017 2022-08-24T08:21:44Z OrbiliusMagister 129 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. III.''|381}}</noinclude>spine di quelle, che ne’ giardini si coltivano, e perciò son bene di suave odore, ma assai debole. L’Oratione è a guisa d’una bellissima, e soavissima rosa; ma se non hà le sue spine della mortificatione non hà troppo buon odore. E’ commune parere di tutti i Santi Dottori, che l’oratione senza la mortificatione sia quasi di nessun valore; che una non possa star senza l’altra; e che queste due cose non si possino fra di loro separare. Quindi è, che essendo una volta lodato un Religioso in presenza del N. S. P. Ignatio, per huomo di molta oratione; il Santo soggiunse in un’altro tono: egli è un’huomo di molta mortificatione, che non solamente attende a macerare il corpo, ma ancora, e molto più a vincere, e suggiogare la propria volontà, e giuditio.{{Nota separata|Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/406|b}} E che queste due cose, cioè l’oratione, e la {{Pt|mortificatio-|}}<noinclude></noinclude> kgtg24tfbmgbn0664zjbg2qx6s2ndqy Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/406 108 808586 3026016 2858666 2022-08-24T08:00:12Z OrbiliusMagister 129 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="" />{{RigaIntestatione|382|''Scola della Patienza''|}}</noinclude><section begin="s1" />ne s’insegnino benissimo nella Scuola della Patienza l’andarò mostrando in questo capitolo.<section end="s1" /> '''§ Paragrafi''' * {{Testo|/P1|L'Oratione deve essere attenta.}} * {{Testo|/P2|L'Afflizzione maestra della Oratione}} * {{Testo|/P3|La Mortificatione. }} * {{Testo|/P4|Della natura del pianto}} * {{Testo|/P5|Rifugio in Dio}} __P1 Esortandoci il Rè David a lodare Iddio dice così: (Cantate al Signore nella cetera, e alla cetera aggiungetevi il Salterio, insieme con le trombe, e la cornetta). Questa è un’ottima esortatione alla oratione, e contiene quattro capi. Il primo è, che se la cetera, ò la Lira, è di più corde è necessario, che tra di loro siano molto ben accordate, perche se una sol corda non consonerà con l’altre, tutto il concento si perde. Nè altrimente occorre nella materia nostra. Per- che §lukunquetotam legem ftr- uauerit> offendat auUminvno> che §lukunquetotam legem ftr- uauerit> offendat auUminvno> (Se uno osser<noinclude></noinclude> rhr5o6bqwnwl6epl2lo42ymsl79ah0u 3026019 3026016 2022-08-24T08:10:20Z OrbiliusMagister 129 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione|382|''Scola della Patienza''|}}</noinclude><section begin="s1" />{{Pt|ne|mortificatione}} s’insegnino benissimo nella Scuola della Patienza l’andarò mostrando in questo capitolo.<section end="s1" /> a <section begin="a" />''Cardan. l.'' 13. ''de subtil.''<section end="a" /> b <section begin="b" />''Ribad. in vi. S. Ignat. l.'' 5 ''c.'' 1.<section end="b" /> <section begin="s2" />{{Ct|t=1|v=1|§. 1.}} {{Capolettera|E}}Ssortandoci il Rè David à lodare Iddio dice così: ''Psallite'' Domino ''in cithara, et voce psalmi, in tubis ductilibus, et voce tubae corneae''. ''a'' Cantate al Signore nella cetera, e alla cetera aggiungetevi il Salterio, insieme con le trombe, e la cornetta. Questa è una ottima essortatione all'oratione, e contiene quattro capi. Il primo è che se la Cetera, o la Lira è di più corde, è necessario che tra di loro siano molto ben accordate, perche se una sol corda non consonerà con l’altre, tutto il concento si perde. Ne altrimente occorre nella materia nostra. Perche ''Quicumque totam legem servaverit, offendat autem in uno,<section end="s2" /><noinclude></noinclude> ff61mzlhr3gw02pi3b1io2ftyq37pws Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/407 108 808587 3026020 2858667 2022-08-24T08:14:24Z OrbiliusMagister 129 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="OrbiliusMagister" />{{RigaIntestazione||''Parte II. Cap. III.''|383}}</noinclude>''factus est omnium reus''. ''b'' Se uno osservarà tutta la legge, e in una sol cosa manchi, è come se non ne osservasse niente. Sij pur casto, e limonisiero quanto tu vuoi: se con tutto ciò sei iracondo, e invidioso; già il concento è nullo, ed è come se non avesti fatto niente. E per il contrario, sij tu mansuetissimo senza portar invidia a nessuno, se con tutto ciò non sei casto, l’harmonia è perduta, e sei d’ogni cosa fatto reo. Perciò cantate al Signore nella Ceterea, e nella Cetera che sia molto bene accordata. Tal sia la tua oratione qual sia la tua vita. Il secondo: ''In voce psalmi''. vuole che la voce s’accordi con il suono de gli strumenti. Che se una sol voce sarà discorde, già la soavità del canto è spedita. Chi ora, sappia ciò, che dice: bisogna, che la vera oratione sia attenta. Il terzo: ''In tubis ductilibus''.<noinclude></noinclude> 6qw7kvhan08vklyujtfz9dd1immbdie Wikisource:Domande tecniche 4 812847 3025855 3022381 2022-08-23T15:21:52Z Alex brollo 1615 /* Problema in esportazione pdf */ nuova sezione wikitext text/x-wiki <div class="noprint" style="float: center; width: automatic; border: solid #{{Colore portale sfondo barre 2}} 1px; margin: automatic; margin-left: automatic; font-size: 90%; background: #{{Colore portale sfondo barre 3}}; padding-top: 0.4em; padding-right: 0.4em; margin-bottom: 0em">{{Nascondi titolo}} {| width="100%" style="background:#{{Colore portale sfondo barre 3}};" | <div style="text-indent:0em; font-size:x-large;padding-left: 1em; padding-top:0.5em">Domande tecniche</div> <div style="text-indent:0em; font-size:small;padding-left: 3.4em; padding-top: 0.2em;padding-bottom: 1em;">il punto d'incontro e discussione tra geek e niubbi!</div> | width="270" align="right" valign="top"| {{Archivio|Anno|2007}} |} </div> <span class="noprint indice_etichetta" style="float: right;">[[Image:Nuvola filesystems folder open.png|16px]] Categoria: '''[[:Categoria:Domande tecniche|Domande tecniche]]'''</span> <span class="noprint indice_etichetta">[[Wikisource:Bar|Bar]]&nbsp;&nbsp;[[Immagine:Nuvola apps noatun.png|8px]]&nbsp;[[Wikisource:Domande tecniche|Domande tecniche]]&nbsp;</span> {{A fine pagina|centrato|sfondo=none|bordo=none|indice=no}} Pagina dedicata a domande sul software, sulla struttura organizzativa del progetto, sulla visualizzazione e i bug dei browser. Le comunicazioni Tech News verranno ricevute su [[Wikisource:Domande tecniche/Tech News]]. <div class="plainlinks" style="text-align:center;"> [{{fullurl:Wikisource:Domande tecniche|action=edit&section=new}} <span class="mw-ui-button mw-ui-progressive">Premi qui per inserire la tua domanda o la tua osservazione</span>] </div> {{Ricerca|tutto l'archivio}} == Impaginazione musica == salve a tutti ho trascritto della musica nella pagina [[Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1885.djvu/57]] e mi trovo con il problema dell’impaginazione: il codice Lilypond produce uno spartito che esce fuori dai bordi della pagina in cui è inserito. Mi conviene procedere “a mano”, modificando i ritorni a capo direttamente in Lilypond, o esiste qualche altro strumento che possa farlo per me? Grazie --[[User:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]] ([[User talk:Francesco Napoleoni|disc.]]) 16:29, 14 feb 2022 (CET) : Ciao, {{Ping|Francesco Napoleoni}}. Complimenti per il gran lavoro fatto! Non preoccuparti per la resa grafica in namespace:Pagina: lo spartito rimane comunque integro e facilmente esportabile. Ho fatto una prova di trasclusione [[Gazzetta Musicale di Milano, 1885/N. 5|qui]] e lo spartito si vede bene. Se provi a scaricare in pdf, la resa è comunque ottima. Io ho lo stesso problema con ''tabelle monstre'' come [[Pagina:Toaldo - Completa raccolta di opuscoli osservazioni e notizie diverse contenute nei giornali astro-meteorologici, Vol 3 - 1802.djvu/269|questa]] che spesso si sovrappongono all'immagine, ma in trasclusione non ci sono problemi. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 11:13, 15 feb 2022 (CET) ::Grazie della pronta risposta. Temo comunque che il problema sia più complesso — almeno per l’estensione Score —: da ciò che ho capito (ma non ho analizzato il codice) nessun tipo di indicazione sull’impaginazione viene passato a Lilypond, che ha le proprie regole. In più esso viene invocato in modalità ''safe'', che ignora anche eventuali modifiche alle dimensioni del foglio. ::Quindi, se il formato del PDF finale è A4, probabilmente gli spartiti appariranno “corretti”, almeno come larghezza, ma non c’è nessuna garanzia né per l’altezza, né per altri formati. ::Io sono un novizio di questa piattaforma, ma da molti anni uso Lilypond: non appena inizierò a capire meglio come integrare i due mondi, proverò anche ad interpellare l’autore dell’estensione Score, e comunque condividerò eventuali mie scoperte. ::--[[User:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]] ([[User talk:Francesco Napoleoni|disc.]]) 12:35, 16 feb 2022 (CET) :::Caro {{@|Francesco Napoleoni}}, sei una manna dal cielo! Sto combattendo corpo a corpo con Lilypond da anni... con grande scorno. Hai la mia ammirazione incondizionata. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 14:43, 16 feb 2022 (CET) ::::Piacere di conoscere anche te @[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]]! ::::Lilypond è un programma molto, ma molto potente; tuttavia il suo modello di funzionamento è comprensibile da persone molto, ma molto pazienti... ;-) ::::Comunque la [https://lilypond.org/manuals.html documentazione] sul loro sito è abbastanza ben fatta: se ti “chiudi” un paio di serate con il Manuale di apprendimento e un buon editor ([https://frescobaldi.org/download Frescobaldi] è ottimo), puoi già iniziare a fare qualcosa di dignitoso. Tutto sta a superare il primo impatto, poi ti abitui. ::::Se poi c’è qualcosa di specifico che non ti riesce, puoi chiedere a me senz’altro (ammesso che io sia in grado di risponderti), o meglio ancora alla mailing list lilypond-user, dove trovi i ''veri'' aruspici, che nelle interiora del programma ti leggono persino il futuro! :-) [[User:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]] ([[User talk:Francesco Napoleoni|disc.]]) 15:10, 16 feb 2022 (CET) ::::: io purtroppo sono troppo anzyano, il massimo che ho usato è MusiXTeX (e gestisco ancora la loro mailing list...) --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 16:30, 16 feb 2022 (CET) ::::::@[[Utente:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]]@[[Utente:.mau.|.mau.]] Ma questi programmi trascrivono il codice Lilypond in spartito oppure il contrario? Chiedo questo perché un editor grafico che producesse codice Lilypond mi tornerebbe molto utile, visto che su nap.source abbiamo [[:nap:Categurìa:Spartito|molti spartiti da trascrivere]]. ::::::Poi mi ritrovo con alcuni problemi, come il numero di battute per righe che diverge dal testo di origine (es: ''[[:nap:Lu Cardillo|Lu Cardillo]]''). ::::::Per le dimensioni del foglio, mi sembra di essermi imbattuto in un'opzione [https://lilypond.org/doc/v2.22/Documentation/notation/paper-size-and-automatic-scaling "set-default-paper-size"]. <span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 21:55, 8 apr 2022 (CEST) ::::::: quei programmi hanno in input una notazione varia e danno in output uno spartito. Per esempio - ma è roba di più di vent'anni fa, ora non saprei né scriverla né musicarla... - da [https://xmau.com/musica/src/davide.mtx questo sorgente] ottieni [https://xmau.com/musica/spartiti/davide.pdf questo pdf. --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 22:10, 8 apr 2022 (CEST) :::::::Salve @[[Utente:Ruthven|Ruthven]]. Non sono sicuro di aver compreso bene, comunque posso dirti che il codice Lilypond viene “compilato” dal programma omonimo, con la possibilità di scegliere il formato di output (PDF, PS, SVG, ...). La modalità di inserimento preferita è quella testuale, magari aiutandosi con un programma come Frescobaldi; se quello che cerchi è un’interfaccia WYSIWYG, potresti provare [http://denemo.org/ Denemo], anche se non so aiutarti con il suo uso. Io lo provai anni fa e non mi sono trovato bene, andava spesso in crash e non riuscivo a fare quello che volevo, ma forse ora le cose sono migliorate. :::::::Quanto al problema sul brano, non mi è chiaro cosa vuoi ottenere: vuoi allineare le sillabe alle note appropriate? O ti riferisci alla versione in italiano del testo? :::::::[[User:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]] ([[User talk:Francesco Napoleoni|disc.]]) 23:23, 8 apr 2022 (CEST) ::::::::Ciao [[Utente:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]]! La questione è che i miei corsi di solfeggio risalgono a più o meno 30 anni fa e un editor WYSIWYG di partiture mi andrebbe a pennello (altrimenti passo una giornata per pagina). ::::::::Nel brano, vorrei avere lo stesso numero di battute nella partitura trascritta che in quella della fonte. Non è essenziale, ma penso aiuterebbe. Il testo lo allineo con _ vari di solito e se rimangono problemi di allineamento, li posso correggere (anche perché sono il solo a saperlo fare su nap.source). <span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 20:32, 9 apr 2022 (CEST) :::::::::Allora ti conviene provare Denemo, con cui puoi esportare in formato Lilypond. :::::::::Quanto al brano, ti basta usare il comando <code>\break</code> per forzare un ritorno a capo. In questo modo puoi ottenere lo stesso numero di battute per riga dell’originale. :::::::::[[User:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]] ([[User talk:Francesco Napoleoni|disc.]]) 22:31, 9 apr 2022 (CEST) == regex per "circondare" un testo? == C'è un modo semplice per creare un tastino che mi permetta di aggiungere prima e dopo una stringa del testo? Per fare due esempi banali: sostituire ([0-9]{3}) (un numero di tre cifre) con <nowiki>{{pg|$1}}</nowiki> oppure mettere <nowiki><span style="letter-spacing:-0.02em"></nowiki> all'inizio di una riga e <nowiki></span></nowiki> alla fine della riga stessa? --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 21:52, 19 feb 2022 (CET) :@[[Utente:.mau.|.mau.]] Usando il nostro Trova e sostituisci, per il caso comunissimo di pg, con il numero a fine riga, io uso una regex <code>(\d+)$</code>, attivando multiriga, e con {{pg|$1}} come sostituisci. Per inglobare un'intera riga fra due testi qualsiasi, io aggiungo a inizio riga una cosa inequivoca, es. un carattere x + uno spazio, e memorizzo una regex del genere: <code>^x (.+)</code>, multiriga attivato, e come espressone di sostituzione stringa1$1stringa2. :Nota: attento a scrivere le regex direttamente in Discussioni indice! E' assolutamente consigliabile farlo con il nostro Trova e sestituisci, è facilissimo sbagliare. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 19:55, 21 feb 2022 (CET) == Elemento lista spezzato in due pagine == Ho avuto un duro combattimento con alcuni elementi lsta spezzati in pagine successive; ho vinto ma [[Pagina:Marello - La scrittura su Wikipedia come strumento didattico.pdf/23|con una soluzione che mi sembra troppo complessa (pag. 23)]]. C'è un metodo più semplice? --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 19:36, 21 feb 2022 (CET) :spiega. --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 19:46, 21 feb 2022 (CET) :: {{ping|.mau.}} E' un caso particolarmente odioso di "blocco che continua", nella pagina precedente la prima parte dell'elemento deve chiudersi con un codice <code><nowiki></li></ul></nowiki></code> fra noinclude, e nella successiva un codice <code><nowiki><ul style="list-style:none;"><li></nowiki></code> all'inizio delsecondo pezzo, che si chiude con un <code><nowiki></li></ul></nowiki></code> transcluso. In tal modo in transclusione ilsistema vede solol'inizio dell'elementoin una pagina e la fine dell'elemento nella successiva. Pagine in cui ho usato l'accrocchio: [[Pagina:Marello - La scrittura su Wikipedia come strumento didattico.pdf/23|pag.23]] e [[Pagina:Marello - La scrittura su Wikipedia come strumento didattico.pdf/29|pag.29]].[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 20:07, 21 feb 2022 (CET) ::: non puoi semplicemente chiudere il <code><nowiki></li></ul></nowiki></code> nella pagina precedente e continuare con un <code><nowiki><ul><li style="list-style:none;"</nowiki></code>? Semanticamente è scorretto (ma anche la chiusura non transclusa lo è), però all'atto pratico lo stile va in cascata sul singolo elemento della lista. --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 22:05, 21 feb 2022 (CET) :::: {ping|.mau.}} Fai pure una prova.... ma in transclusione il testo dei due pezzi deve essere continuo. E' un problema che riguarda tutti gli elementi html block. Il software, mi sembra, risolve solo gli elementi p. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 23:24, 21 feb 2022 (CET) :::::beh, no, se il testo in transclusione deve essere continuo la cosa non funziona per definizione :-( --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 09:31, 22 feb 2022 (CET) :::::l'alternativa sarebbe usare lo stesso trucco delle parole che vanno a capo a fine pagina, ma rischiamo di avere molto testo. --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 15:09, 23 feb 2022 (CET) :::::: Ci sono dei casi impossibili in cui è necessario usare il Pt: è il caso di alcune tabelle con celle spezzate. e altre situazioni molto particolari. La tengo come risorsa estrema. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 18:06, 24 mar 2022 (CET) :::::: {{ping|.mau.}} Ripingo per sicurezza.... [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 18:08, 24 mar 2022 (CET) :::::::sì, avevo letto ma visto che non si poteva fare molto non avevo risposto :-) --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 11:59, 25 mar 2022 (CET) == eis - ingrandire il frame di sinistra == In eis è facile ingrandire il testo originale (frame di destra). C'è un modo per fare qualcosa del genere col testo trascritto (frame di sinistra) senza ingrandire tutta la pagina visualizzata dal browser? --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 12:52, 2 mar 2022 (CET) :@[[Utente:.mau.|.mau.]] vuoi ingrandire i caratteri o allargare la cella? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 18:11, 24 mar 2022 (CET) ::{{ping|Alex brollo}} La prima ch'hai detto. --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 11:58, 25 mar 2022 (CET) ::: :@[[Utente:.mau.|.mau.]] stavo per fare una seconda domanda scema: "in edit o in view?", ma se parli di eis.... :-) Vediamo se riesco a riciclare il codice del tool di {{ping|Candalua}} per lo zoom caratteri in ns0. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 14:30, 25 mar 2022 (CET) == Nuovo approccio per il no indent a cavallo di pagina == Sopprimere l'indentatura della prima riga del paragrafo è già un problema di per sé, perché i paragrafi sono definiti da tag p inseriti autonomamente da Mediawiki; quando il paragrafo è spezzato su due pagine è ancora peggio. Finora si era cercato di risolvere il problema (con {{Tl|Ni}} e {{Tl|Indentatura}}) forzando un p o un div con uno stile CSS text-indent: 0. La cosa funziona abbastanza bene nel caso generale, meno per i paragrafi spezzati, perché in nsPagina il p rimane aperto. È però possibile affrontare il problema con un approccio diverso, ''che non tocca il p generato da Mediawiki'': * si aggiunge, ''prima all'inizio del paragrafo'', un div ''vuoto'' e ''chiuso'', con una sua classe CSS che chiamiamo "no-rientro" * e si definisce una regola CSS che agisce ''sull'elemento p successivo a questo div'', cosa possibile mediante l'operatore +. Il CSS è quindi: .no-rientro + p { text-indent: 0 } Ho creato {{Tl|No rientro}} e ho provato la cosa in [[Pagina:Chi l'ha detto.djvu/253]] e successiva. In nsPagina il risultato è <nowiki><div class="no-rientro"></div><p>testo....</p> che risulta in un p non rientrato, mentre in ns0, per qualche bizzarria di Mediawiki, il p non viene neanche generato, e quindi il rientro viene comunque soppresso (l'indent è definito su .pagetext p, quindi niente p, niente rientro).</nowiki> Che ne pensate? [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 13:17, 23 mar 2022 (CET) :{{ping|Candalua}} Ne penso che non avevo pensato alla regola + (ok, non la conoscevo nemmeno) Ottima trovata! --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 13:28, 23 mar 2022 (CET) ::Update: inserendo un a capo subito dopo il div (direttamente nel template), sembra che Mediawiki generi sempre il p. Questo mi sembra preferibile; infatti se il p non venisse generato, ci sarebbe il rischio che la regola ".no-rientro + p" venga applicata ''ad un p successivo''. Invece sembra che basti un a capo per evitare questo rischio. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 13:31, 23 mar 2022 (CET) :::Neanch'io conoscevo l'operatore + di CSS fino ad oggi. Credo sia davvero poco comune, e ha delle limitazioni: per esempio ".no-rientro + .pagetext p" non funziona, vuole per forza un elemento singolo dopo il +. Però è supportato da tutti i browser, fin da CSS2, quindi non vedo problemi ad adottarlo. Comunque provatelo per un po'. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 13:35, 23 mar 2022 (CET) ::::Bello! Mi sembra molto utile anche per i testi con formule. In generale, potrebbe sostituire il template {{tl|indent}} aggiungendo un parametro per il rientro? [[User:Cruccone|Cruccone]] ([[User talk:Cruccone|disc.]]) 19:52, 23 mar 2022 (CET) :::::{{@|Cruccone}}: non si può generalizzare del tutto, perché la regola CSS deve essere fissa, non si può generarla ''inline'' in base ad un parametro. Al massimo si possono creare n classi CSS, ad esempio con rientri da 0 a 10em, e fare un template che prende un valore da 0 a 10 e fa scattare la classe corrispondente. Però per far rientrare la prima riga si può usare anche {{tl|spazi}}, che è meno elegante come HTML prodotto, ma molto facile da usare. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:28, 24 mar 2022 (CET) == Problema css == {{ping|Candalua}} In [[Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf/13|questa pagina]] la tabella, contenuta in una annotazione, viene correttamente formattata dal css previsto per la classe .tab1 da [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf/styles.css|questa pagina]]. stranamente, lo stesso non avviene nell'annotazione dopo transclusione in ns0, in [[Modificazione alla convenzione Laffitte per la concessione della strada ferrata Vittorio Emanuele di Savoia]]. Perchè succede? Io sospetto un problema di ordine di caricamento dei numerosi css caricati automaticamente, ma la cosa mi infastidisce alquanto, sarebbe un fastidioso limite all'uso dei geniali fogli di stile styles.css. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:17, 8 apr 2022 (CEST) :[[User:Alex brollo|Alex brollo]]: il problema è che lo stile così definito ha effetto solo sull'output di pages: la classe tab1 viene esposta come ".mw-parser-output .prp-pages-output .tab1". Invece le note sono fuori da .prp-pages-output, quindi tab1 non ha effetto su di esse. Non so bene come si possa risolvere... forse andrebbe gestito questo caso a livello di estensione. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 09:33, 8 apr 2022 (CEST) :: {{ping|Candalua}} Grazie. Al momento, spero che le tabelle dentro le note siano poche, ed è possibile formattarle alla vecchia con css inline. il fatto che il css di styles.css ''non ha effetto sulle note dopo transclusione'' è comunque un fatto da ricordare, potrebbe causare altri rompicapo. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:53, 8 apr 2022 (CEST) :::{{Ping|Alex brollo|Candalua}} scusate se mi intrometto: volevo segnalare che [[Pagina:Toaldo - Completa raccolta di opuscoli osservazioni e notizie diverse contenute nei giornali astro-meteorologici, Vol 2 - 1802.djvu/212|qui]] la tabella in nota, con uno stile definito in style.css, è correttamente trasclusa in ns0. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 10:54, 8 apr 2022 (CEST) ::::[[User:Paperoastro|Paperoastro]]: quest'ultima tabella io la vedo leggermente diversa in ns0, e esaminando il DOM della pagina non vedo gli stili. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 11:59, 8 apr 2022 (CEST) :::::{{Ping|Candalua}} grazie della segnalazione! Faccio qualche prova ed eventualmente uso il template {{tl|Cs}}. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 12:12, 8 apr 2022 (CEST) Intanto ho segnalato la cosa in [[:phab:T305792]]. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 22:29, 9 apr 2022 (CEST) == quando arrivano le citazioni su wikidata? == Mentre controllo ''Chi l'ha detto?'', aggiungo spesso collegamenti a wikidata. Per esempio, [[Pagina:Chi_l%27ha_detto.djvu/344|qui]] ho aggiunto {{Tl|Wl|Q3770319|Giuseppe Ciani}}. Mi sarei aspettato che wikidata recepisse la modifica, e invece nulla, forse perché sto ancora lavorando sul ns:pagina. Confermate che è così? --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 10:50, 11 apr 2022 (CEST) :[[User:.mau.|.mau.]]: intendi che non ti veniva fuori il link? A volte l'aggancio con WD è lento ad aggiornarsi, puoi fare un Purge della pagina dal menu in alto (sotto "Altro"). [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 11:14, 11 apr 2022 (CEST) ::{{ping|Candalua}} sì, intendo quello. Non è una cosa davvero importante, però è una curiosità... --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 11:25, 11 apr 2022 (CEST) :::[[User:.mau.|.mau.]]: non è un problema solo di WD, in generale quando salvi una modifica ci sono molte operazioni di aggiornamento delle pagine collegate, che non sono immediate ma vengono differite ad un momento successivo, per fare in modo che il salvataggio sia più veloce. Anche quando salvi in nsPagina, il ns0 non si aggiorna subito. Oppure quando cambi i dati di un autore su WD, la pagina autore non si aggiorna subito. A seconda del carico del sistema questi aggiornamenti possono essere molto lenti, se si sono accumulate molte cose. C'è pure un bug aperto da anni su phabricator, dove stanno cercando di tracciare tutti questi casi, per vedere di renderli più "scattanti", ma senz'altro resterà aperto molto a lungo... :D Il purge invece forza una ricostruzione immediata della pagina, quindi ti fa in un certo senso "saltare la coda". [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 12:29, 11 apr 2022 (CEST) ::::{{ping|Candalua}} ma il purge lo devo fare in nsPagina, giusto? --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 12:42, 11 apr 2022 (CEST) :::: e comunque temo che se non c'è una pagina Autore non succeda nulla... --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 15:17, 11 apr 2022 (CEST) :::::[[User:.mau.|.mau.]]: Wl è fatto apposta così, se non ci sono pagine collegate non mostra nulla. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 15:44, 11 apr 2022 (CEST) ::::::ok :-) [[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 15:54, 11 apr 2022 (CEST) == Problemi con le tabelle == Ho riletto [[Pagina:La fisica dei corpuscoli.djvu/236|questa]] pagina e volevo migliorare la formattazione, ma se aggiungo il template {{tl|Cs}} al testo della prima colonna non viene elaborato correttamente, mentre funziona correttamente nelle altre colonne. Sbaglio qualcosa oppure c'è un problema dai piani alti? --[[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 11:17, 14 apr 2022 (CEST) :Ciao {{Ping|Luigi62}}! Non funziona il riferimento alla classe: in realtà avrebbe dovuto essere <code>class="tab20"</code> senza spazi, così prende gli stili dalla sottopagina stile..., ma in realtà lo stile migliore è quello "tab142", della tabella a pagina 142. Ho appena fatto la modifica. Grazie della segnalazione: non mi ero accorto del problema! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 15:32, 14 apr 2022 (CEST) == frase spezzata in transclusione == [[Chi_l'ha_detto%3F/Parte_prima/33|Qui]] non riesco a togliere l'acapo tra pagina 166 e pagina 167, probabilmente perché c'è una section che rompe. Qualche idea? --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 22:25, 1 mag 2022 (CEST) : E già che ci siamo: chi sa modificare il template {{Tl|Cld}} in modo che se non c'è il numero di citazione non metta il puntino? Vedi [[https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:Chi_l'ha_detto.djvu/211]] --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 19:49, 2 mag 2022 (CEST) == Problema nella linguella "Altro" == {{ping|Candalua}} Nel popup di "Altro" non vedo più la descrizione dell'azione Purge e Rebuild (mi sembra si chiamasse così). È un problema mio o un problema generale? --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 23:25, 1 mag 2022 (CEST) :[[User:Alex brollo|Alex brollo]]: io la vedo. Dove ti succede? [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 09:25, 2 mag 2022 (CEST) :: Dovunque dovrebbe apparire.... al posto della descrizione, vedo un asterisco. Ma se riguarda solo me, non preoccupartene: prima o poi scoverò il problema, e comunque so cosa fanno quei due asterischi. :-) :: Faccio una verifica sloggato. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:28, 2 mag 2022 (CEST) ::: Confermo: da sloggato tutto ok. Lascia perdere! --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:31, 2 mag 2022 (CEST) == Anomalia nella transclusione in ns0 == Nel testo ''Nella nebbia'' in rilettura adesso si verifica un problema nella transclusione in ns0: il secondo paragrafo di ogni capitolo ([[Nella nebbia/Un desinare|esempio]]) non rientra correttamente la prima riga. In nsPagina funziona regolarmente, ma non in ns0. Il problema sembra derivare dal template {{tl|Ct}}, seguito da {{tl|Capolettera}}. In altri testi che utilizzano il template {{tl|Centrato}} come in [[Don Chisciotte della Mancia/Capitolo III]] la transclusione sembra corretta (purchè si elimini la prima riga vuota della pagina successiva). --[[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 16:36, 8 mag 2022 (CEST) == Togliere il punto in Tmp|Cld == Se guardate [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:Chi_l'ha_detto.djvu/378 questa pagina] vedete che c'è un punto ramingo. Questo perché il template Cld immagina che ci sia un numero d'ordine della citazione, che terminerà appunto con il punto. Immagino che basterebbe mettere un if dove c'è il punto, in modo che se non c'è testo non si metta nulla. Ma io con tutte quelle graffe mi perdo. Qualcuno ({{ping|Alex brollo}}) mi può aiutare? --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 22:37, 25 mag 2022 (CEST) :@[[Utente:.mau.|.mau.]] non riesco a vedere il ''punto ramingo''! [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:23, 29 mag 2022 (CEST) ::{{ping|Alex brollo}} non lo vedevi perché avevo sbagliato pagina :-( Ora ho corretto il link (il punto è dopo la frase numerata 1059). --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 11:56, 29 mag 2022 (CEST) ::: {{ping|.mau.}} Adesso lo vedo :-) Devo riconsiderare il tutto.... non sperare che ricordi alcunchè del meccanismo. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 13:23, 29 mag 2022 (CEST) ::::@[[Utente:.mau.|.mau.]], {{ping|Alex brollo}}: dovrebbe essere a posto. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 09:47, 30 mag 2022 (CEST) :::::{{ping|Candalua}} grazie! --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 15:55, 30 mag 2022 (CEST) == Il find & replace funzia :-) ma.... == {{ping|Candalua}} .... il box è uno sterminatore di spazio desktop. Facciamo un tentativo per ridurlo drasticamente? L'idea che wikisource necessita di tools poco ingombranti proprio non passa... --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:21, 29 mag 2022 (CEST) :[[User:Alex brollo|Alex brollo]]: sono riuscito a rimpicciolirlo un po' verticalmente compattando gli spazi, vedi in fondo a [[MediaWiki:Common.css]]. In larghezza è più difficile, il contenitore che ha la larghezza non ha nemmeno un id a cui appigliarsi... :( [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 09:50, 30 mag 2022 (CEST) ::@[[Utente:Candalua|Candalua]] Intanto grazie.... tenterò un secondo assalto :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 14:23, 31 mag 2022 (CEST) == Il croptool non funziona più? == Ciao a tutti. È da un po' di tempo che ho riscontrato il mancato funzionamento dello strumento di ritaglio delle immagini. Ogni volta che cerco di utilizzarlo mi appare da dicitura "Command not found". Qualcuno ha riscontrato lo stesso problema? [[User:Alocin|Alocin]] ([[User talk:Alocin|disc.]]) 09:31, 14 lug 2022 (CEST) :L'ho notato anch'io. C'è una segnalazione aperta da un mese (https://github.com/danmichaelo/croptool/issues/174), ma finora l'autore del tool non ha risposto. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 14:35, 14 lug 2022 (CEST) ::Aggiornamento: l'autore di CropTool, Dan Michael O. Heggø, ci sta lavorando ma sembra che la soluzione sia più complicata del previsto. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 14:16, 21 lug 2022 (CEST) == problema sul template Pg == @[[Utente:Candalua|Candalua]] @[[Utente:Ruthven|Ruthven]] @[[Utente:Paperoastro|Paperoastro]] Come sapete, il template Pg, associato a Modulo Dati, fa una cosa carina: trasforma il numero pagina libro in un link diretto al numero di pagina djvu, se sta in nsPagina; se sta in ns0, trasforma il numero pagina in un link al capitolo ns0 che transclude quella pagina. Il problema nasce nei casi in cui la stessa pagina viene transclusa in due capitoli o più (in questi casi si utilizzano i tag section): allora il link a ns0 cade ''sull'ultimo dei capitoli che la pagina contiene'', il che può essere giusto o sbagliato. Qualche idea su come risolvere questo problema? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 14:46, 15 ago 2022 (CEST) == Problema in esportazione pdf == @[[Utente:Candalua|Candalua]] @[[Utente:Paperoastro|Paperoastro]] Per favore, provate a esportare in pdf e in epub [[Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano (Favaro)/Giornata prima]], che contiene una miriade di annotazioni a lato. ePub non mi pare male, ma il pdf proprio non va. Immagino che le cose possano essere sistemate con qualche trucco css in styles.css, ma non ce l'ho fatta. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 17:21, 23 ago 2022 (CEST) 7e440y5cmb1wets48rv3x89oarwq514 3025856 3025855 2022-08-23T15:26:19Z Alex brollo 1615 /* problema sul template Pg */ Risposta wikitext text/x-wiki <div class="noprint" style="float: center; width: automatic; border: solid #{{Colore portale sfondo barre 2}} 1px; margin: automatic; margin-left: automatic; font-size: 90%; background: #{{Colore portale sfondo barre 3}}; padding-top: 0.4em; padding-right: 0.4em; margin-bottom: 0em">{{Nascondi titolo}} {| width="100%" style="background:#{{Colore portale sfondo barre 3}};" | <div style="text-indent:0em; font-size:x-large;padding-left: 1em; padding-top:0.5em">Domande tecniche</div> <div style="text-indent:0em; font-size:small;padding-left: 3.4em; padding-top: 0.2em;padding-bottom: 1em;">il punto d'incontro e discussione tra geek e niubbi!</div> | width="270" align="right" valign="top"| {{Archivio|Anno|2007}} |} </div> <span class="noprint indice_etichetta" style="float: right;">[[Image:Nuvola filesystems folder open.png|16px]] Categoria: '''[[:Categoria:Domande tecniche|Domande tecniche]]'''</span> <span class="noprint indice_etichetta">[[Wikisource:Bar|Bar]]&nbsp;&nbsp;[[Immagine:Nuvola apps noatun.png|8px]]&nbsp;[[Wikisource:Domande tecniche|Domande tecniche]]&nbsp;</span> {{A fine pagina|centrato|sfondo=none|bordo=none|indice=no}} Pagina dedicata a domande sul software, sulla struttura organizzativa del progetto, sulla visualizzazione e i bug dei browser. Le comunicazioni Tech News verranno ricevute su [[Wikisource:Domande tecniche/Tech News]]. <div class="plainlinks" style="text-align:center;"> [{{fullurl:Wikisource:Domande tecniche|action=edit&section=new}} <span class="mw-ui-button mw-ui-progressive">Premi qui per inserire la tua domanda o la tua osservazione</span>] </div> {{Ricerca|tutto l'archivio}} == Impaginazione musica == salve a tutti ho trascritto della musica nella pagina [[Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1885.djvu/57]] e mi trovo con il problema dell’impaginazione: il codice Lilypond produce uno spartito che esce fuori dai bordi della pagina in cui è inserito. Mi conviene procedere “a mano”, modificando i ritorni a capo direttamente in Lilypond, o esiste qualche altro strumento che possa farlo per me? Grazie --[[User:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]] ([[User talk:Francesco Napoleoni|disc.]]) 16:29, 14 feb 2022 (CET) : Ciao, {{Ping|Francesco Napoleoni}}. Complimenti per il gran lavoro fatto! Non preoccuparti per la resa grafica in namespace:Pagina: lo spartito rimane comunque integro e facilmente esportabile. Ho fatto una prova di trasclusione [[Gazzetta Musicale di Milano, 1885/N. 5|qui]] e lo spartito si vede bene. Se provi a scaricare in pdf, la resa è comunque ottima. Io ho lo stesso problema con ''tabelle monstre'' come [[Pagina:Toaldo - Completa raccolta di opuscoli osservazioni e notizie diverse contenute nei giornali astro-meteorologici, Vol 3 - 1802.djvu/269|questa]] che spesso si sovrappongono all'immagine, ma in trasclusione non ci sono problemi. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 11:13, 15 feb 2022 (CET) ::Grazie della pronta risposta. Temo comunque che il problema sia più complesso — almeno per l’estensione Score —: da ciò che ho capito (ma non ho analizzato il codice) nessun tipo di indicazione sull’impaginazione viene passato a Lilypond, che ha le proprie regole. In più esso viene invocato in modalità ''safe'', che ignora anche eventuali modifiche alle dimensioni del foglio. ::Quindi, se il formato del PDF finale è A4, probabilmente gli spartiti appariranno “corretti”, almeno come larghezza, ma non c’è nessuna garanzia né per l’altezza, né per altri formati. ::Io sono un novizio di questa piattaforma, ma da molti anni uso Lilypond: non appena inizierò a capire meglio come integrare i due mondi, proverò anche ad interpellare l’autore dell’estensione Score, e comunque condividerò eventuali mie scoperte. ::--[[User:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]] ([[User talk:Francesco Napoleoni|disc.]]) 12:35, 16 feb 2022 (CET) :::Caro {{@|Francesco Napoleoni}}, sei una manna dal cielo! Sto combattendo corpo a corpo con Lilypond da anni... con grande scorno. Hai la mia ammirazione incondizionata. - '''[[Utente:OrbiliusMagister|<span style="color:orange;">&epsilon;</span><span style="color:blue;">&Delta;</span>]][[Discussioni utente:OrbiliusMagister|<span style="color:brown;">&omega;</span>]]''' 14:43, 16 feb 2022 (CET) ::::Piacere di conoscere anche te @[[Utente:OrbiliusMagister|OrbiliusMagister]]! ::::Lilypond è un programma molto, ma molto potente; tuttavia il suo modello di funzionamento è comprensibile da persone molto, ma molto pazienti... ;-) ::::Comunque la [https://lilypond.org/manuals.html documentazione] sul loro sito è abbastanza ben fatta: se ti “chiudi” un paio di serate con il Manuale di apprendimento e un buon editor ([https://frescobaldi.org/download Frescobaldi] è ottimo), puoi già iniziare a fare qualcosa di dignitoso. Tutto sta a superare il primo impatto, poi ti abitui. ::::Se poi c’è qualcosa di specifico che non ti riesce, puoi chiedere a me senz’altro (ammesso che io sia in grado di risponderti), o meglio ancora alla mailing list lilypond-user, dove trovi i ''veri'' aruspici, che nelle interiora del programma ti leggono persino il futuro! :-) [[User:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]] ([[User talk:Francesco Napoleoni|disc.]]) 15:10, 16 feb 2022 (CET) ::::: io purtroppo sono troppo anzyano, il massimo che ho usato è MusiXTeX (e gestisco ancora la loro mailing list...) --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 16:30, 16 feb 2022 (CET) ::::::@[[Utente:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]]@[[Utente:.mau.|.mau.]] Ma questi programmi trascrivono il codice Lilypond in spartito oppure il contrario? Chiedo questo perché un editor grafico che producesse codice Lilypond mi tornerebbe molto utile, visto che su nap.source abbiamo [[:nap:Categurìa:Spartito|molti spartiti da trascrivere]]. ::::::Poi mi ritrovo con alcuni problemi, come il numero di battute per righe che diverge dal testo di origine (es: ''[[:nap:Lu Cardillo|Lu Cardillo]]''). ::::::Per le dimensioni del foglio, mi sembra di essermi imbattuto in un'opzione [https://lilypond.org/doc/v2.22/Documentation/notation/paper-size-and-automatic-scaling "set-default-paper-size"]. <span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 21:55, 8 apr 2022 (CEST) ::::::: quei programmi hanno in input una notazione varia e danno in output uno spartito. Per esempio - ma è roba di più di vent'anni fa, ora non saprei né scriverla né musicarla... - da [https://xmau.com/musica/src/davide.mtx questo sorgente] ottieni [https://xmau.com/musica/spartiti/davide.pdf questo pdf. --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 22:10, 8 apr 2022 (CEST) :::::::Salve @[[Utente:Ruthven|Ruthven]]. Non sono sicuro di aver compreso bene, comunque posso dirti che il codice Lilypond viene “compilato” dal programma omonimo, con la possibilità di scegliere il formato di output (PDF, PS, SVG, ...). La modalità di inserimento preferita è quella testuale, magari aiutandosi con un programma come Frescobaldi; se quello che cerchi è un’interfaccia WYSIWYG, potresti provare [http://denemo.org/ Denemo], anche se non so aiutarti con il suo uso. Io lo provai anni fa e non mi sono trovato bene, andava spesso in crash e non riuscivo a fare quello che volevo, ma forse ora le cose sono migliorate. :::::::Quanto al problema sul brano, non mi è chiaro cosa vuoi ottenere: vuoi allineare le sillabe alle note appropriate? O ti riferisci alla versione in italiano del testo? :::::::[[User:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]] ([[User talk:Francesco Napoleoni|disc.]]) 23:23, 8 apr 2022 (CEST) ::::::::Ciao [[Utente:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]]! La questione è che i miei corsi di solfeggio risalgono a più o meno 30 anni fa e un editor WYSIWYG di partiture mi andrebbe a pennello (altrimenti passo una giornata per pagina). ::::::::Nel brano, vorrei avere lo stesso numero di battute nella partitura trascritta che in quella della fonte. Non è essenziale, ma penso aiuterebbe. Il testo lo allineo con _ vari di solito e se rimangono problemi di allineamento, li posso correggere (anche perché sono il solo a saperlo fare su nap.source). <span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 20:32, 9 apr 2022 (CEST) :::::::::Allora ti conviene provare Denemo, con cui puoi esportare in formato Lilypond. :::::::::Quanto al brano, ti basta usare il comando <code>\break</code> per forzare un ritorno a capo. In questo modo puoi ottenere lo stesso numero di battute per riga dell’originale. :::::::::[[User:Francesco Napoleoni|Francesco Napoleoni]] ([[User talk:Francesco Napoleoni|disc.]]) 22:31, 9 apr 2022 (CEST) == regex per "circondare" un testo? == C'è un modo semplice per creare un tastino che mi permetta di aggiungere prima e dopo una stringa del testo? Per fare due esempi banali: sostituire ([0-9]{3}) (un numero di tre cifre) con <nowiki>{{pg|$1}}</nowiki> oppure mettere <nowiki><span style="letter-spacing:-0.02em"></nowiki> all'inizio di una riga e <nowiki></span></nowiki> alla fine della riga stessa? --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 21:52, 19 feb 2022 (CET) :@[[Utente:.mau.|.mau.]] Usando il nostro Trova e sostituisci, per il caso comunissimo di pg, con il numero a fine riga, io uso una regex <code>(\d+)$</code>, attivando multiriga, e con {{pg|$1}} come sostituisci. Per inglobare un'intera riga fra due testi qualsiasi, io aggiungo a inizio riga una cosa inequivoca, es. un carattere x + uno spazio, e memorizzo una regex del genere: <code>^x (.+)</code>, multiriga attivato, e come espressone di sostituzione stringa1$1stringa2. :Nota: attento a scrivere le regex direttamente in Discussioni indice! E' assolutamente consigliabile farlo con il nostro Trova e sestituisci, è facilissimo sbagliare. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 19:55, 21 feb 2022 (CET) == Elemento lista spezzato in due pagine == Ho avuto un duro combattimento con alcuni elementi lsta spezzati in pagine successive; ho vinto ma [[Pagina:Marello - La scrittura su Wikipedia come strumento didattico.pdf/23|con una soluzione che mi sembra troppo complessa (pag. 23)]]. C'è un metodo più semplice? --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 19:36, 21 feb 2022 (CET) :spiega. --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 19:46, 21 feb 2022 (CET) :: {{ping|.mau.}} E' un caso particolarmente odioso di "blocco che continua", nella pagina precedente la prima parte dell'elemento deve chiudersi con un codice <code><nowiki></li></ul></nowiki></code> fra noinclude, e nella successiva un codice <code><nowiki><ul style="list-style:none;"><li></nowiki></code> all'inizio delsecondo pezzo, che si chiude con un <code><nowiki></li></ul></nowiki></code> transcluso. In tal modo in transclusione ilsistema vede solol'inizio dell'elementoin una pagina e la fine dell'elemento nella successiva. Pagine in cui ho usato l'accrocchio: [[Pagina:Marello - La scrittura su Wikipedia come strumento didattico.pdf/23|pag.23]] e [[Pagina:Marello - La scrittura su Wikipedia come strumento didattico.pdf/29|pag.29]].[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 20:07, 21 feb 2022 (CET) ::: non puoi semplicemente chiudere il <code><nowiki></li></ul></nowiki></code> nella pagina precedente e continuare con un <code><nowiki><ul><li style="list-style:none;"</nowiki></code>? Semanticamente è scorretto (ma anche la chiusura non transclusa lo è), però all'atto pratico lo stile va in cascata sul singolo elemento della lista. --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 22:05, 21 feb 2022 (CET) :::: {ping|.mau.}} Fai pure una prova.... ma in transclusione il testo dei due pezzi deve essere continuo. E' un problema che riguarda tutti gli elementi html block. Il software, mi sembra, risolve solo gli elementi p. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 23:24, 21 feb 2022 (CET) :::::beh, no, se il testo in transclusione deve essere continuo la cosa non funziona per definizione :-( --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 09:31, 22 feb 2022 (CET) :::::l'alternativa sarebbe usare lo stesso trucco delle parole che vanno a capo a fine pagina, ma rischiamo di avere molto testo. --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 15:09, 23 feb 2022 (CET) :::::: Ci sono dei casi impossibili in cui è necessario usare il Pt: è il caso di alcune tabelle con celle spezzate. e altre situazioni molto particolari. La tengo come risorsa estrema. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 18:06, 24 mar 2022 (CET) :::::: {{ping|.mau.}} Ripingo per sicurezza.... [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 18:08, 24 mar 2022 (CET) :::::::sì, avevo letto ma visto che non si poteva fare molto non avevo risposto :-) --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 11:59, 25 mar 2022 (CET) == eis - ingrandire il frame di sinistra == In eis è facile ingrandire il testo originale (frame di destra). C'è un modo per fare qualcosa del genere col testo trascritto (frame di sinistra) senza ingrandire tutta la pagina visualizzata dal browser? --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 12:52, 2 mar 2022 (CET) :@[[Utente:.mau.|.mau.]] vuoi ingrandire i caratteri o allargare la cella? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 18:11, 24 mar 2022 (CET) ::{{ping|Alex brollo}} La prima ch'hai detto. --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 11:58, 25 mar 2022 (CET) ::: :@[[Utente:.mau.|.mau.]] stavo per fare una seconda domanda scema: "in edit o in view?", ma se parli di eis.... :-) Vediamo se riesco a riciclare il codice del tool di {{ping|Candalua}} per lo zoom caratteri in ns0. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 14:30, 25 mar 2022 (CET) == Nuovo approccio per il no indent a cavallo di pagina == Sopprimere l'indentatura della prima riga del paragrafo è già un problema di per sé, perché i paragrafi sono definiti da tag p inseriti autonomamente da Mediawiki; quando il paragrafo è spezzato su due pagine è ancora peggio. Finora si era cercato di risolvere il problema (con {{Tl|Ni}} e {{Tl|Indentatura}}) forzando un p o un div con uno stile CSS text-indent: 0. La cosa funziona abbastanza bene nel caso generale, meno per i paragrafi spezzati, perché in nsPagina il p rimane aperto. È però possibile affrontare il problema con un approccio diverso, ''che non tocca il p generato da Mediawiki'': * si aggiunge, ''prima all'inizio del paragrafo'', un div ''vuoto'' e ''chiuso'', con una sua classe CSS che chiamiamo "no-rientro" * e si definisce una regola CSS che agisce ''sull'elemento p successivo a questo div'', cosa possibile mediante l'operatore +. Il CSS è quindi: .no-rientro + p { text-indent: 0 } Ho creato {{Tl|No rientro}} e ho provato la cosa in [[Pagina:Chi l'ha detto.djvu/253]] e successiva. In nsPagina il risultato è <nowiki><div class="no-rientro"></div><p>testo....</p> che risulta in un p non rientrato, mentre in ns0, per qualche bizzarria di Mediawiki, il p non viene neanche generato, e quindi il rientro viene comunque soppresso (l'indent è definito su .pagetext p, quindi niente p, niente rientro).</nowiki> Che ne pensate? [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 13:17, 23 mar 2022 (CET) :{{ping|Candalua}} Ne penso che non avevo pensato alla regola + (ok, non la conoscevo nemmeno) Ottima trovata! --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 13:28, 23 mar 2022 (CET) ::Update: inserendo un a capo subito dopo il div (direttamente nel template), sembra che Mediawiki generi sempre il p. Questo mi sembra preferibile; infatti se il p non venisse generato, ci sarebbe il rischio che la regola ".no-rientro + p" venga applicata ''ad un p successivo''. Invece sembra che basti un a capo per evitare questo rischio. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 13:31, 23 mar 2022 (CET) :::Neanch'io conoscevo l'operatore + di CSS fino ad oggi. Credo sia davvero poco comune, e ha delle limitazioni: per esempio ".no-rientro + .pagetext p" non funziona, vuole per forza un elemento singolo dopo il +. Però è supportato da tutti i browser, fin da CSS2, quindi non vedo problemi ad adottarlo. Comunque provatelo per un po'. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 13:35, 23 mar 2022 (CET) ::::Bello! Mi sembra molto utile anche per i testi con formule. In generale, potrebbe sostituire il template {{tl|indent}} aggiungendo un parametro per il rientro? [[User:Cruccone|Cruccone]] ([[User talk:Cruccone|disc.]]) 19:52, 23 mar 2022 (CET) :::::{{@|Cruccone}}: non si può generalizzare del tutto, perché la regola CSS deve essere fissa, non si può generarla ''inline'' in base ad un parametro. Al massimo si possono creare n classi CSS, ad esempio con rientri da 0 a 10em, e fare un template che prende un valore da 0 a 10 e fa scattare la classe corrispondente. Però per far rientrare la prima riga si può usare anche {{tl|spazi}}, che è meno elegante come HTML prodotto, ma molto facile da usare. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 10:28, 24 mar 2022 (CET) == Problema css == {{ping|Candalua}} In [[Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf/13|questa pagina]] la tabella, contenuta in una annotazione, viene correttamente formattata dal css previsto per la classe .tab1 da [[Indice:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf/styles.css|questa pagina]]. stranamente, lo stesso non avviene nell'annotazione dopo transclusione in ns0, in [[Modificazione alla convenzione Laffitte per la concessione della strada ferrata Vittorio Emanuele di Savoia]]. Perchè succede? Io sospetto un problema di ordine di caricamento dei numerosi css caricati automaticamente, ma la cosa mi infastidisce alquanto, sarebbe un fastidioso limite all'uso dei geniali fogli di stile styles.css. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:17, 8 apr 2022 (CEST) :[[User:Alex brollo|Alex brollo]]: il problema è che lo stile così definito ha effetto solo sull'output di pages: la classe tab1 viene esposta come ".mw-parser-output .prp-pages-output .tab1". Invece le note sono fuori da .prp-pages-output, quindi tab1 non ha effetto su di esse. Non so bene come si possa risolvere... forse andrebbe gestito questo caso a livello di estensione. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 09:33, 8 apr 2022 (CEST) :: {{ping|Candalua}} Grazie. Al momento, spero che le tabelle dentro le note siano poche, ed è possibile formattarle alla vecchia con css inline. il fatto che il css di styles.css ''non ha effetto sulle note dopo transclusione'' è comunque un fatto da ricordare, potrebbe causare altri rompicapo. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 09:53, 8 apr 2022 (CEST) :::{{Ping|Alex brollo|Candalua}} scusate se mi intrometto: volevo segnalare che [[Pagina:Toaldo - Completa raccolta di opuscoli osservazioni e notizie diverse contenute nei giornali astro-meteorologici, Vol 2 - 1802.djvu/212|qui]] la tabella in nota, con uno stile definito in style.css, è correttamente trasclusa in ns0. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 10:54, 8 apr 2022 (CEST) ::::[[User:Paperoastro|Paperoastro]]: quest'ultima tabella io la vedo leggermente diversa in ns0, e esaminando il DOM della pagina non vedo gli stili. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 11:59, 8 apr 2022 (CEST) :::::{{Ping|Candalua}} grazie della segnalazione! Faccio qualche prova ed eventualmente uso il template {{tl|Cs}}. --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 12:12, 8 apr 2022 (CEST) Intanto ho segnalato la cosa in [[:phab:T305792]]. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 22:29, 9 apr 2022 (CEST) == quando arrivano le citazioni su wikidata? == Mentre controllo ''Chi l'ha detto?'', aggiungo spesso collegamenti a wikidata. Per esempio, [[Pagina:Chi_l%27ha_detto.djvu/344|qui]] ho aggiunto {{Tl|Wl|Q3770319|Giuseppe Ciani}}. Mi sarei aspettato che wikidata recepisse la modifica, e invece nulla, forse perché sto ancora lavorando sul ns:pagina. Confermate che è così? --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 10:50, 11 apr 2022 (CEST) :[[User:.mau.|.mau.]]: intendi che non ti veniva fuori il link? A volte l'aggancio con WD è lento ad aggiornarsi, puoi fare un Purge della pagina dal menu in alto (sotto "Altro"). [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 11:14, 11 apr 2022 (CEST) ::{{ping|Candalua}} sì, intendo quello. Non è una cosa davvero importante, però è una curiosità... --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 11:25, 11 apr 2022 (CEST) :::[[User:.mau.|.mau.]]: non è un problema solo di WD, in generale quando salvi una modifica ci sono molte operazioni di aggiornamento delle pagine collegate, che non sono immediate ma vengono differite ad un momento successivo, per fare in modo che il salvataggio sia più veloce. Anche quando salvi in nsPagina, il ns0 non si aggiorna subito. Oppure quando cambi i dati di un autore su WD, la pagina autore non si aggiorna subito. A seconda del carico del sistema questi aggiornamenti possono essere molto lenti, se si sono accumulate molte cose. C'è pure un bug aperto da anni su phabricator, dove stanno cercando di tracciare tutti questi casi, per vedere di renderli più "scattanti", ma senz'altro resterà aperto molto a lungo... :D Il purge invece forza una ricostruzione immediata della pagina, quindi ti fa in un certo senso "saltare la coda". [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 12:29, 11 apr 2022 (CEST) ::::{{ping|Candalua}} ma il purge lo devo fare in nsPagina, giusto? --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 12:42, 11 apr 2022 (CEST) :::: e comunque temo che se non c'è una pagina Autore non succeda nulla... --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 15:17, 11 apr 2022 (CEST) :::::[[User:.mau.|.mau.]]: Wl è fatto apposta così, se non ci sono pagine collegate non mostra nulla. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 15:44, 11 apr 2022 (CEST) ::::::ok :-) [[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 15:54, 11 apr 2022 (CEST) == Problemi con le tabelle == Ho riletto [[Pagina:La fisica dei corpuscoli.djvu/236|questa]] pagina e volevo migliorare la formattazione, ma se aggiungo il template {{tl|Cs}} al testo della prima colonna non viene elaborato correttamente, mentre funziona correttamente nelle altre colonne. Sbaglio qualcosa oppure c'è un problema dai piani alti? --[[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 11:17, 14 apr 2022 (CEST) :Ciao {{Ping|Luigi62}}! Non funziona il riferimento alla classe: in realtà avrebbe dovuto essere <code>class="tab20"</code> senza spazi, così prende gli stili dalla sottopagina stile..., ma in realtà lo stile migliore è quello "tab142", della tabella a pagina 142. Ho appena fatto la modifica. Grazie della segnalazione: non mi ero accorto del problema! --[[User:Paperoastro|Paperoastro]] ([[User talk:Paperoastro|disc.]]) 15:32, 14 apr 2022 (CEST) == frase spezzata in transclusione == [[Chi_l'ha_detto%3F/Parte_prima/33|Qui]] non riesco a togliere l'acapo tra pagina 166 e pagina 167, probabilmente perché c'è una section che rompe. Qualche idea? --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 22:25, 1 mag 2022 (CEST) : E già che ci siamo: chi sa modificare il template {{Tl|Cld}} in modo che se non c'è il numero di citazione non metta il puntino? Vedi [[https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:Chi_l'ha_detto.djvu/211]] --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 19:49, 2 mag 2022 (CEST) == Problema nella linguella "Altro" == {{ping|Candalua}} Nel popup di "Altro" non vedo più la descrizione dell'azione Purge e Rebuild (mi sembra si chiamasse così). È un problema mio o un problema generale? --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 23:25, 1 mag 2022 (CEST) :[[User:Alex brollo|Alex brollo]]: io la vedo. Dove ti succede? [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 09:25, 2 mag 2022 (CEST) :: Dovunque dovrebbe apparire.... al posto della descrizione, vedo un asterisco. Ma se riguarda solo me, non preoccupartene: prima o poi scoverò il problema, e comunque so cosa fanno quei due asterischi. :-) :: Faccio una verifica sloggato. --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:28, 2 mag 2022 (CEST) ::: Confermo: da sloggato tutto ok. Lascia perdere! --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 10:31, 2 mag 2022 (CEST) == Anomalia nella transclusione in ns0 == Nel testo ''Nella nebbia'' in rilettura adesso si verifica un problema nella transclusione in ns0: il secondo paragrafo di ogni capitolo ([[Nella nebbia/Un desinare|esempio]]) non rientra correttamente la prima riga. In nsPagina funziona regolarmente, ma non in ns0. Il problema sembra derivare dal template {{tl|Ct}}, seguito da {{tl|Capolettera}}. In altri testi che utilizzano il template {{tl|Centrato}} come in [[Don Chisciotte della Mancia/Capitolo III]] la transclusione sembra corretta (purchè si elimini la prima riga vuota della pagina successiva). --[[User:Luigi62|Luigi62]] ([[User talk:Luigi62|disc.]]) 16:36, 8 mag 2022 (CEST) == Togliere il punto in Tmp|Cld == Se guardate [https://it.wikisource.org/w/index.php?title=Pagina:Chi_l'ha_detto.djvu/378 questa pagina] vedete che c'è un punto ramingo. Questo perché il template Cld immagina che ci sia un numero d'ordine della citazione, che terminerà appunto con il punto. Immagino che basterebbe mettere un if dove c'è il punto, in modo che se non c'è testo non si metta nulla. Ma io con tutte quelle graffe mi perdo. Qualcuno ({{ping|Alex brollo}}) mi può aiutare? --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 22:37, 25 mag 2022 (CEST) :@[[Utente:.mau.|.mau.]] non riesco a vedere il ''punto ramingo''! [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:23, 29 mag 2022 (CEST) ::{{ping|Alex brollo}} non lo vedevi perché avevo sbagliato pagina :-( Ora ho corretto il link (il punto è dopo la frase numerata 1059). --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 11:56, 29 mag 2022 (CEST) ::: {{ping|.mau.}} Adesso lo vedo :-) Devo riconsiderare il tutto.... non sperare che ricordi alcunchè del meccanismo. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 13:23, 29 mag 2022 (CEST) ::::@[[Utente:.mau.|.mau.]], {{ping|Alex brollo}}: dovrebbe essere a posto. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 09:47, 30 mag 2022 (CEST) :::::{{ping|Candalua}} grazie! --[[User:.mau.|.mau.]] ([[User talk:.mau.|disc.]]) 15:55, 30 mag 2022 (CEST) == Il find & replace funzia :-) ma.... == {{ping|Candalua}} .... il box è uno sterminatore di spazio desktop. Facciamo un tentativo per ridurlo drasticamente? L'idea che wikisource necessita di tools poco ingombranti proprio non passa... --[[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 11:21, 29 mag 2022 (CEST) :[[User:Alex brollo|Alex brollo]]: sono riuscito a rimpicciolirlo un po' verticalmente compattando gli spazi, vedi in fondo a [[MediaWiki:Common.css]]. In larghezza è più difficile, il contenitore che ha la larghezza non ha nemmeno un id a cui appigliarsi... :( [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 09:50, 30 mag 2022 (CEST) ::@[[Utente:Candalua|Candalua]] Intanto grazie.... tenterò un secondo assalto :-) [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 14:23, 31 mag 2022 (CEST) == Il croptool non funziona più? == Ciao a tutti. È da un po' di tempo che ho riscontrato il mancato funzionamento dello strumento di ritaglio delle immagini. Ogni volta che cerco di utilizzarlo mi appare da dicitura "Command not found". Qualcuno ha riscontrato lo stesso problema? [[User:Alocin|Alocin]] ([[User talk:Alocin|disc.]]) 09:31, 14 lug 2022 (CEST) :L'ho notato anch'io. C'è una segnalazione aperta da un mese (https://github.com/danmichaelo/croptool/issues/174), ma finora l'autore del tool non ha risposto. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 14:35, 14 lug 2022 (CEST) ::Aggiornamento: l'autore di CropTool, Dan Michael O. Heggø, ci sta lavorando ma sembra che la soluzione sia più complicata del previsto. [[User:Candalua|Can da Lua]] ([[User talk:Candalua|disc.]]) 14:16, 21 lug 2022 (CEST) == problema sul template Pg == @[[Utente:Candalua|Candalua]] @[[Utente:Ruthven|Ruthven]] @[[Utente:Paperoastro|Paperoastro]] Come sapete, il template Pg, associato a Modulo Dati, fa una cosa carina: trasforma il numero pagina libro in un link diretto al numero di pagina djvu, se sta in nsPagina; se sta in ns0, trasforma il numero pagina in un link al capitolo ns0 che transclude quella pagina. Il problema nasce nei casi in cui la stessa pagina viene transclusa in due capitoli o più (in questi casi si utilizzano i tag section): allora il link a ns0 cade ''sull'ultimo dei capitoli che la pagina contiene'', il che può essere giusto o sbagliato. Qualche idea su come risolvere questo problema? [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 14:46, 15 ago 2022 (CEST) :Per il caso più comune (due capitoli in una pagina) forse si risolverebbe in Lua con un parametro opzionale aggiuntivo, in modo che restituisca, in ns0, il link al ''capitolo precedente'' a quello calcolato di default. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 17:26, 23 ago 2022 (CEST) == Problema in esportazione pdf == @[[Utente:Candalua|Candalua]] @[[Utente:Paperoastro|Paperoastro]] Per favore, provate a esportare in pdf e in epub [[Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano (Favaro)/Giornata prima]], che contiene una miriade di annotazioni a lato. ePub non mi pare male, ma il pdf proprio non va. Immagino che le cose possano essere sistemate con qualche trucco css in styles.css, ma non ce l'ho fatta. [[User:Alex brollo|Alex brollo]] ([[User talk:Alex brollo|disc.]]). 17:21, 23 ago 2022 (CEST) 5v71l30b98rpqkyqlnxmrty4xiynzl3 Pagina:The Oxford book of Italian verse.djvu/484 108 826242 3026077 2952329 2022-08-24T10:45:47Z Luigi62 7796 /* new eis level4 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude>{{Ct|v=1|f=110%|FRANCESCO DALL’ONGARO}} {{RigaIntestazione|{{larger|''325''}}|{{larger|''La Bandiera''}}|}} <section begin="325" />{{Centrato|{{larger|<small>(''Siena, ottobre 1847'')</small>}}}}<poem> {{Capolettera|D|6=1.2em}}I nostra mano fu trapunta in oro, E ad ogni punto il cor mandò un sospiro. L’angiol d’Italia vigilò il lavoro Dalle stellate volte dell’empiro; {{R|5}}L’angiol d’Italia e il benedetto coro Dei generosi che per lei moriro. Sposi e fratelli, difendete uniti Questa bandiera e questi sacri liti: Pensate al core che per voi sospira, {{R|10}}E all’angiolo d’Italia che vi mira.</poem><section end="325" /> {{RigaIntestazione|{{larger|''326''}}|{{larger|''La donna Lombarda''}}|}} <section begin="326" />{{Centrato|{{larger|<small>(''Milano, gennaio 1848'')</small>}}}}<poem> {{Capolettera|T|6=1.2em}}OGLIETEMI d’attorno i panni gai: Voglio vestirmi di bruno colore. Vidi scorrere il sangue, ed ascoltai {{R|4}}Le grida di chi fere e di chi muore. Altro ornamento non porterò mai Fuor che un nastro vermiglio sopra il core. Mi chiederan dove quel nastro è tinto, {{R|8}}Ed io: ‘Nel sangue del fratello estinto.’ Mi chiederan come si può lavare, Ed io: ‘Nol può lavar fiume nè mare: Macchia d’onore per lavar non langue, {{R|12}}Se non si lava nel tedesco sangue!’</poem><section end="326" /><noinclude>{{PieDiPagina|484||}}</noinclude> 0bksuoptfd0eu13mr9yjkxwn9y89hvq La Bandiera (Dall'Ongaro) 0 827067 3026078 3025130 2022-08-24T10:46:02Z Luigi62 7796 Porto il SAL a SAL 100% wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Francesco Dall'Ongaro<section end="Nome e cognome dell'autore"/> <section begin="Anno di pubblicazione"/>1847<section end="Anno di pubblicazione"/> <section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:The Oxford book of Italian verse.djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/> <section begin="Argomento"/>Poesie<section 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-->{{Qualità|avz=100%|data=24 agosto 2022|arg=Poesie}}{{Intestazione | Nome e cognome dell'autore = Francesco Dall'Ongaro | Nome e cognome del curatore = | Titolo =La donna Lombarda | Anno di pubblicazione = | Lingua originale del testo = | Nome e cognome del traduttore = | Anno di traduzione = | Progetto = Letteratura | Argomento = Poesie | URL della versione cartacea a fronte = Indice:The Oxford book of Italian verse.djvu }} {{Raccolta|The Oxford book of Italian verse}} <pages index="The Oxford book of Italian verse.djvu" from="484" to="484" fromsection="326" tosection="326" /> cmmupr5bj7nkech7gdxn8h4uaznhriy Indice:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu 110 832028 3025807 2972781 2022-08-23T12:05:17Z Barbaforcuta 9144 proofread-index text/x-wiki {{:MediaWiki:Proofreadpage_index_template |Autore=Christoph Meiners |NomePagina=Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani |Titolo= |TitoloOriginale= |Sottotitolo= |LinguaOriginale= |Lingua= |Traduttore=Antonio Raineri Biscia |Illustratore= |Curatore= |Editore= |Città= |Anno=1817 |Fonte={{IA|bub_gb_CiQ66xImWM8C}} |Immagine=5 |Progetto= |Argomento= |Qualità=25% |Pagine=<pagelist 1to4=- 5=1 /> |Sommario={{Indice sommario|nome=Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani/Capitolo VII|titolo=Capitolo VII|from=7|delta=4}} {{Indice sommario|nome=Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani/Capitolo VIII|titolo=Capitolo VIII|from=56|delta=4}} {{Indice sommario|nome=Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani/Capitolo IX|titolo=Capitolo IX|from=123|delta=4}} {{Indice sommario|nome=Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani/Annotazioni del traduttore II|titolo=Annotazioni del traduttore II|from=165|delta=4}} {{Indice sommario|nome=Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani/Errata corrige II|titolo=Errata corrige II|from=184|delta=4}} |Volumi=[[Indice:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu|Vol. I]] - [[Indice:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu|Vol. II]] |Note= |Css= }} ohgsvlkxaet8tyw69zw8fvxt57orbsf Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/7 108 833568 3026069 2980378 2022-08-24T10:44:36Z Barbaforcuta 9144 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude> {{Ct|f=150%|L=0.2em|t=0.2|v=1.7|IL TRADUTTORE}} {{Ct|f=110%|L=0.4em|v=2.4|A CHI LEGGE}} {{FI |file = Decorative_text_divider_-_central_flare.svg | width = 20% | float = center | caption = }} {{xx-larger|L}}{{Sc|a}} caduta del Romano Impero è stata uno di quelli avvenimenti, che per le sue conseguenze ha esercitate le penne di varj celebri Scrittori; ma niuno, a parer mio, è pervenuto meglio ad indicarne le vere cause come l’egregio sig. Meiners nell’opera soprattutto, di cui qui presento la Traduzione. Questa fu da me terminata mesi sono per mio semplice esercizio, e per mia istruzione, nè mai coll’idea di pubblicarla, non ignorando quanto sia difficil cosa il tradur bene in Italiano dalla lingua Tedesca, e specialmente gli scritti del detto insigne Erudito. Fatto non pertanto palese il mio lavoro ad alcuni miei amici, ai quali stanno sommamente a cuore l’utile, e il bello d’ogni Nazione, fui da essi eccitato di darlo alle stampe con alcune mie annotazioni, messe alla fine<noinclude></noinclude> cd98zikzcfvnuow83ay1olp333amczw Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/11 108 833572 3026068 2980705 2022-08-24T10:44:15Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude> {{Ct|f=150%|L=0.2em|t=0.2|v=1.7|''PREFAZIONE''}} {{Ct|f=110%|L=0.6em|v=2.4|''DELL’AUTORE''}} {{FI |file = Decorative_text_divider_-_central_flare.svg | width = 20% | float = center | caption = }} ''{{xx-larger|I}}{{Sc|l}} Signor Stahel mi pregò tempo fa di cedergli i miei ragionamenti sulla decadenza dei costumi fra i Romani, ad oggetto di formarne come un’aggiunta alla. Traduzione dell’Istoria di Gibbon. Io lo compiacqui tanto più volentieri quanto che le presenti mie osservazioni erano state, fin da principio, da me destinate a servire di supplemento all’Opera suddetta, e d’introduzione allo studio dei Romani Scrittori. Spero che questo mio disegno non sia per andare del tutto a vuoto.''<noinclude> {{rule|3em}}</noinclude><noinclude></noinclude> hs05h921njzns3g5u81jxzyomqctvl6 Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/13 108 833575 3026070 2980706 2022-08-24T10:45:05Z Barbaforcuta 9144 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude>{{Ct|f=155%|I.}} {{FI |file = Filet Gauthier-Villars.svg | width = 15% | float = center | caption = }} {{Ct|f=150%|L=0.4em|v=1.7|STORIA}} {{Ct|f=110%|L=0.2em|DEI COSTUMI DE’ ROMANI}} {{IndentInverso|1em}}''Nei primi due secoli dopo la nascita di Cristo, e in primo luogo dell’origine del Despotismo necessariamente prodotto dall’universale immoralità.''</div> {{xx-larger|A}}llorché si conosce lo stato dei costumi de’ Romani nell’ultimo secolo della lor liberta{{Nota separata|Pagina:Storia_della_decadenza_dei_costumi_delle_scienze_e_della_lingua_dei_romani_I.djvu/277|1}}, appena immaginar si dovrebbe che la prepotenza, e crudeltà dei loro Capi e Condottieri, l’egoismo, la mollezza, e il lusso dei Grandi, la poltroneria e viltà della Plebe, la rilassatezza delle Truppe e della Gioventù, non meno che la sfacciataggine delle Donne, e delle Zittelle, avessero ancora potuto aumentarsi, senza che il corpo dello stato già lacerato nel suo interno dalla preponderante corruttela, ed in tutte le parti in guerra con se medesimo non fosse stato in breve tempo fatto in pezzi, e distrutto. Eppure dopo un serio, e non<noinclude></noinclude> mrt0ix9ahcfulilnvhk1lbkvd3oglp8 Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/290 108 835773 3026088 2989707 2022-08-24T10:54:29Z Luigi62 7796 /* new eis level4 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|266|{{Sc|i mille}}}}</noinclude> e che non sanno esser votissime di senso, fanno un effetto magico! — Poi: bruciate, svenate, uccidete per la maggior gloria di Dio, e sarete ricompensati colla felicità eterna? Che morale! che scuola! E stupiremo di veder commettere ogni nefandezza, ai briganti, che altro non sono se non docili alunni dell’impostura! Volto a Tifone, il gesuita disse finalmente: «Amico mio, con uomini di tal fatta si può tentar qualunque impresa. Incaricatevi con questi vostri bravi della pro-dittatura, e particolarmente del capo; io vado subito ad avvisare i nostri che corrispondano degnamente alla grande opera». Così dicendo, accomiatossi l’astuto, incamminandosi nell’interno ed uscendo per porta segreta. — Tifone, dopo d’aver accompagnato Corvo collo sguardo, dirigendosi a’ suoi disse: «Ora a noi, compagni, non si dica che siam millantatori, ma uomini d’azione, e peran sotto le nostre daghe, come perì quel perverso di Gambardella, quanti scomunicati si trovano in Napoli e nel regno». Egli poi diè ordini ai capi di riunire le loro sezioni, ed impartì ordini precisi da far invidia ad un generale d’armata. Eran circa le 10 pomeridiane, quando il sotterraneo della bella Giovanna presentava l’aspetto d’un campo militare, pronto a muoversi per dar battaglia al nemico. — Era uno spettacolo imponente: quelle centinaia di figli del popolo pronti<noinclude></noinclude> 7np8knh7gbm9r3il8l6e2vmxsrebalp Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/291 108 835774 3026097 2989708 2022-08-24T10:57:15Z Luigi62 7796 /* new eis level4 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||{{Sc|capitolo xlvi}}|267}}</noinclude> ad assaltare e sterminare, se possibile, i loro fratelli non solo, ma coloro che per il popolo davano volenterosi la vita, coloro che venuti da lontano, avean superato le insidie della tirannide, e mille disagi e pericoli sui campi di battaglia. Che importa! i preti han detto loro che i Mille erano eretici, nemici del re, della religione e scomunicati dal Santo Padre, e quindi la gloria del paradiso era assicurata a chi li sgozzava, li bruciava, li sterminava. Eran tutte fisonomie abbronzate, robuste, quei popolani, lavoratori d’ogni professione, uomini che educati convenientemente e stimolati dall’amor di patria, della nostra patria, non di quella vana e bugiarda dei negromanti, avrebbero potuto servir eroicamente l’Italia contro lo straniero insolente e sottrarla dal fango e dall’abbrutimento ove la tengono i preti ed i reggitori. Oggi eran camorra la più sudicia, la più indecente delle società umane, pronta a tuffarsi nel sangue e nei più orribili delitti, colla coscienza d’esser perdonati non solo, ma ricompensati colla felicità eterna! «Pronti!» risposero tutti all’interpellanza del capo; e già la massa degli armati di daga movevasi verso l’interno della catacomba. Un rumore però che si fece all’entrata d’uno dei corridoi, fermò la marcia ed eccitò da quella parte l’attenzione della comitiva. — Ed eccone la ragione. Bajaicò, che già conosciamo come amante della<noinclude></noinclude> 8m0st788582zdsz96jwshcxe3nof26z Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/292 108 835775 3026100 2989709 2022-08-24T10:59:21Z Luigi62 7796 /* new eis level4 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|268|{{Sc|i mille}}}}</noinclude> bella Giovanna, era un bravo giovane e valorosissimo — non apparteneva però alla società di temperanza, o se vi apparteneva n’era sovente un trasgressore; — ed in quella sera essendosi fermato più del solito presso al banco della sua Giovanna, vi aveva alzato il gomito oltremodo. Padrone del cuore della padrona, il nostro Bajaicò si credè nel diritto di passeggiare il locale tutto, e ad onta delle ammonizioni e preghiere della Giovanna che cercava con varii pretesti di allontanarlo dal proposito d’internarsi, il focoso discendente di Balilla avventurossi nell’andito del corridoio di destra, ove fu fermato dalla sentinella. Peggio, allora, giacchè se aveva poca voglia di andare avanti, senza opposizione, ora glie ne nacque moltissima, impedito materialmente e bruscamente dalla sentinella nel suo disegno. L’atto primo di Bajaicò, trattenuto con poco garbo da un individuo qualunque, senza distintivi, fu di mandarlo gambe all’aria con un pugno, ciocchè egli eseguì con facilità essendo svelto, nerboruto ed audace; — ma in un momento egli venne attorniato da molti e condotto in presenza di Tifone. — Il suo processo fu presto finito e la sua sorte decisa. — Un’occhiata del capo bastò per condannarlo, legato colle mani addietro, e condurlo nell’interno per esservi immediatamente sacrificato. In questo il giudizio di Tifone somigliava a quello d’un vecchio romano che, consultato sul<noinclude></noinclude> ozlzovz3gy71g6zti2ql3ey5hrm9y8l Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/293 108 835776 3026102 2989710 2022-08-24T11:01:55Z Luigi62 7796 /* new eis level4 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||{{Sc|capitolo xlvi}}|269}}</noinclude> da farsi con molti prigionieri nemici che ingombravano il campo, mentre questo stava per essere attaccato, rispose: «Ammazzateli!» È cotesto anche uno dei tanti spedienti che i monarchi ed i loro satelliti adoperano in quel bel loro passatempo di stragi che si chiama guerra. Tali furono i procedimenti degli Hainau, dei Villata, dei Bazaine che, senza trovarsi spinti dall’eccidio, da terribile necessità d’una posizione arrischiata, massacrarono i Bresciani, i volontari a Fantina, ed il signor Bazaine, il nostro generale Ghilardi, prode difensore di Roma, al Messico mentre era ferito. Ed Ugo Bassi dai preti austriaci! E Ciceruacchio con due figli e sei compagni da un principe di casa d’Austria! E le migliaia di vittime d’un popolo generoso, immolate alla paura di quel saltimbanco politico, mascherato da repubblicano, che il giornalismo salariato chiama salvatore della Francia! — E perchè trovan strano allora che pochi briganti si sbarazzino d’un individuo che, lasciato libero, avrebbe certamente svelato il loro ricovero? — Orribile misura di quella giostra fatale che si chiama guerra — orribilissima quando eseguita in dettaglio, ma che quando, per esempio, si tratta d’un’ecatombe di milioni, allora diventa gloriosa, fruttando alla prosperità, all’onor nazionale, e sopratutto all’onor delle aquile o delle bandiere! Era bell’e spacciato il nostro Bajaicò, ed i Mille perdevano uno dei migliori militi; ma la provvidenza — non so se fosse la stessa provvidenza {{Pt|in-|}}<noinclude></noinclude> f6j4hj7kib5pdyixyk4iqe4gui0yira Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/294 108 835777 3026106 2989711 2022-08-24T11:04:19Z Luigi62 7796 /* new eis level4 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|270|{{Sc|i mille}}}}</noinclude> {{Pt|vocata|invocata}} da Guglielmo di Prussia quando col compagno Bonaparte mandavano al macello Tedeschi e Francesi — oppure la provvidenza del papa-re quando facea decapitare i liberali e cercava di vendere l’Italia anche al diavolo se la pagava meglio degli altri — la provvidenza nol volle. Comunque, solo la provvidenza potea salvare il nostro bellicoso ligure dalle unghie della camorra, e tale provvidenza si presentò sotto le forme dell’avvenente Giovanna. — Giovanna poco o nulla immischiavasi nelle faccende interne del suo stabilimento; non ostante essa non ignorava tutti gli orribili misteri di quell’antro, e bisogna confessare ad onor suo e dei fratelli che l’informavano d’ogni cosa, ch’essi tutti avean ribrezzo delle atrocità che si commettevano sì vicino a loro, e che cercavano in ogni modo di allontanarsi da quel nido di demoni. Non era però così facile. Essi avean bensì acquistato qualche cosa col loro negozio, ma quel qualche cosa sovente abbisognava alla tirannica e scellerata associazione, dimodochè la maggior parte delle loro economie trovavasi sempre in potere dei camorristi, che rendevano così ben difficile l’allontanamento di Giovanna e dei fratelli. Tali procedimenti da parte della camorra entravan forse nella di lei politica per non lasciar liberi e sciolti da ogni impegno con loro individui che potevano nuocerla. Sinora era dunque stato affare d’interesse per Giovanna di mantenersi inoffensiva a cotesta {{Pt|so-|}}<noinclude></noinclude> 3ctz76etq2ggiwdxyssyol7cvpfnzdd Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/295 108 835778 3026107 2989712 2022-08-24T11:06:24Z Luigi62 7796 /* new eis level4 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||{{Sc|capitolo xlvi}}|271}}</noinclude> {{Pt|cietà|società}} di masnadieri, ma oggi trattavasi d’affare del cuore, ben altro affare, e qui tutto il brio della donna concentrossi in quell’anima meridionale. E «pera il mondo» essa disse «ma si salvi il mio Bajaicò!» Inutile essa ben sapeva la propria intercessione, presso i selvaggi frequentatori del sotterraneo, e sapeva pure che poco tempo passerebbe tra l’arresto ed il sacrificio. Quindi, battendo dei piedi sulla banchina che le serviva di marciapiede, Giovanna lanciossi come una furia fuori della porta sulla via coll’intenzione di gridare al soccorso alla folla dei transitanti. — La fortuna favorì la pia oltre le sue speranze. Il Prodittatore di Napoli avea avuto sentore delle trame borbonico-clericali , giacchè in quei giorni i reazionari, quasi sicuri della vittoria promessa dal re e dal cielo, millantavano in pubblico le loro gesta future con molta boria, e pattuglie dei nostri comandate da ufficiali di fiducia percorrevano i punti della capitale ove maggiore si manifestava il pericolo. La nostra Giovanna ebbe dunque la sorte di trovare subito una pattuglia dei Mille che passava per la contrada, comandata dal prode Vigo Pelizzari, uno dei più distinti ufficiali della prima spedizione e conosciuto dalla Giovanna. «Per amor di Dio! comandante, venite presto per salvar uno dei nostri!» Vi era tanta eloquenza in quelle brevi parole e nell’occhio corvino della bella figlia di Partenope, che Vigo gettò la mano sull’elsa, sfoderò<noinclude></noinclude> dzmfx4jxqf35y463vgdva4mvsfg8bpg Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/296 108 835779 3026109 2989713 2022-08-24T11:08:44Z Luigi62 7796 /* new eis level4 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|272|{{Sc|i mille}}}}</noinclude> la sciabola e precipitossi sulle tracce dell’interessante donna, seguíto dai suoi militi di Marsala, svelti come caprioli. Entrare, percorrere la prima stanza e gettarsi pei corridoi, fu un attimo. E n’era tempo; — e al chiarore d’una lampada che illuminava un angolo del sotterraneo, scorgevansi tre uomini nerboruti che colle daghe nella destra, e sollevate sul loro capo, stavan per lasciarle cadere sul collo d’un inginocchiato, colle mani legate dietro il dorso ed assicurato con corde ad una colonna di legno che sembrava collocata apposta per tale ufficio e che veramente dai camorristi era chiamata colonna d’Abramo. — Un frate avea l’aria d’assistere il condannato, e la vita di Bajaicò fu veramente dovuta a cotesto servo di Dio, che per la prima volta in sua vita commise una buona azione, senza volerlo però. Comunque, le solite raccomandazioni cattoliche ai moribondi questa volta salvarono la vita d’un prode. Rotando la formidabile scimitarra, Vigo si aprì un varco verso la scena di morte, e come un’onda incalzante seguivanlo i fieri militi di Melazzo e di Reggio, rovesciando a destra e a sinistra i soldati del sanfedismo, a furia di baionettate e colpi di calci di fucili. — Tardi però sarebbe giunto il soccorso senza la risoluzione impavida del nostro superbo ligure. Egli s’era creduto spacciato, quando s’accorse che nessuno degli astanti poteva essergli amico, ma siccome l’ultima dea, la Speranza, lusinga<noinclude></noinclude> 1fshicldwnz5ad15wml82yarmdn8swl Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/297 108 835780 3026110 2989715 2022-08-24T11:11:50Z Luigi62 7796 /* new eis level4 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||{{Sc|capitolo xlvi}}|273}}</noinclude> sino all’ultimo sospiro, Bajaicò avea allungata la preghiera prescrittagli dal frate, non so se il ''pater noster'', quanto avea potuto, e ne borbottava le ultime parole, quando il rumore della imminente tempesta ferì il suo orecchio, e Dio sa se piacevolmente. Presentendo soccorso dagli amici, valoroso sempre, egli fece uno sforzo supremo, che valse parte ad infrangere e parte a sciogliere i legami con cui lo avevano avvinto. Inerme come era, abbrancossi ai suoi carnefici, che armati cercavano di trafiggerlo in ogni senso. — Il suo sangue correva a ruscelli senza scemare il coraggio della difesa. — Egli pugnava, lottava disperatamente; si sa però, qual poteva essere il risultato del conflitto tra un solo inerme e tanti armati. — Il più robusto dei carnefici avea alzata la daga sulla testa dell’eroico ed infelice Bajaicò — se il ferro cadeva, era finita, ma un manrovescio di sciabola del prode ufficiale di Calatafimi recise il braccio del camorrista e salvò la vita al compagno. Il parapiglia che successe in quel sotterraneo lo lascio immaginare al lettore. Colpi di daga da una parte e baionettate dall’altra fulminavano in quel poco decente recinto, ma presto la bravura dei figli della libertà ebbe posto in fuga i masnadieri. L’inconveniente però era nell’andito per cui dovevano uscire i perseguiti, che si trovava angusto ed affollato da’ più codardi che avean procurato di preceder i compagni, cosicchè molti<noinclude></noinclude> 2gvv7ymhtdevcoiww3ktpnnwpuj33ay Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/298 108 835781 3026111 2989717 2022-08-24T11:17:51Z Luigi62 7796 /* new eis level4 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|274|{{Sc|i mille}}}}</noinclude> furono i morti dei camorristi, molti i feriti e i prigionieri da porsi in mano della giustizia. Giovanna, nella sua vita non avea mai sognato di possedere tanto coraggio quanto ne dimostrò in quella sera. Essa dopo d’aver avvisato Vigo del pericolo del suo Bajaicò, non lo lasciò più d’un passo, ed il martire di Mentana<ref>Il maggiore Vigo Pelizzari, uno dei più brillanti ufficiali dei Mille, morto a Mentana nel 1867, giovane ancora, pugnando i mercenari di Bonaparte.</ref> sotto la di lei guida, potè giungere sul luogo del supplizio colla celerità indispensabile. — Bajaicò, ferito come era e grondante sangue, fece strage dei camorristi, e l’amante gentile andava superba di aver salvata la vita all’uomo del suo cuore. Il rovescio toccato alla camorra e quindi ai borboni clericali nell’osteria della bella Giovanna, sventò la grande congiura della parte a noi avversa in Napoli e salvò forse la causa d’Italia, già compromessa in alcuni piccoli insuccessi da parte nostra, e dalla sorda guerra e sleale che non cessavano di farci gli aspiranti ai favori della monarchia sabauda. Invano erasi adoperato monsignor Corvo in tutti i conventi e chiese per mantenere il fuoco sacro, come diceva lui, e per tentare nuove prove. — Invano!... La gloria del paradiso predicata alle carogne da preti e frati solleticava poco i grassi prebendari. Trovandosi essi al pericolo della pancia, {{Pt|ac-|}}<noinclude></noinclude> pv1819rovyir1hzb7s69t5iilaqmirq Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/299 108 835782 3026112 2989723 2022-08-24T11:19:01Z Luigi62 7796 /* new eis level4 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione||{{Sc|capitolo xlvi}}|275}}</noinclude> {{Pt|cresciuto|accresciuto}} dal fatto della bella Giovanna, si rannicchiavano i polputi, e molti pubblicamente millantavano liberalismo, anche repubblicanismo e socialismo, se si voleva. «Ma io non m’immischio di politica» dicevano i meno birbanti «così ci ammonisce Madre Chiesa. — Poi, date a Cesare ciò che è di Cesare, ed i sacerdoti del Signore, lo sapete, devono predicare fratellanza tra gli uomini, non attizzarli, stimolarli alla distruzione». Alcuni di questi neri semi di Dio accusarono di camorrismo certi uomini onesti con cui avean gare personali. «La sorte vuol proprio favorire questi rompicolli indemoniati» diceva tra sè Corvo mentre ìncamminavasi fuori di Napoli ad altre imprese, nulla più sperando sulla camorra sconquassata e sui grassi apostoli della cuccagna. {{Rule|8em|t=1|v=1}}<noinclude></noinclude> kt00oond19iw0gyck0iwabxwq3le8ql Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/300 108 835783 3026113 2989725 2022-08-24T11:20:38Z Luigi62 7796 /* new eis level4 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="4" user="Luigi62" />{{RigaIntestazione|276|{{Sc|i mille}}|n=s}}</noinclude> {{Ct|c=t1|CAPITOLO XLVII. }} {{Ct|c=t2|CAIAZZO.}} {{blocco a destra|larghezza=50%|{{Smaller block|class=c95}}La guerra, vergogna dell’umanità, è fatta necessaria dalle monarchie e dai preti che sarebbero perduti, se gli uomini avessero il buon senso d’intendersi. Trovandosi però nella necessità di farla, ci vuol molto discernimento.{{A destra|(''Autore conosciuto'').}} </div>}} Obbligato di lasciare l’esercito sul Volturno e di recarmi a Palermo per placare quel bravo e bollente popolo nell’esaltazione in cui l’avean spinto gli annessionisti, io aveva raccomandato al generale Sirtori, degno capo dello Stato maggiore dell’esercito meridionale, di lanciar delle bande nostre sulle comunicazioni del nemico. Ciò fu fatto, ma pure chi ne avea l’incarico immediato stimò opportuno di fare qualche cosa di più serio, e col prestigio delle precedenti vittorie, non dubitò qualunque impresa esser eseguibile dai nostri prodi militi. Fu decisa l’occupazione di Caiazzo, villaggio all’oriente di Capua, sulla sponda destra del Volturno. Tale posizione piuttosto difendibile {{Pt|natu-|}}<noinclude></noinclude> 7ou0bqg4n7zvxx56zlw3qihopvyj1a2 I Mille/Capitolo XLVI 0 835948 3026114 3009200 2022-08-24T11:21:16Z Luigi62 7796 Porto il SAL a SAL 100% wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Capitolo XLVI. Osteria della Bella Giovanna<section end="sottotitolo"/> <section begin="prec"/>../Capitolo XLV<section end="prec"/> <section begin="succ"/>../Capitolo XLVII<section end="succ"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>24 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>100%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=24 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Capitolo XLVI. Osteria della Bella Giovanna|prec=../Capitolo XLV|succ=../Capitolo XLVII}} <pages index="Garibaldi - I Mille.djvu" from="285" to="299" fromsection="" tosection="" /> {{Sezione note}} s95jipzfp1y7ppjtuhwuz2rd2mbkgrd Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/73 108 838553 3026072 3008518 2022-08-24T10:45:12Z Barbaforcuta 9144 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude>{{Ct|f=155%|II.}} {{FI |file = Filet Gauthier-Villars.svg | width = 15% | float = center | caption = }} {{Centrato|''Progressi del Despotismo, e della decadenza<br> de‘ costumi tra i Romani.''}} {{xx-larger|D}}opo la morte dì Tiberio{{Nota separata|Pagina:Storia_della_decadenza_dei_costumi_delle_scienze_e_della_lingua_dei_romani_I.djvu/280|1}} erano i domani così pronti a fare, e soffrire tutto ciò, che prescritto si fosse dal loro assoluto Monarca, che il dispotico potere di lui, e l'incertezza dell’onore, dei beni, e della vita dei sudditi dovevano indispensabilmente andar sempre piò crescendo ogniqualvolta il successore del morto tiranno avuto non avesse tanta fortezza d’animo onde a fronte dei più lusinghieri, e replicati incentivi tener del continuo a freno la propria sensualità, avarizia, e sete di vendetta, non meno che quelle de’ suoi medesimi favoriti, ed amici. Ma la Provvidenza per imperscrutabili cause diede allora appunto ai Romani un Padrone, il quale sembrava piuttosto destinato a vivere in una casa di pazzi, che a salire sul Trono, e che per conseguenza allorquando la sorte collocato lo ebbe nel Soglio de’ Cesari diedesi in breve tempo a conoscere qual nemico degli nomini, e distruttore di quella parte di Mondo a lui sottoposta,<noinclude></noinclude> qn3qhm0vxcfl1xeihe8q8c2s14vdbpd Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/103 108 838870 3025809 3022788 2022-08-23T12:06:30Z Barbaforcuta 9144 adeguo alla fonte proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||99}}</noinclude> Nerone peraltro non commesse mai alcuna laidezza, a cui prima non fosse da altri stato istigato, e quasi alcun delitto, pel quale non si rendessero grazie ad esso, o agli Dei, talchè può dirsi con tutta franchezza che anch’egli rimase in questa parte inferiore al Senato, ed al Popolo, giacché Tacito, e Svetonio espressamente assicurano, che l’applauso, e le adulazioni dei Romani lo rinvigorirono, ed infiammarono tanto nelle sue disonorevoli imprese teatrali, quanto nei suoi sanguinarj, e tirannici misfatti. Tostochè si penetrò che Nerone sarebbesi volentieri dato a conoscere anche in Roma come un eccellente attore, e cantante, allora tutto il popolo lo pregò a far udire la celeste sua voce; e siccome per un tratto di timidezza fu da lui promesso di cantare solamente nel suo giardino alla presenza di coloro, che bramavan di udirlo, così i soldati unirono con tal calore le loro suppliche a quelle del popolo che egli {{Pt|final-|}} <ref follow="p102">Doriforo: „ cui, sicut ipsi Sporus, ita ipse denupsit: voces quoque, et ejulatus vim patientium virginum imitatus„. Nerone chiamar facevasi κύρια καὶ βασίλεια κὶ δέσποινα. Dione Cassio 63. 13. pag. 1035. Egli dimandò, come fece in seguito Eliogabalo, se era possibile che il suo Sporo αὐτὸν δι᾽ ἐντομῆς ἐμπροσθίας τῇ τέχνῃ ποιῆσαι L. 69. 1365. et ibi Reim. Tali orribili nozze vennero solennizzate e cantate dei Greci, e questo il Popolo desiderava persino: καὶ γνησίους σφισι παῖδας γεννηθῆναι Dio. Cass. 63. 13.</ref><noinclude>[[Categoria:Pagine con testo greco]]</noinclude> 2d6l9ji8ekqjfabqxotxk68h8m1p6oe Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/138 108 841890 3026073 3008977 2022-08-24T10:45:19Z Barbaforcuta 9144 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude>{{Ct|f=155%|III.}} {{FI |file = Filet Gauthier-Villars.svg | width = 15% | float = center | caption = }} {{Centrato|''Della voluttà dei due Sessi.''}} {{xx-larger|D}}opo le testimonianze, e gli esempj da me riferiti non fa di mestieri addurre altra prova che il popolo Romano, e i suoi Grandi sotto il governo dei primi Imperatori trovavansi al massimo grado corrotti; che quasi tutte le pubbliche, e maschie virtù, e segnatamente l’amor della Patria, e il Romano coraggio giacevano in un totale avvilimento; e che in fine erano quasi del tutto spariti quei sentimenti, e quelle inclinazioni, che distinguono gli uomini, e i popoli più illustri dagli altri, vale a dire, l’onore, la verecondia, e l’umanità, il vero amore, la sincera amicizia, la stima di se medesimo, e del giudizio de’ proprj concittadini. Quando uno per altro è arrivato a persuadersi di questa’ trista verità, cioè, che i Romani erano il Popolo più potente, e per conseguenza il più vizioso del Mondo, bramerà forse di sapere altresì, come, e per quali cause la mollezza, e la vanità femminile, lo sfacciato libertinaggio, la crapula, e l’illimitata rapacità, e profusione soffocar poterono in essi l’antica loro virilità, dignità,<noinclude></noinclude> 9ovjo9as8lfrfkt5osnfap96ke4rhub Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/164 108 842030 3026074 3008975 2022-08-24T10:45:26Z Barbaforcuta 9144 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude>{{Ct|f=155%|IV.}} {{FI |file = Filet Gauthier-Villars.svg | width = 15% | float = center | caption = }} {{Centrato|''Della Leconeria, voracità, e Crapula<br> dei Romani.''}} {{xx-larger|S}}e la voluttà dei Romani avesse potuto essere superata da qualche vizio alla medesima intimamente congiunto, lo sarebbe stata senza dubbio dalla crapula dei Grandi, la quale ai corrotti Popoli, che ne son venuti in appresso, si rese ancora più inarrivabile della stessa Romana voluttà. I Paesi, dai quali raccoglieasi tutto ciò, che soddisfar poteva il palato dei golosi Romani, rimanevano così distanti; la quantità del denaro, che veniva divorata dalla continua crapula, e spesa persino in particolari banchetti, e vivande giungeva ad un grado così mostruoso, ed enorme; l’arti, con cui si preparavano le più stimate leconerìe, si risvegliava lo stanco appetito, e sollevavasi l’oppressa natura, erano così varie ed innaturali; molte delle più celebri vivande riuscivano così nauseanti, ed orribili; l’eccesso in fine del godere, come il modo stravagante di vivere di ogni Crapulone divennero così dispendiosi, e nocivi, che anche le più robuste complessioni, e gl’immensi tesori dei<noinclude></noinclude> oktrfsxoqynw551b197x4ietjmt5lp5 Wikisource:GUS2Wiki 4 842099 3025810 3022805 2022-08-23T12:15:46Z Alexis Jazz 43232 Updating gadget usage statistics from [[Special:GadgetUsage]] ([[phab:T121049]]) wikitext text/x-wiki {{#ifexist:Project:GUS2Wiki/top|{{/top}}|This page provides a historical record of [[Special:GadgetUsage]] through its page history. To get the data in CSV format, see wikitext. To customize this message or add categories, create [[/top]].}} I dati che seguono sono estratti da una copia ''cache'' del database, il cui ultimo aggiornamento risale al 2022-08-22T04:50:51Z. Un massimo di {{PLURAL:5000|un risultato è disponibile|5000 risultati è disponibile}} in cache. {| class="sortable wikitable" ! 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Vedi c. II, 10.<section end="299"/> <!-- 300 --><section begin="300"/>St.3 {{Sc|Geloni}}. Popoli di Scizia. Qui ''gelo''.<section end="300"/> <!-- 301 --><section begin="301"/>- {{Sc|L'osteria de' cani}}. Le pozze d’acqua che son per le vie e che gelate non offron più il bere a’ cani.<section end="301"/> <!-- 302 --><section begin="302"/>- {{Sc|Presto}}. Monte di pietà.<section end="302"/> <!-- 303 --><section begin="303"/>- {{Sc|Tabì}}. Drappo leggieri di seta.<section end="303"/> <!-- 304 --><section begin="304"/>- {{Sc|Crocchioni}}. Cicaloni che volentieri ''stanno a crocchio''.<section end="304"/> <!-- 305 --><section begin="305"/>- {{Sc|Caldani}}. Bracieri, intorno a cui mettonsi i crocchioni, e vi vanno, vi ''si calano come ad assedio''.<section end="305"/> <!-- 306 --><section begin="306"/>St. 5 {{Sc|Faverella}}. Una specie di tórta che mettevasi tra il cinto erniario (''brachiere'') e l’ernia, come rimedio di quel male.<section end="306"/> <!-- 307 --><section begin="307"/>- {{Sc|Cruscherella}} è un giuoco che si fa mescolando molte piccole monete in un mucchio di crusca, del quale fannosi poi tanti mucchietti quanti sono i giocatori. Ognuno fruga nel suo mucchietto, e le monete che trova, son le sue.<section end="307"/> <!-- 308 --><section begin="308"/>St. 6 {{Sc|A petronciano}} Grosso e paonazzo, come un ''petronciano'' o ''petonciano'', che dicesi anche ''marignano'' e ''melanzano'': è un frutto di forma ovale; la pianta è del genere dei ''solani''.<section end="308"/><noinclude></noinclude> hjo8rh404vn9gnv42ey9wd5iwxd3jpw 3026071 3026067 2022-08-24T10:45:06Z Accolturato 41514 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione|{{Sc|116}}|{{Sc|malmantile racquistato}}}}</noinclude> {{Note}} <section end="s1" /><section begin="s2" /> {{Ct|f=140%|v=1|lh=1.5|NOTE.}} <!-- 299 --><section begin="299"/>St.2 {{Sc|A brace}}. senza regola. Vedi c. II, 10.<section end="299"/> <!-- 300 --><section begin="300"/>St.3 {{Sc|Geloni}}. Popoli di Scizia. Qui ''gelo''.<section end="300"/> <!-- 301 --><section begin="301"/>- {{Sc|L'osteria de' cani}}. Le pozze d’acqua che son per le vie e che gelate non offron più il bere a’ cani.<section end="301"/> <!-- 302 --><section begin="302"/>- {{Sc|Presto}}. Monte di pietà.<section end="302"/> <!-- 303 --><section begin="303"/>- {{Sc|Tabì}}. Drappo leggieri di seta.<section end="303"/> <!-- 304 --><section begin="304"/>- {{Sc|Crocchioni}}. Cicaloni che volentieri ''stanno a crocchio''.<section end="304"/> <!-- 305 --><section begin="305"/>- {{Sc|Caldani}}. Bracieri, intorno a cui mettonsi i crocchioni, e vi vanno, vi ''si calano come ad assedio''.<section end="305"/> <!-- 306 --><section begin="306"/>St. 5 {{Sc|Faverella}}. Una specie di tórta che mettevasi tra il cinto erniario (''brachiere'') e l’ernia, come rimedio di quel male.<section end="306"/> <!-- 307 --><section begin="307"/>- {{Sc|Cruscherella}} è un giuoco che si fa mescolando molte piccole monete in un mucchio di crusca, del quale fannosi poi tanti mucchietti quanti sono i giocatori. Ognuno fruga nel suo mucchietto, e le monete che trova, son le sue.<section end="307"/> <!-- 308 --><section begin="308"/>St. 6 {{Sc|A petronciano}} Grosso e paonazzo, come un ''petronciano'' o ''petonciano'', che dicesi anche ''marignano'' e ''melanzano'': è un frutto di forma ovale; la pianta è del genere dei ''solani''.<section end="308"/><noinclude></noinclude> e8mzoplvbiql7hgzfltbeydq69riq1h Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/161 108 842621 3026083 3013685 2022-08-24T10:53:15Z Accolturato 41514 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione||{{Sc|terzo cantare}}|{{Sc|117}}}}</noinclude> <!-- 309 --><section begin="309"/>St. 7 {{Sc|Sonare}}. Opposto a ''ballare'' qui sta per ''bastonare'', ''percuotere''.<section end="309"/> <!-- 310 --><section begin="310"/>St. 8 {{Sc|Stampita}}. Romore, chiasso, bordello, quasi ''stimpanata''.<section end="310"/> <!-- 311 --><section begin="311"/>- {{Sc|Sante nocca}}. Solenni pugni.<section end="311"/> <!-- 312 --><section begin="312"/>- {{Sc|Col Batti}} ''ecc''. La plebe fiorentina dividevasi già in tante compagnie che chiamavano Potenze; e ciascuna aveva un capo e un’insegna. Quella del ''Batti'' era dei ''battilani'', quella del ''Tessi'' e ''Biliemme'' era dei ''tessitori'' di lana.<section end="312"/> <!-- 313 --><section begin="313"/>St. 9 {{Sc|Uomin di conto}}. Più che ''persone ragguardevoli'', qui si è voluto dire ''computisti''<section end="313"/> <!-- 314 --><section begin="314"/>St. 11. In tutta questa stanza si descrive assai piacevolmente un malato di sifilide. Il ''legno'' è il decotto di Legno Santo; il ''nemico francese'' a cui si vuol dare una buona quantità (''rivellino'') di busse con quel ''legno'', s’intende bene chi è, e come faccia ''calvinisti'' i suoi prigionieri.<section end="314"/> <!-- 315 --><section begin="315"/>St. 12. {{Sc|A occhio e croce}}. Termine meccanico, e vale ''senza le dovute regole d’arte''.<section end="315"/> <!-- 316 --><section begin="316"/>- {{Sc|Fare una bottega}}. Allungare, qui, il male.<section end="316"/> <!-- 317 --><section begin="317"/>- {{Sc|Ripiegare}}. Far morire, quasi assettargli i panni addosso per seppellirlo.<section end="317"/> <!-- 318 --><section begin="318"/>St. 13. {{Sc|Al giuoco}}. Alla professione.<section end="318"/> <!-- 319 --><section begin="319"/>- {{Sc|L'interesso}}.L’usura ''mangia'', consuma i capitali dì e notte.<section end="319"/><noinclude></noinclude> hp0ldz7aqwa2zj4zm2cbmx5plgvmb6v Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/162 108 842622 3026084 3013686 2022-08-24T10:54:15Z Accolturato 41514 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="" />{{RigaIntestazione|{{Sc|118}}|{{Sc|malmantile racquistato}}}}</noinclude><!-- 320 --><section begin="320"/>FATTOIO. Frantoio, mulino da olio.<section end="320"/> <!-- 321 --><section begin="321"/>SCHIZZATOIO, Canna da clisteri.<section end="321"/> <!-- 322 --><section begin="322"/>Il Console ecc. Il vero titolo di questa commedia del Maniglia (Lion Magin) è La Serva nobile.<section end="322"/> <!-- 323 --><section begin="323"/>AL DOTTORATO. Nell’addottorarsi.<section end="323"/> <!-- 324 --><section begin="324"/>ZAFFATA. Liquore ovvero odore in quantità, che improvvisamente ci percuote il senso.<section end="324"/> <!-- 325 --><section begin="325"/>USCITA. Soccorrenza, diarrea.<section end="325"/> <!-- 326 --><section begin="326"/>QUESTO morbo, puzzo. Si osservi il parlare spropositato ma dottorale di costui.<section end="326"/> <!-- 327 --><section begin="327"/>RACCAPPELLA. Reitera.<section end="327"/> <!-- 328 --><section begin="328"/>DIAGRANTE è una specie di gomma.<section end="328"/> <!-- 329 --><section begin="329"/>ADDIO, FAVE. Così disse un tale che scommesse e perdò un campo di fave: onde il detto vale Tutto è perduto.<section end="329"/> <!-- 330 --><section begin="330"/>ARGOMENTO. Serviziale.<section end="330"/> <!-- 331 --><section begin="331"/>Questa stanza, per esser delle più belle nel suo genere, è divenuta popolarissima.<section end="331"/> <!-- 332 --><section begin="332"/>INGRASSARE ecc. Vuol morire. Nomina i petronciani per qualsiasi altra pianta. Vedi st. 6.<section end="332"/> <!-- 333 --><section begin="333"/>PUCCIO LAMONI. Paolo Minucci,<section end="333"/><noinclude></noinclude> gm0jkvoe25960pvut3cpqqc6o3yorur Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/163 108 842623 3026085 3013687 2022-08-24T10:54:21Z Accolturato 41514 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="" />{{RigaIntestazione||{{Sc|terzo cantare}}|{{Sc|119}}}}</noinclude><section begin="333" />il comentatore del Malmantile Racquistato.<section end="333" /> <!-- 334 --><section begin="334"/>DUCE DI CARTAGENA. Espertissimo giocator di carte.<section end="334"/> <!-- 335 --><section begin="335"/>MAMMAGNUCCOLI. Così chiamavansi una società di giocatori.<section end="335"/> <!-- 336 --><section begin="336"/>ANDARE A GRUCCIA. Essere stroppiato. <section end="336"/> <!-- 337 --><section begin="337"/>Offerta dicesi quel tanto che danno alla chiesa in certe occasioni certe pie confraternite.<section end="337"/> <!-- 338 --><section begin="338"/>EGLI che aveva già fatta una lezione in casa Coltellini ecc.<section end="338"/> <!-- 339 --><section begin="339"/>SENZA METTERVI ecc. Subitamente, come chi per mangiar presto una vivanda, non la condisse.<section end="339"/> <!-- 340 --><section begin="340"/>A GIORGIO SCALI, che nel 1381 tentò avventatamente in Firenze un rivolgimento politico, fu mozzo il capo.<section end="340"/> <!-- 341 --><section begin="341"/>E IN MAN ecc. Mandaron via. Piglia il lembo, piglia il cencio dicevasi da’ maestri di bottega a’ garzoni, e intendevasi, Vattene.<section end="341"/> <!-- 342 --><section begin="342"/>OND’EI ecc. Enea propriamente fuggì col padre, portandolo a pentolino, perchè Virgilio gli fa dire: Cave pater, cervici imponere nostræ. Il portare a cavalluccio è quando il portato, avvolte le braccia al collo del portante, glie le stringe sul petto, e il portante ricinge colle sue braccia le gambe del portato che lo inforca ai fianchi. Questo a Siena dicesi a saccaceci, e altrove a ciarpello.<section end="342"/> <!-- 343 --><section begin="343"/>E QUESTO ecc. Lo scappar del<section end="343"/><noinclude></noinclude> i2z57lshchrnyvglc9cs9i4zqpwucdi Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/164 108 842624 3026087 3013688 2022-08-24T10:54:28Z Accolturato 41514 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="" />{{RigaIntestazione|{{Sc|120}}|{{Sc|malmantile racquistato}}}}</noinclude><section begin="343" />fiato da basso per la paura, fu effetto di ciò, che il generale ecc.<section end="343" /> <!-- 344 --><section begin="344"/>TOCCÒ LA CORDA. Ebbe dei tratti di corda.<section end="344"/> <!-- 345 --><section begin="345"/>AI PIEDI. Legatigli ai piedi.<section end="345"/> <!-- 346 --><section begin="346"/>I’HO STOPPATO ecc. Soffiavan sì che io ne disgrado un alchimista. Gli alchimisti soffiavano assai nel fuoco per ottenere temperature elevatissime.<section end="346"/> <!-- 347 --><section begin="347"/>PROPRIA CORTESIA. Senza che altri ne lo richieda.<section end="347"/> <!-- 348 --><section begin="348"/>CALZETTE. Gambe; e intende ferire in genere.<section end="348"/> <!-- 349 --><section begin="349"/>VILUME. Volume; viluppo, tafferuglio.<section end="349"/> <!-- 350 --><section begin="350"/>FARE O DIR LIMA LIMA. Beffare. È un detto insieme e gesto che i bambini si fanno, fregandosi in punta gl’indici delle due mani.<section end="350"/> <!-- 351 --><section begin="351"/>GIUOCA DI LONTANO. Se ne sta alla larga.<section end="351"/> <!-- 352 --><section begin="352"/>SI TINGE ecc., per fare il viso giallo da ammalato.<section end="352"/> <!-- 353 --><section begin="353"/>NON FA. Non si converte in sangue, come il vino (Bacco).<section end="353"/> <!-- 354 --><section begin="354"/>MUOR VESTITO chi muore in guerra.<section end="354"/> <!-- 355 --><section begin="355"/>MARIA CILIEGIA. Questa donna creduta pazza, è personaggio storico; e il Minucci ce la dà per un Diogene fiorentino in gonnella.<section end="355"/> <!-- 356 --><section begin="356"/>TITUTRENDO FALALELLA.<section end="356"/><noinclude></noinclude> kfbnjj4pr851f5ir3awq2q87jdyt72q Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/165 108 842625 3026089 3013689 2022-08-24T10:54:37Z Accolturato 41514 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="" />{{RigaIntestazione||{{Sc|terzo cantare}}|{{Sc|121}}}}</noinclude><section begin="356" />Sillabe che si cantavano per imitare il suono del chitarrino.<section end="356" /> <!-- 357 --><section begin="357"/>MEO ecc. Uomini mezzo matti o stroppiati, che vivevano, dice il Minucci, provvisionati dal Palazzo. Nella immensa famiglia degl’impieghi, questa è ora una specie estinta.<section end="357"/> <!-- 358 --><section begin="358"/>IL GIRO. Qui vuol dire gente impazzata; ma nel proprio, Giro de’ Mercanti si diceva, quando un banchiere teneva in mano il danaro di tutta la piazza.<section end="358"/> <!-- 359 --><section begin="359"/>CACCHIATELLO. Specie di pane finissimo.<section end="359"/> <!-- 360 --><section begin="360"/>FO BUON ecc. È certo che non potrei morire più che una volta.<section end="360"/> <!-- 361 --><section begin="361"/>SI CINGA. Prenda a sostenere il contrario anche con la spada, chè io gli risponderò.<section end="361"/> <!-- 362 --><section begin="362"/>RAGUNI. Ragunare, ammassar danaro.<section end="362"/> <!-- 363 --><section begin="363"/>RIDURLA A ORO. Concludere.<section end="363"/> <!-- 364 --><section begin="364"/>UN DI COLOR ecc. Che fan la spia, perchè aggirandosi molto per la corte del Bargello, ivi gli occorron bisogni.<section end="364"/> <!-- 365 --><section begin="365"/>COSTA. Consta, è manifesto. Questa parola pronunciata coll’aspirazione fiorentina, fa bisticcio con ostile.<section end="365"/> <!-- 366 --><section begin="366"/>IMBROGLIAR LA SPAGNA, Vale semplicemente imbrogliar con chiacchiere.<section end="366"/> <!-- 367 --><section begin="367"/>RIFORMATO Si chiama il soldato<section end="367"/><noinclude></noinclude> iiuwhtnbhur2t8jzxf1l3mwybpwm96s Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/166 108 842626 3026090 3013690 2022-08-24T10:54:41Z Accolturato 41514 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="" />{{RigaIntestazione|{{Sc|122}}|{{Sc|malmantile racquistato}}}}</noinclude><section begin="367" />che abbia il congedo per infermità. A questo Sperante fornaio si fece realmente serrar bottega.<section end="367" /> <!-- 368 --><section begin="368"/>GRIDAN ecc. Ha quelle ampie spalle che si cercano in Livorno per aver buoni rematori.<section end="368"/> <!-- 369 --><section begin="369"/>TEGLION MARMATO. Coperchio fatto di marmo, minutamente pesto, e terra, col quale, sendo infocato, si cuoprono le teglie o tegami per rosolare la vivande. (Minucci.)<section end="369"/> <!-- 370 --><section begin="370"/>DE’ ROVINATI ecc. Allude a un poemetto, allora noto, intitolato La barca de’ Rovinati. <section end="370"/> <!-- 371 --><section begin="371"/>Fallire, intendi: far fallimento.<section end="371"/> <!-- 372 --><section begin="372"/>BARONE, BASSETTA, Giuochi noti; il primo di dadi, l’altro di carte; posti in senso traslato, per significare baro e basso.<section end="372"/> <!-- 373 --><section begin="373"/>CROCETTA. Palazzo e vicino convento di Firenze. Far crocette vale mangiar poco o punto, forse perchè il non mangiare fa sbadigliare, e nello sbadigliare alcuni usano segnarsi col pollice una croce in bocca.<section end="373"/> <!-- 374 --><section begin="374"/>DALLE PRIME ecc. Di prima classe.<section end="374"/> <!-- 375 --><section begin="375"/>STAVA SÌ MALE, Ne fu tanto innamorata.<section end="375"/> <!-- 376 --><section begin="376"/>DEL BEN BELLEZZA. Fece scialo del suo avere.<section end="376"/> <!-- 377 --><section begin="377"/>PER LA FAVA AL FORNO. Per ogni sua bisogna, sceglie forse la fava e il forno per dar luogo ad equivoci.<section end="377"/> <!-- 378 --><section begin="378"/>PASCIONA. Pascolo, abbondanza, comodità.<section end="378"/> <!-- 379 --><section begin="379"/>NON LO VEDE A MEZZO. Non le par di godere nemmen per metà la vista di lui, tanto l’ama.<section end="379"/> <!-- 380 --><section begin="380"/>E POSPOSTANE ecc. E dopo Bertinella e la dottoressa Martinazza,<section end="380"/><noinclude></noinclude> deqnablrpb1r5f15u1rchz83zg0pxw5 Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/167 108 842627 3026091 3013691 2022-08-24T10:54:46Z Accolturato 41514 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="" />{{RigaIntestazione||{{Sc|terzo cantare}}|{{Sc|123}}}}</noinclude><section begin="380" />direttrice del governo, il primo in lista nello stato di Malmantile è Sperante.<section end="380" /> <!-- 381 --><section begin="381"/>DI NIDIO E NAVICELLO. Astuto e lesto.<section end="381"/> <!-- 382 --><section begin="382"/>LETTO DI BALOCCHINO. Le forche: da un ladro di questo nome che fu impiccato.<section end="382"/> <!-- 383 --><section begin="383"/>SERRARE IL NOTTOLINO. Strozzare. Nottolino è il capo della trachea che forma quella protuberanza chiamata il pomo d’Adamo, il quale, perchè va in su e in giu, come, un nottolino da usci e finestre, ha preso questo nome.<section end="383"/> <!-- 384 --><section begin="384"/>LA CASSA. Il tamburo.<section end="384"/> <!-- 385 --><section begin="385"/>A BABBOCCIO. In confuso, alla peggio.<section end="385"/> <!-- 386 --><section begin="386"/>BUONA. GOFFI. Giuochi di carte (Nè buon nè goffo).<section end="386"/> <!-- 387 --><section begin="387"/>A’ NOCCIOLI. Molti giuochi fanno i bambini coi noccioli delle pèsche, e nel giocare danno a questi noccioli buffetti e soffi per farli arrìvare al punto voluto (buffare, soffiare, far la spia).<section end="387"/> <!-- 388 --><section begin="388"/>SBASOFFIARE. Mangiare ingordamente.<section end="388"/> <!-- 389 --><section begin="389"/>SAN GEMIGNANO è grossa Terra di Toscana, e la maggior festa del paese è quella di Santa Fine (finire).<section end="389"/> <!-- 390 --><section begin="390"/>DALLE FREDDE ecc. Così dice perchè il Mula fu un acquacedrataio e venditore di acque diacciate, di quelli che si vedono in Firenze vender le loro merci su panchetti ornati di frondi e frasche.<section end="390"/> <!-- 391 --><section begin="391"/>PALLERINO, perchè questo Pericolo fu bravissimo giocatore di palla a corda.<section end="391"/><noinclude></noinclude> sjpnewvqybngizkzsuq52cv13xd6dax Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/168 108 842628 3026092 3013096 2022-08-24T10:54:50Z Accolturato 41514 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="" />{{RigaIntestazione|{{Sc|124}}|{{Sc|malmantile racquistato}}}}</noinclude><!-- 392 --><section begin="392"/>GIANNETTINA. Specie d’arme in asta.<section end="392"/> <!-- 393 --><section begin="393"/>A CUI. Ai quali battilani.<section end="393"/> <!-- 394 --><section begin="394"/>LA CALCOSA, da calcare, la strada. Costui parla in gergo.<section end="394"/> <!-- 395 --><section begin="395"/>FAR LA LUNEDIANA. Far la festa del lunedì.<section end="395"/> <!-- 396 --><section begin="396"/>COL FINE ecc. Non potendo costui riscuotere da’ suoi debitori, fallì, e indispettito bruciò i librì di credito.<section end="396"/> <!-- 397 --><section begin="397"/>SCARNECCHIA. Ciarlatano Ammazzasette, che vendeva unguento da guarir le scottature.<section end="397"/> <!-- 398 --><section begin="398"/>ROSACCIO. Era uno che sballava assai spropositi di cose astronomiche.<section end="398"/> <!-- 399 --><section begin="399"/>PIPPO ecc. Un servo di casa Castiglione, un bell’umore, che fra le altre fece questa di mettersi nel letto del padrone per riscaldarglielo.<section end="399"/> <!-- 400 --><section begin="400"/>IL MESTIERE DEL MICHELACCIO è quello di Mangiare, bere e andare a spasso.<section end="400"/> <!-- 401 --><section begin="401"/>BATISTONE fu un nano a corte, gran vagheggino, buon cavallerizzo, che toccò spesso di buone nerbate, onde ne è detto foriere.<section end="401"/> <!-- 402 --><section begin="402"/>LA BROCCA, qui è una certa fiscella, che messa in cima a un palo serve a cogliere i fichi che non si arrivan colle mani.<section end="402"/> <!-- 403 --><section begin="403"/>E’ VI SON TUTTI. Sono maliziosissimi.<section end="403"/><noinclude></noinclude> 384jso5r0eufil6n7r17ntivyrfihcz Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/169 108 842629 3026093 3013097 2022-08-24T10:54:54Z Accolturato 41514 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="" />{{RigaIntestazione||{{Sc|terzo cantare}}|{{Sc|125}}}}</noinclude><!-- 404 --><section begin="404"/>SPINACI (spia)<section end="404"/> <!-- 405 --><section begin="405"/>ARRUFFAN ruffiano<section end="405"/> <!-- 406 --><section begin="406"/>MARGUTTE, scaltro e scellerato nano nel Morgante del Pulci.<section end="406"/> <!-- 407 --><section begin="407"/>CARPI nel Modenese. BORSELLI nel Fiorentino (carpitore, borsaiuolo).<section end="407"/> <!-- 408 --><section begin="408"/>LANCIONE. Arme che qui si dà alle guardie del bargello.<section end="408"/> <!-- 409 --><section begin="409"/>BIANTI. Vagabondi.<section end="409"/> <!-- 410 --><section begin="410"/>CORAZZA che lo difenda dai colpi di bastone.<section end="410"/> <!-- 411 --><section begin="411"/>RILIEVO. Tutto il dì rileva, busca, tocca di buone busse.<section end="411"/> <!-- 412 --><section begin="412"/>FARFAREL. BARBARICCIA. Nomi di due diavoli.<section end="412"/> <!-- 413 --><section begin="413"/>CH’È CH’È. Ogni poco.<section end="413"/> <!-- 414 --><section begin="414"/>CAMOZZA. Capra salvatica.<section end="414"/> <!-- 415 --><section begin="415"/>A BATTUTA, non di musica ma dì mazza.<section end="415"/> <!-- 416 --><section begin="416"/>CHE MANDA ecc. Che costringe il dìavolo a venire, cavalluccio dicevasi la carta ove era scritta la citazìone in giudizio per cosa criminale; da un uomo a cavallo che in essa era figurato.<section end="416"/> <!-- 417 --><section begin="417"/>LO STACCIO ecc. Certi incantesimi.<section end="417"/> <!-- 418 --><section begin="418"/>S’INZAVARDA, S’impiastra tutta.<section end="418"/> <!-- 419 --><section begin="419"/>IL BARBUTO. Il diavolo in forma di caprone.<section end="419"/> <!-- 420 --><section begin="420"/>BAU, BILIORSE. Essere della famiglia degli Orchi, Befane, Versiere e simile genía.<section end="420"/> <!-- 421 --><section begin="421"/>DI PUNTA. Dritto difilato.<section end="421"/> <!-- 422 --><section begin="422"/>GUASTADA ecc. Vaso di vetro pieno d’acque incantate, entro cui le streghe pretendono vedere e far vedere diavoli e mille altre cose belle.<section end="422"/> <!-- 423 --><section begin="423"/>CATTIV’URIA.<section end="423"/><noinclude></noinclude> qkixz4fj78wezicwgyalp5dipaf2341 Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/170 108 842630 3026094 3013692 2022-08-24T10:54:57Z Accolturato 41514 /* new eis level1 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="" />{{RigaIntestazione|{{Sc|126}}|{{Sc|malmantile racquistato}}}}</noinclude><section begin="423" />Cattivo augurio.<section end="423" /> <!-- 424 --><section begin="424"/>SE NULLA ecc. Per tutto quel che potesse accadere.<section end="424"/> <!-- 425 --><section begin="425"/>DISEGNO. Divisamento, consiglio.<section end="425"/> <!-- 426 --><section begin="426"/>SCROCCHIO. Errore. Mi sono ingannata a partito.<section end="426"/> <!-- 427 --><section begin="427"/>FOLA. Folata, moltitudine in movimento.<section end="427"/> <!-- 428 --><section begin="428"/>TORDO A RIMANERE chiamasi nel giuoco de’ tordi quella palla che, dovendo passare di là da un certo punto, resta invece di qua, Vale qui dunque: non li raggiungerà.<section end="428"/><noinclude></noinclude> 00sniu0m31smyb8jtoskn4q9s3hxh07 Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/171 108 842631 3026101 3013756 2022-08-24T11:01:04Z Accolturato 41514 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione||{{Sc|terzo cantare}}|{{Sc|127}}}}</noinclude>{{ct|f=120%|v=2|t=3|PRIMO CANTARE.}} {{ct|f=70%|v=1|ARGOMENTO.}} {{smaller|<poem> :I guerrier di Baldon son mal disposti, Perchè la fame in campo gli travaglia. Il Fendesi, e Perlon lasciano i posti, Non vedendo arrivar la vettovaglia. Psiche non tiene i suoi pensieri ascosti A Calagrillo, cavalier di vaglia, Che promette aiutar la damigella, E poscia ascolta una gentil novella.</poem>}} <poem>{{o|1|m}}. :''Omnia vincit Amor'', dice un testo; E un altro disse, e diede più nel segno: ''Fames Amorem superat''; e questo È certo, e approva ognun c’ha un po’ d’ingegno; Perchè, quantunque Amor sia sì molesto, Che tutt’i martorelli{{nsm|199|429}} del suo regno Dicano ognora: ahi lasso! io moro, io pèro; E’ non si trova mai che ciò sia vero. </poem><noinclude></noinclude> k0xhoc3pd3q55icdhztpkydjw6glzf9 Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/172 108 842632 3026105 3013757 2022-08-24T11:03:25Z Accolturato 41514 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Accolturato" />{{RigaIntestazione|{{Sc|128}}|{{Sc|malmantile racquistato}}}}</noinclude><poem> {{o|2|m}}. :Non ha che far nïente colla Fame, Che fa da vero, purch’ella ci arrivi; Posson gli amanti star senza le dame I mesi e gli anni, e mantenersi vivi; Ma se due dì del consueto strame I poveracci mai rimangon privi, E’ basta; chè de fatto andar gli vedi A porre il capo dove il nonno ha i piedi. {{o|3|m}}. :Talchè si vien da questi effetti in chiaro, Che d’Amore la Fame è più potente; Ond’è che ognun di lui più questa ha caro, E quando alle sue ore ei non la sente, Lamentasi, e gli pare ostico e amaro. Perciò riceve torto dalla gente, Mentre ciascun la cerca e la desia, E s’ella viene, vuol mandarla via. {{o|4|m}}. :Anzi la scaccia, come un animale{{nsm|199|430}} Sul buon del desinare e della cena: Per questo ella talor, che l’ha per male, Più non gli torna; ovver per maggior pena In corpo gli entra in modo e nel canale, Che non l’empierebb’Arno colla piena; Come vedremo che a Perlone{{nsm|199|431}} ha fatto, Che a questo conto{{nsm|199|432}} grida come un matto. </poem><noinclude></noinclude> 95czl2h3cnx2hgp996b16mvykgdll7h Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/199 108 842659 3026103 3013782 2022-08-24T11:02:59Z Accolturato 41514 /* Pagine SAL 25% */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="1" user="Accolturato" /></noinclude>{{Ct|f=140%|v=2|t=3|lh=1.5|NOTE.}} <!-- 429 --><section begin="429"/>MARTORELLO. Dimin. di martire.<section end="429"/> <!-- 430 --><section begin="430"/>ANZI ecc. Anzi come bestia ch'egli è, la scaccia.<section end="430"/> <!-- 431 --><section begin="431"/>PERLONE è l'autore.<section end="431"/> <!-- 432 --><section begin="432"/>A QUESTO CONTO. Per questa cagione.<section end="432"/> <!-- 433 --><section begin="433"/>A NOLO, perchè la sera Febo se ne spoglia ed è costretto di renderlo.<section end="433"/> <!-- 434 --><section begin="434"/>PORTANTE è un certo andare dei cavalli. Qui, moto.<section end="434"/> <!-- 435 --><section begin="435"/>GIRELLAIO. Stravagante, a cui gira molto il cervello.<section end="435"/> <!-- 436 --><section begin="436"/>ASCIUTTO. Magrezza.<section end="436"/> <!-- 437 --><section begin="437"/>FUSCELLINI. Sottilissime gambe.<section end="437"/> <!-- 438 --><section begin="438"/>ROMITO DE' PULCINI. Un romito così detto dai molti pulcini che allevava. Essendo egli morto da un pezzo, quel saio che gli era appartenuto, doveva essere assai logoro.<section end="438"/> <!-- 439 --><section begin="439"/>MAZZOCCHIO. Parte del cappuccio; qui, capo. Il senso ascoso di questi due versi è spiegato dal seguente emistichio.<section end="439"/> <!-- 440 --><section begin="440"/>DÀ 'N FUORA Viene alla cute; si fa <section end="440"/> <!-- 441 --><section begin="441"/>I SUOI MESI. Le sue lune, i suoi venerdì: frasi usate per dire che uno ha poco giudizio. con pazzie di nuovo genere.<section end="441"/> <!-- 442 --><section begin="442"/>FAR MARINA. Brontolare, strepitare.<section end="442"/> <!-- 443 --><section begin="443"/>SCESI. Assisi (Scendere,<section end="443"/><noinclude></noinclude> 7pumbei6kxly6n42aas586xu2zs0nkt Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/203 108 842958 3026075 3013498 2022-08-24T10:45:34Z Barbaforcuta 9144 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude>{{Ct|f=155%|V.}} {{FI |file = Filet Gauthier-Villars.svg | width = 15% | float = center | caption = }} {{Centrato|''Della Mollezza, e Vanità dei Romani.''}} {{xx-larger|U}}na indispensabile conseguenza della straordinaria voluttà, ghiottornia, e crapula dei Romani fu la loro non meno straordinaria mollezza. Infatti non era altrimenti possibile che persone, le quali sino dalla loro infanzia si snervavano con l’eccessivo abuso di tutti i naturali, e non naturali piaceri del senso del pari che colle quotidiane ubbriachezze, ed indigestioni; che varie volte al giorno: si cuocevano<ref>Senec. Ep. 86. in quas (piscinas) multa sudatione corpora {{Ec|axinanita|exinanita}} demittibus. — Non hanc (temperaturam) quae nuper inventa est, similis incendio. Adeo quidem ut convictum in aliquo scelere servum vivum lavari oporteat. Nihil mihi videtur jam interesse, ardeat balneum an caleat.</ref> più di quello che si lavassero in bagni quasi bollenti; che sfuggivano ogni occupazione di mente assai più che i corroboranti esercizj del corpo; e che quando non si<noinclude></noinclude> qt4k2ter9cngvpqiz9fz83qtxn6460t Pagina:Malfatti- Trattato Coniche.pdf/10 108 843132 3025808 3020705 2022-08-23T12:06:01Z Elecorra67 50297 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Elecorra67" />{{RigaIntestazione||— 1 — |}}</noinclude> {{Ct|f=200%|v=2|CAP. I}} {{Centrato|Esposta la natura delle Sezzioni Coniche, si dichiarano alcune proprietà degli assi, dei fochi, e delle direttrici, ed insieme si producono tre stromenti atti a descrivere le curve.}} {{Wl|Q211783|Pappo d’Alessandria}}, geometra insigne, nell’ultima proposizione del libro 7 dimostra una elegante e bella proprietà di quelle curve la cui natura riconobbero gli antichi geometri dalla Sezzione del Cono, onde è, che son chiamate Sezzioni Coniche. A me è paruto, che non si possa far cosa più elegante di quello che sia il servirsi come di fondamento di quella proprietà da Pappo dimostrata: poichè da questa si fa chiara e facile la generazione di queste curve, e le altre loro principali proprietà con uno spedito metodo si deducono. Laonde per non perder tempo io comprendo il teorema di Pappo con questa definizione. {{Ct|t=1|v=1|Definizione I<sup>a</sup>}} Sopra una data linea <math>D_2 D</math> si conduca primieramente una normale ''FA'', la quale si divida a piacere in ''V'': di poi con qualunque ''DE'', che sia normale alla retta <math>D_2D </math> concorra la linea ''FE'' in maniera, che sia <math>DE:EF=AV:VF</math>. La Curva, che passerà per tutti i punti ''E'' similmente determinati chiamisi Sezzion Conica, la retta indefinita ''AD'' chiamisi la direttrice, il punto ''F'' il foco, il punto [[File:Malfatti Gianfrancesco- Trattato coniche, p.314.jpg|miniatura]]<noinclude></noinclude> jmxsnr60esaqgujeo8miy6d925sawdm 3026064 3025808 2022-08-24T10:36:40Z Elecorra67 50297 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Elecorra67" />{{RigaIntestazione||— 1 — |}}</noinclude> {{Ct|f=200%|v=2|CAP. I}} {{Centrato|Esposta la natura delle Sezzioni Coniche, si dichiarano alcune proprietà degli assi, dei fochi, e delle direttrici, ed insieme si producono tre stromenti atti a descrivere le curve.}} {{Wl|Q211783|Pappo d’Alessandria}}, geometra insigne, nell’ultima proposizione del libro 7 dimostra una elegante e bella proprietà di quelle curve la cui natura riconobbero gli antichi geometri dalla Sezzione del Cono, onde è, che son chiamate Sezzioni Coniche. A me è paruto, che non si possa far cosa più elegante di quello che sia il servirsi come di fondamento di quella proprietà da Pappo dimostrata: poichè da questa si fa chiara e facile la generazione di queste curve, e le altre loro principali proprietà con uno spedito metodo si deducono. Laonde per non perder tempo io comprendo il teorema di Pappo con questa definizione. {{Ct|t=1|v=1|Definizione I<sup>a</sup>}} Sopra una data linea <math>D_2 D</math> si conduca primieramente una normale ''FA'', la quale si divida a piacere in ''V'': di poi con qualunque ''DE'', che sia normale alla retta <math>D_2D </math> concorra la linea ''FE'' in maniera, che sia <math>DE:EF=AV:VF</math>. La Curva, che passerà per tutti i punti ''E'' similmente determinati chiamisi Sezzion Conica, la retta indefinita ''AD'' chiamisi la direttrice, il punto ''F'' il foco, il punto {{Centrato|[[File:Malfatti Gianfrancesco- Trattato coniche, p.314.jpg|miniatura]]}}<noinclude></noinclude> i5uct89bpjyopglryv7r2kg30y2m1hp 3026065 3026064 2022-08-24T10:37:23Z Elecorra67 50297 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Elecorra67" />{{RigaIntestazione||— 1 — |}}</noinclude> {{Ct|f=200%|v=2|CAP. I}} {{Centrato|Esposta la natura delle Sezzioni Coniche, si dichiarano alcune proprietà degli assi, dei fochi, e delle direttrici, ed insieme si producono tre stromenti atti a descrivere le curve.}} {{Wl|Q211783|Pappo d’Alessandria}}, geometra insigne, nell’ultima proposizione del libro 7 dimostra una elegante e bella proprietà di quelle curve la cui natura riconobbero gli antichi geometri dalla Sezzione del Cono, onde è, che son chiamate Sezzioni Coniche. A me è paruto, che non si possa far cosa più elegante di quello che sia il servirsi come di fondamento di quella proprietà da Pappo dimostrata: poichè da questa si fa chiara e facile la generazione di queste curve, e le altre loro principali proprietà con uno spedito metodo si deducono. 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La Curva, che passerà per tutti i punti ''E'' similmente determinati chiamisi Sezzion Conica, la retta indefinita ''AD'' chiamisi la direttrice, il punto ''F'' il foco, il punto<noinclude></noinclude> 63lup8adhyefljn1wet2i07qyatxuot Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/218 108 843613 3026076 3015323 2022-08-24T10:45:42Z Barbaforcuta 9144 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude>{{Ct|f=155%|VI.}} {{FI |file = Filet Gauthier-Villars.svg | width = 15% | float = center | caption = }} {{Centrato|''Della Magnificenza, e Profusione dei Romani,<br> e loro immediati funesti effetti.''}} {{xx-larger|Q}}uando la voluttà, e la crapula si sono una volta impadronite di tutte le classi, e condizioni di persone fino a quel punto, a cui pervennero in Roma sotto gli Imperatori, allora coi più sfrenati sensuali piaceri, e desiderj scaturiscono infallibilmente altre straordinarie passioni, le quali in tutti coloro, che hanno i mezzi di soddisfarsi, non vengono tenute a freno che mediante la più perfetta semplicità, ed innocenza di costumi, o con un’accurata educazione della mente, e del cuore. I Ricchi, ed i Grandi, che non possono, o non vogliono più segnalarsi con veri meriti, e prerogative, procurano di distinguersi dal rimanente degli Uomini con lo splendore della propria nascita, e dignità, e colla pompa delle loro fortune, ma soprattutto con una sontuosa tavola, con ricchi abiti, ed ornamenti, con magnifiche abitazioni, e suppellettili, e con una numerosa, e abbagliante servitù, e come quelli, ai quali non son concedute le maggiori contentezze dello spirito, e della virtù<noinclude></noinclude> n4snu4y58o98p5uspfepchge1zylew4 Tra le sollecitudini (Roma 1903) 0 846326 3025897 3025657 2022-08-23T21:11:00Z OrbiliusMagister 129 wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="Nome e cognome dell'autore"/>Papa Pio X<section end="Nome e cognome dell'autore"/> <section begin="Anno di pubblicazione"/>1903<section end="Anno di pubblicazione"/> <section begin="URL della versione cartacea a fronte"/>Indice:Tra le sollecitudini (Roma 1903).djvu<section end="URL della versione cartacea a fronte"/> <section begin="Argomento"/>Documenti della Chiesa cattolica<section end="Argomento"/> <section begin="Progetto"/>Cristianesimo<section end="Progetto"/> <section begin="Titolo"/>Lettera al signor cardinale Respighi vicario generale di Roma sulla restaurazione della musica sacra<section end="Titolo"/> <section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>22 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>75%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=22 agosto 2022|arg=Da definire}}{{Intestazione | Nome e cognome dell'autore = Papa Pio X | Nome e cognome del curatore = | Titolo = Lettera al signor cardinale Respighi vicario generale di Roma sulla restaurazione della musica sacra | Anno di pubblicazione = 1903 | Lingua originale del testo = | Nome e cognome del traduttore = | Anno di traduzione = | Progetto = Cristianesimo | Argomento = Documenti della Chiesa cattolica | URL della versione cartacea a fronte = Indice:Tra le sollecitudini (Roma 1903).djvu }} <pages index="Tra_le_sollecitudini_(Roma_1903).djvu" from="3" to="3" fromsection="titolo" tosection="titolo" /> ==Indice== * {{testo|/Lettera al signor cardinale Respighi|Lettera al signor cardinale Respighi vicario generale di Roma sulla restaurazione della musica sacra}} (Roma, 8 dicembre 1903) * {{testo|/Motu proprio sulla musica sacra}} (Roma, 22 novembre 1903) rnd3cryrc92hlu1xmf6r98r9gxldlbw Pagina:Tra le sollecitudini (Roma 1903).djvu/3 108 846329 3025895 3025589 2022-08-23T21:08:37Z OrbiliusMagister 129 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Cinnamologus" /></noinclude><section begin="titolo" /> {{Ct|f=150%|L=1px|t=4|v=2.5|w=0.5em|'''LETTERA'''}} {{Ct|f=85%|L=1px|v=1|w=0.5em|AL SIGNOR {{Wl|Q1353787|CARDINALE RESPIGHI}}}} {{Ct|f=85%|L=1px|v=1|w=0.5em|VICARIO GENERALE DI ROMA}} {{Ct|f=85%|L=1px|v=2|w=0.5em|SULLA RESTAURAZIONE DELLA MUSICA SACRA}} {{FI |file = Tra le sollecitudini (Roma 1903) - TO1.png | width = 75px | float = center }}<section end="titolo" /> ::::''Signor Cardinale,'' {{Capolettera|[[File:Tra le sollecitudini (Roma 1903) - TO2.png|60px|I]]|}}{{Sc|l}} desiderio di veder rifiorire in ogni luogo il decoro e la dignità e santità delle funzioni liturgiche Ci ha determinato di far conoscere con un Nostro particolare Chirografo quale sia la volontà Nostra rispetto alla musica sacra, che sì largamente si adopera a servigio del culto. Nutriamo fiducia che tutti Ci asseconderanno in questa desiderata restaurazione, nè già solamente con quella cieca sommessione, pur sempre lodevole anch’essa, onde si accettano per puro spirito di obbedienza i comandi onerosi e contrarî al proprio modo di pensare e sentire, sì bene con quella prontezza di volontà, che nasce dall’intima persuasione di dover così fare per ragioni debitamente apprese, chiare, evidenti, irrepugnabili. Per poco infatti che si rifletta al fine santissimo, per cui l’arte è ammessa a servigio del culto, e alla somma<noinclude></noinclude> mc85kdubrboxwjy2bvykjpj12f0cd3x Tra le sollecitudini (Roma 1903)/Lettera al signor cardinale Respighi 0 846337 3026031 3025588 2022-08-24T09:09:53Z Cinnamologus 2379 Ins edizione 1904 wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Lettera al signor cardinale Respighi vicario generale di Roma sulla restaurazione della musica sacra<section end="sottotitolo"/> <section begin="prec"/>../<section end="prec"/> <section begin="succ"/>../Motu proprio sulla musica sacra<section end="succ"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>22 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>75%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=22 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Lettera al signor cardinale Respighi vicario generale di Roma sulla restaurazione della musica sacra|prec=../|succ=../Motu proprio sulla musica sacra}} <pages index="Tra le sollecitudini (Roma 1903).djvu" from="3" to="10" fromsection="" tosection="" /> {{AltraVersione|Tra le sollecitudini (Mondovì 1904)/Lettera al signor cardinale Respighi|ed. 1904}} 4cn2ynlljetfgi8sppjlo3aq0rcys8g Tra le sollecitudini 0 846362 3025935 3025683 2022-08-24T04:28:53Z OrbiliusMagister 129 wikitext text/x-wiki {{Delete|Redirect orfano}} #RINVIA [[Opera:Tra le sollecitudini (Pio X)]] o6cykwrpgrj5i0truzw07qlqvuai5gn 3025936 3025935 2022-08-24T04:29:02Z OrbiliusMagister 129 [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creato [[Aiuto:Redirect|redirect]] alla pagina [[Opera:Tra le sollecitudini (Pio X)]] wikitext text/x-wiki #RINVIA [[Opera:Tra le sollecitudini (Pio X)]] cvi2iwargkhvr8i3yvun5enj02ov012 Opera:Lettera al cardinale Pietro Respighi (Pio X, 8 dicembre 1903) 112 846366 3026095 3025665 2022-08-24T10:56:06Z Cinnamologus 2379 Ins edizione 1904 wikitext text/x-wiki {{Opera}} == Edizioni == * {{testo|Tra le sollecitudini (Roma 1903)/Lettera al signor cardinale Respighi|Lettera al signor cardinale Respighi vicario generale di Roma sulla restaurazione della musica sacra|tipo=tradizionale}}, in [[Tra le sollecitudini (Roma 1903)|''Lettera al signor cardinale Respighi (...)'']], [Roma?], [Tipografia vaticana?], [1903?], pp. 1-8. * {{testo|Tra le sollecitudini (Mondovì 1904)/Lettera al signor cardinale Respighi|Lettera al signor cardinale Respighi vicario generale di Roma sulla restaurazione della musica sacra|tipo=tradizionale}}, in [[Tra le sollecitudini (Mondovì 1904)|''Il Motu proprio pontificio del 22 novembre 1903 sulla Musica sacra'']], Mondovì, Tipografia editrice vescovile, 1904, pp. 3-7. 0fhuataewcy83sijazgyeei5xxv4tiu Opera:Tra le sollecitudini (Pio X) 112 846367 3026086 3025672 2022-08-24T10:54:23Z Cinnamologus 2379 Ins edizione 1904 wikitext text/x-wiki {{Opera}} Motu proprio di papa Pio X sulla musica sacra (Roma, 22 novembre 1903). == Edizioni == * {{testo|Tra le sollecitudini (Roma 1903)/Motu proprio sulla musica sacra|tipo=tradizionale}}, in [[Tra le sollecitudini (Roma 1903)|''Lettera al signor cardinale Respighi (...)'']], [Roma?], [Tipografia vaticana?], [1903?], pp. 9-21. * {{testo|Tra le sollecitudini (Mondovì 1904)/Motu proprio. Sulla musica sacra|tipo=tradizionale}}, in [[Tra le sollecitudini (Mondovì 1904)|''Il Motu proprio pontificio del 22 novembre 1903 sulla Musica sacra'']], Mondovì, Tipografia editrice vescovile, 1904, pp. 7-14. g1bbp5h2kgkuq1e68rahdzmku7np6hw Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/249 108 846385 3025806 2022-08-23T12:01:02Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||245}}</noinclude>nelle scuole, se non se di Commedianti, di Gladiatori, e di Cavalli? Gli stessi maestri, che guadagnar non si possono i loro uditori coi meriti, ma colle adulazioni, non si trattengono per lo più coi loro scolari che di questi oggetti frivoli, e indegni<ref>De oratoribus dialog. c. 29.</ref>. Quando all’avarizia, e trascuranza dei Genitori si univano ancora i loro cattivi esempj, ed un natural contraggenio verso qualunquesiasi grande, ed utile capacità, cognizione, e virtù, non dee recar maraviglia se i Figli divenivan simili ai loro Padri, ed eziandio peggiori di questi. Dio volesse, esclama Quintiliano, che noi medesimi non corrompessimo i costumi dei nostri figli! Noi siamo quelli, che snerviamo la lor fanciullezza coi sensuali piaceri; e la molle educazione, che da noi amore, e premura si chiama, indebolisce loro tutti i nervi dello spirito, e del corpo<ref>1. 2. Instit.</ref>. Cosa non desidererà divenuto adulto, ed uomo quel bambino, che già si strascica sulla porpora? Tostochè appena un fanciullo comincia a balbettare egli conosce, e brama digià seta, porpora, e leccornie. Noi ammaestriamo il palato de’ bambini prima della lor lingua, e gli lasciamo crescere nelle lettìghe; e se qualche volta mettono essi appena i piedi in terra li sostenghiamo subito dall’una e dall’altra parte. Noi ci rallegriamo<noinclude></noinclude> rapl1s3b8hsu4lweywvqei8pscvnzo3 Indice:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/styles.css 110 846386 3025853 2022-08-23T15:08:16Z Alex brollo 1615 [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: .prp-pages-output {width:33em; padding-right:13em;} sanitized-css text/css .prp-pages-output {width:33em; padding-right:13em;} h3jh6q39f3d0b7wt7b7e4kbfrc5d5jc 3025854 3025853 2022-08-23T15:18:18Z Alex brollo 1615 sanitized-css text/css /*.prp-pages-output {width:33em; padding-right:13em;} */ swwzghxti0b1fla6ht32aygj558iuid Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/250 108 846387 3025861 2022-08-23T16:32:11Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|246||}}</noinclude>al sommo nell’udirli pronunziare qualche detto malizioso, e indecente, e gli baciamo ridendo per certe uscite, ed espressioni, che appena comportate sarebbero fra le Alessandrine facezie. Anche questo non dee recar maraviglia. Essi le imparano, e le odon da noi, e veggono i nostri concubini, e le nostre meretrici. I nostri banchetti risuonano di voluttuose canzoni, e diam loro motivo di osservar alcune cose anche più scandalose di quelle, {{Ec|chc|che}} ascoltano. Da ciò ne procedono abitudine, e carattere. Essi imparano in somma i nostri vizj prima di saper che sian tali, e portano quindi nelle pubbliche scuole tutti quei difetti, dei quali si suppone che abbiano già fatto acquisto nelle medesime. La degenerazione della gioventù Romana, e segnatamente la sua poltronerìa per rapporto ad ogni buon’opera furono però, assai più che dall’avarizia, dalla negligenza, e dai cattivi esempj dei Genitori, favorite senza dubbio dal Dispotismo, sotto il quale le principali qualità, cognizioni, e virtù erano per lo meno inutili, o piuttosto pericolose; e questo deterioramento sempre crescente della Romana Gioventù fu nel modo il più visibile la conseguenza di quell’istesso orribile sistema di Governo, che trasse origine dalla perversa corruzion dei costumi. Plinio il giovine scrivendo ad un suo esperto amico una Lettera, nella quale gli chiede consiglio sopra un fatto importante accaduto in Senato, si fa egli medesimo un rimprovero rispetto alla propria ignoranza. Tu dirai, così<noinclude></noinclude> 2akd2i3klgyow6u4nzkopziqkp4hn6t Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/251 108 846388 3025862 2022-08-23T16:37:34Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||247}}</noinclude>egli parla al suo amico, perchè m’interroghi tu circa a un affare, che tu stesso saper dovresti? — La schiavitù dei passati tempi, risponde Plinio, ha prodotta una piena dimenticanza di tutte le buone arti, e cognizioni egualmente che dei diritti, e dell’uso del Senato. Chi è così pazzo, il quale imparar voglia ciò ch’ei prevede di non poter giammai porre in pratica? mentre è noto che è difficile il tener a memoria quelle cose, di cui non si ha giammai occasione di far uso. Il ritorno della libertà ci ha quindi trovati così ignoranti, e inesperti che siamo costretti di far molti tentativi prima di sapere in qual modo propriamente incominciar ci convenga. Una volta si costumava che i Giovani non solamente cogli orecchi, ma anche cogli occhi imparassero dai più Vecchj ciò che dessi far dovevano in seguito, e come istruire la susseguente gioventù. I giovani erano prima obbligati a servire per qualche tempo onde avvezzarsi a obbedire, e coll’obbedienza rendersi capaci di giungere un giorno al grado di Comandanti. Dopo che essi fatte avevano le loro campagne, ritornavano in Città, accompagnavano i proprj Padri, o Congiunti in Senato, e udivano alla porta del medesimo le sue deliberazioni prima di poterne esser membri. Quivi trovava Ognuno nel proprio Padre, o in uno de’ più illustri, e vecchj Senatori il più sincero, e fedel maestro. Allora s’apprendeva soprattutto come esporre le cose, dir il proprio sentimento, quanta autorità accordar dovevasi ai primi Membri dei<noinclude></noinclude> 4558fl94t2eq5lsx2xi38enfzfsv5eg Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/252 108 846389 3025863 2022-08-23T16:43:04Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|248||}}</noinclude>Magistrati, quanta libertà agli altri, dove conveniva opporsi, o lasciar correre, quando bisognava tacere, e parlare, come dividere in più capi i discordi pareri, ed aggiungere qualche cosa ad una opinione di già proposta; insomma coll’esperienza, che è la più fedele Maestra, imparavasi tutto l’uso, e la condotta del Senato. Noi pure nella nostra gioventù siamo stati al campo, ma in un tempo, nel quale la virtù era sospetta, e stimata la poltroneria; in cui i Generali non avevano alcuna autorità, e i soldati alcuna disciplina; in cui non regnava in verun luogo alcun ordine, ma tutto si trovava in tal modo disordinato, e sconvolto che si dee piuttosto porre in dimenticanza che richiamar alla mente ciò che allora si vedeva, e ascoltava. Anche noi abbiamo fissati gli sguardi nelle {{Ec|adnnanze|adunanze}} del Senato, egualmente che sui campi di battaglia, ma allorquando il Senato taceva, e tremava, e riusciva pericoloso il dire ciò, che pensavasi, e funesto l’approvar quello, che si abborriva. Cosa potevasi imparare in quel tempo, in cui il Senato veniva solamente convocato per ischerno, o per ingiuriose o infami deliberazioni, ed in cui non ardiva mai propor cose utili, ed importanti, ma era piuttosto costretto ad esaminare lagrimevoli, e ingiuste accuse, e proferir consimili giudizj? Noi stessi, come Senatori, abbiamo vedute, e sopportate per molti anni queste medesime disgrazie, e stante una sì lunga schiavitù le nostre intellettuali {{Pt|facol-|}}<noinclude></noinclude> mja7ft34jpdtqm9ivkum9a4dttfm1er Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/253 108 846390 3025864 2022-08-23T16:50:38Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||249}}</noinclude>{{Pt|tà|facoltà}} si sono purtroppo istupidite, e sconvolte<ref>L’Autore del d''iscorso sul Decadimento dell’Eloquenza'' dal 33. cap. sino al fine descrive anche più egregiamente di Plinio la gran differenza di educare la Gioventù Romana nei migliori tempi della Repubblica, e sotto i governi degli Imperatori.</ref>. Con tali vizj dei Padri, con tali difetti del Governo, con una tale depravazione del Popolo, e specialmente di quelle della Capitale, e con un numero così grande di perniciosi tentativi, e di pessime seduzioni era impossibile che i Figli non divenissero più rilassati, ed iniqui de’ lor Genitori; che dessi non si abbandonassero di buon ora alla più grossolana crapula, e alle più innaturali dissolutezze; che non visitassero più le celebri cucine, e gli spettacoli, che le sale dei Retori, e dei Filosofi; e che finalmente non amassero più i loro cavalli, i loro concubini, e le loro concubine che i proprj Padri, e le proprie Madri, che spesse volte temevano più di quel che desiderassero di aver prole avendo non di rado i più giusti motivi di dover maledire la propria fecondità a cagione dei traviamenti, e delle dissolutezze dei loro Figli<ref name="ii">„ Tac. XIV. 20. Degeneretque studiis externis juventus, gymnasia, et otia, et turpes amores exercendo, Principe, et Senatu auctoribus: qui non modo licentiam vitiis permiserint, sed vim adhibeant. Senec. Ep. 99. Adspice illos juvenes, quos ex nobìlissimis domibus in arenam luxuria projecit: adspice illos, qui suam alienamque libidinem exercent, mutuo impudici; quorum</ref>.<noinclude></noinclude> qjwmve1lbepnuyvxs5jzb18ujnypn7r Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/254 108 846391 3025865 2022-08-23T16:59:31Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|250||}}</noinclude> Siccome i primarj Romani erano così ingiustamente avari per rispetto all’educazione dei proprj figli, così si può facilmente congetturare che dessi lo siano stati in un grado anche più sorprendente verso i loro più poveri concittadini. Nei tempi della Repubblica essendo il Governo divenuto una vera Democrazia, ovvero Oclocrazia, l’autorità, e l’influenza delle Case grandi dipendevano dal numero, dall’importanza, e dallo zelo dei domestici, e stranieri Clienti, fra i quali annoveravansi ancora interi Popoli alleati, Satrapi, e Regi. Gli stessi Clienti della Città, i quali erano individui della più numerosa, e più povera classe del Popolo, venivano nei tempi della libertà trattati colla maggior distinzione, e stima dai proprj Patroni di maniera che n’ottenevano spesso regali, e l’onore di stare alla <ref follow="ii">nullus sine ebrietate, nullus sine aliquo insigni flagitio dies exit: plus timeri, quam sperari potuisse manifestum erit„. Siccome i Padri si resero gli autori della corruttela dei loro Figli, così furon le Madri {{Ec|qnelle|quelle}}, che corruppero le proprie Figlie. Juv. 17. 238. et seq.„ Scilicet exspectas, ut tradat mater honestos, atque alios mores, quam quos habet„? Gli stessi pubblici spettacoli erano una scuola di corruttela per tutte le classi, e tutti i ceti di persone. Juv. 17. 63. et seq. <poem>Cheironomon Ledam molli saltante Bathyllo Tuccia vesicae non imperat: Apula gannit Sicut in amplexu: subitum, et miserabile longum Attendit Thymele: Thymele tunc rustica discit.</poem></ref><noinclude></noinclude> ml6bxu4fpgofemt5qm7wr8nyamyld4n Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/255 108 846392 3025866 2022-08-23T17:03:16Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||251}}</noinclude>loro tavola in ricompensa dei servigi, che ai medesimi prestavano, di accompagnarli cioè in tutti i pubblici luoghi, di difenderli nella circostanza di qualche pericolo, di votare in loro favore nelle popolari adunanze, e di cercar di attirare al loro partito tutti i proprj conoscenti, ed amici. Allorchè sotto Tiberio cessò l’influenza del Popolo riguardo ai pubblici affari, seguitarono tuttavia ad aver corso gli antichi rapporti fra i Patroni, e i Clienti, del pari che la vanità de’ più illustri Romani di farsi accompagnare da grandi turbe di quest’ultimi; ma la generosità, e la stima dei Patroni medesimi verso i più poveri amici della lor casa decaddero immantinenti a misura che costoro finirono d’essere vantaggiosi, e importanti. I primarj Romani pretendevano che i loro Clienti allo spuntar del giorno comparissero alle soglie delle lor case, gli accompagnassero in tempo di pioggia, o di freddo al Senato, ai bagni, ed in tutte le visite, che facevano, applaudissero i loro discorsi, prendessero le lor difese nei contrasti e pericoli, a cui trovavansi esposti, ed in fine baciasser loro umilmente la mano, o il petto, come se fossero stati altrettanti Principi, e Re; e per tutte queste viltà, e tali abietti servizj non accordavano poi ad essi che di rado un importante donativo, e quanto meno potevano l’onore di mangiare una volta ogni due, o tre mesi, o al più una volta il mese alle proprie<noinclude></noinclude> loune36f6wkk4087sqz7re3wmltyc10 Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/256 108 846393 3025867 2022-08-23T17:15:29Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|252||}}</noinclude>tavole<ref>Vedansi Luciano I. 59. 60. Ed. Reitzii. Martial. III. Ep. 7 36. 45. 94. e soprattutto Giovenale nella sua quinta Satira. Con maggior brevità fa vedere il 36. Epigramma di Marziale gli incomodi della vita del Cliente, e l’avarizia dei Patroni. <poem>» Quod novus, et nuper factus tibi praestat amicus: Hoc praestare jubes me, Fabiane, tibi. Horridus ut primo semper te mane salutem, Per mediumque trahat me tua sella lutum: Lassus ut in Thermas decima, vel serius hora Te sequar Agrippae, cum laver ipse Titi. Hoc per triginta merui, Fabiane, Decembres. Ut sim tiro tuae semper amicitiae? Hoc merui, Fabiane, toga tritaque meaque, Ut nondum credas me meruisse rudem?</poem> Questo povero Cavalier Romano spedì in sua vece all’avaro di lui Patrono il proprio Liberto, giacchè questi poteva meglio di lui adempire a tutti i doveri dei Clienti. III. 46. In altri luoghi egli loda i generosi Reges, et Dominos (così i Clienti chiamavano i proprj Patroni,) i quali gli avevano regalato un abito nuovo.</ref>. Questi stessi rari inviti peraltro divennero troppo gravosi ai primarj Romani; motivo, per cui Nerone gli proibì<ref>Svet. in Nerone c. 16.</ref>, ed introdusse invece dei medesimi le così detto sportule{{Nota separata|Pagina:Storia_della_decadenza_dei_costumi_delle_scienze_e_della_lingua_dei_romani_I.djvu/306|15}}, le quali consistevano in una certa provvisione di viveri soliti darsi ai Clienti, e che in breve convertite vennero nel regalo di soli cento quadranti{{Nota separata|Pagina:Storia_della_decadenza_dei_costumi_delle_scienze_e_della_lingua_dei_romani_I.djvu/307|16}}. Queste scarse limosine furono di nuovo tolte da Domiziano, il quale ridusse per la seconda volta gli antichi inviti ad un’effettiva cena. Da un Epigramma di Marziale rilevasi che il Popol<noinclude></noinclude> fbp6ly27njxgaz8t9dhaw8u3qet3qck Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/257 108 846394 3025869 2022-08-23T17:39:23Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||253}}</noinclude>Romano riputò come un gran benefizio questa ordinanza di Domiziano<ref>III. 7.</ref>, ma questo stesso benefizio Imperiale fu quasi del tutto reso vano dalla vile spilorcerìa dei ricchi. Non solo venivano assegnati ai Clienti gli ultimi posti, ma in quelle medesime tavole, ove pompeggiavano le più squisite leccornìe, facevasi porger loro da deformi, ed orgogliosi Schiavi pane ammuffito, pessimi legumi, e pesci, cattiva carne, olio puzzolente, e vino il più acido. Oltre a ciò collocavansi intorno loro alcune persone, le quali dovevano osservare che niuno di questi poveri convitati rubasse qualche bicchiere, o almeno non ne levasse una pietra preziosa da quelli d’oro<ref>Juven. Sat. V. Marziale finge quindi che un affamato Spagnuolo essendosi incamminato alla volta di Roma per godere delle {{Ec|ccne|cene}}, che si davano nelle case dei Grandi, ritornò indietro dal Ponte Milvio avendo ivi inteso come erano trattati i Romani Clienti III. 14. <poem>„ Romam petebat esuritor Tuccius, profectus ex Hispaniu. Occurrit illi sportularum fabula: a ponte rediit Mulvio.</poem></ref>. Quando i Patroni non erano tanto splendidi, o ricchi da presentare ai proprj Clienti cibi diversi da quelli, cui essi gustavano, allora mangiavano in segreto, oppure fingendo che anche le migliori vivande riuscite fosser<noinclude></noinclude> ehugwvsjy3u7e6nixar426x3ky4i60p Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/258 108 846395 3025870 2022-08-23T17:50:01Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|254||}}</noinclude>cattive, ingiuriavan, e frustar facevano inclusive i proprj cuochi, e quindi davan ordine che si levasser di tavola tutti quei cibi, di cui non volevano far parte ai suddetti lor commensali<ref>Mart. Epig. III. 93. <poem>„ Esse negas coctum leporem, poscisque flagella, Mavis, Rufe, coquum scindere, quam leporem.</poem></ref>. Ma assai più vituperosa della avarizia che i primarj Romani usavano verso i proprj figli, e Clienti era la loro pitoccherìa rapporto alle sportule di quest’ultimi, e la viltà con cui essi cercavano di ottener legati, ed eredità dalle persone vecchie, e facoltose dell’uno, e dell’altro sesso. I più ragguardevoli Membri de’ Magistrati, i Pretori, e i Tribuni non si vergognavano di comparire di buon mattino colla feccia della Plebe Romana alle porte dei Ricchi, di farsi ivi chiaramente osservare dai loro Guardaportoni, e Servi dei Bagni (imperocchè senza questa precauzione venivano spesse volte lasciati addietro), e di implorare per la lor dignità di esser considerati prima degli altri, benchè una tal supplica non riscuotesse perlopiù alcun riguardo<ref>Juven. I. v. 99. et seq.</ref>. Spesse volte essi vi facevano pure trasportare in lettiga le proprie in realtà o in apparenza ammalate, o gravide Consorti, affinché anche queste ricever potessero i loro cento quadranti; ovvero {{Pt|prende-|}}<noinclude></noinclude> boty4r8d2hn48p5bixv0brewgwai0vd Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/259 108 846396 3025871 2022-08-23T17:57:00Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||255}}</noinclude>{{Pt|vano|prendevano}} il compenso di farsi unicamente seguire da una lettiga vuota, dando poi ad intendere che le loro care metà erano così deboli, e oppresse dal male da non poter nemmeno alzar il capo, e farsi vedere. Vi è infatti appena qualche altro dato, il quale comprovar possa in modo così persuasivo la totale estinzione di lutti i più nobili sentimenti nei già affatto decaduti Romani, come la sicura notizia che essi permettevansi di usare pubblicamente tutte queste infamità, e che quindi ogni anno facevano il computo di quanto ricavato avevano colle questuate loro sportule<ref>Juven. ib. 117. et seq. v. <poem>» Sed cum summus honor finito computet anno, Sportula quid referat, quantum rationibus addat: Quid facient comites, quibus hinc toga, calceus hinc est, Et panis fumusqae domi; densissima centum Quadrantes lectica petit, sequiturque maritum Languida vel praegnans, et circumducitur uxor. Hic petit absenti, nota jam callidus arte: Ostendens vacuam, et clausam pro conjuge sellam. Galla mea est, inquit. Citius dimitte. Moraris? Profer Galla caput. Noli vexare, quiescit.</poem></ref>. Non meno vile, ma nel tempo stesso molto più iniquo di un tal procedere era il modo surretizio, con cui procuravasi di ottenere, per mezzo di testamenti, pingui legati, ed eredità da qualsivoglia soggetto;<noinclude></noinclude> p3qgq7xmyjhyon2z0bc7hnhobymt96j 3025873 3025871 2022-08-23T18:04:56Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||255}}</noinclude>{{Pt|vano|prendevano}} il compenso di farsi unicamente seguire da una lettiga vuota, dando poi ad intendere che le loro care metà erano così deboli, e oppresse dal male da non poter nemmeno alzar il capo, e farsi vedere. Vi è infatti appena qualche altro dato, il quale comprovar possa in modo così persuasivo la totale estinzione di lutti i più nobili sentimenti nei già affatto decaduti Romani, come la sicura notizia che essi permettevansi di usare pubblicamente tutte queste infamità, e che quindi ogni anno facevano il computo di quanto ricavato avevano colle questuate loro sportule<ref>Juven. ib. 117. et seq. v. <poem>» Sed cum summus honor finito computet anno, Sportula quid referat, quantum rationibus addat: Quid facient comites, quibus hinc toga, calceus hinc est, Et panis {{Ec|fumusqae|fumusquae}} domi; densissima centum Quadrantes lectica petit, sequiturque maritum Languida vel praegnans, et circumducitur uxor. Hic petit absenti, nota jam callidus arte: Ostendens vacuam, et clausam pro conjuge sellam. Galla mea est, inquit. Citius dimitte. Moraris? Profer Galla caput. Noli vexare, quiescit.</poem></ref>. Non meno vile, ma nel tempo stesso molto più iniquo di un tal procedere era il modo surretizio, con cui procuravasi di ottenere, per mezzo di testamenti, pingui legati, ed eredità da qualsivoglia soggetto;<noinclude></noinclude> 4gp8ihoqgch8554txhuu446810giq7a Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/260 108 846397 3025872 2022-08-23T18:04:01Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|256||}}</noinclude>mestiere, che dai più facoltosi ed illustri Romani veniva senza vergogna esercitato, ed appreso come un’arte, e che unitamente alla delazione divenne la sola strada, a cui gli uomini d’ogni ceto, età, e condizione si appigliavano in Roma ad oggetto di maggiormente arricchirsi<ref>» Senec de Benef. VI. 38. An tu Arruntium, et Atcriiim, et caeteros, qui captandorum testamentorum artem professi sunt, non putas eadem habere, quae designatores, et libitinarios, vota?</ref>. Gli avidi Eredipeti non solamente s’ingegnavano di procacciarsi il favore de’ proprj congiunti, ed amici, e di regalare, e sedurre i lor vicini, e lontani conoscenti, ma sulla speranza di un felice successo avevano altresì la {{Ec|baldauza|baldanza}} di tentar le persone da loro non conosciute, e perfino i proprj dichiarati nemici cercando di assalirli pel loro debole. In conseguenza essi ponevano in opera la superstizione, e i falsi giuramenti, vendevano la propria castità, e quella dei loro figli<ref name="iii">Ciò fu praticato da Filomena in Crotone, come narra Petronio p. m. 274. verso la fine del libro.» Matrona inter primas honesta, Philumene nomine, quae multas saepe haereditates officio aetatis extorserat, tum anus et floris extincti filium, filiamque ingerebat orbis senibus, et per hanc suecessionem artem suam perseverabat extendere». Plinio racconta un altro sorprendente esempio della scelleratezza degli Eredipeti. VII. Epist. 24.» At Hercule! alienissimi homines in honorem Quadratillae (pudet me</ref>, e se ciò nulla giovava, {{Pt|al-|}}<noinclude></noinclude> 8t13xxs5se8hp9eed2jwum2v0xxy88n Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/261 108 846398 3025874 2022-08-23T18:13:13Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||257}}</noinclude>{{Pt|lora|allora}} in vece di tutti gli altri artifizj facevan uso della più sfacciata importunità, nè allontanavansi da coloro, che assaliti avevano, se non quando eran giunti ad afferrar la lor preda. Regolo, che fu uno dei più pericolosi delatori del governo di Domiziano, e nel tempo stesso uno de’ più arditi, ed accorti Eredipeti, e che col mezzo di queste inique arti aveva già in pochi anni messo insieme un capitale di un millione, e mezzo di talleri, e sperava di acquistar in breve altrettanto, si presentò un giorno ad un’illustre Romana per nome Aurelia, allorchè essa voleva far testamento, e la supplicò a lasciargli in legato il bel vestito, ch’ella erasi fatto fare pel giorno delle sue nozze. Aurelia credette sul principio che Regolo scherzasse; ma avendola egli assicurata che parlava sul serio, si maneggiò in tal guisa colle sue violente, e reiterate istanze che la medesima dovette finalmente acconsentire alle di lui brame<ref>Plin. Ep. II. 20.</ref>. Questo stesso Regolo avendo inteso che {{Pt|Ve-|}} <ref follow="iii">dixisse honorem per adulationis officium) in theatrum cursitabant, exultabant, plaudebant, mirabantur: ac deinde singulos gestus dominae cum canticis {{Ec|reddebaut|reddebant}}, qui nunc exignissima legata theatralis operae corollarium accipient ab haerede, qui non spectabat„, Senza dubbio i vili adulatori restavano spesse volte delusi dalla avvedutezza, e rettitudine degli adulati. Veggansi ancora VIII. 18. Ep. Plin. et Petron. 1. c.</ref><noinclude></noinclude> ftfaw4vffa4l71dfnn7yoh0ivx73ufj Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/262 108 846399 3025875 2022-08-23T18:19:20Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|258||}}</noinclude>{{Pt|rania|Verania}} vedova di Pisone{{Nota separata|Pagina:Storia_della_decadenza_dei_costumi_delle_scienze_e_della_lingua_dei_romani_I.djvu/307|17}} figlio adottivo di Galba, trovavasi pericolosamente ammalata, fondò subito su questa notizia la speranza di carpirle qualche legato, quantunque ben sapesse che Pisone non lo aveva odiato meno di quello che erasi da lui fatto rispetto al medesimo<ref>Ibid.</ref>. Quell’impudente scellerato essendosi pertanto introdotto fra i parenti, e i più vecchj amici della casa del defunto Pisone, si accostò più che potette al letto dell’inferma, e le chiese con aria misteriosa in qual’ora, e in qual giorno fosse nata, e dopo averne ottenuta la risposta incominciò tutto raccolto in se stesso, con volto teso, con occhi fissi, e stralunati, e con un tacito movimento delle labbra a contar sulle dita onde eccitare al maggior segno l’aspettativa della paziente. Allorchè egli ebbe per qualche tempo continuato in questo muto ciarlatanesimo proruppe ad un tratto in ffueste parole. — Tu ti trovi al presente in un punto decisivo, ma n’uscirai felicemente; ed affinchè ciò si renda tantopiù chiaro voglio consultar un indovino, che ho spesso ritrovato veridico. — Dopo questo consolante discorso egli partì sul momento, sacrificò un animale, e quindi tornato giurò pel capo di suo figlio che le viscere della vittima si accordavano con le Costellazioni del Cielo. La vedova di Pisone premiar volendo questa buona nuova richiese il suo testamento, e lasciò {{Ec|nn|un}} {{Pt|con-|}}<noinclude></noinclude> ivn1j5eexhsrpp11quuv8uwzb79ff52 Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/263 108 846400 3025876 2022-08-23T18:24:17Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||259}}</noinclude>{{Pt|siderabil|considerabil}} legato a quell’ingannatore Eredipeta. Ciò appena accaduto l’inferma peggiorò a colpo d’occhio, e morendo esclamò: o miserabile, e più che spergiuro, che ha giurato il falso per la vita stessa del proprio figlio<ref>Plin. l. c.</ref>! In conseguenza di questa infamità dei più cospicui soggetti potette giustamente Petronio sotto il nome della Città di Crotone{{Nota separata|Pagina:Storia_della_decadenza_dei_costumi_delle_scienze_e_della_lingua_dei_romani_I.djvu/307|17}} parlar di Roma nei seguenti termini<ref>p. m. 208. 209.</ref>. — In questa Città, dic’egli, si pensa così poco all’Eloquenza come alle altre Arti, e Scienze; l’innocenza, la lealtà, ed altre virtù sono egualmente poco stimate, che premiate. Ciò succede perchè, conforme sapete, tutti gli abitanti di questa Città sono divisi in due partiti, e vale a dire in eredipeti, ed in quelli, che si lascian sedurre, regalare, e adular dai medesimi. Niuno produce, ed alleva figli proprj, giacché coloro, che hanno simili eredi naturali, restano esclusi da tutte le società, e dai divertimenti dei Ricchi, e dei Grandi. Gli uomini al contrario, che sono privi di moglie, e di altri prossimi congiunti, arrivano alle prime cariche, e vengono essi soli riputati illustri Capitani, e Uomini di Stato. La nostra Città rassomiglia ad un campo di battaglia, o ad un cimitero in tempo di fatali, e distruggitrici epidemie. Non si veggono che cadaveri, i quali vengono straziati,<noinclude></noinclude> aohq0tixw03o2yrkb7jrp7487g1vvhx 3025877 3025876 2022-08-23T18:25:29Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||259}}</noinclude>{{Pt|siderabil|considerabil}} legato a quell’ingannatore Eredipeta. Ciò appena accaduto l’inferma peggiorò a colpo d’occhio, e morendo esclamò: o miserabile, e più che spergiuro, che ha giurato il falso per la vita stessa del proprio figlio<ref>Plin. l. c.</ref>! In conseguenza di questa infamità dei più cospicui soggetti potette giustamente Petronio sotto il nome della Città di Crotone{{Nota separata|Pagina:Storia_della_decadenza_dei_costumi_delle_scienze_e_della_lingua_dei_romani_I.djvu/307|18}} parlar di Roma nei seguenti termini<ref>p. m. 208. 209.</ref>. — In questa Città, dic’egli, si pensa così poco all’Eloquenza come alle altre Arti, e Scienze; l’innocenza, la lealtà, ed altre virtù sono egualmente poco stimate, che premiate. Ciò succede perchè, conforme sapete, tutti gli abitanti di questa Città sono divisi in due partiti, e vale a dire in eredipeti, ed in quelli, che si lascian sedurre, regalare, e adular dai medesimi. Niuno produce, ed alleva figli proprj, giacché coloro, che hanno simili eredi naturali, restano esclusi da tutte le società, e dai divertimenti dei Ricchi, e dei Grandi. Gli uomini al contrario, che sono privi di moglie, e di altri prossimi congiunti, arrivano alle prime cariche, e vengono essi soli riputati illustri Capitani, e Uomini di Stato. La nostra Città rassomiglia ad un campo di battaglia, o ad un cimitero in tempo di fatali, e distruggitrici epidemie. Non si veggono che cadaveri, i quali vengono straziati,<noinclude></noinclude> k3pbqr4wzmvp64sac0lzzpteal9my5a Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/264 108 846401 3025878 2022-08-23T18:33:39Z Barbaforcuta 9144 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|260||}}</noinclude>e fatti in pezzi, ed affamati Corvi, che ne divoran le carni — . Seneca descrive l’avarizia dei Romani or vile, ed or violenta in un’altra non men terribile allegoria<ref>VII. 27. de Benef.</ref>. — Se tu, dic’egli nel testè citato suo passo, ti vuoi fare una giusta idea della nostra vita, devi figurarti una Città conquistata, in cui la prepotenza sta in luogo della ragione, e dove è già stato dato il segno per un general saccheggio. In tal città si adoperano furiosamente il ferro, ed il fuoco, si praticano impunemente tutti i vizj, e delitti, e i ladri avidi di preda non vengono neppur trattenuti dal rispetto pei Numi. Si dà di piglio ai tesori pubblici, e sacri, come ai beni dei privati. Quà uno s’insinua di soppiatto, là un altro abbatte con violenza tutto ciò, che si oppone alle sue mire. Il primo saccheggia senza spargimento di sangue, e il secondo all’opposto inalza il suo furto con sanguinoso braccio, e non havvi alcuno, il quale rubato non abbia qualche cosa ad un altro<ref>Non merita di esser passato sotto silenzio un tratto notabile di viltà, il quale sembra che non sia stato raro al tempo di Giovenale. Secondo una legge di Domiziano le adultere non potevano ereditar alcuna cosa dai loro adulteri. Per illudere questa legge alcuni amanti istituirono eredi dei proprj beni i pazienti mariti delle loro amiche, affinchè questi venditori delle lor donne potessero passar alle medesime ciò, che era stato lor destinato.</ref>.<noinclude></noinclude> n9ijsirlw1nzb3al2qhi4e2wxjidmrg 3026034 3025878 2022-08-24T09:20:55Z Barbaforcuta 9144 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|260||}}</noinclude>e fatti in pezzi, ed affamati Corvi, che ne divoran le carni — . 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Il primo saccheggia senza spargimento di sangue, e il secondo all’opposto inalza il suo furto con sanguinoso braccio, e non havvi alcuno, il quale rubato non abbia qualche cosa ad un altro<ref name="iv">Non merita di esser passato sotto silenzio un tratto notabile di viltà, il quale sembra che non sia stato raro al tempo di Giovenale. Secondo una legge di Domiziano le adultere non potevano ereditar alcuna cosa dai loro adulteri. 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Sulla musica sacra}} (Roma, 22 novembre 1903) <pages index="Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu" from="2" to="2" /> 51qs7y7bv5l9iacbii46ze6in2uz2t8 Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/15 108 846410 3025933 2022-08-23T23:48:03Z Cinnamologus 2379 /* Pagine SAL 00% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="0" user="Cinnamologus" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude><noinclude></noinclude> e4vqq8vjldvhmxdst7njh2gs7608595 Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/16 108 846411 3025934 2022-08-23T23:48:15Z Cinnamologus 2379 /* Pagine SAL 00% */ [[Aiuto:Oggetto automatico|←]] Creata nuova pagina: proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="0" user="Cinnamologus" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude><noinclude></noinclude> e4vqq8vjldvhmxdst7njh2gs7608595 Discussioni utente:ZioNino80 3 846412 3025937 2022-08-24T04:48:20Z OrbiliusMagister 129 /* Benvenuto! */ nuova sezione wikitext text/x-wiki == Benvenuto! 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Nutriamo fiducia che tutti Ci asseconderanno in questa desiderata restaurazione, nè già solamente con quella cieca sommessione, pur sempre lodevole anch’essa, onde si accettano per puro spirito di obbedienza i comandi onerosi e contrarî al proprio modo di pensare e sentire, sì bene con quella prontezza di volontà, che nasce dall’intima persuasione di dover così fare per ragioni debitamente apprese, chiare, evidenti, irrepugnabili. Per poco infatti che si rifletta al fine santissimo, per cui l’arte è ammessa a servigio del culto, e alla somma convenienza di non offrire al Signore, se non cose per sè buone, e dove torni possibile, eccellenti, si riconoscerà subito, che le prescrizioni della Chiesa a riguardo della musica sacra non sono che l’immediata applicazione di quei due {{Ec|principì|principî}} fondamentali. Quando il clero ed i maestri di cappella ne siano penetrati, la buona musica sacra rifiorisce spontaneamente, come si è osservato e di continuo si osserva in gran numero di luoghi; quando invece quei principî si trascurano, non bastano nè preghiere, nè ammonizioni, nè ordini severi e ripetuti, nè minacce di pene canoniche a far sì, che nulla si cangi; tanto la passione, e se non questo, una vergognosa ed inescusabile ignoranza trova modo di eludere la volontà della Chiesa e di continuare per anni ed anni nel medesimo biasimevole stato di cose. Tale prontezza di volontà Ci promettiamo in modo particolarissimo dal clero e dai fedeli di questa Nostra diletta Città di Roma, centro del cristianesimo e sede della suprema Autorità della Chiesa. Sembra invero che niuno dovrebbe sentir meglio l’influsso della Nostra parola, quanto coloro che direttamente l’ascoltano dalla bocca Nostra, e che l’esempio di amorosa e filiale sommessione ai Nostri inviti paterni da niun altro dovrebbe esser dato con maggior sollecitudine, quanto dalla prima e più<noinclude></noinclude> o191r32ot8bpqzh5zsqwn8afcp8ct2b Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/4 108 846424 3026026 2022-08-24T08:26:40Z Cinnamologus 2379 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Cinnamologus" />{{RIalt||— 4 —|}}</noinclude> nobile porzione del gregge di Cristo, che è la Chiesa di Roma, specialmente commessa alla Nostra cura pastorale di Vescovo. S’aggiunga che tale esempio dev’essere dato al cospetto del mondo tutto. Da ogni parte qua vengono continuamente e vescovi e fedeli per riverire il Vicario di Cristo e per ritemprare lo spirito, visitando le nostre venerande basiliche e le tombe dei Martiri ed assistendo con raddoppiato fervore alle solennità, che con ogni pompa e splendore qui si celebrano in ogni tempo dell’anno. «''Optamus, ne moribus nostris offensi recedant''», diceva fin dai suoi tempi {{AutoreCitato|Papa Benedetto XIV|Benedetto XIV}}, Nostro Predecessore, nella sua Lettera enciclica «{{Wl|Q3618203|''Annus qui''}}», parlando appunto della musica sacra: ''bramiamo che non ritornino alle patrie loro scandolezzati dalle nostre consuetudini''. E toccando più innanzi dell’abuso degli strumenti, allora invalso, il medesimo Pontefice diceva: «''Qual concetto si formerà di noi, chi venendo da paesi, dove gli strumenti non si adoperano in chiesa, gli udirà nelle chiese nostre, nè più nè meno di quel che si soglia fare nei teatri e negli altri luoghi profani? Verranno pure da luoghi e paesi, dove nelle chiese si canta e suona, come si fa ora nelle chiese nostre. Ma se sono uomini di buon senno, si dorranno di non trovare nella nostra musica quel rimedio al male delle chiese loro, che erano qua venuti cercando''». In altri tempi nelle musiche, solite eseguirsi in chiesa, si avvertiva forse assai meno la loro difformità dalle leggi e dalle prescrizioni ecclesiastiche, e lo scandalo per avventura era più ristretto, appunto perchè l’inconveniente era più diffuso e più generale. Ma ora, poichè tanto studio si è messo da uomini egregi nell’illustrare le ragioni della liturgia e quelle dell’arte a servigio del culto, poichè in tante chiese del mondo si sono ottenuti nella restaurazione della musica sacra così consolanti e non di rado così splendidi risultati, non ostante le difficoltà gravissime che si opponevano e che furono felicemente superate, poichè infine la necessità di un pieno mutamento di cose è entrata universalmente negli animi, ogni abuso in questa parte diviene intollerabile e dev’essere rimosso. Ella pertanto, Sig. Cardinale, nell’alto suo officio di Nostro Vicario in Roma per le cose spirituali, con la soavità che le è propria, ma con non minore fermezza, si adoprerà, ne siamo certi, perchè le musiche che si eseguiscono nelle chiese e cappelle sì del clero secolare che regolare di questa Città rispondano pienamente alle Nostre Istruzioni. Molte cose si dovranno o rimuovere o correggere nei canti delle messe, delle {{Wl|Q548685|litanie lauretane}}, dell’inno eucaristico; ma ciò che abbisogna di un compiuto {{Pt|rin-|}}<noinclude></noinclude> 8eu2bia66ecxnj7ddi28jjzhaiei9ke Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/5 108 846425 3026027 2022-08-24T08:35:20Z Cinnamologus 2379 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Cinnamologus" />{{RIalt||— 5 —|}}</noinclude> {{Pt|novamento|rinnovamento}} è il canto dei {{Wl|Q827135|Vesperi}} nelle feste che si celebrano nelle varie chiese e basiliche. Le prescrizioni liturgiche del {{Wl|Q911124|''Caeremoniale Episcoporum''}} e le belle tradizioni musicali della classica {{Wl|Q1294582|Scuola romana}} non vi si riscontrano più. Alla devota salmodia del clero, alla quale partecipava anche il popolo, si sono sostituite interminabili composizioni musicali sulle parole dei salmi, tutte foggiate alla maniera delle vecchie opere teatrali e per lo più di sì meschino valore d’arte, che non si tollererebbero affatto neppure nei concerti profani di minor conto. La devozione e la pietà cristiana non ne vanno certo promosse; si pasce la curiosità di alcuni meno intelligenti, ma i più ne ricevono disgusto e scandalo e si meravigliano che un tanto abuso perduri ancora. Noi dunque vogliamo ch’esso sia interamente tolto di mezzo e che la solennità dei Vesperi sia per tutto celebrata secondo le norme liturgiche da Noi indicate. Precederanno nell’esempio le basiliche patriarcali per la cura sollecita e lo zelo illuminato dei Signori Cardinali alle medesime preposti, e con quelle gareggeranno anzitutto le basiliche minori, le chiese collegiate e parrocchiali, come pure le chiese e cappelle degli Ordini religiosi. Ed Ella, Sig. Cardinale, non adoperi indulgenza, non conceda dilazioni. Col differire, la difficoltà non isminuisce, anzi aumenta, e poichè il taglio è da fare, si faccia immediatamente, risolutamente. Abbiano tutti fiducia in Noi e nella Nostra parola, con la quale va congiunta la grazia e la benedizione celeste. Sulle prime la novità produrrà in alcuni qualche meraviglia; si troverà forse alquanto impreparato qualcuno tra’ maestri di cappella e tra’ direttori del coro; ma a poco a poco la cosa riprenderà da se medesima, e nella perfetta rispondenza della musica alle norme liturgiche ed alla natura della salmodia tutti ravviseranno una bellezza e bontà, forse non mai dapprima avvertite. Invero la solennità dei Vesperi sarà così notabilmente raccorciata. Ma se i rettori delle chiese vorranno in qualche circostanza prolungare alquanto le funzioni, affine di trattenere il popolo, che così lodevolmente suol rendersi nelle ore vespertine alla chiesa dove celebrasi la festa, nulla vieta, anzi sarà tanto di guadagnato per la pietà ed edificazione dei fedeli, se al Vespero succeda un acconcio sermone e si chiuda poi con una solenne benedizione del SS.mo Sacramento. Desideriamo infine che la musica sacra sia coltivata con cura speciale e nei debiti termini in tutti i seminari e collegi ecclesiastici di Roma, dove una sì numerosa e tanto eletta schiera di giovani chierici di ogni parte del mondo si vengono educando alle scienze sacre ed al vero spirito {{Pt|eccle-|}}<noinclude></noinclude> dr65brkxg1j1fbhvmvkok360e1e86d5 Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/6 108 846426 3026028 2022-08-24T08:45:08Z Cinnamologus 2379 /* Trascritta */ Gadget AutoreCitato proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Cinnamologus" />{{RIalt||— 6 —|}}</noinclude> {{Pt|siastico|ecclesiastico}}. Sappiamo, e questo grandemente Ci conforta, che in parecchi istituti la musica sacra è in fiore così che essi possono servire altrui di modello. Ma alcuni seminarî ed alcuni collegi, sia per la noncuranza dei superiori, sia per la poca capacità e pel gusto non buono delle persone, alle quali l’istruzione del canto e la direzione della musica sacra sono affidate, lasciano molto da desiderare. Ella, Signor Cardinale, vorrà provvedere con sollecitudine anche a questo, insistendo soprattutto perchè il canto gregoriano, secondo le prescrizioni del {{Wl|Q172991|Concilio tridentino}} e d’innumerevoli altri Concilî provinciali e diocesani di ogni parte del mondo, sia studiato con diligenza speciale e per solito preferito nelle funzioni pubbliche e private dell’istituto. In altri tempi, a dir vero, il canto gregoriano dai più non si conosceva, se non sui libri scorretti, alterati, raccorciati. Ma lo studio accurato e diuturno, postovi intorno da uomini insigni e grandemente benemeriti dell’arte sacra, ha cambiato faccia alle cose. Il canto gregoriano restituito in modo tanto soddisfacente alla sua primiera purezza, quale ci fu tramandato dai padri e si trova nei codici delle varie Chiese, appare dolce, soave, facilissimo ad apprendere e di una bellezza sì nuova ed inaspettata, che dov’esso fu introdotto, non tardò ad eccitare vero entusiasmo nei giovani cantori. Or quando nell’adempimento del dovere entra il diletto, tutto si opera con maggiore alacrità e con frutto più duraturo. Vogliamo adunque che in tutti i collegi e seminarî di quest’alma Città s’introduca di nuovo l’antichissimo canto romano, che già risonava nelle nostre chiese e basiliche e formò le delizie delle passate generazioni nei più bei tempi della pietà cristiana. E come altra volta dalla Chiesa di Roma quel canto si era sparso nelle altre Chiese d’Occidente, così bramiamo che i giovani chierici, istruiti sotto i Nostri occhi, lo rechino e lo diffondano di nuovo nelle diocesi loro, quando vi ritorneranno sacerdoti ad operare per la gloria di Dio. Ci gode l’animo di dare queste disposizioni mentre stiamo per celebrare il XIII centenario dalla morte del glorioso ed incomparabile Pontefice {{AutoreCitato|Papa Gregorio I|San Gregorio Magno}}, al quale una tradizione ecclesiastica di molti secoli ha attribuito la composizione di queste sante melodie e donde alle medesime è derivato il nome. Si esercitino diligentemente in quelle i Nostri carissimi giovani; chè Ci sarà grato udirli, se come Ci viene riferito, essi si raccoglieranno insieme nelle prossime feste centenarie presso la tomba del Santo Pontefice nella Basilica Vaticana, a fine di eseguire le melodie gregoriane durante la sacra Liturgia, che a Dio piacendo, sarà da Noi in tale fausta occasione celebrata.<noinclude></noinclude> hmywccia34aujjimsfjjjbxz8hrkpm5 Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/7 108 846427 3026029 2022-08-24T09:02:46Z Cinnamologus 2379 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Cinnamologus" />{{RIalt||— 7 —|}}</noinclude> <section begin="1" /> Intanto a pegno della Nostra particolare benevolenza riceva, Signor Cardinale, l’Apostolica Benedizione, che dall’intimo del cuore impartiamo a Lei, al clero ed a tutto il Nostro dilettissimo popolo. Dal Vaticano nella festa della Immacolata del 1903. {{Ct|f=110%|L=1px|t=1|v=-0.5|w=0.3em|PIVS PP. X}} {{FI |file = Tra le sollecitudini (Mondovi 1904) - TO1.png | width = 110px | float = center }}<section end="1" /><section begin="2" /> {{Ct|f=120%|L=1px|t=4|v=1.2|w=0.3em|''MOTV PROPRIO.''}} {{Ct|f=150%|L=1px|v=1|w=0.3em|'''SULLA MUSICA SACRA'''}} {{Ct|f=140%|L=1px|v=1|w=0.3em|PIO PP. X}} Tra le sollecitudini dell’officio pastorale, non solamente di questa Suprema Cattedra, che per inscrutabile disposizione della Provvidenza sebbene indegni occupiamo, ma di ogni Chiesa particolare, senza dubbio è precipua quella di mantenere e promuovere il decoro della Casa di Dio, dove gli augusti misteri della religione si celebrano e dove il popolo cristiano si raduna, onde ricevere la grazia dei Sacramenti, assistere al Santo Sacrificio dell’Altare, adorare l’augustissimo Sacramento del Corpo del Signore ed unirsi alla preghiera comune della Chiesa nella pubblica e solenne officiatura liturgica. Nulla adunque deve occorrere nel tempio che turbi od anche solo diminuisca la pietà e la devozione dei fedeli, nulla che dia ragionevole motivo di disgusto o di scandalo, nulla soprattutto che direttamente offenda il decoro e la santità delle sacre funzioni e però sia indegno della Casa di Orazione e della maestà di Dio. Non tocchiamo partitamente degli abusi che in questa parte possono occorrere. Oggi l’attenzione Nostra si rivolge ad uno dei più comuni, dei più difficili a sradicare e che talvolta si deve deplorare anche là, dove ogni altra cosa è degna del massimo encomio per la bellezza e sontuosità del tempio, per lo splendore e per l’ordine accurato delle ceremonie, per la frequenza del clero, per la gravità e per la pietà dei ministri che celebrano. Tale è l’abuso nelle cose del canto e della musica sacra. Ed invero, sia per la natura di quest’arte per se medesima fluttuante e variabile, sia per la successiva alterazione del gusto e delle abitudini lungo il correr dei tempi, sia pel funesto influsso che sull’arte sacra esercita l’arte profana e teatrale, sia pel piacere che la musica direttamente produce e che non sempre torna facile contenere nei giusti termini, sia infine per i molti {{Pt|pre-|}} <section end="2" /><noinclude></noinclude> 93emvpyxqgriyoumy4ufnxp1dj5jxvs Tra le sollecitudini (Mondovì 1904)/Lettera al signor cardinale Respighi 0 846428 3026030 2022-08-24T09:03:56Z Cinnamologus 2379 Porto il SAL a SAL 75% wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Lettera al signor cardinale Respighi vicario generale di Roma sulla restaurazione della musica sacra<section end="sottotitolo"/> <section begin="prec"/>../<section end="prec"/> <section begin="succ"/>../Motu proprio. Sulla musica sacra<section end="succ"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>24 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>75%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=24 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Lettera al signor cardinale Respighi vicario generale di Roma sulla restaurazione della musica sacra|prec=../|succ=../Motu proprio. 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Sulla musica sacra}} <pages index="Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu" from="3" to="7" fromsection="" tosection="1" /> {{AltraVersione|Tra le sollecitudini (Roma 1903)/Lettera al signor cardinale Respighi|ed. 1903}} tkxj0c3si2yszxwofi5j1rkn7mjgt4v Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/8 108 846429 3026033 2022-08-24T09:20:30Z Cinnamologus 2379 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Cinnamologus" />{{RIalt||— 8 —|}}</noinclude> giudizî che in tale materia di leggeri s’insinuano e si mantengono poi tenacemente anche presso persone autorevoli e pie, v’ha una continua tendenza a deviare dalla retta norma, stabilita dal fine, per cui l’arte è ammessa a servigio del culto, ed espressa assai chiaramente nei canoni ecclesiastici, nelle Ordinazioni dei Concilii generali e provinciali, nelle prescrizioni a più riprese emanate dalle Sacre Congregazioni romane e dai Sommi Pontefici Nostri Predecessori. Con vera soddisfazione dell’animo Nostro Ci è grato riconoscere il molto bene che in tal parte si è fatto negli ultimi decennî anche in questa Nostra alma Città di Roma ed in molte Chiese della patria Nostra, ma in modo più particolare presso alcune nazioni, dove uomini egregi e zelanti del culto di Dio, con l’approvazione di questa Santa Sede e sotto la direzione dei Vescovi, si unirono in fiorenti Società e rimisero in pienissimo onore la musica sacra pressochè in ogni loro chiesa e cappella. Codesto bene tuttavia è ancora assai lontano dall’essere comune a tutti, e se consultiamo l’esperienza Nostra personale e teniamo conto delle moltissime lagnanze che da ogni parte Ci giunsero in questo poco tempo, dacchè piacque al Signore di elevare l’umile Nostra Persona al supremo apice del Pontificato romano, senza differire più a lungo, crediamo Nostro primo dovere di alzare subito la voce a riprovazione e condanna di tutto ciò che nelle funzioni del culto e nell’officiatura ecclesiastica si riconosce difforme dalla retta norma indicata. Essendo infatti Nostro vivissimo desiderio che il vero spirito cristiano rifiorisca per ogni modo e si mantenga nei fedeli tutti, è necessario provvedere prima di ogni altra cosa alla santità e dignità del tempio, dove appunto i fedeli si radunano per attingere tale spirito dalla sua prima ed indispensabile fonte, che è la partecipazione attiva ai sacrosanti misteri e alla preghiera pubblica e solenne della Chiesa. Ed è vano sperare che a tal fine su noi discenda copiosa la benedizione del Cielo, quando il nostro ossequio all’Altissimo, anzichè ascendere in odore di soavità, rimette invece nella mano del Signore i flagelli, onde altra volta il Divin Redentore cacciò dal tempio gli indegni profanatori. Per la qual cosa, affinchè niuno possa d’ora innanzi recare a scusa di non conoscere chiaramente il dover suo e sia tolta ogni indeterminatezza nell’interpretazione di alcune cose già comandate, abbiamo stimato espediente additare con brevità quei principii che regolano la musica sacra nelle funzioni del culto e raccogliere insieme in un quadro generale le principali<noinclude></noinclude> c93szpqmdcsssi0kkww1rrma0vkbspa Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/265 108 846430 3026035 2022-08-24T09:21:58Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||261}}</noinclude> Non meno sfacciato della pitoccheria, e dell’arte di ottener con frode eredità, e legati era l’aperto ladroneccio, che i facoltosi, e primarj Romani praticavano verso i loro Concittadini, e molto più coi proprj Alleati. Siccome i ricchi credevano di non poter abbastanza ingrandire, ed estendere le lor possessioni, così procuravano di comprare tutti i più piccoli effetti, che restavano contigui alle medesime, e quando i respettivi lor proprietarj ricusavano di abbandonare la paterna greggia, e i campi lavorati da un tempo immemorabile dai loro antenati, allora essi ve gli obbligavano colla forza, o facevano così di {{Ec|freqnente|frequente}}, e con tal barbarie devastare le loro messi dalle proprie mandre, che quegli infelici implorando invano protezione, e soccorso erano in fine costretti a cedere ai desiderj dei loro insolenti oppressori<ref>Senec. Ep. 90. Juven. Sat. XIV. 145—52. È incredibile, dice Giovenale, quante persone si lagnino di simili offese, e quanti campi, e poderi siano per tali prepotenze divenuti a vil prezzo. <poem> „ Dicere vix possis, quam multi talia plorent, Et quot venales injuria fecerit agros .</poem></ref>. <ref follow="iv">Giovenale descrive egregiamente quei mariti, che sapevano l’arte di dormir a tempo debito, o di osservar attentamente i soffitti delle stanze, ove mangiavasi I. 55. e seg. <poem>„ Cum leno accipiat moechi bona, si capiendi Jus nullum uxori, doctus spectare lacunar, Doctus, et ad calicem vigilanti stertere naso.</poem></ref><noinclude></noinclude> jb96fhnm0504f8rm3n16ualrenzka2c Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/266 108 846431 3026036 2022-08-24T09:28:00Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|262||}}</noinclude>Giacchè i Grandi si permettevano di praticare tali avanìe, e prepotenze in Italia, si può facilmente congetturare ciò, ch’essi ardivano di commettere nelle Provincie, e soprattutto nelle più remote, ove forniti di assoluto potere si trasferivano in qualità di Comandanti. Tutti gli Istorici, i Filosofi, e i Poeti di quei tempi sono ripieni di lagnanze per rispetto alle ruberie, e crudeltà, che esercitavansi {{Ec|uelle|nelle}} Provincie. La stessa Roma trovavasi del continuo ingombra di schiere d’infelici, che per se medesimi, o a nome delle saccheggiate Provincie imploravano soddisfazione, e vendetta. Se anche sotto i più rigorosi e migliori Imperatori i Comandanti, o le proprie donne, i loro Liberti, Uffiziali, e soldati non rubavano solamente le cose preziose, e il danaro, ma le mogli, ed i figli dei sudditi, e vendevano pubblicamente ad alto prezzo di sangue<ref>Tacit. Annal. IV. 72. XIV. 31. Plin. Ep. II. 11.</ref> la vita stessa d’insigni Romani Cavalieri; quanto più sfacciati, e rapaci esser non dovevan quei ladri, e quei mostri che sotto un Caligola, un Claudio, un Nerone, e un Domiziano entravano spesse volte nelle Provincie come se fossero altrettante Terre nemiche coll’espresso comando di rubare, ed uccidere, o almeno con la protezione, e il favore dei spensierati, ed inaccessibili Tiranni. Al tempo di tali Monarchi i maltrattati sudditi non trovavano quasi più alcun ascolto, o se pure i {{Pt|delin-|}}<noinclude></noinclude> qsxs7vaf0f5wtko450xqikwfoxjy3vy 3026037 3026036 2022-08-24T09:28:14Z Barbaforcuta 9144 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|262||}}</noinclude> Giacchè i Grandi si permettevano di praticare tali avanìe, e prepotenze in Italia, si può facilmente congetturare ciò, ch’essi ardivano di commettere nelle Provincie, e soprattutto nelle più remote, ove forniti di assoluto potere si trasferivano in qualità di Comandanti. Tutti gli Istorici, i Filosofi, e i Poeti di quei tempi sono ripieni di lagnanze per rispetto alle ruberie, e crudeltà, che esercitavansi {{Ec|uelle|nelle}} Provincie. La stessa Roma trovavasi del continuo ingombra di schiere d’infelici, che per se medesimi, o a nome delle saccheggiate Provincie imploravano soddisfazione, e vendetta. Se anche sotto i più rigorosi e migliori Imperatori i Comandanti, o le proprie donne, i loro Liberti, Uffiziali, e soldati non rubavano solamente le cose preziose, e il danaro, ma le mogli, ed i figli dei sudditi, e vendevano pubblicamente ad alto prezzo di sangue<ref>Tacit. Annal. IV. 72. XIV. 31. Plin. Ep. II. 11.</ref> la vita stessa d’insigni Romani Cavalieri; quanto più sfacciati, e rapaci esser non dovevan quei ladri, e quei mostri che sotto un Caligola, un Claudio, un Nerone, e un Domiziano entravano spesse volte nelle Provincie come se fossero altrettante Terre nemiche coll’espresso comando di rubare, ed uccidere, o almeno con la protezione, e il favore dei spensierati, ed inaccessibili Tiranni. Al tempo di tali Monarchi i maltrattati sudditi non trovavano quasi più alcun ascolto, o se pure i {{Pt|delin-|}}<noinclude></noinclude> m5q09b8ddkhbv9o1dltx2obisuj0vo3 Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/9 108 846432 3026038 2022-08-24T09:34:30Z Cinnamologus 2379 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Cinnamologus" />{{RIalt||— 9 —|}}</noinclude> prescrizioni della Chiesa contro gli abusi più comuni in tale materia. E però di moto proprio e certa scienza pubblichiamo la presente Nostra ''Istruzione'', alla quale, quasi a ''codice giuridico della musica sacra'', vogliamo dalla pienezza della nostra Autorità Apostolica sia data forza di legge, imponendone a tutti col presente Nostro Chirografo la più scrupolosa osservanza. {{Ct|f=120%|L=1px|t=3|v=2|w=0.3em|'''ISTRUZIONE SULLA MUSICA SACRA'''}} {{Ct|f=110%|v=1|I.}} {{Ct|f=85%|v=1|L=1px|w=0.2em|'''Principii generali'''.}} 1. La musica sacra, come parte integrante della solenne liturgia, ne partecipa il fine generale, che è la gloria di Dio e la santificazione ed edificazione dei fedeli. Essa concorre ad accrescere il decoro e lo splendore delle cerimonie ecclesiastiche, e siccome suo officio principale è di rivestire con acconcia melodia il testo liturgico che viene proposto all’intelligenza dei fedeli, così il suo proprio fine è di aggiungere maggiore efficacia al testo medesimo, affinchè i fedeli con tale mezzo siano più facilmente eccitati alla devozione e meglio si dispongano ad accogliere in sè i frutti della grazia, che sono proprii della celebrazione dei sacrosanti misteri. 2. La musica sacra deve per conseguenza possedere nel grado migliore le qualità che sono proprie della liturgia, e precisamente la ''santità'' e la ''bontà delle forme'', onde sorge spontaneo l’altro suo carattere, che è l’''universalità''. Deve essere ''santa'', e quindi escludere ogni profanità, non solo in se medesima, ma anche nel modo onde viene proposta per parte degli esecutori. Deve essere ''arte vera'', non essendo possibile che altrimenti abbia sull’animo di chi l’ascolta quell’efficacia, che la Chiesa intende ottenere accogliendo nella sua liturgia l’arte dei suoni. Ma dovrà insieme essere ''universale'' in questo senso, che pur concedendosi ad ogni nazione di ammettere nelle composizioni chiesastiche quelle forme particolari che costituiscono in certo modo il carattere specifico della musica loro propria, queste però devono essere in tal maniera subordinate ai caratteri generali della musica sacra, che nessuno di altra nazione all’udirle debba provarne impressione non buona. {{Ct|f=110%|t=2|v=1|II.}} {{Ct|f=85%|v=1|L=1px|w=0.2em|'''Generi di musica sacra'''.}} 3. Queste qualità si riscontrano in grado sommo nel canto gregoriano, che è per conseguenza il canto proprio della Chiesa Romana, il solo canto ch’essa ha ereditato dagli antichi padri, che ha custodito gelosamente lungo i secoli nei suoi codici liturgici, che come suo direttamente propone ai fedeli, che in alcune parti della liturgia esclusivamente prescrive e che gli studi più recenti hanno sì felicemente restituito alla sua integrità e purezza.<noinclude></noinclude> lrzkavdvg80r311luwyqdex6dorx9ax Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/267 108 846433 3026039 2022-08-24T09:38:59Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||263}}</noinclude>{{Pt|quenti|delinquenti}} venivano qualche volta arrestati, e puniti, ciò non ostante questi gastighi non atterrivano punto i lor successori dall’intraprendere eguali prepotenze, e saccheggi; poichè, come accade in tutti i Governi dispotici, non sacrificavasi di rado che un solo fra tanti rei<ref>Juven. VIII 95. <poem> „ Sed quid damnatio confert, Cum Pansa eripiat, quidquid tibi Nalta reliquit? Praeconem Chaerippe tuis circumspice pannis, Jamqne tace. Furor est post omnia perdere naulum.</poem></ref>. Le continue estorsioni dei Comandanti riducevano i nudi Sudditi, ed Alleati, a cui era stato tolto tutto fuori che l’armi, a disperate sollevazioni<ref>Vedansi Tac. l. c. e juven. VIII. 121. e seg. <poem> „ Curandum in primis, ne magna injuria fiat Fortibus, et miseris, tollas licet omne quod usquam est. Auri atque argenti: scutum gladiumque relinques, Et jaculum, et galeam, spoliatis arma supersunt.</poem> Con molta giustezza, dice Giovenale, alcuni versi prima: <poem> „ Horrida vitanda est Hispania, Gallicus Axis, Illiricumque latus etc.</poem></ref>, le quali vennero qualche volta prodotte ancora dalle devastatrici, e come dice Seneca sanguinarie usure, che i Ricchi della Metropoli praticar solevano nelle Provincie<ref>Senec. de Benef. VII. 10. „ Quid sunt istae tabulae, quid computationes, et vaenale tempus, et sanguinolentae centesimae?</ref>.<noinclude></noinclude> tf00y10o5t5xgbl2h3uoastmr8m21dd 3026042 3026039 2022-08-24T09:45:20Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||263}}</noinclude>{{Pt|quenti|delinquenti}} venivano qualche volta arrestati, e puniti, ciò non ostante questi gastighi non atterrivano punto i lor successori dall’intraprendere eguali prepotenze, e saccheggi; poichè, come accade in tutti i Governi dispotici, non sacrificavasi di rado che un solo fra tanti rei<ref>Juven. VIII 95. <poem> „ Sed quid damnatio confert, Cum Pansa eripiat, quidquid tibi Nalta reliquit? Praeconem Chaerippe tuis circumspice pannis, Jamqne tace. Furor est post omnia perdere naulum.</poem></ref>. Le continue estorsioni dei Comandanti riducevano i nudi Sudditi, ed Alleati, a cui era stato tolto tutto fuori che l’armi, a disperate sollevazioni<ref>Vedansi Tac. l. c. e juven. VIII. 121. e seg. <poem> „ Curandum in primis, ne magna injuria fiat Fortibus, et miseris, tollas licet omne quod usquam est. Auri atque argenti: scutum gladiumque relinques, Et jaculum, et galeam, spoliatis arma supersunt.</poem> Con molta giustezza, dice Giovenale, alcuni versi prima: <poem> „ Horrida vitanda est Hispania, Gallicus Axis, Illiricumque latus etc.</poem></ref>, le quali vennero qualche volta prodotte ancora dalle devastatrici, e come dice Seneca sanguinarie usure, che i Ricchi della Metropoli praticar solevano nelle Provincie<ref name="v">Senec. de Benef. VII. 10. „ Quid sunt istae tabulae, quid computationes, et vaenale tempus, et sanguinolentae centesimae?</ref>.<noinclude></noinclude> 4bkv3dto6znvgqve0fbbw4vrgzkllmc 3026059 3026042 2022-08-24T10:28:49Z Barbaforcuta 9144 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||263}}</noinclude>{{Pt|quenti|delinquenti}} venivano qualche volta arrestati, e puniti, ciò non ostante questi gastighi non atterrivano punto i lor successori dall’intraprendere eguali prepotenze, e saccheggi; poichè, come accade in tutti i Governi dispotici, non sacrificavasi di rado che un solo fra tanti rei<ref>Juven. VIII 95. <poem> „ Sed quid damnatio confert, Cum Pansa eripiat, quidquid tibi Nalta reliquit? Praeconem Chaerippe tuis circumspice pannis, Jamqne tace. Furor est post omnia perdere naulum.</poem></ref>. Le continue estorsioni dei Comandanti riducevano i nudi Sudditi, ed Alleati, a cui era stato tolto tutto fuori che l’armi, a disperate sollevazioni<ref>Vedansi Tac. l. c. e juven. VIII. 121. e seg. <poem> „ Curandum in primis, ne magna injuria fiat Fortibus, et miseris, tollas licet omne quod usquam est. Auri atque argenti: scutum gladiumque relinques, Et jaculum, et galeam, spoliatis arma supersunt.</poem> Con molta giustezza, dice Giovenale, alcuni versi prima: <poem> „ Horrida vitanda est Hispania, Gallicus Axis, Illiricumque latus etc.</poem></ref>, le quali vennero qualche volta prodotte ancora dalle devastatrici, e come dice Seneca sanguinarie usure, che i Ricchi della Metropoli praticar solevano nelle Provincie<ref name="v">Senec. de Benef. VII. 10. „ Quid sunt istae tabulae, quid computationes, et vaenale tempus, et sanguinolentae centesimae?<br></ref>.<noinclude></noinclude> owb2f60tqshmf0agi6w2v3y7pck2s39 Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/10 108 846434 3026040 2022-08-24T09:43:59Z Cinnamologus 2379 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Cinnamologus" />{{RIalt||— 10 —|}}</noinclude> Per tali motivi il canto gregoriano fu sempre considerato come il supremo modello della musica sacra, potendosi stabilire con ogni ragione la seguente legge generale: ''tanto una composizione per chiesa è più sacra e liturgica, quanto più nell’andamento, nella ispirazione e nel sapore si accosta alla melodia gregoriana, e tanto è meno degna del tempio, quanto più da quel supremo modello si riconosce difforme''. L’antico canto gregoriano tradizionale dovrà dunque restituirsi largamente nelle funzioni del culto, tenendosi da tutti per fermo, che una funzione ecclesiastica nulla perde della sua solennità, quando pure non venga accompagnata da altra musica che da questa soltanto. In particolare si procuri di restituire il canto gregoriano nell’uso del popolo, affinchè i fedeli prendano di nuovo parte più attiva all’officiatura ecclesiastica, come anticamente solevasi. 4. Le anzidette qualità sono pure possedute in ottimo grado dalla classica polifonia, specialmente della {{Wl|Q1294582|Scuola Romana}}, la quale nel secolo XVI ottenne il massimo della sua perfezione per opera di {{AutoreCitato|Giovanni Pierluigi da Palestrina|Pierluigi da Palestrina}} e continuò poi a produrre anche in seguito composizioni di eccellente bontà liturgica e musicale. La classica polifonia assai bene si accosta al supremo modello di ogni musica sacra che è il canto gregoriano, e per questa ragione meritò di essere accolta insieme col canto gregoriano, nelle funzioni più solenni della Chiesa, quali sono quelle della Cappella Pontificia. Dovrà dunque anch’essa restituirsi largamente nelle funzioni ecclesiastiche, specialmente nelle più insigni basiliche, nelle chiese cattedrali, in quelle dei seminari e degli altri istituti ecclesiastici, dove i mezzi necessari non sogliono far difetto. 5. La Chiesa ha sempre riconosciuto e favorito il progresso delle arti, ammettendo a servizio del culto tutto ciò che il genio ha saputo trovare di buono e di bello nel corso dei secoli, salve però sempre le leggi liturgiche. Per conseguenza la musica più moderna è pure ammessa in chiesa, offrendo anch’essa composizioni di tale bontà, serietà e gravità, che non sono per nulla indegne delle funzioni liturgiche. Nondimeno, siccome la musica moderna è sorta precipuamente a servigio profano, si dovrà attendere con maggior cura, perchè le composizioni musicali di stile moderno, che si ammettono in chiesa, nulla contengano di profano, non abbiano reminiscenze di motivi adoperati in teatro, e non siano foggiate neppure nelle loro forme esterne sull’andamento dei pezzi profani. 6. Fra i varî generi della musica moderna, quello che apparve meno acconcio ad accompagnare le funzioni del culto è lo stile teatrale, che durante il secolo scorso fu in massima voga, specie in Italia. Esso per sua natura presenta la massima opposizione al canto gregoriano ed alla classica polifonia e però alla legge più importante di ogni buona musica sacra. Inoltre l’intima struttura, il ritmo e il cosiddetto ''convenzionalismo'' di tale stile non si piegano, se non malamente, alle esigenze della vera musica liturgica. {{Ct|f=110%|t=2|v=1|III.}} {{Ct|f=85%|v=1|L=1px|w=0.2em|'''Testo liturgico'''.}} 7. La lingua propria della Chiesa Romana è la latina. È quindi proibito nelle solenni funzioni liturgiche di cantare in volgare qualsivoglia cosa;<noinclude></noinclude> r4te8ro49c4rh8edbjedrpmqh7g38kr Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/268 108 846435 3026041 2022-08-24T09:44:51Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|264||}}</noinclude> Tutte queste vituperose arti di risparmiare; e di far bottino non erano però sufficienti a saziare le illimitate richieste della voluttà, della crapula, e del fasto. Le più ricche, e nobili famiglie sparivano, ed impoverivano con tal sollecitudine, e in sì gran numero che quasi tutti gl’Imperatori furono costretti a riformare, e ripulire gli Ordini Senatorio, ed Equestre, liberandoli, {{Ec|ciò è|cioè}}, da que’ membri, i quali disonoravano il loro grado con una colpevol miseria. Sotto Caligola l’Ordine de’ Cavalieri, per la prima volta rimesso in buon essere da Augusto, non solo era decaduto in modo che fu di mestieri porvi riparo coll’ammettere nel medesimo nuovi Membri, ma si rese altresì necessario che lo stesso Imperatore scegliesse i nuovi Cavalieri in tutta l’estensione del vasto Stato Romano, mentre l’Italia, che tutto assorbiva, e dissipava, non aveva un numero sufficiente di ricchi, e rispettabili soggetti, che capaci fossero di riempir i vuoti, che nell’Ordine Equestre, <ref follow="v">Ma benchè Seneca declamasse con molto vigore contra le usure, tuttavolta egli era, secondo il non {{Ec|inoredibil|incredibil}} racconto di Dione Cassio, uno dei maggiori Usuraj di Roma, e mediante quelle sue usure, colle quali impoverì la Brettagna, divenne una delle cause principali della sollevazione, che scoppiò in quell’Isola. Dione Cassio Lib. 62. cap. 2. pag. 1003. Il fruttato ordinario era di un 12 per cento, ma gli abitanti delle provincie prendevano comunemente anche di più.</ref><noinclude></noinclude> gjv4o2a3w9203u0pxab2l3vyjmiq6ne 3026043 3026041 2022-08-24T09:49:15Z Barbaforcuta 9144 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|264||}}</noinclude> Tutte queste vituperose arti di risparmiare; e di far bottino non erano però sufficienti a saziare le illimitate richieste della voluttà, della crapula, e del fasto. Le più ricche, e nobili famiglie sparivano, ed impoverivano con tal sollecitudine, e in sì gran numero che quasi tutti gl’Imperatori furono costretti a riformare, e ripulire gli Ordini Senatorio, ed Equestre, liberandoli, {{Ec|ciò è|cioè}}, da que’ membri, i quali disonoravano il loro grado con una colpevol miseria. Sotto Caligola l’Ordine de’ Cavalieri, per la prima volta rimesso in buon essere da Augusto, non solo era decaduto in modo che fu di mestieri porvi riparo coll’ammettere nel medesimo nuovi Membri, ma si rese altresì necessario che lo stesso Imperatore scegliesse i nuovi Cavalieri in tutta l’estensione del vasto Stato Romano, mentre l’Italia, che tutto assorbiva, e dissipava, non aveva un numero sufficiente di ricchi, e rispettabili soggetti, che capaci fossero di riempir i vuoti, che nell’Ordine Equestre, <ref follow="v">{{spazi|2}}Ma benchè Seneca declamasse con molto vigore contra le usure, tuttavolta egli era, secondo il non {{Ec|inoredibil|incredibil}} racconto di Dione Cassio, uno dei maggiori Usuraj di Roma, e mediante quelle sue usure, colle quali impoverì la Brettagna, divenne una delle cause principali della sollevazione, che scoppiò in quell’Isola. Dione Cassio Lib. 62. cap. 2. pag. 1003. Il fruttato ordinario era di un 12 per cento, ma gli abitanti delle provincie prendevano comunemente anche di più.</ref><noinclude></noinclude> soketulsinx8j0jpx4ta3ebh8w2lfrq Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/269 108 846436 3026044 2022-08-24T09:56:44Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||265}}</noinclude>e in quello de’ pubblici Appaltatori{{Nota separata|Pagina:Storia_della_decadenza_dei_costumi_delle_scienze_e_della_lingua_dei_romani_I.djvu/308|19}} s’incominciò ad osservare fin dal tempo di Augusto<ref>Dio. Cass. 59. 9. pag. 912.</ref>. Ciò, che Caligola erasi trovato costretto di porre in opera rispetto al ceto de’ Cavalieri, lo fece per le stesse ragioni Claudio suo successore in quello dei Senatori, per quanto vi si opponessero le famiglie Romane, e Italiane<ref>Tac. XI. 23—25. Annal.</ref>. Le antiche famiglie, che Romolo, e dopo l’espulsione dei Re, Lucio Bruto ammesse aveva nel Consiglio, si erano quasi tutte estinte, e quelle medesime inalzate da Cesare, e da Augusto a una tal dignità trovavansi già talmente impoverite che permetter si dovette eziandio ad altri soggetti non nati in Roma, e in Italia l’ingresso nella più illustre Magistratura dello Stato del pari che il {{Ec|consegnimento|conseguimento}} delle primarie cariche, e dignità<ref>Paucis jam reliquis familiarum, quas Romulus majorum, et L. Brutus minorum gentium appellaverunt, exhaustis etiam, quas Dictator Caesar lege Cassia, et princeps Augustus lege Senia sublegere. Ibid.</ref>. I due opposti vizj dei Romani, e vale a dire l’avarizia, e la profusione, produssero {{Ec|indispensabilmeute|indispensabilmente}} enormi debiti, e usure. Perciò, quando sotto Tiberio gli spioni, e gli accusatori attaccarono anche coloro, che preso avevano denaro a frutto contra una legge da gran tempo obbliata del Dittator Cesare, allora tutto il {{Pt|Se-|}}<noinclude></noinclude> e5gudfsexlr8rbw6crij39iiy2a5hhi Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/270 108 846437 3026045 2022-08-24T10:02:18Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|266||}}</noinclude>{{Pt|nato|Senato}}, in cui niuno de’ suoi Membri era esente da usure, e da debiti, si rivolse con tale impegno all’Imperatore per ottenerne protezione, e soccorso, che egli concesse agli usuraj, e debitori un lasso di tre anni, e mezzo, onde porre in ordine, ed assestare i loro domestici interessi<ref>VI. 16, 17. Annal. Tac.</ref>. L’enorme copia dei debiti, da cui trovavasi oppressa l’immensa Roma, fu {{Ec|tauto|tanto}} più cagione di una general mancanza di numerario in quanto che una considerabil parte del denaro contante era per le continue confische colato nel tesoro dell’Imperatore, e dello Stato, ed il Consiglio aveva prescritto che i Ricchi impiegar dovessero due terzi dei lor capitali in poderi situati in Italia. Benchè i Capitalisti impiegassero con avidità il lor denaro, di cui non dovevano in avvenire tirar alcun frutto, nella compra di effetti campestri, tuttavia il numero di coloro che li vendevano per pagare i lor debiti, era molto maggiore di quello de’ Compratori, di modo che i detti beni decaddero talmente di prezzo che non poche illustri famiglie andarono del tutto in rovina, e sarebbero state seguitate da varie altre se Tiberio non avesse senza alcun frutto imprestata per tre anni la somma di tre millioni e mezzo di talleri a quei tali, che trovavansi in grado di dare in ipoteca altrettanti beni che valessero il doppio di quanto ricevevano in {{Pt|da-|}}<noinclude></noinclude> d0tciku78ntjp4ti11rhxvtxm19nfa6 Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/11 108 846438 3026046 2022-08-24T10:03:22Z Cinnamologus 2379 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Cinnamologus" />{{RIalt||— 11 —|}}</noinclude> molto più poi di cantare in volgare le parti variabili o comuni della messa e dell’officio. 8. Essendo per ogni funzione liturgica determinati i testi che possono proporsi in musica e l’ordine con cui devono proporsi, non è lecito nè di confondere quest’ordine, nè di cambiare i testi prescritti in altri di propria scelta, nè di ometterli per intero od anche solo in parte, se pure le rubriche liturgiche non consentano di supplire con l’organo alcuni versetti del testo, mentre questi vengono semplicemente recitati in coro. Soltanto è permesso, giusta la consuetudine della Chiesa Romana, di cantare un mottetto al SS. Sacramento dopo il ''Benedictus'' della messa solenne, Si permette pure che dopo cantato il prescritto offertorio della messa si possa eseguire nel tempo che rimane un breve mottetto sopra parole approvate dalla Chiesa. 9. Il testo liturgico deve essere cantato come sta nei libri, senza alterazione o posposizione di parole, senza indebite ripetizioni, senza spezzarne le sillabe, e sempre in modo intelligibile ai fedeli che ascoltano. {{Ct|f=110%|t=2|v=1|IV.}} {{Ct|f=85%|v=1|L=1px|w=0.2em|'''Forma esterna delle sacre composizioni'''.}} 10. Le singole parti della messa e dell’officiatura devono conservare anche musicalmente quel concetto e quella forma, che la tradizione ecclesiastica ha loro dato e che trovasi assai bene espressa nel canto gregoriano. Diverso dunque è il modo di comporre un ''introito'', un ''graduale'', un’''antifona'', un ''salmo'', un ''inno'', un ''Gloria in excelsis'' ecc. 11. In particolare si osservino le norme seguenti: ''a)'' Il ''Kyrie'', ''Gloria'', ''Credo'' ecc. della messa devono mantenere l’unità di composizione, propria del loro testo. Non è dunque lecito di comporli a pezzi separati, così che ciascuno di tali pezzi formi una composizione musicale compiuta e tale che possa staccarsi dal rimanente e sostituirsi con altra. ''b)'' Nell’officiatura dei {{Wl|Q827135|Vesperi}} si deve ordinariamente seguire la norma del {{Wl|Q911124|''Caeremoniale Episcoporum''}}, che prescrive il canto gregoriano per la salmodia e permette la musica figurata pe’ versetti del ''Gloria Patri'' e per l’inno. Sarà nondimeno lecito nelle maggiori solennità di alternare il canto gregoriano del coro coi cosiddetti {{Wl|Q1328468|falsibordoni}} o con versi in simile modo convenientemente composti. Si potrà eziandio concedere qualche volta che i singoli salmi si propongano per intero in musica, purchè in tali composizioni sia conservata la forma propria della salmodia; cioè purchè i cantori sembrino salmeggiare tra loro, o con nuovi motivi, o con quelli presi dal canto gregoriano, o secondo questo imitati. Restano dunque per sempre esclusi e proibiti i salmi cosiddetti ''di concerto''. ''c)'' Negli inni della Chiesa si conservi la forma tradizionale dell’inno. Non è quindi lecito di comporre p. e. il ''Tantum ergo'' per modo che la prima strofa presenti una romanza, una cavatina, un adagio, e il ''Genitori'' un allegro. ''d)'' Le antifone dei Vesperi devono essere proposte d’ordinario con la melodia gregoriana loro propria. Se però in qualche caso particolare si cantassero in musica, non dovranno mai avere nè la forma di una melodia di concerto nè l’ampiezza di un mottetto o di una cantata.<noinclude></noinclude> 3arrx7g1hj2emqnq8nzelg31m2y5wsv 3026063 3026046 2022-08-24T10:35:46Z Cinnamologus 2379 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Cinnamologus" />{{RIalt||— 11 —|}}</noinclude> molto più poi di cantare in volgare le parti variabili o comuni della messa e dell’officio. 8. Essendo per ogni funzione liturgica determinati i testi che possono proporsi in musica e l’ordine con cui devono proporsi, non è lecito nè di confondere quest’ordine, nè di cambiare i testi prescritti in altri di propria scelta, nè di ometterli per intero od anche solo in parte, se pure le rubriche liturgiche non consentano di supplire con l’organo alcuni versetti del testo, mentre questi vengono semplicemente recitati in coro. Soltanto è permesso, giusta la consuetudine della Chiesa Romana, di cantare un mottetto al SS. Sacramento dopo il ''Benedictus'' della messa solenne. Si permette pure che dopo cantato il prescritto offertorio della messa si possa eseguire nel tempo che rimane un breve mottetto sopra parole approvate dalla Chiesa. 9. Il testo liturgico deve essere cantato come sta nei libri, senza alterazione o posposizione di parole, senza indebite ripetizioni, senza spezzarne le sillabe, e sempre in modo intelligibile ai fedeli che ascoltano. {{Ct|f=110%|t=2|v=1|IV.}} {{Ct|f=85%|v=1|L=1px|w=0.2em|'''Forma esterna delle sacre composizioni'''.}} 10. Le singole parti della messa e dell’officiatura devono conservare anche musicalmente quel concetto e quella forma, che la tradizione ecclesiastica ha loro dato e che trovasi assai bene espressa nel canto gregoriano. Diverso dunque è il modo di comporre un ''introito'', un ''graduale'', un’''antifona'', un ''salmo'', un ''inno'', un ''Gloria in excelsis'' ecc. 11. In particolare si osservino le norme seguenti: ''a)'' Il ''Kyrie'', ''Gloria'', ''Credo'' ecc. della messa devono mantenere l’unità di composizione, propria del loro testo. Non è dunque lecito di comporli a pezzi separati, così che ciascuno di tali pezzi formi una composizione musicale compiuta e tale che possa staccarsi dal rimanente e sostituirsi con altra. ''b)'' Nell’officiatura dei {{Wl|Q827135|Vesperi}} si deve ordinariamente seguire la norma del {{Wl|Q911124|''Caeremoniale Episcoporum''}}, che prescrive il canto gregoriano per la salmodia e permette la musica figurata pe’ versetti del ''Gloria Patri'' e per l’inno. Sarà nondimeno lecito nelle maggiori solennità di alternare il canto gregoriano del coro coi cosiddetti {{Wl|Q1328468|falsibordoni}} o con versi in simile modo convenientemente composti. Si potrà eziandio concedere qualche volta che i singoli salmi si propongano per intero in musica, purchè in tali composizioni sia conservata la forma propria della salmodia; cioè purchè i cantori sembrino salmeggiare tra loro, o con nuovi motivi, o con quelli presi dal canto gregoriano, o secondo questo imitati. Restano dunque per sempre esclusi e proibiti i salmi cosiddetti ''di concerto''. ''c)'' Negli inni della Chiesa si conservi la forma tradizionale dell’inno. Non è quindi lecito di comporre p. e. il ''Tantum ergo'' per modo che la prima strofa presenti una romanza, una cavatina, un adagio, e il ''Genitori'' un allegro. ''d)'' Le antifone dei Vesperi devono essere proposte d’ordinario con la melodia gregoriana loro propria. Se però in qualche caso particolare si cantassero in musica, non dovranno mai avere nè la forma di una melodia di concerto nè l’ampiezza di un mottetto o di una cantata.<noinclude></noinclude> 24ox0carkndsj76k971ulc01x1kpi8g Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/271 108 846439 3026047 2022-08-24T10:08:49Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||267}}</noinclude>{{Pt|naro|danaro}} contante<ref>Copiam vendendi secuta vilitate, quanto quis obaeratior, aegrius distrahebant: multique fortunis provoluebantur: eversio rei familiaris dignitatem, et famam praeceps dabat. Donec tulit opem Caesar, disposito per mensas millies sestertio, factaque mutuandi copia sine usuris per triennium, si {{Ec|dcbitor|debitor}} populo in duplum pracediis cavisset. Ibid.</ref>. Anche da questo notabil fatto si può dedurre quanto fosse grande in Roma la massa dei debiti, e {{Ec|qnanto|quanto}} nella maggior parte delle primarie famiglie la {{Ec|profnsione|profusione}} superasse di gran lunga le rendite, e il Capitale. Quando i più illustri Giovani, e Uomini dissipate avevano tutte le loro ricchezze, allora essi invece di applicarsi a qualche arte, ed occupazione onorevole, onde cercare di ristabilir le proprie finanze, ripudiavano piuttosto la lor dignità, e il cospicuo grado di Cittadini per calcare il pubblico Teatro, o la pubblica Arena, che fino daì tempi di Tiberio erano divenuti il {{Ec|rifngio|rifugio}} di tutti i falliti Voluttuosi, Crapuloni, e Dissipatori. È vero che Giulio Cesare, Augusto, e Tiberio, e molto più Caligola, e Nerone obbligarono i primarj Romani dell’uno, e dell’altro sesso a comparire negli spettacoli teatrali, e ne’ combattimenti, ch’essi diedero al popolo<ref>Dion. Cass. 59. 9. pag. 912. 60. 7. 945. et ibi Rein.</ref>; ma ciò venne imputato a Cesare come una delle sue tiranniche azioni, ed Augusto tralasciò di<noinclude></noinclude> 7neclkxw2js4kg1phk1ey10mvdrig7a Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/12 108 846440 3026048 2022-08-24T10:11:08Z Cinnamologus 2379 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Cinnamologus" />{{RIalt||— 12 —|}}</noinclude> {{Ct|f=110%|t=2|v=1|V.}} {{Ct|f=85%|v=1|L=1px|w=0.2em|'''Cantori'''.}} 12. Tranne le melodie proprie del celebrante all’altare e dei ministri, le quali devono essere sempre in solo canto gregoriano senza alcun accompagnamento d’organo, tutto il resto del canto liturgico, è proprio del coro dei leviti, e però i cantori di chiesa anche se sono secolari, fanno propriamente le veci del coro ecclesiastico. Per conseguenza le musiche che propongono devono, almeno nella loro massima parte, conservare il carattere di musica da coro. Con ciò non s’intende del tutto esclusa la voce sola. Ma questa non deve mai predominare nella funzione, così che la più gran parte del testo liturgico sia in tale modo eseguita; piuttosto deve avere il carattere di semplice accenno o spunto melodico ed essere strettamente legata al resto della composizione a forma di coro. 13. Dal medesimo principio segue che i cantori hanno in chiesa vero officio liturgico, e che però le donne, essendo incapaci di tale officio, non possono essere ammesse a far parte del coro o della cappella musicale. Se dunque si vogliono adoperare le voci acute dei soprani e contralti, queste dovranno essere sostenute dai fanciulli, secondo l’uso antichissimo della Chiesa. 14. Per ultimo non si ammettano a far parte della cappella di chiesa, se non uomini di conosciuta pietà e probità di vita, i quali col loro modesto e devoto contegno durante le funzioni liturgiche si mostrino degni del santo officio che esercitano. Sarà pure conveniente che i cantori, mentre cantano in chiesa, vestano l’abito ecclesiastico e la cotta, e se trovansi in cantorie troppo esposte agli occhi del pubblico, siano difesi da grate. {{Ct|f=110%|t=2|v=1|VI.}} {{Ct|f=85%|v=1|L=1px|w=0.2em|'''Organo ed istrumenti'''.}} 15. Sebbene la musica propria della Chiesa sia la musica puramente vocale, nondimeno è permessa eziandio la musica con accompagnamento d’organo. In qualche caso particolare, nei debiti termini e coi convenienti riguardi, potranno anche ammettersi altri strumenti, ma non mai senza licenza speciale dell’Ordinario, giusta la prescrizione del {{Wl|Q911124|''Caeremoniale Episcoporum''}}. 16. Siccome il canto deve sempre primeggiare, così l’organo o gli strumenti devono semplicemente sostenerlo e non mai opprimerlo. 17. Non è permesso di premettere al canto lunghi preludî o d’interromperlo con pezzi d’intermezzo. 18. Il suono dell’organo negli accompagnamenti del canto, nei preludî, interludî e simili, non solo deve essere condotto secondo la propria natura di tale strumento, ma deve partecipare di tutte le qualità che ha la vera musica sacra e che si sono precedentemente annoverate. 19. È proibito in chiesa l’uso del pianoforte, come pure quello degli strumenti fragorosi o leggeri, quali sono il tamburo, la grancassa, i piatti, i campanelli e simili. 20. È rigorosamente proibito alle cosiddette bande musicali di suonare in chiesa; e solo in qualche caso speciale, posto il consenso dell’Ordinario<noinclude></noinclude> 2dx431qy059rbkfp7olsrv2tuximtla Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/272 108 846441 3026049 2022-08-24T10:14:44Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|268||}}</noinclude>farlo dopo che il Senato prese la risoluzione di proibire ai nobili, e liberi Romani d’ambo i sessi d’infamarsi nell’Arena, e sopra il Teatro. Sotto Tiberio al contravio, vi furono molti Giovani dei due primi Ordini dello Stato, i quali rinunziarono spontaneamente a tutti i privilegj della lor nascita ad oggetto di poter comparire fra i disonorati Comici, e Gladiatori<ref>c. 35. Suet. in Tiber.</ref>. Se Caligola costrinse Cavalieri, Senatori, e le primarie Donne a calcar l’Orchestra, l’Anfiteatro, ed il Circo, onde in tal modo nobilitare i suoi spettacoli si dee però confessare che egli trovò nelle più distinte famiglie un maggior numero di Volontarj di quello che ne avesse di bisogno, giacchè fra i Gladiatori, che combatter fece fino alla morte in una gran festa popolare da lui data caddero ventisei Romani Cavalieri, che sciupate avevano le lor sostanze<ref>Dione l. c. pag. 912.</ref>. Nerone fu in ciò anche più fortunato, o piuttosto più infelice di Caligola. Esso non diede alcuna sorta di spettacoli, a cui non corressero in folla Ragazzi, Giovani, Uomini, e Vecchj, come pure Fanciulle, Donne, e Vecchie delle prime famiglie<ref>Dion. Cass. L. 61. c. 17. pag. 997. c. 19. 909. p. Senec. Nat. Quaest. VII. 31. Suet. in Nerone c. 12. Tacit. XIV. 14. XV. 32. juven. Sat. VIII. 191. et seq. v. XI. 20. et seq.</ref>. Tutto ciò, che eravi di ricco, e di nobile in Roma, visitava le scuole dei Sonatori,<noinclude></noinclude> p8j4lhl4yyabwjjrqvhfyryn4txpnrc Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/273 108 846442 3026050 2022-08-24T10:18:58Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||269}}</noinclude>dei Comici, e dei Cantanti, e i luoghi, in cui si esercitavano i Gladiatori, e i Cocchj {{Ec|destiuati|destinati}} alle corse; e tostochè uno credeva di esser in istato di farsi vedere, ed ascoltar dal popolo; allora vendeva se stesso, ed il proprio grado, ed onore<ref>Fra le ballerine vi era ancora una delle più ricche, ed illustri Romane, la quale chiamavasi Aelia Catella, ed aveva già più di ottant’anni.</ref>. Al contrario chi non poteva giungere a tanto di arrischiarsi a comparire fra i detti virtuosi, gettavasi da se medesimo, o era da altri spinto nel Coro ove molti soggetti, i quali coperte avevano le prime cariche per un resto di timidezza, e vergogna, cantavano in maschera, che poi veniva lor tolta ad istanza della Plebe Romana. I discendenti dei maggiori Eroi eran quelli, che soprattutto s’infamavano nell’Arena. I posteri di Paolo rappresentavano i Macedoni, quelli di Mummio i Greci, di Claudio i Siciliani, di Appio gli Epiroti, e gli indegni Nipoti delli Scipioni, gli Spagnuoli, gli Africani, e gli Asiatici; e sì gli uni, che gli altri si disonoravano fra vili schiavi in un luogo, a cui i loro illustri antenati non avrebbero nemmeno creduto conveniente alla propria dignità l’affacciarsi. Se Svetonio non ha esagerato, 600 furono i Cavalieri, e 400 i membri del Senato, che Nerone combatter fece fra i Gladiatori durante il suo Governo; e qualora ammettere debbasi che all’incirca un egual {{Pt|nu-|}}<noinclude></noinclude> 7nvr50zva3pmnbrqmgtck2nbue8jsyz Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/13 108 846443 3026051 2022-08-24T10:20:18Z Cinnamologus 2379 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Cinnamologus" />{{RIalt||— 13 —|}}</noinclude> sarà permesso di ammettere una scelta limitata, giudiziosa e proporzionata all’ambiente, di strumenti a fiato, purchè la composizione e l’accompagnamento da eseguirsi sia scritto in istile grave, conveniente e simile in tutto a quello proprio dell’organo. 21. Nelle processioni fuori di chiesa può essere permessa dall’Ordinario la banda musicale, purchè non si eseguiscano in nessun modo pezzi profani. Sarebbe desiderabile in tali occasioni che il concerto musicale si restringesse ad accompagnare qualche cantico spirituale in latino o volgare, proposto dai cantori o dalle pie Congregazioni che prendono parte alla processione. {{Ct|f=110%|t=2|v=1|VII.}} {{Ct|f=85%|v=1|L=1px|w=0.2em|'''Ampiezza della musica liturgica'''.}} 22. Non è lecito per ragione del canto o del suono fare attendere il sacerdote all’altare più di quello che comporti la ceremonia liturgica. Giusta le prescrizioni ecclesiastiche, il ''Sanctus'' della Messa deve essere compiuto prima dell’elevazione, e però anche il celebrante deve in questo punto avere riguardo ai cantori. Il ''Gloria'' ed il ''Credo'', giusta la tradizione gregoriana, devono essere relativamente brevi. 23. In generale è da condannare come abuso gravissimo, che nelle funzioni ecclesiastiche la liturgia apparisca secondaria e quasi a servizio della musica, mentre la musica è semplicemente parte della liturgia e sua umile ancella. {{Ct|f=110%|t=2|v=1|VIII.}} {{Ct|f=85%|v=1|L=1px|w=0.2em|'''Mezzi precipui'''.}} 24. Per l’esatta esecuzione di quanto viene qui stabilito, i Vescovi, se non l’hanno già fatto, istituiscano nelle loro diocesi una Commissione speciale di persone veramente competenti in cose di musica sacra, alla quale, nel modo che giudicheranno più opportuno, sia affidato l’incarico d’invigilare sulle musiche che si vanno eseguendo nelle loro chiese. Nè badino soltanto che le musiche siano per sè buone, ma che rispondano altresì alle forze dei cantori e vengano sempre bene eseguite. 25. Nei seminarî dei chierici e negli istituti ecclesiastici, giusta le prescrizioni tridentine, si coltivi da tutti con diligenza ed amore il prelodato canto gregoriano tradizionale, ed i superiori siano in questa parte larghi d’incoraggiamento e di encomio coi loro giovani sudditi. Allo stesso modo, dove torni possibile, si promuova tra i chierici la fondazione di una {{Wl|Q675386|''Schola Cantorum''}} per l’esecuzione della sacra polifonia e della buona musica liturgica. 26. Nelle ordinarie lezioni di liturgia, di morale, di {{Wl|Q7341605|gius canonico}} che si dànno agli studenti di teologia non si tralasci di toccare quei punti che più particolarmente riguardano i principî e le leggi della musica sacra, e si cerchi di compierne la dottrina con qualche particolare istruzione circa l’estetica dell’arte sacra, affinchè i chierici non escano dal seminario digiuni di tutte queste nozioni, pur necessarie alla piena cultura ecclesiastica. 27. Si abbia cura di restituire, almeno presso le chiese principali, le antiche ''Scholae Cantorum'', come si è già praticato con ottimo frutto in buon<noinclude></noinclude> bn3owtvj8cpuoubwtagum2nzk0xlxje Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/274 108 846444 3026052 2022-08-24T10:21:59Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|270||}}</noinclude>{{Pt|mero|numero}} degli uni, e degli altri si dedicasse alle arti, ed agli esercizj del Circo, e del Teatro, non possono esser stati molti i primarj Romani, che sotto il detto Imperatore rimasero esenti da qualche macchia. Se i miei Lettori vorranno prendersi la pena di riguardare la serie dei quadri, che io ho loro già esposti, e di considerarli sotto il medesimo punto di vista, essi vedranno allora tutto il terribil registro genealogico delle diverse specie di vizj dei primarj Romani. La stravagante, e non natural voluttà, e crapula non solo produssero un abborrimento per tutti i vincoli conjugali, paterni, e filiali, ed una non curanza di tutte le domestiche contentezze, ma estinsero affatto altresì il pudore, e l’onoratezza, e furon causa d’un insuperabile contrarietà ad ogni prerogativa sì dello spirito come del cuore, che solo ottener si possono col mezzo di lunghi, e serj sforzi. Dalla rozzezza, e depravazione dello spirito, non meno che dalla insensibilità, e corruttela del cuore dei molli, voluttuosi, e crapuloni Romani ne nacquero immediatamente la pueril vanità, e pompa, che poi in compagnia del libertinaggio, e della crapula partorirono il più stravagante, ed insensato dissipamento. Questo diè luogo da prima ad una tal viltà nel risparmiare, ed accumular danaro che por fece in dimenticanza tutta la dignità dell’uomo, e poscia suscitò un ingiusto, e sfacciato ladroneggio, per cui calpestavansi {{Pt|impu-|}}<noinclude></noinclude> b71xb193ai8t7jdmgm9eqo90s11pyij Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/275 108 846445 3026053 2022-08-24T10:26:04Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||271}}</noinclude>{{Pt|nemente|impunemente}} qualunque giustizia, ed umanità. Siccome però la voluttà, la crapula, e il lusso dei Romani dissipatori assorbivano, e consumavano qualsivoglia ricchezza a segno tale che tutte le arti della viltà, e tutte l’estorsioni del supremo, e arbitrario potere non bastavano a procurar loro un sufficiente nutrimento, così i brutali Romani essendo del continuo immersi in un perfetto sbalordimento, o vaneggiamento di sensuali piaceri, traboccavano per lo più dopo pochi anni nella più vergognosa miseria, in cui sordi alle voci dell’onore, insensibili ai derisorj sguardi, e gesti dei proprj concittadini, incapaci di fare qualunque buon’opera seguitavano a passare la loro stomachevol vita tra i più corrotti schiavi fino a tanto che questa venisse lor tolta da qualche animal feroce, o da qualche barbaro, con cui dovevan combattere. Dopo di avere fin qui rappresentati i costumi delle primarie famiglie e degli Imperatori di Roma io voglio, per compimento di quest’Opera, che allora potrà considerarsi come la più sublime pittura della corruttela d’Europa, aggiungervi ancora una breve descrizione di quelli del popolo, e degli Eserciti Romani nei primi secoli dopo la nascita di Cristo, e far quindi osservar l’effetto di tali costumi sopra le arti, le scienze, e la lingua.<noinclude> {{Centrato|''Fine del Primo Tomo.''}}</noinclude><noinclude></noinclude> 5b9ahqhg6t43pm20dkyl09dtgctuzoz Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/276 108 846446 3026054 2022-08-24T10:26:23Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level0 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="0" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude><noinclude></noinclude> qxx4r8obzs9rba8hjxkrn5d59c6ze3m Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/14 108 846447 3026055 2022-08-24T10:27:23Z Cinnamologus 2379 /* Trascritta */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Cinnamologus" />{{RIalt||— 14 —|}}</noinclude> numero di luoghi. Non è difficile al clero zelante d’istituire tali ''Scholae'' perfino nelle chiese minori e di campagna, anzi trova in esse un mezzo assai facile d’adunare intorno a sè i fanciulli e gli adulti, con profitto loro proprio ed edificazione del popolo. 28. Si procuri di sostenere e promuovere in ogni miglior modo le Scuole superiori di musica sacra dove già sussistono e di concorrere a fondarle dove non si possedono ancora. Troppo è importante che la Chiesa stessa provveda all’istruzione dei suoi maestri, organisti e cantori, secondo i veri principî dell’arte sacra. {{Ct|f=110%|t=2|v=1|IX.}} {{Ct|f=85%|v=1|L=1px|w=0.2em|'''Conclusione'''.}} 29. Per ultimo si raccomanda ai maestri di cappella, ai cantori, alle persone del clero, ai superiori dei seminarî, degli istituti ecclesiastici e delle comunità religiose, ai parroci e rettori di chiese, ai canonici delle collegiate e delle cattedrali, e soprattutto agli Ordinarî diocesani di favorire con tutto lo zelo queste sagge riforme, da molto tempo desiderate e da tutti concordemente invocate, affinchè non cada in dispregio la stessa autorità della Chiesa, che ripetutamente le propose ed ora di nuovo le inculca. Dato dal Nostro Palazzo Apostolico al Vaticano, il giorno della Vergine e Martire S. Cecilia, 22 Novembre 1903, del Nostro Pontificato l’anno primo. {{Ct|f=110%|L=1px|t=1|v=4|w=0.3em|PIVS PP. X}} {{FI |file = Tra le sollecitudini (Mondovi 1904) - TO2.png | width = 300px | float = center | margin-bottom=6em }}<noinclude></noinclude> ismmel2un59o3sk0d13bckowojpapmu Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani/Capitolo VI 0 846448 3026056 2022-08-24T10:27:25Z Barbaforcuta 9144 Porto il SAL a SAL 75% wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Capitolo VI<section end="sottotitolo"/> <section begin="prec"/>../Capitolo V<section end="prec"/> <section begin="succ"/>../Annotazione del traduttore I<section end="succ"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>24 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>75%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=24 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Capitolo VI|prec=../Capitolo V|succ=../Annotazione del traduttore I}} <pages index="Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu" from="218" to="275" fromsection="" tosection="" /> bwl9mbx31d8m9596ekiemhs1rd7n0t6 3026058 3026056 2022-08-24T10:27:51Z Barbaforcuta 9144 wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Capitolo VI<section end="sottotitolo"/> <section begin="prec"/>../Capitolo V<section end="prec"/> <section begin="succ"/>../Capitolo VII<section end="succ"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>24 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>75%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=24 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Capitolo VI|prec=../Capitolo V|succ=../Capitolo VII}} <pages index="Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu" from="218" to="275" fromsection="" tosection="" /> fkym7p5sm31m97ez9ug60qaoov5qg26 Tra le sollecitudini (Mondovì 1904)/Motu proprio. Sulla musica sacra 0 846449 3026060 2022-08-24T10:30:54Z Cinnamologus 2379 Porto il SAL a SAL 75% wikitext text/x-wiki {{Conteggio pagine|[[Speciale:Statistiche]]}}<!-- Area dati: non modificare da qui: --><onlyinclude><div style="display:none"><section begin="sottotitolo"/>Motu proprio. Sulla musica sacra<section end="sottotitolo"/> <section begin="prec"/>../Lettera al signor cardinale Respighi<section end="prec"/> <section begin="nome template"/>IncludiIntestazione<section end="nome template"/> <section begin="data"/>24 agosto 2022<section end="data"/> <section begin="avz"/>75%<section end="avz"/> <section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/> </div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=24 agosto 2022|arg=Da definire}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Motu proprio. 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L’abjezione, e la viltà della Plebe Romana, e segnatamente la sua indifferenza per rispetto al pubblico bene, dipinger non si possono con tratti, o colori più forti di quelli con cui se n’è da me fatto il quadro nei precedenti capitoli, e soprattutto allorquando ho avuto luogo di parlare dell’inalzamento, e dell’uccisione di Galba, d’Otone, e di Vitellio.<noinclude></noinclude> nmwc79jeodj4t4450dukd7i7loqbcsg 3026081 3026080 2022-08-24T10:49:32Z Barbaforcuta 9144 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude>{{Ct|f=155%|VII.}} {{FI |file = Filet Gauthier-Villars.svg | width = 15% | float = center | caption = }} {{Blocco centrato|{{IndentInverso|1em}}''Dei costumi della Plebe Romana, e de’ Romani<br> eserciti nei primi secoli dopo la nascita di<br> Cristo.''</div>}} <includeonly> </includeonly> {{xx-larger|I}} costumi della massima parte degli Imperatori, e dei Grandi Romani furono conformi a quelli della Romana Plebe, la quale sotto gli Imperatori molto più che nei tempi della Repubblica meritava il nome di schiuma, o di feccia di tutto lo Stato, mentre più che mai tutto ciò, che era corrotto, e capace a corrompere, tutti coloro che non potevano o non volevano lavorare, tutti gli avventurieri, i Seduttori, gli Indovini, gli Astrologhi, i Cerretani, i Commedianti, ed altri maestri, ed istrumenti di vizj, anzi un gran numero de’ malfattori di tutte le Provincie concorrevano a Roma come ad un gran ricettacolo di qualunque immondezza. L’abjezione, e la viltà della Plebe Romana, e segnatamente la sua indifferenza per rispetto al pubblico bene, dipinger non si possono con tratti, o colori più forti di quelli con cui se n’è da me fatto il quadro nei precedenti capitoli, e soprattutto allorquando ho avuto luogo di parlare dell’inalzamento, e dell’uccisione di Galba, d’Otone, e di Vitellio.<noinclude></noinclude> g87jkku4i4z81y7ufatbwk2gqcw08ir 3026082 3026081 2022-08-24T10:50:16Z Barbaforcuta 9144 proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|||}}</noinclude>{{Ct|f=155%|VII.}} {{FI |file = Filet Gauthier-Villars.svg | width = 15% | float = center | caption = }} {{Blocco centrato|{{IndentInverso|1em}}''Dei costumi della Plebe Romana, e de’ Romani<br> eserciti nei primi secoli dopo la nascita di<br> Cristo.''</div>}} <includeonly> </includeonly> {{xx-larger|I}} costumi della massima parte degli Imperatori, e dei Grandi Romani furono conformi a quelli della Romana Plebe, la quale sotto gli Imperatori molto più che nei tempi della Repubblica meritava il nome di schiuma, o di feccia di tutto lo Stato, mentre più che mai tutto ciò, che era corrotto, e capace a corrompere, tutti coloro che non potevano o non volevano lavorare, tutti gli avventurieri, i Seduttori, gli Indovini, gli Astrologhi, i Cerretani, i Commedianti, ed altri maestri, ed istrumenti di vizj, anzi un gran numero de’ malfattori di tutte le Provincie concorrevano a Roma come ad un gran ricettacolo di qualunque immondezza. L’abjezione, e la viltà della Plebe Romana, e segnatamente la sua indifferenza per rispetto al pubblico bene, dipinger non si possono con tratti, o colori più forti di quelli con cui se n’è da me fatto il quadro nei precedenti capitoli, e soprattutto allorquando ho avuto luogo di parlare dell’inalzamento, e dell’uccisione di Galba, d’Otone, e di Vitellio.<noinclude></noinclude> d7hczbh5hrhcirm3hnisj9c66dp8cnr Modulo:Dati/Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu 828 846451 3026096 2022-08-24T10:56:52Z Cinnamologus 2379 Creazione/aggiornamento di Modulo:Dati Scribunto text/plain local d2b = {} local b2d = {} local pagine = {} d2b[1]="Frontespizio" d2b[2]="Illustrazione" d2b[3]="3" d2b[4]="4" d2b[5]="5" d2b[6]="6" d2b[7]="7" d2b[8]="8" d2b[9]="9" d2b[10]="10" d2b[11]="11" d2b[12]="12" d2b[13]="13" d2b[14]="14" d2b[15]="-" d2b[16]="-" for i,v in ipairs(d2b) do b2d[v]=i end local cap={} local i=1 cap[1]={} cap[1].nome="Tra le sollecitudini (Mondovì 1904)" cap[1].titolo="Il Motu proprio pontificio del 22 novembre 1903 sulla Musica sacra" cap[1].from=1 cap[1].to=2 cap[1].delta="Frontespizio" cap[2]={} cap[2].nome="Tra le sollecitudini (Mondovì 1904)/Lettera al signor cardinale Respighi" cap[2].titolo="Lettera al signor cardinale Respighi vicario generale di Roma sulla restaurazione della musica sacra" cap[2].from=3 cap[2].to=6 cap[2].delta="0" cap[3]={} cap[3].nome="Tra le sollecitudini (Mondovì 1904)/Motu proprio. 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Non era certamente possibile che la Romana Plebe non divenisse più infingarda, più vile, e più ansiosa di continui sollazzi che qualunque altra di tutta la Terra, giacchè dessa non solo otteneva senza alcuna sua fatica nutrimento, e vestiario dal pubblico tesoro, e a spese dei Grandi, ma ne veniva eziandio regalata, e divertita coi più varj, e sontuosi spettacoli. I più insigni, e buoni Imperatori furono, è vero, capaci di moderare la dannosa profusione che usavasi colla detta Plebe, ma non era più in lor potere di togliere un’abuso nato fin dal tempo dei Gracchi{{Nota separata|Pagina:Storia_della_decadenza_dei_costumi_delle_scienze_e_della_lingua_dei_romani_II.djvu/165|1}} e cresciuto quasi con gli anni. Questa medesima corruttrice, e rovinosa profusione, che si praticava verso la Romana Plebe era talmente passata in costume, e veniva in conseguenza dell’universal maniera di pensare considerata qual cosa così lodevole, e giusta che molti degli stessi buoni Imperatori si credettero in dovere di emulare, e persino di superare i loro antecessori anche in questa parte. Gli Imperatori poi<noinclude></noinclude> s5s9z1bqt095gfn8f76eid72u40vs1t 3026099 3026098 2022-08-24T10:58:06Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|4||}}</noinclude>Ora null’altro per conseguenza mi rimane se non che di esporre con alquanto più d’estensione, e d’esattezza il modo di vivere, e di divertimenti della Romana moltitudine, di far quindi osservare le cagioni per cui la Plebe di Roma decadde, e si corruppe assai più che quella di ogni altra vasta, ed ampiamente dominante Metropoli. Non era certamente possibile che la Romana Plebe non divenisse più infingarda, più vile, e più ansiosa di continui sollazzi che qualunque altra di tutta la Terra, giacchè dessa non solo otteneva senza alcuna sua fatica nutrimento, e vestiario dal pubblico tesoro, e a spese dei Grandi, ma ne veniva eziandio regalata, e divertita coi più varj, e sontuosi spettacoli. I più insigni, e buoni Imperatori furono, è vero, capaci di moderare la dannosa profusione che usavasi colla detta Plebe, ma non era più in lor potere di togliere un’abuso nato fin dal tempo dei Gracchi{{Nota separata|Pagina:Storia_della_decadenza_dei_costumi_delle_scienze_e_della_lingua_dei_romani_II.djvu/165|1}} e cresciuto quasi con gli anni. Questa medesima corruttrice, e rovinosa profusione, che si praticava verso la Romana Plebe era talmente passata in costume, e veniva in conseguenza dell’universal maniera di pensare considerata qual cosa così lodevole, e giusta che molti degli stessi buoni Imperatori si credettero in dovere di emulare, e persino di superare i loro antecessori anche in questa parte. 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Nullam congiario culpam, nullam alimentis crudelitatem redemisti; nec tibi benefaciendi causa fuit, ut quae male fueras, impune fecisses; amor impendio isto, non venia quaesita est populusque Romanus obligatus a tribunali tuo, non exoratus recessit. Obtulisti enim congiarium gaudentibus gaudens, securusqne securis: quodque antea principes ad odium sui leniendum tumentibus plebis animis objectabant, id tu tam innocens populo dedisti, quam populus accepit.</ref>. Da ciò indispensabilmente ne nacque, che il Popolo Romano<ref>Così venne sempre chiamata sotto gli Imperatori l’inutile, e povera plebe di Roma.</ref> al pari delle Pretoriane Coorti portò maggior affetto ai più crudeli tiranni, come a un Nerone, a un Domiziano, e ad un Commodo, che ai più esemplari, e degni Imperadori;<noinclude></noinclude> 0mipv630w00g4w543wyb9fs0p3slij5 Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/10 108 846454 3026108 2022-08-24T11:08:08Z Barbaforcuta 9144 /* new eis level3 */ proofread-page text/x-wiki <noinclude><pagequality level="3" user="Barbaforcuta" />{{RigaIntestazione|6||}}</noinclude>che la pubblica dissipazione, e la moltitudine, varietà, e splendidezza dei pubblici divertimenti andarono sempre crescendo a proporzione che si esaurivano le facoltà dello Stato; e che in fine la Plebe addivenuta così incapace di dedicarsi ad utili mestieri come di difender la Patria, interessavasi molto meno della prosperità di tutto lo Stato, dell’inalzamento, e caduta de’ proprj Sovrani, e dell’esito delle più pericolose guerre, di quello che ella facesse per rispetto alle vittorie, o sconfitte de’ suoi favoriti tra i Comedianti, i cavalli da corsa, e lor condottieri, e tra i Gladiatori, e le combattenti bestie feroci<ref>Tra i favoriti del popolo eravi specialmente un Leone a cui erasi insegnato a divorare gli uomini vinti da lui con la maggiore gravità leonesca. Dio. Cass. Lib. 60. c. 13. p. 951. Benhè Claudio fosse tutt’altro che tenero, e compassionevole nulladimeno uccider fece quell’istruito divorator degli uomini poiché secondo lo stesso suo sentimento non conveniva che il popolo Romano si compiacesse d’un tale orribile spettacolo quale era quello di lentamente sbranare ed inghiottir le persone.</ref>. Se la misera Plebe talvolta mormorò, e commise sedizioni, e violenze ciò mai non seguì perchè le furono tolti i suoi privilegi, o si perdettero battaglie, ed eserciti, o rimasero spogliati di sostanze, e di vita illustri cittadini, e<noinclude></noinclude> hkxaymdg5o5ih9x0hvr6itkog38j8ro